La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 1 TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE SCIENTIFICA, ATTUALITÀ E PREVENZIONE Anno 19 N°2 Giugno 2014 Pubblicazione periodica trimestrale - Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46) art. 1, comma 2, DCB Milano N. 2 - Giugno 2014 Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 107 del 19/02/1996 EDITORIALE Anestesia: il ruolo dell’infermiere in sala operatoria NEWS Notizie dal De Gasperis: 48°congresso di cardiologia PREVENZIONE GIOVANI Progetto scuola 2014 Fondazione A. De Gasperis INNOVAZIONE E RICERCA Malattie dell’aorta e le nuove cure La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 2 TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE SCIENTIFICA, ATTUALITÀ E PREVENZIONE Anno 19 N°2 Giugno 2014 SOMMARIO DIAGNOSTICA Editore Fondazione Centro Cardiologia e Cardiochirurgia A. De Gasperis, Niguarda Ca’ Granda Imagin Coronarico con OCT Direttore Responsabile Patrizia Valentina Arcuri EDITORIALE Anestesia: il ruolo dell’infermiere in sala operatoria 03 Collaboratori Monica Fumagalli Editing Direct Channel s.r.l. Milano NEWS dal Presidente 48° congresso di Cardiologia 06 Progetto grafico 2CPoint | Maurizio Lo Castro Direzione Fondazione Centro Cardiologia e Cardiochirurgia A. De Gasperis Niguarda Ca’ Granda, Piazza Ospedale Maggiore 3 - 20162 Milano Tel. 02.66109134 - Tel. int. ospedale 02.6444.4069/7761 Fax 02.49436690 malattie dell’aorta e nuove cure LA POSTA DEL CUORE E-mail: [email protected] Sito internet: www.degasperis.it COSTITUITA DAL 1° DIC. ‘85. RICONOSCIMENTO GIURIDICO DALLA REGIONE LOMBARDIA CON D.P.G.R. N. 013353 DEL 29/07/2004 PREVENZIONE GIOVANI Progetto scuola 2014 Fondazione A. De Gasperis Pubblicazione periodica trimestrale - Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46) art. 1, comma 2, DCB Milano N. 2 - Giugno 2014 - Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 107 del 19/02/1996 08 Tutti i diritti sono riservati. campagna di sostegno 2014 scegli: prima missione di cardiochirurgia pediatrica in Uganda Simpatizzante ALIMENTAZIONE Per facilitare la dieta: zuppe minestre e passati di verdure Ufficio Abbonamenti/Distribuzione Fondazione A. De Gasperis Stampa Tipografia Vigrafica s.r.l. - Monza INNOVAZIONE E RICERCA UN PICCOLO GRANDE CUORE NEL MONDO Presidente Benito Benedini 14 da euro 25 Ordinario da euro 50 Promotore da euro 100 Benemerito da euro 150 Quota libera ----- La Fondazione A. De Gasperis può ricevere lasciti testamentari NATURA E SALUTE Come Contribuire In Primavera consumo di frutti di bosco 15 IN FAMIGLIA la prevenzione “al femminile” 16 Conto corrente postale n. 36580207 intestato Fondazione Angelo De Gasperis Piazza Ospedale Maggiore, 3 - 20162 Milano Assegno Bancario N.T intestato Fondazione Angelo De Gasperis Bonifico Bancario intestato Fondazione Angelo De Gasperis Piazza Ospedale Maggiore, 3 – 20162 Milano INTESA SANPAOLO Fil. 3981 Viale Fulvio Testi, ang. Viale Ca’ Granda, 2 - 20162 Milano IBAN: IT85 I030 6909 4566 2501 2027 416 On-line sul sito www.degasperis.it, cliccando nella navigazione la sezione”dona ora” per conoscere le modalità di donazione. La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 3 03 diagnostica OCT fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis (optical coherence tomography/tomografia a coerenza ottica) OCT Anatomia Normale OCT Misure E’ una metodica di imaging intracoronarico. In realtà le prime applicazioni sono state in campo oftalmologico, ma negli ultimi anni, grazie all’evoluzione tecnologica, è stato possibile dedicare questa tecnica anche alla diagnosi intravascolare Il principio con cui funziona l’OCT è simile all’ecografia, sebbene al posto degli ultrasuoni vengano utilizzate onde luminose vicine all’infrarosso. In pratica le onde luminose, emesse nel vaso attraverso un apposito catetere posizionato nella coronaria, incontrano le strutture circostanti e da esse vengono in parte assorbite ed in parte riflesse. Le onde riflesse vengono captate da un sensore posizionato sul catetere ed analizzate attraverso un software che produce delle immagini visibili in diretta su un’apposita console. Vediamo di illustrarne le caratteristiche principali e di spiegarne le utilità 1) L’OCT non sostituisce la coronarografia, la integra. La coronarografia è l’esame invasivo più completo per definire la presenza o meno di malattia coronarica e per studiarne l’estensione. Essa sfrutta le caratteristiche di radiopacità del mezzo di contrasto che viene iniettato selettivamente al- l’interno delle coronarie e, riempiendone il lume, ne permette la visualizzazione. Tuttavia la coronarografia (come qualsiasi altra angiografia) permette di visualizzare solo l’interno dei vasi e non le pareti. L’OCT, invece rende visibili le pareti dell’arteria. 2) Metodiche simili all’OCT. La più simile è probabilmente l’ecografia intravascolare (IntraVascular UltraSound – IVUS) che segue lo stesso concetto dell’OCT ma che utilizza ultrasuoni al posto di radiazioni luminose. Sebbene sia uno strumento estremamente utile in molte situazioni, l’IVUS possiede un potere di risoluzione che, nella migliore delle ipotesi, è dieci volte inferiore a quello dell’OCT. L’OCT è unica per capacità di distinguere l’architettura della parete dell’arteria e di analizzare strutture molto piccole, come, ad esempio, le maglie di uno stent. 3) Informazioni fornite dall’OCT. Analisi dettagliata della composizione delle pareti dell’arteria. Permette una distinzione precisa tra le diverse strutture che ne costituiscono l’architet- tura. È lo strumento più accurato per la misurazione delle dimensioni di un vaso e, di conseguenza, per la scelta della taglia del palloncino coronarico o dello stent. Le informazioni fornite dall’analisi della placca aterosclerotica sono uniche in quanto l’OCT è in grado di distinguere le diverse componenti della placca, sfruttando le differenti proprietà ottiche di ciascun tessuto. L’esame della composizione della placca è molto utile dal punto di vista della ricerca per comprendere i meccanismi che stanno alla base della genesi e della progressione dell’aterosclerosi. 4) Quando utilizzare l’OCT. L’OCT si usa per motivi di ricerca e per motivi clinici. In ambito di ricerca le informazioni fornite dall’OCT riguardano prevalentemente le componenti della placca aterosclerotica e la loro possibile correlazione con eventi clinici, come l’angina pectoris o l’infarto del miocardio. Dal punto di vista clinico l’OCT può aiutare a comprendere i meccanismi di alcune problematiche legate a un pregresso posizionamento La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 4 04 diagnostica fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis di stent, come la trombosi di stent o la ristenosi. E’ molto precisa nel valutare il risultato immediato di un’angioplastica coronarica e, in particolare, il corretto posizionamento delle maglie dello stent e la presenza di malattia coronarica residua o dissezioni causate dal posizionamento dello stent stesso. Non è necessario utilizzare l’OCT in tutte le procedure di angioplastica, essa trova, piuttosto, applicazione in situazioni particolari, come nel caso di angioplastiche complesse o quando vengano utilizzati i nuovi scaffold bioriassorbibili (stent riassorbibili), scarsamente visibili all’IVUS e, ancor meno, all’angiografia. Infine un’analisi OCT a distanza permette di valutare il grado di endotelizzazione dello stent, ossia quan- to e come le maglie dello stent sono state inglobate nella parete dell’arteria dal processo di cicatrizzazione proprio dell’arteria. 