5/14 QRcode: come si usa? Scoprilo a pagina 7 L’ importanza di lavare le mani in ospedale “Verso un ospedale senza infezioni”: è partita al Gemelli la campagna di sensibilizzazione per l’ igiene delle mani. Il progetto di comunicazione e di educazione sanitaria intitolato “Ti sei lavato le mani?”, promosso dalla Direzione del Policlinico, è stato presentato in occasione della recente Giornata Mondiale per l’igiene delle mani istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La campagna è rivolta a tutti gli operatori sanitari, nonché ai degenti e a tutti i diversi utenti dell’ospedale con cartellonistica ad hoc lungo i principali percorsi assistenziali del Gemelli, e strutture contenenti opuscoli informativi che spiegano come si lavano le mani e perché questo atto sia un importantissimo presidio per il contrasto alle infezioni nell’ospedale. I germi patogeni in ospedale sono trasmessi attraverso una qualche forma di contatto: da una CAMBIA IL POLICLINICO GEMELLI IL PERCORSO PER LE NEOPLASIE NEL COLON RETTO A PAGINA 8 PRENOTA IL POSTO IN CODA CON LA APP “QURAMI” E LO SMARTPHONE TI AVVERTE QUANDO ARRIVA IL TUO TURNO A PAGINA 2 ARRIVA IL PRIMO DEFIBRILLATORE CARDIACO COMPATIBILE CON LA RISONANZA MAGNETICA ferita infetta, per esempio, i batteri possono passare a qualunque altro oggetto venga toccato con le mani, finanche ai fogli della cartella clinica che, se maneggiata a sua volta da un altro operatore sanitario che non ha lavato le mani, può facilmente infettare il paziente successivo. Un lavaggio accurato e sistematico quindi è un importantissimo presidio per il contrasto alle infezioni nell’ospedale e nella comunità. Le campagne di sensibilizzazione funzionano: uno studio multicentrico italiano sulla adesione al lavaggio delle mani, ha evidenziato che la campagna 2007/2008 promossa dal Ministero della Salute, ha pressocché dimezzato, dal 75% al 38%, le “non adesioni” alla procedura del lavaggio delle mani (dati rilevati negli stessi Centri), per poi stabilizzarsi due anni dopo, nel 2010, intorno al 40%. A PAGINA 3 MELANOMI: LA PREVENZIONE CHE CURA A GIUGNO NUOVA TAPPA DI GEMELLI INSIEME Sole ed estate portano l’attenzione sui tumori cutanei. Fondamentale è la diagnosi precoce, con il Policlinico in prima linea anche in piazza, con la prossima tappa di Gemelli Insieme. A PAGINA 5 U ONCOLOGIA PEDIATRICA: A SCUOLA DI KARATE CELEBRATA LA TERZA GIORNATA DELLA RICERCA A PAGINA 2 ARITMIE CARDIACHE MALIGNE STUDIO INTERNAZIONALE SULL’ ORIGINE GENETICA DELLA SINDROME DI BRUGADA A PAGINA 7 CURA DEI TUMORI TIROIDEI CON IODIO RADIOATTIVO: E’ IL GEMELLI IL CENTRO DI RIFERIMENTO A PAGINA 7 A PAGINA 4 Arti marziali e tecniche di rilassamento per i piccoli pazienti dell’Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma. L’ opportunità è offerta grazie ai corsi promossi da Kids Kicking Cancer, l’organizzazione no profit che utilizza le tecniche e la filosofia delle arti marziali per aiutare i bambini affetti da cancro e gravi malattie croniche ad affrontare e gestire meglio la propria patologia. Le “lezioni” di karate si svolgono ogni settimana presso l’ Unità operativa di Oncologia pediatrica. A PAGINA 4 INFERMIERE CONSULENTE: COMPETENZA E SERVIZIO E’ nato da poco, presso il Policlinico Gemelli, il Centro di Coordinamento di Consulenze infermieristiche: la riorganizzazione per procedure esalta e valorizza il ruolo dell’infermiere, fornendo agli utenti competenza specifica nelle prestazioni assistenziali. A PAGINA 6 2 Maggio 2014 Anno 2 n. 5 Prenota il posto in coda con la app Qurami Lo smartphone ti dice quando è il tuo turno Dal mondo delle app arriva uno strumento che riduce i tempi di attesa per l’ accettazione ambulatoriale. Il Policlinico infatti ha attivato un nuovo servizio a favore dei propri utenti per facilitare la fruizione delle prestazioni sanitarie. Si tratta di “Qurami” una soluzione tecnologica innovativa che consente, in abbinata a un telefono d’ultima generazione dotato dell’apposita applicazione, di collegarsi alla rete e di usufruire di una vasta gamma di servizi. Ma ecco, più in particolare, come funziona e quali vantaggi presenta Qurami (che è realizzato in collaborazione con Xidera). Il sistema consente di prenotare il posto in fila nelle diverse strutture, verificare l’attesa in tempo reale e ricevere una notifica all’avvicinarsi del proprio turno. Per usufrire dei vantaggi offerti da Qurami, occorre, innanzitutto, scaricare gratuitamente l’applicazione sul proprio cellulare. Una volta avviata l’applicazione, si procede selezionando il Policlinico Universitario Agostino Gemelli dalla lista delle strutture nelle quali Qurami è attiva. Quindi, si procede alla selezione del tipo di servizio al quale si è interessati (per esempio prenotazioni esami, visite/prestazioni odierne). In tempo reale, sul telefono si potrà verificare quante persone ci sono in quel momento in fila e sarà possibile prendere il numeretto elettronico, proprio come se ci si trovasse nella sala d’attesa. Il numero comparirà sullo schermo (vedi figura) del tutto analogo, sia nell’aspetto Con l’applicazione che si scarica