Anno II - Numero 243 - Martedì 15 ottobre 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Economia Storia Giustizia Anche la Treccani “esoda” i dipendenti Ritratto di Rosa, la madre del Duce Regioni e spese pazze Ci pensa l’amnistia Visconti a pag. 3 Moriconi a pag. 4 Colosimo a pag. 10 V A N N O D E F I N I T E C O N C H I A R E Z Z A L E I D E N T I TA’ : A LT R I M E N T I R E S TA S O L O I L P D L ( O F O R Z A I TA L I A ) di Francesco Storace Q uando il croupier chiude i giochi, non si può più scommettere. Se si è sostenuto Monti, non si può raccontare la storiella dell'Italia fuori dall'Europa; se si è stati ministri, non si può promettere la rivoluzione anticasta; se ci si è sperticati nelle lodi del Partito popolare europeo non si può improvvisamente scoprirsi lepenisti; perché tra estrema destrache la leader d'Oltralpe non sopporta come etichetta e centrodestra - che taluni adorano come meta della terra promessa - c'è un'enorme via di mezzo. Mi spiego meglio. Ho apprezzato la Meloni ieri ad Agorà, quando ha parlato di Marine Le Pen, anche se poi minimizza il fenomeno parlando di modello diverso paese per paese o giù di lì. Ma davvero i contenuti devono essere così differenti? Lo stesso vale per Alemanno. Ottima la manifestazione, bene aver riempito gli oltre cinquecento posti della sala più grande dell'Adriano di Roma, ma poi? Siete disponibili a dire che l'Euro è stata un'illusione? Che vogliamo tornare sovrani a partire dalla moneta? Che Bankitalia deve tornare pubblica? E di etica, se ne può parlare? Se non si dicono queste poche cose, è inutile sostenere che Marine Le Pen è un fenomeno interessante.... Dall'alto in basso ci guardano anche perché se rappresentasse il due per cento dei francesi, i suoi connazionali reputerebbero ancora più attrattivo il partito di Sarkò. Lei ne è stata alternativa, non ha mai pensato ad allearsi con lui. Da noi si parla di complementarietà.... Una destra degna di questo nome si porrebbe il problema di un’identità netta, non illusoria. Se non c'è la volontà di crearla, resta il centrodestra, ma nella versione Pdl o Forza Italia, se rinascerà senza che nessuno strilli che è roba passata. Stavo per andare all'ultimo momento ad assistere alla manifestazione dell'Adriano, per ascoltare quello che avrebbe detto Alemanno. Poi ho visto l'elenco degli oratori, mi sono cascate le braccia. A parte il solito gruppo di moderatini, una novità che ho conosciuto bene, una eurodeputata ligure, Susy De Martini. Costei è entrata da poco a Strasburgo - nel 2009 infatti non fu eletta nel Pdl - poi nel 2010 fece la lista alle regionali liguri “Noi con Burlando” o qualcosa del genere; nel 2011 tentò di farsi eleggere garante dell'infanzia come risarcimento per la mancata elezione; nel 2012 si candidò con noi, La Destra, a sindaco di Genova, prendendo lo 0,8 per cento dei voti al primo turno mentre al ballottaggio fece votare il candidato dell'estrema sinistra poi diventato sindaco, Marco Doria. Mi sono fermato chiedendomi: che c'entro con costei...? Marine de noantri? Direi di no. RIEN NE VA PLUS Se si esalta la Le Pen parlare ancora di centrodestra diventa uno sfottò LAMPEDUSA dalla Francia, non è il contrario, se permettete. È inutile dichiararsi - solo questo centrodestra alternativo al Pdl ma poi ci si vuole alleare perché si ha il timore di non superare gli sbarramenti e guai a pensare di rappresentare più semplicemente la destra che manca. No, Marine Le Pen è davvero un'altra cosa; SHUTDOWNIN AMERICA: ULTIME ORE PER EVITARE IL CRAC Coste pattugliate: ma chi pagherà? entre continua l’emergenza immigrati il premier Enrico Letta annuncia una missione umanitaria militare nel Mediterraneo, che sarà operativa proprio da oggi. “Abbiamo parlato della tragedia di Lampedusa – ha detto Letta subito dopo l’incontro con il premier finlandese Jyrki Katainen a palazzo Chigi – Ho spiegato il senso della nostra missione militare, umanitaria e aeronavale che da domani (oggi, ndr) sarà operativa. Perché è intollerabile che il Mediterraneo sia un mare di morte. Ho chiesto a Katainen e altri di aiutarci. Abbiamo anche discusso di come a livello europeo possiamo rafforzare Frontex”. Insomma le coste saranno continuamente pattugliate per intervenire immediatamente nei soccorsi ed evitare altre tragedie. Su ciò nulla in contrario. Purché non costi niente ai contribuenti. Ma qualche dubbio c’è sempre. Musumeci a pag. 8 LEGGE DI STABILITA’ Gli italiani e le tasse: un “Trise” destino M agli e tasse: questa è la “stabilità” del Governo Letta. Se c’è qualcosa da ambiare sono i nomi: in principio fu l’Ici, poi venne l’Imu, ora la Service Tax e la Trise (peraltro suddivisa in Tari e Tasi, eredi Tarsu). Inglesismi e sigle. È la sostanza che cambia poco: hai commesso il delitto di avere una casa? Allora paghi. In che misura, lo si vedrà definitivamente oggi alla lettura del ddl, ma già da quando, ieri sera, sono cominciate a trapelare le notizie, parecchi italiani hanno avuto come un lontano sentore del fatto che le “sentinelle antitasse” si siano distratte. È vero che ci sono anche tagli. Ma sono tagli di bisturi, cioè sulla spesa sanitaria. Che non è esattamente “tutta vita”, si perdoni il gioco di parole. Due miliardi e 600 milioni di risparmio, hanno detto Saccomanni e Letta: sì, sulla pelle dei malati. E saranno T Usa e... getta nel panico Castellino a pag. 5 contente pure le Regioni, che dovranno tagliare per effetto della legge di stabilità un altro miliardo. Meno sacrifici per i comuni, per i quali il patto di stabilità viene allentato. Ampia evidenza il premier e il ministro l’hanno data ad altri sforzi per allentare il cordone: deduzioni Irap per i nuovi assunti, detrazione “base” per i lavoratori (112 euro annui la stima). C’è pure un po’ di redistribuzione del reddito in salsa di “anche i ricchi piangono”: il contributo di solidarietà dalle pensioni d’oro e tassa sulle rendite finanziarie che sale dal 20 al 22%. Di Giorgi a pag. 2 2 Martedì 15 ottobre 2013 Attualità Oggi la decisione sulla segretezza del voto per la decadenza di Silvio Berlusconi al Senato Bavaglio del Cav sul becco dei falchi Il ministro Gaetano Quagliariello ricambia: “Amnistia e indulto riguardino anche lui” Intanto nel Partito democratico si assiste con attenzione alle nuove manovre di Renzi di Robert Vignola ggi il voto sulla Legge di stabilità. Sempre oggi, la decisione sull’opportunità di mantenere segreto il voto dell’aula quando si dovrà approvare o respingere la proposta di decadenza di Berlusconi. Una giornata politica che presenta carne al fuoco, ma la cui vigilia si è quasi interamente spesa a sopire i dolori dei maggiori partiti. Il Cav lo ha fatto all’insegna di una, per lui, quasi inedita vocazione al bavaglio. “Sulle agenzie di stampa leggo troppe dichiarazioni di troppi esponenti del Pdl. Invito tutti a non proseguire in questa direzione del tutto improduttiva. Le diverse opinioni si debbono confrontare non sulle agenzie di stampa e sui giornali ma attraverso una serena dialettica all'interno dei luoghi de- O legati del nostro movimento”. Musica per le orecchie di Alfano, mentre i falchi ne escono una volta di più spiumati. Tanto che sono proprio Beatrice Lorenzin (con la sua battaglia contro i tagli alla spesa sanitaria) e soprattutto Gaetano Quagliariello a “volare alto”, assumendo l’iniziativa. In particolare il ministro per le riforme avverte che “nessuno può rite- nere che una legge possa non essere applicata soltanto ad un cittadino. Rimango convinto che una legge debba essere applicata a tutti i cittadini”. Il riferimento è all’indulto e al- l’amnistia, il caso quello di Berlusconi. Certamente per avviare una fase politica che riesca ad “archiviare” l’ingombrante figura del Cav, in maniera gentile… “Penso a un grande centrodestra che riesca a vincere nel 2015”, dice Quagliariello, indicando addirittura un fine corsa “ufficiale” per il Governo Letta. E aggiunge carne al fuoco: “meglio due partiti che un litigio permanente, ma speriamo di evitare anche il litigio nello stesso partito. L'unico leader del centrodestra che può convivere con Berlusconi può essere Alfano, se lo conquista dall'esterno. Ce lo ha insegnato Berlusconi, le battaglie non le ha mai fatte dentro il partito, il centrodestra è diventato maggioritario fuori”. Quanto alla situazione interna al partito, “ci sono ottimi rapporti personali, ma è tanto tempo che non si parla di politica perché c'è incomunicabilità, è questa è venuta fuori nell'ultimo periodo. Francamente una linea basata sulle dimissioni in massa dei parlamentari, dimissioni dei ministri, non mi è parsa una linea politica”. E dall’altra parte della barricata? Anche nel Pd l’aria è quella di una tregua armata, anche se in questa fase si è più bravi a dissimularlo. L’iperattività di Renzi è evidente, quanto la natura di sfida del suo annuncio di voler concorrere tanto alla segreteria del partito quando alla carica di sindaco di Firenze. Postazioni (soprattutto la prima) dalle quali scongiurare un rafforzamento di Enrico Letta, nel quadro della definizione della prossima candidatura da premier. E, occorre starne certi, i mille rivoli che compongono il Pd stanno guardando a queste manovre con molto interesse. Cinque milioni a Fazio, altrettanti a Crozza: tv di Stato nel ciclone delle polemiche. E gli italiani continuano a pagare il canone “Cara” Rai, quanto mi costi: stipendi d’oro e veleni Brunetta le canta al conduttore di “Che tempo che fa”, Gubitosi allarga la borsa per il Maurizio nazionale. E il CdA? di Emma Moriconi abio Fazio non ha avuto una grande idea ad invitare Renato Brunetta a “Che tempo che fa”. Si, perché il capogruppo Pdl alla Camera gliele ha cantate, e di santa ragione. “Insomma, che Alitalia ha perso 4 miliardi e mezzo non è vero?” e Brunetta: “beh, continui a dirlo…”. “No, non lo dico io – risponde piccato Fazio – lo leggo…”. E il falco pidiellino: “eh beh, si leggono tante cose, sa … anche sui suoi cinque milioni di euro di profitto … legittimi, eh …”. Cerca di arrampicarsi, il buon Fazio: “c’è un differenza: che io faccio guadagnare la mia azienda …” . Certo. Ma cinque milioni di euro sono cinque milioni di euro … Brunetta rincara la dose: “si, ma ci vuole trasparenza: lei mi parla di quattro miliardi, che non sono veri. Io le parlo di cinque milioni di euro suoi, che sono veri. Legittimi, ma veri”. Dopo una pantomima di tre o quattro minuti da parte del conduttore, dedicata al fatto che lui, su quei cinque milioni, ci paga le tasse (e ci mancherebbe altro), il pubblico applaude. Brunetta osserva: “beh, avevate detto che il pubblico non era di parte …”. “No – gli risponde Fazio - io F penso che il pubblico sperasse che non arrivassimo a questo punto”. Brunetta non molla: “Alitalia è un bene del Paese”. E