CENSIS EDUCARE ALLA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA Rapporto finale Roma, settembre 2009 INDICE 1. Executive summary 1 2. Gli italiani e la crisi 5 3. La reazione alle paure 25 4. La pianificazione del bilancio familiare 41 5. Il profilo degli intervistati e metodologia dell’indagine 58 12914_09 1. EXECUTIVE SUMMARY Il Censis ha sempre sottolineato non solo la centralità che la famiglia riveste nelle dinamiche di sviluppo sociale ed economico, ma anche la tendenza degli individui ad affidarsi al modello familiare come vettore di riequilibrio e di spinta non solo sul piano affettivo, ma anche su quello produttivo. La funzione della famiglia in tempi di crisi Ciò che l’indagine consente di affermare è che le famiglie italiane elaborano vere e proprie strategie di contrasto ai fattori avversi, puntando non soltanto sui comportamenti calmierati nei confronti delle uscite, ma su un ponderato approccio alla loro situazione finanziaria e patrimoniale. Negli anni ’90 si è parlato di “famiglia SpA” per segnalare, appunto, la capacità delle famiglie italiche di investire e far crescere il loro livello di benessere, combinando risorse diverse, e producendo ricchezza. Attualmente, in una fase di crisi economica che irradia i suoi effetti sia sulle disponibilità economiche di molti, sia nel sentire sociale più diffuso, le famiglie stanno svolgendo – sempre traslando una terminologia di origine aziendale - una funzione di “risk management”, mediante la quale cominciano a misurare o a stimare il rischio legato alla congiuntura o al mutamento professionale dei suoi componenti e sviluppano logiche strategiche per governarli. La famiglia funge da rete di contenimento del disagio legato alla crisi soprattutto se si tratta di un modello di famiglia tradizionale, la coppia con figli, evidentemente una tipologia molto più responsabilizzata di altre in cui non essendoci i figli, non ci sono neanche le stesse preoccupazioni per il futuro. La forte incertezza che accompagna gli sviluppi della crisi economica, rende la dimensione emotiva una componente determinante del sentiment sociale diffuso. A preoccupare maggiormente il 63,1% degli intervistati, è il rischio che “la fase più dura debba ancora arrivare”, mentre mostra maggiore ottimismo il 26,7% secondo cui “la fase più critica è stata superata”. Dieci italiani su cento, infine, credono che la crisi economica di cui sentono parlare sia “solo una montatura”. Dai dati raccolti il campione interpellato si mostra più preoccupato per il deterioramento delle condizioni generali del Paese (71,1%) e della propria 1 FONDAZIONE CENSIS La percezione della crisi 12914_09 Regione (64,7%) negli ultimi sei mesi, che per la condizione personale o della propria famiglia (32,8%). Le spese per i consumi del proprio nucleo familiare si mantengono sostanzialmente stabili per il 44,2% degli intervistati, in aumento per 30,1% e in diminuzione per il 25,7%. Mentre, diminuisce la capacità delle famiglie di accantonare quote di reddito per il futuro. Se per il 6,1% degli intervistati il risparmio del proprio nucleo familiare aumenta, per il 60,6% diminuisce, mentre rimane invariata per il restante 33,3%. Gli effetti della crisi economica La crisi, con molta probabilità, sta facendo crescere una generazione di famiglie e di persone più attente e coinvolte in prima persona dalla necessità di reagire. Basti pensare che mentre in passato di fronte a situazioni di incertezza economica analoghe chi non faceva nulla in particolare, aspettando che qualcun altro si muovesse per lui, era pari ad un valore del 34,7%, attualmente questa componente di adattivi passivi è scesa al 9%. Difendersi dalla crisi A differenza che in passato, quando a prevalere erano atteggiamenti inermi di chi non faceva nulla di particolare (34,7%), o al massimo di tipo difensivo come tagliare i consumi (23,7%) o risparmiare di più (19,7%), nei riguardi dell’attuale crisi economica le persone interpellate sembrano aver maturato una capacità maggiore nella progettualità e nella gestione delle difficoltà legate alla situazione attuale. Ma soprattutto, i risultati della ricerca ci dicono che per il 48,2% degli italiani, in presenza di una crisi economica, il bisogno di competenze finanziarie aumenta e per il 35,2% rimane stabile, quindi preesiste. La variabile di genere, inoltre, segnala una maggiore predisposizione delle donne (45,6%, a fronte del 39,3% degli uomini) nella pianificazione dei bilanci della famiglia, una familiarità nella gestione delle risorse e nella pianificazione che conferma il ruolo di “manager familiare” ricoperto dalla donna all’interno del contesto abitativo. In questo momento, la capacità degli italiani di assorbire l’impatto della crisi economica e di non viverla in modo drammatico dipende in buona parte dalla loro attitudine a pianificare il bilancio familiare. Pianificare le spese familiari significa essere orientati agli investimenti e all’assunzione di comportamenti attivi proiettati in modo costruttivo verso il futuro. 2 FONDAZIONE CENSIS La pianificazione finanziaria 12914_09 Dall’analisi dei dati e dal quadro generale che da essi scaturisce, è possibile evidenziare che: - se in passato la pianificazione finanziaria adottata dal 38,3% degli italiani, oggi la pianificazione delle proprie risorse economiche viene adottata dal 63,6% di essi; - il 39,5% delle famiglie adotta comportamenti pro-attivi che denotano una capacità di reazione ed una volontà di pianificare in modo constante e strutturato le proprie risorse finanziarie, sia tramite il ricorso al mercato azionistico (4,7%), sia con la previdenza complementare (3,1%), sia, infine, con le polizze assicurative (2,2%); - il profilo socio-economico delle persone che pianificano costantemente il proprio bilancio familiare, è quello di chi si colloca ad un livello economico medio alto, sia in relazione al titolo di studio (il 55,7% di chi possiede una laurea ricorre alla pianificazione del bilancio familiare), sia in merito al reddito dichiarato (il 50% di chi dichiara tra i 2mila e i 4mila euro netti al mese). Se ad essere persuasi di non avere bisogno di nulla e di sapere già tutto ciò che c’è da sapere in merito, sono soprattutto le persone con un livello d’istruzione medio-basso (nessuno o licenza elementare 25,5%; media inferiore 25,6%), tra chi possiede un titolo di studio medio-alto, aumenta, al contrario, la consapevolezza e l’esigenza di un’offerta formativa ad hoc adeguata. Avere entrate sicure è ritenuto, ovviamente, indispensabile per poter pianificare le spese familiari, così come riuscire a controllare sempre il meccanismo di bilanciamento fra consumi e disponibilità di spesa. Per le famiglie, quindi, la funzione di education sta diventando importante per fronteggiarte quella che è, in primo luogo, su la vera incognita della crisi in atto, la possibilità cioè di salvaguardare e semmai di implementare le risorse finanziarie disponibili. La preoccupazione più macroscopica di quasi sei italiani su dieci, infatti, è quella di non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita (56,7%) e di perdere i risparmi accumulati (51,8%), atteggiamenti che richiedono certamente un consolidamento di risorse, ma anche uno sforzo di accompagnamento durante il trascorrere della fase di disagio al fine di preparare il dopo crisi: nella fase di ripresa, collettiva e personale, 3 FONDAZIONE CENSIS La domanda di education finanziaria 12914_09 giocheranno le risorse e la capacità di esprimere le domande giuste al sistema del credito, che è e sarà legittimato a gestirle. Anche se molti italiani pensano di poter arrivare da soli a mettere in equilibrio la propria situazione finanziaria, la domanda di maggiore educazione sul tema non è per niente di poco conto: l’11,3% di essi (il 2,9% tramite un impegno maggiore nell’istruzione personale; il 4,7% aggiornando le proprie conoscenze; il 3,7%, infine, riconoscendo la validità di strumentazioni di calcolo progettate ad hoc), vorrebbe essere maggiormente informato ed istruito su come fare, sempre contando su meccanismi ravvicinati di training, corrispondenti all’implicita richiesta di servizi fortemente personalizzati, che continua a caratterizzare la maggior parte della popolazione. Con queste premesse, lo sviluppo di una funzione di education finanziaria finalizzata alla pianificazione del bilancio familiare, sarà un supporto per uscire dalla crisi per molte famiglie che potranno trarne elementi di maturazione civile, tramite maggiori conoscenze e maggiore capacità di controllo sulla produzione e l’impiego di reddito. 4 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 2. GLI ITALIANI E LA CRISI A fronte di una generale contrazione del quadro economico generale e delle incertezze che l’attuale congiuntura economica determina, i comportamenti economico-finanziari della popolazione italiana nei primi sei mesi del 2009 si mostrano estremamente cauti, in un clima di sostanziale attesa. Le famiglie, anche per comprendere meglio i tratti di una crisi per molti aspetti inedita, preferiscono adottare comportamenti prudenti e consapevoli. Numerose evidenze empiriche consentono di poter sostenere che gli italiani hanno risentito della crisi in atto. Ma se questo si riflette ancora sui loro comportamenti, anche quelli relativi al managing delle loro risorse finanziarie, non mancano alcuni segnali positivi. Le spese per i consumi del proprio nucleo familiare si mantengono sostanzialmente stabili per il 44,2% degli intervistati, in aumento per 30,1% e in diminuzione per il 25,7%. Diverso il comportamento dei soggetti interpellati circa la capacità di risparmio e la propensione all’investimento finanziario; solo il 6,1% dichiara di essere riuscito ad aumentare i propri risparmi e il 3% ha incrementato i propri investimenti finanziari (fig. 1 e tab. 1). Prevale dunque un attendismo diffuso ed anche i dati sul risparmio e sugli investimenti finanziari non possono essere interpretati come elemento di particolare criticità legato alla congiuntura economica; precedenti rilevazioni effettuate dal Censis e i dati strutturali della Banca d’Italia, confermano la dimensione ristretta della platea di italiani che considerano il risparmio come unica forma di investimento delle proprie risorse finanziarie. 