Palazzo Farnese
Fasti farnesiani
Al piano rialzato di Palazzo Farnese si trova l'appartamento stuccato, formato da quattro sale, ornate a stucco
negli anni 1685-1688, per volere del duca Ranuccio II. Molto probabilmente la grande opera di decorazione
venne realizzata da Paolo Frisoni, anche se non sono da escludere interventi di altri valenti artigiani che in
quegli stessi anni lavoravano in palazzi e chiese della città. I progetti e i disegni degli stucchi sono da
ricondurre ad Andrea Seghizzi (Bologna, 1613), scenografo di corte di
Ranuccio II. Si ritiene possibile inoltre che i fratelli Ferdinando e
Francesco Galli Bibbiena, già attivi nel 1682 nella decorazione delle sale
del piano superiore, abbiano collaborato con il Sighizzi anche al piano
rialzato. Nelle cornici a stucco il duca Ranuccio II fece collocare un ciclo
di dipinti su tela raffigurante gli splendori del casato: i Fasti farnesiani.
Tramite queste rappresentazioni, rifacendosi a un filone autocelebrativo
già diffuso presso le maggiori dinastie italiane del Rinascimento, i duchi
Farnese intesero ridare prestigio e potenza alla propria famiglia,
soprattutto agli occhi degli altri sovrani e sudditi. I Fasti farnesiani voluti
da Ranuccio II mostrano le gesta di Paolo III e Alessandro Farnese, il
primo fondatore della dinastia e protagonista della storia europea del
Cinquecento, il secondo, anch'egli figura di levatura internazionale,
comandante militare e governatore nelle Fiandre per conto della Spagna.
Le storie di Paolo III, si trovano nell'alcova, divisa in due piccole stanze, la camera da letto e lo studiolo e
furono dipinte da Sebastiano Ricci (Belluno 1659 – Venezia 1734), pittore formatosi in ambito veneto. Tra
queste appare decisamente importante per qualità pittorica, la tela raffigurante Paolo III nomina il figlio Pier
Luigi duca di Piacenza e Parma, e, per l'originale soluzione iconografica, il dipinto con Paolo III ispirato dalla
Fede a convocare il concilio di Trento. Per quanto riguarda le gesta di
Alessandro Farnese nelle Fiandre, invece, si segnala ad esempio
Alessandro Farnese riceve lo stocco pontificio di Giovanni Evangelista
Draghi (Genova 1654 – Piacenza 1712). Insieme a Ricci e Draghi
collaborarono al ciclo anche altri artisti come Domenico Piola . Dunque
Palazzo Farnese era negli anni Ottanta del Seicento un grande cantiere in
cui lavoravano diversi artisti; risulta perciò estremamente interessante
osservare lo scambio reciproco avvenuto tra loro, non solo sul piano
stilistico ma anche su quello iconografico. La serie dei Fasti del casato fu
continuata da Ilario Spolverini (Parma 1657 – 1734). Lo Spolverini,
pittore di corte, riprese il tema dei Fasti farnesiani e creò un nuovo genere,
quello della rappresentazione delle cerimonie. Abitò tredici anni a
Piacenza , dove dipinse quadri di grandi dimensioni, verosimilmente
proprio nel Palazzo Farnese. In particolare a lui si devono i Fasti di
Elisabetta Farnese (divenuta regina di Spagna nel 1714) cui appartengono la grande tela con il Congedo di
Elisabetta dalla corte e la colossale tela composta in tre parti con l'Ingresso del cardinale Gozzadini in Parma,
che sono esposti nelle sale della pinacoteca, ma che in futuro verranno portati nell'appartamento stuccato del
piano rialzato.
Pinacoteca
Al primo piano del palazzo, in quello che anticamente era detto “appartamento dorato”, luogo delle feste e
appartamento della duchessa, sono esposte le opere più significative della Pinacoteca, formata da opere dei
secc. XIV – XIX provenienti dalle collezioni farnesiane, da chiese piacentine o da raccolte pubbliche e private
di autori genovesi quali Domenico Fiasella, e Giovanni Battista Merano; lombardi quali Camillo Boccaccino,
Giovanni Battista Trotti, detto il Malosso, Carlo Francesco e Giuseppe Nuvolone; emiliani, quali Girolamo
Mazzola Bedoli, Giovanni Cristoforo Storer, Pietre Bout e Roberto de Longe. In una nuova sala è esposto il
dipinto più importante Madonna adorante il bambino con san Giovannino di Sandro Botticelli, opera preziosa
sia per le caratteristiche estetico-formali sia per il contenuto. Databile intorno alla metà degli anni Ottanta del
‘400, costituisce un singolare esempio del raffinato stile pittorico del
celebre artista toscano. Si noti, infatti, come egli conferisca spontaneità al
gesto del Bambino, per altro carico di significato e colto rimando al
costume ebraico della circoncisione. La stessa capacità di coniugare la
ricerca naturalistica e la profonda concentrazione religiosa si ritrova, nella
Vergine, per la grazia e la purezza dei lineamenti del viso e, soprattutto,
per l'espressione della figura che, colta nell'atto di piegare leggermente il
capo verso la spalla, lascia trasparire sia un sentimento di venerazione sia
un più immediato moto di commozione. Nella saletta attigua sono da poco esposte opere dei secc. XIV-XVI
provenienti dalla splendida collezione Rizzi Vaccari, recentemente donata ai Musei Civici. I dipinti su tavola
attestano la ricca fioritura delle botteghe toscane tra il XIV ed il XVI secolo. Nella Sala del Trono appaiono
alcune importanti opere farnesiane, del Brescianino, del Tempesta e due capolavori di tema biblico di Ilario
SpolverinA quest'ultimo sono dedicate le altre tre sale, dove sono esposti i Fasti di Elisabetta Farnese e alcuni
dipinti di battaglie. Due salette costituiscono il percorso finale della Pinacoteca dedicato al passaggio dal
Settecento all'Ottocento: spicca Gaspare Landi, personaggio chiave nell'arte italiana e anche in quella
piacentina, perché diffonde le forme e il sentire del neoclassicismo e gradualmente lo supera attraverso il
ritratto, che diventa per lui un campo di indagine psicologica, in cui si colgono il tempo, la società, l'ansia dei
tempi nuovi. Due opere del suo allievo prediletto, C. M. Viganoni e del suo allievo mancato L. Toncini
concludono il percorso.
