vedere A venezia e in veneto what’s on il giornale dell’arte Supplemento a «Il Giornale dell’Arte» n. 353 maggio 2015 umberto allemandi & C. N. 4, maggio-novembre 2015 «Mandela», Gavin Rain, BUGNO ART GALLERY, VENEZIA tutta l’arte da vedere da maggio A novembre La 56ma Biennale riscopre Marx, la tradizione orale e l’impegno politico The 56th Biennale rediscovers Marx, the oral tradition and political engagement Venezia. Il ritorno alla tradizione orale, quasi il realizzarsi del villaggio globale di chomskyana memoria. Mai come nella prossima Esposizione Internazionale d’Arte («All the World’s Futures», diretta da Okwui Enwezor) la capacità di ascolto è il requisito essenziale per entrare nello spirito della manifestazione, che ha il suo fulcro nell’Arena disegnata da David Adjaye all’interno del Padiglione Centrale, nel cuore dei Giardini. Qui, con buona pace di chi aveva decretato la fine delle ideologie, dal 6 maggio (primo giorno di vernice) al 22 novembre sarà recitato in inglese Il Capitale di Carlo Marx. Ad accompagnare tale lettura sono varie performance, tra cui la narrazione della Beirut tra il 1997 e il 2006 (di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige), la mappatura dei canti di una prigione dell’Angola (di Jason Moran), le poesie di Pasolini e di Pavese, la musica del compositore afroamericano Julius Eastman nell’omaggio di Mathieu Kleyebe Abonnenc e il progetto di Olaf Nicolai ispirato agli spartiti di Luigi Nono (persino Allora & Calzadilla, ma nelle Corderie, s’ispirano alla «Creazione» di Haydn). C’è poi il Corner Speaker di Saadane Afif, che recita poesie e canta composizioni di suoi amici. Il tutto è nel segno dell’impegno politico. Modello di riferimento: la Biennale del 1974, quella riformata, presieduta da Carlo Ripa di Meana, con manifestazioni di solidarietà agli oppositori del regime di Pinochet. Certo le macerie contemplate dall’«Angelus Novus» di Paul Klee (l’angelo della storia, l’altro cardine su cui poggia la 56ma Biennale) oggi sono altre, a cominciare dalla Siria, «tuttavia ogni due anni, sostiene il presidente Paolo Baratta, un soffio vitale le spazza via». Afro-artisti Provengono da 53 Paesi (compresi quelli ingiustamente considerati minori), sono 136 in tutto, 89 dei quali partecipano per la prima volta. Predominano i nomi africani e mediorientali, ma non mancano grandi conferme come Christian Boltanski, Steve McQueen, Marlene Dumas (con una serie inedita di disegni), Bruce Nauman, Georg Baselitz (con i suoi autoritratti rovesciati), i cineasti Chantal Akerman e Alexander Kluge, più gli autori dei diversi filmati che documentano gli eventi, a cominciare dalla guerra in Siria. Infine un risarcimento: la performance della cubana Tania Bruguera presentata nella Biennale dell’Avana del 2010 e subito rimossa (l’artista, agli arresti domiciliari nel momento in cui è stato scritto l’articolo, potrebbe ricevere un permesso per essere presente a Venezia). Quattro gli artisti italiani, metà deceduti (molti, trattandosi di arte contemporanea). I loro nomi: Fabio Mauri (1926-2009), sua l’installazione nella cupola di Galileo Chini, Pino Pascali (1935-68), Rosa Barba (1972) e Monica Bonvicini (1965). Pochi? «Saranno abbondantemente rappresentati nel loro padiglione», taglia corto Okwui Enwezor. A rinforzare le fila la cantante Romina Power con Dario Fo e il figlio Jacopo per il Padiglione del Costarica, insieme a un nutrito numero di artisti. Tutti italiani, come italiano è il curatore. Incongruenza evidente che ha suscitato un vespaio di polemiche. Con in più il fatto che ai partecipanti era richiesto un versamento in denaro come contributo alle spese di affitto del Padiglione. Conclusione: il Padiglione sarà aperto a titolo privato, senza più l’ufficialità della rappresentanza. Padiglioni al femminile Tra le 89 partecipazioni nazionali ci sono cinque nuove adesioni (Grenada, Mauritius, Mongolia, Mozambico e Seychelles) e la conferma della Santa Sede. Per alcune delle nazioni più importanti è una Biennale al femminile: Irina Nakhova, con la sua graffiante rappresentazione del potere, è la prima donna ad avere una personale nel Padiglione russo. Fiona Hall (artista molto sensibile alla poesia come dimostra la foresta dei suicidi ispirata al XIII Canto dell’Inferno di Dante) ha il privilegio di inaugurare il nuovo Padiglione australiano. Nel Padiglione Usa le performance di Joan Jonas. Per la Gran Bretagna, invece, si vedrà quanto le esibizioni sessuali dell’ex «Young British», l’ormai ultracinquantenne Sarah Lucas, abbiano ancora la loro forza provocatoria. In controtendenza la Francia, che dopo un testa a testa al cardiopalma ha visto Céleste Boursier-Mougenot prevalere sulla supersponsorizzata Tatiana Trouvé, ma nella Biennale dell’ascolto uno scultore che è anche musicista ci sta bene. Grande attesa per la personale di Danh Vo nel Padiglione della Danimarca, patria di elezione dell’artista di origine vietnamita. «Codice Italia 2015» è infine il titolo del Padiglione Italia curato da Vincenzo Trione che ha chiamato alle armi: Alis/Filliol, Andrea Aquilanti, Francesco Barocco, Vanessa Beecroft, Antonio Biasiucci, Giuseppe Caccavale, Paolo Gioli, Jannis Kounellis, Nino Longobardi, Marzia Migliora, Luca Monterastelli, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Nicola Samorì e Aldo Tambellini. Mostre a Venezia In prima linea i Musei Civici, con tre assi di grande rilievo: «La Nuova oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar (1919-33)» nel Museo Correr, Cy Twombly in Ca’ Pesaro e, ancora nel Museo Correr, un’inedita Jenny Holzer. Queste ultime due proposte rientrano in «Muve contemporaneo», il programma sull’arte contemporanea di Fondazione Musei Civici in occasione della Biennale. In Punta della Dogana Danh Vo dialoga con gli autori nel nuovo allestimento «Slip of the Tongue». Nella Collezione Peggy Guggenheim, invece, continua la rivisitazione dell’opera dei Pollock: Jackson e il fratello Charles. L’arte vetraria è nella Fondazione Cini con la Collezione Bischofberger e l’omaggio a Fulvio Bianconi. Alle sperimentazioni guarda la III edizione della biennale del vetro Glasstress: «Gotika», in Palazzo Franchetti e nella fornace di Adriano Berengo. La fotografia è nella Casa dei Tre Oci con la collettiva «Sguardo di donna». Tra le personali, invece, Magdalena Abakanowicz, nella Fondazione Cini, Martial Raysse in Palazzo Grassi, Ettore Spalletti in Palazzo Cini, Gaitonde nella Collezione Peggy Guggenheim, Peter Doig nella Fondazione ›4 Bevilacqua La Masa e Bruskin nella Fondazione Okwui Enwezor, il critico nigeriano di 52 anni, commissario generale quest’anno Photo: Giorgio Zucchiatt Venice. The return to the oral tradition, almost the realisation of the global village as espoused by Chomsky. Never so much as in the next International Art Exhibition (“All the World’s Futures”, directed by Okwui Enwezor) has the ability to listen been such an essential requirement to enter into the spirit of the event, which has its hub in the Arena designed by David Adjaye within the Central Pavilion, at the heart of the Giardini. Here, and notwithstanding those who had decreed the end of ideologies, from May 6 (first day of the vernissage) to November 22, Karl Marx’s Das Kapital will be read in English. To accompany this reading, there will be a variety of performances, including the narration of Beirut between 1997 and 2006 (by Joana Hadjithomas and Khalil Joreige), the mapping of songs from an Angolan prison (Jason Moran), the poems of Pasolini and Pavese, music by the African American composer Julius Eastman in a tribute to Mathieu Kleyebe Abonnenc and a project by Olaf Nicolai inspired by scores by Luigi Nono. (Even Allora & Calzadilla, but in the Corderie, draw inspiration from Haydn’s “Creation”). Then there will be the Speaker’s Corner of Saadane Afif, who recites poetry and sings compositions by his friends. Everything under the banner of political engagement. The point of reference: the Biennale of 1974, the reformed Biennale chaired by Carlo Ripa di Meana, with manifestations of solidarity with the opponents of the Pinochet regime. Of course, the rubble contemplated in Paul Klee’s “Angelus Novus” (the angel of history, the other cornerstone supporting the 56th Biennale) is today something else, starting with Syria, “but every two years”, declares president Paolo Baratta, “a breath of life sweeps them away”. Afro-artists They come from 53 countries (including those unjustly considered minor), for a total of 136, 89 of whom participating for the first time. African and Middle Eastern names predominate, but there are major names too, like Christian Boltanski, Steve McQueen, Marlene Dumas (with a new series of drawings), Bruce Nauman, Georg Baselitz (with his overturned self-portraits), filmmakers Chantal Akerman and Alexander Kluge, plus the makers of different films documenting events, starting with the war in Syria. And, finally, a reparation: the performance of Cuban Tania Bruguera presented in the Havana Biennial in 2010 and immediately removed (at the time of writing, the artist is under house arrest, but may receive a permit to be present in Venice). There are four Italian artists, half of them deceased (which is quite a few, since we are talking contemporary art). Their names: Fabio Mauri (1926-2009), with an installation in the dome of ›4 Galileo Chini, Pino Pascali (1935-1968), Rosa Barba Sommario | Summary venezia Biennale Collezionisti Eventi collaterali e Fondazione Querini Stampalia Palazzo Ducale Ca’ d’Oro e Gallerie dell’Accademia Museo Correr, Palazzo Bembo e Palazzo Fortuny Ca’ Pesaro, Fondazione Bevilacqua La Masa Palazzo Grimani Museo del vetro di Murano 3/4 6 8 9 10 11 12 13 14 Fondazione Cini 14/15 Fondazione Peggy Guggenheim 16 Fondazione Pinault e Fondazione Prada 17 Scoletta dei Battioro e Palazzo S. Cappello 19 Palazzo Albrizzi e Fondazione Vedova 20 Gallerie private 21/23 Gianmaria Potenza 23 Tre Oci e Centro Candiani 24 Provincia di Venezia Ville venete Vedere a | what’s on VENEZIA e VENETO 25 27 Beatrice Allemandi, product manager Claudia Carello, art director Cinzia Fattori, advertising manager (011.8199118 - [email protected]) Guest editors: Jenny Dogliani, Lidia Panzeri, Veronica Rodenigo e Mariella Rossi. Relazioni commerciali: Luciana Cicogna, Valeria Riselli e Francesca Scoto 28/31 Padova 32 Rovigo e provincia di Treviso 33 Verona e provincia di Verona 34/35 Vicenza 36/37 Provincia di Vicenza 38/41 Calendario, mappa 42/45 n. 4 maggio | novembre 2015 Società editrice Umberto Allemandi & C., piazza emanuele filiberto 13, 10122 Torino, tel. 011.8199111 fax 011.8193090 «vedere | what’s on» è un supplemento di «il giornale dell’arte» Umberto Allemandi, direttore responsabile Franco Fanelli, vicedirettore Barbara Antonetto, caporedattore Provincia di Belluno (lucianacicognalibero.it, [email protected], [email protected]) Traduzioni: Lucian Comoy Stampa: arti grafiche Boccia Spa, Salerno il giornale dell’arte Il giornale non risponde dell’autenticità delle attribuzioni delle opere riprodotte, in particolare del contenuto delle inserzioni pubblicitarie. Le opinioni espresse negli articoli firmati e le dichiarazioni riferite dal giornale impegnano esclusivamente i rispettivi autori. Si consiglia di verificare telefonicamente oppure online gli orari delle manifestazioni. www.ilgiornaledellarte.com Vedere A VENEZIA | 3 ›3 «Animats» di Christian Boltanski, 2014 © Amparo Irarrazaval Querini Stampalia. Molti musei storici hanno scelto il contemporaneo. Nelle Gallerie dell’Accademia è di scena Mario Merz, mentre Fabrizio Plessi è in Ca’ d’Oro. Gli artisti della Fondazione Tagore invadono Palazzo Grimani. Ma esiste anche un altro aspetto: l’antico come fonte del contemporaneo. Nella mostra «The slip of the tongue» di Punta della Dogana, Danh Vo ha voluto un gruppo di opere antiche delle Gallerie dell’Accademia e della Fondazione Cini. Luca Pacioli con la sua Proportio, cui è dedicata la nuova edizione di «Artempo» in Palazzo Fortuny, è la pietra di paragone per gli artisti di ieri e di oggi. Al mito della classicità si rifà «Portable Classics», nella Fondazione Prada in Ca’ Corner della Regina, dove sono esposte piccole riproduzioni di celebri statue già collezionate dai ricchi dell’età greco-romana e rinascimentale. Doverosa la riscoperta critica di Andrea Schiavone, nel Museo Correr, in vita molto apprezzato dal Vasari, ma poi schiacciato dalla fama di Tiziano e Tintoretto. Non si può ignorare, infine, «Il candore arcaico di Henri Rousseau» in Palazzo Ducale. q Lidia Panzeri ›3 (1972) and Monica Bonvicini (1965). Too few? “They will be abundantly represented in their pavilion”, replies Okwui Enwezor, tersely. To reinforce the ranks, there will be the singer Romina Power with Dario Fo and his son Jacopo for the Costa Rica Pavilion, along with a large number of artists. All Italian, and the curator too is Italian. This evident incongruity has sparked a hornet’s nest of controversy. To which is added the fact that the participants have been requested to pay a cash payment as a contribution to the cost of renting the Pavilion. Conclusion: The Pavilion will open in a private capacity, and not as an official representation. Women’s pavilions There are five new members (Grenada, Mauritius, Mongolia, Mozambique and Seychelles) among the 89 national pavilions, plus the confirmation of the Holy See. For some of the most important nations, this will be a women’s Biennale: with her scathing depiction of power, Irina Nakhova is the first woman to have a solo show in the Russian Pavilion. Fiona Hall (an artist who is very sensitive to poetry, as evidenced by the forest of the suicides inspired by the 13th Canto of Dante’s Inferno) has the privilege of inaugurating the new Australian Pavilion. Performances by Joan Jonas will be on offer in the USA Pavilion. For Britain, instead, it remains to be seen to what extent the sexual displays of the former «Young British» and now fifty-year-old Sarah Lucas still have a power to shock. France will be bucking the trend, after a thrilling head to head saw Céleste Boursier-Mougenot prevail over the super-sponsored Tatiana Trouvé, but in the listening Biennale a sculptor who is also a musician can only be good news. There will be great expectations for the one-man show by Danh Vo in the Denmark Pavilion, country of choice of the Vietnameseborn artist. “Codice Italia 2015” is the title of the Italian Pavilion curated by Vincenzo Trione who called to arms the following artists: Alis/Filliol, Andrea Aquilanti, Francesco Barocco, Vanessa Beecroft, Antonio Biasiucci, Giuseppe Caccavale, Paolo Gioli, Jannis Kounellis, Nino Longobardi, Marzia Migliora, Luca Monterastelli, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Nicola Samorì e Aldo Tambellini. Exhibitions in Venice Leading the pack are the Civic Museums, with three major shows: «The New Objectivity. Art in Germany at the time of the Weimar Republic (1919-1933)» at the Museo Correr, Cy Twombly at Ca’ Pesaro and, again in the Museo Correr, a show of new work by Jenny Holzer. These last two offerings are part of “Muve contemporary”, the programme of contemporary art organised by the Fondazione Musei Civici di Venezia. In Punta della Dogana, Danh Vo maintains a dialogue with other artists in the new layout called “Slip of the Tongue”. The Peggy Guggenheim Collection, instead, continues its revisitation of the work of the Pollocks: Jackson and his brother Charles. Glass art is on show at the Fondazione Cini with the Bischofberger Collection and the tribute to Fulvio Bianconi. Experimental work is explored in the third edition of the glass biennial, Glasstress: “Gotika” in Palazzo Franchetti and at the furnaces of Adriano Berengo. Photography is on at the Casa dei Tre Oci with the collective “A woman’s eye”. And among the personal shows, instead, we find Magdalena Abakanowicz at the Fondazione Cini, Martial Raysse in Palazzo Grassi, Ettore Spalletti in Palazzo Cini, Gaitonde in the Peggy Guggenheim Collection, Peter Doig in the Fondazione Bevilacqua La Masa and Bruskin at the the Fondazione Querini Stampalia. Many historical museums have also opted to show contemporary work. In the Gallerie dell’Accademia, space has been made for Mario Merz, while Fabrizio Plessi is at Ca d’Oro. The artists of the Fondazione Tagore will be invading Palazzo Grimani. And there is another aspect: the antique as source for contemporary art. In the “The slip of the tongue” exhibition at Punta della Dogana, Danh Vo requested a group of Old Masters from the Galleria dell’Accademia and the Fondazione Cini. Luca Pacioli with his Proportio, to which is dedicated the new edition of “Artempo” in Palazzo Fortuny, is the touchstone for artists of yesterday and today. Classical mythology is the reference for “Portable Classics” at the Fondazione Prada in Ca’ Corner della Regina, where an exhibition is on of small reproductions of famous statues collected by the rich of the Greco-Roman and Renaissance eras. Rightly, there has been a critical reappraisal of Andrea Schiavone, now on show in the Museo Correr; in life, he was much appreciated by Vasari, but was then overwhelmed by the fame of Titian and Tintoretto. And finally, one cannot overlook the “Archaic candour of Henri Rousseau” in the Doge’s Palace. q Lidia Panzeri Giardini e Arsenale, Giardini lun-dom 10-18, Arsenale mar-gio/dom 10-20 (ven-sab 10-20 fino al 26 settembre, chiuso il lunedì tranne 11 maggio, 1 giugno e 16 novembre) 56ma Esposizione I nternazionale d'Arte, dal 9 maggio al 22 novembre Vedere a VENEZIA | 4 UNA MOSTRA CHE RACCONTA LA FINE DI UN’EPOCA. Una raccolta di opere dei pittori-soldato ritrae i luoghi lacerati dal conflitto. Un’esposizione fotografica testimonia le ferite che il paesaggio ancora rivela. Dal 3 aprile al 23 agosto 2015 Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari - Vicenza, Contra’ Santa Corona 25 www.gallerieditalia.com CON IL PATROCINIO DI Meno collezionisti uguale meno gallerie a Venezia Fewer collectors means fewer galleries in Venice Venezia. Dopo una lunga e quasi disperata ricerca, il collezionista veneziano di arte contemporanea, rara avis descritta dagli addetti ai lavori come una specie in via di estinzione, si è materializzato in Paolo Viancini, una figura concreta ed eccentrica anche per la professione di antiquario ereditata dal padre Ettore. «La mia passione per il contemporaneo è nata una decina di anni fa», afferma Viancini in una dimora di 350 metri quadri più i soppalchi a poche centinaia di metri da piazza San Marco. «Sono passato direttamente da Tiepolo all’arte contemporanea senza l’intermediazione dell’arte moderna, neanche un Carrà. Ero stanco di colloquiare con i morti, che tra l’altro non rispondono. Dapprima mi sono orientato su autori italiani, spesso giovani, con i quali entrare in dialogo e magari programmare un’opera site specific com’è successo con Tadiello, con Zorio, uno “storico”, e poi con De Stefano, Francesconi, Vedovamazzei, Favelli e Vascellari. In seguito mi sono rivolto anche ad artisti stranieri: Allora & Calzadilla, Sol LeWitt, Tomás Saraceno (del quale ho un’installazione leggerissima in soggiorno), Elisabeth Peyton e altri. Le opere me le procuro nelle fiere (Basilea in primis) e attraverso i contatti con gallerie inglesi, francesi e americane, indispensabili i siti web». E a proposito degli altri collezionisti veneziani Viancini aggiunge: «trovo inverosimile che non colgano l’occasione della Biennale. Preferiscono o hanno preferito collezionare nel migliore dei casi Vedova, Pizzinato, Santomaso o le lagune di Guidi». Una conferma a questa affermazione arriva anche da Massimiliano Bugno, dell’omonima galleria di arte moderna, contemporanea e fotografia di fronte alla Fenice. «Il collezionista veneziano, spiega Bugno, può chiedermi quella determinata opera di quel determinato autore, per esempio un grattage di Deluigi. Per il resto i miei clienti sono statunitensi, sudamericani, nordeuropei, australiani, turchi e ultimamente anche cinesi». Ancora più drastico Stefano Contini, la cui galleria tratta artisti come Mitoraj, Botero, Wesselmann, Christo o i più giovani Enzo Fiore e Giuseppe Veneziano. «I collezionisti privati veneziani costituiscono meno dello 0,1 % stimato per la crescita del pil, e aggiunge, per quanto mi riguarda l’85% sono collezionisti stranieri, il 15% italiani e tra questi i veneziani pressoché zero, i pochi rimasti collezionano artisti locali. Vuoi per la crisi, vuoi per i (giustissimi) controlli fiscali, il collezionista medio è sparito. Ci si salva con i collezionisti stranieri che amano i grandi nomi internazionali: Mitoraj, ad esempio, del quale organizzo una grande mostra a maggio con anche i suoi affreschi. Gli artisti italiani tirano poco, anche la transavanguardia è in un periodo di stasi». Questa situazione determina dunque le crescenti difficoltà delle gallerie private. A spopolarsi è soprattutto la zona attorno a piazza San Marco, dove persistono con Exhibitions AUTONOME PROVINZ BOZEN SÜDTIROL Vedere a VENEZIA | 6 PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO ALTO ADIGE L’installazione di Tomás Saraceno nella casa di Paolo Viancini continuità di programmazione solo Contini, Bugno e Arké, accompagnate nei pressi di Santo Stefano da Salizada, specializzata in fotografia. Due gallerie storiche, Capricorno e Traghetto, si sono riattivate in concomitanza con la Biennale dopo un anno di stasi. La tendenza è il decentramento: Ikona Gallery di Ziva Kraus, imprescindibile punto di riferimento per la fotografia a Venezia, è nel campo del Ghetto a Cannaregio, in una sede arricchita da una scala luminosa di Federica Marangoni; Marignana, tra le poche novità dell’ultimo biennio, è nei pressi di Punta della Dogana; Michela Rizzo ha il suo nuovo spazio in un’ex fabbrica della Giudecca, a poche centinaia di metri da Up e da Art Gallery. La galleria AplusA diretta da Aurora Fonda (già centro culturale sloveno) si è resa autonoma a inizio 2015, focalizzandosi sulla formazione dei curatori. Dal 5 all’8 maggio organizza in sede, per la prima volta in Italia, il «Rob Pruitt’s flea market» dell’americano Robert Pruitt, un mercato delle pulci curato da Tommaso Speretta in cui gli artisti vendono le proprie opere. q L.P. VENICE. At long last, after a long and almost desperate investigation, rara avis, a Venetian collector of contemporary art described by those in the know as an endangered species, has been tracked down. He goes by the name of Paolo Viancini, a flesh-and-blood, albeit eccentric person who followed in his father Ettore’s footsteps and became an antiquarian. «I developed a passion for contemporary art ten years ago», says Viancini in his 350 sq.m home (plus mezzanines) just a few hundred metres from St Mark’s Square. «I went straight from Tiepolo to contemporary art without stopping off at modern art on the way, not even a Carrà. I was tired of talking to the dead, who in any case don’t answer. First of all, I aimed at Italian artists, especially young ones, whom I could get in touch with and perhaps arrange a site-specific deal for, as I did with Tadiello, Zorio, a “historic” figure, and later De Stefano, Francesconi, Vedovamazzei, Favelli and Vascellari. Then I turned to foreign artists: Allora & Calzadilla, Sol Lewitt, Tomás Saraceno (one of whose lightweight installations is in my living room), Elizabeth Peyton and others. I get the works from fairs (mainly Basle) and through contacts with English, French and American galleries; and of course websites are indispensable». And regarding other Venetian collectors, Viancini has this to say: “I find it amazing that they don’t take advantage of the Biennale. They prefer, or have done so far, to collect Vedova, Pizzinato, Santomaso or Guidi’s lagoons, at the most». This view is backed up by Massimiliano Bugno, whose gallery of modern and contemporary art and photography is right opposite the Fenice theatre. «A Venetian collector, he says, may ask me for such and such a work by such and such an artist, for example a “grattage” by Deluigi. Otherwise my clients are from the United States, South America, northern Europe, Australia, Turkey and even China now». Stefano Contini, whose gallery has works by artists such as Mitoraj, Botero, Wesselmann, Christo and younger artists like Enzo Fiore and Giuseppe Veneziano, is even more drastic. “Private Venetian collectors account for under 0.1% of the estimated growth in GDP and as far as I’m concerned, 85% of my clients are foreign and 15% Italian and of these virtually none are from Venice, the few collectors that are left concentrate on local artists. Whether as a result of the recession or the (quite proper) inspections by the taxman, the average collector has vanished. What keeps us afloat are the foreign collectors who love the big names: Mitoraj, for instance, for whom I’m organising a big exhibition in May, which will include his frescoes. Italian artists aren’t a big draw and that even goes for the Transavanguardia». This then is the increasingly awkward situation private galleries find themselves in at the moment. The area around St Mark’s has been the hardest hit, where only Contini, Bugno and Arké still put on regular shows, along with Salizada, which specialises in photography, located near Santo Stefano. Two historical galleries, Capricorno and Traghetto, have opened again in time for the Biennale after having remained closed for a year. The trend is towards decentralising: Ziva Kraus’s Ikona Gallery, a key photographic gallery in Venice is in the Campo del Ghetto in Cannaregio, in premises embellished by a luminous staircase by Federica Marangoni; Marignana, one of the few newcomers over the past couple of years, is near Punta della Dogana; Michela Rizzo has a new gallery in a former factory on the Giudecca, a few hundred metres from Up and Art Gallery. AplusA (the former Slovenian cultural centre), run by Aurora Fonda, became fully independent at the beginning of 2015, concentrating on training exhibition organizers. And for the first time in Italy, the American Robert Pruitt will have his own site from 5 to 8 May for Rob Pruitt’s Flea Market, managed by Tommaso Speretta, where artists will be able to sell their own works. q L.P. Da non perdere: gli eventi collaterali Not to be missed: the collateral events CANNAREGIO Country Gervasuti Foundation, Cannaregio 4991-5001/A 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: Gervasuti Foundation www.gervasutifoundation.com www.project-australia.blogspot. com Graham Fagen: Scotland + Venice 2015 Palazzo Fontana, Cannaregio 3829 (strada Nova) 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: Scotland+Venice www.scotlandandvenice.com Grisha Bruskin. An Archaeologist’s Collection ex chiesa di Santa Caterina, Cannaregio 4941-4942 6 maggio ➤ 22 novembre Organizzazione: Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR), Università Ca’ Foscari Venezia www.unive.it/csar Highway to Hell Palazzo Michiel, Cannaregio 4391/A (Strada Nova) 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: Hubei Museum of Art www.hbmoa.com CASTELLO Catalonia in Venice: singularity Cantieri Navali, Castello 40 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: Institut Ramon Llull www.llull.cat www.venezia2015.llull.cat Conversion. Recycle Group Chiesa di Sant’Antonin, Castello (campo Sant’Antonin) 6 maggio ➤ 31 ottobre Organizzazione: Moscow Museum of Modern Art www.mmoma.ru EM15 presents Doug Fishbone’s Leisure Land Golf Arsenale Docks, Castello 40A, 40B, 41C ; 6 mag.➤ 26 lug. Organizzazione: EM15 www.em15venice.co.uk Frontiers Reimagined Palazzo Grimani, Castello 4858 (Ramo Grimani) 9 maggio ➤ 22 novembre Organizzazione: Tagore Foundation International; Polo museale del Veneto www. frontiersreimagined.org Helen Sear, ... the rest is smoke Santa Maria Ausiliatrice, Castello 450 (Fondamenta San Gioacchin) 9 maggio-22 novembre Organizzazione: Cymru yn Fenis/Wales in Venice www.walesinvenice.org.uk Ornamentalism. The Purvítis Prize Arsenale Nord, Tesa 99, Castello 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: The Secretariat of the Latvian Presidency of the Council of the European Union in 2015 www.purvisabalva.lv/en/ ornamentalism Path and Adventure Arsenale, Castello 2126/A 9 maggio ➤ 22 novembre Organizzazione: The Civic and Municipal Affairs Bureau; The Macao Museum of Art; The Cultural Affairs Bureau www.iacm.gov.mo www.mam.gov.mo www.icm.gov.mo The Question of Beings Istituto Santa Maria della Pietà, Castello 3701 9 maggio ➤ 22 novembre Org. : (MoCA, Taipei) www.mocataipei.org.tw Tsang Kin-Wah: The Infinite Nothing, Hong Kong in Venice Arsenale, Castello 2126 (campo della Tana) 9 maggio ➤ 22 novembre Organizzazione: M+, West Kowloon Cultural District; Hong Kong Arts Development Council www. westkowloon.hk/en/mplus www.hkadc.org.hk www.venicebiennale.hk Ursula von Rydingsvard Giardino della Marinaressa, Castello (riva dei Sette Martiri) 6 maggio ➤ 22 novembre Org.: Yorkshire Sculpture Park www.ysp.co.uk Wu Tien-Chang: Never Say Goodbye Palazzo delle Prigioni, Castello 4209 (San Marco) 9 maggio ➤ 22 novembre Organizzazione: Taipei Fine Arts Museum of Taiwan www.tfam.museum Xanadu Istituto di Santa Maria della Pietà, Castello 3701 9 maggio ➤ 22 novembre Organizzazione: Dream Amsterdam Foundation www.dreamamsterdam.nl www.nikunja.org/xanadu DORSODURO 001 Inverso Mundus. AES+F Magazzino del Sale n. 5, Dorsoduro 265 (fondamenta de le Zattere ai Saloni); Palazzo Nani Mocenigo, Dorsoduro 960 9 maggio ➤ 31 ottobre Org.: VITRARIA Glass+A Museum www.vitraria.com www.inversomundus.com Dansaekhwa Palazzo Contarini-Polignac, Dorsoduro, 874 7 maggio ➤ 15 agosto Organizzazione: The Boghossian Foundation www.villaempain.com In the Eye of the Thunderstorm: Effervescent Practices from the Arab World & South Asia Dorsoduro 417 (Zattere) 6 maggio ➤ 15 novembre Organizzazione: ArsCulture www.arsculture.org www.eyeofthunderstorm.com Jump into the Unknown Palazzo Loredan dell’Ambasciatore, Dorsoduro 1261, 1262 9 maggio ➤ 18 giugno Org. : Nine Dragon Heads www.9dragonheads.com Salon Suisse: S.O.S. Dada - The World Is A Mess Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro 810 9 maggio; 4 ➤ 6 giugno; 10 ➤ 12 settembre; 15 ➤ 17 ottobre; 19 ➤ 21 novembre Organizzazione: Swiss Arts Council Pro Helvetia www.prohelvetia.ch www.biennials.ch Tesla Revisited Palazzo Nani Mocenigo, Dorsoduro 960 9 maggio ➤ 18 ottobre Organizzazione: VITRARIA Glass+A Museum www.vitraria.com The Bridges of Graffiti Arterminal c/o Terminal San Basilio, Dorsoduro 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: Assaciazione Culturale Inossidabile www.inossidabileac.com The Revenge of the Common Place Università Ca’ Foscari, Ca’ Bernardo, Dorsoduro 3199 (calle Bernardo) 9 maggio ➤ 30 settembre Organizzazione: Vrije Universiteit Brussel www.vub.ac.be The Silver Lining. Contemporary Art from Liechtenstein and other Microstates Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro 810 24 ottobre ➤ 1 novembre Organizzazione: Kunstmuseum Liechtenstein www.kunstmuseum.li www.silverlining.li Under the Surface, Newfoundland and Labrador at Venice Galleria Ca’ Rezzonico, Dorsoduro 2793 9 maggio-22 novembre Org.: Terra Nova ArtFoundation We Must Risk Delight: Twenty Artists from Los Angeles Magazzino del Sale n. 3, Dorsoduro 264 (Zattere) 5 maggio ➤ 22 novembre Organizzazione: bardoLA www.bardoLA.org GIUDECCA Sepphoris Molino Stucky, interior atrium, Giudecca 812 9 mag. ➤ 22 nov. Organizzazione: Assessorato alla Cultura del Comune di Narni (TR); a Sidereal Space of Art; Satellite Berlin www.sepphorisproject.org ISOLA DI SAN GIORGIO Jaume Plensa: Together Basilica di San Giorgio Maggiore 6 maggio ➤ 22 novembre Org.: Abbazia di San Giorgio Maggiore Benedicti Claustra Onlus www.praglia.it LIDO DI VENEZIA Eredità e Sperimentazione Grande Hotel Hungaria & Ausonia, Viale Santa Maria Elisabetta 28, Lido di Venezia 9 maggio ➤ 22 novembre Organizzazione: Istituto Nazionale di BioArchitetturaSezione di Padova www. [email protected] SAN MARCO Humanistic Nature and Society (Shan-Shui). An Insight into the Future Palazzo Faccanon, San Marco 5016 (Mercerie) 7 maggio ➤ 4 agosto Org: Shanghai HimalayasMus. www.himalayasmuseum.org Italia Docet | Laboratorium Palazzo Barbarigo Minotto, San Marco 2504 (fondamenta Duodo o Barbarigo) 9 maggio ➤ 30 giugno; 11 settembre ➤ 31 ottobre Org. : (i-AM Foundation) www.i-amfoundation.org www.venicebiennale-italiadocet. org Jenny Holzer «War Paintings» Museo Correr, San Marco 52 6 maggio ➤ 22 novembre Org.: The Written Art Foundation; Museo Correr, Fondazione Musei Civici di Venezia www.writtenartfoundation.com Learn from Masters Palazzo Bembo, San Marco 4793 (riva del Carbon) 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: Pan TianshouFoundation pantianshou.caa.edu.cn/ foundation_en My East is Your West Palazzo Benzon, San Marco 3927 5 maggio ➤ 31 ottobre Org.: The Gujral Foundation www.gujralfoundation.org Patricia Cronin: shrine for girls, Venice Chiesa di San Gallo, San Marco 1103 (campo San Gallo) 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: Brooklyn Rail Curatorial Projects, curatorialprojects. brooklynrail.org Sean Scully: Land Sea Palazzo Falier, San Marco 2906 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: Fondazione Volume! www.fondazionevolume.com The Sound of Creation. Paintings + Music by Beezy Bailey and Brian Eno Conservatorio Benedetto Marcello, Palazzo Pisani, San Marco 2810 (campo Santo Stefano) 7 maggio ➤ 22 novembre Organizzazione: ArsCulture www.arsculture.org The Union of Fire and Water Palazzo Barbaro, San Marco 2840; 9 mag. ➤ 22 nov. Org.: Yarat Contemporary Art www.yarat.az www.bakuvenice2015.com Thirty Light Years. Theatre of Chinese Art Palazzo Rossini, San Marco 4013 (campo Manin) 9 maggio ➤ 22 novembre Organizzazione: GAC Global Art Center Foundation; The Guangdong Museum of Art www.globalartcenter.org www.gdmoa.org SAN POLO Dispossession Palazzo Donà Brusa, campo San Polo 2177 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: European Capital of Culture Wrocław 2016 www.wroclaw2016.pl/biennale The Dialogue of Fire. Ceramic and Glass Masters from Barcelona to Venice Palazzo Tiepolo Passi, San Polo 2774 6 maggio ➤ 22 novembre Organizzazione: Fundaciò Artigas; ArsCulture www.fundacio-artigas.com www.arsculture.org www.dialogueoffire.org SANTA CROCE Roberto Sebastian Matta Giardino di Palazzo Soranzo Cappello, Soprintendenza Bap per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, Santa Croce 770 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: Fondazione Echaurren Salaris www.fondazioneechaurrensalaris.it www.maggioregam.com SEDI VARIE Glasstress 2015. Gotika Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, Palazzo Cavalli Franchetti, San Marco 2847 Chiesa di Santa Maria della Visitazione, Centro Culturale Don Orione Artigianelli, Dorsoduro 919; Fondazione Berengo, Campiello della Pescheria 15, Murano 9 maggio ➤ 22 novembre Org.: The State Hermitage Museum www.hermitagemuseum.org FABIO VIALE Recent works Inaugurazione Sabato 27 giugno 2015 ore 18.30 fino al 7 agosto 2015 Galleria Poggiali e Forconi Pietrasanta (Lu) Via Nazario Sauro, 52 Via Garibaldi, 8 www.poggialieforconi.it T. +39 055.287748 Vedere a VENEZIA | 8 Questo Doganiere non ferma le grandi navi This douanier cannot stop the cruise ships VENEZIA. Palazzo Ducale apre le porte a tre mostre temporanee molto dissimili tra loro. Una è «Candore arcaico», retrospettiva del Doganiere Henri Rousseau fino al 5 luglio nell’appartamento del Doge. Ideato da Gabriella Belli e Guy Cogeval e sviluppato in collaborazione con Laurence des Cars e Claire Bernardi, il progetto espositivo è l’esito di una ricerca volta a restituire all’opera di Rousseau la giusta luce critica e storiografica. Sono esposte oltre quaranta opere dell’artista tra le quali «Autoritratto» del 1889-90, «La guerra o la cavalcata della discordia» del 1894 e «Incantatrice di serpenti» del 1907, provenienti da importanti istituzioni internazionali come il Musée d’Orsay e il Musée de l’Orangerie di Parigi. Sono messe a confronto con una sessantina di opere di altri artisti, per un totale di cento lavori. Figura di riferimento per i grandi protagonisti delle avanguardie storiche, Rousseau dialoga con Cézanne, Gauguin, Redon, Seurat, Marc, Klee, Morandi, Carrà, Frida Kahlo, Diego Rivera, Kandinskij, Picasso e ancora, con una selezione di antichi maestri tra i quali figurano Liberale da Verona, Fede Galizia, Frans Post e Francisco Goya, una scelta precisa per indagare «quell’ispirazione all’arcaismo che nel corso dei secoli corre parallela al classicismo e della quale l’opera di Rousseau sembra essere lo spartiacque tra Otto e Novecento», spiegano i curatori della mostra. Alla fine di luglio invece gli appartamenti dogali accoglieranno una mostra organizzata in concomitanza con EXPO 2015: «Acqua e cibo a Venezia. Storie della Laguna e della Città», sino a fine novembre. Attraverso carte storiche, incisioni, dipinti e opere letterarie messe in rapporto con plastici, proiezioni e ricostruzioni 3D, la rassegna narra il singolare microcosmo veneziano, da sempre al centro di un circuito di transito internazionale ma anche in grado di autoalimentarsi. Dal 19 settembre a metà dicembre, infine, Gianni Berengo Gardin punta l’attenzione su uno dei più complessi problemi di attualità della città lagunare: il passaggio delle grandi navi. Un reportage duro, severo e rigoroso testimonia, ma soprattutto denuncia, dopo anni di discussioni, polemiche e proposte, un ennesimo scandalo veneziano. q V.R. VENICE. The Doge’s Palace opens its doors to three very different exhibitions. The first is “Archaic candour”, a retrospective of Douanier Henri Rousseau, which runs until July 5 in the Doge’s apartments. Planned by Gabriella Belli and Guy Cogeval and developed in collaboration with Laurence des Cars and Claire Bernardi, the exhibition is the result of a quest to accord Rousseau’s work the right critical and historical importance. The show presents over 40 works by the artist, including the “Self-portrait” of 1889-90, “War, or the ride of discord” of 1894 and “Snake charmer” of 1907, on loan from major international institutions such as the Musée d’Orsay and the Musée de l’Orangerie in Paris. These offered for comparison with 60 works by other artists, for a total of 100 works. A point of reference for the great exponents of the historical avant-garde movements, Rousseau is here in dialogue with Cézanne, Gauguin, Redon, Seurat, Marc, Klee, Morandi, Carra, Frida Kahlo, Diego Rivera, Kandinsky, Picasso and a selection of Old Masters, including Liberale di Verona, Fede Galizia, Frans Post and Francisco Goya. A careful selection has been made to explore an “archaism which over the centuries runs hand in hand with classicism and of which Rousseau’s oeuvre seems to mark the watershed between 19th and 20th century”, explain the exhibition’s curators. At the end of July, the Doge’s apartments welcome an exhibition organised in conjunction with EXPO 2015: “Water and food in Venice. Stories of the Lagoon and the City”, until the end of November. Through historical maps, engravings, paintings and literary works put in relation with models, projections and 3D reconstructions, the exhibition illustrates the unique microcosm of Venice, always at the centre of a circuit of international trade but also able to feed itself. From September 19 to mid-December, finally, Gianni Berengo Gardin focuses attention on one of the most complex topical problems of the lagoon city: the passage of large ships. This hard-hitting, severe and rigorous report bears witness to and denounces the latest Venetian scandal, after years of debate, controversy and proposals. q V.R. Palazzo Ducale, San Marco 1, lun-gio/dom 9-19, ven-sab 9-20, tel. 041/2715911, www.mostrarousseau.it, www.palazzoducale.visitmuve.it, «Henri Rousseau. Il