5 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Fig. 1 - I consumi, il risparmio e gli investimenti delle famiglie. Gennaio-Giugno 2009 (val. %) 62,5 62,5 60,6 60,6 44,2 44,2 30,1 30,1 33,3 33,3 25,7 25,7 Aumentati Aumentati Diminuiti Diminuiti Uguali Uguali 21,0 21,0 13,5 13,5 6,1 6,1 Consumi Consumi Risparmio Risparmio 3,0 3,0 Investimenti Investimenti finanziari finanziari Non effettua Non effettua investimenti investimenti finanziari finanziari Fonte: indagine Censis, 2009 Tab. 1 - I consumi, il risparmio e gli investimenti delle famiglie. Gennaio-Giugno 2009 (val. %) Aumentati Diminuiti Uguali Non effettua finanziari investimenti Totale Consumi Risparmio Investimenti 30,1 25,7 44,2 - 6,1 60,6 33,3 - 3,0 13,5 21,0 62,5 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 6 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 È interessante osservare che a livello territoriale, il Sud e le Isole sono le aree che mostrano andamenti maggiormente differenziati. Se, da una parte, la percentuale di quanti dichiarano un aumento dei consumi nei primi sei mesi dell’anno, il valore sale al 40,5%, proprio nella medesima area geografica si registra la più alta percentuale di intervistati che dichiarano diminuiti i consumi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il 28,8% (tab. 2). Le regioni del Nord sono quelle dove per più della metà degli intervistati i consumi rimangono sostanzialmente invariati: il 53% nel Nord Ovest, il 51,8% nel Nord Est. Tab. 2 – I consumi delle famiglie, in base all’area geografica, all’età, al genere, al livello economico e al numero di componenti del nucleo familiare. GennaioGiugno 2009 (val. %) Aumentati Diminuiti Uguali Totale Area geografica - Nord-Ovest - Nord-Est - Centro - Sud e Isole 23,3 23,1 31,1 40,5 23,7 25,1 24,7 28,8 53,0 51,8 44,3 30,8 100,0 100,0 100,0 100,0 Età - da 18 a 34 anni - da 35 a 44 anni - da 45 a 64 anni 32,4 29,8 29,2 20,5 27,5 26,7 47,1 42,7 44,1 100,0 100,0 100,0 Sesso - maschio - femmina 26,4 33,7 25,4 26,0 48,3 40,3 100,0 100,0 Livello economico - basso - medio-basso - medio-alto - alto 41,1 27,5 25,1 0,0 28,6 28,1 16,6 14,3 30,3 44,4 58,3 85,7 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 7 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Da una disaggregazione dei dati, in base alla variabile generazionale, emerge un raffreddamento dei consumi che interessa soprattutto la popolazione sopra i 35 anni (27,5% tra i 35 e i 44 anni; 26,7%, tra i 45 e i 64 anni), e meno i giovani tra i 18 e i 34 anni, dove solo il 20,5% dichiara diminuiti i consumi nei primi sei mesi del 2009, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Infine, se gli uomini mostrano maggiore prudenza circa le spese del proprio nucleo familiare (invariate per il 48,3%, a fronte di una media del 44,2%), le donne sembrerebbero il segmento di popolazione più ottimista; il 33,7% di loro, infatti, dichiara di aver incrementato i consumi nei primi sei mesi dell’anno. Una conferma ulteriore su quanto determinante possa essere la componente psicologica sull’andamento dell’attuale crisi economica, la troviamo dall’incrocio dei dati con la variabile del livello economico. Gli incrementi maggiori nei consumi corrispondono ai livelli economici medi (27,5%) o bassi (41,1%), mentre nessuno degli intervistati che si collocano ad un livello economico alto dichiara di aver incrementato i consumi nei primi sei mesi dell’anno. In flessione, nei primi sei mesi dell’anno, la capacità delle famiglie di accantonare quote di reddito per il futuro. Se il 6,1% degli intervistati registra incrementi nel risparmio del proprio nucleo familiare, il 60,6% vede la medesima capacità di risparmio diminuire, mentre rimane invariata per il restante 33,3%. Le performance di risparmio delle famiglie per consumi o investimenti futuri, diminuisce soprattutto al Sud e Isole (63,5%), tra le persone con più di 45 anni (65,9%), tra le donne (64%) e nei centri a minori densità abitativa (63% nei centri fino a 10mila abitanti, 65,1% in quelli con 10milla-30mila abitanti) (tab. 3). Al tempo stesso, gli incrementi più significativi di quote di reddito destinate al risparmio li ritroviamo proprio nelle regioni del Sud e nelle Isole (9%), tra i maschi (7,8%), tra i giovani (10,5%) e tra quanti dichiarano di appartenere ad un livello economico medio-alto (7,6%). 8 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 3 – Il risparmio delle famiglie, in base all’area geografica, all’età, al genere, al livello economico e al numero di componenti del nucleo familiare. GennaioGiugno 2009 (val. %) Aumentato Diminuito Uguale Totale Area geografica - Nord-Ovest - Nord-Est - Centro - Sud e Isole 3,9 5,5 5,5 9,0 60,1 53,3 63,9 63,5 36,0 41,2 30,6 27,4 100,0 100,0 100,0 100,0 Età - da 18 a 34 anni - da 35 a 44 anni - da 45 a 64 anni 10,5 4,5 5,4 55,7 57,6 65,9 33,8 38,0 28,7 100,0 100,0 100,0 Sesso - maschio - femmina 7,8 4,5 57,1 64,0 35,2 31,5 100,0 100,0 Livello economico - basso - medio-basso - medio-alto - alto 6,6 5,4 7,6 0,0 66,8 62,7 48,8 42,9 26,6 48,8 43,6 57,1 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 In un contesto di forte caduta della crescita economica mondiale e in considerazione della natura stessa della crisi economica, appaiono inevitabili le ricadute sul ricorso, da parte delle famiglie, allo strumento finanziario come forma di investimento. Solamente il 3% degli intervistati dichiara di aver visto aumentare nel proprio nucleo familiare questo tipo di investimenti, nei primi sei mesi del 2009. Il 13,5% dichiara, invece, di averli diminuiti, una contrazione che si aggiunge ad una platea ancora poco disponibile all’utilizzo dello strumento finanziario a scopi speculativi. Il 62,5% dichiara, infatti, di non effettuare investimenti, che rimangono invariati solo per il restante 21%. 9 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 La mancanza di una cultura finanziaria diffusa appare più accentuata nelle regioni centro meridionali del Paese, che, relativamente all’assenza di investimenti finanziari, mostra valori sopra la media: al Sud e Isole non investe il 68,2% degli intervistati, al Centro il 64,4%, al Nord Est il 58,8% e al Nord Ovest il 57,6% (tab. 4). Un differenziale di più di 10 punti che non fa che confermare, anche sotto questo profilo, lo storico divario che ancora persiste nel nostro paese tra le regioni del Nord e quelle del Mezzogiorno. Tab. 4 – Gli investimenti finanziari delle famiglie, in base all’area geografica, all’età, al genere, al livello socio-economico e al numero di componenti del nucleo familiare. Gennaio-Giugno 2009 (val. %) Aumentato Diminuito Uguale Non effettua investimenti finanziari Totale Area geografica - Nord-Ovest - Nord-Est - Centro - Sud e Isole 2,8 3,5 1,8 3,7 14,1 14,1 11,9 13,7 25,4 23,6 21,9 14,4 57,6 58,8 64,4 68,2 100,0 100,0 100,0 100,0 Età - da 18 a 34 anni - da 35 a 44 anni - da 45 a 64 anni 5,2 2,9 2,0 9,0 13,1 16,2 21,9 20,9 20,6 63,8 63,1 61,3 100,0 100,0 100,0 Sesso - maschio - femmina 3,9 2,2 14,3 12,7 24,5 17,6 57,3 67,5 100,0 100,0 2,9 2,8 3,3 14,3 9,1 14,0 17,5 0,0 17,0 20,5 26,5 28,6 71,0 62,7 52,6 57,1 100,0 100,0 100,0 100,0 Livello economico - basso - medio-basso - medio-alto - alto Fonte: indagine Censis, 2009 10 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Disaggregando il dato in base alla classe d’età è possibile riscontrare una maggiore familiarità all’investimento finanziario da parte dei giovani tra i 18 e i 34 anni che dichiarano di averli aumentati (5,2%), a fronte di valori più contenuti riscontrati tra i 45 e i 64 anni d’età (2%). Anche il dato di genere conferma differenze significative; tra quanti si dichiarano estranei allo strumento finanziario come forma di investimento le donne mostrano i valori più elevati: il 67,5%, a fronte del 57,5% di uomini. Naturalmente, l’appartenenza ad un livello economico alto determina anche una maggiore disponibilità di riscorse economiche da destinare agli investimenti finanziari. Così, se tra quanti si collocano ad un livello medio-basso troviamo basse percentuali di incrementi finanziarti (basso livello economico 2,9%; mediobasso livello economico 2,8%; medio-alto 3,3%), la percentuale sale in modo molto rilevante tra quanti dichiarano di avere ad un alto livello economico (14,3%). La forte incertezza che accompagna gli sviluppi della crisi economica, soprattutto sulle ricadute che potranno determinarsi sui livelli occupazionali, rende la dimensione emotiva una componente determinante del sentiment sociale diffuso. A preoccupare maggiormente sono gli sviluppi che l’attuale crisi economica avrà in futuro. Anche per questo, il 63,1% degli intervistati teme che “la fase più dura debba ancora arrivare”. Mostra maggiore ottimismo solo il 26,7% secondo cui “la fase più critica è stata superata”. Dieci italiani su cento, infine, credono che la crisi economica di cui sentono parlare sia “solo una montatura” (fig. 2). Paure, preoccupazioni e timori che, da un punto di vista territoriale, investono il Paese in modo piuttosto differenziato. Se al Nord Ovest i dati mostrano maggiore fiducia ed ottimismo, “i problemi maggiori sono stati risolti” per il 31,4% del campione, al Sud e Isole il 68,2% si teme, invece, che “la fase più dura debba ancora arrivare” (tab. 5). Gli scettici, quelli che si dicono convinti che “la crisi economica sia solo una montatura”, si concentrano soprattutto nel Nord Ovest (14,5%). 11 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Fig. 2 - Differenti percezioni dell'attuale congiuntura economica (val. %) 63,1 63,1 26,7 26,7 10,2 10,2 I problemi gravi sono I problemi gravi sono stati risolti stati risolti La fase più dura deve La fase più dura deve ancora arrivare ancora arrivare La crisi è solo una La crisi è solo una montatura montatura Fonte: indagine Censis, 2009 Se, in generale, i giovani e gli uomini sono il segmento di popolazione che si mostra meno preoccupato, al contrario, timori maggiori si riscontrano tra le donne e le persone tra i 45 i 64 anni di età, soprattutto in conseguenza delle possibili ricadute future che la congiuntura economica sfavorevole potrebbe causare anche in termini occupazionali. Una ulteriore conferma che l’eccezionale congiuntura economica in atto sia stata percepita dalla popolazione in modo differenziato, arriva dall’incrocio dei dati con alcuni variabili socio-economiche. Tra quanti credono che “i problemi peggiori sono stati risolti” troviamo soprattutto i residenti del Nord Ovest (31,4%), i giovani (32,9%), gli uomini (29,9%), quanti possiedono un alto livello economico (42,9%) e quanti hanno un livello d’istruzione medio-alto (Media superiore 27,7%; Laurea 31,4%) (tab. 5). 12 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 5 - Percezione dell'attuale congiuntura economica, in base all’area geografica, all’età, al sesso, alla condizione socio-economica, al numero di percettori di reddito nel nucleo familiare e al livello d’istruzione (val. %) I problemi peggiori sono stati risolti La fase più dura deve ancora arrivare La crisi è solo una montatura Area geografica - Nord-Ovest - Nord-Est - Centro - Sud e Isole 31,4 24,6 26,5 23,7 54,1 67,8 63,5 68,2 14,5 7,5 10,0 8,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Età - da 18 a 34 anni - da 35 a 44 anni - da 45 a 64 anni 32,9 26,7 23,5 56,7 63,9 65,7 10,5 9,4 10,8 100,0 100,0 100,0 Sesso - maschio - femmina 29,9 23,7 58,9 67,1 11,2 9,2 100,0 100,0 Livello economico - basso - medio-basso - medio-alto - alto 23,2 25,0 34,6 42,9 69,3 63,4 55,5 57,1 7,5 11,6 10,0 0,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Numero di percettori di reddito nella famiglia -1 -2 - 3 o più 24,3 27,9 30,9 66,9 60,5 59,1 8,8 11,6 10,0 100,0 100,0 100,0 Livello di istruzione - Nessuno o elementare - media inferiore - media superiore - laurea 25,6 22,4 27,7 31,4 63,2 63,9 62,9 62,3 11,1 13,7 9,4 6,3 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale Fonte: indagine Censis, 2009 13 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Anche la variabile reddituale e professionale incide sulle diverse considerazioni nei riguardi della crisi; si mostrano più ottimisti, nella convinzione che i problemi maggiori sono stati risolti, soprattutto chi ha un reddito familiare netto mensile superiore ai 2mila euro (tra i 2mila e i 4mila euro 32,6%; oltre i 4mila euro 36,5%), e, infine, quanti svolgono una professione ad un livello medio-alto (36,8%). Al contrario, i valori più significativi di chi teme che “la fase più dura debba ancora arrivare” si registrano nel segmento di popolazione medio basso delle regioni meridionali; tra quanti risiedono al Sud e Isole (68,2%), con un basso livello d’istruzione (nessuno o licenza elementare 63,2%; media inferiore 63,9%), un reddito netto mensile sotto i 2mila euro (fino a mille euro 69,6%; tra i mille e i 2mila euro 65%) e che svolgono professioni meno qualificate (69,3%). Proprio la condizione professionale, con un differenziale di 16 punti percentuali tra quanti svolgono professioni qualificate, è indicatore di quanto questo tipo di variabile sia determinante sulla percezione della congiuntura economica in corso. Andamenti differenziati confermati anche dai dati relativi al terzo item, quello in cui la crisi viene definita “solo una montatura”. Se da una parte a non credere in una congiuntura sfavorevole dell’economia, sono soprattutto quelli con un basso livello di istruzione (nessuno o licenza elementare 11,1%; media inferiore 13,7%), nell’incrocio con la professione del capofamiglia i più scettici sono quelli che svolgono le professioni più qualificate (livello medio-alto 9,8%) e che hanno un medio livello economico (medio-basso 11,6%; medio alto 10%). Infine, nessuno degli intervistati con un alto livello economico dichiarano di non credere alla crisi economica. Nonostante la portata e la dimensione globale di una crisi che appare, per certi aspetti, senza precedenti, quasi la metà del campione interpellato dichiara di avere attraversato già in passato periodi di difficoltà legati a congiunture sfavorevoli dell’economica (46,5%) (fig. 3). 