gratuitamente è possibile risparmiare tempo senza stress nelle attese per una prenotazione o per una visita in ambulatorio che nella funzione, al bigliettino di carta che si ha facendo fisicamente la fila. La procedura permette dunque di aspettare il proprio turno con la libertà di dedicarsi a ciò che più si desidera. Infatti notifiche personalizzate segnalano tempestivamente l’avanzamento della fila e l’avvicinarsi del proprio numero e, quindi, del proprio turno. Come si può vedere, Qurami permette di ri- sparmiare tempo, facilita gli spostamenti urbani e fa ottimizzare gli impegni, con un sensibile beneficio per gli utenti delle prestazioni sanitarie e contribuendo a migliorare la qualità dell’attesa degli stessi. Nata nel 2010, Qurami è una startup italiana che sta innovando il modo di fare la fila e ha già ricevuto importanti riconoscimenti a livello internazionale. Arriva il primo defibrillatore cardiaco compatibile con la risonanza magnetica Al Gemelli è disponibile il primo defibrillatore cardiaco compatibile con la risonanza magnetica in qualsiasi zona del corpo umano (total body). Questo dispositivo introduce un’innovazione attesa: finora ai portatori di defibrillatori impiantabili era preclusa la possibilità di eseguire un esame diagnostico di grande importanza e rivelatore di numerose patologie, come la Rm, nella zona del torace (che era esclusa dalle scansioni della Rm a causa della presenza del dispositivo in tale sede). Il dispositivo “Evera MRI SureScan”, di Medtronic, viene impiantato sottopelle, appena sotto la clavicola. Attraverso due elettrocateteri (sottili fili isolati) riceve informazioni dal cuore e, laddove si renda necessario, conduce gli impulsi elettrici al muscolo cardiaco. Il defibrillatore si comporta come una vera “emergency room” nel torace: è l’ unico dispositivo in grado di ricono- scere una tachiaritmia ventricolare maligna e di erogare automaticamente una terapia elettrica immediata in pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa. Fino a ieri, un dispositivo di così grande importanza aveva fra le sue controindicazioni l’incompatibilità con l’esame di risonanza magnetica toracica e cardiaca. E’ stato calcolato che circa il 63% dei pazienti che hanno un defibrillatore cardiaco, avranno bisogno di un’ indagine di risonanza magnetica entro 10 anni dall’ impianto. Questo esame clinico, possibile adesso ai portatori di defibrillatori con la nuova tecnologia, è ormai fondamentale per la corretta valutazione di situazioni patologiche potenzialmente letali. Nei pazienti cardiopatici, ad esempio, una risonanza magnetica può essere di aiuto nell’ eseguire una corretta diagnosi, ma anche, nei pazienti portatori di defibrillatore, nell’individuare la progressione di una malattia cardiaca già nota e nel guidare una procedura di ablazione (che consiste nell’ eliminare una parte di muscolo cardiaco che causa delle aritmie). Al sistema è associato anche il nuovo monitor esterno di telemedicina MyCareLink che, posizionato a casa del paziente, trasmette i dati diagnostici direttamente all’ospedale, utilizzando la tecnologia cellulare per la telefonia mobile globale. In tal modo tutta l’attività cardiaca del paziente sarà registrata per i prossimi anni come da una perfetta “micro spia” che, attraverso il monitor esterno di telemedicina, farà pervenire i dati diagnostici da casa in ospedale. Ambulatorio di Aritmologia. Tutti i mercoledì dalle 15 alle 19. email: [email protected] Maggio 2014 Anno 2 n. 5 Lavarsi le mani, prima di tutto. La campagna per l’ “Ospedale senza infezioni” Infezioni in chirurgia C’ è anche un master Si parte da un’abitudine semplice come lavarsi le mani, per puntare ad un traguardo particolarmente ambizioso: arrivare a un ospedale senza infezioni. Il Gemelli ha avviato un progetto di comunicazione e di educazione sanitaria all’interno dell’Ospedale, promosso dalla Direzione del Policlinico e intitolato “Ti sei lavato le mani?” che rientra in un articolato programma di interventi e iniziative per la lotta alle infezioni ospedaliere. La presentazione dell’iniziativa è avvenuta il 5 maggio, con un Convegno presso l’Aula Brasca del Policlinico, promosso dalla Direzione Rischio Clinico e Igiene, diretta dal dott. Fabrizio Celani, in occasione della Giornata Mondiale per l’ Igiene delle mani istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si parte dunque da un gesto semplice, ma fondamentale: lavare le mani, prima e dopo ogni manovra che prevede il contatto con il paziente, nonché il chiaro invito a fare altrettanto a tutti i frequentatori dell’ospedale universitario, nessuno escluso - degenti, familiari, visitatori o studenti. Lungo i principali percorsi assistenziali del Gemelli, sono stati affissi cartelloni recanti le immagini della campagna e disposte strutture contenenti opuscoli informativi che spiegano come si lavano le mani e perché questo atto, così “scontato” da esser sovente e a torto trascurato, sia un importantissimo presidio per il contrasto alle infezioni nell’ospedale e nella comunità. Il convegno è stata l’ occasione per fare il punto su tutte