I. CA. R . zioni Informa cini Cappuc i Roman Anno XVII N° 02/2011 Immigrati Provincia Romana dei Frati Minori Cappuccini Via Vittorio Veneto, 27 00187 - Roma E-mail: [email protected] CF 80036390583 P I 10393931000 Tel.: 06.4883138 Fax: 06.4874142 Redazione: fr. Arturo Nevastri ofm cap www.cappuccinilazio.com www.cappucciniviaveneto.it www.padremarianodatorino.com www.parrocchiasanfelice.org www.santuariodelibera.it Vocazioni col contagocce Da tre a … uno solo: due postulanti a Leonessa sono tornati a casa. Rimane il più giovane, il ventunenne Eugenio Rotella che, peraltro, proprio in questi giorni ha superato un’operazione chirurgica al ginocchio ed è in convalescenza. Allarme vocazioni! Quanto si sta pregando per le vocazioni? Scrivo d’impulso, con soddisfazione. Ho tra le mani l’opuscolo “Immigrati a Roma e Provincia. Luoghi d’incontro e di preghiera”, ed. 2011, Caritas di Roma. È arrivato con la posta di oggi 8 febbraio e non l’ho ancora letto, ma il titolo mi entusiasma. Lo dico ad Armando e Rinaldo ed anche alla Sig. Sandra, la cuoca, che incontro per il corridoio: “Ecco un indizio di civiltà; ecco la mens cattolica, la nostra tradizione: accoglienza, apertura, rispetto. Bellissimo! Come i due bracci del colonnato del Bernini a S. Pietro: non sono una tenaglia, come dicono i maligni, ma significano un abbraccio affettuoso verso tutti, indistintamente. “Speriamo che pure loro capiscano un po’ e ci sia una controparte …”, dice uno. “Certo, nella misura in cui si convertono e diventano cattolici …”. Già, perché la nostra fede è partecipazione alla solidarietà misericordiosa ed universale del Cuore di Cristo, che non esclude nessuno, anzi che tutti ama infinitamente. Non che questo amore non veda e non condanni male e peccato; non esiga educazione alla stima dei singoli ed alla verità, dunque osservanza della morale e delle leggi; non comandi di evitare relativismi e quel buonismo che è solo ipocrisia. Ma è certo che l’acquisizione esercitata di questa cultura dell’accoglienza e della condivisione solidale risulta pratica concreta di evangelizzazione e a sua volta contributo per una pace vera. Quanto è francescano tutto ciò! Quanto cappuccino, dal momento che non esiste convento senza una foresteria per i poveri, e con tutte le comodità, da sempre, persino il caminetto. A pensarci bene si tratta di una estensione nel campo sociale dell’esperienza della grazia, con la quale soltanto si diventa cristiani e si percorre la nuova via della fede, nella carità. Infine, non c’è in questo qualcosa dell’essenziale anche della nostra identità di Italiani e di “Romani”? Il 150° della unità, che dovremmo molto sentire proprio come cristiani e francescani, può essere compreso anche nell’ottica del carisma tutto evangelico all’accoglienza di qualunque proprio simile. fr. Carmine ROMA - BASILICA DI S. LORENZO FUORI LE MURA DOMENICA 13 MARZO ORE 11,00 SOLENNE CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA NEL 60° ANNIVERSARIO DI SACERDOZIO Francescani - Lazio DEL CARISSIMO REV. P. A “riprendere” quanto vissuto (bellissimo!) il 2 ottobre scorso a Centocelle - S. Felice da Cantalice, appuntamento per tutti i francescani del Lazio a Roma - Colosseo domenica 20 marzo ore 15,30 per la Via Crucis SERGIO LUCIANO (BASILIO) MARTINA TUTTI SIAMO INVITATI A PREGARE E GIOIRE INSIEME 7 febbraio Data importante per noi presenti nella Basilica di S. Lorenzo Fuori le Mura: è la memoria del B. Pio IX. An‐ che quest’anno preziosa celebrazione eucaristica pomeridiana con tanto di schola cantorum in grego‐ riano perfetto; servizio litur‐ gico classico e paramenti sacri ridondanti, dorati, smerlettati; presenza di altissimi prelati; presenza di numeroso popolo di Dio. MoFra del Lazio “L’urgenza di una presenza francescana viva e vivifi‐ cante, è continuamente invocata dalla Chiesa e dalla società civile, che attendono il nostro apporto carismatico nella ricchezza delle numerose e variegate realtà della nostra famiglia, come strumento favorevole all’edificazione del bene comune … vogliamo posare la prima pietra per l’edificazione del Movimen‐ to Francescano del La‐ zio” (dalla Lettera del 15/02/2011 dei Provinciali del 1° Ordine, del TOR e dell’OFS). Per