Fazio: “Anche la Rai”. Si, ma per Alitalia i cittadini non pagano il canone, verrebbe da rispondere. Brunetta affonda ancora: “Ma perché se la prende tanto, scusi? Ho chiesto a Gubitosi la trasparenza su tutti gli stipendi e su tutti gli emolumenti di tutte le star della Rai, non me li ha dati. C’è una legge che lo prevede”. Fazio allora alza lo scudo: “Su questo non posso essere d’accordo con lei. Io sono in Rai da 30 anni”. “Io sono italiano da 63”, ribatte l’ex ministro. “Ha vinto lei. – cede Fazio - Però io credo che la Rai debba essere tutelata, anche su questo. Non fa bene a quest’azienda rivelare conti e cose del genere”. Ipse dixit. Parola di Fabio Fazio. Per Mamma Rai, però, i problemi non finiscono qui: nell’occhio del ciclone ci è finita anche per il mega costo di cui si parla in questi giorni relativo al “salto” di Crozza da La 7. Il CdA se ne occuperà giovedì’, vedremo se il comico sarà accolto ai costi stratosferici di cui si parla: 25 milioni di euro come cifra complessiva da imputare alla trasmissione – che dovrebbe, a quanto si apprende, andare in onda da marzo 2014 al 2016, con un compenso per l’artista pari a cinque milioni di euro totali. Ogni puntata verrebbe a costare 475.000 euro, non proprio spiccioli, soprattutto in tempo di crisi. Per ogni passaggio sul palco, con uno spettacolo sul genere “one man show”, della durata di poco più di un’ora, il comico andrebbe a percepire oltre 94.000 euro a puntata, circa 13.500 euro al minuto. Niente male per un’Italia in cui le aziende chiudono e gli imprenditori si suicidano con una media di uno al giorno. OGGI LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI CHE SI OCCUPERÀ PRINCIPALMENTE DI ECONOMIA Legge di stabilità: in arrivo la Service Tax l Consiglio dei ministri, convocato per quest’oggi, si occuperà – tanto per cambiare – di tasse. All’ordine del giorno c’è infatti il varo della legge di Stabilità, che a quanto se ne sa conterrà la rimodulazione dell’Iva e la definizione della temuta Service tax. Per ora si tratta solo di indiscrezioni, ma sembra che al vaglio del governo ci sia, per quanto riguarda l’Iva, di introdurre una quarta aliquota al 7 o 8% (da appli- I care ad un paniere di beni precedentemente tassati con altre percentuali). Per quanto riguarda le imprese, l’idea è quella di ridurre il costo del lavoro e fare ripartire investimenti e assunzioni, puntando soprattutto sulla rivalutazione dei beni e sulla deducibilità del lavoro, nonché sulla revisione dei contributi Inail per le aziende che si dimostrano più sicure. Numerose sono poi le voci che vogliono la mancata indicizzazione delle pensioni più alte, in modo da ottenere così un contributo in termini di denaro “risparmiato”. Altri elementi su cui puntare per liberare risorse sono poi l’allentamento del Patto di stabilità e la revisione della spesa pubblica (alcuni hanno paventato un ulteriore taglio in particolare alla Sanità, anche se il governo giura che tutti i servizi verranno mantenuti). Il nodo più importante da sciogliere resta comunque quello della Service tax, per la quale si sta ancora lavorando. Secondo quanto ipotizzato da Il Sole 24ore, l’aliquota di partenza potrebbe essere quella del 3 per mille (circa 30 centesimi a metro quadro), che potrebbe ricadere in parte anche sugli inquilini. Ancora non si sa, infine, se sarà possibile quantomeno ridurre – se non addirittura azzerare – la tassazione sulla prima casa. Cristina Di Giorgi Roma, via Giovanni Paisiello n.40 Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità su Il Giornale d’Italia rivolgersi al Responsabile Marketing Daniele Belli, tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] Martedì 15 ottobre 2013 3 Primo Piano Caso Treccani: Amato si rifugia alla Consulta e 60 dipendenti vanno a casa L’Enciclopedia… degli esodati Il personale dell’Istituto faro della cultura italiana gettato nello sconforto dal pessimo accordo sul prepensionamento sottoscritto dai sindacati di Massimo Visconti i siamo occupati della prestigiosa Enciclopedia Italiana conosciuta con il semplice nome di Treccani nelle nostre edizioni del 25 e 31 maggio scorso denunciando la caduta culturale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana alias la prestigiosa Enciclopedia Treccani. Ce ne siamo occupati volendo indicare come la Cultura Italiana, di cui la “Treccani” è stata per anni il simbolo, sia ormai relegata a semplice atto amministrativo e viene, invece, trattata come un “costo” di cui alleggerirsi e non una “strumento di elevazione sociale” da utilizzare per mantenere all’Italia quel” primato Culturale” che ci viene invidiato da tutto il mondo. Il declino Culturale, non sta risparmiando nemmeno questa gloriosa testata che nei filmati vediamo essere presente negli studi di capi di Stato o di grandi Organizzazioni Internazionali. Un declino che, purtroppo, stanno pagando solo i dipendenti mentre i loro Dirigenti sembrano non soffrire di questa “crisi” che, nei comunicati piagnoni dell’Istituto sembra essere irreversibile. Dopo aver, nel 2010, lasciato senza stipendio, senza pensione e senza sostegno al reddito per mesi interi alcuni dipendenti proprio a seguito di un “accordo” sindacale, oggi la Treccani ci riprova e questa volta in grande stile. Il giorno 8 ottobre presso l’Unione Industriali di Roma è stato siglato un accordo camuffato sotto il titolo di “verbale di intenti” che preconizza il licenziamento “consensuale” di circa 60 dipendenti ai quali viene proposto di non opporsi al licenziamento in cambio di una buona uscita “da fame” che vedrebbe costretti alcuni dei 60 licenziati a vivere con 1.000/1200 euro al mese fino al 2024. C’è da considerare inoltre che dal gennaio 2017 ci sarà solo C L’aspi e non la mobilità e che questo assegno sarà erogato al massimo per 18 mesi ovvero fino al giugno 2018. L’intesa prevede anche il congelamento di tutti gli aumenti contrattuali per i dipendenti che rimarranno in servizio e, dato che sono buoni, “un importo pari al valore dei contributi volontari utili al raggiungimento del requisito pensionistico in base alla legge oggi vigente” che tradotto in Italiano significa che se interverrà una legge che sposta l’età pensionabile di qualche anno saranno problemi del lavoratore e non della Treccani. Inoltre la Treccani parla di utilizzo, per 40 unità, della Legge 62 del 2001, che modifica sostanzialmente alcune norme della vecchia Legge 416/81 sull’editoria, non avendo la certezza di rientrare nell’ambito applicativo della Legge stessa e avendo anche la faccia tosta di scriverlo sul documento di intenti. In pratica si dice ai dipendenti che non si sa se potranno beneficiare del prepensionamento in quanto l’Istituto Italiano dell’Enciclopedia potrebbe non rientrare nella tipologia delle aziende editrici che possono accedere ai benefici della Legge ma di certo c’è il licenziamento. Tutto questo avviene o meglio avverrà entro i prossimi mesi con l’aggravante che se qualche dipendente non accetterà il licenziamento rischierà di essere messo fuori dell’azienda senza incentivi. La ciliegina sulla torta dell’intesa Treccani /Sindacati è che mentre si prevede la riduzione di personale si prevede anche l’assunzione di almeno altre 12 unità cosa questa che va contro tutti i principi previsti dalle norme sui licenziamenti individuali e/o collettivi Questo lo scenario che sta mettendo in angoscia i dipendenti che si vedono minacciati, sia sotto l’aspetto economico, sia sotto il rispetto della loro dignità. Noi chiediamo contestualmente all’ancora Direttore Editoriale della Treccani nonché Ministro della Cultura Massimo Bray e al Presidente dell’Istituto nonché neo Giudice Costituzionale Giuliano Amato se la loro coscienza è tranquilla nell’avallare una manovra che penalizza fortemente i lavoratori e le loro famiglie mentre loro si garantiscono stipendi “apprezzabili”. La stessa domanda la facciamo ai mandanti dei Consiglieri di Amministrazione della Treccani che sono le grandi banche e le grandi imprese private e pubbliche che elargiscono premi di produzione anche quando i bilanci della Treccani certificano “cali di produzione.”. I sindacati che hanno sottoscritto questo scellerato accordo/intento si mettano la mano sulla coscienza e pensino a come è finito il precedente accordo che lor signori hanno avallato anche in sede di conciliazione. Noi non ci fermeremo a questa denuncia e seguiremo tutta la questione per garantire il sostegno dell’informazione libera del Giornale d’Italia a tutti i dipendenti della Treccani. Martedì 15 ottobre 2013 4 Storia Rosa Maltoni, madre di Benito Mussolini, che il Duce amò più di ogni altra donna nella sua vita La maestrina di Predappio “L’unico essere vivente veramente amato e prossimo a me, l’unica anima eternamente congiunta ai miei palpiti” di Emma Moriconi una storia come tante, quella di Rosa Maltoni. Quando conosce Alessandro Mussolini, “Sandrein”, come lo chiamano in paese, è una giovane maestrina. Lui fa il fabbro, è con la sua arte e con i suoi attrezzi che plasma il materiale più duro che esiste e lo piega alla sua volontà. Sandrein è socialista, di quelli convinti. Va ripetendo “l’Internazionale è il sole dell’avvenire”, è un uomo che piace alla ragazze, e lui non le disdegna di certo. Ha anche una bella voce, di quelle che attraggono, che affascinano. E poi è un sovversivo, e questo alle fanciulle piace. Ai loro genitori un po’ meno. È abituato ad avere ragazze intorno, Alessandro, che gli languono dietro. Ma quando in paese arriva Rosa, è lui che comincia a languire. Lei non è come le altre: è seria, cortese, educata, cattolica. È il 1877 e la giovane, quando arriva a Dovia da Villafranca di Forlì, prende uno stipendio di 50 lire lorde al mese. Alessandro se ne innamora immediatamente, ma lei lo guarda con diffidenza: trascorre un po’ troppo tempo all’osteria, per i suoi gusti. “Una mattina, prima dell’ora di scuola – racconta l’avvocato Francesco Bonavita – Alessandro si trovò su via della Pisaccia a meditare da solo. I bimbi passavano È a gruppi, con cartelle al collo, cicalando di giuochi e compiti scolastici. Quando apparve Ida Proli, una vispa bimbetta, le si fece incontro e la carezzò. Mostrami il tuo compito – disse. La piccola, inorgoglita di tanta degnazione, trasse il quaderno … l’interlocutore parve molto interessato … poich’ebbe finito disse: - sei proprio brava. Corri ora alla scuola e prega la signorina maestra di leggere subito il tuo compito”. Quel giorno Rosa lesse il compito dell’allieva Ida Proli; ma non lesse soltanto il compito: nascosta tra le paginette del quaderno, era una lettera: erano il cuore, la promessa, l’avvenire di Alessandro Mussolini, erano i futuri destini d’Italia”. Rosa non può resistere a lungo, nonostante l’estrema opposizione del padre, che