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QRcode: come si usa?
Scoprilo a pagina 7
L’ importanza di lavare le mani in ospedale
“Verso un ospedale senza infezioni”: è partita al
Gemelli la campagna di sensibilizzazione per
l’ igiene delle mani.
Il progetto di comunicazione e di educazione
sanitaria intitolato “Ti sei lavato le mani?”, promosso dalla Direzione del Policlinico, è stato
presentato in occasione della recente Giornata
Mondiale per l’igiene delle mani istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La campagna è rivolta a tutti gli operatori sanitari, nonché ai degenti e a tutti i diversi utenti
dell’ospedale con cartellonistica ad hoc lungo i
principali percorsi assistenziali del Gemelli, e
strutture contenenti opuscoli informativi che
spiegano come si lavano le mani e perché questo atto sia un importantissimo presidio per il
contrasto alle infezioni nell’ospedale.
I germi patogeni in ospedale sono trasmessi attraverso una qualche forma di contatto: da una
CAMBIA IL POLICLINICO GEMELLI
IL PERCORSO PER LE NEOPLASIE
NEL COLON RETTO
A PAGINA 8
PRENOTA IL POSTO IN CODA
CON LA APP “QURAMI”
E LO SMARTPHONE TI AVVERTE
QUANDO ARRIVA IL TUO TURNO
A PAGINA 2
ARRIVA IL PRIMO
DEFIBRILLATORE CARDIACO
COMPATIBILE
CON LA RISONANZA MAGNETICA
ferita infetta, per esempio, i batteri possono
passare a qualunque altro oggetto venga toccato
con le mani, finanche ai fogli della cartella clinica che, se maneggiata a sua volta da un altro
operatore sanitario che non ha lavato le mani,
può facilmente infettare il paziente successivo.
Un lavaggio accurato e sistematico quindi è un
importantissimo presidio per il contrasto alle
infezioni nell’ospedale e nella comunità.
Le campagne di sensibilizzazione funzionano:
uno studio multicentrico italiano sulla adesione
al lavaggio delle mani, ha evidenziato che la
campagna 2007/2008 promossa dal Ministero
della Salute, ha pressocché dimezzato, dal 75%
al 38%, le “non adesioni” alla procedura del lavaggio delle mani (dati rilevati negli stessi Centri), per poi stabilizzarsi due anni dopo, nel
2010, intorno al 40%.
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MELANOMI: LA PREVENZIONE CHE CURA
A GIUGNO NUOVA TAPPA DI GEMELLI INSIEME
Sole ed estate portano l’attenzione sui tumori cutanei. Fondamentale è
la diagnosi precoce, con il Policlinico in prima linea anche in piazza,
con la prossima tappa di Gemelli Insieme.
A PAGINA 5
U
ONCOLOGIA PEDIATRICA:
A SCUOLA DI KARATE
CELEBRATA LA TERZA
GIORNATA DELLA RICERCA
A PAGINA 2
ARITMIE CARDIACHE MALIGNE
STUDIO INTERNAZIONALE
SULL’ ORIGINE GENETICA
DELLA SINDROME DI BRUGADA
A PAGINA 7
CURA DEI TUMORI TIROIDEI
CON IODIO RADIOATTIVO:
E’ IL GEMELLI
IL CENTRO DI RIFERIMENTO
A PAGINA 7
A PAGINA 4
Arti marziali e tecniche di rilassamento per i
piccoli pazienti dell’Oncologia pediatrica del
Policlinico Gemelli di Roma. L’ opportunità è
offerta grazie ai corsi promossi da Kids Kicking
Cancer, l’organizzazione no profit che utilizza
le tecniche e la filosofia delle arti marziali per
aiutare i bambini affetti da cancro e gravi malattie croniche ad affrontare e gestire meglio la
propria patologia. Le “lezioni” di karate si svolgono ogni settimana presso l’ Unità operativa
di Oncologia pediatrica.
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INFERMIERE CONSULENTE:
COMPETENZA E SERVIZIO
E’ nato da poco, presso il Policlinico Gemelli,
il Centro di Coordinamento di Consulenze infermieristiche: la riorganizzazione per procedure esalta e valorizza il ruolo dell’infermiere,
fornendo agli utenti competenza specifica nelle
prestazioni assistenziali.
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Maggio 2014 Anno 2 n. 5
Prenota il posto in coda con la app Qurami
Lo smartphone ti dice quando è il tuo turno
Dal mondo delle app arriva uno strumento che
riduce i tempi di attesa per l’ accettazione ambulatoriale. Il Policlinico infatti ha attivato un
nuovo servizio a favore dei propri utenti per
facilitare la fruizione delle prestazioni sanitarie.
Si tratta di “Qurami” una soluzione tecnologica
innovativa che consente, in abbinata a un telefono d’ultima generazione dotato dell’apposita
applicazione, di collegarsi alla rete e di usufruire di una vasta gamma di servizi.
Ma ecco, più in particolare, come funziona e
quali vantaggi presenta Qurami (che è realizzato in collaborazione con Xidera). Il sistema
consente di prenotare il posto in fila nelle diverse strutture, verificare l’attesa in tempo reale e ricevere una notifica all’avvicinarsi del
proprio turno.
Per usufrire dei vantaggi offerti da Qurami, occorre, innanzitutto, scaricare gratuitamente
l’applicazione sul proprio cellulare.
Una volta avviata l’applicazione, si procede selezionando il Policlinico Universitario Agostino Gemelli dalla lista delle strutture nelle quali Qurami è attiva.
