Giuliano Procacci LA PERSONALITÀ CULTURALE E LE LINEE DI SVILUPPO DELLE COLLEZIONI DELL'ISTITUTO FELTRINELLI 2012 Archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Relazione presentata da Giuliano Procacci alla riunione del 12 febbraio 1957 con i dipendenti e i collaboratori dell’Istituto. Relazione Procacci Nel periodo di questi quattro mesi, cioè da quando io mi trovo qui, mi sono occupato essenzialmente di tre cose e nella relazione che ne faccio ora permettetemi di parlarne separatamente. Si tratta cioè della descrizione dei fondi della Biblioteca, dell’assistenza a Dal Pane per l’edizione del Labriola e in terzo luogo di quello che è il lavoro più specifico della Sezione che mi è stata affidata, cioè il lavoro concernente la storia del socialismo contemporaneo dalla Seconda alla Terza Internazionale. Comincerò con la descrizione dei fondi che è quella che prende un po’ più spazio: dunque, quali sono stati i moventi per i quali sia stato deciso di fare questa descrizione di fondi? Sostanzialmente sono stati due, mi sembra: movente a carattere esterno, cioè far conoscere al pubblico degli studiosi italiani e in particolare ai professori universitari che devono dare delle tesi quali sono le disponibilità e il materiale contenuto nella Biblioteca; secondo luogo, è un movente anche a carattere interno, cioè a rendere chiari a noi, collaboratori della Biblioteca che cosa la Biblioteca possiede, quali siano i suoi punti di forza e quali i punti di debolezza e come quindi ci si debba regolare in conseguenza per svilupparla e procedere agli acquisti ulteriori. Evidentemente io riferirò soprattutto su questa seconda parte, perché è quella che ci interessa. Per la prima parte posso dire solamente che la descrizione ormai è completa, è articolata nelle varie sezioni di cui si compone la Biblioteca, cioè materialmente la descrizione è qui, non ancora tutta battuta a macchina, abbiamo la descrizione della sezione italiana, della sezione francese, di quella inglese, di quella russa,di quella tedesca, che sono complete. 7 Mancano ancora le descrizioni della sezione Spagnola, che prenderà poco tempo e la descrizione di un’eventuale sezione per la quale si pongono problemi un po’ di merito, sezione americana concernente soprattutto il movimento operaio contemporaneo, cioè dalla Seconda Internazionale alla prima guerra mondiale, grosso modo. Sezione che pone però dei problemi di merito è quindi ci vogliamo pensare un po’ sopra prima di stenderla definitivamente. Per quanto concerne i risultati che da questa descrizione, si possono avere circa la consistenza, la forza, l’importanza della Biblioteca, vorrei dire alcune cose, seguendo sempre questo schema delle sezioni: Per quanto concerne la sezione italiana io mi attengo alle sue divisioni di massima, senza approfondire le varie voci. Cominciamo dalla sezione rinascimentale, diciamo rinascimentale cioè per intendere dall’ideologia, storia politica italiana, pensiero politico, dal ‘500 in su, quella parte che mi pare fosse chiamata “i precursori”, tanto per intenderci e questa parte, a mio avviso, francamente è la parte più debole della biblioteca, per ragioni evidenti perché non ha un interesse precipuo, le è stata dedicata minor attenzione ed è quindi una parte estremamente disorganica, composta in maniera piuttosto farraginosa, con lacune enormi, basti pensare ad esempio che una sezione che dovrebbe ospitare Macchiavelli non ha un’edizione attendibile delle due o tre che esistono sul mercato. Per cui si pone il problema, al quale a mio avviso si deve rispondere in maniera negativa, se portare avanti questa sezione ulteriormente. Io non penso sia il caso di svilupparla ulteriormente. E questo rilievo negativo, cioè di lasciar stare le cose come stanno, io l’estenderei, anche, questa è la mia opinione, se la trovate erronea mi contraddirete, alla parte relativa al ‘700 politico, inclusi i Giacobini. lo mi rendo conto che materiale di questo tipo in una Biblioteca specializzata in storia del socialismo, ci dovrebbe essere. 