I DISTURBI D’ ANSIA Maria Francesca Pantusa Cos’è l’Ansia? L’ Ansia è uno stato emotivo , penoso, sgradevole che deriva dall’attesa dolorosa di un danno indeterminato,imminente ,che non si sa quando colpirà e se saremo in grado di affrontarlo (Ey).E’ un pericolo che viene dall’interno. La paura è invece uno stato penoso e sgradevole, ma deriva da un pericolo obiettivo , esterno ed attuale. angoscia L’angoscia si differenzia dall’ansia perché compare in modo critico, con una sofferenza acutissima,di breve durata. Il vissuto soggettivo non è l’attesa della minaccia incombente, ma è come se la minaccia fosse già attuale e non consentisse via di scampo ansia Stato emotivo caratterizzato da aumento di tensione e sintomi psichici e fisici (tachicardia, ipertensione, secchezza delle fauci, orripilazione ecc.) I sintomi fisici corrispondono alla reazione di allarme dell’animale davanti a un pericolo reale e preparano alla fuga o all’attacco(ansia fisiologica adattativa) in assenza di minaccia o quando questa è sconosciuta crea uno stato di disagio psicofisico (ansia patologica disadattiva) ANSIA SINTOMO DISTURBO 5 disturbi d’ansia Originariamente (Cuellen, 1972): indicati come NEVROSI “Disturbi della motricità e della sensibilità……che non dipendono da un’affezione locale organica, ma che derivano da una compromissione generale del sistema nervoso”. disturbi d’ansia Attualmente: il termine nevrosi non è più utilizzato se non in un’accezione prettamente psicodinamica utilizzato nella pratica clinica per indicare in genere disturbi meno severi o come aggettivo nell’ICD-10 è utilizzato per caratterizzare la classe dei “Disturbi nevrotici, legati a stress e somatoformi” Disturbi d’ansia: classificazione Prima del 1980 …… Psicosi …… Nevrosi Neuroastenia Nevrosi d’ansia Nevrosi fobico-ossessiva Isteria Nevrosi depressiva Dopo il 1980 PD (agorafobia) Fobia Specifica Fobia Sociale GAD DOC PTSD DAS Ansia NAS Distimia D.Dissociativi D.P. istrionico 8 classificazione dei disturbi d’ansia Tipo di nevrosi Nevrosi d’ansia Nevrosi isterica (conversione) Nevrosi isterica (dissociazione) Nevrosi Fobica Nevrosi Ossessiva Nevrosi Depressiva Neurastenia Nevrosi Ipocondriaca DSM IV DAP senza agorafobia, DAG Disturbi Somatoformi ICD 10 DAP, DAG Disturbi dissociativi da conversione da conversione, da somatizzazione, da del movimento e della sensibilità, dolore somatoforme, disturbo somatoformi, da somatizzazione, da dolore somatoforme NAS somatoforme Disturbi dissociativi Altri disturbi d’ansia (specifici) Amnesia psicogena, fuga psicogena, Disturbi dissociativi da conversione personalità multipla, Disturbo da stupore dissociativo, disturbo da trance e Depersonalizzazione, disturbo dissociativo possessione, S da depersonalizz/derealizz + NAS DSM Disturbi d’ansia: DAP con agorafobia, Disturbi da ansia fobica: DAP con Agorafobia senza DAP, Fobia sociale, agorafobia, Agorafobia senza DAP, Fobia Fobia semplice sociale, Fobia semplice Disturbi d’ansia: DOC Distimia Disturbi dell’adattamento Disturbo d’ansia NAS (misto) SOC Reazioni da stress gravi e disturbi dell’adattamento: reazione depressiva nessun equivalente Disturbi somatoformi Neurastenia Disturbi somatoformi Breve, Prolungata e Depressiva) Mista (Ansioso- Disturbo da somatizzazione, da dolore Ipocondria, Disturbo da somatizzazione, da somatoforme, Disturbo ipocondriaco dolore somatoforme Nevrosi Post-traumatica Disturbo post-traumatico da stress Reazione acuta da stress Disturbo da stress acuto DPTS disturbi d’ansia (DSM IV) DISTURBO D’ANSIA generalizzato DISTURBO D’ANSIA indotto da SOSTANZE DISTURBO D’ANSIA non altrimenti specificato DISTURBO DI PANICO senza AGORAFOBIA DISTURBO DI PANICO con AGORAFOBIA FOBIA SPECIFICA FOBIA SOCIALE DISTURBO OSSESSIVOCOMPULSIVO DISTURBO post-traumatico da STRESS DISTURBO acuto da STRESS AGORAFOBIA DIAGNOSTIC and STATISTICAL MANUAL of MENTAL DISORDERS DSM- IV disturbo d’ansia generalizzata Criteri diagnostici A. Ansia e preoccupazione eccessive (attesa apprensiva), che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, a riguardo di una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche). B. La persona ha difficoltà nei controllare la preoccupazione. C. L'ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei sei sintomi seguenti (con almeno alcuni sintomi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi 6 mesi). Nota Nei bambini è richiesto solo un item. 1) irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle 2) facile affaticabilità 3) difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria 4) irritabilità 5) tensione muscolare 6) alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o sonno inquieto e insoddisfacente). disturbo d’ansia generalizzata D. L'oggetto dell'ansia e della preoccupazione non è limitato alle caratteristiche di un disturbo di Asse I, per es., l'ansia o la preoccupazione non riguardano l'avere un Attacco di Panico (come nel Disturbo di Panico), rimanere imbarazzati in pubblico (come nella Fobia Sociale), essere contaminati (come nel Disturbo OssessivoCompulsivo), essere lontani da casa o dai parenti stretti (come nel Disturbo d'Ansia di Separazione), prendere peso (come nell'Anoressia Nervosa), avere molteplici fastidi fisici (come nel Disturbo di Somatizzazione), o avere una grave malattia (come nell'Ipocondria), e l'ansia e la preoccupazione non si manifestano esclusivamente durante un Disturbo Post-Traumatico da Stress. E. L'ansia, la preoccupazione, o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. F. L'alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es. ipertiroidismo), e non si manifesta esclusivamente durante un Disturbo dell'Umore, un Disturbo Psicotico o un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo. disturbo d’ansia generalizzata Caratteristiche principali: ansia ad esordio graduale e andamento cronico-persistente, di intensità moderata preoccupazione eccessiva, difficile da controllare, più duratura delle abituali preoccupazioni dei soggetti sani. E’ un preoccuparsi per gli altri Le tematiche dei soggetti con DAG vertono intorno alla vulnerabilità Iperattività del sistema nervoso autonomo: sudorazione, palpitazioni, bocca secca, vertigini, malessere gastrico disturbo d’ansia generalizzata Altri sintomi psichici: irritabilità, difficoltà di concentrazione, ipersensibilità ai rumori, disturbi della memoria Altri sintomi motori: tensione motoria: irrequietezza, tremore, incapacità a rilassarsi, cefalea (abitualmente