B. P. R. Bollettino della Provincia Romana C. Ss. R. Anno 56. Nuova serie, numero straordinario 3° ottobre 2011 _____________________________________________________________ 3° numero speciale dedicato alle attività della nostra Pastorale Giovanile Vocazionale Redentorista (PGVR) L’estate è ormai lontanissima, il grande caldo è stato soppiantato dal tempo incerto e sempre più freddo dell’autunno che pare proprio intenzionato ad aprire le porte all’imminente inverno. Anche le vacanze sono finite da un pezzo, ed è ripresa per tutti la normale attività scolastica o lavorativa. Non sarebbe giusto però lasciar cadere nel vuoto del dimenticatoio ciò che l’estate del 2011 ha significato a livello di esperienze formative e spirituali, o anche semplicemente di vera e sincera amicizia, per molti ragazzi e giovani della nostra PGVR. Ecco allora che la penna (meglio, il computer…) di alcuni partecipanti alle varie esperienze, ci riporta e ci fa quasi ancora respirare l’aria dei campiscuola di Lanusei - Bau Mela, di Bussolengo e della GMG di Madrid che ha visto una speciale giornata “alfonsiana” durante la quale il nostro p. Generale ha pronunciato un bellissimo discorso nel quale usava l’immagine dei sensi come simbolo concreto del modo di essere radicati in Gesù Cristo. Ci sono stati anche, talvolta in contemporanea, alcuni passi significativi degli studenti redentoristi: il diaconato per Manlio e Vincenzo, il ministero dell’accolitato per Massimiliano, l’inizio del noviziato per Daniele ed Habib. E sulla vita dello studentato mi sento di fare una raccomandazione: non lasciarsi assolutamente sfuggire l’edizione speciale della Gazzetta dello Sport! Tutto da leggere anche il resoconto del primo incontro della commissione preparatoria di “San Sperate 2013” e la seconda puntata della storia dei meeting, la voce “giovane” dal Lessico familiare PGVR e le solite rubriche, sempre ricche di spunti e di consigli da cogliere. Una parola a parte merita certamente la presentazione del quinto opuscolo PGVR per il cammino formativo di questo anno 2011-2012: “Eureka” che è dedicato ai “folli” (vedere perché!). Dal 24 al 27 ottobre è prevista una importante assemblea: quella della Conferenza Redentorista Europea che dovrebbe, tra l’altro, dare vita alla commissione europea di PGVR: affidiamo al Signore i lavori e speriamo ogni bene per i giovani d’Europa. p. Gianni CAMPOSCUOLA DI LANUSEI MI MANCA… LA SARDEGNA Sardegna. Cos’è? Oltre all’isola in cui passano le vacanze gran parte dei turisti è il posto in cui ho passato i 10 giorni più belli di tutto il 2011 *_* Farei di tutto per tornarci :’) non so perché, ma ho cominciato a scrivere queste semplici frasi, forse perché continuavo ad ascoltare le mille canzoni che ascoltavo lì, e come viene detto: ogni canzone ricorda qualcosa. Non voglio che questo sia un capolavoro, amo scrivere e ogni tanto, non solo qui, seduta su questa sedia, ma in qualsiasi posto caccio dalla borsa il cellulare e salvo in bozza quelle frasi che mi vengono in mente, spesso riferite a quei famosi 10 giorni, si, solo 10 giorni. Era il 26 giugno, tutta la notte non sono riuscita a dormire, avevo molta ansia perché sarei andata in un posto tutto nuovo, perché avrei preso l’aereo per la prima volta, per recarmi a Cagliari e da lì a San Sperate, dove saremmo stati ospitati dai Redentoristi. Vorrei poter raccontare tutto ciò che ho fatto lì, ma il tempo vola e non mi basterebbero neanche 10 minuti per fare un piccolo riassunto delle giornate passate in quel campo sperduto, dove non prendeva il cellulare, in mezzo al verde, alla terra, tra giochi e risate. Ricordo il primo giorno che siamo arrivati lì, a Bau Mela, un piccolissimo villaggio vicino a Lanusei, mi lamentavo di tutto, di non avere le scarpe adatte, di non poter messaggiare come sempre faccio, di non poter stare in stanza con tutte le persone che volevo! Credo di essere stata molto ma molto noiosa xD. Dal giorno dopo però tutto è cambiato, abbiamo fatto tanti gruppi, abbiamo iniziato a lavorare tutti insieme, facendo tante nuove amicizie, affezionandoci ad altri, altri che non erano il solito gruppo con cui uscivi tutti i giorni. Da quel momento tutti i giorni successivi furono giorni di continuo divertimento, scherzi, serate passate a ballare, giocare, parlare e tanto altro! Ogni mattina diventava sempre più difficile svegliarsi, la temperatura cambiava da un momento all’altro, la mattina faceva freddissimo, dalle 9 cominciavamo a sudare per il caldo e per i vari spostamenti che facevamo, dalla chiesa in cui svolgevamo la nostra 2 preghiera mattina e sera; ai luoghi di lavoro dove ogni gruppo con il proprio animatore passava il proprio tempo parlando, facendo cartelloni, scoprendo cose nuove; al refettorio dove facevamo colazione, pranzo e cena. C’era poi il momento in cui tutti, nel salone, commentavamo i lavori fatti durante il giorno, quelli che ognuno di noi avrebbe dovuto fare (tra apparecchiare, sparecchiare, lavare i piatti, pulire le camere, le zone comuni); e per finire c’era il nostro tempo libero, spesso trascorso nel retro dell’edificio, unico posto dove c’era campo al cellulare. Per tutto il giorno c’era un grande movimento, e arrivata la sera, ci riunivamo facendo dei giochi, rappresentando scenette e cercando di scoprire sempre con più partecipazione il ‘ladro che ha rubato la lente’, era il tema del campo di quest’anno, è stata rubata la lente di Sherlock Holmes, e questo fu il mistero che ci accompagnò durante la nostra avventura :D. Tutto bellissimo fin quando non è arrivato il famoso 5 luglio, in quel preciso momento, alle 17:15 tutti i miei sorrisi trasformati in lacrime , quella frase: ragazzi è finita, dobbiamo andare all’aeroporto! Lo stomaco si è chiuso, sapevo che sarebbe dovuto arrivare quel momento ma non me l’aspettavo così presto, i giorni sono volati ! Da San Sperate, il posto in cui abbiamo dormito 2 giorni dopo della fine del campo, a Cagliari il mio cuore batteva, la voglia di tornare al campo cresceva sempre di più quella di andarmene sempre di meno. Già, è vero, dall’altra parte avevo la mia famiglia, i miei amici, tutto ! Ma là avevo le persone a cui mi sono affezionata in quei giorni, avevo gli animatori che sono riusciti a riempire le nostre giornate nel migliore dei modi ! Mi manca: svegliarmi alle 7:00 del mattino, lavare i piatti, bicchieri e posate, apparecchiare, pulire le stanze, cantare nella stazione radio, nascondermi dietro all’edificio con altri amici, non avere campo al cellulare, essere lontana da tutto e da tutti. Mi mancano tutti gli animatori, tutti gli amici che ho conosciuto lì. Mi mancano le lacrime versate in aereo. La voglia di tornare, quella c’è Sempre Ed ora non mi tocca che aspettare l’anno prossimo, ho già in programma di tornare e di divertirmi passando un’altra vacanza in compagnia delle persone più importanti per me proprio come quella di quest’anno :D! Alessia Leombruno 3 CAMPOSCUOLA DI BUSSOLENGO - 1 LEVATE L’ANCORA! Il 22 luglio arrivati a Bussolengo c’erano i ragazzi di Francavilla ad accoglierci. Fin dall’inizio sembrarono simpatici, socievoli e aperti. Il secondo giorno andammo a prendere i sardi di San Sperate all’aeroporto “Valerio Catullo”. Seguì una passeggiata a Verona, una bellissima città ricca di arte e d’amore, sotto la guida di Elena. Un momento fu dedicato ovviamente alla visita della casa di Gi...ulietta. La notte stessa ebbe inizio il campo formando i cinque gruppi: Nord, Est, Ovest, Centro e Sud. Il terzo giorno gli animatori iniziarono a svegliarci con la musica ad alto volume: era uno spasso vedere le facce dei nostri amici appena svegli! Quel giorno fu molto importante per Massimiliano, uno degli animatori, che ricevette il ministero dell’accolitato. Il vero camposcuola iniziò il lunedì con la sveglia impostata per le 7.30. Seguiva la colazione alle 8.00 e dopo i lavori di gruppo: sparecchiare, apparecchiare, lavare e pulire. Prestabilivamo sempre un’ora precisa per incontrarci e introdurre il tema del giorno. In seguito si lavorava da soli, dove eravamo chiamati a riflettere e a rispondere a delle domande personali. Successivamente si svolgevano i lavori di gruppo. Mercoledì fu un’eccezione. Andammo a Gardaland. Padre Luigi pregò tanto perché piovesse, ma il tempo fu dalla nostra parte: ci divertimmo tantissimo. L’ultima notte a Bussolengo ci siamo scatenati, abbiamo ballato e cantato al “X Camp Factor”. La mattina del ritorno è stato il più difficile. Abbiamo dovuto lasciare amici, li abbiamo lasciati proprio quando avevamo iniziato a conoscerci. L’ultima cosa che ho visto sono i loro visi bagnati di lacrime: è stata dura per tutti. Da quel viaggio ho imparato che inseguire un sogno è come un viaggio a bordo di un veliero. Ci potranno essere tempeste e burrasche, ma dobbiamo saper condurre la nostra barca in salvo. In questo viaggio possiamo portare la nostra famiglia, i nostri amici, i valori più importanti, i nostri idoli, che ci aiuteranno lungo il cammino. Ad un certo punto dovremo affrontare uno scoglio: la potremo superare o