NURSING
P104
QUESTIONI DI CUORE: LA CARTELLA DI FISIOTERAPIA IN CARDIOCHIRURGIA PEDIATRICA
P. Quadrelli, C. Aloisi, M. Dell'Amico, I. De Feo, P. Secchiari, A. Vanni
Fondazione G. Monasterio Ospedale del cuore, Massa, ITALY
Valutare, analizzare, decidere, applicare, controllare e rianalizzare sono le parole che
dovrebbero
accompagnarci nel nostro lavoro quotidiano. Ciò ancora di più quando ci occupiamo di un tipo di riabilitazione
respiratoria di “nicchia”come nella cardiochirurgia pediatrica. Come ci dobbiamo comportare? Quali tecniche
applicare? Come adattarle ai pazienti? Quali strumenti di valutazione dobbiamo usare? Anche se l’efficacia
della fisioterapia respiratoria post-operatoria risulta ancora molto discussa e gli studi in letteratura sono scarsi,
ciò non deve portare ad un trattamento standardizzato dei problemi rilevati (Patman 2000; Brasher PA, 2003;
Rockwell GM, 1976; Joao PR, 2003; Patrik 1992).
Si sente ancora di più la necessità di una analisi più approfondita per formulare un piano di trattamento
adeguato. Come suggerito da Patrik nel 1992 l'esperienza migliora la capacità di analizzare le informazioni e di
tradurle in obiettivi da raggiungere per determinare un piano terapeutico, ma se l'esperienza non l'abbiamo
ancora accumulata uno strumento come il Problem Oriented Medical Records (Middleton S & Middleton PG
2002) può esserci utile ancora di più.
L’individualizzazione del programma riabilitativo rappresenta un momento fondamentale per la sua riuscita, così
come la valutazione e la scelta di indicatori sensibili a documentare i cambiamenti nell’evoluzione del quadro
patologico. Sappiamo che la cartella deve conformarsi ad alcuni requisiti, condivisi da tutti, di tracciabilità,
chiarezza, accuratezza, appropriatezza, veridicità, attualità, pertinenza e completezza, ma deve anche essere
costruita e adattata alla struttura per cui è nata. Deve permettere una rapida consultazione dei dati per attuare o
modificare le decisioni prese. I dati anamnestici, le patologie associate, gli interventi pregressi, il periodo di
trattamento, il range di durata della sessione, la frequenza delle sessioni, le scale di valutazione, gli indicatori di
processo e di esito, i giorni di trattamento, sono le voci prese in considerazione per la stesura della cartella.
Il ragionamento clinico, in tutte le sue componenti, dovrebbe guidare la stesura di un documento condiviso come
la cartella di fisioterapia.
<FILE IMAGE='691_20130626153526.jpg'>
P105
L’APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE NELL’ASSISTENZA AL NEONATO CARDIOPATICO DALLA NASCITA
ALL'ARRIVO IN TERAPIA INTENSIVA PEDIATRICA
A. Prendin 1, L. Zambolin, M. Malaguti, F. Cadauro
Azienda Ospedaliera, Padova, ITALY
Tra le possibili diagnosi ecografiche prenatali, le cardiopatie congenite rappresentano un’entità a se stante; di
conseguenza è necessario che l’operatore prensenti al contempo abilità tecnica e cognizioni fisiopatologiche
specifiche cardiologiche. Per questo motivo se sussiste un rischio malformativo cardiaco congenito (per es.
familiarità) la gestante viene indirizzata in un centro di terzo livello, dove un cardiologo pediatra eseguirà ed
interpreterà un ecocardio-fetale. La diagnosi prenatale di cardiopatia permette di programmare la nascita
insieme ad un’equipe multidisciplinare, al fine di garantire cure precoci per la sopravvivenza del neonato con
difetti congeniti.
La futura mamma viene assistita per tutta la durata della gravidanza e al momento del ricovero; per il
monitoraggio o per il parto, cardiologi e cardiochirurghi pediatri sono allertati. La maggior parte delle volte si
procede elettivamente ad un parto a termine e per via naturale, con la presenza di un neonatologo per
assicurare la massima assistenza possibile. Vengono apportate le prime cure neonatali e, successivamente il
neonato viene trasferito nell’unità operativa di Terapia Intensiva Pediatrica o Neonatale. Qui si procede con
l’accertamento dell’ eventuale presenza di cardiopatia malformativa. Sulla base dell’entità del difetto congenito e
della stabilità emodinamica, valutata dallo specialista cardiologo, viene deciso l’iter terapeutico: trasferimento al
nido con solo monitoraggio clinico o proseguimento delle cure intensive, in particolare qualora vi fosse una dotto
dipendenza sistemica/polmonare
o la necessità di manovre urgenti rianimatorie (come ad esempio
atrio-settostomia secondo Raskind).
