B. P. R.
Bollettino della Provincia Romana C. Ss. R.
Anno 56. Nuova serie, numero straordinario 3° ottobre 2011
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3° numero speciale dedicato
alle attività della nostra
Pastorale Giovanile
Vocazionale Redentorista
(PGVR)
L’estate è ormai lontanissima, il grande caldo è stato soppiantato dal tempo
incerto e sempre più freddo dell’autunno che pare proprio intenzionato ad
aprire le porte all’imminente inverno. Anche le vacanze sono finite da un pezzo,
ed è ripresa per tutti la normale attività scolastica o lavorativa.
Non sarebbe giusto però lasciar cadere nel vuoto del dimenticatoio ciò che
l’estate del 2011 ha significato a livello di esperienze formative e spirituali, o
anche semplicemente di vera e sincera amicizia, per molti ragazzi e giovani
della nostra PGVR.
Ecco allora che la penna (meglio, il computer…) di alcuni partecipanti alle
varie esperienze, ci riporta e ci fa quasi ancora respirare l’aria dei campiscuola
di Lanusei - Bau Mela, di Bussolengo e della GMG di Madrid che ha visto una
speciale giornata “alfonsiana” durante la quale il nostro p. Generale ha
pronunciato un bellissimo discorso nel quale usava l’immagine dei sensi come
simbolo concreto del modo di essere radicati in Gesù Cristo.
Ci sono stati anche, talvolta in contemporanea, alcuni passi significativi degli
studenti redentoristi: il diaconato per Manlio e Vincenzo, il ministero
dell’accolitato per Massimiliano, l’inizio del noviziato per Daniele ed Habib. E
sulla vita dello studentato mi sento di fare una raccomandazione: non lasciarsi
assolutamente sfuggire l’edizione speciale della Gazzetta dello Sport!
Tutto da leggere anche il resoconto del primo incontro della commissione
preparatoria di “San Sperate 2013” e la seconda puntata della storia dei
meeting, la voce “giovane” dal Lessico familiare PGVR e le solite rubriche,
sempre ricche di spunti e di consigli da cogliere. Una parola a parte merita certamente la presentazione del quinto opuscolo PGVR per il cammino formativo di
questo anno 2011-2012: “Eureka” che è dedicato ai “folli” (vedere perché!).
Dal 24 al 27 ottobre è prevista una importante assemblea: quella della
Conferenza Redentorista Europea che dovrebbe, tra l’altro, dare vita alla
commissione europea di PGVR: affidiamo al Signore i lavori e speriamo ogni
bene per i giovani d’Europa.
p. Gianni
CAMPOSCUOLA DI LANUSEI
MI MANCA… LA SARDEGNA
Sardegna.
Cos’è? Oltre all’isola in cui passano le vacanze gran parte dei turisti è il posto in
cui ho passato i 10 giorni più belli di tutto il 2011 *_*
Farei di tutto per tornarci :’) non so perché, ma ho cominciato a scrivere queste
semplici frasi, forse perché continuavo ad ascoltare le mille canzoni che ascoltavo lì, e
come viene detto: ogni canzone ricorda qualcosa.
Non voglio che questo sia un capolavoro, amo scrivere e ogni tanto, non solo qui,
seduta su questa sedia, ma in
qualsiasi posto caccio dalla
borsa il cellulare e salvo in
bozza quelle frasi che mi
vengono in mente, spesso
riferite a quei famosi 10 giorni,
si, solo 10 giorni. Era il 26
giugno, tutta la notte non sono
riuscita a dormire, avevo molta
ansia perché sarei andata in
un posto tutto nuovo, perché
avrei preso l’aereo per la prima
volta, per recarmi a Cagliari e
da lì a San Sperate, dove
saremmo stati ospitati dai
Redentoristi.
Vorrei poter raccontare tutto ciò che ho fatto lì, ma il tempo vola e non mi
basterebbero neanche 10 minuti per fare un piccolo riassunto delle giornate passate in
quel campo sperduto, dove non prendeva il cellulare, in mezzo al verde, alla terra, tra
giochi e risate.
Ricordo il primo giorno che siamo arrivati lì, a Bau Mela, un piccolissimo villaggio
vicino a Lanusei, mi lamentavo di tutto, di non avere le scarpe adatte, di non poter
messaggiare come sempre faccio, di non poter stare in stanza con tutte le persone
che volevo! Credo di essere stata
molto ma molto noiosa xD.
Dal giorno dopo però tutto è
cambiato, abbiamo fatto tanti
gruppi,
abbiamo
iniziato
a
lavorare tutti insieme, facendo
tante
nuove
amicizie,
affezionandoci ad altri, altri che
non erano il solito gruppo con cui
uscivi tutti i giorni.
Da quel momento tutti i
giorni successivi furono giorni di
continuo divertimento, scherzi,
serate passate a ballare, giocare,
parlare e tanto altro! Ogni
mattina diventava sempre più difficile svegliarsi, la temperatura cambiava da un
momento all’altro, la mattina faceva freddissimo, dalle 9 cominciavamo a sudare per il
caldo e per i vari spostamenti che facevamo, dalla chiesa in cui svolgevamo la nostra
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preghiera mattina e sera; ai luoghi di lavoro dove ogni gruppo con il proprio animatore
passava il proprio tempo parlando, facendo cartelloni, scoprendo cose nuove; al
refettorio
dove
facevamo
colazione, pranzo e cena. C’era
poi il momento in cui tutti, nel
salone, commentavamo i lavori
fatti durante il giorno, quelli che
ognuno di noi avrebbe dovuto
fare
(tra
apparecchiare,
sparecchiare, lavare i piatti,
pulire le camere, le zone
comuni); e per finire c’era il
nostro tempo libero, spesso
trascorso nel retro dell’edificio,
unico posto dove c’era campo al
cellulare. Per tutto il giorno
c’era un grande movimento, e
arrivata la sera, ci riunivamo
facendo dei giochi, rappresentando scenette e cercando di scoprire sempre con più
partecipazione il ‘ladro che ha rubato la lente’, era il tema del campo di quest’anno, è
stata rubata la lente di Sherlock Holmes, e questo fu il mistero che ci accompagnò
durante la nostra avventura :D.
Tutto bellissimo fin quando non è arrivato il famoso 5 luglio, in quel preciso
momento, alle 17:15 tutti i miei sorrisi trasformati in lacrime , quella frase: ragazzi è
finita, dobbiamo andare all’aeroporto! Lo stomaco si è chiuso, sapevo che sarebbe
dovuto arrivare quel momento ma non me l’aspettavo così presto, i giorni sono volati !
Da San Sperate, il posto in cui abbiamo dormito 2 giorni dopo della fine del campo, a
Cagliari il mio cuore batteva, la voglia di tornare al campo cresceva sempre di più
quella di andarmene sempre di meno. Già, è vero, dall’altra parte avevo la mia
famiglia, i miei amici, tutto ! Ma là avevo le persone a cui mi sono affezionata in quei
giorni, avevo gli animatori che
sono riusciti a riempire le
nostre giornate nel migliore dei
modi !
Mi manca: svegliarmi alle
7:00 del mattino, lavare i piatti,
bicchieri e posate, apparecchiare, pulire le stanze, cantare
nella
stazione
radio,
nascondermi dietro all’edificio con
altri amici, non avere campo al
cellulare, essere lontana da
tutto e da tutti.
Mi
mancano
tutti
gli
animatori, tutti gli amici che ho
conosciuto lì.
Mi mancano le lacrime versate in aereo. La voglia di tornare, quella c’è Sempre 
Ed ora non mi tocca che aspettare l’anno prossimo, ho già in programma di
tornare e di divertirmi passando un’altra vacanza in compagnia delle persone più
importanti per me proprio come quella di quest’anno :D!
Alessia Leombruno
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CAMPOSCUOLA DI BUSSOLENGO - 1
LEVATE L’ANCORA!
Il 22 luglio arrivati a Bussolengo c’erano i ragazzi di Francavilla ad accoglierci. Fin
dall’inizio sembrarono simpatici, socievoli e aperti. Il secondo giorno andammo a
prendere i sardi di San Sperate all’aeroporto “Valerio Catullo”. Seguì una passeggiata
a Verona, una bellissima città ricca di arte e d’amore, sotto la guida di Elena. Un
momento fu dedicato ovviamente alla visita della casa di Gi...ulietta. La notte stessa
ebbe inizio il campo formando i cinque gruppi: Nord, Est, Ovest, Centro e Sud.
Il terzo giorno gli animatori iniziarono
a svegliarci con la musica ad alto
volume: era uno spasso vedere le facce
dei nostri amici appena svegli! Quel
giorno
fu
molto
importante
per
Massimiliano, uno degli animatori, che
ricevette il ministero dell’accolitato. Il
vero camposcuola iniziò il lunedì con la
sveglia impostata per le 7.30. Seguiva la
colazione alle 8.00 e dopo i lavori di
gruppo: sparecchiare, apparecchiare,
lavare e pulire. Prestabilivamo sempre
un’ora precisa per incontrarci e introdurre
il tema del giorno. In seguito si lavorava
da soli, dove eravamo chiamati a riflettere e a rispondere a delle domande personali. Successivamente si svolgevano i lavori
di gruppo. Mercoledì fu un’eccezione. Andammo a Gardaland. Padre Luigi pregò tanto
perché piovesse, ma il tempo fu dalla nostra parte: ci divertimmo tantissimo. L’ultima
notte a Bussolengo ci siamo scatenati, abbiamo ballato e cantato al “X Camp Factor”.
La mattina del ritorno è stato il più
difficile. Abbiamo dovuto lasciare
amici, li abbiamo lasciati proprio
quando avevamo iniziato a conoscerci.
L’ultima cosa che ho visto sono i loro
visi bagnati di lacrime: è stata dura
per tutti.
