Anno IX
Aprile 2012 n 4
Periodico di informazione e cultura della Parrocchia S.ti Cosma e Damiano - Crotone
La legalità degli Altri
N
ella sezione Vita Parrocchiale si racconta del
convegno sul tema, presieduto dal Sig. Prefetto
di Crotone, con il contributo del sociologo Salvatore Barresi, alla presenza dell’Arcivescovo
che ha tratto alcune conclusioni.
Mai, come in questo tempo del nostro Paese, una simile
tematica mi è apparsa anacronistica e stravagante.
Non si capisce a chi possa rivolgersi. La cronaca quotidiana mette in evidenza una corruzione, nel sistema politicosociale, che appare endemica, proprio come l’influenza. O
di più?
Ci si è riferiti, nel convegno, soprattutto al nostro ambiente che, essendo esportatore di mafia, esprime un singolare … rifiuto della legalità e del diritto (nei sui tradizionali significati), per far prevalere, attraverso le amicizie, sulla forza del diritto, un altro diritto: il diritto della
forza.
Dove l’impianto ‘filosofico’ è estremamente semplice:
«le mie esigenze sono più importanti delle tue».
E se tu mi chiedi perché, ti rispondo: «perché lo dico io. E
se non ti va bene te lo faccio capire».
Quella che qualcuno direbbe ‘legge della giungla’, non
si potrebbe chiamare più sbrigativamente ferocia (dal latino ‘fera’= animale selvaggio)?
Le cose da fare o da non fare sono chiare a tutti e se ne
possono elencare di efficaci. Quel che non è proprio chiaro è CHI le deve fare. Gli altri presumo.
Questa è la vera barriera. Bisognerà pur finirla, un giorno, di puntare il dito sulla classe politica che, se è fatta di
ruffiani, è stata eletta da ruffiani e tirapiedi.
Tanto vale per la casta dei burocrati, più invidiati che invisi, di cui ci si onora di essere patri, madri, fratelli, amici o
almeno galoppini.
Intanto si avvicina la festa patronale che mette tutti
insieme: anzi mette tutto insieme. Uno straordinario
‘spettacolo di fede’ dove (a prescindere da quanto può
accadere nella coscienza di qualcuno) dal giorno dopo,
non appare traccia d’avvio di cammino nella collettività.
Tutt’al più il ricordo, nelle gambe di tanti, di una scarpinata in collina.
A. R.
ERRATA CORRIGE
A pagina 3 segue l’editoriale dello scorso
mese, che per errori di impaginazione non è
risultato completo, compromettendone
la comprensione. Ci scusiamo con i lettori
ALL’INTERNO:
Appello alle comunità cristiane
Alex Zanottelli
4
Banca etica…?
La Redazione
5
Non dobbiamo essere complici
Salvatore Barresi
6
Scioperare si distruggere no!
Alba Scandale
8
Ferrovie dimenticate
Teresa Liguori
9
Arriva la Legge...
La Redazione
9
Tutelare l’oro verde
T. L.
10
Santi di Calabria, rubrica
Mimmo Stirparo
11
Simone Weil...
12
Camminare: prevenzione...
G. Franco Paluccio
13
A tutta Pasqua 2012
Eventi
14
Un Convegno per capire
Eventi
15
Legalità e...
La Redazione
16
Incontro dei Gruppi di Padre Pio
Franca Pippia
17
Padre Pio e la Pasqua
La Redazione
18
Una poesia per te
Enza Trentino
18
Teologia positiva?
Giuseppe Zurlo
19
Seppie ripiene allo zio Tonino
Tonino Laratta
19
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano—Crotone
Arcidiocesi di
Crotone - Santa
Severina
Per la libertà Cristo ci liberò
Il Vescovo scrive a tutte le famiglie della diocesi
Lettera alle Famiglie
C
arissimo/a,
c’è un libro la cui storia scorre
parallela con quella dell’essere
umano e che, essendo ‘oltre’ il tempo e
lo spazio, è attuale in qualsiasi epoca e
luogo: la Bibbia. Nella Bibbia, al potere oppressivo viene sempre contrapposto un sogno: il sogno della libertà,
dell’uguaglianza, della giustizia, di un
mondo nuovo fondato sull’Amore. È il
sogno di Mosè che non solo abbandona
la società dell’opulenza, ma torna indietro per liberare il suo popolo.
È il sogno dei profeti, che urlano la
disperazione degli oppressi; è il sogno
di Gesù che, opponendosi finanche al
senso comune, invita ad accogliere ciascun uomo, persino il ‘nemico’, con l’amore riservato al fratello. Seguendo il modello di
Gesù, i martiri non temono il contrasto e lottano pacificamente fino alla morte; così come i
Santi, sognatori e contestatori per eccellenza.
Quel sogno giunge fino a noi, chiamati a contrapporre al potere del denaro la sobrietà
dell’uguaglianza; a contestare il potere del più forte, del più ricco, del più noto a vantaggio
della piena realizzazione del più debole, del più povero, del più solo. Siamo il volto
dell’invisibile, siamo il nome di chi nome non ha, siamo il sogno di chi ha perso la speranza,
sulle tracce di nostro Signore e della croce che porta per noi.
Ti benedico
Domenico Graziani
Arcivescovo
Una luce nel buio
I
n un momento così difficile quale quello attuale, in cui tutto ci sembra impossibile da realizzare,
il nostro futuro, e in particolar modo quello dei nostri figli, ci appare incerto. Siamo obbligati a
riflettere sulle nostre
azioni, sul modo in cui
abbiamo vissuto sino ad oggi:
è l’ora di imparare un nuovo
stile di vita, che ci porti ad
affrontare le difficoltà che
inevitabilmente si presentano a
noi, con uno sguardo diverso.
Noi crediamo che siano tante
le cose di cui abbiamo bisogno
e di cui non possiamo fare a
meno, eppure non è così: con
la mia esperienza di emigrata
in Argentina, dove ho vissuto
momenti veramente difficili
sotto la dittatura militare, posso testimoniare che per vivere meglio basterebbe soltanto dare più valore
a quel poco che si ha, ed essere liberi da tante oppressioni come quella di “apparire”, di essere in gara
con gli altri. E' necessario che ciascuno si assuma le proprie responsabilità , lottando con coraggio e
dignità, per accendere la luce che ci giuda al raggiungimento delle nostre mete, l'importante è che non
siano troppo ambiziose, ma che ci permettano di vivere piuttosto che nell’abbondanza materiale,
nell’amore reciproco e gratuito per ogni essere umano.
Lidia, amica di tutti
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Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano—Crotone
Editoriale dello scorso mese
N
on è un
segreto per
nessuno che
la stragrande maggioranza della gente si
presenta, non direi in
chiesa, ma nel retrobottega -gli uffici parrocchiali- solo per chiedere prestazioni: funerali, battesimi, matrimoni, cresime …
C’è qualcosa di sbagliato? Certamente.
Intanto molto spesso le richieste rispondono ad esigenze legate
a tradizioni , non tanto al bisogno di avvicinarsi, attraverso la
Chiesa e ai suoi Sacramenti, a Cristo.
Questo, però, è lo scopo per cui esiste.
Qualcuno potrebbe pensare che, con
sconforto, la Chiesa constati una graduEditoriale
e sensibile decrescita di matrimoni
del mese scorso, ale
religiosi, battesimi, etc.
ripubblicato in Piuttosto che un segno negativo, la
forma completa direi un’ emancipazione culturale di chi
riconosce l’inutilità di celebrazioni religiose, ridotte a suggestive ‘parate’, gradite ancora ai tanti che
non si fanno troppe domande.
Per costoro, più la cerimonia è stravagante, folcloristica, superficiale e più è apprezzato il servizio liturgico. Naturalmente,
in tale contesto, è fondamentale il ruolo dei fotografi e dei cineoperatori diffusi nell’assemblea dove, a questo punto, nulla più
suggerisce preghiera o raccoglimento.
Legittimo, di conseguenza, il vestiario femminile, soprattutto
estivo, non proprio da oranti: diciamolo … ‘disinvolto’. E che
dire poi dell’andirivieni irrequieto dei curiosi, delle scorribande
di bambini maleducati, figli di genitori ottusi? Pròvati a dire
qualcosa!
Parrocchia-supermarket
o dove si viene abilitati ad assumere responsabilità e servizio?
gari la predica o corta o colta o innocua … scambiando l’andate
di Gesù con l’andate … a Messa!
I ‘domenicali’ si sono semplicemente scordati che, facendo
parte di una comunità cristiana, collocata in un preciso territorio, è loro affidato da Cristo, in primis, quello spazio umano
dove è posta una porzione della Sua Chiesa.
L’andate, fa capo ad una pena del credente da condividere col
Cristo: «… vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte
cose.» Mc. 6:34
‘Una chiesa vale l’altra’, si usa dire. È proprio vero?
Forse è servire il proprio gusto più che le povertà che ci sono
consegnate. Come la mettiamo con quel pignolo di N. S .G. C.
che ci chiede: « … appunto come il Figlio dell'uomo, che non è
venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in
riscatto per molti »? Mt. 20:28. Bah!
Dunque,cristiani uguale: fruitori di servizi, non ‘chiamati’ per
servire.
N.B.
Mi sia consentita un’ultima precisazione sul titolo.
Chissà cosa voleva dire Gesù con quella affermazione così
forte: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre
perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.» Mt. 7:6?
Qualcuno mi saprebbe spiegare perché ci si dovrebbe dispiacere
di non avere simile clientela?
Eppure Gesù, fondando la sua Chiesa aveva detto:«Andate
dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito santo» Mt. 28:19.
Si era messo in mente che chi gli apparteneva, facendo parte
della Sua Chiesa, avesse dei compiti verso gli altri, assumesse
un … servizio!
Come mai il ‘Tempio’, dove la Chiesa si raduna per rinnovare,
nella preghiera liturgica, la disponibilità ad andare, è diventato
un supermercato, dove ognuno ha legittimità di scapricciarsi e
farsi servire, quel ‘che, come e quando’ gli garba,?
Ma c’è qualcosa che riguarda anche quanti si dichiarano credenti e praticanti. Molti sono senza fissa dimora. Fruitori di
rituali consolatori, sentono di avere fatto molto per Gesù Cristo,
gratificandolo con la loro augusta presenza. Naturalmente cercano il gusto proprio:: quel prete, quella ‘chiesa così carina’, ma-
Il Supermercato è il luogo dove uno sceglie quel che vuole,
nessuno può obiettare, perché paga.