le iniziative di organizzazione sanitaria, cliniche e di ricerca per contrastare le infezioni nosocomiali. E’ stata presentata la campagna di comunicazione per la promozione dell’igiene delle mani, fortemente voluta dalla Direzione del Policlinico il cui Direttore è il dott. Maurizio Guizzardi, e coordinata dal professor Gabriele Sganga, Direttore del Master “Sepsi in Chirurgia” e docente presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche, e promossa in collaborazione con il dott. F. Celani e il dott. Filippo Berloco della Direzione Rischio Clinico e Igiene e del prof. Antonio Giulio De Belvis, responsabile della UOC Governo Clinico del Policlinico A. Gemelli. “L’igiene delle mani, se eseguita regolarmente e correttamente - prima e dopo ogni contatto con un paziente, meglio se usando un gel alcolico che è più efficace rispetto al tradizionale lavaggio con acqua e sapone (perché più rapido, meglio tollerato) - si stima riduca le infezioni ospedaliere mediamente dal 10% al 50%”, è il commento del prof. G. Sganga. Dati del Ministero della Salute evidenziano l’ alta incidenza in Italia delle infezioni in ambiente ospedaliero: circa 500-700 mila pazienti, su 9,5 milioni di ricoverati l’ anno, contraggono un’infezione ospedaliera, con percentuali che oscillano fra il 5 e il 17% di tutti i ricoveri. La mortalità raggiunge il 3%. Tra questi ricoverati, i pazienti chirurgici rappresentano un gruppo molto significativo. L’ Italia ha ancora molta strada da fare sul fronte del contenimento delle infezioni ospedaliere: per esempio, basti pensare che nel nostro Paese per la sola igiene delle mani in ospedale si consuma meno del 10% della quantità totale di gel alcolico - stimata sulla base del totale dei ricoveri ogni anno – di ciò che si dovrebbe utilizzare. I “microbi degli ospedali” vanno combattuti con forza e con astuzia. Conoscendo molto bene i “nemici” e soprattutto le armi a disposizione per combatterli: antibiotici intelligenti, farmaci di prima, di seconda e terza linea, associazioni di medicine. “Lo specialista deve saper utilizzare al meglio gli antibiotici, gli antifungini e gli antivirali”, sottolinea il prof. Gabriele Sganga, direttore del Master Sepsi in Chirurgia. “Il medico deve essere in grado di: impostare iter diagnostici rapidi ed efficaci; applicare strategie appropriate; prevenire e curare i danni d’organo conseguenti alle modificazioni fisiopatologiche indotte dalla sepsi”. Da qui l’esigenza della superspecializzazione, professionalità assolutamente necessaria, oggi, nel nostro Paese, come ha spiegato la prof.ssa Maria Luisa Moro, epidemiologa di fama internazionale, responsabile dell’Area Rischio Infettivo dell’Agenzia Sanitaria e Sociale della Regione Emilia Romagna, inaugurando il nuovo anno accademico di “Sepsi in Chirurgia”. Il Master di II livello dedicato ai medici - arrivato alla ottava edizione e al 150mo iscritto - è unico in Europa. Lo affianca un Master di primo livello, soprattutto per gli infermieri, sul “Nursing del paziente chirurgico settico”. Obiettivi, finalità, programmi e docenti sono su: www.sepsichirurgia.it. 3 4 Maggio 2014 Anno 2 n. 5 Oncologia pediatrica: al Gemelli i piccoli pazienti danno un calcio al cancro Arti marziali e tecniche di rilassamento per i piccoli pazienti dell’ Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli. L’ opportunità è offerta grazie ai corsi promossi da Kids Kicking Cancer, l’ organizzazione no profit che utilizza le tecniche e la filosofia delle arti marziali per aiutare i bambini affetti da cancro e gravi malattie croniche ad affrontare e gestire meglio la propria patologia. Le “lezioni” di karate si svolgono ogni settimana nell’ Unità operativa di Oncologia pediatrica, diretta dal prof. Riccardo Riccardi, afferente al Dipartimento per la tutela della salute della donna, della vita nascente, del bambino e dell’adolescente diretto dal prof. Giovanni Scam- bia, e coinvolgono i piccoli pazienti ricoverati in reparto e in day hospital. Gli istruttori di Kids Kicking Cancer affiancano i bambini, promuovendo lezioni e corsi pratici per allenare il corpo, ma soprattutto la mente, attraverso l' insegnamento di karate e di tecniche di respirazione e visualizzazione. “Siamo lieti di ospitare un’ iniziativa così particolare - sottolinea il prof. Riccardi -. Avevo espresso qualche dubbio su questa attività quando mi era stata proposta, in quanto i bambini ricoverati, in genere, sono sofferenti per la malattia o la terapia che stanno attuando. Ovviamente, però, il programma non prevede l’insegnamento tout court del karate, ma piut- tosto mira a far apprendere tecniche particolari di respirazione proprie delle arti marziali e piccoli esercizi di riabilitazione motoria, senza indurre i ragazzi allo sforzo fisico”. Le lezioni si svolgono ogni giovedì, mattina e pomeriggio, “e si integrano molto bene con le attività di intrattenimento - continua Riccardi - che già si svolgono presso la nostra Unità Operativa con l’ Associazione Sale in Zucca e i volontari del gruppo Calimero e le lezioni degli insegnanti delle sezioni scolastiche ospedaliere (elementare, media e superiore) operanti presso il Gemelli. I pazienti pediatrici coinvolti dagli istruttori di Kids Kicking Cancer stanno apprezzando molto le ‘lezioni’ e tutti hanno chiesto di poter ripetere questa esperienza”. Una mamma racconta l’ approccio della sua bambina con la prima lezione di karate Ha già appreso i primi movimenti e sta imparando a gestire l’ ansia. Le servirà nei momenti più difficili della sua malattia, ma la piccola non pensa a questo. Per lei questa nuova esperienza è un bel passatempo L’altro giovedì B. ha partecipato alla sua prima lezione di karate. Superata la prima diffidenza sul fatto che fosse una disciplina adatta ad una bambina e non solo per maschi, si è lasciata coinvolgere dalle parole esperte dell’ insegnante. Ha appreso, oltre ai movimenti del saluto iniziale, anche alcune tecniche di respirazione che le possono servire per rilassarsi nei momenti di difficoltà, quando prova ansia e paura. Era piacevolmente interessata e ha capito subito con facilità tutti i movimenti che l’ insegnante le proponeva. Penso sia un’ attività particolarmente utile in cui coinvolgere i bambini dell’Oncologia pediatrica. Insegnare loro a gestire i momenti di ansia e paura con le tecniche di respirazione che questa disciplina utilizza è sicuramente un metodo valido per sostenerli. Ma B. non ha percepito la lezione come qualcosa di utile per lei, da usare nei momenti difficili della sua malattia. Per lei è, semplicemente, un bel passatempo. Nella terza Giornata della Ricerca i brillanti risultati della Cattolica nel 2013 La terza edizione della Giornata della Ricerca ha offerto l’opportunità di presentare tutti i risultati ottenuti dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica nel 2013. Alla presentazione delle 260 ricerche, svolta l’8 maggio, sono intervenuti il Rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, e l’Assistente Ecclesiastico Generale dell’Ateneo, Mons. Claudio Giuliodori. La conclusione dei lavori, che è culminata con la consegna al Direttore generale dell’AIRC, Niccolò Cont ucci, della terza edizione del Premio “Giovanni Paolo II”, è stata affidata al prof. Giulio Maira, direttore dell’Istituto di Neurochirurgia dell’Università Cattolica e coordinatore dei lavori della Giornata. “Dove si fa ricerca, si insegna meglio - ha evi- denziato il Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, prof. Rocco Bellantone -: l’intuizione del nostro fondatore Padre Agostino Gemelli di un corpo docente che facesse insegnamento, ricerca e cura è stata pienamente consolidata”. Premiate, nel corso della Giornata, le 5 migliori pubblicazioni del 2013 della Facoltà di Medicina. I riconoscimenti sono andati agli studi condotti dalla dott.ssa Maria Teresa Voso, Istituto di Ematologia, in collaborazione con i professori Ad ri ano Ven dit t i e Gi use ppe L eon e, e dalla dott.ssa Alessandra Stazi (gruppo del prof. Gaetano Lanza, Istituto di Cardiologia), per la ricerca di base. Per la ricerca Clinica sono stati premiati i professori Marcello D’Ascenzo e Claudio Grassi - Istituto di Fisiologia Umana; per l’Isti- tuto di Genetica Medica, la ricerca della dott.ssa Elisabetta Tabolacci, e per l’ Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi, la ricerca del nefrologo Pietro Manuel Ferraro. Sintesi su: www.quotidianosanita.it. Maggio 2014 Anno 2 n. 5 5 Sole, estate e tumori cutanei L’ importanza di una diagnosi precoce La prevenzione è fondamentale La tempestiva asportazione di un neo che degenera in melanoma garantisce la guarigione al 100% Il melanoma è un tumore molto aggressivo che deriva dalla trasformazione maligna dei melanociti (le cellule che determinano il colore della pelle) ed è la più pericolosa tra le neoplasie cutanee. L’ età maggiormente a rischio per l’ insorgenza del melanoma è quella compresa tra i 25 e 50 anni, le donne sono leggermente più colpite rispetto agli uomini, tuttavia può manifestarsi in persone di qualsiasi età e sesso. Spesso la prima manifestazione è il cambiamento di forma, colore o dimensioni di un nevo (o neo) preesistente, in altri casi il melanoma può apparire come un nuovo nevo che si modifica progressivamente e rapidamente. I fattori di rischio alla base dell’insorgenza del melanoma sono complessi e molteplici: familiarità, elevato numero di nevi (> 50), capelli biondo-rossi, occhi chiari, carnagione particolarmente chiara, scottature in età pediatrica, uso di lampade abbronzanti, calo delle difese immunitarie come avviene, ad esempio, nei pazienti trapiantati. E’ accertato che un’impropria esposizione a luce ultravioletta solare o artificiale aumenta il rischio di melanoma. Programmi di prevenzione e diagnosi precoce hanno dimostrato che di melanoma si guarisce. Infatti, se il melanoma è diagnosticato precocemente ed asportato chirurgicamente nelle sue fasi iniziali, i pazienti avranno una normale aspettativa di vita perché il rischio che il melanoma abbia invaso altri organi (metastasi) è pressoché nullo. E’ fondamentale sottoporsi ad un controllo specialistico dermatologico almeno una volta l’anno. Oltre all’osservazione ad occhio nudo