X CONVEGNO NAZIONALE SULLA BIODIVERSITA’ 3-5 settembre 2014 Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma ATTI A cura di: G.Rossi, E.Alba, A.Benedetti, G.Bucci, C.Ciaccia, C.Pacucci, F.Pinzari, G.Scarascia Mugnozza !"#$%&'(%$"%)*+$%),'"-.,,)"/+$0+&'1-+2)3" 456"78998:;<8"=>?@A"#BC7DEFDB"%GHDBCGF8"I8FF8"1DJ8<JK8A"1B:G"" ! Fagiolo dei Monti Dauni Meridionali: adattabilità in ambienti di pianura Monti Dauni Meridionali bean: adaptability in plain areas G. Disciglio*, E. Nardella, G. Gatta, M.M. Giuliani, A. Tarantino Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente – Università degli Studi di Foggia, via Napoli, 25 – 71122 Foggia Corresponding author:: [email protected] Riassunto Nel territorio del Subappennino Dauno Meridionale, in Puglia, si coltivano ecotipi di fagiolo a granella bianca (Phaseolus vulgaris L.) da consumo secco (tipo Cannellino) ricercati per il sapore gradevole, l’elevata digeribilità e la facilità di cottura. Tuttavia sul mercato non sono di facile reperibilità a causa della bassa produzione ottenuta su superfici limitate. Infatti, questo fagiolo viene perlopiù coltivato in piccolissimi orti familiari localizzati intorno ai 700 metri di altezza s.l.m., utilizzando semi tramandati di generazione in generazione. L’introduzione degli ecotipi in ambienti pianeggianti del Tavoliere delle Puglie potrebbe rappresentare una buona possibilità per favorire la diffusione di questo tipo di fagiolo. Al fine di approfondire l’adattabilità degli ecotipi di fagiolo dei Monti Dauni Meridionali in ambienti di pianura, nell’annata 2008, in agro di Cerignola (FG) è stata svolta una prova di coltivazione di tre ecotipi (E1, E2, E3), provenienti dal territorio montano, a confronto con una varietà commerciale similare (cv Cannellino) utilizzata come testimone. Sono state valutate alcune caratteristiche morfologiche relative alla pianta, la produzione areica, le caratteristiche morfologiche tecnologiche e nutrizionali dei semi. I risultati della prova hanno fornito utili informazioni circa le caratteristiche quanti-qualitative degli ecotipi coltivati in ambiente di pianura. Parole chiave: Fagiolo dei Monti Dauni Meridionali, ecotipi, adattabilità in ambiente di pianura, aspetti produttivi e qualitativi Abstract The territory of “Subappennino Dauno” (southern Italy) is at around 700 m a.s.l. and is predominantly grown with cereals, olive trees and grapevines. Ecotypes of white beans to eat dry (such as cannellini beans) are also grown, which are sought for their palatability, high digestibility, and ease of cooking. However, these are not easy to find on the market due to their low production in relatively small areas and on small family farms that use seeds handed down from generation to generation. The introduction of these ecotypes in plain areas of the Puglia region would provide an opportunity to promote the diffusion of this type of bean. To investigate the adaptability of these ecotypes in plain environments (Cerignola, in southern Italy) a comparative trial was carried out between three ‘Monti Dauni’ ecotypes (E1, E2, E3) that are native to mountain areas and the similar commercial variety, ‘Cannellini’. The data provide useful information about the quantitative and qualitative characteristics of these ecotypes when grown in lowland environments. Keywords: Monti Dauni Meridionali Bean, ecotypes, adaptibility in plain area, qualiquantitive !"#$%&'(%$"%)*+$%),'"-.,,)"/+$0+&'1-+2)3" 456"78998:;<8"=>?