Periodico di informazione socio-sanitaria a cura dell’Azienda Ulss n° 8 - Asolo TV NOVEMBRE 2004 8 ULSSALUTE ULSSALUTE8 - Anno VII - Novembre 2004 - Periodico quadrimestrale - Spedizione in Abbonamento Postale - Art. 2 Comma 20/D - Legge 662/96 DCI TV L’osteoporosi colpisce le donne dopo la menopausa e gli uomini dopo i 65 anni: manda le ossa in pezzi. Va diagnosticata in tempo e va prevenuta. Contano i fattori ereditari, una alimentazione ricca di calcio può allontanarla o limitarne i danni. Università e Ulss 8: parte il corso per igienisti dentali Pacs-Ris alla Radiologia, l’obiettivo è l’Ulss digitale Formazione: internet e tv interattiva per aggiornarsi INTERVENTO UL SSA L U T E 8 Il lavoro sanitario è gravato da rischi che difficilmente si possono eliminare, tuttavia l’analisi delle strutture e delle criticità può prevenire quelli evitabili Più qualità meno rischio empre più si va diffondendo OSPEDALE SICURO nelle Aziende sanitarie l’attenzione per la sicure z z a In Italia non esistono dati certi e delle cure mediche nella ricerca lavori approfonditi che stimino la continua di erogare prestazioni di reale entità del rischio nelle strutqualità . La complessità delle ture sanitarie. Esistono iniziative strutture e delle azioni finalizzate per favorire la crescita di una culalla cura dei pazienti determina tura della prevenzione, ne è un un potenziale rischio variabile da esempio la campagna “Ospedale struttura a struttura, spesso non s i c u ro” promossa dal Tr i b u n a l e misurato, di cui è bene prendere dei diritti del malato. Sono dispocoscienza per poter mettere in nibili i dati di incidenza di alcune tipologie di rischi: infezioni ospeatto misure di contenimento. d a l i e re, piaghe da decubito o cadute accidentali, oppure dati di EVENTI AVVERSI stima di alcune categorie di proIl “rischio clinico” è la probabilità fessionisti (gli anestesisti) seconche un paziente sia vittima di un do cui in Italia ogni anno ci sarebevento avverso, cioè subisca un bero circa 14mila morti da impuqualsiasi “danno o disagio imputare ad errore medico o a cattiva tabile, anche se in modo involono rganizzazione. In Italia le cause tario, alle cure mediche prestate di risarcimento per danni sono durante il periodo di degenza, c i rca 12mila all’anno (fonte: Sole che causa un prolungamento del 24 ore Sanità 2002). Le denunce ricovero, un peggioramento delle condizione di salute o la morte” p resentate dai pazie nti sotto (Kohn, 1999). I l pri mo studio forma di reclami o di richieste di importante in letteratura sul tema r i s a rcimento sono solo la part e degli errori/eventi avve rsi è visibile di una realtà delicata. d e l l ’ H a rv a rd medical practice PREVENZIONE study che nel 1991 esamina Al di là della grande variabilità dei 30mila cartell e cliniche de gli numeri den uncia ti (tab. 1), ospedali dello Stato di New York e s p ressione anche di diverso riscontrando che il 3,7% dei pazienti ricoverati aveva subito modo di considerare l’evento avverso, un dato comune ai tre un “evento avverso “ definito studi è che circa il 50% di questi come “danno non intenzionale eventi è prevenibile. D’accordo: il causato dal trattamento sanitario l a v o ro sanitario è gravato da ed il cui esito è una disabilità misurabile “. In Australia invece, nel 1995, in un’ottica di miglioramento continuo della qualità dell’assistenza sanitaria, si ha il primo esempio di rilevazione del rischi o mediante sche da di segnalazione volontaria. Gli accademici statunitensi dell’Institute of medicine pubblicano nel 1999 uno studio dal titolo emblematico: “to err is human” (err a re è umano), coraggiosa affermazione che invita alla consapevolezza che l’errore esiste, che va affrontato, analizzato, capito. S • • • 3 rischi che non si possono eliminare, ma agire prevenendo quelli evitabili è la strategia da mettere in atto, focalizzando su questo tema la capacità dei professionisti e di tutta l’organizzazione. Negli ultimi anni si è assistito ad un cambio di orientamento nell’affrontare il tema del rischio clinico. Da una parte le preoccupazioni delle compagnie assicurative e le spese sostenute dalle Ulss hanno stimolato riflessioni sull’opportunità di misurare l’entità del rischio in ciascuna realtà, promuovendo, ad esempio, la costituzione di comitati aziendali che definissero le strategie di contenimento del contenzioso. Dall’altra invece è maturata nei professionisti la convinzione che, accanto alla tute la assicurativa, era o p p o rtuno pre s t a re part i c o l a re attenzione ad alcune situazioni critiche offerte dal singolo operat o re, cercando di migliorare la comunicazione con il paziente e il suo coinvolgimento nelle scelte terapeutiche e soprattutto cercando di riflettere sui difetti dell’organizzazione. Il controllo del rischio clinico è rientrato più propriamente nella competenza sanitaria, riconoscendo nella prevenzione degli eventi avversi un tipico percorso di qualità professionale. CONTROLLARE IL SISTEMA •Un’altra evoluzione di pensiero i m p o rtante si è avuta a part i re dagli anni ‘90. Se tipicamente molti approcci all’evento avverso sono stati negli anni passa ti incentrati sull’erro re umano come causa principale di possibile danno, dopo gli st udi di Reason del 1991, si va prospettando un diverso orientamento per l’analisi degli “incidenti”, focalizzando l’attenzione sulle condizioni nelle quali accade l’er- UL SS A L U T E 8 rore come fallimento del Sistema. Così se in Svezia (come ha riferito in un recente incont ro a Montebel luna il pro f e s s o r Ovretveit) si è avuta una drastica riduzione della mortalità per incidenti stradali agendo su più concause, migliorando gli abitacoli delle vetture e adeguando la rete stradale, perché in Sanità siamo a rincorrere il singolo guidatore? N el Si stema di sicu re z z a dell’Aeronautica statunitense da o l t re 25 anni esiste un attento reporting confidenziale, volontario e senza attribuzione di colpa, che gli stessi piloti e controllori di volo effettuano segnalando gli eventi che avrebbero potuto portare a veri e propri incidenti. • RILEVARE LE CRITICITÀ Uscire dalla consuetudine culturale che tende a identificare un colpevole non è facile per la nostra mentalità, così nei nostri ospedali è così difficile imparare dagli errori. Eppure quanti insegnamenti ci potrebbero dare gli incidenti mancati o le tante situazioni che non necessariamente generano un danno ma sono una spia importante per l’organizzazione. Adottare un Sistema di incident reporting sul modello australiano, mediante la scheda di rilevazione volontaria degli eventi avversi, di cui la Regione Emilia Romagna ha già fatto esperienza, risulta auspicabile e necessario. Nella nostra Regione Veneto, ispirate dall’Agenzia regionale socio sanita ria, a lcu ne Ulss, tra c ui la nostra, stanno iniziando una rilevazione degli eventi avversi con l’ obiettivo di: sperimentare e validare lo strumento; coinvolgere gli operatori e sensibilizzarli al tema della sicurezza delle cure; creare le premesse per la costruzione di una banca dati aziendale e regionale degli eventi avversi ai fini della gestione del rischio; individuare aree di criticità organizzative ed eventualmente carenze di sistema per la conseguente attivazione di percorsi di miglioramento. La sicurezza di un volo aereo è affidata all’abilità del pilota, ma anche alla meticolosità dei controllori di volo e di un apparato a terra che effettua scrupolose verifiche continue di rispondenza a standard di qualità, così ogni volo cessa di essere un’avventura. A l t rettanto deve accadere nel mondo sanitario, il paziente deve poter contare non solo su buoni piloti, ma anche su una buona organizzazione. dott.essa Lorena Sandonà direttore medico dell’Ospedale Tabella 1 Eventi avversi (AE) Eventi avversi prevenibili (sul totale degli AE) Mortalità (sul totale degli AE) Harvard Medical Practice Study 3.7% 58% 13,6% To err is Human Australia 4% 16.6% 53% 6.6% 53% 4.9% Modificata da: “Risk Management in Sanita’ - il problema degli errori” Ministero della Salute marzo 2004. I tre studi presentati concordano sulla percentuale degli errori/eventi prevenibili. 4 SOMMARIO U L SS A L U T E 8 Quadrimestrale di informazione socio-sanitaria dell’Azienda Ulss 8 - Asolo - TV Anno VII - novembre 2004 Direttore editoriale: Gino Redigolo Direttore responsabile: Mariano Montagnin [email protected] Redazione: Giovanna Bragagnolo, Antonio D’Alba, Luciano Milani, Paolo Pavan, Fulvia Salzani, Lorena Sandonà, Alessandro Vanzetto. Redazione tecnica: Paolo Barichello, Maurizia Bordin, Luca De Marchi, Mario Durigon, Paola Marchet, Massimo Melloni, Ester Susin, Silena Tadiotto, Simone Tasso, Maria Zanandrea. Coordinatori di redazione : Rita Cagnin, Ortensio Antonello Fotografia: Enzo Pasqualetto Sede direzione e redazione: Servizio per l’Educazione e promozione della salute [email protected] via Forestuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) Tel. 0423/526414 - Fax 0423/526430 Videoimpaginazione e Stampa: Stab. Tip. DE ROSE - Cosenza Concessionaria pubblicità: “Comunicare” - Treviso Tel.0422/421430 r.a. - Fax 0422/420167 Autorizz. Tribunale di Treviso: n. 1072 del 6/10/’98 UL SSA L U T E 8 Intervento Indice 3-4 5 Primo piano Prevenire e curare l’osteoporosi. Pacs-Ris: avanza il digitale nell’Ulss. Presto il Centro unico prenotazioni provinciale. 6-7 8 9 Ulss 8 Nuove nomine. 10 Mario Frasson presidente della Conferenza dei sindaci. 11 I lettori scrivono a UlsSalute 8. 12 Call center: il poster della campagna promozionale. 13 Si sviluppa il polo universitario dell’ospedale di Castelfranco. 15 Il promotore della salute nei luoghi di lavoro. 16 Alta l’adesione allo screening mammografico. 17 Speciale Formazione e aggiornamento “sotto casa” per il personale. 18-19 Per i minori in difficoltà arriva il tutore volontario. Piano d’azione per la disasseufazione dal fumo. Assistere i malati terminali a domicilio. 21 22 23 Ulss 8 informa Un convegno per discutere di scelte etiche in medicina. L’Ufficio benefici economici agli invalidi civili. Assegno di sollievo: utilizzo completo dei fondi. EEg in età evolutiva. Menù multietnico. Defibrillatori. L’Ufficio relazioni con il pubblico. Campagna per la vaccinazione antinfluenzale. Nelle scuole visite odontoiatriche mirate. 25 26 27 28 31 33 35 Spazio associazioni Associazione famiglie italiane. A Vedelago il Centro per anziani monsignor Lorenzo Crico. Convegno associazione Farcela. Chi non fuma vince. 