candore arcaico» fino al 5 luglio, «Acqua e cibo a Venezia. Storie della laguna e della città» 28 luglio-30 novembre, «Mostri a Venezia. Le grandi navi fotografate da Gianni Berengo Gardin» 19 settembre-14 dicembre e Nuovo percorso guidato a Palazzo Ducale «I tesori nascosti del Doge» Passo a passo col Doge | Arm in arm with the Doge per Venezia e Laguna, Direzione del Polo Museale del Veneto e Comune di Venezia. L’intervento conservativo e l’adeguamento tecnologico, invece, sono stati realizzati con il finanziamento del Comitato Italiano nell’ambito del Programma congiunto Unesco-Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia e grazie alla generosità di alcuni altri sponsor. q V.R. Venezia. A seguito del recente restauro conservativo che ne ha restituito l’originale splendore, gli ambienti della Chiesetta (nella foto) e dell’Antichiesetta del Doge sono diventati il fulcro di un inedito itinerario storico-artistico a Palazzo Ducale. Fruibile su prenotazione (con accompagnatori qualificati della società di servizi Coopculture, tel. 041/42730892), il nuovo percorso «I tesori nascosti del Doge» interessa i luoghi un tempo riservati alla figura dogale nell’ala di Palazzo Ducale contigua alla Basilica. Accedendo nei pressi della Porta della Carta si sale al Loggiato, ove la massima autorità della Serenissima si affacciava nelle pubbliche feste. Si passa quindi alla Loggia Foscara, innesto rinascimentale nell’originale impianto gotico di Palazzo Ducale, al cui interno si trovano i forzieri che conservavano i tesori di Stato. Di qui si prosegue verso la Terrazza pensile transitando per un tratto dell’Appartamento privato del Doge, dove viveva in compagnia dei familiari, degli scudieri e della servitù. Si sale poi per una ripida scala fino alla Chiesetta e all’Antichiesetta, affrescate alla metà del XVIII secolo da Jacopo Guarana e Gerolamo e Agostino Mengozzi Colonna. In questi locali il Doge adempieva le sue personali pratiche religiose prima di raggiungere la contigua Sala del Senato, dove l’aspettavano invece le cure della vita pubblica. Il nuovo percorso è stato reso possibile grazie alla collaborazione di Fondazione Musei Civici, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio VENICE. Following the recent conservative restoration that has given the spaces their original splendour, the Chiesetta (pictured) and the antichiesetta del Doge have become the fulcrum of an unprecedented art-historical itinerary in the Doge’s Palace. Accessible by appointment only (with qualified guides from Coopculture), the new route is called “The Doge’s hidden treasures” and covers the rooms once reserved for the doge in the wing of the Doge’s Palace Ducal next to the Basilica. The access is near the porta della Carta and leads to the to loggiato, where the highest authority of the Serenissima would gaze on the public festivals. It then leads to the loggia Foscara, (a Renaissance graft on the original Gothic Palazzo), within which lie the coffers that used to store the treasures of State, and from to the Terrazza pensile passing via a stretch of the private apartments of the Doge, where he lived with his family, companions and servants. We then climb a steep staircase to the Chiesetta and anti-chiesetta, frescoed in the mid18th century by Jacopo Guarana and Gerolamo and Agostino Mengozzi Colonna. In these rooms, the doge would effect his private worship before entering the adjacent Sala del Senato, where he was instead responsible for the public affairs. The new route was made possible thanks to the collaboration of the Fondazione Musei Civici, the Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per Venezia e Laguna, the offices of the Polo Museale del Veneto and the Comune di Venezia. The restoration and technological content, instead, was made possible thanks to funding from the Italian Committee under the joint UNESCOInternational Private Committees for the Safeguarding of Venice and the generosity of some sponsors. q V.R. «Moi-même, portrait-paysage» di Henri Rousseau, 1889-90 © White Images/Scala, Firenze «L’Enfant à la poupée» di Henri Rousseau, 1904-05 © RMN-Grand Palais (Musée de l’Orangerie)/Franck Raux Demoni e ologrammi Demons and holograms Venezia. Grisha Bruskin, tra i più importanti artisti russi viventi, arriva per la prima volta a Venezia con «Alefbet», nella Fondazione Querini Stampalia. Esposti cinque grandi arazzi (280x210 cm, uno nella foto) con disegni preparatori, gouache e dipinti con angeli e demoni, figure trafitte da fulmini, i simboli dei quattro evangelisti e uomini che portano sulle spalle la loro ombra. Il tutto è corredato da un video touch screen e dall’ologramma dell’artista al quale si possono rivolgere 10 domande. A Bruskin è anche dedicato l’evento collaterale «Grisha Bruskin. An Archaeologist’s Collection» nell’ex Chiesa di Santa Caterina a Cannaregio. In Fondazione, ancora, una serie di opening il 6 maggio: la personale di «Jimmie Durham» con installazioni sitespecific nell’area Scarpa e nel museo; «Water», progetto sitespecific di Lilya Pavlovic-Dear con installazioni sul tema dell’acqua e la mostra del X Premio Furla, vinto da Raphaël Cuomo e Maria Jorio. Venice. Grisha Bruskin (one of the most important living Russian artists) arrives for the first time in Venice with “Alefbet”, at the Fondazione Querini Stampalia. On show are five important tapestries (280 x 210 cm) (one in the photo) with preparatory drawings, gouaches and paintings containing angels and demons, figures pierced by lightning, the symbols of the four evangelists and men bearing their shadow on their shoulders. This is accompanied by a video touch screen and the hologram of the artist to whom 10 questions may be asked. A collateral event is also dedicated to Bruskin: “Grisha Bruskin. An Archaeologist’s Collection” in the former church of Santa Caterina in Cannaregio. Back at the Fondazione, there will be a series of openings on May 6: the one-man show of “Jimmie Durham” with site-specific installations in the Scarpa area and in the museum; “Water”, a site-specific project by Lilya Pavlovic-Dear with installations on the theme of water and the exhibition of the 10th edition of the Furla Prize, won by Raphaël Cuomo and Maria Jorio. Fondazione Querini Stampalia, campo Santa Maria Formosa, Castello 5252, mar-dom 10-18 tel. 041/2711411, www.querinistampalia.it, www.fondazionefurla.org, «Grisha Bruskin: Alefbet» fino al 13 settembre, «Mostra del vincitore Premio Furla 2015» 6 maggio-7 giugno, «Water by Lilya» 6 maggio-2 agosto, «Jimmie Durham. Venezia, gli oggetti, il lavoro e il turismo» 6 maggio-20 settembre Vedere a VENEZIA | 9 L’acquatico Plessi | The aquatic Plessi Venezia. Fabrizio Plessi presenta una grande videoinstallazione: un «fiume» elettronico, un flusso di corrente che attraversa il piano nobile del palazzo. Sulle due «sponde» 1.000 disegni ripercorrono l’attività dell’artista (nella foto un particolare). Il filo conduttore è l’acqua, elemento costitutivo della città lagunare, ma anche elemento essenziale alla sopravvivenza fisica. Plessi coinvolge attivamente il pubblico, che cliccando sull’immagine di alcuni disegni può vedere l’opera realizzata, stamparla o fotografarla. «Plessi Liquid light» è il disegno scelto da Plessi per riproporre nelle Tese dell’Arsenale l’installazione con i relitti di navi da pesca realizzata alle Baleari nel 2011. Venice. Fabrizio Plessi presents a large video installation consisting of two streams of electronic current framed by 1,000 drawings that trace back 50 years of activity (a detail shown in the photo). The common denominator is water, a constitutive element of the lagoon city, but also essential for our own physical survival. Fabrizio Plessi actively involves the public which, on clicking on the digital format of some sketches can see the finished work, print it or photograph it. “Plessi liquid light”, finally, is a drawing with a set of old abandoned fishing boats, which will be used to build an installation within one of the Arsenale halls. Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, Cannaregio 3932, lun 8,15-14, mar-dom 8,15-19,15, tel. 041/5222349, www.cadoro.org, «Plessi liquid life. Il flusso della memoria, 1.000 progetti» 6 mag.-22 nov., Tese dell'Arsenale «Plessi liquid light» 6 maggio-22 novembre Merz inaugura la nuova ala Merz inaugurates the new wing Venezia. Prima doveva essere Richard Serra, poi Willem de Kooning, ma alla fine è toccato a Mario Merz l’onore di inaugurare la nuova ala espositiva delle Gallerie dell’Accademia, situata nel piano terra del cortile palladiano, riservata alle mostre temporanee e con ingresso indipendente. La retrospettiva curata da Bartolomeo Pietromarchi, direttore del padiglione Italia della scorsa Biennale, è un’importante puntualizzazione sull’opera dell’artista a dieci anni dalla sua ultima esposizione ospitata nel Castello di Rivoli, Gam e Fondazione Merz, a ridosso della scomparsa, avvenuta nel 2003. Oggi il maggiore tempo trascorso favorisce una valutazione più obiettiva. La città lagunare è uno spazio in cui si confrontano natura e cultura, tradizione e innovazione, tutte fonti di energia che Merz aveva captato nelle sue opere sospese tra natura e artificio proprio come Venezia. Venice. First, it was to have been Richard Serra, then Willem de Kooning, but in the end it was Mario Merz who was given the honour of inaugurating the new exhibition wing of the Gallerie dell’Accademia, situated on the ground floor of the Palladian courtyard. The new wing is to be used for temporary exhibitions, and has independent access. The retrospective curated by Bartolomeo Pietromarchi, director of the Italian pavilion at the last Biennale, is an important clarification of the artist’s work ten years after his last exhibition, at the Castello di Rivoli, Gam and Fondazione Merz, in the wake of his death in 2003.Today, the passage of time has made possible a more objective assessment. The lagoon city is a space in nature and culture, tradition and innovation all meet, and all these were sources of energy that Merz had picked up in his works, suspended between nature and artifice as is Venice itself. Gallerie dell’Accademia, campo della Carità 1050, tel. 041/5200345, lun 8,15-14, mar-dom 8,15-19,15, www.gallerieaccademia.org, «Mario Merz. Città irreale. Opere, progetti e disegni 1967-2003» dall’8 maggio al 20 settembre NUOVO PERCORSO GUIDATO A PALAZZO DUCALE I suggestivi ambienti della Chiesetta e dell’Antichiesetta del Doge, da poco restituiti all’antico splendore, sono il fulcro di un inedito e affascinante itinerario storico-artistico alla scoperta de I tesori nascosti del Doge a Palazzo Ducale. NEW GUIDED TOUR IN THE DOGE’S PALACE Following the extensive conservative restoration work, the evocative rooms of the Chiesetta and Antichiesetta del Doge are the fulcrum of a new, fascinating artistic-historical tour to discover The Doge’s Hidden Treasures in the Doge’s Palace. Info | booking palazzoducale.visitmuve.it - [email protected] - Call center T 848082000 (dall’Italia) - +39 04142730892 (dall’estero) CoopCulture è azienda leader in Italia nel settore dei beni culturali. CoopCulture è arte, didattica, cultura, valorizzazione, tutela, cooperazione, lavoro. www.coopculture.it Sede legale e direzioni: VENEZIA MESTRE corso del Popolo, 40 - t + 39 041 0991100 - f + 39 041 0991120 ROMA via Tunisi, 4 - t + 39 06 3908071 - f + 39 06 39750950 Sedi operative: TORINO via Sant’Anselmo, 6 - t + 39 011 6699725 - f + 39 011 6508190 ROMA via Goito, 39 - t + 39 06 3908071 - f + 39 06 39750950 NAPOLI corso Umberto I, 58 - t + 39 081 19305701 - f + 39 081 5626945 FIRENZE via Guelfa, 9 - t + 39 055 3985157 «Città irreale» di Mario Merz, 1968 PU_CoopCulture_GiornaleArte.indd 1 Vedere a VENEZIA | 10 01/04/15 17:01 Schiavone, Weimar e la Holzer Schiavone, Weimar and Holzer Venezia. Otto Dix, Christian Schad, George Grosz, Max Beckmann e August Sander sono alcuni dei protagonisti della mostra sull’Arte in Germania al tempo della repubblica di Weimar (1919-33) curata da Stephanie Barron conservatore capo del Dipartimento d’Arte Moderna del Los Angeles County Museum of Art (dove la rassegna farà successivamente tappa). Centocinquanta opere tra dipinti, fotografie, disegni e incisioni di oltre 30 artisti narrano le tendenze dominanti nella Repubblica di Weimar, facendo rivivere i temi della Nuova Oggettività e ribadendo il ruolo centrale dell’arte che Hitler definì degenerata. Da luglio nello stesso museo si potrà visitare il nuovo allestimento negli appartamenti reali dedicato alle opere di Antonio Canova, curato da Andrea Bellieni, mentre nella sala delle quattro porte la concettuale Jenny Holzer espone un ciclo di dipinti di guerra realizzati dal 2005 a oggi, allestiti in una personale curata da Thomas Kellein. L’artista americana indaga i temi della politica, della violenza e della morte attraverso documenti governativi statunitensi inerenti i conflitti in Iraq, Afghanistan e la lotta al terrorismo. A settembre sarà la volta de «L’impero della moda. 1795-1815». Curata da Cristina Barreto-Lancaster e Chiara Squarcina, la rassegna riunirà negli appartamenti reali una straordinaria collezione privata inglese di abiti e accessori. Il protagonista invernale sarà, infine, Andrea Meldolla detto lo Schiavone, con una monografica curata da Enrico Dal Pozzolo e Lionello Puppi che mira a restituire attraverso prestiti da importanti musei europei (Kunsthistorisches Museum di Vienna, Louvre di Parigi, National Gallery e British Museum di Londra) centralità alla figura del pittore nato a Zara nel 1510-15 ca e spentosi a Venezia nel 1563, senza tralasciarne l’attività grafica e incisoria e i libri illustrati. Venice. Otto Dix, Christian Schad, George Grosz, Max Beckmann and August Sander are some of the protagonists of the exhibition on art in Germany at the time of the Weimar Republic (1919-1933) curated by Stephanie Barron, senior curator of Modern Art at the Los Angeles County Museum of Art (to which the exhibition will later travel). One hundred and fifty works, including paintings, photographs, drawings and prints by over 30 artists illustrate the dominant trends during the Weimar Republic, reviving the themes of the New Objectivity and reaffirming the central role of an art that Hitler defined degenerate. From July in the same museum, Cento punti di vista One hundred points of view Venezia. È dislocata nelle due sedi dell’European Cultural Centre presso Palazzo Bembo e Palazzo Mora «Personal Structures. Crossing Borders», l’esposizione collettiva organizzata dal team della Global Art Affairs Foundation (composto da Valeria Romagnini, Rachele de Stefano, Lucia Pedrana, Carol Rolla, Sarah Gold, Rene Rietmeyer e Antony Bond). Partecipano oltre cento artisti affermati e meno noti, tra i quali Lore Bert, Daniel Buren, Herman de Vries, Carl Andre, Joseph Kosuth, François Morellet, Hermann Nitsch, Yoko Ono, Mike Parr, Günther Uecker e Lawrence Weiner. È esposta una cospicua selezione di lavori tra cui numerosi progetti site specific ideati per le sale dei palazzi lagunari, installazioni, video, sculture, dipinti, disegni e fotografie. Gli artisti provenienti da 50 nazioni europee ed extraeuropee sono invitati a riflettere su tempo, spazio ed esistenza per fornire inediti punti di vista. Grazie a un confronto tra le opere, lo spettatore potrà percepire le differenze e le analogie nei confronti del quotidiano che caratterizzano differenti culture e contesti spazio-temporali. «Ritratto dell’avvocato Hugo Simons» di Otto Dix, 1925 © Otto Dix, by SIAE 2015 visitors cane enjoy the new exhibition dedicated to the works of Antonio Canova in the royal apartments, curated by Andrea Bellieni, while in the sala delle quattro porte, conceptual artist Jenny Holzer presents a series of war paintings produced since 2005, arranged in a solo exhibition curated by Thomas Kellein. The American artist explores the themes of politics, violence and death using US government documents related to the conflicts in Iraq, Afghanistan and the fight against terrorism. In September, it will be the turn of “The empire of fashion. 1795-1815”. Curated by Cristina Barreto-Lancaster and Chiara Squarcina, the exhibition will bring together an extraordinary private English collection of clothes and accessories in the royal apartments. The winter exhibition will be dedicated to Andrea Meldolla, known as Schiavone, with a monographic show curated by Enrico Dal Pozzolo and Lionello Puppi which aims, through loans from major European museums (Kunsthistorisches Museum in Vienna, the Louvre in Paris, the National Gallery and the British Museum in London), to reaffirm the importance of this artist, born in Zara circa 1510-15 and died in Venice in 1563, without forgetting his graphic work, engravings and illustrated books Museo Correr, San Marco 52, lun-dom 10-19, «La Nuova Oggettività» 1 mag.-30 ago., «Jenny Holzer» 6 maggio-22 novembre, «L’impero della moda» 5 set.-10 gen. e «Andrea Schiavone» 3 ott.7 feb. La divina proporzione | Divine proportion Venezia. La sezione aurea è una costante matematica che si verifica quando il rapporto fra due lunghezze è pari a 1,618, il numero che simboleggia l’armonia dell’universo. L’uomo è da sempre affascinato da questa relazione geometrica, scoperta dai pitagorici, codificata da Euclide e definita De Divina Proportione nell’omonimo trattato dell’umanista Fra Luca Pacioli (1445-1517) illustrato da Leonardo e stampato a Venezia nel 1509. Al frate matematico il Museo Fortuny dedica la mostra «Proportio», parte del ciclo iniziato nel 2007 con «Artempo», proseguito nel 2009 con «Infinitum» e nel 2011 con «Tra». Grazie all’apporto di un comitato scientifico internazionale coordinato da Axel Vervoordt e Daniela Ferretti, l’esposizione attraversa i secoli e le discipline raccontando di quel valore universale che fin dall’antichità fu una delle chiavi per porre l’uomo in relazione con il mondo, un’unità di misura in grado di donare a ogni cosa la propria dimensione armonica. La rassegna mette in dialogo capolavori di diverse epoche con opere commissionate a grandi artisti contemporanei. VENICE. Venice. The golden section is a mathematical constant that occurs when the relationship between two lines is 1.618, the number that symbolises the harmony of the universe. Man has always been fascinated by this geometric relationship, discovered by the Pythagoreans, codified and defined by Euclid and defined in De Divina proportione, the treatise by humanist Fra Luca Pacioli (1445-1517), illustrated by Leonardo and printed in Venice in 1509. The Museo Fortuny is dedicating an exhibition to the mathematical religious, “Proportio”, part of the cycle that began in 2007 with “Artempo”, continued in 2009 with “Infinitum” and in 2011 with “Between”. Thanks to the contribution of an international scientific committee coordinated by Axel Vervoordt and Daniela Ferretti, the exhibition spans the centuries and disciplines, describing the universal value that ever since Antiquity has been one of the keys placing man in relationship with the world, a unit of measurement that can give everything its harmonic dimension. The exhibition creates a link between masterpieces of different periods with works commissioned from contemporary artists (in the photo, “Red, Yellow, Blue”, by Ellsworth Kelly, 1963 © Ellsworth Kelly). Palazzo Fortuny, San Marco 3958, lun/mer-dom 10-18, tel. 041/5200995, www. fortuny.visitmuve.it, «Proportio» 9 maggio-22 novembre «France, Cote d’Azur» di Rene Rietmeyer Venice. “Personal Structures. Crossing Borders”, the collective exhibition organised by the team of the Global Art Affairs Foundation (comprising Valeria Romagnini, Rachele de Stefano, Lucia Pedrana, Carol Rolla, Sarah Gold, Rene Rietmeyer and Antony Bond) will be held in the two locations of the European Cultural Centre at Palazzo Bembo and Palazzo Mora. Over 100 established and less well-known artists will be participating, including Lore Bert, Daniel Buren, Herman de Vries, Carl Andre, Joseph Kosuth, Francois Morellet, Hermann Nitsch, Yoko Ono, Mike Parr, Gunther Uecker and Lawrence Weiner. A large selection of works will be on show, including several site-specific projects designed for the rooms of the palazzi, installations, videos, sculptures, paintings, drawings and photographs. The artists come from 50 nations around Europe and beyond, and are invited to reflect on time, space and existence to provide fresh points of view. Through a comparison of the works, the visitor can perceive the differences and similarities with regard to everyday life that characterise the different cultures and spatio-temporal contexts. Palazzo Bembo, riva del Carbon 4793, www.palazzobembo.org, Palazzo Mora, strada Nuova, 3659, www.palazzomora.org, «Personal Structures. Crossing borders» 9 maggio-22 novembre, lun/mer-dom 10-18, www.europeanculturalcentre.eu; www.globalartaffairs.org; www.personalstructures.org Vedere a VENEZIA | 11 Twombly e Cagnaccio Twombly and Cagnaccio VENEZIA. Ca’ Pesaro ospita «Paradise»: la retrospettiva di Cy Twombly curata da Julie Sylvester e Philip Larratt-Smith, allestita nel nuovo Spazio Dom Perignon. Una sessantina di opere tra disegni, sculture e dipinti documentano l’intera carriera dell'artista debordante di passioni e sensualità, ma anche sensibile agli eventi storici, come dimostra la «Battaglia di Lepanto» caratterizzata dal segno graffiante, sua inconfondibile cifra stilistica. Il percorso cronologico va dai primi graffiti, ancora a matita, fino all’ultimo, coloratissimo acrilico del 2011, data della sua scomparsa. La mostra è organizzata con il contributo della Cy Twombly Foundation e di Larry Gagosian, suo gallerista di riferimento. Nelle stesse date vi è anche la mostra-installazione della veneziana Federica Marangoni: «Filo conduttore» (titolo scelto dalla curatrice Gabriella Belli). Un filo rosso al neon scende dal tetto lungo la facciata per avvilupparsi in un gomitolo di filo spinato, simbolo delle tragedie della vita, cui alludono anche le altre opere esposte. Il terzo appuntamento è l’omaggio a Cagnaccio di San Pietro (1897-1946), protagonista della monografica «Il richiamo della Nuova Oggettività» curata da Dario Biagi. Il titolo richiama esplicitamente la grande mostra dedicata allo stesso tema nel Museo Correr, dove sono esposte opere di artisti tedeschi del primo dopoguerra quali Otto Dix, Christian Schad e George Grosz. Il fulcro dell’esposizione qui, invece, è un nudo femminile dall’audace torsione: «Primo denaro», parte di un trittico dipinto dal pittore lagunare nel 1928 suscitando grande scandalo. Segue la galleria di ritratti, genere in cui l’artista eccelleva come dimostrano il bel volto di Giuseppina Dalla Pasqua e l’autoritratto di Ca’ Pesaro, entrambi del 1938. Tre gli appuntamenti autunnali: la personale di Ferruccio Gard, il protagonista dell’Optical art che presenta le sue ultime sperimentazioni «cromatiche» in bianco e nero con infinite variazioni di grigio. Flavio Favelli (a cura di Antonio Grulli), i cui assemblaggi di oggetti comuni come scatole e cassette della frutta danno luogo a costruzioni quotidiane e stranianti al tempo stesso, quasi un epigono della pop art. Infine il confronto tra Gastini, Icaro, Mattiacci e Spagnulo: un percorso trasversale alla pittura e alla scultura sul tema della leggerezza, dove, per dirla con Arturo Martini e con il titolo della mostra curata da Bruno Corà, non conta l’oggetto «ma la sua estensione». «Untitled (Camino Real V)» di Cy Twombly, 2011 © Cy Twombly Foundation «Primo denaro» di Cagnaccio di San Pietro, 1928 Venice. Ca’ Pesaro is housing “Paradise”, a Cy Twombly retrospective organised by Julie Sylvester and Philip Larratt-Smith, mounted in the new Dom Perignon exhibition space. It includes some sixty works in all, covering drawings, sculptures and paintings that together illustrate a career overflowing with passion and sensuality, but at the same time reminding us the artist was keenly aware of historical events, as evidenced by “The Battle of Lepanto”, painted in his typical and unmistakeable graffiti-like style. The chronology runs from the first graffiti, which were still in pencil, to Twombly’s last, brightly-coloured acrylic, dating from 2011, the year of his death. The exhibition has been organised with the contribution of the Cy Twombly Foundation and Larry Gagosian, his favourite gallery owner. The same dates will also see the exhibition-installation of the local artist Federica Marangoni entitled “Filo conduttore” (a title chosen by the orgianiser Gabriella Belli). A red neon thread winds its way down the façade from the ceiling to form a tangle of barbed wire at the bottom, symbolizing life’s tragedies, to which the other works on show also allude. The third important show is the tribute to Cagnaccio di San Pietro (1897-1946), the subject of the solo exhibition “Il richiamo della Nuova Oggettività”, organised by Dario Biagi. The title is a specific reference to the great exhibition on the same topic held in Museo Correr featuring works by post-First World War German artists, such as Otto Dix, Christian Schad and George Grosz. At the hub of the exhibition this time is “Primo denaro”, a boldly contorted female nude which is part of a triptych that caused an outcry in 1928, when it was painted. This is followed by a gallery of portraits, a genre where the artist was at his best, as can be seen from the finely-rendered features of Giuseppina Dalla Pasqua and the Ca’ Pesaro self-portrait, both dating from 1938. The autumn events include: a solo show dedicated to Ferruccio Gard, a leading figure in Optical Art, who is presenting his latest “chromatic” experiments in black and white with infinite shades of grey; Flavio Favelli (organised by Antonio Grulli), who makes use of everyday objects, such as boxes and fruit crates, to create works that are at once commonplace and alienating, and come across almost as imitations of pop art; lastly, Gastini, Icaro, Mattiacci and Spagnulo appearing together in a show where painting and sculpture both take on the theme of lightness, in which it’s not the object that counts “but its extension”, to use Arturo Martini’s expression, which also doubles as the title of the exhibition mounted by Bruno Corà. Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Santa Croce 2076, mar-dom, 10-18 tel.041/721127, www.capesaro.visitmuve.it, «Cy Twombly. Paradise» e «Il filo conduttore. Federica Marangoni» 6 maggio-13 settembre, «Cagnaccio di San Pietro. Il richiamo della Nuova Oggettività» 6 maggio-27 settembre, «Ferruccio Gard. Chromatism and optical art» settembre-ottobre, «… ma un’estensione. Gastini, Icaro, Mattiacci, Spagnulo» 26 settembre-10 gennaio Le canoe di Doig e il caffè di Salgado | Doig’s canoes and Salgado’s coffee Venezia. È in Palazzetto Tito la prima personale italiana di Peter Doig (nella foto, «Untitled», 2014) curata da Milovan Farronato e Angela Vettese. L’artista di origine scozzese, nato a Edimburgo nel 1959 e cresciuto tra Trinidad e il Canada, ha alle spalle oltre trent’anni di attività e numerose monografiche, tra le quali quella nella Tate Britain di Londra nel 2008 e nella Schirn Kunsthalle di Francoforte nel 2009. Allestito in una delle due sedi della Fondazione Bevilacqua La Masa, il percorso espositivo presenta dipinti figurativi di grandi e piccole dimensioni realizzati appositamente: un corpus inedito che rimanda a molteplici immaginari traenti spunto anche dalla sfera personale dell’artista. Noto per i paesaggi e le atmosfe- Vedere a VENEZIA | 12 re stranianti in cui immerge l’essere umano, Doig predilige alcuni temi e soggetti ricorrenti (tra cui laghi e canoe), ma non concepisce mai le opere come serie o progetti. La sua pittura, insieme liquida e pastosa, si nutre dei più ampi canoni artistici e dà luogo a visioni quiete, intense e misteriose. Nell’altro spazio della Fondazione Bevilacqua La Masa, la Galleria di Piazza San Marco, è invece di scena dal 6 maggio al 27 settembre «Sebastião Salgado, profumo di un sogno. Viaggio nel mondo del caffè», organizzata in collaborazione con illycaffè. Il fotografo brasiliano propone un omaggio alla storia e alle tradizioni dei Paesi da cui l’azienda triestina acquista la materia prima: un reportage iniziato nel 2002 grazie al progetto «Sebastião Salgado per illy», un lungo viaggio attra- verso Brasile, India, Indonesia, Etiopia, Guatemala, Colombia, Cina, Costa Rica, El Salvador e Tanzania alla scoperta delle origini della cultura del caffè. Affascinanti scatti fissano le diverse gestualità di coltivazione, raccolta, essiccazione e selezione dei preziosi chicchi. Venice. Peter Doig’s first solo exhibition in Italy is to be held in Palazzetto Tito (photo, “Unititled”, 2014), mounted by Milovan Farronato and Angela Vettese. The artist, who was born in Edinburgh in 1959 and grew up in Trinidad and Canada, has been active for over thirty years, with several solo shows to his name, including one at the Tate Britain in London in 2008 and at the Schirn Kunsthalle in Frankfurt in 2009. Mounted in one of the two premises owned by the Bevilacqua la Masa Foun- dation, the exhibition displays large- and small-sized figurative paintings expressly made for the site – a completely new assemblage suggesting multifarious imaginative sources, some of which lying within the artist’s private life. Well known for his landscapes and the atmosphere of uneasiness that seems to pervade the settings in which he places his figures, Doig frequently returns to his favourite themes and subjects (such as lakes and canoes), but he never deliberately sets out to produce series of works or to plan projects. His painting, at once liquid and thick, has extremely broad artistic terms of reference and gives rise to calm, intense and mysterious visions. The other Bevilacqua la Masa Foundation venue, the Galleria di Piazza San Marco, will hold the exhibition “Se- bastião Salgado, profumo di un sogno. Viaggio nel mondo del caffè” (Sebastião Salgado, the Aroma of a Dream. A Journey into the World of Coffee), from May 6 to September 27, organised in collaboration with Illycaffè. The Brazilian photographer provides a tribute to the history and traditions of the countries where the Trieste-based company buys its raw materials. The venture began in 2002 thanks to the “Sebastião Salgado per Illy” project, a long journey taking in Brazil, India, Indonesia, Ethiopia, Guatemala, Colombia, China, Costa Rica, El Salvador, and Tanzania in the quest to discover the origins of coffee culture. A series of wonderful shots reveal the different stages in which the precious beans are grown, harvested, dried and selected. Fondazione Bevilacqua La Masa: Palazzetto Tito, Dorsoduro 2826, mer-dom 11,30-17,30, tel. 041/5207797, www.bevilacqualamasa.it, «Peter Doig» 5 maggio-4 ottobre; Galleria di Piazza San Marco, San Marco, 71/c, mer-dom 11-18, tel. 041/5237819, www. bevilacqualamasa.it, «Sebastião Salgado, profumo di un sogno. Viaggio nel mondo del caffè» 6 maggio-27 settembre Ispirati dagli ideali del Nobel indiano Inspired by the ideals of the Indian Nobel winner VENEZIA. Evento collaterale della 56ma Biennale d’Arte, «Frontiers Reimagined» è la mostra curata da Sundaram Tagore e Marius Kwint, organizzata nel cinquecentesco Palazzo Grimani dalla Tagore Foundation International in collaborazione con la Soprintendenza speciale per il polo museale veneziano. La ricchezza intellettuale ed estetica che circola nel mondo globalizzato è rispecchiata da un fitto dialogo interculturale messo in atto da opere e installazioni apposite di 44 artisti, tra i quali Christo e Jeanne-Claude, Sebastião Salgado e Robert Rauschenberg. «La mostra, afferma Marius Kwint (storico dell’arte di origine americana, docente presso l’Università di Portsmouth), vuole annullare le barriere del nazionalismo, dell’etno-centrismo e della politica identitaria. In questa fase della storia con persone sempre più rinchiuse in ideologie intransigenti, la fusione d’idee oltre i confini è più che mai vitale». «La mostra è stata concepita, aggiunge Sundaram Tagore (direttore della Sundaram Tagore Gallery e della Tagore Foundation International), per informare e sensibilizzare i visitatori sui problemi concettuali e formali che emergono dallo scambio interculturale. Questo scambio non è soltanto un aspetto legato alla contemporaneità, ma rappresenta la realtà del futuro». La Tagore Foundation International è stata fondata a New York nel 2006 da Sundaram Tagore, ispirato dagli ideali di Rabindranath Tagore, il primo intellettuale non europeo insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1913. La Fondazione impegnata a promuovere il dialogo interculturale, sociale, spirituale ed estetico tra l’Asia e le altre parti del mondo, si adopera inoltre nella protezione e conservazione di opere d’arte e di architetture indigene, focalizzando l’attenzione su espressioni artistiche ignorate o poco note e promuovendo la realizzazione di mostre internazionali con artisti asiatici e africani attraverso una vera e propria piattaforma di dialogo. q V.R. Qui sopra, «Ryujin II» di Senju © Tagore Foundation International A sinistra, «In You, in Me» di Lee © Tagore Foundation International Venice. “Frontiers Reimagined”, a collateral event of the 56th Biennale d’Arte, was organised by Sundaram Tagore and Marius Kwint and mounted in the sixteenthcentury Palazzo Grimani by the Tagore Foundation International in collaboration with Soprintendenza speciale per il polo museale veneziano. The wealth of intellectual and aesthetic material circulating in the globalised world is reflected in the intense intercultural dialogue introduced by specific works and installations by 44 artists, including Christo and Jeanne-Claude, Sebastião Salgado and Robert Rauschenberg. “The exhibition was designed as an instructive exercise for visitors and to raise their awareness of conceptual and formal problems that emerge in intercultural exchange”, adds Sundaram Tagore (the director of the Sundaram Tagore Gallery and of Sundaram Tagore Foundation International). “This exchange is not only something associated with contemporary life; it represents our future”. Sundaram Tagore established Tagore Foundation International in New York in 2006, inspired by the ideals of Rabindranath Tagore, the first non-European intellectual to receive the Nobel Prize for Literature in 1913. The foundation’s aim is to promote intercultural dialogue on social, spiritual and aesthetic matters between Asia and other parts of the world and is committed to the protection and preservation of indigenous art and architecture, focusing on types of art that are neglected or ignored and promoting international exhibitions of Asian and African work by instituting a forum for dialogue. q V.R. Palazzo Grimani, Ramo Grimani, Castello 4858, mar-dom 10-18, tel. 041/241 1507, www.frontiersreimagined.org, www.palazzogrimani. org, «Frontiers Reimagined» 9 maggio-22 novembre Vedere a VENEZIA | 13 Le scelte «gagliarde» della Cini “Bold” choices from the Cini VENEZIA. Mostre temporanee, «ospiti a palazzo», attività di studio, ricerca e seminari aperti al pubblico. Pasquale Gagliardi, segretario generale della Fondazione Giorgio Cini, illustra le molteplici attività dell’istituzione veneziana partendo da Le Stanze del Vetro, un progetto culturale avviato tre anni fa in collaborazione con Pentagram Stiftung, dedicato allo studio e alla valorizzazione dell’arte vetraria. Che cosa sono Le Stanze del Vetro? Le Stanze del Vetro sono un progetto di lunga durata che si arricchisce nel tempo. Pianificare sull’arco di un decennio consente di valutare e migliorare gli obiettivi. La risposta del pubblico è molto buona. Le Stanze del Vetro non includono soltanto le mostre. Accanto a esse vi sono l’archivio generale del vetro, seminari, convegni scientifici e artisti in residenza. L’isola di San Giorgio è un punto di riferimento per l’arte vetraria a livello internazionale. La mostra dedicata ai vetri finlandesi della collezione Bischofberger ne è una dimostrazione: non soltanto la storia del vetro veneziano, ma anche quella di altri filoni nati in altre epoche e contesti culturali. Come documenta il programma del prossimo semestre pubblicato sull’ultimo numero della «Lettera da San Giorgio», le attività della Fondazione presentano un quadro ricco e variegato di seminari, convegni scientifici, mostre, concerti, progetti di ricerca e pubblicazioni che coprono l'intero arco delle discipline umanistiche: dalla storia all’arte, dalla musica al teatro, dalla letteratura agli studi religiosi. Quali sono le mostre in programma prossimamente? Sull’isola si alterneranno Louise Manzon, Magdalena Abakanowicz, le «tavolozze» del fotografo tedesco Matthias Schaller, l’installazione di Giovanni Manfredini «Stabat Mater Dolorosa» (una corona di spine di rose fusa nell’oro sospesa nel vuoto, accompagnata dalla musica originale di Ennio Morricone). Nelle Sale del Convitto ci sarà il grande pittore contemporaneo Liu Xiaodong con una mostra organizzata dalla Fondazione Faurschou, senza dimenticare Enki Bilal, pittore fumettista tra i più incisivi e apprezzati di oggi. Vorrei anche ricordare le proposte espositive itineranti: la mostra dedicata ai fratelli Laura e Ales- sandro De Santillana che dopo essere stata nelle Stanze del Vetro la scorsa estate e poi al Mak di Vienna, da maggio a settembre sarà nello Yorkshire Sculpture Park di Wakefield in Inghilterra. Palazzo Cini a San Vio riapre per il secondo anno consecutivo da primavera a novembre. La valorizzazione del palazzo è stata una decisione del direttore dell’Istituto di storia dell’arte, condivisa da tutti. La scoperta arrivò con la Biennale del 2013 quando vi fu allestito il padiglione dell’Angola vincitore del Leone d’oro. Scoprimmo che in tre mesi avevamo totalizzato 50mila visitatori. Oggi siamo soddisfatti dell’afflusso medio di pubblico a San Vio: è una finestra sulla città. Che cosa si visita oltre alla collezione? Abbiamo deciso di dare al Palazzo l’attenzione che merita: non solamente un luogo che custodisce un tesoro (la classica collezione dei quadri toscani e ferraresi del Conte Cini) ma anche una vetrina con un’offerta dinamica. In questa visione s’inseriscono la mostra di Spalletti e «L’ospite a palazzo», lo scambio temporaneo di opere con altre istituzioni. Progettate un’apertura continuativa? Sei mesi consecutivi nella bella stagione mi sembrano già un buon risultato, ma non è escluso che l’apertura venga prolungata: dipenderà dal successo che avremo e da un’attenta analisi degli investimenti necessari. Pasquale Gagliardi © Matteo De Fina q Veronica Rodenigo Venice. Temporary exhibitions, “Ospiti a palazzo” (Palace Guests), study groups, research and seminars open to the public, Pasquale Gagliardi, secretary general of the Fondazione Giorgio Cini, illustrates the institution’s manifold activities with a show entitled “Le Stanze del Vetro” (Glass Rooms), a cultural project launched three years ago in collaboration with Pentagram Stiftung and dedicated to the study of the art of glassmaking and to raising its profile. What are the Stanze del Vetro? The Glass Rooms are a long-term project so designed that it builds over time. Planning over the period of a decade enables goals to be assessed and improved. The public’s response has been excellent. However, the Stanze del Vetro are not only exhibitions; these are supplemented by a general archive of glassware, seminars, scientific conferences and artists in residence. The island of San Giorgio is an international landmark in the art of glassmaking. The exhibition of Finnish glass from the Bischofberger Collection proves it. The rooms will contain shows covering not only the history of Venetian glass, but also that of other glass objects produced in other periods and in different cultural contexts. As the programme for the next six months, published