mal tollera un genero sovversivo. Rosa è buona e gentile, ma molto determinata. Tanto determinata che sposerà Sandrein, e lo farà in chiesa. Lui è ateo, ma “un ateo innamorato”, come dice al futuro suocero che ancora non manda giù la scelta – a suo parere sconsiderata – della figlia. È il 5 marzo 1882 quando nella parrocchia di Predappio si ritrovano tutti gli internazionalisti sovversivi, accorsi per vedere il loro Sandrein che sposa la bella maestrina. Il 30 luglio 1883 al sindaco di Predappio giunge una comunicazione dalla parrocchia di San Cassiano: da Rosa Maltoni e Alessandro Mussolini è nato un bambino di sesso maschile. Si chiama Benito Amilcare Andrea. Benito, come il rivoluzionario messicano Juarez. Amilcare, come il rivoluzionario italiano Cipriani. Andrea, come il socialista Costa… Siamo nel 1903 quando Benito dalla Svizzera torna in Italia: Rosa è malata e il figlio trascorre le giornate accanto a lei. “Prega – dice la donna che Benito più amerà in tutta la sua vita – per una povera maestra che vuole tornare alla sua scuola”. Verso la fine dell’anno sembra riprendersi, ma all’inizio del 1905 sta di nuovo molto male. È del 6 febbraio la sua ultima lettera al Municipio: chiede “con cortese sollecitudine” libri e quaderni per gli alunni poveri. Il 10 dello stesso mese le viene diagnosticata la meningite. Benito è nel 10° Reggimento Bersaglieri: appena appresa la notizia dell’aggravarsi delle condizioni della madre, si precipita a casa. “Giunsi a vederla viva, ma già agonizzante – racconterà – Mi riconobbe dal fez, che volle stringere più volte. Avrebbe voluto parlarmi, ma la paralisi laringea glielo impediva”. Rosa Maltoni muore il 19 febbraio 1905. “Per molti giorni fui perduto – racconterà ancora Benito – mi era stato strappato l’unico essere vivente veramente amato e prossimo a me, l’unica anima eternamente congiunta ai miei palpiti”. 5 Martedì 15 ottobre 2013 Esteri L’ennesima fumata nera tra Democratici e Repubblicani sullo shutdown getta nel panico la finanza internazionale Gli Usa portano il mondo verso il tracollo Se entro giovedì non sarà trovata una soluzione politica allo stallo, la macchina economica statunitense avrà assicurate soltanto due settimane di sopravvivenza di Giuliano Castellino utto il mondo, almeno quello tecno-finanziario, è nel panico. Gli Usa si avvicinano pericolosamente al precipizio del default. Il fine settimana è stato drammatico per il Presidente Obama: la trattativa tra Democratici e Repubblicani per provare ad evitare la bancarotta tecnica degli Stati Uniti ha portato all’ennesima fumata nera. E la fatidica data del 17 ottobre è ormai prossima e sembra ormai dato per certo che il debito pubblico degli USA supererà il tetto massimo consentito dalla legge, e senza un suo innalzamento il governo non potrà più operare sui mercati dei capitali. Gli States sono ormai sull’orlo del precipizio e con loro sembra che tutto l’Occidente ed il resto del mondo “occidentalizzato” stiano per andargli dietro. Nessuna svolta in questi giorni, infatti i Repubblicani hanno deciso di rifiutare ogni ipotesi di accordo e vogliono far cadere il Presidente Obama e tutta la sua compagnia, facendoli ricordare nella storia come coloro che hanno portato l’America alla regressione economica vissuta nel 1929. Rammentiamo che già dal primo ottobre gran parte dei servizi statali sono stati chiusi. T Ma non è l’ormai famoso “shutdown”, per quanto dannoso, a tenere il mondo con il fiato sospeso, ma la questione più pregnante legata al debito. Infatti, questo, per la data del 17 supererà la soglia massima consentita dalla legge, poco più di 16 mila miliardi di dollari. Nella storia degli Usa il tetto legale del debito pubblico è stato innalzato circa un centinaio di volte, ma mai come ora il Governo Americano sembra prossimo alla bancarotta tecnica. Ma stavolta senza un accordo tra i Repubblicani, che hanno la maggioranza alla Camera, i Democratici che invece ce l’hanno al Senato - e la Presidenza, il Governo “a stelle e a strisce” rischia di non aver più fondi per poter stanziare le sue attività. Quando la soglia dei 16 mila miliardi di dollari di debito pubblico sarà superata, il Tesoro avrà in cassa solo una trentina di miliardi di dollari. Una simile somma sarà esaurita in poche settimane, forse solo due… … e dopo sarà il crack! Uno scenario drammatico, che manderebbe “per stracci” milioni di investitori che detengono i buoni del Tesoro, giudicati, fino a poco tempo fa, come l’obbligazione sovrana più affidabile del mondo. In questo scenario di collasso, tutte le trattative politiche sembrano saltare. Il Presidente U.S.A. ha rifiutato l’accordo proposto dai Repubblicani, che prevedeva un incremento del debito solo per alcune settimane, in modo da avere più tempo per trovare nuove soluzioni. Dopo il rifiuto della Presidenza la palla passa ora ai Repubblicani. Proprio in Senato cercheranno un’intesa bipartisan per alzare il debito almeno fino a fine gennaio 2014. Certo manca davvero poco ed i tempi sembrano stringere e al di là delle polemiche e degli accordi politici tutti sanno che il tetto fissato a 16.700 miliardi di dollari è di fatto già stato superato e quasi sicuramente quella che sembrava la super-potenza mondiale sarà costretto SCOTLAND YARD LANCIA L’APPELLO IN GERMANIA E OLANDA Maddie: spunta l’identikit di un uomo misterioso clamorosamente a dichiarare bancarotta, ovvero non sarà più in grado di onorare i propri impegni finanziari con i suoi creditori. Comprese le nazioni straniere che hanno acquistato il debito made in USA, come Cina e Giappone. Intanto, sul rischio di default si è espresso anche il presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim: “Siamo ormai a pochi giorni di distanza da un “momento pericoloso”. Un eventuale default degli Stati Uniti sarebbe un disastro per l’economia mondiale e metterebbe in ginocchio i paesi in via di sviluppo”. Ormai è questione di ore… E’ una corsa contro il tempo da qui a gio- vedì. I timori continuano ad aumentare per quanto riguarda i mercati finanziari, che negli ultimi giorni avevano messo a segno significativi progressi soprattutto grazie ai segnali di un possibile accordo, segnali poi svaniti dopo questo fine settimana che ha visto saltare ogni accordo tra le parti. Il mondo dell’alta finanza trama, anche gli speculatori, le banche e le borse, forse un’intera sistema mondiale sta implodendo (o esplodendo), ma ricordiamoci sempre che i primi a farne le spese saranno i Popoli, soprattutto oggi, senza una guida politica, senza sovranità, al guinzaglio dell’economia dopata. E LA STAMPA OCCIDENTALE SI SCATENA CONTRO LA RUSSIA Omicidio a Mosca: e monta la protesta anti-immigrati di Bruno Rossi lmeno 29 persone sono rimaste ferite negli scontri dei giorni scorsi a Mosca tra ultra-nazionalisti e forze dell'ordine intervenute per porre fine a vandalismi e saccheggi nel sobborgo sud-occidentale di Biryulyovo: il bilancio è stato reso noto da non meglio identificate “fonti sanitarie” a organi di stampa occidentali. Secondo lo stesso resoconto hanno subito lesioni 23 manifestanti, otto dei quali finiti all'ospedale, e sei agenti degli 'Omon', le unità speciali del ministero dell'Interno russo. Ma cosa è successo veramente? In un primo momento gli estremisti si erano radunati in una piazza per reclamare la cattura da parte della polizia dell'omicida di un ragazzo di 25 anni residente nel quartiere, tale Yegor Shcherbakov, accoltellato a morte giovedì sera probabilmente da un individuo originario dell'Asia centrale. Poi la situazione è degenerata e sono iniziati i tumulti, dilagati anche nelle strade adiacenti. La polizia ha faticato, ma ha poi ristabilito l’ordine, anche passando al fermo di circa quattrocento persone, che sono state subito rilasciate. L’ondata di violenze è stata subito bollata come “inquietante”, quando non addirittura apostrofata come “nazista”, dalla stampa occidentale e accostata ad un altro episodio, risalente a sabato e avvenuto a San Pietroburgo. Qui attivisti gay avevano sfidato apertamente le autorità, organizzando una manifestazione “difendere” i loro “diritti”. Come noto, la Duma ha recentemente approvato A di Chantal Capasso adeleine Beth McCann, la bambina britannica, scomparsa misteriosamente all'età di tre anni la sera di giovedì 3 maggio 2007 a Praia da Luz, località di villeggiatura, nella regione di Algarve, in Portogallo, da una camera d’albergo mentre i genitori erano fuori a cena. Il 9 maggio, l'Interpol diffondeva un allarme mondiale a tutti gli Stati membri per la sua scomparsa. La polizia britannica, continua ad indagare, e lancia l’appello per l'identificazione, lo stesso sarà ripetuto nei giorni successivi in Germania e Olanda, paesi dove potrebbero vivere le persone da rintracciare. "Lo scopo dell'appello" nel programma tv "Crimewatch", ha spiegato la polizia britannica, "è cercare e identificare questi uomini, per M escludere gli innocenti o stabilire se sono coinvolti in qualche modo". Gli investigatori ritengono che Maddie possa essere ancora viva. Oggi la bimba avrebbe 9 anni. Nella lista delle persone coinvolte nella vicenda ci sono i cittadini di cinque Paesi europei, fra cui Regno Unito e Portogallo. L'inchiesta della polizia portoghese è stata chiusa nel 2008 con un nulla di fatto. Gli investigatori locali avevano puntato sui genitori, Katy e Gerry, ipotizzando che la bambina fosse morta in un incidente colposo e che questi avessero fatto sparire il cadavere. Inoltre la polizia britannica ha diffuso l’identikit dell’uomo che si trovava nella zona del rapimento quella sera. "Può essere o può non esser la chiave di volta delle indagini, ma per noi rintracciarlo e parlargli è di importanza vitale", ha detto l'ispettore capo di Scotland Yard, Andy Redwood, ed ancora “nuove teorie, nuove prove e nuovi testimoni” del caso. Le immagini si basano sulla testimonianza di due persone che lo videro la notte in cui Maddie venne rapita. L'uomo aveva tra i 20 e i 40 anni, bianco, di taglia media, con i capelli castani corti, il volto sbarbato. La cronologia che abbiamo fissato ha dato nuovi significati alle apparizioni e ai movimenti di persone. Il nostro lavoro ad oggi ha cambiato in modo significativo la versione accettata degli eventi. Continuiamo a credere che Madeleine possa essere viva''. Gli investigatori londinesi hanno compilato una lista di 38 persone coinvolte nella vicenda. I genitori di Maddie hanno visto foto e identikit e hanno fatto sapere che la nuova indagine ''e' un grande passo in avanti''. una legge che sostanzialmente tutela i minori, rendendo vietate campagne pro-gay e atteggiamenti omosessuali in presenza di bambini. Ebbene, gli attivisti sono stati minacciosamente circondati da gente comune, tra cui molte donne con icone