8 Tuttavia, vi è un rilievo che mi fa propendere in senso negativo, cioè che su questo periodo e in particolare sul giacobinismo italiano, gli studi in Italia hanno raggiunto ormai un livello tale di specializzazione, per cui la funzione di una Biblioteca specializzata ne risulta estremamente più complicata. La specializzazione degli studi richiederebbe cioè una specializzazione della Biblioteca e un lavoro di ricerca dei testi di raccolta che non so se possa rientrare nelle nostre possibilità. Quindi per concludere io ritengo che questa parte rinascimentale e dei precursori e del’700 politico possa essere lasciata a quel che sta, limitandosi naturalmente all’ acquisto di quelle opere fondamentali: edizioni di testi, opere generali che possono servire come materiale di consultazione per uno studioso. Passo quindi alla parte economica: economisti del ‘700 e del Risorgimento. In questo campo la forza della Biblioteca è molto più consistente che non nella parte precedente. Vi è già molto in questo settore, sia per gli economisti del ‘700 sia per quelli del Risorgimento. Se un rilievo si può fare alla consistenza attuale di questi fondi è quello di certe lacune che esistono e di un certo prevalere dell’interesse bibliofilo su quello documentario. Abbiamo ad es. del Galiani 7 o 8 edizioni del saggio sul commercio dei grani e mancava, fino a poco tempo fa, un’edizione critica, quella del Niccolini, del saggio sulla moneta, che è stata acquistata solo recentemente. Mancano degli autori, degli autori piuttosto importanti, ad es. quell’ economista siciliano,il Balsamo, del quale, vedo, pubblicheremo una scelta di scritti, è completamente assente dalla nostra Biblioteca. Però eventualmente, sullo spoglio che ho fatto del Cossa e di altre pubblicazioni, posseggo uno schedario che tengo a disposizione di Cafagna perché lo possa consultare. Per la parte relativa alla storia politica del Risorgimento la Biblioteca è estremamente fornita e in 9 questo settore io penso che non si tratti che di seguire le pubblicazioni che escono e di aggiornarla via via. Per il periodo successivo, il periodo unitario e fascismo, escluso la storia del socialismo, vi è la necessità di sviluppare il già cospicuo ma non sufficiente fondo di documentazione economica. L’acquisto del fondo Bachi e del fondo fascista costituiscono di per sé un grosso lotto, un fondo molto importante di materiale concernente l’economia italiana dal 1860 al fascismo. Tuttavia anche qui si tratta di fare un lavoro di integrazione molto accurato, un lavoro di controllo e di completamento. Sulla base di alcune bibliografie essenziali come ad es. quella del Fossati si notano alcune lacune anche di testi e pubblicazioni di un certo interesse e di un certo rilievo. Anche qui, come per la parte relativa agli economisti del ‘700 e del Risorgimento, il lavoro che si impone è quello di un attento controllo dei titoli e di una integrazione con i titoli mancanti. Per la storia del socialismo e dell’antifascismo, qui il discorso è diverso perché naturalmente si ha a che fare con materiale di maggiore rarità bibliografica, con una prevalenza del documento e della fonte sulla pubblicazione e quindi i problemi di arricchimento e di integrazione sono problemi diversi anche dal punto di vista finanziario, perché comprare il titolo di un giornale socialista o di una serie di annate, è una cosa diversa che non acquistare una monografia edita dalla Camera di Commercio di Ancona o di Alessandria. Se si può dare un suggerimento io direi che è particolarmente da curarsi per la storia del socialismo e dell’antifascismo sarebbe la parte soprattutto relativa all’emeroteca, ai giornali del periodo 1920-21, dove alcuni titoli importanti, ad es. “L’Ordine nuovo” quotidiano e altri sono mancanti. Per la parte precedente, cioè periodo ella Prima Internazionale, Partito socialista, sue varie correnti, fino, grosso modo, allo scoppio della Prima guerra mondiale, mi 10 sembra che la Biblioteca abbia già un patrimonio considerevole. Molto considerevole, e questa è stata una lieta sorpresa nella descrizione dei fondi è il materiale consistente in stampa antifascista dell’emigrazione, sia periodici sia opuscoli. In questo settore la Biblioteca possiede una raccolta che credo unica in Italia. Sezione francese: un criterio generale è questo, che la parte che arriva fino alla Comune è una parte estremamente ricca e estremamente utile a chi voglia condurre delle ricerche sulla storia del socialismo francese in Italia; in