vedere A
venezia e in veneto
what’s on
il giornale dell’arte
Supplemento a «Il Giornale dell’Arte» n. 353 maggio 2015
umberto allemandi & C.
N. 4, maggio-novembre 2015
«Mandela», Gavin Rain, BUGNO ART GALLERY, VENEZIA
tutta l’arte da vedere da maggio A novembre
La 56ma Biennale riscopre Marx,
la tradizione orale e l’impegno politico
The 56th Biennale rediscovers Marx,
the oral tradition and political engagement
Venezia. Il ritorno alla tradizione orale, quasi il realizzarsi del
villaggio globale di chomskyana memoria. Mai come nella
prossima Esposizione Internazionale d’Arte («All the World’s
Futures», diretta da Okwui Enwezor) la capacità di
ascolto è il requisito essenziale per entrare nello spirito della
manifestazione, che ha il suo fulcro nell’Arena disegnata da
David Adjaye all’interno del Padiglione Centrale, nel cuore
dei Giardini. Qui, con buona pace di chi aveva decretato la
fine delle ideologie, dal 6 maggio (primo giorno di vernice) al
22 novembre sarà recitato in inglese Il Capitale di Carlo Marx.
Ad accompagnare tale lettura sono varie performance,
tra cui la narrazione della Beirut tra il 1997 e il 2006 (di
Joana Hadjithomas e Khalil Joreige), la mappatura dei
canti di una prigione dell’Angola (di Jason Moran), le
poesie di Pasolini e di Pavese, la musica del compositore
afroamericano Julius Eastman nell’omaggio di Mathieu
Kleyebe Abonnenc e il progetto di Olaf Nicolai ispirato
agli spartiti di Luigi Nono (persino Allora & Calzadilla, ma
nelle Corderie, s’ispirano alla «Creazione» di Haydn). C’è
poi il Corner Speaker di Saadane Afif, che recita poesie
e canta composizioni di suoi amici. Il tutto è nel segno
dell’impegno politico. Modello di riferimento: la Biennale del
1974, quella riformata, presieduta da Carlo Ripa di Meana,
con manifestazioni di solidarietà agli oppositori del regime
di Pinochet. Certo le macerie contemplate dall’«Angelus
Novus» di Paul Klee (l’angelo della storia, l’altro cardine su
cui poggia la 56ma Biennale) oggi sono altre, a cominciare
dalla Siria, «tuttavia ogni due anni, sostiene il presidente Paolo
Baratta, un soffio vitale le spazza via».
Afro-artisti
Provengono da 53 Paesi (compresi quelli ingiustamente
considerati minori), sono 136 in tutto, 89 dei quali
partecipano per la prima volta. Predominano i nomi africani
e mediorientali, ma non mancano grandi conferme come
Christian Boltanski, Steve McQueen, Marlene Dumas
(con una serie inedita di disegni), Bruce Nauman, Georg
Baselitz (con i suoi autoritratti rovesciati), i cineasti Chantal
Akerman e Alexander Kluge, più gli autori dei diversi
filmati che documentano gli eventi, a cominciare dalla guerra
in Siria. Infine un risarcimento: la performance della cubana
Tania Bruguera presentata nella Biennale dell’Avana del
2010 e subito rimossa (l’artista, agli arresti domiciliari nel
momento in cui è stato scritto l’articolo, potrebbe ricevere
un permesso per essere presente a Venezia). Quattro gli
artisti italiani, metà deceduti (molti, trattandosi di arte
contemporanea). I loro nomi: Fabio Mauri (1926-2009),
sua l’installazione nella cupola di Galileo Chini, Pino
Pascali (1935-68), Rosa Barba (1972) e Monica Bonvicini
(1965). Pochi? «Saranno abbondantemente rappresentati nel
loro padiglione», taglia corto Okwui Enwezor. A rinforzare
le fila la cantante Romina Power con Dario Fo e il figlio
Jacopo per il Padiglione del Costarica, insieme a un nutrito
numero di artisti. Tutti italiani, come italiano è il curatore.
Incongruenza evidente che ha suscitato un vespaio di
polemiche. Con in più il fatto che ai partecipanti era richiesto
un versamento in denaro come contributo alle spese di affitto
del Padiglione. Conclusione: il Padiglione sarà aperto a titolo
privato, senza più l’ufficialità della rappresentanza.
Padiglioni al femminile
Tra le 89 partecipazioni nazionali ci sono cinque nuove
adesioni (Grenada, Mauritius, Mongolia, Mozambico
e Seychelles) e la conferma della Santa Sede.
Per alcune delle nazioni più importanti è una Biennale
al femminile: Irina Nakhova, con la sua graffiante
rappresentazione del potere, è la prima donna ad avere
una personale nel Padiglione russo. Fiona Hall (artista
molto sensibile alla poesia come dimostra la foresta dei
suicidi ispirata al XIII Canto dell’Inferno di Dante) ha il
privilegio di inaugurare il nuovo Padiglione australiano.
Nel Padiglione Usa le performance di Joan Jonas. Per
la Gran Bretagna, invece, si vedrà quanto le esibizioni
sessuali dell’ex «Young British», l’ormai ultracinquantenne
Sarah Lucas, abbiano ancora la loro forza provocatoria.
In controtendenza la Francia, che dopo un testa a testa
al cardiopalma ha visto Céleste Boursier-Mougenot
prevalere sulla supersponsorizzata Tatiana Trouvé, ma nella
Biennale dell’ascolto uno scultore che è anche musicista
ci sta bene. Grande attesa per la personale di Danh Vo nel
Padiglione della Danimarca, patria di elezione dell’artista
di origine vietnamita. «Codice Italia 2015» è infine il
titolo del Padiglione Italia curato da Vincenzo Trione che
ha chiamato alle armi: Alis/Filliol, Andrea Aquilanti,
Francesco Barocco, Vanessa Beecroft, Antonio Biasiucci,
Giuseppe Caccavale, Paolo Gioli, Jannis Kounellis,
Nino Longobardi, Marzia Migliora, Luca Monterastelli,
Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Nicola Samorì e
Aldo Tambellini.
Mostre a Venezia
In prima linea i Musei Civici, con tre assi di grande rilievo:
«La Nuova oggettività. Arte in Germania al tempo della
Repubblica di Weimar (1919-33)» nel Museo Correr,
Cy Twombly in Ca’ Pesaro e, ancora nel Museo Correr,
un’inedita Jenny Holzer. Queste ultime due proposte
rientrano in «Muve contemporaneo», il programma sull’arte
contemporanea di Fondazione Musei Civici in occasione
della Biennale. In Punta della Dogana Danh Vo dialoga
con gli autori nel nuovo allestimento «Slip of the Tongue».
Nella Collezione Peggy Guggenheim, invece, continua
la rivisitazione dell’opera dei Pollock: Jackson e il fratello
Charles. L’arte vetraria è nella Fondazione Cini con la
Collezione Bischofberger e l’omaggio a Fulvio Bianconi.
Alle sperimentazioni guarda la III edizione della biennale
del vetro Glasstress: «Gotika», in Palazzo Franchetti e
nella fornace di Adriano Berengo. La fotografia è nella
Casa dei Tre Oci con la collettiva «Sguardo di donna».
Tra le personali, invece, Magdalena Abakanowicz, nella
Fondazione Cini, Martial Raysse in Palazzo Grassi, Ettore
Spalletti in Palazzo Cini, Gaitonde nella Collezione
Peggy Guggenheim, Peter Doig nella Fondazione
›4
Bevilacqua La Masa e Bruskin nella Fondazione
Okwui Enwezor, il critico nigeriano di 52 anni, commissario
generale quest’anno Photo: Giorgio Zucchiatt
Venice. The return to the oral tradition, almost the realisation
of the global village as espoused by Chomsky. Never so much
as in the next International Art Exhibition (“All the World’s
Futures”, directed by Okwui Enwezor) has the ability to
listen been such an essential requirement to enter into the
spirit of the event, which has its hub in the Arena designed by
David Adjaye within the Central Pavilion, at the heart of the
Giardini. Here, and notwithstanding those who had decreed
the end of ideologies, from May 6 (first day of the vernissage)
to November 22, Karl Marx’s Das Kapital will be read in
English. To accompany this reading, there will be a variety of
performances, including the narration of Beirut between 1997
and 2006 (by Joana Hadjithomas and Khalil Joreige), the
mapping of songs from an Angolan prison (Jason Moran), the
poems of Pasolini and Pavese, music by the African American
composer Julius Eastman in a tribute to Mathieu Kleyebe
Abonnenc and a project by Olaf Nicolai inspired by scores
by Luigi Nono. (Even Allora & Calzadilla, but in the Corderie,
draw inspiration from Haydn’s “Creation”). Then there will be
the Speaker’s Corner of Saadane Afif, who recites poetry
and sings compositions by his friends. Everything under the
banner of political engagement. The point of reference: the
Biennale of 1974, the reformed Biennale chaired by Carlo Ripa
di Meana, with manifestations of solidarity with the opponents
of the Pinochet regime. Of course, the rubble contemplated in
Paul Klee’s “Angelus Novus” (the angel of history, the other
cornerstone supporting the 56th Biennale) is today something
else, starting with Syria, “but every two years”, declares president
Paolo Baratta, “a breath of life sweeps them away”.
Afro-artists
They come from 53 countries (including those unjustly
considered minor), for a total of 136, 89 of whom participating
for the first time. African and Middle Eastern names
predominate, but there are major names too, like Christian
Boltanski, Steve McQueen, Marlene Dumas (with a new
series of drawings), Bruce Nauman, Georg Baselitz (with
his overturned self-portraits), filmmakers Chantal Akerman
and Alexander Kluge, plus the makers of different films
documenting events, starting with the war in Syria. And, finally,
a reparation: the performance of Cuban Tania Bruguera
presented in the Havana Biennial in 2010 and immediately
removed (at the time of writing, the artist is under house arrest,
but may receive a permit to be present in Venice). There are
four Italian artists, half of them deceased (which is quite
a few, since we are talking contemporary art). Their names:
Fabio Mauri (1926-2009), with an installation in the dome of
›4
Galileo Chini, Pino Pascali (1935-1968), Rosa Barba
Sommario | Summary
venezia
Biennale Collezionisti Eventi collaterali e Fondazione
Querini Stampalia
Palazzo Ducale Ca’ d’Oro e Gallerie dell’Accademia
Museo Correr, Palazzo Bembo
e Palazzo Fortuny Ca’ Pesaro, Fondazione Bevilacqua
La Masa
Palazzo Grimani
Museo del vetro di Murano
3/4
6
8
9
10
11
12
13
14
Fondazione Cini
14/15
Fondazione Peggy Guggenheim
16
Fondazione Pinault e
Fondazione Prada
17
Scoletta dei Battioro e
Palazzo S. Cappello 19
Palazzo Albrizzi e Fondazione Vedova
20
Gallerie private
21/23
Gianmaria Potenza
23
Tre Oci e Centro Candiani 24
Provincia di Venezia
Ville venete Vedere a | what’s on VENEZIA e VENETO
25
27
Beatrice Allemandi, product manager
Claudia Carello, art director
Cinzia Fattori, advertising manager
(011.8199118 - [email protected])
Guest editors: Jenny Dogliani, Lidia Panzeri,
Veronica Rodenigo e Mariella Rossi.
Relazioni commerciali: Luciana Cicogna,
Valeria Riselli e Francesca Scoto
28/31
Padova
32
Rovigo e provincia di Treviso 33
Verona e provincia di Verona 34/35
Vicenza
36/37
Provincia di Vicenza
38/41
Calendario, mappa
42/45
n. 4 maggio | novembre 2015
Società editrice Umberto Allemandi & C., piazza emanuele filiberto 13, 10122 Torino, tel. 011.8199111 fax 011.8193090
«vedere | what’s on» è un supplemento di «il giornale dell’arte»
Umberto Allemandi,
direttore responsabile
Franco Fanelli, vicedirettore
Barbara Antonetto, caporedattore
Provincia di Belluno
(lucianacicognalibero.it, [email protected],
[email protected])
Traduzioni: Lucian Comoy
Stampa: arti grafiche Boccia Spa, Salerno
il giornale dell’arte
Il giornale non risponde dell’autenticità delle attribuzioni
delle opere riprodotte, in particolare del contenuto delle
inserzioni pubblicitarie. Le opinioni espresse negli articoli
firmati e le dichiarazioni riferite dal giornale impegnano
esclusivamente i rispettivi autori. Si consiglia di verificare
telefonicamente oppure online gli orari delle manifestazioni.
www.ilgiornaledellarte.com
Vedere A VENEZIA | 3
›3
«Animats» di Christian Boltanski, 2014 © Amparo Irarrazaval
Querini Stampalia. Molti musei storici hanno scelto il
contemporaneo. Nelle Gallerie dell’Accademia è di scena
Mario Merz, mentre Fabrizio Plessi è in Ca’ d’Oro.
Gli artisti della Fondazione Tagore invadono Palazzo
Grimani. Ma esiste anche un altro aspetto: l’antico come
fonte del contemporaneo. Nella mostra «The slip of the
tongue» di Punta della Dogana, Danh Vo ha voluto un
gruppo di opere antiche delle Gallerie dell’Accademia e
della Fondazione Cini. Luca Pacioli con la sua Proportio,
cui è dedicata la nuova edizione di «Artempo» in Palazzo
Fortuny, è la pietra di paragone per gli artisti di ieri e di
oggi. Al mito della classicità si rifà «Portable Classics», nella
Fondazione Prada in Ca’ Corner della Regina, dove sono
esposte piccole riproduzioni di celebri statue già collezionate
dai ricchi dell’età greco-romana e rinascimentale. Doverosa
la riscoperta critica di Andrea Schiavone, nel Museo
Correr, in vita molto apprezzato dal Vasari, ma poi
schiacciato dalla fama di Tiziano e Tintoretto. Non si può
ignorare, infine, «Il candore arcaico di Henri Rousseau» in
Palazzo Ducale. q Lidia Panzeri
›3
(1972) and Monica Bonvicini (1965). Too few? “They will be
abundantly represented in their pavilion”, replies Okwui Enwezor,
tersely. To reinforce the ranks, there will be the singer Romina
Power with Dario Fo and his son Jacopo for the Costa Rica
Pavilion, along with a large number of artists. All Italian, and
the curator too is Italian. This evident incongruity has sparked
a hornet’s nest of controversy. To which is added the fact that
the participants have been requested to pay a cash payment as a
contribution to the cost of renting the Pavilion. Conclusion: The
Pavilion will open in a private capacity, and not as an official
representation.
Women’s pavilions
There are five new members (Grenada, Mauritius,
Mongolia, Mozambique and Seychelles) among the 89
national pavilions, plus the confirmation of the Holy See. For
some of the most important nations, this will be a women’s
Biennale: with her scathing depiction of power, Irina
Nakhova is the first woman to have a solo show in the Russian
Pavilion. Fiona Hall (an artist who is very sensitive to poetry,
as evidenced by the forest of the suicides inspired by the 13th
Canto of Dante’s Inferno) has the privilege of inaugurating the
new Australian Pavilion. Performances by Joan Jonas will be
on offer in the USA Pavilion. For Britain, instead, it remains to
be seen to what extent the sexual displays of the former «Young
British» and now fifty-year-old Sarah Lucas still have a power
to shock. France will be bucking the trend, after a thrilling
head to head saw Céleste Boursier-Mougenot prevail over the
super-sponsored Tatiana Trouvé, but in the listening Biennale a
sculptor who is also a musician can only be good news. There
will be great expectations for the one-man show by Danh Vo in
the Denmark Pavilion, country of choice of the Vietnameseborn artist. “Codice Italia 2015” is the title of the Italian
Pavilion curated by Vincenzo Trione who called to arms the
following artists: Alis/Filliol, Andrea Aquilanti, Francesco
Barocco, Vanessa Beecroft, Antonio Biasiucci, Giuseppe
Caccavale, Paolo Gioli, Jannis Kounellis, Nino Longobardi,
Marzia Migliora, Luca Monterastelli, Mimmo Paladino,
Claudio Parmiggiani, Nicola Samorì e Aldo Tambellini.
Exhibitions in Venice
Leading the pack are the Civic Museums, with three major
shows: «The New Objectivity. Art in Germany at the time of
the Weimar Republic (1919-1933)» at the Museo Correr, Cy
Twombly at Ca’ Pesaro and, again in the Museo Correr, a show
of new work by Jenny Holzer. These last two offerings are part
of “Muve contemporary”, the programme of contemporary
art organised by the Fondazione Musei Civici di Venezia.
In Punta della Dogana, Danh Vo maintains a dialogue with
other artists in the new layout called “Slip of the Tongue”.
The Peggy Guggenheim Collection, instead, continues
its revisitation of the work of the Pollocks: Jackson and his
brother Charles. Glass art is on show at the Fondazione Cini
with the Bischofberger Collection and the tribute to Fulvio
Bianconi. Experimental work is explored in the third edition of
the glass biennial, Glasstress: “Gotika” in Palazzo Franchetti
and at the furnaces of Adriano Berengo. Photography is on
at the Casa dei Tre Oci with the collective “A woman’s eye”.
And among the personal shows, instead, we find Magdalena
Abakanowicz at the Fondazione Cini, Martial Raysse in
Palazzo Grassi, Ettore Spalletti in Palazzo Cini, Gaitonde
in the Peggy Guggenheim Collection, Peter Doig in the
Fondazione Bevilacqua La Masa and Bruskin at the the
Fondazione Querini Stampalia. Many historical museums
have also opted to show contemporary work. In the Gallerie
dell’Accademia, space has been made for Mario Merz, while
Fabrizio Plessi is at Ca d’Oro. The artists of the Fondazione
Tagore will be invading Palazzo Grimani. And there is
another aspect: the antique as source for contemporary art.
In the “The slip of the tongue” exhibition at Punta della
Dogana, Danh Vo requested a group of Old Masters from the
Galleria dell’Accademia and the Fondazione Cini. Luca Pacioli
with his Proportio, to which is dedicated the new edition of
“Artempo” in Palazzo Fortuny, is the touchstone for artists
of yesterday and today. Classical mythology is the reference for
“Portable Classics” at the Fondazione Prada in Ca’ Corner
della Regina, where an exhibition is on of small reproductions
of famous statues collected by the rich of the Greco-Roman
and Renaissance eras. Rightly, there has been a critical
reappraisal of Andrea Schiavone, now on show in the Museo
Correr; in life, he was much appreciated by Vasari, but was
then overwhelmed by the fame of Titian and Tintoretto. And
finally, one cannot overlook the “Archaic candour of Henri
Rousseau” in the Doge’s Palace. q Lidia Panzeri
Giardini e Arsenale, Giardini lun-dom 10-18, Arsenale mar-gio/dom
10-20 (ven-sab 10-20 fino al 26 settembre, chiuso il lunedì tranne 11
maggio, 1 giugno e 16 novembre) 56ma Esposizione I nternazionale
d'Arte, dal 9 maggio al 22 novembre
Vedere a VENEZIA | 4
UNA MOSTRA CHE RACCONTA LA FINE DI UN’EPOCA.
Una raccolta di opere dei pittori-soldato ritrae
i luoghi lacerati dal conflitto. Un’esposizione fotografica
testimonia le ferite che il paesaggio ancora rivela.
Dal 3 aprile al 23 agosto 2015
Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari - Vicenza, Contra’ Santa Corona 25
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CON IL PATROCINIO DI
Meno collezionisti uguale
meno gallerie a Venezia
Fewer collectors means
fewer galleries in Venice
Venezia. Dopo una lunga e quasi disperata ricerca, il collezionista veneziano di arte
contemporanea, rara avis descritta dagli addetti ai lavori come una specie in via di
estinzione, si è materializzato in Paolo Viancini, una figura concreta ed eccentrica anche
per la professione di antiquario ereditata dal padre Ettore.
«La mia passione per il contemporaneo è nata una decina di anni fa», afferma Viancini in una
dimora di 350 metri quadri più i soppalchi a poche centinaia di metri da piazza San Marco.
«Sono passato direttamente da Tiepolo all’arte contemporanea senza l’intermediazione dell’arte
moderna, neanche un Carrà. Ero stanco di colloquiare con i morti, che tra l’altro non rispondono.
Dapprima mi sono orientato su autori italiani, spesso giovani, con i quali entrare in dialogo e magari
programmare un’opera site specific com’è successo con Tadiello, con Zorio, uno “storico”, e poi con De
Stefano, Francesconi, Vedovamazzei, Favelli e Vascellari. In seguito mi sono rivolto anche ad artisti
stranieri: Allora & Calzadilla, Sol LeWitt, Tomás Saraceno (del quale ho un’installazione leggerissima
in soggiorno), Elisabeth Peyton e altri. Le opere me le procuro nelle fiere (Basilea in primis) e attraverso
i contatti con gallerie inglesi, francesi e americane, indispensabili i siti web». E a proposito degli altri
collezionisti veneziani Viancini aggiunge: «trovo inverosimile che non colgano l’occasione della
Biennale. Preferiscono o hanno preferito collezionare nel migliore dei casi Vedova, Pizzinato, Santomaso
o le lagune di Guidi». Una conferma a questa affermazione arriva anche da Massimiliano
Bugno, dell’omonima galleria di arte moderna, contemporanea e fotografia di fronte alla
Fenice. «Il collezionista veneziano, spiega Bugno, può chiedermi quella determinata opera di quel
determinato autore, per esempio un grattage di Deluigi. Per il resto i miei clienti sono statunitensi,
sudamericani, nordeuropei, australiani, turchi e ultimamente anche cinesi».
Ancora più drastico Stefano Contini, la cui galleria tratta artisti come Mitoraj, Botero,
Wesselmann, Christo o i più giovani Enzo Fiore e Giuseppe Veneziano. «I collezionisti privati
veneziani costituiscono meno dello 0,1 % stimato per la crescita del pil, e aggiunge, per quanto mi
riguarda l’85% sono collezionisti stranieri, il 15% italiani e tra questi i veneziani pressoché zero, i pochi
rimasti collezionano artisti locali. Vuoi per la crisi, vuoi per i (giustissimi) controlli fiscali, il collezionista
medio è sparito. Ci si salva con i collezionisti stranieri che amano i grandi nomi internazionali: Mitoraj,
ad esempio, del quale organizzo una grande mostra a maggio con anche i suoi affreschi. Gli artisti
italiani tirano poco, anche la transavanguardia è in un periodo di stasi».
Questa situazione determina dunque le crescenti difficoltà delle gallerie private. A
spopolarsi è soprattutto la zona attorno a piazza San Marco, dove persistono con
Exhibitions
AUTONOME
PROVINZ
BOZEN
SÜDTIROL
Vedere a VENEZIA | 6
PROVINCIA
AUTONOMA
DI BOLZANO
ALTO ADIGE
L’installazione di Tomás Saraceno nella casa di Paolo Viancini
continuità di programmazione solo Contini, Bugno e Arké, accompagnate nei pressi di
Santo Stefano da Salizada, specializzata in fotografia. Due gallerie storiche, Capricorno
e Traghetto, si sono riattivate in concomitanza con la Biennale dopo un anno di stasi.
La tendenza è il decentramento: Ikona Gallery di Ziva Kraus, imprescindibile punto di
riferimento per la fotografia a Venezia, è nel campo del Ghetto a Cannaregio, in una sede
arricchita da una scala luminosa di Federica Marangoni; Marignana, tra le poche novità
dell’ultimo biennio, è nei pressi di Punta della Dogana; Michela Rizzo ha il suo nuovo
spazio in un’ex fabbrica della Giudecca, a poche centinaia di metri da Up e da Art Gallery.
La galleria AplusA diretta da Aurora Fonda (già centro culturale sloveno) si è resa
autonoma a inizio 2015, focalizzandosi sulla formazione dei curatori. Dal 5 all’8 maggio
organizza in sede, per la prima volta in Italia, il «Rob Pruitt’s flea market» dell’americano
Robert Pruitt, un mercato delle pulci curato da Tommaso Speretta in cui gli artisti vendono
le proprie opere. q L.P.
VENICE. At long last, after a long and almost desperate investigation, rara avis, a Venetian
collector of contemporary art described by those in the know as an endangered species,
has been tracked down. He goes by the name of Paolo Viancini, a flesh-and-blood, albeit
eccentric person who followed in his father Ettore’s footsteps and became an antiquarian.
«I developed a passion for contemporary art ten years ago», says Viancini in his 350 sq.m home (plus
mezzanines) just a few hundred metres from St Mark’s Square. «I went straight from Tiepolo to
contemporary art without stopping off at modern art on the way, not even a Carrà. I was tired of talking
to the dead, who in any case don’t answer. First of all, I aimed at Italian artists, especially young ones,
whom I could get in touch with and perhaps arrange a site-specific deal for, as I did with Tadiello, Zorio,
a “historic” figure, and later De Stefano, Francesconi, Vedovamazzei, Favelli and Vascellari. Then I turned
to foreign artists: Allora & Calzadilla, Sol Lewitt, Tomás Saraceno (one of whose lightweight installations
is in my living room), Elizabeth Peyton and others. I get the works from fairs (mainly Basle) and through
contacts with English, French and American galleries; and of course websites are indispensable». And
regarding other Venetian collectors, Viancini has this to say: “I find it amazing that they don’t
take advantage of the Biennale. They prefer, or have done so far, to collect Vedova, Pizzinato, Santomaso
or Guidi’s lagoons, at the most».
This view is backed up by Massimiliano Bugno, whose gallery of modern and contemporary art and photography is right opposite the Fenice theatre. «A Venetian collector, he says,
may ask me for such and such a work by such and such an artist, for example a “grattage” by Deluigi.
Otherwise my clients are from the United States, South America, northern Europe, Australia, Turkey and
even China now». Stefano Contini, whose gallery has works by artists such as Mitoraj, Botero,
Wesselmann, Christo and younger artists like Enzo Fiore and Giuseppe Veneziano, is even
more drastic. “Private Venetian collectors account for under 0.1% of the estimated growth in GDP and
as far as I’m concerned, 85% of my clients are foreign and 15% Italian and of these virtually none are from
Venice, the few collectors that are left concentrate on local artists. Whether as a result of the recession or
the (quite proper) inspections by the taxman, the average collector has vanished. What keeps us afloat
are the foreign collectors who love the big names: Mitoraj, for instance, for whom I’m organising a big
exhibition in May, which will include his frescoes. Italian artists aren’t a big draw and that even goes for
the Transavanguardia».
This then is the increasingly awkward situation private galleries find themselves in at the
moment. The area around St Mark’s has been the hardest hit, where only Contini, Bugno
and Arké still put on regular shows, along with Salizada, which specialises in photography, located near Santo Stefano. Two historical galleries, Capricorno and Traghetto, have
opened again in time for the Biennale after having remained closed for a year.
The trend is towards decentralising: Ziva Kraus’s Ikona Gallery, a key photographic gallery in Venice is in the Campo del Ghetto in Cannaregio, in premises embellished by a
luminous staircase by Federica Marangoni; Marignana, one of the few newcomers over
the past couple of years, is near Punta della Dogana; Michela Rizzo has a new gallery in
a former factory on the Giudecca, a few hundred metres from Up and Art Gallery. AplusA
(the former Slovenian cultural centre), run by Aurora Fonda, became fully independent at
the beginning of 2015, concentrating on training exhibition organizers. And for the first
time in Italy, the American Robert Pruitt will have his own site from 5 to 8 May for Rob
Pruitt’s Flea Market, managed by Tommaso Speretta, where artists will be able to sell their
own works. q L.P.
Da non perdere: gli eventi collaterali
Not to be missed: the collateral events
CANNAREGIO
Country
Gervasuti Foundation,
Cannaregio 4991-5001/A
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: Gervasuti Foundation
www.gervasutifoundation.com
www.project-australia.blogspot.
com
Graham Fagen:
Scotland + Venice 2015
Palazzo Fontana, Cannaregio
3829 (strada Nova)
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: Scotland+Venice
www.scotlandandvenice.com
Grisha Bruskin.
An Archaeologist’s
Collection
ex chiesa di Santa Caterina,
Cannaregio 4941-4942
6 maggio ➤ 22 novembre
Organizzazione: Centro Studi
sulle Arti della Russia
(CSAR), Università
Ca’ Foscari Venezia
www.unive.it/csar
Highway to Hell
Palazzo Michiel, Cannaregio
4391/A (Strada Nova)
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: Hubei Museum of Art
www.hbmoa.com
CASTELLO
Catalonia in Venice:
singularity
Cantieri Navali, Castello 40
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: Institut Ramon Llull
www.llull.cat
www.venezia2015.llull.cat
Conversion.
Recycle Group
Chiesa di Sant’Antonin, Castello
(campo Sant’Antonin)
6 maggio ➤ 31 ottobre
Organizzazione: Moscow
Museum of Modern Art
www.mmoma.ru
EM15 presents Doug
Fishbone’s Leisure
Land Golf
Arsenale Docks, Castello 40A,
40B, 41C ; 6 mag.➤ 26 lug.
Organizzazione: EM15
www.em15venice.co.uk
Frontiers Reimagined
Palazzo Grimani, Castello 4858
(Ramo Grimani)
9 maggio ➤ 22 novembre
Organizzazione: Tagore
Foundation International;
Polo museale del Veneto www.
frontiersreimagined.org
Helen Sear,
... the rest is smoke
Santa Maria Ausiliatrice,
Castello 450 (Fondamenta San
Gioacchin)
9 maggio-22 novembre
Organizzazione: Cymru yn
Fenis/Wales in Venice
www.walesinvenice.org.uk
Ornamentalism.
The Purvítis Prize
Arsenale Nord, Tesa 99, Castello
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: The Secretariat of the
Latvian Presidency of the
Council of the European Union
in 2015
www.purvisabalva.lv/en/
ornamentalism
Path and Adventure
Arsenale, Castello 2126/A
9 maggio ➤ 22 novembre
Organizzazione: The Civic and
Municipal Affairs Bureau; The
Macao Museum of Art; The
Cultural Affairs Bureau
www.iacm.gov.mo
www.mam.gov.mo
www.icm.gov.mo
The Question of Beings
Istituto Santa Maria della Pietà,
Castello 3701
9 maggio ➤ 22 novembre
Org. : (MoCA, Taipei)
www.mocataipei.org.tw
Tsang Kin-Wah:
The Infinite Nothing,
Hong Kong in Venice
Arsenale, Castello 2126 (campo
della Tana)
9 maggio ➤ 22 novembre
Organizzazione:
M+, West Kowloon Cultural
District; Hong Kong Arts
Development Council www.
westkowloon.hk/en/mplus
www.hkadc.org.hk
www.venicebiennale.hk
Ursula von Rydingsvard
Giardino della Marinaressa,
Castello (riva dei Sette Martiri)
6 maggio ➤ 22 novembre
Org.: Yorkshire Sculpture Park
www.ysp.co.uk
Wu Tien-Chang:
Never Say Goodbye
Palazzo delle Prigioni, Castello
4209 (San Marco)
9 maggio ➤ 22 novembre
Organizzazione: Taipei Fine Arts
Museum of Taiwan
www.tfam.museum
Xanadu
Istituto di Santa Maria della
Pietà, Castello 3701
9 maggio ➤ 22 novembre
Organizzazione:
Dream Amsterdam Foundation
www.dreamamsterdam.nl
www.nikunja.org/xanadu
DORSODURO
001 Inverso Mundus.
AES+F
Magazzino del Sale n. 5,
Dorsoduro 265 (fondamenta de
le Zattere ai Saloni);
Palazzo Nani Mocenigo,
Dorsoduro 960
9 maggio ➤ 31 ottobre
Org.: VITRARIA Glass+A
Museum
www.vitraria.com
www.inversomundus.com
Dansaekhwa
Palazzo Contarini-Polignac,
Dorsoduro, 874
7 maggio ➤ 15 agosto
Organizzazione:
The Boghossian Foundation
www.villaempain.com
In the Eye of the
Thunderstorm: Effervescent
Practices from the Arab
World & South Asia
Dorsoduro 417 (Zattere)
6 maggio ➤ 15 novembre
Organizzazione: ArsCulture
www.arsculture.org
www.eyeofthunderstorm.com
Jump into the Unknown
Palazzo Loredan
dell’Ambasciatore, Dorsoduro
1261, 1262
9 maggio ➤ 18 giugno
Org. : Nine Dragon Heads
www.9dragonheads.com
Salon Suisse: S.O.S. Dada
- The World Is A Mess
Palazzo Trevisan degli Ulivi,
Dorsoduro 810
9 maggio;
4 ➤ 6 giugno;
10 ➤ 12 settembre;
15 ➤ 17 ottobre;
19 ➤ 21 novembre
Organizzazione:
Swiss Arts Council
Pro Helvetia
www.prohelvetia.ch
www.biennials.ch
Tesla Revisited
Palazzo Nani Mocenigo,
Dorsoduro 960
9 maggio ➤ 18 ottobre
Organizzazione: VITRARIA
Glass+A Museum
www.vitraria.com
The Bridges of Graffiti
Arterminal c/o Terminal San
Basilio, Dorsoduro
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: Assaciazione Culturale
Inossidabile
www.inossidabileac.com
The Revenge
of the Common Place
Università Ca’ Foscari, Ca’
Bernardo, Dorsoduro 3199
(calle Bernardo)
9 maggio ➤ 30 settembre
Organizzazione: Vrije Universiteit
Brussel
www.vub.ac.be
The Silver Lining.
Contemporary Art from
Liechtenstein and other
Microstates
Palazzo Trevisan degli Ulivi,
Dorsoduro 810
24 ottobre ➤ 1 novembre
Organizzazione: Kunstmuseum
Liechtenstein
www.kunstmuseum.li
www.silverlining.li
Under the Surface,
Newfoundland and
Labrador at Venice
Galleria Ca’ Rezzonico,
Dorsoduro 2793
9 maggio-22 novembre
Org.: Terra Nova ArtFoundation
We Must Risk Delight:
Twenty Artists from
Los Angeles
Magazzino del Sale n. 3,
Dorsoduro 264 (Zattere)
5 maggio ➤ 22 novembre
Organizzazione: bardoLA
www.bardoLA.org
GIUDECCA
Sepphoris
Molino Stucky, interior atrium,
Giudecca 812
9 mag. ➤ 22 nov.
Organizzazione: Assessorato alla
Cultura del Comune di Narni
(TR); a Sidereal Space
of Art; Satellite Berlin
www.sepphorisproject.org
ISOLA DI SAN GIORGIO
Jaume Plensa: Together
Basilica di San Giorgio
Maggiore
6 maggio ➤ 22 novembre
Org.: Abbazia di San Giorgio
Maggiore Benedicti Claustra
Onlus www.praglia.it
LIDO DI VENEZIA
Eredità e Sperimentazione
Grande Hotel Hungaria &
Ausonia, Viale Santa Maria
Elisabetta 28, Lido di Venezia
9 maggio ➤ 22 novembre
Organizzazione: Istituto
Nazionale di BioArchitetturaSezione di Padova www.
[email protected]
SAN MARCO
Humanistic Nature and
Society (Shan-Shui).
An Insight into the Future
Palazzo Faccanon, San Marco
5016 (Mercerie)
7 maggio ➤ 4 agosto
Org: Shanghai HimalayasMus.
www.himalayasmuseum.org
Italia Docet | Laboratorium
Palazzo Barbarigo Minotto, San
Marco 2504 (fondamenta Duodo
o Barbarigo)
9 maggio ➤ 30 giugno;
11 settembre ➤ 31 ottobre
Org. : (i-AM Foundation)
www.i-amfoundation.org
www.venicebiennale-italiadocet.
org
Jenny Holzer
«War Paintings»
Museo Correr, San Marco 52
6 maggio ➤ 22 novembre
Org.: The Written Art
Foundation; Museo Correr,
Fondazione Musei Civici di
Venezia
www.writtenartfoundation.com
Learn from Masters
Palazzo Bembo, San Marco
4793 (riva del Carbon)
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: Pan TianshouFoundation
pantianshou.caa.edu.cn/
foundation_en
My East is Your West
Palazzo Benzon,
San Marco 3927
5 maggio ➤ 31 ottobre
Org.: The Gujral Foundation
www.gujralfoundation.org
Patricia Cronin: shrine
for girls, Venice
Chiesa di San Gallo, San Marco
1103 (campo San Gallo)
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: Brooklyn Rail Curatorial
Projects, curatorialprojects.
brooklynrail.org
Sean Scully: Land Sea
Palazzo Falier, San Marco 2906
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: Fondazione Volume!
www.fondazionevolume.com
The Sound of Creation.
Paintings + Music by Beezy
Bailey and Brian Eno
Conservatorio Benedetto
Marcello, Palazzo Pisani, San
Marco 2810 (campo Santo
Stefano)
7 maggio ➤ 22 novembre
Organizzazione: ArsCulture
www.arsculture.org
The Union of Fire
and Water
Palazzo Barbaro, San Marco
2840; 9 mag. ➤ 22 nov.
Org.: Yarat Contemporary Art
www.yarat.az
www.bakuvenice2015.com
Thirty Light Years.
Theatre of Chinese Art
Palazzo Rossini, San Marco
4013 (campo Manin)
9 maggio ➤ 22 novembre
Organizzazione: GAC Global
Art Center Foundation; The
Guangdong Museum of Art
www.globalartcenter.org
www.gdmoa.org
SAN POLO
Dispossession
Palazzo Donà Brusa,
campo San Polo 2177
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: European Capital of
Culture Wrocław 2016
www.wroclaw2016.pl/biennale
The Dialogue of Fire.
Ceramic and Glass
Masters from Barcelona
to Venice
Palazzo Tiepolo Passi,
San Polo 2774
6 maggio ➤ 22 novembre
Organizzazione: Fundaciò
Artigas; ArsCulture
www.fundacio-artigas.com
www.arsculture.org
www.dialogueoffire.org
SANTA CROCE
Roberto Sebastian Matta
Giardino di Palazzo Soranzo
Cappello, Soprintendenza Bap
per le Province di Venezia,
Belluno, Padova e Treviso,
Santa Croce 770
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: Fondazione Echaurren
Salaris
www.fondazioneechaurrensalaris.it
www.maggioregam.com
SEDI VARIE
Glasstress 2015. Gotika
Istituto Veneto di
Scienze Lettere ed Arti,
Palazzo Cavalli Franchetti,
San Marco 2847 Chiesa di
Santa Maria della Visitazione,
Centro Culturale Don Orione
Artigianelli, Dorsoduro 919;
Fondazione Berengo,
Campiello della Pescheria 15,
Murano
9 maggio ➤ 22 novembre
Org.: The State Hermitage
Museum
www.hermitagemuseum.org
FABIO
VIALE
Recent works
Inaugurazione
Sabato 27 giugno 2015 ore 18.30
fino al 7 agosto 2015
Galleria Poggiali e Forconi
Pietrasanta (Lu)
Via Nazario Sauro, 52
Via Garibaldi, 8
www.poggialieforconi.it
T. +39 055.287748
Vedere a VENEZIA | 8
Questo Doganiere non ferma le grandi navi
This douanier cannot stop the cruise ships
VENEZIA. Palazzo Ducale apre le porte a tre mostre temporanee molto dissimili tra loro. Una è «Candore arcaico», retrospettiva
del Doganiere Henri Rousseau fino al 5 luglio nell’appartamento del Doge. Ideato da Gabriella Belli e Guy Cogeval e sviluppato
in collaborazione con Laurence des Cars e Claire Bernardi, il progetto espositivo è l’esito di una ricerca volta a restituire all’opera
di Rousseau la giusta luce critica e storiografica. Sono esposte oltre quaranta opere dell’artista tra le quali «Autoritratto» del
1889-90, «La guerra o la cavalcata della discordia» del 1894 e «Incantatrice di serpenti» del 1907, provenienti da importanti
istituzioni internazionali come il Musée d’Orsay e il Musée de l’Orangerie di Parigi. Sono messe a confronto con una sessantina
di opere di altri artisti, per un totale di cento lavori. Figura di riferimento per i grandi protagonisti delle avanguardie storiche,
Rousseau dialoga con Cézanne, Gauguin, Redon, Seurat, Marc, Klee, Morandi, Carrà, Frida Kahlo, Diego Rivera, Kandinskij, Picasso e ancora, con una selezione di antichi maestri tra i quali figurano Liberale da Verona, Fede Galizia, Frans
Post e Francisco Goya, una scelta precisa per indagare «quell’ispirazione all’arcaismo che nel corso dei secoli corre parallela al classicismo
e della quale l’opera di Rousseau sembra essere lo spartiacque tra Otto e Novecento», spiegano i curatori della mostra. Alla fine di luglio invece gli appartamenti dogali accoglieranno una mostra organizzata in concomitanza con EXPO 2015: «Acqua e cibo a Venezia.
Storie della Laguna e della Città», sino a fine novembre. Attraverso carte storiche, incisioni, dipinti e opere letterarie messe in
rapporto con plastici, proiezioni e ricostruzioni 3D, la rassegna narra il singolare microcosmo veneziano, da sempre al centro di
un circuito di transito internazionale ma anche in grado di autoalimentarsi. Dal 19 settembre a metà dicembre, infine, Gianni
Berengo Gardin punta l’attenzione su uno dei più complessi problemi di attualità della città lagunare: il passaggio delle grandi
navi. Un reportage duro, severo e rigoroso testimonia, ma soprattutto denuncia, dopo anni di discussioni, polemiche e proposte,
un ennesimo scandalo veneziano. q V.R.