in the latest issue of “Lettera da San Giorgio”, reveals, the foundation will provide a wide array of seminars, scientific congresses, exhibitions, concerts, research projects and publications covering a broad spectrum of the humanities, ranging from the history of art, literature and theatre to music and religious studies. What are the upcoming shows? The island is due to host Louise Manzon, Magdalena Abakanowicz, the German photographer Matthias Schaller’s “palettes”, Giovanni Manfredini’s “Stabat Mater Dolorosa” installation (a solidgold crown of thorns hanging in mid-air, accompanied by original music by Ennio Morricone). The Sale del Convitto will host the great contemporary painter Liu Xiaodong, with an exhibition mounted by the Faurschou Foundation, as well as Enki Bilal, one of the sharpest and best-loved comic book creators working today. I’d also like to mention that a number of travelling shows pass through town, such as an exhibition of work by the brother and sister combination of Laura and Alessandro De Santillana, which last summer went from the Stanze del Vetro to the Mak in Vienna and is due to make an appearance at the Yorkshire Sculpture Park in Wakefield, in England, from May to September this year. Palazzo Cini in San Vio is reopening from spring to November for the second year running. The idea of refurbishing the palace belonged to the director of the institute of art history, but everyone welcomed it enthusiastically. The new venue was unveiled at the 2013 Biennale, when it housed the pavilion of Angola, the winner of the Golden Lion. And at the end of the show we found there had been 50,000 visitors. Today, we’re satisfied with the average number of visitors we get at San Vio: it’s a window onto the city. What is there to see besides the collection? We decided to give the palace the attention it deserves: not merely as a building containing a national treasure (Count Cini’s classic collection of paintings from Tuscany and Ferrara), but also as a more dynamic showcase. An example of this policy are the Spalletti exhibition and “Ospite a palazzo” (Palace Guest), a temporary exchange of works from other institutions. Are you planning to open permanently? Six months continuously over the spring and summer already seems like success, but that’s not to say we might not extend it. It depends on how things go and on number crunching to see what sort of financing we need. q Veronica Rodenigo Duemila anni di vetro | Two thousand years of glass Venezia. Il Museo del Vetro di Murano (nella foto, la facciata principale) è stato riaperto il 9 febbraio scorso, rinnovato nell’allestimento e ampliato con 400 metri quadri di nuove superfici ricavate nelle ex Conterie (fabbrica di perle adiacente il giardino del museo): un white cube interamente dedicato a esposizioni temporanee. Il percorso permanente, curato da Chiara Squarcina con la direzione scientifica di Gabriella Belli, prende avvio nel piano nobile e va dalle olle cinerarie vitree del I e III secolo d.C. alle sperimentazioni del Novecento, alla produzione contemporanea. Nelle nove sezioni cronologiche vetri trecenteschi e rinascimentali s’alternano a capricci settecenteschi come il mirabile trionfo da tavola in forma di giardino all’italiana, in un iter diacronico in cui s’incontrano uno speciale focus dedicato a murrine e perle veneziane, l’affermazione del vetro boemo (dopo la caduta della Serenissima), la rinascita di fine Ottocento (nella foto una coppa in vetro fumè del 1878) e il felice connubio novecentesco tra vetro e design, dove spiccano i nomi di Carlo Scarpa, Tomaso Buzzi, Napoleone Martinuzzi e Carlo Moretti. La mostra di Luciano Vistosi (1931-2010) approfondisce la vocazione scultorea del maestro muranese, proponendone una selezione di cristalli bianchi e neri spesso graffiti. Il progetto internazionale itinerante «EGE-European Glass Experience» dedicato all’arte contemporanea raccoglie invece circa ottanta lavori selezionati da una giuria coordinata da Cornelia Lauf. A chiudere l’anno, infine, sarà «A.Ve.M. Arte Vetraria Muranese». La rassegna curata da Chiara Squarcina e Lutz Holz racconta la storia della vetreria muranese A.Ve.M. fondata negli anni Trenta da Antonio ed Egidio Ferro, Emilio Nason e Giulio Radi. q V.R. Venice. The Museo del Vetro di Murano (photo of the façade) reopened on 9 February with a completely new display and an extra 400 sq m of exhibition space added from the former “Conterie” (beads factory adjacent to the museum garden): a white cube dedicated entirely to temporary exhibitions. The permanent display, curated by Chiara Squarcina, with Gabriella Belli as scientific advisor, starts on the first floor and ranges from glass funerary urns dating from the first and third centuries to 20th-century experiments and contemporary works. The nine chronological sections cover 14th-century and Renaissance Vedere A VENEZIA | 14 glass and 18th-century capricci, such as the wonderful centrepiece made to look like an Italian garden, in a diachronic journey in which there is a special focus on the “murrine” and pearls of Venice, the rise of Bohemian glass (after the fall of the Most Serene Republic), the late-nineteenth century revival (photo, a smoked glass goblet made in 1878) and the successful combination of glass and design over the last century, associated with leading figures in the field – Carlo Scarpa, Tomaso Buzzi, Napoleone Martinuzzi and Carlo Moretti. The Luciano Vistosi (1931-2010) exhibition explores the local glassmaker’s sculptural proclivities, displaying a selection of black and white crystal pieces, often with graffiti decoration. The “EGE – European Glass Experience” international travelling project dedicated to contemporary art includes around eighty works selected by a jury presided over by Cornelia Lauf. Lastly, the year’s events will be brought to a close by “A.Ve.M. arte Vetraria Muranese”. This exhibition organised by Chiara Squarcina and Lutz Holz chronicles the history of A. Ve. M, a Murano glassworks founded in the 1930s by Antonio and Egidio Ferro, Emilio Nason and Giulio Radi. q V.R. Museo del Vetro, Murano, fondamenta Giustinian 8, Murano, lun-dom 10-18, tel. 041/739586, www.museovetro.visit- muve.it, «EGE. European Glass Experience» fino al 7 giugno, «Luciano Vistosi scultore» fino al 30 agosto, «A.Ve.M.Arte Vetraria Muranese» 10 ottobre-31 gennaio «Crowd and individual» di Magdalena Abakanowicz © Alessandra Chemollo Acefali ma con dubbi esistenziali Headless but with existential doubts Il Novecento è di vetro 20th-century glass Venezia. A 35 anni dal suo esordio veneziano ritorna in laguna Magdalena Abakanowicz, l’artista polacca nota per l’impiego della tela grezza, cui inizialmente era ricorsa per necessità in una Polonia ancora molto povera. Una scelta affine alla poetica dell’Arte povera che le assicurò il successo alla Biennale del 1980, alla quale partecipò con dei magmatici embrioni. Con il tempo gli embrioni hanno ceduto il posto alla figura umana e poi alla folla, che dal magma primordiale mutua l’indefinitezza dei contorni, l’essere acefala. Questa folla, via via moltiplicata, approda nella Fondazione Cini allestita in una personale curata da Luca Massimo Barbero in collaborazione con lo studio dell’artista a Varsavia e con la galleria Beck & Eggeling International Fine Art di Düsseldorf. 110 figure acefale in formazione compatta fronteggiano un singolo individuo dalle sembianze animalesche. Ciascuno è privato della propria identità ed è carico d’interrogativi esistenziali. Oltre alla Abakanowicz sull’Isola di San Giorgio vi sono la personale di Louise Manzon, gli scatti del tedesco Matthias Schaller allestiti nel Cenacolo Palladiano, e ancora, le esposizioni di Enki Bilal, Liu Xiaodong (curata quest’ultima da Jérome Sans in collaborazione con la Fondazione Faurschou) e per finire la suggestiva installazione di Giovanni Manfredini «Stabat Mater Dolorosa» (cfr. calendario p. 44). q L.P. VENICE. Thirty-five years after her Venetian debut, Magdalena Abakanowicz, the Polish artist noted for her use of rough canvas, to which she initially resorted through need in a Poland that was still very poor, returns to the lagoon. Her use of canvas, analogous in some way to the poetics of Arte Povera, assured her success at the Biennale of 1980, in which she participated with her magmatic embryos. Over time, the embryos have given way to the human figure and then to the crowd, which draws the indefiniteness of contours from the primordial magma, creating headless beings. This crowd, gradually multiplied, arrives at the Fondazione Cini in a personal exhibition curated by Luca Massimo Barbero in collaboration with the artist’s studio in Warsaw and with the Beck & Eggeling Internation- al Fine Art gallery of Düsseldorf. One hundred and ten headless figures in compact formation face a single individual with animal features. Each is deprived of its identity and is charged with existential questions. Besides Abakanowicz, San Giorgio also hosts the personal show of Louise Manzon, the photographs by the German Matthias Schaller shown in the Cenacolo Palladiano, and the exhibitions of Enki Bilal, Liu Xiaodong (the latter curated by Jérôme Sans in collaboration with the Faurschou Foundation) and, finally, the evocative installation by Giovanni Manfredini, “Stabat Mater Dolorosa” (see calendar p. 44) q L.P. Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio, lun-mar/gio-dom 10-19, tel. 041/2710229, www.cini.it, «M. Abakanowicz:» fino al 2 ago. Monocromi di Spalletti e la Madonna del Beato Angelico Spalletti monochromes and Fra Angelico’s Madonna Venezia. Riapre per il secondo anno consecutivo Palazzo Cini, l’antica dimora veneziana del conte Vittorio Cini (Ferrara, 1885-Venezia, 1977), appassionato collezionista cui si deve la Fondazione dedicata al figlio Giorgio istituita nel 1951 nell’ex monastero benedettino sull’Isola di San Giorgio. Nel primo piano della casa museo sono conservate opere principalmente toscane e ferraresi dal XIII al XVI secolo (Giotto, Guariento, Botticelli, Filippo Lippi e Pontormo). Quest’anno, grazie alla generosità di Lyda Guglielmi, figlia di Ylda Cini, entra nelle raccolte del Palazzo un nucleo di opere e arredi tra cui la tavola di Stefano di Giovanni detto il Sassetta, raffigurante San Giovanni Evangelista, e il reliquiario in argento con il busto di San Valerio, prezioso lavoro di oreficeria francese del XIV secolo. Un’altra novità riguarda il secondo piano nobile, dove l’artista abruzzese Ettore Spalletti interviene con un progetto ad hoc realizzato da Aslc (Progetti per l’arte-Verona) in collaborazione con la Fondazione Cini. Dopo avere osservato il luogo e le variazioni di luce, Spalletti ha elaborato un omaggio al gusto del collezionista Vittorio Cini, scegliendo di portare a San Vio opere già note accanto ad altre mai esposte prima. Da segnalare ancora «Ospite a Palazzo». Avviata con lo scorso anno, frutto della collaborazione con importanti musei italiani e stranieri, tale iniziativa mette in dialogo un’opera ospite con la collezione permanente. In giugno sarà la volta della «Madonna con il Bambino» di Beato Angelico (la celebre Madonna di Pontassieve), tavola databile al 1435 ca o agli ultimi anni di attività dell’artista, probabile scomparto centrale del perduto polittico realizzato per la cittadina toscana, conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze. q V.R. Venice. Palazzo Cini, the former Venice residence of Count Vittorio Cini (Ferrara, 1885 – Venice, 1977), an avid collector who in 1951 established the foundation dedicated to his son Giorgio in the former Benedictine monastery on the island of San Giorgio, is due to open for the second year running. The first floor of the museum contains principally 13th to 16th-century paintings from Tuscany and Ferrara (Giotto, Guariento, Botticelli, Filippo Lippi and Pontormo). This year, thanks to the generosity of Ylda Cini’s daughter Lyda Guglielmi, the palace’s collections will be further boosted by a number of new works and furnishings, including a painting by Stefano di Giovanni, called il Sassetta, depicting St John the Evangelist, and a silver reliquary with the bust of St Valerius, a fine example of 14th-century French goldwork. There is another innovation on the second floor, where Ettore Spalletti, an artist from Abbruzzo, has installed a work expressly created by Aslc (Progetti per l’arte Verona) in collaboration with Fondazione Cini. After taking careful note of the features of the site and the lighting conditions, Spalletti has devised a tribute to the taste of the collector Vittorio Cini by bringing to San Vio works he has already exhibited to put side by side with others that are completely new. “Ospite a palazzo” (Palace Guest) is another initiative of note. Launched last year as a joint project with a number of leading museums in Italy and abroad, the show is designed to place a particular guest work in juxtaposition with the permanent collection. In June it will be the turn of Fra Angelico’s “Madonna and Child” (the famous Pontassieve Madonna), a painting dating from around 1435, and thus towards the end of the artist’s life. It was probably the central panel of a lost polyptych made for the Tuscan town and now held in the Uffizi Gallery in Florence. q V.R. Palazzo Cini, campo San Vio, Dorsoduro 864, lun/mer-dom 11-19, tel. 041/2710217 www.palazzocini.it, «Palazzo Cini, la Galleria» fino al 15 novembre, «Ettore Spalletti» fino al 23 agosto Una veduta della mostra di Ettore Spalletti nella Gam di Torino, 2014 © Werner J. Hannappel, courtesy Gam-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino Venezia. La produzione dell’arte vetraria finlandese del Novecento è analizzata nelle Stanze del Vetro con oltre 300 opere provenienti dalla collezione di Bruno e Christina Bischofberger. Curata da Kaisa Koivisto e Pekka Korvenmaa e visitabile fino al 2 agosto, la mostra «Vetro finlandese nella Collezione Bischofberger» offre una panoramica delle produzioni dei più grandi architetti e designer finlandesi, tra i quali Aino e Alvar Aalto, Arttu Brummer, Kaj Franck, Göran Hongell, Gunnel Nyman, Timo Sarpaneva, Oiva Toikka e Tapio Wirkkala. Il percorso parte dai cristalli dei primi anni Trenta e giunge sino alle sgargianti e «psichedeliche» produzioni degli anni Settanta, narrando l’affermazione di tali prodotti sul mercato internazionale. Il vetro finlandese cominciò a fare il giro del mondo nel 1932 e il talento dei suoi grandi designer si consolidò con le produzioni protagoniste nell’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937 e nelle Triennali di Milano del 1933 e 1936, tra le prime mostre a esibire il vetro di provenienza nordeuropea. Dopo un brusco arresto dovuto al conflitto mondiale, i primi anni Cinquanta riportarono un’atmosfera di libertà e innovazione artistica, mentre durante gli anni Sessanta e Settanta si assistette a una vera e propria iniezione di colore ed energia: i vetri assunsero forme sofisticate e dalle mani di Oiva Toikka nacquero gli uccelli icona della nota maison Iittala. In autunno l’offerta espositiva delle Stanze del Vetro tornerà invece a focalizzarsi sulla produzione della storica vetreria Venini e sulle importanti figure che con essa hanno collaborato. Dal 13 settembre al 10 gennaio 2016 sarà la volta di Fulvio Bianconi (Padova, 1915-Milano, 1996). Grafico, illustratore e designer con formazione artistica, Bianconi incontrò Paolo Venini nel 1946 a Murano, iniziando un proficuo sodalizio. La mostra, curata da Marino Barovier, presenterà una selezione di lavori degli anni Cinquanta. q V.R. Tre scodelle di Göran Hongell del 1935 Tazzine di Kaj Franck del 1968 Venice. Twentieth-century glassware manufactured in Finland is explored in the Stanze del Vetro through over 300 works from the Bruno and Christina Bischofberger Collection. Mounted by Kaisa Koivisto and Pekka Korvenmaa and running until 2 August, the “Finnish glass in the Bischofberger Collection” offers an overview of the work of the leading Finnish architects and designers, including Aino and Alvar Aalto, Arttu Brummer, Kaj Franck, Göran Hangell, Gunnel Nyman, Timo Sarpaneva, Oiva Toikka and Tapio Wirkkala. The show starts off with crystal pieces from the early 1930s and continues right up to the dazzling, “psychedelic” works produced in the Seventies, taking care to discuss the impact of these products on the international market. Finnish glass began to enjoy a worldwide reputation in 1932 and the talent of its great designers was reinforced thanks to the pieces exhibited at the international exhibition held in Paris in 1937 and at the Milan Triennali of 1933 and 1936, which were among the first shows to exhibit works from northern Europe. After the Second World War, the climate in the Fifties was freer and more conducive to artistic innovation, while the Sixties and Seventies saw a sudden injection of colour and energy. Glass was worked into ever more sophisticated shapes, with Oiva Toikka for example creating Iittala’s iconic birds. In the autumn, the Stanze del Vetro will focus once again on the historic Venini glassworks and on the important figures who have been associated with it. Works by Fulvio Bianconi (Padua, 1915 – Milan, 1996), a graphic designer, illustrator and designer who had trained as an artist, will be on display from 13 September to 10 January 2016. Bianconi’s successful association with Paolo Venini began following a chance meeting in Murano in 1946. The exhibition has been organised by Marino Barovier and will include a selection of works from the 1950s. q V.R. Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio, lun-mar/gio-dom 10-19, tel. 041/5229138, www.lestanzedelvetro.it; «Vetro finlandese nella Collezione Bischofberger» fino al 2 agosto; «Fulvio Bianconi alla Venini», 13 settembre-10 gennaio Vedere A VENEZIA | 15 «Murale» di Jackson Pollock, 1943 © Courtesy University of Iowa I fratelli Pollock e l’indiano silenzioso The Pollock brothers and a silent Indian VENEZIA. Due tele di Jackson Pollock sono state recentemente restaurate: «Alchimia», ritornata a inizio anno nella sua sede di Venezia e «Murale», commissionata da Peggy Guggenheim nel 1943 per il suo appartamento di New York, raramente esposta per le sue dimensioni (6 metri di lunghezza). Quest’ultima, reduce da un intervento di conservazione durato un anno e mezzo presso il Getty Conservation Institute, è esposta nella Collezione Peggy Guggenheim, che dedica alla monumentale opera la mostra itinerante «Jackson Pollock. Energia resa visibile», curata da David Anfam. La stessa sede ospita anche Charles Pollock, il fratello maggiore di 10 anni, ottimo disegnatore con un ruolo decisivo nella formazione di Jackson. La retrospettiva curata da Philip Rylands ripercorre la carriera di Charles Pollock con un centinaio di opere e documenti a cominciare dalla fase formativa, cui è dedicata una sezione con opere di Jackson, una del loro maestro Thomas Hart Benton e una dell’altro fratello Sanford. Tra i dipinti di Charles, invece, la serie «Chapala» del 1956 (nome tratto dall’omonimo lago in Messico) ne documenta l’adesione all’arte astratta, mentre «Roma» (ciclo legato al soggiorno romano del 196263) sancisce il suo avvicinamento al movimento Color-field. Dall’irruenza dell’Action Panting si passa poi al silenzio di Vasudeo S. Gaitonde (1924-2001), l’artista indiano che affermava: «Ogni cosa nasce dal silenzio. Il silenzio della spazzola. Il silenzio della tela. Il silenzio del pennello. Il pittore incomincia assorbendo tutti questi silenzi». Nei suoi lavori il silenzio è assimilabile al cerchio, simbolo ricorrente del Buddhismo Zen cui aderì per tutta la vita. Il titolo della rassegna «Pittura come processo, pittura come vita» (già esposta nel Guggenheim di New York) allude alla compenetrazione tra arte e vita ricercata dall’artista. Curato da Sandhini Poddar e aperto dal 3 ottobre al 10 gennaio, il percorso presenta 45 dipinti, opere su carta e acquerelli datati dagli anni ’60 ai ’90. Gaitonde è definito il Rothko orientale per le stesure di colore molto luminoso ottenute con ripetute stratificazioni. Il suo modo di procedere lento, consono a una natura meditativa, lo avvicina alla poetica di Paul Klee, suo iniziale modello di riferimento, e allo spiritualismo di Kandinskij. q L.P. «Untitled» di V.S. Gaitonde, 1977 © Foto di Anil Rane, Courtesy Solomon R. Guggenheim Foundation Venice. Two works by Jackson Pollock have been recently restored: “Alchemy”, which was returned to beginning of the year to its home in Venice, and the “Mural”, commissioned by Peggy Guggenheim in 1943 for her New York apartment, and rarely displayed because of its size (6 metres long). The latter, back from a conservative restoration lasting a year and a half at the Getty Conservation Institute, is on display in the Peggy Guggenheim Collection, to which the monumental canvas is dedicated a travelling exhibition, “Jackson Pollock. Energy made visible”, curated by David Anfam. The same venue also hosts Charles Pollock, the elder brother by 10 years, an excellent draftsman who played a decisive role in the training of Jackson. The retrospective curated by Philip Rylands traces the career of Charles Pollock with around 100 works and documents starting with the training period, to which is dedicated a section with works by Jackson, one by their teacher, Thomas Hart Benton, and another by the other brother, Sanford. Among Charles’s paintings, however, is the “Chapala” series of 1956 (the name was taken from that of the lake in Mexico), documenting his adherence to abstract art, while “Rome” (a cycle linked to his stay in Rome in 1962-63) revels his shift towards the Color-field movement. From the impetuousness of Action Panting, we then move on to the silence of Vasudeo S. Gaitonde (1924- 2001), the Indian artist who claimed: “Everything comes from silence. The silence of the brush. The silence of the canvas. The silence of the painting knife. The painter starts by absorbing all these silences”. In his work, silence is equivalent to the circle, a recurrent symbol of Zen Buddhism to which he adhered all his life. The title of the exhibition, “Painting as process, painting as life” (formerly at the Guggenheim in New York) alludes to the interpenetration of art and life sought by the artist. Curated by Sandhini Poddar and open from October 3 to January 10, the show presents 45 paintings, works on paper and watercolours dating from the 1960s to ’90s. Gaitonde is defined the Oriental Rothko for the layers of very bright color achieved with repeated stratifications. His way of proceeding slowly, in line with a meditative nature, suggests an analogy with the poetry of Paul Klee, his initial reference model, and with the spiritualism of Kandinsky. q L.P. Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701, lun/mer-dom 10- 18, tel. 041/2405411, www.guggenheim-venice.it, «Charles Pollock. Una retrospettiva» fino al 14 settembre, «Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile» fino al 9 novembre, «V.S. Gaitonde. Pittura come processo, pittura come vita» dal 3 ottobre al 10 gennaio Vedere A VENEZIA | 16 Pinault sceglie Martial Raysse e i lapsus di Danh Vo Pinault chooses Martial Raysse and Danh Vo has a slip of the tongue Venezia. Doppio appuntamento per la Fondazione François Pinault nelle due sedi di Palazzo Grassi e Punta della Dogana. Palazzo Grassi ospita la retrospettiva di Martial Raysse curata da Caroline Bourgeois: 350 opere, molte inedite, provenienti da collezioni private e istituzioni pubbliche. Celebre per i ritratti femminili, soggetto che propone sempre con nuove formulazioni, Raysse utilizza molti media, dal neon di «America America» del 1964 al ready made di «Raysse Plage» del 1962, un’installazione con profusione di oggetti kitsch del periodo iniziale dell’adesione al Nouveau Réalisme. Il medesimo tema è ripreso mezzo secolo più tardi in «Ici Plage comme ici-bas», una tela d’imponenti dimensioni affollata di personaggi e giocata sui colori acidi, di proprietà della Collezione Pinault. Lo stesso soggetto, due temperie sociali molto differenti. Questa circolarità dei temi mal si adatta a un criterio cronologico, meglio dunque la simultaneità delle vetrine scelta da Martin Szekely per l’allestimento nell’atrio di Palazzo Grassi. Nella Punta della Dogana la collettiva «Slip of the Tongue», che significa lapsus. Il titolo desunto da un’opera dell’artista iraniana Nairy Baghramian sembrerebbe preludere a contenuti leggeri, ma non sono queste le intenzioni di Danh Vo, il curatore, o meglio il curator, con riferimento all’origine latina del termine (colui che nell’antica Roma svolgeva una funzione riparatrice di oggetti logorati dal tempo o accidentalmente). Nella mostra figurano anche nove preziose miniature del XIII-XV secolo e un prestito dal «tesoro» privato del conte Vittorio Cini. Sono inoltre esposti a rotazione tre dipinti delle Gallerie dell’Accademia di Bellini, Marescalco e della scuola di Tiziano. A questo intento riparatore sono riconducibili anche le installazioni di Nancy Spero (1926-2010) «Codex Artaud» del 1971-72, 34 rotoli di carta ispirati ad Antonin Artaud, innovativi nel linguaggio e pregnanti nell’esprimere l’intreccio tra tragedie collettive e sofferenze private, e «Cri du coeur» del 2004, opera monumentale che prende spunto da un lutto, suo ultimo lavoro. Risarcitorio di un problema quasi rimosso è poi il riferimento all’Aids, che trova la sua icona nella fotografia della «morte di un collezionista». Il lato ludico, caso mai, è affidato ai colorati smalti su tela di Sadamasa Motonaga, alla bocca sensuale di Alina Szapocznikow o all’istantanea di Robert Manson che raffigura l’incontro, quasi un reciproco sguardo, di una cavalletta con la mano che regge. In totale sono 35 gli artisti invitati, alcuni come Fischli & Weiss, Félix González-Torres o David Hammons rappresentano una costante della collezione Pinault, altri come Constantin Brancusi o Pablo Picasso sono nomi storici, altri ancora, come Francesco Lo Savio e Piero Manzoni testimoniano invece la stagione delle avanguardie degli anni Sessanta. Non manca infine l’omaggio a Carlo Scarpa, architetto di riferimento per il restauro dell’edificio. q L.P. Venice. There is a double appointment for the Fondazione François Pinault in the two venues of Palazzo Grassi and Punta della Dogana. Palazzo Grassi hosts a retrospective of Martial Raysse curated by Caroline Bourgeois: 350 works, many unseen in public, from private collections and public institutions. Famous for portraits of women, a subject he always offers with new formulations, Raysse uses many media, from the neon of “America America” of 1964 to the ready-made of “Raysse Plage” of 1962, an installation with a profusion of kitsch items from the early phase of his adherence to New Realism. The same theme was revived «Ici Plage, comme ici-bas» di Martial Raysse © Foto Arthus Boutin. Martial Raysse@Siae 2015 half a century later in “Ici Plage comme ici-bas”, a canvas of impressive dimensions crowded with figures and based on acid colours, owned by the Pinault Collection. A single subject, but two very different social climatea. This circularity of theme is ill-suited to a chronological criterion, and the simultaneity of displays chosen by Martin Szekely for the layout in Palazzo Grassi is a far better solution.The collective “Slip of the Tongue” will instead be on at the Punta della Dogana. The title, derived from a work by the Iranian Nairy Baghramian, would seem to herald light-hearted content, but this is not the intention of Danh Vo, the curator (an originally Latin term for a person in ancient Rome responsible for repairing objects worn by time or by accident). The exhibition also presents nine precious miniatures of the 13th-15th century and a loan from the private “treasury” of Conte Vittorio Cini. Three paintings from the Gallerie dell’Accademia will be displayed in rotation: by Bellini, Marescalco and the school of Titian. This sense of repair may also be associated to the installation by Nancy Spero (1926-2010), “Codex Artaud” of 1971-72, taking the form of 34 rolls of paper inspired by Antonin Artaud, and innovative in language and in their expression of the intertwining of collective tragedies and private suffering, and “Cri du coeur” of 2004, a monumental work that is inspired by a bereavement, her latest work. Reference to a problem that is almost played down is the reference to AIDS, which finds its icon in the photograph of “death of a collector”. The playful side, if anywhere, comes from the coloured enamel paint on canvas of Sadamasa Motonaga, the sensual mouth of Alina Szapocznikow or the snapshot of Robert Manson showing the encounter – almost a mutual gaze – between a grasshopper and the hand holding it. A total of 35 invited artists, some of whom like Fischli & Weiss, Félix Gonzalez-Torres or David Hammons are a constant of the Pinault collection, while others such as Constantin Brancusi and Pablo Picasso are historical names, and others yet, like Francesco Lo Savio and Piero Manzoni testify instead to the avant-garde movements of the 1960s. Last but not least a tribute to Carlo Scarpa, the architect of reference for the restoration of the building. q L.P. Fondazione Pinault, Palazzo Grassi, campo San Samuele 3231, «Martial Raysse» fino al 30 novembre, Punta della Dogana, Dorsoduro 2, «Sleep of the tongue» fino al 31 dicembre, lun/mer-dom 10-19, tel. 199/112112, www.palazzograssi.it La conversione all’antico di Prada | Prada converts to classicism Venezia. Vira sull’arte classica la mostra veneziana organizzata dalla Fondazione Prada in Ca’ Corner della Regina. S’intitola «Portable Classics. Dall’antica Grecia all’Europa moderna», ed è curata da Salvatore Settis e Davide Gasparotto, con la collaborazione di Lucia Franchi. Portable, ovvero a portata di mano, ma non certo di tutti i portafogli, come la statuetta che il mercante e collezionista Andrea Odoni stringe nel pugno nel celebre ritratto che gli fece Lorenzo Lotto nel 1527, ora di proprietà delle collezioni reali inglesi. Nella cultura occidentale contemporanea non esiste un capolavoro che non sia unico e irripetibile, eppure a sfatare questo mito sono novanta statue, riproduzioni di modelli antichi, oggetti ambiti da esibire come status symbol dalle classi colte e ricche dell’antichità grecoromana e del Rinascimento europeo. Queste riproduzioni corrispondono a un canone estetico ben preciso riferibile ai grandi modelli classici. Variano le dimensioni e i materiali. Tra i soggetti più frequenti l’Ercole farnese nella versione di Gian Francesco Susini del 1625-50 o in quella di Jean-Baptiste Bondard del 1750-52, cui fa da contraltare la statuetta in bronzo di Ercole ebbro della seconda metà del I secolo d.C., proveniente da Velleia. A colpire l’immaginario fu anche il gruppo del Laocoonte (altezza 83 cm) nella versione ante 1520 di Joseph Chinard. Né poteva mancare, se non altro per la preziosità dei materiali, il monumento equestre di Marco Aurelio nell’interpretazione del 1624 ca di Pier Jacopo Alari Bonacolsi, ma il soggetto più frequente, a riprova dell’eterno fascino femminile, è la Venere in quarzo alta appena 8,5 cm del Getty Museum o la «Venere al bagno», un bronzo con inserti d’argento alto 20 cm del I secolo a.C. ammirato da Canova. Ideata dagli stessi curatori è la mostra «Serial classics»: una serie di copie tratte dagli originali antichi esposte nella nuova sede milanese della Fondazione Prada progettata dallo studio di architettura Oma guidato da Rem Koolhaas. q L.P. «Ritratto di Andrea Odoni» di Lorenzo Lotto, 1527 © Royal Collection Trust. Sua maestà regina Elisabetta II Venice. This exhibition organised by the Fondazione Prada in Ca’ Corner della regina veers towards classical art. Called “Portable Classics. From ancient Greece to modern Europe”, it is curated by Salvatore Settis and David Gaspa- broken, with the collaboration of Lucia Franchi. Portable, in the sense of movable, but certainly not light on the purse, if we take as example the statuette that the merchant and collector Andrea Odoni holds in his fist in the famous portrait by Lorenzo Lotto in 1527, Statuetta di Venere del I secolo a.C. Malibu, Paul Getty Museum now part of the British Royal Collections. In contemporary Western culture, there is no masterpiece that is not unique and unrepeatable, but to dispel this myth are 90 statues, reproductions of antique models, objects chosen as status symbols by the educated and rich classes of the ancient Greco-Roman and Renaissance eras. These reproductions constitute an extremely precise aesthetic canon attributable to the great classics. They vary in size and material. Among the most frequent subjects the Farnese Hercules in the version by Gian Francesco Susini of 162550 or in that of Jean Baptiste Bondard of 1750-52, which is matched by the bronze statuette of the Drunken Hercules of the second half of the first century AD, from Velleia. Another work that struck the imagination was the Laocoon group (height 83 cm) in the pre-1520 version by Joseph Chinard. Another piece that could not be overlooked, if only for the preciousness of the materials, is the equestrian monument of Marcus Aurelius in an interpretation of circa 1624 by Pier Jacopo Bonacolsi, but the most frequent subject, reflecting eternal feminine charm, is the Venus in quartz just 8.5 cm high in the Paul Getty Museum or the “Venus bathing”, a bronze with silver inlay 20 cm high of the first century BC admired by Canova. The same curators have put together the “Serial classics” exhibition: a set of copies made after antique originals on display in the new venue of the Fondazione Prada designed by the Oma architectural firm under Rem Koolhaas. q L.P. Ca’ Corner della Regina, Fondazione Prada, Santa Croce 2215, lun/mer-dom 10-18, tel. 041/8109161, www.fondazioneprada.org, «Portable Classics. Dall’antica Grecia all’Europa moderna» 9 maggio-13 settembre Vedere A VENEZIA | 17 A sinistra, Alessia Calarota A destra, «Guerrier et bouclier» di Antoni Clavé, 1990 © Galleria d’Arte Maggiore, Bologna Ricordo e ritorno di Clavé Recalling Clavé Venezia. L’artista che ha rappresentato la Spagna nella Biennale del 1984, Antoni Clavé (1913-2005), torna a Venezia. A ospitarne la retrospettiva organizzata dalla Galleria d’Arte Maggiore di Bologna e dagli Archives Antoni Clavé è la Scoletta dei Battioro. Ne parliamo con Alessia Calarota, codirettrice della Galleria d’Arte Maggiore e curatrice della mostra insieme a Aude Hendgen. Com’è nato l’interesse della Galleria d’Arte Maggiore per Clavé? I miei genitori, Franco e Roberta Calarota, hanno avuto il piacere di conoscere Antoni Clavé in un contesto unico e irripetibile. Erano soliti, e lo sono tuttora, frequentare la casa di Nicola Campigli, il figlio di Massimo Campigli, a Saint-Tropez. Durante una di quelle visite, alla fine degli anni Ottanta, conobbero Clavé, con il quale instaurarono da subito un rapporto di lavoro e di profonda amicizia. Le visite al suo studio, frequentato da personaggi di primo piano come François Pinault (grande estimatore delle sue opere), si fecero molto frequenti. L’interesse per Clavé in realtà era già nato prima del loro incontro, quando i miei genitori si spostavano tra Palma de Mallorca e Barcellona per fare visita allo studio di Joan Miró e a Barcellona erano entrati in contatto con la sua arte esposta in spazi pubblici come il Palau de la Generalitat. Che rapporto avete con il suo Archivio? L’Archivio è gestito con grande professionalità e impegno dal nipote dell’artista, Emmanuel Clavé, con il quale abbiamo un rapporto di stima reciproca. Le collaborazioni sono costanti e si traducono nell’organizzazione di mostre pubbliche, come in questo caso, pubblicazioni e promozione del lavoro del maestro anche e soprattutto sul piano internazionale. Com’è articolata la mostra e quali opere sono esposte? Pochi artisti nel XX secolo sono riusciti, come Antoni Clavé, a coniugare una severa coerenza artistica e intellettuale con una tendenza alla sperimentazione. Questa complessa unità è protagonista della mostra nella Scoletta dei Battioro. Apre il percorso la grande scultura in bronzo «Guerrier et bouclier», seguita dagli oli omaggio al grande maestro El Greco. Vi sono poi le sperimentazioni degli anni ’70 realizzate a tecnica mista con l’utilizzo del collage e dei rilievi su foglia d’alluminio e, ancora, le grandiose tele degli anni ’90. Ogni decennio apre a nuove sperimentazioni e ogni tecnica è assunta a mezzo per conoscere ed esprimere il mondo. q Mariella Rossi Venice. The artist who represented Spain at the 1984 Biennale, Antoni Clavé (1913-2005), returns to Venice. The retrospective organised by the Galleria d’Arte Maggiore of Bologna and the Archives Antoni Clavé and hosted in the Scoletta dei Battioro. We spoke with Alessia Calorata, co-director of the Galleria d’Arte Maggiore and curator of the exhibition along with Aude Hendgen. How did the interest of the Galleria d’Arte Maggiore for Clavé arise? My parents, Franco and Roberta Calarota, have had the pleasure of meeting Antoni Clavé in a unique and unrepeatable context. They used to, and still do, frequent the house of Nicola Campigli, the son of Massimo Campigli, in Saint-Tropez. During one of these visits at the end of the 1980s, they met Clavé, with whom they immediately established a working relationship and deep friendship. The visits to his studio, frequented by leading figures such as François Pinault (a great admirer of his work), became very frequent. Interest in Clavé’s work had actually arisen before their meeting, when my parents used to travel between Palma de Mallorca and Barcelona to visit the studio of Joan Mirò, and in Barcelona they had seen his work exhibited in public spaces such as the Palau de la Generalitat. What are your relations with his Archive? The Archive is managed with great professionalism and commitment by the artist’s grandson, Emmanuel Clavé, with whom we have a relationship of mutual respect. The collaboration is constant and is reflected in the organisation of public exhibitions, as in this case, publications and promotion of the master’s work, above all on an international level. How is the show structured and what works are on display? Few artists in the 20th century have succeeded like Antoni Clave in combining a rigorous artistic and intellectual coherence with a tendency to experiment. This complex figure is the protagonist of the show in the Scoletta dei Battioro. The exhibition opens with the large bronze sculpture “Guerrier et bouclier”, followed by oils that pay tribute to the great El Greco. Then there are the experiments of the 1970s, made in mixed media with the use of collage and reliefs on aluminum foil and, more, the great paintings of the 1990s. Every decade opens the way to new experiments and each medium is adopted in order to know and express the world. q Mariella Rossi Scoletta dei Battioro (Scoletta dell’Arte dei Tioro e dei Battioro), campo San Stae, 1980, 10,30-18.00, tel. 051/235843, www.maggioregam.com, «Antoni Clavé. Alchimia della Materia» fino al 31 ottobre. Errabondo Matta | Matta, wandering spirit Venezia. Nel Giardino di Palazzo Soranzo Cappello ha luogo l’evento collaterale della 56ma Esposizione Internazionale d'Arte dedicato a Roberto Sebastian Matta. La mostra, organizzata dalla Fondazione Echaurren-Salaris in collaborazione con la Galleria d’Arte Maggiore di Bologna, è curata da Flaminio Gualdoni in collaborazione con Alessia Calarota. Il percorso ne analizza la produzione scultorea con 30 opere in bronzo. Due anni fa, per il centenario della nascita, Matta è stato celebrato da numerosi musei nelle nazioni in cui ha vissuto e operato, tra queste il Cile natale, Parigi, New York e l’Italia, dove è morto nel 2002. A rispecchiare il suo spirito errante è anche la mappa dei musei che conservano