Risorgimento
Il Museo del Risorgimento, sorto grazie alla convenzione tra Comune di Piacenza e Istituto per la Storia del
Risorgimento italiano (Comitato di Piacenza), offre al visitatore la possibilità di conoscere attraverso i
documenti dell'epoca i momenti salienti della storia di Piacenza durante il Risorgimento. Un felice connubio fra
documenti eterogenei (la carta stampata, i quadri, le litografie, le monete, i giornali, la pubblicistica, le divise,
le armi, i ritratti) offre, in modo articolato e organico, un profilo dettagliato dei movimenti risorgimentali
piacentini e degli ideali che li animarono. Allo stesso tempo tale allestimento permette di ricreare il clima di
un'epoca e di capire come singoli eventi storici furono vissuti dai
contemporanei. Il percorso inizia quindi dalla fine del dominio
napoleonico, stabilitosi sui Ducati nel 1796 e cessato nel 1814, e prosegue
poi con l'avvento di Maria Luigia d'Asburgo, che assume direttamente il
governo del Ducato nel 1816. Seguendo l'ordine cronologico degli
avvenimenti si giunge alla rivolta del 1831 e a quella del '48. Il '48 è anche
la data in cui Piacenza vota l’annessione al Piemonte che la farà definire
"Primogenita"; la decisione diviene ufficiale attraverso un Atto di consegna
del Ducato al Re di Sardegna datato 1 giugno 1848, di cui naturalmente
viene esposto il manoscritto originale. Particolarmente ricca è la sezione
dedicata agli eventi del '48; il 3 luglio dello stesso anno si festeggia anche la visita di Garibaldi a Piacenza. Il
grande entusiasmo suscitato dal suo discorso rappresenta la testimonianza del fatto che in questi anni l'idea
nazionale è popolare e il popolo diventa anch'esso protagonista degli eventi storici. Dopo il 1848,
all'aristocrazia intellettuale, diplomatica e militare che aveva assunto la direzione del movimento
risorgimentale, si affiancano così anche i ceti popolari. Un altro momento importante per la storia del
Risorgimento piacentino è il periodo compreso tra il 1859 e il 1861. Infatti nel 1859 gli Austriaci, messi in
scacco dai franco-piemontesi, abbandonano Piacenza e il Ducato si annette al Piemonte. Particolare importanza
riveste in questa fase Giuseppe Manfredi che assume in nome del popolo la carica di governatore delle province
parmensi ed è l'uomo politico di maggior spicco nel decennio della preparazione, e poi, nell'Italia unita. Altri
ingegni di dimensione europea sono, ad esempio, Melchiorre Gioia e Macedonio Melloni, che, vissuti prima di
Manfredi, si trovano ad operare negli anni del silenzio politico. Volantini, opuscoli, foto ricostruiscono altre
due figure che ebbero un ruolo trascinante nel percorso di unificazione nazionale: Garibaldi e Mazzini. Anche
Piacenza più volte segue la loro guida; nel 1860, infatti, tra i componenti della spedizione dei Mille si contano
alcuni piacentini. Vari documenti e cimeli, quali appunto armi e divise, raccontano poi dell'adesione di alcuni
piacentini ai garibaldini e della loro partecipazione nel 1866 alla terza guerra di indipendenza contro l'Austria.
Ancora pubblicazioni e periodici vari permettono di ricostruire gli avvenimenti della storia piacentina tra il
1860 e il 1870. Dal 1996, grazie alla donazione degli eredi di Giuseppe Borghini, il Museo del Risorgimento si
avvale di un considerevole supporto iconografico costituito da più di duecento stampe di argomento
risorgimentale.
Armi
In una delle stanze di Palazzo Farnese è esposta la collezione di armi antiche, circa quattrocento pezzi riuniti a
metà dell'Ottocento dal conte piacentino Antonio Parma, di proprietà
dell'Istituto Gazzola e lasciata in deposito ai Musei di Palazzo Farnese. La
collezione piacentina presenta sia armi difensive che offensive, originali o
frutto di rifacimenti ottocenteschi, ma l’esposizione privilegia solo il
nucleo storicamente più significativo. Tra le armi difensive, si possono
ammirare armature complete o parti di esse in perfetto stato di
conservazione, copricapi ed elementi da cavallo risalenti soprattutto al
XVI secolo. Tra le difese del capo risultano interessanti per le forme
particolari il Morione a tre fili delle Guardie farnesiane databile intorno al
1545 circa ed una Borgognotta di recente acquisizione (deposito di un
privato). Spiccano inoltre alcune splendide opere di Pompeo della Cesa, uno dei più ricercati e abili armaioli del
XVI secolo tra cui un’armatura quasi completa e in perfetto stato di conservazione, databile 1580-85. Fanno
parte della sezione dedicata all'offesa alcune preziose armi in asta (alabarde, picche, eccetera), da taglio
(soprattutto spade) e da fuoco, originarie dei secoli XVI, XVII e XVIII. Tra le armi in asta figura un pregevole
Falcione recante lo stemma di Alessandro Farnese e databile intorno al 1586-1590. Tra le armi da taglio si
possono ammirare due Schiavone venete della prima metà del secolo XVII; tali spade erano in dotazione alle
truppe "schiavone" della Dalmazia al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia. Interessanti infine
alcuni esemplari di provenienza orientale, come due meravigliosi Kris della Malesia e due Pugnali (Jambiya) di
probabile provenienza Persiana.
Carrozze
Nei locali sotterranei di Palazzo Farnese è riunita ed esposta al pubblico la prestigiosa collezione delle
carrozze, formata dal conte Dionigi Barattieri nei primi tre decenni del XX secolo e donata al Comune di
Piacenza nel 1948 dall'erede Silvestro Brondelli di Brondello, a cui si sono poi aggiunti altri importanti
esemplari donati o depositati da privati e da Enti. Il Museo delle Carrozze, recentemente rinnovato per ciò che
riguarda il percorso e tutto l’apparato didascalico, presenta modelli in ottimo stato di conservazione che, nel
corso degli anni, non hanno subito integrazioni, se non con pezzi originali. Della collezione Barattieri, ora al
Museo, fanno tra l’altro parte due Berline di gala del XVIII secolo, e
quattro Berline da viaggio del XIX secolo. La berlina è il modello di
carrozza che ebbe maggior diffusione e successo lungo tutto il Settecento.
