NURSING P104 QUESTIONI DI CUORE: LA CARTELLA DI FISIOTERAPIA IN CARDIOCHIRURGIA PEDIATRICA P. Quadrelli, C. Aloisi, M. Dell'Amico, I. De Feo, P. Secchiari, A. Vanni Fondazione G. Monasterio Ospedale del cuore, Massa, ITALY Valutare, analizzare, decidere, applicare, controllare e rianalizzare sono le parole che dovrebbero accompagnarci nel nostro lavoro quotidiano. Ciò ancora di più quando ci occupiamo di un tipo di riabilitazione respiratoria di “nicchia”come nella cardiochirurgia pediatrica. Come ci dobbiamo comportare? Quali tecniche applicare? Come adattarle ai pazienti? Quali strumenti di valutazione dobbiamo usare? Anche se l’efficacia della fisioterapia respiratoria post-operatoria risulta ancora molto discussa e gli studi in letteratura sono scarsi, ciò non deve portare ad un trattamento standardizzato dei problemi rilevati (Patman 2000; Brasher PA, 2003; Rockwell GM, 1976; Joao PR, 2003; Patrik 1992). Si sente ancora di più la necessità di una analisi più approfondita per formulare un piano di trattamento adeguato. Come suggerito da Patrik nel 1992 l'esperienza migliora la capacità di analizzare le informazioni e di tradurle in obiettivi da raggiungere per determinare un piano terapeutico, ma se l'esperienza non l'abbiamo ancora accumulata uno strumento come il Problem Oriented Medical Records (Middleton S & Middleton PG 2002) può esserci utile ancora di più. L’individualizzazione del programma riabilitativo rappresenta un momento fondamentale per la sua riuscita, così come la valutazione e la scelta di indicatori sensibili a documentare i cambiamenti nell’evoluzione del quadro patologico. Sappiamo che la cartella deve conformarsi ad alcuni requisiti, condivisi da tutti, di tracciabilità, chiarezza, accuratezza, appropriatezza, veridicità, attualità, pertinenza e completezza, ma deve anche essere costruita e adattata alla struttura per cui è nata. Deve permettere una rapida consultazione dei dati per attuare o modificare le decisioni prese. I dati anamnestici, le patologie associate, gli interventi pregressi, il periodo di trattamento, il range di durata della sessione, la frequenza delle sessioni, le scale di valutazione, gli indicatori di processo e di esito, i giorni di trattamento, sono le voci prese in considerazione per la stesura della cartella. Il ragionamento clinico, in tutte le sue componenti, dovrebbe guidare la stesura di un documento condiviso come la cartella di fisioterapia. <FILE IMAGE='691_20130626153526.jpg'> P105 L’APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE NELL’ASSISTENZA AL NEONATO CARDIOPATICO DALLA NASCITA ALL'ARRIVO IN TERAPIA INTENSIVA PEDIATRICA A. Prendin 1, L. Zambolin, M. Malaguti, F. Cadauro Azienda Ospedaliera, Padova, ITALY Tra le possibili diagnosi ecografiche prenatali, le cardiopatie congenite rappresentano un’entità a se stante; di conseguenza è necessario che l’operatore prensenti al contempo abilità tecnica e cognizioni fisiopatologiche specifiche cardiologiche. Per questo motivo se sussiste un rischio malformativo cardiaco congenito (per es. familiarità) la gestante viene indirizzata in un centro di terzo livello, dove un cardiologo pediatra eseguirà ed interpreterà un ecocardio-fetale. La diagnosi prenatale di cardiopatia permette di programmare la nascita insieme ad un’equipe multidisciplinare, al fine di garantire cure precoci per la sopravvivenza del neonato con difetti congeniti. La futura mamma viene assistita per tutta la durata della gravidanza e al momento del ricovero; per il monitoraggio o per il parto, cardiologi e cardiochirurghi pediatri sono allertati. La maggior parte delle volte si procede elettivamente ad un parto a termine e per via naturale, con la presenza di un neonatologo per assicurare la massima assistenza possibile. Vengono apportate le prime cure neonatali e, successivamente il neonato viene trasferito nell’unità operativa di Terapia Intensiva Pediatrica o Neonatale. Qui si procede con l’accertamento dell’ eventuale presenza di cardiopatia malformativa. Sulla base dell’entità del difetto congenito e della stabilità emodinamica, valutata dallo specialista cardiologo, viene deciso l’iter terapeutico: trasferimento al nido con solo monitoraggio clinico o proseguimento delle cure intensive, in particolare qualora vi fosse una dotto dipendenza sistemica/polmonare o la necessità di manovre urgenti rianimatorie (come ad esempio atrio-settostomia secondo Raskind). L’accoglienza di queste famiglie, nel complesso iter di diagnosi e cura, richiede il