le sue opere, dal MoMA di New York al Centre Pompidou di Parigi alla Gnam di Roma, ma è soprattutto la natura delle sue sculture, capaci di evocare stilemi espressivi, simboli e archetipi appartenenti a diverse culture: dall’America latina all’Occidente. I titoli dei lavori esposti («Perù», «Inca», «Colomberos» o «Mater Nostrum») rivelano i retroterra culturale dal quale sono nati. Il carattere nomade, la sensibilità sociale e politica e lo spirito narrativo del suo automatismo formale hanno distinto Matta dagli altri surrealisti. È stato capace di cogliere i molteplici aspetti estetici e spirituali dei movimenti e delle culture di diversi Paesi riconducendoli a un’unità formale. q M.R. «Tryp-Taurus» di Roberto Sebastian Matta, 1993 © Massimiliano Ruta. Courtesy Galleria d'Arte Maggiore, Bologna Venice. The garden of Palazzo Soranzo Cappello, home to the Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici for the Provinces of Venice, Belluno, Padua and Treviso, is hosting a collateral event dedicated to Roberto Sebastian Matta. The exhibition, organised by the Fondazione Echaurren-Salaris in collaboration with the Galleria d’arte Maggiore di Bologna, is curated by Flaminio Gualdoni and Alessia Calarota. The show analyses their sculptural production through some thirty works in bronze and metal. Two years ago, on the occasion of the centenary of his birth, his work was celebrated by many museums in the nations in which the artist lived and worked, among them Chile (his birthplace), Paris, New York and Italy, where he died in 2002. The map of the museums that conserve his works, from the MoMA in New York to the Fine Art Museum of San Francisco, from the Centre Pompidou in Paris to the Gnam of Rome offers a reflection of his wandering spirit, but this is stressed above all by the nature of his sculptures, capable of evoking expressive forms, symbols and archetypes belonging to different cultures: from Latin America to the West. The titles of the works on display (“Peru”, “Inca”, “Colomberos” or “Mater nostrum”, dedicated to Italy, his adopted land) reveal the cultural hinterland from which they were born. The nomadic character and social and political sensitivity are what distinguished Matta from other surrealists. All his movements are linked to specific historical moments, such as the decision to leave Chile until the electoral victory of Salvador Allende or to flee to New York to escape the war. q M.R. Giardino di Palazzo Soranzo Cappello, tel. 051/235843, 10-18,30, www.maggioregam.com, «Roberto Sebastian Matta. Sculture» fino al 15 ottobre Gioco di specchi nei canali di Venezia A play of mirrors in Venice’s canals Venezia. «La mia pittura si manifesta attraverso la memoria di evocazioni dell’universo veneziano, un cosmo dove si riflette il gioco magico degli specchi. Non vi sono pacate visioni orizzontali, non compaiono gli alti e i bassi canonici, ma è un’architettura della visione: articolazioni di luce in senso lirico». Così scrive Ileana Ruggeri, artista d’origine mantovana, veneziana d’adozione, nel piccolo libro d’artista «La Luce di Venezia», dato recentemente alle stampe da Campanotto Editore. Non un catalogo esaustivo di una lunga produzione artistica iniziata negli anni Settanta, ma una sorta di quaderno intimo in cui accanto a oli e acquerelli ricorrono scatti ritraenti spazi domestici e ricordi personali fatti d’incontri con maestri, artisti, scrittori: fra tutti Carlo Scarpa (col quale l’artista si laurea in architettura), Giuseppe Mazzariol, Pio Semeghini, Mark Di Suvero, Zoran Music, Riccardo Bacchelli. I soggetti della pittura di Ileana Ruggeri, in cui predominano evanescenti cromie, sono emblematici come i titoli scelti per le opere: «Canale», «Navis», «Estrema laguna», «Dalla riva», «Spettri d’acqua», «Al traghetto». q V.R. Venice. “My painting manifests itself through the memory of evocations of the Venetian universe, a cosmos in which is reflected the magical play of mirrors. There are no calm horizontal visions, we see no canonical highs and lows, but it is an architecture of vision: plays of light in a lyrical sense”. So writes Ileana Ruggeri, a Mantua-born artist and Venetian by adoption, in her small artist’s book “La Luce di Venezia”, recently released by Campanotto Editore. It is not an exhaustive catalogue of a long artistic production begun in the 1970s, but a kind of intimate notebook in which alongside oils and watercolours, we find snapshots of domestic spaces and personal memories of meetings with teachers, artists, writers: to mention just a few, with Carlo Scarpa (with whom the artist graduated in architecture), Giuseppe Mazzariol, Pio Semeghini, Mark Di Suvero, Zoran Music, Riccardo Bacchelli. The subjects of Ileana Ruggeri’s painting, in which evanescent colours predominate, are as emblematic as the titles chosen for the works: “Canal”, “Navis”, “Extreme lagoon”, “From the bank”, “Watery ghosts”, “To the ferry”. q V.R. Ileana Ruggeri, La Luce di Venezia, 62 pp., Campanotto Editore, Pasian di Prato (Udine), 2014, euro 15,00 Vedere A VENEZIA | 19 Un cavallo alato ci salverà A winged horse to save us VENEZIA. L’Acit, Associazione Culturale Italo-Tedesca presenta nell’ambito di «Venice Triennale. Freedom in the art» il progetto multimediale «Natura nutrix. Homo vorax» curato da Nevia Pizzul-Capello, Hans-Joachim Petersen e Martin Leyer-Pritzkow. Nello storico Palazzo Albrizzi sono esposte opere di artisti extraeuropei ed europei, soprattutto tedeschi (tra questi Otto Fischer e Angelika Erhardt-Marschall), riconducibili a un denominatore comune: Natura nutrix, Homo vorax, ovvero due poli rappresentati dall’uomo avido di potere che aggredisce la natura e dalla Natura madre benigna che per difendersi si fa matrigna. Da un lato, quindi, espressioni artistiche della nuova avanguardia ci presentano il mondo in cui vorremmo vivere, dall’altro, invece, mettono in luce una natura violentata e contaminata. La performance di Mia Florentine Weiss, per esempio, ridà dignità all’uomo. Il suo «Pegasus», cavallo alato, simbolizza il pensiero creativo, l’anelito alla libertà attraverso l’arte. «L’incalzare di eventi politici sempre più gravi, che stanno minacciando il patrimonio artistico culturale mondiale e aprendo profonde ferite nell’equilibrio ecologico del pianeta, spiegano i responsabili dell’Associazione Culturale Italo tedesca, hanno portato l’Acit di Venezia ad allinearsi con Enti come la Biennale d’Arte e l’Expo di Milano per far sentire la propria voce nella convinzione che l’arte sia mezzo salvifico per l’umanità». Tra gli artisti in mostra anche Piero Pizzul. q V.R. VENICE-TRIENNALE 2015 FREEDOM IN THE ART PALAZZO ALBRIZZI 10 maggio – 24 novembre Tema NATURA NUTRIX – HOMO VORAX ▲ Artisti partecipanti Italia Leonardo Beccegato Luigi Leaci Lorenzo Viscidi Bluer Silvana Scarpa Austria Josef Linschinger Germania Mia Florentine Weiss Adolf Bierbrauer Sven Kierst Marlies Blücher Antje Tesche-Mentzen Bertamaria Reetz ▲ ▲ Curatori Titus Lerner Bernard Lokai Heiner Meyer Folkert Rasch Jean-Yves Klein Jo Enzweiler Karin Radoy Klaus Staudt Sabina Sakoh Bernd Kirschner Otto Fischer Angelika Ehrhardt-Marschall Libano Zad Moultaka Svezia Helena Bjoernberg Viktoria Hallenius Stati Uniti Edmund Ian Grant Cedric Wentworth Cina Willow Wu Yeh Fang Cao Xiao Ming Kai-Hsing Huang Patric Lee Prof. Nevia Pizzul-Capello, Venezia, Dr. Hans-Joachim Petersen, Berlino, Martin Leyer-Pritzkow, Düsseldorf PREVIEW: 6, 7, 8 maggio Orario d’apertura 10-13 / 15-18 lunedì chiuso Palazzo Albrizzi Cannaregio 4118 Fermata ACTV Ca’ D’Oro Telefono 041 5225475 [email protected] www.acitve.it Vedere A VENEZIA | 20 Mia Florentine Weiss, «Pegasus: La Libertà nell’Arte» (installazione) «Pegasus: La Libertà nell’Arte» di Mia Florentine Weiss Venice. The Acit, or Italian-German Cultural Association is presenting a multimedia project, “Nature nutrix. Homo Vorax”, curated by Nevia Pizzul-Capello, Hans-Joachim Petersen and Martin Loyer-Pritzkow in the context of “Venice Triennale. Freedom in art”. In the historic Palazzo Albrizzi, works by artists from Europe and beyond, but above all from Germany, will go on show with a common denominator: Nature nutrix, Homo Vorax, ie, the two opposites of man, greedy for power who attacks nature, and a benign Mother Nature who to defend herself becomes hostile. On the one hand, then, artistic expressions of the new avant-garde show us the world we would like to live in, and on the other hand, highlight a nature that is raped and defiled. The performance of Mia Florentine Weiss, for example, restores dignity to man. Her “Pegasus”, the winged horse, symbolises creative thought, the yearning for freedom through art. “The succession of increasingly serious political events, which are threatening the world’s cultural heritage and opening deep wounds in the ecological balance of the planet”, explain the leaders of the Italian-German Cultural Association, “led the Acit of Venice to join forces with organisations such as the Biennale and the Milan Expo to make their voices heard in the belief that art can be a saving grace for humanity”. q V.R. Palazzo Albrizzi, Cannaregio 4118, mar-dom 10-18, tel. 041/5225475, www.acitve.it, «Venice Triennale. Freedom in the art: Natura nutrix. Homo vorax» 10 maggio-24 novembre Vedova e Calder dopo 40 anni Vedova and Calder 40 years later Venezia. Nella Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, a quasi quarant’anni dall’Expo di Montreal del 1967, viene ricostruito il doppio confronto tra il maestro veneziano (1919-2006) e Alexander Calder (1898-1976), due protagonisti di quell’evento. Vedova aveva partecipato con «Spazio, plurimo, luce», un’installazione composta di lastre di vetro realizzate a Murano che proiettano immagini mutevoli, una produzione molto rara, quasi un unicum di fatto mai più ripetuto e in seguito raramente esposto, fatta eccezione per la grande antologica che il Castello di Rivoli dedicò all’artista nel 1998. Tale opera sarà allestita nel Magazzino del Sale. Nello studio di Vedova alle Zattere, invece, troveranno spazio alcune delle grandi e colorate sculture che Alexander Calder aveva progettato per la medesima occasione. I due eventi sono curati da Germano Celant (che si è avvalso della collaborazione di Fabrizio Gazzarri per l’esposizione di Vedova). L’allestimento è curato da Italo Rota. q L.P. Venice. Nearly forty years after the Expo of Montreal in 1967, the Fondazione Emilio e Annabianca Vedova is offering the double comparison between the Venetian master (1919-2006) and Alexander Calder (1898-1976), two of the protagonists of that event. Vedova had participated with “Spazio, plurimo, luce”, an installation composed of panes of Murano glass projecting changing images, in a very rare, almost unique production that was never repeated and later rarely displayed, except at the major retrospective that the Castello di Rivoli dedicated to the artist in 1998. This work will be displayed in the Magazzino del Sale. In Vedova’s studio at the Zattere, instead, there will be some of the large, colourful sculptures that Alexander Calder designed for the same occasion. The two events are curated by Germano Celant (who was assisted by Fabrizio Gazzarri for the Vedova exhibition). The layout is by Italo Rota. q L.P. Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Dorsoduro 42, tel. 041/5226626, www.fondazionevedova.org, Magazzini del Sale (Zattere 266) «Emilio Vedova» e Spazio Vedova (Zattere 50) «Alexander Calder» 6 maggio-1 novembre I segreti del Palazzo della felicità The secrets of the Palace of happiness Venezia. Yarat, realtà non profit dedicata all’arte contemporanea con sede a Baku in Azerbaigian, organizza in Palazzo Barbaro «The Union of Fire and Water», mostra collaterale curata da Suad Garayeva. Per esplorare l’interrelazione tra Venezia e Baku, capitale dell’Azerbaigian, i due artisti Almagul Menlibayeva e Rashad Alakbarov hanno scelto video, sculture e installazioni. La mostra trae ispirazione da un edificio costruito nel 1912 in stile gotico veneziano a Baku: il Mukhtarov’s Palace, fatto erigere per l’amata consorte da uno dei primi magnati del petrolio, Murtuza Mukhtarov. Le sculture di Alakbarov fatte di metallo, luce, ombra e suoni interagiscono con gli interni trecenteschi di Palazzo Barbaro. La videoinstallazione di Menlibayeva illustra invece la vita di Murtuza Mukhtarov e di sua moglie Lisa (nella foto, un particolare). Venice. Yarat, a non-profit organisation dedicated to contemporary art based in Baku, Azerbaijan, has organised “The Union of Fire and Water”, a collateral exhibition in Palazzo Barbaro curated by Suad Garayeva. To explore the inter-relationship between Venice and Baku, capital of Azerbaijan, two artists – Almagul Menlibayeva and Rashad Alakbarov – have chosen videos, sculptures and installations. The exhibition draws inspiration from a building constructed in 1912 in the Venetian Gothic style in Baku: the Mukhtarov’s palace, built for his beloved consort by one of the first oil magnates, Murtuza Mukhtarov. Alakbarov’s sculptures, made of metal, light, shadow and sound, interact with the 14th-century interior of Palazzo Barbaro. The video installation of Menlibayeva instead illustrates the life of Murtuza Mukhtarov and his wife Lisa (pictured, a detail). Palazzo Barbaro, San Marco, 2840, lun/mer-dom 10-18, www.bakuvenice2015.com, «The Union of Fire and Water» 9 maggio-22 novembre Bronzo nella Galleria Ferruzzi Bronze in the Galleria Ferruzzi Venezia. Dopo il successo della recente personale romana nella Biblioteca Angelica, lo scultore Giò di Busca sbarca in laguna nella Galleria Ferruzzi con una selezione di lavori in bronzo. Figurano tra questi il maestoso bronzo lucido «America», l’amica insostituibile «Francesca», i bronzi neri «Baobab» e «I quattro elementi», espressione e compendio dell’artista. Accanto a essi sculture di dimensioni inferiori, come «Chiave interstellare» e «Passaggio per la civiltà». Le sue opere fondono culture radicalmente opposte e declinano riferimenti alla natura, alla musica, all’antico e anche alla modernità tecnologica. I continui studi e l’incessante ricerca (che si esprime anche attraverso la pittura e il disegno) danno vita a un nuovo codice estetico, a un progetto in omaggio e in difesa della bellezza, con un deciso rifiuto dell’omologazione. Giò di Busca, all’anagrafe Giovanni Maria Malerba di Busca, proviene da una famiglia di appassionati d’arte e mecenati, vive e lavora in Canton Ticino. Già da giovanissimo si dedica alla pittura, incoraggiato da esperti e critici quali Oreste Marini, Gustavo Predaval e dal chiarista Angelo del Bon. Si interessa anche alla scultura e, ancora studente al liceo artistico, trascorre un periodo a Parigi presso lo studio dello scultore italo-francese Emile Giglioli. Successivamente frequenta la Facoltà di Architettura di Ca’ Foscari a Venezia e consegue il dottorato al Politecnico di Milano. Si afferma come architetto e designer ma è nella scultura che si realizza la sua passione artistica. q V.R. «Francesca» di Giò di Busca Venice. After the success of the recent one-man show at the Biblioteca Angelica in Rome, the sculptor Giò di Busca arrives in the lagoon’s Galleria Ferruzzi with a selection of bronze works. Among these is the majestic polished bronze “America”, his irreplaceable friend “Francesca”, the black bronzes “Baobab” and “The Four Elements”, the expression and compendium of the artist. Alongside these are smaller sculptures, like “Interstellar key” and “Passage for civilisation”. His works merge radically different cultures and include references to nature, music, and even the Antique and the modern technological era. His ongoing studies and the constant search (expressed also through painting and drawing) give birth to a new aesthetic code, to a project in tribute and in defence of beauty, with a firm rejection of standardisation. Giò di Busca, whose real name is Giovanni Maria Malerba di Busca, comes from a family of art lovers and patrons, and lives and works in the Ticino. In early age, he devoted himself to painting, encouraged by experts and critics such as Oreste Marini, Gustavo Predaval and Angelo del Bon. He also developed an interest in sculpture and while still a student at art school, he spent a period in Paris at the studio of the Italo-French sculptor Emile Giglioli. Subsequently, he frequented the Faculty of Architecture of Ca’Foscari in Venice and obtained his doctorate at the Politecnico di Milano. He established himself as an architect and designer, but it is with sculpture that he has been able to realise his artistic passion. q V.R. Galleria Ferruzzi, 368 Dorsoduro, Fondamenta Ospedaletto, tel. +39 347 9561328, www.giodibusca.com, «Giò di Busca» 1 maggio-31 ottobre Vedere A VENEZIA | 21 «Itsso» di Marcelle Ottier, 2015 Taiwan nel III Millennio Taiwan in the III Millennio Venezia. Nella Galleria d’Arte III Millennio, già padiglione della Biennale di Venezia, una duplice proposta espositiva: dal 6 maggio al 6 giugno è di scena «Beyond Transformation», mostra delle tre artiste taiwanesi Ma Sing Ling (nella foto, «Spring breeze, love is corrispondence»), che lavorano insieme creando composizioni astratte e multicolori. Le opere, ispirate alla filosofia buddhista, richiamano i concetti di armonia, compassione e ricerca della felicità. Non manca poi il riferimento alla musica e al ritmo, mentre l’ordine spiraliforme richiama la circolarità della vita e il continuo rinnovamento delle leggi universali. Dal 10 giugno all’11 luglio sarà la volta di Living Land, personale di Liu Jiu-Tong. I suoi dipinti sono ispirati alla tradizione classica cinese nell’impianto grafico formale, mentre nei contenuti propongono la più moderna filosofia del Buddha. La componente figurativa è abbandonata per lasciare spazio a un paesaggio naturalistico che progressivamente diviene astratto. Venice. In the Galleria d’Arte III Millennio, formerly a pavilion of the Venice Biennale, a dual exhibition will be on offer: from May 6 to June 6, “Beyond Transformation”, an exhibition of three Taiwanese artists will be held: Ma Sing Ling, who work together to create abstract and multicoloured compositions. Their works, inspired by Buddhist philosophy, recall the concepts of harmony, compassion and the pursuit of happiness. There are also references to music and rhythm, while the spiral composition recalls the circularity of life and the continuous renewal of the universal laws. From June 10 to July 11, it will be the turn of “Living Land”, a personal show of Liu Jiu-Tong. His paintings are inspired by the classical Chinese tradition in their formal graphic layout, while in content they offer the more modern philosophy of the Buddha. The figurative component has been dropped to make room for a naturalistic landscape that progressively becomes abstract. Galleria d'Arte III Millennio, San Marco 1047, Rio Terà de le Colonne, tel.041/2413561, www.galleriaterzomillennio.it, «Ma Sing Ling» 6 maggio-6 giugno, «Liu Jiu Tong» 10 giugno-11 luglio Doppia Giudecca e grand hotel Double Giudecca and grand hotel Venezia. Giudecca 795 si sdoppia e apre un secondo spazio nel centro storico di Venezia, nell’ex libreria antiquaria di Cannaregio 1190, ai piedi del ponte del Ghetto Vecchio, con una selezione di artisti già ospiti della galleria principale. Il progetto 795 per la promozione di talenti emergenti aggiunge quindi un nuovo tassello, un ulteriore punto di partenza in un percorso alla ricerca di armonia ed equilibrio nel contemporaneo con richiami al contesto storico e urbano. Lo spazio inaugurato da poche settimane con piccole mostre si chiama ThaumArt 795. Accanto ai giovani come Giulio Rigoni, Jan Mizo e Marcelle Ottier, si ritroveranno nomi già noti come il fotografo veneziano Graziano Arici o la pittrice Paola Failla allieva di Vedova, accomunati da un’attenzione tecnica che spesso implica la riscoperta di tecniche antiche nei rispettivi campi (per esempio la foglia d’oro e la minuziosa pittura prerinascimentale, cifra stilistica di Rigoni). Gli ampi spazi della Galleria Giudecca 795, intanto, continuano a proporsi come «palestra» ospitando parallelamente mostre anche estemporanee, performance, concerti e letture poetiche. Prosegue inoltre la collaborazione con importanti alberghi come l’Hilton Molino Stucky Venice, per il quale la galleria cura la rassegna annuale «ART@Hilton». Quest’anno, in occasione di Expo, Giudecca 795 ha chiesto agli artisti selezionati di lavorare sul tema del cibo, in particolare sul pane, con risultati interessanti. Le prossime mostre in programma ad ART@Hilton riguardano il fotografo 22enne Gjon Jakaj, il pittore Giulio Rigoni, il fotografo Giuseppe Cozzi e, a seguire, Mizo e Duarja. Tutte le mostre dell’Hilton proseguiranno nella galleria Giudecca 795. q V.R. Venice. Giudecca 795 doubles and opens a second space in the historic centre of Venice, in the former antiquarian bookstore at Cannaregio 1190, at the foot of the bridge of the Ghetto Vecchio, with a selection of guest artists already hosted in the main gallery. The 795 project for the promotion of emerging talent thus adds a new element, a further starting point in a journey in search of harmony and balance in contemporary art, with references to the historical and urban context. The space that opened a few weeks ago with small exhibitions is called ThaumArt 795. Alongside young artists like Giulio Rigoni, Jan Mizo and Marcelle Ottier, one can find well-known names such as Venetian photographer Graziano Arici or painter Paola Failla, a student of Vedova, who all share a technical focus that often involves the rediscovery of old techniques in their respective fields (for example the use of gold leaf and meticulous pre-Renaissance painting typical of Rigoni’s style). The large spaces of Galleria Giudecca 795, meanwhile, continue to act as a ‘gym’ hosting, in parallel, sometimes impromptu exhibitions, performances, concerts and poetry readings. The collaboration with major hotels such as the Hilton Molino Stucky Venice continues, for which the gallery hosts an annual review, “ART@Hilton”. This year, on the occasion of Expo, Giudecca 795 has asked the artists selected to work on the theme of food, especially bread, with interesting results. The next shows scheduled for ART@Hilton concern 22-year-old photographer Gjon Jakaj, painter Giulio Rigoni, photographer Giuseppe Cozzi and, later, Mizo and Duarja. All the Hilton exhibitions then continue at Giudecca 795. q V.R. ThaumArt 795, Cannaregio 1190 tel.340/8798327, www. thaumart795.com, dom-gio 10,30-15,30, ven 10,30-19,30, «Giulio Rigoni. Le torri d’oro» maggio-luglio, «Graziano Arici» settembre. Hilton Molino Stucky Venice, Giudecca 810, tel. 340/8798327, www.giudecca795.com, «Gjon Jakaj» fino al 23 mag, «Giulio Rigoni» 25 mag-29 lug , «Giuseppe Cozzi» 1 ago-23 set, «Aqua Open Project» 25 set-23 nov, «Duarja» 25 nov-25 gen, Giudecca 795 Art Gallery, fondamenta San Biagio, tel. 340/8798327,www. giudecca795.com, mar-gio/sab-dom 1620, chiuso dal 10 al 24 agosto, «Gjon Jakaj» fino al 30 giu, «Marcelle Ottier e Schisci Studio» 30 giu-30 set, «Giuseppe Cozzi» 25 set-15 ott , «Jan Mizo» 20 ott-20 nov e «Duarja» 25 nov- 25 gen Galleria d’Arte III Millennio contemporary & modern art pavilion of Biennale di Venezia San Marco, 1047 - 30124 Venezia Rio Terà de le Colonne ( Calle dei Fabbri ) la Galleria d’Arte III Millennio, padiglione Moldavia 54. Biennale di Venezia, in occasione della 56. Biennale di Venezia “all the world’s futures” presenta: Vedere A VENEZIA | 22 “Beyond Transformation” “Living Land” mostra di Ma Sing Ling mostra di Liu Jiu-Tong grand finishing touch - deep affection 06 maggio - 06 giugno 2015 opening sabato 09 maggio 2015 ore 18 where water meets the sky 10 giugno - 11 luglio 2015 opening sabato 13 giugno 2015 ore 18 Bugno tra Pop e multiculturalismo Bugno twixt Pop and multiculturalism Venezia. Pittura, scultura e fotografia sono differenti modalità espressive, diverse declinazioni della contemporaneità talvolta unite sotto il segno di una generale comunanza stilistica. «Contemporaneamente» è il titolo scelto da Bugno Art Gallery per indicare la propria proposta espositiva durante il periodo della 56ma Esposizione Internazionale d’Arte. Da maggio a fine novembre la galleria veneziana destina i propri spazi a tutti gli artisti con i quali collabora abitualmente, inserendoli in una mostra collettiva mutevole e in continuo divenire. Il progetto, della durata complessiva di circa sette mesi, consiste in un avvicendamento di opere provenienti da svariate latitudini, ciascuna con un proprio carattere distintivo ma al contempo accomunate dalla globalizzazione e dal multiculturalismo in una nuova percezione estetica universale della forma. Dal nuovo puntinismo di Gavin Rain si passa così alle ironiche ed enormi banconote di Paul Rousso, dallo storicizzato British Pop Joe Tilson alle atmosfere «barocche» e irreali di Fabio Bianco, dalle «cinematografiche» vedute notturne di New York di Luca Campigotto alle fotografie «industriali» di Andrea Morucchio. Tra gli altri artisti presenti Desire Obtain Cherish, Gino Blanc e Stefano Curto. q Veronica Rodenigo show that constantly changes and evolves. The project, lasting a total of about seven months, consists of a succession of works from various latitudes, each with its own distinctive character but at the same time united by globalisation and multiculturalism in a new universal aesthetic perception of form. The works range from the new pointillism of Gavin Rain to the ironic, huge banknotes of Paul Rousso, and from the historicised British Pop artist Joe Tilson to the “baroque” and unreal atmospheres of Fabio Bianco, from the “film-like” night views of New York by Luca Campigotto the “industrial” photographs by Andrea Morucchio. Among the other artists featured are Desire Obtain Cherish, Gino Blanc and Stefano Curto. q Veronica Rodenigo «Sapphire» di Fabio Bianco, 2014 © Fabio Bianco Bugno Art Gallery San Marco 1996/d, lun-sab 10,30-19,30, dom 16-19,30, tel. 041/5231305, www.bugnoartgallery.com, «Contemporaneamente» 3 maggio-28 novembre Venice. Painting, sculpture and photography offer different forms of expression, different variations of the contemporary that are sometimes united under the sign of a general stylistic commonality. “At the same time” is the title chosen by Bugno Art Gallery for its show during the period of the 56th International Art Exhibition. From May to the end of November, the Venetian gallery devotes its space to all the artists with whom it collaborates regularly, putting them in a group La potenza di Potenza The power of Potenza Venezia. Ad accogliere i visitatori nella città lagunare vi è un ricco repertorio di sculture dell’artista Gianmaria Potenza, scultore e mosaicista veneziano, classe 1936. Nella stazione Santa Lucia è installato «Cavallo», inedita opera in corten. Lungo il Canal Grande, invece, all’altezza di Ca’ Rezzonico, s’innalzano quattro grattacieli, ciascuno dell’altezza di quattro metri, in bronzo e di diversi colori. Il percorso prosegue nel vicino rio degli Ognissanti, a San Trovaso, con i «Gufi Giano», diventati ormai il simbolo consolidato dell’opera dell’artista. Alle Zattere tre «Totem» alti 10, 8 e 5 metri si ergono verso il cielo in smagliante color rosso. Tre «Sculture-fontana» alte 3 metri, sempre in bronzo, figurano infine nel padiglione ExpoAquae a Marghera, ribadendo l’importanza fondamentale che l’acqua riveste anche per il cibo. Per tutta la durata della Biennale, inoltre, sarà possibile visitare l’atelier di Potenza a San Trovaso. VENICE. Welcoming visitors to the lagoon city is a rich collection of sculptures by Gianmaria Potenza, aVenetian sculptor and mosaic artist, born 1936. The station of Santa Lucia is home to “Horse”, a new work made of Corten. Along the Grand Canal, instead, near Ca’ Rezzonico, there are four skyscrapers, each four metres high, made of bronze and in different colours. The itinerary continues to the nearby rio Ognissanti at San Trovaso, with the “Janus Owls”, which have become the consolidated symbol of the artist’s work. At the Zattere, there are three “Totems” ten, eight and five metres high rising into the sky in brilliant red. Three three-metre-high “Sculpture-fountains”, also in bronze, stand in Aquae expo hall in Marghera, reaffirming the fundamental importance of water for food. For the duration of the Biennale, moreover, one can visit Potenza’s studio at San Trovaso. Atelier di Potenza, San Trovaso (su prenotazione: tel. 041/5287266 o [email protected]) «Cavallo» di Gianmaria Potenza Vedere A VENEZIA | 23 Sguardi di donna e sguardi sul futuro A female eye and a look at the future Venezia. Per la mostra «Future Histories», curata da Magnus af Petersens e organizzata dalla V-a-c Foundation, Mark Dion e Arseniy Zhilyaev hanno trasformato la Casa dei Tre Oci in una Wunderkammer. Il percorso gioca sulla natura ambivalente dei musei: custodi di culture lontane, ma anche guardiani della storia ufficiale, sistemi di controllo colonialista e luoghi che concorrono alla formazione d’idee sulla condizione politica ed economica contemporanea. «The Wonder Workshop» («Laboratorio delle meraviglie») è un piccolo ipotetico museo del futuro in cui Mark Dion presenta una serie di sculture realizzate da un gruppo di artisti e artigiani partendo da incisioni del XVII secolo raffiguranti animali esotici. Più inquietante, invece, il futuro prospettato da Arseniy Zhilyav in «Cradle of Humanity» («Culla dell’umanità»): un museo immaginario dedicato alle origini della civiltà, istituito da un popolo alieno dopo che l’umanità ha lasciato la Terra, un luogo in cui commemorare figure storiche ed eventi che hanno portato alla conquista dello spazio riportando in vita gli antenati del visitatore attraverso corpi ottenuti con ricerche sul DNA. Dall’11 settembre al 10 gennaio, infine, i Tre Oci ospiteranno la collettiva «Sguardo di donna», curata da Francesca Alfano Miglietti e allestita da Antonio Marras. Saranno esposte le opere fotografiche di 26 artiste tra cui Diane Arbus, Letizia Battaglia, Sophie Calle, Nan Goldin e Yoko Ono. Gli scatti offrono un punto di vista femminile su temi quali conflitto, relazione, sofferenza, paura e mutazioni. q Veronica Rodenigo «The gender study_Valentin P. III» di Bettina Rheims Venice. For the “Future Histories” exhibition curated by Magnus af Petersens and organised by the V-a-c Foundation, Mark Dion and Arseniy Zhilyaev have transformed the Casa dei Tre Oci into a Wunderkammer. The layout plays on the ambivalent nature of museums: custodians of distant cultures, but also the guardians of official history, systems of colonial control and places that contribute to the formation of ideas on the contemporary political and economic condition. “The Wonder Workshop” is a small hypothetical museum of the future in which Mark Dion presents a series of sculptures created by a group artists and craftsmen basing themselves on some 17th-century engravings depicting exotic animals. More disturbing is the future outlined by Arseniy Zhilyav in “Cradle of Humanity”: an imaginary museum dedicated to the origins of civilisation, set up by an alien people after humanity has left Earth; a place in which to commemorate historical figures and events that led to the conquest of space and reviving the visitor’s ancestors through the creation of bodies obtained thanks to DNA research. From September 11 to January 10, finally, the Three Oci will host the collective “A female eye”, curated by Francesca Alfano Miglietti in a layout by Antonio Marras. It will present the photographic works of 26 artists including Diane Arbus, Letizia Battaglia, Sophie Calle, Nan Goldin and Yoko Ono. The images offer a female point of view on issues such as conflict, relations, suffering, fear and mutations. q Veronica Rodenigo Casa dei Tre Oci, isola della Giudecca, fondamenta delle Zitelle 43, mar-dom 10-18, tel. 041/2412332, 041/2410775, www. treoci.org, «Future Histories» 9 maggio-23 agosto, «Sguardo di donna. Da Diane Arbus a Letizia Battaglia, la passione e il coraggio» 11 settembre-10 gennaio Qiu Zhijie nel Caffè in cui nacque la Biennale | Qiu Zhijie in the coffee shop where the Biennale was born Venezia. A fine Ottocento, nella sala Senato dello storico Caffè Florian affacciato su piazza San Marco, Riccardo Selvatico, intellettuale e sindaco di Venezia, assieme ai suoi amici letterati ebbe l’idea di creare la Prima Esposizione d’Arte, poi divenuta Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia. Per celebrare la ricorrenza di tale avvenimento nel 1988 venne ideata la prima edizione di «Temporanea, le realtà possibili del Caffè Florian», progetto attraverso il quale un artista contemporaneo trasforma periodicamente uno o più ambienti del caffè di piazza San Marco. Da allora molti nomi celebri si sono succeduti in questi spazi: Bruno Ceccobelli, Mimmo Rotella, Fabrizio Plessi, Gaetano Pesce, Luca Buvoli, Arcangelo, Irene Andessner, Fausto Gilberti, Botto&Bruno, MarcoTirelli, Pietro Ruffo e Omar Galliani, protagonista due anni fa della mostra «Il sogno della Principessa Lyu Ji», organizzata in concomitanza con la 55ma Biennale d’Arte. Dal 7 maggio al 31 agosto, con La natura metafisica Metaphysical nature Venezia. Doppio appuntamento veneziano per Francesco Bosso (1959), fotografo italiano interprete del paesaggio e della natura selvaggia. Oltre a partecipare alla Biennale nel Padiglione internazionale Grenada è ospite del Centro Culturale Candiani di Mestre con una monografica che ne raccoglie più di 60 scatti in bianco e nero che esplorano l’attività tettonica della natura. Dune in movimento, rocce scolpite e acque agitate, forme apparentemente caotiche e frammentate, visioni di paesaggio incontaminato ispirate alla drammatica grandiosità della pittura romantica. Secondo il curatore Walter Guadagnini «le immagini scattate da Bosso in diversi luoghi del mondo non raccontano l’esotismo turistico di queste terre, quanto la capacità della fotografia di restituire agli occhi una realtà trasformata per via di luce e di poesia. Quello di Bosso è Vedere a VENEZIA | 24 la direzione artistica di Stefano Stipitivich, sarà la volta dell’artista cinese Qiu Zhijie (nella foto) (Fujian, 1969), che dopo aver esposto durante la Biennale del 2013 nella Fondazione Querini Stampalia torna a Venezia per reinterpretare la Sala cinese e i tavolini esterni del Florian. VENICE. In the late 19th century, Riccardo Selvatico, an intellectual and mayor of Venice, and his literary friends met in the sala Senato of the historic Caffè Florian in St Mark’s Square and had the bright idea of creating the first Exhibition of art, which later became the Venice Biennale of Contemporary Art. To celebrate the event, the first edition of “Temporanea, the possible realities of Caffè Florian” was held in 1988: a project in which a contemporary artist periodically transforms one or more rooms in the historic cafe. Since then, many famous names have worked in these spaces: Bruno Ceccobelli, Mimmo Rotella, Fabrizio Plessi, Gaetano Pesce, un mondo metafisico nel quale il tempo appare sospeso. Non a caso frequentemente l’artista ama confrontarsi con paesaggi innevati, distese d’acqua o di sabbia, spazi vuoti che dicono (prima ancora che dell’assenza dell’uomo) della presenza di una natura che è insieme materia e stato d’animo, pura forma e visione simbolica». q V.R. Venice. A double Venetian appointment for Francesco Bosso (1959), an Italian photographer and interpreter of landscape and wildlife. In addition to participating at the «Apocalyptic, Iceland 2013» di Francesco Bosso Luca Buvoli, Arcangelo, Irene Andessner, Fausto Gilberti, Botto&Bruno, Marco Tirelli, Pietro Ruffo and Omar Galliani, the star two years ago of the show called “The dream of Princess Lyu Ji”, organised in conjunction with the 55th Biennale. From May 7 to August 31, with the artistic direction of Stefano Stipitivich, it will be the turn of the Chinese artist Qiu Zhijie (pictured) (Fujian, 1969), who, after having participated at the 2013 Biennale at the Fondazione Querini Stampalia, is now back in Venice to re- interpret Florian’s Chinese Room and outdoor tables. Caffè Florian, piazza San Marco 56, tel. 041/5205641, www.caffeflorian.com, «Le realtà possibili del Caffè Florian. Qiu Zhijie» 7 maggio-31 agosto Biennale in the International Grenada Pavilion, he is a guest of the Centro Culturale Candiani in Mestre with a monographic show that brings together more than 60 shots in black and white that explore the tectonic activity of nature. Moving dunes, sculpted rocks and rough waters, seemingly chaotic and fragmented shapes, visions of pristine landscape inspired by the dramatic grandeur of Romantic painting. According to the curator, Walter Guadagnini, “the images taken by Bosso in different parts of the world do not illustrate the touristic exoticism of these lands, but rather the ability of photography restore a reality transformed by light and poetry. To Bosso, it is a metaphysical world in which time seems suspended. It is no coincidence that the artist frequently likes to photograph snowy landscapes, bodies of water or sand, empty spaces that speak (not so much about the absence of man as) of the presence of a nature that is both matter and mood, pure form and symbolic vision”. q V.R. Centro Culturale Candiani, piazzale Candiani 7, Mestre, tel. 041/2386111, mar-dom 10-20, www.candiani.comune.venezia.it, «Francesco Bosso. The beauty between order and disorder» 8 maggio-28 giugno Gli italiani fotografati a tavola Italians photographed at table Stra (Ve). In occasione dell’Expo 2015 il Museo Nazionale Villa Pisani ospita la mostra fotografica «Italiani a tavola 1860-1960», curata da Alberto Manodori Sagred e organizzata da Munus (società concessionaria dei servizi museali che da anni si occupa di questa prestigiosa villa veneta) in collaborazione con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Venezia, Belluno, Padova e Treviso e con Link Campus University (catalogo Munus-Palombi). Il percorso si snoda nelle diverse aree dell’edificio e del suo parco. Ubicato lungo il fiume Brenta, con 114 stanze, arredi e opere originali del Sette-Ottocento, tra cui l’affresco «Gloria della famiglia Pisani» di Giambattista Tiepolo, questo complesso è uno degli esempi più rilevanti di villa veneta. Il fulcro della rassegna è un nucleo di oltre cento fotografie, che seguendo un ordine cronologico rivelano abitudini e cambiamenti nelle tradizioni conviviali del Belpaese. I soggetti sono luoghi, persone, incontri al bar, ricorrenze familiari e ufficiali, momenti di domestica quotidianità, pause nelle mense militari e dei collegi, ritrovi di artisti, e ancora, attività di produzione e commercio, campi coltivati, negozi, pesca in barca e il forno del pane. La Casa del giardiniere nel parco della villa ospita invece la sezione «Veneziani a tavola». Accanto al racconto per immagini (il cui arco temporale va dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni Sessanta del secolo scorso) vi sono cinquanta pezzi tra maioliche, vetri e porcellane restaurati grazie al supporto della Venetian Heritage Inc. e dell’Unesco. Nella sala da Pranzo, anch’essa restaurata, le piattaie, le credenze rococò e il tavolo apparecchiato evocano antichi banchetti. Si visita anche l’Orangerie ottocentesca, votata alla coltivazione allora elitaria delle arance, apprezzate per le caratteristiche sia ornamentali sia produttive. Si passa quindi alla collezione di piante e alla ghiacciaia ottocentesca, aperta al pubblico per la prima volta. Oltre a documentare i cambiamenti dell’Italia attraverso il cibo e lo stare a tavola, la mostra analizza l’evoluzione della fotografia attraverso una selezione di macchine fotografiche di epoche differenti. Alle ultime tendenze legate al cibo e alla sua rappresentazione è infine riservato il concorso per