Coordinamento operativo dei gruppi di lavoro e redazione del testo a cura dell’Ufficio di Piano – Consorzio Servizi Sociali Imola per conto del Nuovo Circondario Imolese Piano di Zona 2005 –2007: Indice INDICE IL PROGRAMMA ATTUATIVO 2006 CAPITOLO PRIMO: DAGLI OBIETTIVI STRATEGICI TRIENNALI DELLE AREE AGLI INTERVENTI DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2006 pag. 11 Area responsabilità familiari, capacità genitoriali e diritti dei bambini pag. 12 Progetto/intervento “Piano provinciale adozione 2006” pag. 16 Progetto/intervento “Piano provinciale per l’affido familiare e in comunità” pag. 18 Progetto/intervento “Piano provinciale azioni di contrasto agli abusi e ai maltrattamenti in danno ai minori anno 2006” pag. 20 Progetto sovrazonale “Coordinamento pedagogico provinciale” pag. 22 Progetto sovrazonale relativo al funzionamento del Centro specialistico per la prevenzione dell’abuso e del maltrattamento: IL FARO pag. 24 Progetto sovrazonale “Osservatorio scolarità” pag. 26 Progetto sovrazonale “Aneka, servizi per il benessere a scuola” pag. 29 Progetto di sviluppo: “Tavolo permanente di coordinamento” pag. 31 Progetto di innovazione: “Mani di donne” pag. 32 Progetto di sviluppo: ”Donne che aiutano donne” pag. 34 Progetto di sviluppo: “Centri aperti” pag. 36 Progetto di sviluppo: “Studio di fattibilità per la realizzazione di una struttura pubblica di accoglienza per minori” pag. 38 Progetto di sviluppo: “integrazione socio-sanitaria nei servizi rivolti ad adulti e minori” pag. 40 Scheda di progetto di sviluppo relativo al Programma finalizzato: “promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza” pag. 42 area politiche a favore dei giovani pag. 54 pag. 57 pag. 61 Progetto/intervento: “Osservatorio provinciale immigrazioni” pag. 63 Progetto/intervento: “Percorso verso la rappresentanza su base provinciale ed a carattere elettivo dei cittadini stranieri” pag. 65 Progetto del programma finalizzato: “Benessere dei giovanie prevenzione del disagio” area immigrazione, asilo, lotta alla tratta 1 Piano di Zona 2005 –2007: Indice Progetto/intervento: “Sostegno ad iniziative di comunicazione interculturale” pag. 66 Progetto di formazione sulle tematiche dell’immigrazione pag. 67 Progetto sovrazonale “Madreperla: sostegno e qualificazione del mercato di cura domiciliare” pag. 69 pag. 71 pag. 79 pag. 84 pag. 85 pag. 87 pag. 88 pag. 90 Progetto di innovazione: “Educativa di territorio” pag. 93 Scheda progetto “ parte 1: Mondo giovanile e rapporto con le sostanze” del programma finalizzato “dipendenze e utenza multiproblematica” pag. 95 Scheda progetto “ parte 2: Percorsi di transizione al lavoro” del programma finalizzato “dipendenze e utenza multiproblematica” pag. 99 Scheda progetto “casa, lavoro, rappresentanza” del programma finalizzato “piano in ambito distrettuale per azioni di integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati- iniziativa A” Sched adi progett:o “oltre la strada” del programma finalizzato ”interventi a sostegno dei programmi di assistenza ed integrazione sociale a favore delle vittime di sfruttamento sessuale – art. 18, dlgs 286/98- iniziativa B” Area contrasto alla povertà Scheda di progetto: “azione A” del programma finalizzato “contrasto alla povertà ed esclusione” Progetto di innovazione “servizio di pronto intervento sociale per donne in difficoltà (SPIS)” Protocollo operativo tra Consorzio Servizi Sociali Imola, Comando dei Carabinieri di Imola, Polizia di Stato di Imola, Polizia Municipale di imola, Dipartimento di emergenza urgenza dell’Ausl di imola e Croce Rossa Italiana imola Area prevenzione e contrasto alle dipendenze e di altre forme di disagio sociale 101 Area salute mentale Progetto di qualificazione: “Presa in carico integrata dei casi a valenza sociosanitaria e messa in rete delle risorse” 105 pag. 107 Progetti di qualificazione: “Progetto per il miglioramento dell’offerta di sollievo programmato nelle strutture protette” pag. 111 Progetto di innovazione: “Progetto di analisi comparata degli attuali modelli organizzativi adottati nel nostro territorio e per l’innovazione dell’assistenza domiciliare e del servizio di telesoccorso” pag. 113 Progetto di sviluppo: “Coordinamento e sviluppo tra i Comuni del Circondario degli interventi di prevenzione e promozione sociale rivolti alla popolazione anziana” pag. 115 Progetto di qualificazione: “Revisione e omogeneizzazione dei Regolamenti di accesso ai servizi per anziani” pag. 117 Progetto di sviluppo: “Progetto per la mappatura e il monitoraggio degli anziani in condizioni di fragilità sociale e socio-sanitaria” pag. 119 Politiche a favore di anziani 2 Piano di Zona 2005 –2007: Indice Progetto di consolidamento: “Assegni di cura anziani e disabili”del programma finalizzato pag. 121 Politiche a favore di disabili pag. 123 Progetto sovrazonale “Protocollo interistituzionale per l’inserimento lavorativo disabili e svantaggiati” pag. 125 Progetto di qualificazione: “Piano zonale annuale di potenziamento degli interventi a favore del benessere della persone disabili e delle loro famiglie” pag. 127 Progetto di qualificazione: “Mobilita’ e autonomia in ambiente domestico” del programma finalizzato “Mobilità e autonomia in ambiente domestico” pag. 129 Azioni trasversali pag. 131 Progetto sovrazonale per la promozione e lo sviluppo degli Uffici di Piano zonali pag. 131 Progetto sovrazonale “La rete degli sportelli sociali ed il portale degli sportelli sociali“ pag. 133 Progetto sovrazonale relativo al percorso congiunto finalizzato alla promozione dell’Amministratore di Sostegno (ex L. 6/2004) pag. 134 Progetto sovrazonale“Sportelli comunali per il lavoro e inserimento lavorativo soggetti svantaggiati” pag. 136 Progetto sovrazonale di sensibilizzazione e promozione del servizio civile volontario “Una rete solidale per lo sviluppo del servizio civile volontario” anno 2006 pag. 137 “Studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema integrato delle residenzialità per adulti in ambito circondariale” pag. 139 “Linee progettuali per la costituzione di un comitato consultivo misto circondariale” pag. 149 pag. 152 pag. 153 tabella 3B Bilancio previsionale Programma Attuativo anno 2006 - entrate pag. 156 tabella 3C Bilancio previsionale Programma Attuativo anno 2006 – altri enti pag. 157 pag. 158 PARTE QUARTA: IL BILANCIO DEL PROGRAMMA ATTUATIVO tabella 3A griglia Bilancio previsionale Programma Attuativo anno 2006 - spese Rilevazione della spesa socio-sanitaria a carico del fondo sanitario regionale 3 Piano di Zona 2005 –2007: Indice TAVOLO DEL WELFARE COMPONENTE ENTE RAPPRESENTATO 1 Baldazzi Gianni 2 Cantoni Patrizia 3 Cocchi Elio 4 Conti Roberto Comune di Dozza 5 Dal Pozzo Luca Confcooperative 6 Dall’Orso Giulio Volontariato Castel San Pietro Terme 7 Francesconi Danilo CISL Imola 8 Galipò Luca IAL Imola 9 Gambetti Gianna CIOFS Imola 10 Garofani Andrea Consorzio Servizi Sociali Imola 11 Liverani Paolo 12 Marchetti Elisabetta CGIL 13 Marfisi Marziano Tavolo di coordinam. delle organizz. imprenditoriali del territorio imolese 14 Tubertini Mario Ausl Imola 15 Mastroianni Maria Ausl Imola 16 Minardi Alberto Ausl Imola 17 Minghetti Pietro Istituzioni di Assistenza Riunite di Medicina 18 Orsini Libero Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali di Castel S.Pietro T. 19 Pirazzoli Stefania Comune di Mordano 20 Poli Gigliola Consorzio Servizi Sociali Imola 21 Prugnoli Benedetta 22 Ragazzini Riccardo Montecatone Rehabilitation Institute 23 Rago Giuseppe UGL 24 Raspanti Adriano Comune di Castel S.Pietro Terme 25 Rizzoli Claudio Comune di Medicina 26 Sandrini Bona Rappresentante I.P.A.B. 27 Sangiorgi Savio LEGACOOP 28 Tassoni Claudio Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali di Castel S.Pietro T. 29 Valtancoli Lucia Assemblea delle Organizz. Sociali e delle Associaz. di volontariato di Imola 30 Valvassori Giorgio 31 Visani Lucio 32 Visani Roberto Comune di Castel Guelfo Nuovo Circondario Imolese Comune di Medicina UIL Dipartimento di Salute Mentale Ausl Imola Fondazione Cassa di Risparmio di Imola Comunità Montana Valle delSanterno Comune di Imola 4 Piano di Zona 2005 –2007: Indice TAVOLO RESPONSABILITÀ FAMILIARI, CAPACITÀ GENITORIALI E DIRITTI DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI, POLITICHE A FAVORE DEI GIOVANI Coordinatore: Assessore Raspanti – Comune di Castel S.Pietro T. COMPONENTE ENTE RAPPRESENTATO 1 Benni Franco 2 Callegari Stefania 3 Caprara Maria Gabriella Consorzio Servizi Sociali Imola 4 Chitti Daniele Consorzio Servizi Sociali Imola 5 Ciccone Germana Comune di Castel S.Pietro T. 6 Cimatti Bruna 7 Dal Prà Tiziana 8 Dall'Orso Giulio Associazione "La Tenda di Abraham" onlus 9 De Brasi Teresa Associazione "La Cicoria" 10 Della Gala Carlo 11 Emiliani Zauli Maria Comune di Imola Comune di Castel Guelfo Comune di Medicina Associazione "Trama di Terre" Ausl Imola - DSM Ausl Imola 12 Gasparetto Maurizia Comune di Imola 13 Gentilini Maria Pia LEGACOOP - Coop. SEACOOP 14 Grandi Letizia 15 Lamieri Susi 16 Liverani Paolo 17 Loreti Alfredo 18 Marchetti Elisabetta 19 Mengoli Gemma 20 Rago Giuseppe 21 Raspanti Adriano Comune di Castel S.Pietro T. 22 Ravagli Micaela Comune di Castel S.Pietro T. 23 Saccottelli Maria Grazia 24 Saloni Adriana CISL 25 Sartiani Renato Comune di Borgo Tossignano 26 Savini Giovanni 27 Scarantino Vita 28 Vignoli Annalisa Comune di Medicina: Ass. Volontariato La Strada Istituzione per la gestione dei servizi sociali di Castel S.Pietro T. UIL CONFCOOPERATIVE - cons.Solco Imola CGIL Consorzio Servizi Sociali Imola UGL Ausl Imola Consulta del volontariato imolese: Ass. Amici della Scuola S. Giovanni Bosco CIOFS Imola e IAL Imola Comune di Castel S.Pietro T. 5 Piano di Zona 2005 –2007: Indice TAVOLO IMMIGRAZIONE, ASILO, LOTTA ALLA TRATTA Coordinatore: Assessore Visani – Comunità Montana Valle del Santerno COMPONENTE ENTE RAPPRESENTATO 1 Aureli Giovanni Ausl Imola 2 Chaoui Youness CISL 3 Ciarlariello Franco CGIL 4 Ciarlatani Maria Grazia Consorzio Servizi Sociali Imola 5 Dal Prà Tiziana Associazione "Trama di Terre" 6 Dall'Osso Elena Consorzio Servizi Sociali Imola 7 De Santis Giovanni 8 Galipò Luca IAL Imola 9 Liverani Paolo UIL Consulta del volontariato imolese: Fondazione Banco Alimentare Emilia Romagna ONLUS 10 Melandri Barbara Comune di Medicina 11 Minardi Alberto Ausl Imola 12 Nebedum Chinedu Gloria LEGACOOP - Coop. Agave 13 Rago Giuseppe 14 Rossini Susanna 15 Rubbi Milena Associazione "Arc en Ciel" ONLUS 16 Tobias Voltan Associazione "Arc en Ciel" ONLUS 17 Saccottelli Maria Grazia 18 Scarantino Vita 19 Visani Lucio UGL CONFCOOPERATIVE - coop.sociale A.TL.AS. Ausl Imola CIOFS Imola Comunità Montana Valle del Santerno 6 Piano di Zona 2005 –2007: Indice TAVOLO PREVENZIONE E CONTRASTO DELLE DIPENDENZE E DI ALTRE FORME DI DISAGIO SOCIALE Coordinatore: Assessore Pirazzoli – Comune di Mordano COMPONENTE ENTE RAPPRESENTATO 1 Berti Carla 2 Billi Chiara CONFCOOPERATIVE - coop.sociale Il Gabbiano 3 Gambetti Gianna CIOFS Imola e IAL Imola 4 Gardenghi Stefano Ausl Imola - U.O. dipendenze patologiche 5 Garofani Andrea Consorzio Servizi Sociali Imola 6 Gasparetti Giorgio Consulta del volontariato imolese: coop.va sociale "Il sorriso" 7 Giberti Valentina 8 Liverani Paolo 9 Marchetti Elisabetta CGIL 10 Marchetti Francesca Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali del Comune di Castel San Pietro Terme 11 Pederzoli Edoardo Consorzio Servizi Sociali Imola 12 Pirazzoli Stefania Comune di Mordano 13 Rago Giuseppe UGL 14 Sartiani Renato Comune di Borgo Tossignano 15 Tattini Roberta LEGACOOP - Coop. SEACOOP 16 Veronesi Isaura Ausl Imola - DSM Ausl Imola - U.O. dipendenze patologiche UIL CISL 7 Piano di Zona 2005 –2007: Indice TAVOLO SALUTE MENTALE Coordinatore: Assessore Baldazzi – Comune di Castel Guelfo COMPONENTE ENTE RAPPRESENTATO 1 Baldazzi Gianni Comune di Castel Guelfo 2 Barelli Laura Consorzio Servizi Sociali Imola 3 Cantoni Patrizia Circondario di Imola 4 De Michele Michele UIL 5 Galassi Alba 6 Golini Stefano 7 Marchetti Francesca Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali del Comune di Castel San Pietro Terme 8 Marfisi Emanuele CIOFS Imola e IAL Imola 9 Minardi Alberto Ausl Imola 10 Natali Alba Ausl Imola 11 Pasotti Danilo 12 Prugnoli Benedetta Ausl Imola - DSM 13 Ravani Claudio Ausl Imola - DSM 14 Rago Giuseppe UGL 15 Roda Annalisa Consorzio Servizi Sociali Imola 16 Sabattani Isabella CGIL 17 Sermenghi Luana 18 Veroli Francesco 19 Veronesi Isaura CISL 20 Weber Gerald Ausl Imola Ausl Imola CONFCOOPERATIVE - cons.Ippogrifo e coop.sociale Fuoric'entro Medici di Medicina Generale LEGACOOP - Coop. SEACOOP e Ippogrifo Consulta del volontariato imolese: ass. E pass e temp 8 Piano di Zona 2005 –2007: Indice TAVOLO ANZIANI Coordinatore: Assessore Cocchi – Comune di Medicina COMPONENTE ENTE RAPPRESENTATO 1 Allegri Sonia 2 Arcangeli Claudia 3 Barelli Laura Consorzio Servizi Sociali Imola 4 Bettelli Silvia CIOFS Imola e IAL Imola 5 Brini Silvano Associazione AUSER sez. Castel S.Pietro T. 6 Bruni Carlo Consulta del volontariato imolese: ANTEA 7 Brusa Auterio 8 Caprara Maria Gabriella 9 Nicoletta Baracchini CONFCOOPERATIVE - coop.sociale Imola Solidarietà Ausl Imola CISL Comune di Medicina Opera Pia “S. Maria” di Tossignano 10 Castellari Sofia 11 Cocchi Elio 12 Dal Pozzo Mariangela 13 Dardi Daniele 14 Farnè Alessandro 15 Fortunati Giovanna Caritas Imola 16 Gallegati Gregorio CUPLA 17 Leoni Antonella Ausl Imola 18 Lupini Catia Consorzio Servizi Sociali Imola 19 Mastroianni Maria Ausl Imola 20 Nanni Serena 21 Neri Anna 22 Pasquali Raffaella 23 Peppi Mario 24 Rago Giuseppe UGL 25 Ramerini Furio UIL 26 Ribani Gilberta 27 Sartoni Angioletta 28 Tattini Roberta LEGACOOP - Coop. SEACOOP 29 Valvassori Giorgio Fondazione Cassa di Risparmio di Imola Case di riposo private Comune di Medicina IPAB Medicina CGIL Nuovo Circondario Imolese IPAB Medicina Montecatone Rehabilitation Institute IPAB Imola Consulta del volotnariato imolese: AUSER Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali del Comune di Castel S. Pietro Terme Comune di Imola - Qualità Sociale 9 Piano di Zona 2005 –2007: Indice TAVOLO DISABILITA’ Coordinatore: Assessore Conti – Comune di Dozza COMPONENTE ENTE RAPPRESENTATO 1 Bassi Letizia LEGACOOP - Coop. SEACOOP 2 Bettuzzi Miliana Consulta del volontariato imolese: ass. La Giostra 3 Ciarlatani Maria Grazia 4 Conti Roberto 5 Cortecchia Gloria 6 Dori Doretta 7 Dall'Orso Giulio Aassociazione "La Tenda di Abraham" onlus 8 Gambetti Gianna CIOFS Imola e IAL Imola 9 Lamieri Susi Consorzio Servizi Sociali Imola Comune di Dozza Consorzio Servizi Sociali Imola Ausl Imola istituzione per la gestione dei servizi sociali di Castel S.Pietro T. 10 Liverani Paolo 11 Marchetti Elisabetta 12 Martini Licia Comune di Imola 13 Mastroianni Maria Ausl Imola 14 Mazzanti Franco Volontariato Castel San Pietro Terme - Pubblica Assistenza CSPT 15 Monterumisi Franco Ausl Imola 16 Ragazzini Riccardo Montecatone Rehabilitation Institute 17 Rago Giuseppe UGL 18 Rizzoli Claudio Comune di Medicina 19 Sabbatani Matteo ANMIC 20 Sergi Pietro A.N.M.I.L. 21 Turricchia Patrizia 22 Veronesi Isaura UIL CGIL CONFCOOPERATIVE - cons.Sol.co Coop. Grillo Parlante CISL 10 Capitolo 1: Dagli obiettivi strategici triennali delle aree agli interventi del Programma Attuativo 2006 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 1.1 Responsabilità familiari, capacità genitoriali e diritti dei bambini e diritti dei bambini tabella 1: BISOGNI EMERGENTI (RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE) Maggiore attenzione al tema dell’adolescenza per evitare di disperdere e per qualificare teoricamente e culturalmente il patrimonio di conoscenze ed esperienze maturato nei vari interventi promossi dalle diverse realtà Diminuzione della tolleranza nelle scuole rispetto a ragazzi che faticano ad uniformarsi alle richieste del sistema scolastico Potenziare l’attività dei centri giovanili definendo indicatori di esito che consentano di misurare il lavoro svolto all’interno degli stessi Emersione di situazioni caratterizzate da violenza domestica che coinvolgono sia donne sole che donne con minori Aumento difficoltà nella conciliazione dei tempi di lavoro e delle attività di cura in particolare per donne sole Situazioni di difficoltà nello svolgere le funzioni genitoriali in particolare nel primo anno di vita dei bambini Aumento richieste di mediazione culturale nelle scuole con particolare riferimento ai frequenti arrivi in corso d’anno Maggiore comunicazione e coprogettazione fra le diverse realtà che si occupano di minori e delle loro famiglie Integrare e potenziare la rete delle famiglie affidatarie presenti nel territorio OBIETTIVI PRIORITARI NEL TRIENNIO A-1 Costruire un centro studi sul tema dell’adolescenza B-1 Rafforzare e qualificare il progetto di prevenzione del disagio nelle scuole STATO DI ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007 Avviato da settembre Attivati nel corso del corrente anno attività di laboratorio con classi e scuole che hanno evidenziato situazioni di particolare difficoltà e disagio. Si è andata consolidando l’azione dei gruppi misti nei diversi Istituti. Sono state inoltre svolte azioni di sostegno alla genitorialità e di formazione ai docenti sulla gestione delle dinamiche del gruppi classe. In tutto sono stati coinvolti oltre 500 alunni e 78 insegnanti e tutti gli Istituti Comprensivi del territorio Proseguire e rafforzare l’esperienza avviata in tutti i contesti territoriali consolidando le metodologie operative sperimentate positivamente in questo periodo pur nel rispetto delle specificità delle diverse realtà scolastiche 12 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Comprensivi del territorio C-1 Promuovere e valorizzare gli interventi che hanno prodotto esiti efficaci nell’ambito delle politiche per bambini e ragazzi L’attività svolta in alcuni centri, fortemente orientata al coinvolgimento delle realtà associative e del volontariato locali ha determinato risultati positivi sia in termini di numero di utenti dei centri stessi (1094 ragazzi sono in media coinvolti) ed al gradimento espresso dalle comunità locali di riferimento. E’ andata modificandosi l’idea dei Centri e dei suoi fruitori, si sono svolte esperienze significative di partecipazione dei ragazzi dei centri anche ad iniziative promosse ed organizzate dalle comunità C-2 Realizzare anche sul territorio del Comune di Medicina il Centro giovanile E’ stata avviata una prima fase di avvicinamento, indagine sui luoghi di maggiore ritrovo dei giovani per conoscerne, bisogni, esigenze, aspettative D-1 Monitorare situazioni di maltrattamento e violenza Oltre al lavoro di raccolta dei dati attuato dal Consorzio Servizi Sociali Imola, si ha l’impressione di essere in un momento di poca attenzione al tema del maltrattamento che pure assume rilevanza sempre maggiore Avviato progetto da parte del Consultorio in collaborazione con il centro per le famiglie per l’affiancamento di mamme e nonne volontarie a neo mamme in condizioni di F-1 Prevedere percorsi di difficoltà e/o fragilità sostegno alla genitorialità Attivate forme di affidamento familiare diurno a nuclei in difficoltà nello svolgere competenze genitoriali con l’obiettivo di incrementare le opportunità di recupero degli stessi G-1 Sostenere minori e Il progetto realizzato nel famiglie straniere nei corso dell’anno ha visto una percorsi di integrazione stretta collaborazione con i scolastica prevedendo diversi Istituti comprensivi e interventi specifici di con la Direzione Didattica mediazione in particolare presenti sul territorio rispetto ad inserimenti consentendo di svolgere Estendere in tutti i territori in cui sono presenti ed operanti i Centri giovanili questa modalità di azione per valorizzare e qualificare le risorse esistenti, per sviluppare nei ragazzi e nei giovani, il senso di appartenenza ed il concetto di cittadinanza attiva - Riqualificare attività del tavolo di contrasto alla violenza domestica - Rafforzare l’ integrazione socio sanitaria per quanto concerne il lavoro con adulti e minori - Cominciare ad affrontare il tema degli uomini maltrattanti Consolidare ed estendere il progetto a tutto il territorio anche potenziando il numero delle persone volontarie coinvolte. Consolidare questa modalità operativa quale strumento di prevenzione rispetto all’allontanamento dei minori Rafforzare l’integrazione già in essere coinvolgendo in modo più significativo gli operatori sociali( assistenti Sociali e educatori) già presenti nei contesti scolastici per la gestione degli sportelli. 13 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo rispetto ad inserimenti intervenuti in corso d’anno H-1 Costituire un tavolo di coordinamento H-2 Introdurre operatore di sistema consentendo interventi finalizzati di svolgere specifici e Attualmente non organizzato in modo sistematico, occorre meglio definirlo scandendone ritmi ed obiettivi Difficoltà a concentrare tale attività in un’unica figura di riferimento, si prevede la trasformazione in funzione di sistema con un operatore che raccorda e guida l’intero percorso Dal mese di settembre avviare lavoro per costituzione del tavolo e definizione obiettivi Partecipazione ai momenti di formazione organizzati a livello regionale per i referenti individuati nelle singole realtà H-3 Definire protocollo operativo con servizio di consultorio familiare L’attività si è centrata: - sulla promozione di forme I-1 Effettuare iniziative di di sostegno familiare che sensibilizzazione in mirano in particolare al collaborazione e sostegno diurno; collegamento con i - sull’attivazione di gruppi di percorsi provinciali sostegno per famiglie previsti affidatarie condotti dall’equipe affidi del Consorzio . I-2 favorire la partecipazione ai percorsi formativi promossi a livello provinciale In alcune zone del territorio è stato avviato un importante lavoro di rete fra realtà del terzo settore, istituzioni ed Studio di fattibilità sulle associazioni per affrontare modalità di bisogni individuati come coinvolgimento e prioritari nei diversi contesti. valorizzazione delle Il lavoro effettuato, pur a realtà di volontariato livello iniziale, sembra esistenti produrre risultati positivi a livello di sinergie attivate e di coesione fra i soggetti coinvolti. - Proseguire l’attività dei gruppi di sostegno orientando gli incontri attorno a temi specifici - Elaborare una brochure promozionale ed informativa sul tema dell’accoglienza con il coinvolgimento di famiglie, operatori e realtà del territorio particolarmente attente all’argomento - Consolidare le esperienze attivate nei territori attualmente coinvolti. - Ampliare le zone interessate a partecipare al progetto - Mappatura accurata delle risorse esistenti sull’intero territorio per valutarne la rispondenza rispetto ai bisogni evidenziati ed individuare eventuali carenze. 14 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI DI SVILUPPO/ INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE O CONTENIMENTO Titolo del progetto: Tipologia: “Tavolo permanente di coordinamento” Sviluppo “Mani di donne” Innovazione “Donne che aiutano donne” Sviluppo “Centri aperti” Sviluppo “Studio di fattibilità per la realizzazione di una struttura pubblica di accoglienza per minori” Sviluppo “Integrazione socio sanitaria nei servizi rivolti ad adulti e minori” Sviluppo INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI FINALIZZATI Titolo del progetto: “diritti e opportunita’ per l’infanzia e l’adolescienza” Tipologia: Consolidamento 15 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE denominazione: Piano Provinciale Adozione 2006 Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Provincia di Bologna Ilaria Folli Tel 051/659.8997 - Destinatari Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Ambito territoriale di realizzazione Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) operatori dei servizi socio sanitari; operatori degli enti autorizzati; coppie interessate all’adozione; cittadinanza. si provinciale Provincia di Bologna Comune di Bologna, Consorzio Servizi Sociali di Imola, Azienda USL Bologna, Enti Autorizzati su temi specifici: Tribunale per i Minorenni, Scuola (CSA) promozione della cultura dell’adozione e dei diritti dell’infanzia; qualificazione del sistema integrato per l’adozione e mantenimento équipe centralizzate adozione; integrazione tra équipes centralizzate adozione ed Enti Autorizzati; individuazione di metodologie comuni ed elementi condivisi per il percorso adottivo; promozione formazione integrata per operatori Servizi ed operatori Enti Autorizzati; raccolta ed elaborazione dati quali/quantitativi sull’adozione ed analisi del fenomeno 16 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo - - Azioni previste - programmazione a livello provinciale dei corsi di informazione e formazione per le coppie interessate all’adozione; attivazione Convenzione con gli Enti Autorizzati ; realizzazione dei corsi di informazione/formazione da parte delle équipes e degli Enti Autorizzati convenzionati; programmazione e realizzazione gruppi di post adozione; realizzazione attività formativa integrata su temi che verranno individuati al termine della formazione attualmente in corso; raccolta dati al 31/12/2006 da parte della Provincia e loro elaborazione. strumenti: incontri coordinamento provinciale adozione; metodologie: confronto e scambio tra operatori équipes adozione ed operatori Enti Autorizzati. Costo totale previsto Piano finanziario € 39.395,00 + costo personale servizi socio sanitari Indicatori per il monitoraggio/valutazione - Quota regionale Quota Enti € 36.154,00 costo personale servizi socio sanitari Eventuale quota di altri soggetti Quota Provinciale: € 3.241,00 +costo personale Quota Enti Autorizzati: costo personale Realizzazione di almeno 28 corsi di informazione e formazione alle coppie. Realizzazione di almeno un’iniziativa formativa sul tema. Realizzazione di almeno 3 incontri del Coordinamento adozione misti tra servizi ed Enti Autorizzati. 17 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE denominazione: Piano Provinciale affidamento familiare ed in comunità. Anno 2006 Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Provincia di Bologna, Claudia Ceccarelli Tel 051/6598100 Destinatari Operatori dei servizi, delle comunità di accoglienza, associazioni di famiglie affidatarie, famigli disponibili all’accoglienza Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Si Ambito territoriale di realizzazione Istituzioni/ attori coinvolti Provinciale Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Consorzio Servizi Sociali di Imola, Az. Usl di Bologna, Associazioni famiglie affidatarie, Comunità di accoglienza per minori Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste Promozione e programmazione iniziative di sensibilizzazione; Promozione della cultura dell’accoglienza; Promozione della formazione congiunta tra gli operatori; Sostegno di interventi per l’accoglienza di tipo familiare ai bambini dei età 0/6 anni; Sperimentazione e monitoraggio di nuove forme di accoglienza e di affido prosecuzione iniziative di sensibilizzazione sull’accoglienza; prosecuzione del progetto individuato nel Piano scorso relativo alla realizzazione dell’opuscolo sulle comunità di accoglienza; iniziativa di riflessione sulle accoglienze ai bambini 0/6 anni; riflessione sull’accoglienza dopo i 18 anni; seminario di presentazione della ricerca sulle comunità di accoglienza; formazione congiunta operatori dei servizi, delle comunità e associazioni dei servizi; riflessione sui minori stranieri non accompagnati; prosecuzione della riflessione sulle accoglienza temporanee di minori (accoglienza ai bambini di Chernobyl). 18 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Costo totale previsto Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione 30.318,00 + costi del personale Quota regionale Quota comunale/Az. Usl Eventuale quota di altri soggetti Quota Provincia: 3.000,00 € + costo personale 3.500,00 euro+ costi personale Quota altri soggetti: costo operatori delle comunità, + associazioni e famiglie affidatarie realizzazione di almeno 2 iniziative di sensibilizzazione realizzazione attività formativa realizzazione opuscolo sulle comunità di accoglienza n. incontri Tavolo accoglienza 23.818,00 19 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE denominazione: Piano provinciale azioni di contrasto agli abusi e ai maltrattamenti in danno ai minori. Anno 2006 Comune o forma associativa Centro specialistico Il Faro/ Az. Usl Bologna ex-art.16 L.R.2/03 capofila di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Centro Specialistico contro l’abuso e il maltrattamento “Il Faro” M. Agnese Cheli Tel 051/4141611 Destinatari Operatori servizi, insegnanti, operatori associazioni volontariato e tempo libero, autorità giudiziaria Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Si Ambito territoriale di realizzazione Istituzioni/ attori coinvolti +Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste Provincia di Bologna Provincia di Bologna, Comuni dell’area provinciale, Az. Usl Bologna, Imola, Policlinico S. Orsola, Az. Ospedaliere, Consorzio Servizi Sociali Imola, Centro Giustizia Minorile, Università, Scuola, Procura, Questura minori, Associazioni sportive realizzare o consolidare i servizi multiprofessionali per la tutela dei minori e per la presa in carico diretta; definire di linee guida territoriali e protocolli operativi; costruire forme di integrazione tra la scuola e i servizi territoriali; disporre di spazi per le audizioni protette; individuare forme di accoglienza qualificata che siano in grado di accogliere anche i minori che hanno subito violenza; promuovere iniziative rivolte agli operatori della stampa al fine di riflettere sul rapporto tra servizi e mass-media; realizzare percorsi formativi; promuovere iniziative volte a sensibilizzare la società e creare una cultura diffusa che sia protettiva e attenta nei confronti dei diritti dei minori; promuovere una cultura della genitorialità. qualificare gli spazi neutri per le audizioni protette nel territorio provinciale; formazione degli operatori; realizzazione iniziativa di sensibilizzazione sulla prevenzione primaria; realizzazione progetto individuazione di linee guida per la tutela del minore nel procedimento giudiziario; realizzazione ricerca conoscitiva sul minore autore di reati sessuali; stesura raccomandazione sulla semeiotica (diagnosi differenziale) dell’abuso fisico; centro di documentazione. 20 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Costo totale previsto Piano finanziario 66.700,00 euro + Costi del personale del Centro Il Faro Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota regionale 26.700,00 euro Quota Enti Costi per il personale all’interno della Convenzione Eventuale quota di altri soggetti Az. Usl Costi per il personale all’interno della Convenzione Fondazione Cassa di Risparmio Bologna: 40.000 euro n. sedi e spazi neutri attrezzati per le audizioni protette; realizzazione attività formativa; realizzazione progetto tutela minore; attivazione indagine conoscitiva sul minore autore di reati sessuali; stesura del progetto iniziativa di sensibilizzazione sulla prevenzione primaria; realizzazione stesura del prontuario sulla semeiotica 21 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE denominazione: Coordinamento pedagogico provinciale Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Destinatari Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Ambito territoriale di realizzazione Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste Cristina Volta, Provincia di Bologna, via Finelli 9/a, Bologna, tel 051/6598782 coordinatori pedagogici di servizi pubblici convenzionati ed operatori dei servizi educativi sì e privati intero territorio provinciale Comuni ed enti gestori privati convenzionati (Cooperative, Associazioni, F.i.s.m….) Gli obiettivi fondamentali sono: 1) Favorire la riflessione sulla qualità dei servizi e la cultura dell’infanzia 2) Dare spazio allo scambio di informazioni e alla messa in rete delle esperienze realizzate nel territorio provinciale 3) Programmare iniziative di formazione permanente per i pedagogisti 4) Realizzare attività di tutor e di accompagnamento nei confronti dei nuovi pedagogisti assunti o incaricati 5) Elaborare progetti di formazione condivisi per gli educatori e confrontare le iniziative di formazione per gli operatori dei servizi attivate nei diversi territori 6) Individuare bisogni ed elaborare proposte in merito ai programmi provinciali 7) Contribuire alla raccolta, elaborazione e restituzione dei dati relativi ai servizi e alla documentazione delle esperienze Le azioni previste dal coordinamento pedagogico sono: o attività di programmazione e raccordo a livello provinciale o attività di approfondimento, formazione e scambio, attraverso sottogruppi di lavoro con obiettivi specifici o elaborazione di progetti di formazione condivisi per gli educatori dei servizi. o raccolta, elaborazione e restituzione di documentazione relativa ai servizi educativi 22 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Costo totale previsto Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione 39.168,61 + costo personale Quota regionale 39.168,61 Quota Enti costo personale Eventuale quota di altri soggetti - Provincia: costo personale per coordinament o e segreteria - Enti gestori privati convenzionati (Cooperative, Associazioni, F.i.s.m): costo personale n ° incontri realizzati n° partecipanti al coordinamento pedagogico n° documenti prodotti n° iniziative esterne realizzate 23 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE denominazione: Progetto sovrazonale relativo al funzionamento del Centro specialistico per la prevenzione dell’abuso e del maltrattamento: IL FARO Comune o forma associativa Centro specialistico Il Faro/ Az. Usl Bologna ex-art.16 L.R.2/03 capofila di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti M. Agnese Cheli Tel 051/4141611 Destinatari Operatori dei servizi socio sanitari territoriali ed ospedalieri, insegnanti della scuola di ogni ordine e grado, operatori delle associazioni, del volontariato, autorità giudiziaria Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Si Ambito territoriale di realizzazione Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste provincia di Bologna Provincia di Bologna, Comuni, Consorzio Servizi Sociali Imola, Ausl Bologna, Ausl Imola, Az. Ospedaliere, Centro Giustizia Minorile Dotare il territorio provinciale di un servizio di 2° livello contro l’abuso e il maltrattamento all’infanzia che: sviluppi una rete di servizi e di azioni caratterizzata da specifica competenza multiprofessionale, per la tutela della salute infantile e la prevenzione all’abuso e al maltrattamento; valuti in modo qualificato i casi e la presa in carico delle situazioni più problematiche; promuova eventi formativi; promuova interventi di sensibilizzazione, informazione e documentazione sul fenomeno; − Pianificazione dei percorsi clinico-diagnostici di natura psicologica e psicosociale e distribuzione dei compiti in ordine a interventi/provvedimenti per la protezione dei bambini presunte vittime; − Realizzazione dell’ attività formativa; − Realizzazione di iniziative di sensibilizzazione e informazione; − Attività di ricerca sul fenomeno; − Raccolta ed elaborazione dei dati; − Elaborazione relazione annuale sull’attività svolta 24 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Costo totale previsto Piano finanziario 196.000,00 euro Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota regionale Quota Enti -Comuni: Comune Bologna 15.499,10 Pianura Ovest 3.008,79 Pianura Est 5.769,13 Casalecchio 4.195.81 San Lazzaro 2.943,36 Porretta 2.289,48 Imola 5.094,33 Eventuale quota di altri soggetti Provincia Bologna 20.000 Sanità: Ausl Bologna 97.200 Ausl Imola 10.000 Az. Ospedaliera S.Orsola 30.000 N°: − casi di consulenza/presa in carico; − realizzazione attività formativa; − incontri tra i soggetti coinvolti; − realizzazione dei progetti previsti nel piano. 