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L’AGRICOLTURA LOMBARDA CONTA - 2015
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: PSR 2014-2020
Direzione Generale Agricoltura
Comitato di redazione
Sabrina Giuca, CREA (responsabile); Maria Silvia Giannini (coordinamento per la DGA Regione Lombardia); Alessandro
Nebuloni, DGA Regione Lombardia; Roberto Pretolani, DEMM; Renato Pieri, SMEA; Roberto Cagliero, CREA; Francesca
Marras, CREA
Referenti tematici
Daniele Bellomo, Danilo Bertoni, Lucia Briamonte, Roberto Cagliero, Stefano Dell’Acqua, Francesca Gaudiano, Maria Silvia
Giannini, Sabrina Giuca, Rita Iacono, Pietro Manzoni di Chiosca e Poggiolo, Sonia Marongiu, Renato Pieri, Roberto Pretolani,
Maria Rosaria Pupo d’Andrea, Roberto Solazzo, Adele Vinci
Revisione editing
Sabrina Giuca e Maria Silvia Giannini
Elaborazioni
Marco Amato, Alessia Fantini e Fabio Iacobini
Coordinamento editoriale
Benedetto Venuto
Progetto grafico e realizzazione
Carlo Silva e Fabio Lapiana
Fotografie
Carlo Silva
Edizione Internet
Massimo Perinotto
Segreteria
Novella Rossi
Si ringraziano: Maria Teresa Besana, Gabriele Boccasile, Roberta Capretti, Andrea Corapi, Gloria Corti, Antonella Forni,
Stefano Foschini, Claudio Liberati, Andrea Massari, Giovanna Nicastro, Donatella Parma, Antonio Pepe, Antonella Pontrandolfi,
Andrea Povellato, Marina Ragni, Serena Tarangioli, Roberto Tonetti
L’opuscolo L’agricoltura lombarda conta - 2015 promosso dalla DG Agricoltura, in collaborazione con il CREA,
il DEMM e la SMEA, arriva alla sua
sesta edizione. Secondo una tradizionale impostazione, il volume fornisce
un quadro delle informazioni riguardanti i principali elementi descrittivi
del sistema agroalimentare regionale;
inoltre affianca la versione cartacea a
quella on line disponibile sul sito della
Direzione, permettendo l’acquisizione
di tabelle elaborabili e un continuo aggiornamento, in corso d’anno, anche
attraverso i risultati della congiuntura agricola trimestrale realizzata in
collaborazione con Unioncamere Lombardia. Nel 2014 la dimensione della
produzione agroindustriale lombarda
è stimata in 13,7 miliardi di euro, pari
al 16,7% del valore del sistema agroalimentare nazionale; a fronte di un lieve
aumento complessivo (+0,8% contro il
+0,4% a livello nazionale), il sistema
vede rafforzare la posizione dell’industria alimentare che arriva a pesare
il 16,9% sull’intero sistema (11,8% a
livello nazionale) con un incremento
del valore aggiunto del 4%. Per contro,
l’annata agraria 2014 registra un calo
in termini monetari del 2% del valore della Produzione agricola, stimata
complessivamente in 7,55 miliardi di
euro, pari al 14,1% del dato nazionale, per l’effetto negativo dell’andamento
dei prezzi (-3%). La caduta dei prezzi
alla produzione ha riguardato quasi
tutti i comparti dell’agricoltura regionale, in particolar modo le coltivazioni, ma la riduzione del valore della
produzione ha interessato maggiormente il settore zootecnico (soprattutto
il comparto delle carni) e il comparto
delle coltivazioni legnose agrarie (vite
e frutta) che hanno risentito di una
contrazione quantitativa. A parziale
correzione di un trend decennale che
vede i prezzi dei fattori produttivi crescere in maniera più sostenuta rispetto
a quelli dei prodotti agricoli, si registra nel 2014 un miglioramento della
ragione di scambio (+1,6%) fra prezzi
alla produzione e costo dei fattori. Ma
al calo dei prezzi (-4,5%) dei costi intermedi, l’aumento delle quantità utilizzate dell’1,1% non ha determinato
un miglioramento della produttività
dei fattori. Nonostante la riduzione
dei consumi intermedi, la variazione
negativa della produzione agricola
ha determinato sostanzialmente una
stazionarietà del valore aggiunto,
contrassegnata da un segno negativo
(-0,3%). Benché la domanda estera di
prodotti agroalimentari in questi anni
abbia costituito a livello lombardo la
componente trainante del sistema, il
valore dell’export agroalimentare subisce nella prima parte del 2015 un rallentamento che si auspica possa essere
superato con le opportunità di mercato
offerte da EXPO.
Inoltre, per quanto da luglio 2014 il
trend dei prezzi dei prodotti agricoli
sembrasse riprendere vigore, l’andamento congiunturale del primo semestre 2015 non presenta indicazioni
confortanti per la redditività: in particolare si aggrava, in base all’andamento dell’indice prezzi alla produzione,
la situazione del comparto lattierocaseario e della carne bovina e suina,
mentre riprendono a salire i costi dei
fattori di produzione a fronte di una
3
domanda interna debole che a oggi non
evidenzia ancora le evoluzioni attese.
Nel corso del 2014 Regione Lombardia,
a sostegno del reddito degli agricoltori
lombardi, aveva provveduto ad erogare ancora una volta, con fondi regionali pari a 310,5 milioni di euro, un anticipo della PAC, che complessivamente
assomma pagamenti diretti per un importo di circa 488,8 milioni di euro. A
beneficiarne, oltre 33.000 aziende agricole. Nel 2015, tuttavia, Regione Lombardia non ha potuto replicare questo
intervento a favore del settore per la
mancata conclusione dell’iter ministeriale di quantificazione del valore dei
titoli PAC. Fa esprimere invece soddisfazione, in relazione alle difficoltà del
comparto lattiero-caseario, l’accordo
tra i produttori e la cooperazione, raggiunto al tavolo regionale sul prezzo
base di riferimento (37 centesimi al
litro) e per il meccanismo di definizione del prezzo del latte; la rappresen-
tanza industriale purtroppo, pur condividendo il metodo di indicizzazione
ha tuttavia rifiutato il prezzo base. Il
sistema delle imprese agricole, pari a
47.720 unità (-1,9% rispetto al 2013),
vede continuare nel 2014 il processo di
riduzione strutturale, accompagnato
nell’ultimo quadriennio da una contrazione della consistenza del credito
agrario, passato dal +8,2% del 2011 al
-0,8% del 2014, e da un aumento della
quota di credito in sofferenza, anche
se in Lombardia il suo grado si mostra inferiore a quanto si riscontra a
livello nazionale (9,5% contro 11,6%).
Inoltre, nonostante l’intensità degli investimenti del settore agricoltura sia
superiore alla media nazionale, si evidenzia un calo della loro incidenza sul
valore aggiunto. Ora con il 2015 si conclude la programmazione 2007-2013 e
prende avvio la nuova programmazione PSR per il periodo 2014-2020, che
mette a disposizione per lo sviluppo
rurale 1,157 miliardi di euro. Una dote
con 133 milioni in più rispetto alla precedente (circa 500 milioni sono i fondi
per le misure relative agli investimenti
e altrettanto è previsto per le misure
agro-ambientali), che ha coinvolto Regione Lombardia con un impegno di
quasi 200 milioni in più, per la quota
di cofinanziamento regionale che passa dal 15% al 30%. Con l’emanazione
dei primi bandi dello sviluppo rurale,
Regione Lombardia si è impegnata a
sostenere il potenziamento della competitività del settore attraverso contributi agli investimenti, a una gestione
sostenibile delle risorse naturali e un’azione sul clima (operazione 4.1.01).
Occorre però essere consapevoli che
un PSR può non essere risolutivo per
tutte le iniziative di investimento delle imprese, alle quali spetta costruire
il proprio futuro, ponderando i rischi
d’impresa e affrontando i mercati e la
globalizzazione.
Gianni Fava
Assessore all’Agricoltura
della Regione Lombardia
4
INDICE
ECONOMIA E AGRICOLTURA
Territorio e popolazione
Prodotto interno lordo Valore aggiunto
Occupazione
AGRICOLTURA
pag. 10
pag. 17
pag. 20
pag. 22
SISTEMA AGROINDUSTRIALE
Componenti del sistema
Industria alimentare e delle bevande
Distribuzione
Scambi con l’estero Consumi alimentari
6
pag. 28
pag. 31
pag. 36
pag. 39
pag. 44
Aspetti climatici e
andamento agrometereologico
Risultati produttivi in agricoltura
Pesca e acquacoltura
Consumi intermedi
Investimenti
Prezzi
Strutture in agricoltura
Meccanizzazione
Risultati economici delle aziende agricole
Credito agrario
Mercato fondiario
pag. 48
pag. 50
pag. 60
pag. 62
pag. 65
pag. 68
pag. 71
pag. 83
pag. 86
pag. 96
pag. 99
MULTIFUNZIONALITÀ­­­­
Agroenergie
Prodotti a denominazione e tradizionali
Agricoltura biologica
Produzione integrata
Agriturismo
Vendita diretta
Fattorie didattiche
POLITICA AGRICOLA
pag. 104
pag. 107
pag. 115
pag. 119
pag. 121
pag. 125
pag. 131
Legislazione regionale in materia agricola
Spesa agricola regionale
PAC – I pilastro
Programma di sviluppo rurale
(PAC – II pilastro) pag. 152
pag. 155
pag. 159
pag. 162
GLOSSARIO
AGRICOLTURA E AMBIENTE
Aree protette
Foreste
Gestione delle risorse idriche
Pratiche agricole
Glossario
pag. 168
pag. 134
pag. 139
pag. 143
pag. 147
7
ECONOMIA E AGRICOLTURA
territorio e popolazione
Il territorio della Lombardia, esteso
su una superficie 23.863 kmq, occupa
circa il 7,9% della superficie nazionale ed è caratterizzato da una compresenza di aree pianeggianti (47,1%),
collinari (12,4%) e montuose (40,5%).
La Lombardia è la regione italiana più
densamente abitata con un numero di
residenti che sfiora i 10 milioni (pari
al 16,4% della popolazione nazionale),
per lo più concentrati nella fascia pianeggiante e pedemontana. In queste
aree la densità abitativa supera i 600
ab./kmq, contro la media nazionale di
201 ab./kmq. Nelle province di Milano
e Monza la densità abitativa raggiunge
addirittura i 2.000 ab./kmq; all’estremo opposto si colloca la provincia di
Sondrio, con soli 57 ab./kmq. Il 68,8%
della popolazione vive nella fascia di
pianura.
Le aree collinare e montane rientrano quasi completamente nelle aree
di intervento del PSR (Programma di
10
sviluppo rurale) definite rurali, intermedie e con problemi complessivi di
sviluppo.
Come per la densità abitativa anche
il rapporto fra popolazione residente
e superficie agricola mostra un valore
elevato (1.056 ab./100 ha SAU), decisamente superiore al corrispondente
dato nazionale (480 ab./100 ha SAU)
e a quello comunitario.
Nel 2013 la popolazione residente è
cresciuta dell’1,8%, con un tasso di
crescita identico a quello nazionale.
Circa l’11,3% della popolazione residente è di origine straniera rispetto al
dato nazionale dell’8,1%. La provincia
con la maggior incidenza di residenti
stranieri è Brescia (13,4%), seguita da
quelle di Mantova (13,2%) e Milano
(13,1%).
Le persone anziane (65 anni e più)
rappresentano il 21,4% della popolazione, mentre il tasso di invecchiamento della popolazione è pari a 1,49,
valore in assoluto elevato, ma leggermente inferiore alla media nazionale
(1,54).
L’elevata densità abitativa e il vivace
trend di crescita della popolazione
si traduce a livello territoriale in un
esteso tasso di antropizzazione del
territorio, che secondo dati DUSAF
(2012) risulta di circa il 14,5%; a livello locale sono particolarmente elevati
i valori di Monza e Milano (rispettivamente il 55,1% e il 40,5%). Sempre con riferimento al dato DUSAF
(2012) le superfici boscate e naturali si estendono sul 39% del territorio
regionale, in particolare nelle aree
montane, con una punta dell’88% nella provincia di Sondrio. La superficie
agricola risulta pari a poco più di un
milione di ettari, corrispondente al
43% della superficie regionale, con
un picco nella provincia di Cremona (84,7%) e un minimo in quella di
Sondrio (7,4%). Il 77% delle superfici
Superficie, popolazione residente e densità abitativa in Lombardia, 2014
Superficie
Ripartizione %
Popolazione residente
Ripartizione %
Densità
% stranieri
territoriale (kmq) superficie territoriale
al 1/1/2014
popolazione residente (abitanti/kmq) residenti
Lombardia
23.863,65
100,0
9.973.397
100,0
417,9
11,3
Montagna
Collina
Pianura
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Mantova
Milano
Monza e Brianza
Pavia
Sondrio
Varese
9.650,02
2.967,90
11.245,73
2.745,94
4.785,62
1.279,04
1.770,46
814,58
782,99
2.341,44
1.575,65
405,41
2.968,64
3.195,76
1.198,11
40,4
12,4
47,1
11,5
20,1
5,4
7,4
3,4
3,3
9,8
6,6
1,7
12,4
13,4
5,0
1.049.512
2.063.199
6.860.686
1.107.441
1.262.295
598.810
362.141
340.814
229.082
415.147
3.176.180
862.684
548.326
182.480
887.997
10,5
20,7
68,8
11,1
12,7
6,0
3,6
3,4
2,3
4,2
31,8
8,6
5,5
1,8
8,9
108,8
695,2
610,1
403,3
263,8
468,2
204,5
418,4
292,6
177,3
2.015,8
2.127,9
184,7
57,1
741,2
7,7
10,4
12,2
11,6
13,4
8,3
11,4
8,4
11,6
13,2
13,1
8,5
10,4
5,0
8,5
Aree intensive ad agricoltura specializzata
Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
Aree rurali intermedie
Poli urbani
10.233,67
4.312,08
7.905,51
1.412,39
42,9
18,1
33,1
5,9
3.880.134
290.884
2.129.479
3.672.900
38,9
2,9
21,4
36,8
379,2
67,5
269,4
2.600,5
11,0
5,9
8,7
13,6
Fonte: ISTAT.
11
agricole sono destinate a seminativi.
L’erosione dei suoli agricoli, sia a causa delle opere antropiche, soprattutto
in pianura, che dei fenomeni di rina-
turalizzazione, prevalentemente nelle
zone collinari e montane, appare un
fenomeno inarrestabile. Fra il 2007 e
il 2012, secondo le rilevazioni DUSAF,
le superfici agricole regionali sono diminuite dell’1,7%, con una punta del
6,6% nella provincia di Lecco. In sei
decenni, ovvero dal 1955, la perdi-
Copertura del suolo in Lombardia, aree antropizzate, boschi e superficie agricola utilizzata (SAU)
Aree antropizzate
(%)
Aree boscate
(%)
14,4
11,7
16,6
11,1
15,3
13,1
12,6
40,5
55,1
9,4
2,7
29,4
14,5
56,5
48,4
60,0
2,7
60,7
5,0
2,7
6,9
10,4
16,1
88,7
46,3
39,0
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Mantova
Milano
Monza e Brianza
Pavia
Sondrio
Varese
Lombardia
Fonte: ERSAF-DUSAF, 2007, 2012.
12
Aree agricole
(%)
(.000 ha)
27,5
34,4
14,7
84,7
14,9
79,6
81,4
51,1
34,3
72,9
7,4
14,6
43,0
75,7
164,4
18,8
150,0
12,1
62,2
190,8
80,6
13,9
216,3
23,7
17,6
1.026,0
di cui %
seminativi
56,7
73,7
48,6
87,6
33,3
83,2
88,5
81,6
82,8
80,5
6,6
63,0
77,3
di cui %
colture permanenti
2,6
6,3
1,3
3,8
2,0
4,5
6,5
3,1
1,0
15,1
12,9
1,6
7,1
di cui %
prati stabili
var %
2007/12
40,8
19,9
50,1
8,7
64,8
12,3
5,0
15,3
16,2
4,4
80,6
35,4
15,6
-2,9
-1,7
-3,3
-0,9
-6,6
-0,9
-0,7
-2,2
-2,6
-1,6
-3,9
-3,6
-1,7
ta delle superfici agricole è stata del
22,4%, a fronte di un incremento delle aree antropizzate di circa il 250%.
Strettamente legato al fenomeno della perdita della SAU è il tema dell’autoapprovvigionamento alimentare. Se-
condo uno studio DEMM, nel periodo
2009-2011 il grado di autoapprovvigionamento garantito dall’agricoltura
Dinamica delle superfici antropizzate, agricole e boschive (1955-2012)
1.400
1.322
1.262
1.200
(.000 ettari)
1.000
1.087
888
1.043
1.026
927
930
854
917
800
Aree agricole
600
400
200
0
Aree antropizzate
302
336
346
2007
2012
Boschi e aree naturali
194
100
1955
1980
1999
Fonte: ERSAF.
13
lombarda è del 64,5% in termini di
calorie e del 74,1% in valore, mentre
a livello nazionale questi parametri si
collocano rispettivamente sul 65,5% e
Aree rurali
sul 91,3%. Nonostante la maggiore produttività media in termini di calorie
per ettaro (5,9 abitanti mantenibili per
ettaro contro i 3,3 a livello italiano), la
Lombardia riuscirebbe a mantenere in
termini calorici solo il 60,1% dei suoi
abitanti, contro il 67,2% dell’Italia.
Guardando al movimento turistico, il
Tasso di autoapprovigionamento alimentare in Lombardia e Italia
2009-2011)
(media
Tasso di autoapprovvigionamento globale (% kcalorie)
- di cui vegetali
- di cui animali
Italia
65,5
64,1
76,7
Lombardia
64,5
56,6
139,1
Tasso di autoapprovvigionamento consumi umani (% kcalorie)
- di cui vegetali
- di cui animali
67,2
64,1
76,8
60,1
34,4
139,0
Produzione interna per ettaro di SAU (Kcal)
Produzione vegetale interna per ettaro seminativi+arboree (Kcal)
Produzione animale interna per ettaro foraggere (Kcal)
8.974.192
10.570.450
2.849.295
22.040.000
20.664.002
10.317.746
Abitanti mantenibili/ettaro
Abitanti mantenibili complessivi con produzioni interne
3,3
39.999.900
5,9
5.816.856
91,3
74,1
Tasso di autoapprovvigionamento in valore
Fonte: Programma di sviluppo rurale 2014-2020, Regione Lombardia.
14
Fonte: Elaborazioni DEMM su dati Faostat.
giore), dove gli stranieri raggiungono
rispettivamente il 59,6% e il 70,6% degli arrivi.
L’11% degli arrivi lombardi (contro il
20% circa a livello nazionale) è orientato a esercizi di tipo extra-alberghiero prevalentemente rappresentati da
campeggi, villaggi turistici e alloggi
61,9% del flusso annuo di ospiti negli
esercizi ricettivi lombardi, complessivamente pari a 13,6 milioni di arrivi,
interessa località turistiche e in particolare le città di interesse storico
e artistico (Milano, Bergamo, Como)
e le località lacuali (Lago di Garda,
Lago di Como e di Lecco, Lago Mag-
Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU)
1.005
Lombardia
1.056
608
Italia - Nord
621
472
Italia
UE-27
480
292
2010
2013
in affitto, soluzioni che vedono la più
alta presenza straniera ed una permanenza media a carattere quasi settimanale.
Negli ultimi anni gli arrivi sono progressivamente aumentati, ma non è
cresciuta la permanenza media (2,5
numero di notti per cliente); tra il
2008 e il 2013 è aumentata la quota
degli ospiti stranieri, passando dal
46,4% al 51,3% del totale, e mantenendosi superiore alla media nazionale (48,4%). Gli alloggi in affitto, nel
2013, pari al 3% del totale degli arrivi,
nel tempo aumentano la loro quota,
così come, espressione dell’accoglienza in famiglia, i bed and breakfast
(1,1%), e gli agriturismi (0,9%); in aumento è anche la quota degli arrivi in
altri esercizi ricettivi, con un incremento della permanenza media.
Fonte: EUROSTAT, ISTAT.
15
Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi lombardi, 2013
Totale
Tipo di località
Capoluoghi di provincia e comuni
Località di interesse turistico
- città di interesse storico e artistico
- località montane
- località lacuali
- località termali
- località collinari e di interesse vario
Tipologia di esercizio
Esercizi alberghieri
Esercizi extra-alberghieri
- campeggi e villaggi turistici
- alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale
- agriturismi
- bed and breakfast
- altri esercizi ricettivi
Lombardia
Italia
arrivi*
% arrivi
% arrivi stranieri/
totale
permanenza media
n. notti/cliente
5.182.560
8.429.046
5.558.570
755.716
1.974.572
68.802
71.386
9.839.646
24.120.995
12.071.882
3.048.092
8.599.787
248.121
153.113
38,1
61,9
40,8
5,6
14,5
0,5
0,5
38,2
59,5
59,6
34,4
70,6
23,5
37,0
1,9
2,9
2,2
4,0
4,4
3,6
2,1
12.107.639
1.503.967
600.094
402.042
125.225
152.221
224.385
13.611.606
103.862.530
26.429.228
7.531.413
3.474.131
2.031.939
422.965
334.158
1.268.220
33.960.641
376.785.615
89,0
11,0
4,4
3,0
0,9
1,1
1,6
100,0
51,0
54,2
58,3
64,3
38,1
40,1
43,5
51,3
48,4
2,2
5,0
5,8
5,1
3,4
2,2
5,7
2,5
3,6
* numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi nel periodo considerato.
** numero delle notti trascorse dai clienti, italiani e stranieri, negli esercizi ricettivi.
Fonte: elaborazione dati ISTAT.
16
presenze**
prodotto interno lordo
Nel 2013 il PIL realizzato in Lombardia si è attestato su un valore di circa
360 miliardi di euro a prezzi correnti,
pari al 22,3% del PIL nazionale e al
2,7% del PIL dell’UE-28. Il PIL lombardo supera in valore assoluto il PIL di
19 paesi dell’UE, essendo paragonabile a quello di Belgio, Polonia e Austria.
Il valore del PIL pro capite, pari a
36.459 euro a prezzi correnti, risulta
ampiamente superiore sia alla media
nazionale (+36%) sia a quella comu-
nitaria (+37%). Esso supera del 5,4%
quello tedesco e del 12,3% quello
francese (EUROSTAT) e nel contesto
italiano si colloca al terzo posto dopo
quello dell’Alto Adige e della Valle
d’Aosta.
Andamento del PIL per abitante in Lombardia (euro), dal 2006 al 2013*
Anni
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Lombardia/Italia (2013)
Lombardia/Nord-Italia (2013)
Lombardia/UE-28 (2013)
Lombardia
PIL a prezzi
%
correnti (mio euro)
su Italia
325.033
21,0
338.489
21,0
352.077
21,6
336.077
21,4
351.509
21,9
358.689
21,9
356.437
21,9
360.358
22,3
PIL/Abitante
Lombardia
Prezzi
correnti
34.698
35.888
37.031
35.106
36.492
37.046
36.566
36.459
1,36
1,11
1,37
Valori
concatenati
36.930
37.308
37.683
35.124
36.492
36.516
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Italia
Prezzi
correnti
26.644
27.556
27.758
26.629
27.088
27.600
27.343
26.877
Valori
concatenati
28.519
28.822
28.391
26.699
27.088
27.203
26.375
25.628
*Valori concatenati - anno di riferimento 2010.
Fonte: EUROSTAT; ISTAT, Conti economici territoriali.
17
Analoghe considerazioni possono essere riferite al PIL per occupato, pari
a circa 77.500 euro a prezzi correnti, valore superiore del 16% a quello
nazionale e del 24% a quello medio
comunitario.
La perdurante crisi economica coinvolge anche la Lombardia, anche se
con dinamiche meno accentuate rispetto al contesto nazionale. Il PIL
2013 a prezzi correnti, infatti, ha fatto
registrare un incremento dell’1,1% ri-
Andamento del PIL per occupato in Lombardia (euro) dal 2006 al 2013*
PIL/Occupato
Lombardia
Italia
Prezzi correnti Valori concatenati
Prezzi correnti Valori concatenati
Anni
2006
69.767
74.256
62.008
66.371
2007
72.030
74.880
63.661
66.586
2008
74.276
75.585
64.418
65.885
2009
71.950
71.986
63.134
63.300
2010
76.040
76.040
64.835
64.835
2011
77.516
76.408
65.969
65.020
2012
77.156
n.d.
65.675
63.350
2013
77.551
n.d.
66.610
63.516
Lombardia/Italia (2013)
1,16
n.d.
Lombardia/Nord-Italia (2013)
1,07
n.d.
Lombardia/UE-27 (2013)
1,24
n.d.
*Valori concatenati - anno di riferimento 2010.
Fonte: EUROSTAT; ISTAT, Conti economici territoriali.
18
Popolazione a rischio di povertà o
esclusione sociale, 2013 (%)
50
49,4
44,5
40
30
28,4
24,5
20
23,3
18,0
17,5
16,6
10
0
Lombardia UE-28
Fonte: EUROSTAT.
Italia
Italia
Nord
Ovest
Italia
Nord
Est
Italia
Centro
Italia
Sud
Italia
Isole
Andamento del PIL dal 2005 al 2014 (2005=100)*
110
108
106
104
102
100
98
96
94
92
90
2005
2006
2007
EU-28
2008
2009
EU-15
2010
2011
Italia
2012
2013
2014
spetto al 2012, contro la diminuzione
dello 0,6% a livello nazionale. Il PIL
lombardo segue un andamento di crescita prossimo a quello comunitario,
sebbene su un livello leggermente inferiore. Dal 2009 il divario fra il tasso di crescita economica lombarda e
quello nazionale è ulteriormente aumentato.
Ai positivi dati economici complessivi
della regione fa da contraltare la quota di popolazione a rischio povertà o
esclusione sociale, che secondo i dati
EUROSTAT si attesta, nel 2013, su un
valore di circa il 17,5%, dato in ogni
caso migliore di quello della media
nazionale e comunitaria (rispettivamente pari al 28,4% e al 24,5% della
popolazione).
Lombardia
* Valori concatenati - anno di riferimento 2010.
Fonte: EUROSTAT; ISTAT, Conti economici territoriali.
19
valore aggiunto
Il valore aggiunto dell’economia lombarda dipende in larga misura dai
servizi (72%) e dall’industria (26,9%),
mentre il contributo del settore agricolo si limita all’1,1%, valore inferiore
sia alla media nazionale (2,3%) che
comunitaria (1,7%).
Nonostante la modesta incidenza sul
complesso dell’economia, la Lombardia contribuisce alla formazione del
valore aggiunto agricolo nazionale
per una quota del 10,4%; la regione
si colloca in tal modo al secondo posto dopo l’Emilia-Romagna (10,7%).
L’incidenza del valore aggiunto agricolo lombardo sul totale dell’UE-28 è
dell’1,6%, paragonabile in valore assoluto a quello realizzato da paesi come
Danimarca, Portogallo e Belgio.
Dal 2010 l’agricoltura lombarda recupera posizioni rispetto agli altri settori
economici, tornando ad un’incidenza
percentuale sull’intera economia pari
a quella del 2005.
20
VA ai prezzi di base1 per settore in
Lombardia (mio. euro), 2013
1,1%
26,9%
72,0%
Agricoltura, silvicoltura, pesca
3.502
Industria, incluse costruzioni 87.317
Servizi, inclusa pubb. amm.ne 233.393
Totale 324.212
1
Valori a prezzi correnti.
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.
Incidenza % del VA dell’agricoltura1
sul VA totale, 2013
Lombardia
Italia
Italia - Nord
Italia - Centro
Italia - Sud e Isole
UE-28
Belgio
Bulgaria
Danimarca
Francia
Germania
Grecia
Paesi Bassi
Polonia
Portogallo
Regno Unito
Romania
Spagna
Svezia
Ungheria
1
Agricoltura, silvicoltura e pesca.
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali; EUR0STAT.
VA
1,1
2,3
1,8
1,7
4,2
1,7
0,8
5,5
1,4
1,6
0,9
3,8
1,9
3,3
2,3
0,7
6,2
2,8
1,4
4,4
Dinamica del VA per settore in Lombardia1 (2005=100)
130
120
110
100
90
80
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
economia
agricoltura, silvicoltura e pesca
industria
servizi
numero indice inc.% agricoltura su economia
numero indice inc.% industria su economia
1
Valori a prezzi correnti.
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.
21
occupazione
La Lombardia presenta un tasso di
occupazione molto elevato, pari a
circa il 65% della popolazione con età
compresa fra i 15 e i 64 anni. Questo
valore, che pone in linea la regione
con il contesto comunitario, risulta di
gran lunga superiore a quello medio
nazionale, fermo al 55,7%. Analoga
tendenza si riscontra con riferimento
all’occupazione femminile, che però
si colloca 15 punti percentuali al di
sotto di quella maschile. Il tasso di
occupazione giovanile (15-24 anni),
pur superiore alla media nazionale,
risulta, invece, al di sotto della media
comunitaria.
Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione la Lombardia si mantiene
su un livello relativamente contenuto (8,2%), soprattutto se paragonato
al dato nazionale (12,7%) e a quello
comunitario (10,2%). La disoccupazione femminile risulta leggermente
più pronunciata raggiungendo l’8,8%.
Meno confortante è il tasso di disoccupazione giovanile, che raggiunge la
ragguardevole quota del 31,2%, inferiore del 10% rispetto alla media na-
Tasso di occupazione
Tasso di disoccupazione
complessivofemminile giovanile
complessivofemminilegiovanile
%
%%
% %%
Lombardia
64,9 57,5 20,6 8,2 8,8 31,2
Italia - Nord
64,3 56,9 20,3 8,6 9,7 32,7
Italia
55,7 46,8 15,6 12,7 13,8 42,7
UE-28
64,8 59,5 32,4 10,2 10,3 22,2
Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2014; EUROSTAT.
22
1,6%
27,8%
70,6%
Agricoltura, silvicoltura, pesca
Tasso di occupazione e disoccupazione, 2014
Unità di lavoro per settore in
Lombardia (000 unità), 2012
67,4
Industria, incluse costruzioni 1.209,1
Servizi, inclusa pubb. amm.ne 3.066,6
Totale 4.343,1
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.
zionale, ma 9 punti più elevata rispetto alla media comunitaria.
Il settore agricolo assorbe una quota
dell’1,6% delle unità lavorative (UL)
rispetto al 27,8% dell’industria e al
70,6% dei servizi (ISTAT, 2012). Nel
2012 la produttività media a prezzi
correnti di un unità lavorativa agricola è pari al 69,7% di un’unità lavorativa
media dei servizi e al 70,9% dell’analogo dato riferito all’industria. Nonostante l’elevato differenziale con gli
altri settori, si evidenzia negli ultimi
anni un costante trend di incremento
del valore aggiunto per occupato, fe-
nomeno non comune agli altri settori.
Nel 2014 gli occupati in agricoltura
ammontano a circa 72.000 unità, corrispondenti all’1,7% del totale regionale e all’8,9% degli occupati agricoli
italiani. L’incidenza degli occupati
agricoli sul totale si colloca in Lombardia ben al di sotto della media nazionale (3,6%) e di quella dell’UE-28
(5%).
La percentuale degli occupati di sesso
femminile nell’agricoltura lombarda
è del 16,9%, quota decisamente inferiore rispetto al totale dell’economia
e anche nel confronto con l’analogo
Occupati totali e agricoli per sesso e ripartizione geografica, 2014
Occupati
Occupati agricoli
000 unità
% femmine
000 unità
% femmine
Lombardia
4.237,4 43,7 71,9 16,9
Italia - Nord
11.612,0 43,7 306,3 26,8
Italia
22.278,9 41,9 811,7 27,7
Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2014.
Incidenza % occupati in agricoltura1
sul totale dell’economia, 2014
% occupati
Lombardia1,7
Italia3,6
Italia - Nord
2,6
Italia - Centro
2,5
Italia - Sud e Isole
6,6
UE-275,0
Austria4,3
Belgio1,3
Bulgaria19,4
Danimarca2,6
Francia2,8
Germania1,5
Grecia12,5
Paesi Bassi
2,2
Polonia11,5
Portogallo11,6
Regno Unito
1,4
Romania29,3
Spagna4,0
Svezia2,2
Ungheria6,7
1
Agricoltura, silvicoltura e pesca.
Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2014; EUROSTAT.
23
VA ai prezzi di base per occupato e per settore (euro)*, 2013
80.000
70.000
60.000
50.000
40.000
Industria
Servizi
Agricoltura
30.000
20.000
10.000
0
Lombardia
Italia
UE-28
*Prezzi correnti.
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali; EUROSTAT.
Immigrati occupati in agricoltura, 2012
Extra-comunitari
Comunitari
Totale immigrati
unità % su occupati
unità % su occupati
unità % su occupati
agricoliagricoliagricoli
Lombardia
Italia - Nord
Italia
15.240 50.723 143.620 26,2 16,1 16,9 2.910 61.144 125.340 Fonte: INEA, Indagine sull’impiego degli immigrati in agricoltura in Italia, 2012.
24
5,0 19,4 14,8 18.150 111.867 268.960 31,2
35,5
31,7
dato nazionale. La quota di occupati
dipendenti sul totale degli occupati in
agricoltura si colloca intorno al 35%
contro il 50% su base nazionale.
Il valore aggiunto per occupato agricolo risulta decisamente più elevato
dell’analogo dato nazionale e di quello
comunitario (rispettivamente +60% e
+240%). All’interno della regione tale
dato risulta inoltre paragonabile con
quello degli altri settori economici,
pur presentando leggeri differenziali
negativi del 7,5% rispetto al settore industriale e del 14% rispetto al settore
terziario.
La presenza di lavoratori stranieri
nell’agricoltura lombarda risulta decisamente consistente. Secondo l’indagine INEA 2012 sull’impiego degli
immigrati in agricoltura operano in
regione circa 15.000 lavoratori agricoli extra-comunitari e 3.000 comunitari, pari rispettivamente al 26,2% e
al 5% degli occupati agricoli regionali.
A livello italiano la quota degli extracomunitari è più contenuta (16,9%),
mentre risulta più elevata quella dei
comunitari (14,5%). Nel complesso,
l’incidenza di lavoratori stranieri in
Lombardia (31,2%) è paragonabile
con quella nazionale (31,7%). Il comparto che assorbe maggiormente i la-
voratori stranieri è la zootecnia (33%
degli occupati), seguito dal florovivaismo (24%) e dall’orticoltura (23%).
VA ai prezzi di base per UL e per settore (euro)*, 2005-2012 (2005=100)
140
130
120
110
Industria
100
Servizi
Agricoltura
90
80
70
60
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
*Valori concatenati - anno di riferimento 2010.
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.
25
SISTEMA AGROINDUSTRIALE
componenti del sistema
Nel 2014 la dimensione economica
del sistema agroalimentare lombardo
è stimata pari a un valore di circa 36,5
miliardi di euro, il 16,7% del valore del
sistema agroalimentare nazionale; ri-
spetto al 2013 risulta in aumento del
+0,6% contro il +0,4% registrato dal
dato nazionale.
Il valore del sistema agroalimentare
lombardo in termini correnti incide,
nel 2014, il 10,1% sul PIL regionale,
e la sua incidenza sul PIL nazionale
risulta essere del 13,5%.
Il maggiore contributo al valore del
sistema agroalimentare lombardo è
Principali componenti del sistema agroindustriale ai prezzi di base in Lombardia (mio. euro), 2014
1,3%
11,3%
Consumi intermedi agricoltura, foreste e pesca
9,4%
Valore aggiunto agricoltura, foreste e pesca
Valore aggiunto industria alimentare
40,9%
Valore aggiunto ristorazione
16,9%
Commercio e distribuzione
Imposte indirette agroindustriali
20,1%
Fonte: stime DEMM su dati ISTAT.
28
offerto dalla commercializzazionedistribuzione e dalla ristorazione; i
loro valori incidono, rispettivamente,
il 40,9% e il 20,1% sul totale. Sul lato
della produzione il valore aggiunto
agricolo contribuisce solo per il 9,4%
alla formazione del valore del sistema
(14,2% il dato nazionale), mentre i
consumi intermedi dell’agricoltura si
assestano all’11,3%.
Si rafforza la posizione dell’industria
alimentare che arriva a pesare il
16,9% dell’intero sistema (11,8% a livello nazionale).
Dal 2000 ad oggi il valore della produzione agricola e forestale ha fatto
registrare un aumento del 18,4%, decisamente inferiore rispetto a quello
dell’industria alimentare (+25,3%) e a
quello dei consumi alimentari domestici ed extradomestici (+38,7%).
Principali componenti del sistema agroindustriale ai prezzi di base in
Lombardia, 2014
Consumi intermedi agricoltura, foreste e pesca
Valore aggiunto agricoltura, foreste e pesca
Valore aggiunto industria alimentare
Valore aggiunto ristorazione
Commercio e distribuzione
Imposte indirette agroindustriali
Valore sistema agroindustriale
Mio. Var. %
euro2014/2013
4.138 3.442 6.167 7.333 14.903 490 36.474 -3,4
-0,4
4,4
2,6
-0,6
8,0
0,6
Fonte: stime su dati ISTAT.
29
Dinamica recente delle componenti del sistema agroalimentare lombardo e dei consumi (mio. euro)
45.000
40.000
35.000
30.000
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Valore produzione agricola e forestale (PPB)
Valore aggiunto a prezzi di base industrie alimentari
Totale produzione agroindustriale
Consumi domestici
Fonte: stime DEMM su dati ISTAT.
30
2008
2009
2010
2011
2012
Saldo import-export prodotti agricoli
Saldo import-export alimentari
Consumi apparenti agroalimentari
Totale consumi domestici ed extradomestici
2013
2014
industria alimentare e delle bevande
Nel 2014 il valore aggiunto (VA)
dell’industria alimentare e delle bevande è stimato, in Lombardia, circa
6,2 miliardi di euro, corrispondenti
al 23,9% del relativo valore aggiunto
dell’industria alimentare nazionale e
al 16,9% del valore del sistema agroalimentare regionale. Il valore aggiunto dell’industria alimentare supera
quello agricolo del 79%, mentre a livello nazionale è il settore agricolo a
prevalere del 20% in valore sul settore
dell’industria alimentare. L’industria
alimentare in Lombardia pesa il 44,9%
sul valore della produzione agroindustriale, contro il 32,5% a livello nazionale.
Le imprese attive in Lombardia
nell’industria alimentare e delle bevande risultano essere 6.098, pari al
6,1% delle imprese manifatturiere regionali e al 10% delle imprese alimentari italiane (dati Infocamere, 2014).
Il 95,4% di queste è coinvolto nella
produzione di alimenti, mentre il 4,6%
nel comparto delle bevande. Oltre
il 66% delle imprese attive è caratterizzato da una dimensione artigiana-
le; fa eccezione il comparto bevande
dove gli artigiani rappresentano solo il
24,8% del totale. Nel 2014 il numero
delle imprese alimentari è aumentato
Distribuzione provinciale delle imprese alimentari e delle bevande e manifatturiere in Lombardia1, 2014
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Monza
Milano
Mantova
Pavia
Sondrio
Varese
Totale
Alimentari
Tot.
Inc. %
685 922 305 346 230 123 353 1.664 441 410 206 413 6.098 11,2
15,1
5,0
5,7
3,8
2,0
5,8
27,3
7,2
6,7
3,4
6,8
100,0
Alimentari artigiane
Tot.