bilaterale, gravativa, frontale o occipitale, a cerchio o a casco) Altri sintomi autonomici: Gastrointestinali: bocca secca, difficoltà ad ingoiare, borborigmi, spasmi addominali Respiratori: sensazione di costrizione toracica, difficoltà ad inspirare, e conseguente iperventilazione Cardiovascolari: sensazione di malessere precordiale, palpitazioni, sensazioni di battiti mancanti Genitourinari: minzione frequente e impellente, impotenza erigendi, mancanza del desiderio sessuale, malessere perimestruale Sistema nervoso: sensazione di offuscamento della vista, instabilità nella marcia e nella postura, insonnia (difficoltà nell’addormentamento, risvegli frequenti e terrori notturni ), sintomi depressivi disturbo d’ansia generalizzata Epidemiologia: Epidemiological Catchment Area (ECA) Study: Prevalenza annuale: 3.8% Prevalenza lifetime: 4.1% - 6% Rapporto uomini: donne = 1: 2 età di insorgenza: 20-40 anni Etiologia: Fattori Individuali predisponenti: genetici: disturbi d’ansia sono più frequenti tra i familiari di pazienti con DAG che nella popolazione generale nei gemelli monozigoti la concordanza per disturbi d’ansia e del 41%, mentre nei dizigoti è soltanto del 4%. Personologici: Eventi di vita stressanti precipitanti: possono scatenare o favorire la cronicità disturbo d’ansia generalizzata Teorie psicoanalitiche: il conflitto intrapsichico genera ansia quando la repressione messa in atto dall’IO rischia di essere sopraffatta dall’eccitazione proveniente dal conflitto stesso e non vengono posti in atto altri meccanismi di difesa L’IO è più facilmente sopraffatto se si sono verificate delle debolezze nel suo sviluppo (separazioni, perdite, abuso fisico o sessuale) Teorie cognitive: Distorsione dell’elaborazione delle informazioni relative alla percezione di situazioni potenzialmente pericolose e apprendimento di comportamenti disfunzionali disturbo d’ansia generalizzata Teorie cognitive: Il filtro cognitivo di “ alta vulnerabilità” interviene sistematicamente minimizzando esperienze ad esito positivo e selezionando quelle negative , anche se rare, in modo da confermare il modello distorto. E’ attiva in questi soggetti una sorta di memoria selettiva che fissa eventi negativi, capitati a sé o ad altri, li sopravvaluta e minimizza i segnali di rassicurazione provenienti dall’ambiente disturbo d’ansia generalizzata Fattori neurobiologici Numerosi studi hanno dimostrato un coinvolgimento dei sistemi neurotrasmettitoriali: Noradrenergico Serotoninergico Sistema recettoriale GABA/BZ disturbo d’ansia generalizzata Decorso e Prognosi: tende facilmente alla cronicizzazione e/o all’evoluzione verso un DAP (circa 4 su 10 pz sono sintomatici dopo 5 anni se curato adeguatamente, migliora nell’arco di pochi mesi Trattamento: Psicoterapia cognitivo-comportamentale: correggere le distorsioni cognitive e i comportamenti aberranti Psicoterapia analitica Psicofarmacoterapia disturbo d’ansia generalizzata TERAPIA FARMACOLOGICA A BREVE TERMINE – provata efficacia delle benzodiazepine – il 35% dei pazienti mostra un miglioramento marcato, il 40% un miglioramento moderato, il 25% non risponde – Predittori di risposta positiva: • insorgenza acuta dei sintomi • ansia somatica marcata • presenza di stress precipitanti • assenza di depressione e di problemi interpersonali • assenza di terapie precedenti – usare i dosaggi più bassi possibili, titolazione lenta, continuazione del trattamento per 4-8 settimane; rivalutazione clinica; sospensione graduale (20-30% della dose per settimana) disturbo d’ansia generalizzata TERAPIA FARMACOLOGICA A LUNGO TERMINE • BENZODIAZEPINE – l’uso cronico di benzodiazepine è necessario solo in un numero limitati di casi – molti pazienti non smettono la benzodiazepina per dipendenza e non per necessità terapeutica – si raccomanda di non eccedere le 4-6 settimane di trattamento • ANTIDEPRESSIVI – triciclici e SSRI (in dosi antidepressive) , venlafaxina (in dosi più basse): efficacia pari e anche superiore alle benzodiazepine – azione soprattutto sui sintomi psichici – periodo di latenza di circa una settimana BETA BLOCCANTI – sintomi somatici periferici • Attacco di Panico Caratteristiche • La caratteristica essenziale è un periodo preciso di intensa paura o disagio accompagnato da una serie di sintomi • L'attacco ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l'apice (di solito in 10 minuti o meno), ed è spesso accompagnato da un senso di pericolo o di catastrofe imminente e da urgenza di allontanarsi Caratteristiche • Chi ne soffre descrive solitamente la paura come intensa e riferisce di avere pensato di essere in procinto di morire, di poter perdere il controllo, di avere un infarto del miocardio o un ictus, o di "impazzire“ • Spesso sperimenta il desiderio di scappare dal luogo nel quale è insorto l’attacco Caratteristiche 10 min 60 min attacco di panico Criteri diagnostici DSM IV R (non è un disturbo codificabile) Un periodo preciso di intensa paura o disagio, durante il quale quattro (o più) dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti: 1) palpitazioni, cardiopalmo, o tachicardia 2) sudorazione 3) tremori fini o a grandi scosse 4) dispnea o sensazione di soffocamento 5) sensazione di asfissia 6) dolore o fastidio al petto 7) nausea o disturbi addominali 8) sensazioni di sbandamento, di instabilità, dì testa leggera o di svenimento 9) derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi) 10) paura di perdere il controllo o di impazzire 11) paura di morire 12) parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio) 13) brividi o vampate di calore. Ricordiamo che un Attacco di Panico non è un disturbo codificabile di per sè, dato che deve essere codificato con una diagnosi specifica nell'ambito della quale si manifesta, per esempio Disturbo di Panico Con Agorafobia. Attacchi di panico si manifestano infatti nell'ambito di molti disturbi di ansia Caratteristiche • Vengono codificati tre tipi di attacco in relazione alla causa di scatenamento: Inaspettati (non provocati) Sensibili alla situazione (provocati) Causati dalla situazione Agorafobia agorafobia Criteri diagnostici DSM IV R (non è un disturbo codificabile) A. Ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto nel caso di un Attacco di Panico inaspettato o sensibile alla situazione, o di sintomi tipo panico. I timori agorafobici riguardano tipicamente situazioni caratteristiche che includono l’essere fuori casa da soli; l’essere in mezzo alla folla o in coda; l’essere su un ponte e il viaggiare in autobus, treno o automobile. Nota Prendere in considerazione la diagnosi di Fobia Specifica se l’evitamento è limitato a una o solo a poche situazioni specifiche, o la Fobia Sociale se l’evitamento è limitato alle situazioni sociali. B. Le situazioni vengono evitate (per es., gli spostamenti vengono ridotti), oppure sopportate con molto disagio o con l’ansia di avere un Attacco di Panico o sintomi tipo panico, o viene richiesta la presenza di un compagno. C. L’ansia o l’evitamento fobico non sono meglio giustificabili da un disturbo mentale di altro tipo, come Fobia Sociale (per es., evitamento limitato alle situazioni sociali per timore di essere imbarazzato), Fobia Specifica (per es., evitamento limitato ad una singola situazione, come gli ascensori), Disturbo Ossessivo-Compulsivo (per es., evitamento dello sporco per gli individui con ossessioni di contaminazione), Disturbo Post-traumatico da Stress (per es., evitamento di stimoli associati con un grave fattore stressante), o Disturbo d’Ansia di Separazione (per es., evitamento della separazione dalla casa o dai familiari). La diagnosi differeziale per distinguere l’agorafobia dalla fobia sociale o specifica e dal disturbo d’ansia di separazione grave può essere difficoltosa, poiché tutte queste condizioni sono caratterizzate dall’evitamento di situazioni specifiche. Se l'evitamento è limitato a una o solo a poche situazioni specifiche vedere Fobia Specifica. Se l'evitamento è limitato alle situazioni sociali vedere Fobia Sociale agorafobia senza anamnesi di disturbo di panico Criteri diagnostici A. Presenza di Agorafobia, correlata alla paura della comparsa di sintomi tipo panico (per es., vertigini o diarrea). B. Non sono mai risultati soddisfatti i criteri per il Disturbo di Panico. C. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco), o di una condizione medica generale. D. Se è presente una condizione medica generale, la paura descritta nel Criterio A è chiaramente in eccesso rispetto a quella abitualmente associata con la condizione. L’evitamento nell’agorafobia di questo tipo risulta dalla paura di trovarsi umiliati o inabilitati a causa di sintomi improvvisi. La diagnosi di disturbo di panico con agorafobia rimane appropriata nei casi in cui gli attacchi di panico vanno incontro a remissione ma continua ad essere presente agorafobia. Caratteristiche • Ansia relativa all'essere in luoghi o situazioni dai quali può essere difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali può non essere disponibile aiuto in caso di Attacco di Panico o sintomi tipo panico Caratteristiche • L'ansia determina tipicamente l'evitamento pervasivo di una varietà di situazioni che possono includere lo stare fuori casa da soli o lo stare a casa da soli; l'essere in mezzo alla folla; viaggiare in automobile, autobus o aereoplano; oppure l'essere su un ponte o in ascensore • In ambiente clinico quasi tutti gli individui (oltre il 95%) che presentano Agorafobia hanno anche una diagnosi attuale (o un'anamnesi) di Disturbo di Panico Disturbo da panico disturbo da attacco di panico Introdotto per la prima volta nel DSM-III (1980), come categoria diagnostica distinta dal disturbo d’ansia generalizzata DSM-IV: disturbo di panico con agorafobia disturbo di panico senza agorafobia disturbo di panico senza agorafobia Criteri diagnostici A. Entrambi 1) e 2): 1. Attacchi di Panico inaspettati ricorrenti. 2. Almeno uno degli attacchi è stato seguito da 1 mese (o più) di uno (o più) dei seguenti sintomi: a) preoccupazione persistente di avere altri attacchi; b) preoccupazione a proposito delle complicazioni dell’attacco o delle sue conseguenze (per es., perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, “impazzire”); c) significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi. B. Assenza di Agorafobia. C. Gli Attacchi di Panico non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo). D. Gli Attacchi di Panico non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale,. disturbo di panico con agorafobia Criteri diagnostici A. Entrambi 1) e 2): 1. Attacchi di Panico inaspettati ricorrenti. 2. Almeno uno degli attacchi è stato seguito da 1 mese (o più) di uno (o più) dei seguenti sintomi: a) preoccupazione persistente di avere altri attacchi; b) b) preoccupazione a proposito delle complicazioni dell’attacco o delle sue conseguenze (per es., perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, “impazzire”); c) c) significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi. B. Presenza di Agorafobia. C. Gli Attacchi di Panico non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo). D. Gli Attacchi di Panico non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale, disturbo da attacco di panico Esordio: improvviso o associato ad un evento di vita stressante (lutto, post-partum) continuano indipendentemente dagli eventi scatenanti ansia intercritica ansia anticipatoria: paura che possa verificarsi un nuovo AP Caratteristiche • La caratteristica essenziale è la presenza di • Attacchi di Panico ricorrenti, inaspettati, seguiti da almeno 1 mese di preoccupazione persistente di avere un altro Attacco di Panico, preoccupazione sulle possibili implicazioni o conseguenze degli Attacchi di Panico, o un significativo cambiamento di comportamento correlato agli attacchi Per la diagnosi sono richiesti almeno due Attacchi di Panico inaspettati, ma la maggior parte degli individui ne hanno molti di più Caratteristiche • La frequenza e la gravità degli Attacchi di Panico • • varia ampiamente Gli individui con Disturbo di Panico mostrano caratteristiche preoccupazioni o interpretazioni sulle implicazioni o le conseguenze degli Attacchi di Panico La preoccupazione per il prossimo attacco o per le sue implicazioni sono spesso associate con lo sviluppo di condotte di evitamento che possono soddisfare i criteri per l'Agorafobia Caratteristiche/3 • Alcuni riferiscono sentimenti di ansia costanti o intermittenti non focalizzati su alcuna situazione o evento specifici. • Altri diventano eccessivamente apprensivi per le conseguenze di attività ed esperienze di routine, particolarmente quelle relative alla salute o alla separazione dalle persone amate Caratteristiche/4 • In alcuni casi la perdita o la rottura di importanti • relazioni interpersonali (per es., lasciare la casa per andare a vivere da soli, divorzio) sono associate con l'esordio o l'esacerbazione di un Disturbo di Panico La demoralizzazione è una conseguenza