EDITORIALE >>
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Il nostro impegno
Il meglio sul mercato
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Test di produzione
Monitorare, prevenire
informare
Il recupero dei vapori
IN AZIONE >>
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Un dialogo trasparente
Una cabina per due
L’ultimo tassello
Alcuni importanti interventi
REPORTAGE >>
Una risorsa per il porto
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Un passo avanti
L’attracco in porto
Scrivi alla Redazione
La carovana di
CinemadaMare
Le “panne” sono un sistema di protezione ambientale formato da barriere galleggianti poste attorno alla nave.
Riescono a contenere eventuali dispersioni di idrocarburi, perché quest’ultimi, più leggeri dell’acqua, rimangono in superficie.
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Informare i fornitori
Trimestrale di Total E&P Italia
A cura del Dipartimento Comunicazione
Anno 2, numero 6
Editore
Total E&P Italia S.p.A.
Via Cornelia 498 - 00166 Roma
Direttore responsabile
Roberto Pasolini
Iscrizione Tribunale
Registrato presso il Tribunale di Roma
55/2013 del 20/03/2013
Realizzazione editoriale
Cultur-e S.r.l.
Via Massaua 7 - 00162 Roma
Direttore editoriale
Massimo Dapoto
In redazione
Valentina Roticiani
Simone Spagnuolo
Manuel Bertin
Martina Luzzi
Annalaura Ruffolo
Silvia Santoni
Realizzazione grafica
Stefania Baldassarri
Reportage
Laura Cusano
Si ringraziano
Luca Amoruso
Pierfilippo Mazziotta
Fiorenzo Pascale
Franco Rina
Immagini
Copertina: Laura Cusano
Tipografia
Artigrafiche Agostini S.r.l. Anagni (FR)
Località Selciatella, Z.II.
Finito di stampare nell’ottobre 2014
EDITORIALE
È necessario condividere in modo oggettivo
questo progetto, capire ciò che Tempa Rossa
rappresenterà per Taranto e stabilire
un dialogo aperto, rispettoso e trasparente
con tutte le parti interessate.
Il nostro
impegno
T
empa Rossa e Taranto, due luoghi
che si trovano uniti dai progetti di
estrazione petrolifera in Basilicata.
Purtroppo, fin dall’inizio di questa estate, si è gonfiata la polemica
sull’arrivo del greggio di Tempa Rossa. Mentre
in Basilicata la realizzazione del sito continua
a ritmo costante, eni avrebbe dovuto iniziare
i lavori per le opere previste all’interno della
raffineria pugliese già da un paio di mesi. Si
tratta di alcune modifiche necessarie per consentire il transito e l’esportazione del grezzo
prodotto da Tempa Rossa. L’annuncio dell’inizio dei lavori ha provocato una dura reazione
contraria di una parte della popolazione. Una
reazione che ha colto di sorpresa chi, in Total,
lavora su Tempa Rossa. Questa parte del
progetto, infatti, riguarda solamente alcuni
interventi di logistica e di stoccaggio necessari
all’esportazione di greggio. Non c’è alcuna attività di trasformazione, le emissioni dei nuovi
depositi saranno completamente compensate
all’interno del perimetro della raffineria dalle
migliorie apportate e, inoltre, le petroliere che
attraccheranno al pontile saranno accolte dai
migliori sistemi di sicurezza esistenti. Queste
valutazioni tecniche sono alla base dell’equivoco che si è creato quando l’annuncio del
nuovo progetto industriale ha fatto emergere
le paure e le preoccupazioni della gente. Anche
se riteniamo che queste paure non abbiano
4
alcun fondamento, ciò non significa che non
si debba dare ascolto al messaggio lanciato
da un territorio che per anni ha convissuto
con una situazione difficile per l’ambiente e
la salute. Non dev’essere sufficiente aver realizzato il progetto, è nostro dovere spiegarlo e
discuterne con coloro che saranno interessati
direttamente da questa iniziativa. È necessario
condividere una descrizione oggettiva di quello
che accadrà, di ciò che rappresenterà Tempa
Rossa per Taranto e stabilire un dialogo aperto,
rispettoso e trasparente con tutte le parti interessate. Questo è l’impegno che ci assumiamo.
Nathalie
e Lim
Limet
met
A.D. Total
tal E&
E&P
&P Italia
5
IN AZIONE
L’ultimo tassello
A Taranto ci si prepara ad accogliere il greggio che si estrarrà a Tempa Rossa
Una soluzione diversa è impraticabile, se si vuole massimizzare
la salvaguardia dell’ambiente. Ogni alternativa al passaggio in
raffineria sarebbe molto meno ecocompatibile.
M
Taranto
rappresenta il
terminale ideale di
tutto il progetto
Tempa Rossa.
6
anca un tassello, fondamentale,
decisivo al completamento
del progetto Tempa Rossa.
Un tassello distante dal luogo
di estrazione, ma altrettanto
rilevante per portare a compimento quello
che è un progetto di importanza strategica
per il futuro energetico del Paese: la realizzazione del sito di stoccaggio e di spedizione del
greggio, che sarà ubicato all’interno dell’area
della raffineria eni di Taranto. E già, Total ed
eni in quest’occasione non sono concorrenti,
ma aziende con il comune obiettivo di permettere l’esportazione di Tempa Rossa nelle
migliori condizioni. E Taranto rappresenta il
terminale ideale di tutto il progetto. Sì, perché
fin da quando l’operazione Tempa Rossa ha
visto la luce, lo sguardo dei progettisti è stato
guidato dall’opportunità di sfruttare le sinergie
industriali e infrastrutturali offerte dal meridione
italiano. Un vantaggio economico, ma soprattutto decisivo per massimizzare la salvaguardia
ambientale e la tutela della salute. Quando
il greggio estratto percorrerà gli oltre cento
chilometri che separano la valle del Sauro dal
mare, non si dovrà realizzare una nuova infrastruttura poiché esiste già l’oleodotto che porta
a Taranto il petrolio della Val d’Agri.
E alla meta sarà la raffineria di Taranto ad accogliere il petrolio di Tempa Rossa, occupando
uno spazio all’interno del proprio perimetro.
