www.regione.lombardia.it L’AGRICOLTURA LOMBARDA CONTA - 2015 Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: PSR 2014-2020 Direzione Generale Agricoltura Comitato di redazione Sabrina Giuca, CREA (responsabile); Maria Silvia Giannini (coordinamento per la DGA Regione Lombardia); Alessandro Nebuloni, DGA Regione Lombardia; Roberto Pretolani, DEMM; Renato Pieri, SMEA; Roberto Cagliero, CREA; Francesca Marras, CREA Referenti tematici Daniele Bellomo, Danilo Bertoni, Lucia Briamonte, Roberto Cagliero, Stefano Dell’Acqua, Francesca Gaudiano, Maria Silvia Giannini, Sabrina Giuca, Rita Iacono, Pietro Manzoni di Chiosca e Poggiolo, Sonia Marongiu, Renato Pieri, Roberto Pretolani, Maria Rosaria Pupo d’Andrea, Roberto Solazzo, Adele Vinci Revisione editing Sabrina Giuca e Maria Silvia Giannini Elaborazioni Marco Amato, Alessia Fantini e Fabio Iacobini Coordinamento editoriale Benedetto Venuto Progetto grafico e realizzazione Carlo Silva e Fabio Lapiana Fotografie Carlo Silva Edizione Internet Massimo Perinotto Segreteria Novella Rossi Si ringraziano: Maria Teresa Besana, Gabriele Boccasile, Roberta Capretti, Andrea Corapi, Gloria Corti, Antonella Forni, Stefano Foschini, Claudio Liberati, Andrea Massari, Giovanna Nicastro, Donatella Parma, Antonio Pepe, Antonella Pontrandolfi, Andrea Povellato, Marina Ragni, Serena Tarangioli, Roberto Tonetti L’opuscolo L’agricoltura lombarda conta - 2015 promosso dalla DG Agricoltura, in collaborazione con il CREA, il DEMM e la SMEA, arriva alla sua sesta edizione. Secondo una tradizionale impostazione, il volume fornisce un quadro delle informazioni riguardanti i principali elementi descrittivi del sistema agroalimentare regionale; inoltre affianca la versione cartacea a quella on line disponibile sul sito della Direzione, permettendo l’acquisizione di tabelle elaborabili e un continuo aggiornamento, in corso d’anno, anche attraverso i risultati della congiuntura agricola trimestrale realizzata in collaborazione con Unioncamere Lombardia. Nel 2014 la dimensione della produzione agroindustriale lombarda è stimata in 13,7 miliardi di euro, pari al 16,7% del valore del sistema agroalimentare nazionale; a fronte di un lieve aumento complessivo (+0,8% contro il +0,4% a livello nazionale), il sistema vede rafforzare la posizione dell’industria alimentare che arriva a pesare il 16,9% sull’intero sistema (11,8% a livello nazionale) con un incremento del valore aggiunto del 4%. Per contro, l’annata agraria 2014 registra un calo in termini monetari del 2% del valore della Produzione agricola, stimata complessivamente in 7,55 miliardi di euro, pari al 14,1% del dato nazionale, per l’effetto negativo dell’andamento dei prezzi (-3%). La caduta dei prezzi alla produzione ha riguardato quasi tutti i comparti dell’agricoltura regionale, in particolar modo le coltivazioni, ma la riduzione del valore della produzione ha interessato maggiormente il settore zootecnico (soprattutto il comparto delle carni) e il comparto delle coltivazioni legnose agrarie (vite e frutta) che hanno risentito di una contrazione quantitativa. A parziale correzione di un trend decennale che vede i prezzi dei fattori produttivi crescere in maniera più sostenuta rispetto a quelli dei prodotti agricoli, si registra nel 2014 un miglioramento della ragione di scambio (+1,6%) fra prezzi alla produzione e costo dei fattori. Ma al calo dei prezzi (-4,5%) dei costi intermedi, l’aumento delle quantità utilizzate dell’1,1% non ha determinato un miglioramento della produttività dei fattori. Nonostante la riduzione dei consumi intermedi, la variazione negativa della produzione agricola ha determinato sostanzialmente una stazionarietà del valore aggiunto, contrassegnata da un segno negativo (-0,3%). Benché la domanda estera di prodotti agroalimentari in questi anni abbia costituito a livello lombardo la componente trainante del sistema, il valore dell’export agroalimentare subisce nella prima parte del 2015 un rallentamento che si auspica possa essere superato con le opportunità di mercato offerte da EXPO. Inoltre, per quanto da luglio 2014 il trend dei prezzi dei prodotti agricoli sembrasse riprendere vigore, l’andamento congiunturale del primo semestre 2015 non presenta indicazioni confortanti per la redditività: in particolare si aggrava, in base all’andamento dell’indice prezzi alla produzione, la situazione del comparto lattierocaseario e della carne bovina e suina, mentre riprendono a salire i costi dei fattori di produzione a fronte di una 3 domanda interna debole che a oggi non evidenzia ancora le evoluzioni attese. Nel corso del 2014 Regione Lombardia, a sostegno del reddito degli agricoltori lombardi, aveva provveduto ad erogare ancora una volta, con fondi regionali pari a 310,5 milioni di euro, un anticipo della PAC, che complessivamente assomma pagamenti diretti per un importo di circa 488,8 milioni di euro. A beneficiarne, oltre 33.000 aziende agricole. Nel 2015, tuttavia, Regione Lombardia non ha potuto replicare questo intervento a favore del settore per la mancata conclusione dell’iter ministeriale di quantificazione del valore dei titoli PAC. Fa esprimere invece soddisfazione, in relazione alle difficoltà del comparto lattiero-caseario, l’accordo tra i produttori e la cooperazione, raggiunto al tavolo regionale sul prezzo base di riferimento (37 centesimi al litro) e per il meccanismo di definizione del prezzo del latte; la rappresen- tanza industriale purtroppo, pur condividendo il metodo di indicizzazione ha tuttavia rifiutato il prezzo base. Il sistema delle imprese agricole, pari a 47.720 unità (-1,9% rispetto al 2013), vede continuare nel 2014 il processo di riduzione strutturale, accompagnato nell’ultimo quadriennio da una contrazione della consistenza del credito agrario, passato dal +8,2% del 2011 al -0,8% del 2014, e da un aumento della quota di credito in sofferenza, anche se in Lombardia il suo grado si mostra inferiore a quanto si riscontra a livello nazionale (9,5% contro 11,6%). Inoltre, nonostante l’intensità degli investimenti del settore agricoltura sia superiore alla media nazionale, si evidenzia un calo della loro incidenza sul valore aggiunto. Ora con il 2015 si conclude la programmazione 2007-2013 e prende avvio la nuova programmazione PSR per il periodo 2014-2020, che mette a disposizione per lo sviluppo rurale 1,157 miliardi di euro. Una dote con 133 milioni in più rispetto alla precedente (circa 500 milioni sono i fondi per le misure relative agli investimenti e altrettanto è previsto per le misure agro-ambientali), che ha coinvolto Regione Lombardia con un impegno di quasi 200 milioni in più, per la quota di cofinanziamento regionale che passa dal 15% al 30%. Con l’emanazione dei primi bandi dello sviluppo rurale, Regione Lombardia si è impegnata a sostenere il potenziamento della competitività del settore attraverso contributi agli investimenti, a una gestione sostenibile delle risorse naturali e un’azione sul clima (operazione 4.1.01). Occorre però essere consapevoli che un PSR può non essere risolutivo per tutte le iniziative di investimento delle imprese, alle quali spetta costruire il proprio futuro, ponderando i rischi d’impresa e affrontando i mercati e la globalizzazione. Gianni Fava Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia 4 INDICE ECONOMIA E AGRICOLTURA Territorio e popolazione Prodotto interno lordo Valore aggiunto Occupazione AGRICOLTURA pag. 10 pag. 17 pag. 20 pag. 22 SISTEMA AGROINDUSTRIALE Componenti del sistema Industria alimentare e delle bevande Distribuzione Scambi con l’estero Consumi alimentari 6 pag. 28 pag. 31 pag. 36 pag. 39 pag. 44 Aspetti climatici e andamento agrometereologico Risultati produttivi in agricoltura Pesca e acquacoltura Consumi intermedi Investimenti Prezzi Strutture in agricoltura Meccanizzazione Risultati economici delle aziende agricole Credito agrario Mercato fondiario pag. 48 pag. 50 pag. 60 pag. 62 pag. 65 pag. 68 pag. 71 pag. 83 pag. 86 pag. 96 pag. 99 MULTIFUNZIONALITÀ Agroenergie Prodotti a denominazione e tradizionali Agricoltura biologica Produzione integrata Agriturismo Vendita diretta Fattorie didattiche POLITICA AGRICOLA pag. 104 pag. 107 pag. 115 pag. 119 pag. 121 pag. 125 pag. 131 Legislazione regionale in materia agricola Spesa agricola regionale PAC – I pilastro Programma di sviluppo rurale (PAC – II pilastro) pag. 152 pag. 155 pag. 159 pag. 162 GLOSSARIO AGRICOLTURA E AMBIENTE Aree protette Foreste Gestione delle risorse idriche Pratiche agricole Glossario pag. 168 pag. 134 pag. 139 pag. 143 pag. 147 7 ECONOMIA E AGRICOLTURA territorio e popolazione Il territorio della Lombardia, esteso su una superficie 23.863 kmq, occupa circa il 7,9% della superficie nazionale ed è caratterizzato da una compresenza di aree pianeggianti (47,1%), collinari (12,4%) e montuose (40,5%). La Lombardia è la regione italiana più densamente abitata con un numero di residenti che sfiora i 10 milioni (pari al 16,4% della popolazione nazionale), per lo più concentrati nella fascia pianeggiante e pedemontana. In queste aree la densità abitativa supera i 600 ab./kmq, contro la media nazionale di 201 ab./kmq. Nelle province di Milano e Monza la densità abitativa raggiunge addirittura i 2.000 ab./kmq; all’estremo opposto si colloca la provincia di Sondrio, con soli 57 ab./kmq. Il 68,8% della popolazione vive nella fascia di pianura. Le aree collinare e montane rientrano quasi completamente nelle aree di intervento del PSR (Programma di 10 sviluppo rurale) definite rurali, intermedie e con problemi complessivi di sviluppo. Come per la densità abitativa anche il rapporto fra popolazione residente e superficie agricola mostra un valore elevato (1.056 ab./100 ha SAU), decisamente superiore al corrispondente dato nazionale (480 ab./100 ha SAU) e a quello comunitario. Nel 2013 la popolazione residente è cresciuta dell’1,8%, con un tasso di crescita identico a quello nazionale. Circa l’11,3% della popolazione residente è di origine straniera rispetto al dato nazionale dell’8,1%. La provincia con la maggior incidenza di residenti stranieri è Brescia (13,4%), seguita da quelle di Mantova (13,2%) e Milano (13,1%). Le persone anziane (65 anni e più) rappresentano il 21,4% della popolazione, mentre il tasso di invecchiamento della popolazione è pari a 1,49, valore in assoluto elevato, ma leggermente inferiore alla media nazionale (1,54). L’elevata densità abitativa e il vivace trend di crescita della popolazione si traduce a livello territoriale in un esteso tasso di antropizzazione del territorio, che secondo dati DUSAF (2012) risulta di circa il 14,5%; a livello locale sono particolarmente elevati i valori di Monza e Milano (rispettivamente il 55,1% e il 40,5%). Sempre con riferimento al dato DUSAF (2012) le superfici boscate e naturali si estendono sul 39% del territorio regionale, in particolare nelle aree montane, con una punta dell’88% nella provincia di Sondrio. La superficie agricola risulta pari a poco più di un milione di ettari, corrispondente al 43% della superficie regionale, con un picco nella provincia di Cremona (84,7%) e un minimo in quella di Sondrio (7,4%). Il 77% delle superfici Superficie, popolazione residente e densità abitativa in Lombardia, 2014 Superficie Ripartizione % Popolazione residente Ripartizione % Densità % stranieri territoriale (kmq) superficie territoriale al 1/1/2014 popolazione residente (abitanti/kmq) residenti Lombardia 23.863,65 100,0 9.973.397 100,0 417,9 11,3 Montagna Collina Pianura Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Sondrio Varese 9.650,02 2.967,90 11.245,73 2.745,94 4.785,62 1.279,04 1.770,46 814,58 782,99 2.341,44 1.575,65 405,41 2.968,64 3.195,76 1.198,11 40,4 12,4 47,1 11,5 20,1 5,4 7,4 3,4 3,3 9,8 6,6 1,7 12,4 13,4 5,0 1.049.512 2.063.199 6.860.686 1.107.441 1.262.295 598.810 362.141 340.814 229.082 415.147 3.176.180 862.684 548.326 182.480 887.997 10,5 20,7 68,8 11,1 12,7 6,0 3,6 3,4 2,3 4,2 31,8 8,6 5,5 1,8 8,9 108,8 695,2 610,1 403,3 263,8 468,2 204,5 418,4 292,6 177,3 2.015,8 2.127,9 184,7 57,1 741,2 7,7 10,4 12,2 11,6 13,4 8,3 11,4 8,4 11,6 13,2 13,1 8,5 10,4 5,0 8,5 Aree intensive ad agricoltura specializzata Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo Aree rurali intermedie Poli urbani 10.233,67 4.312,08 7.905,51 1.412,39 42,9 18,1 33,1 5,9 3.880.134 290.884 2.129.479 3.672.900 38,9 2,9 21,4 36,8 379,2 67,5 269,4 2.600,5 11,0 5,9 8,7 13,6 Fonte: ISTAT. 11 agricole sono destinate a seminativi. L’erosione dei suoli agricoli, sia a causa delle opere antropiche, soprattutto in pianura, che dei fenomeni di rina- turalizzazione, prevalentemente nelle zone collinari e montane, appare un fenomeno inarrestabile. Fra il 2007 e il 2012, secondo le rilevazioni DUSAF, le superfici agricole regionali sono diminuite dell’1,7%, con una punta del 6,6% nella provincia di Lecco. In sei decenni, ovvero dal 1955, la perdi- Copertura del suolo in Lombardia, aree antropizzate, boschi e superficie agricola utilizzata (SAU) Aree antropizzate (%) Aree boscate (%) 14,4 11,7 16,6 11,1 15,3 13,1 12,6 40,5 55,1 9,4 2,7 29,4 14,5 56,5 48,4 60,0 2,7 60,7 5,0 2,7 6,9 10,4 16,1 88,7 46,3 39,0 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Sondrio Varese Lombardia Fonte: ERSAF-DUSAF, 2007, 2012. 12 Aree agricole (%) (.000 ha) 27,5 34,4 14,7 84,7 14,9 79,6 81,4 51,1 34,3 72,9 7,4 14,6 43,0 75,7 164,4 18,8 150,0 12,1 62,2 190,8 80,6 13,9 216,3 23,7 17,6 1.026,0 di cui % seminativi 56,7 73,7 48,6 87,6 33,3 83,2 88,5 81,6 82,8 80,5 6,6 63,0 77,3 di cui % colture permanenti 2,6 6,3 1,3 3,8 2,0 4,5 6,5 3,1 1,0 15,1 12,9 1,6 7,1 di cui % prati stabili var % 2007/12 40,8 19,9 50,1 8,7 64,8 12,3 5,0 15,3 16,2 4,4 80,6 35,4 15,6 -2,9 -1,7 -3,3 -0,9 -6,6 -0,9 -0,7 -2,2 -2,6 -1,6 -3,9 -3,6 -1,7 ta delle superfici agricole è stata del 22,4%, a fronte di un incremento delle aree antropizzate di circa il 250%. Strettamente legato al fenomeno della perdita della SAU è il tema dell’autoapprovvigionamento alimentare. Se- condo uno studio DEMM, nel periodo 2009-2011 il grado di autoapprovvigionamento garantito dall’agricoltura Dinamica delle superfici antropizzate, agricole e boschive (1955-2012) 1.400 1.322 1.262 1.200 (.000 ettari) 1.000 1.087 888 1.043 1.026 927 930 854 917 800 Aree agricole 600 400 200 0 Aree antropizzate 302 336 346 2007 2012 Boschi e aree naturali 194 100 1955 1980 1999 Fonte: ERSAF. 13 lombarda è del 64,5% in termini di calorie e del 74,1% in valore, mentre a livello nazionale questi parametri si collocano rispettivamente sul 65,5% e Aree rurali sul 91,3%. Nonostante la maggiore produttività media in termini di calorie per ettaro (5,9 abitanti mantenibili per ettaro contro i 3,3 a livello italiano), la Lombardia riuscirebbe a mantenere in termini calorici solo il 60,1% dei suoi abitanti, contro il 67,2% dell’Italia. Guardando al movimento turistico, il Tasso di autoapprovigionamento alimentare in Lombardia e Italia 2009-2011) (media Tasso di autoapprovvigionamento globale (% kcalorie) - di cui vegetali - di cui animali Italia 65,5 64,1 76,7 Lombardia 64,5 56,6 139,1 Tasso di autoapprovvigionamento consumi umani (% kcalorie) - di cui vegetali - di cui animali 67,2 64,1 76,8 60,1 34,4 139,0 Produzione interna per ettaro di SAU (Kcal) Produzione vegetale interna per ettaro seminativi+arboree (Kcal) Produzione animale interna per ettaro foraggere (Kcal) 8.974.192 10.570.450 2.849.295 22.040.000 20.664.002 10.317.746 Abitanti mantenibili/ettaro Abitanti mantenibili complessivi con produzioni interne 3,3 39.999.900 5,9 5.816.856 91,3 74,1 Tasso di autoapprovvigionamento in valore Fonte: Programma di sviluppo rurale 2014-2020, Regione Lombardia. 14 Fonte: Elaborazioni DEMM su dati Faostat. giore), dove gli stranieri raggiungono rispettivamente il 59,6% e il 70,6% degli arrivi. L’11% degli arrivi lombardi (contro il 20% circa a livello nazionale) è orientato a esercizi di tipo extra-alberghiero prevalentemente rappresentati da campeggi, villaggi turistici e alloggi 61,9% del flusso annuo di ospiti negli esercizi ricettivi lombardi, complessivamente pari a 13,6 milioni di arrivi, interessa località turistiche e in particolare le città di interesse storico e artistico (Milano, Bergamo, Como) e le località lacuali (Lago di Garda, Lago di Como e di Lecco, Lago Mag- Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU) 1.005 Lombardia 1.056 608 Italia - Nord 621 472 Italia UE-27 480 292 2010 2013 in affitto, soluzioni che vedono la più alta presenza straniera ed una permanenza media a carattere quasi settimanale. Negli ultimi anni gli arrivi sono progressivamente aumentati, ma non è cresciuta la permanenza media (2,5 numero di notti per cliente); tra il 2008 e il 2013 è aumentata la quota degli ospiti stranieri, passando dal 46,4% al 51,3% del totale, e mantenendosi superiore alla media nazionale (48,4%). Gli alloggi in affitto, nel 2013, pari al 3% del totale degli arrivi, nel tempo aumentano la loro quota, così come, espressione dell’accoglienza in famiglia, i bed and breakfast (1,1%), e gli agriturismi (0,9%); in aumento è anche la quota degli arrivi in altri esercizi ricettivi, con un incremento della permanenza media. Fonte: EUROSTAT, ISTAT. 15 Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi lombardi, 2013 Totale Tipo di località Capoluoghi di provincia e comuni Località di interesse turistico - città di interesse storico e artistico - località montane - località lacuali - località termali - località collinari e di interesse vario Tipologia di esercizio Esercizi alberghieri Esercizi extra-alberghieri - campeggi e villaggi turistici - alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale - agriturismi - bed and breakfast - altri esercizi ricettivi Lombardia Italia arrivi* % arrivi % arrivi stranieri/ totale permanenza media n. notti/cliente 5.182.560 8.429.046 5.558.570 755.716 1.974.572 68.802 71.386 9.839.646 24.120.995 12.071.882 3.048.092 8.599.787 248.121 153.113 38,1 61,9 40,8 5,6 14,5 0,5 0,5 38,2 59,5 59,6 34,4 70,6 23,5 37,0 1,9 2,9 2,2 4,0 4,4 3,6 2,1 12.107.639 1.503.967 600.094 402.042 125.225 152.221 224.385 13.611.606 103.862.530 26.429.228 7.531.413 3.474.131 2.031.939 422.965 334.158 1.268.220 33.960.641 376.785.615 89,0 11,0 4,4 3,0 0,9 1,1 1,6 100,0 51,0 54,2 58,3 64,3 38,1 40,1 43,5 51,3 48,4 2,2 5,0 5,8 5,1 3,4 2,2 5,7 2,5 3,6 * numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi nel periodo considerato. ** numero delle notti trascorse dai clienti, italiani e stranieri, negli esercizi ricettivi. Fonte: elaborazione dati ISTAT. 16 presenze** prodotto interno lordo Nel 2013 il PIL realizzato in Lombardia si è attestato su un valore di circa 360 miliardi di euro a prezzi correnti, pari al 22,3% del PIL nazionale e al 2,7% del PIL dell’UE-28. Il PIL lombardo supera in valore assoluto il PIL di 19 paesi dell’UE, essendo paragonabile a quello di Belgio, Polonia e Austria. Il valore del PIL pro capite, pari a 36.459 euro a prezzi correnti, risulta ampiamente superiore sia alla media nazionale (+36%) sia a quella comu- nitaria (+37%). Esso supera del 5,4% quello tedesco e del 12,3% quello francese (EUROSTAT) e nel contesto italiano si colloca al terzo posto dopo quello dell’Alto Adige e della Valle d’Aosta. Andamento del PIL per abitante in Lombardia (euro), dal 2006 al 2013* Anni 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Lombardia/Italia (2013) Lombardia/Nord-Italia (2013) Lombardia/UE-28 (2013) Lombardia PIL a prezzi % correnti (mio euro) su Italia 325.033 21,0 338.489 21,0 352.077 21,6 336.077 21,4 351.509 21,9 358.689 21,9 356.437 21,9 360.358 22,3 PIL/Abitante Lombardia Prezzi correnti 34.698 35.888 37.031 35.106 36.492 37.046 36.566 36.459 1,36 1,11 1,37 Valori concatenati 36.930 37.308 37.683 35.124 36.492 36.516 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. Italia Prezzi correnti 26.644 27.556 27.758 26.629 27.088 27.600 27.343 26.877 Valori concatenati 28.519 28.822 28.391 26.699 27.088 27.203 26.375 25.628 *Valori concatenati - anno di riferimento 2010. Fonte: EUROSTAT; ISTAT, Conti economici territoriali. 17 Analoghe considerazioni possono essere riferite al PIL per occupato, pari a circa 77.500 euro a prezzi correnti, valore superiore del 16% a quello nazionale e del 24% a quello medio comunitario. La perdurante crisi economica coinvolge anche la Lombardia, anche se con dinamiche meno accentuate rispetto al contesto nazionale. Il PIL 2013 a prezzi correnti, infatti, ha fatto registrare un incremento dell’1,1% ri- Andamento del PIL per occupato in Lombardia (euro) dal 2006 al 2013* PIL/Occupato Lombardia Italia Prezzi correnti Valori concatenati Prezzi correnti Valori concatenati Anni 2006 69.767 74.256 62.008 66.371 2007 72.030 74.880 63.661 66.586 2008 74.276 75.585 64.418 65.885 2009 71.950 71.986 63.134 63.300 2010 76.040 76.040 64.835 64.835 2011 77.516 76.408 65.969 65.020 2012 77.156 n.d. 65.675 63.350 2013 77.551 n.d. 66.610 63.516 Lombardia/Italia (2013) 1,16 n.d. Lombardia/Nord-Italia (2013) 1,07 n.d. Lombardia/UE-27 (2013) 1,24 n.d. *Valori concatenati - anno di riferimento 2010. Fonte: EUROSTAT; ISTAT, Conti economici territoriali. 18 Popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, 2013 (%) 50 49,4 44,5 40 30 28,4 24,5 20 23,3 18,0 17,5 16,6 10 0 Lombardia UE-28 Fonte: EUROSTAT. Italia Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud Italia Isole Andamento del PIL dal 2005 al 2014 (2005=100)* 110 108 106 104 102 100 98 96 94 92 90 2005 2006 2007 EU-28 2008 2009 EU-15 2010 2011 Italia 2012 2013 2014 spetto al 2012, contro la diminuzione dello 0,6% a livello nazionale. Il PIL lombardo segue un andamento di crescita prossimo a quello comunitario, sebbene su un livello leggermente inferiore. Dal 2009 il divario fra il tasso di crescita economica lombarda e quello nazionale è ulteriormente aumentato. Ai positivi dati economici complessivi della regione fa da contraltare la quota di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale, che secondo i dati EUROSTAT si attesta, nel 2013, su un valore di circa il 17,5%, dato in ogni caso migliore di quello della media nazionale e comunitaria (rispettivamente pari al 28,4% e al 24,5% della popolazione). Lombardia * Valori concatenati - anno di riferimento 2010. Fonte: EUROSTAT; ISTAT, Conti economici territoriali. 19 valore aggiunto Il valore aggiunto dell’economia lombarda dipende in larga misura dai servizi (72%) e dall’industria (26,9%), mentre il contributo del settore agricolo si limita all’1,1%, valore inferiore sia alla media nazionale (2,3%) che comunitaria (1,7%). Nonostante la modesta incidenza sul complesso dell’economia, la Lombardia contribuisce alla formazione del valore aggiunto agricolo nazionale per una quota del 10,4%; la regione si colloca in tal modo al secondo posto dopo l’Emilia-Romagna (10,7%). L’incidenza del valore aggiunto agricolo lombardo sul totale dell’UE-28 è dell’1,6%, paragonabile in valore assoluto a quello realizzato da paesi come Danimarca, Portogallo e Belgio. Dal 2010 l’agricoltura lombarda recupera posizioni rispetto agli altri settori economici, tornando ad un’incidenza percentuale sull’intera economia pari a quella del 2005. 20 VA ai prezzi di base1 per settore in Lombardia (mio. euro), 2013 1,1% 26,9% 72,0% Agricoltura, silvicoltura, pesca 3.502 Industria, incluse costruzioni 87.317 Servizi, inclusa pubb. amm.ne 233.393 Totale 324.212 1 Valori a prezzi correnti. Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali. Incidenza % del VA dell’agricoltura1 sul VA totale, 2013 Lombardia Italia Italia - Nord Italia - Centro Italia - Sud e Isole UE-28 Belgio Bulgaria Danimarca Francia Germania Grecia Paesi Bassi Polonia Portogallo Regno Unito Romania Spagna Svezia Ungheria 1 Agricoltura, silvicoltura e pesca. Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali; EUR0STAT. VA 1,1 2,3 1,8 1,7 4,2 1,7 0,8 5,5 1,4 1,6 0,9 3,8 1,9 3,3 2,3 0,7 6,2 2,8 1,4 4,4 Dinamica del VA per settore in Lombardia1 (2005=100) 130 120 110 100 90 80 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 economia agricoltura, silvicoltura e pesca industria servizi numero indice inc.% agricoltura su economia numero indice inc.% industria su economia 1 Valori a prezzi correnti. Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali. 21 occupazione La Lombardia presenta un tasso di occupazione molto elevato, pari a circa il 65% della popolazione con età compresa fra i 15 e i 64 anni. Questo valore, che pone in linea la regione con il contesto comunitario, risulta di gran lunga superiore a quello medio nazionale, fermo al 55,7%. Analoga tendenza si riscontra con riferimento all’occupazione femminile, che però si colloca 15 punti percentuali al di sotto di quella maschile. Il tasso di occupazione giovanile (15-24 anni), pur superiore alla media nazionale, risulta, invece, al di sotto della media comunitaria. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione la Lombardia si mantiene su un livello relativamente contenuto (8,2%), soprattutto se paragonato al dato nazionale (12,7%) e a quello comunitario (10,2%). La disoccupazione femminile risulta leggermente più pronunciata raggiungendo l’8,8%. Meno confortante è il tasso di disoccupazione giovanile, che raggiunge la ragguardevole quota del 31,2%, inferiore del 10% rispetto alla media na- Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione complessivofemminile giovanile complessivofemminilegiovanile % %% % %% Lombardia 64,9 57,5 20,6 8,2 8,8 31,2 Italia - Nord 64,3 56,9 20,3 8,6 9,7 32,7 Italia 55,7 46,8 15,6 12,7 13,8 42,7 UE-28 64,8 59,5 32,4 10,2 10,3 22,2 Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2014; EUROSTAT. 22 1,6% 27,8% 70,6% Agricoltura, silvicoltura, pesca Tasso di occupazione e disoccupazione, 2014 Unità di lavoro per settore in Lombardia (000 unità), 2012 67,4 Industria, incluse costruzioni 1.209,1 Servizi, inclusa pubb. amm.ne 3.066,6 Totale 4.343,1 Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali. zionale, ma 9 punti più elevata rispetto alla media comunitaria. Il settore agricolo assorbe una quota dell’1,6% delle unità lavorative (UL) rispetto al 27,8% dell’industria e al 70,6% dei servizi (ISTAT, 2012). Nel 2012 la produttività media a prezzi correnti di un unità lavorativa agricola è pari al 69,7% di un’unità lavorativa media dei servizi e al 70,9% dell’analogo dato riferito all’industria. Nonostante l’elevato differenziale con gli altri settori, si evidenzia negli ultimi anni un costante trend di incremento del valore aggiunto per occupato, fe- nomeno non comune agli altri settori. Nel 2014 gli occupati in agricoltura ammontano a circa 72.000 unità, corrispondenti all’1,7% del totale regionale e all’8,9% degli occupati agricoli italiani. L’incidenza degli occupati agricoli sul totale si colloca in Lombardia ben al di sotto della media nazionale (3,6%) e di quella dell’UE-28 (5%). La percentuale degli occupati di sesso femminile nell’agricoltura lombarda è del 16,9%, quota decisamente inferiore rispetto al totale dell’economia e anche nel confronto con l’analogo Occupati totali e agricoli per sesso e ripartizione geografica, 2014 Occupati Occupati agricoli 000 unità % femmine 000 unità % femmine Lombardia 4.237,4 43,7 71,9 16,9 Italia - Nord 11.612,0 43,7 306,3 26,8 Italia 22.278,9 41,9 811,7 27,7 Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2014. Incidenza % occupati in agricoltura1 sul totale dell’economia, 2014 % occupati Lombardia1,7 Italia3,6 Italia - Nord 2,6 Italia - Centro 2,5 Italia - Sud e Isole 6,6 UE-275,0 Austria4,3 Belgio1,3 Bulgaria19,4 Danimarca2,6 Francia2,8 Germania1,5 Grecia12,5 Paesi Bassi 2,2 Polonia11,5 Portogallo11,6 Regno Unito 1,4 Romania29,3 Spagna4,0 Svezia2,2 Ungheria6,7 1 Agricoltura, silvicoltura e pesca. Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2014; EUROSTAT. 23 VA ai prezzi di base per occupato e per settore (euro)*, 2013 80.000 70.000 60.000 50.000 40.000 Industria Servizi Agricoltura 30.000 20.000 10.000 0 Lombardia Italia UE-28 *Prezzi correnti. Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali; EUROSTAT. Immigrati occupati in agricoltura, 2012 Extra-comunitari Comunitari Totale immigrati unità % su occupati unità % su occupati unità % su occupati agricoliagricoliagricoli Lombardia Italia - Nord Italia 15.240 50.723 143.620 26,2 16,1 16,9 2.910 61.144 125.340 Fonte: INEA, Indagine sull’impiego degli immigrati in agricoltura in Italia, 2012. 24 5,0 19,4 14,8 18.150 111.867 268.960 31,2 35,5 31,7 dato nazionale. La quota di occupati dipendenti sul totale degli occupati in agricoltura si colloca intorno al 35% contro il 50% su base nazionale. Il valore aggiunto per occupato agricolo risulta decisamente più elevato dell’analogo dato nazionale e di quello comunitario (rispettivamente +60% e +240%). All’interno della regione tale dato risulta inoltre paragonabile con quello degli altri settori economici, pur presentando leggeri differenziali negativi del 7,5% rispetto al settore industriale e del 14% rispetto al settore terziario. La presenza di lavoratori stranieri nell’agricoltura lombarda risulta decisamente consistente. Secondo l’indagine INEA 2012 sull’impiego degli immigrati in agricoltura operano in regione circa 15.000 lavoratori agricoli extra-comunitari e 3.000 comunitari, pari rispettivamente al 26,2% e al 5% degli occupati agricoli regionali. A livello italiano la quota degli extracomunitari è più contenuta (16,9%), mentre risulta più elevata quella dei comunitari (14,5%). Nel complesso, l’incidenza di lavoratori stranieri in Lombardia (31,2%) è paragonabile con quella nazionale (31,7%). Il comparto che assorbe maggiormente i la- voratori stranieri è la zootecnia (33% degli occupati), seguito dal florovivaismo (24%) e dall’orticoltura (23%). VA ai prezzi di base per UL e per settore (euro)*, 2005-2012 (2005=100) 140 130 120 110 Industria 100 Servizi Agricoltura 90 80 70 60 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 *Valori concatenati - anno di riferimento 2010. Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali. 25 SISTEMA AGROINDUSTRIALE componenti del sistema Nel 2014 la dimensione economica del sistema agroalimentare lombardo è stimata pari a un valore di circa 36,5 miliardi di euro, il 16,7% del valore del sistema agroalimentare nazionale; ri- spetto al 2013 risulta in aumento del +0,6% contro il +0,4% registrato dal dato nazionale. Il valore del sistema agroalimentare lombardo in termini correnti incide, nel 2014, il 10,1% sul PIL regionale, e la sua incidenza sul PIL nazionale risulta essere del 13,5%. Il maggiore contributo al valore del sistema agroalimentare lombardo è Principali componenti del sistema agroindustriale ai prezzi di base in Lombardia (mio. euro), 2014 1,3% 11,3% Consumi intermedi agricoltura, foreste e pesca 9,4% Valore aggiunto agricoltura, foreste e pesca Valore aggiunto industria alimentare 40,9% Valore aggiunto ristorazione 16,9% Commercio e distribuzione Imposte indirette agroindustriali 20,1% Fonte: stime DEMM su dati ISTAT. 28 offerto dalla commercializzazionedistribuzione e dalla ristorazione; i loro valori incidono, rispettivamente, il 40,9% e il 20,1% sul totale. Sul lato della produzione il valore aggiunto agricolo contribuisce solo per il 9,4% alla formazione del valore del sistema (14,2% il dato nazionale), mentre i consumi intermedi dell’agricoltura si assestano all’11,3%. Si rafforza la posizione dell’industria alimentare che arriva a pesare il 16,9% dell’intero sistema (11,8% a livello nazionale). Dal 2000 ad oggi il valore della produzione agricola e forestale ha fatto registrare un aumento del 18,4%, decisamente inferiore rispetto a quello dell’industria alimentare (+25,3%) e a quello dei consumi alimentari domestici ed extradomestici (+38,7%). Principali componenti del sistema agroindustriale ai prezzi di base in Lombardia, 2014 Consumi intermedi agricoltura, foreste e pesca Valore aggiunto agricoltura, foreste e pesca Valore aggiunto industria alimentare Valore aggiunto ristorazione Commercio e distribuzione Imposte indirette agroindustriali Valore sistema agroindustriale Mio. Var. % euro2014/2013 4.138 3.442 6.167 7.333 14.903 490 36.474 -3,4 -0,4 4,4 2,6 -0,6 8,0 0,6 Fonte: stime su dati ISTAT. 29 Dinamica recente delle componenti del sistema agroalimentare lombardo e dei consumi (mio. euro) 45.000 40.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Valore produzione agricola e forestale (PPB) Valore aggiunto a prezzi di base industrie alimentari Totale produzione agroindustriale Consumi domestici Fonte: stime DEMM su dati ISTAT. 30 2008 2009 2010 2011 2012 Saldo import-export prodotti agricoli Saldo import-export alimentari Consumi apparenti agroalimentari Totale consumi domestici ed extradomestici 2013 2014 industria alimentare e delle bevande Nel 2014 il valore aggiunto (VA) dell’industria alimentare e delle bevande è stimato, in Lombardia, circa 6,2 miliardi di euro, corrispondenti al 23,9% del relativo valore aggiunto dell’industria alimentare nazionale e al 16,9% del valore del sistema agroalimentare regionale. Il valore aggiunto dell’industria alimentare supera quello agricolo del 79%, mentre a livello nazionale è il settore agricolo a prevalere del 20% in valore sul settore dell’industria alimentare. L’industria alimentare in Lombardia pesa il 44,9% sul valore della produzione agroindustriale, contro il 32,5% a livello nazionale. Le imprese attive in Lombardia nell’industria alimentare e delle bevande risultano essere 6.098, pari al 6,1% delle imprese manifatturiere regionali e al 10% delle imprese alimentari italiane (dati Infocamere, 2014). Il 95,4% di queste è coinvolto nella produzione di alimenti, mentre il 4,6% nel comparto delle bevande. Oltre il 66% delle imprese attive è caratterizzato da una dimensione artigiana- le; fa eccezione il comparto bevande dove gli artigiani rappresentano solo il 24,8% del totale. Nel 2014 il numero delle imprese alimentari è aumentato Distribuzione provinciale delle imprese alimentari e delle bevande e manifatturiere in Lombardia1, 2014 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Monza Milano Mantova Pavia Sondrio Varese Totale Alimentari Tot. Inc. % 685 922 305 346 230 123 353 1.664 441 410 206 413 6.098 11,2 15,1 5,0 5,7 3,8 2,0 5,8 27,3 7,2 6,7 3,4 6,8 100,0 Alimentari artigiane Tot. Inc. % 536 673 233 226 166 77 239 925 281 265 138 303 4.062 13,2 16,6 5,7 5,6 4,1 1,9 5,9 22,8 6,9 6,5 3,4 7,5 100,0 Manifatturiere Tot. Inc. % 11.225 14.747 6.576 3.067 3.949 1.557 9.295 29.803 4.391 4.569 1.290 9.313 99.782 11,2 14,8 6,6 3,1 4,0 1,6 9,3 29,9 4,4 4,6 1,3 9,3 100,0 1 Imprese attive. Fonte: Infocamere. 