Da quel viaggio ho imparato che
inseguire un sogno è come un viaggio
a bordo di un veliero. Ci potranno
essere tempeste e burrasche, ma
dobbiamo saper condurre la nostra
barca in salvo. In questo viaggio
possiamo portare la nostra famiglia, i
nostri amici, i valori più importanti, i nostri idoli, che ci aiuteranno lungo il cammino.
Ad un certo punto dovremo affrontare uno scoglio: la potremo superare o andarci
incontro, finendo per distruggere la nostra imbarcazione. Facciamoci allora aiutare
dalla nostra truppa che funzionerà come una bussola che ci guiderà.
E quando passerà il monsone dirai “Levate l’ancora, diritta, avanti tutta, questa è
la rotta, questa è la direzione, questa è la decisione”. E quando sarai pronto leverai
l’ancora, simbolo di tutte le tue paure e di tutte le tue insicurezze: e il veliero
prenderà il largo. DUC IN ALTUM.
Gene (jimboy) di Venezia
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CAMPOSCUOLA DI BUSSOLENGO - 1
LOVE FROM FRANCAVILLA
“Come un sasso che l’acqua tira giù; dove vuoi tu non vado mai…”
Il campo scuola di quest’anno ci ha dato l’opportunità di conoscere persone e culture
diverse,
lingue,
tradizioni
e
dialetti.
Veneti, sardi e abruzzesi che
hanno
condiviso
e
stretto
amicizie, e non solo…
“Piede piede, spalla spalla,
piede piede, spalla spalla…”
Gli animatori, ben preparati e
capaci di farci divertire, sono stati
magnifici, per non parlare dei
Padri.
Dai balli di gruppo ai laboratori il
divertimento era assicurato.
“E sono mani che si stringono forte, in un cerchio di sguardi…”
L’amicizia è un valore che si condivide anche con le persone lontane.
Tre città completamente diverse ma legate da persone uniche: i ragazzi.
“Seconda stella a destra, questo è il cammino; e poi dritto fino al mattino…”
Con questa esperienza abbiamo imparato a seguire i nostri sogni, i nostri progetti, a
superare le nostre tempeste e a navigare fino a raggiungere il nostro porto della
felicità.
La tristezza è un sentimento che ci accomuna, che ci ha colpito l’ultimo giorno del
nostro corto ma stupendo viaggio.
Un GRAZIE speciale a tutti quelli che ci hanno permesso di vivere questa fantastica
avventura!
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CAMPOSCUOLA DI BUSSOLENGO - 2
FB - BUSSOLENGO NEL CUORE
Bussolengo nel cuore, è questo il nuovo gruppo facebook che sta spopolando sulla
rete.
Sette giorni intensi, sette giorni tra spiritualità e divertimento, sette giorni per
cominciare a “prendere il largo”.
Duc in altum questo è stato il tema portante del campo scuola vissuto a
Bussolengo da 50 giovanissimi 6 animatori, 1 padre spirituale e 4 super cuoche che
oltre a riempire bocche affamate sono riuscite a donare con ingegno ed infinita
semplicità momenti bellissimi tra il 30 Luglio e il 5 Agosto.
Entusiasmo a mille un count down
che è cominciato da molti mesi prima,
le sole parole che possono descrivere
al meglio lo stato d’animo di tutti i
partecipati. Questa attesa però è stata
ricompensata dalle forti emozioni
(compresi i gavettoni fatti alle 2.00 di
notte o le passeggiate fatte sotto il
sole cocente) e da tanto divertimento.
La prima giornata è passata in
questo modo tra il balcone di Giulietta,
la visita di chiese bellissime, negozi di
ogni tipo, mimi e bicchieri di frutta
fresca comprati in piazza.
Col pomeriggio inoltrato arriva anche l’ora di conoscere la “casa” che ci ospiterà
per 1 settimana. Panorama bellissimo con alture e distese di verde ovunque, un intera
struttura a nostra disposizione questo è ciò che ci accoglie a Bussolengo.
Educatori e ragazzi in questa settimana hanno avuto la possibilità di conoscersi e
farsi conoscere giorno dopo giorno sempre di più, infatti grazie alle sveglie “soft” (con
fischietti, cuscinate, spruzzini pieni di acqua e pentole), ai momenti costanti di
riflessione mattutini, ai giochi, alle serate a tema alla giornata bellissima passata a
Gardaland (dove ci è sembrato di stare nel paese dei Balocchi di Pinocchio) e ai
momenti di preghiera, tutti hanno avuto la possibilità di farsi spazio. Sono bastati
pochi giorni per permettere a dei ragazzi che non si conoscevano minimamente di
integrarsi ed addirittura di far nascere
belle amicizie… e non solo quelle…
tanto che anche se si è parlato di
felicità al momento dei saluti ci sono
stati comunque fiumi di lacrime da
raccogliere, infatti, l’aspetto che ha
reso unico e speciale questo campo
scuola è stato proprio l’unione tra i
due gruppi di ragazzi: barlettani e
sardi apparentemente diversi ma che
in realtà hanno scoperto di avere in
comune la gioia dello stare insieme
nel nome Gesù e la voglia di mettersi
in gioco.
La settimana è passata in crescendo infatti è emerso che dopo aver focalizzato e
messo a nudo il sogno che è in noi la ricerca nella navigazione può portare a trovarsi
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di fronte tempeste e mete di felicità da raggiungere, tutto si può fare se la nostra
bussola è orientata verso una meta “vera” se il nostro “navigatore” è funzionante.
Tutto è possibile in chi crede. Credere non solo di potercela fare ma su tutto che
accanto abbiamo un Compagno di viaggio che non ci lascia mai soli. Che quando ci
chiede di “calare le reti” è Lui il primo che rimane fermo accanto a noi e che ci aiuta
subito a sollevarle. Quest’Amico che è
dentro di noi, ci aiuta a tirare su quella
rete che avvolte ci sembra pesante,
avvolte pensiamo addirittura sia follia
continuare a sognare che si possa
pescare qualcosa dopo aver tentato
infinite volte senza successo, ma proprio
il nostro Amico Gesù ci sprona a
muoverci perché è Lui che ci sostiene che
ci spinge che crede in noi come
nemmeno noi stessi riusciamo a fare.
Nella vita si possono fare numerosi
campi scuola, ma ognuno ti lascia un
qualcosa di diverso, ogni campo è un
esperienza unica perché ogni volta ci si confronta non solo con persone diverse ma
soprattutto ci si confronta con una parte diversa di noi. Ed allora Duc in altum non
fermiamoci a guardare il nostro orticello ma cominciamo a guardare al bello, all’amore
che è dentro di noi, apriamoci con fiducia al dono infinito dell’Amore che il nostro Papà
celeste ci ha messo nel cuore. Proprio come il testimone che abbiamo conosciuto al
campo: Giovanni Neumann. Egli è voluto diventare sacerdote poi missionario o meglio
uomo portatore di speranze, allo stesso modo anche noi impariamo a guardare oltre i
nostri piccoli, grandi problemi, impariamo a vedere queste difficoltà come esercizi di
allenamento grazie hai quali un giorno, con tanta perseveranza, arriveremo alla nostra
“isola che c’è” troveremo quel tesoro nascosto che ne tignola e ne ladro potrà rubarci.
Duc in altum non per restare dei semplici sognatori a cui piace illudersi che ci possa
essere qualcosa di migliore ma
prendere il largo perché siamo dei
cercatori di speranze che sono
certezze perché chi ce le mette nel
cuore non è un illusione ma un Dio
che è papà dolcissimo.
A questo ci serve prendere il
largo, per scoprire e mettere fuori
tutta la bellezza che ci è stata donata,
prendere il largo per scoprire di
ESSERE BELLEZZA.
Grazie di cuore a Padre Vito per la
fiducia e pazienza infinita che ci ha
dimostrato, alle cuoche ed animatori
che nonostante le pochissime ore di sonno sono riusciti a far sentire tutti come in una
grande famiglia, hai ragazzi perché con la loro schiettezza riescono ad insegnare che
la bellezza sta nella semplicità.
Un grazie su tutti a Dio perché ha permesso la buona riuscita dei nostri progetti.
Ed ancora... DUC IN ALTUM!
Barletta, 18-08-2011
Ilaria Piazzolla
Maria Rosaria Doronzo
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CAMPOSCUOLA DI BUSSOLENGO - 2
PRENDI IL LARGO!
Tra il 22 luglio e il 5 agosto 2011 la casa di Bussolengo ha ospitato 2 campiscuola
per ragazzi delle scuole superiori; il primo campo – tenutosi dal 22 al 29 luglio – ha
accolto 36 giovani provenienti da diverse case redentoriste della provincia romana, tra
cui: Francavilla al Mare, Venezia, Roma e San Sperate. Nel secondo campo – svolto
dal 30 luglio al 5 agosto – sono stati ospitati 48 ragazzi provenienti ancora da San
Sperate, ma anche da tre ulteriori realtà pastorali nelle quali si è di recente tenuta
una missione popolare redentorista:
Barletta (BAT), Marrubiu (OR) e Villasor
(CA).
I ragazzi sono stati seguiti da P.
Pietro Sulkowski, P. Luigi Ramazzotti, e
P. Vito Lombardi, e animati sia dai
seminaristi
redentoristi
delle
due
province italiane, sia da alcuni adulti
laici, che si sono prestati anche per il
servizio in cucina. In particolare io che
scrivo ho collaborato all’animazione del
secondo campo.
Il titolo dei due campiscuola è stato
“Duc in altum” (Lc 5, 4), ossia “Prendi il
largo”. È l’invito che Gesù ha rivolto a Simon Pietro di ritorno da una faticosa e vana
notte di pesca; Pietro, fidandosi della parola di Gesù, ri-prende il largo e getta
nuovamente le reti in mare, prendendo una quantità così grande di pesci che le reti si
rompevano; a conclusione di questo brano è riportato l’episodio della chiamata di
Pietro, pietra della Chiesa, in cui è ricordato il momento in cui Gesù promette al
discepolo di farlo diventare pescatore di uomini.