36 37 38 5 UL SS A L U T E 8 Le più colpite sono le donne, l’Oms considera l’osteoporosi una malattia sociale, indicandola ai governi fra le sfide della medicina nei prossimi anni SALVIAMOCI LE OSSA ’Osteoporosi rappresenta un grave problema di salute pubblica in tutti i paesi in cui l’andamento demografic o è caratterizzato dal pro g re s s i v o invecchiamento della popolazione. Si calcola che in Italia oltre il quaranta per cento delle donne con più di 70 anni siano colpite dalla malattia. La percentuale nei maschi sfiora il venti per cento. L’aumento dell’età è una delle princ ipali cause di perdita di massa ossea in entrambi i sessi, anche se il fenomeno inizia prima nella donna dopo la menopausa. Il dottor Pietro Gas paro n i , endocrinologo del re p a rto di Medicina Generale Castelfranco Veneto, spiega così l'osteoporosi. Lo scheletro è costituito da tessuto osseo, la cui struttura microscopica è rappresentata da una fitta impalcatura di lamelle (trabecole), costituite in prevalenza da calcio, disposte spazialmente in modo da determinarne la tipica resistenza. L’ o s t e o p o rosi è una malattia dello scheletro dovuta al p rodursi di due fenomeni contemporanei: perdita di tessuto osseo, deterioramento della sua qualità per assottigliamento e distruzione delle trabecole ossee. Si verifica una progressiva prevalenza dei processi di distruzione rispetto a quelli di ricostruzione, con bilancio negativo nel lavoro di rimodellamento. Come conseguenza vi è una perdita delle s c o rte di calcio accumulate in adolescenza e poi fino a circ a trent’anni. Chi sono i soggetti a rischio? I maggiori fattori di rischio sono rappresentati: età superiore ai 65 anni, presenza di fratture vertebrali, frattura da fragilità (da trauma banale) dopo i 40 anni, storia familiare di fratture (in particolare frattura di femore materna), terapia con cortisone da oltre 3 mesi, L s i n d rome da malassorbimento intestinale, menopausa pre c o c e prima di 45 anni, osteopenia radiologi ca, malattie endocrine (iperpar a t i roidismo, ipogonadismo). Altri fatt ori minori di rischio sono il basso peso corp o reo, il fumo, l’eccessivo uso di c a ffè, il ba sso apporto alimentare di calcio, perdita di peso prima dei 25 anni, malatti e re u m a t o l o g iche, il pre g re s s o i p e rt i ro i d i s m o , l’uso cronic o di alcuni farm a c i (eparina, anticonvulsivanti). Accanto alla osteoporosi postmenopausale o senile vi sono forme di osteoporosi secondarie a molteplici malattie del sangue, pneumologiche, endo- Nel quadro di Klimt le età della donna: infanzia, maturità e vecchiaia. crinologiche, gastroenterologiche. spontaneamente con violento Quali sono i sintomi? d o l o re dorsale o lombare, non La malattia è del tutto asintomati- sempre viene diagnosticata, conca. Non causa dolore, imputabile fusa come gener ico “mal di ad altre patologie degenerative schiena”. Comporta riduzione come l’artrosi, finché non si verifi- dell’altezza vertebrale e il rischio ca la frattura anche per traumi di ulteriori fratture con progressimodesti o spontaneamente. Tre vo incurvamento del dorso e calo sono le sedi dello scheletro più dell’altezza corporea. Frattura al colpite. La frattura al polso è la collo del femore, la più pericolomeno pericolosa, ma rappresenta sa; si verifica in una donna su sei un campanello d’allarme. La frat- e in un uomo su venticinque in tura alle vertebre è la più frequen- età avanzata verso 80 anni, comte, viene colpita una donna su p o rta sempre ospedalizzazione quattro, in età talora precoce fra i ed intervento chiru rgico, che 60-70 anni, spesso si verifica deve essere il più tempestivo 6 UL SSA L U T E 8 possi bile, espone ad elevato rischio di mortalità, co-morbilità ed invalidità permanente con elevati costi umani e socio-sanitari Come viene diagnosticata l’osteoporosi? La strumentazione considerata più idonea per rilevazione della densitometria ossea è la Moc (Mineralometria ossea computerizzata) e la metodica di riferimento è la Dxa (a raggi X a doppia energia), che può esser effettuata su qualsiasi segmento scheletrico, ma generalmente a livello vertebrale e femorale. La Tomografia computerizzata (Tac) a livello vertebrale può esser impiegata per la diagnosi di osteoporosi (Qtc), preferibilmente prima dei 65 anni. Quando eseguire la densitometria ossea? L’ a c c e rtamento diagnostico va generalmente eseguito dopo la menopausa o dopo i cinquant’anni nel maschio in presenza di alcuni fattori di rischio. E’ un errore metodologico e fonte di inutili allarmismi eseguire di routine la densitometria al momento della menopausa. La densitometria non va ripetuta prima di 2 anni, anche nel caso si sia iniziata una terapia. E’ importante la prevenzione? Un corretto stile di vita aiuta a p re v e n i re l’osteoporo s i . Fondamentale un’adeguata introduzione con la dieta di calcio già dall’infanzia, favorendo l’assunzione di latte e latticini (va ricordato che il latte s c remat o, qui ndi con quantità ridotta di grassi, mantiene il suo contenuto di calcio); nella donna dopo la menopausa o nel maschio dopo i 50 anni è necessario un appor to di almeno 1.5 grammi di calcio al giorno. L’attività fisica all’aria aperta (almeno 3 volte alla settimana passeggiat a di 1 ora; il sole favorisce la sintesi di vitamina D necessa ria per l’assorbimento del calcio) è particolarmente indicata. Si r i c o rre anche alla vitamina D, in particolare nei soggetti anziani istituzionalizzati. Inutile dire che si deve abolire il fumo, ridurre l’ alcol, il caffè e il sale. A questo proposito dalla Regione Veneto, capofila in Italia, partirà un preciso progetto per l’osteoporo s i , che prevede in particolare educazione alimentare e miglioramento degli stili di vita, individuazione dei soggetti a rischio con formulazione di interventi mirati. Il moderno densitometro disponibile presso la Radiologia dell’Ulss 8. 7 Come prevenire le fratture? Le cadute rappresentano la causa più frequente di frattura. R i d u rre le cadute signi fica , soprattutto nei soggetti a rischio, ridurre le fratture. E’ importante mantenere un buon tono muscolare, ma sono importanti, in partic o l a re per gli anziani, alc uni accorgimenti: evitare le cause di inciampo (ad esempio i tappeti), evitare le cause di scivolamento (ad esempio la cera sui pavimenti), migliorare la illuminazione negli ambienti, dotare scale e bagni di punti di appoggio e, se affetti da osteoporosi, evitare di sollevare pesi eccessivi. Qualora tutti i provvedimenti pre v e n t i v i siano risultati inefficaci, su consiglio medico, è possibile oggi instaurare efficaci terapie farmacologiche in grado di migliorare la densità minerale ossea e ridurre del 30-50% la probabilità di frattura. L'Ulss 8 come risponde a questa patologia così diffusa? Si è dotata presso la radiologia dell’Ospedale di Castelfranco Veneto di una stru m e n t a z i o n e Dxa. A ll’Ospedale di Montebelluna è attualmente in funzione la Qtc. UL SS A L U T E 8 Con l’aggiornamento del “Pacs Ris” le immagini radiologiche viaggiano veloci in ospedale e nel territorio, diminuisce la possibilità di errore nella refertazione SEMPRE PIÙ DIGITALE n altro passo verso l’Ulss digitale si sta compiendo presso la Radiologia di Castelfranco Veneto e Montebelluna. Con l’inizio del prossimo anno entrerà a regime il nuovo “Pacs Ris” per le gestione e l’archiviazione di tutte le immagini radiografiche. Il dottor Guido Liessi, responsabile del Dipartimento di Diagnostica per immagini dell’Ulss 8, assieme al dottor Francesco Spigariol primario della Radiologia di Montebelluna e la dottore s s a Franca Chi eri che tti pri mario di Medi cin a n u c l e a re, è stato il principale sostenitore di questo sviluppo del sistema informatico che presiede alla registrazione, all’invio e alla archiviazione delle immagini. L’ a g g i o rn a m e n t o richiesto alla General Electric, titolare del sistema, ha riguardato la possibilità di trasmettere immagini e referti direttamente ai reparti e nel prossimo futuro anche ai medici di famiglia. A Castelfranco si analizzano le immagini davanti alla consolle. Sono state aumentate le capacità di memoria del sistema e un “web-server” coordina la trasmissione delle immagini. Migliora il lavoro del radiologo che ora davanti alle Questa sigla sta per Picture archives communica- consolle può guardare, in alcuni casi, le circa seition system, ovvero la parte del sistema che archi- cento immagini di un esame radiologico-tac e in via e invia le immagini e Radiologic inform a t i o n tempo reale consultare tutto quello che c’è in archisystem che si occupa di tutta la parte burocratica vio di quel paziente. Può ricavarne le immagini più amministrativa con la gestione delle risposte. significative per farne dei radiogrammi e ordinare Grazie a questa ulteriore innovazione l’Ulss 8 in tutte le immagini per realizzare un cd. Infine, cosa quattro anni ha compiuto il passaggio dall’analogi- fondamentale, scrivere il referto oppure, a breve, co al digitale, ovvero alla possibilità di memorizzare comporlo vocalmente facendo scorrere davanti a sé, immagini utilizzando delle sequenza numeriche, in ottima risoluzione, tutte le “immagini” disponibili. immagini che così sono più definite e precise e “Tutto il lavoro del radiologo - spiega il dottor Liessi facilmente trasmissibili via cavo. La tac, la risonan- -, grazie al nuovo “Pacs Ris”, passa rapidamente za magnetica, la radiologia tradizionale, il mammo- via cavo ai reparti e al paziente vengono consegnagrafo, i “telecomandati” e la tac-pet sono collegati te alcune immagini su lastre e tutte le immagini su a questo sistema. cd. Non possiamo non dare la documentazione classica, le strutture sanitarie del Veneto e i vari specialisti non hanno tutti famigliarizzato con i nuovi strumenti, qualcuno, pur essendo un ottimo professionista, preferisce vedere “le lastre”, ecco perché la documentazione resta mista. Nel Veneto siamo tra i primi nel digitale, anche se l’innovazione tecnologica e così rapida che difficilmente si può essere del tutto aggiornati. Aumenta la cura del medico radiologo nel refertare, avendo a disposizione tante immagini: vedere più immagini significa comunque minore possibilità di errore. Significativo anche l’impegno del tecnico di radiologia, oggi è un laureato, che è chiamato anche alla ricostruzione di immagini tridimensionali da forn i re al radiologo. Migliora la tecnologia e nel contempo aumenta, quasi di conseguenza, la qualità dell’impegno di Tecnico di radiologia controlla la Risonanza magnetica di Montebelluna. tutto il reparto”. U 8 U L SSA L U T E 8 Dal 2005 le Ulss trevigiane condivideranno le “agende degli appuntamenti” Con il Cup provinciale tempi di attesa più brevi Lo abbiamo fatto tutti. Av e v a m o bisogno di un esame specifico e siccome nella nostra Ulss dovevamo attendere molto abbiamo chiamato le Ulss vicine per vedere se i tempi di attesa erano più brevi. L’idea è utile, ma, oltre a costringere a diverse telefonate, riempie le agende di appuntamenti che poi non vengono annullati. Nella fretta infatti molti, trovato un posto in un’Ulss vicina, non cancellano l’appuntamento già preso con la propria Ulss. Con l’inizio del prossimo anno tutto questo non sarà più necessario, anzi dovre b b e ro essere migliorati i tempi di attesa. Si tratta di un frutto prezio so del “Tavolo di concertazione” istituito tra l’Ulss 8 di Asolo, la 9 di Treviso e la 7 di Pieve di Soligo. Le Ulss hanno deciso di condividere le agende degli appuntamenti attraverso i rispettivi Centri unici prenotazioni. La difficoltà era tecnica, in quanto si dovevano far colloquiare sistemi inform a t i c o digitali diversi. Per questo si è utiliz- Analogamente il Servizio trasfusionazato il progetto “Iess” della Regione le potrà avere una dimensione proVeneto che definisce standard e pro- vinciale. Di fatto un donatore di santocolli di interconnessione tra le gue potrà recarsi in qualsiasi struttuaziende sociosanitarie del Veneto. Si ra delle Ulss trevigiane che sarà ricopotranno aprire così le “porte di nosciuto dal sistema integrato. Si sta dominio” dei diversi cup trevigiani e costituendo una banca dati della prenotare, pagare e ricevere re f e rt i p rovincia di Treviso: il pro g r a m m a da Ulss diverse dalla propria. Si stan- dovrebbe essere compiuto nel giro di no decidendo le regole secondo le tre o quattro mesi e successivamenquali tutto questo potrà essere attua- te essere operativo. to per evitare inutili ricorsi a strutture diverse dalla propria, ma il vantaggio sul piano dell’offerta dei servizi è indubbio. Dal 15 di novembre le agende verranno condivise, mentre i test di verifica della gestione integrata delle agende si svolgeranno a fine novembre e a fine dicembre. Con il nuovo anno e la definizione delle regole con cui accedere al s e rvizio il Cup pro v i n c i a l e diventerà una realtà. Il Centro unico prenotazioni dell’Ulss 8 in via delle Querce. 