LIBERA UNIVERSITÀ DI LINGUE E COMUNICAZIONE IULM FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE E DELLO SPETTACOLO CORSO DI LAUREA IN RELAZIONI PUBBLICHE E PUBBLICITÀ SEDE DI FELTRE Responsabilità sociale e sviluppo d’impresa Il caso Aton Docente che ha assegnato l’argomento: Chiar.mo Prof. EMANUELE INVERNIZZI Prova finale di: Giorgio De Nardi Matricola 810927 ANNO ACCADEMICO 2003/2004 Indice SINTESI 1 1. ATON, UN’IMPRESA ORIENTATA AI VALORI 4 1.1 Una media impresa nel settore high tech 4 1.2 Dalla vocazione etica al Management by Values 7 2. LA DEFINIZIONE DEI VALORI GUIDA, RIFERIMENTO DEI SISTEMI GESTIONALI 11 2.1 La Mission 11 2.2 La carta dei valori 12 2.3 L’applicazione nei sistemi gestionali 14 3. LA DEFINIZIONE DEI NUOVI SERVIZI PER I RAPPORTI CON IL MERCATO 18 Scelta di posizionamento 18 Scelta delle applicazioni 19 Competitività della rete vendita 19 Effetto digitale “write once, sell many” 20 La riorganizzazione del marketing e della rete vendita 25 4. UN MODELLO ORGANIZZATIVO BASATO SUI PROCESSI 30 I valori guida nella riforma organizzativa e nella ri-definizione dei ruoli 30 4.1.1 Rapporto cliente-fornitore interno 32 4.1.2 Il processo di gestione della commessa 33 4.1.3 L’importanza del team nel workflow 34 4.1.4 L’evoluzione del rapporto azienda-lavoratore 35 I valori guida nella gestione delle commesse: prima e dopo l’intervento 38 5. LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI CON I VARI STAKEHOLDER 40 L’integrazione tra azioni e comunicazione per costruire la reputazione 40 La CSR e il bilancio sociale per potenziare lo sviluppo 51 I risultati pratici del Management by Values 55 6. I RISULTATI RAGGIUNTI E I NUOVI PROGETTI: IL FUTURO DI UN’IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE FONTI 59 66 Sintesi I valori guida, l’etica e la responsabilità sociale possono diventare fattori realmente decisivi nello sviluppo d’impresa (Invernizzi, 2000, 2002 e 2004; Moro, Profumo, 2003; Demattè, 2004; Blanchard, O’Connor, 1998). Oltre a rendere coese e a motivare le persone, ispirandole e coinvolgendole su principi di elevato valore, consentono anche un netto miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza aziendale, garantendo un più veloce e solido sviluppo. In questa tesi viene presentato un caso di applicazione di valori guida eticamente fondati per migliorare i risultati aziendali. Si tratta del caso Aton, un’azienda che si è distinta sin dalla sua fondazione come un’impresa guidata da forti principi etici e che durante il suo sviluppo si è sempre proposta anzitutto come una Comunità di persone. Aton è stata fondata a metà degli anni ’80, in un periodo nel quale prevalevano valori opposti a quelli della responsabilità sociale. Erano i tempi dello yuppismo e dell’edonismo più sfrenato, della Milano da bere e dello sviluppo apparentemente senza limiti. In quegli anni le imprese non facevano ancora riferimento a concetti quale quello di CSR (Corporate Social Responsibility) e di bilancio sociale. Aton ha cercato fin da allora di essere aperta e attenta alle molte altre Comunità con le quali entra in relazione: i clienti, i collaboratori e le loro famiglie, il mercato del lavoro, i fornitori, la pubblica amministrazione, i “gruppi ambientalisti”. Una costante sensibilità verso le caratteristiche e le esigenze degli stakeholder, e non solo degli stockholder, ha consentito ad Aton di sviluppare negli anni un circolo virtuoso 1 di collaborazione fondato sulla logica winwin, secondo la quale tutte le parti possono trovare nella cooperazione il loro successo, senza contrapposizioni. In questo studio sono stati analizzati i passaggi fondamentali che Aton ha sperimentato adottando il paradigma della comunicazione organizzativa per implementare nella sua gestione i valori guida ai quali ha fatto riferimento fin dalla sua fondazione. La definizione della missione e dei valori guida e la realizzazione della carta dei valori, che, assieme alle riflessioni sulle azioni ad essi coerenti da attivare o rafforzare, sia da parte di Aton, sia da parte dei manager e dei professionisti, ha consentito di avviare un complesso sistema di iniziative integrate per rendere operativi questi principi. La messa a punto del sistema d’offerta dei servizi di Aton che ha comportato un’accurata analisi strategica per la definizione delle migliori scelte di posizionamento nei mercati e ha fissato un punto di riferimento essenziale per la ristrutturazione organizzativa aziendale e per la conseguente ri-definizione dei ruoli professionali e delle competenze. Il cambiamento organizzativo di Aton, progettato e avviato dalla Direzione, e poi messo a punto insieme ai manager, che ha consentito di trasformare un’organizzazione prevalentemente gerarchico-funzionale in una forma più moderna e adatta alle nuove esigenze di mercato, centrata sui clienti e basata sui processi e sulle competenze. L’evoluzione del ruolo di tecnici e venditori, con la maturazione di nuove esigenze competitive, che ha richiesto un censimento delle competenze desiderate, e la stesura di un patto di miglioramento tra l’azienda e ogni singolo collaboratore per il loro sviluppo. Il piano di obiettivi individuali, i corsi di formazione professionale, il sistema di valutazione del rendimento, hanno costituito un modello che premia l’applicazione dei valori e il cambiamento. Il controllo di gestione, e in particolare la gestione della commessa, che è diventato il riferimento operativo del modo di attuare, e il riferimento simbolico del modo di intendere il proprio lavoro da parte delle persone. L’accuratezza del nuovo metodo di lavoro ha portato in evidenza gli sprechi e le inefficienze, valorizzando e guidando l’impiego del valore aggiunto del personale Aton. La definizione e l’attivazione di una strategia di comunicazione verso l'esterno e l'interno, basata sui valori guida e sulle azioni e contenuti di 2 servizio, che ha portato a lavorare sulla reputazione piuttosto che sull'immagine, per far conoscere le iniziative intraprese. Di questa strategia fanno parte la comunicazione dei valori, le case histories, le relazioni con i media, le iniziative interne ed esterne ed il bilancio sociale, inteso come strumento di comunicazione, ma anche come punto di convergenza e di verifica delle iniziative attuate in ambito economico, sociale e ambientale e dei prodotti-servizi. In due anni Aton ha studiato, pianificato e realizzato a livello organizzativo cambiamenti notevoli, che si sono tradotti in risultati misurabili in termini di crescita dell’azienda. Questa infatti a settembre 2004 si è trasformata in S.p.A. con 2,5 milioni di euro di capitale sociale, 130 collaboratori (rispetto ai 70 presenti a fine 2001), un volume d’affari di 12 milioni di euro, con un incremento medio del 25% l’anno. Il che conduce ad affermare che Aton può essere considerato un caso di successo nell’applicazione del metodo della comunicazione organizzativa alla gestione di un’organizzazione. In questo processo non sono mancate le difficoltà, che però sono state superate lungo il percorso, ad esempio la limitatezza delle risorse, tipica di una media azienda, la resistenza al cambiamento che sempre si incontra all’interno delle organizzazioni, la difficoltà di concretizzare nella quotidianità i concetti teorici. Ciò testimonia come l’impegno e la scelta strategica rendano efficace il ri-orientamento verso la responsabilità sociale anche nel contesto della media impresa. 3 1. Aton, un’impresa orientata ai valori Questo capitolo descrive la nascita e l’evoluzione di Aton nel contesto economico degli anni Ottanta, sottolineando l’attenzione che ha sempre riservato alla responsabilità sociale, inizialmente in modo spontaneo e strutturandosi poi come progetto di strategia competitiva fondata sui valori. 1.1 Una media impresa nel settore high tech Aton è una S.p.A. veneta che opera dal 1988 nel settore del Mobile & Wireless Computing con 2,5 milioni di euro di capitale sociale, 12 milioni di euro di volume d’affari, con 130 persone in Italia presso 5 sedi a Bologna, Milano, Roma, Torino, Treviso e la previsione di sviluppare il mercato estero con l’apertura di due nuove sedi a Madrid e a New York nel corso del 2005. Fornisce 4.000 clienti, con altrettanti impianti attivi 24 ore su 24 per la gestione informatica della rete vendita, della logistica di produzione e di distribuzione e della tentata vendita. Tra i suoi clienti figurano aziende quali Benetton, Diesel, Geox, Luxottica, Nuova Parmalat, Granarolo, Segafredo, Mercedes, Volkswagen, BMW, ENI/Agip, TNT, Banca Intesa. Negli anni Ottanta, quando Aton è stata fondata, l’economia italiana cresceva intensamente e l’informatica era stabilmente tra i settori a maggior tasso di sviluppo grazie all’espansione delle imprese e alla loro forte necessità di innovarsi con l’automazione dei processi. Come spesso accade nella fase di avvio di un nuovo mercato la notevole crescita iniziale ha comportato una serie di problemi. Insieme a una crescente domanda si andava diffondendo un malessere dei clienti per la insufficiente professionalità di molti operatori e 4 soprattutto per la mancanza di sicurezze e garanzie nei risultati ottenibili grazie agli investimenti informatici. Erano tempi in cui, a causa della novità della materia e della scarsità di informazioni disponibili, i pochissimi depositari delle conoscenze spadroneggiavano sul mercato con rare possibilità di confronto. Si notava che le aziende ICT avevano ampi margini di guadagno legati alla debole concorrenza, che i loro rapporti con i clienti erano spesso poco trasparenti e che la scarsa maturità degli stessi clienti era un pericolo potenziale in quanto rendeva difficile circostanziare le loro reali aspettative. Mercato ricco e in crescita, carenza di competenze e di esperienza, scarsità di qualità e di senso etico nei rapporti soprattutto con i clienti, ma anche con i dipendenti e i fornitori, sono state le condizioni preliminari che hanno favorito la nascita dell’idea di una nuova risposta imprenditoriale e manageriale a questi importanti bisogni insoddisfatti. Una caratteristica tipica dello sviluppo del Nord Est italiano, territorio nativo di Aton, è rappresentata dai distretti industriali: gli occhiali in Cadore, il mobile in Friuli e nel veronese, la scarpa sportiva a Montebelluna e molti altri. Il distretto ha la prerogativa di creare sistema: tante aziende padronali, la maggior parte molto piccole e simili, che si uniscono spontaneamente in una filiera che nel suo insieme consegue una massa critica di competenze specialistiche, capacità produttiva, flessibilità e dinamismo commerciale in grado di competere e di imporsi nel mondo (Sapelli, 1999). Aton nasce invece senza uno specifico background, in controtendenza rispetto a questo contesto di sviluppo basato sugli spin off e sulla gemmazione delle imprese, senza quindi l’influenza di stili imprenditoriali già radicati sul territorio. Il modello di business è quello di un’azienda specializzata nel fornire soluzioni informatiche basate su terminali portatili per la logistica e le reti vendita, a forte vocazione etica. I prodotti e i servizi compongono l’offerta Aton con l’obiettivo di migliorare costantemente l’organizzazione delle imprese clienti grazie allo sfruttamento delle nuove tecnologie informatiche mobili. Nulla in comune con i distretti: probabilmente solo la forza delle radici originarie. Non esiste infatti in Italia un distretto informatico e nemmeno un export significativo di settore. Il mercato ICT domestico è dominato dalle grandi corporation americane, giapponesi, tedesche. Qualche spazio per 5 taiwanesi, coreani e ora cinesi, ma il grosso è strettamente in mani ad aziende USA, che in Italia fanno di Milano il loro campo base. L’avvio di Aton avviene quindi da zero, in un mercato tra i più innovativi e competitivi. La prima fase è stata quella di creare il mercato poiché il bisogno del mobile computing non era sentito. L’azione è stata quindi soprattutto di tipo pioneristico. Un inizio costoso e sofferto, ma poi fondamentale per l’imprinting combattivo dell’azienda. Le prime importanti scelte strategiche sul mercato, i primi conflitti interni da dirimere, il confronto acceso con la concorrenza e con gli stakeholder, i continui e veloci cambiamenti, le numerosissime problematiche anche normative dalle quali un’impresa italiana deve guardarsi ogni giorno. Non avendo ricevuto influenze per eredità familiare, gemmazione, spin off o vicinanza ad altre realtà simili, Aton si è sviluppata come un’azienda completamente nuova, basata su uno stile di management originale. Anche la mancanza di uno specifico background da parte del fondatore, diplomato ISEF, ha contribuito a fare di Aton una realtà inedita, che ha saputo trasformare queste carenze in forza catalizzatrice e di sviluppo delle competenze e della fiducia di cui aveva bisogno per la sua crescita. Una culla dove si andavano raccogliendo principi di attenzione sociale poi sviluppatisi nella CSR (Corporate Social Responsibility). Stavano infatti germogliando in Aton alcuni nuovi valori neo-umanistici che nel XXI secolo si sarebbero diffusi facendosi progressivamente largo tra i valori allora dominanti nelle imprese quali l’autoritarismo, il profitto subito e a tutti i costi, lo sfruttamento cinico delle persone e di ogni forma di risorsa naturale, l’insensibilità verso tutto ciò che stava al di fuori dell’interesse privato e dell’azienda (Freeman, 1984). Giunta al diciottesimo anno di età, dopo una progressiva crescita tra opportunità e delusioni, acquisizioni e nuove idee, successi e insuccessi, Aton è oggi un’azienda di rilievo in Italia nel mercato ICT: un’azienda ad alto contenuto di tecnologia. Quest’ultima è vista come lo strumento per arrivare a conseguire il successo imprenditoriale, ma non è il suo principale asset. La più importante ricchezza di Aton sono le persone, i loro sentimenti, i loro talenti, i loro sogni e bisogni, i desideri e i valori. Aton è una comunità di persone, aperta, positiva, che vuole imparare e migliorarsi tutti i giorni. L’affinità elettiva nel tempo ha consentito di selezionare e sedimentare attorno al 6 progetto iniziale persone che ne hanno condiviso il principio fondamentale: l’attenzione riposta nelle persone, e nelle relazioni tra loro, dentro e fuori all’azienda. Il profitto economico è l’indice che sentenzia se l’”impresa” è riuscita. E in Aton i bilanci hanno confermato anche nei momenti più difficili la bontà del suo progetto di sviluppo fondato sull’etica. 