Entrambi i campiscuola sono stati articolati in 5 giornate, ricche di preghiera,
riflessioni, condivisioni, sport e momenti di animazione. In particolare, approfondendo
la parte più spirituale, i ragazzi sono stati invitati ad interrogarsi sui loro sogni e sulla
loro identità, sui progetti per il futuro, sulla loro vocazione cristiana, sul come
“navigare” la vita, e sulle bellezze che
tale navigazione consente di scorgere; i
giovani hanno riflettuto anche sulle
inevitabili tempeste che si imbattono
nel mare della vita, e su quei traguardi
di realizzazione che solo chi ha il
coraggio di navigare e di prendere il
largo
nel
seguire
Cristo
può
raggiungere: i cosiddetti porti della
vera felicità! Oltre alla metafora del
navigare
è
stato
proposto
ai
partecipanti un secondo filo conduttore,
parallelo al primo, costituito dalla
narrazione della vita, vicissitudini e virtù di un redentorista esemplare: San Giovanni
Neumann, di cui ricorre proprio quest’anno il bicentenario della nascita, che ha preso
davvero il largo per realizzare la sua vita nel seguire Cristo.
Assieme ai laboratori, ai momenti conviviali, ai momenti di meditazione e di
preghiera, è stata organizzata per entrambi i campi un’intera giornata di svago al
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parco giochi di Gardaland, e un giro turistico alla bella e romantica città di Verona. Al
termine dei due campi i ragazzi hanno affermato di aver trascorso dei giorni molto
belli, arricchenti, divertenti e profondi. Hanno apprezzato in maniera particolare la
struttura organizzativa dei campi, le tematiche affrontate, l’avere intessuto in
brevissimo tempo delle nuove amicizie,
l’aver sperimentato la bellezza e la
ricchezza dello stare insieme.
Da un punto di vista personale, sono
rimasto molto contento di come i ragazzi
abbiano risposto ai diversi stimoli che sono
stati dati loro; ma quello che più mi ha
reso felice è stato il vedere con i miei occhi
la felicità nei loro occhi!
Per concludere, è stato un momento in
cui si è dato tanto, ci si è stancati, si è
dormito poco, ma allo stesso tempo si è
imparato molto: è stato bellissimo
riconoscere
nelle
curiosità
e
nelle
multiformi espressioni dei ragazzi la loro incredibile voglia di vivere, la loro freschezza,
il loro bisogno di Dio, la loro infinita volontà di amare e la loro insaziabile necessità di
sentirsi amati.
Massimiliano Mura
PROGRAMMA DELLA GIORNATA
BUSSOLENGO luglio 2011
Mattina:
- 7.30: Sveglia
- 8.00: Preghiera del mattino
- 8.20: Colazione
- 9.00: Lavori di casa
- 10.15: Riflessione sul tema
- 11.00: Lavoro personale
- 11.30: Lavori in gruppo
- 13.00: Pranzo
Pomeriggio:
- 14.30 – 16.00: Giochi
- 16.45: Laboratorio di navigazione
- 19.00: Preghiera serale con la condivisione
Sera:
- 20.00: Cena
- 21.00: Animazione
- 23.30: Riposo
TEMATICA DEL CAMPOSCUOLA
Tema: “Duc in altum” (Lc 5, 1-10)
Metafora: Il veliero
Testimone: San Giovanni N. Neumann
Canzone – guida: Jovanotti – “La linea d’ombra”
Logo: La bussola
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GMG 2011 - MADRID
SALDI NELLA FEDE
“¡Esta es la juventud del Papa!”. Questa espressione è
stata lo slogan della gioventù nella Giornata Mondiale della
Gioventù 2011 a Madrid – Spagna, il grande incontro dei
giovani del mondo intero con il Vicario di Cristo, la Sua Santità
Benedetto XVI, Papa di Roma.
La mia partecipazione al GMG 2011 è stata una bellissima
esperienza accanto a tanti giovani provenienti da ogni angolo
del mondo dove tra l’altro ho ascoltato il catechismo con i
partecipanti italiani (c’erano più di 90000 iscritti), ho
confessato tantissime persone in varie
lingue e tutti insieme abbiamo lodato e
ringraziato il Signore con dei canti,
balli e strumenti musicali e, ciascuno
nella sua lingua ha gridato “Viva il
Papa” difendendo il Papa e la Chiesa
Cattolica
davanti
a
coloro
che
manifestavano contro la visita del
Papa a Madrid. Inoltre, ho partecipato
alla Via Crucis mediata dal Papa,
Pastore della gioventù.
Le bandiere delle varie nazioni
avevano occultato il cielo di Madrid ed
il ritmo di musica africana e latino
americana aveva invaso le strade della capitale spagnola. La gente del posto ha
accolto quest’incontro internazionale con scroscianti applausi, saluti e sorrisi.
Grazie alla provincia redentorista
spagnola, tutti i redentoristi con i loro
gruppi hanno avuto la possibilità di
partecipare alla Giornata Redentorista
Mondiale del GMG 2011. Quello che ci
è sembrato di più straordinario di
quella
giornata
è
stata
la
partecipazione
alla
Santa
Messa
accanto a due vescovi Redentoristi (del
Canada e del Brasile) e con più di 60
redentoristi tra preti e fratelli. In quella
celebrazione tre novizi spagnoli hanno
professato i voti nelle mani del R. M. P.
Michel Brehl, superiore generale del
C.Ss.R. che ha partecipato con entusiasmo al GMG di Madrid. Dopo il pranzo, il nostre
Superiore Generale ha parlato con tutti i redentoristi partecipanti dell’importanza del
PGVR al livello della congregazione, della sua nuova struttura
e delle nuove
Conferenze.
Invece la chiusura della giornata redentorista mondiale è stata coronata dal
messaggio del R. M. P. Michel Brehl rivolto a tutti i giovani del PGVR del mondo
intero.
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Vista l’esperienza positiva dei giorni
precedenti,
riuscirebbe
difficile
dimenticare la veglia della preghiera e
l'adorazione eucaristica con il nostro
pastore Benedetto XVI, accanto a più di
un milione di persone che non si sono
lasciati intimorire di fronte all’incessante
furia delle intemperie nell’aeroporto
militare “Cuatro Vientos”. La veglia di
preghiera svoltasi nella notte di sabato
tra balli, canti, lodi e scambio di
esperienze spirituali e quotidiane, è
stata il prologo della Santa Messa
celebrata l’indomani dal Sommo Pontefice con la partecipazione di più di 820 vescovi e
8250 sacerdoti e circa un milione e mezzo dei fedeli.
L’esperienza della GMG 2011 è pressoché indimenticabile e forte in quanto mi ha
dato la possibilità di incontrare giovani da tutto il mondo appartenenti a diverse
culture e lingue.
Il messaggio che vorrei trasmettere ai giovani è quello di non declinare mai l’invito
a partecipare alla GMG perché significherebbe la perdita di una preziosa e
indimenticabile esperienza.
p. Fadi Rahi
GIORNATA ALFONSIANA
Lo scorso sabato, 20 agosto, in occasione della
celebrazione della GMG Madrid 2011, i Redentoristi
della Provincia di Madrid hanno convocato i giovani
di tutto il mondo legati al carisma redentorista.
Tale giornata, denominata “Alfonsiana”, ha
avuto luogo lo scorso 20 agosto nella nostra
Parrocchia di San Gerardo e nel Collegio GamoDiana, nel quartiere di Aluche, di Madrid. Vi hanno
partecipato il Superiore Generale, P. Michael Brehl, il Consultore Generale per la
Pastorale Giovanile, P. Alberto Eseverri, così come il Provinciale della Spagna, P. Pedro
Lopez, assieme ad un gremito gruppo di Redentoristi provenienti dalle diverse
comunità presenti in Spagna e da altri paesi, e c’erano anche tre vescovi redentoristi.
Inoltre, la “Giornata Alfonsiana” sarebbe stato il contesto più idoneo per la
celebrazione della professione religiosa dei tre novizi spagnoli: Carlos Antonio Galan
Moreu, Pablo Jiménez Ruiz, e Antonio Puerto Diosdato, che dopo il loro periodo di
postulantato a Valencia e del loro noviziato a Ciorani (Italia), accompagnati da P.
Maurizio Iannuario, Maestro dei Novizi, hanno professato i voti temporanei dando
testimonianza, di fronte ai numerosi partecipanti, che vogliono donare la loro vita
all'annuncio dell’Abbondante Redenzione.
La celebrazione ha avuto inizio nella chiesa parrocchiale, dove è stato
rappresentato, in un happening, il significato della Giornata. Poi è iniziata la
processione all’ingresso del Collegio Gamo Diana dove era stato istallato un tendone,
che copriva l’ingresso, di quasi 1200 metri quadri.
All’interno di esso, grazie a quasi un migliaio di sedie, è avvenuta la celebrazione
durante la quale i tre novizi hanno professato i voti tra la gioia dei familiari, degli
amici e di tutta la famiglia redentorista lì presente (religiosi, laici, giovani, Oblate del
SS. Redentore e religiose redentoriste).
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Nonostante il caldo soffocante, attenuato dall’abbondante
quantità di acqua che è stata somministrata, la celebrazione è
avvenuta con fervore e partecipazione. Una volta terminato
l’atto di professione, i novizi, le famiglie e gli altri Redentoristi
hanno condiviso un pasto nella sala parrocchiale; tutti gli altri
giovani hanno ricevuto un cestino che hanno consumato negli
spazi antistanti.
Dopo il pasto, e dopo una breve riunione con il P. Generale
ed i Redentoristi presenti, il Padre Generale ha indirizzato il suo
messaggio ai giovani; con questo si è concluso l’incontro e ci si è spostati verso il
Piazzale dei Cuatro Vientos per partecipare alla grande Veglia della GMG.
Abbiamo concluso con i saluti e con la nostra più sincera gratitudine a coloro che
hanno reso possibile il buon andamento di questa Giornata Alfonsiana, specialmente
alla Comunità Redentorista di Aluche ed ai volontari della Parrocchia di San Gerardo.
