PROGRAMMA DI SVILUPPO
RURALE LAZIO 2007-2013
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE LAZIO 2007-2013
UNIONE EUROPEA
Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale.
L’Europa investe nelle zone rurali
DONNE E GIOVANI:
QUALITÀ
DA COLTIVARE.
Linee guida
per fare impresa agricola
secondo il nuovo
PSR 2007-2013
UNIONE EUROPEA
Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale.
L’Europa investe nelle zone rurali
DONNE E GIOVANI: QUALITÀ DA COLTIVARE.
Linee guida per fare impresa agricola secondo il nuovo PSR 2007-2013
PROGRAMMA DI SVILUPPO
RURALE LAZIO 2007-2013
UNIONE EUROPEA
Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale.
L’Europa investe nelle zone rurali
Premessa
CARA IMPRENDITRICE, CARO IMPRENDITORE
Mi rivolgo direttamente a te perché uno dei principali obiettivi è che tu divenga
protagonista e non solo risorsa passiva di questo nostro progetto di innovazione
dell’Agricoltura del Lazio. Come sai da quando ci siamo insediati alla Regione il
nostro lavoro si è incentrato a trasformare questo impegno in realtà.
E così un settore cui era stato affidato un ruolo residuale, si è trasformato nel giro di
pochi anni in fattore strategico. Un comparto che, se ben gestito, superando logiche
assistenziali può in breve trasformarsi in un ambito economicamente rilevante
generando reddito e occupazione. Occupazione che oggi per essere competitiva non può che essere altamente
qualificata e rispondere ad uno sviluppo compatibile sia con la qualità della vita che con il rispetto dell’Ambiente.
Tutto ciò per altro, in una Regione come il Lazio, che racchiude in sé un patrimonio agricolo inestimabile fatto
di paesaggi straordinari tra Natura e Arte.
Un lavoro faticoso e entusiasmante fatto di concertazione, di ascolto, di individuazione delle problematiche e
di politiche di coordinamento, teso a tessere una trama di relazioni con i settori produttivi individuando obbiettivi
certi e che ci ha portato a risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Penso ad esempio alla legge sull’Agriturismo,
ai Distretti Rurali, alla realizzazione puntuale della filiera e la considerazione del valore della “multifunzionalità”
in Agricoltura, come anche le politiche innovative nel campo del biologico e delle bioenergie, la predisposizione
di Tavoli settoriali per consentire ai diversi operatori di partecipare attivamente ai lavori dell’assessorato. Per
non parlare dell’impegno sugli sbocchi della nostra Agricoltura sul mercato interno Regionale. Fino a qualche
anno fa -solo per citare alcune cifre- a Roma, la quota dei prodotti laziali era di circa l’1 %.
Ora siamo quasi arrivati all’11%: un risultato che ci incoraggia a proseguire in questa direzione.
Il tutto con un bilancio senza debiti: non a caso siamo stati definiti “Regione efficiente”, qualifica che non è stata
riconosciuta a molte altre regioni italiane.
Il nuovo piano di sviluppo rurale (PSR) programmato per il periodo 2007-13 si inserisce in questa direzione ed
è il progetto cardine della nostra azione amministrativa e di governance. L’idea è di trasformare l’Agricoltura in
un volano di tutta l’economia regionale, agganciandola al mondo della trasformazione e della commercializzazione, tenendo conto dei nuovi scenari che stanno caratterizzando l’Unione Europea.
Gli investimenti messi in moto (sono) di circa 660 milioni di euro con un aumento di circa 80 milioni di euro in
più rispetto al 2000 e che, aggiungendo la spesa dei privati alla spesa pubblica, permette di quantificare a
circa 1 miliardo e mezzo di euro gli investimenti che gravitano attorno al PSR.
Una cifra ragguardevole che può segnare la svolta in questo campo. Occorre però superare la vecchia e
fallimentare idea del finanziamento pubblico a pioggia, che rischia di essere soddisfacente solo nel breve
periodo, senza rispondere alle reali criticità del Sistema Agricoltura nel Lazio o piuttosto, ricorrendo a forme di
assistenzialismo diffuso quanto inefficace.
Bisogna dunque invertire la rotta e avviare un processo virtuoso che “investa” nell’innovazione, nei giovani come
nelle donne ricorrendo ad un’elevata capacità progettuale e gestionale tale da rimettere in moto un processo
di rilancio vero e costruttivo, recependo in tal modo anche le indicazioni fornite dall’Europa.
Si tratta di misure di incentivo e agevolazioni a livello finanziario per favorire la permanenza e l’insediamento dei
giovani nelle campagne. E dunque, di creare nuove possibilità imprenditoriali, quindi lavoro e reddito, ma anche
di arginare il mancato ricambio generazionale di cui l’Agricoltura soffre.
