QR code: come si usa? SETTEMBRE 2013 ANNO 1- N. Scoprilo a pagina 4 5 La prevenzione è Donna a piazza Re di Roma Gemelli insieme riparte da Piazza Re di Roma. Sabato 21 e domenica 22 settembre, nuova tappa, del progetto itinerante del Policlinico A. Gemelli dedicato alla prevenzione lanciato nel giugno scorso in occasione dell'evento di apertura di Piazza del Popolo. L’appuntamento sarà ricco di eventi, informazione, salute e cultura. La due giorni di prevenzione è dedicata ai tumori femminili, ginecologici e senologici. Specialisti del Polo Donna del Gemelli saranno a disposizione per tutto il week-end per offrire a ogni donna il pro- prio piano di prevenzione personalizzato contro i tumori femminili, distribuire opuscoli informativi e, ove necessario, effettuare esami grazie all’unità medica mobile presente in Piazza. L'incontro è il primo di una serie di appuntamenti con la cittadinanza romana voluti e organizzati dal Policlinico A. Gemelli che da cinquant’anni si prende cura di molti, secondo la volontà e la visione del fondatore e primo Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Padre Agostino Gemelli, insigne IL GEMELLI CHE CAMBIA Cos’è e come funziona il polo cardiovascolare psicologo e medico che volle a Roma la Facoltà di Medicina e chirurgia e il suo ospedale universitario, aperto nel 1964 e a lui dedicato. “Gemelli insieme. Cinquant’anni. Di Vita” è una grande iniziativa itinerante che offre anche l'occasione di presentare il nuovo Policlinico A. Gemelli, ormai in corso di trasformazione da Policlinico in Policlinici (il servizio a pagina 8 illustra la prima delle cinque macroaree che sono perno della riorganizzazione, il Polo Cardiovascolare). a pagina 3 Alcol, un nemico da tenere sotto controllo. In ospedale Oltre 60 patologie indotte, 2,5 milioni di morti l’anno nel mondo. L’alcol è un nemico micidiale che richiede, dal punto di vista sanitario, risposte precise, da angolazioni diverse e interdipendenti. Il Policlinico A. Gemelli fa fronte a questa emergenza sanitaria e sociale con due strutture: il Day Hospital di Psichiatria e il Centro di Alcologia e Patologie Alcol-correlate. A PAGINA 7 TAC ultraveloce e con meno radiazioni svela i segreti del cuore a rischio di infarto Rapida, con basse emissioni e poco invasiva: è la nuova TAC che al Gemelli permette di individuare il rischio infarto analizzando cuore e vasi rapidamente, senza dolore, comodamente distesi e nel tempo di pochi secondi. A PAGINA 2 Nuovi orizzonti nella terapia contro l’HIV: la semplificazione con due farmaci Cinque Poli (Cardiovascolare, Donna, Emergenza, Neuroscienze, Oncologico) per offrire risposte smpre più pronte, sicure ed efficaci alla crescente domanda di salute, rispondente ai requisiti del governo clinico. E’ la nuova organizzazione del Gemelli, che iniziamo a raccontare su queste pagine a partire dal Polo Cardiovascolare. a pagina 8 I ricercatori dell’Istituto di Clinica delle Malattie Infettive del Policlinico A. Gemelli stanno procedendo a uno studio pilota di semplificazione della terapia contro l’HIV. A PAGINA 4 CriBeNS: centro di eccellenza per la ricerca la biochimica e la nutrizione nello sport Il ruolo della componente genetica nella pratica sportiva è oggetto di studi avanzati al CriBeNS, Centro di ricerche in Biochimica e nutrizione dello sport. A PAGINA 6 Anoressia e altre storie I disturbi del comportamento alimentare Il Gemelli risponde con due strutture dedicate ai Disturbi del comportamento alimentare (DCA), fra i quali l’anoressia è il più conosciuto. Un’emergenza sociale che coinvolge in Italia 3 milioni di persone. A PAGINA 5 INQUADRA il codice a sinistra con il tuo smartphone oppure N. 5 SETTEMBRE CLICCA su questo riquadro per il pdf di questa pagina, da stampare o condividere, presente nel sito: 2013 www.policlinicogemelli.it Diagnostica 2 La nuova TAC ultraveloce e con meno radiazioni svela i segreti del cuore a rischio di infarto Studiare il cuore ed i vasi rapidamente, senza dolore e con poco stress, stando comodamente distesi e nel tempo di pochi secondi (il tempo di “un battito di cuore o d’ali”) è stato per medici e pazienti a lungo un sogno, ma ora è realtà consolidata. La TAC o Tomografia Assiale Computerizzata, indagine radiologica di uso comune nello studio del corpo umano basata sui raggi X, è divenuta nel tempo sempre più veloce: oggi è in grado di consentire lo studio del cuore e dei grossi vasi (ma anche dei vasi di calibro fino a 1-2 mm di diametro) in tempi così rapidi che consentono di “fotografare” il cuore in movimento come se fosse fermo (in modo analogo al fermo immagine di un atleta in corsa) e senza che il respiro possa alterare i risultati. Tutto questo raggiungendo una qualità di dettaglio straordinaria e fornendo una rappresentazione dell’organo e dei vasi in tre dimensioni (3D), con enorme guadagno della possibilità di diagnosi da parte del medico. L’infarto cardiaco è una patologia ben nota, vero e proprio “killer” silenzioso che si manifesta all’improvviso. Molto diffuso nel mondo occidentale, è una delle cause di morte più frequenti. Esso è legato alla chiusura improvvisa di una delle arterie che portano il sangue al cuore (arterie coronarie). In genere questo evento è preceduto dalla comparsa di restringimenti del vaso a causa di patologia progressiva (detta “aterosclerosi”) che procede silenziosa portando a riduzioni del diametro del vaso (“stenosi”) su cui poi improvvisamente si manifesta l’occlusione. I progressi della medicina cardiovascolare hanno portato a riconoscere fattori di “rischio cardiovascolare” (fumo, alcool, obesità, ipertensione arteriosa tra gli altri) e a sviluppare ed impiegare strumenti diagnostici sempre più avanzati allo scopo di identificare la presenza di stenosi potenzialmente capaci di determinare infarto e quindi danni cardiaci permanenti o morte. Questa capacità di riconoscere precocemente (prevenzione) si associa oggi alla possibilità di intervenire e non solo chirurgicamente per “dilatare” le coronarie oppure “disostruire” i vasi occlusi. La conseguenza è una minore mortalità ma anche morbidità (con danno permanente) rispetto al passato. Nonostante questo, sino a circa 10 anni fa, per individuare con certezza la presenza di stenosi dei vasi coronarici e il rischio di un infarto non vi era altra scelta che sottoporsi ad un esame utile quale l’angiografia, ma invasivo, basato cioè sull’impiego di piccoli tubi (cateteri) introdotti nelle arterie e quindi non esente da rischi. Tale esame è oggi insostituibile quando al riconoscimento di stenosi è possibile far seguire immediatamente la procedura terapeutica mirata a “dilatare” il vaso colpito (con un “palloncino” o con un tubicino metallico detto stent) ripristinando il flusso di sangue al cuore. Il rischio di una angiografia è pertanto ragione- vole per un immediato trattamento, ma sarebbe desiderabile evitarlo se fosse possibile escludere in modo più semplice e sicuro per il paziente la necessità di un trattamento. LA TAC coronarica è oggi in grado di fare proprio questo: studi clinici hanno dimostrato che essa è particolarmente efficace nell’escludere la malattia, proprio per questo permettendo di evitare ulteriori più rischiose indagini. TAC di ultima generazione in funzione al Gemelli Presso la Radiodiagnostica del Policlinico A. Gemelli è da circa dieci anni operativo un team di specialisti radiologi con esperienza in Cardioradiologia sotto la direzione del prof. Lorenzo Bonomo, attualmente costituito dal prof. Biagio Merlino, il dott. Riccardo Marano, il dott. Agostino Meduri e il dott. Giancarlo Savino. La TAC coronarica è stata introdotta sin dall’inizio, con risultati consolidati sia nello studio del paziente con patologia coronarica che in altre patologie cardiache e vascolari (aortiche, polmonari). La recente installazione presso il Servizio di Radiologia di una nuova TAC di ultima generazione, unica nel suo genere perché con doppia sorgente di raggi X (“Dual Source”) e pertanto ultraveloce (non a caso detta “Flash”), permette di assicurare ai pazienti afferenti al Policlinico la massima espressione di questa indagine in termini di qualità degli esami e della diagnosi e di vantaggi per il paziente. Oltre alla velocità (lo studio in sé dura da 1 a 5 secondi, con alcuni minuti di preparazione prima dell’esame stesso), la nuova TAC è caratterizzata dalla capacità di ridurre in maniera significativa la dose di raggi X erogata al paziente (fino a 10 volte!) rispetto alle stesse strumentazioni di generazione precedente. Questo riduce i danni potenziali legati all’esame e rende impiegabile l’esame anche in età pediatrica. Sebbene sia sempre necessario iniettare durante l’esame liquido di contrasto (in una vena del braccio attraverso un piccolo ago) per visualizzare i vasi in modo adeguato, bassissima dose e poca invasività fanno della TAC coronarica con le caratteristiche descritte un’indagine spesso utile e talora irrinunciabile. Non si tratta pertanto di uno studio “per tutti”, ma “per molti”, includendo tutti quei pazienti per i quali, sulla base di una attenta valutazione clinica e strumentale con esami di primo livello (test da sforzo, ecocardiografia) il sospetto di malattia coronarica sia fondato ma non sia già così chiaro da suggerire un quasi sicuro trattamento. Indicazioni alla TAC coronarica sono quindi il sospetto di lesioni coronariche in soggetti con rischio basso o intermedio (esami precedenti dubbi, dolore toracico atipico), di anomalie coronariche congenite (spesso causa di morte improvvisa se non riconosciute), lo studio di vasi coronarici e cuore in pazienti già operati o in previsione di intervento per varie patologie cardiache. Solo in questi casi il rischio legato all’esame, seppur ridotto, trova una sua valida giustificazione Prenotazioni: www.policlinicogemelli.it (“Prenotazioni Cardio TAC e Cardio RM”) Contatto: [email protected] INQUADRA il codice a sinistra con il tuo smartphone oppure N. 5 SETTEMBRE CLICCA su questo riquadro per il pdf di questa pagina, da stampare o condividere, presente nel sito: 2013 www.policlinicogemelli.it Speciale Gemelli insieme 3 Il Gemelli con le donne a piazza Re di Roma: due giorni di prevenzione dei tumori femminili Sabato 21 e domenica 22 settembre, nuova tappa di Gemelli insieme, il progetto itinerante del Policlinico A. Gemelli. In Piazza Re di Roma, ginecologi e senologi del Polo Donna saranno a disposizione per la prevenzione di alcune malattie della donna: i tumori del collo dell’utero, delle ovaie, dell’endometrio e della mammella. In piazza i ginecologi del Gemelli offriranno a tutte le interessate un piano di prevenzione personalizzato, stilato considerando i fattori di rischio di ciascuna. In particolare saranno raccomandate misure di prevenzione primaria volte alla correzione di quei fattori di rischio che sono modificabili (ad esempio, cambiamenti della dieta, dello stile di vita e delle abitudini quotidiane). Inoltre, sarà consegnato un opuscolo informativo sulla prevenzione del cancro del collo dell’utero e saranno date indicazioni sulle modalità di accesso allo specifico ambulatorio del Policlinico, l’Ambulatorio ‘PreGio’, Prevenzione Giovani, dedicato alle giovani donne. I consigli di prevenzione offerti saranno differenziati anche in base all’età delle interessate: alle più giovani sarà consegnato un opuscolo informativo sul ruolo fondamentale della vaccinazione anti-papilloma virus umano (HPV) nella prevenzione del tumore del collo dell’utero e sulle modalità di accesso a PreGio. Alle donne di ogni età sarà offerto un programma individuale per la diagnosi precoce di tumore (prevenzione secondaria) con l’elenco degli appuntamenti ed esami raccomandati (visita ginecologica, Pap test, ecografia, eventuale dosaggio di marcatori tumorali) e le modalità di esecuzione di questi esami presso il Policlinico. I senologi del Gemelli, invece, proporranno un piano di prevenzione personalizzato, illustrato in tre punti: si parte con la valutazione del rischio individuale e familiare, per poi illustrare i corretti stili di vita anti-cancro, poi ancora la programmazione di un calendario di esami clinico-strumentali da eseguire periodicamente, con frequenza diversa in base all’età, per la diagnosi precoce di tumore e le modalità di esecuzione di questi esami presso il Policlinico. Saranno anche distribuiti opuscoli informativi chiari e sintetici sulle norme di prevenzione senologica. In casi particolari i medici in piazza potranno anche fare ecografie e mammografie direttamente sul posto, dove sarà presente un’unità mobile senologica appositamente allestita, ma solo laddove il medico lo riterrà opportuno. 