VENICE. The Doge’s Palace opens its doors to three very different exhibitions. The first is “Archaic candour”, a retrospective of Douanier Henri Rousseau, which runs until July 5 in the Doge’s apartments. Planned by Gabriella Belli and Guy
Cogeval and developed in collaboration with Laurence des Cars and Claire Bernardi, the exhibition is the result of a quest
to accord Rousseau’s work the right critical and historical importance. The show presents over 40 works by the artist,
including the “Self-portrait” of 1889-90, “War, or the ride of discord” of 1894 and “Snake charmer” of 1907, on loan from
major international institutions such as the Musée d’Orsay and the Musée de l’Orangerie in Paris. These offered for comparison with 60 works by other artists, for a total of 100 works. A point of reference for the great exponents of the historical
avant-garde movements, Rousseau is here in dialogue with Cézanne, Gauguin, Redon, Seurat, Marc, Klee, Morandi, Carra, Frida Kahlo, Diego Rivera, Kandinsky, Picasso and a selection of Old Masters, including Liberale di Verona, Fede
Galizia, Frans Post and Francisco Goya. A careful selection has been made to explore an “archaism which over the centuries
runs hand in hand with classicism and of which Rousseau’s oeuvre seems to mark the watershed between 19th and 20th century”, explain the
exhibition’s curators. At the end of July, the Doge’s apartments welcome an exhibition organised in conjunction with EXPO
2015: “Water and food in Venice. Stories of the Lagoon and the City”, until the end of November. Through historical
maps, engravings, paintings and literary works put in relation with models, projections and 3D reconstructions, the exhibition illustrates the unique microcosm of Venice, always at the centre of a circuit of international trade but also able to feed
itself. From September 19 to mid-December, finally, Gianni Berengo Gardin focuses attention on one of the most complex
topical problems of the lagoon city: the passage of large ships. This hard-hitting, severe and rigorous report bears witness
to and denounces the latest Venetian scandal, after years of debate, controversy and proposals. q V.R.
Palazzo Ducale, San Marco 1, lun-gio/dom 9-19, ven-sab 9-20, tel. 041/2715911, www.mostrarousseau.it, www.palazzoducale.visitmuve.it, «Henri
Rousseau. Il candore arcaico» fino al 5 luglio, «Acqua e cibo a Venezia. Storie della laguna e della città» 28 luglio-30 novembre, «Mostri a Venezia.
Le grandi navi fotografate da Gianni Berengo Gardin» 19 settembre-14 dicembre e Nuovo percorso guidato a Palazzo Ducale «I tesori nascosti del Doge»
Passo a passo col Doge | Arm in arm with the Doge
per Venezia e Laguna, Direzione del Polo Museale del Veneto e
Comune di Venezia. L’intervento conservativo e l’adeguamento
tecnologico, invece, sono stati realizzati con il finanziamento
del Comitato Italiano nell’ambito del Programma congiunto
Unesco-Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di
Venezia e grazie alla generosità di alcuni altri sponsor. q V.R.
Venezia. A seguito del recente restauro conservativo che ne
ha restituito l’originale splendore, gli ambienti della Chiesetta
(nella foto) e dell’Antichiesetta del Doge sono diventati il fulcro di un inedito itinerario storico-artistico a Palazzo Ducale.
Fruibile su prenotazione (con accompagnatori qualificati della
società di servizi Coopculture, tel. 041/42730892), il nuovo percorso «I tesori nascosti del Doge» interessa i luoghi un tempo
riservati alla figura dogale nell’ala di Palazzo Ducale contigua
alla Basilica. Accedendo nei pressi della Porta della Carta si
sale al Loggiato, ove la massima autorità della Serenissima si
affacciava nelle pubbliche feste. Si passa quindi alla Loggia
Foscara, innesto rinascimentale nell’originale impianto gotico
di Palazzo Ducale, al cui interno si trovano i forzieri che conservavano i tesori di Stato. Di qui si prosegue verso la Terrazza
pensile transitando per un tratto dell’Appartamento privato
del Doge, dove viveva in compagnia dei familiari, degli scudieri
e della servitù. Si sale poi per una ripida scala fino alla Chiesetta e all’Antichiesetta, affrescate alla metà del XVIII secolo
da Jacopo Guarana e Gerolamo e Agostino Mengozzi Colonna.
In questi locali il Doge adempieva le sue personali pratiche
religiose prima di raggiungere la contigua Sala del Senato,
dove l’aspettavano invece le cure della vita pubblica. Il nuovo
percorso è stato reso possibile grazie alla collaborazione di
Fondazione Musei Civici, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio
VENICE. Following the recent conservative restoration that has
given the spaces their original splendour, the Chiesetta (pictured) and the antichiesetta del Doge have become the fulcrum of an unprecedented art-historical itinerary in the Doge’s
Palace. Accessible by appointment only (with qualified guides
from Coopculture), the new route is called “The Doge’s hidden
treasures” and covers the rooms once reserved for the doge
in the wing of the Doge’s Palace Ducal next to the Basilica.
The access is near the porta della Carta and leads to the
to loggiato, where the highest authority of the Serenissima
would gaze on the public festivals. It then leads to the loggia
Foscara, (a Renaissance graft on the original Gothic Palazzo),
within which lie the coffers that used to store the treasures of
State, and from to the Terrazza pensile passing via a stretch
of the private apartments of the Doge, where he lived with his
family, companions and servants. We then climb a steep staircase to the Chiesetta and anti-chiesetta, frescoed in the mid18th century by Jacopo Guarana and Gerolamo and Agostino
Mengozzi Colonna. In these rooms, the doge would effect his
private worship before entering the adjacent Sala del Senato,
where he was instead responsible for the public affairs. The
new route was made possible thanks to the collaboration of
the Fondazione Musei Civici, the Soprintendenza Belle Arti e
Paesaggio per Venezia e Laguna, the offices of the Polo Museale del Veneto and the Comune di Venezia. The restoration
and technological content, instead, was made possible thanks
to funding from the Italian Committee under the joint UNESCOInternational Private Committees for the Safeguarding of Venice and the generosity of some sponsors. q V.R.
«Moi-même, portrait-paysage»
di Henri Rousseau, 1889-90
© White Images/Scala, Firenze
«L’Enfant à la poupée» di Henri
Rousseau, 1904-05 © RMN-Grand Palais
(Musée de l’Orangerie)/Franck Raux
Demoni e ologrammi
Demons and holograms
Venezia. Grisha Bruskin, tra i
più importanti artisti russi viventi, arriva per la prima volta
a Venezia con «Alefbet», nella
Fondazione Querini Stampalia. Esposti cinque grandi
arazzi (280x210 cm, uno nella
foto) con disegni preparatori,
gouache e dipinti con angeli e
demoni, figure trafitte da fulmini, i simboli dei quattro evangelisti e uomini che portano sulle
spalle la loro ombra. Il tutto è
corredato da un video touch
screen e dall’ologramma dell’artista al quale si possono rivolgere 10 domande. A Bruskin è anche dedicato l’evento collaterale «Grisha Bruskin. An Archaeologist’s Collection» nell’ex
Chiesa di Santa Caterina a Cannaregio. In Fondazione, ancora, una serie di opening il 6 maggio: la personale di «Jimmie
Durham» con installazioni sitespecific nell’area Scarpa e nel
museo; «Water», progetto sitespecific di Lilya Pavlovic-Dear
con installazioni sul tema dell’acqua e la mostra del X Premio
Furla, vinto da Raphaël Cuomo e Maria Jorio.
Venice. Grisha Bruskin (one of the most important living Russian artists) arrives for the first time in Venice with “Alefbet”,
at the Fondazione Querini Stampalia. On show are five important tapestries (280 x 210 cm) (one in the photo) with
preparatory drawings, gouaches and paintings containing
angels and demons, figures pierced by lightning, the symbols of the four evangelists and men bearing their shadow
on their shoulders. This is accompanied by a video touch
screen and the hologram of the artist to whom 10 questions
may be asked. A collateral event is also dedicated to Bruskin:
“Grisha Bruskin. An Archaeologist’s Collection” in the former
church of Santa Caterina in Cannaregio. Back at the Fondazione, there will be a series of openings on May 6: the one-man
show of “Jimmie Durham” with site-specific installations in
the Scarpa area and in the museum; “Water”, a site-specific
project by Lilya Pavlovic-Dear with installations on the theme
of water and the exhibition of the 10th edition of the Furla
Prize, won by Raphaël Cuomo and Maria Jorio.
Fondazione Querini Stampalia, campo Santa Maria Formosa,
Castello 5252, mar-dom 10-18 tel. 041/2711411,
www.querinistampalia.it, www.fondazionefurla.org, «Grisha Bruskin:
Alefbet» fino al 13 settembre, «Mostra del vincitore Premio Furla
2015» 6 maggio-7 giugno, «Water by Lilya» 6 maggio-2 agosto,
«Jimmie Durham. Venezia, gli oggetti, il lavoro e il turismo»
6 maggio-20 settembre
Vedere a VENEZIA | 9
L’acquatico Plessi | The aquatic Plessi
Venezia. Fabrizio Plessi presenta una grande videoinstallazione: un «fiume» elettronico, un flusso di corrente che attraversa
il piano nobile del palazzo. Sulle due «sponde» 1.000 disegni
ripercorrono l’attività dell’artista (nella foto un particolare). Il
filo conduttore è l’acqua, elemento costitutivo della città lagunare, ma anche elemento essenziale alla sopravvivenza fisica.
Plessi coinvolge attivamente il pubblico, che cliccando sull’immagine di alcuni disegni può vedere l’opera realizzata, stamparla o fotografarla.
«Plessi Liquid light»
è il disegno scelto da
Plessi per riproporre
nelle Tese dell’Arsenale l’installazione
con i relitti di navi da
pesca realizzata alle
Baleari nel 2011.
Venice. Fabrizio Plessi presents a large video installation
consisting of two streams of electronic current framed by
1,000 drawings that trace back 50 years of activity (a detail
shown in the photo). The common denominator is water, a
constitutive element of the lagoon city, but also essential
for our own physical survival. Fabrizio Plessi actively involves
the public which, on clicking on the digital format of some
sketches can see the finished work, print it or photograph
it. “Plessi liquid light”, finally, is a drawing with a set of
old abandoned fishing boats, which will be used to build an
installation within one of the Arsenale halls.
Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, Cannaregio 3932,
lun 8,15-14, mar-dom 8,15-19,15, tel. 041/5222349,
www.cadoro.org, «Plessi liquid life. Il flusso della memoria, 1.000
progetti» 6 mag.-22 nov., Tese dell'Arsenale «Plessi liquid light»
6 maggio-22 novembre
Merz inaugura
la nuova ala
Merz inaugurates
the new wing
Venezia. Prima doveva essere Richard Serra, poi Willem
de Kooning, ma alla fine è toccato a Mario Merz l’onore
di inaugurare la nuova ala espositiva delle Gallerie
dell’Accademia, situata nel piano terra del cortile
palladiano, riservata alle mostre temporanee e con
ingresso indipendente. La retrospettiva curata da
Bartolomeo Pietromarchi, direttore del padiglione Italia
della scorsa Biennale, è un’importante puntualizzazione
sull’opera dell’artista a dieci anni dalla sua ultima
esposizione ospitata nel Castello di Rivoli, Gam e
Fondazione Merz, a ridosso della scomparsa, avvenuta
nel 2003. Oggi il maggiore tempo trascorso favorisce una
valutazione più obiettiva. La città lagunare è uno spazio
in cui si confrontano natura e cultura, tradizione
e innovazione, tutte fonti di energia che Merz aveva
captato nelle sue opere sospese tra natura e artificio
proprio come Venezia.
Venice. First, it was to have been Richard Serra, then
Willem de Kooning, but in the end it was Mario Merz
who was given the honour of inaugurating the new
exhibition wing of the Gallerie dell’Accademia,
situated on the ground floor of the Palladian courtyard.
The new wing is to be used for temporary exhibitions,
and has independent access. The retrospective curated by
Bartolomeo Pietromarchi, director of the Italian pavilion at
the last Biennale, is an important clarification of the artist’s
work ten years after his last exhibition, at the Castello di
Rivoli, Gam and Fondazione Merz, in the wake of his death
in 2003.Today, the passage of time has made possible a
more objective assessment. The lagoon city is a space in
nature and culture, tradition and innovation all meet, and
all these were sources of energy that Merz had picked up
in his works, suspended between nature and artifice as is
Venice itself.
Gallerie dell’Accademia, campo della Carità 1050,
tel. 041/5200345, lun 8,15-14, mar-dom 8,15-19,15,
www.gallerieaccademia.org, «Mario Merz. Città irreale. Opere,
progetti e disegni 1967-2003» dall’8 maggio al 20 settembre
NUOVO PERCORSO GUIDATO A PALAZZO DUCALE
I suggestivi ambienti della Chiesetta e dell’Antichiesetta del Doge, da poco restituiti
all’antico splendore, sono il fulcro di un inedito e affascinante itinerario
storico-artistico alla scoperta de I tesori nascosti del Doge a Palazzo Ducale.
NEW GUIDED TOUR IN THE DOGE’S PALACE
Following the extensive conservative restoration work, the evocative rooms of the
Chiesetta and Antichiesetta del Doge are the fulcrum of a new, fascinating artistic-historical
tour to discover The Doge’s Hidden Treasures in the Doge’s Palace.
Info | booking
palazzoducale.visitmuve.it - [email protected] - Call center T 848082000 (dall’Italia) - +39 04142730892 (dall’estero)
CoopCulture è azienda leader in Italia nel settore dei beni culturali. CoopCulture è arte,
didattica, cultura, valorizzazione, tutela, cooperazione, lavoro. www.coopculture.it
Sede legale e direzioni: VENEZIA MESTRE corso del Popolo, 40 - t + 39 041 0991100 - f + 39 041 0991120
ROMA via Tunisi, 4 - t + 39 06 3908071 - f + 39 06 39750950
Sedi operative:
TORINO via Sant’Anselmo, 6 - t + 39 011 6699725 - f + 39 011 6508190
ROMA via Goito, 39 - t + 39 06 3908071 - f + 39 06 39750950
NAPOLI corso Umberto I, 58 - t + 39 081 19305701 - f + 39 081 5626945
FIRENZE via Guelfa, 9 - t + 39 055 3985157
«Città irreale» di Mario Merz, 1968
PU_CoopCulture_GiornaleArte.indd 1
Vedere a VENEZIA | 10
01/04/15 17:01
Schiavone,
Weimar e la Holzer
Schiavone,
Weimar and Holzer
Venezia. Otto Dix, Christian Schad, George Grosz,
Max Beckmann e August Sander sono alcuni dei
protagonisti della mostra sull’Arte in Germania al tempo
della repubblica di Weimar (1919-33) curata da Stephanie
Barron conservatore capo del Dipartimento d’Arte Moderna
del Los Angeles County Museum of Art (dove la rassegna farà
successivamente tappa). Centocinquanta opere tra dipinti,
fotografie, disegni e incisioni di oltre 30 artisti narrano le
tendenze dominanti nella Repubblica di Weimar, facendo
rivivere i temi della Nuova Oggettività e ribadendo il ruolo
centrale dell’arte che Hitler definì degenerata. Da luglio
nello stesso museo si potrà visitare il nuovo allestimento
negli appartamenti reali dedicato alle opere di Antonio
Canova, curato da Andrea Bellieni, mentre nella sala
delle quattro porte la concettuale Jenny Holzer espone
un ciclo di dipinti di guerra realizzati dal 2005 a oggi,
allestiti in una personale curata da Thomas Kellein. L’artista
americana indaga i temi della politica, della violenza e
della morte attraverso documenti governativi statunitensi
inerenti i conflitti in Iraq, Afghanistan e la lotta al
terrorismo. A settembre sarà la volta de «L’impero della
moda. 1795-1815». Curata da Cristina Barreto-Lancaster e
Chiara Squarcina, la rassegna riunirà negli appartamenti
reali una straordinaria collezione privata inglese di abiti
e accessori. Il protagonista invernale sarà, infine, Andrea
Meldolla detto lo Schiavone, con una monografica
curata da Enrico Dal Pozzolo e Lionello Puppi che mira a
restituire attraverso prestiti da importanti musei europei
(Kunsthistorisches Museum di Vienna, Louvre di Parigi,
National Gallery e British Museum di Londra) centralità
alla figura del pittore nato a Zara nel 1510-15 ca e spentosi
a Venezia nel 1563, senza tralasciarne l’attività grafica e
incisoria e i libri illustrati.
Venice. Otto Dix, Christian Schad, George Grosz,
Max Beckmann and August Sander are some of the
protagonists of the exhibition on art in Germany at the
time of the Weimar Republic (1919-1933) curated by
Stephanie Barron, senior curator of Modern Art at the Los
Angeles County Museum of Art (to which the exhibition
will later travel). One hundred and fifty works, including paintings, photographs, drawings and prints
by over 30 artists illustrate the dominant trends during
the Weimar Republic, reviving the themes of the New
Objectivity and reaffirming the central role of an art that
Hitler defined degenerate. From July in the same museum,
Cento punti di vista
One hundred points
of view
Venezia. È dislocata nelle due sedi dell’European Cultural
Centre presso Palazzo Bembo e Palazzo Mora «Personal
Structures. Crossing Borders», l’esposizione collettiva
organizzata dal team della Global Art Affairs Foundation
(composto da Valeria Romagnini, Rachele de Stefano, Lucia
Pedrana, Carol Rolla, Sarah Gold, Rene Rietmeyer e Antony
Bond). Partecipano oltre cento artisti affermati e meno
noti, tra i quali Lore Bert, Daniel Buren, Herman de
Vries, Carl Andre, Joseph Kosuth, François Morellet,
Hermann Nitsch, Yoko Ono, Mike Parr, Günther Uecker
e Lawrence Weiner. È esposta una cospicua selezione di
lavori tra cui numerosi progetti site specific ideati per le sale
dei palazzi lagunari, installazioni, video, sculture, dipinti,
disegni e fotografie. Gli artisti provenienti da 50 nazioni
europee ed extraeuropee sono invitati a riflettere su tempo,
spazio ed esistenza per fornire inediti punti di vista. Grazie
a un confronto tra le opere, lo spettatore potrà percepire
le differenze e le analogie nei confronti del quotidiano che
caratterizzano differenti culture e contesti spazio-temporali.
«Ritratto dell’avvocato Hugo Simons» di Otto Dix, 1925
© Otto Dix, by SIAE 2015
visitors cane enjoy the new exhibition dedicated to the
works of Antonio Canova in the royal apartments,
curated by Andrea Bellieni, while in the sala delle quattro
porte, conceptual artist Jenny Holzer presents a series
of war paintings produced since 2005, arranged in a
solo exhibition curated by Thomas Kellein. The American
artist explores the themes of politics, violence and death
using US government documents related to the conflicts
in Iraq, Afghanistan and the fight against terrorism. In
September, it will be the turn of “The empire of fashion.
1795-1815”. Curated by Cristina Barreto-Lancaster and
Chiara Squarcina, the exhibition will bring together an extraordinary private English collection of clothes and accessories in the royal apartments. The winter exhibition will
be dedicated to Andrea Meldolla, known as Schiavone,
with a monographic show curated by Enrico Dal Pozzolo and Lionello Puppi which aims, through loans from
major European museums (Kunsthistorisches Museum in
Vienna, the Louvre in Paris, the National Gallery and the
British Museum in London), to reaffirm the importance of
this artist, born in Zara circa 1510-15 and died in Venice in
1563, without forgetting his graphic work, engravings
and illustrated books
Museo Correr, San Marco 52, lun-dom 10-19, «La Nuova Oggettività»
1 mag.-30 ago., «Jenny Holzer» 6 maggio-22 novembre, «L’impero
della moda» 5 set.-10 gen. e «Andrea Schiavone» 3 ott.7 feb.
La divina proporzione | Divine proportion
Venezia. La sezione aurea
è una costante matematica che si verifica quando il
rapporto fra due lunghezze
è pari a 1,618, il numero
che simboleggia l’armonia
dell’universo. L’uomo è da
sempre affascinato da questa relazione geometrica,
scoperta dai pitagorici, codificata da Euclide e definita De Divina Proportione nell’omonimo trattato dell’umanista Fra Luca Pacioli (1445-1517) illustrato da Leonardo e stampato a Venezia nel 1509. Al frate
matematico il Museo Fortuny dedica la mostra «Proportio»,
parte del ciclo iniziato nel 2007 con «Artempo», proseguito
nel 2009 con «Infinitum» e nel 2011 con «Tra». Grazie all’apporto di un comitato scientifico internazionale coordinato da
Axel Vervoordt e Daniela Ferretti, l’esposizione attraversa i
secoli e le discipline raccontando di quel valore universale
che fin dall’antichità fu una delle chiavi per porre l’uomo in
relazione con il mondo, un’unità di misura in grado di donare
a ogni cosa la propria dimensione armonica. La rassegna
mette in dialogo capolavori di diverse epoche con opere
commissionate a grandi artisti contemporanei.
VENICE. Venice. The golden section is a mathematical constant
that occurs when the relationship between two lines is 1.618,
the number that symbolises the harmony of the universe. Man
has always been fascinated by this geometric relationship, discovered by the Pythagoreans, codified and defined by Euclid
and defined in De Divina proportione, the treatise by humanist Fra Luca Pacioli (1445-1517), illustrated by Leonardo and
printed in Venice in 1509. The Museo Fortuny is dedicating
an exhibition to the mathematical religious, “Proportio”, part
of the cycle that began in 2007 with “Artempo”, continued in
2009 with “Infinitum” and in 2011 with “Between”. Thanks to
the contribution of an international scientific committee coordinated by Axel Vervoordt and Daniela Ferretti, the exhibition
spans the centuries and disciplines, describing the universal
value that ever since Antiquity has been one of the keys placing man in relationship with the world, a unit of measurement
that can give everything its harmonic dimension. The exhibition
creates a link between masterpieces of different periods with
works commissioned from contemporary artists (in the photo,
“Red, Yellow, Blue”, by Ellsworth Kelly, 1963 © Ellsworth Kelly).
Palazzo Fortuny, San Marco 3958, lun/mer-dom 10-18,
tel. 041/5200995, www. fortuny.visitmuve.it, «Proportio»
9 maggio-22 novembre
«France, Cote d’Azur» di Rene Rietmeyer
Venice. “Personal Structures. Crossing Borders”, the
collective exhibition organised by the team of the Global
Art Affairs Foundation (comprising Valeria Romagnini,
Rachele de Stefano, Lucia Pedrana, Carol Rolla, Sarah
Gold, Rene Rietmeyer and Antony Bond) will be held in
the two locations of the European Cultural Centre at
Palazzo Bembo and Palazzo Mora. Over 100 established
and less well-known artists will be participating, including
Lore Bert, Daniel Buren, Herman de Vries, Carl
Andre, Joseph Kosuth, Francois Morellet, Hermann
Nitsch, Yoko Ono, Mike Parr, Gunther Uecker and
Lawrence Weiner. A large selection of works will be on
show, including several site-specific projects designed for
the rooms of the palazzi, installations, videos, sculptures,
paintings, drawings and photographs. The artists come
from 50 nations around Europe and beyond, and are
invited to reflect on time, space and existence to provide
fresh points of view. Through a comparison of the works,
the visitor can perceive the differences and similarities
with regard to everyday life that characterise the different
cultures and spatio-temporal contexts.
Palazzo Bembo, riva del Carbon 4793,
www.palazzobembo.org,
Palazzo Mora, strada Nuova, 3659, www.palazzomora.org,
«Personal Structures. Crossing borders» 9 maggio-22 novembre,
lun/mer-dom 10-18, www.europeanculturalcentre.eu;
www.globalartaffairs.org; www.personalstructures.org
Vedere a VENEZIA | 11
Twombly e Cagnaccio
Twombly and Cagnaccio
VENEZIA. Ca’ Pesaro ospita «Paradise»: la retrospettiva di Cy Twombly curata da Julie Sylvester e Philip Larratt-Smith, allestita nel nuovo Spazio Dom Perignon. Una sessantina di opere tra disegni, sculture e dipinti documentano l’intera carriera
dell'artista debordante di passioni e sensualità, ma anche sensibile agli eventi storici, come dimostra la «Battaglia di Lepanto»
caratterizzata dal segno graffiante, sua inconfondibile cifra stilistica. Il percorso cronologico va dai primi graffiti, ancora a matita, fino all’ultimo, coloratissimo acrilico del 2011, data della sua scomparsa. La mostra è organizzata con il contributo della Cy
Twombly Foundation e di Larry Gagosian, suo gallerista di riferimento. Nelle stesse date vi è anche la mostra-installazione della
veneziana Federica Marangoni: «Filo conduttore» (titolo scelto dalla curatrice Gabriella Belli). Un filo rosso al neon scende
dal tetto lungo la facciata per avvilupparsi in un gomitolo di filo spinato, simbolo delle tragedie della vita, cui alludono anche
le altre opere esposte. Il terzo appuntamento è l’omaggio a Cagnaccio di San Pietro (1897-1946), protagonista della monografica «Il richiamo della Nuova Oggettività» curata da Dario Biagi. Il titolo richiama esplicitamente la grande mostra dedicata allo
stesso tema nel Museo Correr, dove sono esposte opere di artisti tedeschi del primo dopoguerra quali Otto Dix, Christian Schad
e George Grosz. Il fulcro dell’esposizione qui, invece, è un nudo femminile dall’audace torsione: «Primo denaro», parte di
un trittico dipinto dal pittore lagunare nel 1928 suscitando grande scandalo. Segue la galleria di ritratti, genere in cui l’artista
eccelleva come dimostrano il bel volto di Giuseppina Dalla Pasqua e l’autoritratto di Ca’ Pesaro, entrambi del 1938.
Tre gli appuntamenti autunnali: la personale di Ferruccio Gard, il protagonista dell’Optical art che presenta le sue ultime
sperimentazioni «cromatiche» in bianco e nero con infinite variazioni di grigio. Flavio Favelli (a cura di Antonio Grulli), i cui
assemblaggi di oggetti comuni come scatole e cassette della frutta danno luogo a costruzioni quotidiane e stranianti al tempo
stesso, quasi un epigono della pop art. Infine il confronto tra Gastini, Icaro, Mattiacci e Spagnulo: un percorso trasversale
alla pittura e alla scultura sul tema della leggerezza, dove, per dirla con Arturo Martini e con il titolo della mostra curata da
Bruno Corà, non conta l’oggetto «ma la sua estensione».
«Untitled (Camino Real V)» di Cy Twombly, 2011
© Cy Twombly Foundation
«Primo denaro» di Cagnaccio di San Pietro, 1928
Venice. Ca’ Pesaro is housing “Paradise”, a Cy Twombly retrospective organised by Julie Sylvester and Philip Larratt-Smith, mounted in the new Dom Perignon exhibition space. It includes some sixty works in all, covering drawings, sculptures and paintings that together illustrate a career overflowing with passion and sensuality, but at the same
time reminding us the artist was keenly aware of historical events, as evidenced by “The Battle of Lepanto”, painted in
his typical and unmistakeable graffiti-like style. The chronology runs from the first graffiti, which were still in pencil, to
Twombly’s last, brightly-coloured acrylic, dating from 2011, the year of his death. The exhibition has been organised with
the contribution of the Cy Twombly Foundation and Larry Gagosian, his favourite gallery owner. The same dates will also
see the exhibition-installation of the local artist Federica Marangoni entitled “Filo conduttore” (a title chosen by the
orgianiser Gabriella Belli). A red neon thread winds its way down the façade from the ceiling to form a tangle of barbed
wire at the bottom, symbolizing life’s tragedies, to which the other works on show also allude. The third important show
is the tribute to Cagnaccio di San Pietro (1897-1946), the subject of the solo exhibition “Il richiamo della Nuova Oggettività”, organised by Dario Biagi. The title is a specific reference to the great exhibition on the same topic held in Museo
Correr featuring works by post-First World War German artists, such as Otto Dix, Christian Schad and George Grosz. At
the hub of the exhibition this time is “Primo denaro”, a boldly contorted female nude which is part of a triptych that
caused an outcry in 1928, when it was painted. This is followed by a gallery of portraits, a genre where the artist was at
his best, as can be seen from the finely-rendered features of Giuseppina Dalla Pasqua and the Ca’ Pesaro self-portrait,
both dating from 1938.
The autumn events include: a solo show dedicated to Ferruccio Gard, a leading figure in Optical Art, who is presenting
his latest “chromatic” experiments in black and white with infinite shades of grey; Flavio Favelli (organised by Antonio
Grulli), who makes use of everyday objects, such as boxes and fruit crates, to create works that are at once commonplace
and alienating, and come across almost as imitations of pop art; lastly, Gastini, Icaro, Mattiacci and Spagnulo appearing
together in a show where painting and sculpture both take on the theme of lightness, in which it’s not the object that counts
“but its extension”, to use Arturo Martini’s expression, which also doubles as the title of the exhibition mounted by Bruno Corà.
Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Santa Croce 2076, mar-dom, 10-18 tel.041/721127, www.capesaro.visitmuve.it,
«Cy Twombly. Paradise» e «Il filo conduttore. Federica Marangoni» 6 maggio-13 settembre, «Cagnaccio di San Pietro. Il richiamo della Nuova
Oggettività» 6 maggio-27 settembre, «Ferruccio Gard. Chromatism and optical art» settembre-ottobre, «… ma un’estensione. Gastini, Icaro,
Mattiacci, Spagnulo» 26 settembre-10 gennaio
Le canoe di Doig e il caffè di Salgado | Doig’s canoes and Salgado’s coffee
Venezia. È in Palazzetto Tito
la prima personale italiana
di Peter Doig (nella foto,
«Untitled», 2014) curata da
Milovan Farronato e Angela
Vettese. L’artista di origine
scozzese, nato a Edimburgo
nel 1959 e cresciuto tra Trinidad e il Canada, ha alle spalle oltre trent’anni di attività
e numerose monografiche,
tra le quali quella nella Tate
Britain di Londra nel 2008
e nella Schirn Kunsthalle di
Francoforte nel 2009. Allestito in una delle due sedi della
Fondazione Bevilacqua La
Masa, il percorso espositivo
presenta dipinti figurativi di
grandi e piccole dimensioni
realizzati appositamente: un
corpus inedito che rimanda
a molteplici immaginari traenti spunto anche dalla sfera
personale dell’artista. Noto
per i paesaggi e le atmosfe-
Vedere a VENEZIA | 12
re stranianti in cui immerge
l’essere umano, Doig predilige
alcuni temi e soggetti ricorrenti
(tra cui laghi e canoe), ma non
concepisce mai le opere come
serie o progetti. La sua pittura, insieme liquida e pastosa,
si nutre dei più ampi canoni
artistici e dà luogo a visioni
quiete, intense e misteriose.
Nell’altro spazio della Fondazione Bevilacqua La Masa, la
Galleria di Piazza San Marco,
è invece di scena dal 6 maggio
al 27 settembre «Sebastião
Salgado, profumo di un sogno.
Viaggio nel mondo del caffè»,
organizzata in collaborazione
con illycaffè. Il fotografo brasiliano propone un omaggio alla
storia e alle tradizioni dei Paesi
da cui l’azienda triestina acquista la materia prima: un reportage iniziato nel 2002 grazie al
progetto «Sebastião Salgado
per illy», un lungo viaggio attra-
verso Brasile, India, Indonesia,
Etiopia, Guatemala, Colombia,
Cina, Costa Rica, El Salvador
e Tanzania alla scoperta delle
origini della cultura del caffè.
Affascinanti scatti fissano le
diverse gestualità di coltivazione, raccolta, essiccazione e
selezione dei preziosi chicchi.
Venice. Peter Doig’s first solo
exhibition in Italy is to be held
in Palazzetto Tito (photo, “Unititled”, 2014), mounted by
Milovan Farronato and Angela
Vettese. The artist, who was
born in Edinburgh in 1959 and
grew up in Trinidad and Canada,
has been active for over thirty
years, with several solo shows
to his name, including one at the
Tate Britain in London in 2008
and at the Schirn Kunsthalle in
Frankfurt in 2009. Mounted in
one of the two premises owned
by the Bevilacqua la Masa Foun-
dation, the exhibition displays
large- and small-sized figurative paintings expressly made
for the site – a completely new
assemblage suggesting multifarious imaginative sources,
some of which lying within the
artist’s private life. Well known
for his landscapes and the atmosphere of uneasiness that
seems to pervade the settings
in which he places his figures,
Doig frequently returns to his
favourite themes and subjects
(such as lakes and canoes),
but he never deliberately sets
out to produce series of works
or to plan projects. His painting,
at once liquid and thick, has
extremely broad artistic terms
of reference and gives rise to
calm, intense and mysterious
visions. The other Bevilacqua
la Masa Foundation venue, the
Galleria di Piazza San Marco,
will hold the exhibition “Se-
bastião Salgado, profumo di
un sogno. Viaggio nel mondo
del caffè” (Sebastião Salgado,
the Aroma of a Dream. A Journey into the World of Coffee),
from May 6 to September 27,
organised in collaboration with
Illycaffè. The Brazilian photographer provides a tribute
to the history and traditions
of the countries where the
Trieste-based company buys
its raw materials. The venture
began in 2002 thanks to the
“Sebastião Salgado per Illy”
project, a long journey taking
in Brazil, India, Indonesia, Ethiopia, Guatemala, Colombia,
China, Costa Rica, El Salvador,
and Tanzania in the quest to
discover the origins of coffee
culture. A series of wonderful
shots reveal the different stages in which the precious beans
are grown, harvested, dried
and selected.
Fondazione Bevilacqua
La Masa: Palazzetto Tito,
Dorsoduro 2826,
mer-dom 11,30-17,30,
tel. 041/5207797,
www.bevilacqualamasa.it,
«Peter Doig» 5 maggio-4 ottobre;
Galleria di Piazza San Marco,
San Marco, 71/c, mer-dom
11-18, tel. 041/5237819,
www. bevilacqualamasa.it,
«Sebastião Salgado,
profumo di un sogno.
Viaggio nel mondo del caffè»
6 maggio-27 settembre
Ispirati dagli ideali del Nobel indiano
Inspired by the ideals of the Indian Nobel winner
VENEZIA. Evento collaterale della 56ma Biennale d’Arte,
«Frontiers Reimagined» è la mostra curata da Sundaram
Tagore e Marius Kwint, organizzata nel cinquecentesco
Palazzo Grimani dalla Tagore Foundation International
in collaborazione con la Soprintendenza speciale per il polo
museale veneziano. La ricchezza intellettuale ed estetica
che circola nel mondo globalizzato è rispecchiata da un fitto
dialogo interculturale messo in atto da opere e installazioni
apposite di 44 artisti, tra i quali Christo e Jeanne-Claude,
Sebastião Salgado e Robert Rauschenberg. «La mostra,
afferma Marius Kwint (storico dell’arte di origine americana,
docente presso l’Università di Portsmouth), vuole annullare
le barriere del nazionalismo, dell’etno-centrismo e della politica
identitaria. In questa fase della storia con persone sempre più rinchiuse
in ideologie intransigenti, la fusione d’idee oltre i confini è più che
mai vitale». «La mostra è stata concepita, aggiunge Sundaram
Tagore (direttore della Sundaram Tagore Gallery e della
Tagore Foundation International), per informare e sensibilizzare i
visitatori sui problemi concettuali e formali che emergono dallo scambio
interculturale. Questo scambio non è soltanto un aspetto legato alla
contemporaneità, ma rappresenta la realtà del futuro». La Tagore
Foundation International è stata fondata a New York nel 2006
da Sundaram Tagore, ispirato dagli ideali di Rabindranath
Tagore, il primo intellettuale non europeo insignito del Premio
Nobel per la Letteratura nel 1913. La Fondazione impegnata
a promuovere il dialogo interculturale, sociale, spirituale
ed estetico tra l’Asia e le altre parti del mondo, si adopera
inoltre nella protezione e conservazione di opere d’arte e di
architetture indigene, focalizzando l’attenzione su espressioni
artistiche ignorate o poco note e promuovendo la realizzazione
di mostre internazionali con artisti asiatici e africani attraverso
una vera e propria piattaforma di dialogo. q V.R.
Qui sopra, «Ryujin II» di Senju © Tagore Foundation International
A sinistra, «In You, in Me» di Lee © Tagore Foundation International
Venice. “Frontiers Reimagined”, a collateral event of
the 56th Biennale d’Arte, was organised by Sundaram
Tagore and Marius Kwint and mounted in the sixteenthcentury Palazzo Grimani by the Tagore Foundation
International in collaboration with Soprintendenza
speciale per il polo museale veneziano. The wealth of
intellectual and aesthetic material circulating in the
globalised world is reflected in the intense intercultural
dialogue introduced by specific works and installations
by 44 artists, including Christo and Jeanne-Claude,
Sebastião Salgado and Robert Rauschenberg. “The
exhibition was designed as an instructive exercise for
visitors and to raise their awareness of conceptual
and formal problems that emerge in intercultural
exchange”, adds Sundaram Tagore (the director of the
Sundaram Tagore Gallery and of Sundaram Tagore
Foundation International). “This exchange is not
only something associated with contemporary life; it
represents our future”. Sundaram Tagore established
Tagore Foundation International in New York in 2006,
inspired by the ideals of Rabindranath Tagore, the first
non-European intellectual to receive the Nobel Prize for
Literature in 1913. The foundation’s aim is to promote
intercultural dialogue on social, spiritual and aesthetic
matters between Asia and other parts of the world and
is committed to the protection and preservation of
indigenous art and architecture, focusing on types of art
that are neglected or ignored and promoting international
exhibitions of Asian and African work by instituting a
forum for dialogue. q V.R.
Palazzo Grimani, Ramo Grimani, Castello 4858, mar-dom 10-18, tel.
041/241 1507, www.frontiersreimagined.org, www.palazzogrimani.
org, «Frontiers Reimagined» 9 maggio-22 novembre
Vedere a VENEZIA | 13
Le scelte «gagliarde» della Cini
“Bold” choices from the Cini
VENEZIA. Mostre temporanee, «ospiti a palazzo», attività di studio, ricerca e seminari aperti al
pubblico. Pasquale Gagliardi, segretario generale della Fondazione Giorgio Cini, illustra
le molteplici attività dell’istituzione veneziana partendo da Le Stanze del Vetro, un progetto
culturale avviato tre anni fa in collaborazione con Pentagram Stiftung, dedicato allo studio
e alla valorizzazione dell’arte vetraria.
Che cosa sono Le Stanze del Vetro?
Le Stanze del Vetro sono un progetto di lunga durata che si arricchisce nel tempo. Pianificare sull’arco
di un decennio consente di valutare e migliorare gli obiettivi. La risposta del pubblico è molto buona. Le
Stanze del Vetro non includono soltanto le mostre. Accanto a esse vi sono l’archivio generale del vetro,
seminari, convegni scientifici e artisti in residenza. L’isola di San Giorgio è un punto di riferimento per
l’arte vetraria a livello internazionale. La mostra dedicata ai vetri finlandesi della collezione Bischofberger
ne è una dimostrazione: non soltanto la storia del vetro veneziano, ma anche quella di altri filoni nati
in altre epoche e contesti culturali. Come documenta il programma del prossimo semestre pubblicato
sull’ultimo numero della «Lettera da San Giorgio», le attività della Fondazione presentano un quadro
ricco e variegato di seminari, convegni scientifici, mostre, concerti, progetti di ricerca e pubblicazioni
che coprono l'intero arco delle discipline umanistiche: dalla storia all’arte, dalla musica al teatro, dalla
letteratura agli studi religiosi.
Quali sono le mostre in programma prossimamente?
Sull’isola si alterneranno Louise Manzon, Magdalena Abakanowicz, le «tavolozze» del fotografo tedesco
Matthias Schaller, l’installazione di Giovanni Manfredini «Stabat Mater Dolorosa» (una corona di spine
di rose fusa nell’oro sospesa nel vuoto, accompagnata dalla musica originale di Ennio Morricone). Nelle
Sale del Convitto ci sarà il grande pittore contemporaneo Liu Xiaodong con una mostra organizzata dalla
Fondazione Faurschou, senza dimenticare Enki Bilal, pittore fumettista tra i più incisivi e apprezzati di
oggi. Vorrei anche ricordare le proposte espositive itineranti: la mostra dedicata ai fratelli Laura e Ales-
sandro De Santillana che dopo essere stata nelle Stanze del Vetro
la scorsa estate e poi al Mak di Vienna, da maggio a settembre sarà
nello Yorkshire Sculpture Park di Wakefield in Inghilterra.
Palazzo Cini a San Vio riapre per il secondo anno consecutivo da primavera a novembre.
La valorizzazione del palazzo è stata una decisione del direttore dell’Istituto di storia dell’arte,
condivisa da tutti. La scoperta arrivò con la
Biennale del 2013 quando vi fu allestito il padiglione dell’Angola vincitore del Leone d’oro.
Scoprimmo che in tre mesi avevamo totalizzato 50mila visitatori. Oggi siamo soddisfatti
dell’afflusso medio di pubblico a San Vio: è
una finestra sulla città.
Che cosa si visita oltre alla collezione?
Abbiamo deciso di dare al Palazzo l’attenzione che merita: non solamente un luogo che
custodisce un tesoro (la classica collezione dei
quadri toscani e ferraresi del Conte Cini) ma
anche una vetrina con un’offerta dinamica.
In questa visione s’inseriscono la mostra di
Spalletti e «L’ospite a palazzo», lo scambio
temporaneo di opere con altre istituzioni.
Progettate un’apertura continuativa?
Sei mesi consecutivi nella bella stagione mi sembrano già un buon risultato, ma non è escluso che
l’apertura venga prolungata: dipenderà dal successo che avremo e da un’attenta analisi degli investimenti necessari.
Pasquale Gagliardi © Matteo De Fina
q Veronica Rodenigo
Venice. Temporary exhibitions, “Ospiti a palazzo” (Palace Guests), study groups, research
and seminars open to the public, Pasquale Gagliardi, secretary general of the Fondazione Giorgio Cini, illustrates the institution’s manifold activities with a show entitled
“Le Stanze del Vetro” (Glass Rooms), a cultural project launched three years ago in collaboration with Pentagram Stiftung and dedicated to the study of the art of glassmaking
and to raising its profile.
What are the Stanze del Vetro?
The Glass Rooms are a long-term project so designed that it builds over time. Planning over the
period of a decade enables goals to be assessed and improved. The public’s response has been
excellent. However, the Stanze del Vetro are not only exhibitions; these are supplemented by a
general archive of glassware, seminars, scientific conferences and artists in residence. The island
of San Giorgio is an international landmark in the art of glassmaking. The exhibition of Finnish
glass from the Bischofberger Collection proves it. The rooms will contain shows covering not only
the history of Venetian glass, but also that of other glass objects produced in other periods and in
different cultural contexts. As the programme for the next six months, published in the latest issue
of “Lettera da San Giorgio”, reveals, the foundation will provide a wide array of seminars, scientific
congresses, exhibitions, concerts, research projects and publications covering a broad spectrum of the
humanities, ranging from the history of art, literature and theatre to music and religious studies.