supporto di uno psicologo esperto nelle problematiche connesse alla patologia e all’ospedalizzazione. Per la complessità di queste malattie congenite, è necessaria la centralizzazione della presa in carico, poiché un’adeguata preparazione del personale infermieristico e medico può contribuire a migliorare l’outcome del piccolo paziente. P106 IMPORTANZA DELLA VALIDAZIONE DI APPARECCHI OSCILLOMETRICI AUTOMATICI USATI IN UN CENTRO DI IPERTENSIONE PEDIATRICA: L’APPROCCIO E LE DIFFICOLTA’ DAL PUNTO DI VISTA INFERMIERISTICO NELLE DIVERSE TECNICHE DI MISURAZIONE F. Pagani 1, C. Romano 1, M. Sacchinello 1, M. Valente 1, A. Biasuzzi 2 1 Centro Ipertensione , Sezione Ipertensione in Età Pediatrica, Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano, 2 UO Nefrologia e Dialisi Pediatrica, Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, Milano, ITALY Introduzione. La corretta rilevazione della pressione arteriosa (PA) nel bambino prevede alcuni accorgimenti tecnici e di approccio, che devono essere ben chiari al personale infermieristico che si occupa del piccolo paziente. La rilevazione di valori non attendibili è fonte infatti di stress in pazienti, genitori ed operatori e puo’ determinare inutili e costosi accertamenti aggiuntivi. Per questo è importante, dato il sempre più frequente utilizzo del metodo oscillometrico per la misurazione pressoria in età pediatrica, la validazione degli apparecchi utilizzati rispetto alla misurazione con manometro a mercurio, che rimane il metodo di riferimento sul quale si basano ampie casistiche. Metodi. Abbiamo effettuato 4 misurazioni pressorie in ogni paziente: 2 con metodo oscillometrico con due diversi apparecchi e 2 con manometro a mercurio. La partecipazione infermieristica alla validazione della misurazione della PA con metodo oscillometrico versus metodo con manometro a mercurio ha richiesto accorgimenti particolari ed ha dovuto affrontare non poche problematiche di tipo pratico/organizzativo: 1. spiegare la procedura ai genitori; 2. ottenere la collaborazione dei bambini; 3. ottimizzare i tempi dedicati ad ogni paziente per permettere le 4 misurazioni necessarie; 5. ottimizzare gli spazi per introdurre i vari strumenti di misurazione e le tecniche di distrazione del bambino. Risultati. Presentiamo i risultati di 192 rilevazioni effettuate in 96 pazienti (età media 8,3±3,6) con Dynamap Carescape V 100 GE e 68 rilevazioni in 34 pazienti (età media 9,9±5,4) con SYNC Master 570 P Samsung. <FILE IMAGE='685_20130626153654.jpg'> Conclusioni. I due dispositivi usati hanno mostrato un’affidabilità adeguata ai Criteri Internazionali rispetto al metodo auscultatorio con sfigmomanometro a mercurio. Attraverso questa validazione possiamo concludere di aver contribuito ad ottimizzare le nostre capacità da un punto di vista tecnico e di approccio psicologico e di aver raggiunto il nostro scopo di migliorare l’assistenza al bambino con ipertensione certa o sospetta. P107 IL PAZIENTE PEDIATRICO IN TAO: DAL PRELIEVO ALLO STICK S. Manfredi, S. Baratta, P. Cimoli, D. Dati, D. Donnini, C. Mariotti, L. Parenti, V. Ruffini, E. Sacchetti, T. Spadoni, N. Assanta, A. Guerra, M. Baroni Fondazione Gabriele Monasterio (FTGM), Massa, ITALY INTRODUZIONE: La terapia anticoagulante orale (TAO) è una terapia salvavita utilizzata in Italia da oltre 800.000 persone. Dopo la prima prescrizione la gestione della Terapia Anticoagulante è affidata per lo più ai medici di famiglia o ai centri di sorveglianza, ove presenti sul territorio, sorti su iniziativa di professionisti esperti che seguono in prima linea i pazienti in TAO. In Regione Toscana sono molto attive anche le associazioni di pazienti, in particolare l’AIPA (Associazione Italiana dei Pazienti Anticoagulati), che danno un importante contributo alla gestione della TAO ed all’educazione dei pazienti, in collaborazione con i centri di sorveglianza. In FTGM da circa 20 anni ci si occupa di anticoagulazione per la tipicità dei pazienti da trattare dal neonato all’adulto e per il tipo di correzione cardiaca indicata. La modalità scelta dal Nostro Centro per i pazienti in età pediatrica in dimissione e’ il Selftest, iniziamo il percorso di confronto con il dosaggio prelievo/ coagulometro in regime di ricovero per continuare nel post- ricovero. Priorità in questo percorso sarà implementare una rete per diffondere l’utilizzo del coagulometro per i pazienti in età pediatrica che necessitano di TAO e per i quali questo approccio puo’ ridurre l’impatto al prelievo che spesso