IL GIORNALE
Via Duca D'Aosta, 16 - MATINO (Le) - Tel. 348 0316472 - E-mail: [email protected]
NUMERO UNICO APRILE 2008
Ben Arrivato
Ho accolto con particolare emozione l’invito del Presidente dell’Associazione degli Autori Matinesi, Tonio Ingrosso !!
Mi ha telefonato dicendomi : scrivi
due righe, mandaci un saluto, sta
uscendo a Matino un nuovo Giornale !!
E’ veramente un’emozione forte,
perchè mi sono guardato intorno
e mi sono accorto che sono passati cinquant’anni dall’ultima volta.
Difatti a Natale del 1957 uscì a
Matino, il 1° numero della Fionda,
giornale che durò fino al 1959 e
che segnò per tutti noi un momento di aggregazione e di vivacità
culturale che ci siamo portati dentro, non si è mai spento.
Riuniti intorno al “Circolo Culturale
Leonardo Barone” eravamo ragazzi della Fionda.
E allora: BEN ARRIVATO al Giornale dell’Associazione degli Autori
Matinesi.
La nascita dell’Associazione è,
per Matino, un avvenimento eclatante, ma l’uscita del Giornale è
da grande festeggiamento.
Io mi unisco agli Auguri ed ai Festeggiamenti di tutto cuore e con
grande affetto.
Tutta l’Associazione sarà chiamata ad uno sforzo molto grande,
perchè bisogna durare nel tempo:
molti saranno curiosi e scettici, a
Matino è d’obbligo, ma la scommessa vale la pena.
Potrebbe essere l’occasione, tra
le altre iniziative, magari estiva,
per fare il punto dopo cinquant’anni a partire dalla Fionda.
Non è provocazione culturale, ma
bisogna avere il coraggio di farsi
delle domande : le risposte non
sempre sono gradevoli, ma questo
è il passaggio obbligato per crescere e guardare in faccia il mondo che cambia.
E molti dei ragazzi della Fionda
non risponderanno all’Appello, ma
sono, sempre e comunque, ancora tra noi.
Edmondo R. Angelè
-
Resp. Tonio Ingrosso
-
Grafica e Stampa Tipografia San Giorgio Matino
CHI SIAMO, COSA VOGLIAMO
La trascuragine dei precedessori
eruditi matinesi, nei tempi più bassi, a non scrivere e notare le cose
alla loro età, nella loro patria
addivenute, è stata la cagione che
gli geografi che hanno scritto del
nostro Salento poco anzi nulla ne
motivino della terra di Matino...”
“ Il mio principal scopo è di apportare qualche utile alla posterità
matinese...Mi sperona un interno
impulso fare un manoscritto qualunque si fusse, la sua fondazione
descrivendo non con animo di far
l’istoriografo, ma bensì che questi
servisse di stimolo alla studiosa
gioventù matinese che ha da venire, per applicarsi più di proposito
e scriver poi con tutta l’esattezza
ed erudizione. Che se riusciranno
essi giovani eminenti nel sapere,
colmeranno di onore e dignità il
luogo che gli ha dato la cuna...”
(Giuseppe Schivani, Antiche
memorie di Matino, 1763)
Scrivere e “notare” le cose
accadute nella propria patria,
apportare qualche utile alla
posterità matinese, essere di
stimolo alla studiosa gioventù
matinese, colmare di onore e
dignità il luogo in cui si è nati:
sono proprio questi gli obiettivi
che come Associazione AUTORI
MATINESI ci siamo proposti e
ci riempie di orgoglio scoprire
che identici propositi si
riprometteva, in modo molto più
autorevole, lo storico Schivani
nel lontano 1763.
Ripercorrere i sentieri dei nostri
“ padri”, stabilire un rapporto di
continuità con gli Autori del
passato, pur nella diversità dei
tempi e dei problemi, è, a nostro
giudizio, garanzia di sano e
produttivo rinnovamento.
Continua a pag. 2
ALL'INTERNO
Matino: dolci ricordi
di Totò Fusaro
Lettera aperta
di Tnio Ingrosso
L'archivio
Matino - Palazzo Marchesale - Trifora
I GIOVANI IL LORO FUTURO
di Aldo Bello
Accade a distanza di tempo, ma
è ineludibile la necessità di fare
dei bilanci, riferendosi ai conti
del dare e dell’avere di una generazione, alla sua azione politica
e di politica economica, ai lasciti
morali e culturali che trasmette
soprattutto ai giovani, che rappresentano a tutti gli effetti il futuro
di un Paese e la crescita della
civiltà della sua gente.
Allora la domanda di fondo è:
Che cosa stiamo consegnando
a coloro i quali prenderanno il
testimone, dopo la nostra uscita
di scena?
Per quanto ci si sforzi di dimostrare il contrario, facendo riferimento all’impegno di tante intelligenti individualità, va
riconosciuto che i risultati della
riflessione sono in territorio di
profondo rosso. Perché una parte
della società meridionale e italiana ha lavorato bene, senza dubbio,
ma ha visto vanificare sensibilmente i propri sforzi dall’altra
parte della stessa società, quella
che è classificata come classe
politica e – insieme – classe dirigente, in buona parte venuta meno
per cause remote e prossime, ma
non per questo meno colpevolmente, alla propria missione.
Noi abbiamo vissuto in un Paese
irreale, essendo consapevoli
d’averlo voluto immaginare e prospettare così, come alibi per i
nostri comportamenti sostanzialmente scorretti. E adesso, come
presi da un’improvvisa voglia di
autodafé, denunciamo le storture,
gli egoismi, gli inganni consumati
a danno della collettività, nella
presunzione che questo porti a
un’automatica assoluzione. Dubito che possa accadere. Soprattutto
sono convinto che non sia questo
ciò che occorre al nostro disgraziatissimo Paese. L’Italia ha bisoContinua a pag. 2
di Francesca Marsano
pag. 3
pag. 4
Matino città d'arte
di Franco Casalini
pag. 5
Sgomento e speranza
di A.M. Delle Castelle
pag. 6
Conoscere il territorio
di Maria Romano
pag. 7
Il Teatro a Matino
di Alfredo Cataldo
pag. 8
L'Orchestra scolastica
di Sergio Carluccio
pag. 8
A. Del Tufo e B. Pignatelli
di Geraldina Antonaci
pag. 9
Un monumento a R. Gentile
di Alberto De Luca
pag. 10
Scuola e Territorio
di Prof.ssa Rosa Grappa
pag. 11
Crescere insieme
di Prof.ssa Adele Polo
pag. 12
PAG. 2
IL GIORNALE degli Autori Matinesi
dalla prima pagina - CHI SIAMO, COSA VOGLIAMO.
Nel corso degli ultimi decenni
alcuni nostri concittadini hanno
pubblicato a proprie spese opere
di carattere storico o culturale
aventi come oggetto la nostra
terra, ma sono apparse delle
iniziative slegate tra loro, frutto
della buona volontà di qualcuno
piuttosto che il risultato di
un’attività costante e corale di
studio e di ricerca. Si corre così
il rischio che nel volgere di poco
tempo queste opere così meritorie
cadano nell’oblìo, mentre
dovrebbero costituire la fonte a
cui attingere per tentare nuove
strade e nuovi percorsi.
Consapevoli della necessità di
creare una “ cultura storica” e al
tempo stesso di promuovere
l’amore per la scrittura, in quanto
antidoto alla superficialità e al
pressappochismo oggi imperanti
in una società sempre piuù distratta e “ fredda” , ci siamo attrezzati
per creare all’interno della nostra
Associazione un Archivio storicotematico, avente come oggetto
tutto ciò che attiene alla storia,
alle tradizioni, alla cultura della
nostra città: un archivio che non
sia solo strumento di ricerca, ossia
serbatoio storico al quale attingere
per attività di approfondimento o
di erudizione, ma soprattutto luogo di radicamento della memoriaidentità, condizione essenziale per
ritrovare se stessi in una società
sempre più plurale e globale.
Per realizzare il nostro progetto,
abbiamo bisogno della collaborazione di tutti e in particolare:
- delle istituzioni presenti sul territorio ( Amministrazione Comunale, parrocchie,
scuole, associazioni culturali,
ecc.), le cui iniziative siano meritevoli di essere conservate e catalogate;
- di coloro che dispongono di foto
d’epoca o materiale di interesse
storico (lettere, appunti, relazioni,
ecc.) e desiderano che si conservino in un apposito e attrezzato
Archivio;
- di chi ama scrivere su argomenti
vari ( poesie, biografie, storie di
vita, ecc.) e vuole che le sue opere
siano lette da un pubblico più
ampio;
- di tutti coloro, professionisti o
dilettanti, che a vario titolo e in
vari settori (arte, musica, economia, ecc.) realizzano opere o lavori di interesse collettivo
(es. tesi di laurea, pubblicazioni,
articoli di giornale, ecc.)
Noi selezioneremo con cura il
materiale inviatoci, anche in copia, lo catalogheremo per facilitare la consultazione e lo divulgheremo nei tempi e nelle forme
più opportuni ( incontri con l’autore, dibattiti, seminari, ecc.)
Certi di svolgere un servizio utile
alla collettività, invitiamo tutti
coloro che condividono le nostre
finalità ad associarsi, in modo
che, insieme, si possa migliorare
l’immagine e l’identità della nostra città, e lasciare una preziosa
eredità alle future generazioni.
Il Presidente e il Consiglio direttivo
APRILE 2008
Ass. Autori Matinesi
FINALITA’ ( dallo statuto):
Art.1- L’Associazione denominata “Autori Matinesi” si propone
come finalità generale la promozione e la valorizzazione di ogni
forma di creatività e talento, nei vari ambiti in cui essi si manifestino,
che veda protagonisti cittadini originari o residenti in Matino, al
fine di contribuire alla crescita civile e morale della comunità
e alla diffusione di un’immagine positiva di essa.