fotoamatori «Italiani a tavola. Riflessi contemporanei», terminato a marzo con la selezione di 30 finalisti. q M.R. In alto, Villa Pisani. Qui a fianco, «Brindisi a Pompeo Bonfili» (ante 1870) di Michele Mang. Lo scatto è stato realizzato nello studio del pioniere della fotografia in piazza di Spagna. Tra le persone ritratte c’è Mang stesso, il secondo in piedi da sinistra Stra (Ve). On the occasion of Expo 2015, the Museo Nazionale Villa Pisani is hosting a photographic exhibition entitled “Italians at table, 1860-1960”, curated by Alberto Manodori Sagred and organised by Munus (the company that has been responsible for the museum side of this prestigious villa veneta for years) in collaboration with the Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio for the provinces of Venice, Belluno, Padua and Treviso and Link Campus University (catalogue by Munus-Palombi). The exhibition unfolds in the different areas of the building and its park. Located on the banks of the River Brenta, and containing 114 rooms, furnishings and original works of the 18th and 19th centuries, including Giambattista Tiepolo’s fresco of the “Glory of the Pisani family”, this complex is one of the most important examples of villa veneta. The centrepiece of the exhibition is a group of over 100 photographs set out in chronological order and revealing the habits and changes in the convivial traditions of Italy. The subjects of the photographs are places, people, meetings in a bar, family and official celebrations, moments of a domestic everyday nature, free time in military canteens and colleges, gatherings of artists and more, together with production and trade, the cultivation of fields, shops, fishing from boats and bread ovens. The gardener’s house in the grounds of the villa hosts the “Venetians at table” section. Next to the story in pictures (stretching from the second half of the1800s to the 1960s) there are 50 objects, including majolica, glass and porcelain restored thanks to the support of Venetian Heritage Inc. and Unesco. In the dining room, itself restored, the crockery, rococò sideboards and set table evoke ancient banquets. The visit includes the 19th-century Orangerie, devoted to the then-elitist cultivation of oranges, appreciated for their ornamental characteristics as well as for their fruit. And then on to the collection of plants and the 19th-century ice house, open to the public for the first time. In addition to documenting changes in Italy through food and being at table, the exhibition examines the evolution of photography through a selection of cameras from different eras. The latest trends related to food and its depiction is the theme of the competition for amateur photographers, with the title of “Italians at table. Contemporary reflections”, which ended in March with the selection of 30 finalists. q M.R. Museo Nazionale Villa Pisani, via Doge Pisani 7, mar-dom 9-20 (fino al 30 settembre), mar-dom 9-17 (1-31 ottobre) tel. 049/502270, www.villapisani.beniculturali.it, «Italiani a tavola 1860-1960» fino al 31 ottobre Vedere in provincia di vENEZIA | 25 Le perle di Villegrandtour The Pearls of Villegrandtour VENETO. Villegrandtour è un network che riunisce alcune ville venete in una serie di percorsi culturali e storici. Tra gli artisti e architetti coinvolti nella realizzazione di queste antiche dimore Andrea Palladio, Francesco Muttoni, Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese, solo per citarne alcuni. VENETO. Villegrandtour is a network linking a number of villas in the Veneto in a series of cultural and historical trails. The artists and architects involved in building and designing these splendid houses include Andrea Palladio, Francesco Muttoni, Giambattista Tiepolo and Paolo Veronese, to name just a few. amphitheatre set into the hillside, with ponds, views and areas of natural landscape and land under cultivation. Dall’alto a sinistra e in senso orario, Museo dell'Automobile Bonfanti-Vimar, Museo Toni Benetton e Villa Valmarana ai Nani Villa di Maser. Fu costruita da Andrea Palladio tra il 1554 e il 1560 per l’umanista Daniele Barbaro e suo fratello Marcantonio Barbaro su un vecchio palazzo medievale. È decorata con un ciclo di affreschi di Paolo Veronese e stucchi di Alessandro Vittoria, allievo di Jacopo Sansovino. Dal 1996 è patrimonio Unesco. Villa di Maser. The villa was built over a pre-existing medieval palace by Andrea Palladio between 1554 and 1560 for the humanist Daniele Barbaro and his brother Marcantonio Barbaro. It is decorated with a cycle of frescoes by Paolo Veronese and stuccoes by Alessandro Vittoria, a pupil of Jacopo Sansovino. It has been a UNESCO World Heritage site since 1996. Maser (TV), via Cornuda 7, mar-sab 10-18, dom 11-18, tel. 0423/923004, www.villadimaser.it Orgiano (Vi), via San Francesco 2, dom e festivi 15-19 fino al 31 ottobre, chiuso 1-20 agosto, tel. 335/8221426, www.villafracanzanpiovene.com Museo dell’Automobile Bonfanti-Vimar. Ripetutamente premiato come migliore museo europeo della motorizzazione, è tra i primi dieci musei del Veneto per numero di visitatori: 35mila ogni anno. Propone corsi di restauro per veicoli d’epoca e ospita numerosi cimeli. Bonfanti-Vimar Automobile Museum. A regular winner of the prize for best motor museum in Europe and among the top ten most visited museums in the Veneto, with 35,000 visitors per year. It offers courses in vintage car restoration and contains numerous memorabilia. Romano d’Ezzelino (Vi), via Torino 2, mar-dom 10-12, tel. 0424/513690, www.musoebonfanti.veneto.it Tenuta Frassanelle. Posizionata ai piedi dei Colli Euganei, appartiene alla famiglia dei Conti Papafava dei Carraresi dal 1263. Comprende un terreno coltivato di 80 ettari, un parco del 1860 di circa 120 ettari, una villa ottocentesca, una fattoria del 1601 e alcune case coloniche. Museo Toni Benetton. Usata nel Settecento come dimora Tenuta Frassanelle. An estate located at the foot of the Colli estiva dalle ricche famiglie veneziane, dal 2000 ospita il Museo Toni Benetton, voluto dalla famiglia dello scultore (1910-66). Una settantina di opere sono allestite nell’antico parco di 20mila metri quadri. Euganei that has been in the Counts of Papafava dei Carraresi family since 1263. It includes 80 hectares of cultivated land, around 120 hectares of parkland laid out in 1860, a 19thcentury villa, a farm established in 1601 and a number of outlying buildings. Toni Benetton Museum. Used by wealthy Venetian families in the 18th century as their summer residence and since 2000 housing the Toni Benetton Museum, which was founded by the sculptor’s family (1910-1966). Some sixty works are scattered around the 20,000 sq.m. of ancient parkland. Mogliano Veneto (TV), via Marignana 112, su prenotazione, tel. 041/942111, www.museotonibenetton.it Castello di Monselice. Complesso di edifici eretti tra l’XI e il XVI secolo ai piedi del Colle della Rocca. La Biblioteca di fine Cinquecento ospita dal 1998 l’Antiquarium Longobardo (un piccolo museo con i reperti della limitrofa necropoli longobarda), ma vi sono anche il Museo delle Rarità di Carlo Scarpa e l’Aula Aldo Businaro. Monselice Castle. A series of buildings erected between the 11th and 17th centuries at the foot of Colle della Rocca. The late-16th century library has housed the Antiquario Longobardo (a small museum containing the finds from a nearby Longobard necropolis) since 1998. The castle also hosts Carlo Scarpa’s Museo delle Rarità and the Aula Aldo Businaro. Monselice (PD), via del Santuario 11, lun-dom 9-12, 15-18, tel. 0429/72931, www.castellodimonselice.it Villa Fracanzan Piovene. Monumentale villa costruita nel 1700 su progetto di Francesco Muttoni, è uno dei rari esempi di architettura barocca in Veneto. Al medesimo architetto, studioso di Palladio, si devono anche l’impostazione del giardino e l’anfiteatro collinare, con peschiere, prospettive, spazi naturali e coltivati. Villa Fracanzan Piovene. Monumental villa built by Francesco Muttoni in 1700 and one of the rare examples of Baroque architecture in the Veneto. The same architect, a keen follower of Palladio, also designed the garden and Vedere IN VENETO | 26 Rovolon (PD), via Frassanelle 14, su prenotazione, tel. 049/9900054, 335/1274151, 340/7714819, www.frassanelle.it Villa Borromeo. Tipica dimora veneta, sorge in un complesso abitativo agricolo legato alla famiglia Borromeo del 1615 ca. Nel piano nobile ospita una sequenza di sale affrescate fra Sei e Settecento da artisti del luogo. Villa Borromeo. A typical Veneto residence set amid numerous farm buildings associated with the Borromeo family and dating from around 1615. The first floor boasts a series of rooms decorated with frescoes painted by local artists in the 17th and 18th centuries. Sarmeola di Rubano (PD), via della Provvidenza 61, su prenotazione, tel 049/8979900, www.villaborromeo-pd.it Villa Foscarini Rossi. Complesso seicentesco lungo la Riviera del Brenta composto da foresteria e villa padronale commissionato dai Foscarini ad architetti come Vincenzo Scamozzi, Francesco Contini, Giuseppe Jappelli e a pittori e decoratori come Pietro Liberi e Domenico de Bruni. La villa padronale ospita il Museo Rossimoda, dedicato alla calzatura. Villa Foscarini Rossi. A set of 18th-century buildings set on the banks of the Brenta, comprising a guest house and the main villa built for the Foscarini family by architects such as Vincenzo Scamozzi, Francesco Contini and Giuseppe Jappelli. It contains decorations by artists such as Pietro Liberi and Domenico de Bruni. The main building houses the Rossimoda shoe museum. Stra (VE), via Doge Pisani 1, aprile-ottobre lun-ven 9-13/14-18, sab-dom 14,30-18 novembre-marzo lun-ven 9-13, tel. 049/9801091, www.villafoscarini.it Tenuta Ca’ Zen. Costruita a inizio Settecento dagli Zen, famiglia di patrizi veneziani, la villa conserva l’impianto settecentesco nel corpo centrale, nelle scuderie e nella barchessa. A fine Ottocento fu ampliata con ale laterali ed estesi granai. Ubicata nel Parco del Delta del Po fu celebrata da Lord Byron nei versi di Stanzas to the Po. Tenuta Cà’ Zen. An estate established in the early 18th century by the aristocratic Venetian Zen family. The central section of the villa, the stables and the “Barchessa” preserve the original 18th-century layout. The villa was enlarged at the end of the 19th century through the addition of the two wings and large barns. The estate is set in the Park of the Po Delta and was celebrated in Lord Byron’s Stanzas to the Po. Taglio di Po (RO), Ca’ Zen 4, su prenotazione, tel. 0426/346469, www.tenutacazen.it Castello di Thiene. È il più cospicuo edificio gotico vicentino del XV secolo, esempio di villa prepalladiana che fonde le caratteristiche del castello a quelle del palazzo veneziano. Conserva gli affreschi del XVI secolo di Giovanni Battista Zelotti, e di Giovanni Battista Fasolo e le scuderie di Francesco Muttoni del XVIII secolo. Thiene Castle. This 15th-century Gothic building is the most imposing of its kind in the Vicenza area and a fine example of a pre-Palladian villa, combining as it does the characteristics of a castle with those of a Venetian palace. It contains 16th-century frescoes by Giovanni Battista Zelotti and by Giovanni Battista Fasolo, as well as stables built in the 18th century by Francesco Muttoni. Thiene (Vi), corso Garibaldi 2, su prenotazione, tel. 329/8541962, www.castellodithiene.com Villa Trissino Marzotto. Edificata nell’alto Medioevo come roccaforte prima e castello poi, fu trasformata nel XV secolo in villa di campagna. Tra il 1718 e il 1722 fu ampliata e restaurata da Francesco Muttoni. È circondata da un ampio parco settecentesco. Villa Trissino Marzotto. Originally designed as a fortress in the early Middle Ages and later enlarged into a castle, this building was converted into a country villa in the 15th century. It was enlarged and restored by Francesco Muttoni between 1718 and 1722. It is set in a large park laid out in the 18th century. Trissino (Vi), piazza Giangiorgio Trissino 2, lun-ven 10-12/15-17, sab 10-12, tel. 0445/962029, www.villatrissinomarzotto.it Villa Valmarana ai Nani. Costruita nel 1670, fu dotata negli anni successivi di una barchessa e di una foresteria. Nel 1757 Giambattista e Giandomenico Tiepolo affrescarono le undici stanze della palazzina e della foresteria con scene di soggetto mitologico. Si affaccia su un parco storico. Villa Valmarana ai Nani. The villa was built in 1670 and an outlying “Barchessa” and guest house were added in later years. In 1757 Giambattista and Giandomenico Tiepolo adorned the rooms of the main house and guest house with a series of frescoes with mythological themes. The villa is set in ancient parkland. Vicenza, stradella dei Nani 8, mar-ven 10-12,30/15-18, sab-dom 10-18, tel. 0444/321803, www.villavalmarana.com www.villegrandtour.it [email protected] Dall'alto: Villa Fracanzan Piovene, Villa Foscarini Rossi, Tenuta Cà Zen, Villa Trissino Marzotto, Tenuta Frassanelle, Villa Borromeo, Castello di Thiene, Castello di Monselice, Villa di Maser Nicolò Degiorgis, «CIMA», 2014, installazione. Magnifica Comunità di Cadore, Pieve di Cadore, a cura di Iolanda Da Deppo (Gal Alto Bellunese) Quando la montagna diventa leader When mountains become leaders Lozzo di Cadore (Bl). Il Gruppo di Azione Locale Alto Bellunese, Gal, è un’istituzione finalizzata allo sviluppo rurale del territorio attraverso la cultura. Ne parla il presidente Flaminio Da Deppo. Qual è l’ambito di competenza di Gal Alto Bellunese? Fin dalla fondazione abbiamo lavorato nell’ambito della cultura. Abbiamo il dovere e la necessità di creare le condizioni affinché sul territorio si producano le nuove idee di cui lo stesso territorio ha bisogno. Nei programmi europei esiste la necessità di non uniformare le proposte e le attività, ma di evidenziare le differenze tra i vari territori. Con quali soggetti vi confrontate e in che modo? Con i musei, i curatori, gli artisti, le istituzioni e il pubblico, innescando con essi un dialogo diretto e concreto che porti a nuove idee. Mescoliamo installazioni, performance, interventi accademici. È necessario attuare un cambiamento radicale del punto di vista e ricercare rotte diverse. Quali progetti avete realizzato? Tanti. Recentemente «Chiavi di accesso» nell’ambito del programma «Interreg IV Italia-Austria» del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Ci siamo rapportati con realtà vicine alle nostre: il Südtirol e la città di Glorenza, la Comunità Montana della Carnia, la regione di Landeck nell’ovest del Tirolo austriaco. Tutti luoghi lontani dai centri. Servono innovatori, scelte nette e nuove. Questo vale soprattutto in situazioni periferiche come le nostre, ma anche nei centri, dove ci si adagia nel sicuro e nel tranquillo. In quali altri progetti siete impegnati? Ci occupiamo della promozione e fruizione del patrimonio artistico del territorio con il progetto «Tesori d’arte nelle chiese del bellunese». Nell’alto bellunese c’erano intere aree dormienti che sono state trainanti nel passato e poi dimenticate; fare in modo che la popolazione se ne appropri significa generare nuove idee. Abbiamo sostenuto un bando per il recupero di edifici pubblici e privati, con il 1955 come spartiacque ideale: è la data che segna l’inizio della speculazione edilizia e il momento in cui si è perso il rapporto con l’ambiente e il territorio. Programmi futuri? Vogliamo sviluppare questa linea operativa lavorando con le realtà a noi vicine come l’Austria e la Val Pusteria. Stiamo cercando di recuperare questi rapporti. Come pensate di concretizzare questa idea? Abbiamo dato vita ad AdMuseum, un progetto tranfrontaliero con l’obiettivo di rafforzare la rete dei musei. Vogliamo sviluppare progetti insieme, lavorare come un’unica comunità, con un’unica strategia. q M.R. Lozzo di Cadore (Bl). Gruppo di Azione Locale Alto Bellunese, GAL for short, is an organisation set up to foster rural development through culture. Its chairman, Flaminio Da Deppo is happy to discuss its aims. What is GAL’s field of operation exactly? Ever since we were founded we’ve always worked in the field of culture. We have the duty and the need to promote the conditions conducive to the generation of the new ideas the region itself so badly needs. It is part of European policy not to develop uniform packages of projects and schemes designed to fit all circumstances, but to try to bring out the differences between various regions. Who exactly do you address and in what way? Museums, curators, artists, institutions and the general public. We try to involve them all directly in lively and concrete debate, which we hope will give rise to fresh ideas. We blend installations, performances and academic discussions. We need to make radical changes in the way we look at things and find new ways forward. What have you achieved? A lot. We recently held “Chiavi di accesso” as part of the “Interreg IV Italia-Austria” programme of the European Fund for Regional Development. We were able to compare ourselves with other similar regions: the South Tyrol and the town of Glorenza, the Carnic Alps area and the Landeck region in the western part of the Austrian Tyrol. All places a long way from big cities. We need innovators prepared to make clear, new choices. That applies especially to peripheral areas like ours, but it also goes for larger cities, where it’s easy to sit back and relax in a supportive environment. What other schemes are you involved in? We’re concerned to promote and exploit the area’s artistic heritage through the “Tesori d’arte nelle chiese del bellunese” (Art Treasures in the Churches in the Belluno Area) project. In the upper Belluno region there were entire areas that used to be centres of dynamic activity and were gradually forgotten. Finding a way for people to reclaim them means generating new ideas. We issued invitations to tender for the restoration of public and private buildings, taking 1955 as the cut-off date (since it’s the year property speculators moved in and when we lost touch with the environment and a sense of the area as a whole). Plans for the future? We want to develop this line of thinking, working with other nearby areas with similar characteristics, like Austria and Val Pusteria. We’re working on building a good relationship. How to you intend putting it into practice? We’ve launched AdMuseum, a cross-border project that aims to reinforce the network of museums. We want to develop projects together, working as a single community, with a common strategy. q M.R. Gal Alto Bellunese www.chiavidiaccesso.it, www.admuseum.eu, www.galaltobellunese.com In Val di Zoldo, il villaggio di Fornesighe è un esempio di intervento di recupero e restauro di edifici storici promosso dal Gal Alto Bellunese, che ha visto collaborare insieme soggetti pubblici e privati. Il risultato più importante raggiunto è stata la restituzione alla comunità locale di un luogo in cui vivere e investire per il futuro. Gli artisti che hanno partecipato al progetto Chiavi di Accesso sono i bolzanini Michael Fliri (di cui nella foto si vedono alcune opere della mostra al Museo Rimoldi di Cortina d’Ampezzo) e Nicolò Degiorgis e il bellunese Mario Tomè. Con questo progetto il Gal ha voluto proporre una lettura diversa dei territori e dei musei attraverso l’uso dei linguaggi dell’arte contemporanea. GAL ALto BeLLunese www.galaltobellunese.com Vedere IN PROVINCIA DI BELLUNO | 28 Da alcuni anni nei Musei dell’Alto Bellunese tra le attività educative rivolte ai residenti, alle scuole e ai turisti vengono organizzati spettacoli teatrali inerenti i temi messi in mostra nei Musei stessi. Nella foto un momento dello spettacolo “S-legati” di e con Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi. Il progetto “Tesori d’arte nelle chiese dell’Alto Bellunese” ha svelato un patrimonio artistico di inaspettata bellezza e importanza. Chiese e singole opere sono state al centro di una campagna di studi, restauri e promozione che ha consentito di creare degli itinerari tematici. Si tratta di un esempio delle capacità della montagna di definire politiche di sviluppo e governance per il proprio territorio coerenti con i bisogni e le aspirazioni delle popolazioni. Nella fotografia, l’interno della Chiesetta di Sant’Orsola a Vigo di Cadore. Via Padre Marino Lozzo di Cadore (BL) tel. 0435 409903 Fax 0435 408063 [email protected] Statua di Esculapio, II secolo d.C. © Giovanni Frescura A Feltre per tre musei Three museums in Feltre Feltre (Bl). Feltre si distingue per «il patrimonio storico culturale inserito in un contesto ambientale di pregio, spiega l’assessore all’Ambiente e Turismo Valter Bonan, è la porta d’ingresso dalla pianura al Sistema 3 del Patrimonio Dolomiti Unesco, è parte integrante e sede del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. L’elevata biodiversità, la naturalità del paesaggio, la conservazione di testimonianze uniche, l’architettura e l’arte, dalla romanità ai giorni nostri, ne fanno una meta apprezzata». A Feltre si possono visitare il Museo Diocesano d’Arte Sacra, il Museo Civico e la Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda. Quest’ultima, inaugurata nel 1938 in Palazzo Cumano, è nata intorno al lascito testamentario di Carlo Rizzarda, che comprende le sue creazioni in ferro battuto datate dal 1910 al 1930 e la sua raccolta d’arte: vetri soffiati delle manifatture Barovier, Fratelli Toso, Maestri Vetrai muranesi Cappellin & C., alcuni disegnati da Carlo Scarpa, ceramiche realizzate da Enrico Mazzolani, Galileo Chini, Guido Andlovitz e Helen König Scavini per la Lenci. Oltre al mobilio anni ’20 di Giovanni Muzio e Giambattista Gianotti, la collezione include opere di Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Felice Casorati, Egon Schiele, Adolfo Wildt e Libero Andreotti, artista frequentato da Rizzarda. Nel 2007 si è aggiunta la donazione di Liana Bortolon: circa 90 opere di Massimo Campigli, Mario Sironi, Bruno Cassinari, Ennio Morlotti, Gino Severini, Ruggero Savinio e altri. Dal 2008 una sezione documenta l’ambiente artistico feltrino del secondo dopoguerra animato, in particolare, da Tancredi Parmeggiani. Il Museo Civico, istituito nel 1903 in Palazzo Villabruna, ospita invece mobili scolpiti e intagliati e suppellettili d’epoca e la pinacoteca che comprende la collezione ottocentesca del conte Jacopo Dei (arte veneta e italiana dal ’400 all’800 con artisti quali Jacopo Palma il Giovane, Pietro Liberi e Nicolas Régnier), gli interpreti del ’500 feltrino, Lorenzo Luzzo e Pietro de Marascalchi e, ancora, Giovanni Battista Cima da Conegliano, Gentile Bellini e Vittore Belliniano. «Attualmente, sottolinea la conservatrice Tiziana Casagrande, è in corso un potenziamento dei temi archeologici del Museo e la valorizzazione del patrimonio archeologico del territorio in FELTRE www.comune.feltre.bl.it un percorso che porti dall’area archeologica del sagrato del Duomo al Museo passando per gli scavi del Belvedere e del Teatro». Il 4 luglio la monumentale statua di Esculapio di epoca romana, rinvenuta nel 1974 negli scavi davanti al sagrato del Duomo e recentemente restaurata, sarà esposta nella Sala Pia e in seguito dovrebbe entrare nell’allestimento permanente del Museo Civico. Infine il Museo Diocesano di Arte Sacra, inaugurato nel 2007 nell’antico Vescovado risalente al XIII secolo, conserva sculture, dipinti di maestri come Jacopo Tintoretto, Sebastiano Ricci e Luca Giordano e capolavori di oreficeria provenienti dalle antiche diocesi di Feltre e Belluno. q M.R. Feltre (Bl). Feltre is distinguished by having “a cultural and historical heritage set in an outstanding environmental context”, as the councillor in charge of the regional department of the environment and tourism Valter Bonan puts it. “It is the gateway from the plain to System 3 of the UNESCO Dolomites Heritage, as well as an integral part and headquarters of the National Park of the Belluno Dolomites. Its high degree of biodiversity, its unspoilt landscape, the preservation of unique features and its architecture and art, from Roman times to the present day, all make it a prime destination.” Among Feltre’s attractions are the Museo Diocesano d’Arte Sacra, the Museo Civico and the Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda. The last of these was inaugurated in Palazzo Cumano in 1938 and at its core is Carlo Rizzarda’s bequest, which includes his wrought iron works made from 1910 to 1930 and his art collection: blown glass objects made by Barovier, Fratelli Toso, Cappellin & Co. master glassmakers of Murano, others designed by Carlo Scarpa and ceramics created by Galileo Chini, Helen König Scavini and others for Lenci. Besides the 1920s furniture designed by Giovanni Muzio and Giambattista Gianotti, the collection also includes Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Felice Casorati, Egon Schiele, Adolfo Wildt and Libero Andreotti, one of the artists with whom Rizzarda was personally acquainted. In 2007 the collection was enlarged by the arrival of the Liana Bortolon donation: around 90 works by Massimo Campigli, Mario Sironi, Bruno Cassinari, Ennio Morlotti, Gino Severini, Ruggero Savinio and others. Since 2008 there has been a section dedicated to the post-Second World War art scene in Feltre, presided over especially by Tancredi Parmeggiani. The Museo Civico, established in Palazzo Villabruna in 1903, contains carved and incised furniture and furnishings of the period, the picture gallery, boasting the 19thcentury collection of Count Jacopo Dei (covering works from the Veneto and further afield in Italy from the 15th to the 19th centuries and including artists such as Jacopo Palma the Younger, Pietro Liberi and Nicolas Régnier), artists representing the art of 16th-century Feltre, Lorenzo Luzzo and Pietro Marascalchi, as well as Giovanni Battista Cima da Conegliano, Gentile Bellini and Vittore Belliniano. “At present, we’re building up the archaeological section of the museum as part of the promotion of the area’s archaeological heritage through the creation of a trail leading from the square in front of the Duomo to the museum, taking in the Belvedere and theatre excavations”, says the curator Tiziana Casagrande. On 4 July the monumental Roman statue of Esculapius, found in 1974 during the excavations in the square in front of the Duomo and recently restored, is to be displayed in the Sala Pia and will then be on permanent display in the Museo Civico. Lastly, the Museo Diocesano di Arte Sacra, which was opened in the former 13th-century bishop’s palace in 2007, contains sculptures and paintings by Jacopo Tintoretto, Sebastiano Ricci and Luca Giordano, among others, as well as masterpieces of silver- and gold-work from the ancient dioceses of Feltre and Belluno. q M.R. Museo Civico di Feltre, via Lorenzo Luzzo 23, tel. 0439/885241-242, sab-dom-festivi 10,30-13/14,30-19, musei.comune.feltre.bl.it/ MuseoCivico. Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda, Via Paradiso 8, mar-gio, 10,30-12,30/15-18, ven 10,30-12,30, sab-domfestivi 10,30-13/14,30-19, tel. 0439/885234-242, musei.comune. feltre.bl.it/GalleriaRizzarda. Museo Diocesano, via Paradiso 19, tel. 0439/844082, www.diocesi.it Area Dolomiti Patrimonio dell’Umanità UNESCO Sede Parco Naz.le Dolomiti Bellunesi Da visitare Museo Civico, Galleria d’Arte Moderna “C.Rizzarda”, Area Archeologica, Teatro de la Sena - http://cultura.comune.feltre.bl.it Museo Diocesano di Arte Sacra – www.diocesi.it Ass.ne Feltre vivere il Centro Storico FiERA DELL’OGGETTO RiTROvATO MOSTRA MERCATO DELL’USATO E DELL’ANTiQUARiATO iN CENTRO STORiCO Ogni seconda domenica del mese da aprile a dicembre info e iscrizioni www.fieraoggettoritrovato,org Vedere IN PROVINCIA DI BELLUNO | 29 La casa dell’eclettico Buzzati sulle Alpi The Eclectic Buzzati’s House in the Alps Le scalate culturali delle Dolomiti Cultural Climbs in the Dolomites Feltre (Bl). L’Associazione Internazionale Dino Buzzati promuove attività di ricerca e approfondimento sull’artista e scrittore veneto nato a Belluno nel 1906 e morto a Milano nel 1972. Ne parla Patrizia Dalla Rosa, responsabile della ricerca e consulenza bibliografica del Centro Studi Buzzati e segretaria di redazione della rivista «Studi buzzatiani». Com’è nata l’Associazione Internazionale Dino Buzzati? È nata nel 1988 da un’intuizione di Nella Giannetto, dando seguito alla preesistente Association Internationale des Amis de Dino Buzzati attiva già nel 1976 in Francia, poi inglobata nel 1994 come nostro bureau francese, tuttora attivo a Bordeaux. Abbiamo avuto anche una sede in Congo e una sezione presso l’Università di Oradea in Romania. Perché un’associazione internazionale tra le Alpi a Feltre? Tra il 1968 e il 2010 a Feltre è stato attivo l’Istituto Universitario Lingue Moderne Iulm. Inoltre dista solo 30 chilometri dalla casa natale dello scrittore: Villa Buzzati, che consiglio a tutti di visitare per capire a fondo l’autore. Quanto è importante la ricerca? Il primo scopo dell’Associazione è la ricerca. Tra Feltre e Belluno sono stati realizzati cinque convegni internazionali dal 1989 al 2008. Abbiamo partecipato attraverso il contributo di relatori, consulenti e materiali a iniziative in Italia, in Europa, a Teheran e a Seul. Inoltre assistiamo, promuoviamo e stimoliamo la ricerca di laureandi e laureati i cui progetti spesso confluiscono nella rivista «Studi buzzatiani» (uno dei rarissimi casi di riviste dedicate a un unico autore novecentesco) che ha Patrizia Dalla Rosa anche una collana, i «Quaderni di Studi buzzatiani». Che cosa custodisce il Centro Studi Buzzati? 3.500 documenti, 300 volumi, le opere di Buzzati (anche in edizioni rare per studi filologici), le traduzioni in 32 lingue e una lunga serie di informazioni bibliografiche. È un centro aperto alla raccolta e alla catalogazione di materiali bibliografici e documentari, alla ricerca, alla divulgazione e all’approfondimento a tutti i livelli (dagli specialisti alle scuole primarie). Una sezione della rivista è dedicata alla didattica. A che cosa si deve la fortuna di Buzzati? All’universalità delle sue ambientazioni e tematiche, alla sua apparentemente facile traducibilità e alla sua poliedricità, essendosi dedicato oltre che al giornalismo, al disegno, alla pittura, al fumetto, al teatro, alla narrativa e alla poesia. q M.R. Feltre (Bl). The International Dino Buzzati Association promotes research into the life and work of the artist and writer, who was born in Belluno in 1906 and died in Milan in 1972. Patrizia Dalla Rosa, who is in charge of research and provides expert bibliographic information at the Centro Studi Buzzati, as well as being editorial secretary at the magazine “Studi Buzzatiani”, discusses the role of the association. How did the International Dino Buzzati Association come to be founded? Nella Giannetto founded it in 1988 as an extension of the Association Internationale des Amis de Dino Buzzati, which had existed in France since 1976 and was incorporated as our French branch in 1994 and is still active in Bordeaux. We have also had branches in Congo and in the University of Oradea in Romania. How is it that there’s an international association in Feltre, tucked away in the Alps? The IULM (Istituto Universitario Lingue Moderne) was based in Feltre between 1968 and 2010. And of course it’s only 30 kilometres from the house where the writer was born: Villa Buzzati, which I encourage everyone who really wants to understand him to visit. How important is research? Research is the association’s main purpose. Five international conferences were held between Feltre and Belluno from 1989 to 2008. We have contributed speakers, advisors and material to various projects in Italy, other countries in Europe, Teheran and Seoul. Moreover, we assist, promote and stimulate undergraduate and graduate research and these projects often find their way into “Studi Buzzatiani”(one of the very few periodicals dedicated exclusively to a single twentieth-century writer), which is part of a series, “Quaderni di Studi Buzzatiani”. What does the Centro Studi Buzzati contain? 3,500 documents, 300 books, the complete works of Dino Bussati (including rare editions for philological studies), translations into 32 languages and a mass of bibliographic information. The centre was set up Dino Buzzati to collect and catalogue bibliographic material and documents, carry out research, raise the writer’s profile and foster interest in his work (at all levels, from the specialist to primary schools). There is a section in the magazine devoted specifically to educational matters. What do you put Buzzati’s success down to? The universal nature of his settings and themes, his seemingly easily translatable style and his eclecticism, since besides being a journalist, he was also an accomplished draughtsman, painter and cartoonist, as well as pursuing a number of literary interests – drama, fiction and poetry. q M.R. Centro Studi Buzzati, Palazzo Borgasio, via Luzzo 13, mar 14,30-17, mer 9,30-12/14,30-17, gio 14,30-17, tel. 0439/885331, www.buzzati.it Borca di Cadore (Bl). Dolomiti Contemporanee nasce nel 2011 con lo scopo di trasformare il territorio delle Dolomiti venete in un centro diffuso di produzione culturale. I luoghi individuati sono siti dismessi e aree sensibili come la Diga del Vajont. Lo scorso anno è stato riaperto il villaggio Eni nel Cadore, realizzato tra gli anni ’50 e ’60 dall’architetto Edoardo Gellner con Carlo Scarpa poi abbandonato. A ridargli vita sono stati numerosi artisti e filosofi. Gianluca D’Incà Levis (nella foto) ideatore di Dolomiti Contemporanee, curatore di Progettoborca (la riapertura del villaggio Eni) e del Nuovo Spazio di Casso (centro espositivo in un’ex scuola elementare chiusa dopo il disastro del Vajont) risponde ad alcune domande. Che cos’è Dolomiti Contemporanee? È un laboratorio di sperimentazione culturale e artistica. Riattiviamo fabbriche abbandonate, grandi siti inerti che conservano, seppur depresso, il proprio valore storico o simbolico: li trasformiamo in cantieri di rigenerazione creativa, in osservatori critici sul paesaggio. Avviamo prassi e riflessioni in un contesto specifico, utilizzando la montagna come cava di stimoli. La delocalizzazione geografica non deve coincidere con uno stato di marginalità culturale. In alta montagna però è più difficile. La montagna non è penalizzata rispetto ai centri urbani. Ha delle specificità che non sono debolezze logistiche o strategiche, ma sue caratteristiche, valori di cultura. Qual è il bilancio dei primi quattro anni? È un bilancio concreto: le fabbriche vengono riattivate, i siti fermi si muovono. DC ha budget bassissimi, non è dotato di un’economia ma la crea e muove il territorio. Borca di Cadore (Bl). Dolomiti Contemporanee was created in 2011 with the aim of turning the Veneto Dolomites into a widespread area of cultural output. The locations identified are derelict sites and sensitive areas, such as the Vajont dam. The ENI village in Cadore, which was built by Edoardo Gellner and Carlo Scarpa in the 1950s and 1960s and later abandoned, was reopened last year. A number of artists and philosophers have moved in. Gianluca d’Incà Levis (photo), the mind behind Dolomiti Contemporanee and organizer of Progettoborca (the reopening of the Eni village) and of the Nuovo Spazio di Casso (an exhibition space in a former primary school closed after the Vajont disaster), answers our questions. What is Dolomiti Contemporanee? It’s a laboratory where cultural and artistic experiments are carried out. We convert abandoned factories and large, inert sites that still retain a certain historical or symbolic, albeit low-level, value. We turn them into workshops of creative regeneration and critical landscape observatories. We launch schemes and test ideas in a specific context, using mountains as a sounding board. Geographical delocalization shouldn’t necessarily coincide with cultural marginalization. But it’s harder in the high mountains. The mountains are no worse off than cities. They have their own characteristics that can’t be reduced to logistical or strategic weaknesses; they amount to cultural values. What has been achieved over the first four years? We’ve achieved a good deal: factories have been reopened, formerly derelict sites are enjoying a new lease of life. DC operates on a tiny budget; it isn’t a wealth-generating enterprise, but one that creates the conditions for a thriving economy and gets the area on the move. L’Associazione Internazionale Dino Buzzati Casella Postale 78, 32032 Feltre (BL) - Tel. +39 0439 885331 [email protected] - www.buzzati.it Magnifica Comunità di Cadore Piazza Tiziano, 2 - 32044 Pieve di Cadore (BL) Tel. 0435-32262 Fax 0435-32858 [email protected] contatto skype bookshopmagnifica Vedere IN PROVINCIA DI BELLUNO | 30 nasce nel 1988 a Feltre, a trenta chilometri dalla casa natale dello scrittore, conta circa ottocento soci, sparsi nei cinque continenti, e un gruppo nazionale in Francia. Col suo Centro Studi Buzzati è punto di riferimento per studiosi e appassionati di tutto il mondo. www.magnificacomunitadicadore.it www.museicadoredolomiti.it [email protected] Siamo una Magnifica Comunità. Dal 1300 We are a Magnificent Community. Since 1300 Il palazzo della Magnifica Comunità di Cadore © G. Viani Pieve di Cadore (Bl). La Magnifica Comunità di Cadore, organizzazione fondata all’inizio del XIV secolo come forma di autogoverno di questo territorio alpino, è stata interrotta nel periodo napoleonico e ricostituita nel 1875 come fulcro di condivisione sociale e culturale del Cadore. Ne parla il presidente Renzo Bortolot. Come si adegua alla contemporaneità un’istituzione antica come la Magnifica Comunità di Cadore? Rimanendo fedele a se stessa come simbolo dell’identità e dell’unità storica e culturale del Cadore, dibattendo e delineando idee, progetti e strategie per il futuro del territorio. In quali modi opera? Preservando, ricercando e coinvolgendo. Un esempio è il progetto «Chiavi di accesso» (www.chiavidiaccesso.it), realizzato con Gal Alto Bellunese (cfr. p. 28): tre artisti hanno lavorato sui musei del territorio. La Magnifica è inoltre promotrice e socio fondatore della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e coordina attività culturali di vari soggetti: ne è un esempio la «Settimana della Cultura cadorina» organizzata anche quest’anno dal 9 al 17 maggio. Che cos’è la Rete Museale Cadore Dolomiti? Nel XX secolo la Magnifica Comunità ha inaugurato i primi spazi espositivi del Cadore. Nel 1931 il museo-casa natale di Tiziano Vecellio, nel 1953 il Museo Archeologico Cadorino. Nei decenni successivi ha affinato un modello di gestione condiviso che dallo scorso anno si è concretizzato anche in una Rete Museale diffusa. Nove musei hanno accolto la proposta, coinvolgendo praticamente tutto il territorio. Quanto è centrale la figura di Tiziano Vecellio? Tiziano non dimenticò mai Pieve di Cadore, suo luogo di nascita. Nell’antico Archivio custodiamo documenti unici e originali della sua lunga vita; ospitiamo la Biblioteca a lui intitolata con antichi testi d’arte; conserviamo opere eseguite da maestri con il suo stesso cognome; preserviamo testimonianze uniche, come il diploma con cui l’imperatore Carlo V nel 1533 elevò il Maestro a conte palatino e la matrice del suo sigillo personale. Progetti per il futuro? La mostra «Artisti al fronte» con Edgardo Rossaro, Pio Solero ed Ercole Marchioni. La riqualificazione dell’allestimento della casa natale di Tiziano. La creazione della Pinacoteca cadorina, ove esporre le quasi 150 opere della Magnifica Comunità (artisti cadorini e non, da fine Ottocento ai giorni nostri). q M.R. Pieve di Cadore (Bl). The Magnifica Comunità di Cadore (Magnificent Community of Cadore), an organisation founded at the beginning of the 14th century as a form of self-government of this Alpine region, was interrupted in the