21 e 22 settembre con eventi e salute “in rosa” una nuova tappa del progetto “Gemelli insieme” Il Polo Donna, che organizza la prima tappa di prevenzione, si presenta con un’equipe multidisciplinare, che comprende ginecologo, neonatologo, ematologo ed ostetrica (per l’area della gravidanza, parto, donazione del cordone, neonato), reumatologo, endocrinologo, endocrinochirurgo, diabetelogo, dietologo (per rispondere ai quesiti relativi a patologie che interessano le donne), in particolare si occupa di gestire i percorsi clinico-assistenziali per tutte le malattie, anche oncologiche, riguardanti la donna. In piazza Re di Roma, accanto alle iniziative di prevenzione dedicate alla salute della donna, ci saranno momenti di intrattenimento e cultura. L’iniziativa del Policlinico “Il cielo nelle stanze”, con Luciano Onder, per l’occasione si trasferirà in piazza, intervistando alcune note donne scrittrici, nella mattinata di domenica 22 settembre. Spazio anche al cinema di impegno sociale dedicato alle donne che hanno vinto la malattia. Sarà proiettato il cortometraggio dal titolo “Insieme” di Annamaria Liguori, prodotto dall’Associazione Culturale Meltin ‘Pot in collaborazione con l’associazione Salute Donna Onlus e la Società Italiana di Psico-Oncologia. Presentato alla 70ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il cortometraggio vede protagonisti Nicolas Vaporidis, Euridice Axen, Giorgia Wurth e Monica Scattini, e vuole portare in primo piano il dramma del cancro, dramma individuale e familiare, che, “insieme” al sostegno e all’amore dei propri cari, può essere sconfitto. Sarà proiettato anche il cortometraggio intitolato Tre donne, diretto da Gabriele Muccino, in cui le tre protagoniste, malate di cancro, trovano la forza per lottare e sconfiggere il tumore, con l’aiuto di medici illuminati e a riprendere la loro vita che era stata “congelata” dalla malattia. Palco in piazza, laboratori, accoglienza ai test: le immagini qui sopra sono tratte dalla tappa inaugurale di Gemelli insieme, che ha avuto luogo a Roma, in Piazza del Popolo, nelle giornate del 15 e 16 giugno Il progetto “Gemelli insieme” “Gemelli insieme” è una manifestazione ideata, realizzata e promossa dal Policlinico Universitario A. Gemelli, dedicata e destinata alla città di Roma al fine di promuovere un programma di prevenzione per la salute dei cittadini e volto all’educazione ai corretti stili di vita e al concetto che la prevenzione è la migliore delle cure. Con questo evento si vuole sottolineare il rapporto di vicinanza fra il Gemelli e i cittadini, rapporto che celebra 50 anni di cura e di ricerca per la vita. Il progetto è realizzato grazie alla sensibilità e al sostegno di Eni, Johnson&Johnson e Willis Italia, Manutencoop, Medtronic, Siemens e con il patrocinio di Roma Capitale, Regione Lazio e Coni e con l'Adesione Del Presidente Della Repubblica. Prossima tappa: Tiroide (12-13 ottobre) al Foro Italico Dopo questa prima tappa di prevenzione dei tumori femminili, seguirà il 12-13 ottobre presso il Foro Italico di Roma una tappa di prevenzione dedicata alle malattie della tiroide; a dicembre sarà la volta della Prevenzione delle malattie della vista e dell'udito; a febbraio ci sarà un focus sulla prevenzione dell’obesità e corretta alimentazione; ad aprile la prevenzione delle malattie cardiovascolari; a maggio la prevenzione dei tumori della pelle. Per saperne di più visita: www.gemellinsieme.policlinicogemelli.it INQUADRA il codice a sinistra con il tuo smartphone oppure N. 5 SETTEMBRE CLICCA su questo riquadro per il pdf di questa pagina, da stampare o condividere, presente nel sito: 2013 www.policlinicogemelli.it La clinica 4 Nuovi orizzonti nella terapia contro l’HIV: la semplificazione con due farmaci L’introduzione nella pratica clinica della terapia di combinazione a 3 farmaci contro l’HIV, il virus responsabile dello sviluppo dell’AIDS, ha permesso di ottenere ottimi risultati nella gestione di questa malattia. In oltre l’80% dei pazienti è oggi possibile un controllo duraturo della moltiplicazione del virus, con riduzione della mortalità e della morbidità. Tuttavia, non essendo tuttora possibile l’eliminazione definitiva (eradicazione) di HIV nel paziente, la terapia deve essere continuata a tempo indefinito, con il possibile sviluppo di problematiche di tossicità d’organo e ripercussioni sulla qualità della vita. Le linee guida italiane raccomandano, fra le possibili strategie di ottimizzazione della terapia antiretrovirale, la riduzione del numero dei farmaci. Quest’opzione è percorribile in alcune condizioni, quali la documentata tossicità, la presenza di effetti collaterali, la prevenzione della tossicità a lungo termine. Molto promettente, fra queste strategie, si mostra la duplice terapia, su pazienti ben selezionati, basata sugli inibitori della proteasi di HIV (una classe di farmaci estremamente potente) e lamivudina (un farmaco utilizzato da quasi 20 anni, molto sicuro). Per questi motivi, i ricercatori dell’Istituto di Clinica delle Malattie Infettive del Policlinico A. Gemelli hanno ideato “ATLAS” (ATazanavir and LAmivudine Simplification study), uno studio pilota (studio preliminare su un piccolo gruppo di pazienti) di semplificazione della terapia contro HIV per cercare di rispondere all’esigenza clinica di ridurre la tossicità dei farmaci antiretrovirali nel lungo termine, mantenendo alti livelli di efficacia. Sono stati arruolati, previa raccolta del consenso informato, 40 soggetti, sulla base di criteri importanti quali la soppressione costante della moltiplicazione del virus (da almeno 6 mesi), l’assenza di epatite e di precedenti fallimenti a terapie che comprendessero i farmaci utilizzati nello studio, l’assenza di terapie associate in grado di ostacolare l’assorbimento dei farmaci da parte dell’organismo. Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Journal of Antimicrobial Chemiotherapy. Dopo aver semplificato la terapia con due far- Andamento dei parametri viroimmunologici nello studio ATLAS Modifiche nei livelli di lipidi e bilirubina e nella funzionalità renale (figura 2) FIG. 1 Follow-up a 48 settimane (ITT) Al centro Roberto Cauda, direttore dell’Istituto di Clinica delle Malattie Infettive, e le ricercatrici Simona Di Giambenedetto e Manuela Colafigli maci attivi (atazanavir e lamivudina) ed un farmaco di sostegno ad atazanavir (ritonavir) i pazienti effettuavano visite di controllo a 4, 12, 24, 36 e 48 settimane dalla visita di inizio studio. Erano previste inoltre alcune valutazioni speciali delle funzioni più fini del sistema nervoso centrale mediante test neuropsicologici, la misurazione della densità dell’osso, la ricerca di eventuali placche aterosclerotiche della carotide e questionari per la valutazione di aderenza alla terapia, sintomi e qualità della vita. Alla fine delle 48 settimane (circa un anno di trattamento) era stata osservata una sola ripresa della moltiplicazione del virus in una paziente che aveva smesso di assumere correttamente la terapia, senza che questo portasse allo sviluppo nel virus di resistenza ai farmaci. Altri 3 pazienti sono usciti precocemente dallo studio per eventi non correlati. Gemelliinforma - Bollettino a diffusione interna per il Policlinico “A. Gemelli” di Roma - testata in attesa di registrazione Direttore Nicola Cerbino Board editoriale: A. Giulio De Belvis, Luca Revelli, Giorgio Meneschincheri, Carla Alecci, Francesca Russo, Emiliana Stefanori Consulenza giornalistico-editoriale: Value Relations srl - Enrico Sbandi Redazione tecnico-scientifica: Alessandro Barelli, Christian Barillaro, Ettore Capoluongo, Ivo Iavicoli, Roberto Iezzi, Gaetano Lanza, Federica Mancinelli, Marco Marchetti, Mario Rigante, Carlo Rota. Stampa: Cangiano Grafica - via Palazziello 80040 Volla (Na) Le difese immunitarie espresse come numero di linfociti CD4 per mmc sono rimaste costanti nel tempo per tutto il tempo di osservazione; la figura 1 mostra l’andamento della moltiplicazione del virus e delle difese immunitarie (CD4) nel corso dello studio. Gli eventi avversi osservati, in percentuale bassissima, sono stati di lieve entità e si sono risolti senza conseguenze di rilievo. Alla fine delle 48 settimane sono stati osservati significativi incrementi del colesterolo totale, ma non del rapporto tra il colesterolo associato ad un maggiore rischio e quello associato ad un minore rischio di aterosclerosi ed un significativo miglioramento della funzione del rene. Significativi i miglioramenti della salute fisica e mentale generale; la terapia a due farmaci è risultata sicura anche dal punto di vista della protezione del sistema nervoso centrale, con alcuni miglioramenti nei compiti che valutavano l’attenzione e le funzioni esecutive e nel numero totale di prove patologiche. Questo studio ha dimostrato la fattibilità, nei pazienti che rientrano nei criteri di selezione descritti, della terapia anti HIV a due farmaci. Attualmente questo trattamento è oggetto di valutazione in uno studio nazionale che coinvolge oltre 20 centri in Italia e confronta questa strategia con la prosecuzione della classica terapia a tre farmaci. La riuscita potrebbe aprire la strada ad un alleggerimento della terapia anti HIV e della sua tossicità in molti pazienti con le caratteristiche adeguate per questo tipo di trattamento. QR code: inquadratelo col cellulare Il simbolo di forma quadrata che trovate in ciascuna pagina è un “QR code”. Inquadrato con la fotocamera del cellulare, collega direttamente alla pagina web dell’articolo a cui è associato, nel sito www.policlinicogemelli.it. Perché funzioni, il telefono deve potersi collegare ad internet, avere la fotocamera ed il programma (scaricabile gratis dalla rete) che riesce a “vedere” e leggere i QR code. Per maggiori informazioni: http://bit.ly/QRistruzioni INQUADRA il codice a sinistra con il tuo smartphone oppure N. 5 SETTEMBRE CLICCA su questo riquadro per il pdf di questa pagina, da stampare o condividere, presente nel sito: 2013 www.policlinicogemelli.it La clinica 5 Anoressia e altre storie: Disturbi del Comportamento Alimentare I Disturbi del Comportamento Alimentare (in sigla: DCA) rappresentano una della sfide più difficili per il Sistema Sanitario: in Italia circa 3 milioni di persone, pari al 5% della popolazione, soffre di anoressia, bulimia, binge, o disturbi dell’alimentazione atipici come la vigoressia e l’ortoressia. L’incidenza è allarmante e in aumento. I DCA colpiscono dallo 0.5 all’1.5 % delle ragazze di età compresa tra 10 e 30 anni, con una media di 17 anni. Ma è emerso un preoccupante allargamento delle fasce di età, che riguarda in particolare le bambine prepuberi e le donne in età di menopausa. Va considerato inoltre che la prevalenza effettiva della malattia può essere anche maggiore, a causa delle forme non diagnosticate. Nel corso della vita, molte persone migrano da un problema all’altro, anche più volte. Un quarto delle bulimie, per esempio, esordisce come anoressia; e i disturbi dell’alimentazione atipici, che sono rappresentati dal 5060% dei pazienti, risultano essere l’esito o l’inizio dell’anoressia o della bulimia nervosa. L’85% di chi soffre di tali disturbi è di sesso femminile, ma sta diventando sempre maggiore il coinvolgimento degli uomini. Da un punto di vista fisico, l’anoressia è il DCA più evidente ed è potenzialmente fatale a causa dei disturbi ai vari