Originariamente a quattro ruote, con la cassa sospesa a cinghie di cuoio, a
quattro portiere, con tappezzeria interna in seta o velluto, nel Seicento fu
riservata ai reali e all'alta nobiltà di corte, mentre nel Settecento divenne la
carrozza più diffusa fra la nobiltà, sia per i lunghi viaggi, sia per le più
brevi passeggiate in campagna e in città. La Berlina di Gala dorata
e argentata (deposito temporaneo della Presidenza della Repubblica,
realizzata nel 1879 dal carrozziere Cesare Sala di Milano per il re d'Italia), ha la cassa fastosamente decorata e
con lo stemma dei Savoia dipinto sulle portiere e fuso in bronzo sulle maniglie. Grande diffusione
nell'Ottocento, non solo presso l'aristocrazia ma anche presso l'alta borghesia, ebbe il Landau, anch'esso
presente a Palazzo Farnese in due esemplari, rispettivamente marchiati Ferretti-Roma (1880-90) e Cesare SalaMilano (1890). Principale caratteristica di questa carrozza è la possibilità di venire facilmente decappottata; la
cassa infatti nella parte superiore ha pareti di cuoio a forma di mantici, con ossatura lignea, agevolmente
reclinabili. L'esposizione prosegue con altri modelli di carrozze (tra cui diversi Stages, un raro esemplare di
Hansom-Cab, un raffinato Calèche-Barouche, una carrozzina Spydere altre), portantine, carri funebri, un carro
da pompiere, un carretto siciliano, senza trascurare le carrozzelle per neonati, di cui si espongono alcuni
esemplari databili tra il XVIII e il XIX secolo, che mostrano di utilizzare gli stessi espedienti tecnici delle
carrozze, di cui, in certa misura, seguono l'evoluzione. Lo stesso fenomeno di adattamento delle tecniche in uso
nella costruzione delle carrozze a modelli d'uso domestico è costituito dai carrozzini, vere e proprie carrozze in
scala ridotta, destinate al gioco dei bambini. Di recente acquisizione sono una rara slitta dell’inizio del
Novecento (deposito di un privato) e abiti ottocenteschi (donazione di privati)
medioevo
Nella sala, la più vasta di tutto il piano rialzato, originariamente adibita ad anticamera per le udienze o a salone
da ballo, sono esposti pregevoli affreschi tardo-medievali, quasi tutti
provenienti dalla chiesa piacentina sconsacrata di San Lorenzo e, in
maggior parte, dalla cappella dedicata a Santa Caterina di Alessandria.
Realizzati alla fine del Trecento, rappresentano le Storie di Santa
Caterinae alcune scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento.
L’intero ciclo è pervaso da connotazioni di aristocratica ricercatezza.
Evidente nei tratti fisionomici, nelle raffinate cromie e nel panneggio delle
vesti. E’ attribuito a un pittore, genericamente chiamato “Maestro di Santa
Caterina” attivo negli ultimi decenni del Trecento presso la corte milanese
dei Visconti, molto vicino stilisticamente agli autori del Libro d’ore di Gian Galeazzo Visconti ora conservato
alla Biblioteca Nazionale di Firenze.
Scultura ed epigrafi
In questa sezione sono conservate epigrafi, di notevole importanza storica, che provengono in larga parte dalla
collezione Bissi, canonico della Cattedrale (deposito della Curia vescovile). Particolarmente interessante, anche
per l'associazione di testo scritto ed immagine, è il rilievo con iscrizione, cosiddetto del Benvegnù. Il rilievo,
proveniente dal castello di Montechiaro, nella parte superiore riporta un cartiglio recante una lunga didascalia
in volgare con chiare inflessioni dialettali: "Segnori vu sie tuti gi
benvegnu e zascaun chi che vera sera ben vegnu e ben recevu". Nella
parte inferiore della lastra si rappresenta la buona accoglienza fatta dai
castellani, marito e moglie alla destra della scena, e cinque personaggi
che si trovano invece alla sinistra. Evidentemente sia la didascalia che
l'immagine vogliono esaltare l'ospitalità dei proprietari del castello.
L'iscrizione rappresenta inoltre un esempio molto raro per quest'epoca
(prima metà XIV secolo) di testo volgare applicato come didascalia a un
rilievo figurato. Si può citare anche l'iscrizione ricordante la costruzione e
dotazione di una cappella da parte delle Corporazioni dei carpentieri e dei
muratori, proveniente dalla chiesa di S. Maria del Carmine e databile al XV secolo. Nella metà superiore della
lastra sono rappresentati gli strumenti di lavoro delle corporazioni: martellina, filo a piombo, cazzuola, ascia da
carpentiere. Nella metà inferiore è posta l'iscrizione in grandi lettere capitali. Nella sezione della scultura
rinascimentale si trovano i tondi raffiguranti cinque apostoli, provenienti dal "chiostrino delle terrecotte" della
chiesa di S. Sepolcro e databili al terzo quarto del XV secolo. Il "chiostrino delle terrecotte" si rifà ai modelli
protorinascimentali toscani (l'Ospedale degli Innocenti di Firenze) e lombardi (l'Ospedale maggiore di Milano).
Per quanto riguarda la scultura lignea risulta interessante la porta databile al 1570 circa e proveniente dal
refettorio del convento di S. Agostino. La suggestione che comunica allo spettatore deriva dall'impianto
rigorosamente architettonico ingentilito da una ricca e capricciosa decorazione. Ad ignoto scultore del XVIII
secolo deve essere assegnata la statua lignea di S. Agostino, anch'essa proveniente, probabilmente, dalla chiesa
o dal convento di S. Agostino. Degna di nota è la perizia tecnica dimostrata da questo artista nella resa del
panneggio, ottenuto dalla sovrapposizione di più strati e dalla compresenza di diversi tipi di panneggio. Un
buon livello qualitativo traspare anche dal volto del Santo, dove lo scultore utilizza sapientemente la luce,
simbolo dell'ispirazione divina, per conferire all'espressione forte intensità drammatica.
Vetri e ceramiche
Al piano rialzato si trova anche la collezione di ceramiche, proveniente in parte da raccolte private e in parte da
ritrovamenti durante lavori di scavo. Il nucleo più pregevole della raccolta, che comprende vari pezzi databili
tra il XVI e il XVIII secolo, proviene dalla donazione Agnelli e
Anguissola. Tra le ceramiche si possono ammirare una lampada traforata,
ad uso liturgico del XVIII secolo, che rappresenta la tipologia dei bianchi
di Faenza del XVII secolo, e una zuppiera ovale del XVIII secolo
modellata a cartigli e volute con decorazioni floreali policrome e grosso
pomolo a pera. A tale sezione appartengono anche alcuni sofisticati
esemplari di porcellane orientali dalle tonalità cangianti (rosa, verdi, blu),
in larga parte assegnabili al XVIII secolo. All'interno dello stesso arco
temporale (XVI-XVIII sec.) si colloca anche la raccolta di vetri, quasi
totalmente proveniente dalla raccolta di Pietro Agnelli, tra cui spiccano
per l'eccezionale bellezza un bicchiere dell'inizio del XVII secolo in vetro azzurro e bordatura in vetro lattimo,
montato su stelo modellato con torsione a spirale, una bottiglia di vetro opalino "girasol" della fine del XVII
secolo, di forma sferica con lungo collo e corpo centrale a nodo buccellato, una rara bacinella di vetro a
reticello e una raffinata alzata di vetro a penne.
