Influenza A/H1N1 Via Pio II, 3 - 20153 Milano Tel. 02/4022.1 Non Lasciarti Influenzare Indicazioni per prevenire, monitorare e contrastare la nuova pandemia Ospedale San Carlo Borromeo Direzione Sanitaria 8 www.sancarlo.mi.it INFLUENZA A/H1N1 Anche se le notizie riportate dalla stampa sulla nuova influenza A/H1N1 “suina” trovano ora spazio in poche righe nelle pagine interne dei giornali, il numero di casi aumenta quotidianamente e l’infezione colpisce sempre nuovi Paesi. Ai primi giorni di luglio nei 129 Paesi interessati si registravano circa 100 mila casi, con 429 morti. Il progredire dell’infezione è apprezzabile se si confrontano questi numeri con quelli di solo due mesi prima: il 2 maggio i Paesi colpiti erano 15 e i casi di influenza 615. La rapida evoluzione dell’infezione in tutto il mondo ha spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a dichiarare la fase 6 nella scala di rischio, la più elevata, ad indicare che la pandemia è in atto. Riteniamo, quindi, opportuno fornire, attraverso questo nostro opuscolo, informazioni e notizie utili a tutti i dipendenti dell’Azienda. CHE COS’E’ LA PANDEMIA? Anche se il termine “pandemia” è applicabile a qualsiasi evento infettivo che coinvolga un gran numero di persone senza limiti di regione o continente, oggi lo si utilizza in particolare per indicare le pandemie da virus influenzali. La pandemia è la diffusione nell’uomo di un nuovo virus influenzale, che causa un elevato numero di malati: mentre ogni anno si ammala d’influenza il 5 – 10% delle persone, durante la pandemia i soggetti colpiti sono più del 25%. Perché si verifichi una pandemia si devono realizzare tre condizioni • deve comparire un nuovo virus influenzale; • il nuovo virus deve essere in grado di infettare gli uomini; • il nuovo virus deve essere capace di diffondersi persistentemente da un malato ad un’altra persona. UN PO’ DI STORIA La storia della medicina ci insegna che a partire dal 1700 si sono verificate in media tre pandemie per secolo, ad intervalli di 10 – 50 anni. Le pandemie più conosciute sono quelle del XX secolo: nel 1918 l’influenza spagnola, nel 1958 l’asiatica, nel 1968 la cinese. La gravità delle pandemie in termini di mortalità è stata molto diversa, probabilmente anche come conseguenza delle differenti condizioni 2 Indicazioni per prevenire , monitorare e contrastare la nuova pandemia 2) Migliorare la sorveglianza Attraverso l’attività di formazione e la produzione di istruzioni operative e linee guida, il personale sanitario verrà informato della definizione attuale di caso (sospetto, probabile e confermato), ai fini di potere formulare l’ipotesi di infezione. Allo stesso modo verranno date istruzioni relative alla necessità di notificare i casi secondo quanto disposto dall’Autorità Sanitaria. Sono in fase di revisione le procedure esistenti per la rilevazione di eventuali focolai ospedalieri. 3) Attuare misure di prevenzione e controllo dell’infezione Il Piano Pandemia del A.O. Ospedale San Carlo Borromeo mira a prevenire e controllare l’infezione attraverso il rinforzo delle conoscenze del personale in materia di precauzioni universali e per droplet che saranno da adottare in maniera sistematica durante l’assistenza. Sono, inoltre, stati previsti gli approvvigionamenti necessari di Dispositivi di Protezione Individuali (DPI): maschere chirurgiche e FFP2; guanti, camici monouso; occhiali protettivi. E’ stato predisposto l’elenco del personale da sottoporre a vaccinazione secondo le istruzioni già fornite dalla Regione Lombardia. 4) Predisporre piani d’emergenza per mantenere i servizi sanitari e gli altri servizi essenziali e monitorarne l’efficacia Al momento, le istruzioni emanate da Regione Lombardia prevedono che tutte le persone ritenute “casi sospetti” d’influenza A/H1N1, che giungono all’osservazione delle strutture ospedaliere, siano trasferite agli Ospedali sedi di reparti di malattie infettive (per Milano, gli Ospedali Sacco, San Raffaele, San Paolo e Niguarda). Sono, quindi, state fornite le necessarie Istruzioni Operative al personale del Pronto Soccorso/Accettazione al fine di facilitare l’individuazione dei casi sospetti e la successiva fase di gestione e trasferimento delle persone. Nell’aprile scorso è stata nominata una Unità di crisi per le maxi emergenze, ivi compresa la pandemia influenzale, presieduta dal Direttore Sanitario Aziendale, che dovrà condividere ed approvare il piano d’emergenza, già tracciato, per la gestione di un eventuale grande affluenza di malati durante la prossima stagione invernale. Tale piano prevede l’attivazione di posti letto aggiuntivi con progressiva sospensione dell’attività d’elezione fino ad un massimo di circa 100 posti-letto. 