Art. 2 L’Associazione si propone, in particolare, di:
a) Conservare e catalogare in un’ apposita sezione tutte le opere
scritte da cittadini originari o residenti nella città di Matino
(Sezione Autori Matinesi)
b) conservare e catalogare ogni altra opera o prodotto culturale
attinente a problematiche relative alla storia e alla cultura della
città di Matino e del Salento, che abbiano un particolare valore
e risultino di interesse collettivo (Sezione Matino e Salento)
c) promuovere la lettura e la consultazione dei testi di cui sopra
attraverso iniziative mirate
(incontri con l’autore, maCariche Sociali
teriale informativo, dibattiti,
ecc.)
Presidente: Tonio Ingrosso
d) stimolare, soprattutto nei ra- V. Presidente: Cosimo Mudoni
gazzi e nei giovani, l’amore Segretaria: Fernanda Antonaci
e la dedizione alla scrittura, Consigliere: Donato Stifani
in quanto espressione di Consigliere: Tonia Romano
creatività e razionalità, strumento di confronto e di altri Soci fondatori:
apertura agli altri, efficace
contributo alla costruzione di Alfredo Cataldo
una società civile fondata Antonio De Matteis
sulla continuità di valori e di Anna Maria Delle Castelle
Roberto Delle Castelle
stili di vita condivisi.
Donato Filograna
Antonio Fortunato
La sede resta aperta nei giorni
Franco Murrieri
di Mercoledì e Venerdì
Paolo Murrieri
ore 18,30 - 20,00
Giorgio Romano
Per informazioni:
Maria Romano
Tel. 0833.503427 - Cell. 348.0316472
Jonny Toma
E-mail: [email protected]
dalla prima pagina - I GIOVANI E IL LORO FUTURO
gno di verità; ha una necessità
vitale che si squarci finalmente il
velo (il muro) di silenzi, di reticenze, non di rado di vere e proprie menzogne, che per troppo
tempo abbiamo steso sull’effettiva
realtà; al punto in cui siamo arrivati, reclama che si chiarisca che
cos’è davvero la società nazionale, e come di fatto funziona, senza
più rendere fumosa la situazione
facendo ricorso al cosiddetto
“senso comune”, che è ideologicamente tarato: e lo è per il semplice fatto che abbiamo contribuito tutti, nessuno escluso, a
renderlo tale quando si è consentito che il discorso pubblico italiano fosse sopraffatto dai “luoghi
comuni” sempre meno veritieri,
da principi dati per scontati ma
sempre più inverosimili. Tutto
questo, all’insegna di un sovrano
disprezzo per come realmente
stavano le cose, per il loro autentico significato.
Esempi? A non finire. A lungo ci
siamo raccontati che un’artificiale
uguaglianza potesse sostituire la
meritocrazia, ritrovandoci poi
quote sconfortanti di semianalfabeti in cattedra e di tirannelli nei
pubblici uffici; che nella scuola
o nelle amministrazioni statale,
regionale, provinciale e locale la
disciplina o la gerarchia non
fossero poi così necessarie; che
si potesse tollerare che qualche
centinaio di persone bloccassero
una strada o una stazione ferroviaria per qualunque ragione volontaristicamente accampata; che
non fosse un fenomeno negativo
che la magistratura si autogovernasse con criteri di lottizzazione
politica spietata, o che in prigione
finissero per restarci a lungo solo
i poveri, piuttosto che i grandi
truffatori o i grandi evasori fiscali,
destinatari semmai di graziose
impunità; che le università e l’universo della sanità fossero ancora
e sempre preda di baronie familistiche; che fosse normale che le
decisioni delle autorità centrali in
materia di pubblica utilità (trasporti, stoccaggio di rifiuti o scorie nucleari, realizzazione di grandi infrastrutture…) fossero
vanificate o prolungate per tempi
biblici grazie all’opposizione del
sindaco di un microscopico villaggio o del prete populista di
una parrocchia eccentrica; che
certe privatizzazioni fossero spacciate per grandi affari in favore
dello Stato, mentre erano soltanto
giganteschi regali a interessi particolari; che le Authority servissero a qualcosa, mentre la loro
attività lascia il tempo che trova;
che i soldati italiani dovessero
assolvere a missioni di pace in
terre remote, mentre sono ingaggiati per vere e proprie guerre in
territori storicamente bellicosi;
che fossero da scomunicare coloro i quali coraggiosamente sostenevano che l’esistenza delle Regioni si è risolta in un esborso
gigantesco di risorse, in cambio
di risultati che definire modesti
ha già il sapore di un elogio; che
fosse fatale che il Sud avesse una
stratificazione di cartelli del crimine organizzato che non sono
invincibili all’infinito, ma che
tuttavia continuano a condizionare
la vita economica, civile e sociale
di un territorio che ha creato matrici formidabili, e misconosciute, di civiltà, cioè di storia, di
cultura e di arte; che in ultima
analisi il conformismo pubblico
si trasformasse in una insopportabile cappa che impedisce al no-
stro Paese di rimettersi in moto,
alimentando i venti dell’antipolitica che soffiano sempre più violenti in tutte le latitudini dell’Italia.
Servono coraggio, verità, e dunque silenziosa e radicale rivolta
morale, molto prima che programmi o promesse o illustrazioni
di illusorie realtà. E’ necessario
chiudere una stagione che ha presentato irresponsabilmente un Paese potenziale, mentre era soltanto
irretito nel labirinto dei nostri
egoismi, delle nostre voracità,
della nostra inettitudine etica.
Questo è il messaggio da consegnare per il futuro di chi viene
dopo di noi, non come effimera
pedagogia civica, ma quantomeno
come utopia possibile, o infine
come estrema ragione di coloro i
quali si sono battuti, tante volte
in solitudine, seppure non del tutto
inutilmente, perché scendessero
in campo le forze migliori, più
fresche, più creative: le sole in
grado di riportare l’Italia e il Sud
ai livelli europei e planetari che
la loro storia ha consentito di raggiungere nelle indimenticate età
dei loro splendidi rinascimenti.
APRILE 2008
IL GIORNALE degli Autori Matinesi
MATINO:
Lettera Aperta
dolci ricordi...
Quel sole che sorge dietro i monti
di “Santa Parmeta” non vedo...invece sento gli annosi tramonti capursesi non più infuocati, cadere su di me.
Albe e tramonti osservo rincorrersi giocosamente insieme al
tempo che, inesorabilmente, mi
trascina via. Restano solo i ricordi
che affiorano, altalenanti, veri,
crudi, perchè parto dell'infanzia,
impregnati di stenti e privazioni
per una “stagione” che sembrava
non finire mai. E li cerco quei
frammenti in desuete espressioni
vernacolari, rare, preziose reliquie
per dialettofoni che, ben collocate,
contribuiscono a ricostruire una
parte di storia e di preistoria
(“l'amigdala” e lo “chopper” oggi
al Museo di Maglie) di un paese
che appartiene solo a chi l'ama:
gente ricca di tanta lealtà, ma
che un tempo ha pianto miseria,
tanta miseria.
Matino, terra di “tarantate”,
“pizziche,” macare” e di ninne
nanne, di tesori nascosti mai ritrovati, terra di “trozzule”,
”tamburreddhi”, ”zacareddhe”,
di campane intonate e “fochi artificiali,” terra rossa di secolari
ulivi contorti, di “meddhe”,
”armeculi” e “cutugni,” terra di
“strittuleddhe”e “campanari,”terra
“te nturciate”.....
Ma io ora son tornato qui per te,
perché voglio addentrarmi nei
tuoi vicoli, un tempo senza luce,
e sedermi “sullu pazzulu”, di fronte alla “pila” e alla “cisterna”, di
casa mia per “sentire” ancora l'eco
delle residue esalazioni di quegli
antichi profumi casarecci: “te
pitta” e di “melanzane
bbuttunate”. e poi lasciarmi andare...sognando gli amici di allora
cui mi sento tanto legato, anche
se l'indifferenza di certi sguardi
alle volte lascia perplessi o quando, peggio ancora, non lascia trasparire intese e compromessi che
hanno impedito l'evolversi della
nostra predisposizione congenita
del gene della “matinesità;... e
rivivere i tempi in cui si giocava
“culli paddhi,” a “tirallenta”, a
“scunnareddhi”, a “quattrhu culonne forti,” a “pprima la luna;”
e le “vagnune” ad “amme salamme.”
Incontrarmi con i nostri emigranti
per poterli abbracciare e solida-
PAG. 3
All’Amministrazione Comunale
di MATINO
Ripartendo da quell’augurio di Inguscio, for<< [...] Stai minata an menzu ffore / alli peti
mulato nel lontano 1958 e considerato che
te ‘sta croce, cu dda facce te tulore, / cu ‘stu
sule ca te coce./ Ulìa ‘tte mintu intra nna crutta, ancora oggi forte è il desiderio di quasi tutti i
cittadini matinesi di vedere la tanto amata statua
/ t’acqua e jentu riparata, / sempre sula stai
cqua ssutta / o Matonna Ndolurata./ Sinti nìura, della Madonna Nera (da sempre in contrada
Ciccolìa) collocata nel centro abitato per poterla
ma si’ dd’oru / cu ddu sguardu sì lucente, /
ogni cchianta mina ndoru, / ognetunu cquai meglio ammirare e conservare, il sottoscritto,
a nome di moltissimi
se pente./ E gg’è bberu
cittadini, chiede a coca a Ccicculìa ogni
desta Amministrazione
erva càccia fruttu, /
di contattare gli attuali
minti ’a manu Ssiproprietari della statua,
gnurìa, / cu ddu
onde tentare di ottenere
sguardu cconzi tutil benestare a tale tratu.>>
<< [ ...]
sferimento. ( in conQuanta pace cquai se
trada Ciccolìa verrebbe
sente, / cquai ciuveddi
eventualmente colloaje tortu, / nu’ c’è
cato un calco )
nvìtia tra la ggente, /
Considerata la carenza
a Matinu ulìa ‘tte
di monumenti nella
portu./ T’era ffare
nostra cittadina, la stan’artarinu / sulla via
tua della Madonna
Ndolurata / e cu
Nera, opera bronzea di
quiddi te Matinu / t’ìa
grandissimo valore arddumare na nturciata.
tistico, una delle più
[ ...] *
importanti eseguita dal
Cinquant’anni fa a
famoso scultore
pag. 53 de L’ARCIA.Bortone, potrebbe
CONFRATERNITA
trovar posto nella coNEI TRE SECOLI Matino - Madonna Nera di A. Bortone
stituenda pinacoteca “
Vito Inguscio scriveva
-“ Formuliamo l’augurio che presto la statua L. Gabrieli “, nobilitando di fatto la città e il
in bronzo di M.SS.Addolorata, intitolata la nome degli attuali proprietari legato perennemente, come ebbe a scrivere Vito Inguscio,
Madonna Nera, possa essere trasferita per
gentile e grato omaggio dei fratelli PISPICO alla storia di Matino ed alle benemerenze di
tutta la cittadinanza.
fu Paolo, nel paese di Matino, e collocarla,
in apposito e decoroso piedistallo marmoreo,
Tonio Ingrosso
in via SS.Addolorata, alla venerazione ed am* dalla poesia di Tonio Ingrosso “ Matonna Nìura”
mirazione di tutti i fedeli.”
del 1983
rizzare,facendomi raccontare le
sofferte nostalgie con cui convivono e che io conosco per essere
figlio e fratello di emigranti.