1.2 Dalla vocazione etica al Management by Values Negli anni Cinquanta Marzotto ha costruito un villaggio turistico, allora chiamato colonia, in una nota località di villeggiatura marina per ospitare i figli dei dipendenti e ha messo a disposizione dei lavoratori anche delle abitazioni attigue alla fabbrica. Adriano Olivetti, già nella prima metà del XX secolo, sottolineava i problemi dell’ambiente, della tutela del territorio, dello sviluppo compatibile. La sua concezione del lavoro metteva al centro gli aspetti sociali in luogo del profitto. Già allora si chiedeva: “Può l’industria darsi dei fini? Si trovano questi fini semplicemente nell’indice dei profitti? O non vi è, al di là del ritmo apparente, qualcosa di più affascinante, una trama ideale, una destinazione, una vocazione anche nella vita di fabbrica?” (Mariggiò, 2004). Queste sono state alcune fra le prime forme di proto-responsabilità sociale da parte di chi aveva intuito, in tempi ormai lontani, l’importanza di un rapporto solidale, sinergico e di condivisione di interessi con i propri dipendenti. Succedeva in anni in cui la lotta di classe aveva diviso i padroni dai lavoratori in un conflitto che la storia ha poi fortunatamente ridimensionato. Il tradizionale conflitto sociale tra imprenditori e dipendenti sta infatti evolvendo nel tempo verso un nuovo approccio winwin che porta alla ricerca di sinergie e di condivisione di obiettivi e benefici. In estrema sintesi, questa logica afferma che un lavoratore soddisfatto e convinto di quello che sta facendo rende molto di più all’azienda, ed è maggiormente soddisfatto, anche lavorando di più (vedi http://www.success.org). Lo stesso concetto vale per tutti gli stakeholder, in quanto l’impresa può e deve cercare di soddisfare tutti i suoi portatori di interessi impegnandosi a cercare obiettivi e strategie comuni per il raggiungimento del successo di entrambi. Quindi, fatti salvi i buoni principi filantropici che comunque 7 possono essere portati avanti dall’imprenditore, la responsabilità sociale è un ottimo investimento per qualsiasi impresa (Musumeci, Scaglione, 2002). E questo aspetto rappresenta la massima garanzia per una solida diffusione capillare in tutte le aziende, a partire ovviamente dalle più attente. Oggi sono considerate tre le bottom line importanti (profitto economico, ambientale e sociale), ma un domani potrebbero anche essere molte di più, o tornare ad essere una sola, ma diversa e comprendente anche gli indici di performance etici. Oppure il livello di responsabilità sociale potrà essere incentivato sotto altre forme, come già sta succedendo oggi, anche se allo stato embrionale. La strada imboccata appare fortunatamente senza ritorno (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 2003). Aton è un’azienda con ottime performance dal punto di vista sociale e ambientale in quanto questa sensibilità è parte integrante del suo patrimonio genetico e da sempre ne ha costituito un fondamentale caposaldo a sostegno del suo sviluppo. Questi in estrema sintesi i principali risultati: - coinvolgimento dei collaboratori: turn over contenuto che salvaguarda i talenti, le competenze e le esperienze; motivazione e senso di appartenenza; approccio appassionato e entusiasta al lavoro; - fidelizzazione dei fornitori: stabilità nel tempo, chiarezza dei rapporti, partnership e alleanze; - fidelizzazione dei clienti: proficui rapporti di lungo termine su un posizionamento di mercato redditizio basato sull’eccellenza nella qualità e nell’innovazione; - ottime relazioni con gli altri stakeholder: Aton è un’azienda virtuosa, apprezzata ad esempio dalle Banche e dalle Amministrazioni Pubbliche per la stabilità economica e per l’affidabilità nell’assunzione delle proprie responsabilità d’impresa; - basso impatto ambientale, con impegno costante alla sua riduzione e rigoroso controllo: smaltimento delle batterie esauste e dei computer inutilizzabili; risparmio delle fonti energetiche minimizzando i consumi di energia elettrica, acqua, carburante; riciclo selezionato dei rifiuti. La crescita delle dimensioni e della complessità aziendale, e la sempre maggiore turbolenza del mercato informatico, accentuata da eventi speciali favorevoli come l’anno 2000, l’Euro, il boom della Borsa Valori e di Internet, 8 alternati ad altri negativi come lo scoppio della bolla speculativa sulle Internet Company e gli scandali finanziari internazionali come Enron, Worldcom, Parmalat, hanno indotto la Direzione Aton a ritenere prioritaria la valorizzazione etica e ad impegnarsi per disegnare uno stabile progetto di strategia competitiva basato sui valori. Durante i primi 16 anni della sua storia Aton ha applicato spontaneamente politiche di responsabilità sociale: a partire dal 2003 questa tendenza è stata istituzionalizzata attraverso la strutturazione dei valori in un modello che potesse dar loro corpo, efficacia e continuità. Il Managing by Values scelto da Aton, non è altro che l’utilizzo dei valori guida aziendali, attentamente scelti ed esplicitati, per la migliore gestione dell’impresa al fine di aumentarne il profitto e consolidarne lo sviluppo nel tempo (Demattè, 2004). Trattandosi di un differenziale competitivo difficile da copiare, solido, inesauribile, relativamente poco costoso, di grande coinvolgimento e profondamente radicato già nel suo seme originario, ben si prestava a potenziare ulteriormente la competitività di Aton. La strategia connessa al successo di questo approccio si è fondata sulla logica winwin, che significa ricerca di modalità di lavoro cooperative, sinergiche e di condivisione dei vantaggi, anche tra cliente e fornitore (Harris, 2000). Una particolare attenzione alla scelta di azioni condotte insieme, per conseguire obiettivi comuni, è ben giustificata dalla forza di questo tipo di alleanza. La relazione che si crea è solida, è più facile affrontare gli imprevisti e i conflitti d’interesse, le energie di tutti vengono impiegate per costruire il successo di entrambi (Field, 2004). La decisione strategica del management di Aton è stata quella di trovare il modo per concretizzare questa vocazione spontanea in un piano strutturato per lo sviluppo ed il successo, anche economico, dell’azienda. In altre parole è stato deciso che la vocazione etica di Aton diventasse una modalità di gestione consolidata, da attuare grazie a metodi già sperimentati e in grado di valorizzare al meglio la naturale cultura di Aton. Alcuni esempi di queste modalità sono ad esempio il Metodo Valore (Invernizzi, 2000) e il Managing by Values (MBV) (Blanchard, O’Connor, 1998). Era un obiettivo ambizioso, soprattutto per un’azienda di dimensioni e risorse limitate come Aton. Questo obiettivo è stato così inserito in un progetto più vasto, che Aton ha deciso di portare avanti con l’aiuto di una 9 consulenza esterna specialistica. Oltre agli obiettivi sopra descritti la soluzione doveva consolidare nell’organizzazione anche la capacità di generare da sé i cambiamenti man mano necessari per la sua crescita futura in una prospettiva di processo continuo di change management. I concetti ed i metodi della comunicazione organizzativa (Invernizzi, 2000) sono stati considerati gli strumenti più idonei per ri-progettare l’organizzazione interna ed il rapporto con il mercato e l’opinione pubblica: si trattava di realizzare una serie di azioni integrate gestionali e di comunicazione, orientate dai valori guida. In tutte queste iniziative la comunicazione ha svolto un ruolo pivot per il cambiamento, guidando i passaggi attraverso una definizione chiara e semplice di obiettivi e di metodo con il coinvolgimento del personale attraverso varie modalità formative. Questo ambizioso programma di change management è stato sostenuto da un accurato sistema d’ascolto, interno ed esterno, per indirizzare e rendere sicura l’evoluzione dell’impresa sulla base delle informazioni e dei feed-back raccolti e costantemente aggiornati. Il modello prescelto è stato quello dell’impresa a rete, fondata sui processi e sulle competenze, capace di ri-progettarsi ogni giorno attorno alle necessità dei clienti (Grant, 1999). Aton ha così avviato una nuova fase di sviluppo, caratterizzata dalla trasformazione del suo naturale e spontaneo patrimonio di valori etici in una vera e propria modalità gestionale: il managing by values (Invernizzi, 2000; Blanchard, O’Connor, 1998). A tale scopo ha messo in atto un processo di change management che si è articolato nella definizione dei valori guida, nella ri-definizione del sistema di offerta e dei rapporti con il mercato, nel cambiamento dell’organizzazione adottando la logica dei processi di lavoro, nel rafforzamento del sistema di relazione con tutti gli stakeholder. 10 2. La definizione dei valori guida, riferimento dei sistemi gestionali In questo capitolo viene analizzato il processo di Change Management attraverso il quale Aton ha definito la nuova mission aziendale e i valori guida eticamente fondati, applicandoli successivamente ai sistemi gestionali. Il programma di intervento adottato è stato il Metodo VALORE, basato sulla comunicazione organizzativa e costruito per consolidare nuovi valori aziendali traducendoli in comportamenti manageriali e sistemi gestionali coerenti (Invernizzi, 2000). 2.1 La Mission Il primo passo del processo di change management avviato da Aton è stata la definizione della missione aziendale attraverso l’analisi situazionale realizzata dalla Direzione con il supporto della consulenza: sono stati studiati storia dell’azienda, patrimonio genetico, precedente mission, necessità evolutive, traguardi a breve, medio e lungo termine. Obiettivo principale è stato quello di sintetizzare il processo di evoluzione di Aton per fornire una dimensione corretta alla sua realtà di oggi e di disegnare un coerente impegno futuro e il percorso di sviluppo. La precedente mission (1998) recitava: “Il nostro habitat naturale si chiama Web, mobile computing e identificazione automatica. Siamo orgogliosi di disporre del know-how che non si limita a realizzare pienamente un bisogno, ma anticipa i vostri desideri. Una guida sicura e un servizio davvero collaudato”. 11 Nel corso dell’analisi è emersa la necessità di aggiornare la mission, incentrata sul know-how e sulle tecnologie al servizio dei clienti, invertendo il rapporto: soggetto principale sono il cliente e il nuovo approccio di consulenza e partnership, lo strumento sono le competenze tecnologiche. L’unico riferimento ai prodotti è la menzione alle tecnologie digitali mobili per indicare il posizionamento di mercato. Si è poi deciso di introdurre una seconda parte della mission, dedicata esclusivamente alla responsabilità sociale, per mettere in primo piano i valori che da sempre contraddistinguono Aton sul mercato. Questo il risultato approvato: “Vogliamo essere il miglior partner dei nostri clienti, aiutandoli a innovare i loro processi di business, sfruttando la nostra esperienza specifica e tutte le opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali mobili. Crediamo nella responsabilità sociale delle imprese e vogliamo continuare a crescere dando sempre più importanza alle persone, alla cultura, all’ambiente, alla qualità del lavoro e della vita”. 2.2 La carta dei valori Il passaggio chiave, veramente innovativo, è stato per Aton la scelta dei valori guida e il loro impiego strategico, diffuso in azienda. Un’impresa fondata su valori etici deve avere dei punti di riferimento certi, chiari e condivisi attorno ai quali costruire la propria identità. Affinché questi punti di riferimento siano efficaci è necessario esplicitarli, per renderli quanto più possibile comprensibili a tutti (Invernizzi, 2000). Per ottenere questo risultato è stato seguito un accurato percorso a partire dalla Direzione, passando per i manager e coinvolgendo infine tutto il personale. La Direzione (Consiglio di Amministrazione, Responsabile dell’Organizzazione, del Marketing, Commerciale, Tecnico e della Finanza) ha dapprima analizzato insieme alla consulenza il processo di definizione della nuova mission e successivamente ha iniziato ad elaborare la carta dei valori. Questa attività è stata sviluppata applicando una delle tecniche creative di gruppo più classiche ed efficaci, il brainstorming, con l’obiettivo di compilare una lista di tutti gli aspetti valoriali presenti in Aton, riservando un’attenzione particolare verso quelli da sviluppare in futuro. 12 Rispettando le regole del brainstorming, ognuno è stato messo nella condizione di poter esprimere la sua opinione nella massima libertà, senza alcuna azione di giudizio o inibitoria, e ogni aspetto emerso durante la riunione è stato trascritto fedelmente in uno specifico documento. La prima bozza dei valori guida è emersa da questa analisi dei tratti distintivi che hanno consentito il successo di Aton. Il passaggio successivo è stata la selezione, da parte del board direttivo, dei cinque elementi più rappresentativi, in quanto solo il vertice di Aton poteva operare una scelta così difficile ed importante per il futuro dell’azienda. Si è deciso infatti quale doveva essere l’essenza dello stile di vita e di business di Aton, il modo in cui distinguersi, l’esempio da dare a tutte le persone che avrebbero lavorato in Aton, il tipo di richieste che a loro veniva fatto, descrivendo l’habitat ideale in cui le persone avrebbero potuto riconoscersi, in una sorta di affinità elettiva. Dopo questa analisi è stata organizzata una riunione dei GX (così si chiamano i manager in Aton) e sono stati scelti e validati i cinque valori definitivi: Passione, Fiducia, Innovazione, Tempo, Relazioni. Si è quindi posta la questione del pieno coinvolgimento delle persone e la necessità di completare il lavoro attraverso una nuova analisi con le persone quotidianamente a contatto con i collaboratori. In questa sessione di lavoro i GX sono stati coinvolti anche per descrivere puntualmente i cinque valori prescelti e per fissare un patto tra l’azienda e le sue persone, evidenziando alcuni esempi per indicare che cosa Aton s’impegna a fare concretamente per ognuno dei cinque valori guida e che cosa Aton chiede al suo personale di fare in concreto per ogni valore guida. Si è decisa quindi la stampa di un opuscolo con l’obiettivo di porre la questione dei valori guida in una forma concreta, vicina al lavoro di tutti i giorni, facendo in modo che tutti potessero capire e riconoscersi negli indirizzi aziendali. L’impegno dell’azienda, insieme a una richiesta di impegno delle sue persone, evidenziava la forza con cui veniva proposta questa iniziativa, che usciva dall’astrattezza della mission per entrare nella pratica di lavoro quotidiana. Impegno valido anche e soprattutto per i cosiddetti “quartieri alti aziendali” che avevano il compito di dare l’imprimatur iniziale con il loro buon esempio. 13 Il risultato di questo lavoro è stato un documento completo, consegnato ad un grafico per la realizzazione di un prodotto, “La carta dei valori Aton”, che sarebbe stato distribuito a tutto il personale Aton e man mano ai nuovi assunti, appeso sotto forma di pannelli negli uffici dei GX, consegnato a mano ai migliori clienti e fornitori, lasciato nelle sale d’aspetto nelle varie sedi Aton, pubblicato sul sito www.aton.it FIGURA 2.1 Carta dei valori Aton: valore innovazione 2.3 L’applicazione nei sistemi gestionali Il passaggio cruciale per rendere efficaci i valori guida è stato quello di superare l’astratto ambito filosofico per calarsi concretamente nel lavoro quotidiano dei collaboratori, passando da una buona dichiarazione d’intenti alla pratica reale. Per ottenere questo risultato, traducendo le promesse in azioni specifiche, Aton ha deciso di studiare a fondo le iniziative più adatte e ha definito un piano integrato a lungo termine. L’analisi sui valori guida ha avuto importanti ricadute a livello strategico e operativo con conseguenze evidenti anche nell’indirizzo competitivo di Aton. Qui si è scelto di analizzare brevemente il valore 14 innovazione, quello più direttamente collegato al business di Aton, come esempio valido anche per gli altri. Questo valore, infatti, è centrale in un’azienda nata per realizzare sistemi informatici per l’innovazione dei processi di business, a maggior ragione considerando che la competitività può essere perseguita attraverso due vie principali: - il prezzo - la differenziazione Aton ha scelto da sempre la differenziazione e il modo più efficace e duraturo per svilupparla è investire nell’innovazione (Grant, 1999). Rafforzare questo assioma e rendere esplicito l’impegno dell’azienda per l’innovazione è stato un passaggio importante. Un modo per strutturare questo aspetto sia a livello di indirizzo strategico, sia nella tattica operativa. Attraverso l’analisi del valore innovazione Aton ha ritenuto opportuno attivare una serie di iniziative concrete: - richiedere una particolare attenzione da parte di tutti verso idee, proposte, possibilità innovative; - premiare le idee migliori attraverso dei concorsi interni (Golden Book dal 2003, Best Practice dal dicembre 2004) che possono dare visibilità, prestigio e quindi soddisfazione alle persone più brillanti, agli innovatori; - creare un dipartimento dedicato alla ricerca e sviluppo e all’innovazione (R&D - autunno 2003); - realizzare una serie di corsi di formazione di alto livello sulla creatività (Tinto, luglio 2003 - Jaoui, ottobre 2004); - investire costantemente nell’acquisizione di tecnologia avanzata, sia per uso interno, sia per lo sviluppo di nuove applicazioni