Percorsi formativi per l’autoimpreditorialità
giovanile
Il sistema Impresa
Prof. Francesco Contò
Caos - Potenza 10/11 Marzo 2011
L’impresa e
l’ambiente esterno
L’impresa
Perché nasce un’azienda?
Nasce per rispondere ad uno o più bisogni (si concretizzano
nella produzione di un bene o nell’erogazione di un servizio),
espressi da un preciso mercato ossia da un ben definito
target di persone o aziende
(orientamento al mercato - o al prodotto - attraverso la
soddisfazione di un bisogno)
L’azienda: il complesso di beni organizzati dall’imprenditore
per l’esercizio dell’impresa
L’impresa:
un’attività
economica
esercitata
professionalmente ed organizzata al fine della produzione o
dello scambio di beni e servizi.
1. L’IMPRESA E L’AMBIENTE ESTERNO
Impresa
Organizzazione economica che, mediante l’impiego di un
complesso di risorse, acquisisce e produce beni o servizi
da scambiare con entità esterne, al fine di conseguire un
reddito.
1. L’IMPRESA E L’AMBIENTE ESTERNO
ISTITUTO
ECONOMICO
ATTO A PERDURARE
Unità economica con propria
autonomia organizzativa
… tesa all’economicità
… con carattere non
accidentale e una proiezione
ad un tempo indefinito.
1. L’IMPRESA E L’AMBIENTE ESTERNO
All’interno di un’impresa devono sussistere quattro elementi
fondamentali:
1. l’organizzazione;
2. il processo produttivo;
3. lo scambio con l’esterno;
4. il reddito.
L’AMBIENTE
Denaro
MERCATO DI
ACQUISTO
Denaro
MERCATO DI
VENDITA
AZIENDA
Risorse
Prodotti
INFORMAZIONI
L’impresa come sistema socio-tecnico
L’impresa è quindi:
un sistema
Insieme
di
organi
aventi compiti specifici,
atti al raggiungimento
di un comune risultato.
aperto
di tipo
Deve
intrattenere
relazioni di scambio
con l’esterno
socio-tecnico
Operano risorse umane e
tecniche
L’impresa come sistema
Impresa
Sistema organizzato che richiede:
CAPITALE
LAVORO
Elemento oggettivo
Elemento soggettivo
IL LAVORO ATTIVA E DINAMIZZA IL CAPITALE
Le aziende di produzione
AZIENDE DI PRODUZIONE
SCOPO DI LUCRO
SCOPO DI UTILITA’ GENERALE
IMPRESE
ASSOCIAZIONI
FONDAZIONI
ENTI
POLITICO-SOCIALI
(PUBBLICA AMM.NE)
Le relazioni tra i soggetti economici
SOGGETTI ECONOMICI
IMPRESE
FAMIGLIE
PUBBLICA AMM.NE
Flussi
Reali
Fattori produttivi
Monetari
corresponsione di un prezzo
Le relazioni sistemiche Imprese-Famiglie
Beni/servizi
Salari e stipendi
Lavoro
Utili/Interessi
Capitali
FAMIGLIE
IMPRESE
Prezzo
Le relazioni sistemiche Imprese-P.A.
Beni/servizi
Tasse/imposte
Servizi
Utili/Interessi
Capitali
PUBBLICA
AMM.NE
IMPRESE
Prezzo
Le relazioni sistemiche Famiglie-P.A.
Lavoro
Tasse/imposte
Servizi
Interessi
Capitali
PUBBLICA
AMM.NE
FAMIGLIE
Salari e stipendi
Le imprese. Classificazione
DIMENSIONE
IMPRESE
PICCOLE
Parametri principali:
1. Volume d’affari
2. Investimenti
3. Numero di addetti
MEDIE
GRANDI
Classificazione delle imprese: il concetto di dimensione (I)
Per definire la dimensione di un’impresa vengono
utilizzati parametri che possono essere raggruppati in
quattro classi:
1. parametri economici: fatturato, valore aggiunto;
2. parametri
tecnici:
produzione;
produzione
realizzata,
3. parametri patrimoniali: patrimonio
patrimoniale, capitale investito;
netto,
4. parametri organizzativi: addetti occupati.
capacità
totale
di
attivo
Classificazione delle imprese: il concetto di dimensione (II)
Secondo i criteri stabiliti dall’ISTAT è possibile individuare:
1. Piccole imprese: meno di 99 dipendenti;
2. Medie imprese: tra i 100 e i 499 dipendenti;
3. Grandi imprese: i 500 dipendenti.
Invece, la Comunità Europea definisce:
1. le piccole imprese quelle fino a 50 addetti;
2. le medie imprese quelle fino a 200 addetti
3. le grandi imprese quelle fino a 250 addetti.