stressa i nostri piccoli pazienti i quali dovranno continuare il trattamento per tempi lunghissimi e a volte per tutta la vita. OBIETTIVO: Revisionare il processo di lavoro e rafforzare i meccanismi di integrazione con gli altri servizi ospedalieri, Centri TAO, MMG, laboratorio analisi e servizi distrettuali; Attuare interventi educativi / informativi al paziente pediatrico in TAO e ai familiari; METODI: la sorveglianza è suddivisa in tappe: indirizzo alla buona gestione della qualità e della sicurezza nella TAO, Prescrizione della cura (referto SCRITTO con l’indicazione delle dosi giornaliere e la data per il successivo controllo INR) indicazione alla continuità delle cure, consegnare Farmamemo ai nuovi pazienti in TAO, gestire esami per test INR con stick, Aggiornare il programma terapeutico e la revisione clinica. Nel percorso sarà programmato un Corso di formazione accreditato ECM rivolto a tutto il personale; una revisione in equipe di tutto il processo di lavoro; l’ individuazione delle criticità, la formulazione degli interventi correttivi ed elaborazione di un protocollo Aziendale. RISULTATI: l’incremento dei pazienti CCH pediatrici in TAO ha reso necessaria questa iniziativa che nel 2012 ha permesso l’implementazione del coagulometro in altri tre Centri dove sono stati destinati alcuni dei pazienti in TAO. Per i risultati attesi abbiamo suddiviso in: I risultati attesi per il paziente pediatrico in TAO e familiari: miglioramento della compliance nella gestione della TAO, riduzione dell’impatto al prelievo per i piccoli pazienti; uniformità degli interventi ai diversi livelli di gestione; miglioramento della continuità assistenziale e della qualità del servizio; miglioramento delle conoscenze e degli strumenti di autocura / autogestione della propria condizione; razionalizzazione degli accessi e riduzione dei tempi di attesa per il prelievo a domicilio; riduzione degli accessi dei familiari per ritiro referti e/o miglioramento della tempestività di comunicazione del valore INR Per il personale infermieristico: miglioramento delle conoscenze e competenze sul tema in oggetto valorizzazione del ruolo educativo previsto dal profilo professionale dell’infermiere potenziamento dei meccanismi di integrazione / coordinamento con l’ospedale, i Centri TAO, i laboratori e con i MMG P108 EXTERNAL VENTRICULAR ASSIST DEVICE IN AMBITO PEDIATRICO: IMPLICAZIONI ETICHE IN DUE CASI CLINICI S. Libelli 1, I. de Barbieri 2 1 Corso di laurea Infermieristica Pediatrica, Padova,2 Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino, Azienda Ospedaliera, Padova, ITALY Background: External Ventricular Assist Device (VAD) è un presidio paracorporeo, utilizzato come sostituto della pompa cardiaca nei pazienti con gravi cardiopatie in attesa di trapianto cardiaco o di risoluzione a malattie debilitanti di tale organo.E’ un dispositivo visibile all’esterno del paziente, le cui cannule sono internamente collegate al cuore, ma permettono, fuoriuscendo, il movimento del degente. E’ una pompa composta da tre principali parti: una pompa del sangue, due grandi cannule collegate ai vasi principali del cuore e alle sue camere e un’unità di azionamento pneumatico; essa può essere applicata al ventricolo destro, sinistro o ad entrambi. L’unità di azionamento pneumatico è collegata ad una presa elettrica come alimentazione e ad un computer per le impostazioni di tipo clinico. Nato in Germania, a Berlino, negli anni ’80 viene inizialmente utilizzato solo per gli adulti e successivamente anche su pazienti pediatrici. Come sottolineano Rizzieri, Verheijde & McGregor (2008) è necessario considerare anche gli aspetti etici dell’utilizzo di tale presidio: cosa sia meglio per il paziente e la sua famiglia, non solo clinicamente ma anche psicologicamente, in quali casi utilizzare tale presidio, se sia corretto tentare fino all’ultimo qualsiasi cura sul paziente, a discapito a volte della qualità della vita e cosa comporta invece il rifiuto della cura. Scopo: descrivere due casi clinici di pazienti pediatrici portatori di VAD esterno che hanno avuto esiti differenti in termini di prognosi e descrivere possibili implicazioni etiche in queste situazioni che richiedono un approccio assistenziale multidisciplinare. Metodi: case report Presentazione dei casi: T. nasce nel 2008 e a due anni gli viene diagnosticata una miocardite da Parvovirus in seguito alla quale, nonostante la terapia in atto, segue un grave scompenso cardiaco con necessità di ExtraCorporeal Membrane Oxygenation (ECMO), successivamente Excor® Pediatric (Berlin Heart GmbH) in attesa di trapianto cardiaco che avviene con successo sette mesi dopo. D. nasce nel 2011, con una diagnosi prenatale di ipertrofia ventricolare sinistra e stenosi della valvola aortica. Viene sottoposto a vari interventi di cardiochirurgia nei mesi successivi, ma dato l’esito non ottimale, viene prima sottoposto ad ECMO e successivamente gli viene impiantato un VAD (Excor® Pediatric). D. muore dopo quattro mesi a causa di pneumotorace bilaterale ricorrente, emorragia cerebrale e sepsi. Gestione e discussione dei casi: Il confronto tra i due casi vuole essere una riflessione sulle procedure cliniche che vengono messe in atto sui pazienti, con particolare attenzione al percorso decisionale che viene intrapreso, guardando non solo la patologia in atto, ma anche la qualità di vita che si propone al bambino e ai genitori. Come sottolineano Cabrera, Hernandez & Palacios (2010) in quest’ambito gli esiti migliori si hanno quando il caso è gestito da un’équipe multidisciplinare che integra le proprie conoscenze. All’interno dell’équipe l’infermiere porta un contributo con la propria conoscenza del paziente, soprattutto quando il confine tra trattamento e accanimento terapeutico è incerto. Stando molto tempo accanto al bambino e ai suoi genitori, l’infermiere instaura un rapporto di fiducia, ha un ruolo di ascoltatore attivo, comprende e sostiene la famiglia nelle scelte terapeutiche da prendere, soprattutto quando i genitori non sono concordi tra loro. Conclusioni: Spesso è difficile orientare le scelte cliniche in casi come quelli citati. Per questo, come la letteratura sottolinea, un lavoro di équipe e quindi una condivisione dei pensieri, porta a scelte non solo clinicamente, ma eticamente più corrette, salvaguardando il bene del paziente e la sua dignità. L’infermiere ha un ruolo importante all’interno dell’équipe multidisciplinare che si prende cura di questi pazienti e può dare il suo contributo, grazie alla sua capacità di vedere il paziente nella propria globalità, in un ottica di Family Centered Care. P109 NUOVI APPROCCI ANGIOGRAFICI C. Pirti, I. La Monica, P. Guccione Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, CCPM, Taormina, ITALY I difetti strutturali residui alla chirurgia correttiva e palliative delle cardiopatie congenite, possono complicare il decorso postoperatorio delle cardiopatie medesime. La precocità della diagnosi è essenziale, il ritardo diagnostico infatti può avere effetti sul risultato del trattamento. I difetti interventricolari, la funzione ventricolare o la patologia valvolare, possono essere diagnosticati con l’ecocardiografia trans-esofagea che però raramente è idonea a definire l’anatomia delle strutture extracardiache e in particolare quella dei rami dell’arteria polmonare. Riportiamo la nostra iniziale esperienza nell’utilizzo dell’angiografia intra-operatoria in un gruppo di pazienti affetti da sindrome del cuore sinistro ipoplastico, in occasione del comprensive I e II stadio. Dal febbraio 2012 al marzo 2013 l’angiografia post-operatoria è stata eseguita in 4 pazienti . L’angiografia è stata eseguita utilizzando l’angiografo portatile SIEMENS ARCADIS AVANTIC. Si è iniettato in vena cava superiore o in vena anonima sinistra. La strategia terapeutica non è stata variata in 1/4 pazienti. La revisione chirurgica è stata effettuata sulla base degli elementi ottenuti in 3/4 pazienti e in due casi è stata effettuata terapia interventistica intraoperatoria con il posizionamento di stent all’origine dell’arteria polmonare destra e a livello dell’anastomosi tra la vena cava superiore e l’arteria polmonare. P110 STRATEGIE ED ATTIVITÀ DI FORMAZIONE INFERMIERISTICA DIPARTIMENTALE COME STRUMENTO DI EFFICACIA ED EFFICIENZA DEL PROCESSO ASSISTENZIALE E OTTIMIZZAZIONE DEL CAPITALE UMANO C. Pirti, F. Di Iorio Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, CCPM, Taormina, ITALY I caratteri distintivi dell’assistenza sanitaria pediatrica in atto sembrano essere rappresentati da una predilezione alla crescita delle grandi strutture ospedaliere pediatriche a livello nazionale. In tal senso uno degli obiettivi del piano strategico dell'ospedale Pediatrico Bambino Besu' è proprio quello di affrontare tale evoluzione, nella prospettiva di un costante sviluppo ed innovazione , mantenendo lo standard di eccellenza, di alta specialità ed elevata e sempre crescente casistica. Nella consapevolezza che la vera eccellenza diventa un valore quando è