02 _editoriale Spedizione in A.P. art.2 comma 20/C Legge 662/96. Polo Logistico coriispondenza: Uff. Commerciale Puglia Basilicata Potenza C.P.O. Reg. Trib. di Potenza n. 266 del 20/11/1999 dei difetti del tubo neurale e di altre malformazioni _fattibilità di raccolte dati nella routine ambulatoriale di diabetologia 03-15 _contributi originali _conoscere per prevenire: l’acido folico e la prevenzione analisi del triennio 1998-2000 16-21 _ contributi brevi _il taglio cesareo in Basilicata: 22-32 _ rubriche notizie _la Basilicata in cifre Oer_b Oer_b 3/01 rivista periodica osservatorio epidemiologico regione basilicata REGIONE BASILICATA DIPARTIMENTO SICUREZZA E SOLIDARIETÀ SOCIALE Oer_b3/01 3/01Oer_b Oer_b rivista periodica osservatorio epidemiologico regione basilicata Direttore Giuseppe Montagano Codirettore Gabriella Cauzillo Direttore Responsabile Maurizio Vinci Direttore Scientifico Rocco Mazzarone Segretario Scientifico Rocco Galasso Responsabile editoriale Carlo Annona Massimiliano Gallo Comitato Scientifico Salvatore Barbuti Giorgio Casati Riccardo Capocaccia Nicola D’Andrea Vito Gaudiano Donato Greco Vito Lepore Ignazio Olivieri Ferdinando Romano Gennaro Straziuso Gianni Tognoni Giancarlo Vanini Felice Vitullo Comitato di Redazione Angela P. Bellettieri Enzo Caruso Francesco Casino Michele De Lisa Egidio Giordano Espedito Moliterni Donato Muscillo Donato Pafundi Rocco G. Panarace Teresa Russo Gerardina Sorrentino Osservatorio Epidemiologico E-mail: [email protected] Segr. Scientifica E-mail: [email protected] Direttore E-mail: [email protected] Codirettore E-mail: [email protected] Progetto grafico impaginazione e stampa ARS GRAFICA srl- Villa d'Agri In copertina: Carlo Levi (1902 - 1975) All’interno: Opere di Paul Klee Ricerca grafica e iconografica: D.ssa Dina Sorrentino REGIONE BASILICATA DIPARTIMENTO SICUREZZA E SOLIDARIETÀ SOCIALE Norme per gli autori La rivista Oer_b pubblica editoriali, contributi scientifici originali, contributibrevi su problematiche locali, commenti sulla letteratura internazionale, oltre a Rubriche, Notizie, Letture e Lettere alla Redazione. È ammessa la lingua inglese solo per articoli originali e lettere. Vengono pubblicati contributi originali inviati a questa rivista. Gli articoli originali sono sottoposti al giudizio del Comitato Scientifico: la decisione definitiva è affidata al Comitato di Redazione. Gli Editoriali e gli Interventi vengono invece discussi ed approvati nel Consiglio di Direzione. Dattiloscritti devono essere redatti in doppia interlineatura, su una sola facciata di foglio. Gli Autori sono invitati a rimanere nell’ampiezza delle venti cartelle (5000 parole) per gli articoli originali e delle dieci cartelle (2000 parole) per gli editoriali, i contributi brevi su problemi locali e gli interventi (figure, tabelle e bibliografia compresi). Il testo dei contributi scientifici originali deve essere distribuito nel modo seguente: titolo, riassunto, introduzione, materiali e metodi, risultati, discussione e conclusioni, eventuali ringraziamenti, bibliografia. La prima pagina dovrà contenere: titolo, cognomi e nomi degli autori, seguiti dall’indicazione della loro istituzione di appartenenza. Dovrà inoltre essere indicato il nome e l’indirizzo dell’autore al quale si desidera siano inviate la corrispondenza e le bozze da correggere. Per tutti gli articoli e le rassegne è richiesto un riassunto non superiore alle 250 parole nella lingua originale. Inoltre, per articoli sottoposti in lingua inglese, è richiesto un esteso riassunto in italiano, non superiore a 4 cartelle dattiloscritte in doppia interlineatura. Per ridurre i tempi di pubblicazione, si raccomanda agli autori di inviare anche una copia del lavoro su supporto magnetico (floppy disk da 3.5”), contenente il testo completo del lavoro, scritto preferibilmente utilizzando Microsoft Word. Figure e tabelle dovranno essere allegati al testo su fogli separati, ed essere numerati nell’ordine della citazione, con numeri arabi. Per ciascuno di essi dovrà essere indicata una didascalia breve ed autoesplicativa. Le figure dovranno essere inviate in originale, in forma adatta ad una riproduzione diretta. Bibliografia deve essere riportata su fogli a parte e numerata in ordine di citazione nel testo e deve essere citata nel testo mediante la stessa numerazione, racchiusa tra parentesi. Per la compilazione delle singole voci, seguire le norme adottate dalla U.S. National Library of Medicine. Ogni citazione di articoli, deve includere: i cognomi di tutti gli autori (se non sono più di sei) seguiti dalle iniziali dei nomi e se gli autori sono più di sei, citare soltanto i primi tre e aggiungere et al.; il titolo del lavoro; il titolo del periodico abbreviato come indicato in Index Medicus 1982; l’anno, volume, le pagine iniziale e finale. Ogni citazione di libro o capitolo o articolo in libro deve includere: il nome (o i nomi) dell’autore/autori, il titolo del lavoro, i nomi degli editors, il titolo del libro, il luogo di edizione, la casa editrice, la data di edizione, il numero del volume, le pagine iniziale e finale del capitolo o articolo. Esempi _rivista: Smith LA, McAdams HS. A cancer study. Eur J Cancer 1974; 2:125-132. _libro: Deignen J. Cytogenetics Studies in Rats. New York, Academic Press, 1969. _articolo e capitolo in un libro: Gorbo P. Methods of protein measurements. In: Williams YT, Sodeman WA Jr, eds, Methods of Measurements. New York, McGraw-Hill, 1969. VoI. 3, 220-236. Glossario ogni contributo dovrà contenere un glossario esplicativo dei termini tecnici e delle formule o degli indicatori utilizzati considerato il tipo di diffusione della rivista. I lavori vanno inviati, in triplice copia, presso: Oer_b, c/o Dipartimento di Sicurezza e Solidarietà Sociale Regione Basilicata, Ufficio Pianificazione Sanitaria, Via Anzio, 75, 85100 Potenza (telefono 0971- 668823 – fax 0971 668900). È preferibile l’invio mediante file Microsoft Word ai seguenti indirizzo e-mail: [email protected] [email protected]. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte dei testi forniti può essere riprodotta in alcun modo se non autorizzata. 1 2 Oer_b3/01 Editoriale Conoscere per prevenire Nicola D’Andrea Responsabile U.O. di Pediatria - Ospedale di Matera per il comitato scientifico del progetto Questo numero del bollettino dell’Osservatorio Epidemiologico propone la descrizione di un progetto di ricerca, il cui contenuto innovatore non vorremmo sfuggisse ai lettori. Si tratta di un progetto di ricerca, del genere “progetti speciali”, che vengono proposti dalle Regioni e finanziati dal Ministero della Salute su un fondo ad hoc per la ricerca “sanitaria”, dedicata al funzionamento dei Servizi Sanitari. In questo caso, la Regione proponente è la Regione Basilicata con la partnership della Regione Piemonte, della Regione Friuli-Venezia Giulia, dell’Istituto di Clinica Pediatrica dell’Università Cattolica di Roma e del Centro per la Salute del Bambino. Il progetto è partito circa una anno e mezzo fa e ha la durata di due anni. La prima caratteristica del Progetto, di per sé non particolarmente innovativa, ma comunque non frequente nel panorama della salute pubblica in Italia, è di essere un progetto che tratta di prevenzione. Riguarda sei azioni fondamentali di salute pubblica nel periodo che va dal concepimento al primo anno di vita: assunzione di acido folico nel periodo periconcezionale, astensione dal fumo durante la gravidanza e in casa, allattamento al seno esclusivo e prolungato, posizione supina nella culla, adeguate misure di sicurezza per il trasporto in automobile, vaccinazioni raccomandate. Queste sei azioni sono state scelte in quanto sostenute da una evidenza scientifica molto forte sui vantaggi di salute che ne derivano. Si tratta di azioni che devono essere fatte, anzi che è colpevole non promuovere. Nel complesso si può stimare che riguardano circa il 50% delle cause di mortalità evitabile nel primo anno di vita (se sommiamo SIDS, incidenti in auto, complicanze da malattie infettive o conseguenze di difetti del tubo neurale), è una quota molto rilevante, difficilmente quantificabile, della morbosità, per non parlare di possibili effetti benefici anche a distanza. La seconda caratteristica, aspetto centrale dell’interesse scientifico del progetto, risiede nel fatto che, posto che questi interventi sono dimostratamente efficaci, il problema è di valutare in che misura i comportamenti – in questo caso dei genitori, genitori in fieri e neogenitori – possano essere modificati con un intervento standardizzato di informazione, formazione ed educazione alla salute. Intervento che segue due strade complementari per veicolare i messaggi: quella degli operatori di salute (e tra questi in primo luogo tutti i pediatri e i medici di famiglia) e quella dei media (giornali, televisioni locali e altri mezzi e occasioni di informazione) e la cui efficacia nella modifica dei com- portamenti sarà rigorosamente valutata con confronto prima-dopo su un ampio campione della popolazione sottoposta all’intervento. La terza caratteristica, che costituisce l’aspetto innovativo del progetto in termini di strategie di salute pubblica del bambino, è quella di adottare una strategia di interventi sinergici. Le azioni proposte hanno infatti la caratteristica sia di concorrere a prevenire eventi multifattoriali (così come è il caso delle vaccinazioni e dell’allattamento al seno nel prevenire le malattie infettive, o dell’astensione dal fumo e della posizione supina in culla per la prevenzione della SIDS), sia di produrre effetti benefici multipli a partire da un singolo intervento (così come nel caso dell’astensione dal fumo, e ancora dell’allattamento al seno). In questo senso è particolarmente degno di interesse il fatto che il Progetto sia nato dalla necessità di “fare qualcosa” per il problema SIDS, e dalla convinzione, maturata via via, che il modo più efficace in sé, più produttivo per il sistema sanitario e le sue risorse e probabilmente più etico (nel senso che il messaggio generale che viene lasciato è un messaggio per la salute e non su un rischio specifico), fosse appunto quello di promuovere una serie limitata di interventi efficaci e sinergici. Infine, il quarto elemento caratterizzante del Progetto – non inserito nel testo pubblicato che sintetizza il progetto presentato e approvato dal Ministero – è l’inserimento di una settima azione di salute che è di tutt’altra natura rispetto alle altre sei: si tratta della lettura di storie al bambino da parte dei genitori, fino dai primi mesi. I vantaggi cognitivi di questo intervento, già sviluppato negli Stati Uniti (attraverso i programmi Born to read e Reach out to read), sono noti e dimostrati ma con ogni evidenza il fatto di leggere delle storie assume un valore relazionale più ampio. Questo per sottolineare quanto stiamo sostenendo da tempo, che la salute e il benessere del bambino non si giocano sul terreno puramente biologico, anzi, e per fornire al pediatra uno strumento pratico semplice per veicolare un messaggio e una opportunità aggiuntiva per una relazione “sufficientemente buona”. Il prodotto principale che ci si attende dal progetto in quanto progetto di ricerca è dunque costituito da una serie di informazioni sull’efficacia e sui costi delle strategie e degli interventi di informazione rivolti ai genitori e quindi da raccomandazioni sul modo più “costo – efficacia” di impostare tali programmi nella routine dei servizi. Il prodotto principale del Progetto in quanto progetto di salute pubblica consiste in una modifica dei comportamenti e, nella misura in cui questo verrà ottenuto, in un miglioramento di mortalità e morbosità nella popolazione oggetto dell’intervento. Al di là della componente di ricerca il progetto suggerisce già nella sua formulazione alcuni obiettivi e modelli di intervento che nulla osta a che siano già da ora ripresi da aziende servizi e singoli pediatri (che avrebbero peraltro il dovere di applicare le sei azioni raccomandate). Il valore aggiunto del progetto è quello di dedicare risorse e competenze specifiche a sviluppare i materiali, i messaggi e le strategie più adeguate, e di poterne misurare gli effetti. Ci si propone di mettere a disposizione questi materiali non appena saranno disponibili. Non c’è infatti ragione per non giocare il nostro SEI + UNO. CONTRIBUTI ORIGINALI Conoscere per prevenire: l'acido folico e la prevenzione dei difetti del tubo neurale e di altre malformazioni Renata Bortolus1, Luca Ronfani2, Federico Marchetti3, Nicola D'Andrea3, Rosanna Taccardi3, Carlo Annona4, Paola Ghiotti5, Giorgio Tamburlini2, Pier Paolo Mastroiacovo6 a nome del gruppo di lavoro "Conoscere per Prevenire"* 1 Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” - Milano e ULSS 4 “Alto Vicentino” - ULSS 6 “Vicenza” Centro per la Salute del Bambino, Trieste e Agenzia Regionale della Sanità Friuli Venezia Giulia 3 Divisione di Pediatria e Neonatologia, Ospedale di Matera, Regione Basilicata 4 Osservatorio Epidemiologico Regione Basilicata 5 Assessorato alla Sanità, Regione Piemonte 6 Clinica Pediatrica, Università Cattolica Sacro Cuore, Roma 2 Gli interventi efficaci di prevenzione primaria delle malformazioni congenite (difetti strutturali che si verificano nel periodo embrionale) sono pochi e molto specifici, non per questo trascurabili, sia a livello individuale che di popolazione. Tra i vari interventi, uno solo va raccomandato indistintamente a tutte le donne in età fertile che programmano una gravidanza o che comunque non la escludono: aumentare l'assunzione di acido folico nel periodo periconcezionale, vale a dire almeno 30 gg prima del concepimento e per 3 mesi dopo. Tale pratica è in grado di ridurre l'incidenza di alcune malformazioni congenite ed in particolare i difetti del tubo neurale (DTN). Malgrado tali evidenze in Italia non si è sviluppata un'adeguata politica di sensibilizzazione in grado di garantire l'applicabilità di tale pratica a livello di popolazione. Gli obiettivi della presente revisione sono quelli di: a) far conoscere le funzioni ed il ruolo dell'acido folico (e di altre vitamine) nella prevenzione delle malformazioni congenite; b) illustrare le finalità ed i metodi di lavoro del progetto "Conoscere per Prevenire", che, tra i suoi vari interventi su temi rilevanti di salute pubblica, prevede l'aumento della prevalenza di uso di multivitaminici (contenenti acido folico) nel periodo periconcezionale. 