Un’area su cui intervengono le rigide normative su sicurezza e salvaguardia della salute
e dell’ambiente, incluse quelle della Direttiva
Seveso 2, a cui deve attenersi una raffineria
autorizzata a operare. Un’area già interessata,
com’è facile intuire, dall’impatto antropico e
GLOSSARIO
tecnologico che
Oleodotto S.O.M. (Società
offre un livello
Oleodotti Meridionali)
Porta il greggio della Val d’Agri
di sicurezza ben
dal Centro Oli di Viggiano (PZ)
superiore a quello
alla raffineria di Taranto. Per
Tempa Rossa si prevede di reaaltrimenti richiesto
lizzare un collegamento di racper il solo deposito di cordo di 8 km che raggiunga il
stoccaggio. Ecco per- futuro Centro Oli Total di Corleto
Perticara (PZ), così da utilizzare la
ché il sito pugliese
medesima direttrice per trasferire
va inteso come parte il greggio nel porto pugliese.
integrante e
indissolubile del
progetto Tempa
Rossa. E, mentre in Lucania l’attività procede
per dare avvio alla produzione e il personale
sta affrontando la formazione triennale per
diventare operatore del Centro Oli, a Taranto
si dovrà lavorare per realizzare le opere necessarie ad accogliere il greggio per imbarcarlo: i
due serbatoi, gli impianti di raffreddamento del
greggio, il prolungamento del pontile, la realizzazione delle aree di pompaggio, delle linee
di trasferimento del petrolio, la costruzione
degli impianti di recupero vapori. Una fase assai
particolare. Non tanto dal punto di vista tecnico
delle operazioni, dato che gli interventi previsti
sono tutti ampiamente collaudati. E neanche
da quello dei vincoli normativi sul rispetto
della sicurezza, della salute, dell’ambiente, del
paesaggio, che sono stati approfonditamente
considerati e vagliati dalle numerose entità a
cui spetta il controllo: la particolarità consta
nell’unicità della soluzione pugliese, perché
Tempa Rossa funziona se il progetto abbraccia Taranto. Tempa Rossa è nato guardando
alle opportunità offerte da Taranto, dall’oleodotto, dalla raffineria, dal porto e una soluzione
diversa non sarebbe praticabile.
7
Una risorsa
per il porto
Quanto vale l’economia generata
dall’ingresso delle petroliere nel bacino.
Alcuni importanti
interventi
Quali sono le opere previste per accogliere il greggio di Tempa Rossa
all’interno della raffineria.
D
ue nuovi serbatoi di stoccaggio, da posizionare all’interno del
parco serbatoi della raffineria, si
aggiungeranno ai 130 serbatoi già
presenti all’interno dell’area. Due
aree di pompaggio del greggio, una per quello
proveniente da Tempa Rossa e una per quello
della Val d’Agri. Due unità per il recupero vapori
durante le operazioni di carico del greggio. La
realizzazione di una stazione di raffreddamento
per abbassare a 45°C la temperatura del greggio,
precedentemente riscaldato per agevolarne la
corsa all’interno dell’oleodotto, così da poterlo
stoccare in sicurezza all’interno dei serbatoi di
Taranto. E poi alcune opere accessorie, come le
pompe per trasferire il greggio tra i serbatoi, le
linee dirette al pontile per spedire il petrolio e
quella per riceverlo dall’oleodotto, le consolle di
controllo, le cabine elettriche e il potenziamento
della rete antincendio.
Queste le opere previste a terra per accogliere
il petrolio in arrivo da Tempa Rossa. A questo
elenco poi si aggiungono le opere a mare, quelle
necessarie per l’imbarco del greggio, ossia
l’allungamento del pontile esistente di circa 300
metri, per accogliere le petroliere. E, ovviamente,
8
la costruzione di una nuova piattaforma dotata
dell’accosto per l’attracco delle navi.
Tutto qui. Nulla di tecnicamente complesso,
considerato che ci si troverà ad operare nell’area di una raffineria che già è dotata di serbatoi,
condotte, sistemi di sicurezza, pompe e altre
attrezzature.
Ciò non significa che non si sia prestata la necessaria attenzione in fase di progettazione, o che
non si curerà ogni dettaglio in fase di realizzazione. Ogni dettaglio, anche quelli meno tecnici
e forse meno conosciuti come le azioni per mitigare l’impatto paesaggistico, previste nonostante
si operi nel mezzo di un’area industriale che ha
già ridisegnato il profilo di questa porzione di
costa. Così i nuovi serbatoi saranno parzialmente
interrati e realizzati in uno spazio a ridosso di
un leggero rialzo naturale, che ne occulterà la
visione dalla gran parte dei punti di vista.
Oppure come le procedure previste per gestire
l’eventuale ritrovamento di reperti archeologici
che dovessero emergere durante gli scavi.
Perché Taranto è pur sempre una città dalla storia plurimillenaria, e anche chi sta realizzando
un piccolo tassello di futuro non desidera perdere il legame con il passato.
L
a raffineria eni è una risorsa economica fondamentale nell’economia
della città di Taranto. Non solo
garantisce 500 posti di lavoro negli
impianti e 500 posti nelle squadre di
manutenzione durante l’attività ordinaria, ma
è anche un tassello importante nelle politiche
economiche del porto pugliese. Con la realizzazione del progetto Tempa Rossa, l’impatto
virtuoso che la raffineria avrà sull’economia
portuale cittadina si accrescerà ulteriormente,
come ci spiega il direttore della raffineria Luca
Amoruso.
Quanto è importante il progetto Tempa Rossa
per il porto?
Il porto di Taranto è fondamentale nell’economia della città, ma in questi anni sta vivendo
un periodo di forte declino. Nel 2013 sono transitate
oltre 1.300 navi, delle quali 300 sono ascrivibili al
traffico movimentato dalla raffineria. Però bisogna
considerare che il traffico navale negli ultimi 5 anni si
è quasi dimezzato. L’operazione Tempa Rossa offrirà
al porto di Taranto un’opportunità economica da
cogliere al volo: ipotizzando l’impiego di petroliere
da 30.000 tonnellate, le maestranze specializzate
potranno movimentare 90 navi in più all’anno.
Quanto personale coinvolge l’operazione di
attracco e carico di una petroliera?
Se consideriamo una petroliera da 30.000 tonnellate,
la stazza minima prevista per trasportare il greggio
di Tempa Rossa, le professionalità coinvolte sono
almeno 25: abbiamo figure professionali come i piloti,
il personale dei rimorchiatori, gli ormeggiatori, gli
addetti antinquinamento e quelli antincendio.
A queste si aggiungono i lavoratori e le aziende che
offrono i servizi portuali, necessari per il funzionamento della nave, ma non specifici di una petroliera:
la fornitura viveri, il recupero dell’acqua di sentina,
il rifornimento del carburante.
Con un notevole impatto economico…
È difficile calcolare l’impatto di ogni singola nave, ma
è possibile farsi un’idea dei valori in ballo partendo
da qualche cifra indicativa: eni spende circa un
milione di euro all’anno solo per il servizio di Guardia
ai Fuochi e circa tre milioni di euro all’anno per il
servizio antinquinamento.
Doppia sicurezza antincendio
Prevenzione ai massimi livelli
Il servizio antincendio
per una nave attraccata
è garantito dalla
Capitaneria di Porto.