Rivedere lo stato di certe pareti
che “a furia te sciucare a sordi”,
a “ncùcchia pariti,” e ”a rota”, le
abbiamo lasciate tutte
“scozzacate.”
Non potrò mai dimenticare quando, usciti dalla scuola, dopo le
consuete ”mazzate”, prenotate già
in classe durante la lezione, si
giocava a “cacciottine,” a “santu
mazzone” a “spacca chianche”
“a furmeddhe,” e “a mazza e castillo'.” Ma la sera i giochi erano
piu' dinamici: a “scunnareddhi,”
a “latrhi e carabinieri” a “ci la
porta,” per finire poi “alli cunti”,
accovacciati per terra.
“Oru oru oru ognitunu a casa
loru” e “ira ira ira ognitunu se
ritira”era il detto che, concludendo l'inquieta giornata, ci lasciava
poi soddisfatti. Non posso dimenticare il tempo in cui eravamo
fieri delle bravure e dei suggerimenti insegnatici dai nostri genitori che ci mettevano, nel contempo,in guardia dagli aspetti
“negativi” della società, dalle
“tiscrazie” ; e noi “crescevamo”in
maturità e saggezza. Ma tutti sanno che per noi genitori, non è
stato così ; noi non abbiamo potuto trasferire le nostre esperienze
ereditate, anche perché non ci
sono state mai richieste, anzi ai
primi cenni, troncate; in nome di
uno stupido anacronismo. Ma,
superato questo trauma familiare,siamo felici ugualmente,perché
il dilagante ” male oscuro” allorché ha trovato altrove fragilità,
in noi ha incontrato
l'insormontabile ostacolo della
nostra tenace volontà che, anche
senza laurea in psicologia e psichiatria, ha saputo reagire accettando e superando la cruda realtà
di questa vita. Al senso di responsabilità di questi genitori che hanno saputo “incassare” e tacere, va
il mio plauso e quello, se volete,
e mi auguro, di tutti noi.
Ora che vedo il sole su “Santa
Parmeta,
sento d'esser diventato quasi un
poeta
per cui se mi esprimo a rima
baciata
è perché lassù quel bel panorama
è di una Matino, di chi solo
l'ama.
Totò Fusaro
IL GIORNALE degli Autori Matinesi
PAG. 4
APRILE 2008
L'ARCHIVIO:
un patrimonio culturale
di Francesca Marsano
Nella stanza si respirava un'aria
di carta e polvere, in
un'atmosfera sospesa nel tempo,
dove ogni particolare trasmetteva curiosa importanza.
Come un esercito di soldati
sull'attenti, i faldoni affollavano
gli scaffali metallici a custodia
di tradizione e segreti. Lo sguardo, tagliando la luminosità soffusa, scorreva un ordine che
imponeva silenzioso rispetto e
conduceva il pensiero alle persone che erano riuscite a restituire
alla confusione quel singolare
senso di compostezza.
Mi trovavo in visita presso uno
dei tanti archivi che popolano le
Amministrazioni Comunali della provincia di Lecce e non importa se il locale era piccolo, appartato e dotato di una
lampadina dalla luce tremula.
Quello che contava, quello che
mi affascinava, era sapere che
quella disposizione così misurata e impeccabile di fogli nascondeva la vita di tutto un paese, i fermenti di popoli e
generazioni.
Il termine archivio, infatti, non
si riferisce soltanto alla fisicità
del luogo preposto a contenere
documenti, ma definisce anche
il complesso della documentazione, la raccolta organizzata di
atti di varia natura che soggetti
pubblici o privati, che singoli o
famiglie, producono e gestiscono.
Né, nella moderna società tecnologica, si può prescindere
dall'arricchire la definizione di
una dimensione informatica che
guarda all'archivio come ad una
serie di record ordinati in maniera omogenea.
Di etimologia greca, “áñ÷åéoí”
significa "segreto", "riservato",
laddove ad essere "segreti" non
sono i documenti di per sé, ma è
il valore storico e civile che affiora quando la perizia di professionisti permette di ricomporre
la fitta rete di relazioni per la
quale ogni documento è imprescindibilmente legato agli altri.
In un archivio, dunque, non esiste una storia a priori, ma esiste
una storia che prende forma in
seguito allo sforzo tecnico di ricostruzione dell'ordinata successione delle carte.
Un archivista che riorganizza
un archivio ha il compito di selezionare e potenziare fondi
taciti che hanno bisogno di rinascere per vivere nell'attualità delle dinamiche culturali e sociali. Egli fa da tramite
tra la memoria storica e la storia
di oggi, tra il "grande" passato e
i "modesti" avvenimenti locali.
La meritata rivalutazione con-
leggi, atti amministrativi, processuali e di natura finanziaria,
ordinata secondo una cronologia
per oggetto. I lavori materiali sono affidati a servi pubblici e liberti.
Si deve attendere il Medioevo
per riscontrare l'esistenza di de-
Archivio Autori Matinesi
........"Il merito dell’Autore
sarà confermato certamente da quanti avranno interesse a leggere e ricordare
queste pagine di storia cittadina, ricostruite con competenza, con oggettività,
ma certamente con partecipazione, certi che “il
mantenere la memoria
attiva delle proprie imprese crea e rafforza il
senso d’identità”
(Dall’Introduzione al volume del Prof.
Francesco De Luca, Presidente corso
di studi Beni archivistici e librari,
Università di Lecce)
quistata solo di recente dalla figura dell'archivista è legata al riconoscimento di una professionalità alla quale appartengono
irrinunciabilmente la capacità di
rilevare dati essenziali e di collegarli razionalmente tra loro
muovendosi all'interno di una
mole enorme di documenti,
l'intuito nel collegare quanto c'è
di sistematico in essi e, conseguentemente, la proprietà di sintesi, la flessibilità e l'apertura
mentale, oltre che le doti personali di precisione e pazienza nel
far fronte alla complessità e ai
tempi lunghissimi che un buon
lavoro di riordinamento richiede.
L'archivio non sempre ha rivestito le funzioni ed ha assunto i
caratteri che oggi gli sono propri. Un brevissimo excursus
rende chiaro che esso, originariamente, è sede di riunione dei
magistrati e solo in età ellenistica acquisisce un significato tecnico. Nelle varie città ellenistiche, ancor prima che si
istituiscano archivi per la conservazione dei documenti privati, sono in uso luoghi in cui si
conserva la documentazione di
carattere pubblico delle città:
positi di carte a Roma e in altre
città italiane, e solo nei templi
pagani. Quando gli archivi trovano diffusione presso le basiliche cristiane, tra di essi prende
ben presto il sopravvento
l'archivio della Chiesa Romana. Purtroppo, però, pochissimo ci rimane di questo periodo
vuoi per ragioni più generali,
vuoi per il diffuso costume tra i
sovrani di farsi seguire, nei loro
viaggi, dai propri archivi.
La miglior cura degli archivi che
matura in età comunale, allorché i singoli Comuni ricercano e
rivendicano, presso i notai, i documenti relativi ai propri diritti
(si parla di archivi di ricezione
perché ricevono anche atti di rilevante interesse generale prodotti da cittadini e corporazioni,
notificanti, per esempio, privilegi, statuti, etc), subisce un vero e
proprio arresto o regresso con
l'avvento delle Signorie. Infatti,
la libera pubblicità degli atti è
frenata dagli interessi dei nuovi
dinasti i quali mirano a trasformare la raccolta dei documenti
che possono riguardarli in archivi segreti.
Il sopraggiungere della storiografia umanistica dona agli ar-
chivi vita intensa: gli storici lavorano per commissione di governi per cui è interesse vitale
porre gli archivi in condizione di
funzionare.
Peculiarità
di
quest'epoca è lo sfruttamento
degli atti d'archivio.
Nell'Europa moderna, Filippo II
di Spagna migliora gli archivi
della Corona d'Aragona e fa sistemare quello grandioso della
Corona di Castiglia a Simancas;
a Roma i papi da Sisto IV a Urbano VIII fondano e riordinano
archivi; cura particolare consacra Venezia all'archivio della
Cancelleria Ducale.
Il fervore archivistico rinascimentale si protrae per tutta l'Età
barocca.
Nella seconda metà del XVIII
secolo Napoleone, nell'intento
di restituire un po' di ordine
all'assetto amministrativo duramente provato dalla Rivoluzione
francese, rende obbligatoria
l'anagrafe, facendo prevalere le
finalità pratiche dell'archivio su
quelle storiche.
Dei grandi archivi italiani sono
importanti, soprattutto per le ricerche storiche, quelli di Firenze, Napoli, Venezia, Milano, Torino, Mantova, Modena e quello
Vaticano; tra gli archivi esteri
contengono maggior copia di
materiale riguardante la storia
d'Italia l’Archives Nationales di
Parigi, l'Archivio General di Simancas in Spagna e lo Staatsarchiv di Vienna.