3 4 Oer_b3/01 L’acido folico Principali fonti in natura L’acido folico (nome chimico: acido pteroilglutammico) appartiene al gruppo delle vitamine B. Il termine “folati” viene utilizzato per definire tutti i membri della stessa famiglia di composti in cui l’acido pteroico è legato a una o più molecole di L-glutammato. I folati sono presenti in un’ampia varietà di alimenti. Le fonti più ricche sono rappresentate dal fegato, dalle verdure a foglia larga verde scuro, dai fagioli, dal germe di grano e dal lievito. Altre fonti sono il tuorlo d’uovo, le barbabietole, il succo d’arancia e il pane integrale (Tabella 1). La maggior parte dei folati alimentari esiste sotto forma di poliglutammati che vengono trasformati nella parete dell’intestino tenue in forma di monoglutammati prima di essere assorbiti per passare in circolo. Solo la metà circa dei folati ingeriti viene assorbita. Nell’uomo, in condizioni normali, i folati sintetizzati dai batteri intestinali non contribuiscono in modo significativo alla fornitura di vitamina in quanto la sintesi batterica di folati è abitualmente limitata al colon, mentre l’assorbimento ha luogo soprattutto nella parte superiore dell’intestino tenue. La maggior parte dei folati presenti negli alimenti è instabile. Le verdure fresche in foglia conservate a temperatura ambiente, possono perdere fino al 70% del loro contenuto di folati in tre giorni. Perdite considerevoli si verificano anche per diluizione nell’acqua di cottura (fino al 95%) e per esposizione al calore. Alcune abitudini alimentari oramai diffuse quali l’assunzione sempre crescente di cibi congelati e la cottura contribuiscono quindi alla riduzione del conte- Tab. 1 - Contenuto di acido folico negli alimenti Alimento Quantità Acido Folico (µg) Cereali supplementati 1 tazza 400 Lenticchie 1 tazza 358 Lievito di birra 25g 313 Fagioli scuri 1 tazza 256 Fagioli 1 tazza 229 Fegato di manzo 100g 217 Asparagi cotti 6 pezzi 132 Spinaci cotti 1/2 tazza 131 1 tazza 109 1/4 tazza 100 Succo d’arancia Germe di grano tostato Cereali da colazione Cime di rapa Lattuga tagliata 1 tazza 100 1/2 tazza 65-85 1 tazza 76 Cavoletti di Bruxelles cotti 1/2 tazza 47 Barbabietole cotte 1/2 tazza 45 Broccoli cotti 1/2 tazza 39 da: Ferrara P., D’Aleo C., Ruggiero A., Salvaggio E. I folati in gravidanza. Farmaci 1999; 23:3 nuto di acido folico nei cibi. Dobbiamo ricordare che una corretta utilizzazione dei folati è strettamente legata alla presenza di livelli adeguati di altre vitamine del gruppo B e della vitamina C che sono implicate nelle reazioni chimiche necessarie al metabolismo dei folati. CONTRIBUTI ORIGINALI Funzioni e metabolismo dei folati I folati agiscono come cofattori di enzimi coinvolti nella sintesi del DNA e RNA e, insieme alla vitamina B12, sono coinvolti nella donazione di gruppi metilici nel ciclo della metilazione. L’acido folico assume funzione coenzimatica dopo essere stato ridotto ad acido tetraidrofolico, che è la forma attiva di folato nell’organismo, in grado di trasportare e donare unità monocarboniose. L’acido tetraidrofolico agisce come coenzima in numerose reazioni metaboliche essenziali, svolgendo un ruolo importante nel metabolismo degli aminoacidi e nella sintesi degli acidi nucleici, nonché nella formazione delle cellule del sangue e di alcuni costituenti del tessuto nervoso. Da esso originano i coenzimi folici, che sono fra loro interconvertibili e che costituiscono quindi un fattore chiave in almeno due processi biologici importanti: la biosintesi delle basi puriniche e pirimidiniche e il ciclo della metilazione. In carenza di folati può dunque verificarsi un accumulo di omocisteina per mancanza diretta o indiretta di metiltetraidrofolato. Stati carenziali La carenza di folati è uno dei deficit vitaminici più comuni. Esso può essere conseguenza di inadeguata assunzione, alterato assorbimento, alterato metabolismo o aumentate richieste. Un grave deficit di folati porta, entro breve tempo, alla comparsa di anemia megaloblastica, una condizione caratterizzata dalla produzione di eritrociti giganti, immaturi da parte del midollo osseo. I sintomi clinici sono variabili e correlati alla gravità dell’anemia. Il deficit nutrizionale di folati si incontra soprattutto nelle fasce di popolazione economicamente più svantaggiate. Una ridotta assunzione di folati viene anche spesso osservata in soggetti che si sottopongono a diete particolari, come ad esempio diete dimagranti. Disturbi gastrici (gastrite atrofica) e dell’intestino tenue (morbo celiaco, morbo di Crohn) possono determinare un deficit di folati come risultato di un malassorbimento. Le richieste di folati aumentano in condizioni in cui si ha un elevato turnover cellulare. Questo è anche il caso della gravidanza e dell’allattamento, a causa di una rapida crescita tissutale in gravidanza e delle perdite che si verificano durante l’allattamento. Non bisogna inoltre dimenticare che soggetti in trattamento farmacologico per condizioni quali l’epilessia o infezioni sono anch’essi a rischio di deficit di folati. Meccanismo d'azione dei folati La gravidanza è la condizione fisiologica nella quale più frequentemente si instaura una carenza di folati, secondaria a carenze dietetiche (disturbi digestivi, iperemesi, alimentazione non corretta), ad aumentato fabbisogno (per accelerata eritropoiesi materna e per soddisfare le richieste fetali) e ad accelerato catabolismo dei folati. Nonostante importanti variazioni della folatemia da popolazione a popolazione, non sembra che vi siano delle differenze nelle abitudini alimentari in termini di contenuto di acido folico o un suo ridotto assorbimento intestinale nelle donne con una precedente gravidanza complicata da DTN rispetto ai controlli (1). Inoltre lo stato dei folati fetali appare sovrapponibile nelle gravidanze complicate da DTN rispetto ai controlli. E’ possibile quindi ipotizzare che nella maggior parte dei casi il passaggio transplacentare e il metabolismo fetale dei folati siano normali e l’alterazione sia da ricondurre a livello del metabolismo biochimico materno dei folati. In generale l’effetto preventivo dei folati è probabilmente legato a diversi fattori che sembrano comunque in relazione a due meccanismi fondamentali: la correzione di una carenza assoluta o relativa e/o il superamento di un blocco metabolico presente in una delle numerose reazioni folato-dipendenti. Nel primo caso l’assunzione supplementare ristabilirebbe normali livelli di folati nell’organismo, specie in situazioni di aumentato fabbisogno come la gravidanza, dove tra l’altro esiste un aumentato catabolismo della vitamina. Il blocco metabolico, invece, si può manifestare in una delle reazioni necessarie all’assorbimento dei folati dagli alimenti, dalla loro idrolisi a monoglutammati alla loro successiva riduzione, determinando un rallentato o alterato flusso di questi substrati nel metabolismo della unità monocarboniosa. Sono state individuate mutazioni della metionina sintetasi ed in modo particolare della 5,10-metilentetraidrofolato reduttasi (MTHFR), ritenute oggi le più probabili cause dell’alterato metabolismo dei folati e della conseguente iperomocisteinemia. Il difetto genico più comune è rappresentato dalla mutazione C677T del gene MTHFR responsabile della malformazione in sede cervico-lombare e lombosacrale (2,3). Le mutazioni del gene MTHFR sono ritenute responsabili di circa il 70% dei difetti aperti del tubo neurale e sono prevenibili con la somministrazione di acido folico. Al contrario, circa il 30% dei disordini di chiusura della colonna non sono correlabili alla più comune mutazione e non vengono influenzati dalla somministrazione della vitamina. In generale l’analisi dell’interazione tra genotipo per MTHFR, uso di vitamine e DTN suggerisce che l’effetto della mutazione dipenda dal livello dei folati: l’omozigosi C677T è risultata associata ad un rischio di DTN pari a 5,2 (IC 95% 2,2-12,6) per le madri che non avevano assunto vitamine e ad un rischio di 1,2 (IC 95% 0,3-4,3) per le madri che avevano fatto uso di vitamine (4,3). Ruolo della omocisteina nell’insorgenza dei DTN L’omocisteina è un aminoacido solforato che si forma nel nostro organismo a partire da un altro aminoacido chiamato metionina, introdotto con l’alimentazione. I livelli di omocisteina nel corso della gravidanza fisiologica subiscono alcune variazioni: questi livelli si riducono nel primo trimestre della gravidanza, raggiungono il valore più basso durante il secondo trimestre e aumentano nuovamente alla fine della gravidanza, con valori sovrapponibili a quelli della gravidanza iniziale (6). La teoria oggi maggiormente accreditata è quella della notevole e crescente utilizzazione fetale, probabilmente per la sintesi di proteine e di DNA. Tale captazione sarebbe proporzionale all’età gestazionale e al peso del feto. Il riscontro durante la gravidanza di un livello aumentato di omocisteinemia non può essere considerato fisiologico e, in tempi recenti, una certa attenzione è stata rivolta anche alla elevazione della omocisteina nel determinismo dei DTN. In madri di feti con DTN è stata 5 6 Oer_b3/01 riscontrata una iperomocisteinemia (7). Il ruolo dell’accumulo di omocisteina è ulteriormente confermato dalla presenza di elevati livelli sierici in bambini affetti da DTN, con livelli di folati sierici ed eritrocitari normali (8). La ridotta metilazione dell’omocisteina materna ha probabilmente un ruolo importante nella patogenesi di tali anomalie. La omocisteina può essere catabolizzata a cistationina, nel corso del processo di transulfurazione, oppure remetilata a metionina. Un disordine nel metabolismo dei folati potrebbe influenzare la remetilazione della omocisteina a metionina. La metionina non può così essere attivata ad S-adenosilmetionina che è interessata nella reazione di metilazione, la quale a sua volta svolge un ruolo importante nella espressione genica. Naturalmente la omocisteina, accumulandosi, svolge anche un ruolo tossico nel feto, interferendo particolarmente con lo sviluppo del sistema nervoso. Il meccanismo per cui un eccesso di omocisteina può essere teratogeno non è stato ancora individuato. Si ipotizza una alterazione della disponibilità intracellulare di S-adenosilmetionina, con ridotta transmetilazione di DNA, mRNA e altri substrati. Prove a sostegno dell'efficacia dei folati (e di altre vitamine) nell’insorgenza dei difetti del tubo neurale e di altre malformazioni I difetti del tubo neurale (DTN) Negli ultimi anni vi è stato un aumentato interesse nei confronti dei DTN principalmente dovuto alla dimostrazione che la supplementazione periconcezionale con acido folico o con preparati multivitaminici contenenti acido folico determina una riduzione dell’incidenza e della ricorrenza di DTN (9,10). Con tale termine si indica un gruppo eterogeneo di malformazioni del sistema nervoso centrale, secondarie ad una anomala chiusura del tubo neurale durante la quarta settimana di sviluppo embrionale. A seconda del livello del difetto si può avere l’anencefalia, il cefalocele e la spina bifida. L’anencefalia è un grave difetto congenito caratterizzato dall’assenza parziale o totale delle ossa craniche, della cute sovrastante e del tessuto cerebrale.. La spina bifida è invece caratterizzata dall’esposizione, a causa della mancata saldatura degli archi posteriori delle vertebre, del tessuto midollare spinale (mielocele), delle meningi (meningocele) o di entrambi (mielomeningocele). La sintomatologia è molto variabile e comprende la paralisi degli arti inferiori, l’incontinenza e la deformità dei piedi. Possono associarsi idrocefalo, ritardo mentale e infezioni cerebrali. L’incidenza dei DTN mostra ampie variazioni nei diversi Paesi (11) e sembra anche essere in relazione a fattori stagionali ed etnici. I motivi della variazione del rischio non sono ancora completamente chiariti, ma probabilmente riflettono la diversa distribuzione di fattori genetici, ambientali e nutrizionali importanti per la patogenesi dei DTN. Donne con anamnesi positiva per precedente feto affetto presentano un rischio di ricorrenza dieci volte superiore rispetto alla popolazione generale. L’incidenza di DTN è circa doppia nelle gravidanze gemellari. Vi è inoltre, in particolare per l’anencefalia, un rapporto femmine-maschi di 3:1. I DTN possono essere isolati o far parte di sindromi specifiche, essere associati ad altre malformazioni o ad anomalie cromosomiche. I DTN (soprattutto l’anencefalia) sono circa cinque volte più frequenti nelle donne con diabete insulino-dipendente. Inoltre il rischio di tali anomalie tra le donne obese, in particolare per la spina bifida, è aumentato e sembra essere proporzionale al peso pregravidico (12). In Italia l'incidenza tra i nati vivi è intorno allo 0.5‰ e si stima un'incidenza fetale attorno all'1%o (l'anencefalia contribuisce con circa il 50% dei casi, la spina bifida con il 40% e l'encefalocele con il restante 10%): ciò significa che ogni coppia in attesa di un bambino ha una probabilità intorno a uno su mille che questo ne sia affetto. Dobbiamo inoltre tener presente che circa il 95% dei soggetti affetti nasce da coppie senza precedenti anamnestici. L’eziologia è multifattoriale: i DTN possono essere causati da molti fattori che agiscono su un embrione suscettibile. Tale ipotesi è sostenuta dall’osservazione che la prevalenza dei DTN è variabile a seconda delle popolazioni e delle aree geografiche considerate, e che la supplementazione con acido folico non è in grado di prevenire i DTN in tutti i casi. Nonostante il dosaggio, i tempi e la via di somministrazione ottimali non siano stati ancora del tutto definiti (13) sulla base di consistenti evidenze scientifiche, a livello internazionale si raccomanda da tempo a tutte le donne che pianificano, o a rischio di gravidanza, un apporto esogeno in epoca periconcezionale di folati per la prevenzione dei DTN. Dalle prime evidenze altri studi sono stati pubblicati e una recente revisione nell'ambito della Cochrane Association (14) sottolinea come la somministrazione periconcezionale di folati riduca significativamente l'incidenza di DTN. Si stima infatti un odds ratio (OR) complessivo di 0.28 (95% IC 0.15 - 0.53), il che significa che per ogni 100 casi che si verificano nella popolazione non trattata se