La Chiesa è solo per metà Supermercato: perché nel nostro
‘Spaccio’ uno
decide di scegliere quel che vuole e come e quando lo vuole e,
poi, possibilmente, non ‘paga’.
Se invece va bene, si scopre ‘povero’ e fa, compuntamente, un’
‘offerta’ che, normalmente, sfigura a fronte dell’investimento
economico della kermesse sacramentale. Per non dire delle
frustrazioni che l’intera celebrazione ha inflitto al prete e ai
fedeli che l’assistono.
Ancora. ‘Che c’entra il denaro con la Chiesa?’ si va dicendo.
Lo penso fermamente anch’io e cerco di spiegarlo inutilmente
all’Enel, all’Akros, agli operai cui chiedo manutenzione ….
Niente da fare. È una questione di fede, certo. Non accettano
di farsi pagare con devoti rosari.
A questo punto, allora, …. mettiamoci d’accordo!
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano—Crotone
R. A.
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Cultura Generale
Appello alle comunità cristiane
La dittatura della finanza: abbiamo tradito il significato del Vangelo?
I
n questo periodo quaresimale sento
l’urgenza di condividere con voi
una riflessione sulla ‘tempesta
finanziaria’ che sta scuotendo
l’Europa, rimettendo tutto in discussione:
diritti, democrazia, lavoro… In più arricchendo sempre di più pochi a scapito dei
molti impoveriti. Una tempesta che rivela
finalmente il vero volto del nostro Siste-
le, che abbiamo conosciuto nel dopoguerra. E’ un cambiamento radicale del Sistema!
Il cuore del nuovo Sistema è il Denaro
che produce Denaro e poi ancora Denaro.
Un Sistema basato sull’azzardo morale,
sull’irresponsabilità del capitale , sul debito che genera debito. E’ la cosiddetta
“Finanza creativa” , con i suoi ‘pacchetti
Come tradurre il Vangelo in una pratica attinente ed attuale
ma: la dittatura della finanza. L’Europa
come l’Italia è prigioniera di banche e
banchieri. E’ il trionfo della finanza o
meglio del Finanzcapitalismo come Luciano Gallino lo definisce: “Il finanzcapitalismo è una mega-macchina, che è stata
sviluppata nel corso degli ultimi decenni,
allo scopo di massimizzare e accumulare
sotto forma di capitale e insieme di potere, il valore estraibile sia del maggior
numero di esseri umani sia degli ecosistemi”.
Il Finanzcapitalismo
Estrarre valore è la parola chiave del Finanzcapitalismo che si contrappone al
produrre valore del capitalismo industria-
O Dio o il denaro, cosa veramente significa?
4
tossici’ dai nomi più strani(sub-prime,
derivati, futuri, hedge-funds…) che hanno portato a questa immensa bolla speculativa che si aggira, secondo gli esperti,
sul milione di miliardi di dollari!
Un po’ di conti
Mentre il PIL mondiale si aggira sui
sessantamila miliardi di dollari. Un abisso separa quei due mondi: il reale e lo
speculativo. La finanza non corrisponde
più all’economia reale. E’ la finanziarizzazione dell’economia. Per di più le operazioni finanziarie sono ormai compiute
non da esseri umani, ma da algoritmi,
cioè da cervelloni elettronici che, nel giro
di secondi, rispondono alle notizie dei
mercati.
Nel 2009 queste operazioni, che si concludono nel giro di pochi secondi, senza
alcun rapporto con l’economia reale, sono aumentate del 60% del totale.
L’import-export di beni e servizi nel
mondo è stimato intorno ai 15.000 miliardi di dollari l’anno. Il mercato delle valute ha superato i 4.000 miliardi al giorno:
circolano più soldi in quattro giorni sui
mercati finanziari che in un anno
nell’economia reale. E’ come dire che
oltre il 90% degli scambi valutari è pura
speculazione. Penso che tutto questo cozza radicalmente con la tradizione delle
scritture ebraiche radicalizzate da Gesù di
Nazareth.
Verso nuove tecnologie?
Partendo da Cristo
Un insegnamento, quello di Gesù, che,
uno dei nostri migliori moralisti, don
Enrico Chiavacci, nel suo volume Teologia morale e vita economica, riassume in
due comandamenti, validi per ogni discepolo: “Cerca di non arricchirti” e “Se hai,
hai per condividere”. Da questi due comandamenti, Chiavacci ricava due divieti
etici: “divieto di ogni attività economica
di tipo esclusivamente speculativo” come
giocare in borsa con la variante della speculazione valutaria e “divieto di contratto
aleatorio”. Questo ultimo, Chiavacci lo
spiega così: “Ogni forma di azzardo e di
rischio di una somma, con il solo scopo
di vederla ritornare moltiplicata, senza
che ciò implichi attività lavorativa, è pura
ricerca di ricchezza ulteriore”. Ne consegue che la filiera del gioco, dal ‘gratta e
vinci’ al casinò, è immorale. Tutto questo, sostiene sempre Chiavacci, ”cozza
contro tutta la cultura occidentale che è
basata sull’avere di più. Nella cultura
occidentale la struttura economica è tale
che la ricchezza genera ricchezza”.
Il problema del denaro
Noi cristiani d’Occidente dobbiamo chiederci cosa ne abbiamo fatto di questo
insegnamento di Gesù in campo economico-finanziario. Forse ha ragione il gesuita p. John Haughey quando afferma:
“Noi occidentali leggiamo il vangelo
come se non avessimo soldi e usiamo i
soldi come se non conoscessimo nulla del
Vangelo”. Dobbiamo ammettere che co-
La Chiesa è formata da tutto il popolo di Dio
me chiese abbiamo tradito il Vangelo,
dimenticando la radicalità dello insegnamento di Gesù: parole come “Dio o
Mammona”, o il comando al ricco: “Và,
vendi quello che hai e dallo ai poveri”. In
un contesto storico come il nostro, dove
Mammona è diventato il dio-mercato, le
chiese, eredi di una parola forte di Gesù,
devono iniziare a proclamarla senza paura e senza sconti nelle assemblee liturgi-
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano—Crotone
Cultura generale
C’è un guadagno da poter tradurre diversamente
che come sulla pubblica piazza.
La crisi mostra i lati deboli
L’attuale crisi finanziaria “ha rivelato
comportamenti di egoismo, di cupidigia
collettiva e di accaparramento di beni su
grande scala - così afferma il recente Documento del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace (Per una riforma del Siste-
Può nascere denaro solo dalla solidarietà
ma finanziario e monetario internazionale). Nessuno può rassegnarsi a vedere
l’uomo vivere come homo homini lupus”. Per questo è necessario passare, da
parte delle comunità cristiane, dalle parole ai fatti, alle scelte concrete, alla prassi
quotidiana: “Non chiunque mi dice:
‘Signore, Signore’ entrerà nel Regno dei
cieli, ma colui che fa la volontà del Padre
mio” (Matteo, 7,21).
O.A livello personale ogni cristiano ha il
dovere morale di controllare:- in quale
banca ha depositato i propri risparmi;- se
è una” banca armata”, cioè investe soldi
in armi;- se partecipa al grande casinò
della speculazione finanziaria;- se ha
filiali in qualche paradiso fiscale;- se
ottiene i profitti da ‘derivati’ o altri
‘pacchetti tossici’.
Riconoscimento del mea culpa
“Le banche, che dopo aver distrutto la
nostra economia, sono tornate a fare affari- scrive il pastore americano Jim Wallis
- devono ricevere un chiaro messaggio
che noi troviamo la loro condotta inaccettabile. Rimuovere i nostri soldi può fare
loro capire quel messaggio”.Ha ragione
don Enrico Chiavacci ad affermare:
“Questa logica dell’avere di più e della
massimizzazione del profitto si mantiene
attraverso le mille piccole scelte, frutto di
un deliberato condizionamento. Le grandi
modificazioni strutturali, assolutamente
necessarie, non potranno mai nascere dal
nulla: occorre una rivoluzione culturale
capillare. Se è vero che l’annuncio cristiano portò all’abolizione della schiavitù, non si vede perché lo stesso annuncio
non possa portare a una paragonabile
modificazione di mentalità e quindi di
strutture. Il dovere di testimonianza, per
chi è in grado di sfuggire a una presa
totale del condizionamento, è urgente.”
Buona Pasqua di Risurrezione a tutti!
Come Chiese, dobbiamo prima di tutto
chiedere perdono per aver tradito il messaggio di Gesù in campo economicofinanziario, partecipando a questa bolla
speculativa finanziaria (il grande Casinò
mondiale). Ma pentirsi non è sufficiente,
dobbiamo cambiare rotta, sia a livello
istituzionale che personale. A livello istituzionale (diocesi e parrocchie):- promuovendo commissioni etiche per vigilare sulle operazioni bancarie ;- invitando
tutti al dovere morale di pagare le tasse;ritirando i propri soldi da tutte le banche
commerciali dedite a fare profitto sui
mercati internazionali;- investendo i propri soldi in attività di utilità sociale e ambientale, rifiutandosi di fare soldi con i
soldi; - collocando invece i propri risparmi in cooperative locali o nelle banche di credito cooperativo;- privilegiando
la Banca Etica, le MAG (Mutue autogestione) o le cooperative finanziarie.rifiutando le donazioni che provengono
da speculazioni finanziarie, soprattutto
sul cibo, come ha detto recentemente
Benedetto XVI nel suo discorso alla FA-
Banca etica...?
Per saperne un po’ di più su un futuro incerto
Denaro e etica? Si possono affiancare?
U
na banca etica
fornisce quindi
alla propria clientela i normali
servizi bancari muovendosi,
però, nell'ambito di particolari
criteri (definiti da istituto ad
istituto) nella selezione degli
investimenti sui quali concentrare il risparmio raccolto;
il logo della banca
inoltre, al pari delle cosiddette
banche dei poveri, le banche
etiche operano spesso anche nell'ambito del microcredito fornendo, a clientela particolarmente disagiata (in tipici casi ove tale
clientela ha difficoltà a usufruire dei canali finanziari tradizionali), prestiti di importo anche molto basso ed a interesse relativamente basso.