particolare abbiamo un buona raccolta di testi nella sezione dedicata agli enciclopedisti e ai riformatori; ottima quella dedicata alla fisiocrazia, è veramente ricca di molti titoli che mancano anche nelle stesse opere generali, come quella del Weuersse sulla fisiocrazia; e anche molto buone ed esaurienti, tali da permettere una ricerca quasi completa sui periodi in questione, le raccolte relative ai socialisti utopisti, al ‘48 in Francia e soprattutto alla Comune. Sulla base di questo materiale uno studioso italiano potrebbe avviare e condurre a un punto molto avanzato ricerche particolari su questi argomenti, salvo completarle poi naturalmente in loco. Dove, invece, il discorso è diverso e dove un lavoro di integrazione mi sembra necessario è per il periodo del socialismo sotto la III Repubblica, dove pur possedendo alcuni titoli e giornali e pur avendo numeroso materiale non si è, a mio giudizio, sceverato esattamente tra quelle tra quella che è la storia del socialismo e quella che è la storia politica in generale della III Repubblica, cioè si assiste un po’a una commistione dei due filoni di acquisti e si è scarsamente caratterizzato e scarsamente acquistato per quello che invece specialmente e specificatamente riguarda la storia del socialismo. 11 Questo è particolarmente evidente per quanto riguarda il socialismo nella Francia Contemporanea. Questa lacuna della sezione francese per la parte successiva alla III Repubblica mi pare sia particolarmente sensibile a differenze, di altre sezioni nazionali per quanto concerne il socialismo e il movimento operaio in Francia nel periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale. Per fare un esempio, le possibilità di studiare il primo dopoguerra francese che pure è molto importante e lo stesso fronte popolare, sono estremamente limitate e il materiale che è posseduto, anche quello non ancora schedato e in cantina non mi sembra sufficiente. Questa sarà quindi una parte da sviluppare. Per ricapitolare in una parola quella che è la struttura, la composizione, lo studio della sezione francese direi che mentre per il periodo precedente alla Comune, Comune inclusa, ci si può limitare ad un lavoro di aggiornamento e di acquisto delle opere che escono via via e che si trovano sul mercato, un lavoro invece più approfondito e più originale va fatto, per il periodo successivo della III Repubblica e specialmente per il socialismo contemporaneo in Francia. Passo alla sezione tedesca. La sezione tedesca è, a mio avviso, forse la più organica, è la migliore di quelle che la Biblioteca possiede. Per tutte le voci, per tutte le parti di cui la Biblioteca si compone, è valido il discorso che si faceva anche per altre sezioni, cioè quello della necessità di renderla più organica, di acquistare alcuni testi ed edizioni moderne che ci mancano, però tuttavia il nocciolo, la sostanza delle varie sezioni, sia per quanto concerne la formazione dell’economia politica in Germania, per quanto concerne la sinistra hegeliana, il radicalismo, le sette segrete, il ‘48 in Germania, la composizione e la ricchezza, dei fondi è notevole. 12 Molto notevole anche, e questo è una cosa che ci deve particolarmente rallegrare, è il materiale relativo alla socialdemocrazia tedesca nella seconda metà del secolo, soprattutto per il periodo della II Internazionale. Anche consistente e importante il fondo di opuscoli, di libri, di giornali relativi ai primi anni della Repubblica di Weimar, cioè, in grosso modo, la rivoluzione di novembre, cioè dal 1918 al 1923, quei cinque anni che sono i più interessanti nella storia della Germania contemporanea, effettivamente la Biblioteca possiede un fondo di giornali, di riviste e di pubblicistica che è piuttosto importante. Come si vede la sezione tedesca ha già una organicità maggiore e per quanto singole lacune possano essere notate, si tratta di seguirla e di curarla, ma non si pone il problema come per la sezione francese di curare, non dirò la costituzione ma la formazione di alcune parti che sono molto lacunose; questo per la sezione tedesca non esiste. Diverso invece è il discorso che bisogna fare per la sezione inglese, che come è noto, per il modo in cui si è formata, per il fatto che non credo nessuno le sia mai stato dietro da quando è