EDITORIALE >> 05 | 10 | 11 | 12 | Il nostro impegno Il meglio sul mercato INNOVAZIONE >> SICUREZZA >> 24 | 28 | PROTAGONISTI >> INIZIATIVE >> 26 | 32 | 33 | 34 | Test di produzione Monitorare, prevenire informare Il recupero dei vapori IN AZIONE >> 07 | 08 | 09 | Un dialogo trasparente Una cabina per due L’ultimo tassello Alcuni importanti interventi REPORTAGE >> Una risorsa per il porto 14 | Un passo avanti L’attracco in porto Scrivi alla Redazione La carovana di CinemadaMare Le “panne” sono un sistema di protezione ambientale formato da barriere galleggianti poste attorno alla nave. Riescono a contenere eventuali dispersioni di idrocarburi, perché quest’ultimi, più leggeri dell’acqua, rimangono in superficie. [email protected] www.it.total.com Informare i fornitori Trimestrale di Total E&P Italia A cura del Dipartimento Comunicazione Anno 2, numero 6 Editore Total E&P Italia S.p.A. Via Cornelia 498 - 00166 Roma Direttore responsabile Roberto Pasolini Iscrizione Tribunale Registrato presso il Tribunale di Roma 55/2013 del 20/03/2013 Realizzazione editoriale Cultur-e S.r.l. Via Massaua 7 - 00162 Roma Direttore editoriale Massimo Dapoto In redazione Valentina Roticiani Simone Spagnuolo Manuel Bertin Martina Luzzi Annalaura Ruffolo Silvia Santoni Realizzazione grafica Stefania Baldassarri Reportage Laura Cusano Si ringraziano Luca Amoruso Pierfilippo Mazziotta Fiorenzo Pascale Franco Rina Immagini Copertina: Laura Cusano Tipografia Artigrafiche Agostini S.r.l. Anagni (FR) Località Selciatella, Z.II. Finito di stampare nell’ottobre 2014 EDITORIALE È necessario condividere in modo oggettivo questo progetto, capire ciò che Tempa Rossa rappresenterà per Taranto e stabilire un dialogo aperto, rispettoso e trasparente con tutte le parti interessate. Il nostro impegno T empa Rossa e Taranto, due luoghi che si trovano uniti dai progetti di estrazione petrolifera in Basilicata. Purtroppo, fin dall’inizio di questa estate, si è gonfiata la polemica sull’arrivo del greggio di Tempa Rossa. Mentre in Basilicata la realizzazione del sito continua a ritmo costante, eni avrebbe dovuto iniziare i lavori per le opere previste all’interno della raffineria pugliese già da un paio di mesi. Si tratta di alcune modifiche necessarie per consentire il transito e l’esportazione del grezzo prodotto da Tempa Rossa. L’annuncio dell’inizio dei lavori ha provocato una dura reazione contraria di una parte della popolazione. Una reazione che ha colto di sorpresa chi, in Total, lavora su Tempa Rossa. Questa parte del progetto, infatti, riguarda solamente alcuni interventi di logistica e di stoccaggio necessari all’esportazione di greggio. Non c’è alcuna attività di trasformazione, le emissioni dei nuovi depositi saranno completamente compensate all’interno del perimetro della raffineria dalle migliorie apportate e, inoltre, le petroliere che attraccheranno al pontile saranno accolte dai migliori sistemi di sicurezza esistenti. Queste valutazioni tecniche sono alla base dell’equivoco che si è creato quando l’annuncio del nuovo progetto industriale ha fatto emergere le paure e le preoccupazioni della gente. Anche se riteniamo che queste paure non abbiano 4 alcun fondamento, ciò non significa che non si debba dare ascolto al messaggio lanciato da un territorio che per anni ha convissuto con una situazione difficile per l’ambiente e la salute. Non dev’essere sufficiente aver realizzato il progetto, è nostro dovere spiegarlo e discuterne con coloro che saranno interessati direttamente da questa iniziativa. È necessario condividere una descrizione oggettiva di quello che accadrà, di ciò che rappresenterà Tempa Rossa per Taranto e stabilire un dialogo aperto, rispettoso e trasparente con tutte le parti interessate. Questo è l’impegno che ci assumiamo. Nathalie e Lim Limet met A.D. Total tal E& E&P &P Italia 5 IN AZIONE L’ultimo tassello A Taranto ci si prepara ad accogliere il greggio che si estrarrà a Tempa Rossa Una soluzione diversa è impraticabile, se si vuole massimizzare la salvaguardia dell’ambiente. Ogni alternativa al passaggio in raffineria sarebbe molto meno ecocompatibile. M Taranto rappresenta il terminale ideale di tutto il progetto Tempa Rossa. 6 anca un tassello, fondamentale, decisivo al completamento del progetto Tempa Rossa. Un tassello distante dal luogo di estrazione, ma altrettanto rilevante per portare a compimento quello che è un progetto di importanza strategica per il futuro energetico del Paese: la realizzazione del sito di stoccaggio e di spedizione del greggio, che sarà ubicato all’interno dell’area della raffineria eni di Taranto. E già, Total ed eni in quest’occasione non sono concorrenti, ma aziende con il comune obiettivo di permettere l’esportazione di Tempa Rossa nelle migliori condizioni. E Taranto rappresenta il terminale ideale di tutto il progetto. Sì, perché fin da quando l’operazione Tempa Rossa ha visto la luce, lo sguardo dei progettisti è stato guidato dall’opportunità di sfruttare le sinergie industriali e infrastrutturali offerte dal meridione italiano. Un vantaggio economico, ma soprattutto decisivo per massimizzare la salvaguardia ambientale e la tutela della salute. Quando il greggio estratto percorrerà gli oltre cento chilometri che separano la valle del Sauro dal mare, non si dovrà realizzare una nuova infrastruttura poiché esiste già l’oleodotto che porta a Taranto il petrolio della Val d’Agri. E alla meta sarà la raffineria di Taranto ad accogliere il petrolio di Tempa Rossa, occupando uno spazio all’interno del proprio perimetro. Un’area su cui intervengono le rigide normative su sicurezza e salvaguardia della salute e dell’ambiente, incluse quelle della Direttiva Seveso 2, a cui deve attenersi una raffineria autorizzata a operare. Un’area già interessata, com’è facile intuire, dall’impatto antropico e GLOSSARIO tecnologico che Oleodotto S.O.M. (Società offre un livello Oleodotti Meridionali) Porta il greggio della Val d’Agri di sicurezza ben dal Centro Oli di Viggiano (PZ) superiore a quello alla raffineria di Taranto. Per Tempa Rossa si prevede di reaaltrimenti richiesto lizzare un collegamento di racper il solo deposito di cordo di 8 km che raggiunga il stoccaggio. Ecco per- futuro Centro Oli Total di Corleto