CANANA'
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Struttura del purgatorio
• Il Purgatorio dantesco è diviso in Antipurgatorio, Purgatorio e Paradiso
terrestre. Composto intorno al 1308-1312 in esilio presso gli scaligeri a
Verona.
• La struttura morale del Purgatorio segue la classificazione tomistica
dei vizi dell'amore mal diretto, e non fa più riferimento a singole colpe.
Esso è suddiviso in sette cornici, nelle quali si espiano i sette peccati
capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria.
• A questa fanno da cornice, in apertura, l'Antipurgatorio, e in chiusura il
Paradiso terrestre. Costruito specularmente all'Inferno, inteso quindi
non più come voragine ma come montagna, anche l'ordine dei peccati
risulta capovolto: il cammino di Dante è infatti dal peccato più grave a
quello più lieve (ancora una volta la lussuria, ovvero l'amore che
eccede nella misura).
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STRUTTURA DEL PURGATORIO
• Ogni cornice ha un custode angelico, e precisamente gli angeli
dell'umiltà, della misericordia, della mansuetudine, della sollecitudine,
della giustizia, dell'astinenza e della castità;
• in ogni cornice, inoltre, gli espianti hanno sotto agli occhi esempi del loro
vizio punito e della virtù opposta.
• Giunto alle soglie del Paradiso terrestre, Virgilio deve abbandonare il
poeta; alla guida di Dante si pone il poeta latino Stazio, che lo condurrà
nel giardino celeste, dove lo accoglierà Matelda, a sua volta anticipazione
dell'apparizione di Beatrice.
• Le anime del Purgatorio sono già salve, ma prima di arrivare al Paradiso,
per espiare i propri peccati, devono salire il monte come facevano ai
tempi di Dante i pellegrini che per far penitenza partivano per Roma o per
Santiago de Compostela.
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STRUTTURA DEL PURGATORIO
• Ogni anima deve dunque percorrere tutto il cammino e
purificarsi in ogni cornice del peccato corrispondente; ma
per facilitare l'incontro con determinati personaggi, il poeta
li colloca nella cornice propria del loro peccato più
rilevante. Il Purgatorio ha la funzione specifica di
espiazione, riflessione e pentimento, ed è solo attraverso il
cammino, quindi il pellegrinaggio verso Dio, che l'anima
può aspirare alla redenzione. Questo vale anche per Dante,
che all'inizio ha incise sulla fronte sette P, simbolo dei
sette peccati capitali; alla fine di ciascuna cornice l'ala
dell'angelo guardiano cancella la P indicando così che
quella specifica espiazione è compiuta.
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La scelta di Catone come custode del
secondo regno
• Dante aperto teologicamente: Catone ha fede in
Cristo venturo
• Un pagano meglio che un cristiano può
rappresentare l’anelito dell’anima alla libertà
(Sansone)
• Eccezioni all’inammissibilità del suicidio già in
Agostino e Tommaso quando esso è ispirato da
Dio: ciò avviene quando il suicidio è di esempio
agli altri: Catone non si uccide per non
sottostare a Cesare ma per accendere nei cuori
l’amore per la libertà.
• Necessità di coniugare la magnanimità con
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l’umiltà
Purgatorio cantica “terrestre”
• Recupero del paesaggio terrestre
• Recupero del tempo
• Purgatorio cantica dei “dolci amici”, dove
Dante incontra anime al suo livello
• Dimensione della speranza che caratterizza
gli espianti
• Recupero del suo proprio passato che
culmina nell’incontro con Beatrice
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Le caratteristiche del Purgatorio: lo spazio
• Il purgatorio è sulla superficie della terra
• È una realtà oggettiva (un’isola montuosa al centro
dell’emisfero sud)
• Quindi presenta tutti gli aspetti della natura terrestre
(spiaggia, paesaggio alpestre, deserto, lussureggiante
foresta), ma anche stravolti
(come l’albero dei golosi)
• Natura amica dell’uomo
• Centro di una geografia
reale e di una geografia
trascendente
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IL PAESAGGIO NEL PURGATORIO
•
•
•
La descrizione dell’ambiente è condotta secondo i moduli della rappresentazione del locus
amoenus di origine cortese, ripresi dalla poesia stilnovistica. 1 Il luogo è un verde giardino pieno
di fiori primaverili (vv. 5-6; 35-36; 41-42); è ombreggiato da grandi alberi (vv. 2, 20, 23, 32,
33), fra i quali soffia un vento gentile (vv. 7-11), è allietato dal canto degli uccelli (vv. 13-18) e
percorso da un ruscello trasparente (vv. 25-30); la presenza della bella donna innamorata è un
topos in tale ambiente (vv. 40, 52-60) e che canti (vv. 41, 59-60) e colga fiori (vv. 41-42, 67-69)
è consueto.
