Coordinamento operativo dei gruppi di lavoro e redazione del testo
a cura dell’Ufficio di Piano – Consorzio Servizi Sociali Imola per
conto del Nuovo Circondario Imolese
Piano di Zona 2005 –2007: Indice
INDICE
IL PROGRAMMA ATTUATIVO 2006
CAPITOLO PRIMO: DAGLI OBIETTIVI STRATEGICI TRIENNALI DELLE AREE AGLI
INTERVENTI DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2006
pag.
11
Area responsabilità familiari, capacità genitoriali e diritti dei
bambini
pag.
12
Progetto/intervento “Piano provinciale adozione 2006”
pag.
16
Progetto/intervento “Piano provinciale per l’affido familiare e in comunità”
pag.
18
Progetto/intervento “Piano provinciale azioni di contrasto agli abusi e ai
maltrattamenti in danno ai minori anno 2006”
pag.
20
Progetto sovrazonale “Coordinamento pedagogico provinciale”
pag.
22
Progetto sovrazonale relativo al funzionamento del Centro specialistico per la
prevenzione dell’abuso e del maltrattamento: IL FARO
pag.
24
Progetto sovrazonale “Osservatorio scolarità”
pag.
26
Progetto sovrazonale “Aneka, servizi per il benessere a scuola”
pag.
29
Progetto di sviluppo: “Tavolo permanente di coordinamento”
pag.
31
Progetto di innovazione: “Mani di donne”
pag.
32
Progetto di sviluppo: ”Donne che aiutano donne”
pag.
34
Progetto di sviluppo: “Centri aperti”
pag.
36
Progetto di sviluppo: “Studio di fattibilità per la realizzazione di una
struttura pubblica di accoglienza per minori”
pag.
38
Progetto di sviluppo: “integrazione socio-sanitaria nei servizi rivolti ad adulti
e minori”
pag.
40
Scheda di progetto di sviluppo relativo al Programma finalizzato: “promozione
di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”
pag.
42
area politiche a favore dei giovani
pag.
54
pag.
57
pag.
61
Progetto/intervento: “Osservatorio provinciale immigrazioni”
pag.
63
Progetto/intervento: “Percorso verso la rappresentanza su base provinciale ed
a carattere elettivo dei cittadini stranieri”
pag.
65
Progetto del programma finalizzato: “Benessere dei giovanie prevenzione del
disagio”
area immigrazione, asilo, lotta alla tratta
1
Piano di Zona 2005 –2007: Indice
Progetto/intervento: “Sostegno ad iniziative di comunicazione interculturale”
pag.
66
Progetto di formazione sulle tematiche dell’immigrazione
pag.
67
Progetto sovrazonale “Madreperla: sostegno e qualificazione del mercato di
cura domiciliare”
pag.
69
pag.
71
pag.
79
pag.
84
pag.
85
pag.
87
pag.
88
pag.
90
Progetto di innovazione: “Educativa di territorio”
pag.
93
Scheda progetto “ parte 1: Mondo giovanile e rapporto con le sostanze” del
programma finalizzato “dipendenze e utenza multiproblematica”
pag.
95
Scheda progetto “ parte 2: Percorsi di transizione al lavoro” del programma
finalizzato “dipendenze e utenza multiproblematica”
pag.
99
Scheda progetto “casa, lavoro, rappresentanza” del programma finalizzato
“piano in ambito distrettuale per azioni di integrazione sociale a favore dei
cittadini stranieri immigrati- iniziativa A”
Sched adi progett:o “oltre la strada” del programma finalizzato
”interventi a sostegno dei programmi di assistenza ed integrazione sociale a
favore delle vittime di sfruttamento sessuale – art. 18, dlgs 286/98- iniziativa
B”
Area contrasto alla povertà
Scheda di progetto: “azione A” del programma finalizzato “contrasto alla
povertà ed esclusione”
Progetto di innovazione “servizio di pronto intervento sociale per donne in
difficoltà (SPIS)”
Protocollo operativo tra Consorzio Servizi Sociali Imola, Comando dei
Carabinieri di Imola, Polizia di Stato di Imola, Polizia Municipale di imola,
Dipartimento di emergenza urgenza dell’Ausl di imola e Croce Rossa Italiana imola
Area prevenzione e contrasto alle dipendenze e di altre forme di
disagio sociale
101
Area salute mentale
Progetto di qualificazione: “Presa in carico integrata dei casi a valenza sociosanitaria e messa in rete delle risorse”
105
pag.
107
Progetti di qualificazione: “Progetto per il miglioramento dell’offerta di
sollievo programmato nelle strutture protette”
pag.
111
Progetto di innovazione: “Progetto di analisi comparata degli attuali modelli
organizzativi adottati nel nostro territorio e per l’innovazione dell’assistenza
domiciliare e del servizio di telesoccorso”
pag.
113
Progetto di sviluppo: “Coordinamento e sviluppo tra i Comuni del Circondario
degli interventi di prevenzione e promozione sociale rivolti alla popolazione
anziana”
pag.
115
Progetto di qualificazione: “Revisione e omogeneizzazione dei Regolamenti di
accesso ai servizi per anziani”
pag.
117
Progetto di sviluppo: “Progetto per la mappatura e il monitoraggio degli
anziani in condizioni di fragilità sociale e socio-sanitaria”
pag.
119
Politiche a favore di anziani
2
Piano di Zona 2005 –2007: Indice
Progetto di consolidamento: “Assegni di cura anziani e disabili”del programma
finalizzato
pag.
121
Politiche a favore di disabili
pag.
123
Progetto sovrazonale “Protocollo interistituzionale per l’inserimento
lavorativo disabili e svantaggiati”
pag.
125
Progetto di qualificazione: “Piano zonale annuale di potenziamento degli
interventi a favore del benessere della persone disabili e delle loro famiglie”
pag.
127
Progetto di qualificazione: “Mobilita’ e autonomia in ambiente domestico” del
programma finalizzato “Mobilità e autonomia in ambiente domestico”
pag.
129
Azioni trasversali
pag.
131
Progetto sovrazonale per la promozione e lo sviluppo degli Uffici di Piano
zonali
pag.
131
Progetto sovrazonale “La rete degli sportelli sociali ed il portale degli
sportelli sociali“
pag.
133
Progetto sovrazonale relativo al percorso congiunto finalizzato alla promozione
dell’Amministratore di Sostegno (ex L. 6/2004)
pag.
134
Progetto sovrazonale“Sportelli comunali per il lavoro e inserimento lavorativo
soggetti svantaggiati”
pag.
136
Progetto sovrazonale di sensibilizzazione e promozione del servizio civile
volontario “Una rete solidale per lo sviluppo del servizio civile volontario”
anno 2006
pag.
137
“Studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema integrato delle
residenzialità per adulti in ambito circondariale”
pag.
139
“Linee progettuali per la costituzione di un comitato consultivo misto
circondariale”
pag.
149
pag.
152
pag.
153
tabella 3B Bilancio previsionale Programma Attuativo anno 2006 - entrate
pag.
156
tabella 3C Bilancio previsionale Programma Attuativo anno 2006 – altri enti
pag.
157
pag.
158
PARTE QUARTA: IL BILANCIO DEL PROGRAMMA ATTUATIVO
tabella 3A
griglia
Bilancio previsionale Programma Attuativo anno 2006 - spese
Rilevazione della spesa socio-sanitaria a carico del fondo sanitario
regionale
3
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TAVOLO DEL WELFARE
COMPONENTE
ENTE RAPPRESENTATO
1
Baldazzi
Gianni
2
Cantoni
Patrizia
3
Cocchi
Elio
4
Conti
Roberto
Comune di Dozza
5
Dal Pozzo
Luca
Confcooperative
6
Dall’Orso
Giulio
Volontariato Castel San Pietro Terme
7
Francesconi
Danilo
CISL Imola
8
Galipò
Luca
IAL Imola
9
Gambetti
Gianna
CIOFS Imola
10
Garofani
Andrea
Consorzio Servizi Sociali Imola
11
Liverani
Paolo
12
Marchetti
Elisabetta
CGIL
13
Marfisi
Marziano
Tavolo di coordinam. delle organizz. imprenditoriali del
territorio imolese
14
Tubertini
Mario
Ausl Imola
15
Mastroianni
Maria
Ausl Imola
16
Minardi
Alberto
Ausl Imola
17
Minghetti
Pietro
Istituzioni di Assistenza Riunite di Medicina
18
Orsini
Libero
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali di Castel
S.Pietro T.
19
Pirazzoli
Stefania
Comune di Mordano
20
Poli
Gigliola
Consorzio Servizi Sociali Imola
21
Prugnoli
Benedetta
22
Ragazzini
Riccardo
Montecatone Rehabilitation Institute
23
Rago
Giuseppe
UGL
24
Raspanti
Adriano
Comune di Castel S.Pietro Terme
25
Rizzoli
Claudio
Comune di Medicina
26
Sandrini
Bona
Rappresentante I.P.A.B.
27
Sangiorgi
Savio
LEGACOOP
28
Tassoni
Claudio
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali di Castel
S.Pietro T.
29
Valtancoli
Lucia
Assemblea delle Organizz. Sociali e delle Associaz. di
volontariato di Imola
30
Valvassori
Giorgio
31
Visani
Lucio
32
Visani
Roberto
Comune di Castel Guelfo
Nuovo Circondario Imolese
Comune di Medicina
UIL
Dipartimento di Salute Mentale Ausl Imola
Fondazione Cassa di Risparmio di Imola
Comunità Montana Valle delSanterno
Comune di Imola
4
Piano di Zona 2005 –2007: Indice
TAVOLO RESPONSABILITÀ FAMILIARI, CAPACITÀ GENITORIALI E DIRITTI
DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI, POLITICHE A FAVORE DEI GIOVANI
Coordinatore: Assessore Raspanti – Comune di Castel S.Pietro T.
COMPONENTE
ENTE RAPPRESENTATO
1 Benni
Franco
2 Callegari
Stefania
3 Caprara
Maria Gabriella
Consorzio Servizi Sociali Imola
4 Chitti
Daniele
Consorzio Servizi Sociali Imola
5 Ciccone
Germana
Comune di Castel S.Pietro T.
6 Cimatti
Bruna
7 Dal Prà
Tiziana
8 Dall'Orso
Giulio
Associazione "La Tenda di Abraham" onlus
9 De Brasi
Teresa
Associazione "La Cicoria"
10 Della Gala
Carlo
11 Emiliani Zauli Maria
Comune di Imola
Comune di Castel Guelfo
Comune di Medicina
Associazione "Trama di Terre"
Ausl Imola - DSM
Ausl Imola
12 Gasparetto
Maurizia
Comune di Imola
13 Gentilini
Maria Pia
LEGACOOP - Coop. SEACOOP
14 Grandi
Letizia
15 Lamieri
Susi
16 Liverani
Paolo
17 Loreti
Alfredo
18 Marchetti
Elisabetta
19 Mengoli
Gemma
20 Rago
Giuseppe
21 Raspanti
Adriano
Comune di Castel S.Pietro T.
22 Ravagli
Micaela
Comune di Castel S.Pietro T.
23 Saccottelli
Maria Grazia
24 Saloni
Adriana
CISL
25 Sartiani
Renato
Comune di Borgo Tossignano
26 Savini
Giovanni
27 Scarantino
Vita
28 Vignoli
Annalisa
Comune di Medicina: Ass. Volontariato La Strada
Istituzione per la gestione dei servizi sociali di Castel
S.Pietro T.
UIL
CONFCOOPERATIVE - cons.Solco Imola
CGIL
Consorzio Servizi Sociali Imola
UGL
Ausl Imola
Consulta del volontariato imolese: Ass. Amici della
Scuola S. Giovanni Bosco
CIOFS Imola e IAL Imola
Comune di Castel S.Pietro T.
5
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TAVOLO IMMIGRAZIONE, ASILO, LOTTA ALLA TRATTA
Coordinatore: Assessore Visani – Comunità Montana Valle del Santerno
COMPONENTE
ENTE RAPPRESENTATO
1 Aureli
Giovanni
Ausl Imola
2 Chaoui
Youness
CISL
3 Ciarlariello
Franco
CGIL
4 Ciarlatani
Maria Grazia
Consorzio Servizi Sociali Imola
5 Dal Prà
Tiziana
Associazione "Trama di Terre"
6 Dall'Osso
Elena
Consorzio Servizi Sociali Imola
7 De Santis
Giovanni
8 Galipò
Luca
IAL Imola
9 Liverani
Paolo
UIL
Consulta del volontariato imolese: Fondazione Banco
Alimentare Emilia Romagna ONLUS
10 Melandri
Barbara
Comune di Medicina
11 Minardi
Alberto
Ausl Imola
12 Nebedum Chinedu Gloria
LEGACOOP - Coop. Agave
13 Rago
Giuseppe
14 Rossini
Susanna
15 Rubbi
Milena
Associazione "Arc en Ciel" ONLUS
16 Tobias
Voltan
Associazione "Arc en Ciel" ONLUS
17 Saccottelli
Maria Grazia
18 Scarantino
Vita
19 Visani
Lucio
UGL
CONFCOOPERATIVE - coop.sociale A.TL.AS.
Ausl Imola
CIOFS Imola
Comunità Montana Valle del Santerno
6
Piano di Zona 2005 –2007: Indice
TAVOLO PREVENZIONE E CONTRASTO DELLE DIPENDENZE E DI ALTRE
FORME DI DISAGIO SOCIALE
Coordinatore: Assessore Pirazzoli – Comune di Mordano
COMPONENTE
ENTE RAPPRESENTATO
1 Berti
Carla
2 Billi
Chiara
CONFCOOPERATIVE - coop.sociale Il Gabbiano
3 Gambetti
Gianna
CIOFS Imola e IAL Imola
4 Gardenghi
Stefano
Ausl Imola - U.O. dipendenze patologiche
5 Garofani
Andrea
Consorzio Servizi Sociali Imola
6 Gasparetti
Giorgio
Consulta del volontariato imolese: coop.va sociale "Il
sorriso"
7 Giberti
Valentina
8 Liverani
Paolo
9 Marchetti
Elisabetta
CGIL
10 Marchetti
Francesca
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali del Comune
di Castel San Pietro Terme
11 Pederzoli
Edoardo
Consorzio Servizi Sociali Imola
12 Pirazzoli
Stefania
Comune di Mordano
13 Rago
Giuseppe
UGL
14 Sartiani
Renato
Comune di Borgo Tossignano
15 Tattini
Roberta
LEGACOOP - Coop. SEACOOP
16 Veronesi
Isaura
Ausl Imola - DSM
Ausl Imola - U.O. dipendenze patologiche
UIL
CISL
7
Piano di Zona 2005 –2007: Indice
TAVOLO SALUTE MENTALE
Coordinatore: Assessore Baldazzi – Comune di Castel Guelfo
COMPONENTE
ENTE RAPPRESENTATO
1 Baldazzi
Gianni
Comune di Castel Guelfo
2 Barelli
Laura
Consorzio Servizi Sociali Imola
3 Cantoni
Patrizia
Circondario di Imola
4 De Michele
Michele
UIL
5 Galassi
Alba
6 Golini
Stefano
7 Marchetti
Francesca
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali del Comune
di Castel San Pietro Terme
8 Marfisi
Emanuele
CIOFS Imola e IAL Imola
9 Minardi
Alberto
Ausl Imola
10 Natali
Alba
Ausl Imola
11 Pasotti
Danilo
12 Prugnoli
Benedetta
Ausl Imola - DSM
13 Ravani
Claudio
Ausl Imola - DSM
14 Rago
Giuseppe
UGL
15 Roda
Annalisa
Consorzio Servizi Sociali Imola
16 Sabattani
Isabella
CGIL
17 Sermenghi
Luana
18 Veroli
Francesco
19 Veronesi
Isaura
CISL
20 Weber
Gerald
Ausl Imola
Ausl Imola
CONFCOOPERATIVE - cons.Ippogrifo e coop.sociale
Fuoric'entro
Medici di Medicina Generale
LEGACOOP - Coop. SEACOOP e Ippogrifo
Consulta del volontariato imolese: ass. E pass e temp
8
Piano di Zona 2005 –2007: Indice
TAVOLO ANZIANI
Coordinatore: Assessore Cocchi – Comune di Medicina
COMPONENTE
ENTE RAPPRESENTATO
1 Allegri
Sonia
2 Arcangeli
Claudia
3 Barelli
Laura
Consorzio Servizi Sociali Imola
4 Bettelli
Silvia
CIOFS Imola e IAL Imola
5 Brini
Silvano
Associazione AUSER sez. Castel S.Pietro T.
6 Bruni
Carlo
Consulta del volontariato imolese: ANTEA
7 Brusa
Auterio
8 Caprara
Maria Gabriella
9
Nicoletta
Baracchini
CONFCOOPERATIVE - coop.sociale Imola Solidarietà
Ausl Imola
CISL
Comune di Medicina
Opera Pia “S. Maria” di Tossignano
10 Castellari
Sofia
11 Cocchi
Elio
12 Dal Pozzo
Mariangela
13 Dardi
Daniele
14 Farnè
Alessandro
15 Fortunati
Giovanna
Caritas Imola
16 Gallegati
Gregorio
CUPLA
17 Leoni
Antonella
Ausl Imola
18 Lupini
Catia
Consorzio Servizi Sociali Imola
19 Mastroianni
Maria
Ausl Imola
20 Nanni
Serena
21 Neri
Anna
22 Pasquali
Raffaella
23 Peppi
Mario
24 Rago
Giuseppe
UGL
25 Ramerini
Furio
UIL
26 Ribani
Gilberta
27 Sartoni
Angioletta
28 Tattini
Roberta
LEGACOOP - Coop. SEACOOP
29 Valvassori
Giorgio
Fondazione Cassa di Risparmio di Imola
Case di riposo private
Comune di Medicina
IPAB Medicina
CGIL
Nuovo Circondario Imolese
IPAB Medicina
Montecatone Rehabilitation Institute
IPAB Imola
Consulta del volotnariato imolese: AUSER
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali del Comune
di Castel S. Pietro Terme
Comune di Imola - Qualità Sociale
9
Piano di Zona 2005 –2007: Indice
TAVOLO DISABILITA’
Coordinatore: Assessore Conti – Comune di Dozza
COMPONENTE
ENTE RAPPRESENTATO
1 Bassi
Letizia
LEGACOOP - Coop. SEACOOP
2 Bettuzzi
Miliana
Consulta del volontariato imolese: ass. La Giostra
3 Ciarlatani
Maria Grazia
4 Conti
Roberto
5 Cortecchia
Gloria
6 Dori
Doretta
7 Dall'Orso
Giulio
Aassociazione "La Tenda di Abraham" onlus
8 Gambetti
Gianna
CIOFS Imola e IAL Imola
9 Lamieri
Susi
Consorzio Servizi Sociali Imola
Comune di Dozza
Consorzio Servizi Sociali Imola
Ausl Imola
istituzione per la gestione dei servizi sociali di Castel
S.Pietro T.
10 Liverani
Paolo
11 Marchetti
Elisabetta
12 Martini
Licia
Comune di Imola
13 Mastroianni
Maria
Ausl Imola
14 Mazzanti
Franco
Volontariato Castel San Pietro Terme - Pubblica
Assistenza CSPT
15 Monterumisi
Franco
Ausl Imola
16 Ragazzini
Riccardo
Montecatone Rehabilitation Institute
17 Rago
Giuseppe
UGL
18 Rizzoli
Claudio
Comune di Medicina
19 Sabbatani
Matteo
ANMIC
20 Sergi
Pietro
A.N.M.I.L.
21 Turricchia
Patrizia
22 Veronesi
Isaura
UIL
CGIL
CONFCOOPERATIVE - cons.Sol.co Coop. Grillo Parlante
CISL
10
Capitolo 1:
Dagli obiettivi
strategici triennali delle aree
agli interventi
del Programma Attuativo 2006
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
1.1 Responsabilità familiari, capacità genitoriali e
diritti dei bambini
e diritti dei bambini
tabella 1:
BISOGNI EMERGENTI (RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE)
Maggiore attenzione al tema dell’adolescenza per evitare di disperdere e per qualificare
teoricamente e culturalmente il patrimonio di conoscenze ed esperienze maturato nei vari
interventi promossi dalle diverse realtà
Diminuzione della tolleranza nelle scuole rispetto a ragazzi che faticano ad uniformarsi alle
richieste del sistema scolastico
Potenziare l’attività dei centri giovanili definendo indicatori di esito che consentano di misurare
il lavoro svolto all’interno degli stessi
Emersione di situazioni caratterizzate da violenza domestica che coinvolgono sia donne sole che
donne con minori
Aumento difficoltà nella conciliazione dei tempi di lavoro e delle attività di cura in particolare
per donne sole
Situazioni di difficoltà nello svolgere le funzioni genitoriali in particolare nel primo anno di vita
dei bambini
Aumento richieste di mediazione culturale nelle scuole con particolare riferimento ai frequenti
arrivi in corso d’anno
Maggiore comunicazione e coprogettazione fra le diverse realtà che si occupano di minori e
delle loro famiglie
Integrare e potenziare la rete delle famiglie affidatarie presenti nel territorio
OBIETTIVI PRIORITARI
NEL TRIENNIO
A-1 Costruire un centro
studi sul tema
dell’adolescenza
B-1 Rafforzare e
qualificare il progetto di
prevenzione del disagio
nelle scuole
STATO DI ATTUAZIONE
DEGLI OBIETTIVI
RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007
Avviato da settembre
Attivati nel corso del corrente
anno attività di laboratorio
con classi e scuole che hanno
evidenziato situazioni di
particolare difficoltà e
disagio. Si è andata
consolidando l’azione dei
gruppi misti nei diversi
Istituti. Sono state inoltre
svolte azioni di sostegno alla
genitorialità e di formazione
ai docenti sulla gestione delle
dinamiche del gruppi classe.
In tutto sono stati coinvolti
oltre 500 alunni e 78
insegnanti e tutti gli Istituti
Comprensivi del territorio
Proseguire e rafforzare l’esperienza
avviata in tutti i contesti territoriali
consolidando le metodologie
operative sperimentate
positivamente in questo periodo pur
nel rispetto delle specificità delle
diverse realtà scolastiche
12
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Comprensivi del territorio
C-1 Promuovere e
valorizzare gli interventi
che hanno prodotto esiti
efficaci nell’ambito delle
politiche per bambini e
ragazzi
L’attività svolta in alcuni
centri, fortemente orientata
al coinvolgimento delle realtà
associative e del volontariato
locali ha determinato risultati
positivi sia in termini di
numero di utenti dei centri
stessi (1094 ragazzi sono in
media coinvolti) ed al
gradimento espresso dalle
comunità locali di
riferimento. E’ andata
modificandosi l’idea dei
Centri e dei suoi fruitori, si
sono svolte esperienze
significative di partecipazione
dei ragazzi dei centri anche
ad iniziative promosse ed
organizzate dalle comunità
C-2 Realizzare anche sul
territorio del Comune di
Medicina il Centro
giovanile
E’ stata avviata una prima
fase di avvicinamento,
indagine sui luoghi di
maggiore ritrovo dei giovani
per conoscerne, bisogni,
esigenze, aspettative
D-1 Monitorare situazioni
di maltrattamento e
violenza
Oltre al lavoro di raccolta dei
dati attuato dal Consorzio
Servizi Sociali Imola, si ha
l’impressione di essere in un
momento di poca attenzione
al tema del maltrattamento
che pure assume rilevanza
sempre maggiore
Avviato progetto da parte del
Consultorio in collaborazione
con il centro per le famiglie
per
l’affiancamento
di
mamme e nonne volontarie a
neo mamme in condizioni di
F-1 Prevedere percorsi di difficoltà e/o fragilità
sostegno alla genitorialità Attivate forme di affidamento
familiare diurno a nuclei in
difficoltà
nello
svolgere
competenze genitoriali con
l’obiettivo di incrementare le
opportunità di recupero degli
stessi
G-1 Sostenere minori e
Il progetto realizzato nel
famiglie straniere nei
corso dell’anno ha visto una
percorsi di integrazione
stretta collaborazione con i
scolastica prevedendo
diversi Istituti comprensivi e
interventi specifici di
con la Direzione Didattica
mediazione in particolare presenti
sul
territorio
rispetto ad inserimenti
consentendo
di
svolgere
Estendere in tutti i territori in cui
sono presenti ed operanti i Centri
giovanili questa modalità di azione
per valorizzare e qualificare le
risorse esistenti, per sviluppare nei
ragazzi e nei giovani, il senso di
appartenenza ed il concetto di
cittadinanza attiva
- Riqualificare attività del tavolo di
contrasto alla violenza domestica
- Rafforzare l’ integrazione socio
sanitaria per quanto concerne il
lavoro con adulti e minori
- Cominciare ad affrontare il tema
degli uomini maltrattanti
Consolidare ed estendere il progetto
a tutto il territorio anche
potenziando il numero delle persone
volontarie coinvolte.
Consolidare questa modalità
operativa quale strumento di
prevenzione rispetto
all’allontanamento dei minori
Rafforzare l’integrazione già in
essere coinvolgendo in modo più
significativo gli operatori sociali(
assistenti Sociali e educatori) già
presenti nei contesti scolastici per la
gestione degli sportelli.
13
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
rispetto ad inserimenti
intervenuti in corso
d’anno
H-1 Costituire un tavolo
di coordinamento
H-2 Introdurre operatore
di sistema
consentendo
interventi
finalizzati
di
svolgere
specifici
e
Attualmente non organizzato
in modo sistematico, occorre
meglio definirlo scandendone
ritmi ed obiettivi
Difficoltà a concentrare tale
attività in un’unica figura di
riferimento, si prevede la
trasformazione in funzione di
sistema con un operatore che
raccorda e guida l’intero
percorso
Dal mese di settembre avviare
lavoro per costituzione del tavolo e
definizione obiettivi
Partecipazione ai momenti di
formazione organizzati a livello
regionale per i referenti individuati
nelle singole realtà
H-3 Definire protocollo
operativo con servizio di
consultorio familiare
L’attività si è centrata:
- sulla promozione di forme
I-1 Effettuare iniziative di di sostegno familiare che
sensibilizzazione in
mirano in particolare al
collaborazione e
sostegno diurno;
collegamento con i
- sull’attivazione di gruppi di
percorsi provinciali
sostegno per famiglie
previsti
affidatarie condotti
dall’equipe affidi del
Consorzio .
I-2 favorire la
partecipazione ai
percorsi formativi
promossi a livello
provinciale
In alcune zone del territorio è
stato avviato un importante
lavoro di rete fra realtà del
terzo settore, istituzioni ed
Studio di fattibilità sulle
associazioni per affrontare
modalità di
bisogni individuati come
coinvolgimento e
prioritari nei diversi contesti.
valorizzazione delle
Il lavoro effettuato, pur a
realtà di volontariato
livello iniziale, sembra
esistenti
produrre risultati positivi a
livello di sinergie attivate e di
coesione fra i soggetti
coinvolti.
- Proseguire l’attività dei gruppi di
sostegno orientando gli incontri
attorno a temi specifici
- Elaborare una brochure
promozionale ed informativa sul
tema dell’accoglienza con il
coinvolgimento di famiglie,
operatori e realtà del territorio
particolarmente attente
all’argomento
- Consolidare le esperienze attivate
nei territori attualmente coinvolti.
- Ampliare le zone interessate a
partecipare al progetto
- Mappatura accurata delle risorse
esistenti sull’intero territorio per
valutarne la rispondenza rispetto ai
bisogni evidenziati ed individuare
eventuali carenze.
14
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI DI SVILUPPO/ INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE O CONTENIMENTO
Titolo del progetto:
Tipologia:
“Tavolo permanente di coordinamento”
Sviluppo
“Mani di donne”
Innovazione
“Donne che aiutano donne”
Sviluppo
“Centri aperti”
Sviluppo
“Studio di fattibilità per la realizzazione di una struttura pubblica di
accoglienza per minori”
Sviluppo
“Integrazione socio sanitaria nei servizi rivolti ad adulti e minori”
Sviluppo
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI FINALIZZATI
Titolo del progetto:
“diritti e opportunita’ per l’infanzia e l’adolescienza”
Tipologia:
Consolidamento
15
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE
denominazione: Piano Provinciale Adozione 2006
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Provincia di Bologna
Ilaria Folli
Tel 051/659.8997
-
Destinatari
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Ambito territoriale di
realizzazione
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
operatori dei servizi socio sanitari;
operatori degli enti autorizzati;
coppie interessate all’adozione;
cittadinanza.
si
provinciale
Provincia di Bologna
Comune di Bologna, Consorzio Servizi Sociali di Imola, Azienda
USL Bologna, Enti Autorizzati
su temi specifici: Tribunale per i Minorenni,
Scuola (CSA)
promozione della cultura dell’adozione e dei diritti
dell’infanzia;
qualificazione del sistema integrato per l’adozione e
mantenimento équipe centralizzate adozione;
integrazione tra équipes centralizzate adozione ed Enti
Autorizzati;
individuazione di metodologie comuni ed elementi
condivisi per il percorso adottivo;
promozione formazione integrata per operatori Servizi ed
operatori Enti Autorizzati;
raccolta ed elaborazione dati quali/quantitativi
sull’adozione ed analisi del fenomeno
16
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
-
-
Azioni previste
-
programmazione a livello provinciale dei corsi di
informazione e formazione per le coppie interessate
all’adozione;
attivazione Convenzione con gli Enti Autorizzati ;
realizzazione dei corsi di informazione/formazione da
parte delle équipes e degli Enti Autorizzati
convenzionati;
programmazione e realizzazione gruppi di post
adozione;
realizzazione attività formativa integrata su temi che
verranno individuati al termine della formazione
attualmente in corso;
raccolta dati al 31/12/2006 da parte della Provincia e
loro elaborazione.
strumenti:
incontri coordinamento provinciale adozione;
metodologie:
confronto e scambio tra operatori équipes adozione ed
operatori Enti Autorizzati.
Costo totale
previsto
Piano finanziario
€ 39.395,00
+ costo
personale
servizi socio
sanitari
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
-
Quota
regionale
Quota Enti
€ 36.154,00
costo
personale
servizi socio
sanitari
Eventuale
quota di altri
soggetti
Quota
Provinciale:
€ 3.241,00
+costo
personale
Quota Enti
Autorizzati:
costo
personale
Realizzazione di almeno 28 corsi di informazione e
formazione alle coppie.
Realizzazione di almeno un’iniziativa formativa sul
tema.
Realizzazione di almeno 3 incontri del Coordinamento
adozione misti tra servizi ed Enti Autorizzati.
17
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE
denominazione: Piano Provinciale affidamento familiare ed in
comunità. Anno 2006
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Provincia di Bologna,
Claudia Ceccarelli
Tel 051/6598100
Destinatari
Operatori dei servizi, delle comunità di accoglienza,
associazioni di famiglie affidatarie, famigli disponibili
all’accoglienza
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Si
Ambito territoriale di
realizzazione
Istituzioni/ attori coinvolti
Provinciale
Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Consorzio Servizi
Sociali di Imola, Az. Usl di Bologna, Associazioni famiglie
affidatarie, Comunità di accoglienza per minori
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
Promozione
e
programmazione
iniziative
di
sensibilizzazione;
Promozione della cultura dell’accoglienza;
Promozione della formazione congiunta tra gli operatori;
Sostegno di interventi per l’accoglienza di tipo familiare
ai bambini dei età 0/6 anni;
Sperimentazione e monitoraggio di nuove forme di
accoglienza e di affido
prosecuzione
iniziative
di
sensibilizzazione
sull’accoglienza;
prosecuzione del progetto individuato nel Piano scorso
relativo alla realizzazione dell’opuscolo sulle comunità
di accoglienza;
iniziativa di riflessione sulle accoglienze ai bambini 0/6
anni;
riflessione sull’accoglienza dopo i 18 anni;
seminario di presentazione della ricerca sulle comunità
di accoglienza;
formazione congiunta operatori dei servizi, delle
comunità e associazioni dei servizi;
riflessione sui minori stranieri non accompagnati;
prosecuzione della riflessione sulle accoglienza
temporanee di minori (accoglienza ai bambini di
Chernobyl).
18
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Costo totale
previsto
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
30.318,00 +
costi del
personale
Quota
regionale
Quota
comunale/Az.
Usl
Eventuale
quota di altri
soggetti
Quota
Provincia:
3.000,00 € +
costo
personale
3.500,00
euro+ costi
personale
Quota altri
soggetti:
costo
operatori
delle
comunità, +
associazioni e
famiglie
affidatarie
realizzazione di almeno 2 iniziative di sensibilizzazione
realizzazione attività formativa
realizzazione opuscolo sulle comunità di accoglienza
n. incontri Tavolo accoglienza
23.818,00
19
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE
denominazione: Piano provinciale azioni di contrasto agli abusi e ai
maltrattamenti in danno ai minori. Anno 2006
Comune o forma associativa Centro specialistico Il Faro/ Az. Usl Bologna
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Centro Specialistico contro l’abuso e il maltrattamento “Il Faro”
M. Agnese Cheli
Tel 051/4141611
Destinatari
Operatori servizi, insegnanti, operatori associazioni volontariato
e tempo libero, autorità giudiziaria
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Si
Ambito territoriale di
realizzazione
Istituzioni/ attori coinvolti
+Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
Provincia di Bologna
Provincia di Bologna, Comuni dell’area provinciale, Az. Usl
Bologna, Imola, Policlinico S. Orsola, Az. Ospedaliere, Consorzio
Servizi Sociali Imola, Centro Giustizia Minorile, Università,
Scuola, Procura, Questura minori, Associazioni sportive
realizzare o consolidare i servizi multiprofessionali per
la tutela dei minori e per la presa in carico diretta;
definire di linee guida territoriali e protocolli
operativi;
costruire forme di integrazione tra la scuola e i servizi
territoriali;
disporre di spazi per le audizioni protette;
individuare forme di accoglienza qualificata che siano
in grado di accogliere anche i minori che hanno subito
violenza;
promuovere iniziative rivolte agli operatori della
stampa al fine di riflettere sul rapporto tra servizi e
mass-media;
realizzare percorsi formativi;
promuovere iniziative volte a sensibilizzare la società e
creare una cultura diffusa che sia protettiva e attenta
nei confronti dei diritti dei minori;
promuovere una cultura della genitorialità.
qualificare gli spazi neutri per le audizioni protette nel
territorio provinciale;
formazione degli operatori;
realizzazione iniziativa di sensibilizzazione sulla
prevenzione primaria;
realizzazione progetto individuazione di linee guida per
la tutela del minore nel procedimento giudiziario;
realizzazione ricerca conoscitiva sul minore autore di
reati sessuali;
stesura raccomandazione sulla semeiotica (diagnosi
differenziale) dell’abuso fisico;
centro di documentazione.
20
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Costo totale
previsto
Piano finanziario
66.700,00 euro
+
Costi del
personale del
Centro Il Faro
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota
regionale
26.700,00
euro
Quota Enti
Costi per il
personale
all’interno
della
Convenzione
Eventuale
quota di altri
soggetti
Az. Usl
Costi per il
personale
all’interno
della
Convenzione
Fondazione
Cassa di
Risparmio
Bologna:
40.000 euro
n. sedi e spazi neutri attrezzati per le audizioni
protette;
realizzazione attività formativa;
realizzazione progetto tutela minore;
attivazione indagine conoscitiva sul minore autore di
reati sessuali;
stesura del progetto iniziativa di sensibilizzazione sulla
prevenzione primaria;
realizzazione stesura del prontuario sulla semeiotica
21
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE
denominazione: Coordinamento pedagogico provinciale
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Destinatari
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Ambito territoriale di
realizzazione
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
Cristina Volta, Provincia di Bologna, via Finelli 9/a, Bologna,
tel 051/6598782
coordinatori pedagogici di servizi pubblici
convenzionati ed operatori dei servizi educativi
sì
e
privati
intero territorio provinciale
Comuni ed enti gestori privati convenzionati (Cooperative,
Associazioni, F.i.s.m….)
