Periodico di informazione socio-sanitaria a cura dell’Azienda Ulss n° 8 - Asolo TV
NOVEMBRE
2004
8
ULSSALUTE
ULSSALUTE8 - Anno VII - Novembre 2004 - Periodico quadrimestrale - Spedizione in Abbonamento Postale - Art. 2 Comma 20/D - Legge 662/96 DCI TV
L’osteoporosi colpisce le
donne dopo la menopausa
e gli uomini dopo i 65 anni:
manda le ossa in pezzi.
Va diagnosticata in tempo e
va prevenuta.
Contano i fattori ereditari,
una alimentazione ricca di
calcio può allontanarla
o limitarne i danni.
Università e Ulss 8:
parte il corso
per igienisti dentali
Pacs-Ris alla Radiologia,
l’obiettivo è l’Ulss digitale
Formazione: internet e tv
interattiva per aggiornarsi
INTERVENTO
UL SSA L U T E 8
Il lavoro sanitario è gravato da rischi che difficilmente si possono eliminare,
tuttavia l’analisi delle strutture e delle criticità può prevenire quelli evitabili
Più qualità meno rischio
empre più si va diffondendo
OSPEDALE SICURO
nelle Aziende sanitarie l’attenzione per la sicure z z a In Italia non esistono dati certi e
delle cure mediche nella ricerca lavori approfonditi che stimino la
continua di erogare prestazioni di reale entità del rischio nelle strutqualità . La complessità delle ture sanitarie. Esistono iniziative
strutture e delle azioni finalizzate per favorire la crescita di una culalla cura dei pazienti determina tura della prevenzione, ne è un
un potenziale rischio variabile da esempio la campagna “Ospedale
struttura a struttura, spesso non s i c u ro” promossa dal Tr i b u n a l e
misurato, di cui è bene prendere dei diritti del malato. Sono dispocoscienza per poter mettere in nibili i dati di incidenza di alcune
tipologie di rischi: infezioni ospeatto misure di contenimento.
d a l i e re, piaghe da decubito o
cadute
accidentali, oppure dati di
EVENTI AVVERSI
stima
di
alcune categorie di proIl “rischio clinico” è la probabilità
fessionisti
(gli anestesisti) seconche un paziente sia vittima di un
do
cui
in
Italia
ogni anno ci sarebevento avverso, cioè subisca un
bero
circa
14mila
morti da impuqualsiasi “danno o disagio imputare
ad
errore
medico
o a cattiva
tabile, anche se in modo involono
rganizzazione.
In
Italia
le cause
tario, alle cure mediche prestate
di
risarcimento
per
danni
sono
durante il periodo di degenza,
c
i
rca
12mila
all’anno
(fonte:
Sole
che causa un prolungamento del
24
ore
Sanità
2002).
Le
denunce
ricovero, un peggioramento delle
condizione di salute o la morte” p resentate dai pazie nti sotto
(Kohn, 1999). I l pri mo studio forma di reclami o di richieste di
importante in letteratura sul tema r i s a rcimento sono solo la part e
degli errori/eventi avve rsi è visibile di una realtà delicata.
d e l l ’ H a rv a rd medical practice
PREVENZIONE
study che nel 1991 esamina
Al
di
là della grande variabilità dei
30mila cartell e cliniche de gli
numeri
den uncia ti (tab. 1),
ospedali dello Stato di New York
e s p ressione anche di diverso
riscontrando che il 3,7% dei
pazienti ricoverati aveva subito modo di considerare l’evento
avverso, un dato comune ai tre
un “evento avverso “ definito
studi
è che circa il 50% di questi
come “danno non intenzionale
eventi
è prevenibile. D’accordo: il
causato dal trattamento sanitario
l a v o ro sanitario è gravato da
ed il cui esito è una disabilità
misurabile “. In Australia invece,
nel 1995, in un’ottica di miglioramento continuo della qualità dell’assistenza sanitaria, si ha il
primo esempio di rilevazione del
rischi o mediante sche da di
segnalazione volontaria. Gli accademici statunitensi dell’Institute of
medicine pubblicano nel 1999
uno studio dal titolo emblematico: “to err is human” (err a re è
umano), coraggiosa affermazione
che invita alla consapevolezza
che l’errore esiste, che va affrontato, analizzato, capito.
S
•
•
•
3
rischi che non si possono eliminare, ma agire prevenendo quelli
evitabili è la strategia da mettere
in atto, focalizzando su questo
tema la capacità dei professionisti e di tutta l’organizzazione.
Negli ultimi anni si è assistito ad
un cambio di orientamento nell’affrontare il tema del rischio clinico. Da una parte le preoccupazioni delle compagnie assicurative e le spese sostenute dalle Ulss
hanno stimolato riflessioni sull’opportunità di misurare l’entità
del rischio in ciascuna realtà, promuovendo, ad esempio, la costituzione di comitati aziendali che
definissero le strategie di contenimento del contenzioso. Dall’altra
invece è maturata nei professionisti la convinzione che, accanto
alla tute la assicurativa, era
o p p o rtuno pre s t a re part i c o l a re
attenzione ad alcune situazioni
critiche offerte dal singolo operat o re, cercando di migliorare la
comunicazione con il paziente e il
suo coinvolgimento nelle scelte
terapeutiche e soprattutto cercando di riflettere sui difetti dell’organizzazione. Il controllo del
rischio clinico è rientrato più propriamente nella competenza sanitaria, riconoscendo nella prevenzione degli eventi avversi un tipico percorso di qualità professionale.
CONTROLLARE IL SISTEMA
•Un’altra
evoluzione di pensiero
i m p o rtante si è avuta a part i re
dagli anni ‘90. Se tipicamente
molti approcci all’evento avverso
sono stati negli anni passa ti
incentrati sull’erro re umano
come causa principale di possibile danno, dopo gli st udi di
Reason del 1991, si va prospettando un diverso orientamento
per l’analisi degli “incidenti”,
focalizzando l’attenzione sulle
condizioni nelle quali accade l’er-
UL SS A L U T E 8
rore come fallimento del Sistema.
Così se in Svezia (come ha riferito in un recente incont ro a
Montebel luna il pro f e s s o r
Ovretveit) si è avuta una drastica
riduzione della mortalità per incidenti stradali agendo su più concause, migliorando gli abitacoli
delle vetture e adeguando la rete
stradale, perché in Sanità siamo
a rincorrere il singolo guidatore?
N el Si stema di sicu re z z a
dell’Aeronautica statunitense da
o l t re 25 anni esiste un attento
reporting confidenziale, volontario e senza attribuzione di colpa,
che gli stessi piloti e controllori di
volo effettuano segnalando gli
eventi che avrebbero potuto portare a veri e propri incidenti.
•
RILEVARE LE CRITICITÀ
Uscire dalla consuetudine culturale che tende a identificare un colpevole non è facile per la nostra
mentalità, così nei nostri ospedali
è così difficile imparare dagli errori. Eppure quanti insegnamenti ci
potrebbero dare gli incidenti mancati o le tante situazioni che non
necessariamente generano un
danno ma sono una spia importante per l’organizzazione.
Adottare un Sistema di incident
reporting sul modello australiano,
mediante la scheda di rilevazione
volontaria degli eventi avversi, di
cui la Regione Emilia Romagna
ha già fatto esperienza, risulta
auspicabile e necessario. Nella
nostra Regione Veneto, ispirate
dall’Agenzia regionale socio sanita ria, a lcu ne Ulss, tra c ui la
nostra, stanno iniziando una rilevazione degli eventi avversi con l’
obiettivo di: sperimentare e validare lo strumento; coinvolgere gli
operatori e sensibilizzarli al tema
della sicurezza delle cure; creare
le premesse per la costruzione di
una banca dati aziendale e regionale degli eventi avversi ai fini
della gestione del rischio; individuare aree di criticità organizzative ed eventualmente carenze di
sistema per la conseguente attivazione di percorsi di miglioramento.
La sicurezza di un volo aereo è
affidata all’abilità del pilota, ma
anche alla meticolosità dei controllori di volo e di un apparato a
terra che effettua scrupolose verifiche continue di rispondenza a
standard di qualità, così ogni volo
cessa di essere un’avventura.
A l t rettanto deve accadere nel
mondo sanitario, il paziente deve
poter contare non solo su buoni
piloti, ma anche su una buona
organizzazione.
dott.essa Lorena Sandonà
direttore medico dell’Ospedale
Tabella 1
Eventi avversi (AE)
Eventi avversi prevenibili
(sul totale degli AE)
Mortalità (sul totale degli AE)
Harvard Medical
Practice Study
3.7%
58%
13,6%
To err is Human
Australia
4%
16.6%
53%
6.6%
53%
4.9%
Modificata da: “Risk Management in Sanita’ - il problema degli errori” Ministero della Salute marzo 2004.
I tre studi presentati concordano sulla percentuale degli errori/eventi prevenibili.
4
SOMMARIO
U L SS A L U T E 8
Quadrimestrale di informazione socio-sanitaria
dell’Azienda Ulss 8 - Asolo - TV
Anno VII - novembre 2004
Direttore editoriale:
Gino Redigolo
Direttore responsabile:
Mariano Montagnin
[email protected]
Redazione:
Giovanna Bragagnolo, Antonio D’Alba, Luciano Milani,
Paolo Pavan, Fulvia Salzani, Lorena Sandonà, Alessandro
Vanzetto.
Redazione tecnica:
Paolo Barichello, Maurizia Bordin, Luca De Marchi, Mario
Durigon, Paola Marchet, Massimo Melloni, Ester Susin,
Silena Tadiotto, Simone Tasso, Maria Zanandrea.
Coordinatori di redazione :
Rita Cagnin, Ortensio Antonello
Fotografia:
Enzo Pasqualetto
Sede direzione e redazione:
Servizio per l’Educazione e promozione della salute
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via Forestuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV)
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Autorizz. Tribunale di Treviso:
n. 1072 del 6/10/’98
UL SSA L U T E 8
Intervento
Indice
3-4
5
Primo piano
Prevenire e curare l’osteoporosi.
Pacs-Ris: avanza il digitale nell’Ulss.
Presto il Centro unico prenotazioni provinciale.
6-7
8
9
Ulss 8
Nuove nomine.
10
Mario Frasson presidente della Conferenza dei sindaci.
11
I lettori scrivono a UlsSalute 8.
12
Call center: il poster della campagna promozionale.
13
Si sviluppa il polo universitario dell’ospedale di Castelfranco. 15
Il promotore della salute nei luoghi di lavoro.
16
Alta l’adesione allo screening mammografico.
17
Speciale
Formazione e aggiornamento “sotto casa” per il personale. 18-19
Per i minori in difficoltà arriva il tutore volontario.
Piano d’azione per la disasseufazione dal fumo.
Assistere i malati terminali a domicilio.
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23
Ulss 8 informa
Un convegno per discutere di scelte etiche in medicina.
L’Ufficio benefici economici agli invalidi civili.
Assegno di sollievo: utilizzo completo dei fondi.
EEg in età evolutiva. Menù multietnico. Defibrillatori.
L’Ufficio relazioni con il pubblico.
Campagna per la vaccinazione antinfluenzale.
Nelle scuole visite odontoiatriche mirate.
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33
35
Spazio associazioni
Associazione famiglie italiane.
A Vedelago il Centro per anziani monsignor Lorenzo Crico.
Convegno associazione Farcela. Chi non fuma vince.
36
37
38
5
UL SS A L U T E 8
Le più colpite sono le donne, l’Oms considera l’osteoporosi una malattia sociale,
indicandola ai governi fra le sfide della medicina nei prossimi anni
SALVIAMOCI LE OSSA
’Osteoporosi rappresenta un
grave problema di salute
pubblica in tutti i paesi in cui
l’andamento demografic o è
caratterizzato dal pro g re s s i v o
invecchiamento della popolazione. Si calcola che in Italia oltre il
quaranta per cento delle donne
con più di 70 anni siano colpite
dalla malattia. La percentuale nei
maschi sfiora il venti per cento.
L’aumento dell’età è una delle
princ ipali cause di perdita di
massa ossea in entrambi i sessi,
anche se il fenomeno inizia prima
nella donna dopo la menopausa.
Il dottor Pietro Gas paro n i ,
endocrinologo del re p a rto di
Medicina
Generale
Castelfranco Veneto, spiega
così l'osteoporosi.