Ma per far si che tale lavoro raggiunga i risultati sperati abbiamo bisogno della tua collaborazione, del tuo
contributo diretto. Per questo abbiamo ritenuto utile, in occasione di questo Agriforum in cui verranno consegnati
i Nulla Osta per gli investimenti aziendali (il premio insediamento), di offrirti un agile documento, una sorta di
vademecum che ti accompagni in questa fase più delicata. In modo che tu possa riuscire a predisporre tutti i
passi necessari per avviare la tua attività e farlo nel miglior modo. Un agile manualetto ove trovare le risposte
che ti occorrono e per segnalarti nella maniera più semplice e diretta i passi da intraprendere. Siamo convinti
che così potremo condurre meglio questo cammino e vincere assieme la sfida che ci attende.
Daniela Valentini
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DONNE E GIOVANI: QUALITÀ DA COLTIVARE.
Linee guida per fare impresa agricola secondo il nuovo PSR 2007-2013
Indice
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Vademecum per fare impresa
3
4
5
6
6
7
8
8
Anticipo
Acconto
Saldo
Credito
Varianti in corso d’opera
Proroga
Recesso
Vincoli
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Vademecum per fare impresa
La mia domanda di aiuto per la realizzazione di un progetto di
investimenti per sostenere l’insediamento nella mia nuova
azienda è stata accolta: adesso cosa posso e devo fare? Quali
sono i miei impegni ? Quali vincoli devo rispettare?
Dopo che ho ricevuto e sottoscritto l’atto di concessione posso
iniziare a realizzare gli investimenti programmati con la certezza di
ottenere i benefici richiesti.
Il tempo massimo che ho a disposizione per l’esecuzione degli
investimenti è:
- 6 mesi per operazioni che prevedono l’acquisto di dotazioni
(macchine, attrezzature ecc.).
-18 mesi per realizzazione di interventi strutturali (fabbricati,
opere,impianti ecc..).
10 Che cos’è il PSR
11 I punti strategici e gli obiettivi del nuovo PSR
12
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UNIONE EUROPEA
Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale.
L’Europa investe nelle zone rurali
Di quale aiuto mi posso avvalere in questa fase iniziale?
La Progettazione Integrata
Che cos’è la filiera agroalimentare?
Nella fase iniziale posso ottenere una anticipazione per affrontare i
primi costi degli investimenti.
13 I quattro assi di intervento
14 La Pianificazione Strategica in agricoltura: il Business Plan
ANTICIPO
Possono essere erogate anticipazioni di importo non superiore al 50 % dell’aiuto pubblico previsto sia per gli
investimenti che per il premio di primo insediamento.
Su quali operazioni ammesse a contributo posso richiedere una anticipazione?
Possono essere richieste anticipazioni esclusivamente per gli investimenti per i quali ho richiesto l’aiuto con le
misure 1.2.1. e 3.1.1.
Per richiedere l’anticipo cosa devo fare?
1. Presentare “domanda di pagamento” attraverso la funzionalità online della procedura informatizzata
operante sul portale dell’Assessorato all’Agricoltura (www.agricoltura.regione.lazio.it ), eventualmente
corredata dalla documentazione specificata in ciascuno dei bandi delle misure per le quali ho richiesto
l’aiuto presentando il “Pacchetto Giovani”.
2. Fornire garanzia fideiussoria bancaria o assicurativa di importo pari al 110% dell’anticipo concesso,
utilizzando il formulario che sarà reso disponibile sul portale dell’Assessorato all’Agricoltura.
3. Inviare la dichiarazione di inizio lavori sottoscritta dal beneficiario e, nel caso di interventi strutturali
(fabbricati, opere,impianti ecc..), da un tecnico abilitato, con indicazione della data di inizio degli stessi.
4. Fornire l’eventuale ulteriore documentazione prevista dai singoli bandi pubblici delle misure per le quali ho
richiesto l’aiuto.
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Quando posso richiedere un’anticipazione?
Quanto posso chiedere in acconto?
L’ anticipo può essere richiesto entro e non
oltre 3 mesi dalla data del provvedimento di
concessione.
Trascorso tale periodo non posso più
ottenere alcuna anticipazione.
- Se gli investimenti complessivi sono inferiori a 100.000,00 €, posso richiedere un unico acconto che,
compreso l’eventuale anticipazione già ricevuta, non superi 80 % del contributo concesso.
Quanto posso
anticipazione?
Cosa fare per ottenere l’acconto?
ottenere
come
Esempio: Investimento ammesso
100.000 €
Contributo pubblico pari al 40% dell’investimento = 40.000 €
Richiedo l’anticipo del 50% del contributo: posso ricevere 20.000 €
La polizza fideiussoria o assicurativa che devo fornire dovrà garantire di 22.000 €
- Per gli investimenti superiori a 100.000,00 € posso richiedere due acconti per un minino del 40 % ed un
massimo dell’80%, il cui importo, compreso l’eventuale anticipazione già ricevuta, complessivamente non
superi l’80% del contributo concesso.