2 Tutti questi elementi sono ricorrenti nella lirica d’amore, sono reinterpretati simbolicamente
nel contesto dell’opera dantesca. Il bel giardino cortese è, prima di tutto, un bel giardino
assolutamente credibile nella sua realtà. L’elemento che emerge da tutta la descrizione è
comunque quello della spontaneità e della naturalità: tali caratteristiche fanno tutt’uno con la
purezza.
Il giardino è infatti l’Eden, il paradiso terrestre prima della caduta dell’uomo: è il regno della
natura buona, così come è uscita dalle mani di Dio, che viene presentata con i tratti della più
consueta normalità, con gli uccelletti della fauna europea (v. 14), o con le piante della pineta di
Cervia e Ravenna (v. 20). Cioè la naturalità buona dovrebbe essere la norma, e non l’eccezione.
La foresta è presentata come antitesi della selva selvaggia dell’inizio dell’Inferno: quella è luogo
di male, abitato da fiere, in cui l’uomo si perde. Nel canto xiii dell’Inferno il bosco di suicidi è il
completamento della selva dell’inizio dell’opera e nel vii del Purgatorio la valletta dei principi è
l’anticipo dell’Eden. All’origine di culturaCANANA'
cortese è dovuta la presenza della donna, che essa8sia
innamorata e che canti.
IL PAESAGGIO NEL PURGATORIO
•
•
•
Le spiegazioni scientifiche della seconda parte del canto si ricollegano alla scena iniziale perché
spiegano la natura soprannaturale di fenomeni naturali come la presenza del vento e dell’acqua in una
zona sottratta ai fenomeni atmosferici e della vegetazione che (essendo quella piantata da Dio –
Genesi-) è immutabile e fonte di tutta la vegetazione terrestre.
Ne deriva: a) la stabilità del vento e dell’acqua è segno dell’ordine e ciò dimostra le cause divine dei
fenomeni; il non ordine della meteorologia del mondo è invece segnale della distanza della terra dalla
perfezione celeste; b) il paradiso terrestre è origine di quanto di buono vi è sulla terra, qui
esemplificato dalla vita vegetale; c) i fenomeni che rientrano nel campo della scienza hanno una base
metafisica e la loro spiegazione coinvolge la teologia: per andare al fondo si deve partire dal
principio, dalla causa prima (vv. 91-93).
Senza esserne richiesta, Matelda aggiunge un corollario alla sua dimostrazione. Il mito classico e
pagano dell’Eden è stato la figura con cui la poesia antica ha mostrato velatamente e senza saperlo il
dogma cristiano del paradiso terrestre (vv. 139-141) che è costruito nei versi di Dante con materiale
classico: Ovidio e Virgilio soprattutto, e biblico (vv. 142-144) proprio per segnalare questa continuità
fra mondo classico e mondo cristiano. I poeti antichi sono stati portatori inconsapevoli di verità e le
belle favole sono state profezie o rivelazioni velate. Si tratta di uno dei più alti riconoscimenti
danteschi alla grandezza della poesia antica e al suo valore di verità, un dato importante della
concezione provvidenziale della storia (la storia antica continua, in quella cristiana, ne è la
preparazione “provvidenziale”). Dante giustifica così anche la propria posizione di erede della
cultura e della poesia antica, in particolare virgiliana.
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Le caratteristiche del Purgatorio: il tempo
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«Com’ è ciò?», fu risposto. «Chi volesse
salir di notte, fora elli impedito
d’altrui, o non sarria ché non potesse?».