14 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Fig. 3 - Esperienze pregresse di crisi economiche (val. %) 53,5 53,5 46,5 46,5 SI SI NO NO Fonte: indagine Censis, 2009 Ricordi di crisi economiche passate che emergono con maggiore frequenza tra i residenti del Nord (49,7% al Nord Est; 47,7% al Nord Ovest) e, inevitabilmente, non possono non risentire della variabile generazionale (tab. 6). Il 54,4% delle persone più mature, con un’età compresa tra i 45 e i 64 anni, hanno già conosciuto momenti di congiuntura economica sfavorevole, una percentuale che scende sensibilmente tra quanti hanno meno di 34 anni, il 37,6%. 15 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 6 - Esperienze pregresse di crisi economiche, in base all’area geografica, all’età, al genere, alla condizione socio-economica, al numero di percettori di reddito nel nucleo familiare e professione svolta dal capofamiglia (val. %) Si No Totale Area geografica - Nord-Ovest - Nord-Est - Centro - Sud e Isole 47,7 49,7 44,7 44,5 52,3 50,3 55,3 55,5 100,0 100,0 100,0 100,0 Età - da 18 a 34 anni - da 35 a 44 anni - da 45 a 64 anni 37,6 42,9 54,4 62,4 57,1 45,6 100,0 100,0 100,0 Sesso - maschio - femmina 46,2 46,8 53,8 53,2 100,0 100,0 Livello economico - basso - medio-basso - medio-alto - alto 51,9 47,5 38,9 14,3 48,1 52,5 61,1 85,7 100,0 100,0 100,0 100,0 Numero di percettori di reddito nella famiglia -1 -2 - 3 o più 50,5 42,4 48,2 49,5 57,6 51,8 100,0 100,0 100,0 Professione svolta dal capofamiglia - Libero medio alto - Livello medio basso 37,6 43,2 62,4 56,8 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 16 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Un dato indiretto di quanto i periodi di crisi economica nelle economie moderne, non possano essere letti solo come momenti di discontinuità, ma, paradossalmente, rappresentino tratti e aspetti quasi “fisiologici” dello sviluppo. Ma anche se in passato ci si è già dovuti confrontare con periodi di crisi economica, è interessare osservare quanto cambiano le differenti modalità di risposta e le strategie attraverso cui gli italiani cercano di difendersi dalle conseguenze negative della situazione. A differenza che in passato, quando a prevalere erano atteggiamenti inermi di chi non faceva nulla di particolare (34,7%), o al massimo di tipo difensivo come tagliare i consumi (23,7%) o risparmiare di più (19,7%), nei riguardi dell’attuale crisi economica le persone interpellate sembrano aver maturato una capacità maggiore nella progettualità e nella gestione delle difficoltà legate alla crisi economica attuale. Segno certamente di una minore passività e di un più elevato grado di reattività (fig. 4). Infatti, oltre a risparmiare di più (32,1%) raddoppia anche la percentuale di quanti dichiarano di pianificare il proprio bilancio familiare (23,7%), ed è inoltre interessante osservare il calo significativo tra quanti, nell’attuale crisi economica, hanno smesso di mettere in atto comportamenti particolarmente adattativi. Il dato certamente più significativo riguarda, infatti, il minore grado di passività con cui si decide di rispondere alle esigenze del presente; scende in modo significativo la percentuale di quanti decidono di non fare nulla di particolare, che dal 34,7% rilevata in passato, si riduce al 9% nel periodo attuale. Il bisogno di pianificare il proprio bilancio familiare prevale soprattutto nelle regioni del Nord Ovest, 25,8%, mentre al Nord Est e al Sud si preferisce ridurre i consumi (rispettivamente 45,2% e 43,5%) (tab. 7). Diversamente, tra gli strumenti che il campione ritiene meno idonei a contrastare gli effetti di questa crisi economica troviamo la ricerca di aiuto per capire come reagire al meglio (0,8%), il ricorso al debito (0,7%) e il mercato borsistico (0,1%). Un dato comprensibile anche alla luce della natura finanziaria della crisi in atto. 17 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Fig. 4 – Comportamenti adottati per difendersi da una crisi economica (val. %) In passato... In passato... Non fare nulla di particolare Non fare nulla di particolare 34,7 34,7 Tagliare i consumi Tagliare i consumi 23,7 23,7 Risparmiare di più Risparmiare di più Impegnarsi di più sul lavoro Impegnarsi di più sul lavoro Pianificare sia le entrate sia le Pianificare sia le entrate sia le uscite familiari uscite familiari Utilizzare i risparmi accumulati Utilizzare i risparmi accumulati Non rinunciare a nulla cercando Non rinunciare a nulla cercando di spendere meno di spendere meno Cercare aiuto per capire come Cercare aiuto per capire come reagire al meglio alla crisi reagire al meglio alla crisi Indebitarmi Indebitarmi Investire in borsa Investire in borsa 19,7 19,7 17,2 17,2 12,6 12,6 1,6 1,6 0,8 0,8 0,7 0,7 0,6 0,6 0,4 0,4 ... attualmente ... attualmente Tagliare i consumi Tagliare i consumi 40,6 40,6 Risparmiare di più Risparmiare di più Pianificare sia le entrate sia le Pianificare sia le entrate sia le uscite familiari uscite familiari Impegnarsi di più sul lavoro Impegnarsi di più sul lavoro Non rinunciare a nulla cercando Non rinunciare a nulla cercando di spendere meno di spendere meno Non fare nulla di particolare Non fare nulla di particolare 32,1 32,1 23,7 23,7 11,8 11,8 10,7 10,7 9,0 9,0 Utilizzare i risparmi accumulati Utilizzare i risparmi accumulati Cercare aiuto per capire come Cercare aiuto per capire come reagire al meglio alla crisi reagire al meglio alla crisi Indebitarmi Indebitarmi 0,7 0,7 Investire in borsa Investire in borsa 0,1 0,1 3,7 3,7 0,8 0,8 Fonte: indagine Censis, 2009 18 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 7 - Comportamenti adottati per difendersi da questa crisi economica, in base all’area geografica (val. %) Nord-Ovest Impegnarsi di più sul lavoro Investire in Borsa Non rinunciare a nulla, cercando di spendere meno Tagliare i consumi Cercare aiuto per capire come reagire al meglio alla crisi Indebitarmi Pianificare le entrate e le uscite familiari Utilizzare i risparmi accumulati Risparmiare di più Non fare nulla di particolare Nord-Est Centro Sud e isole 9,9 0,0 12,7 9,0 0,0 11,1 13,7 0,0 11,0 14,0 0,3 8,4 33,6 1,4 45,2 0,0 41,6 0,5 43,5 1,0 0,4 25,8 1,0 24,6 0,0 25,1 1,3 20,1 2,8 29,3 12,7 3,5 26,6 9,5 3,7 31,5 8,7 4,7 38,8 5,4 Fonte: indagine Censis, 2009 Tab. 8 - Comportamenti adottati per difendersi da questa crisi economica, in base alla classe d’età (val. %) da i 18 ai 34 anni Impegnarsi di più sul lavoro Investire in Borsa Non rinunciare a nulla, cercando di spendere meno Tagliare i consumi Cercare aiuto per capire come reagire al meglio alla crisi Indebitarmi Pianificare le entrate e le uscite familiari Utilizzare i risparmi accumulati Risparmiare di più Non fare nulla di particolare da i 35 ai 45 anni Oltre i 45 anni 11,0 0,0 10,0 13,1 0,3 8,6 11,0 0,0 13,0 34,8 0,5 41,6 1,3 42,6 0,5 0,0 17,1 3,3 36,2 12,9 0,5 23,0 3,4 34,8 7,6 1,2 27,7 4,2 27,5 8,3 Fonte: indagine Censis, 2009 19 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 9 - Comportamenti adottati per difendersi da questa crisi economica, in base al genere (val. %) Impegnarsi di più sul lavoro Investire in Borsa Non rinunciare a nulla, cercando di spendere meno Tagliare i consumi Cercare aiuto per capire come reagire al meglio alla crisi Indebitarmi Pianificare le entrate e le uscite familiari Utilizzare i risparmi accumulati Risparmiare di più Non fare nulla di particolare Uomo Donna 15,1 0,2 11,9 33,1 0,4 0,6 23,1 3,3 28,6 11,9 8,6 0,0 9,6 47,7 1,2 0,8 24,3 4,1 35,4 6,3 Fonte: indagine Censis, 2009 Nel complesso, controllare, monitorare e guidare il proprio bilancio familiare sta diventando parte fondamentale di una cultura finanziaria, che riscontriamo cresciuta nel tempo. Una necessità avvertita soprattutto dalle coppie con più figli che oltre ad adottare comportamenti attivi capaci di alleviare o contrastare le conseguenze negative della crisi (39,3%, a fronte del 26,9% adottato in passato), hanno smesso anche di “non fare nulla”, di subire passivamente la congiuntura economica, con una percentuale che dal 35,1% scende al 6,2% (tab. 10). Anche i dati relativi al reddito familiare dichiarato, confermano la stretta relazione che c’è tra la capacità patrimoniale di un nucleo familiare e la necessità di trovare risposte idonee a contrastare e limitare gli effetti negativi di una recessione in atto. Ta le famiglie che dichiarano un reddito netto mensile di 1.000 euro al mese la percentuale di quanti decidono di non adottare nessun cambiamento registra i valori più bassi: il 7,1%. Al contrario chi può permetterselo adotta comportamenti attivi, proprio in virtù di una maggiore disponibilità economica: il 44,2% tra quanti dichiarano un reddito tra i 2mila e i 4mila euro, il 36,5% tra quanti dichiarano oltre i 4mila euro (tab. 11). 