comune, molti individui si scoraggiano, si vergognano e diventano infelici per le difficoltà nel condurre la loro normale routine Prevalenza • Gli studi epidemiologici indicano la prevalenza • life time del Disturbo di Panico (con o senza Agorafobia) tra 1,5% e 3,5% La prevalenza in un anno è tra l'1% e il 2%. rapporto uomo: donna = 1:2 • Da un terzo a metà degli individui diagnosticati con DP in campioni comunitari presenta anche Agorafobia, mentre nei campioni clinici si osserva una frequenza molto più elevata di Agorafobia. Esordio e decorso • L'età di esordio varia notevolmente, ma si colloca più tipicamente tra la tarda adolescenza e i 35 anni • Descrizioni retrospettive da parte di individui osservati in ambienti clinici suggeriscono che il decorso usuale sia cronico ma con alti e bassi Familiarità • I consanguinei di primo grado di individui con Disturbo di Panico hanno una probabilità da quattro a sette volte maggiore di sviluppare un Disturbo di Panico • In ambiente clinico da metà a tre quarti degli individui con Disturbo di Panico hanno un consanguineo di primo grado affetto • Studi sui gemelli indicano un contributo genetico nello sviluppo del disturbo Disturbi associati • Il Disturbo Depressivo Maggiore si associa nel 50%65% dei casi • Nei due terzi dei casi la depressione insorge dopo il disturbo da panico Disturbi associati • È comune la comorbidità con altri Disturbi • • • • d'Ansia, specialmente negli individui con Agorafobia. La Fobia Sociale è presente nel 15%-30% Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo nell'8%-10% La Fobia Specifica nel 10%-20% Il Disturbo d'Ansia Generalizzato nel 25%. disturbo da attacco di panico Etiopatogenesi: Teorie Biologiche: Iper attività noradrenergica iperattività del locus coeruleus la stimolazione elettrica o chimica nell’animale induce reazioni di paura inibizione chimica o la ablazione chirurgica riduce le reazioni di paura-ansia nei LC il 50% dei neuroni e noradrenergico Serotonina Amigdala disturbo da attacco di panico Etiopatogenesi: Teorie Biologiche: Teoria metabolica del lattato: l’infusione e.v. in 20’ di 10 ml/kg di sodio lattato 0.5 molare induce AP in individui con DP ma non nei soggetti sani Teoria dell’ipersensibilità all’anidride carbonica: l’inalazione di una miscela di aria e CO2 al 5% induce panico nei pazienti con DP Sia il lattato che la CO2 portano ad un’alterazione dell’equilibrio acido base che per la eccessiva sensibilità dell’amigdala porterebbe al: “falso allarme di soffocamento”(D. Klein, 1993) disturbo da attacco di panico Etiopatogenesi: Teorie Biologiche: Teoria GABA-benzodiazepine: shift della sensibilità del recettore benzodiazepinico Colecistochinina: infusione di CCK-4 (20 microgr.) induce AP nei soggetti con DP azione sul nucleo del tratto solitario (regolazione cardiaca e respiratoria) disturbo da attacco di panico Etiopatogenesi: TEORIE COGNITIVE Il pz con DAP ha un’immagine di sé debole e vulnerabile, bisognosa di cure, sensibile ai pericoli esterni Questo assetto cognitivo deriva da un’educazione iperprotettiva che blocca il comportamento esplorativo del bambino L’esordio è precipitato da situazioni che aggravino il conflitto tra desiderio di autonomia e bisogno di protezione disturbo da attacco di panico Etiopatogenesi Teorie psico-biologiche: Secondo il modello sviluppato da Pancheri et al il DAP si svilupperebbe in 4 fasi successive: 1. Sensibilizzazione : attaccamento ansioso che sul versante biologico porta ad una sensibilizzazione del sistema noradrenergico 2. Latenza: quiescenza sintomatologica ma ridotta spinta dell’adolescente all’esplorazione e all’autonomia 3. Richiamo: un evento acuto di perdita aggrava la sensibilizzazione 4. Scatenamento : esordio del panico disturbo da attacco di panico Decorso: andamento cronico esacerbazione con periodi di remissione e Ben presto si instaura una condotta da evitamento che consiste alla fine in una paura di aver paura (fobofobia), ma che condiziona il pz ad evitare tutte le situazioni in cui ci si può trovare in difficoltà o imbarazzo per il presentarsi della crisi (es. paura di stare con la folla) con tendenza ad estendere sempre più la fobia (fino al non uscire senza il compagno -accompagnatore) disturbo da attacco di panico Decorso: secondo molti aa l’agorafobia sarebbe quasi sempre secondaria al DAP (cioè sarebbe causata dal timore di avere un attacco in un luogo pubblico da cui non si può uscire: è il DAP l’elemento dominante della diade); se si tratta il DAP anche l’agorafobia tende a ridursi. tendenza alla elaborazione ipocondriaca con sovrapposizione di una sintomatologia depressiva (demoralizzazione secondaria, ma rimangono scarsi i rischi di suicidio) nel 20-40 % dei casi si sviluppa dipendenza da alcool o altro. disturbo da attacco di panico Trattamento: Farmacoterapia: Antidepressivi : SSRI, triciclici Benzodiazepine: alprazolam Beta-bloccanti Psicoterapia: di sostegno: per fronteggiare le situazioni fobiche cognitivo-comportamentale: ristrutturazione cognitiva delle sensazioni spiacevoli che accompagnano le crisi esposizione graduale ai sintomi e alle situazioni paniconegene (tecniche di immaginazione, rilassamento, comportamento) Fobia sociale Fobia sociale Ippocrate (V sec ac) racconta di un suo paziente che: • • • • per eccessiva timidezza non usciva di casa, non parlava per paura di sbagliare, riteneva di essere osservato da tutti e per il timore di essere giudicato non frequentava nessuno. Criteri/1 • A. Paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri. L'individuo teme di agire (o di mostrare sintomi di ansia) in modo umiliante o imbarazzante. Nota Nei bambini deve essere evidente la capacità di stabilire rapporti sociali appropriati all'età con persone familiari, e l'ansia deve manifestarsi con i coetanei, e non solo nell'interazione con gli adulti. • B. L'esposizione alla situazione temuta quasi invariabilmente provoca l'ansia, che può assumere le caratteristiche di un Attacco di Panico causato dalla situazione o sensibile alla situazione. Nota Nei bambini, l'ansia può essere espressa piangendo, con scoppi di ira, con l'irrigidimento, o con l'evitamento delle situazioni sociali con persone non familiari. Criteri/2 • C. La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole. • D. Le situazioni temute sociali o prestazionali sono evitate o sopportate con intensa ansia o disagio. • E. L'evitamento, l'ansia anticipatoria, o il disagio nella/e situazione/i sociale o prestazionale interferiscono