organi ed apparati, che la patologia di per sé, e la malnutrizione che ne consegue, possono causare. Nel corso della malattia, la cronica deprivazione di substrati essenziali alla crescita e sviluppo determina modificazioni ormonali critiche che, nelle forme ad esordio prepuberale, possono determinare alterazioni dell’accrescimento, riguardanti sia la crescita staturale che la maturazione funzionale degli organi. La anoressia è uno, forse il più grave, dei DCA, che negli ultimi anni ha registrato un progressivo incremento, con numeri tali da rappresentare un fenomeno di grande allarme sociale. Caratteristica centrale dell’Anoressia Nervosa è la magrezza eccessiva ed una distorta percezione corporea, una ossessiva preoccupazione per il proprio peso che continua anche negli stadi più avanzati della patologia quando la magrezza è estrema. E’ una malattia che esprime un doloroso e profondo disagio ed è la patologia psichiatrica gravata dalla maggiore mortalità (410%) dovuta alle gravi complicanze organiche o a suicidio. Particolarmente temibili, perché causa di morte, sono le alterazioni cardiache dovute alla grave perdita di potassio, soprattutto se alla scarsa alimentazione si associa il vomito o l’abuso di lassativi. Preoccupante è anche l’aumento di infezioni, che più facilmente aggrediscono organismi debilitati. Tra le conse- guenze a lungo termine la più importante è l’alterazione della mineralizzazione ossea, che può causare, in giovani con meno di 30 anni, un quadro di osteoporosi analogo a quello presentato nelle donne anziane. Si calcola che dopo 6 anni di malattia il 38% delle ragazze presenta osteoporosi ed il 92% presenta osteopenia. Frequentemente, anche dopo recupero ponderale, permane l’assenza del ciclo mestruale; l’amenorrea, uno degli elementi diagnostici dell’anoressia in fase acuta, con la normalizzazione del peso non sempre regredisce (con conseguente compromissione della funzione riproduttiva), soprattutto se persistono abitudini alimentari scorrette e/o un’eccessiva attività fisica. Nella terapia dei Disturbi del Comportamento Alimentare, di cui la psicoterapia rappresenta il cardine del trattamento, sono coinvolte e integrate figure professionali diverse: internisti, endocrinologi, nutrizionisti, psichiatri, psicologi clinici, dietisti, privilegiando, senza mai escludere l’altro, il versante somatico o psichico a seconda delle fasi della malattia. Il ricovero “salvavita” nei casi di grave alterazione del metabolismo, di grave malnutrizione o di infezione, indispensabile nelle fasi acute della malattia, viene effettuato presso la Divisione di Endocrinologia che accoglie pazienti già seguiti presso l’ambulatorio di Endocrinologia o di Psichiatria o provenienti da altre strutture del territorio o direttamente dal Pronto Soccorso. Una volta superata l’emergenza medica per la graduale gestione del recupero di una corretta alimentazione il paziente, in regime di DH, o ambulatoriale, continua la nutrizione parenterale finchè è necessaria ed effettua periodici incontri con il nutrizionista per il recupero delle normali abitudini alimentari. RIVOLGERSI QUI Da circa un anno è attivo al Policlinico Gemelli un ambulatorio dedicato alle Patologie dell’Alimentazione che si affianca e collabora con il Servizio di Disturbi del Comportamento alimentare, afferente alla Psichiatria. I ricoveri vengono effettuati presso la UOC di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Direttore prof. Alfredo Pontecorvi. L’ambulatorio si svolge tutti i mercoledì (ore 8-11), poliambulatori 4° piano (referente dott. Silvia Della Casa). Le prenotazioni si possono effettuare presso il CUP (prime visite) o telefonicamente allo 06.30157094, oppure via mail all’indirizzo: [email protected]. it; [email protected]. “Malattie del disagio” Sono in molti, e modelle e aspiranti tali sono senz’altro tra questi, che credono che certe “cattive” abitudini volte al controllo più o meno rapido del peso, possano essere senza conseguenze sull’organismo e soprattutto possano essere interrotte senza problemi qualora lo si voglia. “Non sempre è così spiega Silvia Della Casa, specialista in Endocrinologia e in Pediatria - : l’eccessiva pressione e l’ossessione del cibo diventano in tanti casi una costante di cui è molto difficile liberarsi”. Ciò è talmente vero che, spesso, ragazze del tutto normali che intraprendono una dieta, anche equilibrata e sotto controllo medico, non riescono più a riacquistare un rapporto normale con il cibo e scivolano in un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) che può compromettere l’esistenza in modo irreversibile. E’ noto che diverse attività sportive agonistiche, e la danza classica prima di tutte, sono in grado di condizionare l’alimentazione, richiedendo corpi asciutti e scattanti e, soprattutto in un ambiente competitivo, è comune che vengano messi in atto restrizioni alimentari e comportamenti non sani per ottenere il controllo del peso corporeo. Alcuni sport richiedono un fisico adolescente “per sempre” e la ragazza, che con lo sviluppo puberale vede comparire le forme della femminilità, ottiene, grazie alla restrizione dell’introito calorico, una sorta di regressione di tali modifiche. Nell’anoressia il problema non è primariamente con il cibo, ma piuttosto è un rifiuto di crescere, un rifiuto di cambiare e la perdita del controllo nei confronti di un corpo che cambia si traduce in un controllo esasperato del cibo. INQUADRA il codice a sinistra con il tuo smartphone oppure N. 5 SETTEMBRE CLICCA su questo riquadro per il pdf di questa pagina, da stampare o condividere, presente nel sito: 2013 www.policlinicogemelli.it Terapie e... non solo 6 CriBeNS: centro di eccellenza per la ricerca la biochimica e la nutrizione nello sport Negli ultimi anni, anche per effetto di altrebbe realizzare sin dalla scuola, in macuni importanti incidenti accaduti ad atniera capillare. La formazione di insegnanleti, sia a livello amatoriale, che agoniti, preparatori e dei futuri atleti non