5) Monitorare l’efficacia e l’efficienza delle misure intraprese Alla Direzione Sanitaria e all’Unità di crisi spetta il compito di monitorare e valutare l’efficacia e l’efficienza delle misure intraprese al fine di apportare correttivi, se necessari. Indicazioni per prevenire , monitorare e contrastare la nuova pandemia 7 E’ IMPORTANTE RICORDARE • L’unica certezza relativa ai virus influenzali è che nulla è certo. • Non è noto quanto sarà rapida la diffusione nel mondo del nuovo virus influenzale e quanto sarà ampia la sua stabilizzazione. • Non è noto se l’infettività e la virulenza del nuovo virus A/H1N1 cambieranno nel tempo. • Al momento, il maggior numero di casi d’influenza si è verificato nell’emisfero nord. La diffusione del virus nell’emisfero sud potrebbe mostrare un andamento diverso, con effetti più severi, anche per la presenza di vasti gruppi più vulnerabili di popolazione, quali sono i soggetti più giovani che abitano nelle grandi conurbazioni. RISPOSTA DEL SISTEMA SANITARIO L’Italia ha formulato un Piano Pandemico Nazionale, al quale hanno fatto seguito i Piani Regionali: in essi sono descritti tutti i provvedimenti che devono essere attuati nelle diverse fasi pandemiche. Il Piano regionale lombardo ha stabilito che le singole strutture sanitarie, ASL e Ospedali, secondo le rispettive competenze, predisponessero a loro volta piani relativi alla preparazione e all’organizzazione previste per affrontare e controllare il rischio di Pandemia. IL PIANO PANDEMICO DELL’OSPEDALE SAN CARLO La nostra Azienda, conseguentemente, ha formulato il proprio Piano Pandemico che si basa sulle seguenti azioni chiave: • Realizzare interventi di formazione e informazione del personale; • Migliorare la sorveglianza; • Attuare misure di prevenzione e controllo dell’infezione; • Garantire il trattamento e l’assistenza e predisporre piani d’emergenza per mantenere efficienti i servizi sanitari e altri servizi essenziali; • Monitorare l’efficacia e l’efficienza delle misure intraprese. 1) Formazione e informazione di tutto il personale La formazione intensiva degli operatori sanitari sulla pandemia avrà inizio dopo la pausa estiva. In via prioritaria sarà rivolta al personale d’assistenza, al quale saranno messi a disposizione protocolli e algoritmi per l’identificazione, gestione e trattamento dei casi, nonché linee guida per il controllo della infezione e per il triage. Prima dell’inverno prossimo la formazione sarà estesa a tutto il personale dell’Ospedale per dare le opportune istruzioni per la gestione dell’incremento della domanda d’assistenza prevedibile in caso di Pandemia. La formazione degli operatori si concentrerà in particolare sull’applicazione delle precauzioni standard e per via aerea, e sul corretto uso dei DPI. L’informazione di tutto il personale ha inizio con questa pubblicazione e proseguirà con comunicati periodici. 6 Indicazioni per prevenire , monitorare e contrastare la nuova pandemia di salute, d’igiene e socio economiche in cui si trovavano le popolazioni colpite nei diversi periodi storici. La dichiarazione di pandemia A/H1N1 è, quindi, arrivata a distanza di 41 anni da quella precedente A/H3N2, Hong Kong o “cinese”, che ebbe un impatto moderato sia in termini di persone malate sia di decessi (si calcola circa 2 milioni su scala mondiale) Oggi i viaggi aerei possono accelerare e rafforzare la propagazione di un nuovo virus e diminuire il tempo a disposizione per preparare interventi di risposta adeguati. ESISTONO TRE TIPI DI VIRUS INFLUENZALI: A, B e C I virus A circolano nell’uomo e in altre specie animali (uccelli, suini, cavalli). Sono suddivisi in sottotipi in base alle proteine di superficie H (15 sottotipi) e N (9 sottotipi). Gli animali, in particolare gli uccelli, sono il serbatoio naturale dei virus influenzali di tipo A. I virus A possono subire mutazioni minori e maggiori I virus B sono presenti solo nell’uomo, non esistono sottotipi. Possono subire mutazioni minori. I virus C sono presenti solo nell’uomo, non esistono sottotipi (infezione asintomatica o simile al raffreddore). I virus influenzali possono subire mutazioni minori (drift antigenico) o maggiori (shift antigenico). Le mutazioni minori sono variazioni puntiformi negli antigeni di superficie H ed N, con creazione di ceppi simili a quelli in circolazione nelle epidemie annuali precedenti. Questi mutamenti provocano epidemie limitate, grazie alla presenza di anticorpi contro virus similari in una parte della popolazione: le persone colpite non superano il 5-15% della collettività. Le mutazioni maggiori si realizzano quando si crea un nuovo antigene di superficie H (emoagglutinina) e/o N (neuraminidasi), diversi da quelli in circolazione nelle epidemie precedenti. Questi mutamenti avvengono grazie alla capacità posseduta dai