- Devo presentare copia quietanzata delle fatture e documenti probatori che dimostrino l’effettiva realizzazione
di spese equivalenti all’acconto richiesto, nei limiti stabiliti per la concessione degli acconti (dal 40% all’80%).
Ottenuto l’acconto, cosa succede alla polizza fideiussoria che ho presentato per ricevere l’anticipazione?
- Se lo richiedo, per incassare l’acconto per l’intero importo, posso mantenere la garanzia fideiussoria,
altrimenti la revoco ma, in questo caso, l’acconto mi viene pagato “scontando” l’anticipazione già ricevuta.
Gli istituti bancari o assicurativi con cui stipulare le polizze sono soltanto quelli autorizzati dall’Organismo
Pagatore (Agea) il cui elenco sarà visionabile nella apposita sezione del portale dell’Assessorato all’Agricoltura.
Quando posso svincolare le garanzie fideiussorie fornite?
Le garanzie fideiussorie possono essere svincolate quanto avrà rendicontato spese effettivamente sostenute
per un importo eguale o superiore all’anticipazione ricevuta.
Durante la realizzazione degli investimenti approvati, posso richiedere il pagamento di altre somme
oltre all’anticipazione?
Si, è possibile ricevere in pagamento anche degli acconti, sia se ho richiesto l’anticipazione che se non ho
ancora richiesto nulla.
ACCONTO
Per richiedere l’acconto cosa devo fare?
1. Presentare “domanda di pagamento” attraverso la funzionalità
online della procedura informatizzata operante sul portale dell’Assessorato all’Agricoltura, corredata della eventuale
documentazione specificata in ciascun bando.
SALDO
Per ottenere il pagamento del saldo finale cosa
devo fare?
1. Presentare “domanda di pagamento”
utilizzando l’apposito modello attraverso la
funzionalità online della procedura
informatizzata operante sul portale dell’Assessorato all’Agricoltura.
2. Presentare copia quietanzata delle fatture
e documenti probatori o documenti aventi
forza
probatoria
equivalente,
a
dimostrazione di tutte le spese sostenute per la
realizzazione degli investimenti. I bandi pubblici
per ogni singola misura specificano la documentazione specifica
da presentare per la rendicontazione finale dei lavori.
3. Mi devo ricordare di presentare la domanda di saldo entro e non oltre i 60 giorni successivi alla conclusione
dei lavori. Se non ho validi e documentati motivi che mi impediscono di rispettare questo termine, verranno
attivate dall’amministrazione le procedure per l’eventuale revoca, parziale o totale, dell’aiuto.
Devo seguire regole particolari per il pagamento degli investimenti che realizzo?
2. Fornire la dichiarazione sullo stato di
avanzamento dei lavori a firma del direttore dei
lavori, ove richiesto ed incaricato.
3. Posso richiedere acconti solo se rimangono
almeno 60 giorni di calendario rispetto alla data
fissata per l’ultimazione dei lavori.
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I pagamenti relativi agli investimenti finanziati devono essere effettuati esclusivamente con una o più delle
modalità di seguito indicate:
-
Bonifico e ricevuta bancaria (RiBa)
Assegno circolare non trasferibile
Bollettino postale
Vaglia postale
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DONNE E GIOVANI: QUALITÀ DA COLTIVARE.
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In tutti i casi il documento di pagamento deve riportare nella causale i dati identificativi del documento di spesa
(nome e codice fiscale fornitore, numero e data fattura, se acconto o saldo).
- Posso pagare in contanti per importi non superiori a 500,00 € IVA compresa, per singolo bene o servizio
acquistato, e comunque per un importo complessivo, dato dalla sommatoria dei singoli pagamenti effettuati
nel limite dei 500,00 euro, non superiore al 3% del costo totale dell’investimento ammesso.
- Pagamenti per contatti effettuati per fatture di importo che supera il limite di 500,00 euro determinano la non
ammissibilità della spesa.
- Se è stato ammesso al finanziamento un progetto con un importo di investimento che supera complessivamente i 500.000,00 euro, sono obbligato ad aprire un apposito conto corrente bancario o postale
(conto dedicato), che devo utilizzare esclusivamente per le movimentazioni finanziarie relative alla
realizzazione degli investimenti ammessi a contributo. Gli interessi passivi di questo conto corrente non
sono riconosciuti come spesa rimborsabile.
- Per il pagamento del saldo verranno effettuati controlli in luogo per la verifica della conclusione dei lavori e
dell’effettiva realizzazione delle opere in coerenza con quanto previsto nell’atto di concessione o a quanto
autorizzato con varianti in corso d’opera, nonché verranno visionati tutti gli originali dei documenti fiscali
presentati con la domanda di pagamento del saldo.