ortodosse in mano, e in un secondo momento identificati: 67, in tutto, gli arrestati, dopo che gli incidenti erano scoppiati quando i circa 200 contrari alla manifestazione avevano strappato una bandiera arcobaleno. Tra gay e anziane ortodosse, insomma, non è che sia scorso sangue: ma si è voluta comunque cogliere l’occasione per dipingere la Russia come un paese di sanguinari in salsa omofoba. Più difficile invece che certi soloni della stampa internazionale arrivino ad usare gli stessi metri di giudizio quando, come avvenuto nei mesi scorsi a Stoccolma e più indietro ancora a Bruxelles, Parigi e Londra, quando frotte di immigrati hanno messo letteralmente a ferro e fuoco interi quartieri. Il che ci dà un po’ la sensazione di essere capitati noi occidentali, venticinque anni dopo, dalla parte sbagliata del muro… 6 Martedì 15 ottobre 2013 Roma La gestione del corpo di polizia locale continua ad essere una spina nel fianco del sindaco Vigili: tregua armata col Campidoglio Dopo la nomina di Clemente e la promessa di un milione di euro i sindacati confederali abbassano i toni. Ma l’assemblea di domani può gettare il traffico nel caos embra esserci una tregua tra Marino e i sindacati dei caschi bianchi, o almeno parte di questi. Una tregua che le maggiori sigle concedono con riserva all'amministrazione le cui mosse da questo momento saranno attentamente monitorate. Tante le questioni irrisolte sul tavolo che il sindaco Marino, almeno a parole e di concerto con il neo Comandante Raffaele Clemente, si impegna a risolvere. Su tutte, gli sblocchi degli straordinari e delle assunzioni (2.600 circa) previste dal recente concorso e ferme al palo. Riguardo il primo punto, il Campidoglio ha assicurato che è in arrivo un milione di euro quanto prima, mentre ci si impegnerà “sullo sblocco del concorso e quindi sulle assunzioni”. Sotterrano per il momento l'ascia di guerra quindi i sindacati confederali e fanno buon viso a cattivo gioco anche sulla nomina di Clemente, autodefinitosi “un esterno all'altezza” che farà sentire il Corpo “meno debole e meno abbandonato”. Tuttavia il sindaco ciclista non potrà ancora dormire sonni tranquilli sul fronte Polizia locale. Se le tre maggiori sigle gli tendono, per il momento, la mano, lo stesso non può dirsi per i sindacati autonomi ai quali ancora non va giù la nomina di un esterno. Riguardo all'incontro avvenuto nella mattina S di lunedì, il Sulpl è categorico: “Venerdì prossimo - afferma il segretario romano Stefano Giannini - quando non si potranno usare gli straordinari a causa di uno sciopero nazionale si potrà constatare come il problema principale della Polizia locale a Roma non è lo straordinario, vero e proprio doping contabile, ma la carenza di personale”. “Su questo problema - conclude Giannini - il sindaco Marino non ha voluto sottoscrivere alcun impegno con i sindacati se non la solita promessa verbale di velocizzare i tempi del concorso”. Sulla stessa linea anche l'Ospol, il quale non ha intenzione alcuna di ritirare il ricorso al Tar contro la nomina di Clemente: “Il sindaco ha assicurato un milione per gli straordinari ma lo vogliamo vedere concretamente - ha spiegato il segretario Stefano Lulli - Come Ospol abbiamo chiesto quale sia il progetto politico della sua Giunta. Abbiamo poi chiesto se ci saranno le assunzioni per arrivare a 8.450 agenti che sono lo standard minimo per far funzionare la città”. Indetta inoltre dallo stesso sindacato un'assemblea per domani, che potrebbe causare un'ennesima giornata di caos di traffico nella Capitale, “per informare quanto discusso in occasione dell'incontro con il sindaco”. Ugo Cataluddi SEGNALI DI SFIDUCIA Domenica scorsa disagi nelle due aree di vendita Mercati sguarniti: a Porta Portese e sulla Togliatti finisce in rissa M ancano i vigili e succede il finimondo. Domenica scorsa, al mercato di Porta Portese e sulla Togliatti, la situazione è sfuggita di mano degenerando, nel secondo caso, in una rissa con un ferito. Nel mercato di Monteverde si è verificato un vero e proprio assalto di abusivi e nomadi che hanno occupato spazi non autorizzati. Sulla Togliatti, invece, a metà mattinata è stato necessario l’intervento di tre volanti della polizia per sedare una rissa dove una persona è rimasta ferita a seguito di un colpo inferto da un nigeriano. Alla base di questo caos c’è la decisione del Comune di Roma di sospendere tutte le ore di stra- ordinario della polizia municipale in modo da risparmiare denaro. A disegnare un quadro della situazione, tuttavia, bastano i numeri. In genere al mercato di Porta Portese prestano servizio 73 vigili. Domenica scorsa, invece, erano in 45. Praticamente la metà. Ancor più grave la situazione sulla Togliatti, dove i vigili presenti erano soltanto tre. Essendo insufficienti a garantire l’ordine pubblico, gli agenti si sono quindi limitati a compiere la “spunta”, ossia la verifica dei posti. Quando è terminata la verifica, a custodire il mercato sono rimasti solo i volontari dell’associazione AGS di Porta Portese Est, che tuttavia più volte hanno lanciato l’allarme sicurezza. Per quanto possano essere presenti nel mercato, restano comunque volontari in pettorina e non agenti in divisa. Difatti, è bastato un futile motivo a generare una rissa che soltanto un folto gruppo di agenti della polizia di Stato ha potuto smorzare. L’idea che un servizio di vigilanza privato possa prendere il posto della polizia municipale è fuori da ogni logica. Basti pensare che molti dei reati che si registrano nei mercati hanno carattere penale, legato alla contraffazione della merce o a frodi fiscali, e che pertanto debbono essere perseguiti da polizia giudiziaria. Giorgio Musumeci ALMENO TRENTA I CASI DI CORRENTISTI DERUBATI FUNERALI E LUOGO DI SEPOLTURA ANCORA INCERTI La bocciatura della Cgil: “Giunta Marino chiusa” Sicurezza dei bancomat, scoperta l’ennesima falla La sorte di Erich Priebke scatena nuove polemiche Il segretario Di Berardino: “I suoi atti non sempre hanno riguardato le priorità Banda di stranieri svuotava sportelli usando una semplice forcella metallica Il legale Giachini: “Dimostriamo di avere il rispetto che manca ad altre persone” O ontante elettronico, contante sicuro? Come no! Andatelo a dire a quella trentina di persone che si sono recate allo sportello per ritrovarsi comunque a secco. E questa volta, non per il solito disservizio dell’istituto di credito, che tra linee sovraccariche e problemi vari trova raramente il modo di dare al proprio cliente i soldi (suoi). Ma per una… forcella metallica. Alla banda che è stata fortunatamente sgominata bastava infilarla nella fessura del bancomat e il gioco era fatto: quando il cliente successivo, davanti allo sportello che non erogava le banconote richieste, si allontanava per protestare, gli ideatori dello stratagemma passavano all'incasso. Si chiama "cash trapping" la nuova frontiera del furto mordi e fuggi: i carabinieri della Stazione Monteverde Nuovo, coordinati dalla Compagnia Trastevere, hanno disarticolato un'associazione composta da moldavi e romeni che utilizzando questa tecnica avevano messo a segno oltre 30 "colpi" ai danni di numerosi istituti di credito nella capitale. Sei le ordinanze di custodia cautelare a morte dovrebbe rendere gli uomini uguali. Ricchi o poveri, nazisti o comunisti, fascisti o partigiani: una volta esalato l’ultimo respiro, ci si dovrebbe ritrovare tutti allo stesso livello. Come hanno in passato scritto poeti e letterati in opere di grandissimo impatto culturale e popolare (pensiamo a Totò con “La livella” e a Foscolo con “I Sepolcri”), quando si giunge al termine del percorso terreno si torna ad essere tutti uguali. Questa sacrosanta considerazione sembra però non valere per Erich Priebke, ex ufficiale delle SS recentemente scomparso a Roma. Della sua vita e delle sue colpe – per le quali è stato giudicato e condannato, pagandole come è giusto che sia con la detenzione perpetua – si è già scritto fin troppo. Restano forse ancora da fare alcune considerazioni, se non altro per le polemiche che si stanno da più parti scatenando in queste ore, sulla questione del rito funebre e della sepoltura del discusso Capitano. E se, a fronte del timore che le esequie si trasformino in una manifestazione politica, il Vicariato di Roma pare che abbia in- rmai un argine si è rotto. E i mugugni che hanno accompagnato il modus operandi di Ignazio Marino, fin dall’insediamento della giunta, alla vigilia dell’approvazione di un controverso bilancio ormai diventano voci. Anche autorevoli. Come quella del vertice del sindacato da sempre quantomeno “vicino”, se non funzionale, a tutte le amministrazioni di centrosinistra che si rispettino. Nonostante la porzione abbondante di diplomazia con la quale il segretario regionale della Cgil ha infarinatole sue dichiarazioni, quella di Claudio Di Berardino somiglia infatti a una sonora bocciatura. “Ci preoccupano lo stato della città e i problemi delle persone che sono soprattutto legati al lavoro, colpito dalla crisi. Per questo il ragionamento fiscale diventa di fondamentale importanza, perché un'amministrazione comunale come quella di Roma deve preoccuparsi di avere un fisco equo e progressivo. Deve quindi fare in modo che chi ha di più paghi di più e chi ha di meno paghi di meno. E bisogna anche preoccuparsi di fare investimenti per creare posti di lavoro”. Nell’intervista del leader della Cgil di Roma e del Lazio a Radio Manà Manà, Di Berardino invita Marino a “tenere sottocchio anche la questione sociale, quindi tutelare le persone più deboli. E l'altra questione è legata ai servizi pubblici. Sono 4 priorità di cui bisogna tenere conto e ci auguriamo che oggi possa aprirsi una discussione su questi punti. Il sindacato si rende disponibile al confronto, ma anche ad assumersi alcune responsabilità. L'importante è che il Comune faccia delle scelte, anche se la coperta è corta. Finora la giunta Marino si è chiusa al suo interno, adottando dei provvedimenti che non sempre riguardavano le priorità della città. Ora faremo richieste concrete e vogliamo risposte chiare”. Campanelli d’allarme che suonano. Di fondo, i silenzi assordanti degli uomini forti (in primis Bettini) che paiono aver abbandonato a se stesso il sindaco. È la sinistra al potere, ragazzi. Se vi piace… Robert Vignola C in carcere e decine le perquisizioni. Per tutti l'accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e danneggiamenti aggravati. La tecnica - spiegano gli investigatori - è elementare quanto subdola, perché non mostra alcuna alterazione visibile della struttura dello sportello. I ladri prima procedono al ritiro di una esigua somma di denaro con l'uso di una carta prepagata, ottenendo così l'apertura dello sportello erogatore. A questo punto vi inseriscono