31 Imprese alimentari e delle bevande presenti in Lombardia, 2014 100 8.000 7.000 6.000 Incidenza tipologie giuridiche nelle imprese alimentari e delle bevande, e manifatturiere in Lombardia1, 2014 6,5% 335 282 6.624 80 4.000 3.000 24,2% 38,5% 56,0% 5.816 5.000 70 70 4.027 3.992 32,7% 43,6% 60 Imprese individuali 23,9% 40 1.000 20 28,0% 37,3% 0 Imprese registrate Imprese attive TOTALE IMPRESE Bevande Fonte: Infocamere. Imprese registrate Imprese attive 0 Alimentari IMPRESE ARTIGIANE Alimentari 36,9% Bevande TOTALE IMPRESE 1 Imprese attive. Fonte: Infocamere. 58,0% 49,8% 30,0% 11,3% Alimentari Bevande IMPRESE ARTIGIANE Società di capitale Società di persone 55,7% 35,2% 2.000 32 9,2% 14,3% Totale imprese Imprese artigiane IMPRESE MANIFATTURIERE Altro Ripartizione degli addetti delle imprese alimentari e delle bevande per tipologia produttiva, Lombardia 2013 Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne 11,8% 15,0% 2,1% Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi 1,4% 4,2% Produzione di oli e grassi vegetali e animali 0,9% Industria lattiero-casearia 20,5% 12,1% Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei 2,3% Produzione di prodotti da forno e farinacei Produzione di altri prodotti alimentari Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali 29,6% Industria delle bevande Fonte: ISTAT, Archivio statistico delle imprese attive (ASIA). dell’1,3% rispetto all’anno precedente contro il +0,9% su base nazionale. Il comparto alimentare presenta una situazione migliore rispetto al manifatturiero regionale nel suo insieme, dove si assiste ad una diminuzione su base annua delle imprese dell’1,5%. La ripartizione provinciale delle imprese vede in testa Milano (27,3%), seguita da Brescia (15,1%) e Bergamo (11,2%). Le imprese artigiane, pur seguendo la stessa dinamica, risultano distribuite in modo omogeneo sul territorio. Le dinamiche annuali mostrano notevoli incrementi delle imprese 33 alimentari a Monza (+3,2%) e Milano (+2,7%). Per quanto riguarda la configurazione giuridica delle imprese, fra quelle strettamente alimentari la tipologia prevalente è rappresentata dalle imprese individuali e dalle società di persone. Discreta è la quota delle società di capitale (24,2%), che risultano invece prevalenti nell’ambito delle be- Distribuzione provinciale delle imprese alimentari e relativi addetti in Lombardia, 2013 Tot. Imprese Inc. % % artigiane Bergamo 658 11,2 79,2 Brescia 921 15,7 75,5 Como 290 4,9 80,0 Cremona 336 5,7 64,9 Lecco 217 3,7 71,9 Lodi 130 2,2 63,1 Mantova 446 7,6 63,2 Milano 1.579 26,9 55,1 Monza e Brianza 382 6,5 66,0 Pavia 356 6,1 72,5 Sondrio 173 2,9 74,0 Varese 380 6,5 76,3 Lombardia 5.868 100,0 67,9 Italia 54.691 71,3 Lombardia/Italia (%) 10,73 Fonte: ISTAT, Archivio statistico delle imprese attive (ASIA). 34 Tot. Addetti delle imprese Inc. % % artigiane 5.652 8,5 7.553 11,4 2.887 4,3 6.400 9,6 2.279 3,4 1.340 2,0 6.740 10,2 21.811 32,9 2.965 4,5 2.533 3,8 2.616 3,9 3.598 5,4 66.374 100,0 392.811 16,90 42,0 42,3 39,0 16,7 31,5 27,1 21,3 16,9 32,7 40,0 29,9 33,7 27,0 40,1 vande (56%). Le proporzioni cambiano in favore delle imprese individuali se si considerano le sole imprese artigiane. Secondo i dati ISTAT-Archivio statistico delle imprese (ASIA), nel 2013 il numero degli addetti alle imprese dell’industria alimentare con sede in Lombardia è di circa 66.000 unità, di cui il 27% lavora in imprese a carattere artigianale. Il numero di addetti alle imprese alimentari lombarde rappresenta il 16,9% del totale nazionale. Relativamente alla localizzazione, sempre nel 2013 il 32,9% degli addetti delle imprese si concentra nella provincia di Milano, dove operano in maggior misura le realtà di grandi dimensioni, seguita da quelle di Brescia (11,4%) e Mantova (10,2%). Secondo i dati del Censimento generale dell’industria e dei servizi 2011 la trasformazione alimentare garantisce occupazione a circa 70.000 addetti delle unità locali, corrispondenti al 16,8% del totale nazionale e al 7,4% degli addetti regionali del manifatturiero. Nell’ambito della trasformazione alimentare riveste notevole importanza il fenomeno della cooperazione, che può contare sul territorio regionale 280 realtà produttive, pari al 5,6% del totale nazionale (dati 2012, Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana). La dimensione economica media delle cooperative alimentari lombarde è di circa il doppio del pa- norama nazionale, ragione per cui l’incidenza sul fatturato nazionale si colloca oltre il 10% (3,5 miliardi di euro in valore assoluto). In Lombardia hanno sede legale 4 delle prime 25 realtà dell’agroalimentare italiano per fatturato: Consorzio Virgilio, Latteria Soresina, Produttori Suini Pro Sus e Consorzio Casalasco del Pomodoro. Inoltre, numerose delle principali realtà hanno in regione i loro bacini di approvvigionamento o, in alcuni casi, stabilimenti produttivi. Distribuzione delle cooperative agroalimentari in Italia e Lombardia, 2012 Imprese Fatturato (mio. euro) Lombardia Italia 280 5.042 3.531,9 34.869,1 Italia - Nord Italia - Centro Italia - Sud e Isole 2.260 709 2.073 28.777,9 2.364,8 3.726,2 5,6 12,4 10,1 12,3 Lombardia/Italia (%) Lombardia/Italia Nord (%) Fonte: Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana. 35 distribuzione La Lombardia si conferma come una delle realtà leader della distribuzione moderna nazionale ed europea: la densità dei punti vendita moderni (ipermercati, supermercati, superette e discount), nel 2014, si attesta sui 297 mq ogni 1.000 abitanti. Nonostante la lieve flessione (-1,4% su base annua), si tratta di un dato di assoluto rilievo, analogo o superiore a quello che si registra nelle aree europee più densamente abitate. In regione sono 2.382 i punti vendita della distribuzione alimentare moderna, con una superficie complessiva di quasi 2,9 milioni di mq, in calo, per il secondo anno consecutivo; rispetto al 2013 si rileva una flessione dell’1,4%, nettamente inferiore al -2,5 registrato a livello nazionale. Tale andamento si distribuisce in modo non uniforme sul territorio regionale con alcune province (Lecco, Como e Milano) che evidenziano un 36 Punti vendita della distribuzione alimentare moderna in Lombardia, 2014 Superette Supermercati Ipermercati Discount Totale N. punti Superficie vendita mq var. % 2014/13 504 140.092 -15,5 1.022 1.052.852 -2,6 238 1.259.112 -0,6 618 408.427 5,5 2.382 2.860.483 -1,4 Fonte: elaborazioni SMEA su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia. Superficie ogni 1.000 abitanti dei punti vendita della distribuzione moderna in Lombardia e Italia (mq), 2014 Superette Supermercati Ipermercati Discount Totale Super+Iper Bergamo 14,4107,5110,3 55,5 217,9 Brescia 13,3162,3140,5 63,5 302,7 Como 12,9 87,5139,8 51,0 227,3 Cremona 6,4119,1115,4 40,8 234,5 Lecco 14,4 94,3151,6 34,0 245,9 Lodi 5,7 88,5222,4 41,3 310,8 Mantova 13,5157,9108,7 72,8 266,6 Milano 16,1 85,8125,8 27,3 211,6 Monza e Brianza 13,1 82,0 145,0 33,3 227,1 Pavia 14,5112,4144,0 50,1 256,4 Sondrio 54,6109,9140,4 45,3 250,2 Varese 11,1142,7113,2 37,6 256,0 Totale Lombardia 14,5109,2130,6 42,4 239,8 Totale Italia 29,1 117,6 70,6 48,7 188,2 Fonte: elaborazioni SMEA su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia. Totale 287,8 379,5 291,2 281,7 294,4 357,9 352,9 255,0 273,5 321,0 350,2 304,7 296,7 266,0 aumento delle superfici. Tutte le principali formule distributive registrano, per il secondo anno consecutivo, un arretramento (-2,6% i supermercati e -0,6% gli ipermercati), con la sola eccezione dei discount (+5,5%). È soprattutto il calo degli ipermercati, con la chiusura di ben due grandi strutture a livello regionale, che evidenzia le difficoltà che anche il settore distributivo ha dovuto affrontare, nonostante gli ipermercati continuino a rappresentare il principale strumento con cui le catene lombarde presidiano il territorio. In regione predominano le catene private della grande distribuzione. L’importante riassetto delle centrali d’acquisto prosegue anche nel 2014: si scioglie Centrale Italiana, che raggruppava Coop, Despar, Sigma e Il Gigante, leader l’anno prima con quasi il 15% della superficie di vendita regionale; la leadership passa quindi a Esd Ripartizione della superficie di vendita della distribuzione alimentare moderna in Lombardia, 2014 16,6% 18,4% 1,6% 2,6% 3,4% 12,1% 3,6% 6,3% 9,6% 8,2% 8,6% 9,0% Esd Italia 526.773 Centrale Auchan-Crai 346.546 Esselunga 275.158 Carrefour 257.458 Finiper 244.937 Coop 234.639 Bennet 181.429 Standa/Rewe 102.204 Conad 98.414 Lidl 72.949 Centrale Aucube 45.060 Altri 474.916 Totale (mq) 2.860.483 Fonte: elaborazioni SMEA su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia. 37 Italia, che con l’ingresso di Despar e Il Gigante, aggrega il 18,4% delle superfici regionali di vendita ed è seguita da Centrale Auchan-Crai (12,1%). Esd Italia e Centrale Auchan-Crai occupano le prime due posizioni anche a livello nazionale, con una quota pari, rispettivamente, al 20,9% e al 16,9%. Ripartizione della superficie di vendita della distribuzione alimentare moderna in Italia, 2014 10,6% 3,1% 20,9% Esd Italia 2.835.490 Centrale Auchan-Crai 2.293.706 Coop 1.815.968 Conad 1.627.855 3,3% Carrefour 921.327 4,1% Sigma 763.313 5,6% Centrale Aucube 559.373 Lidl 440.681 Esselunga 430.152 Lillo 426.394 Altri 1.442.510 3,2% 16,9% 6,8% 12,0% 13,4% Totale 13.556.769 Fonte: elaborazioni SMEA su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia. 38 scambi con l’estero Nel 2014, il deficit agroalimentare della Lombardia ammonta a poco più di 4 miliardi di euro e contribuisce per due terzi alla formazione del disavanzo nazionale. In ambito regionale, a valori correnti, la crescita su base annua delle esportazioni (+6%) è doppia rispetto a quella delle importazioni (+3,1%); al contrario, per l’Italia l’aumento del valore delle importazioni (+3,1%) supera, sia pur di poco, quello delle esportazioni (+2,3%). In Lombardia, la crescita delle esportazioni dipende solo dalle quantità (+6,6%), visto che i prezzi medi restano sostanzialmente stabili (-0,6%), mentre quella più modesta delle importazioni (+3,1%) è il risultato del crollo della componente prezzi (-9,7%), che viene più che compensata dall’aumento delle quantità (+14,1%). Le importazioni agroalimentari della regione rappresentano l’8,8% del valore degli acquisti sui mercati esteri ef- Scambi con l’estero di prodotti agroalimentari della Lombardia a prezzi correnti (mio. euro) ImportExport Saldo 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014* Var. % 2014/2013 Var. % 2014/1999 5.6902.425-3.265 6.1202.608-3.512 6.2732.811-3.462 6.2833.025-3.258 6.5423.152-3.390 6.8443.278-3.566 7.1193.559-3.560 7.9023.742-4.160 8.3094.122-4.187 8.5594.571-3.988 7.9294.214-3.715 8.6914.579-4.112 9.6374.856-4.781 9.1865.121-4.065 9.4105.359-4.051 9.6975.680-4.017 3,05 5,99 70,4 134,2 * dati provvisori. Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT. Contributo % dei prodotti agroalimentari alla formazione della bilancia commerciale della Lombardia 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014* ImportExport 7,173,84 6,363,55 6,363,59 6,514,00 6,664,15 6,474,14 6,404,17 6,634,01 6,244,07 7,064,41 8,175,12 7,494,88 7,824,66 7,914,74 8,474,96 8,825,18 * dati provvisori. Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT nella classificazione SH6. 39 fettuati dalle imprese lombarde, mentre le esportazioni si fermano al 5,2%; le stesse quote calcolate per l’Italia raggiungono, rispettivamente, l’11,4% e l’8,7%. Il principale mercato estero di approvvigionamento della regione è la Francia, con una quota del 19,1%, seguita da Germania (14%), Paesi Bassi (11,6%) e Spagna (10,1%). Sul fronte delle esportazioni ai primi due posti si collocano Francia (17,9%) e Germania (11,5%), seguite da Regno Unito (8,5%) e da due mercati extra-comunitari: USA (7,7%) e Svizzera (6,8%). Peraltro, le fonti di approvvigionamento risultano nettamente più concentrate dei mercati di esportazione. I quattro principali partner della regione sono gli stessi dell’Italia sia dal lato delle importazioni, con lo stesso ordine ma con quote superiori, che da quello delle esportazioni, ma con ordine diverso. 40 Principali paesi di origine e destinazione di import ed export agroalimentare della Lombardia, 2014* IMPORT 19,1% 32,2% Francia Germania Spagna Paesi Bassi 14,0% Belgio Ungheria 2,8% 2,9% 2,9% 4,4% Polonia Austria 11,6% Altri 10,1% EXPORT 15,0% Francia Germania 36,6% 12,1% Regno Unito USA Svizzera 8,5% 4,0% 4,0% 5,3% * dati provvisori. Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT. 6,8% 7,7% Paesi Bassi Belgio Spagna Altri Principali paesi di origine e destinazione di import ed export agroalimentare dell’Italia, 2014* IMPORT 14,1% Francia Germania 41,5% 13,9% Spagna Paesi Bassi Austria 11,3% 2,6% Belgio Indonesia Polonia 2,6% 2,8% 3,6% EXPORT 7,6% Altri 17,9% Germania Francia USA 38,5% 11,5% I prodotti lattiero-caseari rappresentano la principale merceologia di scambio sia dal lato delle importazioni (14,5%), che da quello delle esportazioni (19,7%). Il 7 agosto 2014 la Russia ha decretato un embargo all’importazione di alcuni prodotti agroalimentari provenienti da UE, Stati Uniti, Canada, Australia e Norvegia, il cui termine nel 2015 è stato prolungato al 5 agosto del 20161. Nel corso del 2014 le esportazioni agroalimentari verso la Russia, per effetto dell’embargo, evidenziano un notevole ridimensionamento, sia in ambito nazionale (-12,7%), sia per Regno Unito Svizzera Austria 8,8% 3,5% 3,6% 3,6% 3,9% * dati provvisori. Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT. 8,7% Paesi Bassi Spagna Altri Si tratta di prodotti appartenenti ai comparti lattiero-caseario, ortofrutticolo, delle carni bovine, suine e di pollame, della pesca e di altri prodotti agroalimentari trasformati (esclusi alcolici, bevande, pasta, dolciumi e prodotti da forno, prodotti per l’infanzia). 1 41 Quote di import ed export dei prodotti agroalimentari della Lombardia, 2014* IMPORT 14,5% Prodotti lattiero-caseari Quote di import dei prodotti agroalimentari dell’Italia, 2014* 11,2% IMPORT Carni fresche e congelate 11,4% 41,9% Mangimi EXPORT Derivati dei cereali Altri prodotti 6,3% 19,7% IMPORT 33,0% 45,0% 17,3% 11,2% Prodotti lattiero-caseari 6,3% 7,0% * dati provvisori. Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT. 42 7,9% 8,8% 4,4% 5,2% 6,6% Carni fresche e congelate Derivati dei cereali 9,9% Prodotti lattiero-caseari Bevande non alcoliche Pesce lavorato e conservato Zucchero e prodotti dolciari 8,9% Carni preparate 3,8% 5,0% 8,9% Zucchero e prodotti dolciari 6,6% 6,1% 45,0% Olii e grassi 8,7% 4,5% 9,9% Pesce lavorato e conservato 4,4% 5,2% Olii e grassi Cereali Vino Mangimi Olii e 8,8% grassi Zucchero e prodotti dolciari Altri prodotti 6,6% Altri prodotti * dati provvisori. Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT. 13,7% 0% Quote di export dei prodotti agroalimentari dell’Italia, 2014* EXPORT 15,4% 13,7% 38,5% 8,0% 4,9% 5,6% 6,8% 7,1% la Lombardia (-15%): in particolare, tale riduzione risulta più marcata per i prodotti interessati dall’embargo (rispettivamente circa il -43% eVino il -30%), meno marcata per Derivati i prodotti del dei cereali “made in Italy”, pari rispettivamente Prodotti lattiero-caseari al -9,4%Frutta e al -11,6%. Alla fine del 2014 fresca (escl. agrumi e frutta tropicale) è emerso che tutti i principali partner Ortaggi trasformati della UE hanno subìto una perdita Olii e grassi Zucchero e prodottiagroalimentari dolciari Valore delle esportazioni di Lombardia e Italia verso la Altri prodotti Russia nel 2014* Vino Derivati dei cereali Prodotti lattiero-caseari Frutta fresca (escl. agrumi e frutta tropicale) Ortaggi trasformati Olii e grassi Zucchero e prodotti dolciari Altri prodotti * dati provvisori. Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT. percentuale sensibilmente più elevata di quella italiana (Germania -22,8%; Paesi Bassi -20,8%; Francia -17,2%). Comunque, il saldo agroalimentare con la Russia rimane positivo, seppure in flessione (da 40 a 36 milioni di euro) per la Lombardia e ancora in crescita (da 390 a 413 milioni di euro) in ambito nazionale. A. Made in Italy di cui: A.1. agricoli A.2. trasformati A.3. del’industria alimentare B. Altri prodotti alimentari A+B TOTALE mio. euro 75,4 6,0 31,4 38,0 Lombardia Var. % 2014/13 -11,6 47,0 -32,3 9,4 mio. euro 488,9 43,8 261,1 184,0 Italia Var. % 2014/13 -9,4 -40,5 -13,0 10,9 38,8 -21,0 110,6 -24,8 114,2 -15,0 599,5 -12,7 * dati provvisori. Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT. 43 consumi alimentari In Italia, dopo due anni di calo, la spesa media mensile per famiglia a valori correnti risulta sostanzialmente stabile e pari a 2.489 euro (+0,7% rispetto al 2013). Anche il livello di spesa per alimentari e bevande analcoliche rimane complessivamente stabile: in media 436 euro al mese. Continua la diminuzione della spesa per carne (da 99,6 nel 2013 a 97,2 euro nel 2014), che si accompagna a quella per oli e grassi (da 15,2 a 13,8) e per bevande analcoliche (da 20,6 a 19,7 euro), mentre aumenta la spesa per piatti pronti e altre preparazioni alimentari (da 9,5 a 10,5). Dopo tre anni di crescita, scende il numero di famiglie che riducono la quantità o la qualità dei prodotti alimentari acquistati (dal 62% al 59%), soprattutto al Centro-Nord. Non si riduce la quota di acquisti presso gli hard discount (13%), che continua a crescere al Sud e nelle Isole (dal 12% al 15%). 44 Spesa media mensile a prezzi correnti per famiglia (euro), 2008-2014 3.500 3.183 3.073 3.071 3.000 2.990 2.873 2.500 2.000 2.867 2.851 2.648 2.592 2008 2009 Italia 3.090 2.933 2.884 2.604 2010 2.973 3.014 2.880 2.929 2.894 2.771 2.825 2.950 2.799 2.757 2.777 2.471 2.489 2013 2014 2.640 2.550 2011 Nord-Ovest Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT, La spesa per consumi delle famiglie, luglio 2015. 2012 Nord-Est Lombardia Restano le tradizionali differenze territoriali nelle spese medie delle famiglie tra Centro-Nord e Mezzogiorno, con valori massimi osservati in Trentino-Alto Adige (3.074 euro), Lombardia (2.950 euro) ed EmiliaRomagna (2.883 euro) e valori minimi per la Calabria (1.758 euro) e la Sicilia (1.779 euro). Il 12,4% delle famiglie acquista almeno un genere alimentare biologico (prevalentemente frutta, verdura e uova), con valori più elevati nel Centro-Nord: nel Nord-Est si arriva al 17,8%, valore più che doppio rispetto a quelli del Sud e delle Isole. La quota di spesa alimentare scende dal 17,8% del 2013 al 17,5% del 2014, ma rappresenta ancora oltre un quinto della spesa totale al Sud, benché diminuisca dal 22,6% al 21,9%. Tale quota, che nel 2014 in Lombardia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e nei comuni metropolitani non rag- Spesa media mensile a prezzi correnti delle famiglie per alimentari e bevande analcoliche (euro), 2008-2014 470 462,3 459,6 460 450 440 454,7 455,7 439,0 446,4 445,7 429,3 430 448,8 442,3 447,1 450,6 441,4 440,0 439,8 439,4 435,9 439,0 436,1 430,6 429,5 2013 2014 420 410 400 2008 2009 2010 Italia 2011 Nord-Ovest 2012 Nord-est Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT, La spesa per consumi delle famiglie, luglio 2015. 45 46 3500 30 3000 2500 20 2000 15 1500 10 1000 5 0 0 Sicil ia Sard egna Ital ia d'Ao sta Piem onte Lig Lom uria bar Tren tino-A dia lto A dige Friuli V -Ven eneto ezia Giu Emil ia-Ro lia mag na Tosc ana Umb ria Mar che Lazio Abru zzo Moli s Cam e pania Pugli a Basil icata Cala bria 500 Spesa media mensile (=100%) Quota % alimentari e bevande Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT, La spesa per consumi delle famiglie, luglio 2015. Quota % alimentari e bevande 25 Valle I dati sui consumi nel 2014 sono tratti da “La spesa per consumi delle famiglie” (ISTAT, luglio 2015). Le stime diffuse in questo report si basano sui dati dell’indagine sulla spesa delle famiglie che sostituisce la precedente indagine sui consumi delle famiglie, pubblicata fino al 2014; i dati delle due indagini non sono, pertanto, comparabili. 1 Spesa media mensile per famiglia (euro) e quota percentuale per alimentari e bevande per regione in Italia, 2014 Spesa media mensile per famiglia (euro) giunge il 15% del totale, supera il 22% in Puglia, Sicilia, Basilicata e Calabria, tutte regioni con un maggior numero di componenti per famiglia e con una rete distributiva meno efficiente. La spesa per alimentari e bevande analcoliche non include quella per pasti e consumazioni fuori casa, che incide per circa il 5% nelle regioni settentrionali e scende al 2,6% in Puglia, Basilicata e Calabria1. AGRICOLTURA aspetti climatici e andamento agrometeorologico Mentre l’Italia nel suo complesso presenta un clima sub-tropicale mediterraneo, la Lombardia presenta caratteri prettamente continentali, ma mostra una variabilità a livello territoriale. Possono essere distinte le seguenti aree climatiche: l’area Alpina e Prealpina con clima continentale da fresco a freddo in base alla quota, forti escursioni termiche diurne, precipitazioni abbondanti ma con un significativo gradiente da Ovest verso Est; la regione Padana con clima continentale, inverni rigidi e umidi ed estati calde e afose, forte escursione annua della temperatura, precipitazioni meno abbondanti rispetto ai rilievi ma con un gradiente dai massimi a Nord Ovest verso i minimi a Sud Est, e frequenti calme di vento; il versante Appenninico con clima piuttosto continentale ma nel complesso più mite dei rilievi alpini e prealpini, anche per la vicinanza con il Medi- 48 terraneo, e una maggiore piovosità in autunno e in primavera. Riguardo alla media di riferimento delle variabili climatiche, le temperature lombarde risultano inferiori rispetto alla media nazionale di circa tre gradi, e le precipitazioni annue superiori del 24% circa. Il 2014 si è caratterizzato per un decorso particolarmente piovoso ancora più di quanto avvenuto nel 2013, con accumuli pluviometrici superiori alla media regionale del +38%; nel territorio lombardo sono caduti 1.312 mm di pioggia con conseguenti criticità diffuse sul territorio e nelle aree agricole. Nel periodo invernale, le temperature medie sono risultate miti; le precipitazioni di pioggia e nevose sono state abbondanti in montagna e nelle zone di pianure sino a tre volte superiori rispetto alla media climatica. Le abbondanti piogge hanno comportato eccessi d’acqua nei campi, diversi smottamenti del terreno, danni alle produzioni e disagi nelle pratiche sulle coltivazioni cerealicole. Nel periodo primaverile diverse grandinate nell’Alto Mantovano hanno compromesso le coltivazioni di meloni, pomodoro, angurie e kiwi; a fine giugno, piogge torrenziali in provincia di Bergamo, hanno reso necessario lo svaso dei laghi di Como e d’Iseo per evitare possibili esondazioni. Nonostante l’abbondanza di piogge, nelle province di Varese, Milano, Lodi e Pavia l’interruzione della regolazione del lago Maggiore, predisposta dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha ridotto le disponibilità idriche per l’irrigazione (in particolare, per riso, soia, mais e sorgo), cui si è aggiunta la carenza d’acqua negli invasi alpini. La stagione estiva ha visto il susseguirsi di diversi fenomeni alluvionali che hanno interessato aree circo- scritte del territorio. Nel Mantovano e nella zona orientale della regione, nel mese di luglio, una tromba d’aria ha provocato danni alle coltivazioni di zucche, mais, soia, pomodori e kiwi, nonché alle strutture e agli impianti. Diffusi allagamenti si sono verificati nella Bassa Bresciana e nella provincia di Varese. Nel mese di agosto si sono verificati allagamenti a Besana Brianza con danni al settore della floricoltura che hanno interessato circa 30.000 ha e 12.000 serre. Nel Mantovano una grandinata ha colpito Sabbioneta, Sermide e Felonica (area vocata al melone) e nel Bergamasco il maltempo ha determinato frane e smottamenti nelle zone montane, Statistiche meteo-climatiche in Lombardia e Italia, 2010-2014 Temp. minima (°C) Scarto dalla media Temp. massima (°C) Scarto dalla media Precipitazione (mm) Scarto dalla media % Evapotraspirazione (mm) Scarto dalla media (%) 2010 4,4 -0,8 12,1 -2 982,3 3,3 717,1 1,1 Lombardia 2011 2012 2013 2014 5,7 5,1 5,2 6,1 0,5 -0,1 0 0,9 14,6 13,9 13,2 14,1 0,5 -0,2 -0,8 0 733,6 848,9 1.044,6 1.312,0 -22,8 -10,7 9,9 38 826,1 816,1 767,8 680,1 16,5 15,1 8,3 -4,1 Fonte: MIPAAF, Osservatorio agroclimatico CRA-CMA. Italia 2014 10,8 2,1 18,8 1,1 964,8 26,1 866,2 -4,6 Media climatica di riferimento Lombardia Italia 5,2 8,7 14,1 17,7 950,7 765,3 campi allagati e l’esondazione del fiume Cherio e del torrente Tadone. Nella stagione autunnale si sono verificati allagamenti e eventi franosi; un nubifragio e una tromba d’aria hanno interessato buona parte del Mantovano, con danni ingenti a edifici e coltivazioni. A Ostiglia, stalle e magazzini sono stati scoperchiati dal vento, molti vigneti sono stati divelti e i frutteti spezzati. A novembre, si sono verificate delle esondazioni delle aste fluviali dell’Adda, dell’Oglio e del Po, con allagamenti dei campi più vicini alle rive. Anche il lago Maggiore è esondato in vari punti. Movimenti franosi sono stati registrati nel Bresciano e nel Pavese1. Le informazioni riportate sono tratte dai 4 documenti “Nota trimestrale nazionale sull’andamento meteoclimatico e le implicazioni in agricoltura”, pubblicati sul sito www.inea.it. 1 709 907,5 49 risultati produttivi in agricoltura Nel 2014 la superficie cerealicola si colloca su un valore di poco inferiore ai 380.000 ettari (11,1% del totale nazionale), in regresso del 3,2% sull’anno precedente. Fra i cereali primeggia il mais da granella (192.000 ettari e 24,8% della produzione nazionale), che realizza un incremento in termini quantitativi del 27% su base annua, a fronte di una contrazione delle super- fici del 3,8%. Segue il riso, coltivato su 91.000 ettari per un volume produttivo pari al 41,6% sul nazionale, la cui produzione è rimasta sostanzialmente stabile nell’ultimo anno pur a fronte di una ripresa delle superfici. I cereali autunno-vernini, coltivati su circa 89.000 ettari, presentano una diminuzione delle superfici dell’8,8% fra il 2013 e il 2014. Al contrario, cresco- no le superfici dedicate ai semi oleosi (+10% su base annua), che occupano complessivamente un’area di circa 40.000 ettari (11,3% del totale nazionale). Fra le foraggere si segnalano gli erbai, che occupano 260.000 ettari (182.000 solo il mais ceroso), con superfici in crescita del 5,1% su base annua. La produzione di mais ceroso si colloca Superfici e produzioni delle principali coltivazioni in Lombardia e Italia, 2014 Coltivazioni Cereali - Frumento tenero - Orzo - Riso - Mais da granella Semi oleosi - Colza - Soia Legumi secchi Lombardia ItaliaLombardia/Italia SuperficieResaProduzione SuperficieResaProduzione % % totale (ha) (t/ha) raccolta (000 t) totale (ha) (t/ha) raccolta (000 t) superficie produzione 377.138 59.528 17.184 91.807 192.185 40.683 2.710 37.096 1.447 9,0 5,7 5,2 6,3 11,9 4,0 2,8 4,1 3,5 3.393 341 90 577 2.295 162 8 151 5 3.392.568 586.615 232.625 219.532 869.947 360.857 16.444 232.867 67.448 5,7 5,3 3,6 6,3 10,6 3,4 2,5 4,0 1,8 19.368 3.106 846 1.386 9.240 1.225 41 933,1 124 11,1 10,1 7,4 41,8 22,1 11,3 16,5 15,9 2,1 17,5 11,0 10,6 41,6 24,8 13,2 18,7 16,2 4,1 >>>>> segue 50 >>>>> segue Superfici e produzioni delle principali coltivazioni in Lombardia e Italia, 2014 Coltivazioni Lombardia ItaliaLombardia/Italia SuperficieResaProduzione SuperficieResaProduzione % % totale (ha) (t/ha) raccolta (000 t) totale (ha) (t/ha) raccolta (000 t) superficie produzione Piante da tubero Ortaggi in piena aria - Cocomero - Pomodoro da industria - Popone o melone Ortaggi in serra Foraggere temporanee - Erbai - Mais ceroso - Loietto Prati avvicendati - Erba medica - Prati polifiti Foraggere permanenti - Prati permanenti - Pascoli Frutta fresca e secca - Melo - Pero Uva da vino Olivo 865 14.672 1.106 7.207 3.090 2.212 344.808 260.019 182.235 36.356 84.789 60.847 23.147 236.534 125.347 111.187 3.700 1.610 764 21.359 2.318 26,4 44,8 45,8 64,3 27,5 43,2 45,3 45,2 50,3 37,2 45,7 46,7 44,0 17,0 28,6 3,1 21,5 28,3 18,1 8,8 0,9 23 658 51 463 85 95 15.623 11.747 9.167 1.352 3.875 2.841 1.008 3.929 3.587 343 80 46 14 188 2 52.662 398.714 11.424 77.465 25.028 37.816 2.157.461 1.122.923 342.738 63.767 1.034.538 699.296 156.994 4.387.605 898.498 3.489.107 379.847 52.505 30.870 644.546 1.112.024 26,1 14,3 39,7 59,6 22,4 44,0 25,6 27,0 55,6 31,9 23,9 27,7 18,3 4,7 13,6 2,4 15,6 46,7 24,6 9,1 1,7 1.372 5.707 453 4.614 560 1.665 55.133 30.357 19.047 2.031 24.776 19.342 2.880 20.520 12.215 8.305 5.943 2.454 758 5.857 1.925 1,6 3,7 9,7 9,3 12,3 5,8 16,0 23,2 53,2 57,0 8,2 8,7 14,7 5,4 14,0 3,2 1,0 3,1 2,5 3,3 0,2 1,7 11,5 11,2 10,0 15,2 5,7 28,3 38,7 48,1 66,6 15,6 14,7 35,0 19,1 29,4 4,1 1,3 1,9 1,8 3,2 0,1 Fonte: ISTAT e Ente Nazionale Risi. 51 su un livello del 48% su base nazionale, registrando un incremento del 5,1% in termini di superfici e del 14,4% in quantità, anche in relazione all’andamento stagionale. Stabili i prati avvicendati, fra i quali prevale l’erba medica, coltura praticata su 60.000 ettari, che in Lombardia realizza il 15% circa della produzione nazionale. Nell’ambito delle foraggere permanenti diminuiscono leggermente le superfici de- dicate sia ai prati che ai pascoli, che nel loro insieme si estendono su oltre 236.000 ettari. Rispetto al contesto nazionale lo spazio dedicato in Lombardia alle colture permanenti e a quelle orticole è piuttosto contenuto. Fra le colture permanenti prevale la vite, coltivata su 21.300 ettari. Seguono le colture frutticole, soprattutto melo e pero, e l’olivo. L’orticoltura è praticata su oltre 14.000 ettari in pieno campo, soprattutto pomodoro da industria e melone, e 2.200 ettari in serra. La zootecnia risulta essere il comparto d’eccellenza dell’agricoltura lombarda tanto da rappresentare il 40% della produzione nazionale suinicola e il 37% della produzione lattiera. I dati congiunturali 2014 mostrano un incremento annuo del 4,7% dei capi bovini allevati, incremento che arriva Consistenze e produzioni degli allevamenti in Lombardia, 2014 Bovini - Carni bovine Suini - Carni suine Ovicaprini - Carni ovicaprine Pollame Vacche e bufale - Latte di vacca e bufala (000 hl) Pecore e capre - Latte di pecora e capra (000 hl) Uova (milioni di pezzi) Miele (n. arnie) Fonte: ISTAT. 52 Lombardia ItaliaLombardia/Italia Numero di capi Produzione (t) Numero di capi Produzione (t) % capi % produz. 1.425.583 4.053.164 225.091 n.d. 485.103 165.988 n.d. n.d. 345.742 823.102 1.158 290.968 4.239.769 2.781 2.285.751 917 5.756.072 8.676.100 8.103.049 n.d. 2.069.386 6.942.647 n.d. n.d. 1.330.309 2.049.344 59.952 1.647.936 11.453.366 540.284 12.998.870 7.482 24,8 46,7 2,8 n.d. 23,4 2,4 n.d. n.d. 26,0 40,2 1,9 17,7 37,0 0,5 17,6 12,3 al 5,8% con riferimento alle vacche da latte e bufale. Stabile la suinicoltura, che registra una stasi dei capi allevati, che si mantengono leggermente al di sopra dei 4 milioni. Significativa per la Lombardia è la quota produttiva della carne bovina (26%), del pollame (17,7%), delle uova (17,6%) e del miele (12,3%). Nettamente più limitato il peso delle produzioni ovi-caprine (1,9% la carne e 0,5% il latte). In termini di valore la produzione agricola regionale calcolata ai prezzi di base (PPB), inclusi i servizi connessi e le attività secondarie, ha superato nel 2014 i 7,5 miliardi di euro, confermando il primato regionale in base alla quota del valore della produzione agricola nazionale detenuta (14,1%). Con riferimento alla sola zootecnia l’incidenza sul quadro nazionale sale al 26,3%. Nel confronto comunitario l’agricoltura lombarda pesa sulla PPB della branca agricoltura dell’UE-28 per l’1,7%, il 2,6% se si considerano le sole produzioni zootecniche (dati EUROSTAT 2013). Alla PPB della branca agricoltura vanno inoltre aggiunti il valore della produzione della branca silvicoltura (96 milioni di euro, pari al 6,4% del totale nazionale) e della branca pesca e acquacoltura (30 milioni di euro, corrispondenti all’1,8% dell’analogo dato nazionale). Rispetto al 2014 il valore della PPB agricola regionale è calato del 2%, soprattutto a causa di una riduzione media dei prezzi del 3%. Nell’analogo periodo la PPB agricola nazionale è diminuita del 5%. Sono soprattutto le produzioni vegetali a soffrire, con un decremento annuo del 3%, causato da una contrazione dei prezzi (-6,9%) non compensato dall’aumento delle quantità prodotte (+4,2%); anche i prodotti zootecnici perdono in valore su base annua il 2,3%, soprattutto in ragione di un calo dei prezzi dell’1,8%. Al contra- rio, si registra un incremento di valore per le attività di supporto all’agricoltura (+1,7%), mentre le attività secondarie rimangono pressoché stabili. La composizione della PPB dei beni e servizi agricoli conferma la vocazione zootecnica della regione: l’allevamento contribuisce infatti per il 64% alla sua formazione, seguito dalle produzioni vegetali (28,2%), dai servizi connessi (attività di supporto all’agricoltura) e dalle attività secondarie. A livello nazionale, invece, prevale la PPB vegetale rispetto a quella zootecnica (pari, rispettivamente, a 53,2% e 33,9%). Per quanto riguarda i singoli comparti predominano, in termini di incidenza sulla PPB dei beni e servizi agricoli, quelli delle carni (35,9%), e in particolare delle carni suine (16,6%), delle carni bovine (10,9%), del latte (24,7%), seguiti dai cereali (9,7%). Quote importanti sono da segnalare anche per le altri carni (8,4%), costituite soprat- 53 Produzione agricola ai prezzi di base, consumi intermedi e valore aggiunto in Lombardia (mio euro), 2014 Lombardia ItaliaLombardia/Italia mio. euro % su tot. PPB % su comparto mio. euro % su tot. PPB % su comparto % Coltivazioni agricole 1.974 Erbacee 1.055 Foraggere 535 Arboree 384 Allevamenti 4.477 Carni 2.508 Latte 1.727 Altri zootecnici 242 Servizi connessi 539 Totale PPB beni e servizi agricoli 6.990 (+) attività secondarie* 627 (-) attività secondarie* 67 Totale PPB branca agricoltura 7.550 (-) Consumi intermedi 4.138 Valore aggiunto della branca agricoltura 3.412 Totale PPB della branca silvicoltura 96 (-) Consumi intermedi 34 Valore aggiunto della branca silvicoltura 62 Totale PPB della branca pesca e acquacoltura 30 (-) Consumi intermedi 13 Valore aggiunto della branca pesca e acquacoltura 17 26,2 100,0 14,0 53,4 7,1 27,1 5,1 19,5 59,3 100,0 33,2 56,0 22,9 38,6 3,2 5,4 7,1 92,6 8,3 0,9 100,0 54,8 45,2 100,0 23,2 76,8 100,0 42,5 57,5 26.741 13.958 1.637 11.145 17.041 10.364 5.230 1.447 6.469 50.250 4.306 942 53.615 24.309 29.307 1.492 169 1.323 1.663 742 921 49,9 100,0 26,0 52,2 3,1 6,1 20,8 41,7 31,8 100,0 19,3 60,8 9,8 30,7 2,7 8,5 12,1 93,7 8,0 1,8 100,0 45,3 54,7 100,0 13,8 86,1 100,0 44,6 55,4 7,4 7,6 32,7 3,4 26,3 24,2 33,0 16,7 8,3 13,9 14,6 7,1 14,1 17,0 11,6 6,4 20,0 4,7 1,8 1,7 1,9 * Per attività secondaria va intesa sia quella effettuata nell’ambito della branca attività agricola e quindi non separabile, vale a dire agriturismo, trasformazione del latte, frutta e carne, evidenziata con il segno (+) e sia quella esercitata da altre branche d’attività economiche nell’ambito delle coltivazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commerciali) che vengono evidenziate con il segno (-). Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione. 54 Valore della produzione agricola ai prezzi di base per principali comparti in Lombardia, 2014 Cereali e legumi secchi Ortaggi 3,5% 7,7% 9,7% 3,5% Colture industriali 0,8% 1,1% 3,0% 0,5% 2,1% 24,7% 7,7% Florovivaismo Vite Frutta Altre legnose Foraggere Carni bovine 10,9% Carni suine Altre carni 8,4% 16,6% Latte Uova e altri Servizi connessi Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione. tutto da carni avicole, e la foraggicoltura (7,7%). Minore importanza rivestono l’orticoltura (3,5%), la viticoltura (3%) e le altre colture arboree (2,1%). Le attività di supporto all’agricoltura pesano per il 7,7% in termini di valore. La diminuzione della PPB vegetale nel 2014 risulta attribuibile soprattutto alle coltivazioni legnose, che vedono una decisa contrazione del 13,8% in valore su base annua, soprattutto a causa delle riduzioni quantitative connesse al difficile andamento meteorologico con piogge continue anche nella stagione primaverile-estiva. In particolare, subiscono cali, in valore, i prodotti dell’olivicoltura (-31,3%), i prodotti vitivinicoli (-20,2%) e i fruttiferi (-25,5%). Nella stessa direzione, ma con dinamiche più attenuate, scontano riduzioni in termini di valore le colture orticole (-4,4%), le foraggere (-3,1%) e il florovivaismo (-2,3%). In decisa controtendenza le colture indu- 55 striali, che recuperano quasi il 10% in valore rispetto al 2013, e i cereali, che fanno segnare un incremento del 3,8%. Fra le singole colture è il riso a determinare la positiva variazione della PPB cerealicola con un cospicuo incremen- to in valore del 29%, dovuto unicamente al rialzo dei prezzi. Al contrario, perdono terreno il mais e il frumento Principali produzioni vegetali in Lombardia, 2014 PPB1 a prezzi correnti Mio. euro % Lombardia/Italia Frumento tenero Frumento duro Orzo Riso Mais ibrido Soia Barbabietola da zucchero Patate Pomodori Poponi Uva da vino venduta Vino Olio Pesche Mele Pere Actinidia 68,0 14,7 15,2 150,4 381,2 45,6 6,0 9,7 55,5 44,3 24,8 181,5 1,3 1,5 13,9 7,6 5,6 11,1 1,0 10,4 41,9 24,2 15,7 4,4 1,4 4,8 20,6 2,2 6,2 0,1 0,5 1,8 1,8 1,7 PPB1 a prezzi concatenati 2010 Mio. euro 61,1 8,9 13,2 159,9 361,7 37,0 5,6 8,6 43,9 38,7 18,3 143,4 1,1 1,6 15,4 9,3 4,8 Variazione % 2014/2013 Quantità Prezzi PPB 13,4 -14,3 -2,8 12,3 8,5 21,9 4,3-16,4-12,8 0,628,329,0 27,0 -23,2 -2,4 40,2-20,0 12,2 105,1 -49,8 2,9 20,6-23,5 -7,8 43,2-10,6 28,0 -7,3 -4,0-11,1 -15,3 1,1 -14,4 1,7-22,3-20,9 -37,5 9,9-31,3 -0,2-24,1-24,2 -1,5-33,3-34,3 0,4-22,7-22,5 -0,82,71,9 1 Valore della produzione ai prezzi di base. Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione. 56 tenero, rispettivamente con un -2,4% e un -2,8% in valore. Nell’ambito delle colture industriali aumenta il valore della soia (+12,2%), effetto combinato di una decisa contrazione dei prezzi (-16%) e di un aumento produttivo in misura più che doppia (+33%). A livello di colture arboree la vite subisce forti contrazioni, sia in termini di prezzo che di quantità prodotte. Il calo della PPB dell’olivicoltura è invece causato da decise perdite quantitative. Nel caso della frutticoltura, invece, sono le riduzioni di prezzo a determinare la perdita di PPB. In controtendenza l’actinidia, il cui valore della produzione fa segnare un +1,9% annuo. Con riferimento ai prodotti trasformati la PPB del vino registra una variazione negativa annua del 20,9%, similmente l’olio segna un -31,3%. Fra le colture orticole aumenta la PPB del pomodoro, mentre quella dei meloni e dei cocomeri presenta variazioni negative nell’ordine dell’11-12%. Sul versante zootecnico la Lombardia esercita diversi primati a livello nazionale, con una produzione del 39,1% in valore della carne suina, del 23,3% della carne bovina e del 36,3% del latte Principali produzioni zootecniche in Lombardia, 2014 PPB1 a prezzi correnti Mio. euro % Lombardia/Italia Carni bovine Carni suine Carni ovicaprine Carni avicole Uova Latte vaccino Latte ovicaprino Miele 758,7 1.161,9 2,7 489,7 236,0 1.724,2 2,7 5,9 23,3 39,1 1,5 17,0 17,0 36,3 0,6 13,5 PPB1 a prezzi concatenati 2010 Mio. euro 690,0 946,7 2,7 400,2 188,2 1.453,6 2,2 4,0 Variazione % 2014/2013 Quantità Prezzi PPB -1,9 -1,7 0,7 0,3 1,8 0,3 0,0 -26,7 -1,4 -1,7 -3,2 -4,3 -5,0 -1,1 8,2 13,8 -3,2 -3,4 -2,5 -4,0 -3,3 -0,8 8,2 -16,5 1 Valore della produzione ai prezzi di base. Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione. 57 vaccino sulle rispettive quote nazionali. Rilevanti sono anche le percentuali, sul totale nazionale, delle carni avicole (17%), delle uova (17%) e del miele (13,5%). La diminuzione di valore delle produzioni zootecniche nel 2014 è determinato soprattutto dalle carni (-3,2%). Sono le carni avicole a vedere una maggiore contrazione della PPB (-4%), seguite da quelle suine (-3,4%) e bovine (-3,2%). Più contenuta è la variazione negativa della PPB del latte (-0,8%). Decisa, al contrario, è la contrazione del miele (-16,5%), mentre le uova segnano un -3,3% su base annua. La diminuzione su base annua dei consumi intermedi agricoli, pari al 3,4%, superiore in valore assoluto rispetto alla concomitante variazione negativa della PPB, ha determinato un incremento dell’incidenza del valore aggiunto sul valore della produzione della branca agricoltura al livello del 45,2%. Fra il 2013 e il 2014 il valore aggiunto dell’agricoltura lombarda è diminuito dello 0,3%, contro un -6,8% a livello nazionale. La distribuzione della PPB della branca agricoltura a livello provinciale non Stima della PPB ai prezzi di base per province lombarde (mio euro), 2013 Coltivazioni agricole Erbacee Foraggere Legnose Allevamenti Carni Latte Altri zootecnici Servizi annessi ± secondarie Totale produzione branca agricoltura (-) Consumi intermedi Valore aggiunto ai prezzi di base Fonte: Stime su dati ISTAT. 58 LombardiaBergamo BresciaComoCremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza Pavia SondrioVarese 2.036 1.038 552 446 4.584 2.592 1.741 251 1.088 7.708 4.284 3.424 170 111 43 16 393 227 136 30 131 694 443 251 372 29 157 15 137 4 78 10 1.459 32 901 16 467 14 91 2 230 113 2.061 174 1.132 51 930 124 260 126 112 22 844 396 436 12 40 1.144 776 368 21 9 4 8 24 15 8 1 85 132 30 101 116 68 45 3 325 150 163 12 17 459 283 176 427 226 109 92 1.088 671 331 86 101 1.616 801 815 140 97 34 9 170 58 106 6 76 386 260 126 27 16 3 8 15 8 5 2 38 81 24 56 409 198 44 167 144 103 40 1 102 656 379 278 34 1 7 26 50 30 18 2 74 158 46 111 30 14 9 7 37 16 15 6 81 147 59 88 è uniforme. Più di un quarto del valore agricolo regionale è realizzato nella provincia di Brescia (26,7%), seguita da quelle di Mantova (21%), Cremona (14,8%), Bergamo (9%) e Pavia (8,5%). Anche in termini di composizione percentuale della PPB agricola il quadro risulta piuttosto variegato. Il comparto carni è decisamente dominante a Brescia (43,7% della PPB) e Mantova (41,5%). Il latte prevale in termini relativi a Cremona (38,1%), Lodi (35,6%) e Milano (27,5%), anche se in assoluto la provincia con maggiori produzioni risulta essere Brescia. Il comparto delle coltivazioni erbacee risulta relativamente maggioritario a Pavia (30,2%). Nelle province a minor vocazione agricola consistenti quote della PPB sono determinate dai servizi connessi, a partire da Lecco con il 65,5% della PPB agricola provinciale, seguita da Como (64,9%), Varese (54,6%), Monza (47,6%) e Sondrio (46,8%). Distribuzione percentuale della PPB nelle province lombarde, 2013 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza Pavia Sondrio Varese Lombardia 0% 10% Erbacee 20% Foraggere 30% Legnose 40% 50% Carni 60% Latte 70% Altri zootecnici 80% 90% 100% Servizi annessi±secondarie Fonte: Stime su dati ISTAT. 59 pesca e acquacoltura Il comparto pesca e acquacoltura, nonostante il territorio della Lombardia non sia lambito dal mare, riveste una discreta importanza. Pur rappresentando solo lo 0,4% del valore dell’aggregato agricoltura, silvicoltura e pesca, pari complessivamente a circa 7,7 miliardi di euro, il comparto si aggira intorno ai 30 milioni di euro (-2,7% rispetto al 2013) ed è pari all’1,8% del totale nazionale, con un valore aggiunto di 17,1 milioni di euro (ISTAT, 2014). Secondo i dati API (Associazione Piscicoltori Italiani) nel 2010 il comparto acquacoltura occupava in regione oltre 600 addetti, incluso l’indotto. Nello stesso anno risultavano 69 siti produttivi, perlopiù dedicati alla troticoltura, per una produzione annua di oltre 5.800 tonnellate di pesce e una produzione lorda vendibile di circa 30 milioni di euro, determinata per il 50% dall’allevamento di trote, per il 30% di storione (per cui non è tuttavia 60 Siti, produzione e valore dell’acquacoltura lombarda, 2010 Trota Storione Anguilla Altro Totale Siti produttivi (n.) 42 17 4 6 69 Produzione (t) 4.050 880 600 300 5.830 PLV* (mio. euro) 14,7 9 5,6 1 30,3 * Escluso il valore del caviale. Fonte: Associazione Piscicoltori Italiani. Pescatori professionali e quantità del pescato in Lombardia Lago di Como Lago di Garda (Lombardia) Lago d’Iseo Lago Maggiore (Lombardia), Lugano, Comabbio e Monate Lago d’Idro Laghi di Mantova Reticolo fluviale Totale N. pescatori (2014) Pescato annuale (2010) - tonn* 78 206,7 44 82,6 38 23,1 32 199,9 2 4,9 5 n.d. 3 n.d. 202 * I dati di pescato dei laghi Maggiore e di Lugano sono riferiti all’intero lago; lago di Varese (dato 2007). Fonte: Programma della pesca e dell’acquacoltura della Regione Lombardia 2012-2014. conteggiato il valore del caviale) e per il 18% di anguilla. La pesca professionale è praticata in una decina di laghi lombardi e interessa una ventina di specie commerciali; nel 2010 la quantità di pescato è stata di 400-500 tonnellate. Il numero dei pescatori professionali, che si è notevolmente ridotto nel corso degli ultimi decenni, è quantificabile in circa 200 unità nel 2014, concentrate soprattutto nelle province di Brescia, Como e Varese. Il maggior numero di pescatori lombardi opera sul Lago di Como (78), seguito dal Lago di Garda (44) e dal Lago d’Iseo (38). Numero pescatori professionali per provincia, 2014 100 81 80 60 57 40 30 20 20 0 3 2 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco 1 5 1 1 1 Lodi Mantova Milano Monza Sondrio Varese Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. 61 consumi intermedi Nel 2014 i consumi intermedi (CI) dell’agricoltura lombarda hanno raggiunto un valore di 4,1 miliardi di euro, pari al 17% del totale nazionale, in calo del 3,4% in termini di valore rispetto al 2013. A questi vanno aggiunti i 33,7 milioni di euro dei consumi intermedi della silvicoltura e i 12,6 milioni di euro di pesca e acquacoltura. I consumi intermedi dell’agricoltura incidono, nel 2014, il 55,6% sul valore della produzione agricola; con riferimento ai dati 2013, il valore regionale risulta cinque punti percentuali sotto la media UE-28 e 10 punti percentuali Consumi intermedi dell’agricoltura in Lombardia, 2014 Fonte: ISTAT. 62 3,9 40,4 5,8 1,3 12,0 15,5 21,1 100,0 100,0 100,0 11,7 25,5 16,0 5,9 14,9 26,9 10,6 17,0 20,0 1,7 -1,4 -5,1 -0,4 11,0 -5,2 -6,4 1,5 -3,4 -3,7 -5,8 Incidenza % dei consumi intermedi sul valore della produzione agricola, 2014 % Lombardia55,6 Valori a Riparto % su Var. % Var. % Var. % prezzi correnti % Italia valore quantità prezzo (mio. euro), 2014 2014/13 2014/13 2014/13 Sementi e piantine 160,5 Mangimi e spese varie per il bestiame 1.673,9 Fertilizzanti 239,7 Fitofarmaci 52,4 Energia motrice 495,9 Reimpieghi 641,1 Altri beni e servizi 874,8 Consumi intermedi agricoltura 4.138,2 Consumi intermedi silvicoltura 33,7 Consumi intermedi pesca e acquacoltura 12,6 sopra la media nazionale. La diminuzione, rispetto al 2013, del valore dei consumi intermedi agricoli -0,7 -0,2 3,5 8,7 1,5 2,6 1,9 1,1 -1,9 -8,6 -0,7 -4,9 -3,8 2,1 -6,6 -8,8 -0,4 -4,5 -1,9 3,1 Italia44,3 Italia - Nord 49,8 Italia - Centro 39,1 Italia - Sud e Isole 38,4 UE-2760,0 Francia65,3 Germania63,9 Paesi Bassi 63,9 Polonia60,2 Regno Unito 64,1 Romania56,9 Spagna47,2 Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione; EUROSTAT. va soprattutto ascritta ad una calo dei prezzi del 4,5%, in quanto le quantità utilizzate aumentano dell’1,1%. Fra 2013 e 2014 la produttività dei fattori si mantiene pressoché invariata in termini quantitativi, mentre si regi- stra un miglioramento della ragione di scambio fra prezzi alla produzione e costo dei fattori dell’1,6% su base an- Ragioni di scambio e produttività dell’agricoltura lombarda, 2003-2014 120 100 80 60 40 20 0 2003 2004 2005 2006 PPB/CI 2007 2008 2009 PPB/CI (valori concatenati) 2010 2011 2012 2013 2014 Ragione di scambio prezzi PPB-CI Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione. 63 nua, a parziale correzione di un trend decennale che vede i prezzi dei fattori produttivi crescere in maniera più sostenuta rispetto a quelli dei prodotti agricoli. I mangimi rappresentano la principale categoria di mezzi tecnici, con il 40,4% del valore totale dei consumi intermedi dell’agricoltura lombarda; 64 seguono altri beni e servizi (21,1%), i reimpieghi (15,5%) e l’energia motrice (12%). Le principali categorie di fattori della produzione agricoli presentano una riduzione di valore su base annua, determinata in massima parte da una riduzione dei prezzi dell’ordine del 5-6% per quanto riguarda mangimi, energia e reimpieghi. Fanno eccezione i fitofarmaci, i cui consumi crescono dell’11% in termini di valore e dell’8,7% in termini di quantità. I consumi intermedi della silvicoltura si sono ridotti, in termini di valore, del 3,7% su base annua; quelli della pesca e acquacoltura sono anch’essi in calo (-5,8%). investimenti Nel 2012, secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, il volume degli investimenti fissi lordi agricoli lombardi ammonta a circa 1,8 miliardi di euro, mostrando una flessione del 7,6% rispetto al 2011, in linea con l’andamento nazionale. Gli investimenti fissi lordi agricoli rappresentano una quota del 17,9% degli investimenti agricoli nazionali, mentre l’incidenza degli stessi sul totale degli investimenti fissi lordi lombardi è del 2,8%. L’incidenza degli investimenti sul valore aggiunto (VA) agricolo regionale risulta pari al 53,2% a prezzi correnti, dato in deciso calo rispetto all’anno precedente. Il grado di intensità dell’attività agricola regionale è desumibile dall’analisi dell’entità degli investimenti per unità lavorativa (UL) agricola, che si Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli* in Lombardia 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 20112 20122 Valori correnti (mio. euro) % su tot. investimenti Lombardia1 1.393,2 1.579,8 1.656,5 1.869,1 1.773,2 1.924,3 1.527,5 2.037,6 2.008,9 1.856,5 2,7 2,9 2,8 3,0 2,6 2,8 2,5 3,4 2,9 2,8 % su tot. investimenti % su VA agricolo agricoltura Italia1Lombardia1 13,0 13,7 14,1 15,5 14,9 16,3 14,8 18,4 17,9 17,9 39,8 44,9 55,5 60,2 56,8 59,7 54,0 71,7 59,5 53,2 * Agricoltura, silvicoltura e pesca. 1 Valori a prezzi correnti. 2 Dal 2011 nuova serie (dati non confrontabili con i precedenti). Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali. 65 colloca su un valore triplo rispetto all’indice nazionale. Contrariamente al dato nazionale, in Lombardia tale indicatore risulta, inoltre, decisamente superiore agli investimenti pro capite dei settori dell’industria e dei servizi, che nel 2012 vengono superati, rispettivamente, del 67% e del 91%. Incidenza degli investimenti fissi lordi agricoli* in Lombardia sul totale degli investimenti regionali e degli investimenti agricoli nazionali1 20 18,4 15,5 15 13,7 14,1 2,7 2,9 2,8 2003 2004 2005 13,0 17,9 17,9 2,9 2,8 2011 2012 16,3 14,8 14,9 10 5 0 3,0 2006 2,6 2,8 2,5 2007 2008 2009 % su tot. investimenti Lombardia *Agricoltura, silvicoltura e pesca. 1 Valori ai prezzi correnti. Dal 2011 nuova serie (dati non confrontabili con i precedenti) Fonte: ISTAT, Conti economici regionali. 66 3,4 2010 % su tot. investimenti agricoltura Italia Investimenti fissi lordi1 per UL e per settore in Lombardia e Italia, 2012 30.000 27.544 25.000 20.000 16.496 15.000 14.792 14.385 12.266 10.000 Agricoltura 8.687 Industria 5.000 Servizi 0 Lombardia Italia Lombardia Italia 1 Valori ai prezzi correnti. Fonte: ISTAT, Conti economici regionali. Lombardia Italia 67 prezzi Nel 2014 i prezzi dei prodotti agricoli, dopo alcuni anni di aumenti, hanno subìto una flessione del 3,1% su base annua in linea con il dato nazionale (-3,7%). La contrazione risulta decisamente più marcata con riferimento alle coltivazioni erbacee (-7,8%) e alle coltivazioni legnose (-5,1%), rispetto a quella dei prodotti degli allevamenti (-1,8%). In controtendenza, i prezzi dei servizi connessi aumentano dell’1,3%. Nell’ambito delle produzioni vegetali diminuiscono le quotazioni dei cereali (-7,7%), degli ortaggi (-7,8%), delle colture foraggere (-6,6%) e soprattutto quelle delle colture industriali (-15,7%). Le colture florovivaistiche presentano una tendenza di riduzione dei prezzi più moderata (-2,1%), mentre rimangono praticamente stabili i legumi. Fra le principali colture, le maggiori flessioni di prezzo si registrano per mais (-17,2%), frumento 68 Variazione dei prezzi impliciti dei prodotti agricoli in Lombardia e Italia, 2014 Comparto Var.% 2014/13 Lombardia Var.% 2014/13 Italia Coltivazioni agricole -6,9 -6,0 Coltivazioni erbacee -7,8 -5,5 Cereali -7,7-4,9 Legumi secchi 0,1 -0,4 Patate e ortaggi -7,8 -6,1 Piante industriali -15,7 -11,8 Fiori e piante da vaso -2,1 -0,6 Coltivazioni foraggere -6,6 -6,1 Coltivazioni legnose -5,1 -6,7 Prodotti vitivinicoli -5,6 -6,1 Prodotti olivicoltura 9,8 14,9 Frutta -23,3-16,2 Altre legnose 0,6 0,1 Allevamenti -1,8-1,8 Carni -2,1-2,1 Latte -1,1-0,3 Uova -5,0-5,0 Miele 13,813,8 Zootecnici non alimentari 6,0 3,9 Servizi connessi 1,3 1,0 Totale produzione beni e servizi agricoltura -3,1 -3,7 (+) attività secondarie* -2,1 -2,3 (-) attività secondarie* -3,8 -4,9 Totale produzione agricoltura P.B.-3,1 -3,6 Consumi intermedi -4,5 -2,2 *Per attività secondaria va intesa sia quella effetttuata nell’ambito della branca attività agricola e quindi non separabile, vale a dire agriturismo, trasformazione del latte, frutta e carne, evidenziata con il segno (+) e sia quella esercitata da altre branche d’attività economiche nell’ambito delle colitvazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commerciali) che vengono evidenziate con il segno (-). Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione. Dinamica degli indici dei prezzi dei prodotti dall’origine al consumo (2010=100) Indice prezzi prodotti agricoli ISTAT 140 Indice prezzi mercato interno industrie alimentari, bevande e tabacco 135 Indice prezzi consumo alimentari e bevande analcoliche - Lombardia 130 Indice prezzi consumo alimentari e bevande analcoliche - Italia 125 120 115 110 105 100 2011 2012 2013 mag-15 gen-15 gen-14 gen-13 gen-12 90 gen-11 95 2014 2015 Fonte: ISTAT. 69 tenero (-13,45) e soia (-16%), mentre sono risultate in deciso aumento le quotazioni del riso (+29,3%). Molto consistenti sono le riduzioni di prezzo manifestate nell’ambito dei prodotti frutticoli (-23,3% su base annua). Anche i prodotti vitivinicoli mostrano una significativa contrazione dei prezzi (-5,6%). Nell’ambito delle coltivazioni legnose fanno eccezione i prezzi dei prodotti dell’olivicoltura, che segnano un rialzo di quasi il 10% annuo. 70 In ambito zootecnico si riducono leggermente le quotazioni delle carni e del latte (rispettivamente -2,1% e -1,1%). Fra le carni sono soprattutto quelle avicole a patire la maggiore riduzione di prezzo (-4,3%). Ancora più marcata la flessione per le uova (-5%), mentre mostrano segnali di ripresa i prezzi del miele, che si incrementano del 13,8%, e dei prodotti zootecnici non alimentari (+6%). Il confronto fra gli indici dei prezzi dei prodotti agricoli, alla produzione industriale e al consumo, calcolati utilizzando l’anno 2010 come base di riferimento, fa emergere una generalizzata tendenza alla stabilizzazione dei prezzi all’industria, da metà 2012, e di quelli al consumo, a partire da metà del 2013, conseguenza della contrazione della domanda interna. A partire da luglio 2014 il trend dei prezzi dei prodotti agricoli ha ripreso vigore. strutture in agricoltura Secondo i dati ISTAT 2013 risultano operanti in Lombardia 49.169 aziende agricole, pari al 3,3% del totale nazionale. La superficie agricola e forestale (SAF) si estende su circa 1.136.000 ettari, mentre quella utilizzata (SAU) è quantificata in 927.450 ettari, pari al 7,5% della SAU nazionale. La SAU media aziendale in Lombardia raggiunge un valore di 18,9 ettari, dimensione più che doppia rispetto a quella media nazionale. La conduzione diretta del coltivatore rappresenta la forma di conduzione prevalente fra le aziende agricole lombarde (91% delle aziende). Tuttavia rivestono un ruolo importante le aziende condotte con salariati, che pur rappresentando solo l’8,3% del totale, gestiscono quasi il 20% della SAU regionale. Il 58,3% della SAU è condotta in affitto, contro il 34,9% in proprietà, dato inverso rispetto al contesto nazionale, dove sono le superfici Caratteristiche strutturali dell’agricoltura lombarda e italiana, 2013 Lombardia ItaliaLombardia/Italia (%) Aziende agricole (n.) 49.169 1.471.185 3,34 Allevamenti totali (n.) 18.070 189.531 9,53 Allevamenti bovini (n.) 11.163 109.417 10,20 - di cui vacche da latte 6.097 40.662 14,99 Superficie agricola e forestale (SAF) (ha) 1.136.413 16.678.296 6,81 Superficie agricola utilizzata (SAU) (ha) 927.450 12.425.995 7,46 Unità di bestiame (UBA)* 2.739.158 9.957.399 27,51 Lavoratori nelle aziende agricole (n.) 119.823 3.559.081 3,37 - di cui familiari (n.) 86.274 2.550.931 3,38 Giornate di lavoro totali (migliaia) 17.865 252.788 7,07 - di cui familiari (migliaia) 13.327 195.732 6,81 ULA* 63.875 958.931 6,66 SAT media per azienda (ha) 23,11 11,34 203,87 SAU media per azienda (ha) 18,86 8,45 223,32 Allevamenti/aziende agricole (%) 36,75 12,88 285,27 UBA/SAU (n.)* 2,95 0,80 358,38 UBA/allevamento (n.)* 151,59 52,54 271,11 Lavoratori per azienda (n.) 2,44 2,42 100,73 Giornate di lavoro per azienda (n.) 363,3 171,8 211,45 ULA per azienda* 1,2 0,6 200,00 Giornate di lavoro/SAU (n.) 19,26 20,34 94,69 Giornate lavorative familiari (%) 74,6 77,4 96,34 Produzione standard (mio. euro)* 7.388 49.460 14,94 Produzione standard/azienda (euro)* 135.979 30.514 445,62 * Dati al 2010. Fonte: ISTAT. 71 Caratteristiche della conduzione delle aziende agricole in Lombardia e Italia Lombardia 2013 Italia 2013 Lombardia 2000 Italia 2000 Aziende SAU % SAU % SAU % SAU n. % ettari % Forma di conduzione - conduzione diretta del coltivatore 44.764 91,0 737.397 79,5 80,3 82,1 81,2 - conduzione con salariati 4.095 8,3 179.427 19,3 14,8 17,9 18,7 - altra forma di conduzione 310 0,6 10.625 1,1 4,9 - 0,1 Titolo possesso - in proprietà 323.773 34,9 58,6 55,3 76,8 - in affitto 540.419 58,3 33,3 41,5 19,4 - a titolo gratuito 63.258 6,8 8,1 3,3 3,8 Totale 49.169 100 927.450 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: ISTAT. Aziende agricole per classe di SAU In Lombardia e Italia, 2013 Classe di SAU < 5 ha 5-10 ha 10-20 ha 20-50 ha > 50 ha Totale Fonte: ISTAT. 72 Lombardia aziende SAU (ha) 24.574 47.334 6.309 45.451 6.741 95.154 6.789 212.658 4.756 526.853 49.169 927.450 Italia aziende 1.083.935 176.403 115.415 84.753 45.372 1.471.185 SAU (ha) 1.725.386 1.219.593 1.582.265 2.613.166 5.285.585 12.425.995 % Lombardia aziende SAU 50,0 5,1 12,8 4,9 13,7 10,3 13,8 22,9 9,7 56,8 100,0 100,0 % Lombardia/Italia aziende SAU 2,3 2,7 3,6 3,7 5,8 6,0 8,0 8,1 10,5 10,0 3,3 7,5 in proprietà a prevalere. Interessante notare come nel 2000 in Lombardia prevalevano le superfici condotte in proprietà. Nel 2013, il 36,8% delle aziende agricole lombarde, pari a 18.070 unità, esercita un’attività di allevamento contro il corrispondente 12,9% a livello nazionale. L’importanza della zootecnia lombarda in ambito nazionale si delinea, oltre che dalla diffusione degli allevamenti, anche dal carico di bestiame per allevamento (2,7 volte il dato nazionale; dato 2010) e per ettaro di SAU (3,6 volte; dato 2010). Anche l’entità del patrimonio zootecnico, che rappresenta il 27,5% delle unità bovine adulte (UBA) nazionali (dato 2010), distingue la Lombardia nel contesto italiano. Con l’eccezione degli ovicaprini, la maggioranza dei capi si concentra negli allevamenti di pianura. Nel 2013 in Lombardia si collocano il 3,4% dei lavoratori agricoli nazionali e il 7,1% delle giornate lavorative, dato che indica una maggiore incidenza del lavoro a tempo pieno rispetto alle altre regioni italiane. Il numero di lavoratori per azienda ed ettaro di SAU risulta confrontabile con quello italiano, mentre è doppio il numero di giornate lavoro per azienda e per unità di superficie agricola utilizzata. Il 74,6% delle giornate lavorative è stato effettuato da appartenenti al nucleo familiare del conduttore contro il 77% a livello nazionale. L’incidenza della manodopera extra-familiare si aggira intorno al 28% dei lavoratori agricoli. Secondo i dati censuari 2010 la produzione standard regionale si aggira su un valore prossimo ai 7,4 miliardi di euro, pari al 14,9% del corrispondente valore nazionale. La produzione media standard per azienda è di circa 135.000 euro, quasi 4 volte e mezzo la media aziendale italiana, limitata a soli 30.000 euro. In Lombardia le aziende con oltre 50 ha di SAU costituiscono solo il 10% del totale (3,1% il dato nazionale), ma gestiscono ben il 56% delle superfici; all’opposto le aziende con meno di 5 ha, che pur rappresentando il 50% del totale, assommano solo il 5% della SAU regionale. Investimenti colturali e consistenze bestiame Con riferimento all’utilizzo del suolo, i seminativi si confermano la tipologia colturale più diffusa, estesa sul 60,2% della superficie agricola, contro il 40,9% a livello nazionale. Al contrario, il contributo delle legnose agrarie sul totale della superficie si presenta modesto e decisamente sotto la media nazionale. Le foraggere permanenti si estendono sul 18% della SAT, in linea con il dato nazionale (20%), mentre il 73 Aziende e superficie agricola utilizzata in Lombardia e Italia, 2010 Seminativi Coltivazioni legnose agrarie Prati permanenti e pascoli SAU totale Arboricoltura da legno Boschi Superficie non utilizzata Altra superficie SAT totale Lombardia aziende* ha 35.222 715.263 14.660 36.484 21.822 234.591 53.680 986.826 2.103 18.796 16.098 141.675 10.267 35.902 43.637 46.362 54.189 1.229.561 Italia aziende ha 828.390 7.009.311 1.192.081 2.380.769 274.486 3.434.073 1.615.590 12.856.048 26.772 101.628 328.358 2.901.038 302.940 648.746 945.829 573.638 1.619.228 17.081.099 Superficie media (ha) % Lombardia/Italia Lombardia Italiaaziende superficie 20,3 8,5 4,3 10,2 2,5 2,0 1,2 1,5 10,8 12,5 8,0 6,8 18,4 8,0 3,3 7,7 8,9 3,8 7,9 18,5 8,8 8,8 4,9 4,9 3,5 2,1 3,4 5,5 1,1 0,6 4,6 8,1 22,7 10,5 3,3 7,2 * Ogni azienda può interessare più indirizzi colturali. Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. bosco incide per il 10,5%. L’incidenza della SAU sulla SAT è dell’81,6% (74,5% in Italia). Il 62% delle aziende zootecniche pratica l’allevamento bovino, con una dimensione media, espressa in numero di capi, più che doppia rispetto a quella nazionale (127 contro 49). Gli allevamenti da latte sono 6.097, pari al 15% di quelli italiani, con un nu- 74 mero di capi corrispondenti al 36% di quelli allevati in Italia. L’allevamento suinicolo interessa 2.376 aziende, pari all’8,9% del totale nazionale, che controllano da sole oltre il 50% dei capi allevati in Italia. La consistenza media delle aziende suinicole lombarde è di 5,6 volte la media nazionale. Al contrario, minore risulta l’apporto dei comparti ovino e caprino, mentre l’avicoltura regionale rappresenta una quota del 16% del totale dei capi allevati in Italia. La distribuzione delle aziende per classi di dimensione economiche disegna un quadro dell’agricoltura lombarda profondamente diverso rispetto a quello nazionale (dati 2010). Le aziende di piccole e piccolissime dimensioni, caratterizzate da una Ripartizione % della SAT in Lombardia e in Italia, 2013 LOMBARDIA ITALIA 3,1% 4,2% 2,1% 4,1% 10,5% Seminativi 17,6% 1,8% 40,9% 0,6% Prati permanenti e pascoli Arboricoltura da legno 18,0% Boschi 60,2% 3,4% Coltivazioni legnose agrarie Superficie non utilizzata 20,0% Altra superficie 13,6% Fonte: ISTAT. produzione standard inferiore ai 25.000 euro, sono in regione meno del 60%, contro l’81% a livello nazionale. All’opposto le aziende di grandi dimensioni, oltre i 500.000 euro, rappresentano il 5,3% del totale e interessano il 64,3% della produzione standard regionale (0,7% delle aziende e 33,8% della produzione standard nel contesto nazionale). Notevole, inoltre, è la presenza di aziende medio-grandi, pari al 14,6% del totale e al 24,7% della produzione standard. La dimensione economica rappresenta il principale parametro per determina- 75 Caratteristiche strutturali degli allevamenti lombardi e italiani, 2013 Bovini - di cui vacche da latte Ovini Caprini Equini Suini Avicoli Allevamenti totali % allevamenti/az.totali Lombardia allevamenti capi 11.163 1.418.329 6.097 551.405 1.518 81.985 1.951 100.551 5.157 29.898 2.376 4.309.738 1.402 26.380.230 % allevamenti/ Italia % allevamenti/ Consistenze medie aziende totali allevamenti aziende totali Lombardia Italia capi 22,7 109.417 5.342.035 7,4 127 49 12,4 40.662 1.520.640 2,8 90 37 3,1 60.328 6.736.445 4,1 54 112 4,0 26.849 946.575 1,8 52 35 10,5 34.996 187.588 2,4 6 5 4,8 26.582 8.607.093 1,8 1.814 324 2,9 18.588 165.026.943 1,3 18.816 8.878 18.070 217.449 189.531 36,8 13,4 12,9 % Lombardia/Italia allevamenti capi 10,2 26,6 15,0 36,3 2,5 1,2 7,3 10,6 14,7 15,9 8,9 50,1 7,5 16,0 9,5 Fonte: ISTAT. Aziende agricole per classe di dimensione economica in Lombardia e Italia, 2010 Dimensione economica aziende Piccolissime (< 4.000 €) 12.853 Piccole (4.000 - 25.000 €) 19.574 Medio-piccole (25.000 - 50.000 €) 6.254 Medie (50.000 - 100.000 €) 4.827 Medio-grandi (100.000 - 500.000 €) 7.928 Grandi (≥ 500.000 €) 2.897 Totale 54.333 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. 76 Lombardia % Lombardia % Italia SAU prod. standard aziende SAU prod. aziende SAU prod. (ha) (mio. euro) standard standard 16.302 25,1 23,7 1,7 0,3 48,3 8,6 2,6 107.397 227,3 36,0 10,9 3,1 32,9 21,8 11,4 92.001 223,0 11,5 9,3 3,0 7,9 13,4 9,2 125.598 341,7 8,9 12,7 4,6 5,5 16,0 12,6 378.390 1821,6 14,6 38,3 24,7 4,7 29,3 30,4 267.137 4.749,5 5,3 27,1 64,3 0,7 10,9 33,8 986.826 7.388,1 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 % Lombardia/Italia aziende 1,6 3,7 4,9 5,4 10,3 24,6 3,4 Distribuzione delle aziende agricole lombarde per tipologia aziendale, 2010 Totale aziende (n.) Superficie totale (ha) Superficie agricola utilizzata (ha) Produzione lorda standard (.000 euro) Giornate lavoro totali (n.) UL totali Distribuzione percentuale Aziende (%) Superficie totale (%) Superficie utilizzata (%) Produzione lorda standard (SO) (%) Giornate di lavoro totali (%) Caratteristiche medie Superficie totale per azienda (ha) Superficie utilizzata per azienda (ha) Unità lavorative per azienda Giornate di lavoro per ettaro (n.) Produzione lorda per azienda (euro) Produzione lorda per ettaro (euro) Produzione lorda per UL (euro) Produzione lorda per giornata (euro) Autoconsumo Destrutturate SussistenzaProfessionali 10.367 48.183 34.154 57.271 231.366 1.019 Autoconsumo 19,1 3,9 3,5 0,8 1,2 Autoconsumo 4,6 3,3 0,1 6,8 5.524,4 1.676,9 56.228,2 247,5 7.793 208.077 141.334 383.751 689.886 3.060 Destrutturate 14,3 16,9 14,3 5,2 3,7 21.487 180.873 133.687 384.893 6.258.641 23.202 Sussistenza 39,5 14,7 13,5 5,2 33,4 14.686 792.428 677.651 6.562.217 11.579.361 39.257 Professionali 27,0 64,4 68,7 88,8 61,7 Destrutturate Sussistenza Professionali 26,7 18,1 0,4 4,9 49.243,0 2.715,2 125.397,0 556,3 8,4 6,2 1,1 46,8 17.912,8 2.879,1 16.588,8 61,5 54,0 46,1 2,7 17,1 446.834,8 9.683,8 167.161,7 566,7 Totale 54.333 1.229.561 986.826 7.388.131 18.759.254 66.538 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale 22,6 18,2 1,2 19,0 135.978,7 7.486,8 111.037,0 393,8 Fonte: elaborazioni DEMM su dati ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. 