(Da Scala, 16 ottobre 2011)
FORMAZIONE REDENTORISTA
SERVIRE IL SIGNORE CON GIOIA
Mi chiamo Massimiliano e sono un missionario redentorista. Sabato 22 Luglio,
durante la Messa vespertina delle 19.00, nel Santuario della Madonna del Perpetuo
soccorso, a Bussolengo, sono diventato accolito. Dico subito che durante la
celebrazione ho provato una grande gioia e una grande emozione, per vari motivi.
Innanzitutto per la presenza di numerose persone per me speciali: i miei genitori, i
miei parenti più stretti, un mio caro amico e altri uomini e donne del mio paese,
Pescantina; i giovani di San Sperate
(Cagliari), Francavilla al Mare (Pescara) e
Venezia che hanno partecipato al
Camposcuola che si è svolto a Bussolengo
dal 21 al 29 Luglio; i vari Confratelli che
con cura e generosità hanno animato la
celebrazione. Poi perché è proprio in
questo santuario che ho sperimentato per
la prima volta l’efficacia dell’intercessione
mariana, che ho iniziato a decifrare con
più chiarezza la voce di Dio nella mia
coscienza, che è maturata la mia
vocazione religiosa.
Infine perché l’accolitato rappresenta un nuovo passo in avanti sulla via che
conduce al sacerdozio. Infatti, il compito dell’accolito è proprio quello di curare il
servizio all’altare e aiutare il sacerdote e il diacono, non solo preparando i vasi sacri e
tutto ciò che serve per la Liturgia eucaristica, ma anche distribuendo l’eucaristia ai
fedeli.
D’altra parte, bisogna dire che questi compiti non sono riservati esclusivamente a
quanti nella Chiesa sono chiamati a diventare chierici, cioè ai futuri diaconi, sacerdoti
e vescovi. Infatti, li possono svolgere pure i laici, se fanno il corso per diventare
ministri straordinari. Ma si tratta già di questioni un po’ troppo specifiche, che
rischierebbero, alla lunga, di annoiare i lettori e che, in ogni caso, necessitano, per
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essere inquadrate appieno, di una riflessione preliminare. Pertanto, piuttosto di
continuare a speculare su questi dettagli, è meglio, in questa sede, cercare di
comprendere qual è, più in generale, la natura del culto cristiano.
Il problema di fondo, infatti, non è tanto su chi può o non può fare il servizio
all’altare, ma su come ciascuno di noi partecipa alla Messa! Dovremmo, cioè,
diventare nuovamente consapevoli, come lo erano già i primi cristiani, del fatto che
ogni battezzato, e non solo il prete, è “sacerdote”, in quanto ogni battezzato è
abilitato ed è tenuto ad offrire a Dio il sacrificio della propria vita.
E’ quanto ci esorta a fare San Paolo nella Lettera ai Romani: «Vi esorto dunque,
fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo
e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale» (Rm 12,1).
Con questo spirito, con questa consapevolezza il cristiano dovrebbe recarsi a
Messa e rendere “attiva” la sua partecipazione! Si capisce, allora, che non conta poi
così tanto se uno canta nel coro, se un altro legge la prima lettura e se un altro ancora
serve all’altare. Queste sono cose non
solo
utilissime,
ma
addirittura
necessarie, poiché rendono la celebrazione eucaristica più bella e animata.
Tuttavia ciò che è essenziale e che
viene prima di tutto il resto è che
ciascun fedele offra la propria vita, in
unione col sacrificio che Cristo fa di se
stesso e che il sacerdote in ogni Messa
ripropone. Allora è davvero tutto il
popolo di Dio, tutta l’assemblea dei
fedeli riuniti in preghiera a celebrare la
Messa!
Ma c’è ancora un ultimo aspetto della questione che bisogna considerare per
comprendere appieno la natura del culto cristiano. E’ chiaro, infatti, che se da un lato
l’offerta che il cristiano fa della propria vita trova la sua origine profonda e il suo
culmine proprio nella celebrazione eucaristica, dall’altro questa stessa offerta non può
rimanere circoscritta al solo momento liturgico, ma deve prolungarsi ed estendersi
fino a comprendere tutti gli aspetti della vita del cristiano. Solo così questa offerta
potrà diventare autentica e quindi gradita a Dio!
Ma come si può raggiungere questo?
La risposta ci viene data ancora una volta da San Paolo che nella Lettera ai
Romani ci suggerisce quanto segue: «Non conformatevi a questo mondo, ma
lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la
volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2).
L’apostolo, cioè, nell’esortare i cristiani di Roma a offrire a Dio, come culto
spirituale, le proprie persone, li invita a comportarsi come segue: da un lato a
prendere le distanze dall’egocentrismo del vecchio mondo, dall’altro a lasciarsi
trasformare e rinnovare in profondità per verificare, nella quotidianità del proprio
vivere storico, l’obbedienza al Dio misericordioso. E’ quanto dovremmo tentare di fare
anche noi oggi!
Come considerazione conclusiva vorrei proporre queste parole dell’allora cardinale
Ratzinger: «Il dono unico che Dio aspetta, l’unica cosa che non è ancora sua, è la
nostra libertà, è la risposta del nostro amore. Dio ha creato un mondo libero, ha
creato la possibilità di dire “sì” o “no”, come possibilità di fare un dono libero a Dio.
L’unico vero sacrificio può quindi essere soltanto il nostro “sì”, la gioia di essere uniti
con Dio nell’amore […]. Un mondo umanizzato, un mondo nel quale l’amore è il segno
di tutto, sarà il vero sacrificio».
St. Massimiliano Guardini CSsR
13
FORMAZIONE REDENTORISTA
…E INIZIA UN ANNO DI NOVIZIATO!
Lunedì 5 Settembre a Ciorani, durante i Ritiri Interprovinciali annuali, con una
celebrazione Eucaristica presieduta dal Superiore Provinciale di Roma, p. Gianni
Congiu, abbiamo iniziato l’anno di noviziato. E’ giusto allora che ci presentiamo:
MARIO, proveniente da Pagani
HABIB, proveniente dal Libano
DANIELE, proveniente dalla Sardegna
Tutti e tre, terminata la prima tappa
della
formazione,
quella
del
Postulantato, vissuta nello Studentato
di Roma, abbiamo avuto il dono di
vivere ora quest’anno di grazia, per
(recita la costituzione 86), “rendersi
conto in maniera più approfondita
dell’autenticità della loro vocazione,
[...] fare esperienza del nostro modo di vivere, apprendere la storia e la vita della
Congregazione e assimilarne lo spirito con la mente e col cuore” .
Vi chiediamo allora di ricordarci nelle vostre preghiere affinché possiamo
vivere quest’anno di noviziato, come un anno di vera svolta della nostra vita,
dove nell’approfondimento della nostra vocazione, della storia e della vita
della Congregazione, possiamo prepararci a dire un nuovo e autentico SI alla
chiamata di Dio!
MANLIO E VINCENZO… DIACONI!!!
Sabato 1 Ottobre, presso il Santuario di San Gerardo Maiella in Materdomini, gli
studenti Manlio Cirimele e Vincenzo Loiodice, sono stati ordinati Diaconi, per
l’imposizione delle mani di Mons. Francesco Alfano (Arcivescovo di Sant’Angelo dei
Lombardi).
E’ stata una bellissima ed emozionante
Celebrazione, che ha visto la partecipazione
di tante persone, parenti e amici degli
ordinandi, oltre a diversi Padri e giovani della
PGVR.
Il nostro augurio ai neo-diaconi è che
possano essere veri annunciatori e testimoni
del Vangelo di Gesù, e che seguendo il Suo
esempio possano essere come Lui, “che non è
venuto per farsi servire, ma per servire e
dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc
20, 27-28)
AUGURONI, carissimi Manlio e Vincenzo!!!
Dal sito: http://www.pgvrna.eu/noviziato/
14
venerdì 7 ottobre 2011
CARLO arriva per ultimo all’appuntamento delle
MATADOR LUIGI fuori forma. È crisi?
20.30. Gelida accoglienza al suo arrivo.
Lui chiarisce: mi mancava l’assist man!
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CALCIOPOLI: dove è finito il resto di 50
PASSA paperino con la pipa in bocca è ancora
centesimi spettante ai giocatori?
la canzoncina più utilizzata per fare le squadre.
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INIZIO DELLA STAGIONE: IL PRIMO MATCH SI CONCLUDE CON UN ENTUSIASMANTE 10 – 11
INCREDIBILE RIMONTA!
P. Pietro: “Che sia per tutti una buona stagione. Ma da ora basta con la pietà!”.
ROMA Dopo circa 3 mesi di attesa è ricominciata finalmente la
stagione calcistica 2011-12 dei Redentoristi di San Gioacchino
& Friends. Erano ormai diverse settimane che tutti si chiedevano:
“Ma quando si gioca?”, “Ma a quando le prossime partite?”. E
così finalmente, ieri, giovedì 7 ottobre alle ore 21.00 il bomber
Pietro S. – capocannoniere dello scorso campionato – ha rivolto,
prima del calcio d’inizio, un cordiale augurio a tutti di una buona
stagione calcistica, ricordando agli avversari che il felice augurio
appena auspicato sarebbe stato l’unico momento di pietà della
partita. Le squadre si sono schierate con le seguenti formazioni:
 Squadra 1: Nelson, Cesare, Luigi, Simone, Nicolò.
 Squadra 2: Pietro, Massi, Max, Davide, Carlo.
L’inizio è stato scoppiettante da parte della squadra 1, che ha
travolto gli avversari, portandosi alla fine del primo tempo ad un
risultato parziale schiacciante (7-3). Nonostante un numero così
elevato di centri, tra i marcatori della squadra 1 non compare il
nome del Matador Luigi, con grande sconcerto dei tifosi che si
attendevano le solite prodezze del loro beniamino.