Inc. % 536 673 233 226 166 77 239 925 281 265 138 303 4.062 13,2
16,6
5,7
5,6
4,1
1,9
5,9
22,8
6,9
6,5
3,4
7,5
100,0
Manifatturiere
Tot.
Inc. %
11.225 14.747 6.576 3.067 3.949 1.557 9.295 29.803 4.391 4.569 1.290 9.313 99.782 11,2
14,8
6,6
3,1
4,0
1,6
9,3
29,9
4,4
4,6
1,3
9,3
100,0
1
Imprese attive.
Fonte: Infocamere.
31
Imprese alimentari e delle bevande
presenti in Lombardia, 2014
100
8.000
7.000
6.000
Incidenza tipologie giuridiche nelle imprese alimentari e delle bevande, e
manifatturiere in Lombardia1, 2014
6,5%
335
282
6.624
80
4.000
3.000
24,2%
38,5%
56,0%
5.816
5.000
70
70
4.027
3.992
32,7%
43,6%
60
Imprese individuali
23,9%
40
1.000
20
28,0%
37,3%
0
Imprese
registrate
Imprese
attive
TOTALE IMPRESE
Bevande
Fonte: Infocamere.
Imprese
registrate
Imprese
attive
0
Alimentari
IMPRESE ARTIGIANE
Alimentari
36,9%
Bevande
TOTALE
IMPRESE
1
Imprese attive.
Fonte: Infocamere.
58,0%
49,8%
30,0%
11,3%
Alimentari
Bevande
IMPRESE
ARTIGIANE
Società di capitale
Società di persone
55,7%
35,2%
2.000
32
9,2%
14,3%
Totale
imprese
Imprese
artigiane
IMPRESE
MANIFATTURIERE
Altro
Ripartizione degli addetti delle imprese alimentari e delle bevande per tipologia produttiva, Lombardia 2013
Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne
11,8%
15,0%
2,1%
Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi
Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi
1,4%
4,2%
Produzione di oli e grassi vegetali e animali
0,9%
Industria lattiero-casearia
20,5%
12,1%
Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei
2,3%
Produzione di prodotti da forno e farinacei
Produzione di altri prodotti alimentari
Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali
29,6%
Industria delle bevande
Fonte: ISTAT, Archivio statistico delle imprese attive (ASIA).
dell’1,3% rispetto all’anno precedente
contro il +0,9% su base nazionale. Il
comparto alimentare presenta una
situazione migliore rispetto al manifatturiero regionale nel suo insieme,
dove si assiste ad una diminuzione su
base annua delle imprese dell’1,5%.
La ripartizione provinciale delle imprese vede in testa Milano (27,3%),
seguita da Brescia (15,1%) e Bergamo
(11,2%). Le imprese artigiane, pur seguendo la stessa dinamica, risultano
distribuite in modo omogeneo sul territorio. Le dinamiche annuali mostrano notevoli incrementi delle imprese
33
alimentari a Monza (+3,2%) e Milano
(+2,7%).
Per quanto riguarda la configurazione giuridica delle imprese, fra quelle
strettamente alimentari la tipologia
prevalente è rappresentata dalle imprese individuali e dalle società di
persone. Discreta è la quota delle società di capitale (24,2%), che risultano
invece prevalenti nell’ambito delle be-
Distribuzione provinciale delle imprese alimentari e relativi addetti in
Lombardia, 2013
Tot.
Imprese
Inc. % % artigiane
Bergamo
658 11,2 79,2 Brescia
921 15,7 75,5 Como
290 4,9 80,0 Cremona
336 5,7 64,9 Lecco
217 3,7 71,9 Lodi
130 2,2 63,1 Mantova
446 7,6 63,2 Milano
1.579 26,9 55,1 Monza e Brianza
382 6,5 66,0 Pavia
356 6,1 72,5 Sondrio
173 2,9 74,0 Varese
380 6,5 76,3 Lombardia
5.868 100,0 67,9 Italia
54.691 71,3 Lombardia/Italia (%) 10,73 Fonte: ISTAT, Archivio statistico delle imprese attive (ASIA).
34
Tot.
Addetti delle imprese
Inc. % % artigiane
5.652 8,5 7.553 11,4 2.887 4,3 6.400 9,6 2.279 3,4 1.340 2,0 6.740 10,2 21.811 32,9 2.965 4,5 2.533 3,8 2.616 3,9 3.598 5,4 66.374 100,0 392.811 16,90
42,0
42,3
39,0
16,7
31,5
27,1
21,3
16,9
32,7
40,0
29,9
33,7
27,0
40,1
vande (56%). Le proporzioni cambiano in favore delle imprese individuali
se si considerano le sole imprese artigiane.
Secondo i dati ISTAT-Archivio statistico delle imprese (ASIA), nel 2013
il numero degli addetti alle imprese
dell’industria alimentare con sede in
Lombardia è di circa 66.000 unità, di
cui il 27% lavora in imprese a carattere artigianale. Il numero di addetti
alle imprese alimentari lombarde rappresenta il 16,9% del totale nazionale. Relativamente alla localizzazione,
sempre nel 2013 il 32,9% degli addetti delle imprese si concentra nella
provincia di Milano, dove operano in
maggior misura le realtà di grandi dimensioni, seguita da quelle di Brescia
(11,4%) e Mantova (10,2%).
Secondo i dati del Censimento generale dell’industria e dei servizi 2011 la
trasformazione alimentare garantisce
occupazione a circa 70.000 addetti
delle unità locali, corrispondenti al
16,8% del totale nazionale e al 7,4% degli addetti regionali del manifatturiero.
Nell’ambito della trasformazione alimentare riveste notevole importanza
il fenomeno della cooperazione, che
può contare sul territorio regionale
280 realtà produttive, pari al 5,6% del
totale nazionale (dati 2012, Osservatorio della Cooperazione Agricola
Italiana). La dimensione economica
media delle cooperative alimentari
lombarde è di circa il doppio del pa-
norama nazionale, ragione per cui
l’incidenza sul fatturato nazionale si
colloca oltre il 10% (3,5 miliardi di
euro in valore assoluto). In Lombardia hanno sede legale 4 delle prime 25
realtà dell’agroalimentare italiano per
fatturato: Consorzio Virgilio, Latteria
Soresina, Produttori Suini Pro Sus e
Consorzio Casalasco del Pomodoro.
Inoltre, numerose delle principali realtà hanno in regione i loro bacini di
approvvigionamento o, in alcuni casi,
stabilimenti produttivi.
Distribuzione delle
cooperative agroalimentari
in Italia e Lombardia, 2012
Imprese Fatturato
(mio. euro)
Lombardia
Italia
280 5.042 3.531,9
34.869,1
Italia - Nord
Italia - Centro
Italia - Sud e Isole
2.260 709 2.073 28.777,9
2.364,8
3.726,2
5,6 12,4 10,1
12,3
Lombardia/Italia (%)
Lombardia/Italia Nord (%)
Fonte: Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana.
35
distribuzione
La Lombardia si conferma come una
delle realtà leader della distribuzione moderna nazionale ed europea:
la densità dei punti vendita moderni
(ipermercati, supermercati, superette
e discount), nel 2014, si attesta sui
297 mq ogni 1.000 abitanti. Nonostante la lieve flessione (-1,4% su base
annua), si tratta di un dato di assoluto
rilievo, analogo o superiore a quello
che si registra nelle aree europee più
densamente abitate.
In regione sono 2.382 i punti vendita
della distribuzione alimentare moderna, con una superficie complessiva di
quasi 2,9 milioni di mq, in calo, per il
secondo anno consecutivo; rispetto al
2013 si rileva una flessione dell’1,4%,
nettamente inferiore al -2,5 registrato
a livello nazionale.
Tale andamento si distribuisce in
modo non uniforme sul territorio regionale con alcune province (Lecco,
Como e Milano) che evidenziano un
36
Punti vendita della distribuzione alimentare moderna in Lombardia, 2014
Superette
Supermercati
Ipermercati
Discount
Totale
N. punti
Superficie
vendita
mq var. % 2014/13
504 140.092 -15,5
1.022 1.052.852 -2,6
238 1.259.112 -0,6
618 408.427 5,5
2.382 2.860.483 -1,4
Fonte: elaborazioni SMEA su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia.
Superficie ogni 1.000 abitanti dei punti vendita della distribuzione moderna
in Lombardia e Italia (mq), 2014
Superette Supermercati Ipermercati Discount Totale Super+Iper
Bergamo 14,4107,5110,3 55,5 217,9
Brescia 13,3162,3140,5 63,5 302,7
Como 12,9 87,5139,8 51,0 227,3
Cremona 6,4119,1115,4 40,8 234,5
Lecco 14,4 94,3151,6 34,0 245,9
Lodi
5,7 88,5222,4 41,3 310,8
Mantova 13,5157,9108,7 72,8 266,6
Milano 16,1 85,8125,8 27,3 211,6
Monza e Brianza 13,1
82,0
145,0
33,3
227,1
Pavia 14,5112,4144,0 50,1 256,4
Sondrio 54,6109,9140,4 45,3 250,2
Varese 11,1142,7113,2 37,6 256,0
Totale Lombardia
14,5109,2130,6 42,4 239,8
Totale Italia
29,1
117,6
70,6
48,7
188,2
Fonte: elaborazioni SMEA su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia.
Totale
287,8
379,5
291,2
281,7
294,4
357,9
352,9
255,0
273,5
321,0
350,2
304,7
296,7
266,0
aumento delle superfici.
Tutte le principali formule distributive registrano, per il secondo anno
consecutivo, un arretramento (-2,6%
i supermercati e -0,6% gli ipermercati), con la sola eccezione dei discount
(+5,5%). È soprattutto il calo degli
ipermercati, con la chiusura di ben
due grandi strutture a livello regionale, che evidenzia le difficoltà che anche il settore distributivo ha dovuto
affrontare, nonostante gli ipermercati
continuino a rappresentare il principale strumento con cui le catene lombarde presidiano il territorio.
In regione predominano le catene
private della grande distribuzione.
L’importante riassetto delle centrali
d’acquisto prosegue anche nel 2014:
si scioglie Centrale Italiana, che raggruppava Coop, Despar, Sigma e Il Gigante, leader l’anno prima con quasi il
15% della superficie di vendita regionale; la leadership passa quindi a Esd
Ripartizione della superficie di vendita della distribuzione alimentare
moderna in Lombardia, 2014
16,6%
18,4%
1,6%
2,6%
3,4%
12,1%
3,6%
6,3%
9,6%
8,2%
8,6%
9,0%
Esd Italia
526.773
Centrale Auchan-Crai
346.546
Esselunga
275.158
Carrefour
257.458
Finiper
244.937
Coop
234.639
Bennet
181.429
Standa/Rewe
102.204
Conad
98.414
Lidl
72.949
Centrale Aucube
45.060
Altri
474.916
Totale (mq) 2.860.483
Fonte: elaborazioni SMEA su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia.
37
Italia, che con l’ingresso di Despar e Il
Gigante, aggrega il 18,4% delle superfici regionali di vendita ed è seguita
da Centrale Auchan-Crai (12,1%). Esd
Italia e Centrale Auchan-Crai occupano le prime due posizioni anche a
livello nazionale, con una quota pari,
rispettivamente, al 20,9% e al 16,9%.
Ripartizione della superficie di vendita della distribuzione alimentare
moderna in Italia, 2014
10,6%
3,1%
20,9%
Esd Italia
2.835.490
Centrale Auchan-Crai
2.293.706
Coop
1.815.968
Conad
1.627.855
3,3%
Carrefour
921.327
4,1%
Sigma
763.313
5,6%
Centrale Aucube
559.373
Lidl
440.681
Esselunga
430.152
Lillo
426.394
Altri
1.442.510
3,2%
16,9%
6,8%
12,0%
13,4%
Totale 13.556.769
Fonte: elaborazioni SMEA su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia.
38
scambi con l’estero
Nel 2014, il deficit agroalimentare della Lombardia ammonta a poco più di
4 miliardi di euro e contribuisce per
due terzi alla formazione del disavanzo nazionale. In ambito regionale, a
valori correnti, la crescita su base annua delle esportazioni (+6%) è doppia
rispetto a quella delle importazioni
(+3,1%); al contrario, per l’Italia l’aumento del valore delle importazioni
(+3,1%) supera, sia pur di poco, quello
delle esportazioni (+2,3%).
In Lombardia, la crescita delle esportazioni dipende solo dalle quantità
(+6,6%), visto che i prezzi medi restano sostanzialmente stabili (-0,6%),
mentre quella più modesta delle
importazioni (+3,1%) è il risultato
del crollo della componente prezzi
(-9,7%), che viene più che compensata
dall’aumento delle quantità (+14,1%).
Le importazioni agroalimentari della
regione rappresentano l’8,8% del valore degli acquisti sui mercati esteri ef-
Scambi con l’estero di prodotti
agroalimentari della Lombardia a
prezzi correnti (mio. euro)
ImportExport Saldo
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014*
Var. % 2014/2013
Var. % 2014/1999
5.6902.425-3.265
6.1202.608-3.512
6.2732.811-3.462
6.2833.025-3.258
6.5423.152-3.390
6.8443.278-3.566
7.1193.559-3.560
7.9023.742-4.160
8.3094.122-4.187
8.5594.571-3.988
7.9294.214-3.715
8.6914.579-4.112
9.6374.856-4.781
9.1865.121-4.065
9.4105.359-4.051
9.6975.680-4.017
3,05
5,99
70,4 134,2
* dati provvisori.
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT.
Contributo % dei prodotti
agroalimentari alla formazione
della bilancia commerciale
della Lombardia
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014*
ImportExport
7,173,84
6,363,55
6,363,59
6,514,00
6,664,15
6,474,14
6,404,17
6,634,01
6,244,07
7,064,41
8,175,12
7,494,88
7,824,66
7,914,74
8,474,96
8,825,18
* dati provvisori.
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT nella classificazione SH6.
39
fettuati dalle imprese lombarde, mentre le esportazioni si fermano al 5,2%;
le stesse quote calcolate per l’Italia
raggiungono, rispettivamente, l’11,4%
e l’8,7%.
Il principale mercato estero di approvvigionamento della regione è la
Francia, con una quota del 19,1%, seguita da Germania (14%), Paesi Bassi
(11,6%) e Spagna (10,1%). Sul fronte
delle esportazioni ai primi due posti
si collocano Francia (17,9%) e Germania (11,5%), seguite da Regno Unito
(8,5%) e da due mercati extra-comunitari: USA (7,7%) e Svizzera (6,8%).
Peraltro, le fonti di approvvigionamento risultano nettamente più concentrate dei mercati di esportazione.
I quattro principali partner della regione sono gli stessi dell’Italia sia dal
lato delle importazioni, con lo stesso
ordine ma con quote superiori, che
da quello delle esportazioni, ma con
ordine diverso.
40
Principali paesi di origine e destinazione di import ed export
agroalimentare della Lombardia, 2014*
IMPORT
19,1%
32,2%
Francia
Germania
Spagna
Paesi Bassi
14,0%
Belgio
Ungheria
2,8%
2,9%
2,9%
4,4%
Polonia
Austria
11,6%
Altri
10,1%
EXPORT
15,0%
Francia
Germania
36,6%
12,1%
Regno Unito
USA
Svizzera
8,5%
4,0%
4,0%
5,3%
* dati provvisori.
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT.
6,8%
7,7%
Paesi Bassi
Belgio
Spagna
Altri
Principali paesi di origine e destinazione di import ed export
agroalimentare dell’Italia, 2014*
IMPORT
14,1%
Francia
Germania
41,5%
13,9%
Spagna
Paesi Bassi
Austria
11,3%
2,6%
Belgio
Indonesia
Polonia
2,6%
2,8% 3,6%
EXPORT
7,6%
Altri
17,9%
Germania
Francia
USA
38,5%
11,5%
I prodotti lattiero-caseari rappresentano la principale merceologia di
scambio sia dal lato delle importazioni (14,5%), che da quello delle esportazioni (19,7%).
Il 7 agosto 2014 la Russia ha decretato un embargo all’importazione di
alcuni prodotti agroalimentari provenienti da UE, Stati Uniti, Canada, Australia e Norvegia, il cui termine nel
2015 è stato prolungato al 5 agosto del
20161. Nel corso del 2014 le esportazioni agroalimentari verso la Russia,
per effetto dell’embargo, evidenziano
un notevole ridimensionamento, sia
in ambito nazionale (-12,7%), sia per
Regno Unito
Svizzera
Austria
8,8%
3,5%
3,6% 3,6% 3,9%
* dati provvisori.
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT.
8,7%
Paesi Bassi
Spagna
Altri
Si tratta di prodotti appartenenti ai comparti lattiero-caseario, ortofrutticolo, delle
carni bovine, suine e di pollame, della pesca
e di altri prodotti agroalimentari trasformati
(esclusi alcolici, bevande, pasta, dolciumi e
prodotti da forno, prodotti per l’infanzia).
1
41
Quote di import ed export dei prodotti agroalimentari della Lombardia,
2014*
IMPORT
14,5%
Prodotti lattiero-caseari
Quote di import dei prodotti
agroalimentari dell’Italia, 2014*
11,2%
IMPORT
Carni fresche e congelate
11,4%
41,9%
Mangimi
EXPORT
Derivati dei cereali
Altri prodotti
6,3%
19,7%
IMPORT
33,0%
45,0%
17,3%
11,2%
Prodotti lattiero-caseari
6,3%
7,0%
* dati provvisori.
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT.
42
7,9%
8,8%
4,4% 5,2%
6,6%
Carni fresche e congelate
Derivati dei cereali
9,9%
Prodotti lattiero-caseari
Bevande non alcoliche
Pesce lavorato e conservato
Zucchero e prodotti dolciari
8,9%
Carni preparate
3,8%
5,0%
8,9%
Zucchero e prodotti dolciari
6,6%
6,1%
45,0%
Olii e grassi
8,7%
4,5%
9,9%
Pesce lavorato e conservato
4,4% 5,2%
Olii e grassi
Cereali
Vino
Mangimi
Olii e 8,8%
grassi
Zucchero e prodotti dolciari
Altri prodotti
6,6%
Altri prodotti
* dati provvisori.
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT.
13,7%
0%
Quote di export dei prodotti
agroalimentari dell’Italia, 2014*
EXPORT
15,4%
13,7%
38,5%
8,0%
4,9%
5,6%
6,8%
7,1%
la Lombardia (-15%): in particolare,
tale riduzione risulta più marcata per
i prodotti interessati dall’embargo (rispettivamente circa il -43% eVino
il -30%),
meno marcata per Derivati
i prodotti
del
dei cereali
“made in Italy”, pari
rispettivamente
Prodotti lattiero-caseari
al -9,4%Frutta
e al
-11,6%. Alla fine del 2014
fresca (escl. agrumi e frutta tropicale)
è emerso che tutti i principali partner
Ortaggi trasformati
della UE hanno subìto una perdita
Olii e grassi
Zucchero e prodottiagroalimentari
dolciari
Valore delle esportazioni
di Lombardia e Italia verso la
Altri
prodotti
Russia nel 2014*
Vino
Derivati dei cereali
Prodotti lattiero-caseari
Frutta fresca (escl. agrumi e frutta tropicale)
Ortaggi trasformati
Olii e grassi
Zucchero e prodotti dolciari
Altri prodotti
* dati provvisori.
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT.
percentuale sensibilmente più elevata
di quella italiana (Germania -22,8%;
Paesi Bassi -20,8%; Francia -17,2%).
Comunque, il saldo agroalimentare
con la Russia rimane positivo, seppure in flessione (da 40 a 36 milioni di
euro) per la Lombardia e ancora in
crescita (da 390 a 413 milioni di euro)
in ambito nazionale.
A. Made in Italy di cui:
A.1. agricoli
A.2. trasformati
A.3. del’industria alimentare
B. Altri prodotti alimentari
A+B TOTALE
mio. euro
75,4
6,0
31,4
38,0
Lombardia
Var. % 2014/13
-11,6
47,0
-32,3
9,4
mio. euro
488,9
43,8
261,1
184,0
Italia
Var. % 2014/13
-9,4
-40,5
-13,0
10,9
38,8
-21,0
110,6
-24,8
114,2
-15,0
599,5
-12,7
* dati provvisori.
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT.
43
consumi alimentari
In Italia, dopo due anni di calo, la spesa media mensile per famiglia a valori
correnti risulta sostanzialmente stabile e pari a 2.489 euro (+0,7% rispetto
al 2013). Anche il livello di spesa per
alimentari e bevande analcoliche rimane complessivamente stabile: in
media 436 euro al mese. Continua la
diminuzione della spesa per carne (da
99,6 nel 2013 a 97,2 euro nel 2014),
che si accompagna a quella per oli e
grassi (da 15,2 a 13,8) e per bevande analcoliche (da 20,6 a 19,7 euro),
mentre aumenta la spesa per piatti
pronti e altre preparazioni alimentari
(da 9,5 a 10,5).
Dopo tre anni di crescita, scende il numero di famiglie che riducono la quantità o la qualità dei prodotti alimentari
acquistati (dal 62% al 59%), soprattutto
al Centro-Nord. Non si riduce la quota di acquisti presso gli hard discount
(13%), che continua a crescere al Sud
e nelle Isole (dal 12% al 15%).
44
Spesa media mensile a prezzi correnti per famiglia (euro), 2008-2014
3.500
3.183
3.073
3.071
3.000
2.990
2.873
2.500
2.000
2.867
2.851
2.648
2.592
2008
2009
Italia
3.090
2.933
2.884
2.604
2010
2.973
3.014
2.880
2.929
2.894
2.771
2.825
2.950
2.799
2.757
2.777
2.471
2.489
2013
2014
2.640
2.550
2011
Nord-Ovest
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT, La spesa per consumi delle famiglie, luglio 2015.
2012
Nord-Est
Lombardia
Restano le tradizionali differenze
territoriali nelle spese medie delle
famiglie tra Centro-Nord e Mezzogiorno, con valori massimi osservati
in Trentino-Alto Adige (3.074 euro),
Lombardia (2.950 euro) ed EmiliaRomagna (2.883 euro) e valori minimi
per la Calabria (1.758 euro) e la Sicilia (1.779 euro).
Il 12,4% delle famiglie acquista almeno un genere alimentare biologico (prevalentemente frutta, verdura
e uova), con valori più elevati nel
Centro-Nord: nel Nord-Est si arriva al
17,8%, valore più che doppio rispetto
a quelli del Sud e delle Isole.
La quota di spesa alimentare scende
dal 17,8% del 2013 al 17,5% del 2014,
ma rappresenta ancora oltre un quinto della spesa totale al Sud, benché
diminuisca dal 22,6% al 21,9%. Tale
quota, che nel 2014 in Lombardia,
Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna
e nei comuni metropolitani non rag-
Spesa media mensile a prezzi correnti delle famiglie per alimentari e
bevande analcoliche (euro), 2008-2014
470
462,3
459,6
460
450
440
454,7
455,7
439,0
446,4
445,7
429,3
430
448,8
442,3
447,1
450,6
441,4
440,0
439,8
439,4
435,9
439,0
436,1
430,6
429,5
2013
2014
420
410
400
2008
2009
2010
Italia
2011
Nord-Ovest
2012
Nord-est
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT, La spesa per consumi delle famiglie, luglio 2015.
45
46
3500
30
3000
2500
20
2000
15
1500
10
1000
5
0
0
Sicil
ia
Sard
egna
Ital
ia
d'Ao
sta
Piem
onte
Lig
Lom uria
bar
Tren
tino-A dia
lto A
dige
Friuli
V
-Ven eneto
ezia
Giu
Emil
ia-Ro lia
mag
na
Tosc
ana
Umb
ria
Mar
che
Lazio
Abru
zzo
Moli
s
Cam e
pania
Pugli
a
Basil
icata
Cala
bria
500
Spesa media mensile (=100%)
Quota % alimentari e bevande
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT, La spesa per consumi delle famiglie, luglio 2015.
Quota % alimentari e bevande
25
Valle
I dati sui consumi nel 2014 sono tratti
da “La spesa per consumi delle famiglie”
(ISTAT, luglio 2015). Le stime diffuse in questo report si basano sui dati dell’indagine
sulla spesa delle famiglie che sostituisce la
precedente indagine sui consumi delle famiglie, pubblicata fino al 2014; i dati delle due
indagini non sono, pertanto, comparabili.
1
Spesa media mensile per famiglia (euro) e quota percentuale per alimentari e
bevande per regione in Italia, 2014
Spesa media mensile per famiglia (euro)
giunge il 15% del totale, supera il 22%
in Puglia, Sicilia, Basilicata e Calabria,
tutte regioni con un maggior numero
di componenti per famiglia e con una
rete distributiva meno efficiente. La
spesa per alimentari e bevande analcoliche non include quella per pasti e
consumazioni fuori casa, che incide
per circa il 5% nelle regioni settentrionali e scende al 2,6% in Puglia, Basilicata e Calabria1.
AGRICOLTURA
aspetti climatici e andamento agrometeorologico
Mentre l’Italia nel suo complesso
presenta un clima sub-tropicale mediterraneo, la Lombardia presenta
caratteri prettamente continentali,
ma mostra una variabilità a livello
territoriale. Possono essere distinte le
seguenti aree climatiche: l’area Alpina e Prealpina con clima continentale
da fresco a freddo in base alla quota, forti escursioni termiche diurne,
precipitazioni abbondanti ma con un
significativo gradiente da Ovest verso Est; la regione Padana con clima
continentale, inverni rigidi e umidi ed
estati calde e afose, forte escursione
annua della temperatura, precipitazioni meno abbondanti rispetto ai
rilievi ma con un gradiente dai massimi a Nord Ovest verso i minimi a
Sud Est, e frequenti calme di vento; il
versante Appenninico con clima piuttosto continentale ma nel complesso
più mite dei rilievi alpini e prealpini,
anche per la vicinanza con il Medi-
48
terraneo, e una maggiore piovosità in
autunno e in primavera. Riguardo alla
media di riferimento delle variabili
climatiche, le temperature lombarde
risultano inferiori rispetto alla media
nazionale di circa tre gradi, e le precipitazioni annue superiori del 24%
circa. Il 2014 si è caratterizzato per
un decorso particolarmente piovoso
ancora più di quanto avvenuto nel
2013, con accumuli pluviometrici superiori alla media regionale del +38%;
nel territorio lombardo sono caduti
1.312 mm di pioggia con conseguenti
criticità diffuse sul territorio e nelle
aree agricole.
Nel periodo invernale, le temperature
medie sono risultate miti; le precipitazioni di pioggia e nevose sono state
abbondanti in montagna e nelle zone
di pianure sino a tre volte superiori
rispetto alla media climatica. Le abbondanti piogge hanno comportato
eccessi d’acqua nei campi, diversi
smottamenti del terreno, danni alle
produzioni e disagi nelle pratiche sulle coltivazioni cerealicole.
Nel periodo primaverile diverse grandinate nell’Alto Mantovano hanno
compromesso le coltivazioni di meloni, pomodoro, angurie e kiwi; a fine
giugno, piogge torrenziali in provincia
di Bergamo, hanno reso necessario lo
svaso dei laghi di Como e d’Iseo per
evitare possibili esondazioni. Nonostante l’abbondanza di piogge, nelle
province di Varese, Milano, Lodi e
Pavia l’interruzione della regolazione del lago Maggiore, predisposta dal
Ministero dell’Ambiente e della tutela
del territorio e del mare, ha ridotto le
disponibilità idriche per l’irrigazione
(in particolare, per riso, soia, mais e
sorgo), cui si è aggiunta la carenza
d’acqua negli invasi alpini.
La stagione estiva ha visto il susseguirsi di diversi fenomeni alluvionali
che hanno interessato aree circo-
scritte del territorio. Nel Mantovano e
nella zona orientale della regione, nel
mese di luglio, una tromba d’aria ha
provocato danni alle coltivazioni di
zucche, mais, soia, pomodori e kiwi,
nonché alle strutture e agli impianti.
Diffusi allagamenti si sono verificati
nella Bassa Bresciana e nella provincia di Varese. Nel mese di agosto si
sono verificati allagamenti a Besana
Brianza con danni al settore della
floricoltura che hanno interessato
circa 30.000 ha e 12.000 serre. Nel
Mantovano una grandinata ha colpito
Sabbioneta, Sermide e Felonica (area
vocata al melone) e nel Bergamasco
il maltempo ha determinato frane
e smottamenti nelle zone montane,
Statistiche meteo-climatiche in Lombardia e Italia, 2010-2014
Temp. minima (°C)
Scarto dalla media
Temp. massima (°C)
Scarto dalla media
Precipitazione (mm)
Scarto dalla media %
Evapotraspirazione (mm)
Scarto dalla media (%)
2010
4,4
-0,8
12,1
-2
982,3
3,3
717,1
1,1
Lombardia
2011 2012 2013 2014
5,7
5,1
5,2
6,1
0,5
-0,1
0
0,9
14,6
13,9
13,2
14,1
0,5
-0,2
-0,8
0
733,6 848,9 1.044,6 1.312,0
-22,8
-10,7
9,9
38
826,1 816,1 767,8 680,1
16,5
15,1
8,3
-4,1
Fonte: MIPAAF, Osservatorio agroclimatico CRA-CMA.
Italia
2014
10,8
2,1
18,8
1,1
964,8
26,1
866,2
-4,6
Media climatica
di riferimento
Lombardia Italia
5,2
8,7
14,1
17,7
950,7
765,3
campi allagati e l’esondazione del fiume Cherio e del torrente Tadone.
Nella stagione autunnale si sono verificati allagamenti e eventi franosi;
un nubifragio e una tromba d’aria
hanno interessato buona parte del
Mantovano, con danni ingenti a edifici e coltivazioni. A Ostiglia, stalle e
magazzini sono stati scoperchiati dal
vento, molti vigneti sono stati divelti
e i frutteti spezzati. A novembre, si
sono verificate delle esondazioni delle aste fluviali dell’Adda, dell’Oglio e
del Po, con allagamenti dei campi più
vicini alle rive. Anche il lago Maggiore
è esondato in vari punti. Movimenti
franosi sono stati registrati nel Bresciano e nel Pavese1.
Le informazioni riportate sono tratte dai
4 documenti “Nota trimestrale nazionale
sull’andamento meteoclimatico e le implicazioni in agricoltura”, pubblicati sul sito
www.inea.it.
1
709
907,5
49
risultati produttivi in agricoltura
Nel 2014 la superficie cerealicola si
colloca su un valore di poco inferiore
ai 380.000 ettari (11,1% del totale nazionale), in regresso del 3,2% sull’anno precedente. Fra i cereali primeggia
il mais da granella (192.000 ettari e
24,8% della produzione nazionale),
che realizza un incremento in termini
quantitativi del 27% su base annua, a
fronte di una contrazione delle super-
fici del 3,8%. Segue il riso, coltivato su
91.000 ettari per un volume produttivo pari al 41,6% sul nazionale, la cui
produzione è rimasta sostanzialmente
stabile nell’ultimo anno pur a fronte
di una ripresa delle superfici. I cereali autunno-vernini, coltivati su circa
89.000 ettari, presentano una diminuzione delle superfici dell’8,8% fra il
2013 e il 2014. Al contrario, cresco-
no le superfici dedicate ai semi oleosi
(+10% su base annua), che occupano
complessivamente un’area di circa
40.000 ettari (11,3% del totale nazionale).
Fra le foraggere si segnalano gli erbai,
che occupano 260.000 ettari (182.000
solo il mais ceroso), con superfici in
crescita del 5,1% su base annua. La
produzione di mais ceroso si colloca
Superfici e produzioni delle principali coltivazioni in Lombardia e Italia, 2014
Coltivazioni
Cereali
- Frumento tenero
- Orzo
- Riso
- Mais da granella
Semi oleosi
- Colza
- Soia
Legumi secchi
Lombardia
ItaliaLombardia/Italia
SuperficieResaProduzione SuperficieResaProduzione
% %
totale (ha)
(t/ha) raccolta (000 t)
totale (ha)
(t/ha) raccolta (000 t)
superficie produzione
377.138 59.528 17.184 91.807 192.185 40.683 2.710 37.096 1.447 9,0 5,7 5,2 6,3 11,9 4,0 2,8 4,1 3,5 3.393 341 90 577 2.295 162 8
151 5
3.392.568 586.615 232.625 219.532 869.947 360.857 16.444 232.867 67.448 5,7 5,3 3,6 6,3 10,6 3,4 2,5 4,0 1,8 19.368 3.106 846 1.386 9.240 1.225 41 933,1 124 11,1 10,1 7,4 41,8 22,1 11,3 16,5 15,9 2,1 17,5
11,0
10,6
41,6
24,8
13,2
18,7
16,2
4,1
>>>>> segue
50
>>>>> segue
Superfici e produzioni delle principali coltivazioni in Lombardia e Italia, 2014
Coltivazioni
Lombardia
ItaliaLombardia/Italia
SuperficieResaProduzione SuperficieResaProduzione
% %
totale (ha)
(t/ha) raccolta (000 t)
totale (ha)
(t/ha) raccolta (000 t)
superficie produzione
Piante da tubero
Ortaggi in piena aria
- Cocomero
- Pomodoro da industria
- Popone o melone
Ortaggi in serra
Foraggere temporanee
- Erbai
- Mais ceroso
- Loietto
Prati avvicendati
- Erba medica
- Prati polifiti
Foraggere permanenti
- Prati permanenti
- Pascoli
Frutta fresca e secca
- Melo
- Pero
Uva da vino
Olivo
865 14.672 1.106 7.207 3.090 2.212 344.808 260.019 182.235 36.356 84.789 60.847 23.147 236.534 125.347 111.187 3.700 1.610 764 21.359 2.318 26,4 44,8 45,8 64,3 27,5 43,2 45,3 45,2 50,3 37,2 45,7 46,7 44,0 17,0 28,6 3,1 21,5 28,3 18,1 8,8 0,9 23 658 51 463 85 95 15.623 11.747 9.167 1.352 3.875 2.841 1.008 3.929 3.587 343 80 46 14 188 2
52.662 398.714 11.424 77.465 25.028 37.816 2.157.461 1.122.923 342.738 63.767 1.034.538 699.296 156.994 4.387.605 898.498 3.489.107 379.847 52.505 30.870 644.546 1.112.024 26,1 14,3 39,7 59,6 22,4 44,0 25,6 27,0 55,6 31,9 23,9 27,7 18,3 4,7 13,6 2,4 15,6 46,7 24,6 9,1 1,7 1.372 5.707 453 4.614 560 1.665 55.133 30.357 19.047 2.031 24.776 19.342 2.880 20.520 12.215 8.305 5.943 2.454 758 5.857 1.925 1,6 3,7 9,7 9,3 12,3 5,8 16,0 23,2 53,2 57,0 8,2 8,7 14,7 5,4 14,0 3,2 1,0 3,1 2,5 3,3 0,2 1,7
11,5
11,2
10,0
15,2
5,7
28,3
38,7
48,1
66,6
15,6
14,7
35,0
19,1
29,4
4,1
1,3
1,9
1,8
3,2
0,1
Fonte: ISTAT e Ente Nazionale Risi.
51
su un livello del 48% su base nazionale, registrando un incremento del 5,1%
in termini di superfici e del 14,4% in
quantità, anche in relazione all’andamento stagionale. Stabili i prati avvicendati, fra i quali prevale l’erba medica, coltura praticata su 60.000 ettari,
che in Lombardia realizza il 15% circa
della produzione nazionale. Nell’ambito delle foraggere permanenti diminuiscono leggermente le superfici de-
dicate sia ai prati che ai pascoli, che
nel loro insieme si estendono su oltre
236.000 ettari.
Rispetto al contesto nazionale lo spazio dedicato in Lombardia alle colture
permanenti e a quelle orticole è piuttosto contenuto. Fra le colture permanenti prevale la vite, coltivata su
21.300 ettari. Seguono le colture frutticole, soprattutto melo e pero, e l’olivo. L’orticoltura è praticata su oltre
14.000 ettari in pieno campo, soprattutto pomodoro da industria e melone,
e 2.200 ettari in serra.
La zootecnia risulta essere il comparto d’eccellenza dell’agricoltura lombarda tanto da rappresentare il 40%
della produzione nazionale suinicola
e il 37% della produzione lattiera. I
dati congiunturali 2014 mostrano un
incremento annuo del 4,7% dei capi
bovini allevati, incremento che arriva
Consistenze e produzioni degli allevamenti in Lombardia, 2014
Bovini - Carni bovine
Suini - Carni suine
Ovicaprini - Carni ovicaprine
Pollame
Vacche e bufale - Latte di vacca e bufala (000 hl)
Pecore e capre - Latte di pecora e capra (000 hl)
Uova (milioni di pezzi)
Miele (n. arnie)
Fonte: ISTAT.
52
Lombardia
ItaliaLombardia/Italia
Numero di capi
Produzione (t)
Numero di capi
Produzione (t)
% capi
% produz.
1.425.583 4.053.164 225.091 n.d. 485.103 165.988 n.d. n.d. 345.742 823.102 1.158 290.968 4.239.769 2.781 2.285.751 917 5.756.072 8.676.100 8.103.049 n.d. 2.069.386 6.942.647 n.d. n.d. 1.330.309
2.049.344
59.952
1.647.936
11.453.366
540.284
12.998.870
7.482
24,8 46,7 2,8 n.d. 23,4 2,4 n.d. n.d. 26,0
40,2
1,9
17,7
37,0
0,5
17,6
12,3
al 5,8% con riferimento alle vacche da
latte e bufale. Stabile la suinicoltura,
che registra una stasi dei capi allevati,
che si mantengono leggermente al di
sopra dei 4 milioni. Significativa per
la Lombardia è la quota produttiva
della carne bovina (26%), del pollame
(17,7%), delle uova (17,6%) e del miele (12,3%). Nettamente più limitato
il peso delle produzioni ovi-caprine
(1,9% la carne e 0,5% il latte).
In termini di valore la produzione agricola regionale calcolata ai prezzi di
base (PPB), inclusi i servizi connessi e
le attività secondarie, ha superato nel
2014 i 7,5 miliardi di euro, confermando il primato regionale in base alla quota del valore della produzione agricola
nazionale detenuta (14,1%). Con riferimento alla sola zootecnia l’incidenza sul quadro nazionale sale al 26,3%.
Nel confronto comunitario l’agricoltura lombarda pesa sulla PPB della branca agricoltura dell’UE-28 per l’1,7%, il
2,6% se si considerano le sole produzioni zootecniche (dati EUROSTAT
2013). Alla PPB della branca agricoltura vanno inoltre aggiunti il valore della
produzione della branca silvicoltura
(96 milioni di euro, pari al 6,4% del totale nazionale) e della branca pesca e
acquacoltura (30 milioni di euro, corrispondenti all’1,8% dell’analogo dato
nazionale).
Rispetto al 2014 il valore della PPB
agricola regionale è calato del 2%,
soprattutto a causa di una riduzione
media dei prezzi del 3%. Nell’analogo
periodo la PPB agricola nazionale è
diminuita del 5%. Sono soprattutto le
produzioni vegetali a soffrire, con un
decremento annuo del 3%, causato da
una contrazione dei prezzi (-6,9%) non
compensato dall’aumento delle quantità prodotte (+4,2%); anche i prodotti
zootecnici perdono in valore su base
annua il 2,3%, soprattutto in ragione di
un calo dei prezzi dell’1,8%. Al contra-
rio, si registra un incremento di valore
per le attività di supporto all’agricoltura (+1,7%), mentre le attività secondarie rimangono pressoché stabili.