la prima volta si è cele‐ anzi no, perché alla Comu‐ brato non in Cripta ma nione è risuonato lo stupen‐ all’altare maggiore. Utilizza‐ do Pange lingua gloriosi. ti i due imponenti amboni per la proclamazione della Parola. Quale atmosfera rarefatta, ieratica, aristo‐ cratica! Mentre noi “quassù” sul presbiterio svolgevamo l’azione sacra, laggiù nella navata la gente in raccolto silenzio, distan‐ te, assorta, nostalgica. Mancava solo il latino … I.CA.RO. Pagina 2 La politica Ner modo de pensà c'è un gran divario: mi' padre è democratico cristiano, e, siccome è impiegato ar Vaticano, tutte le sere recita er rosario; de tre fratelli, Giggi ch'er più anziano è socialista rivoluzzionario; io invece so' monarchico, ar contrario de Ludovico ch'è repubbricano. Prima de cena liticamo spesso pe’ via de 'sti principî benedetti: chi vò qua, chi vò là... Pare un congresso! Famo l'ira de Dio! Ma appena mamma ce dice che so' cotti li spaghetti semo tutti d'accordo ner programma. Trilussa 150° A volte siamo strani. Come Italiani. All’estero compatti e guai a chi ci tocca l’Italia, in casa litigiosi tra noi anche per futilità e abbiamo uno dei più scarsi sensi di appartenenza al mondo. Ora che è il 150° osiamo contestare ogni data, misconoscere ogni identità, ignorare ogni evidenza, con saccenteria, spirito individualista e ipercritico, accentuando istericamente le differenze e in maniera sconsolata negando il fortissimo, in realtà, senso della nazione che ci scorre nel sangue. Chissà perché questo “gusto” strano e cavilloso (nevrotico e di reazione alle mille repressioni antiche?) di voler a dismisura contrapporre il “particulare” ad ogni oggettiva unità, che poi risulta innegabile e realissima fin dai tempi di Scipio! Sembra che per forza vogliamo confermare il Romanesco il quale, dopo averci descritto polemici e divisi su ogni cosa, appena la mamma butta giù gli spaghetti diventiamo … tutti uniti nel programma (cf Trilussa). Pizza e spaghetti, questo “siamo” soltanto? Non credo proprio! Ed ogni italiano lo sa. Con fierezza, allora, ringraziando Dio, diciamo, cantiamo, festeggiamo convinti ed uniti, non solo all’estero: evviva l’Italia! fr. Carmine “Gesù con lo scrocchio” Mercoledì 26 gennaio, N'dalì (centro della nostra Diocesi dove stiamo facendo il ritiro del presbyterium), ore 13,00. Temperatura all'ombra 41 gradi. Umidità: 18% ... ed è proprio questo bassissimo tasso di u m i d i t à (qualche volta può scendere ancora fino al 4% o 5%) che ci salva poiché avverti limitatamente la canicola. Intanto, però, immaginate al sole! ... Dicono che il peggio verrà nel mese di marzo! Tutto questo gran caldo non fa altro che preparare la stagione delle piogge che cadranno da maggio fino al mese di agosto il più piovoso nel nord del Benin. Intanto l'Harmattan (vento del deserto sub-sahariano) continua a soffiare senza volersi arrendere. Infatti, è il segno dell'inverno per eccellenza, ma, sapendo che terminerà definitivamente dopo la metà di febbraio, lui, monsieur Harmattan, ce la met- te tutta per queste sue ultime battute. Sembra che proprio verso la fine del suo ciclo, con i primi grandi calori di marzo, si formano quei mini-vortici di vento che ti possono tranquillamente scoperchiare un'abitazione in lamiere. Occhio a queste lame metalliche volanti pronte a decapitarti senza tanti complimenti! Dimenticavo di dirvi altri particolari. Causa la grande siccità, quando ricevi l'Ostia consacrata, al momento della comunione, la senti scrocchiare nella tua bocca e in quella altrui ... Insomma è un Gesù con "lo scrocchio" che noi riceviamo! Non è da tutti! ... Altro particolare: la grande escursione termica che ti fa passare dai 12-13 gradi delle ore cinque del mattino ai 40-41 delle ore 13, non ti permette un minimo di adattamento nell'organismo: te lo becchi e basta! Poi il fenomeno "polvere" ... Polvere e polvere e sempre polvere dappertutto e in ogni momento. La pista in rifacimento con le grosse livellatrici al lavoro, i camion carchi di cotone che incroci sulla pista, il signor Harmattan che esporta polvere finissima di alta qualità dal deserto ... In somma la frase quaresimale "ricordati che sei polvere ..." per noi non ha senso, perché non c'è