dei nevi, la visita può procedere con esami strumentali di secondo livello che consentono di ingrandire i nevi ed apprezzarne gli aspetti morfologici microscopici. La videodermatoscopia digitale computerizzata (epiluminescenza) si avvale di una telecamera che fotografa e ingrandisce l’immagine del nevo che viene visualizzato sul monitor ad alta risoluzione di un computer. La procedura consente anche di archiviare immagini, potendone in tal modo controllare l’evoluzione nel tempo (mappatura dei nei). Pur essendo un valido aiuto nella diagnosi precoce di melanomi e di altri tumori cutanei, l’epiluminescenza non può essere considerata una metodica sostitutiva dell’esame istologico, pertanto il dermatologo potrebbe considerare di asportare le lesioni di dubbia natura. Si raccomanda di effettuare l’esame di epiluminescenza con la frequenza suggerita dal dermatologo e di ripetere immediatamente una nuova visita dermatologica di controllo nel caso in cui il paziente notasse la rapida comparsa di un nuovo nevo o la modificazione in termini di forma, dimensioni o colore di un nevo preesistente. L’ esposizione eccessiva ai raggi solari e senza un’ adeguata protezione può aumentare il rischio di sviluppare un melanoma, soprattutto nei giovani, infatti è dimostrato che troppo sole nell’infanzia e nell’adolescenza innalza la possibilità di sviluppare un melanoma in età adulta. Osservando le corrette regole (esporsi al sole gradualmente evitando le ore centrali della giornata 12-16, usare creme solari adeguate con filtri elevati SPF 30-50 per i raggi UVA e UVB applicandole ogni 2 ore durante l'esposizione, usare cappello, maglietta e occhiali da sole) è possibile godere dell’aria aperta e delle vacanze senza correre rischi. L’ ambulatorio funziona dal lunedì al venerdì solo su prenotazione. Per appuntamenti: 06 3015.7000 oppure: www.policlinicogemelli.it Dai melanomi si guarisce. La prevenzione in piazza a giugno con Gemelli insieme costituisce un fattore di rischio importante per questa patologia. Luogo e giorni sono in via di definizione e saranno tempestivamente resi noti sul sito del Policlinico Gemelli, all’indirizzo: www.gemellinsieme.policlinicogemelli.it La prossima tappa di prevenzione, in calendario per il mese di giugno, di Gemelli insieme, sarà centrata sui tumori della pelle. Tema di grande attualità, con l’approssimarsi della stagione estiva, perché l’esposizione ai raggi solari Il tema è di grande importanza, per la crescente incidenza dei melanomi e per l’efficacia terapeutica associata alla corretta prevenzione. Come è specificato nell’articolo in alto, se il neo sospetto di degenerazione viene diagnosticato e asportato chirurgicamente per tempo, il rischio di metastasi è assolutamente trascurabile. Occorre però tenere sempre alta l’attenzione e procedere a controlli sistematici: il melanoma è infatti sempre più diffuso. L’ incidenza del melanoma è in costante aumento, in Italia nei primi anni ’90 si presentavano ogni anno circa 4 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Questi numeri, oggi, sono aumentati vertiginosamente: attualmente la stima media è di 14 nuovi casi ogni 100.000 abitanti e la frequenza di questa neoplasia è in netto aumento in tutto il resto del mondo, dove ogni anno si registrano circa 100.000 nuovi casi di melanoma. Gemelli insieme è il progetto dedicato dal Policlinico Gemelli ai cittadini romani. Porta la prevenzione nelle piazze, con i medici e le strutture del Policlinico a diretto contatto con i cittadini. Un’occasione per celebrare insieme i 50 anni della nascita del Policlinico. 6 Maggio 2014 Anno 2 n. 5 L’ infermiere consulente Competenza, specializzazione, servizio Il prendersi cura che si accompagna a quel “buongiorno” La stomia (dal greco “bocca”) è un’apertura realizzata chirurgicamente, necessaria a far comunicare l’intestino con l’esterno, quando ciò non è più possibile per via fisiologica. I pazienti che vengono sottoposti a questa procedura vedono inevitabilmente cambiare le più piccole abitudini quotidiane e naturalmente aumentare disagio e difficoltà. Ecco perché diventano di fondamentale importanza figure professionali che non provvedano solo alla migliore terapia medica e sanitaria, ma che si prendano globalmente cura delle persone, rispondendo ai bisogni espressi, anche e soprattutto dal punto di vista umano. Quella che pubblichiamo qui di seguito è la testimonianza di Armando Mottola, un Coordinatore Infermieristico e specialista in Enterostomia che ogni giorno, insieme ai suoi colleghi, assiste e sta accanto ai pazienti dei nostri reparti. “Oggi non si usa più definire la nostra professione come una ‘missione’. Però, a pensarci bene è proprio così: con quale spirito ci accosteremmo alle persone che hanno perso il proprio ruolo, il proprio benessere se non sentissimo qualcosa dentro che ci muove verso l’altro? Questa esperienza, realizzata completamente con l’apertura del Centro di Consulenze Infermieristiche, è la massima espressione di un sogno atteso da anni e trova la sua realizzazione nel sorriso e nella serenità dell’altro. ‘L’ altro’ è la persona