NEWSLETTER 26-2009 _________________________________________ NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO LA LOGICA DEL G8 NON RISPONDE ALLE ESIGENZE DEI POPOLI AFFAMATI L’umanità non ha mai disposto di tanto cibo come ora, sufficiente, per la FAO a sfamare 12 miliardi di individui. Nel biennio 2007/2008 (quello della crisi alimentare) la produzione di cereali, base dell’alimentazione di tutto il pianeta, ha toccato i suoi valori record, e quest'anno registrerà un calo di appena il 4% che significa che sarà il secondo anno più produttivo di sempre. Non esiste e non esisterà a breve un crisi alimentare per mancanza di produzione. L'UNEP (l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Ambiente) però ci dice che se non cambiamo modello di produzione, il 25% del potenziale produttivo potrebbe andare perso da qui al 2050; infatti l'insostenibile modello agroindustriale che depaupera le risorse naturali e la sua totale dipendenza dal petrolio p otrà veramente arrecare dei danni seri alle nostre potenzialità produttive e quindi ci invita ad essere meno dipendenti dal petrolio. Sempre l'UNEP fa notare che questo è il solo modo anche per andare incontro alle esigenze delle politiche per combattere i cambiamenti climatici basate su una drastica diminuzione delle emissioni di CO2. L'agricoltura basata su un modello agro-ecologico, infatti può giocare un ruolo fondamentale in questo senso. Il FIBL in occasione di un recente incontro organizzato da IFOAM presso la FAO ha dimostrato che se l'agricoltura mondiale diminuisse di appena 200 kg per ettaro le emissioni, tutta l'agricoltura sarebbe ad impatto zero: ricordiamoci che molti studi ci dicono che il biologico può arrivare a risultati ben superiori, considerando il minor uso di energia e la capacita di assorbimento tramite la sostanza organica che preserviamo ed aumentiamo nel suolo (fino a 1000 Kg/ha). Con le tecniche attualmente disponibili già potremmo produrre per tutti con metodo biologico (vedi studi Università di Michigan/FAO, UNEP e rapporto IASSTD) annullando le emissioni di tutto il settore agricolo. La FAO ci dice pure che il grosso dell'agricoltura si poggia sul modello agricolo familiare ed il metodo biologico, certificato e non, è quello che si sposa meglio con questa organizzazione dei fattori di produzione. Questa veloce rassegna di dati ci dice infine che le politiche agricole, a secondo di come indirizzeranno i processi produttivi, giocheranno un ruolo fondamentale nel prossimo futuro. (da Bioagricultura Notizie - giugno 2009) "BIO SOTTO CASA" TRA I PROGETTI PER L'AGROALIMENTARE DI QUALITÀ FINANZIATI DALLA UE La Commissione europea ha approvato 16 progetti inerenti la promozione e l'informazione sui prodotti agroalimentari e destinati al mercato interno, di questi ben 3 tre sono italiani e porteranno in Italia risorse pari a 11 milioni di euro. I programmi, cofinanziati per il 50% dalla Commissione europea, per il 20% dallo Stato italiano e per il 30% dall'Organismo proponente, riguardano i comparti frutta, vino e prodotti biologici. Il "Bio sotto casa", proposto dall'ATI AIAB (associazione che già si occupa della cittadella dell'Altra Economia a Roma), Coldiretti e AMAB, è un programma che tocca da vicino il settore biologico. Attraverso azioni in Italia, Germania e Francia, si propone di ampliare la conoscenza sull'agricoltura bio mediante promozione presso i punti vendita, campagne stampa ed altre azioni di informazione. Tra gli obiettivi del progetto, inoltre, è anche quello di ridurre le distanze tra mondo produttivo e cittadini/consumatori. Finanziati, poi, "Un gioco da ragazzi!", proposto da CSO (Centro servizi ortofrutticoli). Il programma prevede azioni di informazione rivolte a giovani e famiglie sulle proprietà della frutta (in particolare pesche, kiwi, susine e pere) e i suoi effetti benefici sulla salute. Le azioni di promozione si svolgeranno in Germania, Regno Unito, Svezia, Austria e Polonia. Infine "Taste of Europe", proposto da FEDERDOC - Confederazione nazionale dei consorzi di tutela dei vini a Denominazione di Origine italiana. Il programma ha come principale obiettivo quello di informare operatori e consumatori sulle novità in materia di salvaguardia, tutela e controllo dei vini di qualità. Le azioni verranno svolte