END Milano Giornalino dell'Équipes Notre Dame - Settore di Milano Anno 15° n° 3 - Ottobre 1996 NOCERA UMBRA: CHE ESPERIENZA!.. Non c’è cosa migliore, per apprezzare la Sessione Nazionale, che parterciparvi. Le impressioni che Vi riportiamo difficilmente ne renderanno il senso e la ricchezza, ma vogliamo lo stesso dare il nostro piccolo contributo. “Fate quello che Vi dirà” è stato il tema portante, il secondo della trilogia di Fatima, ispirata dall’episodio delle Nozze di Cana. “Fate quello che Vi dirà” significa l’ascolto della parola di Dio nelle sue varie forme: - Parola scritta (nella Bibbia, e dai profeti di ogni tempo) - Eventi significativi della nostra vita, - Relazioni con gli altri. E’ stato precisato come le END, movimento di spiritualità coniugale, pongano al centro l’ascolto della parola di Dio: quindi non solo gruppi di amicizia, non strumento terapeutico per le crisi di coppia, ma occasione per crescita e maturazione nella fede, invito alla speranza, alla luce della parola di Dio. Tale cammino come ci ha fatto riflettere Don Colzani, si svolge nella gradualità, nel rispetto dei tempi di ognuno secondo il carattere e la cultura, ma con un metodo ben preciso, che richiede pazienza ed impegno. La parola di Dio va ascoltata e meditata sia individualmente, sia in coppia, sia in comunità (Equipe di base, gruppi parrocchiali, ecc.), perché solo seguendo tutti i tre questi ambiti essa può dare frutto (Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano al parola di Dio e la mettono in pratica, Luca 8,21). L’impegno alla lettura, all’ascolto e alla messa in pratica della Parola di Dio (sottolinea Popi Simonis) esclude la tiepidezza (come si legge nella Apocalisse 3,14-22, messaggio alla settima Chiesa di Laodicea); richiede apertura alla novità e la consapevolezza che tutti siamo dipendenti prima di tutto da Dio, ma anche dagli altri (siamo “Esseri di bisogno”). Vivendo secondo questi valori ci è concessa, già ora, la Vita Eterna, intesa come vita piena, realizzata, che ha un senso. Tanto ricco è stato questo messaggio, che vogliamo proporlo per tutte le attività del settore di quest’anno, che avranno il seguente programma di massima: GIORNATE DI SETTORE - 27 ottobre '96 Tema: "Stile di vita sobrio" - Monza, Don Giovanni Colzani - 16 novembre '96 Serata per le équipes di formazione sul tema "Stile di vita sobrio" - 11 gennaio '97 Riunione dei responsabili di équipe: "La preparazione della preghiera in équipe" - 16 marzo '97 Giornata di Spiritualità: "Fate quello che vi dirà" - Monza, Don Maurilio Frigerio - 26 maggio '97 Un punto del metodo: "Preghiera in coppia" - Pavia, Paolo e Franca Nanni - 23 giugno '97 Incontro con i consiglieri spirituali - 13-14 settembre '97 Ritiro spirituale del Settore di Milano - Eremo di San Salvatore (Erba) Paolo e Laura Casalone CRS Milano END milano 2 - Ottobre 1996 L'équipeMilano1 Saperne di più: l'AIART Lapresentazioneelacronistoria delladecanadelnostroSettore 24 anni fa (come vola il tempo!...), appena giunto Milano come Parroco di S. Leonardo e Rettore della Casa del Giovane, Don Renzo Cavallini getta le basi delle prime tre équipes della città. Un pionieristico "pilotaggio" da parte del Settore di Varese e nasce la nostra équipe Milano 1 che presto diventerà un punto di irraggiamento del Settore di Milano. Un inizio pieno di entusiasmo, di gioia, di vitalità che, per me e Rita, e per le altre coppie, assume un significato ancor più di buon auspicio perché tutte in attesa dei tanto desiderati primogeniti! Stefano ed Anna Maria ASCHAUER, Gian e Rita CAPPELLETTI, Pier Luigi ed Anita CAVAZZUTI, Franco e Claudia COCCIA, Don Renzo: quanti ricordi e quanta ricchezza! 24 anni: come una famiglia che genera ma non vincola, che educa alle scelte di vita, agli impegni, alla libertà senza mai sopraffare, anche la nostra équipe ha subito cambiamenti, ha modificato in parte la sua composizione anagrafica.. Sono usciti gli Aschauer ed i Cavazzuti; sono entrati per poi partire i Bogni, i Costa (un tenero saluto a Paolo che dal cielo ci guarda...), i Canali, i Gallotti, gli Aiello. Nel contempo sono arrivati da altre équipes i Petracco ed i Gandino coi quali condividiamo alti e bassi, stanchezze e stress ma anche lo sforzo di camminare insieme confidando e sperando giorno dopo giorno nell'aiuto del Signore... Ora, dopo tanti anni possiamo ben dirlo, siamo convinti che proprio il Signore si è fatto presente attraverso la figura del nostro Consigliere spirituale che, nella duplice veste di sacerdote ed équipier, ha saputo condurre tra noi non solo un'azione di prudente mediazione ma anche di stimolo non tralasciando mai di trasmetterci la sua esperienza di uomo di Fede. Un quarto di secolo: Alessandro, il nipotino dei Coccia, è il nuovo germoglio! Attualmente l'équipe MI - 1 è composta da: Gian e Rita CAPPELLETTI, coi figli Andrea (23) e Silvia (20). Franco e Claudia COCCIA, colle figlie Cristina (28) e Federica (22). Gianni e Melina PETRACCO, coi figli Paolo (23) , Renzo (16) ed Enrico (11). Arturo e Claudia GANDINO, coi figli Davide (30) ed Anna (28). Mons. Renzo CAVALLINI. Il numero degli équipiers è un po’ ridotto all'osso: stiamo cercando di ingrossare le fila e invitiamo tutti a pregare perché ciò avvenga presto... Gian e Rita Cappelletti Durante la Giornata di Settore condotta da padre Brovetto sul tema "Il Sinodo e la Famiglia", svoltasi a Monza il 5 maggio u.s., è emerso che nessuno dei presenti, salvo il sottoscritto, conosceva l'associazione AIART. L'AIART, in sintesi, è un'associazione di volontariato culturale alla quale possono aderire persone, famiglie, enti ed associazioni che ritengono necessario promuovere la presa di coscienza dell'incidenza che televisione e cinema esercitano sulla vita degli individui e della comunità. Essa si propone di contribuire, soprattutto nel campo radio televisivo, all'affermazione della dignità della persona, alla tutela dei minori, alla salvaguardia dei valori morali, religiosi ed artistici, nonché dei principi di indipendenza, obiettività, pluralismo nell'informazione. Organizza corsi di formazione per insegnanti e ge-nitori, nonché conferenze nelle scuole e nei centri culturali. Interviene presso i parlamentari per migliorare le leggi che riguardano questo settore ed è rappresentata nel Consiglio Consultivo degli Utenti, presso il Garante per la Radiodiffusione. Cura l'edizione del mensile "Il Telespettatore", che viene inviato gratuitamente a tutti i soci ed una collana di ricerche e di sussidi. E' membro del "Forum degli organismi familiari" e del "Coordinamento per le comunicazioni sociali". Ho chiesto che venga inviato a ciascuna famiglia del nostro Settore un numero del sopraddetto mensile. Spero che Vi possa essere gradito. Andrea Luquer Milano 8 END milano Ottobre 1996 - 3 VIVERE L’ALTERNATIVA CHEVIENEDALVANGELO Ovvero l’Operazione Bilanci di Giustiz i a Cogliamo con gioia l’invito di Don Silvano Caccia (Giornalino END febbraio ‘96) e presentiamo una delle possibili risposte all’esigenza vivere la vita secondo criteri più equi e morali come il nostro essere cristiani ci impone. Nella nostra vita abbiamo fatto numerosi tentativi in campi diversi, dall’impegno in parrocchia e nei gruppi laici, alle esperienze di solidarietà in paesi del III Mondo, al coinvolgimento su tematiche ambientalistiche; ci siamo però resi conto che la gravità delle ingiustizie che incontriamo e di cui abbiamo conoscenza indiretta necessitavano di un approccio diverso, altrimenti le nostre azioni così impostate sarebbero rimaste fine a se stesse, utili più alla nostra coscienza che ad incidere davvero sui problemi. E’ stato a questo punto del nostro cammino che abbiamo incontrato l’Operazione Bilanci di Giustizia. Questa iniziativa è stata lanciata dai Beati Costruttori di Pace: sollecitati da Padre Zanotelli con una lettera dalle discariche di Corokocio e da tanti altri missionari e dopo aver osservato la situazione nella ex Yugoslavia (toccata con mano durante la marcia su Sarajevo) hanno capito che un unico filo legava le grandi povertà nel mondo e le pazzie della guerra: l’ECONOMIA, questa economia disumana in cui solo il profitto e la competitività contano. L’Operazione nasce dalla presa di coscienza dei seguenti squilibri mondiali: - Un rapporto Nord/Sud a grande sfavore del Sud (risorse, debito, guerre, fame ecc.) - Un rapporto Uomo/Terra a sfavore della Terra (inquinamento, sfruttamento, consumismo) - Un rapporto Uomo/Uomo a sfavore dell’Uomo (salute, alimentazione, lavoro, tempo libero, informazioni, relazioni, disagio ecc.). L’Operazione Bilanci di Giustizia si assume in prima persona la responsabilità di tali contraddizioni e finalizza il suo intervento per combatterle, servendosi dello stesso strumento utilizzato dal sistema dominante: L’ECONOMIA. Crediamo di aver trovato finalmente uno strumento opera- tivo che ci permette di combattere “in proprio” una guerra per noi cattolici doverosa: noi critichiamo l’andamento amorale del Mondo, le ingiustizie e la fame del Terzo Mondo, discutiamo della sempre crescente massa di poveri che si affacciano anche nel mondo occidentale “ricco”, non condividiamo questa economia che crea sempre