77 Distribuzione delle aziende agricole lombarde per tipologia aziendale e sistemi agricoli, 2010 Aziende Autoconsumo Destrutturate SussistenzaProfessionali Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata (%) Aree rurali intermedie (%) Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo (%) Poli urbani (%) Totale (%) 22,4 14,9 16,0 16,6 19,1 SAU 17,7 10,5 9,9 11,9 14,3 24,7 54,8 64,1 46,4 39,5 35,1 19,7 9,9 25,1 27,0 Autoconsumo Destrutturate SussistenzaProfessionali Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata (%) Aree rurali intermedie (%) Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo (%) Poli urbani (%) Totale (%) 3,3 3,7 4,0 3,6 3,5 13,0 15,7 21,3 17,4 14,3 9,5 24,5 22,8 18,9 13,5 74,2 56,2 51,9 60,0 68,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni DEMM su dati ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. re il grado di imprenditorialità delle aziende agricole, ma non l’unico. Sulla base delle modalità di conduzione, dell’impiego di lavoro, del livello di reddito, dell’età della manodopera e della diversificazione del reddito, DEMM (2014) propone, a partire dai dati censuari, una classificazione 78 delle imprese agricole in quattro categorie: autoconsumo, destrutturate, sussistenza e professionali. A livello regionale le aziende agricole realmente ascrivibili alla categoria delle professionali sarebbero solo il 27% del totale, che tuttavia interesserebbero il 68,7% della SAU regionale, il 59% delle UL e ben l’88,8% della produzione standard. La distribuzione delle aziende per tipologia non è omogenea sul territorio: nelle aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata le aziende professionali sono il 35,1% del totale e gestiscono il 74,2% della SAU, mentre all’opposto, nelle aree con problemi complessivi di sviluppo, si riducono al 9,9%. Per quanto riguarda la specializzazione produttiva il 41,8% delle aziende agricole lombarde è specializzata nella produzione di seminativi, mentre il 28,1% nell’allevamento degli erbivori. Le maggiori dimensioni medie azien- dali, in termini economici, si riscontrano nelle aziende suinicole specializzate (oltre 2 milioni di euro), nelle aziende avicole e in quelle bovine da Aziende agricole per orientamento tecnico economico in Lombardia e Italia, 2010 Lombardia % Lombardia % Lombardia/Italia aziende SAU prod. standard aziende SAU prod. aziende SAU prod. (ha) (mio. euro) standard standard Aziende specializzate nei seminativi 22.308 - di cui aziende risicole specializzate 1.455 Aziende specializzate in ortofloricoltura 2.640 Aziende specializzate nelle colture permanenti 7.662 - di cui aziende specializzate nella viticoltura 5.426 Aziende specializzate in erbivori 15.265 - di cui aziende bovine specializzate - orientamento latte 6.969 - di cui aziende bovine specializzate - orientamento allevamento e ingrasso 2.950 Aziende specializzate in granivori 1.747 - di cui aziende suinicole specializzate 1.176 - di cui aziende specializzate in pollame 511 Aziende con policoltura 1.689 Aziende con poliallevamento 403 Aziende miste (colture - allevamento) 2.393 Aziende non classificate 226 Totale 54.333 466.511 963,0 96.229 200,0 14.875 374,3 35.769 338,9 27.820 289,7 334.085 2.164,3 247.545 1.758,6 35.394 286,8 65.534 3.126,3 59.718 2.562,7 5.404 554,9 16.576 89,0 12.348 169,2 40.274 163,1 855 986.826 7.388,1 41,1 2,7 4,9 14,1 10,0 28,1 12,8 5,4 3,2 2,2 0,9 3,1 0,7 4,4 0,4 100,0 47,3 9,8 1,5 3,6 2,8 33,9 25,1 3,6 6,6 6,1 0,5 1,7 1,3 4,1 0,1 100,0 13,0 2,7 5,1 4,6 3,9 29,3 23,8 3,9 42,3 34,7 7,5 1,2 2,3 2,2 - 100,0 5,8 42,3 7,0 0,9 2,7 11,8 20,3 8,9 18,7 24,5 13,8 1,6 9,5 6,7 0,9 3,4 9,5 42,1 10,0 1,3 2,9 9,8 27,1 3,9 36,6 45,8 12,4 2,1 15,0 7,4 0,9 7,7 10,7 41,0 8,8 2,5 3,9 23,2 38,8 14,8 34,8 52,3 14,1 3,9 39,4 11,4 14,9 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. 79 Aziende agricole per orientamento tecnico economico in Lombardia e Italia, 2010 – medie aziendali Media aziendale Lombardia SAU (ha) prod. standard (euro) Aziende specializzate nei seminativi - di cui aziende risicole specializzate Aziende specializzate in ortofloricoltura Aziende specializzate nelle colture permanenti - di cui aziende specializzate nella viticoltura Aziende specializzate in erbivori - di cui aziende bovine specializzate - orientamento latte - di cui aziende bovine specializzate - orientamento allevamento e ingrasso Aziende specializzate in granivori - di cui aziende suinicole specializzate - di cui aziende specializzate in pollame Aziende con policoltura Aziende con poliallevamento Aziende miste (colture - allevamento) Aziende non classificate Totale 20,9 66,1 5,6 4,7 5,1 21,9 35,5 12,0 37,5 50,8 10,6 9,8 30,6 16,8 3,8 18,2 43.170 137.439 141.796 44.229 53.390 141.783 252.350 97.209 1.789.497 2.179.200 1.085.907 52.667 419.925 68.166 - 135.979 Media aziendale Italia SAU (ha) prod. standard (euro) 12,8 66,5 3,9 3,0 4,7 26,3 26,6 27,6 19,1 27,2 11,8 7,5 19,4 15,3 4,0 7,9 23.431 142.060 112.917 15.397 36.652 72.137 132.115 58.710 959.536 1.021.630 1.064.456 21.782 101.432 40.146 30.514 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. latte. Generalmente, in quasi tutte le classi di OTE le aziende lombarde presentano dimensioni fisiche ed economiche doppie rispetto al contesto 80 nazionale. Inoltre, in Lombardia, si concentra il 52,3% della produzione standard della suinicoltura specializzata italiana, il 41% di quella risicola e il 38,8% di quella bovina da latte (dati 2010). Oltre la metà delle aziende agricole lombarde è ubicata in pianura; queste Caratteristiche strutturali delle aziende agricole lombarde per aree rurali PSR 2014-2020 Aziende totali (n.) SAU (ha) - di cui seminativi - di cui coltivazioni legnose agrarie - di cui foraggere permanenti SAT (ha) SAT media (ha) SAU media (ha) Allevamenti totali (n.) % Allevamenti/aziende Bovini (capi) - di cui vacche da latte bovini/allevamento Ovini (capi) bovini/allevamento Caprini (capi) caprini/allevamento Suini (capi) suini/allevamento Avicoli (capi) avicoli/allevamento Produzione standard (mio. euro) Produzione standard/azienda (euro) Aree intensive ad agricoltura specializzata % 28.784 53,0 699.702 70,9 639.584 89,4 9.128 25,0 50.734 21,6 772.704 62,9 26,8 24,3 10.037 45,5 34,9 1.282.316 86,4 465.919 85,3 180,2 29.472 27,9 167,5 12.290 21,3 42,5 4.625.057 97,2 2.890,7 19.618.411 74,0 20.716,4 6.201 83,9 215.416 Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo % 5.930 10,9 92.598 9,4 5.542 0,8 2.505 6,9 84.487 36,0 154.092 12,5 26,0 15,6 2.952 13,4 49,8 29.355 2,0 15.502 2,8 15,7 12.331 11,7 22,5 18.208 31,6 25,9 2.880 0,1 12,0 1.013.216 3,8 4.085,5 155 2,1 26.192 Aree rurali intermedie % 17.432 32,1 166.343 16,9 47.457 6,6 24.024 65,8 94.721 40,4 269.643 21,9 15,5 9,5 8.290 37,6 47,6 147.399 9,9 56.231 10,3 27,9 60.554 57,3 68,4 25.633 44,4 22,4 105.051 2,2 144,9 5.394.182 20,3 5.022,5 903 12,2 51.816 Poli urbani 2.187 28.182 22.680 826 4.648 32.768 15,0 12,9 785 35,9 25.921 8.668 57,2 3.402 68,0 1.574 21,9 25.975 341,8 487.114 3.835,5 129 58.992 % 4,0 2,9 3,2 2,3 2,0 2,7 3,6 1,7 1,6 3,2 2,7 0,5 1,8 1,7 Lombardia 54.333 986.826 715.263 36.484 234.591 1.229.207 22,6 18,2 22.064 40,6 1.484.991 546.320 100,9 105.759 63,7 57.705 26,1 4.758.963 1.801,3 26.512.923 11.065,5 7.388,1 135.979 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. 81 concentrano il 65% della SAT e il 73% della SAU e presentano una dimensione media aziendale pari a 24,4 ha, superiore rispetto alla media regionale (18,4 ha/azienda). In montagna opera il 23,5% delle aziende, le quali gestiscono il 25,7% della SAT e il 17,6% della SAU e presentano una dimensione media di 13,8 ha. L’85% della produzione standard dell’agricoltura lombarda è realizzata in pianura (dati ISTAT 2010). Con riferimento alle aree rurali, le aree intensive ad agricoltura specializzata raggruppano il 53% delle aziende, il 71% della SAU, il 45% degli allevamenti e l’84% della produzione standard. Secondo i dati censuari 2010 le donne in Lombardia risultano meno presenti nella conduzione aziendale rispetto alla media nazionale (19,8% contro il 30,7%). Diversamente, è più elevata la presenza di giovani capo-azienda (14,5% rispetto al 10%). 82 Con riferimento al complesso della manodopera il 19% delle UL agricole lombarde risulta essere di sesso femminile, contro il 28,5% a livello nazio- nale. Maggiore rispetto alla situazione nazionale è, al contrario, l’incidenza dei giovani (27% delle UL contro il 20%). Conduzione e manodopera agricola in Lombardia e Italia, 2010 Lombardia Italia numero% numero % Capo azienda - con licenza media 34.853 64,1 1.158.494 71,5 - con laurea 3.516 6,5 100.981 6,2 - età inf. 40 anni 7.894 14,5 161.716 10,0 - donna 10.761 19,8 497.847 30,7 Manodopera extra familiare 39.290 28,6 938.103 24,2 di cui - manodopera straniera16.527 42,1 233.05524,8 - stranieri extra UE 9.065 54,8 98.58142,3 - stranieri UE 27 7.462 45,2 134.47457,7 di cui - continuativi 18.353 46,7 163.145 17,4 - saltuari 16.494 42,0 695.557 74,1 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. meccanizzazione Gli indicatori della meccanizzazione relativi all’agricoltura lombarda si presentano con valori più consistenti rispetto alla media nazionale. In termini di grado di meccanizzazione, si stima una disponibilità di potenza per ettaro di superficie di circa 8,9 kw/ha, contro i 6,4 kw/ha della media nazionale. Il più elevato grado di meccanizza- zione è presente nell’orientamento ortofloricolo (quasi 26 kw/ha) e nelle coltivazioni permanenti (20,4), con valori più che doppi rispetto alla media regionale. Anche le aziende con policoltura e con poli-allevamento si posizionano sopra la media regionale (rispettivamente 13 e 11 kw/ha), mentre gli orientamenti a seminatavi e con allevamenti bovini si attestano sugli 8 Kw/ha circa. Le aziende specializzate in granivori, invece, restano sotto tale soglia. Questi ultimi casi si distinguono per la maggiore potenza motrice presente in azienda in relazione anche alle loro maggiori dimensioni. In termini di dimensione economica (DE), si evidenzia infatti una Indicatori della meccanizzazione per OTE in Lombardia e Italia, media 2011-2013 Specializzate in granivori Specializzate in erbivori Specializzati in seminativi Miste coltivazioni ed allevamenti Media Lombardia Miste con poliallevamento Miste con policoltura Specializzate nelle permanenti Specializzate in ortofloricoltura Media Italia Grado di meccanizzazione dei terreni (Kw/SAU) Potenza motrice (Kw/az.) Intensità di meccanizzazione (Kw/ULT) % Noleggio e Spese macchine/ Spese correnti 7,4 8,2 8,2 8,7 8,9 11,0 13,0 20,4 25,9 6,4 333,8 238,4 215,5 223,2 209,2 229,6 138,5 120,7 158,8 99,5 112,3 138,3 161,2 163,4 135,0 151,9 99,5 94,6 78,6 82,3 5,1 11,3 24,9 20,9 12,9 13,9 16,4 24,1 9,9 17,0 Fonte: RICA ITALIA, dati medi ponderati. 83 Indicatori della meccanizzazione DE in Lombardia e Italia, media 2011-2013 Grado di meccanizzazione dei terreni (Kw/SAU) Grandi Medio Grandi Medie Media Lombardia Medio Piccole Piccole Media Italia Potenza motrice (Kw/az.) Intensità di meccanizzazione (Kw/ULT) % Noleggio e Spese macchine/ Spese correnti 6,4 530,8126,7 6,7 312,7 157,9 8,8 210,1153,0 8,9 209,2 135,0 11,1 151,6 111,2 19,6 129,0124,1 6,4 99,5 82,3 7,6 15,9 22,6 12,9 21,9 23,3 17,0 Fonte: RICA ITALIA, dati medi ponderati. Indicatori della meccanizzazione per zona altimetrica in Lombardia e Italia, media 2011-2013 Montagna Media Lombardia Pianura Collina Media Italia Fonte: RICA ITALIA, dati medi ponderati. 84 Grado di meccanizzazione dei terreni (Kw/SAU) Potenza motrice (Kw/az.) Intensità di meccanizzazione (Kw/ULT) 4,5 8,9 9,1 12,3 6,4 94,2 209,2 241,7 173,6 99,5 65,7 135,0 150,6 121,3 82,3 % Noleggio e Spese macchine/ Spese correnti 12,2 12,9 12,7 14,5 17,0 relazione inversa tra la dimensione e il grado di meccanizzazione: le aziende piccole sfiorano i 20 kw/h; quelle grandi si assestano sui 6,4. In merito alla potenza motrice per azienda, la media lombarda è pari a 209 kw, più che doppia rispetto a quella nazionale (poco meno di 100 kw). Con riferimento all’orientamento produttivo (OTE), le aziende specializzate negli allevamenti risultano sensibilmente superiori alla media regionale, come anche le aziende specializzate in seminativi; 333 kw di potenza motrice per i granivori, 238 kw per i bovini, 229 kw per i poli-allevamenti e 223 kw nel caso di aziende miste coltivazioni e allevamenti. Diversamente, gli orientamenti con policoltura, colture permanenti e ortofloricole si stimano sotto tale media. In termini di dimensione economica, al crescere della dimensione si osserva un incremento nella potenza mo- trice media aziendale, che passa dai 129 kw nelle piccole agli oltre 530 nelle grandi. Per quanto riguarda la distribuzione per altimetria, le aziende di pianura mostrano una potenza superiore alla media regionale, mentre in collina e montagna il valore risulta più contenuto. Anche il grado di intensità di meccanizzazione lombarda si pone significativamente sopra il valore nazionale: 135 kw/ULT contro 82,3. In questo caso, i valori maggiori si riscontrano nelle situazioni miste con coltivazioni e allevamenti, nei seminativi e nei poli-allevamenti. Nei restanti orientamenti si osserva una intensità inferiore alla media regionale. Sono le aziende con dimensione economica media o medio grande a mostrare i valori più alti di Kw/ULT (153 e 157), mentre le aziende grandi (127), le medio piccole (111) e le piccole (124) si collocano sotto il valore regionale. In termini territoriali, il livello maggiore di questo indicatore si osserva nelle aree di pianura. Riguardo al ricorso all’esterno per la meccanizzazione, si è stimata l’incidenza delle spese di noleggio macchine sulle spese correnti; questo indicatore risulta in Lombardia inferiore alla media nazionale, circa il 13% contro il 17%. Si osservano valori particolarmente elevati nel caso dei seminativi, delle colture permanenti e delle aziende miste coltivazioni-allevamenti. Sono le aziende di minore dimensione economica a mostrare i valori più marcati, come quelle di collina. 85 risultati economici delle aziende agricole Le informazioni economico-strutturali relative alle aziende agricole rilevate attraverso la rete contabile RICA1 evidenziano le differenze regionali esistenti rispetto al livello nazionale (dati 2013). L’agricoltura lombarda esprime una produzione standard (SO) per azienda stimabile in oltre 200.000 euro, mentre il valore medio nazionale è di circa 60.500 euro; rispetto al 2012, la stima del SO aziendale per la Lombardia risulta in apprezzabile incremento, con un valore quasi dieci volte superiore alla crescita media nazionale. Il contributo maggiore alla formazione della produzione standard è imputabile alle imprese di dimen- Risultati aziendali per classe di dimensione economica (DE) in Lombardia e Italia, 2013 Classe di DE % azienda % SO SO/az. SAU/az. UL/az. UBA/az. Kw/ha PLV/az. PLV/UL CV/PLV CF/PLV (€) (ha) (€)(€) (%)(%) ITALIA Piccole 62,9 12,7 12.186 7,23 0,80 0,85 8,74 17.438 21.908 55,0 20,3 Medio Piccole 15,8 9,5 36.358 14,81 1,22 4,25 7,30 40.758 33.527 44,5 17,7 Medie 10,7 12,5 71.011 25,26 1,60 9,64 5,83 74.803 46.817 45,7 16,5 Medio Grandi 9,4 32,1 206.081 50,73 2,65 34,81 4,81 197.802 74.658 48,5 12,3 Grandi 1,2 33,2 1.666.815 92,85 5,90 385,50 4,91 928.479 157.399 59,0 9,1 Totale 100,0 100,0 60.504 15,48 1,18 10,16 6,52 55.217 46.643 51,0 14,5 LOMBARDIA Piccole 44,5 3,2 14.544 6,94 1,07 2,77 21,47 20.490 19.205 61,5 35,7 Medio Piccole 15,9 2,9 36.641 13,19 1,34 5,18 11,61 44.545 33.204 42,8 21,4 Medie 12,4 4,2 67.914 23,321,279,458,53 73.002 57.30740,917,7 Medio Grandi 20,5 23,3 229.922 47,36 1,87 65,35 6,70 240.085 128.653 46,9 10,2 Grandi 6,7 66,4 1.986.875 79,61 4,32 772,75 6,95 1.073.581 248.623 57,7 9,3 Totale 100,0 100 201.578 23,13 1,52 68,64 9,40 146.682 96.577 52,6 12,3 Fonte: RICA ITALIA, dati medi ponderati. 1 Per informazioni sull’indagine RICA si veda www.rica.inea.it. 86 sione economica più elevata, che in Lombardia incidono per oltre il 66%, mentre in Italia la stessa quota richiede il contributo sia delle imprese grandi sia di quelle medio grandi (rispettivamente pari al 33% e 32% del totale SO). Questo dato si deve porre in relazione anche al peso in termini numerici delle imprese grandi e medio grandi che in Lombardia sono, rispettivamente il 6,7% e il 20,5% (unitamente il 27,2%), mentre a livello nazionale rappresentano l’1,2% e il 9,4% (unitamente il 10,6%). Le imprese lombarde mostrano una estensione media di oltre 23 ettari, contro i 15 della media italiana, e una presenza di oltre 68 UBA, contro le 10 italiane. L’utilizzo di manodopera in regione è in media di 1,52 UL, mentre in Italia è di 1,18. Relativamente alla incidenza dei costi, quelli variabili in Lombardia risultano simili a quelli nazionali, mentre Risultati aziendali medi della Lombardia e dei principali paesi UE (2010-2012) % n. azienda % SO UE % UBA SO/az. (€) PL/az. (€) PL/UL (€) % Sussidi/PL RN/ha (€) RN/ULF (€) Romania 21,41 3,35 5,77 10.960 13.127 9.748 13,13603 4.654 Grecia 6,62 1,95 1,63 20.60023.13319.448 29,42729 12.481 Polonia 14,94 6,07 7,50 28.44028.91816.911 19,90444 7.074 Spagna 11,19 10,46 10,18 65.44948.38234.958 20,56397 21.133 Austria 1,91 1,87 1,81 68.36068.44548.429 26,65474 20.549 Italia 16,28 16,52 7,68 71.04853.05541.454 11,91384 23.422 Francia 6,13 16,51 17,20 188.400190.318 93.600 16,44294 31.897 Lombardia 0,78 2,49 2,06 224.677149.635 95.946 9,53354 50.304 Regno Unito1,90 6,14 9,49 226.438241.605112.554 17,55293 43.370 Germania 3,96 13,90 13,28 245.679236.232106.250 15,14200 30.574 Belgio 0,63 2,59 3,16 288.951245.125114.903 10,39251 36.611 Danimarca 0,59 2,97 3,54 352.639425.349249.715 8,58117 41.685 Olanda 1,07 6,73 5,35 441.112457.913165.110 4,49151 38.532 RICA UE100,00100,00 100,00 70.00166.85542.495 16,78325 15.953 Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo. 87 il peso dei costi fissi appare leggermente inferiore. La competitività aziendale del sistema agricolo lombardo trova conferma anche nel confronto con altri paesi UE, nella stima delle medie aziendali nel periodo 2010-12. La produzione standard media lombarda, infatti, mostra un valore mag- giore di oltre tre volte la media UE e si posiziona in linea con quello di importanti realtà, caratterizzate da una agricoltura di tipo continentale, come Germania e Regno Unito. Una situazione allineata con le agricolture continentali rispetto a quelle mediterranee, si può osservare anche per altri indici, come la produzione vendibile media, la produttività e la redditività del lavoro. Diversamente, in termini di redditività per unità di superficie, il dato lombardo si dimostra più vicino alla media comunitaria e a quella nazionale. In Lombardia la portata dei contributi sulla produzione è inferiore al 10%, in linea con Belgio e Danimarca, Cerealicoltura specializzata, risultati aziendali medi per la Lombardia e le principali regioni di produzione UE (2010-2012) Paese/Regione Lombardia Francia/Alsazia Svezia/Slattbygdslan Danimarca Germania/Baviera Irlanda Ungheria/Magyarország Spagna/Navarra Italia RICA UE % n. aziende 2,18 0,37 0,83 1,61 0,55 0,82 0,44 0,82 19,79 100,00 Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo. 88 SO/az. (€) 61.321 97.040 88.656 85.480 79.533 71.107 59.931 43.657 30.553 59.080 PL/ha (€) 2.147 2.180 1.106 3.168 1.451 1.394 664 993 1.408 1.021 PL/UL (€) 45.439 114.353 141.836 241.625 86.718 109.406 45.049 62.927 35.984 58.486 RN/ha (€) 759 822 200 850 318 585 251 439 574 359 RN/ULF (€) 16.949 45.983 30.446 102.665 19.910 51.716 56.533 30.699 15.912 28.946 Sussidi /PL 28,8 17,5 22,0 10,3 27,5 28,7 37,8 22,9 31,7 26,3 % ha cereali 89,3 82,9 69,5 77,9 67,6 71,3 57,9 77,6 74,6 65,0 SAU/az % PL cereali % PL cereali su (ha) su PL PL cereali UE 28,50 89,4 2,53 61,90 86,3 0,90 123,66 57,8 1,39 79,33 28,3 2,43 69,95 58,8 0,69 70,86 69,4 1,19 109,56 59,5 0,41 54,01 75,1 0,70 22,92 77,0 10,43 74,44 62,0 100,00 ma significatamente più contenuta sia rispetto alla media Italia (quasi 12%) e a quella europea (quasi 17%), sia rispetto ad alcuni paesi con valori particolarmente elevati, come Grecia, Polonia, Austria e Spagna. Riguardo ai principali ordinamenti produttivi, i risultati economici ot- tenuti dalle aziende lombarde sono stati confrontati con quelli realizzati, per lo stesso ordinamento, da tutte le aziende agricole italiane, nonché con quelli raggiunti da alcune aree europee che hanno un ruolo significativo di confronto. Il settore cerealicolo si presenta spe- cializzato, con una incidenza di quasi il 90% dei cerali sulla SAU. La SAU media è di oltre 28 ha (molto al di sotto del dato medio comunitario di quasi 75 ettari); tuttavia si rilevano risultati economici apprezzabili, tra cui la produttività del lavoro, che è di circa 45.500 euro per unità, a fron- Seminativi specializzati non solo a cereali*, risultati aziendali medi per la Lombardia e le principali regioni di produzione UE (2010-2012) Paese/Regione % n. aziende Lombardia 1,09 Germania/Baden-Württemberg 0,41 Danimarca 0,64 Francia/Provenza-Alpi-Costa Azzurra 0,13 Belgio/Vallonia 0,36 Svezia/Slattbygdslan 0,70 Spagna/Paesi Baschi 0,07 Portogallo/Ribatejo e Oeste 0,63 Italia 25,13 RICA UE 100,00 SO/az. (€) 109.186 175.347 167.160 158.645 151.766 127.946 125.388 107.400 69.984 75.638 PL/ha (€) 3.151 2.726 2.528 2.248 2.970 1.663 1.558 3.709 2.326 1.900 PL/UL (€) 49.545 93.461 231.539 56.533 117.296 150.658 106.729 36.533 37.543 49.553 RN/ha (€) 1.212 694 470 597 1.277 224 505 1.051 1.064 660 RN/ULF (€) 23.970 38.019 67.423 25.601 52.080 27.538 40.039 14.258 22.916 24.276 Sussidi /PL 16,1 16,0 14,7 17,2 15,7 18,3 22,8 12,2 18,4 20,3 % ha cereali 41,7 44,1 54,0 38,6 42,9 49,3 73,4 19,3 33,3 44,7 SAU/az % PL cereali % PL cereali su (ha) su PL PL cereali UE 20,71 25,9 0,91 69,14 21,0 0,80 114,81 26,4 2,41 67,77 15,0 0,15 54,61 24,8 0,71 112,66 31,8 2,04 90,03 54,1 0,25 18,91 8,3 0,18 20,17 17,4 10,04 39,99 26,8 100,00 * Cereali misti con altri seminativi (piante industriali, aromatiche, orti in pieno campo), altri seminativi specializzati. Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo. 89 te dei 36.000 a livello nazionale e dei 59.000 a livello comunitario. Il peso dei sussidi ricevuti dalle imprese lombarde in questo settore risulta allineato alla media comunitaria. La viticoltura lombarda orientata alla produzione di vino, sta proseguendo un percorso di evoluzione. In termini di SO/azienda, si stima un valore di oltre 85.000 euro, in linea con la media comunitaria e a fronte di un valore medio nazionale attorno ai 65.500 euro; tuttavia, in alcune zone particolarmente vocate si possono osservare dati superiori, come in Linguadoca o in Austria. Una lettura simile si può fare anche in termini di produttività e redditività del lavoro e di incidenza dei sussidi, mentre le aziende lombarde mostrano performance migliori per unità di superficie. I bovini da latte rappresentano un settore di punta in Lombardia e la produzione incide per oltre la metà Viticoltura specializzata, risultati aziendali medi per la Lombardia e le principali regioni di produzione UE (2010-2012) Paese/Regione Lombardia Francia/Linguadoca - Rousillon Austria Germania/Baviera Rep. Ceca Italia Spagna/La Rioja Portogallo/Alentejo e do Algarve Grecia/Macedonia - Thraki RICA UE % SO/az. n. aziende (€) 0,79 85.815 3,53 114.122 2,98 95.280 0,19 92.280 0,27 76.469 48,07 65.350 1,24 43.202 0,33 24.979 0,85 23.630 100,00 84.740 PL/ha (€) 8.240 3.884 4.112 12.757 5.857 5.495 2.510 1.305 3.710 5.205 PL/UL (€) 41.065 58.728 43.809 52.600 27.282 34.961 27.091 15.025 22.102 42.364 RN/ha (€) 3.404 710 1.458 2.711 1.603 2.341 1.258 861 1.935 1.789 * Cereali misti con altri seminativi (piante industriali, aromatiche, orti in pieno campo), altri seminativi specializzati. Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo. 90 RN/ULF (€) 21.549 17.965 19.299 15.564 12.306 20.154 17.951 12.805 14.774 22.847 Sussidi /PL 6,5 3,8 14,7 2,9 10,6 5,6 3,8 20,3 15,0 4,7 % ha vite 71,3 76,0 31,8 78,9 83,8 50,1 71,3 35,4 41,4 60,9 SAU/az (ha) 6,82 29,69 15,09 7,37 9,66 7,54 13,90 19,89 5,78 13,32 % PL uvavino su PL 86,5 93,8 70,3 86,7 94,7 81,5 93,2 90,7 87,8 88,3 % PL uvavino su PL UE 0,63 6,24 2,12 0,25 0,23 26,53 0,66 0,13 0,26 100,00 della produzione italiana in termini di SO. Le aziende lombarde presentano un posizionamento di rilievo rispetto alla media comunitaria e ad altre regioni produttrici, con indici di produttività e reddittività tra i più elevati. La sola Lombardia offre un contributo rilevante alla PL europea (quasi il 4%, seconda solo all’Olanda). La dimensione media aziendale è contenuta in termini di superfici, ma con una buona percentuale di foraggi; la numerosità delle vacche per azienda appare consistente e di conseguen- za il carico di UBA elevato evidenzia un processo di allevamento intensivo. Le aziende zootecniche con orientamento misto latte e carne risultano di contenute dimensioni fisiche, soprattutto in termini di superfici, a fronte però di un elevato carico di bestiame, Bovini da latte specializzati, risultati aziendali medi per la Lombardia e le principali regioni di produzione UE (2010-2012) Paese/Regione % n. SO/az. aziende (€) Lombardia 0,97 Regno Unito/Inghilterra del Nord 0,43 Olanda 3,02 Germania/Schleswig-Holstein 0,63 Svezia/Slattbygdslan 0,54 Spagna/Navarra 0,04 Francia/Centro 0,10 Belgio/Vallonia 0,57 Italia 5,83 RICA UE 100,00 352.067 427.639 321.720 308.567 293.189 273.248 235.840 222.200 166.205 103.464 PL/ha (€) PL/UL (€) 9.698 3.677 5.936 3.437 2.881 7.265 2.285 4.242 6.715 2.744 160.419 150.781 172.095 160.999 146.910 128.103 107.979 104.065 95.339 58.211 RN/ha RN/ULF (€) (€) 4.525 708 1.188 677 319 1.575 472 1.324 2.817 714 97.804 50.525 38.558 43.599 21.978 37.313 25.531 32.904 50.855 18.058 UBA /ha 3,49 1,89 2,41 1,73 1,04 2,92 1,00 2,27 2,62 1,35 vacche ad % ha SAU/az. % PL latte e azienda foraggi (ha) latticini su PL 81,48 130,85 82,25 82,20 61,58 84,90 65,44 56,84 47,32 31,15 77,5 91,5 97,6 82,5 67,9 84,6 62,6 84,7 81,8 76,6 39,61 111,61 49,87 88,38 110,63 41,45 104,77 44,32 28,34 37,79 73,7 77,1 82,7 72,5 62,1 82,6 68,2 72,7 71,7 69,0 % PL latte e latticini su PL latte e latticini UE 3,8 1,9 10,3 1,9 1,5 0,1 0,2 1,1 11,1 100,0 Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo. 91 a indicare, anche in questo caso, una marcata vocazione produttiva. Le unità lombarde mostrano una forte specializzazione, con una incidenza del 70% della carne sulla produzione lorda. Tale valore risulta maggiore sia a quello italiano sia a quello europeo e inferiore solo al caso dell’Aragona. Anche gli indicatori di produttività e di redditività sottolineano la capacità degli allevamenti di essere competitivi a livello europeo; ad esempio, in Lombardia si osserva una redditività per addetto di quasi 37.000 euro, che rappresenta la migliore performance tra analoghe realtà europee poste a confronto. L’allevamento di granivori (suini e avicoli, ma anche misti) in Lombardia rappresenta un settore di marcata rilevanza e con una elevata specializzazione, che pone la produzione regionale tra le più importanti a livello comunitario. In termini di dimensio- Bestiame da latte, allevamento e ingrasso combinate*, risultati aziendali medi dei principali paesi UE (2010-2012) Paese/Regione % n. SO/az. aziende (€) Lombardia 0,91 Olanda 1,43 Belgio/Vallonia 1,12 Regno Unito/Scozia 1,04 Francia/Loira 1,32 Germania/Nordhein-Westfalia 0,89 Spagna/Aragona 0,55 Portogallo/Alentejo e do Algarve 0,64 Italia 8,59 RICA UE 100,00 *Escluso granivori combinati specializzati. Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo. 92 105.668 228.208 186.280 135.160 132.683 131.120 91.389 91.320 79.723 58.900 PL/ha (€) PL/UL (€) 7.628 4.479 1.710 840 1.272 2.151 960 211 1.966 1.063 74.594 93.397 71.554 86.958 85.789 81.427 55.935 25.322 49.166 38.837 RN/ha RN/ULF (€) (€) 3.695 419 540 189 252 268 407 148 882 317 36.985 12.900 22.969 23.816 18.152 10.726 23.883 23.660 24.563 12.930 UBA /ha 5,5 2,9 1,7 1,0 1,4 1,4 0,9 0,4 1,3 1,0 % ha SAU/az. % PL % PL latte % PL carne e latte foraggi (ha) carne/PL /PL su PL carne e latte UE 67,7 10,81 70,0 8,9 1,6 79,3 37,90 28,2 7,4 2,4 87,8 73,22 60,7 22,0 3,2 93,5 180,41 72,9 2,9 3,3 86,6 106,30 59,9 23,0 4,0 78,9 48,40 55,3 13,8 1,8 67,7 66,87 77,1 0,0 0,7 90,0 167,87 63,3 0,0 0,4 85,7 32,65 52,6 14,0 10,0 87,6 50,19 55,4 13,3 100,0 ni fisiche, le aziende lombarde mostrano una superficie media (quasi 41 ettari) e un carico di bestiame (22 UBA/ha) significatamente superiori alla media europea. In termini di risultati economici, la produttività per addetto lombarda appare di rilievo ed è superata solo dalla Danimarca: la redditività per addetto in Lombardia mostra, inoltre, il risultato migliore tra le situazioni confrontate. L’indice di competitività del sistema lombardo, tenuto conto che la media UE risulta il punto di riferimento ed è uguale a zero, appare leggermente positivo (+0,08), superiore alla situazione comunitaria e ben al di sopra della media nazionale, che invece presenta una performance negativa (-0,22). La competitività aziendale regionale è superiore a diversi casi, come la Granivori (suini e avicoli) specializzati, risultati aziendali medi per la Lombardia e le principali regioni di produzione UE (2010-2012) Paese/Regione Lombardia Italia Danimarca Regno Unito/England-East Rep. Ceca Olanda Spagna/Aragona Belgio/Vallonia Germania/Schleswig-Holstein Francia/Loira Svezia/Slattbygdslan RICA UE % n. aziende 1,00 4,70 2,04 0,84 0,23 3,74 1,88 2,15 0,42 1,84 0,38 100,00 SO/az. (€) 2.304.484 1.371.702 1.208.022 1.073.126 865.693 658.875 633.617 593.287 502.485 492.026 486.061 358.007 PL/ha (€) 17.826 17.374 7.008 15.254 45.154 71.489 5.819 20.333 5.033 6.527 4.620 7.992 PL/UL (€) 278.612 164.275 358.031 175.715 90.824 420.487 152.971 307.544 232.474 233.978 221.749 124.833 RN/ha (€) 7.044 6.284 210 1.669 513 2.668 1.315 2.630 572 743 164 1.165 RN/ULF (€) 152.484 92.024 33.461 86.790 10.863 20.641 52.778 41.420 35.668 32.152 11.122 28.391 UBA /ha 22,20 21,48 4,9 13,16 34,2 55,8 9,7 18,8 4,0 6,3 4,8 7,47 SAU/az. % carne % carne e uova % su PL (ha) suini su PL e avicoli su PL granivori UE 40,76 77,7 2,9 2,8 24,30 71,9 20,2 7,1 172,85 77,5 4,8 9,5 55,26 84,4 64,2 3,0 21,15 87,4 47,2 1,0 9,65 91,8 31,1 11,8 51,22 73,0 16,7 2,0 24,25 84,5 21,3 4,5 83,02 65,8 1,9 0,6 65,60 73,4 45,8 2,9 94,33 73,5 8,9 0,6 32,32 77,8 24,2 100,0 Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo. 93 Competitività complessiva aziendale della Lombardia e dei principali paesi UE distinto per componenti, 20102012 1,5 1,2 0,9 0,6 Strutture 0,3 Fattori 0,0 Mercati -0,3 Istituzioni -0,6 Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo. 94 Lombardia Regno Unito Romania Polonia Austria Olanda Italia Francia Spagna Grecia Germania Danimarca Belgio -0,9 -0,5 Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo. Lombardia Regno Unito Olanda Francia Germania Danimarca Belgio Romania Polonia Austria Italia Spagna 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 -0,1 -0,2 -0,3 -0,4 Grecia Competitività complessiva aziendale della Lombardia e dei principali paesi UE, 2010-2012 Spagna, e alcuni paesi UE di nuovo ingresso. I paesi con un’agricoltura di tipo continentale e legata alla zootecnia, come la Danimarca, l’Olanda e il Regno Unito, mostrano un indicatore decisamente più elevato. Le aziende agricole lombarde si collocano in modo positivo rispetto al quadro comunitario per quanto concerne, soprattutto, la struttura aziendale e le relazioni con i mercati di vendita. Anche la stima relativa alla condizione dei fattori risulta significativa e positiva; tuttavia, la situazione lombarda mostra elementi di debolezza quando si osserva il cosiddetto ambiente istituzionale e la capacità di utilizzare il supporto pubblico. Ad esempio, Belgio, Danimarca e Germania mostrano una minore competitività rispetto alla Lombardia nell’approccio ai mercati dei fattori, ma il loro posizionamento nel quadro istituzionale si conferma sempre migliore. 95 credito agrario Il valore del credito agrario erogato in Lombardia nel 2014 ammonta a 8,7 miliardi di euro, il 19,7% della consistenza nazionale, pari a 44,4 miliardi di euro; esso vale il 2% e il 2,4% del credito totale erogato, rispettivamente, a livello regionale e in ambito nazionale. La consistenza del credito agrario per ettaro di SAU, che per il totale Italia è di 3.447 euro, in Lombardia si attesta su 8.876 euro ed evidenzia una forte variabilità: dai 1.632 euro delle aziende agricole della provincia di Sondrio ai 13.480 euro di quelle cremonesi. Nell’ultimo quadriennio la variazione, su base annua, della consistenza del credito agrario crolla: passa dal +8,2% del 2011 al -0,8% del 2014 in Lombardia, e dal +7,1% allo +0,7% in Italia. E’ inoltre da rilevare che la modesta riduzione della consistenza del credito agrario in Lombardia nel corso del 2014 si discosta dalla contemporanea 96 netta riduzione della consistenza del credito totale regionale, pari al -4,2%. Il credito agrario in sofferenza ammonta a 827 milioni di euro ed è pari al 9,5% del credito agrario regionale, un tasso in forte crescita su base annua, ma molto più basso di quello che si riscontra a livello nazionale, dove il suo peso sul credito agrario complessivo raggiunge l’11,6%. Consistenza del credito in Lombardia e Italia (mio. euro), 2014 Credito totale Credito totale in sofferenza Credito agrario Credito agrario in sofferenza Bergamo 38.0803.951 821 84 Brescia 53.844 5.2042.056 305 Como 15.5501.246 125 13 Cremona 10.909 1.1471.840 151 Lecco 9.2321.050 51 2 Lodi 5.767 422578 22 Mantova 14.557 1.4421.406 67 Milano 234.50715.615 733 76 Monza e Brianza 24.112 2.088 90 14 Pavia 11.6201.404 833 85 Sondrio 4.354 217122 2 Varese 20.3361.882 89 6 Lombardia 442.868 35.668 8.742 827 Italia 1.824.436 168.947 44.420 5.136 Lombardia/Italia (%) 24,3 21,1 19,7 16,1 Lombardia (%) sofferenza/credito totale 8,1 9,5 Italia (%) sofferenza/credito totale 9,3 11,6 Fonte: elaborazioni SMEA su dati Banca d’Italia. La componente del credito agrario con durata superiore ai cinque anni prevale nettamente sulle altre due tipologie (quella inferiore all’anno e quella di durata compresa tra 1 e 5 anni); su base annua risulta stabile, sul 70,8%, in Lombardia, mentre è in leggera flessione a livello nazionale (dal 66,1% al 65,9%). La sua distribuzione in regione varia a livello provinciale, attestandosi sopra il 75% a Lodi, Cremona e Bergamo e mantenendosi al di sotto del 65% nelle province di Lecco, Pavia e Mantova. Credito agrario per ettaro di SAU in Lombardia e Italia (euro), 2014 Sondrio 1.632 Pavia 4.696 Lecco 4.832 Como 5.231 Varese 6.736 Mantova 8.355 Monza e Brianza 8.876 Lombardia 9.119 Lodi 10.385 Bergamo 11.317 Brescia 11.453 Milano 11.595 13.480 Cremona 3.447 Italia 0 3.000 6.000 9.000 12.000 15.000 Fonte: elaborazioni SMEA su dati Banca d’Italia. 