END Milano
Giornalino dell'Équipes Notre Dame - Settore di Milano
Anno 15° n° 3 - Ottobre 1996
NOCERA UMBRA:
CHE ESPERIENZA!..
Non c’è cosa migliore, per apprezzare la Sessione Nazionale, che parterciparvi.
Le impressioni che Vi riportiamo difficilmente ne renderanno il senso e la ricchezza, ma vogliamo lo stesso dare il
nostro piccolo contributo.
“Fate quello che Vi dirà” è stato il tema portante, il
secondo della trilogia di Fatima, ispirata dall’episodio delle Nozze di Cana.
“Fate quello che Vi dirà” significa
l’ascolto della parola di Dio nelle sue
varie forme:
- Parola scritta (nella Bibbia, e dai
profeti di ogni tempo)
- Eventi significativi della nostra
vita,
- Relazioni con gli altri.
E’ stato precisato come le END,
movimento di spiritualità coniugale,
pongano al centro l’ascolto della parola di Dio: quindi non solo gruppi di
amicizia, non strumento terapeutico
per le crisi di coppia, ma occasione
per crescita e maturazione nella fede,
invito alla speranza, alla luce della
parola di Dio.
Tale cammino come ci ha fatto riflettere Don Colzani, si
svolge nella gradualità, nel rispetto dei tempi di ognuno
secondo il carattere e la cultura, ma con un metodo ben
preciso, che richiede pazienza ed impegno.
La parola di Dio va ascoltata e meditata sia individualmente, sia in coppia, sia in comunità (Equipe di base, gruppi
parrocchiali, ecc.), perché solo seguendo tutti i tre questi
ambiti essa può dare frutto (Mia madre e miei fratelli sono
coloro che ascoltano al parola di Dio e la mettono in pratica,
Luca 8,21).
L’impegno alla lettura, all’ascolto e alla messa in pratica
della Parola di Dio (sottolinea Popi Simonis) esclude la
tiepidezza (come si legge nella Apocalisse 3,14-22, messaggio alla settima Chiesa di Laodicea); richiede apertura alla
novità e la consapevolezza che tutti siamo dipendenti
prima di tutto da Dio, ma anche dagli altri (siamo “Esseri di
bisogno”).
Vivendo secondo questi valori ci
è concessa, già ora, la Vita Eterna,
intesa come vita piena, realizzata,
che ha un senso.
Tanto ricco è stato questo messaggio, che vogliamo proporlo per
tutte le attività del settore di quest’anno, che avranno il seguente
programma di massima:
GIORNATE DI SETTORE
- 27 ottobre '96 Tema: "Stile di vita
sobrio" - Monza, Don Giovanni
Colzani
- 16 novembre '96 Serata per le
équipes di formazione sul tema "Stile di vita sobrio"
- 11 gennaio '97 Riunione dei responsabili di équipe: "La
preparazione della preghiera in équipe"
- 16 marzo '97 Giornata di Spiritualità: "Fate quello che vi
dirà" - Monza, Don Maurilio Frigerio
- 26 maggio '97 Un punto del metodo: "Preghiera in
coppia" - Pavia, Paolo e Franca Nanni
- 23 giugno '97 Incontro con i consiglieri spirituali
- 13-14 settembre '97 Ritiro spirituale del Settore di Milano
- Eremo di San Salvatore (Erba)
Paolo e Laura Casalone
CRS Milano
END milano
2 - Ottobre 1996
L'équipeMilano1 Saperne di più: l'AIART
Lapresentazioneelacronistoria
delladecanadelnostroSettore
24 anni fa (come vola il tempo!...), appena giunto
Milano come Parroco di S. Leonardo e Rettore della
Casa del Giovane, Don Renzo Cavallini getta le basi
delle prime tre équipes della città.
Un pionieristico "pilotaggio" da parte del Settore di
Varese e nasce la nostra équipe Milano 1 che presto
diventerà un punto di irraggiamento del Settore di
Milano.
Un inizio pieno di entusiasmo, di gioia, di vitalità
che, per me e Rita, e per le altre coppie, assume un
significato ancor più di buon auspicio perché tutte in
attesa dei tanto desiderati primogeniti!
Stefano ed Anna Maria ASCHAUER, Gian e Rita
CAPPELLETTI, Pier Luigi ed Anita CAVAZZUTI, Franco e Claudia COCCIA, Don Renzo: quanti ricordi e
quanta ricchezza!
24 anni: come una famiglia che genera ma non
vincola, che educa alle scelte di vita, agli impegni, alla
libertà senza mai sopraffare, anche la nostra équipe
ha subito cambiamenti, ha modificato in parte la sua
composizione anagrafica.. Sono usciti gli Aschauer
ed i Cavazzuti; sono entrati per poi partire i Bogni, i
Costa (un tenero saluto a Paolo che dal cielo ci
guarda...), i Canali, i Gallotti, gli Aiello. Nel contempo
sono arrivati da altre équipes i Petracco ed i Gandino
coi quali condividiamo alti e bassi, stanchezze e
stress ma anche lo sforzo di camminare insieme
confidando e sperando giorno dopo giorno nell'aiuto
del Signore... Ora, dopo tanti anni possiamo ben dirlo,
siamo convinti che proprio il Signore si è fatto presente
attraverso la figura del nostro Consigliere spirituale
che, nella duplice veste di sacerdote ed équipier, ha
saputo condurre tra noi non solo un'azione di prudente
mediazione ma anche di stimolo non tralasciando mai
di trasmetterci la sua esperienza di uomo di Fede.
Un quarto di secolo: Alessandro, il nipotino dei
Coccia, è il nuovo germoglio!
Attualmente l'équipe MI - 1 è composta da:
Gian e Rita CAPPELLETTI, coi figli Andrea (23) e
Silvia (20).
Franco e Claudia COCCIA, colle figlie Cristina (28)
e Federica (22).
Gianni e Melina PETRACCO, coi figli Paolo (23) ,
Renzo (16) ed Enrico (11).
Arturo e Claudia GANDINO, coi figli Davide (30) ed
Anna (28).
Mons. Renzo CAVALLINI.
Il numero degli équipiers è un po’ ridotto all'osso:
stiamo cercando di ingrossare le fila e invitiamo tutti
a pregare perché ciò avvenga presto...
Gian e Rita Cappelletti
Durante la Giornata di Settore condotta da padre Brovetto
sul tema "Il Sinodo e la Famiglia", svoltasi a Monza il 5
maggio u.s., è emerso che nessuno dei presenti, salvo il
sottoscritto, conosceva l'associazione AIART.
L'AIART, in sintesi, è un'associazione di volontariato
culturale alla quale possono aderire persone, famiglie, enti
ed associazioni che ritengono necessario promuovere la
presa di coscienza dell'incidenza che televisione e cinema
esercitano sulla vita degli individui e della comunità.
Essa si propone di contribuire, soprattutto nel campo
radio televisivo, all'affermazione della dignità della persona, alla tutela dei minori, alla salvaguardia dei valori morali,
religiosi ed artistici, nonché dei principi di indipendenza,
obiettività, pluralismo nell'informazione.
Organizza corsi di formazione per insegnanti e ge-nitori,
nonché conferenze nelle scuole e nei centri culturali.
Interviene presso i parlamentari per migliorare le leggi
che riguardano questo settore ed è rappresentata nel
Consiglio Consultivo degli Utenti, presso il Garante per la
Radiodiffusione.
Cura l'edizione del mensile "Il Telespettatore", che viene
inviato gratuitamente a tutti i soci ed una collana di ricerche
e di sussidi.
E' membro del "Forum degli organismi familiari" e del
"Coordinamento per le comunicazioni sociali".
Ho chiesto che venga inviato a ciascuna famiglia del
nostro Settore un numero del sopraddetto mensile. Spero
che Vi possa essere gradito.
Andrea Luquer
Milano 8
END milano
Ottobre 1996 - 3
VIVERE L’ALTERNATIVA
CHEVIENEDALVANGELO
Ovvero l’Operazione Bilanci di Giustiz
i
a
Cogliamo con gioia l’invito di Don Silvano Caccia (Giornalino END febbraio ‘96) e presentiamo una delle possibili
risposte all’esigenza vivere la vita secondo criteri più equi
e morali come il nostro essere cristiani ci impone.
Nella nostra vita abbiamo fatto numerosi tentativi in campi diversi,
dall’impegno in parrocchia e nei
gruppi laici, alle esperienze di solidarietà in paesi del III Mondo, al
coinvolgimento su tematiche
ambientalistiche; ci siamo però resi
conto che la gravità delle ingiustizie
che incontriamo e di cui abbiamo
conoscenza indiretta necessitavano di un approccio diverso,
altrimenti le nostre azioni così impostate sarebbero rimaste fine a se
stesse, utili più alla nostra coscienza che ad incidere davvero sui
problemi.
E’ stato a questo punto del nostro
cammino che abbiamo incontrato
l’Operazione Bilanci di Giustizia.
Questa iniziativa è stata lanciata dai
Beati Costruttori di Pace: sollecitati
da Padre Zanotelli con una lettera
dalle discariche di Corokocio e da
tanti altri missionari e dopo aver
osservato la situazione nella ex
Yugoslavia (toccata con mano durante la marcia su Sarajevo) hanno
capito che un unico filo legava le
grandi povertà nel mondo e le pazzie della guerra: l’ECONOMIA, questa economia disumana
in cui solo il profitto e la competitività contano.
L’Operazione nasce dalla presa di coscienza dei seguenti
squilibri mondiali:
- Un rapporto Nord/Sud a grande sfavore del Sud (risorse,
debito, guerre, fame ecc.)
- Un rapporto Uomo/Terra a sfavore della Terra (inquinamento, sfruttamento, consumismo)
- Un rapporto Uomo/Uomo a sfavore dell’Uomo (salute,
alimentazione, lavoro, tempo libero, informazioni, relazioni,
disagio ecc.).
L’Operazione Bilanci di Giustizia si assume in prima persona
la responsabilità di tali contraddizioni e finalizza il suo
intervento per combatterle, servendosi dello stesso strumento utilizzato dal sistema dominante: L’ECONOMIA.