Napoleonic period and reconstituted in 1875 as the social and cultural centre of Cadore. Its president, Renzo Bortolot, tells us about it. How does an institution as old as the Magnificent Community of Cadore adapts to the contemporary world? By staying true to itself as a symbol of identity and historical and cultural unity of the Cadore, debating and outlining ideas, plans and strategies for the future of the territory. How does it operate? Preserving, researching and engaging. An example is the “Access Keys” project (www.chiavidiaccesso.it), implemented with Gal Alto Bellunese: three artists have worked on the museums in the area. The Magnifica is also an initiator and founding member of the Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore and coordinates cultural activities of various sorts: one example is the “Week of Cadorina culture” organised this year from May 9 to 17. What is the Cadore Dolomites Museum Network? In the 20 century, the Magnificent Community inaugurated the first exhibition spaces in the Cadore. It was in 1931 and consisted of the museumhouse of Titian. And in 1953, it opened the Museo Archeologico Cadorino. In the decades since, it has refined a model for shared administration that since last year has taken the form of a widespread museum network. Nine museums have welcomed the proposal, involving virtually all the territory. Renzo Bortolot How central is the figure of © Tommaso Albrizio Titian? Titian never forgot Pieve di Cadore, his birthplace. In the archives, we have unique and original documents concerning his long life; we operate the library named after him containing ancient texts about art; we conserve works made by artists with his same name; we preserve unique testimonies, such as the diploma with which Emperor Charles V raised Titian to the rank of Count Palatine in 1533 and the matrix of his personal seal. Plans for the future? The “Artists at the front” exhibition with Edgardo Rossaro, Pio Solero and Ercole Marchioni. The redevelopment of the layout of Titian’s birthplace. The creation of the Cadore Art Gallery, in which to display the nearly 150 works the Magnificent Community possesses (by artists from the Cadore and beyond, from the late 19th century to the present day). q M.R. Magnifica Comunità di Cadore, piazza Tiziano, 2, tel. 0435/32262, lun-sab 11-12 www.magnificacomunitadicadore.it L’eredità culturale dell’architetto Gellner The cultural legacy of Gellner Cortina d’Ampezzo (Bl). Istituire un dialogo consapevole con ciò che ci circonda, sia esso il contesto urbano, la montagna o un monumento naturale come le Dolomiti Ampezzane (patrimonio Unesco). È questa l’eredità dell’architetto Edoardo Gellner (1909-2004) raccolta dal suo più giovane collega Michele Merlo, che iniziò a collaborare con lui nel 1992 e nel 2005 fondò lo StudioGellner (nella foto, © StudioGellner, 2015) nello storico edificio di Ca’ del Cembro, ex casa-studio di Gellner. Ora, dopo 10 anni di attività, Michele Merlo può tracciare un bilancio significativo. «Ci siamo occupati di molti aspetti, spiega, dalla pianificazione territoriale a progetti di recupero di siti dismessi, dall’architettura al design di interni e al design industriale con la riedizione in serie di arredi del nostro archivio. Il nostro allestimento del Museo Etnografico delle Regole è stato valutato dai Musei Vaticani tra le più interessanti esperienze a livello internazionale nella trasmissione del patrimonio etno-demo-antropologico e culturale». Merlo ha anche curato volumi monografici dedicati a Gellner, creato una rete di contatti con musei, istituzioni e università come il MaXXI di Roma, la Regione Veneto, il Mibact e le Università di Cesena e Venezia. Gellner firmò le realizzazioni per le Olimpiadi invernali a Cortina d’Ampezzo nel 1956 e negli anni Cinquanta ideò su commissione di Eni e di Enrico Mattei un nuovo insediamento su un’area di 260 ettari che fronteggia il massiccio del Pelmo: un progetto totale in dialogo con la natura iconica delle Dolomiti, protagonista anche di un film documentario del regista Davide Maffei. Cortina d’Ampezzo (Bl). Establishing an informed dialogue with our surroundings, be it an urban context, mountain or natural monuments such as the Ampezzo Dolomites, a Unesco heritage site. This is the legacy of architect Edoardo Gellner (1909-2004) collected by his younger colleague Michele Merlo, who began working with him in 1992 and in 2005 founded StudioGellner in the historical building of Ca’ del Cembro the former home and studio of Gellner himself. For the 10th anniversary, Michele Merlo takes stock: “We have dealt with many aspects: from territorial planning to recovery projects for abandoned sites, from architecture to interior design and industrial design with a new production in series of furniture from our archive. Our layout of the Museo Etnografico delle Regole was reviewed by the Vatican Museums as being one of the most interesting experiences at the international level for the transmission of ethno-demographic and cultural anthropology”. Merlo has also published monographs dedicated to Gellner, created a network of contacts with museums, institutions and universities such as the MaXXI in Rome, the Veneto region, Mibact and the universities of Cesena and Venice. Gellner was responsible for some of the constructions for the Winter Olympics in Cortina d’Ampezzo in 1956 and in the 1950s planned a new settlement on an area of 260 hectares opposite the massive Monte Pelmo on commission from Eni and Enrico Mattei: a total project in dialogue with the iconic nature of the Dolomites, and the subject of a documentary film by director Davide Maffei. architecture/design/ interiors/art consulting since 1951 [email protected] www.studiogellner.com StudioGellner via Menardi 6, Cortina d’Ampezzo, www.studiogellner.com Vedere IN PROVINCIA DI BELLUNO | 31 Gli eredi padovani The Paduan heirs Padova. La forte influenza che Donatello esercitò sulla scultura italiana e nel territorio Veneto della Serenissima è analizzata nella mostra in due sedi curata da Davide Banzato ed Elisabetta Gastaldi, parte del progetto «Donatello e Padova»: una serie d’iniziative dedicate ai capolavori del maestro fiorentino eseguiti a Padova dal 1443 al 1453, tra cui l’altare della Basilica del Santo, oggi visibile nella controversa ricostruzione eseguita nel 1895 dall’architetto Camillo Boito. Dell’altare sono esposti in mostra i calchi ottocenteschi realizzati sui rilievi di Donatello dallo scultore Luigi Ceccon. Dalla medesima Basilica provengono anche i rilievi in bronzo di Bartolomeo Bellano, attivo presso la bottega di Donatello. Il percorso nei Musei Civici agli Eremitani include inoltre opere di Andrea Briosco detto il Riccio (1470-1532) (nella foto, «Testa di Madonna»), Severo da Ravenna (1465 ca-1543 ca) e altri artisti che raccolsero l’eredità di Donatello del quale sono esposti anche i rilievi della base del monumento a Gattamelata e un’inedita crocifissione bronzea. In Palazzo Zuckermann invece l’attenzione è rivolta esclusivamente all’oreficeria prodotta nel territorio tra Quattrocento e Cinquecento. PADUA. The strong influence exerted by sculptor Donatello on Italian sculpture and in the Veneto under Venetian rule is analysed in the exhibition in two locations curated by Davide Banzato and Elisabetta Gastaldi, part of the “Donatello and Padua” project, a series of initiatives dedicated to the masterpieces by the Florentine master executed in Padua from 1443 to 1453, and including the altar of the Basilica del Santo, visible today in the controversial reconstruction undertaken in 1895 by architect Camillo Boito. The display includes the 19th-century casts made of Donatello’s reliefs by sculptor Luigi Ceccon. Also from the Basilica are a series of bronze reliefs by Bartolomeo Bellano, active in Donatello’s workshop. The display in the Musei Civici agli eremitani also includes works by Andrea Briosco called Il Riccio (1470-1532) (in the photo, “Head of the Madonna”), Severo da Ravenna (ca 1465-ca 1543) and other artists who were influenced by the legacy of Donatello. The exhibition has two pieces by the master himself on show: the reliefs for the base of the monument to Gattamelata and a newly attributed bronze crucifix. In Palazzo Zuckermann instead, the focus will be wholly on gold working from the area between the 15th and 16th centuries. Musei Civici agli Eremitani, piazza Eremitani 8, 9-19, tel. 049/8204551 Palazzo Zuckermann, corso Garibaldi 33, mardom 10-19, tel. 049/8205664, www.padovacultura.padovanet. it, «Donatello e la sua lezione Sculture e oreficerie a Padova tra Quattro e Cinquecento» fino al 26 luglio Tre crocifissi di Donatello Three crucifixes by Donatello Padova. Il Palazzo Vescovile, sede del Museo Diocesano, riunisce per la prima volta tre crocifissi di Donatello: quello realizzato per la chiesa di Santa Croce in Firenze, quello bronzeo della Basilica di Sant’Antonio a Padova e quello dell’antica chiesa padovana di Santa Maria dei Servi. Quest’ultimo, di recente attribuzione, è stato oggetto di un restauro (progettato, eseguito e finanziato dal Mibact) che ne ha messe in luce le caratteristiche originarie, offrendo lo spunto per il titolo della mostra nel Museo Diocesano: «Donatello svelato. Capolavori a confronto» a cura di Andrea Nante ed Elisabetta Francescutti, alla quale abbiamo rivolto alcune domande sull’intervento di restauro. Dov’era conservato il crocifisso e in quali condizioni versava al momento del restauro? Nell’aprile 2013, quando è stato prelevato per il restauro, il Crocifisso ligneo intagliato e policromo di Donatello era custodito nella chiesa di Santa Maria dei Servi di Padova. Si presentava con due mani di ridipintura a finto bronzo, stese tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Erano evidenti mancanze di supporto ligneo e di modellato plastico, sollevamenti della pellicola pittorica, mancanze di adesione e lacune ricoperte dalla patina verdastra. Come si è arrivati alla sua attribuzione? L’attribuzione a Donatello risale al 2008 e si deve a Francesco Caglioti e a Marco Ruffini. Nonostante l’eccellente qualità, la scultura è stata ignorata per secoli dagli studiosi, fruita esclusivamente come oggetto di devozione in virtù della miracolosa trasudazione di umore sanguigno che interessò il volto e il costato di Cristo per quindici giorni consecutivi nel 1512. Come si è svolto il restauro? Rimosse le finiture bronzee oleose sono stati eseguiti test di pulitura che hanno messo in luce uno strato sottostante bruno sovrapposto alla policromia originale. La dissoluzione di questi materiali diversi ha svelato totalmente la finitura oleosa originale: incarnato, barba, capelli, sanguinamenti. I distacchi di parti plastiche sono stati rinsaldati, i distacchi e sollevamenti della pellicola pittorica sono stati consolidati. Abbiamo deciso di ricostruire le cinque dita mancanti con un impasto a base di segatura e resina utilizzando come modello la mano destra. Le zone perdute realizzate a impasto, laddove erano presenti sufficienti elementi residui, sono state reintegrate plasticamente; tutte le lacune sono state invece stuccate. Le lacune sono state integrate pittoricamente con la tecnica del tratteggio verticale che garantisce la reversibilità e riconoscibilità dell’intervento. Dove sarà custodito il Crocifisso dopo la mostra? Verrà ricollocato nella Cappella a esso dedicata, situata in cornu Evangelii nella chiesa dei Servi di Padova, dove sono in corso i lavori di rifunzionalizzazione dell’altare destinato ad accoglierlo e i restauri dei rilievi di Lorenzo Canella. q M.R Cento anni di guerra in 300 fotografie One hundred years of war in 300 photographs Padova. Oltre 300 fotografie selezionate da Walter Guadagnini raccontano le numerose guerre degli ultimi 100 anni e le loro conseguenze: dal Vietnam all’Afghanistan, dall’Iraq alla Palestina, all’Ucraina. Il percorso cronologico documenta le trasformazioni nelle dinamiche belliche, nella fotografia e nella società. Le immagini hanno una duplice origine: alcune sono scattate da celebri fotografi come Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, August Sander, William Eugene Smith, Margaret Bourke-White, Ernst Haas, Evgenij Chaldej, Don McCullin, Eve Arnold, e Gabriele Basilico (nella foto, Vedere A PADOVA | 32 «Beirut», 1991), altre invece da soldati, crocerossine e spettatori anonimi. Vi è poi un nucleo di fotografie provenienti dal Museo Storico della Terza Armata di Padova. Il doppio punto di vista messo in evidenza si spinge sino ai giorni nostri, ai conflitti del Congo e dell’Ucraina immortalati da Richard Mosse e Boris Mikhailov e documentati anche da immagini riprese con il cellulare e caricate online. PADUA. Over 300 photographs selected by Walter Guadagnini illustrate the numerous wars of the last 100 years and their consequences: from Vietnam to Afghanistan, Iraq to Palestine and Ukraine. The chron- ological journey documents the changes in the dynamics of war, photography and society. The images have a dual origin: some were taken by famous photographers like Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, August Sander, William Eugene Smith, Margaret BourkeWhite, Ernst Haas, Yevgeny Khaldei, Don McCullin, Eve Arnold, and Gabriele Basilico (pictured, “Beirut”, 1991) while others are by soldiers, Red Cross nurses and anonymous observers. There is also a group of photographs from the Museo Storico della Terza Armata of Padua. The dual perspective highlighted stretches down to the present day, to the conflicts in the Congo and Ukraine recorded by Richard Mosse and Boris Mikhailov and documented also by images taken with mobile phones and uploaded online. Palazzo del Monte di Pietà, piazza Duomo 14, marven 9-19, sab-dom 9-20, tel. 0425/460093, www. fondazionecariparo.net, «Questa è guerra!» fino al 31 maggio Il Crocifisso di Donatello durante il restauro © Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso Elisabetta Francescutti PADUA. The Bishop’s Palace, seat of the Museo Diocesano, brings together three crucifixes by Donatello for the first time: the one made for the church of Santa Croce in Florence, one in bronze for the Basilica of Sant’Antonio in Padua and another for the ancient Paduan church of Santa Maria dei Servi. This last, recently attributed, has undergone restoration (planned, executed and funded by Mibact) which has brought the original features to light, providing the inspiration for the title of the exhibition in the Museo Diocesano: “Donatello revealed. Masterpieces compared”, curated by Andrea Nante and Elisabetta Francescutti, to whom we asked some questions concerning the restoration. Where was the crucifix conserved and in what condition was it prior to restoration? In April 2013, when it was taken for restoration, the wooden carved and polychrome Crucifixion by Donatello was kept in the church of Santa Maria dei Servi in Padua. It had two coats of repainting in faux bronze, applied between the second half of the 19th and the early 20th century. There were obvious losses of wooden support and plastic modelling, part of the film of paint had become detached, parts were coming unstuck and there were gaps covered by a greenish patina. How was the attribution made? The attribution to Donatello dates back to 2008 and comes from Francesco Caglioti and Marco Ruffini. Despite its excellent quality, the sculpture had been ignored by scholars for centuries, and used solely as an object of devotion in virtue of the miraculous oozing of blood-like substance that affected the face and the side of Christ for fifteen consecutive days in 1512. How was the restoration done? After removing the oily bronze finishes, cleaning tests were done that revealed an underlying brown layer superimposed on the original polychromy. The dissolution of these different materials revealed the original oily finish totally: the flesh, beard, hair, wounds. The sculpted parts that had become detached were strengthened, and the gaps and lifting of the paint film were consolidated. We decided to rebuild the five missing fingers with a mixture made of sawdust and resin, using the right hand as a model. Areas lost were made good with this mixture, where there were sufficient residual elements, with the sculptural elements being reconstructed; any larger lacunae were instead filled. These gaps have been integrated pictorially with the technique of vertical hatching that assures reversibility and visibility of the intervention. Where will the Crucifixion be conserved after the show? It will be put back in the chapel dedicated to it, located in cornu Evangelii in the church of the Servi in Padua, where work is underway to restructure the altar intended to hold it and restoration is being done on the reliefs by Lorenzo Canella. q M.R. Museo Diocesano di Padova, piazza Duomo 12, mar-dom 10-19, tel. 049/8761924, www.museodiocesanopadova.it, «Donatello svelato. Capolavori a confronto» fino al 26 luglio «New York» di Gennaro Favai, 1930 ca «Madonna con il Bambino» di Jacopo Sansovino, 1540-50 La Madonna di cartapesta dal fienile al Quirinale The papier-mâché Madonna from barn to the Quirinale Sogni, incubi e visioni Dreams, nightmares and visions ROVIGO. Palazzo Roverella guarda al passaggio tra Otto e Novecento. Sospeso tra incubo e sogno, conscio e inconscio, il percorso espositivo si apre con 15 dipinti del lituano visionario e simbolista Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, poi analizza il senso d’instabilità precedente al conflitto mondiale con opere, tra gli altri, di Alberto Martini. Di un altro italiano, Gennaro Favai, sono invece le alienanti visioni notturne dei grattacieli di New York, mentre a evocare gli utopici ideali di una riforma della società in sintonia con la natura sono le opere del tedesco Karl Wilhelm Diefenbach. I 14 pittori in mostra hanno tutti anticipato e percepito il complesso cambiamento tra passato e futuro, operando un sottile e costante slittamento tra questi due opposti come documentano, ancora, gli Edipo, le Sfingi e le Arpie di Gustave Moreau, le opere di Odilon Redon, sospese tra soggetti biblici e atmosfere oniriche, i lavori di Max Klinger, Franz von Stuck e Marc Chagall, di cui figurano 14 acqueforti sui sette peccati capitali. Palazzo Roverella ospita inoltre la Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile di Rovigo, con opere prevalentemente (ma non solo) di arte veneta databili dal XV al XVIII secolo. Tra gli artisti: Pietro Bellotti, Alessandro Longhi, Giambattista Tiepolo, Palma il Vecchio, Dosso Dossi e Giovanni Bellini. ROVIGO. Palazzo Roverella examines the changes between the 19th and 20th centuries. Suspended between dream and nightmare, consciousness and unconsciousness, the exhibition opens with 15 paintings by the Lithuanian visionary and symbolist Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, then analyses the sense of instability prior to the First World War with works by, among others, Alberto Martini. The works of another Italian, Gennaro Favai, reveal the night visions of skyscrapers in New York, while the works of Karl Wilhelm Diefenbach evoke the utopian ideals of a reform of society in harmony with nature. The 14 artists in the exhibition all anticipated and perceived the complex change between the past and the future, effecting a subtle and constant shift between these two opposites as documented by the Oedipus, the Sphinx and the Harpies of Gustave Moreau, by the works of Odilon Redon, suspended between biblical subjects and dreamlike atmospheres, by the works of Max Klinger, Franz von Stuck and Marc Chagall, including 14 of his etchings of the seven deadly sins. Palazzo Roverella also houses the Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile of Rovigo, with works mainly (but not only) by artists of the Veneto from the 15th to the 18th century. Among the artists are Pietro Bellotti, Alessandro Longhi, Giambattista Tiepolo, Palma Vecchio, Dosso Dossi and Giovanni Bellini. Palazzo Roverella, via Giuseppe Laurenti 8/10, mar-ven 9-19, sab-dom 9-20, tel. 0425/460093, www.palazzoroverella.com, «Il demone della modernità. Pittori visionari all’alba del secolo breve» fino al 14 giugno Vittorio Veneto (Tv). Rientrerà in autunno nel Museo del Cenedese dopo un lungo soggiorno a Roma, la «Madonna con il Bambino» di Jacopo Sansovino, originariamente custodita nel santuario di Sant’Augusta ubicato nelle vicinanze del museo. Il rilievo in cartapesta dipinta eseguito dallo scultore di origine fiorentina tra il 1540 e il 1550 è stato oggetto di un lungo intervento di restauro iniziato nel 2011 (quando fu anche esposta al Quirinale) e recentemente terminato, opera dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma. Si tratta di un’opera da sempre legata al territorio Veneto. La sua presenza è attestata per la prima volta nel Seicento nel Santuario di Sant’Augusta della Confraternita dei Battuti di Serravalle (quartiere settentrionale di Vittorio Veneto). Tale rilievo confluì nella collezione del Museo del Cenedese nel 1938, anno della sua istituzione. Ha una storia tutt’altro che lineare. Non sono noti i committenti e i motivi della sua creazione, ma si sa che per un certo periodo fu relegata in un fienile, probabilmente perché essendo di cartapesta non venne ritenuta degna di un luogo sacro. I recenti studi hanno appurato che si tratta di un esemplare generato da una matrice unica, condivisa con opere analoghe presenti nel Museo Nazionale del Bargello, nel Museo del Louvre e in altre collezioni per un totale di undici rilievi con finitura policroma. Questo del Cenedese è un monocromo grigio con dettagli in oro e in rosso e la firma in alto a sinistra, un vero e proprio unicum. q M.R. Canova e la signora di Asolo Canova and the lady of Asolo Asolo (Tv). Il Museo Civico di Asolo ha recentemente pubblicato il primo catalogo ragionato del suo patrimonio di dipinti, grafiche e sculture intitolato Il Museo Civico di Asolo. Opere dal ’400 al ’900 (Antiga Edizioni, Crocetta del Montello, 2014) curato da Giorgio Fossaluzza con schede scientifiche e analitiche delle opere comprensive degli interventi di restauro. Il Museo fu istituito nel 1888 attorno a un nucleo di opere di Antonio Canova (nella foto, «Paride») e di suo cugino Domenico Manera. Tutta la collezione è correlata al territorio: dai reperti archeologici di Asolo alla sezione dedicata a Caterina Cornaro regina di Cipro e signora di Asolo, dai paramenti sacri del Tesoro della Cattedrale alle testimonianze dei cenacoli formatisi attorno alle figure di Robert Browning ed Herbert Young Hammerton. La sezione della pinacoteca vanta duecento dipinti appartenuti a monsignor Giacomo Bertoldi. Tra le opere più significative affreschi strappati del ’400, dipinti seicenteschi di Luca Giordano e Bernardo Strozzi, due capricci di Bernardo Bellotti del ’700. Dal 5 settembre il Museo di Asolo ospiterà il percorso «Venere nelle terre di Canova» insieme ad altre due sedi: il Museo e Gipsoteca Antonio Canova di Possagno e il Palazzo Reale San Marco di Crespano del Grappa. q Mariella Rossi Vittorio Veneto (Tv). After a long stay in Rome, a “Madonna and Child” by Jacopo Sansovino, originally conserved in the santuario di Sant’Augusta near to the museum will return in the autumn to the Museo del Cenedese. The papier-mâché relief was made by the sculptor, a native of Florence, between 1540 and 1550 and has been subjected to a long restoration begun in 2011 (when it was also displayed at the Quirinale) and was recently completed by the Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro in Rome. The work has always been linked to the Veneto region. Its presence is attested for the first time in the 17th century in the Sanctuary of Sant’Augusta belonging to the Confraternita dei Battuti di Serravalle (a district of Vittorio Veneto). It entered the collection of the Museo del Cenedese in 1938, the year of its establishment, but its history is anything but straightforward. Who commissioned it and why is not known, but we do know that for a time it was relegated to a barn, probably because papier-mâché was not deemed worthy of a sacred site. Recent studies have found that it is a cast taken from a single mould, shared with similar works in the Bargello, the Louvre and other collections: a total of 11 reliefs with polychrome finish. The Cenedese version is a monochrome grey with details picked out in gold and red, and is signed at upper left, which is a unique touch. q M.R. Museo del Cenedese, piazza M. Flaminio, sab-dom 10-12/15-18, tel. 0438/57103, www.museocenedese.it Asolo (Tv). The Museo Civico di Asolo has recently published the first catalogue raisonné of its collection of paintings, drawings and sculptures, entitled “Il Museo Civico di Asolo. Opere dal ’400 al 900” (Antiga edizioni, 2014) edited by Giorgio Fossaluzza, and including scientific and analytical studies of the works, including details of restoration. The Museum was established in 1888 around a group of works by Antonio Canova (pictured, “Paris”) and his cousin Domenico Manera. The whole collection is linked to the territory: from the archaeological finds in Asolo to the section dedicated to Caterina Cornaro, Queen of Cyprus and lady of Asolo, from the religious vestments in the Treasury of the Cathedral to the testimonies of the circles formed by Robert Browning and Herbert Young Hammerton. The section of the gallery boasts 200 paintings that belonged to Monsignor Giacomo Bertoldi. Among the most significant works are the detached 15th-century frescoes, 17th-century paintings by Luca Giordano and Bernardo Strozzi, and two capriccios by Bernardo Bellotti of the 18th century. From September 5th, the Museo di Asolo will include a display called “Venus in the land of Canova” along with two other venues: the Museo e Gipsoteca Antonio Canova in Possagno and the Palazzo Reale San Marco at Crespano del Grappa. q Mariella Rossi Museo Civico di Asolo, via Regina Cornaro 74, tel. 0423/952313, sab-dom e festivi 10-19, www.asolo.it, «Venere nelle terre di Canova» dal 5 settembre Carpaccio & figlio | Carpaccio & Son CONEGLIANO (TV). Il «Polittico di santa Fosca» di Vittore Carpaccio è riunito per la prima volta dopo cinquanta anni nella mostra curata da Giandomenico Romanelli. Dei sei elementi originari rimangono soltanto tre tavole, conservate nel Museo Correr di Venezia, nell’Accademia Carrara di Bergamo e nell’Accademia Croata di Scienze e Arti di Zagabria. Il percorso mette a fuoco gli ultimi dieci anni della produzione del pittore, introducendo inoltre alla scoperta del figlio del maestro: Benedetto Carpaccio. Sono esposti 19 dipinti e pale d’altare e una ventina tra disegni, bozzetti e documenti realizzati dal 1515 al 1525 ca. Alla mostra si aggiunge un itinerario nel territorio circostante, alla scoperta di opere di artisti coevi. CONEGLIANO (TV). The “Santa Fosca Polyptych” by Vittore Carpaccio has been reconstituted for the first time in 50 years in the exhibition curated by Giandomenico Romanelli. Of the six original elements only three panels remain: in the Museo Correr in Venice, the Accademia Carrara in Bergamo and the Croatian Academy of Sciences and Arts Tre tavole del «Polittico di santa Fosca (San Pietro martire, San Sebastiano, San Rocco e donatore Pietro Lippomano)» di Vittore Carpaccio, 1514 in Zagreb. The exhibition focuses on the last 10 years of the painter’s production, introducing the revelation of the artist’s son: Benedetto Carpaccio. On display are 19 paintings and altarpieces and 20 drawings, sketches and documents produced from 1515 to circa 1525. Alongside the exhibition, there is an itinerary in the surrounding area, to discover the works of artists contemporary to Carpaccio. Palazzo Sarcinelli, via XX Settembre 132, tel. 0438/413116, www.mostracarpaccio.it, «Carpaccio. Vittore e Benedetto da Venezia all’Istria. L’autunno magico di un maestro» fino al 28 giugno Vedere a ROVIGO E TREVISO | 33 A Verona noi la vediamo così This is how we see it in Verona Verona. Che cosa chiedono ad ArtVerona alcuni dei soggetti coinvolti. Tomaso de Luca, artista «Costruire modalità di crescita culturale effettiva, non circoscritta, questo deve perseguire la fiera, com’è avvenuto in questi anni con On Stage, Independents, The Gentleman of Verona». Giorgio Fasol, collezionista, membro del Comitato d’Indirizzo di ArtVerona. «Le fiere devono aggiungere qualcosa di culturalmente valido, per citare Giuseppe Panza di Biumo: "Se tu ami l’arte, l’arte ama te; se tu sfrutti l’arte, l’arte sfrutta te"». Annamaria Gambuzzi, gallerista e presidente dell’Angamc «Le aspettative dell’Associazione riguardano in particolare il tipo di clientela che si riesce a convogliare, tema sul quale ArtVerona ha dimostrato, soprattutto nell’ultima edizione, di voler concentrare i propri sforzi». Paola Marini, direttrice dei Musei d’Arte e Monumenti del Comune di Verona. «Trovo molto interessanti le «affinità di contrasto» create dai giovani artisti invitati nei progetti collaterali a confrontarsi con le opere della collezione del Museo di Castelvecchio; sono scambi vitalizzanti che per quanto possibile continueremo a perseguire». Cristiano Seganfreddo, direttore di Progetto Marzotto e di Corriere Innovazione «È in corso una revisione dei sistemi di scambio tra le persone anche nelle piattaforme commerciali. Bisogna essere produttori di valori, non semplici venditori di prodotti. Con i6 ci impegniamo a produrre contenuti» Verona. What do some of those involved what from Verona? Tomaso de Luca, artist “The fair must construct effective methods for cultural growth, not circumscribed ones, as has happened in recent years with On Stage, Independents, The Gentleman of Verona.” Giorgio Fasol, collector, member of the Steering Committee of Art Verona. “Fairs have to add something culturally valid. To quote Giuseppe Panza di Biumo: “If you love art, art loves you; if you exploit art, art exploits you.” Annamaria Gambuzzi, gallery owner and president of Angamc. “The expectations of the Association concern in particular the type of clientele we manage to attract, a subject on which ArtVerona has shown a desire to focus its efforts, especially in the latest edition.” Paola Marini, director of Musei d’Arte e Monumenti of the City of Verona. “I find the “affinity of contrast” created by young artists invited to collateral projects comparing with the works from the collection of the Museo di Castelvecchio very interesting; these exchanges are revitalising and we will do as much as possible to continue them.” Cristiano Seganfreddo, director of Progetto Marzotto and Corriere Innovazione “A review of systems of exchange between people is under way even in commercial platforms. You have to be a producer of values, not just a seller of products. With i6 we are committed to producing content.” ARTVERONA.IT 11a EDIZIONE 16/19 OTTOBRE 2015 ART PROJECT FAIR ICONA 2014 / LUIGI PRESICCE ALLEGORIA ASTRATTA DELL’ATELIER DELL’ARTISTA ORGANIZED BY Vedere A VERONA | 34 Andrea Bruciati Vuole «bruciare» le altre fiere He wants to “burn” other fairs Verona. Quest’autunno ArtVerona giungerà all’XI edizione rafforzando la sua identità di fiera attenta alla qualità delle gallerie (tutte italiane), il suo ruolo di sperimentazione e di interazione dei molteplici soggetti coinvolti. Ecco alcune anticipazioni di Andrea Bruciati, direttore artistico dal 2014. Quali sono le peculiarità di ArtVerona? ArtVerona rappresenta un modo diverso di intendere tutto il sistema dell’arte italiano, una specie di laboratorio che ne mette in gioco i protagonisti. Come si concretizza la sperimentazione? Abbiamo dei format ricorrenti che ogni anno ampliamo. Sono focus su alcuni aspetti dell’arte. Uno rilevante è Level 0, con il quale invitiamo i direttori di museo a dare visibilità nelle loro istituzioni ai giovani artisti presenti in fiera. Un progetto innovativo è Artes, che pone l’attenzione sui diversi mezzi espressivi e quest’anno vedrà protagonista il disegno: autori storicizzati delle gallerie in fiera sono messi a confronto con giovani invitati tramite un bando aperto anche a chi non lavora con le gallerie. Dal 2010 diamo l’opportunità alle più interessanti realtà indipendenti non profit di esporre gratuitamente in fiera. Quest’anno poi esordiamo con un nuovo format, atupertu: una serie di incontri tra un artista e il pubblico proposti dalle gallerie. Quali sono gli obiettivi della prossima edizione? Stiamo investendo sempre di più in progetti collaterali che proseguono oltre la durata della fiera chiamando a collaborare la città e la comunità, sulla scorta di quanto avviato lo scorso anno con il coinvolgimento di tutte le istituzioni culturali cittadine: Università, musei, biblioteca e Accademia. Qualche anticipazione sul programma collaterale? Un’unica piattaforma unirà le diverse iniziative nel Museo di Castelvecchio, nel Museo Lapidario Maffeiano e nella Biblioteca Civica: è la figura di Emilio Salgari, artista e letterato nato a Verona. Come si misura il successo della fiera? I nostri progetti hanno fatto crescere i soggetti coinvolti, dai collezionisti agli artisti emergenti, tra questi Tomaso De Luca e Giulio Frigo per citarne un paio. Lo scorso anno abbiamo istituito grazie alla partnership con la Fondazione Domus, un Fondo Acquisizioni a disposizione della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti per acquisire opere in fiera, che diventano così patrimonio cittadino. Un buon progetto culturale determina un successo economico e lo scopo della fiera in cui investono tante aziende e professionisti è anche questo. Verona. This autumn, ArtVerona will reach its 11th edition, strengthening its identity as a fair attentive to the quality of the galleries (all Italian), its role of experimentation and interaction of the many subjects involved. Here are some anticipations by Andrea Bruciati, artistic director since 2014. What are the peculiarities of ArtVerona? It represents a different way of understanding the whole of the Italian art system, a kind of laboratory that brings the protagonists into play. How is the experimentation realised? We have some recurring formats which we expand every year. These focus on certain aspects of art. One significant one is Level 0, with which we invite museum directors to give visibility to their institutions to the young artists at the fair. Artes is an innovative project focusing on the different means of expression, and this year will see drawing as its protagonist: artists historicised by the galleries at the fair are compared with young people invited through an open call available even to those who do not work with galleries. Since 2010, we have been giving the opportunity to the most interesting independent nonprofit organisations to exhibit at the fair for free. This year too, we will be launching a new format, atupertu: a series of encounters between an artist and the public offered by the galleries. What are the objectives of the next edition? We are investing more and more in collateral projects that continue after the fair closes, inviting the city and the community to collaborate, in the wake of what began last year with the involvement of all the city’s cultural institutions: universities, museums, library and academy. A preview of the collateral programme? A single platform will unite the various initiatives in the Museo di Castelvecchio, Una veduta della scorsa edizione di ArtVerona, 2014 the Museo Lapidario Maffeiano and the Biblioteca Civica: the figure of Emilio Salgari, artist and writer born in Verona. How do you measure the success of the fair? Our projects have increased the number of people involved, from collectors to emerging artists, including Tomaso De Luca and Giulio Frigo to name just a couple. Last year, thanks to a partnership with the Fondazione Domus, we set up an acquisitions fund available to the Galleria d’Arte Moderna Achille Forti to acquire works at the fair, which thus become part of the town’s heritage. A good cultural project determines economic success too and this too must beo the purpose of a fair in which so many companies and professionals invest. ArtVerona, Veronafiere, viale del Lavoro 8, tel. 045/8298204, www.artverona.it, 16-19 ottobre Jacob Hashimoto al lavoro sui suoi aquiloni © Studio La Città, Verona Gli aquiloni di Hashimoto Hashimoto’s Kites Verona. Studio La Città ospita per la seconda volta una personale dello statunitense Jacob Hashimoto, nato in Colorado nel 1973. Sono esposte opere a parete recenti, costituite da stratificazioni di carta e bambù. Differenti sagome cartacee meticolosamente sovrapposte in ordinate successioni sino a creare fitte trame tridimensionali animate da pieni e vuoti, luci e ombre. Il percorso include anche installazioni di grandi dimensioni, alcune nate a Venezia per la Fondazione Querini Stampalia nel 2013, tra queste «Gas Giant», di cui è stata riproposta una seconda versione lo scorso autunno nel Moca Pacific Design Center, il museo di Los Angeles che ha ospitato la prima personale dell’artista in uno spazio pubblico californiano. Si tratta di un’installazione massiva, articolata e multiforme: un’architettura di 30mila aquiloni di carta diversi per forma e colori, sospesi nelle sale della Galleria come in quelle degli altri musei in cui è stata precedentemente esposta. Il lavoro di allestimento, durato 25 giorni, è stato interamente ripreso dalle telecamere. Già nel 2006, in occasione della sua prima rassegna presso Studio La Città, le 400 ore di allestimento della mostra erano state immortalate in un video documento girato da Elizabeth Goetz prodotto in 500 copie. «Gas Giant» è influenzata dalla pittura degli ultimi decenni, dal movimento della Super flat abstraction ispirato a manga e anime, qui scomposto in più livelli e sganciato dal suo distintivo appiattimento. È invece legata al mondo naturale «Tree III», la scultura realizzata nel 2008 per la rassegna «Ad Naturam» nel Museo Civico di Storia Naturale di Verona. Dei primi anni Duemila è «Positivo e Negativo n. 1», lavoro scultoreo che, ancora una volta, gioca sull’armonia e l’alternanza di spazi pieni e spazi vuoti. Non mancano poi tele e tavole dipinte con colori acrilici e disegni. Attraverso l’Associazione Aslc Progetti per l’Arte, Studio la Città ha collaborato all’organizzazione della mostra di Ettore Spalletti (cfr p. 15) ideata dall’artista per gli spazi rinnovati del secondo piano di Palazzo Cini a San Vio, la casa museo aperta al pubblico stagionalmente ove è allestita la collezione d’arte antica di Vittorio Cini. Verona. For the second time, Studio La Città is hosting a one-man show of American Jacob Hashimoto, born in Colorado in 1973. On display are recent mural works comprising layers of paper and bamboo. Different paper shapes meticulously stacked in neat succession to create dense textures of three-dimensional forms animated by full and empty, light and shadow. The show also includes large installations, some created in Venice for the Fondazione Querini Stampalia in 2013; among them is “Gas Giant”, a second version of which was created last autumn in the Moca Pacific Design Center, the Los Angeles museum that hosted the artist’s first solo exhibition in a public space in California. It is a massive, complex and multifaceted installation: an architecture of 30,000 paper kites of different shapes and colours, hanging in the halls of the gallery and in the spaces of other museums in which it was previously displayed. The preparation lasted 25 days, and was fully recorded by cameras. Already in 2006, on the occasion of his first exhibition at Studio La Città, the 400 hours of preparation for the exhibition were immortalised in a video filmed by Elizabeth Goetz, of which 500 copies were produced. “Gas Giant” is influenced by painting of the last decades, by the Super flat abstraction movement inspired by manga and anime, and here decomposed