LA DIFESA DEL POPOLO 21 DICEMBRE 2008 CARITAS notizie 17 Caritas diocesana di Padova: via Vescovado 29, telefono 049-8771722, fax 049-8771723 e indirizzo e-mail [email protected] - conto corrente postale 10292357 NATALE 2008 CHI ARRIVA ALLA CARITAS HA SPESSO RICEVUTO RIFIUTI, MA UN “SÌ” INCONDIZIONATO E GRATUITO È ANCORA POSSIBILE Casa e cuore aperti per Gesù e i poveri Molte situazioni di emarginazione si risolvono unendo le forze «N pagina a cura della Caritas diocesana U N ’ E S P E R I E N Z A / 1 Dalla strada a una famiglia per lei e Benedetta ■ Benedetta: è questo il nome che ho dato a mia figlia. Ma è anche il nome con cui chiamo, in cuor mio, la famiglia che ci ha ridato la vita. Del viaggio che mi ha portato in Italia ricordo l’aereo; le tappe intermedie, le città in cui sono passata per me erano tutte uguali. Dalla madame che mi accompagnava non ricevevo chiare risposte e io, che vengo dalla campagna, non sono andata a scuola, non so leggere e non conosco nemmeno le grandi città del mio paese, mi sono sempre sentita persa. Ci siamo fermate al Nord. Mi hanno preso il passaporto, dato dei vestiti, detto di scordarmi il lavoro di cameriera che mi avevano promesso e di tenere a mente il rito religioso fatto in Africa, Le foto non ritraggono i protagonisti delle due storie, ma alcuni momenti al centro di ascolto della Caritas. altrimenti i miei parenti sarebbero morti. Mi sono ritrovata a lavorare in strada, sono stata picchiata, violentata e rapinata. Quando la polizia mi fermava, davo sempre un nome falso: vivevo per riscattarmi dalla mia madame, per ripagarla della somma che lei voleva per concedermi la libertà. C’è stato un momento in cui non ce l’ho fatta più, dopo un’altra rapina e quando quell’uomo mi ha anche presa a botte. Mi sono fidata di un’amica che mi ha accompagnata alla Caritas e ho chiesto aiuto. Ho denunciato la mia sfruttatrice, sono stata accolta in una comunità, ho cominciato a frequentare un corso di italiano e dei laboratori di avviamento al lavoro; ma ho anche scoperto di essere incinta e, con disperazione, di essermi ammalata. Benedetta è nata di domenica ed è sieropositiva. Non ho mai voluto lasciarla sola, neanche per un attimo: non volevo provasse da subito cosa significa soffrire. Ma, quando mi presentavo ai colloqui di lavoro con lei in braccio, mi dicevano di no, che non c’era posto per una mamma alle prese con una bambina piccola. Poi li ho incontrati: hanno una sessantina di anni, dei figli già grandi e il cuore aperto. Hanno preso in affidamento mia figlia e anche me, che vivo con loro e tra qualche giorno comincerò a lavorare in fabbrica. Quando la mia situazione sarà più sicura, sogno di trovare una casa per me e la mia Benedetta: una casa con un salone grande, per accogliere tutte le volte che vorranno questi nonni italiani che la vita mi ha messo a fianco. una mamma (Questa testimonianza è stata scelta da Caritas italiana per essere pubblicata nell’opuscolo formativo È apparsa la grazia di Dio, come guida alla riflessione per la prima domenica dell’avvento 2008). U N ’ E S P E R I E N Z A / 2 L’asilo politico, i problemi di salute.... e l’accoglienza ■ L’incontro con M. è avvenuto in un reparto dell’ospedale di Padova. Era ricoverato per un intervento chirurgico che richiedeva una degenza non breve, e vi era arrivato senza pigiama, sapone, effetti personali. Nessuno lo andava mai a trovare. I pazienti della stessa stanza e i volontari ospedalieri contribuivano a rendere meno pesante la degenza regalando o comprandogli qualcosa. M. parla solo inglese e così il nostro direttore, in quei giorni suo compagno di stanza, mi ha chiamata perché cercassi di approfondire la sua vicenda e capire se aveva bisogno di aiuto. M. è un richiedente asilo politico, da non molto in Italia e senza particolari legami a Padova. Mi disse che dormiva in stazione, non aveva un posto in cui andare e pochi contatti anche con i nigeriani, sua comunità originaria. Dopo aver verificato in questura i suoi estremi e la sua posizione, abbiamo cominciato con il cercargli un posto dove potesse trascorrere la convalescenza. È stato ospitato in Un 2008 pieno di opere segno ■ Anche in questo 2008 numerosi sono stati gli ambiti in cui la Caritas di Padova si è resa operativa con le sue opere-segno (vedi tabella). L’aiuto ai poveri vicini si è concretizzato con l’azione del centro di ascolto, l’accoglienza e l’accompagnamento a donne in difficoltà e a uomini senza dimora, il sostegno economico e l’assistenza sanitaria; a quelli lontani con progetti locali di educazione alla mondialità nelle scuole e di sensibilizzazione a uno stile di vita sobrio e attento, al sostegno scolastico per bambini e ragazzi in Rwanda e la raccolta fondi per le emergenze internazionali. È proseguita e intensificata anche l’attività più prettamente “culturale” attraverso la collaborazione con gli