in Belgio, Olanda e Repubbliche Baltiche. Il prossimo invito a presentare proposte ai sensi del regolamento Ce del consiglio 3/2008 e del regolamento Ce della Commissione 501/2008 - azioni di informazione e di promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno, verrà pubblicato verso la metà di luglio. (dal Bollettino Bio Greenplanet - giugno 2009) GIORNATE STUDIO MEDITERRANEO: AGRICOLTURA BIO AL CENTRO Oltre duecento partecipanti provenienti da diversi Paesi Mediterranei (Egitto, Italia, Francia, Marocco, Tunisia, Libano e Turchia), una platea composita di esperti, istituzioni, università, imprese e stampa specializzata del settore agroalimentare oltre che del settore turistico hanno animato il dibattito della terza conferenza della edizione 2008-2010 delle "Giornate studio mediterranee su qualità e sicurezza alimentare"in Egitto. La Giornata studio del Cairo, dopo quelle di Roma e Tirana, si è concentrata sul tema della valorizzazione della qualità e dell'identità delle produzioni dei Paesi mediterranei, a partire dalle peculiarità del modello agricolo e delle tradizioni alimentari, arrivando al ruolo che l'agricoltura di qualità e la dieta mediterranea possono giocare nello sviluppo e nel la promozione di un modello mediterraneo. Nel protocollo finale è stato sottolineato come "Agricoltura biologica, Indicazioni geografiche protette e Denominazioni di origine protetta siano da considerarsi modelli produttivi strategici con particolare riferimento al ruolo che i prodotti di queste eccellenze possono svolgere sui mercati locali, aumentando la consapevolezza dei consumatori e favorendo l'accesso al mercato delle agricolture locali anche attraverso i canali della ristorazione e del turismo. Con un valore aggiunto: il rafforzamento dell'immagine del modello mediterraneo nel mondo". (da Bioagricultura Notizie - giugno 2009) 11 PAESI UE NON VOGLIONO GLI OGM. NON C'È L'ITALIA TRA LORO Sono undici i Paesi comunitari che vogliono sia data loro la possibilità di vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio: non l'Italia. Austria, Bulgaria, Cipro, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Olanda e Slovenia vorrebbero che la richiesta venisse esaminata dai ministri dell'Ambiente in occasione del prossimo Consiglio del 25 giugno al Lussemburgo. “E' un'iniziativa presa dalla Repubblica federale dell'Austria che noi appoggiamo perchè va nella direzione auspicata dalle regioni ogm-free”, spiega all'Ansa Gerald Lonauer, responsabile dell'ufficio di Bruxelles della regione Alta Austria, che con la Toscana ha fondato la rete delle regioni europee OGM-free. ''Noi rivendichiamo il diritto a livello regionale di decidere se coltivare o meno ogm'', puntualizza. L'Alta Austria ha tuttavia perso la sua battaglia davanti alla Corte di giustizia Ue alla quale era ricorsa contro la decisione della Commissione che aveva detto no alla possibilità di dichiarare la regione ''Ogm-fre''. Nel marzo scorso 22 Stati membri hanno però bocciato la richiesta della Commissione di sopprimere l'embargo che Austria e Ungheria applicano sulla coltivazione del mais transgenico Mon810. (dal Bollettino Bio Greenplanet - giugno 2009) API, SENTINELLE DELLA BIODIVERSITÀ La mortalità delle api è del 30-35% superiore al tasso naturale. Le cause di questa moria sono tante: pesticidi, parassiti, moocolture e cambiamento climatico. Dalla loro riduzione risulta anche un’ulteriore perdita di biodiversità delle piante. Proteggerle è quindi fondamentale sia per la sopravvivenza dei vari ecosistemi che per quella dell'essere umano. Il miele è uno dei tanti prodotti generato dalle api: l’ottanta per cento delle specie vegetali per riprodursi dipende dall’impollinazione degli insetti. Quasi il 10% della produzione agricola mondiale dipende da questo servizio ecologico. Il suo valore monetario è stimato a 153 miliardi di euro. Ma da qualche anno il destino delle api si è fatto inquietante: la loro mortalità è del 30-35% superiore al tasso naturale. Sul banco degli imputati si trovano pesticidi, parassiti e monocolture, ma anche lo stesso cambiamento climatico che, portando estati calde, indebolisce le colonie di api. Nella primavera 2008 l’insetticida Cruiser, spruzzato su piante di mais, ha causato un tale massacro di api, oltre che