Per quanto attiene la consultabilità dei documenti essi sono tutti
visionabili, ad eccezione di
quelli riservati relativi alla politica interna ed estera, aperti solo
dopo cinquant'anni, e quelli riguardanti situazioni private e
processi penali, per i quali
l'accesso è consentito dopo settantanni.
In conclusione, gli archivi custodiscono, attraverso la documentazione posseduta, il patrimonio culturale di una società,
ne testimoniano la memoria,
conservando tracce storiche e civili che altrimenti andrebbero
perdute. Febvre li definisce
«granai di fatti» per sottolinearne l'importanza nel conservare
integre le radici dell'umanità.
Un archivio ben ordinato è
portatore di un senso di orgoglio, crescita, libertà e democrazia.
APRILE 2008
IL GIORNALE degli Autori Matinesi
PAG. 5
MATINO CITTA' D'ARTE
a cura di Franco Casalini
Al contrario di quanto comunemente si crede,
Matino è una città d’arte.
Si evince dalle numerose (se pur non tutte di
eccezionale levatura) opere esistenti che noi
qui di seguito elenchiamo e che giustificano quanto andiamo affermando.
Architettura Civile
Degne di nota: arco della Pietà; arcoingresso dimora di G.B. Del Tufo;
archi giardini marchesali “ Lazzarello”,
“ Mimmo” e “ Cammere”; palazzo
Giannelli (centro storico); palazzo
marchesale; palazzo Memmi; palazzo
Caroppo; palazzo Provenzano ; palazzo Giannelli (via Roma); portico
d’ingresso cimitero.
Architettura Religiosa
Importanti le chiese di San Giorgio,
Madonna del Soccorso, Pietà, Sacro
Cuore, Santa Famiglia; Calvario;
campanili della chiesa di San Giorgio
e del santuario dell’Addolorata;
Affreschi
Tra i più importanti: Trionfo della fede
(chiesa della Pietà) Scuderia Del Tufo
(palazzo marchesale) S.Michele (atrio
Casa Gabrieli) Madonna col bambino
(chiesa del Carmine); Martirio del
santo (altare Chiesa S. Anastasia);
Crocefissione (abside chiesa dell’Addolorata); Episodi di vita di S.
Domenico (ex chiostro dei domenicani); Fuga in Egitto (via Puccini);
Madonna dei sette dolori (Conservatorio delle monache).
Mosaici
Quattro evangelisti (presbiterio) e
Battesimo di Gesù (cappellone battistero) nella Chiesa San Giorgio; Figure
di santi (facciata chiesa del Sacro
Cuore).
Beni mobili sacri
Numerose statue lignee, bassorilievi e statue
in cartapesta, alcune delle quali esposte alla
I° edizione “ La Statuaria Sacra in Cartapesta”
allestita nel palazzo marchesale l'11/12/2005
con opere di Guacci, Longo e Manzo; argenti
di produzione napoletana; moltissime tele, tra
le più importanti, oltre agli ovali del Mistero
del Rosario, va ricordata quella che raffigura
Matino - Chiesa della Pietà - Trionfo della Fede
S. Pietro attribuita a G. Ribeira (chiesa del
Crocefisso).
Monumenti
Monumento ai caduti; Madonna Nera del
Mostre d’arte effettuate negli ultimi decenni
-
Mostra Collettiva di Franco Casalini e Fabio Paladini- Palazzo Marchesale ‘93
Personale di Scanderebek – Sala Comunale - 1993
1° Concorso Pittura Estemporanea “ Aspetti caratteristici del centro storico” -1994
Personale di Flavio Canta - 1995
2° Concorso Pittura Estemporanea “Bianca Matino-balconi fioriti-edicole votive ‘95
Mostra collettiva” Artisti emergenti” Sala socio-culturale comunale -2004
Mostra itinerante “ centro storico d’autore” Personale di Sandalo Giuseppe -2004
Premio “ L.Gabrieli” - Palazzo Marchesale -2005
Personale di F.Casalini - Chiesa della Pietà -2006
Artisti Contemporanei Salentini “Premio L.Gabrieli” - Palazzo Marchesale – 2006
Mostra “ V. Balsebre e i Gruppi Gramma e Ghen”-Palazzo Marchesale -2006
Collettiva -Tonia Romano e Franco Casalini.- 2007
Personale di Gianna Stomeo – salone ex farmacia Romano- 2007
Bortone; monumento a Salvo D’Acquisto;
monumento dell’emigrante; busto del dott.
Giorgio Primiceri; busto di Dante Alighieri
(Scuola Media); statua di S.Pio; Cristo Risorto
con Adamo ed Eva sul portico
del Cimitero.
Scultura
Anche se non possiamo registrare scultori di fama nazionale
nella scultura in pietra leccese
nonostante gli esempi presenti
(San Giorgio in pietra patinata
color bronzo sul portale chiesa
matrice; arma del seicentesco
palazzo Provenzano, arma dei
Del Tufo-Pignatelli nella chiesa
madre; portale chiesa della
Pietà; tomba di R. Gentile),
possiamo affermare invece che
nella scultura in legno a Matino
abbiamo avuto in passato una
vera e propria scuola di intagliatori e tangibile testimonianza è data dai portoni della
chiesa della Pietà, del palazzo
marchesale e dalle numerose
roste presenti. Vanno ricordati
fra tutti Attilio e Cosimo Romano (cantoria chiesa madre e
pulpito santuario dell’Addolorata)
Tra le arti non possiamo dimenticare la musica che vanta
illustre e antica tradizione.
Opere importanti ci hanno lasciato Luigi e Vincenzo Papadia,
Luigi Romano e Eriberto
Scarlino.
Pittura
Tra gli artisti contemporanei
matinesi certamente il più
grande è stato Luigi Gabrieli,
scomparso alcuni anni fa, il quale ha donato
al Comune diverse sue opere, poi ricordiamo
Mimmo Tamborrini, Giorgio De Cesario,
Franco Casalini, Marcella Fraraccio, Tonia
Romano, Eufemia Montunato, Marcello Peschiulli, Fabio Paladini, Tonio Ingrosso, Fabio
Curto, Paola Bove, Valeria Pasanisi, Olivares
Giorgio, Davide Chezza, Salvatore Giaffreda,
Daniela Carrozza, Anna Stendardo, Valentina
Casalini (pittrice-orafa) Giosuè Imperiale
(pittore -arte su vetro) Adriano Realgar e
Cosimo Granito (tarsìa).
E concludendo vorrei citare alcuni versi del
poeta matinese Franco Murrieri:
"La storia te la terra mia"
...
la trovi intrha 'lle rime te pueti
ca n'ànnu scazzacatu li tuluri,
su' quatrhi te pittori nfatturati
ca n'ànnu mmurtalatu li culuri.
...
PAG. 6
IL GIORNALE degli Autori Matinesi
APRILE 2008
SGOMENTO E SPERANZA
di Annamaria Delle Castelle
Grazie a questo giornalino ho l’occasione
raccolta.
di poter parlare con voi. Lo farò così,
C’è chi in casa usa il sacchetto per i rifiuti
come ci si incontra per strada, quando,
come è logico che sia, ma fuori trova
tra una confidenza e una curiosità, il
altrettanto logico sporcare la strada con
discorso scivola inesorabile su problemi
cartacce ed altro. Le nostre strade sporche
e iniziative nel nostro paese.
e l’accettazione supina di quella non cuLa nostra Matino! Quante volte ho critiranza nel devastare l’ambiente, mi esacato il mio paese, ricordo quando ero
spera.
ragazza, mi stava pure stretto.
Che dire del verde cittadino?
Sono partita e poi ritornata finalmente.
A dir poco inesistente.
Qualche esiguo progetto ad abbellire il
Oggi da persona matura so che, nonostante
paese finisce per diventare erbaccia e
tutto, appena gli dico “ Ciao” è già nostaldegrado. I rari e minuscoli marciapiedi
gia.
sono coperti di erba rigogliosa.
In confidenza, i miei sentimenti, guarE l’acqua sporca?
dando Matino, sono sgomento e speAnche quella per le vie di Matino.
ranza. Questi animano le mie riflessioni
e le mie considerazioni. Intanto
mi viene spontaneo ricordare
quella canzone che dice “ Disteso come un vecchio
addormentato”. Vecchio intendo
non progressista, addormentato
perchè il suo motto è “ E mo’
che cosa ci vuoi fare?”
E tutto scorre.
Sono consapevole di non dire
niente di nuovo, qualcun altro
più autorevole di me lo ha già
fatto in modo molto più eloquente, a volte con ironia, a
volte con rabbia, ma si sa le
parole hanno poco effetto,
passano nella nostra memoria
solo per il breve tempo della
lettura, poi volano via.
Provo sgomento perchè nonostante l’impegno considerevole di alcune persone, nel
nostro paese è cambiato davvero molto poco. Bisogna dire
che iniziative e idee innovative
ce ne sono state, ma tutto si è
"U travinieri"
vanificato con l’apatia e la non
risposta del resto del paese.
Tanta gente ancora oggi se ne libera butSiamo rimasti il paesino del sud con tanto
tandola per strada. Richiude la porta ed
da fare ma che rimanda interventi e soluil senso di pulizia è salvo.
zioni. Intanto guardiamo e apprezziamo
La nostra campagna! Uliveti secolari e
l’erba verde del nostro vicino. Bisognenon solo.
rebbe ergerci a modello l’un l’altro.
Le strade di periferia meritano un deciso,
Essere direttamente responsabili dell’imimportante e urgente intervento. Sono
magine di Matino per sentirci competitivi
ridotte male, hanno fatto una fine davvero
e all’altezza di confrontarci con i nostri
ingloriosa. Forse più controlli da parte di
confinanti. Sono tante le cose che si poschi ne ha il potere avrebbero funzione
sono fare, ogni singola persona prima e
importante e preventiva.
poi insieme per obiettivi comuni.
Queste persone dovrebbero investirsi della
Finalmente la raccolta differenziata.
loro parte fino all’ultima fibra.