9 UL SS A L U T E 8 Nuovo direttore per il Sanitario Uno psicologo, Natalino Filippin, alla direzione del SerAT orse qualche paziente la r i c o rderà ancora come m edico di famiglia a Vedelago. Anna Maria Brosolo, dal 21 agosto nuovo Dire t t o re sanitario dell'Ulss 8, ha cominciato così. Dopo la laurea in Medicina e chirurgia all'università di Padova, dal 1980 al 1985 è st ata medic o di medici na generale presso il comune di Vedelago. Specializzatasi in Igiene e Medicina pre v e n t i v a Anna Maria Brosolo nuovo direttore sanitario. all'Università di Parma, nel 1985 diventa vicedirettore sanitario dell'Ospedale di Castelfranco. Dal 1995 è Dire t t o re sanitario dell'Ospedale dell'Ulss 8, dei presidi di Castelfranco e Montebelluna. Dunque benché nata a San Daniele del Friuli la dottoressa Brosolo, grazie alla serie di incarichi professionali fin qui svolti, ha potuto conoscere a fondo il territorio e i due presidi ospedalieri di Castelfranco e Montebelluna. Tra i suoi titoli di formazione vanta anche il Diploma di qualificazione in amministrazione sanitaria e il Master in amministrazione sanitaria, entrambi conseguiti a Roma nel 1993. Numerosi i gruppi di lavoro a cui a partecipato da quello coordinato dal Ministero della Sanità denominato "Progetto infezioni delle vie urinarie" a quello sul "Sistema inferm i e r i s t i c o Veneto". Ha partecipato alla Commissione sul prontuario terapeutico farmaceutico, sulle infezioni ospedaliere ed è stata componente del Comitato etico. Nell'Ulss 8 ha contribuito alla redazione del project finacing come componente dell'Unità di progetto sul tema. a quarantuno anni, è uno psicologo, specializzato in terapia famigliare, il nuovo responsabile del Servizio alcologia del l’Ulss 8, dottor N a t a l i n o Filippin. Il Servizio oltre al re s p o n s a b i l e dispone di due psicologi, otto educatori, due infermieri, due medici part time, un addetto all’assistenza, un’assistente sociale. Il Servizio si occupa di prevenzione, cura e riabilitazione dai problemi alcolfumo correlati e compl essi. Direttamente gestisce gli ambulatori di Castelfranco, Giavera, Valdobbiadene e Cre s p a n o . Organizza la comunità alcologica e quella per la doppia diagnosi che ospitano 19 utenti. Il SerAT promuove i corsi per la disassuefazione dal fumo. In convenzione con l’Associazione alcolisti in trattamento segue gruppi di auto mutuo aiuto e con la Cooperativa Sonda il Centro diurno di Vallà di Riese. Infine collabora per l’inserimento lavorativo con la cooperativa il Portico e il “Sonda”. F H REDIGOLO NOMINA TRE NUOVI PRIMARI odontoiatria e protesi dentaria dell'Università di Padova) diretta dal professor Giuseppe Ferronato. La Giunta Regionale ha attribuito all’Ulss 8 una nuova Unità operativa di chirurgia maxillo-facciale, totalmente dipendente dall'Ulss 8, e Franco è il suo primo direttore. PRONTO SOCCORSO Nuovo primario per il Pronto soccorso delle due sedi ospedaliere di C astelfranco Veneto e Montebelluna è il dottor Maurizio Sacher, nato ad Udine nel 1956, laureato in medicina e chirurgia p resso l’Università di Ve rona nel 1985. Il dottor Sacher ha maturato la sua esperienza principalmente nei tredici anni di lavoro presso il Pronto soccorso di Padova e, precedentemente, presso la medicina d’urgenza di Udine. NEFROLOGIA E DIALISI Ha percorso quasi tutto il suo cammino professionale nell'Ulss 8 il primario di Nefrologia e Dialisi, il dottor Massimo De Luca. Sostituisce il dottor Carmelo Cascone. De Luca è nato a Lecce, ha cinquantacinque anni, tutta la sua formazione si è svolta a Napoli dove si è laureato in Medicina e chirurgia nel 1974. Si è specializzato in Nefrologia nel 1979. Dal 1976 è in servizio nel presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto. Ora dir iger à un re p a rto che ha a Castelfranco il centro per la nefrologia e la dialisi a Castelfranco e Montebelluna. CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE Per la Chirurgia maxillo-facciale è primario il dottor Maurizio Franco, nato a Treviso nel 1956, laureato in medicina e chirurgia a Padova nel 1981, specialista, oltre che in chirurgia maxillo-facciale, in odontostomatologia ed in anestesia e rianimazione. Il dottor Franco ha esercitato presso la Chirurgia maxillo-facciale (prima sezione aggregata della clinica odontostomatologica del corso di laurea in 10 UL SSA L U T E 8 Dopo le elezioni rinnovate le cariche nella Conferenza dei sindaci dell’Ulss 8 Mario Frasson presidente della Conferenza occherà a Mario Frasson, sindaco di Resana, guidare nei prossimi anni la Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 8. Il 28 sett e m b re scorso è stato eletto a grande maggioranza pre s i d e n t e della Conferenza dai colleghi sindaci degli altri comuni del territorio dell’Ulss 8. Assieme a lui è stato nominato l ’Esecutivo che sarà composto da Daniele Ferrazza, sindaco di Asolo, Maria Gomierato, sindaco di Castelfranco Ve n e t o , Laura P uppato, sindaco di Montebelluna e Pierg i o rgio Davì, sindaco di Valdobbiadene. Frasson è nato a Resana nel 1945. La carriera professionale l’ha svolta a l l ’ i n t e rno dell’Ente Veneto per l’Agricoltura. E’ noto per essere stato per due legislature dal 1987 al 1994 deputato del Parlamento italiano, già sindaco di Resana, dal 1974 al 1993, vicepre s i d e n t e T dell’Ospedale di Castelfranco e presidente del Consorzio trasporti Muson. La sede amministrativa della C o n f e renza dei sindaci resterà a C aer ano S an Marco, sede che risulta abbastanza baricentrica rispetto al territorio dell’Ulss 8. “Il progetto più importante che la Conferenza affronterà nei prossimi mesi sarà quello del project financing - ha dichiarato Frasson -, che prevede il completamento e l’amm o d e rnamento degli ospedali di Castelfranco e Montebelluna. Un progetto realizzato con strumenti finanziari nuovi e che non intaccherà i “livelli essenziali di assistenza”. Il “project” darà finalmente presidi ospedalieri moderni, strutt u re che erano attese da molto tempo nel territorio”. Il nuovo presidente ha cominciato un giro di conoscenza delle diverse 11 s t ru t t u r e s o c i o s a n itarie. Infatti, oltre ai compiti di indirizzo generale, la Conferenza deve cont r i b u i re a realizzare il Piano di zona lo s t ru m e n t o base per l’integrazione dei servizi sociosanitari. “ C o n f e rmando il nostro impegno a t t o rno al tema della famiglia – dichiara ancora Frasson -, un altro argomento che intendiamo affront a re è quello delle liste d’attesa. Dovremo individuare insieme alla Direzione generale dell’Ulss 8 tempi più rapidi di accesso ai servizi”. UL SS A L U T E 8 Inviate le vostre lettere in redazione oppure utilizzate la posta elettronica CARA ULSSALUTE 8... ASSOCIAZIONI PER VIVERE S o no d i ab e t ic o i ns u li n o dipendente e sono portato re di una ileostomia a causa di una malattia infiammatoria cro nica del colon e del retto. La mia è una condizione difficile, oltre a portare il “sacchetto” per le mie necessità, devo fro n t e g g i a re il “diabete mellito di tipo 2”. La m alatti a infia mmato ria m i ha costretto a ben sei in ter v e n t i c h i ru rgici e a numerosi rico veri. La serie di analisi a cui sono stato costretto è infi nita, anche perché le conoscenze attorno alla mia malattia nel ’90 erano piuttosto ridotte. Le opera zioni che ho subito hanno com portato l’asportazione del colon e interventi ripetuti al retto, il tutto è stato estremamente doloroso e inval idant e. S on o i nfo rm a t o attorno al mio stato di salute e ho la speranza che il settimo inter vento chiru rgico non arrivi mai. Devo dire che dopo la prima ope razione ero pessimista, vedevo tutto nero, gestire la mia ileosto mia mi sembrava un pro b l e m a insormontabile. Devo ringraziare mia moglie Lella, il suo aiuto è stato fondamentale, in casa è lei che mi fa da infermiera, senza il suo sostegno non sarei mai venu to fuori. Devo ringraziare i medici, le infermiere e gli infermieri del l’Ospedale di Padova e di Castel franco Veneto. Voglio però sotto lineare l’importanza di due Asso ciazioni a cui ho aderito quella dei diabetici e quella degli stomizzati e incontinenti. Al Centro antidiabetico di Castel franco trovai subito una bella accoglienza. Ricordo il dottor B el tr ame ll o ch e e ra a ll o ra il responsabile e il dottor Confortin. Ricordo i volonta ri e in particolare la signora Gallina ro che mi propo se l’iscrizion e all’Associazione. Far parte dell’As sociazione aiuta a comprendere che dopo tutto la vita è ancora bella da vivere. Serve pure a far valere i propri diritti. Offre l’occasione per partecipare a una serie di utili ini ziative. Io frequento da due anni i campi scuola per i diabetici e i loro familiari. Li ritengo molto utili dal punto di vista formativo e associativo, ci sono dei medici molto preparati. Attraverso l’adesione ha queste due Associazioni ho conosciuto storie diverse, persone che nono stante la vita sia difficile data la situazione in cui sono costretti a vivere, trovano ancora la forza e il coraggio di viverla. Paolo Schiavon 12 MUOVERSI FA BENE ttimo consiglio. Ho trova to l ’opu sc olo “Chi si muove... si gode la vita” nella sala d’attesa dell’ambulato rio e ho seguito il suggerimento semplice e fattibile in esso con tenuto. Assumo da 15 anni due compresse al giorno per iperten sione arteriosa e la mezzora giornaliera di attività fisica l’ho sentita un completamento della terapia già in atto. Ho sempre cercato di trovare gli spazi per camminare abbastanza vigoro samente, cardiopatia permetten do, ma non ero continua. Dopo la lettura dell’opuscolo, ho cer cato di essere costante nella mia attività come viene suggerito. Ho già notato che durante i tratti di salita non mi fermo più, in quan to avverto meno la sensazione di “fiato corto”. Un sentito grazie. Maria Biscaro O ANCHE IL COMUNE RINGRAZIA In merito all'iniziativa “Chi si muove... si gode la vita” ci tenia mo a farvi sapere che è molto ben riuscita e che il materiale è stato più volte richiesto. Coloro che hanno avuto modo di leg gerlo hanno apprezzato molto le p roposte tanto che in pochi giorni gli opuscoli sono stati tutti portati via dagli utenti. Comune di Maser UL SSA L U T E 8 Con il Corso per igienisti dentali continua la definizione del Polo universitario presso il Presidio ospedaliero castellano, attesi altri due corsi L’Università a Castelfranco C resce la richiesta di personale specializzato in igiene ora le e l’Università di Padova assieme all’Azienda sanitaria Ulss 8 inaugurano a Castelfranco il primo corso di laurea in igienista dentale in Veneto. Il professor Gian Antonio Favero, direttore della Clinica odontoiatrica dell’Università di Padova e del Centro di alta specializzazione in implantologia della Regione Veneto, inaugurando l’anno accademico a Castelfranco l'11 ottobre scorso, davanti a una settantina di allievi, ha sottolineato l’importanza di questa alta specializzazione, dato che ogni studio dentistico e ogni struttura odontostomatologica richiede questa figura. Dal