Gli obiettivi fondamentali sono:
1) Favorire la riflessione sulla qualità dei servizi e la
cultura dell’infanzia
2) Dare spazio allo scambio di informazioni e alla messa in
rete delle esperienze realizzate nel territorio
provinciale
3) Programmare iniziative di formazione permanente per i
pedagogisti
4) Realizzare attività di tutor e di accompagnamento nei
confronti dei nuovi pedagogisti assunti o incaricati
5) Elaborare progetti di formazione condivisi per gli
educatori e confrontare le iniziative di formazione per
gli operatori dei servizi attivate nei diversi territori
6) Individuare bisogni ed elaborare proposte in merito ai
programmi provinciali
7) Contribuire alla raccolta, elaborazione e restituzione
dei dati relativi ai servizi e alla documentazione delle
esperienze
Le azioni previste dal coordinamento pedagogico sono:
o attività di programmazione e raccordo a livello
provinciale
o attività di approfondimento, formazione e scambio,
attraverso sottogruppi di lavoro con obiettivi specifici
o elaborazione di progetti di formazione condivisi per gli
educatori dei servizi.
o raccolta, elaborazione e restituzione di documentazione
relativa ai servizi educativi
22
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Costo totale
previsto
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
39.168,61
+ costo
personale
Quota
regionale
39.168,61
Quota Enti
costo
personale
Eventuale
quota di altri
soggetti
- Provincia:
costo
personale per
coordinament
o e segreteria
- Enti gestori
privati
convenzionati
(Cooperative,
Associazioni,
F.i.s.m): costo
personale
n ° incontri realizzati
n° partecipanti al coordinamento pedagogico
n° documenti prodotti
n° iniziative esterne realizzate
23
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE
denominazione: Progetto sovrazonale relativo al funzionamento del
Centro specialistico per la prevenzione dell’abuso e del
maltrattamento: IL FARO
Comune o forma associativa Centro specialistico Il Faro/ Az. Usl Bologna
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
M. Agnese Cheli
Tel 051/4141611
Destinatari
Operatori dei servizi socio sanitari territoriali ed ospedalieri,
insegnanti della scuola di ogni ordine e grado, operatori delle
associazioni, del volontariato, autorità giudiziaria
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Si
Ambito territoriale di
realizzazione
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
provincia di Bologna
Provincia di Bologna, Comuni, Consorzio Servizi Sociali Imola,
Ausl Bologna, Ausl Imola, Az. Ospedaliere, Centro Giustizia
Minorile
Dotare il territorio provinciale di un servizio di 2° livello contro
l’abuso e il maltrattamento all’infanzia che:
sviluppi una rete di servizi e di azioni caratterizzata da
specifica competenza multiprofessionale, per la tutela
della salute infantile e la prevenzione all’abuso e al
maltrattamento;
valuti in modo qualificato i casi e la presa in carico
delle situazioni più problematiche;
promuova eventi formativi;
promuova interventi di sensibilizzazione, informazione e
documentazione sul fenomeno;
− Pianificazione dei percorsi clinico-diagnostici di natura
psicologica e psicosociale e distribuzione dei compiti in
ordine a interventi/provvedimenti per la protezione dei
bambini presunte vittime;
− Realizzazione dell’ attività formativa;
− Realizzazione di iniziative di sensibilizzazione e
informazione;
− Attività di ricerca sul fenomeno;
− Raccolta ed elaborazione dei dati;
− Elaborazione relazione annuale sull’attività svolta
24
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Costo totale
previsto
Piano finanziario
196.000,00 euro
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota
regionale
Quota Enti
-Comuni:
Comune
Bologna
15.499,10
Pianura Ovest
3.008,79
Pianura Est
5.769,13
Casalecchio
4.195.81
San Lazzaro
2.943,36
Porretta
2.289,48
Imola
5.094,33
Eventuale
quota di altri
soggetti
Provincia
Bologna
20.000
Sanità:
Ausl Bologna
97.200
Ausl Imola
10.000
Az.
Ospedaliera
S.Orsola
30.000
N°:
− casi di consulenza/presa in carico;
− realizzazione attività formativa;
− incontri tra i soggetti coinvolti;
− realizzazione dei progetti previsti nel piano.
25
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE
denominazione: Osservatorio provinciale sulla scolarita’
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila PROVINCIA DI BOLOGNA
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Dott.ssa Anna Del Mugnaio, dirigente del Servizio Scuola e
Formazione Provincia di Bologna, via Malvasia 4 Bologna
Destinatari
Scuole, Enti Locali e Agenzie Formative
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
SI
Ambito territoriale di
realizzazione
provincia di Bologna
Le finalità dell’Osservatorio sono conseguite mediante un
sistema integrato di attività che coinvolge:
1) la Provincia di Bologna il compito di:
- raccogliere i dati provenienti dalle Scuole, dai Comuni, dagli
Enti di formazione professionale e dalle imprese che stipulano
contratti di apprendistato attraverso i quali si adempie
all’obbligo formativo
- svolgere l’elaborazione statistico-informatica;
- trasmettere ai Dirigenti scolastici ed ai Sindaci gli elenchi
nominativi della popolazione di rispettiva competenza per lo
svolgimento degli adempimenti sull’obbligo scolastico;
- produrre, un rapporto annuale di sintesi sugli esiti delle
attività
stituzioni/ attori coinvolti
2) i Comuni della Provincia di Bologna con il compito di
trasferire all’Osservatorio le informazioni contenute nelle loro
Anagrafi relative alla popolazione residente, che si rendano
necessarie per lo sviluppo delle attività dell’Osservatorio;
3) il Nuovo Circondario Imolese, con il compito di coordinare e
promuovere l’applicazione del presente Protocollo nel proprio
territorio;
4) le Istituzioni scolastiche con il compito di trasferire
all’Osservatorio, mediante formati omogenei per ordine di
scuola previamente concordati, le informazioni in proprio
possesso relative agli studenti ed all’attività didattica
analogamente
utili
al
conseguimento
degli
obiettivi
dell’Osservatorio;
5) l’Università di Bologna il compito di:
- partecipare, tramite il Rettore o suo delegato, alle
attività del Comitato di coordinamento avente compiti di
indirizzo strategico e di definizione delle linee generali di
sviluppo dei piani di lavoro annuali e pluriennali
dell’Osservatorio e di verifica della loro attuazione.
- indicare, nei campi disciplinari individuati dalla
Provincia, uno o più esperti aventi il compito di partecipare al
Comitato tecnico-scientifico
26
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
6) gli Enti di formazione professionale con il compito di
trasferire all’Osservatorio, mediante formati omogenei per
ordine di Centro di formazione previamente concordati, le
informazioni in proprio possesso relative agli studenti e
all’attività formativa analogamente utili al conseguimento degli
obiettivi dell’Osservatorio
7) l’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna con il
compito
di
favorire
l’integrazione
delle
attività
dell’Osservatorio con quegli ulteriori servizi di supporto
didattico e amministrativo attivati sul territorio, nonché quello
di promuovere il collegamento dell’Osservatorio con analoghe
esperienze presenti a livello regionale;
8) il Centro Servizi Amministrativi di Bologna con il compito di
eseguire la trasmissione dei dati e dei documenti
Si tratta di uno strumento di raccolta ed elaborazione di dati
utile e necessario per affrontare la lotta alla dispersione
scolastica e formativa, per la promozione di processi di
valutazione e di autovalutazione del sistema scolastico e
formativo, in un’ottica attenta alla crescita e alla promozione
della “cultura del dato” e di supporto alla programmazione
territoriale di politiche sui temi dell’istruzione e della
formazione ed in generale per sostenere il diritto ad apprendere
per tutto l’arco della vita.
l’Osservatorio sulla scolarità si configura quale struttura
operativa che risponde prioritariamente all’esigenza di fornire
al sistema (scuole, enti locali, agenzie formative) specifici
“prodotti”:
a) elaborati statistici che descrivono i fenomeni della scolarità e
consentano di:
o
valutare l’andamento della scolarità sul territorio:
accesso all’istruzione, esiti dei percorsi intrapresi, mobilità
all’interno del sistema dell’istruzione e della formazione,
mobilità geografica intraprovinciale ed extraprovinciale;
o
mettere in relazione l’andamento della scolarità con le
principali variabili socio-economiche che caratterizzano un
territorio (andamento demografico, tassi di scolarizzazione e
collocazione professionale dei genitori, provenienza geografica
degli allievi, dislocazione della rete scolastica sul territorio,
ecc.);
o
individuare i principali indicatori per programmare gli
interventi che competono agli Enti locali in materia di
estensione del diritto allo studio e del diritto-dovere
all’istruzione e alla formazione fino a 18 anni e di accessibilità
della rete scolastica;
o
individuare i principali indicatori per favorire, a livello
di singole scuole o per reti di scuole, la predisposizione di
programmi per il miglioramento del “prodotto scolastico”.
b) azioni di ricerca per realizzare approfondimenti qualitativi di
specifici aspetti connessi ai fenomeni della scolarità, a partire
da un’attenzione specifica al percorso di ciascun giovane
inserito nel contesto scolastico e formativo.
Per perseguire questi obiettivi è in via di costruzione un sistema
informativo il cui nucleo principale sarà costituito da una banca
dati composta da informazioni organizzate su base anagrafica,
con l’obiettivo di “seguire” il percorso dell’allievo dall’ingresso
nel sistema fino al completamento degli studi, registrando i
passaggi, le uscite e gli eventuali rientri, gli esiti, i ritardi, ecc.
relative alla popolazione in obbligo scolastico e formativo
27
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
residente nel territorio provinciale.
Costo totale
previsto
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota
regionale
Quota Enti
Eventuale
quota di altri
soggetti
70.00 € dal
bilancio
provinciale e
200.000 €
dalla
Fondazione
CARISBO a
finanziamento
del progetto
fino a gennaio
2008
Entro il 2006 in banca dati dovrebbero essere inseriti tutti i
frequentanti delle scuole elementari e medie inferiori e
superiori oltre ai dati anagrafici dei residenti in età da 3 a 18
anni provenienti dalle anagrafi dei Comuni della provincia.
Entro il 2008 la banca dati dovrebbe comprendere tutti i dati
degli studenti da 3 a 18 anni circa 80/90mila
28
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE
denominazione: Aneka, servizi per il benessere a scuola
Comune o forma associativa Istituzione G.F.Minguzzi di Bologna
ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna Assessorato Istruzione, Formazione, Lavoro,
Politiche per la sicurezza sul lavoro
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Destinatari
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Ambito territoriale di
realizzazione
stituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Istituzione G.F.Minguzzi di Bologna
Via S. Isaia n. 90 Bologna tel 051/5288511
Claudio Magagnoli - Cinzia Migani
scuole medie inferiori e superiori di Bologna e provincia
enti di formazione professionale
agenzie educative
servizi educativi e sociali
terzo settore
docenti, educatori e formatori
rappresentanti degli organi collegiali della scuola
centri di servizi e consulenze per le scuole dell’autonomia
Si
provincia di Bologna
Provincia di Bologna
Università di Bologna/ Facoltà di psicologia
Irre-ER
CSA della Provincia di Bologna
Scuole ed istituzione del territorio coinvolte direttamente nella
progettazione e realizzazione delle attività
Punto risorsa del territorio che assume la promozione del
benessere come accompagnamento delle persone ad utilizzare
beni e servizi esistenti nel contesto della comunità territoriale
di riferimento affinché producano esse stesse il loro benessere1
e affinché si attivino dei circoli virtuosi di cambiamento e di
integrazione per il ben-divenire sociale.
Che cosa fa il Centro:
Azioni previste
Su richiesta specifica offre servizi di:
- Consulenza
Alcuni esempi di ambiti tematici:
• valorizzazione e supporto alle reti professionali per
favorire i processi di cambiamento insiti nel concetto
di autonomia scolastica per il ben-divenire
dell’organizzazione scolastica;
• miglioramento del ben-stare scolastico degli attori
(dirigenti, docenti, personale non docente, famigliari e
1 Per benessere ci si riferisce alla definizione di salute/benessere sostenuta dall’OMS e ripresa
nella Carta di Ottawa per la promozione alla salute (1986).
29
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
studenti) che fanno parte del sistema scuola come
condizione per favorire il successo scolastico e
fronteggiare la dispersione;
• riflessione, valorizzazione, miglioramento delle prassi
agite dalle scuole in relazione alla lotta alla
dispersione;
• accompagnamento, sostegno a processi di gestione
dell’innovazione connessa alla ricerca di nuove
soluzioni.
o Documentazione
Alcuni esempi di supporto all’utenza in ordine:
• alla ricerca di fonti informative sui temi di
approfondimento;
• al trattamento ed elaborazione delle informazioni
affinché siano comunicabili, utilizzabili per la
valutazione e valorizzanti i processi progettuali.
Su programmazione annuale, che diventa operativa in
concomitanza con l’apertura di ogni anno scolastico,
svolge attività nell’ambito della:
promozione culturale;
ricerca-azione e ricerca valutativa;
formazione;
progettazione partecipata;
documentazione.
Costo totale
previsto
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota
regionale
Quota Enti
Eventuale
quota di altri
soggetti
viene finanziato
con risorse
della provincia
di Bologna,
compreso F.S.E.
e
dell’istituzione
Minguzzi
-N° e tipologie dei soggetti richiedenti
-Servizi erogati e loro impatto sulle politiche di contrasto alla
dispersione scolastica
30
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE
denominazione: Tavolo permanente di coordinamento
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Consorzio Servizi Sociali Imola
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Caprara Maria Gabriella
Consorzio Servizi Sociali Imola
Tel. 0542 606711
E mail: [email protected]
Destinatari
Rappresentanti servizi Azienda Usl Imola, Consorzio Servizi
Sociali Imola, Comuni del Circondario imolese, associazionismo
locale, cooperazione sociale, organizzazioni sindacali
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Progetto in continuità con l’anno precedente
Ambito territoriale di
realizzazione
10 Comuni del Circondario imolese
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
Piano finanziario
Servizi Azienda Usl Imola, Consorzio Servizi Sociali Imola,
Comuni del Circondario imolese, Associazioni locali,
Cooperazione sociale, Organizzazioni sindacali
- Assicurare la continuità al lavoro del tavolo tematico
- Monitorare i bisogni e le esigenze emergenti sul tema
responsabilità familiari e diritti bambini ed adolescenti
anche attraverso verifica periodica sull’andamento dei
progetti approvati;
- Valorizzare le buone prassi che hanno prodotto risultati
significativi sul territorio
- Curare la diffusione dell’informazione rispetto
all’andamento dei progetti
- Definire strumenti specifici di monitoraggio del lavoro
svolto
Il progetto ha l’obiettivo di integrare fra loro tutti i progetti
previsti all’interno della presente area, nell’area immigrazione,
contrasto alla povertà ed all’esclusione sociale, all’area disbilità
Coinvolgimento enti e realtà III settore interessate al tema
Incontri periodici di coordinamento e monitoraggio singoli
progetti
Definizione scheda specifica per monitoraggio
Eventuale
Costo totale
Quota
quota di altri
Quota Ente
previsto
regionale
soggetti
€ 2.250,00
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
€ 1.250,00
€ 1.000,00
N.° enti e realtà partecipanti con regolarità al tavolo
N.° incontri annui realizzati
Definizione scheda monitoraggio
31
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI INNOVAZIONE
denominazione: “Mani di Donne”
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Associazione La Cicoria – Cooperativa sociale Seacoop
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Teresa De Brasi – Associazione La Cicoria Tel. 0542-604608; fax
0542-41837; -e mail [email protected]
Roberta Tattini – Coop. Sociale Seacoop Tel. 0542-24444; fax
0542-29954; – e mail [email protected]
Destinatari
Donne in situazione di disagio psicofisico
Cittadini e cittadine
Bambini e bambine
Operatori ed operatrici del settore socio sanitario
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Nuovo progetto
Ambito territoriale di
realizzazione
10 Comuni del circondario imolese
Istituzioni/ attori coinvolti
Associazione La Cicoria- Coop. va sociale Seacoop- Comuni del
Circondario imolese – Consorzio Servizi Sociali imola – Servizi
Azienda Usl Imola – Istituzione per la gestione dei servizi sociali
del Comune di Castel S. Pietro T. - Organizzazioni di categoria a
supporto dell’imprenditorialità – Associazione e realtà del III^
settore
-
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
-
-
creare opportunità di inserimento nel mondo del lavoro
per donne che si trovano in una situazione di disagio
psico sociale mediante l’ingresso in un contesto di
lavoro protetto in cui avviare percorsi di crescita,
sperimentazione ed evoluzione del percorso di vita delle
stesse;
favorire l’inclusione sociale delle donne che hanno
deciso di seguire un percorso di cambiamento della
propria vita;
stimolare l’apertura del contesto sociale verso le
problematiche delle donne che si trovano a vivere una
condizione di disagio psico sociale attraverso
l’espressione delle abilità creative che le stesse donne
possono esprimere;
promuovere l’offerta, ai cittadini del territorio di
riferimento, dei prodotti elaborati dalle donne
Il presente progetto si integra con gli altri inseriti nella
presente area, con i progetti dell’area immigrazione,
disabilità, contrasto alla povertà e all’esclusione sociale
32
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
-
Azioni previste
-
-
coinvolgimento degli Enti Locali, del Circondario di
Imola, di Legacoop Imola e delle organizzazioni di
categoria che supportano l’imprenditorialità;
ricerca di finanziamenti per la realizzazione del
progetto;
costituzione di una cooperativa sociale di tipo B nella
forma srl con sede legale in Imola e sedi operative nel
Comune di Imola ed altri contesti territoriali;
attivazione delle seguenti aree lavorative: area
creativa, area ristorazione, area ricezione turistica (
locanda/ostello), area formativa e socio-psicologica
Costo totale
previsto
Piano finanziario
€ 63.000,00
Quota
regionale
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
Sponsorizzazioni e
finanziamenti
€ 63.000,00
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Costituzione cooperativa entro 2006
Partecipazione a bandi per finanziamento progetto autunno
2006
33
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
denominazione: “Donne che aiutano Donne”
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Azienda USL di Imola – servizio Consultorio familiare
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Dr. Maria Grazia Saccotelli
Servizio Consultorio Familiare
Tel 0542-604190 fax 0542 – 604239
E mail [email protected]
-
Destinatari
-
neo mamme che presentano particolari difficoltà di
ordine psicologico nell’accudimento del loro bambino;
neo mamme che vivono condizioni di solitudine e
presentano carenza di figure di riferimento parentali
significative;
puerpere che presentano difficoltà di tipo sociale;
donne straniere che vivono situazioni di isolamento
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Nuovo progetto
Ambito territoriale di
realizzazione
10 Comuni del Circondario imolese
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Servizio Consultorio Azienda Usl Imola; Consorzio Servizi Sociali
Imola; Associazioni di volontariato del territorio del Circondario
imolese;
- tutelare lo stato di benessere psico fisico della puerpera
e del neonato fornendo supporto ed incoraggiamento,
- individuare figure assistenziali che, adeguatamente
formate, possano fungere da “ambiente di sostegno”
per neo mamme in difficoltà;
- facilitare la relazione precoce madre-bambino;
- prevenire e/o attenuare la depressione puerperale
Il presente progetto integra le proprie attività con quanto
indicato nell’area immigrazione
-
Azioni previste
-
sensibilizzazione realtà volontariato imolesi
individuazione donne disponibili ad affiancarsi alle neo
mamme nella fase di “apprendistato”;
formazione delle volontarie sia teorica che mediante la
partecipazione ad un periodo di osservazione effettiva
delle interazioni dei neonati;
realizzazione di un gruppo fra le volontarie per
confronti e scambi
supervisione dell’attività svolta dalle volontarie
34
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Costo totale
previsto
Quota
regionale
Quota Ente
Piano finanziario
€ 5.000,00
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
-
€
Eventuale
quota di altri
soggetti
5.000,00
N.° delle volontarie che partecipano al progetto
N.° neo mamme seguite
Durata del percorso
Diffusione nel territorio circondariale delle donne e
delle volontarie
35
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
denominazione: “Centri aperti”
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Consorzio Servizi Sociali Imola
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Caprara Maria Gabriella
Consorzio Servizi Sociali Imola
Tel. 0542 606711
E mail: [email protected]
-
Destinatari
-
minori che frequentano i 13 centri di aggregazione
giovanile presenti sul territorio;
minori in generale residenti nei territori considerati,
associazioni sportive, culturali,musicali, educative, di
volontariato, ambientali, ….
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Integrazione e potenziamento di progetti già svolti negli anni
precedenti
Ambito territoriale di
realizzazione
10 Comuni del Circondario imolese
Istituzioni/ attori coinvolti
Consorzio Servizi Sociali Imola, Amministrazioni Comunali,
Istituti scolastici, Cooperativa che gestisce centri giovanili,
Associazione Trame di Terra, Associazioni e realtà presenti nei
singoli territori di riferimento
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Rendere i giovani attivi e protagonisti dell’ambiente di
appartenenza
Operare in modo sinergico con le associazioni presenti nei
singoli territori
Rafforzare nei ragazzi il senso di cittadinanza e di appartenenza
Creare rete di risorse ampia che valorizzi le singole realtà
Condividere con le realtà dei territori la responsabilità del
progetto di crescita dei ragazzi
Rafforzare i centri di aggregazione giovanile quali contenitori di
relazioni positive
Il presente progetto si integra con quanto previsto per i giovani,
per l’area immigrazione e per l’area disabilità nei cui piani
finanziari sono contemplati anche i relativi costi
Azioni previste
Coinvolgimento Amministrazioni Comunali
Sensibilizzazione e presentazione progetto alle realtà
associative e di volontariato dei singoli territori
Individuazione adesioni e possibili attività da svolgere in modo
coordinato e sinergico
Definizione programma attività per l’anno di riferimento
Diffusione informazione negli Istituti scolastici e nei territori
Realizzazione del programma definito nelle singole realtà
36
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Costo totale
previsto
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota
regionale
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
N. dei centri che partecipano al progetto
N. delle proposte integrate effettuate
N. dei partecipanti alle attività dei centri
Confronto dato con n. partecipanti anno precedente
n. associazioni- realtà coinvolte in ogni centro
37
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
denominazione: Studio di fattibilità per la realizzazione di una
struttura pubblica di accoglienza per minori
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Consorzio Servizi Sociali Imola
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Destinatari
Andrea Garofani
Consorzio Servizi Sociali Imola
Tel. 0542 606711
E mail: [email protected]
Il progetto sarà seguito dal gruppo di lavoro previsto nel
progetto “Studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema
integrato delle residenzialità” che contempla anche i relativi
costi.
- Bambini o ragazzi per i quali si renda necessario, in un
percorso di tutela definito in accordo anche con il Tribunale
minorenni, l’allontanamento dall’ambito familiare
- minori stranieri non accompagnati individuati sul territorio
imolese
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Nuovo progetto
Ambito territoriale di
realizzazione
10 Comuni del circondario imolese
Istituzioni/ attori coinvolti
Consorzio Servizi Sociali Imola – Comuni del Circondario imolese
– cooperative sociali – associazioni di volontariato
-
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
-
-
Azioni previste
-
Verificare la possibilità di realizzare, sul territorio del
circondario imolese, una struttura d’accoglienza per
minori che risponda in modo flessibile ai diversi bisogni;
Contenere il numero dei minori collocati in strutture
esterne al territorio di appartenenza;
Ridurre i costi sostenuti per le rette di inserimento nelle
diverse strutture
Promuovere la realizzazione di servizi residenziali
pubblici
Individuazione di un fabbricato idoneo alla realizzazione
della struttura fra quelli di proprietà delle
Amministrazioni Comunali
analisi dettagliata normativa di riferimento
definizione
costi
eventuali
interventi
di
ripristino/modifica del fabbricato
definizione costi gestione
reperimento risorse
38
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Costo totale
previsto
Quota
regionale
Quota Ente
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Eventuale
quota di altri
soggetti
Settembre 06 per individuazione fabbricato
Fine anno verifica costi ripristino o modifica
39
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
denominazione: Integrazione socio sanitaria nei servizi rivolti
ad adulti e minori
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila Distretto Azienda USL di Imola
di progetto o del
Consorzio servizi sociali Imola
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Andrea Garofani
Consorzio Servizi Sociali Imola Tel 0542-606711 fax 0542-606718
e mail [email protected]
Destinatari
- minori e minori immigrati non accompagnati che evidenzino
disagi di particolare complessità e bisogno di presa in carico
integrata;
- adulti in difficoltà per condizioni di disagio psico fisico
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Continuazione ed approfondimento di un progetto dello scorso
anno
Ambito territoriale di
realizzazione
10 Comuni del Circondario imolese
Istituzioni/ attori coinvolti
Distretto Azienda USL di Imola, Dipartimento salute mentale,
Servizio di neuro psichiatria infantile, Unità operativa complessa
dipendenze patologiche, Consultorio familiare e Consultorio
Giovani, Consorzio Servizi Sociali Imola, Istituzione per la
gestione dei servizi sociali del Comune di Castel San Pietro
terme, Comune di Medicina, Associazioni e realtà che
collaborano con servizi socio sanitari
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
- migliorare l’integrazione socio sanitaria in settori, quali quelli
rivolti ai minori e ad adulti in cui sono assenti precise
indicazioni normative di riferimento;
- definire processi metodologici condivisi che tutelino e
sostengano le persone in condizioni di maggiori difficoltà;
- garantire anche a minori immigrati non accompagnati con
riferimento a quelli che vivono situazioni di particolare
complessità, un’azione di sostegno personale;
- integrare gli interventi di mediazione culturale esistenti con
interventi specifici di aiuto anche per gli operatori delle
strutture che ospitano questi ragazzi
L’attività prevista dal presente progetto si integra con quanto
già previsto nei progetti relativi all’area dell’immigrazione,
all’area del contrasto alla povertà ed all’esclusione sociale,
oltre che con il programma finalizzato alla promozione e
attuazione di diritti ed opportunità per l’infanzia e
l’adolescenza
40
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Azioni previste
- coinvolgimento dei servizi e delle associazioni
- individuazione delle specifiche esigenze di integrazione
evidenziate nei percorsi di lavoro fra diversi attori coinvolti
- verifica metodologica dei processi di integrazione attuati e
attuabili anche in relazione ai protocolli esistenti fra alcuni
servizi;
- individuazione delle strategie e dei processi modificabili e/o
migliorabili
- definizione nuove modalità operative
- elaborazione di un protocollo operativo condiviso
Costo totale
previsto
Quota
regionale
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
€ 5.700,00
€ 4.300,00
Piano finanziario
€ 10.000,00
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
- n.° servizi e realtà associative partecipanti al progetto
- n. di incontri effettuati
Elaborazione di un protocollo operativo condiviso che delinei
ambiti e metodologie
41
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
SCHEDA DI PROGETTO relativa al Programma finalizzato
alla promozione di diritti e di opportunità per
l'infanzia e l'adolescenza
Titolo del progetto
DIRITTI E OPPORTUNITA’ PER L’INFANZIA E L’ADOLESCIENZA
Responsabile della compilazione della scheda indicare il nominativo del
coordinatore tecnico del progetto
Nominativo: Caprara Maria Gabriella
Recapito telefonico: 051-6979248/249
e-mail: [email protected]
fax: 051-6970800
Ente responsabile del progetto: indicare la denominazione dell’ente
referente della gestione amministrativa del progetto
Consorzio Servizi Sociali Imola
Ente esecutore del progetto: indicare la denominazione dell'ente che
gestisce l'aspetto tecnico-scientifico del progetto.
Consorzio Servizi Sociali Imola
Composizione gruppo tecnico di coordinamento (specificare le qualifiche
professionali e l'ente di appartenenza dei componenti del gruppo tecnico)
Qualifica
Responsabili Area Territoriale
Psicologo/Neuropsichiatria/
Dirigente/i scolastico/i
Coordinatore mediatori culturali
Coordinatore operatori sportello
stranieri
Pedagogista
Funzionari
Ente
Consorzio servizi Sociali Imola
Azienda Usl Imola (UONPEEConsultorio- UOCDP)
CISST/ istituti comprensivi
Associazione Trama di Terre
Consorzio Cooperative Sol. Co
Imola
Cooperativa sociale che gestisce
servizi appaltati
Amministrazioni Comunali
Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona (specificare quali
sono le connessioni con gli altri progetti del Piano)
Progetti relativi all’area immigrazione, contrasto alla povertà e
all’esclusione sociale, programma giovani, prevenzione e sostegno al
reinserimento sociale delle dipendenze e delle altre forme di disagio;
programma disabilità
42
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Area territoriale interessata e luoghi di realizzazione: indicare il comune
o il quartiere a cui il progetto si rivolge e le sedi in cui viene
realizzato.
10 comuni del circondario imolese
Destinatari: indicare:
• se minori la fascia d'età: 0-2 anni; 3-5 anni; 6-10 anni; 11-13 anni;
14-17anni;
• se adulti la categoria considerata: genitori; insegnanti; operatori;
comunità locale; altro (specificare).
Indicare infine il numero di destinatari che si intendono raggiungere con
il progetto
Tipologia
Presenza sul
territorio di
riferimento
Minori 0-5 anni
7602
Numero destinatari
potenziali che si
intendono
raggiungere con il
progetto
200 c.a
Minori 6-10 anni
4215
500 c.a
Minori 11-13 anni
3926
850 c.a
Minori 14-17 anni
2785
550 c.a
Genitori
150 c.a
Insegnanti
1200
Operatori
100
250 c.a
Comunità locale
Altro (specificare)
Totale
Di cui
Minori disabili
Minori con provvedimenti del
Tribunale per i minori
Minori con disagio conclamato
1560
400
Minori stranieri
1100
300
Totale soggetti in situazioni
particolari
Data di avvio:
01/01/2006
Progetto:
X
di consolidamento di un precedente intervento (spiegare che cosa si va
a consolidare.)
Modalità di lavoro che si sono andate progressivamente definendo nel tempo
come buone prassi in grado di fornire
risposte positive, strutturate,
integrate e quindi come tali maggiormente finalizzate al raggiungimento
degli obiettivi previsti sia con riferimento alle singole situazioni, sia,
in particolare, per quanto concerne la gestione positiva di interventi di
comunità
43
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
di innovazione e/o sperimentazione (specificare in che cosa consiste
l'aspetto innovativo).
Motivazione del progetto: descrivere sinteticamente lo scenario d'avvio, i
bisogni, le necessità, le risorse sociali sulle quali poggia il progetto e
indicare sulla base di quali dati tali elementi sono stati rilevati.
Il progetto si pone in continuità con quelli realizzati negli anni
precedenti ed è incentrato sulle azioni in rete tra le numerose
risorse/realtà del territorio impegnate nella promozione dei
diritti dell’ infanzia e degli adolescenti. Fa proprie le
indicazioni e le letture dei contesti ricavate dai tavoli tecnici
della Legge 285, con cui si pone in continuità, dall’ osservatorio
dell’ A.USL , del Consorzio Servizi Sociali e delle molteplici
realtà attive e presenti nel territorio (Terzo settore, Scuole).
Gli elementi sono inoltre rilevati dalle seguenti ricerche svolte
dall’ Ente:
1. Ricerca-azione sulla percezione del rischio che hanno gli
adolescenti e i preadolescenti e confronto con la percezione degli
adulti di riferimento (i risultati della ricerca si trovano nel
volume: Ricomincio da tre, Regione Emilia Romagna, 2002)
2. Ricerca sulla propensione soggettiva alla devianza, compiuta
sempre
su
preadolescenti
e
adolescenti,
attraverso
la
somministrazione di uno specifico test/questionario. Tale strumento
si presta anche alla valutazione degli interventi di prevenzione
(con la somministrazione ante e post, e il relativo confronto) e
alla comparazione tra l’idea di devianza che hanno gli adolescenti
di diversa età, sesso, condizione sociale e gli adulti.
3. All’interno di questo stesso progetto è stata realizzata nell’
anno scolastico 2004-2005 la “Ricerca sugli stili di vita degli
adolescenti che vivono nel territorio dei Comuni del Circondario
Imolese”. Spesso le ricerche/gli interventi di prevenzione tendono
ad avere come focus i comportamenti antisociali, devianti o
comunque a rischio dei giovani, la nostra scelta è stata quella
invece di riflettere tra adulti e con i giovani sugli stili di
vita, sul rapporto con sé stessi, con i coetanei, con la famiglia,
con le risorse del territorio.
4. Ricerca sulle tipologie di bisogno evidenziate nei territori a
seguito di un’indagine compiuta nel 2005 all’interno del progetto
“Quartieri solidali” dal coordinamento delle Associazioni di
volontariato del territorio imolese che ha indicato la situazione
dei minori e dei giovani come elemento su cui concentrare risorse
ed energie in modo sinergico
Al 31/12/2005 i minori in carico al Consorzio Servizi Sociali di
Imola erano: 1634 di cui 708 stranieri, quasi il 9% per cento della
popolazione minorenne residente nel territorio di pertinenza del
Consorzio Servizi Sociali.
1. Il primo bisogno emergente è l’aumento della fragilità e la
carenza
di
reti
famigliari
e
comunitarie
(aumento
dell’
immigrazione,
dei
nuclei
monoparentali,
delle
difficoltà
conseguenti alla situazione socio economica attuale) in grado di
sostenere i minori nel far fronte ai normali compiti evolutivi e/o
a situazioni di disagio.
2. Il secondo bisogno è quello della promozione di servizi a bassa
soglia rivolti agli adolescenti ed ai pre-adolescenti, in grado di
agganciarli a partire dai loro contesti di vita
3. Il terzo bisogno è l’attivazione di politiche ed azioni
unitarie rivolte alla fascia 0-17, in modo da favorire una
segnalazione precoce delle situazioni di disagio, ma soprattutto la
44
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
diffusione di una cultura attenta alla promozione ed all’accesso
dei diritti.
4. Si evidenzia il bisogno degli adulti,che si occupano di bambini
ed adolescenti, di non sentirsi soli, di essere aiutati ad attivare
azioni di sistema, trasferibili, mutuabili da altri, attivando
prassi che si consolidino nel tempo. Questo bisogno è stato
evidenziato all’ interno della Ricerca azione sugli stili di vita
prima citata.
Il territorio imolese al contempo si caratterizza per la
molteplicità delle realtà del III settore presenti ed impegnate sul
fronte del contrasto al disagio e della promozione dell’agio.
L’attenzione dalle stesse da sempre evidenziate alle situazioni di
difficoltà si unisce alla disponibilità a collaborare con le
Istituzioni per fornire risposte integrate, partecipare alla
progettazione e all’organizzazione di nuove e variegate risposte.
Obiettivi/risultati attesi: indicare gli obiettivi che il progetto si
prefigge di conseguire, ovvero i risultati delle attività previste dal
progetto stesso.
Gli obiettivi devono descrivere chiaramente:
• i cambiamenti attesi,
1. Monitorare l’andamento dei progetti con il coinvolgimento dei
singoli Comuni; promuovere attività di welfare community intorno ai
servizi (responsabilizzazione dei cittadini), di partecipazione e
di riprogettazione allargata a tutta la comunità
2. Incentivare le azioni di sistema, costruendo una prassi di lavoro
non basata su un ruolo istituzionalizzato, ma su azioni diffuse.
3. Facilitare la nascita di una programmazione condivisa aventi le
caratteristiche della coerenza che accomuni le singole attività
4. Migliorare le strategie e le prassi di integrazione consolidate in
particolare con gli istituti scolastici di ogni ordine, favorendo
la loro partecipazione ai tavoli territoriali che si occupano di
politiche giovanili
5. Consolidare le attività del centro studi sul tema dell’adolescenza
come risorsa culturale in grado di coinvolgere soggetti pubblici e
privati attivi sul territorio per e con i giovani e gli
adolescenti;
6. Sostenere e sviluppare la cultura dell’accoglienza anche mediante
il ricorso alle realtà dell’affidamento e dell’adozione;
7. Favorire le azioni a bassa soglia e ad ampio spettro di
coinvolgimento del territorio
8. Promuovere e sostenere il raccordo fra le diverse progettazioni
nelle aree sanitarie, sociali, scolastiche, educative
9. Caratterizzare tutte le azioni in essere con un forte taglio
multiculturale con una visione che tenga presente una politica
organica rivolta alla fascia d'età 0-17 anni.
Indicatori: gli indicatori sono quegli elementi desumibili da ogni singolo
intervento che permettono di descrivere la situazione che si prefigura in
rapporto ai cambiamenti attesi e ai risultati che si intendono raggiungere.
Indicare, quindi, per ogni intervento quelle caratteristiche quantificabili
che permettono di misurare il grado di raggiungimento dell’obiettivo
prefissato in rapporto ai risultati attesi. Esempi d'indicatori: numero dei
partecipanti alle azioni; incremento della richiesta di accesso al servizio
45
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
da parte dei destinatari dell’intervento; livello di gradimento emerso da
test di soddisfazione compilati dai destinatari dell’intervento, numero di
persone che hanno assunto un determinato comportamento, esistenza o assenza
di determinati requisiti....
monitorare l’andamento dei
progetti con il coinvolgimento
dei singoli Comuni; promuovere
attività di welfare community
intorno ai servizi
(responsabilizzazione dei
cittadini), di partecipazione
e di riprogettazione allargata
a tutta la comunità
incentivare le azioni di
sistema, costruendo una prassi
di lavoro non basata su un
ruolo istituzionalizzato, ma
su azioni diffuse.
migliorare le strategie e le
prassi di integrazione
consolidate in particolare con
gli istituti scolastici di
ogni ordine, favorendo la loro
partecipazione ai tavoli
territoriali che si occupano
di politiche giovanili
Consolidare le attività del
centro studi sul tema
dell’adolescenza come risorsa
culturale in grado di
coinvolgere soggetti pubblici
e privati attivi sul
territorio per e con i giovani
e gli adolescenti;
sostenere e sviluppare la
cultura dell’accoglienza anche
mediante il ricorso alle realtà
dell’affidamento e
dell’adozione;
favorire le azioni a bassa
soglia e ad ampio spettro di
coinvolgimento del territorio
- n° di tavoli di coordinamento
effettuati per comune in un anno.
