Svezia
[SVERIGE]
RICERCA REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON
FORUM FÖR FRIVILLIGT SOCIALT ARBETE
FORUM NAZIONALE PER L’IMPEGNO VOLONTARIO NEL SOCIALE
Giovanna Roiatti
Centro Servizi Volontariato Friuli Venezia Giulia
Karin Olsson
Forum Nazionale per l’Impegno Volontario nel Sociale
[CONTATTI]
Forum för Frivilligt Socialt Arbete
National Forum for Voluntary Social Work
Forum Nazionale per l’Impegno Volontario nel Sociale
Hantverkargatan 3F
11221 Stockholm – Svezia
Tel. +46 86510721
Fax +46 86525114
[email protected]
www.socialforum.se
[Scheda informativa a pagina 222]
179
C
A
R
T
A
D
’
CARTA D’IDENTITÀ
Popolazione
2008: 9.256.347 abitanti
Superficie
449.964 km2
Densità
22,6 abitanti per km2
Forma di governo
La Svezia è una monarchia costituzionale. Il Re (o la Regina) è formalmente il capo dello Stato, anche se non ha poteri esecutivi e non
esercita alcuna influenza sul processo politico. La Svezia è una democrazia parlamentare e rappresentativa dove tutti i poteri pubblici provengono dai cittadini. La popolazione è rappresentata a livello
nazionale dal Riksdag (il Parlamento svedese), dotato di potere legislativo. Le proposte di legge sono presentate dal Governo, il quale applica anche le decisioni prese dal Riksdag. La Svezia si divide in 21
contee a livello regionale e 290 municipalità a livello locale. Le contee
e le municipalità sono controllate da assemblee a carattere elettivo,
assistite dalle amministrazioni. Le elezioni generali per il Riksdag, i
consigli di contea e i consigli municipali si tengono ogni quattro anni,
rispettivamente di livello nazionale, regionale e locale.
Elezioni europee
D
E
N
T
I
T
À
Sistema sanitario nazionale
Il servizio sanitario nazionale in Svezia è una parte indispensabile
del sistema di previdenza e assistenza sociale svedese ed è dunque
aperto a tutti i cittadini. È amministrato e finanziato dalle municipalità per quanto riguarda l’assistenza sanitaria agli anziani, alle persone
con disabilità e a quelle soggette a cure mediche per lunghi periodi.
Le contee si occupano invece di finanziare e gestire l’assistenza sanitaria che necessita di controllo medico e di cure ospedaliere. La maggior parte del lavoro di assistenza è svolto da cliniche e ospedali
amministrati dalle municipalità e dalle contee. Oltre a questi, esistono
anche realtà di assistenza sanitaria privata e alcune no profit.
Livello di istruzione
Percentuale di giovani tra i 20 - 24 anni
che ha terminato la scuola secondaria
Percentuale di adulti tra i 25 - 64 anni che ha
terminato la scuola secondaria
2007: 80,71%
2002: 82,66%
10,92%
Tasso di immigrazione
Tasso di crescita
Nascite:
Morti:
2008: 1,19%
109.301
91.449
Tasso di occupazione
15-64 anni
(totale – maschi – femmine)
55-64 anni
(totale – maschi – femmine)
2007: 58,6%
2007: 19 Europarlamentari
Sistema di previdenza ed assistenza sociale
La previdenza sociale in Svezia è un modello universale, dunque
finanziata pubblicamente e amministrata dalle municipalità. Lo scopo
del sistema di previdenza e assistenza sociale è quello di sostenere le
persone nel rispetto della loro sicurezza economica e sociale, uguaglianza e partecipazione civile. Il sistema di previdenza sociale si assume la responsabilità per tutte le persone che si trovano in stato di
indigenza e necessità. I servizi di previdenza e assistenza sono gestiti
dalle autorità pubbliche e, talvolta, da organizzazioni no profit, in seguito alla richiesta emessa da autorità pubbliche.
180
I
74,02% - 76,38% - 71,58%
70,53% - 73,95% - 67,11%
Tasso di disoccupazione
15-64 anni (2008)
(totale – maschi – femmine)
Tasso di cambio valuta (Inforeuro 2009)
4,93% - 4,89% - 4,98%
1 Euro = 10,148
corone svedesi
INDICE - S v e z i a
GLOSSARIO
1
1.1
1.2
1.3
1.4
2
Definizioni
Volontari
Attività di volontariato
Organizzazioni di volontariato
Centri di supporto al volontariato
Volontari sul volontariato (interviste)
CENNI STORICI
1
2
3
4
Le origini: prima del 1900
Il secolo breve: 1900 - 2000
Lo stato dell’arte: 2001 - 2008
Il volontariato oggi
(interviste)
p. 183
183
183
183
183
183
184
ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO
193
1
2
3
3.1
3.2
193
193
194
194
Struttura organizzativa
Regole e funzionamento
Il rapporto con le istituzioni pubbliche
Introduzione
Dal nostro punto di vista
(interviste e questionari)
194
185
185
185
187
187
CONTESTO GIURIDICO
190
1 Panoramica su leggi e normative
1.1 Leggi e normative che definiscono
il terzo settore e relativi componenti
2 La partecipazione alla definizione
di politiche pubbliche
3 Politiche fiscali
4 Albi e registri
5 Elenco di leggi e normative
190
DATI E RICERCHE
195
1
2
2.1
2.2
2.3
3
195
196
199
203
204
Principali ricerche e statistiche
Indicatori economici e statistici
Risorse umane
Finanziamenti
Trend di crescita
Sui volontari e le organizzazioni
(interviste)
3.1 Motivazioni ed ostacoli
3.2 Bisogni e sfide
205
205
206
190
ORGANISMI DI RAPPRESENTANZA
191
192
192
192
E COORDINAMENTO
1
2
Reti e federazioni
Il lavoro di rete (interviste)
208
208
209
181
ENTI DI SUPPORTO
1
2
Misure di sostegno
(questionari e interviste)
Centri di supporto al volontariato
210
1
210
210
CONOSCERE GLI ENTI DI SUPPORTO
182
PROSPETTIVE DI SVILUPPO
2
L’infrastruttura per il volontariato
(interviste e questionari)
La prospettiva europea (interviste)
224
224
225
ELENCO DELLE PERSONE INTERVISTATE
226
213
215
BIBLIOGRAFIA
227
218
220
RISORSE INTERNET
228
(questionari)
212
Zona Ragazza
Agenzia per le ONG di Göteborg
Consiglio Nazionale delle
Organizzazioni Giovanili Svedesi
“Viljan”-Centro per il Volontariato di Södermalm
Forum Nazionale per l’Impegno
Volontario nel Sociale
222
Glossario
1 DEFINIZIONI
IL
VO L O N TA R I ATO
1.1 VOLONTARI
IN
EUROPA
In Svezia, il termine “volontario” ha un significato diverso rispetto al contesto anglo-americano. Dato che il lavoro
non retribuito era considerato, fino a poco tempo fa, come una realtà attiva legata all’appartenenza ad una organizzazione,
tutte le forme di lavoro non retribuito sono trattate allo stesso modo. La differenza terminologica tra “volontariato” e “attivismo politico” non è dunque così significativa in Svezia come avviene, invece, negli Stati Uniti o in Gran Bretagna. La
comune interpretazione svedese del termine “volontario” definisce una persona che lavora o è volutamente attiva durante
il proprio tempo libero. Un volontario non è pagato (o riceve una remunerazione simbolica). Il termine svedese che
definisce questo fenomeno è frivilligt arbete o ideellt arbete (Olsson L. E., Svedberg L., Jeppsson Grassman E., 2005, p.6).
1.2 ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO
Alla luce della breve introduzione e definizione fornita sopra, il contesto svedese definisce l'attività di volontariato
come un tipo di lavoro non retribuito che un individuo svolge volutamente, durante il proprio tempo libero. La definizione
non comporta l’appartenenza a un’organizzazione, tuttavia il volontariato può essere svolto come parte dell’attività di
un’organizzazione.
1.3 ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO
Secondo la più comune definizione di organizzazioni di volontariato, ci si riferisce qui alle organizzazioni formalmente
disciplinate, in possesso di un consiglio direttivo, una determinata struttura e di regolari attività. Sono private, istituzionalmente separate dal Governo dello Stato. Sono organizzazioni che non distribuiscono profitti ai propri membri, autogestite e, infine, implicano un livello significativo di lavoro e partecipazione da parte dei volontari.
1.4 CENTRI DI SUPPORTO AL VOLONTARIATO
Dato che in Svezia l'attività di volontariato si svolge, per ragioni storiche, all’interno di organizzazioni di volontariato
183
svezia
in quanto realtà attiva legata all’appartenenza ad un’organizzazione e,
a causa dell'intervento dello Stato sociale dopo la guerra, non esistono,
in senso stretto, dei centri di supporto al volontariato in Svezia. Tuttavia,
esistono realtà chiamate centri per il volontariato (Frivilligcentral), descritte di seguito nel presente rapporto. La definizione di tali centri è la
seguente: un centro per il volontariato è un ufficio informativo per le
attività di volontariato, un’interfaccia per le persone che vogliono diventare volontari (direttamente per gli individui o attraverso organizzazioni) e per le persone che hanno bisogno di assistenza volontaria.
Lo scopo di un centro per il volontariato è quello di rendere l’attività locale di volontariato più visibile e aumentare il suo prestigio. Il centro
dovrà facilitare le condizioni delle organizzazioni, dei gruppi e dei singoli, in modo che questi possano contribuire allo sviluppo locale e dovrà
fungere da complemento ai settori pubblici e privati. Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, sono nate altre organizzazioni che agevolano l’accesso al mondo del volontariato, ad esempio l’organizzazione “Ufficio
per il Volontariato” (Volontärbyrån). Il sito web dell’organizzazione pubblica gli annunci delle organizzazioni, volti a promuovere le opportunità
di reclutamento del personale volontario e a dare informazioni utili alle
184
persone che si interessano di volontariato, permettendo loro di trovare
i ruoli nel settore del volontariato adatti alle singole esigenze.
2 VOLONTARI SUL VOLONTARIATO (INTERVISTE)
Gli intervistati concordano nell’affermare che l’esistenza del settore
no profit svedese, con la sua varietà di attività e relazioni, è una condizione essenziale per la democrazia e lo Stato sociale. Attraverso l’attività
di volontariato, le persone guadagnano autorevolezza e si sentono coinvolte in quanto componenti chiave della società. Tutto questo crea una
sensazione di coerenza, particolarmente significativa per il settore della
sanità pubblica. Un’attività di volontariato portata avanti con successo
rappresenta numerose opportunità di integrazione tra generazioni e
culture, perché crea luoghi di incontro e elimina l’isolamento individuale,
dando vita ad un profondo senso di appartenenza. L'attività di volontariato si basa su una varietà di presupposti e soddisfa una maggiore
gamma di esigenze rispetto agli altri settori della società. Secondo gli
intervistati, l’importanza del volontariato è decisamente sottovalutata.
Cenni storici
1 LE ORIGINI: PRIMA DEL 1900
IL
VO L O N TA R I ATO
IN
EUROPA
Le prime organizzazioni di volontariato svedesi più vicine alle moderne organizzazioni nacquero durante la prima
metà del 19° secolo. Si tratta di un periodo che potrebbe essere definito come un momento di transizione tra la vecchia
società fondata su privilegi feudali e la nuova società capitalista. Nel corso di questa fase, nuove organizzazioni di intermediazione, provenienti da diversi settori sociali, riempirono la lacuna esistente tra le autorità centrali e le comunità
locali. Le organizzazioni, fondate da conservatori e da liberali, cercavano il conflitto, piuttosto che il consenso, nel tentativo
di preservare la società. Si trattava spesso di organizzazioni di beneficenza che operavano nell'assistenza ai poveri e sostenevano le autorità nell'esecuzione dei programmi di assistenza alla popolazione indigente. Le organizzazioni e lo Stato,
dunque, lavoravano insieme e risultava complesso tracciare una separazione assoluta tra lo Stato e un "settore no profit".
Durante questa fase iniziale di collaborazione tra le autorità e gli enti di beneficenza non era fondamentale stabilire quale
fosse la forma organizzativa da adottare, mentre era considerato essenziale portare avanti il programma di assistenza
destinato alla popolazione indigente.
2 IL SECOLO BREVE: 1900 – 2000
Alla fine del 19° secolo, la Svezia, fino a quel momento un paese agrario, divenne una nazione a economia industriale. Di
conseguenza, anche le organizzazioni di volontariato cambiarono: la fine del secolo vide la nascita dei movimenti popolari.
Tra il 1850 e il 1920, la popolazione crebbe da 3,5 a quasi 6 milioni di abitanti; la maggior parte dell'espansione avvenne
nelle piccole e grandi città. Nel 1850, il 10% della popolazione viveva nei centri urbani era ma, dal 1920, questa percentuale
diventò il 30%. L’urbanizzazione rifletteva la crescente industrializzazione; nello stesso periodo, il tasso di popolazione che lavorava nelle fattorie e nelle foreste decrebbe dal 75 al 44%. Anche l’emigrazione rappresentò un aspetto ideologico importante
per la nascita dei movimenti popolari, perché significò maggiori influenze internazionali sul movimento per la temperanza
svedese e sulle Chiese Libere.
Il concetto di movimento popolare è il più importante aspetto che aiuta a comprendere l’evoluzione del settore no profit
in Svezia. In teoria, i movimenti popolari svedesi si riferiscono strettamente alle Chiese Libere, al movimento per la temperanza
e al movimento dei lavoratori; tuttavia, in senso lato, il concetto comprende anche, solo per citare alcuni esempi, l’istruzione
per adulti, la liberazione delle donne, i movimenti per lo sport, quelli per i consumatori e per le cooperative agricole.
I movimenti popolari svedesi divennero importanti all’inizio del nuovo secolo, in concomitanza con la lotta per la libertà
di culto, per la democrazia e il suffragio universale. Man mano che il loro potere aumentava, essi iniziarono a plasmare il settore
185
svezia
186
no profit, evidenziando l’importanza dell’appartenenza, delle attività dei
membri e delle organizzazioni nazionali democratiche. Conoscere l’eredità
sociale rappresentata da tali movimenti serve a capire il forte legame tra
l’appartenenza e il lavoro non retribuito all’interno del settore no profit svedese, la rilevanza dell’attivismo politico e del supporto attivo per una causa
e, infine, il fatto che l'assistenza volontaria alle persone indigenti era vista
come problematica, dato che lo Stato sociale non era considerato né come
un dono, né come un gesto di beneficenza, bensì era visto come un diritto
politico. La struttura dei movimenti popolari si mantenne sino alla fine del
20° secolo. Le organizzazioni no profit iniziarono a reclutare volontari anche
tra i non-membri, nel momento in cui, durante gli anni Ottanta e Novanta,
diminuì il tradizionale peso attribuito dal settore no profit al supporto attivo
ad una causa e alle dichiarazioni aperte relative alle questioni centrali alle
stesse organizzazioni. Ciò avvenne perché crebbe la produzione di servizi
appartenenti ai principali ambiti dello Stato sociale, come ad esempio, la
sanità, i servizi sociali e l’istruzione.
Anche se la nascita dei movimenti popolari aveva rappresentato una
rottura rispetto alle organizzazioni precedenti, di tipo liberale e orientato
al consenso, le nuove organizzazioni di assistenza per la popolazione indigente, che operavano insieme alle municipalità, furono fondate durante
l’ultimo decennio del 19° secolo. Tali organizzazioni costituivano il punto
più alto del settore benefico sviluppatosi all'epoca: lavoravano insieme alle
autorità e, spesso, le attività erano gestite dalle municipalità. Più che come
delle alternative, esse dunque facevano da pionieri del moderno Stato sociale svedese. Tuttavia, sin dall’inizio del 20° secolo, aumentò la critica politica dell’assistenza liberale e delle organizzazioni no profit che operavano
nel sociale. Il movimento dei lavoratori era sospettoso e ostile nei confronti
della beneficenza e dell’assistenza a carattere no profit, perché le associava
a una struttura sociale classista. Dal punto di vista del movimento, il povero
non avrebbe dovuto essere grato per l'aiuto ricevuto dal ricco, bensì lottare
per i propri diritti attraverso i movimenti dei lavoratori. Quando, alla fine
del 20° secolo, riapparvero – o, piuttosto, si rafforzarono – le organizzazioni
di volontariato sociale, emerse ancora una volta il dibattito sulla natura del
lavoro volontario, ossia se si tratta di beneficenza a carattere oppressivo o
di un modello di responsabilità per i cittadini.
Lo Stato sociale svedese, così come lo conosciamo oggi, operò una rottura ideologica negli anni Trenta, grazie all’alleanza parlamentare tra il Par-
tito Socialdemocratico e il Partito Agrario. L'unione di queste due forze politiche servì, in qualche modo, ad arginare la depressione che seguì il 1930
e rispose al bisogno di un Governo stabile. Essa rese anche possibile l'intervento forte dello Stato e plasmò lo "spirito di compromesso" svedese (samförståndsanda), caratteristico del modello nazionale. Ciononostante, le
riforme che avrebbero gettato le basi per la fondazione dello Stato sociale
svedese, non furono avviate fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale. L’assicurazione sanitaria entrò sotto il totale controllo statale all'inizio degli
anni Cinquanta e rese superflue le società volontarie di assicurazione sanitaria. Questo è un esempio di come, durante il periodo post-bellico, il sistema di previdenza sociale divenne, insieme ad altri sistemi di supporto,
istituzionalizzato, obbligatorio, finanziato e controllato dallo Stato. Un’importante eccezione è il caso dei fondi di assicurazione contro la disoccupazione, amministrati dalle unioni dei lavoratori sin dagli anni Trenta, anche
se regolamentati e finanziati a livello statale.