L’accoglienza di queste famiglie, nel complesso iter di diagnosi e cura, richiede il supporto di uno psicologo
esperto nelle problematiche connesse alla patologia e all’ospedalizzazione.
Per la complessità di queste malattie congenite, è necessaria la centralizzazione della presa in carico, poiché
un’adeguata preparazione del personale infermieristico e medico può contribuire a migliorare l’outcome del
piccolo paziente.
P106
IMPORTANZA DELLA VALIDAZIONE DI APPARECCHI OSCILLOMETRICI AUTOMATICI USATI IN UN
CENTRO DI IPERTENSIONE PEDIATRICA: L’APPROCCIO E LE DIFFICOLTA’ DAL PUNTO DI VISTA
INFERMIERISTICO NELLE DIVERSE TECNICHE DI MISURAZIONE
F. Pagani 1, C. Romano 1, M. Sacchinello 1, M. Valente 1, A. Biasuzzi 2
1
Centro Ipertensione , Sezione Ipertensione in Età Pediatrica, Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale
Maggiore Policlinico, Milano, 2 UO Nefrologia e Dialisi Pediatrica, Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale
Maggiore Policlinico di Milano, Milano, ITALY
Introduzione. La corretta rilevazione della pressione arteriosa (PA) nel bambino prevede alcuni accorgimenti
tecnici e di approccio, che devono essere ben chiari al personale infermieristico che si occupa del piccolo
paziente. La rilevazione di valori non attendibili è fonte infatti di stress in pazienti, genitori ed operatori e puo’
determinare inutili e costosi accertamenti aggiuntivi. Per questo è importante, dato il sempre più frequente
utilizzo del metodo oscillometrico per la misurazione pressoria in età pediatrica, la validazione degli apparecchi
utilizzati rispetto alla misurazione con manometro a mercurio, che rimane il metodo di riferimento sul quale si
basano ampie casistiche. Metodi. Abbiamo effettuato 4 misurazioni pressorie in ogni paziente: 2 con metodo
oscillometrico con due diversi apparecchi e 2 con manometro a mercurio. La partecipazione infermieristica alla
validazione della misurazione della PA con metodo oscillometrico versus metodo con manometro a mercurio ha
richiesto accorgimenti particolari ed ha dovuto affrontare non poche problematiche di tipo pratico/organizzativo:
1. spiegare la procedura ai genitori; 2. ottenere la collaborazione dei bambini; 3. ottimizzare i tempi dedicati ad
ogni paziente per permettere le 4 misurazioni necessarie; 5. ottimizzare gli spazi per introdurre i vari strumenti di
misurazione e le tecniche di distrazione del bambino. Risultati. Presentiamo i risultati di 192 rilevazioni effettuate
in 96 pazienti (età media 8,3±3,6) con Dynamap Carescape V 100 GE e 68 rilevazioni in 34 pazienti (età media
9,9±5,4) con SYNC Master 570 P Samsung.
<FILE IMAGE='685_20130626153654.jpg'>
Conclusioni. I due dispositivi usati hanno mostrato un’affidabilità adeguata ai Criteri Internazionali rispetto al
metodo auscultatorio con sfigmomanometro a mercurio. Attraverso questa validazione possiamo concludere di
aver contribuito ad ottimizzare le nostre capacità da un punto di vista tecnico e di approccio psicologico e di aver
raggiunto il nostro scopo di migliorare l’assistenza al bambino con ipertensione certa o sospetta.
P107
IL PAZIENTE PEDIATRICO IN TAO: DAL PRELIEVO ALLO STICK
S. Manfredi, S. Baratta, P. Cimoli, D. Dati, D. Donnini, C. Mariotti, L. Parenti, V. Ruffini, E. Sacchetti, T. Spadoni,
N. Assanta, A. Guerra, M. Baroni
Fondazione Gabriele Monasterio (FTGM), Massa, ITALY
INTRODUZIONE: La terapia anticoagulante orale (TAO) è una terapia salvavita utilizzata in Italia da oltre
800.000 persone. Dopo la prima prescrizione la gestione della Terapia Anticoagulante è affidata per lo più ai
medici di famiglia o ai centri di sorveglianza, ove presenti sul territorio, sorti su iniziativa di professionisti esperti
che seguono in prima linea i pazienti in TAO.
In Regione Toscana sono molto attive anche le associazioni di pazienti, in particolare l’AIPA (Associazione
Italiana dei Pazienti Anticoagulati), che danno un importante contributo alla gestione della TAO ed all’educazione
dei pazienti, in collaborazione con i centri di sorveglianza.
In FTGM da circa 20 anni ci si occupa di anticoagulazione per la tipicità dei pazienti da trattare dal neonato
all’adulto e per il tipo di correzione cardiaca indicata. La modalità scelta dal Nostro Centro per i pazienti in età
pediatrica in dimissione e’ il Selftest, iniziamo il percorso di confronto con il dosaggio prelievo/ coagulometro in
regime di ricovero per continuare nel post- ricovero.