detartraggio alla educazione e cura della igiene dentale l’impiego dei nuovi igienisti con laurea breve è ampio e richiesto. F a v e ro ha sottolineato anche l ’ i m p o rtanza delle sinergie tra Padova, la Regione Veneto e l’Ulss 8 proprio in questo settore dell’alta specializzazione, dove le università stanno sempre più impegnandosi per fornire tecnici speciali sti in tempi re l a t i v amente brevi. Soddisfazione è stata espre s s a da G ino Redigolo, dire tt o re generale dell’Uls 8, per il r a ff o rz a m e n t o delle pre s e n z a di corsi di laurea nell’Ulss, che c o n f e rma l’ec- Il professor Favero e il dottor Redigolo inaugurano l’Anno accademico. cellenza delle strutture cliniche disponibili, nel le, quella dell’igienista dentale, caso specifico il Servizio autono- che non solo in Italia ma nella mo di Pedodonzia e il Servizio di stessa Europa, forse con la sola C h i ru rgia maxillo facciale, nelle eccezione dei paesi scandinavi, è quali gli studenti svolgeranno il scarsamente presente. Secondo i dati raccolti nel 2001 in Canada, tirocinio pratico. Le lezioni sono iniziate lunedì 18 Stati uniti e Giappone l’igienista o t t o b re e il primo semestre si dentale è presente in numero concluderà a fine febbraio. I primi quasi pari a quello dei dentisti, mentre in Europa gli igienisti sono specializzati con laurea bre v e circa il sei per cento dei dentisti. usciranno fra tre anni. Il corso si Se si considera che l’igienista dividerà per la frequenza tra dentale integra il lavoro dell’oPadova e Castelfranco. dontostomatologo nella prevenL’avvio del Corso di laurea colma zione e nella cura e mantenimenun vuoto presente nel Veneto e to dei denti - si occupa, ad esempromuove una figura professiona- pio, di progetti di educazione sanitaria dentale e provvede all’ablazione del tartaro - si comprende la necessità di riequilibrare questa proporzione. Il corso, di durata triennale, offre quindi ottime prospettive di inserimento nel mondo del lavoro. Con l’attivazione di questo corso di laurea Castelfranco Veneto si c o n f e rma polo universitario in p a rtnership con l’Università di Padova. Sono attesi nuovi corsi. Per quanto riguarda le scienze i n f e rmieristiche l’accordo è già stato definito, mentre si stanno p recisando le modalità per un altro corso di laurea. Si consolida il rapporto, sui progetti di formazione e alta specializzazione, tra Regione Veneto, Ateneo patavino e l’Ulss 8. 15 UL SS A L U T E 8 L’introduzione del “promotore della salute nei luoghi di lavoro” offre alle imprese consulenza preziosa su sanità e sicurezza e migliora la loro immagine Aziende in Salute n progetto di intervento di promozione della salute nei luoghi di lavoro che ha come argomento centrale il “disability management” è uno dei primi frutti del gruppo dei “promotori della salute nei luoghi di lavoro” costituito ad aprile pres so Servizio di prevenzione igiene e sicure z z a ambienti di lavoro (Spisal) dell’Ulss 8. Tale gruppo è costituito da due assistenti sanitarie, un’infermiera professionale, due dirigenti medici, il direttore del servizio. L’obbiettivo del progetto specifico è la realizzazione all’interno di una grossa azienda privata di un intervento che induca un miglioramento nell’inserimento lavorativo dei disabili, costituendo entro un anno circa un gruppo aziendale di esperti in disability management, al fine di realizzare l’inserimento lavorativo di almeno un disabile che sia poi in grado mantenere nel tempo il proprio posto di lavoro. In ambito lavorativo, la promozione della salute è il risultato dell’impegno congiunto di datori di lavoro, lavoratori, istituzioni, servizi sanitari e società tutta per migliorare la salute ed il benessere delle persone nei luoghi di lavoro. La Regione Veneto persegue questo obbiettivo con il Piano di Promozione della salute nei luoghi di lavoro, che comprende appunto la costituzione di gruppi regionali di esperti, formazione dei promotori, sensibilizzazione di tutti gli operatori degli Spisal, condivisione degli obiettivi con le parti sociali, interventi nelle aziende. Strategica è la formazione del pro m o t o re della salute nei luoghi di lavoro, figura professionale in grado di intervenire nelle fabbriche più sensibili, in collaborazione con le parti sociali per far nascere Gruppi aziendali di progetto, ai quali competerà di attivare iniziative di promozione della salute. Il ruolo del promotore della salute nel proprio Servizio prevede che egli divenga punto di riferimento normativo e culturale al quale possono attingere tutte le figure interessate e sensibilizzate del servizio o di enti esterni (sindacati, ditte, ecc.), inserisca azioni di promozione della salute nel calendario di attività del servizio, si occupi di formare altri operatori e quindi p o t e n z i a re il num ero delle figure p ro f e s s i o nali in gra do di svolgere azi oni di promozione della salute. Sarà quindi suo compito i n d i v id u a re le aziende sensibili ai vari int erventi di promozione attraverso r i c h i e s t e Disabili al lavoro: la sicurezza al primo posto. dirette delle aziende stesse, incontri con le associazioni di categoria, coinvolgimento degli operatori del servizio. Dovrà incontrare i datori di lavoro, i responsabili aziendali del servizio prevenzione protezione, i rappresentanti della sicurezza dei lavoratori, i medici competenti per effettuare interventi di presentazione e sensibilizzazione sulle varie tematiche di promozione della salute. Da una recente indagine risulta che la promozione della salute nei luoghi di lavoro porta a una maggiore sensibilizzazione dell’imprenditore e giovamento dell’immagine e della reputazione dell’azienda. Gli interventi promossi dalle aziende riguardano: attenzione alla salute e alla sicurezza, formazione specifica degli addetti, gestione partecipativa, valorizzazione del lavoro di gruppo, affidabilità, trasparenza, conformità ai requisiti richiesti dal cliente, sicurezza dei prodotti. dott.ssa Federica Zannol responsabile progetto promozione della salute U 16 UL SSA L U T E 8 I tassi di adesione delle donne nell’Ulss 8 fra i più alti nel Veneto Screening mammografico per prevenire il tumore al seno ei paesi sviluppati, il tumore della mammella rappresenta la neoplasia più frequente e la causa di morte per tumore più importante nel sesso femminile: ogni anno nel nostro paese si ammalano circa 32.000 donne. Sulla base dei dati del Registro tumori, si stima che in Veneto, nel 2002, i nuovi casi di t u m o re della mammella siano stati più di 3.100, pari al 27,5% di tutte le neoplasie nelle donne. La medicina negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante nella prevenzione, diagnosi e cura di que sta malattia; per quanto Nell’Ulss 8 l’adesione è fra le più alte, 80,7%, e superiore alla media regionale pari al 65,4% (2002). riguarda la prevenzione, programmi di screening mammografico tutte le donne residenti di età si che la percentuale di donne per la diagnosi precoce del tumo- compresa tra i 50 e i 69 anni che invitate rispetto alla popolazione re alla mammella, sono iniziati in vengono invitate con lettera perso- bersaglio sia andata progressivaE u ropa già negli anni ’80 e si nalizzata ad effettuare una mam- mente aumentando dal 10,6 % sono dimostrati efficaci nella ridu- mografia presso le Radiologie di del 1999 fino all’85,6% del 2002. zione della mortalità specifica. Castelfranco Veneto, Montebelluna Ma ancora più significativi sono i Nell'Ulss 8 è attivo dal 1999, un e Valdobbiadene. L’esame è gra- risultati in termini di adesione al p rogramma di screening per la tuito e non richiede l’impegnativa programma, che è progressivaprevenzione del tumore al seno del medico curante. Il programma mente aumentata passando dal che, unitamente a quello per la di sc reening prevede che le 56% del 2000 all’ 80,7 % del diagnosi precoce del carcinoma donne con mammografia negati- 2002. Come si vede dalla tabella del collo dell’utero, attivato a par- va vengano richiamate ogni due sui tassi di adesione da part e tire dal 1998, si inserisce nell’am- anni per un nuovo esame, mentre delle donne venete, l'Ulss 8 ha bito più vasto delle iniziative rivol- le don ne con mammogra fia un'adesione pari all’80,7%, fra le te al miglioramento della salute “sospetta” sono subito avviate ad più alte in regione (2002). della donna. L’obiettivo è indivi- esami di approfondimento, ridu- Sempre più le donne hanno capiduare le lesioni in fase precoce in cendo i tempi di attesa che pro- to l’importanza di affidarsi alla modo da ridurre la proporzione di curano ansia. prevenzione, rispondendo numepersone che arrivano alla diagno- Nel 2004 è iniziato il terzo round rose agli inviti e sottoponendosi si con lesioni in stadio avanzato e (biennio) di screening mammo- con serenità agli accert a m e n t i di conseguenza ridurre terapie grafico, che ha come popolazio- che questa prevede. chirurgiche demolitive. Lo scree- ne bersaglio circa 28.000 donne. a cura del Servizio Igiene ning mammografico è rivolto a Gli sforzi organizzativi hanno fatto e Sanità pubblica N 17 UL SS A L U T E 8 Aula multimediale, tv interattiva, e-learning per il personale dell’Ulss 8, la formazione e l’aggiornamento viaggia in rete o via etere Facile aggiornarsi uesta deve essere un’Ulss diversa dalle altre anche nella formazione del proprio personale: un’Ulss digitale”. L’affermazione del direttore amministrativo dell’Ulss 8, dott. Mario Po’, in occasione del Compa di Bologna edizione 2003, riassume in modo efficace la prospettiva verso cui l’Unità di staff Formazione sta sviluppando la propria offerta formativa negli ultimi mesi. Infatti, con il Piano formativo aziendale per l’anno 2004, curato dall’ufficio, la proposta formativa dell’Ulss 8 si caratterizza per aver introdotto delle soluzioni metodologiche innovative di formazione a distanza. L’e-learning e la televisione interattiva, che utilizzano ed integrano le potenzialità offerte dall’evoluzione tecnologica, da internet alla tv satellitare; vanno ora ad affiancarsi alla tradizionale formazione residenziale d’aula. rispetto agli orari, coinvolgono un gran numero di persone, riducono i costi dell’aggiornamento, garantiscono una formazione diffusa ed uniforme, consentono di valutare tempestivamente i risultati dell’apprendimento, nonché di ampliare notevolmente l’offerta formativa dell’Azienda. Q “ ANCHE L’INGLESE FRA LE PROPOSTE Dall’inizio dell’autunno, grazie alla televisione interattiva, una cinquantina di operatori partecipano in diretta, ogni mercoledì all’ora di pranzo, ad un corso di inglese. Collegati a distanza, via satellite, seguono in diretta su video le lezioni del docente di madreligua e, utilizzando un telefono multifunzionale, interagiscono con lo stesso sempre in diretta, effettuano i test in tempo reale, propongono domande e ne ricevono le risposte come in una normale dinamica di dialogo d’aula. Si tratta per lo più di operatori dell’ospedale che oramai quotidianamente si confrontano, in corsia o negli ambulatori, con utenza sempre più di provenienza internazionale. Chi dovesse perdere una lezione può recuperarne la registrazione collegandosi al servizio di “web campus” disponibile su internet. MENO SPOSTAMENTI PIÙ FORMAZIONE Le metodologie di formazione a distanza introdotte presentano indubbi vantaggi in quanto riducono le cause di allontanamento dell’operatore dalla propria sede di lavoro, garantiscono una migliore flessibilità VIA INTERNET PER I MEDICI Un recente sviluppo della televisione interattiva consente poi di portare su e-learning i corsi allestiti per la tv. Alcuni medici dell’Azienda stanno frequentano infatti in modalità e-learning un corso su tematiche professionali, che altri colleghi hanno già frequentato in diretta interattiva. Nello scenario dell’apprendimento e dell’educazione in generale ormai la formazione a distanza si sta affermando come una realtà consolidata e costituisce una vera e propria risorsa anche per l'investimento in capitale umano delle organizzazioni sanitarie. ABBIAMO QUALCOSA DA INSEGNARE Su questo l’Ulss 8 sta svolgendo un ruolo attivo come progettista e realizzatore in proprio di prodotti formativi in e-learning, con il contributo scientifico di un team aziendale guidato dalla dottoressa Lorena Presentazione del progetto e-learning Ulss 8 al Compa 2003 di Bologna. 