Sarebbe facile immaginare che l'assunzione di potere dello Stato sociale, avvenuta nella metà del 20° secolo, abbia portato a una diminuzione
del settore no profit in Svezia, a un deterioramento del ruolo dei membri, a
una riduzione delle attività di volontariato e a un generale abbassamento
della loro rilevanza sociale. Non è tuttavia così. I movimenti popolari svedesi
divennero, e sono ancora, elementi essenziali per lo sviluppo della società.
I sindacati, le organizzazioni per l’educazione degli adulti e specialmente i
movimenti sportivi crebbero e divennero potenti organizzazioni, con milioni
di membri. È importante osservare che lo Stato sociale forte in Svezia non
ha causato un’estromissione del settore no profit, né ha portato a una sua
minore capacità sociale, piuttosto ha creato una certa struttura settoriale,
fatta di organizzazioni dotate di interessi forti, come i sindacati e i grandi
movimenti sportivi, e a un'educazione degli adulti dinamica, dotata di solidi
legami con i movimenti di massa. Alla fine del secolo, circa un cittadino svedese su dieci era membro di almeno un’associazione no profit; durante la
metà degli anni Settanta, la proporzione era cresciuta a nove cittadini su
dieci. L’ultima metà del 20° secolo fu caratterizzata dalla crescita delle organizzazioni di identità e di interazione, piuttosto che da un aumento delle
vecchie organizzazioni di interesse. Aumentarono le organizzazioni per le
persone con disabilità e per gli immigrati, così come le organizzazioni culturali e i club sportivi. Più tardi, durante gli anni Sessanta, aumentarono
anche diverse organizzazioni di mutuo soccorso per le persone con problemi
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
di droga e le persone che provenivano da cure psichiatriche, così come vi fu
un incremento delle organizzazioni per i detenuti e per gli omosessuali. Gli
anni Sessanta segnarono anche, per la Svezia, la nascita dei nuovi movimenti sociali, come il movimento per la pace, il movimento di liberazione
della donna e quello per l’ambiente. I nuovi movimenti sociali mettevano
in discussione i vecchi movimenti popolari e, a differenza di questi ultimi,
sfidavano i partiti politici al potere.
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
queste vengono ricompensate sulla base dei servizi di assistenza erogati.
Un'altra trasformazione fondamentale nel panorama del no profit è la
separazione tra lo Stato e la Chiesa di Svezia. Sin dalla riforma del 14° secolo,
la Chiesa Luterana ha fatto parte dello Stato; tuttavia, all’inizio del nuovo
millennio, la Chiesa di Svezia si è separata dallo Stato ed è entrata a far parte
del settore no profit. La transizione ha comportato un aumento di 24.000
dipendenti del settore e ha reso obsoleta la precedente divisione tra la
Chiesa dello Stato e le Chiese Libere.
3 LO STATO DELL’ARTE: 2001 – 2008
4 IL VOLONTARIATO OGGI (INTERVISTE)
Dove si colloca dunque il settore no profit in Svezia nel primo decennio
del nuovo millennio? Come detto in precedenza, il tradizionale peso attribuito al supporto attivo di una causa dalle organizzazioni che animavano i
movimenti popolari, ad esempio i sindacati, diminuì con la crescita della
produzione di servizi di previdenza e assistenza sociale. La crescita delle organizzazioni no profit attive nei settori chiave dello Stato sociale ha portato,
da un lato, alla formalizzazione di un dialogo tra il Governo, le regioni e le
municipalità e, dall’altro, ha determinato l'orientamento verso il settore sociale delle organizzazioni no profit. Alla luce di ciò, nel 2008 è stato stretto
un Accordo nazionale, allo scopo di regolare gli impegni di tutte le parti
coinvolte (Överenskommelsen mellan regeringen, idéburna organisationer
inom det sociala området och Sveriges Kommmuner och landsting). L’Accordo
non ha statuto legale, ma va considerato come il tentativo di formalizzare
i rapporti tra il Governo svedese, le regioni e le municipalità e le organizzazioni a carattere sociale del settore no profit. Il modello per l’Accordo nazionale svedese è l’accordo definito Compact, stipulato tra il Governo e il settore
no profit in Gran Bretagna. Esso può essere interpretato come un modo per
evidenziare come la struttura del movimento popolare all'interno del settore
no profit in Svezia si sia progressivamente indebolita, mostrando come invece sia subentrata una struttura più vicina al contesto anglosassone. Un
altro aspetto del consolidamento dello Stato sociale del settore no profit in
Svezia è il modo in cui i sussidi, tradizionalmente basati sulle risorse dei
membri delle organizzazioni, siano stati sostituiti, in molti casi, da compensazioni per il lavoro svolto da una singola organizzazione. Invece di un
supporto del Governo alle organizzazioni, basato sul numero dei membri,
Gli intervistati sono convinti che l'impegno alla base delle attività di
volontariato sia solidamente radicato e più forte che mai, nonostante molte
cose siano cambiate. Di seguito si riporta una descrizione della situazione
delle organizzazioni e del settore del volontariato, oltre alle opinioni degli
intervistati sulla cooperazione con il settore delle istituzioni pubbliche.
Il Medlemsskapsbegreppet (concetto di appartenenza) è menzionato in
quasi tutte le interviste. Nonostante il rapporto tra l'individuo e l'organizzazione rimanga basilare nella tradizione dei movimenti popolari svedesi,
esso è al centro di molti cambiamenti e diventa sempre più ambiguo. Gli
intervistati dichiarano che, per i giovani che si dedicano al settore, l’appartenenza non costituisce più il modo naturale di inserimento nelle organizzazioni. Piuttosto, il loro impegno viene canalizzato attraverso scelte
coscienti di vita quotidiana, la partecipazione alle iniziative e il lavoro svolto
presso gruppi e reti temporanee. Tutto questo era precedentemente classificato come volontariato o attivismo politico, ma non è più visto come parte
del lavoro all’interno di organizzazioni, né risulta visibile a livello statistico.
Oggi, fare parte di un'organizzazione non sempre significa versare una
quota. Inoltre, le persone attualmente non si dimostrano fedeli a una determinata associazione come in passato, ma piuttosto sono fedeli a idee o
attività che possono essere portate avanti in contesti diversi. L’appartenenza
è considerata troppo limitata. Oggi le persone (giovani) cercano soprattutto
compiti specifici, mentre l’associazione che fornisce attività di volontariato
è diventata più un prodotto secondario. Le persone aspirano sempre più
spesso a consigli concreti per scegliere e decidere cosa conta davvero per
187
svezia
188
loro. Spesso, compiti più brevi e maggiormente definiti vengono visti come
maggiormente interessanti. I giovani utilizzano il volontariato come uno
strumento per trovare e plasmare la propria identità, fare esperienza in diversi contesti che comportino l’adozione di valori e l’espressione di esigenze
diversificate. I problemi cambiano nel momento in cui le esigenze individuali
si scontrano con le soluzioni già pronte, offerte da alcune associazioni, e
con la resistenza di queste ultime a lasciare entrare nuovi membri e a permettere loro di plasmare individualmente le mansioni assegnate.
Nelle interviste, molte persone interpellate dichiarano di avere l'impressione che più antica e maggiore è l'organizzazione, più rilevante è
la questione dell'appartenenza come identità; ciò rende più difficile
qualsiasi tentativo che punta a sfidare e cambiare la tradizione. Per alcune associazioni, l’appartenenza è più un modo di formalizzare il rapporto con i volontari che non una metodologia di gestione delle attività,
nelle quali possono anche essere inclusi i non-membri. Per le organizzazioni che hanno importanti funzioni di supporto attivo per una causa,
il cambio di prospettiva delle persone rispetto all’appartenenza risulta
problematico, perché trovano sempre più difficile legittimare la propria
autorità in qualità di rappresentanti di un gruppo.
In alcune organizzazioni, l’appartenenza è essenzialmente utilizzata
per ottenere coperture assicurative più basse o attività ricreative, attraverso le quote di iscrizione dei membri; in questo modo, i concetti di
appartenenza e democrazia si indeboliscono. Non si diventa membri
per esercitare la propria influenza o per assumersi delle responsabilità.
Si assiste così a una trasformazione della prospettiva sull'appartenenza
e su ciò che essa comporta.
Nonostante il sempre più basso numero di membri, gli intervistati
non credono che il volontariato sia in calo. Non è difficile reclutare nuovi
membri da coinvolgere in attività associative, piuttosto è faticoso reperire
personale direttivo e amministrativo. Gli intervistati hanno la sensazione
che sia l'impegno, non l'appartenenza, l'aspetto più importante per la
costruzione della democrazia. Al tempo stesso, dichiarano che l'appartenenza ricopre nondimeno un ruolo chiave per le organizzazioni, perché
rappresenta un’esigenza di responsabilità. Gli intervistati affermano di
aver spesso sentito dire dai rappresentanti delle organizzazioni di volontariato che “le persone non vogliono prestare servizio di volontariato, non
hanno tempo”. Questo è semplicemente, per gli intervistati, un modo di
evitare il cambiamento e l’apertura verso l’esterno, una maniera di evitare
l'inclusione di persone inesperte che hanno idee diverse. Il vantaggio e
la sicurezza della tradizione, insieme alla paura di perdere il proprio prestigio, costituiscono fattori di inibizione per le organizzazioni.
Tutti gli intervistati hanno ricordato problemi relativi ai modelli e alle
strutture organizzative, che non lavorano più per sostenere il volontariato
e il processo democratico. Nuove strutture e modelli educativi sono dunque
essenziali per poter avere un ruolo significativo nella società di oggi. Per
alcune associazioni, l’organizzazione appare come più importante della
missione, mentre il dibattito sul futuro tende a considerare di più le nuove
strutture rispetto ad altre questioni più rilevanti.
La situazione cambia, per certi versi, se si guarda alle organizzazioni
giovanili e ad altre organizzazioni con bilanci ridotti. In presenza di
meno personale, per sopravvivere le organizzazioni devono costantemente tutelare le proprie priorità e evolversi secondo i propri obiettivi.
Lo stesso vale per molte delle associazioni che operano in ambienti vulnerabili e multiculturali, laddove le esigenze si fanno più forti e le organizzazioni non possono sopravvivere senza adattarsi.
Poiché i giovani non sono molto interessati a occupare posti direttivi
e i membri più anziani non sempre vogliono includerli, l'età media di
molti consigli direttivi è decisamente alta. Molti dei membri direttivi
più anziani hanno prospettive obsolete, ad esempio sull'appartenenza
e sui modelli organizzativi, ostacolando ancora di più ogni eventuale
processo di trasformazione.
Nelle interviste sono state sottolineate due tendenze. La prima riguarda
il modo in cui le organizzazioni utilizzano in misura sempre maggiore il
proprio personale per costruire un'organizzazione stabile e migliorare la
qualità; l'altra riguarda alcuni sviluppi rispetto alle organizzazioni di volontariato che retribuiscono i propri responsabili per stimolarli, per migliorare le loro prestazioni o per convincerli a restare all’interno
dell’organizzazione. Gli intervistati affermano che il denaro non costituisce
, di per sé, un incentivo, aggiungendo che la retribuzione dei responsabili
rischia di eliminare altri valori.
Tutti gli intervistati parlano dell’importanza dell'attività di volontariato
e del settore no profit in quanto parte indipendente della società. Il settore
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
no profit sta gradualmente aumentando il livello di cooperazione interna,
attraverso la costruzione di un’identità comune più forte e la distinzione
rispetto ad altri settori. Tuttavia, alcuni intervistati affermano che è positivo
che il lavoro volontario non sia eccessivamente strutturato, ma che esista
una varietà di organizzazioni di volontariato, associazioni e fondazioni economiche. I politici dovrebbero capire che il settore no profit è così variegato
da poter fornire una risposta a diverse aree politiche. Il settore infatti include
i vecchi movimenti popolari, accanto alle più recenti associazioni di rete,
le organizzazioni e le cooperative di volontariato, le associazioni legalmente
formate e, infine, quelle economiche. Esiste anche una differenza fondamentale di prospettive e opinioni tra il livello nazionale e quello locale. Di
conseguenza, quando si parla di ruolo del volontariato, le interviste variano
di molto, a seconda dei diversi punti di vista espressi dai singoli intervistati.
Un ruolo sempre più evidente per le organizzazioni di volontariato è
quello di produrre servizi di assistenza sociale. Questa trasformazione è in
parte causata da cambiamenti della società e da bilanci più bassi per il settore delle istituzioni pubbliche, che vuole sempre di più considerare il settore no profit al pari di un produttore di servizi. Gli intervistati ritengono
che siano necessarie tutte le forze positive esistenti per mantenere intatto
lo Stato sociale, ma non vedono assolutamente le organizzazioni di volontariato come una stampella che sostiene le autorità di ambito sociale, piuttosto le considerano come una via alternativa di risolvere le questioni e di
raggiungere determinate fasce di popolazione.
Diversi intervistati hanno evidenziato l’importanza della creazione
di luoghi di incontro, nei quali le persone possano confrontarsi in modo
paritario: riunioni indipendenti che non siano caratterizzate da alcun
esercizio di autorità, forza o profitto economico, ma piuttosto da uno
spirito di reciprocità, fiducia e comunanza.
Un altro ruolo importante e naturale è quello di creatore di opinione
pubblica, il ruolo di parte che protesta e parla a favore di diversi gruppi. Si
tratta peraltro di una funzione particolarmente esplicita nel caso delle organizzazioni giovanili. Ciò è forse connesso al fatto che il settore delle istituzioni pubbliche raramente si rivolge ai giovani per avere un loro
contributo ai servizi municipali, nonostante diverse organizzazioni giovanili
svolgano una funzione complementare unica per la società: i giovani agiscono a favore dei loro coetanei spesso in modo completamente volontario.
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
Una coppia di intervistati pensa che ciò possa essere indicativo della scarsa
fiducia nei confronti della popolazione giovane.
Gli intervistati hanno sottolineano un aumento della competitività da
parte del settore privato e degli agenti commerciali che esercitano nuovi
tipi di pressione sulle associazioni. Vedono anche una crescente tendenza
del settore no profit nell'uso di un vocabolario vicino al mondo aziendale
e nella fiducia nelle soluzioni di mercato (laddove, allo stesso tempo, multinazionali private, ad esempio McDonald’s e IKEA, iniziano a utilizzare il
concetto di appartenenza proprio delle organizzazioni di volontariato).
Gli intervistati descrivono un aumento della cooperazione all’interno del settore e un maggiore interesse nel trovare un’identità e una
base comune, per definirsi più chiaramente in relazione ad altri settori
della società. Perchè l'attività di volontariato possa diventare più visibile,
è necessario un lavoro interno di immagine e identità. Gli intervistati
sottolineano, per le organizzazioni, la sfida di riuscire a formulare che
cosa le distingue e quali sono gli obiettivi, i valori ai quali l'attività di
volontariato contribuisce e la funzione che essa ricopre. Per poter rendere le persone portatrici del messaggio, è dunque necessario realizzarlo
attraverso il lavoro delle organizzazioni. Alcuni intervistati si preoccupano del fatto che siano per lo più le persone qualificate e con stipendi
alti a ottenere l’accesso alle piattaforme sociali del settore no profit; si
chiedono se l’attività di volontariato non stia diventando una questione
di classe. Le persone sole sono forse destinate ad un isolamento sempre
maggiore? Sono quelli già in possesso di larghe reti sociali a essere inseriti e resi membri? E se sì, che cosa comporta tutto questo?
Gli intervistati vorrebbero vedere i volontari e il settore no profit come:
• un settore distinto e indipendente;
• un settore che può confrontarsi e mantenere un dialogo paritario con
altri settori della società;
• un produttore di servizi complementare e alternativo alle attività del
Governo e delle municipalità;
• un creatore di visibilità e opinione pubblica;
• un luogo di incontro caratterizzato da reciprocità e partecipazione;
• una piattaforma principalmente rivolta ai giovani, nella quale i loro interessi e abilità di gestione e trasformazione possano esprimersi;
• una dimensione in cui poter sviluppare la democrazia.
189
Contesto giuridico
1 PANORAMICA SU LEGGI E NORMATIVE
IL
VO L O N TA R I ATO
IN
EUROPA
1.1 LEGGI E NORMATIVE CHE DEFINISCONO IL TERZO SETTORE E RELATIVI COMPONENTI
La Costituzione svedese garantisce la generale libertà di associazione; pertanto ogni individuo, uomo o donna, è
libero di creare un'associazione o una fondazione per qualsiasi scopo di sua scelta. Il sistema giuridico svedese si basa
su un contesto legislativo di tipo sociale, tuttavia le parti del sistema giuridico specificamente pertinenti alle organizzazioni no profit sono in larga misura basate sulla legislazione generale, dato che, fino al 1997, nessuna delle principali
forme giuridiche di organizzazione no profit è stata regolata da alcuna legislazione significativa.