I legami tra le imprese
IMPRESE
GRUPPI
RETI
DISTRETTI INDUSTRIALI
Legami gerarchici
Legami di mercato
Prof. Giovanni Fiori
Corso di Economia Aziendale
19
Le imprese. Classificazione
SETTORE
IMPRESE
SETTORE PRIMARIO
SETTORE SECONDARIO
Aziende di produzione
originaria, fattori
produttivi che
provengono
direttamente dalla
natura
Aziende che operano
nella trasformazione
fisica delle materie
prima
AZIENDE AGRICOLE,
ESTRATTIVE, CACCIA
& PESCA
AZIENDE
INDUSTRIALI
SETTORE TERZIARIO
Aziende di servizi
COMMERCIO,
TRASPORTI, SERVIZI,
BANCHE,
ASSICURAZIONI…
Gli assetti istituzionali delle imprese
Impresa capitalistica: imprenditore capitalista proprietario dei mezzi
di produzione e gestore diretto dell’attività produttiva;
Impresa manageriale: scissione tra proprietà e governo dell’impresa;
Impresa cooperativa:
partecipano;
comunanza
di
scopi
tra
coloro
che
vi
Organizzazioni non profit: amministrazione del capitale pubblico o
privato al fine di raggiungere finalità senza scopo di lucro.
Classificazione delle imprese:l’assetto strutturale
Per quanto concerne l’assetto strutturale delle imprese, esse
possono essere organizzate società di persone e società di capitali.
La forma giuridica disciplina i rapporti esterni, vale a dire la
responsabilità dei soci e gli adempimenti civilistici e fiscali a cui
l’impresa deve sottostare.
Inoltre, per quanto riguarda la natura del soggetto proprietario, le
imprese si classificano in private, pubbliche e miste.
L’impresa e il
mercato
2. L’impresa e il mercato
IMPRESA
AMBIENTE
Acquisizione materie prime e
Scelta delle porzioni di mercato da
soddisfare
Ambiente
transazionale
Ambiente
competitivo
Rapporti tra impresa e mercato (I)
Nell’interpretazione dei rapporti impresa-ambiente due sono i
principali fili conduttori: il progresso tecnologico e lo sviluppo
economico.
1. Il primo si riflette più direttamente sull’offerta e il secondo sulla
domanda di beni e di servizi.
2. Il progresso tecnologico influenza notevolmente la struttura di
un settore industriale e la sua competitività, trasformandosi in
sviluppo economico.
Rapporti tra impresa e mercato (II)
Ogni impresa si collega con:
a) il mercato del lavoro, da cui attingere la manodopera;
b) il mercato della produzione, da cui attingere le materie prime;
c) il mercato finanziario, da cui attingere le risorse finanziarie per
poter intraprendere l’attività economica desiderata;
d) il mercato di vendita, costituito dagli acquirenti dei beni o servizi
prodotti.
Le forme di mercato (I)
DEFINIZIONE DI MERCATO
Per mercato si intende il complesso degli atti di scambio che si
manifestano o che potrebbero manifestarsi in rapporto ad un
determinato prodotto e in un certo ambito territoriale.
Ogni mercato di differenzia dagli altri:
1. per le modalità qualitative,
manifestazione della domanda;
quantitative
2. per il grado di concentrazione dell’offerta.
e
temporali
di
Le forme di mercato (II)
Il mercato concorrenziale si basa su quattro condizioni fondamentali:
1. Atomizzazione dell’offerta;
2. Omogeneità dei prodotti e dei venditori;
3. Trasparenza del mercato;
4. Libertà d’ingresso nel mercato.
Le forme di mercato (III)
FORME DI MERCATO
CONCORRENZA PERFETTA
MONOPOLIO
OLIGOPOLIO
CONCORRENZA IMPERFETTA
L’impresa
CONCORRENZA PERFETTA
E’ una forma di mercato ideale, riscontrabile
nella realtà solo in alcuni casi
E’ il modello ipotizzato dalla teoria neoclassica e
si basa sul principio del laissez faire
acquirenti
venditori
prezzo
offerta
domanda
L’impresa
CONCORRENZA PERFETTA
POLVERIZZAZIONE DELLA
DOMANDA
POLVERIZZAZIONE DELL’OFFERTA
OMOGENEITA’ DEL PRODOTTO
TRASPARENZA DEL MERCATO
LIBERTA’ DI ENTRATA E DI USCITA
MOBILITA’ DEI FATTORI PRODUTTIVI
L’impresa
C
A
R
A
T
T
E
R
I
MONOPOLIO
Mercato in cui l’offerta è concentrata nelle mani di un unico
produttore, che può regolarla a piacere senza temere la
concorrenza delle altre imprese
Si tratta per lo più di un mercato teorico, difficilmente
riscontrabile nella realtà in tutti i suoi caratteri
L’impresa
MONOPOLIO
CONCENTRAZIONE DELL’OFFERTA
POLVERIZZAZIONE DELLA DOMANDA
BARRIERE ALL’ENTRATA
CONTROLLO SUL PREZZO
MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
L’impresa
C
A
R
A
T
T
E
R
I
OLIGOPOLIO
POLVERIZZAZIONE DELLA DOMANDA
POCHI OFFERENTI
OMOGENEITA’ O MENO DEL PRODOTTO
INTERDIPENDENZA
DIFFERENZIAZIONE DEL PREZZO
BARRIERE ALL’ENTRATA
L’impresa
C
A
R
A
T
T
E
R
I
CONCORRENZA MONOPOLISTICA
POLVERIZZAZIONE DELLA DOMANDA
POLVERIZZAZIONE DELL’OFFERTA
DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO
DIFFERENZIAZIONE DEI PREZZI
LIBERTA’ DI ENTRATA E DI USCITA
MOBILITA’ DEI FATTORI PRODUTTIVI
L’impresa
C
A
R
A
T
T
E
R
I
SINTESI
Forme di mercato
Concorrenza perfetta
Monopolio
Numero delle imprese
numerosissime
una
Oligopolio
Concorrenza
monopolistica
poche
numerosissime
SINTESI
Forme di mercato
Concorrenza perfetta
Monopolio
Dimensione delle
imprese
piccole
grande
Oligopolio
grandi
Concorrenza
monopolistica
piccole e medie
VANTAGGIO PER IL CONSUMATORE
CONCORRENZA
MONOPOLISTICA
CONCORRENZA
PERFETTA
OLIGOPOLIO
MONOPOLIO
+
L’impresa
La domanda (I)
Per DOMANDA di un bene si intende la capacità effettiva ad
acquistare quel bene che si intende consumare ad un
determinato prezzo.
Solitamente, la domanda di una bene tende ad aumentare al diminuire
del prezzo del bene stesso.
La domanda esercitata dai consumatori o dalle imprese dipende da
molti fattori, quali: reddito, gusti, prezzo e aspettative.
Anche le imprese possono domandare e/o acquistare la quantità di
fattori produttivi che desiderano, ai prezzi che si stabiliscono sul
mercato.
La domanda (II)
Per le imprese, la quantità del fattore produttivo che conviene
acquistare dipende:
1) dal livello di produzione che l’impresa intende realizzare;
2) dalle tecniche che l’impresa si propone di attuare;
3) dalle aspettative.
Per quanto concerne la concentrazione della domanda si ha il caso
di un solo acquirente (monopsonio), di pochi grandi acquirenti
(oligopsonio) e di molti piccoli acquirenti (domanda polverizzata).
Costruzione della curva di domanda: un esempio
Prezzo
E
125
D
100
C
75
B
50
A
25
0
100
200
350
500
700
Quantità
Prezzo (cent euro al kg)
Domanda di X
Domanda di Y
Domanda di
mercato
A
25
28
16
700
B
50
15
11
500
C
75
5
9
350
D
100
1
7
200
E
125
0
6
100
La curva di domanda
Prezzo
La curva di domanda è
(generalmente)
decrescente
quanto maggiore è il
prezzo, tanto minore è
la quantità domandata
Quantità domandata
La domanda (III)
ELASTICITA’
DELLA
DOMANDA:
Variazione
della
domanda
al
variare del prezzo.

Una
domanda
fortemente
elastica
produce una situazione d’incertezza per i
produttori;

Una domanda anelastica, o scarsamente
elastica determina invece situazioni di
mercato più regolari e tassi di crescita
prevedibili.