into several levels and removed from its distinctive flattening. “Tree III”, the sculpture created in 2008 for the “Ad Naturam” at the Museo Civico di Storia Naturale of Verona, is inspired by nature. “Positive and Negative no. 1”, a sculptural work that, once again, plays on harmony and the alternation of filled and empty spaces, dates from the early 2000s. There are also paintings and panels painted with acrylic colours, and drawings. Through the Associazione Aslc Progetti per l’Arte, Studio la Città has helped to organise the exhibition of Ettore Spalletti (see p. 15) planned by the artist for the renovated spaces of the second floor of Palazzo Cini at San Vio, the house and museum open to the public seasonally and which contains the collection of Vittorio Cini’s Old Masters. Studio La Città 16 Lungoadige Antonio Galtarossa, tel.045/597549, www.studiolacittà.it, « Jacob Hashimoto» dal 16 maggio al 12 settembre La villa è mobile The villa è mobile CEREA (VR). Il 12 giugno nell’ambito delle Giornate Internazionali di Studio a Villa Dionisi, il MAAM (Museo delle Arti Applicate nel Mobile Contemporaneo) ospiterà il tradizionale Simposio volto ad analizzare gli scenari internazionali del settore, mentre il 2 ottobre sarà la volta della premiazione del concorso annuale di design «Il Mobile Significante», intitolato «I luoghi del relax 2.0» e dedicato agli oggetti d’arredo per il relax domestico. La ricerca è fondamentale per il museo, inserito nella Rete dei Giacimenti del Design Italiano capeggiata dal Triennale Design Museum di Milano. Il Maam è stato istituito nel 2008 nella settecentesca Villa Dionisi detta Ca’ del Lago, censita dall’Istituto Regionale Ville Venete. È nato in seno alla Fondazione Aldo Morelato, ente senza fini di lucro che ha tra i suoi obiettivi la salvaguardia e la valorizzazione di Villa Dionisi, la costituzione di un Osservatorio dell’arte applicata nel mobile e la realizzazione di corsi di formazione legati al mobile. Il museo, voluto da Giorgio Morelato, è il coronamento del percorso di approfondimento teorico intrapreso nel 2002 con l’Osservatorio sull’arte applicata nel mobile diretto da Ugo La Pietra. La collezione comprende le donazioni fatte durante le giornate di studio da designer e architetti italiani quali Paola Navone, Adolfo Natalini, Aldo Cibic, Mario Botta, Bruno Novelli Fontanesi, Piero Lissoni e Marco Ferreri (quest’anno toccherà ad Andrea Branzi). Nell’esposizione permanente confluiscono anche i progetti dei giovani designer selezionati ogni anno per il concorso «Il mobile significante», oltre naturalmente ai prototipi delle produzioni della Morelato. Un altro spazio espositivo della produzione aziendale è l’ottocentesco Palazzo Taidelli a Sanguinetto, anch’esso nell’area del «distretto del mobile». Ogni anno il museo raccoglie le proprie esperienze e attività in una pubblicazione; di recente ristampa il catalogo del museo, uscito nel 2012. q M.R CEREA (VR). On June 12, as part of the International Studio Days at Villa Dionisi, the MAAM (Museo delle Arti Applicate nel Mobile Contemporaneo) will host the traditional Symposium analysing the international scenarios of the sector, while October 2 will see the awards for the annual “Il Mobile Significante” design competition, entitled “Places of relaxation 2.0” and dedicated to objects of furniture for relaxing at home. Research is fundamental for the museum, which is part of the Villa Dionisi, sede del Maam (Museo delle Arti Applicate nel Mobile Contemporaneo) Italian Design Network headed by the Triennale Design Museum in Milan. The Maam was established in 2008 in the 18th-century Villa Dionisi called Ca ‘del Lago, surveyed by the Istituto Regionale Ville Venete. It was founded as part of the Fondazione Aldo Morelato, a non-profit organisation that has the preservation and development of Villa Dionisi among its objectives, together with the establishment of an observatory of applied art in furniture and the implementation of training courses for making furniture. The museum, sought by Giorgio Morelato, is the culmination of a process of theoretical study undertaken in 2002 with the observatory of applied arts in furnituremaking directed by Ugo La Pietra. The collection includes donations made during the study days by Italian designers and architects such as Paola Navone, Adolfo Natalini, Aldo Cibic, Mario Botta, Bruno Novelli Fontanesi, Piero Lissoni and Marco Ferreri (this year, it will be turn of Andrea Branzi). The permanent holdings also include the projects of the young designers selected each year for the “Il Mobile Significante” competition as well as, naturally, the prototypes of Morelato’s productions. Another exhibition space for the company is the 19th-century Palazzo Taidelli at Sanguinetto, also located within the “furniture district”. Each year, the museum collects its experiences and activities in a publication, and has recently reprinted the catalogue, first released in 2012. q M.R. Maam, presso Villa Dionisi, Località Ca’ del Lago 70, ven 9-12, o su prenotazione, www.fondazionealdomorelato.org, delle «Giornate Internazionali di Studio» 12 giugno, «I luoghi del relax 2.0» 2 ottobre Vedere a VERONA | 35 L’Intesa collezionistica Intesa collects Vicenza. Palazzo Leoni Montanari fa parte delle Gallerie d’Italia, la rete di poli museali di Intesa Sanpaolo che comprende le Gallerie di Piazza Scala a Milano e Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli. Nel palazzo vicentino di fine Seicento, unico esempio di dimora barocca del territorio, sono esposte tre collezioni diverse per genere, epoca e provenienza, ma idealmente accomunate dall’idea del viaggio verso Oriente attraverso il mare. La prima è una collezione d’icone russe: tra le più importanti in Occidente conta oltre 400 esemplari datati dal Medioevo all’epoca moderna. Ne sono esposte circa 140, suddivise per soggetti attinti dalla tradizione cristiano-ortodossa, bizantina e russa. Per approfondire la conoscenza delle icone, inoltre, vi è un centro studi con annessa una biblioteca specialistica accessibile al pubblico. Si entra così in contatto con l’atmosfera storica, culturale e religiosa di tale produzione (tra i volumi conservati rari testi antichi e saggi in lingua originale). Un’altra collezione è quella di pittura veneta del Settecento: una quarantina di opere allestite in tre sale contigue del piano nobile. Si tratta di una carrellata di capricci, scene d’interni, ritratti e vedute in particolare di Venezia eseguiti da autori quali Pietro Longhi e i suoi seguaci, Francesco Guardi, Michele Marieschi, Francesco Albotto e Francesco Zuccarelli. Tra i dipinti esposti «Capriccio con chiesa gotica e laguna» di un ventenne Canaletto e il bozzetto a olio de «Il giudizio finale» di Giambattista Tiepolo. L’unica scultura è di Agostino Fasolato, un’opera in marmo di Carrara alta quasi 2 metri. Nel 2014 in occasione dei 15 anni di apertura del Palazzo vicentino (il primo museo del Gruppo), gli spazi espositivi sono stati ampliati con due sale destinate a esporre a rotazione una parte degli oltre 500 reperti di ceramiche attiche e magnogreche fino ad allora conservate nei depositi annessi al palazzo ed esposte solo in mostre temporanee. Si tratta di vasi dipinti prodotti tra il IV e il III secolo a.C in Puglia, Lucania e Atene rinvenuti nella necropoli di Ruvo di Puglia. Oltre alle collezioni, Palazzo Leoni Montanari ospita un laboratorio di restauro che svolge un lavoro continuo di monitoraggio e conservazione di questo ampio e variegato patrimonio. Significativa la sezione didattica rivolta ad adulti, ragazzi e bambini attiva (grazie alla collaborazione con l’Ulss 6 di Vicenza) anche extra muros presso i reparti di pediatria, i centri per disturbi alimentari e le strutture assistenziali per anziani. Da segnalare, infine, la fitta programmazione d’incontri, convegni, presentazioni e «Poetry Vicenza», la rassegna di poesia contemporanea in corso fino a giugno. Vicenza. Palazzo Leoni Montanari is part of Gallerie d’Italia, the network of museums belonging to the Intesa Sanpaolo group and which includes the Gallerie di Piazza Scala in Milan and Palazzo Zevallos Stigliano in Naples. In the late-17th-century palace in Vicenza, the only example of Baroque mansion in the territory, there are three different types of collection, but ideally united by the idea of a journey towards the East across the sea. The first is a collection Le ferite della guerra The wounds of war Vicenza. Nell’ambito della mostra dedicata alla Grande Guerra nelle tre sedi delle Gallerie d’Italia, Palazzo Leoni Montanari ospita la sezione «I luoghi e l’arte feriti», volta ad analizzare le conseguenze del conflitto sulla vita della gente, sul paesaggio naturale, urbano e sul patrimonio artistico. Figurano le testimonianze dei danni subiti dalle opere di Antonio Canova nella Gipsoteca di Possagno. I teatri veneti del conflitto come il Monte Grappa, il Piave e Vittorio Veneto, sono invece raffigurati nei disegni di Innocente Cantinotti, realizzati sul campo di battaglia. La guerra è stata vissuta in prima persona anche dagli altri artisti in mostra: Achille Beltrame, Italico Brass, Aldo Carpi e Michele Cascella. È esposta anche la serie fotografica «I teatri di guerra» di Luca Campigotto. Affianca la mostra un ricco programma di eventi collaterali con attività didattiche, laboratori e visite guidate. Tre incontri (il 22, 29 maggio e 9 giugno alle 17) propongono una riflessione storica e sociologica sulle ragioni che spingono l’uomo al conflitto. Una rassegna cinematografica con film italiani e internazionali, storici e recenti, è realizzata in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana (alle ore 18, nei giorni 9 e 23 maggio, 6 e 20 giugno, 11 e 25 luglio). Da segnalare infine performance teatrali, letterarie e musicali, il 24 maggio, il 13 giugno e il 5 luglio. La «Testa di Tersicore» di Antonio Canova, gesso danneggiato durante i bombardamenti del 1917. Possagno, Museo e Gipsoteca Antonio Canova Vedere A VICENZA | 36 «Capriccio con chiesa gotica e laguna» di Canaletto, 1720-1721 ca of Russian icons: one of the most important in the West with over 400 pieces dating from the Middle Ages to modern times. Approximately 140 are on display, divided by subjects drawn from the Christian Orthodox, Byzantine and Russian traditions. To learn more about the icons, moreover, there is an adjoining study centre with a specialised library open to the public. One can thus come into contact with the historical, cultural and religious mood of this production (the volumes conserved include rare old books and essays in the original language). Another collection that of 18th-century Venetian painting: forty works hanging in three adjoining rooms on the piano nobile. It presents a range of capricci, interior scenes, portraits and views of Venice in particular, painted by such artists as Pietro Longhi and his followers, Francesco Guardi, Michele Marieschi, Francesco Albotto and Francesco Zuccarelli. Among the paintings on display are “Capriccio with Gothic church and lagoon” by a 20-year-old Canaletto and an oil sketch for “The Last Judgment” by Giambattista Tiepolo. The only sculpture is by Fasolato Agostino: a work in Carrara marble standing almost 2 metres high. In 2014, for the 15th anniversary of the opening of the Palazzo in Vicenza (the first museum of the Group), the exhibition spaces have been expanded with two rooms designed to display in rotation a part of the more than 500 examples of Attic pottery and pottery from Greek Italy hitherto conserved in the storerooms next to the palazzo and displayed only in temporary exhibitions. They consist of painted vases produced between the fourth and third centuries BC in Puglia, Lucania and Athens found in the necropolis at Ruvo di Puglia. In addition to the collections, Palazzo Leoni Montanari houses a restoration laboratory that undertakes a continuous monitoring and conservation programme for this large and varied heritage. There is an active educational section aimed at adults, teenagers and kids which (thanks to the collaboration with the Health Authority 6 of Vicenza) is also active outside its walls in paediatric centres, centres for eating disorders and care facilities for the elderly. Of note, finally, the full programme of meetings, conferences, presentations and “Poetry Vicenza”, the contemporary poetry event that takes place until June. Gallerie d’Italia-Palazzo Leoni Montanari, contra’ S. Corona 25, mar-dom 10-18, tel. 800/578875, www.gallerieditalia.com Vicenza. As part of the exhibition dedicated to the Great War in the three venues of Gallerie d’Italia, Palazzo Leoni Montanari, presents “Wounded places and art”, analysing the consequences of the conflict on people’s lives, the natural and urban landscape and the artistic heritage. It includes examples of the damage to the works of Antonio Canova in the Gipsoteca at Possagno. The theatres of conflict in the Veneto, such as Monte Grappa, the Piave and Vittorio Veneto, are depicted in the drawings of Innocente Cantinotti, drawn on the battlefield. The war was experienced firsthand by other artists in the exhibition: Achille Beltrame, Italico Brass, Aldo Carpi and Michele Cascella. Also on show is the photographic series “Theatres of war” by Luca Campigotto. A packed programme of events accompanies the exhibition, with educational activities, workshops and guided tours. Three meetings (May 22, 29 and June 9 at 5 pm) propose a historical and sociological reflection on the reasons conflicts arise. A film festival with Italian, international, historical and recent films, has been organised in collaboration with the Fondazione Cineteca Italiana (at 6 pm on May 9 and 23, June 6 and 20, July 11 and 25). Lastly, there will be theatrical, literary and musical performances too, on May 24, June 13 and July 5. Gallerie d’Italia-Palazzo Leoni Montanari, contra’ S. Corona 25, mar-dom 10-18, tel. 800/578875, www.gallerieditalia.com, «La Grande Guerra. I luoghi e l’arte feriti» fino al 23 agosto Musica nel Palazzo Music in the Palace Vicenza. Palazzo Leoni Montanari promuove la cultura musicale con il progetto «Musica a palazzo», che stimola il dialogo tra i diversi linguaggi espressivi. A esso fa capo «Musica da un’esposizione. Riflessioni musicali alle Gallerie d’Italia», il programma di concerti ideato in simbiosi con la collezione: dopo una visita focalizzata su determinate opere viene proposta una selezione di brani. Sia questo appuntamento, sia la stagione concertistica «Pomeriggio tra le Muse», sono realizzati dal giovane gruppo cameristico in residenza presso il Palazzo, Ensemble Musagète, diretto dal maestro Giovanni Guglielmo. Alla formazione è riservato invece «Progetto Orchestra», giunto nel 2015 alla quarta edizione. Si tratta di un corso orchestrale e vocale voluto da Intesa Sanpaolo e Società del Quartetto di Vicenza. Alle scuole sono riservate numerose attività di educazione all’ascolto e al pubblico più eterogeneo «OpeNights 2015», il ciclo di appuntamenti (il 10, il 17, il 24 e il 31 luglio e il 7 agosto) nel cortile del Palazzo alle 20,30 nell’ambito de «L’estate a Vicenza». q M.R Vicenza. Palazzo Leoni Montanari is promoting musical culture with the “Music in the Palace” project which stimulates dialogue between different forms of expression. A part of this takes the form of “Music from an exhibition. Musical reflections at the Gallerie d’Italia”, the concert programme planned in symbiosis with the collection: after a section focused on specific works, a selection of songs is offered. Both this event, and the “Afternoon amidst the Muses” concert season are performed by young chamber music group in residence at the Palazzo, Ensemble Musagète, conducted by Giovanni Guglielmo. The “Orchestra Project” is reserved for training and reaches its fourth edition in 2015. It offers an orchestral and vocal course set up at the behest of Intesa Sanpaolo and the Società del Quartetto di Vicenza. Schools are offered numerous activities of listening education and wider audiences have “OpeNights 2015”, a series of events (on July 10, 17, 24 and 31 and August7) in the courtyard of the Palace at 8.30 pm, as part of “Summer in Vicenza” q M.R. Gallerie d’Italia-Palazzo Leoni Montanari, contra’ S. Corona 25, mar-dom 10-18, tel. 800/578875, www.gallerieditalia.com Da vent’anni rompiamo col passato Breaking with the past for the past 20 years Vicenza. La galleria Valmore studio d’arte compie vent’anni. Fondata nel 1995, si dedica da sempre ai movimenti che hanno rivoluzionato l’opera d’arte nella seconda metà del XX secolo (come lo Spazialismo l’Arte ottico-cinetica e la Pittura analitica) apprezzati dalla critica ma non sempre dal mercato. Ne parla la fondatrice e direttrice Valmore Zordan. Perché ha aperto la galleria? Da vent’anni il mio impegno è di riportare alla ribalta artisti e movimenti fondamentali nel rinnovamento degli anni ’50 e ’60, Valmore Zordan quando è cambiato il concetto di manufatto artistico. Con quali artisti e movimenti ha iniziato? All’inizio ci siamo concentrati sullo Spazialismo veneto, partendo dall’amicizia con gli artisti veneziani e dalla frequentazione della galleria a di Renato Cardazzo a Venezia. Successivamente mi sono rivolta all’Arte programmata e Ottico-cinetica, influenzata da mia figlia Monica Bonollo che dagli anni ’80 ha svolto ricerche filosofico-scientifiche sulla percezione visiva. Ci siamo focalizzate su Gruppo N, Gruppo T, Grav, Sperimentale P, Mid ecc., li abbiamo riproposti al mercato, che a differenza della critica li aveva trascurati. Ci ha colpito anche Eros Bonamini, personalità molto incisiva fin dagli anni ’70. Molte istituzioni internazionali ci chiedono da sempre opere in prestito. E la Video arte? Parallelamente ci siamo dedicate all’Arte elettronica e alla Video arte (di cui curiamo un nutrito archivio) con personali di Nam June Paik, Peter Vogel e Ale Guzzetti. Di che cosa si è occupata recentemente? La mostra «Mid. Mutamento Immagine Dimensione, 1964-2014» chiusa il 28 marzo prosegue l’attenzione verso i gruppi storici ottico-cinetici. Le sperimentazioni del Gruppo Mid degli anni ’60 sono state riproposte dai due artisti del gruppo ancora in vita: Barrese e Marangoni. Dal 2008 Valmore studio d’arte gestisce l’archivio di Joël Stein, come siete entrati in contatto? Ho conosciuto Joël Stein nel suo studio di Parigi alla fine degli anni ’90. Mi sono occupata della promozione delle sue opere, della curatela e pubblicazione di una monografia che ne riassume la poliedrica attività di sperimentazione, iniziata nei primi anni ’50 e teorizzata in numerosi suoi scritti. Ci occupiamo poi dei prestiti delle opere. Nel 2010 abbiamo curato a Caen in collaborazione con Bernard Légé una retrospettiva promossa dalla Regione Normandia, poi approdata in Italia. Che cos’è la «Linea analitica dell’arte»? Secondo lo storico dell’arte Filiberto Menna (1926-88) è l’arte che scaturisce da una progettualità frutto di un pensiero con un preciso intento di rottura verso il passato. Definizione in cui rientra la linea seguita da Valmore studio d’arte. Lo sbocco logico è quindi la Pittura analitica, di cui abbiamo fatto una mostra nel 2013 e una ora. Le prossime mostre? Oltre alla Pittura analitica, una retrospettiva di Davide Boriani e una personale del venezuelano Darìo Pérez Flores. q M.R. Vicenza. The Valmore studio d’arte gallery is twenty years old. Founded in 1995, it has always been dedicated to the movements that have revolutionised art in the second half of the 20th century (such as spatialism, optical-kinetic art and analytic painting), acclaimed by critics but not always by the market. Its founder and director, Valmore Zordan, speaks to us. Why did you open the gallery? For the past 20 years, my commitment has been to bring artists who have been fundamental in the renewal of the ‘50s and’ 60s, when the concept of artwork changed, to the fore. With which artists and movements did you begin? At the outset we focused on Venetian Spatialism, starting from my friendship with Venetian artists and the frequenting of the gallery by Renato Cardazzo in Venice. Later I turned to programmed and optical-kinetic art, influenced by my daughter Monica Bonollo who has «Untitled» di Joël Stein, 1971-72 done philosophical and scientific research into visual perception since the 1980s. We focused on the Gruppo N, Gruppo T, Grav, Sperimentale P, Mid, etc, and have offered them to the market, which unlike the critics had rather neglected them. We were also struck by Eros Bonamini, a highly incisive personality since the ’70s. Many international institutions ask us for works on loan. And video art? In parallel, we have dedicated ourselves to electronic and video art (of which we have a large archive) with personal exhibitions of Nam June Paik, Peter Vogel and Ale Guzzetti. What have you been showing recently? The “Mid. Change Image Size, 1964-2014” exhibition that closed on March 28 continues to maintain interest in the historical optical-kinetic groups. The experiments of Gruppo Mid in the 1960s have been reiterated by the two artists of the group still alive: Barrese and Marangoni. Since 2008 Valmore studio d’arte has managed the archives of Joël Stein. How did you meet? I met Joël Stein in his studio in Paris in the late ’90s. I took care of the promotion of his works, of the editing and publication of a monograph summarising the multifaceted activities of experimentation that began in the early ’50s and theorised in many of his writings. We take care of the loans of his works. In 2010, at Caen, in collaboration with Bernard Légé, we curated a retrospective organised by the Normandy Region, which then travelled to Italy. What is the “The analytical line of art”? According to art historian Filiberto Menna (1926-1988) it is arte that springs from planning itself the result of a thought to effect a specific break into the past. A definition which summarises the line followed by Valmore studio d’arte. The logical outcome is therefore analytical painting, concerning which we had a show in 2013 and another now. The next shows? In addition to analytic painting, there will be a retrospective of Davide Boriani and a one-man show of Venezuelan Dario Perez Flores. q M.R. Valmore studio d’arte, contrà Porta Santa Croce 14, su appuntamento, 0444/322557, www.valmore.it EROS BONAMINI TRACCIA SUPERFICIE TEMPO Cronotopograe, 1981 N 2 serie di segni-tracce con pennello inchiostro nero e pennarello in 100-200-300... secondi tela indeformabile, 90 x 230 cm Valmore studio d’arte sas Contra’ Porta Santa Croce 14 36100 Vicenza telefono 0444 322 557 [email protected] www.valmore.it si riceve su appuntamento Vedere A VICENZA | 37 Canova e Jacopo Bassano, i due fuoriclasse Canova and Jacopo Bassano, two champions Una veduta della sala dalpontiana nel Museo Civico Bassano del Grappa (Vi). Ideato nel 1828, scrigno delle opere di Jacopo Bassano e Antonio Canova, il Museo Civico di Bassano del Grappa (dal 1840 nell’ex Convento di San Francesco) è uno dei più antichi del Veneto ed è il principale dei Musei di Bassano del Grappa, il sistema museale cittadino cui fanno capo anche il Museo della Ceramica G. Roi, istituito nel 1992 a Palazzo Sturm, il Museo della Stampa Remondini (fondato nello stesso palazzo nel 2007) e il Museo Naturalistico di Palazzo Bonaguro. Il Museo Remondini è interamente dedicato a stampe, acqueforti e xilografie realizzate nel territorio da metà Seicento e metà Ottocento ed esportate in tutto il mondo dagli ambulanti del vicino Tesino. Tra gli artisti presenti Albrecht Dürer, Tiepolo e Mantegna. Anche il Museo della Ceramica racconta una tecnica tradizionale in questo luogo, con un allestimento cronologico che ripercorre la storia della ceramica in Italia e nell’area bassanese. La direttrice dei Musei Civici bassanesi Giuliana Ericani risponde ad alcune domande. Vedere A VICENZA | 38 Giuliana Ericani Come si rende vitale un’istituzione antica come il Museo Civico? Il Museo Civico di Bassano, il più antico museo civico del Veneto, affianca mostre temporanee alla valorizzazione del proprio patrimonio: il riallestimento della pinacoteca (svolto negli ultimi dieci anni) e la rivisitazione in progress della parte sulla storia della città cui fa capo la sezione archeologica con reperti dal paleolitico agli insediamenti longobardi. A ciò si aggiunge l’apertura di un museo unico in Italia, quello dedicato alla calcografia e tipografia dei Remondini, premio Icom 2010, e il riallestimento del Museo della ceramica nel 2012. Da non dimenticare infine il vasto e antico patrimonio della Biblioteca e dell’Archivio (in Galleria Ragazzi dal 1999). Quali sono le punte di diamante della collezione? I due grandi nuclei di opere di Jacopo Bassano e bottega e di Antonio Canova. Quali e quante sono le opere di Jacopo Bassano (Jacopo dal Ponte)? Abbiamo 34 opere, il più consistente nucleo monografico al mondo conservato all’interno di un unico museo. Nella biblioteca custodiamo inoltre il «Libro Secondo» dei conti della bottega, un raro documento della prassi lavorativa nel Cinquecento. Gli «Estimi» conservati nell’Archivio restituiscono infine la dimensione patrimoniale della bottega di Jacopo: un’impresa a conduzione familiare. Le opere del padre di Jacopo, il pittore Francesco il Vecchio, capostipite dei Dal Ponte, insieme a quelle dei quattro figli completano il panorama della bottega, costituendo un nucleo pittorico fondamentale per chiunque voglia conoscere un fenomeno artistico presente nelle collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. E di Antonio Canova? Abbiamo le opere che costituiscono la prima idea e i «pensieri segreti» di Antonio Canova: una parte della donazione Sartori Canova di metà Ottocento, equamente divisa con la casa natale e la Gipsoteca di Possagno. Tale donazione comprende gli scritti e la corrispondenza di Canova con i grandi del suo periodo, più di 2.000 disegni (quasi la produzione completa), tutte le incisioni, i bozzetti in gesso e in terracotta, i monocromi, alcuni dipinti e alcuni grandi gessi. Di tale patrimonio il Mibact finanzia le attività di valorizzazione e pubblicazione programmate da un Comitato per l’Edizione Nazionale di cui fanno parte i più grandi studiosi mondiali dello scultore. Il Comune di Bassano organizza convegni e anastatiche sull’artista: un’attività di studio e ricerca condotta da Museo, Biblioteca e Archivio diventati ormai un centro di alta cultura per il Neoclassicismo italiano. q M.R. Bassano del Grappa (Vi). Designed in 1828 as a casket for the works of Jacopo Bassano and Antonio Canova, the Museo Civico of Bassano del Grappa (since 1840 in the former Convent of San Francesco) is one of the oldest in the Veneto and the most important of the Musei di Bassano del Grappa network, the city museum system that includes the Museo della Ceramica G. Roi, set up in 1992 in Palazzo Sturm, the Museo della Stampa Remondini (founded in the same building in 2007) and the Museo Naturalistico in Palazzo Bonaguro. The Museo Remondini is entirely dedicated to prints, etchings and woodcuts made in the territory from › 39 Veduta della sala dedicata agli anni Settanta con opere della Body art e comportamentali nel Museo Casabianca © Roberto Rizzotto › 38 the mid-17th to mid-19th century and exported throughout the world by the wandering salesmen of nearby Tesino. Among the artists are Albrecht Dürer, Tiepolo and Mantegna. The Museo della Ceramica also reveals a local tradition in the area, with a chronological exhibition that traces the history of ceramics in Italy and the Bassano. The director of the civic museums of Bassano, Giuliana Ericani, answers some questions. How does an institution as old as the Museo Civico maintain its liveliness? The Museo Civico of Bassano, the oldest museum in the Veneto, promotes its assets alongside a series of alongside temporary exhibits: the new layout of the gallery (done over the last ten years) and the review in progress of the part on the history of the city which includes the archaeological section contains finds from the Palaeolithic to the Lombard settlements. In addition, with the opening of a unique museum in Italy, one dedicated to the intaglio printing and typography of Remondini, which won the Icom prize in 2010, and the reorganisation of the Museo della ceramica in 2012. Last but not least, there is the vast and ancient heritage of the library and of the archive (in the Galleria Ragazzi since 1999). What are the finest items of the collection? The two major groups of works by Jacopo Bassano and workshop and by Antonio Canova. What and how many are the works by Jacopo Bassano (Jacopo dal Ponte)? We have 34 works, the largest monographic nucleus in the world to be conserved within a single museum. In the library, we also have the “Libro Secondo” of the workshop’s accounts, a rare insight into the working practices of the 16th century. The “Estimi” in the archive give an idea of the extent of the assets size of Jacopo’s workshop, which was a family business. The works of Jacopo’s father, painter Francesco il Vecchio, founder of the Dal Ponte dynasty, together with those of the four children complete the panorama of the workshop, and constitute a group of pictures that is essential for anyone who wants to understand an artistic phenomenon present in public and private collections around the world. And Antonio Canova? We have the works that make up the first idea and the “secret thoughts” of Antonio Canova: a part of the Sartori Canova donation of the mid-19th century, divided equally with the house he was born in, now the Gipsoteca di Possagno. This donation includes the writings and correspondence of Canova with the leading lights of his time, more than 2,000 drawings (almost his complete production), all the engravings, plaster and terracotta models, monochromes, some paintings and some large plaster works. The Mibact finances the promotion and programmatic publication of this heritage, planned by a committee that includes the world’s greatest scholars of the sculptor. The Comune di Bassano organises conferences and copies of the artist: an activity of study and research conducted by the museum, library and archives that have become a centre of culture for all that is Italian Neoclassicism. q M.R. Museo Civico, piazza Garibaldi 34, Palazzo Sturm, Via Schiavonetti 40, mar-sab 9-19, dom 10.30-13 e 15-18, tel. 0424/519901, www.museibassano.it 40 anni e 1.200 grafiche 40 years and 1,200 prints Malo (Vi). «Nuovocorso. Da museo-laboratorio del ’78 ad archivio-museo di oggi» è il titolo della programmazione per il 2015 del Museo Casabianca, dedicato alla grafica d’arte contemporanea e fondato nel 1978 come museo-laboratorio con un documento sottoscritto da dieci critici e curatori. Da allora ospita la collezione privata di GioBatta Meneguzzo, che si è andata via via ampliando attraverso un intenso lavoro di ricognizione e acquisizione condotto dallo stesso collezionista. A oggi conta oltre 1.200 opere realizzate dagli anni Sessanta agli anni Novanta di più di 700 artisti, oltre a una biblioteca specializzata con 1.600 volumi. Gestito da un’associazione culturale il cui segretario generale è GioBatta Meneguzzo, il museo è ospitato in un palazzotto settecentesco in marmorino bianco noto come Casabianca, concesso in comodato d’uso dalla famiglia Morandi Bonacossi. Il percorso espositivo dedicato alla collezione è un ampio excursus nei movimenti più significativi degli ultimi quarant’anni del secolo scorso. Si snoda lungo otto sale tra il piano nobile e l’ex granaio e comprende opere della stagione Fluxus, Pop art, Transavanguardia, Arte concettuale, Arte povera (con Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone e Mario Merz) e Land Art (con Amish Fulton e Richard Long). Tutte le opere esposte sono grafiche, disegni, stampe e multipli, mai di dimensioni elevate. La Vetrina nell’androne a piano terra ospita invece cicli di mostre temporanee intitolati «Domeniche Flash» (ciascuna esposizione dura una settimana). In quasi quarant’anni di attività il Museo Casabianca, aderente alla Rete Museale Alto Vicentino, ha realizzato numerose mostre tematiche, prodotto libri, cataloghi, quaderni di documentazione, una decina di opuscoli della collana «Fogli-Esercizi di comunicazione» e ancora stampe, edizioni e multipli. Malo (Vi). “Nuovocorso. From museum-workshop of 1978 to archive-museum of today” is the title of the 2015 programme of the Museo Casabianca, the museum dedicated to contemporary art graphics founded in 1978 as a museum-workshop with a document signed by ten critics and curators. Since then, it houses the private collection of GioBatta Meneguzzo, which has been gradually expanding through an intensive reconnaissance and acquisition undertaken by the collector himself. It now has more than 1,200 works by more than 700 artists from the 1960s to the 1990s, as well as a specialised library with 1,600 volumes. Run by a cultural association whose general secretary is GioBatta Meneguzzo, the museum is housed in an 18th-century white marble-known building known as Casabianca, granted free of charge by the family Morandi Bonacossi. The exhibition dedicated to the collection offers a broad overview of the most significant movements of the last forty years of the last century. It unfolds through eight rooms on the piano nobile and former granary and includes works from the Fluxus, Pop art, Trans, Conceptual Art, Arte Povera (with Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone and Mario Merz) and Land Art (with Amish Fulton and Richard Long) movements. All the works on display are graphics, drawings, prints and multiples, none of them large. The display case in the entrance hall on the ground floor hosts temporary exhibitions entitled “Sunday Flash” (each show lasts a week). In almost forty years of activity, the Museo Casabianca, part of the Rete Museale Alto Vicentino, has produced numerous thematic exhibitions, published books, catalogues, documentary publications, a dozen leaflets in the “Sheets-Exercises in communication” series, together with prints, editions and multiples. Museo Casabianca, largo Morandi 1, dom-festivi 10-12,30/ 15-18,30, su appuntamento gli altri giorni, tel. 0445/602474, www.museocasabianca.com Mostri e geroglifici a Bassano del Grappa Monsters and hieroglyphs at Bassano del Grappa Bassano del Grappa (Vi). Il Comune di Bassano del Grappa in collaborazione con il Comune di Nove presenta la prima monografica del bassanese Federico Bonaldi (1933-2012), tra i maggiori scultori e ceramisti veneti del dopoguerra. Nel Museo Civico sono esposte 135 sculture in ceramica eseguite tra il 1951 e il 2012, suddivise in sei sezioni: la prima indaga la produzione iniziale degli anni ’50 e ’60, la seconda il «lavoro felice» (cioè i cassetti), la terza le grandi sculture di mostri, la quarta i geroglifici, la quinta e la sesta i pannelli. In Palazzo Sturm vi sono disegni e incisioni per un totale di 50 fogli. Nel museo di Nove, invece, 50 fischietti in ceramica («cuchi» in veneto), un genere cui Bonaldi si dedicò con grande invenzione e dei quali esiste un fiorente collezionismo. La mostra segue la grande antologica sulla ceramica italiana del ’900 nella Gnam di Roma fino a giugno. Tutta l’area bassanese è stata interessata dalla lavorazione della terracotta sin dall’età del Bronzo, con esiti particolarmente importanti a livello europeo nel Settecento e nell’Ottocento. Il secondo dopoguerra ha visto l’affermarsi di artisti che interpretavano i vari movimenti attraverso la ceramica, una vera e propria scuola tra i cui nomi spiccano Pianezzola, Tasca e Bonaldi. Bassano del Grappa (Vi). In collaboration with the Comune di Nove, the Comune of Bassano del Grappa presents the first monographic exhibition of the Bassano-born Federico Bonaldi (1933-2012), one of the greatest post-war sculptors and potters of the Veneto. The Museo Civico presents 135 ceramic sculptures made between 1951 and 2012, divided into six sections: the first investigates the initial production of the ’50s and ’60s, the second the “happy work” (the cassetti), the third, the large sculptures of monsters, the fourth, the hieroglyphs, the fifth and sixth, the panels. Palazzo Sturm hosts a total of 50 drawings and engravings. In the museum of Nove, instead, there are 50 ceramic whistles (“cuchi” in Veneto dialect), a genre to which Bonaldi devoted himself with great inventiveness and around which there is a thriving collectors’ market. The exhibition follows the major retrospective on Italian ceramics of the 20th century held at the Gnam in Rome until June. The whole Bassano area has been involved in working with clay since the Bronze Age, with especially important results at a European level in the 18th and 19th centuries. After the Second World War, a number of artists gained acclaim, interpreting the various art movements through ceramics, forming a school in which stand out such names as Pianezzola, Tasca and Bonaldi. Museo Civico, piazza Garibaldi 34, Palazzo Sturm, Via Schiavonetti 40, mar-sab 9-19, dom 10,30-13/15-18, tel. 0424/519901, www.museibassano.it, Museo della Ceramica G. Fabris di Nove, via Giove 1, tel. 0424/590022, www.istitutoartenove,it, «Federico Bonaldi. La magia del racconto», dal 13 giugno al 18 ottobre Vedere A VICENZA | 39 La Galleria sull’Altopiano The Gallery on the Plateau Asiago (Vi). Compie 25 anni la Galleria d’Arte Nino Sindoni, fondata nel 1990 sull’Altopiano dei Sette Comuni da Antonio Sindoni. Un lungo periodo nel quale sono state sviluppate numerose collaborazioni con musei e non solo. Due le personali in galleria fino a giugno: una dedicata ai notturni a olio e matita di grandi e piccole dimensioni di Nicola Nannini, l’altra a 24 acquerelli dell’inglese Naomi Tydeman ispirati all’alba e tramonto. Fino a luglio sono esposte anche le opere dello scultore Giovanni Paganin (1913-97), figura di spicco nell’arte italiana del secondo Novecento. «Abbiamo deciso di esporre una parte poco nota della produzione dello scultore nato ad Asiago: la pittura, che praticò sin dagli anni Cinquanta», precisa il gallerista, che ha selezionato principalmente dipinti con figure umane. Successivamente sarà la volta delle nature morte di Ottorino de Lucchi e degli oli di Fausto De Nisco. Tra agosto e ottobre, invece, una carrellata di tutti gli artisti della galleria: Maurizio Bottoni, Ettore Greco, Matteo Massagrande e Nicola Nannini, «La notte di san Giovanni Battista», 2012 Pausa nel teatro romano Pause in the Roman theatre Giorgio Scalco (dal 7 agosto al 20 settembre), Carlos Albert, Gianfranco Asveri, Sergi Barnils, Alberto De Braud e Medhat Shafik (dal 27 settembre al 25 ottobre). Chiudono l’anno gli acquerelli di Doug Lew. Asiago (Vi). The Galleria d’Arte Nino Sindoni, founded in 1990 on the Altopiano dei Sette Comuni da Antonio Sindoni reaches its 25th anniversary. A long period in which numerous collaborations with museums and more have been developed. There are two one-man shows at the gallery until June: one dedicated to large and small oil and pencil nocturnes by Nicola Nannini, the other to 24 watercolours by the English artist Naomi Tydeman, inspired by dawn and sunset. Until July, moreover, visitors can see works by sculptor Giovanni Paganin (1913-1997), a prominent figure in late-20th-century Italian art. “We have decided to exhibit a little-known part of the Asiago-born sculptor’s production: painting, which he practised from the 1950s”, explains the gallery owner, who has selected mainly paintings with human figures. This exhibition will be followed by the still lifes of Ottorino de Lucchi, and oils by Fausto De Nisco. Between August and October, instead, there will be a roundup of all the gallery’s artists: Maurizio Bottoni, Ettore Greco, Matteo Massagrande and Giorgio Scalco (from August 7 to September 20), Carlos Albert, Gianfranco