più disoccupazione e disperazione anche a casa nostra ma abbiamo sempre pensato che fosse compito dei politici, degli economisti, degli “esperti” affrontare tutto ciò. L’idea nuova è invece quella di riappropriarsi del diritto di scegliere, di testimoniare fattivamente il nostro dissenso; come? Semplicemente facendo attenzione a cosa compriamo perché anche se è vero che noi siamo l’ultimo anello della catena economica che crea ingiustizia siamo l’anello che può finanziare o meno tutto ciò, possiamo concretamente testimoniare le nostre volontà e cambiare il sistema. Molte sono le tematiche che compongono la filosofia dei Bilanci di Giustizia, alcuni di voi forse ne hanno sentito parlare (incontro a Rocca di Papa) o hanno letto qualcosa in proposito su giornali di vario genere che cominciano ad interessarsi all’Operazione (Avvenire, Avvenimenti, Famiglia Cristiana e numerose altri ci hanno dedicato servizi ed interviste), addirittura alcune emittenti radiofoniche ci hanno invitato a parlare, anche la Curia di Milano ci ha chiesto di presentare l’Operazione. I Bilanci di Giustizia iniziano ad essere riconosciuti come uno strumento importante di formazione per le famiglie e crediamo che in particolare le famiglie cristiane debbano vedere con occhi molto favorevoli un’iniziativa che sposa in toto gli ideali di giustizia ed uguaglianza tipicamente evangelici. Siamo a disposizione degli interessati per illustrare compiutamente l’iniziativa. Alberto e Laura Villella Milano 11 4 - Ottobre 1996 END milano Alla ricerca del nostro volto: seconda parte, San Donato in Palazzi La comunità di Caresto è da anni impegnata al servizio caldamente consigliato di frequentare; della crescita spirituale della coppia; offre spazi di incontro visita alle clarisse di Mercatello sul Metauro: splendida e di ritiro sulla base di tracce di riflessione, pubblicate per occasione per noi e per i nostri figli di incontrare persone chi vuole utilizzarle in altri contesti. con un'esperienza decisamente particolare; Da quest'anno all'eremo di Caresto si è aggiunto un altro visita all'azienda agrituristica di una famiglia di tedeschi spazio che ne amplia la possibilità di accoglienza: è un (con 5 figli) trapiantati nelle Marche da oltre 15 anni, gita "cascinale" in S. Donato in Palazzi, piccola frazione di S. a Spello e ad Assisi, per respirare un po' di aria francescana; Angelo in Vado, a valle della lavori pseudo agricoli collina dell'eremo. (disboscamento stile ferrovia Così la comunità si è allargaamazzonica delle rive del ta: oltre a don Piero, Daniela ed Matauro e di una frazione di Ornella, ci sono da quest'anno prato, accatastamento della leanche Ezio e Cinzia, una coppia gna + ecc. + ecc.) per la gioia di Bellano (LC) con le loro figlie dei bambini che ne hanno fatti Alice, Marta e Sara, che dall'anluogo di costruzione capanne, no prossimo si trasferiranno bagni, ecc. stabilmente in Palazzi per la gemeeting serali / notturni per stione e il coordinamento delle rielaborare il "materiale" della iniziative della comunità. Il giornata, per ascoltare la cascinale è ancora da ristruttu"cantastorie" Paola (sa delle rare, ma già si sono delineate le storie bellissime), per confronpotenzialità di incontro / vatarci su simpatici test psicolocanze "impegnate" / ritiri , angici; serate illuminate da quelche per intere famiglie, avendo la che possiamo chiamare "la maggiori spazi, interni ed esterscoperta del limoncello", liquoni, rispetto all'eremo "di origire, ma che dico, nettare prone". dotto dalle sapienti mani di Anche se con le impalcature Ornella (fa anche pane, torte e ed i rovi, giovedì 8 agosto è focacce), gradito soprattutto stato "inaugurato" con il primo alle signore..... pranzo comunitario: oltre a don Cose semplici e straordinaPiero, Daniela, Ornella, Cinzia, rie, che sicuramente conserFrancesco di Giorgio Martini - Cortona Ezio e la loro famiglia, si sono veremo come un tesoro nel S. Maria delle Grazie al Calcinaio - 1485 aggiunti i magnifici 17 (18 con nostro cuore. Nel cammino Pippo), vale a dire la ben nota famiglia Parolini, gli amici verso la COMUNITÀ' ALTERNATIVA (Ripartiamo da Paolo e Paola con i 4 figli Timoteo, Gionata, Naomi e Dio), c'è stata la tappa importante del cercare il proprio Samuele (dalla metropoli di Sulbiate) e gli immancabili NOME (coniugi Nanni, Gazzada 6/95); quella di quest'estaFarotto (sette + il gatto, ndr). te è la tappa della ricerca del NOSTRO VOLTO (di singoli, Sono stati dieci giorni molto intensi, con una vivace vita di coppia, di famiglia, di comunità), cioè di ciò che ci comunitaria (14 figli e 2 bagni ....), ritmati dalla "improvvi- caratterizza, di ciò che ci rende visibili e riconoscibili. E tutti sazione programmata" di: abbiamo colto il "miracolo" dello stare insieme, il "miracola preghiera del mattino, organizzata dai genitori, e quella lo" della presenza di Dio e del fratello, che in qualche modo della sera, dai figli; ci definiscono, confermano il nostro volto, immagine di incontri formativi con la comunità : sull'ascolto (la comu- Dio: volto luminoso perché ha visto il Signore. nicazione di coppia è un loro pallino) e una giornata sul Un'occasione particolare per le coppie per ridirsi con le Cantico dei Cantici (insieme ad un gruppo di Verona parole del Cantico dei Cantici: "O mia colomba che stai nelle organizzato dall'Ufficio di Pastorale familiare); fenditure della roccia, MOSTRAMI IL TUO VISO, perché visita dai coniugi Pasotto, trasferitisi dalle terre lombarde la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro". E sentire che ormai da 15 anni: hanno un'azienda di agricoltura biologica, questi gesti, queste occasioni sono "cose buone", sono spazi per l'accoglienza, sia di persone con problemi, sia di (per dirla con Enzo Bianchi) PROFEZIA, cioè parola per famiglie in ricerca (è una piccola Caresto, tra l'altro utilizza- l'oggi: nell'apertura a Dio e all'altro, nel sentirsi in cammino no il loro materiale). I coniugi Pasotto sono anche coppia con il fratello, l'uomo trova il proprio volto e la propria pace. animatrice dell'incontro matrimoniale, che ci hanno Alberto e Tiziana Farotto Milano 9 END milano Ottobre 1996 - 5 UNA PREGHIERA INSIEME Pubblichiamo su ogni numero del giornalino una preghiera che riteniamo significativa: riportata da un giornale o recitata in comunità o durante una veglia o ad un ritiro ci può aver fatto pensare e meditare e quindi vogliamo proporla a tutti. Per questo vi invitiamo a farci pervenire quelle preghiere che volete condividere con gli altri, saranno sicuramente pubblicate. Non è vestito già confezionato, ma stoffa da tagliare, preparare, cucire. Non è vetta conquistata, ma partenza dalla valle, scalate appassionanti, cadute dolorose nel freddo della notte o nel calore del sole che scoppia. Non è solido ancoraggio nel porto della felicità, ma è levar l’ancora, è un viaggio in pieno mare, sotto la brezza o la tempesta. Non è un “SI” trionfale, enorme punto fermo che si segna fra le musiche, i sorrisi, gli applausi, ma è moltitudine di “si” che punteggiano la vita, fra una moltitudine di “no” che si cancellano strada facendo. Così essere fedeli non è: Non smarrirsi, non combattere, non cadere. E’ rialzarsi sempre e sempre camminare. E’ voler proseguire fino alla fine il progetto preparato insieme e liberamente deciso. E’ dar fiducia all’altro, al di là delle ombre e della notte. E’ sostenersi a vicenda, al di là delle cadute e delle ferite. E’ aver fede nell’amore onnipotente, al di là dell’amore. La fedeltà è talvolta quella di Gesù che, inchiodato sulla croce, corpo e cuore squarciati dall’infedeltà dell’uomo, solo, abbandonato, tradito, resta fedele fino alla morte, perdona, dona, ancora e con l’offerta della sua vita SALVA PER SEMPRE L’AMORE. (Michel Quoist) Ne vale sempre la pena... Se non coglierai i frutti, ne varrà la pena per la bellezza dei fiori. Se non vedrai i fiori, ne varrà la pena per l'ombra delle foglie. Se non ci saranno le foglie, sarà stata buona l'idea di seminare. Ne vale sempre la pena... Anonimo Brasiliano END milano 6 - Ottobre 1996 Una proposta END: il Gruppo Intercessori Chi sono? Dei cristiani, uomini e donne, uniti in una grande famiglia spirituale dalle stessa fede, nel valore dell’intercessione. Coscienti della miseria del mondo, con cui si sentono solidale, e dei suoi immensi bisogni, si uniscono al Cristo "intercedente incessantemente per noi" (Lettera agli Ebrei 7, 25) e a tutti i loro fratelli nella "comunione dei santi". Sentono che Cristo parlava proprio a loro, dicendo: “Vegliate e pregate...” (Mt 26, 41) e: “Questa razza di demoni non si può scacciare in nessun altro modo se non con la preghiera ed il digiuno...” (Mc 9, 29); così come San Paolo continua a rivolgersi a loro affermando: “Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire voi stessi in sacrificio vivente, santo e gradito a Dio...” (Rom 12, 1). Che cosa fanno e per chi? Si tengono sulla breccia secondo le parole del Signore a Ezechiele: “Ho cercato in mezzo a loro qualcuno che potesse costruire un muro di difesa, che potesse stare in piedi sulla breccia delle mura davanti a me, per difendere il paese e per impedirmi di