altri uffici pastorali della diocesi, con gli enti pubblici e del privato sociale, con la formazione dei volontari delle Caritas parrocchiali, l’organizzazione di momenti pubblici e di iniziative e forme di sensibilizzazione e informazione sui temi delle povertà. un centro di accoglienza, in cui però, anche per le differenze linguistiche, non riusciva a integrarsi. Ad acuire la sua solitudine la notizia, giunta proprio in quei giorni dal suo paese, che entrambi i suoi genitori erano stati uccisi. È stato allora che abbiamo pensato di interessare una famiglia padovana, che tanti anni fa aveva accolto una ragazza vittima di tratta: abbiamo chiesto loro se potevano ospitare M. finché non si fosse ripreso e con grande disponibilità hanno risposto di sì. Ma proprio la domenica sera dell’arrivo nella nuova famiglia, M. si è sentito male: pensavamo a tensione dovuta al cambiamento di ambiente, in realtà il dolore si è rivelato più serio e, trasportato d’urgenza in ospedale, è stato nuovamente sottoposto a intervento chirurgico e ricoverato per cinque gior- ni. Il passaggio dal reparto a un contesto familiare si è presentato, allora, come un dono ancora più grande. Per un mese M., completamente sconosciuto alla famiglia che si è fidata della presentazione da parte della Caritas, è stato considerato e trattato come uno di casa: gli hanno consegnato delle chiavi personali, aveva a disposizione una stanza per sé, i suoi indumenti da lavare finivano nel cestone della biancheria di famiglia. M. si rendeva utile in piccoli lavori domestici, i figli della coppia trascorrevano il tempo libero con lui, gli insegnavano l’italiano. Oggi siamo riusciti a rintracciare una ragazza nigeriana, alcuni anni fa seguita dalla Caritas, che abbiamo scoperto essere una sua conoscente. Lei e la sua famiglia hanno affittato a M. una stanza del loro appartamento; in questo modo vengono aiutati nelle spese e M. è felice: parla la sua lingua, mangia il suo cibo... È stato bello vedere come, dal nulla dei rapporti dell’inizio, si è passati a una fase di accoglienza: doppia, per il momento. Ma, dalle nostre esperienze, non si può mai dire. Ambiti di intervento della Caritas di Padova POVERI CHIESA MONDO centro di ascolto assemblee diocesane strutture di accoglienza presso religiosi e parrocchie centro Mondo amico ambulatorio Caritas associazione Migranti progetto Miriam ascolto e accoglienza prostituzione e tratta distribuzione pasti domenicali distribuzione buoni pasto formazione delle Caritas parrocchiali e vicariali proposta di avvento rapporti con le istituzioni rapporti con il privato sociale osservatorio delle povertà servizio civile volontario promozione del volontariato sensibilizzazione area comunicazione e informazione progetti culturali-editoriali progetto sostegno scolastico Rwanda emergenze internazionali ricoveri umanitari ascolto e accompagnamento persone senza fissa dimora microcredito raccolta vestiario educazione alla mondialità nuovi stili di vita Nella foto, il manifesto per l’Avvento di fraternità 2008. on c’era posto per loro nell’albergo (Luca 2, 7)». La storia di colui che è venuto per salvarci è costellata di accoglienze e di rifiuti, di sì e di no: fin dall’inizio del tutto simile a noi. Non c’era posto per loro nell’albergo. Il ritornello del rifiuto, di tutti i tipi di rifiuto, è ben conosciuto dai volontari e dagli operatori della Caritas. Chi bussa alle sue porte spesso viene da un percorso precedente di continue chiusure, di ostacoli troppo difficili da superare da soli. Ma, come nella storia di Gesù, nella storia di tutti vi sono anche dei sì. Qualche volta incondizionati, totalmente gratuiti, divini. Nascono dal poco, talora dal nulla, spesso inattesi e portano alla vita, ridonano la pace. Un grazie di cuore a tutti coloro, e sono tanti, che credono nell’uomo e non si stancano di accoglierlo. Un grazie di cuore a chi si rende conto di non farcela da solo, ma non ha paura di chiedere aiuto e sa che nell’unione, nella forza della comunità, risiede la speranza. Un grazie di cuore a tutti coloro che ci insegnano ad avere fiducia e a continuare a seguire la luce della stella. un’operatrice Procede la raccolta dell’Avvento di fraternità ■ Procede la raccolta di offerte per l’Avvento di fraternità 2008, con donazioni da devolvere alle opere segno del centro di ascolto diocesano e dell’ambulatorio Caritas. I servizi del centro di ascolto nel 2007 hanno richiesto alla Caritas diocesana un impegno annuo, solo per coprire le spese dell’aiuto concreto alle persone, di 40 mila euro per le accoglienze e 40 mila per il sostegno economico, 25 mila per le cucine economiche popolari e 18 mila per i progetti di reinserimento per le vittime di tratta. Per la gestione del poliambulatorio i costi si aggirano sui 35 mila euro. Per informazioni e contributi: 049-8771722; conto corrente postale 10292357.