un’intossicazione di uccelli, che Italia, Germania e Slovenia ne hanno sospeso l’omologazione. Il Cruiser, del marchio Syngenta, è però un leader mondiale dei pesticidi: la Francia ha quindi deciso di non rinunciarvi, e ne ha permesso l’utilizzo almeno fino al 2010. Allo stesso tempo, però, il governo francese eroga fondi per il sostegno della filiera del miele. Alcuni giornali lo accusano di schizofrenia. In Europa le colonie di api si sono ridotte del 40% in meno di dieci anni. Scienziati ed entomologi sono d’accordo sul fatto che i 5.000 pesticidi in commercio ne siano una concausa fondamentale. Anche in Cina gli effetti dei prodotti chimici si fanno sentire; gli agricoltori del Sìchuan sono costretti a fertilizzare a mano i fiori dei loro peri, poiché l’uso incontrollato di pesticidi ha sterminato le api. Vi sono però anche virus, batteri e parassiti che minacciano le api stesse, come il varroa, una specie di acaro contro il quale non esiste ancora un rimedio diffuso. Inoltre, le api si nutrono di fiori di alberi che sono stati geneticamente modificati in maniera tale da produrre insetticidi propri. Così, oltre ad intossicarsi, le api propagano gli OGM. In Europa le colonie di api si sono ridotte del 40% in meno di dieci anni. Un’altra causa della loro moria è la diminuzione della varietà di colture che attirano. Si sono dunque adattate a nutrirsi con altre piante - come i cereali e le vigne - anch’esse piene di pesticidi. Le api, instancabili viaggiatrici che trasportano pollini a chilometri di distanza, promuovono spesso l’ibridazione tra fiori diversi. Quindi dalla loro riduzione risulta anche un’ulteriore perdita di biodiversità delle piante. Ecco quindi un circolo vizioso, in cui la diminuzione delle api riduce la biodiversità vegetale, che a sua volta sottrae nutrimento alle api. Se da un lato gli entomologi sono d’accordo sulla grande responsabilità dei pesticidi nell’erosione degli alveari, non vi è invece unanimità sulla soluzione da adottare. L’unico provvedimento condiviso è la riduzione dell’uso di pesticidi. E non solo nell’agricoltura, ma anche negli spazi verdi delle città, dove vengono spruzzate quantità enormi di sostanze chimiche. L'ape è un animale molto sensibile alla qualità dell'ambiente in cui si muove, perché riesce a nutrirsi e a vivere solo dove la natura è sana. L’ape è la nostra sentinella e come diceva qualcuno “quando scomparirà, all’uomo non resteranno più di quattro anni da vivere”. (dalla Newsletter di Terranauta - giugno 2009) PRESSIONI AMERICANE PER GLI OGM. MA OBAMA LO SA? Luca Zaia crede nel biologico e prende tempo sugli OGM per i quali ritiene eventualmente necessaria una sperimentazione tutta italiana da farsi "prima o poi". Il ministro è apparso convinto sul primo punto e vagamente possibilista sul secondo. Intervenuto nella sede dell'Informatore Agrario a Verona, dove ha partecipato a un dibattito organizzato nella sede dello storico settimanale giovedì scorso 18 giugno, Zaia si è lasciato andare a una dichiarazione clamorosa: "La prima domanda che l'ambasciatore americano Ronald Spogli mi fa ogni volta che mi incontra a Roma è: Zaia, e gli OGM?". Il che significa che Spogli sta facendo gli interessi delle multinazionali degli OGM mentre la signora Obama coltiva il suo orticello biologico nel giardino della Casa Bianca. Non solo, ma, ha lasciato intendere Zaia, gli Usa vorrebbero avere il via libera proprio in Italia senza tante limitazioni. Il ministro è contrario: per questo ha parlato di una eventuale sperimentazione tutta italiana preliminare a un eventuale utilizzo. Ma non ha voluto indicare scadenze. Il ministro ritiene "una stupidaggine" l'opinione che con gli OGM si possa affrontare il problema della fame nel mondo, così come ha smentito che dove si coltivi con materiale OGM gli agricoltori guadagnino di più. Invece ha affermato che l'agricoltura italiana non potrebbe fare a meno del settore biologico come nicchia di qualità, lo ha definito "irrinunciabile" ed ha auspicato che il ruolo del biologico possa crescere. Zaia ha comunque detto che la certificazione è chiamata a fare fino in fondo il proprio dovere perché "non ci possiamo permettere che i tedeschi sollevino dubbi sull'autenticità del biologico italiano". Dedichiamo questa apertura di Bollettino Bio a queste