distruggerlo...” (Ez 22, 30). E ciò in tre modi: con la preghiera, con il digiuno, con l’offerta. Formano così tre gruppi: Gli "Oranti", i "Digiunanti" e gli "Offerenti"; un buon numero fra loro appartiene contemporaneamente a più gruppi. Intercedono per tutte le grandi intenzioni della Chiesa. In particolar modo per tutte le coppie del mondo e per la santità delle famiglie cristiane, Si fanno carico delle intenzioni particolari che sono loro affidate. Da quanto? Dal 1960. Il padre Caffarel, fondatore delle Équipes Notre Dame, lanciava un appello: "Ci vogliono volontari". Facendo eco alla parola del Cristo: “Non potete vegliare un’ora con me?”, egli invitava le famiglie delle Equipe a consacrare un’ora di preghiera notturna al mese alle intenzioni delle famiglie ed alle grandi intenzioni della Chiesa e del mondo. Centinaia di volontari risposero a quell’appello (furono chiamati "coloro che vegliano"). Così fu costituita una catena ininterrotta di solidarietà alla quale le famiglie in difficoltà poterono appoggiarsi e sentirsi fortemente sostenute dalla preghiera di tanti fratelli. Nel novembre 1977, i responsabili delle Equipe Notre Dame, consapevoli del crescente bisogno delle famiglie e del mondo e, avendo fede nel valore dell’intercessione, rinnovarono l’appello del 1960, allargandolo. Sono chiamati a partecipare non solo i membri delle Équipes (singoli équipiers, coppie e consiglieri spirituali) ma anche i loro familiari ed amici. Quanto ai mezzi di intercessione, sono moltiplicati: alla preghiera di notte si aggiungono ora la preghiera di giorno, il digiuno e l’offerta delle prove. La “Lettera agli Intercessori” Sotto la modesta forma di fogli fotocopiati, essa è un legame fra tutti gli Intercessori ai quali porta uno stimolo trimestrale con testi ed esperienze sulla preghiera, sul digiuno e sull’offerta. A questi fogli vengono allegate alcune delle intenzioni di preghiera che giungono dal nostro paese e da Parigi. Tramite la lettera il reciproco aiuto spirituale diventa effettivo fra tutti. Questa "Lettera" viene inviata direttamente da Parigi agli Intercessori francofoni. E’ tradotta in più lingue (inglese, brasiliano, italiano, portoghese, etc.) e trasmessa ai non francofoni grazie a dei "referenti" forniti dalle END. Per far parte degli Intercessori Colui che desidera far parte degli Intercessori: * Si impegna ad un’attività di intercessione secondo le sue aspirazioni e le sue possibilità: - un’ora di preghiera al mese (gruppo degli Oranti) - un giorno di digiuno al mese (gruppo dei Digiunanti) - l’offerta ogni giorno rinnovata di sè stessi e delle proprie prove (gruppo degli Offerenti) * Compila il modulo di adesione e lo spedisce precisando i mezzi di intercessione scelti. E’ allora accolto nella grande famiglia degli Intercessori e riceve la "Lettera agli Intercessori". Per affidare le intenzioni agli Intercessori Tutti coloro il cui fardello è troppo pesante (che facciano o no parte degli Intercessori), tutti coloro che sono a conoscenza di grandi prove intorno a loro, sono invitati a mandare anonimamente le loro intenzioni a Giorgio e Brunella Furin Via dell’Acero, 30 06143 Perugia. Queste intenzioni vengono pure spedite a Équipes Notre Dame, Intercesseurs, 49 Rue de la Glaciere, 75013 Paris, dove vengono depositate nell’oratorio, davanti al tabernacolo, e presentate durante le Eucarestie. Ogni trimestre esse sono ripartite tra gli Intercessori (ciascuno ne riceve due o tre) e mandate con la "Lettera agli Intercessori". Modulo di adesione al gruppo Intercessori Intendiamo/intendo far parte del gruppo Intercessori ed assumiamo/assumo l'impegno di: - dedicare all'adorazione l'ora dalle .... alle .... del giorno .... do ogni mese (Orante) - dedicare al digiuno il giorno ... di ogni mese (Digiunante) - offrire a Dio le nostre/mie sofferenze (Offerente) Nome e cognome ............................................................... Equipe ................................................................................. Indirizzo completo ............................................................... .............................................................................................. Spedire a Giorgio e Brunella Furin Via dell'Acero, 30 - 06143 Perugia (tel. 075/45322) END milano Ottobre 1996 - 7 IncontroconiConsiglieriSpirituali A seguito dell’invito rivolto per l’incontro del 17/6/1996 con i Sacerdoti CS del Settore di Milano presso i Casalone, abbiamo avuto il piacere di incontrare: Don Alfio Motta Equipe Carugate 2 Don Sandro Villa " Milano 10 Don Silvano Caccia “ Monza 1 Don Renzo Mantica " Monza 2 Don Mario Cappellini “ Monza 3 Don Maurilio Frigerio “ di Settore Milano Visto che la serata è stata interessante e ricca di spunti, ci fa piacere che tali riflessioni giungano a tutti; vi inviamo quindi questa lettera con gli auguri di buona estate. Chissà se il prossimo anno potremo rivederci più numerosi! RESOCONTO Dopo una cena svolta in amicizia, la serata è iniziata con una preghiera allo Spirito Santo ispirata da un testo di Sant’Agostino. Il tema di studio aveva come riferimento il documento utilizzato per l’incontro SCS di Venegono ’95 a cui i Sacerdoti hanno portato i loro commenti, rispondendo alle domande proposte. Vogliamo riportarvi alcuni contributi emersi dai SCS: ELEMENTI CHE FAVORISCONO IL SERVIZIO DEL SACERDOTE NELLE END spetta al Sacerdote: - avere sufficiente tempo da dedicare per le riunioni e per i contatti con gli Equipiers - ascoltare i problemi umani e spirituali delle coppie espressi in maniera schietta e sincera, senza che il suo unico ruolo sia quello di svolgere una funzione dottrinale (anche se spesso sono gli Equipiers a richiederlo) spetta agli Equipiers: - l’osservanza del metodo da parte di tutti e la preparazione in coppia della riunione d’Equipe - la volontà di crescita spirituale da parte degli Equipiers - la corresponsabilità assunta da tutti i membri dell’Equipe per dare attuazione alla propria (diversa) vocazione in un clima di parità, di semplicità e di dedizione totale nell’apertura verso gli altri. deriva dal metodo: - la libertà dai compiti organizzativi che non spettano ai sacerdoti ma alle coppie ELEMENTI CHE FAVORISCONO LA CRESCITA SACERDOTALE - incontro tra ministero Sacerdotale e ministero coniugale e familiare - essere immersi in una piccola Comunità di persone in cammino verso la santità in cui sono offerti stimoli che richiamano alla propria scelta sacerdotale - venire a contatto con esperienze che testimoniano la fatica, (anche esperienze crude di separazione e scioglimento) di ogni esperienza umana nel costruire il Regno di Dio - imparare a condividere i diversi cammini di fede, accettando i tempi e le modalità di ciascuno: “non si è padroni della fede degli altri”. - partecipare ad un movimento che ha un suo carisma e ha rivelato un suo volto profetico all’interno della Chiesa come dinamica missionaria nella pastorale familiare. CONCLUSIONE E’ stato anche detto che la partecipazione al movimento End regala al Sacerdote qualche ora di ristoro nella comunione della stessa fede, nel calore di una casa, tale da costituire un momento atteso. Il Sacerdote, infatti, si trova a suo agio proprio perché adempie in pieno la sua missione pastorale. Come commento finale noi, Paolo e Laura, ci sentiamo di sottolineare quanta importanza il Sacerdote attribuisca alla sua appartenenza al movimento End; questo fatto ci richiama a curare con la massima diligenza le nostre riunioni, mantenendo sempre uno stile che, pur non bigotto, serioso..., tuttavia sia adeguato e tale da facilitare la crescita spirituale di ognuno. MONZA, luglio 1996 Don Maurilio Frigerio Laura e Paolo Casalone END milano 8 - Ottobre 1996 Giornata di Settore del 5 maggio 1996 La famiglia nel 47° SinodoAmbrosiano Di Padre Giuseppe Brovetto ridare il volto di soggetto ecclesiale e sociale. La famiglia è per la chiesa luogo primario e insostituibile di formazione e di testimonianza cristiana. Per la famiglia ricerchiamo la priorità nelle politiche sociali”. Ecco ora quanto mi è parso di trarre dal nostro Sinodo, sempre col sottinteso di leggerlo non come trattazione esaustiva, ma come stimolo ad immergersi sempre più nel nostro vissuto integrale. Premessa 1L’argomento di questa relazione è vastissimo in se stesso, eppure potrebbe corre il rischio di lasciarvi un po’ delusi. Infatti noi lo tratteremo riferendoci strettamente al Sinodo, la cui indole è contemporaneamente e indissolubilmente pastorale, canonica e spirituale. A noi è più congeniale quest’ultima dimensione, evocata dal Cardinale nelle icone del “firmavit faciem suam” e della “chiesa degli Apostoli”. Di fatto prevale il taglio 1. Un’idea generale di come è distribuita la materia nel pastorale, per se stesso soprattutto dinamico-programmatico, Sinodo come infatti risulta chiaro dal tema della “nuova evangelizzazioCi riferiamo al cap. 21, “Matrimonio e famiglia” che si trova nella ne” che lo qualifica ampiamente. terza parte del sinodo, dedicato E inoltre - sia pure letteralmente alle “Figure della vita cristiana”. ormai un po’ messo in secondo Il precedente cap. 20 parla dei piano - c’è l’aspetto canonico laici in genere e dei successivi che un tempo era praticamente capp. 22 e 23 della vita consal’unico ed anche oggi ha grandiscrata e dei ministeri ordinati. Le sessioni nazionali, a cui raccomandiamo simo peso, trattandosi del Siamo più avanti dello stesso la partecipazione, per la grande ricchezza “diritto particolare” della chiesa Concilio, che pure aveva arditalocale, necessario per completamente iniziato parlando del che possono offrire, si terranno a re - con lo stesso valore normativo popolo di Dio, ma poi aveva - il diritto canonico universale, esaminato nell’ordine la gerarche spesso vi richiama appunto chia, i lanci e la vita consacrata! Nocera Umbra le diocesi che hanno quindi il Il capitolo consta di 54 costitudovere di tenerlo aggiornato, più zioni su 611 (8,83%); alla dal 30 aprile al 4 maggio e meglio di quanto non può fare famiglia sono dedicati accenni dal 24 al 28 agosto ( salvo variala chiesa nel suo insieme. molto consistenti anche in altri Ricordiamo che il diritto canonicontesti come vedremo. Le pazioni che comunicheremo) co attuale è stato promulgato nel gine dedicate alla famiglia sono 1983, e il sinodo Ambrosiano 46 su 535 (8,60%). 