Attenzione all’etica
L'attenzione all'etica nell'operatività bancaria comporta che un
Il piccolo riflette il grande
Alex Zanotelli
altro obiettivo di queste banche sia, solitamente, garantire al
cliente la massima trasparenza su quali investimenti verrà impiegato e come sarà gestito il risparmio raccolto: escludendo
impieghi in settori che, pur maggiormente remunerativi, possono non essere consoni ad una visione etica dell'impiego del denaro (es: fondi di investimento che comprendono azioni di aziende implicate in produzione o compravendita di armamenti,
o aziende inquinanti): uno degli strumenti utilizzati per la selezione degli investimenti è l'Ethical Screening, cioè la pratica di
includere o escludere determinati investimenti dal portafoglio
selezionabile dai clienti dell'istituto bancario sulla base di giudizi etici sulle attività sottostanti ciascun investimento; fornendo
direttamente al cliente la possibilità di scegliere i settori di impiego del risparmio (es: socio-educativo, tutela del territorio).
Tra gli obblighi
Tra gli obblighi di una banca etica vi sono i seguenti: Eticità
degli impieghi finanziari: le somme raccolte vengono impiegate
solo per finanziare iniziative di carattere etico e i depositanti
possono scegliere il settore a cui destinare il proprio risparmio.
Autodeterminazione del tasso: il cliente può scegliere il tasso di
interesse praticato sul suo deposito tra un importo minimo e
uno massimo. Nominatività del rapporto: il risparmiatore è
sempre identificato e non esistono forme di deposito al portatore. Trasparenza: i risparmiatori devono essere informati
sull'impiego dei fondi.
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano—Crotone
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Cultura Generale
Non dobbiamo
essere più complici
Piero Calamandrei
Alla ricerca di una coscienza morale oggettiva
N
ei corsi di filosofia morale e in quelli di filosofia
politica si studiano teorie sulla giustizia, teorie che
dicono quali caratteristiche devono avere una azione, una decisione scelta, una volontà per essere giusta, oppure quali caratteristiche deve avere una società per essere giusta. Quali caratteristiche deve avere una società per essere
giusta? Purtroppo, oggi, c’è, in noi, una non conoscenza di come
debbano essere fatte le cose per godere di un certo valore. Esiste, quindi, una questione morale e civile da affrontare legata al
valore della giustizia. Ma cosa vuol dire “valore della giustizia?” Il valore della giustizia, cioè lo standard normativo associato a questa parola è presente in modo tipicamente intuitivo,
come una peculiare qualità dell’azione, dell’interazione,
dell’ordinamento di cui si tratta.
evasione fiscale delle tasse, o quando notiamo il
cumulo dei privilegi della casta o la pensione sottratta alle risorse pubbliche, o ancora, l’abuso di
potere nella gestione pubblica. In questi casi siamo come chi predica bene e razzola male, cioè ci
dedichiamo allo sport di buttar fango.
E non solo sentirsi a posto
Tutto questo ci serve per giustificare, conclusione assurda, chi
Intuire come pesante sentire
Questo “intuire” è tipicamente un pesante sentire, senza il quale
non avremmo le caratteristiche risposte emotive ai mali e ai
Il Parlamento Italiano
non ha un comportamento moralmente a posto, così fan tutti e
perciò va bene così, infischiandosi del precetto evangelico “chi
è senza peccato scagli la prima pietra” (Gv 8:7-11). Così fan
tutti e perciò va bene così, un comportamento pieno di
“omertà”: omertà sta al servilismo come la viltà sta alla prepotenza. Il secondo tratto è l’individualismo. Primo comportamento: io mi vedo i fatti miei del resto non mi interessa nulla. C’è,
quindi, in questo comportamento, un individuo e non una perso-
Immagini ancora per molti dimenticate e vuote, ma alla distanza storica di un
solo piccolo cinquantennio
beni, come lo sdegno di fronte ad una ingiustizia impunita, la
gratitudine di fronte alla generosità, l’ammirazione per la capacità di sacrificio. C’è un problema e c’è una presa di coscienza,
non di tutti, del disvalore che ci sta divorando la vita. Simon
Weil diceva: <<il vero male non è il male, ma la mescolanza del
bene e del male>>. Credo che abbia ragione, almeno nel senso
che non c’è (più) coscienza morale. Penso che sia importante,
oggi più di ieri, dal passaggio dalla prima alla seconda Repubblica (cosiddetta), soffermarci su una riflessione sulla
“questione civile” e sulla “questione morale”. In Italia ci sono
due “ismi” che sono percepiti come dei veri e propri insulti. Essi
sono: “moralismo” e “individualismo”.
Noi facciamo moralismo quando, per esempio, osserviamo i
comportamenti di uomini pubblici che scambiano favori privati,
quando vediamo sprechi di risorse pubbliche a vantaggio privato, quando c’è menzogna o distrazione ideologica di fatti, anche
se non ci siano illeciti penali, quando siamo a conoscenza di
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Il potere. Utile per comandare o per servire?
na che sfrutta per il proprio interesse tutto ciò che è pubblico e
non. C’è un individuo che è autointeressato, egoista che nega
tutto a chi non è come lui, oppure non è, per esempio, del suo
partito politico della sua cordata. In Italia abbiamo inventato lo
spoil system all’italiana, mutuandolo dalle elezioni politiche
americane, adattandolo alle esigenze dell’individuo egoista auto
-interessato per il solo servizio personale. Chi paga per questo
comportamento e atteggiamento? Nessuno se ne accorge, ma
paga tutto il “corpo sociale”.
Giustizia oggi, solo affare di potere
La giustizia è trattata, oggi, come se fosse un affare di potere, il
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano—Crotone
Cultura generale
Un’interiorità ferita ed indurita
qui l’immagine di una scuola -quella di Barbiana, D. Milani maestro- dove si
educava alla responsabilità sociale: si guardi la scritta sulla porta.
potere di fare le leggi. Una legge traduce in norma un comportamento una (supposta) verità che riguarda un valore. Ma è così?
Pensiamo ai parlamentari che si fanno una legge sui loro stipendi senza pensare che oggi su 100 famiglie 87 non riescono a
vivere perché con un reddito al di sotto
della soglia di povertà relativa. Dove sta
il valore in questo atteggiamento? C’è un
torto? C’è una ingiustizia? Le nostre istituzioni sono purtroppo così screditate che
facciamo fatica a comprendere. Pensiamo
ad una cattedra regalata ad un servo e
negata a un genio nella disciplina in questione. Chi paga per questo torto? Chi
paga per questa ingiustizia? Paga sempre
e soltanto il “corpo sociale”.
Allora, a questo punto, subentra, anche,
uno sguardo “indignato”. Una indignazione fondata che guarda al valore che sta
alla base di un obbligo: se si distribuiscono posti di lavoro come ricompensa di
servizi privati a discapito della competenza e dell’onestà cosa succede? Succede
che questa violazione provoca uno scompenso sociale: servizi pubblici scarsi,
burocrazia che affossa, poca innovazione, fermo della crescita.
Provoca anche (come torto personale) una ferita dell’anima che,
a sua volta, può produrre un risentimento pericoloso per l’intera
collettività – ci sono svariati esempi che vanno dal bullismo al
terrorismo. C’è anche un altro risvolto, quello di sentirsi inadeguato per la società e decidere di togliersi la vita.
Noi viviamo in un Paese dove le risorse comuni e la legalità
sono svendute, ossia vendute al migliore in cambio di consenso
o addirittura di vantaggi particolari per i governanti e gli amministratori, e dove perdura l’incantamento di una rimozione spettacolare del male che facciamo a noi stessi. Pensiamo a tutti gli
italiani che sopravvivono o prosperano attraverso concessioni di
impunità, come evasori, cementificatori, inquinatori di ogni
genere. Pensiamo ai collocatori di veline o ai faccendieri, della
politica e non, che lucrano su tutto. Se dall’indignazione si impara qualcosa, dal disgusto, dalla nausea, forse dobbiamo, ancora, imparare qualcosa. Da questi sentimenti dobbiamo recuperare l’intero contenuto moderno della giustizia come fondamento
di civiltà, di polis e di civitas: la giustizia come fondamento
della legge, come valore civile e politico.
Ecco, allora, che entra la discussione,
ormai secolare, di una nuova “classe dirigente” che sia sapiente (per i governanti),
sia coraggiosa (per i difensori
dell’ordine), sia con temperanza (per gli
imprenditori, artigiani, professionisti,
etc). Siamo un Paese senza anima. Il nostro non è solo un Paese all’incanto, in
cui con la legalità si svende il principio
stesso della pari dignità e degli eguali
diritti dei cittadini, ma, addirittura, viene
messo in discussione la libertà.
Giungendo alla fine:
che cosa fare, quindi?
Che cosa, infine, è dovuto a ciascuno?
Partendo dal riconoscere che ogni individuo umano è persona morale, non dobbiamo pensare che non esistono persone
perverse, o criminali incalliti. Dobbiamo,
però, essere consapevoli e capaci di recuperare l’essenza di noi
stessi che abbiamo perso col diventare “moralisti”,
“individualisti” e “cinici”. Non dobbiamo essere (più) complici!! Nel suo Diario, Piero Calamandrei (uno dei redattori del
Codice di procedura civile), scriveva: <<che ho a che fare io con
gli schiavi?>>; ed ancora, Carlo Rosselli che pagò con la vita
nel 1937, il suo progetto di una civiltà nuova di vera <<giustizia
e libertà>>.
Anche Luigi Meneghello, accademico e scrittore, in un testo del
1976, edito da Rizzoli nel 2009, dal titolo: “i piccoli maestri”, a
pagina 85 scriveva: <<così deve essere stato per i primi cristiani
quando gli arrivava un apostolo in casa. Antonio non era solo un
uomo autorevole, dieci anni più vecchio di noi: era un anello
della catena apostolica, quasi un uomo santo […]. Sapevamo
appena ripetere qualche nome, Salvemini, Rosselli, Gobetti,
Gramsci, ma la virtù della cosa ci investiva. Eravamo catecumeni, apprendisti italiani>>. Dobbiamo, quindi, tornare a respirare,
rinnovandoci nella solidarietà, pensando e agendo in virtù del
fatto che questa società non può vivere e non può fare a meno di
personalità morali. Oggi, anche la politica deve tornare ad essere affare di chiunque voglia essere persona moralmente autonoma, e non libera di diventare serva.