Perticara (PZ), così da utilizzare la ché il sito pugliese medesima direttrice per trasferire va inteso come parte il greggio nel porto pugliese. integrante e indissolubile del progetto Tempa Rossa. E, mentre in Lucania l’attività procede per dare avvio alla produzione e il personale sta affrontando la formazione triennale per diventare operatore del Centro Oli, a Taranto si dovrà lavorare per realizzare le opere necessarie ad accogliere il greggio per imbarcarlo: i due serbatoi, gli impianti di raffreddamento del greggio, il prolungamento del pontile, la realizzazione delle aree di pompaggio, delle linee di trasferimento del petrolio, la costruzione degli impianti di recupero vapori. Una fase assai particolare. Non tanto dal punto di vista tecnico delle operazioni, dato che gli interventi previsti sono tutti ampiamente collaudati. E neanche da quello dei vincoli normativi sul rispetto della sicurezza, della salute, dell’ambiente, del paesaggio, che sono stati approfonditamente considerati e vagliati dalle numerose entità a cui spetta il controllo: la particolarità consta nell’unicità della soluzione pugliese, perché Tempa Rossa funziona se il progetto abbraccia Taranto. Tempa Rossa è nato guardando alle opportunità offerte da Taranto, dall’oleodotto, dalla raffineria, dal porto e una soluzione diversa non sarebbe praticabile. 7 Una risorsa per il porto Quanto vale l’economia generata dall’ingresso delle petroliere nel bacino. Alcuni importanti interventi Quali sono le opere previste per accogliere il greggio di Tempa Rossa all’interno della raffineria. D ue nuovi serbatoi di stoccaggio, da posizionare all’interno del parco serbatoi della raffineria, si aggiungeranno ai 130 serbatoi già presenti all’interno dell’area. Due aree di pompaggio del greggio, una per quello proveniente da Tempa Rossa e una per quello della Val d’Agri. Due unità per il recupero vapori durante le operazioni di carico del greggio. La realizzazione di una stazione di raffreddamento per abbassare a 45°C la temperatura del greggio, precedentemente riscaldato per agevolarne la corsa all’interno dell’oleodotto, così da poterlo stoccare in sicurezza all’interno dei serbatoi di Taranto. E poi alcune opere accessorie, come le pompe per trasferire il greggio tra i serbatoi, le linee dirette al pontile per spedire il petrolio e quella per riceverlo dall’oleodotto, le consolle di controllo, le cabine elettriche e il potenziamento della rete antincendio. Queste le opere previste a terra per accogliere il petrolio in arrivo da Tempa Rossa. A questo elenco poi si aggiungono le opere a mare, quelle necessarie per l’imbarco del greggio, ossia l’allungamento del pontile esistente di circa 300 metri, per accogliere le petroliere. E, ovviamente, 8 la costruzione di una nuova piattaforma dotata dell’accosto per l’attracco delle navi. Tutto qui. Nulla di tecnicamente complesso, considerato che ci si troverà ad operare nell’area di una raffineria che già è dotata di serbatoi, condotte, sistemi di sicurezza, pompe e altre attrezzature. Ciò non significa che non si sia prestata la necessaria attenzione in fase di progettazione, o che non si curerà ogni dettaglio in fase di realizzazione. Ogni dettaglio, anche quelli meno tecnici e forse meno conosciuti come le azioni per mitigare l’impatto paesaggistico, previste nonostante si operi nel mezzo di un’area industriale che ha già ridisegnato il profilo di questa porzione di costa. Così i nuovi serbatoi saranno parzialmente interrati e realizzati in uno spazio a ridosso di un leggero rialzo naturale, che ne occulterà la visione dalla gran parte dei punti di vista. Oppure come le procedure previste per gestire l’eventuale ritrovamento di reperti archeologici che dovessero emergere durante gli scavi. Perché Taranto è pur sempre una città dalla storia plurimillenaria, e anche chi sta realizzando un piccolo tassello di futuro non desidera perdere il legame con il passato. L a raffineria eni è una risorsa economica fondamentale nell’economia della città di Taranto. Non solo garantisce 500 posti di lavoro negli impianti e 500 posti nelle squadre di manutenzione durante l’attività ordinaria, ma è anche un tassello importante nelle politiche economiche del porto pugliese. Con la realizzazione del progetto Tempa Rossa, l’impatto virtuoso che la raffineria avrà sull’economia portuale cittadina si accrescerà ulteriormente, come ci spiega il direttore della raffineria Luca Amoruso. Quanto è importante il progetto Tempa Rossa per il porto? Il porto di Taranto è fondamentale nell’economia della città, ma in questi anni sta vivendo un periodo di forte declino. Nel 2013 sono transitate oltre 1.300 navi, delle quali 300 sono ascrivibili al traffico movimentato dalla raffineria. Però bisogna considerare che il traffico navale negli ultimi 5 anni si è quasi dimezzato. L’operazione Tempa Rossa offrirà al porto di Taranto un’opportunità economica da cogliere al volo: ipotizzando l’impiego di petroliere da 30.000 tonnellate, le maestranze specializzate potranno movimentare 90 navi in più all’anno. Quanto personale coinvolge l’operazione di attracco e carico di una petroliera? Se consideriamo una petroliera da 30.000 tonnellate, la stazza minima prevista per trasportare il greggio di Tempa Rossa, le professionalità coinvolte sono almeno 25: abbiamo figure professionali come i piloti, il personale dei rimorchiatori, gli ormeggiatori, gli addetti antinquinamento e quelli antincendio. A queste si aggiungono i lavoratori e le aziende che offrono i servizi portuali, necessari per il funzionamento della nave, ma non specifici di una petroliera: la fornitura viveri, il recupero dell’acqua di sentina, il rifornimento del carburante. Con un notevole impatto economico… È difficile calcolare l’impatto di ogni singola nave, ma è possibile farsi un’idea dei valori in ballo partendo da qualche cifra indicativa: eni spende circa un milione di euro all’anno solo per il servizio di Guardia ai Fuochi e circa tre milioni di euro all’anno per il servizio antinquinamento. Doppia sicurezza antincendio Prevenzione ai massimi livelli Il servizio antincendio per una nave attraccata è garantito dalla Capitaneria di Porto. Al pontile eni di Taranto la vigilanza è assicurata anche dalla squadra antincendio di raffineria che interviene in caso di necessità. 