MITI D’OGGI
scienze
Uova a sorpresa
CONTRO IL CUCULO SCROCCONE
GLI UCCELLI FANNO I«GRAFFITARI»
TECNOLOGIA
PSICOLOGIA
NATURA
MEDICINA
TROVATO IL GENEDEI TUMORI PIÙ MISTERIOSI
contro i Cup si deve
ricorrere a terapie
non specifiche, che
«sparano nel mucchio»
nella speranza di
N
sortire qualche effetto.
Ora però, grazie
al lavoro finanziato dall’Airc
e coordinato da Paolo Comoglio,
oncologo dell’Istituto per la ricerca
e la cura del cancro di Candiolo
(Torino), e dell’équipe del suo istituto,
è stato dimostrato che in un Cup
su tre c’è una proteina di membrana
sempre attiva (anziché solo quando
serve) codificata da un oncogene
chiamato Met. Spiega Comoglio:
«Met normalmente è implicato
nella migrazione delle cellule durante
lo sviluppo embrionale; per questo,
quando è mutato in modo tale
da funzionare senza sosta, può
spingere verso la migrazione le cellule
tumorali che si stanno formando.
In altre parole, queste particolari
cellule non fanno in tempo
a sviluppare la massa primitiva,
perché la mutazione le costringe
subito ad andare in giro
per l’organismo a formare metastasi.
Per questo a volte non si trova
il tumore primario: in effetti
non si è mai formato. Del resto,
che il gene Met sia implicato
nel cancro è dimostrato anche
dal suo comportamento
nei tumori «normali»: si sa infatti
che esso può essere attivato nelle fasi
più tardive, quando cioè la massa
inizia, guarda caso, a formare
metastasi, e che la sua espressione
è aumentata dalla carenza
di ossigeno, tipica dei tumori
aggressivi perché più inclini a dare
metastasi. La buona notizia
è che contro Met sono già in corso
studi clinici con farmaci mirati
e con anticorpi». E presto
a Candiolo verrà aperto un centro
per la diagnosi e la cura dei Cup.
di AGNESE CODIGNOLA
LA GIORNATA DELLA RACCOLTA DI FONDI
PER L'ASSOCIAZIONE ITALIANA PER
LA RICERCA SUL CANCRO (AIRC) SARÀ
DOMENICA 8 MAGGIO. IN MOLTISSIME
PIAZZE (WWW.AIRC.IT), I VOLONTARI
PROPORRANNO 700 MILA AZALEE
A 15 EURO L'UNA E UN OPUSCOLO
INTITOLATO: TU E LA RICERCA UNITE
CONTRO IL CANCRO. TUTTO QUELLO
CHE PUOI FARE PER PREVENIRE
LA MALATTIA. I FONDI SARANNO
DESTINATI ALLA RICERCA SUI TUMORI
FEMMINILI. IN CASO DI TUMORE AL SENO
LA SOPRAVVIVENZA MEDIA OGGI
È SUPERIORE ALL'80 PER CENTO
6 MAGGIO 2011
on se ne parla molto,
ma un numero non
trascurabile di tumori,
vicino al tre-quattro
per cento, ha alcune
caratteristiche che
li rendono più misteriosi e pericolosi
di quelli che con cui normalmente
si deve combattere. Sono i cosiddetti
Cup, da Cancer of Unknown
Primary, tumori che sono cioè,
in realtà, già metastasi di tumori
primari, dei quali però non si trova
traccia. Così quello che si osserva
al momento della diagnosi non è
il tumore, ma la sua metastasi,
e la caccia a ciò che le ha dato
origine è quanto mai difficoltosa,
spesso destinata a fallire.
Questo ha importanti ripercussioni
dal punto di vista clinico, perché,
se contro un tumore «classico»
si sa come muoversi, quali armi
usare (e oggi spesso sono farmaci
e anticorpi ad altissima specificità,
le cosiddette «terapie mirate»
somministrate in base alla carta
d’identità molecolare di quel tumore)
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CORBIS
SPL/CONTRASTO
IN ALCUNE FORME DI CANCRO NON SI RIESCE A RISALIRE DALLE METASTASI AL PRIMARIO, E LE CURE SONO PIÙ DIFFICILI.
ORA L’ISTITUTO DI RICERCA DI CANDIOLO (TORINO) HA IDENTIFICATO L’ONCOGENE ALL’ORIGINE DI QUESTO FENOMENO
AVVINCENTI LE STORIE
DI ORO, PLATINO E RADIO?
UN FATTO DI CHIMICA
IN UN LIBRO CHE SEMBRA UN ROMANZO, ALDERSEY-WILLIAMS SVELA
LE CARATTERISTICHE DEI 92 ELEMENTI DELLA TAVOLA DI MENDELEEV.
E RACCONTA COME CERCÒ DI COLLEZIONARLI, PLUTONIO INCLUSO
di ALEX SARAGOSA
er il chimico Primo Levi, in Il sistema periodico, gli elementi
chimici erano metafora dell’animo e dei comportamenti umani. Per il neurologo, e chimico mancato,
Oliver Sacks, in Zio Tungsteno, gli stessi
elementi erano filo conduttore che lo riportava all’infanzia. Nel nuovo libro Favole periodiche (Rizzoli, pp. 585, euro
22), del chimico inglese Hugh AlderseyWilliams, i 92 elementi chimici naturali
(più qualcuno artificiale) sono finalmente protagonisti assoluti: si raccontano le loro caratteristiche, aneddoti
sugli scopritori, ispirazioni artistiche che
hanno regalato e curiosità varie.