virus influenzali A di “riassortire” all’interno di un serbatoio animale (solitamente il maiale) il loro patrimonio genetico con materiale proveniente da specie animali diverse. Questo riassortimento può produrre il sottotipo nuovo, capace di infettare l’uomo e di propagarsi da un uomo all’altro, che può determinare la pandemia. Indicazioni per prevenire , monitorare e contrastare la nuova pandemia 3 CHE COSA SI DEVE FARE Sebbene non si ritenga fattibile interrompere la propagazione di un virus pandemico, si dovrebbero potere ridurre al minimo le sue conseguenze attraverso una preparazione preventiva. Per questo motivo, nel 2005, l’OMS ha formulato un piano di preparazione per la pandemia d’influenza con il quale sono stati affrontati e messi in evidenza: • la possibile circolazione per un tempo prolungato di un virus influenzale a rischio pandemico; • la possibile coesistenza di più rischi pandemici in fasi diverse; • la opportunità di definire delle fasi della pandemia secondo un rischio crescente per la salute pubblica. Le fasi pandemiche, individuate dall’OMS, accettate e condivise da tutti i Paesi, sono 6. Nel corso delle fasi 2 - 5 i diversi Paesi possono trovarsi in condizioni differenti: • Livello 0 = assenza di rischio d’infezione, assenza di casi d’infezione, assenza di cluster (casi tra loro collegati); oppure in un • Livello 1 = presenza di rischio d’infezione, presenza di casi d’infezione, presenza di cluster (casi tra loro collegati). Nella fase 6, di Pandemia, i Paesi possono essere in situazione di: • assenza di casi; • presenza di casi; • fase di decremento; • nuova ondata. L’OMS ha stabilito le fasi pandemiche, e ha mutato i piani contro la pandemia già esistenti, ai fini di riuscire ad affrontare precocemente i rischi che le infezioni negli animali pongono per la salute umana, di definire obiettivi e misure specifici per ogni fase, e di coordinare le misure di prevenzione e di controllo messe in atto dai diversi Paesi. E’ importante ricordare che la valutazione di quale sia la fase in cui ci si trova viene fatta sulla base del rischio, e si fonda su di una pluralità di aspetti; esiste la possibilità che il rischio pandemia sostenuto da un sottotipo virale venga retrocesso e quindi che intervenga un cambiamento in positivo, ma possono anche esistere più rischi pandemici contemporanei; in questo momento il virus A/H1N1 è in fase 6, mentre il virus A/H5N1 (aviaria) persiste in fase 3, e i casi di malattia umana generati da volatili continuano a ripetersi in aree geografiche diverse, tra le quali spicca il bacino del Mediterraneo, dove l’Egitto è il Paese più colpito nell’anno in corso. INFLUENZA A/H1N1: SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA ATTUALE E CARATTERISTICHE DELLA MALATTIA 1 Periodo interpandemico, nessun nuovo sottotipo virale isolato nell’uomo. 2 Nessun nuovo sottotipo virale isolato nell’uomo. Tuttavia la circolazione negli animali di sottotipi virali pone un rischio potenziale per l’uomo. 3 Periodo di allerta pandemico. Infezione nell’uomo con un nuovo sottotipo, ma senza trasmissione interumana. 4 Piccoli cluster con limitata trasmissione interumana, ma con diffusione altamente localizzata. 5 Grandi cluster, ma con diffusione interumana ancora localizzata 6 Periodo pandemico. Aumentata e prolungata trasmissione nella popolazione generale La velocità di propagazione dell’infezione, che conferma come il virus si trasmetta agevolmente da una persona all’altra, ha portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dichiarare il passaggio alla fase 6, ovvero di inizio del periodo pandemico. La trasmissione da uomo a uomo si verifica attraverso le goccioline di saliva (droplet) di chi tossisce o starnutisce quando il contatto è ravvicinato (distanza tra le persone non superiore a 1 metro). Esiste anche una possibilità di contagio per via indiretta, attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie; per questo una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie è essenziale nel limitare la diffusione dell'influenza. La maggior parte dei casi sembra avere un andamento clinico benigno e la malattia si autodelimita senza bisogno di ricorrere a cure ospedaliere; si sono però anche verificati casi gravi e morti che, a differenza di quanto accade nell’influenza stagionale, hanno interessato in particolare persone di meno di 60 anni. Inoltre, casi severi si sono manifestati in soggetti che presentavano patologie croniche concomitanti: malattie cardiache e polmonari croniche, diabete, obesità. Anche la gravidanza sembra essere una condizione di maggior rischio. 4 Indicazioni per prevenire , monitorare e contrastare la nuova pandemia Indicazioni per prevenire , monitorare e contrastare la nuova pandemia 5 FASE SITUAZIONE