9 Il meglio sul mercato Alcune delle soluzioni adottate per innalzare ai massimi livelli la sicurezza. P er garantire il massimo livello di salvaguardia, le soluzioni tecniche individuate sono state scelte tra le migliori disponibili sul mercato. Un’affermazione che non vuole essere una mera dichiarazione d’intenti, ma poggia su una riconosciuta letteratura che fa scuola in materia. I progettisti, infatti, hanno individuato le singole proposte tecniche partendo dalle indicazioni contenute in due documenti che, nel settore, rappresentano un punto di riferimento: le “Linee guida per l’identificazione delle migliori tecniche disponibili, categoria IPCC 1.2: raffinerie di petrolio e di gas” e “Reference Document on Best Available Techniques for Mineral Oil and Gas Refineries (BREF)”, emesso dall’ufficio IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) della UE. Ecco alcune delle soluzioni che saranno adottate. Le soluzioni adottate per non disperdere in atmosfera i composti organici volatili. Q uando si parla di petrolio è frequente sentire nominare un acronimo il cui significato è spesso ignoto: VOC. Con queste tre lettere, in ordine inverso perché si riferiscono alla nomenclatura inglese, si identificano i cosiddetti “composti organici volatili”. Nel progetto Tempa Rossa, per controllare questi composti in fase di caricamento della nave, si applicheranno le migliori tecniche disponibili. GLOSSARIO Manifold Collettore a cui giungono tutte le tubazioni che movimentano i prodotti all’interno della petroliera. Dalla nave Serbatoi L’area di stoccaggio Quest’area presenta una serie di interventi mirati alla prevenzione e alla riduzione degli impatti ambientali. I serbatoi avranno il tetto galleggiante per ridurre il rischio di incidenti e una guarnizione doppia per minimizzare le dispersioni in atmosfera. Le cisterne avranno un doppio fondo per ridurre il rischio che eventuali rotture portino a sversamenti. Inoltre, il caricamento degli idrocarburi sarà effettuato dal fondo dei serbatoi, anziché dall’alto. Bacino di contenimento Massima prevenzione strutturale Un bacino di contenimento di pari volume del serbatoio circonderà ogni cisterna e, in caso di lesioni, conterrà completamente le eventuali fuoriuscite. Lungo il perimetro è installato un sistema di pompe che irrorano con liquidi speciali il greggio, riducendo il pericolo di esplosioni o incendi. I liquidi speciali, inoltre, formano una pellicola che impedisce la dispersione in atmosfera fino a che gli idrocarburi non saranno recuperati. Sistema a rilascio rapido Sistemi di sicurezza evoluti I bracci di carico delle isole d’accosto delle navi sono dotati del sistema di sicurezza Emergency Release Coupling (ERC). La condotta che porta il greggio è dotata di due valvole, una sul lato del braccio e l’altra sul manicotto del manifold della nave. In caso di problemi, le valvole si chiudono immediatamente, il braccio si stacca, il flusso in entrata si interrompe e si chiude ermeticamente anche il serbatoio. Le cisterne vuote di una petroliera in procinto di caricare greggio contengono i vapori rilasciati dal carico precedente miscelati ai gas combusti dei motori della nave, che sono immessi nei serbatoi durante il viaggio per ridurre il rischio di esplosione. Mentre i serbatoi si riempiono di liquido questa miscela di gas fuoriesce e, se si lasciasse aperta la cisterna, si disperderebbe in atmosfera. Per questo motivo, al manifold della nave sono agganciati due bocchettoni: uno che carica il greggio, l’altro che incanala la miscela di gas in uscita verso l’impianto di trattamento. I vapori così catturati subiscono un trattamento con i carboni attivi che permette di separarne e recuperarne gran parte. Ma non basta. Per garantire un livello superiore di salvaguardia, i gas non sono ancora rilasciati in atmosfera, ma affrontano un ulteriore processo: un trattamento termico di ossidazione che distrugge gli inquinanti organici producendo anidride carbonica e vapor acqueo. Non crescono le emissioni Leak Detection & Repair Monitoraggio e controlli continui All’interno dell’area della raffineria è attivo un programma di gestione delle attività manutentive (LDAR – Leak Detection And Repair programme), considerato una delle migliori tecniche disponibili a livello comunitario, che accresce i livelli di sicurezza generale e ottiene un abbassamento delle frequenze di guasto di apparecchiature critiche. 10 Il recupero dei vapori Gli interventi previsti in raffineria per Tempa Rossa saranno tali da assicurare che ad ogni nuova emissione corrisponderà una uguale riduzione di emissioni nell’ambito della stessa raffineria. Infatti, così come riportato nel parere della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale e quindi nel decreto “VIA-AIA” del Ministero dell’Ambiente, per il progetto Tempa Rossa è stata prevista l’attuazione di un piano di interventi gestionali e tecnologici d’avanguardia in grado di mantenere inalterate le emissioni totali della raffineria rispetto a quelle precedenti l’arrivo del greggio da Tempa Rossa. 11 UnL’energia dialogo tra Pace trasparente e Giustizia Taranto, negli anni recenti, ha vissuto momenti difficili e il territorio è stato testimone di problemi all’ambiente e alla salute pubblica. Questo ha creato diffidenza nella popolazione, che oggi dice no a priori. Leggendo i giornali è facile capire come le posizioni che si oppongono al progetto evidenziano paure cristallizzate e preoccupazioni che sono legate a doppio filo al recente passato di Taranto. DOWNLOAD Leaflet “Domande e risposte per fare chiarezza” Alcune azioni previste Le azioni messe in campo da Total per un aperto e rispettoso confronto con le parti interessate. A Taranto, il dibattito si è infiammato in questi mesi e le posizioni rischiano di arroccarsi ancor prima di aver provato a confrontarsi. Un progetto strategico per il futuro energetico del Paese di questa portata, invece, potrebbe diventare un caso di buon governo. Ottenere la fiducia dei cittadini alle maestranze coinvolte quali saranno i lavori previsti a Taranto. E siccome Total conosce bene il progetto, le soluzioni che saranno adottate e il fatto che rispettano