Splendors Farnese
On the mezzanine floor of the Palazzo Farnese is the apartment plastered, made up of four rooms, decorated
with stucco in the years 1685-1688, by Duke Ranuccio II. Most likely the great work of decoration was made by
Paul Frisoni, although can not be excluded interventions of other craftsmen who in those years worked in
palaces and churches. The projects and designs of the stucco can be attributed to Andrea Seghizzi (Bologna,
1613), court scenographer Ranuccio II. It also considers it possible that the brothers Ferdinando and
Francesco Galli Bibbiena, already active in 1682 in the decoration of the rooms on the upper floor, have
collaborated with the Sighizzi also on the first floor. In stucco frames the Duke Ranuccio II had placed a series
of paintings on canvas depicting the splendor of the house: the Fasti Farnese. Through these representations,
referring to a self-celebratory vein already spread at the major dynasties of the Italian Renaissance, the Dukes
Farnese understood restore power and prestige to his family, especially in the eyes of the other sovereigns and
subjects. The Fasti Farnese took Ranuccio II show the deeds of Paul III, Alessandro Farnese, the first founder
of the dynasty and the protagonist of the European history of the sixteenth century, the second, also a figure of
international standing, military commander and governor in Flanders on behalf of Spain. The stories of Paul
III, are located in the alcove, divided into two small rooms, the bedroom and the study and were painted by
Sebastiano Ricci (Belluno 1659 - Venice 1734), painter formed to Veneto. Among them is of considerable
importance for pictorial quality, the painting of Paul III appointed his son Pier Luigi, Duke of Parma and
Piacenza, and, for the original iconographic solution, the painting inspired by Faith Paul III to convene the
Council of Trent. As for the deeds of Alexander Farnese in Flanders, however, it should be noted, for example,
Alessandro Farnese receives the rapier papal Giovanni Evangelista Draghi (Genoa 1654 - Piacenza 1712).
Along with Ricci and Dragons they collaborated cycle also other artists such as Domenico Piola. So Palazzo
Farnese was in the eighties of the seventeenth century a large construction site where they worked several
artists; It is therefore very interesting to watch the exchange that took place between them, not only stylistically
but also on the iconographic. The series of Splendour of the house was continued by Ilario Spolverini (Parma
1657-1734). The Dusters, court painter, took up the theme of the Fasti Farnese and created a new genre, that
of representation of the ceremonies. He lived thirteen years in Piacenza, where he painted large paintings,
probably right in the Palazzo Farnese. In particular we owe him the Splendour of Elizabeth Farnese (now the
Queen of Spain in 1714) they belong to the large canvas with the leave of the court of Elizabeth and colossal
canvas composed of three parts with the input of Cardinal Gozzadini in Parma, They are on display in the art
gallery, but in the future will be taken in the apartment plastered the mezzanine.
Picture gallery
On the first floor of the building, in what was once called "apartment golden" place of festivals and apartment
of the Duchess, we exhibit the most significant works of the Art Gallery, consists of works of the buckets. XIV XIX from the Farnese collections, churches from Piacenza or from public and private collections of authors
such as Domenico Genoese Fiasella, and Giovanni Battista Merano; Lombard which Camillo Boccaccino,
Giovanni Battista Trotti, said Malosso, Carlo Francesco and Giuseppe Nuvolone; Emilia, which Girolamo
Mazzola Bedoli, John Christopher Storer, Stones Bout and Roberto de Longe. In a new display is the most
important painting Madonna Adoring the Child with St. John by Sandro Botticelli, precious work for both
aesthetic and formal because of its content. Dating back to the mid-eighties of the '400, it is a rare example of
the refined style of painting of the famous Tuscan artist. Note, in fact, as he gives spontaneous gesture of the
Child, for another load of meaning and cultured reference to the Jewish custom of circumcision. The same
ability to combine natural science and the deep religious concentration is found in the Virgin, by the grace and
purity of facial features and, above all, for the expression of the figure, caught in the act of bending his head
slightly towards the shoulder, reveals both a feeling of reverence is a more immediate motion of emotion. In the
adjoining room are recently exhibited works of the buckets. XIV-XVI from the wonderful collection Rizzi
Vaccari, recently donated to the Civic Museum. The panel paintings attest to the rich flowering of shops in
Tuscany between the fourteenth and sixteenth centuries. In the Throne Room they appear some important
Farnese works, Brescianino, the Storm and two masterpieces by biblical theme of Ilario Spolverina latter are
dedicated the other three rooms, which displays the Splendour of Elizabeth Farnese and paintings of battles.
Two rooms are the final leg of the Art Gallery dedicated to the passage from the eighteenth to the nineteenth
century: stands Gaspare Landi, a key figure in Italian and also in the Piacenza, because the forms and spreads
the feeling of neoclassicism and gradually surpasses him through the portrait, for him to become a field of
psychological research, which captures the time, the company, the anxiety of the new times. Two works by his
favorite pupil, CM Viganoni and his pupil L. failure Toncini conclude the path.
Risorgimento
The Risorgimento Museum, built thanks to the agreement between the City of Piacenza and Institute for the
History of the Italian Risorgimento (Committee of Piacenza), offers visitors the opportunity to learn through
the documents of the highlights of the history of Piacenza during the Risorgimento . A successful combination
of heterogeneous documents (print, paintings, lithographs, coins, newspapers, publications, uniforms, weapons,
portraits) provides, in an articulate and organic, a detailed profile of the movements of the Risorgimento
Piacenza and ideals that inhabited them. At the same time, this exhibition allows you to recreate the
atmosphere of an era and to understand how individual historical events were experienced by contemporaries.
The route begins then by the end of the Napoleonic rule, he settled on the Ducati in 1796 and ceased in 1814,
and continues with the arrival of Marie Louise of Austria, who takes directly the government of the Duchy in
1816. Following the chronological order of events leads to the uprising of 1831 and that of '48. The '48 is also
the date when Piacenza vote for annexation to Piedmont that will define "Firstborn"; the decision becomes
official through an Act of delivery of the Duchy to the King of Sardinia dated June 1, 1848, which of course is
exposed the original manuscript. Particularly rich is the section dedicated to the events of '48; July 3 of that
year, celebrates the visit of Garibaldi in Piacenza. The enthusiasm aroused by his speech is testimony to the
fact that in recent years the national idea is popular and the people also becomes the protagonist of historical
events. After 1848, the intellectual aristocracy, diplomatic and military who had taken over the Risorgimento
movement, alongside so also the working classes. Another important moment in the history of the Risorgimento
Piacenza is the period between 1859 and 1861. In fact in 1859 the Austrians, put in check by the FrancoPiedmont, leaving Piacenza and the Duchy was annexed to Piedmont. Of particular importance at this stage
that Giuseppe Manfredi takes on behalf of the people in the office of governor of the province of Parma and is
the most prominent politician in the decade of preparation, and then, into united. Other geniuses of European
dimension are, for example, Melchiorre Gioia and Macedonio Melloni, who lived before Manfredi, they
operate in the years of political silence. Leaflets, brochures, photo reconstruct two other figures who played a
compelling role in the path of national unification: Garibaldi and Mazzini. Piacenza also often follows their
guidance; in 1860, in fact, among the members of the expedition of the Thousand there are some Piacenza.