per i clienti; - assumere persone dotate di particolare propensione all’innovazione e alla creatività, soprattutto in alcuni ruoli chiave; - comunicare all’interno e all’esterno gli aspetti rilevanti nell’innovazione. Le realizzazioni inedite presso clienti, le nuove opportunità offerte dalla tecnologia e dall’ingegno Aton, i nuovi prodotti, i nuovi processi organizzativi devono essere tutti censiti, descritti in chiaro e comunicati efficacemente sia all’interno sia all’esterno; 15 - far passare i processi decisionali anche attraverso una verifica della presenza di contenuto innovativo: le scelte, in caso di incertezza, devono essere guidate dall’innovazione. Nel dubbio, è meglio puntare sulla soluzione che può portare del valore aggiunto in termini di nuovo progresso, piuttosto che sulla soluzione tradizionale; - fissare gli obiettivi annuali delle singole persone in relazione ai valori guida: la valutazione sul conseguimento degli stessi viene fatta tenendo in considerazione anche quanto i valori guida sono stati presenti e impiegati concretamente nell’opera di ciascuno. Il premio produzione viene assegnato quindi anche in funzione di quanto ogni singola persona li ha applicati nel proprio lavoro, indistintamente dallo specifico ruolo. Questo insieme di iniziative concrete è stato pensato per l’innovazione, ma anche per gli altri valori sono state adottate varie azioni: in parte uguali (Golden Book, Best Practice), in parte simili (impiego dei valori da parte di tutti come guida per decidere nei casi di incertezza; corsi di formazione specifici, ad esempio sul time management in relazione al valore tempo) o anche del tutto diversi. È particolarmente interessante, e merita qualche ulteriore riflessione, l’impiego dei valori guida come supporto e indirizzo alle decisioni (Invernizzi, 2000). L’incertezza domina oggi i mercati, contraddistinti da una crescente confusione, da una velocità di cambiamento sempre maggiore, da scenari imprevedibilmente mutevoli. La conseguenza è la crisi del sistema taylorista/fordiano di parcellizzazione del lavoro, organizzato su basi funzionali gerarchico-burocratiche. La riduzione del supporto strutturale e prescrittivo a favore di una maggiore apertura e imprenditività del personale ha indotto la necessità di sostituire parte delle norme con una maggiore capacità di valutazione e decisione individuale. I valori guida assumono pertanto un ruolo di orientamento importante nelle scelte da compiere: la fiducia, la passione, il tempo, l’innovazione e le relazioni possono coprire nel loro insieme a 360° le possibili opzioni, indirizzando le scelte verso quella qualità distintiva su cui Aton ha deciso di puntare. Alcuni esempi concreti: una certa decisione in situazioni di conflitto d’interesse potrebbe portare maggiore profitto nel breve termine, ma causare gravi danni alla relazione con uno stakeholder, oppure costare di più nell’immediato, ma consolidare il rapporto con un cliente o un fornitore 16 importanti. In altri casi potrebbe rendersi necessario scegliere tra una via più economica, tradizionale, ma che comporterebbe la perdita di un’opportunità innovativa, e una più costosa che consentirebbe ad esempio un salto tecnologico in avanti dei prodotti e del know-how. Una forte sensibilità all’importanza del tempo può aiutare ad organizzarsi meglio, decidendo prima e con maggiore consapevolezza le scelte relative all’agenda futura ed orientando così le persone e l’organizzazione ad una migliore pianificazione in base a priorità e importanza. L’approccio ad un problema può essere piatto, esecutivo, oppure caratterizzato dal coinvolgimento e dalla passione che fanno esprimere alle persone impegno, energia e talento. Nell’incertezza la passione aiuta a scegliere puntando in alto senza risparmio, cercando il meglio, facendo propria la decisione, e le conseguenze della stessa, per arrivare ad un risultato superiore. Un problema con un cliente può essere ammesso o negato. Spesso è più facile tentare di evitare l’assunzione di responsabilità, ma la trasparenza è un potentissimo propellente per la fiducia, che inesorabilmente dà i suoi frutti nel medio-lungo termine. Il decidere se coinvolgere o meno un cliente o un fornitore, un collega o un capo, rende la situazione aperta alla collaborazione esterna, o chiusa in se stessi. 17 3. La definizione dei nuovi servizi per i rapporti con il mercato Questo capitolo tratta la seconda fase del processo di change management, incentrata sulla definizione dell’offerta di Aton. Obiettivo di questo passaggio è stato quello di superare le difficoltà connesse ad un’offerta troppo diversificata determinata dall’incrocio di competenze di varia origine: tecnologica (mobile e wireless computing, identificazione automatica,), funzionale (automazione della logistica, della produzione, delle vendite, del merchandising, dei tecnici manutentori, della lettura contatori, delle contravvenzioni, dei parcheggi, dell’emissione di biglietti) nei settori merceologici più disparati (beni di largo consumo, durevoli e industriali, utilities, banche, pubblica amministrazione). Nel corso dell’analisi vengono descritti nello specifico alcuni problemi legati alla mancanza di chiarezza nella definizione dei servizi e il modo in cui sono stati successivamente risolti. 3.1 Scelta di posizionamento Prima di avviare il processo di cambiamento organizzativo risultava difficile comunicare in modo efficace l’identità e il posizionamento di Aton perchè le scelte erano spontanee e non guidate accuratamente dalle moderne tecniche di marketing strategico. Di conseguenza piccoli clienti e grandi commesse venivano trattati con le stesse modalità, mercati dove Aton era leader venivano affrontati come i mercati nei quali era uno dei tanti challenger, le soluzioni consolidate e vincenti erano proposte allo stesso modo delle soluzioni completamente nuove 18 nelle quali non c’era alcuna competenza, scarsa competitività e alto rischio di perdita di controllo. Pertanto si è preferito diventare i dominatori dei migliori mercati specifici, seppur limitati, piuttosto che essere uno dei tanti operatori in un mercato sconfinato e indifferenziato. 3.2 Scelta delle applicazioni La principale difficoltà incontrata prima del cambiamento consisteva nel pianificare in modo efficace le attività commerciali e tecniche in assenza di indirizzi specifici di marketing. Le competenze erano in molti casi prevalentemente tecnologiche e mancava l’esperienza nell’applicazione della tecnologia nel contesto organizzativo dei clienti: ad esempio l’impiego del mobile computing per la gestione della vigilanza notturna o delle contravvenzioni. Non basta infatti conoscere lo strumento tecnologico, ma è necessario comprendere a fondo le reali necessità di un’organizzazione che deve ottimizzare il lavoro radicalmente diverso delle sue guardie notturne o dei vigili urbani. Il costo della conoscenza, della comunicazione e della gestione di ogni nuova applicazione è molto elevato. È importante mantenere alta l’attenzione verso le nuove tendenze, le nuove opportunità offerte dall’incedere tecnologico, le nuove applicazioni inedite, ma è altrettanto importante vagliare attentamente se affrontare queste nuove opportunità e, in caso, il modo migliore per farlo. Prima di investire su un nuovo mercato deve essere fatta un’attenta valutazione di marketing per decidere se conviene impegnarsi in quella direzione, oppure se è preferibile concentrarsi su quanto già inserito nel paniere d’offerta. Queste scelte non possono essere lasciate al caso, a maggior ragione considerando il costo dell’impegno delle limitate risorse qualificate in rapporto all’opportunità del loro più proficuo impiego. 3.3 Competitività della rete vendita Il problema principale della rete vendita era legato alla conoscenza: è difficile presentare professionalmente un numero troppo elevato di soluzioni a un potenziale pressoché infinito di aziende, con esigenze alquanto diverse 19 l’una dall’altra. Non conoscere bene quello che si andava a proporre rendeva meno efficace e dispersiva l’offerta: i clienti potenziali percepivano insicurezza e mancanza di competenza sul processo e c’era il rischio di essere scartati in quanto venditori di prodotti a favore di aziende con un più chiaro posizionamento sui servizi, oppure di acquisire commesse gestite sin dall’inizio in modo approssimativo, con elevati rischi di chiuderle poi in perdita. Nel frattempo i clienti ideali correvano il rischio di non essere seguiti con l’attenzione e la consulenza che meritavano e potevano scegliere di passare alla concorrenza. 3.4 Effetto digitale “write once, sell many” Le risorse sono limitate per antonomasia, tanto più in una PMI innovativa come Aton, auto-finanziata e in forte sviluppo. Il costo opportunità determinato dall’impegno delle risorse dotate di skill era un fattore critico decisivo. La dispersione delle migliori figure tecniche e commerciali, nonché lo sforzo di tutta la struttura Aton per portare a buon fine commesse fini a se stesse non era un buon investimento. Era necessario seminare esattamente i frutti che si voleva raccogliere, non lasciare al caso, o alla natura, la discriminazione del raccolto. Ciò doveva essere fatto a monte, nel momento in cui si decideva che tipo di piante seminare e poi coltivare. A maggior ragione considerando la tipica caratteristica del mercato informatico, che concentra i costi di produzione sulla prima realizzazione di un prodotto software, annullando i costi di riproduzione successiva (Shapiro, 1999). Per quanto riguarda i servizi, invece, il rapporto è leggermente diverso, in quanto il costo del personale per le analisi, i collaudi, l’installazione, la formazione, l’avviamento, l’assistenza è ineludibile. Ma anche in questo caso la differenza dipende dalla frequenza della ripetizione delle vendite dello stesso prodotto: l’economia di esperienza che si ottiene riproducendo più volte le stesse cose consente di farle più velocemente, con meno rischi ed errori, garantendo al cliente conoscenze di valore (Bateson, Hoffmann, 2000). Per questi e altri motivi, si è quindi deciso di organizzare un approfondimento di marketing strategico per definire ed esplicitare nel modo più chiaro possibile l’offerta Aton. 20 In una giornata di analisi tenutasi a luglio 2004, la Direzione Generale, Commerciale, Marketing e Organizzativa di Aton, con l’aiuto della consulenza e di un esperto fondamentale per copywriter, lo sviluppo hanno redatto dell’azienda: un la piano rivelatosi descrizione poi strutturata dell’offerta Aton, impostata con l’obiettivo di industrializzare i servizi e di concentrare attorno a sé l’attenzione aziendale. Nella stessa occasione è stato anche preparato un nuovo breve profilo aziendale, necessario per collegare e cementare la nuova struttura d’offerta all’azienda. Obiettivo di questa presentazione è quello di essere impiegata in tutte le occasioni di comunicazione: press release, sito internet, brochure, offerte a clienti. PROFILO AZIENDALE Aton S.p.A. (www.aton.it) è a capo di un gruppo di aziende che opera sin dagli anni ’80 nel mercato dell’automazione della logistica, delle reti vendita, della tentata vendita e nelle applicazioni di mobile computing professionale. Dispone di un capitale sociale di 2.500.000 euro, 130 professionisti operanti in 5 sedi a servizio completo (Milano, Roma, Torino, Bologna, Treviso), con sistemi installati in tutta Europa, Medio Oriente, Sud Africa, Australia, e assistenza in 7 lingue. La base installata conta oltre 4.000 clienti attivi operanti soprattutto nel mercato dei beni di largo consumo, con diverse decine di migliaia di unità mobili operanti sul campo. SERVIZI ATON ONlog Servizio per la logistica, che si distingue per essere un sistema per gestire e un cruscotto per monitorare i livelli di qualità disponibile su qualsiasi piattaforma (runs anywhere) all’avanguardia nelle applicazioni 3W (web, wireless e warehouse identification) Consente di: snellire e ottimizzare l’organizzazione dei magazzini e dei trasporti fruire di un servizio interattivo dovunque e in tempo reale, riducendo e variabilizzando i costi sollevare il cliente dai problemi e dai rischi legati alla gestione delle tecnologie (Outsourcing e ASP1) 1 Application Service Providing 21 ONsales Servizio che supporta e ottimizza i processi di acquisizione ordini, basato su: dominio e integrazione di tecnologie innovative e multipiattaforma sperimentate capacità di outsourcing governo di reti commerciali internazionali Consente di: aumentare l’efficienza e la qualità nelle relazioni tra l’azienda e i suoi clienti rafforzare tali relazioni nel momento e nel luogo del contatto ridurre le possibilità di errore nello scambio delle informazioni tra l’azienda e il personale in mobilità ONroad Servizio per la tentata vendita, strutturato e flessibile, basato su: software continuamente aggiornati e sviluppati una scelta adeguata di tecnologie affidabili una consulenza ad hoc Consente di: ridurre i costi di gestione (TCO2) e aumentare la produttività del processo salvaguardare gli investimenti pregressi negli aggiornamenti tecnologici migliorare la qualità della relazione venditore-cliente (CRM3) ATpro Insieme di soluzioni applicative modulari che permettono la pianificazione, il monitoraggio e la gestione dei processi di produzione. Due realizzazioni a titolo di esempio. Settore cartario: L’implementazione di ATpro ha permesso L’integrazione con le macchine bordo linea e con il sistema gestionale esistente, eliminando i costi dovuti al trasferimento cartaceo delle informazioni La tracciabilità dei lotti di produzione, per migliorare la trasparenza del processo produttivo e per adeguarsi alle disposizioni di legge Una programmazione e riprogrammazione della produzione estremamente efficiente, tramite funzioni di simulazione flessibili e algoritmi di schedulazione proprietari Settore alimentare: L’implementazione di ATpro ha permesso Il monitoraggio dell’avanzamento della commessa, dal lancio di produzione fino alla sua evasione - L’identificazione dei pallet e delle confezioni tramite sistemi di “stampa e applica”, permettendo il versamento automatico nel magazzino (in quanto è) gestito da ONlog - L’automazione del processo di controllo della qualità, attraverso il rilevamento elettronico dei parametri 2 3 Total Cost Ownership Customer Relatiotionship Management 22 ATfield Procedure per l’ottimizzazione delle attività di servizio svolte dai diversi tipi di operatori sul territorio (Field Work Automation). Alto livello di personalizzazione delle procedure in relazione alla specificità del lavoro svolto. Semplificazione e guida delle l’attività del personale in modo da rendere quest’ultimo più efficiente, sicuro ed ordinato nel servizio eseguito. Esempi di realizzazioni: AtCare: l’implementazione di ATField ha permesso − − − − La gestione delle attività di manutenzione degli impianti. Il controllo e la localizzazione delle flotte sul territorio, migliorando l’efficienza del servizio offerto, smistando gli interventi direttamente da call-centre di sede. L’ottimizzazione degli approvvigionamenti dei pezzi di ricambio controllando puntualmente le giacenze e gli interventi in garanzia. L’efficienza nella retribuzione degli operatori e la fatturazione ai clienti, calcolando i tempi effettivi di intervento e di manodopera AtSafe: l’implementazione di ATField ha permesso − La gestione delle attività di vigilanza territoriale. − L’interazione continua tra la Centrale Operativa di controllo e il personale di ronda (guardie) attraverso i massimi livelli di sicurezza e di transito delle informazioni e le più innovative infrastrutture di comunicazione oggi disponibili. − La registrazione, in tempo reale, delle operazioni di vigilanza e i loro esiti, supportando e predisponendo le azioni correttive a fronte di situazioni critiche (allarmi). − Il miglioramento del servizio sociale, generando rapporti periodici a disposizione degli Enti Pubblici e dei cittadini. AtonLab Oltre i servizi ingegnerizzati, oltre i progetti ad hoc, la ricerca e l’innovazione. In ciascun settore produttivo strategico un pool di aziende leader, in partnership con Aton, costituiscono un laboratorio, con l’obiettivo comune di: definire e concretizzare gli scenari futuri, anticipando le evoluzioni del mercato favorire il confronto sulle migliori soluzioni innovative e organizzative mettere in comune le potenzialità di investimento, abbattere i costi marginali e ampliare l’impiego delle tecnologie Due esempi di AtonLab: - AtonGas: nasce dalla necessità di ottimizzare costi di gestione e servizio offerto, adottando soluzioni per il monitoraggio remoto della scorta di gas presente nei serbatoi. L’obiettivo del laboratorio è rispondere alla domanda: quali sono gli impedimenti per la divulgazione e l’implementazione di tali tecnologie? Confronto di business tra Aton e le maggiori realtà del settore. - AtonMilk: nasce dalla necessità di adeguamento alla Direttiva della Comunità Europea che impone la tracciabilità di materie prime/prodotto finito in tutta la catena produttiva alimentare. L’obiettivo del laboratorio è rispondere alla domanda: quali sono le scelte migliori a livello organizzativo per adeguarsi alla normativa? Confronto a livello organizzativo e giuridico tra Aton e le maggiori realtà del settore. 