che in un momento subisce un cambiamento del proprio corpo, si ritrova con una stomia per l’espletamento delle sue funzioni eliminatorie, ma porta avanti questa fase della vita ricca di difficoltà con sentimenti non più negativi trovando la disponibilità dell’enterostomista. Nel tempo si instaura un rapporto di fiducia reciproco che nasce dalle piccole cose come, ad esempio, il ‘buongiorno del mattino’… E’ nato al Gemelli il Centro di Coordinamento di Consulenze infermieristiche: la riorganizzazione per procedure esalta e valorizza il ruolo dell’infermiere fornendo agli utenti competenza specifica nelle prestazioni assistenziali Come tutti i Policlinici Universitari, anche il Gemelli ha insieme compiti di cura, assistenza, ricerca e didattica. E’ per questo che, dallo scorso maggio, è nato il Centro di Coordinamento di Consulenze infermieristiche, allo scopo di far emergere e valorizzare l’assistenza infermieristica sulla base degli obiettivi strategici aziendali e di comportamenti e abitudini già in essere, ma riorganizzati più efficacemente sotto forma di procedura. La consulenza infermieristica, già presente nel contesto internazionale, è di recente nascita nel panorama nazionale. Lo scopo del progetto è fornire agli utenti un servizio di competenza specifica in una prestazione assistenziale, fornire interventi educativi rivolti all’équipe, ai familiari e ai pazienti nella gestione delle esigenze quotidiane. L’ infermiere, attraverso la consulenza, assume responsabilità in base al livello di competenza raggiunto secondo quanto espresso dal codice deontologico e dalla normativa vigente. La legge 43 del 2006 infatti riconosce nella figura dei professionisti specialisti gli infermieri in possesso di un master di primo livello per le funzioni specialistiche rilasciato dall’Università. A tale scopo nel gennaio dello scorso anno è stato costituito un tavolo tecnico interprofessionale che ha effettuato un’analisi dei volumi delle prestazioni infermieristiche, identificato la tipologia di consulenza, definito i flussi informativi e operativi e le schede tecniche, elaborato i requisiti degli infermieri consulenti e ideato il sistema di monitoraggio delle consulenze. Quindi, in collaborazione fra il SITRA (Servizio Infermie- ristico, Tecnico e Riabilitativo Aziendale) e la Direzione Sanitaria, è stata effettuata un’analisi dei volumi rispetto alle aree ritenute problematiche e cruciali e sono state ipotizzate quattro tipologie di consulenza: gestione drenaggi toracici, stomie (aperture chirurgiche degli organi per consentire la loro comunicazione con l’esterno) medicazioni avanzate, gestione e posizionamento dei cateteri venosi centrali per via periferica (PIC). Per ogni area di consulenza è stato quindi individuato un referente di settore con la funzione di coordinare le prestazioni. La procedura prevede che la richiesta, attivata all’ interno del sistema informatico del Policlinico, venga compilata dal medico o dall’infermiere dell’unità operativa, visionata dai referenti di settore che assegnano la consulenza ad un infermiere il quale, eseguita la consulenza, e redige un referto che diverrà parte della documentazione sanitaria del paziente. Nei primi otto mesi dell’istituzione del servizio sono state effettuate 3350 consulenze: più della metà riguardano il posizionamento e la gestione dei cateteri venosi; il 55 % delle consulenze sono state espletate entro le 12 ore; il 70% è stato evaso entro le 24 ore. L’ Infermiere consulente diventa così un punto di riferimento per lo staff per risolvere problemi specifici, promuovere processi di cambiamento, migliorare la qualità dell’assistenza, fornire opportunità ad altri professionisti di apprendere nuove abilità e creare e mantenere con i pazienti un dialogo quotidiano e continuo che fa dell’assistenza clinica un servizio. Maggio 2014 Anno 2 n. 5 7 Aritmie cardiache maligne: studio internazionale sull’ origine genetica della Sindrome di Brugada La sindrome di Brugada è una malattia cardiaca su base genetica caratterizzata dalla disfunzione di canali ionici che regolano il flusso trans-membrana e, quindi, dell’attività elettrica delle cellule cardiache. I pazienti affetti da questa patologia, sebbene abbiano un cuore apparentemente normale, anche ad una accurata valutazione elettrocardiografica ed ecocardiografica, e siano talora asintomatici, possono andare incontro a morte improvvisa in se- guito all’insorgenza, non prevedibile, di aritmie ventricolari maligne. Da tre anni Antonio Oliva dell’Istituto di Sanità Pubblica del Gemelli - Sezione di Medicina Legale, in stretta collaborazione con il noto cardiologo Ramon Brugada, del Cardiovascular Genetics Center dell’Università di Girona (Spagna) cui si deve insieme agli altri due fratelli, Pedro e Josep, l’identificazione dell'omonima sindrome, porta avanti un progetto di ricerca sponsorizzato dalla Fondazione Telethon. In tutti i pazienti e casi autoptici di interesse forense vengono realizzate analisi genetiche, studio in vitro della funzione dei canali ionici e studio di campioni bioptici ottenuti da regioni cardiache