5) Benefici per il paziente. Certificare il successo immediato ottimale dell’angioplastica coronarica, anche se, al momento, non vi sono dati certi che dimostrino un miglior risultato clinico nei pazienti trattati con angioplastica ed ausilio di OCT rispetto a quelli trattati senza OCT. Di sicuro l’analisi OCT, rendendo chiaramente visibile l’interno delle coronarie, sta insegnando molto al cardiologo interventista. Gli studi attualmente in corso, che utilizzano l’OCT per analizzare la composizione delle placche aterosclerotiche, stanno cercando le possibili correlazioni tra alcune ca- ratteristiche delle lesioni aterosclerotiche e gli eventi clinici più gravi, come infarto miocardico e sindromi coronariche acute in generale. Questo aspetto è uno dei punti di maggior interesse relativi a questa metodica, che rimane, al momento, lo strumento più preciso per l’analisi in vivo della morfologia delle lesioni vascolari. Se questi studi identificassero dei marcatori in grado di predire l’evoluzione di una lesione aterosclerotica, saremmo potenzialmente in grado di ridurre significativamente eventi clinici importanti che hanno un impatto pesante sulla vita dei pazienti e sulla sanità in generale. OCT Acquisizione Dott. Jacopo Andrea Oreglia Cardiologia 1 - Emodinamica Dip. Cardiotoracovascolare editoriale L’ANESTESIA: IL RUOLO DELL’INFERMIERE IN SALA OPERATORIA Caregiver durante l’intervento chirurgico. “ Che cos’è l’anestesia? Com’è somministrata? Come fa a sapere quanta anestesia deve darmi? Cosa si prova esattamente prima che ti addormentino? Mi sono fatto una canna e non l’ho detto all’anestesista: cosa mi può succedere durante l’anestesia? Sentirò dolore durante l’intervento? A chi comunico che durante l’intervento non respiro bene? Posso vedere cosa succede durante l’intervento informazione mentre sono anestetizzato? Quale sensazione provo mentre mi fanno respirare il gas? Sono solo durante l’anestesia? Se l’anestesia non “attacca” fate lo stesso l’intervento? E’ vero che potrei non svegliarmi più dopo l’anestesia? Io mi alzo spesso durante la notte per andare in bagno, come faccio se sono anestetizzato? Il mio amico ha visto una luce durante l’anestesia, succederà anche a me?” Queste sono fra le più frequenti domande rivolte a noi infermieri del blocco operatorio dai pazienti in attesa di intervento. L’anestesia generale consente l’esecuzione dell’intervento chirurgico poiché, attraverso la somministrazione di farmaci analgesici, ipnotici e rilassanti muscolari, abolisce il dolore, lo stato di coscienza ed il tono muscolare altrimenti vivacemente sollecitabili dallo stimolo chirurgico. Per mezzo di un continuo monitoraggio (controllo continuo) medico anestesista e infermiere controllano e mantengono le funzioni vitali del paziente in uno stato di equilibrio che sarebbe inevitabilmente compromesso dal trauma chirurgico, soprattutto se di lunga durata. La scelta dei farmaci utilizzati e le dosi adeguate da impiegare dipendono, oltre che dal peso corporeo e dall’età del paziente, anche dal grado di integrità della funzione cardiocircolatoria, di quella dei polmoni, dei reni e del fegato del paziente. Prima dell’intervento il paziente viene valutato e visitato anche dall’aneste- La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 5 05 news fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis sista, che prescrive la somministrazione di farmaci sedativi effettuata di solito 30-60 minuti prima dell’ingresso in sala operatoria: la cosiddetta premedicazione. Da questo momento il paziente viene mantenuto a letto e successivamente trasferito presso il blocco operatorio. In camera operatoria è necessario applicare al paziente presidi di monitoraggio di base che si rivelano essenziali per una sicura somministrazione dei farmaci dell’anestesia e lo svolgimento dell’intervento. Sono il sensore cutaneo per l’ossigenazione del sangue, gli elettrodi cutanei per la registrazione elettrocardiografica continua ed il dispositivo per la misura della pressione arteriosa. Attraverso una cannula venosa viene effettuata l’induzione dell’anestesia, cioè la prima somministrazione di farmaci anestetici che provocano il sonno e la perdita di coscienza. Da questo momento il paziente e le sue funzioni vitali sono sotto il controllo del medico anestesista: è un controllo visivo diretto, ma che avviene anche con l’ausilio di apparecchiature dedicate (trasduttori di pressione per la lettura continua della pressione arteriosa, monitor elettrocardiografico continuo, respiratore automatico, analizzatori dei gas espirati). Nel caso di particolari interventi è necessario completare il monitoraggio con altri dispositivi dedicati. Ad induzione effettuata, il paziente, già in anestesia, viene connesso agli strumenti di controllo attraverso presidi quali il tubo tracheale per garantire l’adeguata respirazione, il sondino naso-gastrico, il catetere vescicale, il catetere arterioso. Per condurre in sicurezza un intervento chirurgico in anestesia generale è indispensabile garantire un adeguato posizionamento del paziente sul lettino operatorio, funzionale, oltre che ad un corretto approccio chirurgico, anche alla prevenzione di lesioni di cute e nervi periferici conseguenti a prolungate posture che possono risultare non fisiologiche. A questo scopo il paziente viene posizionato in maniera opportuna e vengono impiegati cuscini antidecubito di varia forma e dimensioni. Esiste un monitoraggio della profondità dell’anestesia ? Come è possibile essere sicuri che il paziente non si risvegli durante l’intervento chirurgico? Lo stimolo chirurgico, se non fosse soppresso dall’anestesia, determinerebbe una estrema risposta dell’organismo con aumento della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca ed altre alterazioni conseguenti alla sollecitazione del dolore. Per questo, un controllo indiretto della profondità della anestesia generale può essere ottenuto, oltre che con la verifica dell’adeguatezza del dosaggio dei farmaci somministrati, attraverso il mantenimento di frequenza cardiaca e pressione arteriosa, entro i limiti di normalità per lo specifico paziente. Possono essere utilizzati strumenti di monitoraggio della attività elettrica cerebrale per misurare indirettamente l’abolizione dello stato di coscienza. Durante l’intervento, il paziente viene anche idratato con l’infusione endovenosa di liquidi per sopperire alla dispersione soprattutto quando ampie superfici dell’organismo vengono esposte a temperatura ambiente per interventi di lunga durata. Il controllo ed il mantenimento della temperatura corporea sono assicurati dal monitoraggio della temperatura corporea, dall’infusione di liquidi caldi e dall’utilizzo di copertine termiche. Per portare al miglior compimento un intervento chirurgico in anestesia generale è necessario il raggiungimento di un corretto equilibrio delle funzioni vitali a fine procedura. E’ auspicabile che al termine dell’intervento il paziente riacquisisca velocemente il proprio stato di coscienza, sia coperto da un sufficiente controllo del dolore proveniente dal sito chirurgico e recuperi un comfort termico. Ad intervento terminato verranno rimossi dal pazienti quei presidi che sono stati necessari a condurre l’anestesia generale e verranno mantenuti quelli utili ad una valutazione per il trasferimento del paziente fuori dalla sala operatoria e quelli necessari per le terapie post-operatorie. Le sensazioni che il paziente può transitoriamente percepire dopo l’intervento sono il freddo, difficoltà nella messa a fuoco delle immagini, dolenzia nella sede del trauma chirurgico e talvolta nausea. All’interno del nostro blocco operatorio si effettuano varie tipi di anestesia, a seconda del tipo di intervento: In