stata costituita, è ancora allo stato un po’ gassoso, non ha quella organicità e quella articolazione che hanno invece altre sezioni. Ciò nonostante non voglio affatto dire che è una sezione priva di valore, anzi, la parte per es. relativa all’ economia politica in Inghilterra dai mercantilisti fino ad Adamo Smith è ricchissima, per quanto anche qui si noti magari una certa tendenza alla bibliofilia per cui di Adam Smith ci sono otto o dieci edizioni, di Ricardo lo stesso, di Petty ce n’è parecchi anche. Poi, per quanto concerne le altre parti della sezione inglese, i nuclei che m’è sembrato di poter individuare come quelli dove c ‘è più cose, sono quelli relativi al radicalismo, particolarmente a Cobbet, dove il materiale posseduto anche di emeroteca, di periodici, è abbastanza, lo stesso per Owen, meno per il Cartismo, che è più disorganico e meno di tutto per il 13 periodo successivo al 1850 (tradeunionismo), dove effettivamente la ricchezza della Biblioteca è poca. Un’ eccezione può essere fatta per i Fabiani,dove qualche cosa abbiamo ma tuttavia non tale da poter permettere qui in Italia uno studio su questo importante movimento. Quasi nulla o molto poco sul primo dopoguerra in Inghilterra. Nelle sue proporzioni più ridotte mi sembra che si possa dare un giudizio di completezza, di importanza per quanto riguarda la sezione spagnola. Per quanto riguarda la sezione russa la parte precedente alla rivoluzione d’ottobre contiene alcuni titoli e alcuni pezzi che credo sia difficile reperire non solo in Italia ma anche fuori d’Italia. Più deficiente e più bisognosa di essere integrata è invece la parte relativa alla storia dell’URSS, alla rivoluzione d’ottobre e soprattutto ala storia economica dell’Unione Sovietica nel periodo dal ‘17 in poi, soprattutto per quanto riguarda anche la bibliografia straniera su questo argomento, che è povera, bibliografia economica e anche di storia politica, mancano alcune opere fondamentali. Importante il fondo, su cui parlerò più avanti, relativo alla III Internazionale. In sostanza da questo panorama rapido delle varie sezioni della Biblioteca, si ricava che l’ossatura della Biblioteca ormai esiste e che si tratta soltanto a questo punto di rafforzare i punti. Feltrinelli: Posso parlare io della sezione americana? La sezione americana si compone essenzialmente di due parti: una prima parte è essenzialmente microfilmata, di microfilm, concerne lo sviluppo delle idee socialiste in America, l’emigrazione democratica del ‘848 e del ‘850 in 14 America, la Prima Internazionale e le colonie utopistiche fondate in America. La prima va avanti fino al 1880-1890 e fu strutturata soprattutto sui principali periodici socialisti di quell’epoca. La seconda parte è composta soprattutto di libri ed è costituita da un gruppo dio opere di storia generale americana, con particolare riferimento alla classe operaia, alle forze popolari, alla democrazia americana. Inoltre da una serie di documentazioni sul movimento socialista ma più ancora sul movimento sindacale americano e sul problema dello schiavismo e dei negri. Quando dico strutturata, non voglio però far pensare che il materiale sia molto abbondante, abbiamo alcune cose fondamentali come la serie completa degli Annali della A.F.L dal 1888 anno di costituzione al 1952, la serie è quasi completa. Abbiamo una serie di Labour Facts Books, sono Annali fatti dall’organismo sindacale o dal partito comunista sulla situazione in genere delle classi lavoratrici divise per grandi categorie di lavoratori. Abbiamo una serie di Atti e di documenti, però non completi, di organizzazioni sindacali, di categoria, soprattutto i lavoratori dell’abbigliamento di New York, dell’abbigliamento femminile, qualche cosa sui sindacati delle automobili e elle acciaierie ecc. ecc. Il mio interesse è di completare questa sezione che si riferisce alle organizzazioni sindacali americane e evidentemente al problema del socialismo, delle organizzazioni socialiste in America. PROCACCI: Da questo panorama rapido della Biblioteca, integrato da quel che ha detto adesso Feltrinelli sulla sezione americana, risulta che l’ossatura della Biblioteca c’è ed è solida e che soltanto si pone il problema di individuare certi punti maggiormente deboli e 15 di procedere