20 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 10 – Diverse tipologie di comportamento, in base alla tipologia di nucleo familiare. In passato-Attualmente (val. %) 1.Single Comportamenti attivi Comportamenti difensivi In passato Nessun comportamento Totale Comportamenti attivi Comportamenti difensivi Attualmente Nessun comportamento Totale V.A. % 34 45 43 116 32 81 13 116 29,3 38,8 37,1 100,0 27,6 69,8 11,2 100,0 2.Coppia senza figli V.A. % 78 114 84 252 76 169 35 252 31,0 45,2 33,3 100,0 30,2 67,1 13,9 100,0 Tipologia familiare 3.Coppia con un 4.Coppia con più figlio di un figlio V.A. % V.A. % 65 100 82 226 88 161 17 226 28,8 44,2 36,3 100,0 38,9 71,2 7,5 100,0 82 143 107 305 120 223 19 305 26,9 46,9 35,1 100,0 39,3 73,1 6,2 100,0 5.Monogenitore+al tra tipologia V.A. % 31 49 31 101 34 76 6 101 30,7 48,5 30,7 100,0 33,7 75,2 5,9 100,0 Totale V.A. 290 451 347 1.000 350 710 90 1.000 % 29,0 45,1 34,7 100,0 35,0 71,0 9,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 21 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 11 – Diverse tipologie di comportamento, in base al reddito familiare netto mensile. In passato-Attualmente (val. %) 1.Fino a 1.000 euro V.A. % Reddito familiare netto mensile 2.Tra 1.000 e 3.Tra 2.000 e 4. oltre 4.000 euro 2.000 euro 4.000 euro V.A. % V.A. % V.A. % Comportamenti attivi Comportamenti difensivi Nessun comportamento Totale 44 97 61 184 23,9 52,7 33,2 100,0 136 213 135 443 30,7 48,1 30,5 100,0 92 118 121 310 29,7 38,1 39,0 100,0 18 23 30 63 28,6 36,5 47,6 100,0 290 451 347 1.000 29,0 45,1 34,7 100,0 Comportamenti attivi Comportamenti difensivi Attualmente Nessun comportamento Totale 38 152 13 184 20,7 82,6 7,1 100,0 152 325 33 443 34,3 73,4 7,4 100,0 137 196 33 310 44,2 63,2 10,6 100,0 23 37 11 63 36,5 58,7 17,5 100,0 350 710 90 1.000 35,0 71,0 9,0 100,0 In passato Totale V.A. % Fonte: indagine Censis, 2009 22 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 La percezione dell’attuale congiuntura economica sembra avere anch’essa modalità anomale; dai dati raccolti il campione interpellato si mostra più preoccupato per il deterioramento delle condizioni generali del Paese e della propria Regione negli ultimi sei mesi, che per la condizione personale o della propria famiglia, che il 32,8% dichiara peggiorate (fig. 5). Una percentuale che sale al 64,7% nel caso della propria Regione, e al 71,1% per le condizioni generali del Paese (tab. 12). Fig. 5 - Percezione dell’andamento della crisi negli ultimi sei mesi, per il rispondente e la sua famiglia, per la regione, per l’Italia (val. %) 64,7 64,7 71,1 71,1 32,8 32,8 62,2 62,2 31,1 31,1 24,2 24,2 Per Lei e la sua famiglia Per Lei e la sua famiglia Per la sua regione Per la sua regione Per l'Italia Per l'Italia 5,0 4,2 4,7 5,0 4,2 4,7 Migliorate Migliorate Peggiorate Peggiorate Rimaste invariate Rimaste invariate Fonte: indagine Censis, 2009 23 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 12 – Percezione dell’andamento della crisi negli ultimi sei mesi, per il rispondente e la sua famiglia, per la regione, per l’Italia (val. %) Per lei e la sua famiglia Per la regione Per l’Italia Migliorate Peggiorate Invariate Totale 5,0 4,2 4,7 32,8 64,7 71,1 62,2 31,1 24,2 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 Da questo indicatore, per molti aspetti, traspare il tipico tratto individualista che tende a collocare la crisi all’esterno, come qualcosa di “altro” dalla personale esperienza quotidiana. Inoltre, troviamo conferme di quelle che per molti aspetti è il tratto distintivo del tessuto sociale del nostro paese e del ruolo “salvifico” che la centralità della famiglia gioca nei momenti di crisi economica; dalla creazione di più redditi, alla protezione e alla tutela in senso stretto, si conferma il ruolo centrale che l’istituto familiare continua a svolgere nel nostro paese. 24 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 3. LA REAZIONE ALLE PAURE La contrazione inedita dell’economia mondiale ha avuto, com’era lecito attendersi, ripercussioni significative anche sul tessuto emotivo delle persone, alimentando una serie di paure legate principalmente alle ricadute che una crisi di questa natura può avere sull’economia e, di conseguenza, sul proprio tenore di vita di ciascuno. Dalla diversa tipologia di paure alimentate dalla congiuntura economica attuale, emerge in modo netto, un atteggiamento particolarmente difensivo e di retroguardia degli italiani. In una sorta di ripiegamento emotivo su se stessi, la paura principale è quella di perdere determinate posizioni acquisite, sia sul piano reddituale, sia su quello dello status acquisito. Non essere in grado di poter creare nuove risorse, o dare vita a nuovi progetti sono meno preoccupanti della perdita delle garanzie e dei punti di riferimento intorno a cui si è costruito il proprio livello e tenore di vita. Un atteggiamento difensivo che se da una parte rende possibile tollerare di non poter crescere ulteriormente, dall’altra alimenta la paura di non poter più essere quello che si è stati. Così, in cima alle preoccupazioni degli italiani, troviamo soprattutto la paura di non riuscire a mantenere in futuro lo stesso tenore di vita (56,7%), perdere i risparmi accumulati (51,8%), trovarsi senza soldi prima della fine del mese (51,7%) o non avere i mezzi per le cure personali o per quelle di un proprio familiare (46,4%) (fig. 6). 25 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Fig. 6 - Le principali paure legate alla crisi economica (val. %) Non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita Non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita 56,7 56,7 Perdere i risparmi accumulati Perdere i risparmi accumulati 51,8 51,8 Trovarmi senza soldi prima della fine del mese Trovarmi senza soldi prima della fine del mese 51,7 51,7 Non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare Non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare 46,4 46,4 Non rispettare la pianificazione delle spese familiari Non rispettare la pianificazione delle spese familiari 35,8 35,8 Restare senza lavoro‐perdere il lavoro (per gli occupati)/ Restare senza lavoro‐perdere il lavoro (per gli occupati)/ non trovare il lavoro (per gli inoccupati) non trovare il lavoro (per gli inoccupati) 34,5 34,5 Non riuscire a fronteggiare le spese legate alla crescita Non riuscire a fronteggiare le spese legate alla crescita dei figli (educazione, vestiario, sport, ecc.) dei figli (educazione, vestiario, sport, ecc.) 29,4 29,4 Non riuscire a pagare le rate di acquisti effettuati Non riuscire a pagare le rate di acquisti effettuati 25,5 25,5 Dovermi indebitare Dovermi indebitare 25,0 25,0 Non avere più fiducia in me stesso/a Non avere più fiducia in me stesso/a Non riuscire a pagare il mutuo della casa Non riuscire a pagare il mutuo della casa 17,5 17,5 15,5 15,5 Fonte: indagine Censis, 2009 Paure e preoccupazioni che a livello territoriale seguono dinamiche piuttosto differenziate. Se al Nord è diffusa soprattutto la paura di perdere i risparmi accumulati (Nord Ovest 50,5%; Nord est 47,7%), al Centro e al Sud e Isole preoccupa non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita (rispettivamente 56,6% e 68,9%). Con valori che sono sensibilmente superiori alla media (44,1%), al Sud è particolarmente avvertito anche il timore di perdere il posto di lavoro per chi già lo ha o di non trovarlo per chi è in cerca di occupazione (tab. 12). 26 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 12 - Le principali paure legate alla crisi economica, in base all’area geografica (val. %) Restare senza lavoro-perdere il lavoro (per gli occupati)/non trovare il lavoro (per gli inoccupati) Non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita Perdere i risparmi accumulati Trovarmi senza soldi prima della fine del mese Non riuscire a pagare le rate di acquisti effettuati Dovermi indebitare Non riuscire a pagare il mutuo della casa Non riuscire a fronteggiare le spese legate alla crescita dei figli (educazione, vestiario, sport, ecc.) Non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare Non avere più fiducia in me stesso/a Non rispettare la pianificazione delle spese familiari NordOvest Nord-Est Centro Sud e Isole Totale 23,3 33,2 37,0 44,1 34,5 50,5 50,5 47,2 47,7 56,6 53,4 68,9 54,5 56,7 51,8 40,6 45,7 53,9 64,5 51,7 17,3 19,1 15,6 22,1 28,8 24,7 37,5 32,8 25,5 25,0 10,2 11,1 19,2 20,7 15,5 22,3 21,6 27,9 42,5 29,4 41,0 42,2 47,0 53,8 46,4 14,8 18,1 17,4 19,7 17,5 32,2 31,2 35,2 42,8 35,8 Fonte: indagine Censis, 2009 La paura di non poter più essere quello che si è stati e, quindi, non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita, non incide in modo uniforme sulla popolazione, ma colpisce in modo particolare il segmento meno abbiente, quello con un livello di reddito familiare netto mensile sotto i 2mila euro (65,8% fino a 1.000 euro; 61,2% tra chi dichiara un reddito tra i 1.000 e i 2mila euro); un dato significativo soprattutto osservando il differenziale di oltre 20 punti percentuali tra chi, invece, dichiara un reddito sopra i 2mila euro al mese (47,4% tra i 2mila e i 4mila euro; 44,4% tra chi percepisce oltre i 4mila euro) (tab. 13). 27 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 13 - Le principali paure legate alla crisi economica, in base al livello di reddito dichiarato (val. %) Fino a 1.000 euro Restare senza lavoro-perdere il lavoro (per gli occupati)/non trovare il lavoro (per gli inoccupati) Non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita Perdere i risparmi accumulati Trovarmi senza soldi prima della fine del mese Non riuscire a pagare le rate di acquisti effettuati Dovermi indebitare Non riuscire a pagare il mutuo della casa Non riuscire a fronteggiare le spese legate alla crescita dei figli (educazione, vestiario, sport, ecc.) Non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare Non avere più fiducia in me stesso/a Non rispettare la pianificazione delle spese familiari Reddito familiare mensile netto Tra 1.000 e Tra 2.000 e oltre 4.000 2.000 euro 4.000 euro euro Totale 37,5 37,5 30,6 23,8 34,5 65,8 61,2 47,4 44,4 56,7 53,3 57,3 44,8 42,9 51,8 69,6 57,8 38,7 20,6 51,7 33,7 28,2 19,7 11,1 25,5 37,5 28,0 15,8 12,7 25,0 15,2 17,8 13,5 9,5 15,5 30,4 34,5 23,2 20,6 29,4 59,2 52,6 33,9 27,0 46,4 27,2 18,5 11,9 9,5 17,5 51,6 38,4 26,1 19,0 35,8 Fonte: indagine Censis, 2009 Differenziali molto significativi anche tra chi svolge un lavoro ad un livello professionale medio-alto (49,6%), a fronte di un lavoratore con qualifica medio-bassa (64,4%) (tab. 14). 28 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 14 - Le principali paure legate alla crisi economica, in base al livello professionale (val. %) Livello professionale Medio alto Medio basso (Liberi (Dipendenti – professionisti Operai – Imprenditori – Commercianti – Dirigenti) precari) Restare senza lavoro-perdere il lavoro (per gli occupati)/non trovare il lavoro (per gli inoccupati) Non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita Perdere i risparmi accumulati Trovarmi senza soldi prima della fine del mese Non riuscire a pagare le rate di acquisti effettuati Dovermi indebitare Non riuscire a pagare il mutuo della casa Non riuscire a fronteggiare le spese legate alla crescita dei figli (educazione, vestiario, sport, ecc.) Non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare Non avere più fiducia in me stesso/a Non rispettare la pianificazione delle spese familiari Totale 35,3 51,9 47,9 49,6 64,4 60,9 49,6 58,5 56,4 36,1 58,3 53,0 27,1 31,8 30,7 24,8 29,5 28,4 18,8 22,4 21,5 27,1 42,9 39,1 36,1 49,1 46,0 12,8 21,0 19,0 30,1 38,9 36,8 Fonte: indagine Censis, 2009 Infine, anche la tipologia di nucleo familiare, inevitabilmente, ha ricadute importanti sul livello di percezione di questo tipo di paura. Osservando i dati disaggregati per tipologia familiare avere o meno figli, o la condizione monogenitoriale fanno la differenza sulla difesa dello status acquisito. La paura di non riuscire a mantenere il tenore di vita sin qui avuto cresce in 29 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 modo proporzionale al crescere del numero dei figli (coppia con un figlio 55,3%; coppia di più di un figlio 62,3%), per raggiungere il valore più elevato tra chi vive la condizione monogenitorialità (62,3%), che nella dimensione economica si traduce, molto spesso, anche in una condizione di monoreddito che, infatti, fa registrare la percentuale più elevata (64,8%, a fronte del 50,2% nei nuclei con 2 percettori di reddito) (tab. 15 e 16). Anche la paura di perdere i risparmi accumulati trova più sensibile il segmento di popolazione con un reddito familiare netto mensile sotto i 2mila euro, con una qualifica professionale medio-bassa e nelle famiglie con più figli e con un livello d’istruzione medio. Un’altra paura particolarmente accresciuta da questa crisi economica è quella di non riuscire a fare fronte alle spese per la salute, propria o dei propri familiari, soprattutto tra chi ha un livello d'istruzione medio-basso (nessuno titolo di studio o licenza elementare 53%; media inferiore 49,8%), tra i redditi medio-bassi, al di sotto dei 2mila euro (fino a 1.000 euro 59,2%; tra i 1.000 e i 2mila euro 52,6%) e, anche in questo caso le famiglie con più figli (48,5%) e quelle con monogenitore (55,4%). Contrariamente a quanto sarebbe lecito attendersi, i timori legati alle ricadute occupazionali che potrebbero determinarsi a causa della recessione in atto, o quelli relativi alle spese per il possesso della propria abitazione, non sembrano essere particolarmente avvertiti dal campione interpellato. Tra le paure che risentono meno dell’attuale recessione economica, infatti, troviamo quella di doversi indebitare (25,5%), la perdita di fiducia in se stessi (17,5%) e, all’ultimo posto, non riuscire a pagare il mutuo della casa (15,5%). La preoccupazione che questa crisi possa portare alla perdita del posto di lavoro viene avvertita soprattutto tra quanti hanno un basso reddito familiare netto mensile e tra quei lavoratori a bassa qualifica professionale. In quest’ultimo caso il differenziale con le qualifiche professionale medioalte è significativo: 51,9% tra i dipendenti, i commercianti e gli operai; al 35,3% tra gli imprenditori, i liberi professionisti e i dirigenti. 