Al pontile eni di
Taranto la vigilanza è
assicurata anche dalla
squadra antincendio
di raffineria che
interviene in caso
di necessità.
9
Il meglio sul mercato
Alcune delle soluzioni adottate per innalzare ai massimi livelli la sicurezza.
P
er garantire il massimo livello di salvaguardia, le soluzioni tecniche individuate sono state scelte
tra le migliori disponibili sul mercato. Un’affermazione che non vuole essere una mera dichiarazione d’intenti, ma poggia su una riconosciuta letteratura che fa scuola in materia. I progettisti,
infatti, hanno individuato le singole proposte tecniche partendo dalle indicazioni contenute in
due documenti che, nel settore, rappresentano un punto di riferimento: le “Linee guida per l’identificazione delle migliori tecniche disponibili, categoria IPCC 1.2: raffinerie di petrolio e di gas” e “Reference
Document on Best Available Techniques for Mineral Oil and Gas Refineries (BREF)”, emesso dall’ufficio IPCC
(Intergovernmental Panel on Climate Change) della UE. Ecco alcune delle soluzioni che saranno adottate.
Le soluzioni adottate per non disperdere in atmosfera i composti organici volatili.
Q
uando si parla di petrolio è frequente sentire nominare un acronimo il cui significato è spesso ignoto: VOC. Con queste tre lettere,
in ordine inverso perché si riferiscono alla nomenclatura inglese,
si identificano i cosiddetti “composti organici volatili”.
Nel progetto Tempa Rossa, per controllare questi composti in fase
di caricamento della nave, si applicheranno le migliori tecniche disponibili.
GLOSSARIO
Manifold
Collettore a cui giungono tutte le tubazioni che
movimentano i prodotti
all’interno della petroliera.
Dalla nave
Serbatoi
L’area di stoccaggio
Quest’area presenta una serie di interventi mirati alla prevenzione e alla riduzione degli impatti ambientali. I serbatoi
avranno il tetto galleggiante per ridurre il rischio di incidenti
e una guarnizione doppia per minimizzare le dispersioni in
atmosfera. Le cisterne avranno un doppio fondo per ridurre
il rischio che eventuali rotture portino a sversamenti. Inoltre,
il caricamento degli idrocarburi sarà effettuato dal fondo dei
serbatoi, anziché dall’alto.
Bacino di contenimento
Massima prevenzione strutturale
Un bacino di contenimento di pari volume del serbatoio
circonderà ogni cisterna e, in caso di lesioni, conterrà
completamente le eventuali fuoriuscite. Lungo il perimetro
è installato un sistema di pompe che irrorano con liquidi
speciali il greggio, riducendo il pericolo di esplosioni o
incendi. I liquidi speciali, inoltre, formano una pellicola
che impedisce la dispersione in atmosfera fino a che gli
idrocarburi non saranno recuperati.
Sistema a rilascio rapido
Sistemi di sicurezza evoluti
I bracci di carico delle isole d’accosto delle navi sono dotati
del sistema di sicurezza Emergency Release Coupling (ERC).
La condotta che porta il greggio è dotata di due valvole, una
sul lato del braccio e l’altra sul manicotto del manifold della
nave. In caso di problemi, le valvole si chiudono immediatamente, il braccio si stacca, il flusso in entrata si interrompe e
si chiude ermeticamente anche il serbatoio.
Le cisterne vuote di una petroliera in procinto
di caricare greggio contengono i vapori
rilasciati dal carico precedente miscelati ai
gas combusti dei motori della nave, che sono
immessi nei serbatoi durante il viaggio per
ridurre il rischio di esplosione.
Mentre i serbatoi si riempiono di liquido questa
miscela di gas fuoriesce e, se si lasciasse
aperta la cisterna, si disperderebbe
in atmosfera.
Per questo motivo, al manifold della nave sono
agganciati due bocchettoni: uno che carica il
greggio, l’altro che incanala la miscela di gas
in uscita verso l’impianto di trattamento.
I vapori così catturati subiscono un
trattamento con i carboni attivi che permette
di separarne e recuperarne gran parte.
Ma non basta.
Per garantire un livello superiore di
salvaguardia, i gas non sono ancora
rilasciati in atmosfera, ma affrontano un
ulteriore processo: un trattamento termico
di ossidazione che distrugge gli inquinanti
organici producendo anidride carbonica e
vapor acqueo.
Non crescono le emissioni
Leak Detection & Repair
Monitoraggio e controlli continui
All’interno dell’area della raffineria è attivo un programma di
gestione delle attività manutentive (LDAR – Leak Detection
And Repair programme), considerato una delle migliori
tecniche disponibili a livello comunitario, che accresce i
livelli di sicurezza generale e ottiene un abbassamento delle
frequenze di guasto di apparecchiature critiche.
10
Il recupero dei vapori
Gli interventi previsti in raffineria per Tempa Rossa saranno tali da assicurare che ad ogni
nuova emissione corrisponderà una uguale riduzione di emissioni nell’ambito della stessa
raffineria. Infatti, così come riportato nel parere della Commissione Tecnica di verifica
dell’impatto ambientale e quindi nel decreto “VIA-AIA” del Ministero dell’Ambiente, per il
progetto Tempa Rossa è stata prevista l’attuazione di un piano di interventi gestionali e
tecnologici d’avanguardia in grado di mantenere inalterate le emissioni totali della raffineria
rispetto a quelle precedenti l’arrivo del greggio da Tempa Rossa.
11
UnL’energia
dialogo
tra Pace
trasparente
e Giustizia
Taranto, negli anni recenti, ha vissuto momenti difficili e il territorio è
stato testimone di problemi all’ambiente e alla salute pubblica. Questo
ha creato diffidenza nella popolazione, che oggi dice no a priori.
Leggendo i giornali è facile capire
come le posizioni che si oppongono al progetto evidenziano
paure cristallizzate e preoccupazioni che sono legate a doppio filo
al recente passato di Taranto.
DOWNLOAD
Leaflet “Domande
e risposte per fare
chiarezza”
Alcune azioni previste
Le azioni messe in campo da Total per un aperto e rispettoso confronto
con le parti interessate.
A
Taranto, il dibattito si è infiammato in
questi mesi e le posizioni rischiano di
arroccarsi ancor prima di aver provato a
confrontarsi. Un progetto strategico per
il futuro energetico del Paese di questa
portata, invece, potrebbe diventare un caso di buon
governo.
Ottenere la fiducia dei cittadini
alle maestranze coinvolte quali saranno i lavori
previsti a Taranto. E siccome Total conosce
bene il progetto, le soluzioni che saranno adottate e il fatto che rispettano i più alti standard
disponibili, il lavoro che sta facendo è quello di
condividere queste informazioni con i cittadini,
per chiarire cosa rappresenterà Tempa Rossa
per Taranto.