dichiarazioni perché le riteniamo molto significative. Parlano da sole. Anche per quanto riguarda Spogli, le cui indicazioni non ci sembrano in linea con la nuova politica obamiana. LA LOBBY DELL'AGRICOLTURA CHIMICA NON VUOLE L'ORTO DI MICHELLE OBAMA La First Lady americana Michelle Obama avrebbe ricevuto una lettera della MidAmerica CropLife Association, organizzazione che rappresenta le aziende venditrici di anticrittogamici, in cui le viene chiesto di smetterla col biologico e di cominciare ad utilizzare pesticidi nell'orto della Casa Bianca. L'associazione si sarebbe infatti lamentata della pubblicità fatta da Michelle all'agricoltura biologica coltivando senza usare fertilizzanti o pesticidi. Grazie all'impulso della moglie del Presidente Usa - è questo il vero problema - si sarebbe scatenato nel giro di pochi mesi una vera mania tra i cittadini americani, che hanno cominciato a piantare pomodori e patate nei giardini, nei parchi pubblici e persino sulle loro terrazze e sui tetti dei grattacieli cosa questa che non va molto a genio alle aziende che producono pesticidi. Il gruppo che difende i produttori di sostanze chimiche sostiene che "le tecniche non organiche sono necessarie, e la loro sicurezza è garantita dalle ricerche scientifiche e dall'innovazione" e ha chiesto quindi alla first lady di usare pesticidi nel giardino della Casa Bianca. La lettera sarebbe arrivata subito dopo la prima raccolta degli ortaggi, organizzata da Michelle assieme agli studenti di una scuola elementare. Difficilmente queste proteste limiteranno l'interesse degli americani nei confronti degli orti coltivati in casa. Persino metropoli come New York e San Francisco si sono adattate, ospitando sui tetti degli edifici dei veri e propri giardini pensili dove piantare ortaggi invece di fiori e piante rare. A Manhattan, una scuola ha investito quasi un milione di dollari in fondi pubblici per far crescere verdure da destinare alla mensa, mentre a Brooklyn uno di questi orti sui tetti produce pomodori e insalatine ai ristoranti della zona. La nuova tendenza è stata già notata dalle aziende che si occupano di giardinaggio, pronte a sfornare gadget su misura per i novelli agricoltori. (dal Bollettino Bio Greenplanet - giugno 2009) BALLA BALLA BALLERINA Si sente parlare spesso di emisfero sinistro ed emisfero destro del cervello, cioè del fatto che il nostro cervello è "diviso" in due parti che gestiscono aspetti diversi della nostra personalità e del nostro modo di vivere. Secondo molti insegnamenti tradizionali recuperare l'equilibrio tra questi due emisferi è un procedimento molto lungo e faticoso, in realtà non è così difficile come sembra. Scoprite come… L'emisfero sinistro è legato alla parte razionale e logica, l'emisfero destro è legato alla sfera intuitiva e creativa. L'emisfero sinistro è legato alla parte razionale, logica, che consente di elaborare i dati. E’ quella parte che assomiglia maggiormente ad un computer. È definito anche parte "maschile" perché è connesso a caratteristiche maggiormente diffuse negli esseri umani di sesso maschile. L'emisfero destro, invece, è legato alla sfera intuitiva, creativa, quella maggiormente utilizzata per esempio da molti artisti, inventori e particolarmente utilizzata anche in esperienze sciamaniche o comunque oltre il limite della realtà ordinaria. Viene definito anche "femminile" perché è soprattutto nelle donne che questa sfera è rimasta maggiormente attiva. Negli ultimi secoli e millenni, in particolare nel mondo occidentale, le facoltà dell'emisfero sinistro hanno lentamente preso il sopravvento fino a relegare in secondo piano gli aspetti della creatività e dell'intuizione. In altre culture, per esempio quella degli aborigeni australiani, con il "Tempo di Sogno", la capacità di spaziare tra diversi piani della realtà è considerato un'esperienza quotidiana e ad essa non viene rivolta un'attenzione particolare o diversa rispetto agli altri piani dell'esistenza. I ricercatori hanno scoperto da tempo ormai che nel bambino, fino ai sei anni di vita, le facoltà di questi due emisferi sono ancora equilibrate: ecco che un bambino è capace spesso di percepire altri aspetti della realtà, di costruire con il gioco il proprio "tempo del sogno" personale. E’ anche per questo che l'età