La composizione della PPB dei beni e
servizi agricoli conferma la vocazione
zootecnica della regione: l’allevamento
contribuisce infatti per il 64% alla sua
formazione, seguito dalle produzioni
vegetali (28,2%), dai servizi connessi
(attività di supporto all’agricoltura) e
dalle attività secondarie. A livello nazionale, invece, prevale la PPB vegetale rispetto a quella zootecnica (pari,
rispettivamente, a 53,2% e 33,9%).
Per quanto riguarda i singoli comparti
predominano, in termini di incidenza
sulla PPB dei beni e servizi agricoli,
quelli delle carni (35,9%), e in particolare delle carni suine (16,6%), delle
carni bovine (10,9%), del latte (24,7%),
seguiti dai cereali (9,7%). Quote importanti sono da segnalare anche per
le altri carni (8,4%), costituite soprat-
53
Produzione agricola ai prezzi di base, consumi intermedi e valore aggiunto in Lombardia (mio euro), 2014
Lombardia
ItaliaLombardia/Italia
mio. euro % su tot. PPB % su comparto
mio. euro % su tot. PPB % su comparto
%
Coltivazioni agricole
1.974 Erbacee
1.055 Foraggere
535 Arboree
384 Allevamenti
4.477 Carni
2.508 Latte
1.727 Altri zootecnici
242 Servizi connessi
539 Totale PPB beni e servizi agricoli
6.990 (+) attività secondarie*
627 (-) attività secondarie*
67 Totale PPB branca agricoltura
7.550 (-) Consumi intermedi
4.138 Valore aggiunto della branca agricoltura
3.412 Totale PPB della branca silvicoltura
96 (-) Consumi intermedi
34 Valore aggiunto della branca silvicoltura
62 Totale PPB della branca pesca e acquacoltura
30 (-) Consumi intermedi
13 Valore aggiunto della branca pesca e acquacoltura 17 26,2 100,0 14,0 53,4 7,1 27,1 5,1 19,5 59,3 100,0 33,2 56,0 22,9 38,6 3,2 5,4 7,1 92,6 8,3 0,9 100,0 54,8 45,2 100,0 23,2 76,8 100,0 42,5 57,5 26.741 13.958 1.637 11.145 17.041 10.364 5.230 1.447 6.469 50.250 4.306 942 53.615 24.309 29.307 1.492 169 1.323 1.663 742 921 49,9 100,0 26,0 52,2 3,1 6,1 20,8 41,7 31,8 100,0 19,3 60,8 9,8 30,7 2,7 8,5 12,1 93,7 8,0 1,8 100,0 45,3 54,7 100,0 13,8 86,1 100,0 44,6 55,4 7,4
7,6
32,7
3,4
26,3
24,2
33,0
16,7
8,3
13,9
14,6
7,1
14,1
17,0
11,6
6,4
20,0
4,7
1,8
1,7
1,9
* Per attività secondaria va intesa sia quella effettuata nell’ambito della branca attività agricola e quindi non separabile, vale a dire agriturismo, trasformazione del latte, frutta e carne, evidenziata con il segno (+) e sia quella
esercitata da altre branche d’attività economiche nell’ambito delle coltivazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commerciali) che vengono evidenziate con il segno (-).
Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.
54
Valore della produzione agricola ai prezzi di base per principali comparti
in Lombardia, 2014
Cereali e legumi secchi
Ortaggi
3,5%
7,7%
9,7%
3,5%
Colture industriali
0,8%
1,1%
3,0%
0,5%
2,1%
24,7%
7,7%
Florovivaismo
Vite
Frutta
Altre legnose
Foraggere
Carni bovine
10,9%
Carni suine
Altre carni
8,4%
16,6%
Latte
Uova e altri
Servizi connessi
Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.
tutto da carni avicole, e la foraggicoltura (7,7%). Minore importanza rivestono l’orticoltura (3,5%), la viticoltura
(3%) e le altre colture arboree (2,1%).
Le attività di supporto all’agricoltura
pesano per il 7,7% in termini di valore.
La diminuzione della PPB vegetale nel
2014 risulta attribuibile soprattutto
alle coltivazioni legnose, che vedono una decisa contrazione del 13,8%
in valore su base annua, soprattutto
a causa delle riduzioni quantitative
connesse al difficile andamento meteorologico con piogge continue anche
nella stagione primaverile-estiva. In
particolare, subiscono cali, in valore,
i prodotti dell’olivicoltura (-31,3%), i
prodotti vitivinicoli (-20,2%) e i fruttiferi (-25,5%). Nella stessa direzione, ma con dinamiche più attenuate,
scontano riduzioni in termini di valore
le colture orticole (-4,4%), le foraggere
(-3,1%) e il florovivaismo (-2,3%). In
decisa controtendenza le colture indu-
55
striali, che recuperano quasi il 10% in
valore rispetto al 2013, e i cereali, che
fanno segnare un incremento del 3,8%.
Fra le singole colture è il riso a determinare la positiva variazione della PPB
cerealicola con un cospicuo incremen-
to in valore del 29%, dovuto unicamente al rialzo dei prezzi. Al contrario,
perdono terreno il mais e il frumento
Principali produzioni vegetali in Lombardia, 2014
PPB1 a prezzi correnti Mio. euro
% Lombardia/Italia
Frumento tenero
Frumento duro
Orzo
Riso
Mais ibrido
Soia
Barbabietola da zucchero
Patate
Pomodori
Poponi
Uva da vino venduta
Vino
Olio
Pesche
Mele
Pere
Actinidia
68,0
14,7
15,2
150,4
381,2
45,6
6,0
9,7
55,5
44,3
24,8
181,5
1,3
1,5
13,9
7,6
5,6
11,1
1,0
10,4
41,9
24,2
15,7
4,4
1,4
4,8
20,6
2,2
6,2
0,1
0,5
1,8
1,8
1,7
PPB1 a prezzi concatenati 2010
Mio. euro
61,1
8,9
13,2
159,9
361,7
37,0
5,6
8,6
43,9
38,7
18,3
143,4
1,1
1,6
15,4
9,3
4,8
Variazione % 2014/2013
Quantità
Prezzi
PPB
13,4
-14,3
-2,8
12,3
8,5
21,9
4,3-16,4-12,8
0,628,329,0
27,0
-23,2
-2,4
40,2-20,0 12,2
105,1
-49,8
2,9
20,6-23,5 -7,8
43,2-10,6 28,0
-7,3 -4,0-11,1
-15,3
1,1
-14,4
1,7-22,3-20,9
-37,5 9,9-31,3
-0,2-24,1-24,2
-1,5-33,3-34,3
0,4-22,7-22,5
-0,82,71,9
1
Valore della produzione ai prezzi di base.
Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.
56
tenero, rispettivamente con un -2,4%
e un -2,8% in valore. Nell’ambito delle
colture industriali aumenta il valore
della soia (+12,2%), effetto combinato
di una decisa contrazione dei prezzi
(-16%) e di un aumento produttivo in
misura più che doppia (+33%).
A livello di colture arboree la vite subisce forti contrazioni, sia in termini
di prezzo che di quantità prodotte. Il
calo della PPB dell’olivicoltura è invece causato da decise perdite quantitative. Nel caso della frutticoltura,
invece, sono le riduzioni di prezzo a
determinare la perdita di PPB. In controtendenza l’actinidia, il cui valore
della produzione fa segnare un +1,9%
annuo. Con riferimento ai prodotti trasformati la PPB del vino registra una
variazione negativa annua del 20,9%,
similmente l’olio segna un -31,3%. Fra
le colture orticole aumenta la PPB del
pomodoro, mentre quella dei meloni e
dei cocomeri presenta variazioni negative nell’ordine dell’11-12%.
Sul versante zootecnico la Lombardia
esercita diversi primati a livello nazionale, con una produzione del 39,1%
in valore della carne suina, del 23,3%
della carne bovina e del 36,3% del latte
Principali produzioni zootecniche in Lombardia, 2014
PPB1 a prezzi correnti Mio. euro
% Lombardia/Italia
Carni bovine
Carni suine
Carni ovicaprine
Carni avicole
Uova
Latte vaccino
Latte ovicaprino
Miele
758,7 1.161,9 2,7 489,7 236,0 1.724,2 2,7 5,9 23,3
39,1
1,5
17,0
17,0
36,3
0,6
13,5
PPB1 a prezzi concatenati 2010
Mio. euro
690,0 946,7 2,7 400,2 188,2 1.453,6 2,2 4,0 Variazione % 2014/2013
Quantità
Prezzi
PPB
-1,9
-1,7
0,7
0,3
1,8
0,3
0,0
-26,7
-1,4
-1,7
-3,2
-4,3
-5,0
-1,1
8,2
13,8
-3,2
-3,4
-2,5
-4,0
-3,3
-0,8
8,2
-16,5
1
Valore della produzione ai prezzi di base.
Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.
57
vaccino sulle rispettive quote nazionali. Rilevanti sono anche le percentuali,
sul totale nazionale, delle carni avicole (17%), delle uova (17%) e del miele
(13,5%).
La diminuzione di valore delle produzioni zootecniche nel 2014 è determinato soprattutto dalle carni (-3,2%).
Sono le carni avicole a vedere una
maggiore contrazione della PPB (-4%),
seguite da quelle suine (-3,4%) e bovine (-3,2%). Più contenuta è la variazione negativa della PPB del latte (-0,8%).
Decisa, al contrario, è la contrazione
del miele (-16,5%), mentre le uova segnano un -3,3% su base annua.
La diminuzione su base annua dei
consumi intermedi agricoli, pari al
3,4%, superiore in valore assoluto rispetto alla concomitante variazione
negativa della PPB, ha determinato un
incremento dell’incidenza del valore
aggiunto sul valore della produzione
della branca agricoltura al livello del
45,2%. Fra il 2013 e il 2014 il valore
aggiunto dell’agricoltura lombarda è
diminuito dello 0,3%, contro un -6,8%
a livello nazionale.
La distribuzione della PPB della branca agricoltura a livello provinciale non
Stima della PPB ai prezzi di base per province lombarde (mio euro), 2013
Coltivazioni agricole
Erbacee
Foraggere
Legnose
Allevamenti
Carni
Latte
Altri zootecnici
Servizi annessi ± secondarie
Totale produzione branca agricoltura
(-) Consumi intermedi
Valore aggiunto ai prezzi di base
Fonte: Stime su dati ISTAT.
58
LombardiaBergamo BresciaComoCremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza Pavia SondrioVarese
2.036 1.038 552 446 4.584 2.592 1.741 251 1.088 7.708 4.284 3.424 170 111 43 16 393 227 136 30 131 694 443 251 372 29 157 15 137 4
78 10 1.459 32 901 16 467 14 91 2
230 113 2.061 174 1.132 51 930 124 260 126 112 22 844 396 436 12 40 1.144 776 368 21 9
4
8
24 15 8
1
85 132 30 101 116 68 45 3
325 150 163 12 17 459 283 176 427 226 109 92 1.088 671 331 86 101 1.616 801 815 140 97 34 9
170 58 106 6
76 386 260 126 27 16 3
8
15 8
5
2
38 81 24 56 409 198 44 167 144 103 40 1
102 656 379 278 34 1
7
26 50 30 18 2
74 158 46 111 30
14
9
7
37
16
15
6
81
147
59
88
è uniforme. Più di un quarto del valore agricolo regionale è realizzato nella
provincia di Brescia (26,7%), seguita
da quelle di Mantova (21%), Cremona
(14,8%), Bergamo (9%) e Pavia (8,5%).
Anche in termini di composizione percentuale della PPB agricola il quadro
risulta piuttosto variegato. Il comparto carni è decisamente dominante a
Brescia (43,7% della PPB) e Mantova
(41,5%). Il latte prevale in termini relativi a Cremona (38,1%), Lodi (35,6%)
e Milano (27,5%), anche se in assoluto
la provincia con maggiori produzioni
risulta essere Brescia. Il comparto delle coltivazioni erbacee risulta relativamente maggioritario a Pavia (30,2%).
Nelle province a minor vocazione
agricola consistenti quote della PPB
sono determinate dai servizi connessi,
a partire da Lecco con il 65,5% della
PPB agricola provinciale, seguita da
Como (64,9%), Varese (54,6%), Monza
(47,6%) e Sondrio (46,8%).
Distribuzione percentuale della PPB nelle province lombarde, 2013
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Mantova
Milano
Monza
Pavia
Sondrio
Varese
Lombardia
0%
10%
Erbacee
20%
Foraggere
30%
Legnose
40%
50%
Carni
60%
Latte
70%
Altri zootecnici
80%
90%
100%
Servizi annessi±secondarie
Fonte: Stime su dati ISTAT.
59
pesca e acquacoltura
Il comparto pesca e acquacoltura, nonostante il territorio della Lombardia
non sia lambito dal mare, riveste una
discreta importanza. Pur rappresentando solo lo 0,4% del valore dell’aggregato agricoltura, silvicoltura e pesca, pari complessivamente a circa 7,7
miliardi di euro, il comparto si aggira
intorno ai 30 milioni di euro (-2,7% rispetto al 2013) ed è pari all’1,8% del
totale nazionale, con un valore aggiunto di 17,1 milioni di euro (ISTAT,
2014). Secondo i dati API (Associazione Piscicoltori Italiani) nel 2010 il
comparto acquacoltura occupava in
regione oltre 600 addetti, incluso l’indotto. Nello stesso anno risultavano 69
siti produttivi, perlopiù dedicati alla
troticoltura, per una produzione annua di oltre 5.800 tonnellate di pesce e
una produzione lorda vendibile di circa 30 milioni di euro, determinata per
il 50% dall’allevamento di trote, per il
30% di storione (per cui non è tuttavia
60
Siti, produzione e valore dell’acquacoltura lombarda, 2010
Trota
Storione
Anguilla
Altro
Totale
Siti produttivi (n.)
42
17
4
6
69
Produzione (t)
4.050
880
600
300
5.830
PLV* (mio. euro)
14,7
9
5,6
1
30,3
* Escluso il valore del caviale.
Fonte: Associazione Piscicoltori Italiani.
Pescatori professionali e quantità del pescato in Lombardia
Lago di Como
Lago di Garda (Lombardia)
Lago d’Iseo
Lago Maggiore (Lombardia), Lugano, Comabbio e Monate
Lago d’Idro
Laghi di Mantova
Reticolo fluviale
Totale
N. pescatori (2014) Pescato annuale (2010) - tonn*
78
206,7
44
82,6
38
23,1
32
199,9
2
4,9
5
n.d.
3
n.d.
202
* I dati di pescato dei laghi Maggiore e di Lugano sono riferiti all’intero lago; lago di Varese (dato 2007).
Fonte: Programma della pesca e dell’acquacoltura della Regione Lombardia 2012-2014.
conteggiato il valore del caviale) e per
il 18% di anguilla.
La pesca professionale è praticata in
una decina di laghi lombardi e interessa una ventina di specie commerciali;
nel 2010 la quantità di pescato è stata
di 400-500 tonnellate. Il numero dei
pescatori professionali, che si è notevolmente ridotto nel corso degli ultimi
decenni, è quantificabile in circa 200
unità nel 2014, concentrate soprattutto nelle province di Brescia, Como e
Varese. Il maggior numero di pescatori
lombardi opera sul Lago di Como (78),
seguito dal Lago di Garda (44) e dal
Lago d’Iseo (38).
Numero pescatori professionali per provincia, 2014
100
81
80
60
57
40
30
20
20
0
3
2
Bergamo Brescia Como Cremona Lecco
1
5
1
1
1
Lodi Mantova Milano Monza Sondrio Varese
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
61
consumi intermedi
Nel 2014 i consumi intermedi (CI)
dell’agricoltura lombarda hanno raggiunto un valore di 4,1 miliardi di
euro, pari al 17% del totale nazionale,
in calo del 3,4% in termini di valore
rispetto al 2013. A questi vanno aggiunti i 33,7 milioni di euro dei consumi intermedi della silvicoltura e i
12,6 milioni di euro di pesca e acquacoltura.
I consumi intermedi dell’agricoltura
incidono, nel 2014, il 55,6% sul valore
della produzione agricola; con riferimento ai dati 2013, il valore regionale
risulta cinque punti percentuali sotto
la media UE-28 e 10 punti percentuali
Consumi intermedi dell’agricoltura in Lombardia, 2014
Fonte: ISTAT.
62
3,9
40,4
5,8
1,3
12,0
15,5
21,1
100,0
100,0
100,0
11,7
25,5
16,0
5,9
14,9
26,9
10,6
17,0
20,0
1,7
-1,4
-5,1
-0,4
11,0
-5,2
-6,4
1,5
-3,4
-3,7
-5,8
Incidenza % dei consumi intermedi
sul valore della produzione
agricola, 2014
%
Lombardia55,6
Valori a
Riparto % su Var. % Var. % Var. %
prezzi correnti
%
Italia
valore
quantità
prezzo
(mio. euro), 2014
2014/13 2014/13 2014/13
Sementi e piantine
160,5 Mangimi e spese varie per il bestiame 1.673,9 Fertilizzanti
239,7 Fitofarmaci
52,4 Energia motrice
495,9 Reimpieghi
641,1 Altri beni e servizi
874,8 Consumi intermedi agricoltura
4.138,2 Consumi intermedi silvicoltura
33,7 Consumi intermedi pesca e acquacoltura
12,6 sopra la media nazionale.
La diminuzione, rispetto al 2013, del
valore dei consumi intermedi agricoli
-0,7
-0,2
3,5
8,7
1,5
2,6
1,9
1,1
-1,9
-8,6
-0,7
-4,9
-3,8
2,1
-6,6
-8,8
-0,4
-4,5
-1,9
3,1
Italia44,3
Italia - Nord
49,8
Italia - Centro
39,1
Italia - Sud e Isole
38,4
UE-2760,0
Francia65,3
Germania63,9
Paesi Bassi
63,9
Polonia60,2
Regno Unito
64,1
Romania56,9
Spagna47,2
Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per
regione; EUROSTAT.
va soprattutto ascritta ad una calo dei
prezzi del 4,5%, in quanto le quantità
utilizzate aumentano dell’1,1%. Fra
2013 e 2014 la produttività dei fattori si mantiene pressoché invariata in
termini quantitativi, mentre si regi-
stra un miglioramento della ragione di
scambio fra prezzi alla produzione e
costo dei fattori dell’1,6% su base an-
Ragioni di scambio e produttività dell’agricoltura lombarda, 2003-2014
120
100
80
60
40
20
0
2003
2004
2005
2006
PPB/CI
2007
2008
2009
PPB/CI (valori concatenati)
2010
2011
2012
2013
2014
Ragione di scambio prezzi PPB-CI
Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.
63
nua, a parziale correzione di un trend
decennale che vede i prezzi dei fattori
produttivi crescere in maniera più sostenuta rispetto a quelli dei prodotti
agricoli.
I mangimi rappresentano la principale categoria di mezzi tecnici, con
il 40,4% del valore totale dei consumi
intermedi dell’agricoltura lombarda;
64
seguono altri beni e servizi (21,1%), i
reimpieghi (15,5%) e l’energia motrice
(12%).
Le principali categorie di fattori della
produzione agricoli presentano una
riduzione di valore su base annua,
determinata in massima parte da una
riduzione dei prezzi dell’ordine del
5-6% per quanto riguarda mangimi,
energia e reimpieghi. Fanno eccezione i fitofarmaci, i cui consumi crescono dell’11% in termini di valore e
dell’8,7% in termini di quantità.
I consumi intermedi della silvicoltura
si sono ridotti, in termini di valore, del
3,7% su base annua; quelli della pesca
e acquacoltura sono anch’essi in calo
(-5,8%).
investimenti
Nel 2012, secondo gli ultimi dati
ISTAT disponibili, il volume degli investimenti fissi lordi agricoli lombardi
ammonta a circa 1,8 miliardi di euro,
mostrando una flessione del 7,6% rispetto al 2011, in linea con l’andamento nazionale.
Gli investimenti fissi lordi agricoli
rappresentano una quota del 17,9%
degli investimenti agricoli nazionali, mentre l’incidenza degli stessi sul
totale degli investimenti fissi lordi
lombardi è del 2,8%. L’incidenza degli
investimenti sul valore aggiunto (VA)
agricolo regionale risulta pari al 53,2%
a prezzi correnti, dato in deciso calo
rispetto all’anno precedente.
Il grado di intensità dell’attività agricola regionale è desumibile dall’analisi dell’entità degli investimenti per
unità lavorativa (UL) agricola, che si
Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli* in Lombardia
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
20112
20122
Valori correnti (mio. euro)
% su tot. investimenti
Lombardia1
1.393,2
1.579,8
1.656,5
1.869,1
1.773,2
1.924,3
1.527,5
2.037,6
2.008,9
1.856,5
2,7 2,9 2,8 3,0 2,6 2,8 2,5 3,4 2,9 2,8 % su tot. investimenti
% su VA agricolo
agricoltura Italia1Lombardia1
13,0 13,7 14,1 15,5 14,9 16,3 14,8 18,4 17,9 17,9 39,8
44,9
55,5
60,2
56,8
59,7
54,0
71,7
59,5
53,2
* Agricoltura, silvicoltura e pesca.
1
Valori a prezzi correnti.
2
Dal 2011 nuova serie (dati non confrontabili con i precedenti).
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.
65
colloca su un valore triplo rispetto
all’indice nazionale. Contrariamente
al dato nazionale, in Lombardia tale
indicatore risulta, inoltre, decisamente superiore agli investimenti pro capite dei settori dell’industria e dei servizi, che nel 2012 vengono superati,
rispettivamente, del 67% e del 91%.
Incidenza degli investimenti fissi lordi agricoli* in Lombardia sul totale
degli investimenti regionali e degli investimenti agricoli nazionali1
20
18,4
15,5
15
13,7
14,1
2,7
2,9
2,8
2003
2004
2005
13,0
17,9
17,9
2,9
2,8
2011
2012
16,3
14,8
14,9
10
5
0
3,0
2006
2,6
2,8
2,5
2007
2008
2009
% su tot. investimenti Lombardia
*Agricoltura, silvicoltura e pesca.
1
Valori ai prezzi correnti. Dal 2011 nuova serie (dati non confrontabili con i precedenti)
Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.
66
3,4
2010
% su tot. investimenti agricoltura Italia
Investimenti fissi lordi1 per UL e per settore in Lombardia e Italia, 2012
30.000
27.544
25.000
20.000
16.496
15.000
14.792
14.385
12.266
10.000
Agricoltura
8.687
Industria
5.000
Servizi
0
Lombardia
Italia
Lombardia
Italia
1
Valori ai prezzi correnti.
Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.
Lombardia
Italia
67
prezzi
Nel 2014 i prezzi dei prodotti agricoli,
dopo alcuni anni di aumenti, hanno
subìto una flessione del 3,1% su base
annua in linea con il dato nazionale
(-3,7%). La contrazione risulta decisamente più marcata con riferimento
alle coltivazioni erbacee (-7,8%) e alle
coltivazioni legnose (-5,1%), rispetto a quella dei prodotti degli allevamenti (-1,8%). In controtendenza, i
prezzi dei servizi connessi aumentano dell’1,3%.
Nell’ambito delle produzioni vegetali
diminuiscono le quotazioni dei cereali (-7,7%), degli ortaggi (-7,8%), delle
colture foraggere (-6,6%) e soprattutto quelle delle colture industriali
(-15,7%). Le colture florovivaistiche
presentano una tendenza di riduzione dei prezzi più moderata (-2,1%),
mentre rimangono praticamente stabili i legumi. Fra le principali colture,
le maggiori flessioni di prezzo si registrano per mais (-17,2%), frumento
68
Variazione dei prezzi impliciti dei prodotti agricoli in Lombardia e Italia, 2014
Comparto
Var.% 2014/13 Lombardia
Var.% 2014/13 Italia
Coltivazioni agricole
-6,9
-6,0
Coltivazioni erbacee
-7,8
-5,5
Cereali
-7,7-4,9
Legumi secchi
0,1
-0,4
Patate e ortaggi
-7,8
-6,1
Piante industriali
-15,7
-11,8
Fiori e piante da vaso
-2,1
-0,6
Coltivazioni foraggere
-6,6
-6,1
Coltivazioni legnose
-5,1
-6,7
Prodotti vitivinicoli
-5,6
-6,1
Prodotti olivicoltura
9,8
14,9
Frutta
-23,3-16,2
Altre legnose
0,6
0,1
Allevamenti
-1,8-1,8
Carni
-2,1-2,1
Latte
-1,1-0,3
Uova
-5,0-5,0
Miele
13,813,8
Zootecnici non alimentari
6,0
3,9
Servizi connessi
1,3
1,0
Totale produzione beni e servizi agricoltura
-3,1
-3,7
(+) attività secondarie*
-2,1
-2,3
(-) attività secondarie*
-3,8
-4,9
Totale produzione agricoltura P.B.-3,1 -3,6
Consumi intermedi
-4,5
-2,2
*Per attività secondaria va intesa sia quella effetttuata nell’ambito della branca attività agricola e quindi non separabile, vale a dire agriturismo,
trasformazione del latte, frutta e carne, evidenziata con il segno (+) e sia quella esercitata da altre branche d’attività economiche nell’ambito delle
colitvazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commerciali) che vengono evidenziate con il segno (-).
Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.
Dinamica degli indici dei prezzi dei prodotti dall’origine al consumo (2010=100)
Indice prezzi prodotti agricoli ISTAT
140
Indice prezzi mercato interno industrie alimentari, bevande e tabacco
135
Indice prezzi consumo alimentari e bevande analcoliche - Lombardia
130
Indice prezzi consumo alimentari e bevande analcoliche - Italia
125
120
115
110
105
100
2011
2012
2013
mag-15
gen-15
gen-14
gen-13
gen-12
90
gen-11
95
2014
2015
Fonte: ISTAT.
69
tenero (-13,45) e soia (-16%), mentre
sono risultate in deciso aumento le
quotazioni del riso (+29,3%).
Molto consistenti sono le riduzioni
di prezzo manifestate nell’ambito dei
prodotti frutticoli (-23,3% su base annua). Anche i prodotti vitivinicoli mostrano una significativa contrazione
dei prezzi (-5,6%). Nell’ambito delle
coltivazioni legnose fanno eccezione
i prezzi dei prodotti dell’olivicoltura,
che segnano un rialzo di quasi il 10%
annuo.
70
In ambito zootecnico si riducono leggermente le quotazioni delle carni
e del latte (rispettivamente -2,1% e
-1,1%). Fra le carni sono soprattutto
quelle avicole a patire la maggiore riduzione di prezzo (-4,3%). Ancora più
marcata la flessione per le uova (-5%),
mentre mostrano segnali di ripresa i
prezzi del miele, che si incrementano
del 13,8%, e dei prodotti zootecnici
non alimentari (+6%).
Il confronto fra gli indici dei prezzi
dei prodotti agricoli, alla produzione
industriale e al consumo, calcolati
utilizzando l’anno 2010 come base di
riferimento, fa emergere una generalizzata tendenza alla stabilizzazione
dei prezzi all’industria, da metà 2012,
e di quelli al consumo, a partire da
metà del 2013, conseguenza della
contrazione della domanda interna.
A partire da luglio 2014 il trend dei
prezzi dei prodotti agricoli ha ripreso
vigore.
strutture in agricoltura
Secondo i dati ISTAT 2013 risultano operanti in Lombardia 49.169
aziende agricole, pari al 3,3% del totale nazionale. La superficie agricola
e forestale (SAF) si estende su circa
1.136.000 ettari, mentre quella utilizzata (SAU) è quantificata in 927.450
ettari, pari al 7,5% della SAU nazionale. La SAU media aziendale in Lombardia raggiunge un valore di 18,9
ettari, dimensione più che doppia rispetto a quella media nazionale.
La conduzione diretta del coltivatore
rappresenta la forma di conduzione prevalente fra le aziende agricole
lombarde (91% delle aziende). Tuttavia rivestono un ruolo importante le
aziende condotte con salariati, che
pur rappresentando solo l’8,3% del totale, gestiscono quasi il 20% della SAU
regionale. Il 58,3% della SAU è condotta in affitto, contro il 34,9% in proprietà, dato inverso rispetto al contesto nazionale, dove sono le superfici
Caratteristiche strutturali dell’agricoltura lombarda e italiana, 2013
Lombardia ItaliaLombardia/Italia
(%)
Aziende agricole (n.)
49.169 1.471.185 3,34
Allevamenti totali (n.)
18.070 189.531 9,53
Allevamenti bovini (n.)
11.163 109.417 10,20
- di cui vacche da latte
6.097 40.662 14,99
Superficie agricola e forestale (SAF) (ha)
1.136.413 16.678.296 6,81
Superficie agricola utilizzata (SAU) (ha)
927.450 12.425.995 7,46
Unità di bestiame (UBA)*
2.739.158 9.957.399 27,51
Lavoratori nelle aziende agricole (n.)
119.823 3.559.081 3,37
- di cui familiari (n.)
86.274 2.550.931 3,38
Giornate di lavoro totali (migliaia)
17.865 252.788 7,07
- di cui familiari (migliaia)
13.327 195.732 6,81
ULA*
63.875 958.931 6,66
SAT media per azienda (ha)
23,11 11,34 203,87
SAU media per azienda (ha)
18,86 8,45 223,32
Allevamenti/aziende agricole (%)
36,75 12,88 285,27
UBA/SAU (n.)*
2,95 0,80 358,38
UBA/allevamento (n.)*
151,59 52,54 271,11
Lavoratori per azienda (n.)
2,44 2,42 100,73
Giornate di lavoro per azienda (n.)
363,3 171,8 211,45
ULA per azienda*
1,2 0,6 200,00
Giornate di lavoro/SAU (n.)
19,26 20,34 94,69
Giornate lavorative familiari (%)
74,6
77,4
96,34
Produzione standard (mio. euro)*
7.388 49.460 14,94
Produzione standard/azienda (euro)*
135.979 30.514 445,62
* Dati al 2010.
Fonte: ISTAT.
71
Caratteristiche della conduzione delle aziende agricole in Lombardia e Italia
Lombardia 2013 Italia 2013 Lombardia 2000 Italia 2000
Aziende SAU % SAU
% SAU
% SAU
n. %
ettari %
Forma di conduzione
- conduzione diretta del coltivatore
44.764 91,0 737.397 79,5 80,3 82,1 81,2
- conduzione con salariati
4.095 8,3 179.427 19,3 14,8 17,9 18,7
- altra forma di conduzione
310 0,6 10.625 1,1 4,9 - 0,1
Titolo possesso
- in proprietà
323.773 34,9 58,6 55,3 76,8
- in affitto
540.419 58,3 33,3 41,5 19,4
- a titolo gratuito
63.258 6,8 8,1 3,3 3,8
Totale
49.169 100
927.450 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: ISTAT.
Aziende agricole per classe di SAU In Lombardia e Italia, 2013
Classe di SAU
< 5 ha
5-10 ha
10-20 ha
20-50 ha
> 50 ha
Totale
Fonte: ISTAT.
72
Lombardia
aziende
SAU (ha)
24.574 47.334 6.309 45.451 6.741 95.154 6.789 212.658 4.756 526.853 49.169 927.450 Italia
aziende
1.083.935 176.403 115.415 84.753 45.372 1.471.185 SAU (ha)
1.725.386 1.219.593 1.582.265 2.613.166 5.285.585 12.425.995 % Lombardia
aziende
SAU
50,0
5,1
12,8
4,9
13,7
10,3
13,8
22,9
9,7
56,8
100,0
100,0
% Lombardia/Italia
aziende
SAU
2,3 2,7
3,6 3,7
5,8 6,0
8,0 8,1
10,5 10,0
3,3
7,5
in proprietà a prevalere. Interessante
notare come nel 2000 in Lombardia
prevalevano le superfici condotte in
proprietà.
Nel 2013, il 36,8% delle aziende agricole lombarde, pari a 18.070 unità,
esercita un’attività di allevamento
contro il corrispondente 12,9% a livello nazionale. L’importanza della zootecnia lombarda in ambito nazionale
si delinea, oltre che dalla diffusione
degli allevamenti, anche dal carico di
bestiame per allevamento (2,7 volte
il dato nazionale; dato 2010) e per
ettaro di SAU (3,6 volte; dato 2010).
Anche l’entità del patrimonio zootecnico, che rappresenta il 27,5% delle
unità bovine adulte (UBA) nazionali
(dato 2010), distingue la Lombardia
nel contesto italiano. Con l’eccezione
degli ovicaprini, la maggioranza dei
capi si concentra negli allevamenti di
pianura.
Nel 2013 in Lombardia si collocano il
3,4% dei lavoratori agricoli nazionali e
il 7,1% delle giornate lavorative, dato
che indica una maggiore incidenza del lavoro a tempo pieno rispetto
alle altre regioni italiane. Il numero
di lavoratori per azienda ed ettaro di
SAU risulta confrontabile con quello
italiano, mentre è doppio il numero
di giornate lavoro per azienda e per
unità di superficie agricola utilizzata.
Il 74,6% delle giornate lavorative è
stato effettuato da appartenenti al nucleo familiare del conduttore contro il
77% a livello nazionale. L’incidenza
della manodopera extra-familiare si
aggira intorno al 28% dei lavoratori
agricoli.
Secondo i dati censuari 2010 la produzione standard regionale si aggira
su un valore prossimo ai 7,4 miliardi
di euro, pari al 14,9% del corrispondente valore nazionale. La produzione media standard per azienda è
di circa 135.000 euro, quasi 4 volte
e mezzo la media aziendale italiana,
limitata a soli 30.000 euro.
In Lombardia le aziende con oltre 50
ha di SAU costituiscono solo il 10%
del totale (3,1% il dato nazionale), ma
gestiscono ben il 56% delle superfici;
all’opposto le aziende con meno di
5 ha, che pur rappresentando il 50%
del totale, assommano solo il 5% della
SAU regionale.
Investimenti colturali e consistenze
bestiame
Con riferimento all’utilizzo del suolo,
i seminativi si confermano la tipologia colturale più diffusa, estesa sul
60,2% della superficie agricola, contro
il 40,9% a livello nazionale. Al contrario, il contributo delle legnose agrarie
sul totale della superficie si presenta
modesto e decisamente sotto la media
nazionale. Le foraggere permanenti si
estendono sul 18% della SAT, in linea
con il dato nazionale (20%), mentre il
73
Aziende e superficie agricola utilizzata in Lombardia e Italia, 2010
Seminativi
Coltivazioni legnose agrarie
Prati permanenti e pascoli
SAU totale
Arboricoltura da legno
Boschi
Superficie non utilizzata
Altra superficie
SAT totale
Lombardia
aziende* ha
35.222 715.263 14.660 36.484 21.822 234.591 53.680 986.826 2.103 18.796 16.098 141.675 10.267 35.902 43.637 46.362 54.189 1.229.561 Italia
aziende ha
828.390 7.009.311 1.192.081 2.380.769 274.486 3.434.073 1.615.590 12.856.048 26.772 101.628 328.358 2.901.038 302.940 648.746 945.829 573.638 1.619.228 17.081.099 Superficie media (ha)
% Lombardia/Italia
Lombardia Italiaaziende superficie
20,3 8,5 4,3
10,2
2,5 2,0 1,2
1,5
10,8 12,5 8,0
6,8
18,4 8,0 3,3
7,7
8,9 3,8 7,9
18,5
8,8 8,8 4,9
4,9
3,5 2,1 3,4
5,5
1,1 0,6 4,6
8,1
22,7 10,5 3,3
7,2
* Ogni azienda può interessare più indirizzi colturali.
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
bosco incide per il 10,5%. L’incidenza della SAU sulla SAT è dell’81,6%
(74,5% in Italia).
Il 62% delle aziende zootecniche pratica l’allevamento bovino, con una
dimensione media, espressa in numero di capi, più che doppia rispetto a
quella nazionale (127 contro 49). Gli
allevamenti da latte sono 6.097, pari
al 15% di quelli italiani, con un nu-
74
mero di capi corrispondenti al 36% di
quelli allevati in Italia. L’allevamento
suinicolo interessa 2.376 aziende,
pari all’8,9% del totale nazionale, che
controllano da sole oltre il 50% dei
capi allevati in Italia. La consistenza
media delle aziende suinicole lombarde è di 5,6 volte la media nazionale.
Al contrario, minore risulta l’apporto
dei comparti ovino e caprino, mentre
l’avicoltura regionale rappresenta una
quota del 16% del totale dei capi allevati in Italia.
La distribuzione delle aziende per
classi di dimensione economiche
disegna un quadro dell’agricoltura
lombarda profondamente diverso rispetto a quello nazionale (dati 2010).
Le aziende di piccole e piccolissime
dimensioni, caratterizzate da una
Ripartizione % della SAT in Lombardia e in Italia, 2013
LOMBARDIA
ITALIA
3,1% 4,2%
2,1% 4,1%
10,5%
Seminativi
17,6%
1,8%
40,9%
0,6%
Prati permanenti e pascoli
Arboricoltura da legno
18,0%
Boschi
60,2%
3,4%
Coltivazioni legnose agrarie
Superficie non utilizzata
20,0%
Altra superficie
13,6%
Fonte: ISTAT.
produzione standard inferiore ai
25.000 euro, sono in regione meno
del 60%, contro l’81% a livello nazionale. All’opposto le aziende di grandi dimensioni, oltre i 500.000 euro,
rappresentano il 5,3% del totale e
interessano il 64,3% della produzione
standard regionale (0,7% delle aziende e 33,8% della produzione standard
nel contesto nazionale). Notevole,
inoltre, è la presenza di aziende medio-grandi, pari al 14,6% del totale e al
24,7% della produzione standard. La
dimensione economica rappresenta il
principale parametro per determina-
75
Caratteristiche strutturali degli allevamenti lombardi e italiani, 2013
Bovini
- di cui vacche da latte
Ovini
Caprini
Equini
Suini
Avicoli
Allevamenti totali
% allevamenti/az.totali
Lombardia
allevamenti
capi
11.163
1.418.329
6.097
551.405
1.518
81.985
1.951
100.551
5.157
29.898
2.376
4.309.738
1.402 26.380.230
% allevamenti/
Italia
% allevamenti/ Consistenze medie
aziende totali allevamenti
aziende totali Lombardia Italia
capi
22,7
109.417
5.342.035
7,4
127
49
12,4
40.662
1.520.640
2,8
90
37
3,1
60.328
6.736.445
4,1
54
112
4,0
26.849
946.575
1,8
52
35
10,5
34.996
187.588
2,4
6
5
4,8
26.582
8.607.093
1,8
1.814
324
2,9
18.588 165.026.943
1,3
18.816
8.878
18.070
217.449
189.531
36,8
13,4
12,9
% Lombardia/Italia
allevamenti
capi
10,2
26,6
15,0
36,3
2,5
1,2
7,3
10,6
14,7
15,9
8,9
50,1
7,5
16,0
9,5
Fonte: ISTAT.
Aziende agricole per classe di dimensione economica in Lombardia e Italia, 2010
Dimensione
economica
aziende
Piccolissime (< 4.000 €)
12.853 Piccole (4.000 - 25.000 €)
19.574 Medio-piccole (25.000 - 50.000 €) 6.254 Medie (50.000 - 100.000 €)
4.827 Medio-grandi (100.000 - 500.000 €) 7.928 Grandi (≥ 500.000 €)
2.897 Totale
54.333 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
76
Lombardia
% Lombardia
% Italia
SAU prod. standard
aziende SAU
prod. aziende SAU
prod. (ha) (mio. euro)
standard
standard
16.302 25,1 23,7 1,7 0,3 48,3 8,6 2,6 107.397 227,3 36,0 10,9 3,1 32,9 21,8 11,4 92.001 223,0
11,5 9,3 3,0 7,9 13,4 9,2 125.598 341,7 8,9 12,7 4,6 5,5 16,0 12,6 378.390 1821,6 14,6 38,3 24,7 4,7 29,3 30,4 267.137 4.749,5 5,3 27,1 64,3 0,7 10,9 33,8 986.826 7.388,1 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 % Lombardia/Italia
aziende
1,6
3,7
4,9
5,4
10,3
24,6
3,4
Distribuzione delle aziende agricole lombarde per tipologia aziendale, 2010
Totale aziende (n.)