Quindi, si procede alla selezione del tipo di
servizio al quale si è interessati (per esempio
prenotazioni esami, visite/prestazioni odierne).
In tempo reale, sul telefono si potrà verificare
quante persone ci sono in quel momento in fila e sarà possibile prendere il numeretto elettronico, proprio come se ci si trovasse nella sala d’attesa. Il numero comparirà sullo schermo
(vedi figura) del tutto analogo, sia nell’aspetto
Con l’applicazione che si scarica gratuitamente è possibile risparmiare tempo
senza stress nelle attese per una prenotazione o per una visita in ambulatorio
che nella funzione, al bigliettino di carta che si
ha facendo fisicamente la fila.
La procedura permette dunque di aspettare il
proprio turno con la libertà di dedicarsi a ciò
che più si desidera. Infatti notifiche personalizzate segnalano tempestivamente l’avanzamento
della fila e l’avvicinarsi del proprio numero e,
quindi, del proprio turno.
Come si può vedere, Qurami permette di ri-
sparmiare tempo, facilita gli spostamenti urbani e fa ottimizzare gli impegni, con un sensibile beneficio per gli utenti delle prestazioni sanitarie e contribuendo a migliorare la qualità
dell’attesa degli stessi.
Nata nel 2010, Qurami è una startup italiana
che sta innovando il modo di fare la fila e ha
già ricevuto importanti riconoscimenti a livello
internazionale.
Arriva il primo defibrillatore cardiaco
compatibile con la risonanza magnetica
Al Gemelli è disponibile il primo defibrillatore
cardiaco compatibile con la risonanza magnetica in qualsiasi zona del corpo umano (total
body). Questo dispositivo introduce un’innovazione attesa: finora ai portatori di defibrillatori
impiantabili era preclusa la possibilità di eseguire un esame diagnostico di grande importanza e rivelatore di numerose patologie, come
la Rm, nella zona del torace (che era esclusa
dalle scansioni della Rm a causa della presenza
del dispositivo in tale sede).
Il dispositivo “Evera MRI SureScan”, di Medtronic, viene impiantato sottopelle, appena sotto la
clavicola. Attraverso due elettrocateteri (sottili
fili isolati) riceve informazioni dal cuore e, laddove si renda necessario, conduce gli impulsi
elettrici al muscolo cardiaco. Il defibrillatore si
comporta come una vera “emergency room” nel
torace: è l’ unico dispositivo in grado di ricono-
scere una tachiaritmia ventricolare maligna e di
erogare automaticamente una terapia elettrica
immediata in pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa.
Fino a ieri, un dispositivo di così grande importanza aveva fra le sue controindicazioni l’incompatibilità con l’esame di risonanza magnetica toracica e cardiaca. E’ stato calcolato che circa il
63% dei pazienti che hanno un defibrillatore
cardiaco, avranno bisogno di un’ indagine di risonanza magnetica entro 10 anni dall’ impianto.
Questo esame clinico, possibile adesso ai portatori di defibrillatori con la nuova tecnologia, è
ormai fondamentale per la corretta valutazione
di situazioni patologiche potenzialmente letali.
Nei pazienti cardiopatici, ad esempio, una risonanza magnetica può essere di aiuto nell’ eseguire una corretta diagnosi, ma anche, nei pazienti
portatori di defibrillatore, nell’individuare la
progressione di una malattia cardiaca già nota e
nel guidare una procedura di ablazione (che
consiste nell’ eliminare una parte di muscolo
cardiaco che causa delle aritmie).
Al sistema è associato anche il nuovo monitor
esterno di telemedicina MyCareLink che, posizionato a casa del paziente, trasmette i dati diagnostici direttamente all’ospedale, utilizzando la
tecnologia cellulare per la telefonia mobile globale. In tal modo tutta l’attività cardiaca del paziente sarà registrata per i prossimi anni come
da una perfetta “micro spia” che, attraverso il
monitor esterno di telemedicina, farà pervenire
i dati diagnostici da casa in ospedale.
Ambulatorio di Aritmologia.
Tutti i mercoledì dalle 15 alle 19.
email: [email protected]
Maggio 2014 Anno 2 n. 5
Lavarsi le mani, prima di tutto. La campagna
per l’ “Ospedale senza infezioni”
Infezioni in chirurgia
C’ è anche un master
Si parte da un’abitudine semplice come lavarsi
le mani, per puntare ad un traguardo particolarmente ambizioso: arrivare a un ospedale
senza infezioni.
Il Gemelli ha avviato un progetto di comunicazione e di educazione sanitaria all’interno dell’Ospedale, promosso dalla Direzione del Policlinico e intitolato “Ti sei lavato le mani?” che
rientra in un articolato programma di interventi e iniziative per la lotta alle infezioni
ospedaliere. La presentazione dell’iniziativa è
avvenuta il 5 maggio, con un Convegno presso
l’Aula Brasca del Policlinico, promosso dalla
Direzione Rischio Clinico e Igiene, diretta dal
dott. Fabrizio Celani, in occasione della Giornata Mondiale per l’ Igiene delle mani istituita
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Si parte dunque da un gesto semplice, ma fondamentale: lavare le mani, prima e dopo ogni
manovra che prevede il contatto con il paziente, nonché il chiaro invito a fare altrettanto a
tutti i frequentatori dell’ospedale universitario,
nessuno escluso - degenti, familiari, visitatori o
studenti. Lungo i principali percorsi assistenziali del Gemelli, sono stati affissi cartelloni recanti le immagini della campagna e disposte
strutture contenenti opuscoli informativi che
spiegano come si lavano le mani e perché questo atto, così “scontato” da esser sovente e a
torto trascurato, sia un importantissimo presidio per il contrasto alle infezioni nell’ospedale
e nella comunità. Il convegno è stata l’ occasione per fare il punto su tutte le iniziative di organizzazione sanitaria, cliniche e di ricerca per
contrastare le infezioni nosocomiali. E’ stata
presentata la campagna di comunicazione per
la promozione dell’igiene delle mani, fortemente voluta dalla Direzione del Policlinico il cui
Direttore è il dott. Maurizio Guizzardi, e coordinata dal professor Gabriele Sganga, Direttore
del Master “Sepsi in Chirurgia” e docente presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche, e
promossa in collaborazione con il dott. F. Celani e il dott. Filippo Berloco della Direzione Rischio Clinico e Igiene e del prof. Antonio Giulio De Belvis, responsabile della UOC Governo
Clinico del Policlinico A. Gemelli.