Con un dialogo aperto, rispettoso e trasparente Total Posizioni conciliabili
vuole far capire a tutte le parti interessate, alle assoLa situazione di scontro che si vede è figlia del
ciazioni di categoria, ai movimenti, ai decisori politici, passato, non di questo progetto. La gente di
Sono in programma incontri con i rappresentanti delle
diverse realtà della città. Alcuni sono già stati fatti, con i rappresentanti del mondo industriale e produttivo cittadino.
Altri, come il workshop “Tempa Rossa: sviluppo, sostenibilità,
ambiente” hanno riunito esperti di diversi settori e professori
universitari per inquadrare il progetto in un contesto più
complesso. Un’occasione pensata spiegare a voce il progetto
e per ascoltare le osservazioni dei portatori di interesse.
Intanto sono stati preparati manifesti, opuscoli e annunci
pubblicitari per consentire a ogni cittadino di formarsi
un’opinione senza mediazione.
Parallelamente, si continuerà a contribuire ad alimentare
il dibattito sulla stampa e sui media locali, così da rendere
completa l’informazione disponibile. Ad esempio, con la
conferenza stampa di metà settembre, tutta la stampa locale
ha avuto modo di incontrare i vertici di Total e porre personalmente le domande.
Infine, sono stati attivati dei canali diretti di dialogo con i
cittadini, quali una sezione dedicata a Tempa Rossa a Taranto
sul sito web di Total dove è possibile chiedere informazioni
via email.
Come
informarsi
Stampa
CONFERENZE STAMPA | APPROFONDIMENTI
Total ha incontrato la stampa locale per la
presentazione del progetto ed è presente
sulla stampa locale con spazi dedicati alla
comunicazione diretta con i cittadini.
Incontri
DIALOGO APERTO | CITTADINI E ISTITUZIONI
Total dà vita ad occasioni di incontro
con i rappresentanti delle istituzioni, le
associazioni degli industriali, l’università
ed i sindacati.
Workshop
Esempio di buon governo
CONFRONTO | ANALISI
Contiamo di ottenere la fiducia dei tarantini, riuscendo a
dialogare con tutti, alla pari e senza pregiudizi.
E, magari, il caso “Tempa Rossa/Taranto”, tra qualche
anno, sarà citato come un esempio di buon governo e di
partecipazione.
La presenza di esperti di diversi settori e
di professori universitari agli incontri aiuta
a inquadrare il progetto con contributi
multisettoriali.
Comunicazione diretta
Media & Stampa
OPUSCOLI | MATERIALE INFORMATIVO
La stampa di manifesti, opuscoli e annunci
pubblicitari mira a consentire a ogni cittadino
di formarsi un’opinione senza mediazione.
Sito web
INTERNET | INFO ONLINE
La sezione dedicata a Taranto del sito web
di Total consente ai cittadini di ottenere
informazioni dirette e porre quesiti anche
tramite e-mail.
Per saperne di più: www.it.total.com
12
13
REPORTAGE
L’attracco
in porto
L’arrivo di una petroliera nel Mar Grande, a Taranto,
è sempre un momento importante. Decine di professionisti
si attivano per rendere sicuro l’attracco al pontile.
14
15
L’autorizzazione
all’attracco
è data dalla
Capitaneria di
Porto, che è
l’unica ad avere
giurisdizione.
La nave, dentro al bacino,
è mossa dai rimorchiatori
che possono essere 2, 3 o 4
a seconda della stazza.
Giunti al pontile,
gli ormeggiatori
legano la nave
con le funi per
immobilizzarla.
16
17
Quando la nave è ormeggiata e arriva
l’autorizzazione alle operazioni di carico,
la squadra antinquinamento dispone
le panne attorno allo scafo.
18
19
Bisogna essere perfettamente centrati rispetto
alla piattaforma. Qui giungono le tubazioni per
il carico e lo scarico del greggio e lo scostamento
tollerato è di pochi decimetri.
20
21
La documentazione è in ordine, i campioni sono raccolti per i laboratori.
Si possono agganciare le due condotte, una per caricare il greggio
e una che accoglie i vapori della cisterna.
22
23
Test di
produzione
liquida (olio ed eventualmente acqua) dai gas.
Il gas viene trattato con dei bruciatori ad alta
efficienza e a basso impatto ambientale, che
funzionano ad altissime temperature. L’olio in
fase liquida, una volta che è stato stabilizzato,
viene inviato alla raffineria tramite autocisterne. A un certo punto del test, la produzione
è interrotta. Quest’interruzione è necessaria a
registrare la risalita della pressione all’interno
del giacimento per ottenere importanti informazioni, quali la sua permeabilità e lo spessore
che contribuisce alla produzione, la presenza di
barriere, il raggio di investigazione del segnale
di pressione all’interno del giacimento.
L’ultimo esame, prima di iniziare a estrarre il greggio.
A
nche in campo petrolifero, come
nella vita, gli esami non finiscono
mai. Verifiche, controlli, monitoraggi si susseguono in ogni fase
del progetto di estrazione, dalla
fase di scoperta a quella produzione. Una “sete
di sapere” che si evidenzia anche quando c’è da
capire le caratteristiche di un pozzo perforato o
di un giacimento che si è appena scoperto.
In due distinti momenti
I test di produzione si possono effettuare su un
pozzo di esplorazione, un esame che permette
di confermare l’effettiva scoperta di un giacimento e verificare le previsioni dei geologi. Esiste
poi un secondo tipo di test, effettuato molto
dopo la scoperta del giacimento: è il test su un
pozzo di sviluppo. In questo caso, il test serve a
valutare le caratteristiche del giacimento nell’area attorno al pozzo e la produttività del pozzo
stesso. Per restringere il campo, in quest’articolo
ci soffermeremo sul secondo caso, quello che
attualmente interessa Tempa Rossa.
.
Testare un pozzo di sviluppo
Quando un campo di produzione è in fase di
sviluppo, le prove eseguite servono a determinare una serie di parametri utili per individuare le
capacità produttive di un pozzo.
Innanzitutto, il test dovrà accertare e quantificare la produttività iniziale del pozzo. In secondo
luogo, si dovranno identificare le zone produttive, caratterizzando il giacimento per ottenere
una stima della sua permeabilità e la possibile
presenza di faglie, che possono creare un effetto
“barriera” limitandone le potenzialità.
Il terzo obiettivo del test è quello di assicurarsi
che il pozzo, una volta finita la perforazione, sia
pronto per la fase di produzione.