What are the upcoming shows?
The island is due to host Louise Manzon, Magdalena Abakanowicz, the German photographer
Matthias Schaller’s “palettes”, Giovanni Manfredini’s “Stabat Mater Dolorosa” installation (a solidgold crown of thorns hanging in mid-air, accompanied by original music by Ennio Morricone).
The Sale del Convitto will host the great contemporary painter Liu Xiaodong, with an exhibition
mounted by the Faurschou Foundation, as well as Enki Bilal, one of the sharpest and best-loved
comic book creators working today. I’d also like to mention that a number of travelling shows pass
through town, such as an exhibition of work by the brother and sister combination of Laura and
Alessandro De Santillana, which last summer went from the Stanze del Vetro to the Mak in Vienna
and is due to make an appearance at the Yorkshire Sculpture Park in Wakefield, in England, from
May to September this year.
Palazzo Cini in San Vio is reopening from spring to November for the second
year running.
The idea of refurbishing the palace belonged to the director of the institute of art history, but
everyone welcomed it enthusiastically. The new venue was unveiled at the 2013 Biennale, when it
housed the pavilion of Angola, the winner of the Golden Lion. And at the end of the show we found
there had been 50,000 visitors. Today, we’re satisfied with the average number of visitors we get at
San Vio: it’s a window onto the city.
What is there to see besides the collection?
We decided to give the palace the attention it deserves: not merely as a building containing a
national treasure (Count Cini’s classic collection of paintings from Tuscany and Ferrara), but also
as a more dynamic showcase. An example of this policy are the Spalletti exhibition and “Ospite a
palazzo” (Palace Guest), a temporary exchange of works from other institutions.
Are you planning to open permanently?
Six months continuously over the spring and summer already seems like success, but that’s not to
say we might not extend it. It depends on how things go and on number crunching to see what sort
of financing we need.
q Veronica Rodenigo
Duemila anni di vetro | Two thousand years of glass
Venezia. Il Museo del Vetro di Murano (nella foto, la facciata principale) è stato riaperto il 9 febbraio scorso, rinnovato nell’allestimento e ampliato con 400 metri quadri di
nuove superfici ricavate nelle ex Conterie (fabbrica di perle
adiacente il giardino del museo): un white cube interamente
dedicato a esposizioni temporanee. Il percorso permanente, curato da Chiara Squarcina con la direzione scientifica
di Gabriella Belli, prende avvio nel piano nobile e va dalle
olle cinerarie vitree del I e III secolo d.C. alle sperimentazioni del Novecento, alla produzione contemporanea. Nelle
nove sezioni cronologiche vetri trecenteschi e rinascimentali s’alternano a capricci settecenteschi come il mirabile
trionfo da tavola in forma di giardino all’italiana, in un iter
diacronico in cui s’incontrano uno speciale focus dedicato a
murrine e perle veneziane, l’affermazione del vetro boemo
(dopo la caduta della Serenissima), la rinascita di fine Ottocento (nella foto una coppa in vetro fumè del 1878) e
il felice connubio novecentesco tra vetro e design, dove
spiccano i nomi di Carlo Scarpa, Tomaso Buzzi, Napoleone Martinuzzi e Carlo Moretti. La mostra di Luciano Vistosi (1931-2010) approfondisce la vocazione scultorea
del maestro muranese, proponendone una selezione di cristalli bianchi e neri spesso graffiti. Il progetto internazionale
itinerante «EGE-European Glass Experience» dedicato all’arte
contemporanea raccoglie invece circa ottanta lavori selezionati da una giuria coordinata da Cornelia Lauf. A chiudere l’anno, infine, sarà «A.Ve.M. Arte Vetraria Muranese».
La rassegna curata da Chiara Squarcina e Lutz Holz racconta
la storia della vetreria muranese A.Ve.M. fondata negli anni
Trenta da Antonio ed Egidio Ferro, Emilio Nason e Giulio Radi.
q V.R.
Venice. The Museo del Vetro di Murano (photo of the façade)
reopened on 9 February with a completely new display and an
extra 400 sq m of exhibition space added from the former
“Conterie” (beads factory adjacent to the museum garden): a
white cube dedicated entirely to temporary exhibitions. The permanent display, curated by Chiara Squarcina, with Gabriella Belli as scientific advisor, starts on the first floor and ranges from
glass funerary urns dating from the first and third centuries to
20th-century experiments and contemporary works. The nine
chronological sections cover 14th-century and Renaissance
Vedere A VENEZIA | 14
glass and 18th-century capricci, such as the
wonderful centrepiece made to look like an
Italian garden, in a diachronic journey in which
there is a special focus on the “murrine” and
pearls of Venice, the rise of Bohemian glass
(after the fall of the Most Serene Republic),
the late-nineteenth century revival (photo, a
smoked glass goblet made in 1878) and the
successful combination of glass and design over
the last century, associated with leading figures
in the field – Carlo Scarpa, Tomaso Buzzi,
Napoleone Martinuzzi and Carlo Moretti.
The Luciano Vistosi (1931-2010) exhibition explores the local glassmaker’s sculptural proclivities, displaying a
selection of black and white crystal pieces, often with graffiti
decoration. The “EGE – European Glass Experience” international travelling project dedicated to contemporary art includes
around eighty works selected by a jury presided over by Cornelia Lauf. Lastly, the year’s events will be brought to a close by
“A.Ve.M. arte Vetraria Muranese”. This exhibition organised
by Chiara Squarcina and Lutz Holz chronicles the history of A.
Ve. M, a Murano glassworks founded in the 1930s by Antonio
and Egidio Ferro, Emilio Nason and Giulio Radi. q V.R.
Museo del Vetro, Murano, fondamenta Giustinian 8, Murano,
lun-dom 10-18, tel. 041/739586, www.museovetro.visit- muve.it,
«EGE. European Glass Experience» fino al 7 giugno, «Luciano Vistosi
scultore» fino al 30 agosto, «A.Ve.M.Arte Vetraria Muranese»
10 ottobre-31 gennaio
«Crowd and individual» di Magdalena
Abakanowicz © Alessandra Chemollo
Acefali ma con dubbi esistenziali
Headless but with existential doubts
Il Novecento è di vetro
20th-century glass
Venezia. A 35 anni dal suo esordio veneziano ritorna in laguna
Magdalena Abakanowicz, l’artista polacca nota per l’impiego
della tela grezza, cui inizialmente era ricorsa per necessità in
una Polonia ancora molto povera. Una scelta affine alla poetica
dell’Arte povera che le assicurò il successo alla Biennale del
1980, alla quale partecipò con dei magmatici embrioni. Con il
tempo gli embrioni hanno ceduto il posto alla figura umana e
poi alla folla, che dal magma primordiale mutua l’indefinitezza
dei contorni, l’essere acefala. Questa folla, via via moltiplicata,
approda nella Fondazione Cini allestita in una personale curata da Luca Massimo Barbero in collaborazione con lo studio
dell’artista a Varsavia e con la galleria Beck & Eggeling International Fine Art di Düsseldorf. 110 figure acefale in formazione
compatta fronteggiano un singolo individuo dalle sembianze
animalesche. Ciascuno è privato della propria identità ed è carico d’interrogativi esistenziali. Oltre alla Abakanowicz sull’Isola
di San Giorgio vi sono la personale di Louise Manzon, gli scatti
del tedesco Matthias Schaller allestiti nel Cenacolo Palladiano, e ancora, le esposizioni di Enki Bilal, Liu Xiaodong (curata
quest’ultima da Jérome Sans in collaborazione con la Fondazione Faurschou) e per finire la suggestiva installazione di Giovanni
Manfredini «Stabat Mater Dolorosa» (cfr. calendario p. 44). q L.P.
VENICE. Thirty-five years after her Venetian debut, Magdalena
Abakanowicz, the Polish artist noted for her use of rough canvas, to which she initially resorted through need in a Poland
that was still very poor, returns to the lagoon. Her use of canvas, analogous in some way to the poetics of Arte Povera, assured her success at the Biennale of 1980, in which she participated with her magmatic embryos. Over time, the embryos
have given way to the human figure and then to the crowd,
which draws the indefiniteness of contours from the primordial
magma, creating headless beings. This crowd, gradually multiplied, arrives at the Fondazione Cini in a personal exhibition
curated by Luca Massimo Barbero in collaboration with the artist’s studio in Warsaw and with the Beck & Eggeling Internation-
al Fine Art gallery of Düsseldorf. One hundred and ten headless
figures in compact formation face a single individual with animal
features. Each is deprived of its identity and is charged with existential questions. Besides Abakanowicz, San Giorgio also hosts
the personal show of Louise Manzon, the photographs by the
German Matthias Schaller shown in the Cenacolo Palladiano,
and the exhibitions of Enki Bilal, Liu Xiaodong (the latter curated
by Jérôme Sans in collaboration with the Faurschou Foundation)
and, finally, the evocative installation by Giovanni Manfredini,
“Stabat Mater Dolorosa” (see calendar p. 44) q L.P.
Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio, lun-mar/gio-dom 10-19, tel. 041/2710229, www.cini.it, «M. Abakanowicz:» fino al 2 ago.
Monocromi di Spalletti e la Madonna del Beato Angelico
Spalletti monochromes and Fra Angelico’s Madonna
Venezia. Riapre per il secondo anno consecutivo Palazzo
Cini, l’antica dimora veneziana del conte Vittorio Cini
(Ferrara, 1885-Venezia, 1977), appassionato collezionista
cui si deve la Fondazione dedicata al figlio Giorgio istituita
nel 1951 nell’ex monastero benedettino sull’Isola di San
Giorgio. Nel primo piano della casa museo sono conservate opere principalmente toscane e ferraresi dal XIII al
XVI secolo (Giotto, Guariento, Botticelli, Filippo Lippi e
Pontormo). Quest’anno, grazie alla generosità di Lyda Guglielmi, figlia di Ylda Cini, entra nelle raccolte del Palazzo
un nucleo di opere e arredi tra cui la tavola di Stefano di
Giovanni detto il Sassetta, raffigurante San Giovanni Evangelista, e il reliquiario in argento con il busto di San Valerio, prezioso lavoro di oreficeria francese del XIV secolo.
Un’altra novità riguarda il secondo piano nobile, dove l’artista abruzzese Ettore Spalletti interviene con un progetto
ad hoc realizzato da Aslc (Progetti per l’arte-Verona) in collaborazione con la Fondazione Cini. Dopo avere osservato
il luogo e le variazioni di luce, Spalletti ha elaborato un
omaggio al gusto del collezionista Vittorio Cini, scegliendo
di portare a San Vio opere già note accanto ad altre mai
esposte prima. Da segnalare ancora «Ospite a Palazzo».
Avviata con lo scorso anno, frutto della collaborazione con
importanti musei italiani e stranieri, tale iniziativa mette in
dialogo un’opera ospite con la collezione permanente. In
giugno sarà la volta della «Madonna con il Bambino» di Beato Angelico (la celebre Madonna di Pontassieve), tavola
databile al 1435 ca o agli ultimi anni di attività dell’artista,
probabile scomparto centrale del perduto polittico realizzato per la cittadina toscana, conservata nella Galleria degli
Uffizi di Firenze. q V.R.
Venice. Palazzo Cini, the former Venice residence of Count
Vittorio Cini (Ferrara, 1885 – Venice, 1977), an avid collector
who in 1951 established the foundation dedicated to his son
Giorgio in the former Benedictine monastery on the island of
San Giorgio, is due to open for the second year running. The
first floor of the museum contains principally 13th to 16th-century paintings from Tuscany and Ferrara (Giotto, Guariento,
Botticelli, Filippo Lippi and Pontormo). This year, thanks to the
generosity of Ylda Cini’s daughter Lyda Guglielmi, the palace’s
collections will be further boosted by a number of new works
and furnishings, including a painting by Stefano di Giovanni,
called il Sassetta, depicting St John the Evangelist, and a silver reliquary with the bust of St Valerius, a fine example of
14th-century French goldwork. There is another innovation on
the second floor, where Ettore Spalletti, an artist from Abbruzzo, has installed a work expressly created by Aslc (Progetti per
l’arte Verona) in collaboration with Fondazione Cini. After taking
careful note of the features of the site and the lighting conditions, Spalletti has devised a tribute to the taste of the collector Vittorio Cini by bringing to San Vio works he has already
exhibited to put side by side with others that are completely
new. “Ospite a palazzo” (Palace Guest) is another initiative of
note. Launched last year as a joint project with a number of
leading museums in Italy and abroad, the show is designed
to place a particular guest work in juxtaposition with the permanent collection. In June it will be the turn of Fra Angelico’s
“Madonna and Child” (the famous Pontassieve Madonna), a
painting dating from around 1435, and thus towards the end
of the artist’s life. It was probably the central panel of a lost
polyptych made for the Tuscan town and now held in the Uffizi
Gallery in Florence. q V.R.
Palazzo Cini, campo San Vio, Dorsoduro 864, lun/mer-dom 11-19, tel. 041/2710217 www.palazzocini.it, «Palazzo Cini, la Galleria»
fino al 15 novembre, «Ettore Spalletti» fino al 23 agosto
Una veduta della mostra di Ettore Spalletti nella Gam di Torino, 2014 © Werner J. Hannappel, courtesy Gam-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
Venezia. La produzione dell’arte vetraria finlandese del Novecento è analizzata nelle Stanze del Vetro con oltre 300 opere
provenienti dalla collezione di Bruno e Christina Bischofberger. Curata da Kaisa Koivisto e Pekka Korvenmaa e visitabile fino al 2 agosto, la mostra «Vetro finlandese nella Collezione Bischofberger» offre una panoramica delle produzioni dei
più grandi architetti e designer finlandesi, tra i quali Aino e
Alvar Aalto, Arttu Brummer, Kaj Franck, Göran Hongell, Gunnel Nyman, Timo Sarpaneva, Oiva Toikka e Tapio Wirkkala. Il
percorso parte dai cristalli dei primi anni Trenta e giunge sino
alle sgargianti e «psichedeliche» produzioni degli anni Settanta, narrando l’affermazione di tali prodotti sul mercato internazionale. Il vetro finlandese cominciò a fare il giro del mondo
nel 1932 e il talento dei suoi grandi designer si consolidò con
le produzioni protagoniste nell’Esposizione Internazionale di
Parigi del 1937 e nelle Triennali di Milano del 1933 e 1936,
tra le prime mostre a esibire il vetro di provenienza nordeuropea. Dopo un brusco arresto dovuto al conflitto mondiale,
i primi anni Cinquanta riportarono un’atmosfera di libertà e
innovazione artistica, mentre durante gli anni Sessanta e Settanta si assistette a una vera e propria iniezione di colore
ed energia: i vetri assunsero forme sofisticate e dalle mani
di Oiva Toikka nacquero gli uccelli icona della nota maison
Iittala. In autunno l’offerta espositiva delle Stanze del Vetro
tornerà invece a focalizzarsi sulla produzione della storica vetreria Venini e sulle importanti figure che con essa hanno collaborato. Dal 13 settembre al 10 gennaio 2016 sarà la volta
di Fulvio Bianconi (Padova, 1915-Milano, 1996). Grafico,
illustratore e designer con formazione artistica, Bianconi incontrò Paolo Venini nel 1946 a Murano, iniziando un proficuo
sodalizio. La mostra, curata da Marino Barovier, presenterà
una selezione di lavori degli anni Cinquanta. q V.R.
Tre scodelle di Göran Hongell del 1935
Tazzine di Kaj Franck del 1968
Venice. Twentieth-century glassware manufactured in Finland
is explored in the Stanze del Vetro through over 300 works
from the Bruno and Christina Bischofberger Collection.
Mounted by Kaisa Koivisto and Pekka Korvenmaa and running until 2 August, the “Finnish glass in the Bischofberger
Collection” offers an overview of the work of the leading Finnish architects and designers, including Aino and Alvar Aalto,
Arttu Brummer, Kaj Franck, Göran Hangell, Gunnel Nyman,
Timo Sarpaneva, Oiva Toikka and Tapio Wirkkala. The show
starts off with crystal pieces from the early 1930s and continues right up to the dazzling, “psychedelic” works produced
in the Seventies, taking care to discuss the impact of these
products on the international market. Finnish glass began to
enjoy a worldwide reputation in 1932 and the talent of its great
designers was reinforced thanks to the pieces exhibited at the
international exhibition held in Paris in 1937 and at the Milan
Triennali of 1933 and 1936, which were among the first shows
to exhibit works from northern Europe. After the Second World
War, the climate in the Fifties was freer and more conducive
to artistic innovation, while the Sixties and Seventies saw a
sudden injection of colour and energy. Glass was worked into
ever more sophisticated shapes, with Oiva Toikka for example
creating Iittala’s iconic birds. In the autumn, the Stanze del
Vetro will focus once again on the historic Venini glassworks
and on the important figures who have been associated with
it. Works by Fulvio Bianconi (Padua, 1915 – Milan, 1996), a
graphic designer, illustrator and designer who had trained as
an artist, will be on display from 13 September to 10 January
2016. Bianconi’s successful association with Paolo Venini began following a chance meeting in Murano in 1946. The exhibition has been organised by Marino Barovier and will include a
selection of works from the 1950s. q V.R.
Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio, lun-mar/gio-dom
10-19, tel. 041/5229138, www.lestanzedelvetro.it; «Vetro
finlandese nella Collezione Bischofberger» fino al 2 agosto;
«Fulvio Bianconi alla Venini», 13 settembre-10 gennaio
Vedere A VENEZIA | 15
«Murale» di Jackson Pollock, 1943
© Courtesy University of Iowa
I fratelli Pollock e l’indiano silenzioso
The Pollock brothers and a silent Indian
VENEZIA. Due tele di Jackson Pollock sono state
recentemente restaurate: «Alchimia», ritornata a inizio
anno nella sua sede di Venezia e «Murale», commissionata
da Peggy Guggenheim nel 1943 per il suo appartamento di
New York, raramente esposta per le sue dimensioni (6 metri
di lunghezza). Quest’ultima, reduce da un intervento di
conservazione durato un anno e mezzo presso il Getty
Conservation Institute, è esposta nella Collezione Peggy
Guggenheim, che dedica alla monumentale opera la mostra
itinerante «Jackson Pollock. Energia resa visibile», curata da
David Anfam. La stessa sede ospita anche Charles Pollock, il
fratello maggiore di 10 anni, ottimo disegnatore con un ruolo
decisivo nella formazione di Jackson. La retrospettiva curata
da Philip Rylands ripercorre la carriera di Charles Pollock
con un centinaio di opere e documenti a cominciare
dalla fase formativa, cui è dedicata una sezione con opere di
Jackson, una del loro maestro Thomas Hart Benton e una
dell’altro fratello Sanford. Tra i dipinti di Charles, invece,
la serie «Chapala» del 1956 (nome tratto dall’omonimo
lago in Messico) ne documenta l’adesione all’arte astratta,
mentre «Roma» (ciclo legato al soggiorno romano del 196263) sancisce il suo avvicinamento al movimento Color-field.
Dall’irruenza dell’Action Panting si passa poi al silenzio
di Vasudeo S. Gaitonde (1924-2001), l’artista indiano che
affermava: «Ogni cosa nasce dal silenzio. Il silenzio della spazzola.
Il silenzio della tela. Il silenzio del pennello. Il pittore incomincia
assorbendo tutti questi silenzi». Nei suoi lavori il silenzio è
assimilabile al cerchio, simbolo ricorrente del Buddhismo Zen
cui aderì per tutta la vita. Il titolo della rassegna «Pittura come
processo, pittura come vita» (già esposta nel Guggenheim di
New York) allude alla compenetrazione tra arte e vita ricercata
dall’artista. Curato da Sandhini Poddar e aperto dal 3 ottobre
al 10 gennaio, il percorso presenta 45 dipinti, opere su carta
e acquerelli datati dagli anni ’60 ai ’90. Gaitonde è definito
il Rothko orientale per le stesure di colore molto luminoso
ottenute con ripetute stratificazioni. Il suo modo di procedere
lento, consono a una natura meditativa, lo avvicina alla
poetica di Paul Klee, suo iniziale modello di riferimento, e allo
spiritualismo di Kandinskij. q L.P.
«Untitled» di V.S. Gaitonde, 1977
© Foto di Anil Rane, Courtesy Solomon R. Guggenheim Foundation
Venice. Two works by Jackson Pollock have been recently
restored: “Alchemy”, which was returned to beginning of the
year to its home in Venice, and the “Mural”, commissioned
by Peggy Guggenheim in 1943 for her New York apartment,
and rarely displayed because of its size (6 metres long). The
latter, back from a conservative restoration lasting a year
and a half at the Getty Conservation Institute, is on display in
the Peggy Guggenheim Collection, to which the monumental
canvas is dedicated a travelling exhibition, “Jackson Pollock.
Energy made visible”, curated by David Anfam. The same
venue also hosts Charles Pollock, the elder brother by 10
years, an excellent draftsman who played a decisive role in
the training of Jackson. The retrospective curated by Philip
Rylands traces the career of Charles Pollock with around 100
works and documents starting with the training period,
to which is dedicated a section with works by Jackson, one
by their teacher, Thomas Hart Benton, and another by the
other brother, Sanford. Among Charles’s paintings, however,
is the “Chapala” series of 1956 (the name was taken from
that of the lake in Mexico), documenting his adherence to
abstract art, while “Rome” (a cycle linked to his stay in Rome
in 1962-63) revels his shift towards the Color-field movement.
From the impetuousness of Action Panting, we then move
on to the silence of Vasudeo S. Gaitonde (1924- 2001), the
Indian artist who claimed: “Everything comes from silence. The
silence of the brush. The silence of the canvas. The silence of the painting
knife. The painter starts by absorbing all these silences”. In his work,
silence is equivalent to the circle, a recurrent symbol of Zen
Buddhism to which he adhered all his life. The title of the
exhibition, “Painting as process, painting as life” (formerly at
the Guggenheim in New York) alludes to the interpenetration
of art and life sought by the artist. Curated by Sandhini Poddar
and open from October 3 to January 10, the show presents 45
paintings, works on paper and watercolours dating from
the 1960s to ’90s. Gaitonde is defined the Oriental Rothko
for the layers of very bright color achieved with repeated
stratifications. His way of proceeding slowly, in line with a
meditative nature, suggests an analogy with the poetry of Paul
Klee, his initial reference model, and with the spiritualism of
Kandinsky. q L.P.
Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701,
lun/mer-dom 10- 18, tel. 041/2405411, www.guggenheim-venice.it,
«Charles Pollock. Una retrospettiva» fino al 14 settembre, «Jackson
Pollock, Murale. Energia resa visibile» fino al 9 novembre, «V.S.
Gaitonde. Pittura come processo, pittura come vita» dal 3 ottobre al
10 gennaio
Vedere A VENEZIA | 16
Pinault sceglie Martial Raysse e i lapsus di Danh Vo
Pinault chooses Martial Raysse and Danh Vo has a slip of the tongue
Venezia. Doppio appuntamento per la Fondazione François Pinault nelle due sedi di Palazzo Grassi e Punta della Dogana. Palazzo Grassi ospita la retrospettiva di Martial Raysse
curata da Caroline Bourgeois: 350 opere, molte inedite, provenienti da collezioni private
e istituzioni pubbliche. Celebre per i ritratti femminili, soggetto che propone sempre con
nuove formulazioni, Raysse utilizza molti media, dal neon di «America America» del 1964
al ready made di «Raysse Plage» del 1962, un’installazione con profusione di oggetti kitsch
del periodo iniziale dell’adesione al Nouveau Réalisme. Il medesimo tema è ripreso mezzo
secolo più tardi in «Ici Plage comme ici-bas», una tela d’imponenti dimensioni affollata
di personaggi e giocata sui colori acidi, di proprietà della Collezione Pinault. Lo stesso soggetto, due temperie sociali molto differenti. Questa circolarità dei temi mal si adatta a un
criterio cronologico, meglio dunque la simultaneità delle vetrine scelta da Martin Szekely
per l’allestimento nell’atrio di Palazzo Grassi. Nella Punta della Dogana la collettiva «Slip
of the Tongue», che significa lapsus. Il titolo desunto da un’opera dell’artista iraniana Nairy
Baghramian sembrerebbe preludere a contenuti leggeri, ma non sono queste le intenzioni
di Danh Vo, il curatore, o meglio il curator, con riferimento all’origine latina del termine
(colui che nell’antica Roma svolgeva una funzione riparatrice di oggetti logorati dal tempo o
accidentalmente). Nella mostra figurano anche nove preziose miniature del XIII-XV secolo
e un prestito dal «tesoro» privato del conte Vittorio Cini. Sono inoltre esposti a rotazione tre
dipinti delle Gallerie dell’Accademia di Bellini, Marescalco e della scuola di Tiziano. A questo
intento riparatore sono riconducibili anche le installazioni di Nancy Spero (1926-2010) «Codex Artaud» del 1971-72, 34 rotoli di carta ispirati ad Antonin Artaud, innovativi nel linguaggio e pregnanti nell’esprimere l’intreccio tra tragedie collettive e sofferenze private, e «Cri
du coeur» del 2004, opera monumentale che prende spunto da un lutto, suo ultimo lavoro.
Risarcitorio di un problema quasi rimosso è poi il riferimento all’Aids, che trova la sua icona
nella fotografia della «morte di un collezionista». Il lato ludico, caso mai, è affidato ai colorati smalti su tela di Sadamasa Motonaga, alla bocca sensuale di Alina Szapocznikow
o all’istantanea di Robert Manson che raffigura l’incontro, quasi un reciproco sguardo,
di una cavalletta con la mano che regge. In totale sono 35 gli artisti invitati, alcuni come
Fischli & Weiss, Félix González-Torres o David Hammons rappresentano una costante
della collezione Pinault, altri come Constantin Brancusi o Pablo Picasso sono nomi
storici, altri ancora, come Francesco Lo Savio e Piero Manzoni testimoniano invece la
stagione delle avanguardie degli anni Sessanta. Non manca infine l’omaggio a Carlo Scarpa, architetto di riferimento per il restauro dell’edificio. q L.P.
Venice. There is a double appointment for the Fondazione François Pinault in the two
venues of Palazzo Grassi and Punta della Dogana. Palazzo Grassi hosts a retrospective of Martial Raysse curated by Caroline Bourgeois: 350 works, many unseen in public, from private
collections and public institutions. Famous for portraits of women, a subject he always offers
with new formulations, Raysse uses many media, from the neon of “America America” ​​of
1964 to the ready-made of “Raysse Plage” of 1962, an installation with a profusion of kitsch
items from the early phase of his adherence to New Realism. The same theme was revived
«Ici Plage, comme ici-bas» di Martial Raysse © Foto Arthus Boutin. Martial Raysse@Siae 2015
half a century later in “Ici Plage comme ici-bas”, a canvas of impressive dimensions crowded
with figures and based on acid colours, owned by the Pinault Collection. A single subject, but
two very different social climatea. This circularity of theme is ill-suited to a chronological criterion, and the simultaneity of displays chosen by Martin Szekely for the layout in Palazzo Grassi
is a far better solution.The collective “Slip of the Tongue” will instead be on at the Punta della
Dogana. The title, derived from a work by the Iranian Nairy Baghramian, would seem to
herald light-hearted content, but this is not the intention of Danh Vo, the curator (an originally Latin term for a person in ancient Rome responsible for repairing objects worn by time or by
accident). The exhibition also presents nine precious miniatures of the 13th-15th century and
a loan from the private “treasury” of Conte Vittorio Cini. Three paintings from the Gallerie
dell’Accademia will be displayed in rotation: by Bellini, Marescalco and the school of Titian.
This sense of repair may also be associated to the installation by Nancy Spero (1926-2010),
“Codex Artaud” of 1971-72, taking the form of 34 rolls of paper inspired by Antonin Artaud,
and innovative in language and in their expression of the intertwining of collective tragedies
and private suffering, and “Cri du coeur” of 2004, a monumental work that is inspired by a
bereavement, her latest work. Reference to a problem that is almost played down is the reference to AIDS, which finds its icon in the photograph of “death of a collector”. The playful
side, if anywhere, comes from the coloured enamel paint on canvas of Sadamasa Motonaga,
the sensual mouth of Alina Szapocznikow or the snapshot of Robert Manson showing the
encounter – almost a mutual gaze – between a grasshopper and the hand holding it. A total
of 35 invited artists, some of whom like Fischli & Weiss, Félix Gonzalez-Torres or David
Hammons are a constant of the Pinault collection, while others such as Constantin Brancusi and Pablo Picasso are historical names, and others yet, like Francesco Lo Savio and
Piero Manzoni testify instead to the avant-garde movements of the 1960s. Last but not least
a tribute to Carlo Scarpa, the architect of reference for the restoration of the building. q L.P.
Fondazione Pinault, Palazzo Grassi, campo San Samuele 3231, «Martial Raysse» fino al 30 novembre,
Punta della Dogana, Dorsoduro 2, «Sleep of the tongue» fino al 31 dicembre, lun/mer-dom 10-19,
tel. 199/112112, www.palazzograssi.it
La conversione all’antico di Prada | Prada converts to classicism
Venezia. Vira sull’arte classica la mostra veneziana organizzata dalla Fondazione Prada in Ca’ Corner della Regina.
S’intitola «Portable Classics. Dall’antica Grecia all’Europa
moderna», ed è curata da Salvatore Settis e Davide Gasparotto, con la collaborazione di Lucia Franchi. Portable, ovvero
a portata di mano, ma non certo di tutti i portafogli, come la
statuetta che il mercante e collezionista Andrea Odoni stringe nel pugno nel celebre ritratto che gli fece Lorenzo Lotto
nel 1527, ora di proprietà delle collezioni reali inglesi. Nella
cultura occidentale contemporanea non esiste un capolavoro
che non sia unico e irripetibile, eppure a sfatare questo mito
sono novanta statue, riproduzioni di modelli antichi, oggetti
ambiti da esibire come status symbol dalle classi colte e
ricche dell’antichità grecoromana e del Rinascimento europeo. Queste riproduzioni corrispondono a un canone estetico ben preciso riferibile ai grandi modelli classici. Variano le
dimensioni e i materiali. Tra i soggetti più frequenti l’Ercole
farnese nella versione di Gian Francesco Susini del 1625-50
o in quella di Jean-Baptiste Bondard del 1750-52, cui fa da
contraltare la statuetta in bronzo di Ercole ebbro della seconda metà del I secolo d.C., proveniente da Velleia. A colpire
l’immaginario fu anche il gruppo del Laocoonte (altezza 83
cm) nella versione ante 1520 di Joseph Chinard. Né poteva
mancare, se non altro per la preziosità dei materiali, il monumento equestre di Marco Aurelio nell’interpretazione del
1624 ca di Pier Jacopo Alari Bonacolsi, ma il soggetto più
frequente, a riprova dell’eterno fascino femminile, è la Venere
in quarzo alta appena 8,5 cm del Getty Museum o la «Venere
al bagno», un bronzo con inserti d’argento alto 20 cm del I
secolo a.C. ammirato da Canova. Ideata dagli stessi curatori
è la mostra «Serial classics»: una serie di copie tratte dagli originali antichi esposte nella nuova sede milanese della
Fondazione Prada progettata dallo studio di architettura Oma
guidato da Rem Koolhaas. q L.P.
«Ritratto di Andrea Odoni» di Lorenzo Lotto, 1527
© Royal Collection Trust. Sua maestà regina Elisabetta II
Venice. This exhibition organised by the Fondazione Prada in Ca’ Corner della regina
veers towards classical art. Called “Portable Classics. From ancient Greece to
modern Europe”, it is curated by Salvatore
Settis and David Gaspa- broken, with the
collaboration of Lucia Franchi. Portable,
in the sense of movable, but certainly not
light on the purse, if we take as example
the statuette that the merchant and collector Andrea Odoni holds in his fist in the
famous portrait by Lorenzo Lotto in 1527,
Statuetta di Venere del I secolo a.C.
Malibu, Paul Getty Museum
now part of the British Royal Collections. In contemporary Western culture, there is no masterpiece that is not
unique and unrepeatable, but to dispel this myth are 90
statues, reproductions of antique models, objects chosen
as status symbols by the educated and rich classes of the
ancient Greco-Roman and Renaissance eras. These reproductions constitute an extremely precise aesthetic canon
attributable to the great classics. They vary in size and
material. Among the most frequent subjects the Farnese
Hercules in the version by Gian Francesco Susini of 162550 or in that of Jean Baptiste Bondard of 1750-52, which
is matched by the bronze statuette of the Drunken Hercules of the second half of the first century AD, from Velleia.
Another work that struck the imagination was the Laocoon
group (height 83 cm) in the pre-1520 version by Joseph
Chinard. Another piece that could not be overlooked, if only
for the preciousness of the materials, is the equestrian
monument of Marcus Aurelius in an interpretation of circa 1624 by Pier Jacopo Bonacolsi, but the most frequent
subject, reflecting eternal feminine charm, is the Venus in
quartz just 8.5 cm high in the Paul Getty Museum or the
“Venus bathing”, a bronze with silver inlay 20 cm high
of the first century BC admired by Canova. The same
curators have put together the “Serial classics” exhibition: a set of copies made after antique originals on
display in the new venue of the Fondazione
Prada designed by the Oma architectural
firm under Rem Koolhaas. q L.P.
Ca’ Corner della Regina, Fondazione Prada,
Santa Croce 2215, lun/mer-dom 10-18, tel.
041/8109161, www.fondazioneprada.org,
«Portable Classics. Dall’antica Grecia all’Europa
moderna» 9 maggio-13 settembre
Vedere A VENEZIA | 17
A sinistra, Alessia Calarota
A destra, «Guerrier et bouclier» di Antoni Clavé, 1990
© Galleria d’Arte Maggiore, Bologna
Ricordo e ritorno di Clavé
Recalling Clavé
Venezia. L’artista che ha rappresentato la Spagna nella Biennale del 1984, Antoni Clavé (1913-2005), torna a Venezia. A ospitarne
la retrospettiva organizzata dalla Galleria d’Arte Maggiore di Bologna e dagli Archives Antoni Clavé è la Scoletta dei Battioro. Ne
parliamo con Alessia Calarota, codirettrice della Galleria d’Arte Maggiore e curatrice della mostra insieme a Aude Hendgen.
Com’è nato l’interesse della Galleria d’Arte Maggiore per Clavé?
I miei genitori, Franco e Roberta Calarota, hanno avuto il piacere di conoscere Antoni Clavé in un contesto unico e irripetibile. Erano soliti, e lo sono
tuttora, frequentare la casa di Nicola Campigli, il figlio di Massimo Campigli, a Saint-Tropez. Durante una di quelle visite, alla fine degli anni Ottanta,
conobbero Clavé, con il quale instaurarono da subito un rapporto di lavoro e di profonda amicizia. Le visite al suo studio, frequentato da personaggi
di primo piano come François Pinault (grande estimatore delle sue opere), si fecero molto frequenti. L’interesse per Clavé in realtà era già nato prima
del loro incontro, quando i miei genitori si spostavano tra Palma de Mallorca e Barcellona per fare visita allo studio di Joan Miró e a Barcellona erano
entrati in contatto con la sua arte esposta in spazi pubblici come il Palau de la Generalitat.
Che rapporto avete con il suo Archivio?
L’Archivio è gestito con grande professionalità e impegno dal nipote dell’artista, Emmanuel Clavé, con il quale abbiamo un rapporto di stima reciproca. Le collaborazioni sono costanti e si traducono nell’organizzazione di mostre pubbliche, come in questo caso, pubblicazioni e promozione del lavoro
del maestro anche e soprattutto sul piano internazionale.
Com’è articolata la mostra e quali opere sono esposte?
Pochi artisti nel XX secolo sono riusciti, come Antoni Clavé, a coniugare una severa coerenza artistica e intellettuale con una tendenza alla sperimentazione. Questa complessa unità è protagonista della mostra nella Scoletta dei Battioro. Apre il percorso la grande scultura in bronzo «Guerrier et
bouclier», seguita dagli oli omaggio al grande maestro El Greco. Vi sono poi le sperimentazioni degli anni ’70 realizzate a tecnica mista con l’utilizzo
del collage e dei rilievi su foglia d’alluminio e, ancora, le grandiose tele degli anni ’90. Ogni decennio apre a nuove sperimentazioni e ogni tecnica è
assunta a mezzo per conoscere ed esprimere il mondo. q Mariella Rossi
Venice. The artist who represented Spain at the 1984 Biennale, Antoni Clavé (1913-2005), returns to Venice. The retrospective organised by the Galleria d’Arte Maggiore of Bologna and the Archives Antoni Clavé and hosted in the Scoletta dei
Battioro. We spoke with Alessia Calorata, co-director of the Galleria d’Arte Maggiore and curator of the exhibition along
with Aude Hendgen.
How did the interest of the Galleria d’Arte Maggiore for Clavé arise?
My parents, Franco and Roberta Calarota, have had the pleasure of meeting Antoni Clavé in a unique and unrepeatable context. They used
to, and still do, frequent the house of Nicola Campigli, the son of Massimo Campigli, in Saint-Tropez. During one of these visits at the end
of the 1980s, they met Clavé, with whom they immediately established a working relationship and deep friendship. The visits to his studio,
frequented by leading figures such as François Pinault (a great admirer of his work), became very frequent. Interest in Clavé’s work had
actually arisen before their meeting, when my parents used to travel between Palma de Mallorca and Barcelona to visit the studio of Joan
Mirò, and in Barcelona they had seen his work exhibited in public spaces such as the Palau de la Generalitat.
What are your relations with his Archive?
The Archive is managed with great professionalism and commitment by the artist’s grandson, Emmanuel Clavé, with whom we have
a relationship of mutual respect. The collaboration is constant and is reflected in the organisation of public exhibitions, as in this case,
publications and promotion of the master’s work, above all on an international level.
How is the show structured and what works are on display?
Few artists in the 20th century have succeeded like Antoni Clave in combining a rigorous artistic and intellectual coherence with a tendency
to experiment. This complex figure is the protagonist of the show in the Scoletta dei Battioro. The exhibition opens with the large bronze
sculpture “Guerrier et bouclier”, followed by oils that pay tribute to the great El Greco. Then there are the experiments of the 1970s, made in
mixed media with the use of collage and reliefs on aluminum foil and, more, the great paintings of the 1990s. Every decade opens the way to
new experiments and each medium is adopted in order to know and express the world. q Mariella Rossi
Scoletta dei Battioro (Scoletta dell’Arte dei Tioro e dei Battioro), campo San Stae, 1980, 10,30-18.00, tel. 051/235843,
www.maggioregam.com, «Antoni Clavé. Alchimia della Materia» fino al 31 ottobre.
Errabondo Matta | Matta, wandering spirit
Venezia. Nel Giardino di Palazzo Soranzo Cappello ha luogo
l’evento collaterale della 56ma Esposizione Internazionale
d'Arte dedicato a Roberto Sebastian Matta. La mostra, organizzata dalla Fondazione Echaurren-Salaris in collaborazione con la Galleria d’Arte Maggiore di Bologna, è curata
da Flaminio Gualdoni in collaborazione con Alessia Calarota.
Il percorso ne analizza la produzione scultorea con 30 opere
in bronzo. Due anni fa, per il centenario della nascita, Matta
è stato celebrato da numerosi musei nelle nazioni in cui
ha vissuto e operato, tra queste il Cile natale, Parigi, New
York e l’Italia, dove è morto nel 2002. A rispecchiare il suo
spirito errante è anche la mappa dei
musei che conservano le sue opere,
dal MoMA di New York al Centre Pompidou di Parigi alla Gnam di Roma, ma
è soprattutto la natura delle sue sculture, capaci di evocare stilemi espressivi, simboli e archetipi appartenenti
a diverse culture: dall’America latina
all’Occidente. I titoli dei lavori esposti
(«Perù», «Inca», «Colomberos» o «Mater
Nostrum») rivelano i retroterra culturale
dal quale sono nati. Il carattere nomade, la sensibilità sociale e politica e lo
spirito narrativo del suo automatismo
formale hanno distinto Matta dagli altri surrealisti. È stato capace di cogliere
i molteplici aspetti estetici e spirituali dei
movimenti e delle culture di diversi Paesi
riconducendoli a un’unità formale.
q M.R.
«Tryp-Taurus» di Roberto Sebastian Matta, 1993
© Massimiliano Ruta. Courtesy Galleria d'Arte Maggiore, Bologna
Venice. The garden of Palazzo Soranzo Cappello, home to the
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici for
the Provinces of Venice, Belluno, Padua and Treviso, is hosting a collateral event dedicated to Roberto Sebastian Matta.
The exhibition, organised by the Fondazione Echaurren-Salaris in collaboration with the Galleria d’arte Maggiore di Bologna, is curated by Flaminio Gualdoni and Alessia Calarota.
The show analyses their sculptural production through some
thirty works in bronze and metal. Two years ago, on the occasion of the centenary of his birth, his work was celebrated
by many museums in the nations in which the artist lived and
worked, among them Chile (his birthplace), Paris, New York
and Italy, where he died in 2002. The map of the museums
that conserve his works, from the MoMA in New York to the
Fine Art Museum of San Francisco, from the Centre Pompidou in Paris to the Gnam of Rome offers a reflection of his
wandering spirit, but this is stressed above all by the nature
of his sculptures, capable of evoking expressive forms, symbols and archetypes belonging to different cultures: from
Latin America to the West. The titles of the works on display
(“Peru”, “Inca”, “Colomberos” or “Mater nostrum”, dedicated to Italy, his adopted land) reveal the cultural hinterland
from which they were born. The nomadic character and social
and political sensitivity are what distinguished Matta from
other surrealists. All his movements are linked to specific historical moments, such as the decision to leave Chile until the
electoral victory of Salvador Allende or to flee to New York to
escape the war. q M.R.