i più alti standard disponibili, il lavoro che sta facendo è quello di condividere queste informazioni con i cittadini, per chiarire cosa rappresenterà Tempa Rossa per Taranto. Con un dialogo aperto, rispettoso e trasparente Total Posizioni conciliabili vuole far capire a tutte le parti interessate, alle assoLa situazione di scontro che si vede è figlia del ciazioni di categoria, ai movimenti, ai decisori politici, passato, non di questo progetto. La gente di Sono in programma incontri con i rappresentanti delle diverse realtà della città. Alcuni sono già stati fatti, con i rappresentanti del mondo industriale e produttivo cittadino. Altri, come il workshop “Tempa Rossa: sviluppo, sostenibilità, ambiente” hanno riunito esperti di diversi settori e professori universitari per inquadrare il progetto in un contesto più complesso. Un’occasione pensata spiegare a voce il progetto e per ascoltare le osservazioni dei portatori di interesse. Intanto sono stati preparati manifesti, opuscoli e annunci pubblicitari per consentire a ogni cittadino di formarsi un’opinione senza mediazione. Parallelamente, si continuerà a contribuire ad alimentare il dibattito sulla stampa e sui media locali, così da rendere completa l’informazione disponibile. Ad esempio, con la conferenza stampa di metà settembre, tutta la stampa locale ha avuto modo di incontrare i vertici di Total e porre personalmente le domande. Infine, sono stati attivati dei canali diretti di dialogo con i cittadini, quali una sezione dedicata a Tempa Rossa a Taranto sul sito web di Total dove è possibile chiedere informazioni via email. Come informarsi Stampa CONFERENZE STAMPA | APPROFONDIMENTI Total ha incontrato la stampa locale per la presentazione del progetto ed è presente sulla stampa locale con spazi dedicati alla comunicazione diretta con i cittadini. Incontri DIALOGO APERTO | CITTADINI E ISTITUZIONI Total dà vita ad occasioni di incontro con i rappresentanti delle istituzioni, le associazioni degli industriali, l’università ed i sindacati. Workshop Esempio di buon governo CONFRONTO | ANALISI Contiamo di ottenere la fiducia dei tarantini, riuscendo a dialogare con tutti, alla pari e senza pregiudizi. E, magari, il caso “Tempa Rossa/Taranto”, tra qualche anno, sarà citato come un esempio di buon governo e di partecipazione. La presenza di esperti di diversi settori e di professori universitari agli incontri aiuta a inquadrare il progetto con contributi multisettoriali. Comunicazione diretta Media & Stampa OPUSCOLI | MATERIALE INFORMATIVO La stampa di manifesti, opuscoli e annunci pubblicitari mira a consentire a ogni cittadino di formarsi un’opinione senza mediazione. Sito web INTERNET | INFO ONLINE La sezione dedicata a Taranto del sito web di Total consente ai cittadini di ottenere informazioni dirette e porre quesiti anche tramite e-mail. Per saperne di più: www.it.total.com 12 13 REPORTAGE L’attracco in porto L’arrivo di una petroliera nel Mar Grande, a Taranto, è sempre un momento importante. Decine di professionisti si attivano per rendere sicuro l’attracco al pontile. 14 15 L’autorizzazione all’attracco è data dalla Capitaneria di Porto, che è l’unica ad avere giurisdizione. La nave, dentro al bacino, è mossa dai rimorchiatori che possono essere 2, 3 o 4 a seconda della stazza. Giunti al pontile, gli ormeggiatori legano la nave con le funi per immobilizzarla. 16 17 Quando la nave è ormeggiata e arriva l’autorizzazione alle operazioni di carico, la squadra antinquinamento dispone le panne attorno allo scafo. 18 19 Bisogna essere perfettamente centrati rispetto alla piattaforma. Qui giungono le tubazioni per il carico e lo scarico del greggio e lo scostamento tollerato è di pochi decimetri. 20 21 La documentazione è in ordine, i campioni sono raccolti per i laboratori. Si possono agganciare le due condotte, una per caricare il greggio e una che accoglie i vapori della cisterna. 22 23 Test di produzione liquida (olio ed eventualmente acqua) dai gas. Il gas viene trattato con dei bruciatori ad alta efficienza e a basso impatto ambientale, che funzionano ad altissime temperature. L’olio in fase liquida, una volta che è stato stabilizzato, viene inviato alla raffineria tramite autocisterne. A un certo punto del test, la produzione è interrotta. Quest’interruzione è necessaria a registrare la risalita della pressione all’interno del giacimento per ottenere importanti informazioni, quali la sua permeabilità e lo spessore che contribuisce alla produzione, la presenza di barriere, il raggio di investigazione del segnale di pressione all’interno del giacimento. L’ultimo esame, prima di iniziare a estrarre il greggio. A nche in campo petrolifero, come nella vita, gli esami non finiscono mai. Verifiche, controlli, monitoraggi si susseguono in ogni fase del progetto di estrazione, dalla fase di scoperta a quella produzione. Una “sete di sapere” che si evidenzia anche quando c’è da capire le caratteristiche di un pozzo perforato o di un giacimento che si è appena scoperto. In due distinti momenti I test di produzione si possono effettuare su un pozzo di esplorazione, un esame che permette di confermare l’effettiva scoperta di un giacimento e verificare le previsioni dei geologi. Esiste poi un secondo tipo di test, effettuato molto dopo la scoperta del giacimento: è il test su un pozzo di sviluppo. In questo caso, il test serve a valutare le caratteristiche del giacimento nell’area attorno al pozzo e la produttività del pozzo stesso. Per restringere il campo, in quest’articolo ci soffermeremo sul secondo caso, quello che attualmente interessa Tempa Rossa. . Testare un pozzo di sviluppo Quando un campo di produzione è in fase di sviluppo, le prove eseguite servono a determinare una serie di parametri utili per individuare le capacità produttive di un pozzo. Innanzitutto, il test dovrà accertare e quantificare la produttività iniziale del pozzo. In secondo luogo, si dovranno identificare le zone produttive, caratterizzando il giacimento per ottenere una stima della sua permeabilità e la possibile presenza di faglie, che possono creare un effetto “barriera” limitandone le potenzialità. Il terzo obiettivo del test è quello di assicurarsi che il pozzo, una volta finita la perforazione, sia