Per molti ancora sconosciuta.
Peccato, peccato tanta incuria. In quale
C’è chi lascia ancora sacchetti di rifiuti
altra parte si può avere qualcosa che uguadove prima c’era il vecchio bidone. Gli
gli quello che abbiamo a Matino?
operatori, poi, abbandonano per terra
I nostri bei tramonti visti dall’altura di
quello che cade durante le operazioni di
S. Ermete e il nostro sorgere del sole!!
Ripeto, la colpa del nostro stato è principalmente di ogni singola persona, in qualsiasi veste e ruolo essa si trovi.
Su scalini diversi ognuno deve fare la sua
parte altrimenti daremo segno di non
amare il nostro paese quando poi c’è gente
che fa tanto e gli dà lustro.
Mi rincuora invece la speranza che i
nostri ragazzi, uomini di domani, possano
fare meglio di noi, grazie anche al lavoro
intenso, a sfondo pedagogico che svolgono le educatrici a scuola. So di tanti e
importanti progetti, tutti rivolti alla formazione di uomini e donne attenti e responsabili.
Questo è consolante e cancella lo sgo-
mento, perchè questo è il prodotto della
speranza di nuovi e principali contenuti
e novità di programmi.
La speranza è ancora pensare che non ci
adageremo sul bel lavoro svolto dalla
scuola. Sono dell’avviso che un messaggio sbagliato dal genitore, anche per una
sola volta, è molto più forte di quello che
la maestra ripete in classe tante volte.
Concludo perchè lo spazio mi limita,
aggiungo solo che sarebbe una bella opportunità, se qualcuno, a mo’ di dibattito,
volesse esprimere il suo punto di vista.
Si aprirebbe così uno scambio di idee e
opinioni attraverso le quali confrontarci
e costruire un modello di società moderna
ma coerente con i valori fondamentali
della società dei nostri padri.
APRILE 2008
IL GIORNALE degli Autori Matinesi
PAG. 7
CONOSCERE IL TERRITORIO
di Maria Romano
Riflettendo sulla mia esperienza
didattica degli ultimi cinque anni
di insegnante dell’ambito antropologico nella scuola primaria,
penso di aver privilegiato lo studio
del territorio come base di una
buona formazione geografica e
storica.
Gli apprendimenti geografici e
storici possono realizzarsi e riuscire formativi di capacità culturali e civili solo se i bambini abbiano già maturato sin dalla scuola
dell’infanzia e nella prima classe
della scuola primaria, un fondamentale senso dello spazio e del
tempo.
Bandito ormai l’apprendimento
prettamente nozionistico, bisogna
avviare il bambino a comprendere, a suo livello, il mondo circostante, partendo dalla memoria
personale, nella quale il progressivo mutamento e la sua durata
siano testimoniati da ricordi, fotografie, aneddoti raccontati in
famiglia. Successivamente si scopre il rapporto fra gli elementi del
presente e la continuità tra presente e passato in modo che il bambino impari, progressivamente,
ad analizzare lo sviluppo degli
uomini e della società di oggi in
rapporto sia con i caratteri dell’ambiente sia con quanto è derivato dagli uomini e dalle società
di ieri.
Come insegnante ho potuto verificare che il contatto diretto con
il territorio è sempre un’esperienza interessante e significativa dal
punto di vista della costruzione
dell’identità culturale, perchè mette in gioco l’aspetto relazionale
ed affettivo, evocando nei bambini particolari esperienze legate ai
luoghi in cui hanno vissuto.
A tal fine necessita un’attività
iniziale di indagine ambientale,
svolta sul filo degli interessi emergenti nei bambini delle prime classi per abituarli a vedere ciò che
già vivono e a prendere coscienza
via via di ciò che vedono; dapprima consapevoli della loro vita per
procedere e risalire poi agli aspetti
sempre più lontani nello spazio e
nel tempo. In questa indagine è
di fondamentale importanza
l’aspetto affettivo, operativo, morale.
Quanto più l’apprendimento è
ricco di motivazioni tanto più è
didatticamente efficace!
E’ viva nella mia memoria la ricerca su Matino, realizzata nell’anno 2000-01 e lo studio sul
territorio negli anni successivi.
Siamo partiti dalla tradizione
popolare, collegata ai racconti
vissuti dai bambini in famiglia,
in particolare alle narrazioni dei
nonni e delle persone intervistate
durante la visita guidata al centro
storico del paese. La visita è stata
documentata da bellissime riprese
con videocamera e da tante fotografie, in cui sono stati immortalati gli angoli e gli edifici più belli
e storici del paese. Tutto è ancora
conservato in una videocassetta,
le cui immagini, associate ai canti
folcloristici locali,rendono ancora
più suggestiva la piazza San Giorgio, il palazzo marchesale, la chiesa madre, le corti, le tortuose stradine del centro, le allegre e
articolate architetture degli angoli
più interni, le scalinate, che nel
punto in cui finiscono, aprono
nuovi scenari incantevoli.
Ci siamo maggiormente soffermati sotto l’arco a botte di via Del
Tufo, che immette nel piazzale
interno, su cui si affaccia la casa
dell’illustre concittadino Giambattista Del Tufo.
Raccolto ogni tipo di informazione, per lungo tempo si è discusso
in classe sui problemi emersi dall’osservazione del territorio, in
cui è sorto il piccolo borgo nel
medioevo fino all’espansione attuale del paese nelle periferie.
Si è fatto emergere cosa c’è di
importante a Matino; come i bambini vorrebbero il loro paese; quali
spazi modificherebbero con la
fantasia; cosa già conoscevano
della sua storia; quali aspetti particolari hanno colpito la loro immaginazione (emergente la festa
di San Giorgio e le leggende legate alla vita del marchese); magari quale immagine avrebbero
scelto per farlo conoscere a qualcuno e qui è emersa la bottiglia
di vino DOC, frutto dei vigneti
di una campagna ubertosa e della
magistrale esperienza del Consorzio Agrario locale.
Ad ogni problema è seguita la
discussione, vista sempre come
dialogo e confronto.
Negli anni successivi si è approfondito la conoscenza del territorio e dei personaggi illustri del
paese come Raffaele Gentile nel
centenario della sua morte. Per
l’occasione si è visitata la lapide
posta sulla facciata della sua casa,
il portale del cimitero da lui progettato ( XIX secolo), la sua tomba; ci si è documentati sul proget-
to del ponte girevole di Taranto,
sulla meridiana sita in piazza municipio; sulla sua professionalità
e vita.
Si sono fatte ricerche su altri personaggi di Matino, che si sono
distinti nel campo dell’economia,
noto il dott. Giorgio Primiceri,
fondatore della Banca Agricola
di Matino ed ancora personaggi
dell’arte, della musica..., cercando
di non cadere nell’errore che, talvolta, succede nello studio del
territorio, facendo vedere i personaggi dominanti come coloro che
fanno la storia, mettendo il popolo
in un atteggiamento passivo o
trascurando i rapporti sociali e il
modo di produzione che caratterizza la società.
Alla fine di ogni percorso sarebbe
poi auspicabile realizzare per e
con i ragazzi esperienze di inserimento da “attori” nella geografia
e nella storia della loro realtà territoriale e culturale, con proiezioni
di filmati, di cartoline, di diapositive, pubblicazioni di monografie.
Magari sul giornalino scolastico
oppure nelle forme del teatro,
anche in vernacolo, coinvolgendo
il “pubblico adulto”, che può contribuire ad approfondire le condizioni presenti nel territorio, le loro
cause storiche, i loro possibili esiti
futuri, influendo così positivamente sui processi di sviluppo e
orientando i bambini e i giovani
ad un inserimento critico e creativo nella società.
Un Progetto della Scuola Media “Dante Alighieri” di Matino
finalizzato alla conoscenza del territorio
PROGETTO
PETER PAN
Per Tutelare E Riscoprire Paesaggi, Ambiente e Natura
Il progetto si svolge nel territorio dei 19 Comuni (tra i quali Matino) di Area
Sistema Casarano che si avvale del partenariato di: Provincia di Lecce;
Università del Salento; ASCLA di Bari; Cittadinanza Attiva; Sviluppo Italia;
Forum di Agenda 21 locale di Casarano e Comuni associati.
L’obiettivo principale del progetto è quello di sperimentare un approccio
innovativo verso le tematiche della legalità e della sicurezza, lavorando
per accrescere il senso di appartenenza e di cittadinanza dei giovani e
dei ragazzi.
Con questo obiettivo si è focalizzato il progetto “Peter Pan” su alcune
azioni che tendano a creare un nesso positivo tra conoscenza e tutela
dell’ambiente, valorizzazione e sviluppo del territorio, diffusione della
cultura della legalità e della cittadinanza attiva, in particolare tra i ragazzi
e i giovani, facendone i protagonisti e gli agenti di un processo innovativo,
di cui le Istituzioni locali saranno interlocutrici, auspicabilmente attente
e partecipi.
La Scuola Media di Matino con la Dirigente prof.ssa Rosa Grappa e gli
Insegnanti da subito ha inteso aderire al progetto in considerazione della
sua importante valenza didattico-educativa, proponendo la trattazione di
un aspetto del territorio:
LA RACCOLTA DELLE ACQUE PIOVANE
PER IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA.
A tal proposito ha coinvolto 5 alunni di ogni terza classe che, coadiuvati
dai docenti Fernando Vitali e Sergio Macrì, hanno intrapreso sin dall’Ottobre
2007 questa avventura che, attraverso il “gioco di ruolo”, farà nascere in
loro l’idea di una mappa e di un’”isola del tesoro”, che li porterà a
riscoprire il territorio in tutte le sue valenze, le regole che lo governano,
le risorse che lo arricchiscono, i rischi che lo minacciano.
Le attività di ricerca, svolte dai ragazzi, troveranno riscontro direttamente
sul campo e specificatamente nel territorio di Matino, attraverso visite
guidate nei luoghi di interesse ed interviste ai soggetti coinvolti.