Ogni impresa, quindi preferirà una
domanda anelastica, che determina una
situazione di mercato in cui l’impresa
può
influire sul prezzo
attraverso
particolari operazioni, come, ad esempio,
la pubblicità.
Determinanti della domanda
Quali fattori determinano quanti gelati acquistare?





Prezzo di mercato
Reddito del consumatore
Prezzo di altri beni
Preferenze
Aspettative
L’offerta
Per OFFERTA si intende la quantità di un certo bene o
servizio che viene messa in vendita in un dato momento a un
dato prezzo.
Si possono considerare tre tipi di offerta:
1. offerta istantanea: quantità del bene è data;
2. offerta di breve periodo: la quantità del bene può variare in
seguito all’adattamento della produzione;
3.offerta di lungo periodo: la quantità può variare in seguito
all’adattamento della produzione.
L’offerta tende a crescere all’aumentare del prezzo, sia nel breve
periodo che nel lungo periodo.
La curva di offerta
Prezzo
La curva di offerta è
(generalmente)
crescente
Quanto maggiore è il
prezzo, tanto maggiore è la
quantità offerta
Quantità offerta
Determinanti dell’offerta




Prezzo di mercato
Costo dei fattori
Tecnologia
Aspettative
L’equilibrio fra domanda e offerta
In
equilibrio
non
né eccesso di offerta
E’
una
situazione
a cambiare posizione
c’è
in
cui
né
non
eccesso
vi
è
di
domanda,
alcun
incentivo
Ai fini del funzionamento di un mercato, non è importante l’equilibrio
in termini di risultati fra domanda e offerta, quanto quello fra
potenzialità di produzione e capacità di assorbimento.
È molto importante analizzare il tasso di sviluppo della domanda e
dell’offerta, poiché è soprattutto in funzione delle prospettive di
espansione, stazionarietà e declino della domanda che si orientano i
comportamenti imprenditoriali.
La determinazione del prezzo
p
100=
p1
ECCESSO DI OFFERTA
D
C c
75=
50=
S
d
EQUILIBRIO
pe
p2
b
B
ECCESSO DI DOMANDA
D
pe è detto prezzo di equilibrio
Q
I fattori di competitività del mercato
La competitività di un’impresa è legata alla sua efficienza
funzionale, strategica e all’efficienza del sistema interaziendale di
cui fa parte.
Un’impresa può sopravvivere se mantiene un vantaggio competitivo
nel mercato e, per conservare tale vantaggio, essa si deve
innovare(innovazione tecnologica.)
La differenziazione tra le imprese può essere spiegata in termini di
dotazione dinamica di capacità: attitudine a concepire e realizzare
proficuamente il cambiamento.
Caratteristiche di struttura del mercato (I)
Caratteristiche della domanda
Situazioni di mercato
Monopsonio
Grado di concentrazione
Oligopsonio
Domanda frazionata
Domanda elastica
Grado di elasticità
Domanda anelastica
Domanda omogenea
Grado di differenziazione
Domanda differenziata
Caratteristiche di struttura del mercato (2)
Caratteristiche della offerta
Forme di mercato
Monopolio
Grado di concentrazione
Oligopolio
Concorrenza perfetta
Concorrenza monopolistica
Grado di differenziazione
Oligopolio differenziato
Caratteristiche di struttura del mercato (3)
Barriere alla concorrenza
Tipi di barriere
Economie di scala
Barriere all’entrata
Disponibilità di brevetti o know how
Controllo fattori produttivi
essenziali
Barriere di mobilità
Differenziazione dei prodotti
Difficoltà del disinvestimento
Barriere all’uscita
Ostacoli al fallimento o
liquidazione
Caratteristiche di struttura del mercato (4)
Equilibrio tra domanda e
offerta
Tipo di mercato
Domanda superiore all’offerta
Mercato del venditore
Offerta superiore alla domanda
Mercato del compratore
Le funzioni dell’impresa
3. LE FUNZIONI DELL’IMPRESA
AZIENDA
STRUTTURA
PATRIMONIALE
ORGANIZZAZIONE
ECONOMICA
SISTEMA
SOCIALE
Le funzioni dell’impresa (II)
Organizzazione economica: soddisfacimento dei bisogni
umani mediante la creazione di beni rivendibili.
Sistema sociale: distribuzione di ricchezza, utile per il
soddisfacimento dei bisogni di chi vi opera al suo interno.