sistematicamente con gli acquisti in questa direzione. Per riassumere, io indicherò i punti che mi sembrano più bisognosi di questo lavoro di cura e di integrazione. Evidentemente non si potrà più procedere,o si potrà procedere solo in parte per quanto concerne l’aggiornamento, con il sistema dello spoglio, così un poco indifferenziato dei cataloghi, ma si dovrà fare un vero lavoro di ricerca sulle bibliografie, sugli strumenti, sui repertori, per le parti che, a mio avviso, sono queste: Economisti italiani del ‘700 e del ‘800 - questa è una parte che ha bisogno di un lavoro specifico di controllo di cura e di acquisto. Documentazione economica sullo stato unitario italiano e sul fascismo - anche questa è una parte che ha bisogno di controllo e di un lavoro di acquisto intelligente e sistematico. Completamento - per quanto la parte sia già molto cospicua, ma anche per ragioni di interessi culturali attuali, - completamento e sviluppo della parte relativa alla socialdemocrazia tedesca, nel periodo della Seconda Internazionale soprattutto. Qui noi già possediamo molto ma mi pare che renderemmo un servizio importante alla cultura italiana se sviluppassimo ulteriormente fino ad un grado di quasi completezza questa parte. Egualmente un altro periodo più limitato che segnalo come eventuale campo di una campagna sistematica di acquisti, è quello su socialismo francese tra le date 1919 e del 1939. Altro settore molto più limitato ma che mi sembra molto importante quello dl socialismo inglese con particolare riguardo ai Fabiani, dei quali possediamo parecchio ma dei quali avremmo interesse a possedere assai di più. Fatte queste proposte non ho bisogno di aggiungere che sulla loro urgenza maggiore o miniore, sulla precedenza che noi dobbiamo dare all’una o all’altra e su 16 tutti i problemi annessi e connessi, non si potrà che decidere collettivamente a seconda della maggiore o minore importanza che questi singoli punti ci parranno avere. Passo ora al secondo punto dell’attività che ho svolto in questi mesi: cioè il Labriola. Voi sapete che noi abbiamo un contratto con il Prof. Dal Pane, per l’opera completa del Labriola e sapete già che il Prof. Dal Pane ci ha consegnato il I vol. Primo volume che contiene scritti filosofici giovanili del Labriola, periodo 67-70, cioè contiene in particolare il saggio recensione e critica contro Zeller, il saggio su Spinoza e un fascio di appunti inediti sull’opera del Fischer. Il Dal Pane non ha voluto darmi il programma, il piano generale,che lui ha già approntato dell’edizione completa dell’opera perché dice di volerlo rimetter personalmente a Feltrinelli; ad ogni modo, da quanto mi ha detto, io ho capito questo: cioè che i primi cinque volumi del piano dell’ opera consisteranno di scritti filosofici del periodo di Labriola fino al periodo herbartiano cioè’ ci saranno cinque volumi di scritti filosofici. Successivamente gli scritti del periodo tra l’80 e il ‘90,’ scritti sulla scuola ecc., cioè prima di arrivare, in poche parole, a quello che è il periodo che più interessa allo studioso italiano e in particolare allo studioso del socialismo, cioè quello compreso tra ‘88 , il ‘90 e l’anno della morte, ci vorrà, se il ritmo dei volumi, come mi pare sia previsto da esplicita norma contrattuale, se il ritmo dei volumi è di uno all’anno, ci vorrà un buon numero di anni. Verso il 1962-63 cominceranno ad uscire le opere di maggiore interesse per gli studiosi del Labriola, per gli studiosi del socialismo in Italia e anche fuori d’Italia. Stando così le cose, quale mi sembra che sia il nostro dovere verso il pubblico degli studiosi? E’, siccome un piano dell’opera non vincola l’autore a rispettare la cronologia dei volumi, è di cercare di fare uscire, lavorandoci noi qui,’ quei titoli che maggiormente ci 17 sembrano interessanti per la storia del socialismo e la storia e la storia del pensiero di Antonio Labriola. In particolare io mi sarei fissato su due dei volumi che mi sembrano importanti: cioè quello relativo all’epistolario del Labriola e un volume che raccogliesse le collaborazioni a giornali e periodici stranieri del Labriola. In particolare bisognerebbe orientarsi, per quanto concerne l’epistolario,verso il carteggio che il Labriola ebbe, e fu molto nutrito, con i rappresentanti