Perché questa notte è diversa
dalle altre notti?
di don Martino Signoretto
È notte, esattamente la vigilia di Pasqua, e le famiglie ebree sono a
casa per la cena, il seder pasquale: è un rito antico e molto ricco, molto
intenso, molto nutriente non solo di cibo ma anche di significati, di suggestioni, di ricordi. Ci sono cose che non vanno dimenticate: l’amarezza
della schiavitù in Egitto, il grido degli Israeliti e il Signore Dio che, aprendo le acque del Mare, fece passare il popolo liberandolo dalla schiavitù.
Tutto questo non va dimenticato, tutto questo deve essere ricordato almeno una volta all’anno.
Un fanciullo, il più giovane della famiglia sufficientemente dotato di
senno e parola, rappresentante delle nuove generazioni, riveste un compito speciale in questo rito: porre la seguente domanda: perché questa
notte è diversa dalle altre notti?
Es 12-15: un intreccio di storia, riti, norme,
catechesi e un canto
La domanda del fanciullo, questo compito entrato nel rito, è reperibile in alcuni passi di Esodo 12-15: quattro capitoli dedicati alla Pasqua
ebraica, quattro capitoli fondamentali.
Quando i vostri figli vi chiederanno: «Che significato ha per voi questo
rito?”, voi direte loro: «È il sacrificio della Pasqua per il Signore»
(Es 12,26-27)
Quando tuo figlio un domani ti chiederà: «Che significa ciò?»,
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SULL’OPUSCOLO “STORIE DI EUCARISTIA”
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