- Presenza di un documento che indichi
i ruoli dei soggetti invitati al
tavolo. /Registro delle presenze
- N. azioni con progettazione
comunitaria
Presenza ai tavoli di un rappresentante
delle istituzioni scolastiche:
-
Scuola dell’infanzia (comunale,
privato sociale)
-
Istituti comprensivi
-
N. soggetti coinvolti
Scuole superiori
Formazione professionale
N. attività promosse/indotte
- gruppi di auto mutuo aiuto fra le
famiglie affidatarie
- affidi omoculturali
-
n° di minori raggiunti dai centri
giovanili e dalle azioni di
educativa di strada ed essi
collegate
-
n° dei minori raggiunti dal
progetto AGIO nelle scuole
46
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Favorire l’accesso alle
opportunità del territorio ai
minori in situazione di
disabilità o di disagio
conclamato
-
n° dei minori in situazione di
disagio conclamato inseriti in
attività
sociali/scolastiche/lavorative del
territorio
-
n° di minori in situazione di
disabilità inseriti in attività
sociali del territorio
-
promuovere e sostenere il
raccordo fra le diverse
progettazioni nelle aree
sanitarie, sociali, scolastiche,
educative
caratterizzare tutte le azioni
in essere con un forte taglio
multiculturale con una visione
che tenga presente una politica
organica rivolta alla fascia
d'età 0-17 anni.
n. adulti coinvolti in azioni di
rete
- temi condivisi di progetatzione
-
N° dei minori stranieri coinvolti
nelle attività a libero accesso
-
n° delle azioni attivate con
metodologia intercurale
Fasi operative:
Modalità di coinvolgimento dei destinatari: indicare come si intendono
raggiungere e coinvolgere i destinatari
Attività previste: descrivere le singole attività ed iniziative che
costituiscono in concreto il progetto e indicare la sequenza in base alla
quale esse vengono poste in essere.
Metodologie di lavoro e strumenti previsti: indicare i percorsi e le
strategie di lavoro, nonché i mezzi che si intendono effettuare per
realizzare in modo efficace il progetto.
Modalità di coinvolgimento dei destinatari:
Esistono già fra operatori del Consorzio ed operatori della UONPEE,
relazioni stabili con tutti gli Istituti Comprensivi e le Scuole
dell’ Infanzia Comunali del territorio in cui sono attivati dei
gruppi di lavoro misti. Tali gruppi si incontrano periodicamente nel
corso dell’anno scolastico ed hanno il compito della programmazione
delle azioni da svolgersi negli Istituti stessi e della definizione
delle modalità di coinvolgimento dei destinatari
Tavoli di coordinamento territoriali, comprensivi delle diverse
realtà educative presenti nei singoli Territori ( Istituzioni,
volontariato,
realtà
sportive,
culturali,
parrocchie,…)dove
i
presenti hanno il compito di riflettere sulle problematiche
evidenziate e di diffondere e promuovere le azioni pensate per
contrastare le problematiche stesse.
Collaborazione con il Centro per le famiglie, con le Associazioni e
le Cooperative del territorio
Promozione delle azioni nelle Scuole e nel territorio tramite
incontri e la distribuzione di materiale informativo
Produzione Materiale informativo/articoli finalizzati
ATTIVITÀ PREVISTE
1.Rete dei centri giovanili:
Già
presenti
sull’intero
territorio
con
eccezione
del
Comune
di
47
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Medicina solo di recente inserito in questo contesto ed in cui sono
partite azioni di coinvolgimento della comunità per l’analisi del
bisogno. I centri sono 13 (4 a Imola, 2 a Castel San Pietro, 4 nella
Comunità Montana, 1 a Toscanella, Bubano, Castel Guelfo). Oltre alle
attività dei centri tradizionali (apertura pomeridiana con attività
strutturate) consentono:
attività sul territorio con gruppi informali,
attività di promozione di cittadinanza attiva,
integrazione con le attività di prevenzione primaria rispetto
all’abuso e all’uso di sostanze stupefacenti e dell’alcool nei
giovani,
attivazione di Forum dei ragazzi per promuovere riflessioni,
incontri con adulti, sostenere iniziative promosse dai ragazzi
stessi
osservatorio sul mondo giovanile;
coordinamento delle realtà del territorio che si occupano di
ragazzi ( associazioni, parrocchie, polisportive,…);
progetti specifici per l’inserimento di minori immigrati con
particolare attenzione agli adolescenti stranieri o che presentano
situazioni di disagio rilevanti.
In questa fase c’è uno spostamento dal centro giovanile come luogo
di socializzazione e di proposta di attività laboratoriali,
sportive, di gioco, ad un centro inteso come luogo di discussione,
di riflessione con i ragazzi su di sé e sul proprio territorio, di
elaborazione di idee e di percorsi, di relazione fra pari, di azioni
con gli adulti del territorio, attraverso azioni e attività che sono
uno strumento, non un fine.
Questa riflessione è in atto anche a livello nazionale; ad essa si
partecipa grazie anche all’apporto fornito dalla presenza dell’ ente
gestore (Progetto SMS di CGM, Scrivere un futuro per i Centri di
aggregazione Giovanile – Animazione Sociale, Gruppo Abele); è stato
intrapreso un percorso di ricerca sull’identità dei Centri di
Aggregazione Giovanile e di valutazione sulla loro efficacia
sociale.
Obiettivi:
-
Sostenere la Comunità nel percepire i pre - adolescenti e
gli adolescenti come una risorsa e promuovere in essa la
responsabilità educativa diffusa
-
Prevenire il disagio individuale e sociale di adolescenti e
pre-adolescenti
-
Promuovere l’accesso ai diritti e l’agio degli adolescenti
e dei pre-adolescenti, in particolare di quelli a rischio di
emarginazione e di disagio
-
Favorire l’accesso
Aggregazione Giovanile.
-
dei
ragazzi
stranieri
ai
Centri
di
Rafforzare il senso di appartenenza e di cittadinanza dei
ragazzi
Azioni prioritarie
− Azioni in rete con le altre realtà associative, di volontariato,
del territorio
− Promozione dell’istituzione dei Coordinamenti nei Comuni del
Circondario, o sostegno a realtà simili che già esistono nei singoli
territori
_
Stretta connessione con il progetto di prevenzione rispetto
48
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
all’abuso e all’uso di sostanze stupefacenti e dell’alcol
2. Centro studi sulle adolescenze
E’ una proposta, una sorta di sfida culturale, un agente di crescita
finalizzata a non disperdere il patrimonio di conoscenze e relazioni
sviluppatesi grazie ai molteplici interventi attivati dai diversi
soggetti pubblici e privati, formali ed informali. Vuole contribuire
ad una riflessione culturale collettiva con e sui giovani fra tutte
le realtà che si occupano dei giovani e degli adolescenti stessi,
mettendo in rete le buone prassi relative agli interventi nelle
politiche giovanili che hanno prodotto esiti efficaci
3. Servizio di educativa territoriale
Attivo su alcuni Comuni del territorio del Circondario, questo
servizio, strettamente integrato con l’attività degli operatori del
Consorzio, si pone l’obiettivo di stimolare e implementare intorno
ad adolescenti in stato di grave o gravissima difficoltà delle reti
sociali di aiuto strettamente connesse: un ambiente scolastico o
lavorativo più accogliente, una famiglia d’appoggio, gruppi di
riferimento, ecc.. Questo servizio richiede di essere ulteriormente
implementato per:
offrire sostegno a minori appartenenti a nuclei familiari
multiproblematici,
assicurare interventi di mediazione nei rapporti tra famiglia e
servizi sociali o istituzioni oltre che all’interno delle stesse
situazioni familiari,
facilitare l’accesso dei minori e delle loro famiglie alle
diverse realtà offerte dal territorio e il loro coordinamento,
facilitare l’aumento della rete sociale del minore e della
famiglia,
sostenere le famiglie anche in ambito educativo,
favorire l’orientamento scolastico.
4. Progetto agio nelle scuole
Attuato all’interno di tutti gli Istituti comprensivi e nell’unica
Direzione Didattica del territorio, ha ampliato la propria attività
anche
negli
Istituti
superiori
e
nei
centri
di
formazione
professionale ed è finalizzato a generare una rete di esperienze
significative capaci di costruire un sistema di metodi percorribili
anche da altri per la promozione dell’agio oltre che a costruire
azioni di rete a favore dei bambini e dei ragazzi in difficoltà
E’ attuato mediante:
gruppi operativi misti costituiti da operatori dei servizi
sociali e delle scuola con compiti di progettazione e di
coordinamento delle attività di promozione dell’agio e di lotta al
disagio nell’istituto di pertinenza. Nel corso del 2005 si è
ampliata la composizione del gruppo con l’inserimento degli
operatori del servizio di UONPEE competenti per territorio.
Laboratori di promozione di relazioni positive che coinvolgono
insegnanti e genitori, costituiscono un veicolo d’ingresso nella
scuola ed un’interlocuzione sull’inclusione dei ragazzi difficili,
Formazione ed autoformazione degli insegnanti su tematiche
sociali. Da quest’anno, in alcuni contesti territoriali, tali
49
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
percorsi di formazione sono stati rivolti anche ad insegnanti delle
scuole materne e degli asili nido
Collaborazione con il centro giovanile di riferimento per
facilitare l’aggancio dei ragazzi alle attività pomeridiane
Presenza programmata dell’assistente sociale a scuola nel corso
del 2006 è stata estesa a tutto il territorio considerato.Tale
formula ha prodotto notevoli vantaggi nella comunicazione fra scuola
e servizi riuscendo a determinare una condivisione del linguaggio,
chiarezza rispetto ai compiti reciproci, fiducia e collaborazione,
Sportello di ascolto e sostegno psicologico, già presente in
alcune realtà scolastiche, soprattutto scuole medie inferiori e
superiori, è diventato importante punto di riferimento sia per i
ragazzi che per i genitori e gli insegnanti
5. Integrazione minori immigrati e loro famiglie
Interventi di mediazione interculturale effettuati con operatori
madre lingua per favorire l’inserimento dei minori di più recente
immigrazione nelle realtà scolastiche in base a progetti concordati
con ciascuna di esse e con particolare attenzione ai minori inseriti
in corso d’anno. Tali interventi di mediazione sono inoltre
finalizzati a favorire il rapporto delle famiglie con la scuola per
facilitare la comprensione, conoscere le modalità di comunicazione e
l’organizzazione del sistema.
Sono stati inoltre potenziati gli interventi di mediazione in ambito
sociale e sanitario per favorire l’instaurarsi di rapporti di
fiducia con gli operatori interessati e ottenere quindi l’adesione
delle famiglie a progetti concordati per uscire da situazioni spesso
caratterizzate da disagio e raggiungere ove possibile l’autonomia.
Accoglienza di minori stranieri non accompagnati: sono stati
concordati percorsi specifici di accoglienza e di sostegno ai minori
non accompagnati che prevedono collocazione in comunità e, ove
possibile, l’affidamento a nuclei familiari della medesima cultura.
Contestualmente
si
predispongono
percorsi
di
formazione
professionale e/o di inserimento lavorativo con possibilità di
passaggio in strutture di accoglienza intermedie, al compimento del
18 esimo anno di età, in previsione della successiva autonomia
economica ed abitativa. Sono in atto percorsi, in particolare con i
servizi
sanitari
specialistici,
per
definire
modalità
di
collaborazione e sostegno ai minori non accompagnati che presentano
situazioni di difficoltà caratterizzate da sintomi di disagio
complessi
6. Interventi di promozione dell’accoglienza
Si fa riferimento alle campagne informative sulle tematiche
dell’accoglienza in senso ampio : affido e adozione, ma anche affidi
educativi diurni quali interventi di prevenzione primaria e di
supporto ai nuclei in difficoltà nello svolgimento delle funzioni
genitoriali. Gruppi di auto mutuo aiuto fra famiglie affidatarie
per consentire loro momenti di scambio, sostegno reciproco,
valorizzazione delle esperienze compiute.
Accoglienza abitativa
di donne con figli minori in condizione di
grave difficoltà che necessitano di uno specifico percorso di
sostegno finalizzato al raggiungimento dell’autonomia
7. Interventi di
extrascolastico
socializzazione
per
preadolescenti
in
ambito
50
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Progetto specifico del Comune di Medicina che garantisce la
continuità
rispetto
alle
esperienze
consolidate
negli
anni
precedenti e finanziate con fondi della L. 285/97.
Si colloca nell’ambito della prevenzione al disagio ed è finalizzato
a favorire l’integrazione e la socializzazione anche di ragazzi che
presentino disabilità. Svolto in ambito extrascolastico, nel periodo
settembre-giugno, prevede una stretta connessione con la scuola
utilizzandone
gli
spazi
e
collaborando
con
la
stessa
nell’individuazione degli alunni per i quali la partecipazione al
progetto può rappresentare significativa opportunità di sostegno e
di crescita. Le attività svolte nei 4 gruppi promossi ( per circa 60
ragazzi complessivamente) sono finalizzate ad offrire la possibilità
di sperimentare opportunità di socializzazione di divertimento, a
incoraggiare la fiducia in se stessi e nel gruppo sviluppando le
competenze sociali, comunicative, relazionali, a valorizzare le arre
di competenza e interesse dei ragazzi, ad aumentare il loro livello
di inserimento sociale.
8. Tavolo di monitoraggio
Prevede il coinvolgimento di tutti i Comuni del territorio in
un’azione di monitoraggio e valutazione degli interventi attuati al
fine di verificare l’andamento del progetto e modificarlo in base ai
risultati o alle nuove esigenze che dovessero evidenziarsi a livello
di territorio.
Metodologie di lavoro e strumenti previsti
IL RIFERIMENTO METDOLOGICO È IL LAVORO DI RETE E DI SVILUPPO DELLA RESPONSABILITÀ
DIFFUSA ALL’INTERNO DELLE COMUNITÀ; IN TALI CONTESTI SI COLLOCANO ANCHE GLI
INTERVENTI SUI SINGOLI MINORI E SUI NUCLEI MULTIPROBLEMATICI.
Si intende inoltre valorizzare:
−
Integrazione delle competenze di tipo socio-educativo con quelle
di tipo sanitario
−
L’importanza che gli interventi di prevenzione costituiscono una
rete articolata e stabile.
−
La territorialità degli interventi: gli interventi vengono svolti
nei territori di tutti i comuni del Circondario per favorire il
coinvolgimento dei giovani, l’ inclusione sociale e la promozione
della cultura della prevenzione.
−
Bassa soglia: la scelta principale è quello di favorire il
coinvolgimento e l’accesso ai servizi attraverso interventi il più
possibile a bassa soglia, ovvero le azioni previste avranno luogo
nei principali ambiti di vita frequentati da tutti i ragazzi (scuole
e attraverso le scuole le famiglie, Società sportive, locali, luoghi
del territorio..), utilizzando i canali comunicativi già esistenti
(centri giovanili, società sportive, associazioni e parrocchie,
educatori già coinvolti con i gruppi informali…).
−
Coinvolgimento degli adulti che nei differenti ambiti di vita
hanno a che fare con i giovani
Costi:
Costi: indicare gli importi attribuiti;
51
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Eventuali altri contributi: indicare la fonte di finanziamento e la quota
attribuita.
Costo complessivo: € 328.946,00 + costi personale
Contributo programma finalizzato:
Contributo EE.LL.:
€ 127.982,30
€ 200.963,70 + costi personale dipendente coinvolto
Eventuali altri contributi : Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: tale attività
consiste nell’accertamento e nella descrizione precisa del processo di
avanzamento di un intervento, nonché nella puntuale segnalazione di
evidenti discrepanze rispetto a quanto era stato prestabilito, consentendo
quindi di tenere sotto controllo l’andamento dell’intervento stesso.
Occorre, dunque, indicare gli strumenti che si intendono utilizzare per
compiere tali azioni di monitoraggio, la periodicità di utilizzo e i
soggetti che se ne occupano.
Le azioni di monitoraggio sono svolte dai soggetti gestori dei singoli
interventi, utilizzando strumenti concordati con il Consorzio Servizi
Sociali
Questi strumenti vengono condivisi e letti anche a livello comunitario
nei tavoli di coordinamento territoriali
Gli strumenti principali sono:
− Schede per la rilevazione del target diretto ed indiretto
− scheda sull’avanzamento delle singole attività e dei risultati
raggiunti
− Azioni di rete e monitoraggio delle realtà coinvolte
− Report periodici sulle attività dei centri giovanili da inviare
alle singole Amministrazioni Comunali contenenti dati sui livelli di
partecipazione,
sulle
caratteristiche
dei
frequentanti,
sulla
programmazione svolta e da svolgere, sul livello di partecipazione e
di coinvolgimento sinergico delle realtà locali.
Attività di valutazione e soggetti coinvolti: attraverso tale attività si
devono constatare e rilevare i reali effetti prodotti dall’intervento sui
destinatari, riferendosi anche alle risorse impiegate in rapporto agli
obiettivi raggiunti. E' un processo di costruzione di senso, di valore,
svolto attraverso attività di ricerca realizzate nell'ambito di un processo
decisionale; è integrata alla progettazione ed implementazione poiché il
suo fine è di fornire un input per il miglioramento e la riprogettazione di
politiche ed interventi. Indicare con quali metodi e strumenti si intende
effettuare la valutazione dell’attività posta in essere. Indicare i momenti
e le fasi di valutazione, i soggetti preposti ad effettuare le operazioni
di valutazione, se è previsto o meno il coinvolgimento dei destinatari ed
in quali forme.
52
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
La valutazione viene svolta a vari livelli
− Sul progetto complessivo
– all’interno del Tavolo del Piano di
zona
− Sulle singole azioni: all’ interno dei gruppi di lavoro operativi
formati dall’ ente gestore e dall’ Ente promotore
− A livello di singolo territorio con i gruppi di lavoro operativi e
le amministrazioni e/o nei tavoli territoriali laddove siano esistenti
− Con i destinatari degli interventi attraverso: incontri di verifica
con gli insegnanti, attività d’animazione con i minori, relazione di
aiuto con le situazioni singole/nuclei multiproblenatici.
L’ oggetto della valutazione riguarda:
1.
l’efficacia: vengono valutati gli indicatori di risulatato
definiti per ogni obiettivo
2.
l’efficienza : E’ previsto un sistema di controllo di
gestione per valutare l’efficienza del progetto
In generale inoltre si valuteranno:
I cambiamenti ottenuti in termini di conoscenze nei destinatari. In
particolare, per gli adulti capacità di analisi precoce delle
situazioni di rischio e capacità di coinvolgere la rete dei servizi
esistenti; maggiori capacità degli adulti di collaborare tra loro
nell’aiuto ai ragazzi, soprattutto nel rapporto tra scuola e famiglia.
Nei ragazzi si misurerà soprattutto l’aumento dell’autostima prodotto
dagli
interventi
proposti;
il
livello
di
inclusione
sociale,
inserimento nel territorio raggiunto. Negli operatori si valuterà
l’aumento della capacità di collaborazione e di coordinamento con le
altre realtà, il ricorso a sistemi di progettazione condivisa e
comune.
Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: tale attività
consiste in una raccolta di dati e di materiale informativo sull’intervento
in corso di attuazione. Indicare quali sono i mezzi che si intendono
utilizzare, nonché in quale misura si intende procedere alla divulgazione
del materiale informativo e quali saranno i destinatari di tali
informazioni.
o
o
o
o
raccolta fotografie, materiali prodotti dai destinatari
report interni
conferenze stampa/articoli su singole azioni
serate a tema/mostre nei singoli territorio
53
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
2.2 politiche a favore dei giovani
BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007)
(RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE)
Maggiore conoscenza dei bisogni caratterizzanti realtà mondo giovanile
Apertura centri giovanili anche a fasce di ragazzi di età più elevata coinvolgendo i giovani nella
progettazione di attività rivolte a loro
Sostegno per i ragazzi più fragili nei percorsi di inserimento nel mondo del lavoro
Sostenere i giovani nei percorsi di crescita e autonomia anche mediante il ricorso ad
esperienze laboratoriali di tipo motorio
Responsabilizzare maggiormente gli adulti rispetto al ruolo educativo svolto nei confronti delle
giovani generazioni
Rafforzare le occasioni di educazione alla solidarietà fra i giovani
OBIETTIVI PRIORITARI NEL
TRIENNIO(cfr: Piano di
Zona 2005-2007)
attivare ricerca/studio
finalizzata alla conoscenza
delle realtà e dei bisogni
espressi dai giovani
verificandone le dinamiche
relazionali, la formazione
di gruppi naturali
Ridefinire mission e
progetto Centri Giovanili
per ampliarne utilizzo a
ragazzi di età compresa fra
18-34 anni, come luoghi di
sostegno e sviluppo della
creatività giovanile, nel
rispetto degli interessi
personali e dei sistemi
culturali di riferimento
Attivare percorsi di
coinvolgimento dei giovani
nella progettazione e
nell’assunzione delle
decisioni
STATO DI ATTUAZIONE
DEGLI OBIETTIVI
RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ
2005-2007
Ricerca in atto in
collaborazione con il Centro
Medec della Provincia
Percorso in essere in alcuni
Centri
di
aggregazione
giovanile
occorre
differenziarne maggiormente
l’attività sulla base delle
specificità locali oltre che
delle risorse presenti e
coinvolgibili.
In 2 Comuni i centri giovanili
hanno iniziato aperture serali
rivolte ai giovani
In un Comune a partire da un
coordinamento delle realtà
del territorio si è attivata una
gestione partecipata dai
giovani di uno spazio
comunale.
Nei vari comuni gruppi di
giovani sono stati sostenuti
nell’ organizzazione di eventi.
54
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Definire percorsi organici
per inserimento giovani in
difficoltà nel mondo del
lavoro coinvolgendo enti
formazione professionale,
servizi sanitari interessati,
realtà del III settore
Proporre all’interno delle
scuole superiori laboratori
di tipo motorio
Organizzare un
coordinamento permanente
a livello di zona sulle
politiche attivate a favore
dei giovani per conferire
maggiore coerenza,
valorizzare tutte le risorse
presenti rafforzando il
rapporto di collaborazione
fra le stesse
Avviato progetto ET con la
collaborazione del Centro per
l’impiego, di centri di
formazione professionale, di
cooperative sociali oltre che
dei servizi sociali e sanitari
per la definizione di percorsi
finalizzati a far acquisire o a
sviluppare, in giovani dai 15 ai
25 anni in difficoltà
relazionali, scolastiche, di
inserimento sociale,
competenze spendibili nel
mondo del lavoro
Si è andata evidenziando la
necessità di sostenere i
giovani nei percorsi di
crescita complessiva anche
legati ai temi dello sviluppo
psico fisico. Si individua una
difficoltà di contatto in
particolare con alcuni Istituti
superiori che faticano ad
accettare le proposte su tali
tematiche.
Consolidamento del progetto in
essere per renderlo fruibile dal più
elevato numero possibile dei
ragazzi che presentano
caratteristiche compatibili con
quelle previste dal progetto stesso
Incrementare negli Istituti
superiori l’attenzione al tema
dello sviluppo e della crescita
psico fisica dei giovani anche con
il coinvolgimento del consultorio
giovani e dei progetti dallo stesso
attivati in collaborazione con il
CIST locale
In alcuni territori comunali
sono stati attivati tavoli di
discussione e coordinamento
sul tema delle politiche
giovanili attivate al fine di
rafforzarne l’integrazione.
Ormai su tutti i territori
comunali sono avviati percorsi
e progetti di coinvolgimento e
sensibilizzazione degli adulti
che più frequentemente
hanno contatti con la
Potenziare sul territorio
popolazione giovanile per
attività di relazione e
sottolinearne il ruolo
contatto di gruppi informali
educativo e la responsabilità
per rafforzare senso di
rendendoli attori partecipi e
appartenenza territoriale e
consapevoli. I progetti,
coinvolgimento di adulti
avviati in particolare con i
gestori delle esercizi pubblici
hanno evidenziato una
sostanziale disponibilità ed
una risposta positiva da parte
degli stessi.
Rafforzare coinvolgimento Fra le realtà accreditate quali
dei giovani nei progetti di
Enti di Servizio civile del
servizio civile definendo
territorio imolese si è andata
percorsi di
definendo una modalità
sensibilizzazione,
sinergica di lavoro per la
formazione, informazione
pubblicizzazione dei progetti
condivisi su tutto il
approvati e per la successiva
territorio
formazione dei volontari
55
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
territorio
formazione dei volontari
coinvolti nei progetti stessi.
L’Associazione intercomunale
Cinque castelli provvede per i
territori dei Comuni di
riferimento
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI FINALIZZATI
Titolo del progetto:
Tipologia:
“Promozione del benssere dei giovani e prevenzione disagio giovanile”
Sviluppo
56
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
denominazione: “BENESSERE GIOVANI”
di cui al programma finalizzato: “PROMOZIONE DEL BENSSERE DEI GIOVANI E
PREVENZIONE DISAGIO GIOVANILE”
Comune o forma
associativa ex-art.16
L.R.2/03 capofila di
progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Destinatari
Consorzio Servizi Sociali Imola
Caprara Maria Gabriella
Consorzio Servizi Sociali Imola
Tel. 0542 606711
E mail: [email protected]
Per quanto possa sembrare labile, fra i 14-15 anni ed i 25 si gioca nella
vita dei ragazzi un periodo caratterizzato da una crescente responsabilità
ed un aumento delle variabili che i minori devono imparare a gestire
sostanzialmente da soli.
Un primo fattore è a 14 anni l’uscita dal percorso scolastico
della vecchia scuola dell’obbligo, dove non c’è nulla da
scegliere, per accedere invece al sistema della scuola
secondaria di secondo grado, che impone al ragazzo una scelta
gravosa di ipoteche sul futuro.
Un secondo fattore, immediatamente a ridosso del primo,
esattamente un anno dopo, è l’uscita dall’obbligo scolastico,
con la prima reale possibilità di accedere al mondo del lavoro e
di abbandonare la scuola.
Un terzo fattore è la rapida acquisizione di libertà di movimento
pressochè totale sul territorio e per molti anche nel tempo della
giornata.
Un quarto fattore è per molti il contatto con la vita affettiva e
la sessualità
Infine per coloro che escono dalla protezione di un percorso
scolastico vi è lo scontro con la realtà aggressiva e certamente
non facilitante del mondo degli adulti
In sintesi si potrebbe dire che fra i 15 ed i 25 anni si esce da un percorso
che è già in buona parte prestabilito dal “sistema”, per passare invece
rapidamente a doversi “costruire” i percorsi di vita.
In questa operazione i ragazzi sono in buona parta da soli, gli adulti infatti
sono in difficoltà sia ad orientarsi nei processi di una società che sempre è
in continuo mutamento, sia nel trasmettere ai ragazzi valori di
riferimento e limiti del comportamento.
Per un adulto oggi non è certamente facile affiancare un ragazzo, sia nella
scelta del percorso di studi, sia nella ricerca del lavoro, nella scelta di
nuove amicizie, nell’ orientarsi nel territorio, nel far fronte al successo o
all’ insucesso.
Per quanto riguarda un ambito più valoriale o se preferiamo di ricerca di
una soddisfazione positiva nella vita non ci si trova di fronte ad adulti
meno in difficoltà.
E’ quindi rilevabile, specialmente in riferimento all’esperienza consolidata
dei Centri di Aggregazione Giovanile sul territorio una crescente difficoltà
di orientamento dei ragazzi verso la crescita e l’età adulta. Il mondo degli
adulti appare:
ora come una fortezza impenetrabile (mondo del lavoro e del
potere finanziario)
ora come una nebbia indistinta (gli adulti sono peggio di noi, non
57
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
hanno più desideri, etc).
tutto questo quando non si è di fronte a veri e propri modelli negativi,
sopratutto nel campo dell’abuso di risorse in generale e nell’alcool e nelle
sostanze psicoattive in generale.
Descrizione del target diretto
Il progetto si rivolge a tutti i giovani fra i 15 ed i 25 anni ed in particolare
a tutti quelli che hanno una difficoltà di orientamento rilevante, sia in
campo scolastico lavorativo, sia in campo affettivo e famigliare.
Per il coinvolgimento e l’aggancio si utilizzerà:
la rete dei centri giovanili, prevenzione sostanze psico-attive
il lavoro con i gruppi informali
la relazione con gli Istituti Superiori
l’invio da parte di operatori sociali
le segnalazioni della procura, che dopo i primi colloqui facciamo
emergere un significativo problema di orientamento
Descrizione del target indiretto
1. famiglie dei ragazzi e delle ragazze che partecipano alle attività e
le altre famiglie del territorio
2. altre realtà educative che operano con gli adolescenti ed i
preadolescenti, ma anche con gli adulti, o con bambini più piccoli
(Scuole, Parrocchie, Centri Sociali altre associazioni Associazioni
musicali, Bocciofile, associazioni sportive)
3. adulti del territorio che per diversi motivi si trovano in rapporto di
vicinanza con i frequentatori del servizio e delle altre attività
indipendentemente dal ruolo ricoperto ma che sono ritenuti
significativi dai ragazzi e dalle ragazze (insegnanti,baristi, anziani
frequentatori dei centri sociali sedi dei centri giovanili, allenatori,
)
4. Aziende e realtà produttive in genere del territorio che utilizzano
manodopera giovane.
Analisi del bisogno
Il progetto si propone di aiutare a rispondere ai bisogni più tipici dell’età
adolescenziale/giovanile, che sono direttamente connessi con la capacità
di orientarsi sia sul territorio che fra le scelte di vita:
Bisogno di identità e identificazione:
bisogno di autonomia
bisogno di inclusione
bisogno di autorealizzazione e progettualità
Misura del bisogno
Si fa riferimento sia ad indicatori di marginalità socioeconomica del
ragazzo e della sua famiglia, ma anche e soprattutto ad indicatori di
perdita di orientamento nel processo evolutivo, in particolare:
la non tenuta nel percorso scolastico (ripetuti cambi di scuola,
ripetuti provvedimenti disciplinari, ripetute ripetizioni di classe,
etc)
La non tenuta nel percorso lavorativo: non va a scuola, non lavora,
non accede al sistema della formazione professionale
Incapacità di seguire attività organizzate
coinvolgimento in azioni di disturbo e comportamenti antisociali
mancanza di una rete di riferimento
elevata conflittualità in più ambiti di vita
atteggiamento passivo
bassa autostima
Ambito territoriale di
realizzazione
Istituzioni/ attori
coinvolti
Prosecuzione progetto anno precedente
10 Comuni del Circondario imolese
58
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre
aree d’intervento)
Consorzio servizi sociali Imola – Servizi Azienda USL Imola –
Amministrazioni Comunali – Consorzio Coop. ve sociali Sol.Co. – Istituti
scolastici secondari – Enti di formazioneDescrizione degli obiettivi di cambiamento e dei risultati attesi
Sostegno alla progettualità di vita, al reinserimento o alla tenuta
nei percorsi scolastici e professionali
Sostegno all’elaborazione del proprio vissuto, delle proprie
capacità, delle proprie difficoltà
Favorire le azioni in rete tra gli enti che si occupano di giovani ed
adolescenti
Attivare azioni di ricerca partecipata che coinvolgano gli
adolescenti /giovani stessi
Integrazione con i progetti esistenti
Azioni previste
Si prevede l’ integrazione con i progetti già esistenti: Progetto Giovani,
Mondo Giovanile e rapporto con le sostanze, “Diritti ed opportunità per l’
infanzia e l’ adolescenza”(centri di aggregazione giovanile), oltre ai
progetti previsti per l’area responsabilità familiari.
Risorse umane
Psicologo: Si prevede di utilizzare professionisti psicologi per 36
ore la settimana. I professionisti lavoreranno, considerando il
target
avendo
come
principale
riferimento
lo
stile
dell’orientamento e quello dell’ empowerment.
Educatori centri giovanili e prevenzione sostanze psico attive: si
prevede il coinvolgimento ed il lavoro in rete con gli operatori già
impegnati nei progetti di prevenzione del disagio giovanile
Gruppi di auto-mutuo aiuto
Lo psicologo, in collaborazione con i centri giovanili, sosterrà in diverse
sedi opportunamente dislocate sul territorio, gruppi di auto-aiuto formati
da al massimo 12 ragazzi fra i 15 ed i 25 anni. L’accesso ai gruppi è libero.
I gruppi si incontreranno preferibilmente nella sede del centro giovanile o
in locali attigui, per evitare di essere etichettati negativamente.
I gruppi saranno pubblicizzati sia attraverso materiale informativo, sia
attraverso il contatto diretto nei centri giovanili, sia attraverso gli
sportelli ed i colloqui degli operatori sociali.
L’argomento sarà condiviso con i partecipanti e riguarderà la
progettualità di vita, la relazione con sé stessi, l’orientamento sul
territorio, il far fronte ai successi ed agli insuccessi.
Piano finanziario
Colloqui di orientamento alla progettualità
E’ prevista la possibilità di poter accedere a colloqui singoli di
orientamento effettuati dallo psicologo. Ai colloqui possono accedere i
ragazzi, i genitori, gli insegnanti ed in generale tutte le persone coinvolte
nella rete di fronteggiamento che sostiene il ragazzo
Educazione tra pari
L’azione consiste nella formazione di un gruppo di ragazzi e ragazze che
poi saranno co-attuatori della ricerca sui fattori di rischio.
Ricerca azione sui comportamenti a rischio
La ricerca, svolta in collaborazione con l’ AUSL di Imola (Consultorio
famigliare) si propone di analizzare la presenza/assenza delle life skills
59
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
come fattori protettivi del disagio adolescenziale e giovanile, seguendo il
progetto promosso dal OMS. La ricerca si svolgerà presso gli Istituti
Superiori, gli Enti di formazione, i gruppi informali del territorio.
Gruppo adolescenza (formato dall’AUSL Imola, Consorzio Servizi Sociali,
DSM)
L’ azione consiste nella partecipazione e nella qualificazione del Gruppo
adolescenza territoriale che da alcuni anni è attivo nel nostro territorio
con le seguenti funzioni:
Valutazione degli interventi in atto e delle buone prassi
Coordinamento delle nuove azioni
Lettura del contesto e della condizione giovanile del territorio
Costo totale
previsto
€
Comune o forma
associativa ex-art.16
L.R.2/03 capofila di
progetto o del
Programma Finalizzato
25.502,04
Quota
regionale
Quota Ente
€ 14.667,00
€ 10.835,04
Eventuale quota di
altri soggetti
N.° giovani coinvolti - N.° gruppi auto mutuo aiuto attivati –
N.° gruppi che si implementano e continuano nel tempo
N.° percorsi personalizzati attivati – durata di tali percorsi – esito degli
stessi
60
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
2.3 immigrazione, asilo e lotta alla tratta
BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007)
Disagio degli adolescenti (conflittualità in famiglia, …) e delle madri (solitudine, isolamento, …)
Disagio nella fatica degli assistenti famigliari che si occupano del lavoro di cura (problemi
sanitari e psicologici)
Aumento della disoccupazione
OBIETTIVI PRIORITARI
NEL TRIENNIO
STATO DI ATTUAZIONE
DEGLI OBIETTIVI
RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007
Ci sono stati tentativi da
parte di alcuni Comuni di
trovare pratiche di successo,
senza esito finora se non un
contatto
avviato
in
un
Incentivazione di progetti
Comune
che
parte
locali per favorire
Creare le pre-condizioni partendo
dall’ascolto
e
dal
l’accesso ai diritti di
dall’ascolto delle persone che si
coinvolgimento nei momenti
cittadinanza
intendono coinvolgere
pubblici comunitari. Il Nuovo
(Innovazione)
Circondario
Imolese
ha
ipotizzato
una
Consulta
circondariale per la quale
attende il mandato dai
Comuni
Sono state realizzate alcune
Progetto “Una nuova
delle azioni previste (bando
politica dell’abitare” del
per alloggi a canone
Nuovo Circondario
calmierato, bozza
Imolese
Regolamento per l’idoneità
(Sviluppo/Innovazione)
abitativa)
Progettazione coordinata
Gli operatori del territorio
di interventi formativi
hanno partecipato al
per operatori de servizi,
sanitari, sociali e
programma formativo della
Provincia “Famiglie migranti e
scolastici ( attraverso il
stili genitoriali”
CIST)
(Sviluppo/Innovazione)
61
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI FINALIZZATI
Titolo del progetto:
Tipologia:
“Casa, lavoro, rappresentanza”
Qualificazione
“Oltre la strada”
Qualificazione
62
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
denominazione: Osservatorio provinciale delle Immigrazioni
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
PROVINCIA DI BOLOGNA
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Rita Paradisi
[email protected]
tel. 051 6598626 fax 051 6598620
Destinatari
I soggetti proponenti (Provincia, Comune e UTG di Bologna), i 60
Comuni del territorio provinciale, gli Enti pubblici e gli
organismi del privato sociale ed infine gli studenti, i ricercatori
e, in generale, i cittadini italiani e stranieri che accedono al
servizio di consulenza e consultazione e possono fruire delle
informazioni diffuse dall’Osservatorio.
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
sì
Ambito territoriale di
realizzazione
territorio provinciale di Bologna
Istituzioni/ attori coinvolti
Provincia, Comune, UTG e Università degli Studi di Bologna
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Fornire agli Enti locali ed a tutti gli interessati uno strumento di
orientamento e sostegno alla programmazione ed al
monitoraggio e valutazione degli interventi in tema di
immigrazione.