dell'apprendimento, quella scolastica, inizia proprio intorno ai sei anni, è a questo punto che la sfera razionale inizia a prendere il sopravvento. Molti insegnamenti tradizionali, molte culture fanno pensare che recuperare l'equilibrio tra questi due emisferi del cervello, premessa per poter avere un rapporto pieno e completo con la realtà, sia un procedimento lungo, faticoso, che necessita di anni di pratiche, spesso vendute a caro prezzo. L'immagine che correda quest'articolo è un esempio, invece, di come il recupero di un rapporto armonioso con la propria realtà, e di un proprio percorso di crescita personale, possa avvenire senza bisogno di "pratiche" lunghe. Come fare? Facile, anche se non necessariamente semplice...... Continuate a leggere l’articolo cliccando QUI (dalla Newsletter di Terranauta - giugno 2009) BIOLFISH 2009 a MONOPOLI (BA) Produzione, mercato, collettività: all’insegna del connubio tra pesce e olio biologici. Il BiolFish è un innovativo progetto europeo ideato per promuovere i prodotti ittici ottenuti con metodi biologici e rispettosi dei principi di sostenibilità ambientale, insieme al miglioramento della qualità e alla valorizzazione dell’olio di oliva: BiolFish è nato sotto l’egida del Premio Biol, l’unica manifestazione internazionale destinata ai migliori oli extravergini biologici di tutto il mondo, che da anni si tiene in Puglia, per racchiudere una grande tradizione ed un’antica cultura che ha sempre unito mare e terra. La manifestazione di quest’anno è iniziata il 22 giugno scorso e si concluderà domenica 28. Potete scaricare cliccando QUI la locandina, con il programma completo della manifestazione. _______________________________________________ CARE DONNE…. Sono perplessa e inquieta. Nel nostro Paese stanno succedendo cose che ci riguardano, ma non "sento" reazioni "di genere". C'è una donna che denuncia i limiti del marito e giustamente ne indica la condizione di «uomo malato»; ci sono uomini che ne giustificano le anomalie comportamentali di semplice «utilizzatore finale» di donne in vendita; c'è un Presidente del Consiglio che nomina a cariche pubbliche e mette in liste elettorali o scambia con cariche in enti pubblici meteorine e billionarine: e noi non reagiamo politicamente? Ci sono ragazze, del nostro genere, che si fanno vanto di ricevere farfalline d'oro per prestazioni anche solo di passività ad atti di concupiscenza visiva e tattile, che non si sentono prostituite o private di libertà e dignità: e noi senza un sussulto? Sono sorelle o figlie o nipoti delle nostre generazioni. Abbiamo posto in questione lo stacco generazionale di ragazze che non raccolgono l'eredità di madri e nonne per rivendicare non la parità al modello unico, ma la libertà di genere per cose serissime come il lavoro o la famiglia, e non sentiamo che in questa squallida vetrina pubblica quella libertà diventa uno scherno e che tutte subiamo una molteplice violenza? Ditemi che mi sbaglio, che state raccogliendo le forze e le idee per dire che non si può parlare di stalking nella società civile, se non si rimedia a queste violenze di immagine, di linguaggio, di valori, di regole istituzionali, di prassi politica. Il nostro ragionare e operare per dare senso ad una società dei due generi ha sempre inteso contribuire a migliorare tutte le relazioni, quelle private come quelle pubbliche. Se questo è vero, non possiamo tacere né per dolore né per rabbia né per avvilimento: il silenzio è complicità e connivenza con un sultanato delle menti che arriva a pervertire anche la coscienza di alcune di noi che sono destinate a essere non "veline", ma generatrici di futuro. (dalla Newsletter di Grillonews - giugno 2009) RIFKIN: “PUNTARE SULL’AGRICOLTURA SOSTENIBILE E SULLA DIETA MEDITERRANEA” "Non credo che si stia affrontando con la serietà necessaria questo momento di crisi globale". L'economista e saggista statunitense di fama internazionale Jeremy Rifkin sembra scoraggiato e pessimista mentre parla di crisi alimentare, OGM, dieta mediterranea e priorità per l'agricoltura globale in un’intervista pubblicata sul sito newsfood.com (leggi l’intervista completa cliccando QUI). Secondo Rifkin, “L'agricoltura, insieme all'allevamento di bestiame e al consumo di carne hanno un impatto sull'effetto serra e il clima maggiore di