30 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 15 - Le principali paure legate alla crisi economica, in base al nucleo familiare (val. %) Single Restare senza lavoro-perdere il lavoro (per gli occupati)/non trovare il lavoro (per gli inoccupati) Non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita Perdere i risparmi accumulati Trovarmi senza soldi prima della fine del mese Non riuscire a pagare le rate di acquisti effettuati Dovermi indebitare Non riuscire a pagare il mutuo della casa Non riuscire a fronteggiare le spese legate alla crescita dei figli (educazione, vestiario, sport, ecc.) Non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare Non avere più fiducia in me stesso/a Non rispettare la pianificazione delle spese familiari Coppia senza figli Tipologia di nucleo familiare Monogenitore Coppia con 1 Coppia con o altra figlio più di un figlio tipologia Totale 17,2 17,5 39,4 49,5 40,6 34,5 55,2 49,1 44,8 18,1 23,3 9,5 49,6 44,4 43,7 14,7 21,0 6,3 55,3 52,7 49,1 25,7 22,6 17,3 62,3 59,7 59,7 34,8 30,5 24,3 62,4 47,5 61,4 32,7 25,7 14,9 56,7 51,8 51,7 25,5 25,0 15,5 9,5 7,5 31,0 53,1 31,7 29,4 38,8 23,3 32,8 45,2 13,5 28,6 44,7 15,9 32,3 48,5 17,4 43,3 55,4 24,8 42,6 46,4 17,5 35,8 Fonte: indagine Censis, 2009 31 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 16 - Le principali paure legate alla crisi economica, in base al numero di percettori di reddito (val. %) 1 Restare senza lavoro-perdere il lavoro (per gli occupati)/non trovare il lavoro(per gli inoccupati) Non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita Perdere i risparmi accumulati Trovarmi senza soldi prima della fine del mese Non riuscire a pagare le rate di acquisti effettuati Dovermi indebitare Non riuscire a pagare il mutuo della casa Non riuscire a fronteggiare le spese legate alla crescita dei figli (educazione, vestiario, sport, ecc.) Non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare Non avere più fiducia in me stesso/a Non rispettare la pianificazione delle spese familiari Numero di percettori di reddito 2 3 o più Totale 37,0 30,8 40,0 34,5 64,8 50,2 51,8 56,7 54,4 50,9 45,5 51,8 59,7 45,9 44,5 51,7 31,7 21,0 20,0 25,5 30,6 22,9 11,8 25,0 17,1 15,5 9,1 15,5 34,5 27,3 18,2 29,4 50,7 45,6 32,7 46,4 20,6 15,7 12,7 17,5 41,4 32,8 26,4 35,8 Fonte: indagine Censis, 2009 Anche in questo caso la tipologia familiare incide molto sul livello di preoccupazione per il proprio posto di lavoro, soprattutto, e non potrebbe essere altrimenti, quando si hanno più figli. In questo caso la percentuale di quanti dichiarano la paura che questa crisi economica possa avere serie ricadute sui livelli occupazionali sale al 49,5%. Una percentuale decisamente meno significativa si riscontra tra i single dove solo il 17,2% teme di perdere il lavoro. Le rate del mutuo, anche grazie all’alto tasso di patrimonializzazione immobiliare degli italiani, è in fondo alla classifica delle paure alimentate dalla crisi. Un aspetto che rende più affidabile il nostro sistema economico e 32 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 grazie anche allo sforzo profuso dal sistema delle banche per venire incontro alle necessita contingenti delle famiglie. Solo nella famiglie con più figli (24,3%), chi dispone di un solo reddito (17,1%), e svolge una professione a basso livello di qualifica (22,4%) con un reddito sotto i 2mila euro (17,8%), la paura di non riuscire a fare fronte alle spese del mutuo viene percepita in maniera maggiore con valori sopra la media. Nonostante la genesi della recessione economica, originata dalle speculazioni americane in campo immobiliare e dalla carenza di adeguati sistemi di vigilanza nell’adozione di strumenti finanziari di nuova generazione, è interessante osservare che l’affidabilità e la credibilità sia del mercato immobiliare, sia del sistema bancario italiano non sembrano averne risentito in maniera significativa. La natura stessa della crisi in atto, infatti, avrebbe potuto determinare ricadute negative sulla dimensione emotiva delle famiglie italiane. Al contrario, dall’analisi dei dati è possibile rinvenire il sostanziale clima di fiducia e di apprezzamento per i comportamenti virtuosi riconosciuti al sistema bancario italiano, anche nei confronti della domanda di indebitamento delle famiglie. Anche in considerazione di una rilevante contrazione del mercato azionario, la gestione del risparmio delle famiglie e i relativi comportamenti del campione interpellato, mostrano andamenti tradizionali. Il bene rifugio per eccellenza continua a rimanere la casa, e i depositi bancari sono i principali strumenti a cui ricorrere in questo momento di crisi. Il 30,2% degli intervistati crede che l’investimento immobiliare non corra particolari rischi nel nostro Paese e il 27,5% pensa che sia prudente tenere i propri risparmi come deposito bancario (fig. 7). 33 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Fig. 7 – Grado di affidabilità delle diverse forme di investimento finanziario (val. %) Immobili Immobili 30,2 30,2 Conto corrente/Depositi bancari e/o postali Conto corrente/Depositi bancari e/o postali 27,5 27,5 Da nessuna parte, è meglio mantenere il Da nessuna parte, è meglio mantenere il contante contante 21,2 21,2 Non sa Non sa 13,0 13,0 Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.) Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.) 9,9 9,9 Azioni, obbligazioni (titoli di debito societari) Azioni, obbligazioni (titoli di debito societari) 4,5 4,5 Fondi comuni di investimento (azionari, Fondi comuni di investimento (azionari, obbligazionari, ecc.) obbligazionari, ecc.) 4,1 4,1 Polizze assicurative Polizze assicurative 2,7 2,7 Forme di previdenza complementare (Fondo Forme di previdenza complementare (Fondo pensione aperto, Fondo pensione negoziale, pensione aperto, Fondo pensione negoziale, Piano Pensionistico Individuale) Piano Pensionistico Individuale) 2,5 2,5 Oro, pietre preziose, opere d’arte Oro, pietre preziose, opere d’arte 0,7 0,7 Fonte: indagine Censis, 2009 Ma mentre investire nel mattone viene ritenuta una scelta sicura in questa fase recessiva soprattutto tra i residenti con meno di 34 anni (34,8%) nel Nord Ovest (31,8%) e nel Sud e nelle Isole (31,8%), al deposito bancario guardano soprattutto le donne (29,9%, a fronte del 24,9% degli uomini), le persone con oltre 45 anni d’età (31,4%) che risiedono soprattutto nelle regioni del Nord Ovest (30%) e del Nord Est (29,1%) (tab. 17). 34 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 17 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in base all’area geografica (val. %) Conto corrente/Depositi bancari e/o postali Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.) Immobili Azioni, obbligazioni (titoli di debito societari) Fondi comuni di investimento (azionari, obbligazionari, ecc.) Forme di previdenza complementare Polizze assicurative Oro, pietre preziose, opere d’arte Da nessuna parte, è meglio mantenere il contante Non sa NordOvest Nord-Est Centro Sud e Isole Totale 30,0 29,1 26,5 24,7 27,5 13,8 31,8 10,1 25,6 8,7 30,1 7,0 31,8 9,9 30,2 4,6 8,5 1,8 3,7 4,5 4,6 5,5 4,1 2,7 4,1 3,5 1,4 2,0 1,0 3,2 1,4 1,3 2,7 2,5 1,7 0,7 1,0 0,9 0,3 0,7 15,2 14,1 21,6 11,6 23,3 15,5 25,1 11,0 21,2 13,0 Fonte: indagine Censis, 2009 La percentuale di quanti vogliono investire in modo più dinamico le proprie risorse finanziarie registra percentuali inferiori al 10% per tutte le diverse forme di investimento finanziario. Un dato che non sembra risentire in modo significativo della congiuntura economica in atto, ma che appare coerente ed in linea con i comportamenti tradizionali della clientela italiana. Nel mercato mobiliare i Titoli di Stato (9,9%) sono gli strumenti finanziari che continuano a dare maggiori garanzie, soprattutto in un periodo di forti turbolenze. Nel mercato azionario continua ad investire il 4,5% degli intervistati, mentre nei Fondi comuni di investimento il 4,1%. Disaggregando il dato in base alle principali variabili di stratificazione, anche nel caso degli investimenti mobiliari emergono comportamenti piuttosto differenziati. 35 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Nel caso della variabile di genere gli uomini mostrano una maggiore confidenza con questo tipo di strumenti finanziari, sia nel caso del mercato azionario (uomini 6,7%; donne 2,3%), sia per i Titoli di Stato (13,5%, a fronte del 6,5% registrato dalle donne intervistate) (tab. 18). Tab. 18 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in base al genere (val. %) Conto corrente/Depositi bancari e/o postali Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.) Immobili Azioni, obbligazioni (titoli di debito societari) Fondi comuni di investimento (azionari, obbligazionari, ecc.) Forme di previdenza complementare Polizze assicurative Oro, pietre preziose, opere d’arte Da nessuna parte, è meglio mantenere il contante Non sa Uomo Donna Totale 24,9 13,5 29,4 6,7 29,9 6,5 30,9 2,3 27,5 9,9 30,2 4,5 5,3 2,5 1,4 1,0 2,9 2,5 2,0 0,4 4,1 2,5 1,7 0,7 22,3 9,6 20,2 16,2 21,2 13,0 Fonte: indagine Censis, 2009 Osservando il dato in base all’area geografica il mercato mobiliare viene riconosciuto come forma di investimento affidabile, anche in questo periodo, soprattutto nel Nord Est (8,5%), mentre valori molto contenuti si riscontrano nelle regioni del Centro (1,8%) e in quelle del Sud e delle Isole (3,7%). Maggiormente disorientato ed impaurito quel segmento di popolazione che dichiara di non mettere i soldi da nessuna parte e di preferire il contante (22,2%). Un atteggiamento di sfiducia che troviamo più diffuso nelle regioni del Centro Sud (23,3% al Centro; 25,1% al Sud e Isole) e meno in quelle settentrionali (15,2% al Nord Ovest; 21,6% al Nord Est), più tra gli uomini (22,3%, a fronte del 20,2% tra le donne) e tra le persone di mezza 36 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 età (24,9% tra i 35 e i 44 anni; 17,4% tra chi ha oltre 45 anni d’età) (tab. 19). Tab. 19 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in base alla classe d’età (val. %) Da 18 a 34 anni Conto corrente/Depositi bancari e/o postali Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.) Immobili Azioni, obbligazioni (titoli di debito societari) Fondi comuni di investimento (azionari, obbligazionari, ecc.) Forme di previdenza complementare Polizze assicurative Oro, pietre preziose, opere d’arte Da nessuna parte, è meglio mantenere il contante Non sa Da 35 a 44 anni Da 45 a 64 anni Totale 25,2 24,6 31,4 27,5 7,6 34,8 9,2 28,8 11,8 29,2 9,9 30,2 3,3 4,7 4,9 4,5 2,9 4,5 4,4 4,1 2,9 3,3 2,6 1,3 2,2 1,2 2,5 1,7 0,0 1,0 0,7 0,7 21,9 13,8 24,9 13,1 17,4 12,5 21,2 13,0 Fonte: indagine Censis, 2009 Comportamenti emotivi in cui il livello d’istruzione degli intervistati appare una variabile determinante. Se solo il 10,7% dei laureati credono opportuno “tenere i soldi sotto il materasso”, tra quanti hanno un titolo di studio medio-basso la percentuale alla medesima domanda sale anche di tre volte (media inferiore 30,6%; nessuno o scuola elementare 26,5%) (tab. 20). 