Superficie totale (ha)
Superficie agricola utilizzata (ha)
Produzione lorda standard (.000 euro)
Giornate lavoro totali (n.)
UL totali
Distribuzione percentuale
Aziende (%)
Superficie totale (%)
Superficie utilizzata (%)
Produzione lorda standard (SO) (%)
Giornate di lavoro totali (%)
Caratteristiche medie
Superficie totale per azienda (ha)
Superficie utilizzata per azienda (ha)
Unità lavorative per azienda
Giornate di lavoro per ettaro (n.)
Produzione lorda per azienda (euro)
Produzione lorda per ettaro (euro)
Produzione lorda per UL (euro)
Produzione lorda per giornata (euro)
Autoconsumo Destrutturate SussistenzaProfessionali
10.367 48.183 34.154 57.271 231.366 1.019 Autoconsumo
19,1
3,9
3,5
0,8
1,2
Autoconsumo
4,6 3,3 0,1 6,8 5.524,4 1.676,9 56.228,2 247,5 7.793 208.077 141.334 383.751 689.886 3.060 Destrutturate
14,3
16,9
14,3
5,2
3,7
21.487 180.873 133.687 384.893 6.258.641 23.202 Sussistenza
39,5
14,7
13,5
5,2
33,4
14.686 792.428 677.651 6.562.217 11.579.361 39.257 Professionali
27,0
64,4
68,7
88,8
61,7
Destrutturate
Sussistenza
Professionali
26,7 18,1 0,4 4,9 49.243,0 2.715,2 125.397,0 556,3 8,4 6,2 1,1 46,8 17.912,8 2.879,1 16.588,8 61,5 54,0 46,1 2,7 17,1 446.834,8 9.683,8 167.161,7 566,7 Totale
54.333
1.229.561
986.826
7.388.131
18.759.254
66.538
Totale
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale
22,6
18,2
1,2
19,0
135.978,7
7.486,8
111.037,0
393,8
Fonte: elaborazioni DEMM su dati ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
77
Distribuzione delle aziende agricole lombarde per tipologia aziendale e sistemi agricoli, 2010
Aziende
Autoconsumo Destrutturate SussistenzaProfessionali
Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata (%)
Aree rurali intermedie (%)
Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo (%)
Poli urbani (%)
Totale (%)
22,4
14,9
16,0
16,6
19,1
SAU
17,7
10,5
9,9
11,9
14,3
24,7
54,8
64,1
46,4
39,5
35,1
19,7
9,9
25,1
27,0
Autoconsumo Destrutturate SussistenzaProfessionali
Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata (%)
Aree rurali intermedie (%)
Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo (%)
Poli urbani (%)
Totale (%)
3,3
3,7
4,0
3,6
3,5
13,0
15,7
21,3
17,4
14,3
9,5
24,5
22,8
18,9
13,5
74,2
56,2
51,9
60,0
68,7
Totale
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: elaborazioni DEMM su dati ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
re il grado di imprenditorialità delle
aziende agricole, ma non l’unico. Sulla base delle modalità di conduzione,
dell’impiego di lavoro, del livello di
reddito, dell’età della manodopera
e della diversificazione del reddito,
DEMM (2014) propone, a partire dai
dati censuari, una classificazione
78
delle imprese agricole in quattro categorie: autoconsumo, destrutturate,
sussistenza e professionali. A livello
regionale le aziende agricole realmente ascrivibili alla categoria delle
professionali sarebbero solo il 27%
del totale, che tuttavia interesserebbero il 68,7% della SAU regionale, il
59% delle UL e ben l’88,8% della produzione standard. La distribuzione
delle aziende per tipologia non è omogenea sul territorio: nelle aree rurali
ad agricoltura intensiva specializzata
le aziende professionali sono il 35,1%
del totale e gestiscono il 74,2% della
SAU, mentre all’opposto, nelle aree
con problemi complessivi di sviluppo,
si riducono al 9,9%.
Per quanto riguarda la specializzazione produttiva il 41,8% delle aziende
agricole lombarde è specializzata nella produzione di seminativi, mentre il
28,1% nell’allevamento degli erbivori.
Le maggiori dimensioni medie azien-
dali, in termini economici, si riscontrano nelle aziende suinicole specializzate (oltre 2 milioni di euro), nelle
aziende avicole e in quelle bovine da
Aziende agricole per orientamento tecnico economico in Lombardia e Italia, 2010
Lombardia
% Lombardia
% Lombardia/Italia
aziende SAU prod. standard aziende SAU
prod. aziende SAU
prod.
(ha) (mio. euro)
standard
standard
Aziende specializzate nei seminativi
22.308 - di cui aziende risicole specializzate
1.455 Aziende specializzate in ortofloricoltura
2.640 Aziende specializzate nelle colture permanenti
7.662 - di cui aziende specializzate nella viticoltura
5.426 Aziende specializzate in erbivori
15.265 - di cui aziende bovine specializzate - orientamento latte
6.969 - di cui aziende bovine specializzate - orientamento allevamento e ingrasso 2.950 Aziende specializzate in granivori
1.747 - di cui aziende suinicole specializzate
1.176 - di cui aziende specializzate in pollame
511 Aziende con policoltura
1.689 Aziende con poliallevamento
403 Aziende miste (colture - allevamento)
2.393 Aziende non classificate
226 Totale
54.333 466.511 963,0 96.229 200,0 14.875 374,3 35.769 338,9 27.820 289,7 334.085 2.164,3 247.545 1.758,6 35.394 286,8 65.534 3.126,3 59.718 2.562,7 5.404 554,9 16.576 89,0 12.348 169,2 40.274 163,1 855 986.826 7.388,1 41,1 2,7 4,9 14,1 10,0 28,1 12,8 5,4 3,2 2,2 0,9 3,1 0,7 4,4 0,4 100,0 47,3 9,8 1,5 3,6 2,8 33,9 25,1 3,6 6,6 6,1 0,5 1,7 1,3 4,1 0,1 100,0 13,0 2,7 5,1 4,6 3,9 29,3 23,8 3,9 42,3 34,7 7,5 1,2 2,3 2,2 - 100,0 5,8 42,3 7,0 0,9 2,7 11,8 20,3 8,9 18,7 24,5 13,8 1,6 9,5 6,7 0,9 3,4 9,5 42,1 10,0 1,3 2,9 9,8 27,1 3,9 36,6 45,8 12,4 2,1 15,0 7,4 0,9 7,7 10,7
41,0
8,8
2,5
3,9
23,2
38,8
14,8
34,8
52,3
14,1
3,9
39,4
11,4
14,9
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
79
Aziende agricole per orientamento tecnico economico in Lombardia e Italia, 2010 – medie aziendali
Media aziendale Lombardia
SAU (ha) prod. standard (euro)
Aziende specializzate nei seminativi
- di cui aziende risicole specializzate
Aziende specializzate in ortofloricoltura
Aziende specializzate nelle colture permanenti
- di cui aziende specializzate nella viticoltura
Aziende specializzate in erbivori
- di cui aziende bovine specializzate - orientamento latte
- di cui aziende bovine specializzate - orientamento allevamento e ingrasso
Aziende specializzate in granivori
- di cui aziende suinicole specializzate
- di cui aziende specializzate in pollame
Aziende con policoltura
Aziende con poliallevamento
Aziende miste (colture - allevamento)
Aziende non classificate
Totale
20,9 66,1 5,6 4,7 5,1 21,9 35,5 12,0 37,5 50,8 10,6 9,8 30,6 16,8 3,8 18,2 43.170 137.439 141.796 44.229 53.390 141.783 252.350 97.209 1.789.497 2.179.200 1.085.907 52.667 419.925 68.166 - 135.979 Media aziendale Italia
SAU (ha) prod. standard (euro)
12,8 66,5 3,9 3,0 4,7 26,3 26,6 27,6 19,1 27,2 11,8 7,5 19,4 15,3 4,0 7,9 23.431
142.060
112.917
15.397
36.652
72.137
132.115
58.710
959.536
1.021.630
1.064.456
21.782
101.432
40.146
30.514
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
latte. Generalmente, in quasi tutte
le classi di OTE le aziende lombarde
presentano dimensioni fisiche ed economiche doppie rispetto al contesto
80
nazionale. Inoltre, in Lombardia, si
concentra il 52,3% della produzione
standard della suinicoltura specializzata italiana, il 41% di quella risicola e
il 38,8% di quella bovina da latte (dati
2010).
Oltre la metà delle aziende agricole
lombarde è ubicata in pianura; queste
Caratteristiche strutturali delle aziende agricole lombarde per aree rurali PSR 2014-2020
Aziende totali (n.)
SAU (ha)
- di cui seminativi
- di cui coltivazioni legnose agrarie
- di cui foraggere permanenti
SAT (ha)
SAT media (ha)
SAU media (ha)
Allevamenti totali (n.)
% Allevamenti/aziende
Bovini (capi)
- di cui vacche da latte
bovini/allevamento
Ovini (capi)
bovini/allevamento
Caprini (capi)
caprini/allevamento
Suini (capi)
suini/allevamento
Avicoli (capi)
avicoli/allevamento
Produzione standard (mio. euro)
Produzione standard/azienda (euro)
Aree intensive ad
agricoltura specializzata
%
28.784
53,0
699.702
70,9
639.584
89,4
9.128
25,0
50.734
21,6
772.704
62,9
26,8
24,3
10.037
45,5
34,9
1.282.316
86,4
465.919
85,3
180,2
29.472
27,9
167,5
12.290
21,3
42,5
4.625.057
97,2
2.890,7
19.618.411
74,0
20.716,4
6.201
83,9
215.416
Aree rurali con problemi
complessivi di sviluppo
%
5.930
10,9
92.598
9,4
5.542
0,8
2.505
6,9
84.487
36,0
154.092
12,5
26,0
15,6
2.952
13,4
49,8
29.355
2,0
15.502
2,8
15,7
12.331
11,7
22,5
18.208
31,6
25,9
2.880
0,1
12,0
1.013.216
3,8
4.085,5
155
2,1
26.192
Aree rurali
intermedie
%
17.432
32,1
166.343
16,9
47.457
6,6
24.024
65,8
94.721
40,4
269.643
21,9
15,5
9,5
8.290
37,6
47,6
147.399
9,9
56.231
10,3
27,9
60.554
57,3
68,4
25.633
44,4
22,4
105.051
2,2
144,9
5.394.182
20,3
5.022,5
903
12,2
51.816
Poli
urbani
2.187
28.182
22.680
826
4.648
32.768
15,0
12,9
785
35,9
25.921
8.668
57,2
3.402
68,0
1.574
21,9
25.975
341,8
487.114
3.835,5
129
58.992
%
4,0
2,9
3,2
2,3
2,0
2,7
3,6
1,7
1,6
3,2
2,7
0,5
1,8
1,7
Lombardia
54.333
986.826
715.263
36.484
234.591
1.229.207
22,6
18,2
22.064
40,6
1.484.991
546.320
100,9
105.759
63,7
57.705
26,1
4.758.963
1.801,3
26.512.923
11.065,5
7.388,1
135.979
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
81
concentrano il 65% della SAT e il 73%
della SAU e presentano una dimensione media aziendale pari a 24,4 ha, superiore rispetto alla media regionale
(18,4 ha/azienda). In montagna opera
il 23,5% delle aziende, le quali gestiscono il 25,7% della SAT e il 17,6%
della SAU e presentano una dimensione media di 13,8 ha. L’85% della
produzione standard dell’agricoltura
lombarda è realizzata in pianura (dati
ISTAT 2010). Con riferimento alle
aree rurali, le aree intensive ad agricoltura specializzata raggruppano il
53% delle aziende, il 71% della SAU,
il 45% degli allevamenti e l’84% della
produzione standard.
Secondo i dati censuari 2010 le donne in Lombardia risultano meno
presenti nella conduzione aziendale
rispetto alla media nazionale (19,8%
contro il 30,7%). Diversamente, è
più elevata la presenza di giovani
capo-azienda (14,5% rispetto al 10%).
82
Con riferimento al complesso della
manodopera il 19% delle UL agricole
lombarde risulta essere di sesso femminile, contro il 28,5% a livello nazio-
nale. Maggiore rispetto alla situazione
nazionale è, al contrario, l’incidenza dei giovani (27% delle UL contro
il 20%).
Conduzione e manodopera agricola in Lombardia e Italia, 2010
Lombardia
Italia
numero% numero %
Capo azienda
- con licenza media
34.853 64,1
1.158.494
71,5
- con laurea
3.516 6,5
100.981
6,2
- età inf. 40 anni 7.894 14,5
161.716 10,0
- donna
10.761 19,8
497.847
30,7
Manodopera extra familiare
39.290
28,6 938.103
24,2
di cui - manodopera straniera16.527 42,1 233.05524,8
- stranieri extra UE
9.065 54,8 98.58142,3
- stranieri UE 27
7.462 45,2 134.47457,7
di cui - continuativi
18.353
46,7 163.145
17,4
- saltuari
16.494
42,0 695.557
74,1
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
meccanizzazione
Gli indicatori della meccanizzazione
relativi all’agricoltura lombarda si presentano con valori più consistenti rispetto alla media nazionale. In termini
di grado di meccanizzazione, si stima
una disponibilità di potenza per ettaro
di superficie di circa 8,9 kw/ha, contro
i 6,4 kw/ha della media nazionale.
Il più elevato grado di meccanizza-
zione è presente nell’orientamento
ortofloricolo (quasi 26 kw/ha) e nelle
coltivazioni permanenti (20,4), con
valori più che doppi rispetto alla media regionale. Anche le aziende con
policoltura e con poli-allevamento si
posizionano sopra la media regionale (rispettivamente 13 e 11 kw/ha),
mentre gli orientamenti a seminatavi
e con allevamenti bovini si attestano
sugli 8 Kw/ha circa. Le aziende specializzate in granivori, invece, restano
sotto tale soglia. Questi ultimi casi si
distinguono per la maggiore potenza
motrice presente in azienda in relazione anche alle loro maggiori dimensioni. In termini di dimensione economica (DE), si evidenzia infatti una
Indicatori della meccanizzazione per OTE in Lombardia e Italia, media 2011-2013
Specializzate in granivori
Specializzate in erbivori
Specializzati in seminativi
Miste coltivazioni ed allevamenti
Media Lombardia
Miste con poliallevamento
Miste con policoltura
Specializzate nelle permanenti
Specializzate in ortofloricoltura
Media Italia
Grado di meccanizzazione dei terreni (Kw/SAU)
Potenza motrice (Kw/az.)
Intensità di meccanizzazione (Kw/ULT)
% Noleggio e Spese macchine/
Spese correnti
7,4 8,2 8,2 8,7 8,9 11,0 13,0 20,4 25,9 6,4 333,8 238,4 215,5 223,2 209,2 229,6 138,5 120,7 158,8 99,5 112,3 138,3 161,2 163,4 135,0 151,9 99,5 94,6 78,6 82,3 5,1
11,3
24,9
20,9
12,9
13,9
16,4
24,1
9,9
17,0
Fonte: RICA ITALIA, dati medi ponderati.
83
Indicatori della meccanizzazione DE in Lombardia e Italia, media 2011-2013
Grado di meccanizzazione dei terreni (Kw/SAU)
Grandi
Medio Grandi
Medie
Media Lombardia
Medio Piccole
Piccole
Media Italia
Potenza motrice (Kw/az.)
Intensità di meccanizzazione (Kw/ULT)
% Noleggio e Spese macchine/
Spese correnti
6,4 530,8126,7
6,7
312,7
157,9
8,8 210,1153,0
8,9
209,2
135,0
11,1
151,6
111,2
19,6 129,0124,1
6,4
99,5
82,3
7,6
15,9
22,6
12,9
21,9
23,3
17,0
Fonte: RICA ITALIA, dati medi ponderati.
Indicatori della meccanizzazione per zona altimetrica in Lombardia e Italia, media 2011-2013
Montagna Media Lombardia
Pianura
Collina
Media Italia
Fonte: RICA ITALIA, dati medi ponderati.
84
Grado di meccanizzazione dei terreni (Kw/SAU)
Potenza motrice (Kw/az.)
Intensità di meccanizzazione (Kw/ULT)
4,5 8,9 9,1 12,3 6,4 94,2 209,2 241,7 173,6 99,5 65,7 135,0 150,6 121,3 82,3 % Noleggio e Spese macchine/
Spese correnti
12,2
12,9
12,7
14,5
17,0
relazione inversa tra la dimensione e
il grado di meccanizzazione: le aziende piccole sfiorano i 20 kw/h; quelle
grandi si assestano sui 6,4. In merito
alla potenza motrice per azienda, la
media lombarda è pari a 209 kw, più
che doppia rispetto a quella nazionale (poco meno di 100 kw). Con riferimento all’orientamento produttivo
(OTE), le aziende specializzate negli
allevamenti risultano sensibilmente
superiori alla media regionale, come
anche le aziende specializzate in seminativi; 333 kw di potenza motrice
per i granivori, 238 kw per i bovini,
229 kw per i poli-allevamenti e 223
kw nel caso di aziende miste coltivazioni e allevamenti. Diversamente, gli
orientamenti con policoltura, colture
permanenti e ortofloricole si stimano
sotto tale media.
In termini di dimensione economica,
al crescere della dimensione si osserva un incremento nella potenza mo-
trice media aziendale, che passa dai
129 kw nelle piccole agli oltre 530
nelle grandi. Per quanto riguarda la distribuzione per altimetria, le aziende
di pianura mostrano una potenza superiore alla media regionale, mentre
in collina e montagna il valore risulta
più contenuto.
Anche il grado di intensità di meccanizzazione lombarda si pone significativamente sopra il valore nazionale:
135 kw/ULT contro 82,3. In questo
caso, i valori maggiori si riscontrano
nelle situazioni miste con coltivazioni e allevamenti, nei seminativi e nei
poli-allevamenti. Nei restanti orientamenti si osserva una intensità inferiore alla media regionale. Sono le aziende con dimensione economica media
o medio grande a mostrare i valori più
alti di Kw/ULT (153 e 157), mentre le
aziende grandi (127), le medio piccole
(111) e le piccole (124) si collocano
sotto il valore regionale. In termini
territoriali, il livello maggiore di questo indicatore si osserva nelle aree di
pianura.
Riguardo al ricorso all’esterno per la
meccanizzazione, si è stimata l’incidenza delle spese di noleggio macchine sulle spese correnti; questo indicatore risulta in Lombardia inferiore
alla media nazionale, circa il 13% contro il 17%. Si osservano valori particolarmente elevati nel caso dei seminativi, delle colture permanenti e delle
aziende miste coltivazioni-allevamenti. Sono le aziende di minore dimensione economica a mostrare i valori
più marcati, come quelle di collina.
85
risultati economici delle aziende agricole
Le informazioni economico-strutturali relative alle aziende agricole
rilevate attraverso la rete contabile
RICA1 evidenziano le differenze regionali esistenti rispetto al livello
nazionale (dati 2013). L’agricoltura
lombarda esprime una produzione
standard (SO) per azienda stimabile
in oltre 200.000 euro, mentre il valore medio nazionale è di circa 60.500
euro; rispetto al 2012, la stima del SO
aziendale per la Lombardia risulta in
apprezzabile incremento, con un valore quasi dieci volte superiore alla
crescita media nazionale.
Il contributo maggiore alla formazione della produzione standard è
imputabile alle imprese di dimen-
Risultati aziendali per classe di dimensione economica (DE) in Lombardia e Italia, 2013
Classe di DE
% azienda % SO
SO/az. SAU/az.
UL/az.
UBA/az. Kw/ha
PLV/az. PLV/UL CV/PLV CF/PLV
(€)
(ha)
(€)(€) (%)(%)
ITALIA
Piccole
62,9 12,7 12.186 7,23
0,80
0,85
8,74
17.438
21.908
55,0
20,3
Medio Piccole
15,8 9,5 36.358 14,81
1,22
4,25
7,30
40.758
33.527
44,5
17,7
Medie
10,7 12,5 71.011 25,26
1,60
9,64
5,83
74.803
46.817
45,7
16,5
Medio Grandi
9,4 32,1 206.081 50,73
2,65
34,81
4,81
197.802
74.658
48,5
12,3
Grandi
1,2 33,2 1.666.815 92,85
5,90
385,50
4,91
928.479
157.399
59,0
9,1
Totale
100,0
100,0 60.504 15,48
1,18
10,16
6,52
55.217
46.643
51,0
14,5
LOMBARDIA
Piccole
44,5
3,2
14.544 6,94
1,07
2,77
21,47
20.490
19.205
61,5
35,7
Medio Piccole
15,9
2,9
36.641 13,19
1,34
5,18
11,61
44.545
33.204
42,8
21,4
Medie
12,4 4,2
67.914 23,321,279,458,53
73.002
57.30740,917,7
Medio Grandi
20,5
23,3
229.922 47,36
1,87
65,35
6,70
240.085
128.653
46,9
10,2
Grandi
6,7
66,4 1.986.875 79,61
4,32
772,75
6,95 1.073.581
248.623
57,7
9,3
Totale
100,0
100 201.578 23,13
1,52
68,64
9,40
146.682
96.577
52,6
12,3
Fonte: RICA ITALIA, dati medi ponderati.
1
Per informazioni sull’indagine RICA si veda www.rica.inea.it.
86
sione economica più elevata, che in
Lombardia incidono per oltre il 66%,
mentre in Italia la stessa quota richiede il contributo sia delle imprese grandi sia di quelle medio grandi
(rispettivamente pari al 33% e 32%
del totale SO). Questo dato si deve
porre in relazione anche al peso
in termini numerici delle imprese
grandi e medio grandi che in Lombardia sono, rispettivamente il 6,7%
e il 20,5% (unitamente il 27,2%), mentre a livello nazionale rappresentano
l’1,2% e il 9,4% (unitamente il 10,6%).
Le imprese lombarde mostrano una
estensione media di oltre 23 ettari,
contro i 15 della media italiana, e una
presenza di oltre 68 UBA, contro le 10
italiane. L’utilizzo di manodopera in
regione è in media di 1,52 UL, mentre
in Italia è di 1,18.
Relativamente alla incidenza dei costi, quelli variabili in Lombardia risultano simili a quelli nazionali, mentre
Risultati aziendali medi della Lombardia e dei principali paesi UE (2010-2012)
% n. azienda
% SO UE
% UBA
SO/az. (€)
PL/az. (€)
PL/UL (€) % Sussidi/PL RN/ha (€)
RN/ULF (€)
Romania 21,41 3,35 5,77 10.960 13.127 9.748 13,13603 4.654
Grecia 6,62 1,95 1,63 20.60023.13319.448 29,42729 12.481
Polonia 14,94 6,07 7,50 28.44028.91816.911 19,90444 7.074
Spagna 11,19 10,46 10,18 65.44948.38234.958 20,56397 21.133
Austria 1,91 1,87 1,81 68.36068.44548.429 26,65474 20.549
Italia 16,28 16,52 7,68 71.04853.05541.454 11,91384 23.422
Francia 6,13 16,51 17,20 188.400190.318 93.600 16,44294 31.897
Lombardia 0,78 2,49 2,06 224.677149.635 95.946
9,53354 50.304
Regno Unito1,90 6,14 9,49 226.438241.605112.554 17,55293 43.370
Germania 3,96 13,90 13,28 245.679236.232106.250 15,14200 30.574
Belgio
0,63 2,59 3,16 288.951245.125114.903 10,39251 36.611
Danimarca 0,59 2,97 3,54 352.639425.349249.715
8,58117 41.685
Olanda 1,07 6,73 5,35 441.112457.913165.110
4,49151 38.532
RICA UE100,00100,00 100,00 70.00166.85542.495 16,78325 15.953
Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo.
87
il peso dei costi fissi appare leggermente inferiore.
La competitività aziendale del sistema agricolo lombardo trova conferma
anche nel confronto con altri paesi
UE, nella stima delle medie aziendali
nel periodo 2010-12.
La produzione standard media lombarda, infatti, mostra un valore mag-
giore di oltre tre volte la media UE e
si posiziona in linea con quello di importanti realtà, caratterizzate da una
agricoltura di tipo continentale, come
Germania e Regno Unito. Una situazione allineata con le agricolture continentali rispetto a quelle mediterranee, si può osservare anche per altri
indici, come la produzione vendibile
media, la produttività e la redditività
del lavoro. Diversamente, in termini
di redditività per unità di superficie,
il dato lombardo si dimostra più vicino alla media comunitaria e a quella
nazionale.
In Lombardia la portata dei contributi sulla produzione è inferiore al
10%, in linea con Belgio e Danimarca,
Cerealicoltura specializzata, risultati aziendali medi per la Lombardia e le principali regioni di produzione UE
(2010-2012)
Paese/Regione
Lombardia
Francia/Alsazia
Svezia/Slattbygdslan
Danimarca
Germania/Baviera
Irlanda
Ungheria/Magyarország
Spagna/Navarra
Italia
RICA UE
%
n. aziende
2,18
0,37
0,83
1,61
0,55
0,82
0,44
0,82
19,79
100,00
Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo.
88
SO/az.
(€)
61.321
97.040
88.656
85.480
79.533
71.107
59.931
43.657
30.553
59.080
PL/ha
(€)
2.147
2.180
1.106
3.168
1.451
1.394
664
993
1.408
1.021
PL/UL
(€)
45.439
114.353
141.836
241.625
86.718
109.406
45.049
62.927
35.984
58.486
RN/ha
(€)
759
822
200
850
318
585
251
439
574
359
RN/ULF
(€)
16.949
45.983
30.446
102.665
19.910
51.716
56.533
30.699
15.912
28.946
Sussidi
/PL
28,8
17,5
22,0
10,3
27,5
28,7
37,8
22,9
31,7
26,3
% ha
cereali
89,3
82,9
69,5
77,9
67,6
71,3
57,9
77,6
74,6
65,0
SAU/az % PL cereali % PL cereali su
(ha)
su PL
PL cereali UE
28,50
89,4
2,53
61,90
86,3
0,90
123,66
57,8
1,39
79,33
28,3
2,43
69,95
58,8
0,69
70,86
69,4
1,19
109,56
59,5
0,41
54,01
75,1
0,70
22,92
77,0
10,43
74,44
62,0
100,00
ma significatamente più contenuta
sia rispetto alla media Italia (quasi
12%) e a quella europea (quasi 17%),
sia rispetto ad alcuni paesi con valori
particolarmente elevati, come Grecia,
Polonia, Austria e Spagna.
Riguardo ai principali ordinamenti
produttivi, i risultati economici ot-
tenuti dalle aziende lombarde sono
stati confrontati con quelli realizzati,
per lo stesso ordinamento, da tutte le
aziende agricole italiane, nonché con
quelli raggiunti da alcune aree europee che hanno un ruolo significativo
di confronto.
Il settore cerealicolo si presenta spe-
cializzato, con una incidenza di quasi
il 90% dei cerali sulla SAU. La SAU
media è di oltre 28 ha (molto al di
sotto del dato medio comunitario di
quasi 75 ettari); tuttavia si rilevano
risultati economici apprezzabili, tra
cui la produttività del lavoro, che è di
circa 45.500 euro per unità, a fron-
Seminativi specializzati non solo a cereali*, risultati aziendali medi per la Lombardia e le principali regioni di
produzione UE (2010-2012)
Paese/Regione
%
n. aziende
Lombardia
1,09
Germania/Baden-Württemberg
0,41
Danimarca
0,64
Francia/Provenza-Alpi-Costa Azzurra
0,13
Belgio/Vallonia
0,36
Svezia/Slattbygdslan
0,70
Spagna/Paesi Baschi
0,07
Portogallo/Ribatejo e Oeste
0,63
Italia
25,13
RICA UE
100,00
SO/az.
(€)
109.186
175.347
167.160
158.645
151.766
127.946
125.388
107.400
69.984
75.638
PL/ha
(€)
3.151
2.726
2.528
2.248
2.970
1.663
1.558
3.709
2.326
1.900
PL/UL
(€)
49.545
93.461
231.539
56.533
117.296
150.658
106.729
36.533
37.543
49.553
RN/ha
(€)
1.212
694
470
597
1.277
224
505
1.051
1.064
660
RN/ULF
(€)
23.970
38.019
67.423
25.601
52.080
27.538
40.039
14.258
22.916
24.276
Sussidi
/PL
16,1
16,0
14,7
17,2
15,7
18,3
22,8
12,2
18,4
20,3
% ha
cereali
41,7
44,1
54,0
38,6
42,9
49,3
73,4
19,3
33,3
44,7
SAU/az % PL cereali % PL cereali su
(ha)
su PL
PL cereali UE
20,71
25,9
0,91
69,14
21,0
0,80
114,81
26,4
2,41
67,77
15,0
0,15
54,61
24,8
0,71
112,66
31,8
2,04
90,03
54,1
0,25
18,91
8,3
0,18
20,17
17,4
10,04
39,99
26,8
100,00
* Cereali misti con altri seminativi (piante industriali, aromatiche, orti in pieno campo), altri seminativi specializzati.
Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo.
89
te dei 36.000 a livello nazionale e dei
59.000 a livello comunitario. Il peso
dei sussidi ricevuti dalle imprese lombarde in questo settore risulta allineato alla media comunitaria.
La viticoltura lombarda orientata alla
produzione di vino, sta proseguendo
un percorso di evoluzione. In termini
di SO/azienda, si stima un valore di
oltre 85.000 euro, in linea con la media comunitaria e a fronte di un valore medio nazionale attorno ai 65.500
euro; tuttavia, in alcune zone particolarmente vocate si possono osservare
dati superiori, come in Linguadoca o
in Austria. Una lettura simile si può
fare anche in termini di produttività
e redditività del lavoro e di incidenza
dei sussidi, mentre le aziende lombarde mostrano performance migliori
per unità di superficie.
I bovini da latte rappresentano un
settore di punta in Lombardia e la
produzione incide per oltre la metà
Viticoltura specializzata, risultati aziendali medi per la Lombardia e le principali regioni di produzione UE
(2010-2012)
Paese/Regione
Lombardia
Francia/Linguadoca - Rousillon
Austria
Germania/Baviera
Rep. Ceca
Italia
Spagna/La Rioja
Portogallo/Alentejo e do Algarve
Grecia/Macedonia - Thraki
RICA UE
%
SO/az.
n. aziende
(€)
0,79
85.815
3,53
114.122
2,98
95.280
0,19
92.280
0,27
76.469
48,07
65.350
1,24
43.202
0,33
24.979
0,85
23.630
100,00
84.740
PL/ha
(€)
8.240
3.884
4.112
12.757
5.857
5.495
2.510
1.305
3.710
5.205
PL/UL
(€)
41.065
58.728
43.809
52.600
27.282
34.961
27.091
15.025
22.102
42.364
RN/ha
(€)
3.404
710
1.458
2.711
1.603
2.341
1.258
861
1.935
1.789
* Cereali misti con altri seminativi (piante industriali, aromatiche, orti in pieno campo), altri seminativi specializzati.
Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo.
90
RN/ULF
(€)
21.549
17.965
19.299
15.564
12.306
20.154
17.951
12.805
14.774
22.847
Sussidi
/PL
6,5
3,8
14,7
2,9
10,6
5,6
3,8
20,3
15,0
4,7
% ha
vite
71,3
76,0
31,8
78,9
83,8
50,1
71,3
35,4
41,4
60,9
SAU/az
(ha)
6,82
29,69
15,09
7,37
9,66
7,54
13,90
19,89
5,78
13,32
% PL uvavino su PL
86,5
93,8
70,3
86,7
94,7
81,5
93,2
90,7
87,8
88,3
% PL uvavino su PL UE
0,63
6,24
2,12
0,25
0,23
26,53
0,66
0,13
0,26
100,00
della produzione italiana in termini
di SO. Le aziende lombarde presentano un posizionamento di rilievo
rispetto alla media comunitaria e ad
altre regioni produttrici, con indici
di produttività e reddittività tra i più
elevati. La sola Lombardia offre un
contributo rilevante alla PL europea
(quasi il 4%, seconda solo all’Olanda). La dimensione media aziendale è
contenuta in termini di superfici, ma
con una buona percentuale di foraggi;
la numerosità delle vacche per azienda appare consistente e di conseguen-
za il carico di UBA elevato evidenzia
un processo di allevamento intensivo.
Le aziende zootecniche con orientamento misto latte e carne risultano di
contenute dimensioni fisiche, soprattutto in termini di superfici, a fronte
però di un elevato carico di bestiame,
Bovini da latte specializzati, risultati aziendali medi per la Lombardia e le principali regioni di produzione UE
(2010-2012)
Paese/Regione
% n. SO/az.
aziende
(€)
Lombardia
0,97
Regno Unito/Inghilterra del Nord 0,43
Olanda
3,02
Germania/Schleswig-Holstein
0,63
Svezia/Slattbygdslan
0,54
Spagna/Navarra
0,04
Francia/Centro
0,10
Belgio/Vallonia
0,57
Italia
5,83
RICA UE
100,00
352.067
427.639
321.720
308.567
293.189
273.248
235.840
222.200
166.205
103.464
PL/ha
(€)
PL/UL
(€)
9.698
3.677
5.936
3.437
2.881
7.265
2.285
4.242
6.715
2.744
160.419
150.781
172.095
160.999
146.910
128.103
107.979
104.065
95.339
58.211
RN/ha RN/ULF
(€)
(€)
4.525
708
1.188
677
319
1.575
472
1.324
2.817
714
97.804
50.525
38.558
43.599
21.978
37.313
25.531
32.904
50.855
18.058
UBA
/ha
3,49
1,89
2,41
1,73
1,04
2,92
1,00
2,27
2,62
1,35
vacche ad % ha SAU/az. % PL latte e
azienda foraggi
(ha)
latticini su PL
81,48
130,85
82,25
82,20
61,58
84,90
65,44
56,84
47,32
31,15
77,5
91,5
97,6
82,5
67,9
84,6
62,6
84,7
81,8
76,6
39,61
111,61
49,87
88,38
110,63
41,45
104,77
44,32
28,34
37,79
73,7
77,1
82,7
72,5
62,1
82,6
68,2
72,7
71,7
69,0
% PL latte e
latticini su PL
latte e latticini
UE
3,8
1,9
10,3
1,9
1,5
0,1
0,2
1,1
11,1
100,0
Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo.
91
a indicare, anche in questo caso, una
marcata vocazione produttiva. Le
unità lombarde mostrano una forte
specializzazione, con una incidenza
del 70% della carne sulla produzione
lorda. Tale valore risulta maggiore sia
a quello italiano sia a quello europeo
e inferiore solo al caso dell’Aragona.
Anche gli indicatori di produttività e
di redditività sottolineano la capacità
degli allevamenti di essere competitivi a livello europeo; ad esempio, in
Lombardia si osserva una redditività
per addetto di quasi 37.000 euro, che
rappresenta la migliore performance
tra analoghe realtà europee poste a
confronto.
L’allevamento di granivori (suini e
avicoli, ma anche misti) in Lombardia rappresenta un settore di marcata
rilevanza e con una elevata specializzazione, che pone la produzione regionale tra le più importanti a livello
comunitario. In termini di dimensio-
Bestiame da latte, allevamento e ingrasso combinate*, risultati aziendali medi dei principali paesi UE (2010-2012)
Paese/Regione
% n. SO/az.
aziende
(€)
Lombardia
0,91
Olanda
1,43
Belgio/Vallonia
1,12
Regno Unito/Scozia
1,04
Francia/Loira
1,32
Germania/Nordhein-Westfalia
0,89
Spagna/Aragona
0,55
Portogallo/Alentejo e do Algarve 0,64
Italia
8,59
RICA UE
100,00
*Escluso granivori combinati specializzati.
Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo.
92
105.668
228.208
186.280
135.160
132.683
131.120
91.389
91.320
79.723
58.900
PL/ha
(€)
PL/UL
(€)
7.628
4.479
1.710
840
1.272
2.151
960
211
1.966
1.063
74.594
93.397
71.554
86.958
85.789
81.427
55.935
25.322
49.166
38.837
RN/ha RN/ULF
(€)
(€)
3.695
419
540
189
252
268
407
148
882
317
36.985
12.900
22.969
23.816
18.152
10.726
23.883
23.660
24.563
12.930
UBA
/ha
5,5
2,9
1,7
1,0
1,4
1,4
0,9
0,4
1,3
1,0
% ha SAU/az. % PL % PL latte % PL carne e latte
foraggi
(ha) carne/PL
/PL
su PL carne
e latte UE
67,7 10,81
70,0
8,9
1,6
79,3 37,90
28,2
7,4
2,4
87,8 73,22
60,7
22,0
3,2
93,5 180,41
72,9
2,9
3,3
86,6 106,30
59,9
23,0
4,0
78,9 48,40
55,3
13,8
1,8
67,7 66,87
77,1
0,0
0,7
90,0 167,87
63,3
0,0
0,4
85,7 32,65
52,6
14,0
10,0
87,6 50,19
55,4
13,3
100,0
ni fisiche, le aziende lombarde mostrano una superficie media (quasi
41 ettari) e un carico di bestiame (22
UBA/ha) significatamente superiori
alla media europea. In termini di risultati economici, la produttività per
addetto lombarda appare di rilievo ed
è superata solo dalla Danimarca: la
redditività per addetto in Lombardia
mostra, inoltre, il risultato migliore
tra le situazioni confrontate.
L’indice di competitività del sistema
lombardo, tenuto conto che la media
UE risulta il punto di riferimento ed è
uguale a zero, appare leggermente positivo (+0,08), superiore alla situazione comunitaria e ben al di sopra della
media nazionale, che invece presenta
una performance negativa (-0,22).
La competitività aziendale regionale è superiore a diversi casi, come la
Granivori (suini e avicoli) specializzati, risultati aziendali medi per la Lombardia e le principali regioni di
produzione UE (2010-2012)
Paese/Regione
Lombardia
Italia
Danimarca
Regno Unito/England-East
Rep. Ceca
Olanda
Spagna/Aragona
Belgio/Vallonia
Germania/Schleswig-Holstein
Francia/Loira
Svezia/Slattbygdslan
RICA UE
%
n. aziende
1,00
4,70
2,04
0,84
0,23
3,74
1,88
2,15
0,42
1,84
0,38
100,00
SO/az.
(€)
2.304.484
1.371.702
1.208.022
1.073.126
865.693
658.875
633.617
593.287
502.485
492.026
486.061
358.007
PL/ha
(€)
17.826
17.374
7.008
15.254
45.154
71.489
5.819
20.333
5.033
6.527
4.620
7.992
PL/UL
(€)
278.612
164.275
358.031
175.715
90.824
420.487
152.971
307.544
232.474
233.978
221.749
124.833
RN/ha
(€)
7.044
6.284
210
1.669
513
2.668
1.315
2.630
572
743
164
1.165
RN/ULF
(€)
152.484
92.024
33.461
86.790
10.863
20.641
52.778
41.420
35.668
32.152
11.122
28.391
UBA
/ha
22,20
21,48
4,9
13,16
34,2
55,8
9,7
18,8
4,0
6,3
4,8
7,47
SAU/az. % carne % carne e uova % su PL
(ha) suini su PL e avicoli su PL granivori UE
40,76
77,7
2,9
2,8
24,30
71,9
20,2
7,1
172,85
77,5
4,8
9,5
55,26
84,4
64,2
3,0
21,15
87,4
47,2
1,0
9,65
91,8
31,1
11,8
51,22
73,0
16,7
2,0
24,25
84,5
21,3
4,5
83,02
65,8
1,9
0,6
65,60
73,4
45,8
2,9
94,33
73,5
8,9
0,6
32,32
77,8
24,2
100,0
Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo.