Crediamo di aver trovato finalmente uno strumento opera-
tivo che ci permette di combattere “in proprio” una guerra
per noi cattolici doverosa: noi critichiamo l’andamento
amorale del Mondo, le ingiustizie e la fame del Terzo Mondo,
discutiamo della sempre crescente massa di poveri che si
affacciano anche nel mondo occidentale “ricco”, non condividiamo
questa economia che crea sempre
più disoccupazione e disperazione
anche a casa nostra ma abbiamo
sempre pensato che fosse compito
dei politici, degli economisti, degli
“esperti” affrontare tutto ciò.
L’idea nuova è invece quella di
riappropriarsi del diritto di scegliere, di testimoniare fattivamente il
nostro dissenso; come?
Semplicemente facendo attenzione a cosa compriamo perché anche
se è vero che noi siamo l’ultimo
anello della catena economica che
crea ingiustizia siamo l’anello che
può finanziare o meno tutto ciò,
possiamo concretamente testimoniare le nostre volontà e cambiare
il sistema.
Molte sono le tematiche che compongono la filosofia dei Bilanci di
Giustizia, alcuni di voi forse ne hanno
sentito parlare (incontro a Rocca di
Papa) o hanno letto qualcosa in
proposito su giornali di vario genere che cominciano ad interessarsi
all’Operazione (Avvenire, Avvenimenti, Famiglia Cristiana e numerose altri ci hanno dedicato
servizi ed interviste), addirittura alcune emittenti
radiofoniche ci hanno invitato a parlare, anche la Curia di
Milano ci ha chiesto di presentare l’Operazione.
I Bilanci di Giustizia iniziano ad essere riconosciuti come
uno strumento importante di formazione per le famiglie e
crediamo che in particolare le famiglie cristiane debbano
vedere con occhi molto favorevoli un’iniziativa che sposa
in toto gli ideali di giustizia ed uguaglianza tipicamente
evangelici.
Siamo a disposizione degli interessati per illustrare compiutamente l’iniziativa.
Alberto e Laura Villella
Milano 11
4 - Ottobre 1996
END milano
Alla ricerca del nostro volto:
seconda parte, San Donato in Palazzi
La comunità di Caresto è da anni impegnata al servizio caldamente consigliato di frequentare;
della crescita spirituale della coppia; offre spazi di incontro
visita alle clarisse di Mercatello sul Metauro: splendida
e di ritiro sulla base di tracce di riflessione, pubblicate per occasione per noi e per i nostri figli di incontrare persone
chi vuole utilizzarle in altri contesti.
con un'esperienza decisamente particolare;
Da quest'anno all'eremo di Caresto si è aggiunto un altro
visita all'azienda agrituristica di una famiglia di tedeschi
spazio che ne amplia la possibilità di accoglienza: è un (con 5 figli) trapiantati nelle Marche da oltre 15 anni, gita
"cascinale" in S. Donato in Palazzi, piccola frazione di S. a Spello e ad Assisi, per respirare un po' di aria francescana;
Angelo in Vado, a valle della
lavori pseudo agricoli
collina dell'eremo.
(disboscamento stile ferrovia
Così la comunità si è allargaamazzonica delle rive del
ta: oltre a don Piero, Daniela ed
Matauro e di una frazione di
Ornella, ci sono da quest'anno
prato, accatastamento della leanche Ezio e Cinzia, una coppia
gna + ecc. + ecc.) per la gioia
di Bellano (LC) con le loro figlie
dei bambini che ne hanno fatti
Alice, Marta e Sara, che dall'anluogo di costruzione capanne,
no prossimo si trasferiranno
bagni, ecc.
stabilmente in Palazzi per la gemeeting serali / notturni per
stione e il coordinamento delle
rielaborare il "materiale" della
iniziative della comunità. Il
giornata, per ascoltare la
cascinale è ancora da ristruttu"cantastorie" Paola (sa delle
rare, ma già si sono delineate le
storie bellissime), per confronpotenzialità di incontro / vatarci su simpatici test psicolocanze "impegnate" / ritiri , angici; serate illuminate da quelche per intere famiglie, avendo
la che possiamo chiamare "la
maggiori spazi, interni ed esterscoperta del limoncello", liquoni, rispetto all'eremo "di origire, ma che dico, nettare prone".
dotto dalle sapienti mani di
Anche se con le impalcature
Ornella (fa anche pane, torte e
ed i rovi, giovedì 8 agosto è
focacce), gradito soprattutto
stato "inaugurato" con il primo
alle signore.....
pranzo comunitario: oltre a don
Cose semplici e straordinaPiero, Daniela, Ornella, Cinzia,
rie, che sicuramente conserFrancesco di Giorgio Martini - Cortona
Ezio e la loro famiglia, si sono
veremo come un tesoro nel
S. Maria delle Grazie al Calcinaio - 1485
aggiunti i magnifici 17 (18 con
nostro cuore. Nel cammino
Pippo), vale a dire la ben nota famiglia Parolini, gli amici verso la COMUNITÀ' ALTERNATIVA (Ripartiamo da
Paolo e Paola con i 4 figli Timoteo, Gionata, Naomi e Dio), c'è stata la tappa importante del cercare il proprio
Samuele (dalla metropoli di Sulbiate) e gli immancabili NOME (coniugi Nanni, Gazzada 6/95); quella di quest'estaFarotto (sette + il gatto, ndr).
te è la tappa della ricerca del NOSTRO VOLTO (di singoli,
Sono stati dieci giorni molto intensi, con una vivace vita di coppia, di famiglia, di comunità), cioè di ciò che ci
comunitaria (14 figli e 2 bagni ....), ritmati dalla "improvvi- caratterizza, di ciò che ci rende visibili e riconoscibili. E tutti
sazione programmata" di:
abbiamo colto il "miracolo" dello stare insieme, il "miracola preghiera del mattino, organizzata dai genitori, e quella lo" della presenza di Dio e del fratello, che in qualche modo
della sera, dai figli;
ci definiscono, confermano il nostro volto, immagine di
incontri formativi con la comunità : sull'ascolto (la comu- Dio: volto luminoso perché ha visto il Signore.
nicazione di coppia è un loro pallino) e una giornata sul
Un'occasione particolare per le coppie per ridirsi con le
Cantico dei Cantici (insieme ad un gruppo di Verona parole del Cantico dei Cantici: "O mia colomba che stai nelle
organizzato dall'Ufficio di Pastorale familiare);
fenditure della roccia, MOSTRAMI IL TUO VISO, perché
visita dai coniugi Pasotto, trasferitisi dalle terre lombarde la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro". E sentire che
ormai da 15 anni: hanno un'azienda di agricoltura biologica, questi gesti, queste occasioni sono "cose buone", sono
spazi per l'accoglienza, sia di persone con problemi, sia di (per dirla con Enzo Bianchi) PROFEZIA, cioè parola per
famiglie in ricerca (è una piccola Caresto, tra l'altro utilizza- l'oggi: nell'apertura a Dio e all'altro, nel sentirsi in cammino
no il loro materiale). I coniugi Pasotto sono anche coppia con il fratello, l'uomo trova il proprio volto e la propria pace.
animatrice dell'incontro matrimoniale, che ci hanno
Alberto e Tiziana Farotto
Milano 9
END milano
Ottobre 1996 - 5
UNA PREGHIERA INSIEME
Pubblichiamo su ogni numero del giornalino una preghiera che riteniamo significativa: riportata da un giornale o recitata in comunità o durante una veglia o ad un ritiro
ci può aver fatto pensare e meditare e quindi vogliamo proporla a tutti.
Per questo vi invitiamo a farci pervenire quelle preghiere che volete condividere con
gli altri, saranno sicuramente pubblicate.
Non è vestito già confezionato, ma stoffa da tagliare, preparare, cucire.
Non è vetta conquistata, ma partenza dalla valle, scalate appassionanti, cadute dolorose
nel freddo della notte o nel calore del sole che scoppia.
Non è solido ancoraggio nel porto della felicità, ma è levar l’ancora, è un viaggio in pieno
mare, sotto la brezza o la tempesta.
Non è un “SI” trionfale, enorme punto fermo che si segna fra le musiche, i sorrisi, gli
applausi, ma è moltitudine di “si” che punteggiano la vita, fra una moltitudine di “no” che
si cancellano strada facendo.
Così essere fedeli non è:
Non smarrirsi, non combattere, non cadere.
E’ rialzarsi sempre e sempre camminare.
E’ voler proseguire fino alla fine il progetto preparato insieme e liberamente deciso.
E’ dar fiducia all’altro, al di là delle ombre e della notte.
E’ sostenersi a vicenda, al di là delle cadute e delle ferite.
E’ aver fede nell’amore onnipotente, al di là dell’amore.
La fedeltà è talvolta quella di Gesù che, inchiodato sulla croce, corpo e cuore squarciati
dall’infedeltà dell’uomo, solo, abbandonato, tradito, resta fedele fino alla morte, perdona,
dona, ancora e con l’offerta della sua vita SALVA PER SEMPRE L’AMORE.
(Michel Quoist)
Ne vale sempre la pena...
Se non coglierai i frutti, ne varrà la pena
per la bellezza dei fiori.
Se non vedrai i fiori, ne varrà la pena per
l'ombra delle foglie.
Se non ci saranno le foglie, sarà stata
buona l'idea di seminare.
Ne vale sempre la pena...
Anonimo Brasiliano
END milano
6 - Ottobre 1996
Una proposta END: il Gruppo Intercessori
Chi sono?
Dei cristiani, uomini e donne, uniti in una grande famiglia
spirituale dalle stessa fede, nel valore dell’intercessione.
Coscienti della miseria del mondo, con cui si sentono
solidale, e dei suoi immensi bisogni, si uniscono al Cristo
"intercedente incessantemente per noi" (Lettera agli Ebrei
7, 25) e a tutti i loro fratelli nella "comunione dei santi".
Sentono che Cristo parlava proprio a loro, dicendo:
“Vegliate e pregate...” (Mt 26, 41) e: “Questa razza di
demoni non si può scacciare in nessun altro modo se non
con la preghiera ed il digiuno...” (Mc 9, 29); così come San
Paolo continua a rivolgersi a loro affermando: “Vi esorto,
fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire voi stessi in
sacrificio vivente, santo e gradito a Dio...” (Rom 12, 1).
Che cosa fanno e per chi?