bisogno di ricordarcelo! Ma al di là delle battute, ti devi portare continuamente uno straccio in tasca per pulire sempre dove ti siedi e quotidianamente spolverare soprattutto le apparecchiature elettroniche così sensibili alla polvere. Dentro i polmoni, purtroppo, non si può spolverare ... Bisogna bere molto perché l'organismo stesso produca muco o altro che possa captare questo nemico! Penso che in ogni zona del mondo, causa la climatologia, ci siano delle difficoltà speciali. Questa, per me, è del tutto nuova perché particolare a queste zone sub-sub-sahariane! Polvere permettendo, al prossimo articoletto! fr. Franco Nicolai Giornate missionarie 19/20 febbraio presso la nostra Parrocchia “S. Felice da Cantalice” a Centocelle, riuscita ottimamente grazie alla partecipazione dei con‐ fratelli e del locale Gruppo missionario, che ha coinvol‐ to i bambini del catechismo e del dopo cresima. Il 26/27 febbraio ad Orvieto, presso il nostro Convento. Continuiamo a pregare Maurizio e la sua famiglia in questo momento di dura prova. Sono partiti i primi aiuti del 2011 (si tratta di denaro raccolto nell’anno preceden‐ te e ancora da destinare): € 3.000,00 a fr. Vincenzo Siriz‐ zotti per le prime strutture essenziali di piccole scuole di campagna e € 3.000,00 a fr. Pasquale per pozzi. Un computer portatile per una delle bambine ospiti della casa di accoglienza di Am‐ banja, quale premio dei bril‐ lanti risultati scolastici otte‐ nuti. Progetti a breve scadenza: un trattore per i progetti agricoli portati avanti da fr. Stefano Scaringella ad Am‐ banja; una casa per religiose di un Istituto africano nella Parrocchia dei Santi France‐ sco e Chiara affidata alle cure di fr. Pasquale; conti‐ nuazione del sostegno ai primi interventi realizzati a Morondava da parte di fr. Vincenzo; il progetto di fr. Franco e Confratelli Marchi‐ giani a Ina (Benin), cui si potrà contribuire con quan‐ to già raccolto dopo la stipu‐ la della Convenzione tra le Province interessate; soste‐ gno alla scuola primaria “St. François” realizzata da fr. Marino ad Ambanja. fr. Luca Casalicchio 13 febbraio Sempre a S. Lorenzo Fuori le Mura, annuale e gioioso raduno dei Leonessani a Roma, in occasione della festa di S. Giuseppe da Leonessa, questo anno nel 400° della morte. Come ogni anno, gremita la Basilica, con la presenza del sindaco di Leonessa, del parroco. P. Orante, del Ministro provinciale dei cappuccini d’Abruzzo, che ha presieduto la concelebrazione. È stato ricordato che il 2011 è Anno giubilare, cioè, visitando il Santuario a Leonessa, è possibile ottenere l’indulgenza plenaria. È organizzato anche un “pellegrinaggio giubilare” che prevede la statio in 4 chiese significative, ove ricordare il battesimo, la vocazione, la vita di preghiera, la santità del grande missionario cappuccino della fine del ’500. S. Giuseppe da Leonessa prega per noi! Informazioni Cappuccini Romani Pagina 3 Dall’agenda del Provinciale Calendario della Visita pastorale 2011 e Albano Ovviamente non vengono ripetuti gli incontri dovuti alla Visita pastorale. Ogni lunedì a Viterbo per l’insegnamento su S. Bonaventura. Sabato 19 febbraio a Villa Adriana: ritiro mensile alle Suore Salesie. Sabato 19 febbraio a Civitavecchia, ore 17: “entra” il nuovo vescovo S.E.Rev.ma Mons. Luigi Marrucci. Concelebrazione. Domenica 20 febbraio a Segni: 50° di matrimonio dei genitori di fr. Massimiliano Fasano. Domenica 20 febbraio a Roma, ore 16: ritiro mensile alle Suore della clinica della Mercede. Martedì 22 febbraio a Roma Vicariato: il Card. Vallini incontra i Superiori Maggiori presenti in Diocesi. Martedì 22 febbraio a Fermo (Marche), ore 16: incontro con il Definitorio piceno per la convenzione e firma per le missioni in Benin. Domenica 27 febbraio a Civitavecchia, ore 10,30: nella s. Messa le prime vestizioni OFS della parrocchia di S. Felice. Nasce una nuova fraternità secolare? Domenica 27 febbraio a Viterbo, ore 16: “entra” il nuovo vescovo S.E.Rev.ma Mons. Lino Fumagalli. Concelebrazione. Venerdì 4 marzo a Roma S. Lorenzo, ore 15,30: incontro dei responsabili provinciali dei vari Ordini ed Istituti francescani per fondare ed organizzare il MoFra (Movimento Francescano) del Lazio. Sabato 5 pm e