Accanto ai principi costituzionali di libertà di associazione, le sezioni del sistema giuridico concernenti il settore no
profit fanno parte della Legge sulle Associazioni Economiche (SFS 1 1987:667), la Legge sulle Fondazioni (SFS 1994:1220),
il contesto giuridico che conferisce alla Chiesa di Svezia (Svenska kyrkan) lo statuto legale di ente pubblico al di fuori
dello Stato e, infine, diverse leggi e normative fiscali riguardanti la gestione contabile.
Non esiste, tuttavia, alcuna legislazione specifica per l’associazione no profit (ideell förening), che è la forma giuridica
più frequente tra le diverse organizzazioni del settore no profit in Svezia. La maggior parte delle associazioni no profit è
dunque priva di una definizione nell’ambito della legge esistente. Né esiste una particolare legislazione o casistica giuridica riguardante i volontari; i volontari sono pertanto trattati giuridicamente o come membri o come dipendenti. Se i
volontari vengono trattati come dipendenti, rientrano nelle complesse leggi e normative che regolano l’ambito dell’occupazione in Svezia. Tutto ciò è da attribuire al fatto che il settore no profit svedese ha tradizionalmente lavorato nell’ambito della produzione di assistenza sociale solo in misura limitata. Pertanto, non c'è mai stato, o se sì, è rimasto
circoscritto, il bisogno di una legislazione che regolasse la posizione legale dei volontari. Se si pensa che il settore no
profit svedese sta cambiando, che sempre più volontari lavorano all’interno di o tramite le municipalità e che il legame
forte tra il volontariato e l’appartenenza si è indebolito, ci si può aspettare, in futuro, l’introduzione di nuove leggi e normative sul volontariato.
Uno dei cambiamenti più significativi nel contesto giuridico è la transizione della Chiesa di Svezia, dall'ambito statale
a quello del no profit. Fino al 2000, la Chiesa di Svezia ha fatto parte dello Stato; da quell’anno, essa è stata definita legalmente come ente pubblico dotato di statuto giuridico sui generis, al di fuori del controllo statale. È stata dunque
creata una nuova entità giuridica: una comunità religiosa registrata. Questa entità si applica anche ad altre congregazioni
1
190
Svensk författningssamling (SFS) o Codice Svedese degli Statuti è la pubblicazione ufficiale di tutte le leggi e statuti promulgati dal Riksdag (Parlamento) e le ordinanze emesse dal Governo. Ogni legge ha un numero di SFS, compresa la legislazione che emenda la legge già in vigore. (NdT)
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
religiose; tutte le congregazioni religiose sono pertanto da considerarsi
come eguali. Non si tratta, naturalmente, solo di una trasformazione
giuridica. Dal 2000, la Chiesa di Svezia è un’organizzazione religiosa del
settore no profit tra altre organizzazioni religiose, ad esempio le Chiese
Libere originatesi in opposizione alla Chiesa dello Stato.
Un’altra trasformazione significativa è la nuova Legge sulle Fondazioni, approvata nel gennaio 1996, che definisce le fondazioni come
forma legale e ne regola l'amministrazione e la supervisione. La Legge
sulle Fondazioni richiede che le fondazioni con patrimoni superiori a
350.000 corone svedesi siano registrate presso il consiglio amministrativo della contea locale di appartenenza.
Un terzo cambiamento rilevante all’interno del contesto giuridico è
rappresentato dalle nuove normative sulla gestione contabile delle organizzazioni no profit. Le organizzazioni no profit che controllano un
gruppo di organizzazioni, perseguono attività aziendali e/o possiedono
mezzi economici superiori a una certa somma (1,1 milioni nel 2002)
sono, dal 2001, obbligate a rispettare la legislazione sulla contabilità.
Questo significa che, da un punto di vista giuridico, alcune organizzazioni
no profit sono trattate come organizzazioni commerciali e, pertanto,
hanno bisogno di consulenza in ramo contabile. Le organizzazioni spesso
assumono consulenti contabili che forniscono il supporto adeguato.
Una normativa importante a sostegno delle organizzazioni no profit
è l’esenzione dall’imposta sul reddito e, per le organizzazioni idonee,
dalla tassa sul patrimonio e, in alcuni casi, l’esenzione IVA. Queste esenzioni sono limitate alle organizzazioni e non comprendono i singoli individui. Pertanto la Svezia si differenzia da molti altri Paesi rispetto alle
normative fiscali riguardanti il settore no profit.
Le persone intervistate pensano che l’attività di volontariato e il
ruolo rilevante nella costruzione della società debbano essere rese visibili attraverso l’educazione e un diverso atteggiamento. Politici e funzionari devono comprendere che una società ha bisogno di un settore
no profit forte, capace di stabilire i propri obiettivi e di plasmare la propria attività secondo le esigenze dei membri e i desideri delle persone
coinvolte.
Il dialogo tra il settore no profit e il settore delle istituzioni pubbliche è visto da molti come uno dei fattori fondamentali per il successo.
Oggi la comunicazione tra le due parti è spesso inesperta e il rapporto
è stato, per lo più, di tipo strumentale, principalmente per quanto riguarda le sovvenzioni e le normative, piuttosto che incentrato sulla cooperazione e le missioni. Ora che il dialogo è in via di sviluppo, entrambe
le parti hanno bisogno di più competenze per poter realizzare due soggetti distinti, uniti da un comune obiettivo. I ruoli, le responsabilità e
gli obiettivi hanno bisogno di essere definiti e comunicati in modo migliore. Nei prossimi anni sarà necessario concentrarsi sulla chiarificazione dei suddetti ruoli e missioni e sullo sviluppo di processi per una
cooperazione positiva.
Si auspica anche un lavoro continuativo volto a implementare l'Accordo nazionale a livello municipale, non solo per le organizzazioni di
tipo sociale, ma per tutte le organizzazioni no profit. Le piccole organizzazioni dovrebbero anche essere in grado di fare sentire la propria
voce. Il compito dell'organizzazione municipale è quello di facilitare e
possibilmente di coordinare il processo. Sono necessari massicci investimenti nei progetti di ricerca in questo campo; avere più ricerche significa aumentare il livello di conoscenza e favorire l'aumento di
visibilità e di apertura nei confronti del settore, delle sue prospettive e
attività. La quantità di ricerche fornisce anche maggiori informazioni a
politici e funzionari e equivale al sostegno del lavoro all'interno del set2 LA PARTECIPAZIONE ALLA DEFINIZIONE DI POLITICHE
tore no profit. Dovrebbe anche intervenire una maggiore consapevoPUBBLICHE (INTERVISTE)
lezza nei confronti delle esigenze di strutture logistiche per le attività
Come descritto in precedenza, nel 2008 un Accordo nazionale (Öve- delle organizzazioni di volontariato. Inoltre, dovrebbe esserci la garanzia
renskommelsen) è stato stretto tra il Governo, le regioni, le municipalità che il punto di vista dei volontari sia presenta in tutte le pianificazioni
e le organizzazioni sociali ed è stata creata un’organizzazione ombrello future e le costruzioni di nuove aree residenziali e edifici pubblici. Sono
altresì visti come essenziali un contesto giuridico più semplice, l’esennazionale per tutte le organizzazioni no profit esistenti in Svezia.
191
svezia
zione fiscale per gli omaggi, il supporto di liquidità per le piccole organizzazioni, così come un costante sostegno economico dotato di soluzioni a lungo termine. La funzione del settore delle istituzioni pubbliche
è quella di facilitare l'attività di volontariato semplicemente attraverso
le strutture, il contesto giuridico e la presenza di incentivi incoraggianti.
Il settore pubblico dovrebbe garantire determinate risorse, come i finanziamenti, i progetti di ricerca, le strutture logistiche e le piattaforme
per il dialogo e gli incontri.
Secondo alcuni intervistati, tuttavia, la partecipazione del settore
del volontariato nella definizione delle politiche pubbliche è “piuttosto
inesistente”. Non esiste un dialogo strutturato, ossia gli uffici pubblici
generalmente si limitano dialogare e consultarsi solo con quelle organizzazioni che usufruiscono dei loro finanziamenti. Esiste anche un certo
grado di resistenza da parte delle organizzazioni no profit nei confronti
della creazione di qualsiasi vincolo importante, percepito come una minaccia alla loro indipendenza: “Non vogliamo che sia il settore pubblico
a dirci cosa dobbiamo fare.”
3 POLITICHE FISCALI
Per poter ricevere l’esenzione fiscale, un’organizzazione no profit
deve qualificarsi come ente di beneficenza impegnato in attività di bene
192
pubblico. Ciò si traduce in tre prerequisiti comuni alle fondazione e alle
associazioni no profit (ideella föreningar), e in un quarto prerequisito
valido solo per le associazioni no profit. Il primo prerequisito è rappresentato dalla natura e dagli obiettivi dell'organizzazione, che devono
entrambi essere considerati come parte del bene pubblico. Il secondo
prerequisito prescrive che circa l'80% del reddito dell'organizzazione
guadagnato in un periodo di cinque anni vada investito nelle attività
dell'organizzazione. Il terzo criterio impone che la principale attività
dell'organizzazione debba essere in linea con la natura dichiarata e con
gli obiettivi parte del bene pubblico. Per le associazioni il quarto prerequisito concerne l’apertura dell’organizzazione.
4 ALBI E REGISTRI
Il solo registro pubblico esistente sulle organizzazioni di volontariato è il Registro Svedese dell’Agenzia delle Entrate, che registra e definisce gli enti tassabili di tipo pubblico, volontario e privato.
5 ELENCO DI LEGGI E NORMATIVE
Legge sulle Associazioni Economiche (SFS 1987:667).
Legge sulle Fondazioni (SFS 1994:1220).
Organizzazioni di volontariato
1 STRUTTURA ORGANIZZATIVA
IL
VO L O N TA R I ATO
IN
EUROPA
L'associazione (förening) e la fondazione (stiftelse) sono le due strutture organizzative più importanti del settore
no profit in Svezia. Altre importanti alternative sono l'associazione economica e le relative configurazioni, per esempio
le cooperative. Tuttavia, alcune organizzazioni del settore no profit hanno realizzato strutture che includono anche società
per azioni. In questo modo, anche se quest'ultimo tipo di strutture organizzative appartiene al settore economico, esse
sono legate al settore no profit attraverso i loro proprietari. Questo significa che i confini tra i settori sociali in Svezia non
sono assoluti, bensì indistinti.
2 REGOLE E FUNZIONAMENTO
La maggior parte delle organizzazioni del settore no profit svedese sono associazioni, anche se queste non sono
così predominanti numericamente, rispetto a dieci o quindici anni fa. L'associazione è il nucleo dei movimenti popolari
svedesi (folkrörelserna), il cui centro è il membro dell'associazione.
Non esiste alcuna definizione giuridica formale per un’associazione, ma esiste una definizione creata attraverso la
pratica. La definizione richiede che un gruppo di individui o altre persone giuridiche (rättssubjekt), ad esempio le organizzazioni, decida di unirsi allo scopo di condurre un'azione collettiva in forma organizzata, per il conseguimento di un
dato obiettivo comune. L’associazione è una struttura organizzativa in cui le persone sono portatrici di un’idea o in cui
l’idea è messa al servizio delle persone. Nel contesto proprio dei movimenti popolari svedesi, l’associazione è democratica
e l’appartenenza è formalmente aperta a chiunque. Un nuovo movimento sociale come Greenpeace, in cui l’appartenenza
non è aperta a chiunque, rappresenta un'anomalia in Svezia. Pertanto, all’inaugurazione della sede svedese di Greenpeace,
il movimento non ha ottenuto alcuna sovvenzione: l'organizzazione non soddisfaceva il quarto prerequisito menzionato
in precedenza, cioè non era aperta a chiunque. Le persone giuridiche di un’associazione, i membri, non devono essere
per forza degli individui. Esistono molte federazioni in Svezia, associazioni che hanno al loro interno delle organizzazioni,
e non degli individui, membri, caratteristiche del settore no profit svedese.
La fondazione è l’altra struttura organizzativa di base del settore no profit svedese ed è stata legalmente definita
nel 1996. In Svezia il numero di fondazioni non arriva a quello delle associazioni le quali, storicamente, hanno attratto
meno attenzione rispetto alle associazioni. Una fondazione è giuridicamente definita come una proprietà separata dal
fondatore che deve essere amministrata secondo determinati statuti per uno scopo distinto. Di conseguenza, è molto
193
svezia
difficile cambiare gli statuti di una fondazione. Pur avendo un consiglio
direttivo, una fondazione non possiede membri, pertanto non possiede
la stessa struttura basata sull'apertura democratica tipica di un'associazione. A differenza di quest’ultima, la fondazione può essere descritta
come un insieme di persone che servono un'idea, non come un'idea messa
al servizio delle persone. In Svezia, l’eredità storica dei movimenti popolari
comporta una differenza sostanziale tra associazioni e fondazioni.
Esistono cinque forme di fondazione; tre di queste sono importanti
per il settore no profit e verranno menzionate in seguito. Accanto alle
fondazioni ordinarie esistono le fondazioni per le raccolte di fondi (insamlingsstiftelse) e le fondazioni che svolgono attività imprenditoriale
(verksamhetsstiftelse).
L’associazione economica è un’altra struttura giuridica; è definita
dalla Legge sulle Associazioni Economiche (SFS 1987:667) e trae il proprio statuto giuridico dalla registrazione presso l’Ufficio Svedese Brevetti
e Marchi (Patent och Registreringsverket).
Le cooperative, nella maggior parte dei casi, assumono la forma
giuridica di un'associazione economica e sono pertanto definite dalla
Legge sulle Associazioni Economiche.
in politica stiano cominciando a capire che un Paese ha bisogno di un
settore no profit forte, tuttavia si trovano di fronte anche a politici e funzionari che sanno troppo poco del ruolo del volontariato per la società.
A un livello generalmente retorico esiste comprensione e rispetto nei
confronti del settore no profit, atteggiamenti che però non sempre sono
confermati dalle azioni intraprese. Alcune persone intervistate ritengono
che i politici, in generale, nutrano una maggiore comprensione nei confronti del settore no profit di quanto non facciano i dipendenti pubblici,
che mostrano talvolta persino resistenza nei confronti del volontariato.
Forse ciò è dovuto in parte a una sorta di spirito di competizione e a preoccupazioni di tipo territoriale. L'apprezzamento dei volontari è spesso
minimo rispetto alla considerazione di cui gode il settore privato. Un
esempio, in tal senso, è la terminologia utilizzata per definire i fondi pubblici destinati al no profit, chiamati “sovvenzioni”; invece, per i fondi erogati al settore privato, si parla di “investimenti”.
L’interazione tra i volontari e il settore delle istituzioni pubbliche è
ritenuta importante e percepita come costruita sulla cooperazione, il rispetto e la comunicazione aperta. Tutti condividono l’idea che entrambe
le parti debbano essere complementari; tuttavia, l’atteggiamento della
politica e dei Governi nazionali e locali rivela interessi di diversa natura.
Tutto questo è visibile all’interno del settore sociale dove, per decenni, il
volontariato non ha ricoperto alcun ruolo, mentre lo Stato forte era, o
3 IL RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI PUBBLICHE
veniva percepito come, il solo soggetto in grado di erogare servizi. Oggi
il volontariato arriva in un momento in cui viene meno il bilancio dello
3.1 INTRODUZIONE
Stato, perchè “nemmeno le organizzazioni hanno i soldi, però hanno molti
Accanto all'Accordo nazionale, anche a livello municipale sono av- volontari e questi non rappresentano alcun costo”. Il dibattito resta aperto
venuti cambiamenti di rilievo. Le diverse funzioni dei settori sociali si sul modo in cui i rispettivi ruoli debbano essere definiti e rispettati, spestanno trasformando. Il settore pubblico è decentralizzato e cerca in cialmente per quanto riguarda la tendenza delle istituzioni pubbliche a
larga misura di cooperare con il settore privato e con i protagonisti del organizzare e coordinare direttamente i volontari, ignorando la tradizione
forte di partecipazione civica, trasmessa attraverso le organizzazioni bavolontariato.
sate sull’appartenenza.
3.2 DAL NOSTRO PUNTO DI VISTA
(INTERVISTE E QUESTIONARI)
194
Gli intervistati hanno evidenziato alcuni cambiamenti nella fiducia
e nel rispetto accordati al settore no profit. Pensano che molte persone
Dati e ricerche
1 PRINCIPALI RICERCHE E STATISTICHE
IL
VO L O N TA R I ATO
IN
EUROPA
I dati provenienti da ricerche e statistiche illustrati nel presente rapporto si basano essenzialmente su due progetti
di ricerca dedicati al settore no profit in Svezia. Questa sezione illustra innanzitutto i due progetti e i ricercatori; nei
paragrafi successivi sono riportati i risultati e, infine, alcune informazioni aggiuntive sul no profit svedese.
Il raggio di azione e la struttura del settore no profit svedese sono stati studiati e analizzati dal prof. Tommy Lundström
(Università di Stoccolma) e dal professore associato Filip Wijkström (Scuola Superiore di Economia di Stoccolma) in qualità
di controparti svedesi della Ricerca Comparativa Internazionale sul No Profit, condotta dalla Johns Hopkins University
(Lundström T., Wijkström F., 1998). Il rapporto è stato quindi tradotto in svedese e aggiornato (Wijkström F., Lundström
T., 2002), mentre un terzo aggiornamento è stato pubblicato alcuni anni più tardi (Wijkström F., Einarsson T., 2006). I tre
rapporti offrono, nel complesso, una panoramica esaustiva sull'evoluzione e la struttura del settore no profit in Svezia,
con riferimento alle organizzazioni e all'economica del settore. Le sezioni del presente rapporto relative all’economia e
le organizzazioni del settore in Svezia, così come il contesto giuridico del settore no profit, si basano su questi tre libri.