Ciò significa che il foro dovrà essere spurgato dal
fango di perforazione rimasto durante la fase di
24
realizzazione e dalle sostanze intasanti utilizzate
per limitare le eventuali perdite che si verificano
in fase di perforazione. Infine, non meno importante, c’è ancora un risultato: grazie ai campioni
di fluido estratti si potrà caratterizzare l’olio e
ottenere informazioni decisive per la progettazione del centro oli in cui il greggio sarà trattato.
Grazie a tutte le informazioni ottenute, i tecnici
potranno aggiornare il modello del giacimento e
affinare la stima della produzione e delle riserve
commercialmente recuperabili. Di conseguenza,
sarà possibile ottimizzare le future fasi di sviluppo del campo di produzione.
Carpe diem
INNOVAZIONE
Chi dovesse recarsi
nelle vicinanze del pozzo
in cui si svolge il test di produzione potrebbe
vedere alcune installazioni provvisorie di superficie. Si tratta di strumentazione funzionale al
test come la valvola duse, i separatori,
il bruciatore per il gas, i serbatoi per lo stoccaggio dell’olio. Ognuna di esse ha una funzione
precisa, nelle fasi di test, ma tutte hanno una
caratteristica comune: la loro presenza è solo
temporanea. Nell’arco di qualche settimana,
infatti, la loro funzione cesserà e saranno smontate lasciando libero il campo.
Ad aprile ci può essere ancora neve sui pozzi di alta quota
della Basilicata. E gli strumenti per il test di produzione
si imbiancano.
Come avviene il test
Dapprima il giacimento deve essere ripulito
dai fanghi e dalle sostanze intasanti utilizzate
durante la perforazione. Il pozzo viene quindi
aperto e, sfruttando le proprietà dell’azoto, il
giacimento è “stimolato” fino a che il fluido non
comincia a risalire autonomamente. Durante
questa fase, il pozzo produce olio misto a fango
di perforazione. Con il passare del tempo il
contenuto di fango diminuisce fino ad avere
una produzione di solo olio, momento in cui si
termina la fase di spurgo. Nella fase successiva si
registrano dei log di produzione, di cui abbiamo
parlato nel quinto numero di T>energy e che
permettono di conoscere quali parti del giacimento sono più produttive.
Leggi su T>energy n. 5
come avviene la
mappatura del giacimento.
I parametri misurati
Direttamente o attraverso delle correlazioni matematiche si misurano questi valori:
Durante il test di produzione si monitora la
pressione del fluido in testa pozzo e si registra
quella a fondo pozzo, grazie all’impiego di sonde
installate nella batteria di produzione. Il greggio
che fluisce in superficie passa attraverso i separatori, strumenti che suddividono la componente
•
•
•
•
•
Pressione e temperatura del giacimento
Pressione e temperatura dinamica a testa pozzo
Massima portata teorica di idrocarburi producibile
Quantità di gas disciolta nell’olio
Quantità di condensati rispetto al gas prodotto
•
•
•
•
•
Quantità di acqua presente nell’olio
Quantità di acqua rispetto ai liquidi prodotti
Indice di produttività del pozzo
Permeabilità della formazione
Raggio di drenaggio del pozzo
25
Una cabina per due
Turni di 12 ore per acquisire di continuo tutti i parametri di un pozzo, sia
di perforazione che geologici. E intanto si diventa amici.
L
avorare 12 ore consecutive, in cabina
di controllo insieme a un collega,
insegna ad andare il più possibile
d’accordo con gli altri. Siamo in due,
condividiamo uno spazio limitato.
I primi turni trascorrono tranquilli, ma già dopo
cinque giorni la convivenza può diventare
difficile». Ecco un aspetto da non sottovalutare
nel lavoro di Pierfilippo Mazziotta, professione
Senior Data Engineer di Geolog, società che fa le
analisi di superficie sul pozzo e che per Total si
occupa di monitoraggio geologico e monitoraggio della perforazione. Ogni giorno è necessario
inviare aggiornamenti attraverso l’analisi dei dati
raccolti per garantire la stretta sorveglianza sui
parametri monitorati grazie a sensori dislocati
su varie parti dell’impianto. Le doti richieste per
fare il geologo a questi livelli? Mazziotta non
ha dubbi: ci vogliono perizia, calma e sangue
freddo per la gestione delle situazioni anomale.
Soprattutto in caso di sospette manifestazioni
gassose, quando sullo sfondo sonoro delle sirene
bisogna individuare eventuali zone critiche e
segnalare dove e come intervenire. Per sostenere
turni di 12 ore con un’alta soglia di attenzione
è necessaria una valida preparazione maturata, nel caso di Mazziotta, proprio in Basilicata:
laureato in Geologia all’Università di Potenza,
ogni due anni segue corsi di aggiornamento.
Indispensabile una grande conoscenza dell’informatica, dell’elettronica e della geologia. Eppure,
anche in questo lavoro così impegnativo, a volte,
c’è tempo di sentire un po’ di solitudine: per
garantire la sorveglianza continua tutti i giorni
dell’anno, capita di essere lontani dalla famiglia
durante le festività più importanti. Confessa
Mazziotta: «In quei momenti, anche se in cabina
siamo sempre in due, ci si sente un po’ soli.
Ma poi passa, perché in realtà ogni cantiere
diventa una seconda famiglia».
Formano la squadra tipo di Mud Logging, quella che analizza i fanghi e i detriti durante
una perforazione. Sono un ingegnere dei dati e un Mud Logger che in alcune circostanze hanno condiviso davvero la stessa cabina geologica. Sarà per questo che la
pensano allo stesso modo quando dicono: spirito di adattamento e collaborazione sono
le qualità vincenti per fare il geologo a certi livelli.
Q
uesto lavoro mi ha obbligato
a vincere alcune paure: come
quella di volare, poiché una piattaforma petrolifera offshore
si raggiunge in elicottero, e quella
di nuotare, che è un’abilità prevista nei corsi di
addestramento organizzati da Geolog».
La forza di volontà è una delle qualità più evidenti in Fiorenzo Pascale, classe ’84, Junior Mud
Logger in Geolog, il quale nonostante abbia già
superato le prove previste continua ad allenarsi
in piscina, per sentirsi sempre pronto.