93
Competitività complessiva aziendale della Lombardia e dei principali paesi UE distinto per componenti, 20102012
1,5
1,2
0,9
0,6
Strutture
0,3
Fattori
0,0
Mercati
-0,3
Istituzioni
-0,6
Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo.
94
Lombardia
Regno Unito
Romania
Polonia
Austria
Olanda
Italia
Francia
Spagna
Grecia
Germania
Danimarca
Belgio
-0,9
-0,5
Fonte: FADN, dati medi ponderati all’universo.
Lombardia
Regno Unito
Olanda
Francia
Germania
Danimarca
Belgio
Romania
Polonia
Austria
Italia
Spagna
0,8
0,7
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0,0
-0,1
-0,2
-0,3
-0,4
Grecia
Competitività complessiva aziendale della Lombardia e dei principali
paesi UE, 2010-2012
Spagna, e alcuni paesi UE di nuovo
ingresso. I paesi con un’agricoltura di
tipo continentale e legata alla zootecnia, come la Danimarca, l’Olanda e il
Regno Unito, mostrano un indicatore
decisamente più elevato.
Le aziende agricole lombarde si collocano in modo positivo rispetto al quadro comunitario per quanto concerne, soprattutto, la struttura aziendale
e le relazioni con i mercati di vendita.
Anche la stima relativa alla condizione dei fattori risulta significativa e positiva; tuttavia, la situazione lombarda
mostra elementi di debolezza quando
si osserva il cosiddetto ambiente istituzionale e la capacità di utilizzare il
supporto pubblico. Ad esempio, Belgio, Danimarca e Germania mostrano
una minore competitività rispetto alla
Lombardia nell’approccio ai mercati
dei fattori, ma il loro posizionamento
nel quadro istituzionale si conferma
sempre migliore.
95
credito agrario
Il valore del credito agrario erogato in
Lombardia nel 2014 ammonta a 8,7
miliardi di euro, il 19,7% della consistenza nazionale, pari a 44,4 miliardi
di euro; esso vale il 2% e il 2,4% del
credito totale erogato, rispettivamente, a livello regionale e in ambito nazionale.
La consistenza del credito agrario per
ettaro di SAU, che per il totale Italia è
di 3.447 euro, in Lombardia si attesta
su 8.876 euro ed evidenzia una forte
variabilità: dai 1.632 euro delle aziende agricole della provincia di Sondrio
ai 13.480 euro di quelle cremonesi.
Nell’ultimo quadriennio la variazione,
su base annua, della consistenza del
credito agrario crolla: passa dal +8,2%
del 2011 al -0,8% del 2014 in Lombardia, e dal +7,1% allo +0,7% in Italia.
E’ inoltre da rilevare che la modesta
riduzione della consistenza del credito agrario in Lombardia nel corso del
2014 si discosta dalla contemporanea
96
netta riduzione della consistenza del
credito totale regionale, pari al -4,2%.
Il credito agrario in sofferenza ammonta a 827 milioni di euro ed è pari
al 9,5% del credito agrario regionale,
un tasso in forte crescita su base annua, ma molto più basso di quello che
si riscontra a livello nazionale, dove il
suo peso sul credito agrario complessivo raggiunge l’11,6%.
Consistenza del credito in Lombardia e Italia (mio. euro), 2014
Credito
totale
Credito totale
in sofferenza
Credito
agrario
Credito agrario
in sofferenza
Bergamo
38.0803.951 821 84
Brescia
53.844 5.2042.056 305
Como
15.5501.246 125 13
Cremona
10.909 1.1471.840 151
Lecco
9.2321.050 51
2
Lodi
5.767 422578 22
Mantova
14.557 1.4421.406
67
Milano
234.50715.615 733
76
Monza e Brianza
24.112
2.088
90
14
Pavia
11.6201.404 833 85
Sondrio
4.354 217122 2
Varese
20.3361.882 89
6
Lombardia
442.868
35.668
8.742
827
Italia
1.824.436
168.947
44.420
5.136
Lombardia/Italia (%)
24,3
21,1
19,7
16,1
Lombardia (%) sofferenza/credito totale
8,1
9,5
Italia (%) sofferenza/credito totale
9,3
11,6
Fonte: elaborazioni SMEA su dati Banca d’Italia.
La componente del credito agrario
con durata superiore ai cinque anni
prevale nettamente sulle altre due
tipologie (quella inferiore all’anno e
quella di durata compresa tra 1 e 5
anni); su base annua risulta stabile,
sul 70,8%, in Lombardia, mentre è in
leggera flessione a livello nazionale
(dal 66,1% al 65,9%). La sua distribuzione in regione varia a livello provinciale, attestandosi sopra il 75% a Lodi,
Cremona e Bergamo e mantenendosi
al di sotto del 65% nelle province di
Lecco, Pavia e Mantova.
Credito agrario per ettaro di SAU in Lombardia e Italia (euro), 2014
Sondrio
1.632
Pavia
4.696
Lecco
4.832
Como
5.231
Varese
6.736
Mantova
8.355
Monza e Brianza
8.876
Lombardia
9.119
Lodi
10.385
Bergamo
11.317
Brescia
11.453
Milano
11.595
13.480
Cremona
3.447
Italia
0
3.000
6.000
9.000
12.000
15.000
Fonte: elaborazioni SMEA su dati Banca d’Italia.
97
Distribuzione percentuale per tipologia del credito agrario in Lombardia e Italia, 2014
Bergamo
13,8
Brescia
18,2
10,1
71,7
Durata < 1 anno
12,2
69,1
Durata tra 1 e 5 anni
76,7
Durata > 5 anni
8,8
77,4
Como
18,7
Cremona
15,9
Lecco
33,8
Lodi
19,7
Mantova
24,8
10,4
64,9
Milano
18,7
15,1
66,2
Monza e Brianza
19,2
Pavia
26,4
12,3
61,2
Sondrio
26,4
6,2
67,4
Varese
17,8
14,1
68,1
LOMBARDIA
19,5
9,7
70,8
Italia
7,4
Fonte: elaborazione SMEA su dati Banca d’Italia.
56,0
5,1
75,2
7,4
22,4
0
98
10,2
73,4
11,6
20
65,9
40
60
80
100
mercato fondiario
Nel 2014, come nell’anno precedente, il mercato fondiario lombardo ha
visto mantenere una scarsa mobilità
fondiaria. Le limitate compravendite
si sono concentrate quasi esclusivamente nelle aree di pianura e nella
collina più ricca, mentre in montagna
si osserva un mercato quasi fermo.
Più in particolare, la domanda in pianura è spesso espressa da imprese di
medio-grande dimensione con ordinamenti specializzati; mentre in collina si osserva soprattutto un’attività
da parte di imprese multifunzionali,
di piccola o media dimensione.
Come negli anni scorsi, il ristagno del
mercato comporta un’evidente difficoltà di valutazione dei terreni agricoli: le stime spesso si devono basare
su “percezioni di mercato” piuttosto
che su valori reali di compravendita.
In pianura, dove si presenta una certa
dinamicità, si evidenzia una riduzione dei valori fondiari, sostanzialmen-
te in linea con l’anno precedente. In
particolare, il fenomeno ha interessato i seminativi, anche se in alcune situazioni, sia per le esigenze di condizionalità sia per una certa capacità di
produrre reddito da reinvestire delle
imprese, si può osservare una mode-
rata domanda. Prosegue, anche se in
modo meno consistente, la delocalizzazione di alcune produzioni orticole
per la quarta gamma.
Le dismissioni dell’attività d’impresa
e la vendita dei suoli per difficoltà finanziarie o per il ricambio generazio-
Valori fondiari medi in Lombardia (migliaia di euro ha/SAU), 2014
Montagna Zona altimetrica
Totale
Collina Pianura Varese
15,5 26,740,3
Como
5,5 31,227,3
Sondrio 7,0 --
Milano
- 26,338,8
Bergamo 13,5 34,764,9
Brescia
8,5 54,443,5
Pavia
7,0 23,232,7
Cremona
- -35,1
Mantova
- 64,345,4
Lecco
8,731,2 -
Lodi
- -42,0
Lombardia 8,4 39,740,3
Italia
n.d. n.d.n.d.
Var. %
2013/2012
28,4
16,3
7,0
38,5
43,5
34,3
30,7
35,1
46,9
22,0
42,0
34,6
20,0
0,0
-0,4
0,0
-1,5
-5,0
-3,7
0,7
-1,1
-0,8
-0,7
0,0
-1,5
-0,6
Fonte: CREA, Banca dati dei valori fondiari.
99
nale sono piuttosto diffuse e restano
alcuni dei motivi principali dell’offerta di terreni. Sono ormai esaurite anche le transazioni legate agli espropri
conseguenti alla realizzazione delle
grandi opere, mentre si conferma una
situazione di attesa legata alla produzione di bioenergie. Un altro fattore
di cautela è l’applicazione a regime
della nuova PAC; in questo senso, gli
operatori sembrano non avere ancora
una lettura chiara dei nuovi regimi
del primo pilastro e si attende l’approvazione definitiva del nuovo PSR
2014-20.
In generale, tuttavia, tutti questi
fattori hanno un impatto maggiore
sul mercato degli affitti che non sul
mercato fondiario. Ad esempio, negli
ultimi anni gli allevatori da latte, che
intendono mantenere o rafforzare la
dimensione d’impresa, preferiscono
fare ricorso all’affittanza piuttosto
che all’acquisto. L’andamento dei
100
canoni dei terreni destinati alla produzione di biomasse per gli impianti di produzioni energetiche da fonti
rinnovabili, specie nella provincia di
Cremona, continua a mostrare una
frenata e i valori sembrano divenire
Andamento del prezzo della terra in Lombardia e Italia*
40.000
Lombardia
35.000
30.000
25.000
Italia
20.000
15.000
10.000
1992
1994
1996
1998
* Euro ha/SAU, prezzi correnti.
Fonte: CREA, Banca dati dei valori fondiari.
2000
2002
2004
2006
2008
2010
2012
2014
più omogenei tra le diverse province.
Il mercato degli affitti mostra, anche
per il 2014, un effetto legato al fenomeno dei rinnovi, che hanno indotto
un leggero aumento anche per effetto
di una più diffusa regolarizzazione dei
contratti.
Canoni per contratti di affitto in Lombardia (euro/ha), 2014
Contratti per la gestione di boschi e rimboschimenti (VA)
Contratti in deroga per seminativi e prati (VA)
Terreni per florovivaismo (CO)
Contratti verbali per prati e seminativi (CO e LC)
Contratti in deroga per frutteti nella Valtellina (SO)
Contratti per alpeggi (a corpo) nella montagna di Sondrio
Contratti stagionali per ortaggi nella collina di Bergamo
Contratti in deroga per seminativi irrigui nella bassa pianura bergamasca
Contratti per alpeggi nella montagna bergamasca
Contratti in deroga per seminativi nella pianura bresciana
Contratti in deroga per vigneti nella collina bresciana
Contratti in deroga per risaie (PV)
Contratti in deroga per vigneti DOC nell’Oltrepo Pavese
Contratti in deroga per seminativi (PV)
Contoterzisti per seminativi irrigui (MI)
Contratti in deroga per seminativi irrigui (MI)
Contratti in deroga per seminativi irrigui (LO)
Contratti per la fornitura di biomasse a impianti energetici da FER (CR)
Contratti stagionali per pomodori e ortaggi (Casalasco,CR)
Contratti in deroga per seminativi irrigui (CR)
Contratti in deroga per vivai (MN)
Contratti stagionali per ortaggi e melone (Viadananese, Oltrepo Dx Secchia, Medio Mantovano)
Contoterzisti per seminativi (MN)
MinMax
100
140
350
190
320
44
2.100
730
65
830
1.500
550
500
550
570
570
500
1.100
700
650
1.450
850
580
150
200
600
430
430
75
2.300
1.040
160
1.000
1.800
1.100
750
1.100
890
890
1.200
1.200
1.000
830
1.900
1.800
700
Fonte: CREA, Indagine sul mercato fondiario.
101
MULTIFUNZIONALITÀ
agroenergie
La vocazione zootecnica dell’agricoltura lombarda di pianura e le necessità legate allo smaltimento dei
reflui, unitamente all’incentivazione
economica alla filiera agroenergetica,
hanno portato in questi ultimi anni ad
una crescita degli impianti di biogas.
Secondo i dati ISTAT in Lombardia si
concentrerebbe infatti oltre il 40% degli impianti a biogas.
Il numero degli impianti effettivamente attivi in Regione nel luglio 2015 è
388, in crescita di circa il 2% rispetto
allo steso periodo del 2014, concentrati perlopiù nelle province di Cremona (144), Brescia (65), Lodi (54),
Mantova (53) e Pavia (38). Gli impianti collocati in regione dispongono di una potenza elettrica installata
di quasi 300 MWe per una media ad
impianto di 758 KWe. Cremona, Lodi,
Brescia e Mantova detengono oltre
l’80% dell’energia elettrica da biogas
prodotta in Lombardia. La provincia
104
con una dimensione media degli impianti più elevata risulta Milano, quella con gli impianti mediamente più
contenuti è Bergamo.
Secondo le stime del progetto EcoBiogas 2013, la tipologia di impianti
più diffusa è quella fra 0,75 MWe e
1MWe, che interessa circa il 57% degli
impianti; tale dimensionamento permette agli imprenditori di sfruttare
al massimo i vantaggi derivanti dalla
tariffa onnicomprensiva, valida per
gli impianti fino a 1MW, limite che
in passato ha rappresentato anche
la soglia massima per poter ottenere
un cofinanziamento pubblico all’investimento. Solo il 4,4% degli impianti
supera tale dimensionamento, anche
se in questa categoria si concentra
comunque il 16,7% dell’energia elettrica prodotta. Sempre secondo la
medesima fonte, gli impianti a biogas
Impianti a biogas in Lombardia
Impianti (n.)
Bergamo 20
Brescia65
Cremona144
Lodi54
Mantova 53
Milano11
Pavia38
Sondrio 3
Lombardia 388
Potenza elettrica installata (MWe)1
9,4
43,7
104,9
47,5
42,8
10,5
33,5
1,8
294,05
1
Potenza energia elettrica.
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia, dati aggiornati a luglio 2015.
Potenza media (kWe)1
470,0
672,8
728,2
879,6
807,5
950,9
881,6
600,0
757,9
presenti in Lombardia consumano annualmente 2,5 milioni di tonnellate di
mais insilato, 0,8 milioni di tonnellate di cereali autunno-vernini insilati,
circa 5 milioni di tonnellate di reflui
zootecnici, nonché quantità minori di
erba, sfarinati, glicerina e oli vegetali
e rifiuti urbani di natura organica.
Secondo i dati del Gestore dei servizi
energetici (GSE), nel 2013 sono stati
prodotti in Lombardia 2.458 GWh di
energia da impianti a biogas, pari rispettivamente al 33% e al 14,5% delle
bioenergie e delle energie da fonti rinnovabili prodotte in regione.
La produzione di bioenergie non risulta, tuttavia, relegata nelle aree zootecniche; al contrario, ha trovato una via
di sviluppo nelle aree montane tramite l’avvio di una filiera legno-energia,
che permette di valorizzare le risorse
forestali finalizzate per la produzione
di calore ed energia elettrica. In particolare, nel 2011 risultano attive 12
reti di teleriscaldamento ad accesso
pubblico alimentate o co-alimentate
a biomasse legnose, concentrate nelle
province di Brescia e Sondrio, e una
Distribuzione degli impianti
a biogas in Lombardia, 2013*
Impianti a biogas per classe di
potenza in Lombardia, 2013*
60%
57,3%
50%
40%
30%
20%
12,7%
10%
15,5%
10,0%
4,4%
0
0-250
*Indagine riferita alle province di BG, BS, CR, LO, MN, MI e PV.
Fonte: elaborazioni su dati progetto di ricerca Eco-Biogas finanziato da
Regione Lombardia.
251-500
501-750 751-1000 Oltre 1 MW
*Indagine riferita alle province di BG, BS, CR, LO, MN, MI e PV.
Fonte: elaborazioni su dati progetto di ricerca Eco-Biogas finanziato da
Regione Lombardia.
105
serie di centrali ad uso privato in fase
di censimento.
Il comparto della produzione di biocarburanti (bioetanolo e biodiesel)
vede la presenza in regione di 5 impianti di trasformazione, la cui capacità produttiva è in ogni caso in gran
parte slegata dall’utilizzo di materia
prima locale. Secondo i dati censuari,
sono 4.600 gli ettari dedicati a colture energetiche soggette a contratto di
coltivazione su un totale di 17.000 registrati a livello nazionale.
Per quanto riguarda il fotovoltaico,
secondo i dati 2013 del GSE la superficie degli impianti a terra lombardi,
di cui presumibilmente la maggioranza in aree agricole, si aggira sui 400
ettari, per una produzione energetica
di 248 MWe, pari al 12,8% dell’energia
fotovoltaica prodotta in regione.
106
Reti di teleriscaldamento alimentate (o co-alimentate) a biomasse
legnose in Lombardia
Localizzazione
Tipo realizzazione
della centrale
Sedrina (BG)
Brescia (BS)
Edolo (BS)
Sellero (BS)
Collio (BS)
Temù - Ponte di Legno (BS)
Villaguardia (CO)
Tirano (SO)
Sondalo (SO)
Madesimo (SO)
Valfurva (SO)
Marchirolo (VA)
Cogenerazione energia elettrica e termica
Sistema multicombustibile, cogenerazione energia elettrica e termica
Produzione calore
Cogenerazione energia elettrica e termica
Cogenerazione energia elettrica e termica
Produzione calore
Cogenerazione energia elettrica e termica
Cogenerazione energia elettrica e termica
Produzione calore
Produzione calore
Produzione calore
Produzione calore
Fonte: elaborazioni su dati SIRENA - Regione Lombardia, 2011.
Anno entrata
in servizio
2009
2005
2004
2004
2007
2005
2010
2000
2000
2006
2007
2008
prodotti a denominazione e tradizionali
La Lombardia offre un’ampia rappresentanza di prodotti a denominazione
riconosciuti ai sensi del reg. (UE) n.
1151/2012, di cui l’Italia è leader a livello europeo. Su 274 prodotti DOP e
IGP presenti in Italia, 32 sono realizzati in Lombardia, dato che colloca la
regione ai primi posti a livello nazionale. La vocazione zootecnica dell’agricoltura regionale determina una
netta prevalenza fra i prodotti DOP
e IGP di formaggi e salumi, rispettivamente con 14 e 10 riconoscimenti,
ma produzioni a denominazione sono
presenti anche nei comparti oleicolo,
ortofrutticolo, del miele e dell’acquacoltura. Hanno sede nel territorio regionale 15 consorzi di tutela dei prodotti DOP e IGP, istituiti ai sensi della
legge 526/1999.
Nel corso dell’ultimo biennio la Lombardia ha ottenuto il riconoscimento
di ben 5 prodotti a denominazione:
i formaggi Strachitunt DOP e Silter
Numero di DOP e IGP in Lombardia e Italia*
274
250
200
150
104
100
50
0
50
43
3
Ortofrutticoli
e cereali
2
Oli d'oliva
14
Formaggi
39
100
Salumi
39
32
3
Lombardia
Italia
Altro
TOTALE
*Situazione al 29 settembre 2015.
Fonte: MIPAAF.
107
Elenco dei prodotti DOP e IGP in Lombardia*
CategoriaProdotto
Formaggi
Bitto
Formaggella del Luinese DOP
Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana
Gorgonzola
Grana Padano
Nostrano Valle Trompia
Parmigiano Reggiano
Provolone Valpadana
Quartirolo Lombardo
Taleggio
Salva cremasco
Silter
Strachitunt
Valtellina Casera
Salumi
Bresaola della Valtellina
Coppa di Parma
Cotechino Modena
Mortadella Bologna
Salame Brianza
Salame Cremona
Salame d’oca di Mortara
Salame di Varzi
Salamini italiani alla cacciatora
Zampone Modena
Denominazione
DOP
DOP
DOP
DOP
DOP
DOP
DOP
DOP
DOP
DOP
DOP
DOP
DOP
DOP
IGP
IGP
IGP
IGP
DOP
IGP
IGP
DOP
DOP
IGP
Territorio
SO, comuni della provincia di BG
Comuni della provincia di VA
Comuni della provincia di BG
BG, BS, CO, CR, LC, LO, MI, PV, VA
BG, BS, CO, CR, LC, LO, MN(sinistra Po), MI, PV, SO, VA
Comuni della provincia di BS
MN(destra Po)
CR, BS, comuni delle province di BG, MN, LO
BG, BS, CO, CR, LC, LO, MI, PV, VA
BG, BS, CO, CR, LC, LO, MI, PV
BG, BS, CR, LC, LO, MI
BS
Comuni della provincia di BG
SO
SO
MN, PV, comuni delle province di CR, LO, MI
BG, BS, CO, CR, LC, LO, MN, MI, PV, VA
Intero territorio regionale
Comuni delle province di CO, LC, MI
Intero territorio regionale
Comuni della provincia di PV
Comuni della provincia di PV
Intero territorio regionale
BG, BS, CO, CR, LC, LO, MN, MI, PV, VA
>>>>> segue
108
>>>>> segue
Elenco dei prodotti DOP e IGP in Lombardia*
CategoriaProdotto
Oli d’oliva
Ortofrutticoli
Altro
Olio extravergine d’oliva Garda
Olio extravergine d’oliva Laghi Lombardi
Mela di Valtellina
Melone Mantovano Pera Mantovana
Miele Varesino
Salmerino del Trentino
Trota del Trentino
Denominazione
DOP
DOP
IGP
IGP
IGP
DOP
IGP
IGP
Territorio
Comuni della provincia di BS
Comuni delle province di BG, BS, CO, LC
Comuni della provincia di SO
MN,CR
Comuni della provincia di MN
VA
BS
BS
*Situazione al 29 settembre 2015.
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
DOP, il Miele Varesino d’acacia DOP,
il Melone Mantovano IGP e la Trota
del Trentino IGP.
Sono inoltre numerosi i prodotti che
hanno avviato l’iter per ottenere la
DOP fra cui il formaggio Bagoss, il Salame Bergamasco e il Salame Mantovano, il Miele di Valtellina. Allo stesso
modo, fra le IGP in itinere sono da
citare l’Asparago di Cantello, i Pizzoccheri della Valtellina e la Grappa
di Lombardia.
Secondo stime ISMEA 2012, il fatturato delle produzioni DOP e IGP in
Lombardia è di 1,8 miliardi di euro,
che rappresenta un quarto del fatturato nazionale, dato che colloca la regione al secondo posto in Italia dopo
l’Emilia-Romagna.
Secondo i dati ISTAT 2013 le aziende
agricole coinvolte nella produzione di
formaggi DOP sono 4.201 corrispon-
denti a oltre 5.000 allevamenti (17,5%
del totale nazionale). L’incidenza dei
capi bovini allevati per la produzione
di formaggi DOP è del 45% sul totale nazionale (dato 2011). Risultano
inoltre in attività 370 trasformatori di
cui 292 caseificatori, che rappresentano una quota di poco superiore al
20% del totale nazionale. Il dato degli
allevamenti che producono latte per
formaggi DOP in Lombardia fa segna-
109
re una pesante contrazione rispetto al
2012 (-14,3%).
Notevole è anche l’apporto della
Lombardia al comparto dei preparati
a base di carne DOP e IGP con ben
1.453 produttori e 1.947 allevamenti, in gran parte suinicoli, per una
quota del 42% del totale nazionale.
Importante è anche la presenza dei
trasformatori di insaccati, pari al
15,8% del totale italiano, che sale al
28% se si considerano i soli macellatori. Anche nel caso degli allevamenti
dedicati alla produzione di preparati
di carni DOP e IGP la contrazione su
base annua risulta molto importante
(-19,1%).
Minore rilevanza nel confronto con
il contesto italiano assumono le produzioni ortofrutticole DOP e IGP, le
carni IGP e gli oli extravergine DOP
e IGP.
Nel campo vitivinicolo la Lombardia
vanta una gamma di 5 DOCG, 22
110
Fatturato alla produzione delle DOP e IGP per regione (mio. euro), 20102012
Regioni
2010
2011
2012
Var. % Peso %
2012/11
2012
Emilia-Romagna2.615,92.897,0 2.894,9 -0,1 42,2
Lombardia
1.586,21.827,3 1.775,8 -2,8 25,9
Trentino-Alto Adige
423,7
455,4
528,8
16,1
7,7
Veneto
361,2417,4 454,3 8,8 6,6
Friuli-Venezia Giulia
335,0
331,6
312,6
-5,7
4,6
Campania
283,3287,3 286,8-0,2 4,2
Piemonte
181,1199,9 201,1 0,6 2,9
Sardegna
162,0 110,4 137,024,0 2,0
Toscana
92,9 98,1 94,8-3,4 1,4
Lazio
45,3 41,7 51,122,5 0,7
Puglia
22,1 33,8 34,52,2 0,5
Umbria
35,0 13,9 20,245,1 0,3
Sicilia
24,2 17,5 16,8-3,6 0,2
Calabria
11,29,113,6
49,60,2
Marche
15,8 11,4 11,95,0 0,2
Liguria
5,25,2 4,6
-11,50,1
Valle d’Aosta
26,7
25,4
24,0
-5,4
0,3
Basilicata
1,61,8 2,1
17,90,0
Abruzzo
3,02,6 1,9
-29,50,0
Molise
1,41,1 0,8-27,8 0,0
Fonte: elaborazioni ISMEA su dati Organismi di controllo e Consorzi di tutela.
DOC e 15 IGT. Va segnalato come
la normativa comunitaria preveda
l’assegnazione della menzione DOP
ai vini DOC e DOCG e quella IGP ai
vini IGT, anche se al momento è prevista la coesistenza con le tradizionali
menzioni italiane.
In base alle dichiarazioni relative alla
vendemmia 2014, la superficie dei vitigni a denominazione in Lombardia
si assesta su un valore di 17.237 ettari su una superficie vitata regionale di
23.252 ettari, in calo del 3,7% rispetto all’anno precedente. In particolare,
la superficie vitata iscritta agli albi
dei vigneti DOC e DOCG, secondo i
dati 2014 della DG Agricoltura della
Regione Lombardia, è pari a 11.381
ettari, in calo del 6,6% sul 2013, mentre le IGT raggiungono i 5.856 ettari,
facendo segnare un +2,6% rispetto
all’anno precedente. La produzione
di uva DOCG, DOC e IGT supera, nel
2014, 1,8 milioni di quintali (-8,1%
nel confronto con il 2013), a cui corrispondono produzioni vinicole di
728.000 hl di vini DOC e DOCG e
526.000 hl di vino IGT.
Circa il 40% delle uve prodotte in
Lombardia sono vinificate in azienda,
mentre il 20% è trasformato da imprese cooperative. La quota della coope-
Operatori1 nel settore dei prodotti DOP e IGP in Lombardia e Italia, 2013
Lombardia Italia
Formaggi DOP
Produttori - aziende agricole
Produttori - allevamenti
Capi bovini allevati
Trasformatori Trasformatori - di cui caseificatori
4.201 5.124 n.d. 370 292 27.190 29.357 n.d. 1.691 1.383 % Lombardia/Italia
15,5
17,5
n.d.
21,9
21,1
Preparazione carni DOP e IGP
Produttori - aziende agricole
Produttori - allevamenti
Trasformatori
Trasformatori - di cui macellatori
1.453 1.947 117 55 3.562 4.614 741 197 40,8
42,2
15,8
27,9
Ortofrutta DOP e IGP
Produttori - aziende agricole
Trasformatori
466 16 17.076 1.165 2,7
1,4
Olii extravergine DOP e IGP
Produttori - aziende agricole
Trasformatori
Trasformatori - di cui molitori
172 53 19 19.083 1.863 1.038 0,9
2,8
1,8
Carni IGP
Trasformatori
15 873 1,7
I dati dei trasformatori sono riferiti alle imprese e non agli impianti.
Fonte: ISTAT.
1
111
Superfici iscritte agli albi dei vigneti DOC/DOCG e agli elenchi delle vigne IGT in Lombardia per la vendemmia 2014
Nome Albo DOC/DOCG
DOC - Bonarda dell’Oltrepo Pavese
DOCG - Franciacorta DOC - Oltrepo Pavese DOC - Lugana
DOC - Garda
DOC - Lambrusco Mantovano DOCG - Valtellina Superiore DOC - Sangue di Giuda dell’Oltrepo Pavese
DOC - Curtefranca
DOCG - Oltrepo Pavese Metodo Classico
DOC - Valcalepio DOC - Valtenesi
DOC - Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina
DOC - Pinot Nero dell’Oltrepo Pavese
DOC - Riviera del Garda Bresciano DOC - Oltrepo Pavese Pinot Grigio
DOC - Buttafuoco dell’Oltrepo Pavese DOC - Capriano del Colle DOC - San Colombano al Lambro DOCG - Sforzato di Valtellina o Sfursat
DOC - Garda Colli Mantovani DOC - Botticino DOC - Colleoni o Terre del Colleoni
DOC - San Martino della Battaglia DOC - Cellatica DOC - Casteggio
DOCG - Scanzo o Moscato di Scanzo 112
Sup. rivendicata Produzione uva
(ha)(q)
2.572
258.691
2.456
212.434
2.452
216.051
1.058
126.703
560
44.431
378
51.916
336
15.572
285
27.402
200
19.424
153
12.638
131
9.639
115
8.992
112
4.534
98
8.433
78
6.708
72
8.435
61
5.120
58
4.731
56
3.814
50
2.392
34
3679,61
22
945
11
1.002
11
549
8
661
7
181
4
208
Nome elenco IGT
Sup. rivendicata Produzione uva
(ha)(q)
IGT - Provincia di Pavia o Pavia 4.974
665.360
IGT - Provincia di Mantova o Mantova 322
57.078
IGT - Bergamasca 118
8.917
IGT - Collina Del Milanese 83
8.060
IGT - Alto Mincio 72
7.610
IGT - Terrazze Retiche di Sondrio 69
3.070
IGT - Benaco Bresciano 53
3.836
IGT - Quistello 52
9.329
IGT - Montenetto di Brescia
27
1.840
IGT - Sebino 26
2.847
IGT - Terre Lariane 21
931
IGT - Valcamonica 20
781
IGT - Ronchi di Brescia 12
787
IGT - Ronchi Varesini 5
294
IGT - Sabbioneta 3
207
TOTALE DOC e DOCG
11.381
1.055.286
TOTALE IGT
5.856
770.944
Superfici totali iscritte agli albi DOC/DOCG ed elenchi IGT 17.237
1.826.230
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
razione sale al 27% con riferimento ai
vini IGP (dato 2013).
Fra le principali denominazioni in
termini di superficie, l’Oltrepo Pavese
si contrae rispetto al 2014 del 16,3%,
così come il Bonarda (-4,6%). In calo
anche il Franciacorta (-3,2%), mentre
le superfici dichiarate a Lugana registrano un incremento su base annua
del 6,1%.
A completare il quadro dei prodotti
a denominazione, i prodotti agroalimentari tradizionali, il cui elenco
risulta aggiornato al luglio 2015. La
Lombardia si colloca al nono posto
fra le regioni italiane, con una dotazione di 247 prodotti (pari al 5,1%
del totale nazionale). Fra le specialità lombarde prevalgono i prodotti
da forno e pasticceria (72), i derivati
della carne (68) e i derivati del latte
(66). Discreta è anche la quota degli
ortofrutticoli, con 29 prodotti tradizionali riconosciuti.
Vini DOP e IGP in Lombardia e Italia*
5
DOCG
73
22
DOC
332
Lombardia
15
IGT
Italia
118
0
50
100
150
200
250
300
350
* Situazione al 10 luglio 2014.
Fonte: MIPAAF.
Produzione e collocazione delle uve da vino per canale di traformazione,
2013
Produzione
totale
uva (q)
% produzione
vinificata
in azienda
% produzione
ceduta a
cooperative
% produzione
ceduta ad
altre aziende
DOP
IGP
Vino non a denominazione
TOTALE
1.160.835 828.996 192.301 2.182.132 43,6 29,0 59,3 39,3 17,5 27,5 11,6 20,8 39,0
43,6
29,1
39,9
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
113
Prodotti agroalimentari tradizionali per comparto in Lombardia
80
70
72
68
63
60
50
40
29
30
20
10
3
0
Carni fresche Formaggi
Prodotti
e trasformate
lattiero-caseari
2
1
Miele
Ortaggi
e frutta
Grassi Paste fresche,
(burro e oli) prodotti da
forno e
pasticceria
Fonte: Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del MIPAAF, Quindicesima revisione (luglio 2015).
114
4
Prodotti
ittici
2
3
Bevande
Gastronomia
agricoltura biologica
In Lombardia l’agricoltura biologica
risulta piuttosto limitata se paragonata ad altre realtà regionali. Nel 2014
gli operatori biologici lombardi costituiscono il 3% del totale nazionale. Con riferimento ai soli produttori
l’incidenza scende al 2,2%, mentre
maggiore risulta la quota riferita ai
trasformatori (7,6%). Modesta è anche
la quota della superficie biologica nel
suo complesso sul totale nazionale,
pari all’1,5% (dati SINAB, 2015).
Operatori1 del settore biologico in Lombardia, 2014
Aziende ProduttoriPreparatori
numero% numero % numero%
Bergamo
19411,7 10310,8 12413,0
Brescia
31819,2 22723,7 16517,2
Como
613,7 373,9 323,3
Cremona
744,5 404,2 464,8
Lecco
472,8 222,3 343,6
Lodi
271,6 101,0 384,0
Mantova
159 9,6 10010,5 75 7,8
Milano
28817,4 65 6,8 239 25,0
Monza e Brianza
41
2,5
10
1,0
34
3,6
Pavia
31218,9 268 28,0 92 9,6
Sondrio
603,6 373,9 363,8
Varese
714,3 373,9 424,4
Lombardia 1652 100 956 100 957100,0
Il dato è per provincia della sede legale e non comprende gli importatori.
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
Incidenza del comparto biologico
regionale sul totale nazionale, 2014
10%
9%
8,0%
8%
7%
6%
5%
4%
3%
3,0%
2,0%
2%
1,6%
1%
0%
Operatori
Produttori
Trasformatori
Superficie
1
Fonte: SINAB.
115
Secondo i dati forniti dalla DG Agricoltura, nel 2014 il numero degli operatori biologici ammonta a 1.652; il
57,9% svolge attività di produzione,
analoga percentuale raggruppa coloro
che svolgono attività di preparazione, inclusi anche i produttori che se
ne occupano. La dinamica degli operatori lombardi segna una cospicua
crescita dell’8%, con un aumento del
13,8% dei trasformatori e del 7,1% dei
produttori rispetto al 2013.
Riguardo alla distribuzione provinciale delle aziende, si evince il primato
della provincia di Brescia (19,2%),
seguita da quelle di Pavia (18,9%),
Milano (17,4%) e Bergamo (11,7%).
Produttori biologici in Lombardia,
2014
Superficie destinata ad agricoltura biologica in Lombardia (ha)*
Vegetali*Zootecnia*
Provincia numero% numero%
Bergamo
9810,7 18 10,2
Brescia
22224,3 35 19,9
Como
313,4 13 7,4
Cremona
374,1 14 8,0
Lecco
202,2 11 6,3
Lodi
101,1 1 0,6
Mantova
9910,8 18 10,2
Milano
586,4 13 7,4
Monza e Brianza
9
1,0
2
1,1
Pavia
26328,8 29 16,5
Sondrio
323,5 12 6,8
Varese
343,7 10 5,7
Lombardia
913100,0 176 100,0
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Mantova
Milano
Monza E Brianza
Pavia
Sondrio
Varese
Lombardia
* Produttori esclusivi e non esclusivi.
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
* Principali utilizzi della superficie investita: seminativi, legnose agrarie, prati permaenti e pascoli.
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia, dati aggiornati a luglio 2015.
116
Superficie
Superficie in
Totale
Ripartizione
biologica conversionesuperficie %
671 137 808 3,4
1.358 839 2.197 9,4
274 3
277 1,2
535 64 600 2,6
106 14 120 0,5
749 75 824 3,5
1.506 60 1.565 6,7
1.025 114 1.139 4,9
289 11 300 1,3
13.020 1.833 14.853 63,3
240 74 314 1,3
400 60 459 2,0
20.173 3.284 23.457 100,0
Con riferimento ai soli produttori la
provincia di Pavia raggiunge il 28%,
seguita da quelle di Brescia (23,7%)
e Bergamo (10,8%). Milano detiene,
invece, il primato dei preparatori biologici, con il 25% del totale seguita da
Brescia con il 17,2%.
Il 95,5% dei produttori biologici lombardi ha ottenuto la certificazione
per le produzioni vegetali (tra questi
anche produttori ad indirizzo zootecnico); la zootecnia biologica in complesso interessa, invece, il 16,1% dei
produttori. Pavia è la provincia leader
in termini di produttori vegetali bio
(28,8%), mentre il primato fra i produttori zootecnici biologici appartiene alla provincia di Brescia (19,9%).
I produttori vegetali aumentano del
5,8% su base annua, mentre ancora
più marcata è la variazione annuale
dei produttori zootecnici (+14,3%).
In Lombardia la superficie agricola
investita a colture condotte comples-
sivamente con metodo biologico rappresenta circa il 2% della SAU regionale. Il 63,3% della superficie biologica
complessiva, pari a i 23.457 ettari,
ricade nella provincia di Pavia; seguo-
no, con il 9,4%, le province di Brescia,
in decisa ascesa, Mantova (6,7%) e Milano (4,9%). Circa 3.200 ettari, pari al
14% del totale, risultano in conversione, in buona parte concentrate a Pavia
Ripartizione della SAU biologica per coltura*, 2014
0,6%
47,2%
Cereali da granella
Piante industriali e legumi secchi
Ortive
32,0%
Vite
Olivo
2,8%
0,4%
0,7%
Altri seminativi
Altre coltivazioni legnose agrarie (frutta, piccoli frutti)
7,6%
Foraggere (avvicendate e prati permanenti e pascoli)
1,8%
6,8%
Altro
* Inclusa superficie in conversione.
Fonte: DG Agricoltura, Regione Lombardia.
117
e Brescia; in quest’ultima provincia le
superfici biologiche in conversione
sono quasi il 40% di quelle biologiche totali, a testimoniare la recente
dinamica positiva, legata soprattutto
all’aumento delle superfici viticole.
La ripartizione della SAU investita a
biologico mostra che ben il 47,2% ri-
sulta investita a cereali da granella,
dei quali il riso (63,4%) e il mais da
granella (20,3%) detengono la quota
prevalente. Seguono le foraggere avvicendate e permanenti, con il 32%, la
vite con il 7,6%, le piante industriali
(inclusi legumi secchi) con il 6,8%, le
altre coltivazioni agrarie rappresenta-
Numero di capi allevati con metodo biologico in Lombardia, 2012
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Mantova
Milano
Monza e Brianza
Pavia
Sondrio
Varese
Lombardia
Bovini Suini OvicapriniAvicoli
232 93 68 16
305 203 172 1.736
254 - 107 6.299
733 37 759 10.100
4
3
208 1.242 1.930 - 112 2.158 77 87.256
1.110 100 5
1.400
207 - 27 5.610 41 70 706
126 - - 79 - 205 10.014 4.565 1.698 107.513
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
118
te da frutta e piccoli frutti con il 2,8%,
e le ortive con l’1,8%.