Various documents and memorabilia, such as precisely weapons and uniforms, then tell the accession of some
Piacenza the partisans and their participation in 1866 to the third war of independence against Austria. Still
various publications and periodicals allow us to reconstruct the events of history Piacenza between 1860 and
1870. Since 1996, thanks to the donation of the heirs of Joseph Borghini, the Risorgimento Museum employs a
considerable iconographic support consists of more than two hundred prints Risorgimento topic.
Weapons
In one of the rooms of Palazzo Farnese to a collection of ancient weapons, about four hundred pieces gathered
in mid-nineteenth century by Count Antonio Piacenza Parma, owned by the Institute Gazzola and left in storage
at the Museum of Palazzo Farnese. The collection Piacenza has both defensive and offensive weapons, original
or the result of nineteenth-century remakes, but exposure favors only the core most historically significant.
Among the defensive weapons, you can be seen suits of armor or parts of them in perfect condition, hats and
items to horse especially from the sixteenth century. Among the defenses of the head are of interest to the
particular forms the Morion three wire Guards Farnese dated around 1545 and about a Borgognotta recently
acquired (deposit of an individual). Stand out also some splendid works of Pompeo della Cesa, one of the most
sought after and skilled gunsmiths of the sixteenth century including armor almost complete and in perfect
condition, dating from 1580-85. Part of the section devoted to the offense some valuable pole arms (halberds,
pikes, etc.), cutting (especially swords) and firearms, originating in the sixteenth, seventeenth and eighteenth
centuries. Among polearms figure a valuable Falcione bearing the emblem of Alessandro Farnese and dated
around 1586-1590. Among the cutting weapon you can see two Venetian Schiavone in the first half of the
seventeenth century; these swords were supplied to the troops "Slavonian" Dalmatian at the service of the Most
Serene Republic of Venice. Finally some interesting specimens from the East, as two wonderful Kris Malaysia
and two Daggers (Jambiya) of probable Persian origin.
Carriages
In the underground rooms of Palazzo Farnese is collected and displayed to the public the prestigious
collection of coaches, formed by Count Dionysius Barattieri in the first three decades of the twentieth century
and donated to the city of Piacenza in 1948 by the heir Silvestro Brondelli Brondello, to which you are then
added other important specimens donated or deposited by individuals and institutions. The Carriage Museum,
recently refurbished as regards the path and the whole apparatus didactic, presents models in excellent
condition that, over the years, have not been supplemented, if not with original pieces. Barattieri collection,
now in the Museum, are among other things the two Sedans gala of the eighteenth century, and four Berline
travel of the nineteenth century. The sedan is the model of car that was most widespread and successful
throughout the eighteenth century. Originally four wheels, with the case adjourned to leather straps, with four
doors, with interior upholstery in silk or velvet, in the seventeenth century was reserved for royalty and high
nobility of the court, while in the eighteenth century became the most widespread of the carriage nobility, both
for long trips, both for shorter walks in the countryside and in cities. The Saloon Gala golden and silver
(temporary storage of the Presidency of the Republic, created in 1879 by coachbuilder Cesare Sala of Milan
for the king of Italy), has the cash and sumptuously decorated with the Savoy crest painted on the doors and
cast in bronze on the handles. Widespread in the nineteenth century, not only among the aristocracy but also
among the upper middle class, he had the Landau, also present at the Palazzo Farnese in duplicate,
respectively marked Ferretti-Rome (1880-90) and Cesare Sala-Milan (1890). Main feature of this car is that
you can easily come decappottata; case in fact at the top has walls shaped leather bellows, with wooden
framework, easy reclining. The exhibition continues with other models of cars (including different Stages, a
rare example of Hansom-Cab, a refined Calèche-Barouche, a wheelchair Spydere other), sedans, hearses, a
wagon fireman, a Sicilian cart, without neglecting the baby carriages, of which we expose some specimens
dating from the eighteenth and nineteenth centuries, showing use the same technical tricks of the carriages, of
which, to some extent, follow the evolution. The same phenomenon of adaptation of the techniques used in the
construction of models of cars in household is made up of the cars, real cars on a small scale, designed for
children to play. Recent acquisitions are a rare slide beginning of the twentieth century (filing a private) and
nineteenth-century clothes (private donation)
Middle Ages
In the room, the largest of the entire first floor, originally used as an antechamber to the hearings or the
ballroom, they are exposed late medieval frescoes, almost all from Piacenza deconsecrated church of San
Lorenzo and, mostly, from the chapel dedicated to St. Catherine of Alexandria. Made at the end of the
fourteenth century, representing the stories of Santa Caterinae some scenes from the Old and New Testaments.
The entire cycle is filled with connotations of aristocratic refinement. Evident in the facial features, in the
refined tones and drapery of the garments. E 'it attributed to a painter, generically called "Master of St.
Catherine" active in the last decades of the fourteenth century at the court of the Visconti of Milan, very close
stylistically to the authors of the Book of Hours of Gian Galeazzo Visconti, now preserved at the National
Library of Florence.
Sculpture and inscriptions
Here are preserved inscriptions, of great historical importance, which come largely from the collection Bissi,
canon of the Cathedral (deposit of the Curia). Particularly interesting, also for the combination of written text
and image, it is the relief with inscription, called the Benvegnù. The relief, which comes from the castle of
Lichtenberg, at the top shows a scroll bearing a long caption in the vernacular with clear dialect: "Signors vu
you are all welcome and those who zascaun real evening well vegnu recevu and well." At the bottom of the slab
is the good reception made by Castellani, the husband and wife to the right of the scene, and five characters
who are to the left instead. Evidently both the caption that the image they want to enhance the hospitality of the
owners of the castle. The inscription is also a very rare example for this period (first half of the fourteenth
century) text vulgar applied as a caption to a figured relief. You can also mention the inscription reminding the
construction and equipment of a chapel by the guilds of carpenters and masons from the church of Santa Maria
del Carmine, dating from the fifteenth century. In the top half of the sheet they are shown the working tools of
the corporations: hammer, plumb, trowel, carpenter's ax. In the bottom half is the inscription in large capital
letters. In the section of Renaissance sculpture depicting five rounds are apostles, from the "cloister crockery"
of the Church of the Holy Sepulchre and dated to the third quarter of the fifteenth century. The "cloister
crockery" refers to models protorinascimentali Tuscan (Ospedale degli Innocenti) and Lombardy (Ospedale
Maggiore in Milan). As for the wooden sculpture is interesting port dating back to 1570 and coming from the
refectory of the convent of St. Augustine. The suggestion that communicates to the viewer comes from the plant
strictly architectural refined by a rich and whimsical decoration. For unknown sculptor of the eighteenth
century it must be assigned a wooden statue of St. Augustine, also coming probably from the church and the
convent of St. Augustine. Of note is the technical expertise demonstrated by this artist in the rendering of the
drapery, obtained by the superposition of several layers and the presence of different types of drapery. A good
level of quality is also reflected by the face of the Saint, where the sculptor uses cleverly light, symbol of divine
inspiration, to give expression strong dramatic intensity.