condivisa e non appartiene ad un singolo elemento,l'ospedale pediatrico Bambino Gesù intende assumere un ruolo guida all'interno di un sistema di relazioni con altre strutture, collocandosi così come gestore di reti. La sperimentazione del modello di rete strutturale ha preso corpo con la realizzazione nel novembre 2010 del centro cardiologico pediatrico del mediterraneo , unico centro cardiochirurgico di terzo livello della Regione Sicilia, nato da una convenzione tra la regione Sicilia e l'ospedale Bambino Gesù. Il centro assume il ruolo di Centro Hub e Spoke, ove per Hub si identifica il centro di eccellenza e per Spoke i centri minori dislocati su tutto il territorio regionale, che mantengono il prezionso compito della diagnosi, follow up e riabilitazione. Il legame tra il Centro e le strutture periferiche viene ulteriormente rafforzato dall’istituzione della Conferenza Medico Chirurgica Regionale, che avviene a cedenza mensile e permette la presentaziolne diretta dei singoli casi clinici. L'integrazione ha come scopo quello di mettere il paziente al centro del sistema, in quanto sono le strutture stesse, minori e maggiori, ad andare verso di esso. La nascita di un centro altamente specialistico,ha visto innalzarsi il bisogno formativo degli operatori sanitari nell'ottica di assicurare efficacia ed efficienza al processo assistenziale. E' stato dato l'avvio quindi ad attività di formazione dipartimentale, tra i quali annoveriamo vari gli incontri multidisciplinari come il senti chi parla il sunrise meeting. Tali incontri vegono svolti dal personale medico-infermieristico del centro facenti capo alle diverse unità operative, con una frequenza settimanale e mensile, e vertono sull'approfondimento di clinica, introduzione di nuove metodiche, procedure di direzione sanitaria (JCI),strategie di cambiamento, analisi delle attività. Il matreriale presentato durante gli incontri viene salvato in una cartella condivisa del centro con accesso da parte del personale e distribuito in forma cartacea a tutto il personale delle unità operative. Lo scopo di queste attività,che ha già visto l'elaborazione di due protocolli di sala operatoria, è in primis la condivisione della Vision aziendale con formazione del personale neo-assunto, elaborazione i protocolli e linee guida mirate alla necesità del Centro, innovazione continua e incoraggiamento dell’ iniziativa personale. Il tutto viene svolto nell'ottica di creare una linea di condivisione orizzontale nel percorso di cura, valorizzando il capitale umano inteso come insieme di competenze e conoscenze che influiscono in maniera efficace sulla qualità della sicurezza e delle prestazioni. P111 PROCEDURE IBRIDE E NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI C. Pirti, D. Noto, A. Pino, A. Sanzone, S. Meesa, M. Favorito, M. Gentile Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, CCPM, Taormina, ITALY L’approccio ibrido in pazienti affetti da Sindrome del Cuore Sinistro Ipoplasico è una metodica che prevede la stretta collaborazione del cardiochirurgo pediatra, del cardiologo pediatra e di un team infermieristico e tecnico di nuovo profilo, con competenze miste. La nostra esperienza nell’approccio ibrido ha visto la nascita di un nuovo modello organizzativo con introduzione e l’ottimizzazione di personale esperto che prevede Formazione di tecnici di radiologia , formazione e training tecnico per il gruppo e la nascita di una nuova figura che è l’infermiere “SCRUBE NURSE Dal 2011 a tutt’oggi con tale metodica nel nostro centro, sono stati trattati con sicurezza ed efficacia, …… casi Risultati: • Ottimizzazione delle risorse infermieristiche dispensabili e del capitale umano • Integrazione del team interdisciplinare • Realizzazione di incontri formativi multidisciplinari • Elaborazione di percorsi clinici assistenziali standard P112 “AZIONI PREVENTIVE PER RIDURRE L’INCIDENZA DELLA MALATTIA REUMATICA NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO: IL TERRITORIO, LA SCUOLA, LA FAMIGLIA E GLI ENTI SANITARI NAZIONALI” G. Capizzano, A. Guerra, A. Reale, M. Figaia, F. Nicolini, M. Ometto 1 Fondazione Gabriele Monasterio, Toscana, Massa, 2 Departement of woman and Children's health University of Padova, Padova, 3 ASL 12 Versilia, Viareggio, ITALY Premessa: Epidemiologia: La malattia reumatica rappresenta tutt’oggi un importante problema sanitario, per diagnosi, trattamento e complicanze. In Africa, la popolazione di malati è costituita prevalentemente da bambini affetti da cardiopatie