Priorità in questo percorso sarà implementare una rete per diffondere l’utilizzo del coagulometro per i pazienti in
età pediatrica che necessitano di TAO e per i quali questo approccio puo’ ridurre l’impatto al prelievo che
spesso stressa i nostri piccoli pazienti i quali dovranno continuare il trattamento per tempi lunghissimi e a volte
per tutta la vita.
OBIETTIVO: Revisionare il processo di lavoro e rafforzare i meccanismi di integrazione con gli altri servizi
ospedalieri, Centri TAO, MMG, laboratorio analisi e servizi distrettuali; Attuare interventi educativi / informativi al
paziente pediatrico in TAO e ai familiari;
METODI: la sorveglianza è suddivisa in tappe: indirizzo alla buona gestione della qualità e della sicurezza nella
TAO, Prescrizione della cura (referto SCRITTO con l’indicazione delle dosi giornaliere e la data per il
successivo controllo INR) indicazione alla continuità delle cure, consegnare Farmamemo ai nuovi pazienti in
TAO, gestire esami per test INR con stick, Aggiornare il programma terapeutico e la revisione clinica. Nel
percorso sarà programmato un Corso di formazione accreditato ECM rivolto a tutto il personale; una revisione in
equipe di tutto il processo di lavoro; l’ individuazione delle criticità, la formulazione degli interventi correttivi ed
elaborazione di un protocollo Aziendale.
RISULTATI: l’incremento dei pazienti CCH pediatrici in TAO ha reso necessaria questa iniziativa che nel 2012 ha
permesso l’implementazione del coagulometro in altri tre Centri dove sono stati destinati alcuni dei pazienti in
TAO. Per i risultati attesi abbiamo suddiviso in:
I risultati attesi per il paziente pediatrico in TAO e familiari:
miglioramento della compliance nella gestione della TAO, riduzione dell’impatto al prelievo per i piccoli pazienti;
uniformità degli interventi ai diversi livelli di gestione; miglioramento della continuità assistenziale e della qualità
del servizio;
miglioramento delle conoscenze e degli strumenti di autocura / autogestione della propria condizione;
razionalizzazione degli accessi e riduzione dei tempi di attesa per il prelievo a domicilio;
riduzione degli accessi dei familiari per ritiro referti e/o miglioramento della tempestività di comunicazione del
valore INR
Per il personale infermieristico:
miglioramento delle conoscenze e competenze sul tema in oggetto
valorizzazione del ruolo educativo previsto dal profilo professionale dell’infermiere
potenziamento dei meccanismi di integrazione / coordinamento con l’ospedale, i Centri TAO, i laboratori e con i
MMG
P108
EXTERNAL VENTRICULAR ASSIST DEVICE IN AMBITO PEDIATRICO: IMPLICAZIONI ETICHE IN DUE
CASI CLINICI
S. Libelli 1, I. de Barbieri 2
1
Corso di laurea Infermieristica Pediatrica, Padova,2 Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino, Azienda
Ospedaliera, Padova, ITALY
Background: External Ventricular Assist Device (VAD) è un presidio paracorporeo, utilizzato come sostituto della
pompa cardiaca nei pazienti con gravi cardiopatie in attesa di trapianto cardiaco o di risoluzione a malattie
debilitanti di tale organo.E’ un dispositivo visibile all’esterno del paziente, le cui cannule sono internamente
collegate al cuore, ma permettono, fuoriuscendo, il movimento del degente. E’ una pompa composta da tre
principali parti: una pompa del sangue, due grandi cannule collegate ai vasi principali del cuore e alle sue
camere e un’unità di azionamento pneumatico; essa può essere applicata al ventricolo destro, sinistro o ad
entrambi. L’unità di azionamento pneumatico è collegata ad una presa elettrica come alimentazione e ad un
computer per le impostazioni di tipo clinico. Nato in Germania, a Berlino, negli anni ’80 viene inizialmente
utilizzato solo per gli adulti e successivamente anche su pazienti pediatrici. Come sottolineano Rizzieri,
Verheijde & McGregor (2008) è necessario considerare anche gli aspetti etici dell’utilizzo di tale presidio: cosa
sia meglio per il paziente e la sua famiglia, non solo clinicamente ma anche psicologicamente, in quali casi
utilizzare tale presidio, se sia corretto tentare fino all’ultimo qualsiasi cura sul paziente, a discapito a volte della
qualità della vita e cosa comporta invece il rifiuto della cura.
Scopo: descrivere due casi clinici di pazienti pediatrici portatori di VAD esterno che hanno avuto esiti differenti in
termini di prognosi e descrivere possibili implicazioni etiche in queste situazioni che richiedono un approccio
assistenziale multidisciplinare.