97 Distribuzione percentuale per tipologia del credito agrario in Lombardia e Italia, 2014 Bergamo 13,8 Brescia 18,2 10,1 71,7 Durata < 1 anno 12,2 69,1 Durata tra 1 e 5 anni 76,7 Durata > 5 anni 8,8 77,4 Como 18,7 Cremona 15,9 Lecco 33,8 Lodi 19,7 Mantova 24,8 10,4 64,9 Milano 18,7 15,1 66,2 Monza e Brianza 19,2 Pavia 26,4 12,3 61,2 Sondrio 26,4 6,2 67,4 Varese 17,8 14,1 68,1 LOMBARDIA 19,5 9,7 70,8 Italia 7,4 Fonte: elaborazione SMEA su dati Banca d’Italia. 56,0 5,1 75,2 7,4 22,4 0 98 10,2 73,4 11,6 20 65,9 40 60 80 100 mercato fondiario Nel 2014, come nell’anno precedente, il mercato fondiario lombardo ha visto mantenere una scarsa mobilità fondiaria. Le limitate compravendite si sono concentrate quasi esclusivamente nelle aree di pianura e nella collina più ricca, mentre in montagna si osserva un mercato quasi fermo. Più in particolare, la domanda in pianura è spesso espressa da imprese di medio-grande dimensione con ordinamenti specializzati; mentre in collina si osserva soprattutto un’attività da parte di imprese multifunzionali, di piccola o media dimensione. Come negli anni scorsi, il ristagno del mercato comporta un’evidente difficoltà di valutazione dei terreni agricoli: le stime spesso si devono basare su “percezioni di mercato” piuttosto che su valori reali di compravendita. In pianura, dove si presenta una certa dinamicità, si evidenzia una riduzione dei valori fondiari, sostanzialmen- te in linea con l’anno precedente. In particolare, il fenomeno ha interessato i seminativi, anche se in alcune situazioni, sia per le esigenze di condizionalità sia per una certa capacità di produrre reddito da reinvestire delle imprese, si può osservare una mode- rata domanda. Prosegue, anche se in modo meno consistente, la delocalizzazione di alcune produzioni orticole per la quarta gamma. Le dismissioni dell’attività d’impresa e la vendita dei suoli per difficoltà finanziarie o per il ricambio generazio- Valori fondiari medi in Lombardia (migliaia di euro ha/SAU), 2014 Montagna Zona altimetrica Totale Collina Pianura Varese 15,5 26,740,3 Como 5,5 31,227,3 Sondrio 7,0 -- Milano - 26,338,8 Bergamo 13,5 34,764,9 Brescia 8,5 54,443,5 Pavia 7,0 23,232,7 Cremona - -35,1 Mantova - 64,345,4 Lecco 8,731,2 - Lodi - -42,0 Lombardia 8,4 39,740,3 Italia n.d. n.d.n.d. Var. % 2013/2012 28,4 16,3 7,0 38,5 43,5 34,3 30,7 35,1 46,9 22,0 42,0 34,6 20,0 0,0 -0,4 0,0 -1,5 -5,0 -3,7 0,7 -1,1 -0,8 -0,7 0,0 -1,5 -0,6 Fonte: CREA, Banca dati dei valori fondiari. 99 nale sono piuttosto diffuse e restano alcuni dei motivi principali dell’offerta di terreni. Sono ormai esaurite anche le transazioni legate agli espropri conseguenti alla realizzazione delle grandi opere, mentre si conferma una situazione di attesa legata alla produzione di bioenergie. Un altro fattore di cautela è l’applicazione a regime della nuova PAC; in questo senso, gli operatori sembrano non avere ancora una lettura chiara dei nuovi regimi del primo pilastro e si attende l’approvazione definitiva del nuovo PSR 2014-20. In generale, tuttavia, tutti questi fattori hanno un impatto maggiore sul mercato degli affitti che non sul mercato fondiario. Ad esempio, negli ultimi anni gli allevatori da latte, che intendono mantenere o rafforzare la dimensione d’impresa, preferiscono fare ricorso all’affittanza piuttosto che all’acquisto. L’andamento dei 100 canoni dei terreni destinati alla produzione di biomasse per gli impianti di produzioni energetiche da fonti rinnovabili, specie nella provincia di Cremona, continua a mostrare una frenata e i valori sembrano divenire Andamento del prezzo della terra in Lombardia e Italia* 40.000 Lombardia 35.000 30.000 25.000 Italia 20.000 15.000 10.000 1992 1994 1996 1998 * Euro ha/SAU, prezzi correnti. Fonte: CREA, Banca dati dei valori fondiari. 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 più omogenei tra le diverse province. Il mercato degli affitti mostra, anche per il 2014, un effetto legato al fenomeno dei rinnovi, che hanno indotto un leggero aumento anche per effetto di una più diffusa regolarizzazione dei contratti. Canoni per contratti di affitto in Lombardia (euro/ha), 2014 Contratti per la gestione di boschi e rimboschimenti (VA) Contratti in deroga per seminativi e prati (VA) Terreni per florovivaismo (CO) Contratti verbali per prati e seminativi (CO e LC) Contratti in deroga per frutteti nella Valtellina (SO) Contratti per alpeggi (a corpo) nella montagna di Sondrio Contratti stagionali per ortaggi nella collina di Bergamo Contratti in deroga per seminativi irrigui nella bassa pianura bergamasca Contratti per alpeggi nella montagna bergamasca Contratti in deroga per seminativi nella pianura bresciana Contratti in deroga per vigneti nella collina bresciana Contratti in deroga per risaie (PV) Contratti in deroga per vigneti DOC nell’Oltrepo Pavese Contratti in deroga per seminativi (PV) Contoterzisti per seminativi irrigui (MI) Contratti in deroga per seminativi irrigui (MI) Contratti in deroga per seminativi irrigui (LO) Contratti per la fornitura di biomasse a impianti energetici da FER (CR) Contratti stagionali per pomodori e ortaggi (Casalasco,CR) Contratti in deroga per seminativi irrigui (CR) Contratti in deroga per vivai (MN) Contratti stagionali per ortaggi e melone (Viadananese, Oltrepo Dx Secchia, Medio Mantovano) Contoterzisti per seminativi (MN) MinMax 100 140 350 190 320 44 2.100 730 65 830 1.500 550 500 550 570 570 500 1.100 700 650 1.450 850 580 150 200 600 430 430 75 2.300 1.040 160 1.000 1.800 1.100 750 1.100 890 890 1.200 1.200 1.000 830 1.900 1.800 700 Fonte: CREA, Indagine sul mercato fondiario. 101 MULTIFUNZIONALITÀ agroenergie La vocazione zootecnica dell’agricoltura lombarda di pianura e le necessità legate allo smaltimento dei reflui, unitamente all’incentivazione economica alla filiera agroenergetica, hanno portato in questi ultimi anni ad una crescita degli impianti di biogas. Secondo i dati ISTAT in Lombardia si concentrerebbe infatti oltre il 40% degli impianti a biogas. Il numero degli impianti effettivamente attivi in Regione nel luglio 2015 è 388, in crescita di circa il 2% rispetto allo steso periodo del 2014, concentrati perlopiù nelle province di Cremona (144), Brescia (65), Lodi (54), Mantova (53) e Pavia (38). Gli impianti collocati in regione dispongono di una potenza elettrica installata di quasi 300 MWe per una media ad impianto di 758 KWe. Cremona, Lodi, Brescia e Mantova detengono oltre l’80% dell’energia elettrica da biogas prodotta in Lombardia. La provincia 104 con una dimensione media degli impianti più elevata risulta Milano, quella con gli impianti mediamente più contenuti è Bergamo. Secondo le stime del progetto EcoBiogas 2013, la tipologia di impianti più diffusa è quella fra 0,75 MWe e 1MWe, che interessa circa il 57% degli impianti; tale dimensionamento permette agli imprenditori di sfruttare al massimo i vantaggi derivanti dalla tariffa onnicomprensiva, valida per gli impianti fino a 1MW, limite che in passato ha rappresentato anche la soglia massima per poter ottenere un cofinanziamento pubblico all’investimento. Solo il 4,4% degli impianti supera tale dimensionamento, anche se in questa categoria si concentra comunque il 16,7% dell’energia elettrica prodotta. Sempre secondo la medesima fonte, gli impianti a biogas Impianti a biogas in Lombardia Impianti (n.) Bergamo 20 Brescia65 Cremona144 Lodi54 Mantova 53 Milano11 Pavia38 Sondrio 3 Lombardia 388 Potenza elettrica installata (MWe)1 9,4 43,7 104,9 47,5 42,8 10,5 33,5 1,8 294,05 1 Potenza energia elettrica. Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia, dati aggiornati a luglio 2015. Potenza media (kWe)1 470,0 672,8 728,2 879,6 807,5 950,9 881,6 600,0 757,9 presenti in Lombardia consumano annualmente 2,5 milioni di tonnellate di mais insilato, 0,8 milioni di tonnellate di cereali autunno-vernini insilati, circa 5 milioni di tonnellate di reflui zootecnici, nonché quantità minori di erba, sfarinati, glicerina e oli vegetali e rifiuti urbani di natura organica. Secondo i dati del Gestore dei servizi energetici (GSE), nel 2013 sono stati prodotti in Lombardia 2.458 GWh di energia da impianti a biogas, pari rispettivamente al 33% e al 14,5% delle bioenergie e delle energie da fonti rinnovabili prodotte in regione. La produzione di bioenergie non risulta, tuttavia, relegata nelle aree zootecniche; al contrario, ha trovato una via di sviluppo nelle aree montane tramite l’avvio di una filiera legno-energia, che permette di valorizzare le risorse forestali finalizzate per la produzione di calore ed energia elettrica. In particolare, nel 2011 risultano attive 12 reti di teleriscaldamento ad accesso pubblico alimentate o co-alimentate a biomasse legnose, concentrate nelle province di Brescia e Sondrio, e una Distribuzione degli impianti a biogas in Lombardia, 2013* Impianti a biogas per classe di potenza in Lombardia, 2013* 60% 57,3% 50% 40% 30% 20% 12,7% 10% 15,5% 10,0% 4,4% 0 0-250 *Indagine riferita alle province di BG, BS, CR, LO, MN, MI e PV. Fonte: elaborazioni su dati progetto di ricerca Eco-Biogas finanziato da Regione Lombardia. 251-500 501-750 751-1000 Oltre 1 MW *Indagine riferita alle province di BG, BS, CR, LO, MN, MI e PV. Fonte: elaborazioni su dati progetto di ricerca Eco-Biogas finanziato da Regione Lombardia. 105 serie di centrali ad uso privato in fase di censimento. Il comparto della produzione di biocarburanti (bioetanolo e biodiesel) vede la presenza in regione di 5 impianti di trasformazione, la cui capacità produttiva è in ogni caso in gran parte slegata dall’utilizzo di materia prima locale. Secondo i dati censuari, sono 4.600 gli ettari dedicati a colture energetiche soggette a contratto di coltivazione su un totale di 17.000 registrati a livello nazionale. Per quanto riguarda il fotovoltaico, secondo i dati 2013 del GSE la superficie degli impianti a terra lombardi, di cui presumibilmente la maggioranza in aree agricole, si aggira sui 400 ettari, per una produzione energetica di 248 MWe, pari al 12,8% dell’energia fotovoltaica prodotta in regione. 106 Reti di teleriscaldamento alimentate (o co-alimentate) a biomasse legnose in Lombardia Localizzazione Tipo realizzazione della centrale Sedrina (BG) Brescia (BS) Edolo (BS) Sellero (BS) Collio (BS) Temù - Ponte di Legno (BS) Villaguardia (CO) Tirano (SO) Sondalo (SO) Madesimo (SO) Valfurva (SO) Marchirolo (VA) Cogenerazione energia elettrica e termica Sistema multicombustibile, cogenerazione energia elettrica e termica Produzione calore Cogenerazione energia elettrica e termica Cogenerazione energia elettrica e termica Produzione calore Cogenerazione energia elettrica e termica Cogenerazione energia elettrica e termica Produzione calore Produzione calore Produzione calore Produzione calore Fonte: elaborazioni su dati SIRENA - Regione Lombardia, 2011. Anno entrata in servizio 2009 2005 2004 2004 2007 2005 2010 2000 2000 2006 2007 2008 prodotti a denominazione e tradizionali La Lombardia offre un’ampia rappresentanza di prodotti a denominazione riconosciuti ai sensi del reg. (UE) n. 1151/2012, di cui l’Italia è leader a livello europeo. Su 274 prodotti DOP e IGP presenti in Italia, 32 sono realizzati in Lombardia, dato che colloca la regione ai primi posti a livello nazionale. La vocazione zootecnica dell’agricoltura regionale determina una netta prevalenza fra i prodotti DOP e IGP di formaggi e salumi, rispettivamente con 14 e 10 riconoscimenti, ma produzioni a denominazione sono presenti anche nei comparti oleicolo, ortofrutticolo, del miele e dell’acquacoltura. Hanno sede nel territorio regionale 15 consorzi di tutela dei prodotti DOP e IGP, istituiti ai sensi della legge 526/1999. Nel corso dell’ultimo biennio la Lombardia ha ottenuto il riconoscimento di ben 5 prodotti a denominazione: i formaggi Strachitunt DOP e Silter Numero di DOP e IGP in Lombardia e Italia* 274 250 200 150 104 100 50 0 50 43 3 Ortofrutticoli e cereali 2 Oli d'oliva 14 Formaggi 39 100 Salumi 39 32 3 Lombardia Italia Altro TOTALE *Situazione al 29 settembre 2015. Fonte: MIPAAF. 107 Elenco dei prodotti DOP e IGP in Lombardia* CategoriaProdotto Formaggi Bitto Formaggella del Luinese DOP Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana Gorgonzola Grana Padano Nostrano Valle Trompia Parmigiano Reggiano Provolone Valpadana Quartirolo Lombardo Taleggio Salva cremasco Silter Strachitunt Valtellina Casera Salumi Bresaola della Valtellina Coppa di Parma Cotechino Modena Mortadella Bologna Salame Brianza Salame Cremona Salame d’oca di Mortara Salame di Varzi Salamini italiani alla cacciatora Zampone Modena Denominazione DOP DOP DOP DOP DOP DOP DOP DOP DOP DOP DOP DOP DOP DOP IGP IGP IGP IGP DOP IGP IGP DOP DOP IGP Territorio SO, comuni della provincia di BG Comuni della provincia di VA Comuni della provincia di BG BG, BS, CO, CR, LC, LO, MI, PV, VA BG, BS, CO, CR, LC, LO, MN(sinistra Po), MI, PV, SO, VA Comuni della provincia di BS MN(destra Po) CR, BS, comuni delle province di BG, MN, LO BG, BS, CO, CR, LC, LO, MI, PV, VA BG, BS, CO, CR, LC, LO, MI, PV BG, BS, CR, LC, LO, MI BS Comuni della provincia di BG SO SO MN, PV, comuni delle province di CR, LO, MI BG, BS, CO, CR, LC, LO, MN, MI, PV, VA Intero territorio regionale Comuni delle province di CO, LC, MI Intero territorio regionale Comuni della provincia di PV Comuni della provincia di PV Intero territorio regionale BG, BS, CO, CR, LC, LO, MN, MI, PV, VA >>>>> segue 108 >>>>> segue Elenco dei prodotti DOP e IGP in Lombardia* CategoriaProdotto Oli d’oliva Ortofrutticoli Altro Olio extravergine d’oliva Garda Olio extravergine d’oliva Laghi Lombardi Mela di Valtellina Melone Mantovano Pera Mantovana Miele Varesino Salmerino del Trentino Trota del Trentino Denominazione DOP DOP IGP IGP IGP DOP IGP IGP Territorio Comuni della provincia di BS Comuni delle province di BG, BS, CO, LC Comuni della provincia di SO MN,CR Comuni della provincia di MN VA BS BS *Situazione al 29 settembre 2015. Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. DOP, il Miele Varesino d’acacia DOP, il Melone Mantovano IGP e la Trota del Trentino IGP. Sono inoltre numerosi i prodotti che hanno avviato l’iter per ottenere la DOP fra cui il formaggio Bagoss, il Salame Bergamasco e il Salame Mantovano, il Miele di Valtellina. Allo stesso modo, fra le IGP in itinere sono da citare l’Asparago di Cantello, i Pizzoccheri della Valtellina e la Grappa di Lombardia. Secondo stime ISMEA 2012, il fatturato delle produzioni DOP e IGP in Lombardia è di 1,8 miliardi di euro, che rappresenta un quarto del fatturato nazionale, dato che colloca la regione al secondo posto in Italia dopo l’Emilia-Romagna. Secondo i dati ISTAT 2013 le aziende agricole coinvolte nella produzione di formaggi DOP sono 4.201 corrispon- denti a oltre 5.000 allevamenti (17,5% del totale nazionale). L’incidenza dei capi bovini allevati per la produzione di formaggi DOP è del 45% sul totale nazionale (dato 2011). Risultano inoltre in attività 370 trasformatori di cui 292 caseificatori, che rappresentano una quota di poco superiore al 20% del totale nazionale. Il dato degli allevamenti che producono latte per formaggi DOP in Lombardia fa segna- 109 re una pesante contrazione rispetto al 2012 (-14,3%). Notevole è anche l’apporto della Lombardia al comparto dei preparati a base di carne DOP e IGP con ben 1.453 produttori e 1.947 allevamenti, in gran parte suinicoli, per una quota del 42% del totale nazionale. Importante è anche la presenza dei trasformatori di insaccati, pari al 15,8% del totale italiano, che sale al 28% se si considerano i soli macellatori. Anche nel caso degli allevamenti dedicati alla produzione di preparati di carni DOP e IGP la contrazione su base annua risulta molto importante (-19,1%). Minore rilevanza nel confronto con il contesto italiano assumono le produzioni ortofrutticole DOP e IGP, le carni IGP e gli oli extravergine DOP e IGP. Nel campo vitivinicolo la Lombardia vanta una gamma di 5 DOCG, 22 110 Fatturato alla produzione delle DOP e IGP per regione (mio. euro), 20102012 Regioni 2010 2011 2012 Var. % Peso % 2012/11 2012 Emilia-Romagna2.615,92.897,0 2.894,9 -0,1 42,2 Lombardia 1.586,21.827,3 1.775,8 -2,8 25,9 Trentino-Alto Adige 423,7 455,4 528,8 16,1 7,7 Veneto 361,2417,4 454,3 8,8 6,6 Friuli-Venezia Giulia 335,0 331,6 312,6 -5,7 4,6 Campania 283,3287,3 286,8-0,2 4,2 Piemonte 181,1199,9 201,1 0,6 2,9 Sardegna 162,0 110,4 137,024,0 2,0 Toscana 92,9 98,1 94,8-3,4 1,4 Lazio 45,3 41,7 51,122,5 0,7 Puglia 22,1 33,8 34,52,2 0,5 Umbria 35,0 13,9 20,245,1 0,3 Sicilia 24,2 17,5 16,8-3,6 0,2 Calabria 11,29,113,6 49,60,2 Marche 15,8 11,4 11,95,0 0,2 Liguria 5,25,2 4,6 -11,50,1 Valle d’Aosta 26,7 25,4 24,0 -5,4 0,3 Basilicata 1,61,8 2,1 17,90,0 Abruzzo 3,02,6 1,9 -29,50,0 Molise 1,41,1 0,8-27,8 0,0 Fonte: elaborazioni ISMEA su dati Organismi di controllo e Consorzi di tutela. DOC e 15 IGT. Va segnalato come la normativa comunitaria preveda l’assegnazione della menzione DOP ai vini DOC e DOCG e quella IGP ai vini IGT, anche se al momento è prevista la coesistenza con le tradizionali menzioni italiane. In base alle dichiarazioni relative alla vendemmia 2014, la superficie dei vitigni a denominazione in Lombardia si assesta su un valore di 17.237 ettari su una superficie vitata regionale di 23.252 ettari, in calo del 3,7% rispetto all’anno precedente. In particolare, la superficie vitata iscritta agli albi dei vigneti DOC e DOCG, secondo i dati 2014 della DG Agricoltura della Regione Lombardia, è pari a 11.381 ettari, in calo del 6,6% sul 2013, mentre le IGT raggiungono i 5.856 ettari, facendo segnare un +2,6% rispetto all’anno precedente. La produzione di uva DOCG, DOC e IGT supera, nel 2014, 1,8 milioni di quintali (-8,1% nel confronto con il 2013), a cui corrispondono produzioni vinicole di 728.000 hl di vini DOC e DOCG e 526.000 hl di vino IGT. Circa il 40% delle uve prodotte in Lombardia sono vinificate in azienda, mentre il 20% è trasformato da imprese cooperative. La quota della coope- Operatori1 nel settore dei prodotti DOP e IGP in Lombardia e Italia, 2013 Lombardia Italia Formaggi DOP Produttori - aziende agricole Produttori - allevamenti Capi bovini allevati Trasformatori Trasformatori - di cui caseificatori 4.201 5.124 n.d. 370 292 27.190 29.357 n.d. 1.691 1.383 % Lombardia/Italia 15,5 17,5 n.d. 21,9 21,1 Preparazione carni DOP e IGP Produttori - aziende agricole Produttori - allevamenti Trasformatori Trasformatori - di cui macellatori 1.453 1.947 117 55 3.562 4.614 741 197 40,8 42,2 15,8 27,9 Ortofrutta DOP e IGP Produttori - aziende agricole Trasformatori 466 16 17.076 1.165 2,7 1,4 Olii extravergine DOP e IGP Produttori - aziende agricole Trasformatori Trasformatori - di cui molitori 172 53 19 19.083 1.863 1.038 0,9 2,8 1,8 Carni IGP Trasformatori 15 873 1,7 I dati dei trasformatori sono riferiti alle imprese e non agli impianti. Fonte: ISTAT. 1 111 Superfici iscritte agli albi dei vigneti DOC/DOCG e agli elenchi delle vigne IGT in Lombardia per la vendemmia 2014 Nome Albo DOC/DOCG DOC - Bonarda dell’Oltrepo Pavese DOCG - Franciacorta DOC - Oltrepo Pavese DOC - Lugana DOC - Garda DOC - Lambrusco Mantovano DOCG - Valtellina Superiore DOC - Sangue di Giuda dell’Oltrepo Pavese DOC - Curtefranca DOCG - Oltrepo Pavese Metodo Classico DOC - Valcalepio DOC - Valtenesi DOC - Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina DOC - Pinot Nero dell’Oltrepo Pavese DOC - Riviera del Garda Bresciano DOC - Oltrepo Pavese Pinot Grigio DOC - Buttafuoco dell’Oltrepo Pavese DOC - Capriano del Colle DOC - San Colombano al Lambro DOCG - Sforzato di Valtellina o Sfursat DOC - Garda Colli Mantovani DOC - Botticino DOC - Colleoni o Terre del Colleoni DOC - San Martino della Battaglia DOC - Cellatica DOC - Casteggio DOCG - Scanzo o Moscato di Scanzo 112 Sup. rivendicata Produzione uva (ha)(q) 2.572 258.691 2.456 212.434 2.452 216.051 1.058 126.703 560 44.431 378 51.916 336 15.572 285 27.402 200 19.424 153 12.638 131 9.639 115 8.992 112 4.534 98 8.433 78 6.708 72 8.435 61 5.120 58 4.731 56 3.814 50 2.392 34 3679,61 22 945 11 1.002 11 549 8 661 7 181 4 208 Nome elenco IGT Sup. rivendicata Produzione uva (ha)(q) IGT - Provincia di Pavia o Pavia 4.974 665.360 IGT - Provincia di Mantova o Mantova 322 57.078 IGT - Bergamasca 118 8.917 IGT - Collina Del Milanese 83 8.060 IGT - Alto Mincio 72 7.610 IGT - Terrazze Retiche di Sondrio 69 3.070 IGT - Benaco Bresciano 53 3.836 IGT - Quistello 52 9.329 IGT - Montenetto di Brescia 27 1.840 IGT - Sebino 26 2.847 IGT - Terre Lariane 21 931 IGT - Valcamonica 20 781 IGT - Ronchi di Brescia 12 787 IGT - Ronchi Varesini 5 294 IGT - Sabbioneta 3 207 TOTALE DOC e DOCG 11.381 1.055.286 TOTALE IGT 5.856 770.944 Superfici totali iscritte agli albi DOC/DOCG ed elenchi IGT 17.237 1.826.230 Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. razione sale al 27% con riferimento ai vini IGP (dato 2013). Fra le principali denominazioni in termini di superficie, l’Oltrepo Pavese si contrae rispetto al 2014 del 16,3%, così come il Bonarda (-4,6%). In calo anche il Franciacorta (-3,2%), mentre le superfici dichiarate a Lugana registrano un incremento su base annua del 6,1%. A completare il quadro dei prodotti a denominazione, i prodotti agroalimentari tradizionali, il cui elenco risulta aggiornato al luglio 2015. La Lombardia si colloca al nono posto fra le regioni italiane, con una dotazione di 247 prodotti (pari al 5,1% del totale nazionale). Fra le specialità lombarde prevalgono i prodotti da forno e pasticceria (72), i derivati della carne (68) e i derivati del latte (66). Discreta è anche la quota degli ortofrutticoli, con 29 prodotti tradizionali riconosciuti. Vini DOP e IGP in Lombardia e Italia* 5 DOCG 73 22 DOC 332 Lombardia 15 IGT Italia 118 0 50 100 150 200 250 300 350 * Situazione al 10 luglio 2014. Fonte: MIPAAF. Produzione e collocazione delle uve da vino per canale di traformazione, 2013 Produzione totale uva (q) % produzione vinificata in azienda % produzione ceduta a cooperative % produzione ceduta ad altre aziende DOP IGP Vino non a denominazione TOTALE 1.160.835 828.996 192.301 2.182.132 43,6 29,0 59,3 39,3 17,5 27,5 11,6 20,8 39,0 43,6 29,1 39,9 Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. 113 Prodotti agroalimentari tradizionali per comparto in Lombardia 80 70 72 68 63 60 50 40 29 30 20 10 3 0 Carni fresche Formaggi Prodotti e trasformate lattiero-caseari 2 1 Miele Ortaggi e frutta Grassi Paste fresche, (burro e oli) prodotti da forno e pasticceria Fonte: Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del MIPAAF, Quindicesima revisione (luglio 2015). 114 4 Prodotti ittici 2 3 Bevande Gastronomia agricoltura biologica In Lombardia l’agricoltura biologica risulta piuttosto limitata se paragonata ad altre realtà regionali. Nel 2014 gli operatori biologici lombardi costituiscono il 3% del totale nazionale. Con riferimento ai soli produttori l’incidenza scende al 2,2%, mentre maggiore risulta la quota riferita ai trasformatori (7,6%). Modesta è anche la quota della superficie biologica nel suo complesso sul totale nazionale, pari all’1,5% (dati SINAB, 2015). Operatori1 del settore biologico in Lombardia, 2014 Aziende ProduttoriPreparatori numero% numero % numero% Bergamo 19411,7 10310,8 12413,0 Brescia 31819,2 22723,7 16517,2 Como 613,7 373,9 323,3 Cremona 744,5 404,2 464,8 Lecco 472,8 222,3 343,6 Lodi 271,6 101,0 384,0 Mantova 159 9,6 10010,5 75 7,8 Milano 28817,4 65 6,8 239 25,0 Monza e Brianza 41 2,5 10 1,0 34 3,6 Pavia 31218,9 268 28,0 92 9,6 Sondrio 603,6 373,9 363,8 Varese 714,3 373,9 424,4 Lombardia 1652 100 956 100 957100,0 Il dato è per provincia della sede legale e non comprende gli importatori. Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. Incidenza del comparto biologico regionale sul totale nazionale, 2014 10% 9% 8,0% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 3,0% 2,0% 2% 1,6% 1% 0% Operatori Produttori Trasformatori Superficie 1 Fonte: SINAB. 115 Secondo i dati forniti dalla DG Agricoltura, nel 2014 il numero degli operatori biologici ammonta a 1.652; il 57,9% svolge attività di produzione, analoga percentuale raggruppa coloro che svolgono attività di preparazione, inclusi anche i produttori che se ne occupano. La dinamica degli operatori lombardi segna una cospicua crescita dell’8%, con un aumento del 13,8% dei trasformatori e del 7,1% dei produttori rispetto al 2013. Riguardo alla distribuzione provinciale delle aziende, si evince il primato della provincia di Brescia (19,2%), seguita da quelle di Pavia (18,9%), Milano (17,4%) e Bergamo (11,7%). Produttori biologici in Lombardia, 2014 Superficie destinata ad agricoltura biologica in Lombardia (ha)* Vegetali*Zootecnia* Provincia numero% numero% Bergamo 9810,7 18 10,2 Brescia 22224,3 35 19,9 Como 313,4 13 7,4 Cremona 374,1 14 8,0 Lecco 202,2 11 6,3 Lodi 101,1 1 0,6 Mantova 9910,8 18 10,2 Milano 586,4 13 7,4 Monza e Brianza 9 1,0 2 1,1 Pavia 26328,8 29 16,5 Sondrio 323,5 12 6,8 Varese 343,7 10 5,7 Lombardia 913100,0 176 100,0 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza E Brianza Pavia Sondrio Varese Lombardia * Produttori esclusivi e non esclusivi. Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. * Principali utilizzi della superficie investita: seminativi, legnose agrarie, prati permaenti e pascoli. Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia, dati aggiornati a luglio 2015. 116 Superficie Superficie in Totale Ripartizione biologica conversionesuperficie % 671 137 808 3,4 1.358 839 2.197 9,4 274 3 277 1,2 535 64 600 2,6 106 14 120 0,5 749 75 824 3,5 1.506 60 1.565 6,7 1.025 114 1.139 4,9 289 11 300 1,3 13.020 1.833 14.853 63,3 240 74 314 1,3 400 60 459 2,0 20.173 3.284 23.457 100,0 Con riferimento ai soli produttori la provincia di Pavia raggiunge il 28%, seguita da quelle di Brescia (23,7%) e Bergamo (10,8%). Milano detiene, invece, il primato dei preparatori biologici, con il 25% del totale seguita da Brescia con il 17,2%. Il 95,5% dei produttori biologici lombardi ha ottenuto la certificazione per le produzioni vegetali (tra questi anche produttori ad indirizzo zootecnico); la zootecnia biologica in complesso interessa, invece, il 16,1% dei produttori. Pavia è la provincia leader in termini di produttori vegetali bio (28,8%), mentre il primato fra i produttori zootecnici biologici appartiene alla provincia di Brescia (19,9%). I produttori vegetali aumentano del 5,8% su base annua, mentre ancora più marcata è la variazione annuale dei produttori zootecnici (+14,3%). In Lombardia la superficie agricola investita a colture condotte comples- sivamente con metodo biologico rappresenta circa il 2% della SAU regionale. Il 63,3% della superficie biologica complessiva, pari a i 23.457 ettari, ricade nella provincia di Pavia; seguo- no, con il 9,4%, le province di Brescia, in decisa ascesa, Mantova (6,7%) e Milano (4,9%). Circa 3.200 ettari, pari al 14% del totale, risultano in conversione, in buona parte concentrate a Pavia Ripartizione della SAU biologica per coltura*, 2014 0,6% 47,2% Cereali da granella Piante industriali e legumi secchi Ortive 32,0% Vite Olivo 2,8% 0,4% 0,7% Altri seminativi Altre coltivazioni legnose agrarie (frutta, piccoli frutti) 7,6% Foraggere (avvicendate e prati permanenti e pascoli) 1,8% 6,8% Altro * Inclusa superficie in conversione. Fonte: DG Agricoltura, Regione Lombardia. 117 e Brescia; in quest’ultima provincia le superfici biologiche in conversione sono quasi il 40% di quelle biologiche totali, a testimoniare la recente dinamica positiva, legata soprattutto all’aumento delle superfici viticole. La ripartizione della SAU investita a biologico mostra che ben il 47,2% ri- sulta investita a cereali da granella, dei quali il riso (63,4%) e il mais da granella (20,3%) detengono la quota prevalente. Seguono le foraggere avvicendate e permanenti, con il 32%, la vite con il 7,6%, le piante industriali (inclusi legumi secchi) con il 6,8%, le altre coltivazioni agrarie rappresenta- Numero di capi allevati con metodo biologico in Lombardia, 2012 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Sondrio Varese Lombardia Bovini Suini OvicapriniAvicoli 232 93 68 16 305 203 172 1.736 254 - 107 6.299 733 37 759 10.100 4 3 208 1.242 1.930 - 112 2.158 77 87.256 1.110 100 5 1.400 207 - 27 5.610 41 70 706 126 - - 79 - 205 10.014 4.565 1.698 107.513 Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. 118 te da frutta e piccoli frutti con il 2,8%, e le ortive con l’1,8%. Nonostante la spiccata caratterizzazione zootecnica del settore agricolo lombardo, l’incidenza del biologico all’interno del comparto è decisamente contenuta e inferiore a quella delle produzioni vegetali. In particolare i capi bovini, secondo i dati 2012, si collocano poco al di sopra delle 10.000 unità, mentre quelli suini e ovicaprini sono, rispettivamente, 4.565 e 1.698. I capi avicoli, invece, superano le 107.000 unità. produzione integrata La quantificazione della diffusione dei metodi di produzione integrata, in mancanza di rilevazioni statistiche, fa riferimento ai dati relativi all’adesione all’azione 214.B “Produzioni agricole integrate” nell’ambito della misura 214 “Misure agro-ambientali” del PSR 2007-2013 della Regione Lombardia. Questa azione ha l’obiettivo di incentivare le produzioni a basso impatto ambientale attraverso l’adozione di specifici disciplinari di produzione integrata, approvati a livello regionale per le colture ortofrutticole e vitivinicole e per riso e mais. Secondo i dati riferiti all’anno 2012, la superficie ammessa a finanziamento nell’ambito dell’azione 214.B era di circa 30.100 ettari, di cui il 54% a colture arboree e il 40% a seminativi. Nel dettaglio delle singole colture, circa il 47% della superficie di applicazione dell’azione riguardava la coltivazione della vite, il 24,5% il mais, preva- mente interessata dalla pratica della produzione integrata rimane la vite, con circa il 70% della superficie complessiva regionale interessata dall’applicazione dell’azione. Valori elevati si riscontrano anche per melo, pero lentemente in abbinamento all’azione 214.A “Fertilizzazione bilanciata e avvicendamento”, e il 15,7% il riso. Fra le coltivazioni orticole integrate prevale il melone. In termini relativi, la coltura maggior- Ripartizione per coltura della superficie richiesta - misura 214.B (Produzioni Agricole Integrate), 2012 1,5% 2,7% 1,2% 1,7% 2,6% 3,2% Mais 24,5% Riso Vite Melo Pero Olivo 46,9% 15,7% Altre frutticole Melone Altre orticole Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. 119 e melone, mentre l’incidenza della produzione integrata nell’ambito dei seminativi appare assai modesta. Alle superfici coperte dall’azione B della misura 214 vanno aggiunte, per completezza, le superfici interessate dall’applicazione dell’azione per Superficie ammessa a pagamento misura 214.B (Produzioni Agricole Integrate) del PSR Regione Lombardia, 2012 Azione Sup. ammessa % (ha) B.01 - Colture orticole 1.684,8 B.02 - Piccoli frutti 7,4 B.03 - Colture arboree 16.377,6 B.05 - Mais senza adesione 214.A* 895,8 B.06 - Mais con adesione 214.A* 6.412,1 B.07 - Riso senza adesione 214.A* 4.100,3 B.08 - Riso con adesione 214.A* 656,7 Totale Produzioni Agricole Integrate 30.134,8 *214.A Fertilizzazione bilanciata e avvicendamento. Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. 120 5,6 0,0 54,3 3,0 21,3 13,6 2,2 100,0 la produzione integrata nell’ambito dell’OCM Ortofrutta, che in Lombardia interessano circa 3.000 ettari a pomodoro da industria, pari ad oltre il 50% della superficie complessiva della coltura in regione. Quota della superficie delle principali colture coperta dalla misura 214.B (Produzioni Agricole Integrate), 2012 100 80 69,9% 58,0% 60 44,0% 40 33,0% 20 15,8% 2,0% 0 Mais 4,9% Riso Vite Melo Pero Fonte: Stime DEMM su dati DG Agricoltura Regione Lombardia e ISTAT. Olivo Melone % Produzione integrata Totale produzione agriturismo La Lombardia è la terza regione italiana per numero di agriturismi con un’incidenza del 7,3% delle aziende presenti sul territorio nazionale, preceduta solo da Toscana e TrentinoAlto Adige. Tale percentuale risulta in crescita negli ultimi anni e presenta un trend di nuove aperture più accentuato rispetto alle altre regioni italiane. Con riferimento ai soli agriturismi autorizzati alla ristorazione, la regione si colloca al secondo posto con un’incidenza sul totale nazionale del 10,1%, percentuale che sale al 21,8% se si considerano le aziende autorizzate esclusivamente alla ristorazione. Pur meno vocato di altre regioni all’attività di alloggio, il comparto agrituristico lombardo offre il 4,7% delle strutture e il 5,4% dei posti letto nazionali (ISTAT, 2013). Nel 2014 si conferma il trend di crescita del numero degli agriturismi in Lombardia (+3%) che raggiungono le Agriturismi attivi in Lombardia 2013* 2014** Var. % Ripartizione % 2014/13 per area (2014) Province Bergamo 145153 5,5 9,8 Brescia 328331 0,9 21,1 Como 116124 6,9 7,9 Cremona 75761,3 4,9 Lecco 78802,6 5,1 Lodi 33 32-3,0 2,0 Mantova 223230 3,1 14,7 Milano 108111 2,8 7,1 Monza e Brianza 12 15 25,0 1,0 Pavia 217228 5,1 14,6 Sondrio 107113 5,6 7,2 Varese 79 73-7,6 4,7 Fascia altimetrica Montagna 452462 2,2 29,5 Collina 478492 2,9 31,4 Pianura 591612 3,6 39,1 Aree rurali Aree intensive ad agricoltura specializzata 563 36,0 Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 213 13,6 Aree rurali intermedie 724 46,2 Poli urbani 66 4,2 Totale Lombardia 1.521 1.566 3,0 100,0 Totale Italia 20.897 n.d n.d Lombardia/Italia (%) 7,28 n.d n.d Fonte: *ISTAT e **DG Agricoltura Regione Lombardia (dati provvisori). 