congenite, oppure da pazienti solo un po’ più adulti con malattie acquisite come la cardiopatia reumatica. Questo avviene perché la principale patologia da cui sono affetti, la valvulopatia reumatica, è l’esito della mancata cura della febbre reumatica. Mentre nei paesi sviluppati si interviene tempestivamente, in Africa questa malattia riesce ad arrivare allo stadio cardiaco coinvolgendo prevalentemente la valvola mitrale e la valvola aortica. Eziologia: La malattia, che ha una eziologia plurifattoriale, ha beneficamente e significativamente risentito dell’utilizzo estensivo della penicillina e di altri antibiotici utilizzati nel trattamento delle infezioni da streptococco beta – emolitico di gruppo A. I sintomi ed i segni delle faringo tonsilliti da streptococco beta – emolitico di gruppo A sono aspecifici e, quasi sempre, simili a quelli delle faringo tonsilliti virali e che una diagnosi più sicura può venire solo da specifici esami di laboratorio. E’ proprio per tale motivo e con lo scopo di ridurre al minimo le temibili complicanze cardiache della Malattia Reumatica che già dal 1950 l’American Heart Association raccomandava l’utilizzo della terapia penicillinica in tutte le faringotonsilliti. Questa situazione, invece, è tutt’ora palpabile in modo evidente in Asia, Africa, Medio Oriente ed America Latina, dove la malattia reumatica rappresenta un importante problema sanitario. Obiettivi del progetto: Aumentare le conoscenze riguardanti la prevenzione della malattia reumatica Migliorare le condizioni di salute attraverso la riduzione dei casi di malattia reumatica Ridurre le complicanze immediate e tardive dell’insorgenza della malattia reumatica Estendere le conoscenze sanitarie in termini di prevenzione primaria alla comunità, alla scuola e alle loro famiglie Migliorare gli aspetti comunicativi e di relazione tra i membri dell’equipe sanitario, scolastico, gli enti e le organizzazioni sociali interessate. Sensibilizzare lo Stato e le istituzioni sulla necessità mirata di interventi di prevenzione della malattia reumatica. Aumentare la conoscenza riguardante l’importanza di una alimentazione equilibrata nell’ambito della prevenzione della malattia. Mettere a disposizione le conoscenze necessarie per il follow up assistenziale dei bambini affetti da malattia reumatica a distanza dell’intervento diagnostico e terapeutico. Metodi: Condivisione del progetto con il Direttore Sanitario della struttura ospedaliera,Direttore di Dipartimento Materno – Infantile,rappresentanti del Ministero della Salute, del Dipartimento di Malattie Infettive, e il Ministero di Educazione. Educazione sanitaria nelle scuole elementari e medie di Asmara sulla prevenzione della malattia reumatica, esecuzione di uno screening e successiva raccolta dati sulle caratteristiche della popolazione infantile, condizioni cliniche generali ed identificazione dei bambini a rischio. Prevenzione primaria e secondaria e successivo monitoraggio delle condizioni cliniche in collaborazione con il responsabile del Dipartimento Materno – Infantile. Materiali: Strumenti informativi, slite, banche dati, scheda per la sorveglianza dei casi a rischio, opuscoli. Risultati: Monitorizzazione e raccolta dati relativi ai bambini sottoposti allo screening di prevenzione di malattia reumatica. Progetto tutt’ora in atto; ma da sottolineare che alla situazione attuale, sono state visitate 51 scuole, a 3765 studenti è stata eseguita educazione sanitaria e sono stati sottoposti allo screening per la prevenzione, tra cui la malattia reumatica e’ rappresenta per nel 3,1 % degli studenti e le cardiopatie congenite per 1%. P113 CHILOTORACE: TRATTAMENTO E GESTIONE IN CARDIOCHIRURGIA PEDIATRICA L. Calabrese, E. Muscettola, A. Pizzolante Azienda Universitario-Ospedaliera di Bologna Policlinico S.Orsola-Malpighi, Bologna, ITALY L'obiettivo del lavoro è quello di presentare l'esperienza nella nostra Unità Operativa nella gestione del chilotorace insorto dopo l'intervento cardiochirurgico nei bambini con cardiopatia congenita. Negli ultimi anni il progresso della cardiochirurgia in età pediatrica ha aumentato la sopravvivenza e ha migliorato la qualità di vita dei piccoli pazienti con cardiopatia congenita nonchè la qualità e la durata del decorso post operatorio. Alcune complicanze possono ancora presentarisi in virtù del fatto che vengono trattate cardiopatie congenite sempre più complesse. Una di queste è l'insorgenza del chilotorace, cioè l'accumulo di liquido linfatico a livello pleurico. L'insorgenza