Lo scheletro è costituito da tessuto osseo, la cui struttura microscopica è rappresentata da una
fitta impalcatura di lamelle (trabecole), costituite in prevalenza da
calcio, disposte spazialmente in
modo da determinarne la tipica
resistenza. L’ o s t e o p o rosi è una
malattia dello scheletro dovuta al
p rodursi di due fenomeni contemporanei: perdita di tessuto
osseo, deterioramento della sua
qualità per assottigliamento e
distruzione delle trabecole ossee.
Si verifica una progressiva prevalenza dei processi di distruzione
rispetto a quelli di ricostruzione,
con bilancio negativo nel lavoro
di rimodellamento. Come conseguenza vi è una perdita delle
s c o rte di calcio accumulate in
adolescenza e poi fino a circ a
trent’anni.
Chi sono i soggetti a rischio?
I maggiori fattori di rischio sono
rappresentati: età superiore ai 65
anni, presenza di fratture vertebrali, frattura da fragilità (da trauma banale) dopo i 40 anni, storia
familiare di fratture (in particolare
frattura di femore materna), terapia con cortisone da oltre 3 mesi,
L
s i n d rome
da
malassorbimento
intestinale, menopausa pre c o c e
prima di 45 anni,
osteopenia radiologi ca, malattie
endocrine (iperpar a t i roidismo, ipogonadismo). Altri
fatt ori minori di
rischio sono il
basso peso corp o reo, il fumo,
l’eccessivo uso di
c a ffè, il ba sso
apporto alimentare di calcio, perdita di peso prima
dei 25 anni, malatti e re u m a t o l o g iche, il pre g re s s o
i p e rt i ro i d i s m o ,
l’uso cronic o di
alcuni
farm a c i
(eparina, anticonvulsivanti).
Accanto
alla
osteoporosi postmenopausale o
senile vi sono
forme di osteoporosi secondarie a
molteplici malattie
del sangue, pneumologiche, endo- Nel quadro di Klimt le età della donna: infanzia, maturità e vecchiaia.
crinologiche,
gastroenterologiche.
spontaneamente con violento
Quali sono i sintomi?
d o l o re dorsale o lombare, non
La malattia è del tutto asintomati- sempre viene diagnosticata, conca. Non causa dolore, imputabile fusa come gener ico “mal di
ad altre patologie degenerative schiena”. Comporta riduzione
come l’artrosi, finché non si verifi- dell’altezza vertebrale e il rischio
ca la frattura anche per traumi di ulteriori fratture con progressimodesti o spontaneamente. Tre vo incurvamento del dorso e calo
sono le sedi dello scheletro più dell’altezza corporea. Frattura al
colpite. La frattura al polso è la collo del femore, la più pericolomeno pericolosa, ma rappresenta sa; si verifica in una donna su sei
un campanello d’allarme. La frat- e in un uomo su venticinque in
tura alle vertebre è la più frequen- età avanzata verso 80 anni, comte, viene colpita una donna su p o rta sempre ospedalizzazione
quattro, in età talora precoce fra i ed intervento chiru rgico, che
60-70 anni, spesso si verifica deve essere il più tempestivo
6
UL SSA L U T E 8
possi bile, espone ad elevato
rischio di mortalità, co-morbilità
ed invalidità permanente con elevati costi umani e socio-sanitari
Come viene diagnosticata l’osteoporosi?
La strumentazione considerata
più idonea per rilevazione della
densitometria ossea è la Moc
(Mineralometria ossea computerizzata) e la metodica di riferimento è la Dxa (a raggi X a doppia
energia), che può esser effettuata
su qualsiasi segmento scheletrico, ma generalmente a livello vertebrale e femorale. La Tomografia
computerizzata (Tac) a livello vertebrale può esser impiegata per
la diagnosi di osteoporosi (Qtc),
preferibilmente prima dei 65 anni.
Quando eseguire la densitometria ossea?
L’ a c c e rtamento diagnostico va
generalmente eseguito dopo la
menopausa o dopo i cinquant’anni nel maschio in presenza di
alcuni fattori di rischio. E’ un errore metodologico e fonte di inutili
allarmismi eseguire di routine la
densitometria al momento della
menopausa. La densitometria
non va ripetuta prima di 2 anni,
anche nel caso si sia iniziata una
terapia.
E’ importante la prevenzione?
Un corretto stile di vita aiuta a
p re v e n i re
l’osteoporo s i .
Fondamentale un’adeguata introduzione con la dieta di calcio già
dall’infanzia, favorendo l’assunzione
di latte e latticini (va
ricordato che il latte
s c remat o, qui ndi
con quantità ridotta
di grassi, mantiene
il suo contenuto di
calcio); nella donna
dopo la menopausa
o nel maschio dopo
i 50 anni è necessario un appor to di
almeno 1.5 grammi
di calcio al giorno.
L’attività fisica all’aria aperta (almeno 3
volte alla settimana
passeggiat a di 1
ora; il sole favorisce
la sintesi di vitamina
D necessa ria per
l’assorbimento del
calcio) è particolarmente indicata. Si
r i c o rre anche alla
vitamina D, in particolare nei soggetti anziani istituzionalizzati. Inutile dire che si
deve abolire il fumo, ridurre l’
alcol, il caffè e il sale. A questo
proposito dalla Regione Veneto,
capofila in Italia, partirà un preciso progetto per l’osteoporo s i ,
che prevede in particolare educazione alimentare e miglioramento
degli stili di vita, individuazione
dei soggetti a rischio con formulazione di interventi mirati.
Il moderno densitometro disponibile presso la Radiologia dell’Ulss 8.
7
Come prevenire le fratture?
Le cadute rappresentano la
causa più frequente di frattura.
R i d u rre le cadute signi fica ,
soprattutto nei soggetti a rischio,
ridurre le fratture. E’ importante
mantenere un buon tono muscolare, ma sono importanti, in partic o l a re per gli anziani, alc uni
accorgimenti: evitare le cause di
inciampo (ad esempio i tappeti),
evitare le cause di scivolamento
(ad esempio la cera sui pavimenti), migliorare la illuminazione
negli ambienti, dotare scale e
bagni di punti di appoggio e, se
affetti da osteoporosi, evitare di
sollevare pesi eccessivi. Qualora
tutti i provvedimenti pre v e n t i v i
siano risultati inefficaci, su consiglio medico, è possibile oggi
instaurare efficaci terapie farmacologiche in grado di migliorare la
densità minerale ossea e ridurre
del 30-50% la probabilità di frattura.
L'Ulss 8 come risponde a questa patologia così diffusa?
Si è dotata presso la radiologia
dell’Ospedale di Castelfranco
Veneto di una stru m e n t a z i o n e
Dxa.
A ll’Ospedale
di
Montebelluna è attualmente in
funzione la Qtc.
UL SS A L U T E 8
Con l’aggiornamento del “Pacs Ris” le immagini radiologiche viaggiano veloci
in ospedale e nel territorio, diminuisce la possibilità di errore nella refertazione
SEMPRE PIÙ DIGITALE
n altro passo verso l’Ulss digitale si sta
compiendo presso la Radiologia di
Castelfranco Veneto e Montebelluna.
Con l’inizio del prossimo anno entrerà a regime
il nuovo “Pacs Ris” per le gestione e l’archiviazione di tutte le immagini radiografiche. Il dottor
Guido Liessi, responsabile del Dipartimento di
Diagnostica per immagini dell’Ulss 8, assieme
al dottor Francesco Spigariol primario della
Radiologia di Montebelluna e la dottore s s a
Franca Chi eri che tti pri mario di Medi cin a
n u c l e a re, è stato il principale sostenitore di
questo sviluppo del sistema informatico che
presiede alla registrazione, all’invio e alla archiviazione delle immagini. L’ a g g i o rn a m e n t o
richiesto alla General Electric, titolare del sistema, ha riguardato la possibilità di trasmettere
immagini e referti direttamente ai reparti e nel
prossimo futuro anche ai medici di famiglia. A Castelfranco si analizzano le immagini davanti alla consolle.
Sono state aumentate le capacità di memoria
del sistema e un “web-server” coordina la trasmissione delle immagini.
Migliora il lavoro del radiologo che ora davanti alle
Questa sigla sta per Picture archives communica- consolle può guardare, in alcuni casi, le circa seition system, ovvero la parte del sistema che archi- cento immagini di un esame radiologico-tac e in
via e invia le immagini e Radiologic inform a t i o n tempo reale consultare tutto quello che c’è in archisystem che si occupa di tutta la parte burocratica vio di quel paziente. Può ricavarne le immagini più
amministrativa con la gestione delle risposte. significative per farne dei radiogrammi e ordinare
Grazie a questa ulteriore innovazione l’Ulss 8 in tutte le immagini per realizzare un cd. Infine, cosa
quattro anni ha compiuto il passaggio dall’analogi- fondamentale, scrivere il referto oppure, a breve,
co al digitale, ovvero alla possibilità di memorizzare comporlo vocalmente facendo scorrere davanti a sé,
immagini utilizzando delle sequenza numeriche, in ottima risoluzione, tutte le “immagini” disponibili.
immagini che così sono più definite e precise e “Tutto il lavoro del radiologo - spiega il dottor Liessi
facilmente trasmissibili via cavo. La tac, la risonan- -, grazie al nuovo “Pacs Ris”, passa rapidamente
za magnetica, la radiologia tradizionale, il mammo- via cavo ai reparti e al paziente vengono consegnagrafo, i “telecomandati” e la tac-pet sono collegati te alcune immagini su lastre e tutte le immagini su
a questo sistema.
cd. Non possiamo non dare la documentazione
classica, le strutture sanitarie del Veneto e i vari
specialisti non hanno tutti famigliarizzato con i
nuovi strumenti, qualcuno, pur essendo un ottimo
professionista, preferisce vedere “le lastre”, ecco
perché la documentazione resta mista. Nel Veneto
siamo tra i primi nel digitale, anche se l’innovazione
tecnologica e così rapida che difficilmente si può
essere del tutto aggiornati. Aumenta la cura del
medico radiologo nel refertare, avendo a disposizione tante immagini: vedere più immagini significa
comunque minore possibilità di errore. Significativo
anche l’impegno del tecnico di radiologia, oggi è un
laureato, che è chiamato anche alla ricostruzione di
immagini tridimensionali da forn i re al radiologo.
Migliora la tecnologia e nel contempo aumenta,
quasi di conseguenza, la qualità dell’impegno di
Tecnico di radiologia controlla la Risonanza magnetica di Montebelluna.
tutto il reparto”.
U
8
U L SSA L U T E 8
Dal 2005 le Ulss trevigiane condivideranno le “agende degli appuntamenti”
Con il Cup provinciale
tempi di attesa più brevi
Lo abbiamo fatto tutti. Av e v a m o
bisogno di un esame specifico e siccome nella nostra Ulss dovevamo
attendere molto abbiamo chiamato
le Ulss vicine per vedere se i tempi di
attesa erano più brevi. L’idea è utile,
ma, oltre a costringere a diverse
telefonate, riempie le agende di
appuntamenti che poi non vengono
annullati. Nella fretta infatti molti, trovato un posto in un’Ulss vicina, non
cancellano l’appuntamento già preso
con la propria Ulss. Con l’inizio del
prossimo anno tutto questo non sarà
più necessario, anzi dovre b b e ro
essere migliorati i tempi di attesa. Si
tratta di un frutto prezio so del
“Tavolo di concertazione” istituito tra
l’Ulss 8 di Asolo, la 9 di Treviso e la 7
di Pieve di Soligo. Le Ulss hanno
deciso di condividere le agende degli
appuntamenti attraverso i rispettivi
Centri unici prenotazioni. La difficoltà
era tecnica, in quanto si dovevano
far colloquiare sistemi inform a t i c o
digitali diversi. Per questo si è utiliz- Analogamente il Servizio trasfusionazato il progetto “Iess” della Regione le potrà avere una dimensione proVeneto che definisce standard e pro- vinciale. Di fatto un donatore di santocolli di interconnessione tra le gue potrà recarsi in qualsiasi struttuaziende sociosanitarie del Veneto. Si ra delle Ulss trevigiane che sarà ricopotranno aprire così le “porte di nosciuto dal sistema integrato. Si sta
dominio” dei diversi cup trevigiani e costituendo una banca dati della
prenotare, pagare e ricevere re f e rt i p rovincia di Treviso: il pro g r a m m a
da Ulss diverse dalla propria. Si stan- dovrebbe essere compiuto nel giro di
no decidendo le regole secondo le tre o quattro mesi e successivamenquali tutto questo potrà essere attua- te essere operativo.
to per evitare inutili ricorsi a
strutture diverse dalla propria,
ma il vantaggio sul piano dell’offerta dei servizi è indubbio.