“L’igiene delle mani, se eseguita regolarmente
e correttamente - prima e dopo ogni contatto
con un paziente, meglio se usando un gel alcolico che è più efficace rispetto al tradizionale lavaggio con acqua e sapone (perché più rapido, meglio tollerato) - si stima riduca le infezioni ospedaliere mediamente dal 10% al
50%”, è il commento del prof. G. Sganga.
Dati del Ministero della Salute evidenziano
l’ alta incidenza in Italia delle infezioni in ambiente ospedaliero: circa 500-700 mila pazienti, su 9,5 milioni di ricoverati l’ anno, contraggono un’infezione ospedaliera, con percentuali che oscillano fra il 5 e il 17% di tutti i ricoveri. La mortalità raggiunge il 3%. Tra questi
ricoverati, i pazienti chirurgici rappresentano
un gruppo molto significativo.
L’ Italia ha ancora molta strada da fare sul
fronte del contenimento delle infezioni ospedaliere: per esempio, basti pensare che nel nostro Paese per la sola igiene delle mani in
ospedale si consuma meno del 10% della
quantità totale di gel alcolico - stimata sulla
base del totale dei ricoveri ogni anno – di ciò
che si dovrebbe utilizzare.
I “microbi degli ospedali” vanno combattuti con forza e con astuzia. Conoscendo molto bene i “nemici” e soprattutto le armi a disposizione per combatterli: antibiotici intelligenti, farmaci
di prima, di seconda e terza linea, associazioni di medicine.
“Lo specialista deve saper utilizzare al
meglio gli antibiotici, gli antifungini e
gli antivirali”, sottolinea il prof. Gabriele Sganga, direttore del Master Sepsi in
Chirurgia. “Il medico deve essere in
grado di: impostare iter diagnostici rapidi ed efficaci; applicare strategie appropriate; prevenire e curare i danni
d’organo conseguenti alle modificazioni fisiopatologiche indotte dalla sepsi”.
Da qui l’esigenza della superspecializzazione, professionalità assolutamente
necessaria, oggi, nel nostro Paese, come ha spiegato la prof.ssa Maria Luisa
Moro, epidemiologa di fama internazionale, responsabile dell’Area Rischio
Infettivo dell’Agenzia Sanitaria e Sociale della Regione Emilia Romagna, inaugurando il nuovo anno accademico di
“Sepsi in Chirurgia”.
Il Master di II livello dedicato ai medici
- arrivato alla ottava edizione e al
150mo iscritto - è unico in Europa. Lo
affianca un Master di primo livello, soprattutto per gli infermieri, sul “Nursing del paziente chirurgico settico”.
Obiettivi, finalità, programmi e docenti
sono su: www.sepsichirurgia.it.
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Maggio 2014 Anno 2 n. 5
Oncologia pediatrica: al Gemelli
i piccoli pazienti danno un calcio al cancro
Arti marziali e tecniche di rilassamento per i
piccoli pazienti dell’ Oncologia pediatrica del
Policlinico Gemelli. L’ opportunità è offerta
grazie ai corsi promossi da Kids Kicking Cancer, l’ organizzazione no profit che utilizza le
tecniche e la filosofia delle arti marziali per
aiutare i bambini affetti da cancro e gravi malattie croniche ad affrontare e gestire meglio la
propria patologia.
Le “lezioni” di karate si svolgono ogni settimana nell’ Unità operativa di Oncologia pediatrica, diretta dal prof. Riccardo Riccardi, afferente
al Dipartimento per la tutela della salute della
donna, della vita nascente, del bambino e dell’adolescente diretto dal prof. Giovanni Scam-
bia, e coinvolgono i piccoli pazienti ricoverati
in reparto e in day hospital. Gli istruttori di
Kids Kicking Cancer affiancano i bambini, promuovendo lezioni e corsi pratici per allenare il
corpo, ma soprattutto la mente, attraverso l' insegnamento di karate e di tecniche di respirazione e visualizzazione.
“Siamo lieti di ospitare un’ iniziativa così particolare - sottolinea il prof. Riccardi -. Avevo
espresso qualche dubbio su questa attività
quando mi era stata proposta, in quanto i bambini ricoverati, in genere, sono sofferenti per la
malattia o la terapia che stanno attuando. Ovviamente, però, il programma non prevede
l’insegnamento tout court del karate, ma piut-
tosto mira a far apprendere tecniche particolari
di respirazione proprie delle arti marziali e piccoli esercizi di riabilitazione motoria, senza indurre i ragazzi allo sforzo fisico”. Le lezioni si
svolgono ogni giovedì, mattina e pomeriggio,
“e si integrano molto bene con le attività di intrattenimento - continua Riccardi - che già si
svolgono presso la nostra Unità Operativa con
l’ Associazione Sale in Zucca e i volontari del
gruppo Calimero e le lezioni degli insegnanti
delle sezioni scolastiche ospedaliere (elementare, media e superiore) operanti presso il Gemelli. I pazienti pediatrici coinvolti dagli
istruttori di Kids Kicking Cancer stanno apprezzando molto le ‘lezioni’ e tutti hanno chiesto di poter ripetere questa esperienza”.