121 1.566 unità. La variazione percentuale presenta una dinamica leggermente più accentuata nelle aree di pianura (+3,6%) e di montagna (+2,2%). Con riferimento alle realtà delle singole province, Monza, Como, Sondrio, Bergamo e Pavia mostrano gli incrementi percentuali su base annua più consistenti. Al contrario, si osservano delle contrazioni a Lodi e soprattutto a Varese (-7,6%). Le aree maggiormente vocate all’agriturismo sono rappresentate dal Lago di Garda, dalle Colline Moreniche Mantovane e dall’Oltrepò Pavese e dalla fascia prealpina e pedemontana. In termini assoluti, la maggior parte degli agriturismi lombardi si trova nelle province di Brescia (21,1%), Mantova (14,7%) e Pavia (14,6%), con una distribuzione bilanciata fra fasce altimetriche. Con riferimento alle aree rurali del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 della Regio- 122 ne Lombardia, la maggior parte degli agriturismi è presente nelle aree rurali intermedie e nelle aree intensive ad agricoltura specializzata. Il numero degli agriturismi autorizzati all’alloggio cresce del 4,4% rispetto al 2013. La possibilità di alloggio è offerta dal 53,6% degli agriturismi lombar- Distribuzione degli agriturismi in Lombardia, 2014 Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. Tipologia delle aziende agrituristiche in Lombardia, 2014 % aziende N. posti letto N. piazzole % aziende N. coperti % aziende % aziende autorizzate di sosta autorizzate alla giornalieri autorizzate alla autorizzate ad Province all’alloggio all’aperto ristorazione degustazione altre attività Bergamo 37,9 744 9 87,6 8.988 3,3 37,3 Brescia 59,8 4.102 129 75,8 17.718 10,9 42,3 Como 50,0 702 32 71,0 4.569 12,1 33,9 Cremona 63,2 709 7 73,7 4.123 17,1 75,0 Lecco 41,3 388 34 75,0 3.510 7,5 32,5 Lodi 43,8 253 0 40,6 760 12,5 65,6 Mantova 66,5 2.066 122 61,7 6.517 9,1 61,7 Milano 36,0 686 30 50,5 5.406 2,7 63,1 Monza e Brianza 46,7 148 0 66,7 937 0,0 66,7 Pavia 57,0 1.669 24 50,9 6.324 8,3 39,5 Sondrio 61,9 827 76 77,9 5.475 11,5 32,7 Varese 37,0 290 12 76,7 4.074 20,5 69,9 Fascia altimetrica Montagna 56,9 3.268 227 75,1 19.350 9,3 34,8 Collina 62,0 5.444 129 67,3 23.348 13,0 40,4 Pianura 44,4 3.872 119 64,1 25.703 7,0 62,6 Aree rurali PSR 2014-2020 Aree intensive ad agricoltura specializzata 45,1 3.500 118 65,9 24.110 6,9 61,6 Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 65,3 1.633 104 69,5 8.243 10,8 28,6 Aree rurali intermedie 57,9 6.904 252 71,7 33.821 11,3 39,9 Poli urbani 42,4 547 1 48,5 2.227 9,1 69,7 Totale Lombardia 53,6 12.584 475 68,3 68.401 9,6 47,4 Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia (dati provvisori). 123 di, per complessivi 12.584 posti letto (+3,2% sul 2013). Il 76% degli agriturismi residenziali dispone di alloggio in camere, mentre il 37,6% in abitazioni indipendenti. Si segnala, inoltre, la presenza di 475 piazzole per la sosta all’aperto. Il servizio di pensione completa è offerto dal 50,8% delle strutture con alloggio, mentre il 28,9% si limita al solo alloggio. L’attività di alloggio risulta più praticata in montagna e collina rispetto alla pianura. La provincia maggiormente vocata all’attività di alloggio risulta Mantova (66,5% delle strutture), sull’altro versante è Milano (36%). L’agriturismo lombardo risulta relativamente vocato alla ristorazione rispetto alle altre realtà regionali, con il 68,3% delle aziende agrituristiche autorizzate a questa attività, in crescita dell’1,2% rispetto al 2013. L’87,6% delle aziende autorizzate alla ristorazione si trova in provincia di Bergamo, 124 seguita da quelle di Sondrio, Varese, Brescia e Lecco. All’opposto, la ristorazione è offerta da solo la metà degli agriturismi pavesi e milanesi e da circa il 40% di quelli lodigiani. Il servizio di ristorazione risulta praticato soprattutto nelle zone di montagna, con il 75% degli agriturismi autorizzati. I coperti giornalieri autorizzati nel 2014 sfiorano le 70.000 unità, mediamente 63 coperti per azienda. Il 9,6% degli agriturismi lombardi pratica la degustazione in azienda, in modo più marcato nelle zone collinari, dove interessa il 13% delle aziende. La gamma dei servizi offerti dagli agriturismi include, oltre alla ristorazione e all’alloggio, attività sportive, ricreative e culturali, offerte soprattutto dalle aziende collocate nei poli urbani e nelle zone di pianura. Fra questi, l’equitazione e la didattica sono praticati, rispettivamente, nel 13% e nel 12% delle aziende, le attività sportive nel 6,4% degli agriturismi e l’escursionismo nel 3,6% delle strutture. Circa il 36% degli agriturismi ha un conduttore di sesso femminile, dato superiore dell’1% rispetto alla media nazionale, con incidenze superiori al 40% nelle province di Varese, Lecco, Como e Monza. L’età media dei conduttori è di 50 anni, con una punta di 56 anni a Milano e un minimo di 45 a Sondrio. Il 76% degli agriturismi lombardi rimane aperto durante tutto il corso dell’anno. Tra le imprese agrituristiche regionali, tre imprese agricole risultano accreditate e iscritte nell’elenco regionale delle fattorie sociali; una quarantina di imprese agricole, agrituristiche e non, svolgono da tempo attività nell’ambito dell’agricoltura sociale, ma non hanno ancora concluso l’iter per l’iscrizione. vendita diretta La vendita diretta al consumatore in Lombardia, secondo i dati del 6° Censimento dell’agricoltura, viene praticata da oltre 12.000 aziende agricole, pari al 27,8% del totale regionale delle aziende che commercializzano, contro il 26,1% del dato nazionale. Nelle province di Como, Lecco e Varese la vendita diretta è praticata da oltre il 70% delle aziende agricole che commercializzano, mentre all’opposto Lodi, Cremona e Mantova si attestano su livelli del 10%. La densità abitativa e, di conseguenza, l’ampiezza del mercato, rappresentano un’importante determinante della diffusione della vendita diretta; nei comuni ricadenti nei poli urbani tale attività è praticata dal 50% delle imprese, ad eccezione della provincia di Milano (27,2%). Un sviluppo analogo a quello delle aree metropolitane si riscontra nelle aree collinari e montane, maggiormente interessate dai flussi turistici. Aziende con vendita diretta al consumatore in Lombardia, 2010 Aziende con vendita diretta Province Bergamo 1.847 Brescia 2.896 Como 1.173 Cremona 369 Lecco 782 Lodi 129 Mantova 894 Milano 558 Monza e Brianza 316 Pavia 1.399 Sondrio 952 Varese 871 Fascia altimetrica Montagna 4.240 Collina 3.988 Pianura 3.958 Aree rurali Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 1.055 Aree rurali intermedie 4.176 Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata 3.711 Poli urbani 3.244 Totale Lombardia 12.186 Totale Italia 270.579 % aziende con vendita diretta sul totale aziende con vendita 44,5 28,4 72,6 8,8 75,6 10,0 10,7 27,2 49,0 21,8 35,7 74,7 59,9 45,4 14,2 35,8 55,7 13,9 49,4 27,8 26,1 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. 125 Tipologia delle aziende con vendita diretta al consumatore in Lombardia, 2010 % con vendita % con vendita diretta % con vendita diretta % con vendita diretta % con vendita diretta diretta in azienda fuori azienda di prodotti vegetali prodotti animali prodotti trasformati Province Bergamo 86,226,7 31,8 46,2 36,1 Brescia 88,323,4 35,0 31,0 48,0 Como 82,034,5 41,9 48,4 23,2 Cremona 72,146,9 67,5 22,5 15,2 Lecco 88,224,3 38,7 53,1 24,7 Lodi 78,331,0 46,5 30,2 29,5 Mantova 78,936,2 70,4 18,2 19,5 Milano 80,538,0 56,6 34,4 19,9 Monza e Brianza 75,0 45,3 70,9 23,4 13,0 Pavia 84,243,4 41,7 9,9 54,2 Sondrio 88,923,3 25,9 41,6 46,3 Varese 86,232,3 50,2 41,6 19,3 Fascia altimetrica Montagna 90,521,2 23,8 49,8 44,6 Collina 85,034,8 44,1 23,4 42,0 Pianura 78,437,5 60,1 28,8 18,7 Aree rurali Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 88,1 24,5 29,6 38,5 43,3 Aree rurali intermedie 89,8 26,5 24,8 41,8 50,7 Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata 80,9 33,7 53,8 25,2 28,5 Poli urbani 81,8 35,5 55,4 33,8 20,8 Lombardia 84,830,9 42,2 34,3 35,4 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. 126 La vendita diretta, praticata esternamente all’azienda, interessa il 31% delle aziende, con punte di oltre il 40% nelle province di Cremona, Pavia e Monza e un’incidenza maggiore nelle zone di pianura e nei poli urbani. Per quanto riguarda le tipologie dei prodotti offerti al consumatore, prevalgono le aziende con vendita diretta di prodotti vegetali (42,2%), seguite dai prodotti trasformati (35,4%) e dai prodotti di origine animale. Il commercio elettronico dei prodotti interessa, in Lombardia, il 4,4% delle aziende con vendita diretta al consumatore; un’incidenza in linea con quella delle ripartizioni del Nord e del Centro Italia, ma superiore alla media nazionale (2,4%), che risente del suo scarso utilizzo nel Sud (0,9%) e nelle Isole (1,6%). Nelle aree di pianura ad agricoltura intensiva e nei poli urbani la vendita diretta riguarda soprattutto le pro- Aziende con vendita diretta al consumatore finale e utilizzo di commercio elettronico, 2010 Italia Nord-Ovest Lombardia Nord-Est Centro Sud Isole Aziende con vendita diretta al consumatore finale n.% 270.579 31.924 12.186 28.220 45.539 120.767 44.129 100,0 11,8 4,5 10,4 16,8 44,6 16,3 Commercio elettronico per vendita di prodotti e servizi aziendali (%) Commercio elettronico /vendita diretta (%) 100,0 19,8 8,0 21,1 31,1 17,1 10,9 2,4 4,1 4,4 5,0 4,5 0,9 1,6 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. duzioni vegetali, mentre nelle aree di montagna prevale la commercializzazione diretta di prodotti trasformati e di origine animale. Pavia è la provincia con maggiore incidenza della commercializzazione di prodotti trasformati, trainata dal comparto vino, mentre nelle province di Monza e Mantova predominano i prodotti vegetali, offerti da oltre il 70% delle aziende. I dati censuari permettono una quantificazione degli operatori regionali con offerta diretta al pubblico; i più numerosi sono i florovivaisti, quasi 2.000, seguiti dalle cantine (1.511), dai produttori di derivati del latte e da quelli di carni e salumi. La vendita diretta di ortive è praticata da oltre 1.000 aziende. 127 Sul territorio lombardo, oltre all’elenco ufficiale dei farmers’ markets basato sulle comunicazioni dei Comuni alla Regione, sussistono nume- rose analoghe iniziative coordinate principalmente dalle organizzazioni professionali agricole. Secondo una stima ottenuta incrociando le autoriz- Numero di aziende con vendita diretta al consumatore per prodotto in Lombardia, 2010 zazioni comunali con la lista dei mercati facenti capo a Campagna AmicaColdiretti e con quelli organizzati dal Consorzio agrituristico mantovano, Distribuzione dei farmers’ markets in Lombardia 1.949 2.000 1.511 1.500 1.329 1.146 1.046 1.000 572 500 430 427 0 Cereali Ortive Florovivaismo Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. 128 Latte Vino Olio Der. Latte Carni e salumi Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia e Coldiretti - Campagna Amica, luglio 2012. Distributori di latte crudo in Lombardia* Distributori di Ripartizione % Var.% latte crudo per fascia geografica 2015/2014 Province Bergamo 7419,8 4,2 Brescia 35 9,4-10,3 Como 4111,0 7,9 Cremona 2 0,5100,0 Lecco 4311,5 7,5 Lodi 5 1,325,0 Mantova 11 2,9-8,3 Milano 7119,0 2,9 Monza e Brianza 24 6,4 -11,1 Pavia 5 1,3-16,7 Sondrio 15 4,066,7 Varese 48 12,8-12,7 Fascia altimetrica Montagna 62 16,612,7 Collina 13135,0 0,0 Pianura 18148,4 -2,2 Aree rurali Aree intensive ad agricoltura specializzata 143 38,2 5,1 Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 17 4,5 54,5 Aree rurali intermedie 153 40,9 0,0 Poli urbani 61 16,3 -14,1 Totale Lombardia 374 100,0 0,8 Distributori di latte crudo in Lombardia Fonte: DG Sanità Regione Lombardia, giugno 2015. *Situazione a giugno 2015. Fonte: DG Sanità Regione Lombardia. 129 sono 142 i mercati contadini presenti in regione, concentrati soprattutto nelle province di Milano e Mantova. Considerata la vocazione zootecnica della Lombardia, la distribuzione di latte crudo ai consumatori finali mediante erogatori automatici rappre- 130 senta una forma di filiera corta rilevante che ha fatto registrare un lieve aumento su base annua (+0,8% sul 2014). Contrariamente agli anni precedenti sono le aree montane a vedere incrementi dei distributori, mentre diminuiscono nelle zone di pianura, dove si situa la metà degli impianti, e nei poli urbani. Molto diffusa in regione, ma difficilmente quantificabile, è la presenza dei Gruppi di acquisto solidale (GAS), di cui in ogni caso si stima un’incidenza sul totale nazionale di circa il 25%. fattorie didattiche Le fattorie didattiche hanno trovato largo seguito in Lombardia, dove sin dal 2002 si è provveduto all’istituzione di un albo delle fattorie didattiche e alla definizione della Carta dei requisiti di qualità, sottoposta ad una prima revisione nel 2014, che esplicita i requisiti necessari per il riconoscimento delle aziende. A luglio 2015 operano nel territorio regionale 209 fattorie didattiche, numero in crescita del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le fattorie didattiche sono ripartite prevalentemente nelle aree di pianura (49,3%) e nei poli urbani, dove si colloca la maggior parte dei potenziali fruitori, rappresentati soprattutto dalle scolaresche, nonostante la loro diffusione tra le aziende agricole sia maggiore nelle aree collinari. Nell’ultimo anno sono tuttavia le aree di montagna a far registrare un incremento consistente (+14,6%), mentre in pianura si assiste ad una lieve contrazione. A livello provinciale, Bergamo si conferma provincia leader per numero di fattorie didattiche, con il 27% delle strutture regionali, seguita dalle province di Brescia, Pavia e Milano. Distribuzione delle fattorie didattiche in Lombardia Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia, luglio 2015. Fattorie didattiche in Lombardia, 2013 Fattorie Var. % Province didattiche2015/2014 Bergamo 577,5 Brescia 316,9 Como 1122,2 Cremona 130,0 Lecco 80,0 Lodi 10-9,1 Mantova 14-22,2 Milano 1918,8 Monza e Brianza 6 0,0 Pavia 22-4,3 Sondrio 716,7 Varese 110,0 Fascia altimetrica Montagna 4714,6 Collina 593,5 Pianura 103-1,9 Aree rurali Aree intensive ad agricoltura specializzata 92 Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 15 Aree rurali intermedie 86 Poli urbani 16 Totale Lombardia 209 3,0 Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. 131 AGRICOLTURA E AMBIENTE aree protette Il sesto elenco ufficiale delle aree protette (EUAP) riporta per la Lombardia 105 siti su una superficie di circa 134.000 ettari, pari al 4,5% della superficie protetta terrestre presente a livello nazionale e al 5,5% della superficie territoriale regionale. Della superficie protetta complessiva, il 44,6% è concentrata nel Parco nazionale dello Stelvio, il 47,6% nei 13 parchi naturali regionali e il 7,1% nelle 62 riserve naturali regionali. Le 2 riserve naturali statali (Bosco Fontana e Bosco Siro Negri) coprono lo 0,2% del totale, mentre le altre 27 aree protette (monumenti naturali, oasi, aree naturali di interesse locale) interessano lo 0,5%. La classificazione dell’elenco ufficiale si sovrappone al sistema di aree protette lombarde definito dalla l.r 86/1983, che si estende su 615.953 ettari di superficie (25,8% della superfice regionale) e include altre tipologie di aree protette. Tra queste i parchi regionali, 134 complessivamente 24, caratterizzati da diversi livelli di naturalità, distinti in fluviali, montani, di cintura metropolitana, agricoli e forestali; 14 di questi si ritrovano nell’EUAP, per la parte di superficie caratterizzata da più elevati livelli di naturalità e destinata a funzione di conservazione secondo la disciplina della legge nazionale. Importanti sono i 92 parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS) che, con una superficie complessiva di poco meno di 80.000 ha, rappresentano un elemento di rilievo per la connessione con le aree protette regionali. Il sistema delle aree protette lombarde, oltre ad avere fini di tutela e di salvaguardia della biodiversità, si caratterizza per l’attenzione al recupero delle attività agricole, silvicole e pastorali tradizionali collegate al territorio rurale. Il 62,3% della superficie regionale a Distribuzione delle superfici delle aree naturali protette in Lombardia Parco Nazionale Riserva naturale statale 44,6% 0,2% Parco naturale regionale 47,6% Riserva naturale regionale Altre aree protette regionali 7,1% 0,5% Fonte: MATTM - Direzione Conservazione della Natura, EUAP Elenco ufficiale delle aree naturali protette, 6° aggiornamento del 27 aprile 2010. I Parchi regionali in Lombardia Parco Adamello (*) Parco Adda Nord (*) Parco Adda Sud Parco Agricolo Sud Milano Parco Alto Garda Bresciano (*) Parco Campo dei Fiori (*) Parco Colli di Bergamo (*) Parco Grigna Settentrionale Parco Groane Parco Lombardo della Valle del Ticino (*) Parco Mincio Parco Monte Barro (*) Parco Monte Netto Parco Montevecchia e Valle del Curone (*) Parco Nord Milano (*) Parco Oglio Nord Parco Oglio Sud Parco Orobie Bergamasche Parco Orobie Valtellinesi Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate (*) Parco Serio Parco Spina Verde (*) Parco Bosco delle Querce (*) Parco Valle del Lambro (*) TOTALE (*) Parchi regionali presenti nell’EUAP 2010. Fonte: Regione Lombardia. Parco (ha) Area naturale su parco (%) 50.935 43 6.900 28 24.343 0 47.055 0 37.452 15 6.337 24 4.683 21 5.541 0 3.696 35 91.618 22 15.859 0 645 64 1.470 0 2.746 74 641 13 15.173 0 12.745 0 69.860 0 44.094 0 4.833 76 7.514 0 967 88 44 100 8.179 52 463.32914 parco è superficie boscata, mentre il 36% risulta agricola e afferisce a circa 9.000 aziende agricole (dati 2012); di queste circa il 47% risultano essere a carattere zootecnico (avicoli, bovini, bufalini, suini, ovicaprini, equini, cunicoli). La superficie regionale protetta include altre tipologie di aree: le zone umide e le aree appartenenti alla rete Natura 2000, costituite dai siti di importanza comunitaria (SIC) e dalle zone di protezione speciale (ZPS). I SIC sono 175, estesi su una superficie di 204.430 ettari (8,6% del territorio regionale), mentre le ZPS sono 49 e interessano 277.656 ettari (11,6% del territorio). Se si considerano le 18 sovrapposizioni di SIC e ZPS (i siti C) che sono 18 su un territorio di 19.769 ettari (0,8% del territorio), la rete Natura 2000 include complessivamente 242 siti su una superficie di 372.154 ettari (pari al 15,6% della superficie regionale). Sono 135 Estensione e numero dei siti Natura 2000 per Regione (ha)* 700.000 242 600.000 200 158 145 142 151 150 133 130 102 200.000 95 88 63 50 Sicil ia 469.847 Sard egna 452.366 o 398.034 141.585 *Il numero e l’estensione dei siti Natura 2000 per Regione è stato calcolato escludendo le sovrapposizioni fra i SIC e le ZPS. Fonte: MATTM, ottobre 2014. 136 58 zzo 387.084 Moli se 118.724 Cam pani a 373.030 Pugl ia 402.387 Basi licat a 171.104 Cala bria 289.572 Abru Lazi 130.092 320.603 266.250 139.959 146.734 414.308 176.181 149.931 372.153 98.952 Piem onte Valle d'Ao sta Lom bar dia Bolz ano Tren to V enet Friul o i-Ven ezia Giuli a Ligu ria Emil ia-Ro mag na Tosc ana Umb ria Mar che 398.703 58 100 84 40 30 100.000 124 124 300.000 0 200 184 500.000 400.000 250 238 0 state designate come zone speciali di conservazione (ZSC) 46 siti, con una superficie pari a 108.773 ettari (4,6% del territorio). In particolare circa il 39,6% delle aree Natura 2000 sono interessate unicamente dalla tipologia ZPS, il 26,8% da quella SIC, mentre il 32% da due delle tre tipologie (SIC, ZPS, SIC/ZPS). La regione biogeografica maggiormente rappresentata nei SIC e nelle ZPS è quella alpina (rispettivamente 84,4% e 75,5% della superficie), mentre il resto dei siti si colloca in quella continentale; in particolare, i SIC di questa bioregione includono ambienti lacustri, pa- ludi, brughiere, garzaie che ospitano oltre 100 specie di interesse comunitario. Nell’ambito della rete Natura 2000 sono presenti 57 habitat, dei quali 12 classificati come prioritari, ovvero ritenuti in pericolo di scomparsa. I piani di gestione dei siti Natura 2000 presenti sul territorio lombardo che risultano approvati sono 141, di cui: 101 di enti gestori di aree SIC; 28 di ZPS; 12 di SIC/ZPS (dati DG Ambiente Lombardia, 2015). Le aziende agricole che nella superficie detenuta vedono la presenza di particelle ricadenti, in diversa misura, in queste aree sono circa 4.400 (dati 2012), pari all’8% del- le aziende agricole totali della regione. Di queste, il 54,4% sono aziende zootecniche, pari all’11% degli allevamenti regionali. Inoltre, tenuto conto che le superfici delle aree Natura 2000 e delle aree protette possono sovrapporsi, circa 2.500 sono le aziende interessate anche da area a parco. Per la salvaguardia del patrimonio naturale e della biodiversità, al sistema delle aree protette e della Rete Natura 2000 si affianca la rete ecologica regionale (RER), attraverso la quale si realizzano le necessarie connessioni eco-sistemiche, strutturali e funzionali, a favore della fun- Superficie e numero delle aree naturali protette terrestri per classe Aree protette Parco terrestri (n.) Nazionale Italia Lombardia Riserva naturale statale 22 1 Parco naturale regionale 146 2 Riserva naturale regionale 105 335 13 62 Altre aree Totale protette regionali % sup. totale aree protette terrestri % sup. aree protette su sup. territoriale 144752 100 27 105 4,5 9,7 5,5 Fonte: MATTM - Direzione Conservazione della Natura; EUAP, Elenco ufficiale delle aree naturali protette, 6° aggiornamento del 27 aprile 2010. 137 dennità Natura 2000 per compensare gli agricoltori, tramite un pagamento ad ettaro, per gli svantaggi produttivi che incontrano rispettando le misure di conservazione previste per i singoli siti all’interno dei piani di gestione. zionalità complessiva del sistema. La superficie della RER si caratterizza per il 40% di superficie agricola utilizzata e per il 37% di aree forestali e altre aree boscate; inoltre, il 32% delle siepi e filari presenti nella SAU lombarda è inclusa nelle aree RER. Per promuovere la conservazione e la tutela degli habitat Natura 2000 la Regione ha attivato nell’ambito del periodo di programmazione dello sviluppo rurale 2014-2020 la Misura 12 - In- Aree protette in Lombardia SIC e ZPS sul territorio lombardo per regione biogeografica Fonte: Geoportale Regione Lombardia. Fonte: Geoportale Regione Lombardia. 138 foreste La superficie boscata lombarda è stimata in 622.811 ettari nel 2013, corrispondenti al 26,1% della superficie regionale, per una quota pro capite per abitante di 624 mq. La superficie forestale risulta maggiormente Ripartizione della superficie a bosco per provincia in Lombardia, 2013 Bergamo 8,9% Brescia 18,4% Como Cremona 18,5% Lecco Lodi 6,1% 0,5% 1,7% 0,5% 0,4% Mantova Milano 27,3% 6,9% Monza e Brianza Pavia 0,6% 10,2% Sondrio Varese Fonte: ERSAF, Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia. concentrata nelle aree montane (80% circa) e in minor misura in pianura e collina. A livello provinciale, il 27,3% delle foreste risulta situato a Brescia, seguita da Sondrio (18,5%) e Bergamo (18,4%). L’incidenza del bosco sulla superficie territoriale risulta maggiore nelle aree montane (51,1%), mentre è molto limitata negli areali di pianura (4,2%). Fra le province, il tasso di copertura forestale del territorio vede il primato di Lecco (52,5%), seguita da Como (49,3%), Varese (45,6%) e Bergamo (42,1%). All’opposto, si collocano Mantova, con solo l’1,4% della superficie coperta da formazioni boscose, Cremona (2,1%) e Lodi (3,4%). Le aree boschive presentano, rispetto al 2013, un incremento di 1.430 ha (+0,20%), dovuto alla riforestazione naturale in un quadro annuale in cui le nuove costituzioni di boschi artificiali (176 ha) e le trasformazioni 139 antropiche (-179 ha) di fatto si equivalgono. Le superfici forestali si incrementano in tutte le province e in tutte le fasce altimetriche. Nel 2014 le richieste di taglio bosco e le superfici richieste al taglio sono Incidenza del bosco sulla superficie territoriale in Lombardia, 2013 Sup. territoriale (ha) di cui a bosco (ha) Province Bergamo 272.286 114.544 Brescia 478.436 170.133 Como 128.807 63.566 Cremona 177.057 3.639 Lecco 81.617 42.872 Lodi 78.236 2.703 Mantova 233.884 3.232 Milano 157.659 10.984 Monza e Brianza 40.549 3.418 Pavia 296.470 38.128 Sondrio 321.190 114.954 Varese 119.871 54.639 Fascia altimetrica Pianura 1.122.637 46.859 Collina 296.362 81.999 Montagna 967.281 493.953 Lombardia 2.386.280 622.811 Fonte: ERSAF, Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia. 140 % bosco/Sup. territoriale 42,1 35,6 49,3 2,1 52,5 3,5 1,4 7,0 8,4 12,9 35,8 45,6 4,2 27,7 51,1 26,1 diminuite su base annua, rispettivamente, dell’11,8% e dell’8,1%. Minore risulta la riduzione delle masse taglio, limitata ad un -6,9% sul 2013. Le dinamiche annuali fanno registrare un andamento biunivoco fra cedui, in decisa contrazione, e fustaie, che invece segnano lievi aumenti in termini di richieste di taglio, superfici e masse. Sui 546.000 mc richiesti al taglio il 68,5% è rappresentato da cedui, le cui masse sono calate dell’11,9% annuo. Il 74,6% del legname tagliato è utilizzato a scopi energetici. Alla produzione complessiva di legname derivante da tagli forestali vanno inoltre aggiunte produzioni fuori foresta di pioppo da ripa e di pioppo da pioppeto, per complessivi 581.000 mc, di cui il 18% per uso energetico. Secondo stime INEMAR (Inventario emissioni aria) il serbatoio forestale di CO2 assommerebbe a 87,9 milioni di tonnellate con incrementi Denunce di taglio bosco e relative produzioni in Lombardia 2013 2014 var.% 2014/13 Richieste di taglio (n.) 23.870 21.055 -11,8 - di cui fustaie 2.235 2.317 3,7 - di cui cedui o misti 21.635 18.738 -13,4 - di cui pianura 2.432 2.198 -9,6 - di cui collina 5.881 5.258 -10,6 - di cui montagna 15.557 13.599 -12,6 Superficie al taglio (ha) 9.847 9.051 -8,1 - di cui fustaie 2.654 2.713 2,2 - di cui cedui o misti 7.194 6.337 -11,9 - di cui pianura 1.285 963 -25,1 - di cui collina 1.984 1.931 -2,7 - di cui montagna 6.578 6.157 -6,4 Massa richiesta al taglio (mc) 586.299 546.007 -6,9 - di cui fustaie 156.819 172.225 9,8 - di cui cedui o misti 429.480 373.782 -13,0 - di cui pianura 47.969 37.663 -21,5 - di cui collina 130.045 123.336 -5,2 - di cui montagna 408.285 385.008 -5,7 - di cui da opera 109.291 138.935 27,1 - di cui per uso energetico 477.008 407.072 -14,7 Pioppicoltura Superfici al taglio 2.709 2.645 -2,3 Massa richiesta al taglio 595.670 581.929 -2,3 - di cui da opera 488.517 477.289 -2,3 - di cui per uso energetico 107.153 104.640 -2,3 Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. annui nell’ordine dei 4,4 milioni di tonnellate. Sotto il profilo della pianificazione forestale sussistono in Lombardia 34 piani di indirizzo forestali adottati o vigenti e 142 piani di assestamento forestale vigenti, che interessano, rispettivamente, il 49,2% e 21,8% della superficie forestale regionale. Il 20% delle superfici forestali lombarde ricade nelle aree della rete Natura 2000. Le 4.322 strade che costituiscono la viabilità agro-silvo-pastorale regionale nelle aree montane, si sviluppano per una lunghezza complessiva di circa 6.000 km. La gestione e lo sfruttamento economico delle risorse forestali lombarde è esercitato da 25 consorzi forestali e da 270 imprese boschive iscritte all’albo regionale (dato 2014), a cui occorre aggiungere l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste (ERSAF) e gli enti forestali (Province, Comu- 141 nità Montane, Parchi e Riserve). Nel 2013 i consorzi forestali gestivano 108.000 ettari di superfici agro-silvopastorali, di cui 67.500 a bosco, mediante l’ausilio di 300 addetti; si stima che il numero degli occupati e dei collaboratori nelle imprese forestali si aggiri intorno alle 1.000 unità. Nel 2014 il valore della produzione della branca silvicoltura in Lombardia è stato di 96 milioni di euro, con un valore aggiunto di 62 milioni di euro. Le politiche regionali in campo forestale prevedono l’azione congiunta di diverse misure del Programma di sviluppo rurale (PSR), fra cui la misura 221, che prevede il finanziamento di impianti boschivi permanenti, a ciclo medio-lungo per legname di pregio, a ciclo breve per biomassa e a pioppeto (806 ettari di nuovi impianti ammessi a finanziamento nel 2013). Aziende iscritte all’albo regionale delle imprese boschive per provincia, 2015 80 69 70 60 55 50 40 42 39 33 30 21 20 10 0 BG BS CO 1 1 CO CR Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia, aggiornamento febbraio 2015. 142 LC 3 3 3 MB MI PV SO VA gestione delle risorse idriche Nel 2013 in Lombardia la superficie irrigata ammonta a circa 578.000 ettari, pari al 62,4% della superficie agricola utilizzata (SAU), dato che si colloca ben al di sopra della media nazionale e di quella delle regioni dell’Italia settentrionale. La superficie potenzialmente irrigabile raggiunge i 678.000 ettari (73% della SAU). La quota di SAU effettivamente irrigata su quella irrigabile è dell’85% circa. L’incidenza regionale sulla SAU irrigabile nazionale è del 16,7%, dato che sale al 19,8% se si considera la sola SAU irrigata. Molto più elevata è, tuttavia, la quota percentuale dei volumi idrici consumati, corrispondente al 42,3% del totale nazionale, ovvero 4,7 miliardi di metri cubi annui sugli 11,1 consumati in Italia (dati ISTAT, 2010) Solo il 3,8% delle 31.000 aziende irrigabili utilizza servizi di consulenza irrigua, per una superficie pari al 5,5% della superficie irrigabile. Per quanto riguarda i differenti sistemi di irrigazione in Lombardia, si riscontra in prevalenza l’uso dello scorrimento superficiale e della infiltrazione laterale (57,6% della superficie irrigata contro il 30,9% nazionale), seguito dall’aspersione (25,8%, valore inferiore alla media nazionale) e dalla sommersione (14,6%, superiore alla Aziende e relativa superficie irrigata - Incidenza su aziende totali e superficie coltivata, 2013 Aziende con superficie irrigata Lombardia Italia Italia-Nord Italia-Centro Italia-Sud e Isole 33.907 720.335 265.035 116.533 338.767 Superficie irrigata (ha) 578.576 2.917.649 1.963.507 186.308 767.834 Aziende con superficie irrigabile 37.175 783.647 286.480 123.416 373.751 Superficie irrigabile (ha) 678.745 4.074.750 2.565.736 348.386 1.160.628 % aziende con superficie irrigata su totale aziende1 % superficie irrigata su SAU1 % superficie irrigabile su SAU1 69,0 49,0 74,0 51,9 38,1 62,4 23,5 44,5 9,1 12,9 73,2 32,8 58,2 17,0 19,5 1 Le superfici irrigate comprendono SAU e arboricoltura da legno. Fonte: ISTAT 143 Superficie irrigata per sistema di irrigazione, 2010 Sistemi di irrigazione (%) Scorrimento superficiale Sommersione Aspersione Microirrigazione ed infiltrazione laterale Lombardia 57,6 Italia 30,9 Italia-Nord 40,8 Italia-Centro10,1 Italia-Sud 12,4 Altro sistema 14,6 25,8 1,4 0,6 9,139,617,5 2,8 13,436,4 7,7 1,7 0,561,822,0 5,5 1,142,539,3 4,8 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. media nazionale). Decisamente contenuta appare l’incidenza percentuale della microirrigazione (1,4%). Il 76,8% della superficie irrigua regionale è approvvigionata tramite acquedotti, consorzi di bonifica e irrigazione o altri enti irrigui; i tre quarti di questa superficie sono serviti con consegna a turno, la restante parte con consegna a domanda. Il 13,6% della superficie irrigua dipende da acque Superficie irrigata per fonte di approvvigionamento dell’acqua irrigua, 2010 Fonte di approvvigionamento Acque sotterranee Acque superficiali Acque superficiali Acquedotto, consorzio Acquedotto, consorzio Altra all’interno o nelle all’interno dell’azienda al di fuori dell’azienda di irrigazione e bonifica di irrigazione e bonifica fonte vicinanze dell’azienda (bacini naturali (laghi, fiumi o altro ente irriguo o altro ente irriguo ed artificiali) o corsi d’acqua) con consegna a turno con consegna a domanda Lombardia7,4 2,3 11,3 59,1 17,7 2,3 Italia 25,5 5,1 10,0 33,2 22,53,7 Italia-Nord15,6 3,7 11,9 42,9 23,1 2,8 Italia-Centro47,2 14,1 15,5 6,6 12,0 4,6 Italia-Sud44,0 6,4 4,3 16,2 23,5 5,7 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. 144 superficiali, mentre il 7,4% da risorse idriche sotterranee. Con riferimento all’indagine SIGRIAN 2009 (Sistema informativo per la gestione delle risorse idriche in agricoltura a livello nazionale), la lunghezza complessiva della rete gestita dagli enti irrigui è di circa 4.500 km, tenendo solo conto della rete irrigua principale ed escludendo quella privata. Ponendo l’attenzione sulle caratteristiche della rete irrigua si nota come il 58% della stessa presenta una duplice funzione di bonifica e irrigazione. Quasi tutti i canali sono a cielo aperto (89,6%), mentre le opere di presa sono caratterizzate da captazione da falda nella misura del 35%, presa da fiume (30%), captazione da sorgente (16,7%) e da canale (14,3%). Il sistema dei Navigli e dei canali costituisce una delle caratteristiche e un riferimento identitario della Lombardia. Una peculiarità invece del siste- ma idrologico padano è rappresentato dalla fascia delle risorgive collocata lungo la fascia di incontro tra l’alta pianura e la bassa pianura; la prima con sottosuoli permeabili e la seconda con granulometria più impermeabile. Superfici degli enti irrigui e di bonifica in Lombardia, 2012 ComprensoriConsorzi di bonifica di bonifica Superfici1AziendeSAU3 (ha) agricole2 (ha) Lomellina-Oltrepo Associazione Irrigazione Est Sesia 165.959 Est Ticino Villoresi Est Ticino Villoresi 278.258 Muzza Muzza - Bassa Lodigiana 72.690 Media Pianura Bergamasca Media Pianura Bergamasca 76.000 Adda - Oglio Dugali, Naviglio, Adda Serio 167.740 Oglio - Mella Oglio - Mella 99.074 Mella e Chiese Mella e Chiese 94.043 Destra Mincio Garda - Chiese 75.565 Laghi di Mantova Territorio del Mincio 75.455 Navarolo Navarolo 47.792 Terre dei Gonzaga in Destra Po Terre dei Gonzaga in Destra Po 41.219 Burana Consorzio della bonifica Burana 17.830 Totale Lombardia 1.211.625 3.048 4.451 1.200 3.198 3.899 4.681 4.289 3.335 2.228 1.983 1.688 606 34.606 111.996 116.044 51.774 37.326 128.315 69.842 60.260 57.599 51.994 33.676 28.518 12.333 759.677 Dati riferiti esclusivamente al territorio lombardo. Dati 2010. 