23 ONxxx, ATxxx, ATONlab hanno quindi raccolto i tre diversi livelli di industrializzazione dell’offerta Aton: ONxxx È il core business Aton: si tratta di tre suite composte da un mix integrato di software, hardware e servizi specializzati (ONlog, ONsales e ONroad) che costituiscono l’asse portante delle attività Aton. Sono le tre aree più importanti sulle quali si deve concentrare principalmente l’azienda. Questa focalizzazione ha consentito di mettere ordine e fare chiarezza all’interno, e quindi di comunicare anche all’esterno con maggiore efficacia in che cosa Aton è principalmente impegnata e dove è particolarmente forte. A cascata, sono poi derivati molti benefici, come ad esempio: - selezione dei prodotti: bundle d’offerta e product mix per ridurre gli articoli a listino a quelli più idonei; - messa a punto del software: documentazione e roadmap per guidare lo sviluppo futuro delle funzioni e dei prodotti; - industrializzazione dei servizi: definizione di un’offerta articolata e modulare, basata su manuale e listino dei servizi, tradizionali e innovativi. ATxxx Quest’area di business comprende alcune applicazioni che per ora non rientrano nella categoria degli standard ONxxx: le principali sono ATfield (Field Work Automation) e ATpro (Controllo Produzione). Tali applicazioni prevedono un approccio di tipo puramente progettuale, in quanto la gamma molto vasta e la sporadicità di queste richieste, la loro costante, elevata personalizzazione e utopistico tentativo ogni le particolari di caratteristiche standardizzazione. tecnologiche, A maggior rendono ragione considerando che questi mercati non sono mai stati presidiati con costanza da Aton e il primo contatto con i clienti avviene quasi sempre casualmente. Non è escluso che da questi progetti possa nascere una nuova colonna ONxxx: ad esempio la gestione delle manutenzioni impianti svolta sul territorio da personale viaggiante (Work Force Automation). Nel momento in cui si verificasse l’opportunità di organizzare un’offerta mirata e strutturata 24 per questo o per un altro mercato interessante, l’ATxxx diventerebbe ONxxx, passando attraverso il processo di qualificazione sopra descritto. ATONlab Rappresenta il campo meno strutturato e più aperto delle attività Aton: si propone di realizzare forme di joint venture creative con i clienti per andare oltre le tradizionali dinamiche di mercato cliente-fornitore. Un esempio innovativo di rapporto di vera partnership tra Aton e i suoi più importanti clienti per esplorare insieme temi per loro strategici ed innovativi. Un patto che impegna su progetti di ricerca e sviluppo creando nuovo valore aggiunto, sfruttando le nuove tecnologie per realizzare ambizioni e soddisfare necessità sino a quel momento irraggiungibili. Due esempi concreti sono stati la telelettura dei contatori con alcuni tra i principali produttori di gas GPL e la gestione dei lotti di produzione con le industrie leader nel settore latte. 3.5 La riorganizzazione del marketing e della rete vendita Subito dopo l’assessment dell’offerta è apparsa evidente la necessità di una riforma anche delle modalità di approccio al mercato. In particolare è sorta la questione dell’ottimizzazione delle attività marketing e commerciali per integrarle e per coordinarle nel modo più efficace. Obiettivo principale della strategia è la competitività della proposta Aton, focalizzata nei suoi mercati più ricchi, con la massima concentrazione su applicazioni e mercati più profittevoli e uno sguardo attento alle maggiori opportunità ancora inespresse o potenziali. La Direzione generale, Marketing e Commerciale ha quindi deciso, a dicembre 2004, di adottare una strategia basata sulle competenze, semantizzate per ogni settore merceologico prescelto. Si è voluto dare priorità e rilievo alle competenze tecnologiche e applicative all’interno di un cluster di mercato, comunicando con lo stesso linguaggio dei clienti che popolavano quel settore. Attraverso un’analisi accurata di data mining sono stati selezionati i segmenti più profittevoli e sono stati assemblati i seguenti cluster di settori merceologici omogenei: istituti finanziari e assicurazioni, Ict e alleanze, prodotti per la persona, prodotti per la casa, idrocarburi, alimentare, lattiero-caseario, torrefazioni caffè e vending. 25 Ognuna di queste 8 ASA (Area Strategica d’Affari) (Scott, Sebastiani, 2001) rappresenta una divisione aziendale, formata da un responsabile commerciale, da uno a quattro venditori, un responsabile tecnico e vari project manager. L’obiettivo di queste squadre è di presidiare strettamente i mercati verticali a loro assegnati per sviluppare il business Aton in questi specifici settori. Un’attività molto focalizzata volta a conseguire velocemente diversi risultati: − replicare quanto più possibile esperienze, prodotti, soluzioni già disponibili; − far crescere i profitti delle attività già avviate negli anni scorsi grazie ad una maggiore sicurezza e conoscenza del mercato, dei clienti, dei prodotti; − migliorare la visibilità e il branding Aton grazie a numerose azioni concentrate sulle aziende di settore scelte nel data base di marketing; − accrescere il numero di trattative aperte e il conseguente forecast di vendita; − migliorare le performance di buon esito delle nuove trattative contro la concorrenza, aumentando anche gli indici di profitto nei nuovi contratti; − ampliare la percentuale del budget di spesa ICT raccolto da Aton presso i suoi clienti rispetto al passato, grazie a nuovi servizi e prodotti che estendono la gamma delle opportunità loro offerte; − creare un sistema costante di ascolto e osservazione dei clienti per raccogliere le loro necessità e i loro desideri, utili per migliorare i prodottiservizi esistenti e per realizzarne di completamente nuovi; − concentrare il knowledge aziendale di settore per facilitare la testimonianza e la replica delle esperienze di successo in tutta Italia. La base di partenza ed i target sono stati assegnati valutando tutte le soluzioni Aton già vendibili per ogni ASA, estraendo i dati relativi ai clienti attivi, al fatturato e al profitto da loro generato negli ultimi due anni, e al numero e dimensioni dei prospect (clienti potenziali) esistenti. Il target per la prima volta è stato definito in un ammontare di profitti, piuttosto che nel tradizionale ammontare di ordini-fatturato. Questo ha reso i venditori estremamente responsabili e attenti alle scelte fondamentali. Cosa vendere? A chi? Come? Che fare per guadagnare di più? E quindi: come impiegare più proficuamente il proprio tempo? Le risposte a queste domande sono sostenute anche dal controllo di gestione delle commesse, che sarà analizzato nei prossimi capitoli. 26 La previsione è di conseguire un buon livello di efficienza del nuovo modello di business entro la fine del 2005, anno che sarà impiegato per metabolizzare il cambiamento, oliare tutti i meccanismi aziendali, gestire i passaggi di consegne, acquisire le conoscenze e le competenze specifiche di settore. L’unico inevitabile aspetto negativo di questo sistema è rappresentato dall’ampliamento delle zone seguite da ogni venditore, con il passaggio da una precedente responsabilità trasversale su tutti i settori in un territorio localizzato, ad un indirizzamento ora più focalizzato su pochi settori, ma in un macro-territorio più vasto. Anche questo cambiamento è stato fortemente influenzato dall’integrazione dei valori guida. Questi alcuni esempi: Passione: il senso di appartenenza all’azienda è fondamentale per accendere la passione e tutte le energie che questo sentimento scatena. È per questo che definire accuratamente le regole del gioco (la diversa strategia di marketing per ogni ASA), la composizione della squadra (il team per ASA) e il campo di gioco (il data-base dei clienti acquisiti e potenziali) pone le migliori condizioni affinché le persone possano appassionarsi e battersi con tutte le loro energie e risorse per vincere le loro partite. Fiducia: è un obiettivo da conseguire soprattutto nei confronti dei clienti. Presentarsi con un team specializzato, mirato allo specifico settore e sorretto dall’impegno e dagli investimenti aziendali, favorisce l’acquisizione della fiducia da parte dei clienti target. Il successo più importante a cui aspirare è il passa parola tra aziende clienti e potenziali, meccanismo che dovrebbe attivarsi con maggiore facilità in un contesto di fiducia applicato ad un mercato ben preciso. Tempo: è importante sia nel senso del time management, soprattutto operando in territori molto vasti, sia in quello del time to market, molto più veloce grazie alle azioni focalizzate che consentono di controllare, anticipare e pianificare il soddisfacimento delle esigenze del mercato. La roadmap del piano di sviluppo dei software ONxxx dà visibilità ai commerciali, e quindi ai clienti, dello scheduling dei rilasci delle nuove funzioni dei prodotti Aton, dimostrando con chiarezza e in concreto la crescita del valore specifico offerto ad ogni singolo cliente. Innovazione: è la bussola che insieme all’ascolto dei bisogni dei clienti orienta la roadmap di ONxxx e in generale lo sviluppo Aton. Innovazione come 27 differenziale competitivo, che verrà man mano accresciuto nella concentrazione delle risorse e delle attività per segmento merceologico. Ogni nuovo cliente sarà un’esperienza in più nell’ascesa della forza concorrenziale. L’innovazione è intesa anche come capacità consulenziale da parte del team ASA di entrare nei processi aziendali per guidarne la revisione e il miglioramento, grazie alla conoscenza specifica di molte aziende di simili merceologie, caratteristiche e problematiche. Relazioni: il team ASA offrirà i suoi servizi e prodotti ad aziende con necessità omogenee, seppur tra loro spesso concorrenti. La capacità di stabilire relazioni proficue all’interno di queste comunità è un fattore chiave. Un valore da seminare e coltivare anche all’interno, dove le relazioni sono particolarmente importanti nel creare gruppo nel team ASA, in un rapporto di piena fiducia. Il cambiamento delle ASA è stato realizzato grazie all’applicazione convergente dei valori guida e dei principi fondamentali del marketing moderno: - segmentazione del mercato: scelta dei settori merceologici più interessanti e strategici, selezione delle aziende target, identificazione degli interlocutori ideali (vedi campagne di cross marketing a pagg. 45-49); - differenziazione dell’offerta: selezione dei prodotti-servizi più competitivi per efficacia, competenza, redditività e originalità (vedi carta dei servizi a pagg. 21-23). Caratterizzazione guidata dall’insieme dei valori dall’innovazione (nuove opportunità tecnologiche), tempo (velocità di reazione agli stimoli dei clienti e di realizzazione dei nuovi prodotti; massime prestazioni funzionali e di servizio), relazioni (approccio cooperativo nel workflow delle commesse, in particolare con AtonLab), fiducia (servizi di outsourcing e ASP - Application Service Providing, nei quali i clienti terziarizzano aspetti critici e di estrema riservatezza come i dati sui propri clienti e vendite), passione (nella ricerca e sviluppo da parte del team R&D dedicato all’applicazione creativa delle nuove frontiere dell’ICT); - posizionamento del brand: l’integrazione delle strategie d’offerta, della comunicazione, della segmentazione di mercato e della ricerca e sviluppo dei reparti tecnici sono la via più sicura per consolidare una proficua collocazione sul mercato. I clienti devono poter riscontrare una linea 28 conduttrice, un minimo comun denominatore, che caratterizza tutti i loro punti di contatto con Aton. Un insieme di esperienze orientato dai valori guida che trasmette e rende percepibili, in via diretta o semantica, i contenuti etici fondanti dell’impresa. Dall’esperienza vissuta durante il primo contatto commerciale alle successive necessità di assistenza, dalla reputazione tramandata per passa parola alla comunicazione quotidiana, dalla gestione delle commesse a quella delle emergenze, dalla risposta del centralino telefonico all’”aria che si respira” nella visita agli uffici (Aaker, 1997). Tutti momenti che attraverso le emozioni provate nel contatto con la marca consolidano l’habitat Aton e creano il valore del brand nei clienti, che devono potersi riconoscere e sentirsi perfettamente a proprio agio, senza distonie o malintesi (Codeluppi, 2001). La chiarezza del posizionamento del marchio e dell’offerta, i valori che guidano le decisioni e i comportamenti gestionali, la forma e i contenuti della comunicazione, consentono la costruzione di una reputazione forte per distinguersi stabilmente dalla massa indifferenziata dei concorrenti. 29 4. Un modello organizzativo basato sui processi Obiettivo di questo capitolo è analizzare l’applicazione dei valori guida al cambiamento organizzativo e alla gestione delle commesse. La riorganizzazione interna, secondo un modello basato sui processi, ha rappresentato un elemento imprescindibile per la crescita aziendale, reso necessario dalla continua evoluzione del mercato in cui Aton opera. 4.1 I valori guida nel cambiamento organizzativo e nella ridefinizione dei ruoli Nel corso di questo progetto di cambiamento si è reso necessario un adeguamento della struttura organizzativa, re-ingegnerizzandola a fondo per renderla più flessibile e veloce, in sintonia con l’evoluzione dei mercati. L’obiettivo che ci si è posti è stato quello di passare da un’impostazione prevalentemente gerarchico-funzionale ad una nuova organizzazione per processi, basata prevalentemente sulle competenze. Tale cambiamento è la risposta alle esigenze dei clienti, alla pressione della concorrenza, alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. L’organizzazione derivata dai principi tayloristici del lavoro poteva funzionare, pur se con sempre maggiori difficoltà, in mercati stabili, dove i prodotti, i clienti, i fornitori mantenevano una certa prevedibilità (Grant, 1999; Invernizzi, 2000). Il Mobile e Wireless Computing è, all’opposto, uno dei mercati più dinamici al mondo: una nuovissima frontiera che corre alla velocità delle onde radio e di Internet. La info-mobilità è oggi pervasiva ed enormi investimenti si muovono in ricerca e sviluppo nel tentativo di imporre nuovi standard 30 tecnologici (Shapiro, 1999). Gli scenari quindi cambiano giorno per giorno e l’innovazione è al contempo un valore guida competitivo di Aton, ma anche un rischio da controllare. Impossibile affrontare queste sfide con una rigida struttura gerarchica e routine organizzative predefinite. Il limite di questo approccio si evidenziava sempre più frequentemente perchè la pura applicazione delle norme portava a buon fine un numero sempre minore di commesse: la maggior parte s’incagliavano perché qualche meccanismo s’era inceppato. Di solito si trattava di un evento imprevisto che metteva in crisi l’avanzamento della commessa. Da qui l’obbligo di una revisione organizzativa che potesse attivare l’imprenditività delle persone. L’alleggerimento normativo e l’aumento della complessità dello scenario poteva così essere compensato da una maggiore intraprendenza e responsabilizzazione dei singoli, al fine di superare gli ostacoli e di conseguire il risultato finale complessivo. Ancora una volta l’approccio è stato progressivo ed è stato avviato dalla Direzione con il concepimento del progetto e la definizione delle linee guida dei principali processi di business. In una prima fase sono stati descritti e rappresentati graficamente i workflow (un esempio nella FIGURA 4.1) per favorirne la comprensione, si è successivamente convocato il management per la messa a punto e la validazione finale, per arrivare infine all’attivazione e realizzazione coinvolgendo tutto il personale attraverso la comunicazione a cascata con riunioni e workshop. Nell’ambito del lavoro sull’organizzazione si sono introdotti dei concetti nuovi, quali il rapporto interno cliente-fornitore, i quattro quadranti del processo di gestione dei clienti, la partecipazione di team nel compimento del workflow (Winograd, Flores, 1987), Questi tre esempi sono significativi per capire la portata del lavoro svolto, la difficoltà nell’introdurre concetti così nuovi e relativamente astratti, e il grande cambiamento introdotto in un’organizzazione ormai da tempo consolidata. 