cardiochirurgia l’anestesia generale; in chirurgia toracica l’anestesia generale associata ad anestesia epidurale; in chirurgia vascolare l’anestesia generale, l’anestesia spinale, l’anestesia epidurale e i blocchi periferici. Per altre procedure di tipo diagnostico, come la coronarografia, il cateterismo cardiaco o l’impianto di stimolatori cardiaci è sufficiente associare una sedazione all’anestesia locale. L’anestesia epidurale (o peridurale) è una tecnica di anestesia cosiddetta loco-regionale che si ottiene somministrando farmaci anestetici nello spazio epidurale (cioè intorno alla meninge che circonda il midollo spinale) attraverso puntura a livello della colonna vertebrale, allo scopo di bloccare il dolore già a partire dalle radici nervose originate dal midollo spinale nei territori innervati da queste. Nell’anestesia spinale (o sub-aracnoidea) i farmaci vengono somministrati nello spazio sub-aracnoideo (cioè all’interno della meninge o aracnoide), sempre attraverso puntura della colonna vertebrale, con l’effetto di bloccare temporaneamente anche l’attività motoria degli arti inferiori. A seconda del livello di applicazione queste tecniche trovano impiego in chirurgia toracica, nella chirurgia dell’addome basso e nella chirurgia degli arti inferiori. All’interno del blocco operatorio cardiotoracovascolare l’infermiere addetto all’anestesia segue una formazione per acquisire una competenza specifica ed affiancare l’anestesista durante gli interventi sia in elezione che in emergenza /urgenza. Si occupa di preparare la sala operatoria e controllare le apparecchiature necessarie e i farmaci. Accoglie il paziente e lo segue per tutto l’intervento fino al trasferimento in degenza o in Terapia Intensiva post-operatoria. L’infermiere collabora con un’equipe multidisciplinare composta da anestesista, chirurghi, infermiere strumentista, tecnico perfusionista addetto alla circolazione extracorporea e componenti di altri servizi di supporto quali l’anatomia patologica, il centro trasfusionale, il laboratorio analisi di biochimica e la radiologia che spesso sono necessari per affrontare l’intervento chirurgico nella sua complessità. Sig. Francesco Paolo Abbate Infermiere Blocco Operatorio 4 - Settore A 2° Piano - Blocco Sud Dip. Cardiotoracovascolare La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 6 06 news fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis dal presidente Cari Sostenitori, prima di tutto desidero ringraziarVi per il prezioso aiuto economico offerto a sostegno dei nostri progetti che ci consente, in questo periodo di forte crisi, di tenere alto il livello della nostra Fondazione. L’interesse che avete sino ad oggi prestato alla nostra Fondazione, ci ha consentito di rinnovare ogni anno il suo impegno e di consolidare la sua presenza in diversi contesti sociali. Auspichiamo che la Fondazione assuma un ruolo incisivo nel più ampio dibattito che riguarda le politiche educative a tutela della salute in Italia, proponendo iniziative e stimolando riflessioni sulle questioni che riguardano il patrimonio salute e la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Per questo attendiamo un coinvolgimento più attivo da parte di Voi sostenitori, la cui collaborazione risulta decisiva per il conseguimento degli ambiziosi obiettivi sin qui delineati. Il Presidente Colgo l’occasione per aggiornarVi sulle attività della nostra Fondazione. Benito Benedini 48° CONVEGNO DI CARDIOLOGIA 2014 La 48° edizione del Convegno di Cardiologia si terrà a Milano presso il Centro Congressi del Milan Marriott Hotel di Viale Washington dal 22 Settembre al 25 Settembre 2014. Promosso ed organizzato dal Dipartimento Cardiotoracovascolare “A. De Gasperis” dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda, anche quest’anno l’obiettivo del Convegno sarà quello di offrire ai cardiologi provenienti da tutta Italia giornate di aggiornamento e di confronto su temi di estrema attualità e di sicuro interesse scientifico. PROGETTO “UN PICCOLO GRANDE CUORE NEL MONDO” Il Progetto garantisce un sostegno sanitario per migliorare la qualità della vita e difendere il diritto alla salute dei bambini cardiopatici. Dal dicembre 2011, sta proseguendo con successo la collaborazione e la ricerca in ambito cardiovascolare per i progetti comuni tra l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano e l’Ospedale di Mulago di Kampala la capitale dell’Uganda. Torneo di Burraco Il Dott. Stefano Marianeschi (Responsabile di Cardiochirurgia Pediatrica) ha guidato un’equipe internazionale che ha svolto la prima missione italiana di cardiochirurgia pediatrica in Uganda. Domenica 4 Marzo 2012 ± ore 15.00 Milan Marriott ±Hotel Via Washington,± 66 20146 Milano PROGETTO “PREVENZIONE GIOVANI” Nello scorso Gennaio e Febbraio i Medici del Dipartimento Cardiotoracovascolare hanno tenuto lezioni ad alunni di scuole elementari e medie inferiori. Tali iniziative sono state molto apprezzate sia dai bambini che dalle maestre, come avrete modo di leggere nell’articolo di approfondimento. Il ricavato sarà devoluto ³Fondazione alla Angelo De Gasperis ´ per la realizzazione del Progetto ³8Q3LFFROR*UDQGH&XRUHQHO0RQGR´ Sostegno sanitario per migliorare la qualità della vita e difendere il diritto alla salute dei bambini cardiopatici Per iscrizioni: Sig.ra Marina Gatteschi Fondazione A. De Gasperis 02.66109134 Tel: Sig.ra Monica Fumagalli Sig.ra Rossana Missieri Cell: 335.5855431 Cell: 347.4504757 Arbitro nazionale &RQWULEXWRSURSRVWR¼SHUSHUVRQD Ringraziamo tutti i Medici del Dipartimento, “Ambasciatori” della nostra Fondazione nell’ambito del Progetto Scuola. PROGETTO OCT (OPTICAL COHERENCE TOMOGRAPHy) L’OCT è una tecnica rivoluzionaria che consente di “leggere” l’anatomia delle coronarie in maniera molto più completa rispetto alle tecnologie precedenti. Consente di valutare infatti la sezione dei vasi con una risoluzione superiore anche in tre dimensioni. L’OCT, quindi, risulta ormai indispensabile in tutti i centri di cardiologia interventistica che debbano eseguire interventi di rivascolarizzazione coronarica ad alto livello. La nostra Fondazione ha iniziato una raccolta fondi a sostegno di questo progetto. Se desiderate aderirvi, potrete indicarlo nella causale del versamento. CATALOGO RACCOLTA PUNTI “BENNET CLUB” Ringraziamo i clienti Bennet che scelgono di donare un contributo alla nostra Fondazione a favore del Progetto “Un Piccolo Grande Cuore nel Mondo” per garantire cure mediche adeguate ed un futuro ai tanti bambini cardiopatici. La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 7 07 news fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis notizie dal De Gasperis Come tradizione, il Dipartimento Cardiotoracovascolare A. De Gasperis dell'Ospedale Niguarda Ca' Granda Vi invita ad aderire al prossimo 48° Convegno di Cardiologia 2014, che si terrà a Milano, dal 22 al 25 Settembre presso il Centro Congressi del Milan Marriott Hotel di Viale Washington. Dopo tante edizioni che hanno coperto l'intera settimana, quest'anno il convegno si abbrevia, lasciando libera la giornata di venerdì per un week-end lungo, di svago o di guardia, dedicato alla famiglia, a se stessi o al lavoro........ Come sempre, l’obiettivo del Convegno sarà quello di offrire ai partecipanti provenienti da tutta Italia giornate di aggiornamento e di confronto su temi di estrema attualità e di sicuro interesse scientifico, dove tutti avranno la possibilità di interagire con esperti del settore, confrontando le proprie conoscenze e le diverse esperienze cliniche per chiarire dubbi, incertezze e magari scuotere consolidate realtà. La quantità e la varietà di proposte formative offerte dal Convegno resteranno invariate, con un numero simile di sessioni plenarie, ancora 8 minicorsi in simultanea per quattro giorni, e poi sessioni aggiuntive (i casi clinici all'ora di colazione, la sessione dedicata agli specializzandi e ai giovani medici focalizzata quest'anno sull'imaging, i lunch symposia...) che speriamo suscitino il Vostro interesse e la Vostra partecipazione. Ciascun Mini Corso è stato organizzato per un numero limitato di partecipanti. È richiesta la pre-iscrizione, che dovrà essere fatta solo tramite link dedicato sul sito http://www.victoryproject.it. In questa "settimana corta", tratteremo il percorso del dolore toracico, le interazioni tra aritmie e scompenso, lo shock cardiogeno, ed altri temi di interesse generale o, anche quando di pertinenza superspecialistica, di impatto rilevante sulle prassi cliniche, siano esse consolidate o controverse. Anche il Corso per Infermieri di Cardiologia si accorcia, e condivide due sessioni (una plenaria e un minicorso) con il convegno destinato ai medici, riavvicinando le professioni nell'ottica di una visione unitaria del paziente (temi: lo shock cardiogeno, il paziente critico, il dolore e la chirurgia non cardiaca nel cardiopatico). Nell’ambito del Convegno, sarà consegnato il Premio Donatelli, riservato ad un collega con meno di 35 anni di età alla data del 14 settembre 2014 che abbia pubblicato su una rivista indicizzata negli anni 20122014 un lavoro di cardiologia o cardiochirurgia pediatrica come primo autore. Un’apposita Commissione identificherà il vincitore che riceverà un premio di euro 1.000 ed avrà l’opportunità di presentare il proprio lavoro durante il Convegno. Continuità e rinnovamento, linee-guida e ragionamento clinico persona- lizzato, testa e cuore: ciascuno di questi binomi racchiude la contraddizione che crea dinamicità, quella forza che sola può generare il cambiamento. Ci auguriamo in questo modo di venire incontro alle esigenze espresse in passato da numerosi partecipanti, che hanno sottolineato le difficoltà di ordine organizzativo e, perché no, anche economico, che un convegno di una settimana comporta. Partecipate anche voi intervenendo numerosi a Cardiologia 2014! Dott.ssa Maria Frigerio Direttore Dip. Cardiotoracovascolare Direttore Comitato Scientifico Fondazione A. De Gasperis A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano Dott. Luca Botta Cardiochirurgo Dip. Cardiotoracovascolare Segretario Comitato Scientifico Fondazione A. De Gasperis A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda – Milano La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 8 08 innovazione e ricerca fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis malattie dell’aorta e le nuove cure L’Aorta è il condotto principale del sangue arterioso. Parte dal cuore, più precisamente dal ventricolo sinistro e termina nel corpo del Luschka a livello del coccige. Ha numerosi rami che perfondono tutti gli organi interni, le ossa, i muscoli, la pelle. I primi importanti collaterali che nascono dalla Aorta sono le coronarie del cuore Malattie dell’aorta E’ proprio la parete aortica a presentare alterazioni tali da produrre danno a tutto l’organismo, a cominciare dal cuore medesimo. Figura 1 Il suo nome trae origine dal verbo greco “alzare”, ha radice nel medesimo verbo sanscrito “irte”, ed ha curiosa parentela con il latino “ortus” ossia “sorgente”, “origine”. Il sangue è in un certo modo quasi “sollevato” verso l’alto dal ventricolo cardiaco, entrando nella circolazione attraverso la radice aortica. L’aorta ha una parete elastica; questa proprietà dinamica della parete spiega in parte il flusso continuo del sangue: come un “secondo cuore” eroga ancora energia al flusso ematico mentre il cuore si “ricarica” di sangue: in questa fase la porta di uscita, o valvola aortica, è chiusa, e la circolazione è conservata per ritorno elastico delle arterie, per movimento inerziale, per forza di gravità. L’aorta, retta all’origine (circa 6 cm), incurva verso sinistra formando un arco, da cui nascono le arterie che vanno al cervello e alle braccia; la porzione successiva all’arco è pressoché retta e parallela alla colonna vertebrale, affiancandone il lato sinistro (vedi fig.1). Il fatto che l’aorta abbia un flusso ematico iniziale antigravitario, ossia verso l’alto, può essere spiegato dalla necessità di evitare lo stress pressorio indotto dall’azione della forza di gravità. E’ certo che un cuore spende meno energia se ha l’uscita verso il basso, approfittando così del peso della massa ematica, ma la sollecitazione meccanica impressa ai condotti principali sarebbe in breve tempo talmente usurante da rivelarsi fatale. L’aorta ha una parete formata da tre strati: Intima o Interna, Media, Avventizia o Esterna. Quest’ultima è la più resistente, percorsa da arteriole, venule e capillari per nutrire i tessuti dell’arteria (vasa vasorum); la Media è ricca di fibre elastiche; l’Intima è solidale alle altre due nel cambio di calibro durante il ciclo cardiaco (riempimento/svuotamento), ed è la pellicola di contatto e di dialogo biofisico, biochimico e neuroimmunologico con il sangue. La parete aortica è percorsa da un’onda pressoria, il polso, la cui velocità è nel tratto iniziale di 5 metri al secondo. Le più importanti malattie della parete sono: 1 Dilatazioni o aneurismi di tratti o dell’intero tubo aortico 2 Rottura della tunica intima (interna) con conseguente scollamento, o dissezione, degli strati 3 Rottura dell'aorta per questi primi due casi, ma specialmente per il secondo, a cui consegue grave emorragia interna 4 Formazione di ateromi e calcificazioni, specialmente nell'arco aortico e nell'aorta addominale 5 Malattie degenerative della parete media che possono preludere a dilatazioni e aneurismi: Necrosi cistica aortica di Erdheim e Sindrome di Marfan 6 Malattia di Takayasu, che compare tra i 20 e i 40 anni, tipicamente in donne dell’Asia, ed è di tipo infiammatorio, verosimilmente modulata immunologicamente 7 Infezione da batteri della parete aortica attraverso i vasa vasorum. L’aneurisma è il più comune riscontro patologico dell’aorta. Dire che sia solo una dilatazione per indebolimento della parete è alquanto riduttivo. Esistono anche fattori estrinseci alla struttura aortica determinanti la sua dilatazione. Negli ultimi decenni sono stati considerati più analiticamente: la valvola aortica, la pressione arteriosa, la degenerazione o aterosclerosi, degli strati medio-intimali aortici. La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 9 09 innovazione e ricerca fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis Aorta, anatomia Esemplare risulta l’associazione tra come è fatta la valvola aortica, ossia la morfologia, e la tendenza dilatativa dell’aorta. Normalmente la valvola aortica è formata da tre lembi a nido di rondine; in alcuni casi, però, la valvola presenta solo due lembi, peraltro ben funzionanti per lungo tempo. Il flusso generato dal modello con valvola aortica bicuspide mostra una distribuzione asimmetrica della velocità del sangue verso la convessità dell’aorta ascendente iniziale; il flusso torna simmetrico nell’aorta ascendente distale. Il flusso dato dalla valvola aortica tricuspide invece è simmetrico in ogni segmento aortico. Il flusso sanguigno aortico presenta la massima velocità in sistole, che nel modello a valvola tricuspide è di 2.6 m/s, mentre nei modelli bicuspidi è molto superiore: 5.5 m/s. Questi dati evidenziano l’importanza di fattori come il flusso e la pressione arteriosa, il funzionamento della valvola aortica e la resistenza a diversi tipi di sollecitazione meccanica della parete aortica. Altresì tali dati ci conducono