Tra il 1992 e il 2005 sono state condotte tre inchieste di livello nazionale sul volontariato (Jeppsson Grassman E.,
1993; Jeppsson Grassman E., Svedberg L., 1999; Olsson L. E., Svedberg L., Jeppsson Grassman E., 2005); le ultime due
inchieste includevano anche le aree relative ai servizi di soccorso e di assistenza informale. Gli studi sono stati condotti
dalla prof.ssa Eva Jeppsson Grassman (Università di Linköping), dal prof. Lars Svedberg (Ersta Sköndal University College)
e dal dottorando Lars-Erik Olsson (Ersta Sköndal University College).
I tre rapporti offrono uno sguardo generale completo del lavoro di volontariato e dei servizi di soccorso e assistenza
informale erogati nel corso degli ultimi quindici anni in Svezia. Una quarta inchiesta nazionale sul volontariato è stata
prevista per la primavera del 2009. Le parti del presente rapporto che riguardano il lavoro di volontariato in Svezia basano
i propri risultati su queste tre inchieste.
I due progetti di ricerca sopraccitati, uno sulle organizzazioni e l’economia del settore no profit in Svezia, l’altro sul
volontariato e i servizi di soccorso e assistenza informale, rappresentano due importanti fonti di dati empirici di prima
mano sul settore. Esiste al momento una grande quantità di ricerche sul campo ed è impossibile includere, in questa
sede, una panoramica significativa di tutte le ricerche in corso, perché si tratta di un ambito estremamente dinamico e
vitale. Detto questo, grazie al lavoro dell’agenzia governativa di statistica svedese (Statistics Sweden, in svedese Statistiska
Centralbyrån), sono disponibili altri dati empirici fondamentali. L’agenzia raccoglie dati sul settore no profit, concentrandosi
sulla partecipazione delle associazioni no profit (ad esempio Häll L., 1997; Vogel J., Amnå E., Munck I., Häll L., 2003). Il
Fondo del Giubileo della Banca Centrale Svedese (Riksbankens Jubileumsfond) ha pubblicato due libri che esaminano la
società civile in Svezia. Il primo volume comprende alcune importanti discussioni relative alle diverse prospettive sul set-
195
svezia
organizzazioni va avanti grazie al lavoro dei volontari. È importante ricordare
qui che il settore no profit in Svezia è dominato dalle piccole organizzazioni,
prive di dipendenti. Tuttavia, questa maggioranza tende a scomparire allorché si misura il settore sulla base delle spese e del numero di persone impiegate. Un metro di valutazione secco per il settore no profit svedese è il
movimento economico annuale. Nel 1992, il volume del settore era di circa
60 miliardi, il 4% del PIL del Paese. Dieci anni più tardi, è intervenuto un aumento del volume, che è arrivato a 125 miliardi, 5,3% del PIL. Questo significa che la produttività del settore no profit è più che raddoppiata nel giro
di dieci anni, incrementando la propria quota del PIL. Nel 1992, il settore
2 INDICATORI ECONOMICI E STATISTICI
impiegava 110.000 persone, dieci anni più tardi queste arrivavano a 120.000;
la percentuale di forza lavoro impiegata è dunque cresciuta dal 2,5% al 2,7%
Nel 1997, Filip Wijkström e Tommy Lundström hanno stimato il numero nel corso di un decennio, il che dimostra la vitalità e la crescita del settore
delle organizzazioni no profit a oltre 180.000. Di questo gran numero di enti, no profit in Svezia. Le cifre menzionate non includono la transizione della
solo il 15% possiede dipendenti retribuiti, da cui si evince che l’85% delle Chiesa di Svezia verso il no profit, citata in precedenza: se si esclude questo
tore in un contesto svedese (Amnå E., 2005); l'altro descrive e presenta
le tesi universitarie scritte sulla società civile svedese sin dal 2000 (Svedberg L., Trägårdh, 2006). Michele Micheletti si è occupato della storia
della società civile svedese e del suo rapporto con lo Stato (Micheletti
M., 1994). La ricerca svedese sulla società civile costituisce, infine, un’altra voce all’interno delle ricerche di ambito internazionale sulla società
civile; un esempio recente è State and Civil Society in Northern Europe,
The Swedish Model Reconsidered (ed. Trägårdh, 2007).
Tabella 1 Distribuzione dei costi tra le organizzazioni no profit in Svezia nel 1992
(Espresse in milioni di corone svedesi. Le cifre sono arrotondate alla decina di milioni di corone svedesi più vicina.)
Costi 1992
Percentuale del settore 1992
13.670
22,8%
Servizi sociali
4.430
7,4%
Istruzione e ricerca
7.940
13,3%
Religione
2.530
4,2%
12.530
21,0%
Politica, identità e gruppi di interesse
4.590
7,7%
Sviluppo e servizi abitatiti regionali
5.300
8,8%
Sanità
1.620
2,7%
Ambiente
1.020
1,7%
Attività internazionali
3.450
5,8%
Filantropia
1.470
2,5%
Altri
1.250
2,1%
59.800
100%
Cultura e attività ricreative
Lavoro e affari
Totale
196
Fonte: Lundström T., Wijkström F., 1997, p. 140.
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
Tabella 2 Distribuzione dei costi tra le organizzazioni no profit in Svezia dieci anni più tardi, nel 2002
(Espresse in milioni di corone svedesi. Le cifre sono arrotondate alla decina di milioni di corone svedesi più vicina.)
Costi 2002
Percentuale del settore 2002
Cultura e attività ricreative
35.500
25%
Servizi sociali
20.600
15%
Istruzione e ricerca
15.300
11%
Religione
14.700
11%
Lavoro e affari
24.200
17%
Politica, identità e gruppi di interesse
8.200
6%
Sviluppo e servizi abitatiti regionali
9.700
7%
Sanità
2.600
2%
Ambiente
2.600
2%
Attività internazionali
4.600
3%
Filantropia
1.300
1%
700
0%
140.000
100%
Altri
Totale
Fonte: Wijkström F., Einarsson T., 2006, p. 61.
fenomeno dai calcoli statistici appena illustrati, emerge la crescita interna
del settore. Tuttavia, la tabella seguente che mostra la situazione del settore
nel 2002, comprende anche la Chiesa di Svezia come parte del no profit nazionale, per questo è importante interpretare le differenze tra le tabelle seguenti alla luce della presenza della Chiesa di Svezia. Uno sguardo più
ravvicinato alla struttura del settore rivela la distribuzione dei costi tra le organizzazioni no profit rispettivamente nel 1992 e nel 2002.
Le categorie nelle tabelle riflettono la struttura della classificazione
ICNPO (International Classification of Not for Profit Organisations – Classificazione Internazionale Organizzazioni No Profit). La classificazione è incentrata sulle principali attività delle organizzazioni. Nel 2002, la categoria
relativa a cultura e attività ricreative costituiva il 25% del settore, mentre
quella relativa a lavoro e affari rappresentavano il 17%. La categoria della
cultura e delle attività ricreative è dominata dalle organizzazioni sportive,
mentre lavoro e affari include i sindacati. I due gruppi rappresentano più del
40% del settore; questo riflette la storia del settore no profit in Svezia e l'eredità storica dei movimenti popolari. Come già detto in precedenza, lo Stato
sociale che si andava allargando dopo la guerra assunse il controllo di molte
organizzazioni no profit a carattere sociale e sostenne i movimenti popolari,
ad esempio i movimenti per lo sport e i sindacati. La Svezia ha un settore no
profit ampio e vitale, come in altri Paesi europei; tuttavia, rispetto ad altre
realtà estere, nel contesto svedese predominano i movimenti sportivi.
Nel periodo 1992-2002, la categoria relativa a cultura e attività ricreative è aumentata, mentre quella relativa a lavoro e affari è diminuita. Questo rispecchia come si sta trasformando il settore no profit.
Le organizzazioni attive negli ambiti principali dello Stato sociale, i servizi sociali, l’istruzione e l'assistenza sanitaria, rappresentavano solo il
28% nel 2002. Tuttavia, se si osserva la situazione più da vicino, si può
notare come i costi dei settori relativi ai servizi sociali abbiano subito
un incremento nel tempo, dal 7,4% nel 1992 al 15% del 2002, il che
197
svezia
Tabella 3 Distribuzione dei dipendenti del settore no profit (inclusi i dipendenti della Chiesa di Svezia)
Numero di dipendenti 2002
Percentuale del settore 2002
Cultura e attività ricreative
39.700
27%
Servizi sociali
28.900
20%
Istruzione e ricerca
22.500
16%
Religione
20.500
14%
Lavoro e affari
12.100
8%
Politica, identità e gruppi di interesse
6.800
5%
Sviluppo e servizi abitatiti regionali
4.800
3%
Sanità
4.500
3%
Ambiente
2.100
1,5%
Attività internazionali
2.000
1,5%
Filantropia
500
0,5%
Altri
600
0,5%
145.000
100%
Totale
Fonte: Wijkström F., Einarsson T., 2006, p. 60.
Tabella 4 Trend di sviluppo dei dipendenti nel settore no profit (Chiesa di Svezia non inclusa)
Numero di dipendenti 2002
Cambio rispetto al 1992
Cultura e attività ricreative
35.800
+ 5.000
Servizi sociali
23.000
+ 9.100
Istruzione e ricerca
22.500
+ 1.600
6.300
+200
12.100
- 2.900
Politica, identità e gruppi di interesse
6.800
- 700
Sviluppo e servizi abitatiti regionali
4.800
- 1.100
Sanità
4.500
+ 800
Ambiente
2.100
- 400
Attività internazionali
2.000
- 300
Filantropia
500
- 400
Altri
600
- 400
121.000
+ 10.500
Religione
Lavoro e affari
Totale
198
Fonte: Wijkström F., Einarsson T., 2006, p. 59.
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
dimostra ulteriormente come è cambiato il no profit in Svezia. Il settore
no profit costituisce anche un mercato del lavoro; se si guarda alla distribuzione del personale impiegato nel settore, la struttura appare alquanto diversa rispetto a quanto visto con la distribuzione dei costi.
La cultura e le attività ricreative costituiscono ancora la categoria
dominante, che include un quarto di tutti i dipendenti del settore. Nel
2002 le organizzazioni attive nei settori principali dello Stato sociale
comprendevano il 39% dei dipendenti del settore. È importante ripetere
che questa tabella include i dipendenti della Chiesa di Svezia e che quest’ultima è stata, per molto tempo, un’organizzazione estremamente
professionalizzante. Ciò spiega perché il 14% di tutti i dipendenti del
settore sono attivi nella categoria della religione.
Per capire come il settore no profit svedese stia cambiando, la tabella successiva mostra i trend di sviluppo dei dipendenti del no profit,
allo scopo di evidenziare i cambiamenti interni a ogni singolo settore,
escludendo la Chiesa di Svezia.
Il numero di dipendenti è aumentato nella maggior parte dei servizi
sociali, così come nel campo della sanità e dell’istruzione e ricerca. Per
le tre categorie è intervenuto un aumento di 11.500 dipendenti nel 2002,
rispetto al 1992. Invece, sempre nello stesso periodo, il settore del lavoro
e affari ha perso 2.900 dipendenti. Il numero di dipendenti mostra la
trasformazione del no profit in Svezia dal tradizionale supporto attivo
di cause dei movimenti popolari alla produzione di servizi da parte di
organizzazioni attive nei settori principali dello Stato sociale.
2.1 RISORSE UMANE
L’altra principale fonte di dati empirici di prima mano sul settore
no profit in Svezia è costituita dalle tre inchieste di livello nazionale sul
volontariato e i servizi di soccorso e assistenza informale, citate in precedenza. La sezione seguente sarà pertanto incentrata sul volontariato.
I risultati delle tre inchieste permettono di descrivere sia le dimensioni
e la struttura dell'attività di volontariato in Svezia, che il modo in cui si
è trasformata nel periodo compreso tra il 1992 e il 2005.
Se si esamina l’attività di volontariato in Svezia, è possibile trarre
conclusioni utili anche sulle attività del settore no profit. Rispetto ad altri
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
Paesi, il settore no profit svedese è meno professionalizzato, a causa dell’assunzione di controllo delle organizzazioni di tipo sociale maggiormente professionali da parte dello Stato, avvenuta dopo la guerra. Ciò ha
fatto sì che il settore no profit si sia mantenuto attivo in misura maggiore
proprio grazie all'attività di volontariato svolta dai suoi membri. L’attività
di volontariato è anche un utile indicatore di cittadinanza all’interno della
società svedese. Entrambe le prospettive fanno del volontariato la caratteristica centrale di una descrizione del settore no profit in Svezia.
Come accennato in precedenza, la distinzione tra volontariato e attivismo politico, in quanto corrispondenti a due forme distinte di lavoro non retribuito, risulta fuorviante in un contesto svedese, perché sia il volontariato
sia il lavoro non retribuito dei cittadini sono due forme di partecipazione
strettamente connessa all'appartenenza a un'organizzazione no profit. Prima
del rinnovamento della società civile in Svezia, avvenuto negli anni Novanta,
l'attività di volontariato veniva studiata dall’agenzia governativa di statistica
(SCB) in quanto dimensione attiva dell’appartenenza a un’organizzazione
ed era valutata come “scuola di democrazia”. Tali studi empirici sul volontariato si limitavano tuttavia all’attività dei membri ed erano incentrati sul
coinvolgimento nei consigli direttivi e nel processo democratico all'interno
delle organizzazioni no profit. Nel 1992, con la prima inchiesta di livello nazionale sul volontariato e i servizi di soccorso e assistenza informale, l’intenzione era quella di esaminare tutte le attività di volontariato e di non limitarsi
solo all'attività dei membri o a determinate categorie di volontariato. L'attività di volontariato è stata dunque esaminata in quanto fenomeno monolitico e osservata sia come lavoro non retribuito che come attività di volontario
svolta all’interno di un contesto organizzativo (come membro o no); peraltro,
l’inchiesta non ha considerato la natura del lavoro svolto, che si trattasse di
produzione di servizi sociali, amministrazione di un club sportivo, incarico
di fiducia non remunerato presso un’organizzazione politica, ecc.
L'attività di volontariato in Svezia è piuttosto estesa e abbastanza stabile, almeno durante gli anni esaminati dalle inchieste di livello nazionale
(1992-2005). La tabella seguente mostra la dimensione del settore negli
anni 1992, 1998 e 2005. Le cifre (espresse in %) rappresentano la percentuale
di popolazione svedese di età compresa tra i 16 e i 74 anni che ha svolto attività di volontariato.
Circa la metà della popolazione adulta presta servizio di volontariato;
199
svezia
Tabella 5 Individui di età compresa tra 16-74 anni impegnati in attività di volontariato (in percentuale)
Attività di volontariato
1992
1992
1992
1998
1998
1998
2005
2005
2005
Totale
Uomini
Donne
Totale
Uomini
Donne
Totale
Uomini
Donne
48
52
44
53
53
50
51
53
49
Fonte: Olsson L. E., Svedberg L., Jeppsson Grassman E., 2005, p. 14.
si tratta di una tendenza piuttosto stabile nel corso degli anni. La quantità
di uomini che presta servizio è ancora leggermente inferiore rispetto alla
quantità di donne, anche se la differenza è diminuita nel tempo. La diminuzione è giustificata dal fatto che le organizzazioni sportive sono state e
sono ancora dominanti all’interno del settore no profit e che gli uomini
sono tradizionalmente più impegnati nei ruoli di allenatori e responsabili
all’interno di queste organizzazioni. Gli studi possono comunque evidenziare che la quantità di donne che prestano servizio di volontariato all’interno di organizzazioni sportive è aumentata durante tutto il periodo
osservato. Pertanto, la differenza globale tra uomini e donne ha subito una
diminuzione. Un simile cambiamento sottolinea anche un cambio di prospettive interessante su che cosa significhi essere un genitore attivo. In passato, i genitori attivi erano impegnati in gruppi di tutela, ad esempio in
ambito scolastico, mentre oggi succede sempre più spesso che un genitore
esprima la propria partecipazione nelle attività sportive dei propri figli, ricoprendo i ruoli di allenatori o organizzatori. Un effetto dell'aumento della
partecipazione dei genitori all'interno di organizzazioni sportive è che, attualmente, è più difficile trovare persone che ricoprano incarichi amministrativi o all'interno di consigli direttivi. Anche se il campo dello sport
presenta un aumento significativo sul totale delle attività di volontariato,
si osserva che i genitori con incarichi di responsabilità prestano servizio
solo se i loro figli sono attivi all’interno di squadre o club. Piuttosto che assumersi responsabilità finanziarie o amministrative, preferiscono lavorare
come allenatori. Il modello tradizionale di volontariato si è dunque indebolito, rendendo le strutture organizzative tradizionali vulnerabili rispetto
ai modelli in evoluzione.
Anche la quantità di ore di servizio mensili e per persona appare stabile. La tabella seguente illustra la media di ore mensili di servizio di volontariato.
La stabilità della media mensile delle ore di attività di volontariato
conferma l’impressione che essa diventa sempre più un fenomeno stabile
nella società svedese.