Dal 15 di novembre le agende
verranno condivise, mentre i
test di verifica della gestione
integrata delle agende si svolgeranno a fine novembre e a
fine dicembre. Con il nuovo
anno e la definizione delle
regole con cui accedere al
s e rvizio il Cup pro v i n c i a l e
diventerà una realtà.
Il Centro unico prenotazioni dell’Ulss 8 in via delle Querce.
9
UL SS A L U T E 8
Nuovo direttore
per il Sanitario
Uno psicologo,
Natalino Filippin,
alla direzione
del SerAT
orse qualche paziente la
r i c o rderà ancora come
m edico di famiglia a
Vedelago. Anna Maria Brosolo,
dal 21 agosto nuovo Dire t t o re
sanitario dell'Ulss 8, ha cominciato così. Dopo la laurea in
Medicina e chirurgia all'università di Padova, dal 1980 al 1985
è st ata medic o di medici na
generale presso il comune di
Vedelago. Specializzatasi in
Igiene e Medicina pre v e n t i v a Anna Maria Brosolo nuovo direttore sanitario.
all'Università di Parma, nel 1985
diventa vicedirettore sanitario dell'Ospedale di Castelfranco. Dal 1995
è Dire t t o re sanitario dell'Ospedale dell'Ulss 8, dei presidi di
Castelfranco e Montebelluna. Dunque benché nata a San Daniele del
Friuli la dottoressa Brosolo, grazie alla serie di incarichi professionali
fin qui svolti, ha potuto conoscere a fondo il territorio e i due presidi
ospedalieri di Castelfranco e Montebelluna. Tra i suoi titoli di formazione vanta anche il Diploma di qualificazione in amministrazione
sanitaria e il Master in amministrazione sanitaria, entrambi conseguiti
a Roma nel 1993. Numerosi i gruppi di lavoro a cui a partecipato da
quello coordinato dal Ministero della Sanità denominato "Progetto
infezioni delle vie urinarie" a quello sul "Sistema inferm i e r i s t i c o
Veneto". Ha partecipato alla Commissione sul prontuario terapeutico
farmaceutico, sulle infezioni ospedaliere ed è stata componente del
Comitato etico. Nell'Ulss 8 ha contribuito alla redazione del project
finacing come componente dell'Unità di progetto sul tema.
a quarantuno anni, è uno
psicologo, specializzato in
terapia famigliare, il nuovo
responsabile del Servizio alcologia
del l’Ulss 8, dottor N a t a l i n o
Filippin.
Il Servizio oltre al re s p o n s a b i l e
dispone di due psicologi, otto educatori, due infermieri, due medici
part time, un addetto all’assistenza, un’assistente sociale. Il Servizio
si occupa di prevenzione, cura e
riabilitazione dai problemi alcolfumo correlati e compl essi.
Direttamente gestisce gli ambulatori di Castelfranco, Giavera,
Valdobbiadene e Cre s p a n o .
Organizza la comunità alcologica e
quella per la doppia diagnosi che
ospitano 19 utenti. Il SerAT promuove i corsi per la disassuefazione dal fumo. In convenzione con
l’Associazione alcolisti in trattamento segue gruppi di auto mutuo aiuto e con la Cooperativa
Sonda il Centro diurno di Vallà di
Riese. Infine collabora per l’inserimento lavorativo con la cooperativa il Portico e il “Sonda”.
F
H
REDIGOLO NOMINA TRE NUOVI PRIMARI
odontoiatria e protesi dentaria dell'Università di
Padova) diretta dal professor Giuseppe Ferronato.
La Giunta Regionale ha attribuito all’Ulss 8 una
nuova Unità operativa di chirurgia maxillo-facciale,
totalmente dipendente dall'Ulss 8, e Franco è il suo
primo direttore.
PRONTO SOCCORSO
Nuovo primario per il Pronto soccorso delle due
sedi ospedaliere di C astelfranco Veneto e
Montebelluna è il dottor Maurizio Sacher, nato ad
Udine nel 1956, laureato in medicina e chirurgia
p resso l’Università di Ve rona nel 1985. Il dottor
Sacher ha maturato la sua esperienza principalmente nei tredici anni di lavoro presso il Pronto
soccorso di Padova e, precedentemente, presso la
medicina d’urgenza di Udine.
NEFROLOGIA E DIALISI
Ha percorso quasi tutto il suo cammino professionale nell'Ulss 8 il primario di Nefrologia e Dialisi, il
dottor Massimo De Luca. Sostituisce il dottor
Carmelo Cascone.
De Luca è nato a Lecce, ha cinquantacinque anni,
tutta la sua formazione si è svolta a Napoli dove si
è laureato in Medicina e chirurgia nel 1974. Si è
specializzato in Nefrologia nel 1979. Dal 1976 è in
servizio nel presidio ospedaliero di Castelfranco
Veneto. Ora dir iger à un re p a rto che ha a
Castelfranco il centro per la nefrologia e la dialisi a
Castelfranco e Montebelluna.
CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE
Per la Chirurgia maxillo-facciale è primario il dottor
Maurizio Franco, nato a Treviso nel 1956, laureato
in medicina e chirurgia a Padova nel 1981, specialista, oltre che in chirurgia maxillo-facciale, in odontostomatologia ed in anestesia e rianimazione.
Il dottor Franco ha esercitato presso la Chirurgia
maxillo-facciale (prima sezione aggregata della clinica odontostomatologica del corso di laurea in
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UL SSA L U T E 8
Dopo le elezioni rinnovate le cariche nella Conferenza dei sindaci dell’Ulss 8
Mario Frasson
presidente della Conferenza
occherà a Mario Frasson, sindaco di Resana, guidare nei
prossimi anni la Conferenza
dei Sindaci dell’Ulss 8. Il 28 sett e m b re scorso è stato eletto a
grande maggioranza pre s i d e n t e
della Conferenza dai colleghi sindaci degli altri comuni del territorio
dell’Ulss 8. Assieme a lui è stato
nominato l ’Esecutivo che sarà
composto da Daniele Ferrazza, sindaco di Asolo, Maria Gomierato,
sindaco di Castelfranco Ve n e t o ,
Laura P uppato, sindaco di
Montebelluna e Pierg i o rgio Davì,
sindaco di Valdobbiadene.
Frasson è nato a Resana nel 1945.
La carriera professionale l’ha svolta
a l l ’ i n t e rno dell’Ente Veneto per
l’Agricoltura. E’ noto per essere
stato per due legislature dal 1987
al 1994 deputato del Parlamento
italiano, già sindaco di Resana, dal
1974 al 1993, vicepre s i d e n t e
T
dell’Ospedale di Castelfranco e
presidente del Consorzio trasporti
Muson.
La sede amministrativa della
C o n f e renza dei sindaci resterà a
C aer ano S an Marco, sede che
risulta abbastanza baricentrica
rispetto al territorio dell’Ulss 8.
“Il progetto più importante che la
Conferenza affronterà nei prossimi
mesi sarà quello del project financing - ha dichiarato Frasson -, che
prevede il completamento e l’amm o d e rnamento degli ospedali di
Castelfranco e Montebelluna. Un
progetto realizzato con strumenti
finanziari nuovi e che non intaccherà i “livelli essenziali di assistenza”. Il “project” darà finalmente
presidi ospedalieri moderni, strutt u re che erano attese da molto
tempo nel territorio”.
Il nuovo presidente ha cominciato
un giro di conoscenza delle diverse
11
s t ru t t u r e
s o c i o s a n itarie.
Infatti, oltre
ai compiti
di indirizzo
generale, la
Conferenza
deve cont r i b u i re a
realizzare il
Piano di
zona
lo
s t ru m e n t o
base per l’integrazione dei servizi
sociosanitari.
“ C o n f e rmando il nostro impegno
a t t o rno al tema della famiglia –
dichiara ancora Frasson -, un altro
argomento che intendiamo affront a re è quello delle liste d’attesa.
Dovremo individuare insieme alla
Direzione generale dell’Ulss 8 tempi
più rapidi di accesso ai servizi”.
UL SS A L U T E 8
Inviate le vostre lettere in redazione oppure utilizzate la posta elettronica
CARA ULSSALUTE 8...
ASSOCIAZIONI
PER VIVERE
S
o no d i ab e t ic o i ns u li n o dipendente e sono portato re di una ileostomia a causa
di una malattia infiammatoria cro nica del colon e del retto. La mia
è una condizione difficile, oltre a
portare il “sacchetto” per le mie
necessità, devo fro n t e g g i a re il
“diabete mellito di tipo 2”. La
m alatti a infia mmato ria m i ha
costretto a ben
sei in ter v e n t i
c h i ru rgici e a
numerosi rico veri. La serie
di analisi a cui
sono stato
costretto è infi nita, anche
perché le
conoscenze
attorno alla mia malattia nel ’90
erano piuttosto ridotte. Le opera zioni che ho subito hanno com portato l’asportazione del colon e
interventi ripetuti al retto, il tutto è
stato estremamente doloroso e
inval idant e. S on o i nfo rm a t o
attorno al mio stato di salute e ho
la speranza che il settimo inter vento chiru rgico non arrivi mai.
Devo dire che dopo la prima ope razione ero pessimista, vedevo
tutto nero, gestire la mia ileosto mia mi sembrava un pro b l e m a
insormontabile. Devo ringraziare
mia moglie Lella, il suo aiuto è
stato fondamentale, in casa è lei
che mi fa da infermiera, senza il
suo sostegno non sarei mai venu to fuori. Devo ringraziare i medici,
le infermiere e gli infermieri del l’Ospedale di Padova e di Castel franco Veneto. Voglio però sotto lineare l’importanza di due Asso ciazioni a cui ho aderito quella dei
diabetici e quella degli stomizzati
e incontinenti.
Al Centro antidiabetico di Castel franco trovai subito una bella
accoglienza. Ricordo il dottor
B el tr ame ll o ch e e ra a ll o ra il
responsabile e il dottor Confortin.
Ricordo i volonta ri e in particolare
la signora Gallina ro che mi propo se l’iscrizion e
all’Associazione.
Far parte dell’As sociazione aiuta a
comprendere che
dopo tutto la vita
è ancora bella da
vivere. Serve pure a far valere i
propri diritti. Offre l’occasione per
partecipare a una serie di utili ini ziative. Io frequento da due anni i
campi scuola per i diabetici e i
loro familiari. Li ritengo molto utili
dal punto di vista formativo e
associativo, ci sono dei medici
molto preparati.
Attraverso l’adesione ha queste
due Associazioni ho conosciuto
storie diverse, persone che nono stante la vita sia difficile data la
situazione in cui sono costretti a
vivere, trovano ancora la forza e il
coraggio di viverla.
Paolo Schiavon
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MUOVERSI
FA BENE
ttimo consiglio. Ho trova to l ’opu sc olo “Chi si
muove... si gode la vita”
nella sala d’attesa dell’ambulato rio e ho seguito il suggerimento
semplice e fattibile in esso con tenuto. Assumo da 15 anni due
compresse al giorno per iperten sione arteriosa e la mezzora
giornaliera di attività fisica l’ho
sentita un completamento della
terapia già in atto. Ho sempre
cercato di trovare gli spazi per
camminare abbastanza vigoro samente, cardiopatia permetten do, ma non ero continua. Dopo
la lettura dell’opuscolo, ho cer cato di essere costante nella mia
attività come viene suggerito. Ho
già notato che durante i tratti di
salita non mi fermo più, in quan to avverto meno la sensazione di
“fiato corto”. Un sentito grazie.
Maria Biscaro
O
ANCHE IL COMUNE RINGRAZIA
In merito all'iniziativa “Chi si
muove... si gode la vita” ci tenia mo a farvi sapere che è molto
ben riuscita e che il materiale è
stato più volte richiesto. Coloro
che hanno avuto modo di leg gerlo hanno apprezzato molto le
p roposte tanto che in pochi
giorni gli opuscoli sono stati tutti
portati via dagli utenti.
Comune di Maser
UL SSA L U T E 8
Con il Corso per igienisti dentali continua la definizione del Polo universitario
presso il Presidio ospedaliero castellano, attesi altri due corsi
L’Università a Castelfranco
C
resce la richiesta di personale specializzato in igiene
ora le e l’Università di
Padova assieme all’Azienda sanitaria Ulss 8 inaugurano a
Castelfranco il primo corso di laurea in igienista dentale in Veneto.