Salvatore Barresi
È nata una Repubblica
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano—Crotone
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Cultura generale
Scioperare si,
distruggere no
la contestazione sia forte ma democratica
Qui in primo piano
il grande, piccolo e versatile
educatore dei giovani
contemporanei
risparmio economico, perché se gli Enti
pubblici non dovranno spendere per ripristinare ciò che è stato distrutto o inzozzato, non è l’Ente che risparmia, ma noi
perché non bisogna mai dimenticare che
lo Stato siamo noi.
Lo sciopero è sicuramente uno degli strumenti che abbiamo a disposizione per
reclamare i nostri diritti e per proclamare
le nostre idee, ma scioperare non vuol
certo dire “devastare, bruciare, distruggeSorel
re”. Che senso ha rompere vetrine, bruciare auto e cassonetti, devastare gli arredi
urbani? Che senso ha creare danni, troppo spesso ingenti, a chi
non ha colpa ed a chi non può difendersi? Devastare è un atto di
viltà perché una vetrina, una macchina, un albero non è in grado
di difendersi, certamente se potesse farlo ai “teppisti di turno”
passerebbe la voglia di distruggere con martelli, spranghe e
quant’altro!
E danni irreparabili
S
i parla tanto di crisi, di salari insufficienti, di lavoro che
manca ecc. Da ogni parte è lamento e pianto.
Sulla base di tale comune asserzione, proviamo a fare
alcune considerazioni. Ho notato che nelle tasche dei
ragazzi ci sono troppi soldini che vengono utilizzati per
l’acquisto di leccornie (con buona pace dell’obesità), di giochi
non controllati e, purtroppo, anche per il dilagante uso di droga
e di alcol.
Educhiamo i nostri ragazzi a “guadagnarsi” il gelatino domenicale o il dolcino concretizzando un buon andamento scolastico
ed un buon comportamento in casa; cresceranno più responsabili
e si sentiranno più appagati.
L’imitazione…
Con le nostre azioni insegniamo l’ordine ed il rispetto in casa
ma anche fuori, perché le strade, le aiuole, le ville sono di tutti;
sono state realizzate perché possano essere utilizzate ed ammirate da tutti e non è possibile usufruirne in alcun modo se vengono
deturpate continuamente da scritte e sgorbi. Inculcare il rispetto
per il decoro dell’ambiente in cui si vive sarà fonte anche di
Quando manifestare non serve a nulla. Un calcio, ma a chi?
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E poi, quanti soldi servono per rimettere a posto e risarcire i
danni? È semplice far finta di non sapere che quei soldi sono
pubblici e quindi di tutti, è troppo facile far finta di non capire
che potrebbero essere utilizzati per creare i posti di lavoro tanto
agognati. È troppo facile far finta, si, è troppo colpevolmente e
vigliaccamente facile.
No si vuol comprendere che il caos non porta nulla di buono e,
nello specifico, non porta benessere, lavoro, servizi. Come si
può pensare che un imprenditore decida di impiantare fabbriche
o attività commerciali se poi si trova gli stabilimenti, gli uffici
ed i negozi devastati dai teppisti che, con la scusa dello sciopero, concretizzano la loro pochezza intellettuale e, soprattutto, la
loro “vagabondaggine”? Educarsi per educare, rivendicare i
propri diritti, ma non distruggere. Si avranno più denari da investire e soprattutto più lavoro e meno fame.
Alba Pugliese Scandale
L’iniziatore dello sciopero
come movimento sociale
caratteristico di una presa
di coscienza è Sorel.
Per questo autore si arriverà alla rivoluzione attraverso lo sciopero che, secondo Sorel, è un vero e
proprio “tirocinio rivoluzionario”: attraverso lo
sciopero il proletariato
acquisisce coscienza di
classe. Dallo sciopero generale condotto non tanto
per motivi sindacali quanto
per motivi politici, si genererà prima il fastidio per lo sconvolgimento dell'ordine sociale, e, in seguito la reazione repressiva
violenta della borghesia che farà nascere la spontanea e violenta controreazione rivoluzionaria del popolo guidato dal
proletariato. Lo sciopero generale è punto creatore della rivoluzione: porta all'abolizione delle differenziazioni sociali; non
ha, però, una tempistica e dei confini precisi, è un'essenza di
riscatto sempre presente nelle coscienze dei proletari. Lo sciopero generale è “il mito nel quale si racchiude tutto intero il
socialismo”; lo sciopero non potrà mai essere strumento di
contrattazione in quanto “tirocinio rivoluzionario”.
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano—Crotone
Cultura Generale
Ferrovie dimenticate
V giornata per ricordare e per guardare avanti
C
ontraddizioni tra
le direttive europee e la politica
nazionale
dei
trasporti pubblici. Italia
Nostra: quale impegno per potenziare le
infrastrutture ferroviarie e marittime?
Le direttive
Le direttive dell’Unione Europea in materia di trasporti pubblici sono molto
chiare: esse invitano i Paesi comunitari
ad impegnarsi per favorire il traffico merci e passeggeri via mare, con le autostrade del mare, e su rotaie, con il potenziamento delle linee ferroviarie. Si nota una
palese contraddizione tra queste direttive
e la politica delle infrastrutture attuata in
Italia negli ultimi anni. Mentre le istituzioni pubbliche sono generalmente favorevoli alla costruzione della TAV in Val
trasporto alternativo all’uso delle automobili.
Se Trenitalia ha deciso di investire risorse solo sull’alta velocità, abbandonando
nell’isolamento una parte del territorio
nazionale, nulla vieta che una diversa
gestione, pubblica o privata che sia, le si
affianchi in un regime di libera concorrenza. Concorrenza auspicata dall’Europa
e percepita dal governo con le sue pur
timide proposte di liberalizzazioni. ItaliaNostra propone pertanto che la linea ferroviaria jonica sia affidata ad una diversa
gestione, più efficiente di quella attuale,
finalizzata ad un effettivo servizio pubblico a favore dei cittadini. In altre realtà
sono già operative delle società nel trasporto ferroviario locale in regime di
concorrenza con Trenitalia.
E la Calabria…?
Rete delle ferrovie
dimenticate in Italia
Programma V giornata
Ferrovie dimenticate
Solo alta velocità?
Linee che si diramano e congiungono spazi e paesaggi oramai dimenticati nell’immaginario collettivo
di Susa e le popolazioni contrarie, nelle
regioni meridionali il ministero delle
Infrastrutture non esercita il suo potere di
intervento su Trenitalia, consentendo che
vaste aree del Paese vengano private del
diritto di fruire di un servizio pubblico di
siderate più rami secchi ma fioriti. Crotone, 20 Marzo 2012
In Calabria non mancano le professionalità e le competenze di manager, tecnici e
di manodopera nel settore ferroviario,
come ad esempio nell’Ente Ferrovie della
Calabria, attualmente in grave difficoltà.
Si tratta di seguire un percorso non facile
ma che potrebbe portare a dei risultati
positivi per i cittadini-utenti-non clienti,
incoraggiati a privilegiare ed utilizzare il
trasporto ferroviario e per quei lavoratori
delle ferrovie che, attualmente, non sono
utilizzati secondo le loro competenze.
Perché le ferrovie joniche non siano con-
Ore 9:Stazione Ferroviaria di Crotone
Partenza da Crotone verso Sibari per un
itinerario culturale-storico-archeologico
nel nome di George Gissing lo scrittoreviaggiatore inglese che aveva percorso in
treno la tratta Taranto-Metaponto- Sibari
-Crotone- Squillace-Reggio Calabria a
fine novembre 1897. Ore 11: Stazione
Ferroviaria di Sibari
Posa di una Targa di marmo a ricordo del
transito dello scrittore inglese George
Gissing dalla stazione di Sibari. Lettura
di un brano del libro”Sulle Rive dello
Jonio”. Ore 12: Partenza per la stazione
ferroviaria di Trebisacce Ore 15: incontro
-tavola rotonda “Proposte concrete per il
potenziamento ed una migliore fruizione
della linea ferroviaria jonica da Taranto a
Reggio Calabria”. Dopo i continui tagli
alle infrastrutture ferroviare la situazione
dei collegamenti è peggiorata: in Calabria
siamo ritornati nelle stesse condizioni
della fine dell’800, quando lo scrittore
inglese George Gissing, come altri illustri
viaggiatori del Grand Tour, aveva percorso i luoghi-simbolo della civiltà magnogreca, da Taranto a Metaponto, a Sibari,
a Crotone, a Squillace fino a Reggio Calabria, descrivendo sapientemente questo
itinerario nel libro “Sulle Rive dello Jonio”.
La proposta di ItaliaNostra
La proposta di Italia Nostra è che le tre
regioni, Puglia, Basilicata, Calabria siano
collegate da un treno navetta, intitolato
allo scrittore, così da incrementare i collegamenti, oggi molto difficili, tra Taranto, Metaponto, Sibari, Crotone, Squillace,
Reggio Calabria, città unite dalla comune
appartenenza alla Magna Grecia oltre che
siti archeologici di chiara fama. Le linee
ferroviarie joniche, ormai quasi dismesse,
potrebbero diventare in tal modo veicolo
attrattore di turismo culturale comprensivo dei viaggi d’istruzione organizzati
dalle scuole e/o da associazioni e gruppi
di cittadini. Ore 18.30 circa: partenza
dalla stazione ferroviaria di Trebisacce
per Crotone
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano—Crotone
In collaborazione con: il Dopolavoro
Ferroviario di Crotone, la sezione
di Trebisacce e il Consiglio Regionale ItaliaNostra
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Cultura Generale
Tuteliamo l’oro verde
ad 1/3 del PIL regionale, un dato di tutto
rispetto per un comparto strategico per
l’economia regionale. Ma, il settore
dell’olivicoltura non è solo ricchezza, è
memoria, storia, simbolo della continuità
di una tradizione agricola che risale addirittura ad epoche preistoriche (alla media
età del bronzo - XVI sec. a.C.).