Se si guarda al modo in cui l’attività è distribuita in relazione al genere
e alle fasce d'età, emergono alcune contingenze specifiche del volontariato.
Le cifre rappresentano la quota percentuale dei volontari adulti in Svezia.
Ci si aspetterebbe di trovare più giovani e anziani impegnati in attività
di volontariato, rispetto alle persone di mezza età, occupate con la routine
di famiglia e lavoro. In realtà, le cifre dicono il contrario: sono proprio le
persone maggiormente impegnate in ambito lavorativo a prestare più servizio di volontariato. Un simile paradosso è un indicatore importante delle
condizioni del volontariato in Svezia. Il motivo di ciò va ricercato e giustificato nella cosiddetta "ipotesi della sfera sociale". Tale ipotesi afferma che
Tabella 6 Media mensile di ore di servizio di volontariato
Ore
200
1992
1992
1992
1998
1998
1998
2005
2005
2005
Totale
Uomini
Donne
Totale
Uomini
Donne
Totale
Uomini
Donne
Appross.48
Appross.52
Appross.44
Appross.53
Appross.53
Appross.50
Appross.51
Appross.53 Appross.49
Fonte: Olsson L. E., Svedberg L., Jeppsson Grassman E., 2005, p. 16.
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
Tabella 7 Popolazione adulta che presta servizio di volontariato
in Svezia (in percentuale)
1998
2005
Uomini, età: 16–29
50
39
Donne, età: 16–29
47
43
Uomini, età: 30–44
55
59
Donne, età: 30–44
57
60
Uomini, età: 45–59
62
55
Donne, età: 45–59
53
48
Uomini, età: 60–64
54
56
Donne, età: 60–64
38
45
Uomini, età: 65–74
45
56
Donne, età: 65–74
45
37
Uomini, età: 75–84
–
32
Donne, età: 75–84
–
24
Fonte: Olsson L. E., Svedberg L., Jeppsson Grassman E., 2005, p. 15.
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
le persone scelgono di prestare servizio di volontariato perché, così facendo,
si trovano esposte all'interno di sfere sociali. Un genitore può così partecipare alla gestione della squadra di calcio del proprio figlio; i lavoratori si
uniscono al proprio sindacato e possono aspirare a incarichi di fiducia; chi
possiede un appartamento ha l’occasione di prendere parte all’attività di
una cooperativa abitativa, ecc. Pertanto, chi non rientra già in una determinata sfera sociale, ossia gli immigrati, le persone anziane esterne a reti
sociali, i giovani e i disoccupati, si trova, secondo questa ipotesi, sottorappresentato nel mondo dei volontari. L’ipotesi della sfera sociale è, per molti
aspetti, confermata dai dati empirici sul volontariato in Svezia, illustrati
nella tabella seguente (i risultati si riferiscono a ricerche effettuate nel
2005).
Esiste una forte covarianza statistica tra l’attività di volontariato e il
reddito e tra l'attività di volontariato, l'istruzione e l'assistenza informale,
sebbene quest'ultima sia di misura inferiore. I risultati confermano l’ipotesi
della sfera sociale: più persone integrate costituiscono parte della società,
più esse possono diventare volontari all’interno di organizzazioni. I risultati
evidenziano il fatto che l’attività di volontariato non è uno strumento efficace per l'integrazione sociale, ad esempio per gli immigrati o i disoccupati.
Piuttosto, l’attività di volontariato sembra fungere da arena di consolidamento per i legami sociali già esistenti e radicati. Il capitale sociale rappresenta quindi sia un effetto sia una causa dell'attività di volontariato.
Che cosa fanno le persone, quando prestano servizio di volontariato?
La tabella seguente fornisce alcune risposte in merito, nonostante l'am-
Tabella 8 Covarianza tra il volontariato e altri fattori
Istruzione
Reddito
Assistenza informale
Partecipazione dei genitori
Totale
**
***
**
**
Uomini
*
**
**
*
Donne
*
*
*=0,01 = p < 0,05 **= 0,001 = p < 0,01 *** = p < 0,001
Età
*
Fonte: Olsson L. E., Svedberg L., Jeppsson Grassman E., 2005, p. 28.
201
svezia
piezza delle categorie prese in considerazione (le cifre descrivono le percentuali del totale dei volontari).
I risultati indicano che alcune forme di volontariato sono stabili. D’altra
Tabella 9 Volontari attivi in diversi settori (in percentuale)
Attività di volontariato
1992 1998 2005
Organizzazioni umanitarie, questioni sociali
3
6
3
Organizzazioni di genitori
5
3
5
Associazioni per disabilità/pazienti
2
2
1
1992
1998
2005
Formazione o direzione
24
21
23
Consiglio di amministrazione
58
56
70
Organizzazioni di immigrati
1
1
1
Informazione/opinione pubblica
14
15
15
Organizzazioni di donne
1
1
0
Raccolta fondi
26
20
17
Organizzazioni di anziani
1
2
2
Sostegno alle attività
12
12
14
Congregazioni della Chiesa di Svezia
2
4
3
Altre attività
3
16
14
Altre Chiese cristiane, altre comunità religiose
3
3
3
Società per la temperanza
1
1
1
Gruppi locali che lavorano a questioni
sociali o azione comunitaria
2
2
2
Organizzazioni che lavorano
a questioni internazionali
1
1
0
Ordine
3
2
1
Attività di volontariato per lo
Stato o le municipalità
2
2
3
Organizzazioni sportive
16
19
20
Organizzazioni per attività all’aria aperta
3
3
4
Organizzazioni ambientali
1
1
0
Organizzazioni culturali
7
7
5
Organizzazioni per passatempi
5
3
3
Organizzazioni per la pace
0
0
0
Organizzazioni per motori
3
2
2
Organizzazioni abitative
5
6
8
Organizzazioni di azionisti
0
1
0
Organizzazioni per la difesa interna
3
3
2
Fonte: Olsson L. E., Svedberg L., Jeppsson Grassman E. , 2005, p. 17.
202
Tabella 10 Distribuzione di tutti i volontari di età compresa
tra 16 e 74 anni (in percentuale)
parte, aumentano i compiti amministrativi e direttivi, mentre diminuiscono
le attività di raccolta fondi. Questa variazione si spiega ricordando che esistono sempre più forme professionali di raccolta fondi che prevalgono sul
lavoro dei volontari. Si può suggerire che le organizzazioni no profit sono
sempre più professionalizzate, il che richiede una maggiore richiesta in
campo direttivo e amministrativo. Le proporzioni relative alle altre attività
aumentano in modo vertiginoso, il che presumibilmente implica che è in
crescita la quantità di nuove forme di attività di volontariato.
La distribuzione delle diverse attività tra vari tipi di organizzazione
indica in quale settore della società svedese emerge il maggiore contributo
del lavoro dei volontari. La tabella seguente mostra la distribuzione del
volontariato in Svezia nel 1992, 1998 e 2005. Le cifre rappresentano le proporzioni, in percentuale, di tutti i volontari di età compresa tra 16 e 74
anni.
Il risultato più sorprendente è la grande quantità di attività di volontariato all'interno di organizzazioni sportive. Come già detto in precedenza,
la cultura e le attività ricreative rappresentano la categoria dominante del
settore no profit svedese per quanto riguarda l’economia e le persone impiegate. Qui si osserva come questo andamento si rispecchi anche nel caso
dell’attività di volontariato svolta, la quale risulta in costante crescita proprio per la medesima categoria. I sindacati sono diminuiti nel corso dello
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
del totale dell‘attività di volontariato, mentre nel 1992 esse rappresentavano il 18%, per cui è intervenuto un piccolo aumento nell'area dell'assi1
0
0
Cooperative dei consumatori
stenza sociale. Tuttavia, se si osserva con maggiore attenzione, il quadro
risulta più complicato. Che ruolo hanno le organizzazioni per disabilità/pa2
3
3
Altre cooperative
zienti e le organizzazioni per gli anziani? Anch’esse contribuiscono con la
6
4
6
Sindacati
produzione di servizi, parallelamente all’attività di patrocinio di cause e
3
2
2
Partiti politici
sostegno degli interessi di determinate categorie. Persino le organizzazioni
sportive producono servizi di assistenza sociale, dato che le capacità di lea2
2
1
Associazioni studentesche
dership tra allenatori e responsabili comprende anche una dimensione so4
2
0
Altre organizzazioni
ciale. Da qui si deduce che il volontariato, se messo al servizio della società,
Fonte: Olsson L. E., Svedberg L., Jeppsson Grassman E., 2005, p. 19. comprende un insieme di valori democratici e sociali e che spesso non è
possibile identificare una distinzione netta tra le organizzazioni di volonstesso periodo; ciò significa che l’altra grande organizzazione di massa della tariato che producono servizi e le organizzazioni di volontariato che danno
società svedese sta perdendo delle risorse e, forse, il tradizionale prestigio. una voce politica a determinati gruppi o cause sociali.
I vecchi movimenti popolari, le società per la temperanza e le Chiese Libere,
rappresentano solo una porzione minore dell'attività di volontariato di
tutto il Paese.
2.2 FINANZIAMENTI
Naturalmente, i risultati mostrano quali settori della società svedese
Il reddito delle organizzazioni del settore no profit in Svezia può
godono del contributo del no profit. Al tempo stesso, risulta alquanto difficile tracciare una chiara linea di confine tra le organizzazioni che danno essere suddiviso in tre fonti di reddito principali. È importante, in questo
voce alle questioni e quelle che forniscono servizi. Le organizzazioni per il senso, osservare la struttura del reddito del settore, per poterne esasupporto attivo di una causa rappresentano una parte minore dell’attività minare il grado di indipendenza.
di volontariato svolta all'interno del settore no profit in Svezia. A parte i
sindacati, esistono partiti politici, organizzazioni per la pace, l’ambiente e Tabella 11 Reddito del settore (Chiesa di Svezia non inclusa)
le donne, organizzazioni per disabilità e pazienti e per gli anziani. Nel 2005,
Fonte di reddito
Quota di reddito (in percentuale)
tutte queste organizzazioni rappresentavano circa il 9% del totale del lavoro
29
Finanziamenti pubblici
di volontariato, mentre nel 1992, erano il 13% del totale, il che mostra un
calo nel corso del tempo. Chiaramente esistono altre organizzazioni che
60
Reddito guadagnato
patrocinano delle cause, ad esempio, le organizzazioni per gli immigrati e
11
Donazioni private
i genitori, tuttavia quelle citate in precedenza rientrano nella tipica cate66 miliardi di corone svedesi
Totale
goria di organizzazioni per il patrocinio di cause.
Se si prova a far emergere le organizzazioni che producono servizi, è
Fonte: Wijkström F., Lundström T., 2002, p. 168.
naturale citare le organizzazioni umanitarie, le organizzazioni di genitori,
Non esistono dati recenti disponibili sulla struttura del reddito del
le congregazioni della Chiesa di Svezia, le Chiese Libere e altre comunità
religiose, le società per la temperanza che prestano servizio di volontariato settore no profit. Pertanto, in questa sede, ci si è basati su dati del 1992
all’interno di o attraverso le municipalità e i gruppi locali che si occupano (la Chiesa di Svezia è esclusa dalla tabella).
Oltre la metà del reddito del settore proviene dal settore stesso,
di questioni sociali. Tutte queste organizzazioni rappresentano circa il 20%
Attività di volontariato
1992 1998 2005
203
svezia
Tabella 12 Fonti di reddito delle organizzazioni no profit (in percentuale)
Finanziamenti pubblici
Reddito guadagnato
Donazioni private
Cultura e attività ricreative
25
63
12
Lavoro e affari
5
92
3
Istruzione e ricerca
54
42
4
Sviluppo e servizi abitativi regionali
11
89
0
Politica, identità e gruppi di interesse
31
47
22
Servizi sociali
71
20
9
Attività internazionali
49
14
37
Religione
18
18
63
Sanità
87
12
1
Filantropia
15
81
4
Ambiente
14
61
25
Altri
12
80
7
Fonte: Wijkström F., Lundström T., 2002, p. 169.
204
mentre meno di un terzo proviene dal settore delle istituzioni pubbliche.
Significa che il settore no profit svedese è meno dipendente dalle fonti
di reddito governative rispetto a molti altri Paesi paragonabili, ad esempio all'Irlanda e alla Germania. La ragione di una simile indipendenza
va ricercata nel fatto che i sotto-settori maggiormente finanziati da
fondi pubblici sono quelli meno importanti nell’ambito del no profit
nazionale. È tuttavia importante ripetere che questi risultati riflettono
la situazione del no profit in Svezia nel 1992, o piuttosto, riflettono il
quadro dell’intera società svedese. A causa della sempre maggiore produzione di servizi da parte del settore no profit, la quota di finanziamenti provenienti dalle istituzioni pubbliche potrebbe essere, nel
frattempo, aumentata. La tabella seguente illustrativa della situazione
del 1992 sostiene una simile ipotesi (le fonti di reddito delle organizzazioni no profit sono espresse in percentuale).
I settori maggiormente dipendenti dai finanziamenti pubblici sono
quelli dei servizi sociali e della sanità. Ciò non deve sorprendere: le organizzazioni in questi due ambiti sono più professionalizzate e richiedono investimenti più consistenti. Poiché è aumentata la produzione
dei servizi di assistenza sociale nel no profit svedese, ci si può aspettare
l’espansione di categorie come quelle dei servizi sociali e l’aumento
della loro dipendenza dai finanziamenti pubblici. Le organizzazioni guadagnano il proprio reddito attraverso quote di iscrizione, mercatini,
quote di ingresso o lotterie. In Svezia le quote di iscrizione non sempre
corrispondono alla ricezione di un servizio o di benefici da parte dell’organizzazione; piuttosto, possono essere viste come forme di solidarietà o sostegno. Ciò si deve al ruolo centrale dell’appartenenza,
risalente ai movimenti popolari svedesi, in cui i membri sono anche i
proprietari delle organizzazioni.
2.3 TREND DI CRESCITA
Il settore no profit in Svezia sta cambiando; finora i processi di trasformazione sono stati illustrati in termini di economia e di personale impiegato. La presente sezione si incentra su alcuni processi di
trasformazione nell'ambito dell’attività di volontariato.
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
Sulla scia della tradizione dei movimenti popolari, esiste un forte legame tra l'appartenenza e il volontariato: durante la metà degli anni Novanta, l'85% di tutti i volontari erano membri dell'organizzazione presso
la quale prestavano servizio. Dieci anni più tardi, nel 2005, la quantità di
membri è diminuita del 70%. Nonostante il legame tra appartenenza e
volontariato sia ancora molto forte in Svezia, se paragonato ad altri Paesi,
è intervenuta una perdita del 15% in dieci anni; un simile indebolimento
ha reso il volontariato svedese più simile ad altri Paesi europei e nordamericani. Il nuovo andamento ha influenzato la terminologia svedese a
riguardo; il termine di origine anglosassone volontär (volontario) è rientrato nel vocabolario in uso e viene talvolta utilizzato per le persone che
prestano servizio di volontariato senza essere membri di un'organizzazione. Il legame indebolito tra appartenenza e volontariato descrive una
trasformazione nel modo in cui le organizzazioni del settore no profit
strutturano la propria forza lavoro. Basandosi in parte sulle tre inchieste
di livello nazionale, è possibile osservare come la forza lavoro delle organizzazioni no profit sia stata strutturata secondo nuove modalità. Wijkström e Einarsson (2006) hanno dimostrato che la quantità di lavoro svolto
dai non membri all’interno di organizzazioni no profit è aumentato da 41
milioni a 105 milioni di ore, nel periodo compreso tra il 1992 e il 2002.
Durante lo stesso periodo, la quantità di lavoro svolto dai membri è
rimasta stabile, 253 milioni di ore nel 1992 e 246 milioni nel 2002. La
quantità svolta dai dipendenti retribuiti è aumentata da 90 a 99 milioni
di ore, sempre nello stesso periodo. Ciò significa che si è leggermente trasformata la tendenza tipica dei movimenti popolari svedesi tradizionali,
in cui i membri prestano servizio di volontariato per la propria organizzazione di appartenenza, mentre è aumentata la quantità di lavoro svolto
dai non membri e dai dipendenti retribuiti. Ciò dimostra che le organizzazioni del settore no profit svedese sono professionalizzate più che in
passato e che un gruppo sempre più esteso di persone presta servizio di
volontariato senza possedere i doveri e i diritti democratici che l'appartenenza comporta.
Un altro cambiamento del settore è la crescita delle fondazioni (stiftelser). Tradizionalmente, l’associazione (förening) è la principale struttura
organizzativa del no profit in Svezia. Oltre a questa forma predominante,
esistono anche fondazioni, associazioni economiche (ekonomisk förening)
e associazioni comunitarie (samfällighetsföreningar). Le associazioni sono
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
Tabella 13 Distribuzione dei costi tra associazioni e
fondazioni (Chiesa di Svezia non inclusa)
1992
2002
Associazioni
80%
69%
Fondazioni
12%
23%
Associazioni economiche
6%
6%
Associazioni comunitarie
2%
2%
100%
100%
Totale
Fonte: Wijkström F., Einarsson T., 2006, p. 62.
ancora in posizione dominante, tuttavia le proporzioni di associazioni e
fondazioni hanno subito una variazione nel periodo 1992-2002. Tale trasformazione è visibile se si paragona la distribuzione dei costi tra le associazioni e le fondazioni nel 1992 con la distribuzione nel 2002.