Si tengono sulla breccia secondo le parole del Signore a
Ezechiele: “Ho cercato in mezzo a loro qualcuno che
potesse costruire un muro di difesa, che potesse stare in
piedi sulla breccia delle mura davanti a me, per difendere
il paese e per impedirmi di distruggerlo...” (Ez 22, 30).
E ciò in tre modi: con la preghiera, con il digiuno, con
l’offerta. Formano così tre gruppi: Gli "Oranti", i "Digiunanti" e gli "Offerenti"; un buon numero fra loro appartiene
contemporaneamente a più gruppi.
Intercedono per tutte le grandi intenzioni della Chiesa.
In particolar modo per tutte le coppie del mondo e per la
santità delle famiglie cristiane, Si fanno carico delle intenzioni particolari che sono loro affidate.
Da quanto?
Dal 1960.
Il padre Caffarel, fondatore delle Équipes Notre Dame,
lanciava un appello: "Ci vogliono volontari".
Facendo eco alla parola del Cristo: “Non potete vegliare
un’ora con me?”, egli invitava le famiglie delle Equipe a
consacrare un’ora di preghiera notturna al mese alle intenzioni delle famiglie ed alle grandi intenzioni della Chiesa e del
mondo.
Centinaia di volontari risposero a quell’appello (furono
chiamati "coloro che vegliano").
Così fu costituita una catena ininterrotta di solidarietà alla
quale le famiglie in difficoltà poterono appoggiarsi e sentirsi
fortemente sostenute dalla preghiera di tanti fratelli.
Nel novembre 1977, i responsabili delle Equipe Notre
Dame, consapevoli del crescente bisogno delle famiglie e
del mondo e, avendo fede nel valore dell’intercessione,
rinnovarono l’appello del 1960, allargandolo.
Sono chiamati a partecipare non solo i membri delle
Équipes (singoli équipiers, coppie e consiglieri spirituali)
ma anche i loro familiari ed amici.
Quanto ai mezzi di intercessione, sono moltiplicati: alla
preghiera di notte si aggiungono ora la preghiera di giorno,
il digiuno e l’offerta delle prove.
La “Lettera agli Intercessori”
Sotto la modesta forma di fogli fotocopiati, essa è un
legame fra tutti gli Intercessori ai quali porta uno stimolo
trimestrale con testi ed esperienze sulla preghiera, sul
digiuno e sull’offerta.
A questi fogli vengono allegate alcune delle intenzioni di
preghiera che giungono dal nostro paese e da Parigi.
Tramite la lettera il reciproco aiuto spirituale diventa
effettivo fra tutti.
Questa "Lettera" viene inviata direttamente da Parigi agli
Intercessori francofoni.
E’ tradotta in più lingue (inglese, brasiliano, italiano,
portoghese, etc.) e trasmessa ai non francofoni grazie a dei
"referenti" forniti dalle END.
Per far parte degli Intercessori
Colui che desidera far parte degli Intercessori:
* Si impegna ad un’attività di intercessione secondo le
sue aspirazioni e le sue possibilità:
- un’ora di preghiera al mese (gruppo degli Oranti)
- un giorno di digiuno al mese (gruppo dei Digiunanti)
- l’offerta ogni giorno rinnovata di sè stessi e delle proprie
prove (gruppo degli Offerenti)
* Compila il modulo di adesione e lo spedisce precisando
i mezzi di intercessione scelti.
E’ allora accolto nella grande famiglia degli Intercessori
e riceve la "Lettera agli Intercessori".
Per affidare le intenzioni agli Intercessori
Tutti coloro il cui fardello è troppo pesante (che facciano
o no parte degli Intercessori), tutti coloro che sono a
conoscenza di grandi prove intorno a loro, sono invitati a
mandare anonimamente le loro intenzioni a
Giorgio e Brunella Furin
Via dell’Acero, 30
06143 Perugia.
Queste intenzioni vengono pure spedite a Équipes Notre
Dame, Intercesseurs, 49 Rue de la Glaciere, 75013 Paris,
dove vengono depositate nell’oratorio, davanti al tabernacolo, e presentate durante le Eucarestie. Ogni trimestre esse
sono ripartite tra gli Intercessori (ciascuno ne riceve due o
tre) e mandate con la "Lettera agli Intercessori".
Modulo di adesione al gruppo Intercessori
Intendiamo/intendo far parte del gruppo Intercessori ed
assumiamo/assumo l'impegno di:
- dedicare all'adorazione l'ora dalle .... alle .... del giorno
.... do ogni mese (Orante)
- dedicare al digiuno il giorno ... di ogni mese (Digiunante)
- offrire a Dio le nostre/mie sofferenze (Offerente)
Nome e cognome ...............................................................
Equipe .................................................................................
Indirizzo completo ...............................................................
..............................................................................................
Spedire a Giorgio e Brunella Furin
Via dell'Acero, 30 - 06143 Perugia (tel. 075/45322)
END milano
Ottobre 1996 - 7
IncontroconiConsiglieriSpirituali
A seguito dell’invito rivolto per l’incontro del 17/6/1996
con i Sacerdoti CS del Settore di Milano presso i Casalone,
abbiamo avuto il piacere di incontrare:
Don Alfio Motta
Equipe Carugate 2
Don Sandro Villa
" Milano 10
Don Silvano Caccia
“ Monza
1
Don Renzo Mantica
" Monza
2
Don Mario Cappellini
“ Monza
3
Don Maurilio Frigerio
“ di Settore Milano
Visto che la serata è stata interessante e ricca di spunti, ci
fa piacere che tali riflessioni giungano a tutti; vi inviamo
quindi questa lettera con gli auguri di buona estate.
Chissà se il prossimo anno potremo rivederci più numerosi!
RESOCONTO
Dopo una cena svolta in amicizia, la serata è iniziata con una
preghiera allo Spirito Santo ispirata da un testo di
Sant’Agostino.
Il tema di studio aveva come riferimento il documento
utilizzato per l’incontro SCS di Venegono ’95 a cui i Sacerdoti hanno portato i loro commenti, rispondendo alle
domande proposte.
Vogliamo riportarvi alcuni contributi emersi dai SCS:
ELEMENTI CHE FAVORISCONO IL SERVIZIO DEL
SACERDOTE NELLE END
spetta al Sacerdote:
- avere sufficiente tempo da dedicare per le riunioni e per
i contatti con gli Equipiers
- ascoltare i problemi umani e spirituali delle coppie espressi in maniera schietta e sincera, senza che il suo unico ruolo
sia quello di svolgere una funzione dottrinale (anche se
spesso sono gli Equipiers a richiederlo)
spetta agli Equipiers:
- l’osservanza del metodo da parte di tutti e la preparazione
in coppia della riunione d’Equipe
- la volontà di crescita spirituale da parte degli Equipiers
- la corresponsabilità assunta da tutti i membri dell’Equipe
per dare attuazione alla propria (diversa) vocazione in un
clima di parità, di semplicità e di dedizione totale nell’apertura verso gli altri.
deriva dal metodo:
- la libertà dai compiti organizzativi che non spettano ai
sacerdoti ma alle coppie
ELEMENTI CHE FAVORISCONO LA CRESCITA SACERDOTALE
- incontro tra ministero Sacerdotale e ministero coniugale
e familiare
- essere immersi in una piccola Comunità di persone in
cammino verso la santità in cui sono offerti stimoli che
richiamano alla propria scelta sacerdotale
- venire a contatto con esperienze che testimoniano la
fatica, (anche esperienze crude di separazione e scioglimento) di ogni esperienza umana nel costruire il Regno di
Dio
- imparare a condividere i diversi cammini di fede, accettando i tempi e le modalità di ciascuno: “non si è padroni della
fede degli altri”.
- partecipare ad un movimento che ha un suo carisma e ha
rivelato un suo volto profetico all’interno della Chiesa
come dinamica missionaria nella pastorale familiare.
CONCLUSIONE
E’ stato anche detto che la partecipazione al movimento
End regala al Sacerdote qualche ora di ristoro nella comunione della stessa fede, nel calore di una casa, tale da
costituire un momento atteso. Il Sacerdote, infatti, si trova
a suo agio proprio perché adempie in pieno la sua missione
pastorale.
Come commento finale noi, Paolo e Laura, ci sentiamo di
sottolineare quanta importanza il Sacerdote attribuisca alla
sua appartenenza al movimento End; questo fatto ci richiama a curare con la massima diligenza le nostre riunioni,
mantenendo sempre uno stile che, pur non bigotto,
serioso..., tuttavia sia adeguato e tale da facilitare la crescita spirituale di ognuno.
MONZA, luglio 1996
Don Maurilio Frigerio
Laura e Paolo Casalone
END milano
8 - Ottobre 1996
Giornata di Settore del 5 maggio 1996
La famiglia nel 47° SinodoAmbrosiano
Di Padre Giuseppe Brovetto
ridare il volto di soggetto ecclesiale e sociale. La famiglia è per la
chiesa luogo primario e insostituibile di formazione e di testimonianza cristiana. Per la famiglia ricerchiamo la priorità nelle
politiche sociali”.
Ecco ora quanto mi è parso di trarre dal nostro Sinodo, sempre
col sottinteso di leggerlo non come trattazione esaustiva, ma
come stimolo ad immergersi sempre più nel nostro vissuto
integrale.
Premessa
1L’argomento di questa relazione è vastissimo in se
stesso, eppure potrebbe corre il rischio di lasciarvi un po’ delusi.
Infatti noi lo tratteremo riferendoci strettamente al Sinodo, la cui
indole è contemporaneamente e indissolubilmente pastorale,
canonica e spirituale. A noi è più congeniale quest’ultima dimensione, evocata dal Cardinale nelle icone del “firmavit faciem
suam” e della “chiesa degli Apostoli”. Di fatto prevale il taglio
1. Un’idea generale di come è distribuita la materia nel
pastorale, per se stesso soprattutto dinamico-programmatico,
Sinodo
come infatti risulta chiaro dal tema della “nuova evangelizzazioCi riferiamo al cap. 21, “Matrimonio e famiglia” che si trova nella
ne” che lo qualifica ampiamente.
terza parte del sinodo, dedicato
E inoltre - sia pure letteralmente
alle “Figure della vita cristiana”.
ormai un po’ messo in secondo
Il precedente cap. 20 parla dei
piano - c’è l’aspetto canonico
laici in genere e dei successivi
che un tempo era praticamente
capp. 22 e 23 della vita consal’unico ed anche oggi ha grandiscrata e dei ministeri ordinati.