Metodi: case report
Presentazione dei casi: T. nasce nel 2008 e a due anni gli viene diagnosticata una miocardite da Parvovirus in
seguito alla quale, nonostante la terapia in atto, segue un grave scompenso cardiaco con necessità di
ExtraCorporeal Membrane Oxygenation (ECMO), successivamente Excor® Pediatric (Berlin Heart GmbH) in
attesa di trapianto cardiaco che avviene con successo sette mesi dopo. D. nasce nel 2011, con una diagnosi
prenatale di ipertrofia ventricolare sinistra e stenosi della valvola aortica. Viene sottoposto a vari interventi di
cardiochirurgia nei mesi successivi, ma dato l’esito non ottimale, viene prima sottoposto ad ECMO e
successivamente gli viene impiantato un VAD (Excor® Pediatric). D. muore dopo quattro mesi a causa di
pneumotorace bilaterale ricorrente, emorragia cerebrale e sepsi.
Gestione e discussione dei casi: Il confronto tra i due casi vuole essere una riflessione sulle procedure cliniche
che vengono messe in atto sui pazienti, con particolare attenzione al percorso decisionale che viene intrapreso,
guardando non solo la patologia in atto, ma anche la qualità di vita che si propone al bambino e ai genitori.
Come sottolineano Cabrera, Hernandez & Palacios (2010) in quest’ambito gli esiti migliori si hanno quando il
caso è gestito da un’équipe multidisciplinare che integra le proprie conoscenze. All’interno dell’équipe
l’infermiere porta un contributo con la propria conoscenza del paziente, soprattutto quando il confine tra
trattamento e accanimento terapeutico è incerto. Stando molto tempo accanto al bambino e ai suoi genitori,
l’infermiere instaura un rapporto di fiducia, ha un ruolo di ascoltatore attivo, comprende e sostiene la famiglia
nelle scelte terapeutiche da prendere, soprattutto quando i genitori non sono concordi tra loro.
Conclusioni: Spesso è difficile orientare le scelte cliniche in casi come quelli citati. Per questo, come la
letteratura sottolinea, un lavoro di équipe e quindi una condivisione dei pensieri, porta a scelte non solo
clinicamente, ma eticamente più corrette, salvaguardando il bene del paziente e la sua dignità. L’infermiere ha
un ruolo importante all’interno dell’équipe multidisciplinare che si prende cura di questi pazienti e può dare il suo
contributo, grazie alla sua capacità di vedere il paziente nella propria globalità, in un ottica di Family Centered
Care.
P109
NUOVI APPROCCI ANGIOGRAFICI
C. Pirti, I. La Monica, P. Guccione
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, CCPM, Taormina, ITALY
I difetti strutturali residui alla chirurgia correttiva e palliative delle cardiopatie congenite, possono complicare il
decorso postoperatorio delle cardiopatie medesime. La precocità della diagnosi è essenziale, il ritardo
diagnostico infatti può avere effetti sul risultato del trattamento. I difetti interventricolari, la funzione ventricolare o
la patologia valvolare, possono essere diagnosticati con l’ecocardiografia trans-esofagea che però raramente è
idonea a definire l’anatomia delle strutture extracardiache e in particolare quella dei rami dell’arteria polmonare.
Riportiamo la nostra iniziale esperienza nell’utilizzo dell’angiografia intra-operatoria in un gruppo di pazienti
affetti da sindrome del cuore sinistro ipoplastico, in occasione del comprensive I e II stadio. Dal febbraio 2012 al
marzo 2013 l’angiografia post-operatoria è stata eseguita in 4 pazienti . L’angiografia è stata eseguita utilizzando
l’angiografo portatile SIEMENS ARCADIS AVANTIC.
Si è iniettato in vena cava superiore o in vena
anonima sinistra. La strategia terapeutica non è stata variata in 1/4 pazienti. La revisione chirurgica è stata
effettuata sulla base degli elementi ottenuti in 3/4 pazienti e in due casi è stata effettuata terapia interventistica
intraoperatoria con il posizionamento di stent all’origine dell’arteria polmonare destra e a livello dell’anastomosi
tra la vena cava superiore e l’arteria polmonare.
P110
STRATEGIE ED ATTIVITÀ DI FORMAZIONE INFERMIERISTICA DIPARTIMENTALE COME STRUMENTO DI
EFFICACIA ED EFFICIENZA DEL PROCESSO ASSISTENZIALE E OTTIMIZZAZIONE DEL CAPITALE
UMANO
C. Pirti, F. Di Iorio
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, CCPM, Taormina, ITALY
I caratteri distintivi dell’assistenza sanitaria pediatrica in atto sembrano essere rappresentati da una predilezione
alla crescita delle grandi strutture ospedaliere pediatriche a livello nazionale.