46° era del 1971. Ecco le sezioni del capitolo: Io mi limiterò dunque a sfiorare I. La famiglia nella pastorale della chiesa ambrosiana. 396-398. 3 questa complessa materia, ricavandone quanto ritengo possa maggiormente giovare alla vostra Cost. conoscenza ed al cammino del nostro Movimento. II. La preparazione al matrimonio e alla famiglia. 399-404, 6 Cost. 2Mi inoltro con un po’ di soggezione, in quanto tra non III. La celebrazione del matrimonio. 405-411, 7 Cost. molto ci sarà messa tra le mani la “Regola di vita per il cristiano IV. La vita matrimoniale e familiare. 412-423, 12 Cost. ambrosiano”, in cui senza dubbio l’argomento “famiglia” sarà V. Linee operative e strumenti della pastorale familiare. 424-426, 4 Cost. trattato con quella maestria che il nostro Arcivescovo possiede in modo inimitabile. D’altra parte un tenue assaggio egli ce ne VI. Richiesta di matrimonio in situazioni particolari. 428-450, 22 fornisce ogni anno con gli opuscoli che vengono distribuiti Cost. durante la benedizione natalizia delle famiglie e che, riuniti e Come si vede , l’ultima sezione da sola assorbe 22 costituzioni! conservati, sono già un bellissimo vademecum pastorale-spiriE’ un indizio della rilevanza che ha ormai la problematica tuale. matrimoniale dei casi difficili. Non bisogna però giudicare dalla quantità: gli altri punti anche 3Inoltre non dimentichiamo che è continuamente in cammino la grande pastorale cattolica universale. Pensiamo alla se brevi, sono in genere molto densi. Evangelium vitae, pubblicata 25.3.1995, quando già il nostro Sinodo era sta promulgato, il 1° febbraio 1995. Alla famiglia è 2. I punti chiave in linea prospettica riservato un posto di primo piano nella cultura della vita (n. 92), Affrontiamo ora i veri e propri punti nodali della trattazione: per e quindi occorre ricordarlo quando vi faremo cenno. quanto il linguaggio del libro sinodale sia sempre assai sobrio e per nulla enfatico, si tratta di una serie di affermazioni fortissime, 4Lo stesso deve dirsi per la pastorale italiana, a cui fa riferimento frequente il nostro Sinodo, citando ad esempio il che vanno apprezzate come meritano, cioè senza sminuirne Direttorio di pastorale familiare per la chiesa in Italia, pubbliminimamente il peso, anzi tenendo conto del loro carattere cato il 25.7.1993. E’ un testo che sarebbe bello trovare in ogni dinamico, sia come indirizzi pastorali, sia nell’orizzonte famiglia END. normativo che - procedendo nelle realizzazioni pastorali- si farà Poco dopo la promulgazione del nostro Sinodo (cioè il 16.4.1995) sempre più stringente. è stato anche pubblicato dalla CEI il Catechismo degli adulti “La verità vi farà liberi”, che ha una bellissima trattazione sulla A. Le linee basi famiglia (n° 1055-1083). Il taglio è prevalentemente moralespirituale. A1 - Nella introduzione E pensiamo al grande convegno ecclesiale, tenutosi nello scorso E’ utile iniziare dalla introduzione del Sinodo, perché in essa novembre a Palermo, sul tema “Il vangelo della carità per una l’indicazione della linea dinamiche di fondo è unita con quella del modo in cui i singoli temi vi si ricollegano poi nello svolgimento nuova società in Italia”. La famiglia costituiva il tema di uno dei articolato di tutti i 26 capitoli. cinque ambiti in cui si articolò il convegno (vedi ampia relazione La chiesa ambrosiana riconosce le sue lentezze e ritardi e si finale). impegna alla conversione (Cost 4;7 Dà la priorità alla evangelizNel messaggio finale i convenuti dissero: “Alla famiglia vogliamo SESSIONI NAZIONALI '97 END milano zazione personalizzata e interiorizzante (Cost 6-7) e, nell’odierna complessa situazione socio-culturale alla “nuova evangelizzazione” che deve sanare il distacco tra fede e vita quotidiana (Cost. 8). Qui si dice che “la famiglia cela in se tesori di umanità e di grazia, che attendono di essere ricuperati in modo significativo, così che sia manifesta la sua funzione irrinunciabile per la crescita della persona e per una buona convivenza sociale”. Quando poi si giunge a trattare dei soggetti della comunione, dopo aver detto che “la figura del laico esprime la tensione alla santità nelle situazioni ordinarie della vita” (Cost 17,2), si considera espressamente la famiglia come “soggetto vivo, con una specifica missione nella chiesa”, rimandando poi al cap. 21°. A2 - Nella 1.a sezione del nostro capitolo Il titolo della Cost 396 non potrebbe essere più incisivo: Centralità della famiglia. “La famiglia infatti è il primo luogo in cui la personalità prende forma, ricevendo il senso dell’esistenza, ed è la comunità in cui si realizza la comunione delle persone come segno della civiltà dell’amore, in quanto essa trae la sua radice più profonda e la sua dignità dal mistero stesso dell’amore di Dio” (Cost 396,1). Si va così dalla radice stesa dell’individuo, alla proiezione escatologica universale, con l’occhio fisso in alto alla stella polare del Dio-Amore. Altrettanto radicale è la diagnosi della situazione: sono in discussione il significato ed i modelli di famiglia tradizionali, e la secolarizzazione fa sentire “solitudine” la minoranza cristiana (Cost 396,2). Ne deriva l’urgenza della testimonianza (“alternativa”!) e del rendere visibilmente presente l’amore di Dio (Cost 396,3). Per venire incontro alla situazione, la Cost 397 affronta l’Urgenza ed il significato della pastorale familiare, delineandone gli obiettivi. Proprio qui la nostra chiesa riconosce che “è necessario ed urgente un mutamento di mentalità pastorale! Secondo noi è proprio questo il punto dolente decisivo! Viene citato il direttorio italiano, che chiama la famiglia “luogo unificante oggettivo di tutta la pastorale e dimensione irrinunciabile di tutto l’agire della chiesa” (Cost 397,3). Per quanto di fatto la tradizione cristiana sia stata conservata proprio grazie all’inserimento dell’economia sacramentale in quella pre ed extra cristiana dei riti di iniziazione e passaggio, a guardare da vicino la situazione si vede che il centro focale delle pastorale è rimasto strettamente individuale (salvarsi l’anima) ed i fedeli sono rimasti nettamente “oggetto” della cura clericale delle anime stesse. Il cammino da fare è dunque moltissimo e difficile, e sarebbe autore di una perniciosa auto illusione chi - clero o laici - credesse di poter solo “rappezzare” la vecchia pastorale. Il Cardinale dice chiaramente che vuole mettere vicino vino nuovo, ma teme di versarlo in otri vecchi. (Sinodo P.45). Un momento di verifica (per mettere le carte in tavola!) può essere la novità introdotta del progetto pastorale e del posto che in esso occupa la famiglia come “primaria riscossa pastorale” (Cost 397,4). Cost 398. La famiglia soggetto di pastorale, ecco la parola chiave! In forza del Sacramento la famiglia è soggetto protagonista del suo ruolo ministeriale nella chiesa che si esprime con la formazione di una comunità di persone, fondata sulla comunione, il servizio alla vita nella generazione ed educazione dei figli, la partecipazione allo sviluppo della società ed alla missione della chiesa (Cost 398,1). Si intuisce che la catechesi necessaria a sviluppare questa convinzione è tutta da fare. E chi la può veramente fare se non gli interessati, specie in base ad un’esperienza fortemente illuminata da approfondimenti culturali e contemplativi? Ottobre 1996 - 9 B. La famiglia al suo interno Non possiamo purtroppo intrattenerci sulla II e III del Capitolo 21, che trattano della preparazione al matrimonio e della celebrazione del medesimo. So bene che molte coppie sono assai impegnate nella pastorale dei corsi prematrimoniali, ma ritengo che su questo punto sarà bene che eventualmente siano proprio le Équipes a ciò addette a prenderne visione nel modo e nella sede più idonei. Ci soffermiamo invece maggiormente sulla parte IV, che tratta della vita familiare in tutte le problematiche direttamente attinenti alle famiglie già costituite. B1 - Il progetto di vita nel suo insieme Pur non potendo fare divisioni nette nella materia che ora