«Da piccolo» spiega Aldersey-Williams «ero tanto affascinato dalla tavola
P
PERCHÉ IL PAPA
DI MORETTI
AIUTA A CAPIRE
WOJTYLA
I
periodica degli elementi di Mendeleev
da averne costruita una di legno, che ho
via via riempito con i campioni degli elementi su cui riuscivo a mettere le mani.
Quaranta anni dopo, non l’ho ancora
completata, ma non mi arrendo». Nel libro l’autore racconta così anche i suoi infruttuosi tentativi di procurarsi un pizzico di plutonio, suscitando i sospetti dei
servizi di sicurezza. Alla fine, per disperazione, si rivolge agli omeopati, che
hanno un rimedio contenente plutonio
ultradiluito: un pallido surrogato del minaccioso elemento tossico e radioattivo
intitolato al dio romano degli inferi.
La lettura di Favole periodiche è un
LA COPERTINA
DEL LIBRO FAVOLE
PERIODICHE
(RIZZOLI) E LA
TAVOLA PERIODICA
DEGLI ELEMENTI DI
MENDELEEV.
IL 2011 È STATO
DICHIARATO ANNO
DELLA CHIMICA
SPL/CONTRASTO
continua dalla pagina precedente
DI MARINO NIOLA
Banche e falsari combattono da sempre: le prime per trovare
disegni e filigrane sempre nuove per le banconote, i secondi
per imitarle. Lo stesso accade in natura – ha scoperto l’ornitologa
Claire Spottiswoode, dell’Università di Cambridge – fra il cuculotessitore africano, Anomalospiza imberbis, e le sue vittime.
Il cuculo infatti depone le uova nel nido di altri uccelli, così
da scaricare su di loro la fatica di allevare i piccoli. Il tessitore
depone uova simili a quelle di due uccelli, i beccamoschini
e le prinie, che sono quindi le vittime preferite delle sue truffe. Le
prinie hanno reagito: ogni femmina, in pratica, ha imparato
a deporre uova con disegno e colorazione
personalizzate, così il cuculo-tessitore
ha sempre più difficoltà a far passare
inosservate le sue. In esperimenti condotti
dall’ornitologa inglese, uova in apparenza molto
simili, scambiate fra diversi nidi di prinia,
venivano subito riconosciute come estranee
dai proprietari del nido, infilzate nel becco
ed espulse. I beccamoschini, invece, le marcano con
sfumature di colore che i nostri occhi, che hanno tre
recettori anziché quattro, non riescono a distinguere. E,
come noi, neppure il cuculo. (al. sa.)
IL VENERDI DI REPUBBLICA
6 MAGGIO 2011
delizioso viaggiare fra citazioni poetiche, figurative, storiche e letterarie, inframmezzate da consigli su come ricavare elementi puri (per esempio iodio
dalle alghe marine o fosforo dalla pipì) e
da ciò che Aldersey-Williams chiama «la
storia culturale degli elementi», cioè
della loro rappresentazione nell’immaginario umano. Così si scopre che l’oggi
preziosissimo platino per secoli fu considerato solo un fastidioso scarto di
estrazione dell’oro, visto che è meno
brillante dell’argento e molto difficile da
lavorare. Solo nel 1898, quando Cartier
lo lanciò nei gioielli, diventò (immeritatamente, dice Aldersey-Williams, visto
che è dieci volte più comune), il «metallo più prezioso dell’oro». Percorso inverso, e sorprendente, quello del radio,
l’elemento isolato da Marie Curie nel
1902. La sua caratteristica di brillare al
buio e curare i tumori lo fece diventare,
per qualche decennio, protagonista di
una vera mania: un integratore «salutistico» da aggiungere a farmaci, cosmetici, alimenti, persino ai rubinetti (decadendo formava nell’acqua bollicine di
pericoloso gas radon). Solo quando i
collaboratori di Marie Curie e gli operai
delle fabbriche cominciarono a morire,
venne qualche dubbio…
riflettori dei media
hanno abbandonato
piazza San Pietro.
Ma l’eco emotiva
della beatificazione di Karol Wojtyla
non si spegne. L’imponenza dell’apparato liturgico, la commozione travolgente
della folla e, soprattutto, l’arcana fascinazione del rito hanno consacrato l’apoteosi del papa polacco: l’uomo che ha incarnato, come nessun altro nella modernità, quel legame misterioso tra corpo e
simbolo, tra persona e ruolo, che è la
sorgente primigenia del
sacro. Nella nostra come
in altre religioni.
In questo senso la figura di Giovanni Paolo II,
sommo pontefice nel senso più autentico e pieno
del termine, è l’antitesi
del pontefice mancato di
MICHEL PICCOLI:
Habemus papam, il bel
NEL FILM DI NANNI
MORETTI È UN PAPA
film di Nanni Moretti. La
CHE RIFIUTA,
vicenda cinematografica
FUGGENDO,
del cardinale Melville, con
IL SUO RUOLO
buona pace dei detrattori
della pellicola, fa da specchio rovesciato della
grandezza reale del vescovo di Cracovia.
Il gran rifiuto dell’uno amplifica l’accettazione senza riserve dell’altro. Il papa
immaginario di Nanni Moretti si sente
psicologicamente inadeguato, troppo
fragile di fronte alla trascendenza sacramentale del ruolo chiamato a ricoprire.
Il beato Giovanni Paolo invece ha fatto
della debolezza del suo corpo segnato
dalla malattia un’icona del martirio. Un
simbolo vivente del sacrificio del dio che
si rinnova nella sofferenza del suo vicario. Facendo riaffiorare il volto più arcaico e universale della religione. Quello
che tocca il cuore e la mente anche degli
uomini di oggi.
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avvincenti le storie di oro, platino e radio? un fatto di chimica