@A"#BC7DEFDB"%GHDBCGF8"I8FF8"1DJ8<JK8A"1B:G" 434 Introduzione Il Fagiolo dei Monti Dauni Meridionali è un prodotto montano caratteristico del territorio che si estende lungo la dorsale subappenninica meridionale della provincia di Foggia comprendente, in particolare, gli agri dei comuni di Faeto, Anzano di Puglia, Monteleone di Puglia, Orsara di Puglia e Panni (Regione Puglia, Atlante dei prodotti tradizionali). Tale territorio, caratterizzato da un’altitudine media di 700 m s.l.m., è costituito sia da ambienti naturali comprendenti boschi di varia tipologia, pascoli, corsi d’acqua, laghi, stagni, marcite e macchia mediterranea e sia da ampie aree destinate alla produzione di cerali, olivo, vite e ortaggi in genere. Da lunghissimo tempo, inoltre, si coltivano generalmente in piccoli orti ecotipi locali di fagiolo destinati perlopiù al consumo familiare (Tarantino et al., 2012). Negli ultimi anni, intorno al Fagiolo dei Monti Dauni Meridionali si è sviluppata un’attenzione tale da far sì che esso venisse inserito nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali (www.lsdmagazine.com, 2013). Sebbene ciò, sul mercato, questo fagiolo continua ad essere di difficile reperibilità a causa della bassa produzione. Le piante del Fagiolo dei Monti Dauni Meridionali presentano un portamento rampicante ad accrescimento indeterminato e forniscono semi da consumo secco (tipo Cannellino) di colore bianco avorio, di lunghezza compresa tra i 7 e i 15 mm e di forma variabile dal tondeggiante allo schiacciato (Regione Puglia, Atlante dei prodotti tradizionali). La loro ricercatezza dipende dal fatto che essi sono contraddistinti da un sapore estremamente gradevole, un’elevata digeribilità e una facilità di cottura dovuta al tegumento sottile; quest’ultima caratteristica, in particolare, è influenzata dal limitato contenuto in calcare dei terreni di coltivazione e dalle condizioni ambientali del territorio del Subappennino Dauno (Gatta et al., 2010). Data la bassa produzione che si ottiene negli ambienti di origine, l’introduzione degli ecotipi di fagiolo in aree pianeggianti del Tavoliere delle Puglie potrebbe rappresentare una buona opportunità per favorire una più ampia diffusione di questo prodotto. Tuttavia occorre evidenziare la differenza delle condizioni climatiche che intercorre tra i due areali. Generalmente nel Subappennino Dauno Meridionale il periodo in cui viene coltivato il fagiolo (maggio-settembre) è caratterizzato da temperature medie mensili inferiori di due gradi centigradi e da un regime pluviometrico superiore del 60% rispetto all’areale di pianura, rendendo del tutto evitabile il ricorso all’irrigazione (Regione Puglia, Atlante dei prodotti tradizionali; Tarantino et al., 2012). Contrariamente, ciò non sarà possibile in ambienti del Tavoliere delle Puglie in cui la coltivazione del fagiolo dovrà necessariamente prevedere l’irrigazione a causa delle scarse precipitazioni che contraddistinguono il periodo primaverileestivo. Nonostante queste differenze, precedenti studi hanno fornito risultati incoraggianti circa il mantenimento di alcune caratteristiche qualitative degli ecotipi di Fagiolo dei Monti Dauni Meridionali anche quando coltivati in pianura (Tarantino et al., 2012). L’obiettivo della presente sperimentazione è stato quello di valutare l’adattabilità del Fagiolo dei Monti Dauni Meridionali in un ambiente pianeggiante della Capitanata attraverso l’analisi di diversi parametri riguardanti le piante e la granella prodotta. Materiali e metodi La prova è stata effettuata nell’annata 2008 presso il campo sperimentale dell’Istituto Tecnico Agrario “Pavoncelli” sito in Cerignola (FG) su un terreno con tessitura