- Eventuali maggiori costi accertati rispetto a quelli preventivamente ammessi non possono essere
riconosciuti ai fini della liquidazione. La regione effettuerà i controlli entro 60 gg dalla data di presentazione
della domanda di pagamento finale.
CREDITO
Non ho disponibilità finanziarie mie, dove posso richiedere ed ottenere credito?
- Posso rivolgermi all’ufficio che l’Assessorato Agricoltura ha istituito, insieme ad Unionfidi, per chiedere ogni
informazione necessaria. Posso telefonare al n. 06/51685363.
- Avrò informazioni sulle banche a cui rivolgermi e con le quali la regione Lazio ha sottoscritto una
convenzione per la facilitazione del credito.
- L’elenco delle banche che hanno sottoscritto la convenzione lo potrò trovare sul portale dell’Assessorato all’Agricoltura.
- Le banche convenzionate con la regione Lazio mi possono mettere a disposizione il credito, anche se non
posso fornire garanzie patrimoniali adeguate. L’Unionfidi ed i Confidi forniscono per mio conto le garanzie
necessarie alla banca prescelta.
- Se richiedo ed ottengo il credito, debbo aprire un apposito conto corrente “dedicato”,
anche se il mio progetto comporta investimenti inferiori a 500.000,00 euro.
VARIANTI IN CORSO D’OPERA
Posso effettuare varianti in corso d’opera del progetto di
investimento?
Sono considerate varianti in corso d’opera:
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La variante in corso d’opera debbono essere richieste preventivamente alla struttura competente per lo
svolgimento del procedimento amministrativo, corredata di tutta la documentazione tecnica dalla quale risultino
le motivazioni che giustifichino le modifiche apportate al progetto, un quadro di confronto tra la situazione
originaria e quella proposta in sede di variante.
La variante deve comunque mantenere la funzionalità complessiva del progetto e confermare che gli interventi
siano coerenti con gli obiettivi e le finalità della misura e che la loro articolazione mantenga invariata la finalità
originaria del progetto.
La variante non può in ogni caso comportare un aumento del contributo concesso ne l’aumento dei tempi per
la realizzazione dell’investimento.
Non sono ammissibili varianti che comportino una modifica della categoria di spesa, l’importo oggetto di
variante non può superare il 20% del totale dell’investimento finanziato al netto delle spese generali;
Non sono considerate varianti gli adeguamenti tecnici di progetto che comunque non comportino variazioni
superiori al 5%.
L’esecuzione di varianti non preventivamente autorizzate comporta il mancato riconoscimento di ammissibilità
delle spese realizzate in “regime” di variante, confermando la finanziabilità del progetto solo se esso conserva
la sua funzionalità originariamente approvata. In caso contrario ( perdita della funzionalità originaria) l’amministrazione potrà procedere alla revoca dei contributi concessi.
La variazione dell’assetto proprietario che comporti il cambio di beneficiario, costituisce variante non
ammissibile.
PROROGA
Posso chiedere una proroga per l’ultimazione dei
lavori?
Si, posso ottenere una proroga ma devono sussistere,
e devo documentare, cause di impedimento all’ultimazione, nei tempi previsti, dei lavori e/o degli acquisti
indipendenti dalla mia volontà.
Se ne ho diritto, posso richiedere una proroga prima
che scada il termine di 60 giorni antecedenti alla data
originariamente prevista per l’ultimazione dei lavori.
L’ufficio istruttore mi comunicherà, a mezzo
raccomandata A.R., la decisione adottata che porterà
la specificazione della nuova data fissata per la
conclusione dei lavori.
Cosa deve contenere la richiesta?
Deve essere debitamente giustificata dal beneficiario e contenere il nuovo crono programma degli interventi
ed una relazione tecnica sullo stato di realizzazione dell’iniziativa.
Posso richiedere più di una proroga?
No, si può concedere una sola proroga e per un periodo non superiore a 4 mesi.
- Cambio del beneficiario
- Cambio della sede di investimento
- Modifiche tecniche sostanziali alle operazioni approvate
- Modifiche del quadro economico originario
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RECESSO
Posso recedere dalla domanda e dagli interventi?
Si, in qualsiasi momento, il recesso o rinuncia volontaria comporta la decadenza totale dell’aiuto ed il recupero
delle somme già erogate, se non sussistono cause di forza maggiore che impediscono il completamento degli
investimenti.
Quali sono le cause di forza maggiore che consentono il recesso?
- Il decesso del beneficiario.
- L’incapacità professionale di lunga durata del beneficiario (malattia,incidenti…).
- L’esproprio per pubblica utilità di una parte rilevante dell’azienda, che non consenta la prosecuzione
dell’attività, se detta espropriazione non era prevedibile al momento dell’assunzione dell’impegno.