25 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE denominazione: Osservatorio provinciale sulla scolarita’ Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila PROVINCIA DI BOLOGNA di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Dott.ssa Anna Del Mugnaio, dirigente del Servizio Scuola e Formazione Provincia di Bologna, via Malvasia 4 Bologna Destinatari Scuole, Enti Locali e Agenzie Formative Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente SI Ambito territoriale di realizzazione provincia di Bologna Le finalità dell’Osservatorio sono conseguite mediante un sistema integrato di attività che coinvolge: 1) la Provincia di Bologna il compito di: - raccogliere i dati provenienti dalle Scuole, dai Comuni, dagli Enti di formazione professionale e dalle imprese che stipulano contratti di apprendistato attraverso i quali si adempie all’obbligo formativo - svolgere l’elaborazione statistico-informatica; - trasmettere ai Dirigenti scolastici ed ai Sindaci gli elenchi nominativi della popolazione di rispettiva competenza per lo svolgimento degli adempimenti sull’obbligo scolastico; - produrre, un rapporto annuale di sintesi sugli esiti delle attività stituzioni/ attori coinvolti 2) i Comuni della Provincia di Bologna con il compito di trasferire all’Osservatorio le informazioni contenute nelle loro Anagrafi relative alla popolazione residente, che si rendano necessarie per lo sviluppo delle attività dell’Osservatorio; 3) il Nuovo Circondario Imolese, con il compito di coordinare e promuovere l’applicazione del presente Protocollo nel proprio territorio; 4) le Istituzioni scolastiche con il compito di trasferire all’Osservatorio, mediante formati omogenei per ordine di scuola previamente concordati, le informazioni in proprio possesso relative agli studenti ed all’attività didattica analogamente utili al conseguimento degli obiettivi dell’Osservatorio; 5) l’Università di Bologna il compito di: - partecipare, tramite il Rettore o suo delegato, alle attività del Comitato di coordinamento avente compiti di indirizzo strategico e di definizione delle linee generali di sviluppo dei piani di lavoro annuali e pluriennali dell’Osservatorio e di verifica della loro attuazione. - indicare, nei campi disciplinari individuati dalla Provincia, uno o più esperti aventi il compito di partecipare al Comitato tecnico-scientifico 26 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste 6) gli Enti di formazione professionale con il compito di trasferire all’Osservatorio, mediante formati omogenei per ordine di Centro di formazione previamente concordati, le informazioni in proprio possesso relative agli studenti e all’attività formativa analogamente utili al conseguimento degli obiettivi dell’Osservatorio 7) l’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna con il compito di favorire l’integrazione delle attività dell’Osservatorio con quegli ulteriori servizi di supporto didattico e amministrativo attivati sul territorio, nonché quello di promuovere il collegamento dell’Osservatorio con analoghe esperienze presenti a livello regionale; 8) il Centro Servizi Amministrativi di Bologna con il compito di eseguire la trasmissione dei dati e dei documenti Si tratta di uno strumento di raccolta ed elaborazione di dati utile e necessario per affrontare la lotta alla dispersione scolastica e formativa, per la promozione di processi di valutazione e di autovalutazione del sistema scolastico e formativo, in un’ottica attenta alla crescita e alla promozione della “cultura del dato” e di supporto alla programmazione territoriale di politiche sui temi dell’istruzione e della formazione ed in generale per sostenere il diritto ad apprendere per tutto l’arco della vita. l’Osservatorio sulla scolarità si configura quale struttura operativa che risponde prioritariamente all’esigenza di fornire al sistema (scuole, enti locali, agenzie formative) specifici “prodotti”: a) elaborati statistici che descrivono i fenomeni della scolarità e consentano di: o valutare l’andamento della scolarità sul territorio: accesso all’istruzione, esiti dei percorsi intrapresi, mobilità all’interno del sistema dell’istruzione e della formazione, mobilità geografica intraprovinciale ed extraprovinciale; o mettere in relazione l’andamento della scolarità con le principali variabili socio-economiche che caratterizzano un territorio (andamento demografico, tassi di scolarizzazione e collocazione professionale dei genitori, provenienza geografica degli allievi, dislocazione della rete scolastica sul territorio, ecc.); o individuare i principali indicatori per programmare gli interventi che competono agli Enti locali in materia di estensione del diritto allo studio e del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione fino a 18 anni e di accessibilità della rete scolastica; o individuare i principali indicatori per favorire, a livello di singole scuole o per reti di scuole, la predisposizione di programmi per il miglioramento del “prodotto scolastico”. b) azioni di ricerca per realizzare approfondimenti qualitativi di specifici aspetti connessi ai fenomeni della scolarità, a partire da un’attenzione specifica al percorso di ciascun giovane inserito nel contesto scolastico e formativo. Per perseguire questi obiettivi è in via di costruzione un sistema informativo il cui nucleo principale sarà costituito da una banca dati composta da informazioni organizzate su base anagrafica, con l’obiettivo di “seguire” il percorso dell’allievo dall’ingresso nel sistema fino al completamento degli studi, registrando i passaggi, le uscite e gli eventuali rientri, gli esiti, i ritardi, ecc. relative alla popolazione in obbligo scolastico e formativo 27 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo residente nel territorio provinciale. Costo totale previsto Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota regionale Quota Enti Eventuale quota di altri soggetti 70.00 € dal bilancio provinciale e 200.000 € dalla Fondazione CARISBO a finanziamento del progetto fino a gennaio 2008 Entro il 2006 in banca dati dovrebbero essere inseriti tutti i frequentanti delle scuole elementari e medie inferiori e superiori oltre ai dati anagrafici dei residenti in età da 3 a 18 anni provenienti dalle anagrafi dei Comuni della provincia. Entro il 2008 la banca dati dovrebbe comprendere tutti i dati degli studenti da 3 a 18 anni circa 80/90mila 28 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE denominazione: Aneka, servizi per il benessere a scuola Comune o forma associativa Istituzione G.F.Minguzzi di Bologna ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna Assessorato Istruzione, Formazione, Lavoro, Politiche per la sicurezza sul lavoro di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Destinatari Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Ambito territoriale di realizzazione stituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Istituzione G.F.Minguzzi di Bologna Via S. Isaia n. 90 Bologna tel 051/5288511 Claudio Magagnoli - Cinzia Migani scuole medie inferiori e superiori di Bologna e provincia enti di formazione professionale agenzie educative servizi educativi e sociali terzo settore docenti, educatori e formatori rappresentanti degli organi collegiali della scuola centri di servizi e consulenze per le scuole dell’autonomia Si provincia di Bologna Provincia di Bologna Università di Bologna/ Facoltà di psicologia Irre-ER CSA della Provincia di Bologna Scuole ed istituzione del territorio coinvolte direttamente nella progettazione e realizzazione delle attività Punto risorsa del territorio che assume la promozione del benessere come accompagnamento delle persone ad utilizzare beni e servizi esistenti nel contesto della comunità territoriale di riferimento affinché producano esse stesse il loro benessere1 e affinché si attivino dei circoli virtuosi di cambiamento e di integrazione per il ben-divenire sociale. Che cosa fa il Centro: Azioni previste Su richiesta specifica offre servizi di: - Consulenza Alcuni esempi di ambiti tematici: • valorizzazione e supporto alle reti professionali per favorire i processi di cambiamento insiti nel concetto di autonomia scolastica per il ben-divenire dell’organizzazione scolastica; • miglioramento del ben-stare scolastico degli attori (dirigenti, docenti, personale non docente, famigliari e 1 Per benessere ci si riferisce alla definizione di salute/benessere sostenuta dall’OMS e ripresa nella Carta di Ottawa per la promozione alla salute (1986). 29 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo studenti) che fanno parte del sistema scuola come condizione per favorire il successo scolastico e fronteggiare la dispersione; • riflessione, valorizzazione, miglioramento delle prassi agite dalle scuole in relazione alla lotta alla dispersione; • accompagnamento, sostegno a processi di gestione dell’innovazione connessa alla ricerca di nuove soluzioni. o Documentazione Alcuni esempi di supporto all’utenza in ordine: • alla ricerca di fonti informative sui temi di approfondimento; • al trattamento ed elaborazione delle informazioni affinché siano comunicabili, utilizzabili per la valutazione e valorizzanti i processi progettuali. Su programmazione annuale, che diventa operativa in concomitanza con l’apertura di ogni anno scolastico, svolge attività nell’ambito della: promozione culturale; ricerca-azione e ricerca valutativa; formazione; progettazione partecipata; documentazione. Costo totale previsto Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota regionale Quota Enti Eventuale quota di altri soggetti viene finanziato con risorse della provincia di Bologna, compreso F.S.E. e dell’istituzione Minguzzi -N° e tipologie dei soggetti richiedenti -Servizi erogati e loro impatto sulle politiche di contrasto alla dispersione scolastica 30 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE denominazione: Tavolo permanente di coordinamento Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Consorzio Servizi Sociali Imola di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Caprara Maria Gabriella Consorzio Servizi Sociali Imola Tel. 0542 606711 E mail: [email protected] Destinatari Rappresentanti servizi Azienda Usl Imola, Consorzio Servizi Sociali Imola, Comuni del Circondario imolese, associazionismo locale, cooperazione sociale, organizzazioni sindacali Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Progetto in continuità con l’anno precedente Ambito territoriale di realizzazione 10 Comuni del Circondario imolese Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste Piano finanziario Servizi Azienda Usl Imola, Consorzio Servizi Sociali Imola, Comuni del Circondario imolese, Associazioni locali, Cooperazione sociale, Organizzazioni sindacali - Assicurare la continuità al lavoro del tavolo tematico - Monitorare i bisogni e le esigenze emergenti sul tema responsabilità familiari e diritti bambini ed adolescenti anche attraverso verifica periodica sull’andamento dei progetti approvati; - Valorizzare le buone prassi che hanno prodotto risultati significativi sul territorio - Curare la diffusione dell’informazione rispetto all’andamento dei progetti - Definire strumenti specifici di monitoraggio del lavoro svolto Il progetto ha l’obiettivo di integrare fra loro tutti i progetti previsti all’interno della presente area, nell’area immigrazione, contrasto alla povertà ed all’esclusione sociale, all’area disbilità Coinvolgimento enti e realtà III settore interessate al tema Incontri periodici di coordinamento e monitoraggio singoli progetti Definizione scheda specifica per monitoraggio Eventuale Costo totale Quota quota di altri Quota Ente previsto regionale soggetti € 2.250,00 Indicatori per il monitoraggio/valutazione € 1.250,00 € 1.000,00 N.° enti e realtà partecipanti con regolarità al tavolo N.° incontri annui realizzati Definizione scheda monitoraggio 31 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI INNOVAZIONE denominazione: “Mani di Donne” Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Associazione La Cicoria – Cooperativa sociale Seacoop di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Teresa De Brasi – Associazione La Cicoria Tel. 0542-604608; fax 0542-41837; -e mail [email protected] Roberta Tattini – Coop. Sociale Seacoop Tel. 0542-24444; fax 0542-29954; – e mail [email protected] Destinatari Donne in situazione di disagio psicofisico Cittadini e cittadine Bambini e bambine Operatori ed operatrici del settore socio sanitario Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Nuovo progetto Ambito territoriale di realizzazione 10 Comuni del circondario imolese Istituzioni/ attori coinvolti Associazione La Cicoria- Coop. va sociale Seacoop- Comuni del Circondario imolese – Consorzio Servizi Sociali imola – Servizi Azienda Usl Imola – Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di Castel S. Pietro T. - Organizzazioni di categoria a supporto dell’imprenditorialità – Associazione e realtà del III^ settore - Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) - - creare opportunità di inserimento nel mondo del lavoro per donne che si trovano in una situazione di disagio psico sociale mediante l’ingresso in un contesto di lavoro protetto in cui avviare percorsi di crescita, sperimentazione ed evoluzione del percorso di vita delle stesse; favorire l’inclusione sociale delle donne che hanno deciso di seguire un percorso di cambiamento della propria vita; stimolare l’apertura del contesto sociale verso le problematiche delle donne che si trovano a vivere una condizione di disagio psico sociale attraverso l’espressione delle abilità creative che le stesse donne possono esprimere; promuovere l’offerta, ai cittadini del territorio di riferimento, dei prodotti elaborati dalle donne Il presente progetto si integra con gli altri inseriti nella presente area, con i progetti dell’area immigrazione, disabilità, contrasto alla povertà e all’esclusione sociale 32 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo - Azioni previste - - coinvolgimento degli Enti Locali, del Circondario di Imola, di Legacoop Imola e delle organizzazioni di categoria che supportano l’imprenditorialità; ricerca di finanziamenti per la realizzazione del progetto; costituzione di una cooperativa sociale di tipo B nella forma srl con sede legale in Imola e sedi operative nel Comune di Imola ed altri contesti territoriali; attivazione delle seguenti aree lavorative: area creativa, area ristorazione, area ricezione turistica ( locanda/ostello), area formativa e socio-psicologica Costo totale previsto Piano finanziario € 63.000,00 Quota regionale Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti Sponsorizzazioni e finanziamenti € 63.000,00 Indicatori per il monitoraggio/valutazione Costituzione cooperativa entro 2006 Partecipazione a bandi per finanziamento progetto autunno 2006 33 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO denominazione: “Donne che aiutano Donne” Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Azienda USL di Imola – servizio Consultorio familiare di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Dr. Maria Grazia Saccotelli Servizio Consultorio Familiare Tel 0542-604190 fax 0542 – 604239 E mail [email protected] - Destinatari - neo mamme che presentano particolari difficoltà di ordine psicologico nell’accudimento del loro bambino; neo mamme che vivono condizioni di solitudine e presentano carenza di figure di riferimento parentali significative; puerpere che presentano difficoltà di tipo sociale; donne straniere che vivono situazioni di isolamento Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Nuovo progetto Ambito territoriale di realizzazione 10 Comuni del Circondario imolese Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Servizio Consultorio Azienda Usl Imola; Consorzio Servizi Sociali Imola; Associazioni di volontariato del territorio del Circondario imolese; - tutelare lo stato di benessere psico fisico della puerpera e del neonato fornendo supporto ed incoraggiamento, - individuare figure assistenziali che, adeguatamente formate, possano fungere da “ambiente di sostegno” per neo mamme in difficoltà; - facilitare la relazione precoce madre-bambino; - prevenire e/o attenuare la depressione puerperale Il presente progetto integra le proprie attività con quanto indicato nell’area immigrazione - Azioni previste - sensibilizzazione realtà volontariato imolesi individuazione donne disponibili ad affiancarsi alle neo mamme nella fase di “apprendistato”; formazione delle volontarie sia teorica che mediante la partecipazione ad un periodo di osservazione effettiva delle interazioni dei neonati; realizzazione di un gruppo fra le volontarie per confronti e scambi supervisione dell’attività svolta dalle volontarie 34 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Costo totale previsto Quota regionale Quota Ente Piano finanziario € 5.000,00 Indicatori per il monitoraggio/valutazione - € Eventuale quota di altri soggetti 5.000,00 N.° delle volontarie che partecipano al progetto N.° neo mamme seguite Durata del percorso Diffusione nel territorio circondariale delle donne e delle volontarie 35 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO denominazione: “Centri aperti” Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Consorzio Servizi Sociali Imola di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Caprara Maria Gabriella Consorzio Servizi Sociali Imola Tel. 0542 606711 E mail: [email protected] - Destinatari - minori che frequentano i 13 centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio; minori in generale residenti nei territori considerati, associazioni sportive, culturali,musicali, educative, di volontariato, ambientali, …. Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Integrazione e potenziamento di progetti già svolti negli anni precedenti Ambito territoriale di realizzazione 10 Comuni del Circondario imolese Istituzioni/ attori coinvolti Consorzio Servizi Sociali Imola, Amministrazioni Comunali, Istituti scolastici, Cooperativa che gestisce centri giovanili, Associazione Trame di Terra, Associazioni e realtà presenti nei singoli territori di riferimento Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Rendere i giovani attivi e protagonisti dell’ambiente di appartenenza Operare in modo sinergico con le associazioni presenti nei singoli territori Rafforzare nei ragazzi il senso di cittadinanza e di appartenenza Creare rete di risorse ampia che valorizzi le singole realtà Condividere con le realtà dei territori la responsabilità del progetto di crescita dei ragazzi Rafforzare i centri di aggregazione giovanile quali contenitori di relazioni positive Il presente progetto si integra con quanto previsto per i giovani, per l’area immigrazione e per l’area disabilità nei cui piani finanziari sono contemplati anche i relativi costi Azioni previste Coinvolgimento Amministrazioni Comunali Sensibilizzazione e presentazione progetto alle realtà associative e di volontariato dei singoli territori Individuazione adesioni e possibili attività da svolgere in modo coordinato e sinergico Definizione programma attività per l’anno di riferimento Diffusione informazione negli Istituti scolastici e nei territori Realizzazione del programma definito nelle singole realtà 36 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Costo totale previsto Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota regionale Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti N. dei centri che partecipano al progetto N. delle proposte integrate effettuate N. dei partecipanti alle attività dei centri Confronto dato con n. partecipanti anno precedente n. associazioni- realtà coinvolte in ogni centro 37 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO denominazione: Studio di fattibilità per la realizzazione di una struttura pubblica di accoglienza per minori Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Consorzio Servizi Sociali Imola di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Destinatari Andrea Garofani Consorzio Servizi Sociali Imola Tel. 0542 606711 E mail: [email protected] Il progetto sarà seguito dal gruppo di lavoro previsto nel progetto “Studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema integrato delle residenzialità” che contempla anche i relativi costi. - Bambini o ragazzi per i quali si renda necessario, in un percorso di tutela definito in accordo anche con il Tribunale minorenni, l’allontanamento dall’ambito familiare - minori stranieri non accompagnati individuati sul territorio imolese Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Nuovo progetto Ambito territoriale di realizzazione 10 Comuni del circondario imolese Istituzioni/ attori coinvolti Consorzio Servizi Sociali Imola – Comuni del Circondario imolese – cooperative sociali – associazioni di volontariato - Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) - - Azioni previste - Verificare la possibilità di realizzare, sul territorio del circondario imolese, una struttura d’accoglienza per minori che risponda in modo flessibile ai diversi bisogni; Contenere il numero dei minori collocati in strutture esterne al territorio di appartenenza; Ridurre i costi sostenuti per le rette di inserimento nelle diverse strutture Promuovere la realizzazione di servizi residenziali pubblici Individuazione di un fabbricato idoneo alla realizzazione della struttura fra quelli di proprietà delle Amministrazioni Comunali analisi dettagliata normativa di riferimento definizione costi eventuali interventi di ripristino/modifica del fabbricato definizione costi gestione reperimento risorse 38 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Costo totale previsto Quota regionale Quota Ente Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione Eventuale quota di altri soggetti Settembre 06 per individuazione fabbricato Fine anno verifica costi ripristino o modifica 39 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO denominazione: Integrazione socio sanitaria nei servizi rivolti ad adulti e minori Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Distretto Azienda USL di Imola di progetto o del Consorzio servizi sociali Imola Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Andrea Garofani Consorzio Servizi Sociali Imola Tel 0542-606711 fax 0542-606718 e mail [email protected] Destinatari - minori e minori immigrati non accompagnati che evidenzino disagi di particolare complessità e bisogno di presa in carico integrata; - adulti in difficoltà per condizioni di disagio psico fisico Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Continuazione ed approfondimento di un progetto dello scorso anno Ambito territoriale di realizzazione 10 Comuni del Circondario imolese Istituzioni/ attori coinvolti Distretto Azienda USL di Imola, Dipartimento salute mentale, Servizio di neuro psichiatria infantile, Unità operativa complessa dipendenze patologiche, Consultorio familiare e Consultorio Giovani, Consorzio Servizi Sociali Imola, Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di Castel San Pietro terme, Comune di Medicina, Associazioni e realtà che collaborano con servizi socio sanitari Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) - migliorare l’integrazione socio sanitaria in settori, quali quelli rivolti ai minori e ad adulti in cui sono assenti precise indicazioni normative di riferimento; - definire processi metodologici condivisi che tutelino e sostengano le persone in condizioni di maggiori difficoltà; - garantire anche a minori immigrati non accompagnati con riferimento a quelli che vivono situazioni di particolare complessità, un’azione di sostegno personale; - integrare gli interventi di mediazione culturale esistenti con interventi specifici di aiuto anche per gli operatori delle strutture che ospitano questi ragazzi L’attività prevista dal presente progetto si integra con quanto già previsto nei progetti relativi all’area dell’immigrazione, all’area del contrasto alla povertà ed all’esclusione sociale, oltre che con il programma finalizzato alla promozione e attuazione di diritti ed opportunità per l’infanzia e l’adolescenza 40 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Azioni previste - coinvolgimento dei servizi e delle associazioni - individuazione delle specifiche esigenze di integrazione evidenziate nei percorsi di lavoro fra diversi attori coinvolti - verifica metodologica dei processi di integrazione attuati e attuabili anche in relazione ai protocolli esistenti fra alcuni servizi; - individuazione delle strategie e dei processi modificabili e/o migliorabili - definizione nuove modalità operative - elaborazione di un protocollo operativo condiviso Costo totale previsto Quota regionale Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti € 5.700,00 € 4.300,00 Piano finanziario € 10.000,00 Indicatori per il monitoraggio/valutazione - n.° servizi e realtà associative partecipanti al progetto - n. di incontri effettuati Elaborazione di un protocollo operativo condiviso che delinei ambiti e metodologie 41 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo SCHEDA DI PROGETTO relativa al Programma finalizzato alla promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza Titolo del progetto DIRITTI E OPPORTUNITA’ PER L’INFANZIA E L’ADOLESCIENZA Responsabile della compilazione della scheda indicare il nominativo del coordinatore tecnico del progetto Nominativo: Caprara Maria Gabriella Recapito telefonico: 051-6979248/249 e-mail: [email protected] fax: 051-6970800 Ente responsabile del progetto: indicare la denominazione dell’ente referente della gestione amministrativa del progetto Consorzio Servizi Sociali Imola Ente esecutore del progetto: indicare la denominazione dell'ente che gestisce l'aspetto tecnico-scientifico del progetto. Consorzio Servizi Sociali Imola Composizione gruppo tecnico di coordinamento (specificare le qualifiche professionali e l'ente di appartenenza dei componenti del gruppo tecnico) Qualifica Responsabili Area Territoriale Psicologo/Neuropsichiatria/ Dirigente/i scolastico/i Coordinatore mediatori culturali Coordinatore operatori sportello stranieri Pedagogista Funzionari Ente Consorzio servizi Sociali Imola Azienda Usl Imola (UONPEEConsultorio- UOCDP) CISST/ istituti comprensivi Associazione Trama di Terre Consorzio Cooperative Sol. Co Imola Cooperativa sociale che gestisce servizi appaltati Amministrazioni Comunali Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona (specificare quali sono le connessioni con gli altri progetti del Piano) Progetti relativi all’area immigrazione, contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, programma giovani, prevenzione e sostegno al reinserimento sociale delle dipendenze e delle altre forme di disagio; programma disabilità 42 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Area territoriale interessata e luoghi di realizzazione: indicare il comune o il quartiere a cui il progetto si rivolge e le sedi in cui viene realizzato. 10 comuni del circondario imolese Destinatari: indicare: • se minori la fascia d'età: 0-2 anni; 3-5 anni; 6-10 anni; 11-13 anni; 14-17anni; • se adulti la categoria considerata: genitori; insegnanti; operatori; comunità locale; altro (specificare). Indicare infine il numero di destinatari che si intendono raggiungere con il progetto Tipologia Presenza sul territorio di riferimento Minori 0-5 anni 7602 Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto 200 c.a Minori 6-10 anni 4215 500 c.a Minori 11-13 anni 3926 850 c.a Minori 14-17 anni 2785 550 c.a Genitori 150 c.a Insegnanti 1200 Operatori 100 250 c.a Comunità locale Altro (specificare) Totale Di cui Minori disabili Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori Minori con disagio conclamato 1560 400 Minori stranieri 1100 300 Totale soggetti in situazioni particolari Data di avvio: 01/01/2006 Progetto: X di consolidamento di un precedente intervento (spiegare che cosa si va a consolidare.) Modalità di lavoro che si sono andate progressivamente definendo nel tempo come buone prassi in grado di fornire risposte positive, strutturate, integrate e quindi come tali maggiormente finalizzate al raggiungimento degli obiettivi previsti sia con riferimento alle singole situazioni, sia, in particolare, per quanto concerne la gestione positiva di interventi di comunità 43 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo di innovazione e/o sperimentazione (specificare in che cosa consiste l'aspetto innovativo). Motivazione del progetto: descrivere sinteticamente lo scenario d'avvio, i bisogni, le necessità, le risorse sociali sulle quali poggia il progetto e indicare sulla base di quali dati tali elementi sono stati rilevati. Il progetto si pone in continuità con quelli realizzati negli anni precedenti ed è incentrato sulle azioni in rete tra le numerose risorse/realtà del territorio impegnate nella promozione dei diritti dell’ infanzia e degli adolescenti. Fa proprie le indicazioni e le letture dei contesti ricavate dai tavoli tecnici della Legge 285, con cui si pone in continuità, dall’ osservatorio dell’ A.USL , del Consorzio Servizi Sociali e delle molteplici realtà attive e presenti nel territorio (Terzo settore, Scuole). Gli elementi sono inoltre rilevati dalle seguenti ricerche svolte dall’ Ente: 1. Ricerca-azione sulla percezione del rischio che hanno gli adolescenti e i preadolescenti e confronto con la percezione degli adulti di riferimento (i risultati della ricerca si trovano nel volume: Ricomincio da tre, Regione Emilia Romagna, 2002) 2. Ricerca sulla propensione soggettiva alla devianza, compiuta sempre su preadolescenti e adolescenti, attraverso la somministrazione di uno specifico test/questionario. Tale strumento si presta anche alla valutazione degli interventi di prevenzione (con la somministrazione ante e post, e il relativo confronto) e alla comparazione tra l’idea di devianza che hanno gli adolescenti di diversa età, sesso, condizione sociale e gli adulti. 3. All’interno di questo stesso progetto è stata realizzata nell’ anno scolastico 2004-2005 la “Ricerca sugli stili di vita degli adolescenti che vivono nel territorio dei Comuni del Circondario Imolese”. Spesso le ricerche/gli interventi di prevenzione tendono ad avere come focus i comportamenti antisociali, devianti o comunque a rischio dei giovani, la nostra scelta è stata quella invece di riflettere tra adulti e con i giovani sugli stili di vita, sul rapporto con sé stessi, con i coetanei, con la famiglia, con le risorse del territorio. 4. Ricerca sulle tipologie di bisogno evidenziate nei territori a seguito di un’indagine compiuta nel 2005 all’interno del progetto “Quartieri solidali” dal coordinamento delle Associazioni di volontariato del territorio imolese che ha indicato la situazione dei minori e dei giovani come elemento su cui concentrare risorse ed energie in modo sinergico Al 31/12/2005 i minori in carico al Consorzio Servizi Sociali di Imola erano: 1634 di cui 708 stranieri, quasi il 9% per cento della popolazione minorenne residente nel territorio di pertinenza del Consorzio Servizi Sociali. 1. Il primo bisogno emergente è l’aumento della fragilità e la carenza di reti famigliari e comunitarie (aumento dell’ immigrazione, dei nuclei monoparentali, delle difficoltà conseguenti alla situazione socio economica attuale) in grado di sostenere i minori nel far fronte ai normali compiti evolutivi e/o a situazioni di disagio. 2. Il secondo bisogno è quello della promozione di servizi a bassa soglia rivolti agli adolescenti ed ai pre-adolescenti, in grado di agganciarli a partire dai loro contesti di vita 3. Il terzo bisogno è l’attivazione di politiche ed azioni unitarie rivolte alla fascia 0-17, in modo da favorire una segnalazione precoce delle situazioni di disagio, ma soprattutto la 44 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo diffusione di una cultura attenta alla promozione ed all’accesso dei diritti. 4. Si evidenzia il bisogno degli adulti,che si occupano di bambini ed adolescenti, di non sentirsi soli, di essere aiutati ad attivare azioni di sistema, trasferibili, mutuabili da altri, attivando prassi che si consolidino nel tempo. Questo bisogno è stato evidenziato all’ interno della Ricerca azione sugli stili di vita prima citata. Il territorio imolese al contempo si caratterizza per la molteplicità delle realtà del III settore presenti ed impegnate sul fronte del contrasto al disagio e della promozione dell’agio. L’attenzione dalle stesse da sempre evidenziate alle situazioni di difficoltà si unisce alla disponibilità a collaborare con le Istituzioni per fornire risposte integrate, partecipare alla progettazione e all’organizzazione di nuove e variegate risposte. Obiettivi/risultati attesi: indicare gli obiettivi che il progetto si prefigge di conseguire, ovvero i risultati delle attività previste dal progetto stesso. Gli obiettivi devono descrivere chiaramente: • i cambiamenti attesi, 1. Monitorare l’andamento dei progetti con il coinvolgimento dei singoli Comuni; promuovere attività di welfare community intorno ai servizi (responsabilizzazione dei cittadini), di partecipazione e di riprogettazione allargata a tutta la comunità 2. Incentivare le azioni di sistema, costruendo una prassi di lavoro non basata su un ruolo istituzionalizzato, ma su azioni diffuse. 