18 UL SSA L U T E 8 Sandonà. Due corsi autoprodotti dall’Ulss di Asolo (uno sulla Sars e uno sulla Tutela della Privacy) hanno fra l’altro ottenuto un importante riconoscimento a livello nazionale, a seguito del loro inserimento nel catalogo formativo dei corsi di formazione a distanza promosso dalla Fiaso, nell’ambito di un progetto del Ministero della Salute attivato in collaborazione con la Commissione nazionale Ecm. Il progetto coinvolge su scala nazionale una cinquantina di aziende ospedaliere e sanitarie, presso le quali i corsi realizzati dall’Ulss 8 di Asolo saranno distribuiti. Al progetto peraltro aderiscono anche aziende prestigiose quali il San Raffaele di Milano, le Molinette di L’aula multimediale di Castelfranco Veneto. Un’aula simile è operativa a Montebelluna. In Torino, l’Umberto Primo e il entrambe le sedi sono disponibili una decina di postazioni internet . Bambin Gesù di Roma. L’attività di progettazione e realizzazione non si è tenendo conto degli obiettivi generali e specifici tuttavia esaurita con i predetti corsi. Sono in cantiere della programmazione socio-sanitaria nazionale e nuovi progetti in e-learning di interesse sanitario su regionale. tematiche trasversali quali il “Rischio clinico”, i “Trapianti di organi e tessuti”, la “Gestione delle PREPARATI PER IL CITTADINO CLIENTE risorse umane”. In progetto ci sono anche approfon- La risorsa formativa si pone pertanto l’obiettivo dimenti attorno al tema delle “Innovazioni gestionali” generale di pervenire ad una crescita, maturazione e in sanità (outsourcing, global service, financing valorizzazione professionale di tutto il personale in project). La proposta formativa aziendale trova nel grado di soddisfare, in modo ampio, globale e perPiano formativo il suo momento di “consacrazione sonalizzato, la domanda sempre più complessa e istituzionale”: più di ottanta progetti formativi attivati, diversificata di benessere psico – fisico, sociale ed cinquanta accreditati dal Ministero della Salute nel ambientale proveniente dal cittadino – cliente e dalla programma nazionale di Educazione continua in collettività, promuovendo e tutelando la salute indimedicina, più di duemila ore di formazione previste viduale e collettiva dei singoli, delle famiglie, dei gruppi e delle comunità. Con la leva strategica della in aula. formazione l’Azienda mira a suscitare forti motivazioni negli operatori, a promuovere effettiva cultura CORSI TRADIZIONALI E A DISTANZA Il Piano formativo aziendale rappresenta lo strumen- di servizio, a promuovere la razionalizzazione, l’inteto ove si realizza il raccordo tra la programmazione grazione e modificazioni nell’organizzazione dei seraziendale e la programmazione delle attività formati- vizi e delle prestazioni, a raggiungere una più elevata ve secondo un’idea forte di integrazione tra attività efficacia e produttività del sistema dei servizi socio – tradizionali di tipo residenziale e le metodologie sanitari per migliorare la qualità dei servizi resi e innovative della formazione a distanza. Il Piano pro- l’uso delle risorse, e, non ultimo, a sviluppare l’umapone un’offerta formativa che mira allo sviluppo nizzazione dei servizi basata su una visione integrale delle competenze e delle conoscenze del personale, dell’uomo. dottor Luca De Marchi sia sul versante manageriale-gestionale, che comuniU.s. Formazione cativo-relazionale, nonché tecnico-professionale, Alcuni argomenti di formazione Alcune iniziative contenute nel PFA E-learning Tv interattiva Sars Inglese L. 626/94 Informatica Privacy Comunicazione Trapianti Riforma Biagi sul lavoro Rischio clinico Responsabilità professionale Innovazioni gestionali Firma digitale Gestione risorse umane Affidamento minorile 19 Aula Basic Life Support - Defibrillation Evidenze scientifiche Bisogni di assistenza Emergenza intra ed extraospedaliera Tecniche di imaging in rx Gestione Magazzini Valutazione degli esiti in psicoterapia UL SSA L U T E 8 Si chiama tutore volontario l’innovativa figura introdotta dalla Regione per garantire la crescita dei minori privi di potestà genitoriale MINORI TUTELATI are la propria disponibilità per tut elare un mi nore , assicurarsi che i soggetti coinvolti nella sua crescita e sviluppo svolgano le funzioni di loro competenza: questo il compito del t u t o re volontar io. Egli è responsabile della cura del bambino o dell’adolescente quando non ha i genitori o quando i genitori definitivamente o provvisoriamente sono stati privati della potestà genitoriale. Il progetto tutore volontario, promosso dall’U fficio regionale di protezione e pubblica tutela dei minori della Regione Veneto, in collaborazione con la Regione Veneto e l'Università di Padova mira a garantire che il minore sia segu ito, educato, acc olto. Destinatari del progetto sono i bambini meno fortunati, quelli che non possono per il momento o, a volte purtroppo, per sempre, contare sulla cura, la protezione, la guida dei genitori. Finora per prassi gli organi giudiziari nominano tutori persone che ricoprono incarichi istituzionali nel territorio di residenza del minore (il sindaco, l'assessore, il dirigente dei Servizi sociali, re s p o n s a b i l i dei servizi sociosanitari), potevano crearsi sovrapposizioni di ruoli; la stessa persona doveva e ro g a re l'assistenza e nel contempo, come tutore, garantirne la validit à. Con il tutore volontario è la società civile a proteggere il minore e a garantire l’adeguatezza delle cure a lui prestate. F a re il tutore volontario significa mettere a disposizione p a rte del pro p r i o tempo e della proprie competenze di adulto per aiutare un bambino. Si tratta di un’esperienza di volontariato sociale che responsabilizza l’intera collettività nella cura di bambini e di r a g a z z i . L’istituzione del tutore volontario da parte della Regione Veneto è un segno concreto di promozione della c ultura dei diritti dei bambini e degli Il logo del progetto “pubblico tutore volontario”. adolescenti. Nell’Ulss 8 questo progetto è rea- no i genitori affidatari o la comulizzato dalle promotrici territoriali, nità di accoglienza, i serv i z i formate dall’Ufficio del pubblico sociali e tutta la rete di supporto tutore e dal Centro interdiparti- e sostegno che i servizi sociali mentale sui diritti della persona e hanno messo a punto. Il compito dei popol i dell’Università di del tutore volontario è invece di Padova, la dottoressa Gabriella controllare che tutto venga svolto F o l l i e ro, difensore civico di con competenza e di rappresenCastelfranco, Castello di Godego, tare il minore in tutti gli atti civili. Resana e Vedelago e la dottores- Decide su questioni import a n t i sa Bertilla Marin del Consultorio p roprio come un genitore e dà familiare di Castelfranco Veneto. voce al suo interesse, se ci sono Sono già stati individuati alcuni dei beni è il tutore ad ammini“volontari” e il progetto è avviato. strarli. La nomina del tutore spetUn corso di formazione è partito ta al Giudice tutelare presso i trinel mese di novembre. Ai volon- bunali circondariali e in alcuni tari è stato chiesto: con- casi al Tribunale dei minorenni. sapevolezza delle finalità L’ u fficio della tutela è gratuito. della tut ela minorile, L’obbiettivo è garantire assieme a tempo da dedicare a tutti gli altri soggetti coinvolti un questa funzione, voglia di r i e n t ro sereno e positivo nella c o l l a b o r a re c on tu tti i famiglia di origine, nel momento soggetti coinvolti e in in cui i genitori fossero di nuovo p a rt i c o l a re coloro c he in grado di occuparsi responsaa ffiancano quotidiana- bilmente dei figli, o il raggiungimente il bambino. mento della maggiore età c o n Questa figura non è in uno sviluppo adeguato della perprimo piano per il bambi- sonalità e il ricordo di adulti solin o, anzi può accadere dali e generosi. che il minore la incontri dott.ssa Bertilla Marin Gabriella Folliero e Bertilla Marin promotrici territoriali. assai poco. A lui pensa- Consultorio familiare Castelfranco D 21 UL SS A L U T E 8 Continua l’impegno per il trattamento e la prevenzione dal tabagismo Liberarsi dal fumo, l’Ulss 8 accetta la sfida ’Organizzazione mondiale della sanità ha definito il fumo la prima causa di morte evitabile nei paesi occidentali e, di recente, ha fatto in modo che un numero cospicuo di nazioni (pari a 171) ratificassero il primo trattato internazionale antitabacco. L’intesa sul divieto di pubblicità al tabacco e alle sigarette, nonché la proibizione di usare dichiarazioni ingannevoli sugli effetti nocivi del fumo sono alcuni dei punti qualificanti del trattato. Anche in Italia queste direttive sono state recepite e coinvolgono in primo luogo gli operatori del campo socio sanitario, educativo e della comunicazione di massa. La R e g i o n e Ven e to ha posto grande attenzione al problema tabacco a tu tti i li vell i dall’assistenza, alla cura, alla pre v e nzio ne sia in generale sia su aree speci fiche (ad ese mpio i giovani). Presso l’Ulss 8 da più di un anno è stato costituito un g ruppo di lavoro, che ha sviluppato un programma con un finanziamento di 36mila euro, al fine di re n d e re attuativo il piano regionale ed il progetto interaziendale della Rete veneta in materia di prevenzione da patologie fumo-correlate. La Rete veneta degli Ospedali che promuovono la salute (Hph) sta sviluppando uno specifico progetto relativo al contenimento del fumo in ospedale e nei servizi socio-sanitari per limitare o impedire l’iniziazione al fumo degli adolescenti, aiutare i fumatori attivi a smettere, proteggere i non fumatori dall’esposizione al fumo passivo. Per quanto riguarda la prevenzione sono previste due azioni per ridurre l’iniziazione al fumo attraverso azioni di educazione sanitaria, l’altra per pro- muovere la disassuefazione, ad esempio con un corso ai ragazzi fumatori, aumentando la percentuale delle persone che smettono di fumare. Per aiutare i fumatori attivi a smettere si prevedono due tappe: la prima è finalizzata a fare uno screening del fumatore motivato a smettere (si sono programmati quattro corsi per smettere di fumare), la seconda invece è di tipo ambulatoriale e fornisce un trattamento completo (apertura Ambulatorio di secondo livello per la disassuefazione dal fumo). Va segnalata la partecipazione al programma nazionale “Mamme libere dal fumo ” per ridurre l’esposizione al fumo del feto e del bambino, cre a n d o ambienti domestici liberi dal fumo. Rita Cagnin Servizio educazione e promozione della Salute L AMBULATORIO PER LA DISASSUEFAZIONE DAL FUMO Dal mese di settembre scorso è iniziata l’attività ambulatoriale per chi desidera