- Calamità naturale grave che colpisca in misura rilevante gli impianti e/o la
superficie agricola.
- La distruzione fortuita dei fabbricati aziendali adibiti all’allevamento.
- L’epizoozia che colpisca la totalità o una parte del patrimonio zootecnico
del beneficiario.
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Se realizzo parziale esecuzione dei lavori cosa succede?
Qualora venga accertato che ho solo parzialmente eseguito i lavori e che quelli realizzati non costituiscono un
lotto funzionale, l’amministrazione regionale potrà avviare le procedure di decadenza totale e la revoca della
concessione del contributo, nonché l’eventuale restituzione delle somme già erogate a titolo di anticipo o
acconto.
Se il lotto risulta funzionale, anche se i lavori relativi all’intero progetto di investimento sono stati parzialmente
eseguiti, le spese effettuate e per le quali ho presentato richiesta di pagamento a saldo possono essere
riconosciute ammissibili nel limite di quelle effettivamente sostenute.
Se ho dubbi o problemi, a chi posso rivolgermi?
Per qualsiasi altro dubbio o necessità di chiarimenti posso continuare a rivolgermi al Tutor di progetto che ha
curato l’esame di ammissibilità della mia domanda di aiuto.
Nome, telefono ed indirizzo e-mail del mio Tutor di progetto li posso trovare sulla nota con la quale la direzione
Agricoltura mi ha comunicato la ricevibilità della domanda.
Le cause di forza maggiore devono essere comunicate all’amministrazione
regionale entro dieci giorni dal loro verificarsi.
VINCOLI
Posso trasferire gli impegni ad altra persona?
No, non è possibile variare l’assetto proprietario.
Posso cedere macchine o attrezzature acquistate con il contributo?
No non è possibile cedere le dotazioni aziendali oggetto di contributo
prima che siano trascorsi cinque anni dalla data della decisione di
concedere il finanziamento. In caso io effettui una cessione del bene
prima di tale termine, devo sostituire il bene ceduto con altro di caratteristiche uguali o superiori, vincolandolo all’impegno residuo,
dandone preventiva comunicazione all’amministrazione. In caso
contrario potrà essere avviata la procedura di decadenza e restituzione
dell’intero contributo concesso.
Qualora, per esigenze imprenditoriali, un impianto fisso o un macchinario oggetto di finanziamento necessiti
di essere spostato dall’insediamento produttivo ove lo stesso è stato installato ad un altro sito appartenente
allo stesso beneficiario, il beneficiario medesimo ne deve dare preventiva comunicazione all’autorità che ha
emesso il provvedimento di concessione del contributo che può o meno autorizzarlo.
Posso vendere o modificare strutture o terreni su cui ho richiesto e ottenuto il contributo?
No, per sette (7) anni a partire dalla data nella quale è stato adottato l’atto di concessione dell’aiuto, sono tenuto
a mantenere le strutture invariate. Se non rispetto questo vincolo l’amministrazione regionale può richiedere la
restituzione dell’intero contributo concesso.
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Che cos’è il PSR
Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) è un documento di programmazione redatto dalle Regioni, nell'ambito
del nuovo quadro di riferimento a livello Europeo noto come "Agenda 2000”.
Il futuro della Politica agricola Comunitaria (PAC) viene delineato come la prosecuzione della riforma avviata
nel 1992 (riforma Mac Sharry) e vede privilegiate la sicurezza alimentare, il rapporto agricoltura ambiente e lo
sviluppo integrato delle campagne.
Il PSR è il principale strumento di programmazione e finanziamento per gli interventi nel settore agricolo,
forestale e dello sviluppo rurale e opera sull'intero territorio regionale.
Il riferimento normativo principale del PSR è il Regolamento (CE) 1257/99 "sul sostegno allo sviluppo rurale da
parte del Fondo Europeo Agricoltura Orientamento e Garanzia (FEAOG)", che tende a razionalizzare gli
interventi previsti nel periodo di programmazione precedente e consente l'attivazione di misure concernenti
l'agevolazione dei giovani imprenditori, l'incentivazione della formazione agricola e forestale, il sostegno ad
attività e servizi extragricoli, ecc.