3. Facilitare la nascita di una programmazione condivisa aventi le caratteristiche della coerenza che accomuni le singole attività 4. Migliorare le strategie e le prassi di integrazione consolidate in particolare con gli istituti scolastici di ogni ordine, favorendo la loro partecipazione ai tavoli territoriali che si occupano di politiche giovanili 5. Consolidare le attività del centro studi sul tema dell’adolescenza come risorsa culturale in grado di coinvolgere soggetti pubblici e privati attivi sul territorio per e con i giovani e gli adolescenti; 6. Sostenere e sviluppare la cultura dell’accoglienza anche mediante il ricorso alle realtà dell’affidamento e dell’adozione; 7. Favorire le azioni a bassa soglia e ad ampio spettro di coinvolgimento del territorio 8. Promuovere e sostenere il raccordo fra le diverse progettazioni nelle aree sanitarie, sociali, scolastiche, educative 9. Caratterizzare tutte le azioni in essere con un forte taglio multiculturale con una visione che tenga presente una politica organica rivolta alla fascia d'età 0-17 anni. Indicatori: gli indicatori sono quegli elementi desumibili da ogni singolo intervento che permettono di descrivere la situazione che si prefigura in rapporto ai cambiamenti attesi e ai risultati che si intendono raggiungere. Indicare, quindi, per ogni intervento quelle caratteristiche quantificabili che permettono di misurare il grado di raggiungimento dell’obiettivo prefissato in rapporto ai risultati attesi. Esempi d'indicatori: numero dei partecipanti alle azioni; incremento della richiesta di accesso al servizio 45 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo da parte dei destinatari dell’intervento; livello di gradimento emerso da test di soddisfazione compilati dai destinatari dell’intervento, numero di persone che hanno assunto un determinato comportamento, esistenza o assenza di determinati requisiti.... monitorare l’andamento dei progetti con il coinvolgimento dei singoli Comuni; promuovere attività di welfare community intorno ai servizi (responsabilizzazione dei cittadini), di partecipazione e di riprogettazione allargata a tutta la comunità incentivare le azioni di sistema, costruendo una prassi di lavoro non basata su un ruolo istituzionalizzato, ma su azioni diffuse. migliorare le strategie e le prassi di integrazione consolidate in particolare con gli istituti scolastici di ogni ordine, favorendo la loro partecipazione ai tavoli territoriali che si occupano di politiche giovanili Consolidare le attività del centro studi sul tema dell’adolescenza come risorsa culturale in grado di coinvolgere soggetti pubblici e privati attivi sul territorio per e con i giovani e gli adolescenti; sostenere e sviluppare la cultura dell’accoglienza anche mediante il ricorso alle realtà dell’affidamento e dell’adozione; favorire le azioni a bassa soglia e ad ampio spettro di coinvolgimento del territorio - n° di tavoli di coordinamento effettuati per comune in un anno. - Presenza di un documento che indichi i ruoli dei soggetti invitati al tavolo. /Registro delle presenze - N. azioni con progettazione comunitaria Presenza ai tavoli di un rappresentante delle istituzioni scolastiche: - Scuola dell’infanzia (comunale, privato sociale) - Istituti comprensivi - N. soggetti coinvolti Scuole superiori Formazione professionale N. attività promosse/indotte - gruppi di auto mutuo aiuto fra le famiglie affidatarie - affidi omoculturali - n° di minori raggiunti dai centri giovanili e dalle azioni di educativa di strada ed essi collegate - n° dei minori raggiunti dal progetto AGIO nelle scuole 46 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Favorire l’accesso alle opportunità del territorio ai minori in situazione di disabilità o di disagio conclamato - n° dei minori in situazione di disagio conclamato inseriti in attività sociali/scolastiche/lavorative del territorio - n° di minori in situazione di disabilità inseriti in attività sociali del territorio - promuovere e sostenere il raccordo fra le diverse progettazioni nelle aree sanitarie, sociali, scolastiche, educative caratterizzare tutte le azioni in essere con un forte taglio multiculturale con una visione che tenga presente una politica organica rivolta alla fascia d'età 0-17 anni. n. adulti coinvolti in azioni di rete - temi condivisi di progetatzione - N° dei minori stranieri coinvolti nelle attività a libero accesso - n° delle azioni attivate con metodologia intercurale Fasi operative: Modalità di coinvolgimento dei destinatari: indicare come si intendono raggiungere e coinvolgere i destinatari Attività previste: descrivere le singole attività ed iniziative che costituiscono in concreto il progetto e indicare la sequenza in base alla quale esse vengono poste in essere. Metodologie di lavoro e strumenti previsti: indicare i percorsi e le strategie di lavoro, nonché i mezzi che si intendono effettuare per realizzare in modo efficace il progetto. Modalità di coinvolgimento dei destinatari: Esistono già fra operatori del Consorzio ed operatori della UONPEE, relazioni stabili con tutti gli Istituti Comprensivi e le Scuole dell’ Infanzia Comunali del territorio in cui sono attivati dei gruppi di lavoro misti. Tali gruppi si incontrano periodicamente nel corso dell’anno scolastico ed hanno il compito della programmazione delle azioni da svolgersi negli Istituti stessi e della definizione delle modalità di coinvolgimento dei destinatari Tavoli di coordinamento territoriali, comprensivi delle diverse realtà educative presenti nei singoli Territori ( Istituzioni, volontariato, realtà sportive, culturali, parrocchie,…)dove i presenti hanno il compito di riflettere sulle problematiche evidenziate e di diffondere e promuovere le azioni pensate per contrastare le problematiche stesse. Collaborazione con il Centro per le famiglie, con le Associazioni e le Cooperative del territorio Promozione delle azioni nelle Scuole e nel territorio tramite incontri e la distribuzione di materiale informativo Produzione Materiale informativo/articoli finalizzati ATTIVITÀ PREVISTE 1.Rete dei centri giovanili: Già presenti sull’intero territorio con eccezione del Comune di 47 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Medicina solo di recente inserito in questo contesto ed in cui sono partite azioni di coinvolgimento della comunità per l’analisi del bisogno. I centri sono 13 (4 a Imola, 2 a Castel San Pietro, 4 nella Comunità Montana, 1 a Toscanella, Bubano, Castel Guelfo). Oltre alle attività dei centri tradizionali (apertura pomeridiana con attività strutturate) consentono: attività sul territorio con gruppi informali, attività di promozione di cittadinanza attiva, integrazione con le attività di prevenzione primaria rispetto all’abuso e all’uso di sostanze stupefacenti e dell’alcool nei giovani, attivazione di Forum dei ragazzi per promuovere riflessioni, incontri con adulti, sostenere iniziative promosse dai ragazzi stessi osservatorio sul mondo giovanile; coordinamento delle realtà del territorio che si occupano di ragazzi ( associazioni, parrocchie, polisportive,…); progetti specifici per l’inserimento di minori immigrati con particolare attenzione agli adolescenti stranieri o che presentano situazioni di disagio rilevanti. In questa fase c’è uno spostamento dal centro giovanile come luogo di socializzazione e di proposta di attività laboratoriali, sportive, di gioco, ad un centro inteso come luogo di discussione, di riflessione con i ragazzi su di sé e sul proprio territorio, di elaborazione di idee e di percorsi, di relazione fra pari, di azioni con gli adulti del territorio, attraverso azioni e attività che sono uno strumento, non un fine. Questa riflessione è in atto anche a livello nazionale; ad essa si partecipa grazie anche all’apporto fornito dalla presenza dell’ ente gestore (Progetto SMS di CGM, Scrivere un futuro per i Centri di aggregazione Giovanile – Animazione Sociale, Gruppo Abele); è stato intrapreso un percorso di ricerca sull’identità dei Centri di Aggregazione Giovanile e di valutazione sulla loro efficacia sociale. Obiettivi: - Sostenere la Comunità nel percepire i pre - adolescenti e gli adolescenti come una risorsa e promuovere in essa la responsabilità educativa diffusa - Prevenire il disagio individuale e sociale di adolescenti e pre-adolescenti - Promuovere l’accesso ai diritti e l’agio degli adolescenti e dei pre-adolescenti, in particolare di quelli a rischio di emarginazione e di disagio - Favorire l’accesso Aggregazione Giovanile. - dei ragazzi stranieri ai Centri di Rafforzare il senso di appartenenza e di cittadinanza dei ragazzi Azioni prioritarie − Azioni in rete con le altre realtà associative, di volontariato, del territorio − Promozione dell’istituzione dei Coordinamenti nei Comuni del Circondario, o sostegno a realtà simili che già esistono nei singoli territori _ Stretta connessione con il progetto di prevenzione rispetto 48 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo all’abuso e all’uso di sostanze stupefacenti e dell’alcol 2. Centro studi sulle adolescenze E’ una proposta, una sorta di sfida culturale, un agente di crescita finalizzata a non disperdere il patrimonio di conoscenze e relazioni sviluppatesi grazie ai molteplici interventi attivati dai diversi soggetti pubblici e privati, formali ed informali. Vuole contribuire ad una riflessione culturale collettiva con e sui giovani fra tutte le realtà che si occupano dei giovani e degli adolescenti stessi, mettendo in rete le buone prassi relative agli interventi nelle politiche giovanili che hanno prodotto esiti efficaci 3. Servizio di educativa territoriale Attivo su alcuni Comuni del territorio del Circondario, questo servizio, strettamente integrato con l’attività degli operatori del Consorzio, si pone l’obiettivo di stimolare e implementare intorno ad adolescenti in stato di grave o gravissima difficoltà delle reti sociali di aiuto strettamente connesse: un ambiente scolastico o lavorativo più accogliente, una famiglia d’appoggio, gruppi di riferimento, ecc.. Questo servizio richiede di essere ulteriormente implementato per: offrire sostegno a minori appartenenti a nuclei familiari multiproblematici, assicurare interventi di mediazione nei rapporti tra famiglia e servizi sociali o istituzioni oltre che all’interno delle stesse situazioni familiari, facilitare l’accesso dei minori e delle loro famiglie alle diverse realtà offerte dal territorio e il loro coordinamento, facilitare l’aumento della rete sociale del minore e della famiglia, sostenere le famiglie anche in ambito educativo, favorire l’orientamento scolastico. 4. Progetto agio nelle scuole Attuato all’interno di tutti gli Istituti comprensivi e nell’unica Direzione Didattica del territorio, ha ampliato la propria attività anche negli Istituti superiori e nei centri di formazione professionale ed è finalizzato a generare una rete di esperienze significative capaci di costruire un sistema di metodi percorribili anche da altri per la promozione dell’agio oltre che a costruire azioni di rete a favore dei bambini e dei ragazzi in difficoltà E’ attuato mediante: gruppi operativi misti costituiti da operatori dei servizi sociali e delle scuola con compiti di progettazione e di coordinamento delle attività di promozione dell’agio e di lotta al disagio nell’istituto di pertinenza. Nel corso del 2005 si è ampliata la composizione del gruppo con l’inserimento degli operatori del servizio di UONPEE competenti per territorio. Laboratori di promozione di relazioni positive che coinvolgono insegnanti e genitori, costituiscono un veicolo d’ingresso nella scuola ed un’interlocuzione sull’inclusione dei ragazzi difficili, Formazione ed autoformazione degli insegnanti su tematiche sociali. Da quest’anno, in alcuni contesti territoriali, tali 49 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo percorsi di formazione sono stati rivolti anche ad insegnanti delle scuole materne e degli asili nido Collaborazione con il centro giovanile di riferimento per facilitare l’aggancio dei ragazzi alle attività pomeridiane Presenza programmata dell’assistente sociale a scuola nel corso del 2006 è stata estesa a tutto il territorio considerato.Tale formula ha prodotto notevoli vantaggi nella comunicazione fra scuola e servizi riuscendo a determinare una condivisione del linguaggio, chiarezza rispetto ai compiti reciproci, fiducia e collaborazione, Sportello di ascolto e sostegno psicologico, già presente in alcune realtà scolastiche, soprattutto scuole medie inferiori e superiori, è diventato importante punto di riferimento sia per i ragazzi che per i genitori e gli insegnanti 5. Integrazione minori immigrati e loro famiglie Interventi di mediazione interculturale effettuati con operatori madre lingua per favorire l’inserimento dei minori di più recente immigrazione nelle realtà scolastiche in base a progetti concordati con ciascuna di esse e con particolare attenzione ai minori inseriti in corso d’anno. Tali interventi di mediazione sono inoltre finalizzati a favorire il rapporto delle famiglie con la scuola per facilitare la comprensione, conoscere le modalità di comunicazione e l’organizzazione del sistema. Sono stati inoltre potenziati gli interventi di mediazione in ambito sociale e sanitario per favorire l’instaurarsi di rapporti di fiducia con gli operatori interessati e ottenere quindi l’adesione delle famiglie a progetti concordati per uscire da situazioni spesso caratterizzate da disagio e raggiungere ove possibile l’autonomia. Accoglienza di minori stranieri non accompagnati: sono stati concordati percorsi specifici di accoglienza e di sostegno ai minori non accompagnati che prevedono collocazione in comunità e, ove possibile, l’affidamento a nuclei familiari della medesima cultura. Contestualmente si predispongono percorsi di formazione professionale e/o di inserimento lavorativo con possibilità di passaggio in strutture di accoglienza intermedie, al compimento del 18 esimo anno di età, in previsione della successiva autonomia economica ed abitativa. Sono in atto percorsi, in particolare con i servizi sanitari specialistici, per definire modalità di collaborazione e sostegno ai minori non accompagnati che presentano situazioni di difficoltà caratterizzate da sintomi di disagio complessi 6. Interventi di promozione dell’accoglienza Si fa riferimento alle campagne informative sulle tematiche dell’accoglienza in senso ampio : affido e adozione, ma anche affidi educativi diurni quali interventi di prevenzione primaria e di supporto ai nuclei in difficoltà nello svolgimento delle funzioni genitoriali. Gruppi di auto mutuo aiuto fra famiglie affidatarie per consentire loro momenti di scambio, sostegno reciproco, valorizzazione delle esperienze compiute. Accoglienza abitativa di donne con figli minori in condizione di grave difficoltà che necessitano di uno specifico percorso di sostegno finalizzato al raggiungimento dell’autonomia 7. Interventi di extrascolastico socializzazione per preadolescenti in ambito 50 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Progetto specifico del Comune di Medicina che garantisce la continuità rispetto alle esperienze consolidate negli anni precedenti e finanziate con fondi della L. 285/97. Si colloca nell’ambito della prevenzione al disagio ed è finalizzato a favorire l’integrazione e la socializzazione anche di ragazzi che presentino disabilità. Svolto in ambito extrascolastico, nel periodo settembre-giugno, prevede una stretta connessione con la scuola utilizzandone gli spazi e collaborando con la stessa nell’individuazione degli alunni per i quali la partecipazione al progetto può rappresentare significativa opportunità di sostegno e di crescita. Le attività svolte nei 4 gruppi promossi ( per circa 60 ragazzi complessivamente) sono finalizzate ad offrire la possibilità di sperimentare opportunità di socializzazione di divertimento, a incoraggiare la fiducia in se stessi e nel gruppo sviluppando le competenze sociali, comunicative, relazionali, a valorizzare le arre di competenza e interesse dei ragazzi, ad aumentare il loro livello di inserimento sociale. 8. Tavolo di monitoraggio Prevede il coinvolgimento di tutti i Comuni del territorio in un’azione di monitoraggio e valutazione degli interventi attuati al fine di verificare l’andamento del progetto e modificarlo in base ai risultati o alle nuove esigenze che dovessero evidenziarsi a livello di territorio. Metodologie di lavoro e strumenti previsti IL RIFERIMENTO METDOLOGICO È IL LAVORO DI RETE E DI SVILUPPO DELLA RESPONSABILITÀ DIFFUSA ALL’INTERNO DELLE COMUNITÀ; IN TALI CONTESTI SI COLLOCANO ANCHE GLI INTERVENTI SUI SINGOLI MINORI E SUI NUCLEI MULTIPROBLEMATICI. Si intende inoltre valorizzare: − Integrazione delle competenze di tipo socio-educativo con quelle di tipo sanitario − L’importanza che gli interventi di prevenzione costituiscono una rete articolata e stabile. − La territorialità degli interventi: gli interventi vengono svolti nei territori di tutti i comuni del Circondario per favorire il coinvolgimento dei giovani, l’ inclusione sociale e la promozione della cultura della prevenzione. − Bassa soglia: la scelta principale è quello di favorire il coinvolgimento e l’accesso ai servizi attraverso interventi il più possibile a bassa soglia, ovvero le azioni previste avranno luogo nei principali ambiti di vita frequentati da tutti i ragazzi (scuole e attraverso le scuole le famiglie, Società sportive, locali, luoghi del territorio..), utilizzando i canali comunicativi già esistenti (centri giovanili, società sportive, associazioni e parrocchie, educatori già coinvolti con i gruppi informali…). − Coinvolgimento degli adulti che nei differenti ambiti di vita hanno a che fare con i giovani Costi: Costi: indicare gli importi attribuiti; 51 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Eventuali altri contributi: indicare la fonte di finanziamento e la quota attribuita. Costo complessivo: € 328.946,00 + costi personale Contributo programma finalizzato: Contributo EE.LL.: € 127.982,30 € 200.963,70 + costi personale dipendente coinvolto Eventuali altri contributi : Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: tale attività consiste nell’accertamento e nella descrizione precisa del processo di avanzamento di un intervento, nonché nella puntuale segnalazione di evidenti discrepanze rispetto a quanto era stato prestabilito, consentendo quindi di tenere sotto controllo l’andamento dell’intervento stesso. Occorre, dunque, indicare gli strumenti che si intendono utilizzare per compiere tali azioni di monitoraggio, la periodicità di utilizzo e i soggetti che se ne occupano. Le azioni di monitoraggio sono svolte dai soggetti gestori dei singoli interventi, utilizzando strumenti concordati con il Consorzio Servizi Sociali Questi strumenti vengono condivisi e letti anche a livello comunitario nei tavoli di coordinamento territoriali Gli strumenti principali sono: − Schede per la rilevazione del target diretto ed indiretto − scheda sull’avanzamento delle singole attività e dei risultati raggiunti − Azioni di rete e monitoraggio delle realtà coinvolte − Report periodici sulle attività dei centri giovanili da inviare alle singole Amministrazioni Comunali contenenti dati sui livelli di partecipazione, sulle caratteristiche dei frequentanti, sulla programmazione svolta e da svolgere, sul livello di partecipazione e di coinvolgimento sinergico delle realtà locali. Attività di valutazione e soggetti coinvolti: attraverso tale attività si devono constatare e rilevare i reali effetti prodotti dall’intervento sui destinatari, riferendosi anche alle risorse impiegate in rapporto agli obiettivi raggiunti. E' un processo di costruzione di senso, di valore, svolto attraverso attività di ricerca realizzate nell'ambito di un processo decisionale; è integrata alla progettazione ed implementazione poiché il suo fine è di fornire un input per il miglioramento e la riprogettazione di politiche ed interventi. Indicare con quali metodi e strumenti si intende effettuare la valutazione dell’attività posta in essere. Indicare i momenti e le fasi di valutazione, i soggetti preposti ad effettuare le operazioni di valutazione, se è previsto o meno il coinvolgimento dei destinatari ed in quali forme. 52 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo La valutazione viene svolta a vari livelli − Sul progetto complessivo – all’interno del Tavolo del Piano di zona − Sulle singole azioni: all’ interno dei gruppi di lavoro operativi formati dall’ ente gestore e dall’ Ente promotore − A livello di singolo territorio con i gruppi di lavoro operativi e le amministrazioni e/o nei tavoli territoriali laddove siano esistenti − Con i destinatari degli interventi attraverso: incontri di verifica con gli insegnanti, attività d’animazione con i minori, relazione di aiuto con le situazioni singole/nuclei multiproblenatici. L’ oggetto della valutazione riguarda: 1. l’efficacia: vengono valutati gli indicatori di risulatato definiti per ogni obiettivo 2. l’efficienza : E’ previsto un sistema di controllo di gestione per valutare l’efficienza del progetto In generale inoltre si valuteranno: I cambiamenti ottenuti in termini di conoscenze nei destinatari. In particolare, per gli adulti capacità di analisi precoce delle situazioni di rischio e capacità di coinvolgere la rete dei servizi esistenti; maggiori capacità degli adulti di collaborare tra loro nell’aiuto ai ragazzi, soprattutto nel rapporto tra scuola e famiglia. Nei ragazzi si misurerà soprattutto l’aumento dell’autostima prodotto dagli interventi proposti; il livello di inclusione sociale, inserimento nel territorio raggiunto. Negli operatori si valuterà l’aumento della capacità di collaborazione e di coordinamento con le altre realtà, il ricorso a sistemi di progettazione condivisa e comune. Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: tale attività consiste in una raccolta di dati e di materiale informativo sull’intervento in corso di attuazione. Indicare quali sono i mezzi che si intendono utilizzare, nonché in quale misura si intende procedere alla divulgazione del materiale informativo e quali saranno i destinatari di tali informazioni. o o o o raccolta fotografie, materiali prodotti dai destinatari report interni conferenze stampa/articoli su singole azioni serate a tema/mostre nei singoli territorio 53 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 2.2 politiche a favore dei giovani BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007) (RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE) Maggiore conoscenza dei bisogni caratterizzanti realtà mondo giovanile Apertura centri giovanili anche a fasce di ragazzi di età più elevata coinvolgendo i giovani nella progettazione di attività rivolte a loro Sostegno per i ragazzi più fragili nei percorsi di inserimento nel mondo del lavoro Sostenere i giovani nei percorsi di crescita e autonomia anche mediante il ricorso ad esperienze laboratoriali di tipo motorio Responsabilizzare maggiormente gli adulti rispetto al ruolo educativo svolto nei confronti delle giovani generazioni Rafforzare le occasioni di educazione alla solidarietà fra i giovani OBIETTIVI PRIORITARI NEL TRIENNIO(cfr: Piano di Zona 2005-2007) attivare ricerca/studio finalizzata alla conoscenza delle realtà e dei bisogni espressi dai giovani verificandone le dinamiche relazionali, la formazione di gruppi naturali Ridefinire mission e progetto Centri Giovanili per ampliarne utilizzo a ragazzi di età compresa fra 18-34 anni, come luoghi di sostegno e sviluppo della creatività giovanile, nel rispetto degli interessi personali e dei sistemi culturali di riferimento Attivare percorsi di coinvolgimento dei giovani nella progettazione e nell’assunzione delle decisioni STATO DI ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 2005-2007 Ricerca in atto in collaborazione con il Centro Medec della Provincia Percorso in essere in alcuni Centri di aggregazione giovanile occorre differenziarne maggiormente l’attività sulla base delle specificità locali oltre che delle risorse presenti e coinvolgibili. In 2 Comuni i centri giovanili hanno iniziato aperture serali rivolte ai giovani In un Comune a partire da un coordinamento delle realtà del territorio si è attivata una gestione partecipata dai giovani di uno spazio comunale. Nei vari comuni gruppi di giovani sono stati sostenuti nell’ organizzazione di eventi. 54 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Definire percorsi organici per inserimento giovani in difficoltà nel mondo del lavoro coinvolgendo enti formazione professionale, servizi sanitari interessati, realtà del III settore Proporre all’interno delle scuole superiori laboratori di tipo motorio Organizzare un coordinamento permanente a livello di zona sulle politiche attivate a favore dei giovani per conferire maggiore coerenza, valorizzare tutte le risorse presenti rafforzando il rapporto di collaborazione fra le stesse Avviato progetto ET con la collaborazione del Centro per l’impiego, di centri di formazione professionale, di cooperative sociali oltre che dei servizi sociali e sanitari per la definizione di percorsi finalizzati a far acquisire o a sviluppare, in giovani dai 15 ai 25 anni in difficoltà relazionali, scolastiche, di inserimento sociale, competenze spendibili nel mondo del lavoro Si è andata evidenziando la necessità di sostenere i giovani nei percorsi di crescita complessiva anche legati ai temi dello sviluppo psico fisico. Si individua una difficoltà di contatto in particolare con alcuni Istituti superiori che faticano ad accettare le proposte su tali tematiche. Consolidamento del progetto in essere per renderlo fruibile dal più elevato numero possibile dei ragazzi che presentano caratteristiche compatibili con quelle previste dal progetto stesso Incrementare negli Istituti superiori l’attenzione al tema dello sviluppo e della crescita psico fisica dei giovani anche con il coinvolgimento del consultorio giovani e dei progetti dallo stesso attivati in collaborazione con il CIST locale In alcuni territori comunali sono stati attivati tavoli di discussione e coordinamento sul tema delle politiche giovanili attivate al fine di rafforzarne l’integrazione. Ormai su tutti i territori comunali sono avviati percorsi e progetti di coinvolgimento e sensibilizzazione degli adulti che più frequentemente hanno contatti con la Potenziare sul territorio popolazione giovanile per attività di relazione e sottolinearne il ruolo contatto di gruppi informali educativo e la responsabilità per rafforzare senso di rendendoli attori partecipi e appartenenza territoriale e consapevoli. I progetti, coinvolgimento di adulti avviati in particolare con i gestori delle esercizi pubblici hanno evidenziato una sostanziale disponibilità ed una risposta positiva da parte degli stessi. Rafforzare coinvolgimento Fra le realtà accreditate quali dei giovani nei progetti di Enti di Servizio civile del servizio civile definendo territorio imolese si è andata percorsi di definendo una modalità sensibilizzazione, sinergica di lavoro per la formazione, informazione pubblicizzazione dei progetti condivisi su tutto il approvati e per la successiva territorio formazione dei volontari 55 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo territorio formazione dei volontari coinvolti nei progetti stessi. L’Associazione intercomunale Cinque castelli provvede per i territori dei Comuni di riferimento INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI FINALIZZATI Titolo del progetto: Tipologia: “Promozione del benssere dei giovani e prevenzione disagio giovanile” Sviluppo 56 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO denominazione: “BENESSERE GIOVANI” di cui al programma finalizzato: “PROMOZIONE DEL BENSSERE DEI GIOVANI E PREVENZIONE DISAGIO GIOVANILE” Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Destinatari Consorzio Servizi Sociali Imola Caprara Maria Gabriella Consorzio Servizi Sociali Imola Tel. 0542 606711 E mail: [email protected] Per quanto possa sembrare labile, fra i 14-15 anni ed i 25 si gioca nella vita dei ragazzi un periodo caratterizzato da una crescente responsabilità ed un aumento delle variabili che i minori devono imparare a gestire sostanzialmente da soli. Un primo fattore è a 14 anni l’uscita dal percorso scolastico della vecchia scuola dell’obbligo, dove non c’è nulla da scegliere, per accedere invece al sistema della scuola secondaria di secondo grado, che impone al ragazzo una scelta gravosa di ipoteche sul futuro. Un secondo fattore, immediatamente a ridosso del primo, esattamente un anno dopo, è l’uscita dall’obbligo scolastico, con la prima reale possibilità di accedere al mondo del lavoro e di abbandonare la scuola. Un terzo fattore è la rapida acquisizione di libertà di movimento pressochè totale sul territorio e per molti anche nel tempo della giornata. Un quarto fattore è per molti il contatto con la vita affettiva e la sessualità Infine per coloro che escono dalla protezione di un percorso scolastico vi è lo scontro con la realtà aggressiva e certamente non facilitante del mondo degli adulti In sintesi si potrebbe dire che fra i 15 ed i 25 anni si esce da un percorso che è già in buona parte prestabilito dal “sistema”, per passare invece rapidamente a doversi “costruire” i percorsi di vita. In questa operazione i ragazzi sono in buona parta da soli, gli adulti infatti sono in difficoltà sia ad orientarsi nei processi di una società che sempre è in continuo mutamento, sia nel trasmettere ai ragazzi valori di riferimento e limiti del comportamento. Per un adulto oggi non è certamente facile affiancare un ragazzo, sia nella scelta del percorso di studi, sia nella ricerca del lavoro, nella scelta di nuove amicizie, nell’ orientarsi nel territorio, nel far fronte al successo o all’ insucesso. Per quanto riguarda un ambito più valoriale o se preferiamo di ricerca di una soddisfazione positiva nella vita non ci si trova di fronte ad adulti meno in difficoltà. E’ quindi rilevabile, specialmente in riferimento all’esperienza consolidata dei Centri di Aggregazione Giovanile sul territorio una crescente difficoltà di orientamento dei ragazzi verso la crescita e l’età adulta. Il mondo degli adulti appare: ora come una fortezza impenetrabile (mondo del lavoro e del potere finanziario) ora come una nebbia indistinta (gli adulti sono peggio di noi, non 57 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente hanno più desideri, etc). tutto questo quando non si è di fronte a veri e propri modelli negativi, sopratutto nel campo dell’abuso di risorse in generale e nell’alcool e nelle sostanze psicoattive in generale. Descrizione del target diretto Il progetto si rivolge a tutti i giovani fra i 15 ed i 25 anni ed in particolare a tutti quelli che hanno una difficoltà di orientamento rilevante, sia in campo scolastico lavorativo, sia in campo affettivo e famigliare. Per il coinvolgimento e l’aggancio si utilizzerà: la rete dei centri giovanili, prevenzione sostanze psico-attive il lavoro con i gruppi informali la relazione con gli Istituti Superiori l’invio da parte di operatori sociali le segnalazioni della procura, che dopo i primi colloqui facciamo emergere un significativo problema di orientamento Descrizione del target indiretto 1. famiglie dei ragazzi e delle ragazze che partecipano alle attività e le altre famiglie del territorio 2. altre realtà educative che operano con gli adolescenti ed i preadolescenti, ma anche con gli adulti, o con bambini più piccoli (Scuole, Parrocchie, Centri Sociali altre associazioni Associazioni musicali, Bocciofile, associazioni sportive) 3. adulti del territorio che per diversi motivi si trovano in rapporto di vicinanza con i frequentatori del servizio e delle altre attività indipendentemente dal ruolo ricoperto ma che sono ritenuti significativi dai ragazzi e dalle ragazze (insegnanti,baristi, anziani frequentatori dei centri sociali sedi dei centri giovanili, allenatori, ) 4. Aziende e realtà produttive in genere del territorio che utilizzano manodopera giovane. Analisi del bisogno Il progetto si propone di aiutare a rispondere ai bisogni più tipici dell’età adolescenziale/giovanile, che sono direttamente connessi con la capacità di orientarsi sia sul territorio che fra le scelte di vita: Bisogno di identità e identificazione: bisogno di autonomia bisogno di inclusione bisogno di autorealizzazione e progettualità Misura del bisogno Si fa riferimento sia ad indicatori di marginalità socioeconomica del ragazzo e della sua famiglia, ma anche e soprattutto ad indicatori di perdita di orientamento nel processo evolutivo, in particolare: la non tenuta nel percorso scolastico (ripetuti cambi di scuola, ripetuti provvedimenti disciplinari, ripetute ripetizioni di classe, etc) La non tenuta nel percorso lavorativo: non va a scuola, non lavora, non accede al sistema della formazione professionale Incapacità di seguire attività organizzate coinvolgimento in azioni di disturbo e comportamenti antisociali mancanza di una rete di riferimento elevata conflittualità in più ambiti di vita atteggiamento passivo bassa autostima Ambito territoriale di realizzazione Istituzioni/ attori coinvolti Prosecuzione progetto anno precedente 10 Comuni del Circondario imolese 58 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Consorzio servizi sociali Imola – Servizi Azienda USL Imola – Amministrazioni Comunali – Consorzio Coop. ve sociali Sol.Co. – Istituti scolastici secondari – Enti di formazioneDescrizione degli obiettivi di cambiamento e dei risultati attesi Sostegno alla progettualità di vita, al reinserimento o alla tenuta nei percorsi scolastici e professionali Sostegno all’elaborazione del proprio vissuto, delle proprie capacità, delle proprie difficoltà Favorire le azioni in rete tra gli enti che si occupano di giovani ed adolescenti Attivare azioni di ricerca partecipata che coinvolgano gli adolescenti /giovani stessi Integrazione con i progetti esistenti Azioni previste Si prevede l’ integrazione con i progetti già esistenti: Progetto Giovani, Mondo Giovanile e rapporto con le sostanze, “Diritti ed opportunità per l’ infanzia e l’ adolescenza”(centri di aggregazione giovanile), oltre ai progetti previsti per l’area responsabilità familiari. Risorse umane Psicologo: Si prevede di utilizzare professionisti psicologi per 36 ore la settimana. I professionisti lavoreranno, considerando il target avendo come principale riferimento lo stile dell’orientamento e quello dell’ empowerment. Educatori centri giovanili e prevenzione sostanze psico attive: si prevede il coinvolgimento ed il lavoro in rete con gli operatori già impegnati nei progetti di prevenzione del disagio giovanile Gruppi di auto-mutuo aiuto Lo psicologo, in collaborazione con i centri giovanili, sosterrà in diverse sedi opportunamente dislocate sul territorio, gruppi di auto-aiuto formati da al massimo 12 ragazzi fra i 15 ed i 25 anni. L’accesso ai gruppi è libero. I gruppi si incontreranno preferibilmente nella sede del centro giovanile o in locali attigui, per evitare di essere etichettati negativamente. I gruppi saranno pubblicizzati sia attraverso materiale informativo, sia attraverso il contatto diretto nei centri giovanili, sia attraverso gli sportelli ed i colloqui degli operatori sociali. L’argomento sarà condiviso con i partecipanti e riguarderà la progettualità di vita, la relazione con sé stessi, l’orientamento sul territorio, il far fronte ai successi ed agli insuccessi. Piano finanziario Colloqui di orientamento alla progettualità E’ prevista la possibilità di poter accedere a colloqui singoli di orientamento effettuati dallo psicologo. Ai colloqui possono accedere i ragazzi, i genitori, gli insegnanti ed in generale tutte le persone coinvolte nella rete di fronteggiamento che sostiene il ragazzo Educazione tra pari L’azione consiste nella formazione di un gruppo di ragazzi e ragazze che poi saranno co-attuatori della ricerca sui fattori di rischio. Ricerca azione sui comportamenti a rischio La ricerca, svolta in collaborazione con l’ AUSL di Imola (Consultorio famigliare) si propone di analizzare la presenza/assenza delle life skills 59 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo come fattori protettivi del disagio adolescenziale e giovanile, seguendo il progetto promosso dal OMS. La ricerca si svolgerà presso gli Istituti Superiori, gli Enti di formazione, i gruppi informali del territorio. Gruppo adolescenza (formato dall’AUSL Imola, Consorzio Servizi Sociali, DSM) L’ azione consiste nella partecipazione e nella qualificazione del Gruppo adolescenza territoriale che da alcuni anni è attivo nel nostro territorio con le seguenti funzioni: Valutazione degli interventi in atto e delle buone prassi Coordinamento delle nuove azioni Lettura del contesto e della condizione giovanile del territorio Costo totale previsto € Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila di progetto o del Programma Finalizzato 25.502,04 Quota regionale Quota Ente € 14.667,00 € 10.835,04 Eventuale quota di altri soggetti N.° giovani coinvolti - N.° gruppi auto mutuo aiuto attivati – N.° gruppi che si implementano e continuano nel tempo N.° percorsi personalizzati attivati – durata di tali percorsi – esito degli stessi 60 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 2.3 immigrazione, asilo e lotta alla tratta BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007) Disagio degli adolescenti (conflittualità in famiglia, …) e delle madri (solitudine, isolamento, …) Disagio nella fatica degli assistenti famigliari che si occupano del lavoro di cura (problemi sanitari e psicologici) Aumento della disoccupazione OBIETTIVI PRIORITARI NEL TRIENNIO STATO DI ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007 Ci sono stati tentativi da parte di alcuni Comuni di trovare pratiche di successo, senza esito finora se non un contatto avviato in un Incentivazione di progetti Comune che parte locali per favorire Creare le pre-condizioni partendo dall’ascolto e dal l’accesso ai diritti di dall’ascolto delle persone che si coinvolgimento nei momenti cittadinanza intendono coinvolgere pubblici comunitari. Il Nuovo (Innovazione) Circondario Imolese ha ipotizzato una Consulta circondariale per la quale attende il mandato dai Comuni Sono state realizzate alcune Progetto “Una nuova delle azioni previste (bando politica dell’abitare” del per alloggi a canone Nuovo Circondario calmierato, bozza Imolese Regolamento per l’idoneità (Sviluppo/Innovazione) abitativa) Progettazione coordinata Gli operatori del territorio di interventi formativi hanno partecipato al per operatori de servizi, sanitari, sociali e programma formativo della Provincia “Famiglie migranti e scolastici ( attraverso il stili genitoriali” CIST) (Sviluppo/Innovazione) 61 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI FINALIZZATI Titolo del progetto: Tipologia: “Casa, lavoro, rappresentanza” Qualificazione “Oltre la strada” Qualificazione 62 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO denominazione: Osservatorio provinciale delle Immigrazioni Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila PROVINCIA DI BOLOGNA di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Rita Paradisi [email protected] tel. 051 6598626 fax 051 6598620 Destinatari I soggetti proponenti (Provincia, Comune e UTG di Bologna), i 60 Comuni del territorio provinciale, gli Enti pubblici e gli organismi del privato sociale ed infine gli studenti, i ricercatori e, in generale, i cittadini italiani e stranieri che accedono al servizio di consulenza e consultazione e possono fruire delle informazioni diffuse dall’Osservatorio. Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente sì Ambito territoriale di realizzazione territorio provinciale di Bologna Istituzioni/ attori coinvolti Provincia, Comune, UTG e Università degli Studi di Bologna Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Fornire agli Enti locali ed a tutti gli interessati uno strumento di orientamento e sostegno alla programmazione ed al monitoraggio e valutazione degli interventi in tema di immigrazione. Disporre di informazioni quantitative e qualitative aggiornate sulla presenza e le modalità di insediamento ed integrazione della popolazione immigrata nel territorio provinciale. Mantenere un punto di consultazione e di documentazione in grado di fornire e diffondere informazioni sul fenomeno migratorio a livello locale, senza trascurare la dimensione regionale e nazionale. 