una forcella metallica costruita ad hoc e attendono a distanza che il cliente successivo effettui il prelievo. Lo sventurato utente concluderà tutte le operazioni di prelievo sino alla visualizzazione della dicitura "Operazione completata/importo erogato", ma le banconote non fuoriescono dallo sportellino, che resta chiuso. Così il cliente, imputando il disguido a un guasto tecnico, solitamente si allontana, deciso a reclamare il disservizio all'istituto di credito in un secondo momento. Nel frattempo, qualcuno avrà svuotato lo sportello. Valter Brogino L tenzione di negare i funerali religiosi, proponendo la “diplomatica” soluzione di una preghiera in casa, rifiutata però dall’avvocato di Priebke, anche per quanto riguarda la sepoltura ci sono problemi: l’Argentina – in cui Priebke ha vissuto a lungo e dove è sepolta la moglie – ha rifiutato di accogliere la salma, che la comunità ebraica romana ha chiesto di spedire in Germania. Dal canto suo l’avvocato Giachini ha invece proposto la tumulazione nel cimitero militare tedesco di Pomezia, soluzione prontamente e nettamente rifiutata dal sindaco della cittadina, secondo il quale chi è coinvolto con il regime nazista “deve essere giudicato e poi cancellato dalla memoria collettiva. Pomezia non accoglierà mai uno di loro”. Per quanto riguarda la data delle esequie, il legale ed amico dello scomodo defunto ha precisato che sicuramente non si terranno nel giorno dell’anniversario della deportazione degli ebrei della Capitale, che cade in questa settimana. “Noi – ha dichiarato – abbiamo il rispetto che manca ad altre persone”. Cristina Di Giorgi 7 Martedì 15 ottobre 2013 OSTIA: ONLUS PER DISABILI COSTRETTA A FERMARE ATTIVITA’ DI ASSISTENZA Tra Regione ed Equitalia a rimetterci sono i disabili Evasione “choc” di un centesimo, ma la cartella esattoriale arriva a 155mila euro E la Giunta del Lazio è debitrice verso la struttura di 130mila euro, adesso pignorati na presunta, grave, evasione di un solo centesimo di euro. E’ questo il motivo che ha spinto l’Inps a bloccare l’attività dell’ Anffas di Ostia, una onlus che da vent’anni si occupa della riabilitazione di ragazzi con disabilità intellettiva e/o relazionale, in particolare 300 persone tra i quali anche autistici. Questo irrisorio falso in bilancio nel versamento dei contributi del 2009 che ha causato non solo una mega-sanzione ma anche il pignoramento del locali per un totale di 155mila euro nei confronti dell’associazione. Si è trattato di un provvedimento speciale, senza possibilità di ricorsi e senza preavviso. Una storia che risale al 2011, quando l’Anffas Ostia, venne a contatto con le cartelle misteriose da 300mila euro dell’Inps, la cui minaccia venne fatta rientrare dal Tribunale di Roma con un provvedimento ad hoc. Tempo di tirare un respiro di sollievo e ecco che arriva una nuova grana per i gestori dell’ Anfass: Durc negativi (il Documento unico di regolarità contributiva, U il certificato che attesta il rispetto degli obblighi di legge, ndr), che bloccano automaticamente l’affidamento e il rinnovo di contratti pubblici di servizi di assistenza socio-sanitari, paralizzando quindi l’attività della Onlus. E qui ci mette lo zampino anche l’Inps che, tramite Equitalia, ha attivato le procedure di pignoramento di 130mila euro, proprio la cifra che l’associazione attende da oltre un anno dalla Regione Lazio (ente presso il quale è accreditata) per le prestazioni già erogate. “Ciò che sta avvenendo è assurdo – afferma il presidente di Anffas Ostia, Ilde Plateroti -. Non possiamo permetterci di chiudere e di questo dovranno rispondere quei funzionari dell’Inps di Ostia a cui i nostri sistemi virtuosi sembrano non andare giù”. In questo caos c’è comunque una legge a cui la onlus può ancora appellarsi: è la 426 del dicembre 1991, che prevede la possibilità per “istituzioni ed enti senza fini di lucro, che erogano prestazioni di natura sanitaria direttamente o convenzionalmente sovvenzionate dallo Stato, dalle Regioni o dalle unità sanitarie locali” di cedere i crediti vantati come “misura generalizzata di pagamenti dei contributi dovuti”. Una questione assai delicata dunque che ha portato, già dallo scorso luglio, Inps e Regione Lazio a intavolare un tavolo di discussione per raggiungere un accordo definitivo. Da sottolineare è che l’Anffas al momento è l’unico ente ad aver subito un tale trattamento a non aver ottenuto i Durc positivi con riserva come avvenuto invece per altre onlus nella stessa situazione. Francesca Ceccarelli Dal Lazio IL “DISCARICA-BARILE” È ARRIVATO A CUPINORO Rifiuti: ora a Bracciano vanno in scena i blocchi I manifestanti non si fidano delle rassicurazioni e i camion provenienti da Roma non passano I l “discarica-barile” sull’emergenza rifiuti sta producendo pessimi risultati, anche se va detto che c’è una sensazione: le manifestazioni di chi protesta contro le discariche, da quando al potere di praticamente ogni livello governativo locale e nazionale c’è il centrosinistra, non godono di buona stampa, o quanto meno dell’attenzione di cui godevano in passato. Così è pure a Bracciano. Ieri i comitati del comune lacuale e di quelli più vicini alla sua discarica, in particolare le popolose Cerveteri e Ladispoli, sono scesi in strada a Cupinoro. Perché, e lo hanno detto a chiare lettere, non si fidano delle rassicurazioni del sindaco di Bracciano Giuliano Sala ("Cupinoro non sarà una nuova Malagrotta", ha detto il primo cittadino targato Pd. L’obiettivo della manifestazione di fronte alla discarica braccianese era impedire l'ingresso ai camion che dovrebbero cominciare a conferire 20mila tonnellate di rifiuti di Roma per un periodo previsto di tre mesi. ''Si sa come iniziano queste cose, a Malagrotta i tre mesi sono diventati 35 anni'', dicono i promotori della manifestazione, che vede riunite circa 200 persone. I mezzi sono rimasti a lungo fermi davanti al blocco inscenato, tra essi anche un'autobotte carica di percolato, che voleva invece uscire dal sito. La zona è stata presidiata dai carabinieri della Compagnia di Bracciano e dagli agenti della municipale. Non ci sono state tensioni. Ma tra gli animatori della protesta c’è don Luigi Bergamin, parroco dei Terzi, a Cerveteri. ''Questa è un'operazione che non può passare sopra le teste dei cittadini della zona. Chiediamo che siano effettuate tutte le verifiche sulla regolarità della concessione degli invasi a beneficio dei rifiuti di Roma'', dice. Il timore è che le valutazioni di impatto ambientale possano portare all'ampliamento del volume di rifiuti di Roma, fino a 450mila tonnellate, da stoccare presso il sito braccianese. Valter Brogino Martedì 15 ottobre 2013 8 Dall’Italia A Lampedusa Centro accoglienza di nuovo al collasso. Le bare dell’hangar sbarcate a Porto Empedocle Immigrati, ancora sbarchi in Sicilia Negli ultimi due giorni soccorse in mare quasi 500 persone. Pronta la missione umanitaria di Giorgio Musumeci entre a Porto Empedocle arrivavano le bare delle vittime della tragedia avvenuta lo scorso 3 ottobre, gli sbarchi di immigrati hanno continuato a farla da protagonisti sulle coste di Lampedusa e della Sicilia. All’alba di ieri, un peschereccio con a bordo 150 migranti tra tunisini e siriani, è sbarcato al porto dell’isola senza essere stato avvistato durante la navigazione. I naufraghi, tra cui 27 donne e 25 bambini, sarebbero partiti dalla Libia. Una volta messo piede sull’isola, sono stati immediatamente traferiti al Centro di accoglienza che intanto ospita oltre 600 persone in più del consentito, finendo nuovamente al collasso. Sempre nella mattinata di ieri, altri 152 migranti tra cui 13 bambini, sono scesi al porto di Pozzallo. Soccorsi in un primo momento dalla nave “Asso 30” a largo di Lampedusa, i naufraghi sono stati raggiunti dalla Capitaneria di Porto e condotti nella città ragusana. Poco lontano da lì, a Portopalo di Capo Passero, sono sbarcati altri 92 africani soccorsi a notte fonda dalla Guardia costiera mentre navigavano a largo delle coste siciliane. A bordo c’erano solo uomini che hanno riferito di essere originari del Mali, del Senegal e della Somalia. Tra di loro anche quattro minorenni. E ancora, a largo di Reggio Calabria le motovedette M della Guardia Costiera hanno intercettato e scortato in porto un altro barcone con 226 persone. Nascosti fra loro sarebbero stati individuati anche gli scafisti. Nel frattempo a Lampedusa il mare continua a restituire i corpi dei migranti morti nel terribile naufragio di dieci giorni fa. Il lavoro dei sommozzatori prosegue, e ieri sono stati recuperati altri sei cadaveri. A Malta è stato ritrovato, invece, il corpo di un bambino di tre anni, scomparso nel naufragio di venerdì scorso avvenuto a largo dell’isola nel quale hanno perso la vita 38 persone. Intanto a giorni dovrebbe partire il piano di pattugliamento del Mediterraneo per poter intervenire immediatamente nei soccorsi ed evitare altre tragedie del mare. Sei mezzi navali, quattro elicotteri e altrettanti aerei dovrebbero perlustrare giorno e notte il braccio di mare “interessato” dai profughi. Tale intervento segue di una settimana una collaborazione instaurata tra il nostro Dipartimento immigrazione e la polizia locale di Tripoli affinché si tenga maggiormente sotto controllo il nord del Paese in modo da fermare le partenze organizzate dagli scafisti. Come ha anticipato il ministro della Difesa Mario Mauro, “l’attuale impiego giornaliero di 500 uomini potrebbe essere addirittura triplicato”. Riguardo la durata della missione umanitaria, invece, il ministro ha preferito non sbilanciarsi, spiegando che “molto dipenderà anche dai tempi di stabilizzazione della situazione libica e soprattutto dal supporto che ci arriverà dall’Unione Europea”. Certamente se ne discuterà durante la riunione del Consiglio Ue fissato per il 24 e 25 ottobre che all’ordine del giorno ha inserito proprio l’emergenza legata ai migranti. In quella sede si parlerà anche di finanziamenti. E allora vedremo quanto l’Europa sarà disposta ad agire per venire incontro all’Italia e all’emergenza che, adesso e in passato, ha sempre sostenuto da sola. Un’operazione simile, con un coinvolgimento tale di mezzi e uomini, non può essere economicamente a carico solo del nostro Paese. Se è vero che Lampedusa è la porta d’Europa, è altrettanto vero che il problema appartiene all’Europa tutta. Altrimenti il susseguirsi di visite e promesse cadrà, ancora una volta, nel vuoto. A discapito nostro e di quei poveri disgraziati. TORINO – LA BANDA DEGLI INCENSURATI Rapinavano banche, dieci arrestati carabinieri di Torino hanno sgomitato una banda specializzata in rapine seriali a banche. Il capo dell’organizzazione è un catanese rapinatore professionista che ingaggiava uomini incensurati. Tra i suoi seguaci, il