caratterizzate da anomalie elettriche. Questo progetto, oltre a chiarire i meccanismi molecolari che portano alla genesi delle aritmie, introduce elementi di estrema attualità in merito alle implicazioni medico-legali derivanti dall’effettuazione di test genetici sulle famiglie e della valenza clinica che si attribuisce alle varianti genetiche di significato incerto. Il Gemelli è il Centro di riferimento per la cura dei tumori della tiroide con iodio radioattivo Il numero dei tumori tiroidei oggi osservati è in continuo aumento in tutto il mondo, sia per progressi di ordine diagnostico che per un reale aumento di tipo assoluto. Dopo iniziale asportazione chirurgica della ghiandola, i tumori a rischio di recidiva vengono sottoposti a terapia con iodio radioattivo (131I) allo scopo di asportare le piccole aree di tessuto tiroideo residuo e di curare eventuali metastasi locoregionali o a distanza. Il Gemelli è stato uno dei primi Ospedali in Italia ad utilizzare questo tipo di terapia. I primi trattamenti risalgono al 1968 ed è oggi considerato Centro di Eccellenza per questo QR code: inquadratelo col cellulare Il simbolo di forma quadrata che trovate in prima pagina è un "QR code". Inquadrato con la fotocamera del cellulare, collega direttamente alla versione pdf, scaricabile e stampabile, che si ottiene dal sito www.policlinicogemelli.it. Perché funzioni, il telefono deve potersi collegare ad internet, avere la fotocamera ed il programma (scaricabile gratis dalla rete) che riesce a "vedere" e leggere i QR code. Per maggiori informazioni: http:/ /bit.ly/QRistruzioni di trattamento che viene eseguito in collaborazione tra il Servizio di Medicina Nucleare e il Servizio di Radioterapia. Il Servizio di Fisica Sanitaria collabora per tutti gli aspetti relativi alla Dosimetria (scelta della dose di radioiodio da somministrare) e alla Radioprotezione del paziente, del personale e della popolazione. Ogni anno circa 300 pazienti vengono sottoposti a terapia con 131I in regime di ricovero protetto, al fine di proteggere dal pericolo derivante dalle radiazioni ionizzanti la popolazione e i familiari del paziente. Il Policlinico dispone per il trattamento con radioiodio di 5 posti per degenza protetta ubiGe me lliinforma - Bollettino a diffusione interna per il Policlinico "A. Gemelli" di Roma Testata in attesa di registrazione Dire ttore: Nicola Cerbino Board editoriale: A. Giulio De Belvis, Luca Revelli, Giorgio Meneschincheri, Carla Alecci, Francesca Russo, Emiliana Stefanori Consulenza giornalistico-e ditoriale: Value Relations srl - Enrico Sbandi Redazione tecnico-scientifica: Alessandro Barelli, Christian Barillaro, Ettore Capoluongo, Ivo Iavicoli, Roberto Iezzi, Gaetano Lanza, Federica Mancinelli, Marco Marchetti, Mario Rigante, Carlo Rota. Stampa: Cangiano Grafica via Palazziello 80040 Volla (Na) cati nel Reparto di Radioterapia 2, III piano del Policlinico Ala E. Prima del trattamento è necessaria una “visita medico nucleare pretrattamento” indispensabile per porre indicazione alla terapia e fornire al paziente informazioni di ordine clinico e di tipo pratico. Per prenotare una visita: Servizio di Medicina Nucleare: 0 6 3 0 1 5 . 4 3 7 5 ( d a l l u n . a l v e n . or e 10.15-12.15) - [email protected] 8 Maggio 2014 Anno 2 n. 5 Cambia il Policlinico Gemelli il Percorso per le neoplasie nel colon retto Risposte più pronte, sicure ed efficaci alla sempre crescente domanda di salute, in linea con i requisiti del governo clinico: per offrirle, il Gemelli ha completamente rivisto l’organizzazione interna e delle modalità di erogazione delle cure, concentrando in modo omogeneo e integrato le varie attività, trasformando di fatto la struttura da “Policlinico” in “Poli-clinics”. Da questo progetto sono nati infatti cinque Poli: il Polo Cardiovascolare, il Polo Donna, il Polo Emergenza, il Polo Neuroscienze il Polo Oncologico, che hanno consentito di riorganizzare in modo integrato professionalità e tecnologie per realizzare luoghi di cura certi e riferimenti facilmente identificabili. Tutti gli utenti hanno in questo modo la possibilità di accedere ai percorsi clinico assistenziali dei Poli per affrontare i vari problemi di salute, trovando le risposte più idonee a soddisfare le proprie esigenze, che risulteranno sempre prioritarie per tutti gli operatori. Per informazioni sull'organizzazione dei Poli assistenziali del Gemelli: Governo Clinico: 06 3015.5955 email: [email protected] IL POLO ONCOLOGICO Il Policlinico Universitario “A. Gemelli” si può a pieno titolo considerare l’Ospedale oncologico più grande d’Italia per numero di strutture dedicate e per numero di pazienti trattati e questo ha giustificato la creazione di un Polo Oncologico, nato per accompagnare il paziente in tutte le fasi della sua malattia, dalla diagnosi alla fase terapeutica alla riabilitazione. Questo processo si sviluppa attraverso percorsi clinico-assistenziali specifici per ogni malattia, dove si realizza una completa integrazione fra i vari specialisti. L’attività del Polo Oncologico si estende a tutte le necessità del malato e dei suoi familiari