Struttura patrimoniale:complesso di beni organizzato e
retto per lo svolgimento di processi produttivi.
Questa caratteristica presuppone la presenza di un
imprenditore che dovrà generare del reddito dopo aver
investito il proprio capitale.
Le funzioni dell’impresa (3)
 Un’azienda che non è in grado di soddisfare i
bisogni della società è un’organizzazione inutile,
che non risponde a finalità economiche e che non
acquisisce alcuna legittimazione a sopravvivere.
 Un’organizzazione che non assicura il dovuto
corrispettivo a chi vi opera è destinata a disgregarsi

Infine, un’azienda che non è in grado di generare
un profitto non può alimentare i suoi processi di
investimentoe con il passare del tempo è destinata
a scomparire.
L'impresa come insieme di risorse, attività e processi
1. L 'impresa può essere rappresentata come un un
insieme di risorse coordinate e organizzate in
attività specialistiche e connesse fra loro in
processi.
2. Le risorse sono state
tipologie:
•umane;
•finanziarie;
•materiali;
•organizzative;
•tecnologiche.
individuate
in
cinque
L'impresa come insieme di risorse, attività e processi (II)
Si parla anche di risorse intangibili:
a) con riguardo all'interno dell'azienda: la marca,
l'immagine, la reputazione e le risorse di
conoscenza;
b) mentre, con riferimento all'esterno dell'impresa,
le risorse di fiducia e le altre relazioni con altri
soggetti che consentono di utilizzare le
competenze esterne.
L'impresa come insieme di risorse, attività e processi (III)
 Le attività sono tutte le azioni che un' azienda
svolge per progettare, vendere, consegnare ed
assistere i suoi prodotti (Porter, 1985);
 Un processo è un insieme di attività che produce un
risultato che ha un valore immediato per un cliente,
interno o esterno all'organizzazione, (ad esempio,
l'evasione degli ordini è un processo).
 Gestire le imprese secondo processi è un approccio
sempre più in linea con le caratteristiche attuali
dell'ambiente economico e le più recenti teorie
manageriali.
AZIENDA
umane;
finanziarie;
RISORSE
materiali;
organizzative;
Coordinate in
tecnologiche.
ATTIVITA’
Connesse fra
loro in
PROCESSI
LE TEORIE DELL’IMPRESA
Le finalità dei comportamenti imprenditoriali
 Quando si parla di finalità imprenditoriali ci si
riferisce a più figure in quanto sulle finalità del
soggetto economico
esiste una diversità di
interpretazioni,
pertanto
bisogna
considerare
sempre le diverse composizioni dei gruppi.
 In particolare, le distinzioni di maggior rilievo sono
due:
imprenditoria
privata
e
pubblica,
imprenditoria diretta e delegata (manageriale).
La teoria della massimizzazione del profitto (I)
 Il profitto è il compenso che spetta all’imprenditore
per l’organizzazione dei fattori produttivi (teoria
classica).
 Alcune teorie considerano il reddito quale
corrispettivo
per
organizzazione
dei
fattori
produttivi; altre considerano il profitto come la
quota destinata a ripagare il rischio corso
dall’imprenditore per l’investimento del capitale.
 Pertanto, il profitto
un’entità composta.
può
essere
considerato
La teoria della massimizzazione del profitto (II)
 I comportamenti degli imprenditori hanno, in
genere, la finalità di conseguire il massimo profitto
dalla loro attività economica.
 E’ importante analizzare il fattore tempo e il
rischio: è importante per un imprenditore cercare
di massimizzare il profitto nel lungo periodo.
 Inoltre, i gruppi imprenditoriale tendono alla
massimizzazione delle fonti di gestione più che del
profitto inteso come risultato contabile.
La teoria manageriale della dimensione aziendale
 Lo sviluppo della dimensione aziendale e il suo
relativo potenziamento rappresenta, al pari della
massimizzazione del profitto, un’altra importante
finalità di lungo periodo a cui bisogna tendere.
 Tale finalità è spesso perseguita dalla direzione
aziendale (manager), poiché si traduce in un
maggior prestigio.
 Teoria della crescita sostenibile: è importante per
un’impresa conciliare armonicamente gli obiettivi
legati alla massimizzazione del profitto.