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I punti strategici
e gli obiettivi del nuovo PSR
•
•
•
•
•
la centralità dei giovani e delle donne
l’integrazione delle filiere produttive attraverso un coordinamento di tutti i soggetti
il sostegno alle politiche per la qualità dei prodotti e la sicurezza alimentare
la realizzazione di iniziative per il miglioramento del capitale umano
l’attivazione di misure ambientali e il loro collegamento con gli interventi a favore della competitività delle
imprese
• la concentrazione territoriale delle risorse
• infrastrutture
• la semplificazione amministrativa
IL NUOVO PSR PARTE DA UNA SELETTIVITA’ DEGLI INTERVENTI E DA UNA CONCENTRAZIONE
DELLE RISORSE ATTRAVERSO LA PROGETTAZIONE INTEGRATA E DI FILIERA
Il Programma di Sviluppo Rurale viene approvato dal Consiglio Regionale successivamente dalla Commissione
Europea. La Giunta Regionale approva la delibera di attuazione del Piano comprensiva di due allegati
contenenti rispettivamente le procedure e le priorità da seguire per la selezione delle domande relative alle
misure attivate. L’assessorato all’agricoltura, di concerto con le organizzazioni di categoria e con gli Enti Locali
(Provincie, Comuni, Comunità montane quantificano gli impegni,e emanano i bandi, che vengono fatti sulla
base di linee definite dal Comitato di Sorveglianza.
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LA PROGETTAZIONE INTEGRATA
Le SCELTE si sono incentrate
su QUATTRO ASSI di intervento:
Rappresenta la novità assoluta di questo PSR e si può declinare in progettazione integrata
TERRITORIALE e di FILIERA. Con essa si possono attivare contemporaneamente più misure su più assi,
realizzando progetti a livello di singola azienda (progetto integrato aziendale), nell’ambito di un territorio
omogeneo (prodotto integrato territoriale) o nell’ambito di una specifica filiera produttiva (progetto integrato
di filiera).
CHE COS’È LA FILIERA AGROALIMENTARE?
La filiera agroalimentare è paragonabile a un percorso che porta i cibi e le bevande che consumiamo dal
produttore alle nostre tavole.
Sono 4 i suoi momenti fondamentali:
- PRODUZIONE: il prodotto viene seminato, coltivato e raccolto e selezionato.
- TRASFORMAZIONE: il prodotto viene lavorato e trasformato dalle industrie fino ad assumere la sua
forma definitiva.
- DISTRIBUZIONE: i prodotti vengono messi in vendita nei supermercati o in altri esercizi commerciali.
- CONSUMO: il segmento del consumo è intesi come domanda, dunque considera sia le famiglie che
la ristorazione a tutti i livelli.
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LA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE
Favorita attraverso interventi finanziari mirati a sostenere aggregazioni tra imprese e accordi di filiera: l’idea è
quella di non distribuire più contributi “a pioggia”, ma finanziare progetti mirati e considerare l’agricoltore come
un imprenditore a tutto tondo, collegato agli altri anelli della catena produttiva, come la trasformazione e la commercializzazione.
IL MIGLIORAMENTO DELL’ AMBIENTE
Ovvero l’attenzione per la salvaguardia delle biodiversità, la riduzione dei gas serra, il sostegno della filiera agro
energetica, la tutela e il miglioramento delle risorse idriche e del suolo e la conservazione del paesaggio rurale.
LA MULTIFUNZIONALITÀ DELL’ AGRICOLTURA
Questo concetto applicato all’agricoltura serve ad ampliare la visione del mondo agricolo facendone superare
una vecchia concezione come compartimento stagno. Consente infatti, di mettere in relazione questo settore
con l’ambiente, il territorio, il tessuto sociale e antropologico, lo sviluppo economico.
Multifunzionalità significa anche avvicinare i cittadini alle proprie tradizioni culturali e, ancor di più, ai prodotti
della propria terra che, attraverso le politiche di filiera e di promozione turistica ed enogastronomica acquistano
maggior valore e diffusione sul mercato. Avvicinare il produttore al consumatore significa non solo risparmio
economico, ma anche maggiore conoscenza dei prodotti acquistati.
LE STRATEGIE DI SVILUPPO LOCALE
Va considerata in tale direzione la costituzione dei Distretti rurali. Una legge che intende fornire gli strumenti
per metter a sistema le risorse del territorio in un’ottica multifunzionale per pensare all’Agricoltura e all’Industria
come due realtà collegate e per garantire livelli occupazionali stabili partendo dalla risorse del territorio.
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La Pianificazione Strategica in agricoltura:
IL BUSINESS PLAN
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Il business plan, così come il processo logico di pianificazione da seguire per la sua redazione, può essere
predisposto secondo uno schema di base che si riassume:
PARTE INTRODUTTIVA
Da quando l’Unione Europea ha posto l’obbligo della redazione di un “piano aziendale per lo sviluppo
dell’attività agricola” come condizione di accesso ai finanziamenti per l'agricoltura, la consapevolezza dell’importanza del business plan ha incominciato ad affermarsi anche in agricoltura.
Se, in una logica riduttiva, si potrebbe pensare all’introduzione del business plan solo come ad una misura di
tipo amministrativo, necessaria per accedere ai fondi comunitari la sua introduzione offre, invece, la possibilità
di affrontare e risolvere alcuni temi chiave della gestione d’impresa e del rapporto tra impresa agricola e
mercato. Il business plan diventa, dunque, strumento di programmazione, di comunicazione ed informazione
per tutti gli stakeholder tra cui la pubblica amministrazione.