Nel 2002 le associazioni ancora dominavano il settore no profit, tuttavia è diminuito il dislivello tra queste e le fondazioni. Ciò dimostra anche
uno spostamento rispetto alla tradizione dei movimenti popolari, in cui
era prevalenti le forme organizzative aperte e democratiche e l’appartenenza aperta a chiunque. Le fondazioni non hanno né membri, né una
struttura democratica nel senso originario del termine. L’associazione è
una forma organizzativa che dipende dalle persone che hanno deciso di
associarsi, mentre la fondazione è una forma organizzativa che dipende
dal capitale amministrato.
3 SUI VOLONTARI E LE ORGANIZZAZIONI (INTERVISTE)
3.1 MOTIVAZIONI ED OSTACOLI
Secondo gli intervistati, le ragioni che spingono a lavorare nel volontariato sono interconnesse ai benefici che derivano dall’attività. Non
è possibile separare un aspetto dall’altro, poiché entrambi si influenzano
e si rafforzano a vicenda. Gli elementi menzionati da tutti gli intervistati
o, almeno, dalla maggioranza, sono:
205
svezia
•
•
•
•
•
•
•
•
206
il desiderio e l’importanza di assumere un valore facendo qualcosa
per gli altri;
la conferma da parte di altri, la sensazione di essere importanti e utili;
la sensazione di partecipazione e di coerenza, la sicurezza di un
luogo di scambio sociale, in cui incontrarsi con altre persone; la reciprocità e la molteplicità dei vantaggi; la libertà di socializzare e
incontrare nuove persone;
prestare servizio di volontariato rende felici;
un interesse forte, la percezione di lasciare il proprio impatto, riuscire in qualcosa di positivo;
la devozione verso qualcosa di condiviso insieme ad altri;
trovare un ruolo e un’identità sociali, rafforzare la propria autostima
e conoscenza di sé;
l’acquisizione di conoscenza e l'apprendimento tramite altre persone.
Gli intervistati affermano che l'attività di volontariato nel campo delle
arti e le organizzazioni culturali non sono sempre viste come propriamente
“volontariato”, ma piuttosto come “piacere”, perché si tratta di qualcosa che
si fa “per se stessi”. Al tempo stesso, è noto il ruolo chiave di queste organizzazioni in occasione delle feste nazionali e nelle attività di tutela della
cultura svedese. I membri di queste organizzazioni esprimono anche soddisfazione per il senso di appartenenza e identità generati dall’attività di
volontariato. Questo si spiega se si considera che, per poter percepire il lavoro come “volontariato” deve esistere sempre “qualcun altro” e qualche
forma di relazione sociale.
Nel rispondere alla domanda “perché alcune persone non partecipano
mai ad alcuna attività di volontariato e quali sono gli ostacoli”, la risposta
ricorrente è: non è mai stato chiesto loro di partecipare (!) perché le organizzazioni non sono abbastanza aperte e spesso richiedono solo una quantità limitata di persone. Ciò si può anche attribuire al fatto che alcune
persone non hanno una tradizione di volontariato in famiglia. Altri ostacoli
dichiarati dagli intervistati riguardano la paura che alcune persone hanno
rispetto ad una partecipazione in prima linea estesa nel tempo e il timore
di essere obbligati a fare più di quanto desiderano. Inoltre, le associazioni
possono essere percepite come pesanti e dotate di strutture obsolete. Alcuni
dichiarano che il messaggio delle organizzazioni non raggiunge il pubblico
e che la competitività sul tempo delle persone è diventata più forte.
3.2 BISOGNI E SFIDE
Segue in questa sezione una sintesi delle opinioni degli intervistati a
proposito delle sfide future per le organizzazioni di volontariato e per il
settore nella sua globalità, accanto a richieste più concrete di trasformazioni e infrastrutture. Gli intervistati pensano che le organizzazioni hanno
bisogno di adattarsi meglio alla società in evoluzione, di soddisfare le esigenze delle persone e di accogliere coloro che aspirano a diventare volontari. Pertanto, le organizzazioni devono osare di più nel rivedere il proprio
modo di formulare i propri obiettivi e, se necessario, rivoluzionare le vecchie strutture e le modalità organizzative. Perché si possa verificare un
cambiamento, le organizzazioni devono creare lo spazio necessario a evolversi e riattivare le proprie risorse.
Diversi gruppi di persone si interessano a temi diversi e vedono l'attività di volontariato sotto vari aspetti. L'organizzazione e gli obiettivi devono dunque essere costruiti in modi molteplici, essere aperti e flessibili.
Gli intervistati sottolineano che le persone devono essere messe in condizione di poter scegliere liberamente i compiti da assolvere, senza sottostare a soluzioni preparate in precedenza. Prima di tutto, le
organizzazioni devono osservare le diverse dinamiche che hanno portato
alla loro creazione. Le persone, se vogliono collaborare, devono essere
agevolate nell'identificazione dei propri compiti. Le organizzazioni devono
investire più tempo per dare una forma alle diverse mansioni, insieme agli
stessi volontari. In pratica, si chiede alle organizzazioni di dimostrare il
proprio interesse nei confronti dell’impegno delle persone, di puntare verso
obiettivi significativi e di agevolare la dedizione dei singoli individui senza
tenere conto della durata della collaborazione.
Come già detto in precedenza, gli intervistati pensano che il concetto
di appartenenza vada esteso. È importante ricordarsi che il rapporto tra
l’individuo e l’organizzazione può assumere diverse forme, senza valutare
le diverse manifestazioni. Ad esempio, le organizzazioni devono accettare
che alcuni sono solo dei dipendenti retribuiti, mentre altri sono attivi nel
corso di determinati periodi pur senza essere membri. La cosa più importante non è sempre la quantità di membri iscritti, ma il numero di coloro
che sono coinvolti nell'attività e hanno l'opportunità di rendersi attivi all'interno dell'organizzazione. Se le persone vivono il lavoro in modo significativo e percepiscono la forza e il piacere di prendere parte a obiettivi
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
comuni, sarà più facile, per loro, comprendere il valore dell'organizzazione.
Una sfida centrale e di dimensioni rilevanti è la salvaguardia della democrazia a dispetto di una minoranza interessata a far parte dei consigli
direttivi o a presenziare le riunioni annuali. Se nessuno vuole assumersi
la responsabilità per questa minoranza, cosa succederà alle organizzazioni?
Dato che la democrazia richiede alle persone di essere responsabili, le organizzazioni devono lavorare in modo da garantire continuità e competenze. Ad esempio, possono creare organismi a carattere decisionale e
incarichi direttivi per le persone più giovani. Parallelamente, deve crescere
l'investimento nella leadership, perché avere dei buoni responsabili è, per
un’organizzazione, il prerequisito essenziale per lo sviluppo e il futuro dell'attività di volontariato.
Le organizzazioni devono inoltre tenere in maggiore considerazione
il rapporto tra la loro missione e l’aspetto della democrazia, per trovare
un equilibrio tra democrazia e efficienza. Altre questioni importanti riguardano lo sviluppo nei confronti di un maggior numero di dipendenti e
la competitività in aumento nei rapporti con i soggetti privati. Per essere
credibili e mantenere la propria funzione di patrocinio, è necessario assumere una posizione indipendente. Alcuni dichiarano che è importante per
le organizzazioni trovare più opzioni di finanziamento, sia per proteggere
la propria indipendenza che per rafforzare il proprio “marchio”. Dovrebbe
essere possibile creare nuovi rapporti con le aziende o con altri soggetti
della comunità economica.
In una delle interviste emerge una questione che considera come le
organizzazioni di volontariato saranno influenzate dalla futura regionalizzazione della Svezia (sono previste 5-7 regioni). Quali sono le conseguenze sul modo di organizzare il settore no profit? Le organizzazioni
saranno in grado di conservare le strutture democratiche con successo?
Riguardo a che cosa sia necessario per le organizzazioni, le risposte variano
leggermente; tuttavia molte si concentrano sulla possibilità, per le organizzazioni, di cambiare atteggiamenti e prospettive. Ecco come possono
essere riassunte:
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
• il coraggio di cambiare, di pensare fuori dagli schemi e di mettere in
discussione le strutture esistenti;
• diversi atteggiamenti dei dipendenti pubblici che operano nelle municipalità;
• un dialogo paritetico con il settore delle istituzioni pubbliche e le ricerche istituzionalizzate a tutti i livelli della società;
• la necessità di cambiare le prospettive all’interno dell’organizzazione.
I dipendenti e gli amministratori devono rivedere le proprie posizioni
sul proprio ruolo all’interno dell’organizzazione e lasciare più spazio
ai volontari;
• una continuità nelle attività attraverso processi economici stabili e
una migliore gestione delle competenze;
• la creazione necessaria di attività a livello locale, plasmate secondo
le esigenze e le aspirazioni delle persone;
• strutture logistiche non troppo care, in cui possano essere svolte le
attività.
Molti affermano che i soldi sono importanti, ma non costituiscono un
bisogno primario. La disponibilità economica non può risolvere questioni
di base problematiche. Persino in relazione alla domanda su quale sia la
sfida più grande per le organizzazioni, le prospettive e le azioni delle persone emergono nelle seguenti risposte:
• la mancanza di conoscenza e comprensione del senso e del funzionamento del settore;
• il modo in cui le organizzazioni no profit vengono trattate e percepite,
che spesso include un atteggiamento polemico e diversi segnali di
mancanza di fiducia;
• l’eccessiva burocrazia dei dipendenti pubblici delle municipalità;
• l'invisibilità, ad esempio, nei media e nei contesti politici;
• la creazione di qualcosa di concreto a partire dalla prospettiva ideologica dell’organizzazione, in modo da staccarsi dalle vecchie idee e
riuscire a evolversi;
• riuscire ad attirare le persone nel lungo termine.
207
Organismi di rappresentanza e coordinamento
1 RETI E FEDERAZIONI
IL
208
VO L O N TA R I ATO
IN
EUROPA
All’interno del settore no profit svedese esistono numerose organizzazioni che coordinano o sostengono le organizzazioni no profit e le relative attività. Alcune di queste organizzazioni sono descritte di seguito, ma ne esistono molte
altre dello stesso tipo e solo alcune possono essere indicate nel presente rapporto.
Ideell Arena (Arena Ideell) non è tanto un’organizzazione, quanto un’area di incontro sostenuto da 56 organizzazioni
no profit. Il suo obiettivo è quello di avviare e svolgere programmi per lo sviluppo della leadership nel settore no profit.
Arena Ideell vuole essere un luogo che permette a ricercatori e operatori di matrice accademica e a diverse organizzazioni
no profit di incontrarsi e confrontarsi. La creazione di un dialogo tra il mondo del no profit e quello accademico, così
come di un dialogo all’interno dello stesso settore no profit sono strumenti utilizzati da Arena Ideell per raggiungere il
proprio scopo ultimo: influenzare i processi di sviluppo delle organizzazioni no profit in Svezia.
Forum för Frivilligt Socialt Arbete (Forum Nazionale per l’Impegno Volontario nel Sociale) è una federazione che
opera come organizzazione ombrello per le organizzazioni no profit svedesi che operano nella sfera sociale. Lo scopo è
di migliorare le opportunità dell’impegno volontario nel sociale in Svezia facilitando lo scambio di conoscenze e introducendo nuove modalità operative. Il Forum Nazionale per l’Impegno Volontario nel Sociale è stata l’organizzazione no
profit che ha guidato il processo di creazione dell’accordo, precedentemente menzionato, tra il Governo e le organizzazioni
sociali che operano nel settore no profit in Svezia. I membri del Forum Nazionale per l’Impegno Volontario nel Sociale
sono 32 organizzazioni no profit attive nel volontariato sociale, alcune delle quali sono grandi federazioni come la Chiesa
di Svezia. Anche le municipalità e le aziende sono soci ammessi all’interno di questa organizzazione ombrello.
Famna – branschorganisation för non profit vård och social omsorg (Famna - Fornitori No Profit di Sanità e
Assistenza) rappresenta gli interessi delle organizzazioni che erogano servizi di sanità e assistenza sociale all’interno di
dibattiti politici sulla produzione di questi servizi. Famna punta a influenzare il Governo per sviluppare politiche complete
per il settore no profit, capaci di stimolarne lo sviluppo e la crescita. Le questioni centrali di Famna riguardano le acquisizioni e gli accordi, le risorse economiche per lo sviluppo e la conoscenza e la sempre maggiore visibilità delle attività
no profit nelle aree della sanità e dell’assistenza sociale. Famna è una federazione con 31 associazioni e fondazioni no
profit attive nelle aree suddette.
FRII – Frivilligorganisationernas Insamlingsråd (Consiglio Svedese per le Raccolte Fondi), il cui duplice scopo
è quello di promuovere modalità etiche e professionali di raccolta fondi e di migliorare le condizioni delle raccolte di
fondi attraverso attività di lobby politico e negoziazioni con i fornitori commerciali. Il Consiglio Svedese per la Raccolta
Fondi ha stilato degli standard e un codice di condotta per i propri membri. Accanto all’attività di lobby, il Consiglio
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
Svedese per le Raccolte Fondi promuove la formazione professionale
nel settore. È una federazione con 86 membri, tutte organizzazioni no
profit attive nelle attività di raccolta di fondi.
Sektor3 (Settore3) è un gruppo di riflessione che rivede criticamente la società civile attraverso ricerca, comunicazione e dibattiti. Il
punto di partenza di Settore3 è il bisogno di risorse per la società civile.
Il suo obiettivo è quello di scrutinare e rendere visibile la società civile
svedese e di esaminare i suoi rapporti con altre sfere della società. Settore3 è un'organizzazione no profit composta da 24 organizzazioni provenienti dal settore no profit e da altri settori.
LSU – Landsrådet för Sveriges Ungdomsorganisationer (Consiglio Nazionale delle Organizzazioni Giovanili Svedesi) è una federazione che consta di 81 organizzazioni membro. Lavora da organismo di
coordinamento, con l’obiettivo di costituire un forum per le questioni
di interesse comune delle organizzazioni giovanili e di fornire una rete
per le organizzazioni nazionali e internazionali che si occupano della
cooperazione giovanile. Il Consiglio Nazionale delle Organizzazioni Giovanili Svedesi effettua attività di lobby su questioni legate ai giovani e
lavora sulle politiche giovanili e lo sviluppo di capacità di leadership e
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
di organizzazione.
Oltre a queste organizzazioni, esistono anche organizzazioni di coordinamento e supporto nel settore delle organizzazioni di immigrati:
LSI – Landsrådet för Sveriges invandrarorganisationer (Consiglio Nazionale delle Organizzazioni degli Immigrati in Svezia) e SIOS
– Samarbetsorgan för etniska organisationer i Sverige (Gruppo di Cooperazione delle Associazioni Etniche in Svezia).
2 IL LAVORO DI RETE (INTERVISTE)
La cooperazione con altre organizzazioni è giudicata essenziale da
tutti gli intervistati. Molti lavorano come coordinatori e hanno contatti
giornalieri con diversi tipi di organizzazioni, reti e gruppi di lavoro. La
cooperazione è in aumento grazie alle organizzazioni ombrello e ai contatti con i settori pubblico e privato e con un sempre maggiore numero
di organizzazioni internazionali. La cooperazione non rappresenta un
metodo di lavoro alternativo, bensì un fondamento imprescindibile per
le organizzazioni no profit.
209
E
N
T
I
D
I
S
U
P
P
O
R
T
O
Enti di supporto
1 MISURE DI SOSTEGNO (QUESTIONARI E INTERVISTE)
Tutti i segmenti della società invocano un aperto riconoscimento
del ruolo essenziale del volontariato, un’esigenza comune percepita da
tutti come in costante crescita.
Accanto a numerose iniziative e all’accordo tra il Governo svedese
e le ONG, il riconoscimento del ruolo del volontariato si manifesta attraverso un sempre maggiore interesse da parte del pubblico e un sempre più concreto e significativo coinvolgimento del mondo aziendale,
attraverso l’adesione alla responsabilità sociale d'azienda. L'attenzione
politica fornisce, infine, un contesto positivo per lo sviluppo.
“Anche i partiti politici danno sempre più peso al lavoro delle organizzazioni di volontariato e si mostrano più aperte nella gestione di problemi e attività più grandi.”
I punti critici del volontariato, contenenti anche istruzioni operative
per uno sviluppo futuro, sono legati a diversi elementi, quali: il volontariato è “non sempre aperto e accessibile.”, esiste “una mancanza di coerenza dietro le politiche del volontariato” e ci sono “infrastrutture
insufficienti a livello regionale e locale in grado di sostenere il volontariato”.
2 CENTRI DI SUPPORTO AL VOLONTARIATO
210
Nel contesto svedese, le organizzazioni no profit rappresentano la
principale origine del volontariato e, pertanto, costituiscono l'infrastruttura dell'attività di volontariato in Svezia.
Questa sezione illustrerà i frivilligcentraler, ossia i centri per il volontariato gestiti da alcune municipalità. In Svezia non esiste il corrispettivo di quello che altre tradizioni nazionali definiscono centri di
supporto al volontariato; il concetto più vicino, nel contesto svedese, è
dunque il frivilligcentraler o centro per il volontariato.