nell’ambito delle terapie e Terapie e nuove cure dell’aorta malata delle più recenti tecniche di cura. L’obiettivo della cura è il consolidamento della integrità anatomica e funzionale del condotto aortico dilatato e/o dissecato, preservando ogni Figura 2 suo ramo pervio al flusso ematico. Cuore, cervello, midollo spinale, fegato, pancreas, reni, tubo gastroenterico, arti superiori e inferiori hanno collegamenti diretti con i collaterali dell’aorta: questi collegamenti sono fondamentali per la vita degli organi menzionati. La farmacologia mette a disposizione del Medico numerosi principi attivi sia per ridurre la pressione arteriosa e sia per favorire la perfusione corretta dei distretti corporei vitali. La chirurgia offre protesi vascolari con più rami collaterali, necessari per riperfondere adeguatamente ogni organo principale, previa, naturalmente, precisa connessione con i collaterali nativi mediante sutura manuale. Oggi l’angioradiologia interventistica concorre a ripianificare le strategie della cura dell’aorta, mediante l’adozione di sempre più perfezionate endoprotesi vascolari autoespandibili, inserite mediante catetere da vasi periferici, con piccole incisioni. L’applicazione di questi dispositivi tubolari, in grado di dilatarsi una volta rilasciati nel lume aortico, ha anche cambiato radicalmente le tattiche procedurali chirurgiche: ora prevale la chirurgia preparatoria, direi quasi propedeutica, al corretto inserimento di un endoprotesi. Un esempio paradigmatico: dalla aorta, nel tratto che forma un arco, si dipartono tre rami, denominati tronchi sovra-aortici, che si dirigono a perfondere le strutture del collo e del capo, compreso naturalmente il cervello. Se l’arco aortico è coinvolto da una dilatazione aneurismatica progressiva, è necessario sostituirlo con protesi vascolare. La chirurgia prepara il “terreno” all’endoprotesi separando le arterie sovra-aortiche dall’arco, e connettendole direttamente all’aorta nativa, ovvero protesica, se anche questa è sostituita perché malata. Questa tecnica (vedi fig.2) permette quindi l’applicazione corretta del tubo endoprotesico dentro l’arco aortico, senza correre il rischio di chiudere le uscite dei rami che vanno verso la testa. Da questa procedura definita “ibrida”, perché coinvolge chirurgo e radiologo, si intravedono, pertanto, nuove e più rassicuranti prospettive di cura. Dott. Francesco Pelizzoni Cardiochirurgo Dip. Cardiotoracovascolare La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 10 010 innovazione e ricerca fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis La gestione del rischio tromboembolico nei pazienti con fibrillazione atriale in Italia: Dati dal Registro Europeo PREFER-AF La fibrillazione atriale (FA) è uno dei più comuni disturbi del ritmo cardiaco, con una prevalenza stimata nei paesi sviluppati dell’1.5-2% nella popolazione generale, e una prevalenza fino al 20% oltre il 70 anni di età. La FA comporta un aumento di 5 volte del rischio di ictus ischemico, di 3 volte di scompenso cardiaco, ed in generale un aumento di oltre 50% del rischio di morte per cause cardiovascolari. Nei pazienti con FA numerose evidenze scientifiche sostengono la necessità della gestione del rischio tromboembolico con farmaci anticoagulanti orali (TAO), per prevenire eventi disabilitanti anche fatali come l’ictus cerebrovascolare. Ciononostante, tale terapia non sempre risulta adeguatamente implementata nella pratica clinica ai fini di una gestione ottimale del rischio tromboembolico. I farmaci antitrombotici maggiormente prescritti per la prevenzione dell’ictus nei pazienti con FA sono gli antagonisti della vitamina K (AVK). I farmaci principalmente utilizzati in Italia sono il Warfarin (Coumadin) e l’Acenocumarolo (Sintrom). Le principali problematiche connesse con tali farmaci derivano dalla complessa gestione del paziente in trattamento, con conseguenti difficoltà in termini di aderenza e persistenza in terapia e, quindi, di controllo dell’anticoagulazione. A causa di una ristretta finestra terapeutica, gli AVK necessitano di uno stretto controllo mediante frequenti misurazioni dell’International Normalized Ratio (INR), che deve rimanere entro il limite di 2-3, con conseguente necessità di frequenti variazioni dei dosaggi. Questa com- plessa gestione rappresenta un potenziale ostacolo alla persistenza in terapia e può porre il paziente a rischio sia di eventi ischemici (per sotto-trattamento), sia di eventi emorragici (per sovra-trattamento) qualora l’INR non venga mantenuto entro l’intervallo raccomandato. Le linee guida 2010 della Società Europea di Cardiologia (ESC) raccomandano l’anticoagulazione per la prevenzione dell’ictus ischemico in tutti i pazienti con FA a rischio tromboembolico moderato-alto. Nel più recente aggiornamento (2012) di tali linee guida, viene suggerito l’utilizzo dei nuovi anticoagulanti orali (detti NAO in particolare Dabigatran, Rivaroxaban e Apixaban) che in studi recenti hanno dimostrato una pari efficacia e una maggiore sicurezza rispetto agli AVK, non necessitando del monitoraggio dell’INR. L’utilizzo dei NAO in Italia, a differenza di altri Paesi Europei, è stato possibile solo da pochi mesi e richiede la redazione di un piano terapeutico da parte di strutture ospedaliere autorizzate. Allo scopo di valutare l’attuale realtà prescrittiva, l’effettiva aderenza alle linee guida, le caratteristiche cliniche dei pazienti con FA, la qualità di vita (QoL) e il grado di soddisfazione al trattamento dei pazienti, è stato condotto un registro europeo sulla FA PREvention oF thromboembolic events - European Registry in Atrial Fibrillation (PREFER-AF). Le caratteristiche peculiari di questo registro lo differenziano da quelli precedentemente condotti in Italia in tema di FA: in primo luogo perché il registro PREFER in AF permette di confrontare i dati della popolazione italiana con quelli delle popolazioni degli altri paesi europei partecipanti in termini di caratteristiche cliniche, gestione e monitoraggio della patologia; in secondo luogo perché comprende un’analisi della QoL e del grado di soddisfazione al trattamento dei pazienti, entrambi variabili importanti per la loro relazione con l’aderenza terapeutica. Infine, diversamente dagli altri registri, il PREFER-AF prevede una visita di followup ad un anno dall’arruolamento, che consentirà di analizzare l’evoluzione della variabili considerate. Da gennaio 2012 a gennaio 2013, il registro PREFER-AF (sponsorizzato da Daiichi-Sankyo Europe, Monaco, Germania) ha arruolato pazienti consecutivi affetti da FA (parossitica, persistente o permanente) nei seguenti sette paesi europei: Austria, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera e UK. Il registro PREFER-AF ha arruolato complessivamente 7243 pazienti europei, di cui 1888 (26%) italiani. L’Italia ha arruolato il maggior numero di pazienti rispetto agli altri paesi europei, pur in un tempo di arruolamento minore (da maggio a ottobre 2012), attraverso 98 Centri distribuiti su tutto il territorio nazionale. I Centri reclutanti erano prevalentemente Cardiologie e Centri per la Sorveglianza della Terapia Anticoagulante Orale (Centri TAO) affiancanti le Cardiologie, scelti sulla base dei seguenti criteri: rilevanza a livello loco-regionale; potenzialità di arruolamento di almeno 10 pazienti all’anno; buona distribuzione geografica sul territorio italiano. La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 11 011 innovazione e ricerca fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis 8,8 18,1 0,3 10,4 62,4 NAO AVK E AP in associazione Non in trattamento AVK o AP Uno o più AP Solo AVK Figura 1 Il nostro centro (Cardiologia 