Giardino di Palazzo Soranzo Cappello, tel. 051/235843, 10-18,30,
www.maggioregam.com, «Roberto Sebastian Matta. Sculture»
fino al 15 ottobre
Gioco di specchi
nei canali di Venezia
A play of mirrors in
Venice’s canals
Venezia. «La mia pittura si manifesta attraverso la memoria
di evocazioni dell’universo veneziano, un cosmo dove si
riflette il gioco magico degli specchi. Non vi sono pacate
visioni orizzontali, non compaiono gli alti e i bassi canonici,
ma è un’architettura della visione: articolazioni di luce in
senso lirico». Così scrive Ileana Ruggeri, artista d’origine
mantovana, veneziana d’adozione, nel piccolo libro
d’artista «La Luce di Venezia», dato recentemente alle
stampe da Campanotto Editore. Non un catalogo esaustivo
di una lunga produzione artistica iniziata negli anni
Settanta, ma una sorta di quaderno intimo in cui accanto a
oli e acquerelli ricorrono scatti ritraenti spazi domestici
e ricordi personali fatti d’incontri con maestri, artisti,
scrittori: fra tutti Carlo Scarpa (col quale l’artista si laurea
in architettura), Giuseppe Mazzariol, Pio Semeghini,
Mark Di Suvero, Zoran Music, Riccardo Bacchelli. I
soggetti della pittura di Ileana Ruggeri, in cui predominano
evanescenti cromie, sono emblematici come i titoli scelti per
le opere: «Canale», «Navis», «Estrema laguna», «Dalla riva»,
«Spettri d’acqua», «Al traghetto». q V.R.
Venice. “My painting manifests itself through the memory
of evocations of the Venetian universe, a cosmos in which
is reflected the magical play of mirrors. There are no calm
horizontal visions, we see no canonical highs and lows,
but it is an architecture of vision: plays of light in a lyrical
sense”. So writes Ileana Ruggeri, a Mantua-born artist and
Venetian by adoption, in her small artist’s book “La Luce
di Venezia”, recently released by Campanotto Editore. It
is not an exhaustive catalogue of a long artistic production
begun in the 1970s, but a kind of intimate notebook in
which alongside oils and watercolours, we find snapshots
of domestic spaces and personal memories of meetings
with teachers, artists, writers: to mention just a few,
with Carlo Scarpa (with whom the artist graduated in
architecture), Giuseppe Mazzariol, Pio Semeghini, Mark
Di Suvero, Zoran Music, Riccardo Bacchelli. The subjects
of Ileana Ruggeri’s painting, in which evanescent colours
predominate, are as emblematic as the titles chosen for the
works: “Canal”, “Navis”, “Extreme lagoon”, “From the bank”,
“Watery ghosts”, “To the ferry”. q V.R.
Ileana Ruggeri, La Luce di Venezia, 62 pp., Campanotto Editore,
Pasian di Prato (Udine), 2014, euro 15,00
Vedere A VENEZIA | 19
Un cavallo alato ci salverà
A winged horse to save us
VENEZIA. L’Acit, Associazione Culturale Italo-Tedesca
presenta nell’ambito di «Venice Triennale. Freedom in
the art» il progetto multimediale «Natura nutrix. Homo
vorax» curato da Nevia Pizzul-Capello, Hans-Joachim
Petersen e Martin Leyer-Pritzkow. Nello storico Palazzo
Albrizzi sono esposte opere di artisti extraeuropei ed
europei, soprattutto tedeschi (tra questi Otto Fischer
e Angelika Erhardt-Marschall), riconducibili a un
denominatore comune: Natura nutrix, Homo vorax, ovvero
due poli rappresentati dall’uomo avido di potere che
aggredisce la natura e dalla Natura madre benigna che per
difendersi si fa matrigna. Da un lato, quindi, espressioni
artistiche della nuova avanguardia ci presentano
il mondo in cui vorremmo vivere, dall’altro, invece,
mettono in luce una natura violentata e contaminata. La
performance di Mia Florentine Weiss, per esempio, ridà
dignità all’uomo. Il suo «Pegasus», cavallo alato, simbolizza
il pensiero creativo, l’anelito alla libertà attraverso l’arte.
«L’incalzare di eventi politici sempre più gravi, che stanno
minacciando il patrimonio artistico culturale mondiale e aprendo
profonde ferite nell’equilibrio ecologico del pianeta, spiegano i
responsabili dell’Associazione Culturale Italo tedesca, hanno
portato l’Acit di Venezia ad allinearsi con Enti come la Biennale
d’Arte e l’Expo di Milano per far sentire la propria voce nella
convinzione che l’arte sia mezzo salvifico per l’umanità». Tra gli
artisti in mostra anche Piero Pizzul. q V.R.
VENICE-TRIENNALE 2015
FREEDOM IN THE ART
PALAZZO ALBRIZZI
10 maggio – 24 novembre
Tema
NATURA NUTRIX – HOMO VORAX
▲
Artisti partecipanti
Italia
Leonardo Beccegato
Luigi Leaci
Lorenzo Viscidi Bluer
Silvana Scarpa
Austria
Josef Linschinger
Germania
Mia Florentine Weiss
Adolf Bierbrauer
Sven Kierst
Marlies Blücher
Antje Tesche-Mentzen
Bertamaria Reetz
▲ ▲
Curatori
Titus Lerner
Bernard Lokai
Heiner Meyer
Folkert Rasch
Jean-Yves Klein
Jo Enzweiler
Karin Radoy
Klaus Staudt
Sabina Sakoh
Bernd Kirschner
Otto Fischer
Angelika Ehrhardt-Marschall
Libano
Zad Moultaka
Svezia
Helena Bjoernberg
Viktoria Hallenius
Stati Uniti
Edmund Ian Grant
Cedric Wentworth
Cina
Willow Wu
Yeh Fang
Cao Xiao Ming
Kai-Hsing Huang
Patric Lee
Prof. Nevia Pizzul-Capello, Venezia, Dr. Hans-Joachim Petersen, Berlino,
Martin Leyer-Pritzkow, Düsseldorf
PREVIEW: 6, 7, 8 maggio
Orario d’apertura
10-13 / 15-18 lunedì chiuso
Palazzo Albrizzi
Cannaregio 4118
Fermata ACTV Ca’ D’Oro
Telefono 041 5225475
[email protected]
www.acitve.it
Vedere A VENEZIA | 20
Mia Florentine Weiss, «Pegasus: La Libertà nell’Arte» (installazione)
«Pegasus: La Libertà nell’Arte» di Mia Florentine Weiss
Venice. The Acit, or Italian-German Cultural
Association is presenting a multimedia project, “Nature
nutrix. Homo Vorax”, curated by Nevia Pizzul-Capello,
Hans-Joachim Petersen and Martin Loyer-Pritzkow in
the context of “Venice Triennale. Freedom in art”. In the
historic Palazzo Albrizzi, works by artists from Europe
and beyond, but above all from Germany, will go on
show with a common denominator: Nature nutrix, Homo
Vorax, ie, the two opposites of man, greedy for power who
attacks nature, and a benign Mother Nature who to defend
herself becomes hostile. On the one hand, then, artistic
expressions of the new avant-garde show us the world
we would like to live in, and on the other hand, highlight
a nature that is raped and defiled. The performance of
Mia Florentine Weiss, for example, restores dignity
to man. Her “Pegasus”, the winged horse, symbolises
creative thought, the yearning for freedom through art.
“The succession of increasingly serious political events, which are
threatening the world’s cultural heritage and opening deep wounds
in the ecological balance of the planet”, explain the leaders of
the Italian-German Cultural Association, “led the Acit of
Venice to join forces with organisations such as the Biennale and the
Milan Expo to make their voices heard in the belief that art can be a
saving grace for humanity”. q V.R.
Palazzo Albrizzi, Cannaregio 4118, mar-dom 10-18, tel.
041/5225475, www.acitve.it, «Venice Triennale. Freedom in the art:
Natura nutrix. Homo vorax» 10 maggio-24 novembre
Vedova e Calder dopo 40 anni
Vedova and Calder 40 years later
Venezia. Nella Fondazione Emilio e Annabianca Vedova,
a quasi quarant’anni dall’Expo di Montreal del 1967, viene ricostruito il doppio confronto tra il maestro veneziano
(1919-2006) e Alexander Calder (1898-1976), due protagonisti di quell’evento. Vedova aveva partecipato con
«Spazio, plurimo, luce», un’installazione composta di lastre di vetro realizzate a Murano che proiettano immagini
mutevoli, una produzione molto rara, quasi un unicum di
fatto mai più ripetuto e in seguito raramente esposto, fatta
eccezione per la grande antologica che il Castello di Rivoli
dedicò all’artista nel 1998. Tale opera sarà allestita nel
Magazzino del Sale. Nello studio di Vedova alle Zattere,
invece, troveranno spazio alcune delle grandi e colorate
sculture che Alexander Calder aveva progettato per la medesima occasione. I due eventi sono curati da Germano
Celant (che si è avvalso della collaborazione di Fabrizio
Gazzarri per l’esposizione di Vedova). L’allestimento è curato da Italo Rota. q L.P.
Venice. Nearly forty years after the Expo of Montreal in
1967, the Fondazione Emilio e Annabianca Vedova is offering the double comparison between the Venetian master (1919-2006) and Alexander Calder (1898-1976), two
of the protagonists of that event. Vedova had participated
with “Spazio, plurimo, luce”, an installation composed of
panes of Murano glass projecting changing images, in a
very rare, almost unique production that was never repeated and later rarely displayed, except at the major retrospective that the Castello di Rivoli dedicated to the artist
in 1998. This work will be displayed in the Magazzino del
Sale. In Vedova’s studio at the Zattere, instead, there will
be some of the large, colourful sculptures that Alexander
Calder designed for the same occasion. The two events
are curated by Germano Celant (who was assisted by Fabrizio Gazzarri for the Vedova exhibition). The layout is by
Italo Rota. q L.P.
Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Dorsoduro 42,
tel. 041/5226626, www.fondazionevedova.org, Magazzini del
Sale (Zattere 266) «Emilio Vedova» e Spazio Vedova (Zattere 50)
«Alexander Calder» 6 maggio-1 novembre
I segreti del Palazzo della felicità
The secrets of the Palace
of happiness
Venezia. Yarat, realtà non profit dedicata all’arte contemporanea con sede a Baku in Azerbaigian, organizza in
Palazzo Barbaro «The Union of Fire and Water», mostra
collaterale curata da Suad Garayeva. Per esplorare l’interrelazione tra Venezia e Baku, capitale dell’Azerbaigian, i
due artisti Almagul Menlibayeva e Rashad Alakbarov hanno scelto video, sculture e installazioni. La mostra trae
ispirazione da un edificio costruito nel 1912 in stile gotico
veneziano a Baku: il Mukhtarov’s Palace, fatto erigere
per l’amata consorte da uno dei primi magnati del petrolio, Murtuza Mukhtarov. Le sculture di Alakbarov fatte di
metallo, luce, ombra e suoni interagiscono con gli interni
trecenteschi di Palazzo Barbaro. La videoinstallazione di
Menlibayeva illustra invece la vita di Murtuza Mukhtarov e
di sua moglie Lisa (nella foto, un particolare).
Venice. Yarat, a non-profit organisation dedicated to contemporary art based in Baku, Azerbaijan, has organised
“The Union of Fire and Water”, a collateral exhibition in
Palazzo Barbaro curated by Suad Garayeva. To explore
the inter-relationship between Venice and Baku, capital
of Azerbaijan, two artists – Almagul Menlibayeva and
Rashad Alakbarov – have chosen videos, sculptures and
installations. The exhibition draws inspiration from a building constructed in 1912 in the Venetian Gothic style in
Baku: the Mukhtarov’s palace, built for his beloved consort by one of the first oil magnates, Murtuza Mukhtarov.
Alakbarov’s sculptures, made of metal, light, shadow and
sound, interact with the 14th-century interior of Palazzo
Barbaro. The video installation of Menlibayeva instead illustrates the life of Murtuza Mukhtarov and his wife Lisa
(pictured, a detail).
Palazzo Barbaro, San Marco, 2840, lun/mer-dom 10-18,
www.bakuvenice2015.com, «The Union of Fire and Water»
9 maggio-22 novembre
Bronzo nella Galleria Ferruzzi
Bronze in the Galleria Ferruzzi
Venezia. Dopo il successo della recente personale romana
nella Biblioteca Angelica, lo scultore Giò di Busca sbarca in
laguna nella Galleria Ferruzzi con una selezione di lavori
in bronzo. Figurano tra questi il maestoso bronzo lucido
«America», l’amica insostituibile «Francesca», i bronzi
neri «Baobab» e «I quattro elementi», espressione
e compendio dell’artista. Accanto a essi sculture di
dimensioni inferiori, come «Chiave interstellare»
e «Passaggio per la civiltà». Le sue opere fondono culture radicalmente opposte e declinano riferimenti alla natura, alla musica, all’antico e
anche alla modernità tecnologica. I continui
studi e l’incessante ricerca (che si esprime anche attraverso la pittura e il disegno) danno
vita a un nuovo codice estetico, a un progetto
in omaggio e in difesa della bellezza, con un
deciso rifiuto dell’omologazione. Giò di Busca,
all’anagrafe Giovanni Maria Malerba di
Busca, proviene da una famiglia di appassionati d’arte e mecenati, vive e lavora
in Canton Ticino. Già da giovanissimo
si dedica alla pittura, incoraggiato da
esperti e critici quali Oreste Marini, Gustavo Predaval e dal chiarista Angelo del
Bon. Si interessa anche alla scultura e, ancora studente al liceo artistico, trascorre un
periodo a Parigi presso lo studio dello scultore
italo-francese Emile Giglioli. Successivamente frequenta la Facoltà di Architettura di Ca’ Foscari a Venezia e consegue il dottorato al Politecnico di Milano.
Si afferma come architetto e designer ma è nella scultura che si realizza la sua passione artistica. q V.R.
«Francesca» di Giò di Busca
Venice. After the success of the recent one-man show at the
Biblioteca Angelica in Rome, the sculptor Giò di Busca arrives in the lagoon’s Galleria Ferruzzi with a selection of
bronze works. Among these is the majestic polished
bronze “America”, his irreplaceable friend
“Francesca”, the black bronzes “Baobab”
and “The Four Elements”, the expression
and compendium of the artist. Alongside
these are smaller sculptures, like “Interstellar key” and “Passage for civilisation”. His works
merge radically different cultures and include references to nature, music, and even the Antique
and the modern technological era. His ongoing studies and the constant search (expressed
also through painting and drawing) give birth to
a new aesthetic code, to a project in tribute and
in defence of beauty, with a firm rejection of
standardisation. Giò di Busca, whose real name
is Giovanni Maria Malerba di Busca, comes
from a family of art lovers and patrons, and lives
and works in the Ticino. In early age, he devoted
himself to painting, encouraged by experts and
critics such as Oreste Marini, Gustavo Predaval
and Angelo del Bon. He also developed an interest
in sculpture and while still a student at art school, he
spent a period in Paris at the studio of the Italo-French
sculptor Emile Giglioli. Subsequently, he frequented
the Faculty of Architecture of Ca’Foscari in Venice and
obtained his doctorate at the Politecnico di Milano. He
established himself as an architect and designer, but it is
with sculpture that he has been able to realise his artistic
passion. q V.R.
Galleria Ferruzzi, 368 Dorsoduro, Fondamenta Ospedaletto,
tel. +39 347 9561328, www.giodibusca.com, «Giò di Busca»
1 maggio-31 ottobre
Vedere A VENEZIA | 21
«Itsso» di Marcelle Ottier, 2015
Taiwan nel III Millennio
Taiwan in the III Millennio
Venezia. Nella Galleria d’Arte III Millennio, già padiglione della Biennale di Venezia, una duplice proposta espositiva: dal
6 maggio al 6 giugno è di scena «Beyond Transformation»,
mostra delle tre artiste taiwanesi Ma Sing Ling (nella foto,
«Spring breeze, love is corrispondence»), che lavorano insieme creando composizioni astratte e multicolori. Le opere,
ispirate alla filosofia buddhista, richiamano i concetti di armonia, compassione e ricerca della felicità. Non manca poi il riferimento alla musica e al ritmo, mentre l’ordine spiraliforme
richiama la circolarità della vita e il continuo rinnovamento
delle leggi universali. Dal 10 giugno all’11 luglio sarà la volta
di Living Land, personale di Liu Jiu-Tong. I suoi dipinti sono
ispirati alla tradizione classica cinese nell’impianto grafico
formale, mentre nei contenuti propongono la più moderna filosofia del Buddha. La componente figurativa è abbandonata
per lasciare spazio a un paesaggio naturalistico che progressivamente diviene astratto.
Venice. In the Galleria d’Arte III Millennio, formerly a pavilion
of the Venice Biennale, a dual exhibition will be on offer: from
May 6 to June 6, “Beyond Transformation”, an exhibition of
three Taiwanese artists will be held: Ma Sing Ling, who work
together to create abstract and multicoloured compositions.
Their works, inspired by Buddhist philosophy, recall the concepts of harmony, compassion and the pursuit of happiness.
There are also references to music and rhythm, while the
spiral composition recalls the circularity of life and the continuous renewal of the universal laws. From June 10 to July
11, it will be the turn of “Living Land”, a personal show of
Liu Jiu-Tong. His paintings are inspired by the classical Chinese tradition in their formal graphic layout, while in content
they offer the more modern philosophy of the Buddha. The
figurative component has been dropped to make room for a
naturalistic landscape that progressively becomes abstract.
Galleria d'Arte III Millennio, San Marco 1047, Rio Terà de le Colonne, tel.041/2413561, www.galleriaterzomillennio.it, «Ma Sing Ling»
6 maggio-6 giugno, «Liu Jiu Tong» 10 giugno-11 luglio
Doppia Giudecca e grand hotel
Double Giudecca and grand hotel
Venezia. Giudecca 795 si sdoppia e apre un secondo spazio nel centro storico di Venezia, nell’ex libreria antiquaria di Cannaregio
1190, ai piedi del ponte del Ghetto Vecchio, con una selezione di artisti già ospiti della galleria principale. Il progetto 795 per la
promozione di talenti emergenti aggiunge quindi un nuovo tassello, un ulteriore punto di partenza in un percorso alla ricerca di
armonia ed equilibrio nel contemporaneo con richiami al contesto storico e urbano. Lo spazio inaugurato da poche settimane con
piccole mostre si chiama ThaumArt 795. Accanto ai giovani come Giulio Rigoni, Jan Mizo e Marcelle Ottier, si ritroveranno
nomi già noti come il fotografo veneziano Graziano Arici o la pittrice Paola Failla allieva di Vedova, accomunati da un’attenzione tecnica che spesso implica la riscoperta di tecniche antiche nei rispettivi campi (per esempio la foglia d’oro e la minuziosa
pittura prerinascimentale, cifra stilistica di Rigoni). Gli ampi spazi della Galleria Giudecca 795, intanto, continuano a proporsi
come «palestra» ospitando parallelamente mostre anche estemporanee, performance, concerti e letture poetiche. Prosegue inoltre
la collaborazione con importanti alberghi come l’Hilton Molino Stucky Venice, per il quale la galleria cura la rassegna annuale
«ART@Hilton». Quest’anno, in occasione di Expo, Giudecca 795 ha chiesto agli artisti selezionati di lavorare sul tema del cibo, in
particolare sul pane, con risultati interessanti. Le prossime mostre in programma ad ART@Hilton riguardano il fotografo 22enne
Gjon Jakaj, il pittore Giulio Rigoni, il fotografo Giuseppe Cozzi e, a seguire, Mizo e Duarja. Tutte le mostre dell’Hilton proseguiranno nella galleria Giudecca 795. q V.R.
Venice. Giudecca 795 doubles and opens a second space in the historic centre of Venice, in the former antiquarian bookstore at
Cannaregio 1190, at the foot of the bridge of the Ghetto Vecchio, with a selection of guest artists already hosted in the main gallery.
The 795 project for the promotion of emerging talent thus adds a new element, a further starting point in a journey in search of harmony and balance in contemporary art, with references to the historical and urban context. The space that opened a few weeks ago
with small exhibitions is called ThaumArt 795. Alongside young artists like Giulio Rigoni, Jan Mizo and Marcelle Ottier, one can
find well-known names such as Venetian photographer Graziano Arici or painter Paola Failla, a student of Vedova, who all share a
technical focus that often involves the rediscovery of old techniques in their respective fields (for example the use of gold leaf and meticulous pre-Renaissance painting typical of Rigoni’s style). The large spaces of Galleria Giudecca 795, meanwhile, continue to act as
a ‘gym’ hosting, in parallel, sometimes impromptu exhibitions, performances, concerts and poetry readings. The collaboration with
major hotels such as the Hilton Molino Stucky Venice continues, for which the gallery hosts an annual review, “ART@Hilton”.
This year, on the occasion of Expo, Giudecca 795 has asked the artists selected to work on the theme of food, especially bread, with
interesting results. The next shows scheduled for ART@Hilton concern 22-year-old photographer Gjon Jakaj, painter Giulio Rigoni,
photographer Giuseppe Cozzi and, later, Mizo and Duarja. All the Hilton exhibitions then continue at Giudecca 795. q V.R.
ThaumArt 795, Cannaregio 1190 tel.340/8798327, www. thaumart795.com, dom-gio 10,30-15,30, ven 10,30-19,30, «Giulio Rigoni. Le torri
d’oro» maggio-luglio, «Graziano Arici» settembre. Hilton Molino Stucky Venice, Giudecca 810, tel. 340/8798327, www.giudecca795.com, «Gjon
Jakaj» fino al 23 mag, «Giulio Rigoni» 25 mag-29 lug , «Giuseppe Cozzi» 1 ago-23 set, «Aqua Open Project» 25 set-23 nov, «Duarja» 25 nov-25
gen, Giudecca 795 Art Gallery, fondamenta San Biagio, tel. 340/8798327,www. giudecca795.com, mar-gio/sab-dom 1620, chiuso dal 10 al
24 agosto, «Gjon Jakaj» fino al 30 giu, «Marcelle Ottier e Schisci Studio» 30 giu-30 set, «Giuseppe Cozzi» 25 set-15 ott , «Jan Mizo» 20 ott-20
nov e «Duarja» 25 nov- 25 gen
Galleria d’Arte III Millennio
contemporary & modern art
pavilion of Biennale di Venezia
San Marco, 1047 - 30124 Venezia
Rio Terà de le Colonne ( Calle dei Fabbri )
la Galleria d’Arte III Millennio, padiglione Moldavia 54. Biennale di Venezia,
in occasione della 56. Biennale di Venezia “all the world’s futures” presenta:
Vedere A VENEZIA | 22
“Beyond Transformation”
“Living Land”
mostra di Ma Sing Ling mostra di Liu Jiu-Tong
grand finishing touch - deep affection
06 maggio - 06 giugno 2015
opening sabato 09 maggio 2015 ore 18
where water meets the sky
10 giugno - 11 luglio 2015
opening sabato 13 giugno 2015 ore 18
Bugno tra Pop e multiculturalismo
Bugno twixt Pop and multiculturalism
Venezia. Pittura, scultura e fotografia sono differenti
modalità espressive, diverse declinazioni della
contemporaneità talvolta unite sotto il segno di una
generale comunanza stilistica. «Contemporaneamente»
è il titolo scelto da Bugno Art Gallery per indicare
la propria proposta espositiva durante il periodo
della 56ma Esposizione Internazionale d’Arte. Da
maggio a fine novembre la galleria veneziana destina
i propri spazi a tutti gli artisti con i quali collabora
abitualmente, inserendoli in una mostra collettiva
mutevole e in continuo divenire. Il progetto, della
durata complessiva di circa sette mesi, consiste in
un avvicendamento di opere provenienti da svariate
latitudini, ciascuna con un proprio carattere distintivo
ma al contempo accomunate dalla globalizzazione e
dal multiculturalismo in una nuova percezione estetica
universale della forma. Dal nuovo puntinismo di Gavin
Rain si passa così alle ironiche ed enormi banconote di
Paul Rousso, dallo storicizzato British Pop Joe Tilson
alle atmosfere «barocche» e irreali di Fabio Bianco,
dalle «cinematografiche» vedute notturne di New York di
Luca Campigotto alle fotografie «industriali» di Andrea
Morucchio. Tra gli altri artisti presenti Desire Obtain
Cherish, Gino Blanc e Stefano Curto.
q Veronica Rodenigo
show that constantly changes and evolves. The project,
lasting a total of about seven months, consists of a
succession of works from various latitudes, each with its
own distinctive character but at the same time united
by globalisation and multiculturalism in a new universal
aesthetic perception of form. The works range from
the new pointillism of Gavin Rain to the ironic, huge
banknotes of Paul Rousso, and from the historicised
British Pop artist Joe Tilson to the “baroque” and unreal
atmospheres of Fabio Bianco, from the “film-like” night
views of New York by Luca Campigotto the “industrial”
photographs by Andrea Morucchio. Among the other
artists featured are Desire Obtain Cherish, Gino Blanc
and Stefano Curto. q Veronica Rodenigo
«Sapphire» di Fabio Bianco, 2014 © Fabio Bianco
Bugno Art Gallery San Marco 1996/d, lun-sab 10,30-19,30,
dom 16-19,30, tel. 041/5231305, www.bugnoartgallery.com,
«Contemporaneamente» 3 maggio-28 novembre
Venice. Painting, sculpture and photography offer
different forms of expression, different variations of
the contemporary that are sometimes united under the
sign of a general stylistic commonality. “At the same
time” is the title chosen by Bugno Art Gallery for
its show during the period of the 56th International
Art Exhibition. From May to the end of November, the
Venetian gallery devotes its space to all the artists with
whom it collaborates regularly, putting them in a group
La potenza di Potenza
The power of Potenza
Venezia. Ad accogliere i visitatori nella città lagunare vi
è un ricco repertorio di sculture dell’artista Gianmaria
Potenza, scultore e mosaicista veneziano, classe 1936.
Nella stazione Santa Lucia è installato «Cavallo», inedita
opera in corten. Lungo il Canal Grande, invece, all’altezza di Ca’ Rezzonico, s’innalzano quattro grattacieli, ciascuno dell’altezza di quattro metri, in bronzo e di diversi
colori. Il percorso prosegue nel vicino rio degli Ognissanti, a San Trovaso, con i «Gufi Giano», diventati ormai il
simbolo consolidato dell’opera dell’artista. Alle Zattere
tre «Totem» alti 10, 8 e 5 metri si ergono verso il cielo
in smagliante color rosso. Tre «Sculture-fontana» alte 3
metri, sempre in bronzo, figurano infine nel padiglione
ExpoAquae a Marghera, ribadendo l’importanza fondamentale che l’acqua riveste anche per il cibo. Per tutta
la durata della Biennale, inoltre, sarà possibile visitare
l’atelier di Potenza a San Trovaso.
VENICE. Welcoming visitors to the lagoon city is a rich
collection of sculptures by Gianmaria Potenza, aVenetian
sculptor and mosaic artist, born 1936. The station of
Santa Lucia is home to “Horse”, a new work made of
Corten. Along the Grand Canal, instead, near Ca’ Rezzonico, there are four skyscrapers, each four metres high,
made of bronze and in different colours. The itinerary
continues to the nearby rio Ognissanti at San Trovaso,
with the “Janus Owls”, which have become the consolidated symbol of the artist’s work. At the Zattere, there
are three “Totems” ten, eight and five metres high rising
into the sky in brilliant red. Three three-metre-high “Sculpture-fountains”, also in bronze, stand in Aquae expo hall
in Marghera, reaffirming the fundamental importance of
water for food. For the duration of the Biennale, moreover,
one can visit Potenza’s studio at San Trovaso.
Atelier di Potenza, San Trovaso (su prenotazione:
tel. 041/5287266 o [email protected])
«Cavallo» di Gianmaria Potenza
Vedere A VENEZIA | 23
Sguardi di donna e sguardi sul futuro
A female eye and a look at the future
Venezia. Per la mostra «Future Histories», curata
da Magnus af Petersens e organizzata dalla V-a-c
Foundation, Mark Dion e Arseniy Zhilyaev hanno
trasformato la Casa dei Tre Oci in una Wunderkammer.
Il percorso gioca sulla natura ambivalente dei musei:
custodi di culture lontane, ma anche guardiani della
storia ufficiale, sistemi di controllo colonialista e luoghi
che concorrono alla formazione d’idee sulla condizione
politica ed economica contemporanea.
«The Wonder Workshop» («Laboratorio delle meraviglie»)
è un piccolo ipotetico museo del futuro in cui Mark Dion
presenta una serie di sculture realizzate da un gruppo
di artisti e artigiani partendo da incisioni del XVII secolo
raffiguranti animali esotici.
Più inquietante, invece, il futuro prospettato da Arseniy
Zhilyav in «Cradle of Humanity» («Culla dell’umanità»):
un museo immaginario dedicato alle origini della civiltà,
istituito da un popolo alieno dopo che l’umanità ha
lasciato la Terra, un luogo in cui commemorare figure
storiche ed eventi che hanno portato alla conquista
dello spazio riportando in vita gli antenati del visitatore
attraverso corpi ottenuti con ricerche sul DNA.
Dall’11 settembre al 10 gennaio, infine, i Tre Oci
ospiteranno la collettiva «Sguardo di donna», curata da
Francesca Alfano Miglietti e allestita da Antonio Marras.
Saranno esposte le opere fotografiche di 26 artiste tra
cui Diane Arbus, Letizia Battaglia, Sophie Calle, Nan
Goldin e Yoko Ono. Gli scatti offrono un punto di vista
femminile su temi quali conflitto, relazione, sofferenza,
paura e mutazioni.
q Veronica Rodenigo
«The gender study_Valentin P. III» di Bettina Rheims
Venice. For the “Future Histories” exhibition curated by
Magnus af Petersens and organised by the V-a-c Foundation,
Mark Dion and Arseniy Zhilyaev have transformed the
Casa dei Tre Oci into a Wunderkammer. The layout
plays on the ambivalent nature of museums: custodians of
distant cultures, but also the guardians of official history,
systems of colonial control and places that contribute to
the formation of ideas on the contemporary political and
economic condition.
“The Wonder Workshop” is a small hypothetical museum
of the future in which Mark Dion presents a series of
sculptures created by a group artists and craftsmen basing
themselves on some 17th-century engravings depicting
exotic animals. More disturbing is the future outlined by
Arseniy Zhilyav in “Cradle of Humanity”: an imaginary
museum dedicated to the origins of civilisation, set up
by an alien people after humanity has left Earth; a place
in which to commemorate historical figures and events
that led to the conquest of space and reviving the visitor’s
ancestors through the creation of bodies obtained thanks
to DNA research. From September 11 to January 10,
finally, the Three Oci will host the collective “A female
eye”, curated by Francesca Alfano Miglietti in a layout by
Antonio Marras. It will present the photographic works
of 26 artists including Diane Arbus, Letizia Battaglia,
Sophie Calle, Nan Goldin and Yoko Ono. The images
offer a female point of view on issues such as conflict,
relations, suffering, fear and mutations.
q Veronica Rodenigo
Casa dei Tre Oci, isola della Giudecca, fondamenta delle Zitelle
43, mar-dom 10-18, tel. 041/2412332, 041/2410775, www.
treoci.org, «Future Histories» 9 maggio-23 agosto, «Sguardo
di donna. Da Diane Arbus a Letizia Battaglia, la passione e il
coraggio» 11 settembre-10 gennaio
Qiu Zhijie nel Caffè in cui nacque la Biennale | Qiu Zhijie in the coffee shop where the Biennale was born
Venezia. A fine Ottocento,
nella sala Senato dello storico Caffè Florian affacciato
su piazza San Marco, Riccardo Selvatico, intellettuale e sindaco di Venezia,
assieme ai suoi amici letterati ebbe l’idea di creare
la Prima Esposizione d’Arte, poi divenuta Biennale
d’Arte Contemporanea di
Venezia. Per celebrare la ricorrenza di tale avvenimento nel 1988 venne ideata la
prima edizione di «Temporanea, le realtà possibili del
Caffè Florian», progetto attraverso il quale un artista
contemporaneo
trasforma
periodicamente uno o più
ambienti del caffè di piazza
San Marco. Da allora molti
nomi celebri si sono succeduti in questi spazi: Bruno
Ceccobelli, Mimmo Rotella,
Fabrizio Plessi, Gaetano Pesce, Luca Buvoli, Arcangelo,
Irene Andessner, Fausto Gilberti, Botto&Bruno, MarcoTirelli, Pietro Ruffo e Omar Galliani, protagonista due anni
fa della mostra «Il sogno della Principessa Lyu Ji», organizzata in concomitanza con
la 55ma Biennale d’Arte. Dal
7 maggio al 31 agosto, con
La natura metafisica
Metaphysical nature
Venezia. Doppio appuntamento veneziano per Francesco
Bosso (1959), fotografo italiano interprete del paesaggio e
della natura selvaggia. Oltre a partecipare alla Biennale nel
Padiglione internazionale Grenada è ospite del Centro
Culturale Candiani di Mestre con una monografica che ne
raccoglie più di 60 scatti in bianco e nero che esplorano
l’attività tettonica della natura. Dune in movimento, rocce
scolpite e acque agitate, forme apparentemente caotiche e
frammentate, visioni di paesaggio incontaminato ispirate
alla drammatica grandiosità della pittura romantica. Secondo
il curatore Walter Guadagnini «le immagini scattate da Bosso
in diversi luoghi del mondo non raccontano l’esotismo turistico di
queste terre, quanto la capacità della fotografia di restituire agli occhi
una realtà trasformata per via di luce e di poesia. Quello di Bosso è
Vedere a VENEZIA | 24
la direzione artistica di Stefano Stipitivich, sarà la volta
dell’artista cinese Qiu Zhijie
(nella foto) (Fujian, 1969),
che dopo aver esposto durante la Biennale del 2013 nella
Fondazione Querini Stampalia torna a Venezia per reinterpretare la Sala cinese e
i tavolini esterni del Florian.
VENICE. In the late 19th century, Riccardo Selvatico, an
intellectual and mayor of Venice, and his literary friends
met in the sala Senato of the
historic Caffè Florian in St
Mark’s Square and had the
bright idea of creating the
first Exhibition of art, which
later became the Venice
Biennale of Contemporary
Art. To celebrate the event,
the first edition of “Temporanea, the possible realities
of Caffè Florian” was held
in 1988: a project in which
a contemporary artist periodically transforms one or
more rooms in the historic
cafe. Since then, many famous names have worked
in these spaces: Bruno Ceccobelli, Mimmo Rotella, Fabrizio Plessi, Gaetano Pesce,
un mondo metafisico nel quale il tempo appare sospeso. Non a caso
frequentemente l’artista ama confrontarsi con paesaggi innevati,
distese d’acqua o di sabbia, spazi vuoti che dicono (prima ancora che
dell’assenza dell’uomo) della presenza di una natura che è insieme
materia e stato d’animo, pura forma e visione simbolica». q V.R.
Venice. A double Venetian appointment for Francesco
Bosso (1959), an Italian photographer and interpreter of
landscape and wildlife. In addition to participating at the
«Apocalyptic, Iceland 2013» di Francesco Bosso
Luca Buvoli, Arcangelo, Irene
Andessner, Fausto Gilberti,
Botto&Bruno, Marco Tirelli,
Pietro Ruffo and Omar Galliani, the star two years ago of
the show called “The dream
of Princess Lyu Ji”, organised
in conjunction with the 55th
Biennale. From May 7 to
August 31, with the artistic
direction of Stefano Stipitivich, it will be the turn of the
Chinese artist Qiu Zhijie (pictured) (Fujian, 1969), who, after having participated at the
2013 Biennale at the Fondazione Querini Stampalia,
is now back in Venice to re-
interpret Florian’s Chinese
Room and outdoor tables.
Caffè Florian, piazza San Marco
56, tel. 041/5205641,
www.caffeflorian.com, «Le realtà
possibili del Caffè Florian.
Qiu Zhijie» 7 maggio-31 agosto
Biennale in the International Grenada Pavilion, he is a
guest of the Centro Culturale Candiani in Mestre with
a monographic show that brings together more than 60
shots in black and white that explore the tectonic activity
of nature. Moving dunes, sculpted rocks and rough waters,
seemingly chaotic and fragmented shapes, visions of pristine
landscape inspired by the dramatic grandeur of Romantic
painting. According to the curator, Walter Guadagnini,
“the images taken by Bosso in different parts of the world do not
illustrate the touristic exoticism of these lands, but rather the ability
of photography restore a reality transformed by light and poetry. To
Bosso, it is a metaphysical world in which time seems suspended. It
is no coincidence that the artist frequently likes to photograph snowy
landscapes, bodies of water or sand, empty spaces that speak (not so
much about the absence of man as) of the presence of a nature that is
both matter and mood, pure form and symbolic vision”. q V.R.
Centro Culturale Candiani, piazzale Candiani 7, Mestre,
tel. 041/2386111, mar-dom 10-20, www.candiani.comune.venezia.it,
«Francesco Bosso. The beauty between order and disorder»
8 maggio-28 giugno
Gli italiani fotografati a tavola
Italians photographed at table
Stra (Ve). In occasione dell’Expo 2015 il Museo Nazionale Villa Pisani ospita la mostra fotografica «Italiani a tavola 1860-1960», curata da Alberto Manodori Sagred e organizzata da Munus
(società concessionaria dei servizi museali che da anni si occupa di questa prestigiosa villa veneta) in collaborazione con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Venezia,
Belluno, Padova e Treviso e con Link Campus University (catalogo Munus-Palombi). Il percorso
si snoda nelle diverse aree dell’edificio e del suo parco. Ubicato lungo il fiume Brenta, con 114
stanze, arredi e opere originali del Sette-Ottocento, tra cui l’affresco «Gloria della famiglia
Pisani» di Giambattista Tiepolo, questo complesso è uno degli esempi più rilevanti di villa
veneta. Il fulcro della rassegna è un nucleo di oltre cento fotografie, che seguendo un ordine
cronologico rivelano abitudini e cambiamenti nelle tradizioni conviviali del Belpaese. I soggetti sono luoghi, persone, incontri al bar, ricorrenze familiari e ufficiali, momenti di domestica
quotidianità, pause nelle mense militari e dei collegi, ritrovi di artisti, e ancora, attività di produzione e commercio, campi coltivati, negozi, pesca in barca e il forno del pane. La Casa del
giardiniere nel parco della villa ospita invece la sezione «Veneziani a tavola». Accanto al racconto
per immagini (il cui arco temporale va dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni Sessanta del
secolo scorso) vi sono cinquanta pezzi tra maioliche, vetri e porcellane restaurati grazie
al supporto della Venetian Heritage Inc. e dell’Unesco. Nella sala da Pranzo, anch’essa restaurata, le piattaie, le credenze rococò e il tavolo apparecchiato evocano antichi banchetti.
Si visita anche l’Orangerie ottocentesca, votata alla coltivazione allora elitaria delle arance,
apprezzate per le caratteristiche sia ornamentali sia produttive. Si passa quindi alla collezione di
piante e alla ghiacciaia ottocentesca, aperta al pubblico per la prima volta. Oltre a documentare
i cambiamenti dell’Italia attraverso il cibo e lo stare a tavola, la mostra analizza l’evoluzione
della fotografia attraverso una selezione di macchine fotografiche di epoche differenti. Alle
ultime tendenze legate al cibo e alla sua rappresentazione è infine riservato il concorso per
fotoamatori «Italiani a tavola. Riflessi contemporanei», terminato a marzo con la selezione di
30 finalisti. q M.R.
In alto, Villa Pisani.
Qui a fianco, «Brindisi
a Pompeo Bonfili»
(ante 1870) di Michele
Mang. Lo scatto è stato
realizzato nello studio
del pioniere della
fotografia in piazza di
Spagna. Tra le persone
ritratte c’è Mang stesso,
il secondo in piedi da
sinistra
Stra (Ve). On the occasion of Expo 2015, the Museo Nazionale Villa Pisani is hosting a
photographic exhibition entitled “Italians at table, 1860-1960”, curated by Alberto Manodori
Sagred and organised by Munus (the company that has been responsible for the museum side
of this prestigious villa veneta for years) in collaboration with the Soprintendenza Belle Arti e
Paesaggio for the provinces of Venice, Belluno, Padua and Treviso and Link Campus University (catalogue by Munus-Palombi). The exhibition unfolds in the different areas of the building
and its park. Located on the banks of the River Brenta, and containing 114 rooms, furnishings and original works of the 18th and 19th centuries, including Giambattista Tiepolo’s
fresco of the “Glory of the Pisani family”, this complex is one of the most important examples
of villa veneta. The centrepiece of the exhibition is a group of over 100 photographs set out
in chronological order and revealing the habits and changes in the convivial traditions of
Italy. The subjects of the photographs are places, people, meetings in a bar, family and official
celebrations, moments of a domestic everyday nature, free time in military canteens and
colleges, gatherings of artists and more, together with production and trade, the cultivation
of fields, shops, fishing from boats and bread ovens. The gardener’s house in the grounds of
the villa hosts the “Venetians at table” section. Next to the story in pictures (stretching from
the second half of the1800s to the 1960s) there are 50 objects, including majolica, glass
and porcelain restored thanks to the support of Venetian Heritage Inc. and Unesco. In the
dining room, itself restored, the crockery, rococò sideboards and set table evoke ancient
banquets. The visit includes the 19th-century Orangerie, devoted to the then-elitist cultivation of oranges, appreciated for their ornamental characteristics as well as for their fruit.
And then on to the collection of plants and the 19th-century ice house, open to the public for
the first time. In addition to documenting changes in Italy through food and being at table,
the exhibition examines the evolution of photography through a selection of cameras from
different eras. The latest trends related to food and its depiction is the theme of the competition for amateur photographers, with the title of “Italians at table. Contemporary
reflections”, which ended in March with the selection of 30 finalists. q M.R.
Museo Nazionale Villa Pisani, via Doge Pisani 7, mar-dom 9-20 (fino al 30 settembre), mar-dom 9-17
(1-31 ottobre) tel. 049/502270, www.villapisani.beniculturali.it, «Italiani a tavola 1860-1960»
fino al 31 ottobre
Vedere in provincia di vENEZIA | 25
Le perle di Villegrandtour
The Pearls of Villegrandtour
VENETO. Villegrandtour è un network che riunisce alcune ville venete in una serie di percorsi culturali e storici. Tra
gli artisti e architetti coinvolti nella realizzazione di queste antiche dimore Andrea Palladio, Francesco Muttoni,
Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese, solo per citarne alcuni.
VENETO. Villegrandtour is a network linking a number of villas in the Veneto in a series of cultural and historical trails.