Disporre di informazioni quantitative e qualitative aggiornate
sulla presenza e le modalità di insediamento ed integrazione
della popolazione immigrata nel territorio provinciale.
Mantenere un punto di consultazione e di documentazione in
grado di fornire e diffondere informazioni sul fenomeno
migratorio a livello locale, senza trascurare la dimensione
regionale e nazionale.
63
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Le azioni e le attività dell’Osservatorio sono strutturate in
“interventi ordinari” ed in “azioni di approfondimento mirate”.
Azioni previste
a) Per quanto riguarda gli interventi ordinari si propongono le
seguenti azioni:
• Raccogliere, elaborare, analizzare e confrontare il
materiale statistico e documentale proveniente da diverse
fonti, con particolare attenzione agli enti che producono
informazioni sulla popolazione straniera immigrata nel
territorio della provincia di Bologna.
• Produrre materiali, sia cartacei (Dossier) che elettronici
(NewsLetter), per la diffusione delle informazioni, con dati
provinciali su diverse aree di interesse, tra le quali:
demografia, sanità, educazione, scuola e servizi sociali,
giustizia, casa, lavoro e formazione professionale, ecc.
• Fornire un servizio di consulenza e consultazione del
materiale documentale archiviato rivolto agli operatori dei
servizi territoriali e del privato sociale nonché ad altri
soggetti interessati (singoli cittadini, ricercatori e studenti,
giornalisti, ecc.), attraverso l’apertura di uno sportello al
pubblico. A tal fine, l’Osservatorio garantisce 6 ore alla
settimana di apertura al pubblico.
b) In merito alle azioni di approfondimento, si propone la
realizzazione di una ricerca su tematiche specifiche miranti a
rilevare il livello e la qualità dell’accesso ai servizi, le
condizioni di vita e la presenza degli immigrati sul territorio.
Per quest’anno, in particolare, si ipotizza la realizzazione di un
ricerca sul tema dei minori stranieri non accompagnati.
Costo totale
previsto
Quota
regionale
Piano finanziario
€
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
80.000,00
Numero newsletter prodotte
Numero dossier realizzati
64
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
denominazione: Percorso verso la rappresentanza su base provinciale ed
a carattere elettivo dei cittadini stranieri
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
PROVINCIA DI BOLOGNA
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Rita Paradisi
[email protected]
tel. 051 6598626 fax 051 6598620
Destinatari
Il progetto è rivolto prioritariamente ai cittadini stranieri
residenti nei comuni del territorio provinciale, ma coinvolge
tutta la comunità nelle sue diverse forme ed espressioni,
istituzionali e non, con particolare riferimento agli organi
istituzionali dell’Amministrazione provinciale.
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
sì
Ambito territoriale di
realizzazione
territorio provinciale di Bologna
Istituzioni/ attori coinvolti
La Provincia di Bologna, i comuni del territorio provinciale, le
associazioni dei cittadini stranieri, i sindacati, la Caritas, il
Forum del terzo settore, il Servizio Politiche per l’immigrazione
della Regione Emilia Romagna, l’Istituzione Gian Franco
Minguzzi.
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Obiettivo prioritario della presente ipotesi di lavoro è quello di
eleggere il “Consiglio provinciale degli stranieri e degli apolidi
residenti in provincia di Bologna”
Azioni previste
Piano finanziario
Si prevede l’istituzione di una Commissione Elettorale con il
compito di coordinare le attività per eleggere il Consiglio,
attraverso la fattiva collaborazione degli Uffici Anagrafe e degli
Uffici Elettorali dei comuni del territorio provinciale.
Si prevede altresì l’attuazione di un piano di informazionecomunicazione al fine di coinvolgere il maggior numero di
elettori e rendere partecipe la cittadinanza del senso e del
significato del progetto, attraverso la collaborazione dei
componenti il Tavolo Tecnico ed il Tavolo Politico istituiti
nell’ambito del Progetto, nonché il coinvolgimento dei massmedia.
Eventuale
Costo totale
Quota
Quota Ente
quota di altri
previsto
regionale
soggetti
€ 35.000,00
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Numero di elettori
65
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
denominazione: Sostegno ad iniziative di comunicazione interculturale
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
di progetto o del
PROVINCIA DI BOLOGNA
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Rita Paradisi
[email protected]
tel. 051 6598626 fax 051 6598620
Destinatari
I cittadini stranieri presenti sul territorio provinciale, la
popolazione in genere, i soggetti pubblici e del privato sociale
attivi sul territorio provinciale e interessati alle tematiche
dell’intercultura
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
No
Ambito territoriale di
realizzazione
territorio provinciale di Bologna
Istituzioni/ attori coinvolti
Assessorato Sanità e Politiche Sociali e Assessorato alla Cultura
della Provincia di Bologna
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
Piano finanziario
Il progetto si propone di sostenere interventi mirati a sviluppare
la conoscenza ed il rispetto reciproco fra le comunità, a far
apprezzare la ricchezza insita nelle diversità per la costruzione
delle identità, a mitigare il negativo effetto dei mass-media
nella diffusione di pregiudizi e stereotipi, ad indirizzare l’agire
istituzionale e sociale relativamente ad un contesto sempre più
diversificato culturalmente.
Si ipotizza, in continuità con le azioni del piano 2005,
l’emanazione di un bando rivolto alle associazioni di promozione
sociale, con particolare riferimento alle associazioni dei
cittadini stranieri, per il sostegno a progetto di comunicazione
interculturale.
Eventuale
Costo totale
Quota
Quota Ente
quota di altri
previsto
regionale
soggetti
€ 30.000,00
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
66
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
denominazione: Proposta di formazione sulle tematiche
dell’immigrazione
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
di progetto o del
PROVINCIA DI BOLOGNA
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Destinatari
Rita Paradisi
[email protected]
tel. 051 6598626 fax 051 6598620
Fabrizia Paltrinieri
[email protected]
tel. 051 6598107 fax 051 6598620
L’iniziativa è rivolta agli operatori dei servizi sociali, socioeducativi e socio-sanitari dei comuni e delle Aziende USL, agli
operatori sociali del Ministero della Giustizia, ad insegnanti ed
educatori, a mediatori culturali e coordinatori pedagogici.
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Sì
Ambito territoriale di
realizzazione
territorio provinciale di Bologna
Istituzioni/ attori coinvolti
Provincia di Bologna (Ufficio Immigrazione e Ufficio Piani di
Zona), un soggetto gestore (Istituzione Gian Franco Minguzzi),
le zone del territorio provinciale
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
Il progetto si propone di fornire agli operatori dei servizi
territoriali elementi di maggiore conoscenza delle dinamiche
politiche, sociali e relazionali connesse al fenomeno migratorio
così come si va strutturando sul territorio provinciale,
considerando sia la normativa di riferimento che gli elementi di
maggiore criticità ad esso connessi, con l’obiettivo di
contribuire a migliorare la capacità di risposta dei servizi
territoriali ai nuovi bisogni che tale fenomeno pone,
privilegiando l’approccio di sviluppo di comunità e di rete.
Le tematiche da affrontare riguardano l’influenza delle
politiche urbanistiche sui percorsi e le dinamiche
dell’integrazione, connesse al tema della cittadinanza sociale e
con un focus specifico sulla costruzione dell’identità nelle
seconde generazioni, in riferimento alla famiglia, alla scuola ed
al territorio.
Si ipotizza l’organizzazione di un convegno di apertura del
percorso e l’attivazione di due o tre seminari di
approfondimento da realizzarsi a livello zonale, nonché
l’eventuale attuazione di un progetto sperimentale in una delle
zone del territorio.
67
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Costo totale
previsto
Quota
regionale
Piano finanziario
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
€ 20.000,00
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Numero partecipanti alle iniziative
68
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
denominazione: PROGETTO MADREPERLA
“Sostegno e qualificazione del mercato di cura domiciliare”
Comune o forma associativa Comune di Bologna
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Monica Noschese
051.203006
[email protected]
Donne immigrate che svolgono lavoro di cura e sostegno
familiare con contratto di lavoro diretto e privatistico con la
famiglia
- Donne immigrate in cerca di occupazione ed intenzionate ad
acquisire competenze nell’ambito dell’assistenza familiare;
- Famiglie;
- Operatori dei servizi socio-assitenziali
Completamento
-
Destinatari
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Ambito territoriale di
realizzazione
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Città di Bologna e provincia di Bologna
Comune di Bologna (Settore Servizi Sociali, Settore Affari
Istituzionali e Quartieri, Quartieri, Settore Economia), Provincia
di Bologna (Settore Servizi alla Persona e alla Comunità),
Consorzio Servizi Sociali Imola, Istituzione Servizi Sociali Castel
San Pietro T., Comune di Medicina, Comuni afferenti alla zona
Pianura Ovest, Comune di Modena, Provincia di Modena,
Comune di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia,
Cooperative che gestiscono i servizi di assistenza domiciliare per
i Servizi Assistenza Anziani dei Quartieri, Modena Formazione
- Garantire alle lavoratrici l'opportunità di acquisire abilità
tecniche di assistenza diretta alla persona, ma anche
capacità comunicative e di relazione con il contesto sociale,
dando loro maggiore fiducia e sicurezza professionale
(attraverso il confronto con docenti e allieve), aiutandole
ad uscire dall'isolamento in cui spesso si trovano;
- Sostenere le famiglie consentendo alle assistenti familiari di
intervenire
efficacemente
nell'aiuto
alle
persone
parzialmente o totalmente non autosufficienti;
- Migliorare le opportunità lavorative delle donne straniere,
in un’ottica di approccio globale a tutti i problemi che sono
determinati dal vivere e lavorare in un contesto a loro non
familiare
69
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Realizzazione di corsi di formazione a sostegno della
qualificazione dell'assistenza familiare privata a domicilio
attraverso l'acquisizione di competenze di base;
- Realizzazione, in raccordo con i Centri Territoriali
Permanenti, di corsi di avvicinamento alla lingua italiana
orientata al lavoro di cura;
- Realizzazione, in raccordo con i Centri Territoriali
Permanenti, di corsi di alfabetizzazione informatica;
- Erogazione di un percorso di accompagnamento delle
immigrate, attraverso un insieme strutturato di attività
diverse, finalizzate all'accertamento delle competenze
riconducibili al lavoro di cura a domicilio e a favorire la
qualificazione professionale delle lavoratrici (redazione del
port-folio delle competenze documentabili e certificabili e
spendibile anche al fine di un possibile miglioramento delle
prospettive di lavoro) e garantire standard di qualità alle
famiglie che necessitano di questo sostegno assistenziale;
- Sperimentazione,
attraverso
la
figura
del
tutor
dell'assistenza familiare e fortemente collegata al sistema
pubblico dei servizi di formazione in situazione ovvero
presso il domicilio della persona anziana;
- Sperimentazione della piattaforma software per gestire il
servizio di incrocio domanda/offerta del lavoro di cura a
domicilio.
Eventuale
Costo totale
Quota
Quota Ente
quota di altri
previsto
regionale
soggetti
Il budget a
disposizione del
Comune e della
Provincia di
Bologna, per il
progetto
biennale è di
87.050,00 €
- Numero di immigrate che hanno avuto accesso ai percorsi
formativi per assistenti familiari;
- Numero di immigrate che hanno partecipato ai corsi di
lingua italiana e di alfabetizzazione informatica;
- Numero di immigrate che accedono al percorso
personalizzato di accompagnamento al e nel lavoro;
- Numero di ore di formazione in situazione erogate presso le
famiglie ospitanti
-
Azioni previste
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
70
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
MOD 01
PIANO IN AMBITO DISTRETTUALE
PER AZIONI DI INTEGRAZIONE SOCIALE A FAVORE DEI CITTADINI
STRANIERI IMMIGRATI
ai sensi della deliberazione della Assemblea Legislativa
n.33/2005 e della Giunta Regionale n. 2192/2005
Paragrafo 3.5.2. Iniziativa A
DISTRETTO DI IMOLA
SOGETTO
CAPOFILA
DEL
Servizio Sociali Imola
PROGRAMMA
DISTRETTUALE:
Consorzio
NOMINATIVO TECNICO DI RIFERIMENTO DISTRETTUALE: M. Grazia
Ciarlatani
QUALIFICA: Specialista programmazione attività sociali
TELEFONO:
0542
606767
FAX:
0542
606762
E-MAIL:
[email protected]
71
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Modulo per la presentazione del progetto
Progetto N. 1
A) Dati generali del progetto
Titolo del progetto
“Casa, lavoro, rappresentanza”
COORDINATORE TECNICO:
NOMINATIVO M. Grazia Ciarlatani
ENTE DI APPARTENENZA: Consorzio Servizi Sociali Imola
QUALIFICA: Specialista programmazione attività sociali
TELEFONO:
0542
606767
FAX:
0542
[email protected]
IL PROGETTO E':
[]
Nuovo
[X]
Continuazione
____________
di
attività
in
corso
a
606762
partire
E-MAIL
dall'anno
:
In tal caso:
[X]
Ha ottenuto finanziamenti a carico del Fondo Nazionale
Politiche Migratorie______________
[] Ha ottenuto finanziamenti a carico di altre leggi nazionali e/o
regionali
(specificare
_________________________________________________________ )
[]
Non ha ottenuto finanziamenti precedenti
Durata del Progetto : 1 anno
B) Soggetti Partecipanti
Proponente/Capofila: Consorzio Servizi Sociali Imola
Soggetti pubblici coinvolti: Nuovo Circondario Imolese, Comuni della zona
sociale, AUSL di Imola, Istituzione Servizi Sociali Castel S. Pietro T.
Soggetti privati coinvolti: Associazione Trama di terre, Consorzio di
cooperative
sociali
Sol.co.,
Cooperativa
sociale
“Il
Mappamondo”,
Cooperativa sociale Agave, Associazione Arc-en-ciel, OO.SS., CIOFS, IAL,
Centro per l’impiego
Soggetti attuatori:
Nome: Andrea Garofani
Ragione sociale: Consorzio Servizi Sociali Imola
72
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Sede Legale: V.le A. D’Agostino 2/a Imola
Nome: Tiziana Dal Prà
Ragione sociale: Associazione Trama di terre
Sede Legale: Via Aldrovandi 31 Imola
Nome: Massimo Ricci Bitti
Ragione sociale: Associazione Centro di Informazione Sociale
Sede Legale:
Nome: Luca Dal Pozzo
Ragione sociale: A.T.I. Consorzio Sol.co. – Il Mappamondo
Sede Legale:
Altri soggetti partecipanti:
C) Descrizione del Progetto
Contesto Locale
Casa: permangono le difficoltà a reperire soluzioni adeguate, nonostante
l’avvio del progetto circondariale “Una nuova politica dell’abitare”; le
risorse per le soluzioni per l’emergenza sono state dirottate sempre più
verso le famiglie anziché i singoli, visto il nuovo quadro delle presenze,
il Regolamento per l’ERP del Comune di Imola è stato modificato
riconoscendo un punteggio al disagio sociale che deriva dai problemi
abitativi, ma l’affitto da privati continua ad essere poco accessibile,
come descritto nella programmazione precedente, nonostante gli interventi
delle Associazioni Trama di terre e Arc-en-ciel che hanno continuato a
cercare di reperire soluzione abitative in affitto adeguate alle persone
che vi si sono rivolte; all’Istituzione Servizi Sociali di Castel S. Pietro
T. il Consiglio Comunale ha formalmente (Dell. n. 106/2005 e n.
169/2005)espresso un indirizzo per la realizzazione dello “Sportello unico
per la casa” e del “Progetto affitto garantito”.
Lavoro: nelle aziende del territorio le persone migranti rappresentano solo
una piccola percentuale dei lavoratori o sono impiegate attraverso le
Agenzie interinali,
con meno capacità contrattuali, in lavori disagiati
(edilizia, ecc.) e in attività già di per sé precarie (agricoltura, ecc.),
in lavoro irregolare (se pur non nella maggioranza dei casi); anche
nell’ottica della prevenzione della disoccupazione si è continuato il
contrasto all’abbandono scolastico e l’analisi delle presenze di migranti
negli istituti scolastici superiori (ricerca specifica dell’Associazione
Trama di terre all’interno del Progetto MOBILI), confermando come la
scuola, sottoposta a pressioni e richieste di ogni tipo, faccia fatica a
farsi carico del tema dell’integrazione sociale dei ragazzi più in
difficoltà nonostante gli interventi di alfabetizzazione e mediazione
specifici (gli adolescenti, in particolare, continuano ad essere la fascia
generazionale più a rischio);
l’alfabetizzazione per adulti condotta all’interno dei percorsi EDA
continua a presentarsi come poco adeguata alle caratteristiche delle
persone migranti (oltre che ad avere un vuoto estivo), mentre si sono
confermate adeguate le azioni condotte con l’ausilio della mediazione
culturale e adattate ai bisogni degli iscritti;
la continuità delle azioni di formazione professionale ha portato a
delinearne le buone pratiche (sinergia con gli altri attori territoriali in
particolare con le Amministrazioni comunali, tutoraggio esperto, presenza
del mediatore interculturale, indennità) e sottolinearne il valore aggiunto
dei percorsi personali di autonomizzazione, soprattutto per le donne;
73
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
filoni dedicati di finanziamento hanno permesso la nascita di Sportelli e
Servizi destinati a supportare i percorsi di inserimento lavorativo con i
quali stiamo tentando progetti individualizzati.
Rappresentanza: i percorsi tentati hanno dato solo parzialmente i
risultati sperati; la popolazione migrante è ancora molto concentrata sulla
soluzione dei suoi bisogni primari, ed è necessario sempre più ascoltare
il loro punto di vista
Obiettivi del progetto
Casa: continuità nella azioni sia di risposta alle emergenze abitative
accompagnate da percorsi di inserimento sociale, sia delle azioni previste
dal
progetto
circondariale
“Una
nuova
politica
dell’abitare”;
in
particolare la costituzione dell’Agenzia metropolitana per l’affitto
approvazione del Regolamento per l’idoneità abitativa.
Lavoro: tenere relazioni strategiche con le categorie datoriali;
continuità nella formazione del personale scolastico, sociale e sanitario,
anche in modo integrato, e con il confronto con i mediatori interculturali
che lavorano sul territorio, sui temi della migrazione;
rafforzamento del lavoro integrato di rete rispetto agli adolescenti
migranti;
definizione di percorsi di alfabetizzazione, sia per minori che per adulti,
rispondenti ai bisogni delle persone;
riflessione strategica e metodologica sulla formazione professionale
destinata ai migranti;
rafforzamento della rete degli sportelli e delle azioni locali formalizzato
in un Protocollo operativo.
Rappresentanza: collegamento all’iniziativa provinciale, dando continuità
alle sperimentazioni locali.
Possibilità di consolidamento futuro dell'intervento proposto:
Al momento non prevedibili
D) Descrizione del piano di attività generale del Progetto
Il piano generale del progetto si regge sul contributo che la mediazione
interculturale può dare, sia alle persone migranti per supportare i loro
percorsi di autonomia e cittadinanza, sia agli altri attori coinvolti per
rendere fattivo il loro contributo. Rispetto a questa attività citiamo il
consolidamento
dell’attività
del
Consorzio
Servizi
Sociali
Imola,
dell’Associazione Trama di terre. A questo proposito L’Ausl di Imola
conferma anche nel 2006 la corposa iniziativa che ha ampliato la
collaborazione con i mediatori interculturali dall’intervento territoriale
(Consultorio famigliare) a quello Ospedaliero e nel Dipartimento di Salute
Mentale: anche quest’anno l’intervento sarà accompagnato da un corso di
formazione agli operatori sanitari. In coerenza a ciò continueranno le
altre iniziative del Consultorio famigliare, fra le quali i progetti “Donne
che aiutano donne” (rivolto a neomamme, di fatto in molti casi straniere),
“Quali identità” attivato all’interno delle scuole imolesi sul tema
dell’accoglienza alla diversità, l’attività di prevenzione all’IVG con
presenze nelle situazioni di aggregazione di donne (ad es. corsi di
alfabetizzazione, ecc.).
74
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Tutto l’ambito scolastico e formativo godrà oltre al sostegno di mediatori
e alfabetizzatori di iniziative di miglioramento specifico quali: il
laboratorio estivo di alfabetizzazione della Cooperativa Agave rivolto
prioritariamente a bambini appena arrivati, un corso specifico per uomini
curato da CGIL, un tentativo di miglioramento dei corsi EDA già previsti in
un’ottica di avvicinamento ai bisogni degli iscritti, la revisione del
protocollo con le scuole per l’inserimento dei minori migranti.
I percorsi di supporto all’inserimento lavorativo attivati dagli sportelli
esistenti di Solco Imola, Trama di terre, Comune di Imola, IAL Imola
saranno maggiormente coordinati all’interno di un protocollo coordinato dal
Nuovo Circondario Imolese.
Destinatari del Progetto:
Tipologie dei destinatari
L’intera collettività
n. dei soggetti destinatari
Diretti 2.500
Indiretti: tutta la collettività
Luoghi/contesti per
contatto con i destinatari
Luoghi di aggregazione (call center,
sindacati, negozi etnici, ecc.)
Coinvolgimento dei destinatari
La rete degli sportelli di contatto territoriale è diffusa, conosciuta e
coordinata in modo da garantirne l’accessibilità. Le amministrazioni
comunali sono orientate, all’interno della costruzione del percorso di
rappresentanza, a tenere conto del punto di vista delle persone migranti.
La mediazione interculturale supporta le persone anche a passare dalla
lamentela alla critica in una logica propositiva.
Effetti attesi : definizione qualitativa
La filosofia generale del progetto punta a realizzare percorsi di autonomia
e partecipazione attiva per le persone migranti.
Effetti attesi : stima quantitativa
In coerenza con quanto già realizzato in passato si punta a un pieno
utilizzo delle risorse, cioè dei 6 posti convenzionati presso l’Accoglienza
di Trama di terre sempre utilizzati al pieno in rotazione e dei 26 posti
negli Appartamenti di prima accoglienza con contratti di 18 mesi. Gli
Sportelli del Consorzio prevediamo continuino ad avere i circa 200 accessi
al mese sui quali ci stiamo attestando.
E) Descrizione del piano specifico delle attività del Progetto
1) Accoglienza abitativa per donne e donne con bambini migranti gestita
dall’Associazione Trama di terre che realizza un accompagnamento più
complessivo nei percorsi di autonomizzazione, grazie anche alla
contiguità con il loro Centro interculturale
75
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
2) Accoglienza abitativa per persone sole non comunitarie in Appartamenti
di prima accoglienza del Consorzio Servizi Sociali Imola gestiti dal
Consorzio Solco
3) Informazione,
orientamento
e
consulenza
legale
attraverso
gli
Sportelli immigrati gestiti per il Consorzio Servizi Sociali Imola dal
Consorzio Solco e dall’Associazione Centro di Informazione sociale per
garantire la fruizione dei diritti e supportare nella ricerca del
lavoro (in rete con gli altri sportelli territoriali con il
coordinamento del Nuovo Circondario Imolese)
4) Mediazione
interculturale
nel
territorio
in
collegamento
con
l’operatore referente per la presa in carico delle famiglie
Personale necessario per lo svolgimento della suindicata attività :
N°
3
2
11
1
Qualifica
Coordinatore
Operatori
sportelli
informativi
Mediatori
interculturali
Assistente
sociale
Livello Formazione Specifico
Esperienza specifica
Esperienza specifica
Orario/
settimana
9 h
148 h
Corsi o esperienza specifica
595 h
Diploma universitario
36 h
F) Attività precedenti
Per quello che riguarda il problema casa si sono affiancate alle risposte
di prima accoglienza e di emergenza iniziative di carattere strutturale
(progetto “Una nuova politica dell’abitare) del Nuovo Circondario Imolese
che affronta ad ampio raggio il tema dell’abitazione per i migranti a basso
reddito. Per quello che riguarda il lavoro si è consolidata la rete fra i
partner già attivi (associazioni, volontariato, CIP, sindacati) che
quest’anno porterà a un coordinamento formalizzato. Per quanto concerne la
rappresentanza
ci
sono
stati
primi
incontri
preparatori
con
le
Amministrazioni comunali.
G) Informazione e diffusione dei risultati:
L’informazione agli interessati è garantita sia dalla bassa soglia di
accesso ai servizi sia dai nuovi strumenti cartacei messi in programma
nell’anno (carta dei servizi in lingua araba e albanese, materiale
specifico distribuito nei luoghi di maggiormente frequentati). Per quello
che riguarda la popolazione in generale, rimangono valide le conferenze
stampe e i comunicati stampa periodici del Consorzio Servizi Sociali.
H) Monitoraggio e Valutazione:
Il monitoraggio e la valutazione saranno effettuati dai gruppi di lavoro
tecnici composti dai partner coinvolti già previsti.
L) Preventivo Economico
76
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Voci di spesa
(N.B.: Non sono ammissibili a contributo le spese relative a costruzione,
acquisto e ristrutturazione di immobili.
Non sono ammissibili a contributo le spese sanitarie.
Ogni progetto facente parte del "piano" distrettuale deve prevedere un
cofinanziamento pari almeno al 30% del totale del costo previsto per la
realizzazione del progetto.
Le spese generali di progettazione, di formazione e di documentazione si
considereranno ammissibili fino ad un massimo del 10% del costo totale).
A) Spese generali di progettazione, avvio e promozione
Totale ore _________________
Costo orario
_________________
Totale costo
________________
0,00
B) Spese di documentazione
Totale ______________________
C)
0,00
Personale espressamente adibito al progetto
Totale ore
_______
Costo orario
_________________
Totale costo
_____________
D) Attrezzature, arredi e materiali (elencare):
Totale costo attrezzature _________
0,00
E) Spese di gestione
Locali
Totale ____45.117,00
Materiali di consumo
Totale __________ 2.000,00
Spese di manutenzione
Totale __________18.000,00
Utenze
Totale ____26.800,00
Spese amministrative
Totale ___________1.000,00
Totale gestione
92.917,00
F) Spese di trasporto e di residenzialità
0,00
G) Spese di formazione degli operatori
0,00
77
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
H) Forme di sostegno economico diretto a soggetti immigrati
142.000,00
I) Altre spese (costo appalti e convenzioni)
Totale ___________________
COSTO COMPLESSIVO DEL PROGETTO
COSTO A CARICO DEI SOGGETTI
COMPLESSIVO:
(RIPARTITO TRA I VARI ENTI)
382.135,04
41.627,86
188.845,90
423.762,90
PROPONENTI
PARI
AL
90,18%
DEL
COSTO
Consorzio
Regione
FINANZIAMENTO REGIONALE RICHIESTO
41.627,86
78
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
MOD 01
PROGRAMMA FINALIZZATO DI ZONA “INTEGRAZIONE SOCIALE DEI CITTADINI
STRANIERI”
ai sensi della deliberazione dell’Assemblea Legislativa n. 33
del 29/11/2005
Paragrafo 3.5.2. Iniziativa B
”INTERVENTI A SOSTEGNO DEI PROGRAMMI DI ASSISTENZA ED
INTEGRAZIONE SOCIALE A FAVORE DELLE VITTIME DI SFRUTTAMENTO
SESSUALE – ART. 18, DLGS 286/98”
Modulo per la presentazione del progetto
SOGGETTO CAPOFILA
IMOLA
A) Dati generali del progetto
Titolo del progetto
OLTRE LA STRADA
Durata del Progetto :
12 MESI
COORDINATORE
TECNICO:
indicare
il
referente
per
l'esecuzione
dell'intervento proposto, a cui ci si potrà rivolgere per eventuali
chiarimenti e per la fase di monitoraggio.
NOMINATIVO
ENTE/SOGGETTO DI APPARTENENZA
QUALIFICA
TELEFONO, FAX, E-MAIL
BRUSA ROBERTO
CONSORZIO SERVIZI SOCIALI IMOLA
EDUCATORE
0542.606734 – fax: 0542.606762
[email protected]
IL PROGETTO E':
[]
Nuovo
[X]
Continuazione di attività in corso
In tal caso:
Anno di avvio: _2001_______
[X]
Ha ottenuto finanziamenti a carico del Fondo Nazionale Lotta
alla Tratta______________
[] Ha ottenuto finanziamenti a carico di altre leggi nazionali e/o
regionali
(specificare
_________________________________________________________ )
[]
Non ha ottenuto finanziamenti precedenti
Attività già svolte dall’Ente attuatore
prostituzione e della lotta alla tratta
nel
settore
specifico
della
Partecipazione al Progetto Regionale “Oltre la Strada” dall’anno 2001
79
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
B) Soggetti Partecipanti/reti territoriali
Soggetti pubblici
coinvolti (indicare
le amministrazioni
pubbliche
partecipanti al
progetto)
Soggetti privati
coinvolti
(volontariato,
associazionismo,
cooperazione
sociale, altro)
SOGGETTI GESTORI
RETE DI SOSTEGNO
Consorzio Servizi Sociali
Imola
Comuni del Circondario,
Asl, Polizia di Stato,
Carabinieri, Enti
partecipanti alla Rete
Regionale
Associazione “Trama di
Associazione Papa Giovanni terre”, Associazione “La
XXIII
Tenda di Abrham”, Caritas
Diocesana
Soggetti gestori
Nome: CONSORZIO SERVIZI SOCIALI IMOLA
Ragione sociale: ENTE LOCALE
Sede Legale: VIALE D’AGOSTINO 2/A – IMOLA
Nome: ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII
Ragione sociale: ASSOCIAZIONE
Sede Legale: VIA MAMELI 1 - RIMINI
Motivazione della scelta del soggetto o dei soggetti gestori:
Presenza sul territorio e pluriennale esperienza nel campo
Indicare in quale modo i vari soggetti coinvolti nel progetto (rete locale)
collaborano tra di loro, specificando le competenze operative di ciascuno e
le modalità di coordinamento della rete
Il coordinamento avviene all’interno del tavolo tematico “Immigrazione,
Asilo, Lotta alla tratta” che comprende tutta la rete locale per
l’espletamento dei Piani di zona.
C) Descrizione del Progetto
Contesto Locale
(evidenziare particolari situazioni locali su cui si intende intervenire)
Il fenomeno prostituzione nel nostro contesto non ha mai raggiunto le
dimensioni e la visibilità delle altre città della Regione.
Più propriamente, risulta maggiormente sommerso in quanto non è tanto la
strada il luogo di sfruttamento, quanto l’appartamento privato e
ultimamente night bar, centri fitness, club privée,
evidenziando quindi
problematiche sicuramente meno drammatiche ma non di meno difficile
soluzione.
Rispetto all’anno precedente dove vi fu un singolare aumento di domande o
di invii da parte delle forze dell’ordine di donne che svolgevano la loro
attività in territori limitrofi al nostro (Castelbolognese, Faenza,
Bologna) e che venivano a Imola o per sporgere denuncia o direttamente ai
Servizi Sociali, quest’anno c’è stato un solo invio da parte delle forze
dell’ordine.
Obiettivi del progetto (elenco sintetico)
80
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Dare sostegno e accoglienza a donne straniere che
vogliono uscire dalla
prostituzione accompagnandole in un percorso individualizzato e condiviso
che abbia come finalità l’autonomia sociale ed economica.
Attivare nel territorio un valido lavoro di rete con i Servizi Sanitari, le
Agenzie del privato sociale, il volontariato, l’associazionismo, gli Enti
locali, la Forza Pubblica per garantire una maggior capillarità dei
programmi di sostegno, nonché maggiori garanzie di successo.
Possibilità di consolidamento futuro dell'intervento proposto:
(indicare quali sono le prospettive concrete di mantenere attivo
l'intervento con risorse proprie)
Al momento non prevedibili
Descrizione delle attività (elencare le singole azioni)
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Incontri periodici per tenere monitorato il percorso e prevenire
eventuali problematiche .
Accompagnamento presso la questura per la regolarizzazione.
Supporto economico per spese mediche, legali e di viaggio.
Accompagnamento all’ambasciata per l’espletamento di documenti
necessari al permesso di soggiorno.
Quotidiano monitoraggio della situazione abitativa con frequenti
colloqui con la ragazza e con l’eventuale persona ospitante e/o
convivente.
Inserimento scolastico dei minori
Contributi economici per coloro che non lavorano
Accompagnamento alla Squadra Mobile di Bologna per pratiche inerenti
le denunce fatte
Screening sanitario al momento della presa in carico e monitoraggio
periodico delle condizioni di salute
Accompagnamento e monitoraggio ai corsi di lingua italiana
Formazione Professionale
Inserimento lavorativo
Destinatari tipologia e numero
diretti
indiretti
Nove donne ed un minore figlio di una
di queste. Tutte le ragazze accolte
sono ex prostitute che si sono
Popolazione del Circondario imolese
liberate dal giogo dello sfruttamento
ed in alcuni casi della tratta dopo
aver denunciato gli sfruttatori
Luoghi/contesti per contatto destinatari diretti
Sono stati affissi volantini e adesivi pubblicizzanti il numero verde
predisposto dal ministero per la lotta alla tratta nei luoghi di maggior
passaggio di cittadini stranieri (stazione f.s., stazione corriere, Pronto
Soccorso, Ufficio Stranieri).
Allo stesso modo sono stati utilizzati opuscoli informativi pubblicati
dalla Regione Emilia Romagna
81
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Effetti attesi del progetto:
definizione qualitativa
stima quantitativa
La messa in rete del progetto con
associazioni,
pubblici
uffici,
questura e distretti sanitari ha
fatto in modo che gli obiettivi
iniziali, dare cioè sostegno e
accoglienza a donne straniere che
vogliono
uscire
dalla
prostituzione accompagnandole in
un
percorso
individualizzato
e
condiviso che abbia come finalità
l’autonomia sociale ed economica,
siano stati in parte raggiunti,
se
non
altro
rispetto
alle
precipue volontà delle ragazze.
Il
vero
nodo
problematico
è
rappresentato dalla lunghezza dei
tempi richiesti dalle Questure nel
regolarizzare le ragazze causando
uno
stand-by
nel
percorso
progettuale il più delle volte
foriero di crisi depressive e
motivazionali
da
parte
delle
stesse.
Metodologia
sintetico)
e
gli
strumenti
per
Delle nove ragazze in carico, una
è già in possesso del permesso di
soggiorno per lavoro e sta oramai
terminando il
percorso mirato
alla propria autonomia sociale ed
economica (è da tempo inserita
nel mondo del lavoro con un
contratto di formazione-lavoro,
mentre il figlio è inserito alla
Scuola materna), sette hanno da
poco
il
permesso
per
motivi
umanitari, l’altra è in attesa
del primo permesso di soggiorno.
In ogni caso a ciascuna delle
ragazze
è
stata
garantita
l’assistenza
sanitaria,
la
possibilità
di
ottenere
il
permesso
di
soggiorno,
buone
pratiche di graduale autonomia
sociale ed economica, nonché un
ambiente fortemente educativo e
solidale a sostegno della propria
scelta.
Per il proseguo del progetto si
intende
mantenere
il
numero
massimo di persone accolte a
questi
livelli,
indirizzando
eventuali nuovi bisogni alla rete
regionale.
l’attuazione
del
progetto
(elenco
Il progetto dispone di una convenzione in atto con l’Associazione Comunità
Papa Giovanni XXIII per tre posti; la convenzione prevede, oltre
all’accoglienza abitativa, tutto il lavoro riferito all’aiuto alla persona,
quindi: supporto psicologico ed economico, accompagnamento ai servizi ed
alle opportunità, sostegno educativo, ricerca del lavoro e della casa. Il
Consorzio tiene monitorati i percorsi con incontri mensili.
Per quel che riguarda le altre donne che non rientrano nel numero
contingentato
dalla
convenzione,
il
Consorzio
utilizza
strutture
d’accoglienza presenti sul territorio (comunità, gruppi famiglia, ecc.)
oppure prevede anche, nel caso che ne sussistano le condizioni, accoglienze
in autonomia proposte dalle donne stesse (ospite di amiche, del fidanzato,
ecc).
Tutto il lavoro riferito all’aiuto alla persona viene svolto in questo caso
dall’educatore del Consorzio referente del progetto.
Monitoraggio e valutazione (indicarne quali strumenti e procedure)
Colloqui settimanali con le utenti ed incontri periodici con
l’Associazione.
D) Informazione e diffusione dei risultati:
82
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
(indicare come verrà attuata l’informazione nei confronti degli interessati
e come si pensa di diffondere la conoscenza sulle azioni del progetto alla
cittadinanza in generale)
Attraverso le modalità fino ad ora attuate (materiale pubblicitario).
La strategia attuativa del Piano di Zona verrà socializzata alla
cittadinanza in un incontro pubblico
E) Risorse
Personale necessario per lo svolgimento del progetto:
N
Qualifica
Livello Formazione
Specifico
Livello
Formazione
Interventi sulla
tratta
Orario/
settimana
1
Coordinator
e
D.U. Assistente
Sociale
Esperienza
pluriennale
Laurea Pedagogia
Esperienza
pluriennale.