offrendo anche, quando necessario, adeguato supporto psicologico, senza trascurare il ruolo insostituibile dei trattamenti palliativi e del sollievo nel fine vita. All’attività del Polo Oncologico contribuiscono i Dipartimenti di: Scienze Chirurgiche; Scienze Mediche; Scienze Chirurgiche per le Patologie della Testa e del Collo; Bioimmagini e Scienze Radiologiche; Tutela della Salute della Donna e della Vita Nascente, del Bambino e dell’Adolescente; Geriatria, Neuroscienze ed Ortopedia; Sanità Pubblica; Emergenza e Accettazione; Medicina Cardiovascolare. Il Gemelli può essere ritenuto un vero e proprio centro oncologico multidisciplinare di eccellenza, cui fanno riferimento non solo pazienti provenienti dagli altri ospedali del Lazio, ma anche da altre Regioni (24,3% dei pazienti ricoverati con diagnosi oncologica per tumori maligni). Per quanto riguarda l’ambito chirurgico, la pluriennale esperienza dei vari specialisti nel campo delle tecniche mini-invasive e laparoscopiche si è arricchita delle competenze di chirurgia robotica con l’impiego della tecnologia Da Vinci di ultima generazione nel trattamento di molte patologie oncologiche (tumori dell’apparato digerente, del fegato e delle vie biliari, del polmone e del mediastino, tumori urologici). Le attività del Polo Oncologico, così come di tutto il Policlinico “A. Gemelli”, frutto di una riprogettazione secondo logiche di percorso clinicoassistenziale, oggi più che mai mirano al perseguimento di appropriatezza, efficienza e centralità della persona e prevedono nel prossimo futuro un’ulteriore forte spinta verso l’innovazione, sia verso la terapia oncologica medica, che per le tecniche e tecnologie chirurgiche. Per informazioni: [email protected] Il Percorso clinico-assistenziale dedicato al paziente con neoplasia del colon-retto È stato recentemente istituito nel Policlinico A. Gemelli il percorso clinico-assistenziale per i pazienti affetti da neoplasia del colon-retto. Tale neoplasia rappresenta la quarta causa più frequente di morte per cancro nel mondo e la sua incidenza aumenta a partire dai 50 anni di età, senza significative differenze tra i due generi relativamente alla localizzazione colica, mentre per la localizzazione rettale la frequenza è maggiore negli uomini. A livello mondiale, tale patologia costituisce, in termini d’incidenza annuale, il quarto tumore più frequente nell’uomo (dopo polmone, prostata e stomaco) e il terzo nella donna (dopo mammella e cervice uterina). In Europa la neoplasia colorettale rappresenta la seconda causa di morte per cancro, dopo il tumore del polmone. Secondo i dati AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), in Italia, il carcinoma del colon-retto è il tumore più frequente con un’incidenza di oltre 50.000 nuove diagnosi stimate per il 2012, seguito dal tumore della mammella e del polmone. In particolare il tumore del colon-retto rappresenta il 14% delle nuove diagnosi di tumore nei maschi, preceduto dal tumore della prostata (20%) e del polmone (15%), e il 14% delle nuove diagnosi nella donna, preceduto dal tumore della mammella (29%). I segni o sintomi suggestivi per cancro del colonretto sono: rettorragie, recenti modifiche dell’alvo, tenesmo, senso d’incompleto svuotamento, stipsi di recente insorgenza, perdita di peso superiore al 10% del proprio Body Mass Index senza modifiche dell’alimentazione. Lo screening tramite la ricerca del sangue occulto fecale ha una periodicità biennale ed è raccomandato nella fascia di età 50-74 anni. Il percorso clinico-assistenziale dedicato al paziente affetto da sospetta o accertata patologia neoplastica colorettale permetterà una gestione maggiormente strutturata, corale e funzionale di tutto l’iter diagnostico-terapeutico-assistenziale. Tale percorso si pone quali obiettivi: • migliorare la qualità dell’assistenza, in coerenza con le linee guida basate sulle migliori prove di efficacia disponibili; • garantire la presa in carico assistenziale del paziente nelle varie fasi di un percorso integrato e di qualità; • ridurre i tempi dell’iter diagnostico terapeutico, fissando degli standard aziendali; • garantire la comunicazione al paziente di una corretta informazione; • ottimizzare ulteriormente la qualità dell’assistenza erogata, attraverso la messa a punto di un sistema di indicatori di processo e di esito e il monitoraggio degli stessi. A tale scopo il percorso prevede la sempre maggiore ottimizzazione dell’utilizzo dei servizi e la pianificazione delle modalità operative per i processi intra- ed extra-ospedalieri a garanzia della continuità assistenziale. Una cabina di regia centralizzata, l’UVO (Unità di Valutazione Oncologica), in cui tutti i professionisti coinvolti nel percorso saranno attori “protagonisti” dell'iter assistenziale, garantirà facile e appropriato accesso al percorso nella prospettiva di un miglioramento continuo degli outcome clinico-organizzativi che, nel contempo, tenga in considerazione le necessità cliniche dei pazienti così come quelle gestionali del Gemelli. Per maggiori informazioni rivolgersi a: [email protected] [email protected]