può non stico e professionistico, è fortemente trovare giovamento da un approccio scienaumentata la ricerca sui fattori di ritifico ed orientato alla individualità della schio per le persone che praticano attipersona-atleta. vità sportiva. In tale contesto si pone il Centro di ricerche Alcune condizioni, in particolare quelle lein Biochimica e nutrizione dello sport (Crigate ad alcune forme di patologie cardiovaBeNS), un centro interateneo, di cui è discolari ereditarie o di difetti metabolici, posrettore scientifico il prof. Bruno Giardina, sono non risultare evidenti in maniera certa, nato dalle sinergie tra diverse entità dell’UDa destra: Bruno Giardina, direttore scientifico CriBeNS, e Ettore Capoluongo, responsabile U.O.S. soprattutto in assenza di una storia familianiversità Cattolica del Sacro Cuore, quali le Diagnostica Molecolare Clinica e Personalizzata re o di presenza di sintomi specifici. Per deFacoltà di Scienze della formazione, di Mefinire il fenotipo dell’atleta, per determinare nella preparazione alla pratica sportiva: dai dicina e chirurgia “A. Gemelli” e di Agraria. cioè le caratteristiche metaboliche ed i preparatori atletici a tutte le figure mediche Tale Centro svolge la propria attività presso meccanismi di adattamento dello specifico e sanitarie che gravitano nell’ambito dello le sedi di Roma, Milano e Piacenza e, per soggetto a determinati stress di tipo am- sport. Pertanto, da una corretta informazio- l’esercizio delle sue attività, impiega le bientale, è fondamentale quindi conoscere ne, emerge una migliore qualità di avvici- strutture di laboratorio e di ricerca che affetutti i fattori che possono condizionare le namento alla attività sportiva, che si po- riscono alle suddette Facoltà e al Dipartiperformance sportive oltre che le attimento per l’assistenza sanitaria di tudini dell'individuo a sopportare partiMedicina di laboratorio. colari oneri di tipo preparatorio allo Il Centro promuove e svolge attività sport. scientifiche, di base e applicate, su Già nel VI secolo a. C. Solone, il prisettori di Biochimica, Nutrizione, Biomo legislatore delle palestre, rapprechimica clinica e Biologia molecolare sentava l’atleta come la persona che clinica applicati all’attività sportiva. meglio incarnava il coraggio, la belL’attività di formazione diffusione dei lezza e l’armonia, espressione non risultati scientifici è prevista con sesolo di vigoria fisica, ma anche di minari, convegni, dibattiti, incontri, qualità morali. Gli studi pubblicati su master, corsi di aggiornamento, animportanti e qualificate riviste negli ulche di carattere internazionale, su timi anni, hanno documentato come aspetti biochimico-nutrizionali applila componente genetica possa incati allo sport. Tali corsi saranno deUn recente studio ha documentato come le capacità fluenzare in maniera drammatica le stinati a tutte le figure: dallo studendell’atleta, in termini di resistenza, potenza e performancapacità individuali verso lo sport o, te, all'atleta potenziale o professionice, siano in genere associate alla presenza singola o meglio, la propensione verso una sta, fino a tutti i professionisti coincombinata di circa ventitré varianti genetiche, in almeno particolare pratica sportiva rispetto ad volti nella preparazione sportiva. 14 geni differenti. La presenza di tutte le ventitré varianti altre. In associazione a ciò, gli studi L’interesse verso questi aspetti pefavorevoli ad un profilo di performance “perfetta”, è un genomici hanno fortemente contribuiculiari e moderni dell'approccio alla evento da considerarsi rarissimo, anche se alcune vato anche a capire come alcuni geni preparazione sportiva, è dimostrato rianti già da sole possono condizionare le capacità e le siano in grado di condizionare l'outdal fatto che molti dei lavori in tale attitudini individuali allo sport. Tali dati, gestiti nell’ambito come, in termini di capacità di recuambito vengono effettuati su atleti di un’equipe multidisciplinare, che tenga conto del profipero dallo stress che l'allenamento o d'elite di importanti club o squadre lo genetico su cui orientare sia la preparazione fisica la gara stessa provocano nell'atleta, internazionali. che quella comportamentale (dieta e stile di vita), poevitando particolari effetti collaterali Il CriBeNS, proprio perché capace di tranno sicuramente fornire un vantaggio agli appassioquali fragilità ossea o la sarcopenia. rispondere in maniera multidisciplinati dello sport, a tutti i livelli. E’ chiaro che il risultato di In ultimo, anche numerosi marcatori nare alle diverse esigenze scientifiun test non può da solo influenzare la scelta o la selegenetici associati alla capacità metache e di ricerca applicata, sia a livelzione, ma può comunque dare una indicazione circa la bolica individuale sono stati individualo individuale che di federazioni o tipologia di attività che l’individuo può intraprendere ed il livello di intensità che lo stesso potrà sostenere. Tutto ti come potenziali bio-marcatori di club sportivi, potrà sicuramente offriquesto, se guidato nell’ambito di uno stretto rapporto performance, con potenziali implicare un importante contributo alla ricercon gli specialisti della medicina sportiva, può ridurre di zioni anche su aspetti importanti quali ca nel campo della fisiologia e biomolto alcuni degli effetti collaterali legati ad esempio al la preparazione dietetica e nutrizionachimica dello sport. Presso l’U.O.S. rischio di over-training. La messa a punto, ad esempio, le che deve fungere da importante di diagnostica molecolare Clinica del di cibi con particolari caratteristiche di biodisponibilità di complemento all'attività preparatoria Servizio Analisi I del Policlinico A. nutrienti, tali da permettere il miglioramento delle capacidell'atleta o dello sportivo, sia d’elite Gemelli sono già disponibili i test per tà metaboliche dell’atleta, sia durante l’allenamento che che semi-professonista e amatoriale. i marcatori molecolari riportati dalla prima della gara, potrebbe inoltre