quello di tutti i sistemi di trasporto messi insieme. L'allevamento del bestiame è all'origine del 90% dell'anidride carbonica, del 60% dell'ossido di azoto e del 37% del metano rilasciati in atmosfera. Pachauri, premio Nobel e presidente del Consiglio delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, alla domanda su quale dovesse essere la prima cosa che le persone possono fare per affrontare il problema del clima non ha risposto "Usate meno la macchina o spegnete le luci", ma: "Mangiate meno carne". È stato ignorato”. Rifkin aggiunge: “Stiamo assistendo al tramonto della seconda rivoluzione industriale, e di un sistema energetico basato su carbone, gas, petrolio ed uranio, senza cogliere la gravità del momento. La crisi è reale e dobbiamo affrontarla. Esiste però una soluzione: La Dieta Mediterranea: frutta, verdura, poca carne. È una dieta salutare che permette una vita sana e duratura e, allo stesso tempo, protegge ambiente e clima. Esiste una correlazione molto forte tra cibo e cultura: se sai ciò che si mangia in un luogo, capisci la cultura di quel luogo. Il cibo è un'estensione dei valori culturali. Un milione e mezzo di mucche in giro per il mondo occupano il 26% della terra disponibile e sono responsabili di buona parte dei cambiamenti climatici. Un'agricoltura fondata sull'allevamento di bestiame è meno efficiente di un motore a combustione interna. Per produrre 453 grammi di carne ci vogliono 4 kg di mangime. Un ettaro coltivato a verdura produce 10 volte le proteine che si otterrebbero dalla carne dell'animale che mangia nello stesso campo. Il consumo di carne della famiglia media statunitense, composta da quattro persone, equivale a sei mesi di utilizzo di un'auto. Gli OGM non sono un bene per l'umanità. Quando si prova a impiantare un gene nelle piante o negli animali da altre specie biologiche, si ignorano i sentieri scelti dall'evoluzione. (da Bioagricultura Notizie - giugno 2009) SCIENCE. TROPPI I DANNI PROVOCATI DAI FERTILIZZANTI Falde acquifere inquinate, nitrati e fosfati, superfici contaminate, inquinamento atmosferico da ammoniaca e ossidi di azoto, zone morte nelle aree costiere, dove l'invasione di alghe ha rubato l'ossigeno alla vita marina. E' devastante l'effetto che l'abuso di fertilizzanti ha provocato in Cina e a Occidente, mentre nel Sud del Mondo, soprattutto in Africa, la terra coltivata è povera di nutrienti e offre scarsa disponibilità di cibo. Uno studio pubblicato sulla rivista Science, delinea una triste immagine del nostro pianeta a causa dell'uso e abuso di nitrati, fosfati e altri fertilizzanti in campi di grano in Cina, Usa, Africa Sub-sahariana. Servono politiche diversificate, è il punto di vista di Peter Vitousek, dell'Università di Stanford in California, per aiutare i paesi poveri a implementare i raccolti agricoli inducendo le autorità locali a dare sussidi ai coltivatori affinchè usino più fertilizzanti, e viceversa servono politiche rigide dove se ne abusa. In America, ad esempio, dove fino agli anni 90 si consumavano enormi quantità di fertilizzanti, i risultati sull'ambiente si vedono tuttora nonostante un applicazione più rigida dei regolamenti, mentre in Cina oggi l'abuso di fertilizzanti raggiunge livelli vertiginosi. La ricerca, infatti, registra dati impressionanti: in Cina, dove i produttori di fertilizzanti ricevono sussidi dal governo, il raccolto medio di grano è cresciuto del 98% per acro dal 1997 al 2005 e l'uso dei fertilizzanti del 271% (cioè quasi triplicato) col risultato che quasi metà dei nitrati usati, ben 227 chili dei 588 usati annualmente per ettaro di terreno, si disperdono inquinando. In Africa Sub-sahariana, invece, si usano solo 7 chili di nitrati per ettaro per anno e la perdita netta di nitrati al momento del raccolto è di ben 46 chili per ettaro l'anno. Per quanto riguarda gli altri paesi, spiegano gli autori dello studio, mentre in Europa le stringenti regolamentazioni adottate sia a livello nazionale sia a livello comunitario sono servite a ridurre l'abuso di fertilizzanti (ma soprattutto in Nord Europa, rimangono problemi in alcune nazioni), gli Usa, che pure sono migliorati, ancora contribuiscono all'inquinamento per le perdite di fertilizzanti in eccesso. Il picco di abuso, soprattutto a Ovest nelle grandi piantagioni di