31 FIGURA 4.1: Organigramma del processo della commessa Onxxx 4.1.1 Rapporto cliente-fornitore interno Prima del cambiamento organizzativo in Aton la definizione “rapporto cliente-fornitore” non era gradita nemmeno per descrivere le relazioni con i clienti, essendo considerata sinonimo d’interesse di parte. Si era sempre cercato di creare con i clienti (e anche con i fornitori) un rapporto più elevato e armonioso, cercando una partnership, un rapporto umano, una confidenza per fidelizzare le relazioni. Questi nobili intenti hanno però influenzato e talvolta snaturato rapporti che comunque dovevano rispondere a criteri oggettivi: un committente e un commissionario devono accordarsi in modo chiaro su cosa l’uno necessita e cosa l’altro gli può fornire. Amicizia, simpatia e altri alti sentimenti possono ovviamente arricchire il rapporto professionale, ma non sostituirlo: di fondo rimane un patto che deve essere rispettato. Un cliente che spiega di cosa ha bisogno, un fornitore che deve capire bene cosa fornire, una negoziazione tra le parti e un contratto che descrive puntualmente l’oggetto dell’accordo. 32 Questo è un concetto universale, che vale sia all’esterno con clienti e fornitori, sia all’interno tra collaboratori o tra reparti. Superare il pregiudizio verso il rapporto cliente-fornitore non è stato facile, e sembra che questa modalità non sia ancora del tutto applicata. Lo stesso ruolo del cliente e del fornitore sembrano non essere del tutto chiari o quanto meno non sono sempre applicati adeguatamente: − il cliente deve spiegare bene quello che vuole e deve verificare che il fornitore abbia capito e assimilato perfettamente il tutto prima di assegnare la commessa; − il fornitore deve ascoltare con attenzione, chiedere chiarimenti ove necessario, e verificare se quanto ha capito corrisponde ai desideri del cliente. Se permangono aspetti dubbi, il fornitore deve esigere il completamento e l’approfondimento prima di accettare la commessa e procedere. Le incomprensioni in questa sinapsi sono fonte della maggior parte dei problemi nelle organizzazioni e nei progetti complessi. Troppo spesso il tempo ridotto dedicato a questa delicata fase e la presunzione di aver capito tutto prima del necessario comportano dei risultati insoddisfacenti. In questi casi il cliente deve respingere la commessa al fornitore chiedendogli che sia corrispondente a quanto richiesto. Se il fornitore invece ha consegnato esattamente quanto richiesto dal cliente deve essere in grado di dimostrarlo. Nell’informatica progettuale queste dialettiche sono estremamente frequenti e articolate. 4.1.2 Il processo di gestione della commessa È apparso immediatamente chiaro ai manager Aton che il processo delle commesse di vendita sviluppato su quattro quadranti (richiesta, negoziazione, erogazione e feed-back) corrispondeva solo in parte alla pratica reale. Soprattutto la prima e l’ultima fase erano poco sviluppate, mentre preponderanti erano la negoziazione e l’erogazione. La sottovalutazione dell’analisi delle richieste dei clienti, però, ha influito nella determinazione delle offerte, mettendo spesso in difficoltà la corretta continuazione del flusso. La mancanza di un feed-back strutturato finale, inoltre, ha abbandonato alla pura spontaneità sia l’ascolto del cliente, sia la raccolta di informazioni e di 33 esperienze. Entrambi sono aspetti importanti per il miglioramento di Aton e per rilanciare il rapporto con i clienti sulla base di nuove necessità intercettate in questa fase. Il processo circolare offre grandi opportunità di rimettere in azione il rapporto con i clienti a partire dalla commessa appena conclusa, grazie alla relazione che si è stabilita lavorando fianco a fianco, e alle conoscenze, approfondite e aggiornate, ottenute sulla situazione del cliente. L’esplicita definizione scritta e grafica di tutti i passaggi presenti in ogni principale processo ha poi aiutato a comprendere e ridisegnare i processi. Questa analisi, che è stata fatta dai GX in diverse giornate di lavoro, ha fatto emergere lacune e ridondanze nell’organizzazione precedente, che sono state discusse e superate nella progettazione dell’architettura definitiva dei workflow. È stato anche rilevato un consistente ulteriore potenziale di miglioramento, da ricercare in un secondo momento, dopo la piena messa a regime della prima fase che richiederà l’impegno per tutto il 2005. 4.1.3 L’importanza del team nel workflow Stringere i bulloni alle ruote di un auto e contribuire personalmente al trionfo Ferrari nel Campionato mondiale di Formula Uno sembrano due attività radicalmente diverse. E invece sono esattamente lo stesso lavoro, solamente vissuto e descritto in modo diverso. Il senso di appartenenza, la visione completa del progetto, il coinvolgimento emotivo e psicologico che un’azienda può dare ai suoi collaboratori sono aspetti importanti. Il workflow offre un’opportunità in più per riuscirci. Da un’organizzazione prescrittiva, dove la mansione era prevista nel dettaglio da precise norme da rispettare imposte dall’alto e l’interlocutore primario era il capo, si è passati oggi ad una realtà molto più aperta e destrutturata, dove ognuno può dare il proprio contributo migliorativo (Rutelli, 2001). Molto più simile e compatibile con l’habitat in cui Aton vive e compete. La possibilità di avere una visione completa del risultato da ottenere e delle parti in gioco con i propri ruoli, la definizione chiara dei fondamenti che reggono il gioco di squadra attraverso i rapporti cliente-fornitore, la definizione di obiettivi di risultato personali all’interno di quelli di squadra e aziendali, il riconoscimento di premi misurati sul conseguimento degli 34 obiettivi, sono alcuni degli elementi che spingono le persone al cambiamento e a dare il loro migliore contributo nella nuova Aton. In questo modello la comunicazione è fondamentale per far comprendere e raccogliere consenso attorno al progetto. Comunicazione sviluppata in varie modalità: riunioni interpersonali, riunioni a piccoli gruppi, di reparto e convention aziendali, e-mail, telefonate, supporti cartacei o digitali, sotto forma di testo e grafica. Ogni possibile opportunità è stata utilizzata in funzione di ogni specifica necessità. Nel change management e nella riduzione della struttura burocratica di sostegno, un ruolo particolarmente importante hanno svolto ancora una volta i valori guida, soprattutto come orientamento nell’incertezza. Affrontando sempre più spesso nuove esperienze, nuove situazioni, decisioni inedite, il lavoro diventa sempre più complicato e impegnativo. Il migliore supporto alle persone è allora una buona bussola con l’indicazione della direzione da prendere e delle regole base da rispettare. I valori guida sono la bussola per arrivare insieme a destinazione, tutto il resto o è già scritto, o è nella libera facoltà, buon senso ed esperienza del singolo attore. 4.1.4 L’evoluzione del rapporto azienda-lavoratore Per consentire alle persone di esprimere al meglio il loro potenziale, in accordo con le necessità di un’organizzazione complessa come quella di Aton, sono stati decisi diversi interventi concreti. Il mandato che l’azienda assegna ai suoi collaboratori non doveva più essere prevalentemente gerarchicofunzionale, ma era necessario stimolare una maggiore autonomia, imprenditività e responsabilità nelle persone per far fronte in modo flessibile alle nuove necessità indotte dai cambiamenti. Si è perciò deciso di sostituire il mansionario di ogni figura professionale con un’assegnazione di responsabilità e obiettivi e si è definito un profilo delle competenze possedute e di quelle richieste per svolgere al meglio il nuovo mandato. È stato quindi preparato un piano di formazione ad personam per sviluppare le competenze carenti o per potenziare quelle più importanti al fine di rinforzare la specifica professionalità relativamente ad ogni singolo ruolo. Il colloquio di valutazione individuale (Rutelli, 2001) viene effettuato due volte all’anno: uno fondamentale all’inizio dell’esercizio e uno di verifica a 35 metà percorso. Nell’ambito del colloquio vengono confrontati gli obiettivi con i risultati ottenuti e analizzata la situazione, raccolte idee, scambiati suggerimenti. Viene verificato lo sviluppo professionale delle competenze e dei valori guida e infine discussa la percentuale di soddisfazione e il relativo eventuale premio economico per il rendimento. La seconda fase del colloquio si rivolge al futuro: eventuali variazioni di ruolo, evoluzione delle competenze, piano di formazione, obiettivi per l’anno a venire. A partire dalla definizione dei ruoli, passando per gli obiettivi, la formazione e la valutazione finale, si è creato attraverso i GX un patto tra Aton ed ogni suo collaboratore volto a conseguire il successo su tre piani: individuale, di reparto e aziendale. Il tutto visto in un’ottica di workflow, per il conseguimento del migliore risultato complessivo della squadra nel suo insieme. Negli obiettivi, nella formazione e nelle valutazioni il punto di riferimento sono i valori guida: in questo modo essi trovano modo di radicarsi con efficacia nella gestione aziendale. Gli obiettivi e i momenti di valutazione sono elementi di grande importanza per i professionisti e anche in Aton sono uno degli strumenti più efficaci di guida e di verifica dell’organizzazione e delle persone che la compongono. I colloqui di valutazione sono molto sentiti e possono avere conseguenze importanti come ad esempio miglioramento del morale delle persone, rettifiche organizzative e di ruoli, promozioni e premi speciali, nascita di nuove iniziative. All’interno delle schede di valutazione professionale è prevista all’impiego dei valori una parte espressamente dedicata alla presenza e guida, personalizzata individuale/ruolo. 36 per ogni situazione FIGURA 4.2 Scheda di valutazione professionale 37 4.2. I valori guida nella gestione delle commesse: prima e dopo l’intervento A metà dell’anno 2004 si è spostata l’attenzione sul trend dei risultati economici dell’azienda e sul sentiment dei GX. Dopo tre anni di pesante crisi del mercato informatico, seguita alla precedente lunga crescita sostenuta dall’anno 2000, dall’avvento dell’Euro nel 2002 e dal boom di Internet, gli investimenti ICT in Italia non accennavano a riprendere. I risultati delle aziende del comparto sono stati fortemente penalizzati dal 2002 in poi e anche Aton ne ha in parte risentito, passando per la prima volta attraverso un calo del fatturato e della redditività. Nello stesso momento ci sono state delle ricadute anche sul clima interno, soprattutto sulle parti più deboli e meno partecipi ai valori Aton. In questo contesto macroeconomico, la realtà specifica di Aton viveva un momento di difficoltà nel far fronte con buona volontà, ma scarsa pianificazione, agli impegni sempre più importanti, complessi e costosi che i clienti le commissionavano. Aton, grazie alla sua crescente massa critica, alla sua reputazione e alle sue competenze, iniziava con successo a puntare alle grandi multinazionali e ai grandi progetti, ma il lavoro era ancora organizzato internamente in modo inadeguato, da impresa artigianale. Molti ordinativi non portavano profitti e alcuni clienti iniziavano a dare segni di insofferenza per il livello di servizio ricevuto. La risposta del management, aiutato dalla consulenza, è stata l’introduzione del controllo di gestione delle commesse. Si è deciso quindi l’avvio di un’analisi preliminare per definirne i termini, gli obiettivi, le risorse per conseguirli, fissando nel primo gennaio 2005 la data di start up effettivo. L’iniziativa ha consentito di ottenere molti benefici: aumentare la profittabilità delle commesse, diminuirne il rischio, stabilire con la massima chiarezza il patto stabilito tra i clienti, Aton, e le risorse coinvolte; monitorare attentamente lo stato di avanzamento dei lavori, anticipando eventuali problematiche; comunicare meglio al fine di rendere più efficiente il lavoro di tutti; mantenere il contatto costante con i clienti e creare legame ed empatia. La messa a punto di un budget aziendale con l’indicazione delle giornate di lavoro dei tecnici allocate per le varie tipologie di attività ha chiarito cosa l’azienda si aspetta dalle sue persone. Definendo per tutti i tecnici performance e obiettivi di redditività sotto forma di tempo dedicato alla 38 produzione si è favorita la concentrazione dei collaboratori sulle attività più proficue in rapporto al loro ruolo. Lo stretto controllo sulla commessa da parte dei Project Manager e degli Account Manager garantisce il buon esito della stessa, la soddisfazione dei clienti, la redditività dei lavori e il knowledge management di ogni nuova esperienza specifica. Ancora una volta i valori guida hanno contribuito al successo di un’iniziativa che portava con sé il rischio del rigetto. In un clima di tipica contrapposizione tra maestranze e azienda l’introduzione del controllo delle commesse sarebbe stato visto come una forma repressiva di controllo, oltre che un ulteriore appesantimento burocratico, e quindi osteggiata. In Aton invece manager e collaboratori hanno subito aderito di buon grado al progetto, consci che era un passaggio fondamentale per mettere chiarezza e dare solidità professionale al lavoro di tutti. Era diffusa la convinzione che la carenza nella gestione dei progetti nuovi e complessi fosse un elemento di grave rischio sia per i risultati economici sia per la soddisfazione degli stakeholder. Una gestione accurata delle commesse avrebbe potuto anche produrre moltissime informazioni utili al marketing e alle vendite. Al primo avrebbe permesso di mettere a fuoco le aree di mercato più profittevoli a cui indirizzare le offerte, e il modo vincente per farlo. Al commerciale serviva per avere l’opportunità di avvicinarsi al cliente, conoscerlo a fondo, acquisire la sua fiducia e nuove commesse. Inoltre la conoscenza così approfondita delle realtà dei clienti, e dei benefici che Aton aveva apportato, poteva consentire un efficace approccio consulenziale ad altre aziende similari. 39 5. Lo sviluppo delle relazioni con i vari stakeholder In questo capitolo vengono presentate tutte le attività e le iniziative volte a promuovere relazioni con i diversi stakeholder di Aton: i clienti, i collaboratori, i fornitori, le comunità locali, i mass media. Vengono analizzati gli strumenti di comunicazione impiegati, dalle relazioni media alle campagne cross-marketing agli eventi e le iniziative di responsabilità sociale, inseriti in un piano di comunicazione che non si pone come obiettivo quello di migliorare l’immagine aziendale, ma è orientato a costruire una reputazione solida e duratura. 