affrontiamo, credo doveroso rilevare cosa il Sinodo dica della famiglia vista nella sua vita interna, nei rapporti costituiti che la reggono, anzitutto tra gli sposi e poi tra questi e i figli. Infatti “l’attuale contesto socio culturale presentano non poche difficoltà nel prendere coscienza della propria identità secondo il disegno di Dio” Cost 412,1. Si postula una pastorale “attenta al vissuto concreto delle coppie e delle famiglie”. Il che significa metter da parte ogni astrazione ma anche necessariamente prendere atto della pluralità illimitata delle situazioni, che sfida ogni possibilità di creare indirizzi generali. Infatti bisognerà “formulare proposte plausibili, progettando forme diversificate di incontro con gli sposi” Cost 412,2. Chi deve incontrare gli sposi? Purtroppo la dicitura sembra supponga siano i preti: certo essi sono in prima linea, ma sono senza dubbio gli sposi (quali? i più impegnati!) che incontrano gli sposi con maggior attenzione al loro vissuto. Ciò potrà essere pianificato in sede di commissione decanale apposita (Cost 412,3). La Cost 413,1 presenta poi in modo abbastanza dettagliato quali possono e debbono essere i contenuti degli “itinerari cristiani diversificati”. La preghiera, l’Eucaristia, il dialogo, la morale cristiana sessuale coniugale, e poi la carità accogliente, indicano bene le linee guida. Altrettanto importante è la previsione che esse non siano comunicate in modo isolato dall’insieme e dalla vita ecclesiale, ma cogliendo tutte le occasioni propizie per rinnovarne l’annuncio (Cost 413.2). Naturalmente, per fronteggiare la cultura dominante così antitetica a quella cristiana, il Sinodo affronta accuratamente la responsabilità della famiglia in ordine all’amore ed alla vita (Cost 415,1), auspicando coppie generose nell’accogliere figli 415,2 e in ciò debitamente sostenute (Cost 415,3), ma anche venendo incontro a coppie sterili e desiderose di figli (Cost 415,4). Ogni vita nascente appello all’accoglienza dell’intera comunità! (Cost 415,5). Pensando a come spesso oggi lo scomparire delle basi morali e cristiane in questo campo sia almeno in parte dolorosa conseguenza dell’antico tabù, che aveva impedito un’adeguata e tempestiva formazione della coscienza, il Sinodo vuole che per tempo i genitori educhino i figli all’amore ed alla sessualità (Cost 417.1), adeguatamente sostenuti in ciò dalla comunità cristiana, anche con momenti specifici di educazione sessuale (Cost 417,2). B2 - Il compito educativo Così all’interno delle famiglie, emerge “il compito educativo dei figli che, in quanto frutto e segno dell’amore paterno e materno, appartiene in modo nativo originario e imprescindibile ai genitori; esso si configura come un vero e proprio “mistero” legato al sacramento del matrimonio” (Cost 416.1) . C’è dunque qualcosa di doppiamente sacro in questa sfera, che di fatto si costituisce più con un clima complessivo di amore umano-divino, che con le pur indispensabili articolazioni operative progressive (e mai concluse) relative al crescere dei figli. Neppure le istanze ecclesiali possono interferire indiscretamente, e ciò andrà ricordato perché i genitori pur sempre appoggiati ad esse, non dimentichino 10 - Ottobre 1996 la loro sorgiva fonte di autorevolezza e l’impieghino con santa libertà, sostenuti anzitutto dalla preghiera e dai sacramenti. C. La famiglia nel rapporto con l’ambiente ecclesiale Poiché l’educazione dei figli mira alla loro felice inserzione nella società e nella chiesa, l’ambiente familiare non può assolutamente reputarsi autosufficiente e fin dall’inizio si collega con la comunità ecclesiale e con tutte le altre realtà educative (Cost 416,2-3) Partiamo dunque da questo ambito per ricordare l’impostazione sinodale di tali rapporti. C1 - Educazione ecclesiale e famiglie Ovviamente ci si deve anzitutto rifare al Cap. 11 sulla pastorale giovanile ed oratorio. Qui, tra l’altro, la Cost. 212 è dedicata alla famiglia nel progetto di pastorale giovanile: da essa non si può prescindere ed essa a sua volta deve contribuire alla formazione di un buon progetto. Proprio nell’ultima costituzione di questo capitolo si ricordano i rapporti fra oratorio e famiglia (Cost 241: la famiglia resta ambito educativo primario, e da essa ci si aspetta collaborazione per il buon andamento dell’oratorio, senza però che essa vi abbia ruolo diretto di animazione. Quando l’educazione viene inserita in ambito ecclesiale, inevitabilmente in essa è accentuata la dimensione vocazionale di ogni esistenza; ciò deve avvenire nel modo più esplicito ed equilibrato, trattandosi pur sempre di educare all’amore ablativo nella totalità della propria persona, certamente protesa a realizzarsi come dono. E di qui allora parte un cammino che giunge al fidanzamento e lo include (Cost. 194). Altrettanto necessaria è l’esplicita valorizzazione degli sbocchi vocazionali di consacrazione, in cui la parrocchia e la famiglia sono assieme soggetto primo (Cost 501,1); quando poi di fatto un giovane entra in seminario, i rapporti tra questo e le famiglie assumono grandissima importanza Cost 508. Con realismo si prevede di dover passare magari dalla opposizione alla vocazione 508,1, alla valorizzazione dei valori familiari nella varietà delle diverse situazioni concrete 508,2. C2 - La vita di preghiera Nell’inserzione della famiglia entro la vita di preghiera della intera comunità cristiana si suggerisce di esplicare il tema nella festa della S. Famiglia e negli anniversari matrimoniali (Cost 398.3). La preghiera, nell’ambito della famiglia fa parte di ogni vero itinerario cristiano, allargandosi ad una considerazione di ogni evento alla luce della provvidenza divina e del compito di manifestare al mondo l’amore divino-umano salvifico. Bellissimi spunti si trovano nel cap. 46° “Il ministro della Liturgia”. La Cost 68, liturgia e vita domestica, riconosce l’importanza di coltivare, anche mediante adatti sussidi, “il culto spirituale’ che si svolge nelle famiglie. Esso si identifica con le espressioni dell’affetto sponsale; con la riconoscente accoglienza della vita, la lieta condivisione del cibo, il godimento della salute e della guarigione, l’offerta della malattia e della sofferenza, l’esperienza del lavoro, della scuola e della vacanza; con le feste degli anniversari e dei propri defunti. Queste molteplici forme trovano la loro cristiana ispirazione nella lettura comunitaria e personale della sacra Scrittura, nella preghiera familiare e nella partecipazione alla liturgia eucaristica nel giorno del Signore” (Cost 68,1). La domenica va vissuta anche come occasione d’incontri allargati di preghiera e formazione (Cost 60,4) e di esercizio della carità con la visita ai malati o a coloro che sono impediti dal partecipare alla festa, la visita ai cimiteri e - notevole sottolineatura - con l’attenzione alle famiglie in difficoltà (Cost 60,5). Si vede dunque l’opportunità che nel progetto pastorale dell’anno liturgico siano inserite, tra le dimensioni strettamente collegate alla vita della comunità, “la cosiddetta liturgia domestica” (Cost 62,2). Quanto alla celebrazione della Messa in case private il Sinodo la prevede solo in caso di infermità prolungata, a giudizio del parroco, anche se è un altro sacerdote a celebrarla (Cost 80,3). Norme dettagliate vengono anche previste per la visita e la benedizione natalizia delle famiglie, in modo da accentuare la validità pastorale, togliendo ogni formalismo ed ambiguità (Cost 68,2). D. La famiglia nel rapporto con l’ambiente sociale END milano Il Sinodo si è assai preoccupato di aiutare i cristiani a fronteggiare il complesso sociale odierno, inserendovisi in modo positivo ed evangelizzante. Naturalmente la famiglia occupa sempre il suo posto distinto: esemplificazione di quella sua funzione di “soggetto” pastorale che va coraggiosamente assunta ed incrementata. D1 - Famiglia e lavoro Fondamentale, nella quotidianità della famiglia, è il lavoro, che spesso incide assai profondamente nel vissuto, specie quando entrambi i coniugi vi si dedicano (Cost 420,1). Si tratta dunque di aggiungere ad una giusta proporzione tre esso e gl’impegni domestici (Cost 420,3), non senza progressivamente giungere ad una collaborazione più stretta tra pastorale sociale e pastorale familiare (Cost 420,4). D2 - Famiglia e mass media Dall’esterno i mass media influiscono e invadono pericolosamente la mentalità di ogni famiglia (Cost 419,1). All’interno di essa ci si deve dunque attrezzare al discernimento, che è pure fruttuosa occasione di dialogo (Cost 419,1). Le famiglie possono essere aiutate dal contatto con centri di cultura cattolica , e con le associazioni ad hoc (Cost 419,2), ad es. AIART. D3 - Evangelizzazione della carità Poiché la famiglia è per eccellenza il santuario dell’amore ed oggi la chiesa comprende che l’evangelizzazione (forse l’unica autentica e possibile) è proprio quella della carità, non si potrà mai insistere abbastanza sull’impatto di questo valore rispetto all’identità e alla presenza dinamica - ecclesiale e sociale - delle famiglie. La Cost. 122, tra i soggetti pastorali del ministero della carità, subito dopo la parrocchia menziona la famiglia, dicendo fondamentale