3 - Elettrofisiologia) è stato il secondo centro Italiano come numero di pazienti arruolati (totale 30 pazienti arruolati). I risultati preliminari relative alle caratteristiche cliniche basali dei 1888 pazienti italiani sono state recentemente pubblicate sul Giornale Italiano di Cardiologia. Il profilo dei pazienti italiani con FA afferenti alle Cardiologie e ai Centri TAO, pur simile per molti aspetti a quello dei pazienti europei, presenta tuttavia alcune sostanziali differenze, in particolare una maggiore incidenza di eventi clinici e ospedalizzazioni, un minor utilizzo degli AVK, un peggior controllo dell’anticoagulazione e un grado di insoddisfazione al trattamento più elevato. Figura 1: Distribuzione delle classi di trattamento nei 1888 pazienti italiani arruolati nel Registro PREFER-AF: AP antipiastrinici (aspirina, ticlopidina, clopidogrel), AVK: antagonisti della vitamina K (warfarin e acenocumarolo), NAO: nuovi anticoagulanti orali (dabigatran, apixaban, rivaroxaban) vole, in particolare alla luce della recente disponibilità dei nuovi anticoagulanti orali. L’impiego dei NAO infatti, grazie a una più facile gestione della terapia, potrebbe contribuire a migliorare l’aderenza e la persistenza in terapia dei pazienti con FA, nonché avere un impatto positivo sulla qualità di vita, ed in particolare potrebbero facilitare il trattamento di categorie di pazienti oggi di fatto escluse dalla profilassi antitrombotica, e quindi potenzialmente a rischio di importanti eventi cardioembolici ed in particolare di ictus cerebrale ischemico. Dott.ssa Emanuela Teresa Locati Coordinatrice Ricerche Cliniche Cardiologia 3 - Elettrofisiologia Dip. Cardiotoracovascolare Un dato che emerge dal registro PREFER-AF è che in Italia inoltre l’impiego dei NAO è ancora molto limitato (Figura 1), anche nei pazienti seguiti da centri cardiologici più avanzati, rispetto agli altri paesi Europei. I dati basali ed i futuri dati di followup del Registro Europeo PREFERAF hanno un’importanza considere- la posta del cuore D: Mi devo preoccupare se ho il cardiopalmo “a ciel sereno” senza alcun apparente motivo scatenante? Ringraziando porgo cordiali saluti. L.M. Aprile 2014. R: La frequenza cardiaca di solito risponde a stimoli di necessità fisiologiche, emozionali, ovvero per compensazione ad alterazioni pressorie, organiche, ormonali, neurologiche. Appaiono soggettivamente tollerate, persino non avvertite, frequenze cardiache elevate quando si corre, oppure si esperimenta un cambiamento a forte impatto emotivo, come l’inatteso evento. Se il cardio- palmo o ritmo cardiaco accelerato, non trova causa relativa al momento vissuto, il disagio che ne scaturisce è certamente generato dall’inspiegabilità causale del sintomo. A questo punto, occorre consultare il Medico. Comunemente il fenomeno non trova riscontro in alcuna malattia scatenante: il più delle volte basta attenersi a stili di vita più sobri, sia nell’ambito alimentare, nel lavoro e nel riposo notturno. Inoltre occorre incrementare l’introduzione quotidiana di Acqua e di Sali minerali, come il Potassio e il Magnesio, evitando eccesso di bevande eccitanti come il caffè e la Coca Cola, i superalcolici, etc. Nel- l’ambito di frequenti malattie che inducono innalzamento della frequenza cardiaca abbiamo le disfunzioni tiroidee, surrenaliche, neuro-immunoendocrine, ed ovviamente le patologie che interessano il cuore e la circolazione. Queste condizioni sono paradossalmente meno probabili rispetto alla fisiologica risposta incrementale della frequenza cardiaca a stimoli e variazioni fisiologiche. Cordiali saluti. Dott. Francesco Pelizzoni Cardiochirurgo Dip. Cardiotoracovascolare La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 12 012 prevenzione fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis prevenzione giovani Da Martedi’ 14 a Giovedi’ 16 Gennaio 2014, i Medici del Dipartimento Cardiotoracovascolare dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda hanno incontrato gli alunni dell’ultimo anno della Scuola Elementare Leonardo Da Vinci di Milano, come ambasciatori della Fondazione A. De Gasperis nell’ambito del Progetto Scuola. Tale progetto, da anni ritenuto elemento essenziale dallo statuto della Fondazione A. De Gasperis, si pone come obiettivo principale la diffusione dei principi basilari della prevenzione delle malattie cardiovascolari alle giovani generazioni, attraverso l’identificazione dei principali fattori di rischio cardiovascolare e dei mezzi a disposizione per evitarne il loro dannoso effetto. In un incontro preliminare tra il Dott. Luca Botta, la Sig.ra Monica Fumagalli in rappresentanza della Progetto scuola 2014 fondazione A. De Gasperis Fondazione A. De Gasperis e la Maestra Sig.ra Mara Chiesi della Scuola Leonardo Da Vinci, avvenuto in data 6 Settembre 2013, si sono poste le basi per gli incontri programmati per il Gennaio successivo. Sette classi, ciascuna composta da circa 25 bambini, si sono alternate nell’aula Multimediale della Scuola Leonardo Da Vinci, dove per circa due ore per ogni turno i Dottori Luca Botta, Nicola Uricchio, Maurizio Francesconi, Irene Bossi, Paola Campadello, Francesco Soriano, Mattia Pozzi, Monica Spinelli hanno spiegato ai piccoli, i fondamenti di anatomia cardiaca e della circolazione sistemica e polmonare, nonchè gli effetti delle principali malattie cardiovascolari che, da anni, rappresentano la principale causa di morte nei paesi occidentali. In aggiunta, grazie alle diapositive preparate dai Dott. Stefano Marianeschi e Dott.ssa Irene Bossi, grande importanza è stata data alla prevenzione di queste malattie, attraverso suggerimenti su un adeguato stile di vita da adottare già da piccoli, come una corretta ed equilibrata alimentazione, la necessità di svolgere in modo regolare attività fisica, evitando atteggiamenti a rischio come la sedentarietà o il fumo di sigaretta. I bambini, ben preparati dalle loro maestre, hanno seguito attentamente le parole dei medici ed hanno interagito in modo sorprendente, attraverso domande e curiosità ma anche con risposte corrette ai mini quiz a loro proposti. Al termine di ciascun incontro, i medici hanno consegnato ai bimbi ed alle loro maestre degli opuscoli informativi e delle gustosissime monete di cioccolata messi a disposizione dalla Fondazione A. De Gasperis. L’iniziativa è stata apprezzata sia dalle maestre che dai bambini ma soprattutto dai medici stessi che hanno provato un lato entusiasmante della propria professione, talvolta inconsapevolmente trascurato. Dott. Luca Botta Cardiochirurgo Dip. Cardiotoracovascolare Segretario Comitato Scientifico Fondazione A. De Gasperis A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano feedback In data 21 febbraio 2014 si sono svolte con successo due lezioni della durata di un’ora (per ogni lezione) a 75 alunni per classe per un totale di 150 alunni delle Medie Inferiori (2° media) sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari presso la Scuola Franceschi in Via Cagliero, 20 a Milano tenuta dal Dott. Stefano Pelenghi. Iter didattico combinato tra le Professoresse di Scienze e la Fondazione A. De Gasperis. Al termine delle lezioni gli alunni hanno potuto visionare un cuore vero di maiale ed il Cardiochirurgo ha fatto visionare e "toccare" le valvola aortica e mitralica, le coronarie e lo spessore del ventricolo sx. Gli alunni coinvolti in tale iniziativa hanno scritto personalmente un breve ringraziamento. Dott. Stefano Pelenghi Cardiochirurgo Dip. Cardiotoracovascolare “Trasmettere qualcosa di buono ai bambini penso che sia un'azione tra le più gratificanti ed importanti che ci siano, al pari di curare un paziente. Andare alla scuola