andarci incontro, finendo per distruggere la nostra imbarcazione. Facciamoci allora aiutare dalla nostra truppa che funzionerà come una bussola che ci guiderà. E quando passerà il monsone dirai “Levate l’ancora, diritta, avanti tutta, questa è la rotta, questa è la direzione, questa è la decisione”. E quando sarai pronto leverai l’ancora, simbolo di tutte le tue paure e di tutte le tue insicurezze: e il veliero prenderà il largo. DUC IN ALTUM. Gene (jimboy) di Venezia 4 CAMPOSCUOLA DI BUSSOLENGO - 1 LOVE FROM FRANCAVILLA “Come un sasso che l’acqua tira giù; dove vuoi tu non vado mai…” Il campo scuola di quest’anno ci ha dato l’opportunità di conoscere persone e culture diverse, lingue, tradizioni e dialetti. Veneti, sardi e abruzzesi che hanno condiviso e stretto amicizie, e non solo… “Piede piede, spalla spalla, piede piede, spalla spalla…” Gli animatori, ben preparati e capaci di farci divertire, sono stati magnifici, per non parlare dei Padri. Dai balli di gruppo ai laboratori il divertimento era assicurato. “E sono mani che si stringono forte, in un cerchio di sguardi…” L’amicizia è un valore che si condivide anche con le persone lontane. Tre città completamente diverse ma legate da persone uniche: i ragazzi. “Seconda stella a destra, questo è il cammino; e poi dritto fino al mattino…” Con questa esperienza abbiamo imparato a seguire i nostri sogni, i nostri progetti, a superare le nostre tempeste e a navigare fino a raggiungere il nostro porto della felicità. La tristezza è un sentimento che ci accomuna, che ci ha colpito l’ultimo giorno del nostro corto ma stupendo viaggio. Un GRAZIE speciale a tutti quelli che ci hanno permesso di vivere questa fantastica avventura! 5 CAMPOSCUOLA DI BUSSOLENGO - 2 FB - BUSSOLENGO NEL CUORE Bussolengo nel cuore, è questo il nuovo gruppo facebook che sta spopolando sulla rete. Sette giorni intensi, sette giorni tra spiritualità e divertimento, sette giorni per cominciare a “prendere il largo”. Duc in altum questo è stato il tema portante del campo scuola vissuto a Bussolengo da 50 giovanissimi 6 animatori, 1 padre spirituale e 4 super cuoche che oltre a riempire bocche affamate sono riuscite a donare con ingegno ed infinita semplicità momenti bellissimi tra il 30 Luglio e il 5 Agosto. Entusiasmo a mille un count down che è cominciato da molti mesi prima, le sole parole che possono descrivere al meglio lo stato d’animo di tutti i partecipati. Questa attesa però è stata ricompensata dalle forti emozioni (compresi i gavettoni fatti alle 2.00 di notte o le passeggiate fatte sotto il sole cocente) e da tanto divertimento. La prima giornata è passata in questo modo tra il balcone di Giulietta, la visita di chiese bellissime, negozi di ogni tipo, mimi e bicchieri di frutta fresca comprati in piazza. Col pomeriggio inoltrato arriva anche l’ora di conoscere la “casa” che ci ospiterà per 1 settimana. Panorama bellissimo con alture e distese di verde ovunque, un intera struttura a nostra disposizione questo è ciò che ci accoglie a Bussolengo. Educatori e ragazzi in questa settimana hanno avuto la possibilità di conoscersi e farsi conoscere giorno dopo giorno sempre di più, infatti grazie alle sveglie “soft” (con fischietti, cuscinate, spruzzini pieni di acqua e pentole), ai momenti costanti di riflessione mattutini, ai giochi, alle serate a tema alla giornata bellissima passata a Gardaland (dove ci è sembrato di stare nel paese dei Balocchi di Pinocchio) e ai momenti di preghiera, tutti hanno avuto la possibilità di farsi spazio. Sono bastati pochi giorni per permettere a dei ragazzi che non si conoscevano minimamente di integrarsi ed addirittura di far nascere belle amicizie… e non solo quelle… tanto che anche se si è parlato di felicità al momento dei saluti ci sono stati comunque fiumi di lacrime da raccogliere, infatti, l’aspetto che ha reso unico e speciale questo campo scuola è stato proprio l’unione tra i due gruppi di ragazzi: barlettani e sardi apparentemente diversi ma che in realtà hanno scoperto di avere in comune la gioia dello stare insieme nel nome Gesù e la voglia di mettersi in gioco. La settimana è passata in crescendo infatti è emerso che dopo aver focalizzato e messo a nudo il sogno che è in noi la ricerca nella navigazione può portare a trovarsi 6 di fronte tempeste e mete di felicità da raggiungere, tutto si può fare se la nostra bussola è orientata verso una meta “vera” se il nostro “navigatore” è funzionante. Tutto è possibile in chi crede. Credere non solo di potercela fare ma su tutto che accanto abbiamo un Compagno di viaggio che non ci lascia mai soli. Che quando ci chiede di “calare le reti” è Lui il primo che rimane fermo accanto a noi e che ci aiuta subito a sollevarle. Quest’Amico che è dentro di noi, ci aiuta a tirare su quella rete che avvolte ci sembra pesante, avvolte pensiamo addirittura sia follia continuare a sognare che si possa pescare qualcosa dopo aver tentato infinite volte senza successo, ma proprio il nostro Amico Gesù ci sprona a muoverci perché è Lui che ci sostiene che ci spinge che crede in noi come nemmeno noi stessi riusciamo a fare. Nella vita si possono fare numerosi campi scuola, ma ognuno ti lascia un qualcosa di diverso, ogni campo è un esperienza unica perché ogni volta ci si confronta non solo con persone diverse ma soprattutto ci si confronta con una parte diversa di noi. Ed allora Duc in altum non fermiamoci a guardare il nostro orticello ma cominciamo a guardare al bello, all’amore che è dentro di noi, apriamoci con fiducia al dono infinito dell’Amore che il nostro Papà celeste ci ha messo nel cuore. Proprio come il testimone che abbiamo conosciuto al campo: Giovanni Neumann. Egli è voluto diventare sacerdote poi missionario o meglio uomo portatore di speranze, allo stesso modo anche noi impariamo a guardare oltre i nostri piccoli, grandi problemi, impariamo a vedere queste difficoltà come esercizi di allenamento grazie hai quali un giorno, con tanta perseveranza, arriveremo alla nostra “isola che c’è” troveremo quel tesoro nascosto che ne tignola e ne ladro potrà rubarci. Duc in altum non per restare dei semplici sognatori a cui piace illudersi che ci possa essere qualcosa di migliore ma prendere il largo perché siamo dei cercatori di speranze che sono certezze perché chi ce le mette nel cuore non è un illusione ma un Dio che è papà dolcissimo. A questo ci serve prendere il largo, per scoprire e mettere fuori tutta la bellezza che ci è stata donata, prendere il largo per scoprire di ESSERE BELLEZZA. Grazie di cuore a Padre Vito per la fiducia e pazienza infinita che ci ha dimostrato, alle cuoche ed animatori che nonostante le pochissime ore di sonno sono riusciti a far sentire tutti come in una grande famiglia, hai ragazzi perché con la loro schiettezza riescono ad insegnare che la bellezza sta nella semplicità. Un grazie su tutti a Dio perché ha permesso la buona riuscita dei nostri progetti. Ed ancora... DUC IN ALTUM! Barletta, 18-08-2011 Ilaria Piazzolla Maria Rosaria Doronzo 7 CAMPOSCUOLA DI BUSSOLENGO - 2 PRENDI IL LARGO! Tra il 22 luglio e il 5 agosto 2011 la casa di Bussolengo ha ospitato 2 campiscuola per ragazzi delle scuole superiori; il primo campo – tenutosi dal 22 al 29 luglio – ha accolto 36 giovani provenienti da diverse case redentoriste della provincia romana, tra cui: Francavilla al Mare, Venezia, Roma e San Sperate. Nel secondo campo – svolto dal 30 luglio al 5 agosto – sono stati ospitati 48 ragazzi provenienti ancora da San Sperate, ma anche da tre ulteriori realtà pastorali nelle quali si è di recente tenuta una missione popolare redentorista: Barletta (BAT), Marrubiu (OR) e Villasor (CA). I ragazzi sono stati seguiti da P. Pietro Sulkowski, P. Luigi Ramazzotti, e P. Vito Lombardi, e animati sia dai seminaristi redentoristi delle due province italiane, sia da alcuni adulti laici, che si sono prestati anche per il servizio in cucina. In particolare io che scrivo ho collaborato all’animazione del secondo campo. Il titolo dei due campiscuola è stato “Duc in altum” (Lc 5, 4), ossia “Prendi il largo”. È l’invito che Gesù ha rivolto a Simon Pietro di ritorno da una faticosa e vana notte di pesca; Pietro, fidandosi della parola di Gesù, ri-prende il largo e getta nuovamente le reti in mare, prendendo una quantità così grande di pesci che le reti si rompevano; a conclusione di questo brano è riportato l’episodio della chiamata di Pietro, pietra della Chiesa, in cui è ricordato il momento in cui Gesù promette al discepolo di farlo diventare pescatore di uomini. Entrambi i campiscuola sono stati articolati in 5 giornate, ricche di preghiera, riflessioni, condivisioni, sport e momenti di animazione. In particolare, approfondendo la parte più spirituale, i ragazzi sono stati invitati ad interrogarsi sui loro sogni e sulla loro identità, sui progetti per il futuro, sulla loro vocazione cristiana, sul come “navigare” la vita, e sulle bellezze che tale navigazione consente di scorgere; i giovani hanno riflettuto anche sulle inevitabili tempeste che si imbattono nel mare della