Nonostante la spiccata caratterizzazione zootecnica del settore agricolo
lombardo, l’incidenza del biologico
all’interno del comparto è decisamente contenuta e inferiore a quella
delle produzioni vegetali. In particolare i capi bovini, secondo i dati
2012, si collocano poco al di sopra
delle 10.000 unità, mentre quelli suini e ovicaprini sono, rispettivamente,
4.565 e 1.698. I capi avicoli, invece,
superano le 107.000 unità.
produzione integrata
La quantificazione della diffusione
dei metodi di produzione integrata, in
mancanza di rilevazioni statistiche, fa
riferimento ai dati relativi all’adesione
all’azione 214.B “Produzioni agricole integrate” nell’ambito della misura
214 “Misure agro-ambientali” del PSR
2007-2013 della Regione Lombardia.
Questa azione ha l’obiettivo di incentivare le produzioni a basso impatto
ambientale attraverso l’adozione di
specifici disciplinari di produzione
integrata, approvati a livello regionale
per le colture ortofrutticole e vitivinicole e per riso e mais.
Secondo i dati riferiti all’anno 2012,
la superficie ammessa a finanziamento nell’ambito dell’azione 214.B era di
circa 30.100 ettari, di cui il 54% a colture arboree e il 40% a seminativi. Nel
dettaglio delle singole colture, circa il
47% della superficie di applicazione
dell’azione riguardava la coltivazione della vite, il 24,5% il mais, preva-
mente interessata dalla pratica della
produzione integrata rimane la vite,
con circa il 70% della superficie complessiva regionale interessata dall’applicazione dell’azione. Valori elevati
si riscontrano anche per melo, pero
lentemente in abbinamento all’azione 214.A “Fertilizzazione bilanciata
e avvicendamento”, e il 15,7% il riso.
Fra le coltivazioni orticole integrate
prevale il melone.
In termini relativi, la coltura maggior-
Ripartizione per coltura della superficie richiesta - misura 214.B (Produzioni Agricole Integrate), 2012
1,5%
2,7%
1,2%
1,7% 2,6%
3,2%
Mais
24,5%
Riso
Vite
Melo
Pero
Olivo
46,9%
15,7%
Altre frutticole
Melone
Altre orticole
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
119
e melone, mentre l’incidenza della
produzione integrata nell’ambito dei
seminativi appare assai modesta.
Alle superfici coperte dall’azione B
della misura 214 vanno aggiunte, per
completezza, le superfici interessate dall’applicazione dell’azione per
Superficie ammessa a pagamento misura 214.B (Produzioni Agricole
Integrate) del PSR Regione
Lombardia, 2012
Azione
Sup. ammessa %
(ha)
B.01 - Colture orticole
1.684,8 B.02 - Piccoli frutti
7,4 B.03 - Colture arboree
16.377,6 B.05 - Mais senza adesione 214.A*
895,8 B.06 - Mais con adesione 214.A*
6.412,1 B.07 - Riso senza adesione 214.A* 4.100,3 B.08 - Riso con adesione 214.A*
656,7 Totale Produzioni Agricole Integrate 30.134,8 *214.A Fertilizzazione bilanciata e avvicendamento.
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
120
5,6
0,0
54,3
3,0
21,3
13,6
2,2
100,0
la produzione integrata nell’ambito
dell’OCM Ortofrutta, che in Lombardia interessano circa 3.000 ettari a
pomodoro da industria, pari ad oltre
il 50% della superficie complessiva
della coltura in regione.
Quota della superficie delle principali colture coperta dalla misura 214.B
(Produzioni Agricole Integrate), 2012
100
80
69,9%
58,0%
60
44,0%
40
33,0%
20
15,8%
2,0%
0
Mais
4,9%
Riso
Vite
Melo
Pero
Fonte: Stime DEMM su dati DG Agricoltura Regione Lombardia e ISTAT.
Olivo
Melone
% Produzione integrata
Totale produzione
agriturismo
La Lombardia è la terza regione italiana per numero di agriturismi con
un’incidenza del 7,3% delle aziende
presenti sul territorio nazionale, preceduta solo da Toscana e TrentinoAlto Adige. Tale percentuale risulta in
crescita negli ultimi anni e presenta
un trend di nuove aperture più accentuato rispetto alle altre regioni italiane. Con riferimento ai soli agriturismi
autorizzati alla ristorazione, la regione
si colloca al secondo posto con un’incidenza sul totale nazionale del 10,1%,
percentuale che sale al 21,8% se si
considerano le aziende autorizzate
esclusivamente alla ristorazione. Pur
meno vocato di altre regioni all’attività di alloggio, il comparto agrituristico
lombardo offre il 4,7% delle strutture e
il 5,4% dei posti letto nazionali (ISTAT,
2013).
Nel 2014 si conferma il trend di crescita del numero degli agriturismi in
Lombardia (+3%) che raggiungono le
Agriturismi attivi in Lombardia
2013*
2014**
Var. % Ripartizione %
2014/13 per area (2014)
Province
Bergamo
145153 5,5 9,8
Brescia
328331 0,9 21,1
Como
116124 6,9 7,9
Cremona
75761,3 4,9
Lecco
78802,6 5,1
Lodi
33 32-3,0 2,0
Mantova
223230 3,1 14,7
Milano
108111 2,8 7,1
Monza e Brianza
12
15
25,0
1,0
Pavia
217228 5,1 14,6
Sondrio
107113 5,6 7,2
Varese
79 73-7,6 4,7
Fascia altimetrica
Montagna
452462 2,2 29,5
Collina
478492 2,9 31,4
Pianura
591612 3,6 39,1
Aree rurali
Aree intensive ad agricoltura specializzata
563
36,0
Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
213
13,6
Aree rurali intermedie
724
46,2
Poli urbani
66
4,2
Totale Lombardia
1.521 1.566 3,0 100,0
Totale Italia
20.897 n.d n.d Lombardia/Italia (%)
7,28
n.d n.d
Fonte: *ISTAT e **DG Agricoltura Regione Lombardia (dati provvisori).
121
1.566 unità. La variazione percentuale presenta una dinamica leggermente
più accentuata nelle aree di pianura
(+3,6%) e di montagna (+2,2%). Con
riferimento alle realtà delle singole
province, Monza, Como, Sondrio, Bergamo e Pavia mostrano gli incrementi
percentuali su base annua più consistenti. Al contrario, si osservano delle
contrazioni a Lodi e soprattutto a Varese (-7,6%).
Le aree maggiormente vocate all’agriturismo sono rappresentate dal Lago
di Garda, dalle Colline Moreniche
Mantovane e dall’Oltrepò Pavese e
dalla fascia prealpina e pedemontana.
In termini assoluti, la maggior parte degli agriturismi lombardi si trova nelle province di Brescia (21,1%),
Mantova (14,7%) e Pavia (14,6%), con
una distribuzione bilanciata fra fasce
altimetriche. Con riferimento alle
aree rurali del Programma di Sviluppo
Rurale (PSR) 2014-2020 della Regio-
122
ne Lombardia, la maggior parte degli
agriturismi è presente nelle aree rurali
intermedie e nelle aree intensive ad
agricoltura specializzata.
Il numero degli agriturismi autorizzati
all’alloggio cresce del 4,4% rispetto al
2013. La possibilità di alloggio è offerta dal 53,6% degli agriturismi lombar-
Distribuzione degli agriturismi in Lombardia, 2014
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
Tipologia delle aziende agrituristiche in Lombardia, 2014
% aziende N. posti letto
N. piazzole
% aziende
N. coperti
% aziende
% aziende
autorizzate
di sosta
autorizzate alla
giornalieri
autorizzate alla autorizzate ad
Province
all’alloggio
all’aperto
ristorazione
degustazione altre attività
Bergamo
37,9
744 9
87,6
8.988 3,3
37,3
Brescia
59,8
4.102 129
75,8
17.718 10,9
42,3
Como
50,0
702 32
71,0
4.569 12,1
33,9
Cremona
63,2
709 7
73,7
4.123 17,1
75,0
Lecco
41,3
388 34
75,0
3.510 7,5
32,5
Lodi
43,8
253 0
40,6
760 12,5
65,6
Mantova
66,5
2.066 122
61,7
6.517 9,1
61,7
Milano
36,0
686 30
50,5
5.406 2,7
63,1
Monza e Brianza
46,7
148 0
66,7
937 0,0
66,7
Pavia
57,0
1.669 24
50,9
6.324 8,3
39,5
Sondrio
61,9
827 76
77,9
5.475 11,5
32,7
Varese
37,0
290 12
76,7
4.074 20,5
69,9
Fascia altimetrica
Montagna
56,9
3.268 227
75,1
19.350 9,3
34,8
Collina
62,0
5.444 129
67,3
23.348 13,0
40,4
Pianura
44,4
3.872 119
64,1
25.703 7,0
62,6
Aree rurali PSR 2014-2020
Aree intensive ad agricoltura specializzata
45,1
3.500 118
65,9
24.110 6,9
61,6
Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 65,3
1.633 104
69,5
8.243 10,8
28,6
Aree rurali intermedie
57,9
6.904 252
71,7
33.821 11,3
39,9
Poli urbani
42,4
547 1
48,5
2.227 9,1
69,7
Totale Lombardia
53,6
12.584 475
68,3
68.401 9,6
47,4
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia (dati provvisori).
123
di, per complessivi 12.584 posti letto
(+3,2% sul 2013). Il 76% degli agriturismi residenziali dispone di alloggio in
camere, mentre il 37,6% in abitazioni
indipendenti. Si segnala, inoltre, la
presenza di 475 piazzole per la sosta
all’aperto. Il servizio di pensione completa è offerto dal 50,8% delle strutture
con alloggio, mentre il 28,9% si limita
al solo alloggio. L’attività di alloggio risulta più praticata in montagna e collina rispetto alla pianura. La provincia
maggiormente vocata all’attività di
alloggio risulta Mantova (66,5% delle
strutture), sull’altro versante è Milano
(36%).
L’agriturismo lombardo risulta relativamente vocato alla ristorazione rispetto alle altre realtà regionali, con
il 68,3% delle aziende agrituristiche
autorizzate a questa attività, in crescita dell’1,2% rispetto al 2013. L’87,6%
delle aziende autorizzate alla ristorazione si trova in provincia di Bergamo,
124
seguita da quelle di Sondrio, Varese,
Brescia e Lecco. All’opposto, la ristorazione è offerta da solo la metà degli agriturismi pavesi e milanesi e da
circa il 40% di quelli lodigiani. Il servizio di ristorazione risulta praticato
soprattutto nelle zone di montagna,
con il 75% degli agriturismi autorizzati. I coperti giornalieri autorizzati nel
2014 sfiorano le 70.000 unità, mediamente 63 coperti per azienda. Il 9,6%
degli agriturismi lombardi pratica la
degustazione in azienda, in modo più
marcato nelle zone collinari, dove interessa il 13% delle aziende.
La gamma dei servizi offerti dagli agriturismi include, oltre alla ristorazione
e all’alloggio, attività sportive, ricreative e culturali, offerte soprattutto dalle
aziende collocate nei poli urbani e nelle zone di pianura. Fra questi, l’equitazione e la didattica sono praticati, rispettivamente, nel 13% e nel 12% delle
aziende, le attività sportive nel 6,4%
degli agriturismi e l’escursionismo nel
3,6% delle strutture.
Circa il 36% degli agriturismi ha un
conduttore di sesso femminile, dato
superiore dell’1% rispetto alla media
nazionale, con incidenze superiori al
40% nelle province di Varese, Lecco,
Como e Monza. L’età media dei conduttori è di 50 anni, con una punta
di 56 anni a Milano e un minimo di
45 a Sondrio. Il 76% degli agriturismi
lombardi rimane aperto durante tutto
il corso dell’anno.
Tra le imprese agrituristiche regionali,
tre imprese agricole risultano accreditate e iscritte nell’elenco regionale delle fattorie sociali; una quarantina di
imprese agricole, agrituristiche e non,
svolgono da tempo attività nell’ambito
dell’agricoltura sociale, ma non hanno
ancora concluso l’iter per l’iscrizione.
vendita diretta
La vendita diretta al consumatore in
Lombardia, secondo i dati del 6° Censimento dell’agricoltura, viene praticata da oltre 12.000 aziende agricole,
pari al 27,8% del totale regionale delle
aziende che commercializzano, contro il 26,1% del dato nazionale.
Nelle province di Como, Lecco e Varese la vendita diretta è praticata da
oltre il 70% delle aziende agricole che
commercializzano, mentre all’opposto
Lodi, Cremona e Mantova si attestano
su livelli del 10%. La densità abitativa e, di conseguenza, l’ampiezza del
mercato, rappresentano un’importante determinante della diffusione della
vendita diretta; nei comuni ricadenti
nei poli urbani tale attività è praticata
dal 50% delle imprese, ad eccezione
della provincia di Milano (27,2%). Un
sviluppo analogo a quello delle aree
metropolitane si riscontra nelle aree
collinari e montane, maggiormente
interessate dai flussi turistici.
Aziende con vendita diretta al consumatore in Lombardia, 2010
Aziende con
vendita diretta
Province
Bergamo
1.847 Brescia
2.896 Como
1.173 Cremona
369 Lecco
782 Lodi
129 Mantova
894 Milano
558 Monza e Brianza
316 Pavia
1.399 Sondrio
952 Varese
871 Fascia altimetrica
Montagna
4.240 Collina
3.988 Pianura
3.958 Aree rurali
Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
1.055 Aree rurali intermedie
4.176 Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata
3.711 Poli urbani
3.244 Totale Lombardia
12.186 Totale Italia
270.579 % aziende con vendita
diretta sul totale aziende con vendita
44,5
28,4
72,6
8,8
75,6
10,0
10,7
27,2
49,0
21,8
35,7
74,7
59,9
45,4
14,2
35,8
55,7
13,9
49,4
27,8
26,1
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
125
Tipologia delle aziende con vendita diretta al consumatore in Lombardia, 2010
% con vendita
% con vendita diretta % con vendita diretta % con vendita diretta % con vendita diretta
diretta in azienda
fuori azienda
di prodotti vegetali
prodotti animali
prodotti trasformati
Province
Bergamo
86,226,7 31,8 46,2 36,1
Brescia
88,323,4 35,0 31,0 48,0
Como
82,034,5 41,9 48,4 23,2
Cremona
72,146,9 67,5 22,5 15,2
Lecco
88,224,3 38,7 53,1 24,7
Lodi
78,331,0 46,5 30,2 29,5
Mantova
78,936,2 70,4 18,2 19,5
Milano
80,538,0 56,6 34,4 19,9
Monza e Brianza
75,0
45,3
70,9
23,4
13,0
Pavia
84,243,4 41,7 9,9 54,2
Sondrio
88,923,3 25,9 41,6 46,3
Varese
86,232,3 50,2 41,6 19,3
Fascia altimetrica
Montagna
90,521,2 23,8 49,8 44,6
Collina
85,034,8 44,1 23,4 42,0
Pianura
78,437,5 60,1 28,8 18,7
Aree rurali
Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
88,1
24,5
29,6
38,5
43,3
Aree rurali intermedie
89,8
26,5
24,8
41,8
50,7
Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata
80,9
33,7
53,8
25,2
28,5
Poli urbani
81,8
35,5
55,4
33,8
20,8
Lombardia
84,830,9 42,2 34,3 35,4
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
126
La vendita diretta, praticata esternamente all’azienda, interessa il 31%
delle aziende, con punte di oltre il
40% nelle province di Cremona, Pavia
e Monza e un’incidenza maggiore nelle zone di pianura e nei poli urbani.
Per quanto riguarda le tipologie dei
prodotti offerti al consumatore, prevalgono le aziende con vendita diretta
di prodotti vegetali (42,2%), seguite
dai prodotti trasformati (35,4%) e dai
prodotti di origine animale.
Il commercio elettronico dei prodotti
interessa, in Lombardia, il 4,4% delle
aziende con vendita diretta al consumatore; un’incidenza in linea con
quella delle ripartizioni del Nord e del
Centro Italia, ma superiore alla media
nazionale (2,4%), che risente del suo
scarso utilizzo nel Sud (0,9%) e nelle
Isole (1,6%).
Nelle aree di pianura ad agricoltura
intensiva e nei poli urbani la vendita
diretta riguarda soprattutto le pro-
Aziende con vendita diretta al consumatore finale e utilizzo di commercio
elettronico, 2010
Italia
Nord-Ovest
Lombardia
Nord-Est
Centro
Sud
Isole
Aziende con vendita
diretta al consumatore finale
n.%
270.579 31.924 12.186 28.220 45.539 120.767 44.129 100,0 11,8 4,5 10,4 16,8 44,6 16,3 Commercio elettronico per vendita di prodotti
e servizi aziendali (%)
Commercio elettronico
/vendita diretta
(%)
100,0 19,8 8,0 21,1 31,1 17,1 10,9 2,4
4,1
4,4
5,0
4,5
0,9
1,6
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
duzioni vegetali, mentre nelle aree
di montagna prevale la commercializzazione diretta di prodotti trasformati e di origine animale. Pavia è la
provincia con maggiore incidenza
della commercializzazione di prodotti trasformati, trainata dal comparto
vino, mentre nelle province di Monza e Mantova predominano i prodotti
vegetali, offerti da oltre il 70% delle
aziende.
I dati censuari permettono una quantificazione degli operatori regionali
con offerta diretta al pubblico; i più
numerosi sono i florovivaisti, quasi
2.000, seguiti dalle cantine (1.511),
dai produttori di derivati del latte e
da quelli di carni e salumi. La vendita diretta di ortive è praticata da oltre
1.000 aziende.
127
Sul territorio lombardo, oltre all’elenco ufficiale dei farmers’ markets
basato sulle comunicazioni dei Comuni alla Regione, sussistono nume-
rose analoghe iniziative coordinate
principalmente dalle organizzazioni
professionali agricole. Secondo una
stima ottenuta incrociando le autoriz-
Numero di aziende con vendita diretta al consumatore per prodotto in
Lombardia, 2010
zazioni comunali con la lista dei mercati facenti capo a Campagna AmicaColdiretti e con quelli organizzati dal
Consorzio agrituristico mantovano,
Distribuzione dei farmers’ markets
in Lombardia
1.949
2.000
1.511
1.500
1.329
1.146
1.046
1.000
572
500
430
427
0
Cereali
Ortive
Florovivaismo
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
128
Latte
Vino
Olio
Der. Latte
Carni e salumi
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia e Coldiretti - Campagna
Amica, luglio 2012.
Distributori di latte crudo in Lombardia*
Distributori di
Ripartizione % Var.%
latte crudo
per fascia geografica
2015/2014
Province
Bergamo
7419,8 4,2
Brescia
35 9,4-10,3
Como
4111,0 7,9
Cremona
2 0,5100,0
Lecco
4311,5 7,5
Lodi
5 1,325,0
Mantova
11 2,9-8,3
Milano
7119,0 2,9
Monza e Brianza
24
6,4
-11,1
Pavia
5 1,3-16,7
Sondrio
15 4,066,7
Varese
48 12,8-12,7
Fascia altimetrica
Montagna
62 16,612,7
Collina
13135,0 0,0
Pianura
18148,4 -2,2
Aree rurali
Aree intensive ad agricoltura specializzata
143
38,2
5,1
Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
17
4,5
54,5
Aree rurali intermedie
153
40,9
0,0
Poli urbani
61
16,3
-14,1
Totale Lombardia
374
100,0
0,8
Distributori di latte crudo
in Lombardia
Fonte: DG Sanità Regione Lombardia, giugno 2015.
*Situazione a giugno 2015.
Fonte: DG Sanità Regione Lombardia.
129
sono 142 i mercati contadini presenti in regione, concentrati soprattutto
nelle province di Milano e Mantova.
Considerata la vocazione zootecnica
della Lombardia, la distribuzione di
latte crudo ai consumatori finali mediante erogatori automatici rappre-
130
senta una forma di filiera corta rilevante che ha fatto registrare un lieve
aumento su base annua (+0,8% sul
2014). Contrariamente agli anni precedenti sono le aree montane a vedere incrementi dei distributori, mentre
diminuiscono nelle zone di pianura,
dove si situa la metà degli impianti, e
nei poli urbani.
Molto diffusa in regione, ma difficilmente quantificabile, è la presenza
dei Gruppi di acquisto solidale (GAS),
di cui in ogni caso si stima un’incidenza sul totale nazionale di circa il 25%.
fattorie didattiche
Le fattorie didattiche hanno trovato
largo seguito in Lombardia, dove sin
dal 2002 si è provveduto all’istituzione di un albo delle fattorie didattiche
e alla definizione della Carta dei requisiti di qualità, sottoposta ad una
prima revisione nel 2014, che esplicita i requisiti necessari per il riconoscimento delle aziende.
A luglio 2015 operano nel territorio
regionale 209 fattorie didattiche, numero in crescita del 3% rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente.
Le fattorie didattiche sono ripartite
prevalentemente nelle aree di pianura (49,3%) e nei poli urbani, dove si
colloca la maggior parte dei potenziali
fruitori, rappresentati soprattutto dalle scolaresche, nonostante la loro diffusione tra le aziende agricole sia maggiore nelle aree collinari. Nell’ultimo
anno sono tuttavia le aree di montagna
a far registrare un incremento consistente (+14,6%), mentre in pianura
si assiste ad una lieve contrazione.
A livello provinciale, Bergamo si conferma provincia leader per numero di
fattorie didattiche, con il 27% delle
strutture regionali, seguita dalle province di Brescia, Pavia e Milano.
Distribuzione delle fattorie
didattiche in Lombardia
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia, luglio 2015.
Fattorie didattiche in Lombardia,
2013
Fattorie Var. %
Province
didattiche2015/2014
Bergamo
577,5
Brescia
316,9
Como
1122,2
Cremona
130,0
Lecco
80,0
Lodi
10-9,1
Mantova
14-22,2
Milano
1918,8
Monza e Brianza
6
0,0
Pavia
22-4,3
Sondrio
716,7
Varese
110,0
Fascia altimetrica
Montagna
4714,6
Collina
593,5
Pianura
103-1,9
Aree rurali
Aree intensive ad
agricoltura specializzata
92
Aree rurali con problemi
complessivi di sviluppo
15
Aree rurali intermedie
86
Poli urbani
16
Totale Lombardia
209
3,0
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
131
AGRICOLTURA E AMBIENTE
aree protette
Il sesto elenco ufficiale delle aree protette (EUAP) riporta per la Lombardia 105 siti su una superficie di circa
134.000 ettari, pari al 4,5% della superficie protetta terrestre presente a
livello nazionale e al 5,5% della superficie territoriale regionale. Della superficie protetta complessiva, il 44,6% è
concentrata nel Parco nazionale dello
Stelvio, il 47,6% nei 13 parchi naturali regionali e il 7,1% nelle 62 riserve
naturali regionali. Le 2 riserve naturali statali (Bosco Fontana e Bosco
Siro Negri) coprono lo 0,2% del totale,
mentre le altre 27 aree protette (monumenti naturali, oasi, aree naturali di
interesse locale) interessano lo 0,5%.
La classificazione dell’elenco ufficiale
si sovrappone al sistema di aree protette lombarde definito dalla l.r 86/1983,
che si estende su 615.953 ettari di
superficie (25,8% della superfice regionale) e include altre tipologie di aree
protette. Tra queste i parchi regionali,
134
complessivamente 24, caratterizzati
da diversi livelli di naturalità, distinti
in fluviali, montani, di cintura metropolitana, agricoli e forestali; 14 di questi si ritrovano nell’EUAP, per la parte di superficie caratterizzata da più
elevati livelli di naturalità e destinata
a funzione di conservazione secondo
la disciplina della legge nazionale. Importanti sono i 92 parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS) che, con
una superficie complessiva di poco
meno di 80.000 ha, rappresentano un
elemento di rilievo per la connessione
con le aree protette regionali. Il sistema delle aree protette lombarde, oltre
ad avere fini di tutela e di salvaguardia
della biodiversità, si caratterizza per
l’attenzione al recupero delle attività
agricole, silvicole e pastorali tradizionali collegate al territorio rurale.
Il 62,3% della superficie regionale a
Distribuzione delle superfici delle aree naturali protette in Lombardia
Parco Nazionale
Riserva naturale statale
44,6%
0,2%
Parco naturale regionale
47,6%
Riserva naturale regionale
Altre aree protette regionali
7,1%
0,5%
Fonte: MATTM - Direzione Conservazione della Natura, EUAP Elenco ufficiale delle aree naturali protette, 6° aggiornamento del 27 aprile 2010.
I Parchi regionali in Lombardia
Parco Adamello (*)
Parco Adda Nord (*)
Parco Adda Sud
Parco Agricolo Sud Milano
Parco Alto Garda Bresciano (*)
Parco Campo dei Fiori (*)
Parco Colli di Bergamo (*)
Parco Grigna Settentrionale
Parco Groane
Parco Lombardo della Valle del Ticino (*)
Parco Mincio
Parco Monte Barro (*)
Parco Monte Netto
Parco Montevecchia e Valle del Curone (*)
Parco Nord Milano (*)
Parco Oglio Nord
Parco Oglio Sud
Parco Orobie Bergamasche
Parco Orobie Valtellinesi
Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate (*)
Parco Serio
Parco Spina Verde (*)
Parco Bosco delle Querce (*)
Parco Valle del Lambro (*)
TOTALE
(*) Parchi regionali presenti nell’EUAP 2010.
Fonte: Regione Lombardia.
Parco (ha)
Area naturale su parco (%)
50.935 43
6.900 28
24.343 0
47.055 0
37.452 15
6.337 24
4.683 21
5.541 0
3.696 35
91.618 22
15.859 0
645 64
1.470 0
2.746 74
641 13
15.173 0
12.745 0
69.860 0
44.094 0
4.833 76
7.514 0
967 88
44 100
8.179 52
463.32914
parco è superficie boscata, mentre il
36% risulta agricola e afferisce a circa
9.000 aziende agricole (dati 2012); di
queste circa il 47% risultano essere a
carattere zootecnico (avicoli, bovini, bufalini, suini, ovicaprini, equini,
cunicoli).
La superficie regionale protetta include altre tipologie di aree: le zone umide
e le aree appartenenti alla rete Natura
2000, costituite dai siti di importanza
comunitaria (SIC) e dalle zone di protezione speciale (ZPS). I SIC sono 175,
estesi su una superficie di 204.430
ettari (8,6% del territorio regionale),
mentre le ZPS sono 49 e interessano
277.656 ettari (11,6% del territorio).
Se si considerano le 18 sovrapposizioni di SIC e ZPS (i siti C) che sono 18 su
un territorio di 19.769 ettari (0,8% del
territorio), la rete Natura 2000 include complessivamente 242 siti su una
superficie di 372.154 ettari (pari al
15,6% della superficie regionale). Sono
135
Estensione e numero dei siti Natura 2000 per Regione (ha)*
700.000
242
600.000
200
158
145
142
151
150
133
130
102
200.000
95
88
63
50
Sicil
ia 469.847
Sard
egna
452.366
o 398.034
141.585
*Il numero e l’estensione dei siti Natura 2000 per Regione è stato calcolato escludendo le sovrapposizioni fra i SIC e le ZPS.
Fonte: MATTM, ottobre 2014.
136
58
zzo 387.084
Moli
se 118.724
Cam
pani
a 373.030
Pugl
ia 402.387
Basi
licat
a 171.104
Cala
bria 289.572
Abru
Lazi
130.092
320.603
266.250
139.959
146.734
414.308
176.181
149.931
372.153
98.952
Piem
onte
Valle
d'Ao
sta
Lom
bar
dia
Bolz
ano
Tren
to
V
enet
Friul
o
i-Ven
ezia
Giuli
a
Ligu
ria
Emil
ia-Ro
mag
na
Tosc
ana
Umb
ria
Mar
che
398.703
58
100
84
40
30
100.000
124
124
300.000
0
200
184
500.000
400.000
250
238
0
state designate come zone speciali di
conservazione (ZSC) 46 siti, con una
superficie pari a 108.773 ettari (4,6%
del territorio).
In particolare circa il 39,6% delle aree
Natura 2000 sono interessate unicamente dalla tipologia ZPS, il 26,8% da
quella SIC, mentre il 32% da due delle
tre tipologie (SIC, ZPS, SIC/ZPS). La
regione biogeografica maggiormente
rappresentata nei SIC e nelle ZPS è
quella alpina (rispettivamente 84,4% e
75,5% della superficie), mentre il resto
dei siti si colloca in quella continentale; in particolare, i SIC di questa bioregione includono ambienti lacustri, pa-
ludi, brughiere, garzaie che ospitano
oltre 100 specie di interesse comunitario. Nell’ambito della rete Natura 2000
sono presenti 57 habitat, dei quali 12
classificati come prioritari, ovvero ritenuti in pericolo di scomparsa.
I piani di gestione dei siti Natura 2000
presenti sul territorio lombardo che
risultano approvati sono 141, di cui:
101 di enti gestori di aree SIC; 28 di
ZPS; 12 di SIC/ZPS (dati DG Ambiente
Lombardia, 2015). Le aziende agricole
che nella superficie detenuta vedono
la presenza di particelle ricadenti, in
diversa misura, in queste aree sono
circa 4.400 (dati 2012), pari all’8% del-
le aziende agricole totali della regione.
Di queste, il 54,4% sono aziende zootecniche, pari all’11% degli allevamenti regionali. Inoltre, tenuto conto che
le superfici delle aree Natura 2000 e
delle aree protette possono sovrapporsi, circa 2.500 sono le aziende interessate anche da area a parco.
Per la salvaguardia del patrimonio
naturale e della biodiversità, al sistema delle aree protette e della Rete
Natura 2000 si affianca la rete ecologica regionale (RER), attraverso
la quale si realizzano le necessarie
connessioni eco-sistemiche, strutturali e funzionali, a favore della fun-
Superficie e numero delle aree naturali protette terrestri per classe
Aree protette Parco
terrestri (n.)
Nazionale
Italia
Lombardia
Riserva
naturale
statale
22
1
Parco
naturale
regionale
146
2
Riserva
naturale
regionale
105 335
13
62
Altre aree
Totale
protette
regionali
% sup. totale
aree protette
terrestri
% sup. aree
protette su
sup. territoriale
144752 100
27
105
4,5 9,7
5,5
Fonte: MATTM - Direzione Conservazione della Natura; EUAP, Elenco ufficiale delle aree naturali protette, 6° aggiornamento del 27 aprile 2010.
137
dennità Natura 2000 per compensare
gli agricoltori, tramite un pagamento
ad ettaro, per gli svantaggi produttivi
che incontrano rispettando le misure
di conservazione previste per i singoli
siti all’interno dei piani di gestione.
zionalità complessiva del sistema. La
superficie della RER si caratterizza
per il 40% di superficie agricola utilizzata e per il 37% di aree forestali
e altre aree boscate; inoltre, il 32%
delle siepi e filari presenti nella SAU
lombarda è inclusa nelle aree RER.
Per promuovere la conservazione e la
tutela degli habitat Natura 2000 la Regione ha attivato nell’ambito del periodo di programmazione dello sviluppo
rurale 2014-2020 la Misura 12 - In-
Aree protette in Lombardia
SIC e ZPS sul territorio lombardo per regione biogeografica
Fonte: Geoportale Regione Lombardia.
Fonte: Geoportale Regione Lombardia.
138
foreste
La superficie boscata lombarda è stimata in 622.811 ettari nel 2013, corrispondenti al 26,1% della superficie
regionale, per una quota pro capite
per abitante di 624 mq. La superficie forestale risulta maggiormente
Ripartizione della superficie a bosco per provincia in Lombardia, 2013
Bergamo
8,9%
Brescia
18,4%
Como
Cremona
18,5%
Lecco
Lodi
6,1%
0,5%
1,7%
0,5%
0,4%
Mantova
Milano
27,3%
6,9%
Monza e Brianza
Pavia
0,6% 10,2%
Sondrio
Varese
Fonte: ERSAF, Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia.
concentrata nelle aree montane (80%
circa) e in minor misura in pianura e
collina. A livello provinciale, il 27,3%
delle foreste risulta situato a Brescia,
seguita da Sondrio (18,5%) e Bergamo
(18,4%).
L’incidenza del bosco sulla superficie territoriale risulta maggiore nelle aree montane (51,1%), mentre è
molto limitata negli areali di pianura
(4,2%). Fra le province, il tasso di copertura forestale del territorio vede il
primato di Lecco (52,5%), seguita da
Como (49,3%), Varese (45,6%) e Bergamo (42,1%). All’opposto, si collocano Mantova, con solo l’1,4% della superficie coperta da formazioni boscose, Cremona (2,1%) e Lodi (3,4%).
Le aree boschive presentano, rispetto
al 2013, un incremento di 1.430 ha
(+0,20%), dovuto alla riforestazione
naturale in un quadro annuale in cui
le nuove costituzioni di boschi artificiali (176 ha) e le trasformazioni
139
antropiche (-179 ha) di fatto si equivalgono. Le superfici forestali si incrementano in tutte le province e in tutte
le fasce altimetriche.
Nel 2014 le richieste di taglio bosco
e le superfici richieste al taglio sono
Incidenza del bosco sulla superficie territoriale in Lombardia, 2013
Sup. territoriale (ha)
di cui a bosco (ha)
Province
Bergamo
272.286 114.544 Brescia
478.436 170.133 Como
128.807 63.566 Cremona
177.057 3.639 Lecco
81.617 42.872 Lodi
78.236 2.703 Mantova
233.884 3.232 Milano
157.659 10.984 Monza e Brianza
40.549 3.418 Pavia
296.470 38.128 Sondrio
321.190 114.954 Varese
119.871 54.639 Fascia altimetrica
Pianura 1.122.637 46.859 Collina
296.362 81.999 Montagna
967.281 493.953 Lombardia
2.386.280 622.811 Fonte: ERSAF, Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia.
140
% bosco/Sup. territoriale
42,1
35,6
49,3
2,1
52,5
3,5
1,4
7,0
8,4
12,9
35,8
45,6
4,2
27,7
51,1
26,1
diminuite su base annua, rispettivamente, dell’11,8% e dell’8,1%. Minore
risulta la riduzione delle masse taglio,
limitata ad un -6,9% sul 2013. Le dinamiche annuali fanno registrare un
andamento biunivoco fra cedui, in decisa contrazione, e fustaie, che invece
segnano lievi aumenti in termini di richieste di taglio, superfici e masse. Sui
546.000 mc richiesti al taglio il 68,5%
è rappresentato da cedui, le cui masse
sono calate dell’11,9% annuo. Il 74,6%
del legname tagliato è utilizzato a scopi energetici.
Alla produzione complessiva di legname derivante da tagli forestali vanno
inoltre aggiunte produzioni fuori foresta di pioppo da ripa e di pioppo da
pioppeto, per complessivi 581.000
mc, di cui il 18% per uso energetico.
Secondo stime INEMAR (Inventario
emissioni aria) il serbatoio forestale di CO2 assommerebbe a 87,9 milioni di tonnellate con incrementi
Denunce di taglio bosco e relative produzioni in Lombardia
2013
2014
var.% 2014/13
Richieste di taglio (n.)
23.870 21.055 -11,8
- di cui fustaie
2.235 2.317 3,7
- di cui cedui o misti
21.635 18.738 -13,4
- di cui pianura
2.432 2.198 -9,6
- di cui collina
5.881 5.258 -10,6
- di cui montagna
15.557 13.599 -12,6
Superficie al taglio (ha)
9.847 9.051 -8,1
- di cui fustaie
2.654 2.713 2,2
- di cui cedui o misti
7.194 6.337 -11,9
- di cui pianura
1.285 963 -25,1
- di cui collina
1.984 1.931 -2,7
- di cui montagna
6.578 6.157 -6,4
Massa richiesta al taglio (mc)
586.299 546.007 -6,9
- di cui fustaie
156.819 172.225 9,8
- di cui cedui o misti
429.480 373.782 -13,0
- di cui pianura
47.969 37.663 -21,5
- di cui collina
130.045 123.336 -5,2
- di cui montagna
408.285 385.008 -5,7
- di cui da opera
109.291 138.935 27,1
- di cui per uso energetico
477.008 407.072 -14,7
Pioppicoltura
Superfici al taglio
2.709 2.645 -2,3
Massa richiesta al taglio
595.670 581.929 -2,3
- di cui da opera
488.517 477.289 -2,3
- di cui per uso energetico
107.153 104.640 -2,3
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
annui nell’ordine dei 4,4 milioni di
tonnellate.
Sotto il profilo della pianificazione
forestale sussistono in Lombardia 34
piani di indirizzo forestali adottati o
vigenti e 142 piani di assestamento
forestale vigenti, che interessano, rispettivamente, il 49,2% e 21,8% della
superficie forestale regionale. Il 20%
delle superfici forestali lombarde ricade nelle aree della rete Natura 2000.
Le 4.322 strade che costituiscono la
viabilità agro-silvo-pastorale regionale
nelle aree montane, si sviluppano per
una lunghezza complessiva di circa
6.000 km.
La gestione e lo sfruttamento economico delle risorse forestali lombarde è
esercitato da 25 consorzi forestali e da
270 imprese boschive iscritte all’albo
regionale (dato 2014), a cui occorre
aggiungere l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste (ERSAF)
e gli enti forestali (Province, Comu-
141
nità Montane, Parchi e Riserve). Nel
2013 i consorzi forestali gestivano
108.000 ettari di superfici agro-silvopastorali, di cui 67.500 a bosco, mediante l’ausilio di 300 addetti; si stima
che il numero degli occupati e dei collaboratori nelle imprese forestali si aggiri intorno alle 1.000 unità. Nel 2014
il valore della produzione della branca
silvicoltura in Lombardia è stato di 96
milioni di euro, con un valore aggiunto di 62 milioni di euro.
Le politiche regionali in campo forestale prevedono l’azione congiunta di
diverse misure del Programma di sviluppo rurale (PSR), fra cui la misura
221, che prevede il finanziamento di
impianti boschivi permanenti, a ciclo
medio-lungo per legname di pregio, a
ciclo breve per biomassa e a pioppeto
(806 ettari di nuovi impianti ammessi
a finanziamento nel 2013).
Aziende iscritte all’albo regionale delle imprese boschive per provincia,
2015
80
69
70
60
55
50
40
42
39
33
30
21
20
10
0
BG
BS
CO
1
1
CO
CR
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia, aggiornamento febbraio 2015.
142
LC
3
3
3
MB
MI
PV
SO
VA
gestione delle risorse idriche
Nel 2013 in Lombardia la superficie
irrigata ammonta a circa 578.000
ettari, pari al 62,4% della superficie
agricola utilizzata (SAU), dato che si
colloca ben al di sopra della media
nazionale e di quella delle regioni
dell’Italia settentrionale. La superficie
potenzialmente irrigabile raggiunge
i 678.000 ettari (73% della SAU). La
quota di SAU effettivamente irrigata
su quella irrigabile è dell’85% circa.