franca (classificazione USDA), pH neutro (6,9) e mediamente fornito in sostanza organica (23 g/kg) e azoto totale (1,3 g/kg). L’altitudine del sito sperimentale corrispondeva a 120 m s.l.m. Sono stati confrontati tre ecotipi di fagiolo (E1, E2 e E3), ordinariamente coltivati nelle aree montane del Subappennino Dauno Meridionale, con una cultivar commerciale (Cannellino) considerata come testimone. La semina ha avuto luogo il 21 maggio 2008, su terreno precedentemente arato, fresato e concimato con 100 unità di P2O5, distribuite uniformemente sulla superficie della prova. Le !"#$%&'(%$"%)*+$%),'"-.,,)"/+$0+&'1-+2)3" 456"78998:;<8"=>?@A"#BC7DEFDB"%GHDBCGF8"I8FF8"1DJ8<JK8A"1B:G" 435 distanze di semina sono state 70 cm tra le file e 10 cm sulla fila, realizzando una densità teorica di 14,2 piante/m2. Lo schema sperimentale adottato è stato quello a blocchi randomizzati con tre ripetizioni per un totale di 12 parcelle di 21 m2 ciascuna (10 m x 2,1 m) e un'area di saggio di 1,4 m2 (2,0 m x 0,7 m). La precessione colturale è stata un maggese nudo. Durante il ciclo colturale sono stati effettuati cinque interventi irrigui impiegando il metodo a goccia e utilizzando un volume stagionale di 1000 m3/ha complessivi. Per il controllo delle erbe infestanti è stata effettuata una sarchiatura quando le piante si trovavano allo stadio di 4a5a foglia vera. La raccolta, avvenuta a maturazione secca del seme, è stata effettuata il 4 settembre per la cultivar Cannellino e per gli ecotipi E1 e E3 e il 12 settembre per l’ecotipo E2. Durante le fasi di raccolta sono state rilevate alcune caratteristiche morfologiche delle piante (lunghezza, numero dei baccelli per pianta, lunghezza dei baccelli, numero di semi per baccello) e la produzione areica. Successivamente, sui semi secchi, sono state determinate le caratteristiche morfologiche (peso 100 semi, diametri e percentuale del tegumento sul peso tal quale), le caratteristiche tecnologiche (umidità e indice di idratazione) e, infine, quelle nutrizionali (proteine). L’indice di idratazione è stato determinato secondo la metodica riportata da Berrios et al. (1999). Tutti i dati acquisiti sono stati sottoposti all’analisi della varianza (ANOVA), utilizzando il software JMP (SAS Institute, Cary, NC, USA). Inoltre si è proceduto alla discriminazione statistica delle medie applicando il test di Tukey. Risultati e discussione Andamento termo-pluviometrico L’andamento termo-pluviometrico che ha contraddistinto il ciclo di coltivazione del fagiolo è stato caratterizzato da temperature medie che sono oscillate tra 22,0 °C e 28,0 °C e da precipitazioni di un certo rilievo solo nei mesi di giugno (42 mm) e agosto (27 mm). Se si confrontano i dati climatici relativi alla presente sperimentazione e quelli registrati in una località dei Monti Dauni Meridionali (Faeto) (Regione Puglia, Analisi di compatibilità ambientale), si può notare come, nei mesi centrali del ciclo (giugno, luglio e agosto), tra le due località si siano registrate differenze di temperatura media di 7 gradi centigradi (Pianura: 25,7 °C; Montagna: 18,7 °C) e di pioggia totale di 29,7 mm (Pianura: 74,3 mm; Montagna: 104 mm) (Fig. 1). Figura 1. Confronto tra temperatura media e pioggia totale del sito di prova (Cerignola: “Pianura”) e di un sito dei Monti Dauni Meridionali (Faeto: “Montagna”). !"#$%&'(%$"%)*+$%),'"-.,,)"/+$0+&'1-+2)3" 456"78998:;<8"=>?