La teoria del successo sociale e i rapporti con l’etica
d’impresa
1. Le finalità dell’imprenditore sono, in ordine
crescente di importanza, quelle di assicurare la
sopravvivenza
dell’impresa
(mediante
la
massimizzazione
del
profitto),
di
affermarsi
nell’ambito della classe sociale di appartenenza e di
assumere posizioni di rilievo nella comunità.
2. Il successo aziendale per essere costruito in modo
solido deve poggiare sul rispetto di equilibri
economici e morali.
3. l mix tra valori etici, morali ed economici riesce a far
conseguire all’imprenditore un ruolo di primaria
importanza all’interno della società civile.
L’imprenditore, per giungere al successo deve seguire
il percorso della seguente scala delle tre P:
Prestigio
Potere
Profitto
La teoria del successo sociale
(Profitto, Potere, Prestigio)
Trascendenti
Prestigio
(Paradiso)
Finalità-Valori
Materiali
Potere
(Purgatorio)
Profitto
(Inferno)
Breve
Orizzonte temporale
Lungo
La teoria della creazione del valore
Finalità dell’impresa è quella di generare valore economico.
Valore Economico = valore generato dall’impresa attraverso il
processo di trasformazione delle risorse in nuove risorse - tangibili o
intangibili.
Un’impresa genera valore se il valore di mercato dei prodotti/servizi
offerti è superiore al valore di mercato delle risorse impiegate nel
processo di trasformazione e se il valore delle risorse in output è
superiore a quello delle risorse in input
La teoria del valore, pone l’impresa alla stregua di un investimento:
il suo valore è pari al valore attuale dei flussi di cassa prospettici più
il valore residuo alla fine del periodo considerato (opzioni reali –
sviluppo dei flussi)
VALORE
DELL’IMPRESA
VALORE
ECONOMICO
ATTUALE (DEGLI
ASSET IN PLACE O
VALORE STAND
ALONE)
=
Valore degli
asset
in
place
=
valore
attuale dei
flussi di
cassa
prospettici
generabili
da beni
tangibili e da
beni
intangibili
+
Valore
delle
growth
opportunities
+
Valore
Economico
Potenziale (delle
growth
opportunities o
valore delle
opzioni reali)
Teoria
degli
dell’impresa
stakeholders:
la
visione
sociale
 Un’impresa
può
essere
considerata
come
un’istituzione sociale a finalità plurime, il cui
compito è di creare valore in senso ampio, ovvero
non solo valore economico, ma anche valore sociale.
 L’impresa è al centro di una serie di rapporti con
differenti
gruppi
sociali
ed
economici,
tali
interlocutori sono chiamati “stakeholder”.
 La teoria degli stakeholders descrive natura ed
estensione delle relazioni che interessano il sistema
di impresa, internamente ma soprattutto con
riferimento ai soggetti esterni ad essa.
La descrizione del sistema degli stakeholder
Stakeholders interni
PROPRIETA’
MANAGEMENT
DIPENDENTI
1. Proprietà: gruppo di soggetti a cui possono essere associati
interessi nell'impresa e, al contempo, capacità di influenza sulle
dinamiche aziendali.
2. La proprietà è in grado di incidere sulla vita dell'azienda e, in essa,
ripone una serie rilevante di aspettative.
Gli stakeholder interni (II)

Le imprese possono avere una struttura proprietaria
concentrata oppure frammentata.

La suddivisione più importante nell'ambito degli
stakeholder proprietari è quindi quella che divide gli
azionisti di maggioranza da quelli di minoranza.

L'altra suddivisione rilevante riguarda
industriale o finanziaria degli azionisti.
la
natura
 Esistono, infine, anche azionisti che non hanno né na
matrice industriale né una finanziaria: solitamente ciò
avviene quando la proprietà è pubblica.
Gli stakeholder interni (III)
1. Dipendenti:
lavoro.
coloro
che
apportano all'impresa
il
2. La posizione dei dipendenti in qualità di stakeholder
dipende essenzialmente da due macro-fattori:
 il livello di partecipazione della forza lavoro ai
processi decisionali;
 il livello di rappresentanza e la rilevanza delle
associazioni sindacali.
Gli stakeholder interni (IV)
1. II manager partecipa all'attività direzionale
dell'impresa con maggiore o minore autonomia
rispetto alla proprietà, e il suo ruolo nasce proprio
da un processo di delega della gestione.
2. La posizione del management come stakeholder di
impresa dipende essenzialmente da quattro
fattori:

le dimensioni e il grado di complessità aziendale;

l'articolazione della struttura proprietaria;

la presenza di meccanismi di incentivo;

la presenza di un mercato finanziario efficiente.