ne contano 28 nelle donne che assumono regolarmente la supplementazione di acido folico. L'OR è pari a 0.13 (95% IC 0.03 - 0.65) nella popolazione generale e a 0.32 (95% IC 0.16 - 0.64) nelle donne a rischio per precedente feto affetto. È importante comunque sottolineare come un recente studio di coorte condotto in Cina (15) in due popolazioni di ampie dimensioni, ad alta (5-6‰) e a bassa (1‰) incidenza di DTN, abbia mostrato non solo come l'acido folico da solo e alla dose di 0.4 mg sia sufficiente ad esplicare un'azione preventiva, ma soprattutto, per quel che ci riguarda, come l'effetto preventivo, stimabile intorno al 40%, sia dimostrabile anche in una popolazione a bassa incidenza di DTN (16). Altre malformazioni congenite Per quanto riguarda altre malformazioni congenite vi sono evidenze meno robuste, con un effetto probabilmente più debole. In uno studio caso-controllo condotto ad Atlanta su 958 bambini è stata stimata per l'insieme delle cardiopatie congenite una riduzione relativa del rischio del 24% legata alla supplementazione di multivitaminici contenenti acido folico in epoca periconcezionale (17). Altri studi condotti sul altre malformazioni quali la labio-palatoschisi, difetti ostruttivi delle vie renali, ipo-agenesie degli arti, non CONTRIBUTI ORIGINALI consentono stime precise, ma non è irragionevole che si attestino intorno al 20% (18). Modalità di supplementazione con acido folico e altre vitamine Una stima del beneficio L'incidenza di malformazioni congenite è intorno a 3 casi su 100 gravidanze. Una donna che non beve, non fuma, non fa uso di droghe, non presenta altri fattori di rischio (ad es. malattie croniche, quali il diabete, l'epilessia) ed è immune contro la rosolia e la varicella, ha una sola possibilità per ridure il rischio di avere un figlio affetto da una malformazione: assumere un prodotto multivitaminico, contenente acido folico. Una stima approssimativa della riduzione del rischio complessivo potrebbe essere dell'ordine del 5.7% (Tabella 2). Se la politica di prevenzione riguardasse tutte le gravidanze, si potrebbe stimare la nascita, ogni anno in Italia, del 2.83% di bambini con malformazioni (invece del 3%). Invece di 15.900 malformati (0.03 per 530.000) ne avremmo 15.003 ovvero 897 in meno. Una coppia su 591 quindi avrebbe un bambino non affetto da una delle malformazioni maggiori (e come tali a volte invalidanti) sensibili all'azione dei folati (Tabella 2) I più convincenti trial clinici controllati randomizzati, comparsi nella letteratura internazionale già nei primi anni Novanta, sostengono da tempo per tutte le donne con anamnesi negativa per DTN che pianificano, o a rischio di gravidanza, l’assunzione quotidiana di multivitaminici contenenti 0.4-0.8 mg di acido folico almeno un mese prima del concepimento e per tutto il primo trimestre di gravidanza e per le donne a rischio per precedente feto affetto un dosaggio quotidiano di 4 mg di acido folico per ridurre il rischio di ricorrenza (19,20). La concentrazione eritrocitaria di folati ottimale per la prevenzione dei DTN è di circa 400 g/L, livelli che possono essere ottenuti con l’assunzione giornaliera di almeno 450 g/die di folati (21). In Europa l’assunzione media giornaliera nelle donne di folati è di 247 g/die, quantità insufficiente per la prevenzione di tali anomalie (22). Il dibattito attualmente è su quale preparato vitaminico dare (acido folico da solo o preparati multivitaminici) e con che modalità (preparati farmaceutici o integrazione alimentare). Alcuni dati suggeriscono come anche un deficit di vitamina B12, correlata ad anomalia nella metionino-sintetasi, possa essere presente nei DTN e come probabilmente anche la somministrazione profilattica di B12 possa avere un suo ruolo nella prevenzione di tali patologie (7). Sulla base delle attuali conoscenze, il consiglio è di utilizzare un prodotto da banco multivitaminico (contenente quelle del complesso B, in particolare B12 e B6 e zinco), in quanto la maggior parte delle prove di efficacia si basano sull'utilizzazione di prodotti multivitaminici, anche se è ormai dimostrato che è l'acido folico l'elemento chiave di maggiore importanza. Nella tabella 3 sono indicati alcuni di questi prodotti. I criteri per la scelta devono tenere in considerazione che: a) il prodotto non deve contenere vitamina A (retinolo) in quanto è stata segnalata la possibilità che questa sia teratogena a dosi relativamente alte; non vi è rischio invece di teratogenicità per i precursori della vitamina A (ad es. i carotenoidi) che sono solitamente contenuti nei prodotti multivitaminici; b) il costo pro-die; c) la probabilità di compliance. I prodotti che per raggiungere il dosaggio desiderato (0.4 mg pro die) richiedono di assumere 2 o 3 compresse potrebbero dare meno garanzie in termini di regolarità nell'assunzione, anche se è possibile che le 2-3 compresse possano essere assunte contemporaneamente e non separatamente nel corso della giornata. Tab. 2 - Un tentativo di stima di riduzione delle malformazioni congenite con l’uso di multivitaminici contenenti acido folico Incidenza di base Incidenza con AF RRR° Anencefalia Tasso x1000 Numero(*) 0.4 212 0.28 148 30% 64 Spina bifida Tasso x1000 Numero(*) 0.3 159 0.21 111 30% 48 Cardiopatie(#) Tasso x1000 Numero(*) 5.0 2650 4.0 2120 20% 530 Labio/palatoschisi(#) Tasso x1000 Numero(*) 0.8 424 0.64 339 20% 85 Uropatie(#) Tasso x1000 Numero(*) 1,0 530 0.8 424 20% 106 Ipo-agenesie arti(#) Tasso x1000 Numero(*) 0.6 318 0.48 254 20% 64 8.1 4293 6.4 3396 21% 897 30 15900 28.3 15003 5,7% 897 Totale Totale MC Tasso x1000 Numero(*) (*) su 530.000 gravidanze (#) non sindromiche RRR° = Riduzione Relativa del Rischio 7 8 Oer_b3/01 Tab. 3 - Alcuni prodotti da banco contenenti acido folico Cp AF VitA Dose Costo Costo/die Azinco 45 0,13 NO 3cp/die 19.000 1.250 One-a-day 20 0,20 NO 2cp/die 12.000 1.200 Folacor 30 0,40 NO 1cp/die 18.000 600 Folico 40 0,40 NO 1cp/die 20.000 500 Folic 40 0,40 NO 1cp/die 17.500 440 Folac 60 0,40 NO 1cp/die 21.000 350 Prodotto Programmi alternativi alla supplementazione farmacologica prevedono l’integrazione di cereali e farine con acido folico. Tali programmi, probabilmente destinati ad ottenere maggiori risultati, non essendo selettivi, rischiano però di esporre una parte della popolazione agli effetti potenzialmente dannosi della vitamina. Infatti l’arricchimento degli alimenti a dosi sufficienti per assicurare che tutte le donne abbiano una supplementazione di 400 g di acido folico esporrebbe altre fasce a livelli eccessivamente elevati di vitamina. In modo particolare negli anziani potrebbero venire mascherati gli effetti ematologici di una carenza di vitamina B12. Negli Stati Uniti, per evitare questi effetti collaterali, è stato iniziato un programma di arricchimento dei cereali e delle farine che dovrebbe aumentare l’assunzione giornaliera di acido folico di soli 100 g/die, dose che però potrebbe essere inefficace nella prevenzione dei DTN (23). In alternativa è stato proposto di cofortificare i cereali anche con vitamina B12. La situazione italiana ed il progetto “Conoscere per Prevenire” La scoperta che l’acido folico può ridurre i DTN offre quindi un’importante opportunità di prevenzione primaria. In alcuni Paesi come la Gran Bretagna, la Danimarca e l’Olanda sono stati intrapresi programmi di informazione e sensibilizzazione sull’importanza della supplementazione di routine periconcezionale oppure, come negli Stati Uniti, programmi di arricchimento di farine e cereali con acido folico anche se, ad oggi, il bilancio relativo ai costi-benefici di tali programmi è ancora oggetto di valutazione. Malgrado le evidenze a supporto dell'uso di multivitaminici nel periodo periconcezionale, in Italia non si è sviluppata alcuna strategia a livello nazionale indirizzata a sostenere e mantenere nel tempo campagne di prevenzione primaria per la supplementazione periconcezionale di folati. Dati relativi a più di mille donne che avevano partorito nati sani a termine tra il 1994 e il 1997, intervistate come controlli all'interno di studi epidemiologici, mostravano come la quota di donne che dichiarava di aver usato supplementi multivitaminici in gravidanza fosse intorno al 6% (24). A fronte di una minima applicazione nella pratica clinica delle raccomandazioni internazionali, nel mercato italiano si assiste inoltre alla disponibilità di multivitaminici e/o supplementi nutrizionali contenenti nella maggior parte dei casi dosaggi di acido folico insufficienti per la prevenzione primaria (0.1-0.3 mg) e alla presenza di più di 25 formulazioni di acido folico contenenti fino a 15mg del preparato, diffusamente promosse tra i ginecologi dall'industria. Questo naturalmente solleva alcune preoccupazioni rispetto ai costi e alla sicurezza di dosaggi inutilmente elevati di acido folico in età riproduttiva e in gravidanza (25). L'evidenza scientifica non sembra quindi aver modificato l'attitudine delle donne italiane alla supplemenazione periconcezionale con acido folico. È probabile che, anche se una parte delle donne italiane assume supplementi contenenti acido folico, la maggior parte di esse non inizi prima del concepimento ma solo successivamente, per lo più dopo la quinta settimana di gravidanza, con scarso o nullo effetto protettivo. In più, la supplementazione di folati alle dosi opportune non sembra venga somministrata in maniera adeguata neppure alle coppie a rischio per anamnesi positiva di DTN (26). Da queste considerazioni è nata l'esigenza di partire anche in Italia con esperienze pilota di sorveglianza epidemiologica sull'effettiva diffusione e rispondenza alle raccomandazioni internazionali di tali comportamenti preventivi, allo scopo di stimare la quota effettiva di donne in età riproduttiva in linea con queste indicazioni e valutare l'impatto nella pratica clinica quotidiana di campagne informative a sostegno della supplementazione periconcezionale di folati. Nell'ambito dello sviluppo e della valutazione di interventi di prevenzione primaria nel campo della salute infantile, è stato attivato di recente un progetto di ricerca e di intervento, finanziato in parte dal Ministero della Salute, che ha lo scopo di valutare l'efficacia sui comportamenti dei genitori di una campagna di promozione della salute infantile, articolata in sette punti (uno dei quali prevede l’aumento della prevalenza d’uso di multivitaminici contenenti acido folico nel periodo periconcezionale) e attuata attraverso i medici di famiglia (pediatri e medici di medicina generale), i servizi sanitari materno-infantili e attraverso i mezzi di comunicazione di massa. L'iniziativa è del Gruppo di lavoro "Conoscere per prevenire", che comprende le regioni Basilicata, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, nelle quali è stata attivata la ricerca con il coordinamento del Centro per la Salute del Bambino di Trieste e dell'Università Cattolica Sacro Cuore di Roma. Utilizzando una metodologia di studio che prevede di valutare l'incremento dei comportamenti protettivi attraverso un confronto prima - dopo l'intervento CONTRIBUTI ORIGINALI nelle aree geografiche coinvolte, il progetto si propone di valutare la possibilità di promuovere attivamente presso i genitori una serie di comportamenti considerati prioritari nel campo della salute infantile. Più in generale il progetto si propone di sviluppare e valutare modelli operativi per campagne di prevenzione volte a modificare i fattori di rischio in età infantile e a definire i possibili benefici, economici e sanitari, a diversi livelli di successo della campagna di prevenzione. In accordo con queste finalità, il progetto, che ha oramai completato la fase preliminare, valuterà l’efficacia di interventi di promozione della salute infantile in quattro diverse regioni del Paese, utilizzando due canali principali: - l’informazione sanitaria di massa effettuata attraverso opuscoli e avvisi di varia natura distribuiti in Servizi e luoghi frequentati da giovani coppie e da neo-genitori (Consultori, Punti nascita, Centri prematrimoniali, Laboratori, Farmacie, ecc.). In queste sedi saranno disponibili opuscoli e manifesti che sinteticamente veicoleranno i messaggi educativi. Parallelamente verrà concordata con i mezzi di comunicazione locali, in particolare radio, televisione e giornali locali una campagna informativa i cui contenuti e le cui strategie sono stati definiti con la consulenza di esperti del campo. - l’informazione sanitaria personalizzata, effettuata tramite gli operatori sanitari, con i quali saranno organizzati degli incontri informativi in occasione dei quali verrà distribuito un minidossier contenente le evidenze scientifiche relative ai sette temi e il contenuto specifico dei messaggi da veicolare. Verranno stimati i benefici ottenibili, sia in termini sanitari che economici, ipotizzando diversi livelli di successo della campagna. La prevista disseminazione di materiali, linee guida e strategie validate attraverso il progetto di ricerca, avverrà mediante iniziative che in un primo momento si rivolgeranno a tutti i Servizi delle Regioni interessate, e in un secondo momento all’intero SSN. Il prodotto finale dovrebbe essere approvato tramite un processo di consenso, sulla base dell’esperienza maturata. * Gruppo di lavoro: “Conoscere per Prevenire” (in ordine alfabetico) Regione Basilicata: Annona C, Carlucci N, Cipriani R, D’Andrea N, Marchetti F, Montemurro R, Taccardi R. Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Centro per la Salute del Bambino/ONLUS, Trieste: Knowls A, Ronfani L, Simon G, Tamburlini G. Regione Piemonte: Ghiotti P, Meda M, Peracchio R, Scala A, Vannoni D. Regione Veneto, ULSS 4 “Alto Vicentino” Bortolus R. Clinica Pediatrica, Università Cattolica Sacro Cuore, Roma: Mastroiacovo PP. Messaggi Chiave L'assunzione di una supplementazione giornaliera di acido folico (e di altre vitamine) nel periodo periconcezionale (da un mese prima della prevista gravidanza e per i primi tre mesi di gravidanza) dovrebbe essere raccomandata a tutte le donne in età fertile che: a) programmano una gravidanza; b) non la escludono (ad es. non utilizzano metodi contraccettivi); Il dosaggio consigliato è di 0.4 mg (400 microgrammi) al giorno; Donne con precedente figlio affetto da difetti del tubo neurale e con familiarità per tali malformazioni dovrebbero assumere un dosaggio di 4 mg al giorno di acido folico; Possono essere utilizzati i comuni preparati da banco contenenti acido folico, meglio se si tratta di prodotti multivitaminici, contenenti altre vitamine del complesso B (in particolare B6 e B12) e zinco; Vanno evitati i prodotti che contengono Vitamina A (retinolo), mentre vanno bene quelli contenenti i suoi precursori (ad es. carotenoidi); Ai dosaggi consigliati il prodotto può essere preso per lunghi periodi, senza effetti collaterali. 