significativamente con le abitudini normali della persona, con il funzionamento lavorativo (scolastico) o con le attività o relazioni sociali, oppure è presente marcato disagio per il fatto di avere la fobia. Criteri/3 • F. Negli individui al di sotto dei 18 anni la durata è di almeno 6 mesi. • G. La paura o l'evitamento non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale, e non è meglio giustificato da un altro disturbo mentale (per es., Disturbo di Panico Con o Senza Agorafobia, Disturbo d'Ansia di Separazione, Disturbo da Dismorfismo Corporeo, un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo o il Disturbo Schizoide di Personalità). • H. Se sono presenti una condizione medica generale o un altro disturbo mentale, la paura di cui al Criterio A non è ad essi correlabile, per es., la paura non riguarda la Balbuzie, il tremore nella malattia di Parkinson o il mostrare un comportamento alimentare abnorme nell'Anoressia Nervosa o nella Bulimia Nervosa. • Specificare se: Generalizzata: se le paure includono la maggior parte delle situazioni sociali (prendere in considerazione anche la diagnosi addizionale di Disturbo Evitante di Personalità). Caratteristiche • La caratteristica essenziale è una paura marcata e persistente che riguarda le situazioni sociali o prestazionali che possono creare imbarazzo (parlare mangiare o scrivere in pubblico, interagire con gli altri) • L'esposizione alla situazione sociale o prestazionale quasi invariabilmente provoca una risposta ansiosa immediata Caratteristiche • Nelle situazioni sociali o prestazionali temute, gli individui con Fobia Sociale sono preoccupati di rimanere imbarazzati, e timorosi che gli altri li giudichino ansiosi, deboli, "pazzi", o stupidi • Possono temere di parlare in pubblico per la preoccupazione che gli altri notino il tremore delle mani o della voce, oppure possono provare ansia estrema quando conversano con gli altri per la paura di apparire poco chiari Caratteristiche • Solitamente le persone provano una marcata ansia anticipatoria nell’attesa della situazione sociale • Molto spesso dopo aver affrontato la situazione temuta tendono a criticarsi ed auto-svalutarsi Caratteristiche • Le caratteristiche associate comuni includono: – ipersensibilità alla: Critica Valutazione negativa Rifiuto Ipervalutazione del giudizio degli altri -bassa autostima o sentimenti di inferiorità -difficoltà ad essere assertivi Caratteristiche • Età d’insorgenza: 15-20 anni Non raramente comportamenti fobici o inibiti vengono riferiti “da sempre” • Esordio: per lo più graduale, con sintomi che si accentuano con l’aumentare delle richieste sociali • L’esordio acuto è più raro e può essere determinato dal confronto con una prestazione più impegnativa Decorso • Per lo più cronico ed invalidante • In media arrivano dopo 10 di esordio dallo specialista • Le forme specifiche tendono a presentare percentuali più elevate di remissione Disturbi associati • Agorafobia (44,9%) • Abuso di alcol (19%) • Disturbo depressivo (17%) • Abuso di sostanze (17%) Prevalenza • Studi epidemiologici e di comunità hanno riportato una prevalenza della Fobia Sociale nel corso della vita che va dal 3% al 13% • Negli ambulatori le frequenze della Fobia Sociale variano dal 10% al 20% degli individui con Disturbi d'Ansia Familiarità • Sembra che la Fobia Sociale si manifesti più frequentemente nei consanguinei di primo grado degli individui con il disturbo rispetto alla popolazione generale • Secondo alcuni autori la componente genetica sarebbe presente solo nella FS generalizzata che avrebbe un esordio più precoce Trattamento Psicoterapie: Comportamentali Social skill training Desensibilizzazione sistematica Psicofarmaci Antidepressivi: (SSRI_ IMAO) agiscono centralmente riducendo la sensitività interpersonale e la sensibilità al rifiuto e alla critica Beta bloccanti: attenuano le manifestazioni di iperattività neurovegetativa Benzodiazepine: da sole o in associazione per ridurre l’ansia anticipatoria disturbo post traumatico da stress DPTS Criteri diagnostici A. La persona è stata esposta ad un evento traumatico nel quale erano presenti entrambe le caratteristiche seguenti: 1) la persona ha vissuto, ha assistito, o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all'integrità fisica propria o di altri 2) la risposta della persona comprendeva paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore. B. L'evento traumatico viene rivissuto persistentemente in uno (o più) dei seguenti modi: 1) ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell'evento, che comprendono immagini, pensieri, o percezioni. 2) sogni spiacevoli ricorrenti dell'evento. 3) agire o sentire come se l'evento traumatico si stesse ripresentando (ciò include sensazioni di rivivere l'esperienza, illusioni, allucinazioni, ed episodi dissociativi di flashback, compresi quelli che si manifestano al risveglio o in stato di intossicazione). 4) disagio psicologico intenso all'esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell'evento traumatico 5) reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’ evento traumatico. C. Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale (non presenti prima del trauma), come indicato da tre (o più) dei seguenti elementi: 1) sforzi per evitare pensieri, sensazioni o conversazioni associate con il trauma 2) sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano ricordi del trauma 3) incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma 4) riduzione marcata dell'interesse o della partecipazione ad attività significative 5) sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri 6) affettività ridotta (per es., incapacità di provare sentimenti di amore) 7) sentimenti di diminuzione delle prospettive future (per es. aspettarsi di non poter avere una carriera, un matrimonio o dei figli, o una normale durata della vita). D. Sintomi persistenti di aumentato arousal (non presenti prima del trauma), come indicato da almeno due dei seguenti elementi: 1) difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno 2) irritabilità o scoppi di collera 3) difficoltà a concentrarsi 4) ipervigilanza 5) esagerate risposte di allarme. E. La durata del disturbo (sintomi ai Criteri B, C e D) è superiore a 1 mese. F. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. Specificare se: Acuto: se la durata dei sintomi è inferiore a 3 mesi Cronico: se la durata dei sintomi è 3 mesi o più. Specificare se: Ad esordio ritardato: se l'esordio dei sintomi avviene almeno 6 mesi dopo l'evento stressante disturbo acuto da stress Criteri diagnostici La persona è stata esposta ad un evento traumatico in cui erano presenti entrambi i seguenti elementi: 1) La persona ha vissuto, ha assistito o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno comportato la morte, o una minaccia per la vita, o una grave lesione, o una minaccia all'integrità fisica, propria o di altri 2) la risposta della persona comprende paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore. B. Durante o dopo l'esperienza dell'evento stressante, l'individuo presenta tre (o più) dei seguenti sintomi dissociativi: 1) sensazione soggettiva di insensibilità, distacco, o assenza di reattività emozionale) riduzione della consapevolezza dell'ambiente circostante (per es., rimanere storditi) 3) derealizzazione 4) depersonalizzazione 5) amnesia dissociativa (cioè incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma). C. L'evento traumatico viene persistentemente rivissuto in almeno uno dei seguenti modi: immagini, pensieri, sogni, illusioni, flashback persistenti, o sensazioni di rivivere l'esperienza; oppure disagio all' esposizione a ciò che ricorda l'evento traumatico. A. disturbo acuto da stress D. Marcato evitamento degli stimoli che evocano ricordi del trauma (per es.. pensieri, sensazioni, conversazioni, attività, luoghi, persone). E. Sintomi marcati dì ansia o dì aumentalo arousal (per es, difficoltà a dormire, irritabilità, scarsa capacità di concentrazione, ipervigilanza, risposte di allarme esagerate, irrequietezza motoria). F. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti, oppure compromette la capacità dell'individuo di eseguire compiti fondamentali, come ottenere l'assistenza necessaria o mobilitare le risorse personali riferendo ai familiari l'esperienza traumatica. G. Il disturbo dura al minimo 2 giorni e al massimo 4 settimane, e sì manifesta entro 4 settimane dall'evento traumatico. H. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale, non è meglio giustificato da un Disturbo Psicotico Breve, e non rappresenta semplicemente l'esacerbazione di un disturbo preesistente di Asse I o Asse II. DPTS Recenti studi hanno stimato una incidenza del Disturbo post-traumatico da stress tra il 5% e il 10% dell’intera popolazione. Tale percentuale è dell’11% degli individui coinvolti in incidenti stradali E’ presente nel 50% delle vittime di violenze sessuali, dei veterani di guerra, ecc. Circa il 20-40% di questi soggetti soffrirà del disturbo per più di un anno, il 15-20% per un periodo superiore ai due anni, circa la metà svilupperà una forma cronica del disturbo. DPTS Il DSM IV individua, fondamentali quindi, 4 caratteristiche 1. Esposizione ad un evento traumatico 2. Continuo rivivere l’evento traumatico 3. Evitamento degli stimoli associati con il trauma 4. Sintomi di aumentato arousal DPTS: evento traumatico Gli eventi traumatici possono essere di varia natura ( aggressioni, rapine, violenze sessuali, sequestri, terremoti, incidenti stradali, incidenti ferroviari, naufragi, disastri aerei, incidenti sul lavoro etc.) ma, ai fini dell’esordio del disturbo, devono rappresentare un forte rischio per la vita o per la salute della persona, dei propri familiari, amici, o persone significative. L’evento traumatico può riguardare anche eventi che non hanno coinvolto direttamente la persona come, ad esempio, la notizia che un proprio caro è deceduto violentemente e/o inaspettatamente in seguito ad un incidente stradale DPTS:pensieri intrusivi Presenza di pensieri intrusivi o sogni, a forte contenuto ansioso, che hanno come tema il contenuto dell’evento traumatico; Presenza di occasionali stati dissociativi in cui la persona sembra rivivere, nei pensieri, nelle reazioni e nel comportamento, il trauma; Se esposta a situazioni che ricordano il trauma la persona può reagire con intensa ansia, angoscia, terrore, risposte comportamentali di fuga, come se rivivesse il trauma. Di solito chi è affetto da Disturbo Post-traumatico da Stress evita sistematicamente ogni cosa che possa far rievocare il trauma; DPTS: aumento arousal Si possono manifestare perdita di speranza e interessi, mancanza di piacere, difficoltà nel provare o esprimere emozioni; La persona può vivere uno stato permanente di allarme che comporta una eccessiva attivazione fisiologica stile attacco o fuga; questo continuo stato di pericolo può comportare ansia, agitazione, scoppi di collera, disturbi del sonno ed altri sintomi. Possono essere presenti ideazione persecutoria, comportamenti auto lesivi, significativi cambiamenti della personalità DPTS: cause Le cause del Disturbo Post-traumatico da Stress sono rintracciabili nella natura stessa dell’evento traumatico e in ciò che esso comporta rispetto al danno, alle aspettative, al modo abituale di reagire delle persone e, soprattutto, alle capacità previsionali di ognuno. Un evento catastrofico imprevisto ci lascia disarmati rispetto alle nostre abituali capacità di prevedere gli eventi, di poter elaborare strategie di problem solving o utilizzare le nostre esperienze passate. Un evento traumatico grave comporta la riorganizzazione del nostro abituale modo di pensare e prevedere le cose, ci lascia disarmati rispetto alla nostra capacità di essere padroni del nostro destino. Un grave incidente, la perdita inaspettata di una persona cara, annullano le nostre capacità previsionali e i nostri piani proiettandoci in un mondo ignoto governato dall’ansia, dall’angoscia, dalla paura e dalla disperazione. DPTS: cause Recenti ricerche hanno dimostrato che l’oblio del trauma, spesso presente,sia dovuto ad un “corto circuito” dei meccanismi cerebrali che hanno la funzione di registrare gli eventi. Sembra, infatti, che l’esperienza traumatica sia talmente forte da alterare i normali meccanismi di immagazzinamento dell’informazione del cervello. Questa alterazione della memoria è responsabile delle continue intrusioni di frammenti di ricordi, accompagnate da ansia, angoscia, terrore, che invadono la persona che ha subito il trauma. DPTS: cause FATTORI DI RISCHIO: 1. Sesso femminile 2. Preesistenti disturbi psichiatrici 3. Storia familiare di disturbi mentali, soprattutto ansia 4. Relazioni parentali disturbate durante l’infanzia (abbandoni, abuso sessuale, conflitti tra genitori) 5. Pregressi traumi 6. Mancanza di supporto sociale dopo il trauma Maggiore è il numero di fattori di rischio, maggiore è la probabilità di sviluppare il DPTS