The artists and architects involved in building and designing these splendid houses include Andrea Palladio, Francesco
Muttoni, Giambattista Tiepolo and Paolo Veronese, to name just a few.
amphitheatre set into the hillside, with ponds, views and
areas of natural landscape and land under cultivation.
Dall’alto a sinistra e in senso orario, Museo dell'Automobile
Bonfanti-Vimar, Museo Toni Benetton e Villa Valmarana ai Nani
Villa di Maser. Fu costruita da Andrea Palladio tra il 1554
e il 1560 per l’umanista Daniele Barbaro e suo fratello
Marcantonio Barbaro su un vecchio palazzo medievale. È
decorata con un ciclo di affreschi di Paolo Veronese e stucchi
di Alessandro Vittoria, allievo di Jacopo Sansovino. Dal 1996 è
patrimonio Unesco.
Villa di Maser. The villa was built over a pre-existing
medieval palace by Andrea Palladio between 1554 and 1560 for
the humanist Daniele Barbaro and his brother Marcantonio
Barbaro. It is decorated with a cycle of frescoes by Paolo
Veronese and stuccoes by Alessandro Vittoria, a pupil of
Jacopo Sansovino. It has been a UNESCO World Heritage site
since 1996.
Maser (TV), via Cornuda 7, mar-sab 10-18, dom 11-18,
tel. 0423/923004, www.villadimaser.it
Orgiano (Vi), via San Francesco 2, dom e festivi 15-19
fino al 31 ottobre, chiuso 1-20 agosto, tel. 335/8221426,
www.villafracanzanpiovene.com
Museo dell’Automobile Bonfanti-Vimar. Ripetutamente
premiato come migliore museo europeo della motorizzazione,
è tra i primi dieci musei del Veneto per numero di visitatori:
35mila ogni anno. Propone corsi di restauro per veicoli
d’epoca e ospita numerosi cimeli.
Bonfanti-Vimar Automobile Museum. A regular winner
of the prize for best motor museum in Europe and among
the top ten most visited museums in the Veneto, with 35,000
visitors per year. It offers courses in vintage car restoration
and contains numerous memorabilia.
Romano d’Ezzelino (Vi), via Torino 2, mar-dom 10-12,
tel. 0424/513690, www.musoebonfanti.veneto.it
Tenuta Frassanelle. Posizionata ai piedi dei Colli Euganei,
appartiene alla famiglia dei Conti Papafava dei Carraresi dal
1263. Comprende un terreno coltivato di 80 ettari, un parco
del 1860 di circa 120 ettari, una villa ottocentesca, una fattoria
del 1601 e alcune case coloniche.
Museo Toni Benetton. Usata nel Settecento come dimora
Tenuta Frassanelle. An estate located at the foot of the Colli
estiva dalle ricche famiglie veneziane, dal 2000 ospita il Museo
Toni Benetton, voluto dalla famiglia dello scultore (1910-66).
Una settantina di opere sono allestite nell’antico parco di
20mila metri quadri.
Euganei that has been in the Counts of Papafava dei Carraresi
family since 1263. It includes 80 hectares of cultivated land,
around 120 hectares of parkland laid out in 1860, a 19thcentury villa, a farm established in 1601 and a number of
outlying buildings.
Toni Benetton Museum. Used by wealthy Venetian families
in the 18th century as their summer residence and since 2000
housing the Toni Benetton Museum, which was founded
by the sculptor’s family (1910-1966). Some sixty works are
scattered around the 20,000 sq.m. of ancient parkland.
Mogliano Veneto (TV), via Marignana 112, su prenotazione,
tel. 041/942111, www.museotonibenetton.it
Castello di Monselice. Complesso di edifici eretti tra l’XI
e il XVI secolo ai piedi del Colle della Rocca. La Biblioteca di
fine Cinquecento ospita dal 1998 l’Antiquarium Longobardo
(un piccolo museo con i reperti della limitrofa necropoli
longobarda), ma vi sono anche il Museo delle Rarità di Carlo
Scarpa e l’Aula Aldo Businaro.
Monselice Castle. A series of buildings erected between
the 11th and 17th centuries at the foot of Colle della Rocca.
The late-16th century library has housed the Antiquario
Longobardo (a small museum containing the finds from a
nearby Longobard necropolis) since 1998. The castle also hosts
Carlo Scarpa’s Museo delle Rarità and the Aula Aldo Businaro.
Monselice (PD), via del Santuario 11, lun-dom 9-12, 15-18,
tel. 0429/72931, www.castellodimonselice.it
Villa Fracanzan Piovene. Monumentale villa costruita nel
1700 su progetto di Francesco Muttoni, è uno dei rari esempi
di architettura barocca in Veneto. Al medesimo architetto,
studioso di Palladio, si devono anche l’impostazione del
giardino e l’anfiteatro collinare, con peschiere, prospettive,
spazi naturali e coltivati.
Villa Fracanzan Piovene. Monumental villa built by
Francesco Muttoni in 1700 and one of the rare examples
of Baroque architecture in the Veneto. The same architect,
a keen follower of Palladio, also designed the garden and
Vedere IN VENETO | 26
Rovolon (PD), via Frassanelle 14, su prenotazione, tel. 049/9900054,
335/1274151, 340/7714819, www.frassanelle.it
Villa Borromeo. Tipica dimora veneta, sorge in un complesso
abitativo agricolo legato alla famiglia Borromeo del 1615 ca.
Nel piano nobile ospita una sequenza di sale affrescate fra Sei
e Settecento da artisti del luogo.
Villa Borromeo. A typical Veneto residence set amid
numerous farm buildings associated with the Borromeo
family and dating from around 1615. The first floor boasts a
series of rooms decorated with frescoes painted by local artists
in the 17th and 18th centuries.
Sarmeola di Rubano (PD), via della Provvidenza 61, su prenotazione,
tel 049/8979900, www.villaborromeo-pd.it
Villa Foscarini Rossi. Complesso seicentesco lungo la
Riviera del Brenta composto da foresteria e villa padronale
commissionato dai Foscarini ad architetti come Vincenzo
Scamozzi, Francesco Contini, Giuseppe Jappelli e a pittori
e decoratori come Pietro Liberi e Domenico de Bruni. La
villa padronale ospita il Museo Rossimoda, dedicato alla
calzatura.
Villa Foscarini Rossi. A set of 18th-century buildings set on
the banks of the Brenta, comprising a guest house and the
main villa built for the Foscarini family by architects such as
Vincenzo Scamozzi, Francesco Contini and Giuseppe Jappelli.
It contains decorations by artists such as Pietro Liberi and
Domenico de Bruni. The main building houses the Rossimoda
shoe museum.
Stra (VE), via Doge Pisani 1, aprile-ottobre lun-ven 9-13/14-18,
sab-dom 14,30-18 novembre-marzo lun-ven 9-13, tel. 049/9801091,
www.villafoscarini.it
Tenuta Ca’ Zen. Costruita a inizio Settecento dagli Zen,
famiglia di patrizi veneziani, la villa conserva l’impianto
settecentesco nel corpo centrale, nelle scuderie e nella
barchessa. A fine Ottocento fu ampliata con ale laterali ed
estesi granai. Ubicata nel Parco del Delta del Po fu celebrata
da Lord Byron nei versi di Stanzas to the Po.
Tenuta Cà’ Zen. An estate established in the early 18th
century by the aristocratic Venetian Zen family. The
central section of the villa, the stables and the “Barchessa”
preserve the original 18th-century layout. The villa was
enlarged at the end of the 19th century through the
addition of the two wings and large barns. The estate is
set in the Park of the Po Delta and was celebrated in Lord
Byron’s Stanzas to the Po.
Taglio di Po (RO), Ca’ Zen 4, su prenotazione, tel. 0426/346469,
www.tenutacazen.it
Castello di Thiene. È il più cospicuo edificio gotico
vicentino del XV secolo, esempio di villa prepalladiana
che fonde le caratteristiche del castello a quelle del
palazzo veneziano. Conserva gli affreschi del XVI secolo di
Giovanni Battista Zelotti, e di Giovanni Battista Fasolo e le
scuderie di Francesco Muttoni del XVIII secolo.
Thiene Castle. This 15th-century Gothic building is the
most imposing of its kind in the Vicenza area and a fine
example of a pre-Palladian villa, combining as it does the
characteristics of a castle with those of a Venetian palace. It
contains 16th-century frescoes by Giovanni Battista Zelotti
and by Giovanni Battista Fasolo, as well as stables built in
the 18th century by Francesco Muttoni.
Thiene (Vi), corso Garibaldi 2, su prenotazione, tel. 329/8541962,
www.castellodithiene.com
Villa Trissino Marzotto. Edificata nell’alto Medioevo come
roccaforte prima e castello poi, fu trasformata nel XV secolo in
villa di campagna. Tra il 1718 e il 1722 fu ampliata e restaurata
da Francesco Muttoni. È circondata da un ampio parco
settecentesco.
Villa Trissino Marzotto. Originally designed as a fortress
in the early Middle Ages and later enlarged into a castle,
this building was converted into a country villa in the 15th
century. It was enlarged and restored by Francesco Muttoni
between 1718 and 1722. It is set in a large park laid out in the
18th century.
Trissino (Vi), piazza Giangiorgio Trissino 2,
lun-ven 10-12/15-17,
sab 10-12, tel. 0445/962029, www.villatrissinomarzotto.it
Villa Valmarana ai Nani. Costruita nel 1670,
fu dotata negli anni successivi di una barchessa e di una
foresteria. Nel 1757 Giambattista e Giandomenico Tiepolo
affrescarono le undici stanze della palazzina e della foresteria
con scene di soggetto mitologico. Si affaccia su un parco
storico.
Villa Valmarana ai Nani. The villa was built in 1670 and
an outlying “Barchessa” and guest house were added in
later years. In 1757 Giambattista and Giandomenico Tiepolo
adorned the rooms of the main house and guest house with a
series of frescoes with mythological themes. The villa is set in
ancient parkland.
Vicenza, stradella dei Nani 8, mar-ven 10-12,30/15-18,
sab-dom 10-18, tel. 0444/321803,
www.villavalmarana.com
www.villegrandtour.it
[email protected]
Dall'alto:
Villa Fracanzan Piovene, Villa Foscarini Rossi, Tenuta Cà Zen, Villa Trissino Marzotto,
Tenuta Frassanelle, Villa Borromeo, Castello di Thiene, Castello di Monselice, Villa di Maser
Nicolò Degiorgis, «CIMA», 2014, installazione.
Magnifica Comunità di Cadore, Pieve di Cadore, a cura
di Iolanda Da Deppo (Gal Alto Bellunese)
Quando la montagna diventa leader
When mountains become leaders
Lozzo di Cadore (Bl). Il Gruppo di Azione Locale Alto Bellunese, Gal, è un’istituzione finalizzata
allo sviluppo rurale del territorio attraverso la cultura. Ne parla il presidente Flaminio Da Deppo.
Qual è l’ambito di competenza di Gal Alto
Bellunese?
Fin dalla fondazione abbiamo lavorato nell’ambito della
cultura. Abbiamo il dovere e la necessità di creare le
condizioni affinché sul territorio si producano le nuove
idee di cui lo stesso territorio ha bisogno. Nei programmi
europei esiste la necessità di non uniformare le proposte e le attività, ma di evidenziare le differenze
tra i vari territori.
Con quali soggetti vi confrontate e in che modo?
Con i musei, i curatori, gli artisti, le istituzioni e il pubblico, innescando con essi un dialogo diretto e concreto
che porti a nuove idee. Mescoliamo installazioni, performance, interventi accademici. È necessario attuare
un cambiamento radicale del punto di vista e ricercare rotte diverse.
Quali progetti avete realizzato?
Tanti. Recentemente «Chiavi di accesso» nell’ambito del programma «Interreg IV Italia-Austria» del Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale. Ci siamo rapportati con realtà vicine alle nostre: il Südtirol e la città di
Glorenza, la Comunità Montana della Carnia, la regione di Landeck nell’ovest del Tirolo austriaco.
Tutti luoghi lontani dai centri.
Servono innovatori, scelte nette e nuove. Questo vale soprattutto in situazioni periferiche come le nostre, ma
anche nei centri, dove ci si adagia nel sicuro e nel tranquillo.
In quali altri progetti siete impegnati?
Ci occupiamo della promozione e fruizione del patrimonio artistico del territorio con il progetto «Tesori
d’arte nelle chiese del bellunese». Nell’alto bellunese c’erano intere aree dormienti che sono state trainanti
nel passato e poi dimenticate; fare in modo che la popolazione se ne appropri significa generare nuove idee.
Abbiamo sostenuto un bando per il recupero di edifici pubblici e privati, con il 1955 come spartiacque ideale:
è la data che segna l’inizio della speculazione edilizia e il momento in cui si è perso il rapporto con l’ambiente
e il territorio.
Programmi futuri?
Vogliamo sviluppare questa linea operativa lavorando con le realtà a noi vicine come l’Austria e la Val
Pusteria. Stiamo cercando di recuperare questi rapporti.
Come pensate di concretizzare questa idea?
Abbiamo dato vita ad AdMuseum, un progetto tranfrontaliero con l’obiettivo di rafforzare la rete dei musei.
Vogliamo sviluppare progetti insieme, lavorare come un’unica comunità, con un’unica strategia. q M.R.
Lozzo di Cadore (Bl). Gruppo di Azione Locale Alto Bellunese,
GAL for short, is an organisation set up to foster rural development through culture. Its chairman, Flaminio Da Deppo is happy to discuss its aims.
What is GAL’s field of operation exactly?
Ever since we were founded we’ve always worked in the field of culture. We have the duty and the need
to promote the conditions conducive to the generation of the new ideas the region itself so badly needs.
It is part of European policy not to develop uniform packages of projects and schemes designed to fit all
circumstances, but to try to bring out the differences between various regions.
Who exactly do you address and in what way?
Museums, curators, artists, institutions and the general public. We try to involve them all directly in lively
and concrete debate, which we hope will give rise to fresh ideas. We blend installations, performances
and academic discussions. We need to make radical changes in the way we look at things and find new
ways forward.
What have you achieved?
A lot. We recently held “Chiavi di accesso” as part of the “Interreg IV Italia-Austria” programme of the
European Fund for Regional Development. We were able to compare ourselves with other similar regions:
the South Tyrol and the town of Glorenza, the Carnic Alps area and the Landeck region in the western
part of the Austrian Tyrol.
All places a long way from big cities.
We need innovators prepared to make clear, new choices. That applies especially to peripheral areas like
ours, but it also goes for larger cities, where it’s easy to sit back and relax in a supportive environment.
What other schemes are you involved in?
We’re concerned to promote and exploit the area’s artistic heritage through the “Tesori d’arte nelle chiese
del bellunese” (Art Treasures in the Churches in the Belluno Area) project. In the upper Belluno region
there were entire areas that used to be centres of dynamic activity and were gradually forgotten. Finding
a way for people to reclaim them means generating new ideas. We issued invitations to tender for the
restoration of public and private buildings, taking 1955 as the cut-off date (since it’s the year property
speculators moved in and when we lost touch with the environment and a sense of the area as a whole).
Plans for the future?
We want to develop this line of thinking, working with other nearby areas with similar characteristics,
like Austria and Val Pusteria. We’re working on building a good relationship.
How to you intend putting it into practice?
We’ve launched AdMuseum, a cross-border project that aims to reinforce the network of museums. We
want to develop projects together, working as a single community, with a common strategy. q M.R.
Gal Alto Bellunese www.chiavidiaccesso.it, www.admuseum.eu, www.galaltobellunese.com
In Val di Zoldo, il villaggio
di Fornesighe è un esempio
di intervento di recupero
e restauro di edifici
storici promosso dal Gal
Alto Bellunese, che ha visto
collaborare insieme soggetti
pubblici e privati.
Il risultato più importante
raggiunto è stata
la restituzione alla comunità
locale di un luogo
in cui vivere e investire
per il futuro.
Gli artisti che hanno
partecipato al progetto Chiavi
di Accesso sono i bolzanini
Michael Fliri (di cui nella foto
si vedono alcune opere della
mostra al Museo Rimoldi
di Cortina d’Ampezzo)
e Nicolò Degiorgis e il
bellunese Mario Tomè.
Con questo progetto il Gal
ha voluto proporre
una lettura diversa
dei territori e dei musei
attraverso l’uso dei linguaggi
dell’arte contemporanea.
GAL ALto BeLLunese
www.galaltobellunese.com
Vedere IN PROVINCIA DI BELLUNO | 28
Da alcuni anni nei Musei
dell’Alto Bellunese tra le attività
educative rivolte ai residenti,
alle scuole e ai turisti vengono
organizzati spettacoli teatrali
inerenti i temi messi in mostra
nei Musei stessi.
Nella foto un momento dello
spettacolo “S-legati” di e con
Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi.
Il progetto “Tesori d’arte
nelle chiese dell’Alto Bellunese”
ha svelato un patrimonio
artistico di inaspettata bellezza
e importanza.
Chiese e singole opere sono state
al centro di una campagna
di studi, restauri e promozione
che ha consentito di creare
degli itinerari tematici.
Si tratta di un esempio
delle capacità della montagna
di definire politiche di sviluppo
e governance per il proprio
territorio coerenti con
i bisogni e le aspirazioni
delle popolazioni.
Nella fotografia, l’interno
della Chiesetta di Sant’Orsola
a Vigo di Cadore.
Via Padre Marino
Lozzo di Cadore (BL)
tel. 0435 409903
Fax 0435 408063
[email protected]
Statua di Esculapio, II secolo
d.C. © Giovanni Frescura
A Feltre per tre musei
Three museums in Feltre
Feltre (Bl). Feltre si distingue per «il patrimonio storico culturale
inserito in un contesto ambientale di pregio, spiega l’assessore
all’Ambiente e Turismo Valter Bonan, è la porta d’ingresso dalla
pianura al Sistema 3 del Patrimonio Dolomiti Unesco, è parte integrante
e sede del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. L’elevata biodiversità,
la naturalità del paesaggio, la conservazione di testimonianze uniche,
l’architettura e l’arte, dalla romanità ai giorni nostri, ne fanno una meta
apprezzata». A Feltre si possono visitare il Museo Diocesano
d’Arte Sacra, il Museo Civico e la Galleria d’Arte Moderna
Carlo Rizzarda. Quest’ultima, inaugurata nel 1938 in Palazzo
Cumano, è nata intorno al lascito testamentario di Carlo
Rizzarda, che comprende le sue creazioni in ferro battuto
datate dal 1910 al 1930 e la sua raccolta d’arte: vetri soffiati delle
manifatture Barovier, Fratelli Toso, Maestri Vetrai muranesi
Cappellin & C., alcuni disegnati da Carlo Scarpa, ceramiche
realizzate da Enrico Mazzolani, Galileo Chini, Guido Andlovitz
e Helen König Scavini per la Lenci. Oltre al mobilio anni ’20
di Giovanni Muzio e Giambattista Gianotti, la collezione
include opere di Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Felice
Casorati, Egon Schiele, Adolfo Wildt e Libero Andreotti, artista
frequentato da Rizzarda. Nel 2007 si è aggiunta la donazione
di Liana Bortolon: circa 90 opere di Massimo Campigli,
Mario Sironi, Bruno Cassinari, Ennio Morlotti, Gino Severini,
Ruggero Savinio e altri. Dal 2008 una sezione documenta
l’ambiente artistico feltrino del secondo dopoguerra animato,
in particolare, da Tancredi Parmeggiani. Il Museo Civico,
istituito nel 1903 in Palazzo Villabruna, ospita invece mobili
scolpiti e intagliati e suppellettili d’epoca e la pinacoteca che
comprende la collezione ottocentesca del conte Jacopo Dei (arte
veneta e italiana dal ’400 all’800 con artisti quali Jacopo Palma
il Giovane, Pietro Liberi e Nicolas Régnier), gli interpreti del
’500 feltrino, Lorenzo Luzzo e Pietro de Marascalchi e, ancora,
Giovanni Battista Cima da Conegliano, Gentile Bellini e Vittore
Belliniano. «Attualmente, sottolinea la conservatrice Tiziana
Casagrande, è in corso un potenziamento dei temi archeologici del
Museo e la valorizzazione del patrimonio archeologico del territorio in
FELTRE
www.comune.feltre.bl.it
un percorso che porti dall’area archeologica del sagrato del Duomo al
Museo passando per gli scavi del Belvedere e del Teatro». Il 4 luglio
la monumentale statua di Esculapio di epoca romana,
rinvenuta nel 1974 negli scavi davanti al sagrato del Duomo e
recentemente restaurata, sarà esposta nella Sala Pia e in seguito
dovrebbe entrare nell’allestimento permanente del Museo
Civico. Infine il Museo Diocesano di Arte Sacra, inaugurato
nel 2007 nell’antico Vescovado risalente al XIII secolo,
conserva sculture, dipinti di maestri come Jacopo Tintoretto,
Sebastiano Ricci e Luca Giordano e capolavori di oreficeria
provenienti dalle antiche diocesi di Feltre e Belluno. q M.R.
Feltre (Bl). Feltre is distinguished by having “a cultural
and historical heritage set in an outstanding environmental
context”, as the councillor in charge of the regional
department of the environment and tourism Valter
Bonan puts it. “It is the gateway from the plain to System
3 of the UNESCO Dolomites Heritage, as well as an integral
part and headquarters of the National Park of the Belluno
Dolomites. Its high degree of biodiversity, its unspoilt landscape,
the preservation of unique features and its architecture and
art, from Roman times to the present day, all make it a prime
destination.” Among Feltre’s attractions are the Museo
Diocesano d’Arte Sacra, the Museo Civico and the
Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda. The last of
these was inaugurated in Palazzo Cumano in 1938 and at
its core is Carlo Rizzarda’s bequest, which includes his
wrought iron works made from 1910 to 1930 and his art
collection: blown glass objects made by Barovier, Fratelli
Toso, Cappellin & Co. master glassmakers of Murano,
others designed by Carlo Scarpa and ceramics created by
Galileo Chini, Helen König Scavini and others for Lenci.
Besides the 1920s furniture designed by Giovanni Muzio
and Giambattista Gianotti, the collection also includes
Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Felice Casorati,
Egon Schiele, Adolfo Wildt and Libero Andreotti, one
of the artists with whom Rizzarda was personally
acquainted. In 2007 the collection was enlarged by the
arrival of the Liana Bortolon donation: around 90 works
by Massimo Campigli, Mario Sironi, Bruno Cassinari,
Ennio Morlotti, Gino Severini, Ruggero Savinio and
others. Since 2008 there has been a section dedicated to
the post-Second World War art scene in Feltre, presided
over especially by Tancredi Parmeggiani. The Museo
Civico, established in Palazzo Villabruna in 1903,
contains carved and incised furniture and furnishings
of the period, the picture gallery, boasting the 19thcentury collection of Count Jacopo Dei (covering works
from the Veneto and further afield in Italy from the
15th to the 19th centuries and including artists such
as Jacopo Palma the Younger, Pietro Liberi and Nicolas
Régnier), artists representing the art of 16th-century
Feltre, Lorenzo Luzzo and Pietro Marascalchi, as well as
Giovanni Battista Cima da Conegliano, Gentile Bellini
and Vittore Belliniano. “At present, we’re building up
the archaeological section of the museum as part of
the promotion of the area’s archaeological heritage
through the creation of a trail leading from the square
in front of the Duomo to the museum, taking in the
Belvedere and theatre excavations”, says the curator
Tiziana Casagrande. On 4 July the monumental
Roman statue of Esculapius, found in 1974 during the
excavations in the square in front of the Duomo and
recently restored, is to be displayed in the Sala Pia and
will then be on permanent display in the Museo Civico.
Lastly, the Museo Diocesano di Arte Sacra, which
was opened in the former 13th-century bishop’s palace
in 2007, contains sculptures and paintings by Jacopo
Tintoretto, Sebastiano Ricci and Luca Giordano,
among others, as well as masterpieces of silver- and
gold-work from the ancient dioceses of Feltre and
Belluno. q M.R.
Museo Civico di Feltre, via Lorenzo Luzzo 23, tel. 0439/885241-242,
sab-dom-festivi 10,30-13/14,30-19, musei.comune.feltre.bl.it/
MuseoCivico. Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda, Via Paradiso
8, mar-gio, 10,30-12,30/15-18, ven 10,30-12,30, sab-domfestivi 10,30-13/14,30-19, tel. 0439/885234-242, musei.comune.
feltre.bl.it/GalleriaRizzarda. Museo Diocesano, via Paradiso 19, tel.
0439/844082, www.diocesi.it
Area Dolomiti Patrimonio dell’Umanità UNESCO Sede Parco Naz.le Dolomiti Bellunesi
Da visitare
Museo Civico, Galleria d’Arte Moderna “C.Rizzarda”, Area Archeologica,
Teatro de la Sena - http://cultura.comune.feltre.bl.it
Museo Diocesano di Arte Sacra – www.diocesi.it
Ass.ne Feltre
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Vedere IN PROVINCIA DI BELLUNO | 29
La casa dell’eclettico Buzzati sulle Alpi
The Eclectic Buzzati’s House in the Alps
Le scalate culturali delle Dolomiti
Cultural Climbs in the Dolomites
Feltre (Bl). L’Associazione Internazionale Dino Buzzati promuove attività di ricerca e approfondimento sull’artista e scrittore veneto nato a Belluno nel 1906 e morto a Milano nel 1972. Ne parla Patrizia Dalla
Rosa, responsabile della ricerca e consulenza bibliografica del Centro Studi Buzzati e segretaria di redazione della rivista «Studi buzzatiani».
Com’è nata l’Associazione Internazionale Dino Buzzati?
È nata nel 1988 da un’intuizione di Nella Giannetto, dando seguito alla preesistente Association Internationale des Amis de
Dino Buzzati attiva già nel 1976 in Francia, poi inglobata nel 1994 come nostro bureau francese, tuttora attivo a Bordeaux.
Abbiamo avuto anche una sede in Congo e una sezione presso l’Università di Oradea in Romania.
Perché un’associazione internazionale tra le Alpi a Feltre?
Tra il 1968 e il 2010 a Feltre è stato attivo l’Istituto Universitario Lingue Moderne Iulm. Inoltre dista solo 30 chilometri dalla
casa natale dello scrittore: Villa Buzzati, che consiglio a tutti di visitare per capire a fondo l’autore.
Quanto è importante la ricerca?
Il primo scopo dell’Associazione è la ricerca. Tra Feltre e Belluno sono stati realizzati cinque convegni internazionali dal 1989
al 2008. Abbiamo partecipato attraverso il contributo di relatori, consulenti e materiali a iniziative in Italia, in Europa,
a Teheran e a Seul. Inoltre assistiamo, promuoviamo e stimoliamo la ricerca di laureandi e laureati i cui progetti spesso
confluiscono nella rivista «Studi buzzatiani» (uno dei rarissimi casi di riviste dedicate a un unico autore novecentesco) che ha
Patrizia Dalla Rosa
anche una collana, i «Quaderni di Studi buzzatiani».
Che cosa custodisce il Centro Studi Buzzati?
3.500 documenti, 300 volumi, le opere di Buzzati (anche in edizioni rare per studi filologici), le traduzioni in 32 lingue e una lunga serie di informazioni
bibliografiche. È un centro aperto alla raccolta e alla catalogazione di materiali bibliografici e documentari, alla ricerca, alla divulgazione e
all’approfondimento a tutti i livelli (dagli specialisti alle scuole primarie). Una sezione della rivista è dedicata alla didattica.
A che cosa si deve la fortuna di Buzzati?
All’universalità delle sue ambientazioni e tematiche, alla sua apparentemente facile traducibilità e alla sua poliedricità, essendosi dedicato oltre che
al giornalismo, al disegno, alla pittura, al fumetto, al teatro, alla narrativa e alla poesia. q M.R.
Feltre (Bl). The International Dino Buzzati Association promotes research into the life and
work of the artist and writer, who was born in Belluno in 1906 and died in Milan in 1972.
Patrizia Dalla Rosa, who is in charge of research and provides expert bibliographic information at the Centro Studi Buzzati, as well as being editorial secretary at the magazine “Studi
Buzzatiani”, discusses the role of the association.
How did the International Dino Buzzati Association come to be founded?
Nella Giannetto founded it in 1988 as an extension of the Association Internationale des Amis de Dino
Buzzati, which had existed in France since 1976 and was incorporated as our French branch in 1994 and is
still active in Bordeaux. We have also had branches in Congo and in the University of Oradea in Romania.
How is it that there’s an international association in Feltre, tucked away in the Alps?
The IULM (Istituto Universitario Lingue Moderne) was based in Feltre between 1968 and 2010. And of
course it’s only 30 kilometres from the house where the writer was born: Villa Buzzati, which I encourage
everyone who really wants to understand him to visit.
How important is research?
Research is the association’s main purpose. Five international conferences were held between
Feltre and Belluno from 1989 to 2008. We have contributed speakers, advisors and material
to various projects in Italy, other countries in Europe, Teheran and Seoul. Moreover, we
assist, promote and stimulate undergraduate and graduate research and these projects often
find their way into “Studi Buzzatiani”(one of the very few periodicals dedicated exclusively
to a single twentieth-century writer), which is part of a series, “Quaderni di Studi Buzzatiani”.
What does the Centro Studi Buzzati contain?
3,500 documents, 300 books, the complete works of Dino Bussati (including rare editions for philological
studies), translations into 32 languages and a mass of bibliographic information. The centre was set up
Dino Buzzati
to collect and catalogue bibliographic material and documents, carry out research, raise the writer’s
profile and foster interest in his work (at all levels, from the specialist to primary schools). There is a section in the magazine devoted specifically to
educational matters.
What do you put Buzzati’s success down to?
The universal nature of his settings and themes, his seemingly easily translatable style and his eclecticism, since besides being a journalist, he was
also an accomplished draughtsman, painter and cartoonist, as well as pursuing a number of literary interests – drama, fiction and poetry. q M.R.
Centro Studi Buzzati, Palazzo Borgasio, via Luzzo 13, mar 14,30-17, mer 9,30-12/14,30-17, gio 14,30-17, tel. 0439/885331, www.buzzati.it
Borca di Cadore (Bl). Dolomiti Contemporanee nasce nel
2011 con lo scopo di trasformare il territorio delle Dolomiti
venete in un centro diffuso di produzione culturale. I luoghi
individuati sono siti dismessi e aree sensibili come la Diga
del Vajont. Lo scorso anno è stato riaperto il villaggio Eni nel
Cadore, realizzato tra gli anni ’50 e ’60 dall’architetto Edoardo
Gellner con Carlo Scarpa poi abbandonato. A ridargli vita sono
stati numerosi artisti e filosofi. Gianluca D’Incà Levis (nella
foto) ideatore di Dolomiti Contemporanee, curatore di Progettoborca (la riapertura del villaggio Eni) e del Nuovo Spazio di
Casso (centro espositivo in un’ex scuola elementare chiusa
dopo il disastro del Vajont) risponde ad alcune domande.
Che cos’è Dolomiti Contemporanee?
È un laboratorio di sperimentazione culturale e artistica. Riattiviamo fabbriche abbandonate, grandi siti inerti che conservano, seppur depresso, il proprio valore storico o simbolico: li
trasformiamo in cantieri di rigenerazione creativa, in osservatori critici sul paesaggio. Avviamo prassi e riflessioni in un contesto specifico, utilizzando la montagna come cava di stimoli. La
delocalizzazione geografica non deve coincidere con uno stato
di marginalità culturale.
In alta montagna però è più difficile.
La montagna non è penalizzata rispetto ai centri urbani. Ha
delle specificità che non sono debolezze logistiche o strategiche, ma sue caratteristiche, valori di cultura.
Qual è il bilancio dei primi quattro anni?
È un bilancio concreto: le fabbriche vengono riattivate, i siti
fermi si muovono. DC ha budget bassissimi, non è dotato di
un’economia ma la crea e muove il territorio.
Borca di Cadore (Bl). Dolomiti Contemporanee was created
in 2011 with the aim of turning the Veneto Dolomites into a
widespread area of cultural output. The locations identified are
derelict sites and sensitive areas, such as the Vajont dam. The
ENI village in Cadore, which was built by Edoardo Gellner and
Carlo Scarpa in the 1950s and 1960s and later abandoned,
was reopened last year. A number of artists and philosophers
have moved in. Gianluca d’Incà Levis (photo), the mind behind
Dolomiti Contemporanee and organizer of Progettoborca (the
reopening of the Eni village) and of the Nuovo Spazio di Casso
(an exhibition space in a former primary school closed after the
Vajont disaster), answers our questions.
What is Dolomiti Contemporanee?
It’s a laboratory where cultural and artistic experiments are carried out. We convert abandoned factories and large, inert sites
that still retain a certain historical or symbolic, albeit low-level,
value. We turn them into workshops of creative regeneration
and critical landscape observatories. We launch schemes and
test ideas in a specific context, using mountains as a sounding
board. Geographical delocalization shouldn’t necessarily coincide with cultural marginalization.
But it’s harder in the high mountains.
The mountains are no worse off than cities. They have their
own characteristics that can’t be reduced to logistical or strategic weaknesses; they amount to cultural values.
What has been achieved over the first four years?
We’ve achieved a good deal: factories have been reopened,
formerly derelict sites are enjoying a new lease of life. DC operates on a tiny budget; it isn’t a wealth-generating enterprise,
but one that creates the conditions for a thriving economy and
gets the area on the move.
L’Associazione Internazionale Dino Buzzati
Casella Postale 78, 32032 Feltre (BL) - Tel. +39 0439 885331
[email protected] - www.buzzati.it
Magnifica Comunità di Cadore
Piazza Tiziano, 2 - 32044 Pieve di Cadore (BL)
Tel. 0435-32262 Fax 0435-32858
[email protected]
contatto skype bookshopmagnifica
Vedere IN PROVINCIA DI BELLUNO | 30
nasce nel 1988 a Feltre, a trenta chilometri dalla casa natale dello scrittore,
conta circa ottocento soci, sparsi nei cinque continenti, e un gruppo nazionale in Francia.
Col suo Centro Studi Buzzati è punto di riferimento per studiosi e appassionati di tutto il mondo.
www.magnificacomunitadicadore.it
www.museicadoredolomiti.it
[email protected]
Siamo una Magnifica Comunità. Dal 1300
We are a Magnificent Community. Since 1300
Il palazzo della Magnifica Comunità di Cadore
© G. Viani
Pieve di Cadore (Bl). La Magnifica Comunità di Cadore, organizzazione fondata all’inizio del XIV secolo come
forma di autogoverno di questo territorio alpino, è stata
interrotta nel periodo napoleonico e ricostituita nel 1875
come fulcro di condivisione sociale e culturale del Cadore.
Ne parla il presidente Renzo Bortolot.
Come si adegua alla contemporaneità un’istituzione
antica come la Magnifica Comunità di Cadore?
Rimanendo fedele a se stessa come simbolo dell’identità e
dell’unità storica e culturale del Cadore, dibattendo e delineando
idee, progetti e strategie per il futuro del territorio.
In quali modi opera?
Preservando, ricercando e coinvolgendo. Un esempio è il progetto
«Chiavi di accesso» (www.chiavidiaccesso.it), realizzato con Gal
Alto Bellunese (cfr. p. 28): tre artisti hanno lavorato sui musei del
territorio. La Magnifica è inoltre promotrice e socio fondatore della
Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e coordina attività
culturali di vari soggetti: ne è un esempio la «Settimana della
Cultura cadorina» organizzata anche quest’anno dal 9 al 17 maggio.
Che cos’è la Rete Museale Cadore Dolomiti?
Nel XX secolo la Magnifica Comunità ha inaugurato i primi spazi
espositivi del Cadore. Nel 1931 il museo-casa natale di Tiziano Vecellio,
nel 1953 il Museo Archeologico Cadorino. Nei decenni successivi ha
affinato un modello di gestione condiviso che dallo scorso anno si è
concretizzato anche in una Rete Museale diffusa. Nove musei hanno
accolto la proposta, coinvolgendo praticamente tutto il territorio.
Quanto è centrale la figura di Tiziano Vecellio?
Tiziano non dimenticò mai Pieve di Cadore, suo luogo di nascita.
Nell’antico Archivio custodiamo documenti unici e originali
della sua lunga vita; ospitiamo la Biblioteca a lui intitolata con
antichi testi d’arte; conserviamo opere eseguite da maestri con il
suo stesso cognome; preserviamo testimonianze uniche, come il
diploma con cui l’imperatore Carlo V nel 1533 elevò il Maestro a
conte palatino e la matrice del suo sigillo personale.
Progetti per il futuro?
La mostra «Artisti al fronte» con Edgardo Rossaro, Pio Solero
ed Ercole Marchioni. La riqualificazione dell’allestimento della
casa natale di Tiziano. La creazione della Pinacoteca cadorina,
ove esporre le quasi 150 opere della Magnifica Comunità (artisti
cadorini e non, da fine Ottocento ai giorni nostri). q M.R.
Pieve di Cadore (Bl). The Magnifica Comunità di Cadore
(Magnificent Community of Cadore), an organisation
founded at the beginning of the 14th century as a form of
self-government of this Alpine region, was interrupted in the
Napoleonic period and reconstituted in 1875 as the social and
cultural centre of Cadore. Its president, Renzo Bortolot, tells
us about it.
How does an institution as old as the Magnificent
Community of Cadore adapts to the contemporary
world?
By staying true to itself as a symbol of identity and historical and
cultural unity of the Cadore, debating and outlining ideas, plans and
strategies for the future of the territory.
How does it operate?
Preserving, researching and engaging. An example is the “Access Keys”
project (www.chiavidiaccesso.it), implemented with Gal Alto Bellunese:
three artists have worked on the museums in the area. The Magnifica is
also an initiator and founding member of the Fondazione Centro Studi
Tiziano e Cadore and coordinates cultural activities of various sorts:
one example is the “Week of Cadorina
culture” organised this year from May
9 to 17.
What is the Cadore Dolomites
Museum Network?
In the 20 century, the Magnificent
Community inaugurated the first
exhibition spaces in the Cadore. It was
in 1931 and consisted of the museumhouse of Titian. And in 1953, it opened
the Museo Archeologico Cadorino. In the
decades since, it has refined a model for
shared administration that since last
year has taken the form of a widespread
museum network. Nine museums
have welcomed the proposal, involving
virtually all the territory.
Renzo Bortolot
How central is the figure of
© Tommaso Albrizio
Titian?
Titian never forgot Pieve di Cadore, his
birthplace. In the archives, we have unique and original documents
concerning his long life; we operate the library named after him
containing ancient texts about art; we conserve works made by artists
with his same name; we preserve unique testimonies, such as the
diploma with which Emperor Charles V raised Titian to the rank of
Count Palatine in 1533 and the matrix of his personal seal.
Plans for the future?
The “Artists at the front” exhibition with Edgardo Rossaro, Pio Solero
and Ercole Marchioni. The redevelopment of the layout of Titian’s
birthplace. The creation of the Cadore Art Gallery, in which to display
the nearly 150 works the Magnificent Community possesses (by artists
from the Cadore and beyond, from the late 19th century to the present
day). q M.R.
Magnifica Comunità di Cadore, piazza Tiziano, 2, tel. 0435/32262,
lun-sab 11-12 www.magnificacomunitadicadore.it
L’eredità culturale dell’architetto Gellner
The cultural legacy of Gellner
Cortina d’Ampezzo (Bl). Istituire un dialogo consapevole con ciò che ci circonda, sia esso il
contesto urbano, la montagna o un monumento naturale come le Dolomiti Ampezzane (patrimonio Unesco). È questa l’eredità dell’architetto Edoardo Gellner (1909-2004) raccolta dal suo
più giovane collega Michele Merlo, che iniziò a collaborare con lui nel 1992 e nel 2005 fondò
lo StudioGellner (nella foto, © StudioGellner, 2015) nello storico edificio di Ca’ del Cembro, ex
casa-studio di Gellner. Ora, dopo 10 anni di attività, Michele Merlo può tracciare un bilancio significativo. «Ci siamo occupati di molti aspetti, spiega, dalla pianificazione territoriale a progetti di
recupero di siti dismessi, dall’architettura al design di interni e al design industriale con la riedizione in serie di arredi del nostro archivio. Il nostro allestimento del Museo Etnografico delle Regole
è stato valutato dai Musei Vaticani tra le più interessanti esperienze a livello internazionale nella
trasmissione del patrimonio etno-demo-antropologico e culturale». Merlo ha anche curato volumi
monografici dedicati a Gellner, creato una rete di contatti con musei, istituzioni e università
come il MaXXI di Roma, la Regione Veneto, il Mibact e le Università di Cesena e Venezia. Gellner firmò le realizzazioni per le Olimpiadi invernali a Cortina d’Ampezzo nel 1956 e negli anni
Cinquanta ideò su commissione di Eni e di Enrico Mattei un nuovo insediamento su un’area
di 260 ettari che fronteggia il massiccio del Pelmo: un progetto totale in dialogo con la natura
iconica delle Dolomiti, protagonista anche di un film documentario del regista Davide Maffei.
Cortina d’Ampezzo (Bl). Establishing an informed dialogue with our surroundings, be it an urban
context, mountain or natural monuments such as the Ampezzo Dolomites, a Unesco heritage
site. This is the legacy of architect Edoardo Gellner (1909-2004) collected by his younger colleague Michele Merlo, who began working with him in 1992 and in 2005 founded StudioGellner
in the historical building of Ca’ del Cembro the former home and studio of Gellner himself. For
the 10th anniversary, Michele Merlo takes stock: “We have dealt with many aspects: from territorial planning to recovery projects for abandoned sites, from architecture to interior design and
industrial design with a new production in series of furniture from our archive. Our layout of the
Museo Etnografico delle Regole was reviewed by the Vatican Museums as being one of the most
interesting experiences at the international level for the transmission of ethno-demographic and
cultural anthropology”. Merlo has also published monographs dedicated to Gellner, created a
network of contacts with museums, institutions and universities such as the MaXXI in Rome,
the Veneto region, Mibact and the universities of Cesena and Venice.