aiutare nel mitigare In tale contesto, la corretta informaletteratura come potenzialmente utili particolari condizioni di base sfavorevoli e migliorare la zione e la ricerca devono affiancare per la valutazione della performance performance dell’atleta. tutte le figure professionali coinvolte sportiva. Ventitré varianti in 14 geni differenti: la combinazione dell’atleta perfetto INQUADRA il codice a sinistra con il tuo smartphone oppure N. 5 SETTEMBRE CLICCA su questo riquadro per il pdf di questa pagina, da stampare o condividere, presente nel sito: 2013 www.policlinicogemelli.it L’assistenza 7 Quando l’alcol in Ospedale è un nemico da tenere sotto controllo L’alcolismo è un problema drammaticamente diffuso che richiede, dal punto di vista sanitario, risposte precise, da angolazioni diverse e interdipendenti: sotto il profilo psicologico e dal punto di vista organico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità indica nell’abuso di al- col uno dei fattori di rischio più importanti per la salute mentale e per lo sviluppo di dipendenza, anche da altre sostanze, e di gravi complicanze neuropsichiatriche. Le patologie indotte sono oltre 60, le conseguenze sono da brivido: circa 2,5 milioni di morti al mondo ogni Al Day Hospital di Psichiatria il trattamento di alcolismo e poliabuso L’Istituto di Psichiatria e Psicologia del Policlinico A. Gemelli - Università Cattolica di Roma - ha in attività, fin dal 1978, un Ambulatorio per l’Alcolismo, di cui è responsabile il prof. Luigi Janiri (nella foto), poi confluito nel Day Hospital di Psichiatria Clinica e Dipendenze. All’interno di esso una Unità di Trattamento si occupa nello specifico di Alcoldipendenza, Doppia Diagnosi (quando all’alcolismo si associa un altro disturbo mentale) e Poliabuso, in collegamento e collaborazione con altre Unità che curano dipendenze da sostanze, dipendenze comportamentali (es. gioco d’azzardo patologico) e disturbi d’ansia e dell’umore. Questo Day Hospital afferisce al Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia e prevede percorsi gratuiti differenziati a seconda della severità del quadro clinico. La gestione può dunque essere sia ambulatoriale che in ospedalizzazione parziale. In quest’ultimo caso, il paziente alcolista, dopo adeguato inquadramento diagnostico, viene sottoposto ad accertamenti RIVOLGERSI QUI Il paziente può richiedere una prima visita telefonando dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle ore 13 al numero 06 - 3015 4332 / 4122. I colloqui si svolgono durante l’arco della settimana, escluso il sabato e la domenica, in orario di Day Hospital (ore 9 - 16). clinico-laboratoristici e strumentali e accede a un iter terapeutico-riabilitativo, con terapie di farmaci per l’astinenza e per il desiderio compulsivo, somministrati anche per via infusionale, e con un programma di trattamento individuale e di gruppo, basato sul counseling psicologico e sull’auto-mutuo-aiuto. Successivamente alla disintossicazione il paziente viene valutato approfonditamente sul piano psicodiagnostico e, sulla scorta del profilo psicopatologico e di personalità che ne emerge, viene formulato un progetto terapeutico complessivo che comprende, oltre al follow-up, l’invio, ove fosse necessario, ad altri centri di una vasta e articolata rete assistenziale territoriale. E’ infatti fondamentale nella cura dell’alcolismo un approccio multidisciplinare integrato, per cui varie competenze (medico-psichiatriche, internistiche, psicologiche, riabilitative) e tipologie di strutture sociali e sanitarie (dai gruppi di Alcolisti Anonimi alle comunità terapeutiche) interagiscano in rete con l’obiettivo di erogare trattamenti personalizzati, tagliati sugli specifici bisogni del paziente, nelle sue differenti fasi di malattia. anno, con notevole impatto sui costi sia sociali sia economici - e sulla qualità della vita non solo dei pazienti, ma anche dei relativi nuclei familiari. Il Policlinico risponde a questa emergenza sociale con due strutture, qui di seguito descritte. Al Centro Patologie Alcol-correlate studio e cura delle conseguenze Dal 1998 è presente, all’interno del Dipartimento di Medicina Interna del Policlinico A. Gemelli, il Centro di Alcologia e Patologie Alcol-correlate, di cui è responsabile il prof. Giovanni Addolorato (nella foto), dedicato alla gestione dei pazienti affetti da abuso di alcol e alcol-dipendenza. In tale Centro viene offerto, in maniera gratuita e riservata, un trattamento multidisciplinare per il raggiungimento e il mantenimento dell’astensione da bevande alcoliche. Questo trattamento si basa sull’uso sia di farmaci specifici efficaci nel ridurre il desiderio e il bisogno di assumere alcol (farmaci anticraving) che del supporto psicologico (counselling) per il paziente e per i suoi familiari. Inoltre vengono gestite le patologie alcol-correlate, sia dal punto di vita diagnostico che terapeutico. L’attività assistenziale è svolta, infatti, da medici di estrazione internistica con competenze in ambito alcologico, epatologico, e di neuroscienze. La gestione dei pazienti è prevalentemente ambulatoriale, riservando il ricovero in reparto per acuti ai pazienti che presentino sindrome astinenziale alcolica severa, intossicazione alcolica acuta e complicanze internistiche. Inoltre, l’Ambulatorio di Alcologia e Patologie Alcol-correlate rappresenta, dal 2002, il riferimento all’interno del Centro Trapianti, per la gestione dei pazienti alcoldipendenti affetti da cirrosi epatica che necessitano del trapianto di fegato. L’obiettivo principale, in tal caso, è fornire ai pazienti gli strumenti di supporto terapeutico per prevenire la ricaduta sia nella fase pre che post-trapianto. Attualmente usufruiscono di tale attività assistenziale circa 150 pazienti con diagnosi di alcol-dipendenza o di uso inadeguato di bevande alcoliche secondo i criteri del DSM IV, in fase attiva o in fase di remissione (parziale o totale). Tali pazienti vengono seguiti e monitorati nel tempo, con una periodicità