Una mamma racconta l’ approccio della sua bambina con la prima lezione di karate
Ha già appreso i primi movimenti e sta imparando a gestire l’ ansia.
Le servirà nei momenti più difficili della sua malattia, ma la piccola
non pensa a questo. Per lei questa nuova esperienza è un bel passatempo
L’altro giovedì B. ha partecipato alla sua
prima lezione di karate. Superata la prima
diffidenza sul fatto che fosse una disciplina adatta
ad una bambina e non solo per maschi, si è lasciata coinvolgere dalle parole esperte dell’ insegnante.
Ha appreso, oltre ai movimenti del saluto iniziale,
anche alcune tecniche di respirazione che le possono servire per rilassarsi nei momenti di difficoltà,
quando prova ansia e paura. Era piacevolmente
interessata e ha capito subito con facilità tutti i
movimenti che l’ insegnante le proponeva.
Penso sia un’ attività particolarmente utile in cui
coinvolgere i bambini dell’Oncologia pediatrica.
Insegnare loro a gestire i momenti di ansia e paura
con le tecniche di respirazione che questa disciplina utilizza è sicuramente un metodo valido per sostenerli. Ma B. non ha percepito la lezione come
qualcosa di utile per lei, da usare nei momenti difficili della sua malattia. Per lei è, semplicemente, un bel passatempo.
Nella terza Giornata della Ricerca
i brillanti risultati della Cattolica nel 2013
La terza edizione della Giornata della Ricerca
ha offerto l’opportunità di presentare tutti i risultati ottenuti dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica nel 2013. Alla presentazione delle 260 ricerche, svolta l’8 maggio, sono
intervenuti il Rettore dell’Università Cattolica
Franco Anelli, e l’Assistente Ecclesiastico Generale dell’Ateneo, Mons. Claudio Giuliodori. La
conclusione dei lavori, che è culminata con la
consegna al Direttore generale dell’AIRC, Niccolò Cont ucci, della terza edizione del Premio
“Giovanni Paolo II”, è stata affidata al prof. Giulio Maira, direttore dell’Istituto di Neurochirurgia dell’Università Cattolica e coordinatore dei
lavori della Giornata.
“Dove si fa ricerca, si insegna meglio - ha evi-
denziato il Preside della Facoltà di Medicina e
Chirurgia, prof. Rocco Bellantone -: l’intuizione
del nostro fondatore Padre Agostino Gemelli di
un corpo docente che facesse insegnamento, ricerca e cura è stata pienamente consolidata”.
Premiate, nel corso della Giornata, le 5 migliori
pubblicazioni del 2013 della Facoltà di Medicina. I riconoscimenti sono andati agli studi condotti dalla dott.ssa Maria Teresa Voso, Istituto di
Ematologia, in collaborazione con i professori
Ad ri ano Ven dit t i e Gi use ppe L eon e, e dalla
dott.ssa Alessandra Stazi (gruppo del prof. Gaetano Lanza, Istituto di Cardiologia), per la ricerca di base. Per la ricerca Clinica sono stati premiati i professori Marcello D’Ascenzo e Claudio
Grassi - Istituto di Fisiologia Umana; per l’Isti-
tuto di Genetica Medica, la ricerca della dott.ssa
Elisabetta Tabolacci, e per l’ Unità Operativa di
Nefrologia e Dialisi, la ricerca del nefrologo
Pietro Manuel Ferraro.
Sintesi su: www.quotidianosanita.it.
Maggio 2014 Anno 2 n. 5
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Sole, estate e tumori cutanei
L’ importanza di una diagnosi precoce
La prevenzione è fondamentale
La tempestiva asportazione
di un neo che degenera in melanoma
garantisce la guarigione al 100%
Il melanoma è un tumore molto aggressivo che
deriva dalla trasformazione maligna dei melanociti (le cellule che determinano il colore della pelle) ed è la più pericolosa tra le neoplasie
cutanee.
L’ età maggiormente a rischio per l’ insorgenza
del melanoma è quella compresa tra i 25 e 50
anni, le donne sono leggermente più colpite rispetto agli uomini, tuttavia può manifestarsi in
persone di qualsiasi età e sesso. Spesso la prima
manifestazione è il cambiamento di forma, colore o dimensioni di un nevo (o neo) preesistente, in altri casi il melanoma può apparire
come un nuovo nevo che si modifica progressivamente e rapidamente.
I fattori di rischio alla base dell’insorgenza del
melanoma sono complessi e molteplici: familiarità, elevato numero di nevi (> 50), capelli
biondo-rossi, occhi chiari, carnagione particolarmente chiara, scottature in età pediatrica,
uso di lampade abbronzanti, calo delle difese
immunitarie come avviene, ad esempio, nei pazienti trapiantati. E’ accertato che un’impropria
esposizione a luce ultravioletta solare o artificiale aumenta il rischio di melanoma.
Programmi di prevenzione e diagnosi precoce
hanno dimostrato che di melanoma si guarisce.