63 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Le azioni e le attività dell’Osservatorio sono strutturate in “interventi ordinari” ed in “azioni di approfondimento mirate”. Azioni previste a) Per quanto riguarda gli interventi ordinari si propongono le seguenti azioni: • Raccogliere, elaborare, analizzare e confrontare il materiale statistico e documentale proveniente da diverse fonti, con particolare attenzione agli enti che producono informazioni sulla popolazione straniera immigrata nel territorio della provincia di Bologna. • Produrre materiali, sia cartacei (Dossier) che elettronici (NewsLetter), per la diffusione delle informazioni, con dati provinciali su diverse aree di interesse, tra le quali: demografia, sanità, educazione, scuola e servizi sociali, giustizia, casa, lavoro e formazione professionale, ecc. • Fornire un servizio di consulenza e consultazione del materiale documentale archiviato rivolto agli operatori dei servizi territoriali e del privato sociale nonché ad altri soggetti interessati (singoli cittadini, ricercatori e studenti, giornalisti, ecc.), attraverso l’apertura di uno sportello al pubblico. A tal fine, l’Osservatorio garantisce 6 ore alla settimana di apertura al pubblico. b) In merito alle azioni di approfondimento, si propone la realizzazione di una ricerca su tematiche specifiche miranti a rilevare il livello e la qualità dell’accesso ai servizi, le condizioni di vita e la presenza degli immigrati sul territorio. Per quest’anno, in particolare, si ipotizza la realizzazione di un ricerca sul tema dei minori stranieri non accompagnati. Costo totale previsto Quota regionale Piano finanziario € Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti 80.000,00 Numero newsletter prodotte Numero dossier realizzati 64 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO denominazione: Percorso verso la rappresentanza su base provinciale ed a carattere elettivo dei cittadini stranieri Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila PROVINCIA DI BOLOGNA di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Rita Paradisi [email protected] tel. 051 6598626 fax 051 6598620 Destinatari Il progetto è rivolto prioritariamente ai cittadini stranieri residenti nei comuni del territorio provinciale, ma coinvolge tutta la comunità nelle sue diverse forme ed espressioni, istituzionali e non, con particolare riferimento agli organi istituzionali dell’Amministrazione provinciale. Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente sì Ambito territoriale di realizzazione territorio provinciale di Bologna Istituzioni/ attori coinvolti La Provincia di Bologna, i comuni del territorio provinciale, le associazioni dei cittadini stranieri, i sindacati, la Caritas, il Forum del terzo settore, il Servizio Politiche per l’immigrazione della Regione Emilia Romagna, l’Istituzione Gian Franco Minguzzi. Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Obiettivo prioritario della presente ipotesi di lavoro è quello di eleggere il “Consiglio provinciale degli stranieri e degli apolidi residenti in provincia di Bologna” Azioni previste Piano finanziario Si prevede l’istituzione di una Commissione Elettorale con il compito di coordinare le attività per eleggere il Consiglio, attraverso la fattiva collaborazione degli Uffici Anagrafe e degli Uffici Elettorali dei comuni del territorio provinciale. Si prevede altresì l’attuazione di un piano di informazionecomunicazione al fine di coinvolgere il maggior numero di elettori e rendere partecipe la cittadinanza del senso e del significato del progetto, attraverso la collaborazione dei componenti il Tavolo Tecnico ed il Tavolo Politico istituiti nell’ambito del Progetto, nonché il coinvolgimento dei massmedia. Eventuale Costo totale Quota Quota Ente quota di altri previsto regionale soggetti € 35.000,00 Indicatori per il monitoraggio/valutazione Numero di elettori 65 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO denominazione: Sostegno ad iniziative di comunicazione interculturale Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila di progetto o del PROVINCIA DI BOLOGNA Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Rita Paradisi [email protected] tel. 051 6598626 fax 051 6598620 Destinatari I cittadini stranieri presenti sul territorio provinciale, la popolazione in genere, i soggetti pubblici e del privato sociale attivi sul territorio provinciale e interessati alle tematiche dell’intercultura Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente No Ambito territoriale di realizzazione territorio provinciale di Bologna Istituzioni/ attori coinvolti Assessorato Sanità e Politiche Sociali e Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste Piano finanziario Il progetto si propone di sostenere interventi mirati a sviluppare la conoscenza ed il rispetto reciproco fra le comunità, a far apprezzare la ricchezza insita nelle diversità per la costruzione delle identità, a mitigare il negativo effetto dei mass-media nella diffusione di pregiudizi e stereotipi, ad indirizzare l’agire istituzionale e sociale relativamente ad un contesto sempre più diversificato culturalmente. Si ipotizza, in continuità con le azioni del piano 2005, l’emanazione di un bando rivolto alle associazioni di promozione sociale, con particolare riferimento alle associazioni dei cittadini stranieri, per il sostegno a progetto di comunicazione interculturale. Eventuale Costo totale Quota Quota Ente quota di altri previsto regionale soggetti € 30.000,00 Indicatori per il monitoraggio/valutazione 66 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO denominazione: Proposta di formazione sulle tematiche dell’immigrazione Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila di progetto o del PROVINCIA DI BOLOGNA Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Destinatari Rita Paradisi [email protected] tel. 051 6598626 fax 051 6598620 Fabrizia Paltrinieri [email protected] tel. 051 6598107 fax 051 6598620 L’iniziativa è rivolta agli operatori dei servizi sociali, socioeducativi e socio-sanitari dei comuni e delle Aziende USL, agli operatori sociali del Ministero della Giustizia, ad insegnanti ed educatori, a mediatori culturali e coordinatori pedagogici. Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Sì Ambito territoriale di realizzazione territorio provinciale di Bologna Istituzioni/ attori coinvolti Provincia di Bologna (Ufficio Immigrazione e Ufficio Piani di Zona), un soggetto gestore (Istituzione Gian Franco Minguzzi), le zone del territorio provinciale Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste Il progetto si propone di fornire agli operatori dei servizi territoriali elementi di maggiore conoscenza delle dinamiche politiche, sociali e relazionali connesse al fenomeno migratorio così come si va strutturando sul territorio provinciale, considerando sia la normativa di riferimento che gli elementi di maggiore criticità ad esso connessi, con l’obiettivo di contribuire a migliorare la capacità di risposta dei servizi territoriali ai nuovi bisogni che tale fenomeno pone, privilegiando l’approccio di sviluppo di comunità e di rete. Le tematiche da affrontare riguardano l’influenza delle politiche urbanistiche sui percorsi e le dinamiche dell’integrazione, connesse al tema della cittadinanza sociale e con un focus specifico sulla costruzione dell’identità nelle seconde generazioni, in riferimento alla famiglia, alla scuola ed al territorio. Si ipotizza l’organizzazione di un convegno di apertura del percorso e l’attivazione di due o tre seminari di approfondimento da realizzarsi a livello zonale, nonché l’eventuale attuazione di un progetto sperimentale in una delle zone del territorio. 67 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Costo totale previsto Quota regionale Piano finanziario Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti € 20.000,00 Indicatori per il monitoraggio/valutazione Numero partecipanti alle iniziative 68 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO denominazione: PROGETTO MADREPERLA “Sostegno e qualificazione del mercato di cura domiciliare” Comune o forma associativa Comune di Bologna ex-art.16 L.R.2/03 capofila di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Monica Noschese 051.203006 [email protected] Donne immigrate che svolgono lavoro di cura e sostegno familiare con contratto di lavoro diretto e privatistico con la famiglia - Donne immigrate in cerca di occupazione ed intenzionate ad acquisire competenze nell’ambito dell’assistenza familiare; - Famiglie; - Operatori dei servizi socio-assitenziali Completamento - Destinatari Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Ambito territoriale di realizzazione Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Città di Bologna e provincia di Bologna Comune di Bologna (Settore Servizi Sociali, Settore Affari Istituzionali e Quartieri, Quartieri, Settore Economia), Provincia di Bologna (Settore Servizi alla Persona e alla Comunità), Consorzio Servizi Sociali Imola, Istituzione Servizi Sociali Castel San Pietro T., Comune di Medicina, Comuni afferenti alla zona Pianura Ovest, Comune di Modena, Provincia di Modena, Comune di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Cooperative che gestiscono i servizi di assistenza domiciliare per i Servizi Assistenza Anziani dei Quartieri, Modena Formazione - Garantire alle lavoratrici l'opportunità di acquisire abilità tecniche di assistenza diretta alla persona, ma anche capacità comunicative e di relazione con il contesto sociale, dando loro maggiore fiducia e sicurezza professionale (attraverso il confronto con docenti e allieve), aiutandole ad uscire dall'isolamento in cui spesso si trovano; - Sostenere le famiglie consentendo alle assistenti familiari di intervenire efficacemente nell'aiuto alle persone parzialmente o totalmente non autosufficienti; - Migliorare le opportunità lavorative delle donne straniere, in un’ottica di approccio globale a tutti i problemi che sono determinati dal vivere e lavorare in un contesto a loro non familiare 69 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Realizzazione di corsi di formazione a sostegno della qualificazione dell'assistenza familiare privata a domicilio attraverso l'acquisizione di competenze di base; - Realizzazione, in raccordo con i Centri Territoriali Permanenti, di corsi di avvicinamento alla lingua italiana orientata al lavoro di cura; - Realizzazione, in raccordo con i Centri Territoriali Permanenti, di corsi di alfabetizzazione informatica; - Erogazione di un percorso di accompagnamento delle immigrate, attraverso un insieme strutturato di attività diverse, finalizzate all'accertamento delle competenze riconducibili al lavoro di cura a domicilio e a favorire la qualificazione professionale delle lavoratrici (redazione del port-folio delle competenze documentabili e certificabili e spendibile anche al fine di un possibile miglioramento delle prospettive di lavoro) e garantire standard di qualità alle famiglie che necessitano di questo sostegno assistenziale; - Sperimentazione, attraverso la figura del tutor dell'assistenza familiare e fortemente collegata al sistema pubblico dei servizi di formazione in situazione ovvero presso il domicilio della persona anziana; - Sperimentazione della piattaforma software per gestire il servizio di incrocio domanda/offerta del lavoro di cura a domicilio. Eventuale Costo totale Quota Quota Ente quota di altri previsto regionale soggetti Il budget a disposizione del Comune e della Provincia di Bologna, per il progetto biennale è di 87.050,00 € - Numero di immigrate che hanno avuto accesso ai percorsi formativi per assistenti familiari; - Numero di immigrate che hanno partecipato ai corsi di lingua italiana e di alfabetizzazione informatica; - Numero di immigrate che accedono al percorso personalizzato di accompagnamento al e nel lavoro; - Numero di ore di formazione in situazione erogate presso le famiglie ospitanti - Azioni previste Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione 70 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo MOD 01 PIANO IN AMBITO DISTRETTUALE PER AZIONI DI INTEGRAZIONE SOCIALE A FAVORE DEI CITTADINI STRANIERI IMMIGRATI ai sensi della deliberazione della Assemblea Legislativa n.33/2005 e della Giunta Regionale n. 2192/2005 Paragrafo 3.5.2. Iniziativa A DISTRETTO DI IMOLA SOGETTO CAPOFILA DEL Servizio Sociali Imola PROGRAMMA DISTRETTUALE: Consorzio NOMINATIVO TECNICO DI RIFERIMENTO DISTRETTUALE: M. Grazia Ciarlatani QUALIFICA: Specialista programmazione attività sociali TELEFONO: 0542 606767 FAX: 0542 606762 E-MAIL: [email protected] 71 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Modulo per la presentazione del progetto Progetto N. 1 A) Dati generali del progetto Titolo del progetto “Casa, lavoro, rappresentanza” COORDINATORE TECNICO: NOMINATIVO M. Grazia Ciarlatani ENTE DI APPARTENENZA: Consorzio Servizi Sociali Imola QUALIFICA: Specialista programmazione attività sociali TELEFONO: 0542 606767 FAX: 0542 [email protected] IL PROGETTO E': [] Nuovo [X] Continuazione ____________ di attività in corso a 606762 partire E-MAIL dall'anno : In tal caso: [X] Ha ottenuto finanziamenti a carico del Fondo Nazionale Politiche Migratorie______________ [] Ha ottenuto finanziamenti a carico di altre leggi nazionali e/o regionali (specificare _________________________________________________________ ) [] Non ha ottenuto finanziamenti precedenti Durata del Progetto : 1 anno B) Soggetti Partecipanti Proponente/Capofila: Consorzio Servizi Sociali Imola Soggetti pubblici coinvolti: Nuovo Circondario Imolese, Comuni della zona sociale, AUSL di Imola, Istituzione Servizi Sociali Castel S. Pietro T. Soggetti privati coinvolti: Associazione Trama di terre, Consorzio di cooperative sociali Sol.co., Cooperativa sociale “Il Mappamondo”, Cooperativa sociale Agave, Associazione Arc-en-ciel, OO.SS., CIOFS, IAL, Centro per l’impiego Soggetti attuatori: Nome: Andrea Garofani Ragione sociale: Consorzio Servizi Sociali Imola 72 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Sede Legale: V.le A. D’Agostino 2/a Imola Nome: Tiziana Dal Prà Ragione sociale: Associazione Trama di terre Sede Legale: Via Aldrovandi 31 Imola Nome: Massimo Ricci Bitti Ragione sociale: Associazione Centro di Informazione Sociale Sede Legale: Nome: Luca Dal Pozzo Ragione sociale: A.T.I. Consorzio Sol.co. – Il Mappamondo Sede Legale: Altri soggetti partecipanti: C) Descrizione del Progetto Contesto Locale Casa: permangono le difficoltà a reperire soluzioni adeguate, nonostante l’avvio del progetto circondariale “Una nuova politica dell’abitare”; le risorse per le soluzioni per l’emergenza sono state dirottate sempre più verso le famiglie anziché i singoli, visto il nuovo quadro delle presenze, il Regolamento per l’ERP del Comune di Imola è stato modificato riconoscendo un punteggio al disagio sociale che deriva dai problemi abitativi, ma l’affitto da privati continua ad essere poco accessibile, come descritto nella programmazione precedente, nonostante gli interventi delle Associazioni Trama di terre e Arc-en-ciel che hanno continuato a cercare di reperire soluzione abitative in affitto adeguate alle persone che vi si sono rivolte; all’Istituzione Servizi Sociali di Castel S. Pietro T. il Consiglio Comunale ha formalmente (Dell. n. 106/2005 e n. 169/2005)espresso un indirizzo per la realizzazione dello “Sportello unico per la casa” e del “Progetto affitto garantito”. Lavoro: nelle aziende del territorio le persone migranti rappresentano solo una piccola percentuale dei lavoratori o sono impiegate attraverso le Agenzie interinali, con meno capacità contrattuali, in lavori disagiati (edilizia, ecc.) e in attività già di per sé precarie (agricoltura, ecc.), in lavoro irregolare (se pur non nella maggioranza dei casi); anche nell’ottica della prevenzione della disoccupazione si è continuato il contrasto all’abbandono scolastico e l’analisi delle presenze di migranti negli istituti scolastici superiori (ricerca specifica dell’Associazione Trama di terre all’interno del Progetto MOBILI), confermando come la scuola, sottoposta a pressioni e richieste di ogni tipo, faccia fatica a farsi carico del tema dell’integrazione sociale dei ragazzi più in difficoltà nonostante gli interventi di alfabetizzazione e mediazione specifici (gli adolescenti, in particolare, continuano ad essere la fascia generazionale più a rischio); l’alfabetizzazione per adulti condotta all’interno dei percorsi EDA continua a presentarsi come poco adeguata alle caratteristiche delle persone migranti (oltre che ad avere un vuoto estivo), mentre si sono confermate adeguate le azioni condotte con l’ausilio della mediazione culturale e adattate ai bisogni degli iscritti; la continuità delle azioni di formazione professionale ha portato a delinearne le buone pratiche (sinergia con gli altri attori territoriali in particolare con le Amministrazioni comunali, tutoraggio esperto, presenza del mediatore interculturale, indennità) e sottolinearne il valore aggiunto dei percorsi personali di autonomizzazione, soprattutto per le donne; 73 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo filoni dedicati di finanziamento hanno permesso la nascita di Sportelli e Servizi destinati a supportare i percorsi di inserimento lavorativo con i quali stiamo tentando progetti individualizzati. Rappresentanza: i percorsi tentati hanno dato solo parzialmente i risultati sperati; la popolazione migrante è ancora molto concentrata sulla soluzione dei suoi bisogni primari, ed è necessario sempre più ascoltare il loro punto di vista Obiettivi del progetto Casa: continuità nella azioni sia di risposta alle emergenze abitative accompagnate da percorsi di inserimento sociale, sia delle azioni previste dal progetto circondariale “Una nuova politica dell’abitare”; in particolare la costituzione dell’Agenzia metropolitana per l’affitto approvazione del Regolamento per l’idoneità abitativa. Lavoro: tenere relazioni strategiche con le categorie datoriali; continuità nella formazione del personale scolastico, sociale e sanitario, anche in modo integrato, e con il confronto con i mediatori interculturali che lavorano sul territorio, sui temi della migrazione; rafforzamento del lavoro integrato di rete rispetto agli adolescenti migranti; definizione di percorsi di alfabetizzazione, sia per minori che per adulti, rispondenti ai bisogni delle persone; riflessione strategica e metodologica sulla formazione professionale destinata ai migranti; rafforzamento della rete degli sportelli e delle azioni locali formalizzato in un Protocollo operativo. Rappresentanza: collegamento all’iniziativa provinciale, dando continuità alle sperimentazioni locali. Possibilità di consolidamento futuro dell'intervento proposto: Al momento non prevedibili D) Descrizione del piano di attività generale del Progetto Il piano generale del progetto si regge sul contributo che la mediazione interculturale può dare, sia alle persone migranti per supportare i loro percorsi di autonomia e cittadinanza, sia agli altri attori coinvolti per rendere fattivo il loro contributo. Rispetto a questa attività citiamo il consolidamento dell’attività del Consorzio Servizi Sociali Imola, dell’Associazione Trama di terre. A questo proposito L’Ausl di Imola conferma anche nel 2006 la corposa iniziativa che ha ampliato la collaborazione con i mediatori interculturali dall’intervento territoriale (Consultorio famigliare) a quello Ospedaliero e nel Dipartimento di Salute Mentale: anche quest’anno l’intervento sarà accompagnato da un corso di formazione agli operatori sanitari. In coerenza a ciò continueranno le altre iniziative del Consultorio famigliare, fra le quali i progetti “Donne che aiutano donne” (rivolto a neomamme, di fatto in molti casi straniere), “Quali identità” attivato all’interno delle scuole imolesi sul tema dell’accoglienza alla diversità, l’attività di prevenzione all’IVG con presenze nelle situazioni di aggregazione di donne (ad es. corsi di alfabetizzazione, ecc.). 74 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Tutto l’ambito scolastico e formativo godrà oltre al sostegno di mediatori e alfabetizzatori di iniziative di miglioramento specifico quali: il laboratorio estivo di alfabetizzazione della Cooperativa Agave rivolto prioritariamente a bambini appena arrivati, un corso specifico per uomini curato da CGIL, un tentativo di miglioramento dei corsi EDA già previsti in un’ottica di avvicinamento ai bisogni degli iscritti, la revisione del protocollo con le scuole per l’inserimento dei minori migranti. I percorsi di supporto all’inserimento lavorativo attivati dagli sportelli esistenti di Solco Imola, Trama di terre, Comune di Imola, IAL Imola saranno maggiormente coordinati all’interno di un protocollo coordinato dal Nuovo Circondario Imolese. Destinatari del Progetto: Tipologie dei destinatari L’intera collettività n. dei soggetti destinatari Diretti 2.500 Indiretti: tutta la collettività Luoghi/contesti per contatto con i destinatari Luoghi di aggregazione (call center, sindacati, negozi etnici, ecc.) Coinvolgimento dei destinatari La rete degli sportelli di contatto territoriale è diffusa, conosciuta e coordinata in modo da garantirne l’accessibilità. Le amministrazioni comunali sono orientate, all’interno della costruzione del percorso di rappresentanza, a tenere conto del punto di vista delle persone migranti. La mediazione interculturale supporta le persone anche a passare dalla lamentela alla critica in una logica propositiva. Effetti attesi : definizione qualitativa La filosofia generale del progetto punta a realizzare percorsi di autonomia e partecipazione attiva per le persone migranti. Effetti attesi : stima quantitativa In coerenza con quanto già realizzato in passato si punta a un pieno utilizzo delle risorse, cioè dei 6 posti convenzionati presso l’Accoglienza di Trama di terre sempre utilizzati al pieno in rotazione e dei 26 posti negli Appartamenti di prima accoglienza con contratti di 18 mesi. Gli Sportelli del Consorzio prevediamo continuino ad avere i circa 200 accessi al mese sui quali ci stiamo attestando. E) Descrizione del piano specifico delle attività del Progetto 1) Accoglienza abitativa per donne e donne con bambini migranti gestita dall’Associazione Trama di terre che realizza un accompagnamento più complessivo nei percorsi di autonomizzazione, grazie anche alla contiguità con il loro Centro interculturale 75 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 2) Accoglienza abitativa per persone sole non comunitarie in Appartamenti di prima accoglienza del Consorzio Servizi Sociali Imola gestiti dal Consorzio Solco 3) Informazione, orientamento e consulenza legale attraverso gli Sportelli immigrati gestiti per il Consorzio Servizi Sociali Imola dal Consorzio Solco e dall’Associazione Centro di Informazione sociale per garantire la fruizione dei diritti e supportare nella ricerca del lavoro (in rete con gli altri sportelli territoriali con il coordinamento del Nuovo Circondario Imolese) 4) Mediazione interculturale nel territorio in collegamento con l’operatore referente per la presa in carico delle famiglie Personale necessario per lo svolgimento della suindicata attività : N° 3 2 11 1 Qualifica Coordinatore Operatori sportelli informativi Mediatori interculturali Assistente sociale Livello Formazione Specifico Esperienza specifica Esperienza specifica Orario/ settimana 9 h 148 h Corsi o esperienza specifica 595 h Diploma universitario 36 h F) Attività precedenti Per quello che riguarda il problema casa si sono affiancate alle risposte di prima accoglienza e di emergenza iniziative di carattere strutturale (progetto “Una nuova politica dell’abitare) del Nuovo Circondario Imolese che affronta ad ampio raggio il tema dell’abitazione per i migranti a basso reddito. Per quello che riguarda il lavoro si è consolidata la rete fra i partner già attivi (associazioni, volontariato, CIP, sindacati) che quest’anno porterà a un coordinamento formalizzato. Per quanto concerne la rappresentanza ci sono stati primi incontri preparatori con le Amministrazioni comunali. G) Informazione e diffusione dei risultati: L’informazione agli interessati è garantita sia dalla bassa soglia di accesso ai servizi sia dai nuovi strumenti cartacei messi in programma nell’anno (carta dei servizi in lingua araba e albanese, materiale specifico distribuito nei luoghi di maggiormente frequentati). Per quello che riguarda la popolazione in generale, rimangono valide le conferenze stampe e i comunicati stampa periodici del Consorzio Servizi Sociali. H) Monitoraggio e Valutazione: Il monitoraggio e la valutazione saranno effettuati dai gruppi di lavoro tecnici composti dai partner coinvolti già previsti. L) Preventivo Economico 76 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Voci di spesa (N.B.: Non sono ammissibili a contributo le spese relative a costruzione, acquisto e ristrutturazione di immobili. Non sono ammissibili a contributo le spese sanitarie. Ogni progetto facente parte del "piano" distrettuale deve prevedere un cofinanziamento pari almeno al 30% del totale del costo previsto per la realizzazione del progetto. Le spese generali di progettazione, di formazione e di documentazione si considereranno ammissibili fino ad un massimo del 10% del costo totale). A) Spese generali di progettazione, avvio e promozione Totale ore _________________ Costo orario _________________ Totale costo ________________ 0,00 B) Spese di documentazione Totale ______________________ C) 0,00 Personale espressamente adibito al progetto Totale ore _______ Costo orario _________________ Totale costo _____________ D) Attrezzature, arredi e materiali (elencare): Totale costo attrezzature _________ 0,00 E) Spese di gestione Locali Totale ____45.117,00 Materiali di consumo Totale __________ 2.000,00 Spese di manutenzione Totale __________18.000,00 Utenze Totale ____26.800,00 Spese amministrative Totale ___________1.000,00 Totale gestione 92.917,00 F) Spese di trasporto e di residenzialità 0,00 G) Spese di formazione degli operatori 0,00 77 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo H) Forme di sostegno economico diretto a soggetti immigrati 142.000,00 I) Altre spese (costo appalti e convenzioni) Totale ___________________ COSTO COMPLESSIVO DEL PROGETTO COSTO A CARICO DEI SOGGETTI COMPLESSIVO: (RIPARTITO TRA I VARI ENTI) 382.135,04 41.627,86 188.845,90 423.762,90 PROPONENTI PARI AL 90,18% DEL COSTO Consorzio Regione FINANZIAMENTO REGIONALE RICHIESTO 41.627,86 78 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo MOD 01 PROGRAMMA FINALIZZATO DI ZONA “INTEGRAZIONE SOCIALE DEI CITTADINI STRANIERI” ai sensi della deliberazione dell’Assemblea Legislativa n. 33 del 29/11/2005 Paragrafo 3.5.2. Iniziativa B ”INTERVENTI A SOSTEGNO DEI PROGRAMMI DI ASSISTENZA ED INTEGRAZIONE SOCIALE A FAVORE DELLE VITTIME DI SFRUTTAMENTO SESSUALE – ART. 18, DLGS 286/98” Modulo per la presentazione del progetto SOGGETTO CAPOFILA IMOLA A) Dati generali del progetto Titolo del progetto OLTRE LA STRADA Durata del Progetto : 12 MESI COORDINATORE TECNICO: indicare il referente per l'esecuzione dell'intervento proposto, a cui ci si potrà rivolgere per eventuali chiarimenti e per la fase di monitoraggio. NOMINATIVO ENTE/SOGGETTO DI APPARTENENZA QUALIFICA TELEFONO, FAX, E-MAIL BRUSA ROBERTO CONSORZIO SERVIZI SOCIALI IMOLA EDUCATORE 0542.606734 – fax: 0542.606762 [email protected] IL PROGETTO E': [] Nuovo [X] Continuazione di attività in corso In tal caso: Anno di avvio: _2001_______ [X] Ha ottenuto finanziamenti a carico del Fondo Nazionale Lotta alla Tratta______________ [] Ha ottenuto finanziamenti a carico di altre leggi nazionali e/o regionali (specificare _________________________________________________________ ) [] Non ha ottenuto finanziamenti precedenti Attività già svolte dall’Ente attuatore prostituzione e della lotta alla tratta nel settore specifico della Partecipazione al Progetto Regionale “Oltre la Strada” dall’anno 2001 79 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo B) Soggetti Partecipanti/reti territoriali Soggetti pubblici coinvolti (indicare le amministrazioni pubbliche partecipanti al progetto) Soggetti privati coinvolti (volontariato, associazionismo, cooperazione sociale, altro) SOGGETTI GESTORI RETE DI SOSTEGNO Consorzio Servizi Sociali Imola Comuni del Circondario, Asl, Polizia di Stato, Carabinieri, Enti partecipanti alla Rete Regionale Associazione “Trama di Associazione Papa Giovanni terre”, Associazione “La XXIII Tenda di Abrham”, Caritas Diocesana Soggetti gestori Nome: CONSORZIO SERVIZI SOCIALI IMOLA Ragione sociale: ENTE LOCALE Sede Legale: VIALE D’AGOSTINO 2/A – IMOLA Nome: ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII Ragione sociale: ASSOCIAZIONE Sede Legale: VIA MAMELI 1 - RIMINI Motivazione della scelta del soggetto o dei soggetti gestori: Presenza sul territorio e pluriennale esperienza nel campo Indicare in quale modo i vari soggetti coinvolti nel progetto (rete locale) collaborano tra di loro, specificando le competenze operative di ciascuno e le modalità di coordinamento della rete Il coordinamento avviene all’interno del tavolo tematico “Immigrazione, Asilo, Lotta alla tratta” che comprende tutta la rete locale per l’espletamento dei Piani di zona. C) Descrizione del Progetto Contesto Locale (evidenziare particolari situazioni locali su cui si intende intervenire) Il fenomeno prostituzione nel nostro contesto non ha mai raggiunto le dimensioni e la visibilità delle altre città della Regione. Più propriamente, risulta maggiormente sommerso in quanto non è tanto la strada il luogo di sfruttamento, quanto l’appartamento privato e ultimamente night bar, centri fitness, club privée, evidenziando quindi problematiche sicuramente meno drammatiche ma non di meno difficile soluzione. Rispetto all’anno precedente dove vi fu un singolare aumento di domande o di invii da parte delle forze dell’ordine di donne che svolgevano la loro attività in territori limitrofi al nostro (Castelbolognese, Faenza, Bologna) e che venivano a Imola o per sporgere denuncia o direttamente ai Servizi Sociali, quest’anno c’è stato un solo invio da parte delle forze dell’ordine. Obiettivi del progetto (elenco sintetico) 80 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Dare sostegno e accoglienza a donne straniere che vogliono uscire dalla prostituzione accompagnandole in un percorso individualizzato e condiviso che abbia come finalità l’autonomia sociale ed economica. Attivare nel territorio un valido lavoro di rete con i Servizi Sanitari, le Agenzie del privato sociale, il volontariato, l’associazionismo, gli Enti locali, la Forza Pubblica per garantire una maggior capillarità dei programmi di sostegno, nonché maggiori garanzie di successo. Possibilità di consolidamento futuro dell'intervento proposto: (indicare quali sono le prospettive concrete di mantenere attivo l'intervento con risorse proprie) Al momento non prevedibili Descrizione delle attività (elencare le singole azioni) • • • • • • • • • • • • Incontri periodici per tenere monitorato il percorso e prevenire eventuali problematiche . Accompagnamento presso la questura per la regolarizzazione. Supporto economico per spese mediche, legali e di viaggio. Accompagnamento all’ambasciata per l’espletamento di documenti necessari al permesso di soggiorno. Quotidiano monitoraggio della situazione abitativa con frequenti colloqui con la ragazza e con l’eventuale persona ospitante e/o convivente. Inserimento scolastico dei minori Contributi economici per coloro che non lavorano Accompagnamento alla Squadra Mobile di Bologna per pratiche inerenti le denunce fatte Screening sanitario al momento della presa in carico e monitoraggio periodico delle condizioni di salute Accompagnamento e monitoraggio ai corsi di lingua italiana Formazione Professionale Inserimento lavorativo Destinatari tipologia e numero diretti indiretti Nove donne ed un minore figlio di una di queste. Tutte le ragazze accolte sono ex prostitute che si sono Popolazione del Circondario imolese liberate dal giogo dello sfruttamento ed in alcuni casi della tratta dopo aver denunciato gli sfruttatori Luoghi/contesti per contatto destinatari diretti Sono stati affissi volantini e adesivi pubblicizzanti il numero verde predisposto dal ministero per la lotta alla tratta nei luoghi di maggior passaggio di cittadini stranieri (stazione f.s., stazione corriere, Pronto Soccorso, Ufficio Stranieri). Allo stesso modo sono stati utilizzati opuscoli informativi pubblicati dalla Regione Emilia Romagna 81 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Effetti attesi del progetto: definizione qualitativa stima quantitativa La messa in rete del progetto con associazioni, pubblici uffici, questura e distretti sanitari ha fatto in modo che gli obiettivi iniziali, dare cioè sostegno e accoglienza a donne straniere che vogliono uscire dalla prostituzione accompagnandole in un percorso individualizzato e condiviso che abbia come finalità l’autonomia sociale ed economica, siano stati in parte raggiunti, se non altro rispetto alle precipue volontà delle ragazze. Il vero nodo problematico è rappresentato dalla lunghezza dei tempi richiesti dalle Questure nel regolarizzare le ragazze causando uno stand-by nel percorso progettuale il più delle volte foriero di crisi depressive e motivazionali da parte delle stesse. Metodologia sintetico) e gli strumenti per Delle nove ragazze in carico, una è già in possesso del permesso di soggiorno per lavoro e sta oramai terminando il percorso mirato alla propria autonomia sociale ed economica (è da tempo inserita nel mondo del lavoro con un contratto di formazione-lavoro, mentre il figlio è inserito alla Scuola materna), sette hanno da poco il permesso per motivi umanitari, l’altra è in attesa del primo permesso di soggiorno. In ogni caso a ciascuna delle ragazze è stata garantita l’assistenza sanitaria, la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno, buone pratiche di graduale autonomia sociale ed economica, nonché un ambiente fortemente educativo e solidale a sostegno della propria scelta. Per il proseguo del progetto si intende mantenere il numero massimo di persone accolte a questi livelli, indirizzando eventuali nuovi bisogni alla rete regionale. l’attuazione del progetto (elenco Il progetto dispone di una convenzione in atto con l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII per tre posti; la convenzione prevede, oltre all’accoglienza abitativa, tutto il lavoro riferito all’aiuto alla persona, quindi: supporto psicologico ed economico, accompagnamento ai servizi ed alle opportunità, sostegno educativo, ricerca del lavoro e della casa. Il Consorzio tiene monitorati i percorsi con incontri mensili. Per quel che riguarda le altre donne che non rientrano nel numero contingentato dalla convenzione, il Consorzio utilizza strutture d’accoglienza presenti sul territorio (comunità, gruppi famiglia, ecc.) oppure prevede anche, nel caso che ne sussistano le condizioni, accoglienze in autonomia proposte dalle donne stesse (ospite di amiche, del fidanzato, ecc). Tutto il lavoro riferito all’aiuto alla persona viene svolto in questo caso dall’educatore del Consorzio referente del progetto. Monitoraggio e valutazione (indicarne quali strumenti e procedure) Colloqui settimanali con le utenti ed incontri periodici con l’Associazione. D) Informazione e diffusione dei risultati: 82 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo (indicare come verrà attuata l’informazione nei confronti degli interessati e come si pensa di diffondere la conoscenza sulle azioni del progetto alla cittadinanza in generale) Attraverso le modalità fino ad ora attuate (materiale pubblicitario). La strategia attuativa del Piano di Zona verrà socializzata alla cittadinanza in un incontro pubblico E) Risorse Personale necessario per lo svolgimento del progetto: N Qualifica Livello Formazione Specifico Livello Formazione Interventi sulla tratta Orario/ settimana 1 Coordinator e D.U. Assistente Sociale Esperienza pluriennale Laurea Pedagogia Esperienza pluriennale. Corsi di formazione, seminari e convegni organizzati in ambito regionale e nazionale. 1 Educatore Professiona le 17h annue 5h 30’ Tipologia Contratto Tempo Indetermi nato / Ente Locale Tempo Indetermi nato / Sanità Preventivo economico complessivo (*) MACROVOCE DI SPESA PERSONALE GESTIONE VITTO, ALLOGGIO, TRASPORTO ATTREZZATURE PRODUZIONE E DIVULGAZIONE DI MATERIALE TOTALE importo coordinamento operatori Amministrazione/segretria altri locali materiali di consumo utenze manutenzioni altro € 1.354,13 € 6.645,87 € 8.000,00 (*) Ogni soggetto deve prevedere un co-finanziamento pari almeno al 50% del totale del costo previsto per la realizzazione del progetto. Il preventivo deve quindi includere anche questi importi. N.B. Non sono ammissibili a contributo le spese relative a costruzione, acquisto e ristrutturazione di immobili. 