Gellner was responsible for some of the constructions for the Winter
Olympics in Cortina d’Ampezzo in 1956 and in the 1950s planned a
new settlement on an area of 260
​​
hectares opposite the massive Monte Pelmo on commission from Eni and Enrico Mattei: a total project in
dialogue with the iconic nature of the Dolomites, and the subject of a
documentary film by director Davide Maffei.
architecture/design/
interiors/art consulting
since 1951
[email protected]
www.studiogellner.com
StudioGellner via Menardi 6, Cortina d’Ampezzo, www.studiogellner.com
Vedere IN PROVINCIA DI BELLUNO | 31
Gli eredi padovani
The Paduan heirs
Padova. La forte influenza che Donatello esercitò sulla scultura italiana e nel territorio Veneto della Serenissima è analizzata nella mostra in due sedi curata da Davide Banzato
ed Elisabetta Gastaldi, parte del progetto «Donatello e
Padova»: una serie d’iniziative dedicate ai capolavori del
maestro fiorentino eseguiti a Padova dal 1443 al 1453,
tra cui l’altare della Basilica del Santo, oggi visibile nella
controversa ricostruzione eseguita nel 1895 dall’architetto Camillo Boito. Dell’altare sono esposti in mostra i
calchi ottocenteschi realizzati sui rilievi di Donatello dallo
scultore Luigi Ceccon. Dalla medesima Basilica provengono anche i rilievi in bronzo di Bartolomeo Bellano, attivo
presso la bottega di Donatello. Il percorso nei Musei Civici
agli Eremitani include inoltre opere di Andrea Briosco detto il Riccio (1470-1532) (nella foto, «Testa di Madonna»),
Severo da Ravenna (1465 ca-1543 ca) e altri artisti che
raccolsero l’eredità di Donatello del quale
sono esposti anche i rilievi della base del
monumento a Gattamelata e un’inedita
crocifissione bronzea. In Palazzo Zuckermann invece l’attenzione è rivolta esclusivamente all’oreficeria
prodotta nel territorio tra Quattrocento e Cinquecento.
PADUA. The strong influence exerted by
sculptor Donatello on Italian sculpture
and in the Veneto under Venetian
​​
rule
is analysed in the exhibition in two locations curated by Davide Banzato and
Elisabetta Gastaldi, part of the “Donatello
and Padua” project, a series of initiatives
dedicated to the masterpieces by the Florentine master executed in Padua from 1443
to 1453, and including the altar of the Basilica
del Santo, visible today in the controversial reconstruction
undertaken in 1895 by architect Camillo Boito. The display
includes the 19th-century casts made of Donatello’s reliefs by sculptor Luigi Ceccon. Also from the Basilica are
a series of bronze reliefs by Bartolomeo Bellano, active in
Donatello’s workshop. The display in the Musei Civici agli
eremitani also includes works by Andrea Briosco called Il
Riccio (1470-1532) (in the photo, “Head of the Madonna”),
Severo da Ravenna (ca 1465-ca 1543) and other artists
who were influenced by the legacy of Donatello. The exhibition has two pieces by the master himself on show: the
reliefs for the base of the monument to Gattamelata and
a newly attributed bronze crucifix. In Palazzo Zuckermann
instead, the focus will be wholly on gold working from the
area between the 15th and 16th centuries.
Musei Civici agli Eremitani, piazza Eremitani 8, 9-19, tel.
049/8204551 Palazzo Zuckermann, corso Garibaldi 33, mardom 10-19, tel. 049/8205664, www.padovacultura.padovanet.
it, «Donatello e la sua lezione Sculture e oreficerie a Padova tra
Quattro e Cinquecento» fino al 26 luglio
Tre crocifissi
di Donatello
Three crucifixes
by Donatello
Padova. Il Palazzo Vescovile, sede del Museo Diocesano,
riunisce per la prima volta tre crocifissi di Donatello: quello realizzato per la chiesa di Santa Croce in Firenze, quello bronzeo della Basilica di Sant’Antonio a Padova e quello
dell’antica chiesa padovana di Santa Maria dei Servi. Quest’ultimo, di recente attribuzione, è stato oggetto di un restauro
(progettato, eseguito e finanziato dal Mibact) che ne ha messe in luce le caratteristiche originarie, offrendo lo spunto per
il titolo della mostra nel Museo Diocesano: «Donatello svelato. Capolavori a confronto» a cura di Andrea Nante ed
Elisabetta Francescutti, alla quale abbiamo rivolto alcune
domande sull’intervento di restauro.
Dov’era conservato il crocifisso e in quali condizioni
versava al momento del restauro?
Nell’aprile 2013, quando è stato prelevato per il restauro, il
Crocifisso ligneo intagliato e policromo di Donatello era custodito
nella chiesa di Santa Maria dei Servi di Padova. Si presentava con
due mani di ridipintura a finto bronzo, stese tra la seconda metà
dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Erano evidenti mancanze
di supporto ligneo e di modellato plastico, sollevamenti della
pellicola pittorica, mancanze di adesione e lacune ricoperte dalla
patina verdastra.
Come si è arrivati alla sua attribuzione?
L’attribuzione a Donatello risale al 2008 e si deve a Francesco
Caglioti e a Marco Ruffini. Nonostante l’eccellente qualità,
la scultura è stata ignorata per secoli dagli studiosi, fruita
esclusivamente come oggetto di devozione in virtù della miracolosa
trasudazione di umore sanguigno che interessò il volto e il costato
di Cristo per quindici giorni consecutivi nel 1512.
Come si è svolto il restauro?
Rimosse le finiture bronzee oleose sono stati eseguiti test di
pulitura che hanno messo in luce uno strato sottostante bruno
sovrapposto alla policromia originale. La dissoluzione di questi
materiali diversi ha svelato totalmente la finitura oleosa
originale: incarnato, barba, capelli, sanguinamenti. I distacchi
di parti plastiche sono stati rinsaldati, i distacchi e sollevamenti
della pellicola pittorica sono stati consolidati. Abbiamo deciso
di ricostruire le cinque dita mancanti con un impasto a base
di segatura e resina utilizzando come modello la mano destra.
Le zone perdute realizzate a impasto, laddove erano presenti
sufficienti elementi residui, sono state reintegrate plasticamente;
tutte le lacune sono state invece stuccate. Le lacune sono state
integrate pittoricamente con la tecnica del tratteggio verticale che
garantisce la reversibilità e riconoscibilità dell’intervento.
Dove sarà custodito il Crocifisso dopo la mostra?
Verrà ricollocato nella Cappella a esso dedicata, situata in cornu
Evangelii nella chiesa dei Servi di Padova, dove sono in corso i
lavori di rifunzionalizzazione dell’altare destinato ad accoglierlo e
i restauri dei rilievi di Lorenzo Canella. q M.R
Cento anni di guerra in 300 fotografie
One hundred years of war in 300 photographs
Padova. Oltre 300 fotografie
selezionate da Walter Guadagnini raccontano le numerose guerre degli ultimi 100
anni e le loro conseguenze:
dal Vietnam all’Afghanistan, dall’Iraq alla Palestina, all’Ucraina. Il percorso
cronologico documenta le
trasformazioni nelle dinamiche belliche, nella fotografia
e nella società. Le immagini
hanno una duplice origine:
alcune sono scattate da
celebri fotografi come Henri Cartier-Bresson, Robert
Capa, August Sander, William Eugene Smith, Margaret Bourke-White, Ernst
Haas, Evgenij Chaldej, Don
McCullin, Eve Arnold, e Gabriele Basilico (nella foto,
Vedere A PADOVA | 32
«Beirut», 1991), altre invece
da soldati, crocerossine e
spettatori anonimi. Vi è poi un
nucleo di fotografie provenienti
dal Museo Storico della Terza
Armata di Padova. Il doppio
punto di vista messo in evidenza si spinge sino ai giorni
nostri, ai conflitti del Congo e
dell’Ucraina immortalati da Richard Mosse e Boris Mikhailov e documentati anche da
immagini riprese con il cellulare e caricate online.
PADUA. Over 300 photographs
selected by Walter Guadagnini
illustrate the numerous wars
of the last 100 years and their
consequences: from Vietnam
to Afghanistan, Iraq to Palestine and Ukraine. The chron-
ological journey documents
the changes in the dynamics
of war, photography and society. The images have a dual
origin: some were taken by famous photographers like Henri
Cartier-Bresson, Robert Capa,
August Sander, William Eugene Smith, Margaret BourkeWhite, Ernst Haas, Yevgeny
Khaldei, Don McCullin, Eve
Arnold, and Gabriele Basilico (pictured, “Beirut”, 1991)
while others are by soldiers,
Red Cross nurses and anonymous observers. There is also
a group of photographs from
the Museo Storico della
Terza Armata of Padua. The
dual perspective highlighted
stretches down to the present day, to the conflicts in the
Congo and Ukraine recorded
by Richard Mosse and Boris
Mikhailov and documented
also by images taken with
mobile phones and uploaded online.
Palazzo del Monte di Pietà,
piazza Duomo 14, marven 9-19, sab-dom 9-20,
tel. 0425/460093, www.
fondazionecariparo.net, «Questa
è guerra!» fino al 31 maggio
Il Crocifisso di Donatello
durante il restauro
© Soprintendenza per i
beni storici, artistici ed
etnoantropologici per le
province di Venezia, Belluno,
Padova e Treviso
Elisabetta Francescutti
PADUA. The Bishop’s Palace, seat of the Museo Diocesano,
brings together three crucifixes by Donatello for the first
time: the one made for the church of Santa Croce in Florence, one in bronze for the Basilica of Sant’Antonio in Padua
and another for the ancient Paduan church of Santa Maria
dei Servi. This last, recently attributed, has undergone restoration (planned, executed and funded by Mibact) which has
brought the original features to light, providing the inspiration for the title of the exhibition in the Museo Diocesano:
“Donatello revealed. Masterpieces compared”, curated
by Andrea Nante and Elisabetta Francescutti, to whom
we asked some questions concerning the restoration.
Where was the crucifix conserved and in what
condition was it prior to restoration?
In April 2013, when it was taken for restoration, the wooden carved
and polychrome Crucifixion by Donatello was kept in the church of
Santa Maria dei Servi in Padua. It had two coats of repainting in
faux bronze, applied between the second half of the 19th and the
early 20th century. There were obvious losses of wooden support and
plastic modelling, part of the film of paint had become detached,
parts were coming unstuck and there were gaps covered by a
greenish patina.
How was the attribution made?
The attribution to Donatello dates back to 2008 and comes from
Francesco Caglioti and Marco Ruffini. Despite its excellent quality,
the sculpture had been ignored by scholars for centuries, and used
solely as an object of devotion in virtue of the miraculous oozing of
blood-like substance that affected the face and the side of Christ for
fifteen consecutive days in 1512.
How was the restoration done?
After removing the oily bronze finishes, cleaning tests were done
that revealed an underlying brown layer superimposed on the
original polychromy. The dissolution of these different materials
revealed the original oily finish totally: the flesh, beard, hair,
wounds. The sculpted parts that had become detached were
strengthened, and the gaps and lifting of the paint film were
consolidated. We decided to rebuild the five missing fingers with
a mixture made of sawdust and resin, using the right hand as a
model. Areas lost were made good with this mixture, where there
were sufficient residual elements, with the sculptural elements
being reconstructed; any larger lacunae were instead filled. These
gaps have been integrated pictorially with the technique of vertical
hatching that assures reversibility and visibility of the intervention.
Where will the Crucifixion be conserved after the show?
It will be put back in the chapel dedicated to it, located in
cornu Evangelii in the church of the Servi in Padua, where work
is underway to restructure the altar intended to hold it and
restoration is being done on the reliefs by Lorenzo Canella. q M.R.
Museo Diocesano di Padova, piazza Duomo 12, mar-dom 10-19,
tel. 049/8761924, www.museodiocesanopadova.it, «Donatello svelato.
Capolavori a confronto» fino al 26 luglio
«New York» di Gennaro
Favai, 1930 ca
«Madonna con il Bambino» di
Jacopo Sansovino, 1540-50
La Madonna di cartapesta dal fienile al Quirinale
The papier-mâché Madonna from barn to the Quirinale
Sogni, incubi e visioni
Dreams, nightmares and visions
ROVIGO. Palazzo Roverella guarda al passaggio tra Otto e
Novecento. Sospeso tra incubo e sogno, conscio e inconscio, il percorso espositivo si apre con 15 dipinti del lituano
visionario e simbolista Mikalojus Konstantinas Čiurlionis,
poi analizza il senso d’instabilità precedente al conflitto
mondiale con opere, tra gli altri, di Alberto Martini. Di un
altro italiano, Gennaro Favai, sono invece le alienanti visioni notturne dei grattacieli di New York, mentre a evocare gli
utopici ideali di una riforma della società in sintonia con la
natura sono le opere del tedesco Karl Wilhelm Diefenbach.
I 14 pittori in mostra hanno tutti anticipato e percepito il
complesso cambiamento tra passato e futuro, operando un
sottile e costante slittamento tra questi due opposti come
documentano, ancora, gli Edipo, le Sfingi e le Arpie di Gustave Moreau, le opere di Odilon Redon, sospese tra soggetti
biblici e atmosfere oniriche, i lavori di Max Klinger, Franz von
Stuck e Marc Chagall, di cui figurano 14 acqueforti sui sette
peccati capitali. Palazzo Roverella ospita inoltre la Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile
di Rovigo, con opere prevalentemente (ma non solo) di arte
veneta databili dal XV al XVIII secolo. Tra gli artisti: Pietro
Bellotti, Alessandro Longhi, Giambattista Tiepolo, Palma il
Vecchio, Dosso Dossi e Giovanni Bellini.
ROVIGO. Palazzo Roverella examines the changes between
the 19th and 20th centuries. Suspended between dream
and nightmare, consciousness and unconsciousness, the exhibition opens with 15 paintings by the Lithuanian visionary
and symbolist Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, then analyses the sense of instability prior to the First World War with
works by, among others, Alberto Martini. The works of another Italian, Gennaro Favai, reveal the night visions of skyscrapers in New York, while the works of Karl Wilhelm Diefenbach
evoke the utopian ideals of a reform of society in harmony
with nature. The 14 artists in the exhibition all anticipated
and perceived the complex change between the past and the
future, effecting a subtle and constant shift between these
two opposites as documented by the Oedipus, the Sphinx
and the Harpies of Gustave Moreau, by the works of Odilon
Redon, suspended between biblical subjects and dreamlike
atmospheres, by the works of Max Klinger, Franz von Stuck
and Marc Chagall, including 14 of his etchings of the seven
deadly sins. Palazzo Roverella also houses the Pinacoteca
dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile of
Rovigo, with works mainly (but not only) by artists of the
Veneto from the 15th to the 18th century. Among the artists
are Pietro Bellotti, Alessandro Longhi, Giambattista Tiepolo, Palma Vecchio, Dosso Dossi and Giovanni Bellini.
Palazzo Roverella, via Giuseppe Laurenti 8/10, mar-ven 9-19, sab-dom
9-20, tel. 0425/460093, www.palazzoroverella.com, «Il demone della
modernità. Pittori visionari all’alba del secolo breve» fino al 14 giugno
Vittorio Veneto (Tv). Rientrerà in autunno nel Museo del Cenedese dopo un lungo soggiorno a Roma, la «Madonna con il
Bambino» di Jacopo Sansovino, originariamente custodita nel
santuario di Sant’Augusta ubicato nelle vicinanze del museo.
Il rilievo in cartapesta dipinta eseguito dallo scultore di origine
fiorentina tra il 1540 e il 1550 è stato oggetto di un lungo intervento di restauro iniziato nel 2011 (quando fu anche esposta
al Quirinale) e recentemente terminato, opera dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma. Si tratta
di un’opera da sempre legata al territorio Veneto. La sua presenza è attestata per la prima volta nel Seicento nel Santuario
di Sant’Augusta della Confraternita dei Battuti di Serravalle
(quartiere settentrionale di Vittorio Veneto). Tale rilievo confluì
nella collezione del Museo del Cenedese nel 1938, anno della
sua istituzione. Ha una storia tutt’altro che lineare. Non sono
noti i committenti e i motivi della sua creazione, ma si sa che
per un certo periodo fu relegata in un fienile, probabilmente
perché essendo di cartapesta non venne ritenuta degna di un
luogo sacro. I recenti studi hanno appurato che si tratta di un
esemplare generato da una matrice unica, condivisa con opere
analoghe presenti nel Museo Nazionale del Bargello, nel Museo del Louvre e in altre collezioni per un totale di undici rilievi
con finitura policroma. Questo del Cenedese è un monocromo
grigio con dettagli in oro e in rosso e la firma in alto a sinistra,
un vero e proprio unicum. q M.R.
Canova e la signora di Asolo
Canova and the lady of Asolo
Asolo (Tv). Il Museo Civico di Asolo ha
recentemente pubblicato il primo catalogo ragionato del suo patrimonio di dipinti, grafiche e sculture intitolato Il Museo
Civico di Asolo. Opere dal ’400 al ’900 (Antiga
Edizioni, Crocetta del Montello, 2014) curato
da Giorgio Fossaluzza con schede scientifiche
e analitiche delle opere comprensive degli interventi di restauro. Il Museo fu istituito nel 1888
attorno a un nucleo di opere di Antonio Canova
(nella foto, «Paride») e di suo cugino Domenico
Manera. Tutta la collezione è correlata al territorio: dai reperti archeologici di Asolo alla sezione dedicata a Caterina Cornaro regina di Cipro
e signora di Asolo, dai paramenti sacri del
Tesoro della Cattedrale alle testimonianze
dei cenacoli formatisi attorno alle figure di
Robert Browning ed Herbert Young Hammerton. La sezione
della pinacoteca vanta duecento dipinti appartenuti a monsignor Giacomo Bertoldi. Tra le opere più significative affreschi
strappati del ’400, dipinti seicenteschi di Luca Giordano e
Bernardo Strozzi, due capricci di Bernardo Bellotti del ’700.
Dal 5 settembre il Museo di Asolo ospiterà il percorso «Venere nelle terre di Canova» insieme ad altre due sedi: il Museo
e Gipsoteca Antonio Canova di Possagno e il Palazzo Reale
San Marco di Crespano del Grappa.
q Mariella Rossi
Vittorio Veneto (Tv). After a long stay in Rome, a “Madonna and
Child” by Jacopo Sansovino, originally conserved in the santuario
di Sant’Augusta near to the museum will return in the autumn to
the Museo del Cenedese. The papier-mâché relief was made by
the sculptor, a native of Florence, between 1540 and 1550 and
has been subjected to a long restoration begun in 2011 (when it
was also displayed at the Quirinale) and was recently completed
by the Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro in
Rome. The work has always been linked to the Veneto region.
Its presence is attested for the first time in the 17th century in
the Sanctuary of Sant’Augusta belonging to the Confraternita dei
Battuti di Serravalle (a district of Vittorio Veneto). It entered the
collection of the Museo del Cenedese in 1938, the year of its
establishment, but its history is anything but straightforward. Who
commissioned it and why is not known, but we do know that for
a time it was relegated to a barn, probably because papier-mâché
was not deemed worthy of a sacred site. Recent studies have
found that it is a cast taken from a single mould, shared with similar works in the Bargello, the Louvre and other collections: a total
of 11 reliefs with polychrome finish. The Cenedese version is a
monochrome grey with details picked out in gold and red, and is
signed at upper left, which is a unique touch. q M.R.
Museo del Cenedese, piazza M. Flaminio, sab-dom 10-12/15-18,
tel. 0438/57103, www.museocenedese.it
Asolo (Tv). The Museo Civico di Asolo has recently
published the first catalogue raisonné of its collection of paintings, drawings and sculptures, entitled
“Il Museo Civico di Asolo. Opere dal ’400 al 900”
(Antiga edizioni, 2014) edited by Giorgio Fossaluzza,
and including scientific and analytical studies of the
works, including details of restoration. The Museum
was established in 1888 around a group of works by
Antonio Canova (pictured, “Paris”) and his cousin
Domenico Manera. The whole collection is linked to
the territory: from the archaeological finds in Asolo
to the section dedicated to Caterina Cornaro, Queen
of Cyprus and lady of Asolo, from the religious vestments in the Treasury of the Cathedral to the testimonies of the circles formed by Robert Browning
and Herbert Young Hammerton. The section of the
gallery boasts 200 paintings that belonged to Monsignor Giacomo Bertoldi. Among the most significant works are the detached 15th-century frescoes, 17th-century paintings by Luca Giordano
and Bernardo Strozzi, and two capriccios by
Bernardo Bellotti of the 18th century. From September 5th,
the Museo di Asolo will include a display called “Venus in the
land of Canova” along with two other venues: the Museo e Gipsoteca Antonio Canova in Possagno and the Palazzo Reale
San Marco at Crespano del Grappa.
q Mariella Rossi
Museo Civico di Asolo, via Regina Cornaro 74, tel. 0423/952313,
sab-dom e festivi 10-19, www.asolo.it, «Venere nelle terre di Canova»
dal 5 settembre
Carpaccio & figlio | Carpaccio & Son
CONEGLIANO (TV). Il «Polittico
di santa Fosca» di Vittore
Carpaccio è riunito per la prima volta dopo cinquanta anni
nella mostra curata da Giandomenico Romanelli. Dei sei
elementi originari rimangono
soltanto tre tavole, conservate
nel Museo Correr di Venezia,
nell’Accademia Carrara di Bergamo e nell’Accademia Croata
di Scienze e Arti di Zagabria. Il
percorso mette a fuoco gli ultimi dieci anni della produzione
del pittore, introducendo inoltre alla scoperta del figlio del
maestro: Benedetto Carpaccio. Sono esposti 19 dipinti e
pale d’altare e una ventina tra
disegni, bozzetti e documenti
realizzati dal 1515 al 1525
ca. Alla mostra si aggiunge un
itinerario nel territorio circostante, alla scoperta di opere
di artisti coevi.
CONEGLIANO (TV). The “Santa
Fosca Polyptych” by Vittore
Carpaccio has been reconstituted for the first time in 50
years in the exhibition curated
by Giandomenico Romanelli.
Of the six original elements
only three panels remain: in
the Museo Correr in Venice,
the Accademia Carrara in
Bergamo and the Croatian
Academy of Sciences and Arts
Tre tavole del «Polittico di santa Fosca (San Pietro
martire, San Sebastiano, San Rocco e donatore
Pietro Lippomano)» di Vittore Carpaccio, 1514
in Zagreb. The exhibition focuses on the last 10 years
of the painter’s production,
introducing the revelation
of the artist’s son: Benedetto Carpaccio. On display
are 19 paintings and altarpieces and 20 drawings,
sketches and documents
produced from 1515 to circa 1525. Alongside the exhibition, there is an itinerary
in the surrounding area, to
discover the works of artists
contemporary to Carpaccio.
Palazzo Sarcinelli, via
XX Settembre 132, tel.
0438/413116, www.mostracarpaccio.it, «Carpaccio.
Vittore e Benedetto da Venezia
all’Istria. L’autunno magico di
un maestro» fino al 28 giugno
Vedere a ROVIGO E TREVISO | 33
A Verona noi la vediamo così
This is how we see it in Verona
Verona. Che cosa chiedono ad ArtVerona alcuni dei soggetti coinvolti.
Tomaso de Luca, artista
«Costruire modalità di crescita culturale effettiva, non circoscritta, questo deve perseguire la
fiera, com’è avvenuto in questi anni con On Stage, Independents, The Gentleman of Verona».
Giorgio Fasol, collezionista, membro del Comitato d’Indirizzo di ArtVerona.
«Le fiere devono aggiungere qualcosa di culturalmente valido, per citare Giuseppe Panza di
Biumo: "Se tu ami l’arte, l’arte ama te; se tu sfrutti l’arte, l’arte sfrutta te"».
Annamaria Gambuzzi, gallerista e presidente dell’Angamc
«Le aspettative dell’Associazione riguardano in particolare il tipo di clientela che si riesce a
convogliare, tema sul quale ArtVerona ha dimostrato, soprattutto nell’ultima edizione, di voler
concentrare i propri sforzi».
Paola Marini, direttrice dei Musei d’Arte e Monumenti del Comune di Verona.
«Trovo molto interessanti le «affinità di contrasto» create dai giovani artisti invitati nei progetti
collaterali a confrontarsi con le opere della collezione del Museo di Castelvecchio; sono
scambi vitalizzanti che per quanto possibile continueremo a perseguire».
Cristiano Seganfreddo, direttore di Progetto Marzotto e di Corriere Innovazione
«È in corso una revisione dei sistemi di scambio tra le persone anche nelle piattaforme
commerciali. Bisogna essere produttori di valori, non semplici venditori di prodotti. Con i6 ci
impegniamo a produrre contenuti»
Verona. What do some of those involved what from Verona?
Tomaso de Luca, artist
“The fair must construct effective methods for cultural growth, not circumscribed ones, as has
happened in recent years with On Stage, Independents, The Gentleman of Verona.”
Giorgio Fasol, collector, member of the Steering Committee of Art Verona.
“Fairs have to add something culturally valid. To quote Giuseppe Panza di Biumo: “If you love art,
art loves you; if you exploit art, art exploits you.”
Annamaria Gambuzzi, gallery owner and president of Angamc.
“The expectations of the Association concern in particular the type of clientele we manage to
attract, a subject on which ArtVerona has shown a desire to focus its efforts, especially in the
latest edition.”
Paola Marini, director of Musei d’Arte e Monumenti of the City of Verona.
“I find the “affinity of contrast” created by young artists invited to collateral projects comparing
with the works from the collection of the Museo di Castelvecchio very interesting; these exchanges are revitalising and we will do as much as possible to continue them.”
Cristiano Seganfreddo, director of Progetto Marzotto and Corriere Innovazione
“A review of systems of exchange between people is under way even in commercial platforms.
You have to be a producer of values, not just a seller of products. With i6 we are committed to
producing content.”
ARTVERONA.IT
11a EDIZIONE
16/19
OTTOBRE 2015
ART PROJECT
FAIR
ICONA 2014 / LUIGI PRESICCE
ALLEGORIA ASTRATTA
DELL’ATELIER DELL’ARTISTA
ORGANIZED BY
Vedere A VERONA | 34
Andrea Bruciati
Vuole «bruciare»
le altre fiere
He wants to “burn”
other fairs
Verona. Quest’autunno ArtVerona giungerà all’XI edizione rafforzando la sua identità di
fiera attenta alla qualità delle gallerie (tutte italiane), il suo ruolo di sperimentazione e di
interazione dei molteplici soggetti coinvolti. Ecco alcune anticipazioni di Andrea Bruciati, direttore artistico dal 2014.
Quali sono le peculiarità di ArtVerona?
ArtVerona rappresenta un modo diverso di intendere tutto il sistema dell’arte italiano, una specie di
laboratorio che ne mette in gioco i protagonisti.
Come si concretizza la sperimentazione?
Abbiamo dei format ricorrenti che ogni anno ampliamo. Sono focus su alcuni aspetti dell’arte. Uno rilevante
è Level 0, con il quale invitiamo i direttori di museo a dare visibilità nelle loro istituzioni ai giovani artisti
presenti in fiera. Un progetto innovativo è Artes, che pone l’attenzione sui diversi mezzi espressivi e quest’anno vedrà protagonista il disegno: autori storicizzati delle gallerie in fiera sono messi a confronto con giovani
invitati tramite un bando aperto anche a chi non lavora con le gallerie. Dal 2010 diamo l’opportunità alle
più interessanti realtà indipendenti non profit di esporre gratuitamente in fiera. Quest’anno poi esordiamo
con un nuovo format, atupertu: una serie di incontri tra un artista e il pubblico proposti dalle gallerie.
Quali sono gli obiettivi della prossima edizione?
Stiamo investendo sempre di più in progetti collaterali che proseguono oltre la durata della fiera
chiamando a collaborare la città e la comunità, sulla scorta di quanto avviato lo scorso anno con il
coinvolgimento di tutte le istituzioni culturali cittadine: Università, musei, biblioteca e Accademia.
Qualche anticipazione sul programma collaterale?
Un’unica piattaforma unirà le diverse iniziative nel Museo di Castelvecchio, nel Museo Lapidario Maffeiano e nella Biblioteca Civica: è la figura di Emilio Salgari, artista e letterato nato a Verona.
Come si misura il successo della fiera?
I nostri progetti hanno fatto crescere i soggetti coinvolti, dai collezionisti agli artisti emergenti, tra questi
Tomaso De Luca e Giulio Frigo per citarne un paio. Lo scorso anno abbiamo istituito grazie alla partnership
con la Fondazione Domus, un Fondo Acquisizioni a disposizione della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
per acquisire opere in fiera, che diventano così patrimonio cittadino. Un buon progetto culturale determina
un successo economico e lo scopo della fiera in cui investono tante aziende e professionisti è anche questo.
Verona. This autumn, ArtVerona will reach its 11th edition, strengthening its identity as a
fair attentive to the quality of the galleries (all Italian), its role of experimentation and interaction of the many subjects involved. Here are some anticipations by Andrea Bruciati, artistic
director since 2014.
What are the peculiarities of ArtVerona?
It represents a different way of understanding the whole of the Italian art system, a kind of laboratory that
brings the protagonists into play.
How is the experimentation realised?
We have some recurring formats which we expand every year. These focus on certain aspects of art. One
significant one is Level 0, with which we invite museum directors to give visibility to their institutions to the
young artists at the fair. Artes is an innovative project focusing on the different means of expression, and this
year will see drawing as its protagonist: artists historicised by the galleries at the fair are compared with young
people invited through an open call available even to those who do not work with galleries. Since 2010, we have
been giving the opportunity to the most interesting independent nonprofit organisations to exhibit at the fair
for free. This year too, we will be launching a new format, atupertu: a series of encounters between an artist
and the public offered by the galleries.
What are the objectives of the next edition?
We are investing more and more in collateral projects that continue after the fair closes, inviting the city and
the community to collaborate, in the wake of what began last year with the involvement of all the city’s cultural
institutions: universities, museums, library and academy.
A preview of the collateral programme?
A single platform will unite the various
initiatives in the Museo di Castelvecchio,
Una veduta della scorsa edizione di ArtVerona, 2014
the Museo Lapidario Maffeiano and the
Biblioteca Civica: the figure of Emilio
Salgari, artist and writer born in Verona.
How do you measure the success
of the fair?
Our projects have increased the number
of people involved, from collectors to
emerging artists, including Tomaso De
Luca and Giulio Frigo to name just a
couple. Last year, thanks to a partnership
with the Fondazione Domus, we set up an
acquisitions fund available to the Galleria
d’Arte Moderna Achille Forti to acquire
works at the fair, which thus become part
of the town’s heritage. A good cultural
project determines economic success too
and this too must beo the purpose of a
fair in which so many companies and
professionals invest.
ArtVerona, Veronafiere,
viale del Lavoro 8, tel. 045/8298204,
www.artverona.it, 16-19 ottobre
Jacob Hashimoto
al lavoro sui suoi
aquiloni
© Studio La Città,
Verona
Gli aquiloni
di Hashimoto
Hashimoto’s Kites
Verona. Studio La Città ospita per la seconda volta una
personale dello statunitense Jacob Hashimoto, nato in
Colorado nel 1973. Sono esposte opere a parete recenti,
costituite da stratificazioni di carta e bambù. Differenti
sagome cartacee meticolosamente sovrapposte in ordinate
successioni sino a creare fitte trame tridimensionali animate
da pieni e vuoti, luci e ombre. Il percorso include anche
installazioni di grandi dimensioni, alcune nate a Venezia per
la Fondazione Querini Stampalia nel 2013, tra queste «Gas
Giant», di cui è stata riproposta una seconda versione lo
scorso autunno nel Moca Pacific Design Center, il museo di
Los Angeles che ha ospitato la prima personale dell’artista in
uno spazio pubblico californiano. Si tratta di un’installazione
massiva, articolata e multiforme: un’architettura di 30mila
aquiloni di carta diversi per forma e colori, sospesi nelle sale
della Galleria come in quelle degli altri musei in cui è stata
precedentemente esposta. Il lavoro di allestimento, durato
25 giorni, è stato interamente ripreso dalle telecamere. Già
nel 2006, in occasione della sua prima rassegna presso Studio
La Città, le 400 ore di allestimento della mostra erano state
immortalate in un video documento girato da Elizabeth
Goetz prodotto in 500 copie. «Gas Giant» è influenzata dalla
pittura degli ultimi decenni, dal movimento della Super flat
abstraction ispirato a manga e anime, qui scomposto in più
livelli e sganciato dal suo distintivo appiattimento. È invece
legata al mondo naturale «Tree III», la scultura realizzata
nel 2008 per la rassegna «Ad Naturam» nel Museo Civico di
Storia Naturale di Verona. Dei primi anni Duemila è «Positivo
e Negativo n. 1», lavoro scultoreo che, ancora una volta,
gioca sull’armonia e l’alternanza di spazi pieni e spazi vuoti.
Non mancano poi tele e tavole dipinte con colori acrilici e
disegni. Attraverso l’Associazione Aslc Progetti per l’Arte,
Studio la Città ha collaborato all’organizzazione della mostra
di Ettore Spalletti (cfr p. 15) ideata dall’artista per gli spazi
rinnovati del secondo piano di Palazzo Cini a San Vio, la casa
museo aperta al pubblico stagionalmente ove è allestita la
collezione d’arte antica di Vittorio Cini.
Verona. For the second time, Studio La Città is hosting
a one-man show of American Jacob Hashimoto, born
in Colorado in 1973. On display are recent mural works
comprising layers of paper and bamboo. Different paper
shapes meticulously stacked in neat succession to create
dense textures of three-dimensional forms animated by full
and empty, light and shadow. The show also includes large
installations, some created in Venice for the Fondazione
Querini Stampalia in 2013; among them is “Gas Giant”, a
second version of which was created last autumn in the Moca
Pacific Design Center, the Los Angeles museum that hosted
the artist’s first solo exhibition in a public space in California.
It is a massive, complex and multifaceted installation: an
architecture of 30,000 paper kites of different shapes and
colours, hanging in the halls of the gallery and in the spaces
of other museums in which it was previously displayed. The
preparation lasted 25 days, and was fully recorded by cameras.
Already in 2006, on the occasion of his first exhibition
at Studio La Città, the 400 hours of preparation for the
exhibition were immortalised in a video filmed by Elizabeth
Goetz, of which 500 copies were produced. “Gas Giant” is
influenced by painting of the last decades, by the Super flat
abstraction movement inspired by manga and anime, and
here decomposed into several levels and removed from its
distinctive flattening. “Tree III”, the sculpture created in 2008
for the “Ad Naturam” at the Museo Civico di Storia Naturale
of Verona, is inspired by nature. “Positive and Negative no.
1”, a sculptural work that, once again, plays on harmony and
the alternation of filled and empty spaces, dates from the
early 2000s. There are also paintings and panels painted
with acrylic colours, and drawings. Through the Associazione
Aslc Progetti per l’Arte, Studio la Città has helped to organise
the exhibition of Ettore Spalletti (see p. 15) planned by the
artist for the renovated spaces of the second floor of Palazzo
Cini at San Vio, the house and museum open to the public
seasonally and which contains the collection of Vittorio Cini’s
Old Masters.
Studio La Città 16 Lungoadige Antonio Galtarossa,
tel.045/597549, www.studiolacittà.it, « Jacob Hashimoto»
dal 16 maggio al 12 settembre
La villa è mobile
The villa è mobile
CEREA (VR). Il 12 giugno nell’ambito delle Giornate
Internazionali di Studio a Villa Dionisi, il MAAM
(Museo delle Arti Applicate nel Mobile Contemporaneo)
ospiterà il tradizionale Simposio volto ad analizzare gli
scenari internazionali del settore, mentre il 2 ottobre sarà la
volta della premiazione del concorso annuale di design «Il
Mobile Significante», intitolato «I luoghi del relax 2.0»
e dedicato agli oggetti d’arredo per il relax domestico. La
ricerca è fondamentale per il museo, inserito nella Rete dei
Giacimenti del Design Italiano capeggiata dal Triennale
Design Museum di Milano. Il Maam è stato istituito nel
2008 nella settecentesca Villa Dionisi detta Ca’ del Lago,
censita dall’Istituto Regionale Ville Venete. È nato in seno
alla Fondazione Aldo Morelato, ente senza fini di lucro
che ha tra i suoi obiettivi la salvaguardia e la valorizzazione
di Villa Dionisi, la costituzione di un Osservatorio dell’arte
applicata nel mobile e la realizzazione di corsi di formazione
legati al mobile. Il museo, voluto da Giorgio Morelato, è
il coronamento del percorso di approfondimento teorico
intrapreso nel 2002 con l’Osservatorio sull’arte applicata
nel mobile diretto da Ugo La Pietra. La collezione
comprende le donazioni fatte durante le giornate di studio
da designer e architetti italiani quali Paola Navone,
Adolfo Natalini, Aldo Cibic, Mario Botta, Bruno Novelli
Fontanesi, Piero Lissoni e Marco Ferreri (quest’anno
toccherà ad Andrea Branzi). Nell’esposizione permanente
confluiscono anche i progetti dei giovani designer
selezionati ogni anno per il concorso «Il mobile significante»,
oltre naturalmente ai prototipi delle produzioni della
Morelato. Un altro spazio espositivo della produzione
aziendale è l’ottocentesco Palazzo Taidelli a Sanguinetto,
anch’esso nell’area del «distretto del mobile». Ogni anno
il museo raccoglie le proprie esperienze e attività in una
pubblicazione; di recente ristampa il catalogo del museo,
uscito nel 2012. q M.R
CEREA (VR). On June 12, as part of the International Studio
Days at Villa Dionisi, the MAAM (Museo delle Arti
Applicate nel Mobile Contemporaneo) will host the
traditional Symposium analysing the international scenarios
of the sector, while October 2 will see the awards for the
annual “Il Mobile Significante” design competition,
entitled “Places of relaxation 2.0” and dedicated to
objects of furniture for relaxing at home. Research
is fundamental for the museum, which is part of the
Villa Dionisi, sede del Maam (Museo delle Arti Applicate nel Mobile
Contemporaneo)
Italian Design Network headed by the Triennale Design
Museum in Milan. The Maam was established in 2008 in
the 18th-century Villa Dionisi called Ca ‘del Lago, surveyed
by the Istituto Regionale Ville Venete. It was founded as
part of the Fondazione Aldo Morelato, a non-profit
organisation that has the preservation and development
of Villa Dionisi among its objectives, together with the
establishment of an observatory of applied art in furniture
and the implementation of training courses for making
furniture. The museum, sought by Giorgio Morelato, is the
culmination of a process of theoretical study undertaken in
2002 with the observatory of applied arts in furnituremaking directed by Ugo La Pietra. The collection includes
donations made during the study days by Italian designers
and architects such as Paola Navone, Adolfo Natalini,
Aldo Cibic, Mario Botta, Bruno Novelli Fontanesi, Piero
Lissoni and Marco Ferreri (this year, it will be turn of
Andrea Branzi). The permanent holdings also include the
projects of the young designers selected each year for the
“Il Mobile Significante” competition as well as, naturally,
the prototypes of Morelato’s productions. Another
exhibition space for the company is the 19th-century
Palazzo Taidelli at Sanguinetto, also located within the
“furniture district”. Each year, the museum collects its
experiences and activities in a publication, and has recently
reprinted the catalogue, first released in 2012. q M.R.
Maam, presso Villa Dionisi, Località Ca’ del Lago 70, ven 9-12,
o su prenotazione, www.fondazionealdomorelato.org, delle «Giornate
Internazionali di Studio» 12 giugno, «I luoghi del relax 2.0» 2 ottobre
Vedere a VERONA | 35
L’Intesa collezionistica
Intesa collects
Vicenza. Palazzo Leoni Montanari fa parte delle Gallerie d’Italia, la rete di poli museali
di Intesa Sanpaolo che comprende le Gallerie di Piazza Scala a Milano e Palazzo Zevallos
Stigliano a Napoli. Nel palazzo vicentino di fine Seicento, unico esempio di dimora barocca del territorio, sono esposte tre collezioni diverse per genere, epoca e provenienza, ma
idealmente accomunate dall’idea del viaggio verso Oriente attraverso il mare. La prima è
una collezione d’icone russe: tra le più importanti in Occidente conta oltre 400 esemplari
datati dal Medioevo all’epoca moderna. Ne sono esposte circa 140, suddivise per soggetti
attinti dalla tradizione cristiano-ortodossa, bizantina e russa. Per approfondire la conoscenza
delle icone, inoltre, vi è un centro studi con annessa una biblioteca specialistica accessibile al pubblico. Si entra così in contatto con l’atmosfera storica, culturale e religiosa di tale
produzione (tra i volumi conservati rari testi antichi e saggi in lingua originale). Un’altra collezione è quella di pittura veneta del Settecento: una quarantina di opere allestite in tre
sale contigue del piano nobile. Si tratta di una carrellata di capricci, scene d’interni, ritratti
e vedute in particolare di Venezia eseguiti da autori quali Pietro Longhi e i suoi seguaci,
Francesco Guardi, Michele Marieschi, Francesco Albotto e Francesco Zuccarelli. Tra
i dipinti esposti «Capriccio con chiesa gotica e laguna» di un ventenne Canaletto e il bozzetto a olio de «Il giudizio finale» di Giambattista Tiepolo. L’unica scultura è di Agostino
Fasolato, un’opera in marmo di Carrara alta quasi 2 metri. Nel 2014 in occasione dei 15 anni
di apertura del Palazzo vicentino (il primo museo del Gruppo), gli spazi espositivi sono stati
ampliati con due sale destinate a esporre a rotazione una parte degli oltre 500 reperti di
ceramiche attiche e magnogreche fino ad allora conservate nei depositi annessi al palazzo ed esposte solo in mostre temporanee. Si tratta di vasi dipinti prodotti tra il IV e il III
secolo a.C in Puglia, Lucania e Atene rinvenuti nella necropoli di Ruvo di Puglia. Oltre
alle collezioni, Palazzo Leoni Montanari ospita un laboratorio di restauro che svolge un
lavoro continuo di monitoraggio e conservazione di questo ampio e variegato patrimonio.
Significativa la sezione didattica rivolta ad adulti, ragazzi e bambini attiva (grazie alla collaborazione con l’Ulss 6 di Vicenza) anche extra muros presso i reparti di pediatria, i centri
per disturbi alimentari e le strutture assistenziali per anziani. Da segnalare, infine, la fitta
programmazione d’incontri, convegni, presentazioni e «Poetry Vicenza», la rassegna di poesia contemporanea in corso fino a giugno.