la testimonianza (Cost 122,1) e chiedendo che ogni famiglia cristiana viva la sua responsabilità in ordine al ministero della carità (Cost 122,2). La comunità cristiana, poi, per parte sua valorizzi le multiformi esperienze di famiglie aperte ed esemplari. D3/1 - La dimensione della carità in famiglia Vi è dedicata la Cost 418, che delinea una famiglia aperta (Cost 418,1), intenta a fare della propria interiore abbondanza di carità una testimonianza disponibile a quanti possono aver bisogno di una attingervi (Cost 418,2), specialmente ai poveri o comunque ai bisognosi cui si può andare incontro (fino all’affido o adozione dei bambini!) (Cost 418,3). “Le famiglie educhino i figli alla logica del servizio e non del possesso, consapevoli secondo l’insegnamento di Gesù che solo chi spegne la propria vita per gli altri ne vedrà la realizzazione piena” (Cost 382,1). Senza forzature e schemi uniformi, a tutte le famiglie giunge il pressante appello di essere - a partire dai più vicini - “soggetto di comunione“: soggetto! Gli ambiti in cui esplicitamente si chiede alla famiglia di esercitare la carità sono quelli che ben conosciamo. a) Gli anziani. Si esamina la problematica degli anziani in famiglia non certo facile ma da non eludere (Cost 245,3). b) I malati. Anche qui si dicono da incoraggiare le iniziative volte ad aiutare le persone malate perchè restino nel loro ambito normale di vita socio-familiare (Cost 249,1). D3/2 - La dimensione della carità ecclesiale allargata Brevemente ricordiamo ancora i suggerimenti programmatici del Sinodo, che sicuramente forniranno abbondante lavoro per il tempo che apre davanti. a) Solidarietà familiare. Riguarda specialmente l’associazionismo diretto alla difesa e tutela sociale e politica della soggettività dell’impegno della famiglia per la famiglia (Cost 412,2). Anche la Cost. 426 si sofferma ampiamente sulle forme di associazionismo familiari e la Cost. 427 specifica quali strumenti, esistenti e da creare, sono idonei alla cultura della famiglia e della vita. b) Famiglie in difficoltà. Riguarda specialmente le crisi che purtroppo sono oggi così frequenti (Cost 422,1). La comunità se ne deve far carico (Cost 422,2) specie per prevenire ogni emarginazione (Cost 422,3). Mezzo classico la consulenza del pastore o di specialisti (Cost 422,4). c) Situazioni matrimoniali irregolari. Se si tratta di persone ormai “fuori legge” (!), conta coltivare malgrado tutto l’appartenenza END milano al corpo ecclesiale dei battezzati (Cost 423,1), allargando al massimo consentito la loro partecipazione alla vita spirituale (Cost 423,2), aiutandole con consultori ben attrezzati (Cost 423,3) ed assistendole, quando è il caso nell’ottenere l’annullamento canonico del precedente matrimonio (Cost 423,4). 3. Alcuni punti specifici che ci interessano come movimento Avviandoci alla conclusione possiamo mettere in evidenza quei dati del Sinodo che in qualche modo ci toccano come Movimento, per prendere spunto nel cammino che stiamo percorrendo. Tra le strutture diocesane di sostegno (Ufficio per la famiglia, Cost 424,1) la consulta diocesana per la pastorale della famiglia (Cost 424,2) prevede la presenza dei rappresentanti delle varie realtà operanti in diocesi a servizio della famiglia, e qualcosa di analogo si auspica a livello zonale, decennale, parrocchiale (Cost 424,3). Dato il carattere di movimento di formazione spirituale, proprio delle END, ci troviamo direttamente interpellati, quando si insiste nel “promuovere esperienze di coppie e di famiglie che vivano la loro vocazione come forma dell’esistenza cristiana ed esempio di santità popolare nella vita quotidiana” (Cost 398,2). Un campo specifico, anche per la crescita del nostro movimento stesso, può essere dato dalla “attenzione alle giovani coppie” (Cost 414), in cui si cerca di venir loro incontro per concretizzare il progetto ideale, facendo memoria del dono ricevuto nel sacramento. Significativo mi è sembrato il suggerimento che si “favorisca e sostenga l’assunzione di impegni possibilmente da parte della coppia come tale” (Cost 414,2). Affrontando direttamente il tema dei gruppi familiari, rivolti ad “accompagnare i coniugi e le famiglie nel loro cammino verso la santità” il Sinodo chiaramente li considera “momento privilegiato di Pastorale familiare” (Cost 425,1), anzitutto nella versione di tipo parrocchiale, presente da anni in diocesi (Cost 425,2). Inoltre “ la comunità parrocchiale, nel rispetto della libera creatività propria dei laici, accolga con simpatia e valorizzi i gruppi di famiglie che scelgono di ritrovarsi a condividere l’esperienza familiare secondo modalità ispirate dall’adesione ad associazioni, gruppi e movimenti” (Cost 425,3). La comunione e collaborazione di tutti i “soggetti” ecclesiali, quali sono, e sempre più saranno le coppie e le famiglie, è evidentemente l’arma vincente nella pastorale del terzo millennio che sta per iniziare. Le END, col loro carattere di internazionalità e di radicamento profondo nel territorio di tante chiese locali, sono più che mai capaci di assicurare un contributo a farlo nella concretezza della Chiesa ambrosiana. Si può ricollegare qui il rimando della cost. 302,2, dove si prevede che la formazione all’ecumenismo sia curata in ambito familiare. Il tema della famiglia è uno di quelli su cui i cristiani tra loro dovrebbero essere pienamente solidali nella testimonianza. Ma non si possono dimenticare problemi anche gravi: ad es. quello del divorzio, ammesso in una forma o nell’altra dai non cattolici. Il matrimonio, diventando segno e fonte di salvezza, si fa annuncio della parola che eleva l’amore umano, arricchisce la comunità cristiana di nuove chiese domestiche e costituisce la famiglia cristiana ad immagine dell’amore trinitario (Cost 405,1). CACCIA al CACCIA La regione Nord-Est era alla caccia del nuovo consigliere spirituale: caccia conclusa procacciandosi la collaborazione di don Silvano Caccia.. Don Caccia, che la Monza 1 non caccia (anzi lo tiene ben stretto), non ha bisogno di presentazioni: non è certo il tipo da dar pan per focaccia, anzi... In che guaio s'è cacciato don Caccia! Porcaccia la miseriaccia...! Ottobre 1996 - 11 Per caso... Quest'anno, dopo 25 anni di matrimonio ed altrettanti di agosti in montagna, su pressione di Lidia, abbiamo deciso di fare un viaggio in Grecia, con i due figli studenti del classico. Dando un occhio al calendario END abbiamo visto che potevamo, sulla via del ritorno, fermarci quattro giorni in Umbria e dare un'occhiata a quello strano "aggeggio" chiamato Sessione. Sapevamo che c'erano stati i Parolini ed i Casalone, coppie che avevano assunto responsabilità nel movimento, e ritenevamo che queste iniziative fossero per i più impegnati, per gli "iniziati" delle END, non per i "peones" come noi... "Quattro giorni passano in fretta, tornando dalla Grecia passiamo proprio di lì, l'Umbria è bella, avremo certamente molto tempo libero per fare i turisti..., dai! andiamo a vedere!" ci siamo detti: e siamo andati. E che sorpresa! In effetti il tempo è volato, l'Umbria è bellissima ma abbiamo fatto, felici, una "full immersion", senza un secondo libero, fra équipiers ed assistenti provenienti da tutta Italia, Padania e Nord Africa compresi, come ci ha spiegato nella serata d'amicizia il simpaticissimo Vito Carnimeo di Bari, in arte "Gegé". L'amicizia è nata spontanea con le coppie dell'équipe di formazione e con quante altre siamo entrati in contat-to: il cemento della preghiera insieme e della consapevolezza del comune impegno di vita ci ha fatti sentire tutti fratelli, "amici di vecchia data". E poi il Sud: questa gente, che i nostri giornali non si stancano di definire passiva, a rimorchio, senza iniziative. Che magnifica sorpresa! Abbiamo toccato con mano situazioni da noi quasi scomparse (a Cosenza ci sono 500 bambini in Istituti in attesa di affido) ed in compenso slanci di altruismo che la nostra società, chiusa a riccio nei condomini, ha ormai quasi dimenticato. Abbiamo conosciuto coppie che vivono ai limiti dell'indigenza, ma con spirito veramente francescano, con la piena accettazione della rinuncia e con uno slancio alla preghiera da lasciarci commossi. Abbiamo avuto testimonianza di cammini di conversione incredibili, miracolosi, sbocciati in vite di coppia quali meglio non si potrebbe desiderare: abbiamo visto la forza della fede capace di spostare le montagne. Anche Francesco e Benedetta, che si sono fermati con noi, non senza qualche bella brontolata prima di arrivare, hanno fatto amicizia con i loro numerosi coetanei addetti alla custodia dei circa 50 bambini piccoli (le END si riproducono mica male...). Avevano ragione i Parolini, che l'hanno scorso avevano fatto propaganda a Nocera con un bellissimo articolo sul giornalino di maggio: partecipare per credere! Ci torneremo, non fosse altro che per reincontrare tanti veri fratelli, per riconfrontarci con loro, per dare il poco che abbiamo prodotto e ricevere il tanto. E per fare il turismo in Umbria sceglieremo un altro periodo... Paolo e Lidia Avesani Monza 1 END milano 12 - Ottobre 1996 RESOCONTO ECONOMICO DEL SETTORE DI MILANO (dall'1/7/1995 al 22/6/1996) Situazione