L’incidenza regionale sulla SAU irrigabile nazionale è del 16,7%, dato che
sale al 19,8% se si considera la sola
SAU irrigata. Molto più elevata è, tuttavia, la quota percentuale dei volumi
idrici consumati, corrispondente al
42,3% del totale nazionale, ovvero 4,7
miliardi di metri cubi annui sugli 11,1
consumati in Italia (dati ISTAT, 2010)
Solo il 3,8% delle 31.000 aziende irrigabili utilizza servizi di consulenza
irrigua, per una superficie pari al 5,5%
della superficie irrigabile.
Per quanto riguarda i differenti sistemi di irrigazione in Lombardia,
si riscontra in prevalenza l’uso dello
scorrimento superficiale e della infiltrazione laterale (57,6% della superficie irrigata contro il 30,9% nazionale),
seguito dall’aspersione (25,8%, valore
inferiore alla media nazionale) e dalla
sommersione (14,6%, superiore alla
Aziende e relativa superficie irrigata - Incidenza su aziende totali e superficie coltivata, 2013
Aziende con
superficie irrigata
Lombardia
Italia
Italia-Nord
Italia-Centro
Italia-Sud e Isole
33.907
720.335
265.035
116.533
338.767
Superficie
irrigata (ha)
578.576
2.917.649
1.963.507
186.308
767.834
Aziende con
superficie irrigabile
37.175
783.647
286.480
123.416
373.751
Superficie
irrigabile (ha)
678.745
4.074.750
2.565.736
348.386
1.160.628
% aziende con
superficie irrigata
su totale aziende1
% superficie
irrigata su SAU1
% superficie
irrigabile su SAU1
69,0
49,0
74,0
51,9
38,1
62,4
23,5
44,5
9,1
12,9
73,2
32,8
58,2
17,0
19,5
1
Le superfici irrigate comprendono SAU e arboricoltura da legno.
Fonte: ISTAT
143
Superficie irrigata per sistema di irrigazione, 2010
Sistemi di irrigazione (%)
Scorrimento superficiale
Sommersione Aspersione Microirrigazione
ed infiltrazione laterale
Lombardia
57,6 Italia
30,9
Italia-Nord 40,8
Italia-Centro10,1
Italia-Sud 12,4
Altro
sistema
14,6 25,8
1,4
0,6
9,139,617,5 2,8
13,436,4 7,7 1,7
0,561,822,0 5,5
1,142,539,3 4,8
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
media nazionale). Decisamente contenuta appare l’incidenza percentuale
della microirrigazione (1,4%).
Il 76,8% della superficie irrigua regionale è approvvigionata tramite acquedotti, consorzi di bonifica e irrigazione o altri enti irrigui; i tre quarti di
questa superficie sono serviti con consegna a turno, la restante parte con
consegna a domanda. Il 13,6% della
superficie irrigua dipende da acque
Superficie irrigata per fonte di approvvigionamento dell’acqua irrigua, 2010
Fonte di approvvigionamento
Acque sotterranee
Acque superficiali Acque superficiali
Acquedotto, consorzio
Acquedotto, consorzio
Altra
all’interno o nelle all’interno dell’azienda al di fuori dell’azienda di irrigazione e bonifica
di irrigazione e bonifica
fonte
vicinanze dell’azienda
(bacini naturali
(laghi, fiumi
o altro ente irriguo
o altro ente irriguo
ed artificiali)
o corsi d’acqua)
con consegna a turno
con consegna a domanda
Lombardia7,4
2,3
11,3
59,1
17,7 2,3
Italia 25,5
5,1
10,0
33,2
22,53,7
Italia-Nord15,6
3,7
11,9
42,9
23,1 2,8
Italia-Centro47,2
14,1
15,5
6,6
12,0 4,6
Italia-Sud44,0
6,4
4,3
16,2
23,5 5,7
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
144
superficiali, mentre il 7,4% da risorse
idriche sotterranee.
Con riferimento all’indagine SIGRIAN
2009 (Sistema informativo per la gestione delle risorse idriche in agricoltura a livello nazionale), la lunghezza
complessiva della rete gestita dagli
enti irrigui è di circa 4.500 km, tenendo solo conto della rete irrigua principale ed escludendo quella privata.
Ponendo l’attenzione sulle caratteristiche della rete irrigua si nota come
il 58% della stessa presenta una duplice funzione di bonifica e irrigazione.
Quasi tutti i canali sono a cielo aperto
(89,6%), mentre le opere di presa sono
caratterizzate da captazione da falda
nella misura del 35%, presa da fiume
(30%), captazione da sorgente (16,7%)
e da canale (14,3%).
Il sistema dei Navigli e dei canali costituisce una delle caratteristiche e un
riferimento identitario della Lombardia. Una peculiarità invece del siste-
ma idrologico padano è rappresentato
dalla fascia delle risorgive collocata
lungo la fascia di incontro tra l’alta
pianura e la bassa pianura; la prima
con sottosuoli permeabili e la seconda
con granulometria più impermeabile.
Superfici degli enti irrigui e di bonifica in Lombardia, 2012
ComprensoriConsorzi
di bonifica
di bonifica
Superfici1AziendeSAU3
(ha)
agricole2
(ha)
Lomellina-Oltrepo
Associazione Irrigazione Est Sesia
165.959 Est Ticino Villoresi
Est Ticino Villoresi
278.258 Muzza
Muzza - Bassa Lodigiana
72.690 Media Pianura Bergamasca
Media Pianura Bergamasca
76.000 Adda - Oglio
Dugali, Naviglio, Adda Serio
167.740 Oglio - Mella
Oglio - Mella
99.074 Mella e Chiese
Mella e Chiese
94.043 Destra Mincio
Garda - Chiese
75.565 Laghi di Mantova
Territorio del Mincio
75.455 Navarolo
Navarolo
47.792 Terre dei Gonzaga in Destra Po
Terre dei Gonzaga in Destra Po
41.219 Burana
Consorzio della bonifica Burana
17.830 Totale Lombardia
1.211.625 3.048 4.451 1.200 3.198 3.899 4.681 4.289 3.335 2.228 1.983 1.688 606 34.606 111.996
116.044
51.774
37.326
128.315
69.842
60.260
57.599
51.994
33.676
28.518
12.333
759.677
Dati riferiti esclusivamente al territorio lombardo.
Dati 2010.
3
SAU presente nel comprensorio, dati 2010.
Fonte: DG Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Regione Lombardia.
1
2
145
L’acqua di risorgiva che sgorga in superficie è di buona qualità e temperatura costante.
La Lombardia ha provveduto a recepire nella propria normativa i contenuti
dell’intesa Stato-Regioni del 18 settembre 2008 che, tra l’altro, prevede
la ridelimitazione dei comprensori di
bonifica e introduce il principio che
in ciascun comprensorio di bonifica
possa operare un solo consorzio di
bonifica. L’opera legislativa ha portato
all’accorpamento di diverse realtà e
alla definizione di 12 nuovi comprensori di bonifica e irrigazione, di cui 4 a
livello interregionale.
Confini del territorio classificato di bonifica e irrigazione
Fonte: Risorse idriche e agricoltura in Lombardia, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia - Università di Milano,
Febbraio 2014.
146
pratiche agricole
I dati del 6° Censimento dell’agricoltura permettono di evidenziare alcuni
aspetti del complesso sistema di relazioni che intercorrono fra agricoltura
e ambiente. Fra i fenomeni di interesse agro-ambientale indagati rientra la
gestione del sistema suolo-coltura in
relazione alle successioni colturali,
alle lavorazioni del terreno e alla modalità di copertura dello stesso.
Con riferimento alle superfici a seminativi è possibile evidenziare il peso
Pratiche di conservazione del suolo sulle superfici a seminativo
Copertura invernale*
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Mantova
Milano
Monza e Brianza
Pavia
Sondrio
Varese
Lombardia
Italia
% colture
invernali
35,2
28,4
24,7
19,0
21,1
23,5
36,4
26,7
34,5
11,1
21,8
50,6
24,6
50,1
% colture
di copertura
6,8
8,0
5,1
5,4
1,6
2,8
3,9
4,1
2,7
3,3
5,3
3,5
4,8
3,0
% residui
colturali
32,6
36,1
31,3
30,8
60,9
44,5
12,1
53,0
47,1
63,6
10,4
27,9
37,6
14,3
Avvicendamento*
%
nessuna
25,3
27,5
38,9
44,9
16,4
29,2
47,6
16,2
15,7
22,0
62,4
18,0
33,1
32,7
%
monosuccessione
36,6
42,2
10,0
28,3
7,9
28,9
9,0
44,2
10,6
39,6
46,0
16,9
30,5
13,9
% avvicendamento
libero
44,2
36,6
26,1
50,0
66,2
47,1
53,6
33,6
62,7
33,4
19,5
60,2
42,5
45,2
% piano
di rotazione
19,2
21,2
63,9
21,7
26,0
24,0
37,4
22,2
26,7
27,0
34,4
22,9
26,9
40,9
* Percentuali calcolate sulle superfici a seminativo dei rispondenti al quesito, anno 2010.
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
147
delle diverse tipologie di successione
sulla superficie agricola utilizzata. La
pratica della monosuccessione interessa in Lombardia il 30,5% della SAU
a seminativi, una percentuale questa
di gran lunga superiore al dato medio
italiano (13,9%); di contro, la pratica
della rotazione sconta una diffusione
decisamente più contenuta rispetto al
contesto nazionale.
La copertura invernale del suolo è praticata sul 24,6% della superficie a seminativi, incidenza pari alla metà di
quella nazionale. Il 33,1% della superficie agricola a seminativi non è interessata da alcuna forma di copertura
invernale del suolo, percentuale questa in linea con il dato nazionale.
Per quanto riguarda le forme di lavorazione del terreno la lavorazione
convenzionale risulta la pratica più
diffusa, adottata in Lombardia sul 93%
della superficie a seminativo. La minima lavorazione risulta diffusa solo
148
sul 3,6% delle superfici a seminativo,
mentre sul 3,4% delle superfici non è
praticata alcuna lavorazione.
Al fine di incentivare l’adozione di
tecniche di lavorazione dei terreni a
basso impatto ambientale, la Lombardia ha attivato nell’ambito delle misure agro-ambientali del PSR 2007-2013
una specifica azione per l’applicazione
di tecniche di agricoltura conservati-
Lavorazioni del terreno sulle superfici a seminativo
Lavorazione del terreno*
% convenzionale
% conservazione
% nessuna
Bergamo 94,92,52,6
Brescia
96,51,91,6
Como
90,66,62,8
Cremona 94,24,21,6
Lecco
95,72,81,4
Lodi
92,46,11,5
Mantova
88,73,18,2
Milano
92,75,81,5
Monza e Brianza
90,6
7,0
2,4
Pavia
93,43,63,0
Sondrio
96,22,31,5
Varese
96,20,92,9
Lombardia 93,03,63,4
Italia
89,95,24,9
* Percentuali calcolate sulle superfici a seminativo dei rispondenti al quesito, anno 2010.
Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.
va sui seminativi (minima lavorazione e semina su sodo). Secondo i dati
2012, l’azione 214.M “Introduzione di
tecniche di agricoltura conservativa”
risulta applicata su circa 22.500 ettari, di cui 641 a semina su sodo. Le
colture più interessate dall’applicazione della misura risultano il mais e il
riso, con circa il 40% della superficie
per entrambe, seguite a lunga distanza da frumento tenero, triticale e soia.
In termini relativi l’applicazione della misura 214.M coinvolge circa il 9%
delle superfici regionali a riso e il 3%
delle superfici regionali a mais.
Superficie ammessa, misura 214 azione M (Agricoltura Conservativa) del
PSR Regione Lombardia, 2012
Azione
M.01 - Semina su sodo senza coltura intercalare invernale e senza iniezione diretta
M.02 - Semina su sodo con coltura intercalare invernale
M.03 - Semina su sodo con iniezione diretta
M.04 - Semina su sodo con coltura intercalare invernale e iniezione diretta
Totale semina su sodo
M.05 - Minima lavorazione senza coltura intercalare invernale e senza interramento effluenti
M.06 - Minima lavorazione con coltura intercalare invernale
M.07 - Minima lavorazione con interramento effluenti
M.08 - Minima lavorazione con coltura intercalare invernale e interramento effluenti
Totale minima lavorazione
Sup. ammessa (ha)
170,6
279,6
67,9
122,9
641,0
8.207,7
7.763,2
3.133,8
3.406,4
22.511,0
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
149
Ripartizione per coltura della superficie richiesta, misura 214 azione M
(Agricoltura Conservativa), 2012
4,2%
3,5%
5,3%
4,6%
39,0%
14,1%
Riso
9.041
Mais da granella
6.825
Mais ceroso
3.263
Frumento tenero
1.072
Triticale
963
Soia
815
Altro
1.226
Totale 23.206
29,4%
Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.
150
POLITICA AGRICOLA
legislazione regionale in materia agricola
Il testo normativo regionale che disciplina il comparto agricolo è la
legge regionale n. 31 del 5 dicembre
2008, Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste,
pesca e sviluppo rurale (BURL n. 50,
1° suppl. ord. del 10 dicembre 2008)
che è composto dai seguenti titoli:
TITOLO I - Oggetto del testo unico.
TITOLO II - Interventi nel settore ru-
rale, silvo-pastorale, agroalimentare e
della pesca.
TITOLO III - Articolazione delle competenze.
TITOLO IV - Disposizioni sulle superfici e sull’economia forestali.
TITOLO V - Ente regionale per i servizi
all’agricoltura e alle foreste (ERSAF).
TITOLO VI - Sorveglianza fitosanitaria.
TITOLO VII - Disposizioni in materia di
bonifica e irrigazione.
TITOLO VIII - Disposizioni sulla raccolta, coltivazione e commercializzazio-
152
ne di funghi epigei e ipogei (tartufi).
TITOLO VIII bis - Disposizioni sanzio-
Le recenti modifiche intervenute al
testo unico sono le seguenti:
natorie in applicazione di regolamenti comunitari in materia di mercato
agricolo comune, in particolare vitivinicolo.
TITOLO VIII ter - Disposizioni relative
al controllo del potenziale produttivo
viticolo.
TITOLO VIII quater - Disposizioni in
materia di utilizzazione agronomica
dei fertilizzanti azotati inclusi gli effluenti di allevamento, le acque di vegetazione dei frantoi oleari e le acque
reflue derivanti da aziende agricole e
da piccole aziende agroalimentari.
TITOLO IX - Disposizioni sull’incremento e la tutela del patrimonio ittico
e sull’esercizio della pesca nelle acque
della Regione.
TITOLO X - Disciplina regionale dell’agriturismo.
TITOLO XI - Disposizioni sugli usi civici.
TITOLO XII - Disposizioni finali.
• legge regionale 8 luglio 2015, n. 20
Legge di semplificazione 2015 - Ambiti istituzionale ed economico;
• legge regionale 8 luglio 2015, n. 19
Riforma del sistema delle autonomie della Regione e disposizioni per
il riconoscimento della specificità
dei territori montani in attuazione
della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane,
sulle province, sulle unioni e fusioni
di comuni);
• legge regionale 25 maggio 2015,
n. 16 - Modifiche ed integrazioni al
Titolo VIII, Capo I, della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 (Testo
unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e
sviluppo rurale), in tema di raccolta
dei funghi epigei;
• legge regionale 26 novembre 2014,
n. 30 - Integrazioni alla legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 (Testo
unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e
sviluppo rurale). Istituzione della
Banca della Terra Lombarda;
• legge regionale 8 luglio 2014, n. 19
Disposizioni per la razionalizzazione di interventi regionali negli ambiti istituzionale, economico, sanitario e territoriale;
• legge regionale 3 aprile 2014, n. 14
Modifiche alla legge regionale 21
novembre 2011, n. 17 (Partecipazione della Regione Lombardia
alla formazione e attuazione del
diritto dell’Unione europea). Legge
comunitaria regionale 2014 (Legge
europea regionale 2014) - Disposizioni per l’adempimento degli
obblighi della Regione Lombardia
derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea: attuazione della Direttiva 2005/36/CE,
della Direttiva 2006/123/CE, della
Direttiva 2011/92/UE, della Direttiva 2009/147/CE, della Direttiva 2011/36/UE e della Direttiva
2011/93/UE;
• legge regionale 25 febbraio 2014,
n. 13 - Modifica alla legge regionale
5 dicembre 2008, n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in materia di
agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale), in materia di cooperazione agricola.
RECENTI ATTI NORMATIVI
• Regolamento regionale 12 maggio
2015, n. 4 - Modifica dell’articolo 14
del regolamento regionale 8 febbraio 2010, n. 3 - Regolamento di polizia idraulica ai sensi dell’articolo
85, comma 5, della legge regionale
5 dicembre 2008, n. 31 - “Testo unico delle leggi regionali in materia di
agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale’’;
• regolamento regionale 9 dicembre
2013, n. 5 - Regolamento per la
tutela della fauna ittica e per la disciplina della pesca nelle acque del
lago di Garda;
• regolamento regionale 8 giugno
2012, n. 1 - Disciplina del procedimento elettorale dei consorzi di bonifica ai sensi dell’articolo 82 della
l.r. 31/2008 e dell’articolo 2 della l.r.
25/2011;
• regolamento regionale 14 febbraio
2011, n. 1 - Modifiche al regolamento regionale 20 luglio 2007, n. 5
“Norme forestali regionali, in attuazione dell’articolo 50, comma
4, della legge regionale 5 dicembre
2008, n. 31 (Testo unico delle leggi
regionali in materia di agricoltura,
foreste, pesca e sviluppo rurale)”;
• regolamento regionale 19 dicembre 2011, n. 7 - Modifiche al regolamento regionale 6 maggio 2008,
n. 4 “Norme di attuazione del titolo
153
X della legge regionale 5 dicembre
2008, n. 31 (Testo unico delle leggi
regionali in materia di agricoltura,
foreste, pesca e sviluppo rurale)”;
• regolamento regionale 19 gennaio
2010, n. 1 - Modifiche al regolamento regionale 20 luglio 2007,
n. 5 “Norme forestali, in attuazione
dell’articolo 11 della legge regionale
28 ottobre 2004, n. 27 (Tutela e valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell’economia forestale)”;
• regolamento regionale 8 febbraio
2010, n. 3 - Regolamento di polizia
idraulica ai sensi dell’articolo 85,
comma 5, della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo”;
• regolamento regionale 8 febbraio
2010, n. 4 - Modifiche al regolamento regionale 22 maggio 2003,
n. 9 “Attuazione della l.r. 30 luglio
2001 n. 12 ‘Norme per l’incremento e la tutela del patrimonio ittico
e l’esercizio della pesca nelle acque
della Regione Lombardia’ ’’;
• regolamento regionale 27 settembre 2010, n. 8 - Regolamento per l’individuazione, in attuazione dell’articolo 54, comma 9, della legge regionale 5 dicembre 2008 n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in
materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale) dei lavori di
mera manutenzione forestale che,
non comportando una modificazione delle situazioni naturali, non
sono configurabili come impianti o
opere edilizie in senso stretto rientranti nell’ambito di applicazione
della normativa sui lavori pubblici, e fissazione dei relativi limiti
d’importo;
• regolamento regionale 28 dicembre 2009, n. 7 - Modifiche al regolamento regionale 6 maggio 2008, n. 4
“Attuazione della legge regionale 8
giugno 2007, n. 10 (Disciplina regionale dell’agriturismo)”;
• regolamento regionale 6 maggio
2008, n. 4 - Norme di attuazione
del titolo X della legge regionale 5
dicembre 2008, n. 31 (Testo unico
delle leggi regionali in materia di
agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale).
I testi citati sono reperibili al link:
http://normelombardia.consiglio.regione.lombardia.it/NormeLombardia/Accessibile/main.aspx
154
spesa agricola regionale
Per il periodo 2009-2012 l’ammontare
complessivo del sostegno pubblico al
settore agricolo, a livello regionale, è
stato in media di 1.463 milioni di euro,
dei quali il 75,8% (pari a 1.109 milioni
di euro) è costituito da trasferimenti
monetari di politica agraria e il restante 24,2% dalle agevolazioni contributive e fiscali concesse (353 milioni di
euro).
I principali soggetti attuatori della
politica regionale di settore risultano,
oltre alla Regione che con il proprio
bilancio incide per oltre il 20%, l’Agea
(OPR – Organismo pagatore regionale
Consolidamento del sostegno del settore agricolo nella Lombardia (mio. euro)
2009% 2010% 2011 % 2012 % Media %
2009-12
Agea/OPR Lombardia
84653,8 61746,0 78650,4 762 55,3 753 51,4
MIPAAF
714,5 634,7 583,7 50 3,6 61 4,1
Ministero attività produttive
0
0,0
0
0,0
0
0,0
0
0,0
0
0,0
Sviluppo Italia - ISMEA
0
0,0
0
0,0
0
0,0
0
0,0
0
0,0
Regione Lombardia*
31620,1 33024,7 31019,9 228 16,6 296 20,3
Totale Trasferimenti
1.23378,4 1.01075,4 1.15474,0 1.040 75,5 1.109 75,8
Credito d’imposta
00,0
00,0
00,0 0 0,0 0 0,0
IVA
382,4 433,2 533,4 52 3,8 47 3,2
Agevolazioni carburanti
1449,1 137
10,2 1549,9 1289,3 1419,6
Agevolazioni su Irpef
41
2,6
39
2,9
68
4,4
52
3,8
50
3,4
Agevolazioni su Ici
9
0,5
9
0,7
9
0,6
0
0,0
7
0,5
Agevolazioni Irap
241,5 251,9 281,8 23 1,7 25 1,7
Agevolazioni previdenziali e contributive
85
5,4
77
5,7
94
6,0
83
6,0
85
5,8
Agevolazioni previdenziali e contributive
341
21,6
329
24,6
406
26,0
338
24,5
353
24,2
Totale Complessivo
1.573100,0 1.340100,0 1.560100,0 1.378 100,0 1.463 100,0
*Pagamenti complessivi di bilancio al netto della quota di cofinanziamento regionale del PSR già inserita nella voce OPR Lombardia.
Fonte: CREA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura.
155
della Lombardia) (51,4%) e il MIPAAF
(4,1%). I trasferimenti di politica agraria, in leggero aumento rispetto al
biennio precedente, si attestano per il
2012 al 75,5%.
Come per gli anni precedenti, anche
nel 2012 la crisi economico-finanziaria ha condizionato gli interventi
normativi e finanziari sia a livello nazionale che regionale, ripercuotendosi
negativamente sull’autonomia decisionale e finanziaria con conseguenti
riduzioni di spesa nei diversi settori
produttivi, compresa l’agricoltura.
In Lombardia, infatti, la spesa per l’agricoltura tende a contrarsi con un’incidenza percentuale sul valore aggiunto che passa dal 9,5% del 2011 al 7,2%
del 2012, riduzione riscontrata anche
a livello nazionale, seppure in misura
Bilancio agricoltura in Lombardia
per tipologia di risorse, 2012
4,2%
26,3%
69,4%
Pagamenti al settore agricolo e incidenza % sul valore aggiunto agricolo
regionale (mio. euro)
2009% 2010% 2011 % 2012%
Lombardia 317,9
10,8339,5
11,4322,49,5252,47,2
Nord-Ovest 579,0
11,1528,5
10,1501,78,6423,57,1
Nord-Est 543,47,8 534,57,5 560,67,1 477,35,9
Centro
251,55,4 251,05,4 188,63,8 254,25,0
Sud
1.057,6
15,2813,1
11,5740,29,3700,28,7
Isole
657,415,2 971,222,71.286,130,2 716,116,0
Italia
3.089,011,03.098,310,93.277,310,62.571,3 8,1
Fonte: CREA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura.
156
Fondi Comunitari
15.161,6
Fondi Statali 248.870,6
Fondi Regionali
94.450,8
Totale stanziamenti 358.483,0
(migliaia di euro)
Fonte: CREA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura.
più lieve. In particolare, nel 2012, i
pagamenti complessivi per il settore
agricolo lombardo hanno generato interventi per un ammontare complessivo pari a poco più di 252 milioni di
euro, a fronte dei 322 milioni di euro
circa del 2011.
Se si tiene conto dell’origine dei fondi
che la Lombardia ha a disposizione per
il settore primario, facendo riferimento esclusivamente al proprio bilancio
regionale, il 69,4% è di origine statale,
il 26,3% sono fondi regionali e il 4,2%
sono costituiti da fondi comunitari.
Nel 2012 la parte più consistente della
spesa regionale (pagamenti totali) per
interventi di politica agraria è quella relativa alla voce “Gestione di im-
Ripartizione dei pagamenti totali per destinazione economica funzionale,
2011-2012
Destinazione economica
funzionale
Gestione di impresa
Assistenza tecnica e ricerca
Attività forestali
Investimenti aziendali
Altro
Infrastrutture
Promozione e marketing
Difesa idrogeologica
2011
2012
Pagamenti
%
Pagamenti
%
totali totali
101,84
31,59
101,62
40,27
99,07
30,73
66,92
26,52
47,11
14,61
38,68
15,33
33,38
10,35
22,37
8,86
31,959,91 18,36 7,28
7,632,37
2,58 1,02
1,37
0,42
1,81
0,72
0,04
0,01
0,01
0,00
322,39100 322,39 100
Fonte: CREA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura.
presa” (31,5%) relativa agli aiuti alla
gestione di imprese agricole/aiuti al
reddito, cui seguono, in ordine di grandezza, i pagamenti per le voci “Assistenza tecnica e ricerca” (20,7%), “Investimenti in attività forestali” (12%) e
“Investimenti aziendali” (7%).
Rispetto al 2011 si osserva che la distribuzione delle destinazioni economiche rimane pressoché invariata.
Varia, invece, l’incidenza percentuale
di alcune voci; infatti, mentre rimane
pressoché stabile la quota di investimenti destinata alle “Gestione di impresa” (dal 31,6% del 2011 al 31,5% del
2012, poco più di 101 milioni di euro),
diminuisce di 10 punti percentuali la
quota destinata ai pagamenti per l’assistenza tecnica e la ricerca, con circa
67 milioni di euro a fronte dei 99 milioni di euro del 2011, con un’incidenza percentuale pari al 30,7% nel 2011
e a 20,8% del 2012.
Per quanto riguarda gli indicatori
157
dell’efficienza della spesa, si può notare, nel 2012, una buona efficienza
della macchina amministrativa, soprattutto relativamente alla capacità
della Lombardia di far fronte agli stanziamenti e impegni previsti in bilancio
con effettivi pagamenti, che nel 2012
raggiunge quasi il 98%.
Indicatori di efficienza della spesa in Lombardia (%)
100
97,9
89,7
80
60
86,2
74,1
55,3
63,9
57,7
56,5
49,7
40
20
0
Capacità d'impegno
Capacità di spesa
2010
Fonte: CREA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura.
158
2011
Capacità di pagamento
2012
pac
Nel 2014, per il sostegno ai propri
agricoltori nell’ambito dei pagamenti
diretti del primo pilastro della PAC, la
Lombardia ha erogato poco meno di
495 milioni di euro. Rispetto al 2013
si rileva un leggero aumento delle risorse assegnate (+0,5%), a fronte di un
calo di circa il 3% delle aziende beneficiarie. Mediamente, dunque, ciascuna
azienda ha ricevuto un pagamento di
oltre 14.700 euro, in aumento rispetto
allo scorso anno (+3,4%).
Sul complesso della spesa FEAGA per
i pagamenti diretti erogata dall’Italia
nel 2014, l’ammontare delle risorse
della Lombardia pesa per il 12,7%,
in leggero aumento rispetto al 2013,
quando il peso si era assestato sul
12,4%.
La distribuzione territoriale delle
aziende vede primeggiare la provincia
di Brescia, dove ricade il 25,6% dei
beneficiari, seguita dalla provincia di
Mantova, con il 21,2%. In termini di ri-
- i pilastro
sorse finanziarie, invece, la provincia
più importante è quella di Pavia, con il
20,2% di quanto erogato dalla regione,
seguita da quelle di Mantova (19,1%)
e Brescia (18,9%). Di conseguenza,
anche l’aiuto medio ad azienda varia
fortemente tra le province, racchiuso
in un campo di oscillazione che va da
un minimo di 3.089 euro, media della
provincia di Sondrio, a 28.274 euro,
media della provincia di Lodi. Aiuti
nettamente superiori alla media regionale si rilevano anche per le province di Pavia (24.408 euro), Cremona
(23.329 euro) e Milano (19.951 euro).
Pagamenti decisamente inferiori alla
media regionale si rinvengono per le
province di Lecco (4.547 euro), Como
(5.018) e Varese (5.363 euro).
Delle somme erogate nel 2014, ben
463 milioni di euro, pari al 93,6% del
totale, è rappresentato dal valore dei
titoli del pagamento unico (RPU).
La restante parte è relativa al soste-
gno specifico previsto dall’art. 68 del
reg. (CE) n. 73/2009. Si discostano
da questo quadro solo la provincia
di Sondrio, dove il pagamento unico
pesa per l’85,8% e dove maggiore importanza hanno i pagamenti per l’art.
68, soprattutto quelli relativi alle assicurazioni (6,7%) e quelli per il miglioramento della qualità del latte, e la
provincia di Pavia, dove il pagamento
unico raggiunge un peso del 97%.
Per quanto riguarda i pagamenti per
le misure dell’art. 68, si ricorda che
nel 2014 è entrato in vigore un nuovo aiuto in favore della patata, che in
regione ha un peso poco significativo
raggiungendo lo 0,7% dei pagamenti dell’art. 68 e appena lo 0,04% del
totale dei pagamenti diretti erogati.
Tra le misure più importanti dell’art.
68 si segnala il pagamento in favore
del latte, che ha totalizzato il 59,5%
della spesa per l’art. 68 regionale (in
aumento di oltre 10 punti percentuali
159
rispetto al 2013), pari a una spesa di
18 milioni di euro. Sono stati ammessi a premio 3,7 milioni di tonnellate
di latte, pari al 46,1% dei quantitativi
ammessi all’aiuto a livello nazionale.
Le province più sostenute sono quel-
le di Brescia e Cremona, che assieme raggiungono il 52,6% della spesa
regionale per la misura, seguite dalle
Pagamenti erogati nel 2014 in Lombardia (al netto della modulazione) - euro
N. Titoli
Articolo 68 reg. (CE) n. 73/2009
aziende
RPU
Totale
di cui
di cui
di cui
Articolo
Contributo
Aiuti alla
Aiuti alla
68
alle
qualità
qualità carni
assicurazioni*
latte
bovine
Bergamo
3.01724.930.780
2.011.361165.4071.374.875335.416
Brescia
8.592 86.822.5236.795.759 573.951 4.672.217 1.368.637
Como
8904.184.592
279.80219.100144.77380.223
Cremona
3.62278.132.801
6.116.554930.5274.801.017119.642
Lecco
4601.922.726
165.81410.859 93.27842.731
Lodi
1.09728.762.000
2.212.429305.2321.730.678127.804
Mantova
7.111 87.041.1487.070.9001.481.743 3.195.6691.329.593
Milano
2.08538.666.338
1.943.267572.4981.174.247164.077
Monza e Brianza
426
3.470.659
113.658
31.914
55.676
23.501
Pavia
4.103 97.105.4392.496.305 1.657.566 372.215 328.937
Sondrio
1.379 3.654.544513.356 283.311 182.711 6.817
Varese
5182.583.825
193.22510.286157.57321.579
Totale Lombardia33.300457.277.374
29.912.4296.042.39517.954.9303.948.958
Fuori Regione
283
5.684.198
325.226
229.126
50.352
27.060
Totale
33.583462.961.572
30.237.6556.271.52018.005.2823.976.018
* Comprensivo dei fondi nazionali e della quota di cofinanziamento nazionale.
Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regione Lombardia.
160
Totale
pagamenti
diretti
26.937.561
93.755.073
4.466.285
84.498.627
2.091.654
31.016.584
94.472.751
40.764.430
3.590.181
100.144.681
4.260.014
2.777.791
488.775.631
6.083.139
494.858.770
province di Mantova (17,7%) e, a distanza, Lodi (9,6%).
Seguono gli aiuti a copertura dei premi assicurativi che, sebbene abbiano
subìto un dimezzamento delle risorse
rispetto all’anno precedente (attestandosi a circa 6,3 milioni di euro),
pesano poco meno del 21% sulla spesa
regionale per l’art. 68. Pavia (con il
26,4%) e Mantova (con il 23,6%) sono
le province maggiori beneficiarie.
Il 13% delle risorse per l’art. 68 è invece appannaggio della misura per il
miglioramento della qualità della carne bovina. L’organismo pagatore Lombardia ha avuto ammessi a premio
97.134 capi (11,6% del totale nazionale), dei quali il 96% sono attinenti
alla macellazione di capi allevati in
conformità ad un disciplinare di etichettatura facoltativa approvato dal
MIPAAF (pari al 15% del totale nazionale). In termini di risorse finanziarie, il peso delle macellazioni si riduce
all’89% del totale regionale dell’art. 68
per i bovini, mentre il premio per i vitelli nati da vacche pluripare e a duplice attitudine raggiunge il 9% (2,1% in
termini di capi), grazie al maggiore valore unitario del premio. Gli aiuti alla
qualità per la carne bovina sono ancora più concentrati sul territorio degli
altri tipi di aiuto; infatti le due province maggiori beneficiarie (Brescia
e Mantova) cumulano quasi il 68% del
totale, seguite a notevolissima distanza da Pavia e Bergamo, che assieme
raggiungono quasi il 17% del totale.
Gli altri pagamenti dell’art. 68 (olio
d’oliva, zucchero, ovicaprini, patate e la misura dell’avvicendamento)
raggiungono poco meno di 2 milioni
di euro.
Nell’ambito del regime delle quote latte, nella campagna 2014/15 la
produzione nazionale ha superato il
quantitativo nazionale di riferimento,
attestandosi a 11 milioni di tonnella-
te. La Lombardia si conferma la più
importante regione produttrice con il
41,9% del totale.
Sul fronte del sostegno alla vitivinicoltura, altro importante settore produttivo, la Lombardia conferma il suo
peso con una dotazione finanziaria di
10,5 milioni di euro, pari al 3,9% delle
risorse ripartite tra le regioni (270,8
milioni di euro). Il 52% di tali somme
è stato destinato alla misura di ristrutturazione e riconversione dei vigneti,
seguita da quella in favore della promozione sui mercati terzi (29%) e da
quella relativa agli investimenti (19%).
161
programma di sviluppo rurale (pac
La dotazione finanziaria totale della spesa pubblica per l’attuazione del
programma di sviluppo rurale (PSR)
2007-2013 è pari a 1.026.568.657
euro; il 46%, pari a 471.110.000 euro,
rappresenta la quota FEASR mentre la
restante parte è la quota nazionale delle risorse di origine statale e regionale.
L’avanzamento della spesa pubblica al
31/12/2014 ammonta a oltre 932 milioni di euro che corrispondono a circa
il 91% del programmato. La Lombardia
- ii pilastro)
supera la media delle regioni (82,3%)
che appartengono all’area competitività e sale al secondo posto nella graduatoria dell’avanzamento dopo la provincia autonoma di Bolzano.
L’Asse 2, con cui si intende promuo-
Esecuzione finanziaria del PSR della Regione Lombardia (euro)
Assi/misure
Pagamenti 2014
Spesa pubblica
di cui FEASR
Asse 1
Mis. 111 - Formazione, informazione e diffusione della conoscenza
1.737.671,17 776.739,01
Mis. 112 - Insediamento di giovani agricoltori
253.721,83 65.790,97
Mis. 113 - Prepensionamento
- 0,00
Mis. 114 - Ricorso a servizi di consulenza
- 0,00
Mis. 115 - Istituzione di servizi di gestione, aiuto e consulenza
- 0,00
Mis. 121 - Ammodernamento delle aziende agricole
19.431.160,35 8.928.889,17
Mis. 122 - Migliore valorizzazione economica delle foreste
1.741.477,11 778.440,27
Mis. 123 - Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli
8.606.614,57 3.847.156,72
Mis. 124 - Cooperazione
1.845.648,15 825.004,72
Mis. 125 - Miglioramento e sviluppo delle infrastrutture
14.513.802,96 7.103.606,82
Mis. 126 - Ripristinare il potenziale della produzione agricola
- 0,00
Mis. 132 - Sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di qualità
917.168,92 408.799,46
Mis. 133 - Attività di informazione e promozione dei prodotti di qualità
- 0,00
TOTALE ASSE 1
49.047.265,06 22.734.427,14 Stato avanzamento al 31/12/2014 % avanzamento
31/12/14 (FEASR)
Spesa pubblica
di cui FEASR
5.836.247,33
25.934.048,81
32.762,09
13.699,96
187.593,26
200.914.618,95
8.333.084,88
49.307.596,66
3.430.759,23
52.432.312,28
13.221,00
2.038.622,10
2.186.639,37
350.661.205,92 2.596.284,58
11.457.979,30
14.022,14
6.123,88
82.240,70
95.105.851,26
3.727.844,46
21.974.292,50
1.533.611,66
25.561.074,81
5.658,77
909.342,87
978.166,51
163.952.493,44 66,26
98,59
100,00
100,00
100,00
92,92
95,28
79,02
62,10
78,49
100,00
90,18
100,00
87,80
>>>>> segue
162
>>>>> segue
Esecuzione finanziaria del PSR della Regione Lombardia (euro)
Assi/misure
Pagamenti 2014
Stato avanzamento al 31/12/2014 % avanzamento
31/12/14 (FEASR)
Spesa pubblica di cui FEASR
Spesa pubblica di cui FEASR
Asse 2
Mis. 211 - Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane
5.712.941,30 2.376.350,85
74.293.560,02 32.551.824,43
104,01
Mis. 214 - Pagamenti agro-ambientali
31.725.214,66 14.821.121,05
261.363.970,36 119.752.259,61
94,30
Mis. 216 - Investimenti non produttivi
1.520.811,98 669.157,27
18.286.728,94
8.046.160,71
82,59
Mis. 221 - Imboschimento di terreni agricoli
10.409.346,09 4.558.212,11
76.856.165,22 33.791.156,37
105,09
Mis. 223 - Imboschimento di superfici non agricole
50.480,58 22.211,46
351.864,02
154.820,17
57,01
Mis. 226 - Ricostituzione del potenziale forestale
4.847.413,22 2.132.861,82
21.279.444,70
9.362.955,62
84,25
TOTALE ASSE 2
54.266.207,83 24.579.914,56
452.431.733,26 203.659.176,91 96,26
Asse 3
Mis. 311 - Diversificazione verso attività non agricole
Mis. 312 - Sostegno alla creazione e allo sviluppo delle microimprese
Mis. 313 - Incentivazione di attività turistiche
Mis. 321 - Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale
Mis. 323 - Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale
Mis. 331 - Formazione e informazione
TOTALE ASSE 3
TOTALE ASSE 4
Assistenza tecnica
TOTALE
4.221.780,89 148.728,02 309.019,99 538.091,03 3.624.681,17 337.216,30 9.179.517,40 1.818.421,22
66.511,17
138.193,73
240.634,31
1.620.957,42
150.803,13
4.035.520,98
47.343.355,07 21.098.112,94
2.465.978,99
1.102.806,90
4.436.060,28
1.983.945,83
10.466.702,60
5.287.849,92
19.789.001,06
8.850.030,43
1.092.875,56
488.733,97
85.593.973,56 38.811.479,99 82,99
102,84
75,22
73,12
86,47
67,94
82,02
14.393.142,74 6.332.982,80 34.044.925,20
14.979.767
73,23
2.817.509,90 1.239.704,35 9.681.827,60
4.246.865,40
84,64
129.703.642,93 58.922.549,83 932.413.665,52 425.649.782,79
90,83
Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regione Lombardia.