I risultati del Progetto, sia teorici che applicativi, saranno resi pubblici al
termine dell’attività di ricerca e sottoposti all’attenzione dell’Amministrazione
comunale e dei cittadini interessati.
Fernando Vitali
IL GIORNALE degli Autori Matinesi
PAG. 8
IL TEATRO A MATINO
una tradizione che continua
di Alfredo Cataldo
Archivio Autori Matinesi
Teatro è il piacere di stare insieme,
di divertirsi divertendo, di giocare,
di salire sul ponte che unisce passato e futuro.
Il comico. il tragico, la commedia,
la farsa, qualunque genere si scelga comunque il teatro dà e riceve.
Teatro è la parola che vive adeguandosi al proprio interprete;
pensate a quanti modi ci sono per
dire “si” e moltiplicatelo per le
persone che possono dirlo.
Il teatro è un quadrato magico su
cui la realtà si trasforma senza
bisogno di effetti speciali, su un
palco un vecchio scanno diventa
il trono del re e un asciugamano
bucato il suo mantello dorato.
Teatro è guardarsi nello specchio
per vedere ciò che siamo, ciò che
vorremmo essere, ciò che non
siamo o che crediamo di non essere.
Teatro è soprattutto amore, passione, umiltà, ritmo, linguaggio,
armonia, disciplina, studio, partecipazione; il pubblico a teatro non
assiste allo spettacolo, partecipa.
Teatro è Il “Piccolo Teatro
Matinese” e la “Compagnia Teatrale Santa Parmeta”, due
gruppi separati e distinti che insieme cercano di colmare il vuoto
lasciato dalla “Fidas Teatro” che
a sua volta cercava di colmare il
vuoto lasciato dalle parrocchie.
Il teatro a Matino è una tradizione che continua, anche se in
sale precarie con problemi acustici
e di sicurezza.
Già nel lontano 1909 il presidente
del “Circolo filodrammatico G.
Spasiano” chiedeva alle autorità
il permesso di aprire un teatro per
tre mesi presso un locale privato.
Nel 1914 la Società teatrale “Sala
Marconi” aveva una propria sala
ma era una società privata quindi
sparita la società, sparita la sala.
Nonostante l’ansia e la voglia dei
matinesi di fare spettacoli e partecipare agli spettacoli teatrali e
non, dal 1909 ad oggi non si è
riusciti ad andare oltre, da parte
delle amministarzioni locali, la
promessa di ristrutturazione dell’ex mercato coperto.
APRILE 2008
L’ORCHESTRA SCOLASTICA:
Una grande opportunità educativa
di Sergio Carluccio
“Un cittadino più musicale non soltanto canterà meglio: saprà
scegliere con cura cosa ascoltare, le parole da usare, i luoghi dove
abitare e incontrarsi; avrà più fiducia in se stesso e nelle proprie
capacità crative e professionali, avrà meno paura dell’altro, di chi
ci regala la cosa più preziosa che possiede, la propria differenza.
La presenza della musica nella scuola, in forme e modi adeguati alle
diverse fasce d’età, rappresenta un importante passo per la realizzazione
di quella “ école de la mixité “ di cui si parla ormai in tutta Europa,
luogo ove possano incontrarsi felicemente razze, culture, religioni,
suoni e saperi. Una scuola in cui entrino finalmente gli artisti e le
loro opere, una scuola in cui si impara a leggere, a scrivere, a far di
conto e a far di canto.“ (L. Berlinguer)
Ispirandosi a questi principi, nell’anno scolastico 2006/07 la Scuola
Secondaria di 1° grado “ D.Alighieri” di Matino ha istituito il corso
ad indirizzo musicale, con la convinzione che mediante la Musica si
possa favorire l’integrazione sociale, moltiplicare le occasioni
d’incontro con la cultura, riempire gli spazi educativi con proposte
di alto spessore.
E’ oramai ampiamente dimostrato come questa forma d’arte contribuisca alla formazione globale dell’individuo offrendo: occasione
di maturazione logica ed espressivo-comunicativa, l’acquisizione di
capacità specifiche che consentono ulteriori occasioni di sviluppo e
orientamento delle proprie potenzialità e una più avvertita coscienza
di sè e del modo di rapportarsi con il sociale.
Con l’attivazione del corso ad indirizzo musicale si è voluto integrare
e supportare l’attività di diffusione e sensibilizzazione della musica
svolta da tempo dalle benemerite associazioni
locali che si sono occupate, inoltre, della ricerca
e valorizzazione dei beni musicali presenti sul
territorio.
Il lavoro svolto da queste associazioni ha completato, con l’istituzione dell’indirizzo musicale,
tale opera di sensibilizzazione, allargando la
possibilità di accesso alla pratica musicale.
La possibilità di avere quattro categorie strumentali: clarinetto, chitarra, violino, pianoforte,
ha reso possibile la nascita di un’orchestra
scolastica.
L’iniziativa ha riscosso unanime consenso tanto
da permettere la realizzazione di vari progetti nel
corso dell’ultimo biennio:
- Giornata della Musica - Maggio 2007 (manifestazione organizzata con il coinvolgimento,
in rete, di Scuole di vario Ordine e Grado, Associazioni Musicali. Gruppi Rock, Scuole di Danza
e altre realtà culturali della provincia leccese);
- Concerto di Natale 2007 svolto nella stupenda
cornice della Chiesa Matrice S.Giorgio di Matino
in collaborazione con gli allievi della locale Scuola
Municipale “ V. Papadia”;
- Partecipazione degli alunni dell’indirizzo
musicale a vari concorsi nazionali.
- Rassegna provinciale delle Scuole Secondarie
di 1° grado ad indirizzo musicale, che si svolgerà
nelle giornate 5-6-7 maggio 2008, e vedrà la
partecipazione di numerosi ragazzi e ragazze che
si esibiranno in varie formazioni strumentali e
vocali, dando vita ad una grande festa che avrà
come tema centrale la musica nelle diverse forme
e stili, e culminerà nella serata del 10 maggio
2008 con il concerto della orchestra degli allievi
del Conservatorio di Musica “ T. Schipa” di Lecce.
APRILE 2008
IL GIORNALE degli Autori Matinesi
PAG. 9
E’ in corso di studio ed impaginazione, con la partecipazione dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti,
e della Facoltà di Architettura con sede a Pescara, Dipartimento di Scienze, Storia dell’Architettura,
Restauro e Rappresentazione, la prossima pubblicazione, dal titolo:
Ascanio Del Tufo e Beatrice Pignatelli:
committenti napoletani in terra Salentina.
Aspetti cantieristici, tipologie, tecniche e vicende costruttive. XVIII secolo.
di Geraldina Antonaci
I contenuti di tale lavoro sono il riedificatoria, così analizzata secondo
sultato della ricerca svolta in tre anni
le seguenti tipologie urbanistiche:
(2003-2006) nel corso del Dottorato
AMPLIAMENTI:
di ricerca in Storia dell’Architettura
Palazzo Marchesale (1711-1750) e
(XVII ciclo) da me compiuta e seguita
Chiesa Matrice (1752-1763);
dal Prof. Arch. Carlos Alberto CacINTERVENTI URBANISTICI:
ciavillani, presso la facoltà di ArVia Regina Margherita, Piazza San
chitettura dell’Università degli studi
Giorgio;
“G. D’Annunzio” di Chieti con sede
GIARDINI:
a Pescara.
Giardini Mimmo (portale, pozzi)
Un’approfondita ricerca biblioGiardini Lazzarello (portale, pozzo
grafica, mi ha consentito di cona ‘ngegna) Giardini Le Camere
frontare con l’albero genealogico della
(portale, decorazioni napoletane, ed.
famiglia Del Tufo, il lascito immocivile) e Giardini Ayala-Valva: debiliare e le vicende costruttive e
corazioni napoletane.
descrittive, a cui facevano riferimento
I luoghi della ricerca effettuata
diversi documenti storici reperiti e
sono: Biblioteche provinciali, bicatalogati. Le fonti di ricerca docublioteche locali, Archivio storico di
mentaria analizzate e reperite, si sono
Lecce, Archivio storico di Parabita
rivelate molto interessanti al fine
(LE), Archivio storico di Maglie,
dell’ottenimento di dettagliate perizie
Biblioteca di Galatina (LE), Bie scritture a carattere privato.
blioteca di Gallipoli, Atti storici di
La ricerca archivistica è stata apprivato, Biblioteca famiglia Pedoneprofondita nella sede dell’Archivio
Ruffano (LE), Archivio di Stato di
di Stato di Napoli, dove dopo il 1806
Lecce, un’approfondita ricerca
sono state depositati altri fascicoli
d’archivio presso l’Archivio di Stato
riguardanti appunto la famiglia dei
di Napoli.
Del Tufo, presenti nel Salento, oriColgo l’occasione per ringraziare la
ginariamente come funzionari di
Banca Popolare Pugliese, che, alcontrollo periferico del governo, tra
l’inizio del percorso di ricerca, mi
il XVII° al XVIII° secolo, successi- Matino - Giardini Le Camere (Portale)
ha consentito, allora giovane e
vamente come classe nobiliare che
anonima ricercatrice, di iniziare il
continuava a godere dei propri titoli e dei
Tutte le tematiche confluiscono nella redazione
personale percorso culturale ed ispettivo nella
propri possedimenti.
di un manuale storico delle tecniche costrutfinalità di poter portare alla pubblica conoLa presenza attiva, fertile, di questa famiglia,
tive caratteristiche e riconoscibili della zona
scenza elementi minimi, ma preziosi della
le proprie relazioni sociali, ha influito sull’imsalentina, che ho voluto, da “Cronista di
propria cultura locale.
portazione e l’adozione di tipologie, tecniche
cantiere”, “raccontare” con il materiale seleLa sensibilità dimostrata in maniera concreta
e dettagli costruttivi riconoscibili da me catazionato, archiviato ed estratto durante le mie
aiuta ad affrontare con slancio e serenità i
logate.
ricerche da manuali, libretti dei mastri e scuole
percorsi impervi della ricerca.