smettere di fumare. Il Servizio è denominato: Ambulatorio di secondo livello per la disassuefazione dal tabagismo. L’ambulatorio offre un servizio di consulenza sia medica che psicologica a qualunque fumatore che voglia smettere e che senta la necessità di essere aiutato a smettere. La struttura che accoglie il Servizio per la cessazione dal fumo è collocato all’interno del Distretto socio sanitario 1. L’accesso all’Ambulatorio è gratuito e senza prescrizione medica (impegnativa del medico). Con la responsabile del Servizio dottoressa Giunta Maristella (medico pneumologo) collaborano uno psic ologo e un inferm i e re . L’ambulatorio utilizza un trattamento multimodale per la cura e l’assistenza del tabagismo mediante terapia psicologica individuale e di gruppo e l'uso di farmaci sostitutivi alla nicotina. L'Ambulatorio si trova in via Cazzaro n°7 a Castelfranco Veneto. Telefono 0423.732759 fax 0423 732758 E – mail [email protected] Il Servizio si contatta per un appuntamento e/o per consulenza telefonando nei giorni dal lunedì al venerdì ai seguenti orari 9.00 – 13.30, oppure negli stessi giorni e orari recandosi direttamente presso la sede. 22 UL SSA L U T E 8 Adi e Od: accompagnare chi lascia la vita n Italia muoiono ogni anno oltre 159mila persone a causa di una ma latt ia n eop las ti ca. Nel la Regione Veneto i decessi per tumore sono 13mila all’anno e si stima che circa il 70% di queste persone necessiti di cure palliative nella fase term i n a l e (la cui durata media è di 60 giorni). La Regione Veneto ha promulgato delle linee guida per il sostegno ai malati neoplastici gravi in condizioni di terminalità. Si prevede un’aggregazione funzionale ed integrata di servizi territoriali distrettuali e ospedalieri, sanitari e sociali. La fase terminale riguarda non solo i malati neoplastici ma anche chi è affetto da malattie ad andamento evolutivo come ad esempio le gravi cardiopatie, le insufficienza respiratorie croniche, le mal attie neuro l o g i c h e degenerative come la sclero s i laterale Am iotro fic a, le gravi demenze, gli ictus cerebrali, il Morbo di Parkinson e quindi un ancor più ampio numero di persone ha bisogno di assistenza di tipo palliativo. Le cure palliative hanno come obiettivi: la globalità dell’intervento terapeutico esteso al supporto psicologico, relazionale, sociale e spirituale; la valorizzazione delle risorse del paziente e della sua famiglia; la molteplicità delle figure professionali coinvolte nel piano di cura; il pieno rispetto dell’autonomia e dei valori della persona malata; la piena integrazione con i servizi sociali; la continuità della cura e la qualità delle prestazioni erogate. Esse aff e rmano il valore della vita, considerando la morte come un evento naturale. Hanno come priorità il sollievo dal dolore e dagli altri sintomi e cercano di off r i re un sistema di supporto per aiutare il paziente a vivere il più attivamente possibile fino alla morte. Molti studi e la stessa Organizza- I zione Mondiale della Sanità hanno individuato nell’ambiente domestico il luogo di magg i o re p re f e renza per l’erogazione in modo continuo di cure al malato terminale. Nell’Ulss 8 sono attivi due Serviz i d i A s s i stenza domic i l i a re . E ss i e r o g a n o anche cure palliative a domicilio con due modalità. L’ Assistenza domiciliare integrata (Adi) - per pazienti con supporto familiare sufficiente e bisogni sanitari medio bassi - il piano di cura e di interventi viene concordato con il Medico di medicina generale, il quale si potrà avvalere della consulenza dello specialista del Servizio, dell’Assistenza i n f e rmieristica qualificata e di interventi sociali. Vengono conc o rdati preventivamente degli accessi medici, inferm i e r i s t i c i , degli operatori dell’assistenza. Si mantengono tutti i contatti necessari con gli specialisti ospedalieri che avevano in carico il paziente. Quando i bisogni sanitari risultano medio alti si preferisce attivare l’Ospedalizzazione domiciliare (Od), strutturata così: tre accessi settimanali dello Specialista del Servizio, due accessi del Medico di medicina generale, un accesso giornaliero dell’infermiere professionale. Viene garantita una reperibilità sia medica che infermieristica diurna, prefestivi e festivi compresi. 23 Gli obiettivi che il Servizio di Assistenza domiciliare si pone per le cure palliative e di fine vita sono: assicurare assistenza e controllo dei sintomi fisici e psicologici, f o rn i re sostegno alla famiglia e agevolare la permanenza a domicili o nell a convi nzione che soprattutto quando non è più possibile “guarire” bisogna tutelare la qualità della vita, liberare dal dolore, evitare ogni tentazione di accanimento terapeutico e r i d a re di gn ità a l mori re, non o ff rendo solo terapie e pre s i d i sanitari, ma entrando in comunicazione con il malato e la sua famiglia, dedicando del tempo non solo al “fare” ma anche all’ascolto, passando dal “curare” al “ p rendersi cura” o v v e ro all’accompagnamento di chi muore . Solo in questo modo si potrà veramente attuare un intervento di aiuto concreto al malato e alla sua famiglia. dott.essa Paola Paiusco medico del Servizio di assistenza domiciliare di Montebelluna UL SSA L U T E 8 Un Convegno per discutere delle scelte etiche nella pratica clinica, si parlerà anche di eutanasia, accanimento terapeutico, alimentazione forzata. ETICA E CURA I l Comitato per la Bioetica, recentemente istituito nell'Ulss 8, é giunto al compimento del suo primo anno di vita. Ha ritenuto sia arrivato il momento di organizzare un Convegno nazionale, previsto per il 28 Gennaio del prossimo anno, sul tema "La dimensione etica nella pratica clinica". Il Convegno, aperto a tutti gli operatori sanitari e in fase di accreditamento Ecm per medici, infermieri, farmacisti e psicologi, intende far conoscere ed evidenziare l'attività del Comitato, che è un prezioso contributo all'attività degli operatori sociosanitari e una garanzia per i pazienti. La sua mission è di offrire un servizio per la crescita professionale e umana degli operatori sanitari e di proporre degli spunti ai cittadini per comprendere e inserirsi nelle problematiche etiche del mondo della salute. Significativo il tema scelto: "La dimensione etica nella pratica clinica". Oggi si parla di pluralismo morale, etico e religioso che si riflette, naturalmente, in posizioni etiche differenti. Questo apre, nella pratica clinica, un terreno di confronto che spesso può generare conflitti, sia tra operatori sanitari che tra operatori da una parte e pazienti e familiari dall'altra (ad esempio sull’eutanasia, sull’accanimento terapeutico, sull’idratazione e nutrizione forzate). Il cambiamento culturale in atto vede il cittadino sempre più partecipe attivo nella gestione della propria salute, appellandosi ai principi di autonomia e di autodeterminazione. Il Convegno ha l’intento di aiutare a fare chiarezza sui termini, di precisare gli ambiti dell'etica, della deontologia e del diritto. Sarà occasione per mettere a fuoco le questioni etiche e favorire il dialogo e la comprensione tra punti di vista diversi. Questo permetterà di approfondire gli aspetti fondamentali sui quali trovare un approccio comune ai problemi etici della pratica clinica e al modo di rapportarsi nei confronti dei pazienti. Il programma è nutrito e presenta relatori di primo piano. Il Gruppo Comunicazione Comitato etico Ulss 8 Venerdì 28 gennaio 2005 - presso Hotel Fior - Castelfranco 8.15 - 9.00 Registrazione partecipanti 9.00 - 9.30 Presentazione Nadia Cavalli, Michele Gallucci Modera: Marina Coppola 9.30 - 10.30 La medicina di oggi tra etica, deontologia e diritto Camillo Barbisan Discussant: Marta Rampazzo, Patrizia Borsellino 10.30 - 11.15 Aspetti deontologici: contraddizioni all’interno dei codici deontologici medico e infermieristico Luciano Orsi, Stefano Spaliviero Discussant: Luigi Pavanello, Laura Canavacci 11.15 - 11.45 Coffee break 11.45 - 13.15 Aspetti etici: “E se la pensiamo diversamente?”. Il problema del pluralismo morale all’inizio e alla fine della vita. Dibattito: Corrado Viafora, Patrizia Borsellino Discussant: Laura Canavacci, DionisioRossi Modera: Nadia Cavalli 13.15 Colazione di lavoro 14.15 - 15.30 Aspetti giuridici: non iniziare un trattamento è lo stesso che sospenderlo? Intervista con Sergio Fucci Intervistatore: Paolo Manente Discussant: Moreno Agostini, Michele Gallucci 15.30 - 16.00 Coffee break 16.00 - 17.30 Il Comitato per la Bioetica dell’Azienda Ulss 8 al lavoro su un caso Simulazione con votazione elettronica Discussant: Paola Paiusco, Luciano Orsi Modera Fabio Dell’Antonia 17.30 Saluto delle Autorità 17.50 Test finale 18.00 Conclusione dei lavori COMITATO per la BIOETICA presso la Direzione medica del P.O. di Castelfranco tel. 0423/732678 fax 0423/732960. Orario di apertura al pubblico: martedì e giovedì dalle 11,00 alle 13,00 25 UL SS A L U T E 8 L’Ufficio benefici economici agli invalidi civili opo il passaggio delle competenze in materia di benefici economici agli invalidi civili dalle Prefetture alle Ulss, l’organizzazione voluta dalla Regione del Veneto prevede che presso l’Ulss di residenza dell’invalido vengano svolti tutti gli adempimenti correlati all’istruttoria amministrativa necessaria per stabilire il diritto alle provvidenze economiche correlate allo stato di invalidità. Per questo è operativo dall’ottobre 2001 p resso il Servizio di Medicina legale l’Ufficio benefici economici agli Invalidi civili. L’attività dell’Ufficio consiste principalmente: • invio del verbale sanitario con richiesta ed acquisizione dall’invalido dei documenti amministrativo/reddituali e/o delle dichiarazioni di responsabilità nonché delle modalità di pagamento; • verifica della certificazione presentata con eventuale richiesta di documentazione integrativa; predisposizione della cosiddetta dichiarazione di • concedibilità da inviare all’Unità operativa Invalidi civili per la liquidazione del beneficio che verrà pagato dall’Inps. Di norma i tempi necessari per la conclusione della pratica presso l’Ulss 8 sono contenuti entro i 30 giorni mentre per il proseguo della pratica fino alla messa in pagamento da parte dell’Inps occorrono almeno 4/5 mesi. L’ Ufficio ha sede a Montebelluna in Via Dante Alighieri 12 (Palazzo ex Inam – 3° Piano), è aperto al pubblico nelle seguenti giornate e fasce orarie: lunedì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00 martedì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 giovedì dalle ore 9.00 alle ore 12.00. Nelle stesse fasce è attivo il n u m e ro telefonico 0 4 2 3 - 6 1 1 7 2 2 m e n t re il numero di fax è 0423611744. In aggiunte a queste fasce orarie l’ufficio è a disposizione previo appuntamento. L’Ufficio, oltre ad assicurare la piena disponibilità agli invalidi ai fini di una pronta e corretta compilazione della documentazione, collabora attivamente con le Assistenti Sociali dei Comuni e con i Patronati. dottor Aldo Piccioni responsabile del Servizio di Medicina legale D 26 UL SSA L U T E 8 Dalla Regione Veneto un aiuto finanziario per le famiglie di disabili e malati non autosufficienti: l’Ulss 8 punta al pieno utilizzo dei fondi disponibili Assegno di sollievo el quadro del “sistema in tegr ato dei servizi” a f a v o re dei disabili e degli anziani in condizione di non autosufficienza la Regione del Veneto ha previsto, tra gli interventi rivolti a garantire alle persone il diritto alla permanenza nella pro p r i a casa e nel contesto