vita, e su quei traguardi di realizzazione che solo chi ha il coraggio di navigare e di prendere il largo nel seguire Cristo può raggiungere: i cosiddetti porti della vera felicità! Oltre alla metafora del navigare è stato proposto ai partecipanti un secondo filo conduttore, parallelo al primo, costituito dalla narrazione della vita, vicissitudini e virtù di un redentorista esemplare: San Giovanni Neumann, di cui ricorre proprio quest’anno il bicentenario della nascita, che ha preso davvero il largo per realizzare la sua vita nel seguire Cristo. Assieme ai laboratori, ai momenti conviviali, ai momenti di meditazione e di preghiera, è stata organizzata per entrambi i campi un’intera giornata di svago al 8 parco giochi di Gardaland, e un giro turistico alla bella e romantica città di Verona. Al termine dei due campi i ragazzi hanno affermato di aver trascorso dei giorni molto belli, arricchenti, divertenti e profondi. Hanno apprezzato in maniera particolare la struttura organizzativa dei campi, le tematiche affrontate, l’avere intessuto in brevissimo tempo delle nuove amicizie, l’aver sperimentato la bellezza e la ricchezza dello stare insieme. Da un punto di vista personale, sono rimasto molto contento di come i ragazzi abbiano risposto ai diversi stimoli che sono stati dati loro; ma quello che più mi ha reso felice è stato il vedere con i miei occhi la felicità nei loro occhi! Per concludere, è stato un momento in cui si è dato tanto, ci si è stancati, si è dormito poco, ma allo stesso tempo si è imparato molto: è stato bellissimo riconoscere nelle curiosità e nelle multiformi espressioni dei ragazzi la loro incredibile voglia di vivere, la loro freschezza, il loro bisogno di Dio, la loro infinita volontà di amare e la loro insaziabile necessità di sentirsi amati. Massimiliano Mura PROGRAMMA DELLA GIORNATA BUSSOLENGO luglio 2011 Mattina: - 7.30: Sveglia - 8.00: Preghiera del mattino - 8.20: Colazione - 9.00: Lavori di casa - 10.15: Riflessione sul tema - 11.00: Lavoro personale - 11.30: Lavori in gruppo - 13.00: Pranzo Pomeriggio: - 14.30 – 16.00: Giochi - 16.45: Laboratorio di navigazione - 19.00: Preghiera serale con la condivisione Sera: - 20.00: Cena - 21.00: Animazione - 23.30: Riposo TEMATICA DEL CAMPOSCUOLA Tema: “Duc in altum” (Lc 5, 1-10) Metafora: Il veliero Testimone: San Giovanni N. Neumann Canzone – guida: Jovanotti – “La linea d’ombra” Logo: La bussola 9 GMG 2011 - MADRID SALDI NELLA FEDE “¡Esta es la juventud del Papa!”. Questa espressione è stata lo slogan della gioventù nella Giornata Mondiale della Gioventù 2011 a Madrid – Spagna, il grande incontro dei giovani del mondo intero con il Vicario di Cristo, la Sua Santità Benedetto XVI, Papa di Roma. La mia partecipazione al GMG 2011 è stata una bellissima esperienza accanto a tanti giovani provenienti da ogni angolo del mondo dove tra l’altro ho ascoltato il catechismo con i partecipanti italiani (c’erano più di 90000 iscritti), ho confessato tantissime persone in varie lingue e tutti insieme abbiamo lodato e ringraziato il Signore con dei canti, balli e strumenti musicali e, ciascuno nella sua lingua ha gridato “Viva il Papa” difendendo il Papa e la Chiesa Cattolica davanti a coloro che manifestavano contro la visita del Papa a Madrid. Inoltre, ho partecipato alla Via Crucis mediata dal Papa, Pastore della gioventù. Le bandiere delle varie nazioni avevano occultato il cielo di Madrid ed il ritmo di musica africana e latino americana aveva invaso le strade della capitale spagnola. La gente del posto ha accolto quest’incontro internazionale con scroscianti applausi, saluti e sorrisi. Grazie alla provincia redentorista spagnola, tutti i redentoristi con i loro gruppi hanno avuto la possibilità di partecipare alla Giornata Redentorista Mondiale del GMG 2011. Quello che ci è sembrato di più straordinario di quella giornata è stata la partecipazione alla Santa Messa accanto a due vescovi Redentoristi (del Canada e del Brasile) e con più di 60 redentoristi tra preti e fratelli. In quella celebrazione tre novizi spagnoli hanno professato i voti nelle mani del R. M. P. Michel Brehl, superiore generale del C.Ss.R. che ha partecipato con entusiasmo al GMG di Madrid. Dopo il pranzo, il nostre Superiore Generale ha parlato con tutti i redentoristi partecipanti dell’importanza del PGVR al livello della congregazione, della sua nuova struttura e delle nuove Conferenze. Invece la chiusura della giornata redentorista mondiale è stata coronata dal messaggio del R. M. P. Michel Brehl rivolto a tutti i giovani del PGVR del mondo intero. 10 Vista l’esperienza positiva dei giorni precedenti, riuscirebbe difficile dimenticare la veglia della preghiera e l'adorazione eucaristica con il nostro pastore Benedetto XVI, accanto a più di un milione di persone che non si sono lasciati intimorire di fronte all’incessante furia delle intemperie nell’aeroporto militare “Cuatro Vientos”. La veglia di preghiera svoltasi nella notte di sabato tra balli, canti, lodi e scambio di esperienze spirituali e quotidiane, è stata il prologo della Santa Messa celebrata l’indomani dal Sommo Pontefice con la partecipazione di più di 820 vescovi e 8250 sacerdoti e circa un milione e mezzo dei fedeli. L’esperienza della GMG 2011 è pressoché indimenticabile e forte in quanto mi ha dato la possibilità di incontrare giovani da tutto il mondo appartenenti a diverse culture e lingue. Il messaggio che vorrei trasmettere ai giovani è quello di non declinare mai l’invito a partecipare alla GMG perché significherebbe la perdita di una preziosa e indimenticabile esperienza. p. Fadi Rahi GIORNATA ALFONSIANA Lo scorso sabato, 20 agosto, in occasione della celebrazione della GMG Madrid 2011, i Redentoristi della Provincia di Madrid hanno convocato i giovani di tutto il mondo legati al carisma redentorista. Tale giornata, denominata “Alfonsiana”, ha avuto luogo lo scorso 20 agosto nella nostra Parrocchia di San Gerardo e nel Collegio GamoDiana, nel quartiere di Aluche, di Madrid. Vi hanno partecipato il Superiore Generale, P. Michael Brehl, il Consultore Generale per la Pastorale Giovanile, P. Alberto Eseverri, così come il Provinciale della Spagna, P. Pedro Lopez, assieme ad un gremito gruppo di Redentoristi provenienti dalle diverse comunità presenti in Spagna e da altri paesi, e c’erano anche tre vescovi redentoristi. Inoltre, la “Giornata Alfonsiana” sarebbe stato il contesto più idoneo per la celebrazione della professione religiosa dei tre novizi spagnoli: Carlos Antonio Galan Moreu, Pablo Jiménez Ruiz, e Antonio Puerto Diosdato, che dopo il loro periodo di postulantato a Valencia e del loro noviziato a Ciorani (Italia), accompagnati da P. Maurizio Iannuario, Maestro dei Novizi, hanno professato i voti temporanei dando testimonianza, di fronte ai numerosi partecipanti, che vogliono donare la loro vita all'annuncio dell’Abbondante Redenzione. La celebrazione ha avuto inizio nella chiesa parrocchiale, dove è stato rappresentato, in un happening, il significato della Giornata. Poi è iniziata la processione all’ingresso del Collegio Gamo Diana dove era stato istallato un tendone, che copriva l’ingresso, di quasi 1200 metri quadri. All’interno di esso, grazie a quasi un migliaio di sedie, è avvenuta la celebrazione durante la quale i tre novizi hanno professato i voti tra la gioia dei familiari, degli amici e di tutta la famiglia redentorista lì presente (religiosi, laici, giovani, Oblate del SS. Redentore e religiose redentoriste). 11 Nonostante il caldo soffocante, attenuato dall’abbondante quantità di acqua che è stata somministrata, la celebrazione è avvenuta con fervore e partecipazione. Una volta terminato l’atto di professione, i novizi, le famiglie e gli altri Redentoristi hanno condiviso un pasto nella sala parrocchiale; tutti gli altri giovani hanno ricevuto un cestino che hanno consumato negli spazi antistanti. Dopo il pasto, e dopo una breve riunione con il P. Generale ed i Redentoristi presenti, il Padre Generale ha indirizzato il suo messaggio ai giovani; con questo si è concluso l’incontro e ci si è spostati verso il Piazzale dei Cuatro Vientos per partecipare alla grande Veglia della GMG. Abbiamo concluso con i saluti e con la nostra più sincera gratitudine a coloro che hanno reso possibile il buon andamento di questa Giornata Alfonsiana, specialmente alla Comunità Redentorista di Aluche ed ai volontari della Parrocchia di San Gerardo. (Da Scala, 16 ottobre 2011) FORMAZIONE REDENTORISTA SERVIRE IL SIGNORE CON GIOIA Mi chiamo Massimiliano e sono un missionario redentorista. Sabato 22 Luglio, durante la Messa vespertina delle 19.00, nel Santuario della Madonna del Perpetuo soccorso, a Bussolengo, sono diventato accolito. Dico subito che durante la celebrazione ho provato una grande gioia e una grande emozione, per vari motivi. Innanzitutto per la presenza di numerose persone per me speciali: i miei genitori, i miei parenti più stretti, un mio caro amico e altri uomini e donne del mio paese, Pescantina; i giovani di San Sperate (Cagliari), Francavilla al