Il professor Gian Antonio Favero,
direttore della Clinica odontoiatrica dell’Università di Padova e del
Centro di alta specializzazione in
implantologia della Regione
Veneto, inaugurando l’anno accademico a Castelfranco l'11 ottobre scorso, davanti a una settantina di allievi, ha sottolineato l’importanza di questa alta specializzazione, dato che ogni studio
dentistico e ogni struttura odontostomatologica richiede questa
figura. Dal detartraggio alla educazione e cura della igiene dentale l’impiego dei nuovi igienisti con
laurea breve è ampio e richiesto.
F a v e ro ha sottolineato anche
l ’ i m p o rtanza delle sinergie tra
Padova, la Regione Veneto e
l’Ulss 8 proprio in questo settore
dell’alta specializzazione, dove le
università stanno sempre più
impegnandosi per fornire tecnici
speciali sti in
tempi re l a t i v amente brevi.
Soddisfazione è
stata espre s s a
da
G ino
Redigolo, dire tt o re generale
dell’Uls 8, per il
r a ff o rz a m e n t o
delle pre s e n z a
di corsi di laurea
nell’Ulss, che
c o n f e rma l’ec- Il professor Favero e il dottor Redigolo inaugurano l’Anno accademico.
cellenza delle
strutture cliniche disponibili, nel le, quella dell’igienista dentale,
caso specifico il Servizio autono- che non solo in Italia ma nella
mo di Pedodonzia e il Servizio di stessa Europa, forse con la sola
C h i ru rgia maxillo facciale, nelle eccezione dei paesi scandinavi, è
quali gli studenti svolgeranno il scarsamente presente. Secondo i
dati raccolti nel 2001 in Canada,
tirocinio pratico.
Le lezioni sono iniziate lunedì 18 Stati uniti e Giappone l’igienista
o t t o b re e il primo semestre si dentale è presente in numero
concluderà a fine febbraio. I primi quasi pari a quello dei dentisti,
mentre in Europa gli igienisti sono
specializzati con laurea bre v e
circa il sei per cento dei dentisti.
usciranno fra tre anni. Il corso si
Se si considera che l’igienista
dividerà per la frequenza tra
dentale integra il lavoro dell’oPadova e Castelfranco.
dontostomatologo nella prevenL’avvio del Corso di laurea colma zione e nella cura e mantenimenun vuoto presente nel Veneto e to dei denti - si occupa, ad esempromuove una figura professiona- pio, di progetti di educazione
sanitaria dentale e provvede all’ablazione del tartaro - si comprende la necessità di riequilibrare
questa proporzione. Il corso, di
durata triennale, offre quindi ottime prospettive di inserimento nel
mondo del lavoro.
Con l’attivazione di questo corso
di laurea Castelfranco Veneto si
c o n f e rma polo universitario in
p a rtnership con l’Università di
Padova. Sono attesi nuovi corsi.
Per quanto riguarda le scienze
i n f e rmieristiche l’accordo è già
stato definito, mentre si stanno
p recisando le modalità per un
altro corso di laurea. Si consolida
il rapporto, sui progetti di formazione e alta specializzazione, tra
Regione Veneto, Ateneo patavino
e l’Ulss 8.
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UL SS A L U T E 8
L’introduzione del “promotore della salute nei luoghi di lavoro” offre alle imprese
consulenza preziosa su sanità e sicurezza e migliora la loro immagine
Aziende in Salute
n progetto di intervento di promozione della
salute nei luoghi di lavoro che ha come argomento centrale il “disability management” è
uno dei primi frutti del gruppo dei “promotori della
salute nei luoghi di lavoro” costituito ad aprile pres so Servizio di prevenzione igiene e sicure z z a
ambienti di lavoro (Spisal) dell’Ulss 8. Tale gruppo è
costituito da due assistenti sanitarie, un’infermiera
professionale, due dirigenti medici, il direttore del
servizio. L’obbiettivo del progetto specifico è la realizzazione all’interno di una grossa azienda privata
di un intervento che induca un miglioramento nell’inserimento lavorativo dei disabili, costituendo
entro un anno circa un gruppo aziendale di esperti
in disability management, al fine di realizzare l’inserimento lavorativo di almeno un disabile che sia poi
in grado mantenere nel tempo il proprio posto di
lavoro.
In ambito lavorativo, la promozione della salute è il
risultato dell’impegno congiunto di datori di lavoro,
lavoratori, istituzioni, servizi sanitari e società tutta
per migliorare la salute ed il benessere delle persone nei luoghi di lavoro. La Regione Veneto persegue
questo obbiettivo con il Piano di Promozione della
salute nei luoghi di lavoro, che comprende appunto
la costituzione di gruppi regionali di esperti, formazione dei promotori, sensibilizzazione di tutti gli
operatori degli Spisal, condivisione degli obiettivi
con le parti sociali, interventi nelle aziende.
Strategica è la formazione del pro m o t o re della
salute nei luoghi di lavoro, figura professionale in
grado di intervenire nelle fabbriche più sensibili, in
collaborazione con le parti sociali per far nascere
Gruppi aziendali di progetto, ai quali competerà di
attivare iniziative di promozione della salute. Il ruolo
del promotore della salute nel proprio Servizio prevede che egli divenga punto di riferimento normativo e culturale al quale possono attingere tutte le
figure interessate e sensibilizzate del servizio o di
enti esterni (sindacati, ditte, ecc.), inserisca azioni di
promozione della salute nel calendario di attività del
servizio, si occupi di formare altri operatori e quindi
p o t e n z i a re
il num ero
delle figure
p ro f e s s i o nali
in
gra do di
svolgere
azi oni di
promozione
della salute.
Sarà quindi
suo compito i n d i v id u a re
le
aziende
sensibili ai
vari int erventi
di
promozione
attraverso
r i c h i e s t e Disabili al lavoro: la sicurezza al primo posto.
dirette
delle aziende stesse, incontri con le associazioni di
categoria, coinvolgimento degli operatori del servizio. Dovrà incontrare i datori di lavoro, i responsabili aziendali del servizio prevenzione protezione, i
rappresentanti della sicurezza dei lavoratori, i medici competenti per effettuare interventi di presentazione e sensibilizzazione sulle varie tematiche di
promozione della salute.
Da una recente indagine risulta che la promozione
della salute nei luoghi di lavoro porta a una maggiore sensibilizzazione dell’imprenditore e giovamento
dell’immagine e della reputazione dell’azienda. Gli
interventi promossi dalle aziende riguardano: attenzione alla salute e alla sicurezza, formazione specifica degli addetti, gestione partecipativa, valorizzazione del lavoro di gruppo, affidabilità, trasparenza,
conformità ai requisiti richiesti dal cliente, sicurezza
dei prodotti.
dott.ssa Federica Zannol
responsabile progetto promozione della salute
U
16
UL SSA L U T E 8
I tassi di adesione delle donne nell’Ulss 8 fra i più alti nel Veneto
Screening mammografico
per prevenire il tumore al seno
ei paesi sviluppati, il tumore della mammella rappresenta la neoplasia più frequente e la causa di morte per
tumore più importante nel sesso
femminile: ogni anno nel nostro
paese si ammalano circa 32.000
donne. Sulla base dei dati del
Registro tumori, si stima che in
Veneto, nel 2002, i nuovi casi di
t u m o re della mammella siano
stati più di 3.100, pari al 27,5% di
tutte le neoplasie nelle donne.
La medicina negli ultimi decenni
ha fatto passi da gigante nella
prevenzione, diagnosi e cura di
que sta malattia; per quanto Nell’Ulss 8 l’adesione è fra le più alte, 80,7%, e superiore alla media regionale pari al 65,4% (2002).
riguarda la prevenzione, programmi di screening mammografico tutte le donne residenti di età si che la percentuale di donne
per la diagnosi precoce del tumo- compresa tra i 50 e i 69 anni che invitate rispetto alla popolazione
re alla mammella, sono iniziati in vengono invitate con lettera perso- bersaglio sia andata progressivaE u ropa già negli anni ’80 e si nalizzata ad effettuare una mam- mente aumentando dal 10,6 %
sono dimostrati efficaci nella ridu- mografia presso le Radiologie di del 1999 fino all’85,6% del 2002.
zione della mortalità specifica.
Castelfranco Veneto, Montebelluna Ma ancora più significativi sono i
Nell'Ulss 8 è attivo dal 1999, un e Valdobbiadene. L’esame è gra- risultati in termini di adesione al
p rogramma di screening per la tuito e non richiede l’impegnativa programma, che è progressivaprevenzione del tumore al seno del medico curante. Il programma mente aumentata passando dal
che, unitamente a quello per la di sc reening prevede che le 56% del 2000 all’ 80,7 % del
diagnosi precoce del carcinoma donne con mammografia negati- 2002. Come si vede dalla tabella
del collo dell’utero, attivato a par- va vengano richiamate ogni due sui tassi di adesione da part e
tire dal 1998, si inserisce nell’am- anni per un nuovo esame, mentre delle donne venete, l'Ulss 8 ha
bito più vasto delle iniziative rivol- le don ne con mammogra fia un'adesione pari all’80,7%, fra le
te al miglioramento della salute “sospetta” sono subito avviate ad più alte in regione (2002).
della donna. L’obiettivo è indivi- esami di approfondimento, ridu- Sempre più le donne hanno capiduare le lesioni in fase precoce in cendo i tempi di attesa che pro- to l’importanza di affidarsi alla
modo da ridurre la proporzione di curano ansia.
prevenzione, rispondendo numepersone che arrivano alla diagno- Nel 2004 è iniziato il terzo round rose agli inviti e sottoponendosi
si con lesioni in stadio avanzato e (biennio) di screening mammo- con serenità agli accert a m e n t i
di conseguenza ridurre terapie grafico, che ha come popolazio- che questa prevede.
chirurgiche demolitive. Lo scree- ne bersaglio circa 28.000 donne.
a cura del Servizio Igiene
ning mammografico è rivolto a Gli sforzi organizzativi hanno fatto
e Sanità pubblica
N
17
UL SS A L U T E 8
Aula multimediale, tv interattiva, e-learning per il personale dell’Ulss 8,
la formazione e l’aggiornamento viaggia in rete o via etere
Facile aggiornarsi
uesta deve essere un’Ulss diversa dalle altre
anche nella formazione del proprio personale:
un’Ulss digitale”. L’affermazione del direttore
amministrativo dell’Ulss 8, dott. Mario Po’, in occasione del Compa di Bologna edizione 2003, riassume in modo efficace la prospettiva verso cui l’Unità
di staff Formazione sta sviluppando la propria offerta formativa negli ultimi mesi. Infatti, con il Piano formativo aziendale per l’anno 2004, curato dall’ufficio,
la proposta formativa dell’Ulss 8 si caratterizza per
aver introdotto delle soluzioni metodologiche innovative di formazione a distanza. L’e-learning e la
televisione interattiva, che utilizzano ed integrano le
potenzialità offerte dall’evoluzione tecnologica, da
internet alla tv satellitare; vanno ora ad affiancarsi
alla tradizionale formazione residenziale d’aula.
rispetto agli orari, coinvolgono un gran numero di
persone, riducono i costi dell’aggiornamento, garantiscono una formazione diffusa ed uniforme, consentono di valutare tempestivamente i risultati dell’apprendimento, nonché di ampliare notevolmente
l’offerta formativa dell’Azienda.
Q
“
ANCHE L’INGLESE FRA LE PROPOSTE
Dall’inizio dell’autunno, grazie alla televisione interattiva, una cinquantina di operatori partecipano in
diretta, ogni mercoledì all’ora di pranzo, ad un corso
di inglese. Collegati a distanza, via satellite, seguono
in diretta su video le lezioni del docente di madreligua e, utilizzando un telefono multifunzionale, interagiscono con lo stesso sempre in diretta, effettuano
i test in tempo reale, propongono domande e ne
ricevono le risposte come in una normale dinamica
di dialogo d’aula. Si tratta per lo più di operatori dell’ospedale che oramai quotidianamente si confrontano, in corsia o negli ambulatori, con utenza sempre più di provenienza internazionale. Chi dovesse
perdere una lezione può recuperarne la registrazione
collegandosi al servizio di “web campus” disponibile
su internet.