Le sessioni nazionali, a cui raccomandiamo
simo peso, trattandosi del
Siamo più avanti dello stesso
la partecipazione, per la grande ricchezza
“diritto particolare” della chiesa
Concilio, che pure aveva arditalocale, necessario per completamente iniziato parlando del
che possono offrire, si terranno a
re - con lo stesso valore normativo
popolo di Dio, ma poi aveva
- il diritto canonico universale,
esaminato nell’ordine la gerarche spesso vi richiama appunto
chia, i lanci e la vita consacrata!
Nocera
Umbra
le diocesi che hanno quindi il
Il capitolo consta di 54 costitudovere di tenerlo aggiornato, più
zioni su 611 (8,83%); alla
dal 30 aprile al 4 maggio
e meglio di quanto non può fare
famiglia sono dedicati accenni
dal 24 al 28 agosto ( salvo variala chiesa nel suo insieme.
molto consistenti anche in altri
Ricordiamo che il diritto canonicontesti come vedremo. Le pazioni che comunicheremo)
co attuale è stato promulgato nel
gine dedicate alla famiglia sono
1983, e il sinodo Ambrosiano
46 su 535 (8,60%).
46° era del 1971.
Ecco le sezioni del capitolo:
Io mi limiterò dunque a sfiorare
I. La famiglia nella pastorale della
chiesa ambrosiana. 396-398. 3
questa complessa materia, ricavandone quanto ritengo possa maggiormente giovare alla vostra
Cost.
conoscenza ed al cammino del nostro Movimento.
II. La preparazione al matrimonio e alla famiglia. 399-404, 6 Cost.
2Mi inoltro con un po’ di soggezione, in quanto tra non
III. La celebrazione del matrimonio. 405-411, 7 Cost.
molto ci sarà messa tra le mani la “Regola di vita per il cristiano
IV. La vita matrimoniale e familiare. 412-423, 12 Cost.
ambrosiano”, in cui senza dubbio l’argomento “famiglia” sarà
V. Linee operative e strumenti della pastorale familiare. 424-426,
4 Cost.
trattato con quella maestria che il nostro Arcivescovo possiede
in modo inimitabile. D’altra parte un tenue assaggio egli ce ne
VI. Richiesta di matrimonio in situazioni particolari. 428-450, 22
fornisce ogni anno con gli opuscoli che vengono distribuiti
Cost.
durante la benedizione natalizia delle famiglie e che, riuniti e
Come si vede , l’ultima sezione da sola assorbe 22 costituzioni!
conservati, sono già un bellissimo vademecum pastorale-spiriE’ un indizio della rilevanza che ha ormai la problematica
tuale.
matrimoniale dei casi difficili.
Non bisogna però giudicare dalla quantità: gli altri punti anche
3Inoltre non dimentichiamo che è continuamente in cammino la grande pastorale cattolica universale. Pensiamo alla
se brevi, sono in genere molto densi.
Evangelium vitae, pubblicata 25.3.1995, quando già il nostro
Sinodo era sta promulgato, il 1° febbraio 1995. Alla famiglia è
2. I punti chiave in linea prospettica
riservato un posto di primo piano nella cultura della vita (n. 92),
Affrontiamo ora i veri e propri punti nodali della trattazione: per
e quindi occorre ricordarlo quando vi faremo cenno.
quanto il linguaggio del libro sinodale sia sempre assai sobrio e
per nulla enfatico, si tratta di una serie di affermazioni fortissime,
4Lo stesso deve dirsi per la pastorale italiana, a cui fa
riferimento frequente il nostro Sinodo, citando ad esempio il
che vanno apprezzate come meritano, cioè senza sminuirne
Direttorio di pastorale familiare per la chiesa in Italia, pubbliminimamente il peso, anzi tenendo conto del loro carattere
cato il 25.7.1993. E’ un testo che sarebbe bello trovare in ogni
dinamico, sia come indirizzi pastorali, sia nell’orizzonte
famiglia END.
normativo che - procedendo nelle realizzazioni pastorali- si farà
Poco dopo la promulgazione del nostro Sinodo (cioè il 16.4.1995)
sempre più stringente.
è stato anche pubblicato dalla CEI il Catechismo degli adulti “La
verità vi farà liberi”, che ha una bellissima trattazione sulla
A. Le linee basi
famiglia (n° 1055-1083). Il taglio è prevalentemente moralespirituale.
A1 - Nella introduzione
E pensiamo al grande convegno ecclesiale, tenutosi nello scorso
E’ utile iniziare dalla introduzione del Sinodo, perché in essa
novembre a Palermo, sul tema “Il vangelo della carità per una
l’indicazione della linea dinamiche di fondo è unita con quella del
modo in cui i singoli temi vi si ricollegano poi nello svolgimento
nuova società in Italia”. La famiglia costituiva il tema di uno dei
articolato di tutti i 26 capitoli.
cinque ambiti in cui si articolò il convegno (vedi ampia relazione
La chiesa ambrosiana riconosce le sue lentezze e ritardi e si
finale).
impegna alla conversione (Cost 4;7 Dà la priorità alla evangelizNel messaggio finale i convenuti dissero: “Alla famiglia vogliamo
SESSIONI NAZIONALI '97
END milano
zazione personalizzata e interiorizzante (Cost 6-7) e, nell’odierna complessa situazione socio-culturale alla “nuova
evangelizzazione” che deve sanare il distacco tra fede e vita
quotidiana (Cost. 8).
Qui si dice che “la famiglia cela in se tesori di umanità e di grazia,
che attendono di essere ricuperati in modo significativo, così che
sia manifesta la sua funzione irrinunciabile per la crescita della
persona e per una buona convivenza sociale”.
Quando poi si giunge a trattare dei soggetti della comunione, dopo
aver detto che “la figura del laico esprime la tensione alla santità
nelle situazioni ordinarie della vita” (Cost 17,2), si considera
espressamente la famiglia come “soggetto vivo, con una specifica
missione nella chiesa”, rimandando poi al cap. 21°.
A2 - Nella 1.a sezione del nostro capitolo
Il titolo della Cost 396 non potrebbe essere più incisivo: Centralità
della famiglia. “La famiglia infatti è il primo luogo in cui la
personalità prende forma, ricevendo il senso dell’esistenza, ed è
la comunità in cui si realizza la comunione delle persone come
segno della civiltà dell’amore, in quanto essa trae la sua radice più
profonda e la sua dignità dal mistero stesso dell’amore di Dio”
(Cost 396,1).
Si va così dalla radice stesa
dell’individuo, alla proiezione
escatologica
universale, con l’occhio fisso in alto alla stella polare
del Dio-Amore.
Altrettanto radicale è la diagnosi della situazione: sono
in discussione il significato
ed i modelli di famiglia tradizionali,
e
la
secolarizzazione fa sentire
“solitudine” la minoranza
cristiana (Cost 396,2).
Ne deriva l’urgenza della
testimonianza (“alternativa”!) e del rendere
visibilmente presente
l’amore di Dio (Cost 396,3).
Per venire incontro alla situazione, la Cost 397 affronta l’Urgenza
ed il significato della pastorale familiare, delineandone gli obiettivi.
Proprio qui la nostra chiesa riconosce che “è necessario ed urgente
un mutamento di mentalità pastorale! Secondo noi è proprio
questo il punto dolente decisivo! Viene citato il direttorio
italiano, che chiama la famiglia “luogo unificante oggettivo di
tutta la pastorale e dimensione irrinunciabile di tutto l’agire della
chiesa” (Cost 397,3).
Per quanto di fatto la tradizione cristiana sia stata conservata
proprio grazie all’inserimento dell’economia sacramentale in
quella pre ed extra cristiana dei riti di iniziazione e passaggio, a
guardare da vicino la situazione si vede che il centro focale delle
pastorale è rimasto strettamente individuale (salvarsi l’anima) ed
i fedeli sono rimasti nettamente “oggetto” della cura clericale delle
anime stesse. Il cammino da fare è dunque moltissimo e difficile,
e sarebbe autore di una perniciosa auto illusione chi - clero o laici
- credesse di poter solo “rappezzare” la vecchia pastorale.
Il Cardinale dice chiaramente che vuole mettere vicino vino
nuovo, ma teme di versarlo in otri vecchi. (Sinodo P.45).
Un momento di verifica (per mettere le carte in tavola!) può essere
la novità introdotta del progetto pastorale e del posto che in esso
occupa la famiglia come “primaria riscossa pastorale” (Cost
397,4).
Cost 398. La famiglia soggetto di pastorale, ecco la parola chiave!
In forza del Sacramento la famiglia è soggetto protagonista del suo
ruolo ministeriale nella chiesa che si esprime con la formazione
di una comunità di persone, fondata sulla comunione, il servizio
alla vita nella generazione ed educazione dei figli, la partecipazione allo sviluppo della società ed alla missione della chiesa (Cost
398,1).
Si intuisce che la catechesi necessaria a sviluppare questa convinzione è tutta da fare. E chi la può veramente fare se non gli
interessati, specie in base ad un’esperienza fortemente illuminata
da approfondimenti culturali e contemplativi?
Ottobre 1996 - 9
B. La famiglia al suo interno
Non possiamo purtroppo intrattenerci sulla II e III del Capitolo
21, che trattano della preparazione al matrimonio e della celebrazione del medesimo. So bene che molte coppie sono assai
impegnate nella pastorale dei corsi prematrimoniali, ma ritengo
che su questo punto sarà bene che eventualmente siano proprio
le Équipes a ciò addette a prenderne visione nel modo e nella sede
più idonei. Ci soffermiamo invece maggiormente sulla parte IV,
che tratta della vita familiare in tutte le problematiche direttamente attinenti alle famiglie già costituite.
B1 - Il progetto di vita nel suo insieme
Pur non potendo fare divisioni nette nella materia che ora
affrontiamo, credo doveroso rilevare cosa il Sinodo dica della
famiglia vista nella sua vita interna, nei rapporti costituiti che la
reggono, anzitutto tra gli sposi e poi tra questi e i figli.