pronto per la fase di produzione. Ciò significa che il foro dovrà essere spurgato dal fango di perforazione rimasto durante la fase di 24 realizzazione e dalle sostanze intasanti utilizzate per limitare le eventuali perdite che si verificano in fase di perforazione. Infine, non meno importante, c’è ancora un risultato: grazie ai campioni di fluido estratti si potrà caratterizzare l’olio e ottenere informazioni decisive per la progettazione del centro oli in cui il greggio sarà trattato. Grazie a tutte le informazioni ottenute, i tecnici potranno aggiornare il modello del giacimento e affinare la stima della produzione e delle riserve commercialmente recuperabili. Di conseguenza, sarà possibile ottimizzare le future fasi di sviluppo del campo di produzione. Carpe diem INNOVAZIONE Chi dovesse recarsi nelle vicinanze del pozzo in cui si svolge il test di produzione potrebbe vedere alcune installazioni provvisorie di superficie. Si tratta di strumentazione funzionale al test come la valvola duse, i separatori, il bruciatore per il gas, i serbatoi per lo stoccaggio dell’olio. Ognuna di esse ha una funzione precisa, nelle fasi di test, ma tutte hanno una caratteristica comune: la loro presenza è solo temporanea. Nell’arco di qualche settimana, infatti, la loro funzione cesserà e saranno smontate lasciando libero il campo. Ad aprile ci può essere ancora neve sui pozzi di alta quota della Basilicata. E gli strumenti per il test di produzione si imbiancano. Come avviene il test Dapprima il giacimento deve essere ripulito dai fanghi e dalle sostanze intasanti utilizzate durante la perforazione. Il pozzo viene quindi aperto e, sfruttando le proprietà dell’azoto, il giacimento è “stimolato” fino a che il fluido non comincia a risalire autonomamente. Durante questa fase, il pozzo produce olio misto a fango di perforazione. Con il passare del tempo il contenuto di fango diminuisce fino ad avere una produzione di solo olio, momento in cui si termina la fase di spurgo. Nella fase successiva si registrano dei log di produzione, di cui abbiamo parlato nel quinto numero di T>energy e che permettono di conoscere quali parti del giacimento sono più produttive. Leggi su T>energy n. 5 come avviene la mappatura del giacimento. I parametri misurati Direttamente o attraverso delle correlazioni matematiche si misurano questi valori: Durante il test di produzione si monitora la pressione del fluido in testa pozzo e si registra quella a fondo pozzo, grazie all’impiego di sonde installate nella batteria di produzione. Il greggio che fluisce in superficie passa attraverso i separatori, strumenti che suddividono la componente • • • • • Pressione e temperatura del giacimento Pressione e temperatura dinamica a testa pozzo Massima portata teorica di idrocarburi producibile Quantità di gas disciolta nell’olio Quantità di condensati rispetto al gas prodotto • • • • • Quantità di acqua presente nell’olio Quantità di acqua rispetto ai liquidi prodotti Indice di produttività del pozzo Permeabilità della formazione Raggio di drenaggio del pozzo 25 Una cabina per due Turni di 12 ore per acquisire di continuo tutti i parametri di un pozzo, sia di perforazione che geologici. E intanto si diventa amici. L avorare 12 ore consecutive, in cabina di controllo insieme a un collega, insegna ad andare il più possibile d’accordo con gli altri. Siamo in due, condividiamo uno spazio limitato. I primi turni trascorrono tranquilli, ma già dopo cinque giorni la convivenza può diventare difficile». Ecco un aspetto da non sottovalutare nel lavoro di Pierfilippo Mazziotta, professione Senior Data Engineer di Geolog, società che fa le analisi di superficie sul pozzo e che per Total si occupa di monitoraggio geologico e monitoraggio della perforazione. Ogni giorno è necessario inviare aggiornamenti attraverso l’analisi dei dati raccolti per garantire la stretta sorveglianza sui parametri monitorati grazie a sensori dislocati su varie parti dell’impianto. Le doti richieste per fare il geologo a questi livelli? Mazziotta non ha dubbi: ci vogliono perizia, calma e sangue freddo per la gestione delle situazioni anomale. Soprattutto in caso di sospette manifestazioni gassose, quando sullo sfondo sonoro delle sirene bisogna individuare eventuali zone critiche e segnalare dove e come intervenire. Per sostenere turni di 12 ore con un’alta soglia di attenzione è necessaria una valida preparazione maturata, nel caso di Mazziotta, proprio in Basilicata: laureato in Geologia all’Università di Potenza, ogni due anni segue corsi di aggiornamento. Indispensabile una grande conoscenza dell’informatica, dell’elettronica e della geologia. Eppure, anche in questo lavoro così impegnativo, a volte, c’è tempo di sentire un po’ di solitudine: per garantire la sorveglianza continua tutti i giorni dell’anno, capita di essere lontani dalla famiglia durante le festività più importanti. Confessa Mazziotta: «In quei momenti, anche se in cabina siamo sempre in due, ci si sente un po’ soli. Ma poi passa, perché in realtà ogni cantiere diventa una seconda famiglia». Formano la squadra tipo di Mud Logging, quella che analizza i fanghi e i detriti durante una perforazione. Sono un ingegnere dei dati e un Mud Logger che in alcune circostanze hanno condiviso davvero la stessa cabina geologica. Sarà per questo che la pensano allo stesso modo quando dicono: spirito di adattamento e collaborazione sono le qualità vincenti per fare il geologo a certi livelli. Q uesto lavoro mi ha obbligato a vincere alcune paure: come quella di volare, poiché una piattaforma petrolifera offshore si raggiunge in elicottero, e quella di nuotare, che è un’abilità prevista nei corsi di addestramento organizzati da Geolog». La forza di volontà è una delle qualità più evidenti in Fiorenzo Pascale, classe ’84, Junior Mud Logger in Geolog, il quale nonostante abbia già superato le prove previste continua ad allenarsi in piscina, per sentirsi sempre pronto. E non solo questo: «per fare il geologo non basta il cervello, ci vuole anche molta fantasia, necessaria per esempio a capire cosa accadde sulla terra milioni di anni fa. Alcune cose non possono essere riprodotte in laboratorio, e allora ci vuole un po’ di immaginazione per riuscire a comprenderle». E