Appello della associazione ItaliaNostra affinché il Consiglio
Regionale approvi la legge tutela del patrimonio olivicolo
Manca la salvaguardia
Succede però che se gli oliveti, sparsi nel territorio regionale,
non sono salvaguardati e tutelati adeguatamente, corre il rischio
di scomparire un patrimonio naturale, culturale e paesaggistico
straordinario. Particolarmente dolorosa poi la perdita delle piante secolari di ulivo, veri patriarchi vegetali, sopravvissuti a centinaia di anni di siccità e diluvio, di abbondanze e carestie: memoria del passato che diventa presente. Da tanti anni Italia Nostra denuncia, finora senza esito, la mancanza di una legge di
tutela regionale, indispensabile strumento normativo che contribuisca a fermare, prima che sia troppo tardi, lo scempio di queste nobili piante a causa di estirpazioni, incendi e furti.
Pare che qualcosa si muovi…
Nella tutela si preserva l’ambiente e si creano posti di lavoro
I
n tempi difficili di spread, l’oro verde italiano ci fa scoprire ricchi di vita, di benessere. Aumenta infatti la richiesta
di olio extravergine d’oliva nel territorio nazionale ed
all’estero. Secondo la stima dell’Associazione produttori
di olive, (Unaprol), Puglia e Calabria si confermano le regioni
con maggiore produzione di olio. Con 200.000 ettari di superficie coltivata, la produzione calabrese raggiunge un valore pari
Da notizie di stampa risulta che la Giunta regionale ha recentemente approvato una proposta di legge per la “tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo della Calabria”, istituendo un
“Registro degli alberi monumentali di olivo”. Una buona notizia
per la sorte dei famosi ulivi di Calabria, per la produzione
dell’oro verde e per il Paesaggio* agrario. Si attende
l’approvazione anche da parte del Consiglio Regionale. In tempi
possibilmente non secolari, come gli ulivi da tutelare.
T. L.
Arriva la legge...
La Giunta regionale approva la proposta di
legge per la “Tutela e la valorizzazione del
patrimonio olivicolo della Calabria
olivo", la fissazione di un limite massimo di interventi ammissibili su base regionale, prevedendo norme certe sull'estirpazione, il reimpianto e l'eventuale trasporto, prevedendo fin anche
la rigenerazione delle piante stesse.
Produzione, prospettive per un futuro
P
ur vantando una tradizione millenaria e rappresentando una delle risorse economiche più rilevanti della
regione, ha dichiarato l'Assessore regionale all'Agricoltura, Foreste e Forestazione, Michele Trematerra,
il patrimonio olivicolo calabrese, se non adeguatamente salvaguardato, rischia infatti di perdere quel ruolo di primo piano
che ha finora rivestito. Con la proposta di legge licenziata dalla
Giunta regionale si è inteso colmare un vuoto legislativo soprattutto in termini di tutela e salvaguardia del patrimonio olivicolo che accanto alle funzioni produttive, può svolgere un
ruolo multifunzionale, quale quello di tutela paesaggistica, storico ambientale e turistica. Da qui la proposta di legge regionale per l' istituzione del "Registro degli alberi monumentali di
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La cultura dell'olio di oliva, spinta anche delle campagne promozionali dei diversi Paesi produttori, si sta diffondendo anche
in aree del mondo non tradizionalmente consumatrici. L'aumento che si regista è lento, mediamente dell'1% l'anno, ma è costante ed è un segnale molto positivo visto che i margini di crescita possono essere molto ampi. Sembra infatti che l'olio di
oliva copra, a livello mondiale, solo il 4% del totale dei consumi di olio e grassi. Secondo i dati del Coi si è passati da un consumo mondiale di oli di oliva pari a 2,6 milioni di tonnellate nel
2000 ai quasi tre milioni di tonnellate nel 2011 e per il 2012,
sempre secondo il Coi, viene previsto il superamento della soglia dei tre milioni di tonnellate. Per quanto riguarda l'olio italiano, nel 2011, rileva ISMEA, sono state inviate all'estero oltre
400 mila tonnellate di oli di oliva e sansa, per un incasso che ha
superato 1,2 miliardi di euro. Una performance, quella dell'export, sostenuta soprattutto dalla domanda Usa, mercato in cui
confluisce circa un terzo delle vendite all'estero di oli di oliva
made in Italy.
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Cultura Generale
Santi di Calabria
Elia lo Speleologa di Melicuccà, X sec
N
el passato, quando si è pensato di scrivere o tramandare sui santi di nome Elia, è
sempre subentrata un po’ di confusione.
Già, perché oltre al Patriarca di Gerusalemme (430 – 518), vi sono altri due santi col nome
Elia: uno siciliano e l’altro calabrese, entrambi contemporanei
ed entrambi anacoreti.
La nascita e la biografia
Il nostro Elia è nato a Reggio Cal. Nell’865 e morì a Melicuccà
l’11 settembre all’età di 95 anni. I suoi genitori Pietro e Leonzia
In particolare durante il soggiorno romano
Elia durante il soggiorno romano ebbe la fortuna di conoscere
un santo monaco basiliano di nome Ignazio che lo istruì ancor di
più, lo educò alle Regole monastiche e lo riportò in Calabria a
Reggio dove venne accolto in una laura basiliana diventata poi
monastero e qui sant’Arsenio gli fece indossare il sacro saio.
Quest’ultimi due, successivamente, andarono insieme ad evangelizzare altre terre fermandosi per ben otto anni nell’isola di
Lipari per poi ritonare in terra brucia. Qualche anno dopo il maestro Arsenio morì succedendogli proprio il nostro Elia che amministrò santamente e saggiamente il monastero di Santa Lucia
in Calamizzi. Però essendo questo luogo sacro abbastanza vicino alla sua patria Reggio, dopo qualche tempo, lo abbandonò
per ritirarsi sulle montagne presso Seminara “dove fabbricato un
altro cenobio menava vita troppo austera. La moltitudine sì de’
miracoli, sì delle profezie tosto lo rese famoso da per tutto il
mondo: onde da per tutto correndogli dietro la gioventù, rese
numeroso quel Monasterio d’allievi tanti, fra i quali furono Luca, Vitale, Cosmo, Filareto tutti santissimi monaci”. (P. Fiore)
Ed infine
Ormai gli anni passavano inesorabilmente tra penitenza, austerità e preghiera tra il freddo e il gelo delle grotte, così in una di
queste nella vicina Melicuccà trovò la morte all’età di 95 anni
l’11 settembre del 960. Quindi i suoi resti mortali furono portati
a Galateo nel monastero che prese il suo nome, mentre il suo
capo è conservato e venerato nel monastero basiliano di san
Filareto nei pressi di Seminara.
Mimmo Stirparo
Melicuccà
Una Calabria bella da riscoprire
della famiglia Bozzetta del capoluogo reggino lo mandarono
alle scuole di lettere nelle quali si distinse, per profitto, tra i coetanei. Scrive Padre Fiore da Cropani che: “essendo d’anni diciotto una volta che si comunicava gli apparve un monaco di
velabilissimo aspetto e gli disse ‘mio figliuolo, tu sei nel numero dei Predestinati e perciò procura d’esser santo e ‘l conseguirai
col renderti monaco’. Animato dunque dalla visione con un
Una ridente cittadina
compagno di suo soddisfacimento passò in Sicilia nei monti
presso la terra di Sant’Auxento, dove per qualche tempo l’uono
e l’altro vissero una vita di molta austerità”.
Trascorse molto tempo in terra sicula ed in Calabria vivendo da
eremita tra le grotte naturali di quelle montagne e per questo fu
detto “lo speleolota”. Qualche tempo dopo volle recarsi a Roma,
in pellegrinaggio, all’insaputa dei suoi genitori che comunque
furono rassicurati da una visione dei ss. Pietro e Paolo che li
confortarono circa la santità del loro figlio.
Chiesa di S. Giovanni Battista: Il culto di S. Giovanni Battista si afferma Melicuccà dopo l'annessione
del paese al Baliaggio di
S. Eufemia del golfo. Verso la fine del secolo XV
(1496) fu edificata la
Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista. Prima di quella
data il protettore di Melicuccà era S. Elia lo Speleota. Chiesa
di Sant'Antonio di Padova: È stata per secoli la chiesa del
Convento dei frati minori riformati della provincia veneta che
si stabilirono nel paese nei primi anni del 1600 È stata anche
sede della secentesca Accademia di Sant'Antonio. Chiesa del
Rosario (fino al 1569 chiesa della Consolazione). È stata una
delle quattro Chiese commendali esenti, quando Melicuccà era
commenda dei Cavalieri di Malta. Divenne chiesa del Rosario
quando, il 3 ottobre 1569, ben due anni prima della battaglia
di Lepanto, venne fondata a Melicuccà la Confraternita del SS.
Rosario con decreto di F. Bernardo Giustiniano Generale e
Maestro dell'ordine del Benedettini (S. Maria sopra Minerva).
La chiesa, in cui sono custodite le reliquie di Sant'Elia Speleota ed un Gonfalone ricamato in argento, dono del beato Bartolo Longo, è stata recentemente restaurata. Grotta di S. Elia
Speleota: Nelle immediate vicinanze esistono ancora i ruderi
del monastero basiliano e della chiesa di S. Elia distrutti molto
probabilmente dal terremoto del 1783. Il complesso delle grotte di S. Elia speleota, con i resti del contiguo cenobio basiliano
e delle fabbriche annesse risalenti al X secolo, rappresenta
oggi, come dimostrato da recenti scavi, una delle più cospicue
testimonianze archeologiche della grecità bizantina nella Calabria meridionale.
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Cultura Generale
Simone Weil...
Una vita spesa per gli altri e per capirsi
F
iglia di un ricco medico ebreo e sorella minore del
matematico André Weil (che diventerà collaboratore
di Einstein)[1], Simone Weil nasce il 3 febbraio
1909 a Parigi, ricevendo in famiglia un'educazione
severa e raffinata. Soffre, fin dall'adolescenza, di forti e ricorrenti emicranie. A quattordici anni ha la sua prima crisi esistenziale. Fra il 1919 e il 1928 studia in diversi licei parigini,
dove ha come professori di filosofia René Le Senne e Alain.