E non solo questo: «per fare il geologo non basta
il cervello, ci vuole anche molta fantasia, necessaria per esempio a capire cosa accadde sulla
terra milioni di anni fa. Alcune cose non possono
essere riprodotte in laboratorio, e allora ci vuole
un po’ di immaginazione per riuscire a comprenderle». E forse anche questa visione “creativa”
della geologia lo ha aiutato a laurearsi con il
FIORENZO PASCALE
PIERFILIPPO MAZZIOTTA
Competenza e sangue freddo
La voglia di arrivare
ETÀ
46 anni
ETÀ
30 anni
RUOLO
Senior Data Engineer
RUOLO
Junior Mud Logger
LUOGO DI LAVORO
Siti petroliferi della Basilicata
LUOGO DI LAVORO
Tra la Val D’Agri e l’Adriatico
AMA DEFINIRSI
Una persona molto calma
AMA DEFINIRSI
Lunatico e con grande
spirito di adattamento
GLI ALTRI LO VEDONO
Socievole e collaborativo
GLI ALTRI LO VEDONO
Come una persona che si è
rimboccata le maniche e
cerca di farcela
DOVE SI VEDE
TRA 10 ANNI
Sempre in cabina
26
massimo dei voti: prima la triennale ottenuta
in Basilicata, poi la specialistica all’Università di
Roma. E nel 2013 l’esperienza nel cantiere
di Tempa Rossa.
La soddisfazione più grande? Riuscire a svolgere
bene un lavoro dove sono richieste lucidità, tempestività e grande sicurezza.
Quando si effettua il monitoraggio geologico
durante la perforazione di un pozzo, esaminando
le rocce che si incontrano durante lo scavo, i
gas emessi sono rilevati dai sensori e bisogna
verificare la continua coerenza dei valori e dei
dati. Infatti, per garantire sempre la sicurezza del
pozzo non devono mai esistere difformità.
Per il giovane geologo quanto raggiunto è solo
l’inizio e non lo spaventano le 12 ore in cabina,
in uno spazio limitato e con pochi comfort:
«Ne sono certo, fare il geologo a questi livelli
per un giovane come me è la migliore palestra
di vita».
Grazie al lavoro
Fare il geologo
si creano delle amicizie profonde,
durature. E si impara a essere
molto collaborativi, in ogni
momento.
richiede cervello e fantasia.
Non tutto è riproducibile in
laboratorio... e allora spazio
all’immaginazione!
DOVE SI VEDE
TRA 10 ANNI
In questo settore, con maggiori
responsabilità e autonomia
27
Monitorare,
prevenire,
informare
Ricerca, tutela e sostenibilità
sono valori comuni.
28
SICUREZZA
L’Osservatorio Ambientale monitora
aria, rumore, emissioni odorigene, acqua, suolo e sottosuolo,
ecosistema e sismicità della Val d’Agri.
L’
attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e
gassosi, con gli impianti produttivi, le infrastrutture e le
reti tecnologiche necessarie a
quest’attività, hanno inevitabilmente un impatto
sulle componenti ambientali e naturali del
territorio. Anche in Val d’Agri. In questa zona, a
supervisionare costantemente che tali impatti
e cambiamenti non abbiano conseguenze
negative per l’ambiente e per le persone, dal
2011, lavora l’Osservatorio Ambientale della Val
d’Agri (OAVDA). Aria, rumore, emissioni odorigene, acqua, suolo e sottosuolo, ecosistema,
sismicità, sono costantemente monitorati per
capire l’andamento nel tempo degli impatti
indotti dall’estrazione petrolifera. I dati ottenuti
vengono poi utilizzati per attuare strategie di
prevenzione a tutela del territorio, delle persone
e dell’ambiente e per garantire alla popolazione
una corretta e costante informazione.
Tecniche diverse
Prevenzione significa tutela
L’Osservatorio Ambientale della Val D’Agri
A essere costantemente monitorati dall’Osservatorio sono in particolare gli agenti inquinanti,
sostanze che si liberano nell’ambiente a causa
dell’attività umana: alcuni possono essere un
surplus di sostanze già presenti in natura, come
ozono e anidride carbonica, altri sono elementi
chimici sintetici. Questi possono costituire un
pericolo se presenti oltre determinate soglie,
nell’aria, nell’acqua, nel suolo e nel sottosuolo.
Per questo motivo si monitora costantemente la
composizione e lo stato di salute dell’ambiente
e qualora si rilevino dei cambiamenti, o se i
valori superano le soglie stabilite, è immediata
l’attuazione di misure che riportino tutto nei
parametri di sicurezza. Prima ancora che un
pericolo possa concretamente minacciare la
salute dell’ambiente o dell’uomo.
In sintesi la strategia applicata in Lucania è semplice quanto efficace: fare prevenzione così da
ridurre al minimo i rischi e tutelare il territorio
prima che accadano eventi non desiderati.
L’attività di monitoraggio e analisi adotta tecniche e strumentazioni differenti a seconda
dell’ambiente esaminato.
Il monitoraggio della qualità dell’aria è effettuato
mediante l’impiego di centraline fisse, disposte nel Centro Olio Val d’Agri. Il loro compito è
fondamentale in quanto permette di acquisire i
valori di concentrazione degli agenti potenzialmente pericolosi, effettuare il campionamento
e la successiva analisi, presso laboratori chimici
certificati e, infine, acquisire i parametri meteorologici quali: temperatura, pressione, umidità
relativa, precipitazione, radiazione globale e
netta, velocità e direzione del vento.
Eventuali superamenti dei valori soglia che si
possono verificare nel corso dell’anno determinano quattro livelli di attenzione.
In corrispondenza di ogni livello sono previste
una serie di azioni che intervengono sulle cause
dello scostamento.
L’O
L’Osservatorio
i A
Ambientale
bi
l nasce quale
l misura
i
di compensazione ambientale del progetto di
sviluppo petrolifero nell’area della Val d’Agri.
L’attività di monitoraggio per il controllo della
qualità dell’aria, delle emissioni odorigene, del
rumore all’esterno del Centro Oli e dello stato
degli ecosistemi, nonché la raccolta di dati sulla
sismicità naturale o indotta nell’area del giacimento petrolifero, si estende su un’area lunga
tredici km e larga otto km, circostante l’area del
Centro Oli Val d’Agri. Un’area che presto abbraccerà anche la valle del Sauro, monitorando le
attività di Total quando entrerà in funzione il
Centro Oli di Tempa Rossa.
www.osservatoriovaldagri.it
29
Allo stesso modo, tutti i fenomeni acustici che
vengono percepiti dall’ascoltatore come sgradevoli,
fastidiosi e non desiderati vengono rilevati e
monitorati attraverso quattro postazioni di misura
dislocate tra il Comune di Viggiano e quello di
Grumento Nova.
Molto più complesso è invece il monitoraggio
dell’acqua. Le acque naturali hanno infatti caratteristiche fisiche e chimiche differenti in relazione a una
molteplicità di fattori quali la loro origine, le condizioni climatiche, la composizione delle altre matrici
ambientali con cui vengono a contatto.