Scelte imprenditoriali, rischio e mercato
Una impresa agricola può definirsi tale solo quando assume i requisiti della professionalità e della proiezione
al mercato. Ne consegue che non può essere considerato imprenditore chi svolge l’attività agricola in modo
del tutto occasionale. Nello stesso tempo l’attività imprenditoriale comporta orientamento al reddito e capacità
di affrontare il rischio di impresa.
Il requisito dell’orientamento al mercato diviene tanto più necessario quanto più la politica agricola perde la sua
funzione di garanzia e quanto più lo stesso reddito agricolo viene ad essere composto da una serie di attività
complementari all’agricoltura, riconducibili alla categoria della diversificazione, che in pratica richiedono una
serie di competenze (nell’accoglienza turistica, nella trasformazione agroalimentare, nel commercio) diverse
dalle competenze di carattere produttivo tradizionalmente attribuite all’agricoltura.
L’imprenditore deve quindi essere in grado di prevedere l‘evoluzione dei mercati in cui storicamente ha operato
(sempre meno protetti) e anche imparare a conoscere una serie di mercati in cui non ha operato in precedenza:
mercato della vendita al dettaglio, mercato turistico, ecc.
Deve imparare a valutare la redditività di investimenti diversi (non solo confrontando investimenti alternativi
per una stessa attività ma attività diverse tra loro) partendo dalle risorse (finanziarie ma anche di competenze)
a disposizione dell’impresa e dall’analisi delle potenzialità del mercato.
Il piano di impresa, o business plan, è lo strumento da utilizzare per sviluppare adeguatamente le idee
progettuali, confrontando le competenze dell’impresa con le opportunità di mercato, per definire gli investimenti
e le fonti di finanziamento, per permettere una valutazione della redditività delle scelte, ma anche per fornire
all’imprenditore una guida che dia la possibilità di tenere sotto controllo l’evoluzione del progetto.
Contenuti del business plan
Il piano d’impresa è quindi lo strumento utilizzabile per pianificare e descrivere lo sviluppo di una nuova
iniziativa imprenditoriale, per valutare gli effetti degli investimenti programmati dall’impresa e per ottenere
finanziamenti, convincendo eventuali finanziatori della bontà della propria iniziativa.
Permette all’impresa, nel medio-lungo periodo, di programmare e progettare il cambiamento (senza subirlo);
è il progetto che motiva, analizza, valuta e riassume l’attività che si vuole intraprendere o lo sviluppo di un’attività
già esistente, limitando quanto più possibile il rischio imprenditoriale.
Il business plan è sia uno strumento gestionale che un documento di presentazione e formalizzazione dell’idea
progettuale. Esso assolve, quindi, due funzioni fondamentali:
- una funzione interna all’impresa, come strumento di supporto nella fase di pianificazione dell’iniziativa;
- una funzione esterna, come mezzo di comunicazione dell’iniziativa imprenditoriale ai partner, ai potenziali
finanziatori, ai clienti, ai fornitori, ecc..
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- Descrizione dell’idea imprenditoriale o presentazione dell’azienda
- Localizzazione dell’azienda
- Panoramica sull’attività che svolge o intende svolgere
- Presentazione del prodotto o del servizio offerto
ANALISI DI MERCATO
- Descrizione del segmento di mercato in cui l’azienda opera od intende operare
- Panoramica sui competitors già presenti nel mercato
- Riferimenti sui clienti dell’azienda attuali e futuri
- Presentazione dei prodotti, caratteristiche, standard qualitativi e quantitativi
- Vantaggio competitivo dell’azienda rispetto ai concorrenti
PARTE STRATEGICA
- Delineazione degli obiettivi di breve-lungo termine da raggiungere
- Elaborazione delle strategie e delle azioni da attuare per perseguire i predetti obiettivi
PARTE TECNICO-OPERATIVA
- Struttura organizzativa dell’azienda
- Individuazione dei centri di responsabilità e delle aree aziendali
PARTE QUANTITATIVA MONETARIA
- Prospetti previsionali economico-finanziari
L’analisi del mercato è un punto fondamentale per valutare la validità dell’iniziativa. Il successo dell’iniziativa
imprenditoriale dipende, infatti, dalla capacità dell’impresa di interagire con l’esterno, cioè con l’ambiente
competitivo in cui si trova ad operare, e con lo specifico mercato di riferimento a cui si rivolge. Sarà necessario
analizzare la disponibilità del mercato ad assorbire i prodotti o servizi che si intendono offrire, nonché le forze
competitive presenti su ogni mercato al quale ci si rivolge. L’analisi dell’ambiente competitivo è preliminare alla
progettazione di dettaglio dell’iniziativa ed è la base per elaborare una corretta strategia di marketing.