Ammessa all'École Normale Supérieure, nel 1931 vi supera
l'esame di concorso per l'insegnamento nella scuola media
superiore. Insegna filosofia fra il 1931 e il 1938 nei licei di
varie città di provincia (Le Puy, Auxerre, Roanne, Bourges,
Saint-Quentin). A Le Puy, suo primo luogo d'insegnamento,
suscita scandalo distribuendo lo stipendio fra gli operai in sciopero e guidando la loro delegazione in municipio. Suscita, inoltre, disorientamento tra i suoi alunni, vietando loro di studiare
Simone Weil
padroneggiare il fucile, viene assegnata ai lavori in cucina. Ma,
vittima di un incidente, torna a Parigi. Nel 1937, mentre viaggia,
ammalata, per l'Italia, s'inginocchia nella cappella di Santa Maria degli Angeli di Assisi, sentendosi trascinata da una forza
irresistibile. Iniziano le sue esperienze mistiche, che proseguono
nel 1938 quando trascorre la Pasqua a Solesmes. Ma non si decide a entrare nella Chiesa cattolica per timore di trovare in essa
un facile riparo che l'avrebbe potuta allontanare dalla mistica
della passione patita insieme a Cristo.Alla vigilia della seconda
guerra mondiale, arroccata su posizioni pacifiste, è convinta che
qualunque tragedia, compresa l'egemonia tedesca, sia preferibile
allo scoppio d'un conflitto; ma si persuade poi, «dopo una dura
lotta interiore», a «perseguire la distruzione di Hitler con o senza speranza di successo».
La strada in salita e poi...
In fabbrica per i diritti delle donne
sul manuale di filosofia e rifiutando a volte di dare i voti. Nonostante lo stipendio che riceve come insegnante, decide di vivere
spendendo per sé solo l'equivalente di quanto percepito come
sussidio dai disoccupati, per sperimentare le loro ristrettezze di
vita.
Nel 1934-35
Nell'inverno 1934-1935, desiderando conoscere la condizione
operaia nella sua terribile monotonia e dipendenza, inizia a lavorare come manovale nelle fabbriche metallurgiche di Parigi.
L'esperienza di otto mesi di lavoro nelle officine Renault – che
ha conseguenze gravi per la sua salute – verrà raccolta, sotto
forma di diario e di lettere, nell'opera La condizione operaia
(1951). Si reca anche in Portogallo, dove conosce e vive la miseria dei pescatori.
In questi anni è
vicina ad ambienti
sindacali e politici
anarchici e trotskisti. Nel 1936 si aggrega ai repubblicani anti-franchisti
nella guerra civile
spagnola. Non essendo capace di
I quaderni dell’Autrice
12
Nel 1940 abbandona Parigi a causa dell'invasione tedesca; nel
1941 sceglie di dedicarsi al lavoro agricolo e resta dai genitori, a
Marsiglia, fino al 1942. Accompagna quindi i genitori negli
Stati Uniti e, dopo un breve soggiorno a New York, raggiunge
Londra per unirsi all'organizzazione France Libre della resistenza francese. Digiunando, si sente spiritualmente vicina ai francesi della zona occupata. Affetta da tubercolosi, aggravata dalle
privazioni che aveva deciso di imporsi, muore nel sanatorio di
Ashford il 24 agosto del 1943, all'età di soli 34 anni. Secondo
alcune ricerche, avrebbe chiesto e ricevuto il battesimo in articulo mortis. Le sue opere vengono pubblicate postume ed iniziano
ad essere tradotte in italiano nei primi anni cinquanta, quando
esce anche un film di Roberto Rossellini (Europa '51) la cui
protagonista è ispirata alla figura di Simone Weil. La posizione
etica fondamentale di Simone Weil è quella di mettersi sempre
dalla parte degli oppressi. In questa prospettiva, matura anche la
sua critica al marxismo; di Marx ella rifiuta il materialismo, la
riduzione delle idee all'espressione di un gioco di forze e la fiducia che gli ingranaggi sociali, se lasciati alle
loro leggi materiali, producano necessariamente il bene.
Contro il necessitarismo storico ella riafferma, recuperando Platone, che, nel regno
spirituale, dal male non può
nascere il bene, e che l'umanità, nella sua lontananza
dalla perfezione divina, è in
sé misera e limitata e quindi
Una filosofia contro l’oppressione
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Salute
Camminare: prevenzione...
prevenzione
Una prevenzione ideale per tutti e per risolvere molti problemi
I
n base ai dati Istat, la percentuale di sedentari
nella popolazione italiana è pari al 38,3%: si
tratta di più di 22 milioni di persone che dichiarano di non praticare attività fisica nel
tempo libero. Una pratica diffusa, perciò, ma anche
dannosa, come da tempo ormai i medici non si stancano di ricordare. La sedentarietà «provoca 600.000 decessi l'anno in Europa
e rappresenta una delle dieci cause principali di mortalità e disabilità nel mondo. Diabete, cardiopatie, ipertensione, cancro,
osteoporosi» spiega Claudio Cricelli, presidente della Società
Italiana di Medicina Generale (Simg), «sono le malattie croniche che colpiscono in massa gli italiani, legate proprio a stili di
nutenzione dell'auto (più di un euro al giorno per percorrere i
fatidici 3000 m). A questa cifra vanno aggiunti i 300 euro che
ciascuno sborsa per curare i cittadini "ammalati" di pigrizia.
Una passeggiata di salute
Per fornire i consigli e le regole base da seguire la Simg insieme
all'Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del
diritto alla prevenzione, ha predisposto un opuscolo a vignette
"Una passeggiata di salute" che affronta tutti gli aspetti utili
dalla dieta all'attività fisica fino ai suggerimenti per curare i
piccoli traumi. Principio cardine della "medicina dei sani", oltre
all'attività fisica, è l'alimentazione. «La salute, infatti, si conquista e si conserva soprattutto a tavola, sin da bambini» «Il tradizionale modello alimentare mediterraneo è ritenuto oggi in tutto
il mondo fra i più efficaci per la prevenzione ed è anche uno dei
più vari e bilanciati. Dobbiamo rivolgere ai cittadini messaggi
chiari, senza chiedere loro di stravolgere drasticamente le loro
abitudini ma con consigli pratici da attuare nella vita quotidiana». Ah! Gli italiani!: siamo un popolo di sportivi, ma da poltro-
Quando il duro lavoro non permetteruna vita movimentata
vita sbagliati.
I diabetici sono veramente tanti
Sono circa 3,9 milioni i diabetici, 2milioni e 250mila vivono
con una diagnosi di tumore. Ancora più alto è l'impatto delle
patologie cardiovascolari: la sola ipertensione provoca circa
240.000 morti l'anno ed è responsabile del 47% delle cardiopatie
ischemiche e del 54% degli ictus cerebrali». Basterebbero cinquemila passi al giorno, come sottolinea l'Organizzazione mondiale della sanità, per dimezzare il rischio di morte. Una distanza pari a circa 3 km al giorno, che ognuno dovrebbe percorrere
quotidianamente per mantenersi in salute. In più gli effetti si
fanno sentire anche sul portafoglio. Lasciando l'auto in garage,
si possono risparmiare infatti circa 700 euro all'anno. Di questi,
400 sono direttamente legati al costo del carburante e della ma-
Sfruttare qualsiasi occasione per camminare
na. Difficile pensarla altrimenti, visto che nella fascia di età tra i
18 e i 69 anni una persona su tre non svolge alcun tipo di attività
fisica, né al lavoro né nel tempo libero. La fotografia del rapporto tra italiani e sedentarietà è stata scattata dal sistema Passi nel
suo Rapporto nazionale. La sedentarietà, per cominciare, risulta
più diffusa al Sud (al top la Basilicata, con il 47% di sedentari,
in fondo alla classifica la Provincia autonoma di Bolzano con il
13%).
Mea culpa, mea maxima culpa
Non c'è dubbio che un ruolo importante nella promozione di una
regolare attività fisica lo gioca soprattutto il medico curante, in
particolar modo per le fasce d'età meno giovani. In Italia tuttavia
i camici bianchi non sembrano dedicare particolare attenzione al
tema: solo il 30% degli intervistati, infatti, affermano che il loro
medico si è interessato al livello di attività fisica praticata dal
paziente e ha consigliato di fare moto regolarmente. OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanita’).
prevenzione, 5000 passi o 3km
Come dicevamo L'OMS da i numeri, ma sono il numero dei
passi quotidiani, 5000 passi o 3km, che insieme alla dieta ci
fanno cambiare lo stile di vita e quindi vincere sui danni alla
salute causati dalla sedentarietà, in breve camminare fa bene. E
allora… ci facciamo una passeggiata?
Un’abitudine da garantirsi e ritagliarsi
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano—Crotone
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Vita parrocchiale
Vita parrocchiale
A tutta Pasqua 2012
Dalla meditazione del mattino alla Settimana Santa,
i momenti salienti che hanno interessato la Comunità
Il Rito della Benedizione delle Palme
Durante la processione che da G. Morelli si è snodata fino al piazzale della Chiesa dove si è tenuta
la celebrazione della Messa. Qui in primo piano i cantori e, selezionata da una freccia la sig. Giovanna
Il momento della lavanda dei piedi
La presentazione degli olii santi
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Davanti all’altare della reposizione
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Vita parrocchiale
Un Convegno per capire
La Comunità incontra le Autorità per riflettere e fare...
Nella casetta parrocchiale
N
el contesto del programma pastorale Diocesano
si è svolto giorno 22
marzo presso la parrocchia dei Ss. Cosma e Damiano un
Convegno\incontro per riflettere sul
tema: “giustizia, legalità, solidarietà... cittadini attivi!”. Relatore efficace è stato il Sig. Prefetto dr. Vincenzo Panìco; è intervenuto il dr. Salvatore Barresi, sociologo; ha posto le
conclusioni S. E.za Mons. Domenico
Graziani l’Arcivescovo. La serata è stata
moderata dalla prof. ssa A. Maria Galdieri. L’evento è terminato alle 20.30 circa
con l’augurio più vero di un rapporto
proficuo tra comunità ed autorità.