I primi centri per il volontariato furono fondati all’inizio degli anni
Novanta, in diverse località. Furono introdotti, in qualità di modelli di
cooperazione tra le municipalità e i settori no profit locali, da Cesam –
Stiftelsen Centrum för samhällsarbete och mobilisering (Cesam – Centro
per lo Sviluppo e la Mobilitazione delle Comunità); anche nel periodo
tra il 1993 e il 1996, il Governo finanziò dei centri per il volontariato per
sostenere le attività no profit.
Nel 2005 in Svezia esistevano 69 centri per il volontariato, di cui
oltre la metà erano stati fondati prima del 2000. Nella maggior parte
dei casi, l'iniziativa proveniva dalla singola municipalità o da una cooperazione tra questa e le organizzazioni no profit locali. Quasi il 70%
dei centri per il volontariato è interamente finanziato dalle municipalità,
mentre quasi tutto il resto è sostenuto da finanziamenti frutto della
collaborazione tra municipalità e organizzazioni no profit. Solo pochi
sono finanziati esclusivamente dalle organizzazioni no profit. Le municipalità possiedono la gestione esclusiva di quasi metà dei centri per
il volontariato; quasi un quarto di essi è strutturato come associazione
indipendente, mentre un terzo è gestito da organizzazioni no profit locali, oppure da queste ultime in cooperazione con le municipalità.
I centri per il volontariato hanno la funzione di contribuire attraverso attività preventive e di fungere da complemento ai settori pubblici
e commerciali. I gruppi obiettivo dei centri per il volontariato sono per
lo più gli anziani e le persone affette da patologie fisiche o psicologiche;
accanto a questi, esiste anche il gruppo dei familiari che si prendono
cura di anziani o di persone affette da disabilità, anch’essi interlocutori
dei centri per il volontariato. Ciò nondimeno, anche le persone che prestano servizio di volontariato nei centri rappresentano dei potenziali
obiettivi, dato che la loro attività costituisce fonte di soddisfazione personale e conferisce ad essi un senso di appartenenza a una determinata
comunità. Nel 2005 il Governo ha deciso di sostenere le municipalità
investendo oltre 114 milioni di corone svedesi per supportare le persone
che assistono familiari affetti da malattie o disabilità; una parte di questa somma è destinata ai centri per il volontariato.
Accanto al lavoro di assistenza sociale, i centri per il volontariato
hanno la funzione di creare reti sociali, rafforzando in tal modo i legami
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
tra le persone e combattendo l'isolamento e la solitudine. Nello spingere
i singoli individui verso una partecipazione collettiva, i centri per il volontariato rendono le persone più forti e, in tal modo, consolidano la
democrazia. La questione empirica relativa all’effettiva capacità dei centri per il volontariato di soddisfare simili aspettative è scarsamente approfondita: le ricerche sui centri per il volontariato in Svezia sono oggi
ancora insufficienti. È importante sottolineare che esistono diverse altre
forme di cooperazione tra le municipalità e le organizzazioni no profit
locali, tuttavia queste sono spesso non così ufficializzate e sono pertanto
meno visibili rispetto ai centri per il volontariato. Una parte importante
dell'infrastruttura del volontariato in Svezia è dunque non ufficializzata
e pressoché invisibile. L’infrastruttura è, in molti casi, basata su un'in-
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
terazione di tipo informale tra le organizzazioni no profit locali e i dipendenti che operano all’interno delle municipalità. Un'alternativa ai
centri per il volontariato è l’Ufficio per il Volontariato (Volontärbyrån),
un ufficio di mediazione tra chi vuole iniziare a prestare servizio di volontariato e le organizzazioni no profit che offrono la possibilità di farlo.
L'Ufficio per il Volontariato è gestito dal Forum Nazionale per l'Impegno
Volontario nel Sociale e utilizza Internet per mettere in comunicazione
le persone e il lavoro di volontariato. La differenza tra l'Ufficio per il Volontariato e i centri per il volontariato è che, a differenza di questi ultimi,
l’Ufficio non si occupa di intermediazione diretta, ma offre supporto
alla gestione delle attività di volontariato e un sito per la promozione
del reclutamento di volontari.
211
C
O
N
O
Conoscere gli enti di supporto
(questionari)
212
S
C
E
R
E
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
A
T
O
I
Zona Ragazza
N
E
U
R
O
P
A
[CONTATTI]
Tjejzonen
Girlzone
Zona Ragazza
Garvar Lundins Gränd 9
11220 Stockholm – Svezia
Tel. +46 852247840
[email protected]
www.tjejzonen.com
Tjejzonen è un’associazione no profit senza alcuna affiliazione politica o religiosa. Si rivolge a ragazze e donne di età compresa tra i 12 e i 25
anni e opera principalmente nella contea di Stoccolma. L’associazione si presenta come un’area libera destinata alle ragazze, attraverso proposte
di attività, sostegno e aiuto; opera anche attivamente nell'ambito delle pari opportunità sociali, occupandosi di questioni legate al razzismo, alla
violenza, al bullismo, all'oppressione e agli abusi. È aperta a tutte le ragazze e le donne, indipendentemente dalle differenze culturali, etniche,
sessuali o religiose.
Gli obiettivi di Tjejzonen sono i seguenti:
• rafforzare l’autostima femminile, la fiducia negli altri e in se stesse;
• dare alle donne la possibilità di utilizzare la creatività personale per sviluppare le proprie individualità;
• dare loro la sensazione di essere necessarie e di avere un posto nella società;
• fare crescere, nelle più giovani, la fiducia nei confronti del mondo adulto;
• stimolare le donne a coltivare le proprie conoscenze e la propria istruzione.
Le attività dell’associazione includono diversi servizi di ascolto via chat e e-mail, servizio di counselling, il programma “Sorella grande” e un
gruppo di aiuto e tutoraggio per chi soffre di disturbi alimentari, che comprende servizi di chat, e-mail e varie attività.
Risultati
Il programma “Sorella Grande” è oggi un'iniziativa di grande successo. Nel 2007 sono state formate 26 coppie di “Sorelle Grandi”, nel 2008 si
prevede di raddoppiare questa cifra. Il gruppo di aiuto per i disturbi alimentari è diventata un'area dedicata al dialogo e all’assistenza alle ragazze
che soffrono di questi problemi.
Membro di SKR – Sveriges kvinnojourers riksförbund (Associazione Svedese Rifugi delle Donne).
213
svezia
QUESTIONARI
Zona Ragazza
214
Area geografica
Stockholms län, Stoccolma
Numero di volontari
50
Personale impiegato
2 a tempo pieno e 2 part- time per attività di supporto al volontariato
Attività
ASSISTENZA SOCIALE
Ascolto
Attività di supporto, aiuto relazionale, animazione
Call centre e sostegno telefonico
Sostegno all’istruzione
Attività di supporto
al volontariato
COMUNICAZIONE
Pubblicazioni o newsletter periodiche
Comunicati stampa
ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Festival, mostre, fiere
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
Agenzia per le ONG di Göteborg
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
[CONTATTI]
Göteborgs Föreningscenter
Gothenburg NGO Agency
Agenzia per le ONG di Göteborg
Mellangatan 1
41311 Göteborg - Svezia
Tel. +46 31131396
Fax +46 31135654
[email protected]
www.gfc.se
Göteborgs Förenings Center – GFC (Agenzia per le ONG di Göteborg), fondata nel 1995, è un centro di sviluppo e competenza dedicato alle organizzazioni che svolgono attività di volontariato sociale nella regione di Göteborg. GFC rappresenta una struttura di supporto unica in Svezia,
dato che non esistono altre simili reti a livello locale o regionale. GFC ha circa 100 organizzazioni membro, tra le quali associazioni, centri per il
volontariato, organizzazioni ecclesiastiche, gruppi di auto-aiuto e sostegno telefonico. Le associazioni lavorano insieme per aiutare bambini,
giovani, donne, tossicodipendenti, persone disabili, pazienti e le relative famiglie. Le organizzazioni membro variano di dimensione, dalle più
grandi, con centinaia di persone impiegate, sino alle piccole organizzazioni di volontariato, senza alcun dipendente. I proprietari di GFC sono le
organizzazioni membro che si occupano di gestire l'organizzazione generale, aiutati da un comitato a carattere elettivo. Lo scopo primario di GFC
è quello di sostenere le associazioni piccole, di recente fondazione e dotate di poche risorse, attraverso l’aiuto delle organizzazioni membro più
grandi, che offrono la loro competenza ed esperienza.
L’obiettivo di GFC è anche quello di sostenere e stimolare il lavoro delle organizzazioni membro, al fine di sviluppare attività di volontariato
sociale e diffondere informazioni sui modi in cui le ONG contribuiscono alla società svedese.
Le attività comprendono:
• organizzazione di corsi di formazione e incontri per favorire il dialogo tra i membri e le altre parti coinvolte;
• sostegno alle nuove iniziative interne al settore del volontariato. Comunicazione al pubblico e promozione attraverso annunci pubblicitari e
articoli dedicati alle esigenze esistenti e alle possibilità dei lavoratori volontari di contribuire significativamente alla società;
• diffusione dell’informazione tramite le organizzazioni di volontariato grazie all’aiuto di un catalogo delle associazioni. Il catalogo delle associazioni di volontariato è anche presente in versione aggiornata sul sito web: www.gfc.se;
• partecipazione e organizzazione della formazione in collaborazione con le altre componenti dell’economia sociale, del pubblico settore e insieme a università e istituti per l'alta formazione;
• informazione sulle attività di volontariato sociale, presentando le possibilità e i limiti che comporta. Conduzione di attività di lobby nei
confronti di politici e dipendenti pubblici allo scopo di migliorare le condizioni operative delle associazioni;
• rappresentazione delle associazioni in diversi partenariati, ad esempio l’Economia Sociale Regionale di Göteborg, il Consiglio per l’Economia
Sociale della Regione Occidentale, i Comitati Regionali per il Fondo Sociale UE Obiettivo 3 e per il programma di cooperazione Urban II.
Tra i principali risultati raggiunti da GFC:
• sostegno dello sviluppo organizzativo delle associazioni membri;
215
svezia
•
•
•
•
•
•
informazioni e assistenza tramite richieste di sovvenzioni, ad esempio compilazione moduli di finanziamento UE;
formazione e conferenze organizzate da GFC stesso e in collaborazione con autorità locali, università e istituti per l’alta formazione;
riunioni tra reti di varia provenienza;
partecipazione alla Giornata Mondiale del Volontariato, il 5 dicembre.
possibilità di allestire e trasmettere programmi televisivi su Open Channel.
altri servizi, che includono: Future Workshop, amministrazione e contabilità, amministrazione dei salari, supervisione.
Membro di Göteborgs sociala ekonomi (Economia Sociale Göteborg).
216
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
QUESTIONARI
Agenzia per le ONG di Göteborg
Area geografica
Göteborg
Personale impiegato
1 a tempo pieno per altre attività
Attività
ASSISTENZA SOCIALE
Punto di contatto per le persone
affette da problemi mentali
Attività di supporto
al volontariato
CONSULENZA E ASSISTENZA
Raccolta fondi
Fiscale e amministrativa
Stesura progetti e domande per bandi
Processi formativi
Organizzazione eventi
COMUNICAZIONE
Proprio sito web
Pubblicazioni o newsletter periodiche
Presenza nei giornali locali e nazionali
Creazione di speciali eventi di comunicazione
Comunicati stampa
FORMAZIONE
Corsi (con o senza stage)
ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Riunioni e conferenze
Pubblicazioni
Eventi pubblici
Attività di raccolta fondi
INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE
Banca dati
217
svezia
Consiglio Nazionale delle
Organizzazioni Giovanili Svedesi
[CONTATTI]
Landsrådet för Sveriges ungdomsorganisationer
National Council of Swedish Youth Organisations
Consiglio Nazionale delle Organizzazioni Giovanili Svedesi
Gammelgårdsvägen 38
11623 Stockholm – Svezia
Tel. +46 86736678
Fax + 46 86726690
[email protected]
www.lsu.se
Il Landsrådet för Sveriges ungdomsorganisationer o LSU è stato fondato nel 1948 per incrementare i contatti tra i giovani dell’Europa dell’Est
e quelli dell’Europa dell’Ovest. Oggi LSU opera come una piattaforma impegnata su diverse tematiche di livello internazionale e nazionale. La
cooperazione permette alle diverse organizzazioni membro di condividere esperienze, avviare progetti comuni e esercitare un peso nella società.
LSU è un ente di coordinamento che riunisce 82 organizzazioni giovanili in Svezia. I membri provengono da tutti i tipi di organizzazioni, dalle
sezioni giovanili dei partiti politici ai movimenti studenteschi, dalle organizzazioni a carattere religioso sino a quelle ambientaliste e a quelle di
giocatori di scacchi.
Il Consiglio Nazionale delle Organizzazioni Giovanili Svedesi, in qualità di ente di coordinamento, ha i seguenti obiettivi:
• costituire una piattaforma di dialogo dedicata ai temi di interesse comune delle organizzazioni giovanili;
• fornire una rete di comunicazione alle organizzazioni nazionali e internazionali che si occupano di cooperazione giovanile;
• lavorare nel rispetto della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dell'Uomo e della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia
(tratto dalla costituzione del LSU par. 1).
Al fine di raggiungere questi obiettivi, il lavoro di LSU si sviluppa in due aree, sia a livello nazionale che a livello internazionale: sviluppo e
leadership organizzativi (principalmente consistente di attività educative, lavoro di rete, ecc.); attività di lobby dedicata a temi giovanili e alle
politiche del lavoro giovanile.
LSU è stato creato 60 anni fa, dunque è difficile qui riassumerne i risultati sinora conseguiti. Uno di questi è stato sicuramente il fatto di aver
influenzato le scelte del Governo svedese in materia di politiche giovanili; un altro successo è rappresentato dalla creazione di capacità e competenze
all’interno delle organizzazioni giovanili.
È membro di circa 10-12 reti nazionali e internazionali. La gamma e l'ampiezza delle reti sono di livello internazionale e si estendono a un
alto numero di settori e tematiche.
218
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
QUESTIONARI
Consiglio Nazionale delle Organizzazioni Giovanili Svedesi
Area geografica
Svezia
Personale impiegato
10 a tempo pieno per attività di supporto al volontariato
Attività di supporto
al volontariato
ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Riunioni e conferenze
Campagne promozionali sui mass media
Pubblicazioni
CONSULENZA E ASSISTENZA
Processi formativi
Management
Stesura progetti e domande per bandi
Raccolta fondi
FORMAZIONE
Corsi (con o senza stage)
Classi o seminari individuali
Formazione a distanza
INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE
Informazione e documentazione
COMUNICAZIONE
Pubblicazioni o newsletter periodiche
Proprio sito web
Edizione di appunti di conferenze, libri, manuali
Presenza nei giornali locali e nazionali
Comunicati stampa
219
svezia
“Viljan” - Centro per il
Volontariato di Södermalm
[CONTATTI]
Viljan – Södermalms frivilligcentral
“Viljan” Södermalm’s Volunteer Centre
“Viljan” - Centro per il Volontariato di Södermalm
Magnus Ladulåsgatan 15
11865 Stockholm – Svezia
Tel. +46 87202556
[email protected]
www.viljan.nu
Viljan è un’associazione indipendente di tipo religioso e politico che organizza e conduce attività di volontariato nel quartiere di Södermalm,
a Stoccolma.
I gruppi sociali ai quali l'associazione si rivolge includono giovani e anziani che necessitano di assistenza e sostegno laddove le normali reti
di supporto non sono sufficienti. L'associazione ha lo scopo di incoraggiare le attività di volontariato sociale e coinvolge i propri membri in vari
tipi di attività volontarie, al fine di sopperire alle lacune del settore pubblico in materia di assistenza sociale. L'associazione si propone anche di
promuovere attività di auto-aiuto a livello locale.
La natura delle attività svolte dipende dalla richiesta pubblica; le esigenze operative si suddividono in quattro aree principali:
• attività occasionali: compagnia/assistenza alla persona;
• creazione di contatti regolari: tra i volontari e le persone con scarsi contatti o appoggi sociali;
• attività esterne: rafforzamento dei servizi municipali esistenti;
• gruppi di interesse: avviare e sostenere gruppi-obiettivo a partire dalle esigenze di miglioramento dei partecipanti.
Risultati
Viljan ha circa 50 volontari che hanno lavorato al pari di 4 dipendenti a tempo pieno nel corso del 2007. Durante lo stesso anno, la popolazione
dell’area in cui Viljan opera si è arricchita di 200 abitanti.
Membro di Forum för frivilligt socialt arbeite (Forum Nazionale per l’Impegno Volontario nel Sociale).
220
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
QUESTIONARI
“Viljan” - Centro per il Volontariato di Södermalm
Area geografica
Södermalm
Numero di volontari
51
Personale impiegato
1 part- time per attività di supporto al volontariato, 1 part- time per altre attività
Attività
SANITA’
Promozione e/o coordinamento dell’auto-aiuto
Riabilitazione
ASSISTENZA SOCIALE
Assistenza alla persona
Attività di gruppo
Call centre e sostegno telefonico
Ascolto
ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Pubblicazioni
Riunioni e conferenze
Eventi pubblici
FORMAZIONE
Corsi (con o senza stage)
INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE
Ufficio informazioni
Libri, manuali, opuscoli
Banca dati
Attività di supporto
al volontariato
221
svezia
Forum Nazionale per l’Impegno
Volontario nel Sociale
[CONTATTI]
Forum för Frivilligt Socialt arbete
National Forum for Voluntary Social Work
Forum Nazionale per l’Impegno Volontario nel Sociale
Hantverkargatan 3F
11221 Stockholm – Svezia
Tel. +46 86510721
Fax +46 86525114
[email protected]
www.socialforum.se
Forum för Frivilligt Socialt arbete (Forum Nazionale per l’Impegno Volontario nel Sociale) è l’organizzazione ombrello dedicata alle ONG svedesi
che lavorano in ambito sociale. Il suo scopo è quello di ottimizzare le opportunità per il volontariato sociale in Svezia influenzando l'opinione
pubblica, facilitando lo scambio di competenze e introducendo nuove metodologie di lavoro. Il Forum è peraltro alla guida del processo di creazione
del Överenskommelse in Svezia (equivalente al Compact inglese, ossia un tipo di accordo di lunga data che stabilisce e convalida principi e linee
guida condivise, utili a gestire dei rapporti di partenariato efficienti tra il Governo e il terzo settore).