E ’l buon Sordello in terra fregò ’l dito,
dicendo: «Vedi? sola questa riga
non varcheresti dopo ’l sol partito:
non però ch’altra cosa desse briga,
che la notturna tenebra, ad ir suso;
quella col nonpoder la voglia intriga.
Ben si poria con lei tornare in giuso
e passeggiar la costa intorno errando,
mentre che l’orizzonte il dì tien chiuso».
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Le caratteristiche del Purgatorio: il tempo
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Era già l’ora che volge il disio
ai navicanti e ’ntenerisce il core
lo dì c’han detto ai dolci amici addio;
e che lo novo peregrin d’amore
punge, se ode squilla di lontano
che paia il giorno pianger che si more
quand’ …
• Periodizzazione
precisa del viaggio
(una giornata)
• Tempo oggettivo e
sentimento del tempo:
la nostalgia
• Il linguaggio poetico
“vago”
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Le caratteristiche del Purgatorio: il tempo
e la ricomparsa della luce
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Dolce color d’orïental zaffiro,
che s’accoglieva nel sereno aspetto
del mezzo, puro infino al primo giro,
a li occhi miei ricominciò diletto,
tosto ch’io usci’ fuor de l’aura morta
che m’avea contristati li occhi e ’l petto.
Lo bel pianeto che d’amar conforta
faceva tutto rider l’orïente,
velando i Pesci ch’erano in sua scorta.
• Tempo oggettivo e
sentimento del tempo: il
sollievo
• La riconquista dei colori
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Gli argomenti del Purgatorio: la
nostalgia del corpo
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…: “Ve’ che non par che luca
lo raggio da sinistra a quel di sotto,
e come vivo par che si conduca!”.
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Quando s’accorser ch’i’ non dava loco
per lo mio corpo al trapassar d’i raggi,
mutar lor canto in un “oh!” lungo e roco;
E ’l mio maestro: “Voi potete andarne
e ritrarre a color che vi mandaro
che ’l corpo di costui è vera carne.
33 Se per veder la sua ombra restaro,
com’ io avviso, assai è lor risposto:
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46 “O anima che vai per esser lieta
• con quelle membra con le quai nascesti”,
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Gli argomenti del Purgatorio: la
nostalgia del corpo
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...ma li profondi fóri
ond’ uscì ’l sangue in sul quale io sedea,
fatti mi fuoro in grembo a li Antenori,
là dov’ io più sicuro esser credea:
quel da Esti il fé far, che m’avea in ira
assai più là che dritto non volea.
Ma s’io fosse fuggito inver’ la Mira,
quando fu’ sovragiunto ad Orïaco,
ancor sarei di là dove si spira.
Corsi al palude, e le cannucce e ’l braco
m’impigliar sì ch’i’ caddi; e lì vid’ io
de le mie vene farsi in terra laco».
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Gli argomenti del Purgatorio: la nostalgia del corpo
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«Oh!», rispuos’ elli, «a piè del Casentino
traversa un’acqua c’ha nome l’Archiano,
che sovra l’Ermo nasce in Apennino.
Là ’ve ’l vocabol suo diventa vano,
arriva’ io forato ne la gola,
fuggendo a piede e sanguinando il piano.
Quivi perdei la vista, e la parola
nel nome di Maria fini’, e quivi
caddi, e rimase la mia carne sola.
Io dirò vero, e tu ’l ridì tra ’ vivi:
l’angel di Dio mi prese, e quel d’inferno
gridava: ‘‘O tu del ciel, perché mi privi?
Tu te ne porti di costui l’etterno
per una lagrimetta che ’l mi toglie;
ma io farò de l’altro altro governo!’’.
Ben sai come ne l’aere si raccoglie
quell’ umido vapor che in acqua riede,
tosto che sale dove ’l freddo il coglie.
Giunse quel mal voler che pur mal chiede
con lo ’ntelletto, e mosse il fummo e ’l vento
per la virtù che sua natura diede.
Indi la valle, come ’l dì fu spento,
da Pratomagno al gran giogo coperse
117 di nebbia; e ’l ciel di sopra fece intento,
sì che ’l pregno aere in acqua si converse;
la pioggia cadde, e a’ fossati venne
120 di lei ciò che la terra non sofferse;
e come ai rivi grandi si convenne,
123 si ruinò, che nulla la ritenne.