leader della gang aveva anche chi metteva a disposizione la propria abitazione utilizzandola come base logistica. Secondo quanto emerso dalle indagini, i rapinatori, armati di taglierino, in diverse occasioni hanno persino sequestrato il diret- I tore, al fine di garantire il successo dell’operazione. A finire in manette sono 10 italiani, individuati dai Carabinieri dopo una serie di riscontri fatti con le immagini delle telecamere di sorveglianza delle banche assaltate. Tutti incensurati, risultano essere responsabili di 18 rapine, per un guadagno di oltre 800mila euro. Le rapine sono avvenute in Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana e Veneto. G.M. PERUGIA – SI DICHIARAVA INNOCENTE Davide Valpiani suicida in cella a testa infilata in un sacchetto e, accanto, il fornellino a gas: è stato trovato morto così domenica dalla polizia penitenziaria, riverso sul pavimento della cella nel carcere di Perugia, il forlivese Davide Valpiani, 49 anni, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Vincenzo Di Rosa, fratello della sua compagna avvenuto nel 2005 a Cervia (Ravenna). Solo due giorni prima, chiudendo la telefonata con il suo difensore ravennate Gianluca Alni, Valpiani aveva ancora una volta insistito sulla propria estraneità a quell’omicidio: “Sono innocente, avvocato, la prego faccia qualcosa”. E proprio al legale faceva riferimento il biglietto trovato nella cella e scritto prima di morire: “Avvertite l’avvocato Alni”. La condanna all’ergastolo gli era stata inflitta dalla Corte d’Assise L di Ravenna nel 2008. La sentenza fu poi confermata in appello e in Cassazione. Valpiani, fu riconosciuto responsabile dell’omicidio di Vincenzo Di Rosa, fratello della donna che in quel momento, nel 2005, era la sua compagna. Movente indicato, la riscossione del risarcimento di 800mila euro relativo a due polizze-infortuni che Valpiani aveva convinto Vincenzo a stipulare. Beneficiaria delle polizze, la compagna che ha poi rinunciato agli indennizzi. Dieci anni fa Valpiani era stato assolto dall’accusa di aver ucciso i genitori: la madre fu trovata semicarbonizzata nella vasca da bagno; il padre morì apparentemente per un malore. Il presunto movente era una ricca eredità. Due perizie giocarono a suo favore: la madre si suicidò, il padre era B.F. stato colpito da ictus. 9 Martedì 15 ottobre 2013 Dall’Italia Catania – Scandalo formazione, rubati 9 milioni di fondi pubblici sul totale dei circa 58 milioni ricevuti nel quinquennio 2005-2010 Scoperchiato il vaso di ‘Pandora’ Dieci in manette accusati di peculato, truffa aggravata per il conseguimento di contributi, corruzione, falso e frode fiscale nnesimo scandalo su formazione in Sicilia. Dopo Palermo e Messina è l’ora di Catania, dove dieci persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza con l’accusa di essersi appropriate indebitamente dei contributi pubblici, anche comunitari, destinati alla formazione. Dovranno rispondere dei reati di peculato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, falso e frode fiscale. Lo comunica una nota delle Fiamme gialle che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare e il contestuale sequestro preventivo di beni mobili ed immobili per un valore complessivo pari a circa 3,7 milioni di euro, emessa dal Gip di Catania su richiesta della procura della Repubblica presso il tribunale locale. Nel dettaglio, con l’operazione denominata ‘Pandora’ è venuta alla luce l’esistenza di un’associazione a delinquere che si è appropriata indebitamente di circa nove milioni di euro sul totale dei circa 58 milioni ricevuti sotto forma di contributi nel quinquennio 2005-2010 per l’organizzazione e realizzazione di 112 corsi di formazione. Gli ‘esperti’, avrebbero utilizzato documenti falsi per rendicontare le spese e gli acquisti di beni che invece di garantire tali corsi servivano ad altro. Quattro sono gli enti di formazione coinvolti: Anfe provinciale (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), Iraps, (Istituto di Ricerche e Applicazioni Psicologiche e Sociologiche), Anfes (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati Siciliani) e Issvir, (Istruzione, Servizi, Sport, Volon- E tariato, Italiano e Regionale), tutti con sede a Catania e operanti in altre province siciliane. Per due dei dieci indagati è stata dei quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere: si tratta di Giuseppe Saffo, Francesco Cavallaro. Ai domiciliari invece La sede di uno degli enti coinvolti (foto BlogSicilia) gli altri otto: Concetta Cavaldei fornitori degli enti di formazione laro, Manuela Nociforo, Eleonora Viscuso, professionale, sarebbe stata fatta aggiDomenico La Porta, Rosa Maria Trovato, rando le regole previste dalla normativa, Giuseppe Bartolotta e Biagio La Fata. che prevede la comparazione di tre Secondo la Procura, il sistema di frode preventivi e l’individuazione di quello è stato ideato principalmente da Giupiù conveniente tra essi. seppe Saffo e dal nipote Francesco Cavallaro che tramite alcune imprese a In particolare, le indagini hanno ricoloro stessi riconducibili anche attraverso struito che l’organizzazione provvedeva altri familiari erano state appositamente alla formazione di preventivi falsi con costituite per documentare spese totalprezzi molto superiori rispetto a quelli mente fittizie. In altri casi, le società di proposti dalle imprese legate al gruppo ‘comodo’ sarebbero state utilizzate come criminale, sulle quali inevitabilmente soggetto economico interposto tra gli cadeva la scelta. Le indagini avrebbero effettivi fornitori e gli enti di formazione anche interessato un funzionario della professionale, per gonfiare il prezzo di Regione Siciliana in servizio all’Ispettorato Provinciale del Lavoro di Catania, alcune forniture e servizi destinati agli enti in questione. In diversi casi, le imche ha revisionato, nel tempo, i rendiconti prese avrebbero emesso fatture per la degli enti, senza alcun controllo della prestazione di servizi (ad esempio per rendicontazione, ottenendo in cambio pulizia e manutenzione dei locali e asl’assunzione in alcuni degli enti interessati sistenza attrezzatura informatica) in realtà dalle indagini. mai eseguite. Anche l’individuazione Carlotta Bravo ME S T RE : L A PROT E S TA DI DUE RESIDENTI “Noi come la pecora: abbandonate” na pecora legata e abbandonata davanti ad un cassonetto. Un episodio sicuramente insolito che solleva una ben più ampia polemica su ciò che avviene a Mestre, più precisamente in via Fogazzaro (e dintorni), dove a causa degli immigrati i cittadini sono costretti a vivere a stretto contatto con la criminalità. A protestare sono Giulia e Giuliana che inviano una lettera al quotidiano locale ‘Il Gazzettino’ dicendosi indignate. “Una pecora legata ad un cassonetto non si era mai vista prima d’ora – scrivono le due – Non è stata ancora fatta chiarezza sul perché quell’animale si trovasse lì e su quale sarebbe stato il suo destino se non fossero intervenute, fin troppo tempestivamente e in gran numero le autorità. Indignazione dovuta anche al fatto che ci fossero ben tre volanti della polizia e una dei carabinieri per quella che di certo non può definirsi ‘un’emergenza’ sebbene sia un fatto grave”. Di problemi in quella zona infatti ce ne sono molti. “Di emergenze – continuano – nella nostra zona ce ne sono ben altre che meriterebbero la stessa attenzione, se non di più: dai furti nelle auto o nei cortili, alle abitazioni subaffittate, ai magazzini pieni di merce contraffatta ai quali si unisce il continuo andirivieni di venditori abusivi, al giro di prostituzione agli incroci, allo spaccio a cielo aperto e alla merce che viene furbescamente occultata nelle siepi vicino ai condomini”. U Mentre la pecora è stata affidata da alcuni allevatori, le due si chiedono che fine faranno. “Ci sentiamo presi in giro in primo luogo dalle autorità ed in secondo luogo da chi ci dovrebbe rappresentare e tutelare. È giusto continuare ad essere omertosi e spaventati, oltre che ignorati da chi di dovere? Noi diciamo basta! La verità è che ci siamo sentiti tutti abbandonati e perduti proprio come la povera pecora, ci sentiamo destinati ad un sacrificio inevitabile che giorno dopo giorno si compie inascoltato, senza che nessuno venga in nostro soccorso. Che qualcuno ci salvi!”. Barbara Fruch Duro colpo a Sacra Corona Unita Ricostruiti 4 omicidi e 6 tentati omicidi In carcere i vertici dell’organizzazione D iciotto gli arresti in provincia di Brindisi, indagate per associazione mafiosa, omicidio plurimo, ma anche tentato omicidio con l'aggravante del metodo mafioso. Attraverso l’operazione congiunta tra gli agenti della squadra Mobile di Brindisi e del commissariato di Mesagne, i carabinieri del Ros di Lecce e del comando provinciale di Brindisi. Le indagini della polizia di Stato e dei carabinieri, avviate nel 2012 ed incentrate sui clan dominanti della frangia brindisina della Sacra Corona Unita, hanno consentito di ricostruire i moventi, gli autori e i mandanti di 4 omicidi e 6 tentati omicidi commessi, tra il 1997 ed il 2010, nell'ambito di una faida interna all'organizzazione mafiosa di appartenenza, appunto la Scu. Gli arresti dell’operazione, denominata Zero, sono stati disposti dal gip di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale anti- mafia. Il quadro fornito dalle indagini ha ricostruito più di un decennio di fatti di sangue, attraverso le dichiarazioni di collaboratori di giustizia e di riscontri raccolti in fase istruttoria dei pentiti Ercole Penna e Cosimo Guarni, detto Maradona, entrambi di Mesagne. Tra i nomi delle persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare, spiccano quelli di Francesco Campana, considerato il capo della Sacra Corona Unita di Brindisi e arrestato nel 2011 dopo una condanna a 9 anni per associazione mafiosa, e del suo presunto braccio destro Ronzino De Nitto, entrambi arrestati tra il 2011 ed il 2012, dopo una lunga latitanza. Tra gli altri clan attivi nel brindisino, compaiono la famiglia Bruno di Torre Santa Susanna e i Mesagnesi, capeggiati da Antonio Vitale, Massimo Pasimeni, Ercole Penna e Daniele Vicentino. Chantal Capasso GIOVINAZZO (BARI): E’ SEDE DI UN’ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO La Fattoria sociale assaltata dai ladri I componenti della Onlus: “Aiutateci a ricostruire, non vogliamo rinunciare al nostro progetto” N Poi le due ritornano a parlare della pecora sottolineando la presenza nei dintorni di una moschea. “L’idea più accreditata, grazie a testimoni oculari che non si sono palesati, è che la pecora in questione sia stata comprata, sempre per non dire ‘rubata’, portata con una macchina di fronte alla fantomatica moschea, fatta passare per ‘centro culturale’ probabilmente allo scopo di essere