37 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 20 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in base all’area geografica (val. %) Nessuno licenza elementare Conto corrente/Depositi bancari e/o postali Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.) Immobili Azioni, obbligazioni (titoli di debito societari) Fondi comuni di investimento (azionari, obbligazionari, ecc.) Forme di previdenza complementare Polizze assicurative Oro, pietre preziose, opere d’arte Da nessuna parte, è meglio mantenere il contante Non sa Totale Media inferiore Media superiore Laurea Totale 26,5 29,0 27,9 24,5 27,5 7,7 5,1 12,6 11,3 9,9 24,8 17,3 33,7 44,7 30,2 0,9 3,1 4,5 9,4 4,5 1,7 2,7 4,7 6,3 4,1 0,9 ,8 2,6 6,3 2,5 0,9 1,6 2,1 1,3 1,7 0,0 0,0 ,9 1,9 0,7 26,5 30,6 18,3 10,7 21,2 19,7 17,6 10,2 8,8 13,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 Differenziali molto significativi anche osservando i dati disaggregati in base al livello socio-economico di appartenenza e alla professione svolta dal capofamiglia. Nel primo caso troviamo la scelta di adottare comportamenti impulsivi e irrazionali come quelli di tenere il contante in casa, al di sotto della media tra quanti appartengono a un livello medio-alto (13,7%) o ad un livello alto (14,3), per salire in modo più che significativo tra quanti si collocano ad un livello basso (36,5%) (tab. 21). 38 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 21 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in base al livello socio-economico (val. %) Conto corrente/Depositi bancari e/o postali Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.) Immobili Azioni, obbligazioni (titoli di debito societari) Fondi comuni di investimento (azionari, obbligazionari, ecc.) Forme di previdenza complementare Polizze assicurative Oro, pietre preziose, opere d’arte Da nessuna parte, è meglio mantenere il contante Non sa Basso Medio basso Medio alto Alto Totale 24,1 29,8 26,5 ,0 27,5 6,6 22,0 10,5 30,3 11,4 39,3 28,6 28,6 9,9 30,2 ,4 5,2 7,1 14,3 4,5 2,5 3,7 6,6 14,3 4,1 ,4 1,2 2,4 1,5 5,2 2,8 ,0 ,0 2,5 1,7 ,4 ,4 1,9 ,0 0,7 36,5 17,4 17,4 12,8 13,7 8,1 14,3 28,6 21,2 13,0 Fonte: indagine Censis, 2009 Relativamente alla dimensione occupazionale del capofamiglia, anche in questo caso osserviamo un differenziale importante tra quanti svolgono una professione ad alta qualifica (la percentuale tra i liberi professionisti, i dirigenti, i quadri, o gli imprenditori è del 9%), e quanti invece ricoprono posizioni meno qualificate (la percentuale tra i dipendenti pubblici, operai, impiegati commercianti e precari è del 25,5%) (tab. 22). È prevedibile che già nel corso dei prossimi mesi, anche in conseguenza di una stabilizzazione dei mercati finanziari già in atto, le percentuali relative a quanti credono sia meglio “tenere i soldi sotto il materasso”, o al panico generalizzato di un possibile bank run, rientrino definitivamente nei valori fisiologici. 39 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 22 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in base al livello di qualifica professionale (val. %) Livello professionale Medio alto Medio basso (Liberi (Dipendenti – professionisti Operai – Imprenditori – Commercianti – Dirigenti) precari) Conto corrente/Depositi bancari e/o postali Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.) Immobili Azioni, obbligazioni (titoli di debito societari) Fondi comuni di investimento (azionari, obbligazionari, ecc.) Forme di previdenza complementare Polizze assicurative Oro, pietre preziose, opere d’arte Da nessuna parte, è meglio mantenere il contante Non sa Totale Totale 23,3 25,9 25,3 21,1 5,7 9,3 45,9 9,8 30,4 3,5 34,1 5,0 7,5 4,2 5,0 3,8 3,3 3,4 1,5 2,3 2,1 ,5 2,0 ,9 9,0 25,5 21,5 6,0 11,1 9,9 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 Dati che nel complesso confermano il consolidamento del nostro sistema bancario che, rafforzando il posizionamento sul territorio, lo ha messo al riparo da scenari macro-economici estremamente turbolenti e, al contempo, ha reso il sistema bancario italiano modello nel contesto internazionale. 40 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 4. LA PIANIFICAZIONE DEL BILANCIO FAMILIARE Per le famiglie italiane la pianificazione del proprio bilancio familiare non rappresenta una novità assoluta. Mentre, da una valutazione attenta dei dati, è possibile affermare che proprio la congiuntura economica in atto, sta incrementando in modo significativo il bisogno di poter controllare e programmare attentamente le entrate e le spese del nucleo familiare. Di conseguenza, proprio nei periodi di contrazione del quadro economico generale, per il 48,2% degli italiani aumenta la necessità di poter disporre di competenze economico-finanziarie idonee a fronteggiare le difficoltà del managing familiare (fig. 8). Fig. 8 – Necessità di competenze finanziarie delle persone nei periodi di crisi economica (val. %) 48,2 48,2 35,2 35,2 16,6 16,6 Aumenta Aumenta Rimane stabile Rimane stabile Diminuisce Diminuisce Fonte: indagine Censis, 2009 41 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Se in passato il 38,3% degli italiani pianificava sempre le spese familiari, oggi questa percentuale sale al 42,5%, segno che la pianificazione sta crescendo di rilevanza e che si sta imponendo come modello di gestione familiare (fig. 9). Fig. 9 – Frequenza nella pianificazione del proprio bilancio familiare (val. %) ......attualmente ......attualmente 16,3 16,3 20,1 20,1 21,1 21,1 42,5 42,5 Sempre Sempre Spesso Spesso Qualche volta Qualche volta Mai Mai Fonte: indagine Censis, 2009 42 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Dal punto di vista della distribuzione territoriale del fenomeno, le famiglie più attente alla pianificazione dei propri bilanci sono quelle residenti nelle regioni del Centro (45,2%) e in quelle del Sud e Isole (42,5%), forse proprio a causa di una minore disponibilità di risorse economiche e, di conseguenza, di una maggiore difficoltà, per le famiglie, di “far quadrare i conti” (tab. 23). Tab. 23 - Frequenza nella pianificazione del proprio bilancio familiare, in base all’area geografica (val. %) Nord-Ovest Sempre Spesso Qualche volta Mai 41,7 21,9 19,1 17,3 Nord-Est Centro Sud e Isole 40,7 20,6 24,6 14,1 45,2 19,6 19,6 15,5 42,5 21,7 18,4 17,4 Totale 42,5 21,1 20,1 16,3 Fonte: indagine Censis, 2009 La variabile di genere, inoltre, segnala una maggiore predisposizione delle donne (45,6%, a fronte del 39,3% degli uomini) nella pianificazione dei bilanci della famiglia, una familiarità nella gestione delle risorse e nella pianificazione che conferma il ruolo di “manager familiare” ricoperto dalla donna all’interno del contesto abitativo (tab. 24). Tab. 24 - Frequenza nella pianificazione del proprio bilancio familiare, in base all’area geografica (val. %) Sempre Spesso Qualche volta Mai Uomo Donna Totale 39,3 20,2 21,1 19,4 45,6 21,9 19,2 13,3 42,5 21,1 20,1 16,3 Fonte: indagine Censis, 2009 43 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Ricorrere alla pianificazione del bilancio familiare, viene identificato quale strumento funzionale all’economia domestica, tanto che i dati sui livelli di reddito familiare mensile netto evidenziano il carattere pragmatico che viene riconosciuto allo strumento: più il reddito disponibile si riduce, più aumenta il bisogno di programmare e pianificare il budget. Se solo il 31,7% di chi dichiara un reddito mensile netto di oltre 4mila euro ha l’abitudine di pianificare sempre il proprio bilancio familiare, tra chi, invece, ha un reddito di 2mila euro la percentuale sale al 43,1%. Una percentuale che cresce ulteriormente tra quanti hanno dichiarato di guadagnare sotto i 1.000 euro; in questo caso la metà delle persone intervistate, il 50%, hanno dichiarato di pianificare sempre il proprio bilancio (tab. 25). Tab. 25 - Frequenza nella pianificazione del proprio bilancio familiare, in base ai livelli di reddito dichiarati (val. %) Fino a 1.000 euro Sempre Spesso Qualche volta Mai Totale Reddito familiare mensile netto Tra 1.000 e Tra 2.000 e oltre 4.000 2.000 euro 4.000 euro euro Totale 50,0 14,1 19,0 16,8 43,1 24,4 16,9 15,6 39,4 21,3 22,6 16,8 31,7 17,5 33,3 17,5 42,5 21,1 20,1 16,3 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 È evidente che è possibile pianificare solo le risorse di cui si dispone ed è per questo che, come si evince nella figura 10, tra le cose più utili alla pianificazione del proprio bilancio familiare una maggiore sicurezza nelle entrate e comportamenti di consumo più cauti sono quelle che vengono segnalate più di altre. 44 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Fig. 10 – Principali mezzi utili alla pianificazione efficace del proprio bilancio familiare (val. %) 41,1 41,1 Avere comportamenti di consumo più cauti Avere comportamenti di consumo più cauti 32,7 32,7 Avere più sicurezza nelle entrate Avere più sicurezza nelle entrate 23,6 23,6 Non mi serve nulla, so già tutto ciò che serve Non mi serve nulla, so già tutto ciò che serve Contare su persone fidate che possano dare una Contare su persone fidate che possano dare una consulenza in merito consulenza in merito Aggiornare le conoscenze possedute in merito Aggiornare le conoscenze possedute in merito Strumenti di calcolo semplici e facilmente reperibili Strumenti di calcolo semplici e facilmente reperibili Istruirmi a farlo per bene Istruirmi a farlo per bene 9,2 9,2 4,7 4,7 3,7 3,7 2,9 2,9 Il totale potrebbe essere diverso da 100 perché erano possibili più risposte Fonte: indagine Censis, 2009 Da un punto di vista prettamente sociologico ci sono ricorrenti evidenze di quanto il consumo ad ogni costo ormai sia un fenomeno quasi del tutto rientrato; oggi le modalità di consumo medio sono tutte attestate nella ricerca di maggiore qualità e segnalano una consapevolezza accresciuta da parte del consumatore, sempre più orientato al contenimento dell’atto di consumo in quanto tale. Non sorprende allora che il 41,1% degli intervistati riconosce nei comportamenti di consumo più cauti un aiuto alla pianificazione del proprio bilancio familiare; importante, per il 32,7%, anche la garanzia di poter contare con più sicurezza nelle proprie entrate. Inoltre, mentre il 23,6% si dice convinto di essere già in grado di cavarsela da solo e di avere già le conoscenze sufficienti, il 20,5% ammette la necessità di ampliare ulteriormente le proprie informazioni in merito, sia tramite la consulenza di persone fidate (9,2%); sia attraverso l’aggiornamento delle conoscenze acquisite (4,7%); sia tramite strumenti di 45 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 calcolo semplici