patrimoniale Cassa Avanzo esercizio 1994-95 Vendita fotocopiatrice ai Lecchi Avanzo esercizio 1995-96 Totale situazione patrimoniale a fine esercizio Dare Avere 1.708.000 1.275.000 150.000 283.000 1.708.000 1.708.000 Conto economico Entrate Quote annuali (parte spettante al Settore pari al 30%) Contributi dei partecipanti alle attività di Settore 2.506.000 960.000 Totale entrate Uscite Organizzazione incontri di Settore Ospitalità (contributi per le sedi) Offerte ai relatori Baby sitters Fiori, fotocopie e varie Caffè Riunione coppie responsabili di équipe del 13/01/1996 Ospitalità Cena, stoviglie di plastica, ecc... Riunione Regione Nord-Est dell'1-2/6/1996 Ospitalità Baby sitter Cena della sera Pranzo del giorno e varie Riunione consiglieri Spirituali Cena Spese postali Spese giornalino A Parolini (94-95) A Caloni per stampa Ad Avesani (carta, fotocopie, scanneraggio) Acquisti 10 Copie libretto di Gazzada 20 Copie libro Evangelizzare la Sessualità 12 AFS per Monza 3 e Pavia 2 Totale uscite Avanzo di esercizio Totali esercizio 3.466.000 3.466.000 550.000 350.000 540.000 140.000 14.000 100.000 150.000 250.000 20.000 90.000 126.000 80.000 60.000 30.000 300.000 60.000 23.000 240.000 60.000 3.183.000 283.000 3.466.000 END milano Ottobre 1996 - 13 Esercizi spirituali END - Monastero di Bose -14/15 settembre 1996 GIORNI DI RARA LUCE “Giorni di rara luce “. Con queste parole Enzo Bianchi, Bianchi, il priore. Conversazioni forti, sul tema di Giona. priore del monastero di Bose, introduceva il canto di Enzo Bianchi ci illustra e ci fa capire quale era il momento, ringraziamento nell’ora del vespro di domenica 15 settem- quale era la situazione di Israele, e l’atteggiamento di bre 1996. Era il ringraziamento per due giornate di limpidez- Giona; è la storia biblica, ma poi arrivano le applicazioni za assoluta, con un’aria cristallina che rendeva il verde, i personali, oggi, dure come mazzate. “Noi amiamo i nostri peccati? ..... abbiamo l’ignavia e la boschi, la Serra, le cime, di una bellezza inconsueta: il Creato, in una delle sue manifestazioni che riempiono sonnolenza di Giona, per rifiutare la missione? ci rifiutiamo l’anima. Ma le anime nostre erano piene anche di un’altra di assumere l’identità, come Giona ? Perchè non seguiamo la Parola ? perchè non abbiamo il bellezza, quella che ci era stata donata da due giorni di esercizi spirituali che penetrano e segnano. Giorni di rara terreno che fa crescere il seme, come il terreno dalla parabola. Però come Giona, anche luce. se si fallisce la nostra vocazioEra la prima volta che arriRicordiamo a tutti gli Equipiers che il nostro ne, la misericordia di Dio ce la vavamo a Bose, in quella cogiornalino nasce da contributi spontanei, che ripresenta sempre. Come dice munità monastica che conogli articoli vengono impaginati in modo artiGregorio di Nazanzio, la vita scevamo solo attraverso alcugianale e che l’ordine in cui essi compaiono è cristiana è un andare di inizio ne delle sue edizioni di testi solo casuale. in inizio. ...... Dio ci ama nel spirituali. Sin dal primo momenRicordiamo invece che solo gli articoli firmanostro peccato, non come pecto siamo rimasti colpiti, anche catori pentiti, ma ancor prima dalla bellezza; si arriva attrati “Equipe di Settore” esprimono la posizione come peccatori. versando boschi solitari, si amdel Settore: tutti gli altri sono proposte che ..... ..Ma noi, che immagine mira una piccola distesa di verpossono essere oggetto di riflessione e confrondi Dio abbiamo ? e che immadi prati ove spicca una chiesa to, nel rispetto di un fraterno pluralismo gine di Dio mostriamo? “. romanica dell’XI secolo, rePaolo e Laura Casalone Interrogativi su cui confronstaurata, si scoprono quelle tarci, riflessioni essenziali che che erano vecchie cascine, ora completamente trasformate nel complesso del monastero. fa bene ogni tanto rinnovare, per vedere il nostro vivere di Un “fratello” ci ha accolto, e ci ha trasmesso la storia, ogni giorno, i motivi profondi del nostro agire, sotto la luce le caratteristiche, la vita di questa comunità ecumenica non delle spinte delle tante cose quotidiane, ma sotto la composta da “fratelli” e “sorelle”: attualmente sono 50 a luce della Parola eterna. E’ l’utilità degli esercizi spirituali. Nel programma delle giornate vi è stato molto spazio Bose, di sette paesi europei, con due fratelli protestanti e un vescovo ortodosso. Ma quel che ci ha colpito, nell’en- libero, tra i vari momenti da vivere assieme: come utilizzare trare nel complesso (le costruzioni, le chiesine, gli ambienti, questi periodi “liberi” è stato lasciato alla scelta di ogni i cortili, ecc.) è stata quell’impressione evidente di ordine, coppia, che ha potuto organizzarsi come ha voluto: la di semplicità, di pulizia, di particolari accuratamente predi- preghiera, il silenzio, il dovere di sedersi, le conversazioni sposti: il tutto come “poveri, non miseri”. Si sente che con altre coppie, ecc. A noi personalmente è piaciuto molto questo schema , con un ritmo che poteva essere basato dietro vi è ordine, bellezza interiori. E il saluto che la comunità dà agli ospiti, con una lettera molto sul clima di raccoglimento, e meno sullo scandire le in ogni camera, ben introduce a un lavoro spirituale. “...la ore con impegni stabiliti. Tra l’altro è facile usare questo comunità è gioiosa di accoglierti! ....mentre sei qui, abban- tempo libero per un raccoglimento in coppia, in un ambiente dona le tue preoccupazioni, trasformale in sollecitudine e che è già di per sè impregnato di silenzio. Anche se è persegui la pace: hai l’occasione di fare qui una revisione altrettanto facile approfittare di quei momenti, quando si della tua vita, di conoscere la lode gratuita a Dio nella ritrovano coppie che magari da tempo non si rivedevano, preghiera della comunità, di ascoltare Dio che ti ha attratto come succede negli incontri delle équipes, per rinnovare a questo luogo in disparte, questo silenzioso deserto l’amicizia in uno scambio fraterno e gioioso. Per chi voleva, vi è stato al termine anche una riunione spirituale, per parlarti al cuore....” E l’atmosfera si è subito sentita: il pasto in comunità, in di compartecipazione sulle giornate. Quando è venuto il momento di lasciare il monastero, è pieno silenzio. E poi, la partecipazione a tutti i momenti di preghiera venuto naturale il pensare, o il desiderare, che veramente comunitaria, vicino ai monaci nelle loro tuniche bianche, sarebbe stato bello restare ancora un poco: tre giorni godendo le lodi, i canti dei salmi, gli inni. E il clima generale sarebbero il tempo adatto per approfittare ancor più degli esercizi. di silenzio. Un ringraziamento va al Settore di Varese che ha organizGli esercizi spirituali, momento di riflessione e di preghiera, in un luogo di preghiera, acquistano un doppio zato questi esercizi offrendone l’opportunità anche a copvalore. Quello degli esercizi in sè (nel nostro caso le pie di altri settori (Busto Arsizio e Milano). Ritornando a casa, è anche venuto naturale il porsi conversazioni di Enzo Bianchi e i momenti lasciati ai singoli e alle coppie) e quello di vivere il clima e i momenti di l’impegno di mettere già in programma la partecipazione preghiera di una comunità monastica, che ugualmente agli esercizi dell’anno prossimo, il settembre 1997, esercizi trasmettono ricchezza spirituale. Approfittando anche di che saranno organizzati questa volta dal nostro settore di Milano. una cappellina per la preghiera silenziosa personale. Giorgio e Carla Beghi Per gli esercizi, abbiamo avuto due conversazioni di Enzo Milano 10 END milano 14 - Ottobre 1996 LE NOZZE D'ARGENTO IN POESIA Paolo e Lidia Avesani - 22 maggio 1996 Quel sabo de majo, el ventidù, in ciesa a san Piero, disendone sì, co’ tanti difeti e ‘na qualche virtù, semo deventai mojèr e marì. Ricordito, Lidia, quando morosi, bastava vardarse nei oci ‘na nina par vedar davanti dei ani radiosi da vivar insieme, strucà la manina? Tante speranze, tanti progeti, la voja de vivar a Dio ubidienti: ‘na bela fameja, dei puteleti, el cor sempre verto a amissi e parenti. E ancò, che ‘n quarto de secolo è ‘ndato, l’è forsi l’ora un bilancio de far, de vedar quanto de bon emo fato, s’avemo i talenti meso a frutar. Gh’è çerto stà qualche bel temporal, ‘na qualche barufa, ‘na qualche criada, se semo fati magari un po’ mal, ma po’ la rabia l’è presto pasada. Gh’è stà anca de pianto ‘n qualche momento, quando ch’el mondo el parea de crolar, ma ‘sto matrimonio l’è ‘n gran sacramento: te dà la forza de desmentegar. E po’ gh’è ‘sti fruti del matrimonio, ‘sti dù bei butei che i è ‘l nostro amor, i è çerto lori el più bel patrimonio, el dono più bel che à fato el Signor. Par cressar ‘sti fioi ghe l’em mesa tuta, gh’emo insegnà de rigar sempre drito, ma l’è ‘l nostro esempio quelo che buta: speremo che ancora i fassa pulito. E soto alora co’i impegni sociai, che i straca, i te stufa, i par fin noiosi, mì la politica, tì i ospedai, par darghe ‘l giro ai talenti famosi. E qua el me ricordo el va riverente a quei che de strada à fato ‘n tocheto, vissin a noialtri, standone a rente, e su da san Piero i è za da ‘n pesseto. Ricordo le none Valeria e Maria, Aristide