Il sequestro dell'elemosina divìde
diLucaMarognoli
I TRENTO
Il sequestro dell'elemosina divide il mondo politico e sociale. Il
provvedimento, ventilato dal
sindaco Alessandro Andreatta
come possibile strumento per
scoraggiare i mendicanti, scatena reazioni diverse e talora contrapposte. Come quelle che riportiamo sotto, nelle interviste
a Piergiorgio Bortolotti, storico
direttore del Punto d'Incontro
al fianco di don Dante Clauser, e
a Fabio Dalledonne, sindaco di
centrodestra di Borgo Valsugana. Il primo parla di «furto legalizzato» ai danni dei cittadini
che fanno l'elemosina e delle
persone che la ricevono e si augura che ci sia una sollevazione
popolare rispetto a un' ipotesi
«bizzarra e oltretutto non con-
sentita dalla legge». A chi gli
chiede cosa fare con le persone
che chiedono denaro, propone
di fare «una cosa che non costa
niente: quando le incontrate salutatele, riconoscete di avere davanti una persona. Deciderete
poi se dare o non dare».
Sul fronte opposto, Dalledonne afferma che il vero furto è il
non pagare le multe daparte dei
mendicanti, una trentina, che
sono stati sanzionati nel suo Comune, dove da tre anni esiste
un'ordinanza che vieta l'accattonaggio e prevede anche il sequestro della questua. «Ma la
nostra - precisa - è una misura
contro
l'accattonaggio
"molesto" di chi ti strattona. La
persona fermata viene segnalata si servizi sociali, che l'aiutano. Non è una persecuzione ma
un gesto di civiltà e di umanità».
PIERGIORGIO SORTOLO™
«Ribellatevi a questo furto legalizzato»
I TRENTO
Piergiorgio Bortolotti è stato a
lungo direttore del Punto d'Incontro e oggi fa il volontario in
carcere.
Il sindaco di Trento pensa al
sequestro della questua. Qual è
il suo parere?
Francamente mi sembra una
bizzarria, oltretutto non consentita dalla legge. Io spero che ci
sia una sollevazione rispetto a
un'ipotesi del genere. Si può accettare l'idea che venga suggerito di non dare l'elemosina, ma
non di impedire che la persona
venga aiutata anche in quel modo lì, che mi rendo conto non è
la soluzione. Io ho partecipato
alla nascita del Tavolo che si propone diraccoglierefondi, che è
una cosa buona. Chi chiede l'elemosina lo fa perché non ha alternative. Con la crisi che c'è, cosa
si offre a queste persone senza
abilità e capacità particolari? E
poi, diciamolo: chi prenderebbe
un Rom a fare qualsiasi lavoro?
Nel convegno che fu organizzato dal Tavolo per la solidarietà responsabile si diceva che
dai Rom l'offerta di percorsi alternativi non viene accettata.
In qualche caso, riferito alle
donne, erano state proposte delle forme alternative, senza successo: si era pensato anche di dare loro una somma minima purché si occupassero della famiglia. Non metto in dubbio che ci
siano situazioni di servaggio e
sudditanza familiare, ma non
mirisultanessuno sfruttamento
di bambini a Trento. Che se venisse scoperto, andrebbe combattuto. Vanno offerte delle alternative anche ai Rom, discutendone assieme a loro, altrimenti parliamo di cose che esistono solo nella fantasia di qualcuno.
Quali le argomentazioni contrarie al sequestro della questua?
Si possono avere le opinioni
che si vogliono. Ma se ho dato
un euro a una persona, non capisco perché debba intervenire il
Comune. Io non l'accetto: è un
furto bello e buono, legalizzato.
nceve.
Sempre il Comune invita a ripubblicare l'opuscolo che invita a sostenere la rete di aiuto
agli emarginati con lo slogan
che "non sempre l'elemosina è
un gesto responsabile".
Questo è vero, nel senso che
può diventare un modo per scaricarsi la coscienza. Come le
campagne che invitano a sostenere varie iniziative mandando
un sms: sono disposto a dare
qualche spicciolo, purché la miseria sia lontana... La cosa veramente importante è cercare di
creare relazioni e non è sempre
facile. Parliamo di persone come noi, che hanno una dignità e
hanno diritto che venga loro riconosciuta.
Perché arrivano al sindaco
così tante lamentele di cittadini?
Io credo che si faccia di tutta
l'erba un fascio: la questua, lo
spaccio... Non voglio tacere il disagio che uno può incontrare di
fermiamoci ad esso. Chiediamoci invece perché esistono queste
forme di emarginazione. Il rischio è di vivere in mondi separati. Lo sforzo di sentirsi cittadini alla pari è richiesto a tutti. Va
contrastato l'uso inappropriato
della strada, ma qui allora c'entrano anche gli studenti. Se allo
stesso tempo vogliamo essere
una città universitaria non possiamo pretendere che non ci siano...Avoltepenso chela gente si
aspetti una situazione non realistica della vita. Che è fatta anche
di conflittualità: non siamo in
uno studio tv.
Il messaggio può essere però
controproducente o contraddittorio se l'elemosina passa come gesto irrespon
Sì, tutto può essere ambiguo
nella vita. Mi sono sempre opposto a chi, anche dentro al Tavolo, si esprimeva in modo drastico contro l'elemosina. Non credo nel divieto, perché se si riduce tutto a quello non si va lontano. A chi mi chiede cosa fare con
le persone che chiedono denaro, propongo una cosa che non
costa niente: quando le incontrate salutatele, riconoscete di
avere davanti una persona. Poi
starà alla vostra maturità e coscienza capire se è opportuno fare l'elemosina oppure no. Anch'
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Piergiorgio Bortolotti è stato a lungo direttore del Punto d'Incontro
Quando vi
chiedono
denaro, parlate
con chi avete di fronte:
è una persona come voi
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