Infatti, se il melanoma è diagnosticato precocemente ed asportato chirurgicamente nelle sue
fasi iniziali, i pazienti avranno una normale
aspettativa di vita perché il rischio che il melanoma abbia invaso altri organi (metastasi) è
pressoché nullo. E’ fondamentale sottoporsi ad
un controllo specialistico dermatologico almeno una volta l’anno. Oltre all’osservazione ad
occhio nudo dei nevi, la visita può procedere
con esami strumentali di secondo livello che
consentono di ingrandire i nevi ed apprezzarne
gli aspetti morfologici microscopici. La videodermatoscopia digitale computerizzata (epiluminescenza) si avvale di una telecamera che fotografa e ingrandisce l’immagine del nevo che
viene visualizzato sul monitor ad alta risoluzione di un computer. La procedura consente anche di archiviare immagini, potendone in tal
modo controllare l’evoluzione nel tempo (mappatura dei nei). Pur essendo un valido aiuto
nella diagnosi precoce di melanomi e di altri
tumori cutanei, l’epiluminescenza non può essere considerata una metodica sostitutiva dell’esame istologico, pertanto il dermatologo potrebbe considerare di asportare le lesioni di
dubbia natura. Si raccomanda di effettuare l’esame di epiluminescenza con la frequenza suggerita dal dermatologo e di ripetere immediatamente una nuova visita dermatologica di controllo nel caso in cui il paziente notasse la rapida comparsa di un nuovo nevo o la modificazione in termini di forma, dimensioni o colore
di un nevo preesistente. L’ esposizione eccessiva
ai raggi solari e senza un’ adeguata protezione
può aumentare il rischio di sviluppare un melanoma, soprattutto nei giovani, infatti è dimostrato che troppo sole nell’infanzia e nell’adolescenza innalza la possibilità di sviluppare un
melanoma in età adulta. Osservando le corrette
regole (esporsi al sole gradualmente evitando le
ore centrali della giornata 12-16, usare creme
solari adeguate con filtri elevati SPF 30-50 per i
raggi UVA e UVB applicandole ogni 2 ore durante l'esposizione, usare cappello, maglietta e
occhiali da sole) è possibile godere dell’aria
aperta e delle vacanze senza correre rischi.
L’ ambulatorio funziona dal lunedì al
venerdì solo su prenotazione.
Per appuntamenti: 06 3015.7000
oppure: www.policlinicogemelli.it
Dai melanomi si guarisce. La prevenzione
in piazza a giugno con Gemelli insieme
costituisce un fattore di rischio importante per
questa patologia. Luogo e giorni sono in via di
definizione e saranno tempestivamente resi noti
sul sito del Policlinico Gemelli, all’indirizzo:
www.gemellinsieme.policlinicogemelli.it
La prossima tappa di prevenzione, in calendario per il mese di giugno, di Gemelli insieme,
sarà centrata sui tumori della pelle. Tema di
grande attualità, con l’approssimarsi della stagione estiva, perché l’esposizione ai raggi solari
Il tema è di grande importanza, per la crescente
incidenza dei melanomi e per l’efficacia terapeutica associata alla corretta prevenzione. Come è specificato nell’articolo in alto, se il neo
sospetto di degenerazione viene diagnosticato e
asportato chirurgicamente per tempo, il rischio
di metastasi è assolutamente trascurabile. Occorre però tenere sempre alta l’attenzione e procedere a controlli sistematici: il melanoma è infatti sempre più diffuso.
L’ incidenza del melanoma è in costante aumento, in Italia nei primi anni ’90 si presentavano ogni anno circa 4 nuovi casi ogni
100.000 abitanti. Questi numeri, oggi, sono
aumentati vertiginosamente: attualmente la stima media è di 14 nuovi casi ogni 100.000 abitanti e la frequenza di questa neoplasia è in
netto aumento in tutto il resto del mondo, dove ogni anno si registrano circa 100.000 nuovi
casi di melanoma.
Gemelli insieme è il progetto dedicato dal Policlinico Gemelli ai cittadini romani. Porta la prevenzione nelle piazze, con i medici e le strutture del Policlinico a diretto contatto con i cittadini. Un’occasione per celebrare insieme i 50
anni della nascita del Policlinico.
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Maggio 2014 Anno 2 n. 5
L’ infermiere consulente
Competenza, specializzazione, servizio
Il prendersi cura
che si accompagna
a quel “buongiorno”
La stomia (dal greco “bocca”) è un’apertura realizzata chirurgicamente, necessaria a far comunicare l’intestino
con l’esterno, quando ciò non è più
possibile per via fisiologica.
I pazienti che vengono sottoposti a
questa procedura vedono inevitabilmente cambiare le più piccole abitudini quotidiane e naturalmente aumentare disagio e difficoltà. Ecco perché
diventano di fondamentale importanza figure professionali che non provvedano solo alla migliore terapia medica e sanitaria, ma che si prendano
globalmente cura delle persone, rispondendo ai bisogni espressi, anche e
soprattutto dal punto di vista umano.
Quella che pubblichiamo qui di seguito è la testimonianza di Armando
Mottola, un Coordinatore Infermieristico e specialista in Enterostomia che
ogni giorno, insieme ai suoi colleghi,
assiste e sta accanto ai pazienti dei nostri reparti.
“Oggi non si usa più definire la nostra
professione come una ‘missione’. Però, a
pensarci bene è proprio così: con quale
spirito ci accosteremmo alle persone che
hanno perso il proprio ruolo, il proprio
benessere se non sentissimo qualcosa dentro che ci muove verso l’altro?
