A cura di: Mariangela Ciavarella*
PRIMO PIANO
"La violenza sulle donne è una delle
forme di violazione
dei diritti umani più
diffusa ed occulta nel mondo"
(Irene Khan, Segr. Gen. di Amnesty International)
Associazioni impegnate nella lotta ad un’amara piaga sociale
na violazione fondamentale dei diritti umani.
Così oggi la comunità internazionale riconosce
la violenza contro le donne. Una violenza spesso
codificata nelle tradizioni di alcune culture, che per­
petrano abusi in nome della tradizione, o addirittura
della legge. Stupri, incesti, mutilazioni genitali sembrano
lontane dal contesto quotidiano delle donne occidentali,
ma spesso le forme di violenza si annidano nelle zone
d’ombra del tessuto sociale in cui vengono inflitte, e
si intrecciano subdolamente con le trame del vissuto
di ogni donna, colpendola proprio dove si sente al
sicuro: la famiglia, la scuola e il luogo di lavoro.
Le prime forme di intervento sul problema sono
state le linee telefoniche, nate allo scopo di racco­
gliere lo sfogo delle donne vittime di violenza, a
cui viene prestato ascolto e vengono fornite infor­
mazioni utili al superamento del problema. Tra i
numeri attivati sul territorio nazionale rientra il
“1522 Antiviolenza Donna” a cura del Dipartimento
per i Diritti e le Pari Opportunità della Presidenza
del Consiglio dei Ministri. Il servizio, attivo 24 ore
su 24, 365 giorni all’anno è fruibile gratuitamente
e in assoluto anonimato da rete fissa e mobile. Il
personale preposto a raccogliere lo sfogo delle
donne in difficoltà è interamente femminile, mul­
tilingue e specificamente formato.
Spesso queste linee telefoniche, che nascono
come uno strumento per far fronte a un disagio
sociale, diventano veri e propri osservatori sul
problema.
È il caso del “Telefono Rosa”. Quest’ultimo, attivo
dal febbraio del 1988 come linea telefonica di ascolto
rispetto a tutti quei fenomeni di violenza spesso som­
mersa, nel 1990 si è costituito come Associazione.
Nei suoi vent’anni di attività il Telefono Rosa ha
rafforzato la sua presenza al fianco delle donne maltrat­
pugliasalute
- dieci -
tate, aumentando da cinque a sessantacinque il numero
delle volontarie che quotidianamente entrano in contatto
con storie di dolore e violenza al femminile. L’Asso­
ciazione è sostenuta da un comitato costituito da donne
che occupano posizioni di rilievo all’interno della
politica, delle istituzioni o del mondo della cultura, e
fornisce una consulenza specifica e diversificata, grazie
alla presenza di diverse professionalità rappresentate
da avvocate, consulenti bancarie, psicologhe e mediatrici
familiari. A fronte di una consolidata esperienza nel
settore, l’ Associazione Telefono Rosa supporta le
attività di sostegno e informazione con una attività di
riflessione sulle genesi della violenza e sulle sue mani­
festazioni. Forte dell’esperienza maturata, elabora ogni
anno una ricerca sulla fenomenologia della violenza
all’interno e all’esterno della famiglia, sulla base delle
testimonianze raccolte. L’intento è quello di operare
marzo 2008
Cartolina 2007 del Ministero della Salute per la
campagna contro la violenza sulle donne
Centri di assistenza per le donne
Via Saggariga Visconti, 199
telefono 080-5219441
segreteria telefonica
fax 080-5219441
e-mail [email protected]
sito web www.aiedbari.org
70123 Bari
Via Carulli, 140 70100 Bari
telefono 080-5559887
segreteria telefonica
fax 080-5417849
e-mail [email protected]
Via Principe Amedeo, 243 70123 Bari
telefono 080-5327571
segreteria telefonica SI
fax 080-5024888
e-mail [email protected]
sito web http://www.pandora.it/aracne/antiviol.htm
una solida attività di prevenzione, portata avanti anche
attraverso corsi di informazione-formazione su temi come
sessualità, salute e diritti delle donne.
Altro importante punto di riferimento in questo settore
sono i Centri Antiviolenza, dove si cerca di far fronte al
bisogno di sicurezza e protezione, valori imprescindibili
per il recupero della dignità calpestata. Queste realtà
associative forniscono un sostegno specialistico, e spesso
sono dotate di case di ospitalità a indirizzo segreto. Feno­
meno già consolidato all’estero, questo tipo di strutture si
sta affermando anche in Italia, con 30 unità in tutto il Paese,
17 delle quali sono attrezzate come case di accoglienza.