Infatti “l’attuale contesto socio culturale presentano non poche
difficoltà nel prendere coscienza della propria identità secondo
il disegno di Dio” Cost 412,1. Si postula una pastorale “attenta
al vissuto concreto delle coppie e delle famiglie”. Il che significa
metter da parte ogni astrazione ma anche necessariamente prendere atto della pluralità illimitata delle situazioni, che sfida ogni
possibilità di creare indirizzi generali.
Infatti bisognerà “formulare proposte plausibili,
progettando forme diversificate di incontro con gli
sposi” Cost 412,2. Chi deve
incontrare gli sposi? Purtroppo la dicitura sembra
supponga siano i preti: certo essi sono in prima linea,
ma sono senza dubbio gli
sposi (quali? i più impegnati!) che incontrano gli sposi
con maggior attenzione al
loro vissuto. Ciò potrà essere pianificato in sede di
commissione decanale apposita (Cost 412,3).
La Cost 413,1 presenta poi in modo abbastanza dettagliato quali
possono e debbono essere i contenuti degli “itinerari cristiani
diversificati”. La preghiera, l’Eucaristia, il dialogo, la morale
cristiana sessuale coniugale, e poi la carità accogliente, indicano
bene le linee guida. Altrettanto importante è la previsione che esse
non siano comunicate in modo isolato dall’insieme e dalla vita
ecclesiale, ma cogliendo tutte le occasioni propizie per rinnovarne l’annuncio (Cost 413.2).
Naturalmente, per fronteggiare la cultura dominante così antitetica a quella cristiana, il Sinodo affronta accuratamente la
responsabilità della famiglia in ordine all’amore ed alla vita (Cost
415,1), auspicando coppie generose nell’accogliere figli 415,2 e
in ciò debitamente sostenute (Cost 415,3), ma anche venendo
incontro a coppie sterili e desiderose di figli (Cost 415,4). Ogni
vita nascente appello all’accoglienza dell’intera comunità! (Cost
415,5).
Pensando a come spesso oggi lo scomparire delle basi morali e
cristiane in questo campo sia almeno in parte dolorosa conseguenza dell’antico tabù, che aveva impedito un’adeguata e
tempestiva formazione della coscienza, il Sinodo vuole che per
tempo i genitori educhino i figli all’amore ed alla sessualità (Cost
417.1), adeguatamente sostenuti in ciò dalla comunità cristiana,
anche con momenti specifici di educazione sessuale (Cost 417,2).
B2 - Il compito educativo
Così all’interno delle famiglie, emerge “il compito educativo dei
figli che, in quanto frutto e segno dell’amore paterno e materno,
appartiene in modo nativo originario e imprescindibile ai genitori;
esso si configura come un vero e proprio “mistero” legato al
sacramento del matrimonio” (Cost 416.1) . C’è dunque qualcosa
di doppiamente sacro in questa sfera, che di fatto si costituisce
più con un clima complessivo di amore umano-divino, che con
le pur indispensabili articolazioni operative progressive (e mai
concluse) relative al crescere dei figli. Neppure le istanze ecclesiali possono interferire indiscretamente, e ciò andrà ricordato
perché i genitori pur sempre appoggiati ad esse, non dimentichino
10 - Ottobre 1996
la loro sorgiva fonte di autorevolezza e l’impieghino con santa
libertà, sostenuti anzitutto dalla preghiera e dai sacramenti.
C. La famiglia nel rapporto con l’ambiente ecclesiale
Poiché l’educazione dei figli mira alla loro felice inserzione nella
società e nella chiesa, l’ambiente familiare non può assolutamente
reputarsi autosufficiente e fin dall’inizio si collega con la comunità ecclesiale e con tutte le altre realtà educative (Cost 416,2-3)
Partiamo dunque da questo ambito per ricordare l’impostazione
sinodale di tali rapporti.
C1 - Educazione ecclesiale e famiglie
Ovviamente ci si deve anzitutto rifare al Cap. 11 sulla pastorale
giovanile ed oratorio. Qui, tra l’altro, la Cost. 212 è dedicata alla
famiglia nel progetto di pastorale giovanile: da essa non si può
prescindere ed essa a sua volta deve contribuire alla formazione
di un buon progetto.
Proprio nell’ultima costituzione di questo capitolo si ricordano
i rapporti fra oratorio e famiglia (Cost 241: la famiglia resta
ambito educativo primario, e da essa ci si aspetta collaborazione
per il buon andamento dell’oratorio, senza però che essa vi abbia
ruolo diretto di animazione.
Quando l’educazione viene inserita in ambito ecclesiale, inevitabilmente in essa è accentuata la dimensione vocazionale di ogni
esistenza; ciò deve avvenire nel modo più esplicito ed equilibrato,
trattandosi pur sempre di educare all’amore ablativo nella totalità
della propria persona, certamente protesa a realizzarsi come
dono. E di qui allora parte un cammino che giunge al fidanzamento
e lo include (Cost. 194).
Altrettanto necessaria è l’esplicita valorizzazione degli sbocchi
vocazionali di consacrazione, in cui la parrocchia e la famiglia
sono assieme soggetto primo (Cost 501,1); quando poi di fatto
un giovane entra in seminario, i rapporti tra questo e le famiglie
assumono grandissima importanza Cost 508. Con realismo si
prevede di dover passare magari dalla opposizione alla vocazione
508,1, alla valorizzazione dei valori familiari nella varietà delle
diverse situazioni concrete 508,2.
C2 - La vita di preghiera
Nell’inserzione della famiglia entro la vita di preghiera della intera
comunità cristiana si suggerisce di esplicare il tema nella festa
della S. Famiglia e negli anniversari matrimoniali (Cost 398.3).
La preghiera, nell’ambito della famiglia fa parte di ogni vero
itinerario cristiano, allargandosi ad una considerazione di ogni
evento alla luce della provvidenza divina e del compito di
manifestare al mondo l’amore divino-umano salvifico.
Bellissimi spunti si trovano nel cap. 46° “Il ministro della
Liturgia”. La Cost 68, liturgia e vita domestica, riconosce l’importanza di coltivare, anche mediante adatti sussidi, “il culto
spirituale’ che si svolge nelle famiglie. Esso si identifica con le
espressioni dell’affetto sponsale; con la riconoscente accoglienza della vita, la lieta condivisione del cibo, il godimento della
salute e della guarigione, l’offerta della malattia e della sofferenza,
l’esperienza del lavoro, della scuola e della vacanza; con le feste
degli anniversari e dei propri defunti. Queste molteplici forme
trovano la loro cristiana ispirazione nella lettura comunitaria e
personale della sacra Scrittura, nella preghiera familiare e nella
partecipazione alla liturgia eucaristica nel giorno del Signore”
(Cost 68,1).
La domenica va vissuta anche come occasione d’incontri allargati
di preghiera e formazione (Cost 60,4) e di esercizio della carità
con la visita ai malati o a coloro che sono impediti dal partecipare
alla festa, la visita ai cimiteri e - notevole sottolineatura - con
l’attenzione alle famiglie in difficoltà (Cost 60,5).
Si vede dunque l’opportunità che nel progetto pastorale dell’anno liturgico siano inserite, tra le dimensioni strettamente collegate
alla vita della comunità, “la cosiddetta liturgia domestica” (Cost
62,2). Quanto alla celebrazione della Messa in case private il
Sinodo la prevede solo in caso di infermità prolungata, a giudizio
del parroco, anche se è un altro sacerdote a celebrarla (Cost 80,3).
Norme dettagliate vengono anche previste per la visita e la
benedizione natalizia delle famiglie, in modo da accentuare la
validità pastorale, togliendo ogni formalismo ed ambiguità (Cost
68,2).
D. La famiglia nel rapporto con l’ambiente sociale
END milano
Il Sinodo si è assai preoccupato di aiutare i cristiani a fronteggiare
il complesso sociale odierno, inserendovisi in modo positivo ed
evangelizzante. Naturalmente la famiglia occupa sempre il suo
posto distinto: esemplificazione di quella sua funzione di “soggetto” pastorale che va coraggiosamente assunta ed incrementata.
D1 - Famiglia e lavoro
Fondamentale, nella quotidianità della famiglia, è il lavoro, che
spesso incide assai profondamente nel vissuto, specie quando
entrambi i coniugi vi si dedicano (Cost 420,1). Si tratta dunque
di aggiungere ad una giusta proporzione tre esso e gl’impegni
domestici (Cost 420,3), non senza progressivamente giungere ad
una collaborazione più stretta tra pastorale sociale e pastorale
familiare (Cost 420,4).
D2 - Famiglia e mass media
Dall’esterno i mass media influiscono e invadono pericolosamente la mentalità di ogni famiglia (Cost 419,1). All’interno di essa
ci si deve dunque attrezzare al discernimento, che è pure fruttuosa
occasione di dialogo (Cost 419,1). Le famiglie possono essere
aiutate dal contatto con centri di cultura cattolica , e con le
associazioni ad hoc (Cost 419,2), ad es. AIART.
D3 - Evangelizzazione della carità
Poiché la famiglia è per eccellenza il santuario dell’amore ed oggi
la chiesa comprende che l’evangelizzazione (forse l’unica autentica e possibile) è proprio quella della carità, non si potrà mai
insistere abbastanza sull’impatto di questo valore rispetto all’identità e alla presenza dinamica - ecclesiale e sociale - delle
famiglie.
La Cost. 122, tra i soggetti pastorali del ministero della carità,
subito dopo la parrocchia menziona la famiglia, dicendo fondamentale la testimonianza (Cost 122,1) e chiedendo che ogni
famiglia cristiana viva la sua responsabilità in ordine al ministero
della carità (Cost 122,2). La comunità cristiana, poi, per parte
sua valorizzi le multiformi esperienze di famiglie aperte ed
esemplari.
D3/1 - La dimensione della carità in famiglia
Vi è dedicata la Cost 418, che delinea una famiglia aperta (Cost
418,1), intenta a fare della propria interiore abbondanza di carità
una testimonianza disponibile a quanti possono aver bisogno di
una attingervi (Cost 418,2), specialmente ai poveri o comunque
ai bisognosi cui si può andare incontro (fino all’affido o adozione
dei bambini!) (Cost 418,3). “Le famiglie educhino i figli alla logica
del servizio e non del possesso, consapevoli secondo l’insegnamento di Gesù che solo chi spegne la propria vita per gli altri ne
vedrà la realizzazione piena” (Cost 382,1).