delle relazioni familiari e personali, l’avvio di interventi assistenziali di “sollievo” a favore di famiglie che assistono a casa persone disabili e anziani non autos u fficienti, sostenendone tutti i relativi oneri, economici ed assistenziali. La Regione ha individuato due formule assistenziali: l’“assegno di sollievo” e il “buono di servizio”. L’assegno di sollievo consiste in una so mma ri c on o sciuta alla famiglia pe r l ’as sis t enza prestata. Il buono di servizio (chiamato anche “voucher”) consiste in una somma riconosciuta alla famiglia per l’acquisto di servizi di accoglienza temporanea presso le diverse strutture residenziali, presenti nel territorio. La natura degli interventi è destinata a creare “ristoro” alla fami- N glia impegnata a garantire l’assistenza al proprio congiunto. Si tratta di uno strumento idoneo a produrre effetti positivi sulla famiglia e a dare un preciso segno di solidarietà istituzionale a chi è impegnato a garantire con continuità livelli ottimali di assistenza a domicilio, a prezzo di sacrifici molto grandi e spesso misconosciuti. La Confe renza di Sindaci dell'Ulss 8 ha approvato il “Piano territoriale triennale” per gli interventi di sollievo, prevedendo un apposito Comitato tecnico. Per il 2004, il Comitato ha deciso di conseguire il massimo utilizzo dei contributi. Il termine per la p resentazione delle domande p re sso i Servizi social i del Comune di residenza è stato por- 27 tato al 30 settembre 2004. I limiti di reddito sono 26.855 euro per le famiglie fino a tre componenti e 41.316 euro per le famiglie con più di tre componenti. Il contributo per l’assegno di sollievo è di 1.500 euro massimo, stessa cifra per il “buono di servizio” se legato ad un ricovero temporaneo della durata di un mese (in ogni caso il contributo sarà rapportato alla durata del ricovero temporaneo in struttura). In casi di particolare ed intensa gravità assistenziale, su segnalazione dei Servizi sociali comunali, il Comitato tecnico potrà autorizzare l ’ e rogazione di ul teriori quote di contributo a favore dello stesso caso. L’iniziativa per l’asse gnazione dei contributi di sollievo è in questo momento in piena fase attuativa. Chi fosse interessato ad ulteriori e più dettagliate informazioni può rivolgersi ai Servizi sociali del Comune di residenza oppure alla S e g reteria della Direzione del D i s t retto socio sanitario 1 di Asolo e Castelfranc o Ve n e t o telefonando allo 0423 526445. UL SS A L U T E 8 L’esame anche presso la Neuropsichiatria infantile Importanza dell’EEg in età evolutiva 'epilessia è una delle patologie neurologiche più diffuse e interessa dall'uno al due per cento della popolazione e il quattro per cento dei bambini. L'esordio in età evolutiva spesso è in comorbidità, cioè associato ad altre patologie (disturbi generalizzati dello sviluppo, ritardo mentale, anomalie cromosomiche). L'Elettroencefalogramma (EEg) è l'esame strumentale più importante per diagnosticare e seguire il paziente epilettico, insieme ad un approfondita anamnesi. In età evolutiva è particolarmente importante un raccordo clinico strumentale per evitare falsi positivi e falsi negativi, considerata la sintomatologia multiforme e l'obiettività alla visita spesso negativa. Da aprile 2004 è possibile eseguire l'elettroencefalogr amma (basale, in sonno e d H olter) presso il Servi zi o di Neuropsichiatria infantile (sono stati eseguiti già circa 150 esami) grazie alla collaborazione della Divisione di Neurologia che ha messo a disposizione un tecnico di Neurofisiologia. Gli esami si eseguono il martedì e il mercoledì mattina dalle ore 8.00 alle ore 13.00 previo appuntamento presso la segreteria del Servizio di Neuropsichiatria infantile (0423/732700), e con impegnativa del pediatra curante. A.G. L Enjoy your meal Bon appetit Buon appetito I degenti dell’ospedale di Montebelluna hanno a disposizione un album fotografico multilingue, che potranno consultare, per poter scegliere il menù, avendo un’idea più precisa dei cibi che verranno loro serviti. La nostra cultura culinaria comprende piatti particolari, non sempre facili da tradurre. Spaghetti e pizza sono bene identificabili a tutte le latitudini, ma la traduzione letterale di “polenta e formaggio” o “pasta e fagioli” potrebbe non dare l’idea della tipologia del piatto che si intende scegliere. Va considerata inoltre l’esclusione, nella tradizione araba, delle carni di maiale. Grazie a ll'album fotografico queste dovrebbero essere più facilmente identificate ed eventualmente sostituite con le alternative disponibili. Uno strumento che dovrebbe favorire, quindi, una prenotazione del pasto agevolata anche per chi non parla l’italiaINSALATA DI RISO no, attraverso le apposite schede tradotte COLD RICE WITH VEGETABLES RIZ FROIDE AVEC LEGUMES in inglese, francese, cinese ed arabo. E.S. 28 Defibrillatori impiantabili: il “pugno” che ti resuscita L e aritmie cardiache, disturbi che riguardano la parte elettrica del cuore, possono essere curate con i farmaci antiaritmici o p p u re con “sonde” e “cateteri” che, introdotti nella cavità cardiache attraverso le vene, sono in grado di localizzarne la sede e produrre delle microlesioni in grado di eliminarle definitivamente. Questa tecnica si chiama ablazione transcatetere e da circa due anni viene praticata presso il laboratorio di elettrofisiologia ed elettrostimolazione della Cardiologia di Montebelluna dall’equipé del dottor Gianfilippo Neri. Consente di curare la “ta chicardia paro s s i s t i c a sopraventricolare”, la “fibrillazione atriale”, il “flutter atriale” in maniera definitiva. Esistono, inoltre, aritmie maligne quali la “tachicardia ventricolare”, la “fibrillazione ventricolare” e il “flutter ventricolare” che sono responsabili della cosiddetta “ m o rte improvvisa” che colpisce una persona ogni mille all’anno. La morte improvvisa è definita come “una morte naturale, preceduta da i m p rovvisa perdita di coscienza, che si verifica entro un’ora dall’inizio dei sintomi, in soggetti con o senza cardiopatia nota preesistente, ma in cui l’epoca e la modalità della morte sono imprevedibili”. Nei pazienti ad alto rischio si può applic a re sotto la cute, mediante un intervento chirurgico in anestesia locale, un “defibrillatore impiantabile” o Icd, un piccolo apparecchio in grado di riconoscere le aritmie e di i n t e rromperle nel giro di pochi secondi. L’Icd è un vero concentrato di tecnologia, monitorizza continuamente l’attività cardiaca, stimola il cuore se necessario, interrompe l’aritmia con una scossa elettrica quando essa si verifica. La shock elettrico è avvertito come un pugno nel torace, ma è un pugno che salva la vita. G.N. UL SSA L U T E 8 Non solo l’Urp, ma tutti i servizi Ulss devono basare su partecipazione, informazione, ricerca e analisi, la relazione con gli utenti Relazioni con il pubblico I l tema della salute è complesso. Soddisfare i bisogni di salute dei cittadini, promuovere il loro benessere, organizzare i servizi per questo scopo è un’attività ampia e articolata. Questa complessità richiede lo sviluppo di una politica aziendale per le relazioni con il pubblico in grado di semplificare la lettura dei bisogni da parte de gli o pe ra tor i e la conoscenza dell’organizzazione dell’Unità locale sociosanitaria da parte degli utenti: una filosofia per le relazioni con il pubblico in grado di superare ogni atteggiamento burocratico da parte del personale e di risolvere positivamente i diversi approcci da parte del pubblico. L’obbiettivo è un’alleanza fatta di reciproca comprensione sui bisogni rappresentati dalla comunità e sulle risorse a disposizione per rispondere agli stessi, un rapporto critico costruttivo a vantaggio di tutti. La partecipazione, l’informazione, la ricerca e l’analisi, non sono solo funzioni che competono ai diversi uffici, ma devono essere una quotidiana modalità di agire da parte dei servizi dell’Ulss, una filosofia, quindi, di relazione con il pubblico. FORMARE ALLA RELAZIONE L’Ulss 8 è impegnata, a tal fine, su due fronti: da un lato deve LE SEDI DELL’URP L’Ulss deve distribuire su tutto il p roprio ambito territoriale dei punti riconosciuti form a l m e n t e per assicurare la relazione con il pubblico. Per tale motivo, sia p resso le sedi ospedaliere che distrettuali, sono stati individuati punti dedicati anche alle relazioni con il pubblico. Tali dislocazioni sono collocate presso le direzioni mediche dei presidi ospedalie ri di Ca stelf ran co Veneto e Montebelluna, presso le sedi distrettuali di A solo, Caste lfranc o Veneto, Va l d o b b i a d e n e , Montebelluna e, pro s s im am e n t e , Ve d e l a g o , Riese Pio X, Crespano del Grappa, Pederobba e Giavera del Montello e infine presso il Dipartimento di prevenzione nelle due articolazioni di igiene pubbliLa sede distrettuale di Valdobbiadene. ca e veterinaria. Nel primo semestre del 2004 presso muovere le diverse attività neces- questi sedi sono pervenute 99 sarie ad assicurare il miglior rap- segnalazioni, che ri guard a n o porto con l’utenza. L’Ufficio ha aspetti burocratico amministrativi promosso, tra l’altro, un progetto 38%, aspetti relazionali 12%, di formazione per sensibilizzare e aspetti t ecn ico pro f e s s i o n a l i formare alcuni operatori alle rela- 21%, di natura strutturale-logistizioni con il pubblico, che richie- ca 2% e il restante 27% riguarda dono, non solo abilità di comuni- l’insoddisfazione nelle prestaziocazione, ma anche d’interpreta- ni, il rispetto della privacy e i zione e lettura dei bisogni espres- tempi d’attesa. si dagli utenti, nonché capacità dottor Paolo Pavan progettuali di miglioramento dei responsabile servizi. Ufficio relazioni con il pubblico a s s i c u r a re il continuo sviluppo della relazione con il pubblico; d a l l ’ a l t ro deve garantire, al suo i n t e rno, un’organi zzazione i n grado di sostenere questa filosofia della relazione. La funzione della relazione con il pubblico, nell’attuale organizzazione aziendale, è riconducibile all’Uff i c i o relazioni con il pubblico, il quale ha il compito di coordinare e pro- 31 UL SSA L U T E 8 L’inverno è iniziato: proteggi la tua salute scegliendo di eseguire la vaccinazione antinfluenzale Battila sul tempo Prima regola: prevenzione La prevenzione dell’influenza rientra tra gli obiettivi di salute indicati dal Piano sanitario nazionale e dalle disposizioni regionali. L’influenza costituisce un serio p roblema di sanità pubblica e r a p p resenta tuttora, in Italia, la terza causa di morte per patologia infettiva, preceduta soltanto da Aids e tubercolosi. La vaccinazione rimane il mezzo migliore per prevenire l’influenza al fine di perseguire gli obiettivi di riduzione della morbosità dell’influenza e soprattutto delle sue complicanze. Le categorie di soggetti a cui v e rrà off e rta g r a t u i t a m e n t e l a vaccinazione antinfluenzale sono: • soggetti di età maggiore o uguale a 65 anni soggetti in età infantile ed adul• ta affetti da particolari patologie • ricoverati in Ospedale • ospiti delle Case di Riposo • soggetti addetti al servizio pubblico di primario interesse collettivo • personale sanitario di assistenza • contatti familiari di soggetti ad alto rischio. Per avere ulteriori informazioni ci si può rivolgere al Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene e Sanità Pubblica 0423/611714 0423/611715 • alla sede dell’ambulatorio vaccinale territoriale (ufficio igiene) al • medico del reparto ospedaliero (in caso di ricovero) alla casa di riposo. • I soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e il personale di assistenza o contatti familiari di soggetti ad alto rischio si devono rivolgere alle sedi di vaccinazione territoriale (ufficio igiene): SEDE TELEFONO Asolo 0423/526332 – 334 Crespano 0423/526260 Valdobbiadene 0423/977243 Pederobba 0423/69812 Montebelluna 0423/611782 Giavera del Montello 0422/728917 Castelfranco Veneto 0423/732744 Riese Pio X 0423/483597 Vedelago 0423/400174 VACCINAZIONE: QUANDO e DOVE Si può richiedere la vaccinazione: • al medico di medicina generale (medico di base) Dallo studio del professor Pietro Crovari pubblicato nell’inserto della rivista SIMG giugno 2004. 