Attraverso questa analisi si possono individuare le minacce e le opportunità per l’impresa, i fattori critici di
successo dell’iniziativa imprenditoriale, le caratteristiche della domanda e della concorrenza.
L’idea progettuale deve essere coerente con le capacità dei soggetti che realizzeranno l’iniziativa e con le
opportunità e i vincoli offerti dall’ambiente competitivo. La coerenza di questi tre aspetti è un primo elemento
di giudizio sulla validità del business plan ed è premessa necessaria per delineare la strategia che condurrà
l’impresa sul mercato. L’impresa definisce il proprio posizionamento strategico attraverso le leve del marketing
mix, cioè le decisioni di marketing relative alla politica di prodotto, di prezzo, di distribuzione, di comunicazione,
nonché il livello di servizio al cliente che l’impresa vuole offrire.
Una volta definita la strategia, vanno pianificate con precisione le attività da mettere in atto. Gli strumenti
utilizzabili sono i piani operativi, che riguardano le modalità di produzione ed erogazione dei servizi, la struttura
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DONNE E GIOVANI: QUALITÀ DA COLTIVARE.
Linee guida per fare impresa agricola secondo il nuovo PSR 2007-2013
organizzativa aziendale, gli obiettivi di vendita e la modalità di gestione della rete distributiva, gli investimenti
da realizzare e la relativa copertura finanziaria, che rappresentano il modo mediante il quale si realizzano gli
obiettivi fissati.
La determinazione della struttura patrimoniale e la definizione del piano degli investimenti permettono di
quantificare l’ammontare di denaro necessario all’avvio dell’attività, programmando l’acquisizione dei beni di
investimento, identificando il capitale necessario per la gestione dell’impresa, evidenziando le fonti di
finanziamento cui attingere per finanziare gli investimenti previsti.
L’ultimo passaggio consiste nel dimostrare la fattibilità economico-finanziaria dell’iniziativa, coerentemente con
le scelte strategiche e operative effettuate. Il piano economico-finanziario, con i bilanci di previsione e l’analisi
del fabbisogno finanziario, rappresenta la quantificazione contabile delle scelte strategiche e tecnicoorganizzative effettuate per la realizzazione dell’iniziativa. Con la redazione e la valutazione dei piani
economico-finanziari previsionali si conclude la redazione del piano di impresa.
Costruendo un piano in modo completo, obiettivo e aderente alla realtà, l’imprenditore ha raccolto gli elementi
necessari a dimostrare a se stesso e ad eventuali finanziatori la fattibilità della nuova iniziativa imprenditoriale.
Naturalmente questa non è garanzia assoluta di successo, ma il modo migliore per aumentarne le possibilità,
diminuendo in modo significativo il rischio imprenditoriale, che rimane una caratteristica imprescindibile del fare
impresa.
Quali elementi innovativi per l'agricoltura?
La redazione del business plan, come descritta, ha il merito di indurre l’imprenditore ad elaborare ex ante un
progetto complessivo di impresa e a prendere in considerazione le conseguenze finanziarie e reddituali delle
sue scelte di investimento.
E' importante sottolineare come il business plan sia uno strumento dinamico. Non è infatti pensabile che il
progetto, che è di lungo periodo, possa essere realizzato esattamente come previsto nel momento iniziale, per
la variabilità delle condizioni di mercato e per la natura stessa dell’attività progettuale.
Per risolvere questo problema e utilizzare allo stesso tempo il business plan in tutte le sue potenzialità è allora
necessario che l’impresa possa dotarsi di un set di strumenti di controllo, che permettano di monitorare lo
stato di realizzazione del progetto, di verificare il perseguimento degli obiettivi, ma anche di modificare in
tempo strategie e tattiche di azione.
Il documento, dunque, deve servire da linea guida, da timone per le scelte di gestione aziendale. L’attività di
pianificazione strategica che il piano di impresa permette di realizzare ha bisogno, quindi, di essere supportata
da strumenti di controllo direzionale e di controllo di gestione, che permettano un confronto tra la situazione
reale e quella programmata in merito agli aspetti commerciali, agli obiettivi di vendita, agli investimenti, agli
aspetti economico-finanziari.
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PROGRAMMA DI SVILUPPO
RURALE LAZIO 2007-2013
UNIONE EUROPEA
Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale.
L’Europa investe nelle zone rurali
DONNE E GIOVANI: QUALITÀ DA COLTIVARE.
Linee guida per fare impresa agricola secondo il nuovo PSR 2007-2013
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE LAZIO 2007-2013
UNIONE EUROPEA
Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale.
L’Europa investe nelle zone rurali
I PRESIDENTI DELLE PROVINCE, LE ORGANIZZAZIONI PROFESSIONALI E DELLA COOPERAZIONE, I SINDACATI, ARSIAL
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