Senza forzature e schemi uniformi, a tutte le famiglie giunge il
pressante appello di essere - a partire dai più vicini - “soggetto
di comunione“: soggetto!
Gli ambiti in cui esplicitamente si chiede alla famiglia di esercitare
la carità sono quelli che ben conosciamo.
a) Gli anziani. Si esamina la problematica degli anziani in famiglia
non certo facile ma da non eludere (Cost 245,3).
b) I malati. Anche qui si dicono da incoraggiare le iniziative volte
ad aiutare le persone malate perchè restino nel loro ambito
normale di vita socio-familiare (Cost 249,1).
D3/2 - La dimensione della carità ecclesiale allargata
Brevemente ricordiamo ancora i suggerimenti programmatici del
Sinodo, che sicuramente forniranno abbondante lavoro per il
tempo che apre davanti.
a) Solidarietà familiare. Riguarda specialmente l’associazionismo diretto alla difesa e tutela sociale e politica della soggettività
dell’impegno della famiglia per la famiglia (Cost 412,2). Anche
la Cost. 426 si sofferma ampiamente sulle forme di associazionismo familiari e la Cost. 427 specifica quali strumenti, esistenti
e da creare, sono idonei alla cultura della famiglia e della vita.
b) Famiglie in difficoltà. Riguarda specialmente le crisi che
purtroppo sono oggi così frequenti (Cost 422,1). La comunità se
ne deve far carico (Cost 422,2) specie per prevenire ogni emarginazione (Cost 422,3).
Mezzo classico la consulenza del pastore o di specialisti (Cost
422,4).
c) Situazioni matrimoniali irregolari. Se si tratta di persone ormai
“fuori legge” (!), conta coltivare malgrado tutto l’appartenenza
END milano
al corpo ecclesiale dei battezzati (Cost 423,1), allargando al
massimo consentito la loro partecipazione alla vita spirituale
(Cost 423,2), aiutandole con consultori ben attrezzati (Cost
423,3) ed assistendole, quando è il caso nell’ottenere l’annullamento canonico del precedente matrimonio (Cost 423,4).
3. Alcuni punti specifici che ci interessano come movimento
Avviandoci alla conclusione possiamo mettere in evidenza quei
dati del Sinodo che in qualche modo ci toccano come Movimento,
per prendere spunto nel cammino che stiamo percorrendo.
Tra le strutture diocesane di sostegno (Ufficio per la famiglia,
Cost 424,1) la consulta diocesana per la pastorale della famiglia
(Cost 424,2) prevede la presenza dei rappresentanti delle varie
realtà operanti in diocesi a servizio della famiglia, e qualcosa di
analogo si auspica a livello zonale, decennale, parrocchiale (Cost
424,3).
Dato il carattere di movimento di formazione spirituale, proprio
delle END, ci troviamo direttamente interpellati, quando si
insiste nel “promuovere esperienze di coppie e di famiglie che
vivano la loro vocazione come forma dell’esistenza cristiana ed
esempio di santità popolare nella vita quotidiana” (Cost 398,2).
Un campo specifico, anche per la crescita del nostro movimento
stesso, può essere dato dalla “attenzione alle giovani coppie”
(Cost 414), in cui si cerca di venir loro incontro per concretizzare
il progetto ideale, facendo memoria del dono ricevuto nel sacramento.
Significativo mi è sembrato il suggerimento che si “favorisca e
sostenga l’assunzione di impegni possibilmente da parte della
coppia come tale” (Cost 414,2).
Affrontando direttamente il tema dei gruppi familiari, rivolti ad
“accompagnare i coniugi e le famiglie nel loro cammino verso la
santità” il Sinodo chiaramente li considera “momento privilegiato
di Pastorale familiare” (Cost 425,1), anzitutto nella versione di
tipo parrocchiale, presente da anni in diocesi (Cost 425,2).
Inoltre “ la comunità parrocchiale, nel rispetto della libera
creatività propria dei laici, accolga con simpatia e valorizzi i
gruppi di famiglie che scelgono di ritrovarsi a condividere l’esperienza familiare secondo modalità ispirate dall’adesione ad
associazioni, gruppi e movimenti” (Cost 425,3).
La comunione e collaborazione di tutti i “soggetti” ecclesiali,
quali sono, e sempre più saranno le coppie e le famiglie, è
evidentemente l’arma vincente nella pastorale del terzo millennio
che sta per iniziare. Le END, col loro carattere di internazionalità
e di radicamento profondo nel territorio di tante chiese locali,
sono più che mai capaci di assicurare un contributo a farlo nella
concretezza della Chiesa ambrosiana.
Si può ricollegare qui il rimando della cost. 302,2, dove si prevede
che la formazione all’ecumenismo sia curata in ambito familiare.
Il tema della famiglia è uno di quelli su cui i cristiani tra loro
dovrebbero essere pienamente solidali nella testimonianza. Ma
non si possono dimenticare problemi anche gravi: ad es. quello
del divorzio, ammesso in una forma o nell’altra dai non cattolici.
Il matrimonio, diventando segno e fonte di salvezza, si fa annuncio della parola che eleva l’amore umano, arricchisce la comunità cristiana di nuove chiese domestiche e costituisce la famiglia cristiana ad immagine dell’amore trinitario (Cost 405,1).
CACCIA al CACCIA
La regione Nord-Est era alla caccia del nuovo
consigliere spirituale: caccia conclusa procacciandosi la collaborazione di don Silvano Caccia..
Don Caccia, che la Monza 1 non caccia (anzi lo
tiene ben stretto), non ha bisogno di presentazioni:
non è certo il tipo da dar pan per focaccia, anzi...
In che guaio s'è cacciato don Caccia! Porcaccia
la miseriaccia...!
Ottobre 1996 - 11
Per caso...
Quest'anno, dopo 25 anni di matrimonio ed altrettanti di agosti in montagna, su pressione di Lidia,
abbiamo deciso di fare un viaggio in Grecia, con i due
figli studenti del classico.
Dando un occhio al calendario END abbiamo visto
che potevamo, sulla via del ritorno, fermarci quattro
giorni in Umbria e dare un'occhiata a quello strano
"aggeggio" chiamato Sessione.
Sapevamo che c'erano stati i Parolini ed i Casalone,
coppie che avevano assunto responsabilità nel movimento, e ritenevamo che queste iniziative fossero per
i più impegnati, per gli "iniziati" delle END, non per i
"peones" come noi...
"Quattro giorni passano in fretta, tornando dalla
Grecia passiamo proprio di lì, l'Umbria è bella, avremo
certamente molto tempo libero per fare i turisti..., dai!
andiamo a vedere!" ci siamo detti: e siamo andati.
E che sorpresa! In effetti il tempo è volato, l'Umbria
è bellissima ma abbiamo fatto, felici, una "full immersion", senza un secondo libero, fra équipiers ed
assistenti provenienti da tutta Italia, Padania e Nord
Africa compresi, come ci ha spiegato nella serata
d'amicizia il simpaticissimo Vito Carnimeo di Bari, in
arte "Gegé".
L'amicizia è nata spontanea con le coppie dell'équipe di formazione e con quante altre siamo entrati in
contat-to: il cemento della preghiera insieme e della
consapevolezza del comune impegno di vita ci ha fatti
sentire tutti fratelli, "amici di vecchia data".
E poi il Sud: questa gente, che i nostri giornali non
si stancano di definire passiva, a rimorchio, senza
iniziative. Che magnifica sorpresa!
Abbiamo toccato con mano situazioni da noi quasi
scomparse (a Cosenza ci sono 500 bambini in Istituti
in attesa di affido) ed in compenso slanci di altruismo
che la nostra società, chiusa a riccio nei condomini,
ha ormai quasi dimenticato.
Abbiamo conosciuto coppie che vivono ai limiti
dell'indigenza, ma con spirito veramente francescano,
con la piena accettazione della rinuncia e con uno
slancio alla preghiera da lasciarci commossi.
Abbiamo avuto testimonianza di cammini di conversione incredibili, miracolosi, sbocciati in vite di
coppia quali meglio non si potrebbe desiderare: abbiamo visto la forza della fede capace di spostare le
montagne.
Anche Francesco e Benedetta, che si sono fermati
con noi, non senza qualche bella brontolata prima di
arrivare, hanno fatto amicizia con i loro numerosi
coetanei addetti alla custodia dei circa 50 bambini
piccoli (le END si riproducono mica male...).
Avevano ragione i Parolini, che l'hanno scorso
avevano fatto propaganda a Nocera con un bellissimo
articolo sul giornalino di maggio: partecipare per
credere!
Ci torneremo, non fosse altro che per reincontrare
tanti veri fratelli, per riconfrontarci con loro, per dare il
poco che abbiamo prodotto e ricevere il tanto.
E per fare il turismo in Umbria sceglieremo un altro
periodo...
Paolo e Lidia Avesani
Monza 1
END milano
12 - Ottobre 1996
RESOCONTO ECONOMICO DEL SETTORE DI MILANO
(dall'1/7/1995 al 22/6/1996)
Situazione patrimoniale
Cassa
Avanzo esercizio 1994-95
Vendita fotocopiatrice ai Lecchi
Avanzo esercizio 1995-96
Totale situazione patrimoniale a fine esercizio
Dare
Avere
1.708.000
1.275.000
150.000
283.000
1.708.000
1.708.000
Conto economico
Entrate
Quote annuali (parte spettante al Settore pari al 30%)
Contributi dei partecipanti alle attività di Settore
2.506.000
960.000
Totale entrate
Uscite
Organizzazione incontri di Settore
Ospitalità (contributi per le sedi)
Offerte ai relatori
Baby sitters
Fiori, fotocopie e varie
Caffè
Riunione coppie responsabili di équipe del 13/01/1996
Ospitalità
Cena, stoviglie di plastica, ecc...