In tal senso uno degli obiettivi del piano strategico dell'ospedale Pediatrico Bambino Besu' è proprio quello di
affrontare tale evoluzione, nella prospettiva di un costante sviluppo ed innovazione , mantenendo lo standard di
eccellenza, di alta specialità ed elevata e sempre crescente casistica.
Nella consapevolezza che la vera eccellenza diventa un valore quando è condivisa e non appartiene ad un
singolo elemento,l'ospedale pediatrico Bambino Gesù intende assumere un ruolo guida all'interno di un sistema
di relazioni con altre strutture, collocandosi così come gestore di reti.
La sperimentazione del modello di rete strutturale ha preso corpo con la realizzazione nel novembre 2010 del
centro cardiologico pediatrico del mediterraneo , unico centro cardiochirurgico di terzo livello della Regione
Sicilia, nato da una convenzione tra la regione Sicilia e l'ospedale Bambino Gesù. Il centro assume il ruolo di
Centro Hub e Spoke, ove per Hub si identifica il centro di eccellenza e per Spoke i centri minori dislocati su tutto
il territorio regionale, che mantengono il prezionso compito della diagnosi, follow up e riabilitazione. Il legame tra
il Centro e le strutture periferiche viene ulteriormente rafforzato dall’istituzione della Conferenza Medico
Chirurgica Regionale, che avviene a cedenza mensile e permette la presentaziolne diretta dei singoli casi clinici.
L'integrazione ha come scopo quello di mettere il paziente al centro del sistema, in quanto sono le strutture
stesse, minori e maggiori, ad andare verso di esso.
La nascita di un centro altamente specialistico,ha visto innalzarsi il bisogno formativo degli operatori sanitari
nell'ottica di assicurare efficacia ed efficienza al processo assistenziale.
E' stato dato l'avvio quindi ad attività di formazione dipartimentale, tra i quali annoveriamo vari gli incontri
multidisciplinari come il senti chi parla il sunrise meeting.
Tali incontri vegono svolti dal personale medico-infermieristico del centro facenti capo alle diverse unità
operative, con una frequenza settimanale e mensile, e vertono sull'approfondimento di clinica, introduzione di
nuove metodiche, procedure di direzione sanitaria (JCI),strategie di cambiamento, analisi delle attività.
Il matreriale presentato durante gli incontri viene salvato in una cartella condivisa del centro con accesso da
parte del personale e distribuito in forma cartacea a tutto il personale delle unità operative.
Lo scopo di queste attività,che ha già visto l'elaborazione di due protocolli di sala operatoria, è in primis la
condivisione della Vision aziendale con formazione del personale neo-assunto, elaborazione i protocolli e linee
guida mirate alla necesità del Centro, innovazione continua e incoraggiamento dell’ iniziativa personale.
Il tutto viene svolto nell'ottica di creare una linea di condivisione orizzontale nel percorso di cura, valorizzando il
capitale umano inteso come insieme di competenze e conoscenze che influiscono in maniera efficace sulla
qualità della sicurezza e delle prestazioni.
P111
PROCEDURE IBRIDE E NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI
C. Pirti, D. Noto, A. Pino, A. Sanzone, S. Meesa, M. Favorito, M. Gentile
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, CCPM, Taormina, ITALY
L’approccio ibrido in pazienti affetti da Sindrome del Cuore Sinistro Ipoplasico è una metodica che prevede la
stretta collaborazione del cardiochirurgo pediatra, del cardiologo pediatra e di un team infermieristico e tecnico di
nuovo profilo, con competenze miste.
La nostra esperienza nell’approccio ibrido ha visto la nascita di un nuovo modello organizzativo con
introduzione e l’ottimizzazione di personale esperto che prevede
Formazione di tecnici di radiologia ,
formazione e training tecnico per il gruppo e la nascita di una nuova figura che è l’infermiere “SCRUBE NURSE
Dal 2011 a tutt’oggi con tale metodica nel nostro centro, sono stati trattati con sicurezza ed efficacia, …… casi
Risultati:
•
Ottimizzazione delle risorse infermieristiche dispensabili e del capitale umano
•
Integrazione del team interdisciplinare
•
Realizzazione di incontri formativi multidisciplinari
•
Elaborazione di percorsi clinici assistenziali standard
P112
“AZIONI PREVENTIVE PER RIDURRE L’INCIDENZA DELLA MALATTIA REUMATICA NEI PAESI IN VIA DI
SVILUPPO: IL TERRITORIO, LA SCUOLA, LA FAMIGLIA E GLI ENTI SANITARI NAZIONALI”
G. Capizzano, A. Guerra, A. Reale, M. Figaia, F. Nicolini, M. Ometto
1
Fondazione Gabriele Monasterio, Toscana, Massa, 2 Departement of woman and Children's health University
of Padova, Padova, 3 ASL 12 Versilia, Viareggio, ITALY
Premessa:
Epidemiologia:
La malattia reumatica rappresenta tutt’oggi un importante problema sanitario, per diagnosi, trattamento e
complicanze.