DPTS: Trattamento PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE L’intervento cognitivo-comportamentale porta a una progressiva riduzione dell’ansia e degli altri sintomi correlati all’evento traumatico, attraverso l’applicazione delle seguenti tecniche: 1. l’esposizione: utile per ridurre le situazioni di evitamento, il soggetto viene invitato a rivivere l’avvenimento nella propria immaginazione e a raccontarlo al terapeuta. La procedura di esposizione si pone l’obiettivo di permettere al paziente di percepire e valutare in modo "controllato" l’oggetto della propria paura. Questo metodo, se graduale, consente al paziente di riappropriarsi di quelle funzionalità sociali e quotidiane che ha perso a causa dei rilevanti evitamenti dovuti ai sintomi acuti dell’ansia ed alla sindrome di ansia anticipatoria. DPTS psicoterapia cognitivo comportamentale Ristrutturazione cognitiva: il soggetto può essere aiutato a riconoscere i propri pensieri automatici e spontanei legati all’evento traumatico, pensieri che spesso sono intrusivi, rapidi ed istantanei; l’allenamento nel percepire i propri pensieri ed i propri atteggiamenti è molto importante in quanto attraverso questa procedura il paziente si rende consapevole di come effettivamente modifica il proprio stato emotivo. Attraverso questo lavoro il soggetto può modificare i propri schemi a favore di spiegazioni alternative più realistiche, adattive e concrete. Un ruolo di rilievo è costituito dal lavoro con i familiari (o con un familiare) attraverso il quale è possibile non solo ottenere la collaborazione per eventuali coinvolgimenti diretti in procedure di esposizione dal vivo, ma è utile anche avere una collaborazione nella gestione delle relazioni in casa. DPTS psicoterapia cognitivo comportamentale Ri-etichettamento delle sensazioni somatiche. La discussione con il paziente delle cause dei singoli sintomi, con eventuali esempi anche calibrati sulle comuni esperienze della vita quotidiana ha la funzione di normalizzare e "decatastrofizzare" la condizione soggettiva del paziente Rilassamento e respirazione addominale: le tecniche di rilassamento e di educazione respiratoria sono uno strumento "sotto controllo" del paziente, il quale può utilizzarle quotidianamente ed in modo autonomo per alleggerire la tensione e lo stress. DPTS: trattamento farmacologico Non ci sono molti dati biologici sul DPTS Diversi studi documentano l’efficacia degli AD SSRI Nel 50% dei casi trattati con fluoxetina è stata dimostrata una risposta clinica completa ed un’evidente diminuizione di tutti i sintomi, compresi quelli dissociativi ed i pensieri intrusivi La sertralina si è dimostrata efficace sui sintomi di evitamento e dissociazione Il trattamento farmacologico dovrebbe essere preso in considerazione in presenza di una mancata o insufficiente risposta ai trattamenti psicologici Disturbo ossessivo compulsivo disturbo ossessivo-compulsivo Epidemiologia: Inizialmente ritenuto poco comune. Oggi: Prevalenza trasversale 1-1.5%, lifetime: 2-3% Incidenza: 1% dei disturbi psichiatrici (5% dei disturbi d’ansia) Rapporto uomini:donne = 1 : 1 Esordio: adolescenza-età adulta, ma in molti casi anche infanzia OCD nel DSM-IV-TR OCD nel DSM-IV-TR OCD nel DSM-IV-TR OCD in DSM-IV-TR Obsessive-Compulsive Personality Disorders in ICD-10 F60.5 Disturbo di personalità anancastico: Disturbo di personalità caratterizzato da sentimenti di dubbio, perfezionismo, eccessiva coscienziosità, controllo e preoccupazione per i dettagli, testardaggine, cautela e rigidità. Possono esserci pensieri o impulsi insistenti e indesiderati che non raggiungono la severità di un DOC. Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità nel DSM-IV •Precede il DOC In circa il 50% • Più frequente antecedente del DOC che della MD e del DAP disturbo ossessivo-compulsivo Le ossessioni sono esperite a livello mentale. Tipo di Ossessioni: di sporco e contaminazione di aggressività verbale o fisica (auto o etero diretta) dubitative (gas, lavoro): dubbio coatto Interrogative: ossessioni del perchè Filosofico-esistenziali: Dio, il mondo, la morte Numeriche: calcoli, date (possono configurarsi come atti mentali compulsivi) Sessuali (incesto, stupro, omosessualità) Religiosi (peccati, bestemmie) Ossessioni del danno (paura di provocare del mala agli altri) Ricordi coatti (canzoni, melodie, indirizzi, nomi) Somatiche (malattie, aspetto fisico) disturbo ossessivo-compulsivo Le ossessioni: persistono nella mente del soggetto contro la sua volontà Sono estranee alla sua consueta attività ideativa che le percepisce come anomale È riconosciuta come un prodotto della propria mente È incoercibile disturbo ossessivo-compulsivo Tipo di Compulsioni (sono espresse a livello comportamentale: Rituali di pulizia personali e/o domestici (50%) lavatori pulitori: evitamento della contaminazione Rituali di controllo (controllori): del gas, porta, luce, acqua Rituali di simmetria ed ordine Rituali di iterazione: rilettura, riscrittura, ripetizioni di atti magici Rituali di raccolta e conservazione Associazioni caratteristiche: Oss. di contaminazione + Rituali di pulizia Oss. Dubitative + Rituali di controllo La presenza di un’irragionevole ma transitoria ossessione (idea fissa o spinta a fare qualcosa) o di atti ripetitivi (soprattutto mentali o scaramantici) non sono rari nella vita di chiunque, ma non generano sofferenza disturbo ossessivo-compulsivo La Compulsione è un comportamento con caratteristiche peculiari: È ripetitiva (il pz la ripete più volte in un breve spazio di tempo) È intenzionale (la mette in atto consapevolmente a differenza del tic che è inconsapevole) E’ finalizzata (ha un significato specifico che le è attribuito dal soggetto) disturbo ossessivo-compulsivo Sottotipi di DOC: Chechers : con rituali di controllo Washers: con rituali di pulizia Pure obsessives: ossessivi puri Akiskal et al hanno individuato anche un sottotipo con basso insight e sintomi psicotici DOC: esordio • Sebbene il DOC di solito inizi nell'adolescenza o nella prima età adulta, esso può iniziare nell'infanzia • L'età tipica di esordio è più precoce nei maschi che nelle femmine: tra i 6 e i 15 anni per i maschi, e tra i 20 e i 29 anni per le femmine • Per la maggior parte l'esordio è graduale, ma in molti casi è stato notato un esordio acuto. DOC: decorso In base al decorso si distinguono 2 sottotipi: Doc a decorso episodico (11-14%): più frequente nelle femmine, esordisce più tardivamente , intorno ai 25 aa. Alterna