La famiglia in Italia
Recenti tendenze
Seconda transizione demografica



SECONDA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA. Con questo termine ci si
riferisce ad una serie di cambiamenti avvenuti in maniera
simultanea in tutti i paesi occidentali a partire dalla metà degli
anni sessanta: l’aumento dei divorzi, delle unioni di fatto, delle
nascite fuori dal matrimonio, il rialzo dell’età al matrimonio e al
primo figlio.
La seconda transizione demografica segue la PRIMA TRANSIZIONE
DEMOGRAFICA, ovvero “Il complesso fenomeno, contemporaneo
all’industrializzazione, che comportò il passaggio dall’alto tasso di
mortalità e fecondità caratteristico delle società preindustriali alla
situazione attuale caratterizzata sia da una bassa mortalità che da
una bassa fecondità” (Saraceno, Naldini 2007)
La seconda transizione demografica contribuisce al declino della
famiglia nucleare-coniugale moderna; la sua diffusione si riduce,
anche se continua ad essere il modelo numericamente più
consistente; esso viene però affiancato da altri modelli come le
famiglie monogenitore, le famiglie ricostituite, le famiglie di fatto.
Declino dei matrimoni
450.000
400.000
350.000
300.000
250.000
200.000
150.000
Serie1
Anno
1999 (c )
1996
1993
1990
1987
1984
1981
1978
1975
1972
1969
1966
1963
1960
1957
1954
100.000
50.000
0
1951
Numero totale di matrimoni
Numero dei matrimoni celebrati per anno
Matrimoni civili
Città
% matrimoni civili su
totale matrimoni
Bolzano
78,9
Siena
74,5
Firenze
67,6
Gorizia
67,1
Trieste
64,2
Venezia
62,2
Udine
61,6
Alessandria
61,3
Piacenza
60,1
Bologna
60,0
Aumentano i matrimoni della
popolazione immigrata
Sono il 12,3% del totale dei matrimoni
(erano solo il 4,8% nel 1995)
 Sono più frequenti i matrimoni misti e in
particolare quelli in cui la donna è
straniera
 Crescono anche le nascite da almeno un
genitore straniero raggiungendo il 12% del
totale (erano circa il 2% nel 1995),

Tipi di convivenze
prematrimoniali giovanili (matrimoni di
prova)
 Convivenze tra adulti con esperienze di
matrimoni precedenti
 Convivenze alternative al matrimonio

Convivenze prematrimoniali
19941998
19992003
Nord-est
22,1
34,1
Nord-ovest
14,8
33,7

Sono aumentate le
convivenze
prematrimoniali. Il
22,8% dei matrimoni
che sono avvenuti nel
1998-2003 sono stati
preceduti da una
convivenza. Erano il
14,7% per i matrimoni
avvenuti tra il 1994 e
il 1997.
Convivenze con figli
Tra le coppie non coniugate circa la metà
ha figli
 Negli anni sono cresciute le coppie non
coniugate con figli (120 mila nel 19951996, 293 mila nel 2005-2006).

Opinioni sulle convivenze
Da recenti rilevazioni dell’Istat emerge che
la convivenza è sempre più considerata
dagli italiani una delle possibilità della vita
di coppia (58,7%): si tratta del 60,4%
degli uomini e del 57,1% delle donne.
 In generale è fino a 34 anni che si registra
la maggior quota di consensi, in particolar
modo tra gli uomini (tra 18 e 24 anni il
65,9% contro il 60,4% delle donne; tra i
25 e i 34 anni il 61,7% contro il 58,8%
delle donne).

Separazioni e divorzi in Italia (anni
1993-2004)
Separazioni
51.445 52.323
27.510 27.038
1994

1995
57.538
Divorzi
60.281
71.969
62.737 64.915
32.717 33.342 33.510 34.341
1996
1997
75.890 79.642 81.744
1998
1999
37.573
2000
43.856
40.051 41.835
2001
2002
2003
Nel periodo 1995-2004 separazioni e divorzi sono
aumentati di circa il 60%
Tassi di separazione (confronto
europeo)
Bel
gio
Re
pu
bbl
ica
Ce
ca
Da
ni
m
ar
ca
Ge
rm
ani
a
Es
ton
ia
Gr
eci
a
Spag
na
(a)
Fr
an
cia
Irla
nd
a
Italia
1
9
9
1
2,1
2,8
2,5
1,7
3,7
0,6
0,7
1,9
-
2
0
0
2
3,0
3,1
2,8
2,5
3,0
1,1
1,0
2,1
0,7
A
N
N
I
Po
lon
ia
Po
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gal
lo
Sl
ov
eni
a
Slov
acc
hia
Fin
lan
dia
Sve
zia
Re
gn
o
Un
ito
(c)
2,1
0,9
1,1
0,9
1,5
2,6
2,3
3,0
2,4
1,2
2,6
1,2
2,0
2,6
2,4
2,7
Lit
ua
nia
Lu
ss
em
b.
Pa
esi
Ba
ssi
Aus
tria
0,5
4,1
2,0
1,9
0,7
3,0
2,4
2,1
Tassi di separazione per ripartizione
geografica (anno 2003)
Tassi di separazione
Tassi di divorzio
6,8
6,4
5,6
3,8
3,9
3,3
3,0
1,8
Nord
Centro
Mezzogiorno
Italia
Nuclei monogenitore
Difficile stimarne il numero, fonti diverse
forniscono dati diversi (dipende dalla
definizione adottata)
 In Italia rappresentano circa il 4% di tutte
le famiglie con figli sotto I 15 anni
 Circa il 60% dei nuclei monogenitore
comprende figli maggiorenni