delle, socialdemocrazia tedesca, Kautsky, Adler, Bernstein e molti altri e del socialismo francese, Lagardelle, Bonnet, Sorel e altri. A questo proposito, sulla base delle opere edite del Labriola, dei carteggi inediti che noi qui abbiamo, quello di Kautsky che in parte è stato,pubblicato dal Valiani, ho approntato uno schedario sulla base del quale sarebbe possibile compiere le ricerche per rintracciare gli altri carteggi che ancora non si sono rintracciati e, seconda ricerca, (anche questa facilitata dal fatto che ho fatto un censimento delle collaborazioni che il Labriola fece ai giornali tedeschi, francesi, spagnoli e anche polacchi, esiste questo censimento delle sue collaborazioni) quindi si tratterebbe di raccoglierle, di farle copiare, di farle filmare e infine di farne un’edizione. E questo lavoro è il lavoro specifico della sezione, della quale io mi occupo. Perciò si tratta di portare avanti questo lavoro sulla base del lavoro fatto di riuscire a convincere, spero non sarà difficile, Dal Pane a fare uscire in anticipo questi volumi. Per questo lavoro vi è però una necessità che io tengo a sottolineare, cioè quella di un collegamento più stretto e di una collaborazione a carattere continuato tra il Centro e i nostri corrispondenti all’estero. Sarà necessario vedersi con loro, stringere con loro un rapporto di collaborazione continuo, perché senza il loro aiuto e senza la loro partecipazione questo lavoro relativo alla raccolta 18 degli articoli dei giornali e dell’epistolario di Labriola riesce difficile. Per quanto concerne il piano concreto di lavoro io mi proporrei entro il ‘57, se possibile, come spero, di raccogliere per intanto le collaborazioni ai giornali della socialdemocrazia tedesca. E anche questo argomento è esaurito. Passo ora all’ultimo argomento, cioè quello che chiamiamo del socia1ismo moderno e della Terza Internazionale. Non credo ci sia necessità di spendere parole per lumeggiare l’urgenza, l’attualità di ricerche e studi in questo settore, tanto più che la responsabilità nostra in questo settore è notevole, in quanto siamo i soli, a quanto io sappia, in Italia, a possedere certo materiale e siamo i soli anche ad avere i mezzi e le possibilità scientifiche e finanziarie di integrarlo e di arricchirlo. Si tratta cioè di avviare una corrente di studi e di ricerche che, è resa più urgente dallo sviluppo dei fatti e delle idee e che in Italia praticamente non esiste, non ha tradizioni. Data la responsabilità di tale compito, mi sembra che per accingersi bisogna avere le idee piuttosto chiare su quello che si vuole fare. Penso che due siano i punti su cui si deve orientare un lavoro di questo genere: primo luogo, curare che il lavoro che si fa debba avere un carattere strettamente scientifico. Cosa intendo dire con questo? Intendo dire che la maggioranza delle pubblicazioni, e anche non solo italiane, le italiane praticamente non esistono sull’argomento, anche ad alto livello magari, della controversia politica e talvolta personale, cioè non si va più in là, se mi permettete l’espressione, dell’autobiografia, personale o collettiva, di gruppo, di setta, di partito, di individuo. E’ un piano che dobbiamo superare, cercando di dare un livello il più possibile scientifico ed oggettivo alle ricerche che facciamo. Questo implica però una cosa: data la difficoltà di reperire certi 19 materiali, implica la necessità di non isolare lo studio della Terza Internazionale da quello dei problemi generali del socialismo europeo nell’età moderna. Mi spiego con un esempio; per essere più chiaro:se noi ci proponessimo di studiare un singolo com’è quello dell’azione offensiva del marzo ‘21 in Germania o anche la scissione di Livorno in Italia, nello stesso anno, (sono episodi collegati) sulla base del materiale pubblicato, probabilmente dovremmo limitarci a un semplice lavoro di registrazione delle varie opinioni emesse, dei vari documenti ufficiali pubblicati e lasciare la responsabilità del giudizio a quelli che verranno dopo di noi, a quelli che vedranno più documenti di noi, in una parola, alla storia. Ma se invece noi ci poniamo dal punto di vista delle grandi correnti ideali che percorrono la storia del socialismo contemporaneo, allora possiamo io credo, arrivare a un giudizio