Il ROMPI
PALLONE
Il secondo tempo si è aperto con la reazione fortissima della
squadra 2, che, spinta dal cannoniere Pietro e dal
centrocampista sardo Max, ha cominciato a controllare la
partita, dapprima recuperando le reti subite, e poi superando di
misura la squadra avversaria. La sorpresa del match è stata la
rivelazione del difensore Massi – prima di questa partita non
ancora conosciuto nella veste di goleador – che ha segnato il gol
chiave della partita, il gol del pareggio (10-10), portando i
compagni ad una vittoria incredibile che è arrivata all’ultimo
minuto di giuoco con un risultato finale di 10-11.
Per quanto concerne gli infortuni e le pallonate è degno di
menzione solo un contatto tra Davide e Nicolò. Alla riduzione
così sensibile di questi eventi traumatici ha sicuramente
contribuito la sentitissima assenza di Orlando.
Purtroppo non hanno potuto assistere alla partita il presidente
della serie A – P.Sergio – e il ricchissimo e Veloccissimo
industriale Fr. Antonio.
TABELLINO DEI VOTI
Squadra 1: 6
Nelson: 6.5, Cesare: 6, Luigi: 4.5, Simone: 6.5, Nicolò: 6.
Se il matador dà i
numeri, non sarebbe
meglio invitarlo a giocare
a SUDOKU?
Squadra 2: 7.5
Pietro:8, Massi: 7.5, Max: 7.5, Davide: 7, Carlo: 7.
15
MEETING - SAN SPERATE 2013
IL PRIMO INCONTRO DELLA
COMMISSIONE PREPARATORIA
Riportiamo una breve sintesi degli aspetti più importanti che sono stati oggetto di
discussione nelle sessioni di lavoro della Commissione Preparatoria Italiana del raduno
PGVR San Sperate 2013, riunita il 16 e il 17 settembre 2011 a San Sperate (Cagliari,
Sardegna), alla presenza del Consigliere del Governo Generale Padre Alberto Eseverri.
Questo lavoro di sintesi è articolato in sotto-capitoli distinti per tema; include inoltre
alcune osservazioni introduttive di carattere generale e una sezione finale in cui sono
messe in evidenza le date dei prossimi impegni e i diversi impegni presi.
Un primo aspetto di natura
generale che emerso durante le
sessioni di lavoro, è che il prossimo
raduno di San Sperate 2013 sarà
un meeting giubilare: sarà infatti il
10° raduno PGVR e allo stesso
tempo il 25° anno di attività della
PVGR. Un secondo aspetto generale
consiste nella chiara necessità di
chiedere alla Conferenza d’Europa
l’istituzione di una Commissione per
la PGVR, visto che la pastorale
giovanile rientra a pieno titolo tra le
priorità della Congregazione, come
ha ribadito il Padre Superiore
Generale a Madrid, durante la giornata alfonsiana svoltasi in occasione della GMG. Un
terzo aspetto generale riguarda le difficoltà nelle comunicazioni interprovinciali, le
quali con misure della Conferenza d’Europa o della stessa Commissione per la PGVR
potrebbero essere favorite o velocizzate.
1. Storia e bilancio dei meeting precedenti – suggestioni
Durante le sessioni di lavoro è stata presentata la storia dei meeting PGVR,
evidenziando per ciascuno di essi il tema, la partecipazione dei giovani,
l’organizzazione (riferita sia ai lavori preparatori, sia svolgimento del raduno), la
logistica, e le strutture di accoglienza. In generale si è osservato come i vari raduni
siano stati per i giovani partecipanti dei momenti belli, intensi, punti di arrivo di un
vissuto o punti d’inizio di un nuovo modo di vivere. A questo proposito si è riflettuto
sull’invito del P. Generale e della Conferenza d’Europa di mettere tra le priorità della
Congregazione la pastorale giovanile: i giovani infatti sono in questa società tra gli
abbandonati!
Nel condurre un bilancio sui meeting precedenti, si è focalizzata l’attenzione
sull’ultimo (Lviv 2010) e sul penultimo raduno (Limerick 2007); i cui punti salienti di
tale bilancio sono elencati di seguito:
 i raduni sono stati per i giovani un’esperienza globalmente positiva;
 nella struttura dei meeting si è osservato buon equilibrio tra momenti di festa,
riflessione e preghiera (quest’ultima non sempre ben organizzata, e si è sentita
la mancanza di un luogo adibito alla preghiera personale e all’adorazione
eucaristica);
16




gli ultimi raduni sono stati caratterizzati da un’elevata qualità sia delle strutture
ospitanti sia del cibo (con standard di comfort probabilmente anche troppo alti
– forse pure un po’ distanti dallo spirito dei precedenti raduni giovanili – a cui si
è assistito ad un incremento sensibile dei costi di realizzazione dell’evento);
negli ultimi raduni si è registrata una chiusura del meeting all’interno della
struttura ospitante, con un limitato scambio di fede e di cultura con le persone
del luogo;
nell’organizzazione sono emerse problematiche comunicative di vario genere:
dalla previa condivisione degli argomenti del meeting, alla necessità di
organizzare meglio le 2 settimane preparatorie che i volontari sono chiamati a
vivere prima dell’arrivo dei giovani, al ritardo con cui le diverse province sono
state informate circa il tema della catechesi. Per questa ragione si propone di
lavorare in modo più deciso sulla comunicazione interprovinciale;
negli ultimi meeting è mancato del materiale per fare delle catechesi di
preparazione al raduno (cammino pre-meeting) e delle catechesi successive al
raduno (cammino post-meeting), per avere dai giovani la massima risonanza
possibile e per evitare che tutto cada nell’oblio.
2. Logistica
La riunione della Commissione
Preparatoria Italiana è stata anche
un’occasione per mostrare al P.
Consigliere Generale Alberto Eseverri i
lavori di analisi logistica condotti nel
2011 e per discutere delle tematiche
riguardanti l’accoglienza dei giovani.
L’analisi logistica è stata condotta
ipotizzando di accogliere circa 800
giovani partecipanti, ai quali sono da
aggiungere 30 volontari provenienti
dalle diverse nazioni, e altri 60 padri
e/o
fratelli
redentoristi
accompagnatori. È stato mostrato
come raggiungere agevolmente la
Sardegna (e dunque San Sperate) per via aerea o via mare. Sono stati indicati i
diversi punti di interesse presenti all’interno del centro di San Sperate, utilizzabili per
il raduno PGVR, quali: luoghi di culto, strutture scolastiche, strutture di ricezione
alberghiera, luoghi di aggregazione all’aperto, e centri sportivi. Nel descrivere le
diverse strutture, si è fatta una prima ipotesi circa una loro possibile destinazione
d’uso, evidenziandone pro e contro, capacità d’accoglienza, e eventuali problematiche
o carenze da fronteggiare – struttura per struttura – a seconda della destinazione
d’uso ipotizzata.
3. Analisi economica
Sulla base dei meeting precedenti è stato suggerito di considerare ragionevole un
budget di partenza di 100000€. Per riuscire a coprire le spese del budget si è fatta
un’analisi su quelle che possono essere le fonti di finanziamento del meeting, qui
descritte:
 la quota di iscrizione dei giovani; a questo proposito è stato osservato che le
spese complessive del raduno non saranno di certo coperte con gli introiti legati
alle quote di iscrizione, le quali tra l’altro dovranno tenere in qualche modo
17
conto delle difficoltà economiche di alcune province, e comunque non possono
assumere cifre eccessive.
 gli eventuali contributi della Congregazione; in particolare da parte della
Provincia Romana (che dalla prossima seduta del Consiglio Provinciale darà dei
chiari criteri per lo stanziamento un fondo provinciale), della Conferenza
d’Europa o della Commissione PGVR (quello di San Sperate sarà infatti un
meeting giubilare per cui magari si dovrà fare qualcosa di speciale e di festoso),
e dal Governo Generale;
 gli sponsor privati e enti pubblici (Regione Sardegna, Provincia di Cagliari,
Comune di San Sperate); si propone inoltre di investire delle energie per
cercare fondi dagli sponsor.
Si è inoltre evidenziata l’urgente necessità per il Governo Provinciale Romano di
redigere – il prima possibile – un bilancio preventivo dell’evento.
4. Tema
La scelta del tema è un passo assolutamente prioritario nella progettazione del
meeting, perché solo sulla base del tema sarà poi possibile lavorare per le catechesi
pre e post meeting, per le catechesi del raduno, per il logo, per lo slogan e per l’inno.
Si è proposto di coinvolgere per questo tutte le province europee, secondo dei criteri
di scelta del definiti dalla Conferenza d’Europa o dalla nuova Commissione Europea
PGVR. Si auspica di poter definire il tema entro la fine del 2011.
5. Comunicazione, date e lingue del meeting
Dalle sessioni di lavoro è emerso
che un problema che purtroppo si è
ripetuto nei diversi meeting è quello
della difficoltà nelle comunicazioni
interprovinciali.
Una
nuova
Commissione Europea PGVR potrebbe
sicuramente favorire il circolare delle
informazioni a livello continentale;
una seconda proposta per migliorare
la comunicazione è stata quella di
chiedere ai siti delle diverse province
un link al sito del meeting.
Per quanto riguarda la proposta
delle date si è fatto riferimento a 3
impegni specifici:
 il meeting di San Sperate 2013: 7-12 agosto 2013;
 la Commissione Preparatoria dei delegati europei: 2-6 luglio 2012;
 la Commissione Preparatoria Italiana: 13-14 gennaio 2012 a San Sperate.
Si fa notare inoltre che il meeting San Sperate 2013 cade lo stesso anno della GMG
a Rio de Janeiro (23-28 luglio); si propone di chiedere alla Conferenza d’Europa di
esprimere un parere pratico sulla questione.
Anche per gli aspetti linguistici si è proposto di coinvolgere i provinciali e la
Conferenza d’Europa, per la scelta delle lingue ufficiali del meeting e per collaborare in
qualche modo alla traduzione (è stato proposto di individuare giovani volontari o di
utilizzare le conoscenze linguistiche di alcuni padri anziani).