@A"#BC7DEFDB"%GHDBCGF8"I8FF8"1DJ8<JK8A"1B:G" 436 Caratteristiche morfologiche della pianta In Tabella 1 è riportato il risultato dell’ANOVA relativo a tutti i parametri valutati. L’ecotipo E3 ha mostrato una più elevata lunghezza delle piante (in media 862 mm), che è risultata statisticamente diversa rispetto a quella riscontrata nel Cannellino (548 mm) e negli altri ecotipi (510 e 497 mm rispettivamente in E1 e E2). La maggiore lunghezza delle piante nell’ecotipo E3 ha conseguentemente influenzato positivamente il numero di baccelli. Infatti, nell’ecotipo E3, il numero di baccelli per pianta è risultato in media di 68,8 differenziandosi da tutti gli altri (Cannellino: 48,6; ecotipo 1: 44,2; ecotipo 2: 43,2). Relativamente alla lunghezza media dei baccelli, essa è variata significativamente da 83 mm nell'ecotipo E3 (non statisticamente diversa da quella del Cannellino che, a sua volta, non è risultata differente dall’ecotipo E1) a 69 mm nell'ecotipo E2. Anche il numero dei semi per baccello dell’ecotipo E3 (3,9) ha fatto riscontrare una differenza significativa rispetto agli altri ecotipi che hanno espresso valori medi più bassi, compresi tra 1,9 e 2,7. Tabella 1. Risultato dell’ANOVA per tutti i parametri considerati Ecotipi Caratteristiche Cannellino E1 E2 E3 Lunghezza delle piante (mm) 548,0 B 510,0 B 497,0 B 862,0 A Baccelli per pianta (n°) 48,6 b 44,2 b 43,2 b 68,8 a Lunghezza dei baccelli (mm) 80,0 AB 71,0 BC 69,0 C 83,0 A Semi per baccello (n°) 2,3 B 2,7 B 1,9 B 3,9 A Produzione di granella (t/ha) 1,28 B 0,55 C 0,40 C 2,34 A Peso 100 semi (g) 40,2 A 21,8 C 16,8 C 34,1 B Lunghezza del seme (mm) 14,7 A 11,5 C 11,0 D 12,1 B Larghezza del seme (mm) 7,0 A 5,3 B 4,8 B 7,3 A Spessore del seme (mm) 4,7 B 4,3 C 3,9 D 5,1 A Tegumento (% in peso del seme secco) 9,2 C 10,4 B 11,7 A 7,3 D Umidità (%) 8,6 B 8,4 B 8,4 B 9,3 A Indice di idratazione (%) 126,3 A 120,3 AB 124,5 A 113,5 B Proteine (% s.s.) 32,1 a 28,4 bc 31,2 ab 27,4 c I valori non aventi in comune alcuna lettera sono significativamente diversi allo 0,05 P (lettere minuscole) ed allo 0,01 P (lettere maiuscole) secondo il test di Tukey; n.s. = differenze non significative. Produzione areica di granella La produzione di granella più elevata si è realizzata con l’ecotipo E3 (2,34 t/ha) che si è differenziato significativamente dal Cannellino (1,28 t/ha) e, soprattutto, dagli altri due ecotipi (E1: 0,55 t/ha; E2: 0,40 t/ha). La resa fornita dall’ecotipo E3 può ritenersi del tutto soddisfacente anche perché superiore ai valori riportati da Araújo e Teixeira (2003), in una prova sperimentale di pieno campo riguardante la coltivazione di 18 varietà di fagiolo comune effettuata in Brasile. Caratteristiche morfologiche della granella Per quanto riguarda il peso dei 100 semi, i valori significativamente più elevati sono stati forniti dalla varietà commerciale Cannellino (40,2 g), seguita dall’ecotipo E3 (34,1 g) e dagli altri ecotipi E1 e E2 (rispettivamente 21,8 e 16,8 g). !"#$%&'(%$"%)*+$%),'"-.,,)"/+$0+&'1-+2)3" 456"78998:;<8"=>?@A"#BC7DEFDB"%GHDBCGF8"I8FF8"1DJ8<JK8A"1B:G" 437 La lunghezza dei semi è risultata significativamente differente tra tutti i genotipi a confronto, variando dal valore più elevato pari a 14,7 mm nella varietà Cannellino, a 12,1, 11,5 e 11,0 rispettivamente negli ecotipi E3, E1 ed E2. La larghezza del seme, invece, è stato più elevata nell’ecotipo E3 e nel Cannellino (rispettivamente 7,3 e 7,0 mm), mentre gli altri ecotipi E2 ed E1 hanno presentato valori statisticamente più bassi. Lo spessore dei semi, infine, si è differenziato tra tutti i genotipi, risultando più elevato nell’ecotipo E3 (5,1 mm) e via via più basso nella varietà Cannellino (4,7 mm), nell’ecotipo E1 (4,3 mm) e nell’ecotipo E2 (3,9 mm). Relativamente alla percentuale