forse anche questa visione “creativa” della geologia lo ha aiutato a laurearsi con il FIORENZO PASCALE PIERFILIPPO MAZZIOTTA Competenza e sangue freddo La voglia di arrivare ETÀ 46 anni ETÀ 30 anni RUOLO Senior Data Engineer RUOLO Junior Mud Logger LUOGO DI LAVORO Siti petroliferi della Basilicata LUOGO DI LAVORO Tra la Val D’Agri e l’Adriatico AMA DEFINIRSI Una persona molto calma AMA DEFINIRSI Lunatico e con grande spirito di adattamento GLI ALTRI LO VEDONO Socievole e collaborativo GLI ALTRI LO VEDONO Come una persona che si è rimboccata le maniche e cerca di farcela DOVE SI VEDE TRA 10 ANNI Sempre in cabina 26 massimo dei voti: prima la triennale ottenuta in Basilicata, poi la specialistica all’Università di Roma. E nel 2013 l’esperienza nel cantiere di Tempa Rossa. La soddisfazione più grande? Riuscire a svolgere bene un lavoro dove sono richieste lucidità, tempestività e grande sicurezza. Quando si effettua il monitoraggio geologico durante la perforazione di un pozzo, esaminando le rocce che si incontrano durante lo scavo, i gas emessi sono rilevati dai sensori e bisogna verificare la continua coerenza dei valori e dei dati. Infatti, per garantire sempre la sicurezza del pozzo non devono mai esistere difformità. Per il giovane geologo quanto raggiunto è solo l’inizio e non lo spaventano le 12 ore in cabina, in uno spazio limitato e con pochi comfort: «Ne sono certo, fare il geologo a questi livelli per un giovane come me è la migliore palestra di vita». Grazie al lavoro Fare il geologo si creano delle amicizie profonde, durature. E si impara a essere molto collaborativi, in ogni momento. richiede cervello e fantasia. Non tutto è riproducibile in laboratorio... e allora spazio all’immaginazione! DOVE SI VEDE TRA 10 ANNI In questo settore, con maggiori responsabilità e autonomia 27 Monitorare, prevenire, informare Ricerca, tutela e sostenibilità sono valori comuni. 28 SICUREZZA L’Osservatorio Ambientale monitora aria, rumore, emissioni odorigene, acqua, suolo e sottosuolo, ecosistema e sismicità della Val d’Agri. L’ attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi, con gli impianti produttivi, le infrastrutture e le reti tecnologiche necessarie a quest’attività, hanno inevitabilmente un impatto sulle componenti ambientali e naturali del territorio. Anche in Val d’Agri. In questa zona, a supervisionare costantemente che tali impatti e cambiamenti non abbiano conseguenze negative per l’ambiente e per le persone, dal 2011, lavora l’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri (OAVDA). Aria, rumore, emissioni odorigene, acqua, suolo e sottosuolo, ecosistema, sismicità, sono costantemente monitorati per capire l’andamento nel tempo degli impatti indotti dall’estrazione petrolifera. I dati ottenuti vengono poi utilizzati per attuare strategie di prevenzione a tutela del territorio, delle persone e dell’ambiente e per garantire alla popolazione una corretta e costante informazione. Tecniche diverse Prevenzione significa tutela L’Osservatorio Ambientale della Val D’Agri A essere costantemente monitorati dall’Osservatorio sono in particolare gli agenti inquinanti, sostanze che si liberano nell’ambiente a causa dell’attività umana: alcuni possono essere un surplus di sostanze già presenti in natura, come ozono e anidride carbonica, altri sono elementi chimici sintetici. Questi possono costituire un pericolo se presenti oltre determinate soglie, nell’aria, nell’acqua, nel suolo e nel sottosuolo. Per questo motivo si monitora costantemente la composizione e lo stato di salute dell’ambiente e qualora si rilevino dei cambiamenti, o se i valori superano le soglie stabilite, è immediata l’attuazione di misure che riportino tutto nei parametri di sicurezza. Prima ancora che un pericolo possa concretamente minacciare la salute dell’ambiente o dell’uomo. In sintesi la strategia applicata in Lucania è semplice quanto efficace: fare prevenzione così da ridurre al minimo i rischi e tutelare il territorio prima che accadano eventi non desiderati. L’attività di monitoraggio e analisi adotta tecniche e strumentazioni differenti a seconda dell’ambiente esaminato. Il monitoraggio della qualità dell’aria è effettuato mediante l’impiego di centraline fisse, disposte nel Centro Olio Val d’Agri. Il loro compito è fondamentale in quanto permette di acquisire i valori di concentrazione degli agenti potenzialmente pericolosi, effettuare il campionamento e la successiva analisi, presso laboratori chimici certificati e, infine, acquisire i parametri meteorologici quali: temperatura, pressione, umidità relativa, precipitazione, radiazione globale e netta, velocità e direzione del vento. Eventuali superamenti dei valori soglia che si possono verificare nel corso dell’anno determinano quattro livelli di attenzione. In corrispondenza di ogni livello sono previste una serie di azioni che intervengono sulle cause dello scostamento. L’O L’Osservatorio i A Ambientale bi l nasce quale l misura i di compensazione ambientale del progetto di sviluppo petrolifero nell’area della Val d’Agri. L’attività di monitoraggio per il controllo della qualità dell’aria, delle emissioni odorigene, del rumore all’esterno del Centro Oli e dello stato degli ecosistemi, nonché la raccolta di dati sulla sismicità naturale o indotta nell’area del giacimento petrolifero, si estende su un’area lunga tredici km e larga otto km, circostante l’area del Centro Oli Val d’Agri. Un’area che presto abbraccerà anche la valle del Sauro, monitorando le attività di Total quando entrerà in funzione il Centro Oli di Tempa Rossa. www.osservatoriovaldagri.it 29 Allo stesso modo, tutti i fenomeni acustici che vengono percepiti dall’ascoltatore come sgradevoli, fastidiosi e non desiderati vengono rilevati e monitorati attraverso quattro postazioni di misura dislocate tra il Comune di Viggiano e quello di Grumento Nova. Molto più complesso è invece il monitoraggio dell’acqua. Le acque naturali hanno infatti caratteristiche fisiche e chimiche differenti in relazione a una molteplicità di fattori quali la loro origine, le condizioni climatiche, la composizione delle altre matrici ambientali con cui vengono a contatto. È indispensabile che tali caratteristiche siano quanto più possibile