83 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 2.4 Contrasto alla povertà BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007) (RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE) Estrema difficoltà a reperire un lavoro per le persone ultraquarantenni senza qualifica Mancanza di risposte abitative del mercato dell’affitto privato per persone a basso reddito e con scarse garanzie OBIETTIVI PRIORITARI NEL TRIENNIO STATO DI ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007 Azione di sistema per una politica del lavoro a favore delle persone Realizzato a rischio di esclusione (Sviluppo/Innovazione) Progetto “Una nuova politica dell’abitare” del Nuovo Circondario Imolese (Sviluppo/Innovazione) Sono state realizzate alcune delle azioni previste (bando per alloggi a canone calmierato, bozza Regolamento per l’idoneità abitativa) Continuazione del lavoro di comunità per consolidarne la solidarietà (Consolidamento) Realizzato INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI FINALIZZATI Titolo del progetto: Tipologia: “Contrasto alla povertà ed esclusione sociale” Qualificazione 84 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI QUALIFICAZIONE: denominazione: AZIONE A di cui al programma finalizzato: “CONTRASTO ALLA POVERTA’ SOCIALE” ED ESCLUSIONE Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Consorzio Servizi Sociali Imola di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Maria Grazia Ciarlatani Tel. 0542 606767 Fax 0542 606762 e-mail: [email protected] Destinatari Persone che per storie di vita e caratteristiche individuali vivono in condizione di emarginazione e povertà Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente In continuazione di progettualità precedente Ambito territoriale di realizzazione Zona sociale di Imola Istituzioni/ attori coinvolti Consorzio Servizi Sociali Imola, Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di Castel S. Pietro T., Comuni della Zona sociale di Imola, AUSL di Imola, Associazione Papa Giovanni XXIII, Forze dell’ordine locali, CRI Imola, Caritas diocesana di Imola, Associazione La Cicoria, Cooperativa sociale Seacoop Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Il progetto di questa annualità continua a proporsi di affrontare in rete le situazione locali di povertà migliorando gli strumenti attivati sulla base delle verifiche operative e integrando le risorse all’interno di una strategia comune (integrazione con Area immigrazione, asilo e lotta alla tratta) - Consolidamento del nucleo forte di intervento costituito da: operatori di riferimento per l’emergenza abitativa in collegamento con i responsabili dei casi per la progettazione individuale; Sostegno all’Inclusione Sociale (S.I.S.); Azioni previste rete di accoglienza abitativa temporanea costituita dal Pronto Intervento Sociale gestito dall’Associazione Papa Giovanni XXIII e dagli Appartamenti di servizio del Consorzio Servizi Sociali Imola - Integrazione alle risorse esistenti con: Servizio di Pronto Intervento Sociale per Donne in difficoltà (SPIS) delle Onlus Seacoop e La Cicoria (ved. scheda che segue); Protocollo operativo tra Consorzio Servizi Sociali Imola, Comando dei Carabinieri di Imola, Polizia di Stato di Imola, 85 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Polizia Municipale di Imola, Dipartimento di emergenza urgenza dell’AUSL di Imola e Croce Rossa Italiana – Imola che formalizza le procedure di inserimento nei posti letto convenzionati presso l’Associazione Papa Giovanni XXIII in un’ottica di pronto intervento sociale (ved. ulteriore allegato); Protocollo d’intesa fra i Comuni del Nuovo Circondario Imolese per mettere in condivisione e gestire presso il Consorzio Servizi Sociali Imola le risorse abitative destinate all’emergenza. Piano finanziario Costo totale previsto € 67.274,05 Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota regionale € 42.770,05 Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti € 24.504,00 La rete dei servizi riesce ad offrire a tutte le persone in difficoltà almeno un’opportunità di fuoriuscita dalla situazione di marginalità. 86 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI INNOVAZIONE denominazione: “Servizio di pronto intervento sociale per donne in difficoltà (SPIS)” Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Associazione La Cicoria – Cooperativa Sociale Seacoop di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Teresa De Brasi Tel. 0542 604608 Fax 0542 41837 e-mail: [email protected] Roberta Tattini Tel. 0542 24444 Fax 0542 29954 e-mail: [email protected] Destinatari Donne in difficoltà con o senza figli dai 18 ai 55 anni Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Innovativo Ambito territoriale di realizzazione Zona sociale di Imola Istituzioni/ attori coinvolti Sistema integrato dei servizi sociali locali. Forze dell’ordine. Dipartimento di emergenza urgenza AUSL di Imola Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Dare una risposta a situazioni di emergenza sociale che si possano trovare a vivere donne sole o con figli Azioni previste Piano finanziario Attivazione di Case di prima accoglienza con una disponibilità di 8 posti letto più due per bambini/e della prima infanzia, per 15 giorni + 15 giorni. Costituzione del gruppo di lavoro. Reperibilità 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno di operatrici con linea telefonica raccordata con gli altri soggetti territoriali che a vario titolo ricevono segnalazioni o richieste di aiuto. Attivazione èquipe operativa che svolge compiti relativi all’immediato intervento sul posto della segnalazione, al contenimento delle dinamiche legate all’emergenza, all’acquisizione di elementi informativi utili, all’elaborazione di un progetto di intervento a breve termine, all’accompagnamento della donna nella realizzazione di tale progetto, al collegamento con la rete formale ed informale, all’eventuale suo affidamento ad un referente istituzionale o non. Eventuale Costo totale Quota Quota Ente quota di altri previsto regionale soggetti € 140.072,37 Indicatori per il monitoraggio/valutazione € 140.072,37 N° posti / persone ospitate = 1 87 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROTOCOLLO OPERATIVO TRA CONSORZIO SERVIZI SOCIALI IMOLA, COMANDO DEI CARABINIERI DI IMOLA, POLIZIA DI STATO DI IMOLA, POLIZIA MUNICIPALE DI IMOLA, DIPARTIMENTO DI EMERGENZA URGENZA DELL’AUSL DI IMOLA E CROCE ROSSA ITALIANA - IMOLA Premesso che: il Consorzio Servizi Sociali Imola, dopo il confronto con gli attori del territorio coinvolti, ha elaborato un progetto di contrasto all’esclusione sociale che comprende la risposta a situazioni di emergenza abitativa; la "Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII", Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto con D.P.R. 05.07.1972, ha attivato il Presidio Socio Assistenziale sito a Casalfiumanese, comunicato in data 13/05/2004 al comune di Casalfiumanese secondo D.G.R. 564/00; il CSSI si è avvalso dal 2004 della collaborazione dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini nell’attuazione dei servizi sociali in favore di persone adulte in stato di difficoltà nel territorio di appartenenza con risultati rispondenti agli obiettivi prefissati; l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII dal 2004 ha accolto con buon esito nella propria struttura persone adulte di ambo i sessi del territorio del Consorzio Servizi Sociali Imola, in situazione di effettivo e urgente bisogno dovute: a) a stati di abbandono, degrado, dell’incolumità psicofisica disagio sociale, con rischi b) ad allontanamento dalla famiglia d’origine, nelle situazioni in cui non siano stati ancora individuati il progetto educativo e le risorse eventuali disponibili c) a situazioni urgenti in esecuzione di provvedimento civile/amministrativo da parte dell'Autorità Giudiziaria d) alla necessità di una fase di studio sulla persona e sul contesto familiare per individuare l'intervento più adatto e) al momentaneo allontanamento per sostenere la famiglia in difficoltà improvvisa; la rete dei soggetti coinvolti valuta opportuno concordare formalmente le modalità operative di gestione della risorsa suddescritta Si definisce che: 1) durante l’orario di apertura del 8,30 alle ore 18,30 e il sabato segnalazioni di persone in stato di andranno rivolte all’URP – Sportello CSSI (dal lunedì al venerdì dalle ore dalle ore 8,30 alle ore 12,30) le effettivo e urgente bisogno abitativo Unico del CSSI 2) negli altri momenti il Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’AUSL di Imola, il Comando dei Carabinieri di Imola, la Polizia di Stato di Imola, la Polizia Municipale di Imola e la Croce Rossa Italiana - Imola sono autorizzati a procedere all'invio di persone in stato di effettivo ed urgente bisogno di ospitalità temporanea, presso il Presidio Socio 88 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Assistenziale dell’Associazione “Papa Giovanni XXIII” sito a Casalfiumanese. Gli operatori di quest’ultimo, su questo progetto, rappresentano il CSSI nelle ore chiusura dello stesso, svolgendone anche il ruolo consulenziale e di supporto tecnico valutativo a favore degli altri partner. 3) nel caso in cui si tratti di cittadini di passaggio, non residenti nei Comuni del Nuovo Circondario Imolese, l’Associazione, conformemente a quanto previsto dal Regolamento per l’Assistenza economica del Consorzio, provvederà all’ospitalità solo per una notte e corrisponderà il costo del biglietto ferroviario per consentire al cittadino di passaggio di poter raggiungere il proprio comune di residenza o il più vicino consolato nel caso di cittadino straniero; 4) nei casi fosse assolutamente impossibile procedere in altro modo, l’Associazione si impegna anche al trasporto presso il presidio di Casalfiumanese degli adulti da accogliere; 5) la pronta accoglienza è garantita per tutti i giorni dell'anno. L’accoglienza non dovrà superare i due mesi ed è strettamente correlata alla possibilità di individuare un progetto individualizzato in collaborazione con i servizi competenti. In caso di invio presso la struttura da parte delle Forze dell’ordine, del Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’AUSL di Imola o della C.R.I., il Consorzio provvederà a valutare la situazione il primo giorno lavorativo successivo all’accoglienza, per individuare un progetto in base ai bisogni espressi dalla persona. 6) eventuali deroghe saranno concordate tra l' Associazione e il Consorzio Servizi Sociali Imola 7) la richiesta di eventuali altre accoglienze oltre ai due posti riservati verrà concordata all’occorrenza con il Consorzio Servizi Sociali Imola. Il Consorzio Servizi Sociali Imola si impegna, nel primo giorno lavorativo successivo all’accoglienza di cui sopra, a collocare la/e persona/e eccedente/i i due posti presso un’altra struttura o presso lo stesso Presidio Socio Assistenziale sito a Casalfiumanese con accordi specifici presi con il referente della struttura. 8) il trasferimento a carattere permanente di persone accolte presso il Presidio Socio Assistenziale sito a Casalfiumanese in altri presidi socio assistenziali dell’Associazione sarà valutato all’occorrenza. 89 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 2.5 Prevenzione e contrasto delle dipendenze e di altre forme di disagio sociale BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007) (RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE) Il contesto di marginalità sociale in cui spesso si trova la popolazione giovanile immigrata residente nel nostro territorio La necessità di rafforzare il coinvolgimento degli adulti significativi per il mondo giovanile, evitando le deleghe educative alle istituzioni L’individuazione di gruppi di giovani a rischio (che si ritrovano stabilmente presso bar e locali di alcuni territori) in cui intervenire a livello di singoli e di gruppi attivazione di percorsi di conoscenza e delle abilità e competenze socio-lavorative (bilanci di competenza) e di percorsi di qualificazione professionale specifici e mirati OBIETTIVI PRIORITARI NEL TRIENNIO STATO DI ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 2005-2007 Le azioni nei luoghi di divertimento sono state estese a tutti comuni del circondario. Si è ampliato il numero dei locali coinvolti (32 serate, di cui 12 in locali, Consolidare le azioni sinora 10 in evrenti, per circa 8.000 attuate nell’ambito dei ragazzi coinvolti). luoghi del divertimento, Sono aumentati anche gli delle scuole guida e degli interventi nelle scuole Guida istituti scolastici (13 in 4 Scuole Guida, con il coinvolgimento di 250 persone). E’ stato attivato un corso di formazione per docenti delle scuole medie inf. E Sup. Consolidare e qualificare le azioni sinora attuate nell’ambito dei luoghi del divertimento, delle scuole guida e degli istituti scolastici, puntando a favorire la creazione di relazioni stabili con e tra i soggetti coinvolti (gruppo di lavoro con le forze dell’ ordine, con gli amministratori, le associazioni di categoria…). Promuovere azioni finalizzate ad un maggior coinvolgimento nei progetti educativi degli adulti significativi per il mondo giovanile (allenatori delle attività sportive, gruppi formali) Qualificare maggiormente la relazione con i gestori e con le Forze dell’ ordine (come altro soggetto che ha una relazione con i giovani, che può essere giocata in modo diverso). Consolidare i percorsi formativi con gli insegnanti. Si è attivata una ricerca azione che ha coinvolto 26 gestori di locali frequentati da giovani, si è creata con loro una relazione stabile che sta favorendo una relazione maggiormente costruttiva. 90 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Realizzare attività di promozione della salute e di prevenzione dell’ uso/abuso di sostanze psico-attive per i giovani immigrati, anche orientando a questo target le azioni sinora attuate Individuare ed attuare dei percorsi per facilitare l’accesso/accompagnament o ai servizi specialistici dei giovani ritenuti a rischio o problematici, a partire dalle relazioni instaurate dagli operatori del progetto anche con i gruppi informali di giovani del territorio Ampliare le attività di ricerca già realizzate finalizzate alla conoscenza del mondo giovanile e a valutare l’impatto e i risultati delle azioni sinora attuate. Integrazione tra Servizi Sociali, Sanitari e per l’Impiego, Enti di Formazione e Cooperative Sociali di tipo B Questa azione è stata sviluppata per ora solo nelle scuole guida, individuato come ambito privilegiato per il contatto con i giovani stranieri iscritti che sono numerosi . (70 su 250 giovani coinvolti). Realizzare con il coinvolgimento delle associazioni di stranieri, un pieghevole informativo nelle lingue madri degli stranieri che vivono nel nostro territorio. All’ interno delle attività nei luoghi di ritrovo dei giovani sono stati diffusi materiali informativi del centro nuove droghe e dei servizi sociali, cui si è cercato attraverso la relazione di favorire l’ accesso dei ragazzi più a rischio. E’ stata svolta una ricerca azione con i gestori dei locali sugli stili di vita dei giovani e degli adulti nei Comuni del Circondario Imolese. All’ interno della stessa ricerca è stata chiesta ai gestori una valutazione dell’ impatto e dei risultati del progetto da cui è emerso la positività e la stabilità delle relazione con gli operatori, il gradimento dell’ attività e la difficoltà a comprendere gli obiettivi di cambiamento ed i risultati. Sono state avviate ulteriori azioni di coordinamento e d’integrazione fra servizi sociali, sanitari e per l’impiego, enti di formazione e cooperative sociali, anche attraverso il “Tavolo per la Transizione al lavoro delle persone svantaggiate”, costituitosi con il Piano di Zona Territoriale. In particolare si è avviato un gruppo di coordinamento territoriale (denominato Unità di Coordinamento Territoriale) in riferimento al “Protocollo operativo per l’inserimento al lavoro delle persone disabili”, al quale partecipano Provincia, Centro per l’Impiego, Cons Servizi Sociali e Azienda Usl (DSM, Medicina Legale e Ser.t) Inoltre da febbraio si è formato un gruppo di Consolidare un sistema integrato di relazioni tra servizi sociosanitari, servizi per la formazione, servizi per il lavoro, cooperazione sociale, associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali e finalizzato allo sviluppo di percorsi d’integrazione lavorativa delle persone svantaggiate e dei percorsi di riduzione del danno ed inserimento occupazionale in ambito protetto Partecipazione ail’”Unità di Coordinamento Territoriale” e al gruppo di coordinamento per il “progetto E.T”. per sviluppare percorsi che favoriscano bilanci di competenza e acquisizione di competenze professionali spendibili sul mercato del lavoro a favore di persone in fase di reinserimento e/o in condizione di marginalità. 91 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo formato un gruppo di coordinamento per lo sviluppo del progetto EQUAL Fase II “Esperienze di Transizione”, rivolto a giovani dai 15 ai 25 anni. Vi partecipano Centro per l’Impiego, Enti di Formazione Professionale, Coop. Sociali, Cons Servizi Sociali, DSM e Ser.T. marginalità. Favorire percorsi di transizione al lavoro in coop.ve sociali di tipo B. Promuovere e condividere con i servizi sociosanitari, per il lavoro e per la formazione prof.le una banca dati informativa su risorse e opportunità territoriali coinvolgibili per la realizzazione di percorsi di transizione al lavoro con finalità di reinserimento sociale e/o riduzione del danno INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI DI SVILUPPO/ INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE O CONTENIMENTO Titolo del progetto: Tipologia: “Educativa di territorio” Innovazione INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI FINALIZZATI Titolo del progetto: Tipologia: “Percorsi di transizione al lavoro” Sviluppo “Mondo giovanile e rapporto con le sostanze” Sviluppo 92 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE: denominazione: EDUCATIVA DI TERRITORIO Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Consorzio Servizi Sociali Imola di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Destinatari Maria Grazia Ciarlatani: tel. 0542 606767 e-mail: [email protected] Chiara Camaggi: e-mail: [email protected] minori appartenenti a nuclei famigliari multiproblematici a rischio e/o con problemi conclamati di dipendenza gruppi a rischio di abuso di alcol e di sostanze psicoattive Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Progetto innovativo Ambito territoriale di realizzazione Comuni del Circondario Imolese Istituzioni/ attori coinvolti Consorzio Servizi Sociali Dipartimento dipendenze Patologiche A.USL Imola Consorzio Sol.Co Imola Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste 1. Sostenere minori a rischio di dipendenza attraverso azioni educative presso i nulcei famigliari ed il territorio 2. Creazioni di reti di fronteggiamento stabili 3. Favorire interventi con forte connotazione educativa e non solo sanitaria 4. Integrazione con le azioni dei progetti “Diritti ed opportunità per l’ infanzia e l’ adolescenza” e “Mondo giovanile e rapporto con le sostanze” nel cui quadro economico sono ricompresi anche i costi di questo progetto/intervento Azioni a livello indivuduale 1. presa in carico dei minori a rischio 2. Conoscenza delle realtà ed opportunità del territorio (dopo-scuola, associazioni, centri giovanili volontari, gruppi informali, attività sportive, laboratoriali, biblioteche, servizi per gli stranieri..) e dei principali luoghi di ritrovo e delle realtà scolastiche o lavorative 3. Azioni di osservazione/sostegno delle relazioni famiari presso il territorio e le abitazioni 4. Coinvolgimento di persone già significative (amici famigliari, professionisti socio-sanitari) nella vita dei minori, o che comunque lo possano diventare, 5. Costituzione della rete di fronteggiamento per ogni minore per concordare assieme azioni che assieme a lui ed alla famiglia possano favorire l’inserimento nel territorio e ridurre il disagio e l’isolamento 93 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 6. Inserimento ed accompagnamrento dei ragazzi in realtà positive del territorio ed integrazione con le altre azioni di prevenzionbe delle sostanze psico-attive e dei centri giovanili Azioni a livello di gruppi 1. aggancio/presenza degli operatori nei principali luoghi di ritrovo dei gruppi a rischio 2. relazione con i ragazzi 3. facilitazione della partecipazione alle attività dei centri giovanili 4. Inserimento ed accompagnamrento dei ragazzi in realtà positive del territorio ed integrazione con le altre azioni di prevenzionbe delle sostanze psicoattive e dei centri giovanili Piano finanziario Costo totale previsto Fasi da Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota regionale Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti N. casi/gruppi inseriti e/coinvolti Tempi di presa in carico Esistenza ed efficacia delle reti di fronteggiamento Inserimento sul territorio dei singoli o dei gruppi monitorare per i singoli minori Presentazione del caso Conoscenza del minore Coinvolgimento della rete sociale e delle figure/realtà del territorio previste nel progetto individuale; Educatore Case Manager Autonomia Dimissioni 94 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE: denominazione: di cui al programma finalizzato: “DIPENDENZE E UTENZA MULTIPROBLEMATICA” – PARTE 1: MONDO GIOVANILE E RAPPORTO CON LE SOSTANZE Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Destinatari Consorzio Serivizi Sociali Imola Edoardo Pederzoli 1. Preadolescenti, adolescenti, giovani (12-34 anni) che vivono nei comuni del Circondario Imolese, con particolare attenzione ai pre-adolescenti ed adolescenti 2. Associazioni di Categoria, gestori, bar, pub, discoteche, eventi 3. Adulti che stabilmente hanno relazione con i giovani e sono da loro percepiti come significativi (allenatori, educatori) 4. Insegnanti 5. Gestori di Scuole Guida Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Continuazione del progetto dell’ anno precedente Ambito territoriale di realizzazione Comuni del Circondario Imolese Istituzioni/ attori coinvolti 1. Consorzio Servizi Sociali Imola (coordinamento del progetto) che mette anche a disposizione la rete degli interventi già attivati nel territorio (centri giovanili) e nelle scuole 2. Ser.T. dell’AUSL di Imola, che mette a disposizione gli “specialisti”, le competenze sanitarie, cliniche, 3. Amministrazioni locali 4. Cooperative sociali del territorio, cui si affida la gestione del progetto ed altre che collaborano con interventi propri, contributo nell’ analisi/relazione del territorio, 5. Scuole (medie inferiori e superiori), peraltro già estensivamente coinvolte in altri progetti di prevenzione 6. Associazioni di Categoria dei Commercianti: sostegno nella sensibilizzazione, coinvolgimento dei gestori, visibilità 7. Forze dell’ordine: raccordo con gli interventi di prevenzione già attuati dalle Forze dell’ ordine, lettura del contesto condivisa, individuazione e coordinamento di azioni nei luoghi di divertimento (etilometro…) 8. Gestori di Scuole Guida, promuovere gli interventi nei propri locali, modalità di somministrazione e di relazione con i giovani, conoscenza dei contesti, dei gruppi di giovani, degli stili di consum 95 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste 1. Consolidare e qualificare le azioni sinora attuate nell’ambito dei luoghi del divertimento, delle scuole guida e degli istituti scolastici, puntando a favorire la creazione di relazioni stabili con e tra i soggetti coinvolti (gruppo di lavoro con le forze dell’ ordine, con gli amministratori, le associazioni di categoria…). 2. Integrazione con le azioni del progetto innovativo “Educativa di territorio” e con il progetto “Diritti ed opportunità per l’ infanzia e l’adolescenza”(centri di aggregazione giovanili 3. Qualificare maggiormente la relazione con i gestori e con le Forze dell’ ordine (come altro soggetto che ha una relazione con i giovani, che può essere giocata in modo diverso). 4. Consolidare i percorsi formativi con gli insegnanti. 5. Realizzare con il coinvolgimento delle associazioni di stranieri, un pieghevole informativo nelle lingue madri degli stranieri che vivono nel nostro territorio. 6. Implementare la formazione degli operatori coinvolti partecipazione al coordinamento regionale Unità di Strada 1. Guppo di lavoro formato dalle Forze dell’ordine (Polizia Municipale, Polizia di Stato, Carabinieri) e dal Consorzio servizi Sociali per: mettere in rete le azioni di prevenzione del disagio giovanile in generale ed in particolare di quello legato all’ abuso delle sostanze psico-attive condividere le metodologie di interevento in base all’ età ed ai contesti frequentati dai giovani coinvolti programmare la presenza delle Forze dell’ Ordine a sostegno dei nostri interventi, con l’ etilometro ad uso informativo e preventivo 2. Gruppo di lavoro con i rappresentanti delle associazioni di categoria dei Commercianti per impostare una ricerca-intervento con i gestori dei locali sul mondo giovanile, sugli stili di consumo, sul rapporto giovani adulti, attraverso un ‘intervista strutturata che si propone anche come strumento di valutazione dell’ efficacia e della percezione sociale degli interventi. 3. Formazione insegnanti: coinvolgimento del Cist per predisporre un corso di formazione per gli insegnanti delle Scuole Medie e degli Istituti Superiori in cui attraverso una metodologia attiva si aiuteranno gli insegnanti a proporre nelle proprie classi interventi di prevenzione. 4. Azioni nei Supermercati: Presenza nei maggiori supermercati del territorio di materiale informativo per la prevenzione dell’abuso degli alcolici e sensibilizzazione degli esercenti. Azioni con i giovani 1. Gruppi informali: azioni con i gruppi informali del territorio, con i gruppi che si ritrovano nei centri sociali, 96 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Piano finanziario nei piccoli bar, in sinergia con le attività dei Centri di Aggregazione giovanile. Si utilizzano gli strumenti dell’ appuntamento, della presenza costante nel territorio in luoghi e punti significativi per i giovani, diffusione di volantini con la programmazione delle attività. 2. Azioni nei locali e negli eventi: attività di relazione con i gestori ed i giovani, attività informative ed animative. 3. Attività nelle Scuole Guida con i gestori e con i giovani iscritti: somministrazione del test sul consumo, la percezione, le conseguenze riguardo l’ abuso delle sostanze psico-attive ai ragazzi/e iscritti, partecipazione alle lezioni di teoria con un’introduzione informativa sulle sostanze psico-attive, discussione con i ragazzi/e sui propri comportamenti a rischio, legati in particolare alla guida. 4. Integrazione con le attività di relazione e di animazione con gli adolescenti che sempre più spesso hanno il centro commericiale come luogo di ritrovo gestiti dalla della Coop. Soc. Seacoop presso il Centro Leonardo. 5. Centro Nuove Droghe: svolge attività clinica, per i giovani consumatori di sostanze diverse dall’eroina e per i loro famigliari; collabora alla realizzazione di attività di prevenzione e di attività formative per gli adulti che operano a contatto con il mondo giovanile. L’operatore opera anche sul territorio e nelle attività nei luoghi di divertimento. Svolge quindi attività anche al di fuori del setting clinico. Eventuale Costo totale Quota quota di altri Quota Ente previsto regionale soggetti € 131.430,00 Indicatori per il monitoraggio/valutazione € 92.000,00 € 9.430,00 numero dei ragazzi contattati numero degli interventi nei locali, nelle scuole guida, nei supermercati, negli eventi e nei luoghi informali numero dei giovani con cui si instaura un rapporto stabile n. incontri con le forze dell’ordine e con le associazioni di categoria/gestori n. insegnanti, gestori coinvolti, membri delle Forze dell’ Ordine n. Scuole Guida coinvolte n. minori che accedono a servizi strutturati in seguito anche agli interventi di prevenzione cambiamenti ottenuti in termini di conoscenze nei destinatari. In particolare, la conoscenza del fenomeno per i gestori e gli insegnanti e la conoscenza dei rischi per i ragazzi cambiamenti ottenuti in termini di atteggiamenti. In particolare, nei gestori/insegnanti una minore propensione al mero controllo (fomentato dalla paura) e un maggior orientamento verso l’ascolto, la comprensione e l’autocritica. Negli adolescenti-giovani, la diminuzione della propensione alla devianza, una maggiore disponibilità verso una socializzazione multiforme, un contenimento degli atteggiamenti conflittuali radicali con gli adulti e con i coetanei cambiamenti ottenuti in termini di competenze dei 97 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo destinatari. In particolare, per gli adulti capacità di analisi precoce delle situazioni di rischio e capacità di coinvolgere la rete dei servizi esistenti; maggiori capacità degli adulti di collaborare tra loro nell’aiuto ai ragazzi, soprattutto nel rapporto tra scuola e famiglia. Nei ragazzi si misurerà soprattutto l’aumento dell’autostima prodotto dagli interventi proposti 98 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE: DENOMINAZIONE: DI CUI AL PROGRAMMA FINALIZZATO: “ DIPENDENZE E UTENZA MULTIPROBLEMATICA” PARTE 2- PERCORSI DI TRANSIZIONE AL LAVORO Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Consorzio Servizi Sociali Imola di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti - Edoardo Pederzoli (Consorzio Servizi Sociali) (Ser.T - Azienda Usl ) Destinatari Persone residenti nei Comuni del Circondario Imolese ed in carico all’U.O.D.P. (Unità Operativa Dipendenze Patologiche del Ser.t) in riferimento a condizioni di dipendenza da sostanze, marginalità sociale associata all’uso di sostanze e situazioni riconducibili ad utenza multiproblematica Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Continuazione Ambito territoriale di realizzazione Comuni del Circondario Imolese Istituzioni/ attori coinvolti Azienda Usl - Consorzio Servizi Sociali – Centro per l’Impiego – Provincia di Bologna – Associazioni Cooperative – Associazioni Imprese – Cooperative Sociali di tipo B ed A – Enti di Formazione Professionale – Agenzie per il lavoro varie – Associazioni di Volontariato – Organizzazioni Sindacali Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) - Incentivare la rimotivazione della persona all’approccio con il mondo del lavoro - Facilitare percorsi di socializzazione e risocializzazione del singolo attraverso la partecipazione a contesti di tipo occupazionale Osservazione e valorizzazione di abilità/caratteristiche/potenzialità sia di tipo occupazionale che relazionale - Favorire l’accesso al mondo del lavoro - Promuovere qualificazione e formazione attraverso il lavoro - Ricercare e sostenere la permanenza stabile in contesti lavorativi dell’utenza a cui si rivolge il progetto - Incrementare livello di coordinamento e integrazione tra i vari attori coinvolti su tutto il territorio 99 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo - Azioni previste Valutazione caso e situazione della persona per la quale si ipotizza un progetto Approfondimento su caratteristiche, aspettative e motivazioni della persona identificazione degli obiettivi specifici e dei risultati attesi da definire caso per caso coordinamento con gli attori coinvolti per la ricerca/coinvolgimento delle opportunità esistenti sul territorio maggiormente adeguate agli obbiettivi del progetto Monitoraggio, tutoraggio e restituzione ai partecipanti sui risultati raggiunti durante i singoli percorsi - Individuazione e costruzione condivisa degli obiettivi del singolo progetto - definizione di indicatori di risultato condivisi - verifica e sostegno dell’andamento del progetto - valorizzazione degli aspetti positivi raggiunti Coordinamento con i vari attori coinvolti, mappatura delle risorse e sviluppo banca dati condivisa Costo totale previsto Quota regionale Quota Ente Piano finanziario € 46.699,00 Indicatori per il monitoraggio/valutazione € 32.689,00 Eventuale quota di altri soggetti € 14.010,00 - Numero percorsi realizzati e differenziati per tipologia: 1. riduzione del danno 2. marginalità sociale 3. reinserimento sociale - Diminuzione dell’uso di psicofarmaci e/o sostanze - Numero di contesti occupazionali coinvolti - Grado di soddisfazione del soggetto - Miglioramento delle dinamiche relazionali familiari - Grado di soddisfazione del tutor aziendale - Grado di soddisfazione dell’operatore referente - Numero di percorsi che hanno portato ad un’integrazione lavorativa (forma di assunzione temporanea o stabile) 100 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 2.6 Salute mentale BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007) (RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE) Individuazione dei fattori di rischio sanitario e sociale per una prevenzione del dell’adolescenza e della giovinezza disagio in età supporto alla vita al domicilio, alla convivenza nei condomini e nei quartieri sostegno ai nuclei famigliari – supporto ai caregivers da parte della rete formale ed informale dei servizi potenziamento di opportunità di integrazione e di inserimento sociale e lavorativo diffusione di una cultura delle diversità a contrasto dello stigma e del pregiudizio diffusione della conoscenza del lavoro dei servizi presso la cittadinanza OBIETTIVI PRIORITARI NEL TRIENNIO STATO DI ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI Rilettura dell’attuale modello di integrazione socio-sanitaria, alla luce di una rivalutazione delle specifiche funzioni attribuite ai servizi e di una definizione condivisa dei criteri di presa in carico sanitaria, sociosanitaria e sociale potenziamento e qualificazione delle risposte di tipo domiciliare, in un’ottica di presa in carico complessiva del nucleo famigliare RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007 Prosecuzione dell’obiettivo e prime applicazioni operative (vedi scheda di Progetto) Rilevazione preliminare dei casi in carico al DSM con interventi di tipo sociale Si mantiene l’obiettivo. Sperimentazione di equipe Interconnessione con l’obiettivo integrata (psichiatra, precedente infermiere, assistente sociale, educatore) per singoli casi nel territorio della Vallata del Santerno. 101 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo rivisitazione del sistema delle residenzialità in un’ottica circondariale e trasversale ai diversi ambiti di intervento (anziani, salute mentale, disabili adulti, dipendenze patologiche) nella prospettiva di una razionalizzazione delle risorse, di un’appropriatezza delle risposte, di un ampliamento delle opportunità a fronte dei bisogni di autonomia della persona e di sollievo famigliare ampliamento della rete delle opportunità di lavoro, con attenzione alla personalizzazione e alla flessibilità dei percorsi di transizione e di inserimento lavorativo: sensibilizzazione del mondo delle imprese (cooperative di produzione, imprese artigiane, commerciali, industriali), definizione di percorsi di accompagnamento nell’inserimento lavorativo, attuazione di politiche orientate allo sviluppo di cooperative di tipo B qualificate, gestione del protocollo di intesa con la Provincia di Bologna Studio di fattibilità per la creazione di un sistema integrato delle residenzialità per adulti in ambito circondariale. Si conferma l’obiettivo. Prosecuzione dello studio e prime applicazioni (vedere documento Progetti interAree). Azione di coordinamento tra Provincia, Centro per l’impiego, CSSI, DSM, Enti di Formazione Professionale, per la realizzazione di progetti di transizione al lavoro: Prosecuzione dell’obiettivo • Progetto E.T. • “Protocollo operativo per la definizione dei percorsi di l’inserimento mirato” (delle persone disabili ex 68/99) con la Provincia di Bologna Seminario di aggiornamento organizzato dal DSM AUSL: “Approfondimento tecnico e scambio di esperienze con cooperative extraregionali di tipo B attive nell’inserimento lavorativo nel campo della salute mentale”. Predisposizione del “Protocollo di Intesa per lo sviluppo della Cooperazione sociale di tipo B” tra Asl di Imola, Legacoop e Confcooperative (firmato il 27/01/2006). Convenzione-quadro della Provincia di Bo per l’inserimento lavorativo delle persone disabili all’interno di Coop soc. di tipo B o di tipo B + A (art.22 L.R. 17/05) 102 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Istituzione della “figura di sistema” collegamento in rete degli interventi di prevenzione, di sportello e di educazione sanitaria attivati nelle scuole da Servizi Sanitari e Sociali, del Privato Sociale e del Volontariato; sviluppo delle competenze dei diversi attori sociali nella lettura del disagio psico-sociale; assunzione di competenze nella intercettazione del rischio da parte dei soggetti della rete formale, in particolare pediatri e medici di medicina generale, insegnanti e operatori sociali, e da parte dei soggetti della rete informale tra cui volontari, responsabili di gruppi giovanili, referenti di centri aggregativi sensibilizzazione della comunità attraverso un’informazione corretta su agio e disagio e una conoscenza dei servizi e delle opportunità sviluppo delle esperienze di auto-mutuo-aiuto in rete tra loro e di una cultura dell’accoglienza Presenza programmata degli assistenti sociali nelle scuole e realizzazione dei Gruppi misti in ogni Istituto Comprensivo del Circondario. Coinvolgimento di alcuni attori in interventi di prevenzione informazione Prosecuzione dell’obiettivo nelle scuole (es. Concorso Sensibil….mente contro il pregiudizio2) “Guarire dal male mentale:convivere e lavorare con le voci”:incontro pubblico di Ron Coleman con gli studenti di Scuola Secondaria organizzato dal Coordinamento AMA e dal DSM Realizzazione del Progetto Mondi solidali – Solco Imola. In Prosecuzione dell’obiettivo specifico nascita ed avvio del Centro per l’ascolto e l’animazione sociale “Epic’entro” Realizzazione del progetto “Quartieri Solidali” a cura delle associazioni di volontariato imolesi Ideazione del progetto “Mani di donne” Realizzazione delle iniziative “Oltre la siepe. La salute mentale è un diritto di tutti, anche il tuo!” Prosecuzione dell’obiettivo Realizzazione del progetto “Volontariato e Città in rete” a cura delle associazioni di volontariato di Castel S.Pietro T. Consolidamento della rete tra i gruppi AMA (Coordinamento AMA) e nascita di nuovi gruppi. “Ritrovarsi insieme per vivere meglio”: Corso di formazione 103 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo meglio”: Corso di formazione gratuito sulla cultura e sulla pratica dell’auto-mutuoaiuto rivolto alla cittadinanza Attività della Polisportiva “Eppur si muove” nei diversi comuni del circondario realizzazione di uno studio di fattibilità per l’Azione di recupero, sistemazione e organizzazione del materiale archivisticodocumentario relativo alla psichiatria istituzionale imolese, nell’ambito del Progetto Centro Studi Imolese Realizzazione dello studio di fattibilità a cura dell’Istituzione Minguzzi – Provincia di Bologna. INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI DI SVILUPPO/ INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE O CONTENIMENTO Titolo del progetto: Tipologia: “Presa in carico integrata dei casi a valenza socio-sanitaria e messa in rete delle risorse” qualificazione 104 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI QUALIFICAZIONE: denominazione: Presa in carico integrata dei casi a valenza sociosanitaria e messa in rete delle risorse Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Consorzio Servizi Sociali Imola di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Laura Barelli Tel 0542 606712 [email protected] Destinatari Soggetti minori,adulti e anziani che presentano una patologia psichiatrica associata ad un disagio sociale e viceversa. Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Rappresenta l’evoluzione del lavoro sviluppatosi a partire dal Protocollo Consorzio-DSM, Consorzio –NPEE, Protocollo Consorzio- Coop. Il Sorriso- UOCDP e in continuità al Progetto Studio di fattibilità per un sistema integrato delle residenze Ambito territoriale di realizzazione Circondario di Imola Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste Consorzio Servizi Sociali Imola, dell’Istituzione di CSPT, del Comune di Medicina, DSM (CSM e NPEE) dell’Azienda USL Imola e propri operatori professionali. Coinvolgimento delle Cooperative che gestiscono residenze, semiresidenze e servizi domiciiliari. Sperimentazione di Unità Valutativa Multidimensionale (UVM), tenuto conto dei Protocolli già approvati, per la valutazione e presa in carico socio-sanitaria di soggetti minori,adulti e anziani che presentano una patologia psichiatrica associata ad un disagio sociale e viceversa. Proseguimento dell’approfondimento sulla rilettura del modello di integrazione socio-sanitaria nel Gruppo di lavoro Approfondimento nell’ambito del Gruppo di lavoro interservizi (CSSI, Istituzione CSPT, DSM, Distretto) del modello di integrazione socio-sanitaria. Predisposizione nel Gruppo di Lavoro di un Regolamento di funzionamento dell’UVM che preveda: - La presenza del medico di medicina generale tra i componenti dell’UVM, con la possibilità di estensione ad altri professionisti da coinvolgere nella valutazione del caso - L’identificazione dei soggetti oggetto della presa in carico integrata (minori incarico a NPEE prossimi all’età adulta, adulti e anziani con patologia psichiatrica e disagio sociale - La costruzione dei percorsi e delle procedure per l’attivazione della UVM ai fini dell’inserimento e/o dell’erogazione di servizi e prestazioni in ambito di 105 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo - residenza, semiresidenza, domiciliare (anche riferimento al Documento Studio di fattibilità residenze). Il monitoraggio delle risorse residenziali con sulle Sperimentazione dell’UVM Valutazione dei risultati Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione Continuazione delle attività previste dal protocollo operativo fra Istituzione CSPT e Dipartimento Salute Mentale AUSL di Imola approvato con determina n. 75 del 6/5/2003 Eventuale Costo totale Quota Quota Ente quota di altri previsto regionale soggetti Costo del personale € € 4.740,00 € 4.820,00 9.560,00 - Formazione di un Gruppo di lavoro interservizi di approfondimento delle metodologie e delle procedure - strumenti per la presa in carico integrata (Verbale UVM, scheda/e di valutazione, Piano Individuale socio-sanitario) - n. casi valutati /n. casi presi in carico integrati 106 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 2.7 Politiche a favore di anziani BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007) (RICHIAMARE SOLO PER PAROLE CHIAVE) analisi quanti-qualitativa delle risorse residenziali in ambito di zona sociale revisione degli attuali modelli di assistenza domiciliare pubblica, alla luce degli attuali bisogni di cura espressi dalle famiglie unitamente ad una valutazione dell’assistenza fornita dalle assistenti familiari in particolare straniere ed alla luce della Direttiva Regionale 1378/99 qualificazione dell’intervento nei Centri Diurni e potenziamento della competenza del personale nei confronti dei più gravi Osservatorio permanente per il monitoraggio dei bisogni e delle risposte revisione e omogeneizzazione dei Regolamenti vigenti RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007 OBIETTIVI PRIORITARI NEL TRIENNIO STATO DI ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI promuovere e sostenere la sensibilizzazione delle comunità locali nell’accoglienza e nell’integrazione dei soggetti anziani, con progettualità territoriali tese a incoraggiare stili di vita relazionali e sviluppare reti di solidarietà sociale (Comunità solidali)sviluppo di esperienze di auto-aiuto L’obiettivo, che resta di lunga durata si è espresso in esperienze territoriali di promozione di relazioni tra anziani e tra giovani generazioni e anziani. Si citano le attività sostenute dai Comuni secondo le azioni contenute nel progetto Buena Vista Social Club, l’attività dei Laboratori e del Progetto Buon Vicinato promossi da Auser e Antea, Il Progetto Quartieri Solidali in corso di attuazione e condotto dalla Consulta delle Associazioni di Volontariato di Imola L’obiettivo dello sviluppo di reti di solidarietà sociale di auto-mutuo aiuto si collega all’obiettivo di promuovere forme di prevenzione presso la popolazione anziana di concerto tra Comuni, Associazionismo e Volontariato. Inversamente, le azioni avviate per promuovere il ruolo dell’anziano e prevenire forme di isolamento sociale contribuiscono alla crescità di comunità solidali. Già dal 2004, all’interno del Piano di contrasto all’impatto provocato dalle ondate di calore, ASL, Consorzio S.S., Istituzione di CSPT e Comune di Medicina hanno realizzato azioni di mappatura di anziani a rischio o in situazione di fragilità e con il concorso dei Si conferma l’obiettivo. Si include un progetto specifico di sviluppo. aggiornamento della mappatura delle aree di vulnerabilità sociale: solitudine, non autosufficienza,…. Indicatori: - n. progetti attivati - n. utenti coinvolti - n. h attività con utenti Indicatori: - elenco indicatori di vulnerabilità sociale 107 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo fragilità e con il concorso dei MMG, dei Servizi e di Filo d’Argento e ANTEA, hanno agito funzioni di prevenzione. Integrazione programmatica tra politiche sociali, sanitarie, abitative, culturali, urbanistiche, della mobilità attraverso azioni coordinate e progetti specifici (Piano di Azione Locale) potenziamento e qualificazione degli interventi per la cura al domicilio e il sollievo familiare, nella prospettiva di presa in carico globale del nucleo famigliare E’ stato raggiunto l’obiettivo di avviare un processo di integrazione programmatica tra politiche: I 28 progetti specifici previsti nel Piano sono attivati e incorso di attuazione, coinvolgendo i diversi soggetti pubblici e privati. Per la complessità e l’articolazione del processo, nonché per la sua piena implementazione, necessitano tempi medio-lunghi. La progettualità relativa alle politiche culturali e del tempo libero degli anziani (progetto Buena Vista Social Club), in via di ultimazione, ha visto l’attuazione in tutte le sue fasi, dalla mappa delle opportunità alle inziative comunali alla network dei musicisti. Si persegue l’obiettivo della presa in carico della famiglia con l’estensione dell’animazione domiciliare, iniziative di formazione degli operatori, con una crescente flessibilità nell’accesso ai Centri Diurni. Si è anche avviata la collaborazione con il Centro per l’adattamento dell’ambiente domestico per consulenze specifiche per disabili anche anziani. n . soggetti rilevatori report annuale dei soggetti rilevati in condizione di fragilità - azioni di prevenzione in rapporto alla numerosità della popolazione anziana Mantenimento dell’obiettivo - Il progetto di miglioramento dell’assistenza nelle strutture residenziali per anziani si è concluso nel 2006, sospensione dei monitoraggi Indicatori Progetto A - schede di monitoraggio dello stato di avanzamento dei referenti tecnici di ogni azione - rapporto finale Indicatori Progetto B - n. iniziative realizzzate nei Comuni - eventi musicali realizzati - film-video finale - - mappa delle opportunità Si conferma l’obiettivo. Si includono 1 progetto per il miglioramento dell’offerta di sollievo programmato nelle strutture protette e 1 progetto di analisi comparata degli attuali modelli organizzativi dell’assistenza domiciliare nel nostro territorio e di innovazione, anche nell’ottica dell’ASP. Indicatori: - iniziativa di formazione degli operatori, n. operatori coinvolti e n. ore di formazione - n. ingressi part-time Centri diurni - consulenze CAAD per il territorio imolese 108 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo qualificazione del lavoro di cura svolto da assistenti familiari – ipotesi di percorsi di formazione e accreditamento delle assistenti familiari agenzie per l’incontro domanda-offerta rivisitazione del sistema delle residenzialità in un’ottica circondariale e trasversale ai diversi ambiti di intervento (anziani, salute mentale, disabili adulti, dipendenze patologiche) nella prospettiva di una razionalizzazione delle risorse, di un’appropriatezza delle risposte, di un ampliamento delle opportunità a fronte dei bisogni di autonomia della persona e di sollievo famigliare promuovere e collegare in rete circondariale gli interventi di prevenzione rivolti alla popolazione anziana e realizzati da Comuni, Associazioni, Privato Sociale e Volontariato Rispetto alla formazione, è in Si conferma l’obiettivo corso di attuazione il Progetto Madreperla promosso dalla Provincia di Bologna e Indicatori : - n. tutor coinvolti realizzato con l’Ente Modena - n. bilanci di competenza Formazione che porta - n. partecipanti corso lingua all’accreditamento di 70 ore di formazione ai fini dei italiana percorsi OSS. - n. assistenti familiari Corso di formazione (70 h) - studio di fattibilità Elenco assistenti familiari Il Gruppo di lavoro dedicato ha completato lo Studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema integrato delle residenzialità per adulti in ambito circondariale. Indicatore: - Studio di fattibilità Permane l’obiettivo della messa in rete di questa tipologia di interventi con un Gruppo di coordinamento Circondariale per favorire lo sviluppo di programmi e interventi di prevenzione. L’obiettivo dello sviluppo di reti di solidarietà sociale di auto-mutuo aiuto si collega all’obiettivo di promuovere forme di prevenzione presso la popolazione anziana di concerto tra Comuni, Associazionismo e Volontariato. Inversamente, le azioni avviate per promuovere il ruolo dell’anziano e prevenire forme di isolamento sociale contribuiscono alla crescita di comunità solidali. Indicatore: - n. partecipanti Gruppo di Coordinamento Circondariale n. incontri realizzati - formulazione di un programma di attvità 109 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI DI SVILUPPO/ INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE O CONTENIMENTO Titolo del progetto: Tipologia: “Progetto per il miglioramento dell’offerta di sollievo programmato nelle strutture protette” qualificazione “Progetto di analisi comparata degli attuali modelli organizzativi adottati nel nostro territorio e per l’innovazione dell’assistenza domiciliare e del servizio di telesoccorso” innovazione “Coordinamento e sviluppo tra i Comuni del Circondario degli interventi di prevenzione e promozione sociale rivolti alla popolazione anziana” sviluppo “Revisione e omogeneizzazione dei Regolamenti di accesso ai servizi per la popolazione anziana” qualificazione “Progetto per la mappatura e il monitoraggio degli anziani in condizioni i fragilità sociale e socio-sanitaria” sviluppo INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI FINALIZZATI Titolo del progetto: Tipologia: “Assegni di cura anziani e disabili” consolidamento 110 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI QUALIFICAZIONE: DENOMINAZIONE: PROGETTO PER IL MIGLIORAMENTO DELL’OFFERTA DI SOLLIEVO PROGRAMMATO NELLE STRUTTURE PROTETTE Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila di progetto o del Consorzio Servizi Sociali Imola Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Andrea Garofani Tel 0542 606711 [email protected] Il programma è incluso nel gruppo di Lavoro “Studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema integrato delle residenzialità” nel quale sono delineati anche i relativi costi complessivi Destinatari Care givers, familiari, ed anziani affetti da alzheimer/altre forme di demenza/ e anziani non autosufficienti Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente In continuazione ad un progetto sperimentale avviato con 3 posti di ricovero temporaneo in strutture residenziali per anziani Ambito territoriale di realizzazione Circondario di Imola Istituzioni/ attori coinvolti IPAB del Circondario, Istituzione Servizi Sociali Castel San Pietro T., Comune di Medicina, Consorzio Servizi Sociali, Cooperazione sociale, AUSL Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Sostenere il progetto di residenzialità temporanea e di mantenimento al domicilio dell’anziano, attraverso il sostegno al benessere del care giver/familiare rappresentato da un periodo programmato di interruzione dell’accudimento diretto del proprio congiunto Azioni previste Informazione agli utenti attraverso il SAA e i diversi servizi territoriali e di assistenza domiciliare. Omogeneizzazione delle Linee guida per accessi temporanei fra le strutture del territorio, inclusa la gestione di un PAI ad hoc per le temporaneità o brevi degenze. Attribuzione al SAA della gestione omogenea della temporaneità di sollievo per tutto il territorio, in analogia ai posti permanenti. Costo totale previsto Piano finanziario Quota regionale Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti 111 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Indicatori per il monitoraggio/valutazione Monitoraggio accessi con verifica percentuale precedente (indice di implementazione del servizio) su anno Verifica del gradimento del servizio tramite questionario (verifica qualità percepita utente/famiglia) 112 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI INNOVAZIONE DENOMINAZIONE: PROGETTO DI ANALISI COMPARATA DEGLI ATTUALI MODELLI ORGANIZZATIVI ADOTTATI NEL NOSTRO TERRITORIO E PER L’INNOVAZIONE DELL’ASSISTENZA DOMICILIARE E DEL SERVIZIO DI TELESOCCORSO Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali Castel San Pietro T. di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Gilberta Ribani Tel 051 / 6954123 [email protected] Destinatari Servizi di assistenza domiciliare e i sistemi di telesoccorso e indirettamente i fruitori di questi servizi (prevalentemente anziani e residenti nei Comuni del Circondario) Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente E’ in proseguimento ai programmi di qualificazione del lavoro di cura al domicilio. Ambito territoriale di realizzazione Circondario di Imola Istituzioni/ attori coinvolti AUSL Imola, Istituzione Servizi Sociali di Castel San Pietro T., Consorzio Servizi Sociali Imola, Comune di Medicina, Cooperazione sociale,soggetti gestori del telesoccorso Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Realizzare una riflessione sui modelli esistenti di assistenza al domicilio e individuare soluzioni organizzative innovative e atte a cogliere i nuovi bisogni del soggetto anziano e del nucleo familiare. Ricondurre il servizio ad una programmazione consapevole tenendo conto degli adattamenti e delle modifiche avvenute a vario livello nel corso degli anni. Ipotizzare un modello unico di SAD recependo gli aspetti positivi delle varie esperienze esistenti. Il progetto riguarda anche l’area Disabili e Adulti in condizioni di svantaggio sociale 113 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Azioni previste a) Costituzione di Gruppo di lavoro tecnico b) Analisi e omogeneizzazione dell’assistenza domiciliare con riferimento a: - Modalità e criteri di accesso - utenza servita - struttura organizzativa - metodologia di presa in carico dal domicilio e da dimissione protetta - formulazione di PAI comprensivo della rilevazione delle condizioni ambientali e dei fattori che lmitano o impediscono una sicura e adeguata gestione assistenziale - integrazione con i Nuclei di Cure Primarie - integrazione con ADI - Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione Assunzione di un ruolo del SAD di “regia” dell’insieme degli interventi domiciliari agli utenti non autosufficienti. Aumento della flessibilità e della interscambiabilità dei modelli organizzativi Eventuale Costo totale Quota Quota Ente quota di altri previsto regionale soggetti Costo del personale € € 5.020,00 € 5.718,00 10.738,00 - Ampliamento della platea di utenti assistiti. Formulazione di una check- list per la rilevazione delle condizioni ambientali al domicilio elaborazione di un Documento conclusivo 114 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO DENOMINAZIONE: COORDINAMENTO TRA I COMUNI DEL CIRCONDARIO PER GLI INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROMOZIONE SOCIALE RIVOLTI ALLA POPOLAZIONE ANZIANA Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Comune di Imola – Servizio Partecipazione e Volontariato di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Angioletta Sartoni (prevenzione e promozione sociale per la popolazione anziana) - Tel. 0542 611013 Emanuela Casadei (centri sociali – forum) - Tel. 0542 611027 Roberta Olivato (volontariato) - Tel. 0542 611023 Destinatari La popolazione ultra55enne del Circondario Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente In prosecuzione di un progetto dell’anno precedente Ambito territoriale di realizzazione Circondario di Imola Istituzioni/ attori coinvolti I 10 Comuni del Circondario, Associazioni culturali e del tempo libero, Associazioni di Volontariato, Agenzie per il Tempo Libero dei Sindacati Pensionati, Centri sociali, Forum Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Coordinare e promuovere programmi di prevenzione e promozione sociale rivolti alla popolazione anziana di concerto tra Comuni, Associazionismo , Volontariato , realtà sociali aggregative. Preliminare valutazione sulla fattibilità di utilizzo di laboratori presenti negli istituti scolastici superiori. Azioni previste Piano finanziario - Costituzione di un gruppo di lavoro; - Nell’ambito dei progetti raccolti nel programma “Buena Vista Social Club“ individuazione di almeno un’ azione da promuovere di concerto; - selezione di un azione di sollievo da promuovere nell’ambito della stagione estiva. Eventuale Costo totale Quota quota di altri Quota Ente previsto regionale soggetti Ciascun Comune dovrà provvedere a destinare una quota di risorse 115 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Indicatori per il monitoraggio/valutazione - n. partecipanti Gruppo di Coordinamento Circondariale n. incontri realizzati formulazione di un programma di attività numero soggetti istituzionali/sociali che collaborano alle attività numero partecipanti alle attività 116 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI QUALIFICAZIONE DENOMINAZIONE: REVISIONE E OMOGENEIZZAZIONE DEI REGOLAMENTI DI ACCESSO AI SERVIZI PER ANZIANI Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Consorzio Servizi Sociali Imola di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Laura Barelli Tel 0542 606712 [email protected] Destinatari Soggetti anziani Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Progetto innovativo Ambito territoriale di realizzazione Circondario di Imola Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste Il Consorzio Servizi Sociali Imola. l’Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali di Castel San Pietro T, il Comune di Medicina, AUSL Imola, l’IPAB Casa di Riposo per Inabili al Lavoro, l’IPAB S. Maria di Tossignano, l’IPAB Istituzioni Assistenza Riunite di Medicina. Al termine del percorso progettuale è prevista la consultazione con le Organizzazioni Sindacali. Il progetto si propone di costituire un Testo unico dei Regolamenti di Assistenza a superamento di alcune difformità oggi esistenti nel territorio e in funzione della futura costituzione dell’ASP imolese. Il progetto investe anche l’area di intervento “Contrasto alla povertà” e “Disabili” Per la complessità degli argomenti il progetto può essere biennale. La prima parte del programma si colloca in una rilettura dell’esistente sia rispetto ai testi sia rispetto agli esiti prodotti dalla applicazione Le azioni previste sono: - la definizione dell’oggetto (quali regolamenti) - l’analisi comparata dei Regolamenti esistenti nei diversi Enti - l’Identificazione dei contenuti da confermare o da rivedere sulla verifica dell’esperienza e alla luce di indicatori predefiniti La seconda parte del programma prevede la ricostruzione degli articoli omogeneizzandone i contenuti o modificandoli per esigenze di adattamento alla mutevole realtà sociale degli utenti e dei loro bisogni. Si considera pertanto di agire. attraverso un processo di condivisione tra gli attuali Enti Gestori di servizi e interventi, una unico Testo contenente le diverse materie normate con particolare riferimento ai criteri e requisiti di accesso, tipologia delle prestazioni e servizi erogati, procedure di domanda e valutazione, reclamo, criteri di 117 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo partecipazione dell’utente al costo dei servizi. Costo totale previsto Quota regionale Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti € 24.150,00 € 11.750,00 Piano finanziario Costo personale = € 35.900,00 Indicatori per il monitoraggio/valutazione Proposta di testo Unificato dei Regolamenti 118 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI SVILUPPO DENOMINAZIONE: PROGETTO DI MAPPATURA E MONITORAGGIO DEGLI ANZIANI IN CONDIZIONE DI VULNERABILITÀ SOCIALE E SOCIO-SANITARIA Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Comune di Medicina di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Barbara Melandri Tel 0516979249 [email protected] Destinatari Soggetti anziani Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Progetto innovativo Ambito territoriale di realizzazione Circondario di Imola Istituzioni/ attori coinvolti Il Consorzio Servizi Sociali Imola, l’Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali di Castel San Pietro T., AUSL Imola. Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Il progetto si propone di individuare degli indicatori che consentano di realizzare una mappatura del territorio rispetto alle aree e soggetti che per condizioni sociali, sanitarie e abitative vengano considerati in stato di “vulnerabilità”. Il progetto ipotizza l’individuazione di forme di monitoraggio dei soggetti ritenuti in condizione di vulnerabilità sociale e sociosanitaria, anche relativamente al momento del ricovero ospedaliero. Il progetto investe anche l’area “Disabili” e per la complessità degli argomenti può essere biennale. Azioni previste a) Costituzione di un Gruppo di lavoro tecnico b) Definizione ed individuazione degli indicatori della vulnerabilità sociale e socio-sanitaria c) Mappatura del territorio e possibilità di prevedere periodiche integrazioni d) Monitoraggio dei soggetti ritenuti in condizione di vulnerabilità. Costo totale previsto Piano finanziario Quota regionale Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti Costo del personale 119 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Indicatori per il monitoraggio/valutazione - tipologia di indicatori atti a connotare la fragilità sociale in un sistema di rilevazione annuale degli anziani al domicilio e ricoverati in Ospedale quale mappature del territorio n° azioni azioni messe in atto nei confronti della popolazione ritenuta in condizione di vulnerabilità sociale e socio-sanitaria. 120 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI SVILUPPO/INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE: DENOMINAZIONE: “ASSEGNI DI CURA PER ANZIANI E DISABILI” DI CUI AL PROGRAMMA FINALIZZATO: “ ASSEGNI DI CURA PER ANZIANI E DISABILI” Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Consorzio Servizi Sociali Imola di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Andrea Garofani – Tel. 0542 606711 Laura Barelli - Tel. 0542 606712 (anziani) Gloria Cortecchia - Tel. 0542/606715 (adulti disabili) - cittadini di età superiore a 65 anni o con patologie assimilabili all’età anziana certificati dall’UVG e con ISEE inferiore a € 20.000 annui. Cittadini adulti disabili (19/64 anni) in possesso della certificazione di gravità dell’handicap ai sensi dell’Art. 3 comma 3 della legge n°104/92 e con una ISEE del nucleo famigliare non superiore a € 34.000 annui. Destinatari - Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Il progetto è in continuazione Ambito territoriale di realizzazione Circondario di Imola Istituzioni/ attori coinvolti Consorzio Servizi Sociali Imola, Comuni del Nuovo Circondario Imolese, Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali del Comune di Castel S. Pietro T., Comune di Medicina, Ausl Imola Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Il progetto investe anche l’Area Disabili e rientra nei programmi di sostegno alla domiciliarità e alla vita indipendente, sostegno al lavoro di cura dei care givers in base ad un progetto personalizzato e integrato con i Servizi sanitari dell’A.USL. Azioni previste Continuazione dell’erogazione degli assegni di cura alle persone che ne stanno usufruendo per il proseguimento del progetto individualizzato. Per l’area anziani, verifiche semestrali dell’assistente sociale responsabile del caso e rivalutazioni dell’UVG per aggravamenti. Valutazione dei nuovi richiedenti da parte delll’UVG. Monitoraggio mensile della spesa sostenuta e degli assegni erogati per gli anziani. Per i disabili, valutazioni dei casi dell’UVH e verifiche periodiche dell’assistente sociale. Piano finanziario/Disabili Costo totale previsto Quota regionale Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti 121 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo € 120.271,37 Piano Finanziario / Anziani Indicatori per il monitoraggio/valutazione € 59.768,73 € 60.502,64 € 936.963,07 € 120.272,87 € 108.690,02 € 708.000,00 (quota fondo sanitario) Budget a disposizione/spesa per l’erogazione degli assegni = 1 (pieno utilizzo delle risorse) 122 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 2.6 Politiche a favore di disabili BISOGNI EMERGENTI (cfr: Piano di Zona 2005-2007) Vita indipendente/ “Dopo di noi” Definizione e quantificazione della domanda (anche a fronte della sempre maggior differenziazione) Risposte alla riorganizzazione della vita delle persone con esiti da trauma OBIETTIVI PRIORITARI NEL TRIENNIO STATO DI ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI PRIOTARI PREVISTI NEL PDZ 20052007 Realizzato lo Sportello sociale - Studio di fattibilità per con un supporto informatico una quantificazione reale che permetterà del bisogno l’elaborazione dei dati anche (Sperimentazione) di contatto - Risposta organica al tema “dopo di noi” preparata “durante noi” (tempo libero, sostegno alle azioni del volontariato, Albo amministratori di sostegno, progetti di affidamento di persone adulte, Gruppo appartamento, secondo Condominio solidale, Fondazione,…) (Sviluppo/innovazione) Realizzato nelle azioni previste per il 2005 Formalizzazione dei rapporti fra gli attori territoriali in una logica di sistema (Sviluppo/ innovazione) Realizzato il Protocollo operativo con il Servizio di NPEE Si confermano gli obiettivi, rimodulando alcune azioni e/o la loro tempistica sulla base dei dati derivanti dall’attività 2005 123 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI DI SVILUPPO/ INNOVAZIONE/QUALIFICAZIONE O CONTENIMENTO Titolo del progetto: Tipologia: “Piano zonale annuale di potenziamento degli interventi a favore del benessere della persone disabili e delle loro famiglie” Qualificazione INTERVENTI PREVISTI PER L’ANNO 2006: PROGETTI FINALIZZATI Titolo del progetto: Tipologia: “Assegni di cura per anziani e disabili” (si veda scheda nell’area anziani) Qualificazione “Mobilita’ e autonomia in ambiente domestico” Qualificazione 124 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI QUALIFICAZIONE: denominazione: Protocollo Interistituzionale per l’inserimento lavorativo disabili e svantaggiati Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila di progetto o del Programma Finalizzato Provincia di Bologna Provincia di Bologna Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Destinatari Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Ambito territoriale di realizzazione Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste Territorio provinciale Provincia di Bologna, Comune di Bologna, AUSL Bologna, AUSL Imola, Consorzio Servizio Sociali Imola, tutti i Comuni del territorio provinciale, Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali del Comune di Castel Castel S. Pietro T. Estendere il Protocollo per l’inserimento al lavoro dei disabili ex L. 68/99 stipulato nel 2004 tra Comune di Bologna , Provincia di Bologna, AUSL a tutto il territorio provinciale. Allargare il campo di azione del protocollo anche in riferimento a soggetti in situazione di svantaggio che, pur presentando aspetti di complessità e multiproblematicità, non sono però disabili in sensi della L. 68/99. Sviluppare attraverso il Gruppo di Coordinamento previsto dal Protocollo, formato dai Responsabili dei Servizi interessati delle diverse Istituzioni firmatarie, un coordinamento interistituzionale a livello tecnico, aperto anche ai contributi provenienti dalle Associazioni di Rappresentanza interessate e della Cooperazione Sociale, quale luogo di informazione, scambio di buone prassi e sperimentazione di azioni, anche al di fuori del protocollo, inerenti le tematiche dell’inserimento lavorativo di soggetti disabili e svantaggiati che consenta di raccordare, laddove possibile, l’operatività delle diverse istituzioni interessate. Le azioni previste sono: Verifica del protocollo già sottoscritto in relazione agli specifici contesti territoriali e sottoscrizione analoghi accordi per ciascuna delle zone interessate. Costituzione delle singole unità operative interistituzionali per ciascuna delle zone firmatarie. Sviluppo di un gruppo di lavoro interistituzionale per la definizione di una specifica ipotesi di protocollo per l’inserimento lavorativo di persone in condizioni di svantaggio e 125 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione l’inserimento lavorativo di persone in condizioni di svantaggio e ampliamento del gruppo della rete soggetti interessati alle problematiche oggetto del protocollo, quali: Associazioni di Rappresentanza e Cooperazione Sociale. Il gruppo di lavoro avrà come punti di riferimento della propria attività il protocollo in essere e le esperienze di partnership nei diversi progetti europei avviate in questi anni (con particolare riferimento al Progetto Equal Portici – dedicato proprio all’individuazione di metodi e strumenti per l’inserimento lavorativo di persone in particolari condizioni di svantaggio – e al nuovo progetto Equal ET – il cui obiettivo è sperimentare modalità di transizione al lavoro per adolescenti e giovani in difficoltà -) . Individuazione e sperimentazione di strumenti di transizione e inserimento lavorativo sia per lavoratori disabili ex L. 68 che per quelli in situazioni di svantaggio non certificati. Particolare attenzione verrà prestata ai percorsi di inserimento lavorativo all’interno di cooperative sociali di tipo B (in riferimento a quanto previsto a tale proposito dalla Legge Regionale e alla Convenzione Quadro – art.22 L.R. 17/05) già definita in sede provinciale) anche in relazione agli obiettivi socio riabilitativi definiti nei singoli percorsi. Eventuale Costo totale Quota Quota Ente quota di altri previsto regionale soggetti Già nell’anno precedente la Provincia ha messo a disposizione 200.000 Euro in percorsi personalizzati per lavoratori disabili ex Legge 68/99. Per ciascuna delle fasce di utenza interessate (disabili e persone in condizione di svantaggio non certificati): - numero di percorsi di transizione/inserimento attivati; - numero di inserimenti effettuati. Tali indicatori dovranno essere resi disponibili sia con riferimento al contesto provinciale sia in riferimento alle singole zone. 126 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO DI QUALIFICAZIONE: denominazione: “PIANO ZONALE ANNUALE DI POTENZIAMENTO DEGLI INTERVENTI A FAVORE DEL BENESSERE DELLA PERSONE DISABILI E DELLE LORO FAMIGLIE” Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Consorzio Servizi Sociali Imola di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Maria Grazia Ciarlatani Tel. 0542-606767 e-mail: [email protected] Destinatari Persone con disabilità e loro famigliari Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente In continuazione Ambito territoriale di realizzazione Zona sociale di Imola Istituzioni/ attori coinvolti Comuni, Ausl di Imola, Consorzio Servizi Sociali Imola, Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di Castel S. Pietro T., Sea.coop, Consorzio Sol.co, Associazioni di volontariato, Enti di F.P., OO.SS. Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Qualificare e rafforzare la rete degli interventi del sistema integrato locale continuando a preparare il “dopo di noi” “durante noi” e con un’attenzione particolare ai bisogni delle persone che hanno disabilità acquisite Azioni previste Interventi volti a favorire la frequenza dei centri estivi anche ai bambini e ragazzi (3-17 anni) con disabilità (personale e trasporto personalizzato per il Comune di Imola, altre modalità per gli altri territori). “Controverso”: attività teatrale integrata, promossa da Seacoop. “Liberi nel tempo libero”: supporto alla frequenza ai luoghi di aggregazione, promosso dall’Ass. La Giostra. “Help to help”: formazione e supporto a volontari che intendano sperimentarsi nell’ambito della disabilità, promosso da Seacoop. Amministratore di sostegno: azioni di sensibilizzazione pubblica. “Studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema integrato delle residenzialità in ambito circondariale – Adulti”: prosecuzione dello studio e prime applicazioni in riferimento, in particolare, a una nuova struttura polifunzionale per persone adulte con disabilità a Castel S. Pietro T. e a valutazioni congiunte fra i servizi coinvolti nei progetti individuali di inserimento in strutture residenziali (ved. documento nei 127 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Piano finanziario Progetti trasversali). Protocollo operativo fra Consorzio Servizi Sociali Imola e U. O. Medicina Riabilitativa dell’AUSL di Imola. Realizzazione dei progetti della Montecatone Rehabilitation Institute di telemedicina e monitoraggio clinico storico del paziente finanziati dal FSE. Studio delle azioni di superamento delle barriere architettoniche negli spazi pubblici (Comuni della zona). Azioni previste dall’Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di Castel S. Pietro T. Eventuale Costo totale Quota quota di altri Quota Ente previsto regionale soggetti Costo del personale Indicatori per il monitoraggio/valutazione Realizzazione delle azioni previste 128 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO / INTERVENTO DI QUALIFICAZIONE: denominazione: “MOBILITA’ E AUTONOMIA IN AMBIENTE DOMESTICO” di cui al programma finalizzato: “MOBILITA’ E AUTONOMIA IN AMBIENTE DOMESTICO” Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Consorzio Servizi Sociali Imola di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Assistente Sociale Gloria Cortecchia Tel. 0542/606715 E mail: [email protected] Destinatari Contributi a favore di cittadini disabili per l’acquisto e/o l’adattamento di autoveicoli privati in possesso della certificazione di gravità dell’handicap ai sensi dell’art. 3 comma 3 della legge 104/92, un ISEE non superiore a € 21.000 o 13.000 annui; e/o per l’adattamento alla guida di coloro che sono in possesso della patente di guida delle categorie speciali. (Art. 9 legge regionale N° 29/97). Contributi a favore di cittadini disabili in possesso della certificazione di gravità dell’handicap, per l’acquisto di strumentazioni, ausili, attrezzature e arredi per favorire la gestione e la permanenza nel proprio ambiente di vita e un ISEE non superiore a € 21.000. (Art. 10 legge regionale N° 29/97) Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Il progetto è in continuazione Ambito territoriale di realizzazione Zona Sociale di Imola. Istituzioni/ attori coinvolti Consorzio Servizi Sociali Imola, Comuni del Nuovo Circondario Imolese, Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di Castel S. Pietro T., Regione Emilia Romagna Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Favorire e migliorare l’autonomia e la mobilità dei cittadini disabili, sia all’interno della propria abitazione con il superamento delle barriere architettoniche, sia negli spazi esterni. Progetto personalizzato e integrato con i servizi UOMR dell’A.USL; collaborazione con il CAAD provinciale di Bologna. Collaborazione con i Comuni del Circondario Azioni previste Informazione, consulenza, raccolta domande, erogazione dei contributi Piano finanziario Costo totale previsto Quota regionale Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti 129 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo € 29.884,36 + personale dipendente Indicatori per il monitoraggio/valutazione € 29.884,36 N° domande pervenute/domande ammissibili = 1 130 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 2.7 Azioni trasversali PROGETTO SOVRAZONALE: denominazione: Progetto sovrazonale per la promozione e lo sviluppo degli uffici di piano zonali Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Maura Forni Dirigente Servizi Sociali e Sanità Provincia Bologna 051/6598269 [email protected] Destinatari Comuni capofila sede di distretto ove ha sede l’ufficio di piano Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Sì Ambito territoriale di realizzazione Territorio provinciale Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Sostenere finanziariamente l’attività e l’impegno degli uffici di piano zonali, attraverso apposito contributo provinciale, in continuità con quanto realizzato nelle scorse annualità. Azioni previste Erogazione di un contributo complessivo pari a 50.000 euro ai Comuni capofila sede di ufficio di piano Costo totale previsto Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota regionale Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti 50.000,00 € per erogazione contributi ai Comuni capofila sede di ufficio di piano Contributi erogati 131 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO SOVRAZONALE: denominazione: La rete degli sportelli sociali ed il portale degli sportelli sociali Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Maura Forni Dirigente Servizi Sociali e Sanità Provincia Bologna Tel. 051/6598269 [email protected] Destinatari Comuni e Ausl che partecipano alla sperimentazione dello sportello sociale secondo quanto previsto da delibera consiglio regionale 514/2003 Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Sì Ambito territoriale di realizzazione Territorio provinciale di Bologna Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Provincia servizi sociali e sanità, Provincia servizi Informatici, Comuni capofila sede di distretto, Consorzio servizi sociali Imola, Ausl di Bologna, Istituzione Servizi Sociali Castel S.Pietro T. Il progetto si pone in continuità con quanto realizzato nel corso del 2005. Tutte le zone hanno partecipato alla sperimentazione dello sportello sociale finanziata dalla Regione Emilia Romagna La Provincia di Bologna si è resa disponibile a realizzare un coordinamento del progetto al fine di permettere la realizzazione di una rete di sportelli sociali a livello provinciale che, seppur con differenziazioni di carattere organizzativogestionale, permetta agli sportelli di essere in rete ed in comunicazione tra loro. Inoltre valore aggiunto del coordinamento provinciale degli sportelli sociali è l’attivazione di un Osservatorio provinciale del bisogno in grado di monitorare gli accessi agli sportelli e le richieste dei cittadini. Ad oggi • • • • • Azioni previste • • sono state realizzate le seguenti fasi: installazione software in tutti i comuni software operativo relativamente all’area anziani software operativo per Osservatorio del bisogno formazione realizzata per tutte le zone conclusi i gruppi di lavoro provinciale relativamente all’area osservatorio anziani-minori – in via di conclusione il gruppi di lavoro sui disabili attivato gruppo disagio adulto Attività in corso o da implementare per l’anno 2006 Rete degli sportelli sociali : • concludere l’analisi dei processi di accesso relativamente all’area disabili e conseguente 132 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo • • • • attivazione software attivazione software minori attivazione collegamento con anagrafi comunali (AOL) integrazione con Doc AREA realizzazione di iniziativa di presentazione provinciale di presentazione degli sportelli Portale della rete degli sportelli sociali Attualmente in corso la definizione del portale degli sportelli sociali: • realizzati incontri di coordinamento, • realizzati incontri con soggetti che hanno a disposizione data base o servizi di sportello informativo in materia sociale per futura integrazione, - definita architettura portale, - definita mappatura dei servizi da inserire sul portale con la descrizione di ogni singolo servizio ed i relativi riferimenti normativi Attività in corso o da implementare per l’anno 2006 - attivazione del portale come strumento intranet ad uso operatori (prima fase sperimentale per testare il portale) - attivazione portale via web accessibile dai cittadini Costo totale previsto Piano finanziario Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota regionale Quota Ente Eventuale quota di altri soggetti Il progetto è la continuazione del progetto già avviato nell’anno 2005. Prevede pertanto l’utilizzo di risorse interne. Numero incontri di coordinamento realizzati a livello provinciale Numero contatti osservatorio 133 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO SOVRAZONALE: denominazione: Progetto sovrazonale relativo al percorso congiunto finalizzato alla promozione della nuova figura dell’Amministratore di sostegno (ex L. 6/2004) Comune o forma associativa Comune di Bologna ex-art.16 L.R.2/03 capofila di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Destinatari Silvana Stanzani Direttrice Servizio Invalidi Civili – Settore Servizi Sociali Tel. 051/216370 Fax 051/216406 e-mail [email protected] Servizi Sociali del territorio, Comuni della Provincia, Associazioni di categoria, familiari dei beneficiari dell’Amministratore di sostegno, candidati a svolgere il ruolo di Amministratore di sostegno Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Progetto in continuità con progetto sovrazonale 2005 relativo alla sensibilizzazione e formazione finalizzato alla promozione dell’amministratore di sostegno (in accordo con L.6/2004) Ambito territoriale di realizzazione Provincia di Bologna Istituzioni/ attori coinvolti Comuni della Provincia, IPAB Giovanni XXXIII°, Fondazione “Dopo di Noi”, Associazione Donne Giuriste, Giudice Tutelare, associazioni di volontariato • Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste Sostituire la figura di Amministratore di sostegno all’intervento di tutela che dovrebbe permanere solo come misura residuale in casi particolari • Aumentare la disponibilità di candidati al ruolo di Amministratore di sostegno • Realizzare elenchi di candidati al ruolo di Amministratore di sostegno • Definire modalità condivise per quel che attiene alla modulistica e al percorso amministrativo per la presentazione e attivazione delle istanze al fine di rendere il processo corretto, snello e tempestivo Promozione del confronto con le diverse esperienze nel territorio maturate in fase di prima applicazione della Legge: organizzazione del seminario “L’Amministratore di sostegno le esperienze per gli anziani in Provincia di Bologna”. Costituzione di un gruppo di lavoro con tecnici di Settore Servizi Sociali e Servizi Sociali dei Quartieri e istituzione di momenti informativi con i Comuni della Provincia, per la definizione e condivisione di un percorso omogeneo sul territorio, per quel che attiene sia alla modulistica sia all’iter amministrativo per la presentazione e attivazione delle istanze Organizzazione di corsi di sensibilizzazione/formazione, per diffondere la conoscenza della nuova figura e fornire le informazioni e gli strumenti necessari ai candidati al ruolo di Amministratore di sostegno 134 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Costo totale previsto Piano finanziario € 5.000,00 Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota regionale Quota Ente Comune di Bologna € 5.000,00 Eventuale quota di altri soggetti Verifica possibilità di finanziamenti da parte di Fondazioni, Ipab etc. N° Amministratori di sostegno nominati dal Giudice Tutelare e diminuzione N° tutele attivate N° partecipanti corsi di sensibilizzazione/formazione 135 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO SOVRAZONALE: denominazione: Sportelli Comunali per il Lavoro e inserimento lavorativo soggetti svantaggiati Comune o forma associativa Provincia di Bologna ex-art.16 L.R.2/03 capofila . di progetto o del Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Destinatari Patrizia Paganini Dirigente Servizio Politiche attive del Lavoro e Formazione . Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Ambito territoriale di realizzazione Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Azioni previste Piano finanziario Provinciale Provincia di Bologna e tutti i Comuni firmatari del protocollo di intesa per gli Sportelli per il Lavoro (Anzola Dell’Emilia, Bazzano, Budrio, Casalecchio di Reno, Castel Maggiore, Crevalcore, Loina Molinella, Pianoro-Rastignano, San Pietro in casale, Sasso Marconi, Zola Predosa, Circondario Imolese), Comune di Bologna Partecipazione a gruppi di lavoro e disponibilità alla definizione di un rete di informazioni condivisa e strutturata Promuovere modalità operative di raccordo tra le diverse strutture che nei singoli territori si occupano di inserimento fasce deboli e/o di svantaggio allo scopo di costruire progetti di inserimento lavorativo mirati ai bisogni delle singole persone, utilizzando nel modo più efficace le diverse risorse disponibili. Promuovere un ruolo degli Sportelli Comunali e della rete dei servizi per il lavoro quale soggetto per il Welfare territoriale. Verifica delle attività svolte dagli Sportelli Comunali per il Lavoro con particolare attenzione ai soggetti in situazioni di svantaggio già in carico ad altri Servizi dei Comuni interessati. Costruzione di una rete di referenti all’interno di tutti i Servizi interessati in grado di scambiarsi in modo strutturato informazioni sui singoli casi in carico. Definizione di progetti di inserimento mirato per alcune tipologie di utenti per creare modalità di intervento condivise tra tutti i referenti della rete. La Provincia è disponibile ad utilizzare gli strumenti di inserimento lavorativo già in uso presso i CIP e dedicati in particolare ai soggetti svantaggiati quali soprattutto accompagnamento e tutorato. Eventuale Costo totale Quota quota di altri Quota Ente previsto regionale soggetti Indicatori per il monitoraggio/valutazione 136 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo PROGETTO SOVRAZONALE: denominazione: Progetto sovrazonale di sensibilizzazione e promozione del servizio civile volontario “Una rete solidale per lo sviluppo del servizio civile volontario” - Anno 2006 Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/03 capofila Provincia di Bologna/Coordinamento Provinciale degli Enti di di progetto o del Servizio Civile di Bologna Programma Finalizzato Responsabile del progetto/programma: nominativi e recapiti Destinatari Specificare se è in continuazione di un progetto dell’anno precedente Ambito territoriale di realizzazione Istituzioni/ attori coinvolti Obiettivi del progetto(anche eventuali integrazioni con altre aree d’intervento) Coordinamento provinciale enti di servizio civile CO.PR.E.S.C. Tel. 051/6598276 Enti locali e non profit, giovani, cittadinanza, studenti e docenti degli istituti di istruzione superiore, famiglie Sì Il territorio provinciale Enti di servizio civile aderenti al Coordinamento Provinciale di Bologna (enti pubblici, fondazioni, organizzazioni non profit, cooperative ecc.) Associazioni di promozione sociale Organizzazioni di volontariato Centri di aggregazione giovanile Università Centri sociali Scuole medie superiori Centri di formazione professionale - Diffondere i valori del servizio civile quale strumento di cittadinanza attiva e di impegno sociale - Favorire la partecipazione degli enti al sistema di servizio civile a livello regionale e nazionale - Avviare un percorso di confronto e collaborazione tra gli enti di servizio civile per qualificare l’offerta progettuale del territorio - Tavole rotonde decentrate sul territorio per lo scambio di buone pratiche e la nascita di rapporti di collaborazione tra enti; Azioni previste - Seminari informativi e di approfondimento sui bandi e sugli adempimenti del sistema di servizio civile; - Interventi di presentazione del servizio civile nelle scuole e nelle facoltà universitarie; - Eventi promozionali rivolti ai giovani e alla comunità per la diffusione della cultura del servizio civile; - Incontri di sensibilizzazione rivolti alla popolazione adulta e anziana sul servizio civile regionale over 28; 137 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Costo totale previsto Quota regionale 5.500,00 € (quota per la pubblicazione di materiale informativo) Piano finanziario 28.750,00 € 7.750,00 € (quota per l’organizzazio ne di eventi) Indicatori per il monitoraggio/valutazione Quota nazionale Eventuale quota di altri soggetti 500,00 € (quota per iniziative informative rivolte ai giovani) 15.000,00 € (quota per acquisizione risorsa umana dedicata) n. di eventi promozionali organizzati n. di scuole coinvolte per gli incontri di sensibilizzazione n. di volontari in servizio civile regionale per minori n.di progetti di servizio civile regionale presentati 138 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo STUDIO DI FATTIBILITA’ PER LA REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA INTEGRATO DELLE RESIDENZIALITA’ PER ADULTI IN AMBITO CIRCONDARIALE Premessa La necessità di approfondire il tema del sistema delle risposte residenziali alle persone adulte è stata confermata nel Piano di zona locale 2005 – 2007. Nei tavoli tematici “Salute mentale” e “Disabilità”, a fianco alla positività di una progressiva differenziazione delle risposte residenziali sia da parte dei servizi sanitari che sociali, in una logica di qualificazione dell’intervento, sono stati evidenziati i seguenti obiettivi non raggiunti e nodi critici: - necessità di un tavolo allargato per l’analisi dei bisogni emergenti - rivisitazione del sistema delle residenzialità in un’ottica circondariale e trasversale ai diversi ambiti di intervento nella prospettiva di una razionalizzazione delle risorse, di un’appropriatezza delle risposte, di un ampliamento delle opportunità - necessità di un ulteriore potenziamento e differenziazione delle risorse residenziali - risposte organiche al tema “Dopo di noi”. Per questo motivo, nel Programma attuativo 2005 ci si è posti, fra i Progetti interaree, il seguente obiettivo: PROGETTO/INTERVENTO: STUDIO DI FATTIBILITÀ PER LA REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA INTEGRATO DELLE RESIDENZIALITÀ IN UN AMBITO CIRCONDARIALE Comune o forma associativa ex-art.16 L.R.2/04 capofila di progetto Consorzio Servizi Sociali Imola Ambito territoriale di realizzazione Circondario di Imola Istituzioni/attori sociali coinvolti Consorzio Servizi Sociali Imola, Distretto Ausl di Imola, Dipartimento di Salute Mentale Ausl di Imola, Consorzio Ippogrifo, Coop. soc. Fuoric’entro, Coop. soc. Seacoop, Coop. Soc. Tragitti, Ass. Ca’ del Vento, IPAB di Imola, di Borgo Tossignano e di Medicina, Istituzione per la Gestione dei Servizi Sociali del Comune di Castel San Pietro T., Comune di Medicina Obiettivi del progetto Definizione di possibili modelli per la creazione di un sistema integrato delle opportunità residenziali presenti nel territorio, alla luce dei criteri di appropriatezza, di razionalizzazione e di risposta flessibile al bisogno di autonomia della persona e di sollievo per la sua famiglia 139 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Azioni previste, strumenti, metodologie e destinatari Un gruppo di lavoro composto dai soggetti titolari e gestori delle residenze presenti nel territorio avrà il compito di approntare: 1. un’analisi e un confronto tra le opportunità residenziali presenti, gestite dal sistema pubblico, dal privato sociale, dal privato convenzionato; 2. una definizione della tipologia dei bisogni a cui le diverse residenze rispondono e dei possibili margini di flessibilità, con particolare riguardo alla residenzialità temporanea finalizzata al sollievo famigliare. 3. un’individuazione di possibili modelli di integrazione a sistema delle offerte residenziali Costo totale previsto € 17.000,00 Concorso dei diversi soggetti coinvolti I diversi soggetti indicati sono portatori nel gruppo di lavoro delle proprie specificità in particolare per quanto concerne le tipologie di residenze di utenza e di pratiche professionali Indicatori di risultato Elaborazione di un progetto di fattibilità, accompagnato da relazione esplicativa Il Tavolo del welfare ha nominato un gruppo di lavoro che, dopo i primi due incontri di ampia analisi su tutte le tipologie di utenza, ha incaricato un gruppo tecnico ristretto per un approfondimento specifico riguardo ai bisogni e alle risposte della popolazione adulta che, di seguito, presentiamo. Il quadro provinciale La riflessione era già iniziata in un gruppo di lavoro provinciale sull’invecchiamento della popolazione con disabilità, al quale abbiamo partecipato attivamente sia come Consorzio che come AUSL/DSM. Di seguito uno stralcio del documento finale che ben fotografa la situazione. PRIME CONSIDERAZIONI SUL TEMA "PROBLEMI CONSEGUENTI L'INVECCHIAMENTO DELLA PERSONA CON DISABILITA' FISICA O MENTALE O PSICHICA" Caratteristiche dell’utenza e prospettive Invecchiamento degli utenti Quando furono creati i primi servizi pubblici per disabili, trent’anni fa, l’età di accesso degli utenti era bassa, e i documenti di quegli anni fanno riferimento ad un’utenza in età evolutiva, tra i 14 e i 20 anni, evidenziando già allora l’opportunità di pensare a servizi per adulti, che furono in seguito sviluppati negli anni ’80. Nel frattempo, gli utenti di allora sono invecchiati, e come si è detto una quota significativa dei nuovi accessi avviene da parte di persone già adulte che hanno condizioni di vita e di salute, aspettative ed esigenze diverse da quelle degli adolescenti, sia dal punto di vista della riabilitazione che da quello dell’assistenza. Evoluzione delle famiglie 140 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Rispetto all’epoca in cui vennero creati i primi servizi per disabili nella nostra provincia anche le famiglie sono cambiate: - le famiglie dei disabili hanno seguito la tendenza evolutiva di tutte le altre, che vede nuclei sempre meno numerosi e sempre maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro, con la conseguenza che è sempre più difficile distribuire fra i familiari il carico dell’accudimento del disabile. - anche le famiglie dei disabili sono invecchiate, e questo problema è particolarmente rilevante per la fascia d’età considerata dal gruppo (45-64). Il gruppo stima che la quasi totalità degli utenti in carico ai servizi per l’handicap adulto non saranno in grado di vivere in modo autonomo alla scomparsa dei genitori, avranno perciò necessità di una soluzione residenziale assistita. Crescita delle patologie invalidanti e delle invalidità traumatiche Mentre i casi di disabilità congenita sono stabili o in leggero calo (i progressi della diagnostica prenatale, che hanno comportato una riduzione delle nascite di bambini disabili, sono compensati dai progressi della neonatologia, grazie ai quali è possibile la sopravvivenza di bambini molto prematuri ma non sempre senza deficit) le disabilità dovute a patologie invalidanti e invalidità traumatiche che si rivolgono ai servizi sono in costante aumento. Diversificazione delle esigenze Dagli sviluppi descritti sopra emerge un’ulteriore caratteristica dell’utenza: l’estrema diversificazione dei casi e delle esigenze. Da un lato, infatti, le esigenze delle persone cambiano nel tempo, e una delle difficoltà incontrate oggi dai servizi è proprio quella di trovarsi di fronte a persone invecchiate che non hanno più gli stessi bisogni degli adolescenti. Dall’altro, si vanno diversificando e moltiplicando le cause di insorgenza e le stesse motivazioni che spingono a rivolgersi ai servizi. Il concetto stesso di “disabilità” si è ampliato: oggi si rivolgono al servizio Handicap adulto anche persone che per esiti da malattia si trovano in una situazione invalidante, ma che fino a pochi anni fa non avremmo considerato utenti dei servizi per l’handicap ( es. esiti da diabete). Su questo tema occorrerebbe una riflessione per valutare quale servizio possa più opportunamente farsi carico di queste situazioni e, conseguentemente, essere dotato delle risorse necessarie. Bisogna infine considerare tre fattori che devono farci pensare a una probabile ulteriore crescita della domanda di servizi relativa a questa fascia di età: - l’invecchiamento degli utenti in carico - il costante aumento della domanda di servizi da parte di persone affette da patologie invalidanti e da invalidità traumatiche - l’esistenza in questa fascia, e non in quelle più giovani, di disabili non ancora in carico ai servizi: a partire dalla seconda metà degli anni ’70 si è creata una rete di servizi tale per cui, anche grazie all’inserimento scolastico, la quasi totalità dei potenziali utenti è stata presa in carico dai servizi per disabili, mentre per la fascia più anziana in molti casi il disabile restava in famiglia o veniva inserito in istituto e spesso considerato in carico alla salute mentale. Da questo punto di vista, soprattutto per la fascia più anziana, ci si possono aspettare ancora persone che si rivolgono per la prima volta ai servizi essendo state fino ad ora accudite in famiglia. In sintesi, mentre, come si è detto, le esigenze e le caratteristiche degli utenti sono profondamente cambiate in questi ultimi venti anni, la rete dell’offerta si è solo in parte adattata, ha mantenuto spesso un’accentuazione degli aspetti educativo-riabilitativi, non adeguati ai bisogni di più generale qualità di vita e benessere degli utenti divenuti adulti. Infatti: - sono presenti in prevalenza strutture riabilitative residenziali ad alta intensità di intervento in cui sono inserite anche persone “invecchiate” oppure con patologie ormai stabilizzate; - i servizi residenziali o semi residenziali, utilizzati da una utenza ormai stabile, assorbono la maggior parte delle risorse; - sono scarse le risposte per i disabili medi o lievi che in caso di debolezza della famiglia si trovano in grave difficoltà; 141 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo - vanno ulteriormente valorizzate le reti di sostegno e gli interventi necessari per favorire il massimo di autonomia possibile della persona e ritardarne l’istituzionalizzazione. la risposta alle emergenze viene data in modo non sistematico, poco strutturato e diffuso, non è “tranquillizzante”. Nella maggior parte dei casi di cui il gruppo si è occupato emerge la necessità di servizi socio sanitari in cui è sempre presente sia la componente assistenziale che quella della cura per il mantenimento in salute. L’integrazione tra le diverse funzioni è un punto di forza dei servizi e di qualità per l’intervento. Si possono individuare bisogni prevalentemente educativo – riabilitativi per i più giovani nell’ottica di un percorso ancora evolutivo, percorsi prevalentemente sanitari – riabilitativi per i casi più gravi per quanto riguarda i problemi di salute o di contenimento, percorsi prevalentemente socio assistenziali per utenti medi o medio gravi ormai “stabilizzati” o in età matura. Sarebbe più opportuno, allora, pensare a servizi e strutture più articolate e flessibili, capaci di gestire in modo integrato interventi diversi e nelle quali sarebbe possibile realizzare progetti più mirati sui bisogni della persona, maggior ricchezza di relazioni e aggregazioni per gruppi più omogenei per interessi o per età, con particolare riferimento alla fascia di età considerata. Su questo tema, sarebbe auspicabile inoltre un quadro normativo capace di lasciare spazio a sperimentazioni innovative sul territorio. Da questo quadro emerge la necessità di rimettere a punto il sistema complessivo dei servizi e ripensare al governo del sistema della presa in carico di un’utenza sempre più differenziata. I disabili attorno ai quali il gruppo si è confrontato corrono rischi, che paiono contrapposti, di “abbandono” o istituzionalizzazione inadeguata ( ad esempio essere inseriti in casa di riposo a 40 anni) da un lato e di “accanimento educativo terapeutico” dall’altro ( ad esempio frequentare un centro socio riabilitativo a 64). Tra questi ed altri rischi occorre definire e concordare quale sia l’intervento appropriato per i bisogni di ognuno tenendo conto delle grandi differenze che li caratterizzano. La sfida è ancora più rilevante se si considera la necessità rispondere con equità e nel rispetto della spesa che non potrà crescere in modo esponenziale. Proposte Per ripensare il sistema dei servizi per questa tipologia di utenza vanno innanzitutto ricordati alcuni principi: - bisogna partire dal progetto di vita della persona ed agire in termini di continuità rispetto ad un percorso di dignità, d’integrazione e sviluppo dell’autonomia che oggi incomincia fin dalla più tenera infanzia, passando dalla scuola, dal lavoro al tempo libero e che non può esaurirsi con il raggiungimento dell’età adulta. - il progetto assistenziale deve essere adeguato agli effettivi bisogni della persona. Per questa ragione, occorre prevedere che esso possa essere periodicamente ridiscusso e modificato per adattarlo al mutare delle esigenze nelle diverse fasi della vita. - bisogna sostenere l’autosufficienza e l’autonomia residue, limitando gli interventi al minimo supporto necessario per favorire per quanto possibile l’autodeterminazione e la capacità di fare da sé. - l’istituzionalizzazione deve essere evitata o ritardata il più possibile, ed essere sempre frutto di una effettiva valutazione dei bisogni della persona e non di un’emergenza o di una rigidità dei servizi. Bisogna fare il possibile per permettere ai singoli di conservare e migliorare la loro integrazione sociale. Per questo è necessario sostenere la famiglia e le reti parentali con interventi differenziati, affinché, la convivenza, fin che c’è, sia possibile senza costi troppo alti per nessuno. - bisogna valorizzare le forme di cura e di assistenza che migliorano la qualità della vita della persona, adeguando l’intensità e la tipologia degli interventi ai suoi bisogni e alle sue possibilità. Per troppo tempo si è sottolineato l’aspetto riabilitativo dell’intervento a scapito della valorizzazione di una buona assistenza. Inoltre, non bisogna dimenticare che per rispondere adeguatamente a necessità che sono già all’origine molto diverse e cambiano nel tempo è necessaria una articolazione molto flessibile dei servizi e delle strutture capace di mettere in campo più risorse (sanitarie, sociali, pubbliche e 142 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo private..) e di formare una “ rete collaborante”, capace di cogliere i nuovi bisogni e di accompagnare nelle fasi di passaggio della vita e tra le istituzioni . Occorre infine ripensare le modalità di presa in carico, creando strumenti di valutazione condivisi che guardino ai bisogni della persona quale che sia la specifica diagnosi, e tengano conto anche di fattori come il grado di autonomia e le capacità residue, la presenza e la possibilità di tenuta della rete familiare, gli elementi che possono influire su questa tenuta (p. es. deterioramento cognitivo, intensità dell’assistenza, bisogno di contenimento, etc.). L’esigenza alla quale dobbiamo rispondere rispetto agli utenti disabili, anche nel caso delle disabilità traumatiche, è quella di favorire il loro inserimento sociale che è un bisogno altrettanto importante che quello sanitario. In quest’ottica assume un’importanza determinante costruire il piano assistenziale individuale partendo dai bisogni piuttosto che dalla diagnosi in quanto è il contesto sociale nel quale è inserito l’utente disabile che ci dà la misura più chiara delle risorse a disposizione dell’utente stesso e quindi ci consente una lettura più precisa dei bisogni. Strutture polifunzionali La diversificazione delle esigenze potrebbe far pensare alla necessità di specializzare ulteriormente le strutture esistenti in base alle tipologie di utenza. L’esperienza invece indica come, soprattutto nell’età adulta non sia tanto la tipologia di disabilità ad accomunare i bisogni delle persone, quanto una serie complessa di variabili più legata a fattori come le abitudini di vita, il livello di autonomia, la percezione di sé. Inoltre, le strutture altamente specializzate, come quelle destinate ai soli “gravissimi”, possono avere forti problemi ad inserirsi in un territorio e a mantenere stabile il personale. Sarebbe dunque più opportuno pensare a strutture organizzate per sottogruppi che permettano al personale di ruotare nel lavoro con ospiti più o meno difficili. Si potrebbe per esempio pensare una struttura polifunzionale dove far convivere realtà diverse, (come sedi di associazioni, gruppi appartamento, strutture ricreative, laboratori protetti … ) per evitare il grande centro isolato dalla realtà circostante. Queste strutture potrebbero diventare luoghi non rinchiusi in se stessi, ma tali da promuovere lo scambio verso l’esterno, luoghi che come filosofia di fondo promuovano sia l’agire/scambio del disabile verso la comunità che della comunità verso il disabile. Differenziare gli interventi all’interno delle strutture esistenti Una risposta già in molti casi praticata è quella della differenziazione dell’intervento e dei servizi offerti nell'ambito delle strutture esistenti in base ai bisogni degli utenti. Potrebbero essere individuati gruppi distinti e realizzati interventi individualizzati senza per questo realizzare strutture “specialistiche”. Nell'inserimento si dovrebbe tener conto della compatibilità tra ospiti piuttosto che della diagnosi. Per esempio, sarebbero possibili strutture comuni per persone disturbi psichiatrici e disabili mentali, mentre maggiori cautele richiede la convivenza tra disabili psichici con problemi di contenimento e gravi disabili motori. Conclusioni Incrociando i dati sull’evoluzione dell’utenza con quelli della rete dei servizi appare evidente che nei prossimi anni dovremo aspettarci una crescita del bisogno di servizi dovuta all’invecchiamento degli utenti e delle loro delle famiglie. Rispondere a questi accresciuti bisogni semplicemente aumentando l’offerta di posti letto in strutture residenziali sarebbe un errore, innanzitutto perché non tutte le richieste di aiuto sono soddisfatte efficacemente da una istituzionalizzazione, e poi perché così facendo si orienterebbe la domanda verso la residenzialità invece che verso servizi alternativi. Si rischierebbe, cioè, l’effetto perverso di incentivare l’istituzionalizzazione delle persone disabili al loro primo momento di difficoltà loro o della loro rete familiare. Se è vero che serviranno risorse per potenziare l’offerta di posti letto, occorrono però soprattutto risposte differenziate e flessibili, che rispettino il più possibile il percorso di vita della persona disabile, la sua specificità e soprattutto, dove possibile, la sua autonomia di scelta. Pensiamo alla 143 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo creazione di un ventaglio ampio e diversificato di offerta di servizi per adulti (strutture grandi e piccole, in campagna e in paese/ città, ad alta o bassa intensità sanitaria ad alta o bassa presenza di personale assistenziale…) nel quale sia possibile trovare la collocazione più opportuna per le esigenze individuali del singolo caso. Servono dunque risorse aggiuntive per ampliare l’offerta attuale, ma anche idee e condivisione di queste per inventare nuove soluzioni e adeguare i servizi esistenti. Di pari passo con il tema delle risposte possibili bisognerà essere in grado di considerare l’economicità e l’attuabilità economica di tali servizi e probabilmente sarà necessario avviare una riflessione su nuove forme di sostenibilità economica dei servizi socio-sanitari. Il quadro circondariale L’analisi è stata condotta sul triennio 2003 - 2004 – 2005. Fino ad ora le valutazioni delle situazioni individuali e le risposte necessarie sono state individuate in modo settoriale dai servizi che si occupano di accompagnare le persone adulte (Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL, Consorzio Servizi Sociali Imola, Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di Castel S. Pietro T.). Alcune persone adulte in carico al Consorzio sono state, nel tempo, inserite con successo in strutture per anziani rispettando i termini delle compatibilità. I tentativi di inserimento di alcune persone già in cura al DSM in strutture per anziani non hanno avuto sempre successo per la difficoltà di gestione dei progetti individuali da parte delle strutture e per la mancanza di compatibilità tra le necessità assistenziali della singola persona con quelle degli anziani gravemente non autosufficienti già ospiti della struttura. A fronte di questi pochi casi, molti altri pazienti in carico al DSM in cui i bisogni assistenziali con l’avanzare dell’età erano diventati abbastanza omogenei con quelli degli ospiti anziani delle strutture protette, hanno potuto trovare la risposta assistenziale più adeguata all’interno della rete dei servizi residenziali per anziani. E’ storia recente la sperimentazione di valutazioni congiunte fra operatori del DSM e del Consorzio che, se anche non hanno portato a progettazioni operative, si sono dimostrate di grande validità tecnica. Il sistema dell’offerta Sul territorio circondariale attualmente sono presenti strutture residenziali nate per target specifici. Nell’ambito della disabilità esiste una sola struttura autorizzata come Centro Socio Riabilitativo Residenziale (la denominazione individuata dalla direttiva regionale per l’autorizzazione al funzionamento per le strutture residenziali per disabili) che è “Don Leo Commissari”, di cui è titolare il Consorzio (gestita in appalto), e che dispone di 15 posti letto più due posti per emergenza o sollievo. E’ presente un Gruppo famiglia (“Il sogno”) con 5 posti più uno di emergenza o sollievo, con la medesima titolarità e gestito in convenzione con un associazione di volontariato. Per i bisogni che si sono evidenziati precedentemente all’apertura di questi servizi (rispettivamente 2000 e 2002) e per situazioni non compatibili (sia sul fronte della disabilità prevalentemente fisica che per quella intellettiva – cognitiva) sono state utilizzate strutture private con rapporti legati al singolo inserimento: si tratta, in genere, di progetti gestiti dal privato sociale, collocate fra Bologna e la riviera romagnola. Come già detto, in alcuni casi sono state utilizzate strutture destinate a persone anziane che