che abbia più penetrazione e più incisività storiografica, cioè questa è quella che per me è una necessità urgente se si vuole mettersi a fare questi lavori, cioè la necessità di ancorare lo studio dei fatti politici recenti a quelli che sono i grandi filoni ideali, i grandi contrasti ideali che animano il campo del socialismo contemporaneo dalla Seconda alla Terza Internazionale. Da questo punto di vista acquistano un particolare rilievo nello studio di questo periodo, lo studio di quella che diremo la parte ideologica, la parte ideale, meglio, del movimento operaio quindi l’ importanza dello studio di certe personalità, di certe correnti,da Kautsky alla corrente che fa capo alla Luxemburg in Germania, dalla reazione che la cultura europea di sinistra nel suo complesso ebbe nei confronti della rivoluzione d’ottobre, sono questi i temi che mi sembra dovrebbero essere un po’ il filo rosso che percorre le ricerche di questo tipo. Fatte queste premesse generali sulle quali amerei sapere qual è il vostro punto di vista, vengo alla questione più concreta sulla quale sarò breve, sul come organizzare 20 il lavoro e in primo luogo mi sembra che il primo passo sia quello di far conoscere agli studiosi italiani quale è il materiale, quali le fonti dello studio di questo periodo e indicare quali sono i problemi più importanti che si pongono allo studioso di questo’ periodo. Sotto questo angolo, cioè sotto questa duplice necessità, cioè quello di un censimento delle fonti e di una indicazione di alcuni dei temi fondamentali della ricerca, è concepito il lavoro che io sto preparando attualmente per il primo numero degli “Annali”, che vorrebbe essere sostanzialmente questo: una rassegna delle fonti, un regesto delle fonti e una valutazione critica di esse relative alla storia della III Internazionale, un profilo dell’organizzazione, degli statuti che la Terza Internazionale si dette e al tempo stesso un’indicazione bibliografica che non ambisce a completezza ma che sia solo una guida allo studio di alcuni dei problemi fondamentali che si pongono allo studioso di questo periodo. A questa rassegna io sto lavorando e m’impegno a completarla per la data di pubblicazione del primo numero degli “Annali”. Un’altra prospettiva di lavoro che questa ricerca che io sto conducendo e alla quale io spero di associare dei collaboratori mano mano che questo interesse non rimarrà alla fase velleitaria ma prenderà più corpo e più sostanza, è quella che io accenno semplicemente come una possibilità di lavoro e sul cui merito dovremmo discutere eventualmente più avanti, è quello della pubblicazione, che potremmo fare sia come Istituto sia attraverso altri organismi come la casa editrice, di alcuni testi e documenti più importanti per la storia del socialismo contemporaneo, dalla Seconda alla Terza Internazionale in particolare alcuni testi del pensiero socialista, i nomi sono quelli che ho fatto poco fa, poi potrebbero essere arricchiti, integrati dalla socialdemocrazia russa, da quella tedesca, anche in parte quella francese, dai Fabiani in 21 Inghilterra e da collezioni di documenti concepite con un criterio di organicità. Recentemente in Inghilterra questo lavoro è già stato cominciato, è stato pubblicato un I vol. di Atti e Documenti della III Internazionale in cui vengono riprodotti gli atti ufficiali dell’esecutivo e dei congressi dal 1919, data di fondazione, mi sembra fino al 1923. Io penso invece ad una collezione di documenti che abbia carattere più organico, cioè in cui siano raccolti documenti della Terza Internazionale, e documenti di emanazione, ad es., di altri partiti, il partito socialista italiano, di quello francese, di altri, e che diano al lettore e allo studioso una documentazione su un particolare problema, ad es. la questione dei ventun punti, la questione della stabilizzazione relativa ad es., non sto ad esemplificare perché….. FELTRINELLI: Basta prendere gli ordini del giorno delle riunioni della Terza Internazionale, sono suddivisi per materia: il problema coloniale, il problema della Germania. PROCACCI: Queste poi sono cose che io segnalo in maniera un po’ platonica, ne discuteremo più avanti. FELTRINELLI: Ci sono due o tre osservazioni da fare proprio molto marginali, perché i documenti, le relazioni