e facilmente reperibili (3,7%); infine, istruendosi a farlo bene (2,9%). Tutte modalità di risposta che esprimono il bisogno di un’offerta di formazione sull’education alla pianificazione dei bilanci familiari. Quello che emerge dall’incrocio dei dati con la variabile territoriale è una rilevante tendenza delle regioni del Nord ad individuare in una maggiore propensione al risparmio, il comportamento più efficace alla pianificazione del bilancio familiare, con valori che si pongono sopra la media (Nord Ovest 44,9%; Nord Est 42,2%); mentre, nelle regioni del Centrosud (Centro 38,8%; Sud e Isole 39,8) aumentano i valori di quanti si preoccupano, come prima cosa, di una maggiore garanzia nelle proprie entrate economiche (tab. 26). Tab. 26 – Principali mezzi utili alla pianificazione efficace del proprio bilancio familiare, in base all’area geografica (val. %) NordOvest Istruirmi a farlo per bene Aggiornare le conoscenze possedute in merito Contare su persone fidate che possano dare una consulenza in merito Avere comportamenti di consumo più cauti Avere più sicurezza nelle entrate Strumenti di calcolo semplici e facilmente reperibili Non mi serve nulla, so già tutto ciò che serve Nord-Est Centro Sud e Isole Totale 2,5 3,5 1,8 3,7 2,9 4,2 6,5 3,7 4,7 4,7 9,9 6,5 9,6 10,0 9,2 44,9 42,2 39,3 38,1 41,1 26,5 24,1 38,8 39,8 32,7 5,7 4,0 2,3 2,7 3,7 25,1 28,1 23,3 19,4 23,6 Il totale delle percentuali di colonna potrebbe essere diverso da 100 perché erano possibili più risposte Fonte: indagine Censis, 2009 46 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Sapere già tutto ciò che serve e non avere bisogno di altro è una convinzione più diffusa al Nord e meno nelle regioni del Sud, dove invece la consulenza di persone fidate ed esperte viene indicata con valori sopra la media (10%). Sempre tra i residenti delle regioni del Nord si registrano i valori più elevati tra quanti indicano in strumenti di calcolo semplici e facilmente reperibili una soluzione efficace e utile alla pianificazione del proprio budget familiare. È interessante osservare come la domanda di education alla pianificazione del budget familiare cresca in relazione al livello di istruzione. Se ad essere persuasi di non avere bisogno di nulla e di sapere già tutto ciò che c’è da sapere in merito, sono soprattutto le persone con un livello d’istruzione medio-basso (nessuno o licenza elementare 25,5%; media inferiore 25,6%), tra chi possiede un titolo di studio medio-alto, aumenta, al contrario, la consapevolezza e l’esigenza di un’offerta formativa ad hoc adeguata (tab. 27). Tab. 27 – Principali mezzi utili alla pianificazione efficace del proprio bilancio familiare, in base al livello d’istruzione (val. %) Nessuno licenza elementare Istruirmi a farlo per bene Aggiornare le conoscenze possedute in merito Contare su persone fidate che possano dare una consulenza in merito Avere comportamenti di consumo più cauti Avere più sicurezza nelle entrate Strumenti di calcolo semplici e facilmente reperibili Non mi serve nulla, so già tutto ciò che serve Media inferiore Media superiore Laurea Totale 6,0 2,7 2,8 1,3 2,9 2,6 2,0 6,2 6,3 4,7 6,8 8,6 9,8 10,1 9,2 38,5 40,4 40,9 44,7 41,1 40,2 32,9 32,4 27,7 32,7 0,9 2,7 4,9 3,8 3,7 25,6 25,5 22,2 23,3 23,6 Il totale delle percentuali di colonna potrebbe essere diverso da 100 perché erano possibili più risposte Fonte: indagine Censis, 2009 47 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Soprattutto tramite l’aggiornamento delle conoscenze che si possiedono (media superiore 6,2%; laurea 6,3%), la consulenza di persone fidate (media superiore 9,8%; laurea 10,1%) e l’utilizzo di strumenti di calcolo semplici e facilmente reperibili (media superiore 4,9%; laurea 3,8%). Tra quanti hanno riconosciuto l’utilità di un adeguato aggiornamento delle conoscenze che si possiedono, o di una istruzione adeguata a pianificare opportunamente il bilancio familiare, o tra quanti contano sulla consulenza di persone fidate, le modalità attraverso cui poter migliorare il proprio know-how economico-finanziario, sono principalmente quelle offerte da un incontro diretto con un consulente finanziario, per il 27,5%. I quotidiani e la stampa in generale, per il 22,5%, internet, per il 21,3% la televisione, per il 15,6%, e con lo sportellista della propria banca per l’11,9%. Solo l’1,3% avrebbe piacere ad essere informato circa la pianificazione del bilancio familiare dalla radio (fig. 11). Fig. 11 – Preferenza delle diverse modalità di offerta formativa per la pianificazione del proprio bilancio familiare (val. %) 27,5 27,5 22,5 22,5 21,3 21,3 15,6 15,6 11,9 11,9 1,3 1,3 Un consulente Quotidiani e Un consulente Quotidiani e finanziario stampa finanziario stampa Internet Internet Tv Tv Banca Banca Radio Radio Fonte: indagine Censis, 2009 48 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 È interessante considerare che più di 6 italiani su 10, (il 60,7%), preferiscono affidare la loro domanda informativa ad un mezzo di comunicazione di massa, sia esso la televisione piuttosto che i giornali o la radio. Non si può non collegare questo dato al ruolo predominante - e per certi aspetti “esclusivo” -, che i media mondiali hanno ricoperto nel corso di questa crisi economica, sia nell’informare la pubblica opinione, sia nella costruzione e nell’orientamento del consenso. Anche in questo caso alcune variabili incidono in modo differenziato sulla scelta delle diverse modalità. Mentre al Nord ci si affida volentieri alle competenze di un consulente finanziario, con valori che si mostrano sopra la media (Nord Est 35,5%; Nord Ovest 29,8%), al Centro la banca è l’interlocutore più affidabile e presenta valori sopra la media (19,4%, a fronte di una media dell’11,9%) (tab. 28). Tab. 28 – Preferenza delle diverse modalità di offerta formativa per la pianificazione del proprio bilancio familiare, in base all’area geografica (val. %) NordOvest Incontro diretto con un consulente finanziario Incontro diretto con uno sportellista di banca Quotidiani, opuscoli informativi Trasmissioni televisive Trasmissioni radiofoniche Internet Totale Nord-Est Centro Sud e Isole Totale 27,5 29,8 35,5 16,1 27,5 14,9 25,5 8,5 4,3 17,0 9,7 16,1 12,9 0,0 25,8 19,4 25,8 9,7 0,0 29,0 5,9 21,6 27,5 0,0 17,6 22,5 15,6 1,3 21,3 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 11,9 Fonte: indagine Censis, 2009 Nel caso dei media, se al Nord il 25,5% preferisce affidarsi ai giornali e alla stampa in generale, al Sud e nelle Isole il gradimento più alto viene espresso per la televisione, che il 27,5% indica come lo strumento più 49 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 idoneo per essere informati in merito alla pianificazione del proprio bilancio familiare. Dalla variabile di genere, invece, le uniche evidenze significative afferiscono alla scelta del consulente finanziario e all’incontro con uno sportellista di banca. La scelta del consulente viene indicata dal 35,3% di uomini e dal 18,7% di donne che, al contrario, preferiscono la banca per il 17,3%, mentre gli uomini solo il 7,1% (tab. 29). Tab. 29 – Preferenza delle diverse modalità di offerta formativa per la pianificazione del proprio bilancio familiare, in base al genere (val. %) Incontro diretto con un consulente finanziario Incontro diretto con uno sportellista di banca Quotidiani, opuscoli informativi Trasmissioni televisive Trasmissioni radiofoniche Internet Totale Uomo Donna Totale 35,3 7,1 21,2 14,1 0,0 22,4 18,7 17,3 24,0 17,3 2,7 20,0 27,5 11,9 22,5 15,6 1,3 21,3 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 Differenze significative emergono dalla lettura dei dati disaggregati in base alla variabile generazionale da cui emerge in modo molto netto la preferenza per i giovani tra i 18 e i 34 anni, per il consulente finanziario (34,8%), mentre più si cresce con l’età, più diminuisce il gradimento verso il consulente finanziario e aumenta la relazione con la propria banca (15,4% tra chi ha dai 45 ai 64 anni; 8,7% tra chi ha meno di 34 anni), segno di un bisogno di punti di riferimento più solidi ed affidabili (tab. 30). Lo stesso se osserviamo i comportamenti relativi all’informazione veicolata dai media: i giovani scelgono la televisione (21,7%), le persone più mature i giornali (27,7%). 50 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 30 – Preferenza delle diverse modalità di offerta formativa per la pianificazione del proprio bilancio familiare, in base alla classe d’età (val. %) Incontro diretto con un consulente finanziario Incontro diretto con uno sportellista di banca Quotidiani, opuscoli informativi Trasmissioni televisive Trasmissioni radiofoniche Internet Totale Da 18 a 34 anni Da 35 a 44 anni Da 45 a 64 anni 34,8 30,6 20,0 8,7 15,2 21,7 0,0 19,6 10,2 22,4 6,1 2,0 28,6 15,4 27,7 18,5 1,5 16,9 100,0 100,0 100,0 Totale 27,5 11,9 22,5 15,6 1,3 21,3 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 Comportamenti differenziati che, inevitabilmente, risentono anche del patrimonio cognitivo personale, come confermano anche i dati sul livello d’istruzione. Ad un alto grado di scolarità corrispondono, infatti, bisogni più profondi dal punto di vista informativo. Così, mentre chi possiede un titolo di studio medio-basso, preferisce il rapporto fiduciario con la propria banca, chi ha un alto livello di formazione ritiene più opportuno l’incontro diretto con un consulente finanziario (tab. 31). 51 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 31 – Preferenza delle diverse modalità di offerta formativa per la pianificazione del proprio bilancio familiare, in base al livello di istruzione (val. %) Nessuno licenza elementare Incontro diretto con un consulente finanziario Incontro diretto con uno sportellista di banca Quotidiani, opuscoli informativi Trasmissioni televisive Trasmissioni radiofoniche Internet Totale Media inferiore Media superiore Laurea Totale 26,7 29,4 25,3 32,1 27,5 20,0 17,6 8,4 10,7 11,9 26,7 20,0 6,7 0,0 17,6 23,5 0,0 11,8 21,7 14,5 1,2 28,9 28,6 7,1 0,0 21,4 22,5 15,6 1,3 21,3 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 La scelta di farsi aiutare dalla propria banca per la pianificazione del proprio bilancio familiare, viene assunta prevalentemente da chi dichiara un basso reddito mensile familiare netto (20%), dagli occupati (13,5%) con un livello di professionalizzazione medio-basso (16,2), e con una tipologia di famiglia “non tradizionale”, soprattutto single (14,3%) e monogenitori (21,4%). 