Mare (Pescara) e Venezia che hanno partecipato al Camposcuola che si è svolto a Bussolengo dal 21 al 29 Luglio; i vari Confratelli che con cura e generosità hanno animato la celebrazione. Poi perché è proprio in questo santuario che ho sperimentato per la prima volta l’efficacia dell’intercessione mariana, che ho iniziato a decifrare con più chiarezza la voce di Dio nella mia coscienza, che è maturata la mia vocazione religiosa. Infine perché l’accolitato rappresenta un nuovo passo in avanti sulla via che conduce al sacerdozio. Infatti, il compito dell’accolito è proprio quello di curare il servizio all’altare e aiutare il sacerdote e il diacono, non solo preparando i vasi sacri e tutto ciò che serve per la Liturgia eucaristica, ma anche distribuendo l’eucaristia ai fedeli. D’altra parte, bisogna dire che questi compiti non sono riservati esclusivamente a quanti nella Chiesa sono chiamati a diventare chierici, cioè ai futuri diaconi, sacerdoti e vescovi. Infatti, li possono svolgere pure i laici, se fanno il corso per diventare ministri straordinari. Ma si tratta già di questioni un po’ troppo specifiche, che rischierebbero, alla lunga, di annoiare i lettori e che, in ogni caso, necessitano, per 12 essere inquadrate appieno, di una riflessione preliminare. Pertanto, piuttosto di continuare a speculare su questi dettagli, è meglio, in questa sede, cercare di comprendere qual è, più in generale, la natura del culto cristiano. Il problema di fondo, infatti, non è tanto su chi può o non può fare il servizio all’altare, ma su come ciascuno di noi partecipa alla Messa! Dovremmo, cioè, diventare nuovamente consapevoli, come lo erano già i primi cristiani, del fatto che ogni battezzato, e non solo il prete, è “sacerdote”, in quanto ogni battezzato è abilitato ed è tenuto ad offrire a Dio il sacrificio della propria vita. E’ quanto ci esorta a fare San Paolo nella Lettera ai Romani: «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale» (Rm 12,1). Con questo spirito, con questa consapevolezza il cristiano dovrebbe recarsi a Messa e rendere “attiva” la sua partecipazione! Si capisce, allora, che non conta poi così tanto se uno canta nel coro, se un altro legge la prima lettura e se un altro ancora serve all’altare. Queste sono cose non solo utilissime, ma addirittura necessarie, poiché rendono la celebrazione eucaristica più bella e animata. Tuttavia ciò che è essenziale e che viene prima di tutto il resto è che ciascun fedele offra la propria vita, in unione col sacrificio che Cristo fa di se stesso e che il sacerdote in ogni Messa ripropone. Allora è davvero tutto il popolo di Dio, tutta l’assemblea dei fedeli riuniti in preghiera a celebrare la Messa! Ma c’è ancora un ultimo aspetto della questione che bisogna considerare per comprendere appieno la natura del culto cristiano. E’ chiaro, infatti, che se da un lato l’offerta che il cristiano fa della propria vita trova la sua origine profonda e il suo culmine proprio nella celebrazione eucaristica, dall’altro questa stessa offerta non può rimanere circoscritta al solo momento liturgico, ma deve prolungarsi ed estendersi fino a comprendere tutti gli aspetti della vita del cristiano. Solo così questa offerta potrà diventare autentica e quindi gradita a Dio! Ma come si può raggiungere questo? La risposta ci viene data ancora una volta da San Paolo che nella Lettera ai Romani ci suggerisce quanto segue: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2). L’apostolo, cioè, nell’esortare i cristiani di Roma a offrire a Dio, come culto spirituale, le proprie persone, li invita a comportarsi come segue: da un lato a prendere le distanze dall’egocentrismo del vecchio mondo, dall’altro a lasciarsi trasformare e rinnovare in profondità per verificare, nella quotidianità del proprio vivere storico, l’obbedienza al Dio misericordioso. E’ quanto dovremmo tentare di fare anche noi oggi! Come considerazione conclusiva vorrei proporre queste parole dell’allora cardinale Ratzinger: «Il dono unico che Dio aspetta, l’unica cosa che non è ancora sua, è la nostra libertà, è la risposta del nostro amore. Dio ha creato un mondo libero, ha creato la possibilità di dire “sì” o “no”, come possibilità di fare un dono libero a Dio. L’unico vero sacrificio può quindi essere soltanto il nostro “sì”, la gioia di essere uniti con Dio nell’amore […]. Un mondo umanizzato, un mondo nel quale l’amore è il segno di tutto, sarà il vero sacrificio». St. Massimiliano Guardini CSsR 13 FORMAZIONE REDENTORISTA …E INIZIA UN ANNO DI NOVIZIATO! Lunedì 5 Settembre a Ciorani, durante i Ritiri Interprovinciali annuali, con una celebrazione Eucaristica presieduta dal Superiore Provinciale di Roma, p. Gianni Congiu, abbiamo iniziato l’anno di noviziato. E’ giusto allora che ci presentiamo: MARIO, proveniente da Pagani HABIB, proveniente dal Libano DANIELE, proveniente dalla Sardegna Tutti e tre, terminata la prima tappa della formazione, quella del Postulantato, vissuta nello Studentato di Roma, abbiamo avuto il dono di vivere ora quest’anno di grazia, per (recita la costituzione 86), “rendersi conto in maniera più approfondita dell’autenticità della loro vocazione, [...] fare esperienza del nostro modo di vivere, apprendere la storia e la vita della Congregazione e assimilarne lo spirito con la mente e col cuore” . Vi chiediamo allora di ricordarci nelle vostre preghiere affinché possiamo vivere quest’anno di noviziato, come un anno di vera svolta della nostra vita, dove nell’approfondimento della nostra vocazione, della storia e della vita della Congregazione, possiamo prepararci a dire un nuovo e autentico SI alla chiamata di Dio! MANLIO E VINCENZO… DIACONI!!! Sabato 1 Ottobre, presso il Santuario di San Gerardo Maiella in Materdomini, gli studenti Manlio Cirimele e Vincenzo Loiodice, sono stati ordinati Diaconi, per l’imposizione delle mani di Mons. Francesco Alfano (Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi). E’ stata una bellissima ed emozionante Celebrazione, che ha visto la partecipazione di tante persone, parenti e amici degli ordinandi, oltre a diversi Padri e giovani della PGVR. Il nostro augurio ai neo-diaconi è che possano essere veri annunciatori e testimoni del Vangelo di Gesù, e che seguendo il Suo esempio possano essere come Lui, “che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 20, 27-28) AUGURONI, carissimi Manlio e Vincenzo!!! Dal sito: http://www.pgvrna.eu/noviziato/ 14 venerdì 7 ottobre 2011 CARLO arriva per ultimo all’appuntamento delle MATADOR LUIGI fuori forma. È crisi? 20.30. Gelida accoglienza al suo arrivo. Lui chiarisce: mi mancava l’assist man! Segue a PAG 2 Segue a PAG 2 CALCIOPOLI: dove è finito il resto di 50 PASSA paperino con la pipa in bocca è ancora centesimi spettante ai giocatori? la canzoncina più utilizzata per fare le squadre. Segue a PAG 2 Segue a PAG 2 INIZIO DELLA STAGIONE: IL PRIMO MATCH SI CONCLUDE CON UN ENTUSIASMANTE 10 – 11 INCREDIBILE RIMONTA! P. Pietro: “Che sia per tutti una buona stagione. Ma da ora basta con la pietà!”. ROMA Dopo circa 3 mesi di attesa è ricominciata finalmente la stagione calcistica 2011-12 dei Redentoristi di San Gioacchino & Friends. Erano ormai diverse settimane che tutti si chiedevano: “Ma quando si gioca?”, “Ma a quando le prossime partite?”. E così finalmente, ieri, giovedì 7 ottobre alle ore 21.00 il bomber Pietro S. – capocannoniere dello scorso campionato – ha rivolto, prima del calcio d’inizio, un cordiale augurio a tutti di una buona stagione calcistica, ricordando agli avversari che il felice augurio appena auspicato sarebbe stato l’unico momento di pietà della partita. Le squadre si sono schierate con le seguenti formazioni: Squadra 1: Nelson, Cesare, Luigi, Simone, Nicolò. Squadra 2: Pietro, Massi, Max, Davide, Carlo. L’inizio è stato scoppiettante da parte della squadra 1, che ha travolto gli avversari, portandosi alla fine del primo tempo ad un risultato parziale schiacciante (7-3). Nonostante un numero così elevato di centri, tra i marcatori della squadra 1 non compare il nome del Matador Luigi, con grande sconcerto dei tifosi che si attendevano le solite prodezze del loro beniamino. Il ROMPI PALLONE Il secondo tempo si è aperto con la reazione fortissima della squadra 2, che, spinta dal cannoniere Pietro e dal centrocampista sardo Max, ha cominciato a controllare la partita, dapprima recuperando le reti subite, e poi superando di misura la squadra avversaria. La sorpresa del match è stata la rivelazione del difensore Massi – prima di questa partita non ancora conosciuto nella veste di goleador – che ha segnato il gol chiave della partita, il gol del pareggio (10-10), portando i compagni ad una vittoria incredibile che è arrivata all’ultimo minuto di giuoco con un risultato finale di 10-11. Per quanto concerne gli infortuni e le pallonate è degno di menzione solo un contatto tra Davide e Nicolò. Alla riduzione così sensibile di questi eventi traumatici ha sicuramente contribuito la sentitissima assenza di Orlando. Purtroppo non hanno potuto assistere alla partita il presidente della serie A – P.Sergio – e il ricchissimo e Veloccissimo industriale Fr. Antonio. TABELLINO DEI VOTI Squadra 1: 6 Nelson: 6.5, Cesare: 6, Luigi: 4.5, Simone: 6.5, Nicolò: 6. Se il matador dà i numeri, non sarebbe meglio invitarlo a giocare a SUDOKU? Squadra 2: 7.5 Pietro:8, Massi: 7.5, Max: 7.5, Davide: 7, Carlo: 7. 