Questa esperienza, realizzata completamente con l’apertura del Centro di Consulenze Infermieristiche, è la massima
espressione di un sogno atteso da anni e
trova la sua realizzazione nel sorriso e
nella serenità dell’altro.
‘L’ altro’ è la persona che in un momento
subisce un cambiamento del proprio corpo, si ritrova con una stomia per l’espletamento delle sue funzioni eliminatorie,
ma porta avanti questa fase della vita
ricca di difficoltà con sentimenti non più
negativi trovando la disponibilità dell’enterostomista. Nel tempo si instaura un
rapporto di fiducia reciproco che nasce
dalle piccole cose come, ad esempio, il
‘buongiorno del mattino’…
E’ nato al Gemelli il Centro di Coordinamento di Consulenze infermieristiche:
la riorganizzazione per procedure esalta e valorizza il ruolo dell’infermiere
fornendo agli utenti competenza specifica nelle prestazioni assistenziali
Come tutti i Policlinici Universitari, anche il
Gemelli ha insieme compiti di cura, assistenza, ricerca e didattica. E’ per questo che, dallo
scorso maggio, è nato il Centro di Coordinamento di Consulenze infermieristiche, allo
scopo di far emergere e valorizzare l’assistenza
infermieristica sulla base degli obiettivi strategici aziendali e di comportamenti e abitudini
già in essere, ma riorganizzati più efficacemente sotto forma di procedura.
La consulenza infermieristica, già presente nel
contesto internazionale, è di recente nascita
nel panorama nazionale. Lo scopo del progetto è fornire agli utenti un servizio di competenza specifica in una prestazione assistenziale, fornire interventi educativi rivolti all’équipe, ai familiari e ai pazienti nella gestione delle esigenze quotidiane. L’ infermiere, attraverso la consulenza, assume responsabilità in base al livello di competenza raggiunto secondo
quanto espresso dal codice deontologico e
dalla normativa vigente. La legge 43 del 2006
infatti riconosce nella figura dei professionisti
specialisti gli infermieri in possesso di un master di primo livello per le funzioni specialistiche rilasciato dall’Università. A tale scopo nel
gennaio dello scorso anno è stato costituito un
tavolo tecnico interprofessionale che ha effettuato un’analisi dei volumi delle prestazioni
infermieristiche, identificato la tipologia di
consulenza, definito i flussi informativi e operativi e le schede tecniche, elaborato i requisiti
degli infermieri consulenti e ideato il sistema
di monitoraggio delle consulenze. Quindi, in
collaborazione fra il SITRA (Servizio Infermie-
ristico, Tecnico e Riabilitativo Aziendale) e la
Direzione Sanitaria, è stata effettuata un’analisi
dei volumi rispetto alle aree ritenute problematiche e cruciali e sono state ipotizzate quattro tipologie di consulenza: gestione drenaggi
toracici, stomie (aperture chirurgiche degli organi per consentire la loro comunicazione con
l’esterno) medicazioni avanzate, gestione e
posizionamento dei cateteri venosi centrali
per via periferica (PIC).
Per ogni area di consulenza è stato quindi individuato un referente di settore con la funzione di coordinare le prestazioni.
La procedura prevede che la richiesta, attivata
all’ interno del sistema informatico del Policlinico, venga compilata dal medico o dall’infermiere dell’unità operativa, visionata dai referenti di settore che assegnano la consulenza
ad un infermiere il quale, eseguita la consulenza, e redige un referto che diverrà parte
della documentazione sanitaria del paziente.
Nei primi otto mesi dell’istituzione del servizio sono state effettuate 3350 consulenze: più
della metà riguardano il posizionamento e la
gestione dei cateteri venosi; il 55 % delle consulenze sono state espletate entro le 12 ore; il
70% è stato evaso entro le 24 ore.
L’ Infermiere consulente diventa così un punto
di riferimento per lo staff per risolvere problemi specifici, promuovere processi di cambiamento, migliorare la qualità dell’assistenza,
fornire opportunità ad altri professionisti di
apprendere nuove abilità e creare e mantenere
con i pazienti un dialogo quotidiano e continuo che fa dell’assistenza clinica un servizio.
Maggio 2014 Anno 2 n. 5
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Aritmie cardiache maligne: studio internazionale
sull’ origine genetica della Sindrome di Brugada
La sindrome di Brugada è una malattia cardiaca su base genetica caratterizzata dalla disfunzione di canali ionici che regolano il flusso
trans-membrana e, quindi, dell’attività elettrica delle cellule cardiache. I pazienti affetti da
questa patologia, sebbene abbiano un cuore
apparentemente normale, anche ad una accurata valutazione elettrocardiografica ed ecocardiografica, e siano talora asintomatici, possono andare incontro a morte improvvisa in se-
guito all’insorgenza, non prevedibile, di aritmie ventricolari maligne. Da tre anni Antonio
Oliva dell’Istituto di Sanità Pubblica del Gemelli - Sezione di Medicina Legale, in stretta
collaborazione con il noto cardiologo Ramon
Brugada, del Cardiovascular Genetics Center
dell’Università di Girona (Spagna) cui si deve
insieme agli altri due fratelli, Pedro e Josep,
l’identificazione dell'omonima sindrome, porta avanti un progetto di ricerca sponsorizzato
dalla Fondazione Telethon.