Stakeholder esterni
primari
FORNITORI
ACQUIRENTI
CONCORRENTI
Attuali
Potenziali
Per l'analisi degli stakeholder primari esterni, si utilizzerà il
modello delle "5 forze" di Porter, che serve analizzare i loro
interessi ed i comportamenti verso l'impresa.
FORNITORI
Barriere
all’entrata
Costi di
transazione
CONCORRENTI
POTENZIALI
Prodotti
sostitutivi
CONCORRENTI
ATTUALI
Concentrazione
Differenziazione
Costi
Qualità/Prezzo
CLIENTI
CONCORRENTI
POTENZIALI
Nuovi entranti
Costi di
transazione
Stakeholder esterni primari (III)
Con riferimento ai rapporti con i fornitori e i clienti,
l'analisi seguirà una direttrice "verticale", volta a
descrivere gli stakeholder che hanno con l'impresa
rapporti di natura sequenziale lungo la filiera
produttiva.
Il concetto di valore aggiunto é fondamentale per
comprendere la dinamica di interazione, quello di costi
di transazione per analizzare le condizioni di scambio.
Stakeholder esterni primari (IV)
La struttura del mercato di fornitura rappresenta il
primo fattore per analizzare il rapporto con questa
categoria di stakeholder: in presenza di un mercato
di fornitura molto concentrato, con pochi soggetti e
poche alternative, il fornitore potrà, infatti,
assumere un elevato potere contrattuale nei
confronti dell'impresa.
Sul fronte degli acquirenti,
valgono in modo speculare.
le
considerazioni
Stakeholder esterni primari (V)
 Il valore dello scambio è un altro elemento chiave
per comprendere il ruolo degli stakeholder
verticali, ed è legato ai concetti di specificità.

La dipendenza da terzi per il reperimento di tali
risorse
specifiche
genera
ovviamente
una
dipendenza
dell'impresa
dagli
stakeholder
preposti alla fornitura di tali asset.

Le caratteristiche della relazione (trasparenza
informativa, alla fiducia e frequenza) sono infine
rilevanti per definire il ruolo degli stakeholder
esterni verticali.
Stakeholder esterni primari (VI)
 Con riferimento ai rapporti con i concorrenti, si
seguirà la dimensione "orizzontale" dello schema, volta
ad analizzare gli stakeholder con i quali ci si confronta
in modo simultaneo sui mercati.
 L‘ intensità della concorrenza esistente dipende da:
1) il tasso di concentrazione, vale a dire
distribuzione delle quote di mercato in un settore;
la
2) la differenziazione del prodotto e la diversità dei
concorrenti;
3) le condizioni di costo, cioè la presenza di economie
di scala e l'incidenza dei costi fissi;
Stakeholder esterni primari (VII)
Con riferimento ai potenziali nuovi entranti, entra in gioco il
concetto di barriere all'entrata.
Le principali forme di barriere all' entrata sono:
1) il fabbisogno di capitale;
2) le economie di scala e di apprendimento;
3) l'accesso privilegiato alle risorse;
4) la differenziazione.
Nel caso di concorrenti che offrono prodotti
potenzialmente sostitutivi entra in gioco il rapporto
qualità/prezzo.
Stakeholder esterni
secondari
SISTEMA
FINANZIARIO
GRUPPI DI
INTERESSE E
SOCIETA’
SISTEMA
PUBBLICO E
MACROAMBIENTE
Sistema finanziario:
ci si riferisce alla categoria degli operatori
finanziari che offrono all'impresa capitale di debito.
Stakeholder esterni secondari (II)
Il ruolo degli stakeholder finanziari esterni dipende da
tre fattori:
- il livello di indebitamento/rischio dell'impresa;
- la dimensione e il prestigio dell'impresa;
- le caratteristiche dell'intero sistema finanziario.
Gruppi di interesse e società: gruppi o persone verso i
quali impresa ha una responsabilità.
La considerazione di questa categoria di portatori di
interesse deriva dall’idea che l'impresa possa avere
anche un ruolo "sociale".
Stakeholder esterni secondari (III)
Il sistema pubblico ed il macroambiente: l'impresa
opera in un contesto istituzionale di regole e di
norme che ne determina gli spazi di attività.