del tegumento sul peso del seme, esso è variato significativamente tra tutti i genotipi considerati risultando pari a 11,7%, 10,4%, 9,2% e 7,3% rispettivamente per E2, E1, Cannellino e E3. A riguardo è opportuno specificare che una bassa percentuale di tegumento del seme è legata a un minor tempo di cottura e a una più alta gradevolezza del prodotto cotto (Lioi e Piergiovanni, 2003). Caratteristiche tecnologiche della granella Per quanto riguarda l’umidità, l’unico valore che si è differenziato è stato quello ottenuto in coincidenza di E3 (9,3%) che è risultato statisticamente più elevato rispetto agli altri (8,6%, 8,4% e 8,4% rispettivamente per il Cannellino, E1 e E2). Comunque tutti i valori di umidità della granella ottenuti in questa sperimentazione sono risultati in linea con quelli riportati in bibliografia (valori compresi generalmente tra l’8 e l’11%) (Berrios et al., 1999; Lioi e Piergiovanni; 2003). L’indice di idratazione della granella ha mostrato valori più elevati per la varietà Cannellino e per gli ecotipi E1 e E2, con valori significativamente non diversi tra loro (126,3%; 120,3% e 124,5%) rispetto a E3 (113,5%), valore risultato più basso statisticamente. È noto che, oltre alla percentuale del tegumento, anche l’indice di idratazione dei semi è correlato al tempo di cottura: in tal caso, maggiore è il recupero di acqua, minore sarà il tempo di cottura e la percentuale di semi duri. Tuttavia, la capacità di assorbimento di acqua da parte della granella è un parametro fortemente influenzato dalle fluttuazioni climatiche durante il ciclo colturale e pertanto richiede un monitoraggio per più annate (Lioi e Piergiovanni, 2003). Caratteristiche nutrizionali della granella Dal punto di vista nutrizionale, il fagiolo ha da sempre rivestito un ruolo di grandissima importanza, grazie alle sue interessanti proprietà. Infatti, questa leguminosa forniva un alimento a basso costo, che si conservava a lungo senza eccessive difficoltà, apportando peraltro un’elevata quantità di proteine in grado di migliorare diete piuttosto povere Cipriani, (2008). Attualmente, le proteine presenti nella granella di fagiolo rappresentano una valida alternativa a quelle di origine animale nell’alimentazione delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo (Deshpande e Cheryan, 1984). Nella presente sperimentazione, il contenuto maggiore di proteine si è avuto in coincidenza della cultivar commerciale Cannellino (32,1%); tale valore non si è discostato statisticamente da quello fatto registrare dall’ecotipo E2 (31,2%). Gli altri due ecotipi hanno evidenziato un contenuto proteico minore (28,4 e 27,4% rispettivamente per E1 e E3) ma comunque sempre soddisfacente. Il clima che ha caratterizzato l’area di prova di coltivazione del fagiolo in ambiente di pianura è stato decisamente più caldo e meno piovoso del luogo di provenienza e, quindi, ciò ha imposto il ricorso all’irrigazione. Sebbene la differenza climatica tra i due areali, i risultati ottenuti dall’ecotipo E3, soprattutto in termini di sviluppo delle piante, produzione areica e minore presenza di tegumento nei semi, fanno ben sperare nella possibilità di adattamento del Fagiolo dei Monti Dauni Meridionali nelle zone pianeggianti del tavoliere delle Puglie. !"#$%&'(%$"%)*+$%),'"-.,,)"/+$0+&'1-+2)3" 456"78998:;<8"=>?@A"#BC7DEFDB"%GHDBCGF8"I8FF8"1DJ8<JK8A"1B:G" 438 Bibliografia ARAÚJO A.P., TEIXEIRA M.G., 2003. Nitrogen and phosphorus harvest indices of common bean cultivars: Implications for yield quantity and quality. 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