fasi di remissioni con fasi sintomatiche di durata variabile. • Doc con decorso cronico: più frequente nei maschi, ad esordio più precoce, prima dei 25 aa a volte a 14-16 aa, con alti e bassi (24-33%), con esacerbazione dei sintomi in relazione con lo stress. Talvolta i sintomi si mantengono stabili nel tempo, altre volte è progressivamente ingravescente (54--61%) DOC: decorso • Nei pz con Doc adecorso cronico è più frequente la comorbidità con disturbi di personalità • La presenza di un DP schizotipico rappresenta un elemento prognostico sfavorevole • A presenza di basso insight e sintomi psicotici è un elemento prognostico sfavorevole disturbo ossessivo-compulsivo ETIOPATOGENESI Teoria psicoanalitica: l’ansia generata dal riaffiorare alla coscienza di un conflitto sessuale o aggressivo viene gestita mediante meccanismi di difesa: Isolamento: separazione di sentimenti o affetti da pensieri o impulsi che vi si associano (un paziente può descrivere una fantasia orribile, ma nega sentimenti di ansia o disgusto associati ad essa) Annullamento: messa in atto di comportamenti atti ad annullare magicamente un pensiero o un gesto Formazione reattiva: messa in atto di comportamenti opposti ai propri impulsi (un paziente con impulsi sadici potrebbe comportarsi in maniera masochista) Ambivalenza: riemersione degli impulsi aggressivi verso gli oggetti d’amore, cosa che risulta in ambivalenza e dubbio paralizzante disturbo ossessivo-compulsivo: etiopatogenesi • Fattori genetici La concordanza per il DOC è più elevata per i gemelli omozigoti che per i dizigoti • La frequenza del DOC nei consanguinei di primo grado degli individui con Disturbo OssessivoCompulsivo e i consanguinei di primo grado degli individui con Disturbo di Tourette è più elevata che nella popolazione generale disturbo ossessivo-compulsivo Teoria Neurologica: ETIOPATOGENESI Numerosi dati suggeriscono una base organica cerebrale: esordio di DOC dopo traumi cranici o Encefalite di von Economo (gangli della base) alta incidenza di malattie neurologiche precedenti soprattutto dei gangli della base (Sindrome di Tourette, Corea di Sydenham) alterazioni elettroencefalografiche e dei potenziali evocati uditivi Teoria immunitaria. Associazione del DOC con l’encefalite di von Economo e Corea di Sydenham Presenza di anticorpi contro i gangli della base (soprattutto casi infantili) disturbo ossessivo-compulsivo ETIOPATOGENESI tecniche di visualizzazione cerebrale aumento del rapporto encefalo-ventricolare alla TAC o risonanza magnetica alterazione del volume del nucleo caudato iperattività metabolica nei lobi frontali e nuclei caudati e corteccia cingolata alla PET; riduzione dopo trattamento farmacologico e psicoterapeutico: iperattività circuito corteccia orbito-frontale-corteccia del cingolo-nuclei della base disturbo ossessivo-compulsivo Teoria Biochimica: ETIOPATOGENESI Disregolazione del sistema serotoninergico: Efficacia terapeutica dei farmaci che potenziano la trasmissione serotoninergica Aumento dei livelli liquorali di 5-HIAA e sua riduzione dopo trattamento con clomipramina (dato controverso) Disregolazione del sistema dopaminergico: soprattutto pazienti con manifestazioni ticcose Coinvolgimento dei peptidi cerebrali: ossitocina vasopressina elicitano comportamenti ripetitivi nell’animale da esperimento OCD è un disturbo d’ansia o un disturbo dello spettro ossessivo-compulsivo? Disturbo dismorfofobico Tricotillomania Tic disorders Ipocondria Am.J Psych. September 2007 Disturbi del Continuum OCD nel DSM-IV Disturbi dello spettro OCD ristretto attualmente considerati 1. DISTURBI DEL CONTROLLO DEGLI IMPULSI (TRICOTILLOMANIA) Disturbi associati a PREOCCUPAZIONI CORPOREE (DISTURBO DISMORFOFOBICO; IPOCONDRIA DISTURBI NEUROLOGICI (TOURETTE,) 2. 3. OCD è un disturbo d’ansia? 1. 2. 3. 4. Studi sulla Comorbidità Studi sulle Famiglie Neurocircuiti Neurotrasmissione e Risposta al Trattamento Comorbidità OCD e disturbi dello spettro OCD (sOCD) Gli OCD hanno più spesso in comorbidità Ipocondria, Disturbo Dismorfofobico, Tricotillomania e Compulsione patologica all’acquisto I disturbi dell’alimentazione 8X più frequenti nei DOC Bambini con Tourette Syndrome (TS) hanno OCD nel 50% dei casi, + un 8% lo sviluppa in corso di malattia . Studi sulle Famiglie 1. OCD e Disturbi dello spettro OCD (sOCD) Il Johns Hopkins OCD Family Study (Bienveu, 2000) ha trovato che alcuni sOCD- Ipocondria, Disturbo Dismorfofobico, Tricotillomania erano più frequenti nei familiari degli OCD, indipendentemente dall’avere o no l’OCD. Altri sOCD (anoressia/bulimia e disturbi del controllo degli impulsi) in questo studio non erano più frequenti nei familiari OCD 2. Altri studi hanno mostrato che partendo dai disturbi dell’alimentazione si trova una elevata aggregazione familiare con OCD e sOCD (tic) (Bellodi, 2001) o l’OCDP (Lilenfeld,1998) 3. Infine gli sOCD di tipo neurologico – Tourette e disturbi da tic- sono più frequenti nei parenti di OCD (Grados, 2001) e i familiari di bambini autistici con comportamenti ripetitivi hanno più spesso un DOC rispetto a quelli senza comportamenti ripetitivi Neurocircuiti OCD e Ansia I neurocircuiti dell’OCD sono diversi da quelli dell’ansia, interessano cioè i Circuiti frontostriatali, mentre l’amigdala è centrale nella neurobiologia dell’ansia Dissezione farmacologica Neurotrasmissione e Trattamento I principali Neurotrasmettitori interessati nell’OCD e nei disturbi dello spettro OCD sono la Serotonina(SE) e la Dopamina (DA), insieme all’ossitocina in alcuni sottogruppi diagnostici. Nei Disturbi d’ansia i neurotrasmettitori implicati sono molteplici e profili diversi sono presenti per ciascun tipo di disturbo ( PTSD- HPA, Ne e Se; Panico - SE, NE, HPA, Neurosteroidi, CCK; Fobia Sociale - DA e SE, GADGABA e SE) OCD e sOCD rispondono bene agli SSRI e, in alcuni sottogruppi (TIC, Tricotillomania, ) agli antipsicotici ma non alle BZD ICD-10 DSM-IV DSM-V disturbo ossessivo-compulsivo Trattamento Farmacologico: Antidepressivi serotoninergici: clomipramina e SSRI (di prima scelta per i minori effetti collaterali) dosi superiori a quelle antidepressive risposta favorevole nel 60% dei casi Antipsicotici: casi refrattari o con presenza di manifestazioni ticcose Terapia comportamentale: tecnica dell’arresto del pensiero esposizione agli stimoli che evocano l’ossessione e/o la compulsione esposizione graduale o floading prevenzione della risposta: strategie di coping Psicochirurgia: sulla regione del cingolo e del giro frontale