Corsi di
formazione,
seminari e
convegni
organizzati in
ambito regionale
e nazionale.
1
Educatore
Professiona
le
17h
annue
5h
30’
Tipologia
Contratto
Tempo
Indetermi
nato /
Ente
Locale
Tempo
Indetermi
nato /
Sanità
Preventivo economico complessivo (*)
MACROVOCE DI SPESA
PERSONALE
GESTIONE
VITTO, ALLOGGIO,
TRASPORTO
ATTREZZATURE
PRODUZIONE E
DIVULGAZIONE DI
MATERIALE
TOTALE
importo
coordinamento
operatori
Amministrazione/segretria
altri
locali
materiali di consumo
utenze
manutenzioni
altro
€ 1.354,13
€ 6.645,87
€ 8.000,00
(*) Ogni soggetto deve prevedere un co-finanziamento pari almeno al 50% del
totale del costo previsto per la realizzazione del progetto. Il preventivo
deve quindi includere anche questi importi.
N.B. Non sono ammissibili a contributo le spese relative a costruzione,
acquisto e ristrutturazione di immobili.
83
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
2.4 Contrasto alla povertà
BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007)
(RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE)
Estrema difficoltà a reperire un lavoro per le persone ultraquarantenni senza qualifica
Mancanza di risposte abitative del mercato dell’affitto privato per persone a basso reddito e
con scarse garanzie
OBIETTIVI PRIORITARI
NEL TRIENNIO
STATO DI ATTUAZIONE
DEGLI OBIETTIVI
RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007
Azione di sistema per
una politica del lavoro
a favore delle persone Realizzato
a rischio di esclusione
(Sviluppo/Innovazione)
Progetto “Una nuova
politica dell’abitare”
del Nuovo Circondario
Imolese
(Sviluppo/Innovazione)
Sono state realizzate alcune
delle azioni previste (bando
per alloggi a canone
calmierato, bozza
Regolamento per l’idoneità
abitativa)
Continuazione del
lavoro di comunità per
consolidarne la
solidarietà
(Consolidamento)
Realizzato
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI FINALIZZATI
Titolo del progetto:
Tipologia:
“Contrasto alla povertà ed esclusione sociale”
Qualificazione
84
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI QUALIFICAZIONE:
denominazione: AZIONE A
di cui al programma finalizzato: “CONTRASTO ALLA POVERTA’
SOCIALE”
ED ESCLUSIONE
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Consorzio Servizi Sociali Imola
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Maria Grazia Ciarlatani
Tel. 0542 606767 Fax 0542 606762
e-mail: [email protected]
Destinatari
Persone che per storie di vita e caratteristiche individuali vivono
in condizione di emarginazione e povertà
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
In continuazione di progettualità precedente
Ambito territoriale di
realizzazione
Zona sociale di Imola
Istituzioni/ attori coinvolti
Consorzio Servizi Sociali Imola, Istituzione per la gestione dei
servizi sociali del Comune di Castel S. Pietro T., Comuni della
Zona sociale di Imola, AUSL di Imola, Associazione Papa
Giovanni XXIII, Forze dell’ordine locali, CRI Imola, Caritas
diocesana di Imola, Associazione La Cicoria, Cooperativa sociale
Seacoop
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Il progetto di questa annualità continua a proporsi di affrontare
in rete le situazione locali di povertà migliorando gli strumenti
attivati sulla base delle verifiche operative e integrando le
risorse all’interno di una strategia comune (integrazione con
Area immigrazione, asilo e lotta alla tratta)
- Consolidamento del nucleo forte di intervento costituito da:
operatori di riferimento per l’emergenza abitativa in
collegamento con i responsabili dei casi per la progettazione
individuale;
Sostegno all’Inclusione Sociale (S.I.S.);
Azioni previste
rete di accoglienza abitativa temporanea costituita dal Pronto
Intervento Sociale gestito dall’Associazione Papa Giovanni XXIII
e dagli Appartamenti di servizio del Consorzio Servizi Sociali
Imola
- Integrazione alle risorse esistenti con:
Servizio di Pronto Intervento Sociale per Donne in difficoltà
(SPIS) delle Onlus Seacoop e La Cicoria (ved. scheda che segue);
Protocollo operativo
tra Consorzio Servizi Sociali Imola,
Comando dei Carabinieri di Imola, Polizia di Stato di Imola,
85
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Polizia Municipale di Imola, Dipartimento di emergenza urgenza
dell’AUSL di Imola e Croce Rossa Italiana – Imola che formalizza
le procedure di inserimento nei posti letto convenzionati presso
l’Associazione Papa Giovanni XXIII in un’ottica di pronto
intervento sociale (ved. ulteriore allegato);
Protocollo d’intesa fra i Comuni del Nuovo Circondario Imolese
per mettere in condivisione e gestire presso il Consorzio Servizi
Sociali Imola le risorse abitative destinate all’emergenza.
Piano finanziario
Costo totale
previsto
€ 67.274,05
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota
regionale
€ 42.770,05
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
€ 24.504,00
La rete dei servizi riesce ad offrire a tutte le persone in
difficoltà almeno un’opportunità di fuoriuscita dalla situazione
di marginalità.
86
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI INNOVAZIONE
denominazione: “Servizio di pronto intervento sociale per donne in
difficoltà (SPIS)”
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Associazione La Cicoria – Cooperativa Sociale Seacoop
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Teresa De Brasi
Tel. 0542 604608 Fax 0542 41837
e-mail: [email protected]
Roberta Tattini
Tel. 0542 24444 Fax 0542 29954
e-mail: [email protected]
Destinatari
Donne in difficoltà con o senza figli dai 18 ai 55 anni
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Innovativo
Ambito territoriale di
realizzazione
Zona sociale di Imola
Istituzioni/ attori coinvolti
Sistema integrato dei servizi sociali locali.
Forze dell’ordine.
Dipartimento di emergenza urgenza AUSL di Imola
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Dare una risposta a situazioni di emergenza sociale che si
possano trovare a vivere donne sole o con figli
Azioni previste
Piano finanziario
Attivazione di Case di prima accoglienza con una disponibilità di
8 posti letto più due per bambini/e della prima infanzia, per 15
giorni + 15 giorni.
Costituzione del gruppo di lavoro.
Reperibilità 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno di operatrici con
linea telefonica raccordata con gli altri soggetti territoriali che
a vario titolo ricevono segnalazioni o richieste di aiuto.
Attivazione èquipe operativa che svolge compiti relativi
all’immediato intervento sul posto della segnalazione, al
contenimento
delle
dinamiche
legate
all’emergenza,
all’acquisizione di elementi informativi utili, all’elaborazione di
un
progetto
di
intervento
a
breve
termine,
all’accompagnamento della donna nella realizzazione di tale
progetto, al collegamento con la rete formale ed informale,
all’eventuale suo affidamento ad un referente istituzionale o
non.
Eventuale
Costo totale
Quota
Quota Ente
quota di altri
previsto
regionale
soggetti
€ 140.072,37
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
€ 140.072,37
N° posti / persone ospitate = 1
87
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROTOCOLLO OPERATIVO TRA CONSORZIO SERVIZI SOCIALI IMOLA,
COMANDO DEI CARABINIERI DI IMOLA, POLIZIA DI STATO DI IMOLA,
POLIZIA MUNICIPALE DI IMOLA, DIPARTIMENTO DI EMERGENZA URGENZA
DELL’AUSL DI IMOLA E CROCE ROSSA ITALIANA - IMOLA
Premesso che:
il Consorzio Servizi Sociali Imola, dopo il confronto con gli attori del
territorio coinvolti, ha elaborato un progetto di contrasto all’esclusione
sociale che comprende la risposta a situazioni di emergenza abitativa;
la "Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII", Ente ecclesiastico
civilmente riconosciuto con D.P.R. 05.07.1972, ha attivato il Presidio
Socio Assistenziale sito a Casalfiumanese, comunicato in data 13/05/2004 al
comune di Casalfiumanese secondo D.G.R. 564/00;
il CSSI si è avvalso dal 2004 della collaborazione dell'Associazione
Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini nell’attuazione dei servizi sociali
in favore di persone adulte in stato di difficoltà nel territorio di
appartenenza con risultati rispondenti agli obiettivi prefissati;
l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII dal 2004 ha accolto con buon
esito nella propria struttura persone adulte di ambo i sessi del territorio
del Consorzio Servizi Sociali Imola, in situazione di effettivo e urgente
bisogno dovute:
a) a
stati
di
abbandono,
degrado,
dell’incolumità psicofisica
disagio
sociale,
con
rischi
b) ad allontanamento dalla famiglia d’origine, nelle situazioni in cui
non siano stati ancora individuati il progetto educativo e le risorse
eventuali disponibili
c) a
situazioni
urgenti
in
esecuzione
di
provvedimento
civile/amministrativo da parte dell'Autorità Giudiziaria
d) alla necessità di una fase di studio sulla persona e sul contesto
familiare per individuare l'intervento più adatto
e) al momentaneo allontanamento per sostenere la famiglia in difficoltà
improvvisa;
la rete dei soggetti coinvolti valuta opportuno concordare formalmente le
modalità operative di gestione della risorsa suddescritta
Si definisce che:
1) durante l’orario di apertura del
8,30 alle ore 18,30 e il sabato
segnalazioni di persone in stato di
andranno rivolte all’URP – Sportello
CSSI (dal lunedì al venerdì dalle ore
dalle ore 8,30 alle ore 12,30) le
effettivo e urgente bisogno abitativo
Unico del CSSI
2) negli altri momenti il Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’AUSL di
Imola, il Comando dei Carabinieri di Imola, la Polizia di Stato di Imola,
la Polizia Municipale di Imola e la Croce Rossa Italiana - Imola sono
autorizzati a procedere all'invio di persone in stato di effettivo ed
urgente bisogno di ospitalità temporanea, presso il Presidio Socio
88
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Assistenziale
dell’Associazione
“Papa
Giovanni
XXIII”
sito
a
Casalfiumanese. Gli operatori di quest’ultimo, su questo progetto,
rappresentano il CSSI nelle ore chiusura dello stesso, svolgendone anche il
ruolo consulenziale e di supporto tecnico valutativo a favore degli altri
partner.
3) nel caso in cui si tratti di cittadini di passaggio, non residenti nei
Comuni del Nuovo Circondario Imolese, l’Associazione, conformemente a
quanto previsto dal Regolamento per l’Assistenza economica del Consorzio,
provvederà all’ospitalità solo per una notte e corrisponderà il costo del
biglietto ferroviario per consentire al cittadino di passaggio di poter
raggiungere il proprio comune di residenza o il più vicino consolato nel
caso di cittadino straniero;
4) nei casi fosse assolutamente impossibile procedere in altro modo,
l’Associazione si impegna anche al trasporto presso il presidio di
Casalfiumanese degli adulti da accogliere;
5) la pronta accoglienza è garantita per tutti i giorni dell'anno.
L’accoglienza non dovrà superare i due mesi ed è strettamente correlata
alla
possibilità
di
individuare
un
progetto
individualizzato
in
collaborazione con i servizi competenti. In caso di invio presso la
struttura da parte delle Forze dell’ordine, del Dipartimento di Emergenza
Urgenza dell’AUSL di Imola o della C.R.I., il Consorzio provvederà a
valutare
la
situazione
il
primo
giorno
lavorativo
successivo
all’accoglienza, per individuare un progetto in base ai bisogni espressi
dalla persona.
6) eventuali deroghe saranno concordate tra l' Associazione e il Consorzio
Servizi Sociali Imola
7) la richiesta di eventuali altre accoglienze oltre ai due posti riservati
verrà concordata all’occorrenza con il Consorzio Servizi Sociali Imola. Il
Consorzio Servizi Sociali Imola si impegna, nel primo giorno lavorativo
successivo all’accoglienza di cui sopra, a collocare la/e persona/e
eccedente/i i due posti presso un’altra struttura o presso lo stesso
Presidio Socio Assistenziale sito a Casalfiumanese con accordi specifici
presi con il referente della struttura.
8) il trasferimento a carattere permanente di persone accolte presso
il
Presidio Socio Assistenziale sito a Casalfiumanese in altri presidi socio
assistenziali dell’Associazione sarà valutato all’occorrenza.
89
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
2.5 Prevenzione e contrasto delle dipendenze e di altre
forme di disagio sociale
BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007)
(RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE)
Il contesto di marginalità sociale in cui spesso si trova la popolazione giovanile immigrata
residente nel nostro territorio
La necessità di rafforzare il coinvolgimento degli adulti significativi per il mondo giovanile,
evitando le deleghe educative alle istituzioni
L’individuazione di gruppi di giovani a rischio (che si ritrovano stabilmente presso bar e locali di
alcuni territori) in cui intervenire a livello di singoli e di gruppi
attivazione di percorsi di conoscenza e delle abilità e competenze socio-lavorative (bilanci di
competenza) e di percorsi di qualificazione professionale specifici e mirati
OBIETTIVI PRIORITARI NEL
TRIENNIO
STATO DI ATTUAZIONE
DEGLI OBIETTIVI
RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ
2005-2007
Le azioni nei luoghi di
divertimento
sono
state
estese a tutti comuni del
circondario. Si è ampliato il
numero dei locali coinvolti
(32 serate, di cui 12 in locali,
Consolidare le azioni sinora
10 in evrenti, per circa 8.000
attuate nell’ambito dei
ragazzi coinvolti).
luoghi del divertimento,
Sono aumentati anche gli
delle scuole guida e degli
interventi nelle scuole Guida
istituti scolastici
(13 in 4 Scuole Guida, con il
coinvolgimento di 250
persone). E’ stato attivato un
corso di formazione per
docenti delle scuole medie
inf. E Sup.
Consolidare e qualificare le azioni
sinora attuate nell’ambito dei
luoghi del divertimento, delle
scuole guida e degli istituti
scolastici, puntando a favorire la
creazione di relazioni stabili con e
tra i soggetti coinvolti (gruppo di
lavoro con le forze dell’ ordine,
con gli amministratori, le
associazioni di categoria…).
Promuovere azioni
finalizzate ad un maggior
coinvolgimento nei progetti
educativi degli adulti
significativi per il mondo
giovanile (allenatori delle
attività sportive, gruppi
formali)
Qualificare maggiormente la
relazione con i gestori e con le
Forze dell’ ordine (come altro
soggetto che ha una relazione con
i giovani, che può essere giocata
in modo diverso).
Consolidare i percorsi formativi
con gli insegnanti.
Si è attivata una ricerca
azione che ha coinvolto 26
gestori di locali frequentati
da giovani, si è creata con
loro una relazione stabile che
sta favorendo una relazione
maggiormente costruttiva.
90
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Realizzare
attività
di
promozione della salute e
di
prevenzione
dell’
uso/abuso
di
sostanze
psico-attive per i giovani
immigrati,
anche
orientando a questo target
le azioni sinora attuate
Individuare ed attuare dei
percorsi
per
facilitare
l’accesso/accompagnament
o ai servizi specialistici dei
giovani ritenuti a rischio o
problematici, a partire
dalle relazioni instaurate
dagli operatori del progetto
anche
con
i
gruppi
informali di giovani del
territorio
Ampliare le attività di
ricerca
già
realizzate
finalizzate alla conoscenza
del mondo giovanile e a
valutare l’impatto e i
risultati delle azioni sinora
attuate.
Integrazione tra Servizi
Sociali, Sanitari e per
l’Impiego,
Enti
di
Formazione e Cooperative
Sociali di tipo B
Questa azione è stata
sviluppata per ora solo nelle
scuole guida, individuato
come ambito privilegiato per
il contatto con i giovani
stranieri iscritti che sono
numerosi . (70 su 250 giovani
coinvolti).
Realizzare con il coinvolgimento
delle associazioni di stranieri, un
pieghevole informativo nelle
lingue madri degli stranieri che
vivono nel nostro territorio.
All’ interno delle attività nei
luoghi di ritrovo dei giovani
sono stati diffusi materiali
informativi del centro nuove
droghe e dei servizi sociali,
cui si è cercato attraverso la
relazione di favorire l’
accesso dei ragazzi più a
rischio.
E’ stata svolta una ricerca
azione con i gestori dei locali
sugli stili di vita dei giovani e
degli adulti nei Comuni del
Circondario Imolese.
All’ interno della stessa
ricerca è stata chiesta ai
gestori una valutazione dell’
impatto e dei risultati del
progetto da cui è emerso la
positività e la stabilità delle
relazione con gli operatori, il
gradimento dell’ attività e la
difficoltà a comprendere gli
obiettivi di cambiamento ed i
risultati.
Sono state avviate ulteriori
azioni di coordinamento e
d’integrazione fra servizi
sociali, sanitari e per
l’impiego, enti di formazione
e cooperative sociali, anche
attraverso il “Tavolo per la
Transizione al lavoro delle
persone svantaggiate”,
costituitosi con il Piano di
Zona Territoriale.
In particolare si è avviato un
gruppo di coordinamento
territoriale (denominato Unità
di Coordinamento
Territoriale) in riferimento al
“Protocollo operativo per
l’inserimento al lavoro delle
persone disabili”, al quale
partecipano Provincia, Centro
per l’Impiego, Cons Servizi
Sociali e Azienda Usl (DSM,
Medicina Legale e Ser.t)
Inoltre da febbraio si è
formato un gruppo di
Consolidare un sistema integrato
di relazioni tra servizi
sociosanitari, servizi per la
formazione, servizi per il lavoro,
cooperazione sociale, associazioni
imprenditoriali, organizzazioni
sindacali e finalizzato allo sviluppo
di percorsi d’integrazione
lavorativa delle persone
svantaggiate e dei percorsi di
riduzione del danno ed
inserimento occupazionale in
ambito protetto
Partecipazione ail’”Unità di
Coordinamento Territoriale” e al
gruppo di coordinamento per il
“progetto E.T”. per sviluppare
percorsi che favoriscano bilanci di
competenza e acquisizione di
competenze professionali
spendibili sul mercato del lavoro a
favore di persone in fase di
reinserimento e/o in condizione di
marginalità.
91
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
formato un gruppo di
coordinamento per lo sviluppo
del progetto EQUAL Fase II “Esperienze di Transizione”,
rivolto a giovani dai 15 ai 25
anni. Vi partecipano Centro
per l’Impiego, Enti di
Formazione Professionale,
Coop. Sociali, Cons Servizi
Sociali, DSM e Ser.T.
marginalità.
Favorire percorsi di transizione al
lavoro in coop.ve sociali di tipo B.
Promuovere e condividere con i
servizi sociosanitari, per il lavoro e
per la formazione prof.le una
banca dati informativa su risorse e
opportunità territoriali
coinvolgibili per la realizzazione di
percorsi di transizione al lavoro
con finalità di reinserimento
sociale e/o riduzione del danno
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI DI SVILUPPO/ INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE O CONTENIMENTO
Titolo del progetto:
Tipologia:
“Educativa di territorio”
Innovazione
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI FINALIZZATI
Titolo del progetto:
Tipologia:
“Percorsi di transizione al lavoro”
Sviluppo
“Mondo giovanile e rapporto con le sostanze”
Sviluppo
92
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE:
denominazione: EDUCATIVA DI TERRITORIO
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Consorzio Servizi Sociali Imola
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Destinatari
Maria Grazia Ciarlatani: tel. 0542 606767
e-mail: [email protected]
Chiara Camaggi:
e-mail: [email protected]
minori appartenenti a nuclei famigliari
multiproblematici a rischio e/o con problemi conclamati
di dipendenza
gruppi a rischio di abuso di alcol e di sostanze psicoattive
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Progetto innovativo
Ambito territoriale di
realizzazione
Comuni del Circondario Imolese
Istituzioni/ attori coinvolti
Consorzio Servizi Sociali
Dipartimento dipendenze Patologiche A.USL Imola
Consorzio Sol.Co Imola
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
1. Sostenere minori a rischio di dipendenza attraverso
azioni educative presso i nulcei famigliari ed il territorio
2. Creazioni di reti di fronteggiamento stabili
3. Favorire interventi con forte connotazione educativa e
non solo sanitaria
4. Integrazione con le azioni dei progetti “Diritti ed
opportunità per l’ infanzia e l’ adolescenza” e “Mondo
giovanile e rapporto con le sostanze” nel cui quadro
economico sono ricompresi anche i costi di questo
progetto/intervento
Azioni a livello indivuduale
1. presa in carico dei minori a rischio
2. Conoscenza delle realtà ed opportunità del territorio
(dopo-scuola, associazioni, centri giovanili volontari,
gruppi informali, attività sportive, laboratoriali,
biblioteche, servizi per gli stranieri..) e dei principali
luoghi di ritrovo e delle realtà scolastiche o lavorative
3. Azioni di osservazione/sostegno delle relazioni famiari
presso il territorio e le abitazioni
4. Coinvolgimento di persone già significative (amici
famigliari, professionisti socio-sanitari) nella vita dei
minori, o che comunque lo possano diventare,
5. Costituzione della rete di fronteggiamento per ogni
minore per concordare assieme azioni che assieme a lui
ed alla famiglia possano favorire l’inserimento nel
territorio e ridurre il disagio e l’isolamento
93
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
6. Inserimento ed accompagnamrento dei ragazzi in realtà
positive del territorio ed integrazione con le altre azioni
di prevenzionbe delle sostanze psico-attive e dei centri
giovanili
Azioni a livello di gruppi
1. aggancio/presenza degli operatori nei principali
luoghi di ritrovo dei gruppi a rischio
2. relazione con i ragazzi
3. facilitazione della partecipazione alle attività dei
centri giovanili
4. Inserimento ed accompagnamrento dei ragazzi in
realtà positive del territorio ed integrazione con le
altre azioni di prevenzionbe delle sostanze psicoattive e dei centri giovanili
Piano finanziario
Costo totale
previsto
Fasi da
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota
regionale
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
N. casi/gruppi inseriti e/coinvolti
Tempi di presa in carico
Esistenza ed efficacia delle reti di fronteggiamento
Inserimento sul territorio dei singoli o dei gruppi
monitorare per i singoli minori
Presentazione del caso
Conoscenza del minore
Coinvolgimento della rete sociale e delle figure/realtà
del territorio previste nel progetto individuale;
Educatore Case Manager
Autonomia
Dimissioni
94
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE:
denominazione:
di cui al programma finalizzato: “DIPENDENZE E UTENZA
MULTIPROBLEMATICA” – PARTE 1: MONDO GIOVANILE E RAPPORTO CON LE
SOSTANZE
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Destinatari
Consorzio Serivizi Sociali Imola
Edoardo Pederzoli
1. Preadolescenti, adolescenti, giovani (12-34 anni) che
vivono nei comuni del Circondario Imolese, con
particolare attenzione ai pre-adolescenti ed adolescenti
2. Associazioni di Categoria, gestori, bar, pub, discoteche,
eventi
3. Adulti che stabilmente hanno relazione con i giovani e
sono da loro percepiti come significativi (allenatori,
educatori)
4. Insegnanti
5. Gestori di Scuole Guida
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Continuazione del progetto dell’ anno precedente
Ambito territoriale di
realizzazione
Comuni del Circondario Imolese
Istituzioni/ attori coinvolti
1. Consorzio Servizi Sociali Imola (coordinamento del
progetto) che mette anche a disposizione la rete degli
interventi già attivati nel territorio (centri giovanili) e nelle
scuole
2. Ser.T. dell’AUSL di Imola, che mette a disposizione gli
“specialisti”, le competenze sanitarie, cliniche,
3. Amministrazioni locali
4. Cooperative sociali del territorio, cui si affida la gestione
del progetto ed altre che collaborano con interventi propri,
contributo nell’ analisi/relazione del territorio,
5. Scuole (medie inferiori e superiori), peraltro già
estensivamente coinvolte in altri progetti di prevenzione
6. Associazioni di Categoria dei Commercianti: sostegno
nella sensibilizzazione, coinvolgimento dei gestori, visibilità
7. Forze dell’ordine: raccordo con gli interventi di
prevenzione già attuati dalle Forze dell’ ordine, lettura del
contesto condivisa, individuazione e coordinamento di
azioni nei luoghi di divertimento (etilometro…)
8. Gestori di Scuole Guida, promuovere gli interventi nei
propri locali, modalità di somministrazione e di relazione
con i giovani, conoscenza dei contesti, dei gruppi di giovani,
degli stili di consum
95
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Obiettivi del progetto(anche
eventuali integrazioni con
altre aree d’intervento)
Azioni previste
1. Consolidare e qualificare le azioni sinora attuate
nell’ambito dei luoghi del divertimento, delle scuole
guida e degli istituti scolastici, puntando a favorire la
creazione di relazioni stabili con e tra i soggetti coinvolti
(gruppo di lavoro con le forze dell’ ordine, con gli
amministratori, le associazioni di categoria…).
2. Integrazione con le azioni del progetto innovativo
“Educativa di territorio” e con il progetto “Diritti ed
opportunità per l’ infanzia e l’adolescenza”(centri di
aggregazione giovanili
3. Qualificare maggiormente la relazione con i gestori e con
le Forze dell’ ordine (come altro soggetto che ha una
relazione con i giovani, che può essere giocata in modo
diverso).
4. Consolidare i percorsi formativi con gli insegnanti.
5. Realizzare con il coinvolgimento delle associazioni di
stranieri, un pieghevole informativo nelle lingue madri
degli stranieri che vivono nel nostro territorio.
6. Implementare la formazione degli operatori coinvolti
partecipazione al coordinamento regionale Unità di
Strada
1. Guppo di lavoro formato dalle Forze dell’ordine (Polizia
Municipale, Polizia di Stato, Carabinieri) e dal Consorzio
servizi Sociali per:
mettere in rete le azioni di prevenzione del
disagio giovanile in generale ed in
particolare di quello legato all’ abuso delle
sostanze psico-attive
condividere le metodologie di interevento in
base all’ età ed ai contesti frequentati dai
giovani coinvolti
programmare la presenza delle Forze dell’
Ordine a sostegno dei nostri interventi, con
l’ etilometro ad uso informativo e preventivo
2. Gruppo di lavoro con i rappresentanti delle associazioni
di categoria dei Commercianti per impostare una
ricerca-intervento con i gestori dei locali sul mondo
giovanile, sugli stili di consumo, sul rapporto giovani
adulti, attraverso un ‘intervista strutturata che si
propone anche come strumento di valutazione dell’
efficacia e della percezione sociale degli interventi.
3. Formazione insegnanti: coinvolgimento del Cist per
predisporre un corso di formazione per gli insegnanti
delle Scuole Medie e degli Istituti Superiori in cui
attraverso una metodologia attiva si aiuteranno gli
insegnanti a proporre nelle proprie classi interventi di
prevenzione.
4. Azioni nei Supermercati: Presenza nei maggiori
supermercati del territorio di materiale informativo per
la
prevenzione
dell’abuso
degli
alcolici
e
sensibilizzazione degli esercenti.
Azioni con i giovani
1. Gruppi informali: azioni con i gruppi informali del
territorio, con i gruppi che si ritrovano nei centri sociali,
96
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Piano finanziario
nei piccoli bar, in sinergia con le attività dei Centri di
Aggregazione giovanile. Si utilizzano gli strumenti dell’
appuntamento, della presenza costante nel territorio in
luoghi e punti significativi per i giovani, diffusione di
volantini con la programmazione delle attività.
2. Azioni nei locali e negli eventi: attività di relazione con i
gestori ed i giovani, attività informative ed animative.
3. Attività nelle Scuole Guida con i gestori e con i giovani
iscritti: somministrazione del test sul consumo, la
percezione, le conseguenze riguardo l’ abuso delle
sostanze psico-attive ai ragazzi/e iscritti, partecipazione
alle lezioni di teoria con un’introduzione informativa
sulle sostanze psico-attive, discussione con i ragazzi/e
sui propri comportamenti a rischio, legati in particolare
alla guida.
4. Integrazione con le attività di relazione e di animazione
con gli adolescenti che sempre più spesso hanno il centro
commericiale come luogo di ritrovo gestiti dalla della
Coop. Soc. Seacoop presso il Centro Leonardo.
5. Centro Nuove Droghe: svolge attività clinica, per i
giovani consumatori di sostanze diverse dall’eroina e per
i loro famigliari; collabora alla realizzazione di attività di
prevenzione e di attività formative per gli adulti che
operano a contatto con il mondo giovanile. L’operatore
opera anche sul territorio e nelle attività nei luoghi di
divertimento. Svolge quindi attività anche al di fuori del
setting clinico.
Eventuale
Costo totale
Quota
quota di altri
Quota Ente
previsto
regionale
soggetti
€ 131.430,00
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
€
92.000,00
€ 9.430,00
numero dei ragazzi contattati
numero degli interventi nei locali, nelle scuole guida, nei
supermercati, negli eventi e nei luoghi informali
numero dei giovani con cui si instaura un rapporto
stabile
n. incontri con le forze dell’ordine e con le associazioni
di categoria/gestori
n. insegnanti, gestori coinvolti, membri delle Forze dell’
Ordine
n. Scuole Guida coinvolte
n. minori che accedono a servizi strutturati in seguito
anche agli interventi di prevenzione
cambiamenti ottenuti in termini di conoscenze nei
destinatari. In particolare, la conoscenza del fenomeno
per i gestori e gli insegnanti e la conoscenza dei rischi
per i ragazzi
cambiamenti ottenuti in termini di atteggiamenti. In
particolare, nei gestori/insegnanti una minore
propensione al mero controllo (fomentato dalla paura) e
un maggior orientamento verso l’ascolto, la
comprensione e l’autocritica. Negli adolescenti-giovani,
la diminuzione della propensione alla devianza, una
maggiore disponibilità verso una socializzazione
multiforme, un contenimento degli atteggiamenti
conflittuali radicali con gli adulti e con i coetanei
cambiamenti ottenuti in termini di competenze dei
97
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
destinatari. In particolare, per gli adulti capacità di
analisi precoce delle situazioni di rischio e capacità di
coinvolgere la rete dei servizi esistenti; maggiori
capacità degli adulti di collaborare tra loro nell’aiuto ai
ragazzi, soprattutto nel rapporto tra scuola e famiglia.
Nei ragazzi si misurerà soprattutto l’aumento
dell’autostima prodotto dagli interventi proposti
98
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE:
DENOMINAZIONE:
DI CUI AL PROGRAMMA FINALIZZATO: “ DIPENDENZE E UTENZA
MULTIPROBLEMATICA” PARTE 2- PERCORSI DI TRANSIZIONE AL LAVORO
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Consorzio Servizi Sociali Imola
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
-
Edoardo Pederzoli (Consorzio Servizi Sociali)
(Ser.T - Azienda Usl )
Destinatari
Persone residenti nei Comuni del Circondario Imolese ed in
carico all’U.O.D.P. (Unità Operativa Dipendenze Patologiche del
Ser.t) in riferimento a condizioni di dipendenza da sostanze,
marginalità sociale associata all’uso di sostanze e situazioni
riconducibili ad utenza multiproblematica
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Continuazione
Ambito territoriale di
realizzazione
Comuni del Circondario Imolese
Istituzioni/ attori coinvolti
Azienda Usl - Consorzio Servizi Sociali – Centro per l’Impiego –
Provincia di Bologna – Associazioni Cooperative – Associazioni
Imprese – Cooperative Sociali di tipo B ed A – Enti di Formazione
Professionale – Agenzie per il lavoro varie – Associazioni di
Volontariato – Organizzazioni Sindacali
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
- Incentivare la rimotivazione della persona all’approccio con il
mondo del lavoro
- Facilitare percorsi di socializzazione e risocializzazione del
singolo attraverso la partecipazione a contesti di tipo
occupazionale
Osservazione
e
valorizzazione
di
abilità/caratteristiche/potenzialità sia di tipo occupazionale
che relazionale
- Favorire l’accesso al mondo del lavoro
- Promuovere qualificazione e formazione attraverso il lavoro
- Ricercare e sostenere la permanenza stabile in contesti
lavorativi dell’utenza a cui si rivolge il progetto
- Incrementare livello di coordinamento e integrazione tra i vari
attori coinvolti su tutto il territorio
99
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
-
Azioni previste
Valutazione caso e situazione della persona per la quale si
ipotizza un progetto
Approfondimento
su
caratteristiche,
aspettative
e
motivazioni della persona
identificazione degli obiettivi specifici e dei risultati attesi
da definire caso per caso
coordinamento
con
gli
attori
coinvolti
per
la
ricerca/coinvolgimento delle opportunità esistenti sul
territorio maggiormente adeguate agli obbiettivi del
progetto
Monitoraggio, tutoraggio e restituzione ai partecipanti sui
risultati raggiunti durante i singoli percorsi
- Individuazione e costruzione condivisa degli obiettivi del
singolo progetto
- definizione di indicatori di risultato condivisi
- verifica e sostegno dell’andamento del progetto
- valorizzazione degli aspetti positivi raggiunti
Coordinamento con i vari attori coinvolti, mappatura delle
risorse e sviluppo banca dati condivisa
Costo totale
previsto
Quota
regionale
Quota Ente
Piano finanziario
€ 46.699,00
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
€ 32.689,00
Eventuale
quota di altri
soggetti
€ 14.010,00
- Numero percorsi realizzati e differenziati per tipologia:
1. riduzione del danno
2. marginalità sociale
3. reinserimento sociale
- Diminuzione dell’uso di psicofarmaci e/o sostanze
- Numero di contesti occupazionali coinvolti
- Grado di soddisfazione del soggetto
- Miglioramento delle dinamiche relazionali familiari
- Grado di soddisfazione del tutor aziendale
- Grado di soddisfazione dell’operatore referente
- Numero di percorsi che hanno portato ad un’integrazione
lavorativa (forma di assunzione temporanea o stabile)
100
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
2.6 Salute mentale
BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007)
(RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE)
Individuazione dei fattori di rischio sanitario e sociale per una prevenzione del
dell’adolescenza e della giovinezza
disagio in età
supporto alla vita al domicilio, alla convivenza nei condomini e nei quartieri
sostegno ai nuclei famigliari – supporto ai caregivers da parte della rete formale ed informale
dei servizi
potenziamento di opportunità di integrazione e di inserimento sociale e lavorativo
diffusione di una cultura delle diversità a contrasto dello stigma e del pregiudizio
diffusione della conoscenza del lavoro dei servizi presso la cittadinanza
OBIETTIVI PRIORITARI
NEL TRIENNIO
STATO DI ATTUAZIONE
DEGLI OBIETTIVI
Rilettura dell’attuale
modello di integrazione
socio-sanitaria, alla luce
di una rivalutazione delle
specifiche funzioni
attribuite ai servizi e di
una definizione condivisa
dei criteri di presa in
carico sanitaria, sociosanitaria e sociale
potenziamento e
qualificazione delle
risposte di tipo
domiciliare, in un’ottica
di presa in carico
complessiva del nucleo
famigliare
RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007
Prosecuzione dell’obiettivo e prime
applicazioni operative
(vedi scheda di Progetto)
Rilevazione preliminare dei
casi in carico al DSM con
interventi di tipo sociale
Si mantiene l’obiettivo.
Sperimentazione di equipe
Interconnessione con l’obiettivo
integrata (psichiatra,
precedente
infermiere, assistente sociale,
educatore) per singoli casi nel
territorio della Vallata del
Santerno.
101
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
rivisitazione del sistema
delle residenzialità in
un’ottica circondariale e
trasversale ai diversi
ambiti di intervento
(anziani, salute mentale,
disabili adulti,
dipendenze patologiche)
nella prospettiva di una
razionalizzazione delle
risorse, di
un’appropriatezza delle
risposte, di un
ampliamento delle
opportunità a fronte dei
bisogni di autonomia
della persona e di
sollievo famigliare
ampliamento della rete
delle opportunità di
lavoro, con attenzione
alla personalizzazione e
alla flessibilità dei
percorsi di transizione e
di inserimento lavorativo:
sensibilizzazione del
mondo delle imprese
(cooperative di
produzione, imprese
artigiane, commerciali,
industriali), definizione di
percorsi di
accompagnamento
nell’inserimento
lavorativo, attuazione di
politiche orientate allo
sviluppo di cooperative di
tipo B qualificate,
gestione del protocollo di
intesa con la Provincia di
Bologna
Studio di fattibilità per la
creazione di un sistema
integrato delle residenzialità
per adulti in ambito
circondariale.
Si conferma l’obiettivo.
Prosecuzione dello studio e prime
applicazioni (vedere documento
Progetti interAree).
Azione di coordinamento tra
Provincia, Centro per
l’impiego, CSSI, DSM, Enti di
Formazione Professionale, per
la realizzazione di progetti di
transizione al lavoro:
Prosecuzione dell’obiettivo
• Progetto E.T.
• “Protocollo operativo
per la definizione dei
percorsi di
l’inserimento mirato”
(delle persone disabili
ex 68/99) con la
Provincia di Bologna
Seminario di aggiornamento
organizzato dal DSM AUSL:
“Approfondimento tecnico e
scambio di esperienze con
cooperative extraregionali di
tipo B attive nell’inserimento
lavorativo nel campo della
salute mentale”.
Predisposizione del
“Protocollo di Intesa per lo
sviluppo della Cooperazione
sociale di tipo B” tra Asl di
Imola, Legacoop e
Confcooperative (firmato il
27/01/2006).