di chilotorace, aumenta la durata dell'ospedalizzazione, causando di conseguenza anche l'aumento di rischi, stress e disagio che i piccoli pazienti sono tenuti a sopportare, tenendo conto del loro delicato e fragile fisico, già messo a dura prova dall'intervento stesso. Diventa quindi di fondamentale importanza saper utilizzare al meglio gli strumenti chiave che possono aiutarci a limitare tutto cio'. Attualmente la diagnosi precoce e le strategie nutrizionali, rimangono il miglior approccio per la gestione del chilotorace nel post operatorio. P114 AZIONI DI MIGLIORAMENTO SULLA CONSERVAZIONE DEI FARMACI: PROPOSTE S. Baratta, S. Alduini, G. Bontempi, S. Ceccarelli, A. Fantini, M. Folegnani, S. Fontani, A. Frediani, L. Gherardi, A. Guerra, S. Quadrella, A. Tellarini, S. Tonazzini, A. Valeri FTGM, Massa, ITALY INTRODUZIONE Il Decreto del Ministero della Sanità del 14 settembre 1994 n°739 delinea il Profilo professionale dell’infermiere, nel campo della somministrazione farmaceutica infatti, l’infermiere , attraverso un metodo scientifico, “garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico- terapeutiche “(articolo 1 , comma 3, lettera d). Questo implica un’opera di monitoraggio e verifica costante del processo terapeutico che presuppone, da parte del professionista, conoscenze e abilità approfondite e competenze specifiche e sempre aggiornate. L’insieme delle prestazioni terapeutiche legate alla gestione della terapia farmacologica implica un susseguirsi di fasi distinte: la prescrizione, la fornitura o approvvigionamento, la conservazione, la somministrazione, la rilevazione di efficacia, la rilevazione e segnalazione di eventi avversi. La formazione continua e permanente, l’utilizzo di procedure e protocolli per una standardizzazione dell’assistenza, l’applicazione della regola delle “6G” (il giusto farmaco deve essere somministrato al giusto paziente alla giusta ora nella giusta dose e nella giusta via di somministrazione, il tutto giustamente registrato) dovrebbero limitare gli errori nell’utilizzo dei farmaci. Il decreto del Ministero della Sanità del 6 Luglio 1999 “Approvazione delle linee direttrici in materia di buona pratica di distribuzione dei medicinali per uso umano”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°190 del 14 Agosto 1999 definisce alcune norme generali per assicurare la somministrazione di farmaci “stabili” dal punto di vista chimico-fisico. Queste norme devono essere adottate anche dal personale infermieristico nei diversi ambiti operativi. La corretta gestione di farmaci non può essere garantita se non viene posta attenzione alla documentazione; alle scadenze, al luogo e alle condizioni di conservazione. Le strategie da adottare al fine di ridurre gli errori di terapia, oltre ai controlli sui protocolli interni e alle attività di consulenza del farmacista ai clinici nella fase di prescrizione, sono essenzialmente costituite dalla fornitura di strumenti che pianifichino in parte l’atto. OBIETTIVO: Quello che abbiamo ritenuto utile per la pratica e’ stata l’implementazione delle check sulla conservazione degli sciroppi e delle gocce come farmaci che utilizziamo all’interno della Nostra struttura con la programmazione di una periodica revisione dello storico e incremento delle nuove formulazioni farmaceutiche. MATERIALI: Foglietti illustrativi dei farmaci, direzioni mediche dell' aziende farmaceutiche , F.U. edizione XII, strumenti informativi, articoli, riviste. METODI: condivisione dell’obiettivo con i vari direttori di Unità operativa e Servizio Farmacia. Analisi del percorso con identificazione della matrice delle responsabilità; stesura delle check per la conservazione degli sciroppi e gocce a confezione integra e dopo apertura. Condivisione dei dati mancanti dai foglietti illustrativi con le ditte direttamente interessate; implementazione delle check per la corretta conservazione dei farmaci descritti. RISULTATI attesi: la realizzazione di queste check e la loro implementazione dovrebbero risultare un valido aiuto per i professionisti che quotidianamente si trovano ad affrontare continui cambiamenti e aggiornamenti garantendo la stabilità e conservazione dei farmaci descritti. P115 IL LIBRO DI STELLA E TAMINO. UN VIAGGIO VERSO L’EMODINAMICA. PROGETTAZIONE DI UNO STRUMENTO DI COMUNICAZIONE PER I BAMBINI SOTTOPOSTI A CATETERISMO CARDIACO M. Ariotti 1, S. Martino 1, R. Bronzino 2, E. Banaudi 3, C. Ferrero Poschetto 3, M. Falace 3, N. Francesia 4, E. Saporiti 4, L. Odetto 3, M. Sacco 