Glass and ceramics
On the ground floor there is also the collection of ceramics, coming partly from private collections and partly
from findings during excavation work. The nucleus of the most valuable collection, which includes pieces
dating from the sixteenth and the eighteenth century, were donated by the Agnelli and Anguissola. Among the
pottery you can see a lamp perforated, for liturgical use of the eighteenth century, that is the type of white
Faenza of the seventeenth century, and a tureen oval eighteenth century molded scrolls and swirls with floral
polychrome big knob pear . To this section belong also some sophisticated specimens of oriental porcelain from
the iridescent shades (pink, green, blue), in large part assigned to the eighteenth century. Within the same time
period (XVI-XVIII sec.) Also it places the collection of glass, almost entirely from the collection of Peter
Agnelli, among which stand out for their exceptional beauty a glass of the early seventeenth century blue glass
and edged in milk glass, mounted on rod shaped with spiral twist, a bottle of milk glass "girasol" the end of the
seventeenth century, spherical body with a long neck and a central node buccellato, a rare glass bowl and
reticello a fine show of glass pens.
Splendeurs Farnese
Sur la mezzanine du Palais Farnèse est l'appartement plâtré, composée de quatre chambres, décorées de stuc
dans les années 1685-1688, par le duc Ranuccio II. Très probablement la grande œuvre de la décoration a été
faite par Paul Frisoni, mais ne peut être exclu des interventions d'autres artisans qui dans ces années ont
travaillé dans les palais et les églises. Les projets et les conceptions de stuc peuvent être attribués à Andrea
Seghizzi (Bologne, 1613), scénographe de la cour Ranuccio II. Il estime également qu'il est possible que les
frères Ferdinando et Francesco Galli Bibbiena, déjà actif en 1682 dans la décoration des chambres à l'étage
supérieur, ont collaboré avec le Sighizzi également au premier étage. Dans cadres en stuc duc Ranuccio II
l'avait placé une série de peintures sur toile représentant la splendeur de la maison: les Fastes Farnese. Grâce
à ces représentations, se référant à une veine de l'auto-célébration déjà propagé aux dynasties majeures de la
Renaissance italienne, les ducs Farnese compris rétablir le courant et le prestige de sa famille, en particulier
dans les yeux des autres souverains et sujets. Le Fastes Farnese a Ranuccio II montrent les oeuvres de Paul III,
Alessandro Farnese, le premier fondateur de la dynastie et le protagoniste de l'histoire de l'Europe du XVIe
siècle, la seconde, aussi une figure de renommée internationale, commandant militaire et gouverneur en
Flandre, au nom de Espagne. Les histoires de Paul III, sont situés dans l'alcôve, divisé en deux petites
chambres, la chambre et l'étude et ont été peintes par Sebastiano Ricci (Belluno 1659 - Venise 1,734), peintre
formé à Veneto. Parmi eux est d'une importance considérable pour la qualité picturale, la peinture de Paul III
a nommé son fils Pier Luigi, duc de Parme et de Plaisance, et, pour la solution iconographique originale, la
peinture inspirée par la foi Paul III de convoquer le Concile de Trente. Quant aux actes de Alexandre Farnèse
en Flandre, toutefois, il convient de noter, par exemple, Alessandro Farnese reçoit la rapière papale Giovanni
Evangelista Draghi (Gênes 1654 - Piacenza 1712). Avec Ricci et Dragons ils ont collaboré le cycle également
d'autres artistes tels que Domenico Piola. Donc Palazzo Farnese était dans les années quatre du XVIIe siècle,
un grand chantier de construction où ils ont travaillé plusieurs artistes; Il est donc très intéressant de voir
l'échange qui a eu lieu entre eux, non seulement stylistique mais aussi sur le iconographique. La série de la
Splendeur de la maison a été poursuivi par Ilario Spolverini (Parme 1657-1734). Les plumeaux, peintre de la
cour, a pris le thème de la Fasti Farnese et créé un nouveau genre, celui de la représentation des cérémonies.
Il a vécu treize ans à Piacenza, où il a peint de grandes toiles, probablement raison dans le Palais Farnèse. En
particulier, nous lui le Splendour of Elisabeth Farnèse (maintenant la reine d'Espagne en 1714), ils
appartiennent à la grande toile avec l'autorisation de la cour d'Elisabeth et de toile colossale composé de trois
parties à l'entrée du cardinal Gozzadini à Parme devons, Ils sont exposés dans la galerie d'art, mais à l'avenir
sera prise dans l'appartement plâtrés la mezzanine.
Galerie de photos
Au premier étage de l'immeuble, dans ce qu'on appelait autrefois «appartement d'or" lieu de festivals et
appartement de la duchesse, nous exposons les œuvres les plus significatives de la Galerie d'art, se compose
d'œuvres des seaux. XIV - XIX des collections Farnèse, églises de Piacenza ou provenant de collections
publiques et privées d'auteurs tels que Domenico génoise Fiasella, et Giovanni Battista Merano; Lombard qui
Camillo Boccaccino, Giovanni Battista Trotti, dit Malosso, Carlo Francesco et Giuseppe Nuvolone; Emilie, qui
Girolamo Mazzola Bedoli, John Christopher Storer, Pierres Bout et Roberto de Longe. Dans un nouvel
affichage est la peinture la plus importante Vierge adorant l'Enfant avec saint Jean de Sandro Botticelli,
précieux travail à la fois esthétique et formelle en raison de son contenu. Datant des années quatre-vingt milieu
de la '400, il est un exemple rare de le style raffiné de la peinture du célèbre artiste toscan. Remarque, en fait,
comme il donne geste spontané de l'enfant, pour une autre charge de sens et de référence cultivés à la coutume
juive de la circoncision. La même capacité de combiner les sciences naturelles et la concentration religieuse
profonde se trouve dans la Vierge, par la grâce et la pureté des traits du visage et, surtout, pour l'expression de
la figure, pris en flagrant délit de plier légèrement la tête vers l'épaule, révèle à la fois un sentiment de
révérence est un mouvement plus immédiate de l'émotion. Dans la pièce voisine sont récemment exposé les
œuvres des seaux. XIV-XVI de la magnifique collection Rizzi Vaccari, a récemment fait don au Musée Civique.
Les peintures sur bois témoignent de la riche floraison de magasins en Toscane entre le XIVe et XVIe siècles.