Lo corpo mio gelato in su la foce
trovò l’Archian rubesto; e quel sospinse
ver’ lo fiume real tanto veloce
126 ne l’Arno, e sciolse al mio petto la croce
ch’i’ fe’ di me quando ’l dolor mi vinse;
voltòmmi per le ripe e per lo fondo,
129 poi di sua preda mi coperse e cinse».
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Gli argomenti del Purgatorio: la
nostalgia del corpo
Deh, quando tu sarai tornato al mondo
e riposato de la lunga via»,
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seguitò ’l terzo spirito al secondo,
«ricorditi di me, che son la Pia;
Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che ’nnanellata pria
136 disposando m’avea con la sua gemma».
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Gli argomenti del Purgatorio:
l’amicizia e il suo superamento
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La turba che rimase lì, selvaggia
parea del loco, rimirando intorno
come colui che nove cose assaggia.
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così al viso mio s’affisar quelle
anime fortunate tutte quante,
quasi oblïando d’ire a farsi belle.
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Lo mio maestro e io e quella gente
ch’eran con lui parevan sì contenti,
come a nessun toccasse altro la mente.
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Gli argomenti del Purgatorio:
l’amicizia e il suo superamento
Io vidi una di lor trarresi avante
per abbracciarmi, con sì grande affetto,
78 che mosse me a far lo somigliante.
……
Soavemente disse ch’io posasse;
allor conobbi chi era, e pregai
87 che, per parlarmi, un poco s’arrestasse.
Rispuosemi: «Così com’ io t’amai
nel mortal corpo, così t’amo sciolta:
90 però m’arresto; ma tu perché vai?».
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Gli argomenti del Purgatorio:
l’amicizia e il suo superamento
E io: «Se nuova legge non ti toglie
memoria o uso a l’amoroso canto
108 che mi solea quetar tutte mie doglie,
di ciò ti piaccia consolare alquanto
l’anima mia, che, con la sua persona
111 venendo qui, è affannata tanto!».
‘Amor che ne la mente mi ragiona’
cominciò elli allor sì dolcemente,
114 che la dolcezza ancor dentro mi suona.
Lo mio maestro e io e quella gente
ch’eran con lui parevan sì contenti,
117 come a nessun toccasse altro la mente.
Noi eravam tutti fissi e attenti
a le sue note; ed ecco il veglio onesto
120 gridando: «Che è ciò, spiriti lenti?
qual negligenza, quale stare è questo?
Correte al monte a spogliarvi lo scoglio
123 ch’esser non lascia a voi Dio manifesto».
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Gli argomenti del Purgatorio: superamento
dell’amicizia e ripensamento dell’arte
• Le anime guidate
dall’angelo cantano un
salmo in coro / Casella,
sollecitato da Dante, canta
da solo una canzone
d’amore
• Contrasto gruppo/individuo,
sacro/profano,
con con guida/senza guida
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Gli argomenti del Purgatorio: superamento
dell’amicizia e ripensamento dell’arte
Nei canti 23-24 si centra
nuovamente il rapporto
amicizia-arte: l’incontro
con Forese porta al
ripensamento delle
modalità dell’amicizia e
al superamento della
poesia comico-realistica;
poi, con la mediazione di
Bonagiunta, Dante
precisa la propria poetica.
Nel canto 26 si concluderà
il discorso con la riflessione
sullo stil nuovo.
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Gli argomenti del Purgatorio: il
ripensamento dell’arte
“Ma dì s’i’ veggio qui colui che fore
trasse le nuove rime, cominciando
‘Donne ch’avete intelletto d’amore’ ”
E io a lui: “I’ mi son un che, quando
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch’e’ ditta dentro vo significando”.
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Gli argomenti del Purgatorio: il
ripensamento dell’arte
«O frate, issa vegg’ io», diss’ elli, «il nodo
che ’l Notaro e Guittone e me ritenne
57 di qua dal dolce stil novo ch’i’ odo!
Io veggio ben come le vostre penne
di retro al dittator sen vanno strette,
60 che de le nostre certo non avvenne;
e qual più a gradire oltre si mette,
non vede più da l’uno a l’altro stilo»;
63 e, quasi contentato, si tacette.
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