grano, c'è stato tra gli anni 70 e 90, determinando ad esempio la comparsa di una zona morta nell'area costiera del Golfo del Messico. Qui infatti le tonnellate di fosfati disperse in acqua hanno supernutrito le alghe che hanno invaso il territorio marino rubando ossigeno ai pesci e rendendo l'ambiente inospitale. Questa zona morta tuttora esiste e la sua estensione varia negli anni in funzione del quantitativo di fertilizzanti di volta in volta disperso nelle acque, unitamente alle sostanze di scolo e ai rifiuti prodotti dagli allevamenti intensivi di bestiame. (dal Bollettino Bio Greenplanet - giugno 2009) LEGAMBIENTE: IN ITALIA IL SUD A RISCHIO DI DESERTIFICAZIONE Sos di Legambiente: la desertificazione avanza pericolosamente nel Sud dell’Italia. Ad essere fortemente a rischio sono Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Situazione particolarmente grave in Sardegna, dove il pericolo desertificazione riguarda ben il 52% del territorio regionale, di cui l’11% già colpito. A forte rischio anche la Sicilia, le piccole isole e la Puglia. Questi i dati allarmanti sono stati presentati dall’organizzazione ambientalista in un recente dossier sugli ecoprofughi. «La desertificazione non riguarda solo le aree torride dell’Africa - ha dichiarato Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente - Il problema è reale e ci tocca anche molto da vicino. Senza reali cambi di marcia nelle politiche energetiche e ambientali il rischio diverrà concreto e irreversibile». La desertificazione infatti, si può considerare come «la fase finale del degrado chimico, fisico e biologico in quanto la terra perde irreversibilmente la capacità di sostenere la produzione agricola e forestale, e anche se le piogge tornano a bagnare i suoli, il degrado, che ormai è in atto, non regredisce anzi molto spesso peggiora». Le regioni aride e semi-aride del pianeta, si legge nel dossier, rappresentano quasi il 40% della superficie emersa della Terra (5,2 miliardi di ettari) e ospitano circa due miliardi di persone. Centotrentacinque milioni di persone rischiano di essere spostate a causa della desertificazione, e di queste circa 60 milioni tra il 1997 e 2020, abbandonerà (nel primo periodo preso in considerazione ciò è già avvenuto) le zone desertificate dell’Africa subsahariana verso l’Africa settentrionale e l’Europa. Di fatto poi il Sahara ha ormai “attraversato” il Mediterraneo, uno dei 25 “hotspots” mondiali per la biodiversità. Trenta milioni di ettari di terra lungo le rive del Mediterraneo sono già colpiti da desertificazione, fenomeno che mette a rischio la sopravvivenza di 6,5 milioni di persone. Un quinto dei territori in Spagna è soggetto a desertificazione e anche il Portogallo, l’Italia e la Grecia sono colpiti seriamente dal fenomeno del quale non è immune nemmeno la Francia meridionale. «Dobbiamo considerare - ha concluso Venneri - che l’Italia negli ultimi 20 anni ha visto triplicare l’inaridimento del suolo e si stima che il 27% del territorio nazionale è a rischio desertificazione. Sono interessate soprattutto le regioni meridionali dove l’avanzata del fenomeno rappresenta una vera e propria emergenza ambientale». (da Bioagricultura Notizie - giugno 2009) CONTRO IL LOGORIO DELLA VITA MODERNA ... RASSERENIAMOCI! Ogni giorno a Padova c'è un incidente stradale che coinvolge un ciclista. Sicurezza, quella vera, è la possibilità per i più giovani di muoversi in autonomia per la propria città, invece di restare rinchiusi nelle macchine di genitori "protettivi": incidenti, feriti, stress, arrabbiature, inquinamento.. sono molti gli elementi che rendono poco vivibili le nostre strade. Legambiente, con l’iniziativa Rassereniamoci nata con la collaborazione del CSV di Padova, distribuirà nei prossimi mesi in città migliaia di opuscoli contenenti semplici ed utili consigli su come migliorare la convivenza nel traffico cittadino. Per cominciare vi si trovano le Regole del Codice della strada, quelle più trascurate ma non per questo meno importanti, come l’uso delle luci per chi circola in bicicletta, o l’obbligo di dare la precedenza negli attraversamenti ciclo-pedonali per chi usa l’auto. Non mancano le regole di Bon Ton: “Negli incroci cerca il contatto con gli occhi di chi guida altri veicoli e ricorda: passare per primo