15 MEETING - SAN SPERATE 2013 IL PRIMO INCONTRO DELLA COMMISSIONE PREPARATORIA Riportiamo una breve sintesi degli aspetti più importanti che sono stati oggetto di discussione nelle sessioni di lavoro della Commissione Preparatoria Italiana del raduno PGVR San Sperate 2013, riunita il 16 e il 17 settembre 2011 a San Sperate (Cagliari, Sardegna), alla presenza del Consigliere del Governo Generale Padre Alberto Eseverri. Questo lavoro di sintesi è articolato in sotto-capitoli distinti per tema; include inoltre alcune osservazioni introduttive di carattere generale e una sezione finale in cui sono messe in evidenza le date dei prossimi impegni e i diversi impegni presi. Un primo aspetto di natura generale che emerso durante le sessioni di lavoro, è che il prossimo raduno di San Sperate 2013 sarà un meeting giubilare: sarà infatti il 10° raduno PGVR e allo stesso tempo il 25° anno di attività della PVGR. Un secondo aspetto generale consiste nella chiara necessità di chiedere alla Conferenza d’Europa l’istituzione di una Commissione per la PGVR, visto che la pastorale giovanile rientra a pieno titolo tra le priorità della Congregazione, come ha ribadito il Padre Superiore Generale a Madrid, durante la giornata alfonsiana svoltasi in occasione della GMG. Un terzo aspetto generale riguarda le difficoltà nelle comunicazioni interprovinciali, le quali con misure della Conferenza d’Europa o della stessa Commissione per la PGVR potrebbero essere favorite o velocizzate. 1. Storia e bilancio dei meeting precedenti – suggestioni Durante le sessioni di lavoro è stata presentata la storia dei meeting PGVR, evidenziando per ciascuno di essi il tema, la partecipazione dei giovani, l’organizzazione (riferita sia ai lavori preparatori, sia svolgimento del raduno), la logistica, e le strutture di accoglienza. In generale si è osservato come i vari raduni siano stati per i giovani partecipanti dei momenti belli, intensi, punti di arrivo di un vissuto o punti d’inizio di un nuovo modo di vivere. A questo proposito si è riflettuto sull’invito del P. Generale e della Conferenza d’Europa di mettere tra le priorità della Congregazione la pastorale giovanile: i giovani infatti sono in questa società tra gli abbandonati! Nel condurre un bilancio sui meeting precedenti, si è focalizzata l’attenzione sull’ultimo (Lviv 2010) e sul penultimo raduno (Limerick 2007); i cui punti salienti di tale bilancio sono elencati di seguito: i raduni sono stati per i giovani un’esperienza globalmente positiva; nella struttura dei meeting si è osservato buon equilibrio tra momenti di festa, riflessione e preghiera (quest’ultima non sempre ben organizzata, e si è sentita la mancanza di un luogo adibito alla preghiera personale e all’adorazione eucaristica); 16 gli ultimi raduni sono stati caratterizzati da un’elevata qualità sia delle strutture ospitanti sia del cibo (con standard di comfort probabilmente anche troppo alti – forse pure un po’ distanti dallo spirito dei precedenti raduni giovanili – a cui si è assistito ad un incremento sensibile dei costi di realizzazione dell’evento); negli ultimi raduni si è registrata una chiusura del meeting all’interno della struttura ospitante, con un limitato scambio di fede e di cultura con le persone del luogo; nell’organizzazione sono emerse problematiche comunicative di vario genere: dalla previa condivisione degli argomenti del meeting, alla necessità di organizzare meglio le 2 settimane preparatorie che i volontari sono chiamati a vivere prima dell’arrivo dei giovani, al ritardo con cui le diverse province sono state informate circa il tema della catechesi. Per questa ragione si propone di lavorare in modo più deciso sulla comunicazione interprovinciale; negli ultimi meeting è mancato del materiale per fare delle catechesi di preparazione al raduno (cammino pre-meeting) e delle catechesi successive al raduno (cammino post-meeting), per avere dai giovani la massima risonanza possibile e per evitare che tutto cada nell’oblio. 2. Logistica La riunione della Commissione Preparatoria Italiana è stata anche un’occasione per mostrare al P. Consigliere Generale Alberto Eseverri i lavori di analisi logistica condotti nel 2011 e per discutere delle tematiche riguardanti l’accoglienza dei giovani. L’analisi logistica è stata condotta ipotizzando di accogliere circa 800 giovani partecipanti, ai quali sono da aggiungere 30 volontari provenienti dalle diverse nazioni, e altri 60 padri e/o fratelli redentoristi accompagnatori. È stato mostrato come raggiungere agevolmente la Sardegna (e dunque San Sperate) per via aerea o via mare. Sono stati indicati i diversi punti di interesse presenti all’interno del centro di San Sperate, utilizzabili per il raduno PGVR, quali: luoghi di culto, strutture scolastiche, strutture di ricezione alberghiera, luoghi di aggregazione all’aperto, e centri sportivi. Nel descrivere le diverse strutture, si è fatta una prima ipotesi circa una loro possibile destinazione d’uso, evidenziandone pro e contro, capacità d’accoglienza, e eventuali problematiche o carenze da fronteggiare – struttura per struttura – a seconda della destinazione d’uso ipotizzata. 3. Analisi economica Sulla base dei meeting precedenti è stato suggerito di considerare ragionevole un budget di partenza di 100000€. Per riuscire a coprire le spese del budget si è fatta un’analisi su quelle che possono essere le fonti di finanziamento del meeting, qui descritte: la quota di iscrizione dei giovani; a questo proposito è stato osservato che le spese complessive del raduno non saranno di certo coperte con gli introiti legati alle quote di iscrizione, le quali tra l’altro dovranno tenere in qualche modo 17 conto delle difficoltà economiche di alcune province, e comunque non possono assumere cifre eccessive. gli eventuali contributi della Congregazione; in particolare da parte della Provincia Romana (che dalla prossima seduta del Consiglio Provinciale darà dei chiari criteri per lo stanziamento un fondo provinciale), della Conferenza d’Europa o della Commissione PGVR (quello di San Sperate sarà infatti un meeting giubilare per cui magari si dovrà fare qualcosa di speciale e di festoso), e dal Governo Generale; gli sponsor privati e enti pubblici (Regione Sardegna, Provincia di Cagliari, Comune di San Sperate); si propone inoltre di investire delle energie per cercare fondi dagli sponsor. Si è inoltre evidenziata l’urgente necessità per il Governo Provinciale Romano di redigere – il prima possibile – un bilancio preventivo dell’evento. 4. Tema La scelta del tema è un passo assolutamente prioritario nella progettazione del meeting, perché solo sulla base del tema sarà poi possibile lavorare per le catechesi pre e post meeting, per le catechesi del raduno, per il logo, per lo slogan e per l’inno. Si è proposto di coinvolgere per questo tutte le province europee, secondo dei criteri di scelta del definiti dalla Conferenza d’Europa o dalla nuova Commissione Europea PGVR. Si auspica di poter definire il tema entro la fine del 2011. 5. Comunicazione, date e lingue del meeting Dalle sessioni di lavoro è emerso che un problema che purtroppo si è ripetuto nei diversi meeting è quello della difficoltà nelle comunicazioni interprovinciali. Una nuova Commissione Europea PGVR potrebbe sicuramente favorire il circolare delle informazioni a livello continentale; una seconda proposta per migliorare la comunicazione è stata quella di chiedere ai siti delle diverse province un link al sito del meeting. Per quanto riguarda la proposta delle date si è fatto riferimento a 3 impegni specifici: il meeting di San Sperate 2013: 7-12 agosto 2013; la Commissione Preparatoria dei delegati europei: 2-6 luglio 2012; la Commissione Preparatoria Italiana: 13-14 gennaio 2012 a San Sperate. Si fa notare inoltre che il meeting San Sperate 2013 cade lo stesso anno della GMG a Rio de Janeiro (23-28 luglio); si propone di chiedere alla Conferenza d’Europa di esprimere un parere pratico sulla questione. Anche per gli aspetti linguistici si è proposto di coinvolgere i provinciali e la Conferenza d’Europa, per la scelta delle lingue ufficiali del meeting e per collaborare in qualche modo alla traduzione (è stato proposto di individuare giovani volontari o di utilizzare le conoscenze linguistiche di alcuni padri anziani). I lavori si sono conclusi con i ringraziamenti da parte di P. Gianni e di P. Pietro a P. Alberto e a tutti i membri partecipanti, per il fruttuoso lavoro che si è svolto nei due giorni. 