Vicenza. Palazzo Leoni Montanari is part of Gallerie d’Italia, the network of museums belonging to the Intesa Sanpaolo group and which includes the Gallerie di Piazza Scala in Milan
and Palazzo Zevallos Stigliano in Naples. In the late-17th-century palace in Vicenza, the only example of Baroque mansion in the territory, there are three different types of collection, but
ideally united by the idea of ​​a journey towards the East across the sea. The first is a collection
Le ferite della guerra
The wounds of war
Vicenza. Nell’ambito della mostra dedicata alla Grande
Guerra nelle tre sedi delle Gallerie d’Italia, Palazzo
Leoni Montanari ospita la sezione «I luoghi e
l’arte feriti», volta ad analizzare le conseguenze del conflitto sulla vita della gente, sul paesaggio naturale, urbano e sul patrimonio artistico. Figurano le testimonianze dei danni
subiti dalle opere di Antonio Canova nella
Gipsoteca di Possagno. I teatri veneti del conflitto come il Monte Grappa, il Piave e Vittorio
Veneto, sono invece raffigurati nei disegni di
Innocente Cantinotti, realizzati sul campo di
battaglia.
La guerra è stata vissuta in prima persona anche
dagli altri artisti in mostra: Achille Beltrame, Italico Brass, Aldo Carpi e Michele Cascella.
È esposta anche la serie fotografica «I teatri di guerra» di Luca Campigotto. Affianca la mostra un ricco
programma di eventi collaterali con attività didattiche, laboratori e visite guidate. Tre incontri (il
22, 29 maggio e 9 giugno alle 17) propongono una riflessione storica e sociologica sulle ragioni che spingono l’uomo al conflitto.
Una rassegna cinematografica con film
italiani e internazionali, storici e recenti, è
realizzata in collaborazione con la Fondazione
Cineteca Italiana (alle ore 18, nei giorni 9 e 23 maggio, 6 e 20 giugno, 11 e 25 luglio). Da segnalare infine
performance teatrali, letterarie e musicali, il 24
maggio, il 13 giugno e il 5 luglio.
La «Testa di Tersicore» di Antonio Canova, gesso
danneggiato durante i bombardamenti del 1917.
Possagno, Museo e Gipsoteca Antonio Canova
Vedere A VICENZA | 36
«Capriccio con chiesa gotica e laguna» di Canaletto, 1720-1721 ca
of Russian icons: one of the most important in the West with over 400 pieces dating from the
Middle Ages to modern times. Approximately 140 are on display, divided by subjects drawn
from the Christian Orthodox, Byzantine and Russian traditions. To learn more about the icons,
moreover, there is an adjoining study centre with a specialised library open to the public. One
can thus come into contact with the historical, cultural and religious mood of this production (the
volumes conserved include rare old books and essays in the original language). Another collection
that of 18th-century Venetian painting: forty works hanging in three adjoining rooms on the
piano nobile. It presents a range of capricci, interior scenes, portraits and views of Venice in particular, painted by such artists as Pietro Longhi and his followers, Francesco Guardi, Michele
Marieschi, Francesco Albotto and Francesco Zuccarelli. Among the paintings on display are
“Capriccio with Gothic church and lagoon” by a 20-year-old Canaletto and an oil sketch for “The
Last Judgment” by Giambattista Tiepolo. The only sculpture is by Fasolato Agostino: a work in
Carrara marble standing almost 2 metres high. In 2014, for the 15th anniversary of the opening of
the Palazzo in Vicenza (the first museum of the Group), the exhibition spaces have been expanded
with two rooms designed to display in rotation a part of the more than 500 examples of Attic
pottery and pottery from Greek Italy hitherto conserved in the storerooms next to the palazzo
and displayed only in temporary exhibitions. They consist of painted vases produced between
the fourth and third centuries BC in Puglia, Lucania and Athens found in the necropolis
at Ruvo di Puglia. In addition to the collections, Palazzo Leoni Montanari houses a restoration
laboratory that undertakes a continuous monitoring and conservation programme for this large
and varied heritage. There is an active educational section aimed at adults, teenagers and kids
which (thanks to the collaboration with the Health Authority 6 of Vicenza) is also active outside its
walls in paediatric centres, centres for eating disorders and care facilities for the elderly. Of note,
finally, the full programme of meetings, conferences, presentations and “Poetry Vicenza”, the
contemporary poetry event that takes place until June.
Gallerie d’Italia-Palazzo Leoni Montanari, contra’ S. Corona 25, mar-dom 10-18, tel. 800/578875,
www.gallerieditalia.com
Vicenza. As part of the exhibition dedicated to the Great
War in the three venues of Gallerie d’Italia, Palazzo
Leoni Montanari, presents “Wounded places and art”,
analysing the consequences of the conflict on people’s
lives, the natural and urban landscape and the artistic heritage. It includes examples of the damage to the works
of Antonio Canova in the Gipsoteca at Possagno. The
theatres of conflict in the Veneto, such as Monte Grappa,
the Piave and Vittorio Veneto,
are depicted in the drawings
of Innocente Cantinotti,
drawn on the battlefield.
The war was experienced
firsthand by other artists in
the exhibition: Achille Beltrame, Italico Brass, Aldo Carpi
and Michele Cascella. Also on show
is the photographic series “Theatres of war” by Luca Campigotto. A
packed programme of events accompanies the exhibition, with educational
activities, workshops and guided tours.
Three meetings (May 22, 29 and June 9 at
5 pm) propose a historical and sociological reflection on the reasons conflicts
arise. A film festival with Italian,
international, historical and recent films, has been organised in
collaboration with the Fondazione
Cineteca Italiana (at 6 pm on May 9
and 23, June 6 and 20, July 11 and 25).
Lastly, there will be theatrical, literary
and musical performances too, on May
24, June 13 and July 5.
Gallerie d’Italia-Palazzo Leoni Montanari,
contra’ S. Corona 25, mar-dom 10-18,
tel. 800/578875, www.gallerieditalia.com,
«La Grande Guerra. I luoghi e l’arte feriti»
fino al 23 agosto
Musica nel Palazzo
Music in the Palace
Vicenza. Palazzo Leoni Montanari promuove la cultura musicale con il progetto «Musica a palazzo», che stimola il dialogo
tra i diversi linguaggi espressivi. A esso fa capo «Musica da
un’esposizione. Riflessioni musicali alle Gallerie d’Italia», il
programma di concerti ideato in simbiosi con la collezione:
dopo una visita focalizzata su determinate opere viene proposta una selezione di brani. Sia questo appuntamento, sia
la stagione concertistica «Pomeriggio tra le Muse», sono realizzati dal giovane gruppo cameristico in residenza presso il
Palazzo, Ensemble Musagète, diretto dal maestro Giovanni
Guglielmo. Alla formazione è riservato invece «Progetto Orchestra», giunto nel 2015 alla quarta edizione. Si tratta di
un corso orchestrale e vocale voluto da Intesa Sanpaolo e
Società del Quartetto di Vicenza. Alle scuole sono riservate
numerose attività di educazione all’ascolto e al pubblico più
eterogeneo «OpeNights 2015», il ciclo di appuntamenti (il 10,
il 17, il 24 e il 31 luglio e il 7 agosto) nel cortile del Palazzo
alle 20,30 nell’ambito de «L’estate a Vicenza». q M.R
Vicenza. Palazzo Leoni Montanari is promoting musical culture with the “Music in the Palace” project which stimulates
dialogue between different forms of expression. A part of this
takes the form of “Music from an exhibition. Musical reflections at the Gallerie d’Italia”, the concert programme planned
in symbiosis with the collection: after a section focused on
specific works, a selection of songs is offered. Both this
event, and the “Afternoon amidst the Muses” concert season
are performed by young chamber music group in residence
at the Palazzo, Ensemble Musagète, conducted by Giovanni
Guglielmo. The “Orchestra Project” is reserved for training
and reaches its fourth edition in 2015. It offers an orchestral
and vocal course set up at the behest of Intesa Sanpaolo and
the Società del Quartetto di Vicenza. Schools are offered numerous activities of listening education and wider audiences
have “OpeNights 2015”, a series of events (on July 10, 17,
24 and 31 and August7) in the courtyard of the Palace at 8.30
pm, as part of “Summer in Vicenza” q M.R.
Gallerie d’Italia-Palazzo Leoni Montanari, contra’ S. Corona 25,
mar-dom 10-18, tel. 800/578875, www.gallerieditalia.com
Da vent’anni rompiamo col passato
Breaking with the past for the past 20 years
Vicenza. La galleria Valmore studio d’arte compie vent’anni. Fondata nel 1995, si dedica da sempre
ai movimenti che hanno rivoluzionato l’opera d’arte nella seconda
metà del XX secolo (come lo Spazialismo l’Arte ottico-cinetica e la
Pittura analitica) apprezzati dalla
critica ma non sempre dal mercato. Ne parla la fondatrice e direttrice Valmore Zordan.
Perché ha aperto la galleria?
Da vent’anni il mio impegno è
di riportare alla ribalta artisti
e movimenti fondamentali nel
rinnovamento degli anni ’50 e ’60,
Valmore Zordan
quando è cambiato il concetto di
manufatto artistico.
Con quali artisti e movimenti ha iniziato?
All’inizio ci siamo concentrati sullo Spazialismo veneto, partendo
dall’amicizia con gli artisti veneziani e dalla frequentazione della galleria
a di Renato Cardazzo a Venezia. Successivamente mi sono rivolta all’Arte
programmata e Ottico-cinetica, influenzata da mia figlia Monica Bonollo
che dagli anni ’80 ha svolto ricerche filosofico-scientifiche sulla percezione
visiva. Ci siamo focalizzate su Gruppo N, Gruppo T, Grav, Sperimentale
P, Mid ecc., li abbiamo riproposti al mercato, che a differenza della critica
li aveva trascurati. Ci ha colpito anche Eros Bonamini, personalità molto
incisiva fin dagli anni ’70. Molte istituzioni internazionali ci chiedono da
sempre opere in prestito.
E la Video arte?
Parallelamente ci siamo dedicate all’Arte elettronica e alla Video arte (di
cui curiamo un nutrito archivio) con personali di Nam June Paik, Peter
Vogel e Ale Guzzetti.
Di che cosa si è occupata recentemente?
La mostra «Mid. Mutamento Immagine Dimensione, 1964-2014» chiusa
il 28 marzo prosegue l’attenzione verso i gruppi storici ottico-cinetici. Le
sperimentazioni del Gruppo Mid degli anni ’60 sono state riproposte dai
due artisti del gruppo ancora in vita: Barrese e Marangoni.
Dal 2008 Valmore studio d’arte gestisce l’archivio
di Joël Stein, come siete entrati in contatto?
Ho conosciuto Joël Stein nel suo studio di Parigi alla fine degli anni ’90. Mi
sono occupata della promozione delle sue opere, della curatela
e pubblicazione di una monografia che ne riassume la poliedrica attività
di sperimentazione, iniziata nei primi anni ’50 e teorizzata in numerosi
suoi scritti. Ci occupiamo poi dei prestiti delle opere. Nel 2010 abbiamo
curato a Caen in collaborazione con Bernard Légé una retrospettiva
promossa dalla Regione Normandia, poi approdata in Italia.
Che cos’è la «Linea analitica dell’arte»?
Secondo lo storico dell’arte Filiberto Menna (1926-88) è l’arte
che scaturisce da una progettualità frutto di un pensiero con un preciso
intento di rottura verso il passato. Definizione in cui rientra la linea
seguita da Valmore studio d’arte. Lo sbocco logico è quindi la Pittura
analitica, di cui abbiamo fatto una mostra nel 2013 e una ora.
Le prossime mostre?
Oltre alla Pittura analitica, una retrospettiva di Davide Boriani e una
personale del venezuelano Darìo Pérez Flores. q M.R.
Vicenza. The Valmore studio d’arte gallery is twenty years
old. Founded in 1995, it has always been dedicated to the
movements that have revolutionised art in the second half of
the 20th century (such as spatialism, optical-kinetic art and
analytic painting), acclaimed by critics but not always by the
market. Its founder and director, Valmore Zordan, speaks to us.
Why did you open the gallery?
For the past 20 years, my commitment has been to bring artists who
have been fundamental in the renewal of the ‘50s and’ 60s, when the
concept of artwork changed, to the fore.
With which artists and movements did you begin?
At the outset we focused on Venetian Spatialism, starting from my
friendship with Venetian artists and the frequenting of the gallery
by Renato Cardazzo in Venice. Later I turned to programmed and
optical-kinetic art, influenced by my daughter Monica Bonollo who has
«Untitled» di Joël Stein,
1971-72
done philosophical and scientific
research into visual perception
since the 1980s. We focused on
the Gruppo N, Gruppo T, Grav,
Sperimentale P, Mid, etc, and
have offered them to the market,
which unlike the critics had rather neglected them. We were also struck
by Eros Bonamini, a highly incisive personality since the ’70s. Many
international institutions ask us for works on loan.
And video art?
In parallel, we have dedicated ourselves to electronic and video art (of
which we have a large archive) with personal exhibitions of Nam June
Paik, Peter Vogel and Ale Guzzetti.
What have you been showing recently?
The “Mid. Change Image Size, 1964-2014” exhibition that closed on
March 28 continues to maintain interest in the historical optical-kinetic
groups.
The experiments of Gruppo Mid in the 1960s have been reiterated by the
two artists of the group still alive: Barrese and Marangoni.
Since 2008 Valmore studio d’arte has managed the
archives of Joël Stein. How did you meet?
I met Joël Stein in his studio in Paris in the late ’90s. I took care of the
promotion of his works, of the editing and publication of a monograph
summarising the multifaceted activities of experimentation that began
in the early ’50s and theorised in many of his writings. We take care of
the loans of his works. In 2010, at Caen, in collaboration with Bernard
Légé, we curated a retrospective organised by the Normandy Region,
which then travelled to Italy.
What is the “The analytical line of art”?
According to art historian Filiberto Menna (1926-1988) it is arte that
springs from planning itself the result of a thought to effect a specific
break into the past. A definition which summarises the line followed
by Valmore studio d’arte. The logical outcome is therefore analytical
painting, concerning which we had a show in 2013 and another now.
The next shows?
In addition to analytic painting, there will be a retrospective of Davide
Boriani and a one-man show of Venezuelan Dario Perez Flores. q M.R.
Valmore studio d’arte, contrà Porta Santa Croce 14, su appuntamento,
0444/322557, www.valmore.it
EROS BONAMINI
TRACCIA SUPERFICIE TEMPO
Cronotopograe, 1981
N 2 serie di segni-tracce
con pennello inchiostro nero e pennarello
in 100-200-300... secondi
tela indeformabile, 90 x 230 cm
Valmore studio d’arte sas
Contra’ Porta Santa Croce 14
36100 Vicenza
telefono 0444 322 557
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www.valmore.it
si riceve su appuntamento
Vedere A VICENZA | 37
Canova e Jacopo Bassano, i due fuoriclasse
Canova and Jacopo Bassano, two champions
Una veduta della sala dalpontiana nel Museo Civico
Bassano del Grappa (Vi). Ideato nel 1828, scrigno delle opere di Jacopo Bassano e Antonio
Canova, il Museo Civico di Bassano del Grappa (dal 1840 nell’ex Convento di San Francesco)
è uno dei più antichi del Veneto ed è il principale dei Musei di Bassano del Grappa, il
sistema museale cittadino cui fanno capo anche il Museo della Ceramica G. Roi, istituito
nel 1992 a Palazzo Sturm, il Museo della Stampa Remondini (fondato nello stesso palazzo
nel 2007) e il Museo Naturalistico di Palazzo Bonaguro. Il Museo Remondini è interamente
dedicato a stampe, acqueforti e xilografie realizzate nel territorio da metà Seicento e metà
Ottocento ed esportate in tutto il mondo dagli ambulanti del vicino Tesino. Tra gli artisti
presenti Albrecht Dürer, Tiepolo e Mantegna. Anche il Museo della Ceramica racconta una
tecnica tradizionale in questo luogo, con un allestimento cronologico che ripercorre la storia
della ceramica in Italia e nell’area bassanese.
La direttrice dei Musei Civici bassanesi Giuliana Ericani risponde ad alcune domande.
Vedere A VICENZA | 38
Giuliana Ericani
Come si rende vitale un’istituzione antica come il Museo Civico?
Il Museo Civico di Bassano, il più antico museo civico del Veneto, affianca mostre temporanee alla valorizzazione
del proprio patrimonio: il riallestimento della pinacoteca (svolto negli ultimi dieci anni) e la rivisitazione in
progress della parte sulla storia della città cui fa capo la sezione archeologica con reperti dal paleolitico agli
insediamenti longobardi. A ciò si aggiunge l’apertura di un museo unico in Italia, quello dedicato alla calcografia
e tipografia dei Remondini, premio Icom 2010, e il riallestimento del Museo della ceramica nel 2012. Da non
dimenticare infine il vasto e antico patrimonio della Biblioteca e dell’Archivio (in Galleria Ragazzi dal 1999).
Quali sono le punte di diamante della collezione?
I due grandi nuclei di opere di Jacopo Bassano e bottega e di Antonio Canova.
Quali e quante sono le opere di Jacopo Bassano (Jacopo dal Ponte)?
Abbiamo 34 opere, il più consistente nucleo monografico al mondo conservato all’interno di un unico museo.
Nella biblioteca custodiamo inoltre il «Libro Secondo» dei conti della bottega, un raro documento della prassi
lavorativa nel Cinquecento. Gli «Estimi» conservati nell’Archivio restituiscono infine la dimensione patrimoniale
della bottega di Jacopo: un’impresa a conduzione familiare. Le opere del padre di Jacopo, il pittore Francesco
il Vecchio, capostipite dei Dal Ponte, insieme a quelle dei quattro figli completano il panorama della bottega,
costituendo un nucleo pittorico fondamentale per chiunque voglia conoscere un fenomeno artistico presente
nelle collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
E di Antonio Canova?
Abbiamo le opere che costituiscono la prima idea e i «pensieri segreti» di Antonio Canova: una parte della
donazione Sartori Canova di metà Ottocento, equamente divisa con la casa natale e la Gipsoteca di Possagno.
Tale donazione comprende gli scritti e la corrispondenza di Canova con i grandi del suo periodo, più di 2.000
disegni (quasi la produzione completa), tutte le incisioni, i bozzetti in gesso e in terracotta, i monocromi,
alcuni dipinti e alcuni grandi gessi. Di tale patrimonio il Mibact finanzia le attività di valorizzazione e
pubblicazione programmate da un Comitato per l’Edizione Nazionale di cui fanno parte i più grandi studiosi
mondiali dello scultore. Il Comune di Bassano organizza convegni e anastatiche sull’artista: un’attività di
studio e ricerca condotta da Museo, Biblioteca e Archivio diventati ormai un centro di alta cultura per il
Neoclassicismo italiano. q M.R.
Bassano del Grappa (Vi). Designed in 1828 as a casket for the works of Jacopo Bassano and Antonio Canova, the Museo Civico of Bassano del Grappa (since 1840 in the former Convent of San
Francesco) is one of the oldest in the Veneto and the most important of the Musei di Bassano
del Grappa network, the city museum system that includes the Museo della Ceramica G.
Roi, set up in 1992 in Palazzo Sturm, the Museo della Stampa Remondini (founded in the
same building in 2007) and the Museo Naturalistico in Palazzo Bonaguro. The Museo Remondini is entirely dedicated to prints, etchings and woodcuts made in the territory from
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Veduta della sala dedicata agli anni Settanta con opere della Body art
e comportamentali nel Museo Casabianca © Roberto Rizzotto
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the mid-17th to mid-19th century and exported throughout the
world by the wandering salesmen of nearby Tesino. Among the
artists are Albrecht Dürer, Tiepolo and Mantegna. The Museo
della Ceramica also reveals a local tradition in the area, with a
chronological exhibition that traces the history of ceramics in
Italy and the Bassano.
The director of the civic museums of Bassano, Giuliana Ericani,
answers some questions.
How does an institution as old as the Museo Civico
maintain its liveliness?
The Museo Civico of Bassano, the oldest museum in the Veneto, promotes
its assets alongside a series of alongside temporary exhibits: the new layout
of the gallery (done over the last ten years) and the review in progress
of the part on the history of the city which includes the archaeological
section contains finds from the Palaeolithic to the Lombard settlements. In
addition, with the opening of a unique museum in Italy, one dedicated to
the intaglio printing and typography of Remondini, which won the Icom
prize in 2010, and the reorganisation of the Museo della ceramica in 2012.
Last but not least, there is the vast and ancient heritage of the library and
of the archive (in the Galleria Ragazzi since 1999).
What are the finest items of the collection?
The two major groups of works by Jacopo Bassano and workshop and by
Antonio Canova.
What and how many are the works by Jacopo Bassano
(Jacopo dal Ponte)?
We have 34 works, the largest monographic nucleus in the world to be
conserved within a single museum. In the library, we also have the “Libro
Secondo” of the workshop’s accounts, a rare insight into the working
practices of the 16th century. The “Estimi” in the archive give an idea of the
extent of the assets size of Jacopo’s workshop, which was a family business.
The works of Jacopo’s father, painter Francesco il Vecchio, founder of the
Dal Ponte dynasty, together with those of the four children complete the
panorama of the workshop, and constitute a group of pictures that is
essential for anyone who wants to understand an artistic phenomenon
present in public and private collections around the world.
And Antonio Canova?
We have the works that make up the first idea and the “secret thoughts”
of Antonio Canova: a part of the Sartori Canova donation of the mid-19th
century, divided equally with the house he was born in, now the Gipsoteca
di Possagno. This donation includes the writings and correspondence of
Canova with the leading lights of his time, more than 2,000 drawings
(almost his complete production), all the engravings, plaster and terracotta models, monochromes, some paintings and some large plaster works.
The Mibact finances the promotion and programmatic publication of this
heritage, planned by a committee that includes the world’s greatest scholars of the sculptor. The Comune di Bassano organises conferences and
copies of the artist: an activity of study and research conducted by the
museum, library and archives that have become a centre of culture for all
that is Italian Neoclassicism. q M.R.
Museo Civico, piazza Garibaldi 34, Palazzo Sturm, Via Schiavonetti 40,
mar-sab 9-19, dom 10.30-13 e 15-18, tel. 0424/519901,
www.museibassano.it
40 anni e 1.200 grafiche
40 years and 1,200 prints
Malo (Vi). «Nuovocorso. Da museo-laboratorio del ’78 ad archivio-museo di oggi» è il titolo della programmazione per
il 2015 del Museo Casabianca, dedicato alla grafica d’arte contemporanea e fondato nel 1978 come museo-laboratorio con
un documento sottoscritto da dieci critici e curatori. Da allora ospita la collezione privata di GioBatta Meneguzzo, che si è
andata via via ampliando attraverso un intenso lavoro di ricognizione e acquisizione condotto dallo stesso collezionista. A oggi
conta oltre 1.200 opere realizzate dagli anni Sessanta agli anni Novanta di più di 700 artisti, oltre a una biblioteca specializzata con 1.600 volumi. Gestito da un’associazione culturale il cui segretario generale è GioBatta Meneguzzo, il museo è
ospitato in un palazzotto settecentesco in marmorino bianco noto come Casabianca, concesso in comodato d’uso dalla famiglia
Morandi Bonacossi. Il percorso espositivo dedicato alla collezione è un ampio excursus nei movimenti più significativi degli ultimi quarant’anni del secolo scorso. Si snoda lungo otto sale tra il piano nobile e l’ex granaio e comprende opere della stagione
Fluxus, Pop art, Transavanguardia, Arte concettuale, Arte povera (con Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone e Mario
Merz) e Land Art (con Amish Fulton e Richard Long). Tutte le opere esposte sono grafiche, disegni, stampe e multipli,
mai di dimensioni elevate. La Vetrina nell’androne a piano terra ospita invece cicli di mostre temporanee intitolati «Domeniche Flash» (ciascuna esposizione dura una settimana). In quasi quarant’anni di attività il Museo Casabianca, aderente alla Rete
Museale Alto Vicentino, ha realizzato numerose mostre tematiche, prodotto libri, cataloghi, quaderni di documentazione,
una decina di opuscoli della collana «Fogli-Esercizi di comunicazione» e ancora stampe, edizioni e multipli.
Malo (Vi). “Nuovocorso. From museum-workshop of 1978 to archive-museum of today” is the title of the 2015 programme of the Museo Casabianca, the museum dedicated to contemporary art graphics founded in 1978 as a museum-workshop
with a document signed by ten critics and curators. Since then, it houses the private collection of GioBatta Meneguzzo,
which has been gradually expanding through an intensive reconnaissance and acquisition undertaken by the collector himself.
It now has more than 1,200 works by more than 700 artists from the 1960s to the 1990s, as well as a specialised library
with 1,600 volumes. Run by a cultural association whose general secretary is GioBatta Meneguzzo, the museum is housed in
an 18th-century white marble-known building known as Casabianca, granted free of charge by the family Morandi Bonacossi.
The exhibition dedicated to the collection offers a broad overview of the most significant movements of the last forty years of
the last century. It unfolds through eight rooms on the piano nobile and former granary and includes works from the Fluxus,
Pop art, Trans, Conceptual Art, Arte Povera (with Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone and Mario Merz) and Land Art
(with Amish Fulton and Richard Long) movements. All the works on display are graphics, drawings, prints and multiples,
none of them large. The display case in the entrance hall on the ground floor hosts temporary exhibitions entitled “Sunday
Flash” (each show lasts a week). In almost forty years of activity, the Museo Casabianca, part of the Rete Museale Alto Vicentino, has produced numerous thematic exhibitions, published books, catalogues, documentary publications, a dozen leaflets
in the “Sheets-Exercises in communication” series, together with prints, editions and multiples.
Museo Casabianca, largo Morandi 1, dom-festivi 10-12,30/ 15-18,30, su appuntamento gli altri giorni, tel. 0445/602474,
www.museocasabianca.com
Mostri e geroglifici a Bassano del Grappa
Monsters and hieroglyphs at Bassano del Grappa
Bassano del Grappa (Vi). Il Comune di Bassano del Grappa
in collaborazione con il Comune di Nove presenta la prima
monografica del bassanese Federico Bonaldi (1933-2012),
tra i maggiori scultori e ceramisti veneti del dopoguerra. Nel
Museo Civico sono esposte 135 sculture in ceramica eseguite tra il 1951 e il 2012, suddivise in sei sezioni: la prima
indaga la produzione iniziale degli anni ’50 e ’60, la seconda
il «lavoro felice» (cioè i cassetti), la terza le grandi sculture di
mostri, la quarta i geroglifici, la quinta e la sesta i pannelli. In
Palazzo Sturm vi sono disegni e incisioni per un totale di 50
fogli. Nel museo di Nove, invece, 50
fischietti in ceramica («cuchi» in veneto), un genere cui Bonaldi si dedicò con grande invenzione e dei quali
esiste un fiorente collezionismo. La
mostra segue la grande antologica
sulla ceramica italiana del ’900 nella Gnam di Roma fino a giugno. Tutta
l’area bassanese è stata interessata dalla lavorazione della terracotta
sin dall’età del Bronzo, con esiti particolarmente importanti a livello europeo nel Settecento e nell’Ottocento. Il secondo dopoguerra ha visto
l’affermarsi di artisti che interpretavano
i vari movimenti attraverso la ceramica,
una vera e propria scuola tra i cui nomi
spiccano Pianezzola, Tasca e Bonaldi.
Bassano del Grappa (Vi). In collaboration with the Comune di
Nove, the Comune of Bassano del Grappa presents the first
monographic exhibition of the Bassano-born Federico Bonaldi
(1933-2012), one of the greatest post-war sculptors and potters of the Veneto. The Museo Civico presents 135 ceramic
sculptures made between 1951 and 2012, divided into six
sections: the first investigates the initial production of the ’50s
and ’60s, the second the “happy work” (the cassetti), the third,
the large sculptures of monsters, the fourth, the hieroglyphs,
the fifth and sixth, the panels. Palazzo Sturm hosts a total of
50 drawings and engravings. In the museum of Nove, instead,
there are 50 ceramic whistles (“cuchi” in Veneto dialect), a genre to which Bonaldi devoted himself with great inventiveness
and around which there is a thriving collectors’ market. The
exhibition follows the major retrospective on Italian ceramics
of the 20th century held at the Gnam in Rome until June. The
whole Bassano area has been involved in working with clay
since the Bronze Age, with especially important results at a European level in the 18th and 19th centuries. After the Second
World War, a number of artists gained acclaim, interpreting the
various art movements through ceramics, forming a school in
which stand out such names as Pianezzola, Tasca and Bonaldi.
Museo Civico, piazza Garibaldi 34, Palazzo Sturm,
Via Schiavonetti 40, mar-sab 9-19, dom 10,30-13/15-18,
tel. 0424/519901, www.museibassano.it, Museo della Ceramica
G. Fabris di Nove, via Giove 1, tel. 0424/590022,
www.istitutoartenove,it, «Federico Bonaldi.
La magia del racconto», dal 13 giugno al 18 ottobre
Vedere A VICENZA | 39
La Galleria sull’Altopiano
The Gallery on the Plateau
Asiago (Vi). Compie 25 anni la Galleria d’Arte Nino Sindoni,
fondata nel 1990 sull’Altopiano dei Sette Comuni da Antonio
Sindoni. Un lungo periodo nel quale sono state sviluppate
numerose collaborazioni con musei e non solo. Due le personali
in galleria fino a giugno: una dedicata ai notturni a olio e
matita di grandi e piccole dimensioni di Nicola Nannini,
l’altra a 24 acquerelli dell’inglese Naomi Tydeman ispirati
all’alba e tramonto. Fino a luglio sono esposte anche le opere
dello scultore Giovanni Paganin (1913-97), figura di spicco
nell’arte italiana del secondo Novecento. «Abbiamo deciso di
esporre una parte poco nota della produzione dello scultore nato ad
Asiago: la pittura, che praticò sin dagli anni Cinquanta», precisa il
gallerista, che ha selezionato principalmente dipinti con figure
umane. Successivamente sarà la volta delle nature morte di
Ottorino de Lucchi e degli oli di Fausto De Nisco. Tra agosto
e ottobre, invece, una carrellata di tutti gli artisti della galleria:
Maurizio Bottoni, Ettore Greco, Matteo Massagrande e
Nicola Nannini, «La notte di san Giovanni Battista», 2012
Pausa nel teatro romano
Pause in the Roman theatre
Giorgio Scalco (dal 7 agosto al 20 settembre), Carlos Albert,
Gianfranco Asveri, Sergi Barnils, Alberto De Braud e
Medhat Shafik (dal 27 settembre al 25 ottobre). Chiudono
l’anno gli acquerelli di Doug Lew.
Asiago (Vi). The Galleria d’Arte Nino Sindoni, founded
in 1990 on the Altopiano dei Sette Comuni da Antonio
Sindoni reaches its 25th anniversary. A long period in which
numerous collaborations with museums and more have
been developed. There are two one-man shows at the gallery
until June: one dedicated to large and small oil and pencil
nocturnes by Nicola Nannini, the other to 24 watercolours
by the English artist Naomi Tydeman, inspired by dawn
and sunset. Until July, moreover, visitors can see works
by sculptor Giovanni Paganin (1913-1997), a prominent
figure in late-20th-century Italian art. “We have decided to
exhibit a little-known part of the Asiago-born sculptor’s production:
painting, which he practised from the 1950s”, explains the gallery
owner, who has selected mainly paintings with human
figures. This exhibition will be followed by the still lifes of
Ottorino de Lucchi, and oils by Fausto De Nisco. Between
August and October, instead, there will be a roundup of
all the gallery’s artists: Maurizio Bottoni, Ettore Greco,
Matteo Massagrande and Giorgio Scalco (from August
7 to September 20), Carlos Albert, Gianfranco Asveri,
Sergi Barnils, Alberto De Braud and Medhat Shafik
(from September 27 to October 25). The year closes with the
watercolours of Doug Lew.
Galleria d’Arte Nino Sindoni, via Matteotti 44/8, 10-13, 15,30-20,
tel. 335/277323, www.ninosindoni.com, «Nicola Nannini» e «Naomi
Tydeman» fino al 14 giugno, «Giovanni Paganin» fino al 3 luglio,
«Ottorino de Lucchi» e «Fausto de Nisco» 4 luglio-2 agosto, «Collettiva»
7 agosto-20 settembre, «Collettiva» 27 settembre-25 ottobre, «Doug
Lew» dal 21 novembre
MATS BERGQUIST
DAL 30 MAGGIO AL 25 LUGLIO 2015
negli storici spazi di
VICENZA. Situata in uno degli ingressi del teatro romano
Berga, risalente al I secolo a.C., la Galleria Berga si occupa dal 2008 di arte moderna e contemporanea. Ne parla
il direttore Stefano Pausa.
Perché ha scelto di aprire la galleria nel teatro romano?
Entrare in galleria significa immergersi nell’arte contemporanea e scoprire un’inaspettata traccia del passato. La galleria
è situata in uno degli ingressi originari del teatro romano Berga, fulcro dell’antica struttura urbana di Vicenza risalente al I
secolo d.C. Il teatro (edificato verso la fine del I secolo a.C., riformato e abbellito sotto l’impero di Claudio, 41-54 d.C. Ndr)
fu poi inglobato in edifici successivi sino a perdere la sua
identità e rimanere riconoscibile solo per la forma della via
circolare che lo abbraccia ancora oggi. Andrea Palladio ricostruì nei suoi disegni la forma di questa architettura simbolo.
Quali mostre avete in programma?
A maggio e giugno una personale di Omar Ronda.
VICENZA. Located in one of the entrances to the Berga Roman theater, which dates from the 1st century BC, the Galleria Berga has dealt in modern and contemporary art since
2008. Its director, Stefano Pausa, talks to us.
Why did you choose to open the gallery in the Roman theatre?
Entering the gallery is to immerse yourself into contemporary
art and discover unexpected traces of the past. The gallery is
located in one of the original entrances to the Berga Roman
theatre, the fulcrum of the ancient urban structure of Vicenza dating back to the first century AD. The theatre (ed.: built
towards the end of the 1st century BC, restructured and embellished during the reign of Claudius, AD 41-54) was successively
incorporated into later buildings to the point of losing its identity and remained recognisable only by the shape of the circular
street that goes round it today. In his drawings, Andrea Palladio
reconstructed the form of this architectural symbol.
What shows are you planning?
In May and June a solo show of Omar Ronda.
Galleria Berga, contà Porton del Luzzo 16, tel. 0444/235194, marsab 16.30-19.30, www.galleriaberga.it, «Omar Ronda» fino al 30 giugno
Matteo Massagrande (Padova, 1959)
è pittore del tempo e del destino.
È pittore della natura,
di tutti i suoi fenomeni, nessuno escluso.
Ama la pittura come pochi altri,
la coltiva come si coltiva una lingua antica,
che non muore mai.
Ama la bellezza,
e tutta la racconta nei suoi quadri.
(Marco Goldin)
Galleria d’Arte “Nino Sindoni”
Via Matteotti, 44/8 - 36012 Asiago (VI)
Cell. 335/277323
www.ninosindoni.com - [email protected]
www.atipografia.it [email protected]
via Campo Marzio, 26 Arzignano (VI) T. 388 4995660 T. 329 1754133
Vedere A VICENZA | 40
Marco Nereo Rotelli all’opera
Chiamata alle arti sul Pasubio
A call to arts on the Pasubio
Valli del Pasubio (Vi). Giunge al culmine in luglio il progetto artistico sviluppato per il centenario della Grande Guerra nell’area del massiccio del Pasubio e della Strada delle 52 gallerie
(una mulattiera militare costruita durante il conflitto). Tale progetto, intitolato «Via Pasubio», è
stato ideato dall’architetto Carlo Costa e dall’artista Marco Nereo Rotelli. A firma di quest’ultimo anche una serie d’installazioni permanenti nelle gallerie, visibili da luglio. Con Marco Nereo
Rotelli abbiamo parlato del progetto.
Com’è nata «Via Pasubio»?
S’inserisce nel più ampio progetto Va.Po.Re, un piano di recupero e investimento sul territorio coordinato dai
comuni di Valli del Pasubio, Posina e Recoaro, diretto dall’architetto Carlo Costa e finanziato da fondi europei.
Il sindaco di Valli del Pasubio, Armando Cunegato, ha voluto l’intervento artistico come filo conduttore.
In che cosa consiste il progetto?
È un progetto collettivo polivalente. Si compone di stage in loco, comunicazioni interdisciplinari,
installazioni artistiche, interventi poetici, performance musicali e della realizzazione di un monumento
non ai caduti, ma alla vita, progettato con il giovane architetto Filippo Cavalli. È una chiamata alle
arti con presenze eccellenti come Paolo Fresu e Thomas Haskell Simpson.
Valli del Pasubio (Vi). The art project developed for the centenary of the Great War in the
area of ​​the Pasubio massif and the Strada delle 52 gallerie (‘Road of 52 tunnels’, a military
mule track built during the conflict) reaches its culmination in July. The project, entitled “Via
Pasubio”, has been organised by architect Carlo Costa and artist Marco Nereo Rotelli.
The latter has created a series of permanent installations in the tunnels, visible from July. We
have spoken to the artist about his project.
How did “Via Pasubio” come about?
It is part of a broader project Va.Po.Re, a plan to revive and invest in the area coordinated by the
municipalities of Valli del Pasubio, Posina and Recoaro, directed by Carlo Costa and financed by European
funds. The mayor of Valli del Pasubio, Armando Cunegato, wanted the artistic intervention as the common
theme for running through the project.
Il carattere liquido dell’Atipografia
The fluid nature of the Atipografia
Arzignano (Vi). Da pochi mesi ha aperto i battenti l’associazione culturale
Atipografia, uno spazio per l’arte contemporanea focalizzato su mostre
ed eventi di ricerca che ha già all’attivo collaborazioni con l’Universita Ca’
Foscari di Venezia e l’Accademia di Belle Arti G.B. Cignaroli di Verona. Ne
parla Elena Dal Molin, storica dell’arte ideatrice dello spazio.
Che cos’è Atipografia?
Lo spazio si trova in una tipografia di fine Ottocento, dove si fissava il sapere
sulla carta. L’alfa privativo indica uno spazio liquido dove nulla si ferma, animato da mostre site specific con opere uniche e tridimensionali.
Perché Arzignano?
Arzignano è leader nell’industria conciaria, ha contatti commerciali con
122 Paesi. La cultura è stata messa in secondo piano, ma ha una tradizione. Antonio Pellizzari negli anni ’50 aveva creato un’orchestra stabile, un
coro e La Scuola di Arzignano e in casa aveva un Kandinskij.
Perché l’arte contemporanea?
L’arte contemporanea si pone i grandi quesiti, non vuole essere decoro, ma
Elena Dal Molin
un faro che rende visibili aspetti della realtà altrimenti trascurati.
Qual è il vostro pubblico?
Il 20% dei visitatori non è della provincia di Vicenza, il resto sono visitatori affezionati e
curiosi. Abbiamo oltre 800 associati.
Progetti per il futuro?
Vogliamo aumentare l’attività didattica, a giugno ripartono i «Laboratori Atipici» per i bambini delle elementari. Apriremo poi la terrazza di Mattia Bosco (cfr. articolo a fianco) che sarà
la sede operativa di «Nuovi Caratteri»; il progetto rivolto ai giovani talenti.
A luglio saranno inaugurate le sue installazioni permanenti.
Più che parlarne bisogna vederle. Tutto si gioca sullo stupore della visione. Lo scorso anno avete condotto workshop sul posto.
Sono stati fatti due stage in loco di una settimana con 12 giovani artisti e architetti: quello d’arte è stato
diretto dall’artista Virginia Monteverde e quello di architettura dall’architetto Margherita Zambelli.
What does the project consist of ?
It is a multipurpose collective project. It consists of on-site internships, interdisciplinary communications, art
installations, events of poetry, musical performances and the construction of a monument: not to the fallen,
but to life, designed with the young architect Filippo Cavalli. It is a call to arts involving major figures like
Paolo Fresu and Thomas Haskell Simpson.. Valli del Pasubio, Strada delle 52 gallerie, www.viapasubio.it, «Via Pasubio»
Di Bosco e di tronchi | Bosco and tree-trunks
Arzignano (Vi). Mattia Bosco presenta una serie di
opere realizzate con tronchi
d’albero abbattuti nel territorio di Arzignano (nella foto).
Il confine tra naturale e artificiale sarà ulteriormente
approfondito con un altro
intervento: un’installazione
permanente in pietra ideata
per la terrazza dell’associazione, un nuovo spazio esterno fruibile dal pubblico.
Arzignano (Vi). Mattia Bosco presents a series of
works made with tree-trunks
cut down within the territory
of Arzignano (pictured). The
boundary between natural
and artificial will be further
explored in another intervention: a permanent installation
in stone planned for the association’s terrace, which will
offer a new, outdoor space
accessible to the public.
Atipografia, piazza Campo
Marzio 26, mer-ven 15-19,
sab-dom 15-20,
www.atipografia.it, «Fiori violenti: fototropismo verso la forma»
fino al 23 maggio
Arzignano (Vi). The Atipografia cultural association, a space for contemporary art exhibitions
and events focusing on research opened a few months ago and has already set up partnerships with the Università Cá Foscari of Venice and the Accademia di Belle Arti G. B. Cignaroli
of Verona. Elena Dal Molin, the art historian who planned the space, speaks of the mission.
What is Atipografia?
The space is located in a late-19th-century printing shop, where knowledge used to be applied
on paper. The alpha indicates a changeable space where nothing is stationary, animated by sitespecific exhibitions with unique and three-dimensional works.
Why Arzignano?
Arzignano is a leader in the tanning industry, and has business contacts with 122 countries.
Culture has been put into the background, but has a tradition. Antonio Pellizzari in the 1950s
had created a permanent orchestra, a choir, and La Scuola di Arzignano here, and at home had
a Kandinsky.
Why contemporary art?
Contemporary art poses big questions; it does not seek to be decoration, but a lighthouse that
makes visible aspects of reality that would otherwise be overlooked.