Dans la Salle du Trône, ils semblent un peu importante Farnese fonctionne, Brescianino, la tempête et deux
chefs-d'œuvre par thème biblique de Ilario Spolverina-ci sont dédiés les trois autres chambres, qui affiche le
Splendour of Elisabeth Farnèse et des peintures de batailles. Deux chambres sont la dernière étape de la
Galerie d'art consacré au passage du XVIIIe au XIXe siècle: se Gaspare Landi, une figure clé en italien et
aussi dans le Piacenza, parce que les formes et se répand le sentiment du néoclassicisme et le dépasse à travers
le portrait progressivement, pour lui de devenir un champ de recherche psychologique, qui saisit le temps, la
société, l'angoisse des temps nouveaux. Deux œuvres de son élève favori, CM Viganoni et son élève L. échec
Toncini concluent le chemin.
Risorgimento
Le Musée du Risorgimento, construit grâce à l'accord entre la ville de Piacenza et de l'Institut pour l'histoire
du Risorgimento italien (Comité de Plaisance), offre aux visiteurs l'occasion d'apprendre à travers les
documents des faits saillants de l'histoire de Plaisance du Risorgimento . Une combinaison réussie de
documents hétérogènes (papier, peintures, lithographies, pièces de monnaie, des journaux, des publications,
des uniformes, des armes, portraits) fournit, dans un articulée et organique, un profil détaillé des mouvements
du Risorgimento Piacenza et les idéaux qui les habitaient. Dans le même temps, cette exposition vous permet de
recréer l'atmosphère d'une époque et à comprendre comment les événements historiques individuelles ont été
vécue par les contemporains. L'itinéraire commence alors par la fin de la domination napoléonienne, il se fixe
sur la Ducati en 1796 et a pris fin en 1814, et se poursuit avec l'arrivée de Marie-Louise d'Autriche, qui prend
directement le gouvernement du duché en 1816. Suivant l'ordre chronologique de des événements conduit à
l'insurrection de 1831 et celle de '48. Le '48 est également la date à laquelle Piacenza vote pour l'annexion au
Piémont qui va définir "premier-né"; la décision devient officielle par une loi de la livraison du duché au roi de
Sardaigne en date du 1er Juin 1848, ce qui bien sûr est exposé le manuscrit original. Particulièrement riche est
la section dédiée aux événements de '48; Le 3 juillet cette année, célèbre la visite de Garibaldi à Piacenza.
L'enthousiasme suscité par son discours est un témoignage sur le fait que ces dernières années l'idée nationale
est populaire et le peuple devient aussi le protagoniste des événements historiques. Après 1848, l'aristocratie
intellectuelle, diplomatique et militaire qui avait pris sur le mouvement du Risorgimento, aux côtés de tant
aussi les classes laborieuses. Un autre moment important dans l'histoire du Risorgimento Piacenza est la
période entre 1859 et 1861. En fait, en 1859, les Autrichiens, mis en échec par le Franco-Piémont, laissant
Piacenza et le duché a été annexée au Piémont. D'une importance particulière à ce stade que Giuseppe
Manfredi prend au nom du peuple dans le bureau du gouverneur de la province de Parme et est le politicien le
plus important dans la décennie de préparation, et ensuite, en uni. Autres génies de dimension européenne
sont, par exemple, Melchiorre Gioia et Macedonio Melloni, qui ont vécu avant Manfredi, elles opèrent dans les
années de silence politique. Dépliants, brochures, photos reconstruire deux autres personnalités qui ont joué
un rôle convaincant dans la voie de l'unification nationale: Garibaldi et Mazzini. Piacenza suit également
souvent leur orientation; en 1860, en fait, parmi les membres de l'expédition des Mille il ya quelques Piacenza.
Divers documents et souvenirs, comme précisément armes et des uniformes, puis racontent l'adhésion de
certains Piacenza les partisans et leur participation en 1866 à la troisième guerre d'indépendance contre
l'Autriche. Encore diverses publications et périodiques nous permettent de reconstruire les événements de
l'histoire Piacenza entre 1860 et 1870. Depuis 1996, grâce à la donation des héritiers de Joseph Borghini, le
Musée du Risorgimento emploie un support iconographique considérable se compose de plus de deux cents
gravures sujet Risorgimento.
Armes
Dans l'une des chambres du Palazzo Farnese à une collection d'armes anciennes, environ quatre cents pièces
sont réunis à la mi-XIXe siècle par le comte Antonio Plaisance Parme, détenue par l'Institut Gazzola et à
gauche dans le stockage au Musée du Palais Farnèse. La collection Piacenza a deux armes défensives et
offensives, d'origine ou le résultat de remakes du XIXe siècle, mais l'exposition ne favorise que le centre le plus
historiquement significatif. Parmi les armes défensives, vous pouvez être vu des armures ou des parties d'entre
eux en parfait état, chapeaux et articles à cheval en particulier à partir du XVIe siècle. Parmi les défenses de la
tête sont d'intérêt pour les formes particulières du Morion trois fils gardes Farnese datée autour de 1545 et sur
une borgognotta récemment acquis (dépôt d'un individu). Démarquez-vous aussi quelques splendides œuvres
de Pompeo della Cesa, l'un des plus recherchés et les armuriers qualifiés du XVIe siècle, dont armures presque
complet et en parfait état, datant de 1580 à 85. Une partie de la section consacrée à l'infraction des armes
pôles de valeur (hallebardes, piques, etc.), la coupe (en particulier les épées) et des armes à feu, originaires
des XVIe, XVIIe et XVIIIe siècles. Parmi les armes d'hast comprendre une précieuse Falcione portant
l'emblème de Alessandro Farnese et datée autour de 1586 au 1590. Parmi l'arme de coupe vous pouvez voir
deux vénitienne Schiavone dans la première moitié du XVIIe siècle; ces épées ont été fournis à l'troupes
dalmate "slave" au service de la Sérénissime République de Venise. Enfin, quelques spécimens intéressants de
l'Est, que deux merveilleux Kris Malaisie et deux dagues (jambiya) d'origine persane probable.