Riunione Regione Nord-Est dell'1-2/6/1996
Ospitalità
Baby sitter
Cena della sera
Pranzo del giorno e varie
Riunione consiglieri Spirituali
Cena
Spese postali
Spese giornalino
A Parolini (94-95)
A Caloni per stampa
Ad Avesani (carta, fotocopie, scanneraggio)
Acquisti
10 Copie libretto di Gazzada
20 Copie libro Evangelizzare la Sessualità
12 AFS per Monza 3 e Pavia 2
Totale uscite
Avanzo di esercizio
Totali esercizio
3.466.000
3.466.000
550.000
350.000
540.000
140.000
14.000
100.000
150.000
250.000
20.000
90.000
126.000
80.000
60.000
30.000
300.000
60.000
23.000
240.000
60.000
3.183.000
283.000
3.466.000
END milano
Ottobre 1996 - 13
Esercizi spirituali END - Monastero di Bose -14/15 settembre 1996
GIORNI DI RARA LUCE
“Giorni di rara luce “. Con queste parole Enzo Bianchi, Bianchi, il priore. Conversazioni forti, sul tema di Giona.
priore del monastero di Bose, introduceva il canto di Enzo Bianchi ci illustra e ci fa capire quale era il momento,
ringraziamento nell’ora del vespro di domenica 15 settem- quale era la situazione di Israele, e l’atteggiamento di
bre 1996. Era il ringraziamento per due giornate di limpidez- Giona; è la storia biblica, ma poi arrivano le applicazioni
za assoluta, con un’aria cristallina che rendeva il verde, i personali, oggi, dure come mazzate.
“Noi amiamo i nostri peccati? ..... abbiamo l’ignavia e la
boschi, la Serra, le cime, di una bellezza inconsueta: il
Creato, in una delle sue manifestazioni che riempiono sonnolenza di Giona, per rifiutare la missione? ci rifiutiamo
l’anima. Ma le anime nostre erano piene anche di un’altra di assumere l’identità, come Giona ?
Perchè non seguiamo la Parola ? perchè non abbiamo il
bellezza, quella che ci era stata donata da due giorni di
esercizi spirituali che penetrano e segnano. Giorni di rara terreno che fa crescere il seme, come il terreno dalla parabola. Però come Giona, anche
luce.
se si fallisce la nostra vocazioEra la prima volta che arriRicordiamo a tutti gli Equipiers che il nostro
ne, la misericordia di Dio ce la
vavamo a Bose, in quella cogiornalino nasce da contributi spontanei, che
ripresenta sempre. Come dice
munità monastica che conogli articoli vengono impaginati in modo artiGregorio di Nazanzio, la vita
scevamo solo attraverso alcugianale e che l’ordine in cui essi compaiono è
cristiana è un andare di inizio
ne delle sue edizioni di testi
solo casuale.
in inizio. ...... Dio ci ama nel
spirituali. Sin dal primo momenRicordiamo invece che solo gli articoli firmanostro peccato, non come pecto siamo rimasti colpiti, anche
catori pentiti, ma ancor prima
dalla bellezza; si arriva attrati “Equipe di Settore” esprimono la posizione
come peccatori.
versando boschi solitari, si amdel Settore: tutti gli altri sono proposte che
..... ..Ma noi, che immagine
mira una piccola distesa di verpossono essere oggetto di riflessione e confrondi
Dio abbiamo ? e che immadi prati ove spicca una chiesa
to, nel rispetto di un fraterno pluralismo
gine
di Dio mostriamo? “.
romanica dell’XI secolo, rePaolo e Laura Casalone
Interrogativi su cui confronstaurata, si scoprono quelle
tarci, riflessioni essenziali che
che erano vecchie cascine, ora
completamente trasformate nel complesso del monastero. fa bene ogni tanto rinnovare, per vedere il nostro vivere di
Un “fratello” ci ha accolto, e ci ha trasmesso la storia, ogni giorno, i motivi profondi del nostro agire, sotto la luce
le caratteristiche, la vita di questa comunità ecumenica non delle spinte delle tante cose quotidiane, ma sotto la
composta da “fratelli” e “sorelle”: attualmente sono 50 a luce della Parola eterna. E’ l’utilità degli esercizi spirituali.
Nel programma delle giornate vi è stato molto spazio
Bose, di sette paesi europei, con due fratelli protestanti e
un vescovo ortodosso. Ma quel che ci ha colpito, nell’en- libero, tra i vari momenti da vivere assieme: come utilizzare
trare nel complesso (le costruzioni, le chiesine, gli ambienti, questi periodi “liberi” è stato lasciato alla scelta di ogni
i cortili, ecc.) è stata quell’impressione evidente di ordine, coppia, che ha potuto organizzarsi come ha voluto: la
di semplicità, di pulizia, di particolari accuratamente predi- preghiera, il silenzio, il dovere di sedersi, le conversazioni
sposti: il tutto come “poveri, non miseri”. Si sente che con altre coppie, ecc. A noi personalmente è piaciuto molto
questo schema , con un ritmo che poteva essere basato
dietro vi è ordine, bellezza interiori.
E il saluto che la comunità dà agli ospiti, con una lettera molto sul clima di raccoglimento, e meno sullo scandire le
in ogni camera, ben introduce a un lavoro spirituale. “...la ore con impegni stabiliti. Tra l’altro è facile usare questo
comunità è gioiosa di accoglierti! ....mentre sei qui, abban- tempo libero per un raccoglimento in coppia, in un ambiente
dona le tue preoccupazioni, trasformale in sollecitudine e che è già di per sè impregnato di silenzio. Anche se è
persegui la pace: hai l’occasione di fare qui una revisione altrettanto facile approfittare di quei momenti, quando si
della tua vita, di conoscere la lode gratuita a Dio nella ritrovano coppie che magari da tempo non si rivedevano,
preghiera della comunità, di ascoltare Dio che ti ha attratto come succede negli incontri delle équipes, per rinnovare
a questo luogo in disparte, questo silenzioso deserto l’amicizia in uno scambio fraterno e gioioso.
Per chi voleva, vi è stato al termine anche una riunione
spirituale, per parlarti al cuore....”
E l’atmosfera si è subito sentita: il pasto in comunità, in di compartecipazione sulle giornate.
Quando è venuto il momento di lasciare il monastero, è
pieno silenzio.
E poi, la partecipazione a tutti i momenti di preghiera venuto naturale il pensare, o il desiderare, che veramente
comunitaria, vicino ai monaci nelle loro tuniche bianche, sarebbe stato bello restare ancora un poco: tre giorni
godendo le lodi, i canti dei salmi, gli inni. E il clima generale sarebbero il tempo adatto per approfittare ancor più degli
esercizi.
di silenzio.
Un ringraziamento va al Settore di Varese che ha organizGli esercizi spirituali, momento di riflessione e di preghiera, in un luogo di preghiera, acquistano un doppio zato questi esercizi offrendone l’opportunità anche a copvalore. Quello degli esercizi in sè (nel nostro caso le pie di altri settori (Busto Arsizio e Milano).
Ritornando a casa, è anche venuto naturale il porsi
conversazioni di Enzo Bianchi e i momenti lasciati ai singoli
e alle coppie) e quello di vivere il clima e i momenti di l’impegno di mettere già in programma la partecipazione
preghiera di una comunità monastica, che ugualmente agli esercizi dell’anno prossimo, il settembre 1997, esercizi
trasmettono ricchezza spirituale. Approfittando anche di che saranno organizzati questa volta dal nostro settore di
Milano.
una cappellina per la preghiera silenziosa personale.
Giorgio e Carla Beghi
Per gli esercizi, abbiamo avuto due conversazioni di Enzo
Milano 10
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14 - Ottobre 1996
LE NOZZE D'ARGENTO IN POESIA
Paolo e Lidia Avesani - 22 maggio 1996
Quel sabo de majo, el ventidù,
in ciesa a san Piero, disendone sì,
co’ tanti difeti e ‘na qualche virtù,
semo deventai mojèr e marì.
Ricordito, Lidia, quando morosi,
bastava vardarse nei oci ‘na nina
par vedar davanti dei ani radiosi
da vivar insieme, strucà la manina?
Tante speranze, tanti progeti,
la voja de vivar a Dio ubidienti:
‘na bela fameja, dei puteleti,
el cor sempre verto a amissi e parenti.
E ancò, che ‘n quarto de secolo è ‘ndato,
l’è forsi l’ora un bilancio de far,
de vedar quanto de bon emo fato,
s’avemo i talenti meso a frutar.
Gh’è çerto stà qualche bel temporal,
‘na qualche barufa, ‘na qualche criada,
se semo fati magari un po’ mal,
ma po’ la rabia l’è presto pasada.
Gh’è stà anca de pianto ‘n qualche momento,
quando ch’el mondo el parea de crolar,
ma ‘sto matrimonio l’è ‘n gran sacramento:
te dà la forza de desmentegar.
E po’ gh’è ‘sti fruti del matrimonio,
‘sti dù bei butei che i è ‘l nostro amor,
i è çerto lori el più bel patrimonio,
el dono più bel che à fato el Signor.
Par cressar ‘sti fioi ghe l’em mesa tuta,
gh’emo insegnà de rigar sempre drito,
ma l’è ‘l nostro esempio quelo che buta:
speremo che ancora i fassa pulito.
E soto alora co’i impegni sociai,
che i straca, i te stufa, i par fin noiosi,
mì la politica, tì i ospedai,
par darghe ‘l giro ai talenti famosi.
E qua el me ricordo el va riverente
a quei che de strada à fato ‘n tocheto,
vissin a noialtri, standone a rente,
e su da san Piero i è za da ‘n pesseto.
Ricordo le none Valeria e Maria,
Aristide e Enrico, i nostri dù pari,
la Grazia e la Leila che la malatia
ha presto robà a l’afeto dei cari.
Po’, Lidia, credo, che ‘l va ricordado
quel primo bel fruto del nostro amor,
quel fiol che avanti de nassar è andado
lasù ‘n paradiso dal sò Signor.
E sù i ne speta, festosi e contenti,
‘sti nostri cari che avanti i è ‘ndà,
i speta i amissi, i speta i parenti,
par ‘na gran festa che mai finirà.
Ma dopo ‘n piantin mi digo che adesso
bisogna far festa in casa a Cornè:
l’è l’ora par tuti d’averghe ‘l boresso,
e soto a la tola de mètar i piè.