3, A. Vittozzi 2 1 Università degli Studi Corso di Laurea in Infermieristica sede Orbassano(TO), 2 Università degli Studi del Piemonte Orientale Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Novara, 3 AO Città della Salute e della Scienza Cardiologia Cardiochirurgia Pediatrica, Torino, 4 Comune Di Torino Divisione Servizi Educativi, Torino, ITALY Parole chiave: gioco in ospedale, informazione, ansia Obiettivo Il cateterismo cardiaco diagnostico o interventistico è considerato una procedura invasiva; il bambino sottoposto a questo esame manifesta ansia e paura causate da: mancanza di conoscenza della manovra, difficoltà nella gestione del sintomo dolore, timore di essere separato dai genitori. In letteratura si suggerisce di ridurre lo stato di ansia nel bambino sottoposto ad intervento invasivo con l’introduzione di interventi educativi basati sul gioco per i bambini di età prescolare e scolare supportando le informazioni fornite dai professionisti. L’obiettivo è stato quello di realizzare un progetto per rinforzare le informazioni che vengono date ai bambini sottoposti a cateterismo cardiaco presso l’ambulatorio di Cardiologia dell’Ospedale Infantile Regina Margherita dell’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino. Materiali e Metodi: E’ stata progettata da un gruppo di lavoro, costituito da infermieri dell’ambulatorio e studenti del corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica di Novara e del corso di Laurea in Infermieristica S. Luigi di Orbassano (To), una griglia di osservazione contenente tutte le attività che si svolgono durante il percorso assistenziale (pre-ricovero, intervento, risveglio e dimissione). Sono state eseguite le osservazioni. Sono stati identificati i messaggi importanti da trasmettere, le modalità per realizzare l’intervento educativo e i professionisti da coinvolgere Sono state coinvolte, nel gruppo di lavoro, le insegnanti-animatrici di “Operazione in gioco” servizio del Comune di Torino già operanti in ospedale con un percorso di accompagnamento del bambino all’intervento chirurgico per la realizzazione e l’utilizzo dello strumento in quanto competenti in campo pedagogico. Lo strumento identificato è un libro-teatro che presenta il percorso che dovrà seguire il bambino. E’ stata coinvolta l’associazione Amici Bambini Cardiopatici per finanziare il progetto. Risultati: E’ stato osservato il percorso di 7 bambini di età compresa fra i tre e undici anni. Nel 55% dei casi, il percorso completo è stato spiegato da medici ed infermieri ma solo nel 21% gli operatori si sono rivolti ai bambini. Il dato ha confermato l’utilità del progetto. Le educatrici hanno proposto l’utilizzo di un racconto, sono stati identificati i momenti del percorso più critici da spiegare al bambino, sono state scelte fotografie reali che permettessero il riconoscimento degli ambienti alternandole a disegni che meglio comunicassero con il linguaggio espressivo dei bambini. Si è realizzato un libro in materiale plastificato di 100X70 cm dove si risponde alle domande presentate da Stella e Tamino, le due mascottes: “dove devo andare?”, “chi incontro?”,” cosa devo fare?”, “ cosa succederà quando tornerò a casa?”. Non ci sono parti scritte per poter dar spazio all’educatrice di scegliere il grado di approfondimento e la tipologia di linguaggio a seconda del bambino a cui viene presentato il libro. Si sono realizzati degli stiker per permettere interattività e coinvolgimento dei bambini. Il momento scelto per presentare il libro-teatro è la giornata di pre-ricovero per poter sfruttare i momenti di attesa fra un’attività e l’altra; il setting è la sala d’attesa per far partecipare al gioco più bambini contemporaneamente coinvolgendo anche i genitori. Si è concordata la modalità per identificare i bambini che necessitano di presentazione del libro per età, caratteristiche psico-fisiche e comprensione della lingua italiana. Il progetto, iniziato nel 2012, è attualmente in sperimentazione. Conclusioni: Fornire informazioni semplici attraverso l’utilizzo del libro-teatro permette al bambino di acquisire maggiore consapevolezza su quello che sarà l’esecuzione del cateterismo, di ridurre lo stato di ansia e rinforzare relazioni di collaborazione e fiducia tra bambino, famiglia e équipe curante. Felder-Puig R, Maksys A, et al. Using a children's book to prepare children and parents for elective ENT surgery: results of a randomized clinical trial. International journal of Pediatric Otorhinolaryngology.2003;67:35-41.