MENO SPOSTAMENTI PIÙ FORMAZIONE
Le metodologie di formazione a distanza introdotte
presentano indubbi vantaggi in quanto riducono le
cause di allontanamento dell’operatore dalla propria
sede di lavoro, garantiscono una migliore flessibilità
VIA INTERNET PER I MEDICI
Un recente sviluppo della televisione interattiva consente poi di portare su e-learning i corsi allestiti per
la tv. Alcuni medici dell’Azienda stanno frequentano
infatti in modalità e-learning un corso su tematiche
professionali, che altri colleghi hanno già frequentato in diretta interattiva. Nello scenario dell’apprendimento e dell’educazione in generale ormai la formazione a distanza si sta affermando come una realtà
consolidata e costituisce una vera e propria risorsa
anche per l'investimento in capitale umano delle
organizzazioni sanitarie.
ABBIAMO QUALCOSA DA INSEGNARE
Su questo l’Ulss 8 sta svolgendo un ruolo attivo
come progettista e realizzatore in proprio di prodotti
formativi in e-learning, con il contributo scientifico di
un team aziendale guidato dalla dottoressa Lorena
Presentazione del progetto e-learning Ulss 8 al Compa 2003 di Bologna.
18
UL SSA L U T E 8
Sandonà. Due corsi autoprodotti
dall’Ulss di Asolo (uno sulla Sars e
uno sulla Tutela della Privacy)
hanno fra l’altro ottenuto un importante riconoscimento a livello
nazionale, a seguito del loro inserimento nel catalogo formativo dei
corsi di formazione a distanza promosso dalla Fiaso, nell’ambito di
un progetto del Ministero della
Salute attivato in collaborazione
con la Commissione nazionale
Ecm. Il progetto coinvolge su scala
nazionale una cinquantina di aziende ospedaliere e sanitarie, presso
le quali i corsi realizzati dall’Ulss 8
di Asolo saranno distribuiti. Al progetto peraltro aderiscono anche
aziende prestigiose quali il San
Raffaele di Milano, le Molinette di L’aula multimediale di Castelfranco Veneto. Un’aula simile è operativa a Montebelluna. In
Torino, l’Umberto Primo e il entrambe le sedi sono disponibili una decina di postazioni internet .
Bambin Gesù di Roma.
L’attività di progettazione e realizzazione non si è tenendo conto degli obiettivi generali e specifici
tuttavia esaurita con i predetti corsi. Sono in cantiere della programmazione socio-sanitaria nazionale e
nuovi progetti in e-learning di interesse sanitario su regionale.
tematiche trasversali quali il “Rischio clinico”, i
“Trapianti di organi e tessuti”, la “Gestione delle PREPARATI PER IL CITTADINO CLIENTE
risorse umane”. In progetto ci sono anche approfon- La risorsa formativa si pone pertanto l’obiettivo
dimenti attorno al tema delle “Innovazioni gestionali” generale di pervenire ad una crescita, maturazione e
in sanità (outsourcing, global service, financing valorizzazione professionale di tutto il personale in
project). La proposta formativa aziendale trova nel grado di soddisfare, in modo ampio, globale e perPiano formativo il suo momento di “consacrazione sonalizzato, la domanda sempre più complessa e
istituzionale”: più di ottanta progetti formativi attivati, diversificata di benessere psico – fisico, sociale ed
cinquanta accreditati dal Ministero della Salute nel ambientale proveniente dal cittadino – cliente e dalla
programma nazionale di Educazione continua in collettività, promuovendo e tutelando la salute indimedicina, più di duemila ore di formazione previste viduale e collettiva dei singoli, delle famiglie, dei
gruppi e delle comunità. Con la leva strategica della
in aula.
formazione l’Azienda mira a suscitare forti motivazioni negli operatori, a promuovere effettiva cultura
CORSI TRADIZIONALI E A DISTANZA
Il Piano formativo aziendale rappresenta lo strumen- di servizio, a promuovere la razionalizzazione, l’inteto ove si realizza il raccordo tra la programmazione grazione e modificazioni nell’organizzazione dei seraziendale e la programmazione delle attività formati- vizi e delle prestazioni, a raggiungere una più elevata
ve secondo un’idea forte di integrazione tra attività efficacia e produttività del sistema dei servizi socio –
tradizionali di tipo residenziale e le metodologie sanitari per migliorare la qualità dei servizi resi e
innovative della formazione a distanza. Il Piano pro- l’uso delle risorse, e, non ultimo, a sviluppare l’umapone un’offerta formativa che mira allo sviluppo nizzazione dei servizi basata su una visione integrale
delle competenze e delle conoscenze del personale, dell’uomo.
dottor Luca De Marchi
sia sul versante manageriale-gestionale, che comuniU.s. Formazione
cativo-relazionale, nonché tecnico-professionale,
Alcuni argomenti di formazione
Alcune iniziative contenute nel PFA
E-learning
Tv interattiva
Sars
Inglese
L. 626/94
Informatica
Privacy
Comunicazione
Trapianti
Riforma Biagi sul lavoro
Rischio clinico
Responsabilità professionale
Innovazioni gestionali
Firma digitale
Gestione risorse umane Affidamento minorile
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Aula
Basic Life Support - Defibrillation
Evidenze scientifiche
Bisogni di assistenza
Emergenza intra ed extraospedaliera
Tecniche di imaging in rx
Gestione Magazzini
Valutazione degli esiti in psicoterapia
UL SSA L U T E 8
Si chiama tutore volontario l’innovativa figura introdotta dalla Regione
per garantire la crescita dei minori privi di potestà genitoriale
MINORI TUTELATI
are la propria disponibilità
per tut elare un mi nore ,
assicurarsi che i soggetti
coinvolti nella sua crescita e sviluppo svolgano le funzioni di loro
competenza: questo il compito
del t u t o re volontar io. Egli è
responsabile della cura del bambino o dell’adolescente quando
non ha i genitori o quando i genitori definitivamente o provvisoriamente sono stati privati della
potestà genitoriale.
Il progetto tutore volontario, promosso dall’U fficio regionale di
protezione e pubblica tutela dei
minori della Regione Veneto, in
collaborazione con la Regione
Veneto e l'Università di Padova
mira a garantire che il minore sia
segu ito, educato, acc olto.
Destinatari del progetto sono i
bambini meno fortunati, quelli
che non possono per il momento
o, a volte purtroppo, per sempre,
contare sulla cura, la protezione,
la guida dei genitori. Finora per
prassi gli organi giudiziari nominano tutori persone che ricoprono incarichi istituzionali nel territorio di residenza del minore (il
sindaco, l'assessore, il dirigente
dei Servizi sociali, re s p o n s a b i l i
dei servizi sociosanitari), potevano crearsi sovrapposizioni di
ruoli; la stessa persona doveva
e ro g a re l'assistenza e nel contempo, come tutore, garantirne la
validit à. Con il tutore
volontario è la società civile a proteggere il minore e
a garantire l’adeguatezza
delle cure a lui prestate.
F a re il tutore volontario
significa mettere a disposizione p a rte del pro p r i o
tempo e della proprie competenze di adulto per aiutare un bambino. Si tratta
di un’esperienza di volontariato sociale che responsabilizza l’intera collettività
nella cura di bambini e di
r a g a z z i . L’istituzione del
tutore volontario da parte
della Regione Veneto è un
segno concreto di promozione della c ultura dei
diritti dei bambini e degli Il logo del progetto “pubblico tutore volontario”.
adolescenti.
Nell’Ulss 8 questo progetto è rea- no i genitori affidatari o la comulizzato dalle promotrici territoriali, nità di accoglienza, i serv i z i
formate dall’Ufficio del pubblico sociali e tutta la rete di supporto
tutore e dal Centro interdiparti- e sostegno che i servizi sociali
mentale sui diritti della persona e hanno messo a punto. Il compito
dei popol i dell’Università di del tutore volontario è invece di
Padova, la dottoressa Gabriella controllare che tutto venga svolto
F o l l i e ro, difensore civico di con competenza e di rappresenCastelfranco, Castello di Godego, tare il minore in tutti gli atti civili.
Resana e Vedelago e la dottores- Decide su questioni import a n t i
sa Bertilla Marin del Consultorio p roprio come un genitore e dà
familiare di Castelfranco Veneto. voce al suo interesse, se ci sono
Sono già stati individuati alcuni dei beni è il tutore ad ammini“volontari” e il progetto è avviato. strarli. La nomina del tutore spetUn corso di formazione è partito ta al Giudice tutelare presso i trinel mese di novembre. Ai volon- bunali circondariali e in alcuni
tari è stato chiesto: con- casi al Tribunale dei minorenni.
sapevolezza delle finalità L’ u fficio della tutela è gratuito.
della tut ela minorile, L’obbiettivo è garantire assieme a
tempo da dedicare a tutti gli altri soggetti coinvolti un
questa funzione, voglia di r i e n t ro sereno e positivo nella
c o l l a b o r a re c on tu tti i famiglia di origine, nel momento
soggetti coinvolti e in in cui i genitori fossero di nuovo
p a rt i c o l a re coloro c he in grado di occuparsi responsaa ffiancano quotidiana- bilmente dei figli, o il raggiungimente il bambino.
mento della maggiore età c o n
Questa figura non è in uno sviluppo adeguato della perprimo piano per il bambi- sonalità e il ricordo di adulti solin o, anzi può accadere dali e generosi.
che il minore la incontri
dott.ssa Bertilla Marin
Gabriella Folliero e Bertilla Marin promotrici territoriali.
assai poco. A lui pensa- Consultorio familiare Castelfranco
D
21
UL SS A L U T E 8
Continua l’impegno per il trattamento e la prevenzione dal tabagismo
Liberarsi dal fumo,
l’Ulss 8 accetta la sfida
’Organizzazione mondiale della sanità ha definito il fumo la prima causa di morte evitabile
nei paesi occidentali e, di recente, ha fatto in
modo che un numero cospicuo di nazioni (pari a
171) ratificassero il primo trattato internazionale
antitabacco. L’intesa sul divieto di pubblicità al
tabacco e alle sigarette, nonché la proibizione di
usare dichiarazioni ingannevoli sugli effetti nocivi del
fumo sono alcuni dei punti qualificanti del trattato.
Anche in Italia queste direttive sono state recepite e
coinvolgono in primo luogo gli operatori del campo
socio sanitario, educativo e della comunicazione di
massa. La
R e g i o n e
Ven e to ha
posto grande
attenzione al
problema
tabacco a
tu tti i li vell i
dall’assistenza, alla cura,
alla pre v e nzio ne sia in
generale sia
su aree speci fiche (ad
ese mpio i
giovani).
Presso l’Ulss
8 da più di un
anno è stato
costituito un
g ruppo di
lavoro, che ha sviluppato un programma con un
finanziamento di 36mila euro, al fine di re n d e re
attuativo il piano regionale ed il progetto interaziendale della Rete veneta in materia di prevenzione da
patologie fumo-correlate.
La Rete veneta degli Ospedali che promuovono la
salute (Hph) sta sviluppando uno specifico progetto
relativo al contenimento del fumo in ospedale e nei
servizi socio-sanitari per limitare o impedire l’iniziazione al fumo degli adolescenti, aiutare i fumatori
attivi a smettere, proteggere i non fumatori dall’esposizione al fumo passivo.
Per quanto riguarda la prevenzione sono previste
due azioni per ridurre l’iniziazione al fumo attraverso azioni di educazione sanitaria, l’altra per pro-
muovere la disassuefazione, ad esempio con un
corso ai ragazzi fumatori, aumentando la percentuale delle persone che smettono di fumare.
Per aiutare i fumatori attivi a smettere si prevedono
due tappe: la prima è finalizzata a fare uno screening del fumatore motivato a smettere (si sono programmati quattro corsi per smettere di fumare), la
seconda invece è di tipo ambulatoriale e fornisce
un trattamento completo (apertura Ambulatorio di
secondo livello per la disassuefazione dal fumo).
Va segnalata la partecipazione al programma nazionale “Mamme libere dal fumo ” per ridurre l’esposizione al fumo del feto e del bambino, cre a n d o
ambienti domestici liberi dal fumo.
Rita Cagnin
Servizio educazione e promozione della Salute
L
AMBULATORIO
PER LA DISASSUEFAZIONE DAL FUMO
Dal mese di settembre scorso è iniziata l’attività
ambulatoriale per chi desidera smettere di fumare.
Il Servizio è denominato: Ambulatorio di secondo
livello per la disassuefazione dal tabagismo.
L’ambulatorio offre un servizio di consulenza sia
medica che psicologica a qualunque fumatore che
voglia smettere e che senta la necessità di essere
aiutato a smettere.