non ti libererà dal traffico e non migliorerà la tua giornata. Al contrario, il sorriso di una persona a cui dai la precedenza senza sfidarla con la mole dell’auto o la velocità dei pedali, può rivelarsi una bella sorpresa.” Con un sorriso mi ha rimesso al mondo.. cantava Gino Paoli. Consigli anche per i più “duri”: “Gli incidenti in città sono all’ordine del giorno, e spesso anche gravi. Magari tu non sbagli mai, ma se scontrandosi con te si fa male… sei sicuro che non t’importi?” Per finire, riflessioni sulla importanza dell’suo della bici: un gesto piccolo, concreto e quotidiano che tocca però temi di importanza globale come i mutamenti climatici, il consumo di petrolio, le guerre, la salute… Se l’educazione degli utenti della strada è fondamentale, ancor più pregnante è la realizzazione di piste ciclabili e di servizi di promozione all’uso della bici, in una città come Padova, dove si è fatto molto in questo senso negli ultimi anni, ma altrettanto dovrà essere fatto negli anni a venire, per contribuire a combattere un livello di inquinamento costantemente sopra i limiti di legge, e una densità automobilistica doppia rispetto a quella di capitali europee come Berlino, Londra o Parigi. Per questo, il primo appuntamento di Rassereniamoci per la distribuzione degli opuscoli, è fissato per martedì 30 giugno, ore 13.00, alla rotonda tra via Facciolati e via Gattamelata. Questa rotonda infatti, è a metà strada tra due punti critici della viabilità cittadina dove Legambiente chiede all’amministrazione di intervenire: il completamento della ciclabile di via Facciolati e l’introduzione del doppio senso di marcia per le bici in via San Francesco. (da Ecopolis Newsletter - giugno 2009) GORILLA FAST FOOD, A BERLINO LA PAUSA PRANZO È BIO La Germania, è tra i paesi europei più attenti all’alimentazione difatti con i suoi 73mila ettari di terra destinata alla coltivazione biologica, offre una lunga cultura gastronomica di cibi macrobiotici e biologici. La novità, tutta tedesca, si trova a Berlino dove è stato aperto un Fast Food biologico, che fa parte della catena del Gorilla: attraverso il finanziamento ottenuto dalle banche locali per l’apertura di quattro punti di ristoro, nei Gorilla Fast Food, servono esclusivamente cibi biologici con un menù totalmente vegetariano. Del tutto simbolico l’utilizzo del Gorilla come animale di riferimento per la catena dei Fast Food, con l’obiettivo di distogliere i più piccoli alla solita alimentazione tutta hamburger a patatine, tipica delle catene americane, il Gorilla, infatti, è un ani male che, nonostante le grosse dimensioni si nutre di sola erba. (da Bioagricultura Notizie - giugno 2009) E per finire “co’ i piè soto ea toea”, buon appetito con questa breve ricetta: Mezze penne con pomodori, fagiolini e crema di mandorle Tempi di preparazione: 25' -- Tempi di cottura: 40' Facile -- Vegetariano, senza uova e latticini Per 4 persone: 320 grammi di mezze penne rigate, 10 pomodori perini (o 6 pomodori ramati), 300 grammi di fagiolini, 50 grammi di mandorle, 2 cipolle bianche, 20 foglie di menta grandi, olio, sale. Preparazione: Sbucciate i pomodori, divideteli a metà, eliminate i semi e tagliateli a dadini; conditeli con un pizzico di sale; Tritate grossolanamente le cipolle. In una pentola, fatele rosolare con 4 cucchiai d'olio e un pizzico di sale. Mescolate, coprite e proseguite a fuoco basso per 20 minuti abbondanti, badando che non attacchino; Unite le mandorle alle cipolle, lasciate insaporire a calore medio per 2-3 minuti; Levate dal fuoco e frullatele insieme alle foglie di menta e a un quinto dei pomodori fino a ottenere una crema, alla fine controllate il sale; Spuntate i fagiolini e lessateli per 10 minuti in abbondante acqua salata. Scolateli e nella loro acqua di cottura cuocete le mezze penne al dente. Riducete quindi in piccoli pezzi i fagiolini e mescolateli con i pomodori a dadini; Scolate la pasta, conditela con i due ortaggi e con la crema di mandorle, mescolate bene e servite subito. Per un versione da servire fredda, sostituite la pasta con 250 grammi di cuscus ammollato con l’acqua dei fagiolini e conditelo coi pomodori lasciati crudi, le mandorle tostate, le cipolle cotte frullate con la menta e poco limone, e una manciata di olive nere. (tratta da “Il Mangiabio”)