In Africa, la popolazione di malati è costituita prevalentemente da bambini affetti da cardiopatie congenite,
oppure da pazienti solo un po’ più adulti con malattie acquisite come la cardiopatia reumatica. Questo avviene
perché la principale patologia da cui sono affetti, la valvulopatia reumatica, è l’esito della mancata cura della
febbre reumatica. Mentre nei paesi sviluppati si interviene tempestivamente, in Africa questa malattia riesce ad
arrivare allo stadio cardiaco coinvolgendo prevalentemente la valvola mitrale e la valvola aortica.
Eziologia:
La malattia, che ha una eziologia plurifattoriale, ha beneficamente e significativamente risentito dell’utilizzo
estensivo della penicillina e di altri antibiotici utilizzati nel trattamento delle infezioni da streptococco beta –
emolitico di gruppo A.
I sintomi ed i segni delle faringo tonsilliti da streptococco beta – emolitico di gruppo A sono aspecifici e, quasi
sempre, simili a quelli delle faringo tonsilliti virali e che una diagnosi più sicura può venire solo da specifici esami
di laboratorio.
E’ proprio per tale motivo e con lo scopo di ridurre al minimo le temibili complicanze cardiache della Malattia
Reumatica che già dal 1950 l’American Heart Association raccomandava l’utilizzo della terapia penicillinica in
tutte le faringotonsilliti.
Questa situazione, invece, è tutt’ora palpabile in modo evidente in Asia, Africa, Medio Oriente ed America Latina,
dove la malattia reumatica rappresenta un importante problema sanitario.
Obiettivi del progetto:
Aumentare le conoscenze riguardanti la prevenzione della malattia reumatica
Migliorare le condizioni di salute attraverso la riduzione dei casi di malattia reumatica
Ridurre le complicanze immediate e tardive dell’insorgenza della malattia reumatica
Estendere le conoscenze sanitarie in termini di prevenzione primaria alla comunità, alla scuola e alle loro
famiglie
Migliorare gli aspetti comunicativi e di relazione tra i membri dell’equipe sanitario, scolastico, gli enti e le
organizzazioni sociali interessate.
Sensibilizzare lo Stato e le istituzioni sulla necessità mirata di interventi di prevenzione della malattia reumatica.
Aumentare la conoscenza riguardante l’importanza di una alimentazione equilibrata nell’ambito della
prevenzione della malattia.
Mettere a disposizione le conoscenze necessarie per il follow up assistenziale dei bambini affetti da malattia
reumatica a distanza dell’intervento diagnostico e terapeutico.
Metodi:
Condivisione del progetto con il Direttore Sanitario della struttura ospedaliera,Direttore di Dipartimento Materno
– Infantile,rappresentanti del Ministero della Salute, del Dipartimento di Malattie Infettive, e il Ministero di
Educazione.
Educazione sanitaria nelle scuole elementari e medie di Asmara sulla prevenzione della malattia reumatica,
esecuzione di uno screening e successiva raccolta dati sulle caratteristiche della popolazione infantile,
condizioni cliniche generali ed identificazione dei bambini a rischio. Prevenzione primaria e secondaria e
successivo monitoraggio delle condizioni cliniche in collaborazione con il responsabile del Dipartimento Materno
– Infantile.
Materiali:
Strumenti informativi, slite, banche dati, scheda per la sorveglianza dei casi a rischio, opuscoli.
Risultati:
Monitorizzazione e raccolta dati relativi ai bambini sottoposti allo screening di prevenzione di malattia reumatica.
Progetto tutt’ora in atto; ma da sottolineare che alla situazione attuale, sono state visitate 51 scuole, a 3765
studenti è stata eseguita educazione sanitaria e sono stati sottoposti allo screening per la prevenzione, tra cui la
malattia reumatica e’ rappresenta per nel 3,1 % degli studenti e le cardiopatie congenite per 1%.
P113
CHILOTORACE: TRATTAMENTO E GESTIONE IN CARDIOCHIRURGIA PEDIATRICA
L. Calabrese, E. Muscettola, A. Pizzolante
Azienda Universitario-Ospedaliera di Bologna Policlinico S.Orsola-Malpighi, Bologna, ITALY
L'obiettivo del lavoro è quello di presentare l'esperienza nella nostra Unità Operativa nella gestione del
chilotorace insorto dopo l'intervento cardiochirurgico nei bambini con cardiopatia congenita.
Negli ultimi anni il progresso della cardiochirurgia in età pediatrica ha aumentato la sopravvivenza e ha
migliorato la qualità di vita dei piccoli pazienti con cardiopatia congenita nonchè la qualità e la durata del decorso
post operatorio. Alcune complicanze possono ancora presentarisi in virtù del fatto che vengono trattate
cardiopatie congenite sempre più complesse.