Da questo punto di vista il territorio pugliese vanta sei
Centri Antiviolenza tra le province di Bari, Brindisi e
Foggia: l’ A.I.E.D., e i Centri Albachiara e Aracne di
Bari, il Centro “Io Donna per non subire violenza” di
Brindisi, l’“Osservatorio Giulia e Rossella Centro Anti­
violenza Onlus” di Barletta e il “Telefono Donna” di
Foggia. Tutti condividono l’impegno nella lotta contro
abusi e maltrattamenti ai danni delle donne, che viene
portato avanti attraverso l’accoglienza telefonica e personale,
e attività di consulenza legale, psicologica e in alcuni casi
medica e psichiatrica.
Il Centro “Aracne” di Bari, in particolare, dispone anche
di una residenza di accoglienza con indirizzo segreto. Tra
i progetti portati avanti da queste strutture spiccano quelli
volti alla promozione di una cultura non violenta e alla
sensibilizzazione dei temi della sessualità e della devianza.
pugliasalute
Via Cappuccini, 8 72100 Brindisi
telefono 0831 - 522034
segreteria telefonica
fax 0831 - 522034
e-mail [email protected]
Piazza Aldo Moro, 16 70051 Barletta(BA)
telefono 0883/310293
segreteria telefonica
fax 0883/313554
e-mail [email protected]
Via della Repubblica, 54
telefono 0881-772499
71100 Foggia
Anche i centri pugliesi figurano nell’opuscolo “Comeci­
trovi: guida ai luoghi contro la violenza in Italia” pub­
blicato nel 1991, e poi in seguito nel 1996, a cura del Centro
“Casa delle donne per non subire violenza” di Bologna.
Punto di forza dei Centri Antiviolenza è l’integrazione delle
singole unità in una vera e propria Rete, affinché i diversi
approcci al problema diventino una ricchezza condivisa, e
forniscano alle singole realtà locali la forza propulsiva per
portare avanti progetti sempre più ambiziosi.
- undici -
* Dottoressa in scienze della comunicazione
marzo 2008
Terminologia
Dal Mondo: Ieri
Nel mondo, ogni 8 minuti, viene uccisa una donna.
Il dato è emerso da un’indagine relativa all’anno 2003
fatta in Spagna. Su 40 paesi esaminati, i primi 10 posti
sono occupati da paesi latino-americani; e quello che
vanta il poco invidiabile primato è il Guatemala, con
un’incidenza di 122,80 donne assassinate per ogni
milione di donne abitanti. Al secondo posto della
classifica la Colombia, con 70,20 omicidi per ogni
milione. Al terzo El Salvador con 66,38.
Il primato in Europa tocca al Belgio all’ottavo posto
nella graduatoria mondiale con un’incidenza di 29,30
donne uccise ogni milione. L’Italia è al 34esimo posto
su 40. In Europa i delitti nei confronti delle donne
all’interno della famiglia riguardano 5,84 donne su un
milione; in Italia - riferisce la ricerca spagnola - si
scende a 4,24. Il numero più alto si registra in Ungheria
(16,15), seguita da Lussemburgo (13,16). Le donne
uccise dal partner sono in Europa 5,78 per milione; il
numero più elevato si riscontra nei paesi del Nord,
soprattutto a causa dell’abuso di alcol durante i fine
settimana. Nel 2005 si è registrato in Italia un omicidio
in famiglia ogni 2 giorni: in 7 casi su 10 la vittima è
una donna.
A livello mondiale, la violenza domestica è la prima
causa di morte per le donne tra i 16 e i 44 anni. Uccide
più il marito o il fidanzato o l’amante, a volte anche i
figli, più del cancro, degli incidenti stradali e delle
guerre.
fonte: repubblica.it
www.iviaggidafermodinando.splinder.com
pugliasalute
- dodici -
Violenza: Il termine violenza sulle donne si
riferisce ad una vasta gamma di atti tra cui omicidio,
stupro, aggressione sessuale e fisica, maltrattamenti
psichici e fisici, molestie, prostituzione forzata,
mutilazione genitale e pornografia.
È fondamentale ricordare che la violenza non
viene attuata solo attraverso atti fisici. È violenza
anche l'esercizio di potere e controllo sulla vittima,
che ne piega e subordina la volontà.
Dal Mondo: Ancora Oggi
La violenza sulle donneè parte di una cultura
globale che nega alle donne pari opportunità e pari
diritti e legittima la violenta appropriazione del loro
corpo per gratificazione individuale o scopi politici.
Milioni di donne nel mondo sono terrorizzate da
violenze domestiche, schiavizzate in matrimoni
forzati, comprate e vendute per alimentare il mercato
della prostituzione, violentate come trofei di guerra
o torturate in stato di detenzione.
marzo 2008
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