In tutti i pazienti e casi autoptici di interesse
forense vengono realizzate analisi genetiche,
studio in vitro della funzione dei canali ionici
e studio di campioni bioptici ottenuti da regioni cardiache caratterizzate da anomalie
elettriche. Questo progetto, oltre a chiarire i
meccanismi molecolari che portano alla genesi delle aritmie, introduce elementi di estrema
attualità in merito alle implicazioni medico-legali derivanti dall’effettuazione di test genetici
sulle famiglie e della valenza clinica che si attribuisce alle varianti genetiche di significato
incerto.
Il Gemelli è il Centro di riferimento per la cura
dei tumori della tiroide con iodio radioattivo
Il numero dei tumori tiroidei oggi osservati è
in continuo aumento in tutto il mondo, sia
per progressi di ordine diagnostico che per un
reale aumento di tipo assoluto. Dopo iniziale
asportazione chirurgica della ghiandola, i tumori a rischio di recidiva vengono sottoposti a
terapia con iodio radioattivo (131I) allo scopo
di asportare le piccole aree di tessuto tiroideo
residuo e di curare eventuali metastasi locoregionali o a distanza.
Il Gemelli è stato uno dei primi Ospedali in
Italia ad utilizzare questo tipo di terapia. I primi trattamenti risalgono al 1968 ed è oggi
considerato Centro di Eccellenza per questo
QR code: inquadratelo col cellulare
Il simbolo di forma quadrata che trovate in prima pagina è un "QR code".
Inquadrato con la fotocamera del
cellulare, collega direttamente alla
versione pdf, scaricabile e stampabile, che si ottiene dal sito www.policlinicogemelli.it. Perché funzioni, il telefono deve potersi collegare ad internet,
avere la fotocamera ed il programma (scaricabile
gratis dalla rete) che riesce a "vedere" e leggere i
QR code.
Per maggiori informazioni:
http:/ /bit.ly/QRistruzioni
di trattamento che viene eseguito in collaborazione tra il Servizio di Medicina Nucleare e il
Servizio di Radioterapia. Il Servizio di Fisica
Sanitaria collabora per tutti gli aspetti relativi
alla Dosimetria (scelta della dose di radioiodio
da somministrare) e alla Radioprotezione del
paziente, del personale e della popolazione.
Ogni anno circa 300 pazienti vengono sottoposti a terapia con 131I in regime di ricovero
protetto, al fine di proteggere dal pericolo derivante dalle radiazioni ionizzanti la popolazione e i familiari del paziente.
Il Policlinico dispone per il trattamento con
radioiodio di 5 posti per degenza protetta ubiGe me lliinforma - Bollettino a diffusione interna
per il Policlinico "A. Gemelli" di Roma
Testata in attesa di registrazione
Dire ttore: Nicola Cerbino
Board editoriale: A. Giulio De Belvis, Luca Revelli,
Giorgio Meneschincheri, Carla Alecci, Francesca Russo,
Emiliana Stefanori
Consulenza giornalistico-e ditoriale:
Value Relations srl - Enrico Sbandi
Redazione tecnico-scientifica: Alessandro Barelli,
Christian Barillaro, Ettore Capoluongo, Ivo Iavicoli,
Roberto Iezzi, Gaetano Lanza, Federica Mancinelli,
Marco Marchetti, Mario Rigante, Carlo Rota.
Stampa: Cangiano Grafica
via Palazziello 80040 Volla (Na)
cati nel Reparto di Radioterapia 2, III piano
del Policlinico Ala E.
Prima del trattamento è necessaria una “visita
medico nucleare pretrattamento” indispensabile per porre indicazione alla terapia e fornire
al paziente informazioni di ordine clinico e di
tipo pratico.
Per prenotare una visita:
Servizio di Medicina Nucleare:
0 6 3 0 1 5 . 4 3 7 5 ( d a l l u n . a l v e n . or e
10.15-12.15) - [email protected]
8
Maggio 2014 Anno 2 n. 5
Cambia il Policlinico Gemelli
il Percorso per le neoplasie nel colon retto
Risposte più pronte, sicure ed efficaci alla sempre crescente domanda di salute, in linea con i
requisiti del governo clinico: per offrirle, il Gemelli ha completamente rivisto l’organizzazione
interna e delle modalità di erogazione delle cure,
concentrando in modo omogeneo e integrato le
varie attività, trasformando di fatto la struttura
da “Policlinico” in “Poli-clinics”.
Da questo progetto sono nati infatti cinque Poli:
il Polo Cardiovascolare, il Polo Donna, il Polo
Emergenza, il Polo Neuroscienze il Polo Oncologico, che hanno consentito di riorganizzare in
modo integrato professionalità e tecnologie per
realizzare luoghi di cura certi e riferimenti facilmente identificabili. Tutti gli utenti hanno in
questo modo la possibilità di accedere ai percorsi
clinico assistenziali dei Poli per affrontare i vari
problemi di salute, trovando le risposte più idonee a soddisfare le proprie esigenze, che risulteranno sempre prioritarie per tutti gli operatori.
Per informazioni sull'organizzazione
dei Poli assistenziali del Gemelli:
Governo Clinico: 06 3015.5955
email: [email protected]
IL POLO ONCOLOGICO
Il Policlinico Universitario “A. Gemelli” si può a
pieno titolo considerare l’Ospedale oncologico
più grande d’Italia per numero di strutture dedicate e per numero di pazienti trattati e questo ha
giustificato la creazione di un Polo Oncologico,
nato per accompagnare il paziente in tutte le fasi
della sua malattia, dalla diagnosi alla fase terapeutica alla riabilitazione. Questo processo si sviluppa attraverso percorsi clinico-assistenziali
specifici per ogni malattia, dove si realizza una
completa integrazione fra i vari specialisti.