Who is your audience?
20% of our visitors do not come from the province of Vicenza, while the rest are faithful and curious visitors. We have over 800 members.
Plans for the future?
We want to increase the educational activities. June sees the new start the of the “Atypical workshops” for primary school children. We will be opening the terrace of Mattia Bosco which will be
the headquarters for “New Characters”: a project for young talent.
Vedere A VICENZA | 41
Le mostre da vedere in Veneto
Top exhibitions in the Veneto
VENEZIA
Ass. Culturale
Italo-Tedesca
Palazzo Albrizzi, Cannaregio
4118, tel. 041/5225475,
www.acitve.it, orario/hours
10-18, chiuso lunedì/closed
on Monday, Actv 1 (Ca’ d’Oro),
4.1, 4.2, 5.2 (Fondamenta
Nove) Mappa D2
Natura nutrix-Homo vorax
10 mag. ➤ 24 nov.
Ca’ Corner della ReginaFondazione Prada
Santa Croce 2215, tel.
041 8109161, www.
fondazioneprada.org, orario/
hours 10-18, chiuso martedì/
closed on Tuesday, Actv 1
(San Stae) Mappa D3 (1)
Portable Classic. Ancient
Greece to Modern Europe
9 mag. ➤ 13 set.
Ca’ Foscari, Cortile Grande
Dorsoduro 3246, tel. 041
2348368, www.alexandredang.
com, Actv 1 (Ca’ Rezzonico), 2
(San Basilio) Mappa B4 (2)
Dang'cing sol'art flowers
6 mag. ➤ 22 nov.
Ca’ Pesaro
Santa Croce 2076, tel. 041
721127, www.capesaro.
visitmuve.it, orario/hours
10-18, chiuso lunedì/closed
on Monday, Actv 1 (San Stae)
Mappa D2 (3)
Il filo conduttore. Federica
Marangoni
6 mag. ➤ 13 set.
tel. 041/2405411, www.
guggenheimvenice.it, orario/
hours 10- 18, chiuso martedì/
closed on Tuesday, Actv 1
(Salute, Accademia)
Mappa D5 (6)
Jackson Pollock, Murale
23 apr. ➤ 9 nov.
Charles Pollock
23 apr. ➤ 14 set.
V.S. Gaitonde
3 ott. ➤ 10 gen.
Espace Louis Vuitton
calle del Ridotto 1353, lun-sab
10-19,30, dom 10,30-19,30
Mappa E4 (7)
Tilo Schulz, Francesco
Hayez
7 mag. ➤ 25 ott.
Fond. Bevilacqua La Masa,
Palazzetto Tito
Dorsoduro 2826, tel.
041/5207797, www.
bevilacqualamasa.it, orario/
hours 11,30-17,30, chiuso
lunedì e martedì/closed on
Monday and Tuesday, Actv
1 (Ca’ Rezzonico), 2 (San
Basilio) Mappa C4 (8)
Peter Doig
5 mag. ➤ 4 ott.
Fond. Bevilacqua La Masa,
Galleria di piazza San
Marco
San Marco 71/C, tel.
041/5237819 www.
bevilacqualamasa.it, orario:
11-18, chiuso lunedì e
martedì/closed on Monday
and Tuesday Mappa E4 (9)
2, 4.1 (Zitelle)
Mappa E6 (5)
Future Histories
9 mag. ➤ 23 ago.
Sguardo di donna. Da
Diane Arbus a Letizia
Battaglia
11 set. ➤ 10 gen.
Centro Culturale Candiani
piazzale Candiani 7, Mestre,
www.candiani.comune.venezia.
it, tel. 041/2386111, orario/
hours 10-20 Mappa FM
The beauty between order
and disorder
8 mag. ➤ 28 giu.
Camera e cucina. La
fotografia è servita
15 mag. ➤ 28 giu.
Ballerina Project Venice
29 ago. ➤ 13 set.
Confini 12
18 set. ➤ 4 ott.
Matite in viaggio
25 ➤ 27 set.
Cosmopolita
16 ott. ➤ 1 nov.
Chiostri dei Frari, Archivio
di Stato di Venezia
campo dei Frari, San Polo,
300, www.photissima.it, orari
10-18 chiuso il lunedì. Actv 1
(San Tomà) Mappa C3
PhotissimaArt Fair &
Festival 2015
7 mag. ➤ 30 ott.
Collezione
Peggy Guggenheim
Palazzo Venier dei
Leoni, Dorsoduro 701,
Cy Twombly. Paradise
6 maggio ➤ 13 settembre
Mappa D2 (4)
Cagnaccio di San Pietro
6 mag. ➤ 27 set.
Chromatism and optical art
Set. ➤ ott.
Gastini, Icaro, Mattiacci,
Spagnulo
26 set. ➤ 10 gen.
Flavio Favelli
26 set. ➤ 10 gen.
Ca’ Rezzonico
Dorsoduro 3136, tel. 041
2410100, www. carezzonico.
visitmuve.it, orario/hours
10-18, chiuso martedì/closed
on Tuesday, Actv 1 (Ca’
Rezzonico) Mappa C4 (4)
I Pisani moretta. Storia e
collezionismo
20 giu. ➤ 19 ott.
Geminiano Cozzi e le sue
porcellane
28 nov. - 21 mar.
Caffè Florian
piazza San Marco 56,
tel. 041 5205641, www.
caffeflorian.com, Actv 1 (San
Marco Vallaresso), 2, 4.1, 5.1
(San Zaccaria) Mappa E4
Qiu Zhijie
7 mag. ➤ 31 ago.
Casa dei Tre Oci
isola della Giudecca,
Fondamenta delle Zitelle
43, tel. 041/2412332,
041/2410775, www.treoci.org,
orario/ hours 10-18, chiuso
lunedì/closed on Monday, Actv
20
3
Sebastião Salgado
6 mag. ➤27 set.
Fondazione Giorgio Cini
isola di San Giorgio, tel.
041/2710229, www.cini.it,
orario/hours 10-19, Actv 2
(San Giorgio) Mappa F5 (10)
Louise Manzon
➤ 15 mag.
Magdalena Abakanowicz
➤ 2 ago.
Giovanni Manfredini
7 mag. ➤ 7 giu.
Matthias Schaller
8 mag. ➤ 6 giug.
Enki Bilal, Black Box
8 mag. ➤ 2 ago.
Liu Xiaodong
8 mag. ➤ 2 ago.
Ugo Ojetti. I danni della
Grande Guerra.
3 giu. ➤ 31 lug.
Fondazione Giorgio Cini,
Le Stanze del Vetro
isola di San Giorgio,
tel. 041/5223563, www.
lestanzedelvetro.it, orario/
hours 10-19, chiuso mercoledì
/closed Wednesday, Actv 2
(San Giorgio) Mappa F5 (10)
Il vetro finlandese. Collez.
Bischofberger
13 apr. ➤ 2 ago.
Fulvio Bianconi alla Venini
13 set. ➤ 10 gen.
Fondazione Querini
Stampalia
campo Santa Maria
Formosa, Castello 5252,
tel. 041/2711411, www.
querinistampalia.it, www.
fondazionefurla.org, orario/
hours 10- 18, chiuso lunedì/
closed on Monday, Actv 1,
2 (Rialto), 2, 4.1, 5.1 (San
Zaccaria) Mappa E3 (11)
Grisha Bruskin
12 feb. ➤ 13 set.
Jimmie Durham
6 mag. ➤ 20 set.
Water by Lilya
6 mag. ➤ 2 ago.
Premio Furla 2015
6 mag. ➤ 7 giug.
Fond. Vedova, Magazzini
del Sale
Dorsoduro 266,
tel. 041/5226626, www.
fondazionevedova.org, orario/
hours 10.30-18, chiuso
martedi/closed on Tuesday,
Actv 1 (Salute), 2, 5.1 (Zattere)
Mappa D5 (12)
Emilio Vedova
6 mag. ➤ 1 nov.
Fond. Vedova, Spazio
Vedova
Dorsoduro 50, tel.
041/5226626, www.
fondazionevedova.org, orario/
hours 10.30-18, chiuso
martedì/closed on Tuesday,
Actv 1 (Salute), 2, 5.1 (Zattere)
Mappa D5 (13)
Alexander Calder
6 mag. ➤ 1 nov.
Gallerie dell’Accademia
campo della Carità 1050, tel.
041/5200345,
www.gallerieaccademia.org,
15
1
25
11
21
18
19
23
4
2
17
24
7
9
8
16
27
14
22
11
6
12
26
10
13
5
Vedere IN veneto | 42
orario/hours 8.15-19.15,
chiuso lunedì pomeriggio/
closed on Monday afternoon,
Actv 1 (Accademia)
Mappa C5 (14)
Mario Merz. Città irreale
8 mag. ➤ 20 set.
Gal. G. Franchetti alla Ca’
d’Oro
Cannaregio 3932, tel.
041/5200345, www.cadoro.
org, lun/Mon 8.15- 14.00,
mar-sab/Tue-Sat 8,15-19,15,
dom/Sun 10-18, Actv 1 (Ca’
d’Oro) Mappa D2 (15)
Plessi liquid life
6 mag. ➤ 22 nov.
Hilton Molino Stucky
Venice
(Lounge Campiello) Giudecca
810, tel. 340/8798327, www.
giudecca795.com Actv 2, 4.1,
4.2 (Palanca) Mappa B6
Gjon Jakaj
➤ 23 maggio
Giulio Rigoni
25 mag.➤ 29 lug.
Giuseppe Cozzi
1 ago. ➤ 23 set.
Aqua Open Project
25 set. ➤ 23 nov. Duarja
25 nov. ➤ 25 gen.
Museo Archeologico
Nazionale di Venezia
piazza San Marco, San
Marco 52, tel. 041/2967663,
www.polomuseale.venezia.
beniculturali.it, 10-19 Mappa
E4 (17)
Acqua immutabile e antica
8 mag.➤ 31 ott.
Museo Correr
San Marco, 52, tel.
041/271591, www.correr.
visitmuve.it, 10-19, Actv 1
(San Marco Vallaresso), 2,
4.1, 5.1 (San Zaccaria) Mappa
E4 (17)
Nuova Oggettività. Arte in
Germania al tempo della
Repubblica di Weimar
1 mag. ➤ 30 ago.
Jenny Holzer. War
Paintings
6 mag. ➤ 22 nov.
L’impero della moda.
1795-1815
5 set. ➤ 10 gen.
Andrea Schiavone
3 ott. ➤ 7 feb.
Museo del Merletto di
Burano
piazza Galuppi 187, Burano,
tel. 041/730034, www.
museomerletto. visitmuve.it,
orario/hours 10-18, Actv 12
(Burano) Mappa FM
Leslie Hirst. Il filo dei
messaggi
30 mag. ➤ 1 ago.
Un merletto per Venezia
12 set. ➤ 8 nov.
Museo del Vetro di Murano
fondamenta Giustinian 8,
Murano, tel. 041/739586,
www.museovetro.visit- muve.
it, 10-18, Actv 3, 4.2 (Murano
museo) Mappa FM
Luciano Vistosi Scultore
Le mostre da vedere in Veneto Top exhibitions in the Veneto
➤ 30 ago.
European Glass
Experience
➤ 7 giugno
A.Ve.M. Arte Vetraria
Muranese
10 ott. ➤ 31 gen.,
Museo Diocesano Santa
Apollonia
fondamenta della
Canonica, Castello 4312,
tel. 041/5229166, www.
veneziaubc.org, mar-dom
10-18, chiuso lunedì Actv
1, 2, 4.1, 5.1 (San Zaccaria)
Mappa E4 (18)
Anna Tzarev
9 mag. ➤ 22 nov.
Museo di Palazzo
Mocenigo
Santa Croce 1992,
041/721798, www.
mocenigo.visitmuve.it,
orario: 10-17 chiuso il lunedì
Actv 1 (San Stae) Mappa
C4 (19)
Miniartextil. Gea
6 giu. ➤ 30 ago.
Andrea Morucchio
Giu. ➤ nov.,
Museo di Storia Naturale
Santa Croce 1730, tel.
041/2750206, www. msn.
visitmuve.it, 10-18, chiuso
il lunedì/closed on Monday,
Actv 1 (San Stae) Mappa
C2 (20)
I Dogon tra terra e cielo
Primavera-estate
Mostra del VIII Concorso
Internazionale di
Fotografia Subacquea
10 ott. ➤ 1 nov.
Museo Fortuny
San Marco 3958, tel.
041/5200995, www. fortuny.
visitmuve.it, 10-18, chiuso
martedì/closed on Tuesday,
Actv 1 (Sant’Angelo), 2 (San
Samuele) Mappa D4 (21)
Omaggio a Luca Pacioli.
Proportio
9 mag. ➤ 22 nov.
Padiglione Aquae Venezia
2015
Venezia Porto Marghera, via
Pacinotti, tel. 041/2960840
www.aquae2015.org
lun-dom/Mon-Sun 10-23
Mappa FM
Aquae Venezia 2015
3 mag. ➤ 31 ott.
Palazzo Bembo
riva del Carbon 4793,
www.palazzobembo.org;
www.europeanculturalcentre.
eu; www.globalartaffairs.org;
www.personalstructures.org,
orario: 10-18, chiuso il
martedì Actv 1 (Rialto)
Mappa D3
Personal Structures.
Crossing Borders I
9 mag. ➤ 22 nov.
Palazzo Cini
campo San Vio, Dorsoduro
864, tel. 041/2710217
www.palazzocini.it, 11- 19,
chiuso il martedì Actv 2
(Zattere) Mappa C5 (22)
Palazzo Cini, la Galleria
25 aprile ➤ 15 novembre,
Ettore Spalletti
25 apr. ➤ 23 ago.
Palazzo Ducale
San Marco 1, tel.
041 2715911, www.
palazzoducale.visitmuve.
it, www.mostrarousseau.
it, dom-gio 9-19, ven-sab
9-20, Actv 1, 2, 4.1, 5.1 (San
Zaccaria) Mappa E4 (23)
H.Rousseau. Il candore
arcaico
6 mar. ➤ 5 lug.
Acqua e cibo a Venezia
28 lug. ➤ 30 nov.
Gianni Berengo Gardin.
Mostri a Venezia
19 set. ➤ 14 dic.
Palazzo Grassi, Fond. F.
Pinault
campo San Samuele 3231,
www.palazzograssi. it,
10-19, chiuso martedì/closed
on Tuesday, Actv 2 (San
Samuele) Mappa C4 (24)
Martial Raysse
➤ 30 nov.
Palazzo Mora
strada Nuova, 3659, www.
palazzomora.org; www.
europeanculturalcentre.eu;
www.globalartaffairs.org;
www.personalstructures.org,
10-18, chiuso il martedì, Actv
1 (Ca’ D’Oro) Mappa D2
Personal Structures.
Crossing Borders II
9 mag. ➤ 22 nov.
Punta della Dogana,
Fond. F. Pinault
Dorsoduro 2, tel.
199/112112, www.
palazzograssi.it, 10-19,
chiuso martedì/closed on
Tuesday, Actv 1 (Salute)
Mappa E5 (26)
Slip of the Tongue
12 apr. ➤ 31 dic.
Scoletta Battioro
campo San Stae, 1980,
10-18,30 Actv 1 (San Stae)
Mappa D2
Antoni Clavé
5 mag. ➤ 31 ott.
Scuola Internazionale di
Grafica
Cannaregio 1798, tel.
041/721950, www.
nationalprintgallery.com,
www.scuolagrafica.it, lun-ven
9-12.30/14-18, Actv 1 (San
Marcuola) Mappa C2
Angela Lorenz
12 ➤ 30 mag.
Déirdre Kelly
4 ➤ 20 giu.
Anne Bush
2 ➤ 25 lug.
Los Angeles Printmakers
Society
C4 A plus A Gallery,
San Marco, 3073, Venezia,
tel. 0412770466,
www.aplusa.it
D4 Galleria d’Arte Arke,
San Samuele, 3211, San Marco,
tel. 0415224372,
www.artearke.it
E4 Galerie Bordas,
San Marco, 1994/B, tel. 0415224812,
www.galeriebordas.com
E4 Bugno Art Gallery,
San Marco, 1996/d, tel. 0415231305,
www.bugnoartgallery.it
D4 Galleria il Capricorno,
San Marco, 1994, tel. 0415206920,
[email protected]
D4 Galleria Caterina Tognon,
Ala Nova di Palazzo Treves, Corte
Barozzi, San Marco 1258,
tel. 39.348.8561818
www.caterinatognon.com
D4 Galleria Contini,
Calle Larga XXII Marzo, San Marco,
2288, tel. 0415230357,
www.continiarte.com
D5 Galleria Ferruzzi,
Dorsoduro, 368, Fondamenta
Ospedaletto, tel. 0415205672
B6 Giudecca 795 Art Gallery,
Fondamenta San Biagio, tel.
3408798327,
www.giudecca795.com
C1 Ikona Gallery,
Campo del Ghetto Nuovo,
Cannaregio, 2909, tel. 0415289387,
www.ikonavenezia.com
D4 Galleria Luce,
San Marco, 1922/a,
Campiello della Fenice,
tel. 0415222949,
www.gallerialuce.com
B4 Galleria Marignana/arte,
Dorsoduro, 141, tel. 0415227360,
www.marignanaarte.it
C6 Galleria Michela Rizzo,
Giudecca, 800/Q, Ex Birrificio, Isola
della Giudecca, tel. 0418391711,
www.galleriamichelarizzo.net
E4 Galleria D’Arte III Millennio,
Rio Terà de le Colonne,
San Marco, 1047,
tel. 0412413561,
www.galleriaterzomillennio.it
C2 ThaumArt 795,
Cannaregio, 1190, tel. 3408798327,
www.thaumart795.com
C5 Galleria Totem-Il Canale,
Accademia, 878, tel. 0415223641,
www.totemilcanale.com
D4 Galleria Traghetto,
San Marco, 2543, tel. 0415221188,
www.galleriatraghetto.it
(1) D3 Ca’ Corner della Regina Fondazione Prada
Santa Croce, 2215, tel. 0418109161,
www.fondazioneprada.org
(2) B4 Ca’ Foscari
Dorsoduro, 3246, tel. 0412348368,
www.unive.it
(3) D2 Ca’ Pesaro - Galleria
internazionale d’Arte moderna
Santa Croce, 2076, tel. 041721127,
www.capesaro.visitmuve.it
(4) C4 Ca’ Rezzonico - Museo
del Settecento veneziano
Dorsoduro, 3136, tel. 0412410100,
www.carezzonico.visitmuve.it
(5) E6 Casa dei Tre Oci
Fondamenta delle Zitelle, 43,
tel. 0412412332 / 0412410775,
www.treoci.org
FM Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani, 7, Mestre,
tel. 0412386111,
www.centroculturalecandiani.it
(6) D5 Collezione Peggy Guggenheim
Palazzo Venier dei Leoni - Dorsoduro,
701, tel. 0412405411,
www.guggenheim-venice.it
(7) E4 Espace Louis Vuitton
Calle del Ridotto, 1353
(8) C4 Fondazione Bevilacqua
La Masa - Palazzetto Tito
Dorsoduro, 2826, tel. 0415207797,
www.bevilacqualamasa.it
(9) E4 Fondazione Bevilacqua
La Masa - Galleria San Marco
Piazza San Marco, 71c, tel. 0415207797,
www.bevilacqualamasa.it
(10) F5 Fondazione Cini
Isola di San Giorgio Maggiore,
tel. 0415223563, www.cini.it
(11) E3 Fondazione Querini
Stampalia
Campo Santa Maria Formosa, Castello,
5252, tel. 0412711411,
www.querinistampalia.it
(12) D5 Fondazione Emilio e
Annabianca Vedova - Magazzini
del Sale
Dorsoduro, 266, tel. 0415226626,
www.fondazionevedova.org
(13) D5 Fondazione Emilio e
Annabianca Vedova - Spazio Vedova
Dorsoduro, 50, tel. 0415226626,
www.fondazionevedova.org
(14) C5 Gallerie dell’Accademia
Campo della Carità, 1050, tel.
0415200345, www.gallerieaccademia.org
(15) D2 Galleria Giorgio Franchetti
alla Ca’ d’Oro
Ca Duodo - Cannaregio, 3932, tel.
0415200345, www.cadoro.org
(16) C5 Istituto Veneto di Scienze
Lettere e Arti - Palazzo Franchetti
Campo Santo Stefano, 2945,
tel. 0412407711, www.istitutoveneto.it
(17) E4 Museo Archeologico
Nazionale di Venezia
Piazza San Marco, 52, tel. 0412967663,
www.polomuseale.venezia.beniculturali.it
(17) E4 Museo Correr
Piazza San Marco, 52, tel. 0412715911,
www.correr.visitmuve.it
FM Museo del Merletto
Piazza Galuppi, 187, Burano,
tel. 041730034, www.museomerletto.
visitmuve.it
FM Museo del Vetro
Fondamenta Giustinian, 8, Murano,
tel. 041739586, www.museovetro.
visitmuve.it
(18) E4 Museo Diocesano
Santa Apollonia
Castello, 4312 (Ponte della Canonica),
tel. 0415229166,
www.veneziaupt.org
(19) C4 Museo di Palazzo
Mocenigo
Santa Croce, 1992, tel. 041721798,
www.mocenigo.visitmuve.it
(20) C2 Museo di Storia Naturale
Santa Croce, 1730, tel. 0412750206,
www.msn.visitmuve.it
(21) D4 Museo Fortuny
San Marco, 3958, tel. 0415200995,
www.fortuny.visitmuve.it
(22) C5 Palazzo Cini
Campo San Vio, Dorsoduro, 864,
tel. 0412710217 www.palazzocini.it
(23) E4 Palazzo Ducale
San Marco, 1, tel. 0412715911,
www.palazzoducale.visitmuve.it
(24) C4 Palazzo Grassi
Fondazione François Pinault
Campo San Samuele, 3231,
tel. 199112112, www.palazzograssi.it
(25) E3 Palazzo Grimani
Castello, 4858, tel. 0415200345,
www.palazzogrimani.org
(26) E5 Punta della Dogana
Fondazione François Pinault
Dorsoduro, 2, tel. 199 112 112,
www.palazzograssi.it
(27) A5 Università IUAV
ex Cotonificio veneziano
Spazio espositivo Gino Valle Dorsoduro, 2196, tel. 0412571801,
www.iuav.it
Vedere IN veneto | 44
28 luglio ➤ 15 agosto
David Ferry
1 ➤ 31 ottobre
Università IUAV
Dorsoduro 2196, tel. 39
041/2571011-1012 www.
iuav.it/archivioprogetti,
lun-ven 9,30-13,30, gio 1517,30, chiuso sab. e festivi,
Actv 2 (San Basilio) Mappa
A5 (27)
Diego Birelli
7 ➤ 29 maggio,
Architettura incisa
11 ➤22 maggio
Paul O. Robinson
25 maggio ➤ 5 giugno
Rilievi fotografici
dell’Italia contemp.
8 giugno ➤ 19 giugno
Arturo Mezzedimi
22 giugno ➤ 3 luglio
Le voci dall’Africa
6 luglio ➤ 31 luglio
Semerani&Tamaro
associati
1 ottobre ➤ 13 novembre
Gallerie Private
A plus A Gallery
San Marco 3037, tel
041/2770466, www.aplusa.
it, mar-sab/tue-sat 11-14/1518, Actv 1 (Sant'Angelo), 2
(San Samuele) Mappa C4
Rob Pruitt
5maggio ➤ 8 maggio
Galleria d’Arte Arke
San Samuele, 3211,
San Marco 30124, tel.
041/5224372, www.artearke.
it, ora- rio/hours mar-sab/
Tue-Sat 10.30-12.30; 1618.30, Actv 2 (San Samuele)
Mappa D4
Bruna Scanferlin
2 maggio ➤ 30 giugno
Ezio Rizzetto
12 settembre ➤ 10 ottobre
Mirei.l.r
24 ottobre ➤ 21 novembre
Galerie Bordas
San Marco 1994/B, tel.
041/5224812, www.
galeriebordas.com, 1113/16-19, Actv 1 (San Marco
Vallaresso) Mappa E4
Picasso. Il gesto intimo
9 maggio ➤ 24 luglio
Bugno Art Gallery
San Marco 1996/d, tel.
041/5231305, www.
bugnoartgallery.it, mar-gio/
Tue-Thu 10-19,30, dom-lun/
Sun-Mon 16-19.30, Actv
1 (San Marco Vallaresso)
Mappa E4
Contemporaneamente
3 maggio ➤ 28 novembre
Galleria il Capricorno
San Marco 1994,
tel. 041/5206920,
galleriailcapricorno@gmail.
com, Actv 1, 2 (Giglio)
Mappa D4
Wangechi Mutu
4 maggio ➤ fine luglio
Galleria Caterina Tognon
Ala Nova di Palazzo Treves,
Corte Barozzi, San Marco
1258, tel. 348/8561818 www.
caterinatognon.com (dal 6
maggio al 10 maggio 10-22)
lun-sab 15-19 chiuso la
domenica, Actv 1 (Vallaresso)
Mappa D4
Katarzyna Kozyra e Mieke
Groot
6 maggio ➤ 22 novembre
Galleria Contini
calle Larga XXII Marzo,
San Marco 2288, tel.
041/5230357, www.
continiarte.com, orario/hours
10,30-13/14-19,30, Actv 1
(Giglio) Mappa D4
Omaggio a Igor Mitoraj
16 maggio ➤ 30 novembre
Galleria Ferruzzi
Dorsoduro 368,
Fondamenta Ospedaletto,
tel. 041/5205672, www.
giodibusca.com
Mappa D5
Giò di Busca
1 maggio ➤ 31 ottobre
Giudecca 795 Art Gallery
fondamenta San Biagio,
tel. 340/8798327, www.
giudecca795.com, 16-20,
mattino su appuntamento/
Morning by appointment,
chiuso lunedi e venerdì e
dal 10 al 24 agosto/closed
on Monday and Friday, and
10-24 Aug. Actv 2, 4.1, 4.2
(Palanca)
Mappa B6
Gjon Jakaj
30 aprile ➤ 30 giugno Marcelle Ottier e Schisci
Studio
30 giugno ➤ 30 settembre
Giuseppe Cozzi
25 settembre ➤ 15 ottobre Jan Mizo
20 ottobre ➤ 20 novembre Duarja
25 novembre ➤ 25 gennaio
2016
Ikona Gallery
campo del Ghetto Nuovo,
Cannaregio 2909, tel.
041/5289387, www.
ikonavenezia.com, 11-19,
chiuso sabato/closed on
Saturday, Actv 4.2, 5.2
(Guglie) Mappa C1
Ugo Carmeni. Flood
7 maggio ➤ 9 agosto
La Fotografia
20 agosto ➤ fine novembre
Galleria Luce
San Marco 1922/a,
Campiello della Fenice,
tel. 0415222949, www.
gallerialuce.com, Actv 1
(Giglio) Mappa D4
1983-2015. Spazialismi
e oltre
8 maggio ➤ 6 giugno
Galleria Marignana/arte
Dorsoduro 141, tel.
041/5227360, www.
marignanaarte.it, mar-mer
14-18,30, gio-sab 11-13,30
e dalle 14-18,30, dom-lun
su appuntamento, Actv 1 (Ca’
Rezzonico), 2 (San Basilio)
Mappa B4
Treni volanti, carte
appese e altri pensieri
7 maggio ➤ 19 settembre
Arthur Duff
Ottobre ➤ gennaio
Galleria Michela Rizzo
Giudecca 800q - Ex Birrificio,
Isola della Giudecca,
tel. 041/8391711, www.
galleriamichelarizzo.net,
orario/hours ma-sa/Tue-Sat
11-18, Actv 2, 4.1 (Palanca)
Mappa C6
Francesco Jodice
6 maggio ➤ 31 luglio
Galleria d’Arte III
Millennio
San Marco 1047, Rio
Terà de le Colonne, tel.
041/2413561, www.
galleriaterzomillennio.it,
Actv 1 (Rialto, Vallaresso)
Mappa E4
Beyond Transformation
6 maggio ➤ 6 giugno,
Living Land
10 giugno ➤ 11 luglio
Palazzo Sorzano
Cappello (Giardino)
tel. 051/235843, lundom 10,30-18, www.
maggioregam.com
Roberto Sebastian Matta
➤ 15 ottobre
Scoletta Battioro
Campo San Stae 1980, tel.
051/235843, lun-dom 10,3018, www.maggioregam.com
Antoni Clavé
➤ 31 ottobre
ThaumArt 795
Cannaregio 1190,
tel. 340/8798327, www.
thaumart795.com, dom-gio/
Sun-Thu 10,30-15,30,
ven/Fri 10,30-19,30, e
su appuntamento/and
by appoinment. Chiuso
il sabato/Closed on
Saturday, Actv 4.1, 4.2, 5.1,
5.2 (Guglie) Mappa C2
Giulio Rigoni. Le torri
d’oro
maggio ➤ luglio Graziano Arici
settembre
Galleria Totem-Il Canale
Accademia 878, tel.
041/5223641, www.
totemilcanale.com, 10-13,
15-19, Actv 1, 2 (Accademia)
Mappa C5
La Vetrina
Aprile ➤ ottobre
Connessioni, arte
africana ed europea
Maggio ➤ ottobre
Arte tribale africana
Maggio ➤ ottobre
Galleria Traghetto
San Marco 2543, tel.
041/5221188, www.
galleriatraghetto.it, lun-sab/
Mon-Sat 15-19 e su
appuntamento/and by
appointment, Actv 1 (Giglio)
Mappa D4
Anne-Karin Furunes
5 maggio ➤ 5 settembre
PROVINCIA DI VENEZIA
STRA
Museo Nazionale
di Villa Pisani
via Doge Pisani 7, tel.
049/502270, 9-20 (fino al
30 settembre), 9-17 (dal 1 al
31 ottobre),
www.villapisani.
beniculturali.it
Italiani a tavola 18601960
➤ 31 ottobre
PROVINCIA DI BELLUNO
AURONZO DI CADORE
Sedi varie
www.dolomitiunesco.info,
www.dolomitesunescolabfest.it
Dolomites UNESCO
LabFest. Sconfini
28 ➤ 30 agosto
CESIOMAGGIORE
Museo Etnografico della
Provincia di Belluno e del
Parco Nazionale Dolomiti
Bellunesi
via Seravella 1, mar-ven
9-13, 15-18,30, tel.
0439/438355, www.
museoetnograficodolomiti.it,
Il sacro nelle Dolomiti
➤ 31 maggio
CORTINA D’AMPEZZO
Museo d’Arte Moderna
Mario Rimoldi, Ciasa de
ra Regoles
corso Italia 69, mar-dom 1619,30, tel. 0436/866222 Museo Paleontologico
Rinaldo Zardini, Museo
Etnografico delle Regole
d’Ampezzo
via Marangoi 1 loc.
Pontechiesa, 0436/875502,
www.musei.regole.it
Nuovo allestimento delle
collezioni presso i Musei
delle Regole
15 giugno ➤
FELTRE
Oratorio della Santissima
Annunziata
Sala Pia, via Vecellio, sabdom 10-13, 16-19, musei.
comune.feltre.bl.it
Esculapio
4 luglio ➤
SELVA DI CADORE
Museo Vittorino Cazzetta
via IV Novembre 51, sabdom 10-12,30, 15-18,30,
tel. 0437/521068, www.
museoselvadicadore.it
Piste e impronte fossili di
dinosauri nelle Dolomiti e
nelle aree contermini
➤ 31 maggio
PROVINCIA DI PADOVA
PADOVA
Galleria Civica Cavour
piazza Cavour, mar-dom 1013, 15-19, tel. 049/8204544,
padovacultura.padovanet.it
Amleto Sartori
17 ottobre ➤
Musei Civici agli
Eremitani
piazza Eremitani 8, 9-19,
tel.
049/8204551 e
Palazzo Zuckermann, corso
Garibaldi 33, mar-dom
1019, tel. 049/8205664,
padovacultura.padovanet.it/
it/musei
Donatello e la sua lezione
Sculture e oreficerie a
Padova tra ’400 e ’500
➤ 26 luglio
Museo Diocesano
di Padova
piazza Duomo 12, mar-dom
10-19, tel. 049/8761924,
www.museodiocesanopadova.it
Donatello svelato.
Capolavori a confronto
➤ 26 luglio
Museo del Precinema
Palazzo Angeli, Prato della
Valle 1/a, mer-lun 10-16,
tel. 049/8763838,
www.minicizotti.it,
Charles Dickens in Italia
➤ 31 ottobre
Oratorio di San Rocco
via Santa Lucia, mar-dom
9,30-12,30, 15,30-19, tel.
049/8753981, padovacultura.
padovanet.it
Premio Internazionale
Mario Pinton
➤ 26 luglio 2015
Gioielli di Barbara
Paganin
➤ 8 novembre
Pensieri Preziosi 11.
Ruudt Peters ed Evert
Nijland
21 novembre ➤
Palazzo del Monte di Pietà
piazza Duomo 14, mar-ven
9-19, sab-dom 9-20,
tel. 0425/460093, www.
fondazionecariparo.net
Questa è guerra!
➤31 maggio
Questo elenco è basato perlopiù su dati forniti
direttamente dalle fonti, ma sempre soggetti
a possibili variazioni. Si consiglia di verificare
di volta in volta se le date delle singole
manifestazioni sono state confermate.
Il calendario, aggiornato quotidianamente, dei
principali eventi in Italia e nel mondo è consultabile
sul sito web di «Il Giornale dell’Arte» all’indirizzo
www.ilgiornaledellarte.com/vederenelmondo
This list is for the most part based on information
provided directly by the sources concerned, and
is subject to possible modifications. Readers are
advised to check whether the dates of the single
events are confirmed. Updated daily, the calendar of
the main events in Italy and around the world can
be consulted on the “Il Giornale dell’Arte” website
at www.ilgiornaledellarte.com/vederenelmondo
BORGORICCO
Museo della Centuriazione
Romana
viale Europa 10, mar
9-12,30, mer-sab 9-12,30,
15-18, dom 15-19, tel.
049/9336321, www.
museodellacenturiazione.it
Ottaviano Augusto
➤ 31 maggio
PIAZZOLA SUL BRENTA
Villa Contarini
via Luigi Camerini 1, gio-mar
10-16, tel. 049/5590347,
www.villacontarini.eu
Giuseppe Cominetti.
Istanti dal fronte
➤ 2 giugno
PROVINCIA DI ROVIGO
ROVIGO
Palazzo Roverella
via Giuseppe Laurenti 8/10,
mar-ven 9-19, sab-dom
9-20, tel. 0425/460093,
www.palazzoroverella.com
Il demone della
modernità
➤ 14 giugno
PROVINCIA DI TREVISO
TREVISO
Tra
Ca’ dei Ricchi, via Barberia
25, mar-sab 10-13/15,3019,30, dom 15,30-19,30,
tel. 0422/419990, www.
trevisoricercaarte.org
Time after-Time before
23 maggio ➤ 5 luglio
ASOLO
Museo Civico di Asolo
via Regina Cornaro 74, tel.
0423/952313, sab-dom e
festivi 10-19,
www.asolo.it/museo
Venere nelle terre di
Canova
5 settembre ➤
CONEGLIANO
Palazzo Sarcinelli
via XX Settembre 132,
mar-gio 9-18, ven 9-21,
sab-dom 9-19, tel.
199/151114, www.
mostracarpaccio.it
Carpaccio. Vittore e
Benedetto
➤ 28 giugno
POSSAGNO
Museo e Gipsoteca
Antonio Canova
via Antonio Canova 74,
mar-dom 9,30-18, tel.
0423/544323, www.
museocanova.it
Canova in guerra
11 luglio ➤
Venere nelle terre di
Canova
5 settembre ➤
PROVINCIA DI VERONA
VERONA
Palazzo della Gran
Guardia
piazza Brà, lun-dom 9,3019,30, tel. 045/8033400,
www.comune.verona.it
Arte e vino
➤ 16 agosto
Museo di Castelvecchio
corso Castelvecchio
2, tel. 045/8062611,
museodicastelvecchio.
comune.verona.it, www.
artverona.it
Le meraviglie del 2000
16 ottobre ➤
La Giarina arte
contemporanea
interrato dell’Acqua Morta
82, mar-sab 15,30-19,30,
tel. 045/8032316, www.
lagiarina.it
Luisa Raffaelli
➤ 20 giugno
Veronafiere
viale del Lavoro 8,
tel. 045/8298204,
www.artverona.it
ArtVerona
16 ➤ 19 ottobre
Studio La Città
Lungadige Galtarossa 21,
tel. 045/597549, www.
studiolacitta.it
Jacob Hashimoto
16 maggio ➤ 12 settembre
CEREA
Maam
Villa Dionisi, loc. Ca’
del Lago 70
, ven 9-12,
tel. 0442/365112, www.
fondazionealdomorelato.org
Giornate Internazionali
di Studio
12 giugno
Il Mobile Significante
2 ottobre
MOZZECANE
Villa Vecelli Cavriani
via Caterina Bon Brenzoni
3, lun-gio 0912.30, 14-17,
ven 09-12, tel. 045/6340799,
www.villavecellicavriani.it
Arvedo Arvedi
➤ 31 maggio
PROVINCIA DI VICENZA
VICENZA
Basilica Palladiana
piazza dei Signori, lun-gio
9-19, ven-dom 9-20, tel.
0422/429999
Tutankhamon Caravaggio
Van Gogh
➤ 2 giugno
Gallerie d’Italia-Palazzo
Leoni Montanari
contrà S. Corona 25, mardom 10-18, tel. 800/578875,
www.gallerieditalia.com
I luoghi e l’arte feriti
➤ 23 agosto
Palazzo Chiericati
piazza Matteotti 37/39,
lun-dom 10-18,
tel. 0422/429999
Piero Guccione
➤ 2 giugno
Palladio Museum
contrà Porti 11, mar-dom
10-18, tel. 0444/323014,
www.palladiomuseum.org
El Greco. Fotografie di
Joaquín Bérchez
➤ 14 giugno
Galleria Berga
contà Porton del Luzzo 16,
tel. 0444/235194,
mar-sab 16,30-19,30,
www.galleriaberga.it
Omar Ronda
➤ 30 giugno
ASIAGO
Galleria Sindoni
via Matteotti 44/8, 10-13,
15,30-20,00,
tel. 0424/463844,
cell. 335/277323,
www.ninosindoni.com
Nicola Nannini e Naomi
Tydeman
➤ 14 giugno
Giovanni Paganin
15 giugno ➤ 3 luglio
Ottorino De Lucchi e
Fausto De Nisco
4 luglio ➤ 2 agosto
Maurizio Bottoni,
Ettore Greco, Matteo
Massagrande e Giorgio
Scalco
7 agosto ➤ 20 settembre
Gianfranco Asveri, Sergi
Barnils, Albert Carlos,
Alberto De Braud,
Medhat Shafik
27 settembre ➤ 25 ottobre
Valmore Studio d’Arte
contrà Porta Santa Croce
14, 0444/322557, su
appuntamento,
www.valmore.it
La Linea Analitica
dell’arte-Pittura Analitica 2 ➤ 31 luglio
Davide Boriani 1 ottobre ➤ 30 novembre
ARZIGNANO
Atipografia
piazza Campo Marzio 26,
mer-ven 15-19,
sab-dom
15-20, www.atipografia.it
Mattia Bosco
➤23 maggio
Mats Bergquist
30 maggio ➤ 25 luglio
BASSANO DEL GRAPPA
Museo Civico
piazza Garibaldi 34,
Palazzo Sturm, Via
Schiavonetti 40, mar-sab 9-19, dom 10.30-13
e 15-18, tel. 0424/519901,
www.museibassano.it
Biennale dell’Incisione
Contemporanea: Roger
Benetti, Evgenija Hristova
➤ 24 maggio
Federico Bonaldi.
Sculture ceramica grafica
13 giugno ➤ 18 ottobre
Palazzo Paletta Dai Prè: uno scrigno
d’eccellenza dell’arte veronese del Settecento
Investire nell’arte con la solidità della proprietà immobiliare
Il percorso d’eccezione alla scoperta dei capolavori unici di questa dimora veronese
inizia dal portale su via Arcidiacono Pacifico, attribuito a Domenico da Lugo, che
evoca le origini quattrocentesche dell’edificio, porta lungo lo scalone con affreschi
di Giambettino Cignaroli e sculture attribuite a Lorenzo Muttoni, e prosegue nel
magnificente salone delle feste dove spiccano la tela di grandi dimensioni “Il sacrificio di Ifigenia” di Pietro Rotari, scene monocrome ispirate all’Iliade e all’Eneide
affrescate da Giorgio Anselmi nel 1765 (come l’autore stesso dichiara nella biografia riportata dallo scrittore veronese Diego Zannandreis), e il soffitto affrescato da
Giorgio Anselmi con “Il Trionfo di Giunone e Atena” che sovrasta a nove metri
d’altezza. Molti altri ancora sono i capolavori dell’arte veronese e italiana del Settecento voluti dall’antico proprietario Pietro Antonio Serpini e ancora oggi patrimonio del palazzo, oggetto di un accurato restauro conservativo appena concluso ad
opera della Costruzioni Bellè. Un’impresa che quest’anno compie Ottant’anni sotto
la guida già di tre generazioni della Famiglia Bellè, e vanta numerosi importanti
interventi in particolare di edilizia monumentale e museale, dai Palazzi Scaligeri al
Teatro Romano, dalla Domus Mercatorum alla Scala della Ragione.
Verona Centro
MALO
Museo Casabianca
largo Morandi 1,
dom 10-12,30, 15-18,30,
tel. 0445/602474,
www.museocasabianca.com
La Grande Guerra
nelle pagine della rivista
«L’Illustrazione Italiana»
➤ 30 giugno
(lun-dom 9-18)
Fogli Tredici
Nuovocorso,
presentazione della
pubblicazione
5 luglio
PROPERTy
FOR SALE
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visite guidate gratuite / laboratori gratuiti per bambini
numero verde 800 662 477 (da lunedì a venerdì 10–17)
free admission / 10 am–7 pm / closed on Wednesdays
free guided tours / free activities for kids
toll free number 800 662 477 (Mon–Fri 10 am–5 pm)
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