che sono state sottoposte richiedono un esame più approfondito prima che si possa controbattere o approvare o completare o comunque fare delle osservazioni. Osservazioni quindi molto brevi e marginali. Della Peruta e Cafagna, quando voi parlate di una collezione di classici dell’economia italiana, la cosa è estremamente interessante, però prima di commissionare lavori e tanto più prima di iniziarne la pubblicazione è necessario un piano non dico complessivo, ma un piano di lavoro che 22 comprenda almeno dieci, quindici, venti titoli, in maniera che il lavoro venga impostato con una certa organicità, con una certa uniformità, perché se noi andiamo col caso per caso, finiremo con l’avere una collezione che affiancherà delle cose importanti, delle cose meno importanti, delle cose che saranno fatte secondo un criterio, delle altre che saranno fatte con un altro. Già noi abbiamo qui due esempi: da una parte gli scritti di Cavour, cioè abbiamo preso una persona e dobbiamo pubblicare una raccolta di scritti di questa persona. Nel caso della Sicilia o dei contadini in Lombardia abbiamo invece delle specie di antologie economiche su determinati problemi. Perché la collana abbia una uniformità bisogna che la scelta di questi problemi non sia lasciata al caso ma sia esaminata , discussa,riesaminata e ridiscussa ancora, perché evidentemente come voi giustamente pensate, questa collana deve essere una collana estremamente seria e deve essere una di quelle cose un po’ il come il Custodi, sia pur con tutti i suoi difetti, ha rappresentato per quell’ epoca ciò che la nostra collana dovrebbe rappresentare per la nostra epoca. Quindi deve essere una cosa estremamente meditata, approfondita, discussa, esaminata, vagliata, e in questa sede e direi anche in una sede esterna all’Istituto, sottoponendola ad alcune personalità della storia economica affinché anche loro ci diano, ci comunichino il loro pensiero, le loro proposte. Così per Procacci,evidentemente abbiamo tutti fretta che questi lavori che tu stai compiendo sulla Terza Internazionale portino a dei risultati che siano superiori a una semplice bibliografia, però anche qui bisogna che tu elabori un piano più preciso sia che questa diventi una collana a sé, sia che si inserisca in uni altra collana, però deve avere in sé una certa organicità, sostanziale, magari non formale, ma sostanziale. 23 Quanto alle altre due questioni della relazione Del Bo, sul premio siamo d’accordo di abolirlo, io in un primo tempo volevo sostituirlo con qualche cosa di diverso,nel senso che questo concorso potesse dare a due o tre persone, a quattro, cinque, non lo so, la possibilità di studiare, approfondire un certo argomento che loro hanno presentato come tesi di laurea presso l’Istituto o nei luoghi dove la documentazione fosse più vasta, quindi il premio non corrisposto una tantum ma corrisposto gradualmente e che servisse veramente al completamento deg1i studi, quindi fosse una autentica borsa di studio, per cui uno che vince una borsa di studio sta sei mesi, un anno in un tal posto ad approfondire questa cosa e ne viene fuori una monografia seria. Questo progetto non dovrebbe essere scartato a priori anche se oggi o quest’anno forse non è attuale. Quanto alla proposta sostitutiva che era contenuta nella relazione Del Bo, mi sembra che non sia neanche una proposta, perché è un po’ una prassi abbastanza normale nel senso che quando un nostro collaboratore propone “Ma guardate, per un certo lavoro che io sto facendo per l’Istituto doveri andare a X due mesi”, innanzi tutto ha già lo stipendio, si tratterà di dargli un rimborso spese, e per tutte quelle spese extra che lui sostiene una specie di trasferta e via… Che questo poi sia un collaboratore interno o un collaboratore esterno poco cambia, quindi direi che non è una proposta che si può enucleare come tale, ma è già un po’ nella. prassi. In fondo tu sei andato due anni a Parigi, Saitta va a Parigi adesso o è a Parigi, e così via. Per il Centro della storia del Movimento Contadino, anch’io sono del parere di lasciarlo un po’ perdere, così almeno come era strutturato originariamente, anche se penso che ci debba essere, ci potrà essere una collaborazione sostanziale invece su alcuni temi già accennati del resto da Cafagna…… 24 25