per localizzazione e progetto di struttura erano in grado di soddisfare i bisogni delle persone da inserire. Per quello che riguarda le persone in cura al Dipartimento di Salute Mentale, la storia del nostro territorio ha determinato la nascita di diverse strutture residenziali fino all’attuale quadro: Comunità “Albatros” 14 posti letto 144 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Comunità “Samarcanda” 11 posti letto Comunità “Ca’ del picchio” 12 posti letto Gruppo Appartamento “Pambera” 8 posti letto Gruppo Appartamento “ La soffitta” 6 posti letto Appartamento “Mattone solidale 1” 2 posti letto Comunità “La Pascola” 15 posti letto Comunità “Ca’ del Vento” 19 posti letto Residenza Socio-Riabilitativa di via dei Colli 16 posti letto Casa Basaglia 15 posti letto L’evoluzione che ha portato a questo quadro è stata molto complessa e di grande importanza per l’evoluzione generale della filosofia dell’intervento a favore delle persone adulte in difficoltà: per questa parte e per le modifiche future già programmate, si rimanda ad altri documenti, in quanto non centrali rispetto ai nodi problematici da affrontare in questa sede. L’andamento dell’utilizzo dei due blocchi di risorse è andato in direzioni opposte: mentre per “Don Leo Commissari” e “Il sogno” siamo a aggi a un utilizzo al pieno anche dei posti di emergenza e sollievo, per le altre strutture citate si è andati via via a una situazione che presenta disponibilità di posti. Esiste poi una rete di servizi residenziali per anziani convenzionati con l’AUSL, con un parametro di posti riferito alla popolazione ultrasettantacinquenne , tra i più elevati della RER, della capienza di attualmente 496 posti. Le domande di istituzionalizzazione degli anziani sono numericamente ridotte negli ultimi anni grazie allo sviluppo dei servizi domiciliari, ed attualmente sono sempre di più limitate a portatori di patologie croniche gravemente invalidanti. La RER chiede alle strutture per anziani una sempre maggiore qualificazione e specificità nell’assistenza a situazioni complesse, come nel fornire una risposta residenziale alle gravissime disabilità acquisite. Nell’ambito degli interventi assistenziali,l’istituzionalizzazione definitiva resta l’ultima delle risorse da attivare, dopo avere utilizzato tutte le forme assistenziali alternative e maggiormente flessibili. Diversa è la residenzialità di tipo terapeutico-riabilitativo, normalmente di tipo temporaneo, che, in quanto finalizzata a percorsi di recupero, riabilitazione psico-sociale e reinserimento nei contesti di vita, fa parte integrante del Progetto Terapeutico Individuale della cui efficacia può essere fattore importante specie con interventi residenziali precoci e mirati. Al momento della decisione per un inserimento residenziale serve la valutazione “multidimensionale” dei bisogni della persona, dal punto di vista della necessità di: 1) supporto nella vita di relazione, 2) assistenza diretta alle attività di base (mangiare, lavarsi , andare in bagno, continenza ecc), 3) assistenza sanitaria (di base, specialistica, in forma continua, oppure programmabile ecc) La struttura proposta per la ospitalità della persona deve essere adeguata e qualificata per rispondere alle necessità assistenziali di ciascuna persona. E’ necessaria l’adozione di criteri oggettivi di valutazione dell’adeguatezza e qualificazione di ciascuna struttura. La domanda Come già detto, oltre alle persone inserite nelle strutture di cui sopra, il Consorzio e l’Istituzione hanno utilizzato risposte di titolarità privata del territorio e fuori territorio secondo il seguente andamento nel triennio (per il dettaglio si vedano gli allegati): 2003 Persone inserite all’1.01 Nuovi ammessi dimessi deceduti Persone inserite al 31.12 11 0 1 0 10 N° totale delle persone assistite 11 Di cui sul territorio Di cui fuori territorio 6 5 145 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo 2004 2005 2006 10 12 14 6* 5 3 3 1 0 12 14 16 17 7 5 9 12 * di cui una persona trasferita contabilmente con l’ingresso del Comune di Medicina nel Consorzio E’ evidente un trend di crescita anche nell’utilizzo di queste risorse e, contemporaneamente, un inversione di tendenza nella scelta della localizzazione della risposta. Si conferma una distribuzione equa fra le disabilità prevalentemente fisiche e quelle cognitive/intellettive a volte associate a disturbi del comportamento. La mortalità è molto bassa e attestata su questo dato. Consapevoli che il quadro provinciale descritto in premessa sia anche quello locale, abbiamo provato a quantificare l’andamento della domanda di risposte residenziali per il prossimo futuro. Per quello che riguarda le persone in cura al Dipartimento di Salute Mentale, si conferma la tenuta sul fronte dei 15 inserimenti per persone provenienti dal territorio (indicazione da Progetto obiettivo), per i quali esiste già un risposta organizzata. Per il resto del fabbisogno delle persone adulte nei prossimi 5 e 10 anni abbiamo chiesto agli operatori di fare una stima fra le situazioni già in carico. Abbiamo cercato di dare alla previsione un quadro si scientificità utilizzando alcuni indicatori (nuclei monogenitoriali, genitori anziani, famiglie multiproblematiche o espulsive, persone che vivono sole) che anche l’esperienza ci ha dimostrato essere i maggiori fattori di rischio. Si ritiene che i dati siano da intendere a livello indicativo, come ordine di grandezza, essendo più probabile un’esaltazione del problema da parte dell’operatore che non una sua sottovalutazione. PROIEZIONE FABBISOGNO RISPOSTE RESIDENZIALI PER ADULTI PER I PROSSIMI 5 ANNI Nuclei monogenitoriali Genitori ultra65 Famiglie multiproblematiche/espulsive Persone che vivono sole n. 15 n. 17 n. 9 n. 11 PROIEZIONE FABBISOGNO RISPOSTE RESIDENZIALI PER ADULTI PER I PROSSIMI 10 ANNI Nuclei monogenitoriali Genitori ultra65 Famiglie multiproblematiche/espulsive Persone che vivono sole n. 2 n. 9 n. 2 n. 1 Nota: in entrambi i casi c’è una suddivisione abbastanza equa fra persone che presentano una disabilità di tipo fisico e intellettivo-comportamentale. Il Governo precedente, dopo la prima conferenza nazionale sull’handicap, aveva dato come standard 20 posti di residenziale ad alta intensità assistenziale e una comunità alloggio a media intensità da 10 posti ogni 50.000 abitanti. L’indicazione era probabilmente sovrastimata e, comunque, difficilmente sostenibile dal punto di vista dei costi, tant’è che la situazione regionale si attesta sulla metà di quanto indicato. La proposta operativa Integrazione nella valutazione Le esperienze del SAA, della UVG, dell’Unità di Valutazione Handicap e del lavoro congiunto fra Consorzio e DSM (sia su progetti di struttura che sui progetti individuali) ci spingono a proporre un modello che veda convergere le segnalazioni di bisogni di residenzialità per persone adulte su un unico punto integrato incaricato della raccolta, della valutazione e della proposta di inserimento. In pratica si tratterebbe di identificare una struttura che: 146 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo a) raccolga la domanda che le persone o le famiglie hanno preparato con i responsabili del caso b) fornisca al nucleo valutatore le informazioni sulle capacità assistenziali delle risorse residenziali disponibili valutate idonee per tipologia di bisogno c) raccolga ed elabori i dati sull’esito degli inserimenti. Integrazione nell’utilizzo delle risorse Se il principio che ci guida è quello di definire la risposta più opportuna ai bisogni che ci vengono presentati, in una logica di percorso di vita, è necessario superare l’attuale separazione dell’utilizzo delle risposte residenziali per diagnosi delle persone. Come si diceva, ci sono già esperienze di inserimenti di persone adulte con disabilità o anziane già in cura ai servizi di salute mentale in strutture nate per dare risposta agli anziani. Così come le strutture nate dal superamento degli ospedali psichiatrici ospitano persone che hanno più i tratti della disabilità fisica e intellettiva o sono già state valutate idonee per accogliere nuovi inserimenti di persone con disabilità cognitive. D’altro canto, le recenti direttive rispetto ai servizi per le persone con mielolesioni gravissime, ecc. citano la costituzione di nuclei dedicati all’interno delle case protette. Contemporaneamente salta all’occhio come, sul nostro territorio, si stia verificando un progressivo svuotamento delle residenze “psichiatriche” e un aumento della pressione sul fronte della domanda da parte delle disabilità: se la programmazione viene condotta nella logica del sistema integrato dei servizi, dobbiamo considerare come una opportunità le risorse e le esperienze consolidate della cooperazione sociale locale che possano far fronte ai bisogni in aumento. Il tema della territorializzazione anche della risposta residenziale resta valido anche per altri tipi di struttura, perché salva il principio della vicinanza ai luoghi di vita e agli affetti che, se il progetto individuale non prevede espressamente in modo diverso, andrebbe, comunque, tutelato. Le scelte diverse fatte finora dagli operatori non possono che essere frutto della logica della segmentazione di cui sopra. La proposta è, quindi, di un pieno utilizzo delle risorse esistenti, andando verso la qualificazione delle strutture, anche in una logica di polifunzionalità. Resta aperto il tema dell’autorizzazione al funzionamento, ma , se è pur vero che le strutture per disabili ne necessitano, non viene escluso di procedere a singoli inserimenti in strutture diverse. Ad esempio, per gli inserimenti fatti in strutture per anziani abbiamo chiesto l’autorizzazione al funzionamento per quella tipologia di risposta, che prevede parametri diversi da quella per gli adulti. La logica è, quindi, di considerare valide autorizzazioni diverse per problemi diversi, ma che lì trovano risposta. L’utilizzo sinergico di risorse già esistenti non esclude la progettazione di una nuova struttura, per la quale, peraltro, è già in atto un confronto sul territorio: i numeri di previsione del bisogno e la diversificazione delle tipologie, anzi, spingono a pensare che, nel tempo, un ulteriore risposta di 20 posti in una logica di polifunzionalità, possa essere necessaria. Viste le risorse disponibili, si individua nel territorio di Castel S. Pietro T. la localizzazione più adeguata per il futuro. Il gruppo di lavoro nominato per l’elaborazione di questo documento era composto da: Claudia Arcangeli (AUSL di Imola) Gianni Baldazzi (Comune di Castel Guelfo di Bologna) Patrizia Cantoni (Nuovo Circondario Imolese) Maria Grazia Ciarlatani (Consorzio Servizi Sociali Imola) Elio Cocchi (Comune di Medicina) Roberto Conti (Comune di Dozza) Luca Dal Pozzo (Confcooperative) Giulio Dall’Orso (Volontariato Castel S. Pietro T.) Teresa Donattini (AUSL di Imola) Danilo Francesconi (CISL Imola) Luca Galipò (IAL Imola) Alba Galassi (AUSL Imola) Gianna Gambetti (Ciofs Imola) Stefano Gardenghi (AUSL Imola) 147 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Andrea Garofani (Consorzio Servizi Sociali Imola) Paolo Liverani (UIL Imola) Paride Lorenzini (Casa di Riposo per Inabili al Lavoro IPAB - Imola) Elisabetta Marchetti (CGIL Imola) Marziano Marfisi (Tavolo di coordinamento delle organizz. imprenditoriali del territorio imolese) Maria Mastroianni (AUSL Imola) Alberto Minardi (AUSL Imola) Pietro Minghetti (IPAB Medicina) Franco Monterumisi (AUSL Imola) Alba Natali (AUSL Imola) Libero Orsini (Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di Castel S. Pietro T.) Raffaella Pasquali (Casa di Riposo per Inabili al Lavoro IPAB - Imola) Stefania Pirazzoli (Comune di Mordano) Riccardo Ragazzini (Montecatone Rehabilitation Institute) Giuseppe Rago (UGL Imola) Claudio Ravani (AUSL Imola) Adriano Raspanti (Comune di Castel S. Pietro T.) Claudio Rizzoli (Comune di Medicina) Gigliola Poli (Consorzio Servizi Sociali Imola) Benedetta Prugnoli (AUSL Imola) Bona Sandrini (Casa di Riposo per Inabili al Lavoro IPAB - Imola) Savio Sangiorgi (Legacoop) Claudio Tassoni (Istituzione per la gestione dei servizi sociali del Comune di Castel S. Pietro T.) Lucia Valtancoli (Assemblea delle organizz. sociali e delle associazioni di volontariato di Imola) Giorgio Valvassori (Fondazione Cassa di Risparmio di Imola) Lucio Visani (Comunità montana Valle del Santerno) Roberto Visani (Comune di Imola). 148 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo LINEE PROGETTUALI PER LA COSTITUZIONE DEL COMITATO CONSULTIVO MISTO CIRCONDARIALE PREMESSA Ad oggi non è sostanzialmente normata la costituzione di Comitati Consultivi Misti per i Servizi Sociali, a differenza di quanto avvenuto nei Servizi Sanitari con un processo legislativo partito con il D. lgs. 502/ 92 e sviluppatosi coerentemente sul piano regionale e locale. In ambito distrettuale sin dal 1995 è istituito il CCM quale “strumento privilegiato di partecipazione dei cittadini al processo decisionale al livello aziendale dell’USL in merito agli aspetti riguardanti il rilevamento il controllo e le verifiche per il miglioramento della qualità dei servizi dalla parte dei cittadini”. L’esperienza imolese si è contraddistinta e si contraddistingue in ambito regionale per la coerenza dei percorsi, per l’intensità della partecipazione (presenza media dei componenti alle riunioni che si aggira intorno al 78%) e per la validità del suo operato. La riconosciuta positività di questa esperienza ci consente oggi di tracciare l’ipotesi di un Comitato Consultivo Misto per i Servizi Sociali e Sanitari e di ambito Circondariale (da ora in poi indicato come CCMC) con ragioni che possono essere così tradotte: a) la normativa vigente se da un lato non delinea esplicitamente la costituzione di CMM per il sociale e il sanitario insieme, dall’altro lato orienta con evidenza (si vedano i riferimenti successivi) alla formazione di organismi di consultazione e partecipazione delle associazioni di tutela e di rappresentanza dei cittadini anche nel campo dei servizi sociali b) il forte intreccio tra problematiche sociali e sanitarie tali da comportare risposte integrate e complementari porta a prevedere un unico strumento partecipativo per il miglioramento continuo della qualità dei servizi Tenuto conto di ciò, appare indispensabile prevedere un percorso di approfondimento e confronto con il Comitato Consultivo Misto dell’Azienda USL precedentemente all’avvio sperimentale dell’Organismo unitario. RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto Lgs. 502/1992 all’art. 14 recita “….le regioni prevedono forme di partecipazione delle organizzazioni dei cittadini e del volontariato impegnato nella tutela del diritto alla salute nelle attività relative alla programmazione, al controllo e alla valutazione dei servizi sanitari a livello regionale, aziendale e distrettuale. Le regioni determinano altresì le modalità della presenza nelle strutture degli organismi di volontariato e di tutela dei diritti, anche attraverso la previsione di organismi di consultazione degli stessi presso le Unità sanitarie locali e le aziende ospedaliere.” Legge regionale n.19/1994 “Norme per il riordino del Servizio Sanitario Regionale” all’art. 15 recita “ La Regione assicura e garantisce la partecipazione e la tutela dei cittadini nella fruizione dei servizi sanitari nelle materie e nelle forme previste dall’art. 14 del decreto legislativo di riordino, dalle disposizioni della presente legge e da specifiche direttive emanate dalla Giunta regionale rivolte agli organi delle Aziende –Unità sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere della regione….. La Regione promuove la consultazione dei cittadini e delle loro libere associazioni, ed in particolare delle organizzazioni del volontariato e di quelle per la tutela dei diritti dei cittadini…” La stessa Legge regionale all’art. 16 recita”….vengono costituiti …..Comitati Consultivi Misti per il controllo di qualità dal lato degli utenti…I compiti dei Comitati sono: - assicurare controlli di qualità dal lato della domanda, specie con riferimento al percorso di accesso ai servizi 149 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo promuovere l’utilizzo di indicatori di qualità dei servizi dal lato dell’utenza definiti a livello regionale… - sperimentare indicatori di qualità dei servizi dal lato dell’utenza definiti a livello aziendale… - sperimentare modalità di raccolta e di analisi dei segnali di disservizio Direttiva regionale Del. G.R . 1011/95 che detta modalità e strumenti del Comitato Consultivo Misto Delibera G.R. n. 320/2000 che detta linee guida per l’adeguamento delle strutture organizzative e degli organismi per la relazione e la comunicazione con il cittadino nelle strutture sanitarie, tra cui i Comitati Consultivi Misti Legge Quadro n.328/2000”Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” all’art. 6 recita “Ai Comuni…spetta…..effettuare forme di consultazione dei soggetti di cui all’articolo 1, per valutare la qualità e l’efficacia dei servizi e formulare proposte ai fini della predisposizione dei programmi” Legge Regionale n. 2/2003 art. 33 recita “la Regione e gli enti locali assicurano la partecipazione dei cittadini e degli utenti al controllo della qualità dei servizi , anche favorendo l’attività delle associazioni di tutela degli utenti e delle organizzazioni sindacali” Delibera Giunta Circondario del 21.9.2005 che pone in capo alla Giunta del Nuovo Circondario l’unificazione delle funzioni di programmazione ed indirizzo nell’Area delle Politiche sanitarie e socialisociali - OBIETTIVO Il Comitato consultivo Misto del Circondario di Imola si costituisce quale organismo di partecipazione dei cittadini con l’obiettivo di favorire processi di consultazione dei cittadini e delle associazioni di tutela e rappresentanza degli stessi nell’attività di proposta, verifica e controllo dei servizi sociali e sanitari e della integrazione socio-sanitaria. FUNZIONI In continuità a quanto già previsto nei CCM delle Aziende e tenuto conto delle competenze assegnate dai Comuni agli Enti gestori dei servizi sociali nel Circondario Imolese, il futuro CCMC avrà le seguenti funzioni: a)Promuovere l’utilizzo di indicatori di qualità dei servizi dal lato dell’utente, contribuendo ad azioni di miglioramento della qualità delle risposte, anche con riferimento alla integrazione tra sociale e sanitario b) Sperimentare indicatori di qualità dei servizi dal lato dell’utente, definiti dalle strutture erogatrici di servizio, tenuto conto di specificità locali c) Sperimentare modalità di raccolta e analisi dei segnali di disservizi d) Formulare proposte di miglioramento dei servizi e delle risposte, particolarmente riferite all’integrazione sociale e sanitaria e) Rappresentare i nuovi bisogni espressi dai cittadini e utenti operandone una lettura contestualizzata nei servizi sociali e sanitari STRUTTURA Il CCMC è istituito dalla Giunta del Circondario di Imola, quale Ente designato alla programmazione dei servizi sociali e sanitari. Dovrà in quella sede essere predisposta la sede del CCM con gli annessi supporti logistici e operativi. Viene così a determinarsi il superamento del CCM dell’Azienda USL in virtù della creazione di un organismo unico di partecipazione per l’area sociale e sanitaria. FUNZIONAMENTO 150 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Per assicurare il rispetto delle finalità sue proprie e il funzionamento del Comitato , si dovrà deliberare il Regolamento del Comitato in cui sia previsto: - che vi sia una programmazione annuale e mensile della attività - che vengano affrontati temi relativi sia ai servizi sociali che ai servizi sanitari - che si sviluppi un’attività istruttoria e di approfondimento per gruppi tematici COMPOSIZIONE La determinazione dei componenti del CCMC potrà osservare i seguenti criteri: - la rappresentanza dei diversi attori che a vario titolo erogano o sostengono servizi ed interventi a favore della popolazione - una pari rilevanza dei soggetti erogatori di prestazioni e servizi sociali e sanitari la rappresentatività dei territori che compongono il Circondario come elemento da considerare nel processo di individuazione dei componenti. Nel Gruppo di lavoro è rimasta aperta la discussione circa la partecipazione di Montecatone Riabilitation Institute Per favorire l’operatività del CCMC, si dovrà considerare il massimo contenimento del numero dei componenti. Considerato che le rappresentanze delle associazioni e dei cittadini devono costituire la maggioranza numerica, si ipotizza un CCMC di 29/32 unità così ripartite: - 12/15 rappresentanti delle Associazioni di Volontariato, di tutela dei diritti, di Promozione Sociale - 4 rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei pensionati - 1 rappresentante della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola - 4 rappresentanti dell’Azienda Sanitaria di Imola - 4 rappresentanti degli Enti gestori di servizi sociali nel Circondario (ad oggi Consorzio Servizi Sociali Imola, Istituzione di Castel San Pietro, Comune di Medicina, IPAB) - 2 rappresentante delle Cooperative sociali - 1 rappresentante di Montecatone Riabilitation Institute (da definire) - 1 rappresentante della Giunta del Circondario Modalità di designazione dei rappresentanti: Le diverse organizzazioni eleggono autonomamente i propri rappresentanti nel rispetto del numero individuato come sopra; al fine di diffondere scopi e natura del CCMC con le stesse organizzazioni antecedentemente alla individuazione dei propri rappresentanti,potrebbe essere opportuno avvalersi della collaborazione del Centro Servizi per il Volontariato – VOLABO per un incontro informativo propedeutico. Per quanto riguarda le Organizzazioni di volontariato e le Associazioni di Promozione sociale vanno salvaguardati due requisiti: - attinenza e operatività in campo sociale o socio-sanitario o sanitario - sede operativa nell’area territoriale del Circondario - iscrizione ai Registri Provinciali/regionali del Volontariato o ad Albi/Elenchi/Registri comunali del Volontariato 151 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo parte quarta: il bilancio del programma attuativo 152 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo TABELLA 3A - BILANCIO PREVISIONALE PROGRAMMA ATTUATIVO ANNO 2006 – SPESE AREE famiglie e minori giovani disabili SPESE attività di servizio sociale professionale integrazione sociale interventi e servizi educativi assistenziali e per l'inserimento lavorativo assistenza domiciliare a famiglie con minori servizi di supporto trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e servizi strutture a ciclo diurno o semi-residenziale strutture comunitarie e residenziali pronto intervento sociale totale spesa diretta dell’area totale trasferimenti verso altri enti Totale spesa area famiglie e minori TOTALE (approssimati all’€) DI CUI GESTITO IN FORMA ASSOCIATA 475.486,00 80.958,00 419.181,00 53.458,00 311.538,00 221.432,00 533.805,00 - 3.481.271,00 2.073.943,00 6.902.299,00 93.593,00 11.878.950,00 449.660,00 236.357,00 93.593,00 3.097.964,00 18.590,00 12.328.610,00 3.116.554,00 86.785,00 43.772,00 16.430,00 - - - attività di servizio sociale professionale integrazione sociale interventi e servizi educativi assistenziali e per l'inserimento lavorativo assistenza domiciliare servizi di supporto trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e servizi strutture a ciclo diurno o semi-residenziale strutture comunitarie e residenziali pronto intervento sociale totale spesa diretta dell’area totale trasferimenti verso altri enti - - 103.215,00 - 43.772,00 - Totale spesa area giovani 103.215,00 43.772,00 121.271,00 80.320,00 116.471,00 62.477,00 1.176.358,00 59.598,00 455.251,00 71.727,00 319.546,00 49.270,00 attività di servizio sociale professionale integrazione sociale interventi e servizi educativi assistenziali e per l'inserimento lavorativo assistenza domiciliare servizi di supporto trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e servizi strutture a ciclo diurno o semi-residenziale strutture comunitarie e residenziali pronto intervento sociale totale spesa diretta dell’area totale trasferimenti verso altri enti 918.304,00 743.338,00 803.658,00 791.226,00 4.418.115,00 76.791,00 550.308,00 781.726,00 2.682.734,00 27.561,00 Totale spesa area disabili 4.494.906,00 2.710.295,00 153 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo AREE dipendenze anziani immigrati SPESE attività di servizio sociale professionale integrazione sociale interventi e servizi educativi assistenziali e per lì'inserimento lavorativo assistenza domiciliare servizi di supporto trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e servizi strutture a ciclo diurno o semi-residenziale strutture comunitarie e residenziali pronto intervento sociale totale spesa diretta dell’area totale trasferimenti verso altri enti Totale spesa area dipendenze TOTALE (approssimati all’€) DI CUI GESTITO IN FORMA ASSOCIATA 85.288,00 - 85.288,00 - - - - - 19.247,00 19.247,00 104.535,00 24.363,00 104.535,00 24.363,00 128.898,00 128.898,00 350.533,00 180.249,00 2.319.582,00 78.470,00 324.258,00 8.121,00 1.772.622,00 49.123,00 attività di servizio sociale professionale integrazione sociale assistenza domiciliare servizi di supporto trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e servizi strutture a ciclo diurno o semi-residenziale strutture comunitarie e residenziali totale spesa diretta dell’area trasferimenti verso altri enti 1.151.330,00 565.810,00 705.326,00 3.482.579,00 8.268.069,00 768.532,00 320.810,00 151.520,00 3.192.264,00 4.040,00 Totale spesa area anziani 9.036.501,00 3.196.304,00 85.710,00 197.483,00 83.452,00 133.483,00 - - 717,00 - attività di servizio sociale professionale integrazione sociale interventi e servizi educativi assistenziali e per l'inserimento lavorativo assistenza domiciliare servizi di supporto trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e servizi strutture a ciclo diurno o semi-residenziale strutture comunitarie e residenziali pronto intervento sociale totale spesa diretta dell’area totale trasferimenti verso altri enti 28.247,00 24.247,00 172.596,00 484.753,00 - 150.892,00 392.074,00 - Totale spesa area immigrati 484.753,00 392.074,00 154 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo AREE disagio adulti multiutenza indistinti SPESE attività di servizio sociale professionale integrazione sociale interventi e servizi educativi assistenziali e per lì'inserimento lavorativo assistenza domiciliare servizi di supporto trasferimenti in denaro per il pagamento di interventi e servizi strutture a ciclo diurno o semi-residenziale strutture comunitarie e residenziali pronto intervento sociale totale spesa diretta dell’area totale trasferimenti verso altri enti Totale spesa area disagio adulti DI CUI GESTITO IN FORMA ASSOCIATA 86.238,00 - 78.038,00 - - - 3.949,00 6.900,00 - 100.082,00 43.415,00 29.886,00 227.055,00 10.000,00 22.651,00 144.104,00 - 237.055,00 144.104,00 segretariato sociale prevenzione e sensibilizzazione azioni di sistema e spese org totale spesa diretta dell’area totale trasferimenti verso altri enti 187.634,00 49.472,00 1.647.611,00 1.884.987,00 - 122.133,00 3.523,00 1.489.835,00 1.615.491,00 - Totale spesa area multiutenza 1.884.987,00 1.615.491,00 totale trasferimenti verso altri enti 6.950.966,00 - 27.369.679,00 11.272.938,00 8.280.212,00 74.554,00 35.649.891,00 11.347.492,00 totale spesa diretta tutte le aree RIEPILOGO TOTALE (approssimati all’€) Totale trasferimenti Totale N.B.: I dati finanziari riportati sono quelli contenuti nel bilancio di previsione 2006 dei Comuni del Distretto e dell’Ausl Imola aggiornati con le variazioni assunte fino al 30/04/2006 155 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo TABELLA 3B - BILANCIO PREVISIONALE PROGRAMMA ATTUATIVO ANNO 2006 – ENTRATE Entrate da comuni fuori zona Famiglie e Minori Giovani Disabili Dipendenze Anziani Immigrati Disagio Adulti - Entrate da comuni in zona Entrate dirette dalla Stato 462.233,00 - - 1.138.193,00 424.683,00 113.162,00 981.952,00 - - - 43.772,00 - - - - - 88.079,00 17.000,00 19.176,00 407.252,00 324.740,00 - - 88.788,00 - 8.769,00 - - - - 120.487,00 - - - 63.625,00 25.991,00 8.769,00 23.000,00 10.853,00 97.246,00 - 15.636,00 6.282,00 23.269,00 58.731,00 1.686,00 Entrate dalla Provincia Entrate dalla Regione Altre entrate (donazioni …..) Risorse Proprie del Comune (SOLO PER I COMUNI) Entrate da U.E. entrate da fondo sanitario entrate da utenti - 399.389,00 2.850.376,00 2.043.138,00 6.768.799,00 Totale di riga 9.893.022,00 59.443,00 103.215,00 1.446.246,00 2.325.762,00 - 97.557,00 1.291.511,00 6.763.632,00 61.688,00 184.759,00 69.802,00 199.819,00 - - - 19.284,00 - 720,00 - 5.744,00 81.541,00 - - 269.496,00 376.785,00 Indistinti - 5.259.602,00 9.050,00 2.823.844,00 875.409,00 - 2.122.185,00 - - 4.615.250,00 15.705.340,00 Totale 0,00 5.828.805,00 9.050,00 2.835.417,00 2.515.599,00 473.418,00 2.768.627,00 4.268.862,00 2.367.878,00 14.582.235,00 35.649.891,00 Multiutenza - - N.B.: I dati finanziari riportati sono quelli contenuti nel bilancio di previsione 2006 dei Comuni del Distretto e dell’Ausl Imola aggiornati con le variazioni assunte fino al 30/04/2006 156 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo TABELLA 3C: BILANCIO PROGRAMMA ATTUATIVO ANNO 2006 ALTRI ENTI SPESA SOCIALE DI ENTI gestita direttamente e non traferita ai comuni PROVINCIA Aree: Costi sostenuti direttamente dalla Provincia (spesi dalla Altri ENTI (Ipab, Fondazioni, ….) Totale SPESE (per Area di Intervento) Provincia esclusi quelli trasferiti ai comuni) Famiglia e Minori € 54.225,94 € 63.000,00 € Giovani Disabili 117.225,94 - € 14.587,86 € 14.587,86 Dipendenze - Anziani - Immigrati € 23.571,43 Disagio adulti € 140.072,37 € 23.571,43 € 140.072,37 Salute Mentale Multiutenza € 47.381,71 € indistinti Totale spese: 47.381,71 - € 139.766,94 € 203.072,37 € 342.839,31 157 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo REGIONE EMILIA-ROMAGNA AZIENDA DI IMOLA DISTRETTO DI IMOLA GRIGLIA DI RILEVAZIONE DELLA SPESA SOCIO-SANITARIA A CARICO DEL FONDO SANITARIO REGIONALE Va rilevata la spesa sostenuta per gli interventi, organizzati dai comuni singoli o associati, e dalle AUSL per delega, per i quali esiste una compartecipazione da parte del Fondo sanitario PREVISIONE 2006 Compilata da: DONATTINI MARIA TERESA Qualifica: DIRIGENTE AMMINISTRATIVO Recapito Tel: 0542 - 604321 Recapito e-mail: [email protected] 158 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Bilancio sanitario - Costi 1- FAMIGLIA E MINORI* Interventi e servizi Sostegno socio-educativo scolastico per minori certificati ai sensi della L.104/92 (Accordo di programma) Sostegno socio-educativo/riabilitativo domiciliare per minori certificati ai sensi della L.104/92 Partecipazione a progetti specifici di promozione, informazione, prevenzione integrati con i Comuni 10.000,00 Trasferimenti in denaro Strutture residenziali per minori - rette Strutture semi-residenziali per minori- rette 34.400,00 Strutture Strutture residenziali per minori - gestione Strutture semi-residenziali per minori- gestione Altro Figure professionali sociali (assistente sociale, educatore) inserite nei consultori familiari e nei servizi rivolti a famiglia, infanzia e giovani per attività di assistenza sociale (promozione, inserimento, integrazione, ecc..) ad esclusione delle attività di educazione sanitaria e dell'assistenza consultoriale a sostegno di gravidanze e maternità a rischio sanitario (1) Figure professionali sanitarie la cui attività si integra con quella di figure professionali sociali per progetti socio-educativi, socio-terapeutici e socioriabilitativi. (2): a) Psicologo (per le attivita' in équipe) b)neuropsichiatra :stimare quota di spesa in base alla partecipazione Altro (specificare..) TOTALI DELL'AREA FAMIGLIA E MINORI NOTE (*) Le spese per i minori disabili sono comprese nell'area famiglia e minori. 29.600,00 74.000,00 (1) Figure Professionali sociali Tipologia numero (2) Figure professionali sanitarie Tipologia psicologo neuropsichiatra numero 2 0,03 159 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Bilancio sanitario - Costi 3- AREA DISABILITA' Interventi e servizi Assistenza domiciliare con finalità socio-assistenziale Assistenza domiciliare con finalità riabilitativa/educativa Inserimento lavorativo in ambiente di lavoro normale (personale educativo e borse lavoro) Partecipazione a progetti specifici di promozione, informazione, prevenzione integrati con i Comuni 9.500,00 67.000,00 19.800,00 Trasferimenti in denaro Laboratori protetti o altri servizi assimilabili (inserimento lavorativo in ambiente protetto) - rette Servizi socio riabilitativi diurni - rette Strutture residenziali - rette Assegno di cura (Del. G.R.1122/02) 140.000,00 73.558,00 Strutture Laboratori protetti o altri servizi assimilabili (inserimento lavorativo in ambiente protetto) - gestione Servizi socio-riabilitativi diurni - gestione Strutture residenziali – gestione (finanziamento ad hoc per via Venturini) 17.400,00 25.000,00 Altro Spese personale sanitario, non attribuibile ai singoli servizi, per le attività di presa in carico, accompagnamento, ecc.. (3) Spese personale sociale, non attribuibile ai singoli servizi, per le attività di presa in carico, accompagnamento, ecc.. (4) Altro 83.950,00 TOTALI DELL'AREA DISABILITA' 436.208,00 (3)Spese personale sanitario, non attribuibile ai singoli servizi Tipologia numero (4) Spese personale sociale, non attribuibile ai singoli servizi Tipologia - numero - 160 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Bilancio sanitario - Costi 4- AREA ANZIANI Interventi e servizi partecipazione a progetti specifici di promozione, informazione, prevenzione integrati con i Comuni Trasferimenti in denaro Oneri a rilievo sanitario ADI Oneri a rilievo sanitario Centri Diurni Oneri a rilievo sanitario strutture residenziali (Casa Protetta, RSA) Assegno di cura (G.R. 1377/99) 222.282,00 233.579,00 5.634.515,00 724.007,00 Strutture Centri diurni – gestione Personale e materiale sanitario* Centri Diurni Strutture residenziali (RSA, Casa Protetta, Casa di Riposo, Comunità alloggio) – gestione Personale e materiale sanitario* strutture residenziali (Casa Protetta, RSA) 29.700,00 3.100.000,00 Altro Spese personale sanitario, sociale, amministrativo, di coordinamento (S.A.A., U.V.G., coordinatori sanitari strutture, ecc.. e con esclusione di progetti e servizi specialistici per demenze) (5) Altro TOTALI DELL'AREA ANZIANI 260.000,00 1.700.000,00 11.644.083,00 * tipologie previste dalla del. G.R 1378/99 (5) Personale sanitario, sociale, amministrativo, di coordinamento, (S.A.A., U.V.G., coordinatori sanitari strutture, ecc..) Tipologia IP Coordinatore in UVG - 780 ore annue Geriatri in UVG - 780 ore annue IP/TDR/Medico Coordinatori sanitari strutture Amministrativo per gestione convenzioni n. ore 936 ore annue ** I gruppi di lavoro integrato gestiti dal Consorzio dei Servizi Sociali prevedono la partecipazione di dipendenti AUSL (Medici ed Infermieri) in orario di servizio: costo non monitorato *** L'AUSL non gestisce direttamente strutture territoriali ma attraverso convenzioni numero 0,5 0,5 4,5 0,5 161 Piano di Zona 2005 –2007: il Programma Attuativo 2006 – capitolo primo Bilancio sanitario - Costi 6- AREA DISAGIO ADULTI: PSICHIATRIA Interventi e servizi Sostegno all'inserimento lavorativo (borse lavoro, personale) a favore di pazienti psichiatrici Interventi di strada rivolti a prostituzione, senza fissa dimora Partecipazione a progetti specifici di promozione, informazione, prevenzione integrati con i Comuni 155.500,00 Trasferimenti in denaro Contributi economici a favore di pazienti psichiatrici 90.000,00 Altro altro (specificare…) TOTALI DELL'AREA DISAGIO ADULTI 245.500,00 NOTE: (non va rilevata la spesa per le rette per strutture residenziali e diurne di ogni ordine e grado, che sono oggetto di specifica rilevazione Bilancio sanitario - Costi 7 - AREA DIPENDENZE Interventi e servizi Sostegno all'inserimento sociale/mediazione sociale Sostegno all'inserimento lavorativo (borse lavoro, personale) Interventi di strada/interventi a bassa soglia (prevenzione, riduzione del danno, orientamento/accompagnamento ai servizi..) Partecipazione a progetti specifici di promozione, informazione, prevenzione integrati con i Comuni 42.200,00 15.600,00 Trasferimenti in denaro Contributi economici Altro TOTALI DELL'AREA DIPENDENZE 57.800,00 Bilancio sanitario - Costi 8 - AREA MULTIUTENZA Altro Figure professionali sociali (assistenti sociali) inserite nei servizi sanitari (ospedali, ecc..) Spese per il Piano di Zona (predisposizione, gestione, valutazione, Ufficio di Piano) Spese per personale amministrativo e tecnico a supporto delle attività ad integrazione socio-sanitaria altro (specificare: Mediazione Culturale) TOTALI DELL'AREA MULTIUTENZA 40.000,00 10.000,00 42.600,00 92.600,00 162