preservate, indipendentemente dall’azione dell’uomo. Attualmente il monitoraggio condotto sulle acque dell’Alta Val d’Agri è disciplinato da quattro differenti attività. In primis, il Protocollo operativo che prevede il monitoraggio mensile delle acque sotterrane e di quelle superficiali in corrispondenza di sette stazioni ubicate lungo il fiume Agri, il torrente Alli, il torrente Casale-Grumentino e il vallone Spartifave. Ogni campione di acqua e dei sedimenti fluviali è caratterizzato dal punto di vista fisico, chimico e tossicologico, secondo quanto previsto dal protocollo operativo. Il monitoraggio delle acque superficiali dei fiumi Agri, Basento, Bradano, Sinni, Cavone, Noce e Ofanto viene effettuato anche attraverso le 20 stazioni previste dal Programma SINA 88. L’attività istituzionale dell’ARPA regionale, invece, prevede il controllo analitico delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, con analisi chimico–fisiche comprensive di parametri organici e inorganici e analisi microbiologiche, eseguite secondo le procedure indicate dalla normativa nazionale e internazionale. 30 GLOSSARIO Infine si aggiunge anche Sondaggi geognostici il monitoraggio Tipologia di indagine diretta effettuata tramite sondaggi che del Lago permette la ricostruzione del di Pietra del profilo stratigrafico del suolo, Pertusillo: valutando le caratteristiche geotecniche e geologiche. effettuato in cinque punti, i campioni Programma SINA 88 Il Decreto della Giunta Regiovengono sottonale n°7852/96 impone di moposti ad analisi nitorare la qualità delle acque chimico-fisiche, superficiali del Fiume Agri in corrispondenza di due punmicrobiologiche, ti, uno a monte del Lago del biologiche e tossicoPertusillo e uno a monte della confluenza del torrente Sauro. logiche in laboratorio. Un ulteriore capitolo del monitoraggio riguarda il suolo e il sottosuolo che sono monitorati in una fascia di tredici km di lunghezza e otto km di larghezza circostante l’area del Centro Oli Val d’Agri. L’esecuzione di sondaggi geognostici e il prelievo di campioni di terreno a diverse profondità (top soil, primo metro sotto il top soil, metà foro e fondo foro) sono le indagini che caratterizzano queste analisi. Infine, un capitolo a parte deve essere dedicato al monitoraggio della sismicità. La Basilicata è caratterizzata da una notevole attività sismica, perciò l’attenzione e il monitoraggio non vengono mai interrotti, tanto che a breve verrà sottoscritto il Protocollo Operativo relativo al monitoraggio della sismicità specificatamente nell’area del giacimento petrolifero. Dati a portata di mano Non solo monitoraggio L’attività di monitoraggio ambientale risulta essere il pilastro dell’Osservatorio, ma si completa solo con la continua ricerca e l’attivazione di studi e collaborazioni scientifiche con grandi enti e istituzioni. Basti pensare a quelle realizzate con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale (IMAA), l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e l’Università Bocconi di Milano, solo per citarne alcune. Attraverso l’attività di ricerca, l’Osservatorio riesce a sperimentare nuovi modelli e metodologie di analisi, può promuovere percorsi formativi finalizzati all’educazione e alla divulgazione della cultura ambientale e all’aggiornamento professionale degli operatori pubblici e privati e, infine, riesce a fornire supporto scientifico a enti e operatori per lo sviluppo di peculiarità territoriali locali. In un’era in cui smartphone e tablet sono sempre alla mano, l’Osservatorio diventa anche un’applicazione. OsserVA, disponibile su Google play e App Store, racchiude tutti i dati acquisiti e validati da ARPA Basilicata, sulle attività di monitoraggio dell’aria, del rumore, della sismicità, e li rende facilmente fruibili anche agli utenti meno esperti: un simbolo evidenzia se il valore misurato è inferiore o meno al valore limite normativo o al valore soglia. Oltre ai dati sempre aggiornati, l’app OsserVA informa gli utenti sul meteo e sui principali eventi legati all’ambiente in Val d’Agri. Scarica OsserVA, la App dell’Osservatorio DOWNLOAD App OsserVA 31 Informare i fornitori Total organizza dei workshop per spiegare come collaborare al funzionamento del futuro Centro Oli di Tempa Rossa. T ra un paio di anni gli impianti saranno in funzione e questo significa che a Tempa Rossa ci sarà bisogno di lavori di manutenzione, del servizio di smaltimento rifiuti, di forniture di prodotti chimici o di commodity, del servizio di vigilanza, del servizio di pulizia degli edifici e via dicendo. In sintesi, di tutto ciò che occorre a far funzionare gli impianti, mantenerli in perfetta efficienza e gestire la quotidianità delle persone che ci lavoreranno. Naturalmente, le aziende che vogliono partecipare a un progetto di questa portata devono dimostrare di conoscere i requisiti e i criteri di qualificazione per la partecipazione alle gare per la realizzazione di lavori o la fornitura di beni e servizi, e devono dimostrare di garantire adeguati standard tecnici e di rispettare le norme in ambito Salute, Sicurezza e Ambiente. In pratica, solo le imprese che superano il processo di qualifica possono entrare a far parte dell’Albo Fornitori Total. Un vincolo determinante che non vuole essere discriminatorio e che non punta a escludere i possibili candidati, ma serve a garantire l’adeguato livello professionale che è necessario pretendere in un progetto così importante. Da questa riflessione sono nati i workshop a cui hanno già partecipato 60 imprese lucane attive nella realizzazione di lavori civili ed edili, nei montaggi elettrici, nella costruzione di oleodotti e gasdotti, nella manutenzione di impianti, nelle indagini geologiche e geotecniche, fino ai servizi logistici e ambientali. Due incontri voluti per far conoscere ai potenziali fornitori quali beni e servizi saranno messi a gara e quali saranno i requisiti richiesti al momento del bando. Con un obiettivo chiaro: così com’è accaduto per le opportunità colte dagli appaltatori e dai subappaltatori con i principali contratti per la preparazione del sito Tempa Rossa, anche in questo caso analoghe opportunità possono essere colte dalle imprese con l’entrata in produzione del futuro Centro Oli. PER APPROFONDIRE