18 6. Promemoria Impegni per il Governo della Provincia Romana: Presentare a Dublino durante la Conferenza d’Europa (ottobre 2011) lo status dei lavori sulla progettazione del meeting San Sperate 2013, chiedendo collaborazione ai provinciali e richiedendo ufficialmente alla Conferenza una Commissione per la PGVR, che attualizzi le priorità pastorali dei giovani (come ha ribadito il Padre Superiore Generale M. Brehl a Madrid). Redigere il prima possibile un bilancio preventivo dell’evento; Dare dalla prossima seduta del Consiglio Provinciale dei chiari criteri per lo stanziamento un fondo provinciale. Richieste alla Conferenza d’Europa: Istituzione della Commissione per la PGVR; Un contributo organizzativo per fissare i criteri relativi alla scelta del tema e delle catechesi al meeting. Un contributo organizzativo per la programmazione del cammino pastorale che precede il raduno (catechesi pre-meeting) e che lo segue (post-meeting); Un contributo organizzativo per stabilire la data del meeting; Un contributo economico: quello di San Sperate sarà infatti un meeting giubilare per cui magari si dovrà fare qualcosa di speciale e di festoso; Un contributo sulla comunicazione: rendere i contatti tra le varie province più forti e rapidi, anche aggiungendo ai siti delle diverse province un link al sito del meeting. Spunti sul tema: La lettera di Bellavista; Il messaggio del P. Generale Lasso De La Vega pronunciato in occasione del primo meeting PGVR Pagani 1987; Il tema del presente sessennio: evangelizzare in modo nuovo, con strutture nuove, e con cuori rinnovati. Date per i lavori futuri: I membri della Commissione Preparatoria Italiana sono invitati a far pervenire a P. Pietro una proposta di tema entro il 15 ottobre 2011; Incontro della Conferenza d’Europa a Dublino, dove saranno presentati i lavori di preparazione al meeting e dove saranno rivolte le citate richieste; Definizione del tema entro la fine del 2011; Prossima riunione della Commissione Preparatoria Italiana: 13-14 gennaio 2012; Incontro della Commissione Preparatoria dei delegati europei: 2-6 luglio 2012 a San Sperate; Meeting di San Sperate 2013: 7-12 agosto 2013. 19 MEETING – SAN SPERATE P. Pietro Sulkowski CSsR 2013 STORIA DEI MEETING (2) EGGENBURG (AUSTRIA) 4-9 agosto 1991 Tema: «ANNUNCIARE DI NUOVO IL VANGELO IN UN MODO NUOVO» Il terzo raduno internazionale si è svolto dopo tre anni nella cittadina austriaca Eggenburg dal 4 al 9 agosto 1991. L’incontro è stato preparato da un grande gruppo dei delegati di tutte le Province (120 persone). Il tema generale dell’incontro si rifaceva alle celebri parole di S. Clemente “Annunciare di nuovo il vangelo in modo nuovo” con il passo biblico di Lc 24, 13-35 da esaminare nei primi tre giorni ed il passo di Lc 10, 1-9 da prendere in esame il quarto giorno. Tematiche delle giornate: - Scoprire di nuovo il Vangelo - si è discusso nei Gruppi di condivisione: “Che esperienze del Vangelo ho fatto finora nella mia vita?”. - Far diventare ‘Vita’ il vangelo dentro di noi – “Condividere la Bibbia”: Lc 24, 1335 (I discepoli di Emmaus). - Far diventare ‘Vita? Il Vangelo nel mondo (Giustizia e Libertà, Terzo Mondo, Ecologia…) – collage “Il nostro mondo di oggi”. In seguito, la creazione delle preghiere oppure fare un adattamento-attualizzazione del Pater noster, Magnificat, Benedictus, Gv 17, 9-18. - Il mio impegno personale e la nostra missione comune nel mondo di oggi – la meditazione comune di Lc 10, 1- 20 9. DURHAM (INGHILTERRA) 3-8 agosto 1994 Tema: «CHIAMATI PER ANNUNCIARE» (Lc 4, 16-21) «CHIAMATI PER ANNUNCIARE». Attorno a questo tema si è sviluppato il IV Congresso internazionale dei giovani di PGVR che si è svolto a Durham nei giorni 3-8 agosto 1994 e che ha visto la partecipazione di circa 630 giovani (115 italiani) e redentoristi d’Europa. Le riflessioni si sono articolate attorno al brano biblico di Lc 4, 16-21 e molto spazio è stato offerto alla preghiera ed alla condivisione di esperienze vissute dai giovani redentoristi nelle diverse nazioni d’Europa. Il nuovo incontro doveva dare un nuovo impulso alla PGVR in Europa. L’organizzazione è stata affidata ad una commissione preparatoria formata da giovani di diverse nazionalità e redentoristi che si sono incontrati un anno prima per stilare l’orario giornaliero e predisporre tutto ciò che riguardava il meeting. Già nell’incontro preparatorio si è sottolineato come i partecipanti al Congresso debbono essere redentoristi e giovani che hanno già condiviso esperienze apostoliche e/o vita comunitaria. Si voleva sottolineare le possibilità ecumeniche per il meeting data la presenza di una importante Cattedrale Anglicana a Durham. Le - tematiche delle giornate erano: L’importanza dello Spirito Santo La missione “Mandato a portare la libertà ai prigionieri” I giovani hanno apprezzato tantissimo i gruppi di interesse, gli incontri di preghiera della sera, ma soprattutto il pellegrinaggio fino alla cattedrale anglicana di Durham. 21 ESSEN (BELGIO) 3-7 agosto 1998 Tema: «COME AND SEE» (VIENI E VEDI) Il quinto meeting è stato organizzato a Essen in Belgio nei giorni 3-7 agosto 1998. Alla soglia del terzo millennio i giovani hanno voluto riflettere sull’invito di Gesù “Vieni e vedi”. I partecipanti hanno riflettuto sulla situazione della Chiesa e del loro inserimento nella società attuale, hanno cercato di evidenziare i problemi urgenti che vengono affrontati dai cristiani per tracciare alla fine qualche soluzione in vista del miglioramento della situazione e di una proposta cristiana concreta. Anche questo raduno ha mantenuto la metodologia tradizionale con i gruppi di discussione, gruppi di lavoro (workshop), preghiera mattutina e serale, momenti di svago e di festa, liturgia penitenziale, la visita ad Anversa. Le - tematiche si sono svolte attorno ai brani evangelici: Mc 10, 46-52: Che vuoi che io faccia? Rabbunì che io riabbia la vista Gv 8, 1-11: Chi è senza peccato scagli la prima pietra Lc 10,1: Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità… E li mandò ad annunziare il Regno di Dio. 22 LESSICO FAMILIARE PGVR GIOVANE Destinatario della PGVR. Per orientarsi, persona tra i 16 e i 30 anni. Nel percorso della vita cristiana, persona che accoglie personalmente la fede e si impegna con essa in modo creativo e coerente, tra la fine della Iniziazione Cristiana e la scelta vocazionale di vita. Non tutti i giovani sono uguali. Per evangelizzarli è necessario conoscere e capire il tipo di società a cui appartengono, giacché la società condiziona la vita dei giovani, come la vita di tutte le persone che la costituiscono. I giovani, di tutte le epoche, sono fedele riflesso dei valori che guidano la società che, non possiamo dimenticare, hanno costruito gli adulti con le loro scelte. D’altra parte, essere giovane implica sempre una forma di vita differente da quella degli adulti. Il giovane si caratterizza per una impostazione di vita peculiare, molto diversa dalle altre tappe di sviluppo della vita umana. Questa impostazione ha come obiettivo raggiungere una identità propria e originale. La vita giovane è sempre un risveglio in tutte le dimensioni che la realtà offre come cammino di costruzione del proprio futuro. Il suo cuore è aperto alla vita, all’amicizia e all’amore profondo, all’emozione, alla preparazione e qualificazione, alle sensazioni, alle esperienze limite e alle impressioni dei racconti (reali e irreali). Allo stesso tempo, si legano con relativa facilità a grandi cause e ad offerte di trasformazione sociale, anche se ciò non garantisce il loro coinvolgimento. Il giovane è idealista per natura, aperto al futuro e con capa‐cità di rischio. In questa caratteristica si nasconde, anche, una certa apertura alla trascendenza. Inoltre, il giovane possiede un altro ritmo vitale, che lo identifica come tale nell’insieme della società. Le sue priorità, gusti, orari e attività corrispondono a quella tappa della vita. In generale, si trova a metà cammino tra l’estetica e l’etica, preoccupato per l’immagine e l’accettazione da parte degli altri come forma di inserimento nella comunità umana. Nella Chiesa non sempre trova uno spazio nel quale poter vivere la fede in accordo con la sua forma di essere e di esprimersi. Anche se in realtà non mancano giovani nella Chiesa che scoprano nel Dio di Gesù Cristo una chiamata a essere felice e solidale. Il giovane sente la necessità di Cristo Redentore. Allora se la sua massima aspirazione è raggiungere una vita piena e felice, Cristo risponde assolutamente alla sua massima aspirazione. I giovani ricoprono un ruolo molto importante nella Chiesa: riescono a rinnovare la comunità cristiana, e a porre in discussione quegli elementi che rendono meno radicale la sua testimonianza e missione. Rappresentano, pertanto, per i Redentoristi una sfida e, allo stesso tempo, un’urgenza. Una sfida perché in essi l’espressione del Vangelo è spontanea e rivelatrice di una nuova forma di vita cristiana. Un’urgenza, perché i giovani sono abbandonati dall’attività pastorale di molte comunità cristiane, e necessitano di spazi per la riflessione, la convivenza e la preghiera. La PGVR, di conseguenza, rappresenta uno spazio adeguato perché il giovane scopra il senso della propria vita e vocazione. Per questa ragione, rappresenta