domenica 6 marzo a Segni: ritiro mensile. Venerdì 11 marzo a Roma SS. Concezione: benedizioni esorcistiche. Domenica 13 marzo a Roma S. Lorenzo, ore 11: solenne concelebrazione nel 60° di sacerdozio di P. Sergio Luciano (Basilio) Martina. Martedì 15 marzo pm a Frascati convento: Definizione provinciale. Mercoledì 16 marzo a Frascati convento: incontro dei 3 Definitorî laziali del 1° Ordine; il pomeriggio incontro con il Consiglio regionale OFS GiFra. Pagina 4 Assaggio del futuro Museo Luigi da Crema (Carlo Cerioli, Ombriano di Crema 1763 Roma 1816). È stato alla scuola di Pompeo Batoni a Roma, dove era stato inviato dal Vescovo di Crema per apprendere l’arte della pittura. Fu ospite del convento dei Cappuccini dell’allora Piazza Barberini. Qui maturò la sua vocazione religiosa e - nel 1781 - entrò come fratello laico nel noviziato di Rieti. Si distinse soprattutto nella ritrattistica. Molti suoi disegni si trovano nel Museo Francescano dei Cappuccini a Roma, alcune tele sono conservate nel convento dell’Immacolata Concezione, (S. Crispino da Viterbo che discute con i teologi, S. Felice da Cantalice che ridona la vista ad un bambino cieco), dove visse e morì il 21 febbraio 1816. Luigi Cerioli da Crema (1763-1816), Riunione del Definitorio. Olio su tela, 99x73. Il recente restauro ha reso leggibile la firma dell’Artista, in basso, a sinistra. La tela proviene dal convento di Velletri. L’Artista ha colto, quasi con un’istantanea, i cinque frati attorno ad un tavolo, in ispirata attività di discussione, ad eccezione del secondo a destra (autoritratto?), che si rivolge verso lo spettatore. Una linea diagonale parte dalla mano dell’angioletto che sostiene il grande manto dell’Immacolata (Patrona dell’Ordine dei Cappuccini) e, attraverso le mani del Ministro provinciale, arriva sulle mani dei due frati che hanno la penna in mano. Mentre il più anziano è intento a scrivere, i due che aprono la vista, sono come sospesi nell’ascolto, con gli occhi rivolti verso l’alto. La centralità del Ministro provinciale s’impone con il volto aperto, la gran barba bianca, la statura superiore a quella degli altri e il dinamico gesto delle mani, come se sostenessero qualcosa (un crocefisso?). Sul tavolo le striature della tovaglia, gli oggetti, le mani, creano il colore necessario per ravvivare il prevalere del marrone del saio. Sotto il tavolo s’intravedono i piedi nudi nei sandali; il cingolo del giovane frate a destra unisce i due piani, introducendo un elemento essenziale con il nodo nella parte finale, per dare – in continuità con le striature verticali della tovaglia – il senso di profondità. Tutto si svolge sotto lo sguardo quasi incuriosito della giovane donna, che con squisito gesto femminile, aiutata da un solo graziosissimo angioletto, tiene sospeso sui cinque un ampio e leggerissimo manto celeste. Dietro la sua testa, la sorgente della grande luce che illumina il manto, l’angelo, le teste e il volto dei frati. Nessuno dei cinque sembra sia consapevole di quella discreta presenza femminile, seppure avvolgente e premuroRinaldo Cordovani samente materna. Pubblicazioni 1. GRAZIANI P. PAOLINO (ERMINIO), P. Bonaventura Graziani missionario in Etiopia, in Continenti Missionari Cappuccini, n. 3, marzo 2010, pp. 40-45. 2. GRAZIANI P. PAOLINO (ERMINIO), Atti delle visite apostoliche e pastorali alla chiesa di S. Maria di Quintiliolo (1574-1878), in Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte, vol. LXXXIII, 2010, pp. 209-223. 3. CORDOVANI RINALDO, Fratelli d’Italia. Un inno nazionale? In Consul Press, 1/2011. Dopo aver ricordato le varie proposte dei Padri Costituenti circa l’Inno Nazionale Italiano, l’Autore prende in esame il testo e la musica dell’“Inno degli Italiani”. In particolare, riprende l’opinione di alcuni critici che indicano nell’autore delle parole non Mameli Goffredo, ma il Padre Scolopio Atanasio Canata. E s’interroga se non sia giunto il momento di indire, ancora una volta, un concorso per l’inno nazionale italiano, dato che quello attuale in uso è stato adottato “in via provvisoria” a partire dal 1946 (anche www.consulpress.it). Roma - SS. Concezione: Domenica 27 marzo ore 16,30 Festa del Venerabile P. Mariano da Torino