Gh’è qua dù sposi contenti e felissi,
col cor che forte el ghe bate drento,
e che festeza in mezo ai sò amissi
‘sto gran regal de le nosse d’arsento.
E a la me sposa, la mè cara Lidia,
ghe digo de cor “Tien bota, tesoro:
restemo unidi, da far anca invidia,
che riva, magari, le nosse de oro”.
Paolo Avesani
LA COMPLEMENTARITA'
Cinque lustri oramai sono passati
da quando Paolo e Lidia innamorati
giurarono scambievol fedeltà
nella fortuna e nell’avversità.
Oggi festosamente li attorniamo
e con gran gioia insieme constatiamo
con quanta cura li ha assortiti Iddio,
così da completare il “tuo” col “mio”.
Se qualche arredo pensan d’acquistare
su e giù in Brianza lei va ad esplorare:
espone tipi, prezzi e qualità,
lui pronto ascolta e poi l’assegno fa.
Questo modo di fare è più evidente
quando a pranzo od a cena invitan gente.
Lei il desco prepara con gran cura:
cristalli, argenti e... lava la verdura,
mentre Paolo delisca un gran salmone
o arrostisce ripieno un bel cappone.
Ei fa anche torte di gusto squisito
e lei l’aiuta... succhiandosi il dito.
Se nella politica lui pensa di entrare
lei non sta certo in casa ad aspettare.
Si mette in moto con slancio e coraggio
ed organizza un bel volantinaggio.
Chiama le amiche, espone il programma,
fa che anche in loro divampi la fiamma:
“lasciate ogni dubbio, l’Ulivo votate
e alfin vedrete le cose mutate!
Se ora il cielo ci appare un po’ grigio
fra poco di certo vedrete un Prodi-gio!”
Così attorno a Paolo si forma un drappello
di giovin signore tirate a pennello.
Un po’ lusingato da tanto interesse
lui tace e intanto le trame sue intesse.
Non sono lontane le altre elezioni,
non c’è da perder le nuove occasioni!
Se lui laconico è ognor nel parlare
lei si scatena col suo cellulare.
L’Hospice c’è poi per la gente malata,
l’amica c’è dal marito lasciata,
tant’altre signore ognor benestanti
che fanno il bene vendendo a contanti:
vendon azalee, geranei, violette
e, chi più ancor ne ha, di più ne mette.
Si sveglia alle sei il fissato mattino,
torna pel pranzo col ricco bottino:
tanti milioni il banchetto ha fruttato,
già il risotto da Paolo è cucinato.
Al desco tutti si trovan contenti
il cibo mettendo sotto i lor denti:
poi volano i frizzi, volan gli strali,
ben condivisi dai due liceali.
Cosa diciam di ‘sti sposi sì cari?
Che Dio li fè sì ben “complementari”.
Maria Teresa Avesani Tea
(mamma di Paolo)
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Ottobre 1996 - 15
LE NOSTRE RUBRICHE
Ritornati al Padre
FIOCCO ROSA
Margherita Pignataro, figlia di Francesco e
Alessandra, dell'équipe Milano 10: la femminuccia
dopo Carlo e Pietro.
Giovanna Savarè, figlia di Biagio e Marina,
dell'équipe Milano 10, nato il 13 giugno 1996.
Viene a fare tris, dopo Pietro e Laura.
Chiara Barzaghi, figlia di Fausto e Marinella,
dell'équipe Monza 1, nata il 15 giugno 1996.
Viene a far compagnia a Silvia.
Giulia Barbanti, figlia di Daniele e Federica,
dell'équipe Milano 10, nata il 10 agosto 1996.
L’angolo dei ghiottoni
La sabbiosa:
Ingredienti (per tortiera da 25 cm).
Farina di grano tenero gr. 60, fecola di patate gr. 150, zucchero gr.
180, burro gr. 100, 6 uova intere.
Procedimento. Sgusciare le uova
separando con cura gli albumi. Aggiungere un terzo dello zucchero
agli albumi e montarli a neve. Montare poi i tuorli collo zucchero restante.
Inglobare il burro, dopo averlo fatto fondere a fuoco
basso, evitando che frigga. Aggiungere gli albumi ai
tuorli, mescolando con delicatezza dall'alto in basso,
aggiungendo spruzzate di farina e di fecola fino ad
amalgamare il tutto. Mettete a cuocere nella tortiera ben
imburrata e infarinata a bassa temperatura (110-120°)
per un'ora circa.
L'impasto deve lievitare uniformemente, senza che si
formino un umbone centrale ed una spessa crosta superiore. Provare la cottura con uno stecco: una cottura
eccessiva renderebbe secca la torta, che deve restare
invece morbidissima.
Lo chèf Lino Opeavasa
Abbiamo appreso a Frascati la scomparsa di Père Caffarel
che, come tutti già saprete, è stato il fondatore del movimento End insieme a quattro coppie di sposi di Parigi.
Durante tutta la sua vita è sempre stata una persona
molto schiva: anche la notizia della sua morte è stata
appresa quasi per caso da una coppia dell’ERI (Equipe
internazionale) che l’ha letta riportata in un trafiletto di un
giornale francese.
Lo vogliamo ricordare nelle nostre preghiere, perché è
per la sua intuizione profetica che tutti noi ora possiamo
trarre benefici dall’appartenenza a questo movimento.
Vogliamo anche pregare per Antonia Mapelli dell’Equipe Monza 2, che venerdì 4 ottobre è tornata alla casa del
Padre.
Vogliamo ricordarla come una "speciale" amica che riusciva a godere delle piccole cose della vita, trasmettendo
a tutti un senso profondo di ottimismo inteso come segno
della speranza cristiana. La sua instancabile passione per
la lettura e l’ascolto della Parola, la faceva essere con
semplicità, ma con profonda convinzione, testimone evangelica per gli amici delle End e per tutti quelli che l’hanno
conosciuta.
Ci piace pensarla accovacciata ai piedi di nostro Signore
mentre pronuncia le prime strofe del Magnificat: l’anima
mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio
mio salvatore.
Riportiamo qui di seguito una preghiera che Antonia ci
ha regalato in una recente riunione di Equipe.
IL VESTITO DELLA FESTA
Signore,
Tu sei come il mattino,
per Te mi vesto a festa!
Ho lasciato i miei vecchi abiti,
i miei abiti di peccato,
i miei abiti del passato,
e ho rivestito abiti nuovi.
Per Te mi rivesto a festa:
io T'incontro!
Ora il mio cuore può cambiare.
E' come se diventassi un bimbo nuovo.
Il passato è abbandonato
come un vestito usato.
Si aprono altre porte,
prenderò strade nuove
che mi condurranno a Te,
la mia vita sarà nuova:
Te lo prometto!
Ti amo, Signore Gesù.
E' il mio vestito più bello
è il Tuo amore
che mi copre
interamente come un manto.
Antonia
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16 - Ottobre 1996
Il Vangelo in ottonari: per i più, e per i meno, piccini
LE NOZZE DI CANA
Nel Vangelo è ricordato
che Gesù ha partecipato
a un nuziale bel banchetto
con la vista sul laghetto.
E giacché un inconveniente
capitò in quel frangente,
che il buon vino preparato
andò tutto tracannato,
disse mamma al buon Gesù:
“Figlio, il vino fallo tu.
Altrimenti ‘sti sposini,
un po’ a corto di quattrini,
che figura che ci fanno
se altro vino più non danno!”
Ed ai servi malfidenti
ella disse fuor dai denti:
“fate voi con fedeltà
tutto quel che vi dirà.”
Finché alfine, contrariato,
Gesù ai servi ebbe ordinato
d’acqua di riempir le giare
fino a farle tracimare.
Poi nel cielo al suo babbino
egli fece l’occhiolino
e di colpo, immantinenti,
l’acqua nei gran recipienti
con un gesto trasformò
in vin buon più del Bordeaux.
La moral di questo fatto
ve la dico qui d’un tratto:
se un pensiero ti rovella
riempi almen 'na bacinella
Buon umore in pillole
Si ritrovano a scambiarsi opinioni un pastore
protestante, un rabbino ed un parroco cattolico.
Si parla dello spinoso problema della ripartizione delle offerte. Il pastore dice: "Al centro della
chiesa è disegnato un gran cerchio. Io svuoto la
cassetta delle elemosine, quello che resta nel cerchio è per il Signore, quello che esce è per me."
"Bravo", risponde il rabbino, "noi usiamo un
metodo analogo: una bacinella di rame di 30 cm di
diametro e quello che vi resta dentro è per Iaveh,
quello che cade è per me."
"Io", fa il parroco, "non metto limiti al mio Signore che sta nei cieli. Quindi aprendo la cassetta gli
lancio in aria tutto dicendo: "Signore, tieni tu tutto
quello che vuoi." E quello che ricade, lasciato dal
Signore, è per me!"
Don Giuseppe Oltolina
Serata d'amicizia alla Sessione Estiva
di quell’acqua, rarità,
ch’è la buona volontà.
Abbi in Dio poi confidenza:
Lui farà la differenza.
Giusto de' Menabuoi (Trecento) - Nozze di Cana - Padova Battistero
Redazione: Paolo e Lidia Avesani
Equipe Monza 1
Largo Esterle, 3 - 20052 MONZA (MI)
Tel. 039-389729
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A.I. Automazione Industriale sas
Via Monte Santo, 112 - CINISELLO B.
Tel. 02-66013014 - Fax. 02-66014388
Cellulare 0336-803336
Sommario
Argomento
Pag.
Nocera Umbra- P. e L. Casalone
1
L' Equipe Milano 1 - G.e R. Cappelletti
2
Saperne di più: l'AIART - A. Luquer
2
Bilanci di Giustizia - A. e L. Villella
3
Alla ricerca del nostro volto - A. e T. Farotto
4
Una preghiera insieme
5
Una proposta END: il gruppo Intercessori
6
Incontro con i Consiglieri Spirituali
7
La famiglia nel 47° Sinodo - p. G. Brovetto
8-11
Per caso - P. e L. Avesani
11
Bilancio del Settore 1995-96
12
Giorni di rara luce - G. e C. Beghi
13
Le nozze d'argento in poesia - P. e M.T. Avesani 14
Le nostre rubriche
15
Le nozze di Cana
16
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Anno 1996 n° 3 - endmilanob.it