una priorità per i Redentoristi. Infine, il giovane non solo è destinatario della PGVR; ma è anche chiamato a essere agente, animatore, missionario. Pertanto, sussistono allo stesso tempo due modalità di presenza del giovane nella PGVR: una, come destinatario, l’altra come agente. P. Laureano Del Otero (Spagna) 23 Invito alla VISIONE MIRAL Regia: Julian Schnabel Interpreti: Willem Dafoe (Edie), Hiam Abbass (Hind Husseini), Freida Pinto (Miral), Alexander Siddig (Jamal), Omar Metwally (Hani). Soggetto: A Venezia 2010 il film è stato molto apprezzato sia dalla critica sia dal pubblico, non solo perché ha portato alla ribalta la drammatica realtà israelo-palestinese, ma perché in filigrana, riguarda molto di più. Tratto dal romanzo La strada dei fiori di Miral della giornalista e scrittrice palestinese naturalizzata italiana, Rula Jebreal, il film narra la storia di “Miral” (ha il nome di un fiore che spunta sul ciglio della strada), una bambina palestinese (Jolanda El Karam da piccola, Freida Pinto da grande) che vive in Israele e viene accolta nell’orfanotrofio fondato da Hind Husseini (Hiam Abbass), grande donna realmente esistita, che ha salvato, nel 1948, 55 orfane sopravvissute al massacro di Deir Yassin e che è stata attivamente presente nel campo educativo a favore dei bambini e delle donne. Dopo che la zia della piccola compie un attentato e che la madre subisce ripetute violenze, il padre (Alexander Siddig) decide di cambiarle il cognome e di allontanarla dalla famiglia per evitare che la sua vita venga segnata dai gravi episodi. La bambina viene educata nel collegio e quando diventa adolescente segue con passione le vicende che porteranno agli accordi di Camp David e manifesta a favore della causa palestinese. Miral sente forte l’urgenza di prendere posizione a livello politico, nonostante il parere contrario del padre e della tutrice. La sua decisione la metterà in pericolo costante, le farà subire una breve detenzione e un sofferto interrogatorio con punizioni corporali. Il film chiude con Miral che decide di accettare una borsa di studio per continuare la sua istruzione in Italia. Solo il finale lascia intravedere un raggio di speranza: la pacificazione e il dialogo, forte desiderio, spesso inespresso, della gente comune. La speranza proviene dalla nascente amicizia tra Miral e la ragazza ebrea, che consente alla protagonista di prendere coscienza dei pregiudizi in cui è facile cadere. Valutazione Pastorale: All’origine c’è il libro La strada dei fiori di Miral, scritto da Rura Jebreal. Miral e Rura sono la stessa persona, quella giornalista che Miral si appresta a diventare nel finale del film, ed é oggi, attiva soprattutto in Italia. Schnabel regista estroso e imprevedibile, dice di “aver girato a Gerusalemme e di essere stato testimone della lotta tra l’umanità e l’ideologia. È di questo che parla il film”. Il film racconta le vicende di alcune donne palestinesi che vivono fino in fondo le difficoltà di un paese in guerra, ma che si scontrano con la storia dimostrando un coraggio che rasenta l’eroismo. Una pellicola emozionante per il tema trattato e per la maestria di Schnabel che utilizza un linguaggio sospeso fra l’arte pittorica e la poesia. Il risultato è un bouquet di pennellate registiche che fondono suono e immagini, dove è presente anche il rosso della violenza, ripresa con molta discrezione. La macchina da presa “si confonde”, è a disagio, si fa muta di fronte alla crudezza di un gesto ripetuto di violenza su una domma e così la messa a fuoco vacilla per la vergogna di raccontare ciò che sta accadendo e proprio per questo ferisce. La macchina da presa è testimone della realtà esterna e degli stato d’animo. Sono infatti felici le scelte delle riprese aeree delle zone occupate, come i rapidi passaggio da un volto all’altro, quasi a seguire gli sguardi. “Miral” è un film riuscito che raggiunge l’obiettivo. Un film che va oltre lo schermo e tocca la vita di tutti i giorni con i piccoli o grandi conflitti dentro i quali ci muoviamo, perché racconta in modo poetico e delicato la vita di donne che hanno lasciato un solco di bontà e una forte testimonianza personale. Linee di lettura: L’amore donato lascia sempre una traccia nelle persone e l’amore, per chi educa, si manifesta con l’ascolto e con l’essere esempio luminoso di nonviolenza. Lasciamoci con un augurio. Quando un ondata di amore generoso sta per travolgerci, tuffiamoci dentro. (Caterina Cangià in Se Vuoi 4/2011). 24 Invito all’ASCOLTO L’opera che vogliamo presentarvi, in questo 3° numero del Bollettino PGVR, si chiama semplicemente Senza Titolo. Si tratta di un cd, di cui è autore Luca Carboni, pubblicato lo scorso 13 Settembre e contenente 10 canzoni. Due parlano della società (Provincia d’Italia [II] e Riccione-Alexander Platz [VII]), tutte le altre sono invece autobiografiche: tre riguardano il rapporto del cantautore con il mondo esterno (Non finisce mica il mondo [I], Fare le valigie [III], Una lacrima [IX]), altre tre descrivono la sua esperienza dell’amore (Per tutto il tempo [IV], Cazzo che bello l’amore [V], Liberi di andare [VIII]) e le ultime due parlano della morte dei suoi genitori (Senza strade [VI], Madre [X]). Cominciamo dalle canzoni a sfondo sociale. Carboni possiede una visione lucida e disincantata della realtà, come ci si può rendere conto ascoltando Provincia d’Italia, in cui il cantautore parla della nostra patria come di una «Provincia spaventata ad incontrare un altro straniero/nella sua strada», fatta di «Battute di caccia feste nelle piazze processioni e sagre/e poche tasse», una «Provincia di pensionati che si allontana dal mondo su/trattori gommati» e in cui a dire il vero «è già cambiato tutto ma sembra sempre che non possa mai/cambiare niente». O Riccione-Alexander Platz, dove confronta le sue illusioni giovanili: «Credevo che negli anni ottanta fosse cambiato il mondo… Io credevo che la gente si potesse/ consolare» con la drammatica situazione presente: «E adesso un gran silenzio e tanta gente da sfruttare/Tanto non si può lamentare tanto non può parlare tanto/che cazzo vuole». Una situazione in cui la sua generazione, animata un tempo da una grande voglia di cambiamento, ora – ironia della sorte – «… batte le mani la sera sui divani/Batte le mani al niente con la paura del domani». Questo stato di cose spinge Carboni, per quanto attiene alla sua vita individuale, a non accontentarsi del solito trantran quotidiano: «Voglio uscire dalle strade dalla logica del tempo/E scartare come un bufalo libero nel vento/Via dai controlli dai caselli dalle proprietà private/Non finisce mica il mondo dove finiscono le strade//Ti dicono di stare attento e che lì non si può andare/Che di sicuro non c’è niente e c’è anche il rischio di non tornare/Ma voglio uscire dalla rete dalle mappe dettagliate/Non finisce mica il mondo dove finiscono le strade» (Non finisce mica il mondo). A volte il conflitto con la realtà diventa addirittura insostenibile: «Tutto il lavoro fatto con la fantasia/Di colpo poi spazzato via/Tutte le cose che non hai detto mai/Tutte le volte che non lo fai… Quello che dici tu quello che dico io/La parola di Dio tutti i dubbi che hai/Tutti i sogni che fai la dura realtà» e solo il pianto e la speranza che Qualcuno più grande di noi possa capire il suo dolore sembrano consolare il cantautore: «Una lacrima che va scende giù riempie una pagina/Una lacrima che va scende giù ci benedirà» (Una lacrima). Ma l’esperienza dell’amore lo porta infine a gioire del presente: «Se penso a come sono stato male davvero un dolore bestiale/Un vuoto da era glaciale che rimuovi che non si può raccontare/Invece adesso cazzo che bello scopro che poteva andare peggio/Riesco a essere contento anche se non trovo il parcheggio//L’orologio fa tic tac e mi sembra un pezzo hiphop… Cazzo che bello l’amore/Che nasce da una banalissima combinazione/Che ti toglie da una bruttissima situazione/Da una frase che hai detto te/Che mi ha spezzato il cuore/Che nasce da una casualissima combinazione/Che arriva come un fulmine e spacca il cuore/Da una frase che hai detto te» (Cazzo che bello l’amore). Fino a gustare il sapore di una piena libertà, un sapore che fa venire le vertigini: «E quando arrivo in fondo al mondo dopo una corsa insieme a te/E quando arrivo in fondo alle parole e dopo non so più cosa c’è//Finiscono le strade cominciano sentieri ripidi/Ti accorgi che siamo liberi di fare il bene e il male/Liberi di andare o di fermarci qui… E quando arrivo in fondo ai miei pensieri e scopro che un fondo poi non c’è/E quando arrivo in fondo in fondo e scopro che l’amore ancora non so cos’è//Finiscono le cose e cominciano pensieri ripidi/Ti accorgi che siamo liberi di fare il bene o il male/Liberi di andare e non fermarsi più» (Liberi di andare). Nell’ultima delicatissima canzone – senz’altro la più bella del cd – Carboni celebra l’amore per la propria madre parlando della vita eterna: «Madre che sei andata via e non so niente di te/Adesso vorrei tenerti in braccio e cullarti un po’… Chissà che faccia