9 10 Oer_b3/01 Bibliografia 1.Wild J, Seller MJ, Schorah CJ, Smithells RW. Investigation of folate intake and metabolism in women who have had two pregnancies complicated by neural tube defects. Br J Obstet Gynaecol 1994; 101: 197-202. 2.Wenstrom KD, Johanning GL, Owen J, Johnston KE, Acton S, Tamura T. Role of amniotic fluid homocysteine level and of fetal 5,10-methylenetetrahydrofolate reductase genotype in the etiology of neural tube defects. Am J Med Genet 2000; 90 (1):12-6. 3.Wenstrom KD, Johanning GL, Owen J, Johnston KE, Acton S, Cliver S, Tamura T. Amniotic fluid homocysteine levels 5,10methylenetetrahydrofolate reductase genotypes and neural tube closure sites. Am J Med Genet 2000; 90 (1): 6-11. 4.Shaw GM, Rozen R, Finnel RH, Wasserman CR, Lammer EJ. Maternal vitamine use, genetic variation of infant methylenetetrahydrofolate reductase, and risk for spina bifida. Am J Epidemiol 1998; 148: 30-7. 5.Botto LD, Mulinare J. Re: “Maternal vitamine use, genetic variation of infant methylenetetrahydrofolate reductase, and risk for spina bifida. (letter). Am J Epidemiol 1999; 150: 323-4 6.Walker MC, Smith GN, Perkins SL, Keely EJ, Garner PR. Changes in homocysteine levels during normal pregnancy. Am J Obstet Gynecol 1999; 180: 660-4. 7.Mills JL, McPartlin JM, Kirke PN, et al. Homocysteine metabolism in pregnancies complicated by neural-tube defects. Lancet 1995; 345: 149-51. 8.Bjorke-Monsen AL, Ueland PM, Schneede J, et al. Elevated plasma total homocysteine and C677T mutation of methylentetrahydrofolate reductase gene in patients with spina bifida. QJM 1997; 90: 593-6. 9.MRC Vitamin Study Research Group. Prevention of neural tube defects: results of the MRC Vitamin Study. Lancet 1991; 338: 131-37. 10.Czeizel AE, Dudas I. Prevention of the first occurrence of neuraltube defects by periconceptional vitamin supplementation. N Engl J Med 1992; 327: 1832-35. 11.Mastroiacovo P. et al. Difetti congeniti e sindromi malformative. McGraw-Hill Libri Italia srl - Milano, 1990. 12.Werler MM, Louik C, Shapiro S, Mitchell AA. 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Maria Imbaro, CH. 3 Servizio di Diabetologia, Unità Operativa di Medicina Generale – Ospedale di Venosa (PZ) Azienda USL n.1 - Regione Basilicata 4 Unità Operativa di Endocrinologia e Diabetologia – Ospedale di Maratea (PZ) Azienda USL n.3 - Regione Basilicata 5 Servizio di Endocrinologia, Unità Operativa di Medicina Generale – Ospedale di Tinchi-Pisticci (MT) Azienda USL n.5 - Regione Basilicata * Gruppo di Studio ECA-ND / Diabetologia – Progetto “Epidemiologia clinico-assistenziale delle Nefropatie croniche e del Diabete in Basilicata” Pasquale Bellitti, Rocco Bruno, Enzo Caruso, Franco Cervellino, Giuseppe Citro, Enrico Giliberti, Antonio Maioli, Roberto Morea, Edoardo Perone, Angelo Venezia. Il presente lavoro è parte integrante del Progetto “Epidemiologia clinico-assistenziale delle nefropatie croniche e del diabete in Basilicata”, nell’ambito del Programma Speciale per la Ricerca Sanitaria (ex art.12 del D.lgs. 502/92), ad integrazione del “Progetto per lo sviluppo dell’Osservatorio Epidemiologico Regione Basilicata” – Convenzione Regione Basilicata – Consorzio Mario Negri Sud; D.G.R. n.1645 del 20/07/99 (Coordinatore Scientifico: Dott. Vito Gaudiano Responsabile Regionale: Dott. Giuseppe Montagano - Dirigente OER: Dott.ssa Gabriella Cauzillo). Corrispondenza: Dr. Felice Vitullo Laboratorio di Epidemiologia e Politiche Sanitarie Consorzio Mario Negri Sud Via Nazionale, 66030 - Santa Maria Imbaro (CH) Tel.: 0872 – 570.253 – Fax.: 0872 – 570.416 E-mail.: [email protected] Riassunto Allo scopo di migliorare la raccolta dati nei servizi diabetologici è stata utilizzata una duplice e complementare modalità di registrazione: -1. tutti i pazienti afferenti al servizio (centro pilota: Matera) secondo un minimo set di dati (database: DB); -2. casi di nuova osservazione e pazienti con problematicità di gestione individuati e indagati ad hoc in tutti i centri lucani. Nel DB-MT risultano registrati 3.487 pazienti (anno 2001). I diabetici di tipo 2 sono 3.323 (età media: 64 anni). La durata media di malattia è 10 anni; il 67% dei pazienti è preso in carico nello stesso anno di diagnosi. Le complicanze sono registrate nel 29% dei casi, l’ipertensione nel 70%. Nello studio ad hoc (2001), i diabetici di tipo 2 problematici per fattori psico-sociali (122), confrontati con i nuovi osservati (765), sono più frequentemente donne, anziani, meno istruiti, complicati ed insulino-trattati. Nelle ASL 4 e 1 il 52% dei nuovi osservati giunge al servizio nell’anno di diagnosi (età media: 60); il 70% è inviato dal medico di MG; in oltre l’80% la diagnosi è casuale. Nelle ASL 4 e 1 la frequenza del diabete neodiagnosticato è 1,5-2,0x1.000: i pazienti complicati sono 22% (ASL 4) e 15% (ASL 1), gli ipertesi rispettivamente 47% e 39%. Oltre ad inserirsi in una logica di epidemiologia tradizionale, laddove fattibili tali modalità di registrazione forniscono un supporto per il diabetologo nel compito di individuare, a scopo preventivo/gestionale, storie e percorsi clinici da valutare in relazione agli esiti e ai carichi assistenziali. 11 12 Oer_b3/01 Introduzione Nell’ambito del Progetto ECA-ND (Epidemiologia clinicoassistenziale delle nefropatie croniche e del diabete in Basilicata), allo scopo di migliorare la raccolta dati a livello di servizi diabetologici è stata utilizzata una duplice e complementare modalità di registrazione: -1. tutti i pazienti afferenti, secondo un minimo set di dati anagrafico/clinici aggiornabili nel tempo (database: DB); -2. pazienti di nuova osservazione e, tra i prevalenti, pazienti con problematicità di gestione individuati e indagati ad hoc. Tali modalità di registrazione, oltre ad inserirsi in una logica di epidemiologia tradizionale, intendono supportare il diabetologo nel compito di individuare, a scopo preventivo/gestionale, storie e percorsi clinici da valutare in relazione agli esiti e ai carichi assistenziali (1). Nel presente lavoro vengono riportati i dati prodotti dal servizio di diabetologia dell’ASL di Matera e confrontate le metodologie di registrazione intracentro (DB vs raccolta ad hoc) e intercentro (raccolte ad hoc provenienti dagli altri servizi diabetologici della regione), al fine di trasferire eventuali informazioni integrative in un DB di routine. Materiali e Metodi Database ambulatoriale (DB) Nel proposito di definire un sistema di archiviazione dati ambulatoriali, il centro pilota di Matera ha approntato un DB informatizzato per l’inserimento prospettico di informazioni relative a tutti i pazienti diabetici afferenti al servizio, a partire dal 2001: dati anagrafici, diagnosi, anno diagnosi, data presa in carico, HbA1c, complicanze e comorbidità. Il DB prevede l’inserimento di contatti clinici ad intervalli di almeno 30 giorni. E’ inoltre previsto un campo per individuare pazienti problematici (v. dopo). In attesa di implementare una procedura di routine, i dati sono stati ricavati dalle cartelle cliniche cartacee ed informatizzate (software “DiabWin”). Raccolta dati ad hoc Hanno aderito allo studio tutti i servizi diabetologici lucani. Il gruppo di studio ha concordato un protocollo di reclutamento che conciliasse criteri di fattibilità e priorità: dal 0101-2001, durante le visite di routine gli specialisti hanno compilato schede ad hoc relative a diabetici selezionati. 1- Casi di prima osservazione: diabetici, neodiagnosticati e non, giunti per la prima volta al centro. 2- Casi problematici: pazienti prevalenti il cui scadente controllo glicometabolico (HbA1c 7,5%) venisse giustificato da un chiaro giudizio di problematicità nella gestio- ne/controllo della malattia per fattori psico/sociali legati al paziente e/o al contesto socio/assistenziale. 3- Casi di nuova complicanza diabetica. 4- Consulenze: diabetici, noti e non noti al centro, ricoverati presso altri reparti. Al fine di esplorare eventuali differenze di pratiche, le diagnosi di complicanze/comorbidità e i dati laboratoristici sono stati raccolti in base ai criteri e alle procedure adottate di routine dai centri. Risultati 1 - DB ambulatoriale Nel DB-MT del 2001 risultano registrati 3.487 diabetici: 35% residenti a Matera, 72% nella ASL 4, 94% nella Provincia di MT. La popolazione con diabete di tipo 2 – n. 3.323 (95%, totale visite: 6.454) - presenta le caratteristiche di seguito riportate (Tabella1). L’età media è di 64 anni. La durata media di malattia è di 10 anni. I casi di tipo 2 con diagnosi entro l’anno sono 229. Il 67% dei pazienti è stato preso in carico nello stesso anno della diagnosi, il 9% dopo 2-4 anni, il 16% dopo 5 anni; il 7% dei pazienti era già in carico nel periodo antecedente la diagnosi di diabete (screening, altro). In tabelIa sono riportate le complicanze, diagnosticate in condizioni di routine, per le quali è previsto un campo specifico nel DB: il 29% dei pazienti ne presenta almeno una. L’ipertensione arteriosa si registra nel 70% dei casi (femmine: 77%, maschi: 64%). Rispetto ai pazienti visti una sola volta (n. 1.102), quelli con almeno un follow-up (2.221) Tab. 1 - Distribuzione per sesso ed età dei pazienti con diabete di tipo 2 (database ambulatoriale di Matera, anno 2001). Maschi <45 45-64 >=65 85 738 773 Totale 1.596 % 5,3 46,2 48,5 Femmine 55 752 915 % Totale % 3,2 43,7 53,1 140 1.490 1.688 4,2 44,9 50,9 1.722 3.318 Tab. 2a - Frequenza delle complicanze in 3.323 pazienti con diabete di tipo 2 (database ambulatoriale di Matera). N. % su 3.323 Retinopatia Neuropatia Vasculopatia Microalbuminuria Proteinuria Insufficenza renale 314 126 105 79 22 79 9,4 3,8 3,2 2,4 0,7 2,4 Infarto miocardico Ictus Scompenso 58 15 13 1,7 0,5 0,4 Tab. 2b - Distribuzione delle complicanze nei pazienti con diabete di tipo 1 con e senza follow-up (database ambulatoriale di Matera) Tutti i pazienti N. % Pazienti non complicati Pazienti complicati 2.357 966 71 29 Totale 3.323 Pazienti senza follow-up N. % 848 254 1.102 77 23 Pazienti con N. 1.509 712 2.221 follow-up % 68 32 CONTRIBUTI ORIGINALI sono più frequentemente ipertesi (88% vs 34%; p<0,001) e complicati (32% vs 23%; p<0,001) (Tabella 2b). L’ HbA1c risulta registrata per 360 diabetici di tipo 2: rispetto al resto della coorte, i pazienti con HbA1c registrata (media: 8,7%) sono più frequentemente maschi (59% vs 46%; p<0,001), giovani (<65 anni: 70% vs 46%; p<0,001) e complicati (39% vs 28%; p<0,001). 2 - Schede ad hoc In tabella 3 sono riportati i risultati del reclutamento: dopo i primi 6 mesi l’Unità Operativa dell’Azienda Ospedaliera è uscita dal progetto; inoltre, la difficoltà riscontrata nel reclutare i pazienti in tutti i centri ha indotto a ridurre le schede a due: nuove osservazioni, casi problematici. I diabetici di tipo 2 problematici, confrontati con i nuovi osservati, sono più frequentemente donne, anziani e di basso livello culturale; come atteso, hanno una più lunga durata di malattia, sono più complicati e più insulinotrattati (Tabella 4). Tab. 3 - Numero di pazienti reclutati dal 1° gennaio 2001 al 31 dicembre 2001: Indagine ad hoc 2001 ASL 1 Venosa, Genzano, Melfi, Palazzo, Rionero, Pescopagano Casi di 1a osservazione Pazienti problematici Nuove complicanze° Consulenze° Totale ASL 3 ASL 4 Matera Maratea, Lagonegro, Latronico, Lauria, Rotonda 306 77 2 385 66 29 8 4 107 398 44 33 25 500 ASL 5 A.O. Tinchi* San Carlo Totale 50 50 15 5 13 2 35 835 155 54 33 1077 * Centro attivo da Gennaio 2001 ° Reclutamento concluso a giugno Casi di nuova osservazione Nella tabella 5 sono riportate le caratteristiche dei diabetici di tipo 2 di prima osservazione reclutati nei 4 centri (ordinati per numerosità campionaria). Nelle ASL 4 e 1 il 52% giunge allo specialista nell’anno di diagnosi; circa il 70% dei pazienti è inviato dal medico di medicina generale. In oltre l’80% dei casi la diagnosi di diabete è casuale; nel 24% al momento della diagnosi sono già presenti segni e sintomi di malattia; l’ASL 4 nel 15% dei casi fa diagnosi con curva da carico. Nella tabella 5 sono descritti i pazienti con diabete di tipo 2 neodiagnosticati nelle ASL 4 (n.:190) e ASL 1 (n.:142): la frequenza sui residenti è 1,5x1.000. L’età media è 60 anni. L’HbA1c è richiesta nel 17% dei casi dell’ASL 4 (HbA1c media: 9,3%) e nel 66% dell’ASL 1 (HbA1c media: 7,5%). La creatinina è richiesta nel 36% dei casi dell’ASL 4 e nel 5% dell’ASL 1. I pazienti complicati sono il 22% nell’ASL 4 e il 15% nell’ASL 1. La frequenza di ipertesi è rispettivamente 47% (M: 36%, F: 61%) e 39% (M: 33%, F: 46%). Il 5% dei pazienti è insulino-trattato. Casi problematici Rispetto alle ASL 1 (60 casi) e ASL 3 (26 casi), i 31 pazienti problematici con diabete di tipo 2 del materano sembrano essere più frequentemente uomini (42% vs 31%), giovani (<65 anni: 75% vs 52% e 69%), più istruiti (31% vs 13% e 11%) e con minore durata di malattia (<4 anni: 39% vs 10% e 8%). I pazienti con almeno una complicanza sono: 57% (ASL 4) 38% (ASL 1) e 84% (ASL 3). Il 58% dei casi è in trattamento insulinico. I fattori di problematicità di tipo psico-sociale, oggetto dell’indagine esplorativa/qualitativa, sono stati adeguatamente descritti nell’ASL 4. Su 44 casi, i fattori individuati sono: educativi/culturali (n.16), familiari (n.8), crisi adolescenziali (n.2), anziani soli (n.4), psicoaffettivi (n.13), socio/assistenziali (n.3). Discussione Tab. 4 - Distribuzione dei pazienti con diabete di tipo 2: Indagine ad hoc 2001 Casi di prima osservazione ambulatoriale Casi problematici 765 % 122 % 391 374 5,1 48,9 40 82 32,8 67,2 54 397 309 7,1 51,2 40,7 6 53 63 5,0 43,4 51,6 178 344 34,1 65,9 16 84 16,0 84,0 Durata del diabete <1 anno 1-4 >=5 368 195 191 48,8 25,9 25,3 5 14 90 4,6 12,8 82,6 Complicanze* 0 1 >=2 Trattamento insulinico 568 137 60 64 74,3 17,9 7,8 8,4 46 34 42 57 37,7 27,9 34,4 46,7 Sesso Maschi Femmine Età <45 45-64 >=65 Livello di scolarità Lic. media, diploma o laurea Nessun titolo o elementare Per