Convenzione-quadro della
Provincia di Bo per
l’inserimento lavorativo delle
persone disabili all’interno di
Coop soc. di tipo B o di tipo B
+ A (art.22 L.R. 17/05)
102
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Istituzione della “figura di
sistema”
collegamento in rete
degli interventi di
prevenzione, di sportello
e di educazione sanitaria
attivati nelle scuole da
Servizi Sanitari e Sociali,
del Privato Sociale e del
Volontariato;
sviluppo delle
competenze dei diversi
attori sociali nella lettura
del disagio psico-sociale;
assunzione di
competenze nella
intercettazione del
rischio da parte dei
soggetti della rete
formale, in particolare
pediatri e medici di
medicina generale,
insegnanti e operatori
sociali, e da parte dei
soggetti della rete
informale tra cui
volontari, responsabili di
gruppi giovanili, referenti
di centri aggregativi
sensibilizzazione della
comunità attraverso
un’informazione corretta
su agio e disagio e una
conoscenza dei servizi e
delle opportunità sviluppo delle esperienze
di auto-mutuo-aiuto in
rete tra loro e di una
cultura dell’accoglienza
Presenza programmata degli
assistenti sociali nelle scuole
e realizzazione dei Gruppi
misti in ogni Istituto
Comprensivo del Circondario.
Coinvolgimento di alcuni
attori in interventi di
prevenzione informazione
Prosecuzione dell’obiettivo
nelle scuole (es. Concorso
Sensibil….mente contro il
pregiudizio2)
“Guarire dal male
mentale:convivere e lavorare
con le voci”:incontro pubblico
di Ron Coleman con gli
studenti di Scuola Secondaria
organizzato dal
Coordinamento AMA e dal DSM
Realizzazione del Progetto
Mondi solidali – Solco Imola. In
Prosecuzione dell’obiettivo
specifico nascita ed avvio del
Centro per l’ascolto e
l’animazione sociale
“Epic’entro”
Realizzazione del progetto
“Quartieri Solidali” a cura
delle associazioni di
volontariato imolesi
Ideazione del progetto “Mani
di donne”
Realizzazione delle iniziative
“Oltre la siepe. La salute
mentale è un diritto di tutti,
anche il tuo!”
Prosecuzione dell’obiettivo
Realizzazione del progetto
“Volontariato e Città in rete”
a cura delle associazioni di
volontariato di Castel S.Pietro
T.
Consolidamento della rete tra
i gruppi
AMA (Coordinamento AMA) e
nascita di nuovi gruppi.
“Ritrovarsi insieme per vivere
meglio”: Corso di formazione
103
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
meglio”: Corso di formazione
gratuito sulla cultura e sulla
pratica dell’auto-mutuoaiuto rivolto alla cittadinanza
Attività della Polisportiva
“Eppur si muove” nei diversi
comuni del circondario
realizzazione di uno
studio di fattibilità per
l’Azione di recupero,
sistemazione e
organizzazione del
materiale archivisticodocumentario relativo
alla psichiatria
istituzionale imolese,
nell’ambito del Progetto
Centro Studi Imolese
Realizzazione dello studio di
fattibilità a cura
dell’Istituzione Minguzzi –
Provincia di Bologna.
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI DI SVILUPPO/ INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE O CONTENIMENTO
Titolo del progetto:
Tipologia:
“Presa in carico integrata dei casi a valenza socio-sanitaria e messa in
rete delle risorse”
qualificazione
104
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI QUALIFICAZIONE:
denominazione: Presa in carico integrata dei casi a valenza sociosanitaria e messa in rete delle risorse
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Consorzio Servizi Sociali Imola
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Laura Barelli
Tel 0542 606712
[email protected]
Destinatari
Soggetti minori,adulti e anziani che presentano una patologia
psichiatrica associata ad un disagio sociale e viceversa.
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Rappresenta l’evoluzione del lavoro sviluppatosi a partire dal
Protocollo Consorzio-DSM, Consorzio –NPEE, Protocollo
Consorzio- Coop. Il Sorriso- UOCDP e in continuità al Progetto
Studio di fattibilità per un sistema integrato delle residenze
Ambito territoriale di
realizzazione
Circondario di Imola
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
Consorzio Servizi Sociali Imola, dell’Istituzione di CSPT, del
Comune di Medicina, DSM (CSM e NPEE) dell’Azienda USL Imola
e propri operatori professionali.
Coinvolgimento delle Cooperative che gestiscono residenze,
semiresidenze e servizi domiciiliari.
Sperimentazione di Unità Valutativa Multidimensionale (UVM),
tenuto conto dei Protocolli già approvati, per la valutazione e
presa in carico socio-sanitaria di soggetti minori,adulti e
anziani che presentano una patologia psichiatrica associata ad
un disagio sociale e viceversa.
Proseguimento dell’approfondimento sulla rilettura del modello
di integrazione socio-sanitaria nel Gruppo di lavoro
Approfondimento nell’ambito del Gruppo di lavoro interservizi
(CSSI, Istituzione CSPT, DSM, Distretto)
del modello di
integrazione socio-sanitaria.
Predisposizione nel Gruppo di Lavoro di un Regolamento di
funzionamento dell’UVM che preveda:
- La presenza del medico di medicina generale tra i
componenti dell’UVM, con la possibilità di estensione ad
altri professionisti da coinvolgere nella valutazione del caso
- L’identificazione dei soggetti oggetto della presa in carico
integrata (minori incarico a NPEE prossimi all’età adulta,
adulti e anziani con patologia psichiatrica e disagio sociale
- La costruzione dei percorsi e delle procedure per
l’attivazione della UVM
ai fini dell’inserimento e/o
dell’erogazione di servizi e prestazioni in ambito di
105
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
-
residenza,
semiresidenza,
domiciliare
(anche
riferimento al Documento Studio di fattibilità
residenze).
Il monitoraggio delle risorse residenziali
con
sulle
Sperimentazione dell’UVM
Valutazione dei risultati
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Continuazione delle attività previste dal protocollo operativo fra
Istituzione CSPT e Dipartimento Salute Mentale AUSL di Imola
approvato con determina n. 75 del 6/5/2003
Eventuale
Costo totale
Quota
Quota Ente
quota di altri
previsto
regionale
soggetti
Costo del
personale €
€ 4.740,00
€ 4.820,00
9.560,00
- Formazione di un Gruppo di lavoro interservizi di
approfondimento delle metodologie e delle procedure
- strumenti per la presa in carico integrata (Verbale UVM,
scheda/e di valutazione, Piano Individuale socio-sanitario)
- n. casi valutati /n. casi presi in carico integrati
106
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
2.7 Politiche a favore di anziani
BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007)
(RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE)
analisi quanti-qualitativa delle risorse residenziali in ambito di zona sociale
revisione degli attuali modelli di assistenza domiciliare pubblica, alla luce degli attuali bisogni
di cura espressi dalle famiglie unitamente ad una valutazione dell’assistenza fornita dalle
assistenti familiari in particolare straniere ed alla luce della Direttiva Regionale 1378/99
qualificazione dell’intervento nei Centri Diurni e potenziamento della competenza del
personale nei confronti dei più gravi
Osservatorio permanente per il monitoraggio dei bisogni e delle risposte
revisione e omogeneizzazione dei Regolamenti vigenti
RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007
OBIETTIVI PRIORITARI
NEL TRIENNIO
STATO DI ATTUAZIONE
DEGLI OBIETTIVI
promuovere e sostenere
la sensibilizzazione delle
comunità locali
nell’accoglienza e
nell’integrazione dei
soggetti anziani, con
progettualità territoriali
tese a incoraggiare stili di
vita relazionali e
sviluppare reti di
solidarietà sociale
(Comunità solidali)sviluppo di esperienze di
auto-aiuto
L’obiettivo, che resta di lunga
durata si è espresso in
esperienze territoriali di
promozione di relazioni tra
anziani e tra giovani
generazioni e anziani. Si
citano le attività sostenute
dai Comuni secondo le azioni
contenute nel progetto Buena
Vista Social Club, l’attività
dei Laboratori e del Progetto
Buon Vicinato promossi da
Auser e Antea, Il Progetto
Quartieri Solidali in corso di
attuazione e condotto dalla
Consulta delle Associazioni di
Volontariato di Imola
L’obiettivo dello sviluppo di reti di
solidarietà sociale di auto-mutuo
aiuto si collega all’obiettivo di
promuovere forme di prevenzione
presso la popolazione anziana di
concerto tra Comuni,
Associazionismo e Volontariato.
Inversamente, le azioni avviate per
promuovere il ruolo dell’anziano e
prevenire forme di isolamento
sociale contribuiscono alla crescità
di comunità solidali.
Già dal 2004, all’interno del
Piano di contrasto all’impatto
provocato dalle ondate di
calore, ASL, Consorzio S.S.,
Istituzione di CSPT e Comune
di Medicina hanno realizzato
azioni di mappatura di anziani
a rischio o in situazione di
fragilità e con il concorso dei
Si conferma l’obiettivo.
Si include un progetto specifico di
sviluppo.
aggiornamento della
mappatura delle aree di
vulnerabilità sociale:
solitudine, non
autosufficienza,….
Indicatori:
- n. progetti attivati
- n. utenti coinvolti
- n. h attività con utenti
Indicatori:
-
elenco indicatori di
vulnerabilità sociale
107
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
fragilità e con il concorso dei
MMG, dei Servizi e di Filo
d’Argento e ANTEA, hanno
agito funzioni di prevenzione.
Integrazione
programmatica tra
politiche sociali,
sanitarie, abitative,
culturali, urbanistiche,
della mobilità attraverso
azioni coordinate e
progetti specifici (Piano
di Azione Locale)
potenziamento e
qualificazione degli
interventi per la cura al
domicilio e il sollievo
familiare, nella
prospettiva di presa in
carico globale del nucleo
famigliare
E’ stato raggiunto l’obiettivo
di avviare un processo di
integrazione programmatica
tra politiche: I 28 progetti
specifici previsti nel Piano
sono attivati e incorso di
attuazione, coinvolgendo i
diversi soggetti pubblici e
privati. Per la complessità e
l’articolazione del processo,
nonché per la sua piena
implementazione, necessitano
tempi medio-lunghi.
La progettualità relativa alle
politiche culturali e del
tempo libero degli anziani
(progetto Buena Vista Social
Club), in via di ultimazione,
ha visto l’attuazione in tutte
le sue fasi, dalla mappa delle
opportunità alle inziative
comunali alla network dei
musicisti.
Si persegue l’obiettivo della
presa in carico della famiglia
con l’estensione
dell’animazione domiciliare,
iniziative di formazione degli
operatori, con una crescente
flessibilità nell’accesso ai
Centri Diurni. Si è anche
avviata la collaborazione con
il Centro per l’adattamento
dell’ambiente domestico per
consulenze specifiche per
disabili anche anziani.
n . soggetti rilevatori
report annuale dei soggetti
rilevati in condizione di
fragilità
- azioni di prevenzione in
rapporto alla numerosità
della popolazione anziana
Mantenimento dell’obiettivo
-
Il progetto di miglioramento
dell’assistenza nelle strutture
residenziali per anziani si è concluso
nel 2006, sospensione dei
monitoraggi
Indicatori Progetto A
- schede di monitoraggio dello
stato di avanzamento dei
referenti tecnici di ogni
azione
- rapporto finale
Indicatori Progetto B
- n. iniziative realizzzate nei
Comuni
- eventi musicali realizzati
- film-video finale
- - mappa delle opportunità
Si conferma l’obiettivo.
Si includono 1 progetto per il
miglioramento dell’offerta di
sollievo programmato nelle strutture
protette e 1 progetto di analisi
comparata degli attuali modelli
organizzativi dell’assistenza
domiciliare nel nostro territorio e di
innovazione, anche nell’ottica
dell’ASP.
Indicatori:
- iniziativa di formazione
degli operatori, n. operatori
coinvolti e n. ore di
formazione
- n. ingressi part-time Centri
diurni
- consulenze CAAD per il
territorio imolese
108
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
qualificazione del lavoro
di cura svolto da
assistenti familiari –
ipotesi di percorsi di
formazione e
accreditamento delle
assistenti familiari agenzie per l’incontro
domanda-offerta
rivisitazione del sistema
delle residenzialità in
un’ottica circondariale e
trasversale ai diversi
ambiti di intervento
(anziani, salute mentale,
disabili adulti,
dipendenze patologiche)
nella prospettiva di una
razionalizzazione delle
risorse, di
un’appropriatezza delle
risposte, di un
ampliamento delle
opportunità a fronte dei
bisogni di autonomia
della persona e di
sollievo famigliare
promuovere e collegare
in rete circondariale gli
interventi di prevenzione
rivolti alla popolazione
anziana e realizzati da
Comuni, Associazioni,
Privato Sociale e
Volontariato
Rispetto alla formazione, è in Si conferma l’obiettivo
corso di attuazione il Progetto
Madreperla promosso dalla
Provincia di Bologna e
Indicatori :
- n. tutor coinvolti
realizzato con l’Ente Modena
- n. bilanci di competenza
Formazione che porta
- n. partecipanti corso lingua
all’accreditamento di 70 ore
di formazione ai fini dei
italiana
percorsi OSS.
- n. assistenti familiari Corso
di formazione (70 h)
- studio di fattibilità Elenco
assistenti familiari
Il Gruppo di lavoro dedicato
ha completato lo Studio di
fattibilità per la realizzazione
di un sistema integrato delle
residenzialità per adulti in
ambito circondariale.
Indicatore:
- Studio di fattibilità
Permane l’obiettivo della messa in
rete di questa tipologia di interventi
con un Gruppo di coordinamento
Circondariale per favorire lo
sviluppo di programmi e interventi
di prevenzione.
L’obiettivo dello sviluppo di reti di
solidarietà sociale di auto-mutuo
aiuto si collega all’obiettivo di
promuovere forme di prevenzione
presso la popolazione anziana di
concerto tra Comuni,
Associazionismo e Volontariato.
Inversamente, le azioni avviate per
promuovere il ruolo dell’anziano e
prevenire forme di isolamento
sociale contribuiscono alla crescita
di comunità solidali.
Indicatore:
- n. partecipanti Gruppo di
Coordinamento
Circondariale
n. incontri realizzati
- formulazione di un
programma di attvità
109
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI DI SVILUPPO/ INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE O CONTENIMENTO
Titolo del progetto:
Tipologia:
“Progetto per il miglioramento dell’offerta di sollievo programmato
nelle strutture protette”
qualificazione
“Progetto di analisi comparata degli attuali modelli organizzativi
adottati nel nostro territorio e per l’innovazione dell’assistenza
domiciliare e del servizio di telesoccorso”
innovazione
“Coordinamento e sviluppo tra i Comuni del Circondario degli interventi
di prevenzione e promozione sociale rivolti alla popolazione anziana”
sviluppo
“Revisione e omogeneizzazione dei Regolamenti di accesso ai servizi
per la popolazione anziana”
qualificazione
“Progetto per la mappatura e il monitoraggio degli anziani in condizioni
i fragilità sociale e socio-sanitaria”
sviluppo
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI FINALIZZATI
Titolo del progetto:
Tipologia:
“Assegni di cura anziani e disabili”
consolidamento
110
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI QUALIFICAZIONE:
DENOMINAZIONE: PROGETTO PER IL MIGLIORAMENTO DELL’OFFERTA DI
SOLLIEVO PROGRAMMATO NELLE STRUTTURE PROTETTE
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
di progetto o del
Consorzio Servizi Sociali Imola
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Andrea Garofani
Tel 0542 606711
[email protected]
Il programma è incluso nel gruppo di Lavoro “Studio di fattibilità
per la realizzazione di un sistema integrato delle
residenzialità” nel quale sono delineati anche i relativi costi
complessivi
Destinatari
Care givers, familiari, ed anziani affetti da alzheimer/altre
forme di demenza/ e anziani non autosufficienti
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
In continuazione ad un progetto sperimentale avviato con 3
posti di ricovero temporaneo in strutture residenziali per
anziani
Ambito territoriale di
realizzazione
Circondario di Imola
Istituzioni/ attori coinvolti
IPAB del Circondario, Istituzione Servizi Sociali Castel San Pietro
T., Comune di Medicina, Consorzio Servizi Sociali, Cooperazione
sociale, AUSL
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Sostenere il progetto di residenzialità temporanea e di
mantenimento al domicilio dell’anziano, attraverso il sostegno
al benessere del care giver/familiare rappresentato da un
periodo programmato di interruzione dell’accudimento diretto
del proprio congiunto
Azioni previste
Informazione agli utenti attraverso il SAA e i diversi servizi
territoriali e di assistenza domiciliare.
Omogeneizzazione delle Linee guida per accessi temporanei fra
le strutture del territorio, inclusa la gestione di un PAI ad hoc
per le temporaneità o brevi degenze.
Attribuzione al SAA della gestione omogenea della temporaneità
di sollievo per tutto il territorio, in analogia ai posti
permanenti.
Costo totale
previsto
Piano finanziario
Quota
regionale
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
111
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Monitoraggio accessi con verifica percentuale
precedente (indice di implementazione del servizio)
su
anno
Verifica del gradimento del servizio tramite questionario
(verifica qualità percepita utente/famiglia)
112
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI INNOVAZIONE
DENOMINAZIONE: PROGETTO DI ANALISI COMPARATA DEGLI ATTUALI
MODELLI ORGANIZZATIVI ADOTTATI NEL NOSTRO TERRITORIO E PER
L’INNOVAZIONE DELL’ASSISTENZA DOMICILIARE E DEL SERVIZIO DI
TELESOCCORSO
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali Castel San Pietro T.
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Gilberta Ribani
Tel 051 / 6954123
[email protected]
Destinatari
Servizi di assistenza domiciliare e i sistemi di telesoccorso e
indirettamente i fruitori di questi servizi (prevalentemente
anziani e residenti nei Comuni del Circondario)
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
E’ in proseguimento ai programmi di qualificazione del lavoro di
cura al domicilio.
Ambito territoriale di
realizzazione
Circondario di Imola
Istituzioni/ attori coinvolti
AUSL Imola, Istituzione Servizi Sociali di Castel San Pietro T.,
Consorzio Servizi Sociali Imola, Comune di Medicina,
Cooperazione sociale,soggetti gestori del telesoccorso
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Realizzare una riflessione sui modelli esistenti di assistenza al
domicilio e individuare soluzioni organizzative innovative e atte
a cogliere i nuovi bisogni del soggetto anziano e del nucleo
familiare.
Ricondurre il servizio ad una programmazione consapevole
tenendo conto degli adattamenti e delle modifiche avvenute a
vario livello nel corso degli anni.
Ipotizzare un modello unico di SAD recependo gli aspetti positivi
delle varie esperienze esistenti.
Il progetto riguarda anche l’area Disabili e Adulti in condizioni
di svantaggio sociale
113
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Azioni previste
a) Costituzione di Gruppo di lavoro tecnico
b) Analisi e omogeneizzazione dell’assistenza domiciliare con
riferimento a:
- Modalità e criteri di accesso
- utenza servita
- struttura organizzativa
- metodologia di presa in carico dal domicilio e da dimissione
protetta
- formulazione di PAI comprensivo della rilevazione delle
condizioni ambientali e dei fattori che lmitano o
impediscono una sicura e adeguata gestione assistenziale
- integrazione con i Nuclei di Cure Primarie
- integrazione con ADI
-
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Assunzione di un ruolo del SAD di “regia” dell’insieme degli
interventi domiciliari agli utenti non autosufficienti.
Aumento della flessibilità e della interscambiabilità dei modelli
organizzativi
Eventuale
Costo totale
Quota
Quota Ente
quota di altri
previsto
regionale
soggetti
Costo del
personale €
€ 5.020,00
€ 5.718,00
10.738,00
-
Ampliamento della platea di utenti assistiti.
Formulazione di una check- list per la rilevazione
delle condizioni ambientali al domicilio
elaborazione di un Documento conclusivo
114
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
DENOMINAZIONE: COORDINAMENTO TRA I COMUNI DEL CIRCONDARIO
PER GLI INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROMOZIONE SOCIALE RIVOLTI
ALLA POPOLAZIONE ANZIANA
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Comune di Imola – Servizio Partecipazione e Volontariato
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Angioletta Sartoni (prevenzione e promozione sociale per la
popolazione anziana) - Tel. 0542 611013
Emanuela Casadei (centri sociali – forum) - Tel. 0542 611027
Roberta Olivato (volontariato) - Tel. 0542 611023
Destinatari
La popolazione ultra55enne del Circondario
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
In prosecuzione di un progetto dell’anno precedente
Ambito territoriale di
realizzazione
Circondario di Imola
Istituzioni/ attori coinvolti
I 10 Comuni del Circondario, Associazioni culturali e del tempo
libero, Associazioni di Volontariato, Agenzie per il Tempo
Libero dei Sindacati Pensionati, Centri sociali, Forum
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Coordinare e promuovere programmi di prevenzione e
promozione sociale rivolti alla popolazione anziana di concerto
tra Comuni, Associazionismo , Volontariato , realtà sociali
aggregative. Preliminare valutazione sulla fattibilità di utilizzo
di laboratori presenti negli istituti scolastici superiori.
Azioni previste
Piano finanziario
- Costituzione di un gruppo di lavoro;
- Nell’ambito dei progetti raccolti nel programma “Buena Vista
Social Club“ individuazione di almeno un’ azione da promuovere
di concerto;
- selezione di un azione di sollievo da promuovere nell’ambito
della stagione estiva.
Eventuale
Costo totale
Quota
quota di altri
Quota Ente
previsto
regionale
soggetti
Ciascun
Comune dovrà
provvedere a
destinare una
quota di
risorse
115
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
-
n. partecipanti Gruppo di Coordinamento Circondariale
n. incontri realizzati
formulazione di un programma di attività
numero soggetti istituzionali/sociali che collaborano alle
attività
numero partecipanti alle attività
116
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI QUALIFICAZIONE
DENOMINAZIONE: REVISIONE E OMOGENEIZZAZIONE DEI REGOLAMENTI
DI ACCESSO AI SERVIZI PER ANZIANI
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Consorzio Servizi Sociali Imola
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Laura Barelli
Tel 0542 606712
[email protected]
Destinatari
Soggetti anziani
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Progetto innovativo
Ambito territoriale di
realizzazione
Circondario di Imola
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
Il Consorzio Servizi Sociali Imola. l’Istituzione per la gestione dei
Servizi Sociali di Castel San Pietro T, il Comune di Medicina,
AUSL Imola, l’IPAB Casa di Riposo per Inabili al Lavoro, l’IPAB S.
Maria di Tossignano, l’IPAB Istituzioni Assistenza Riunite di
Medicina.
Al termine del percorso progettuale è prevista la consultazione
con le Organizzazioni Sindacali.
Il progetto si propone di costituire un Testo unico dei
Regolamenti di Assistenza a superamento di alcune difformità
oggi esistenti nel territorio e in funzione della futura
costituzione dell’ASP imolese.
Il progetto investe anche l’area di intervento “Contrasto alla
povertà” e “Disabili”
Per la complessità degli argomenti il progetto può essere
biennale.
La prima parte del programma si colloca in una rilettura
dell’esistente sia rispetto ai testi sia rispetto agli esiti prodotti
dalla applicazione Le azioni previste sono:
- la definizione dell’oggetto (quali regolamenti)
- l’analisi comparata dei Regolamenti esistenti nei diversi Enti
- l’Identificazione dei contenuti da confermare o da rivedere
sulla verifica dell’esperienza e alla luce di indicatori
predefiniti
La seconda parte del programma prevede la ricostruzione degli
articoli omogeneizzandone i contenuti o modificandoli per
esigenze di adattamento alla mutevole realtà sociale degli
utenti e dei loro bisogni. Si considera pertanto di agire.
attraverso un processo di condivisione tra gli attuali Enti Gestori
di servizi e interventi, una unico Testo contenente le diverse
materie normate con particolare riferimento ai criteri e
requisiti di accesso, tipologia delle prestazioni e servizi erogati,
procedure di domanda e valutazione, reclamo, criteri di
117
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
partecipazione dell’utente al costo dei servizi.
Costo totale
previsto
Quota
regionale
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
€ 24.150,00
€ 11.750,00
Piano finanziario
Costo personale
= € 35.900,00
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Proposta di testo Unificato dei Regolamenti
118
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI SVILUPPO
DENOMINAZIONE: PROGETTO DI MAPPATURA E MONITORAGGIO DEGLI
ANZIANI IN CONDIZIONE DI VULNERABILITÀ SOCIALE E SOCIO-SANITARIA
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Comune di Medicina
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Barbara Melandri
Tel 0516979249
[email protected]
Destinatari
Soggetti anziani
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Progetto innovativo
Ambito territoriale di
realizzazione
Circondario di Imola
Istituzioni/ attori coinvolti
Il Consorzio Servizi Sociali Imola, l’Istituzione per la gestione dei
Servizi Sociali di Castel San Pietro T., AUSL Imola.
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Il progetto si propone di individuare degli indicatori che
consentano di realizzare una mappatura del territorio rispetto
alle aree e soggetti che per condizioni sociali, sanitarie e
abitative vengano considerati in stato di “vulnerabilità”.
Il progetto ipotizza l’individuazione di forme di monitoraggio dei
soggetti ritenuti in condizione di vulnerabilità sociale e sociosanitaria, anche relativamente al momento del ricovero
ospedaliero.
Il progetto investe anche l’area “Disabili” e per la complessità
degli argomenti può essere biennale.
Azioni previste
a) Costituzione di un Gruppo di lavoro tecnico
b) Definizione ed individuazione degli indicatori della
vulnerabilità sociale e socio-sanitaria
c) Mappatura del territorio e possibilità di prevedere periodiche
integrazioni
d) Monitoraggio dei soggetti ritenuti in condizione di
vulnerabilità.
Costo totale
previsto
Piano finanziario
Quota
regionale
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
Costo del
personale
119
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
-
tipologia di indicatori atti a connotare la fragilità sociale
in un sistema di rilevazione annuale degli anziani al
domicilio e ricoverati in Ospedale quale mappature del
territorio
n° azioni azioni messe in atto nei confronti della
popolazione ritenuta in condizione di vulnerabilità sociale e
socio-sanitaria.
120
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE:
DENOMINAZIONE: “ASSEGNI DI CURA PER ANZIANI E DISABILI”
DI CUI AL PROGRAMMA FINALIZZATO: “ ASSEGNI DI CURA PER ANZIANI
E DISABILI”
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Consorzio Servizi Sociali Imola
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Andrea Garofani – Tel. 0542 606711
Laura Barelli - Tel. 0542 606712 (anziani)
Gloria Cortecchia - Tel. 0542/606715 (adulti disabili)
-
cittadini di età superiore a 65 anni o con patologie
assimilabili all’età anziana certificati dall’UVG e con ISEE
inferiore a € 20.000 annui.
Cittadini adulti disabili (19/64 anni) in possesso della
certificazione di gravità dell’handicap ai sensi dell’Art. 3
comma 3 della legge n°104/92 e con una ISEE del nucleo
famigliare non superiore a € 34.000 annui.
Destinatari
-
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Il progetto è in continuazione
Ambito territoriale di
realizzazione
Circondario di Imola
Istituzioni/ attori coinvolti
Consorzio Servizi Sociali Imola, Comuni del Nuovo Circondario
Imolese, Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali del
Comune di Castel S. Pietro T., Comune di Medicina, Ausl Imola
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Il progetto investe anche l’Area Disabili e rientra nei programmi
di sostegno alla domiciliarità e alla vita indipendente, sostegno
al lavoro di cura dei care givers in base ad un progetto
personalizzato e integrato con i Servizi sanitari dell’A.USL.
Azioni previste
Continuazione dell’erogazione degli assegni di cura alle persone
che ne stanno usufruendo per il proseguimento del progetto
individualizzato.
Per l’area anziani, verifiche semestrali dell’assistente sociale
responsabile del caso
e rivalutazioni dell’UVG per
aggravamenti. Valutazione dei nuovi richiedenti da parte
delll’UVG.
Monitoraggio mensile della spesa sostenuta e degli assegni
erogati per gli anziani.
Per i disabili, valutazioni dei casi dell’UVH e verifiche
periodiche dell’assistente sociale.
Piano finanziario/Disabili
Costo totale
previsto
Quota
regionale
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
121
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
€ 120.271,37
Piano Finanziario / Anziani
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
€ 59.768,73
€
60.502,64
€ 936.963,07 € 120.272,87 € 108.690,02
€ 708.000,00
(quota fondo
sanitario)
Budget a disposizione/spesa per l’erogazione degli assegni = 1
(pieno utilizzo delle risorse)
122
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
2.6 Politiche a favore di disabili
BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007)
Vita indipendente/ “Dopo di noi”
Definizione e quantificazione della domanda (anche a fronte della sempre maggior
differenziazione)
Risposte alla riorganizzazione della vita delle persone con esiti da trauma
OBIETTIVI PRIORITARI
NEL TRIENNIO
STATO DI ATTUAZIONE
DEGLI OBIETTIVI
RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007
Realizzato lo Sportello sociale
- Studio di fattibilità per
con un supporto informatico
una quantificazione reale
che permetterà
del bisogno
l’elaborazione dei dati anche
(Sperimentazione)
di contatto
- Risposta organica al
tema “dopo di noi”
preparata “durante noi”
(tempo libero, sostegno
alle azioni del
volontariato, Albo
amministratori di
sostegno, progetti di
affidamento di persone
adulte, Gruppo
appartamento, secondo
Condominio solidale,
Fondazione,…)
(Sviluppo/innovazione)
Realizzato nelle azioni
previste per il 2005
Formalizzazione dei
rapporti fra gli attori
territoriali in una logica
di sistema (Sviluppo/
innovazione)
Realizzato il Protocollo
operativo con il Servizio di
NPEE
Si confermano gli obiettivi,
rimodulando alcune azioni e/o la
loro tempistica sulla base dei dati
derivanti dall’attività 2005
123
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI DI SVILUPPO/ INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE O CONTENIMENTO
Titolo del progetto:
Tipologia:
“Piano zonale annuale di potenziamento degli interventi a favore del
benessere della persone disabili e delle loro famiglie”
Qualificazione
INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006:
PROGETTI FINALIZZATI
Titolo del progetto:
Tipologia:
“Assegni di cura per anziani e disabili”
(si veda scheda nell’area anziani)
Qualificazione
“Mobilita’ e autonomia in ambiente domestico”
Qualificazione
124
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI QUALIFICAZIONE:
denominazione: Protocollo Interistituzionale per l’inserimento
lavorativo disabili e svantaggiati
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
di progetto o del
Programma Finalizzato
Provincia di Bologna
Provincia di Bologna
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Destinatari
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Ambito territoriale di
realizzazione
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
Territorio provinciale
Provincia di Bologna, Comune di Bologna, AUSL Bologna, AUSL
Imola, Consorzio Servizio Sociali Imola, tutti i Comuni del
territorio provinciale, Istituzione per la gestione dei Servizi
Sociali del Comune di Castel Castel S. Pietro T.
Estendere il Protocollo per l’inserimento al lavoro dei disabili ex
L. 68/99 stipulato nel 2004 tra Comune di Bologna , Provincia di
Bologna, AUSL a tutto il territorio provinciale.
Allargare il campo di azione del protocollo anche in riferimento
a soggetti in situazione di svantaggio che, pur presentando
aspetti di complessità e multiproblematicità, non sono però
disabili in sensi della L. 68/99.
Sviluppare attraverso il Gruppo di Coordinamento previsto dal
Protocollo, formato dai Responsabili dei Servizi interessati delle
diverse
Istituzioni
firmatarie,
un
coordinamento
interistituzionale a livello tecnico, aperto anche ai contributi
provenienti dalle Associazioni di Rappresentanza interessate e
della Cooperazione Sociale, quale luogo di informazione,
scambio di buone prassi e sperimentazione di azioni, anche al di
fuori del protocollo, inerenti le tematiche dell’inserimento
lavorativo di soggetti disabili e svantaggiati che consenta di
raccordare, laddove possibile, l’operatività delle diverse
istituzioni interessate.
Le azioni previste sono:
Verifica del protocollo già sottoscritto in relazione agli specifici
contesti territoriali e sottoscrizione analoghi accordi per
ciascuna delle zone interessate.
Costituzione delle singole unità operative interistituzionali per
ciascuna delle zone firmatarie.
Sviluppo di un gruppo di lavoro interistituzionale per la
definizione di una specifica ipotesi di protocollo per
l’inserimento lavorativo di persone in condizioni di svantaggio e
125
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
l’inserimento lavorativo di persone in condizioni di svantaggio e
ampliamento del gruppo della rete soggetti interessati alle
problematiche oggetto del protocollo, quali: Associazioni di
Rappresentanza e Cooperazione Sociale.
Il gruppo di lavoro avrà come punti di riferimento della propria
attività il protocollo in essere e le esperienze di partnership nei
diversi progetti europei avviate in questi anni (con particolare
riferimento al Progetto Equal Portici – dedicato proprio
all’individuazione di metodi e strumenti per l’inserimento
lavorativo di persone in particolari condizioni di svantaggio – e
al nuovo progetto Equal ET – il cui obiettivo è sperimentare
modalità di transizione al lavoro per adolescenti e giovani in
difficoltà -) . Individuazione e sperimentazione di strumenti di
transizione e inserimento lavorativo sia per lavoratori disabili ex
L. 68 che per quelli in situazioni di svantaggio non certificati.
Particolare attenzione verrà prestata ai percorsi di inserimento
lavorativo all’interno di cooperative sociali di tipo B (in
riferimento a quanto previsto a tale proposito dalla Legge
Regionale e alla Convenzione Quadro – art.22 L.R. 17/05) già
definita in sede provinciale) anche in relazione agli obiettivi
socio riabilitativi definiti nei singoli percorsi.
Eventuale
Costo totale
Quota
Quota Ente
quota di altri
previsto
regionale
soggetti
Già nell’anno
precedente la
Provincia ha
messo a
disposizione
200.000 Euro in
percorsi
personalizzati
per lavoratori
disabili ex
Legge 68/99.
Per ciascuna delle fasce di utenza interessate (disabili e persone
in condizione di svantaggio non certificati):
- numero di percorsi di transizione/inserimento attivati;
- numero di inserimenti effettuati.
Tali indicatori dovranno essere resi disponibili sia con
riferimento al contesto provinciale sia in riferimento alle singole
zone.
126
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO DI QUALIFICAZIONE:
denominazione: “PIANO ZONALE ANNUALE DI POTENZIAMENTO DEGLI
INTERVENTI A FAVORE DEL BENESSERE DELLA PERSONE DISABILI E
DELLE LORO FAMIGLIE”
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Consorzio Servizi Sociali Imola
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Maria Grazia Ciarlatani
Tel. 0542-606767
e-mail: [email protected]
Destinatari
Persone con disabilità e loro famigliari
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
In continuazione
Ambito territoriale di
realizzazione
Zona sociale di Imola
Istituzioni/ attori coinvolti
Comuni, Ausl di Imola, Consorzio Servizi Sociali Imola,
Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di
Castel S. Pietro T., Sea.coop, Consorzio Sol.co, Associazioni di
volontariato, Enti di F.P., OO.SS.
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Qualificare e rafforzare la rete degli interventi del sistema
integrato locale continuando a preparare il “dopo di noi”
“durante noi” e con un’attenzione particolare ai bisogni delle
persone che hanno disabilità acquisite
Azioni previste
Interventi volti a favorire la frequenza dei centri estivi anche ai
bambini e ragazzi (3-17 anni) con disabilità (personale e
trasporto personalizzato per il Comune di Imola, altre modalità
per gli altri territori).
“Controverso”: attività teatrale integrata, promossa da
Seacoop.
“Liberi nel tempo libero”: supporto alla frequenza ai luoghi di
aggregazione, promosso dall’Ass. La Giostra.
“Help to help”: formazione e supporto a volontari che
intendano sperimentarsi nell’ambito della disabilità, promosso
da Seacoop.
Amministratore di sostegno: azioni di sensibilizzazione pubblica.
“Studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema integrato
delle residenzialità in ambito circondariale – Adulti”:
prosecuzione dello studio e prime applicazioni in riferimento, in
particolare, a una nuova struttura polifunzionale per persone
adulte con disabilità a Castel S. Pietro T. e a valutazioni
congiunte fra i servizi coinvolti nei progetti individuali di
inserimento in strutture residenziali (ved. documento nei
127
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Piano finanziario
Progetti trasversali).
Protocollo operativo fra Consorzio Servizi Sociali Imola e U. O.
Medicina Riabilitativa dell’AUSL di Imola.
Realizzazione dei progetti della Montecatone Rehabilitation
Institute di telemedicina e monitoraggio clinico storico del
paziente finanziati dal FSE.
Studio delle azioni
di superamento delle
barriere
architettoniche negli spazi pubblici (Comuni della zona).
Azioni previste dall’Istituzione per la gestione dei servizi sociali
del Comune di Castel S. Pietro T.