che farai quando ti vedrò quando mi vedrai/Ci si può amare sai senza capirsi mai/Madre madre//Adesso guardo il mondo come lo guardavi te/Dicevi: “Guarda gli uccelli del cielo ci bastano poche briciole”/Madre madre madre//Chissà che faccia che farai quando mi vedrai quando ti vedrò//Pensa che felicità!» (Madre). Buon ascolto! St. Massimiliano Guardini CSsR 25 Invito alla LETTURA “Persepolis” è un fumetto storico-autobiografico scritto in lingua francese dall’autrice iraniana Marjane Satrapi, pubblicato in quattro tomi negli anni 20022003, ma uscito in Italia come volume unico solo nel maggio 2007. Il titolo fa riferimento all’antica città di Persepoli, una delle cinque capitali – assieme a Babilonia – del glorioso impero persiano (attuale Iran), oggi patrimonio dell’umanità. Marjane Satrapi (22/11/1969) cresce in una famiglia iraniana moderna e laica, dagli ideali progressisti e aperta, proprio mentre vacillava il trono dell’ultimo scià iraniano; Marjane sin da piccola è appassionata della lettura e della storia, mostrando elevatissimi ideali etici, politici e religiosi e con una grande ricchezza interiore. Con l’avvento della Rivoluzione Islamica, che si presentava come liberatrice rispetto al rigido assolutismo dello scià, le cose andarono da male in peggio: le scuole straniere vengono chiuse e le classi miste abolite in favore della separazione fra i sessi, viene reintrodotto l’obbligo per le donne di indossare in pubblico il chador, sale la pressione ed il controllo sulla vita privata da parte del nuovo regime, che si rivelò dunque non meno feroce di quello dello scià. L’infanzia di Marjane è raccontata con la semplicità e l’acutezza degli occhi di una bambina attenta, che con inconsapevole ironia e libertà descrive in maniera incomparabile i tragici cambiamenti politici iraniani. Chissà dov’è finita la gloria e la civiltà di Persepoli? Chissà in quali meandri della storia si è persa? Nel frattempo, i genitori di Marjane decidono di farla partire – appena quattordicenne – verso l’Europa (Francia e Austria), così da poter studiare in scuole laiche e crescere felice e serena in un contesto di libertà culturale. Ma anche l’adolescenza di Marjane non è stata completamente tranquilla: subisce infatti l’umiliazione di sentirsi “immigrata” e “povera”, “non accettata” dai coetanei europei, soffre la solitudine, l’incomprensione e il tradimento. Tra tutte, di una cosa soffre in modo particolare: sente una forte separazione interiore tra i valori e gli ideali che aveva da bambina e la vita che le si presentava ora, a tratti cruda, spietata, protesa verso l’autodistruzione. Da giovane adulta Marjane rientra nel suo paese natale, dove – con qualche compromesso interiore – ritrova un pizzico di calma apparente... Il libro ha raggiunto la popolarità anche grazie all’omonimo film d’animazione (tratto dal fumetto e diretto da Marjane Satrapi e da Vincent Paronnaud), che nel 2007 ha vinto il Premio della giuria al Festival di Cannes, ed è stato candidato all’Oscar, entrando nella classifica dei migliori 10 film dell’anno. Pesepolis – come libro e come film – ha subito dure critiche dal mondo musulmano. L’ultima protesta, datata proprio 10 ottobre 2011, arriva dalla Tunisia, dove il film è stato trasmesso da una tv privata, e che per questo è stata assaltata da un gruppo di fondamentalisti musulmani. Il partito islamico tunisino, in corsa per le elezioni del 23 ottobre, ha condannato le violenze, ma ha anche avanzato dubbi sui reali propositi dell’emittente, accusandola di un comportamento “sospetto” nel bel mezzo della campagna elettorale, visto che il film è stato anche seguito da un dibattito “provocatorio” sull’estremismo religioso. Per concludere, Persepolis offre in primis un interessantissimo spaccato della storia sociale e religiosa dell’Iran, dal tempo dello scià sino all’involuzione subita in seguito alla Rivoluzione Islamica con un punto di vista interno al Paese. In secondo luogo, racconta con uno sguardo critico anche dell’Europa e il modello postliberale del mondo “occidentale”, così vuoto di valori, così lontano dalla persona, così perso e racchiuso – in modo cieco e delirante – in se stesso. St. Massimiliano Mura 26 LIBRERIA PGVR P. FADI RAHI CSsR “I BEATI REDENTORISTI UCRAINI” I martiri che vengono presentati in questo opuscoletto sono dei missionari redentoristi beatificati da Giovanni Paolo II insieme ad altri 21 cristiani ucraini durante la sua memorabile visita in questo paese martoriato durante l’epoca sovietica, il 27 giugno 2001. Il gruppo fu chiamato “Mykolay Charnetsky e 24 compagni”, di esso facevano parte 8 vescovi, 6 sacerdoti diocesani, 7 sacerdoti religiosi, 3 suore e 1 laico. Mi pare di poter affermare che da questo si può dedurre che si voleva far comprendere che Charnetsky veniva posto come “il capo”, il punto di riferimento paradigmatico anche degli altri 24. Primo vescovo redentorista ucraino, nella sua attività di Visitatore Apostolico sperimentò ben presto cosa significa essere perseguitato dal regime comunista. Inizia per lui una vita di sofferenza, di carcere, di privazioni, di torture che non solo non lo fermano ma gli danno la possibilità di aiutare e confortare i compagni di prigionia. Per molti versi le stesse cose si possono dire degli altri 3 redentoristi e degli altri del gruppo; ma ci sono naturalmente anche delle particolarità nelle storie dei singoli che è bene, anzi doveroso far conoscere e divulgare. È ciò che si propone questo lavoro di p. Fadi Rahi, redentorista libanese ora in Italia, che ringrazio per la sua opera piccola ma sicuramente preziosa, perché la testimonianza di questi nostri fratelli raggiunga le nostre vite e diventi significativa per le prove quotidiane e quelle più difficili che noi oggi siamo chiamati ad affrontare. (Dall’introduzione al libro di P. Gianni Congiu) P. ALFONSO V. AMARANTE & P. ANTONIO DONATO CSsR “LESSICO FAMILIARE DI PGVR” Le voci che compongono questo “lessico familiare Redentorista” nascono dall’esigenza concreta di trasmettere alle nuove generazioni l’esperienza spirituale che si cela dietro una terminologia tipicamente alfonsiana. Questo lessico è destinato a tutti coloro che si avvicinano al mondo spirituale dei redentoristi e con i quali percorrono un pezzo di strada e di formazione. Le voci non hanno la pretesa di essere esaustive o definitive, circa gli argomenti che trattano, ma vogliono tratteggiare, sinteticamente, alcune parole che ricorrono di sovente nel linguaggio dei missionari. Le voci sono caratterizzate dalla sinteticità e dall’immediatezza. Non entrano in disquisizioni prettamente “pretesche”, ma vogliono offrire una prima infarinatura dei concetti e della ricchezza del mondo redentorista. Gli autori nell’elaborarle hanno tenuto presente tre costanti: facilità di linguaggio, la spiritualità e la storia della nostra famiglia religiosa. In un certo senso questo lavoro è un cantiere aperto in quanto all’appello mancano molti vocaboli tipici della nostra storia e tradizione. Questo lavoro si può considerare di conseguenza come un primo esperimento (da completare e da affinare negli anni) per creare un background comune. Potremmo considerare lo sforzo compiuto per questo lessico come una sorta di enciclopedia wikipedia dove tutti coloro che ne usufruiranno potranno aggiungere nuove voci e migliorare quelle già esistenti. 27 LIBRERIA PGVR È disponibile il nuovo opuscolo PGVR per il cammino formativo 2011-2012: EUREKA! – “Abbiamo trovato il Messia” “Questo opuscolo lo dedichiamo ai folli. Agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutto coloro che vedono le cose in modo diverso. Costoro non amano le regole, specie i regolamenti e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in disaccordo con loro, potete glorificarli o denigrarli, ma l’unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli perché riescono a cambiare le cose, fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli noi ne vediamo il genio. Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero”. In questa pagine è tracciato l’itinerario della fede al triplice filtro della Parola di Dio, del messaggio del Beato Gaspare Stanggassinger e della loro stessa esperienza vitale: un filtro che suggerisce un metodo di studio, oltre che uno schema essenziale per la preghiera. Attraverso un percorso di riflessione diventiamo apprendisti dell’unico Maestro con le seguenti tappe: 1. La pietra 2. L’idea 3. Gli attrezzi 4. All’opera 5. Capomastro 6. Un testimone COLLANA DI SUSSIDI PGVR PER L’ANIMAZIONE DEI GRUPPI La Pastorale Giovanile Vocazionale Redentorista (PGVR) ogni anno propone ai giovani che frequentano le comunità redentoriste o quelli incontrati durante le missioni, un tema per camminare, riflettere e crescere insieme con la proposta spirituale alfonsiana-redentorista. Sono ancora disponibili gli opuscoli PGVR per i cammini formativi degli ultimi anni. CONTATTACI: PGVR Roma: www.anchetu6importante.it PROVINCIA ROMANA: www.cssr.it STUDENTATO: www.pgvrna.eu/stud_cssr NOVIZIATO: www.pgvrna.eu/noviziato 28