L’attività del Polo Oncologico si estende a tutte le
necessità del malato e dei suoi familiari offrendo
anche, quando necessario, adeguato supporto
psicologico, senza trascurare il ruolo insostituibile dei trattamenti palliativi e del sollievo nel fine
vita.
All’attività del Polo Oncologico contribuiscono i
Dipartimenti di: Scienze Chirurgiche; Scienze
Mediche; Scienze Chirurgiche per le Patologie
della Testa e del Collo; Bioimmagini e Scienze
Radiologiche; Tutela della Salute della Donna e
della Vita Nascente, del Bambino e dell’Adolescente; Geriatria, Neuroscienze ed Ortopedia;
Sanità Pubblica; Emergenza e Accettazione; Medicina Cardiovascolare.
Il Gemelli può essere ritenuto un vero e proprio
centro oncologico multidisciplinare di eccellenza, cui fanno riferimento non solo pazienti provenienti dagli altri ospedali del Lazio, ma anche
da altre Regioni (24,3% dei pazienti ricoverati
con diagnosi oncologica per tumori maligni). Per
quanto riguarda l’ambito chirurgico, la pluriennale esperienza dei vari specialisti nel campo
delle tecniche mini-invasive e laparoscopiche si è
arricchita delle competenze di chirurgia robotica
con l’impiego della tecnologia Da Vinci di ultima
generazione nel trattamento di molte patologie
oncologiche (tumori dell’apparato digerente, del
fegato e delle vie biliari, del polmone e del mediastino, tumori urologici).
Le attività del Polo Oncologico, così come di tutto il Policlinico “A. Gemelli”, frutto di una riprogettazione secondo logiche di percorso clinicoassistenziale, oggi più che mai mirano al perseguimento di appropriatezza, efficienza e centralità della persona e prevedono nel prossimo futuro un’ulteriore forte spinta verso l’innovazione,
sia verso la terapia oncologica medica, che per le
tecniche e tecnologie chirurgiche.
Per informazioni:
[email protected]
Il Percorso clinico-assistenziale
dedicato al paziente con neoplasia
del colon-retto
È stato recentemente istituito nel Policlinico A.
Gemelli il percorso clinico-assistenziale per i pazienti affetti da neoplasia del colon-retto. Tale
neoplasia rappresenta la quarta causa più frequente di morte per cancro nel mondo e la sua
incidenza aumenta a partire dai 50 anni di età,
senza significative differenze tra i due generi relativamente alla localizzazione colica, mentre per
la localizzazione rettale la frequenza è maggiore
negli uomini. A livello mondiale, tale patologia
costituisce, in termini d’incidenza annuale, il
quarto tumore più frequente nell’uomo (dopo
polmone, prostata e stomaco) e il terzo nella
donna (dopo mammella e cervice uterina). In
Europa la neoplasia colorettale rappresenta la seconda causa di morte per cancro, dopo il tumore
del polmone. Secondo i dati AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), in Italia, il carcinoma del colon-retto è il tumore più frequente
con un’incidenza di oltre 50.000 nuove diagnosi
stimate per il 2012, seguito dal tumore della
mammella e del polmone. In particolare il tumore del colon-retto rappresenta il 14% delle nuove
diagnosi di tumore nei maschi, preceduto dal tumore della prostata (20%) e del polmone (15%),
e il 14% delle nuove diagnosi nella donna, preceduto dal tumore della mammella (29%).
I segni o sintomi suggestivi per cancro del colonretto sono: rettorragie, recenti modifiche dell’alvo, tenesmo, senso d’incompleto svuotamento,
stipsi di recente insorgenza, perdita di peso superiore al 10% del proprio Body Mass Index
senza modifiche dell’alimentazione.
Lo screening tramite la ricerca del sangue occulto fecale ha una periodicità biennale ed è raccomandato nella fascia di età 50-74 anni.
Il percorso clinico-assistenziale dedicato al paziente affetto da sospetta o accertata patologia
neoplastica colorettale permetterà una gestione
maggiormente strutturata, corale e funzionale di
tutto l’iter diagnostico-terapeutico-assistenziale.
Tale percorso si pone quali obiettivi:
• migliorare la qualità dell’assistenza, in coerenza con le linee guida basate sulle migliori prove di efficacia disponibili;
• garantire la presa in carico assistenziale del
paziente nelle varie fasi di un percorso integrato e di qualità;
• ridurre i tempi dell’iter diagnostico terapeutico, fissando degli standard aziendali;
• garantire la comunicazione al paziente di
una corretta informazione;
• ottimizzare ulteriormente la qualità dell’assistenza erogata, attraverso la messa a punto di un sistema di indicatori di processo e
di esito e il monitoraggio degli stessi.
A tale scopo il percorso prevede la sempre maggiore ottimizzazione dell’utilizzo dei servizi e la
pianificazione delle modalità operative per i processi intra- ed extra-ospedalieri a garanzia della
continuità assistenziale.
Una cabina di regia centralizzata, l’UVO (Unità
di Valutazione Oncologica), in cui tutti i professionisti coinvolti nel percorso saranno attori
“protagonisti” dell'iter assistenziale, garantirà facile e appropriato accesso al percorso nella prospettiva di un miglioramento continuo degli outcome clinico-organizzativi che, nel contempo,
tenga in considerazione le necessità cliniche dei
pazienti così come quelle gestionali del Gemelli.
Per maggiori informazioni rivolgersi a:
[email protected]
[email protected]
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gemellinuovo a4 - Policlinico Gemelli