Una di queste è l'insorgenza del chilotorace, cioè l'accumulo di liquido linfatico a livello pleurico.
L'insorgenza di chilotorace, aumenta la durata dell'ospedalizzazione, causando di conseguenza anche
l'aumento di rischi, stress e disagio che i piccoli pazienti sono tenuti a sopportare, tenendo conto del loro
delicato e fragile fisico, già messo a dura prova dall'intervento stesso.
Diventa quindi di fondamentale importanza saper utilizzare al meglio gli strumenti chiave che possono aiutarci a
limitare tutto cio'.
Attualmente la diagnosi precoce e le strategie nutrizionali, rimangono il miglior approccio per la gestione del
chilotorace nel post operatorio.
P114
AZIONI DI MIGLIORAMENTO SULLA CONSERVAZIONE DEI FARMACI: PROPOSTE
S. Baratta, S. Alduini, G. Bontempi, S. Ceccarelli, A. Fantini, M. Folegnani, S. Fontani, A. Frediani, L. Gherardi,
A. Guerra, S. Quadrella, A. Tellarini, S. Tonazzini, A. Valeri
FTGM, Massa, ITALY
INTRODUZIONE Il Decreto del Ministero della Sanità del 14 settembre 1994 n°739 delinea il Profilo
professionale dell’infermiere, nel campo della somministrazione farmaceutica infatti, l’infermiere , attraverso un
metodo scientifico, “garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico- terapeutiche “(articolo 1 ,
comma 3, lettera d). Questo implica un’opera di monitoraggio e verifica costante del processo terapeutico che
presuppone, da parte del professionista, conoscenze e abilità approfondite e competenze specifiche e sempre
aggiornate. L’insieme delle prestazioni terapeutiche legate alla gestione della terapia farmacologica implica un
susseguirsi di fasi distinte: la prescrizione, la fornitura o approvvigionamento, la conservazione, la
somministrazione, la rilevazione di efficacia, la rilevazione e segnalazione di eventi avversi. La formazione
continua e permanente, l’utilizzo di procedure e protocolli per una standardizzazione dell’assistenza,
l’applicazione della regola delle “6G” (il giusto farmaco deve essere somministrato al giusto paziente alla giusta
ora nella giusta dose e nella giusta via di somministrazione, il tutto giustamente registrato) dovrebbero limitare
gli errori nell’utilizzo dei farmaci. Il decreto del Ministero della Sanità del 6 Luglio 1999 “Approvazione delle linee
direttrici in materia di buona pratica di distribuzione dei medicinali per uso umano”, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale n°190 del 14 Agosto 1999 definisce alcune norme generali per assicurare la somministrazione di
farmaci “stabili” dal punto di vista chimico-fisico. Queste norme devono essere adottate anche dal personale
infermieristico nei diversi ambiti operativi. La corretta gestione di farmaci non può essere garantita se non viene
posta attenzione alla documentazione; alle scadenze, al luogo e alle condizioni di conservazione. Le strategie
da adottare al fine di ridurre gli errori di terapia, oltre ai controlli sui protocolli interni e alle attività di consulenza
del farmacista ai clinici nella fase di prescrizione, sono essenzialmente costituite dalla fornitura di strumenti che
pianifichino in parte l’atto.
OBIETTIVO: Quello che abbiamo ritenuto utile per la pratica e’ stata l’implementazione delle check sulla
conservazione degli sciroppi e delle gocce come farmaci che utilizziamo all’interno della Nostra struttura con la
programmazione di una periodica revisione dello storico e incremento delle nuove formulazioni farmaceutiche.
MATERIALI: Foglietti illustrativi dei farmaci, direzioni mediche dell' aziende farmaceutiche , F.U. edizione XII,
strumenti informativi, articoli, riviste.
METODI: condivisione dell’obiettivo con i vari direttori di Unità operativa e Servizio Farmacia. Analisi del
percorso con identificazione della matrice delle responsabilità; stesura delle check per la conservazione degli
sciroppi e gocce a confezione integra e dopo apertura. Condivisione dei dati mancanti dai foglietti illustrativi con
le ditte direttamente interessate; implementazione delle check per la corretta conservazione dei farmaci descritti.
RISULTATI attesi: la realizzazione di queste check e la loro implementazione dovrebbero risultare un valido aiuto
per i professionisti che quotidianamente si trovano ad affrontare continui cambiamenti e aggiornamenti
garantendo la stabilità e conservazione dei farmaci descritti.