5.1 L’integrazione tra azioni e comunicazione per costruire la reputazione La gestione etica dell’azienda deve confrontarsi con il grande tema della coerenza. I mezzi di comunicazione possono contribuire a costruire un’immagine positiva di un’organizzazione, ma il successo vero e duraturo non può essere conseguito solo con il sostegno della comunicazione. L’immagine comunicata non può reggere a lungo se non rappresenta correttamente la realtà. Prima o poi i limiti della dicotomia tra essere e apparire sono reputazione, destinati fondata inesorabilmente sui a comportamenti emergere. e sulle Solo azioni una solida compiute dall’organizzazione (Fombrun e Rindova, 1996; Balmer e Gray, 1999), resiste al tempo e al peso del successo e può sostenere nel lungo periodo una comunicazione efficace. Le contraddizioni tra l’apparire in un modo e l’essere in un altro renderanno prima o poi la comunicazione falsa e controproducente: 40 sostituire l’obiettivo della costruzione dell’immagine con quello del governo della reputazione rappresenta quindi uno dei principali obiettivi delle attività di comunicazione di un’azienda etica (Invernizzi, 2004). Per questi motivi, in particolare per un’azienda attenta alle proprie responsabilità sociali, è necessario che la comunicazione, interna ed esterna, sia coerente e realistica rispetto alla propria realtà specifica. Aton quindi ha deciso di sviluppare la propria comunicazione fondandola sul proprio knowledge e sui propri aspetti caratterizzanti, a partire dai case histories. L’impiego dei casi aziendali più interessanti è stato considerato come il modo migliore per spiegare cosa Aton fa, per dimostrare con i fatti le sue capacità innovative, per sostenere il proprio marchio affiancandolo a quello di aziende importanti e molto più note, per indurre altri clienti all’identificazione con le aziende leader per cui Aton ha inventato delle nuove realizzazioni. I progetti scelti per stendere dei case histories sono selezionati tenendo in considerazione soprattutto i seguenti aspetti: notorietà del cliente; sua soddisfazione e disponibilità; dimensione, benefici e innovazione della commessa; possibilità di replicarlo e dimensioni del mercato di destinazione; visibilità e valore aggiunto di Aton. La decisione di puntare sui case histories è utile all’interno per assicurarsi la comune conoscenza dei principali progetti realizzati dall’azienda e all’esterno per destare interesse e curiosità attraverso quotidiani e riviste di settore. La loro pubblicazione è solitamente gratuita e consente all’azienda di esprimere in modo esteso il significato di quanto realizzato: perché il cliente ha fatto tale investimento, perché ha scelto Aton, che problemi ha dovuto affrontare, quali risultati in concreto ha ottenuto. Le prime questioni affrontate, in relazione al potenziamento della comunicazione esterna, sono state la scarsa visibilità di Aton, il suo mercato polverizzato in tante piccole nicchie, la vastità e la complessità dei progetti attuati e da realizzare, la difficoltà di identificare il target, i media ideali per veicolare le proprie esigenze e, infine, l’esiguità del budget a disposizione. Alla luce di questa analisi è stata effettuata una severa selezione degli strumenti di comunicazione, che ha portato ad escludere: la pubblicità tradizionale, ritenuta troppo costosa, dispersiva e poco efficace (Codeluppi, 2001; Godin, 2002); le fiere di settore, oramai pressoché svuotate di senso 41 dall’avvento dell’era di Internet; il tele-marketing e i mailing tradizionali; le sponsorizzazioni. Si è scelto pertanto di privilegiare un mix di azioni integrate, incentrate sui case histories, vero pivot della comunicazione Aton. CASO AZIENDALE IL CLIENTE Bassetti è l'azienda più nota in Italia di biancheria e tessile per la casa: vanta oltre 170 anni di esperienza nel settore e più di 400 dipendenti negli oltre 100 negozi diretti e in franchising presenti su tutto il territorio nazionale. Distribuisce le sue collezioni in Europa tramite le 8 reti di vendita (Francia, Germania, Svizzera, Austria, Belgio e Lussemburgo, Spagna, Portogallo, Slovenia e Croazia) ed esporta in tutto il mondo promuovendo il valore del made in Italy, sinonimo di eleganza e di qualità. L'innovazione e l'attenzione al mercato sono le linee guida dell’attività di Bassetti. Dietro alla realizzazione di ogni collezione c'è tecnologia. Ogni fase di ideazione, di sviluppo e di produzione, dal disegno, alla variatura di colore, dalla confezione alla gestione del magazzino, si avvale di strumenti informatici innovativi. Informazioni tratte da: www.bassetti.it L’ESIGENZA Bassetti si è rivolta ad Aton per automatizzare la propria rete commerciale tedesca attraverso un sistema di raccolta ordini rapido ed efficace, in grado di ridurre il margine di errore nell’inserimento dei dati. La soluzione proposta doveva essere semplice ed affidabile, strutturata in modo da non richiedere supporto tecnico in loco: la sede tedesca infatti è costituita solo da commerciali e non ha un responsabile IT al suo interno. LA SOLUZIONE Per rispondere alle esigenze di Bassetti, Aton ha proposto ONsales, applicativo che si distingue da anni nel mercato del mobile computing per la facilità e la versatilità d’uso grazie alla funzione di riconoscimento della scrittura. ONsales si compone di un Middleware, Starnet Sales, residente nella sede italiana, e da una serie di Client, installati nei portatili dei commerciali, che si collegano via GSM alla sede. Ogni agente dispone di una stampante a getto d’inchiostro con cui può rilasciare immediatamente al cliente copia dell’ordine effettuato. Grazie a tale soluzione il commerciale è sempre più concentrato sull’attività di vendita e sul rapporto con i propri clienti. Visti i risultati raggiunti, prima della conclusione del progetto di automazione della rete tedesca, avviato nel 1999, Bassetti ha deciso di automatizzare anche la piattaforma svizzera e successivamente, nel 2004, la rete vendita presente in Francia. In Germania e in Svizzera i moduli Client in dotazione sono i Fujitsu, modello Stylistic 600, con piattaforma pen computer, in cui è stata installata una prima versione dell’applicativo ONsales; in Francia sono invece presenti dei Pen Tablet PC Fujitsu/Siemens, modello Stylistic ST 4120, di produzione più recente, in cui è installata la nuova versione di ONsales. 42 L’esigenza principale che si è posta dopo l’automazione della rete commerciale francese è stata quella di far dialogare le due versioni dell’applicativo presenti nei diversi paesi con un unico middleware, installato in sede. L’obiettivo di Aton era quello di preservare l’investimento effettuato dal cliente senza dover rinnovare il parco macchine della rete vendita tedesca e svizzera. La soluzione proposta garantisce oggi la gestione contemporanea delle periferie dei diversi paesi. Le principali personalizzazioni presenti nell’applicativo in uso dalla forza vendita della rete tedesca e svizzera sono state riportate anche nella nuova versione elaborata per la Francia: − stampa promemoria di trasmissione, che garantisce al commerciale la possibilità di stampare alla fine di ogni giornata gli ordini trasmessi; − visualizzazione e stampa del portafoglio clienti, che permette al commerciale di conoscere in ogni momento lo stato dell’ordine; − scontistica di chiusura ordine in base alle modalità di trasporto e di pagamento selezionate dal commerciale; − differenziazione per lingua, dati e condizioni di vendita in base alla nazionalità, che richiede l’interfacciamento e la gestione di più piattaforme in contesti e lingue diverse. La personalizzazione più interessante introdotta nel nuovo applicativo è la possibilità di gestire diverse tipologie di anagrafica cliente sulla base del ruolo che ricoprono nel ciclo di vita dell’ordine: cliente che emette l’ordine, destinatario della merce, cliente di fatturazione, cliente pagatore. Un servizio attivato in Francia per avviare velocemente il progetto di automazione della rete commerciale, è l’Help Desk che fornisce agli agenti assistenza tecnica in lingua e ha consentito la riduzione esponenziale dei tempi di apprendimento durante la quotidiana operatività. VANTAGGI La soluzione proposta da Aton a Bassetti consente di: Preservare l’investimento effettuato dal cliente che non ha dovuto rinnovare il parco macchine presente nella rete vendita tedesca e svizzera per uniformarlo al distributore francese. - Ottenere una maggiore efficacia delle vendite, grazie alla coerenza fra le strategie/politiche commerciali e le scelte applicate sul campo. - Migliorare la qualità della relazione con il cliente grazie ad una soluzione mobile che funge da supporto alle decisioni dell’agente nel punto esatto di contatto con il cliente. - Ottimizzare le risorse umane grazie all’eliminazione della fase manuale di inserimento degli ordini e alla maggiore rapidità ed efficacia nella registrazione. - Sgravare i sistemi informativi aziendali dalle richieste di assistenza degli agenti e dedicarsi ad attività strategiche per l’azienda, grazie alla terziarizzazione del servizio di help desk. - LA PAROLA AL CLIENTE " La soluzione Aton ha creato maggiore coesione tra la sede centrale e la forza vendita, ottimizzando la programmazione della produzione. Tutto ciò si traduce in aggiunta di valore alla catena produttiva e commerciale e nel miglioramento del servizio reso al cliente." Dott. Chiodini - Responsabile Sistemi Informativi 43 Gli strumenti di comunicazione scelti sono stati: Relazioni Pubbliche: Per accrescere la propria visibilità sul mercato Aton ha deciso di valorizzare i suoi aspetti caratterizzanti, come la gestione etica, la capacità di innovazione e le competenze distintive, i clienti e i case histories realizzati, attraverso le attività di media relations. La collaborazione con una società di professionisti di relazioni pubbliche ha consentito di superare i limiti dell’azione spontanea del reparto marketing interno e di rendere più efficaci le relazioni con i media, garantendo continuità nella pubblicazione di articoli, interviste e speciali su Aton. Grazie all’analisi di notiziabilità, realizzata con il supporto della consulenza, sono stati selezionati non tanto gli aspetti ritenuti più importanti da Aton, quanto quelli che avrebbero maggiormente destato interesse nei lettori potenziali clienti, valutando di volta in volta la scelta in funzione del media di destinazione, o scegliendo i media in funzione delle caratteristiche dell’argomento da veicolare. I temi sinora maggiormente apprezzati dalla stampa sono stati l’acquisizione di Infos, un’importante azienda concorrente, lo sviluppo all’estero con l’apertura di una nuova sede a Madrid, la partecipazione all’iniziativa “M’illumino di meno” di RAI2 riguardante il rapporto tra impresa e rispetto dell’ambiente, la possibile futura quotazione in Borsa, i corsi motivazionali, la tecnologia RF-ID. In breve tempo sono stati raggiunti risultati importanti, con pubblicazioni su quotidiani nazionali (Il Sole 24 Ore, Corriere della Sera) e locali (Tribuna di Treviso), testate economiche (Finanza Mercati Sette, Economia - inserto economico del Quotidiano Nazionale), riviste di settore (Linea EDP, Wireless). Il piano media prevede nei prossimi mesi la pubblicazione dei case histories non ancora proposti ai giornalisti e il monitoraggio degli speciali o dei dossier che le testate periodicamente programmano. Una pianificazione adeguata consente infatti di prenotare e concordare la partecipazione, soprattutto nelle indagini riguardanti gli argomenti più vicini ai valori, agli obiettivi e al business di Aton. 44 Campagne cross-marketing di settore Uno degli strumenti impiegati per acquisire maggiore visibilità nel mercato di riferimento di Aton è rappresentato dalle campagne marketing realizzate per settore merceologico (industria alimentare, lattiero-caseario, torrefazioni caffè e vending, abbigliamento e prodotti per la persona, prodotti per la casa, istituti bancari ed assicurazioni, idrocarburi). Grazie all’analisi degli studi e delle tendenze di mercato, delle normative e dei feed-back commerciali sono stati individuati i settori strategici su cui concentrare maggiore attenzione: bevande; gelati e surgelati; caffè; abbigliamento; prodotti per la casa. Il modello prescelto segue le logiche del marketing 1to1 con l’obiettivo di identificare abitudini, preferenze e necessità dei clienti, differenziare l’offerta per valore ed esigenze, interagire creando la giusta relazione e comunicazione, personalizzare il linguaggio e i prodotti. Gli strumenti di comunicazione impiegati sono: una cartolina (mailing diretto, vedi FIGURA 5.2), un’edizione speciale di AtoNews (house organ aziendale) e un’area internet riservata (www.aton.it/onxxx), che rappresenta il fulcro della campagna. Tutti gli strumenti sono coordinati per veicolare il valore di Aton in quello specifico settore merceologico. L’area riservata è motivo di attrazione per il target e rappresenta lo strumento interno di verifica sull’andamento: i visitatori accedono tramite un codice univoco presente nella cartolina, che consente il monitoring sull’efficacia della comunicazione. Atonews Target Cartolina Feed back Visita Sito www.aton.it/ onxxx FIGURA 5.1 Modello delle campagne cross-marketing di settore La campagna marketing si realizza in stretta collaborazione con la rete vendita che deve svolgere un’attività commerciale (per un periodo di 60-90 45 giorni) per massimizzarne i risultati e identificare in breve tempo le opportunità. FIGURA 5.2 Due esempi di cartolina per campagne cross-marketing: settore abbigliamento e settore bancario Ogni campagna viene pianificata seguendo un format predefinito: Obiettivo È la necessità di affermare in modo forte il carattere unico dell’azienda: per contenuti, esperienze, valori, capacità di essere all’avanguardia rispetto alla concorrenza. Aton si propone di entrare nel top of mind delle prime 100 aziende presenti in Italia per ogni settore selezionato nelle ASA per quanto riguarda progetti di supply chain (logistica, reti vendita, tentata vendita). Gli Interlocutori: definizione TARGET e CONSUMER INSIGHT Gli interlocutori veramente importanti per Aton sono i decision-maker all'interno di aziende medio-grandi in tutto il territorio nazionale. Le figure manageriali più importanti sono i direttori dei sistemi informativi, della logistica, del reparto commerciale. Il binomio sistemi informativi-dipartimento interessato (vendite, logistica, produzione) è sempre coinvolto nella selezione. Analisi Situazionale, Contesto Competitivo - Mercato: il mercato di Aton è in costante forte evoluzione: è molto frastagliato e dai confini non ben delimitati. L’azienda leader non detiene una quota maggiore del 5%. 