I lavori si sono conclusi con i ringraziamenti da parte di P. Gianni e di P. Pietro a P.
Alberto e a tutti i membri partecipanti, per il fruttuoso lavoro che si è svolto nei due
giorni.
18
6. Promemoria
Impegni per il Governo della Provincia Romana:
 Presentare a Dublino durante la Conferenza d’Europa (ottobre 2011) lo status
dei lavori sulla progettazione del meeting San Sperate 2013, chiedendo
collaborazione ai provinciali e richiedendo ufficialmente alla Conferenza una
Commissione per la PGVR, che attualizzi le priorità pastorali dei giovani (come
ha ribadito il Padre Superiore Generale M. Brehl a Madrid).
 Redigere il prima possibile un bilancio preventivo dell’evento;
 Dare dalla prossima seduta del Consiglio Provinciale dei chiari criteri per lo
stanziamento un fondo provinciale.
Richieste alla Conferenza d’Europa:
 Istituzione della Commissione per la PGVR;
 Un contributo organizzativo per fissare i criteri relativi alla scelta del tema e
delle catechesi al meeting.
 Un contributo organizzativo
per la programmazione del
cammino
pastorale
che
precede il raduno (catechesi
pre-meeting) e che lo segue
(post-meeting);
 Un contributo organizzativo
per stabilire la data del
meeting;
 Un contributo economico:
quello di San Sperate sarà
infatti un meeting giubilare
per cui magari si dovrà fare
qualcosa di speciale e di
festoso;
 Un contributo sulla comunicazione: rendere i contatti tra le varie province più
forti e rapidi, anche aggiungendo ai siti delle diverse province un link al sito del
meeting.
Spunti sul tema:
 La lettera di Bellavista;
 Il messaggio del P. Generale Lasso De La Vega pronunciato in occasione del
primo meeting PGVR Pagani 1987;
 Il tema del presente sessennio: evangelizzare in modo nuovo, con strutture
nuove, e con cuori rinnovati.
Date per i lavori futuri:
 I membri della Commissione Preparatoria Italiana sono invitati a far pervenire a
P. Pietro una proposta di tema entro il 15 ottobre 2011;
 Incontro della Conferenza d’Europa a Dublino, dove saranno presentati i lavori
di preparazione al meeting e dove saranno rivolte le citate richieste;
 Definizione del tema entro la fine del 2011;
 Prossima riunione della Commissione Preparatoria Italiana: 13-14 gennaio
2012;
 Incontro della Commissione Preparatoria dei delegati europei: 2-6 luglio 2012 a
San Sperate;
 Meeting di San Sperate 2013: 7-12 agosto 2013.
19
MEETING – SAN SPERATE
P. Pietro Sulkowski CSsR
2013
STORIA DEI MEETING (2)
EGGENBURG (AUSTRIA)
4-9 agosto 1991
Tema: «ANNUNCIARE DI NUOVO IL VANGELO IN UN MODO NUOVO»
Il terzo raduno internazionale si è svolto dopo tre anni
nella cittadina austriaca Eggenburg dal 4 al 9 agosto
1991. L’incontro è stato preparato da un grande gruppo
dei delegati di tutte le Province (120 persone). Il tema
generale dell’incontro si rifaceva alle celebri parole di S.
Clemente “Annunciare di nuovo il vangelo in modo
nuovo” con il passo biblico di Lc 24, 13-35 da esaminare
nei primi tre giorni ed il passo di Lc 10, 1-9 da prendere
in esame il quarto giorno.
Tematiche delle giornate:
- Scoprire di nuovo il Vangelo - si è discusso nei Gruppi di condivisione: “Che
esperienze del Vangelo ho fatto finora nella mia vita?”.
- Far diventare ‘Vita’ il vangelo dentro di noi – “Condividere la Bibbia”: Lc 24, 1335 (I discepoli di Emmaus).
- Far diventare ‘Vita? Il Vangelo nel
mondo (Giustizia e Libertà, Terzo
Mondo, Ecologia…) – collage “Il
nostro mondo di oggi”. In seguito, la
creazione delle preghiere oppure fare
un adattamento-attualizzazione del
Pater noster, Magnificat, Benedictus,
Gv 17, 9-18.
- Il mio impegno personale e la nostra
missione comune nel mondo di oggi –
la meditazione comune di Lc 10, 1-
20
9.
DURHAM (INGHILTERRA)
3-8 agosto 1994
Tema: «CHIAMATI PER ANNUNCIARE» (Lc 4, 16-21)
«CHIAMATI PER ANNUNCIARE». Attorno a questo tema si è
sviluppato il IV Congresso internazionale dei giovani di PGVR che
si è svolto a Durham nei giorni 3-8 agosto 1994 e che ha visto
la partecipazione di circa 630 giovani (115 italiani) e redentoristi
d’Europa. Le riflessioni si sono articolate attorno al brano biblico di
Lc 4, 16-21 e molto spazio è stato offerto alla preghiera ed alla
condivisione di esperienze vissute dai giovani redentoristi nelle
diverse nazioni d’Europa. Il nuovo incontro doveva dare un nuovo
impulso alla PGVR in Europa.
L’organizzazione è stata affidata ad una commissione
preparatoria formata da giovani di diverse nazionalità e
redentoristi che si sono incontrati un anno prima per stilare l’orario giornaliero e
predisporre tutto ciò che riguardava il meeting.
Già nell’incontro preparatorio si è
sottolineato come i partecipanti al
Congresso debbono essere redentoristi e
giovani
che
hanno
già
condiviso
esperienze
apostoliche
e/o
vita
comunitaria. Si voleva sottolineare le
possibilità ecumeniche per il meeting
data la presenza di una importante
Cattedrale Anglicana a Durham.
Le
-
tematiche delle giornate erano:
L’importanza dello Spirito Santo
La missione
“Mandato a portare la libertà ai prigionieri”
I giovani hanno apprezzato tantissimo i gruppi di interesse, gli incontri di preghiera
della sera, ma soprattutto il pellegrinaggio fino alla cattedrale anglicana di Durham.
21
ESSEN (BELGIO)
3-7 agosto 1998
Tema: «COME AND SEE» (VIENI E VEDI)
Il quinto meeting è stato organizzato a Essen in Belgio nei
giorni 3-7 agosto 1998. Alla soglia del terzo millennio i giovani
hanno voluto riflettere sull’invito di Gesù “Vieni e vedi”. I
partecipanti hanno riflettuto sulla situazione della Chiesa e del
loro inserimento nella società attuale, hanno cercato di
evidenziare i problemi urgenti che vengono affrontati dai
cristiani per tracciare alla fine qualche soluzione in vista del
miglioramento della situazione e di una proposta cristiana
concreta.
Anche questo raduno ha mantenuto la metodologia
tradizionale con i gruppi di discussione, gruppi di lavoro
(workshop), preghiera mattutina e serale, momenti di svago e
di festa, liturgia penitenziale, la visita ad Anversa.
Le
-
tematiche si sono svolte attorno ai brani evangelici:
Mc 10, 46-52: Che vuoi che io faccia? Rabbunì che io riabbia la vista
Gv 8, 1-11: Chi è senza peccato scagli la prima pietra
Lc 10,1: Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità… E li
mandò ad annunziare il Regno di Dio.
22
LESSICO FAMILIARE PGVR
GIOVANE
Destinatario della PGVR. Per orientarsi, persona tra i 16 e i 30 anni. Nel percorso della vita
cristiana, persona che accoglie personalmente la fede e si impegna con essa in modo creativo
e coerente, tra la fine della Iniziazione Cristiana e la scelta vocazionale di vita.
Non tutti i giovani sono uguali. Per evangelizzarli è necessario conoscere e capire il tipo di
società a cui appartengono, giacché la società condiziona la vita dei giovani, come la vita di
tutte le persone che la costituiscono. I giovani, di tutte le epoche, sono fedele riflesso dei valori
che guidano la società che, non possiamo dimenticare, hanno costruito gli adulti con le loro
scelte. D’altra parte, essere giovane implica sempre una forma di vita differente da quella degli
adulti. Il giovane si caratterizza per una impostazione di vita peculiare, molto diversa dalle
altre tappe di sviluppo della vita umana. Questa impostazione ha come obiettivo raggiungere
una identità propria e originale.
La vita giovane è sempre un risveglio in tutte le dimensioni che la realtà offre come
cammino di costruzione del proprio futuro. Il suo cuore è aperto alla vita, all’amicizia e
all’amore profondo, all’emozione, alla preparazione e qualificazione, alle sensazioni, alle
esperienze limite e alle impressioni dei racconti (reali e irreali). Allo stesso tempo, si legano
con relativa facilità a grandi cause e ad offerte di trasformazione sociale, anche se ciò non
garantisce il loro coinvolgimento. Il giovane è idealista per natura, aperto al futuro e con
capa‐cità di rischio. In questa
caratteristica si nasconde, anche, una
certa apertura alla trascendenza.
Inoltre, il giovane possiede un altro
ritmo vitale, che lo identifica come
tale nell’insieme della società. Le sue
priorità, gusti, orari e attività
corrispondono a quella tappa della
vita. In generale, si trova a metà
cammino tra l’estetica e l’etica,
preoccupato
per
l’immagine
e
l’accettazione da parte degli altri
come forma di inserimento nella
comunità umana.
Nella Chiesa non sempre trova
uno spazio nel quale poter vivere la
fede in accordo con la sua forma di
essere e di esprimersi. Anche se in
realtà non mancano giovani nella Chiesa che scoprano nel Dio di Gesù Cristo una chiamata a
essere felice e solidale. Il giovane sente la necessità di Cristo Redentore. Allora se la sua
massima aspirazione è raggiungere una vita piena e felice, Cristo risponde assolutamente alla
sua massima aspirazione.