Il lavoro presenta oltre che una relazione
locali, atti notarili,
descrittiva, anche una sezione grafica e tecnica
capitolati d'appalto,
le cui schede risultanti includono informazioni
corrispondenze tra
su: committenza, tipologie, esecutori, ruoli,
committenti ed esetecniche con dettagli costruttivi, nonché il
cutori, il tutto arricsupporto di rilievi fotografici, grafici e note
chito da schemi gratecniche, riconducibili tutte ad una serie di
fici per facilitare e
cantieri voluti e dedicati a Beatrice Pignatelli,
velocizzare la lettura
sposa di Ascanio Del Tufo, il più creativo
e la comprensione di
della famiglia, che per suo amore, importò
questo spaccato lomaestranze e tipologie a lei care, dal napolecale con respiro italotano, facendole in molti esempi tradurre dalle
meridionale.
migliori, ma anche da anonime maestranze
Gli immobili e tracce
locali.
storiche considerate e
La tesi finale della ricerca è impostata in
descritte sono da anMatino - Festone decorativo di manifattura napoletana
maniera selettiva ed è a carattere comparativo.
noverarsi nell’attività
IL GIORNALE degli Autori Matinesi
PAG. 10
APRILE 2008
Raffaele Gentile
Un monumento per il genio matinese
di Alberto De Luca
Tornare a parlare di un uomo che
per le sue doti fuori dal comune
ha lasciato il segno nella nostra
comunità suscita sempre interesse e curiosità, forse per la sua
vivacità intellettuale che gli faceva trattare le scienze più varie,
dalla matematica all’astronomia,
dalla letteratura alla fisica, dall’architettura alle tecniche costruttive.
In effetti di lui si conosce poco,
solo alcuni suoi scritti sono pervenuti ai giorni nostri, dai quali
non emergono tutti i lati e le individualità del suo sapere.
Certo è che una singolare figura
come quella di Raffaele Gentile
può essere ritenuta, senza alcun
imbarazzo, un vero Genio.
La sua genialità non ebbe alcun
confine ed è certo che volle attra-
versare anche i limiti dei canoni
accademici classici, per esplorare
quella scienza meno istituzionale
che lo avrebbe messo in relazione
con un mondo all’epoca proibito.
Fu probabilmente per tale ragione
che decise di trascorrere dieci
anni presso l’Abbazia di Montecassino, dove attingendo alla
fonte inesauribile della grande
biblioteca del monastero, approfondì i suoi studi con particolare
attenzione all’astronomia e alla
cosmografia.
Una volta rientrato al suo paese
natio, fu fortemente impegnato
nella vita pubblica e civica quale
sindaco di Matino e deputato consigliere della Provincia di Lecce,
progettò e realizzò importanti
opere pubbliche in tutta la Provincia, basti pensare al nostro
cimitero comunale o al ponte girevole di Taranto, divenne consulente e ingegnere giudiziario alla
Gran Corte del Regno delle Due
Sicilie, fu maestro e insegnante
pur vivendo in un piccolo paese
lontano dai grandi flussi culturali.
Questa mia non vuole essere una
pletorica enumerazione delle opere del grande Genio Matinese, né
assurgere ad una ennesima biografia, ma solo un’occasione per
ricordare e mantenerne viva la
sua memoria storica.
Alcuni decenni fa venne posta
una lapide commemorativa in
prossimità delle sua casa, fu pubblicato dalla Banca Agricola Popolare di Matino un importante
volume monografico a cura del
dott. Aldo Bello, la scuola continuamente ha sviluppato iniziative
didattiche attinenti, le associazioni ed i cittadini più appassionati
hanno prodotto interessanti attività culturali, con opuscoli, arti-
coli, calendari ecc. Anche in
occasione del 1° centenario della
sua morte (17 marzo 2004), l’amministrazione comunale ha coordinato un apposito comitato per
attuare le manifestazioni, con la
celebrazione di una messa in suo
suffragio ed un consiglio comunale monotematico.
Ora deve essere fatto di più, si
deve lasciare un segno tangibile
al merito di Raffaele Gentile.
Mi permetto di evidenziare un
mio progetto che può essere occasione per i cittadini di Matino
di affermare la loro testimonianza
di affetto e di rispetto all’eccezionalità di un uomo che dovrà
restare nella memoria anche delle
generazioni a venire.
In occasione del Concorso di
Idee per la riqualificazione di
Piazza Giorgio Primiceri, tenutosi
nel 2005, ebbi modo di proporre,
nell’ambito dell’ipotesi progettuale anche la realizzazione di un
monumento celebrativo per l’insigne concittadino.
Purtroppo non so quanto di questo progetto verrà eseguito, però
terrei molto a quella parte dell’intervento che concerne il ricordo
di Raffaele Gentile.
Nella vasta progettazione dell’area d’intervento (circa 45.000
mq) si sono individuati assi compositivi ed elementi del contesto
che segnano la nuova organizzazione degli spazi urbani. In particolare, il prolungamento dell’asse civico che dal municipio
conduce al cimitero, diventa l’elemento portante del progetto che,
all’incontro con l’asse longitudi-
nale del cimitero, determina un
singolare punto. E’ lì che va posto
il monumento a Raffaele Gentile.
Con il prezioso contributo del
Prof. Vito D’Elia, già autore della
vicina erma del Dott.Giorgio Primiceri, sono stati eseguiti studi
e modelli in scala che propongono due soluzioni alternative del
monumento. La prima costituita
da una stele con bassorilievo in
bronzo e l’altra da un ampio basamento su cui poggiano figure
prismatiche.
Entrambi i monumenti si ispirano
a forme geometriche pure, prismi,
piramidi, ma anche a forme meno
canoniche, proprio a porre l’accento su una personalità che, attraverso il suo sapere, oltrepassò
in più di un’occasione, i limiti
fra cultura accademica e scienza
non istituzionale. Dunque un elemento che possa avere due chiavi
di lettura: di commemorazione
ad un uomo fortemente impegnato nella vita pubblica matinese e
di elogio alla sua poliedricità quale uomo di scienza.
APRILE 2008
IL GIORNALE degli Autori Matinesi
PAG. 11
Pro Loco Matino e Servizio Civile:
un percorso lungo un anno.
Un importante ed impegnativo progetto
dal titolo: “Le Tradizioni in Puglia: Itinerari Turistico – Culturali della Città di
Matino” è stato realizzato dai Volontari
del Servizio Civile impiegati presso l’
Associazione di promozione sociale Pro
Loco “S. Ermete” di Matino.
Il Progetto aveva come obiettivo generale
la valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e ambientale locale in
modo da sviluppare il turismo, soprattutto
tramite catalogazione informatizzata e
l’attuazione di attività di progettazione e
programmazione di eventi con il coinvolgimento delle strutture pubbliche e private
presenti sul territorio, in modo da favorire
in primo luogo la stanzialità degli addetti
e generare varie forme d’indotto, anche
con azioni di animazione e incoming turistico.
Gli obiettivi specifici d’altra parte miravano
a sensibilizzare la cittadinanza e a promuovere il territorio oltre i confini cittadini per salvaguardare il patrimonio
di testimonianze storiche ed artistiche
in cui si riassume e si riconosce la
propria identità culturale; per sviluppare,
nei giovani, la consapevolezza che le
nostre tradizioni costituiscono risorse potenziali di turismo culturale e agroindustriale; e infine per coinvolgere le
pubbliche amministrazioni in termini di
attenzione alle problematiche territoriali.
La Pro Loco “S. Ermete” dunque ha
prodotto una serie di Itinerari Turistici
che toccano in maniera esaustiva tutti gli
aspetti della nostra Città: Dati Territoriali
, Evoluzione Demografica, Descrizione
Generale della Città, Curiosità legate ai
suoi abitanti, Profilo Geografico, Clima e
Macchia Mediterranea, Storia, Zone Archeologiche, Descrizione del Centro Storico e delle Case a Corte, Analisi dello
Sviluppo Urbanistico, Frantoi Ipogei e
Caseddhi, Eventi Religiosi, Usi e Costumi
Tradizionali, Personaggi Illustri, Risorse
Enogastronomiche e Prodotti Ortofrutticoli
locali, Ricette Tipiche, Strutture Ricettive
e di Ristoro presenti nella Città, Risorse
Economiche e Documenti Fotografici.
A concludere questa completa Guida di
Matino sono stati proposti alcuni percorsi
turistici guidati che consentono agli abitanti
e non di visitare le Chiese, il bellissimo
Centro Storico con le Case a Corte, i
Palazzi Gentilizi e i Frantoi, il tutto accompagnato da piacevoli pause per la degustazione dei Vini e dei Prodotti Tipici locali.
Nulla è stato trascurato grazie all’impegno
e all’entusiasmo dei Volontari del Servizio
Civile, dell’ Associazione Pro Loco e del
suo Presidente pro tempore Fernando
Vitali.
STORIE E PROSPETTIVE
DI UN RAPPORTO TRA SCUOLA E TERRITORIO
Dirigente Scolastica Prof.ssa Rosa Grappa
Interpretare la domanda formativa proveniente dal sociale e
conoscere i tratti caratterizzanti
le trasformazioni in corso nella
società contemporanea, è un
compito che la scuola deve svolgere sia per rispondere al meglio
alle richieste che il sociale le
affida, sia per poter soddisfare i
bisogni dei ragazzi sempre più
spesso determinati dalla stessa
società nella quale sono inseriti.
La scuola può diventare protagonista importante di un setting
negoziale nella comunità in cui
insiste per costruire una
“Comunità Educante” attraverso coalizioni territoriali che mobilitino le risorse all’interno della
comunità stessa e creino nei giovani il “senso di appartenenza”
in grado di stabilire legami affettivi con la propria città, con le
proprie strade, con i propri luoghi.
La “comunità educante”, di cui
la scuola ne deve essere il cardine, per raggiungere le sue finalità
ha bisogno di:
q Stabilire un “Patto
Territoriale” che faccia nascere una rete interistituzionale con il territorio intorno
non solo ad obiettivi condivisi, ma soprattutto a piani
di azioni concordati;
q Costruire un’alleanza educativa attraverso relazioni
costanti tra le varie agenzie
formative presenti sul territorio,stabilendone ruoli e
funzioni.