46 - Concorrenza: anche l’offerta è poco differenziata. Tutti fanno di tutto. Canale di vendita, sia diretta sia indiretta. Applicazioni: logistica, reti vendita, controllo produzione, ogni genere di identificazione automatica. Settori merceologici: beni di largo consumo, trasporti, sanità, finanza. Tipo attività: commercio, industria, servizi. Differenziale competitivo: prezzo, qualità, servizio, innovazione - Source of Business: è la parte del mercato più ricca, composta dalle principali aziende presenti nei settori che compongono le ASA di riferimento. Tra queste aziende ci sono le più dotate di risorse, dinamiche, disponibili ad investire in innovazione, pronte a recepire messaggi che precorrono i tempi e che possono portare valore. Distintività – Unicità: il fatto chiave Aton è l’unica azienda italiana che opera su alcuni specifici settori merceologici nel mobile computing. In questo modo riesce effettivamente ad essere percepita come vicina ai clienti. Alla base sta la generazione dell’Enciclopedia Semantica di settore, il cui obiettivo è rendere efficace la comunicazione con il cliente. Le referenze specifiche di settore, organizzate e utilizzate in maniera adeguata, sono il miglior certificato di qualità. Nel contesto del mercato di riferimento (logistica della supply chain) è fondamentale l’individuazione del fatto chiave, che rappresenta l’argomento/esigenza/necessità più sentiti nel settore e costituisce l’elemento imprescindibile per avviare la campagna. Definizione Reazione Desiderata Gli scopi della campagna sono due: - far conoscere l’azienda in modo da indurre a pensare ad Aton nel momento in cui viene analizzata la realizzazione di progetti che riguardano l’area di pertinenza (logistica, reti vendita, tentata vendita) e far scaturire nuove idee e progetti attraverso le esperienze di Aton. - rinforzare la credibilità di Aton verso chi la conosce già. Far notare l’azienda, che finalmente esce dall’”understatement”, per far sentire la propria voce, forte e chiara, che dà sicurezza e ispira fiducia e simpatia. Il contatto diretto, personale, sostenuto dalla comunicazione organizzata, consente una profondità molto maggiore della pubblicità, e un adattamento personalizzato dell’approccio e della relazione. 47 Obbligazioni e Paletti Velocità, qualità, fiducia/affidabilità, innovazione, relazioni di lungo termine sono i principali elementi su cui è fondata la strategia di comunicazione aziendale. Prezzi, aspetti tecnici dei prodotti, retorica fine a se stessa sono gli elementi da evitare. Copy Strategy Promessa o benefit: risolvere i problemi tipici nel settore portando valore aggiunto e incrementando la competitività. Il compito di Aton è innovare le aziende senza far correre loro rischi, con tempi, costi e benefici controllati e certificati, per conciliare le nuove tecnologie con i bisogni reali delle aziende. Reason why/support: in un mercato caratterizzato da prodotti similari con differenze impercettibili una reason why nuova e importante per il settore, meglio se attraverso immagini e situazioni soft (le emozioni provate nel rapporto con Aton), rappresenta un elemento chiave per il successo della campagna. Brand character/Product positioning: Aton si pone nella fascia medioalta del mercato: è un’azienda considerata competente, capace e costosa (vedi alcuni dati ricavati dall’indagine di customer care in FIGURA 5.7 a pag. 55). È specializzata in progetti di medio impegno, soprattutto negli ambiti della logistica e della tentata vendita, ma è molto meno competitiva nei piccoli progetti e nella fornitura di solo hardware. Identità, brand identity: il mondo Aton è un mondo denso di valori, con una grande attenzione per l’uomo. La qualità del business è la logica conseguenza di un habitat positivo e di fiducia instaurato sin dall’origine. La tecnologia Aton è al servizio dell’uomo che può riqualificare la sua esistenza man mano che le nuove tecnologie gli consentono di fare in automatico quelle attività ripetitive che prima lo opprimevano sempre più. C’è tempo per pensare, provare emozioni, vivere sentimenti. Più tempo per creare, intrattenere relazioni e scambi, sperimentare, far crescere il proprio talento e la conoscenza interiore. Immagine/Brand image: la scelta di puntare sul marketing diretto 1to1 ha lo scopo di controllare accuratamente l’immagine recepita da ogni singolo cliente. La qualità e la fiducia sono valori che contraddistinguono Aton presso i 48 clienti che già la conoscono, ma vanno diffusi anche a chi ancora non conosce l’azienda. Capitale/brand equity: il know-how specifico di Aton è molto elevato, la brand loyalty è buona, dimostrata dall’elevata fedeltà della clientela. Deve essere invece accresciuta la visibilità dell’azienda. Storia: vanno valorizzati i successi in ogni singolo settore. Key visual: l’utilizzo dell’ON di atON come tratto comune e fondamentale è incisivo, non si dimentica e induce all’azione. Selling Idea, Telling Idea La relazione selling-telling rappresenta il processo creatività-comunicazione. Il primo step consiste nell’individuare il messaggio da comunicare: in questa fase il punto di maggior attenzione è la parte creativa che necessariamente deve essere coerente con il messaggio. Gli elementi sono metafore e immagini in stretta relazione fra di loro che consentono di descrivere una situazione in cui appare un riferimento preciso al settore preso in considerazione. Un elemento importante per catturare attenzione e fiducia è l’elenco di tutte le principali aziende del settore già clienti Aton. È stato predisposto pertanto un piano di comunicazione con l’obiettivo di divulgare i successi delle realizzazioni, utilizzando la notorietà dei marchi dei clienti Aton. Le azioni verso i potenziali clienti (prospect) sono: - telefonata introduttiva, per richiedere l’indirizzo e-mail e altre informazioni sull’interlocutore target - invio e-mail di presentazione della campagna, con un’edizione speciale di AtoNews alle aziende target della campagna - invio cartolina-invito (vedi FIGURA 5.2) - analisi log delle visite sul sito - secondo contatto, differenziato in funzione nella risposta o meno del prospect (cliente potenziale) - visita presso cliente - avvio approfondimenti 49 Eventi tematici Un altro strumento di comunicazione ritenuto efficace è costituito dagli eventi mirati su temi di attualità, a cui Aton può partecipare o che può organizzare direttamente con il supporto di società specializzate. Nella FIGURA 5.3 è riportato l’invito all’evento dedicato alla tracciabilità dei lotti di produzione nel settore agro-alimentare organizzato da Aton a settembre 2004. Il successo è stato buono, ma probabilmente il costo e l’impegno per realizzarlo è stato superiore al ritorno ottenuto. Gli eventi sono iniziative importanti, ma molto onerose, che non possono essere improvvisate. Per motivare manager importanti e molto impegnati a dedicare il proprio tempo ad un evento di comunicazione servono argomenti particolarmente attraenti. È più frequente e semplice la partecipazione Aton ad eventi organizzati da alcuni partner importanti, come ad esempio Vodafone, H3G, Microsoft, IBM, Accenture, Intermec, Symbol. FIGURA 5.3 Invito di un evento organizzato da Aton 50 L’impiego prevalente di questi tre grandi canali non ha ovviamente cancellato le altre opzioni, valutate però di volta in volta come armi tattiche di compendio. Le iniziative di comunicazione sono state pianificate in buona parte seguendo le caratteristiche di ogni divisione. Per ogni ASA quindi vengono organizzate varie campagne di cross-marketing, vengono proposti ai giornali le case histories, possono essere realizzati degli eventi speciali, oppure organizzata la presenza a fiere di settore. Lo sforzo di Aton è sempre orientato verso la ricerca della differenziazione, allontanando il pericolo di essere percepita come un’azienda generalista. 5.2 La CSR e il bilancio sociale per potenziare lo sviluppo Appare chiaro come il clima di fiducia e di credibilità presente all’interno di Aton e nei rapporti con i clienti sia una conseguenza anche dell’impegno dell’azienda sui temi della responsabilità sociale. Dopo la mission, i valori guida e la loro applicazione gestionale, la progettazione di una nuova organizzazione e di nuove strategie commerciali, la definizione del piano di comunicazione interno ed esterno e l’introduzione del controllo delle commesse è emersa l’esigenza di strutturare in modo più razionale anche le iniziative di CSR. Aton ormai da tempo manifesta sensibilità e attenzione sia verso i propri dipendenti, ad esempio promuovendo la formazione continua, adottando un orario di lavoro flessibile e organizzando eventi interni per creare coinvolgimento e senso di appartenenza all’azienda, sia verso realtà esterne che vivono situazioni di difficoltà. Nel corso del processo di riorganizzazione aziendale Aton ha scelto di integrare i principi della responsabilità sociale all’interno della nuova mission, ponendoli così alla base del suo orientamento strategico e della sua azione: “crediamo nella responsabilità sociale delle imprese e vogliamo continuare a crescere dando sempre più importanza alle persone, alla cultura, all’ambiente, alla qualità del lavoro e della vita”. In questo quadro caratterizzato dall’applicazione dei principi di rispetto dell’etica, del sociale e dell’ambiente all’interno della logica del profitto delle imprese, Aton ha deciso di sviluppare alcune iniziative finalizzate ad accrescere l’attenzione verso: 51 − le persone e la qualità del lavoro e della vita: rientrano in questo ambito tutte quelle attività volte a promuovere il senso di appartenenza all’azienda e il coinvolgimento dei dipendenti, ad esempio le feste aziendali organizzate in alcune occasioni come il Natale o d’estate (Giugno 2002: festON, Dicembre 2002: festIN; Luglio 2003: ONsummer; Dicembre 2003 e 2004: NatalON) e il torneo di calcio a 5 rivolto alle società di informatica della provincia di Treviso (giunto nel 2005 alla quarta edizione) − la cultura e la qualità della vita: ad esempio le visite guidate culturali e naturalistiche rivolte ai dipendenti e ai loro familiari ed amici (Dicembre 1999: Bressanone e Bolzano; Luglio 2000: Burano e Venezia; Aprile 2002: Maremma Pisana; Ottobre 2003: Biennale a Venezia; Marzo 2004: MART a Rovereto) − l’ambiente: a maggio 2004 è stata organizzata la pulizia di una parte dell’area della Laguna del Mort, un patrimonio di fauna e flora inserito nella classifica delle undici perle d’Italia premiate da Legambiente nel 2003 e situato nelle vicinanze della sede Aton di Treviso. Dal 2002 inoltre Aton è impegnata nell’adozione a distanza di una bambina Nepalese, finanziata dall’azienda e dai dipendenti: ogni anno il versamento fatto dai dipendenti viene raddoppiato da un versamento di pari importo da parte dell’azienda. FIGURA 5.4 Aton per l’ambiente: l’iniziativa di pulizia della Laguna del Mort 52 FIGURA 5.5 Aton per le persone: immagini della festa aziendale organizzata a Natale 2004 Per riuscire a valorizzare queste attività, apprezzate dai dipendenti Aton come importanti momenti di conoscenza, condivisione e socializzazione, si è ritenuto essenziale preparare un piano preventivo, con obiettivi chiari, allocazione di risorse, maggiore coinvolgimento delle persone e dei mass media. Con il susseguirsi di piani annuali si possono programmare nel tempo molte iniziative finalizzate in un percorso di progressivo miglioramento delle performance sociali. È evidente l’importanza della pianificazione e della comunicazione nella responsabilità etica dell’impresa: lo strumento ideale per guidare questa programmazione è il bilancio sociale. Questo strumento consente di definire gli ambiti di assunzione di responsabilità, sia in termini di valori e coerenze relazionali poste in essere con i diversi gruppi sociali e con l’ambiente, sia in termini di effetti dell’operato aziendale in tale contesto. Può offrire, inoltre, dati quali-quantitativi sulle strategie sociali perseguite dall’azienda e sui risultati ottenuti. Le due motivazioni fondamentali che convincono la Direzione Aton all’adozione del bilancio sociale sono date in primo luogo dalla volontà di valorizzare e salvaguardare le risorse umane e naturali e in secondo luogo dalla volontà di promuovere una reputazione aziendale che conquisti il consenso della collettività e possa dare dei buoni esempi sui grandi temi del sociale. L’impegno sul fronte interno è rivolto al continuo miglioramento delle condizioni e della qualità della vita dei propri dipendenti, mentre all’esterno Aton cerca di distinguersi come un’entità positiva del sistema economico instaurando un rapporto di reciproco vantaggio con l’ambiente circostante. 53 L’impegno per la crescita professionale e culturale delle risorse umane, il rispetto per l’ambiente, la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, la garanzia di una comunicazione trasparente e veritiera, l’ascolto delle esigenze della collettività: sono aspetti che attengono alla sfera dei valori dell’impresa, alla sua stessa identità, alle regole e modalità attraverso le quali essa si manifesta. Questi valori portano l’impresa all’economico soddisfacimento dei bisogni umani, individuali e collettivi, socialmente e moralmente legittimati. Il primo bilancio sociale Aton è in via di preparazione e farà riferimento alla mission e ai valori guida. Potrà avvalersi dei dati raccolti nel 2003 e nel 2004 con le indagini di clima e soddisfazione praticate su due tra i più importanti stakeholder: i collaboratori diretti e i principali clienti (vd. FIGURE 5.6 e 5.7). FIGURA 5.6 Risultati indagine di clima interno 54 FIGURA 5.7: Alcuni dati ricavati dall’indagine di Customer Care Queste indagini saranno ripetute a cadenza regolare e sarà monitorato l’andamento degli indici di performance per verificare l’obiettivo annuo di miglioramento. 5.3 I risultati pratici del Management by Values L’effetto Management by Values è tanto più sensibile quanto più ci si avvicina al cuore pulsante dell’azienda: l’orgoglio e il senso di appartenenza di chi sta dentro l’azienda, presso la sede centrale, è maggiore rispetto al personale che opera nelle altre sedi. È necessario quindi un particolare sforzo per mantenere le persone allineate sui valori, in quanto il messaggio trasmesso a distanza viene recepito come più debole. Organizzare a cadenze non superiori ai sei mesi dei momenti di vita comune extra-professionale ha una grande importanza nell’integrazione del gruppo. Queste iniziative che aiutano la conoscenza al di fuori degli orari e degli interessi di lavoro 55 consentono di rompere gli schemi e conoscere meglio le persone con cui si hanno relazioni limitate e finalizzate al ruolo aziendale. È necessario fare in modo che anche chi si trova lontano dalla sede possa sentirsi parte integrante della comunità. In questa direzione vanno anche i cospicui investimenti in strumenti tecnologici all’avanguardia per il supporto alla comunicazione: WAN, linee di comunicazione veloci, sistema informativo pervasivo, videoconferenza, e-mail, centralini telefonici sofisticati, telefoni cellulari, office automation in tutte le sue forme. Le macchine possono fare alcune cose prima e meglio dell’uomo ed è giusto che lo sostituiscano. In altri casi possono invece aiutarlo a farle meglio, come ad esempio il comunicare. I risultati ottenuti con il Management by Values sono innumerevoli. Questi sono alcuni tra i principali, relativi ai tre stakeholder più significativi: Collaboratori diretti (dipendenti, agenti, consulenti): Turn over medio molto contenuto: stabilità, fidelizzazione e coinvolgimento delle persone e loro impegno; chiarezza negli obiettivi e nelle valutazioni, riduzione dei malintesi e delle interpretazioni soggettive; supporto nel far emergere e sviluppare i talenti e le competenze desiderati; agevolazione nel recruitment: molti chiedono di lavorare per Aton e i curricula ricevuti dal sito Internet crescono costantemente, superando la crescita delle dimensioni aziendali. È lo stakeholder che più di ogni altro sembra aver condiviso e apprezzato il Management by Values Aton. Grafico 1: TURN OVER DEL PERSONALE ATON NEL TEMPO 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Assunti Dimessi Totale Dipendenti 19 93 19 94 19 95 19 96 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 Personale Turn Over Anni Fonte dati: Aton S.p.A. 56 Grafico 2: PERCENTUALE TURN OVER DEL PERSONALE ATON NEL TEMPO % Turn Over (media x% annua) % sul totale addetti % Dimissioni 18,00% 16,00% 14,00% 12,00% 10,00% 8,00% 6,00% 4,00% 2,00% 0,00% 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Anni Fonte dati: Aton S.p.A. Clienti Grazie al Management by Values si crea una soddisfazione superiore e un legame speciale con molti clienti. Purtroppo ancora oggi molte aziende in Italia ritengono il fattore prezzo il più importante, quindi non tutti entrano in empatia con i valori aziendali. I clienti in sintonia però si legano con grande entusiasmo allo stile Aton e il rapporto va oltre la convenienza utilitaristica consentendo di tessere relazioni profonde di lungo periodo, basate sulla fiducia. La durata media di impiego dei sistemi forniti da Aton ai suoi clienti varia dai 6 ai 10 anni, a seconda della tipologia: sono ammortamenti eccezionalmente lunghi rispetto ai rapidi tempi medi di obsolescenza informatica. Winwin significa fare anche gli interessi dei clienti, ad esempio salvaguardando i loro investimenti e concordando tecniche di aggiornamento tecnologico progressivo. Un veloce recupero dell’investimento e un lungo periodo di sfruttamento dei benefici indotti rendono particolarmente favorevole il rapporto con Aton, elevando delle barriere di lock in e alzando gli switching cost per l’ingresso della concorrenza (Shapiro, 1999). Come noto è molto più costoso acquisire nuovi clienti piuttosto che coltivare i vecchi. In un regime altamente collaborativo i clienti possono dare molto di più del fatturato, e lo fanno di buon grado. Qualche esempio riscontrato empiricamente: passaparola e demo point verso altri potenziali clienti; disponibilità per case histories e cooperative marketing; progettazione comune di nuovi prodotti; collaborazione attiva per fronteggiare situazioni di 57 emergenza; informazioni e feed back utili al miglioramento dei servizi e dell’offerta; apertura verso nuovi progetti. Fornitori: Il punto dolente sembrano essere i fornitori: pochi ancora appaiono realmente interessati ai valori che guidano la gestione aziendale Aton. Gli interessi dominanti sono i numeri a breve termine e il controllo del business a tutti i costi. I principali fornitori di Aton sono grandi multinazionali americane presso le quali impera il risultato trimestre per trimestre, seguendo il ritmo scandito dal diapason di Wall Street. Appare difficile l’applicazione del MBV in queste dialettiche e la declinazione dei valori è meno spostata sul significato etico e più orientata a un taglio competitivo. La natura conflittuale è ancora molto presente nei rapporti e il punto di convergenza dominante sono le vendite sul breve termine. I fornitori comunque apprezzano Aton in quanto finanziariamente solida ed affidabile, commercialmente chiara, tecnicamente competente. Un’azienda che non dà preoccupazioni e che soprattutto ha un grande potenziale di ulteriore sviluppo. 