3 SAU presente nel comprensorio, dati 2010. Fonte: DG Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Regione Lombardia. 1 2 145 L’acqua di risorgiva che sgorga in superficie è di buona qualità e temperatura costante. La Lombardia ha provveduto a recepire nella propria normativa i contenuti dell’intesa Stato-Regioni del 18 settembre 2008 che, tra l’altro, prevede la ridelimitazione dei comprensori di bonifica e introduce il principio che in ciascun comprensorio di bonifica possa operare un solo consorzio di bonifica. L’opera legislativa ha portato all’accorpamento di diverse realtà e alla definizione di 12 nuovi comprensori di bonifica e irrigazione, di cui 4 a livello interregionale. Confini del territorio classificato di bonifica e irrigazione Fonte: Risorse idriche e agricoltura in Lombardia, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia - Università di Milano, Febbraio 2014. 146 pratiche agricole I dati del 6° Censimento dell’agricoltura permettono di evidenziare alcuni aspetti del complesso sistema di relazioni che intercorrono fra agricoltura e ambiente. Fra i fenomeni di interesse agro-ambientale indagati rientra la gestione del sistema suolo-coltura in relazione alle successioni colturali, alle lavorazioni del terreno e alla modalità di copertura dello stesso. Con riferimento alle superfici a seminativi è possibile evidenziare il peso Pratiche di conservazione del suolo sulle superfici a seminativo Copertura invernale* Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Sondrio Varese Lombardia Italia % colture invernali 35,2 28,4 24,7 19,0 21,1 23,5 36,4 26,7 34,5 11,1 21,8 50,6 24,6 50,1 % colture di copertura 6,8 8,0 5,1 5,4 1,6 2,8 3,9 4,1 2,7 3,3 5,3 3,5 4,8 3,0 % residui colturali 32,6 36,1 31,3 30,8 60,9 44,5 12,1 53,0 47,1 63,6 10,4 27,9 37,6 14,3 Avvicendamento* % nessuna 25,3 27,5 38,9 44,9 16,4 29,2 47,6 16,2 15,7 22,0 62,4 18,0 33,1 32,7 % monosuccessione 36,6 42,2 10,0 28,3 7,9 28,9 9,0 44,2 10,6 39,6 46,0 16,9 30,5 13,9 % avvicendamento libero 44,2 36,6 26,1 50,0 66,2 47,1 53,6 33,6 62,7 33,4 19,5 60,2 42,5 45,2 % piano di rotazione 19,2 21,2 63,9 21,7 26,0 24,0 37,4 22,2 26,7 27,0 34,4 22,9 26,9 40,9 * Percentuali calcolate sulle superfici a seminativo dei rispondenti al quesito, anno 2010. Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. 147 delle diverse tipologie di successione sulla superficie agricola utilizzata. La pratica della monosuccessione interessa in Lombardia il 30,5% della SAU a seminativi, una percentuale questa di gran lunga superiore al dato medio italiano (13,9%); di contro, la pratica della rotazione sconta una diffusione decisamente più contenuta rispetto al contesto nazionale. La copertura invernale del suolo è praticata sul 24,6% della superficie a seminativi, incidenza pari alla metà di quella nazionale. Il 33,1% della superficie agricola a seminativi non è interessata da alcuna forma di copertura invernale del suolo, percentuale questa in linea con il dato nazionale. Per quanto riguarda le forme di lavorazione del terreno la lavorazione convenzionale risulta la pratica più diffusa, adottata in Lombardia sul 93% della superficie a seminativo. La minima lavorazione risulta diffusa solo 148 sul 3,6% delle superfici a seminativo, mentre sul 3,4% delle superfici non è praticata alcuna lavorazione. Al fine di incentivare l’adozione di tecniche di lavorazione dei terreni a basso impatto ambientale, la Lombardia ha attivato nell’ambito delle misure agro-ambientali del PSR 2007-2013 una specifica azione per l’applicazione di tecniche di agricoltura conservati- Lavorazioni del terreno sulle superfici a seminativo Lavorazione del terreno* % convenzionale % conservazione % nessuna Bergamo 94,92,52,6 Brescia 96,51,91,6 Como 90,66,62,8 Cremona 94,24,21,6 Lecco 95,72,81,4 Lodi 92,46,11,5 Mantova 88,73,18,2 Milano 92,75,81,5 Monza e Brianza 90,6 7,0 2,4 Pavia 93,43,63,0 Sondrio 96,22,31,5 Varese 96,20,92,9 Lombardia 93,03,63,4 Italia 89,95,24,9 * Percentuali calcolate sulle superfici a seminativo dei rispondenti al quesito, anno 2010. Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura. va sui seminativi (minima lavorazione e semina su sodo). Secondo i dati 2012, l’azione 214.M “Introduzione di tecniche di agricoltura conservativa” risulta applicata su circa 22.500 ettari, di cui 641 a semina su sodo. Le colture più interessate dall’applicazione della misura risultano il mais e il riso, con circa il 40% della superficie per entrambe, seguite a lunga distanza da frumento tenero, triticale e soia. In termini relativi l’applicazione della misura 214.M coinvolge circa il 9% delle superfici regionali a riso e il 3% delle superfici regionali a mais. Superficie ammessa, misura 214 azione M (Agricoltura Conservativa) del PSR Regione Lombardia, 2012 Azione M.01 - Semina su sodo senza coltura intercalare invernale e senza iniezione diretta M.02 - Semina su sodo con coltura intercalare invernale M.03 - Semina su sodo con iniezione diretta M.04 - Semina su sodo con coltura intercalare invernale e iniezione diretta Totale semina su sodo M.05 - Minima lavorazione senza coltura intercalare invernale e senza interramento effluenti M.06 - Minima lavorazione con coltura intercalare invernale M.07 - Minima lavorazione con interramento effluenti M.08 - Minima lavorazione con coltura intercalare invernale e interramento effluenti Totale minima lavorazione Sup. ammessa (ha) 170,6 279,6 67,9 122,9 641,0 8.207,7 7.763,2 3.133,8 3.406,4 22.511,0 Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. 149 Ripartizione per coltura della superficie richiesta, misura 214 azione M (Agricoltura Conservativa), 2012 4,2% 3,5% 5,3% 4,6% 39,0% 14,1% Riso 9.041 Mais da granella 6.825 Mais ceroso 3.263 Frumento tenero 1.072 Triticale 963 Soia 815 Altro 1.226 Totale 23.206 29,4% Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia. 150 POLITICA AGRICOLA legislazione regionale in materia agricola Il testo normativo regionale che disciplina il comparto agricolo è la legge regionale n. 31 del 5 dicembre 2008, Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale (BURL n. 50, 1° suppl. ord. del 10 dicembre 2008) che è composto dai seguenti titoli: TITOLO I - Oggetto del testo unico. TITOLO II - Interventi nel settore ru- rale, silvo-pastorale, agroalimentare e della pesca. TITOLO III - Articolazione delle competenze. TITOLO IV - Disposizioni sulle superfici e sull’economia forestali. TITOLO V - Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste (ERSAF). TITOLO VI - Sorveglianza fitosanitaria. TITOLO VII - Disposizioni in materia di bonifica e irrigazione. TITOLO VIII - Disposizioni sulla raccolta, coltivazione e commercializzazio- 152 ne di funghi epigei e ipogei (tartufi). TITOLO VIII bis - Disposizioni sanzio- Le recenti modifiche intervenute al testo unico sono le seguenti: natorie in applicazione di regolamenti comunitari in materia di mercato agricolo comune, in particolare vitivinicolo. TITOLO VIII ter - Disposizioni relative al controllo del potenziale produttivo viticolo. TITOLO VIII quater - Disposizioni in materia di utilizzazione agronomica dei fertilizzanti azotati inclusi gli effluenti di allevamento, le acque di vegetazione dei frantoi oleari e le acque reflue derivanti da aziende agricole e da piccole aziende agroalimentari. TITOLO IX - Disposizioni sull’incremento e la tutela del patrimonio ittico e sull’esercizio della pesca nelle acque della Regione. TITOLO X - Disciplina regionale dell’agriturismo. TITOLO XI - Disposizioni sugli usi civici. TITOLO XII - Disposizioni finali. • legge regionale 8 luglio 2015, n. 20 Legge di semplificazione 2015 - Ambiti istituzionale ed economico; • legge regionale 8 luglio 2015, n. 19 Riforma del sistema delle autonomie della Regione e disposizioni per il riconoscimento della specificità dei territori montani in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni); • legge regionale 25 maggio 2015, n. 16 - Modifiche ed integrazioni al Titolo VIII, Capo I, della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale), in tema di raccolta dei funghi epigei; • legge regionale 26 novembre 2014, n. 30 - Integrazioni alla legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale). Istituzione della Banca della Terra Lombarda; • legge regionale 8 luglio 2014, n. 19 Disposizioni per la razionalizzazione di interventi regionali negli ambiti istituzionale, economico, sanitario e territoriale; • legge regionale 3 aprile 2014, n. 14 Modifiche alla legge regionale 21 novembre 2011, n. 17 (Partecipazione della Regione Lombardia alla formazione e attuazione del diritto dell’Unione europea). Legge comunitaria regionale 2014 (Legge europea regionale 2014) - Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Regione Lombardia derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea: attuazione della Direttiva 2005/36/CE, della Direttiva 2006/123/CE, della Direttiva 2011/92/UE, della Direttiva 2009/147/CE, della Direttiva 2011/36/UE e della Direttiva 2011/93/UE; • legge regionale 25 febbraio 2014, n. 13 - Modifica alla legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale), in materia di cooperazione agricola. RECENTI ATTI NORMATIVI • Regolamento regionale 12 maggio 2015, n. 4 - Modifica dell’articolo 14 del regolamento regionale 8 febbraio 2010, n. 3 - Regolamento di polizia idraulica ai sensi dell’articolo 85, comma 5, della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 - “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale’’; • regolamento regionale 9 dicembre 2013, n. 5 - Regolamento per la tutela della fauna ittica e per la disciplina della pesca nelle acque del lago di Garda; • regolamento regionale 8 giugno 2012, n. 1 - Disciplina del procedimento elettorale dei consorzi di bonifica ai sensi dell’articolo 82 della l.r. 31/2008 e dell’articolo 2 della l.r. 25/2011; • regolamento regionale 14 febbraio 2011, n. 1 - Modifiche al regolamento regionale 20 luglio 2007, n. 5 “Norme forestali regionali, in attuazione dell’articolo 50, comma 4, della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale)”; • regolamento regionale 19 dicembre 2011, n. 7 - Modifiche al regolamento regionale 6 maggio 2008, n. 4 “Norme di attuazione del titolo 153 X della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale)”; • regolamento regionale 19 gennaio 2010, n. 1 - Modifiche al regolamento regionale 20 luglio 2007, n. 5 “Norme forestali, in attuazione dell’articolo 11 della legge regionale 28 ottobre 2004, n. 27 (Tutela e valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell’economia forestale)”; • regolamento regionale 8 febbraio 2010, n. 3 - Regolamento di polizia idraulica ai sensi dell’articolo 85, comma 5, della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo”; • regolamento regionale 8 febbraio 2010, n. 4 - Modifiche al regolamento regionale 22 maggio 2003, n. 9 “Attuazione della l.r. 30 luglio 2001 n. 12 ‘Norme per l’incremento e la tutela del patrimonio ittico e l’esercizio della pesca nelle acque della Regione Lombardia’ ’’; • regolamento regionale 27 settembre 2010, n. 8 - Regolamento per l’individuazione, in attuazione dell’articolo 54, comma 9, della legge regionale 5 dicembre 2008 n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale) dei lavori di mera manutenzione forestale che, non comportando una modificazione delle situazioni naturali, non sono configurabili come impianti o opere edilizie in senso stretto rientranti nell’ambito di applicazione della normativa sui lavori pubblici, e fissazione dei relativi limiti d’importo; • regolamento regionale 28 dicembre 2009, n. 7 - Modifiche al regolamento regionale 6 maggio 2008, n. 4 “Attuazione della legge regionale 8 giugno 2007, n. 10 (Disciplina regionale dell’agriturismo)”; • regolamento regionale 6 maggio 2008, n. 4 - Norme di attuazione del titolo X della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale). I testi citati sono reperibili al link: http://normelombardia.consiglio.regione.lombardia.it/NormeLombardia/Accessibile/main.aspx 154 spesa agricola regionale Per il periodo 2009-2012 l’ammontare complessivo del sostegno pubblico al settore agricolo, a livello regionale, è stato in media di 1.463 milioni di euro, dei quali il 75,8% (pari a 1.109 milioni di euro) è costituito da trasferimenti monetari di politica agraria e il restante 24,2% dalle agevolazioni contributive e fiscali concesse (353 milioni di euro). I principali soggetti attuatori della politica regionale di settore risultano, oltre alla Regione che con il proprio bilancio incide per oltre il 20%, l’Agea (OPR – Organismo pagatore regionale Consolidamento del sostegno del settore agricolo nella Lombardia (mio. euro) 2009% 2010% 2011 % 2012 % Media % 2009-12 Agea/OPR Lombardia 84653,8 61746,0 78650,4 762 55,3 753 51,4 MIPAAF 714,5 634,7 583,7 50 3,6 61 4,1 Ministero attività produttive 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Sviluppo Italia - ISMEA 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Regione Lombardia* 31620,1 33024,7 31019,9 228 16,6 296 20,3 Totale Trasferimenti 1.23378,4 1.01075,4 1.15474,0 1.040 75,5 1.109 75,8 Credito d’imposta 00,0 00,0 00,0 0 0,0 0 0,0 IVA 382,4 433,2 533,4 52 3,8 47 3,2 Agevolazioni carburanti 1449,1 137 10,2 1549,9 1289,3 1419,6 Agevolazioni su Irpef 41 2,6 39 2,9 68 4,4 52 3,8 50 3,4 Agevolazioni su Ici 9 0,5 9 0,7 9 0,6 0 0,0 7 0,5 Agevolazioni Irap 241,5 251,9 281,8 23 1,7 25 1,7 Agevolazioni previdenziali e contributive 85 5,4 77 5,7 94 6,0 83 6,0 85 5,8 Agevolazioni previdenziali e contributive 341 21,6 329 24,6 406 26,0 338 24,5 353 24,2 Totale Complessivo 1.573100,0 1.340100,0 1.560100,0 1.378 100,0 1.463 100,0 *Pagamenti complessivi di bilancio al netto della quota di cofinanziamento regionale del PSR già inserita nella voce OPR Lombardia. Fonte: CREA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura. 155 della Lombardia) (51,4%) e il MIPAAF (4,1%). I trasferimenti di politica agraria, in leggero aumento rispetto al biennio precedente, si attestano per il 2012 al 75,5%. Come per gli anni precedenti, anche nel 2012 la crisi economico-finanziaria ha condizionato gli interventi normativi e finanziari sia a livello nazionale che regionale, ripercuotendosi negativamente sull’autonomia decisionale e finanziaria con conseguenti riduzioni di spesa nei diversi settori produttivi, compresa l’agricoltura. In Lombardia, infatti, la spesa per l’agricoltura tende a contrarsi con un’incidenza percentuale sul valore aggiunto che passa dal 9,5% del 2011 al 7,2% del 2012, riduzione riscontrata anche a livello nazionale, seppure in misura Bilancio agricoltura in Lombardia per tipologia di risorse, 2012 4,2% 26,3% 69,4% Pagamenti al settore agricolo e incidenza % sul valore aggiunto agricolo regionale (mio. euro) 2009% 2010% 2011 % 2012% Lombardia 317,9 10,8339,5 11,4322,49,5252,47,2 Nord-Ovest 579,0 11,1528,5 10,1501,78,6423,57,1 Nord-Est 543,47,8 534,57,5 560,67,1 477,35,9 Centro 251,55,4 251,05,4 188,63,8 254,25,0 Sud 1.057,6 15,2813,1 11,5740,29,3700,28,7 Isole 657,415,2 971,222,71.286,130,2 716,116,0 Italia 3.089,011,03.098,310,93.277,310,62.571,3 8,1 Fonte: CREA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura. 156 Fondi Comunitari 15.161,6 Fondi Statali 248.870,6 Fondi Regionali 94.450,8 Totale stanziamenti 358.483,0 (migliaia di euro) Fonte: CREA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura. più lieve. In particolare, nel 2012, i pagamenti complessivi per il settore agricolo lombardo hanno generato interventi per un ammontare complessivo pari a poco più di 252 milioni di euro, a fronte dei 322 milioni di euro circa del 2011. Se si tiene conto dell’origine dei fondi che la Lombardia ha a disposizione per il settore primario, facendo riferimento esclusivamente al proprio bilancio regionale, il 69,4% è di origine statale, il 26,3% sono fondi regionali e il 4,2% sono costituiti da fondi comunitari. Nel 2012 la parte più consistente della spesa regionale (pagamenti totali) per interventi di politica agraria è quella relativa alla voce “Gestione di im- Ripartizione dei pagamenti totali per destinazione economica funzionale, 2011-2012 Destinazione economica funzionale Gestione di impresa Assistenza tecnica e ricerca Attività forestali Investimenti aziendali Altro Infrastrutture Promozione e marketing Difesa idrogeologica 2011 2012 Pagamenti % Pagamenti % totali totali 101,84 31,59 101,62 40,27 99,07 30,73 66,92 26,52 47,11 14,61 38,68 15,33 33,38 10,35 22,37 8,86 31,959,91 18,36 7,28 7,632,37 2,58 1,02 1,37 0,42 1,81 0,72 0,04 0,01 0,01 0,00 322,39100 322,39 100 Fonte: CREA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura. presa” (31,5%) relativa agli aiuti alla gestione di imprese agricole/aiuti al reddito, cui seguono, in ordine di grandezza, i pagamenti per le voci “Assistenza tecnica e ricerca” (20,7%), “Investimenti in attività forestali” (12%) e “Investimenti aziendali” (7%). Rispetto al 2011 si osserva che la distribuzione delle destinazioni economiche rimane pressoché invariata. Varia, invece, l’incidenza percentuale di alcune voci; infatti, mentre rimane pressoché stabile la quota di investimenti destinata alle “Gestione di impresa” (dal 31,6% del 2011 al 31,5% del 2012, poco più di 101 milioni di euro), diminuisce di 10 punti percentuali la quota destinata ai pagamenti per l’assistenza tecnica e la ricerca, con circa 67 milioni di euro a fronte dei 99 milioni di euro del 2011, con un’incidenza percentuale pari al 30,7% nel 2011 e a 20,8% del 2012. Per quanto riguarda gli indicatori 157 dell’efficienza della spesa, si può notare, nel 2012, una buona efficienza della macchina amministrativa, soprattutto relativamente alla capacità della Lombardia di far fronte agli stanziamenti e impegni previsti in bilancio con effettivi pagamenti, che nel 2012 raggiunge quasi il 98%. Indicatori di efficienza della spesa in Lombardia (%) 100 97,9 89,7 80 60 86,2 74,1 55,3 63,9 57,7 56,5 49,7 40 20 0 Capacità d'impegno Capacità di spesa 2010 Fonte: CREA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura. 158 2011 Capacità di pagamento 2012 pac Nel 2014, per il sostegno ai propri agricoltori nell’ambito dei pagamenti diretti del primo pilastro della PAC, la Lombardia ha erogato poco meno di 495 milioni di euro. Rispetto al 2013 si rileva un leggero aumento delle risorse assegnate (+0,5%), a fronte di un calo di circa il 3% delle aziende beneficiarie. Mediamente, dunque, ciascuna azienda ha ricevuto un pagamento di oltre 14.700 euro, in aumento rispetto allo scorso anno (+3,4%). Sul complesso della spesa FEAGA per i pagamenti diretti erogata dall’Italia nel 2014, l’ammontare delle risorse della Lombardia pesa per il 12,7%, in leggero aumento rispetto al 2013, quando il peso si era assestato sul 12,4%. La distribuzione territoriale delle aziende vede primeggiare la provincia di Brescia, dove ricade il 25,6% dei beneficiari, seguita dalla provincia di Mantova, con il 21,2%. In termini di ri- - i pilastro sorse finanziarie, invece, la provincia più importante è quella di Pavia, con il 20,2% di quanto erogato dalla regione, seguita da quelle di Mantova (19,1%) e Brescia (18,9%). Di conseguenza, anche l’aiuto medio ad azienda varia fortemente tra le province, racchiuso in un campo di oscillazione che va da un minimo di 3.089 euro, media della provincia di Sondrio, a 28.274 euro, media della provincia di Lodi. Aiuti nettamente superiori alla media regionale si rilevano anche per le province di Pavia (24.408 euro), Cremona (23.329 euro) e Milano (19.951 euro). Pagamenti decisamente inferiori alla media regionale si rinvengono per le province di Lecco (4.547 euro), Como (5.018) e Varese (5.363 euro). Delle somme erogate nel 2014, ben 463 milioni di euro, pari al 93,6% del totale, è rappresentato dal valore dei titoli del pagamento unico (RPU). La restante parte è relativa al soste- gno specifico previsto dall’art. 68 del reg. (CE) n. 73/2009. Si discostano da questo quadro solo la provincia di Sondrio, dove il pagamento unico pesa per l’85,8% e dove maggiore importanza hanno i pagamenti per l’art. 68, soprattutto quelli relativi alle assicurazioni (6,7%) e quelli per il miglioramento della qualità del latte, e la provincia di Pavia, dove il pagamento unico raggiunge un peso del 97%. Per quanto riguarda i pagamenti per le misure dell’art. 68, si ricorda che nel 2014 è entrato in vigore un nuovo aiuto in favore della patata, che in regione ha un peso poco significativo raggiungendo lo 0,7% dei pagamenti dell’art. 68 e appena lo 0,04% del totale dei pagamenti diretti erogati. Tra le misure più importanti dell’art. 68 si segnala il pagamento in favore del latte, che ha totalizzato il 59,5% della spesa per l’art. 68 regionale (in aumento di oltre 10 punti percentuali 159 rispetto al 2013), pari a una spesa di 18 milioni di euro. Sono stati ammessi a premio 3,7 milioni di tonnellate di latte, pari al 46,1% dei quantitativi ammessi all’aiuto a livello nazionale. Le province più sostenute sono quel- le di Brescia e Cremona, che assieme raggiungono il 52,6% della spesa regionale per la misura, seguite dalle Pagamenti erogati nel 2014 in Lombardia (al netto della modulazione) - euro N. Titoli Articolo 68 reg. (CE) n. 73/2009 aziende RPU Totale di cui di cui di cui Articolo Contributo Aiuti alla Aiuti alla 68 alle qualità qualità carni assicurazioni* latte bovine Bergamo 3.01724.930.780 2.011.361165.4071.374.875335.416 Brescia 8.592 86.822.5236.795.759 573.951 4.672.217 1.368.637 Como 8904.184.592 279.80219.100144.77380.223 Cremona 3.62278.132.801 6.116.554930.5274.801.017119.642 Lecco 4601.922.726 165.81410.859 93.27842.731 Lodi 1.09728.762.000 2.212.429305.2321.730.678127.804 Mantova 7.111 87.041.1487.070.9001.481.743 3.195.6691.329.593 Milano 2.08538.666.338 1.943.267572.4981.174.247164.077 Monza e Brianza 426 3.470.659 113.658 31.914 55.676 23.501 Pavia 4.103 97.105.4392.496.305 1.657.566 372.215 328.937 Sondrio 1.379 3.654.544513.356 283.311 182.711 6.817 Varese 5182.583.825 193.22510.286157.57321.579 Totale Lombardia33.300457.277.374 29.912.4296.042.39517.954.9303.948.958 Fuori Regione 283 5.684.198 325.226 229.126 50.352 27.060 Totale 33.583462.961.572 30.237.6556.271.52018.005.2823.976.018 * Comprensivo dei fondi nazionali e della quota di cofinanziamento nazionale. Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regione Lombardia. 160 Totale pagamenti diretti 26.937.561 93.755.073 4.466.285 84.498.627 2.091.654 31.016.584 94.472.751 40.764.430 3.590.181 100.144.681 4.260.014 2.777.791 488.775.631 6.083.139 494.858.770 province di Mantova (17,7%) e, a distanza, Lodi (9,6%). Seguono gli aiuti a copertura dei premi assicurativi che, sebbene abbiano subìto un dimezzamento delle risorse rispetto all’anno precedente (attestandosi a circa 6,3 milioni di euro), pesano poco meno del 21% sulla spesa regionale per l’art. 68. Pavia (con il 26,4%) e Mantova (con il 23,6%) sono le province maggiori beneficiarie. Il 13% delle risorse per l’art. 68 è invece appannaggio della misura per il miglioramento della qualità della carne bovina. L’organismo pagatore Lombardia ha avuto ammessi a premio 97.134 capi (11,6% del totale nazionale), dei quali il 96% sono attinenti alla macellazione di capi allevati in conformità ad un disciplinare di etichettatura facoltativa approvato dal MIPAAF (pari al 15% del totale nazionale). In termini di risorse finanziarie, il peso delle macellazioni si riduce all’89% del totale regionale dell’art. 68 per i bovini, mentre il premio per i vitelli nati da vacche pluripare e a duplice attitudine raggiunge il 9% (2,1% in termini di capi), grazie al maggiore valore unitario del premio. Gli aiuti alla qualità per la carne bovina sono ancora più concentrati sul territorio degli altri tipi di aiuto; infatti le due province maggiori beneficiarie (Brescia e Mantova) cumulano quasi il 68% del totale, seguite a notevolissima distanza da Pavia e Bergamo, che assieme raggiungono quasi il 17% del totale. Gli altri pagamenti dell’art. 68 (olio d’oliva, zucchero, ovicaprini, patate e la misura dell’avvicendamento) raggiungono poco meno di 2 milioni di euro. Nell’ambito del regime delle quote latte, nella campagna 2014/15 la produzione nazionale ha superato il quantitativo nazionale di riferimento, attestandosi a 11 milioni di tonnella- te. La Lombardia si conferma la più importante regione produttrice con il 41,9% del totale. Sul fronte del sostegno alla vitivinicoltura, altro importante settore produttivo, la Lombardia conferma il suo peso con una dotazione finanziaria di 10,5 milioni di euro, pari al 3,9% delle risorse ripartite tra le regioni (270,8 milioni di euro). Il 52% di tali somme è stato destinato alla misura di ristrutturazione e riconversione dei vigneti, seguita da quella in favore della promozione sui mercati terzi (29%) e da quella relativa agli investimenti (19%). 161 programma di sviluppo rurale (pac La dotazione finanziaria totale della spesa pubblica per l’attuazione del programma di sviluppo rurale (PSR) 2007-2013 è pari a 1.026.568.657 euro; il 46%, pari a 471.110.000 euro, rappresenta la quota FEASR mentre la restante parte è la quota nazionale delle risorse di origine statale e regionale. L’avanzamento della spesa pubblica al 31/12/2014 ammonta a oltre 932 milioni di euro che corrispondono a circa il 91% del programmato. La Lombardia - ii pilastro) supera la media delle regioni (82,3%) che appartengono all’area competitività e sale al secondo posto nella graduatoria dell’avanzamento dopo la provincia autonoma di Bolzano. L’Asse 2, con cui si intende promuo- Esecuzione finanziaria del PSR della Regione Lombardia (euro) Assi/misure Pagamenti 2014 Spesa pubblica di cui FEASR Asse 1 Mis. 111 - Formazione, informazione e diffusione della conoscenza 1.737.671,17 776.739,01 Mis. 112 - Insediamento di giovani agricoltori 253.721,83 65.790,97 Mis. 113 - Prepensionamento - 0,00 Mis. 114 - Ricorso a servizi di consulenza - 0,00 Mis. 115 - Istituzione di servizi di gestione, aiuto e consulenza - 0,00 Mis. 121 - Ammodernamento delle aziende agricole 19.431.160,35 8.928.889,17 Mis. 122 - Migliore valorizzazione economica delle foreste 1.741.477,11 778.440,27 Mis. 123 - Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli 8.606.614,57 3.847.156,72 Mis. 124 - Cooperazione 1.845.648,15 825.004,72 Mis. 125 - Miglioramento e sviluppo delle infrastrutture 14.513.802,96 7.103.606,82 Mis. 126 - Ripristinare il potenziale della produzione agricola - 0,00 Mis. 132 - Sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di qualità 917.168,92 408.799,46 Mis. 133 - Attività di informazione e promozione dei prodotti di qualità - 0,00 TOTALE ASSE 1 49.047.265,06 22.734.427,14 Stato avanzamento al 31/12/2014 % avanzamento 31/12/14 (FEASR) Spesa pubblica di cui FEASR 5.836.247,33 25.934.048,81 32.762,09 13.699,96 187.593,26 200.914.618,95 8.333.084,88 49.307.596,66 3.430.759,23 52.432.312,28 13.221,00 2.038.622,10 2.186.639,37 350.661.205,92 2.596.284,58 11.457.979,30 14.022,14 6.123,88 82.240,70 95.105.851,26 3.727.844,46 21.974.292,50 1.533.611,66 25.561.074,81 5.658,77 909.342,87 978.166,51 163.952.493,44 66,26 98,59 100,00 100,00 100,00 92,92 95,28 79,02 62,10 78,49 100,00 90,18 100,00 87,80 >>>>> segue 162 >>>>> segue Esecuzione finanziaria del PSR della Regione Lombardia (euro) Assi/misure Pagamenti 2014 Stato avanzamento al 31/12/2014 % avanzamento 31/12/14 (FEASR) Spesa pubblica di cui FEASR Spesa pubblica di cui FEASR Asse 2 Mis. 211 - Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane 5.712.941,30 2.376.350,85 74.293.560,02 32.551.824,43 104,01 Mis. 214 - Pagamenti agro-ambientali 31.725.214,66 14.821.121,05 261.363.970,36 119.752.259,61 94,30 Mis. 216 - Investimenti non produttivi 1.520.811,98 669.157,27 18.286.728,94 8.046.160,71 82,59 Mis. 221 - Imboschimento di terreni agricoli 10.409.346,09 4.558.212,11 76.856.165,22 33.791.156,37 105,09 Mis. 223 - Imboschimento di superfici non agricole 50.480,58 22.211,46 351.864,02 154.820,17 57,01 Mis. 226 - Ricostituzione del potenziale forestale 4.847.413,22 2.132.861,82 21.279.444,70 9.362.955,62 84,25 TOTALE ASSE 2 54.266.207,83 24.579.914,56 452.431.733,26 203.659.176,91 96,26 Asse 3 Mis. 311 - Diversificazione verso attività non agricole Mis. 312 - Sostegno alla creazione e allo sviluppo delle microimprese Mis. 313 - Incentivazione di attività turistiche Mis. 321 - Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale Mis. 323 - Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale Mis. 331 - Formazione e informazione TOTALE ASSE 3 TOTALE ASSE 4 Assistenza tecnica TOTALE 4.221.780,89 148.728,02 309.019,99 538.091,03 3.624.681,17 337.216,30 9.179.517,40 1.818.421,22 66.511,17 138.193,73 240.634,31 1.620.957,42 150.803,13 4.035.520,98 47.343.355,07 21.098.112,94 2.465.978,99 1.102.806,90 4.436.060,28 1.983.945,83 10.466.702,60 5.287.849,92 19.789.001,06 8.850.030,43 1.092.875,56 488.733,97 85.593.973,56 38.811.479,99 82,99 102,84 75,22 73,12 86,47 67,94 82,02 14.393.142,74 6.332.982,80 34.044.925,20 14.979.767 73,23 2.817.509,90 1.239.704,35 9.681.827,60 4.246.865,40 84,64 129.703.642,93 58.922.549,83 932.413.665,52 425.649.782,79 90,83 Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regione Lombardia. 163 164 Stato di avanzamento dei pagamenti PSR nelle Regioni italiane (euro) Competitività Area Programma Pagamenti PSR* Pagamenti PSR programmati 2007-2013 Abruzzo 319.110.356,22 426.327.617,00 Bolzano 311.135.991,79 330.192.026,00 Emilia Romagna 941.992.921,90 1.158.267.188,00 Friuli Venezia Giulia 218.769.076,31 265.683.479,00 Lazio 554.549.017,04 700.623.682,00 Liguria 245.417.610,84 288.171.302,00 Lombardia 932.413.665,52 1.026.568.657,00 Marche 381.795.105,54 482.282.568,00 Molise 166.437.183,99 206.585.015,00 Piemonte 787.843.022,73 974.087.993,00 Sardegna 1.022.543.859,28 1.284.746.988,00 Toscana 711.991.274,63 870.527.329,00 Trento 240.079.117,39 278.764.791,00 Umbria 609.948.570,74 786.904.257,00 Valle d’Aosta 101.960.423,35 123.666.100,00 Veneto 883.244.467,30 1.042.158.575,00 Totale 8.429.231.664,59 10.245.557.567,00 Basilicata 496.180.624,46 656.000.886,00 Calabria 868.127.784,05 1.087.508.918,00 Campania 1.408.958.189,08 1.812.017.280,00 Puglia 1.286.780.240,61 1.595.085.909,00 Sicilia 1.716.964.641,87 2.172.173.960,00 Totale 5.777.011.480,07 7.322.786.953,00 Rete Rurale Nazionale 65.936.873,04 82.919.766,00 TOTALE ITALIA 14.272.180.017,70 17.651.264.286,00 Convergenza vere uno sviluppo agricolo e forestale sostenibile in armonia con la tutela della biodiversità, la valorizzazione del paesaggio e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, ha un’esecuzione finanziaria che supera il 96%, ed è seguita dagli interventi dell’Asse 1 con l’87,8%. Le azioni degli altri due assi hanno avuto un notevole incremento della spesa nel 2014, attestandosi all’82% rispetto al 74,1% dell’anno precedente per l’Asse 3 e al 73,2% rispetto al 42,3% per l’Asse 4. La spesa pubblica per l’anno 2014 ammonta a circa 130 milioni di euro e la collocazione più elevata delle risorse ha riguardato la misura 214 “Pagamenti agro-ambientali” (oltre 31 milioni di euro), seguita dalla misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole” (circa 20 milioni di euro). Come negli anni precedenti, anche nel 2014 l’Asse 3 è in netto recupero per la spesa pubblica erogata, che si attesta * Situazione al 31 dicembre 2014. Fonte: elaborazioni su dati Rete Rurale Nazionale. Stato di avanzamento (%)* 74,85 94,23 81,33 82,34 79,15 85,16 90,83 79,16 80,57 80,88 79,59 81,79 86,12 77,51 82,45 84,75 82,27 75,64 79,83 77,76 80,67 79,04 78,89 79,52 80,86 su oltre 9 milioni di euro. Le spese certificate nel corso del 2014 si riferiscono prevalentemente alle misure ordinarie, poiché gli impegni relativi alla precedente programmazione sono pressoché esauriti, ad esclusione degli impegni ventennali della misura 221 e ad alcuni impegni della misura 214. Lo stato di avanzamento dei pagamenti non pone la Regione a rischio di disimpegno in base alla regola n+2. Il nuovo Programma di sviluppo rurale mette a disposizione, complessivamente, per il settennato 2014-2020, 1,157 miliardi di euro, con 133 milioni di euro in più rispetto alla programmazione precedente. Distribuzione percentuale della spesa pubblica del PSR erogata per misura, 2007-2013 5,4% 3,2% Agro-ambientali 5,1% Imboschimento 28,6% Indennità compensative Ammodernamento Accrescimento VA 22,6% Diversificazione 8,3% Giovani 8,5% Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regione Lombardia. 165 Distribuzione percentuale della spesa pubblica del PSR erogata per misura, 2014 2,3% Agro-ambientali 10,3% 20,2% Imboschimento Indennità compensative Ammodernamento 5,2% Accrescimento VA Diversificazione 3,5% 17,0% Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regione Lombardia. 