La struttura che accoglie il Servizio per la cessazione dal fumo è collocato all’interno del Distretto
socio sanitario 1. L’accesso all’Ambulatorio è gratuito e senza prescrizione medica (impegnativa del
medico). Con la responsabile del Servizio dottoressa Giunta Maristella (medico pneumologo) collaborano uno psic ologo e un inferm i e re .
L’ambulatorio utilizza un trattamento multimodale
per la cura e l’assistenza del tabagismo mediante
terapia psicologica individuale e di gruppo e l'uso
di farmaci sostitutivi alla nicotina.
L'Ambulatorio si trova in via Cazzaro n°7 a
Castelfranco Veneto.
Telefono 0423.732759 fax 0423 732758
E – mail [email protected]
Il Servizio si contatta per un appuntamento e/o per
consulenza telefonando nei giorni dal lunedì al
venerdì ai seguenti orari 9.00 – 13.30, oppure negli
stessi giorni e orari recandosi direttamente presso
la sede.
22
UL SSA L U T E 8
Adi e Od: accompagnare
chi lascia la vita
n Italia muoiono ogni anno oltre
159mila persone a causa di una
ma latt ia n eop las ti ca. Nel la
Regione Veneto i decessi per
tumore sono 13mila all’anno e si
stima che circa il 70% di queste
persone necessiti di cure palliative nella fase term i n a l e (la cui
durata media è di 60 giorni).
La Regione Veneto ha promulgato delle linee guida per il sostegno ai malati neoplastici gravi in
condizioni di terminalità. Si prevede un’aggregazione funzionale
ed integrata di servizi territoriali
distrettuali e ospedalieri, sanitari
e sociali. La fase terminale riguarda non solo i malati neoplastici
ma anche chi è affetto da malattie ad andamento evolutivo come
ad esempio le gravi cardiopatie,
le insufficienza respiratorie croniche, le mal attie neuro l o g i c h e
degenerative come la sclero s i
laterale Am iotro fic a, le gravi
demenze, gli ictus cerebrali, il
Morbo di Parkinson e quindi un
ancor più ampio numero di persone ha bisogno di assistenza di
tipo palliativo.
Le cure palliative hanno come
obiettivi: la globalità dell’intervento terapeutico esteso al supporto
psicologico, relazionale, sociale e
spirituale; la valorizzazione delle
risorse del paziente e della sua
famiglia; la molteplicità delle figure professionali coinvolte nel
piano di cura; il pieno rispetto
dell’autonomia e dei valori della
persona malata; la piena integrazione con i servizi sociali; la continuità della cura e la qualità delle
prestazioni erogate. Esse aff e rmano il valore della vita, considerando la morte come un evento
naturale. Hanno come priorità il
sollievo dal dolore e dagli altri
sintomi e cercano di off r i re un
sistema di supporto per aiutare il
paziente a vivere il più attivamente possibile fino alla morte.
Molti studi e la stessa Organizza-
I
zione Mondiale della
Sanità hanno
individuato
nell’ambiente
domestico il
luogo di magg i o re p re f e renza per l’erogazione in
modo continuo di cure al
malato terminale. Nell’Ulss 8 sono
attivi due Serviz i d i A s s i stenza domic i l i a re . E ss i
e r o g a n o
anche cure
palliative a
domicilio con
due modalità.
L’ Assistenza domiciliare integrata (Adi) - per pazienti con supporto familiare sufficiente e bisogni
sanitari medio bassi - il piano di
cura e di interventi viene concordato con il Medico di medicina
generale, il quale si potrà avvalere della consulenza dello specialista del Servizio, dell’Assistenza
i n f e rmieristica qualificata e di
interventi sociali. Vengono conc o rdati preventivamente degli
accessi medici, inferm i e r i s t i c i ,
degli operatori dell’assistenza. Si
mantengono tutti i contatti necessari con gli specialisti ospedalieri
che avevano in carico il paziente.
Quando i bisogni sanitari risultano medio alti si preferisce attivare
l’Ospedalizzazione domiciliare
(Od), strutturata così: tre accessi
settimanali dello Specialista del
Servizio, due accessi del Medico
di medicina generale, un accesso
giornaliero dell’infermiere professionale. Viene garantita una reperibilità sia medica che infermieristica diurna, prefestivi e festivi
compresi.
23
Gli obiettivi che il Servizio di Assistenza domiciliare si pone per le
cure palliative e di fine vita sono:
assicurare assistenza e controllo
dei sintomi fisici e psicologici,
f o rn i re sostegno alla famiglia e
agevolare la permanenza a domicili o nell a convi nzione che
soprattutto quando non è più
possibile “guarire” bisogna tutelare la qualità della vita, liberare
dal dolore, evitare ogni tentazione
di accanimento terapeutico e
r i d a re di gn ità a l mori re, non
o ff rendo solo terapie e pre s i d i
sanitari, ma entrando in comunicazione con il malato e la sua
famiglia, dedicando del tempo
non solo al “fare” ma anche all’ascolto, passando dal “curare” al
“ p rendersi cura” o v v e ro all’accompagnamento di chi muore .
Solo in questo modo si potrà
veramente attuare un intervento
di aiuto concreto al malato e alla
sua famiglia.
dott.essa Paola Paiusco
medico del Servizio di assistenza
domiciliare di Montebelluna
UL SSA L U T E 8
Un Convegno per discutere delle scelte etiche nella pratica clinica,
si parlerà anche di eutanasia, accanimento terapeutico, alimentazione forzata.
ETICA E CURA
I
l Comitato per la Bioetica, recentemente istituito
nell'Ulss 8, é giunto al compimento del suo primo
anno di vita. Ha ritenuto sia arrivato il momento di
organizzare un Convegno nazionale, previsto per il
28 Gennaio del prossimo anno, sul tema "La
dimensione etica nella pratica clinica".
Il Convegno, aperto a tutti gli operatori sanitari e in
fase di accreditamento Ecm per medici, infermieri,
farmacisti e psicologi, intende far conoscere ed
evidenziare l'attività del Comitato, che è un prezioso contributo all'attività degli operatori sociosanitari e una garanzia per i pazienti. La sua mission è di
offrire un servizio per la crescita professionale e
umana degli operatori sanitari e di proporre degli
spunti ai cittadini per comprendere e inserirsi nelle
problematiche etiche del mondo della salute.
Significativo il tema scelto: "La dimensione etica
nella pratica clinica". Oggi si parla di pluralismo
morale, etico e religioso che si riflette, naturalmente, in posizioni etiche differenti. Questo apre, nella
pratica clinica, un terreno di confronto che spesso
può generare conflitti, sia tra operatori sanitari che
tra operatori da una parte e pazienti e familiari dall'altra (ad esempio sull’eutanasia, sull’accanimento
terapeutico, sull’idratazione e nutrizione forzate). Il
cambiamento culturale in atto vede il cittadino
sempre più partecipe attivo nella gestione della
propria salute, appellandosi ai principi di autonomia e di autodeterminazione.
Il Convegno ha l’intento di aiutare a fare chiarezza
sui termini, di precisare gli ambiti dell'etica, della
deontologia e del diritto. Sarà occasione per mettere a fuoco le questioni etiche e favorire il dialogo e
la comprensione tra punti di vista diversi. Questo
permetterà di approfondire gli aspetti fondamentali
sui quali trovare un approccio comune ai problemi
etici della pratica clinica e al modo di rapportarsi
nei confronti dei pazienti. Il programma è nutrito e
presenta relatori di primo piano.
Il Gruppo Comunicazione
Comitato etico Ulss 8
Venerdì 28 gennaio 2005 - presso Hotel Fior - Castelfranco
8.15 - 9.00 Registrazione partecipanti
9.00 - 9.30 Presentazione
Nadia Cavalli, Michele Gallucci
Modera: Marina Coppola
9.30 - 10.30 La medicina di oggi tra etica, deontologia e diritto
Camillo Barbisan
Discussant: Marta Rampazzo, Patrizia Borsellino
10.30 - 11.15 Aspetti deontologici: contraddizioni all’interno dei
codici deontologici medico e infermieristico
Luciano Orsi, Stefano Spaliviero
Discussant: Luigi Pavanello, Laura Canavacci
11.15 - 11.45 Coffee break
11.45 - 13.15 Aspetti etici: “E se la pensiamo diversamente?”.
Il problema del pluralismo morale all’inizio e alla
fine della vita.
Dibattito: Corrado Viafora, Patrizia Borsellino
Discussant: Laura Canavacci, DionisioRossi
Modera: Nadia Cavalli
13.15 Colazione di lavoro
14.15 - 15.30 Aspetti giuridici: non iniziare un trattamento è lo
stesso che sospenderlo?
Intervista con Sergio Fucci
Intervistatore: Paolo Manente
Discussant: Moreno Agostini, Michele Gallucci
15.30 - 16.00 Coffee break
16.00 - 17.30 Il Comitato per la Bioetica dell’Azienda Ulss 8 al
lavoro su un caso
Simulazione con votazione elettronica
Discussant: Paola Paiusco, Luciano Orsi
Modera Fabio Dell’Antonia
17.30 Saluto delle Autorità
17.50 Test finale
18.00 Conclusione dei lavori
COMITATO per la BIOETICA
presso la Direzione medica del P.O. di Castelfranco
tel. 0423/732678 fax 0423/732960.
Orario di apertura al pubblico:
martedì e giovedì dalle 11,00 alle 13,00
25
UL SS A L U T E 8
L’Ufficio benefici economici
agli invalidi civili
opo il passaggio delle competenze in materia
di benefici economici agli invalidi civili dalle
Prefetture alle Ulss, l’organizzazione voluta
dalla Regione del Veneto prevede che presso l’Ulss
di residenza dell’invalido vengano svolti tutti gli
adempimenti correlati all’istruttoria amministrativa
necessaria per stabilire il diritto alle provvidenze
economiche correlate allo stato di invalidità. Per
questo è operativo dall’ottobre 2001 p resso il
Servizio di Medicina legale l’Ufficio benefici economici agli Invalidi civili.
L’attività dell’Ufficio consiste principalmente:
• invio del verbale sanitario con richiesta ed acquisizione dall’invalido dei documenti amministrativo/reddituali e/o delle dichiarazioni di responsabilità nonché delle modalità di pagamento;
• verifica della certificazione presentata con eventuale richiesta di documentazione integrativa;
predisposizione
della cosiddetta dichiarazione di
•
concedibilità da inviare all’Unità operativa Invalidi
civili per la liquidazione del beneficio che verrà
pagato dall’Inps.
Di norma i tempi necessari per la conclusione della
pratica presso l’Ulss 8 sono contenuti entro i 30
giorni mentre per il proseguo della pratica fino alla
messa in pagamento da parte dell’Inps occorrono
almeno 4/5 mesi.
L’ Ufficio ha sede a Montebelluna in Via Dante
Alighieri 12 (Palazzo ex Inam – 3° Piano), è aperto
al pubblico nelle seguenti giornate e fasce orarie:
lunedì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00
alle ore 17.00
martedì dalle ore 9.00 alle ore 12.00
mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 12.00
giovedì dalle ore 9.00 alle ore 12.00.
Nelle stesse fasce è attivo il n u m e ro telefonico
0 4 2 3 - 6 1 1 7 2 2 m e n t re il numero di fax è 0423611744. In aggiunte a queste fasce orarie l’ufficio è
a disposizione previo appuntamento.
L’Ufficio, oltre ad assicurare la piena disponibilità
agli invalidi ai fini di una pronta e corretta compilazione della documentazione, collabora attivamente
con le Assistenti Sociali dei Comuni e con i
Patronati.
dottor Aldo Piccioni
responsabile del Servizio di Medicina legale
D
26
UL SSA L U T E 8
Dalla Regione Veneto un aiuto finanziario per le famiglie di disabili e malati
non autosufficienti: l’Ulss 8 punta al pieno utilizzo dei fondi disponibili
Assegno di sollievo
el quadro del “sistema
in tegr ato dei servizi” a
f a v o re dei disabili e degli
anziani in condizione di non autosufficienza la Regione del Veneto
ha previsto, tra gli interventi rivolti
a garantire alle persone il diritto
alla permanenza nella pro p r i a
casa e nel contesto delle relazioni
familiari e personali, l’avvio di
interventi assistenziali di “sollievo” a favore di famiglie che assistono a casa persone disabili e
anziani non autos u fficienti, sostenendone tutti i relativi oneri, economici ed assistenziali.
La Regione ha individuato due formule assistenziali:
l’“assegno di sollievo” e il “buono di
servizio”.