Il tema in gioco
Con il tema “Giustizia, legalità, solidarietà… cittadini attivi”, la Parrocchia si è
Coloro che sono intervenuti all’evento...
lore di relazioni umane autentiche (a
partire dalla fiducia), che esprime come
desiderio di cambiamento; i servizi pastorali si realizzano in modo che educhino la gente al valore relazione; i settori
esistenti percepiscono di poter partecipare alla vita della Chiesa che sta elaborando una sua pastorale organica; gli
operatori pastorali riscoprono e speri-
Coloro che sono intervenuti per ascoltare le Autorità
proposta di riflettere sulla tematica del
“piano pastorale diocesano” che
quest’anno prevede la sensibilizzazione
al tema della legalità, custode della giustizia e della vita democratica. Il particolare momento di crisi economica e sociale che ha investito non solo il nostro Paese ma anche l’Europa, poi, esige una riflessione sul tema per sollecitare ancor
più comportamenti, che garantiscano la
legalità e la giustizia nella vita democratica.
mentano la virtù del dialogo e della riconciliazione e la diocesi consolida le
strutture esistenti e crea alla base nuove
strutture di relazione, partecipazione e
consultazione per consentire che il valore
relazione sia al centro dell’azione pastorale. I messaggi da annunciare, in coe-
renza con la diagnosi e l’obiettivo di
questo primo triennio, sono: riferiti
all’accoglienza nell’anno pastorale 2009
-2010, riferiti alla libertà nell’anno pastorale 2010-2011, riferiti alla legalità e
partecipazione nell’anno pastorale 20112012.
Verso un cammino
Le opportunità individuate per un cammino precatecumenale di popolo, comune
a livello diocesano sono: Marzo-Aprile:
Pasqua; (Nel tempo proprio): Festa Patronale. Ragioni che hanno giustificato la
scelta dell’obiettivo. Per prima cosa (Dalla diagnosi sulla realtà del nostro
territorio) Questa meta è richiesta dalla
situazione che la Diocesi vive: situazione
nella quale emerge una sfiducia sistematica, quasi viscerale di fronte all’
“altro” (persone, gruppi sociali, istituzioni) e di fronte al nuovo; sfiducia che si
esprime come senso di impotenza e di
rassegnazione fatalista al punto di rimanere in attesa passiva di quanto necessita
e ritiene essere un diritto. Le scienze umane ci hanno indicato tre criteri per
giustificare un obiettivo: a) un obiettivo
deve essere coerente con la realtà da
modificare (motivazione sociologica: da
ricercare nella diagnosi); definisce la
causa, l’ostacolo che deve essere superato b) un obiettivo deve essere coerente
Cosa vogliamo raggiungere
Entro Giugno 2012 tutta la gente che
vive nel territorio della diocesi di Crotone -Santa Severina (praticanti e non,
credenti e non, appartenenti ad altre
religioni e indifferenti, cristiani della
“soglia”) è raggiunta attraverso iniziative periodiche ed è sensibilizzata al vaInsieme per capire cosa è legalità e formare una cittadinanza attiva
Periodico d’informazione e cultura della Parrocchia Ss. Cosma e Damiano—Crotone
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Vita parrocchiale
raggiungere) La Diocesi “Famiglia di
famiglie” esige la fiducia come presupposto per creare rapporti autentici. Parte
integrante della missione della Chiesa è
promuovere tali relazioni.
Per terza cosa
con la realtà che si vuole raggiungere
(motivazione teologica: da ricercare nel
modello ideale); definisce l’obiettivo da
raggiungere c) un obiettivo deve essere
coerente con la possibilità di realizzare il
cambiamento (motivazione operativa: da
ricercare nella valutazione dell’azione
proposta; definisce la conversione da
compiere unicamente in relazione
all’obiettivo); definisce il cambiamento
da compiere …. (la motivazione che promette il superamento dell’ostacolo). Per
seconda cosa - (L’ideale che vogliamo
E’ necessario superare l’atteggiamento
diffuso della difesa accanita di sé e di ciò
che si ritiene proprio (famiglia, tradizioni e beni privati) atteggiamento generato
da varie forme deviate di gestione del
potere, di sfruttamento, corruzione e violenza del “potente di turno” che ha determinato una concezione negativa
dell’altro.
Verso una meta comune
Entro Giugno 2012. Rappresenta la data
di scadenza del piano triennale. La data
indica il termine entro il quale la diocesi
avrà compiuto tutto ciò che è nel suo
potere per raggiungere tutte le persone e
sensibilizzarle col valore contenuto nella
meta. La scadenza, quindi, riguarda
Il Prefetto e la Moderatrice...
S
ul piano giuridico, il principio di legalità esprime una
scelta garantista e di libertà, che si traduce nella predisposizione delle norme per l'interpretazione e in limitazioni per l'esercizio della stessa (art. 12-14 preleggi).
Il problema legato al principio in discorso è strettamente connesso al problema dell'interpretazione della legge, talché è necessario comprendere sinotticamente lo sviluppo storico del
principio (di legalità) e della tecnica che ne costituisce applicazione (interpretazione della legge).
Il giudice, infatti, può limitare l' attività tecnica dell'interpretazione del diritto secondo costituzione, ovvero può muoversi
'praeter legem', attraverso la cosiddetta "interpretazione evoluti-
16
l’impegno della Diocese e non la risposta
di coscienza della gente davanti a quanto
viene proposto. Tale risposta non è in
alcun modo misurabile. Tutta la gente:
poiché la missione della Chiesa è andare
“in tutto il mondo” annunciando il vangelo, l’azione pastorale di una Chiesa
particolare non può essere rivolta solo a
“quelli che vengono”.
Deve raggiungere tutti, partire da tutti e
con l’annuncio del Vangelo accolto nei
cuori e per mezzo del battesimo, deve
rendere tutti soggetto della missione della Chiesa e quindi dell’azione pastorale
della diocesi. Nessuno può essere escluso
dall’annuncio: ecco perché abbiamo
specificato le varie categorie di persone
nella meta... per rendere più evidente
cosa intendiamo con “tutta la gente”.
Infine
É raggiunta: contrariamente a quanto si
può istintivamente credere, La meta generale non è “disporre” la risposta positive della gente al valore che viene proposto in quanto questo dipende unicamente dalla coscienza di ognuno che si
trova davanti a quel valore e vi reagisce;
ciò che noi vogliamo piuttosto è arrivare
a tutti, in qualche modo “toccarli”, stabilire un contatto, e offrire loro la proposta del valore contenuto nella meta alla
quale ciascuno reagirà secondo la propria coscienza. In altre parole compito
della Chiesa è “andare” ed
“evangelizzare”. La conversione al Vangelo è una risposta sulla quale chi evangelizzare non può avere alcun controllo
diretto, ma dipende solo dalla coscienza
di ciascuno. Pertanto questa e tutte le
altre mete del piano pastorale avranno
sempre la funzione suddetta.
Legalità e...
Interpretazione e Legge; un
difficile connubio da porre
va", o il ricorso a talune forme di analogia, consentite nel nostro
ordinamento. Sia che ciò avvenga per ovviare a certi inconvenienti legislativi, sia che avvenga per un desiderio di vedere
concretizzata una giustizia sostanziale, un intervento del giudice
oltre i rigidi confini segnati dalla legge può segnare un identificarsi politico. Taluni (Calamandrei), sostengono che in ogni
decisione giurisdizionale vi sia un 'quantum' di politicità. Ma vi
è una arbitrarietà nell’atto giuridico?
Certamente il circolo ermeneutico va sempre tenuto conto
nell’atto di un emissione di un giudizio. Tal altri rigettano tale
impostazione che si rivela, in Italia, metagiuridica, e propria del
pensiero anglosassone.
Essi risolvono per sostenere che la politicità o apoliticità del
giudice è in ultima analisi, solo un problema di fonti del diritto.
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Vita parrocchiale
Incontro dei Gruppi di Padre Pio
Incontro regionale dei Direttivi dei Gruppi di preghiera di San Pio da Pietrelcina
parrocchiale è così costituita. Il Direttivo
del Gruppo. Esso è composto
dall’assistente Spirituale, dall’Animatore
del Gruppo, dal Vice Animatore e dal
Segretario. Questo si impegna a far nascere nuovi gruppi accompagnandoli
nella catechesi e nella spiritualità di Padre Pio. Inoltre, ha una estrema attenzione per tutti i settori della vita sociale,
senza sottovalutare il mondo della cultura
e della moralità, vivere in comunione con
la Chiesa, anche quella locale. Il Vice
Animatore di Gruppo ha altre specifiche
funzioni da sottolineare.
Dal Vice all’Assistente...
Il Vice Animatore di Gruppo coadiuva
l’Animatore in spirito fraterno e non in
opposizione. Sostituisce l’Animatore
nelle sue competenze in caso di assenza o
di impedimento temporaneo. Poi, in caso
I
l Convegno regionale
dei Direttivi dei
Gruppi di preghiera
di Padre Pio, tenutosi
il 17 marzo u.s. a Nicastro,
presieduto da Padre Marciano Morra, accompagnato dal Dott.
Cascavilla di Casa Sollievo della Sofferenza, ha portato nei Direttivi dei Gruppi
di Preghiera nuove sollecitazioni ed esortazioni a ben operare nella sequela della
spiritualità di S. Pio.
Sono state ribadite le finalità e l’impegno
dei gruppi di preghiera che traggono
spunto dall’Esortazione di Giovanni Paolo II “Christi Fideles Laici” (30).
Finalità e struttura
Le finalità sono: vocazione di ogni cristiano alla santità; responsabilità di confessare la fede cattolica; testimonianza di
comunione con il Papa e i Vescovi; partecipazione all’apostolato della Chiesa;
presenza nella società con la carità operosa. La struttura dei gruppi nell’ambito
Tutti insieme condividendo una passione grande, Padre Pio
tanto caro al Santo Fondatore. Il Direttivo
può affidare ad altri componenti dello
stesso gruppo o semplicemente simpatizzanti alcuni incarichi specifici come Addetto stampa, referente informatico, Referente giovanile, famiglie, migranti, etc.
L’animatore di gruppo promuove iniziative volte a realizzare le finalità specifiche
dei gruppi: Preghiera, Famiglia, Società.
ncora, Collabora con l’Assistente Spirituale per le varie attività e la formazione. I
requisiti essenziali richiesti alla figura
dell’Animatore sono: comportamento
privato e pubblico nel rispetto della fede
di una assenza definitiva o altamente
prolungata, provvederà allo svolgimento
delle elezioni entro 60 giorni.
Il Segretario del Gruppo ha compiti importanti. Egli tiene il registro dei membri
del gruppo annotando le nuove iscrizioni,
i trasferimenti e soprattutto i decessi. Può
assumere la carica di cassiere. Curerà il
suo ufficio di cassiere in stretta collaborazione con il Direttivo che è tenuto ad
emettere mandato di spesa.