166 5,4% Giovani GLOSSARIO glossario Agricoltura biologica Sistema di gestione sostenibile dell’agricoltura per ottenere prodotti e alimenti di alta qualità nel rispetto dell’ambiente e della salute umana, vegetale e animale, ai sensi del reg. (CE) n. 834/2007. Non prevede l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi, diserbanti, fitoregolatori, organismi geneticamente modificati, nonché l’uso zootecnico di antibiotici per la profilassi e ormoni. Agriturismo Rappresenta la più diffusa attività a valenza multifunzionale per le imprese agricole italiane. Oltre a ricezione e ospitalità, rientrano fra le attività agrituristiche, ai sensi della legge 96/06, anche quelle ricreative, culturali e didattiche, di pratica sportiva, nonché escursionistiche e di ippoturismo, e la degustazione di prodotti aziendali, inclusa la mescita del vino. I pasti e le 168 bevande somministrate devono essere costituiti prevalentemente da prodotti propri e da prodotti di aziende agricole della zona, con preferenza per i prodotti tipici, di qualità (DOP e IGP) e tradizionali. Aree intensive ad agricoltura specializzata Costituiscono l’Area b) nell’ambito della classificazione delle aree ai fini del PSR Regione Lombardia: comprendono i comuni relativamente rurali di pianura (con popolazione rurale tra il 15% e il 50% della popolazione totale) e i comuni rurali urbanizzati di pianura (V. Aree rurali). Aree rurali Rientrano in questa tipologia le aree di riferimento per i PSR italiani, individuate utilizzando come base di riferimento il livello comunale, attraverso indicatori quali la densità abitativa e l’incidenza della superficie agro-forestale. In Lombardia sono state definite quattro macro-tipologie di aree - Area a) Poli urbani; Area b) Aree rurali ad agricoltura intensiva; Area c) Aree rurali intermedie; Area d) Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo - nelle quali rientrano i comuni urbani (definiti in base ad una densità di popolazione superiore a 150 ab./kmq) e i comuni rurali definiti in base ad una densità inferiore ai 150 ab./kmq o ad una superficie rurale sopra i due terzi della superficie territoriale totale. Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo Costituiscono l’Area d) nell’ambito della classificazione delle aree ai fini del PSR Regione Lombardia: sono aree rurali con problemi complessivi di sviluppo e comprendono i comuni montani con popolazione rurale mag- giore del 50% della popolazione totale (V. Aree rurali). Aree rurali intermedie Costituiscono l’Area c) nell’ambito della classificazione delle aree ai fini del PSR Regione Lombardia: sono aree diversificate, ma spesso con situazioni di contesto che ne frenano l’evoluzione e comprendono comuni relativamente rurali di collina e montagna (con popolazione rurale tra il 15% e il 50% della popolazione totale) e comuni rurali urbanizzati di collina e montagna (V. Aree rurali). Attività secondarie Sono le attività effettuate nel settore agricolo (agriturismo, trasformazione aziendale di latte, frutta e carne, acquacoltura, vendita diretta) e quelle conseguenti ad altre branche produttive (commercio e trasformazione) ma relative a beni e prodotti agricoli. Banca dati CREA sulla spesa pubblica in agricoltura Esamina la spesa pubblica in agricoltura sulla base dei bilanci preventivi e consuntivi delle Regioni attraverso una metodologia che analizza l’evoluzione e la consistenza della spesa regionale, quantificando e qualificando le voci che compongono in maniera diretta o indiretta l’ammontare del sostegno pubblico al settore. Attraverso la costruzione del “consolidato della spesa pubblica per l’agricoltura”, la Banca fornisce una stima del sostegno pubblico complessivo al settore primario di cui si avvalgono le Amministrazioni regionali e centrali. Capacità di impegno Indicatore che esprime il rapporto fra impegni e stanziamenti. Capacità di pagamento Indicatore che esprime il rapporto fra pagamenti e impegni. Capacità di spesa Indicatore che esprime il rapporto fra pagamenti e stanziamenti. CF - Costi fissi Comprendono gli oneri sostenuti per l’impiego di fattori produttivi (ammortamenti, salari, oneri sociali, quote di accantonamento per il trattamento di fine rapporto - TFR, affitti passivi di terreni, interessi di capitali presi a prestito, imposte e tasse, altre spese generali e fondiarie, contributi IVA passivi) che vengono impiegati per più anni nel processo produttivo, nonché le sopravvenienze passive (derivanti da crediti, portafoglio, debiti). CI - Consumi intermedi Aggregato delle spese correnti delle aziende agricole (sementi, concimi, antiparassitari, mangimi, energia, ac- 169 qua irrigua e servizi vari). A queste voci vanno aggiunti i reimpieghi. Competitività aziendale È il risultato dell’interazione di numerosi fattori: dal capitale fisico a quello umano, alla struttura economica e organizzativa dell’impresa, all’insieme dei fattori del cosiddetto ambiente esterno all’azienda. In generale, per misurare la competitività aziendale si fa riferimento, principalmente, a una classificazione di fattori correlati su alcune dimensioni: caratteristiche strutturali delle imprese, condizioni dei fattori della produzione, ambiente economico-istituzionale, rapporti delle aziende con i mercati. In questo lavoro è stata utilizzata una variabile proxy complessiva di queste caratteristiche, utilizzando le informazioni reperibili dalla banca dati RICA–FADN e considerando la media comunitaria come riferimento; in alcuni casi sono stati uti- 170 lizzati direttamente le variabili FADN, in altri casi si è ritenuto opportuno procedere alla creazione di indici. Conduttore Responsabile giuridico ed economico dell’azienda. Può essere una persona fisica, una società o un Ente pubblico. Nel caso di colonia parziaria appoderata (mezzadria) come conduttore di azienda è considerato il mezzadro. Nel caso di soccida quale conduttore di azienda è considerato il soccidante. Contoterzismo Fornitura di mezzi meccanici da parte di ditte e/o società specializzate nello svolgimento di attività produttive aziendali (aratura, semina, raccolta, ecc.). Contributi alla produzione Con l’entrata in vigore nel 2005 della riforma della PAC e l’introduzione del pagamento unico per azienda è stata rivista la classificazione degli aiuti che prima confluivano nel prezzo base. Ora vengono classificati in: Contributi ai prodotti, Altri contributi alla produzione, Contributi per altre attività economiche. Solo la prima categoria Contributi ai prodotti rientra nella valutazione del prezzo base. CV - Costi variabili Includono tutti gli oneri sostenuti, compresi i reimpieghi di prodotti aziendali, per i mezzi tecnici a logorio totale, quelli cioè che esauriscono il loro effetto nel corso dell’annata (sementi, concimi, mangimi, energia, ecc.), nonché per l’impiego di manodopera avventizia. DE - Dimensione economica Dal 2010, con il nuovo sistema di tipologia per classificare le aziende, è subentrata alla UDE (Unità di dimensione economica) una nuova distribuzione della dimensione economica in euro; la RICA Italia adotta 8 classi di dimensione economica per individuare le sue aziende, addensando le classi proposte dalla RICA CE. Nell’opuscolo, per ragioni di maggiore facilità di lettura, i dati vengono rappresentati secondo le seguenti classi di dimensione economica: Piccole (da 4.000 a meno di 25.000 euro); Medio Piccole (da 25.000 a meno di 50.000 euro); Medie (da 50.000 a meno di 100.000 euro); Medio Grandi (da 100.000 a meno di 500.000 euro); Grandi (pari o superiore a 500.000 euro). Discount Punto di vendita che contiene un assortimento limitato di prodotti alimentari e di uso domestico corrente a prezzi molto convenienti. La dimensione varia tra i 300 e i 1.000 mq e l’al- lestimento, essenziale, si caratterizza per un minimo servizio. DOC - Denominazione di origine controllata È assegnata ai vini prodotti in zone delimitate (piccole e medie dimensioni) di cui portano il loro nome geografico. DOCG - Denominazione di origine controllata e garantita È assegnata ai vini di particolare pregio qualitativo, di notorietà nazionale e internazionale prodotti in aree di limitate dimensioni (pochi Comuni). DOP - Denominazione di origine protetta È assegnata a un prodotto agricolo o alimentare originario di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un Paese, ai sensi del regolamento (UE) n. 1151/2012, quando “le caratteristiche sono dovute essen- zialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata”. FADN - Farm Accountancy Data Network Strumento per valutare il reddito delle aziende agricole europee e gli impatti della politica agricola comune (RICA in Italia). Farmers’ market o mercati contadini Spazi pubblici messi a disposizione da Regioni e Comuni per garantire agli agricoltori la vendita diretta di prodotti locali e biologici, ai sensi del decreto ministeriale del 20 novembre 2007. Fattori esterni e Stato Questa voce rappresenta i costi sostenuti dall’azienda per salari e oneri 171 Fattorie didattiche Aziende agricole in possesso della certificazione agrituristica, impegnate per educare al consumo consapevole e al rispetto dell’ambiente i consumatori e in particolare i più giovani, offrendo l’opportunità di conoscere l’attività agricola e il ciclo degli alimenti, la vita animale e vegetale, i mestieri, il ruolo sociale degli agricoltori e il territorio. il riconoscimento della qualifica di fattoria sociale, mentre con il decreto n.4168 del 22 maggio 2015 sono state emanate disposizioni tecnico-amministrative. Per fattoria sociale si intende o l’impresa agrituristica che eroga servizi nell’ambito dell’agricoltura sociale, promuovendo attività aggregative per la collettività o accompagnando azioni terapeutiche e di riabilitazione, o l’impresa agricola che utilizza l’attività agricola per promuovere attività di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate o a rischio di esclusione sociale. Fattorie Sociali In Lombardia sono state riconosciute con l.r. 5 dicembre 2008, n. 31 “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale” (art. 8 bis). La Giunta regionale, con dgr n. 3387 del 10 aprile 2015, ha approvato le Linee guida per Fatturato L’ammontare di tutte le fatture emesse nel periodo di riferimento per vendite sul mercato interno ed estero. Il valore del fatturato si intende al netto dell’IVA fatturata ai clienti, degli abbuoni e sconti e al lordo delle spese (trasporti, imballaggi, ecc.) e delle al- sociali, per affitti passivi, interessi passivi e per tasse e IVA (sia sulle operazioni correnti, sia sugli investimenti). 172 tre imposte addebitate ai clienti (per es. imposta di fabbricazione). Nel fatturato sono comprese anche le vendite di prodotti non trasformati dall’impresa e le fatture per prestazioni di servizi e per lavorazioni eseguite per conto terzi su materie prime da essi fornite; sono escluse le vendite dei capitali fissi dell’impresa. FEAGA - Fondo europeo agricolo di garanzia. Operativo dal 2007, è subentrato alla sezione “garanzia” del precedente Fondo europeo agricolo (FEOGA) e cofinanzia, tra l’altro, le misure di intervento destinate a regolarizzare i mercati agricoli e i pagamenti diretti agli agricoltori. FEASR - Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale Subentrato al FEOGA insieme al FEAGA, sostiene la politica europea in materia di sviluppo rurale, finanziando i programmi dei vari Stati membri e regioni dell’Unione Europea. FER - Fonti energetiche rinnovabili Fonti la cui velocità di utilizzo è inferiore alla velocità di rigenerazione. Le FER tradizionali sono l’energia idroelettrica e l’energia da biomasse solide (residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura comprendente sostanze vegetali e animali, dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura), da rifiuti industriali e urbani e da biogas (prodotto dalla fermentazione batterica di residui organici vegetali, animali, liquami zootecnici, fanghi di depurazione, scarti dell’agro-industria). Mentre le FER più innovative sono l’energia eolica, l’energia solare fotovoltaica, l’energia geotermica e le energie marine (mareomotrice e moto ondoso). Forze di lavoro Comprendono sia le persone occupate che quelle in cerca di occupazione (disoccupati, in cerca di prima occupazione e altre persone in cerca di occupazione). GD - Grande distribuzione Insieme di imprese che possiedono punti vendita operanti nella forma di supermercato, ipermercato, discount, grande magazzino, altra impresa specializzata di grande superficie. Grado di meccanizzazione dei terreni (Kw/SAU) Indica il grado di meccanizzazione aziendale in termini di potenza, espressa in KW, disponibile per ettaro di superficie agricola utilizzata. Un valore relativamente alto di questo indice rispetto al dato medio di aziende simili in molti casi indica una eccessiva meccanizzazione. Grande magazzino Esercizio di vendita al dettaglio che dispone di una superficie di vendita superiore a 400 mq e di almeno 5 distinti reparti (oltre l’eventuale annesso reparto alimentare) ciascuno dei quali destinato alla vendita di articoli appartenenti a settori merceologici diversi e in massima parte di largo consumo. IGP - Indicazione geografica protetta È assegnata a un prodotto agricolo o alimentare originario di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un Paese, ai sensi del regolamento (UE) n. 1151/2012, quando “una determinata qualità, la reputazione o altre caratteristiche possono essere attribuiti all’origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengono nell’area geografica determinata”. 173 IGT - Indicazione geografica tipica È assegnata ai vini le cui zone di produzione sono generalmente ampie, accompagnata da menzioni (vitigno, tipologia enologica, ecc.). Imposte I prelievi obbligatori operati dalle amministrazioni pubbliche. Sono di due specie: le imposte dirette, che sono prelevate periodicamente sul reddito e sul patrimonio; le imposte indirette, che operano sulla produzione e sulle importazioni di beni e servizi, sull’utilizzazione del lavoro, sulla proprietà e sull’utilizzo di terreni, fabbricati o altri beni impiegati nell’attività di produzione. Indice di competitività aggregato Indice che riunisce diversi aspetti della competitività aziendale dovuti a gruppi di fattori. Il primo gruppo di fattori comprende sostanzialmente 174 le caratteristiche strutturali, come la dimensione economica, quella fisica o la mandria dell’azienda; il secondo gruppo prende in considerazione le condizioni dei fattori produttivi, come la disponibilità di lavoro, di terra e di capitale; nel terzo gruppo sono inseriti i fattori di relazione con il mercato, sia in termini di esitazione dei prodotti aziendali (output), sia in termini di reperimento dei fattori di produzione (input); nell’ultimo gruppo è inserito il supporto pubblico destinato alle aziende e il livello di tassazione. Per la costruzione dell’indice di competitività aggregato, le diverse variabili sono state sottoposte a una procedura di standardizzazione, cioè riportate a un comune campo di variazione, e quindi aggregate per gruppi, questi ultimi riportati all’indicatore finale. Intensità di meccanizzazione (KW/ ULT) Indice che misura il livello di intensità di meccanizzazione in termini di potenza, espressa in KW, disponibile per ULT. Un valore relativamente alto di questo indice rispetto al dato medio di aziende simili in molti casi indica una eccessiva meccanizzazione. Ipermercato Esercizio di vendita al dettaglio con superficie di vendita superiore a 2.500 mq, suddiviso in reparti (alimentare e non alimentare), ciascuno dei quali aventi, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato e di grande magazzino. Manodopera extrafamiliare Operai a tempo indeterminato, categorie speciali, impiegati, dirigenti, operai a tempo determinato e coloni impropri. Manodopera familiare Persone di 15 anni e più appartenenti alla famiglia del conduttore che svolgono lavoro agricolo nell’azienda. MOL - Margine operativo lordo Indicatore di redditività di un’azienda basato sulla sua gestione caratteristica, ovvero al lordo di interessi (gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamento di beni e ammortamenti. Multifunzionalità Con il termine multifunzionalità si intende un nuovo ruolo dell’agricoltura – sostenuto anche dalla PAC – che non si limita più a produrre il cibo necessario all’alimentazione, ma svolge altre importanti funzioni tra cui la tutela e la protezione dell’ambiente, la difesa del territorio, il mantenimento delle aree rurali, la salvaguardia dei prodotti tipici e la conservazione degli usi e delle tradizioni del mondo contadino. OCM - Organizzazione comune di mercato Creata per raggiungere gli obiettivi della PAC, è un insieme di misure per gestire il mercato di un determinato prodotto agricolo (produzione e scambi) che si fonda sul rispetto dei principi dell’unicità dei mercati agricoli, della solidarietà finanziaria e della preferenza comunitaria. Il reg (CE) n. 1234/2007 relativo all’organizzazione della c.d. OCM unica, ha incorporato le ventuno precedenti OCM. OTE - Orientamento tecnico economico La classificazione delle aziende agricole per OTE si basa sulla determinazione del peso economico delle varie attività produttive presenti in azienda e sulla loro combinazione. A tal fine, utilizzando i RLS della zona in cui ricade l’azienda, si moltiplicano gli ettari coltivati o il numero dei capi allevati per il corrispondente RLS. La combinazione ottenuta si confronta con uno schema tipologico che serve ad individuare gli OTE secondo criteri stabiliti a livello comunitario e validi per tutte le statistiche ufficiali. Un’azienda viene detta specializzata quando il RLS di una o più attività produttive affini supera i 2/3 del RLS totale dell’azienda. Dal 2001 la tipologia adottata è quella del reg. (CE) n.1555/01. PAC - Politica agricola comune Costituisce una delle più importanti politiche dell’Unione Europea e si prefigge di incrementare la produttività dell’agricoltura, assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, stabilizzare i mercati, garantire la sicurezza degli approvvigio- 175 namenti e assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori. Prevede misure di sostegno al mercato, aiuti diretti ai produttori e misure di sostegno per lo sviluppo dell’agricoltura delle aree rurali. anno solare). Non comprende il valore dei beni e servizi intermedi. PAC - II Pilastro È la parte della PAC che finanzia, attraverso il FEASR, le misure di sviluppo rurale. PL - Produzione lorda Valore delle produzioni delle colture e degli allevamenti e di altri prodotti aziendali. Comprende: vendite, reimpieghi, autoconsumi, variazioni delle scorte vive e del magazzino, prodotti aziendali. A tale valore è stato sommato l’ammontare dei contributi pubblici ricevuti da ciascuna azienda; la variabile così ottenuta misura quindi l’ammontare effettivo ricevuto dall’agricoltore per i propri prodotti in accordo con il criterio del “prezzo di base” indicato nella metodologia del SEC95. PIL - Prodotto interno lordo Il PIL è costituito dal valore complessivo dei beni e servizi prodotti all’interno di un paese, durante un determinato periodo di tempo (di solito un PLV - Produzione lorda vendibile Valore dei prodotti aziendali venduti, di quelli destinati all’autoconsumo, alla remunerazione dei salariati, alle immobilizzazioni; tiene conto delle PAC - I Pilastro È la parte della PAC che finanzia, attraverso il FEAGA, i pagamenti diretti agli agricoltori e le misure di gestione dei mercati agricoli attuate nell’ambito delle OCM. 176 va-riazioni delle giacenze di prodotti in magazzino. Per gli allevamenti, l’utile lordo, oltre che delle vendite e degli acquisti, tiene conto degli incrementi di valore registrati nell’esercizio per i capi destinati all’ingrasso e per quelli di allevamento che passano di categoria. La produzione vendibile comprende anche le sopravvenienze attive (derivanti da crediti, portafoglio, debiti) e altre entrate aziendali tra le quali quelle derivanti da attività agrituristiche collegate all’azienda, dagli affitti attivi e dal noleggio di macchine aziendali (se occasionale), nonché i contributi pubblici percepiti dall’azienda per calamità, per sostegno agli oneri, per terreni presi in affitto, per contributi IVA attivi. Poli urbani Costituiscono l’Area a) nell’ambito della classificazione delle aree ai fini del PSR Regione Lombardia: com- prendono i comuni capoluogo di provincia e i comuni prevalentemente urbani (V. Aree rurali). Potenza energia elettrica È l’energia elettrica e l’energia in generale erogata o consumata in ogni istante da un macchinario elettrico, la cui unità di misura è espressa in Watt = W; kiloWatt = kW = 1.000 Watt; MegaWatt = MW = 106 Watt; Gigawatt = GW = 109 Watt; 1 kcal/h = 1.163 W; 860 kcal/h = 1 kW. Potenza Motrice (KW) La potenza delle macchine aziendali, indipendentemente dal titolo di possesso delle stesse, viene espressa in termini di KW, ed è riferita alle macchine motrici di tipo agricolo, alle semoventi e agli autoveicoli utilizzati per le attività aziendali interne ed esterne (contoterzismo attivo). Sono escluse dal calcolo della potenza mo- trice le macchine dei servizi di contoterzismo passivo. PPB - Produzione al prezzo di base Con il SEC 95 vengono inclusi nella produzione i reimpieghi e gli scambi fra le aziende agricole, nonché i servizi annessi all’agricoltura. La valorizzazione della produzione viene effettuata al prezzo di base, cioè al prezzo ricevuto dal produttore per unità di prodotto, dedotte le imposte sul prodotto e inclusi tutti i contributi legati al prodotto stesso. Si escludono i contributi non commisurati ai prodotti. Nel 2014 ISTAT ha diffuso i risultati della revisione dei conti nazionali sulla base delle regole di contabilità: passaggio al SEC 2010 adottato con il reg. (Ue) n. 549/2013. Con l’occasione sono state introdotte novità relative ai metodi di misurazione e al contributo di nuove fonti statistiche che hanno interessato principalmente le voci: “qualità della produzione vitivinicola”, “multifunzionalità” e “revisione dei consumi intermedi”. Prezzi impliciti (indice dei) È il rapporto tra il valore di un aggregato economico a prezzi correnti ed il corrispondente aggregato a prezzi costanti. Prodotti tradizionali Prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura sono inscindibilmente legate agli usi e alle tradizioni del territorio da almeno 25 anni. Sono individuati dalle Regioni e iscritti nel registro nazionale istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentarie e forestali (MIPAAF), aggiornato con decreti annuali. PSR – Programma di sviluppo rurale Programma da attuarsi a livello re- 177 gionale, per ciascun Stato membro, quale principale strumento di pianificazione del mondo rurale. Definisce le strategie, gli obiettivi e gli interventi per il settore agricolo, agroindustriale e forestale e per lo sviluppo rurale. PUA - Pagamento unico aziendale Pagamento che le aziende ricevono nell’ambito del RPU. Regioni biogeografiche L’Unione Europea è suddivisa nelle seguenti 9 regioni biogeografiche, ovvero ambiti territoriali con caratteristiche ecologiche omogenee: Atlantica, Continentale, Alpina, Mediterranea, Boreale, Macaronesica, Pannonica, Steppica e regione del Mar Nero. Il territorio italiano è interessato dalle regioni Alpina, Continentale e Mediterranea. L’efficacia della rete Natura 2000 per la conservazione di habitat e specie viene valutata a livello biogeo- 178 grafico, indipendentemente dai confini politico-amministrativi. Regola n+2 Il FEASR ha assegnato ad ogni PSR approvato 2007-2013 un prefinanziamento, con cui il soggetto attuatore (la Regione) ha avviato le prime spese e contribuito a finanziare il trascinamento delle spese provenienti da impegni pluriennali relativi a precedenti periodi di programmazione. Gli impegni di bilancio dell’UE per le annualità successive sono programmati per frazioni annue che vengono liquidate sotto forma di pagamenti intermedi e di un saldo; pertanto al 31 dicembre di ogni anno il soggetto attuatore (la Regione) deve rendicontare le spese già effettuate per un importo pari almeno alle risorse programmate fino alle due annualità precedenti (regola n+2). La somma delle risorse programmate fino ai due anni precedenti rappresen- ta l’obiettivo di spesa che deve essere conseguito ogni anno. Nella programmazione 2014-2020 la regola è n+3. Reimpieghi Con il SEC 95 si distingue tra quelli reimpiegati nell’ambito della stessa azienda e quelli oggetto di scambio tra aziende agricole con contropartita di carattere economico. Dalla nuova valutazione vanno escluse dal calcolo le seguenti produzioni: uve per la produzione di vino da parte delle aziende agricole, in quanto il relativo valore è compreso nella trasformazione del vino; olive destinate alla produzione di olio direttamente da parte delle aziende agricole; il latte destinato all’alimentazione dei redi (vitelli) nell’ambito della stessa azienda agricola; le foraggere permanenti non oggetto di compravendita tra aziende agricole; i sottoprodotti senza valore economico; le sementi riutilizzate nell’ambito della stessa azienda agricola. Vanno invece incluse nel calcolo dei reimpieghi: le sementi, che hanno un valore economico e che sono vendute ad altre aziende agricole; i prodotti utilizzati anche nell’alimentazione del bestiame; le produzioni foraggere direttamente commercializzabili (fieno, insilati di mais, ecc.). Rete Natura 2000 È una rete di siti che si estende su tutti e 28 gli Stati della UE con l’obiettivo di arrestare il declino della biodiversità tramite la tutela a lungo termine di specie ed habitat maggiormente minacciati, compatibilmente con le esigenze delle attività antropiche presenti sul territorio. Appartengono alla rete Natura 2000 i siti di importanza comunitaria (SIC), istituiti attraverso la direttiva 92/43/CE (“direttiva Habitat”) per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica, selezionati per ogni regione biogeografica, e le zone di protezione speciali (ZPS), istituite attraverso la direttiva 79/409/CEE (“direttiva Uccelli”) sulla conservazione degli uccelli selvatici. RICA - Rete di Informazione Contabile Agricola Strumento comunitario finalizzato a monitorare la situazione economica delle aziende agricole europee. In Italia la RICA è gestita dal CREA e rappresenta l’unica fonte armonizzata di dati microeconomici. Ogni anno la RICA Italia fornisce i dati economici di un campione rappresentativo di aziende agricole professionali, aziende cioè caratterizzate da una dimensione che in termini economici è superiore ai 4.000 euro di produzione lorda standard. La selezione del campione è di tipo stratificato equi-probabilistico. La stratificazione del campo di osser- vazione considera le tre dimensioni: la collocazione territoriale (le Regioni e Provincie autonome), la dimensione economica (DE) e l’orientamento tecnico economico (OTE). Rischio povertà o esclusione sociale Condizione che contraddistingue i soggetti parte della quota di popolazione con reddito inferiore al 60% della mediana nazionale. RN - Reddito netto familiare Calcolato come PL - (consumi intermedi + ammortamenti + fattori esterni e Stato). Rappresenta la remunerazione dei fattori fissi di produzione apportati dall’imprenditore e dalla sua famiglia (terra, lavoro familiare e capitale) e del rischio imprenditoriale. RPU - Regime di pagamento unico Introdotto dalla riforma Fischler, in esso vengono ricondotti e disciplina- 179 ti la maggior parte degli aiuti diretti settoriali erogati tramite le OCM della PAC. Ogni agricoltore che accede al RPU è titolare di un diritto all’aiuto per ettaro nel rispetto delle norme sulla condizionalità (criteri di gestione obbligatori e buone condizioni agronomiche e ambientali). SAT - Superficie totale aziendale È l’area complessiva dei terreni dell’azienda destinata a colture erbacee e/o legnose agrarie, inclusi boschi e superficie agraria non utilizzata, nonché l’area occupata da parchi e giardini ornamentali, fabbricati, stagni e canali, situati entro il perimetro dei terreni che costituiscono l’azienda. SAU - Superficie agricola utilizzata È la superficie costituita dall’insieme dei seminativi, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie, orti familiari e castagneti da frutto. 180 Servizi connessi Esercizio per conto terzi e noleggio di mezzi e di macchine agricole con personale; raccolta, prima lavorazione (esclusa trasformazione), conservazione di prodotti agricoli e altre attività dei servizi connessi all’agricoltura svolti per conto terzi; sistemazione di parchi, giardini e aiuole; attività dei servizi connessi all’allevamento del bestiame, esclusi i servizi veterinari. SN - Saldo normalizzato È dato dal rapporto percentuale tra il saldo semplice (esportazioni - importazioni) e il volume di commercio (esportazioni + importazioni); varia tra -100 (assenza di esportazioni) e + 100 (assenza di importazioni) e consente di confrontare la performance commerciale di aggregati di prodotti diversi e di diverso valore assoluto. SO - Standard Output (Produzione Standard) La determinazione della Produzione Standard di ciascuna attività produttiva agricola avviene moltiplicando la sua dimensione aziendale per la produzione standard unitaria che la caratterizza nel territorio (regione o provincia autonoma) in cui è ubicata l’azienda. La somma delle produzioni standard di tutte le attività praticate dalla stessa azienda in un determinato esercizio contabile (o annata agraria) costituisce la Produzione Standard (o Standard Output) aziendale. Superette Esercizio di vendita al dettaglio a libero servizio di prodotti di largo consumo, soprattutto alimentari, con una superficie compresa tra 200 e 400 mq, sebbene tale criterio possa variare leggermente a seconda dell’insegna. Supermercato Esercizio di vendita al dettaglio a libero servizio e con pagamento all’uscita, con superficie superiore a 400 mq e vasto assortimento di prodotti alimentari di largo consumo, in massima parte preconfezionati, nonché di articoli non alimentari di uso domestico corrente. Sussidi Si intendono i sussidi sulle operazioni correnti collegate alla produzione (non agli investimenti). I pagamenti per cessazione delle attività agricole, perciò, non sono inclusi. I sussidi sono considerati sulla base della titolarità e non dell’effettiva ricezione di un pagamento nell’ottica di ottenere risultati coerenti (produzione/ costi/sussidi) per un determinato anno contabile. Tariffa onnicomprensiva Consiste nell’erogazione di un beneficio monetario, differenziato per fonte, corrisposto per ogni kWh netto di energia elettrica immesso in rete. Diversamente dal Conto energia per il fotovoltaico e dai Certificati Verdi, che incentivano tutta l’energia prodotta (compresa quella autoconsumata), la tariffa è corrisposta solo per l’elettricità effettivamente ceduta alla rete, al netto degli autoconsumi. Il produttore che beneficia della tariffa onnicomprensiva non ha il diritto di vendere l’energia prodotta, quindi rinuncia a qualsiasi ulteriore corrispettivo economico, al contrario del beneficio economico dei Certificati Verdi che va a sommarsi ai proventi derivanti dalla vendita di elettricità. Tasso di invecchiamento della popolazione Valore che esprime il rapporto fra il numero di residenti con oltre 64 anni e quelli con meno di 15 anni. UBA - Unità bovine adulte Unità di misura della consistenza di un allevamento che, rapportata alla SAU, consente di determinare la densità dell’allevamento stesso. UL - Unità di lavoro Unità di analisi che quantifica in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano, con diverse modalità e intensità di tempi, al processo di produzione di un paese, a prescindere dalla loro residenza. L’insieme delle unità di lavoro è ottenuto dalla somma delle posizioni lavorative a tempo pieno e dalle posizioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie), trasformate in unità a tempo pieno. 181 ULA - Unità di lavoro annuo L’ULA equivale al contributo di almeno 2.200 ore/annuo per un lavoratore familiare e di 1.800 ore/annuo per un salariato. ULF - Unità di lavoro Unità di analisi che quantifica in modo omogeneo il volume di lavoro svolto dalle persone che lavorano in azienda e che non ricevono salario o stipendio ma sono remunerate attraverso il reddito che rimane alla famiglia dallo svolgimento dell’attività agricola. VA - Valore aggiunto È il saldo tra la produzione e i consumi intermedi, in cui la produzione è valutata ai prezzi di base, cioè al netto 182 delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti. La produzione valutata ai prezzi di base si differenzia da quella valutata al costo dei fattori: quest’ultima è al netto di tutte le imposte (sia quelle sui prodotti, sia le altre imposte sulla produzione) e al lordo di tutti i contributi (sia i contributi commisurati al valore dei beni prodotti, sia gli altri contributi alla produzione). Valori concatenati Il concatenamento è il sistema di valutazione della produzione e dei prezzi in termini reali. L’indice a catena considera le variazioni di prezzo o di volume non solo nei valori assunti dalle variabili nell’anno corrente e nell’anno base, ma anche rispetto all’andamento complessivo del fenomeno nell’intero intervallo temporale esaminato. Vendita diretta Vendita al consumatore finale in azienda, anche consentendo la raccolta di prodotti dagli alberi e dagli orti (“pick your own”), presso punti esterni o attraverso forme innovative, quali: vendita su catalogo; e-commerce (internet); consegna a domicilio a singoli o gruppi organizzati di consumatori, come i Gruppi di acquisto solidale (GAS); vendita negli spazi pubblici (mercati contadini/farmers’ markets); rifornimento di distributori automatici nelle aree urbane di latte crudo, spremute di arance fresche, porzioni di ortofrutta fresca. 183 “L’agricoltura lombarda conta - 2015” è disponibile anche in versione inglese. La pubblicazione è consultabile in lingua italiana e inglese sul sito della Regione Lombardia (http://www.agricoltura.regione.lombardia.it) e sul sito www.inea.it “Lombard agriculture in figures - 2015” is also available in English. The publication can be consulted in Italian and English at the website of the Lombardy Region (http://www.agricoltura.regione.lombardia.it) and at the website www.inea.it. ISBN 978-88-8145-390-0