elementare Leonardo Da Vinci di Milano, a spiegare agli studenti le cause delle malattie cardiovascolari e l'importanza di uno stile di vita sano, è stata pertanto un'esperienza sicuramente positiva. Farlo in qualità di "ambasciatore" della Fondazione A. De Gasperis è stato motivo di ulte- La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 13 013 prevenzione fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis riore orgoglio! Gli studenti della quinta elementare hanno mostrato una preparazione che ha lasciato tutti noi sorpresi ma soprattutto un'attenzione, una curiosità ed una vivacità intellettuale che ci hanno favorevolmente stupito e personalmente riempito di fiducia sul nostro futuro (d'altronde loro saranno i professionisti del futuro e la nostra maggior risorsa!!!). Sono sicuro che in futuro queste iniziative, nobili e divertenti al tempo stesso, saranno frequentemente ripetute e spero che si possano unire a noi gli altri stimati colleghi del dipartimento cardiotoracovascolare.” Dott. Francesco Soriano Cardiologo Cardiologia 1- Emodinamica Dip. Cardiotoracovascolare Relazione degli alunni sull’incontro con il cardiochirurgo Dott. Stefano Pelenghi Il 21 Febbraio 2014 le classi seconde medie, dell’Istituto Comprensivo Roberto Franceschi, hanno assistito alla conferenza del Cardiochirurgo Dottor Stefano Pelenghi dell’Ospedale di Niguarda. Durante questo incontro il Dottore ha illustrato, attraverso immagini, gli obiettivi del suo lavoro: riparare, aggiustare e, in alcuni casi, sostituire il cuore. Esso è un organo cavo che contiene valvole, arterie (coronarie) ed è in grado di pompare 5 litri al minuto di sangue. Abbiamo appreso che gli interventi più comuni sono: 1 2 3 4 la sostituzione delle valvole cardiache che, contraendosi, fanno passare il sangue grazie agli input del pacemaker; l’inserimento sottocutaneo del pace-maker, che fa pompare il cuore. Se il pace-maker è piccolo attraverso fili, se è grande in modo automatico; l’inserimento del DeBakey VAD, un dispositivo ricavato dallo Space-Shuttle, progettato dalla NASA, che svolge la funzione del cuore in attesa di uno disponibile; il trapianto del cuore. Il primo trapianto è stato effettuato dal Dott. Christian Barnard la prima volta nel 1967, in Sudafrica. L’organo può essere trapiantato al massimo 4 ore dopo che è stato tolto dal torace del paziente deceduto. Il Dottor Pelenghi ci ha spiegato che la patologia più diffusa delle arterie è l’arteriosclerosi, che consiste nella formazione di placche di grasso che impediscono il passaggio del sangue e ci ha detto che i fattori di rischio per le malattie cardiache sono: una dieta non equilibrata (porta anche a ictus); il diabete; la familiarità; la dislipidemia. Per evitare le malattie cardiache NON bisogna: avere una vita sedentaria; avere l’ipertensione (cioè la pressione alta); fumare. Per prevenire la maggior parte delle malattie cardiovascolari le miglior difese sono: 1 2 curare l’alimentazione: conviene assumere tutti i principi alimentari (carboidrati, grassi, vitamine, sali minerali, proteine), ma non esagerare con nessuno di essi, soprattutto con zuccheri, grassi e cibi fritti. La dieta più consigliata è quella mediterranea perché è variata e non usa i grassi di origine animale; NON fumare: la sigaretta contiene acetone, ammoniaca, arsenico, benzene, cadmio, catrame, monossido di carbonio, nicotina (il fumo può anche portare al cancro polmonare, ai tumori della bocca e della laringe, che sono tutte malattie mortali). Durante questa conferenza abbiamo inoltre osservato e maneggiato con interesse vari strumenti, tra cui alcuni pace-makers e un dispositivo DeBakey VAD e, alla fine, il Dottore ci ha fatto toccare un cuore di maiale, facendoci notare le valvole che si aprono e si chiudono in base alle pressioni del flusso del sangue. Quest’ultima è stata proprio un' esperienza straordinaria perché nessuno di noi aveva mai toccato un cuore di maiale! Le classi seconde medie della Scuola Franceschi ringraziano il Dott. Stefano Pelenghi per l’interessante esposizione. Davide, Chiara, Silvia, Marica, Nicole, Umberto e tutti i compagni. La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 14 014 diagnostica fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis un piccolo grande cuore nel mondo Torneo di Burraco Domenica 4 Marzo 2012 ± ore 15.00 Milan Marriott ±Hotel Via Washington,± 66 20146 Milano Il ricavato sarà devoluto ³Fondazione alla Angelo De Gasperis ´ per la realizzazione del Progetto ³8Q3LFFROR*UDQGH&XRUHQHO0RQGR´ Sostegno sanitario per migliorare la qualità della vita e difendere il diritto alla salute dei bambini cardiopatici Per iscrizioni: Sig.ra Marina Gatteschi Fondazione A. De Gasperis 02.66109134 Tel: Sig.ra Monica Fumagalli Sig.ra Rossana Missieri Arbitro nazionale Cell: 335.5855431 Cell: 347.4504757 &RQWULEXWRSURSRVWR¼SHUSHUVRQD prima missione di cardiochirurgia pediatrica in Uganda Dal 30 marzo al 3 aprile di quest'anno un'equipe internazionale guidata dal Dottor Stefano Marianeschi ha svolto la prima missione italiana di cardiochirurgia pediatrica in Uganda presso l'Ospedale Mulago, di Kampala, la capitale dell'Uganda. Durante tale missione, che ha come obiettivo l'insegnamento agli operatori locali di eseguire interventi cardiochirurgici pediatrici in modo autonomo, sono stati eseguiti 3 interventi di correzione di difetti cardiaci congeniti che sono andati bene. E' stata inoltre valutata la struttura e il personale locale per la fattibilità di altre missioni, la prossima delle quali si svolgerà in agosto 2014 dove verranno operati un numero maggiore di bambini. L'immagine è la foto di gruppo al termine della missione della nostra equipe con il personale locale e altro personale medico e infermieristico spagnolo. Dell'ospedale Niguarda erano presenti come chirurgo il Dott. Stefano Marianeschi (quinto da sinistra), il Dott. Enrico Ammirati, cardiologo (settimo da sinistra) e il perfusionista Cosimo Popolizio (quinto da destra). La controparte ugandese aveva come responsabile della cardiochirurgia il Dott. Tom Mwambu (terzo da destra). La missione è stata supportata dalla Fondazione Aiutare i bambini e da Un piccolo grande cuore nel mondo della Fondazione A. De Gasperis. Inoltre è in atto un accordo tra l'ospedale Niguarda e l'ospedale ugandese Mulago (il più grande ospedale governativo locale) di collaborazione e ricerca in ambito cardiovascolare. Dott. Stefano Marianeschi Resp. Cardiochirurgia Pediatrica Dip. Cardiotoracovascolare Dott. Enrico Ammirati Cardiologo Dip. Cardiotoracovascolare La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 15 015 Alimentazione fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis Per facilitare la dieta, specie dopo qualche eccesso, zuppe, minestre e passati di verdura sono un valido strumento Lo hanno confermato diversi studi, tra i quali uno condotto negli Usa e pubblicato sul British Journal of Nutrition, da alcuni ricercatori della Università dello Iowa che hanno analizzato i dati di 10 mila adulti circa. I risultati hanno evidenziato che chi consuma abitualmente zuppe tende ad avere minori problemi di sovrappeso e di giro vita e a introdurre meno calorie. Il consumo di zuppe è anche associato a una migliore qualità della dieta, con un minore apporto di grassi e un’assunzione maggiore di fibra, di vitamine e sali minerali. Unico dato negativo riscontrato è un maggior consumo di sale (sodio), perché spesso le zuppe, specie quelle già pronte, ne contengono troppo. Gli amanti delle zuppe tendono a preferire, in generale, alimenti a minor densità energetica (meno calorie a parità di volume). E poiché la quantità di cibo che consumiamo nella giornata