Il ruolo dell' operatore pubblico può riguardare
diversi ambiti dell 'impresa:
- la regolamentazione dei mercati;
- la tutela della concorrenza;
- le politiche macroeconomiche.
Le categorie di dettaglio degli stakeholder
L’individuazione degli stakeholder aziendali deve
consentire di stabilire come gestire i relativi rapporti
aziendali, valutando se da ciascuno di essi può
scaturire un rapporto collaborativo, oppure un
ostacolo, se non addirittura una minaccia.
Gli interlocutori aziendali possono essere:
1. stakeholder amichevoli;
2. stakeholder avversari;
3. stakeholder non orientati;
4. stakeholder marginali.
I profili della gestione
aziendale
I PROFILI DELLA GESTIONE AZIENDALE
GESTIONE DELL’IMPRESA
Serie di processi mediante i quali gli organi di
governo raggiungono gli obiettivi aziendali.
Nell’ambito della gestione d’impresa, si può
distinguere:
1. un sistema di governo, per il quale è fondamentale
stabilire le norme comuni di funzionamento di un
complesso articolato di risorse;
2. un
sistema
sostanzialmente
dell’insieme di
aziendale.
operativo,
che
le
modalità
di
operazioni proprie
riguarda
esecuzione
dell’attività
I PROFILI DELLA GESTIONE AZIENDALE (II)
Sotto questo specifico aspetto si può operare
ancora una distinzione tra:
1. gestione caratteristica: riguarda tutte le
operazioni relatyive all’attività tipica esercitata;
2. gestione finanziaria: relativa alle operazioni di
reperimento e impiego dei mezzi finanziari;
3. gestione
patrimoniale:
concerne
l’amministrazione dei beni per l’attività;
4. gestione straordinaria: correlata soltanto alle
operazioni di carattere non ordinario
I PROFILI DELLA GESTIONE AZIENDALE (III)
Tra le decisioni gestionali esiste una sorta di
gerarchia, al vertice della gerarchia o sistema di
scelte, ci sono sempre le scelte di tempo lungo, che
richiedono considerevoli impegni di risorse sia
strategiche, che tattiche che operative.
L’attività di gestione si distingue in:
1. Strategica;
2. Direzionale;
3. Operativa.
I PROFILI DELLA GESTIONE AZIENDALE (IV)
1. La gestione strategica è la gestione di tipo
imprenditoriale, impostata su scelte riguardanti gli
obiettivi e l’impiego delle risorse aziendali.
2. Un secondo aspetto della gestione riguarda il
momento direttivo, o gestione direzionale, ovvero
il passaggio dalle decisioni all’esecuzione.
3. La gestione operativa è costituita da
decisione,
controllo
ed
esecuzione
all’attuazione dei processi operativi.
atti di
relativi
I PROFILI DELLA GESTIONE AZIENDALE (V)
1. Imprenditore: soggetto economico che decide di
rischiare i suoi capitali e di dedicare le sue capacità
professionali alla produzione di beni o servizi da
cedere a terzi.
2. Manager:organizza e disciplina l’uso delle risorse
aziendali,
dando
attuazione
alle
decisioni
imprenditoriali.
3. Alto
tasso
di
imprenditorialità:
aziende
dinamiche e con veloci ritmi di innovazione;
più
4. Elevato tasso di managerialità: imprese che
gestiscono meglio le risorse disponibili, secondo
processi di elevata razionalità decisionale.
Quindi………
La gestione aziendale è quella serie di processi
mediante i quali gli organi di governo raggiungono
gli obiettivi aziendali. Viene attivata in funzione delle
linee di sviluppo dettate dall’imprenditore (gestione
strategica) circa i settori produttivi in cui operare, le
stretegie competitive da applicare, i comportamenti
di medio - lungo periodo da realizzare (gestione
direzionale) nell’ambito delle funzioni o aree di
gestione.
È governata mediante l’attività di direzione che deve
consentire di perseguire gli obiettivi strategici in
condizioni di massima efficienza ed è attuata
secondo
processi
operativi
divisibili
organizzativamente in aree funzionali (gestione
operativa).
Aree funzionali di gestione
Nell’esecuzione dei suoi processi produttivi, l’impresa combina le
risorse secondo i criteri di efficacia (obiettivi economici) ed
efficienza (economicità). Per raggiungere tali obiettivi l’impresa
deve attuare una serie di attività gestionali (aree funzionali).
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Slides - La Mela di Odessa