L’Assiste spirituale. Ogni gruppo di preghiere deve avere un assistente spirituale.
Esso è nominato dall’Ordinario Diocesano. Quando non è possibile dare un Assistente Spirituale, l’Ordinario può designare un diacono, un religioso o religiosa
o un laico, che sia di provata fede e alquanto preparato per questo servizio. I
gruppi di preghiera hanno, come carisma
particolare, una attenzione alla vita pastorale della parrocchia e, inoltre, favorisce
gli incontri di formazione.
È disponibile per le confessioni e la direzione spirituale. Infine, porta il proprio
specifico contributo di proposte e verifiche delle iniziative nell’organizzazione
delle varie attività del gruppo.
Franca Pippia
La realtà sociale dei gruppi di preghiera dislocati in Italia
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Vita Parrocchiale
Padre Pio e la Pasqua
Per il Santo di Pietrelcina la Resurrezione è momento vivificante
P
ietrelcina è davvero incantevole e radiosa in questo
periodo primaverile. Non c’è che dire, l’esplosione di
verde e di colori, conferisce un tocco meraviglioso di
vita e di straordinaria bellezza nella natura. Uno spettacolo di luce e di gioia, arricchito dalla varietà del paesaggio e
delle coltivazioni. Dall’alto della sua collocazione, poi, Piana
Romana offre uno spettacolo non comune, come appare
nell’immagine sopra il titolo, permettendo a tutti di mirare la
radiosa Pietrelcina, in primo piano, contornata dallo splendido
scenario montano della Bella Dormiente del Sannio. Questa
esplosione di vita ben si confà con l’imminente solennità della
Pasqua di Risurrezione, in quanto l’esplosione di vita della natura, dopo la morte apparente, sembra aiutarci a ripensare al più
grande miracolo della Storia umana: quella Risurrezione di Cristo che non è un racconto di fiaba, ma un Evento reale che ha
cambiato la storia.
La Pasqua in Padre Pio
In un’anima mistica e crocifissa, come quella di Padre Pio da
Pietrelcina, il tema della Passione e morte di Gesù traspare perfino nel giorno della risurrezione. D’altronde, nella spiritualità e
nella mistica, la Passione, crocifissione e morte di Gesù esprime
in maniera altissima la dimensione
della Amore di Dio
per noi. “Perché
Gesù Cristo – si
chiedeva Padre Pio
- si sacrificò alla
morte? Per espiare
le nostre colpe, mi
risponde la fede.
Padre Pio e il confessionale
Perché risuscitò
con tanto strepito di prodigi? Per testimoniarci il conseguimento
della nostra redenzione. Nella morte di lui ci rammenta che eravamo morti pel peccato, nella sua risurrezione abbiamo invece
un perfettissimo modello del nostro risorgimento alla grazia”. Il
Frate di Pietrelcina conosceva e faceva sua la teologia
dell’apostolo e mistico Paolo di Tarso. E’ a lui che faceva riferimento quando disse: “Siccome Gesù Cristo è risorto immortale
alla vita di gloria, così, a dire con lo stesso S. Paolo, dobbiamo
noi pure risorgere immortali alla vita di grazia, con fermo proposito di non voler mai più, per l’avvenire, soggiacere alla morte spirituale dell’anima. E veramente la vita di grazia, a cui siamo risorti, è di sua natura immortale, siccome immortale di sua
natura è la vita di gloria, a cui Cristo è risorto: con questo solo
divario che, se Cristo non può più morire alla sua vita di gloria,
ciò è frutto di beata necessità; ma se noi non moriamo più alla
vita di grazia, dev’essere merito d’elezione e del nostro studio
costante”.
Pertanto
Pellegrini a San Giovanni Rotondo durante il periodo pasquale
Ma la Festa di Pasqua non può passare inosservata nella vita
cristiana. Altrimenti è un appuntamento cronologico, liturgico e
basta. Un momento perso. Pasqua di risurrezione deve essere,
invece, un Kairos, un tempo di grazia, un “tempo di Dio”, un
“tempo in cui Dio agisce”, un “appuntamento decisivo con
l’eternità”. Ecco l’espressione che meglio si addice a questa
Festa solennissima. Con la risurrezione di Cristo Pasqua diviene
il nostro passaggio per l’eternità.
Una poesia per te
Da una catechista una passione ideale, ma...
AMARE
A
mare, amare tanto, poi come d’incanto
sgomento e dolore, si nasce, si vive, si muore…
Amare ciò che ti ricorda: la natura, gli animali
il fiume, la roccia, un fiore che sboccia.
Poi, d’incanto finisce tutto nel nulla: lacrime,
dolore, ricordo…
Amare, amare, nessun rimpianto
ti volevo bene tanto.
Enza Trentino
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Un dono che viene dall’alto
Vita Parrocchiale
L’Arte della Cucina
presenta oggi:
Seppie ripiene allo Zio Tonino
Procedimento
Lavate le seppie e mettetele in uno scolino, le teste tagliate a pezzettini piccoli li mettete in un recipiente, dove aggiungerete un poco di Ingredienti per 4 persone:
800 /1000 gr. di seppie
mollica sbriciolata di pane raffermo, uno spicchio d’aglio tritato piccolo, un pizzico di sale una spolverata di pepe nero, un ciuffo di prez- fresche, Mollica di pane,
zemolo tritato finemente, tre cucchiai d’olio d’oliva, alcune olivette piselli, olio di oliva, cipolla,
denocciolate e sminuzzate, impastate. aglio, prezzemolo, sale, pepe
In una casseruola grande e bassa, soffriggete mezza cipolla, aggiungete due o tre filetti nero, acciughe, olivette di
Gaeta, vino bianco e capperi
d’acciuga che farete sciogliere con una forchetta , aggiungete 1/2 bicchiere di vino un
grossi q.b.
ciuffo di prezzemolo tritato, una ventina di capperi e i piselli cotti precedentemente a parA siccia
te. Il composto deve cuocere a fuoco lento per qualche minuto, dopodiché, aggiungete i
dorsi delle seppie ripieni con il composto preparato, avendo cura di chiuderli con degli
spiedini piccoli, oppure stuzzicadenti o se preferite li cucite, fate cuocere per circa venti
minuti, non ci sarebbe bisogno di aggiustare di sale per via delle acciughe, ma, controllate. Servire in bellavista, avendo cura se vi piace, di tagliare a fette la seppie ripiene.
a cura del sig. Tonino Laratta
Vini consigliati: Terre Lontane
Teologia positiva?
Un’informazione sul metodo di riflessione su Dio
vita feconda e amorosa. Di particolare interesse, è il riferimento
alla nostra storia attuale. La teologia viene denominata positiva
e biblica. Fiorite nel secolo scorso si stanno letteralmente rinnovando nei contenuti e nell’insegnamento teologico. Oggi, poi,
soprattutto nella contemporaneità vi è la teologia protestante.
Tre basilari principi
a teologia è definita la scienza che tratta le cose riQuest’ultima si poggia su tre principi: la Bibbia è unica ed è
guardanti Dio. Lo esamina, per quanto può, in se stessufficiente la norma della fede ovvero
so e nelle sue relazioni con le
la giustificazione. In questo modo si
creature. Tutto ciò alla luce
comincia un libero esame della Sacra
della Rivelazione divina e con il medio
Scrittura. La teologia protestante si
della ragione umana. Inizialmente, il
colloca in alcune posizioni negative
termine, fu visto con diffidenza, perché
nei confronti della Chiesa di Roma.
si riferiva alla concezione pagana delle
Essa rifiuta alcune tradizioni del Magidivinità, poi passò a significare prostero ecclesiastico e ogni autorità della
priamente la dottrina trinitaria, mentre
Chiesa papale. Infatti, i massimi rapla cristologica si evidenziava con il
presentanti fanno capo alle principali
termine economia (termine oltretutto
teorie teologiche.
caro a S. Paolo). Soltanto nel XIII sec.
ha acquistato il significato di oggi, la
E la Riforma…?
cosiddetta dottrina teologica. Essa abLa riforma protestante ha avuto inizio
braccia tutta quanta la Rivelazione. Il
con Martin Lutero, che radicalizza la
suo oggetto sarà Dio ed i suoi attributi,
questione della sola fide e della giustinon considerato filosoficamente, in
ficazione quella per mezzo della fede.
base alla vita intima (cosa che supera
Opera importante il De Servo arbitrio.
ogni concezione razionale). Essa, si
C’è, inoltre la negazione di ogni realtà
basa sul fondamento e norma prossima
Quando
la
teologia
diventa
vita.
Oscar
Romero
sostanziale dell’Eucarestia corpo di
della fede, quindi, è riversato implicitaGesù Cristo e, diversamente, inneggia
mente nel Magistero ecclesiastico, il
ad
una
continua
presenza
del Signore operante nell’umanità.
quale raccoglie e, approfondendo, tramandando i dati si costituiOltre a Lutero vi è anche Zwingli, per cui si evidenzia la incapasce (teologia positiva). Esso, a sua volta, potrà costituirsi precità assoluta dell’uomo in merito alla propria salvezza. Conclumessa indispensabile per la teologia speculativa. Benché sia
dendo, il razionalismo protestante porterà una netta posizione
speculativa la teologia non disdegna la filosofia, anzi se serve
anti trinitaria, ovvero, la negazione della divinità di Cristo Fispecialmente, si fa soltanto illustrando certe verità, quali
glio. inoltre, nella Bibbia, nulla di ciò che è riportato può essere
l’esistenza di Dio. Essa suppone la fede, in quanto il suo ambito
contrario alla ragione naturale.
si basa principalmente sulla Rivelazione divina. In questo modo
Giuseppe Zurlo
deve, perciò, sottostare alla guida del Magistero ecclesiastico e
attingere a quella atmosfera. L’aridità scientifica si trasforma in
L
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lo ’Chalet’ parrocchiale
CELEBRAZIONI E S. MESSE:
S. Messe festive: ore 10.00
Sabato e vigilari, ore 19.00
S. Messe feriali: ore 19.00
UFFICIO PARROCCHIALE
Lunedì, Mercoledì, Venerdì: dalle ore 17.00 alle ore 18.00
CENTRO D’ASCOLTO
Lunedì 9.00 alle 10.30
Martedì e Giovedì dalle 17.00 alle 18.00
20
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