sacrificata o macellata. Le persone viste in compagnia dell’animale, hanno ben pensato, una volta scoperte, di legare l’animale al suddetto cassonetto ed, in seguito, di barricarsi all’interno della moschea, alias ‘centro culturale’, per non uscirne più”. BRINDISI – IL BLITZ DI POLIZIA E CARABINIERI on si può stare tranquilli neanche quando ci si occupa di volontariato. E’ quello che devono aver pensato i ragazzi della Fattoria sociale quando hanno trovato i locali della loro sede distrutti e gli animali razziati. E non una sola volta: il primo episodio due giorni fa e il secondo la scorsa notte, ad ostacolare una ripresa già di per sé faticosa e impegnativa. “Hanno rubato e devastato tutto quello che c’era. A farne le spese i nostri animali: cani, conigli, galline. E anche le mascotte della fattoria, le due caprette che avevamo salvato. Oltre ai danni, sono state rubate attrezzature e mangimi. Ci verrebbe voglia di interrompere la nostra avventura, ma facendo questo la daremmo vinta a tutti coloro che ci vogliono male” scrivono i componenti del gruppo che gestisce la Fattoria. Che, va detto, è una Onlus impegnata nella riscoperta dei piaceri di una vita votata alla tradizione, al legame con la terra e gli animali. “L’idea – si legge nel sito internet dell’associazione - è quella di recuperare una villa ed un ettaro di terreno donata all’associazione da una famiglia di Giovinazzo (Bari)”, su cui a circa un anno dall’inizio dei lavori, eseguiti personalmente, i ragazzi hanno piantato un orto coltivato in biologico, frutteti e oliveti. Grazie ai quali loro stessi producono marmellate, olio, dolci e altro, senza usare pesticidi, prodotti chimici e organismi geneticamente modificati. “Oltre all’attività agricola – scrivono i ragazzi - nella Fattoria sono ospitati e amorevolmente curati anche diversi animali, che contribuiscono a creare un ambiente favorevole a sviluppare soprattutto nei bambini disabili attività emozionali legate alla ludica ed alla didattica. Per fare comunità, aiutare i disoccupati a trovare un lavoro grazie al ritorno alla terra, favorire la riscoperta, da parte anche di anziani e disabili, delle tradizioni agricole perdute, dando loro la possibilità di dedicare del tempo all’orto e alla botanico terapia. Vogliamo creare una Fattoria sociale dove nessuno resti indietro e nessuno si senta escluso”. Un quadro sano e naturale, nel quale organizzare anche gite, incontri e visite guidate. Vissuto fino ad ora esclusivamente grazie all’impegno dei volontari e al contributo di amici e sostenitori. Un contributo che, ora come non mai, è non solo utile ma anche necessario per la sopravvivenza di un progetto importante e degno. E fa bene anche a chi lo versa perché, come scritto da un grande poeta italiano e riprodotto nel materiale di una campagna di sensibilizzazione della Fattoria sociale, “Io ho quel che ho donato”. Cristina Di Giorgi 10 Martedì 15 ottobre 2013 Dall’Italia Fari puntati solo ed esclusivamente sul Cavaliere per gli annunciati provvedimenti di clemenza Gli altri “Berlusconi” che nessuno vede I consiglieri (o ex) di 16 regioni coinvolti in inchieste per “spese folli” potrebbero godere di amnistia e indulto mnistia e indulto per tutti, tranne Berlusconi. I “rimedi straordinari” non serviranno solo a risolvere (in minima parte) il gravissimo problema del sovraffollamento nelle carceri. Ma anche a salvare tanti politici italiani che si sono resi protagonisti di vere e proprie schifezze. Come gran parte dei consiglieri regionali di tutta Italia. Finiti sotto inchiesta per peculato, truffa, concussione. Indagini che hanno portato a galla, in ben 16 Regioni, veri e propri scandali. Un’inchiesta, da nord a sud, che si è allargata a macchia d’olio e ha colpito quasi tutti i partiti. Una serie infinita di “spese folli” che molte Procure italiane hanno iniziato a scoperchiare più di un anno fa, ma che ora, grazie a indulto e amnistia, rischiano di concludersi con un nulla di fatto. Caso Fiorito in primis. L’ex capogruppo del Pdl alla Pisana, già condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi di carcere, potrebbe così sfangarla. Sarà compito di deputati e senatori (serve l’ac- A cordo di due terzi del Parlamento) decidere quali reati inserire all’interno della cornice. Ma il dibattito imperversa solo ed esclusivamente sulle sorti del Cavaliere. Quei provvedimenti di clemenza non possono e non devono riguardarlo. Lo ha detto prima Napolitano, poi la Cancellieri. Continuano a ripeterlo, fino alla noia, il Pd, M5s e Sel. Guai solo a pensare a una cosa del genere. Stranamente ieri a difesa di Berlusconi è intervenuto a gamba tesa la “colomba” Quagliarello. L’obiettivo, anche questa volta, è stato centrato. Tutti a dare addosso al Cav per scostare l’attenzione dagli altri misfatti. I consiglieri regionali coinvolti spingono sui loro partiti per ottenere la “grazia”. Ancor prima di essere giudicati. E il timore adesso è proprio questo: molti potrebbero farla franca. Accanto alle inchieste penali, a mettere a setaccio scontrini, fatture, ricevute e agende, per fortuna ci si è messa la Corte dei conti. Ai giudici contabili rimarrà comunque la possibilità di sanzionare coloro che saranno ritenuti colpevoli. Obbligandoli quindi alla restituzione del maltolto se ci sarà qualcuno che si costituirà par- te civile. Sanzioni, dunque. Nulla di più. E pensare che solo nel 2012 i soldi pubblici a disposizione dei consiglieri regionali eletti sono stati ben 47 milioni di euro. Rimborsi extra, naturalmente, che si affiancavano al lauto compenso percepito mensilmente. Nell’elenco degli acquisti effettuati col denaro di rappresentanza è finito davvero di tutto: dalle munizioni da caccia, alle cene di pesce. Dalle lap dance, ai pasticcini. Ma c’è stato perfino chi ha usato quei soldi per saldare la propria tassa sui rifiuti. Una vergogna. A pagare, in realtà, noi cittadini. Tutti presunti innocenti, fino ad oggi. Perché fino al terzo grado di giudizio quei consiglieri coinvolti rientreranno in quella categoria ben distinta di persone. Molte delle quali, però, sicuramente colpevoli. Amnistia e indulto serviranno anche a questo. A salvare le magagne di gran parte dei consiglieri regionali. Liberi tutti, tranne Berlusconi. Storia della malagiustizia italiana. Federico Colosimo Enna Casa di riposo-lager: quattro in manette altrattamenti, abbandono di incapaci, sequestro di persona, violenza privata e lesioni personali: sono le accuse di cui dovranno rispondere il presidente, il gestore e due operatrici della casa di riposo Sant’Antonio Abate – ex Villaggio del Fanciullo di Enna, nella zona di Pergusa, arrestate dalla Guardia di Finanza. Nel mirino delle forze dell’ordine anche le mancate autorizzazioni, a quanto si apprende, necessarie alla gestione della struttura. Una cinquantina di anziani in condizioni di degrado, alcuni deceduti la cui pensione veniva puntualmente ritirata dagli operatori dell’ospizio, che dunque dovranno rispondere anche di truffa. Si parla di una cifra che ondeggia intorno ai 600 mila euro, dei quali fanno parte anche somme prelevate dai libretti di deposito di anziani deceduti. M Senza contare l’appropriazione indebita di effetti personali di valore, dei quali gli ospiti della struttura venivano puntualmente privati dopo la morte. La casa di riposo è stata sequestrata e gli anziani trasferiti in altre strutture. I fatti sarebbero dimostrati da intercettazioni telefoniche ed ambientali e riprese video che hanno evidenziato come anziani malati di Alzheimer venissero costretti nei loro letti, pesantemente sedati da operatori privi di competenze mediche o infermieristiche. L’operazione, definita Cara Lina, è stata avviata a causa di segnalazioni di ex dipendenti, a seguito delle quali sono iniziate le intercettazioni ed è stata disposta l’ordinanza di custodia cautelare da parte del Gip. Ora si tratterà di quantificare gli illeciti patrimoniali. Emma Moriconi Lecce - Rave letale Eurosky Tower . L’investimento più solido è puntare in alto. Ragazza finisce in coma na notte di sballo nel Salento dal tragico risvolto. Una ragazza di 22 anni di Cerfignano, frazione di Santa Cesarea Terme (Lecce), è ricoverata in coma nel reparto di Rianimazione dell’ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce, dopo aver assunto un mix di alcol e anfetamine durante un rave party svoltosi sabato notte in una masseria abbandonata, in località Pozzo Antico, sulla strada che collega Lecce alla marina di Torre Chianca. Un “festino” non autorizzato di cui le forze dell’ordine U non sapevamo nulla, tanto che soltanto alle prime ore del mattino qualcuno ha telefonato al 118 per segnalare la presenza per terra di una ragazza esanime. Questa infatti la situazione che i sanitari si sono trovati davanti. Al momento la ragazza non presenta segnali di ripresa anche se le sue condizioni sono gravi ma stazionarie. Resta al vaglio degli inquirenti capire come si sia svolta la dinamica e chi siano i principali responsabili dell’accaduto. F. Ce. Taranto - La tragedia Crolla un capannone: muore un 62enne Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La vicinanza di grandi aziende (italiane e multinazionali) e la posizione assolutamente strategica rispetto agli aeroporti e al centro città garantiscono una elevata richiesta di unità abitative di piccolo/medio taglio in affitto per manager e dirigenti. Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. 