È indispensabile che tali caratteristiche siano quanto
più possibile preservate, indipendentemente dall’azione dell’uomo. Attualmente il monitoraggio
condotto sulle acque dell’Alta Val d’Agri è disciplinato
da quattro differenti attività.
In primis, il Protocollo operativo che prevede il
monitoraggio mensile delle acque sotterrane e di
quelle superficiali in corrispondenza di sette stazioni ubicate lungo il fiume Agri, il torrente Alli, il
torrente Casale-Grumentino e il vallone Spartifave.
Ogni campione di acqua e dei sedimenti fluviali è
caratterizzato dal punto di vista fisico, chimico e tossicologico, secondo quanto previsto dal protocollo
operativo. Il monitoraggio delle acque superficiali dei
fiumi Agri, Basento, Bradano, Sinni, Cavone, Noce
e Ofanto viene effettuato anche attraverso le 20
stazioni previste dal Programma SINA 88. L’attività
istituzionale dell’ARPA regionale, invece, prevede il
controllo analitico delle acque superficiali destinate
alla produzione di acqua potabile,
con analisi chimico–fisiche comprensive di parametri organici e
inorganici e analisi microbiologiche, eseguite secondo
le procedure indicate dalla
normativa nazionale e
internazionale.
30
GLOSSARIO
Infine si aggiunge
anche
Sondaggi geognostici
il monitoraggio
Tipologia di indagine diretta
effettuata tramite sondaggi che
del Lago
permette la ricostruzione del
di Pietra del
profilo stratigrafico del suolo,
Pertusillo:
valutando le caratteristiche
geotecniche e geologiche.
effettuato in cinque
punti, i campioni
Programma SINA 88
Il Decreto della Giunta Regiovengono sottonale n°7852/96 impone di moposti ad analisi
nitorare la qualità delle acque
chimico-fisiche,
superficiali del Fiume Agri in
corrispondenza di due punmicrobiologiche,
ti, uno a monte del Lago del
biologiche e tossicoPertusillo e uno a monte della
confluenza del torrente Sauro.
logiche in laboratorio.
Un ulteriore capitolo
del monitoraggio
riguarda il suolo e il
sottosuolo che sono
monitorati in una fascia di tredici km di lunghezza
e otto km di larghezza circostante l’area del Centro
Oli Val d’Agri. L’esecuzione di sondaggi geognostici
e il prelievo di campioni di terreno a diverse profondità (top soil, primo metro sotto il top soil, metà foro
e fondo foro) sono le indagini che caratterizzano
queste analisi. Infine, un capitolo a parte deve essere
dedicato al monitoraggio della sismicità.
La Basilicata è caratterizzata da una notevole attività sismica, perciò l’attenzione e il monitoraggio
non vengono mai interrotti, tanto che a breve verrà
sottoscritto il Protocollo Operativo relativo al monitoraggio della sismicità specificatamente nell’area del
giacimento petrolifero.
Dati a portata di mano
Non solo monitoraggio
L’attività di monitoraggio ambientale
risulta essere il pilastro dell’Osservatorio, ma si completa
solo con la continua ricerca e
l’attivazione di studi e collaborazioni scientifiche con grandi
enti e istituzioni. Basti pensare
a quelle realizzate con il Consiglio
Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale
(IMAA), l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e l’Università Bocconi di Milano, solo per citarne alcune.
Attraverso l’attività di ricerca, l’Osservatorio riesce
a sperimentare nuovi modelli e metodologie di
analisi, può promuovere percorsi formativi finalizzati all’educazione e alla divulgazione della cultura
ambientale e all’aggiornamento professionale degli
operatori pubblici e privati e, infine, riesce a fornire
supporto scientifico a enti e operatori per lo sviluppo
di peculiarità territoriali locali.
In un’era in cui smartphone e tablet sono sempre alla mano, l’Osservatorio diventa anche un’applicazione.
OsserVA, disponibile su Google play e App Store, racchiude tutti i dati acquisiti e validati da ARPA Basilicata,
sulle attività di monitoraggio dell’aria, del rumore, della sismicità, e li rende facilmente fruibili anche agli utenti
meno esperti: un simbolo evidenzia se il valore misurato è inferiore o meno al valore limite normativo o al
valore soglia. Oltre ai dati sempre aggiornati, l’app OsserVA informa gli utenti sul meteo e sui principali eventi
legati all’ambiente in Val d’Agri.
Scarica OsserVA, la App dell’Osservatorio
DOWNLOAD
App OsserVA
31
Informare i fornitori
Total organizza dei workshop per spiegare come collaborare al
funzionamento del futuro Centro Oli di Tempa Rossa.
T
ra un paio di anni gli impianti
saranno in funzione e questo
significa che a Tempa Rossa ci sarà
bisogno di lavori di manutenzione,
del servizio di smaltimento rifiuti, di
forniture di prodotti chimici o di commodity, del
servizio di vigilanza, del servizio di pulizia degli
edifici e via dicendo. In sintesi, di tutto ciò che
occorre a far funzionare gli impianti, mantenerli
in perfetta efficienza e gestire la quotidianità
delle persone che ci lavoreranno. Naturalmente,
le aziende che vogliono partecipare a un progetto di questa portata devono dimostrare di
conoscere i requisiti e i criteri di qualificazione
per la partecipazione alle gare per la realizzazione di lavori o la fornitura di beni e servizi, e
devono dimostrare di garantire adeguati standard tecnici e di rispettare le norme in ambito
Salute, Sicurezza e Ambiente. In pratica, solo le
imprese che superano il processo di qualifica
possono entrare a far parte dell’Albo Fornitori
Total. Un vincolo determinante che non vuole
essere discriminatorio e che non punta a escludere i possibili candidati, ma serve a garantire
l’adeguato livello professionale che è necessario
pretendere in un progetto così importante. Da
questa riflessione sono nati i workshop a cui
hanno già partecipato 60 imprese lucane attive
nella realizzazione di lavori civili ed edili, nei
montaggi elettrici, nella costruzione di oleodotti e gasdotti, nella manutenzione di impianti,
nelle indagini geologiche e geotecniche, fino ai
servizi logistici e ambientali.
Due incontri voluti per far conoscere ai potenziali fornitori quali beni e servizi saranno messi
a gara e quali saranno i requisiti richiesti al
momento del bando.
Con un obiettivo chiaro: così com’è accaduto
per le opportunità colte dagli appaltatori e dai
subappaltatori con i principali contratti per la
preparazione del sito Tempa Rossa, anche in
questo caso analoghe opportunità possono
essere colte dalle imprese con l’entrata in produzione del futuro Centro Oli.
PER APPROFONDIRE
AS.SU.RE.