L’assegno di sollievo consiste in una
so mma ri c on o sciuta alla famiglia
pe r l ’as sis t enza
prestata.
Il buono di servizio (chiamato
anche “voucher”) consiste in una
somma riconosciuta alla famiglia
per l’acquisto di servizi di accoglienza temporanea presso le
diverse strutture residenziali, presenti nel territorio.
La natura degli interventi è destinata a creare “ristoro” alla fami-
N
glia impegnata a garantire l’assistenza al proprio congiunto. Si
tratta di uno strumento idoneo a
produrre effetti positivi sulla famiglia e a dare un preciso segno di
solidarietà istituzionale a chi è
impegnato a garantire con continuità livelli ottimali di assistenza a
domicilio, a prezzo di sacrifici
molto grandi e spesso misconosciuti.
La Confe renza di Sindaci
dell'Ulss 8 ha approvato il “Piano
territoriale triennale” per gli interventi di sollievo, prevedendo un
apposito Comitato tecnico.
Per il 2004, il Comitato ha deciso
di conseguire il massimo utilizzo
dei contributi. Il termine per la
p resentazione delle domande
p re sso i Servizi social i del
Comune di residenza è stato por-
27
tato al 30 settembre 2004. I limiti
di reddito sono 26.855 euro per le
famiglie fino a tre componenti e
41.316 euro per le famiglie con
più di tre componenti. Il contributo per l’assegno di sollievo è di
1.500 euro massimo, stessa cifra
per il “buono di servizio” se legato ad un ricovero temporaneo
della durata di un mese (in ogni
caso il contributo sarà rapportato
alla durata del ricovero temporaneo in struttura).
In casi di particolare ed intensa gravità assistenziale,
su segnalazione
dei Servizi sociali
comunali,
il
Comitato tecnico
potrà autorizzare
l ’ e rogazione di
ul teriori quote di
contributo a favore
dello stesso caso.
L’iniziativa per l’asse gnazione dei
contributi di sollievo è in questo
momento in piena
fase attuativa.
Chi fosse interessato ad ulteriori
e più dettagliate informazioni può
rivolgersi ai Servizi sociali del
Comune di residenza oppure alla
S e g reteria della Direzione del
D i s t retto socio sanitario 1 di
Asolo e Castelfranc o Ve n e t o
telefonando allo 0423 526445.
UL SS A L U T E 8
L’esame anche presso la Neuropsichiatria infantile
Importanza dell’EEg
in età evolutiva
'epilessia è una delle patologie neurologiche più diffuse e interessa dall'uno al due per cento della popolazione e il quattro per
cento dei bambini. L'esordio in età evolutiva spesso è in comorbidità, cioè associato ad altre patologie (disturbi generalizzati dello
sviluppo, ritardo mentale, anomalie cromosomiche).
L'Elettroencefalogramma (EEg) è l'esame strumentale più importante
per diagnosticare e seguire il paziente epilettico, insieme ad un
approfondita anamnesi. In età evolutiva è particolarmente importante
un raccordo clinico strumentale per evitare falsi positivi e falsi negativi, considerata la sintomatologia multiforme e l'obiettività alla visita
spesso negativa. Da aprile 2004 è possibile eseguire l'elettroencefalogr amma (basale, in sonno e d H olter) presso il Servi zi o di
Neuropsichiatria infantile (sono stati eseguiti già circa 150 esami) grazie alla collaborazione della Divisione di
Neurologia che ha messo a disposizione
un tecnico di Neurofisiologia. Gli esami si
eseguono il martedì e il mercoledì mattina
dalle ore 8.00 alle ore 13.00 previo appuntamento presso la segreteria del Servizio
di
Neuropsichiatria
infantile
(0423/732700), e con impegnativa del
pediatra curante. A.G.
L
Enjoy your meal
Bon appetit
Buon appetito
I
degenti dell’ospedale di Montebelluna hanno a disposizione un
album fotografico multilingue, che potranno consultare, per poter
scegliere il menù, avendo un’idea più precisa dei cibi che verranno
loro serviti. La nostra cultura culinaria comprende piatti particolari,
non sempre facili da tradurre. Spaghetti e pizza sono bene identificabili a tutte le latitudini, ma la traduzione letterale di “polenta e formaggio” o “pasta e fagioli” potrebbe non dare l’idea della tipologia del piatto che si
intende scegliere. Va considerata
inoltre l’esclusione, nella tradizione
araba, delle carni di maiale. Grazie
a ll'album fotografico queste
dovrebbero essere più facilmente
identificate ed eventualmente
sostituite con le alternative disponibili.
Uno strumento che dovrebbe favorire, quindi, una prenotazione del pasto
agevolata anche per chi non parla l’italiaINSALATA DI RISO
no, attraverso le apposite schede tradotte COLD RICE WITH VEGETABLES
RIZ FROIDE AVEC LEGUMES
in inglese, francese, cinese ed arabo. E.S.
28
Defibrillatori
impiantabili:
il “pugno”
che ti resuscita
L
e aritmie cardiache, disturbi
che riguardano la parte elettrica del cuore, possono essere
curate con i farmaci antiaritmici
o p p u re con “sonde” e “cateteri”
che, introdotti nella cavità cardiache attraverso le vene, sono in
grado di localizzarne la sede e produrre delle microlesioni in grado di
eliminarle definitivamente. Questa
tecnica si chiama ablazione transcatetere e da circa due anni viene
praticata presso il laboratorio di
elettrofisiologia ed elettrostimolazione della Cardiologia di
Montebelluna dall’equipé del dottor
Gianfilippo Neri. Consente di curare la “ta chicardia paro s s i s t i c a
sopraventricolare”, la “fibrillazione
atriale”, il “flutter atriale” in maniera
definitiva.
Esistono, inoltre, aritmie maligne
quali la “tachicardia ventricolare”,
la “fibrillazione ventricolare” e il
“flutter ventricolare” che sono
responsabili della cosiddetta
“ m o rte improvvisa” che colpisce
una persona ogni mille all’anno. La
morte improvvisa è definita come
“una morte naturale, preceduta da
i m p rovvisa perdita di coscienza,
che si verifica entro un’ora dall’inizio dei sintomi, in soggetti con o
senza cardiopatia nota preesistente, ma in cui l’epoca e la modalità
della morte sono imprevedibili”. Nei
pazienti ad alto rischio si può applic a re sotto la cute, mediante un
intervento chirurgico in anestesia
locale, un “defibrillatore impiantabile” o Icd, un piccolo apparecchio in
grado di riconoscere le aritmie e di
i n t e rromperle nel giro di pochi
secondi. L’Icd è un vero concentrato di tecnologia, monitorizza continuamente l’attività cardiaca, stimola il cuore se necessario, interrompe l’aritmia con una scossa elettrica quando essa si verifica. La
shock elettrico è avvertito come un
pugno nel torace, ma è un pugno
che salva la vita. G.N.
UL SSA L U T E 8
Non solo l’Urp, ma tutti i servizi Ulss devono basare su partecipazione,
informazione, ricerca e analisi, la relazione con gli utenti
Relazioni con il pubblico
I
l tema della salute è complesso. Soddisfare i bisogni di salute dei cittadini, promuovere il
loro benessere, organizzare i servizi per questo scopo è un’attività
ampia e articolata. Questa complessità richiede lo sviluppo di
una politica aziendale per le relazioni con il pubblico in grado di
semplificare la lettura dei bisogni
da parte de gli o pe ra tor i e la
conoscenza dell’organizzazione dell’Unità locale sociosanitaria da parte degli utenti: una filosofia per le relazioni con il pubblico in grado di
superare ogni atteggiamento
burocratico da parte del personale e di risolvere positivamente i diversi approcci da
parte del pubblico. L’obbiettivo è un’alleanza fatta di
reciproca comprensione sui
bisogni rappresentati dalla
comunità e sulle risorse a
disposizione per rispondere
agli stessi, un rapporto critico costruttivo a vantaggio di tutti.
La partecipazione, l’informazione,
la ricerca e l’analisi, non sono
solo funzioni che competono ai
diversi uffici, ma devono essere
una quotidiana modalità di agire
da parte dei servizi dell’Ulss, una
filosofia, quindi, di relazione con il
pubblico.
FORMARE ALLA RELAZIONE
L’Ulss 8 è impegnata, a tal fine,
su due fronti: da un lato deve
LE SEDI DELL’URP
L’Ulss deve distribuire su tutto il
p roprio ambito territoriale dei
punti riconosciuti form a l m e n t e
per assicurare la relazione con il
pubblico. Per tale motivo, sia
p resso le sedi ospedaliere che
distrettuali, sono stati individuati
punti dedicati anche alle relazioni
con il pubblico. Tali dislocazioni
sono collocate presso le direzioni
mediche dei presidi ospedalie ri di Ca stelf ran co
Veneto e Montebelluna,
presso le sedi distrettuali
di A solo, Caste lfranc o
Veneto, Va l d o b b i a d e n e ,
Montebelluna e, pro s s im am e n t e , Ve d e l a g o ,
Riese Pio X, Crespano del
Grappa, Pederobba e Giavera del Montello e infine
presso il Dipartimento di
prevenzione nelle due articolazioni di igiene pubbliLa sede distrettuale di Valdobbiadene. ca e veterinaria. Nel primo
semestre del 2004 presso
muovere le diverse attività neces- questi sedi sono pervenute 99
sarie ad assicurare il miglior rap- segnalazioni, che ri guard a n o
porto con l’utenza. L’Ufficio ha aspetti burocratico amministrativi
promosso, tra l’altro, un progetto 38%, aspetti relazionali 12%,
di formazione per sensibilizzare e aspetti t ecn ico pro f e s s i o n a l i
formare alcuni operatori alle rela- 21%, di natura strutturale-logistizioni con il pubblico, che richie- ca 2% e il restante 27% riguarda
dono, non solo abilità di comuni- l’insoddisfazione nelle prestaziocazione, ma anche d’interpreta- ni, il rispetto della privacy e i
zione e lettura dei bisogni espres- tempi d’attesa.
si dagli utenti, nonché capacità
dottor Paolo Pavan
progettuali di miglioramento dei
responsabile
servizi.
Ufficio relazioni con il pubblico
a s s i c u r a re il continuo sviluppo
della relazione con il pubblico;
d a l l ’ a l t ro deve garantire, al suo
i n t e rno, un’organi zzazione i n
grado di sostenere questa filosofia della relazione. La funzione
della relazione con il pubblico,
nell’attuale organizzazione aziendale, è riconducibile all’Uff i c i o
relazioni con il pubblico, il quale
ha il compito di coordinare e pro-
31
UL SSA L U T E 8
L’inverno è iniziato: proteggi la tua salute scegliendo di eseguire
la vaccinazione antinfluenzale
Battila sul tempo
Prima regola: prevenzione
La prevenzione dell’influenza
rientra tra gli obiettivi di salute
indicati dal Piano sanitario nazionale e dalle disposizioni regionali.
L’influenza costituisce un serio
p roblema di sanità pubblica e
r a p p resenta tuttora, in Italia, la
terza causa di morte per patologia infettiva, preceduta soltanto
da Aids e tubercolosi.
La vaccinazione rimane il mezzo
migliore per prevenire l’influenza
al fine di perseguire gli obiettivi di
riduzione della morbosità dell’influenza e soprattutto delle sue
complicanze.
Le categorie di soggetti a cui
v e rrà off e rta g r a t u i t a m e n t e l a
vaccinazione antinfluenzale sono:
• soggetti di età maggiore o uguale
a 65 anni
soggetti
in età infantile ed adul•
ta affetti da particolari patologie
• ricoverati in Ospedale
• ospiti delle Case di Riposo
• soggetti addetti al servizio pubblico di primario interesse collettivo
• personale sanitario di assistenza
• contatti familiari di soggetti ad
alto rischio.
Per avere
ulteriori
informazioni ci si
può rivolgere
al Dipartimento
di Prevenzione
Servizio Igiene e
Sanità Pubblica
0423/611714
0423/611715
•
alla sede dell’ambulatorio vaccinale territoriale (ufficio igiene)
al
• medico del reparto ospedaliero (in caso di ricovero)
alla
casa di riposo.