52 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 L’estrema flessibilità di fruizione della rete viene riconosciuta in tutta la sua portata innovativa di chi indica il web come canale preferito per implementare le specifiche informazioni sulla pianificazione del proprio budget (il 30%, tra quanti hanno riconosciuto l’utilità dell’aggiornamento delle proprie conoscenze, o di una istruzione adeguata alla pianificazione, o tra quanti contano sulla consulenza di persone fidate) (fig. 12). Quando invece si decide di raccogliere informazioni fuori dal proprio contesto, il 25% del medesimo campione preferisce rivolgersi alla banca, mentre il 17,5% presso le organizzazioni associative. Fig. 12 – Modalità preferite per l’acquisizione di informazioni sulla pianificazione del proprio bilancio familiare (val. %) 17,5 17,5 30,0 30,0 Via web Via web Via sms/telefonino Via sms/telefonino 25,0 25,0 A casa A casa 1,3 1,3 In banca In banca 26,3 26,3 Presso associazioni consumatori Presso associazioni consumatori o altro o altro Fonte: indagine Censis, 2009 Una delle costanti che emerge in modo diretto o implicito dalla ricerca è la presenza già molto diffusa tra le famiglie italiane del concetto stesso di pianificazione del bilancio familiare, una funzione molto apprezzata e di cui sì rivaluta il valore nei momenti in cui la congiuntura economica costringe 53 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 tutti ad una maggiore cautela e ad una organizzazione strutturale delle proprie risorse. Il sistema bancario in questo contesto può svolgere una funzione rilevante e socialmente importante, non solo da un punto di vista comunicativo. Tra quanti hanno dichiarato di aver cercato in passato informazioni sulla pianificazione, il 14% del campione, la banca è il secondo canale che ha dato risposte significative a riguardo (22,3%) preceduta soltanto dalle fonti informative a stampa (34,5%) (fig. 13). Fig. 13 – Principali fonti informative utilizzate in prevalenza per pianificare il proprio bilancio familiare (val. %) I giornali I giornali 34,5 34,5 La propria banca La propria banca 22,3 22,3 I siti specializzati I siti specializzati 15,1 15,1 Il promotore finanziario Il promotore finanziario 13,7 13,7 Associazioni dei consumatori Associazioni dei consumatori 10,1 10,1 Gli enti locali Gli enti locali 2,2 2,2 Un'altra banca Un'altra banca 2,2 2,2 Fonte: indagine Censis, 2009 54 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 I dati, disaggregati in base all’area geografica, mostrano al Centro (25,8%) e al Nord Est (28,1%) percentuali sopra la media relativa a quanti, in passato, hanno trovato utili le informazioni ricevute dalla propria banca in merito alla pianificazione del bilancio familiare (tab. 32). Al Nord Ovest, invece, si preferisce ricorrere soprattutto ai giornali (40,5%) e all’attività di counsiling fornito da un altro istituto bancario (5,4%), con percentuali, in entrambi i casi, sopra la media. Tab. 32 – Principali fonti informative utilizzate in prevalenza per pianificare il proprio bilancio familiare, in base all’area geografica (val. %) Associazioni dei consumatori La propria banca Un’altra banca Il consulente finanziario Gli uffici del Comune/Provincia I giornali a stampa Siti specializzati Totale NordOvest Nord-Est Centro Sud e Isole Totale 10,8 21,6 5,4 8,1 2,7 40,5 10,8 6,3 28,1 0,0 12,5 3,1 31,3 18,8 12,9 25,8 0,0 16,1 0,0 32,3 12,9 10,3 15,4 2,6 17,9 2,6 33,3 17,9 10,1 22,3 2,2 13,7 2,2 34,5 15,1 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 Tra le fonti ritenute oggi più affidabili alla funzione di education per la pianificazione del bilancio familiare, al primo posto troviamo il mondo dell’associazionismo, in particolare le associazioni dei consumatori (36,6%) che, anche grazie alla partnership con il Consorzio PattiChiari, ha potuto consolidare, negli ultimi tempi, una formazione specifica nel settore economico-finanziario (fig. 14). Seguono, al secondo posto, i giornali (15,9%), seguiti dalla propria banca (14,4%). Tutte le altre fonti rimangono attestate sotto il 10%; i familiari/amici, 9,9%; i siti specializzati, 8,7%; il consulente finanziario, 6%; in modo autonomo/da solo, 5,5%; gli uffici degli EE.LL, 2,7%; e, infine, presso un’altra banca, 0,3%. 55 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 I dati relativi al territorio di riferimento mostrano una maggiore affidabilità attribuita dalle regioni del Centrosud alle associazioni dei consumatori, con valori sopra la media (Centro 42%; Sud e Isole 37,5%), mentre al Nord è la banca l’interlocutore che registra percentuali sopra la media (Nord Est 35,7%; Nord Ovest 32,2%) (tab. 33). Fig. 14 – Le fonti più affidabili per la pianificazione del proprio bilancio familiare (val. %) Associazioni dei consumatori Associazioni dei consumatori 36,6 36,6 I giornali I giornali 15,9 15,9 La propria banca La propria banca 14,4 14,4 Familiari/Amici Familiari/Amici 9,9 9,9 I siti specializzati I siti specializzati 8,7 8,7 Il promotore finanziario Il promotore finanziario 6,0 6,0 In modo autonomo/fa da sol.o In modo autonomo/fa da sol.o Gli enti locali Gli enti locali Un'altra banca Un'altra banca 5,5 5,5 2,7 2,7 0,3 0,3 Fonte: indagine Censis, 2009 Dall’incrocio dei dati con la variabile di genere, emerge una maggiore affidabilità, seppur lieve, attribuita dagli uomini al mondo dell’associazionismo, 37% tra gli uomini, 36,2% tra le donne che, invece, riconoscono l’affidabilità del sistema bancario per la pianificazione del bilancio delle famiglie: nel 16,8% dei casi, a fronte dell’11,9 rilevato tra la popolazione maschile (tab. 34). Un dato importante che, nonostante le turbolenze finanziarie in atto, conferma la solidità del sistema bancario italiano e del suo rilevante ruolo sociale, rafforzando l’immagine di una banca come soggetto vicino alle problematiche sociali delle famiglie e alle loro esigenze di pianificazione, 56 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 punto di riferimento a cui rivolgersi anche – e soprattutto – nei momenti di bisogno. Tab. 33 – Le fonti più affidabili per la pianificazione del proprio bilancio familiare, in base all’area geografica (val. %) NordOvest Associazioni dei consumatori La propria banca Un’altra banca Il consulente finanziario Gli uffici del Comune/Provincia I giornali I siti specializzati Familiari/persone amiche In modo autonomo/faccio da solo Totale Nord-Est Centro Sud e Isole Totale 32,2 17,7 0,4 5,7 3,2 14,5 7,4 12,0 35,7 15,6 0,0 5,0 2,0 16,6 11,1 9,0 42,0 10,5 0,5 5,0 2,3 14,6 8,2 11,4 37,5 13,4 0,3 7,7 3,0 17,7 8,7 7,4 36,6 14,4 0,3 6,0 2,7 15,9 8,7 9,9 7,1 5,0 5,5 4,3 5,5 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 Tab. 34 – Le fonti più affidabili per la pianificazione del proprio bilancio familiare, in base al genere (val. %) Associazioni dei consumatori La propria banca Un’altra banca Il consulente finanziario Gli uffici del Comune/Provincia I giornali I siti specializzati Familiari/persone amiche In modo autonomo/faccio da solo Totale Uomo Donna Totale 37,0 11,9 0,6 6,7 1,0 17,8 10,6 0,0 8,2 36,2 16,8 0,0 5,3 4,3 14,1 6,8 0,0 11,5 36,6 14,4 0,3 6,0 2,7 15,9 8,7 9,9 5,5 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 57 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 5. IL PROFILO DEGLI INTERVISTATI METODOLOGIA DELL’INDAGINE E L’indagine, condotta in collaborazione con la società di ricerche Adacta International, è stata realizzata presso un campione di 1.000 individui in età attiva (popolazione con un’età compresa tra i 18 e i 64 anni) e il disegno campionario elaborato per l’indagine è stato stratificato con numerosità proporzionali all’universo di riferimento rispetto alle variabili strutturali ritenute più idonee ai fini dell’obiettivo della rilevazione. Tali caratteristiche sono il genere, la classe d’età e la condizione professionale. E’ stata presa in considerazione anche l’area geografica di residenza (Nord Ovest, Nord Est, Centro e Sud e Isole) in modo da individuare le coordinate geografiche all’interno delle quali si colloca l’intervistato. La stratificazione effettuata garantisce stime più efficienti rispetto al campionamento casuale semplice di pari numerosità in quanto l’aumento di efficienza è proporzionale alla varianza delle medie di strato (ovvero quanto più gli strati sono omogenei al loro interno tanto più la stratificazione è efficace). Dal punto di vista territoriale il 35,3% del campione vive al Sud e Isole, il 18,7% al Centro, il 17,5% al Nord Est e il 28,5% al Nord Ovest. Quelli che vivono nei comuni sotto i 50 mila abitanti rappresentano più del 65% del campione e solo il 6,9% abita nelle grandi città con più di 250 mila abitanti (tab. 35). Il campione presenta una percentuale leggermente superiore di donne, il 51,1%, mentre la distribuzione per classi d’età registra una presenza maggiore di intervistati tra i 45 e i 64 anni d’età, il 40,8%, mentre il titolo di studio più rappresentato è il Diploma (46,9%). In merito al reddito quasi il 90% degli intervistati dichiarano due redditi per nucleo familiare ed il 44,3% dichiara un reddito tra i 1.000 e i 2.000 euro e più della metà si autocolloca ad un livello economico medio-basso (54,1%) (tab. 36). Infine, il 51,4%, più della metà dei rispondenti, ha un lavoro a tempo indeterminato, soprattutto di tipo impiegatizio (39,5%). 58 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 35 - Distribuzione del campione in base ad lcune caratteristiche strutturali (val. %) % Area geografica Nord Ovest Nord est Centro Sud e Isole Totale 28,5 19,9 21,9 29,9 Dimensione del comune Fino a 10 mila ab. Da 10 mila a 30 mila ab. Da 30 mila a 100 mila ab. Da 100.001 a 250 mila ab. Oltre 250.001 ab. Totale 32,2 21,8 20,5 4,3 21,2 100,0 Sesso Maschio Femmina Totale 48,9 51,1 100,0 Età 18-34 anni 35-44 anni 45-64 anni Totale 21,0 38,2 40,8 100,0 Livello d’istruzione Nessuno o Licenza elementare Licenza media Diploma Laurea Totale 11,7 25,5 46,9 15,9 100,0 Tipologia di nucleo familiare Single Coppia senza figli Coppia con un figlio Coppia con più di un figlio Monogenitore (un solo genitore con figlio/figli) Altra tipologia (separato/divorziato, ecc.) 11,6 25,2 22,6 30,5 5,4 4,7 Fonte: indagine Censis, 2009 59 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 Tab. 36 - Distribuzione del campione in base ad alcune caratteristiche relative al reddito e alla professione (val. %) % Numero di percettori di reddito nella famiglia 1 2 3 4 5 Totale 43,2 45,8 8,1 2,8 0,1 100,0 Reddito familiare netto Fino a 1.000 euro Tra 1.000 e 2.000 euro Tra 2.000 e 4.000 euro Tra 4.000 e 6.000 euro Oltre 6.000 euro Totale 18,4 44,3 31,0 5,1 1,2 100,0 Definizione del livello economico della famiglia Medio-Basso Basso Medio-alto Alto Totale 54,1 24,1 21,1 0,7 100,0 Possesso di chi risponde o del nucleo familiare di: un conto corrente bancario abitazione principale in cui vive Altro tipo di assicurazione altra abitazione Bot, CCT, altri titoli di Stato o obbligazioni a reddito fisso Assicurazione per coprire spese mediche altro immobile (box, terreni,..) Fondi comuni di investimento Azioni 84,6 84,0 24,3 16,0 14,9 14,9 13,4 11,9 10,2 60 FONDAZIONE CENSIS 12914_09 (Segue) Condizione professionale del capofamiglia Occupato a tempo indeterminato/stabilmente Pensionato Occupato a tempo determinato (contratti a termine, formazione lavoro interinale, stagionale, borsa lavoro, ecc) Disoccupato (CIG, liste di mobilità, perso il lavoro) Casalinga Occupato con forme flessibili di lavoro (collaboratori a partita iva, ecc) Studente In cerca di prima occupazione Totale Professione del capofamiglia Dipendente intermedio (impiegato, insegnante, tecnico specializzato…) Dipendente con mansioni esecutive (operaio, bidello, commesso…) Libero professionista Lavoratore in proprio (commerciante, artigiano, agricoltore) Dirigente o quadro direttivo Imprenditore Altro Lavoratore “atipico” (collaboratore non assunto, consulente, non professionista, ecc.) Totale 51,4 38,6 2,7 2,6 2,3 1,6 0,7 0,1 100,0 39,5 23,3 15,4 10,8 5,6 2,9 1,6 0,9 100,0 Fonte: indagine Censis, 2009 Le interviste sono state condotte attraverso il sistema CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), una tecnica in grado di garantire affidabilità dei risultati e rapidità dei tempi di elaborazione, grazie al salvataggio automatico delle risposte su supporto informatico e alla possibilità di verifiche automatiche. Il personale che ha curato la rilevazione è stato preventivamente istruito sulle tematiche analizzate nel questionario attraverso un briefing coordinato dal Censis. 61 FONDAZIONE CENSIS