alcune variabili la somma non corrisponde al totale a causa di valori mancanti. * Vedi tabella 6 La gestione del DB pilota di Matera si è rivelata efficiente nel registrare i pazienti e le loro caratteristiche di base; inoltre, in condizioni di progetto finanziato, è stato agevole registrare alcune informazioni aggiuntive. Quanto tale archiviazione sistematica sia sostenibile in condizioni di routine e senza risorse aggiuntive rimane da verificare (il database potrebbe essere gestito per il 75% da personale infermieristico). Ciò è particolarmente rilevante per l’eventuale aggiunta di pochi altri campi: peso/altezza, altre complicanze/comorbidità, terapia, decesso/trasferimento, problematicità con criteri mirati. D’altra parte, i dati raccolti sui pazienti reclutati ad hoc hanno permesso di verificare la buona resa delle informazioni raccolte nelle cartelle di routine ed inserite nel DB. In particolare si noti il dato relativo alle complicanze/comorbidità: l’ipertensione è quasi il 50% nei nuovi diagnosticati osservati ad hoc vs il 70% in tutti i diabetici del DB, la retinopatia del 6,3% vs il 9,4%, la nefropatia del 3,2% vs il 5,5%. E’ pertanto probabile che un’alimentazione in tempo reale del DB possa migliorare ulteriormente l’affidabilità del dato rilevato in condizioni di routine. Inoltre, la potenzialità di usare il DB per gestire meglio la pratica clinico-assistenziale e prevenire gli outcome 13 14 Oer_b3/01 Tab. 5 - Distribuzione dei casi di prima osservazione ambulatoriale con diabete di tipo 2 per ASL: Indagine ad hoc 2001 Asl 4 Casi di prima osservazione ambulatoriale Asl 1 Asl 3 N. % N. % 278 61 N. 50 % Asl 5 N. 368 % 200 168 54,3 45,6 140 138 50,4 49,6 33 28 54,1 45,9 14 36 28,0 72,0 33 198 137 9,0 53,8 37,2 20 142 116 7,2 51,1 41,7 1 30 30 1,6 49,2 49,2 5 21 24 10,0 42,0 48,0 68 103 39,8 60,2 77 168 31,4 68,6 17 37 31,5 68,5 13 32 28,8 71,2 Durata del diabete <1 anno 1-4 >=5 190 105 70 52,0 28,8 19,2 142 59 71 52,2 21,7 26,1 16 14 30 26,7 23,3 50,0 13 16 20 26,5 32,6 40,9 Chi ha richiesto la visita MMG Ricorso personale Specialisti 93 32 12 67,9 23,4 8,7 187 40 26 73,9 15,8 10,3 52 2 1 94,5 3,6 1,8 42 3 1 91,3 6,5 2,2 Sesso Maschi Femmine Età <45 45-64 >=65 Livello di scolarità Lic. media, diploma o laurea Nessun titolo o elementare Per alcune variabili la somma non corrisponde al totale a causa di valori mancanti Tab. 6 - Caratteristiche dei pazienti di prima osservazione ambulatoriale con diabete di tipo 2 diagnosticato entro l’anno Asl 1 Asl 4 Sesso Maschi Femmine Età <45 45-64 >=65 Complicanze Retinopatia Neuropatia Vasculopatia Ulcera/gangrena Disfunzione erettile Nefropatia Infarto miocardico Scompenso Ictus Vascolopatia TSA 0 1 >=2 Ipertensione Trattamento insulinico 190 % 142 % 110 80 57,9 42,1 75 67 52,8 47,2 16 106 68 8,4 55,8 35,8 11 74 55 7,8 52,1 38,7 12 2 8 3 2 6 6,3 1,1 4,2 1,6 1,1 3,2 1 1 6 0,7 0,7 4,2 10 1 6 3 5,3 0,5 3,2 1,6 8 5 0 1 5,6 3,5 0,0 0,7 148 31 11 77,9 16,3 5,8 121 18 3 85,2 12,7 2,1 89 46,8 56 39,4 10 5,3 7 4,9 è dimostrato dal dato a posteriori relativo ai pazienti con follow-up registrato (e/o con HbA1c), che risultano essere più gravi e gravosi, oltre che dalla possibilità di registrare pazienti problematici/ad alto rischio secondo criteri predefiniti. E’ d’altra parte ovvio che un siffatto DB può diventare una preziosa fonte di informazioni per l’epidemiologia aziendale/regionale se opportunamente “linkato” con schede di dimissione ospedaliera, prescrizioni farmaceutiche, schede di morte, database della medicina generale (2). Anche se pilota, i dati prodotti hanno comunque fornito un profilo epidemiologico-assistenziale interessante. Rispetto alle stime ISTAT di prevalenza del diabete in Basilicata (35%), nell’ASL 4 di Matera il numero atteso è di 3.000/6.000 casi: nel database del servizio diabetologico risultano registrati oltre 3.000 pazienti, il 75% dei quali è preso in carico nello stesso anno di diagnosi. Nello studio ad hoc la frequenza del diabete di tipo 2 neodiagnosticato nei servizi diabetologici delle ASL 4 e 1 è 1,5x1.000; sulla base del DB di Matera la stima è del 2,0x1.000 (circa 230 nuovi casi/anno): questi pazienti, inviati per oltre il 70% dai medici di medicina generale dopo una diagnosi casuale (80%), giungono all’osservazione specialistica a 60 anni e presentano complicanze diagnosticate in condizioni di routine nel 15%-22% dei casi. Confrontando i risultati con la letteratura (1, 3-8) si osserva che la frequenza di neodiagnosticati è coerente con simili studi italiani ed europei (8). Rispetto ai pazienti diabetici di tipo 2 neodiagnosticati e reclutati nell’U.K.P.D.S (25-65 anni), la casistica materana si presenta anziana (60 vs 53), con complicanze diagnosticate nel 22% dei casi (vs 50%) e con simile frequenza di ipertensione. Con riferimento al contesto regionale, la ricerca ha evidenziato da una parte la difficoltà di utilizzare i dati ambulatoriali nella routine dell’Azienda Ospedaliera (a parità di finanziamento per schede raccolte), dall’altra l’efficienza organizzativa della ASL 1 nel raccogliere dati in un contesto territoriale estremamente decentrato (6 servizi), in assenza di informatizzazione e senza un monitor dedicato. Pertanto, un investimento in organizzazione e risorse per l’epidemiologia/registro del diabete sembra particolarmente indicato nelle ASL di Venosa e Matera, nell’ambito di un modello organizzativo assistenziale territoriale, mentre è utile intensificare/ottimizzare l’uso dei dati correnti disponibili (SDO, prescrizioni, DB medicina generale) per le realtà con modello ospedaliero. Inoltre, la disponibilità di due sistemi epidemiologici aziendali può permettere di valutare ed ottimizzare le pratiche di diagnosi precoce, prevenzione, terapia ed uso di risorse in modo collaborativo (v. dati su richieste di HbA1c e creatinina vs complicanze), oltre che di approfondire lo studio/intervento sui fattori sociali, territoriali ed assistenziali di problematicità dei pazienti. CONTRIBUTI ORIGINALI Bibliografia 1.Seghieri G, Garancini MP. La gestione del data-base. In: Garancini MP, Bruno G, Fedele D et al, eds, Manuale pratico di epidemiologia e metodologia. Nozioni di base nello studio del diabete. Pisa, Pacini Editore, 2001. 2.Vitullo F, Sorrentino GC, Di Matteo, Venezia AR, Casino F, Sinisi R, Procida M, Citro G. Nefropatie e diabete: stima del bisogno di gestione integrata a partire dai dati di ospedalizzazione. Giornale Italiano di Diabetologia 2002; 22(1). 3.Progetto Umbria Diabete. Piano Sanitario Regione Umbria 19992001. Sito Web: http://www.regione.umbria.it/sanita/piano/progettoDiabete.pdf. 4.UK Prospective Diabetes Study 16 (UKPDS Group). Overview of 6 years’therapy of type II diabetes: a progressive disease. Diabetes 1995; 44: 1249-1258. 5.Connolly V, Unwin N, Sherriff P, Bilous R, Kelly W. Diabetes prevalence and socioeconomic status: a population based study showing increased prevalence of type 2 diabetes mellitus in deprived areas. J Epidemiol Community Health 2000; 54: 173-177. 6.Burke JP, Williams K, Haffner SM, Villalpando CG, Stern MP. Elevated incidence of type 2 diabetes in San Antonio, Texas, compared with that of Mexico City, Mexico. Diabetes Care 2001 Sep; 24(9): 1573-8. 7.Tseng CH, Chong CK, Heng LT, Tseng CP, Tai TY. The incidence of type 2 diabetes mellitus in Taiwan. Diabetes Res Clin Pract 2000 Oct; 50 Suppl 2: S61-4. 8.Mata Cases M, Cos Claramunt X, Bobe Molina I et al. Type 2 diabetes mellitus: incidence and diagnosis at a primary care center. Aten Primaria. 2000 Apr 30;25(7):469-74. 15 16 Oer_b3/01 Il taglio cesareo in Basilicata: analisi del triennio 1998-2000 Giuseppe Montagano1, Rocco Giovanni Panarace2, Gabriella Cauzillo1, Annarita Lucia1, Donato Pafundi1 1 2 Dipartimento Sicurezza e Solidarietà Sociale – Regione Basilicata Azienda Sanitaria n. 5 di Montalbano Jonico Introduzione Il taglio cesareo è un intervento ritenuto appropriato in alcune particolari condizioni cliniche e la sua frequenza non dovrebbe superare, secondo le raccomandazioni dell’OMS del 1985, il 15% di tutti i parti (1). Negli ultimi anni in tutti i paesi industrializzati si è assistito ad un incremento dei tagli cesarei; in Italia, nel 1991, l'incidenza di questo intervento è risultata del 21.7%, con un incremento del 73% in dieci anni (12.5% nel 1981) e con una notevole variabilità interregionale, avendosi un minimo del 16% di taglio cesareo (TC) in Friuli ed un massimo del 30% in Basilicata (dati ISTAT-1991). Negli Stati Uniti, nel 1993, l'incidenza del TC è stata del 22.8%, dopo aver toccato il 24.7% nel 1988 (2). Nella tabella 1 sono riportati i dati sulla percentuale di parti cesarei effettuati sul totale dei parti, nelle Regioni italiane nel 1998 e nel 1999 (3-4). I dati confermano da un lato la consistente variabilità interregionale nell’utilizzo del TC quale modalità di approccio al parto e dall’altro evidenziano come in tale graduatoria la Regione Basilicata si colloca ai primi posti, subito dopo la regione Campania, con una percentuale di TC pari a 41,76 % e 40,50 % rispettivamente per gli anni 1998 e 1999. Lo scopo del presente lavoro è, pertanto, quello di misurare la percentuale dei TC effettuati nelle strutture ospedaliere della Regione Basilicata nel triennio 1998–2000 al fine di rilevare: 1. se il trend di crescita nell’utilizzo del TC nella Regione Basilicata è confermato nel triennio considerato 2. se esiste tra le strutture ospedaliere regionali con punti nascita, una variabilità nella percentuale di TC effettuati o se le strutture stesse si collocano intorno al valore medio regionale 3. se l’analisi dei codici ICD 9 CM relativi alle Diagnosi Principali (DP) riportate nelle SDO delle pazienti sottoposte a TC permettono di individuare condizioni del feto o della madre, al momento del parto, che possono giustificare la scelta del TC quale modalità di intervento. CONTRIBUTI BREVI Tab. 1 - Percentuale di parti cesarei in Italia negli anni 1998 e 1999 Regione % parti cesarei sul totale dei parti Anno 1998 % parti cesarei sul totale dei parti Anno 1999 26,86 23,69 Valle d’Aosta 21,50 20,22 Lombardia 23,33 24,52 Provincia autonoma Bolzano 17,29 18,44 Provincia autonoma Trento 22,45 21,92 Veneto 24,49 26,11 Friuli Venezia Giulia 19,04 20,50 Liguria 28,48 29,31 Emilia Romagna 29,27 29,86 Toscana 22,54 23,65 Umbria 25,45 26,30 Marche 33,23 34,65 Lazio 35,46 35,51 Abruzzo 33,49 35,77 Molise 33,45 32,94 Campania 48,03 51,01 Puglia 35,07 37,66 Basilicata 41,76 40,50 Calabria 34,24 36,78 Sicilia 36,56 38,19 Sardegna 25,98 29,73 31,38 32,87 Piemonte ITALIA rapporto alla presenza o meno di complicanze (DRG 372 e 373), di sterilizzazione e/o dilatazione e raschiamento (DRG 374), o della concomitanza di altro intervento chirurgico (DRG 375). Il numero assoluto di TC effettuati dalle singole strutture ospedaliere è stato calcolato sommando il numero dei ricoveri effettuati per i DRGs 370 e 371, mentre il valore percentuale è stato ottenuto rapportando il numero totale dei TC sul totale dei parti effettuati. È stata inoltre effettuata una analisi della frequenza assoluta e percentuale dei codici delle Diagnosi Principali (DP) presenti nelle SDO relative ai DRG, 370 e 371, cioè di quei ricoveri che presentavano l’intervento chirurgico di TC, al fine evidenziare analiticamente la distribuzione di frequenza delle condizioni della donna al momento del parto che determinavano la necessità di utilizzare il TC come percorso assistenziale. L’analisi è stata condotta per le strutture ospedaliere regionali riportati nella tabella 3. Tab. 3 - Strutture ospedaliere regionali con punti nascita Azienda sanitaria Ospedale Azienda Ospedaliera Ospedale San Carlo - Potenza Azienda sanitaria U.S.L. n. 1 Ospedale di Melfi Azienda sanitaria U.S.L. n. 1 Ospedale di Venosa Azienda sanitaria U.S.L. n. 2 Ospedale di Villa d'Agri Marsicovetere Azienda sanitaria U.S.L. n. 3 Ospedali Unificati del Lagonegrese Azienda sanitaria U.S.L. n. 3 Ospedale di Chiaromonte Azienda sanitaria U.S.L. n. 4 Ospedale di Matera Materiali e metodi Azienda sanitaria U.S.L. n. 4 Ospedale di Tricarico L’analisi è stata condotta sulle dimissioni ospedaliere per parto effettuate nelle strutture ospedaliere della Regione Basilicata nel triennio 1998-2000 a favore di cittadini residenti e non in Regione Basilicata. I dati sono stati ottenuti estrapolando dal data base delle SDO i tracciati record dei ricoveri relativi ai DRGs dal 370 al 375, appartenenti alla MDC 14 “Gravidanza, parto e puerperio”, descritti nella tabella 2. Azienda sanitaria U.S.L. n. 5 Ospedale di Stigliano Azienda sanitaria U.S.L. n. 5 Ospedale di Policoro Azienda sanitaria U.S.L. n. 5 Ospedale di Tinchi - Pisticci Risultati Nella tabella 4 sono riportati il numero totale dei ricoveri effettuati per i DRG, compresi tra 370 e 375, relativi al parto, nel triennio 1998-2000 nella Regione Basilicata. Tab. 2 - DRG relativi al parto DRG Descrizione DRG 370 Parto cesareo con cc Tab. 4 - Numero assoluto di parti distinti per DRG DRG Descrizione DRG 370 Parto cesareo con cc 371 Parto cesareo senza cc 371 Parto cesareo senza cc 372 Parto vaginale con diagnosi complicanti 372 373 Parto vaginale senza diagnosi complicanti 374 Parto vaginale con sterilizzazione e/o dilatazione e raschiamento 375 Parto vaginale con altro intervento eccetto sterilizzazione e/o dilatazione e raschiamento I DRGs 370 e 371 individuano quei ricoveri per parto, rispettivamente con e senza complicanze, che hanno richiesto l’intervento di TC (codice ICD-9-CM dell’intervento principale dal 74.0 al 74.99), mentre i restanti DRGs, sono relativi al parto vaginale nelle sue diverse tipologie, che variano in 143 164 205 1.933 1.875 2.039 Parto vaginale con diagnosi complicanti 373 Parto vaginale senza diagnosi complicanti 374 1998 1999 2000 Parto vaginale con sterilizzazione e/o dilatazione e raschiamento 375 Parto vaginale con altro intervento eccetto sterilizzazione e/o 55 53 73 2.651 2.771 2.831 284 227 120 5 4 5 dilatazione e raschiamento Totale parti 5.071 5.094 5.273 Nella tabella 5 sono riportati i dati assoluti e percentuali dei parti cesarei, dei parti vaginali nonché i dati sul numero totale di parti effettuati nelle strutture ospedaliere della Regione Basilicata negli anni 1998, 1999 e 2000. 