Le famiglie ricostituite (o ricomposte)
Sono il 4,8% di tutte le famiglie nelle quali
è presente una coppia
 il 59,4% ha figli, il 10,7% di queste ha figli
di uno solo dei partner, il 39,1% ha solo
nati nell’attuale unione, il 9,6% ha figli
nati dall’unione attuale e precedente

L’invecchiamento della popolazione




Fenomeno che caratterizza tutti i paesi
occidentali: la struttura della popolazione tende a
configurarsi come una piramide rovesciata
Diminuzione della mortalità: un secolo fa il 50%
della popolazione moriva entro i 30 anni, oggi
l’80 muore dopo i 70.
Incremento dei “grandi vecchi”: negli ultimi 50
anni la proporzione di ultra-settantacinquenni sul
totale della popolazione è aumentata del 19%
Le stime parlano di un ulteriore incremento della
speranza di vita per uomini (da 77,4 a 83,6) e
per le donne (da 83,3 a 88,8)
Tipi di famiglie in Europa e in Italia (%)
Soli
Eu
25
Italia
Coppie senza
figli
Coppie con
figli
Monogenito
re
multiple
25
30
35
8
3
25,8
19,7
40
7,9
5
Famiglie per tipologia in Italia
(censimenti 1961-2001)
1961
1971
1981
1991
2001
Solitari
11,5
13,5
18,4
21,1
24,9
Coppie senza figli
15,4
15,5
17,1
17,3
19,4
Coppie o genitori soli con figli
55,8
54,0
53,3
49,9
47,2
Estese, multiple, senza struttura
19,4
16,9
11,2
11,7
8,5
Diminuzione della fecondità (Tasso di
fecondità totale per mille abitanti - Italia)
3000
2500
Anno
2000
1500
TFt
1000
500
0
1952 1957 1962 1967 1972 1977 1982 1987 1992 1997 2002
TFT
La fecondità nelle diverse ripartizioni
geografiche
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
0
1952 1957 1962 1967 1972 1977 1982 1987 1992 1997 2002
Nord
Centro
Sud-Isole
La bassa fecondità italiana




Il numero medio di figli per donna è 1,3 e da 20
anni l’Italia presenta valori non superiori a 1,4,
ma il numero di figli desiderato è più alto (in
media due figli)
Si fanno meno figli ma molte più famiglie ne
fanno almeno uno (diffusione del modello del
figlio unico soprattutto nelle regioni del nord)
Si riducono le famiglie numerose (con tre o più
figli)
Verticalizzazione dei rapporti familiari (i bambini
hanno sempre meno rapporti con coetanei in
famiglia e sempre più rapporti con membri di
altre generazioni – adulti e anziani)
Giovani in famiglia
Età alla quale il 50% dei giovani ha lasciato il tetto d’origine per genere (fonte: Iacovou 2002)
Età
Nazioni
Maschi
Femmine
Danimarca
21,4
20,3
Francia
24,1
22,2
Germania
24,8
21,5
Irlanda
26,3
25,2
Italia
29,7
27,1
Spagna
28,4
26,5
Regno Unito
21,4
22,2
I fattori che contribuiscono alla lenta
transizione allo stato adulto

-
-
Fattori economici
Costo delle abitazioni
Disoccupazione e
precarietà del mercato
del lavoro
Mancanza di politiche
pubbliche di sostegno
all’autonomia dei
giovani

-
-
Intreccio e influenza reciproca
tra fattori economici e culturali
Fattori culturali
Preferenza dell’uscita
in occasione del
matrimonio
Clima familiare
positivo (buone
relazioni, ampia
libertà concessa ai
giovani)
Condivisione di valori
tra le generazioni
Due modelli di formazione e funzionamento
della famiglia presenti in Europa

-
-
-
Europa centrosettentrionale
Uscite precoci dei giovani
dalla famiglia d’origine
Forte diffusione di
convivenze e nascite fuori
dal matrimonio
Alti tassi di divorzio
Alta partecipazione delle
donne al mercato del
lavoro
Elevati tassi di fecondità

-
-
-
Europa meridionale
Uscite tardive dei giovani
dalla casa dei genitori
Convivenze e nascite fuori
dal matrimonio poco
diffuse
Tassi inferiori di
separazioni e divorzio
La partecipazione delle
donne al mercato del
lavoro si attesta su valori
medio-bassi
Bassa fecondità
Ritardo o differenza?
C’è chi ritiene che l’Europa meridionale
presenti solo un ritardo nell’assunzione dei
comportamenti familiari tipici dell’Europa
centro-settentrionale che sono destinati a
caratterizzare tutti i paesi occidentali
 Altri ritengono invece che il modello
meridionale presenti una sostanziale
differenza e si caratterizzi come modello
“dai legami familiari forti”
 Il ruolo delle politiche sociali e dei modelli
culturali

Concetti da ricordare…
Che cos’è la struttura familiare. Come si
distinguono le famiglie sulla base dela
struttura familiare (tipologia di Laslett)
 Modello di famiglia occidentale
 Modello di famiglia meridionale
 La nascita della famiglia moderna
 L’epoca d’oro del matrimonio
 I cambiamenti connessi alla seconda
transizione demografica

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