I giovani ricoprono un ruolo molto importante nella Chiesa: riescono a rinnovare la
comunità cristiana, e a porre in discussione quegli elementi che rendono meno radicale la sua
testimonianza e missione. Rappresentano, pertanto, per i Redentoristi una sfida e, allo stesso
tempo, un’urgenza. Una sfida perché in essi l’espressione del Vangelo è spontanea e rivelatrice
di una nuova forma di vita cristiana. Un’urgenza, perché i giovani sono abbandonati dall’attività
pastorale di molte comunità cristiane, e necessitano di spazi per la riflessione, la convivenza e
la preghiera. La PGVR, di conseguenza, rappresenta uno spazio adeguato perché il giovane
scopra il senso della propria vita e vocazione. Per questa ragione, rappresenta una priorità per
i Redentoristi.
Infine, il giovane non solo è destinatario della PGVR; ma è anche chiamato a essere
agente, animatore, missionario. Pertanto, sussistono allo stesso tempo due modalità di
presenza del giovane nella PGVR: una, come destinatario, l’altra come agente.
P. Laureano Del Otero (Spagna)
23
Invito alla VISIONE
MIRAL
Regia: Julian Schnabel
Interpreti: Willem Dafoe (Edie), Hiam Abbass (Hind Husseini), Freida
Pinto (Miral), Alexander Siddig (Jamal), Omar Metwally (Hani).
Soggetto: A Venezia 2010 il film è stato molto apprezzato sia dalla
critica sia dal pubblico, non solo perché ha portato alla ribalta la
drammatica realtà israelo-palestinese, ma perché in filigrana, riguarda
molto di più. Tratto dal romanzo La strada dei fiori di Miral della
giornalista e scrittrice palestinese naturalizzata italiana, Rula Jebreal, il
film narra la storia di “Miral” (ha il nome di un fiore che spunta sul ciglio
della strada), una bambina palestinese (Jolanda El Karam da piccola,
Freida Pinto da grande) che vive in Israele e viene accolta nell’orfanotrofio fondato da Hind Husseini
(Hiam Abbass), grande donna realmente esistita, che ha salvato, nel 1948, 55 orfane sopravvissute al
massacro di Deir Yassin e che è stata attivamente presente nel campo educativo a favore dei bambini e
delle donne.
Dopo che la zia della piccola compie un attentato e che la madre subisce ripetute violenze, il padre
(Alexander Siddig) decide di cambiarle il cognome e di allontanarla dalla famiglia per evitare che la sua
vita venga segnata dai gravi episodi. La bambina viene educata nel collegio e quando diventa adolescente
segue con passione le vicende che porteranno agli accordi di Camp David e manifesta a favore della
causa palestinese. Miral sente forte l’urgenza di prendere posizione a livello politico, nonostante il parere
contrario del padre e della tutrice. La sua decisione la metterà in pericolo costante, le farà subire una
breve detenzione e un sofferto interrogatorio con punizioni corporali. Il film chiude con Miral che decide di
accettare una borsa di studio per continuare la sua istruzione in Italia.
Solo il finale lascia intravedere un raggio di speranza: la pacificazione e il dialogo, forte desiderio, spesso
inespresso, della gente comune. La speranza proviene dalla nascente amicizia tra Miral e la ragazza
ebrea, che consente alla protagonista di prendere coscienza dei pregiudizi in cui è facile cadere.
Valutazione Pastorale: All’origine c’è il libro La strada dei fiori
di Miral, scritto da Rura Jebreal. Miral e Rura sono la stessa
persona, quella giornalista che Miral si appresta a diventare nel
finale del film, ed é oggi, attiva soprattutto in Italia. Schnabel
regista estroso e imprevedibile, dice di “aver girato a
Gerusalemme e di essere stato testimone della lotta tra l’umanità
e l’ideologia. È di questo che parla il film”.
Il film racconta le vicende di alcune donne palestinesi che vivono
fino in fondo le difficoltà di un paese in guerra, ma che si
scontrano con la storia dimostrando un coraggio che rasenta
l’eroismo. Una pellicola emozionante per il tema trattato e per la
maestria di Schnabel che utilizza un linguaggio sospeso fra l’arte
pittorica e la poesia. Il risultato è un bouquet di pennellate
registiche che fondono suono e immagini, dove è presente anche
il rosso della violenza, ripresa con molta discrezione. La macchina da presa “si confonde”, è a disagio, si
fa muta di fronte alla crudezza di un gesto ripetuto di violenza su una domma e così la messa a fuoco
vacilla per la vergogna di raccontare ciò che sta accadendo e proprio per questo ferisce. La macchina da
presa è testimone della realtà esterna e degli stato d’animo. Sono infatti felici le scelte delle riprese aeree
delle zone occupate, come i rapidi passaggio da un volto all’altro, quasi a seguire gli sguardi.
“Miral” è un film riuscito che raggiunge l’obiettivo. Un film che va oltre lo schermo e tocca la vita di tutti i
giorni con i piccoli o grandi conflitti dentro i quali ci muoviamo, perché racconta in modo poetico e
delicato la vita di donne che hanno lasciato un solco di bontà e una forte testimonianza personale.
Linee di lettura: L’amore donato lascia sempre una traccia nelle persone e l’amore, per chi educa, si
manifesta con l’ascolto e con l’essere esempio luminoso di nonviolenza. Lasciamoci con un augurio.
Quando un ondata di amore generoso sta per travolgerci, tuffiamoci dentro.
(Caterina Cangià in Se Vuoi 4/2011).
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Invito all’ASCOLTO
L’opera che vogliamo presentarvi, in questo 3° numero del Bollettino PGVR,
si chiama semplicemente Senza Titolo.
Si tratta di un cd, di cui è autore Luca Carboni, pubblicato lo scorso 13
Settembre e contenente 10 canzoni.
Due parlano della società (Provincia d’Italia [II] e Riccione-Alexander Platz
[VII]), tutte le altre sono invece autobiografiche: tre riguardano il rapporto
del cantautore con il mondo esterno (Non finisce mica il mondo [I], Fare le
valigie [III], Una lacrima [IX]), altre tre descrivono la sua esperienza
dell’amore (Per tutto il tempo [IV], Cazzo che bello l’amore [V], Liberi di
andare [VIII]) e le ultime due parlano della morte dei suoi genitori (Senza
strade [VI], Madre [X]).
Cominciamo dalle canzoni a sfondo sociale.
Carboni possiede una visione lucida e disincantata della realtà, come ci si può rendere conto ascoltando
Provincia d’Italia, in cui il cantautore parla della nostra patria come di una «Provincia spaventata ad
incontrare un altro straniero/nella sua strada», fatta di «Battute di caccia feste nelle piazze processioni e
sagre/e poche tasse», una «Provincia di pensionati che si allontana dal mondo su/trattori gommati» e in
cui a dire il vero «è già cambiato tutto ma sembra sempre che non possa mai/cambiare niente».
O Riccione-Alexander Platz, dove confronta le sue illusioni giovanili: «Credevo che negli anni ottanta fosse
cambiato il mondo… Io credevo che la gente si potesse/ consolare» con la drammatica situazione
presente: «E adesso un gran silenzio e tanta gente da sfruttare/Tanto non si può lamentare tanto non
può parlare tanto/che cazzo vuole». Una situazione in cui la sua generazione, animata un tempo da una
grande voglia di cambiamento, ora – ironia della sorte – «… batte le mani la sera sui divani/Batte le mani
al niente con la paura del domani».
Questo stato di cose spinge Carboni, per quanto attiene alla sua vita individuale, a non accontentarsi del
solito trantran quotidiano: «Voglio uscire dalle strade dalla logica del tempo/E scartare come un bufalo
libero nel vento/Via dai controlli dai caselli dalle proprietà private/Non finisce mica il mondo dove
finiscono le strade//Ti dicono di stare attento e che lì non si può andare/Che di sicuro non c’è niente e c’è
anche il rischio di non tornare/Ma voglio uscire dalla rete dalle mappe dettagliate/Non finisce mica il
mondo dove finiscono le strade» (Non finisce mica il mondo).
A volte il conflitto con la realtà diventa addirittura insostenibile: «Tutto il lavoro fatto con la fantasia/Di
colpo poi spazzato via/Tutte le cose che non hai detto mai/Tutte le volte
che non lo fai… Quello che dici tu quello che dico io/La parola di Dio tutti i
dubbi che hai/Tutti i sogni che fai la dura realtà» e solo il pianto e la
speranza che Qualcuno più grande di noi possa capire il suo dolore
sembrano consolare il cantautore: «Una lacrima che va scende giù riempie
una pagina/Una lacrima che va scende giù ci benedirà» (Una lacrima).
Ma l’esperienza dell’amore lo porta infine a gioire del presente: «Se penso
a come sono stato male davvero un dolore bestiale/Un vuoto da era
glaciale che rimuovi che non si può raccontare/Invece adesso cazzo che
bello scopro che poteva andare peggio/Riesco a essere contento anche se
non trovo il parcheggio//L’orologio fa tic tac e mi sembra un pezzo hiphop… Cazzo che bello l’amore/Che
nasce da una banalissima combinazione/Che ti toglie da una bruttissima situazione/Da una frase che hai
detto te/Che mi ha spezzato il cuore/Che nasce da una casualissima combinazione/Che arriva come un
fulmine e spacca il cuore/Da una frase che hai detto te» (Cazzo che bello l’amore).
Fino a gustare il sapore di una piena libertà, un sapore che fa venire le vertigini: «E quando arrivo in
fondo al mondo dopo una corsa insieme a te/E quando arrivo in fondo alle parole e dopo non so più cosa
c’è//Finiscono le strade cominciano sentieri ripidi/Ti accorgi che siamo liberi di fare il bene e il male/Liberi
di andare o di fermarci qui… E quando arrivo in fondo ai miei pensieri e scopro che un fondo poi non c’è/E
quando arrivo in fondo in fondo e scopro che l’amore ancora non so cos’è//Finiscono le cose e cominciano
pensieri ripidi/Ti accorgi che siamo liberi di fare il bene o il male/Liberi di andare e non fermarsi più»
(Liberi di andare).
