DOMANDE E RISPOSTE Perché è impossibile far defluire l’acqua di risorgiva? Innanzi tutto è utile sapere che Perteole è collocata in una zona del Friuli a rischio allagamento, perché proprio a Perteole passa la linea delle risorgive. Le falde acquifere sono quindi superficiali (si pesca acqua a soli 6 metri di profondità) e in situazioni meteorologiche come il 29 maggio 2013 e il 31 gennaio 2014 le straordinarie precipitazioni hanno fatto innalzare ancora di più il livello delle falde. L’acqua è arrivata fino “a pelo” della terra: nei campi, per esempio, erano visibili dei veri e propri laghi e in certe zone l’acqua emergeva dall’asfalto (con le classiche bollicine!). In alcune abitazioni di Perteole e di Ruda, in particolare nelle stanze più basse, l’acqua è risalita proprio perché la falda si è ingrossata. Quando questo succede è impossibile far defluire l’acqua: questa continuerà a risalire finché spontaneamente non scende il livello di falda (potrebbe succedere dopo settimane!). Anche togliendola forzatamente con mezzi meccanici, la quota d’acqua si ripristina immediatamente: sarebbe come togliere un secchio d’acqua dal mare. Il fenomeno è simile all'acqua alta di Venezia. CHE COSA FARE. Quando si verificano queste situazioni i volontari della Protezione Civile (che effettuano interventi di primo soccorso) non possono fare nulla. In questi casi è opportuno valutare ogni singola situazione: una possibile soluzione è far installare una pompa di prelievo fissa preventiva, in grado di azionarsi automaticamente già dal momento in cui inizia la risalita dell’acqua. La pompa dovrà restare azionata finché la falda non cala. Si posso anche apportare accorgimenti quali drenaggi ed impermeabilizzazioni, volti a garantire l’integrità e la sicurezza delle strutture. Quali sono le responsabilità dei coltivatori? La presenza di canali e fossati è determinante, tuttavia in gran parte delle zone a rischio, come Perteole, con eventi come quelli che abbiamo visto, servono protezioni strutturali o canali scolmatori. Un esempio fra tanti: il bacino di contenimento di Mereto di Capitolo, a torto ritenuto uno spreco di denaro perché è stato a secco per anni, ha salvato paesi che notoriamente venivano allagati. Con precipitazioni come quelle registrate il 29 maggio e il 31 gennaio (misure da record nell'arco di centinaia di anni) non ci sono fossati che tengano: dobbiamo considerarci fortunati per non aver subito devastazioni. CHE COSA FARE. A seguito di questi eventi atmosferici ci si è resi conto di quanto sia stata stravolta, nell’arco di pochi decenni, la rete minore di base del contenimento delle acque. Le carte tecniche a disposizione evidenziano una massiccia riduzione della presenza di canali e fossati a favore di grandi superfici coltivate che in occasione di grandi precipitazioni diventano dei veri e propri “scivoli” per l’acqua. I coltivatori, i terzisti e maggiormente i proprietari terrieri (sono loro i responsabili della conduzione della terra anche se non coltivata direttamente), hanno il DOVERE di garantire lo scolo delle acque dei loro appezzamenti, tenendo puliti i fossati e le scoline di loro proprietà, adeguandone le caratteristiche alle nuove esigenze della conduzione agricola. Non a caso esistono il “Regolamento di Polizia idraulica e rurale” comunale e una serie di normative in vigore che regolano la conduzione agraria della campagna dando precise indicazioni sulla realizzazione di fossati e sulle distanze delle colture da essi. È facoltà dell’Amministrazione Comunale procedere con le verifiche del caso e, in caso di accertato abuso, procedere sanzionando i responsabili obbligandoli al ripristino dei luoghi. Comune di Ruda Gli allagamenti del 31 gennaio 2014 COSA È STATO FATTO, COSA È ANCORA DA FARE Ruda, 20 febbraio 2014 Cari