Eventuale
Costo totale
Quota
quota di altri
Quota Ente
previsto
regionale
soggetti
Costo del
personale
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Realizzazione delle azioni previste
128
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO / INTERVENTO DI QUALIFICAZIONE:
denominazione: “MOBILITA’ E AUTONOMIA IN AMBIENTE DOMESTICO”
di cui al programma finalizzato: “MOBILITA’ E AUTONOMIA IN
AMBIENTE DOMESTICO”
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Consorzio Servizi Sociali Imola
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Assistente Sociale Gloria Cortecchia
Tel. 0542/606715
E mail: [email protected]
Destinatari
Contributi a favore di cittadini disabili per l’acquisto e/o
l’adattamento di autoveicoli privati in possesso della
certificazione di gravità dell’handicap ai sensi dell’art. 3 comma
3 della legge 104/92, un ISEE non superiore a € 21.000 o 13.000
annui; e/o per l’adattamento alla guida di coloro che sono in
possesso della patente di guida delle categorie speciali. (Art. 9
legge regionale N° 29/97).
Contributi a favore di cittadini disabili in possesso della
certificazione di gravità dell’handicap, per l’acquisto di
strumentazioni, ausili, attrezzature e arredi per favorire la
gestione e la permanenza nel proprio ambiente di vita e un ISEE
non superiore a € 21.000. (Art. 10 legge regionale N° 29/97)
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Il progetto è in continuazione
Ambito territoriale di
realizzazione
Zona Sociale di Imola.
Istituzioni/ attori coinvolti
Consorzio Servizi Sociali Imola, Comuni del Nuovo Circondario
Imolese, Istituzione per la gestione dei servizi sociali del
Comune di Castel S. Pietro T., Regione Emilia Romagna
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Favorire e migliorare l’autonomia e la mobilità dei cittadini
disabili, sia all’interno della propria abitazione con il
superamento delle barriere architettoniche, sia negli spazi
esterni. Progetto personalizzato e integrato con i servizi UOMR
dell’A.USL; collaborazione con il CAAD provinciale di Bologna.
Collaborazione con i Comuni del Circondario
Azioni previste
Informazione, consulenza, raccolta domande, erogazione dei
contributi
Piano finanziario
Costo totale
previsto
Quota
regionale
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
129
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
€ 29.884,36 +
personale
dipendente
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
€ 29.884,36
N° domande pervenute/domande ammissibili = 1
130
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
2.7 Azioni trasversali
PROGETTO SOVRAZONALE:
denominazione: Progetto sovrazonale per la promozione e lo sviluppo
degli uffici di piano zonali
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Provincia di Bologna
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Maura Forni
Dirigente Servizi Sociali e Sanità Provincia Bologna
051/6598269
[email protected]
Destinatari
Comuni capofila sede di distretto ove ha sede l’ufficio di piano
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Sì
Ambito territoriale di
realizzazione
Territorio provinciale
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Sostenere finanziariamente l’attività e l’impegno degli uffici di
piano zonali, attraverso apposito contributo provinciale, in
continuità con quanto realizzato nelle scorse annualità.
Azioni previste
Erogazione di un contributo complessivo pari a 50.000 euro ai
Comuni capofila sede di ufficio di piano
Costo totale
previsto
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota
regionale
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
50.000,00 €
per erogazione
contributi ai
Comuni capofila
sede di ufficio
di piano
Contributi erogati
131
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO SOVRAZONALE:
denominazione: La rete degli sportelli sociali ed il portale degli
sportelli sociali
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
Provincia di Bologna
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Maura Forni
Dirigente Servizi Sociali e Sanità Provincia Bologna
Tel. 051/6598269
[email protected]
Destinatari
Comuni e Ausl che partecipano alla sperimentazione dello
sportello sociale secondo quanto previsto da delibera consiglio
regionale 514/2003
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Sì
Ambito territoriale di
realizzazione
Territorio provinciale di Bologna
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Provincia servizi sociali e sanità, Provincia servizi Informatici,
Comuni capofila sede di distretto, Consorzio servizi sociali
Imola, Ausl di Bologna, Istituzione Servizi Sociali Castel S.Pietro
T.
Il progetto si pone in continuità con quanto realizzato nel corso
del 2005.
Tutte le zone hanno partecipato alla sperimentazione dello
sportello sociale finanziata dalla Regione Emilia Romagna
La Provincia di Bologna si è resa disponibile a realizzare un
coordinamento del progetto al fine di permettere la
realizzazione di una rete di sportelli sociali a livello provinciale
che, seppur con differenziazioni di carattere organizzativogestionale, permetta agli sportelli di essere in rete ed in
comunicazione tra loro.
Inoltre valore aggiunto del coordinamento provinciale degli
sportelli sociali è l’attivazione di un Osservatorio provinciale del
bisogno in grado di monitorare gli accessi agli sportelli e le
richieste dei cittadini.
Ad oggi
•
•
•
•
•
Azioni previste
•
•
sono state realizzate le seguenti fasi:
installazione software in tutti i comuni
software operativo relativamente all’area anziani
software operativo per Osservatorio del bisogno
formazione realizzata per tutte le zone
conclusi i gruppi di lavoro provinciale relativamente
all’area osservatorio anziani-minori –
in via di conclusione il gruppi di lavoro sui disabili
attivato gruppo disagio adulto
Attività in corso o da implementare per l’anno 2006
Rete degli sportelli sociali :
• concludere
l’analisi
dei
processi
di
accesso
relativamente
all’area
disabili
e
conseguente
132
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
•
•
•
•
attivazione software
attivazione software minori
attivazione collegamento con anagrafi comunali (AOL)
integrazione con Doc AREA
realizzazione di iniziativa di presentazione provinciale
di presentazione degli sportelli
Portale della rete degli sportelli sociali
Attualmente in corso la definizione del portale degli sportelli
sociali:
• realizzati incontri di coordinamento,
• realizzati incontri con soggetti che hanno a disposizione
data base o servizi di sportello informativo in materia
sociale per futura integrazione,
- definita architettura portale,
- definita mappatura dei servizi da inserire sul portale con la
descrizione di ogni singolo servizio ed i relativi riferimenti
normativi
Attività in corso o da implementare per l’anno 2006
- attivazione del portale come strumento intranet ad uso
operatori (prima fase sperimentale per testare il portale)
- attivazione portale via web accessibile dai cittadini
Costo totale
previsto
Piano finanziario
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota
regionale
Quota Ente
Eventuale
quota di altri
soggetti
Il progetto è la
continuazione
del progetto già
avviato
nell’anno 2005.
Prevede
pertanto
l’utilizzo di
risorse interne.
Numero incontri di coordinamento realizzati a livello provinciale
Numero contatti osservatorio
133
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO SOVRAZONALE:
denominazione: Progetto sovrazonale relativo al percorso congiunto
finalizzato alla promozione della nuova figura dell’Amministratore di
sostegno (ex L. 6/2004)
Comune o forma associativa Comune di Bologna
ex-art.16 L.R.2/03 capofila
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Destinatari
Silvana Stanzani Direttrice Servizio Invalidi Civili – Settore
Servizi Sociali
Tel. 051/216370
Fax 051/216406
e-mail [email protected]
Servizi Sociali del territorio, Comuni della Provincia,
Associazioni di categoria, familiari dei beneficiari
dell’Amministratore di sostegno, candidati a svolgere il ruolo di
Amministratore di sostegno
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Progetto in continuità con progetto sovrazonale 2005 relativo
alla sensibilizzazione e formazione finalizzato alla promozione
dell’amministratore di sostegno (in accordo con L.6/2004)
Ambito territoriale di
realizzazione
Provincia di Bologna
Istituzioni/ attori coinvolti
Comuni della Provincia, IPAB Giovanni XXXIII°, Fondazione
“Dopo di Noi”, Associazione Donne Giuriste, Giudice Tutelare,
associazioni di volontariato
•
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
Sostituire la figura di Amministratore di sostegno
all’intervento di tutela che dovrebbe permanere solo come
misura residuale in casi particolari
• Aumentare la disponibilità di candidati al ruolo di
Amministratore di sostegno
• Realizzare elenchi di candidati al ruolo di
Amministratore di sostegno
• Definire modalità condivise per quel che attiene alla
modulistica e al percorso amministrativo per la
presentazione e attivazione delle istanze al fine di rendere
il processo corretto, snello e tempestivo
Promozione del confronto con le diverse esperienze nel
territorio maturate in fase di prima applicazione della Legge:
organizzazione del seminario “L’Amministratore di sostegno le
esperienze per gli anziani in Provincia di Bologna”.
Costituzione di un gruppo di lavoro con tecnici di Settore Servizi
Sociali e Servizi Sociali dei Quartieri e istituzione di momenti
informativi con i Comuni della Provincia, per la definizione e
condivisione di un percorso omogeneo sul territorio, per quel
che attiene sia alla modulistica sia all’iter amministrativo per la
presentazione e attivazione delle istanze
Organizzazione di corsi di sensibilizzazione/formazione, per
diffondere la conoscenza della nuova figura e fornire le
informazioni e gli strumenti necessari ai candidati al ruolo di
Amministratore di sostegno
134
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Costo totale
previsto
Piano finanziario
€ 5.000,00
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota
regionale
Quota Ente
Comune di
Bologna €
5.000,00
Eventuale
quota di altri
soggetti
Verifica
possibilità di
finanziamenti
da parte di
Fondazioni,
Ipab etc.
N° Amministratori di sostegno nominati dal Giudice Tutelare e
diminuzione N° tutele attivate
N° partecipanti corsi di sensibilizzazione/formazione
135
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO SOVRAZONALE:
denominazione: Sportelli Comunali per il Lavoro e inserimento
lavorativo soggetti svantaggiati
Comune o forma associativa Provincia di Bologna
ex-art.16 L.R.2/03 capofila .
di progetto o del
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Destinatari
Patrizia Paganini
Dirigente Servizio Politiche attive del Lavoro e Formazione
.
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Ambito territoriale di
realizzazione
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Azioni previste
Piano finanziario
Provinciale
Provincia di Bologna e tutti i Comuni firmatari del protocollo di
intesa per gli Sportelli per il Lavoro (Anzola Dell’Emilia,
Bazzano, Budrio, Casalecchio di Reno, Castel Maggiore,
Crevalcore, Loina Molinella, Pianoro-Rastignano, San Pietro in
casale, Sasso Marconi, Zola Predosa, Circondario Imolese),
Comune di Bologna
Partecipazione a gruppi di lavoro e disponibilità alla definizione
di un rete di informazioni condivisa e strutturata
Promuovere modalità operative di raccordo tra le diverse
strutture che nei singoli territori si occupano di inserimento
fasce deboli e/o di svantaggio allo scopo di costruire progetti di
inserimento lavorativo mirati ai bisogni delle singole persone,
utilizzando nel modo più efficace le diverse risorse disponibili.
Promuovere un ruolo degli Sportelli Comunali e della rete dei
servizi per il lavoro quale soggetto per il Welfare territoriale.
Verifica delle attività svolte dagli Sportelli Comunali per il
Lavoro con particolare attenzione ai soggetti in situazioni di
svantaggio già in carico ad altri Servizi dei Comuni interessati.
Costruzione di una rete di referenti all’interno di tutti i Servizi
interessati in grado di scambiarsi in modo strutturato
informazioni sui singoli casi in carico.
Definizione di progetti di inserimento mirato per alcune
tipologie di utenti per creare modalità di intervento condivise
tra tutti i referenti della rete.
La Provincia è disponibile ad utilizzare gli strumenti di
inserimento lavorativo già in uso presso i CIP e dedicati in
particolare
ai soggetti svantaggiati quali soprattutto
accompagnamento e tutorato.
Eventuale
Costo totale
Quota
quota di altri
Quota Ente
previsto
regionale
soggetti
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
136
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
PROGETTO SOVRAZONALE:
denominazione: Progetto sovrazonale di sensibilizzazione e
promozione del servizio civile volontario “Una rete solidale per lo
sviluppo del servizio civile volontario” - Anno 2006
Comune o forma associativa
ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna/Coordinamento Provinciale degli Enti di
di progetto o del
Servizio Civile di Bologna
Programma Finalizzato
Responsabile del
progetto/programma:
nominativi e recapiti
Destinatari
Specificare se è in
continuazione di un
progetto dell’anno
precedente
Ambito territoriale di
realizzazione
Istituzioni/ attori coinvolti
Obiettivi del
progetto(anche eventuali
integrazioni con altre aree
d’intervento)
Coordinamento provinciale enti di servizio civile
CO.PR.E.S.C.
Tel. 051/6598276
Enti locali e non profit, giovani, cittadinanza, studenti e docenti
degli istituti di istruzione superiore, famiglie
Sì
Il territorio provinciale
Enti di servizio civile aderenti al Coordinamento Provinciale di
Bologna (enti pubblici, fondazioni, organizzazioni non profit,
cooperative ecc.)
Associazioni di promozione sociale
Organizzazioni di volontariato
Centri di aggregazione giovanile
Università
Centri sociali
Scuole medie superiori
Centri di formazione professionale
- Diffondere i valori del servizio civile quale strumento di
cittadinanza attiva e di impegno sociale
- Favorire la partecipazione degli enti al sistema di servizio
civile a livello regionale e nazionale
- Avviare un percorso di confronto e collaborazione tra gli enti
di servizio civile per qualificare l’offerta progettuale del
territorio
- Tavole rotonde decentrate sul territorio per lo scambio di
buone pratiche e la nascita di rapporti di collaborazione tra
enti;
Azioni previste
- Seminari informativi e di approfondimento sui bandi e sugli
adempimenti del sistema di servizio civile;
- Interventi di presentazione del servizio civile nelle scuole e
nelle facoltà universitarie;
- Eventi promozionali rivolti ai giovani e alla comunità per la
diffusione della cultura del servizio civile;
- Incontri di sensibilizzazione rivolti alla popolazione adulta e
anziana sul servizio civile regionale over 28;
137
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Costo totale
previsto
Quota
regionale
5.500,00 €
(quota per la
pubblicazione
di materiale
informativo)
Piano finanziario
28.750,00 €
7.750,00 €
(quota per
l’organizzazio
ne di eventi)
Indicatori per il
monitoraggio/valutazione
Quota
nazionale
Eventuale
quota di altri
soggetti
500,00 €
(quota per
iniziative
informative
rivolte ai
giovani)
15.000,00 €
(quota per
acquisizione
risorsa umana
dedicata)
n. di eventi promozionali organizzati
n. di scuole coinvolte per gli incontri di sensibilizzazione
n. di volontari in servizio civile regionale per minori
n.di progetti di servizio civile regionale presentati
138
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
STUDIO DI FATTIBILITA’ PER LA REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA
INTEGRATO DELLE RESIDENZIALITA’ PER ADULTI IN AMBITO
CIRCONDARIALE
Premessa
La necessità di approfondire il tema del sistema delle risposte residenziali alle persone adulte è
stata confermata nel Piano di zona locale 2005 – 2007. Nei tavoli tematici “Salute mentale” e
“Disabilità”, a fianco alla positività di una progressiva differenziazione delle risposte residenziali
sia da parte dei servizi sanitari che sociali, in una logica di qualificazione dell’intervento, sono
stati evidenziati i seguenti obiettivi non raggiunti e nodi critici:
- necessità di un tavolo allargato per l’analisi dei bisogni emergenti
- rivisitazione del sistema delle residenzialità in un’ottica circondariale e trasversale ai diversi
ambiti di intervento nella prospettiva di una razionalizzazione delle risorse, di un’appropriatezza
delle risposte, di un ampliamento delle opportunità
- necessità di un ulteriore potenziamento e differenziazione delle risorse residenziali
- risposte organiche al tema “Dopo di noi”.
Per questo motivo, nel Programma attuativo 2005 ci si è posti, fra i Progetti interaree, il seguente
obiettivo:
PROGETTO/INTERVENTO:
STUDIO DI FATTIBILITÀ PER LA REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA INTEGRATO DELLE RESIDENZIALITÀ IN UN
AMBITO CIRCONDARIALE
Comune o forma
associativa ex-art.16
L.R.2/04 capofila di
progetto
Consorzio Servizi Sociali Imola
Ambito territoriale di
realizzazione
Circondario di Imola
Istituzioni/attori
sociali coinvolti
Consorzio Servizi Sociali Imola, Distretto Ausl di Imola, Dipartimento di Salute
Mentale Ausl di Imola, Consorzio Ippogrifo, Coop. soc. Fuoric’entro, Coop. soc.
Seacoop, Coop. Soc. Tragitti, Ass. Ca’ del Vento, IPAB di Imola, di Borgo
Tossignano e di Medicina, Istituzione per la Gestione dei Servizi Sociali del
Comune di Castel San Pietro T., Comune di Medicina
Obiettivi del progetto
Definizione di possibili modelli per la creazione di un sistema integrato delle
opportunità residenziali presenti nel territorio, alla luce dei criteri di
appropriatezza, di razionalizzazione e di risposta flessibile al bisogno di
autonomia della persona e di sollievo per la sua famiglia
139
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Azioni previste,
strumenti,
metodologie e
destinatari
Un gruppo di lavoro composto dai soggetti titolari e gestori delle residenze
presenti nel territorio avrà il compito di approntare:
1. un’analisi e un confronto tra le opportunità residenziali presenti, gestite
dal sistema pubblico, dal privato sociale, dal privato convenzionato;
2. una definizione della tipologia dei bisogni a cui le diverse residenze
rispondono e dei possibili margini di flessibilità, con particolare riguardo
alla residenzialità temporanea finalizzata al sollievo famigliare.
3. un’individuazione di possibili modelli di integrazione a sistema delle
offerte residenziali
Costo totale previsto
€ 17.000,00
Concorso dei diversi
soggetti coinvolti
I diversi soggetti indicati sono portatori nel gruppo di lavoro delle proprie
specificità in particolare per quanto concerne le tipologie di residenze di utenza
e di pratiche professionali
Indicatori di risultato
Elaborazione di un progetto di fattibilità, accompagnato da relazione esplicativa
Il Tavolo del welfare ha nominato un gruppo di lavoro che, dopo i primi due incontri di ampia
analisi su tutte le tipologie di utenza, ha incaricato un gruppo tecnico ristretto per un
approfondimento specifico riguardo ai bisogni e alle risposte della popolazione adulta che, di
seguito, presentiamo.
Il quadro provinciale
La riflessione era già iniziata in un gruppo di lavoro provinciale sull’invecchiamento della
popolazione con disabilità, al quale abbiamo partecipato attivamente sia come Consorzio che come
AUSL/DSM. Di seguito uno stralcio del documento finale che ben fotografa la situazione.
PRIME CONSIDERAZIONI SUL TEMA "PROBLEMI CONSEGUENTI L'INVECCHIAMENTO
DELLA PERSONA CON DISABILITA' FISICA O MENTALE O PSICHICA"
Caratteristiche dell’utenza e prospettive
Invecchiamento degli utenti
Quando furono creati i primi servizi pubblici per disabili, trent’anni fa, l’età di accesso degli utenti
era bassa, e i documenti di quegli anni fanno riferimento ad un’utenza in età evolutiva, tra i 14 e i
20 anni, evidenziando già allora l’opportunità di pensare a servizi per adulti, che furono in seguito
sviluppati negli anni ’80.
Nel frattempo, gli utenti di allora sono invecchiati, e come si è detto una quota significativa dei
nuovi accessi avviene da parte di persone già adulte che hanno condizioni di vita e di salute,
aspettative ed esigenze diverse da quelle degli adolescenti, sia dal punto di vista della
riabilitazione che da quello dell’assistenza.
Evoluzione delle famiglie
140
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Rispetto all’epoca in cui vennero creati i primi servizi per disabili nella nostra provincia anche le
famiglie sono cambiate:
- le famiglie dei disabili hanno seguito la tendenza evolutiva di tutte le altre, che vede nuclei
sempre meno numerosi e sempre maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro, con
la conseguenza che è sempre più difficile distribuire fra i familiari il carico dell’accudimento
del disabile.
- anche le famiglie dei disabili sono invecchiate, e questo problema è particolarmente rilevante
per la fascia d’età considerata dal gruppo (45-64). Il gruppo stima che la quasi totalità degli
utenti in carico ai servizi per l’handicap adulto non saranno in grado di vivere in modo
autonomo alla scomparsa dei genitori, avranno perciò necessità di una soluzione residenziale
assistita.
Crescita delle patologie invalidanti e delle invalidità traumatiche
Mentre i casi di disabilità congenita sono stabili o in leggero calo (i progressi della diagnostica
prenatale, che hanno comportato una riduzione delle nascite di bambini disabili, sono compensati
dai progressi della neonatologia, grazie ai quali è possibile la sopravvivenza di bambini molto
prematuri ma non sempre senza deficit) le disabilità dovute a patologie invalidanti e invalidità
traumatiche che si rivolgono ai servizi sono in costante aumento.
Diversificazione delle esigenze
Dagli sviluppi descritti sopra emerge un’ulteriore caratteristica dell’utenza: l’estrema
diversificazione dei casi e delle esigenze.
Da un lato, infatti, le esigenze delle persone cambiano nel tempo, e una delle difficoltà incontrate
oggi dai servizi è proprio quella di trovarsi di fronte a persone invecchiate che non hanno più gli
stessi bisogni degli adolescenti.
Dall’altro, si vanno diversificando e moltiplicando le cause di insorgenza e le stesse motivazioni che
spingono a rivolgersi ai servizi. Il concetto stesso di “disabilità” si è ampliato: oggi si rivolgono al
servizio Handicap adulto anche persone che per esiti da malattia si trovano in una situazione
invalidante, ma che fino a pochi anni fa non avremmo considerato utenti dei servizi per l’handicap
( es. esiti da diabete). Su questo tema occorrerebbe una riflessione per valutare quale servizio
possa più opportunamente farsi carico di queste situazioni e, conseguentemente, essere dotato
delle risorse necessarie.
Bisogna infine considerare tre fattori che devono farci pensare a una probabile ulteriore crescita
della domanda di servizi relativa a questa fascia di età:
- l’invecchiamento degli utenti in carico
- il costante aumento della domanda di servizi da parte di persone affette da patologie
invalidanti e da invalidità traumatiche
- l’esistenza in questa fascia, e non in quelle più giovani, di disabili non ancora in carico ai
servizi: a partire dalla seconda metà degli anni ’70 si è creata una rete di servizi tale per cui,
anche grazie all’inserimento scolastico, la quasi totalità dei potenziali utenti è stata presa in
carico dai servizi per disabili, mentre per la fascia più anziana in molti casi il disabile restava in
famiglia o veniva inserito in istituto e spesso considerato in carico alla salute mentale. Da
questo punto di vista, soprattutto per la fascia più anziana, ci si possono aspettare ancora
persone che si rivolgono per la prima volta ai servizi essendo state fino ad ora accudite in
famiglia.
In sintesi, mentre, come si è detto, le esigenze e le caratteristiche degli utenti sono
profondamente cambiate in questi ultimi venti anni, la rete dell’offerta si è solo in parte adattata,
ha mantenuto spesso un’accentuazione degli aspetti educativo-riabilitativi, non adeguati ai bisogni
di più generale qualità di vita e benessere degli utenti divenuti adulti. Infatti:
- sono presenti in prevalenza strutture riabilitative residenziali ad alta intensità di
intervento in cui sono inserite anche persone “invecchiate” oppure con patologie ormai
stabilizzate;
- i servizi residenziali o semi residenziali, utilizzati da una utenza ormai stabile, assorbono
la maggior parte delle risorse;
- sono scarse le risposte per i disabili medi o lievi che in caso di debolezza della famiglia si
trovano in grave difficoltà;
141
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
-
vanno ulteriormente valorizzate le reti di sostegno e gli interventi necessari per favorire il
massimo di autonomia possibile della persona e ritardarne l’istituzionalizzazione.
la risposta alle emergenze viene data in modo non sistematico, poco strutturato e diffuso,
non è “tranquillizzante”.
Nella maggior parte dei casi di cui il gruppo si è occupato emerge la necessità di servizi socio
sanitari in cui è sempre presente sia la componente assistenziale che quella della cura per il
mantenimento in salute. L’integrazione tra le diverse funzioni è un punto di forza dei servizi e di
qualità per l’intervento. Si possono individuare bisogni prevalentemente educativo – riabilitativi per
i più giovani nell’ottica di un percorso ancora evolutivo, percorsi prevalentemente sanitari –
riabilitativi per i casi più gravi per quanto riguarda i problemi di salute o di contenimento, percorsi
prevalentemente socio assistenziali per utenti medi o medio gravi ormai “stabilizzati” o in età
matura.
Sarebbe più opportuno, allora, pensare a servizi e strutture più articolate e flessibili, capaci di
gestire in modo integrato interventi diversi e nelle quali sarebbe possibile realizzare progetti più
mirati sui bisogni della persona, maggior ricchezza di relazioni e aggregazioni per gruppi più
omogenei per interessi o per età, con particolare riferimento alla fascia di età considerata. Su
questo tema, sarebbe auspicabile inoltre un quadro normativo capace di lasciare spazio a
sperimentazioni innovative sul territorio.
Da questo quadro emerge la necessità di rimettere a punto il sistema complessivo dei servizi e
ripensare al governo del sistema della presa in carico di un’utenza sempre più differenziata. I
disabili attorno ai quali il gruppo si è confrontato corrono rischi, che paiono contrapposti, di
“abbandono” o istituzionalizzazione inadeguata ( ad esempio essere inseriti in casa di riposo a 40
anni) da un lato e di “accanimento educativo terapeutico” dall’altro ( ad esempio frequentare un
centro socio riabilitativo a 64). Tra questi ed altri rischi occorre definire e concordare quale sia
l’intervento appropriato per i bisogni di ognuno tenendo conto delle grandi differenze che li
caratterizzano. La sfida è ancora più rilevante se si considera la necessità rispondere con equità e
nel rispetto della spesa che non potrà crescere in modo esponenziale.
Proposte
Per ripensare il sistema dei servizi per questa tipologia di utenza vanno innanzitutto ricordati alcuni
principi:
- bisogna partire dal progetto di vita della persona ed agire in termini di continuità rispetto
ad un percorso di dignità, d’integrazione e sviluppo dell’autonomia che oggi incomincia fin
dalla più tenera infanzia, passando dalla scuola, dal lavoro al tempo libero e che non può
esaurirsi con il raggiungimento dell’età adulta.
- il progetto assistenziale deve essere adeguato agli effettivi bisogni della persona. Per
questa ragione, occorre prevedere che esso possa essere periodicamente ridiscusso e
modificato per adattarlo al mutare delle esigenze nelle diverse fasi della vita.
- bisogna sostenere l’autosufficienza e l’autonomia residue, limitando gli interventi al
minimo supporto necessario per favorire per quanto possibile l’autodeterminazione e la
capacità di fare da sé.
- l’istituzionalizzazione deve essere evitata o ritardata il più possibile, ed essere sempre
frutto di una effettiva valutazione dei bisogni della persona e non di un’emergenza o di
una rigidità dei servizi. Bisogna fare il possibile per permettere ai singoli di conservare e
migliorare la loro integrazione sociale. Per questo è necessario sostenere la famiglia e le
reti parentali con interventi differenziati, affinché, la convivenza, fin che c’è, sia possibile
senza costi troppo alti per nessuno.
- bisogna valorizzare le forme di cura e di assistenza che migliorano la qualità della vita
della persona, adeguando l’intensità e la tipologia degli interventi ai suoi bisogni e alle sue
possibilità. Per troppo tempo si è sottolineato l’aspetto riabilitativo dell’intervento a
scapito della valorizzazione di una buona assistenza.
Inoltre, non bisogna dimenticare che per rispondere adeguatamente a necessità che sono già
all’origine molto diverse e cambiano nel tempo è necessaria una articolazione molto flessibile dei
servizi e delle strutture capace di mettere in campo più risorse (sanitarie, sociali, pubbliche e
142
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
private..) e di formare una “ rete collaborante”, capace di cogliere i nuovi bisogni e di
accompagnare nelle fasi di passaggio della vita e tra le istituzioni .
Occorre infine ripensare le modalità di presa in carico, creando strumenti di valutazione condivisi
che guardino ai bisogni della persona quale che sia la specifica diagnosi, e tengano conto anche di
fattori come il grado di autonomia e le capacità residue, la presenza e la possibilità di tenuta della
rete familiare, gli elementi che possono influire su questa tenuta (p. es. deterioramento cognitivo,
intensità dell’assistenza, bisogno di contenimento, etc.).
L’esigenza alla quale dobbiamo rispondere rispetto agli utenti disabili, anche nel caso delle
disabilità traumatiche, è quella di favorire il loro inserimento sociale che è un bisogno altrettanto
importante che quello sanitario. In quest’ottica assume un’importanza determinante costruire il
piano assistenziale individuale partendo dai bisogni piuttosto che dalla diagnosi in quanto è il
contesto sociale nel quale è inserito l’utente disabile che ci dà la misura più chiara delle risorse a
disposizione dell’utente stesso e quindi ci consente una lettura più precisa dei bisogni.
Strutture polifunzionali
La diversificazione delle esigenze potrebbe far pensare alla necessità di specializzare ulteriormente
le strutture esistenti in base alle tipologie di utenza. L’esperienza invece indica come, soprattutto
nell’età adulta non sia tanto la tipologia di disabilità ad accomunare i bisogni delle persone, quanto
una serie complessa di variabili più legata a fattori come le abitudini di vita, il livello di autonomia,
la percezione di sé.
Inoltre, le strutture altamente specializzate, come quelle destinate ai soli “gravissimi”, possono
avere forti problemi ad inserirsi in un territorio e a mantenere stabile il personale. Sarebbe dunque
più opportuno pensare a strutture organizzate per sottogruppi che permettano al personale di
ruotare nel lavoro con ospiti più o meno difficili.
Si potrebbe per esempio pensare una struttura polifunzionale dove far convivere realtà diverse,
(come sedi di associazioni, gruppi appartamento, strutture ricreative, laboratori protetti … ) per
evitare il grande centro isolato dalla realtà circostante. Queste strutture potrebbero diventare
luoghi non rinchiusi in se stessi, ma tali da promuovere lo scambio verso l’esterno, luoghi che come
filosofia di fondo promuovano sia l’agire/scambio del disabile verso la comunità che della comunità
verso il disabile.
Differenziare gli interventi all’interno delle strutture esistenti
Una risposta già in molti casi praticata è quella della differenziazione dell’intervento e dei servizi
offerti nell'ambito delle strutture esistenti in base ai bisogni degli utenti. Potrebbero essere
individuati gruppi distinti e realizzati interventi individualizzati senza per questo realizzare
strutture “specialistiche”.
Nell'inserimento si dovrebbe tener conto della compatibilità tra ospiti piuttosto che della diagnosi.
Per esempio, sarebbero possibili strutture comuni per persone disturbi psichiatrici e disabili
mentali, mentre maggiori cautele richiede la convivenza tra disabili psichici con problemi di
contenimento e gravi disabili motori.
Conclusioni
Incrociando i dati sull’evoluzione dell’utenza con quelli della rete dei servizi appare evidente che
nei prossimi anni dovremo aspettarci una crescita del bisogno di servizi dovuta all’invecchiamento
degli utenti e delle loro delle famiglie.
Rispondere a questi accresciuti bisogni semplicemente aumentando l’offerta di posti letto in
strutture residenziali sarebbe un errore, innanzitutto perché non tutte le richieste di aiuto sono
soddisfatte efficacemente da una istituzionalizzazione, e poi perché così facendo si orienterebbe la
domanda verso la residenzialità invece che verso servizi alternativi. Si rischierebbe, cioè, l’effetto
perverso di incentivare l’istituzionalizzazione delle persone disabili al loro primo momento di
difficoltà loro o della loro rete familiare.
Se è vero che serviranno risorse per potenziare l’offerta di posti letto, occorrono però soprattutto
risposte differenziate e flessibili, che rispettino il più possibile il percorso di vita della persona
disabile, la sua specificità e soprattutto, dove possibile, la sua autonomia di scelta. Pensiamo alla
143
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
creazione di un ventaglio ampio e diversificato di offerta di servizi per adulti (strutture grandi e
piccole, in campagna e in paese/ città, ad alta o bassa intensità sanitaria ad alta o bassa presenza
di personale assistenziale…) nel quale sia possibile trovare la collocazione più opportuna per le
esigenze individuali del singolo caso.
Servono dunque risorse aggiuntive per ampliare l’offerta attuale, ma anche idee e condivisione di
queste per inventare nuove soluzioni e adeguare i servizi esistenti.
Di pari passo con il tema delle risposte possibili bisognerà essere in grado di considerare
l’economicità e l’attuabilità economica di tali servizi e probabilmente sarà necessario avviare una
riflessione su nuove forme di sostenibilità economica dei servizi socio-sanitari.
Il quadro circondariale
L’analisi è stata condotta sul triennio 2003 - 2004 – 2005.
Fino ad ora le valutazioni delle situazioni individuali e le risposte necessarie sono state individuate
in modo settoriale dai servizi che si occupano di accompagnare le persone adulte (Dipartimento di
Salute Mentale dell’AUSL, Consorzio Servizi Sociali Imola, Istituzione per la gestione dei servizi
sociali del Comune di Castel S. Pietro T.).
Alcune persone adulte in carico al Consorzio sono state, nel tempo, inserite con successo in
strutture per anziani rispettando i termini delle compatibilità.
I tentativi di inserimento di alcune persone già in cura al DSM in strutture per anziani non hanno
avuto sempre successo per la difficoltà di gestione dei progetti individuali da parte delle strutture e
per la mancanza di compatibilità tra le necessità assistenziali della singola persona con quelle degli
anziani gravemente non autosufficienti già ospiti della struttura.
A fronte di questi pochi casi, molti altri pazienti in carico al DSM in cui i bisogni assistenziali con
l’avanzare dell’età erano diventati abbastanza omogenei con quelli degli ospiti anziani delle
strutture protette, hanno potuto trovare la risposta assistenziale più adeguata all’interno della rete
dei servizi residenziali per anziani.
E’ storia recente la sperimentazione di valutazioni congiunte fra operatori del DSM e del Consorzio
che, se anche non hanno portato a progettazioni operative, si sono dimostrate di grande validità
tecnica.
Il sistema dell’offerta
Sul territorio circondariale attualmente sono presenti strutture residenziali nate per target
specifici.
Nell’ambito della disabilità esiste una sola struttura autorizzata come Centro Socio Riabilitativo
Residenziale (la denominazione individuata dalla direttiva regionale per l’autorizzazione al
funzionamento per le strutture residenziali per disabili) che è “Don Leo Commissari”, di cui è
titolare il Consorzio (gestita in appalto), e che dispone di 15 posti letto più due posti per
emergenza o sollievo.
E’ presente un Gruppo famiglia (“Il sogno”) con 5 posti più uno di emergenza o sollievo, con la
medesima titolarità e gestito in convenzione con un associazione di volontariato.
Per i bisogni che si sono evidenziati precedentemente all’apertura di questi servizi (rispettivamente
2000 e 2002) e per situazioni non compatibili (sia sul fronte della disabilità prevalentemente fisica
che per quella intellettiva – cognitiva) sono state utilizzate strutture private con rapporti legati al
singolo inserimento: si tratta, in genere, di progetti gestiti dal privato sociale, collocate fra
Bologna e la riviera romagnola.
Come già detto, in alcuni casi sono state utilizzate strutture destinate a persone anziane che per
localizzazione e progetto di struttura erano in grado di soddisfare i bisogni delle persone da
inserire.
Per quello che riguarda le persone in cura al Dipartimento di Salute Mentale, la storia del nostro
territorio ha determinato la nascita di diverse strutture residenziali fino all’attuale quadro:
Comunità “Albatros”
14 posti letto
144
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Comunità “Samarcanda”
11 posti letto
Comunità “Ca’ del picchio”
12 posti letto
Gruppo Appartamento “Pambera”
8 posti letto
Gruppo Appartamento “ La soffitta”
6 posti letto
Appartamento “Mattone solidale 1”
2 posti letto
Comunità “La Pascola”
15 posti letto
Comunità “Ca’ del Vento”
19 posti letto
Residenza Socio-Riabilitativa di via dei Colli
16 posti letto
Casa Basaglia
15 posti letto
L’evoluzione che ha portato a questo quadro è stata molto complessa e di grande importanza per
l’evoluzione generale della filosofia dell’intervento a favore delle persone adulte in difficoltà: per
questa parte e per le modifiche future già programmate, si rimanda ad altri documenti, in quanto
non centrali rispetto ai nodi problematici da affrontare in questa sede.
L’andamento dell’utilizzo dei due blocchi di risorse è andato in direzioni opposte: mentre per “Don
Leo Commissari” e “Il sogno” siamo a aggi a un utilizzo al pieno anche dei posti di emergenza e
sollievo, per le altre strutture citate si è andati via via a una situazione che presenta disponibilità
di posti.
Esiste poi una rete di servizi residenziali per anziani convenzionati con l’AUSL, con un parametro di
posti riferito alla popolazione ultrasettantacinquenne , tra i più elevati della RER, della capienza di
attualmente 496 posti. Le domande di istituzionalizzazione degli anziani sono numericamente
ridotte negli ultimi anni grazie allo sviluppo dei servizi domiciliari, ed attualmente sono sempre di
più limitate a portatori di patologie croniche gravemente invalidanti. La RER chiede alle strutture
per anziani una sempre maggiore qualificazione e specificità nell’assistenza a situazioni complesse,
come nel fornire una risposta residenziale alle gravissime disabilità acquisite.