Nell’ultima delicatissima canzone – senz’altro la più bella del cd – Carboni celebra l’amore per la propria
madre parlando della vita eterna: «Madre che sei andata via e non so niente di te/Adesso vorrei tenerti in
braccio e cullarti un po’… Chissà che faccia che farai quando ti vedrò quando mi vedrai/Ci si può amare
sai senza capirsi mai/Madre madre//Adesso guardo il mondo come lo guardavi te/Dicevi: “Guarda gli
uccelli del cielo ci bastano poche briciole”/Madre madre madre//Chissà che faccia che farai quando mi
vedrai quando ti vedrò//Pensa che felicità!» (Madre). Buon ascolto!
St. Massimiliano Guardini CSsR
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Invito alla LETTURA
“Persepolis” è un fumetto storico-autobiografico scritto in lingua francese
dall’autrice iraniana Marjane Satrapi, pubblicato in quattro tomi negli anni 20022003, ma uscito in Italia come volume unico solo nel maggio 2007. Il titolo fa
riferimento all’antica città di Persepoli, una delle cinque capitali – assieme a
Babilonia – del glorioso impero persiano (attuale Iran), oggi patrimonio
dell’umanità.
Marjane Satrapi (22/11/1969) cresce in una famiglia iraniana moderna e laica,
dagli ideali progressisti e aperta, proprio mentre vacillava il trono dell’ultimo scià
iraniano; Marjane sin da piccola è appassionata della lettura e della storia,
mostrando elevatissimi ideali etici, politici e religiosi e con una grande ricchezza
interiore. Con l’avvento della Rivoluzione Islamica, che si presentava come
liberatrice rispetto al rigido assolutismo dello scià, le cose andarono da male in
peggio: le scuole straniere vengono chiuse e le classi miste abolite in favore
della separazione fra i sessi, viene reintrodotto l’obbligo per le donne di
indossare in pubblico il chador, sale la pressione ed il controllo sulla vita privata da parte del nuovo
regime, che si rivelò dunque non meno feroce di quello dello scià. L’infanzia di
Marjane è raccontata con la semplicità e l’acutezza degli occhi di una bambina
attenta, che con inconsapevole ironia e libertà descrive in maniera
incomparabile i tragici cambiamenti politici iraniani. Chissà dov’è finita la gloria
e la civiltà di Persepoli? Chissà in quali meandri della storia si è persa?
Nel frattempo, i genitori di Marjane decidono di farla partire – appena
quattordicenne – verso l’Europa (Francia e Austria), così da poter studiare in
scuole laiche e crescere felice e serena in un contesto di libertà culturale. Ma
anche l’adolescenza di Marjane non è stata completamente tranquilla: subisce
infatti l’umiliazione di sentirsi “immigrata” e “povera”, “non accettata” dai
coetanei europei, soffre la solitudine, l’incomprensione e il tradimento. Tra tutte, di una cosa soffre in
modo particolare: sente una forte separazione interiore tra i valori e gli ideali che aveva da bambina e la
vita che le si presentava ora, a tratti cruda, spietata, protesa verso l’autodistruzione.
Da giovane adulta Marjane rientra nel suo paese natale, dove – con qualche compromesso interiore –
ritrova un pizzico di calma apparente...
Il libro ha raggiunto la popolarità anche grazie
all’omonimo film d’animazione (tratto dal fumetto e
diretto da Marjane Satrapi e da Vincent Paronnaud), che
nel 2007 ha vinto il Premio della giuria al Festival di
Cannes, ed è stato candidato all’Oscar, entrando nella
classifica dei migliori 10 film dell’anno.
Pesepolis – come libro e come film – ha subito dure
critiche dal mondo musulmano. L’ultima protesta, datata
proprio 10 ottobre 2011, arriva dalla Tunisia, dove il film
è stato trasmesso da una tv privata, e che per questo è
stata assaltata da un gruppo di fondamentalisti
musulmani. Il partito islamico tunisino, in corsa per le
elezioni del 23 ottobre, ha condannato le violenze, ma
ha
anche
avanzato
dubbi
sui
reali
propositi
dell’emittente, accusandola di un comportamento
“sospetto” nel bel mezzo della campagna elettorale,
visto che il film è stato anche seguito da un dibattito
“provocatorio” sull’estremismo religioso.
Per concludere, Persepolis offre in primis un
interessantissimo spaccato della storia sociale e religiosa
dell’Iran, dal tempo dello scià sino all’involuzione subita
in seguito alla Rivoluzione Islamica con un punto di vista
interno al Paese. In secondo luogo, racconta con uno
sguardo critico anche dell’Europa e il modello postliberale del mondo “occidentale”, così vuoto di valori,
così lontano dalla persona, così perso e racchiuso – in
modo cieco e delirante – in se stesso.
St. Massimiliano Mura
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LIBRERIA PGVR
P. FADI RAHI CSsR
“I BEATI REDENTORISTI UCRAINI”
I martiri che vengono presentati in questo opuscoletto
sono dei missionari redentoristi beatificati da Giovanni
Paolo II insieme ad altri 21 cristiani ucraini durante la
sua memorabile visita in questo paese martoriato
durante l’epoca sovietica, il 27 giugno 2001. Il gruppo
fu chiamato “Mykolay Charnetsky e 24 compagni”, di
esso facevano parte 8 vescovi, 6 sacerdoti diocesani, 7
sacerdoti religiosi, 3 suore e 1 laico.
Mi pare di poter affermare che da questo si può dedurre che si voleva
far comprendere che Charnetsky veniva posto come “il capo”, il punto di riferimento
paradigmatico anche degli altri 24. Primo vescovo redentorista ucraino, nella sua attività di
Visitatore Apostolico sperimentò ben presto cosa significa essere perseguitato dal regime
comunista. Inizia per lui una vita di sofferenza, di carcere, di privazioni, di torture che non solo
non lo fermano ma gli danno la possibilità di aiutare e confortare i compagni di prigionia. Per
molti versi le stesse cose si possono dire degli altri 3 redentoristi e degli altri del gruppo; ma ci
sono naturalmente anche delle particolarità nelle storie dei singoli che è bene, anzi doveroso
far conoscere e divulgare.
È ciò che si propone questo lavoro di p. Fadi Rahi, redentorista libanese ora in Italia, che
ringrazio per la sua opera piccola ma sicuramente preziosa, perché la testimonianza di questi
nostri fratelli raggiunga le nostre vite e diventi significativa per le prove quotidiane e quelle più
difficili che noi oggi siamo chiamati ad affrontare.
(Dall’introduzione al libro di P. Gianni Congiu)
P. ALFONSO V. AMARANTE & P. ANTONIO DONATO CSsR
“LESSICO FAMILIARE DI PGVR”
Le voci che compongono questo “lessico familiare Redentorista”
nascono dall’esigenza concreta di trasmettere alle nuove generazioni
l’esperienza spirituale che si cela dietro una terminologia tipicamente
alfonsiana. Questo lessico è destinato a tutti coloro che si avvicinano al
mondo spirituale dei redentoristi e con i quali percorrono un pezzo di
strada e di formazione.
Le voci non hanno la pretesa di essere esaustive o definitive, circa gli
argomenti che trattano, ma vogliono tratteggiare, sinteticamente,
alcune parole che ricorrono di sovente nel linguaggio dei missionari. Le
voci sono caratterizzate dalla sinteticità e dall’immediatezza. Non
entrano in disquisizioni prettamente “pretesche”, ma vogliono offrire
una prima infarinatura dei concetti e della ricchezza del mondo redentorista.
Gli autori nell’elaborarle hanno tenuto presente tre costanti: facilità di linguaggio, la spiritualità
e la storia della nostra famiglia religiosa. In un certo senso questo lavoro è un cantiere aperto
in quanto all’appello mancano molti vocaboli tipici della nostra storia e tradizione.
Questo lavoro si può considerare di conseguenza come un primo esperimento (da completare e
da affinare negli anni) per creare un background comune. Potremmo considerare lo sforzo
compiuto per questo lessico come una sorta di enciclopedia wikipedia dove tutti coloro che ne
usufruiranno potranno aggiungere nuove voci e migliorare quelle già esistenti.
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LIBRERIA PGVR
È disponibile il nuovo opuscolo PGVR per il cammino
formativo 2011-2012:
EUREKA! – “Abbiamo trovato il Messia”
“Questo opuscolo lo dedichiamo ai folli. Agli anticonformisti, ai
ribelli, ai piantagrane, a tutto coloro che vedono le cose in modo
diverso. Costoro non amano le regole, specie i regolamenti e non
hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in
disaccordo con loro, potete glorificarli o denigrarli, ma l’unica cosa che
non potrete mai fare è ignorarli perché riescono a cambiare le cose,
fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli
noi ne vediamo il genio. Perché solo coloro che sono abbastanza folli
da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero”.
In questa pagine è tracciato l’itinerario della fede al triplice filtro della Parola di Dio, del
messaggio del Beato Gaspare Stanggassinger e della loro stessa esperienza vitale: un filtro che
suggerisce un metodo di studio, oltre che uno schema essenziale per la preghiera. Attraverso
un percorso di riflessione diventiamo apprendisti dell’unico Maestro con le seguenti tappe:
1. La pietra
2. L’idea
3. Gli attrezzi
4. All’opera
5. Capomastro
6. Un testimone
COLLANA DI SUSSIDI PGVR PER L’ANIMAZIONE DEI GRUPPI
La Pastorale Giovanile Vocazionale Redentorista (PGVR) ogni anno propone ai giovani che frequentano le
comunità redentoriste o quelli incontrati durante le missioni, un tema per camminare, riflettere e crescere
insieme con la proposta spirituale alfonsiana-redentorista.
Sono ancora disponibili gli opuscoli PGVR per i cammini formativi degli ultimi anni.
CONTATTACI:
PGVR Roma: www.anchetu6importante.it
PROVINCIA ROMANA: www.cssr.it
STUDENTATO: www.pgvrna.eu/stud_cssr
NOVIZIATO: www.pgvrna.eu/noviziato
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BPR - PGVR SPECIALE n° 3 - CSSR