•
I soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo
e il personale di assistenza o
contatti familiari di soggetti ad
alto rischio si devono rivolgere
alle sedi di vaccinazione territoriale (ufficio igiene):
SEDE
TELEFONO
Asolo
0423/526332 – 334
Crespano
0423/526260
Valdobbiadene
0423/977243
Pederobba
0423/69812
Montebelluna
0423/611782
Giavera del Montello 0422/728917
Castelfranco Veneto 0423/732744
Riese Pio X
0423/483597
Vedelago
0423/400174
VACCINAZIONE: QUANDO e DOVE
Si può richiedere la vaccinazione:
• al medico di medicina generale
(medico di base)
Dallo studio del professor Pietro Crovari pubblicato nell’inserto della rivista SIMG giugno 2004.
33
UL SSA L U T E 8
Fin dalle elementari si comincia la prevenzione: nelle scuole si effettuano
visite mirate odontoiatriche per l’individuazione dei primi danni a denti e gengive
Guerra alla carie
nche quest’anno il progetto di prevenzione I risultati positivi di
odontoiatrica in età scolare dell’Ulss 8, com’è questa attività (draormai consuetudine fin dal 1992, ha preso stica di min uzione
l’avvio con l’inizio dell’anno scolastico 2004/2005. dell’incidenza delle
L’attività di prevenzione è effettuata da sei odon- carie dentarie) sottotoiatri convenzionati interni dislocati nei vari poliam- lineano la validità del
bulatori dell’Ulss 8 e coordinati dal primario di progetto e la necesOdontostomatologia dell’ospedale di Montebelluna, sità di conferm a r l o
in collaborazione con la dottoressa Fulvia Salzani, r i s e rvando maggior
direttore del Distretto 2.
attenzione al mesQuest’attività capillare (nel 2003 sono stati visitati e saggio di prevenziocurati circa 1700 bambini delle seconde classi delle ne e alla motivazioscuole elementari) si svolge con le seguenti moda- ne del piccolo
lità. I bambini, gli insegnanti e i familiari, previa isti- paziente.
tuzione di un calendario, pervengono a gruppi negli In linea generale,
ambulatori odontoiatrici dell’Ulss 8. Vengono accol- comunque, si rafforti dal medico e da un’infermiera, il medico illustra e za il trend positivo
i n f o rma i presenti sulle prestazioni che saranno già riscontrato negli
effettuate in ambulatorio. Il momento successivo è ultimi anni e, se da una parte la carie dentaria è in
dedicato all’educazione sanitaria con l’illustrazione costante diminuzione, vi sono patologie come
del corretto stile di vita rispetto a norme igieniche e malocclusioni e parodontopatie che stanno aumenalimentari. I bimbi e gli accompagnatori vengono tando o che un tempo erano sottovalutate e che
quindi istruiti sull’uso dello spazzolino, del filo inter- ora assumono invece una necessità prioritaria di
dentale e sull’importanza della fluoroprofilassi.
prevenzione e cura.
Successivamente l’odontoiatra procede alla visita e
dottor Giuliano De Polo
alla compilazione della scheda individuale che
primario Odontostomatologia Montebelluna
accompagnerà il bimbo
nel percorso terapeutico
MEDICI ODONTOIATRI DEDICATI ALLA PREVENZIONE
per eventuali visite di conSEDE
ODONTOIATRI
t rollo, sigillature e cure
ASOLO
Dott.ssa
P.Barbon
conservative.
CASTELFRANCO
Dott. I. Buttazzoni
La scheda di rilevazione
CRESPANO
Dott. C.Codognotto
contiene dati che verranno
GIAVERA
Dott. A. Rossi
riportati in analisi statistiMONTEBELLUNA
Dott.ssa
P.Barbon
che trasmesse alla fine di
Dott.
G.
Pecoroni
ogni anno al re f e re n t e
PEDEROBBA
Dott. C. Codognotto
scientifico (dottor Giuliano
VALDOBBIADENE
Dott. G. Dal Broi
De Polo). A conclusione
U.O.di
ODONTOSTOMATOLOGIA
Dott.
G. Dal Broi (per la prevenzione e lo screening
della visita, viene effettuaMontebelluna
delle malocclusioni)
ta, l’applicazione di fluoroU.O.
di
PEDODONZIA
Dott.
S.Panizzon
(per la prevenzione e lo screening
gel secondo la valutazione
Castelfranco
Veneto
delle malocclusioni)
dell’operatore.
A
35
UL SS A L U T E 8
Famiglie e Servizi insieme
per un Grande Progetto
’ A f i – Treviso, Associazione
famiglie italiane, è nata nel
2 001, aderisce al Foru m
delle Associazioni Familiari, si
propone come obiettivo far riconoscere la famiglia come un soggetto sociale e favorire la sua
p a rtecipazione attiva alla vita
sociale e politica.
L’Associazione è impegnata in un
lavoro culturale e di formazione
verso le famiglie cosiddette “normali”, per aiutarle, a scoprire la
propria identità e il proprio ruolo
in quanto “società naturale fondata sul matrimonio” articoli 29,
30, 31 Costituzione Italiana e
“ c e l l ul a f o n d am e nt a l e d e l l a
società”. Occorre perciò toglierla
dall’isolamento e aiutarla a mettersi in rete con altre famiglie per
trasmettere quel benessere di cui
è portatrice.
L
funzione di far cre s c e re questa
sensibilizzazione verso la famiglia
abbiamo organizzato dei corsi di
f o rmazione per Amministratori
degli enti locali.
L’Associazione in collaborazione
con le tre Aziende Ulss della provincia di Treviso è assegnataria di
u n p ro get to reg io n ale pi l ot a
d en o mi n at o “R E _ SO L_ FA _
Insieme” (Reti di Solidarietà di
Famiglie Insieme alle Famiglie).
Il progetto prevede la promozione
e la creazione in tutto il territorio
provinciale di reti di solidarietà di
famiglie per minori in diff i c o l t à
che possano lavorare in sinergia
con i servizi pubblici.
Per questo è previsto un raccordo tra l’Afi, le tre Ulss e i Comuni
disponibili, per la creazione di un
g ruppo misto per la gestione
operativa del progetto.
A PARTIRE DAL COMUNE
FAMIGLIA COME RISORSA
La famiglia, in quanto risorsa, va
promossa e riconosciuta attraverso interventi di politiche della
famiglia a livello Comunale, in
Ve rranno creati dei percorsi di
sensibilizzazione con la popolazi one su “F am igl ia so g ge t to
sociale…famiglia risorsa per la
36
comunità”, attraverso incontri
pubblici e la predisposizione di
un opuscolo distribuito alle famiglie. E’ prevista la formazione alle
famiglie, associazioni o persone
che si renderanno disponibili a
creare le reti di solidarietà con il
supporto dei servizi socio-sanitari.
In parallelo sarà attivata una formazione per gli operatori dei
Comuni e delle Aziende SocioSanitarie (specie operatori che
a ffer isco no all ’area Ma ter n o
Infantile) su “politiche familiari e
sussidiarietà”. E’ prevista inoltre
la creazione di un sito Web dove
potranno essere inserite le opportunità e disponibilità delle famiglie.
Il progetto si concluderà entro l’estate del 2005 creando nel territorio provinciale un nuovo sistema organizzato di reti di solidarietà di famiglie per minori e famiglie in difficoltà, che possano
lavorare in sinergia con i servizi
pubblici.
Andrea Antonioli
presidente Afi-Treviso
UL SSA L U T E 8
A Vedelago da giugno è operativo il Centro residenziale monsignor L. Crico,
30mila metri quadri per anziani non autosufficienti con qualsiasi disabilità
Sentirsi a Casa
el terr itorio del Comun e di
Vedelago già a metà ottocento un illuminato sacerdote, monsignor Lorenzo Crico,
aveva intuito la possibilità di realizzare un edificio per il benessere
de lla popol azione anzi ana.
Quell’idea oggi è una realtà. Su
un’area di trentamila metri quadrati è da giugno operativo il
Centro residenziale per Anziani di
Vedelago intitolato proprio a don
Crico. La realizzazione della struttura è frutto di un accordo di programma tra la Fondazione Opera
Immacolata
Conc ezione,
l’Amministrazione comunale di
Vedelago, la Regione Ve n e t o ,
l’Ulss 8, l’Ater, l’Ipab monsignor
“L. Cricco”. In sinergia è stato
realizzato un progetto originale
nella forme architettoniche, funzionale nei conforts, con locali
eleganti e utilizzabili da persone
con qualsiasi deficit.
N
Il Centro è stato inaugurato nel ci, infermieri professionali, addetti
giugno scorso alla presenza del all’assistenza, al Centro operativo
Presidente della Giunta regionale di pronto intervento di “sentirsi
del Veneto, Giancarlo Galan, del protetti”. La particolare ospitalità
vescovo di Treviso, monsignor dei luoghi, l’impegno quotidiano
A n d rea Bruno Mazzoccato, di del personale, la ricerca continua
diverse autorità e del dire t t o re del mantenimento della capacità
generale dell’Ulss 8, Gino residua delle persone anziane
Redigolo. La struttura può ospita- concorrono a creare un’atmosfere in maniera permanente, tem- ra famigliare, indispensabile perporanea, diurna o semi residen- ché gli ospiti possano “sentirsi a
ziale persone anziane non auto- casa”.
s u fficienti con ogni grado di
disabil ità. Sono disponibili
stanze singole o a due letti,
tutte hanno il bagno attrezzato.
Ci sono locali di soggiorno e
bar che costituiscono altre ttanti punti di incontro. Vi è la
disponibilità di una palestra e
della fisiokinesiterapia oltre
che a diver si ser vizi per il
tempo libero. Tutto ciò permette agli anziani di “sentirsi attivi”
e grazie alla presenza di medi- Il Centro residenziale monsignor Lorenzo Crico.
37
UL SS A L U T E 8
Castelfranco, 24 novembre, Convegno sulla diagnosi e presa in carico
dei disturbi dello sviluppo e dello spettro autistico nei bambini
I
BAMBINI DELLE FATE
rganizzato dal Servizio di Neuropsichiatria Scopo del Convegno è stimolare una buona prassi
infantile dell' Ulss 8 e dall'Associazione “Far- per la diagnosi e presa in carico di questi bambini,
cela”, in collaborazione con l'Associazione favorendo un riconoscimento della patologia già nel
culturale pediatri di Treviso, il Centro di integrazione suo primo manifestarsi e per ottimizzare la presa in
scolastica di Asolo (C.t.i.) e il Comune di Castelfran- carico con un progetto di vita che segua il bambino
co e di Montebelluna si terrà il 24 novembre al teatro in famiglia e a scuola.
Accademico di Castelfranco il Convegno sui “Dfs”.
dottor Andrea Gemma
I “disturbi dello sviluppo” sono alterazioni globali
primario di Neuropsichitria infantile
dello sviluppo che esordiscono nei primi anni di vita
e sono caratterizzati da compromissione dell' interazione sociale, della
In palio computer e bici contro la sigaretta
comunicazione e della immaginazione. I dati epidemiologici indicano un
aumento della patologia negli ultimi
decenni dallo 0.4 per mille del 1960,
al 6 per mille del 2003.
itorna puntale come sempre il concorso per le scuole medie
Nell’Ulss 8 ci sono circa 90 bambini
inferiori. In palio una mountain bike per le opere individuali e
con questo tipo problema. E' imporun
pc o un videoregistratore per i gruppi classe. Il Concorso
tante un riconoscimento tempestivo
organizzato dalla Rete veneta Hph e dalla Lega italiana contro i
dei disturbi.
Al convegno interverranno relatori di tumori è giunto alla sua quarta edizione regionale.
chiara fama, che faranno il punto Per partecipare gli alunni devono inviare entro il 15 febbraio 2005
sulle attuali conoscenze sui disturbi un messaggio pubblicitario contro il fumo della durata massima 30
dello spettro autistico, dagli aspetti secondi, oppure piccolo spot pubblicitario in vhs, mini dv, o multineurobiologici a quelli educativi e di
integrazione sociale. Sarà poi pre- mediale originale, un disegno o una fotografia. Tutto ovviamente
sentata una "Chat" per i pediatri che per stare lontano dalla sigaretta o per smettere di fumare.
consente di individuare tempestiva- Si può partecipare per classi o individualmente. L’indirizzo a cui
mente i bambini a rischio di svilup- mandare i materiali o richiedere informazioni è il seguente: Servizio
p a re un Dgs e indirizzarli ad una educazione e promozione alla salute via Forestuzzo Asolo (TV)
valutazione del Neuro p s i c h i a t r a 0423/526433.
infantile.
O
Chi non fuma vince
R
38
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UL SSA LUTE 8 - Ulss 8 Asolo