Chariots
Dans les chambres souterraines de Palazzo Farnese est collecté et exposé au public la prestigieuse collection
d'entraîneurs, formé par le comte Denys Barattieri dans les trois premières décennies du XXe siècle et a fait
don à la ville de Piacenza en 1948 par l'héritier Silvestro Brondelli Brondello, à laquelle vous êtes ensuite
ajouté d'autres spécimens importants donnés ou déposés par les particuliers et les institutions. Le musée des
Carrosses, récemment rénové, en ce qui concerne le chemin et tout l'appareil didactique, présente des modèles
en excellent état qui, au fil des années, n'a pas été complété, sinon avec des pièces originales. Collection
Barattieri, maintenant dans le musée, sont entre autres le gala deux berlines du XVIIIe siècle, et quatre Voyage
Berline du XIXe siècle. La berline est le modèle de voiture qui était plus répandue et fructueuse tout au long du
XVIIIe siècle. Origine quatre roues, avec le cas ajourné à lanières de cuir, avec quatre portes, avec sellerie
intérieure en soie ou en velours, au XVIIe siècle, a été réservé à la royauté et la haute noblesse de la cour,
tandis que dans le dix-huitième siècle est devenu le plus répandu de la voiture la noblesse, à la fois pour les
longs voyages, à la fois pour des promenades plus courtes dans les campagnes et dans les villes. Le Saloon
Gala d'or et d'argent (stockage temporaire de la présidence de la République, créé en 1879 par le carrossier
Cesare Sala de Milan pour le roi de l'Italie), a l'argent et somptueusement décoré avec la crête Savoy peints
sur les portes et coulée dans le bronze sur les poignées. Répandue au XIXe siècle, non seulement parmi
l'aristocratie mais aussi parmi la classe moyenne supérieure, il avait le Landau, également présent au Palazzo
Farnese, en double exemplaire, respectivement marqué Ferretti-Rome (1880-1890) et Cesare Sala-Milan
(1890). La caractéristique principale de cette voiture est que vous pouvez facilement venir decappottata; cas,
en fait, au sommet a des murs en forme de soufflet en cuir, avec cadre en bois, inclinable facile. L'exposition se
poursuit avec d'autres modèles de voitures (y compris les différentes étapes, un rare exemple de Hansom-Cab,
un cadre raffiné Calèche-Calèche, un fauteuil roulant Spydere autre), des berlines, des corbillards, un pompier
de wagon, une charrette sicilienne, sans négliger les landaus, dont nous exposons quelques spécimens datant
des XVIIIe et XIXe siècles, montrant utilisent les mêmes astuces techniques des voitures, dont, dans une
certaine mesure, suivent l'évolution. Le même phénomène de l'adaptation des techniques utilisées dans la
construction de modèles de voitures dans le ménage est composé des voitures, voitures réelles sur une petite
échelle, conçu pour les enfants à jouer. Les récentes acquisitions sont une diapositive rares début du XXe siècle
(le dépôt d'un privé) et les vêtements du XIXe siècle (dons privés)
Moyen Âge
Dans la salle, le plus grand de tout le premier étage, utilisé à l'origine comme une antichambre aux audiences
ou la salle de bal, ils sont exposés fin des fresques médiévales, la quasi-totalité de Piacenza désaffectée église
de San Lorenzo et, surtout, de la chapelle dédiée à Sainte Catherine d'Alexandrie. Fabriqué à la fin du XIVe
siècle, représentant les histoires de Santa Caterinae quelques scènes de l'Ancien et du Nouveau Testament. Le
cycle entier est rempli avec des connotations de raffinement aristocratique. Évident dans les traits du visage,
dans les tons raffinés et des drapés des vêtements. E 'il attribué à un peintre, génériquement appelé "Maître de
Sainte-Catherine" actif dans les dernières décennies du XIVe siècle à la cour des Visconti de Milan, très proche
stylistiquement aux auteurs du Livre d'Heures de Gian Galeazzo Visconti, aujourd'hui conservé à la
Bibliothèque nationale de Florence.
Sculpture et inscriptions
Ici sont conservés inscriptions, de grande importance historique, qui proviennent en grande partie de la
collection Bissi, chanoine de la cathédrale (dépôt de la Curie). Particulièrement intéressant, également pour la
combinaison de texte et de l'image, il le relief avec l'inscription, appelé le Benvegnù. Le relief, qui vient du
château de Lichtenberg, en haut montre une banderole portant une longue légende dans la langue vernaculaire
avec dialecte clair: «Seigneurs VU vous êtes tous les bienvenus et ceux qui zascaun vraie soirée bien vegnu
recevu et bien." Au bas de la dalle est la bonne réception faite par Castellani, le mari et la femme à la droite de
la scène, et de cinq caractères qui sont à gauche à la place. Evidemment la fois la légende que l'image qu'ils
veulent améliorer l'hospitalité des propriétaires du château. L'inscription est également un exemple très rare
pour cette période (première moitié du XIVe siècle) texte vulgaire appliqué comme une légende à un relief
figuré. Vous pouvez aussi mentionner l'inscription rappelant la construction et l'équipement d'une chapelle par
les corporations de charpentiers et des maçons de l'église de Santa Maria del Carmine, datant du XVe siècle.
Dans la moitié supérieure de la feuille, ils sont présentés les outils de travail des sociétés: marteau, d'aplomb, à
la truelle, la hache de charpentier. Dans la moitié inférieure est l'inscription en grandes lettres majuscules.
Dans la section de sculpture de la Renaissance représentant cinq tours sont apôtres, de la "vaisselle cloître" de
l'Eglise du Saint-Sépulcre et datée au troisième quart du XVe siècle. Le «vaisselle du cloître" se réfère à des
modèles protorinascimentali toscane (Ospedale degli Innocenti) et la Lombardie (Ospedale Maggiore de
Milan). Quant à la sculpture en bois est le port intéressant datant de 1570 et provenant du réfectoire du
couvent de Saint-Augustin. La suggestion qui communique au spectateur provient de la plante strictement
architectural raffiné par une décoration riche et fantaisiste. Pour sculpteur inconnu de la dix-huitième siècle, il
doit être assigné une statue en bois de Saint-Augustin, également venue probablement de l'église et le couvent
de Saint-Augustin. Il est à noter l'expertise technique démontrée par cet artiste dans le rendu de la draperie,
obtenu par la superposition de plusieurs couches et la présence de différents types de draperie. Un bon niveau
de qualité se traduit également par la face du Saint, où le sculpteur utilise intelligemment la lumière, symbole
de l'inspiration divine, pour donner une expression forte intensité dramatique.
Verre et céramique
Au rez de chaussée il ya aussi la collection de céramiques, provenant en partie de collections privées et en
partie à partir des résultats au cours des travaux d'excavation. Le noyau de la collection la plus précieuse, qui
comprend des pièces datant du XVIe et le XVIIIe siècle, ont été donnés par le Agnelli et Anguissola. Parmi les
poteries vous pouvez voir une lampe perforé, pour l'usage liturgique du XVIIIe siècle, qui est le type de blanc
Faenza du XVIIe siècle, et une soupière ovale XVIIIe siècle moulé rouleaux et les remous polychrome floral
grosse poire de bouton . Pour cette section appartiennent aussi quelques spécimens sophistiquées de porcelaine
orientale des nuances irisées (rose, vert, bleu), en grande partie affectés à la dix-huitième siècle. Dans le même
laps de temps (XVI-XVIII sec.) En outre, il place la collecte du verre, presque entièrement à partir de la
collection de Peter Agnelli, parmi lesquels se distinguent par leur beauté exceptionnelle un verre de verre bleu
début du XVIIe siècle et tranchant dans un verre de lait, monté sur forme avec vrille en spirale, une bouteille de
verre de lait "de Girasol" la fin du XVIIe siècle, de corps sphérique avec un long cou et un buccellato de nœud
central, un bol en verre rares et reticello tige un beau spectacle de stylos de verre.
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Palazzo Farnese - UNPLI Piacenza