AS.SU.RE. Le procedure di qualifica di Total E&P Italia sono basate su piattaforma web e gestite con il Portale AS.SU.RE. (ASsessment for SUpplier RElationship). Il portale contiene il data-base aggiornato dei potenziali fornitori di accertata affidabilità tecnica ed economica, suddivisi per categoria merceologica. Un passo avanti INIZIATIVE Due incontri a Policoro, a giugno e a settembre 2014: un’iniziativa non molto comune, poiché spesso le imprese partecipano alle gare senza avere un’interlocuzione diretta con l’azienda appaltante. Il punto di vista dei partecipanti. GUARDA IL VIDEO Il filmato del Supplier Day La voce delle imprese partecipanti al workshop. Enzo Criscuolo Criscuolo Eco-Petrol Services Le mie aziende sono situate in Val d’Agri, a Viggiano, e lavorano in vari settori: servizi alla perforazione, stoccaggio, immagazzinamento e trasporti. Un’altra società lavora nel settore delle indagini di laboratorio: preleviamo campioni, facciamo analisi sui rifiuti, sulle acque, sul petrolio. Con una terza società svolgiamo attività di consulenza ambientale sempre nel settore dell’Oil & Gas. Ritengo l’incontro odierno un momento importante per gli imprenditori. La mia esperienza è stata molto diversa perché quando ho iniziato a lavorare in questo settore non ho avuto le stesse opportunità. Chi ha partecipato al workshop di Total, invece, ha ricevuto informazioni utili per essere preparato nel caso in cui decidesse di candidarsi a lavorare al progetto. Anzi, è mia speranza che ci siano altri incontri in futuro per poter crescere sapendo fin dalle fasi iniziali cosa sarà richiesto. www.it.total.com Andrea D‘Onofrio Progetto CO.GE.CO. Roberta Esposito 3E Engineering Environment Economics Mi occupo di progettazione, quindi faccio cose diverse da quelle richieste da Total. Finora, almeno. Da parte mia ho il vantaggio che possiedo già alcune delle qualifiche richieste quindi dovrebbe essere semplice poter implementare quanto richiesto. Ora abbiamo due anni avanti a noi per essere pronti e poterci candidare. 32 Mi occupo di edilizia civile: dalla costruzione di strade, alla manutenzione degli edifici, a quella in generale. Questa, per me, è la prima volta che partecipo a un confronto diretto tra la dirigenza Total e i futuri possibili operatori economici che lavoreranno per Total. 33 33 INIZIATIVE Primo Piano CINEMADAMARE In questo decennio la manifestazione si è ritagliata uno spazio di prestigio, come testimonia la presenza di molte personalità del cinema. La carovana di CinemadaMare I grandi numeri e i successi del festival cinematografico internazionale itinerante, giunto alla XII edizione. Krzysztof Zanussi Il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico polacco, Leone d’Oro nel 1984, è stato l’ospite d’onore della tappa di Chiavari di quest’anno. Mohsen Makhmalbaf Il pluripremiato regista iraniano, autore di “Viaggio a Kandahar”, si innamora degli scorci offerti dalla Basilicata, scoperta durante l’undicesima edizione del festival. Bahman Ghobadi L’architettura dell’EUR ha fatto da scenografia al battesimo della tappa romana della manifestazione del 2011, contando sulla presenza del noto regista iraniano. Ken Loach La tappa di Nova Siri, nel 2010, ha accolto il regista britannico che ha dato voce agli oppressi e al disagio sociale delle classi operaie. 34 D uecentocinquanta ragazzi, 56 nazionalità ospitate, 10 settimane, 4.000 chilometri percorsi, 10 regioni italiane attraversate, più di 800 film prodotti, con una media di ben 30 cortometraggi a settimana. Questi sono alcuni dei numeri di CinemadaMare, l’unico festival cinematografico dove i film si girano nel corso dell’evento. I cineasti provenienti da tutto il mondo, sfidandosi nel concorso ufficiale con film di massimo 25 minuti, oppure nella gara settimanale con corti di 10 minuti, creano le proprie opere al momento dell’arrivo, tappa dopo tappa, nei set a cielo aperto offerti dalle città ospitanti. Una carovana che quest’anno ha toccato le terre di Lazio, Basilicata, Liguria, Marche, Toscana e Veneto. Ecco che uno dei protagonisti di ogni film e di tutto il festival diventa il territorio: le città e i paesi attraversati costituiscono la vita stessa di ogni corto e ogni scorcio è rivissuto dagli occhi attenti di registi, sceneggiatori, direttori della fotografia, attori. Fiumi, paesaggi, case, cucine o auto messe a disposizione dagli abitanti del posto, diventano la scenografia delle storie rappresentate. Una singolare alchimia tra la bellezza del territorio, la disponibilità della gente e il talento dei cineasti che si crea in ogni città e che riesce a condurre a risultati sorprendenti: fino a 40 film prodotti in una settimana. CinemadaMare al contempo ricambia offrendo alle località ospitanti l’opportunità di essere conosciute, scoperte e raccontate durante i giorni della rassegna e anche oltre. Infatti, le idee dei filmaker e i loro prodotti non si fermano alle proiezioni nelle singole tappe, come le cinque giornate a Guardia Perticara sostenute da Total, ma continuano a girare il mondo sfruttando la rete. Il web si rivela così, uno strumento arricchente, un’opportunità per la produzione, la promozione e la diffusione dei corti in gara che sta caratterizzando la proposta di CinemadaMare. E non stupisce che un corto girato a Guardia Perticara, magari da un cineasta francese, venga montato seguendo il consiglio di un collega d’oltreoceano e che sia diffuso su Youtube ottenendo visualizzazioni da svariati Paesi del mondo. Uno scambio che ha innalzato la qualità dei film e la professionalità dei partecipanti che in questi undici anni dalla nascita della kermesse si sono avvicendati. E nel tempo anche la manifestazione è cresciuta diventando una prestigiosa realtà internazionale che oggi vuole varcare i confini nazionali, magari verso Brasile e Iran, per diventare CinemadaMare World. CINEMA A VENEZIA La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è stata l’ultima prestigiosa tappa di questa edizione di CinemadaMare. Per il quarto anno consecutivo il connubio con il festival della città lagunare ha trasformato il Lido nella location ideale per proiettare i corti della kermesse itinerante. INFORMAZIONI UTILI Per saperne di più... www.cinemadamare.com 35