e Enrico, i nostri dù pari, la Grazia e la Leila che la malatia ha presto robà a l’afeto dei cari. Po’, Lidia, credo, che ‘l va ricordado quel primo bel fruto del nostro amor, quel fiol che avanti de nassar è andado lasù ‘n paradiso dal sò Signor. E sù i ne speta, festosi e contenti, ‘sti nostri cari che avanti i è ‘ndà, i speta i amissi, i speta i parenti, par ‘na gran festa che mai finirà. Ma dopo ‘n piantin mi digo che adesso bisogna far festa in casa a Cornè: l’è l’ora par tuti d’averghe ‘l boresso, e soto a la tola de mètar i piè. Gh’è qua dù sposi contenti e felissi, col cor che forte el ghe bate drento, e che festeza in mezo ai sò amissi ‘sto gran regal de le nosse d’arsento. E a la me sposa, la mè cara Lidia, ghe digo de cor “Tien bota, tesoro: restemo unidi, da far anca invidia, che riva, magari, le nosse de oro”. Paolo Avesani LA COMPLEMENTARITA' Cinque lustri oramai sono passati da quando Paolo e Lidia innamorati giurarono scambievol fedeltà nella fortuna e nell’avversità. Oggi festosamente li attorniamo e con gran gioia insieme constatiamo con quanta cura li ha assortiti Iddio, così da completare il “tuo” col “mio”. Se qualche arredo pensan d’acquistare su e giù in Brianza lei va ad esplorare: espone tipi, prezzi e qualità, lui pronto ascolta e poi l’assegno fa. Questo modo di fare è più evidente quando a pranzo od a cena invitan gente. Lei il desco prepara con gran cura: cristalli, argenti e... lava la verdura, mentre Paolo delisca un gran salmone o arrostisce ripieno un bel cappone. Ei fa anche torte di gusto squisito e lei l’aiuta... succhiandosi il dito. Se nella politica lui pensa di entrare lei non sta certo in casa ad aspettare. Si mette in moto con slancio e coraggio ed organizza un bel volantinaggio. Chiama le amiche, espone il programma, fa che anche in loro divampi la fiamma: “lasciate ogni dubbio, l’Ulivo votate e alfin vedrete le cose mutate! Se ora il cielo ci appare un po’ grigio fra poco di certo vedrete un Prodi-gio!” Così attorno a Paolo si forma un drappello di giovin signore tirate a pennello. Un po’ lusingato da tanto interesse lui tace e intanto le trame sue intesse. Non sono lontane le altre elezioni, non c’è da perder le nuove occasioni! Se lui laconico è ognor nel parlare lei si scatena col suo cellulare. L’Hospice c’è poi per la gente malata, l’amica c’è dal marito lasciata, tant’altre signore ognor benestanti che fanno il bene vendendo a contanti: vendon azalee, geranei, violette e, chi più ancor ne ha, di più ne mette. Si sveglia alle sei il fissato mattino, torna pel pranzo col ricco bottino: tanti milioni il banchetto ha fruttato, già il risotto da Paolo è cucinato. Al desco tutti si trovan contenti il cibo mettendo sotto i lor denti: poi volano i frizzi, volan gli strali, ben condivisi dai due liceali. Cosa diciam di ‘sti sposi sì cari? Che Dio li fè sì ben “complementari”. Maria Teresa Avesani Tea (mamma di Paolo) END milano Ottobre 1996 - 15 LE NOSTRE RUBRICHE Ritornati al Padre FIOCCO ROSA Margherita Pignataro, figlia di Francesco e Alessandra, dell'équipe Milano 10: la femminuccia dopo Carlo e Pietro. Giovanna Savarè, figlia di Biagio e Marina, dell'équipe Milano 10, nato il 13 giugno 1996. Viene a fare tris, dopo Pietro e Laura. Chiara Barzaghi, figlia di Fausto e Marinella, dell'équipe Monza 1, nata il 15 giugno 1996. Viene a far compagnia a Silvia. Giulia Barbanti, figlia di Daniele e Federica, dell'équipe Milano 10, nata il 10 agosto 1996. L’angolo dei ghiottoni La sabbiosa: Ingredienti (per tortiera da 25 cm). Farina di grano tenero gr. 60, fecola di patate gr. 150, zucchero gr. 180, burro gr. 100, 6 uova intere. Procedimento. Sgusciare le uova separando con cura gli albumi. Aggiungere un terzo dello zucchero agli albumi e montarli a neve. Montare poi i tuorli collo zucchero restante. Inglobare il burro, dopo averlo fatto fondere a fuoco basso, evitando che frigga. Aggiungere gli albumi ai tuorli, mescolando con delicatezza dall'alto in basso, aggiungendo spruzzate di farina e di fecola fino ad amalgamare il tutto. Mettete a cuocere nella tortiera ben imburrata e infarinata a bassa temperatura (110-120°) per un'ora circa. L'impasto deve lievitare uniformemente, senza che si formino un umbone centrale ed una spessa crosta superiore. Provare la cottura con uno stecco: una cottura eccessiva renderebbe secca la torta, che deve restare invece morbidissima. Lo chèf Lino Opeavasa Abbiamo appreso a Frascati la scomparsa di Père Caffarel che, come tutti già saprete, è stato il fondatore del movimento End insieme a quattro coppie di sposi di Parigi. Durante tutta la sua vita è sempre stata una persona molto schiva: anche la notizia della sua morte è stata appresa quasi per caso da una coppia dell’ERI (Equipe internazionale) che l’ha letta riportata in un trafiletto di un giornale francese. Lo vogliamo ricordare nelle nostre preghiere, perché è per la sua intuizione profetica che tutti noi ora possiamo trarre benefici dall’appartenenza a questo movimento. Vogliamo anche pregare per Antonia Mapelli dell’Equipe Monza 2, che venerdì 4 ottobre è tornata alla casa del Padre. Vogliamo ricordarla come una "speciale" amica che riusciva a godere delle piccole cose della vita, trasmettendo a tutti un senso profondo di ottimismo inteso come segno della speranza cristiana. La sua instancabile passione per la lettura e l’ascolto della Parola, la faceva essere con semplicità, ma con profonda convinzione, testimone evangelica per gli amici delle End e per tutti quelli che l’hanno conosciuta. Ci piace pensarla accovacciata ai piedi di nostro Signore mentre pronuncia le prime strofe del Magnificat: l’anima mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio mio salvatore. Riportiamo qui di seguito una preghiera che Antonia ci ha regalato in una recente riunione di Equipe. IL VESTITO DELLA FESTA Signore, Tu sei come il mattino, per Te mi vesto a festa! Ho lasciato i miei vecchi abiti, i miei abiti di peccato, i miei abiti del passato, e ho rivestito abiti nuovi. Per Te mi rivesto a festa: io T'incontro! Ora il mio cuore può cambiare. E' come se diventassi un bimbo nuovo. Il passato è abbandonato come un vestito usato. Si aprono altre porte, prenderò strade nuove che mi condurranno a Te, la mia vita sarà nuova: Te lo prometto! Ti amo, Signore Gesù. E' il mio vestito più bello è il Tuo amore che mi copre interamente come un manto. Antonia END milano 16 - Ottobre 1996 Il Vangelo in ottonari: per i più, e per i meno, piccini LE NOZZE DI CANA Nel Vangelo è ricordato che Gesù ha partecipato a un nuziale bel banchetto con la vista sul laghetto. E giacché un inconveniente capitò in quel frangente, che il buon vino preparato andò tutto tracannato, disse mamma al buon Gesù: “Figlio, il vino fallo tu. Altrimenti ‘sti sposini, un po’ a corto di quattrini, che figura che ci fanno se altro vino più non danno!” Ed ai servi malfidenti ella disse fuor dai denti: “fate voi con fedeltà tutto quel che vi dirà.” Finché alfine, contrariato, Gesù ai servi ebbe ordinato d’acqua di riempir le giare fino a farle tracimare. Poi nel cielo al suo babbino egli fece l’occhiolino e di colpo, immantinenti, l’acqua nei gran recipienti con un gesto trasformò in vin buon più del Bordeaux. La moral di questo fatto ve la dico qui d’un tratto: se un pensiero ti rovella riempi almen 'na bacinella Buon umore in pillole Si ritrovano a scambiarsi opinioni un pastore protestante, un rabbino ed un parroco cattolico. Si parla dello spinoso problema della ripartizione delle offerte. Il pastore dice: "Al centro della chiesa è disegnato un gran cerchio. Io svuoto la cassetta delle elemosine, quello che resta nel cerchio è per il Signore, quello che esce è per me." "Bravo", risponde il rabbino, "noi usiamo un metodo analogo: una bacinella di rame di 30 cm di diametro e quello che vi resta dentro è per Iaveh, quello che cade è per me." "Io", fa il parroco, "non metto limiti al mio Signore che sta nei cieli. Quindi aprendo la cassetta gli lancio in aria tutto dicendo: "Signore, tieni tu tutto quello che vuoi." E quello che ricade, lasciato dal Signore, è per me!" Don Giuseppe Oltolina Serata d'amicizia alla Sessione Estiva di quell’acqua, rarità, ch’è la buona volontà. Abbi in Dio poi confidenza: Lui farà la differenza. Giusto de' Menabuoi (Trecento) - Nozze di Cana - Padova Battistero Redazione: Paolo e Lidia Avesani Equipe Monza 1 Largo Esterle, 3 - 20052 MONZA (MI) Tel. 039-389729 Per i Milanesi Paolo è reperibile c/o A.I. Automazione Industriale sas Via Monte Santo, 112 - CINISELLO B. Tel. 02-66013014 - Fax. 02-66014388 Cellulare 0336-803336 Sommario Argomento Pag. Nocera Umbra- P. e L. Casalone 1 L' Equipe Milano 1 - G.e R. Cappelletti 2 Saperne di più: l'AIART - A. Luquer 2 Bilanci di Giustizia - A. e L. Villella 3 Alla ricerca del nostro volto - A. e T. Farotto 4 Una preghiera insieme 5 Una proposta END: il gruppo Intercessori 6 Incontro con i Consiglieri Spirituali 7 La famiglia nel 47° Sinodo - p. G. Brovetto 8-11 Per caso - P. e L. Avesani 11 Bilancio del Settore 1995-96 12 Giorni di rara luce - G. e C. Beghi 13 Le nozze d'argento in poesia - P. e M.T. Avesani 14 Le nostre rubriche 15 Le nozze di Cana 16