33 UL SSA L U T E 8 Fin dalle elementari si comincia la prevenzione: nelle scuole si effettuano visite mirate odontoiatriche per l’individuazione dei primi danni a denti e gengive Guerra alla carie nche quest’anno il progetto di prevenzione I risultati positivi di odontoiatrica in età scolare dell’Ulss 8, com’è questa attività (draormai consuetudine fin dal 1992, ha preso stica di min uzione l’avvio con l’inizio dell’anno scolastico 2004/2005. dell’incidenza delle L’attività di prevenzione è effettuata da sei odon- carie dentarie) sottotoiatri convenzionati interni dislocati nei vari poliam- lineano la validità del bulatori dell’Ulss 8 e coordinati dal primario di progetto e la necesOdontostomatologia dell’ospedale di Montebelluna, sità di conferm a r l o in collaborazione con la dottoressa Fulvia Salzani, r i s e rvando maggior direttore del Distretto 2. attenzione al mesQuest’attività capillare (nel 2003 sono stati visitati e saggio di prevenziocurati circa 1700 bambini delle seconde classi delle ne e alla motivazioscuole elementari) si svolge con le seguenti moda- ne del piccolo lità. I bambini, gli insegnanti e i familiari, previa isti- paziente. tuzione di un calendario, pervengono a gruppi negli In linea generale, ambulatori odontoiatrici dell’Ulss 8. Vengono accol- comunque, si rafforti dal medico e da un’infermiera, il medico illustra e za il trend positivo i n f o rma i presenti sulle prestazioni che saranno già riscontrato negli effettuate in ambulatorio. Il momento successivo è ultimi anni e, se da una parte la carie dentaria è in dedicato all’educazione sanitaria con l’illustrazione costante diminuzione, vi sono patologie come del corretto stile di vita rispetto a norme igieniche e malocclusioni e parodontopatie che stanno aumenalimentari. I bimbi e gli accompagnatori vengono tando o che un tempo erano sottovalutate e che quindi istruiti sull’uso dello spazzolino, del filo inter- ora assumono invece una necessità prioritaria di dentale e sull’importanza della fluoroprofilassi. prevenzione e cura. Successivamente l’odontoiatra procede alla visita e dottor Giuliano De Polo alla compilazione della scheda individuale che primario Odontostomatologia Montebelluna accompagnerà il bimbo nel percorso terapeutico MEDICI ODONTOIATRI DEDICATI ALLA PREVENZIONE per eventuali visite di conSEDE ODONTOIATRI t rollo, sigillature e cure ASOLO Dott.ssa P.Barbon conservative. CASTELFRANCO Dott. I. Buttazzoni La scheda di rilevazione CRESPANO Dott. C.Codognotto contiene dati che verranno GIAVERA Dott. A. Rossi riportati in analisi statistiMONTEBELLUNA Dott.ssa P.Barbon che trasmesse alla fine di Dott. G. Pecoroni ogni anno al re f e re n t e PEDEROBBA Dott. C. Codognotto scientifico (dottor Giuliano VALDOBBIADENE Dott. G. Dal Broi De Polo). A conclusione U.O.di ODONTOSTOMATOLOGIA Dott. G. Dal Broi (per la prevenzione e lo screening della visita, viene effettuaMontebelluna delle malocclusioni) ta, l’applicazione di fluoroU.O. di PEDODONZIA Dott. S.Panizzon (per la prevenzione e lo screening gel secondo la valutazione Castelfranco Veneto delle malocclusioni) dell’operatore. A 35 UL SS A L U T E 8 Famiglie e Servizi insieme per un Grande Progetto ’ A f i – Treviso, Associazione famiglie italiane, è nata nel 2 001, aderisce al Foru m delle Associazioni Familiari, si propone come obiettivo far riconoscere la famiglia come un soggetto sociale e favorire la sua p a rtecipazione attiva alla vita sociale e politica. L’Associazione è impegnata in un lavoro culturale e di formazione verso le famiglie cosiddette “normali”, per aiutarle, a scoprire la propria identità e il proprio ruolo in quanto “società naturale fondata sul matrimonio” articoli 29, 30, 31 Costituzione Italiana e “ c e l l ul a f o n d am e nt a l e d e l l a società”. Occorre perciò toglierla dall’isolamento e aiutarla a mettersi in rete con altre famiglie per trasmettere quel benessere di cui è portatrice. L funzione di far cre s c e re questa sensibilizzazione verso la famiglia abbiamo organizzato dei corsi di f o rmazione per Amministratori degli enti locali. L’Associazione in collaborazione con le tre Aziende Ulss della provincia di Treviso è assegnataria di u n p ro get to reg io n ale pi l ot a d en o mi n at o “R E _ SO L_ FA _ Insieme” (Reti di Solidarietà di Famiglie Insieme alle Famiglie). Il progetto prevede la promozione e la creazione in tutto il territorio provinciale di reti di solidarietà di famiglie per minori in diff i c o l t à che possano lavorare in sinergia con i servizi pubblici. Per questo è previsto un raccordo tra l’Afi, le tre Ulss e i Comuni disponibili, per la creazione di un g ruppo misto per la gestione operativa del progetto. A PARTIRE DAL COMUNE FAMIGLIA COME RISORSA La famiglia, in quanto risorsa, va promossa e riconosciuta attraverso interventi di politiche della famiglia a livello Comunale, in Ve rranno creati dei percorsi di sensibilizzazione con la popolazi one su “F am igl ia so g ge t to sociale…famiglia risorsa per la 36 comunità”, attraverso incontri pubblici e la predisposizione di un opuscolo distribuito alle famiglie. E’ prevista la formazione alle famiglie, associazioni o persone che si renderanno disponibili a creare le reti di solidarietà con il supporto dei servizi socio-sanitari. In parallelo sarà attivata una formazione per gli operatori dei Comuni e delle Aziende SocioSanitarie (specie operatori che a ffer isco no all ’area Ma ter n o Infantile) su “politiche familiari e sussidiarietà”. E’ prevista inoltre la creazione di un sito Web dove potranno essere inserite le opportunità e disponibilità delle famiglie. Il progetto si concluderà entro l’estate del 2005 creando nel territorio provinciale un nuovo sistema organizzato di reti di solidarietà di famiglie per minori e famiglie in difficoltà, che possano lavorare in sinergia con i servizi pubblici. Andrea Antonioli presidente Afi-Treviso UL SSA L U T E 8 A Vedelago da giugno è operativo il Centro residenziale monsignor L. Crico, 30mila metri quadri per anziani non autosufficienti con qualsiasi disabilità Sentirsi a Casa el terr itorio del Comun e di Vedelago già a metà ottocento un illuminato sacerdote, monsignor Lorenzo Crico, aveva intuito la possibilità di realizzare un edificio per il benessere de lla popol azione anzi ana. Quell’idea oggi è una realtà. Su un’area di trentamila metri quadrati è da giugno operativo il Centro residenziale per Anziani di Vedelago intitolato proprio a don Crico. La realizzazione della struttura è frutto di un accordo di programma tra la Fondazione Opera Immacolata Conc ezione, l’Amministrazione comunale di Vedelago, la Regione Ve n e t o , l’Ulss 8, l’Ater, l’Ipab monsignor “L. Cricco”. In sinergia è stato realizzato un progetto originale nella forme architettoniche, funzionale nei conforts, con locali eleganti e utilizzabili da persone con qualsiasi deficit. N Il Centro è stato inaugurato nel ci, infermieri professionali, addetti giugno scorso alla presenza del all’assistenza, al Centro operativo Presidente della Giunta regionale di pronto intervento di “sentirsi del Veneto, Giancarlo Galan, del protetti”. La particolare ospitalità vescovo di Treviso, monsignor dei luoghi, l’impegno quotidiano A n d rea Bruno Mazzoccato, di del personale, la ricerca continua diverse autorità e del dire t t o re del mantenimento della capacità generale dell’Ulss 8, Gino residua delle persone anziane Redigolo. La struttura può ospita- concorrono a creare un’atmosfere in maniera permanente, tem- ra famigliare, indispensabile perporanea, diurna o semi residen- ché gli ospiti possano “sentirsi a ziale persone anziane non auto- casa”. s u fficienti con ogni grado di disabil ità. Sono disponibili stanze singole o a due letti, tutte hanno il bagno attrezzato. Ci sono locali di soggiorno e bar che costituiscono altre ttanti punti di incontro. Vi è la disponibilità di una palestra e della fisiokinesiterapia oltre che a diver si ser vizi per il tempo libero. Tutto ciò permette agli anziani di “sentirsi attivi” e grazie alla presenza di medi- Il Centro residenziale monsignor Lorenzo Crico. 37 UL SS A L U T E 8 Castelfranco, 24 novembre, Convegno sulla diagnosi e presa in carico dei disturbi dello sviluppo e dello spettro autistico nei bambini I BAMBINI DELLE FATE rganizzato dal Servizio di Neuropsichiatria Scopo del Convegno è stimolare una buona prassi infantile dell' Ulss 8 e dall'Associazione “Far- per la diagnosi e presa in carico di questi bambini, cela”, in collaborazione con l'Associazione favorendo un riconoscimento della patologia già nel culturale pediatri di Treviso, il Centro di integrazione suo primo manifestarsi e per ottimizzare la presa in scolastica di Asolo (C.t.i.) e il Comune di Castelfran- carico con un progetto di vita che segua il bambino co e di Montebelluna si terrà il 24 novembre al teatro in famiglia e a scuola. Accademico di Castelfranco il Convegno sui “Dfs”. dottor Andrea Gemma I “disturbi dello sviluppo” sono alterazioni globali primario di Neuropsichitria infantile dello sviluppo che esordiscono nei primi anni di vita e sono caratterizzati da compromissione dell' interazione sociale, della In palio computer e bici contro la sigaretta comunicazione e della immaginazione. I dati epidemiologici indicano un aumento della patologia negli ultimi decenni dallo 0.4 per mille del 1960, al 6 per mille del 2003. itorna puntale come sempre il concorso per le scuole medie Nell’Ulss 8 ci sono circa 90 bambini inferiori. In palio una mountain bike per le opere individuali e con questo tipo problema. E' imporun pc o un videoregistratore per i gruppi classe. Il Concorso tante un riconoscimento tempestivo organizzato dalla Rete veneta Hph e dalla Lega italiana contro i dei disturbi. Al convegno interverranno relatori di tumori è giunto alla sua quarta edizione regionale. chiara fama, che faranno il punto Per partecipare gli alunni devono inviare entro il 15 febbraio 2005 sulle attuali conoscenze sui disturbi un messaggio pubblicitario contro il fumo della durata massima 30 dello spettro autistico, dagli aspetti secondi, oppure piccolo spot pubblicitario in vhs, mini dv, o multineurobiologici a quelli educativi e di integrazione sociale. Sarà poi pre- mediale originale, un disegno o una fotografia. Tutto ovviamente sentata una "Chat" per i pediatri che per stare lontano dalla sigaretta o per smettere di fumare. consente di individuare tempestiva- Si può partecipare per classi o individualmente. L’indirizzo a cui mente i bambini a rischio di svilup- mandare i materiali o richiedere informazioni è il seguente: Servizio p a re un Dgs e indirizzarli ad una educazione e promozione alla salute via Forestuzzo Asolo (TV) valutazione del Neuro p s i c h i a t r a 0423/526433. infantile. O Chi non fuma vince R 38