58 6. I risultati raggiunti e i nuovi progetti: il futuro di un’impresa socialmente responsabile Aton può essere considerata un buon esempio di come un’impresa moderna possa ottenere il successo attraverso un circuito virtuoso fondato sui valori e guidato dall’impegno nella logica winwin, dal MBV, dalla CSR. Il percorso non è stato facile e non sono mancate le difficoltà, come per esempio: - riservare una buona quantità di risorse (in questo caso soprattutto tempo e denaro) verso obiettivi di medio-lungo periodo, non direttamente connessi alla produzione del profitto; - evitare il rischio di essere accusati di ambiguità, nel tentativo di conseguire al tempo stesso obiettivi di interesse economico, sociale e ambientale, apparentemente in conflitto tra loro; - mantenere saldi i principi anche nei momenti più difficili, quando certe decisioni etiche appaiono utopistiche e inconciliabili con lo sviluppo d’impresa. Nello specifico si sono registrate diverse criticità in ognuna delle varie fasi di change management, a partire dalla stessa definizione della nuova Mission e dai Valori guida, inizialmente considerati dai collaboratori più un esercizio di stile che un’azione gestionale. Si è dovuta vincere la resistenza anche da parte di alcuni manager GX, spontaneamente portati ad occuparsi di azioni pratiche piuttosto che di definizione di principi. Da notare un aspetto: sul termine cultura si è aperto un acceso dibattito in quanto non tutti condividevano la sua citazione nella Mission aziendale, ritenendo che fosse 59 fuori tema. L’imprenditore ha però deciso l’inserimento di questo aspetto nell’ambito delle responsabilità sociali d’impresa. Aton deve distinguersi anche per essere un’azienda di cultura, in tutte le sue accezioni. Passando alla definizione dei servizi offerti al mercato, la difficoltà principale è stata quella che molte aziende si trovano prima o poi ad affrontare: la selezione delle attività su cui Aton intendeva concentrarsi, e lo scarto di quelle non strategiche, per cercare di sviluppare la specializzazione e la differenziazione. Appare chiaro che non è stato facile, e sembra non esserlo tuttora, rinunciare ad opportunità di business. Ma questa scelta si è resa necessaria per focalizzare l’attenzione e la crescita sui mercati più interessanti, più presidiati e più ben disposti verso l’offerta Aton. Lì dovevano essere concentrate le risorse strategiche Aton, impiegando il loro elevato costo opportunità nelle attività a maggiore valore aggiunto. La parte forse più impegnativa è stata quella riguardante l’analisi dell’organizzazione e l’applicazione dei nuovi modelli per processi e del controllo di gestione. I principi teorici e gli obiettivi sono stati immediatamente condivisi da tutti i manager prima e da tutto il personale poi. Le difficoltà sono però sorte nel momento in cui si è cercato di metterli in pratica, prima nel definire quali provvedimenti potevano essere realmente migliorativi e compatibili con le problematiche quotidiane, in seguito nel realizzarli e nel farli diventare consuetudine organizzativa sostituendo vecchie abitudini obsolete, ma dure a morire. Lo sforzo per rendere operativo il nuovo modello nell’arco del secondo semestre del 2004 è stato notevole e i risultati non sono ancora disponibili per poter fare un bilancio concreto, visto che la nuova gestione delle commesse è stata avviata il primo gennaio 2005. Appare già evidente, comunque, che la struttura di business Aton ha cambiato marcia. Clienti e progetti sempre più importanti e complessi sono guidati sensibilmente meglio sotto tutti i punti di vista. Crescono i margini di profitto di Aton sulle commesse, i benefici, la soddisfazione e la fedeltà dei clienti, la qualità del lavoro e del clima interno. Diminuiscono contemporaneamente le incognite, i rischi, i conflitti. Ora lo sviluppo di Aton può contare su una base che ne garantisce un futuro controllato e meno imprevedibile. 60 Indovinare il futuro nel XXI secolo è comunque un’impresa ardua, anche perché la visibilità in avanti, a causa dell’accelerazione progressiva dei cambiamenti e delle incertezze, si accorcia sempre più. Nonostante ciò è importante chiedersi cosa succederà domani a chi crede e investe oggi nella responsabilità sociale. A livello macroeconomico si assiste all’alleggerimento dei poteri statali con una progressiva privatizzazione di molti servizi. Lo Stato Centrale tende ad occuparsi di coordinamento e indirizzo, lasciando all’iniziativa privata la gestione. Anche sotto l’aspetto sociale e ambientale, gli stati hanno la possibilità di sfruttare sinergie sempre più diffuse con le imprese. L’opportunità di acquisire credito e visibilità attraverso opere socialmente utili, ad esempio, si sta diffondendo sotto gli occhi di tutti: restauri artistici piccoli e grandi; creazione e manutenzione di spazi verdi nelle città; recuperi di edifici e quartieri in disuso; sponsorizzazione di attività no-profit, sportive, di volontariato; finanziamento di opere umanitarie per i popoli bisognosi; investimenti in ricerca medica. Si può quindi immaginare per le aziende una riduzione del carico fiscale e degli investimenti in pubblicità below the line, per spostare importi rilevanti verso attività di CSR. L’effetto può essere rivoluzionario: una corsa da parte delle aziende ad occupare le migliori opportunità di visibilità sociale. Pensiamo a delle aste all’incanto per assegnare la sponsorizzazione del restauro del Colosseo o del mantenimento della Torre di Pisa; l’assegnazione in patrocinio di segmenti di territorio pubblico in cambio della loro preservazione, ripopolamento e valorizzazione ambientale. I Caroselli pubblicitari tra 10 anni potrebbero comunicare le bellezze del Paese e i successi che le aziende hanno consentito di ottenere: la restituzione del Montello ai boschi di rovere e alle volpi, l’aquila reale nei cieli delle Dolomiti, il temolo nel Piave, la foca monaca nelle grotte della Sardegna, la tartaruga nelle spiagge di Lampedusa. Ovviamente il campo comprenderebbe tutte le opere socialmente utili: dal patrimonio naturale e artistico, al soccorso in caso di eventi catastrofici, dalle opere strutturali per i popoli più indigenti a piccoli interventi per il miglioramento del proprio habitat locale. La chiave per il successo di questo virtuoso sviluppo degli investimenti in comunicazione d’impresa è, come spesso accade, nelle mani dei consumatori. Se i potenziali acquirenti sceglieranno una marca anziché 61 un’altra sulla base del suo valore sociale oltre che del rapporto prezzo/qualità, il gioco è fatto. Il brand può conquistare i mercati e quindi assicurare un ritorno copioso dagli investimenti in attività etiche. La marca socialmente responsabile dovrebbe acquisire un valore aggiunto tale da convincere le imprese a battersi e investire per distinguersi in questo campo. La situazione oggi è in veloce evoluzione, ma siamo ancora agli albori: è però il momento in cui si iniziano a fare i giochi. Differenziarsi come azienda ad elevato impegno sociale ora è relativamente facile. Alcuni settori, particolarmente cruciali per il consumatore privato (alimentari, edilizia, automotive), sono più avanti, altri meno, ma tutti si stanno sensibilizzando e muovendo, anche se non ci credono, se non altro per non rimanere indietro. Potremmo immaginare Amministrazioni Pubbliche che dispongano di reparti di marketing territoriale molto ben attrezzati, idonei a selezionare le opere più importanti per la valorizzazione dell’ambiente e dotati di siti internet simili a E-Bay (www.ebay.com), dove mettere all’asta tutte le opere utili da realizzare per la cittadinanza. La PA darebbe in cambio la massima visibilità all’azienda sponsor attraverso dei canali ad elevato impatto visivo (già in largo uso nelle città la copertura pubblicitaria di opere in corso) e di grande efficacia. Nel tempo la comunicazione delle opere, e delle aziende che le finanziano, potrebbe essere affinata ed entrare nel quotidiano di tutti i cittadini/consumatori, in modo da scatenare la corsa ad essere i migliori. Oggi la pubblicità è una sfida a chi investe più soldi e a chi riesce a rompere il muro opprimente dei milioni di spot e pagine pubblicitarie con un’idea nuova e perforante (Godin, 2002). Ma raramente la differenza viene fatta dal prodotto pubblicizzato. L’obiettivo è di creare attorno al brand un valore fatto di qualità, di status symbol, di desiderio, di aspettativa, di bisogno di possesso. Il passaggio vincente e virtuoso dovrebbe essere una svolta verso il socialmente utile. Bulgari che si posiziona al top del lusso potrebbe finanziare il restauro della Basilica di S.Marco; Zegna la Sindone; Benetton i centri di accoglienza per gli immigrati; Mares e Cressi si contenderebbero la salvaguardia di tratti di fondale nel Santuario dei Cetacei tra Liguria e Corsica; Hewlett Packard e IBM i sistemi informativi di allarme anti-tsunami negli Oceani; McDonald le foreste amazzoniche; Fiat il trasporto pubblico con zero emission vehicle; Brooklyn la lotta all’inquinamento da chewing-gum gettate per terra; Marlboro le campagne per la raccolta dei mozziconi; Ciappi e 62 Whiskas l’educazione e l’aiuto alla corretta eliminazione delle deiezioni degli animali domestici. Fantasticando le idee fioccano: potrebbero essere associate iniziative socialmente utili con l’obiettivo di rinforzare il posizionamento (Bulgari>lusso, Benetton>globalizzazione) oppure volte a limitare l’inquinamento conseguente al consumo del prodotto (Brooklyn>chewing-gum), contrastare l’impatto ambientale derivante dalla produzione del bene stesso (McDonald>foreste amazzoniche) o i danni sociali provocati dal consumo (Marlboro>sigarette non cancerogene). Compito delle Amministrazioni Pubbliche sarebbe anche incentivare le aziende a far quadrare le tre bottom line: il saldo sociale tra bene e male dovrebbe essere positivo, altrimenti potrebbero scattare delle penalità fiscali sul conto economico: chi più inquina, più paga. La pubblicazione dei risultati della combinata delle tre bottom line sarebbe un altro fattore di stimolo all’impegno. Il mercato avrebbe la possibilità di percepire meglio l’importanza delle imprese, anche al di là di quello che producono e dell’impiego che offrono. Subentrerebbe il vaglio del valore sociale da parte dei consumatori, che stimolerebbe una forma di virtuosa competizione per eccellere sui mercati. In un regime di libero mercato capitalistico, rimane come sempre il verdetto del giudice supremo, la Borsa Titoli, che in tutto il mondo determina con la crescita o il calo del valore azionario delle imprese quotate l’apprezzamento o la penalizzazione del loro operato. Molto interessante, a dimostrazione della tesi sostenuta in questa analisi, il confronto tra il rendimento offerto dai fondi etici e l’indice medio di Borsa nello stesso periodo. 63 FIGURA 6.1: Top 10 ethical fund Europe Vs Morgan Stanley World Vs Fideuram Azionario Internazionale Fonte dati: Fundwatcher E. Capital Partners Appare chiaro che i fondi che investono solo in titoli di aziende impegnate nella responsabilità sociale superano i rendimenti medi, a conferma che la CSR è un ottimo investimento per le aziende e per tutti coloro che ne condividono le finalità e ci credono investendoci la loro fiducia. Ritornando brevemente alla storia di Aton, essa può essere ritenuta un case history che dimostra come anche la PMI può ricavare dall’impegno sociale importanti ritorni competitivi ed economici. E dimostra inoltre che la CSR si applica bene anche in un mercato come quello delle tecnologie che sembra ruotare al più attorno alla razionalità e alla funzionalità delle macchine che alle emozioni e ai sentimenti delle persone. I progetti futuri di Aton insistono ancora su questo ambito: bilancio sociale; annullamento dell’impatto ambientale; eventi e comunicazione centrati sempre più sulla valorizzazione delle persone e sulle loro necessità; varie azioni che dovranno sempre più aprire Aton all’ascolto: del personale 64 interno, dei clienti, dei fornitori, e di tutti gli altri stakeholder. Saranno intensificate la raccolta continua di feed-back e le conseguenti azioni di adattamento per mantenere l’azienda in stretto contatto con le necessità e le idee dei suoi principali interlocutori. L’obiettivo strategico è allargare lo spirito presente all’interno di Aton portandolo all’esterno, estendendo l’architettura dell’impresa a rete in modo da ri-comprendere anche agli stakeholder esterni, attraverso continui miglioramenti organizzativi e di business insieme a iniziative di valorizzazione relazionale, sociale e ambientale. La quotazione in Borsa è uno dei prossimi importanti traguardi di lungo periodo. Se raggiunto potrà indicare il preciso valore attribuito dagli investitori all’opera sino ad allora svolta. L’auspicio è che grazie all’impegno profuso nella CSR e alla maturazione di una maggiore sensibilità sociale e ambientale, Aton possa diventare la prima azienda italiana ICT Triple Bottom Line quotata in Borsa. 65 Fonti AAKER D., (1997), Brand Equity. La gestione del valore della marca, Franco Angeli, Milano. BALMER J.M.T., GRAY E.R., (1999), “Corporate identity and corporate communications: creating a competitive advantage”, Corporate Communications: An International Journal, n.4 BATESON J., HOFFMANN K., (2000), Gestire il marketing dei servizi, Apogeo, Milano. BLANCHARD K., O’CONNOR M, (1998) Il Manager etico. MBV trasformare i valori in successo aziendale, Sperling & Kupfer, Milano. come CATTANEO C., (a cura di), (2003), Il bilancio sociale nell’evoluzione dei rapporti tra economia e società, Giuffrè Editore, Milano. 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