inizialmente settimanale; successivamente, nei pazienti che raggiungono la fase di remissione, la frequenza delle visite di controllo diventa mensile o semestrale. L’attività di ricerca rappresenta una parte fondamentale del lavoro di tale Centro, ed è prevalentemente di tipo clinico, in particolare finalizzata all’individuazione e sviluppo di nuove strategie terapeutiche efficaci nel trattamento dell’abuso e della dipendenza da alcol, e delle patologie alcol-correlate. Tale attività di ricerca ha condotto recentemente alla scoperta e al brevetto di un nuovo farmaco, il Baclofen, efficace in tale trattamento. RIVOLGERSI QUI Non è richiesta l’impegnativa del medico curante e viene tutelata la privacy del paziente. E’, tuttavia, opportuno prenotare telefonicamente il colloquio al numero 06.30157215. L’attività ambulatoriale viene svolta dal lunedì al venerdì, nelle fasce orarie 9.00-13.00 e 14.00-18.30. N. 5 SETTEMBRE 2013 Il “nuovo” Gemelli 8 Cambia il Policlinico Gemelli Ecco il POLO CARDIOVASCOLARE Perché il Polo Cardiovascolare? Le malattie cardiovascolari sono tra i più frequenti problemi di salute nei Paesi occidentali e rappresentano una enorme sfida per il Sistema Sanitario. Il Polo Cardiovascolare del Policlinico Gemelli nasce con l’obiettivo di “Garantire un’assistenza di livello elevatissimo nella prevenzione, diagnosi, trattamento medico-chirurgico fino alla riabilitazione in continuità assistenziale dei pazienti affetti da patologie cardiovascolari, secondo un approccio professionale, premuroso ed incentrato sul paziente, all’interno di un ambiente tecnologicamente ed organizzativamente avanzato, in cui il lavoro interdisciplinare supporti l’attività assistenziale, didattica e di ricerca”. diagnostiche, di trattamento e riabilitazione del suo problema di salute. Nel Polo il paziente trova reparti di degenza concepiti per diversi intensità assistenziali: terapie intensive, terapie subintensive e degenze ordinarie, ambulatori per la prevenzione, l’inquadramento iniziale ed il followup delle malattie cardiovascolari, laboratori di diagnostica non invasiva ed invasiva per eseguire coronarografie, procedure di cardiologia interventistica, di elettrofisiologia ed elettrostimolazione, sale operatorie di cardiochirurgia e chirurgia vascolare. Il Polo Cardiovascolare, se necessario, si raccorderà con gli altri Poli e le altre strutture del Policlinico per dare una risposta globale alla domanda di salute dei pazienti. Obiettivo del Polo Cardiovascolare è quello di creare un rapporto diretto con i pazienti, con i cardiologi del territorio e con i medici di medicina generale per far conoscere come l’innovazione in elettrofisiologia ed elettrostimolazione stia riducendo significativamente la percentuale di pazienti aritmici nel nostro territorio. L’ablazione “personalizzata” può essere curativa in moltissimi casi riducendo il ricorso a terapie farmacologiche e migliorando la qualità di vita dei nostri pazienti. Per informazioni: 06 96736335 email: [email protected] Cosa c’è nel Polo Cardiovascolare? Il Polo Cardiovascolare è costituito da un team multidisciplinare che, seguendo percorsi clinico assistenziali ed attuando una attività di ricerca continua, lavorano alla prevenzione ed al trattamento di tutte le fasi delle malattie cardiovascolari. Nel Polo che si analizza la situazione del paziente e gli raduna attorno il gruppo di professionisti più adatto a definire le fasi Il Percorso clinico-assistenziale dedicato al paziente con Insufficienza cardiaca Al Policlinico A. Gemelli è stato recentemente istituito un percorso privilegiato per i pazienti affetti da insufficienza cardiaca, una sindrome anche comunemente nota come “scompenso cardiaco”. Questa sindrome si può manifestare acutamente con improvvisa difficoltà respiratoria tale da richiedere immediato ricovero al Pronto Soc- Per offrire risposte più pronte, sicure ed efficaci alla sempre crescente domanda di salute che rispondano ai requisiti del governo clinico, il Gemelli ha recentemente compiuto un profondo ripensamento dell’organizzazione interna e delle modalità di erogazione delle cure, concentrando in modo omogeneo e integrato le varie attività, trasformando di fatto la struttura da “Policlinico” in “Poli-clinics”. Da questo progetto sono nati infatti cinque Poli: il Polo Cardiovascolare, il Polo Donna, il Polo Emergenza, il Polo Neuroscienze, il Polo Oncologico che hanno consentito di riorganizzare in modo integrato professionalità e tecnologie per realizzare luoghi di cura certi e riferimenti facilmente identificabili. Tutti gli utenti hanno in questo modo la possibilità di accedere ai percorsi clinico assistenziali dei Poli per affrontare i vari problemi di salute, trovando le risposte più idonee a soddisfare le proprie esigenze, che risulteranno sempre prioritarie per tutti gli operatori. Per informazioni sull’organizzazione dei Poli assistenziali del Gemelli: Governo Clinico: 06 3015.5955 email: [email protected] corso. Al Gemelli, i pazienti che dovessero arrivare in queste gravi condizioni troveranno un team di esperti capaci di affrontare nel modo più moderno e specialistico la fase acuta e grave dello scompenso cardiaco. Superata la fase acuta, i pazienti con insufficienza cardiaca sono riferiti in modo coordinato al proprio medico curante e all’ambulatorio specialistico dell’insufficienza cardiaca. Questo ambulatorio ha sede nel Complesso Integrato "Columbus", inserito nell’ambito del Campus dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sito in via Giuseppe Moscati 31-33, 00168 Roma (Centralino 06-35031, sito web www.h-columbus.it). E’ possibile prenotare una visita cardiologica nell’ambulatorio dedicato all ‘insufficienza cardiaca al numero 06-3503754, ogni giorno dopo le 11.00 oppure inviare una mail all’indirizzo: [email protected] INQUADRA il codice a sinistra con il tuo smartphone oppure CLICCA su questo riquadro per il pdf di questa pagina, da stampare o condividere, presente nel sito: www.policlinicogemelli.it