Asveri, Sergi Barnils, Alberto De Braud and Medhat Shafik (from September 27 to October 25). The year closes with the watercolours of Doug Lew. Galleria d’Arte Nino Sindoni, via Matteotti 44/8, 10-13, 15,30-20, tel. 335/277323, www.ninosindoni.com, «Nicola Nannini» e «Naomi Tydeman» fino al 14 giugno, «Giovanni Paganin» fino al 3 luglio, «Ottorino de Lucchi» e «Fausto de Nisco» 4 luglio-2 agosto, «Collettiva» 7 agosto-20 settembre, «Collettiva» 27 settembre-25 ottobre, «Doug Lew» dal 21 novembre MATS BERGQUIST DAL 30 MAGGIO AL 25 LUGLIO 2015 negli storici spazi di VICENZA. Situata in uno degli ingressi del teatro romano Berga, risalente al I secolo a.C., la Galleria Berga si occupa dal 2008 di arte moderna e contemporanea. Ne parla il direttore Stefano Pausa. Perché ha scelto di aprire la galleria nel teatro romano? Entrare in galleria significa immergersi nell’arte contemporanea e scoprire un’inaspettata traccia del passato. La galleria è situata in uno degli ingressi originari del teatro romano Berga, fulcro dell’antica struttura urbana di Vicenza risalente al I secolo d.C. Il teatro (edificato verso la fine del I secolo a.C., riformato e abbellito sotto l’impero di Claudio, 41-54 d.C. Ndr) fu poi inglobato in edifici successivi sino a perdere la sua identità e rimanere riconoscibile solo per la forma della via circolare che lo abbraccia ancora oggi. Andrea Palladio ricostruì nei suoi disegni la forma di questa architettura simbolo. Quali mostre avete in programma? A maggio e giugno una personale di Omar Ronda. VICENZA. Located in one of the entrances to the Berga Roman theater, which dates from the 1st century BC, the Galleria Berga has dealt in modern and contemporary art since 2008. Its director, Stefano Pausa, talks to us. Why did you choose to open the gallery in the Roman theatre? Entering the gallery is to immerse yourself into contemporary art and discover unexpected traces of the past. The gallery is located in one of the original entrances to the Berga Roman theatre, the fulcrum of the ancient urban structure of Vicenza dating back to the first century AD. The theatre (ed.: built towards the end of the 1st century BC, restructured and embellished during the reign of Claudius, AD 41-54) was successively incorporated into later buildings to the point of losing its identity and remained recognisable only by the shape of the circular street that goes round it today. In his drawings, Andrea Palladio reconstructed the form of this architectural symbol. What shows are you planning? In May and June a solo show of Omar Ronda. Galleria Berga, contà Porton del Luzzo 16, tel. 0444/235194, marsab 16.30-19.30, www.galleriaberga.it, «Omar Ronda» fino al 30 giugno Matteo Massagrande (Padova, 1959) è pittore del tempo e del destino. È pittore della natura, di tutti i suoi fenomeni, nessuno escluso. Ama la pittura come pochi altri, la coltiva come si coltiva una lingua antica, che non muore mai. Ama la bellezza, e tutta la racconta nei suoi quadri. (Marco Goldin) Galleria d’Arte “Nino Sindoni” Via Matteotti, 44/8 - 36012 Asiago (VI) Cell. 335/277323 www.ninosindoni.com - [email protected] www.atipografia.it [email protected] via Campo Marzio, 26 Arzignano (VI) T. 388 4995660 T. 329 1754133 Vedere A VICENZA | 40 Marco Nereo Rotelli all’opera Chiamata alle arti sul Pasubio A call to arts on the Pasubio Valli del Pasubio (Vi). Giunge al culmine in luglio il progetto artistico sviluppato per il centenario della Grande Guerra nell’area del massiccio del Pasubio e della Strada delle 52 gallerie (una mulattiera militare costruita durante il conflitto). Tale progetto, intitolato «Via Pasubio», è stato ideato dall’architetto Carlo Costa e dall’artista Marco Nereo Rotelli. A firma di quest’ultimo anche una serie d’installazioni permanenti nelle gallerie, visibili da luglio. Con Marco Nereo Rotelli abbiamo parlato del progetto. Com’è nata «Via Pasubio»? S’inserisce nel più ampio progetto Va.Po.Re, un piano di recupero e investimento sul territorio coordinato dai comuni di Valli del Pasubio, Posina e Recoaro, diretto dall’architetto Carlo Costa e finanziato da fondi europei. Il sindaco di Valli del Pasubio, Armando Cunegato, ha voluto l’intervento artistico come filo conduttore. In che cosa consiste il progetto? È un progetto collettivo polivalente. Si compone di stage in loco, comunicazioni interdisciplinari, installazioni artistiche, interventi poetici, performance musicali e della realizzazione di un monumento non ai caduti, ma alla vita, progettato con il giovane architetto Filippo Cavalli. È una chiamata alle arti con presenze eccellenti come Paolo Fresu e Thomas Haskell Simpson. Valli del Pasubio (Vi). The art project developed for the centenary of the Great War in the area of the Pasubio massif and the Strada delle 52 gallerie (‘Road of 52 tunnels’, a military mule track built during the conflict) reaches its culmination in July. The project, entitled “Via Pasubio”, has been organised by architect Carlo Costa and artist Marco Nereo Rotelli. The latter has created a series of permanent installations in the tunnels, visible from July. We have spoken to the artist about his project. How did “Via Pasubio” come about? It is part of a broader project Va.Po.Re, a plan to revive and invest in the area coordinated by the municipalities of Valli del Pasubio, Posina and Recoaro, directed by Carlo Costa and financed by European funds. The mayor of Valli del Pasubio, Armando Cunegato, wanted the artistic intervention as the common theme for running through the project. Il carattere liquido dell’Atipografia The fluid nature of the Atipografia Arzignano (Vi). Da pochi mesi ha aperto i battenti l’associazione culturale Atipografia, uno spazio per l’arte contemporanea focalizzato su mostre ed eventi di ricerca che ha già all’attivo collaborazioni con l’Universita Ca’ Foscari di Venezia e l’Accademia di Belle Arti G.B. Cignaroli di Verona. Ne parla Elena Dal Molin, storica dell’arte ideatrice dello spazio. Che cos’è Atipografia? Lo spazio si trova in una tipografia di fine Ottocento, dove si fissava il sapere sulla carta. L’alfa privativo indica uno spazio liquido dove nulla si ferma, animato da mostre site specific con opere uniche e tridimensionali. Perché Arzignano? Arzignano è leader nell’industria conciaria, ha contatti commerciali con 122 Paesi. La cultura è stata messa in secondo piano, ma ha una tradizione. Antonio Pellizzari negli anni ’50 aveva creato un’orchestra stabile, un coro e La Scuola di Arzignano e in casa aveva un Kandinskij. Perché l’arte contemporanea? L’arte contemporanea si pone i grandi quesiti, non vuole essere decoro, ma Elena Dal Molin un faro che rende visibili aspetti della realtà altrimenti trascurati. Qual è il vostro pubblico? Il 20% dei visitatori non è della provincia di Vicenza, il resto sono visitatori affezionati e curiosi. Abbiamo oltre 800 associati. Progetti per il futuro? Vogliamo aumentare l’attività didattica, a giugno ripartono i «Laboratori Atipici» per i bambini delle elementari. Apriremo poi la terrazza di Mattia Bosco (cfr. articolo a fianco) che sarà la sede operativa di «Nuovi Caratteri»; il progetto rivolto ai giovani talenti. A luglio saranno inaugurate le sue installazioni permanenti. Più che parlarne bisogna vederle. Tutto si gioca sullo stupore della visione. Lo scorso anno avete condotto workshop sul posto. Sono stati fatti due stage in loco di una settimana con 12 giovani artisti e architetti: quello d’arte è stato diretto dall’artista Virginia Monteverde e quello di architettura dall’architetto Margherita Zambelli. What does the project consist of ? It is a multipurpose collective project. It consists of on-site internships, interdisciplinary communications, art installations, events of poetry, musical performances and the construction of a monument: not to the fallen, but to life, designed with the young architect Filippo Cavalli. It is a call to arts involving major figures like Paolo Fresu and Thomas Haskell Simpson.. Valli del Pasubio, Strada delle 52 gallerie, www.viapasubio.it, «Via Pasubio» Di Bosco e di tronchi | Bosco and tree-trunks Arzignano (Vi). Mattia Bosco presenta una serie di opere realizzate con tronchi d’albero abbattuti nel territorio di Arzignano (nella foto). Il confine tra naturale e artificiale sarà ulteriormente approfondito con un altro intervento: un’installazione permanente in pietra ideata per la terrazza dell’associazione, un nuovo spazio esterno fruibile dal pubblico. Arzignano (Vi). Mattia Bosco presents a series of works made with tree-trunks cut down within the territory of Arzignano (pictured). The boundary between natural and artificial will be further explored in another intervention: a permanent installation in stone planned for the association’s terrace, which will offer a new, outdoor space accessible to the public. Atipografia, piazza Campo Marzio 26, mer-ven 15-19, sab-dom 15-20, www.atipografia.it, «Fiori violenti: fototropismo verso la forma» fino al 23 maggio Arzignano (Vi). The Atipografia cultural association, a space for contemporary art exhibitions and events focusing on research opened a few months ago and has already set up partnerships with the Università Cá Foscari of Venice and the Accademia di Belle Arti G. B. Cignaroli of Verona. Elena Dal Molin, the art historian who planned the space, speaks of the mission. What is Atipografia? The space is located in a late-19th-century printing shop, where knowledge used to be applied on paper. The alpha indicates a changeable space where nothing is stationary, animated by sitespecific exhibitions with unique and three-dimensional works. Why Arzignano? Arzignano is a leader in the tanning industry, and has business contacts with 122 countries. Culture has been put into the background, but has a tradition. Antonio Pellizzari in the 1950s had created a permanent orchestra, a choir, and La Scuola di Arzignano here, and at home had a Kandinsky. Why contemporary art? Contemporary art poses big questions; it does not seek to be decoration, but a lighthouse that makes visible aspects of reality that would otherwise be overlooked. Who is your audience? 20% of our visitors do not come from the province of Vicenza, while the rest are faithful and curious visitors. We have over 800 members. Plans for the future? We want to increase the educational activities. June sees the new start the of the “Atypical workshops” for primary school children. We will be opening the terrace of Mattia Bosco which will be the headquarters for “New Characters”: a project for young talent. Vedere A VICENZA | 41 Le mostre da vedere in Veneto Top exhibitions in the Veneto VENEZIA Ass. Culturale Italo-Tedesca Palazzo Albrizzi, Cannaregio 4118, tel. 041/5225475, www.acitve.it, orario/hours 10-18, chiuso lunedì/closed on Monday, Actv 1 (Ca’ d’Oro), 4.1, 4.2, 5.2 (Fondamenta Nove) Mappa D2 Natura nutrix-Homo vorax 10 mag. ➤ 24 nov. Ca’ Corner della ReginaFondazione Prada Santa Croce 2215, tel. 041 8109161, www. fondazioneprada.org, orario/ hours 10-18, chiuso martedì/ closed on Tuesday, Actv 1 (San Stae) Mappa D3 (1) Portable Classic. Ancient Greece to Modern Europe 9 mag. ➤ 13 set. Ca’ Foscari, Cortile Grande Dorsoduro 3246, tel. 041 2348368, www.alexandredang. com, Actv 1 (Ca’ Rezzonico), 2 (San Basilio) Mappa B4 (2) Dang'cing sol'art flowers 6 mag. ➤ 22 nov. Ca’ Pesaro Santa Croce 2076, tel. 041 721127, www.capesaro. visitmuve.it, orario/hours 10-18, chiuso lunedì/closed on Monday, Actv 1 (San Stae) Mappa D2 (3) Il filo conduttore. Federica Marangoni 6 mag. ➤ 13 set. tel. 041/2405411, www. guggenheimvenice.it, orario/ hours 10- 18, chiuso martedì/ closed on Tuesday, Actv 1 (Salute, Accademia) Mappa D5 (6) Jackson Pollock, Murale 23 apr. ➤ 9 nov. Charles Pollock 23 apr. ➤ 14 set. V.S. Gaitonde 3 ott. ➤ 10 gen. Espace Louis Vuitton calle del Ridotto 1353, lun-sab 10-19,30, dom 10,30-19,30 Mappa E4 (7) Tilo Schulz, Francesco Hayez 7 mag. ➤ 25 ott. Fond. Bevilacqua La Masa, Palazzetto Tito Dorsoduro 2826, tel. 041/5207797, www. bevilacqualamasa.it, orario/ hours 11,30-17,30, chiuso lunedì e martedì/closed on Monday and Tuesday, Actv 1 (Ca’ Rezzonico), 2 (San Basilio) Mappa C4 (8) Peter Doig 5 mag. ➤ 4 ott. Fond. Bevilacqua La Masa, Galleria di piazza San Marco San Marco 71/C, tel. 041/5237819 www. bevilacqualamasa.it, orario: 11-18, chiuso lunedì e martedì/closed on Monday and Tuesday Mappa E4 (9) 2, 4.1 (Zitelle) Mappa E6 (5) Future Histories 9 mag. ➤ 23 ago. Sguardo di donna. Da Diane Arbus a Letizia Battaglia 11 set. ➤ 10 gen. Centro Culturale Candiani piazzale Candiani 7, Mestre, www.candiani.comune.venezia. it, tel. 041/2386111, orario/ hours 10-20 Mappa FM The beauty between order and disorder 8 mag. ➤ 28 giu. Camera e cucina. La fotografia è servita 15 mag. ➤ 28 giu. Ballerina Project Venice 29 ago. ➤ 13 set. Confini 12 18 set. ➤ 4 ott. Matite in viaggio 25 ➤ 27 set. Cosmopolita 16 ott. ➤ 1 nov. Chiostri dei Frari, Archivio di Stato di Venezia campo dei Frari, San Polo, 300, www.photissima.it, orari 10-18 chiuso il lunedì. Actv 1 (San Tomà) Mappa C3 PhotissimaArt Fair & Festival 2015 7 mag. ➤ 30 ott. Collezione Peggy Guggenheim Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701, Cy Twombly. Paradise 6 maggio ➤ 13 settembre Mappa D2 (4) Cagnaccio di San Pietro 6 mag. ➤ 27 set. Chromatism and optical art Set. ➤ ott. Gastini, Icaro, Mattiacci, Spagnulo 26 set. ➤ 10 gen. Flavio Favelli 26 set. ➤ 10 gen. Ca’ Rezzonico Dorsoduro 3136, tel. 041 2410100, www. carezzonico. visitmuve.it, orario/hours 10-18, chiuso martedì/closed on Tuesday, Actv 1 (Ca’ Rezzonico) Mappa C4 (4) I Pisani moretta. Storia e collezionismo 20 giu. ➤ 19 ott. Geminiano Cozzi e le sue porcellane 28 nov. - 21 mar. Caffè Florian piazza San Marco 56, tel. 041 5205641, www. caffeflorian.com, Actv 1 (San Marco Vallaresso), 2, 4.1, 5.1 (San Zaccaria) Mappa E4 Qiu Zhijie 7 mag. ➤ 31 ago. Casa dei Tre Oci isola della Giudecca, Fondamenta delle Zitelle 43, tel. 041/2412332, 041/2410775, www.treoci.org, orario/ hours 10-18, chiuso lunedì/closed on Monday, Actv 20 3 Sebastião Salgado 6 mag. ➤27 set. Fondazione Giorgio Cini isola di San Giorgio, tel. 041/2710229, www.cini.it, orario/hours 10-19, Actv 2 (San Giorgio) Mappa F5 (10) Louise Manzon ➤ 15 mag. Magdalena Abakanowicz ➤ 2 ago. Giovanni Manfredini 7 mag. ➤ 7 giu. Matthias Schaller 8 mag. ➤ 6 giug. Enki Bilal, Black Box 8 mag. ➤ 2 ago. Liu Xiaodong 8 mag. ➤ 2 ago. Ugo Ojetti. I danni della Grande Guerra. 3 giu. ➤ 31 lug. Fondazione Giorgio Cini, Le Stanze del Vetro isola di San Giorgio, tel. 041/5223563, www. lestanzedelvetro.it, orario/ hours 10-19, chiuso mercoledì /closed Wednesday, Actv 2 (San Giorgio) Mappa F5 (10) Il vetro finlandese. Collez. Bischofberger 13 apr. ➤ 2 ago. Fulvio Bianconi alla Venini 13 set. ➤ 10 gen. Fondazione Querini Stampalia campo Santa Maria Formosa, Castello 5252, tel. 041/2711411, www. querinistampalia.it, www. fondazionefurla.org, orario/ hours 10- 18, chiuso lunedì/ closed on Monday, Actv 1, 2 (Rialto), 2, 4.1, 5.1 (San Zaccaria) Mappa E3 (11) Grisha Bruskin 12 feb. ➤ 13 set. Jimmie Durham 6 mag. ➤ 20 set. Water by Lilya 6 mag. ➤ 2 ago. Premio Furla 2015 6 mag. ➤ 7 giug. Fond. Vedova, Magazzini del Sale Dorsoduro 266, tel. 041/5226626, www. fondazionevedova.org, orario/ hours 10.30-18, chiuso martedi/closed on Tuesday, Actv 1 (Salute), 2, 5.1 (Zattere) Mappa D5 (12) Emilio Vedova 6 mag. ➤ 1 nov. Fond. Vedova, Spazio Vedova Dorsoduro 50, tel. 041/5226626, www. fondazionevedova.org, orario/ hours 10.30-18, chiuso martedì/closed on Tuesday, Actv 1 (Salute), 2, 5.1 (Zattere) Mappa D5 (13) Alexander Calder 6 mag. ➤ 1 nov. Gallerie dell’Accademia campo della Carità 1050, tel. 041/5200345, www.gallerieaccademia.org, 15 1 25 11 21 18 19 23 4 2 17 24 7 9 8 16 27 14 22 11 6 12 26 10 13 5 Vedere IN veneto | 42 orario/hours 8.15-19.15, chiuso lunedì pomeriggio/ closed on Monday afternoon, Actv 1 (Accademia) Mappa C5 (14) Mario Merz. Città irreale 8 mag. ➤ 20 set. Gal. G. Franchetti alla Ca’ d’Oro Cannaregio 3932, tel. 041/5200345, www.cadoro. org, lun/Mon 8.15- 14.00, mar-sab/Tue-Sat 8,15-19,15, dom/Sun 10-18, Actv 1 (Ca’ d’Oro) Mappa D2 (15) Plessi liquid life 6 mag. ➤ 22 nov. Hilton Molino Stucky Venice (Lounge Campiello) Giudecca 810, tel. 340/8798327, www. giudecca795.com Actv 2, 4.1, 4.2 (Palanca) Mappa B6 Gjon Jakaj ➤ 23 maggio Giulio Rigoni 25 mag.➤ 29 lug. Giuseppe Cozzi 1 ago. ➤ 23 set. Aqua Open Project 25 set. ➤ 23 nov. Duarja 25 nov. ➤ 25 gen. Museo Archeologico Nazionale di Venezia piazza San Marco, San Marco 52, tel. 041/2967663, www.polomuseale.venezia. beniculturali.it, 10-19 Mappa E4 (17) Acqua immutabile e antica 8 mag.➤ 31 ott. Museo Correr San Marco, 52, tel. 041/271591, www.correr. visitmuve.it, 10-19, Actv 1 (San Marco Vallaresso), 2, 4.1, 5.1 (San Zaccaria) Mappa E4 (17) Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar 1 mag. ➤ 30 ago. Jenny Holzer. War Paintings 6 mag. ➤ 22 nov. L’impero della moda. 1795-1815 5 set. ➤ 10 gen. Andrea Schiavone 3 ott. ➤ 7 feb. Museo del Merletto di Burano piazza Galuppi 187, Burano, tel. 041/730034, www. museomerletto. visitmuve.it, orario/hours 10-18, Actv 12 (Burano) Mappa FM Leslie Hirst. Il filo dei messaggi 30 mag. ➤ 1 ago. Un merletto per Venezia 12 set. ➤ 8 nov. Museo del Vetro di Murano fondamenta Giustinian 8, Murano, tel. 041/739586, www.museovetro.visit- muve. it, 10-18, Actv 3, 4.2 (Murano museo) Mappa FM Luciano Vistosi Scultore Le mostre da vedere in Veneto Top exhibitions in the Veneto ➤ 30 ago. European Glass Experience ➤ 7 giugno A.Ve.M. Arte Vetraria Muranese 10 ott. ➤ 31 gen., Museo Diocesano Santa Apollonia fondamenta della Canonica, Castello 4312, tel. 041/5229166, www. veneziaubc.org, mar-dom 10-18, chiuso lunedì Actv 1, 2, 4.1, 5.1 (San Zaccaria) Mappa E4 (18) Anna Tzarev 9 mag. ➤ 22 nov. Museo di Palazzo Mocenigo Santa Croce 1992, 041/721798, www. mocenigo.visitmuve.it, orario: 10-17 chiuso il lunedì Actv 1 (San Stae) Mappa C4 (19) Miniartextil. Gea 6 giu. ➤ 30 ago. Andrea Morucchio Giu. ➤ nov., Museo di Storia Naturale Santa Croce 1730, tel. 041/2750206, www. msn. visitmuve.it, 10-18, chiuso il lunedì/closed on Monday, Actv 1 (San Stae) Mappa C2 (20) I Dogon tra terra e cielo Primavera-estate Mostra del VIII Concorso Internazionale di Fotografia Subacquea 10 ott. ➤ 1 nov. Museo Fortuny San Marco 3958, tel. 041/5200995, www. fortuny. visitmuve.it, 10-18, chiuso martedì/closed on Tuesday, Actv 1 (Sant’Angelo), 2 (San Samuele) Mappa D4 (21) Omaggio a Luca Pacioli. Proportio 9 mag. ➤ 22 nov. Padiglione Aquae Venezia 2015 Venezia Porto Marghera, via Pacinotti, tel. 041/2960840 www.aquae2015.org lun-dom/Mon-Sun 10-23 Mappa FM Aquae Venezia 2015 3 mag. ➤ 31 ott. Palazzo Bembo riva del Carbon 4793, www.palazzobembo.org; www.europeanculturalcentre. eu; www.globalartaffairs.org; www.personalstructures.org, orario: 10-18, chiuso il martedì Actv 1 (Rialto) Mappa D3 Personal Structures. Crossing Borders I 9 mag. ➤ 22 nov. Palazzo Cini campo San Vio, Dorsoduro 864, tel. 041/2710217 www.palazzocini.it, 11- 19, chiuso il martedì Actv 2 (Zattere) Mappa C5 (22) Palazzo Cini, la Galleria 25 aprile ➤ 15 novembre, Ettore Spalletti 25 apr. ➤ 23 ago. Palazzo Ducale San Marco 1, tel. 041 2715911, www. palazzoducale.visitmuve. it, www.mostrarousseau. it, dom-gio 9-19, ven-sab 9-20, Actv 1, 2, 4.1, 5.1 (San Zaccaria) Mappa E4 (23) H.Rousseau. Il candore arcaico 6 mar. ➤ 5 lug. Acqua e cibo a Venezia 28 lug. ➤ 30 nov. Gianni Berengo Gardin. Mostri a Venezia 19 set. ➤ 14 dic. Palazzo Grassi, Fond. F. Pinault campo San Samuele 3231, www.palazzograssi. it, 10-19, chiuso martedì/closed on Tuesday, Actv 2 (San Samuele) Mappa C4 (24) Martial Raysse ➤ 30 nov. Palazzo Mora strada Nuova, 3659, www. palazzomora.org; www. europeanculturalcentre.eu; www.globalartaffairs.org; www.personalstructures.org, 10-18, chiuso il martedì, Actv 1 (Ca’ D’Oro) Mappa D2 Personal Structures. Crossing Borders II 9 mag. ➤ 22 nov. Punta della Dogana, Fond. F. Pinault Dorsoduro 2, tel. 199/112112, www. palazzograssi.it, 10-19, chiuso martedì/closed on Tuesday, Actv 1 (Salute) Mappa E5 (26) Slip of the Tongue 12 apr. ➤ 31 dic. Scoletta Battioro campo San Stae, 1980, 10-18,30 Actv 1 (San Stae) Mappa D2 Antoni Clavé 5 mag. ➤ 31 ott. Scuola Internazionale di Grafica Cannaregio 1798, tel. 041/721950, www. nationalprintgallery.com, www.scuolagrafica.it, lun-ven 9-12.30/14-18, Actv 1 (San Marcuola) Mappa C2 Angela Lorenz 12 ➤ 30 mag. Déirdre Kelly 4 ➤ 20 giu. Anne Bush 2 ➤ 25 lug. Los Angeles Printmakers Society C4 A plus A Gallery, San Marco, 3073, Venezia, tel. 0412770466, www.aplusa.it D4 Galleria d’Arte Arke, San Samuele, 3211, San Marco, tel. 0415224372, www.artearke.it E4 Galerie Bordas, San Marco, 1994/B, tel. 0415224812, www.galeriebordas.com E4 Bugno Art Gallery, San Marco, 1996/d, tel. 0415231305, www.bugnoartgallery.it D4 Galleria il Capricorno, San Marco, 1994, tel. 0415206920, [email protected] D4 Galleria Caterina Tognon, Ala Nova di Palazzo Treves, Corte Barozzi, San Marco 1258, tel. 39.348.8561818 www.caterinatognon.com D4 Galleria Contini, Calle Larga XXII Marzo, San Marco, 2288, tel. 0415230357, www.continiarte.com D5 Galleria Ferruzzi, Dorsoduro, 368, Fondamenta Ospedaletto, tel. 0415205672 B6 Giudecca 795 Art Gallery, Fondamenta San Biagio, tel. 3408798327, www.giudecca795.com C1 Ikona Gallery, Campo del Ghetto Nuovo, Cannaregio, 2909, tel. 0415289387, www.ikonavenezia.com D4 Galleria Luce, San Marco, 1922/a, Campiello della Fenice, tel. 0415222949, www.gallerialuce.com B4 Galleria Marignana/arte, Dorsoduro, 141, tel. 0415227360, www.marignanaarte.it C6 Galleria Michela Rizzo, Giudecca, 800/Q, Ex Birrificio, Isola della Giudecca, tel. 0418391711, www.galleriamichelarizzo.net E4 Galleria D’Arte III Millennio, Rio Terà de le Colonne, San Marco, 1047, tel. 0412413561, www.galleriaterzomillennio.it C2 ThaumArt 795, Cannaregio, 1190, tel. 3408798327, www.thaumart795.com C5 Galleria Totem-Il Canale, Accademia, 878, tel. 0415223641, www.totemilcanale.com D4 Galleria Traghetto, San Marco, 2543, tel. 0415221188, www.galleriatraghetto.it (1) D3 Ca’ Corner della Regina Fondazione Prada Santa Croce, 2215, tel. 0418109161, www.fondazioneprada.org (2) B4 Ca’ Foscari Dorsoduro, 3246, tel. 0412348368, www.unive.it (3) D2 Ca’ Pesaro - Galleria internazionale d’Arte moderna Santa Croce, 2076, tel. 041721127, www.capesaro.visitmuve.it (4) C4 Ca’ Rezzonico - Museo del Settecento veneziano Dorsoduro, 3136, tel. 0412410100, www.carezzonico.visitmuve.it (5) E6 Casa dei Tre Oci Fondamenta delle Zitelle, 43, tel. 0412412332 / 0412410775, www.treoci.org FM Centro Culturale Candiani Piazzale Candiani, 7, Mestre, tel. 0412386111, www.centroculturalecandiani.it (6) D5 Collezione Peggy Guggenheim Palazzo Venier dei Leoni - Dorsoduro, 701, tel. 0412405411, www.guggenheim-venice.it (7) E4 Espace Louis Vuitton Calle del Ridotto, 1353 (8) C4 Fondazione Bevilacqua La Masa - Palazzetto Tito Dorsoduro, 2826, tel. 0415207797, www.bevilacqualamasa.it (9) E4 Fondazione Bevilacqua La Masa - Galleria San Marco Piazza San Marco, 71c, tel. 0415207797, www.bevilacqualamasa.it (10) F5 Fondazione Cini Isola di San Giorgio Maggiore, tel. 0415223563, www.cini.it (11) E3 Fondazione Querini Stampalia Campo Santa Maria Formosa, Castello, 5252, tel. 0412711411, www.querinistampalia.it (12) D5 Fondazione Emilio e Annabianca Vedova - Magazzini del Sale Dorsoduro, 266, tel. 0415226626, www.fondazionevedova.org (13) D5 Fondazione Emilio e Annabianca Vedova - Spazio Vedova Dorsoduro, 50, tel. 0415226626, www.fondazionevedova.org (14) C5 Gallerie dell’Accademia Campo della Carità, 1050, tel. 0415200345, www.gallerieaccademia.org (15) D2 Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro Ca Duodo - Cannaregio, 3932, tel. 0415200345, www.cadoro.org (16) C5 Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti - Palazzo Franchetti Campo Santo Stefano, 2945, tel. 0412407711, www.istitutoveneto.it (17) E4 Museo Archeologico Nazionale di Venezia Piazza San Marco, 52, tel. 0412967663, www.polomuseale.venezia.beniculturali.it (17) E4 Museo Correr Piazza San Marco, 52, tel. 0412715911, www.correr.visitmuve.it FM Museo del Merletto Piazza Galuppi, 187, Burano, tel. 041730034, www.museomerletto. visitmuve.it FM Museo del Vetro Fondamenta Giustinian, 8, Murano, tel. 041739586, www.museovetro. visitmuve.it (18) E4 Museo Diocesano Santa Apollonia Castello, 4312 (Ponte della Canonica), tel. 0415229166, www.veneziaupt.org (19) C4 Museo di Palazzo Mocenigo Santa Croce, 1992, tel. 041721798, www.mocenigo.visitmuve.it (20) C2 Museo di Storia Naturale Santa Croce, 1730, tel. 0412750206, www.msn.visitmuve.it (21) D4 Museo Fortuny San Marco, 3958, tel. 0415200995, www.fortuny.visitmuve.it (22) C5 Palazzo Cini Campo San Vio, Dorsoduro, 864, tel. 0412710217 www.palazzocini.it (23) E4 Palazzo Ducale San Marco, 1, tel. 0412715911, www.palazzoducale.visitmuve.it (24) C4 Palazzo Grassi Fondazione François Pinault Campo San Samuele, 3231, tel. 199112112, www.palazzograssi.it (25) E3 Palazzo Grimani Castello, 4858, tel. 0415200345, www.palazzogrimani.org (26) E5 Punta della Dogana Fondazione François Pinault Dorsoduro, 2, tel. 199 112 112, www.palazzograssi.it (27) A5 Università IUAV ex Cotonificio veneziano Spazio espositivo Gino Valle Dorsoduro, 2196, tel. 0412571801, www.iuav.it Vedere IN veneto | 44 28 luglio ➤ 15 agosto David Ferry 1 ➤ 31 ottobre Università IUAV Dorsoduro 2196, tel. 39 041/2571011-1012 www. iuav.it/archivioprogetti, lun-ven 9,30-13,30, gio 1517,30, chiuso sab. e festivi, Actv 2 (San Basilio) Mappa A5 (27) Diego Birelli 7 ➤ 29 maggio, Architettura incisa 11 ➤22 maggio Paul O. Robinson 25 maggio ➤ 5 giugno Rilievi fotografici dell’Italia contemp. 8 giugno ➤ 19 giugno Arturo Mezzedimi 22 giugno ➤ 3 luglio Le voci dall’Africa 6 luglio ➤ 31 luglio Semerani&Tamaro associati 1 ottobre ➤ 13 novembre Gallerie Private A plus A Gallery San Marco 3037, tel 041/2770466, www.aplusa. it, mar-sab/tue-sat 11-14/1518, Actv 1 (Sant'Angelo), 2 (San Samuele) Mappa C4 Rob Pruitt 5maggio ➤ 8 maggio Galleria d’Arte Arke San Samuele, 3211, San Marco 30124, tel. 041/5224372, www.artearke. it, ora- rio/hours mar-sab/ Tue-Sat 10.30-12.30; 1618.30, Actv 2 (San Samuele) Mappa D4 Bruna Scanferlin 2 maggio ➤ 30 giugno Ezio Rizzetto 12 settembre ➤ 10 ottobre Mirei.l.r 24 ottobre ➤ 21 novembre Galerie Bordas San Marco 1994/B, tel. 041/5224812, www. galeriebordas.com, 1113/16-19, Actv 1 (San Marco Vallaresso) Mappa E4 Picasso. Il gesto intimo 9 maggio ➤ 24 luglio Bugno Art Gallery San Marco 1996/d, tel. 041/5231305, www. bugnoartgallery.it, mar-gio/ Tue-Thu 10-19,30, dom-lun/ Sun-Mon 16-19.30, Actv 1 (San Marco Vallaresso) Mappa E4 Contemporaneamente 3 maggio ➤ 28 novembre Galleria il Capricorno San Marco 1994, tel. 041/5206920, galleriailcapricorno@gmail. com, Actv 1, 2 (Giglio) Mappa D4 Wangechi Mutu 4 maggio ➤ fine luglio Galleria Caterina Tognon Ala Nova di Palazzo Treves, Corte Barozzi, San Marco 1258, tel. 348/8561818 www. caterinatognon.com (dal 6 maggio al 10 maggio 10-22) lun-sab 15-19 chiuso la domenica, Actv 1 (Vallaresso) Mappa D4 Katarzyna Kozyra e Mieke Groot 6 maggio ➤ 22 novembre Galleria Contini calle Larga XXII Marzo, San Marco 2288, tel. 041/5230357, www. continiarte.com, orario/hours 10,30-13/14-19,30, Actv 1 (Giglio) Mappa D4 Omaggio a Igor Mitoraj 16 maggio ➤ 30 novembre Galleria Ferruzzi Dorsoduro 368, Fondamenta Ospedaletto, tel. 041/5205672, www. giodibusca.com Mappa D5 Giò di Busca 1 maggio ➤ 31 ottobre Giudecca 795 Art Gallery fondamenta San Biagio, tel. 340/8798327, www. giudecca795.com, 16-20, mattino su appuntamento/ Morning by appointment, chiuso lunedi e venerdì e dal 10 al 24 agosto/closed on Monday and Friday, and 10-24 Aug. Actv 2, 4.1, 4.2 (Palanca) Mappa B6 Gjon Jakaj 30 aprile ➤ 30 giugno Marcelle Ottier e Schisci Studio 30 giugno ➤ 30 settembre Giuseppe Cozzi 25 settembre ➤ 15 ottobre Jan Mizo 20 ottobre ➤ 20 novembre Duarja 25 novembre ➤ 25 gennaio 2016 Ikona Gallery campo del Ghetto Nuovo, Cannaregio 2909, tel. 041/5289387, www. ikonavenezia.com, 11-19, chiuso sabato/closed on Saturday, Actv 4.2, 5.2 (Guglie) Mappa C1 Ugo Carmeni. Flood 7 maggio ➤ 9 agosto La Fotografia 20 agosto ➤ fine novembre Galleria Luce San Marco 1922/a, Campiello della Fenice, tel. 0415222949, www. gallerialuce.com, Actv 1 (Giglio) Mappa D4 1983-2015. Spazialismi e oltre 8 maggio ➤ 6 giugno Galleria Marignana/arte Dorsoduro 141, tel. 041/5227360, www. marignanaarte.it, mar-mer 14-18,30, gio-sab 11-13,30 e dalle 14-18,30, dom-lun su appuntamento, Actv 1 (Ca’ Rezzonico), 2 (San Basilio) Mappa B4 Treni volanti, carte appese e altri pensieri 7 maggio ➤ 19 settembre Arthur Duff Ottobre ➤ gennaio Galleria Michela Rizzo Giudecca 800q - Ex Birrificio, Isola della Giudecca, tel. 041/8391711, www. galleriamichelarizzo.net, orario/hours ma-sa/Tue-Sat 11-18, Actv 2, 4.1 (Palanca) Mappa C6 Francesco Jodice 6 maggio ➤ 31 luglio Galleria d’Arte III Millennio San Marco 1047, Rio Terà de le Colonne, tel. 041/2413561, www. galleriaterzomillennio.it, Actv 1 (Rialto, Vallaresso) Mappa E4 Beyond Transformation 6 maggio ➤ 6 giugno, Living Land 10 giugno ➤ 11 luglio Palazzo Sorzano Cappello (Giardino) tel. 051/235843, lundom 10,30-18, www. maggioregam.com Roberto Sebastian Matta ➤ 15 ottobre Scoletta Battioro Campo San Stae 1980, tel. 051/235843, lun-dom 10,3018, www.maggioregam.com Antoni Clavé ➤ 31 ottobre ThaumArt 795 Cannaregio 1190, tel. 340/8798327, www. thaumart795.com, dom-gio/ Sun-Thu 10,30-15,30, ven/Fri 10,30-19,30, e su appuntamento/and by appoinment. Chiuso il sabato/Closed on Saturday, Actv 4.1, 4.2, 5.1, 5.2 (Guglie) Mappa C2 Giulio Rigoni. Le torri d’oro maggio ➤ luglio Graziano Arici settembre Galleria Totem-Il Canale Accademia 878, tel. 041/5223641, www. totemilcanale.com, 10-13, 15-19, Actv 1, 2 (Accademia) Mappa C5 La Vetrina Aprile ➤ ottobre Connessioni, arte africana ed europea Maggio ➤ ottobre Arte tribale africana Maggio ➤ ottobre Galleria Traghetto San Marco 2543, tel. 041/5221188, www. galleriatraghetto.it, lun-sab/ Mon-Sat 15-19 e su appuntamento/and by appointment, Actv 1 (Giglio) Mappa D4 Anne-Karin Furunes 5 maggio ➤ 5 settembre PROVINCIA DI VENEZIA STRA Museo Nazionale di Villa Pisani via Doge Pisani 7, tel. 049/502270, 9-20 (fino al 30 settembre), 9-17 (dal 1 al 31 ottobre), www.villapisani. beniculturali.it Italiani a tavola 18601960 ➤ 31 ottobre PROVINCIA DI BELLUNO AURONZO DI CADORE Sedi varie www.dolomitiunesco.info, www.dolomitesunescolabfest.it Dolomites UNESCO LabFest. Sconfini 28 ➤ 30 agosto CESIOMAGGIORE Museo Etnografico della Provincia di Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi via Seravella 1, mar-ven 9-13, 15-18,30, tel. 0439/438355, www. museoetnograficodolomiti.it, Il sacro nelle Dolomiti ➤ 31 maggio CORTINA D’AMPEZZO Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi, Ciasa de ra Regoles corso Italia 69, mar-dom 1619,30, tel. 0436/866222 Museo Paleontologico Rinaldo Zardini, Museo Etnografico delle Regole d’Ampezzo via Marangoi 1 loc. Pontechiesa, 0436/875502, www.musei.regole.it Nuovo allestimento delle collezioni presso i Musei delle Regole 15 giugno ➤ FELTRE Oratorio della Santissima Annunziata Sala Pia, via Vecellio, sabdom 10-13, 16-19, musei. comune.feltre.bl.it Esculapio 4 luglio ➤ SELVA DI CADORE Museo Vittorino Cazzetta via IV Novembre 51, sabdom 10-12,30, 15-18,30, tel. 0437/521068, www. museoselvadicadore.it Piste e impronte fossili di dinosauri nelle Dolomiti e nelle aree contermini ➤ 31 maggio PROVINCIA DI PADOVA PADOVA Galleria Civica Cavour piazza Cavour, mar-dom 1013, 15-19, tel. 049/8204544, padovacultura.padovanet.it Amleto Sartori 17 ottobre ➤ Musei Civici agli Eremitani piazza Eremitani 8, 9-19, tel. 049/8204551 e Palazzo Zuckermann, corso Garibaldi 33, mar-dom 1019, tel. 049/8205664, padovacultura.padovanet.it/ it/musei Donatello e la sua lezione Sculture e oreficerie a Padova tra ’400 e ’500 ➤ 26 luglio Museo Diocesano di Padova piazza Duomo 12, mar-dom 10-19, tel. 049/8761924, www.museodiocesanopadova.it Donatello svelato. Capolavori a confronto ➤ 26 luglio Museo del Precinema Palazzo Angeli, Prato della Valle 1/a, mer-lun 10-16, tel. 049/8763838, www.minicizotti.it, Charles Dickens in Italia ➤ 31 ottobre Oratorio di San Rocco via Santa Lucia, mar-dom 9,30-12,30, 15,30-19, tel. 049/8753981, padovacultura. padovanet.it Premio Internazionale Mario Pinton ➤ 26 luglio 2015 Gioielli di Barbara Paganin ➤ 8 novembre Pensieri Preziosi 11. Ruudt Peters ed Evert Nijland 21 novembre ➤ Palazzo del Monte di Pietà piazza Duomo 14, mar-ven 9-19, sab-dom 9-20, tel. 0425/460093, www. fondazionecariparo.net Questa è guerra! ➤31 maggio Questo elenco è basato perlopiù su dati forniti direttamente dalle fonti, ma sempre soggetti a possibili variazioni. Si consiglia di verificare di volta in volta se le date delle singole manifestazioni sono state confermate. Il calendario, aggiornato quotidianamente, dei principali eventi in Italia e nel mondo è consultabile sul sito web di «Il Giornale dell’Arte» all’indirizzo www.ilgiornaledellarte.com/vederenelmondo This list is for the most part based on information provided directly by the sources concerned, and is subject to possible modifications. Readers are advised to check whether the dates of the single events are confirmed. Updated daily, the calendar of the main events in Italy and around the world can be consulted on the “Il Giornale dell’Arte” website at www.ilgiornaledellarte.com/vederenelmondo BORGORICCO Museo della Centuriazione Romana viale Europa 10, mar 9-12,30, mer-sab 9-12,30, 15-18, dom 15-19, tel. 049/9336321, www. museodellacenturiazione.it Ottaviano Augusto ➤ 31 maggio PIAZZOLA SUL BRENTA Villa Contarini via Luigi Camerini 1, gio-mar 10-16, tel. 049/5590347, www.villacontarini.eu Giuseppe Cominetti. Istanti dal fronte ➤ 2 giugno PROVINCIA DI ROVIGO ROVIGO Palazzo Roverella via Giuseppe Laurenti 8/10, mar-ven 9-19, sab-dom 9-20, tel. 0425/460093, www.palazzoroverella.com Il demone della modernità ➤ 14 giugno PROVINCIA DI TREVISO TREVISO Tra Ca’ dei Ricchi, via Barberia 25, mar-sab 10-13/15,3019,30, dom 15,30-19,30, tel. 0422/419990, www. trevisoricercaarte.org Time after-Time before 23 maggio ➤ 5 luglio ASOLO Museo Civico di Asolo via Regina Cornaro 74, tel. 0423/952313, sab-dom e festivi 10-19, www.asolo.it/museo Venere nelle terre di Canova 5 settembre ➤ CONEGLIANO Palazzo Sarcinelli via XX Settembre 132, mar-gio 9-18, ven 9-21, sab-dom 9-19, tel. 199/151114, www. mostracarpaccio.it Carpaccio. Vittore e Benedetto ➤ 28 giugno POSSAGNO Museo e Gipsoteca Antonio Canova via Antonio Canova 74, mar-dom 9,30-18, tel. 0423/544323, www. museocanova.it Canova in guerra 11 luglio ➤ Venere nelle terre di Canova 5 settembre ➤ PROVINCIA DI VERONA VERONA Palazzo della Gran Guardia piazza Brà, lun-dom 9,3019,30, tel. 045/8033400, www.comune.verona.it Arte e vino ➤ 16 agosto Museo di Castelvecchio corso Castelvecchio 2, tel. 045/8062611, museodicastelvecchio. comune.verona.it, www. artverona.it Le meraviglie del 2000 16 ottobre ➤ La Giarina arte contemporanea interrato dell’Acqua Morta 82, mar-sab 15,30-19,30, tel. 045/8032316, www. lagiarina.it Luisa Raffaelli ➤ 20 giugno Veronafiere viale del Lavoro 8, tel. 045/8298204, www.artverona.it ArtVerona 16 ➤ 19 ottobre Studio La Città Lungadige Galtarossa 21, tel. 045/597549, www. studiolacitta.it Jacob Hashimoto 16 maggio ➤ 12 settembre CEREA Maam Villa Dionisi, loc. Ca’ del Lago 70 , ven 9-12, tel. 0442/365112, www. fondazionealdomorelato.org Giornate Internazionali di Studio 12 giugno Il Mobile Significante 2 ottobre MOZZECANE Villa Vecelli Cavriani via Caterina Bon Brenzoni 3, lun-gio 0912.30, 14-17, ven 09-12, tel. 045/6340799, www.villavecellicavriani.it Arvedo Arvedi ➤ 31 maggio PROVINCIA DI VICENZA VICENZA Basilica Palladiana piazza dei Signori, lun-gio 9-19, ven-dom 9-20, tel. 0422/429999 Tutankhamon Caravaggio Van Gogh ➤ 2 giugno Gallerie d’Italia-Palazzo Leoni Montanari contrà S. Corona 25, mardom 10-18, tel. 800/578875, www.gallerieditalia.com I luoghi e l’arte feriti ➤ 23 agosto Palazzo Chiericati piazza Matteotti 37/39, lun-dom 10-18, tel. 0422/429999 Piero Guccione ➤ 2 giugno Palladio Museum contrà Porti 11, mar-dom 10-18, tel. 0444/323014, www.palladiomuseum.org El Greco. Fotografie di Joaquín Bérchez ➤ 14 giugno Galleria Berga contà Porton del Luzzo 16, tel. 0444/235194, mar-sab 16,30-19,30, www.galleriaberga.it Omar Ronda ➤ 30 giugno ASIAGO Galleria Sindoni via Matteotti 44/8, 10-13, 15,30-20,00, tel. 0424/463844, cell. 335/277323, www.ninosindoni.com Nicola Nannini e Naomi Tydeman ➤ 14 giugno Giovanni Paganin 15 giugno ➤ 3 luglio Ottorino De Lucchi e Fausto De Nisco 4 luglio ➤ 2 agosto Maurizio Bottoni, Ettore Greco, Matteo Massagrande e Giorgio Scalco 7 agosto ➤ 20 settembre Gianfranco Asveri, Sergi Barnils, Albert Carlos, Alberto De Braud, Medhat Shafik 27 settembre ➤ 25 ottobre Valmore Studio d’Arte contrà Porta Santa Croce 14, 0444/322557, su appuntamento, www.valmore.it La Linea Analitica dell’arte-Pittura Analitica 2 ➤ 31 luglio Davide Boriani 1 ottobre ➤ 30 novembre ARZIGNANO Atipografia piazza Campo Marzio 26, mer-ven 15-19, sab-dom 15-20, www.atipografia.it Mattia Bosco ➤23 maggio Mats Bergquist 30 maggio ➤ 25 luglio BASSANO DEL GRAPPA Museo Civico piazza Garibaldi 34, Palazzo Sturm, Via Schiavonetti 40, mar-sab 9-19, dom 10.30-13 e 15-18, tel. 0424/519901, www.museibassano.it Biennale dell’Incisione Contemporanea: Roger Benetti, Evgenija Hristova ➤ 24 maggio Federico Bonaldi. Sculture ceramica grafica 13 giugno ➤ 18 ottobre Palazzo Paletta Dai Prè: uno scrigno d’eccellenza dell’arte veronese del Settecento Investire nell’arte con la solidità della proprietà immobiliare Il percorso d’eccezione alla scoperta dei capolavori unici di questa dimora veronese inizia dal portale su via Arcidiacono Pacifico, attribuito a Domenico da Lugo, che evoca le origini quattrocentesche dell’edificio, porta lungo lo scalone con affreschi di Giambettino Cignaroli e sculture attribuite a Lorenzo Muttoni, e prosegue nel magnificente salone delle feste dove spiccano la tela di grandi dimensioni “Il sacrificio di Ifigenia” di Pietro Rotari, scene monocrome ispirate all’Iliade e all’Eneide affrescate da Giorgio Anselmi nel 1765 (come l’autore stesso dichiara nella biografia riportata dallo scrittore veronese Diego Zannandreis), e il soffitto affrescato da Giorgio Anselmi con “Il Trionfo di Giunone e Atena” che sovrasta a nove metri d’altezza. Molti altri ancora sono i capolavori dell’arte veronese e italiana del Settecento voluti dall’antico proprietario Pietro Antonio Serpini e ancora oggi patrimonio del palazzo, oggetto di un accurato restauro conservativo appena concluso ad opera della Costruzioni Bellè. Un’impresa che quest’anno compie Ottant’anni sotto la guida già di tre generazioni della Famiglia Bellè, e vanta numerosi importanti interventi in particolare di edilizia monumentale e museale, dai Palazzi Scaligeri al Teatro Romano, dalla Domus Mercatorum alla Scala della Ragione. Verona Centro MALO Museo Casabianca largo Morandi 1, dom 10-12,30, 15-18,30, tel. 0445/602474, www.museocasabianca.com La Grande Guerra nelle pagine della rivista «L’Illustrazione Italiana» ➤ 30 giugno (lun-dom 9-18) Fogli Tredici Nuovocorso, presentazione della pubblicazione 5 luglio PROPERTy FOR SALE +39 045 501005 www.veronaluxury.com +39 340 6852309 www.marchiottoimmobiliare.it Vedere A VENETO | 45 IL VETRO FINLANDESE GLASS FROM FINLAND NELL A / IN THE COLLEZIONE BISCHOFBERGER COLLECTION 13.4 — 2.8.2015 LE STANZE DEL VETRO Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia info T. +39 041 5229138 www.lestanzedelvetro.it / www.cini.it ingresso libero / orario 10–19 / chiuso mercoledì visite guidate gratuite / laboratori gratuiti per bambini numero verde 800 662 477 (da lunedì a venerdì 10–17) free admission / 10 am–7 pm / closed on Wednesdays free guided tours / free activities for kids toll free number 800 662 477 (Mon–Fri 10 am–5 pm)