cittadini, in relazione alle piogge che il 31 gennaio hanno prodotto ulteriori allagamenti, in particolare a Perteole, cerco di darvi tutte le informazioni di cui sono in possesso ad oggi, per comprendere la situazione e affrontarla insieme con tutti i mezzi disponibili. Come tutti voi sono preoccupata soprattutto perché, a distanza di poco più di 8 mesi, si sono ripetute condizioni atmosferiche tali da determinare una situazione simile a quella verificatasi il 29 maggio 2013. Dopo quell’evento, com’è noto, sono stati realizzati importanti lavori di contenimento e smaltimento delle acque meteoriche. Sono stati riaperti canali, ricalibrati corsi d’acqua e sostituiti attraversamenti: lavori che hanno funzionato, sono stati efficaci, ma che si sono rivelati insufficienti. Per dare risposte agli interrogativi che indubbiamente i cittadini si pongono, riprendo l’argomento trattato anche ne “Il Comune Informa” di dicembre, nel quale si evidenziavano una serie di interventi “fatti” e “da farsi”. Alcuni di questi interventi a oggi non hanno trovato il tempo di essere realizzati, e saranno importanti per ridurre i problemi idraulici presenti a Perteole. Alcune cose sono invece state fatte e continueremo nell’azione di ricalibratura di canali e di riapertura di fossati (anche privati) a Perteole, Mortesins e Alture. Sperando che questo opuscolo possa essere esaustivo, e risponda a molte delle domande che da più cittadini mi sono state fatte in questi giorni, confermo il massimo impegno dell’Amministrazione Comunale per portare a termine i lavori intrapresi e contribuire a ridurre il rischio di allagamento. Lo faremo con l'aiuto di tutti, nella consapevolezza che i cittadini hanno dimostrato maturità e senso di comunità. Cordiali saluti, Il Sindaco Palmina Mian FOCUS SUI PROBLEMI LA SITUAZIONE IDROGEOLOGICA E AMBIENTALE Una premessa necessaria I problemi legati all’acqua sono tecnicamente complessi, e spesso derivano da situazioni naturali immodificabili: falde superficiali, acque sorgive e livelli di quote basse rispetto al comune limitrofo. L’incrocio del cimitero di Perteole, per esempio, è un imbuto naturale delle acque che provengono dai terreni più alti. Gli allagamenti in questa zona non sono un problema degli ultimi anni: storicamente arrivavano le “montane” che mandavano sott’acqua il paese di Perteole. Andando a ritroso si trova notizia di allagamenti nel 1969, negli anni ’50, eccetera, e l’acqua entrava a Perteole sempre dai punti identificati oggi. Ai “difetti” naturali, negli anni, se ne sono aggiunti altri frutto del lavoro dell'uomo: l’aumento della cementificazione (nuove case e strade asfaltate), l’incuria da parte di alcuni coltivatori (manutenzioni di corsi d’acqua e canali scarse o inesistenti, chiusura di fossati), normative che autorizzano spianate e riordini fondiari (le scoline – canaletti che servono per il deflusso dell’acqua - sono un problema quando si utilizzano irrigatori moderni) o che fino a ieri consentivano la realizzazione di cantine e spazi interrati anche a Perteole, in una zona da sempre classificata a rischio idrogeologico. Questo è l’attuale punto di partenza dal quale non possiamo prescindere. Inoltre, si deve tener conto di altre aggravanti: i cambiamenti climatici, ovvero precipitazioni intense e continue, mai registrate prima d'ora, e bombe d’acqua (concentrazioni di acqua importanti in pochissimo tempo, come è stato per l’evento del 29 maggio scorso). Per esempio, il mese di gennaio, normalmente uno dei più freddi e secchi dell’anno, ha registrato quest’anno una piovosità pari a quasi la metà dell’acqua caduta in un anno intero! Il pluviometro di Ruda, nella giornata del 31 gennaio ha registrato 122 mm di pioggia con una punta di 29 mm dalle 12.30 alle 13.30, in un terreno saturo per l’acqua