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L’uomo, che aveva la disponibilità delle chiavi dell’edificio, sotto custodia giudiziaria da circa cinque anni dopo il fallimento della cooperativa che gestiva l’attività, pare stesse tagliando alcuni tiranti di ferro quando ha ceduto un muro portante. U UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it 11 Martedì 15 ottobre 2013 Arte DAL 7 OTTOBRE ALLA GNAM FARI PUNTATI SULLE CONTROVERSE OPERE DEL FRANCESE NATURALIZZATO STATUNITENSE Duchamp a Roma: dov’è la novità? Una mostra che finalmente, dopo tanti anni, chiarisce il ruolo della collezione Schwarz alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, per molti, troppi anni relegata in una stanza secondaria e in cattiva luce. L’inventore del Ready made, estimatore dei Futuristi italiani La boite en valise e a destra immagini della mostra di Davide Tedeschini inquant’anni dopo aver esposto in Italia e 100 anni dopo l’invenzione della ‘Ruota di Bicicletta’ la Gnam dedica una mostra a Marcel Duchamp, il mitico artista dell’Orinatoio (vero nome: Fontana), quello che spesso fa esclamare a chi ci accompagna “Questa non è arte” o “Questo lo potevo fare anche io” che succede anche con Picasso, e altri importanti artisti del moderno e del contemporaneo, rei –secondo i detrattori- di non fare l’arte simile alla realtà, o di essere un po’ svogliati. In verità la colpa è anche dei Futuristi ed è per ritrovare i suoi idoli che l’artista negli anni 60 fece un viaggio in Italia e legò con alcuni galleristi e collezionisti dell’epoca, realizzando anche una mostra a Roma. Le opere sono quelle che sono esposte solitamente in galleria, multipli C (ossia copie autenticate) esposti a Roma fin dagli anni 60 ma mai messi nella dovuta evidenza. Ora con una mostra inaugurata il 7 ottobre dal titolo “Duchamp, re-made in Italy” sembrano finalmente rivivere la loro importanza. Sono un po’ ingenerose le critiche giunte dai quotidiani italiani -in testa il Corriere della Sera e Il Tempo- visto che ogni piccola opera di Duchamp conserva una lunga storia autobiografica, visceralmente legata alle avanguardie artistiche del 900, soprattutto al Surrealismo, a Parigi e a New York, una storia che in Italia, eccezion fatta per il Futurismo sembra non essere mai arrivata. Nella sala affianco alla mostra alloggiano le opere di Balla e Boccioni, e quindi si ha l’occasione di volgere finalmente lo sguardo a un periodo storico –più che solamente estetico- spesso sottovalutato. Certo, c’è sempre l’imman- Aria di Parigi e Ruota di bicicletta cabile perplessità della prepotenza della cultura straniera, dal momento che la Galleria nazionale d’Arte Moderna proprio perché a Roma, recherebbe opere più interessanti nell’ottica della storia dell’arte italiana: De Chirico, Modigliani, De Nittis, Boldini, Morandi, De Pisis, Guttuso, Manzoni, Fontana spiccano per il moderno e il contemporaneo; per l’ottocento Hayez, Lega, Fattori, Cremona, Morelli, Mancini, Palizzi, Favretto, Previati, Pellizza Da Volpedo sono veri capolavori oltre che artistici ‘artigianali’ anch’essi degni di rivalutazione, che piacciono ai critici d’inizio articolo. Troppe volte si evita il discorso o la celebrazione di un grande nome della modernità a Roma: è successo con De Nittis al Chiostro del Bramante, succede a nomi del Rinascimento ospitati da varie location ma della grande pittura regionale italiana, la pittura di fine ottocento, la pittura dell’Unità, quando verrà celebrata se non lo si è fatto neanche per il 150° anniversario? Quando vedremo una grande mostra di Boldini o di Fattori a Roma? Da un certo punto di vista la mostra sarebbe anche interessante poiché poco scolastica (non sappiamo con quali criteri avrà una ricaduta sulle scolaresche, anche se il periodo di mostra, fino al 9 febbraio è quello del primo quadrimestre che in genere non viene utilizzato per le uscite didattiche) in compenso è stato pensato un piccolo laboratorio didattico per bambini. Qual è l’utilità di questa mostra? “Non è importante se Mr.Mutt abbia fatto Fontana con le sue mani o no. Egli l’ha scelta. Egli ha preso un articolo ordinario della vita di ogni giorno, lo ha collocato in modo tale che il suo significato d’uso è scomparso sotto il nuovo titolo e il nuovo punto di vista – ha creato un nuovo modo di pensare quell’oggetto” (The Blind Men, New York, 1917), chiosa a margine una rivista dell’epoca. Basta pensare a queste opere, come degli ‘incontri’ che arrivano addirittura ad essere suddivisi in una casistica generatrice di vere e proprie correnti contemporanee come il Noveau Realism o l’intera produzione di un singolo artista. Abbiamo quindi: l’object trouvè interpretè, un oggetto qualunque trasformato in un esemplare (l’archetipo dell’assemblaggio); l’object naturel, prodotto della natura come una conchiglia o una pietra (potrebbe ricordare il contemporaneo Broodthaers); l’object incorporè associato a un dipinto o a una scultura, a volte incorporato in un’opera d’arte (ricorda i quadri di De Chirico e tutto il Citazionismo); infine il ‘ready made’ un oggetto industriale di serie del quale si contesta la funzione destinandolo a tutt’altra… e come si Fontana anche detto Orinatoio fa a non pensare a Andy Warhol? E’ bastato Piero Manzoni, grande assente da questa mostra (assenza di cui si lamenta Simongini dalle pagine del Tempo) per chiarire l’opera di Duchamp con la famosa regola del: “Tutti gli oggetti sono arte”. Nella tradizione ormai consolidata del ‘mostrificio Roma’ nella mostra è stata dedicato ampio spazio ai discepoli o emuli –sconosciuti alle masse- dell’artista francese: da Gianfranco Baruchello a Giosetta Fioroni – con una riproduzione di una stanza, a imitazione dell’opera duchampiana ‘Etant donne… ’- da Luca Maria Patella a Sergio D’Angelo. Tra i libri in mostra in due vetrine contenenti opuscoli e pubblicazioni nonché locandine delle mostre dell’epoca, si confonde tra i tanti una prima edizione di Attributi dell’arte odierna (1967) del grande Emilio Villa, peccato non poterlo sfogliare. Una saletta dedicata anche ad un documentario aiuta a capirne l’opera con filmati e documenti d’epoca come da prassi. Desta stupore nel caos che governa l’arte di questi tempi la precisione del catalogo Electa (pp.305, 35€) con testi di Paolo Castelli, Maria Sole Cardulli, Elisa D’Agostino, Giovanna Coltelli, Keila Linguanti, Marcella Cossu, Karmen Corak, Luca Patella, Arturo Schwarz, Franco Vaccari, Gianfranco Baruchello, Maria Vittoria Marini Clarelli, Stefano Cecchetto, Carla Subrizi, Maria Giuseppina di Monte. Una mostra discreta che arriva quando ormai l’inclemente sovrabbondanza dell’arte elettronica e dei social network rendono il tutto antiquariale e non più così scandaloso come quando l’orinatoio venne esposto per la prima volta nel 1917 a New York, poi andando disperso, forse tra i calcinacci delle ristrutturazioni o nei traslochi dei collezionisti ebraici Arensberg, i coniugi che per primi credettero nell’artista. 12 Martedì 15 ottobre 2013 Sport Allo Stadio San Paolo di Napoli la Nazionale deve assolutamente vincere per essere testa di serie in Brasile Italia-Armenia: vietato sbagliare Pareggio e sconfitta chiuderebbero la porta ad ogni speranza azzurra e i mondiali sarebbero già in salita di Federico Colosimo l Mondiale è già conquistato da tempo, l’ingresso tra le otto teste di serie ancora no. Serve una vittoria per stare tranquilli, 3 punti per sognare. I vice-campioni d’Europa di Prandelli, dopo 7 anni di astinenza, tornano al San Paolo. Napoli è pronta per la festa. Questa sera, alle 20:45, Italia-Armenia. Altro che passerella, Pirlo e compagni sono costretti a vincere. Un’eventuale sconfitta renderebbe molto più arduo il cammino degli Azzurri. Con un pareggio, sarebbero cinque le Nazionali che ci starebbero sicuramente davanti (Brasile, Spagna, Germania, Argentina e Belgio). Tutto, a quel punto, dipenderebbe da Colombia, Uruguay, Svizzera e Olanda. Se dovessero vincere, per l’Italia sarebbe notte fonda. E i mondiali brasiliani tutti in salita già dal girone di qualificazione valido per l’accesso agli ottavi di finale. L’Italia non può permettersi di sbagliare. E non sarà una passeggiata. I nostri avversari, infatti, si giocano tutto. La presenza ai mondiali, per esempio. Se l’Armenia lasciasse Napoli con 3 punti al seguito, la Danimarca non facesse bottino pieno contro Malta e la sfida tra Bulgaria e Repubblica Ceca finisse pari, sarebbero infatti gli uomini guidati in panchina da Minasyan a ottenere il se- I Il grande assente della sfida al San Paolo, Gianluigi Buffon condo posto utile per i play-off mondiali. Combinazioni al limite dell’impossibile, certo, ma che rendono difficile immaginare un’avversaria già sconfitta in partenza. Insomma quella di stasera sarà una partita vera. Ieri pomeriggio Prandelli ha avuto un lungo faccia a faccia con Balotelli, per l’ennesima volta al centro delle polemiche più disparate. Super Mario, acclamatissimo dai tifosi napoletani, è finito ancora nel bersaglio della critica. Il codice etico, ormai si sa, per lui non conta. Il fortissimo attaccante bresciano sarà a tutti gli effetti al centro del tridente azzurro. La gastroenterite lo ha debilitato, sì, ma non scoraggiato. Al suo fianco, Florenzi (in ballottaggio con Cerci) e l’idolo di casa: Lorenzo Insigne. Pronto a infiammare il San Paolo con le sue giocate e i suoi dribbling. Buffon, invece, non ha recuperato. Al posto del capitano recordman (137 presenze) ci sarà Marchetti. Rispetto alla gara contro la Danimarca cambiano anche gli uomini della batteria difensiva: Abate subentrerà a De Silvestri sulla corsia di destra, mentre Pasqual prenderà il posto di Balzaretti sul versante opposto. Il cagliaritano Astori e Bonucci saranno i due centrali. Le redini del centrocampo, come sempre, verranno af- Cercateci e ci troverete ovunque. All’indirizzo www.ilgiornaleditalia.org , con un portale all news ed un giornale sfogliabile e scaricabile on-line. Siamo anche su Facebook all’indirizzo www.facebook.com/ilgiornaleditalia.portale. Siamo anche abili cinguettatori, su Twitter, @Giornaleditalia. Tutti i nostri video sul canale Youtube, Il giornale d’Italia. Se volete scriverci, potete farlo all’indirizzo e-mail: [email protected] fidate al “geometra” Pirlo. Il “faro” della Juventus, vertice basso in cabina di regia, al suo fianco potrà contare su Montolivo e Aquilani (favorito su Marchisio). Per quanto riguarda gli ospiti, particolare attenzione bisognerà prestarla alla stella del Borussia Dortmund, Mkhitaryan, vera e propria mina vagante. Il pronostico, è inutile nasconderlo, è tutto a favore degli azzurri. Molti di voi adesso staranno toccando ferro, ma per storia e tradizione l’Italia non può avere paura dell’Armenia. I vice-campioni d’Europa, inoltre, nel corso di queste qualificazioni mondiali non hanno mai perso. Il fattore San Paolo, che si preannuncia tutto esaurito, può costituire l’arma in più a favore dell’undici di Prandelli. L’Armenia ha un solo risultato a disposizione: la vittoria. Per questo non potrà giocare di rimessa, rischiando quindi di esporsi al letale contropiede azzurro. LE PROBABILI FORMAZIONI Italia (4-1-4-1): Marchetti; Abate, Astori, Bonucci, Pasqual; Pirlo; Aquilani, Montolivo; Florenzi, Insigne; Balotelli. All. Prandelli Armenia (4-4-2): Berezovsky; Arzumanyan, Mkrtchyan, Ghazarya, Sarkisov; Hovhannisyan, Movsisyan, Mkoyan, Mkhitaryan; Hayrapetyan, Ozbiliz. All. Minasyan. Positivo al Giro 2013 Per Di Luca chiesta la squalifica a vita a Procura antidoping del Coni ha chiesto la squalifica a vita per il ciclista Danilo De Luca. L’abruzzese, trovato positivo (per la terza volta in carriera) prima dell’ultimo Giro D’Italia, è stato deferito al tribunale nazionale. In ordine “alla violazione dell’art. 2.1 del codice Wada in relazione alla positività per presenza di Eritropoietina ricombinante riscontrata in occasione del controllo antidoping disposto out of competition dall'Unione Ciclistica Internazionale (Uci) del 29 aprile 2013”. Per il “killer di Spoltore” non ci sono più alibi, la sua carriera è appesa a un filo. F.Co. L