17 18 Oer_b3/01 Tab. 5 - Frequenza assoluta e percentuale di parti cesarei e vaginali nel 1998 Parti cesarei Parti vaginali Totale parti 2.076 2.995 5.071 1999 40,9% 59,1% 2.039 3.055 5.094 2000 40,3% 59,7% 2.244 3.029 5.273 42,6% 57,4% Nella tabella 6 sono riportate i dati aggregati relativi al numero assoluto e percentuale di parti cesareo e vaginale prodotti dalle singole strutture ospedaliere con punti nascita. Tab. 6 - Numero assoluto di parti distinti per DRG e per struttura ospedaliera Azienda / Ospedale Tipologia parto Azienda Ospedaliera San Carlo - Potenza Parti cesarei Parti vaginali Ospedale di Tinchi - Pisticci Parti cesarei Parti vaginali Ospedale di Policoro Parti cesarei Parti vaginali Ospedale di Stigliano Parti cesarei Parti vaginali Ospedale di Villa d’Agri Parti cesarei Parti vaginali Ospedale di Tricarico Parti cesarei Parti vaginali Ospedale di Chiaromonte Parti cesarei Parti vaginali Ospedale di Matera Parti cesarei Parti vaginali Ospedale di Venosa Parti cesarei Parti vaginali Ospedale di Melfi Parti cesarei Parti vaginali Ospedali Unificati del Lagonegrese Parti cesarei Parti vaginali Totale Parti 1998 n. casi 616 803 1.419 82 164 246 88 167 255 84 92 176 80 301 381 92 134 266 152 70 222 268 544 811 84 170 254 313 340 653 217 211 428 5071 % 43,4 56,6 100,0 33,3 66,7 100,0 34,5 65,5 100,0 47,7 52,3 100,0 21,0 79,0 100,0 40,7 59,3 100,0 68,5 31,5 100,0 33,0 67,1 100,0 33,1 66,9 100,0 47,9 52,1 100,0 50,7 49,3 100,0 1999 n. casi 516 920 1.436 152 163 315 111 161 272 59 76 135 85 251 336 88 104 192 116 45 161 258 586 844 106 195 301 334 374 708 214 180 394 5094 % 35,9 64,1 100,0 48,3 51,7 100,0 40,8 59,2 100,0 43,7 56,3 100,0 25,3 74,7 100,0 45,8 54,2 100,0 72,0 28,0 100,0 30,6 69,4 100,0 35,2 64,8 100,0 47,2 52,8 100,0 54,3 45,7 100,0 2000 n. casi 651 777 1.428 203 204 407 87 112 199 43 82 125 84 284 368 71 161 232 118 34 152 298 688 986 106 174 280 361 334 695 222 179 401 5273 % 45,6 54,4 100,0 49,9 50,1 100,0 43,7 56,3 100,0 34,4 65,6 100,0 22,8 77,2 100,0 30,6 69,4 100,0 77,6 22,4 100,0 30,2 69,8 100,0 37,9 62,1 100,0 51,9 48,1 100,0 55,4 44,6 100,0 Tab. 7 - Percentuale dei TC distinti per ospedale e anno Ospedali 1998 1999 2000 Media Triennio Chiaromonte Lagonegrese Melfi Stigliano Tinchi San Carlo di Potenza Policoro Tricarico Venosa Matera Marsicovetere Basilicata 68,60 50,70 47,90 47,70 33,30 43,40 34,50 40,70 33,10 33,00 20,00 40,90 72,00 54,30 47,20 43,70 48,20 35,90 40,80 45,80 35,20 30,60 25,30 40,30 77,60 55,40 51,90 50,60 49,90 45,60 43,70 30,60 37,90 30,20 22,80 42,60 72,70 53,47 49,00 47,33 43,80 41,63 39,67 39,03 35,40 31,27 23,03 41,30 Nella tabella 7 e nel grafico 2 sono indicate le percentuali dei TC riscontrate nelle strutture ospedaliere regionali nel triennio 1998–2000. I dati sono riportati in ordine decrescente rispetto alle percentuale dei TC prodotti tenendo conto dei valori medi riscontrati nel trienno 1998–2000. Grafico 1 - Percentuale di TC distinti per ospedale e anno Marsicovetere Matera Tricarico Venosa Policoro A.O. San Carlo Tinchi Stigliano Melfi Lagonegrese Chiaromonte 0 2000 1999 1998 10 20 30 40 % 50 60 70 80 90 CONTRIBUTI BREVI Sono stati infine calcolati il numero medio dei parti totali e lo Standard Rate della percentuale media del TC del triennio, considerando come standard il totale regionale, riportati nella tabella 8. Tab. 8 - Andamento numero medio parti e standard rate Ospedale Numero medio parti Indice di confronto delle medie del triennio del triennio con quella regionale 1998-2000 delle percentuali di TC A.O. San Carlo 1.428 100,9 Matera 880 75,8 Melfi 685 118,7 Lagonegrese 408 129,6 Marsicovetere 362 55,8 Tinchi 323 106,1 Venosa 278 85,8 Policoro 242 96,1 Tricarico 217 94,6 Chiaromonte 178 176,2 Stigliano 145 114,7 Basilicata 5.146 100,0 ricoveri per TC rispettivamente negli anni 1998, 1999 e 2000. E’ possibile rilevare come le prime 10 diagnosi principali delle SDO del TC coprano circa il 90% del totale delle diagnosi principali e precisamente l’88,8% per l’anno 1998, il 93,8% per l’anno 1999 e l’89,3% per l’anno 2000. In particolare la diagnosi principale con codice 669.7 “Altre complicazioni del travaglio e del parto, non classificate altrove - Parto cesareo, senza menzione dell'indicazione” è quella che si riscontra con una percentuale significativamente maggiore delle restanti DP con percentuali crescenti dal 59,5% del 1998, al 73,3% del 1999 e 74,4% del 2000. È opportuno specificare che durante l’anno 2000 in alcune strutture ospedaliere regionali è stato introdotto il nuovo sistema di classificazione ICD 9 CM (versione italiana 1997) per la codifica delle DP, che giustifica la presenza dei codici di DP 669.70 “Taglio cesareo, senza menzione dell'indicazione, episodio di cura non specificato” e 669.71 “Taglio cesareo, senza menzione dell'indicazione, parto con o senza menzione delle condizioni antepartum”. Tab. 9 - Distribuzione assoluta e percentuale delle DP anno 1998 Grafico 2 - Numero medio parti totali e medie TC per ospedale std Basilicata Codici DP std Italia Altre complicazioni del travaglio e del parto, non classificate altrove Parto cesareo, senza menzione dell’indicazione 6542 Anomalie degli organi e dei tessuti molli del bacino Cicatrice dell’utero da intervento chirurgico precedente 263 12,7 6563 Altri problemi fetali e placentari influenzanti il trattamento della madre Sofferenza fetale 106 5,1 650 Parto completamente normale 76 3,7 6610 Anomalie delle forze propulsive Inerzia uterina primitiva 55 2,6 6602 Travaglio ostacolato Ostacolo causato da anomalie dei tessuti molli del bacino 42 2,0 6522 Posizione e presentazione anomala del feto Presentazione podalica senza menzione di versione 35 1,7 6424 Ipertensione complicante la gravidanza, il parto e il puerperio Pre-eclampsia lieve o non specifacata 17 0,8 6601 Travaglio ostacolato Ostacolo causato dal bacino osseo 14 0,7 Altre diagnosi principali 233 11,2 2076 100,0 100,0 80,0 numero % ricoveri 1235 59,5 6697 140,0 120,0 Descrizione DP 60,0 40,0 20,0 0,0 -20,0 -40,0 o te on ig lia n St ro sa ric o iar om Ch Tr ica Po lic o Ve no hi Tin c ve te re eg re se on M ar sic o er a M at M elf i La g A. O. S an Ca rlo -60,0 Nelle tabelle 9, 10 e 11 sono riportati i risultati derivanti dall’analisi sulla frequenza assoluta e percentuale dei codici delle diagnosi principali riscontrate nelle SDO relative ai TOTALE 19 20 Oer_b3/01 Tab. 10 - Distribuzione assoluta e percentuale delle DP anno 1999 Codici DP Descrizione DP Conclusioni numero % ricoveri 1494 73,3 6697 Altre complicazioni del travaglio e del parto, non classificate altrove Parto cesareo, senza menzione dell’indicazione 6542 Anomalie degli organi e dei tessuti molli del bacino Cicatrice dell’utero da intervento chirurgico precedente 173 8,5 650 Parto completamente normale 114 5,6 6563 Altri problemi fetali e placentari influenzanti il trattamento della madre Sofferenza fetale 29 1,4 6602 Travaglio ostacolato Ostacolo causato da anomalie dei tessuti mmolli del bacino 28 1,4 6609 Travaglio ostacolato Non specificato 20 1,0 6581 Altri broblemi collegati alla cavità amniotica e alle membrane Rottura prematura delle membrane 17 0,8 6522 Posizione e presentazione anomala del feto Presentazione podalica senza menzione di versione 10 0,5 6525 Posizione e presentazione anomale del feto Testa alta a termine 10 0,5 6450 Gravidanza prolungata 9 0,4 Altre diagnosi principali 135 6,6 2039 100,0 TOTALE Tab. 11 - Distribuzione assoluta e percentuale delle DP anno 2000 Codici DP Descrizione DP numero % ricoveri 1050 46,8 6697 Taglio cesareo, senza menzione dell’indicazione 66970 Taglio cesareo, senza menzione dell’indicazione, episodio di cura non specificato 394 17,6 66971 Taglio cesareo, senza menzione dell’indicazione, parto con o senza menzione delle condizioni antepartum 224 10,0 Parto normale 114 5,1 65421 Pregresso parto cesareo complicante la gravidanza, il parto e il puerperio 88 3,9 6542 Pregresso parto cesareo complicante la gravidanza, il parto e il puerperio, Utero scar da pregresso parto cesareo 65 2,9 65630 Sofferenza fetale, ricovero non specificato 21 0,9 6610 Inerzia uterina primitiva - Ipotonia uterina disfunzionale primitiva Mancanza dilatazione cervicale - Prolungamento della fase latente del travaglio 18 0,8 65221 Presentazione podalica senza menzione di rivolgimento, parto con o senza menzione della condizione antepartum 14 0,6 6563 Sofferanza fetale - Acidosi fetale - Anomalie del battito o della frequenza cardiaca del feto - Anomalie dell’equilibrio acido-base del feto - Bradicardia fetale - Meconio nel liquor - Tachicardia fetale 14 0,6 Altre diagnosi principali 242 10,8 2244 100,0 650 TOTALE Negli ultimi anni il numero dei parti con TC continua a crescere in Italia e in Basilicata che, secondo i dati più recenti pubblicati dal Ministero della Salute, per l’anno 1999 si colloca ai primi posti tra le regioni con una più alta percentuale di TC. I risultati emersi dallo studio dimostrano per l’anno 2000 un ulteriore incremento del numero assoluto e percentuale dei TC effettuati dalle strutture ospedaliere regionali rispetto ai valori, già elevati, riscontarti negli anni 1998 e 1999. La percentuale di TC riscontrata nell’anno 2000 risulta, infatti, pari al 42, 6%, in sensibile crescita rispetto ai valori del 40,3% del 1999 e 40,9% del 1998, così da confermare la Basilicata ai primi posti in Italia, insieme alla Campania, nell’utilizzo del TC come percorso assistenziale al parto. Rispetto ai dati regionali, pochi dati sono disponibili relativamente al numero assoluto e percentuali di TC effettuati nelle diverse strutture ospedaliere della Regione Basilicata. Pertanto obiettivo del presente studio è stato anche quello di rilevare se le percentuali di TC prodotte dalle strutture ospedaliere pubbliche regionali con punti nascita, si collocano intorno ai valori medi regionali oppure se esiste una significativa variabilità tra le strutture stesse. I dati rilevati dimostrano una forte e significativa variabilità nella percentuale di TC effettuati dalle diverse strutture ospedaliere regionali, con valori compresi tra il 23% riscontrato nell’ospedale di Marsicovetere e il 72,7% dell’ospedale di Chiaromonte. Il confronto dei dati delle singole strutture con i valori medi regionali e nazionali dimostrano che molte strutture ospedaliere regionali si collocano ben al di sopra di tali valori, ed in particolare tale posizione è assunta da quelle strutture ospedaliere che effettuano un numero totale annuo di parti molto basso. Una revisione attenta della letteratura scientifica in materia consente di individuare le cause che con maggior frequenza (prima fra tutte la distocia) obbligano o consigliano l’effettuazione del TC. Negli ultimi anni, comunque, alcuni altri fattori sono intervenuti nel giustificare il suo incremento per cui studi mirati per singola struttura sono necessari per individuare le motivazioni che spingono i clinici a ricorrere a tale modalità assistenziale. Va tuttavia rilevato che l’analisi dei codici delle DP riportati nelle SDO relative ai ricoveri per TC non consente la individuazioni di quelle specifiche condizioni della madre o del feto alla nascita che possano giustificare il ricorso CONTRIBUTI BREVI al TC come pratica assistenziale. Infatti l’analisi dei codici delle DP ha evidenziato una altissima percentuale di diagnosi principali aspecifiche, in particolare sono risultate elevatissime le SDO del TC che presentavano codici del gruppo 669.7 del sistema di Codifica ICD 9, che sono altamente aspecifici in quanto devono essere utilizzati solo per la codifica della SDO relativi a ricoveri per parto in cui non è possibile individuare l’indicazione clinica che ha reso necessario il taglio cesareo. In conclusioni lo studio fornisce risposte precise ai quesiti posti e precisamente: 1. il trend di crescita assoluto e percentuale del TC nella Regione Basilicata risulta confermato nel triennio considerato 2. tra le strutture ospedaliere regionali, con punti nascita, esiste una significativa variabilità nella percentuale di TC effettuati 3. l’analisi dei codici ICD 9 CM relativi alle Diagnosi Principali (DP) riportate nelle SDO delle pazienti sottoposte a TC non permettono la individuazione delle specifiche condizioni del feto o della madre, al momento del parto, che possono giustificare la scelta del TC quale modalità di intervento. Bibliografia 1.Healthy People 2000: national health promotion and disease prevention objectives; full report, with commentary. Washington, D.C.: Government Printing Office, 1990: 378 2.Paul RH, Miller DA. Cesarean birth: how reduce the rate. Am. J. Obstret. Gynecol 1995; 172(&); 1903-1911 3.Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero – Dati SDO 1998. Sistema Informativo sanitario del Ministero della Sanità Dipartimento Programmazione 4.Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero – Dati SDO 1999. Sistema Informativo Sanitario del Ministero della Sanità Dipartimento Programmazione 21 22 Oer_b3/01 La Basilicata in cifre Gabriella Cauzillo1, Massimiliano Gallo1, Gerardina Sorrentino1 1 Servizio Osservatorio Epidemiologico Regionale La situazione demografica (dati 1999-Fonte ISTAT) Basilicata Popolazione residente al 1 Gennaio 1999 per anno di età e sesso Età Maschi Femmine 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 3008 2986 3004 3071 3126 3342 3605 3513 3736 3730 3659 3805 3732 3943 3973 3966 4031 4151 4127 4214 4576 4336 4824 4630 4885 4702 4718 4711 1701 4952 4797 4891 4707 4825 4946 4644 4735 4618 4385 4330 4220 3958 4152 4137 3995 3844 3697 3623 3862 4012 3974 2661 2728 2818 2864 3037 3087 3357 3437 3446 3499 3525 3516 3457 3604 3786 3836 3930 3871 3858 3962 4047 4383 4449 4617 4620 4609 4658 4617 4838 4750 4711 4835 4813 4760 4866 4634 4599 4496 4538 4259 4094 4217 4175 3906 4026 3686 3698 3640 3709 3866 4059 Totale Età Maschi Femmine 5669 3637 51 5714 3306 52 5822 2640 53 5935 2621 54 6163 2648 55 6429 2599 56 6962 2695 57 6950 3279 58 7182 3354 59 7229 3261 60 7184 3296 61 7321 3192 62 7189 3197 63 7547 3315 64 7759 3365 65 7802 3170 66 7961 3006 67 8022 3247 68 7985 2876 69 8176 2936 70 8623 2819 71 8719 2673 72 9273 2495 73 9247 2300 74 9505 2242 75 9311 2032 76 9376 1849 77 9328 1759 78 9539 1030 79 9702 736 80 9508 783 81 9726 829 82 9520 1018 83 9585 905 84 9812 863 85 9278 755 86 9334 598 87 9114 531 88 8923 418 89 8589 361 90 8314 252 91 8175 178 92 8327 123 93 8043 86 94 8021 59 95 7530 40 96 7395 31 97 7263 10 98 7571 7 99 7878 100 e più 6 8033 TOTALE 299537 3677 3437 2749 2667 2714 2819 2843 3376 3600 3521 3671 3512 3611 3763 3760 3437 3410 3744 3392 3259 3329 3183 2927 2747 2929 2752 2612 2599 1565 1059 1072 1312 1513 1344 1271 1157 1001 880 652 536 411 322 226 145 128 77 71 32 19 30 308316 Distribuzione percentuale per classi di età e sesso Totale 7314 6743 5389 5288 5362 5418 5538 6655 6954 6782 6967 6704 6808 7078 7125 6607 6416 6991 6268 6195 6148 5856 5422 5047 5171 4784 4461 4358 2594 1795 1855 2141 2531 2249 2134 1912 1599 1411 1070 897 663 500 349 231 187 117 102 42 26 36 607853 oltre 85 81---85 76---80 71---75 66---70 61---65 56---60 51---55 46---50 41---45 36---40 31---35 26---30 21---25 16---20 11---15 6---10 0---5 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 Femmine Maschi Confronto Basilicata vs Italia Tasso Basilicata Natalità 9,3 Italia 9,3 Mortalità 9,0 9,9 Crescita naturale 0,2 -0,6 Migratorio -2,9 1,8 Crescita totale -2,7 1,2 Vecchiaia 104,2 122,2 Dipendenza 51,4 47,5 Invecchiamento 17,3 17,7 Indice: 10,00 RUBRICHE NOTIZIE AUSL 1 Distribuzione percentuale per classi di età e sesso Popolazione residente al 1°gennaio 1999 per anno di età e sesso Età Maschi Femmine 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 553 533 513 536 549 580 625 620 639 636 593 637 633 683 626 665 605 675 646 653 724 680 762 735 832 751 815 824 804 890 811 815 777 792 833 797 791 762 718 697 658 603 623 665 610 613 570 544 582 588 626 462 469 499 494 535 525 569 559 512 610 564 591 574 583 570 623 619 631 617 607 635 716 710 726 778 762 817 792 798 819 799 803 831 752 801 763 752 662 717 712 650 669 623 612 599 513 512 535 565 574 620 Totale Età 51 1015 52 1002 53 1012 54 1030 55 1084 56 1105 57 1194 58 1179 59 1251 60 1246 61 1157 62 1228 63 1207 64 1266 65 1196 66 1288 67 1224 68 1306 69 1263 70 1260 71 1359 72 1396 73 1472 74 1461 75 1610 76 1513 77 1632 78 1616 79 1602 80 1709 81 1610 82 1618 83 1608 84 1544 85 1634 86 1560 87 1543 88 1424 89 1435 90 1409 91 1308 92 1272 93 1246 94 1277 95 1209 96 1126 97 1082 98 1079 99 1147 1162 100 e più 1246 TOTALE Maschi Femmine 508 503 381 384 381 378 384 478 493 478 513 486 457 549 562 521 494 509 458 458 499 500 404 387 406 329 317 285 180 130 127 129 164 171 164 131 108 95 90 57 48 32 21 22 9 6 7 2 1 2 48690 574 562 394 396 395 409 382 497 566 491 552 514 549 626 577 557 563 623 560 539 565 582 520 482 501 433 471 445 265 172 178 221 268 232 227 229 195 156 108 112 72 58 33 33 25 13 14 4 2 2 48690 Totale 1055 1065 775 780 776 787 766 975 1059 969 1065 1000 1006 1175 1139 1078 1057 1132 1018 997 1064 1082 924 869 907 762 788 730 445 302 305 350 432 403 391 360 303 251 198 169 120 90 54 55 34 19 21 6 3 5 98538 oltre 85 81---85 76---80 71---75 66---70 61---65 56---60 51---55 46---50 41---45 36---40 31---35 26---30 21---25 16---20 11---15 6---10 0---5 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 Femmine Maschi Confronto AUSL vs Basilicata 0---5 1,5 oltre 85 6---10 81---85 11---15 1 76---80 16---20 71---75 21---25 0,5 26---30 66---70 31---35 61---65 36---40 56---60 41---45 51---55 46---50 ausl 101 Basilicata Situazione demografica dei comuni della ASL Comune Atella Banzi Barile Forenza Genzano di L. Ginestra Lavello Maschito Melfi Montemilone Palazzo S. G. Pescopagano Rapolla Rapone Rionero in V. Ripacandida Ruvo del M. San Fele Venosa Popolazione Popolazione residente al residente al 1 gennaio 31 dicembre 3.690 1.558 3.398 2.596 6.159 734 13.597 1.928 16.589 2.030 5.232 2.235 4.699 1.288 13.454 1.834 1.306 4.025 12.186 3.699 1.541 3.416 2.580 6.175 725 13.671 1.918 16.671 2.012 5.232 2.211 4.702 1.261 13.404 1.792 1.294 4.022 12.201 Tasso Tasso Tasso Tasso Tasso natalità mortalità crescita migratorio crescita naturale totale 11,92 12,20 8,53 8,47 12,01 6,81 12,65 7,78 12,66 10,84 11,28 8,95 10,85 7,76 9,29 11,45 9,95 7,70 10,91 8,94 10,91 6,77 12,71 9,42 14,99 7, 87 17,63 8,86 11,82 9,37 13,42 8,30 10,87 8,70 17,45 10,72 10,19 8,21 2,98 1,28 1,77 -4,24 2,60 -8,17 4,78 -9,85 3,80 -0,99 1,91 -4,47 2,55 -3,11 0,59 -6,00 -0,77 -2,48 2,71 -0,54 -12,20 3,53 -1,93 0,00 -4,09 0,66 4,67 1,15 -7,88 -1,91 -6,26 -1,92 -17,86 -4,31 -16,90 -8,42 1,74 -1,48 2,44 -10,91 5,30 -6,16 2,60 -12,26 5,44 -5,19 4,94 -8,87 0,00 -10,74 0,64 -20,96 -3,72 -22,90 -9,19 -0,75 1,23 23 24 Oer_b3/01 AUSL 2 Popolazione residente al 1°gennaio 1999 per anno di età e sesso Età 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 Maschi Femmine 1024 1080 1098 1110 1104 1193 1287 1245 1324 1375 1324 1356 1363 1449 1444 1442 1522 1450 1518 1542 1618 1539 1721 1645 1722 1658 1626 1675 1706 1818 1711 1842 1722 1770 1794 1757 1864 1750 1658 1577 1599 1468 1516 1556 1474 1419 1388 1352 1468 1496 1428 951 938 962 1022 1067 1101 1224 1255 1166 1283 1304 1281 1305 1291 1457 1394 1426 1403 1320 1378 1409 1548 1590 1687 1615 1619 1644 1678 1787 1708 1756 1801 1755 1774 1829 1734 1751 1706 1682 1521 1499 1506 1556 1411 1519 1423 1401 1356 1282 1376 1494 Totale Età Confronto AUSL vs Basilicata 1975 51 1319 2018 52 1192 2060 953 53 2132 915 54 2171 936 55 2294 911 56 2511 57 1034 2500 58 1237 2490 59 1288 2658 60 1216 2628 61 1249 2637 62 1190 2668 63 1225 2740 64 1182 2901 65 1270 2836 1111 66 2948 1121 67 2853 68 1217 2838 69 1082 2920 70 1099 3027 982 71 3087 943 72 3311 891 73 3332 821 74 3337 803 75 3277 730 76 3270 669 77 3353 679 78 3493 366 79 3526 293 80 3467 300 81 3643 289 82 3477 367 83 3544 318 84 3623 335 85 3491 275 86 3615 221 87 3456 185 88 3340 126 89 3098 118 90 3098 96 91 2974 58 92 3072 47 93 2967 22 94 2993 25 95 2842 14 96 2789 10 97 2708 3 98 2750 2 99 2872 100 e più 0 2922 TOTALE 109322 1318 2637 1213 2405 995 1948 928 1843 939 1875 1011 1922 1086 2120 1196 2433 1338 2626 1317 2533 1378 2627 1292 2482 1388 2613 1416 2598 1480 2750 1258 2369 1262 2383 1431 2648 1255 2337 1208 2307 1231 2213 1177 2120 1049 1940 1020 1841 1146 1949 1043 1773 985 1654 967 1646 554 920 413 706 408 708 500 789 561 928 505 823 458 793 457 732 346 567 321 506 251 377 186 304 129 225 108 116 84 131 43 65 36 61 30 44 16 26 14 17 4 6 11 11 112707 222029 Distribuzione percentuale per classi di età e sesso oltre 85 81---85 76---80 71---75 66---70 61---65 56---60 51---55 46---50 41---45 36---40 31---35 26---30 21---25 16---20 11---15 6---10 0---5 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 0---5 Maschi Femmine Totale 2,00 Femmine Maschi 4,00 6,00 8,00 10,00 oltre 85 1,5 81---85 6---10 11---15 1 76---80 16---20 71---75 21---25 0,5 66---70 26---30 61---65 31---35 56---60 36---40 51---55 41---45 46---50 ausl 102 Basilicata Situazione demografica dei comuni della ASL Comune Abriola Acerenza Albano di L. Anzi Armento Avigliano Balvano Baragiano Bella Brienza Brindisi di M. Calvello Campomaggiore Cancellara Castelgrande Castelmezzano Corleto P. Filiano Gallicchio Grumento N. Guardia P. Laurenzana Marsico N. Marsicovetere Missanello Moliterno Montemurro Muro L. Oppido L. Paterno Picerno Pietragalla Pietrapertosa Pignola Potenza Ruoti San Chirico N. San Chirico R. S.Martino d’Agri Sant’ Angelo le F. Sant’ Arcangelo Sarconi Sasso di Castalda Satriano di L. Savoia di L. Spinoso Tito Tolve Tramutola Trivigno Vaglio B. Vietri di P. Viggiano Popolazione residente al 1 gennaio 1904 3003 1651 2066 828 12062 2120 2708 5801 4155 916 2218 1040 1636 1275 962 3146 3292 1046 1895 776 2412 5263 4558 640 4830 1527 6326 3979 4066 6156 4626 1352 5391 69515 3770 1677 1510 1066 1528 6931 1410 987 2377 1279 1799 6287 3663 3243 835 2250 3155 3121 Popolazione residente al 31 dicembre Tasso natalità Tasso mortalità Tasso crescita naturale 1873 3002 1642 2047 817 12041 2062 2685 5815 4149 918 2214 1029 1631 1258 977 3086 3264 1035 1873 773 2343 5189 4649 624 4797 1510 6278 3996 4029 6192 4612 1342 5412 69735 3765 1661 1491 1054 1522 6838 1422 967 2358 1266 1786 6261 3667 3238 815 2239 3129 3144 6,83 8,66 10,30 8,23 8,45 10,20 8,49 10,34 7,41 8,90 16,38 7,66 10,58 9,17 3,14 11,43 6,99 8,81 8,60 6,33 3,87 3,32 4,94 9,65 9,38 7,04 7,20 7,43 11,06 8,85 10,56 7,78 14,05 10,94 8,67 9,28 6,56 4,64 5,63 8,51 8,08 4,26 3,04 11,36 4,69 10,01 10,18 12,56 9,87 8,38 9,33 11,09 8,33 13,66 14,32 9,09 8,23 14,49 7,96 9,43 10,34 5,00 11,07 7,64 11,72 11,54 11,00 14,90 15,59 16,53 10,33 6,69 10,55 14,18 17,00 9,88 7,02 15,63 10,77 10,48 10,12 11,81 7,62 9,10 11,89 15,53 4,64 6,98 10,34 11,93 11,26 7,50 7,20 10,24 5,67 17,22 13,46 5,47 7,23 8,11 12,29 11,72 14,37 8,00 12,68 10,89 13,66 14,32 9,09 8,23 14,49 7,96 9,43 10,34 5,00 11,07 7,64 11,72 11,54 11,00 14,90 15,59 16,53 10,33 6,69 10,55 14,18 17,00 9,88 7,02 15,63 10,77 10,48 10,12 11,81 7,62 9,10 11,89 15,53 4,64 6,98 10,34 11,93 11,26 7,50 7,20 10,24 5,67 17,22 13,46 5,47 7,23 8,11 12,29 11,72 14,37 8,00 12,68 10,89 Tasso Tasso migratorio crescita totale -9,45 5,33 -6,66 -9,20 -7,25 -3,98 -26,42 -8,49 0,00 0,72 -6,55 2,25 -9,62 -1,22 -1,57 19,75 -9,54 -6,99 -12,43 -7,39 6,44 -14,93 -9,12 17,33 -18,75 -3,11 -7,86 -4,90 5,03 -10,33 4,39 1,08 -5,92 -2,41 1,47 -0,27 -4,17 -5,96 -9,38 -5,24 -11,25 9,93 -6,08 -5,89 -9,38 -10,01 -6,20 0,82 0,31 -17,96 -6,22 -6,66 9,93 -16,28 -0,33 -5,45 -9,20 -13,29 -1,74 -27,36 -8,49 2,41 -1,44 2,18 -1,80 -10,58 -3,06 -13,33 15,59 -19,07 -8,51 -10,52 -11,61 -3,87 -28,61 -14,06 19,96 -25,00 -6,83 -11,13 -7,59 4,27 -9,10 5,85 -3,03 -7,40 3,90 3,16 -1,33 -9,54 -12,58 -11,26 -3,93 -13,42 8,51 -20,26 -7,99 -10,16 -7,23 -4,14 1,09 -1,54 -23,95 -4,89 -8,24 7,37 RUBRICHE NOTIZIE AUSL 3 Distribuzione percentuale per classi di età e sesso Popolazione residente al 1°gennaio 1999 per anno di età e sesso Età Maschi Femmine 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 379 335 354 378 421 430 452 413 445 443 446 475 476 505 520 462 492 496 465 496 582 561 631 614 590 604 585 577 569 638 650 612 612 663 633 535 614 583 588 564 549 559 552 554 524 536 481 514 501 551 479 316 326 342 358 391 368 443 454 452 433 424 450 412 457 467 496 506 458 502 496 505 536 554 573 589 595 579 559 618 600 565 600 564 605 618 604 557 571 601 548 529 568 522 493 548 505 514 485 491 534 530 Totale Età 51 695 52 661 53 696 54 736 55 812 56 798 57 895 58 867 59 897 60 876 61 890 62 925 63 888 64 962 65 987 66 958 67 998 68 954 69 967 70 992 71 1087 72 1097 73 1185 74 1187 75 1179 76 1199 77 1164 78 1136 79 1187 80 1238 81 1215 82 1212 83 1176 84 1268 85 1251 86 1139 87 1171 88 1154 89 1189 90 1112 91 1078 92 1127 93 1074 94 1047 95 1072 96 1041 97 995 98 999 99 992 1085 100 e più 1009 TOTALE Maschi Femmine 510 433 333 369 402 355 386 442 454 464 427 466 478 461 493 447 441 481 438 437 413 390 380 347 313 313 263 250 144 101 117 155 158 136 112 101 101 76 48 60 36 25 24 19 13 11 7 2 2 3 39545 512 485 361 373 387 392 400 480 476 487 523 490 477 549 509 506 517 472 527 469 491 454 473 418 422 403 381 355 243 170 184 213 244 221 193 173 158 134 108 84 64 68 46 35 29 20 25 4 7 5 41028 Totale 1022 918 694 742 789 747 786 922 930 951 950 956 955 1010 1002 953 958 953 965 906 904 844 853 765 735 716 644 605 387 271 301 368 402 357 305 274 259 210 156 144 100 93 70 54 42 31 32 6 9 8 80573 oltre 85 81---85 76---80 71---75 66---70 61---65 56---60 51---55 46---50 41---45 36---40 31---35 26---30 21---25 16---20 11---15 6---10 0---5 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 Femmine Maschi Confronto AUSL vs Basilicata 0---5 oltre 85 1,5 6---10 81---85 11---15 1 16---20 76---80 71---75 21---25 0,5 66---70 26---30 61---65 31---35 36---40 56---60 51---55 41---45 46---50 ausl 103 Basilicata Situazione demografica dei comuni della ASL Comune Calvera Carbone Castelluccio I. Castelluccio S. Castelsaraceno Castronuovo S.A. Cersosimo Chiaromonte Episcopia Fardella Francavilla S.S. Lagonegro Latronico Lauria Maratea Nemoli Noepoli Rivello Roccanova Rotonda San Costantino A. San Paolo A. San Severino L. Senise Teana Terranova di P. Trecchina Viggianello Popolazione residente al 1 gennaio 613 977 2454 1036 1811 1589 884 2299 1685 746 4284 6164 5389 13949 5303 1623 1227 3084 1876 3971 980 432 2036 7443 789 1781 2473 3675 Popolazione residente al 31 dicembre Tasso natalità Tasso mortalità Tasso crescita naturale 623 931 2383 1009 1800 1540 864 2261 1666 725 4250 6148 5341 13926 5287 1610 1217 3050 1853 3953 956 423 2031 7482 777 1770 2455 3610 8,16 7,16 6,93 4,83 10,49 3,78 3,39 8,70 9,50 4,02 10,27 6,65 6,49 9,39 8,86 8,63 3,26 9,73 9,59 8,81 6,12 6,94 8,35 11,69 3,80 5,61 6,47 7,62 11,42 24,56 10,59 12,55 8,83 18,8 6,79 11,74 11,28 14,75 10,4 7,14 10,76 9,03 9,24 8,63 9,78 15,24 11,73 9,07 21,43 27,78 8,84 6,31 11,41 8,98 11,32 13,88 -3,26 -17,40 -3,67 -7,72 1,66 -15,10 -3,39 -3,04 -1,78 -10,72 0,23 -0,49 -4,27 0,36 -0,38 0,00 -6,52 -5,51 -2,13 -0,25 -15,31 -20,83 -0,49 5,37 -7,60 -3,37 -4,85 -6,26 Tasso Tasso migratorio crescita totale 19,58 -29,68 -25,26 -18,34 -7,73 -15,73 -19,23 -13,48 -9,50 -17,43 -8,17 -2,11 -4,64 -2,01 -2,64 -8,01 -1,63 -5,51 -10,13 -4,28 -9,18 0,00 -1,96 -0,13 -7,60 -2,81 -2,43 -11,43 16,31 -47,08 -28,93 -26,06 -6,07 -30,84 -22,62 -16,53 -11,28 -28,15 -7,94 -2,60 -8,91 -1,65 -3,02 -8,01 -8,15 -11,02 -12,26 -4,53 -24,49 -20,83 -2,46 5,24 -15,21 -6,18 -7,28 -17,69 25 26 Oer_b3/01 AUSL 4 Distribuzione percentuale per classi di età e sesso Popolazione residente al 1°gennaio 1999 per anno di età e sesso Età Maschi Femmine 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 646 630 610 600 615 651 733 700 741 770 748 819 734 771 807 829 847 917 876 905 1008 944 1021 1008 1098 1023 997 951 980 935 996 979 981 960 976 912 852 849 841 878 808 800 904 779 822 779 741 702 811 833 887 574 599 587 604 624 619 635 683 748 694 709 671 698 741 758 837 819 799 833 878 887 993 985 967 958 970 951 939 971 960 935 942 969 940 957 917 902 901 878 849 867 902 852 815 844 745 771 782 834 851 873 Totale Età 51 1220 52 1229 53 1197 54 1204 55 1239 56 1270 57 1368 58 1383 59 1489 60 1464 61 1457 62 1490 63 1432 64 1512 65 1565 66 1666 67 1666 68 1716 69 1709 70 1783 71 1895 72 1937 73 2006 74 1975 75 2056 76 1993 77 1948 78 1890 79 1951 80 1895 81 1931 82 1921 83 1950 84 1900 85 1933 86 1829 87 1754 88 1750 89 1719 90 1727 91 1675 92 1702 93 1756 94 1594 95 1666 96 1524 97 1512 98 1484 99 1645 1684 100 e più 1760 TOTALE Maschi Femmine 795 697 602 567 595 569 526 661 670 632 639 624 596 655 597 633 590 605 520 561 572 484 468 418 416 375 345 329 199 125 152 148 192 173 143 149 98 103 85 79 43 39 25 17 8 6 5 1 1 1 60537 783 738 626 594 592 616 591 680 722 752 742 711 717 683 683 626 618 711 607 587 626 581 499 485 526 512 454 492 303 176 162 212 260 212 