è piuttosto costante, dando la preferenza a cibi a bassa densità energetica, come la frutta e la verdura, si introducono meno calorie. A questo proposito, in un altro studio condotto da ricercatori della Pennsylvania State University sono stati messi a confronto metodi diversi per ridurre la densità energetica dei piatti. E’ stato proposto lo stesso menù a 60 persone, un giorno alla settimana standard, mentre negli altri giorni veniva diminuita del 20% la densità energetica del primo piatto riducendo i grassi oppure aumentando la proporzione di verdura e acqua utilizzata nella preparazione. Gli altri piatti del menù non subivano modifiche. Tutte le strategie sono state utili a ridurre le calorie complessive, ma il risultato migliore si è avuto riducendo i grassi. Mangiare zuppe e minestre di verdura in ogni stagione, calde e tiepide, è un ottimo modo per assicurarsi, con un modesto introito calorico, liquidi, fibre, sali minerali e vitamine. Quando si preparano le minestre, però, bisogna fare attenzione a non eccedere con i condimenti e il sale. Patrizia Valentina Arcuri natura e salute In primavere i frutti di bosco, e in particolare le fragole e mirtilli, fanno capolino sulle nostre tavole Spesso abbiamo evidenziato tutti i vantaggi nel consumare frutti di bosco, vantaggi confermati anche da molti Studi. Le fragole, sono una valida fonte di folati, potassio e fibra, ma sono ricche di vitamina C e di flavonoidi, in particolare antocianine (che conferiscono la colorazione rossa) che esercitano un’elevata azione antiossidante e anti infiammatoria. La dieta ricca in polifenoli aiuta a ridurre anche lo stress ossidativo, che svolge un ruolo importante nell’invecchiamento cellulare e nella progressione dell’aterosclerosi. Tra le fonti principali di polifenoli ricordiamo il caffè e il tè verde decaffeinati, il cioccolato fondente, i carciofi, le cipolle, gli spinaci e la rucola, l’olio extravergine d’oliva e il vino rosso. A questo mix di sostanze si devono molti benefici per la salute. Le antocianine aiutano a ridurre le ulcere gastriche e proteggono la pelle da raggi UVA e dalle scottature solari. Inoltre contribuiscono a diminuire l’aggressività di alcune cellule tumorali. Sembra, poi, che possano avere un ruolo attivo nel controllo di alcuni markers cardiovascolari in quanto aiutano a diminuzione il colesterolo totale, soprattutto quello cattivo LDL e i trigliceridi. Solo chi è particolarmente sensibile o soffre di allergie deve evitarne il consumo. Si raccomanda, prima del consumo, un accurato lavaggio, esattamente come deve essere per qualunque altra frutta e verdura consumata cruda e non sbucciata. Le fragole, quindi, non solo sono buone, ma fanno bene, ancor più se consumate nell’ambito di una dieta corretta, completa, variata ed equilibrata, in cui si tenga conto del loro, seppure modesto, contenuto in calorie e zuccheri. Patrizia Valentina Arcuri La Voce Del Cuore Giugno 2014_2012 26/05/14 13:04 Pagina 16 016 in famiglia fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis 0 prevenzione “al femminile” Lo stile di vita delle donne di oggi è uguale a quello degli uomini. Se questo da un lato ha fatto sì che le donne conquistassero i meritati diritti al lavoro e all’uguaglianza sociale, dall’altro ha anche uguagliato il rischio cardiovascolare Prima della menopausa, le arterie delle donne sono protette dagli estrogeni, gli ormoni femminili. Quando, però, le ovaie iniziano a ridurne gradatamente la produzione, il rischio di disturbi cardiovascolari aumenta e dopo i 65 anni la donna è esposta quanto l’uomo alla possibilità di incorrere in infarto, trombosi e ictus. Anche da giovani, comunque, non si è completamente esenti dai rischi a causa delle abitudini poco salutistiche, come il fumo, l’abuso di alcolici e la dieta ricca di sale e grassi, ormai diffuse nel mondo occidentale. Inoltre nella donna, a differenza dell’uomo che accusa il tipico dolore al braccio, l’infarto del miocardio si può presentare in modo subdolo e sfumato, con pallore e stanchezza, soprattutto quando è anziana. Prevenire vuol dire intervenire prima che la parete dei vasi sia rovinata dalla placca aterosclerotica e prima che il sistema della coagulazione del sangue si comprometta e formi quei pericolosi grumi che generano infarto, ictus, embolia, trombosi arteriosa e venosa. Non dimentichiamoci del diabete, altra malattia in aumento, che costituisce un temibile fattore di rischio cardiovascolare. Le malattie cardiovascolari possono essere più frequenti in alcune famiglie per predisposizione ereditaria, ma nessuno può dichiararsi esente. Uno stile di vita scorretto può portare comunque alla malattia. Bisogna imparare a controllare gli eccessi. Le donne hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nell’educazione della famiglia. Sono proprio le madri le migliori insegnanti per i figli, quelle che possono educarli a nutrirsi bene, a muoversi, dando il buon esempio con uno stile di vita sano, che preveda un’attività fisica regolare e una alimentazione equilibrata. Riassumiamo alcuni consigli utili facilmente osservabili in famiglia. E’ buona abitudine controllare periodicamente il peso e la misura del giro vita, per correre ai ripari quando si inizia a parlare di sovrappeso. Dopo i 40 anni, i livelli di glicemia, colesterolo e trigliceridi nel sangue andrebbero misurati ogni anno. Un’alimentazione povera di grassi animali e ricca di frutta, verdura, fibre, pesce (ricco di omega 3, soprattutto da salmone, dentice e alici) un buon bicchiere di vino rosso e anche un po’ di cioccolato fondente, aiuta a ridurre colesterolo e trigliceridi, sovrappeso e giro vita. Ricordiamo che per la donna deve essere inferiore a 85 cm e per l’uomo a 95. Impariamo a misurare la frequenza cardiaca. Le alterazioni nel ritmo dipendono dal sistema elettrico del cuore, che con l’invecchiamento può funzionare male e provocare aritmie. Chi ha già avuto un infarto o soffre di scompenso cardiaco o di malattia delle valvole è più soggetto ad aritmie. Anche la pressione del sangue andrebbe monitorata con regolarità. Se i limiti ideali della minima e della massima fossero alti, incrementare l’attività fisica almeno per quaranta minuti consecutivi tutti i giorni (la classica camminata veloce va benissimo), aiuta a riportare e stabilizzare i valori nella norma. Se occorre fare ricorso a farmaci antipertensivi attenzione che non bisogna sospenderli o modificarne le dosi senza prescrizione medica. Altro nemico della salute è lo stress cronico causato dai malumori, dalle preoccupazioni per il lavoro e dalla vita frenetica. Lo stress continuo genera una maggiore produzione di cortisolo e adrenalina, che a lungo andare causano infiammazione delle arterie, pressione alta e disordini del battito cardiaco. Evitare lo stress non è facile, ma bisognerebbe imparare a gestirlo, rinunciando a qualche impegno di troppo per concedersi un po’ di relax. Il benessere non è soltanto quello fisico, ma anche quello mentale. Avere tempo per stare con chi si ama e con la famiglia, fare progetti, pensare al futuro, stimola endorfine e dopamina a beneficio della salute, soprattutto del cuore. E’ importante anche saper ascoltare il proprio corpo e i segnali che ci invia: riconoscere i primi sintomi in tempo, può salvarci la vita. Un disturbo cardiaco può essere segnalato da malesseri che non sempre colleghiamo al cuore, come un senso di peso sul torace (come quello di una cattiva digestione), stanchezza associata a sudorazione, pressione bassa e fiato corto. Segnalare subito al proprio medico di famiglia o al cardiologo i primi sintomi permetterà di ricorrere ad esami e accertamenti. Patrizia Valentina Arcuri