P115
IL LIBRO DI STELLA E TAMINO. UN VIAGGIO VERSO L’EMODINAMICA. PROGETTAZIONE DI UNO
STRUMENTO DI COMUNICAZIONE PER I BAMBINI SOTTOPOSTI A CATETERISMO CARDIACO
M. Ariotti 1, S. Martino 1, R. Bronzino 2, E. Banaudi 3, C. Ferrero Poschetto 3, M. Falace 3, N. Francesia 4, E.
Saporiti 4, L. Odetto 3, M. Sacco 3, A. Vittozzi 2
1
Università degli Studi Corso di Laurea in Infermieristica sede Orbassano(TO), 2 Università degli Studi del
Piemonte Orientale Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Novara, 3 AO Città della Salute e della Scienza
Cardiologia Cardiochirurgia Pediatrica, Torino, 4 Comune Di Torino Divisione Servizi Educativi, Torino, ITALY
Parole chiave: gioco in ospedale, informazione, ansia
Obiettivo
Il cateterismo cardiaco diagnostico o interventistico è considerato una procedura invasiva; il bambino sottoposto
a questo esame manifesta ansia e paura causate da: mancanza di conoscenza della manovra, difficoltà nella
gestione del sintomo dolore, timore di essere separato dai genitori.
In letteratura si suggerisce di ridurre lo stato di ansia nel bambino sottoposto ad intervento invasivo con
l’introduzione di interventi educativi basati sul gioco per i bambini di età prescolare e scolare supportando le
informazioni fornite dai professionisti.
L’obiettivo è stato quello di realizzare un progetto per rinforzare le informazioni che vengono date ai bambini
sottoposti a cateterismo cardiaco presso l’ambulatorio di Cardiologia dell’Ospedale Infantile Regina Margherita
dell’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino.
Materiali e Metodi:
E’ stata progettata da un gruppo di lavoro, costituito da infermieri dell’ambulatorio e studenti del corso di Laurea
in Infermieristica Pediatrica di Novara e del corso di Laurea in Infermieristica S. Luigi di Orbassano (To), una
griglia di osservazione contenente tutte le attività che si svolgono durante il percorso assistenziale (pre-ricovero,
intervento, risveglio e dimissione).
Sono state eseguite le osservazioni.
Sono stati identificati i messaggi importanti da trasmettere, le modalità per realizzare l’intervento educativo e i
professionisti da coinvolgere
Sono state coinvolte, nel gruppo di lavoro, le insegnanti-animatrici di “Operazione in gioco” servizio del
Comune di Torino già operanti in ospedale con un percorso di accompagnamento del bambino all’intervento
chirurgico per la realizzazione e l’utilizzo dello strumento in quanto competenti in campo pedagogico.
Lo strumento identificato è un libro-teatro che presenta il percorso che dovrà seguire il bambino.
E’ stata coinvolta l’associazione Amici Bambini Cardiopatici per finanziare il progetto.
Risultati:
E’ stato osservato il percorso di 7 bambini di età compresa fra i tre e undici anni. Nel 55% dei casi, il percorso
completo è stato spiegato da medici ed infermieri ma solo nel 21% gli operatori si sono rivolti ai bambini. Il dato
ha confermato l’utilità del progetto.
Le educatrici hanno proposto l’utilizzo di un racconto, sono stati identificati i momenti del percorso più critici da
spiegare al bambino, sono state scelte fotografie reali che permettessero il riconoscimento degli ambienti
alternandole a disegni che meglio comunicassero con il linguaggio espressivo dei bambini.
Si è realizzato un libro in materiale plastificato di 100X70 cm dove si risponde alle domande presentate da Stella
e Tamino, le due mascottes: “dove devo andare?”, “chi incontro?”,” cosa devo fare?”, “ cosa succederà quando
tornerò a casa?”.
Non ci sono parti scritte per poter dar spazio all’educatrice di scegliere il grado di approfondimento e la tipologia
di linguaggio a seconda del bambino a cui viene presentato il libro.
Si sono realizzati degli stiker per permettere interattività e coinvolgimento dei bambini.
Il momento scelto per presentare il libro-teatro è la giornata di pre-ricovero per poter sfruttare i momenti di attesa
fra un’attività e l’altra; il setting è la sala d’attesa per far partecipare al gioco più bambini contemporaneamente
coinvolgendo anche i genitori. Si è concordata la modalità per identificare i bambini che necessitano di
presentazione del libro per età, caratteristiche psico-fisiche e comprensione della lingua italiana.
Il progetto, iniziato nel 2012, è attualmente in sperimentazione.
Conclusioni:
Fornire informazioni semplici attraverso l’utilizzo del libro-teatro permette al bambino di acquisire maggiore
consapevolezza su quello che sarà l’esecuzione del cateterismo, di ridurre lo stato di ansia e rinforzare relazioni
di collaborazione e fiducia tra bambino, famiglia e équipe curante.
Felder-Puig R, Maksys A, et al. Using a children's book to prepare children and parents for elective ENT surgery:
results of a randomized clinical trial. International journal of Pediatric Otorhinolaryngology.2003;67:35-41.
Scarica

Comunicazioni/Poster brevi nursing