Nell’ambito degli interventi assistenziali,l’istituzionalizzazione definitiva resta l’ultima delle risorse
da attivare, dopo avere utilizzato tutte le forme assistenziali alternative e maggiormente flessibili.
Diversa è la residenzialità di tipo terapeutico-riabilitativo, normalmente di tipo temporaneo, che,
in quanto finalizzata a percorsi di recupero, riabilitazione psico-sociale e reinserimento nei contesti
di vita, fa parte integrante del Progetto Terapeutico Individuale della cui efficacia può essere
fattore importante specie con interventi residenziali precoci e mirati.
Al momento della decisione per un inserimento residenziale serve la valutazione
“multidimensionale” dei bisogni della persona, dal punto di vista della necessità di:
1) supporto nella vita di relazione,
2) assistenza diretta alle attività di base (mangiare, lavarsi , andare in bagno,
continenza ecc),
3) assistenza sanitaria (di base, specialistica, in forma continua, oppure
programmabile ecc)
La struttura proposta per la ospitalità della persona deve essere adeguata e qualificata per
rispondere alle necessità assistenziali di ciascuna persona.
E’ necessaria l’adozione di criteri oggettivi di valutazione dell’adeguatezza e qualificazione di
ciascuna struttura.
La domanda
Come già detto, oltre alle persone inserite nelle strutture di cui sopra, il Consorzio e l’Istituzione
hanno utilizzato risposte di titolarità privata del territorio e fuori territorio secondo il seguente
andamento nel triennio (per il dettaglio si vedano gli allegati):
2003
Persone
inserite
all’1.01
Nuovi
ammessi
dimessi
deceduti
Persone
inserite
al 31.12
11
0
1
0
10
N°
totale
delle
persone
assistite
11
Di cui sul
territorio
Di
cui
fuori
territorio
6
5
145
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
2004
2005
2006
10
12
14
6*
5
3
3
1
0
12
14
16
17
7
5
9
12
* di cui una persona trasferita contabilmente con l’ingresso del Comune di Medicina nel Consorzio
E’ evidente un trend di crescita anche nell’utilizzo di queste risorse e, contemporaneamente, un
inversione di tendenza nella scelta della localizzazione della risposta. Si conferma una distribuzione
equa fra le disabilità prevalentemente fisiche e quelle cognitive/intellettive a volte associate a
disturbi del comportamento. La mortalità è molto bassa e attestata su questo dato.
Consapevoli che il quadro provinciale descritto in premessa sia anche quello locale, abbiamo
provato a quantificare l’andamento della domanda di risposte residenziali per il prossimo futuro.
Per quello che riguarda le persone in cura al Dipartimento di Salute Mentale, si conferma la tenuta
sul fronte dei 15 inserimenti per persone provenienti dal territorio (indicazione da Progetto
obiettivo), per i quali esiste già un risposta organizzata.
Per il resto del fabbisogno delle persone adulte nei prossimi 5 e 10 anni abbiamo chiesto agli
operatori di fare una stima fra le situazioni già in carico. Abbiamo cercato di dare alla previsione un
quadro si scientificità utilizzando alcuni indicatori (nuclei monogenitoriali, genitori anziani,
famiglie multiproblematiche o espulsive, persone che vivono sole) che anche l’esperienza ci ha
dimostrato essere i maggiori fattori di rischio. Si ritiene che i dati siano da intendere a livello
indicativo, come ordine di grandezza, essendo più probabile un’esaltazione del problema da parte
dell’operatore che non una sua sottovalutazione.
PROIEZIONE FABBISOGNO RISPOSTE RESIDENZIALI PER ADULTI PER I PROSSIMI 5 ANNI
Nuclei monogenitoriali
Genitori ultra65
Famiglie multiproblematiche/espulsive
Persone che vivono sole
n. 15
n. 17
n. 9
n. 11
PROIEZIONE FABBISOGNO RISPOSTE RESIDENZIALI PER ADULTI PER I PROSSIMI 10 ANNI
Nuclei monogenitoriali
Genitori ultra65
Famiglie multiproblematiche/espulsive
Persone che vivono sole
n. 2
n. 9
n. 2
n. 1
Nota: in entrambi i casi c’è una suddivisione abbastanza equa fra persone che presentano una
disabilità di tipo fisico e intellettivo-comportamentale.
Il Governo precedente, dopo la prima conferenza nazionale sull’handicap, aveva dato come
standard 20 posti di residenziale ad alta intensità assistenziale e una comunità alloggio a media
intensità da 10 posti ogni 50.000 abitanti. L’indicazione era probabilmente sovrastimata e,
comunque, difficilmente sostenibile dal punto di vista dei costi, tant’è che la situazione regionale
si attesta sulla metà di quanto indicato.
La proposta operativa
Integrazione nella valutazione
Le esperienze del SAA, della UVG, dell’Unità di Valutazione Handicap e del lavoro congiunto fra
Consorzio e DSM (sia su progetti di struttura che sui progetti individuali) ci spingono a proporre un
modello che veda convergere le segnalazioni di bisogni di residenzialità per persone adulte su un
unico punto integrato incaricato della raccolta, della valutazione e della proposta di inserimento.
In pratica si tratterebbe di identificare una struttura che:
146
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
a) raccolga la domanda che le persone o le famiglie hanno preparato con i responsabili
del caso
b) fornisca al nucleo valutatore le informazioni sulle capacità assistenziali delle risorse
residenziali disponibili valutate idonee per tipologia di bisogno
c) raccolga ed elabori i dati sull’esito degli inserimenti.
Integrazione nell’utilizzo delle risorse
Se il principio che ci guida è quello di definire la risposta più opportuna ai bisogni che ci vengono
presentati, in una logica di percorso di vita, è necessario superare l’attuale separazione
dell’utilizzo delle risposte residenziali per diagnosi delle persone. Come si diceva, ci sono già
esperienze di inserimenti di persone adulte con disabilità o anziane già in cura ai servizi di salute
mentale in strutture nate per dare risposta agli anziani. Così come le strutture nate dal
superamento degli ospedali psichiatrici ospitano persone che hanno più i tratti della disabilità fisica
e intellettiva o sono già state valutate idonee per accogliere nuovi inserimenti di persone con
disabilità cognitive. D’altro canto, le recenti direttive rispetto ai servizi per le persone con
mielolesioni gravissime, ecc. citano la costituzione di nuclei dedicati all’interno delle case
protette.
Contemporaneamente salta all’occhio come, sul nostro territorio, si stia verificando un progressivo
svuotamento delle residenze “psichiatriche” e un aumento della pressione sul fronte della domanda
da parte delle disabilità: se la programmazione viene condotta nella logica del sistema integrato
dei servizi, dobbiamo considerare come una opportunità le risorse e le esperienze consolidate della
cooperazione sociale locale che possano far fronte ai bisogni in aumento. Il tema della
territorializzazione anche della risposta residenziale resta valido anche per altri tipi di struttura,
perché salva il principio della vicinanza ai luoghi di vita e agli affetti che, se il progetto individuale
non prevede espressamente in modo diverso, andrebbe, comunque, tutelato. Le scelte diverse fatte
finora dagli operatori non possono che essere frutto della logica della segmentazione di cui sopra.
La proposta è, quindi, di un pieno utilizzo delle risorse esistenti, andando verso la qualificazione
delle strutture, anche in una logica di polifunzionalità.
Resta aperto il tema dell’autorizzazione al funzionamento, ma , se è pur vero che le strutture per
disabili ne necessitano, non viene escluso di procedere a singoli inserimenti in strutture diverse. Ad
esempio, per gli inserimenti fatti in strutture per anziani abbiamo chiesto l’autorizzazione al
funzionamento per quella tipologia di risposta, che prevede parametri diversi da quella per gli
adulti. La logica è, quindi, di considerare valide autorizzazioni diverse per problemi diversi, ma che
lì trovano risposta.
L’utilizzo sinergico di risorse già esistenti non esclude la progettazione di una nuova struttura, per
la quale, peraltro, è già in atto un confronto sul territorio: i numeri di previsione del bisogno e la
diversificazione delle tipologie, anzi, spingono a pensare che, nel tempo, un ulteriore risposta di 20
posti in una logica di polifunzionalità, possa essere necessaria. Viste le risorse disponibili, si
individua nel territorio di Castel S. Pietro T. la localizzazione più adeguata per il futuro.
Il gruppo di lavoro nominato per l’elaborazione di questo documento era composto da:
Claudia Arcangeli (AUSL di Imola)
Gianni Baldazzi (Comune di Castel Guelfo di Bologna)
Patrizia Cantoni (Nuovo Circondario Imolese)
Maria Grazia Ciarlatani (Consorzio Servizi Sociali Imola)
Elio Cocchi (Comune di Medicina)
Roberto Conti (Comune di Dozza)
Luca Dal Pozzo (Confcooperative)
Giulio Dall’Orso (Volontariato Castel S. Pietro T.)
Teresa Donattini (AUSL di Imola)
Danilo Francesconi (CISL Imola)
Luca Galipò (IAL Imola)
Alba Galassi (AUSL Imola)
Gianna Gambetti (Ciofs Imola)
Stefano Gardenghi (AUSL Imola)
147
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Andrea Garofani (Consorzio Servizi Sociali Imola)
Paolo Liverani (UIL Imola)
Paride Lorenzini (Casa di Riposo per Inabili al Lavoro IPAB - Imola)
Elisabetta Marchetti (CGIL Imola)
Marziano Marfisi (Tavolo di coordinamento delle organizz. imprenditoriali del territorio imolese)
Maria Mastroianni (AUSL Imola)
Alberto Minardi (AUSL Imola)
Pietro Minghetti (IPAB Medicina)
Franco Monterumisi (AUSL Imola)
Alba Natali (AUSL Imola)
Libero Orsini (Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di Castel S. Pietro T.)
Raffaella Pasquali (Casa di Riposo per Inabili al Lavoro IPAB - Imola)
Stefania Pirazzoli (Comune di Mordano)
Riccardo Ragazzini (Montecatone Rehabilitation Institute)
Giuseppe Rago (UGL Imola)
Claudio Ravani (AUSL Imola)
Adriano Raspanti (Comune di Castel S. Pietro T.)
Claudio Rizzoli (Comune di Medicina)
Gigliola Poli (Consorzio Servizi Sociali Imola)
Benedetta Prugnoli (AUSL Imola)
Bona Sandrini (Casa di Riposo per Inabili al Lavoro IPAB - Imola)
Savio Sangiorgi (Legacoop)
Claudio Tassoni (Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di Castel S. Pietro T.)
Lucia Valtancoli (Assemblea delle organizz. sociali e delle associazioni di volontariato di Imola)
Giorgio Valvassori (Fondazione Cassa di Risparmio di Imola)
Lucio Visani (Comunità montana Valle del Santerno)
Roberto Visani (Comune di Imola).
148
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
LINEE PROGETTUALI
PER LA COSTITUZIONE DEL
COMITATO CONSULTIVO MISTO CIRCONDARIALE
PREMESSA
Ad oggi non è sostanzialmente normata la costituzione di Comitati Consultivi Misti per i Servizi
Sociali, a differenza di quanto avvenuto nei Servizi Sanitari con un processo legislativo partito con
il D. lgs. 502/ 92 e sviluppatosi coerentemente sul piano regionale e locale. In ambito distrettuale
sin dal 1995 è istituito il CCM quale “strumento privilegiato di partecipazione dei cittadini al
processo decisionale al livello aziendale dell’USL in merito agli aspetti riguardanti il rilevamento il
controllo e le verifiche per il miglioramento della qualità dei servizi dalla parte dei cittadini”.
L’esperienza imolese si è contraddistinta e si contraddistingue in ambito regionale per la coerenza
dei percorsi, per l’intensità della partecipazione (presenza media dei componenti alle riunioni che
si aggira intorno al 78%) e per la validità del suo operato. La riconosciuta positività di questa
esperienza ci consente oggi di tracciare l’ipotesi di un Comitato Consultivo Misto per i Servizi
Sociali e Sanitari e di ambito Circondariale (da ora in poi indicato come CCMC) con ragioni che
possono essere così tradotte:
a) la normativa vigente se da un lato non delinea esplicitamente la costituzione di CMM per il
sociale e il sanitario insieme, dall’altro lato orienta con evidenza (si vedano i riferimenti
successivi) alla formazione di organismi di consultazione e partecipazione delle associazioni
di tutela e di rappresentanza dei cittadini anche nel campo dei servizi sociali
b) il forte intreccio tra problematiche sociali e sanitarie tali da comportare risposte integrate
e complementari porta a prevedere un unico strumento partecipativo per il miglioramento
continuo della qualità dei servizi
Tenuto conto di ciò, appare indispensabile prevedere un percorso di approfondimento e confronto
con il Comitato Consultivo Misto dell’Azienda USL precedentemente all’avvio sperimentale
dell’Organismo unitario.
RIFERIMENTI NORMATIVI
Decreto Lgs. 502/1992 all’art. 14 recita “….le regioni prevedono forme di partecipazione
delle organizzazioni dei cittadini e del volontariato impegnato nella tutela del diritto alla
salute nelle attività relative alla programmazione, al controllo e alla valutazione dei
servizi sanitari a livello regionale, aziendale e distrettuale. Le regioni determinano altresì
le modalità della presenza nelle strutture degli organismi di volontariato e di tutela dei
diritti, anche attraverso la previsione di organismi di consultazione degli stessi presso le
Unità sanitarie locali e le aziende ospedaliere.”
Legge regionale n.19/1994 “Norme per il riordino del Servizio Sanitario Regionale” all’art.
15 recita “ La Regione assicura e garantisce la partecipazione e la tutela dei cittadini
nella fruizione dei servizi sanitari nelle materie e nelle forme previste dall’art. 14 del
decreto legislativo di riordino, dalle disposizioni della presente legge e da specifiche
direttive emanate dalla Giunta regionale rivolte agli organi delle Aziende –Unità sanitarie
Locali e delle Aziende Ospedaliere della regione….. La Regione promuove la consultazione
dei cittadini e delle loro libere associazioni, ed in particolare delle organizzazioni del
volontariato e di quelle per la tutela dei diritti dei cittadini…”
La stessa Legge regionale all’art. 16 recita”….vengono costituiti …..Comitati Consultivi Misti per
il controllo di qualità dal lato degli utenti…I compiti dei Comitati sono:
- assicurare controlli di qualità dal lato della domanda, specie con riferimento al
percorso di accesso ai servizi
149
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
promuovere l’utilizzo di indicatori di qualità dei servizi dal lato dell’utenza definiti
a livello regionale…
- sperimentare indicatori di qualità dei servizi dal lato dell’utenza definiti a livello
aziendale…
- sperimentare modalità di raccolta e di analisi dei segnali di disservizio
Direttiva regionale Del. G.R . 1011/95 che detta modalità e strumenti del Comitato
Consultivo Misto
Delibera G.R. n. 320/2000 che detta linee guida per l’adeguamento delle strutture
organizzative e degli organismi per la relazione e la comunicazione con il cittadino nelle
strutture sanitarie, tra cui i Comitati Consultivi Misti
Legge Quadro n.328/2000”Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”
all’art. 6 recita “Ai Comuni…spetta…..effettuare forme di consultazione dei soggetti di cui
all’articolo 1, per valutare la qualità e l’efficacia dei servizi e formulare proposte ai fini
della predisposizione dei programmi”
Legge Regionale n. 2/2003 art. 33 recita “la Regione e gli enti locali assicurano la
partecipazione dei cittadini e degli utenti al controllo della qualità dei servizi , anche
favorendo l’attività delle associazioni di tutela degli utenti e delle organizzazioni sindacali”
Delibera Giunta Circondario del 21.9.2005 che pone in capo alla Giunta del Nuovo
Circondario l’unificazione delle funzioni di programmazione ed indirizzo nell’Area delle
Politiche sanitarie e socialisociali
-
OBIETTIVO
Il Comitato consultivo Misto del Circondario di Imola si costituisce quale organismo di
partecipazione dei cittadini con l’obiettivo di favorire processi di consultazione dei cittadini e
delle associazioni di tutela e rappresentanza degli stessi nell’attività di proposta, verifica e
controllo dei servizi sociali e sanitari e della integrazione socio-sanitaria.
FUNZIONI
In continuità a quanto già previsto nei CCM delle Aziende e tenuto conto delle competenze
assegnate dai Comuni agli Enti gestori dei servizi sociali nel Circondario Imolese, il futuro CCMC
avrà le seguenti funzioni:
a)Promuovere l’utilizzo di indicatori di qualità dei servizi dal lato dell’utente, contribuendo ad
azioni di miglioramento della qualità delle risposte, anche con riferimento alla integrazione tra
sociale e sanitario
b) Sperimentare indicatori di qualità dei servizi dal lato dell’utente, definiti dalle strutture
erogatrici di servizio, tenuto conto di specificità locali
c) Sperimentare modalità di raccolta e analisi dei segnali di disservizi
d) Formulare proposte di miglioramento dei servizi e delle risposte, particolarmente riferite
all’integrazione sociale e sanitaria
e) Rappresentare i nuovi bisogni espressi dai cittadini e utenti operandone una lettura
contestualizzata nei servizi sociali e sanitari
STRUTTURA
Il CCMC è istituito dalla Giunta del Circondario di Imola, quale Ente designato alla programmazione
dei servizi sociali e sanitari. Dovrà in quella sede essere predisposta la sede del CCM con gli annessi
supporti logistici e operativi.
Viene così a determinarsi il superamento del CCM dell’Azienda USL in virtù della creazione di un
organismo unico di partecipazione per l’area sociale e sanitaria.
FUNZIONAMENTO
150
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Per assicurare il rispetto delle finalità sue proprie e il funzionamento del Comitato , si dovrà
deliberare il Regolamento del Comitato in cui sia previsto:
- che vi sia una programmazione annuale e mensile della attività
- che vengano affrontati temi relativi sia ai servizi sociali che ai servizi sanitari
- che si sviluppi un’attività istruttoria e di approfondimento per gruppi tematici
COMPOSIZIONE
La determinazione dei componenti del CCMC potrà osservare i seguenti criteri:
- la rappresentanza dei diversi attori che a vario titolo erogano o sostengono servizi
ed interventi a favore della popolazione
- una pari rilevanza dei soggetti erogatori di prestazioni e servizi sociali e sanitari
la rappresentatività dei territori che compongono il Circondario come elemento da
considerare nel processo di individuazione dei componenti.
Nel Gruppo di lavoro è rimasta aperta la discussione circa la partecipazione di Montecatone
Riabilitation Institute
Per favorire l’operatività del CCMC, si dovrà considerare il massimo contenimento del numero dei
componenti. Considerato che le rappresentanze delle associazioni e dei cittadini devono costituire
la maggioranza numerica, si ipotizza un CCMC di 29/32 unità così ripartite:
- 12/15 rappresentanti delle Associazioni di Volontariato, di tutela dei diritti, di
Promozione Sociale
- 4 rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei pensionati
- 1 rappresentante della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola
- 4 rappresentanti dell’Azienda Sanitaria di Imola
- 4 rappresentanti degli Enti gestori di servizi sociali nel Circondario (ad oggi
Consorzio Servizi Sociali Imola, Istituzione di Castel San Pietro, Comune di
Medicina, IPAB)
- 2 rappresentante delle Cooperative sociali
- 1 rappresentante di Montecatone Riabilitation Institute (da definire)
- 1 rappresentante della Giunta del Circondario
Modalità di designazione dei rappresentanti:
Le diverse organizzazioni eleggono autonomamente i propri rappresentanti nel rispetto del numero
individuato come sopra; al fine di diffondere scopi e natura del CCMC con le stesse organizzazioni
antecedentemente alla individuazione dei propri rappresentanti,potrebbe essere opportuno
avvalersi della collaborazione del Centro Servizi per il Volontariato – VOLABO per un incontro
informativo propedeutico.
Per quanto riguarda le Organizzazioni di volontariato e le Associazioni di Promozione sociale vanno
salvaguardati due requisiti:
- attinenza e operatività in campo sociale o socio-sanitario o sanitario
- sede operativa nell’area territoriale del Circondario
- iscrizione
ai
Registri
Provinciali/regionali
del
Volontariato
o
ad
Albi/Elenchi/Registri comunali del Volontariato
151
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
parte
quarta:
il bilancio
del programma attuativo
152
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
TABELLA 3A - BILANCIO PREVISIONALE PROGRAMMA ATTUATIVO
ANNO 2006 – SPESE
AREE
famiglie e
minori
giovani
disabili
SPESE
attività di servizio sociale professionale
integrazione sociale
interventi e servizi educativi assistenziali e per
l'inserimento lavorativo
assistenza domiciliare a famiglie con minori
servizi di supporto
trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e
servizi
strutture a ciclo diurno o semi-residenziale
strutture comunitarie e residenziali
pronto intervento sociale
totale spesa diretta dell’area
totale trasferimenti verso altri enti
Totale spesa area famiglie e minori
TOTALE
(approssimati all’€)
DI CUI GESTITO
IN FORMA
ASSOCIATA
475.486,00
80.958,00
419.181,00
53.458,00
311.538,00
221.432,00
533.805,00
-
3.481.271,00
2.073.943,00
6.902.299,00
93.593,00
11.878.950,00
449.660,00
236.357,00
93.593,00
3.097.964,00
18.590,00
12.328.610,00
3.116.554,00
86.785,00
43.772,00
16.430,00
-
-
-
attività di servizio sociale professionale
integrazione sociale
interventi e servizi educativi assistenziali e per
l'inserimento lavorativo
assistenza domiciliare
servizi di supporto
trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e
servizi
strutture a ciclo diurno o semi-residenziale
strutture comunitarie e residenziali
pronto intervento sociale
totale spesa diretta dell’area
totale trasferimenti verso altri enti
-
-
103.215,00
-
43.772,00
-
Totale spesa area giovani
103.215,00
43.772,00
121.271,00
80.320,00
116.471,00
62.477,00
1.176.358,00
59.598,00
455.251,00
71.727,00
319.546,00
49.270,00
attività di servizio sociale professionale
integrazione sociale
interventi e servizi educativi assistenziali e per
l'inserimento lavorativo
assistenza domiciliare
servizi di supporto
trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e
servizi
strutture a ciclo diurno o semi-residenziale
strutture comunitarie e residenziali
pronto intervento sociale
totale spesa diretta dell’area
totale trasferimenti verso altri enti
918.304,00
743.338,00
803.658,00
791.226,00
4.418.115,00
76.791,00
550.308,00
781.726,00
2.682.734,00
27.561,00
Totale spesa area disabili
4.494.906,00
2.710.295,00
153
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
AREE
dipendenze
anziani
immigrati
SPESE
attività di servizio sociale professionale
integrazione sociale
interventi e servizi educativi assistenziali e per
lì'inserimento lavorativo
assistenza domiciliare
servizi di supporto
trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e
servizi
strutture a ciclo diurno o semi-residenziale
strutture comunitarie e residenziali
pronto intervento sociale
totale spesa diretta dell’area
totale trasferimenti verso altri enti
Totale spesa area dipendenze
TOTALE
(approssimati all’€)
DI CUI GESTITO
IN FORMA
ASSOCIATA
85.288,00
-
85.288,00
-
-
-
-
-
19.247,00
19.247,00
104.535,00
24.363,00
104.535,00
24.363,00
128.898,00
128.898,00
350.533,00
180.249,00
2.319.582,00
78.470,00
324.258,00
8.121,00
1.772.622,00
49.123,00
attività di servizio sociale professionale
integrazione sociale
assistenza domiciliare
servizi di supporto
trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e
servizi
strutture a ciclo diurno o semi-residenziale
strutture comunitarie e residenziali
totale spesa diretta dell’area
trasferimenti verso altri enti
1.151.330,00
565.810,00
705.326,00
3.482.579,00
8.268.069,00
768.532,00
320.810,00
151.520,00
3.192.264,00
4.040,00
Totale spesa area anziani
9.036.501,00
3.196.304,00
85.710,00
197.483,00
83.452,00
133.483,00
-
-
717,00
-
attività di servizio sociale professionale
integrazione sociale
interventi e servizi educativi assistenziali e per
l'inserimento lavorativo
assistenza domiciliare
servizi di supporto
trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e
servizi
strutture a ciclo diurno o semi-residenziale
strutture comunitarie e residenziali
pronto intervento sociale
totale spesa diretta dell’area
totale trasferimenti verso altri enti
28.247,00
24.247,00
172.596,00
484.753,00
-
150.892,00
392.074,00
-
Totale spesa area immigrati
484.753,00
392.074,00
154
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
AREE
disagio
adulti
multiutenza
indistinti
SPESE
attività di servizio sociale professionale
integrazione sociale
interventi e servizi educativi assistenziali e per
lì'inserimento lavorativo
assistenza domiciliare
servizi di supporto
trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e
servizi
strutture a ciclo diurno o semi-residenziale
strutture comunitarie e residenziali
pronto intervento sociale
totale spesa diretta dell’area
totale trasferimenti verso altri enti
Totale spesa area disagio adulti
DI CUI GESTITO
IN FORMA
ASSOCIATA
86.238,00
-
78.038,00
-
-
-
3.949,00
6.900,00
-
100.082,00
43.415,00
29.886,00
227.055,00
10.000,00
22.651,00
144.104,00
-
237.055,00
144.104,00
segretariato sociale
prevenzione e sensibilizzazione
azioni di sistema e spese org
totale spesa diretta dell’area
totale trasferimenti verso altri enti
187.634,00
49.472,00
1.647.611,00
1.884.987,00
-
122.133,00
3.523,00
1.489.835,00
1.615.491,00
-
Totale spesa area multiutenza
1.884.987,00
1.615.491,00
totale trasferimenti verso altri enti
6.950.966,00
-
27.369.679,00
11.272.938,00
8.280.212,00
74.554,00
35.649.891,00
11.347.492,00
totale spesa diretta tutte le aree
RIEPILOGO
TOTALE
(approssimati all’€)
Totale trasferimenti
Totale
N.B.: I dati finanziari riportati sono quelli contenuti nel bilancio di previsione 2006 dei Comuni
del Distretto e dell’Ausl Imola aggiornati con le variazioni assunte fino al 30/04/2006
155
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
TABELLA 3B - BILANCIO PREVISIONALE PROGRAMMA ATTUATIVO ANNO 2006 – ENTRATE
Entrate da
comuni
fuori zona
Famiglie e
Minori
Giovani
Disabili
Dipendenze
Anziani
Immigrati
Disagio
Adulti
-
Entrate da
comuni in
zona
Entrate
dirette dalla
Stato
462.233,00
-
-
1.138.193,00
424.683,00
113.162,00
981.952,00
-
-
-
43.772,00
-
-
-
-
-
88.079,00
17.000,00
19.176,00
407.252,00
324.740,00
-
-
88.788,00
-
8.769,00
-
-
-
-
120.487,00
-
-
-
63.625,00
25.991,00
8.769,00
23.000,00
10.853,00
97.246,00
-
15.636,00
6.282,00
23.269,00
58.731,00
1.686,00
Entrate
dalla
Provincia
Entrate dalla
Regione
Altre entrate
(donazioni
…..)
Risorse Proprie
del Comune
(SOLO PER I
COMUNI)
Entrate da
U.E.
entrate da
fondo
sanitario
entrate da
utenti
-
399.389,00 2.850.376,00 2.043.138,00
6.768.799,00
Totale di riga
9.893.022,00
59.443,00
103.215,00
1.446.246,00
2.325.762,00
-
97.557,00
1.291.511,00
6.763.632,00
61.688,00
184.759,00
69.802,00
199.819,00
-
-
-
19.284,00
-
720,00
-
5.744,00
81.541,00
-
-
269.496,00
376.785,00
Indistinti
-
5.259.602,00
9.050,00
2.823.844,00
875.409,00
-
2.122.185,00
-
-
4.615.250,00
15.705.340,00
Totale
0,00
5.828.805,00
9.050,00
2.835.417,00
2.515.599,00
473.418,00
2.768.627,00 4.268.862,00 2.367.878,00
14.582.235,00
35.649.891,00
Multiutenza
-
-
N.B.: I dati finanziari riportati sono quelli contenuti nel bilancio di previsione 2006 dei Comuni del Distretto e dell’Ausl Imola aggiornati con le
variazioni assunte fino al 30/04/2006
156
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
TABELLA 3C: BILANCIO PROGRAMMA ATTUATIVO ANNO 2006
ALTRI ENTI
SPESA SOCIALE DI ENTI gestita direttamente e non traferita ai comuni
PROVINCIA
Aree:
Costi sostenuti
direttamente dalla
Provincia (spesi dalla
Altri ENTI (Ipab,
Fondazioni, ….)
Totale SPESE (per
Area di Intervento)
Provincia esclusi quelli
trasferiti ai comuni)
Famiglia e Minori
€
54.225,94
€
63.000,00
€
Giovani
Disabili
117.225,94
-
€
14.587,86
€
14.587,86
Dipendenze
-
Anziani
-
Immigrati
€
23.571,43
Disagio adulti
€
140.072,37
€
23.571,43
€
140.072,37
Salute Mentale
Multiutenza
€
47.381,71
€
indistinti
Totale spese:
47.381,71
-
€
139.766,94
€
203.072,37
€
342.839,31
157
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
AZIENDA DI IMOLA
DISTRETTO DI IMOLA
GRIGLIA DI RILEVAZIONE DELLA SPESA SOCIO-SANITARIA A CARICO DEL
FONDO SANITARIO REGIONALE
Va rilevata la spesa sostenuta per gli interventi, organizzati dai comuni singoli o associati, e dalle AUSL
per delega, per i quali esiste una compartecipazione da parte del Fondo sanitario
PREVISIONE 2006
Compilata da:
DONATTINI MARIA TERESA
Qualifica:
DIRIGENTE AMMINISTRATIVO
Recapito Tel:
0542 - 604321
Recapito e-mail: [email protected]
158
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Bilancio
sanitario - Costi
1- FAMIGLIA E MINORI*
Interventi e servizi
Sostegno socio-educativo scolastico per minori certificati ai sensi della
L.104/92 (Accordo di programma)
Sostegno socio-educativo/riabilitativo domiciliare per minori certificati ai
sensi della L.104/92
Partecipazione a progetti specifici di promozione, informazione, prevenzione
integrati con i Comuni
10.000,00
Trasferimenti in denaro
Strutture residenziali per minori - rette
Strutture semi-residenziali per minori- rette
34.400,00
Strutture
Strutture residenziali per minori - gestione
Strutture semi-residenziali per minori- gestione
Altro
Figure professionali sociali (assistente sociale, educatore) inserite nei
consultori familiari e nei servizi rivolti a famiglia, infanzia e giovani per attività
di assistenza sociale (promozione, inserimento, integrazione, ecc..) ad
esclusione delle attività di educazione sanitaria e dell'assistenza consultoriale a
sostegno di gravidanze e maternità a rischio sanitario (1)
Figure professionali sanitarie la cui attività si integra con quella di figure
professionali sociali per progetti socio-educativi, socio-terapeutici e socioriabilitativi. (2): a) Psicologo (per le attivita' in équipe) b)neuropsichiatra
:stimare quota di spesa in base alla partecipazione
Altro (specificare..)
TOTALI DELL'AREA FAMIGLIA E MINORI
NOTE (*) Le spese per i minori disabili sono comprese nell'area famiglia e
minori.
29.600,00
74.000,00
(1) Figure Professionali sociali
Tipologia
numero
(2) Figure professionali sanitarie
Tipologia
psicologo
neuropsichiatra
numero
2
0,03
159
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Bilancio
sanitario - Costi
3- AREA DISABILITA'
Interventi e servizi
Assistenza domiciliare con finalità socio-assistenziale
Assistenza domiciliare con finalità riabilitativa/educativa
Inserimento lavorativo in ambiente di lavoro normale (personale educativo e
borse lavoro)
Partecipazione a progetti specifici di promozione, informazione, prevenzione
integrati con i Comuni
9.500,00
67.000,00
19.800,00
Trasferimenti in denaro
Laboratori protetti o altri servizi assimilabili (inserimento lavorativo in ambiente
protetto) - rette
Servizi socio riabilitativi diurni - rette
Strutture residenziali - rette
Assegno di cura (Del. G.R.1122/02)
140.000,00
73.558,00
Strutture
Laboratori protetti o altri servizi assimilabili (inserimento lavorativo in ambiente
protetto) - gestione
Servizi socio-riabilitativi diurni - gestione
Strutture residenziali – gestione (finanziamento ad hoc per via Venturini)
17.400,00
25.000,00
Altro
Spese personale sanitario, non attribuibile ai singoli servizi, per le attività di
presa in carico, accompagnamento, ecc.. (3)
Spese personale sociale, non attribuibile ai singoli servizi, per le attività di presa
in carico, accompagnamento, ecc.. (4)
Altro
83.950,00
TOTALI DELL'AREA DISABILITA'
436.208,00
(3)Spese personale sanitario, non attribuibile ai singoli servizi
Tipologia
numero
(4) Spese personale sociale, non attribuibile ai singoli servizi
Tipologia
-
numero
-
160
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Bilancio sanitario
- Costi
4- AREA ANZIANI
Interventi e servizi
partecipazione a progetti specifici di promozione, informazione, prevenzione
integrati con i Comuni
Trasferimenti in denaro
Oneri a rilievo sanitario ADI
Oneri a rilievo sanitario Centri Diurni
Oneri a rilievo sanitario strutture residenziali (Casa Protetta, RSA)
Assegno di cura (G.R. 1377/99)
222.282,00
233.579,00
5.634.515,00
724.007,00
Strutture
Centri diurni – gestione
Personale e materiale sanitario* Centri Diurni
Strutture residenziali (RSA, Casa Protetta, Casa di Riposo, Comunità alloggio) –
gestione
Personale e materiale sanitario* strutture residenziali (Casa Protetta, RSA)
29.700,00
3.100.000,00
Altro
Spese personale sanitario, sociale, amministrativo, di coordinamento (S.A.A.,
U.V.G., coordinatori sanitari strutture, ecc.. e con esclusione di progetti e
servizi specialistici per demenze) (5)
Altro
TOTALI DELL'AREA ANZIANI
260.000,00
1.700.000,00
11.644.083,00
* tipologie previste dalla del. G.R 1378/99
(5) Personale sanitario, sociale, amministrativo, di coordinamento, (S.A.A.,
U.V.G., coordinatori sanitari strutture, ecc..)
Tipologia
IP Coordinatore in UVG - 780 ore annue
Geriatri in UVG - 780 ore annue
IP/TDR/Medico Coordinatori sanitari strutture
Amministrativo per gestione convenzioni n. ore 936 ore annue
** I gruppi di lavoro integrato gestiti dal Consorzio dei Servizi Sociali prevedono
la partecipazione di dipendenti AUSL (Medici ed Infermieri) in orario di servizio:
costo non monitorato
*** L'AUSL non gestisce direttamente strutture territoriali ma attraverso
convenzioni
numero
0,5
0,5
4,5
0,5
161
Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo
Bilancio sanitario
- Costi
6- AREA DISAGIO ADULTI: PSICHIATRIA
Interventi e servizi
Sostegno all'inserimento lavorativo (borse lavoro, personale) a favore di pazienti
psichiatrici
Interventi di strada rivolti a prostituzione, senza fissa dimora
Partecipazione a progetti specifici di promozione, informazione, prevenzione
integrati con i Comuni
155.500,00
Trasferimenti in denaro
Contributi economici a favore di pazienti psichiatrici
90.000,00
Altro
altro (specificare…)
TOTALI DELL'AREA DISAGIO ADULTI
245.500,00
NOTE: (non va rilevata la spesa per le rette per strutture residenziali e diurne di ogni ordine e grado,
che sono oggetto di specifica rilevazione
Bilancio sanitario
- Costi
7 - AREA DIPENDENZE
Interventi e servizi
Sostegno all'inserimento sociale/mediazione sociale
Sostegno all'inserimento lavorativo (borse lavoro, personale)
Interventi di strada/interventi a bassa soglia (prevenzione, riduzione del danno,
orientamento/accompagnamento ai servizi..)
Partecipazione a progetti specifici di promozione, informazione, prevenzione
integrati con i Comuni
42.200,00
15.600,00
Trasferimenti in denaro
Contributi economici
Altro
TOTALI DELL'AREA DIPENDENZE
57.800,00
Bilancio sanitario
- Costi
8 - AREA MULTIUTENZA
Altro
Figure professionali sociali (assistenti sociali) inserite nei servizi sanitari (ospedali,
ecc..)
Spese per il Piano di Zona (predisposizione, gestione, valutazione, Ufficio di Piano)
Spese per personale amministrativo e tecnico a supporto delle attività ad
integrazione socio-sanitaria
altro (specificare: Mediazione Culturale)
TOTALI DELL'AREA MULTIUTENZA
40.000,00
10.000,00
42.600,00
92.600,00
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