Le procedure di qualifica di Total E&P Italia
sono basate su piattaforma web e gestite
con il Portale AS.SU.RE. (ASsessment for
SUpplier RElationship). Il portale contiene il data-base aggiornato dei potenziali
fornitori di accertata affidabilità tecnica ed
economica, suddivisi per categoria merceologica.
Un passo avanti
INIZIATIVE
Due incontri a Policoro, a giugno e a settembre 2014: un’iniziativa non molto comune,
poiché spesso le imprese partecipano alle gare senza avere un’interlocuzione
diretta con l’azienda appaltante. Il punto di vista dei partecipanti.
GUARDA IL VIDEO
Il filmato del
Supplier Day
La voce delle imprese partecipanti al workshop.
Enzo Criscuolo
Criscuolo Eco-Petrol Services
Le mie aziende sono situate in
Val d’Agri, a Viggiano, e lavorano in vari
settori: servizi alla perforazione, stoccaggio, immagazzinamento e trasporti. Un’altra
società lavora nel settore delle indagini di
laboratorio: preleviamo campioni, facciamo
analisi sui rifiuti, sulle acque, sul petrolio.
Con una terza società svolgiamo attività di
consulenza ambientale sempre nel settore
dell’Oil & Gas. Ritengo l’incontro odierno un
momento importante per gli imprenditori.
La mia esperienza è stata molto diversa perché quando ho iniziato a lavorare in questo
settore non ho avuto le stesse opportunità.
Chi ha partecipato al workshop di Total,
invece, ha ricevuto informazioni utili per
essere preparato nel caso in cui decidesse
di candidarsi a lavorare al progetto. Anzi, è
mia speranza che ci siano altri incontri in
futuro per poter crescere sapendo fin dalle
fasi iniziali cosa sarà richiesto.
www.it.total.com
Andrea D‘Onofrio
Progetto CO.GE.CO.
Roberta Esposito
3E Engineering Environment Economics
Mi occupo di progettazione,
quindi faccio cose diverse da quelle richieste da Total.
Finora, almeno. Da parte mia ho il vantaggio che
possiedo già alcune delle qualifiche richieste quindi
dovrebbe essere semplice poter implementare quanto
richiesto. Ora abbiamo due anni avanti a noi
per essere pronti e poterci candidare.
32
Mi occupo di edilizia civile:
dalla costruzione di strade, alla
manutenzione degli edifici, a quella in
generale. Questa, per me, è la prima
volta che partecipo a un confronto
diretto tra la dirigenza Total e i futuri
possibili operatori economici che
lavoreranno per Total.
33
33
INIZIATIVE
Primo Piano
CINEMADAMARE
In questo decennio
la manifestazione si è ritagliata
uno spazio di prestigio, come
testimonia la presenza di molte
personalità del cinema.
La carovana di
CinemadaMare
I grandi numeri e i successi del festival cinematografico
internazionale itinerante, giunto alla XII edizione.
Krzysztof Zanussi
Il regista, sceneggiatore e produttore
cinematografico polacco, Leone d’Oro nel 1984, è stato l’ospite d’onore
della tappa di Chiavari di quest’anno.
Mohsen Makhmalbaf
Il pluripremiato regista iraniano,
autore di “Viaggio a Kandahar”,
si innamora degli scorci offerti dalla
Basilicata, scoperta durante
l’undicesima edizione del festival.
Bahman Ghobadi
L’architettura dell’EUR ha fatto da
scenografia al battesimo della tappa
romana della manifestazione del
2011, contando sulla presenza del
noto regista iraniano.
Ken Loach
La tappa di Nova Siri, nel 2010, ha accolto il regista britannico che ha dato
voce agli oppressi e al disagio sociale
delle classi operaie.
34
D
uecentocinquanta
ragazzi, 56 nazionalità
ospitate, 10 settimane,
4.000 chilometri percorsi,
10 regioni italiane attraversate, più di 800 film prodotti, con
una media di ben 30 cortometraggi
a settimana.
Questi sono alcuni dei numeri di
CinemadaMare, l’unico festival cinematografico dove i film si girano nel
corso dell’evento.
I cineasti provenienti da tutto il mondo,
sfidandosi nel concorso ufficiale con
film di massimo 25 minuti, oppure
nella gara settimanale con corti di
10 minuti, creano le proprie opere
al momento dell’arrivo, tappa dopo
tappa, nei set a cielo aperto offerti
dalle città ospitanti.
Una carovana che quest’anno ha toccato le terre di Lazio, Basilicata, Liguria,
Marche, Toscana e Veneto.
Ecco che uno dei protagonisti di
ogni film e di tutto il festival diventa il
territorio: le città e i paesi attraversati
costituiscono la vita stessa di ogni
corto e ogni scorcio è rivissuto dagli
occhi attenti di registi, sceneggiatori,
direttori della fotografia, attori. Fiumi,
paesaggi, case, cucine o auto messe
a disposizione dagli abitanti del posto,
diventano la scenografia delle storie
rappresentate. Una singolare alchimia
tra la bellezza del territorio, la disponibilità della gente e il talento dei
cineasti che si crea in ogni città e che
riesce a condurre a risultati sorprendenti: fino a 40 film prodotti in una
settimana. CinemadaMare al contempo ricambia offrendo alle località
ospitanti l’opportunità di essere conosciute, scoperte e raccontate durante i
giorni della rassegna e anche oltre.
Infatti, le idee dei filmaker e i loro
prodotti non si fermano alle proiezioni
nelle singole tappe, come le cinque
giornate a Guardia Perticara sostenute
da Total, ma continuano a girare il
mondo sfruttando la rete.
Il web si rivela così, uno strumento
arricchente, un’opportunità per la produzione, la promozione e la diffusione
dei corti in gara che sta caratterizzando la proposta di CinemadaMare.
E non stupisce che un corto girato a
Guardia Perticara, magari da un cineasta francese, venga montato seguendo
il consiglio di un collega d’oltreoceano
e che sia diffuso su Youtube ottenendo
visualizzazioni da svariati Paesi del
mondo. Uno scambio che ha innalzato
la qualità dei film e la professionalità
dei partecipanti che in questi undici
anni dalla nascita della kermesse si
sono avvicendati.
E nel tempo anche la manifestazione
è cresciuta diventando una prestigiosa
realtà internazionale che oggi vuole
varcare i confini nazionali, magari
verso Brasile e Iran, per diventare
CinemadaMare World.
CINEMA
A VENEZIA
La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è stata l’ultima prestigiosa
tappa di questa edizione di CinemadaMare. Per il quarto anno consecutivo il connubio
con il festival della città lagunare ha trasformato il Lido nella location ideale per
proiettare i corti della kermesse itinerante.
INFORMAZIONI UTILI
Per saperne di più...
www.cinemadamare.com
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T-ENERGY n 6 - prefinal.indd