caduta nei giorni precedenti. Impressionante anche la vastità del territorio colpito, corrispondente a mezzo Friuli per quanto riguarda gli allagamenti e a parte della montagna, massacrata dall'enorme quantità di neve e dal temibile gelicidio. Se vi addiviene di trattare le acque, ascoltate prima l'esperienza e poi la ragione. Leonardo Da Vinci 1. acqua che arriva da Cavenzano ed entra a Perteole da dietro il cimitero SOLUZIONE POSSIBILE: Il problema è stato affrontato con la ricalibratura di canali e fossati sia davanti, sia dietro il cimitero. L’acqua è stata dirottata fuori Perteole e convogliata in due canali (il primo a sinistra dopo la caserma e il secondo in prossimità dell’agriturismo Pelos). Entrambi i canali si immettono nella roggia “Perteole” e nella roggia “Mortesina”, ripulite e ricalibrate fino a Mortesins. I LAVORI: Questi lavori sono stati realizzati grazie ad un grosso finanziamento dalla Protezione Civile regionale ed eseguiti in gran parte dal Consorzio di Bonifica Bassa Friulana. I “nuovi” canali hanno contenuto una grande quantità d'acqua e hanno consentito il deflusso del lato est fino ai canali di livello superiore. 2. attraversamento insufficiente sulla provinciale n. 30 all'altezza dell'agriturismo Pelos SOLUZIONE POSSIBILE: eliminazione del collo di bottiglia che si creava nel punto di attraversamento. I LAVORI: è stato sostituito il condotto insufficiente con uno più ampio, sempre grazie al finanziamento della Protezione Civile regionale. 3. acqua che arriva da Cavenzano ed entra a Perteole da nord Proviene dai campi collocati a sinistra della provinciale Perteole-Aiello, investe le abitazioni e crea danni da via Diaz alla casa Pelos. Da lì poi attraversa il centro di Perteole e segue la via Mazzini. Tale flusso d’acqua, nella zona più a nord-est, supera la provinciale all’altezza del cimitero e invade l’incrocio di Perteole, proseguendo poi lungo la Strada Granda e in parte entrando lungo la via principale del paese. SOLUZIONE POSSIBILE: Per arginare questo fronte è necessario un intervento strutturale di circa 1 chilometro, già individuato dopo il 29 maggio, con la creazione di una protezione in grado di contenere l’acqua (canale demaniale al confine con Cavenzano), possibilmente creando anche un argine (sul lato Perteole). Inoltre si deve far defluire l’acqua nella roggia “Brischis”, che passa per Saciletto e non nella roggia “Mortesina”, né nella roggia “Perteole”, che non possono essere sovraccaricate. I LAVORI: Questo lavoro è stato considerato prioritario da tutti gli enti convocati dall’Amministrazione Comunale l’11 febbraio in Municipio a Ruda, chiamati a valutare la situazione e ad identificare possibili soluzioni dopo l’evento del 31 gennaio. Al tavolo erano presenti la Direzione Centrale Ambiente ed Energia della Regione (tutela geologico-idrico-ambientale), il Consorzio Bonifica Bassa Friulana, il CAFC, il Corpo Forestale, la Protezione Civile regionale (unico ente in grado di finanziare interventi urgenti), il Comune di Campolongo (con il quale necessariamente le operazioni devono essere congiunte). L’opera non è di realizzazione semplice in quanto richiede progetti, autorizzazioni e tempi tecnici da opera pubblica, oltre che espropri. Si deve inoltre identificare l’Ente realizzatore, perché il Comune non può mettere in cantiere un’opera di questo tipo a causa del patto di stabilità. In questo momento i tecnici stanno approfondendo il progetto e, in attesa del decreto di finanziamento, l’Amministrazione comunale sta cercando di accelerare il più possibile la realizzazione dell’opera, chiedendo collaborazione ai proprietari terrieri, affinché accettino un accordo bonario e autorizzino l’intervento prima di perfezionare gli espropri, naturalmente sempre dovuti secondo normativa vigente.