224 179 192 150 99 94 86 60 38 22 15 9 7 6 5 5 62087 Totale 1578 1435 1228 1161 1187 1185 1117 1341 1392 1384 1381 1335 1313 1338 1280 1259 1208 1316 1127 1148 1198 1065 967 903 942 887 799 821 502 301 314 360 452 385 367 328 290 253 184 173 129 99 63 39 23 15 12 7 6 6 122624 oltre 85 81---85 76---80 71---75 66---70 61---65 56---60 51---55 46---50 41---45 36---40 31---35 26---30 21---25 16---20 11---15 6---10 0---5 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 Femmine Maschi Confronto AUSL vs Basilicata 0---5 oltre 85 1,5 81---85 6---10 11---15 1 76---80 16---20 71---75 21---25 0,5 26---30 66---70 31---35 61---65 36---40 56---60 51---55 41---45 46---50 ausl 104 Basilicata Situazione demografica dei comuni della ASL Comune Bernalda Calciano Ferrandina Garaguso Grassano Grottole Irsina Matera Miglionico Montescaglioso Oliveto Lucano Pomarico Salandra Tricarico Popolazione residente al 1 gennaio 12281 927 9466 1197 5898 2699 5867 56628 2677 9918 630 4508 3272 6656 Popolazione residente al 31 dicembre Tasso natalità Tasso mortalità Tasso crescita naturale 12281 927 9466 1197 5898 2699 5867 56628 2677 9918 630 4508 3272 6656 9,77 7,55 8,87 10,03 8,48 11,86 10,91 10,35 5,23 12,81 4,76 11,09 7,95 8,56 9,77 7,55 8,87 10,03 8,48 11,86 10,91 10,35 5,23 12,81 4,76 11,09 7,95 8,56 1,22 -3,24 -0,11 0,00 -4,41 2,22 0,85 3,46 -2,61 4,03 -9,52 0,00 -2,75 -1,35 Tasso Tasso migratorio crescita totale 2,44 -11,87 -1,69 -10,86 -16,45 -17,41 -14,15 1,77 -8,97 -0,10 -17,46 2,00 -10,09 -7,06 3,66 -15,10 -1,80 -10,86 -20,85 -15,19 -13,29 5,23 -11,58 3,93 -26,98 2,00 -12,84 -8,41 RUBRICHE NOTIZIE AUSL 5 Distribuzione percentuale per classi di età e sesso Popolazione residente al 1°gennaio 1999 per anno di età e sesso Età Maschi Femmine 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 406 408 429 447 437 488 508 535 587 506 528 518 526 535 579 568 565 613 622 618 644 612 689 628 643 666 695 684 642 671 629 643 615 640 710 643 614 674 580 614 606 528 557 583 565 497 517 511 500 544 554 358 396 428 386 420 474 486 486 468 479 524 523 468 532 534 486 560 580 586 903 611 590 610 664 680 663 667 649 664 663 656 689 694 689 661 616 637 656 660 629 549 572 622 575 516 500 500 482 537 531 542 Totale Età 51 764 52 804 53 857 54 833 55 857 56 962 57 994 58 1021 59 1055 60 985 61 1052 62 1041 63 994 64 1067 65 1110 66 1054 67 1125 68 1193 69 1208 70 1221 71 1255 72 1202 73 1299 74 1292 75 1323 76 1329 77 1362 78 1333 79 1306 80 1334 81 1285 82 1332 83 1309 84 1329 85 1371 86 1259 87 1251 88 1330 89 1240 90 1243 91 1155 92 1100 93 1179 94 1158 95 1081 96 997 97 1017 98 993 99 1037 1075 100 e più 1096 TOTALE Maschi Femmine 505 481 371 386 334 386 365 461 449 471 468 426 441 468 443 458 360 435 378 381 353 356 352 327 304 285 255 216 141 87 87 108 137 107 109 99 70 72 69 47 29 24 6 6 4 3 2 2 1 0 41443 517 439 373 376 401 391 384 523 498 474 476 505 480 489 511 490 450 507 443 456 416 389 386 342 334 361 321 340 199 128 140 166 180 174 169 119 110 119 86 60 60 28 25 12 23 5 9 4 1 6 42646 Totale 1022 920 744 762 735 777 749 984 947 945 944 931 921 957 954 948 810 942 821 837 769 745 738 699 638 646 576 556 540 215 227 274 317 281 278 218 180 191 155 107 89 52 31 18 27 8 11 6 2 6 84089 oltre 85 81---85 76---80 71---75 66---70 61---65 56---60 51---55 46---50 41---45 36---40 31---35 26---30 21---25 16---20 11---15 6---10 0---5 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 Femmine Maschi Confronto AUSL vs Basilicata 0---5 oltre 85 1,5 81---85 6---10 11---15 1 16---20 76---80 71---75 21---25 0,5 66---70 26---30 61---65 31---35 56---60 36---40 51---55 41---45 46---50 ausl 105 Basilicata Situazione demografica dei comuni della ASL Comune Accettura Aliano Cirigliano Colobraro Craco Gorgoglione Montalbano J. Nova Siri Pisticci Policoro Rotondella San Giorgio L. San Mauro Forte Scanzano Jonico Stigliano Tursi Valsinni Popolazione residente al 1 gennaio 2511 1340 477 1606 865 1280 8434 6388 17985 15236 3384 1627 2764 6631 5933 5765 1863 Popolazione residente al 31 dicembre Tasso natalità Tasso mortalità Tasso crescita naturale 2478 1323 459 1581 862 1245 8341 6397 17934 15315 3338 1577 2715 6668 5794 5757 1828 8,76 6,72 0 8,72 15,03 6,25 7,59 11,11 9,12 10,5 8,57 3,69 6,87 12,06 4,05 6,94 5,9 13,14 11,94 27,25 14,32 16,18 18,75 7,47 5,79 9,56 3,94 8,57 11,68 10,49 5,43 13,99 6,42 4,29 -4,38 -5,22 -27,25 -5,6 -1,16 -12,5 0,2 5,32 -0,44 6,56 0 -7,99 -3,62 6,64 -9,94 0,52 1,61 Tasso Tasso migratorio crescita totale -8,76 -7,46 -10,48 -9,96 -2,31 -14,84 -11,15 -3,91 -2,39 -1,38 -13,59 -22,74 -14,11 -1,06 -13,48 -1,91 -20,4 -13,14 -12,69 -37,74 -15,57 -3,47 -27,34 -11,03 1,41 -2,84 5,19 -13,59 -30,73 -17,73 5,58 -23,43 -1,39 -18,79 27 28 Oer_b3/01 Confronto fra Aziende UUSSLL AUSL 1 Tasso: AUSL 2 AUSL 3 AUSL 4 AUSL 5 Natalità 10,9 8,7 8,3 10,0 8,7 Mortalità 9,4 9,1 10,3 8,4 8,3 Crescita naturale +1,5 -0,4 -2,0 +1,6 +0,4 Migratorio -1,6 -1,9 -5,8 -1,9 -6,1 Crescita totale -0,1 -2,3 -7,8 -0,3 -5,7 Vecchiaia 104,0 106,7 124,6 93,7 95,0 Dipendenza 55,2 51,2 54,0 47,9 50,1 Invecchiamento 18,1 17,5 19,5 15,7 16,3 Indice: Confronto indice di vecchiaia 140,00 130,00 Asl 103 Italia 120,00 110,00 Asl 102 Basilicata Asl 101 100,00 Asl 104 90,00 80,00 Asl 105 RUBRICHE NOTIZIE Nella seguente tabella si riportano i comuni lucani in calo demografico (103 su 131) con i rispettivi valori negativi di crescita totale in ordine decrescente con riferimento al periodo 1999-2000 Comuni Tasso di crescita totale ‰ Comuni Tasso di crescita totale ‰ Carbone -47,08 Pescopagano -10,74 Cirigliano -37,74 Campomaggiore -10,58 Castronuovo Sant’Andrea -30,84 Gallicchio -10,52 San Giorgio Lucano -30,73 Savoia di Lucania -10,16 Castelluccio Inferiore -28,93 San Chirico Nuovo -9,54 Laurenzana -28,61 Anzi -9,20 Fardella -28,15 Ruvo del Monte -9,19 Balvano -27,36 Paterno -9,10 Gorgoglione -27,34 Latronico -8,91 Oliveto Lucano -26,98 Montemilone -8,87 Castelluccio Superiore -26,06 Filiano -8,51 Missanello -25,00 Baragiano -8,49 San Costantino Albanese -24,49 Tricarico -8,41 Trivigno -23,95 Vietri di Potenza -8,24 Stigliano -23,43 Noepoli -8,15 Ripacandida -22,90 Nemoli -8,01 Cersosimo -22,62 Satriano di Lucania -7,99 Rapone -20,96 Francavilla in Sinni -7,94 Grassano -20,85 Muro Lucano -7,59 San Paolo Albanese -20,83 Pietrapertosa -7,40 Sasso di Castalda -20,26 Trecchina -7,28 Corleto Perticara -19,07 Spinoso -7,23 Valsinni -18,79 Moliterno -6,83 San Mauro Forte -17,73 Terranova di Pollino -6,18 Viggianello -17,69 Forenza -6,16 Chiaromonte -16,53 Castelsaraceno -6,07 Abriola -16,28 Albano di Lucania -5,45 Colobraro -15,57 Maschito -5,19 Teana -15,21 Vaglio Basilicata -4,89 Grottole -15,19 Rotonda -4,53 Calciano -15,10 Tito -4,14 Marsico Nuovo -14,06 Sant’Angelo le Fratte -3,93 Rotondella -13,59 Guardia Perticara -3,87 Sant’Arcangelo -13,42 Rionero in Vulture -3,72 Castelgrande -13,33 Craco -3,47 Irsina -13,29 Cancellara -3,06 Armento -13,29 Pietragalla -3,03 Accettura -13,14 Maratea -3,02 Salandra -12,84 Pisticci -2,84 Aliano -12,69 Lagonegro -2,60 San Chirico Raparo -12,58 San Severino Lucano -2,46 Roccanova -12,26 Ferrandina -1,80 Ginestra -12,26 Calvello -1,80 Grumento Nova -11,61 Avigliano -1,74 Miglionico -11,58 Lauria -1,65 Episcopia -11,28 Tramutola -1,54 San Martino d’Agri -11,26 Brienza -1,44 Montemurro -11,13 Tursi -1,39 Montalbano Jonico -11,03 Ruoti -1,33 Rivello -11,02 San Fele -0,75 Banzi -10,91 Acerenza -0,33 Garaguso -10,86 29 30 Oer_b3/01 Contesti di vita: fattori socio-economici Potenza Matera Basilicata 15838 15866 15848 16701 Consumi alimentari % 20,6 18,9 20,0 20,2 16,4 Consumi non alimentari % 79,4 81,1 80,0 79,8 83,6 103324 54605 157929 4579848 3,1 9,3 5,2 3,6 Delitti denunciati 11139 5698 16837 836090 Delitti/pop. * 100.000 2764 2749 2759 3992 Reddito pro-capite (migliaia di lire) Abbonati RAI Incidenti stradali/autovetture circolanti* 1000 Fonte: INAIL: rapporto annuale regionale 1999 - Basilicata - Luglio 2000 Mezzogiorno Italia 22659 15911970 6,7 2856023 4962 CONTRIBUTI BREVI Il tessuto produttivo Potenza Imprese per settore di attività economica % Agricoltura Industria Servizi Totale imprese Imprese Artig. /Totale Imprese % Fonte: Infocamere 98 Imprese per classe dimensionale % 1-2 addetti 3-9 addetti 10-49 addetti 50-199 addetti oltre 200 addetti Fonte: Infocamere 98 Valore aggiunto pro-capie (migliaia di lire) Fonte: Istituto Tagliacarne 97 Interscambio commerciale con estero (miliardi di lire) Importazioni Esportazioni Saldo Fonte: ISTAT 98 Propensione all’esportazione (Exp. /V.A. x 100) Fonte: INAIL : rapporto annuale regionale 1999- Basilicata- Luglio 2000 Matera Basilicata Mezzogiorno Italia 38,5 21,4 40,1 39487 22,1 42,4 18,4 39,2 20656 19,8 39,8 20,4 39,8 60143 21,3 26,8 21,2 52 1785247 19,6 20 24,9 55,1 5516583 24,5 82,4 14,5 2,8 0,2 - 80 16,3 3,3 0,3 0,1 81,6 15,1 2,9 0,3 - 82,2 14,8 2,8 0,2 - 74,7 20,1 4,6 0,4 0,1 21141 21548 21279 21079 31591 365 1392 1027 132 403 271 497 1795 1298 43491 42769 -722 372916 419871 46955 4,4 8,4 5,8 8,8 22,3 31 32 Oer_b3/01 Il mercato del lavoro (dati 1999) Occupati (migliaia) Totale Maschi % Femmine % Basilicata 180 67,2 32,8 Mezzogiorno 5816 70,1 29,9 Italia 20692 63,6 36,4 Occupati per settori di attività % Agricoltura Industria Servizi 15,1 29,6 55,3 10,4 23,9 65,6 5,5 32,6 61,9 Tasso di occupazione per classi di età % 15-24 25-29 30-64 15-64 15 e oltre 13,7 39,3 54,7 44,1 35,6 28 25,2 57,7 58,7 52,5 42 Tasso di disoccupazione per classi di età % 15-24 25-29 30-64 15-64 15 e oltre 49,4 38,9 10,8 17,4 17,1 22 32,9 25 7 11,6 11,4 Anni 1998 - 1999 - 2000. Confronto tra tassi di occupazione, di disoccupazione e di attività Basilicata Mezzogiorno Italia Anno 1998 Tasso di occupazione (a) Tasso di disoccupazione (b) Tasso di attività (c) 34,0 18,4 43,1 27,4 22,8 35,5 35,4 12,3 40,4 Anno 1999 Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Tasso di attività 35,6 17,1 43,0 28 22 - 42,0 11,4 - Anno 2000 Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Tasso di attività 39,2 16,2 44,0 29,8 21,0 - 43,9 10,6 - a) Rapporto tra gli occupati e la popolazione di 15+anni b) Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro c) Rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e la popolazione di 15+anni In Basilicata le forze di lavoro ammontano a circa 221.000 unità, (36,4% della popolazione residente). Il tasso di attività, (44%) ha raggiunto nel 2000 il valore più elevato dal 1993. Nel 2000, rispetto al 1999, il numero delle persone occupate è salito di circa 6.000 unità, portandosi a 185.000 e l'occupazione è aumentata del 3,6% (tasso di occupazione: 35,6% 1999 vs 39,2% 2000), con un tasso di crescita superiore a quello del Mezzogiorno e dell'Italia, aumentati rispettivamente di 1,8 e 1,9 punti percentuali, ma è diminuita di circa mezzo punto percentuale la quota delle donne sul totale degli occupati (32,4%). Sono diminuite del 2,7% le persone in cerca di occupazione (36.000 unità), che per oltre il 60% sono disoccupati di lunga durata. Come nei tre anni precedenti al 2000, l'incremento del numero degli occupati è stato determinato dall'occupazione alle dipendenze, aumentata di circa 8.000 persone (+5,9%). Questa espansione ha riguardato in eguale misura sia la componente a tempo permanente sia quella temporanea e vi ha concorso l'ampio utilizzo in regione di forme contrattuali a termine (contratti di formazione- lavoro, apprendistato, piani di inserimento professionale ...). L'occupazione nell'industria è aumentata del 10,7% per il maggior ricorso a forme contrattuali flessibili. Negli ultimi cinque anni, l'incidenza dell'industria sul totale degli occupati è salita dal 14,1 al 20,5%. Nel settore delle costruzioni l'occupazione si è accresciuta, nella media dell'anno 2000, dell'11%, mentre nel commercio l'aumento è stato del 2,3% e negli altri servizi del 5,6%. E' invece proseguito il declino dell'occupazione nel settore primario che ha caratterizzato quasi tutto l'ultimo decennio. Fra il 1990 ed il 2000 si è dimezzato sia il numero delle persone impiegate in agricoltura sia la loro incidenza sull'occupazione complessiva. Il tasso di disoccupazione è passato dal 17,1% dell'anno precedente (1999) al 16,2%, collocandosi su valori inferiori rispetto a quelli dell'intero Mezzogiorno, facendo registrare un'ulteriore riduzione del differenziale (5,6%) rispetto alla media nazionale, confermando, in definitiva, la tendenza generale ad una maggiore occupazione. Fonti: - Relazione Sanitaria 2000 - INAIL - Rapporto annuale regionale 1999-Basilicata - Luglio 2000 - Banca d’Italia - Note sull’andamento dell’economia della Basilicata nel 2000 Medici lucani in copertina Carlo Levi (1902 - 1975). Scrittore , medico e pittore (1902-1975). Confinato durante il fascismo in Lucania, scrisse Cristo si è fermato a Eboli 1945), dove l'esperienza personale s'intreccia con la scoperta di un'umanità ugualmente confinata ai margini della civiltà. Tra le opere successive: L'orologio (1950), Le parole sono pietre (1955), Il futuro ha un cuore antico (1956), La doppia (1959). · 1902 Carlo Levi nasce a Torino (trascorre a Torino l'adolescenza e la giovinezza) 1924 Si laurea in medicina ed espone le sue opere pittoriche alla Biennale di Venezia. Arrestato per essere nelle file di "Giustizia e Libertà". · 1935 Confinato a Grassano e ad agosto trasferito ad Aliano per motivi di sicurezza. · 1936 Fine del confino · 1939 Espatria in Francia · 1941 Ritorna in Italia (a Venezia) · 1943 Viene nuovamente arrestato · 1943-44 Scrive "Cristo si è fermato ad Eboli" · 1945 Esce il "Cristo si è fermato ad Eboli" · Anni '50 Pubblica varie opere: "L'Orologio", "Le parole sono pietre", "Il futuro ha un cuore antico", "La doppia notte dei tigli". · 1963 Viene eletto Senatore della Repubblica · 1975 Muore a Roma e viene sepolto ad Aliano All’interno opere di Paul Klee da collezioni pubbliche e private pag. 3 parco presso Lucerna 1938 pag. 4 il funanbolo 1923 pag. 9 la posizione dei gemelli 1929 pag. 10 cava di pietre a Ostermundingen 1915 pag. 15 busto di un bambino 1933 pag. 16 il sorgere della luna St. Germain (Tunisi) 1915 pag. 18 insula dulcamara 1938 pag. 21 tappeto del ricordo 1914 pag. 22 pesce rosso (particolare) 1925 pag. 23 divertimento in barca sul canale 1940 pag. 25 tutto si rincorre! 1940 pag. 26 baldanza 1939 pag. 27 angelo smemorato 1939 pag. 28 vista di Kairouan 1914 pag. 30 nello stile di Kairouan 1914 pag. 31 con l’aquila 1918