La missione del Forum è perseguire la realizzazione di una società dotata di uno stato sociale generale e arricchita da un volontariato forte e
responsabile, tramite il quale tutti possano crescere e nutrire fiducia. Gli obiettivi del Forum mirano a garantire che l'Accordo nazionale venga
implementato e utilizzato correttamente in tutto il territorio svedese. Per poter migliorare i prerequisiti necessari all'impegno nel volontariato,
è necessario dare alle ONG che operano in ambito sociale una voce comune e delle modalità agevolate per lo scambio delle competenze; ciò può
avvenire se i membri delle organizzazioni ricevono gli strumenti necessari al proprio sviluppo.
Le attività del Forum includono la partecipazione alla costruzione di un volontariato più forte, l'organizzazione di diverse riunioni e incontri,
dalle grandi conferenze ai piccoli workshop e al lavoro di rete su Internet, l'influenza sull'opinione pubblica attraverso pubbliche relazioni e attività
di lobby, la creazione di una consapevolezza sociale basata sulla diffusione dei fatti tramite newsletter e, infine, la mediazione tra il grande
pubblico e le organizzazioni di volontariato.
Il risultato principale conseguito dal Forum è stato rappresentato dalla firma dell'Accordo nazionale, a cui stanno seguendo diversi processi
di sviluppo e controllo che vedono il Forum in buona posizione. Gli viene spesso richiesto di partecipare a conferenze e a gruppi di esperti.
222
•
•
•
•
•
•
•
Membro di
Nätverket mot utanförskap (Rete di Persone di Organizzazioni che Lavorano contro l'Esclusione Sociale)
Sektor 3 (un gruppo di riflessione che monitora criticamente la società civile attraverso ricerche, comunicazioni e dibattiti)
ISIP (l’ente consiliare rappresentativo delle organizzazioni del terzo settore in Svezia)
European Platform for National Not for profit Umbrella Organisations (Piattaforma Europea per le Organizzazioni Ombrello No Profit Nazionali)
Centro Europeo del Volontariato (CEV)
Ideell arena (Arena Ideell, che promuove conoscenza, leadership e organizzazione nel settore del volontariato)
Arbetsgivaralliansen (una piattaforma indipendente per le persone impiegate nel settore del volontariato)
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
QUESTIONARI
Forum Nazionale per l’Impegno Volontario nel Sociale
Area geografica
Svezia
Personale impiegato
4 a tempo pieno e 3 part- time per attività di supporto al volontariato
4 a tempo pieno per altre attività
Attività di supporto
al volontariato
ATTIVITA' PROMOZIONALI
Eventi pubblici
FORMAZIONE
Corsi (con o senza stage)
INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE
Libri, manuali, opuscoli
Banca dati
COMUNICAZIONE
Proprio sito web
Creazione di speciali eventi di comunicazione
Edizione di appunti di conferenze, libri, manuali
223
Prospettive di sviluppo
1 L’INFRASTRUTTURA PER IL VOLONTARIATO (INTERVISTE E QUESTIONARI)
IL
224
VO L O N TA R I ATO
IN
EUROPA
Le organizzazioni di volontariato hanno a loro disposizione ampie risorse economiche a molti e diversi livelli.
Tuttavia, tali risorse sono spesso condizionali e legate ai progetti e non sempre garantiscono la struttura economica a
lungo termine necessaria al lavoro delle organizzazioni. Le opinioni degli intervistati sull'Accordo nazionale sono essenzialmente positive, perché si auspicano che esso simboleggi la possibilità di un nuovo inizio nei rapporti tra Governo
e terzo settore. Nondimeno, esiste il timore che tale Accordo rimanga un pezzo di carta simbolico e che la sua implementazione a livello municipale resti ardua. Detto questo, sono percepiti positivamente sia l’aumento del valore del
volontariato, che l’evoluzione verso una maggiore apertura del settore no profit. A parte l’Accordo nazionale, gli intervistati non vedono alcuna iniziativa positiva. Emergono forti critiche verso il settore delle istituzioni pubbliche che avvia
le proprie organizzazioni di volontariato. Si afferma che se le municipalità sono autorità pubbliche, non dovrebbero
impegnarsi personalmente in attività di volontariato; la percezione comune di molti intervistati è che, alla lunga, una
simile anomalia possa comportare effetti negativi. In particolare, gli intervistati sono turbati dal fatto che l’iniziativa
delle municipalità tenda a ignorare o dimenticare il ruolo di una costruzione delle comunità e l’aspetto spontaneo
proprio dell'attività di volontariato. Un altro elemento a sfavore è il fatto che le normative che regolano il movimento
sportivo, ad esempio quelle fiscali, non corrispondano a quelle di altre organizzazioni no profit. Inoltre, gli intervistati
richiedono l’avvio un programma di ricerca comprensivo a livello nazionale, essendo la ricerca un'area in cui la Svezia
è considerata arretrata rispetto ad altri Paesi.
Alcune persone che hanno risposto ai questionari, nel sottolineare la necessità di infrastrutture più forti specialmente
a livello nazionale, vedono come positivo il processo di negoziazione dell'Accordo nazionale, avviato dal Governo; l’Accordo
è percepito come uno strumento che serve a riequilibrare i ruoli e a far lavorare il terzo settore parallelamente al settore
delle istituzioni pubbliche, piuttosto che porre entrambi su fronti diversi. Tuttavia, servono più fondi pubblici e più
ricerche, perché il lavoro è appena iniziato. Ottenere un'unità tra le organizzazioni significherebbe anche migliorare l’influenza esercitata sui rappresentanti del settore.
“Come detto prima, non esistono molte infrastrutture, ma esistono alcuni esempi di reti regionali o locali che diventano
sempre più forti. Alla vigilia dell'Accordo nazionale, esistono diverse regioni che ora sembrano mostrare interesse, perchè
vogliono sapere cosa potrebbe comportare un simile patto a livello regionale o locale. Va pertanto evidenziata la decisione
del Governo di avviare il processo di negoziazione dell'Accordo nazionale. Però c’è ancora molta strada da fare prima che un
buon equilibrio tra i poteri possa essere raggiunto.”
“Negli ultimi anni l’interesse è cresciuto sempre di più, mentre le risorse sono rimaste insufficienti. Anche le statistiche
pubbliche sul nostro settore scarseggiano, questo succede in un Paese che sembra avere statistiche su tutto.”
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
2 LA PROSPETTIVA EUROPEA (INTERVISTE)
Molti degli intervistati parlano di come il settore no profit svedese
lavori in alcune aree non toccate da altre organizzazioni europee di volontariato. Affermano inoltre che la Svezia ha un maggiore grado di finanziamenti unilaterali di matrice statale rispetto ad altri Paesi europei,
i quali lavorano di più con aziende e iniziative private o con la UE. Gli
intervistati che hanno contatti di ambito europeo dicono di avere tutti
delle opinioni diverse in merito di attività di volontariato, il che può sia
costituire un problema, che tuttavia rappresentare un’opportunità per
arricchirsi reciprocamente di nuove prospettive. Il sentore generale è
che gli elementi di unificazione superino quelli di separazione; anche
il fatto di viaggiare e incontrare colleghi di tutta Europa è visto come
estremamente utile e positivo. Uno degli intervistati ha anche sottolineato la capacità del volontariato di attraversare i confini nazionali.
Le risposte relative al ruolo per un’iniziativa europea a sostegno del
volontariato si connette a quattro aree:
• segnali e istruzioni chiare dalla UE possono esercitare un peso sul
Governo e agevolare i processi nazionali di legittimazione dell'attività di volontariato e delle relative questioni;
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
• i progetti UE equivalgono a risorse enormemente necessarie per il
lavoro di sviluppo tra Paesi e organizzazioni;
• è possibile aprire il processo per un supporto attivo alla causa all'interno della UE;
• le decisioni e le normative entro i confini della UE facilitano il lavoro
delle organizzazioni di volontariato.
Molti hanno la sensazione che tutto quello che proviene dalla UE
sia spesso molto pesante e burocratico. I progetti UE devono dunque
essere comunicati tramite un linguaggio più semplice e meno formale,
più vicini agli utenti finali. Per poter attrarre più persone e incoraggiare
attività innovative e creative, i progetti devono rientrare in ambiti più
ampi. Le esigenze amministrative ed economiche (la spesa di soldi in
anticipo) rappresentano dei grossi ostacoli, specialmente per le piccole
organizzazioni. Le fasce giovani della popolazione sono attratte dalla
UE, ad esempio, per tutto ciò che concerne le esperienze nazionali e
l’appartenenza a reti in cui è possibile entrare in contatto e comunicare
con altri giovani (ad esempio, le reti in cui si parla della capacità di leadership o altre forme di sviluppo di competenze).
Alcuni degli intervistati hanno tentato di gestire progetti UE, ma
hanno dovuto fermarsi a causa della mancanza di fondi.
225
svezia
ELENCO DELLE PERSONE INTERVISTATE
Le opinioni presentate nelle sezioni nei cui titoli è compreso il
termine "interviste" o presentate come "opinioni degli intervistati"
rappresentano una sintesi di sei interviste condotte con le persone
seguenti, di età compresa tra i 27 e i 63 anni e dotate di una lunga
e profonda esperienza di volontariato alle spalle. Hanno lavorato in
numerose diverse organizzazioni; presso movimenti sportivi, associazioni di arte e cultura, organizzazioni sociali, movimento per la
temperanza, organizzazioni giovanili, chiese e movimenti di comunità, associazioni scout, associazioni per la formazione degli adulti,
organizzazioni internazionali e politiche e reti per l'economia sociale. Hanno tutti prestato servizio come volontari per molti anni e
lavorano ora come coordinatori, dirigenti o presidenti a livello nazionale o regionale.
Lars Farago
Presidente di Amatörkulturens samrådsgrupp (Cooperazione dei Volontari per la Cultura) e Segretario Generale di Riksförbundet folkmusik och dans (Associazione Svedese Musica e Danza Folcloristica),
con 40 anni di esperienza maturata soprattutto in diverse organizzazioni culturali, ma anche grazie al lavoro svolto presso un'organizzazione politica.
Eva Hall
Direttore esecutivo di Region Skåne Halland, Röda Korset (Croce Rossa
della Regione Meridionale) e Presidente di Nätverket för Social ekonomi
i Skåne (Rete per l’Economia Sociale Skåne). Precedentemente attiva in
associazioni scout, Croce Rossa Giovanile, associazioni ippiche, BRIS (Diritti dell'Infanzia nella Società).
Hanna Hallin
Presidente di LSU-Landsrådet för Sveriges Ungdomsorganisationer (Consiglio Nazionale delle Organizzazioni Giovanili Svedesi), con 82 organizzazioni membro. Precedentemente attiva presso la Croce Rossa
Giovanile, Utrikespolitiska föreningen i Uppsala (Associazione di Politiche
Internazionali, Uppsala), l’Associazione Scout, Svenska celiakiungdomsförbundet (Organizzazione Giovanile Svedese per la Celiachia) e Rättvisemärkt (Movimento per il Commercio Equo).
Ivar Scotte
Addetto allo sport di MISO (Ente di cooperazione per le organizzazioni
sportive di Malmö) e addetto del MIP (Associazione per le organizzazioni
di volontariato di Malmö). Insieme queste due organizzazioni comprendono 450 organizzazioni membro. Presidente di Skånes volleybollförbund
(Federazione Pallavolo di Skåne). Precedentemente attivo presso il movimento scout dell’YMCA, attivo all’interno di SENSUS (organizzazione
Stefan Bergh
Segretario generale di IOGT-NTO (un’organizzazione svedese per la per la formazione degli adulti), di SIDA (Agenzia Svedese per lo Sviluppo
temperanza) e vicepresidente della Federazione Internazionale per della Cooperazione Internazionale) e della Chiesa di Svezia.
lo Sport Universitario. Ex presidente di Sveriges akademikers idrottsförbund (Organizzazione Svedese dello Sport per gli Accademici). Bertil Johansson
Ex Assistente del Segretario generale di Cancerfonden (Fondazione Vescovo consulente per il volontariato nelle diocesi di Luleå, Chiesa di
contro il Cancro) e ex dirigente per le politiche sportive di Riksidrott- Svezia. Oltre 40 anni di esperienza maturata con EFS (Missione Evangelica Svedese) e Chiesa di Svezia.
sförbundet (Movimento Svedese per lo Sport).
226
I
L
V
O
L
O
N
T
A
R
I
A
T
O
I
N
E
U
R
O
P
A
BIBLIOGRAFIA
Amnå E. (ed),Civilsamhället, Några forskningsfrågor, Stockholm, Riksbankens Jubileumsfond och Gidlunds förlag, 2005.
och engagemang i civilsamhället-några grundläggande uppgifter från
en ny befolkningsstudie, Justitiedepartementet, 2005.
Häll L., Föreningslivet i Sverige–en statistisk belysning, Rapport nr. 86,
Stockholm, Statistiska centralbyrån, 1994.
Svedberg L., Trägårdh L. (ed), Det civila samhället som forskningsfält.
Nya avhandlingar i ett nytt sekel, Stockholm, Riksbankens jubileumsfond
och Gidlunds förlag, 2006.
Lundström T., Wijkström F., The nonprofit sector in Sweden, John Hopkins
Nonprofit Sector Series 11, Manchester; NewYork, Manchester Univer- Trägårdh L., The ”Civil Society” Debate in Sweden: The Welfare State
Challenged. in Trägårdh L. (ed.), State and Civil Society in Northern Eusity Press, 1997.
rope. The Swedish Model Reconsidered, New York, Berghahn Books, 2007.
Jeppsson Grassman E., Frivilliga insatser i Sverige–en befolkningsstudie, in SOU 1993:82, Frivilligt socialt arbete - Kartläggning och kunskapVogel J., Amnå E., Munck I., Häll L., Föreningslivet i Sverige: välfärd, sosöversikt, Stockholm, Fritzes, 1993.
cialt kapital, demokratiskola, Rapport no.98, Stockholm, Statistiska cenJeppsson Grassman E., Svedberg L., Medborgarskapets gestaltningar. tralbyrån, 2003.
Insatser i och utanför föreningslivet, in Amnå E. (ed), SOU 1999:84 CiWijkström F., Einarsson T., Från nationalstat till näringsliv. Det civila
vilsamhället, Stockholm, Fakta Info Direkt, 1999.
samhällets organisationsliv i förändring. Handelshögskolan i StocMicheletti M., Det civila samhället och staten. Medborgar-sammanslut- kholm, EFI, 2006.
ningarnas roll i svensk politik, Stockholm, Fritzes, 1994.
Wijkström F., Lundström T., Den ideella sektorn. Sober förlag, StocOlsson L. E., Svedberg L., Jeppsson Grassman E., Medborgarnas insatser kholm, 2002.
227
svezia
RISORSE INTERNET
Famna - branschorganisation för non profit vård och social omsorg
Famna - Fornitori No Profit di Sanità e Assistenza.
www.famna.org
[Svedese] [Inglese]
Samarbetsorgan för etniska organisationer i Sverige – SIOS
Gruppo di Cooperazione delle Associazioni Etniche in Svezia.
www.sios.org
[Svedese] [Inglese]
Forum för Frivilligt Socialt Arbete
Forum Nazionale per l’Impegno Volontario nel Sociale.
www.socialforum.se
[Svedese]
Sektor3
Settore3.
www.sektor3.se
[Svedese] [Inglese]
Frivilligorganisationernas Insamlingsråd FRII
Consiglio Svedese per le Raccolte Fondi.
www.frii.se
[Svedese] [Inglese]
Statistiska Centralbyrån
Agenzia governativa di statistica svedese.
www.scb.se
[Svedese] [Inglese]
Ideell Arena
www.ideellarena.se
[Svedese] [Inglese]
Volontärbyrån
Ufficio per il Volontariato.
www.volontarbyran.org
[Svedese]
LSU–Landsrådet för Sveriges Ungdomsorganisationer
Consiglio Nazionale delle Organizzazioni Giovanili Svedesi.
www.lsu.se
[Svedese] [Inglese]
228
Svezia in:
Il volontariato in Europa. Organizzazioni, promozione, partecipazione.
Bulgaria, Slovenia, Germania, Svezia, Estonia.
v.V.
Roma, Spes, 2010. pp. 179 – 228.
Per pubblicazioni, iniziative e collaborazioni contattare:
SPES - Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio
Via Liberiana, 17
00185 Roma - Italia
Tel.: +39.06.44702178
Fax: +39.06.45422576
E-mail: [email protected]
Sito: www.volontariato.lazio.it
Scarica

Svezia