163
164
Stato di avanzamento dei pagamenti PSR nelle Regioni italiane (euro)
Competitività
Area Programma
Pagamenti PSR*
Pagamenti PSR
programmati 2007-2013
Abruzzo
319.110.356,22
426.327.617,00
Bolzano
311.135.991,79
330.192.026,00
Emilia Romagna
941.992.921,90
1.158.267.188,00
Friuli Venezia Giulia
218.769.076,31
265.683.479,00
Lazio
554.549.017,04
700.623.682,00
Liguria
245.417.610,84
288.171.302,00
Lombardia
932.413.665,52 1.026.568.657,00
Marche
381.795.105,54
482.282.568,00
Molise
166.437.183,99
206.585.015,00
Piemonte
787.843.022,73
974.087.993,00
Sardegna
1.022.543.859,28 1.284.746.988,00
Toscana
711.991.274,63
870.527.329,00
Trento
240.079.117,39
278.764.791,00
Umbria
609.948.570,74
786.904.257,00
Valle d’Aosta
101.960.423,35
123.666.100,00
Veneto
883.244.467,30 1.042.158.575,00
Totale
8.429.231.664,59 10.245.557.567,00
Basilicata
496.180.624,46
656.000.886,00
Calabria
868.127.784,05 1.087.508.918,00
Campania
1.408.958.189,08 1.812.017.280,00
Puglia
1.286.780.240,61 1.595.085.909,00
Sicilia
1.716.964.641,87 2.172.173.960,00
Totale
5.777.011.480,07 7.322.786.953,00
Rete Rurale Nazionale
65.936.873,04
82.919.766,00
TOTALE ITALIA
14.272.180.017,70
17.651.264.286,00
Convergenza
vere uno sviluppo agricolo e forestale
sostenibile in armonia con la tutela
della biodiversità, la valorizzazione del
paesaggio e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, ha un’esecuzione
finanziaria che supera il 96%, ed è seguita dagli interventi dell’Asse 1 con
l’87,8%. Le azioni degli altri due assi
hanno avuto un notevole incremento della spesa nel 2014, attestandosi
all’82% rispetto al 74,1% dell’anno precedente per l’Asse 3 e al 73,2% rispetto
al 42,3% per l’Asse 4.
La spesa pubblica per l’anno 2014
ammonta a circa 130 milioni di euro
e la collocazione più elevata delle risorse ha riguardato la misura 214
“Pagamenti agro-ambientali” (oltre 31
milioni di euro), seguita dalla misura
121 “Ammodernamento delle aziende
agricole” (circa 20 milioni di euro).
Come negli anni precedenti, anche nel
2014 l’Asse 3 è in netto recupero per la
spesa pubblica erogata, che si attesta
* Situazione al 31 dicembre 2014.
Fonte: elaborazioni su dati Rete Rurale Nazionale.
Stato di
avanzamento (%)*
74,85
94,23
81,33
82,34
79,15
85,16
90,83
79,16
80,57
80,88
79,59
81,79
86,12
77,51
82,45
84,75
82,27
75,64
79,83
77,76
80,67
79,04
78,89
79,52
80,86
su oltre 9 milioni di euro.
Le spese certificate nel corso del 2014
si riferiscono prevalentemente alle misure ordinarie, poiché gli impegni relativi alla precedente programmazione
sono pressoché esauriti, ad esclusione
degli impegni ventennali della misura
221 e ad alcuni impegni della misura
214.
Lo stato di avanzamento dei pagamenti non pone la Regione a rischio di disimpegno in base alla regola n+2.
Il nuovo Programma di sviluppo rurale mette a disposizione, complessivamente, per il settennato 2014-2020,
1,157 miliardi di euro, con 133 milioni
di euro in più rispetto alla programmazione precedente.
Distribuzione percentuale della spesa pubblica del PSR erogata per misura, 2007-2013
5,4%
3,2%
Agro-ambientali
5,1%
Imboschimento
28,6%
Indennità compensative
Ammodernamento
Accrescimento VA
22,6%
Diversificazione
8,3%
Giovani
8,5%
Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regione Lombardia.
165
Distribuzione percentuale della spesa pubblica del PSR erogata per misura, 2014
2,3%
Agro-ambientali
10,3%
20,2%
Imboschimento
Indennità compensative
Ammodernamento
5,2%
Accrescimento VA
Diversificazione
3,5%
17,0%
Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regione Lombardia.
166
5,4%
Giovani
GLOSSARIO
glossario
Agricoltura biologica
Sistema di gestione sostenibile dell’agricoltura per ottenere prodotti e alimenti di alta qualità nel rispetto dell’ambiente e della salute umana, vegetale
e animale, ai sensi del reg. (CE) n.
834/2007. Non prevede l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi, diserbanti, fitoregolatori, organismi geneticamente modificati, nonché l’uso
zootecnico di antibiotici per la profilassi e ormoni.
Agriturismo
Rappresenta la più diffusa attività a
valenza multifunzionale per le imprese agricole italiane. Oltre a ricezione e
ospitalità, rientrano fra le attività agrituristiche, ai sensi della legge 96/06,
anche quelle ricreative, culturali e didattiche, di pratica sportiva, nonché
escursionistiche e di ippoturismo, e
la degustazione di prodotti aziendali,
inclusa la mescita del vino. I pasti e le
168
bevande somministrate devono essere
costituiti prevalentemente da prodotti
propri e da prodotti di aziende agricole della zona, con preferenza per i
prodotti tipici, di qualità (DOP e IGP)
e tradizionali.
Aree intensive ad agricoltura
specializzata
Costituiscono l’Area b) nell’ambito
della classificazione delle aree ai fini
del PSR Regione Lombardia: comprendono i comuni relativamente rurali di pianura (con popolazione rurale tra il 15% e il 50% della popolazione
totale) e i comuni rurali urbanizzati di
pianura (V. Aree rurali).
Aree rurali
Rientrano in questa tipologia le aree
di riferimento per i PSR italiani, individuate utilizzando come base di
riferimento il livello comunale, attraverso indicatori quali la densità
abitativa e l’incidenza della superficie agro-forestale. In Lombardia sono
state definite quattro macro-tipologie
di aree - Area a) Poli urbani; Area b)
Aree rurali ad agricoltura intensiva;
Area c) Aree rurali intermedie; Area
d) Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo - nelle quali rientrano
i comuni urbani (definiti in base ad
una densità di popolazione superiore
a 150 ab./kmq) e i comuni rurali definiti in base ad una densità inferiore
ai 150 ab./kmq o ad una superficie rurale sopra i due terzi della superficie
territoriale totale.
Aree rurali con problemi complessivi
di sviluppo
Costituiscono l’Area d) nell’ambito
della classificazione delle aree ai fini
del PSR Regione Lombardia: sono
aree rurali con problemi complessivi
di sviluppo e comprendono i comuni
montani con popolazione rurale mag-
giore del 50% della popolazione totale
(V. Aree rurali).
Aree rurali intermedie
Costituiscono l’Area c) nell’ambito
della classificazione delle aree ai fini
del PSR Regione Lombardia: sono
aree diversificate, ma spesso con situazioni di contesto che ne frenano
l’evoluzione e comprendono comuni
relativamente rurali di collina e montagna (con popolazione rurale tra il
15% e il 50% della popolazione totale)
e comuni rurali urbanizzati di collina
e montagna (V. Aree rurali).
Attività secondarie
Sono le attività effettuate nel settore
agricolo (agriturismo, trasformazione
aziendale di latte, frutta e carne, acquacoltura, vendita diretta) e quelle
conseguenti ad altre branche produttive (commercio e trasformazione)
ma relative a beni e prodotti agricoli.
Banca dati CREA sulla spesa
pubblica in agricoltura
Esamina la spesa pubblica in agricoltura sulla base dei bilanci preventivi
e consuntivi delle Regioni attraverso
una metodologia che analizza l’evoluzione e la consistenza della spesa regionale, quantificando e qualificando
le voci che compongono in maniera
diretta o indiretta l’ammontare del sostegno pubblico al settore. Attraverso
la costruzione del “consolidato della
spesa pubblica per l’agricoltura”, la
Banca fornisce una stima del sostegno
pubblico complessivo al settore primario di cui si avvalgono le Amministrazioni regionali e centrali.
Capacità di impegno
Indicatore che esprime il rapporto fra
impegni e stanziamenti.
Capacità di pagamento
Indicatore che esprime il rapporto fra
pagamenti e impegni.
Capacità di spesa
Indicatore che esprime il rapporto fra
pagamenti e stanziamenti.
CF - Costi fissi
Comprendono gli oneri sostenuti per
l’impiego di fattori produttivi (ammortamenti, salari, oneri sociali, quote di
accantonamento per il trattamento
di fine rapporto - TFR, affitti passivi
di terreni, interessi di capitali presi a
prestito, imposte e tasse, altre spese
generali e fondiarie, contributi IVA
passivi) che vengono impiegati per più
anni nel processo produttivo, nonché
le sopravvenienze passive (derivanti
da crediti, portafoglio, debiti).
CI - Consumi intermedi
Aggregato delle spese correnti delle
aziende agricole (sementi, concimi,
antiparassitari, mangimi, energia, ac-
169
qua irrigua e servizi vari). A queste
voci vanno aggiunti i reimpieghi.
Competitività aziendale
È il risultato dell’interazione di numerosi fattori: dal capitale fisico a quello umano, alla struttura economica e
organizzativa dell’impresa, all’insieme
dei fattori del cosiddetto ambiente
esterno all’azienda. In generale, per
misurare la competitività aziendale
si fa riferimento, principalmente, a
una classificazione di fattori correlati
su alcune dimensioni: caratteristiche
strutturali delle imprese, condizioni
dei fattori della produzione, ambiente
economico-istituzionale, rapporti delle
aziende con i mercati. In questo lavoro
è stata utilizzata una variabile proxy
complessiva di queste caratteristiche,
utilizzando le informazioni reperibili
dalla banca dati RICA–FADN e considerando la media comunitaria come riferimento; in alcuni casi sono stati uti-
170
lizzati direttamente le variabili FADN,
in altri casi si è ritenuto opportuno
procedere alla creazione di indici.
Conduttore
Responsabile giuridico ed economico
dell’azienda. Può essere una persona fisica, una società o un Ente pubblico. Nel caso di colonia parziaria
appoderata (mezzadria) come conduttore di azienda è considerato il
mezzadro. Nel caso di soccida quale
conduttore di azienda è considerato il
soccidante.
Contoterzismo
Fornitura di mezzi meccanici da parte
di ditte e/o società specializzate nello svolgimento di attività produttive
aziendali (aratura, semina, raccolta,
ecc.).
Contributi alla produzione
Con l’entrata in vigore nel 2005 della
riforma della PAC e l’introduzione del
pagamento unico per azienda è stata
rivista la classificazione degli aiuti che
prima confluivano nel prezzo base.
Ora vengono classificati in: Contributi
ai prodotti, Altri contributi alla produzione, Contributi per altre attività
economiche. Solo la prima categoria
Contributi ai prodotti rientra nella valutazione del prezzo base.
CV - Costi variabili
Includono tutti gli oneri sostenuti,
compresi i reimpieghi di prodotti
aziendali, per i mezzi tecnici a logorio totale, quelli cioè che esauriscono
il loro effetto nel corso dell’annata
(sementi, concimi, mangimi, energia,
ecc.), nonché per l’impiego di manodopera avventizia.
DE - Dimensione economica
Dal 2010, con il nuovo sistema di tipologia per classificare le aziende, è
subentrata alla UDE (Unità di dimensione economica) una nuova distribuzione della dimensione economica in
euro; la RICA Italia adotta 8 classi di
dimensione economica per individuare le sue aziende, addensando le classi
proposte dalla RICA CE. Nell’opuscolo, per ragioni di maggiore facilità di
lettura, i dati vengono rappresentati
secondo le seguenti classi di dimensione economica: Piccole (da 4.000 a
meno di 25.000 euro); Medio Piccole
(da 25.000 a meno di 50.000 euro);
Medie (da 50.000 a meno di 100.000
euro); Medio Grandi (da 100.000 a
meno di 500.000 euro); Grandi (pari
o superiore a 500.000 euro).
Discount
Punto di vendita che contiene un
assortimento limitato di prodotti alimentari e di uso domestico corrente
a prezzi molto convenienti. La dimensione varia tra i 300 e i 1.000 mq e l’al-
lestimento, essenziale, si caratterizza
per un minimo servizio.
DOC - Denominazione di origine
controllata
È assegnata ai vini prodotti in zone delimitate (piccole e medie dimensioni)
di cui portano il loro nome geografico.
DOCG - Denominazione di origine
controllata e garantita
È assegnata ai vini di particolare pregio qualitativo, di notorietà nazionale
e internazionale prodotti in aree di
limitate dimensioni (pochi Comuni).
DOP - Denominazione di origine
protetta
È assegnata a un prodotto agricolo o
alimentare originario di una regione,
di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un Paese, ai sensi del regolamento (UE) n. 1151/2012, quando
“le caratteristiche sono dovute essen-
zialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, inclusi i
fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avvengono nella zona geografica
delimitata”.
FADN - Farm Accountancy Data
Network
Strumento per valutare il reddito delle
aziende agricole europee e gli impatti
della politica agricola comune (RICA
in Italia).
Farmers’ market o mercati contadini
Spazi pubblici messi a disposizione da
Regioni e Comuni per garantire agli
agricoltori la vendita diretta di prodotti locali e biologici, ai sensi del decreto
ministeriale del 20 novembre 2007.
Fattori esterni e Stato
Questa voce rappresenta i costi sostenuti dall’azienda per salari e oneri
171
Fattorie didattiche
Aziende agricole in possesso della
certificazione agrituristica, impegnate
per educare al consumo consapevole
e al rispetto dell’ambiente i consumatori e in particolare i più giovani,
offrendo l’opportunità di conoscere
l’attività agricola e il ciclo degli alimenti, la vita animale e vegetale, i mestieri, il ruolo sociale degli agricoltori
e il territorio.
il riconoscimento della qualifica di
fattoria sociale, mentre con il decreto
n.4168 del 22 maggio 2015 sono state
emanate disposizioni tecnico-amministrative. Per fattoria sociale si intende o l’impresa agrituristica che eroga
servizi nell’ambito dell’agricoltura sociale, promuovendo attività aggregative per la collettività o accompagnando
azioni terapeutiche e di riabilitazione,
o l’impresa agricola che utilizza l’attività agricola per promuovere attività
di inclusione sociale e lavorativa di
persone svantaggiate o a rischio di
esclusione sociale.
Fattorie Sociali
In Lombardia sono state riconosciute
con l.r. 5 dicembre 2008, n. 31 “Testo
unico delle leggi regionali in materia
di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale” (art. 8 bis). La Giunta regionale, con dgr n. 3387 del 10 aprile
2015, ha approvato le Linee guida per
Fatturato
L’ammontare di tutte le fatture emesse nel periodo di riferimento per vendite sul mercato interno ed estero. Il
valore del fatturato si intende al netto
dell’IVA fatturata ai clienti, degli abbuoni e sconti e al lordo delle spese
(trasporti, imballaggi, ecc.) e delle al-
sociali, per affitti passivi, interessi passivi e per tasse e IVA (sia sulle operazioni correnti, sia sugli investimenti).
172
tre imposte addebitate ai clienti (per
es. imposta di fabbricazione). Nel fatturato sono comprese anche le vendite di prodotti non trasformati dall’impresa e le fatture per prestazioni di
servizi e per lavorazioni eseguite per
conto terzi su materie prime da essi
fornite; sono escluse le vendite dei capitali fissi dell’impresa.
FEAGA - Fondo europeo agricolo di
garanzia.
Operativo dal 2007, è subentrato alla
sezione “garanzia” del precedente
Fondo europeo agricolo (FEOGA) e
cofinanzia, tra l’altro, le misure di
intervento destinate a regolarizzare i
mercati agricoli e i pagamenti diretti
agli agricoltori.
FEASR - Fondo europeo agricolo per
lo sviluppo rurale
Subentrato al FEOGA insieme al FEAGA, sostiene la politica europea in
materia di sviluppo rurale, finanziando i programmi dei vari Stati membri
e regioni dell’Unione Europea.
FER - Fonti energetiche rinnovabili
Fonti la cui velocità di utilizzo è inferiore alla velocità di rigenerazione. Le
FER tradizionali sono l’energia idroelettrica e l’energia da biomasse solide
(residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura comprendente
sostanze vegetali e animali, dalla silvicoltura e dalle industrie connesse,
comprese la pesca e l’acquacoltura), da
rifiuti industriali e urbani e da biogas
(prodotto dalla fermentazione batterica di residui organici vegetali, animali,
liquami zootecnici, fanghi di depurazione, scarti dell’agro-industria). Mentre le FER più innovative sono l’energia
eolica, l’energia solare fotovoltaica, l’energia geotermica e le energie marine
(mareomotrice e moto ondoso).
Forze di lavoro
Comprendono sia le persone occupate che quelle in cerca di occupazione
(disoccupati, in cerca di prima occupazione e altre persone in cerca di
occupazione).
GD - Grande distribuzione
Insieme di imprese che possiedono
punti vendita operanti nella forma di
supermercato, ipermercato, discount,
grande magazzino, altra impresa specializzata di grande superficie.
Grado di meccanizzazione dei
terreni (Kw/SAU)
Indica il grado di meccanizzazione aziendale in termini di potenza,
espressa in KW, disponibile per ettaro
di superficie agricola utilizzata. Un valore relativamente alto di questo indice rispetto al dato medio di aziende simili in molti casi indica una eccessiva
meccanizzazione.
Grande magazzino
Esercizio di vendita al dettaglio che
dispone di una superficie di vendita
superiore a 400 mq e di almeno 5 distinti reparti (oltre l’eventuale annesso reparto alimentare) ciascuno dei
quali destinato alla vendita di articoli
appartenenti a settori merceologici
diversi e in massima parte di largo
consumo.
IGP - Indicazione geografica protetta
È assegnata a un prodotto agricolo o
alimentare originario di una regione,
di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un Paese, ai sensi del regolamento (UE) n. 1151/2012, quando
“una determinata qualità, la reputazione o altre caratteristiche possono
essere attribuiti all’origine geografica
e la cui produzione e/o trasformazione
e/o elaborazione avvengono nell’area
geografica determinata”.
173
IGT - Indicazione geografica tipica
È assegnata ai vini le cui zone di produzione sono generalmente ampie, accompagnata da menzioni (vitigno, tipologia enologica, ecc.).
Imposte
I prelievi obbligatori operati dalle amministrazioni pubbliche. Sono di due
specie: le imposte dirette, che sono
prelevate periodicamente sul reddito
e sul patrimonio; le imposte indirette,
che operano sulla produzione e sulle
importazioni di beni e servizi, sull’utilizzazione del lavoro, sulla proprietà e sull’utilizzo di terreni, fabbricati
o altri beni impiegati nell’attività di
produzione.
Indice di competitività aggregato
Indice che riunisce diversi aspetti
della competitività aziendale dovuti
a gruppi di fattori. Il primo gruppo di
fattori comprende sostanzialmente
174
le caratteristiche strutturali, come la
dimensione economica, quella fisica
o la mandria dell’azienda; il secondo gruppo prende in considerazione
le condizioni dei fattori produttivi,
come la disponibilità di lavoro, di
terra e di capitale; nel terzo gruppo
sono inseriti i fattori di relazione con
il mercato, sia in termini di esitazione dei prodotti aziendali (output), sia
in termini di reperimento dei fattori
di produzione (input); nell’ultimo
gruppo è inserito il supporto pubblico destinato alle aziende e il livello di
tassazione. Per la costruzione dell’indice di competitività aggregato, le diverse variabili sono state sottoposte a
una procedura di standardizzazione,
cioè riportate a un comune campo
di variazione, e quindi aggregate per
gruppi, questi ultimi riportati all’indicatore finale.
Intensità di meccanizzazione (KW/
ULT)
Indice che misura il livello di intensità
di meccanizzazione in termini di potenza, espressa in KW, disponibile per
ULT. Un valore relativamente alto di
questo indice rispetto al dato medio di
aziende simili in molti casi indica una
eccessiva meccanizzazione.
Ipermercato
Esercizio di vendita al dettaglio con
superficie di vendita superiore a 2.500
mq, suddiviso in reparti (alimentare e
non alimentare), ciascuno dei quali
aventi, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato e di grande
magazzino.
Manodopera extrafamiliare
Operai a tempo indeterminato, categorie speciali, impiegati, dirigenti,
operai a tempo determinato e coloni
impropri.
Manodopera familiare
Persone di 15 anni e più appartenenti
alla famiglia del conduttore che svolgono lavoro agricolo nell’azienda.
MOL - Margine operativo lordo
Indicatore di redditività di un’azienda basato sulla sua gestione caratteristica, ovvero al lordo di interessi
(gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamento di beni e
ammortamenti.
Multifunzionalità
Con il termine multifunzionalità si
intende un nuovo ruolo dell’agricoltura – sostenuto anche dalla PAC – che
non si limita più a produrre il cibo
necessario all’alimentazione, ma svolge altre importanti funzioni tra cui la
tutela e la protezione dell’ambiente, la
difesa del territorio, il mantenimento delle aree rurali, la salvaguardia
dei prodotti tipici e la conservazione
degli usi e delle tradizioni del mondo
contadino.
OCM - Organizzazione comune di
mercato
Creata per raggiungere gli obiettivi della PAC, è un insieme di misure
per gestire il mercato di un determinato prodotto agricolo (produzione e
scambi) che si fonda sul rispetto dei
principi dell’unicità dei mercati agricoli, della solidarietà finanziaria e della preferenza comunitaria. Il reg (CE)
n. 1234/2007 relativo all’organizzazione della c.d. OCM unica, ha incorporato le ventuno precedenti OCM.
OTE - Orientamento tecnico
economico
La classificazione delle aziende agricole per OTE si basa sulla determinazione del peso economico delle varie
attività produttive presenti in azienda
e sulla loro combinazione. A tal fine,
utilizzando i RLS della zona in cui
ricade l’azienda, si moltiplicano gli
ettari coltivati o il numero dei capi
allevati per il corrispondente RLS. La
combinazione ottenuta si confronta
con uno schema tipologico che serve
ad individuare gli OTE secondo criteri stabiliti a livello comunitario e
validi per tutte le statistiche ufficiali.
Un’azienda viene detta specializzata
quando il RLS di una o più attività
produttive affini supera i 2/3 del RLS
totale dell’azienda. Dal 2001 la tipologia adottata è quella del reg. (CE)
n.1555/01.
PAC - Politica agricola comune
Costituisce una delle più importanti politiche dell’Unione Europea e si
prefigge di incrementare la produttività dell’agricoltura, assicurare un
tenore di vita equo alla popolazione
agricola, stabilizzare i mercati, garantire la sicurezza degli approvvigio-
175
namenti e assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori. Prevede misure
di sostegno al mercato, aiuti diretti
ai produttori e misure di sostegno per
lo sviluppo dell’agricoltura delle aree
rurali.
anno solare). Non comprende il valore
dei beni e servizi intermedi.
PAC - II Pilastro
È la parte della PAC che finanzia, attraverso il FEASR, le misure di sviluppo rurale.
PL - Produzione lorda
Valore delle produzioni delle colture
e degli allevamenti e di altri prodotti
aziendali. Comprende: vendite, reimpieghi, autoconsumi, variazioni delle
scorte vive e del magazzino, prodotti
aziendali. A tale valore è stato sommato l’ammontare dei contributi pubblici ricevuti da ciascuna azienda; la
variabile così ottenuta misura quindi
l’ammontare effettivo ricevuto dall’agricoltore per i propri prodotti in accordo con il criterio del “prezzo di
base” indicato nella metodologia del
SEC95.
PIL - Prodotto interno lordo
Il PIL è costituito dal valore complessivo dei beni e servizi prodotti all’interno di un paese, durante un determinato periodo di tempo (di solito un
PLV - Produzione lorda vendibile
Valore dei prodotti aziendali venduti,
di quelli destinati all’autoconsumo,
alla remunerazione dei salariati, alle
immobilizzazioni; tiene conto delle
PAC - I Pilastro
È la parte della PAC che finanzia, attraverso il FEAGA, i pagamenti diretti
agli agricoltori e le misure di gestione
dei mercati agricoli attuate nell’ambito delle OCM.
176
va-riazioni delle giacenze di prodotti in magazzino. Per gli allevamenti,
l’utile lordo, oltre che delle vendite e
degli acquisti, tiene conto degli incrementi di valore registrati nell’esercizio per i capi destinati all’ingrasso e
per quelli di allevamento che passano
di categoria. La produzione vendibile
comprende anche le sopravvenienze
attive (derivanti da crediti, portafoglio, debiti) e altre entrate aziendali
tra le quali quelle derivanti da attività agrituristiche collegate all’azienda, dagli affitti attivi e dal noleggio di
macchine aziendali (se occasionale),
nonché i contributi pubblici percepiti
dall’azienda per calamità, per sostegno agli oneri, per terreni presi in affitto, per contributi IVA attivi.
Poli urbani
Costituiscono l’Area a) nell’ambito
della classificazione delle aree ai fini
del PSR Regione Lombardia: com-
prendono i comuni capoluogo di provincia e i comuni prevalentemente
urbani (V. Aree rurali).
Potenza energia elettrica
È l’energia elettrica e l’energia in generale erogata o consumata in ogni
istante da un macchinario elettrico, la
cui unità di misura è espressa in Watt
= W; kiloWatt = kW = 1.000 Watt; MegaWatt = MW = 106 Watt; Gigawatt =
GW = 109 Watt; 1 kcal/h = 1.163 W;
860 kcal/h = 1 kW.
Potenza Motrice (KW)
La potenza delle macchine aziendali,
indipendentemente dal titolo di possesso delle stesse, viene espressa in
termini di KW, ed è riferita alle macchine motrici di tipo agricolo, alle
semoventi e agli autoveicoli utilizzati per le attività aziendali interne ed
esterne (contoterzismo attivo). Sono
escluse dal calcolo della potenza mo-
trice le macchine dei servizi di contoterzismo passivo.
PPB - Produzione al prezzo di base
Con il SEC 95 vengono inclusi nella
produzione i reimpieghi e gli scambi
fra le aziende agricole, nonché i servizi annessi all’agricoltura. La valorizzazione della produzione viene effettuata al prezzo di base, cioè al prezzo
ricevuto dal produttore per unità di
prodotto, dedotte le imposte sul prodotto e inclusi tutti i contributi legati
al prodotto stesso. Si escludono i contributi non commisurati ai prodotti.
Nel 2014 ISTAT ha diffuso i risultati
della revisione dei conti nazionali
sulla base delle regole di contabilità:
passaggio al SEC 2010 adottato con il
reg. (Ue) n. 549/2013. Con l’occasione
sono state introdotte novità relative ai
metodi di misurazione e al contributo
di nuove fonti statistiche che hanno
interessato principalmente le voci:
“qualità della produzione vitivinicola”, “multifunzionalità” e “revisione
dei consumi intermedi”.
Prezzi impliciti (indice dei)
È il rapporto tra il valore di un aggregato economico a prezzi correnti ed
il corrispondente aggregato a prezzi
costanti.
Prodotti tradizionali
Prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione
e stagionatura sono inscindibilmente legate agli usi e alle tradizioni del
territorio da almeno 25 anni. Sono
individuati dalle Regioni e iscritti nel
registro nazionale istituito presso il
Ministero delle politiche agricole alimentarie e forestali (MIPAAF), aggiornato con decreti annuali.
PSR – Programma di sviluppo rurale
Programma da attuarsi a livello re-
177
gionale, per ciascun Stato membro,
quale principale strumento di pianificazione del mondo rurale. Definisce le
strategie, gli obiettivi e gli interventi
per il settore agricolo, agroindustriale
e forestale e per lo sviluppo rurale.
PUA - Pagamento unico aziendale
Pagamento che le aziende ricevono
nell’ambito del RPU.
Regioni biogeografiche
L’Unione Europea è suddivisa nelle seguenti 9 regioni biogeografiche, ovvero ambiti territoriali con caratteristiche ecologiche omogenee: Atlantica,
Continentale, Alpina, Mediterranea,
Boreale, Macaronesica, Pannonica,
Steppica e regione del Mar Nero. Il
territorio italiano è interessato dalle
regioni Alpina, Continentale e Mediterranea. L’efficacia della rete Natura
2000 per la conservazione di habitat e
specie viene valutata a livello biogeo-
178
grafico, indipendentemente dai confini politico-amministrativi.
Regola n+2
Il FEASR ha assegnato ad ogni PSR
approvato 2007-2013 un prefinanziamento, con cui il soggetto attuatore
(la Regione) ha avviato le prime spese
e contribuito a finanziare il trascinamento delle spese provenienti da impegni pluriennali relativi a precedenti
periodi di programmazione. Gli impegni di bilancio dell’UE per le annualità successive sono programmati per
frazioni annue che vengono liquidate
sotto forma di pagamenti intermedi e
di un saldo; pertanto al 31 dicembre di
ogni anno il soggetto attuatore (la Regione) deve rendicontare le spese già
effettuate per un importo pari almeno
alle risorse programmate fino alle due
annualità precedenti (regola n+2).
La somma delle risorse programmate
fino ai due anni precedenti rappresen-
ta l’obiettivo di spesa che deve essere
conseguito ogni anno. Nella programmazione 2014-2020 la regola è n+3.
Reimpieghi
Con il SEC 95 si distingue tra quelli
reimpiegati nell’ambito della stessa
azienda e quelli oggetto di scambio
tra aziende agricole con contropartita
di carattere economico. Dalla nuova
valutazione vanno escluse dal calcolo
le seguenti produzioni: uve per la produzione di vino da parte delle aziende
agricole, in quanto il relativo valore
è compreso nella trasformazione del
vino; olive destinate alla produzione di olio direttamente da parte delle aziende agricole; il latte destinato
all’alimentazione dei redi (vitelli)
nell’ambito della stessa azienda agricola; le foraggere permanenti non
oggetto di compravendita tra aziende
agricole; i sottoprodotti senza valore
economico; le sementi riutilizzate
nell’ambito della stessa azienda agricola. Vanno invece incluse nel calcolo
dei reimpieghi: le sementi, che hanno un valore economico e che sono
vendute ad altre aziende agricole; i
prodotti utilizzati anche nell’alimentazione del bestiame; le produzioni
foraggere direttamente commercializzabili (fieno, insilati di mais, ecc.).
Rete Natura 2000
È una rete di siti che si estende su tutti e 28 gli Stati della UE con l’obiettivo
di arrestare il declino della biodiversità tramite la tutela a lungo termine
di specie ed habitat maggiormente
minacciati, compatibilmente con le
esigenze delle attività antropiche presenti sul territorio. Appartengono alla
rete Natura 2000 i siti di importanza
comunitaria (SIC), istituiti attraverso
la direttiva 92/43/CE (“direttiva Habitat”) per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora
e della fauna selvatica, selezionati per
ogni regione biogeografica, e le zone
di protezione speciali (ZPS), istituite attraverso la direttiva 79/409/CEE
(“direttiva Uccelli”) sulla conservazione degli uccelli selvatici.
RICA - Rete di Informazione
Contabile Agricola
Strumento comunitario finalizzato a
monitorare la situazione economica delle aziende agricole europee. In
Italia la RICA è gestita dal CREA e
rappresenta l’unica fonte armonizzata
di dati microeconomici. Ogni anno la
RICA Italia fornisce i dati economici
di un campione rappresentativo di
aziende agricole professionali, aziende
cioè caratterizzate da una dimensione
che in termini economici è superiore ai 4.000 euro di produzione lorda
standard. La selezione del campione è
di tipo stratificato equi-probabilistico.
La stratificazione del campo di osser-
vazione considera le tre dimensioni:
la collocazione territoriale (le Regioni
e Provincie autonome), la dimensione
economica (DE) e l’orientamento tecnico economico (OTE).
Rischio povertà o esclusione sociale
Condizione che contraddistingue i
soggetti parte della quota di popolazione con reddito inferiore al 60% della mediana nazionale.
RN - Reddito netto familiare
Calcolato come PL - (consumi intermedi + ammortamenti + fattori esterni e Stato). Rappresenta la remunerazione dei fattori fissi di produzione
apportati dall’imprenditore e dalla sua
famiglia (terra, lavoro familiare e capitale) e del rischio imprenditoriale.
RPU - Regime di pagamento unico
Introdotto dalla riforma Fischler, in
esso vengono ricondotti e disciplina-
179
ti la maggior parte degli aiuti diretti
settoriali erogati tramite le OCM della PAC. Ogni agricoltore che accede
al RPU è titolare di un diritto all’aiuto per ettaro nel rispetto delle norme
sulla condizionalità (criteri di gestione
obbligatori e buone condizioni agronomiche e ambientali).
SAT - Superficie totale aziendale
È l’area complessiva dei terreni dell’azienda destinata a colture erbacee e/o
legnose agrarie, inclusi boschi e superficie agraria non utilizzata, nonché
l’area occupata da parchi e giardini
ornamentali, fabbricati, stagni e canali, situati entro il perimetro dei terreni
che costituiscono l’azienda.
SAU - Superficie agricola utilizzata
È la superficie costituita dall’insieme
dei seminativi, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie, orti
familiari e castagneti da frutto.
180
Servizi connessi
Esercizio per conto terzi e noleggio di
mezzi e di macchine agricole con personale; raccolta, prima lavorazione
(esclusa trasformazione), conservazione di prodotti agricoli e altre attività dei servizi connessi all’agricoltura
svolti per conto terzi; sistemazione di
parchi, giardini e aiuole; attività dei
servizi connessi all’allevamento del
bestiame, esclusi i servizi veterinari.
SN - Saldo normalizzato
È dato dal rapporto percentuale tra
il saldo semplice (esportazioni - importazioni) e il volume di commercio
(esportazioni + importazioni); varia
tra -100 (assenza di esportazioni) e +
100 (assenza di importazioni) e consente di confrontare la performance
commerciale di aggregati di prodotti
diversi e di diverso valore assoluto.
SO - Standard Output (Produzione
Standard)
La determinazione della Produzione
Standard di ciascuna attività produttiva agricola avviene moltiplicando
la sua dimensione aziendale per la
produzione standard unitaria che la
caratterizza nel territorio (regione o
provincia autonoma) in cui è ubicata
l’azienda. La somma delle produzioni
standard di tutte le attività praticate
dalla stessa azienda in un determinato
esercizio contabile (o annata agraria)
costituisce la Produzione Standard (o
Standard Output) aziendale.
Superette
Esercizio di vendita al dettaglio a libero servizio di prodotti di largo consumo, soprattutto alimentari, con una
superficie compresa tra 200 e 400 mq,
sebbene tale criterio possa variare leggermente a seconda dell’insegna.
Supermercato
Esercizio di vendita al dettaglio a libero servizio e con pagamento all’uscita, con superficie superiore a 400
mq e vasto assortimento di prodotti
alimentari di largo consumo, in massima parte preconfezionati, nonché di
articoli non alimentari di uso domestico corrente.
Sussidi
Si intendono i sussidi sulle operazioni correnti collegate alla produzione
(non agli investimenti). I pagamenti
per cessazione delle attività agricole, perciò, non sono inclusi. I sussidi
sono considerati sulla base della titolarità e non dell’effettiva ricezione
di un pagamento nell’ottica di ottenere risultati coerenti (produzione/
costi/sussidi) per un determinato anno contabile.
Tariffa onnicomprensiva
Consiste nell’erogazione di un beneficio monetario, differenziato per
fonte, corrisposto per ogni kWh netto
di energia elettrica immesso in rete.
Diversamente dal Conto energia per il
fotovoltaico e dai Certificati Verdi, che
incentivano tutta l’energia prodotta
(compresa quella autoconsumata), la
tariffa è corrisposta solo per l’elettricità effettivamente ceduta alla rete, al
netto degli autoconsumi. Il produttore
che beneficia della tariffa onnicomprensiva non ha il diritto di vendere
l’energia prodotta, quindi rinuncia a
qualsiasi ulteriore corrispettivo economico, al contrario del beneficio
economico dei Certificati Verdi che va
a sommarsi ai proventi derivanti dalla
vendita di elettricità.
Tasso di invecchiamento della
popolazione
Valore che esprime il rapporto fra il
numero di residenti con oltre 64 anni
e quelli con meno di 15 anni.
UBA - Unità bovine adulte
Unità di misura della consistenza di
un allevamento che, rapportata alla
SAU, consente di determinare la densità dell’allevamento stesso.
UL - Unità di lavoro
Unità di analisi che quantifica in
modo omogeneo il volume di lavoro
svolto da coloro che partecipano, con
diverse modalità e intensità di tempi,
al processo di produzione di un paese, a prescindere dalla loro residenza.
L’insieme delle unità di lavoro è ottenuto dalla somma delle posizioni lavorative a tempo pieno e dalle posizioni
lavorative a tempo parziale (principali
e secondarie), trasformate in unità a
tempo pieno.
181
ULA - Unità di lavoro annuo
L’ULA equivale al contributo di almeno 2.200 ore/annuo per un lavoratore
familiare e di 1.800 ore/annuo per un
salariato.
ULF - Unità di lavoro
Unità di analisi che quantifica in
modo omogeneo il volume di lavoro svolto dalle persone che lavorano
in azienda e che non ricevono salario o stipendio ma sono remunerate
attraverso il reddito che rimane alla
famiglia dallo svolgimento dell’attività
agricola.
VA - Valore aggiunto
È il saldo tra la produzione e i consumi intermedi, in cui la produzione è
valutata ai prezzi di base, cioè al netto
182
delle imposte sui prodotti e al lordo
dei contributi ai prodotti. La produzione valutata ai prezzi di base si differenzia da quella valutata al costo dei
fattori: quest’ultima è al netto di tutte
le imposte (sia quelle sui prodotti, sia
le altre imposte sulla produzione) e al
lordo di tutti i contributi (sia i contributi commisurati al valore dei beni
prodotti, sia gli altri contributi alla
produzione).
Valori concatenati
Il concatenamento è il sistema di valutazione della produzione e dei prezzi in termini reali. L’indice a catena
considera le variazioni di prezzo o
di volume non solo nei valori assunti dalle variabili nell’anno corrente
e nell’anno base, ma anche rispetto
all’andamento complessivo del fenomeno nell’intero intervallo temporale
esaminato.
Vendita diretta
Vendita al consumatore finale in
azienda, anche consentendo la raccolta di prodotti dagli alberi e dagli
orti (“pick your own”), presso punti
esterni o attraverso forme innovative,
quali: vendita su catalogo; e-commerce (internet); consegna a domicilio
a singoli o gruppi organizzati di consumatori, come i Gruppi di acquisto
solidale (GAS); vendita negli spazi
pubblici (mercati contadini/farmers’
markets); rifornimento di distributori
automatici nelle aree urbane di latte
crudo, spremute di arance fresche,
porzioni di ortofrutta fresca.
183
“L’agricoltura lombarda conta - 2015” è disponibile anche in versione inglese.
La pubblicazione è consultabile in lingua italiana e inglese sul sito della Regione Lombardia
(http://www.agricoltura.regione.lombardia.it) e sul sito www.inea.it
“Lombard agriculture in figures - 2015” is also available in English.
The publication can be consulted in Italian and English at the website of the Lombardy Region
(http://www.agricoltura.regione.lombardia.it) and at the website www.inea.it.
ISBN 978-88-8145-390-0
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l`agricoltura lombarda conta - 2015 - INEA - Archivio Digitale