Ciò comporta un superamento
della frammentazione interistituzionale e la necessità di potenziare il lavoro di rete promuo-
vendo una continuità educativa
tra le diverse esperienze formative e le molteplici agenzie che
concorrono allo sviluppo culturale e sociale delle nuove generazioni (Ente Locale, Famiglie,
Parrocchie, Associazioni, Forze
dell’Ordine, Servizi Sociali, ecc.)
In altre parole un sistema di
alleanze e di scambi, di diffusione di buone pratiche, di interventi interprofessionali, con progettazioni condivise e partecipate
che inducano i giovani a prendere consapevolezza che da un lato
tutto ciò che accade nel mondo
influenza la vita di ogni persona
e che dall’altro ogni persona influenza il futuro dell’umanità.
Ed è in quest’ottica che la Scuola
Secondaria di 1° Grado “D.
Alighieri” di Matino si è sempre
mossa coinvolgendo nel Piano
dell’Offerta Formativa il territorio con incontri sistematici a
Giugno e a Settembre per concordare percorsi e azioni; ed è
sempre in quest’ottica che ha
accolto l’invito dell’Associazione Autori Matinesi” a collaborare
per sviluppare nei giovani una
maggiore consapevolezza delle
proprie radici ed un maggiore
amore per la scrittura mettendo
così le basi per vivere meglio il
presente e saper progettare il
proprio futuro.
Nell’augurare all’Associazione
Autori Matinesi di diventare un
punto di riferimento forte per la
tracciabilità della memoria storica del proprio paese, auspico
che quanto prima possa realizzarsi quel “Patto Territoriale”
che sicuramente porterà benefici
a tutta la comunità.
IL GIORNALE degli Autori Matinesi
PAG. 12
APRILE 2008
TENIAMOCI PER MANO PER CRESCERE INSIEME
Dirigente Scolastica Prof.ssa Adele Polo
Il Circolo Didattico di Matino,
che ho il piacere di dirigere dal
1° settembre di quest’anno scolastico (2007-2008), variegato nella
sua tipologia di strutture e di offerte formative, si colloca, a sua
volta, in un contesto territoriale
altrettanto ricco di sfaccettature
sociali e culturali, che contribuiscono a fare della scuola un vivaio di relazioni umane, una grande comunità di persone impegnate
nella formazione dei bambini, un
faro che, insieme alla famiglia,
accompagna le future generazioni
a camminare con sicurezza ed
autonomia nel difficile e contrastato sentiero della vita.
Conoscevo Matino per averlo attraversato nei miei primi anni di
insegnamento (1984-85), dovendomi recare a Specchia, mia sede
di servizio e, per alleviare il tragitto che, quotidiano, anticipava
le ore tra i banchi di scuola, si
soleva ripetere il simpatico detto:
Parabita, Matino tirittuppiti Casarano! Non conoscevo altro di
questo Comune, che come gli altri
del basso Salento, manifesta i
problemi che tutti conosciamo
(disoccupazione, degrado ambientale, integrazione), ma vanta anche una grande forza, coraggio,
vitalità in tutte le persone che
formano la comunità cittadina.
Lo vedo nell’ambulante, fermo
ogni mattina a vendere il prodotto
del raccolto, con silenziosa pazienza e umiltà, nonostante l’inarrestabile aumento del carovita.
Lo vedo nel genitore, impegnato
in fabbrica otto ore per uno stipendio che a stento riesce a far
arrivare a fine mese, nel papà che
ha cura dei propri figli e viene a
svelarmi le sue paure, i suoi disagi, nella madre che lotta tra compiti scolastici e altri piccoli da
allevare, che risparmia per vedere
crescere i propri figli sereni e
costruire un futuro dignitoso per
loro.
Lo vedo nei docenti, che si prodigano con tenacia e professionalità, attingendo alle risorse della
propria mente e del proprio cuore,
pur di portare avanti il loro delicato e malpagato (in tutti i sensi,
non solo economico!) ruolo di
educatori.
Lo vedo negli amministratori,
che si destreggiano tra il potere
politico e i diritti dei cittadini,
sempre in allerta (nei limiti delle
risorse disponibili) quando si tratta
di richieste che provengono dalle
istituzioni scolastiche.
Lo vedo nelle altre associazioni
(Parrocchia, associazioni di volontariato, associazioni sportive),
nel loro grande impegno teso a
creare momenti di condivisione,
di socializzazione, di collaborazione, di accoglienza.
Il Circolo Didattico di Matino si
rivolge ad un’utenza di circa 800
alunni, attraverso tre Scuole dell’Infanzia e due Scuole primarie,
e opera in un’ottica di continuità
con la Scuola Secondaria di primo
grado “D.Alighieri”, con le famiglie, con il territorio tutto. Per
realizzare la grande opera della
formazione dei futuri uomini e
cittadini, a cui ci richiamano le
“Indicazioni” del Ministro alla
P.I. Fioroni e quelle dell’Unione
europea, occorre fornire agli alunni solidi strumenti di apprendimento (conoscenze, abilità, competenze) affinché essi “imparino
ad imparare” per tutto l’arco della
vita. Tali finalità (il sapere, il
saper fare, il saper essere) si ispirano ad un sistema formativo
“integrato”, in cui l’alunno viene
accompagnato, nel suo percorso
scolastico, senza fratture tra le
diverse istituzioni formali e non
formali che si occupano della sua
crescita: la scuola, nei suoi diversi
segmenti, la famiglia, gli altri
luoghi di socializzazione e di apprendimento. La scuola pertanto,
pur essendo un ambiente istituzionalmente deputato all’insegnamento, riconosce di non esaurire
tutte le sue funzioni educative e
fa leva sulle diverse opportunità
presenti nel contesto territoriale,
facendo tesoro di tutte le risorse
umane, strumentali, culturali in
esso presenti. Mi viene in mente,
come un refrain, il testo di un
noto gruppo musicale: Ci nu tte
scerri mai de le radici ca tieni
rispetti puru quiddhe de li paisi
lontani…Se si conosce il proprio
territorio, lo si ama, si riescono
ad accettare culture diverse, si
valorizzano le risorse, per uno
sviluppo economico sostenibile
(la sostenibilità è una parola trendy..ma quando vedremo le nostre
strade sgombre dai rifiuti???)
La nostra scuola ha fatto propria
questa sua mission, ed è per questo che l’offerta formativa si snoda attraverso attività curricolari
e attività che vogliono arricchire
la mente dei nostri ragazzi, creando in essi l’amore per la cultura,
per le tradizioni, per l’ambiente
naturale, per il vivere sano insieme ai propri simili. Sia negli anni
precedenti, che al momento attuale, i progetti più significativi che
connotano la nostra scuola sono
volti all’educazione ecologicoambientale, (in sintonia anche
con l’iniziativa comunale della
raccolta differenziata dei rifiuti);
all’educazione alla convivenza
civile (Consiglio Comunale dei
Ragazzi; Progetto di “Educazione
stradale”, finanziato dall’Assessorato regionale ai trasporti, alla
sua seconda edizione, realizzato
in tandem con il territorio); all’educazione sportiva (progetto
finanziato dal Comune. Inoltre,
nel corso di questi anni, sono stati
attuati vari progetti tesi a far conoscere le tradizioni locali (ballo
folk, artigianato, proverbi e cunti,
strutture abitative tipiche del paesaggio agreste, mostre documentarie sulla civiltà contadina), perché, come si diceva innanzi, il
futuro si può costruire con i piedi
radicati nel presente, ma con lo
sguardo rivolto verso i nostri cari,
che hanno vissuto, lavorato, imparato, sperato prima di noi, costruendo per noi tesori che abbiamo il dovere di tutelare, e che,
con la loro silenziosa presenza,
ci insegnano ancora il senso del
sacrificio e dell’ amore verso la
nostra rossa terra salentina.
La nostra scuola, quindi, è una
grande casa che vuole offrire un
servizio di qualità, ma è una casa
con le finestre aperte (senza luce
e senza aria non c’è vita..), disposta ad attingere tutto ciò che è
produttivo ed efficace per il suo
funzionamento, nella convinzione
di lavorare sinergicamente, per
offrire agli alunni gli strumenti
per il loro successo nella vita umana, sociale e, domani, in quella
professionale.
UN GRAZIE E UN IMPEGNO
Ci sembra doveroso ringraziare tutti coloro che hanno collaborato
alla redazione del Giornale, e in particolare:
- la Dirigente scolastica della locale Scuola Elementare, Dott.ssa
Adele Polo, e la Preside della Scuola Media “Dante Alighieri”,
Prof.ssa Rosa Grappa, per la loro comprovata sensibilità e
disponibilità ;
- il Dott. Aldo Bello, che, come sempre, ha prontamente risposto
alla nostra richiesta di un suo scritto;
- l' amico Ing. Edmondo Angelè per il suo esemplare attaccamento alle proprie radici.
Un forte Grazie di riconoscenza al Sig. Cosimo Romano, per
aver generosamente contribuito alla realizzazione di questa nostra
pubblicazione.
Incoraggiati da una partecipazione così corale e professionale, ci
sentiamo ancor più motivati nell’impegno di conservare, catalogare
e pubblicizzare tutto ciò che di buono e di bello (nel senso più
ampio del termine) è stato e sarà prodotto dai nostri concittadini
senza alcuna pregiudiziale, coerentemente con le finalità della
nostra Associazione e nella convinzione che il grado di civiltà di
una comunità si misura dalla quantità e soprattutto dalla sinergia
delle risorse disponibili.
Rivolgiamo, pertanto, a tutti l’invito ad aderire alla nostra Associazione, al fine di costruire insieme un Progetto comune e condiviso
finalizzato alla valorizzazione di ogni forma di espressione della
nostra identità storica e culturale.
Tonio Ingrosso
Cosimo Mudoni
Scarica

Giornale aprile 2008 - Associazione Autori Matinesi