CULTURA E MEMORIA CORRI R Lunedì 22 ottobre 2012 12 Le opere del maestro Giacomo Bonavita Statua di San Biagio, Chiesa madre di Quindici Particolare della Resurrezione di Lazzaro La Resurrezione di Lazzaro, Bagnoli Irpino Capoccia, lo scultore dimenticato Giacomo Bonavita da Lauro, artista del Seicento, scultore dello stupendo Coro di Bagnoli Irpino morì vittima della peste del 1656, oggi dimenticato dai più, rivive in questa carrellata sulle sue preziose opere C GIUSEPPE SCAFURO apoccia! Chi era costui? Facile “ ruminare” davanti a un nome che, pur avendo dato lustro alla nostra terra, nessuno più menziona, fatta eccezione per gli addetti ai lavori. Se, però, si aggiunge che era il soprannome con cui veniva chiamato Giacomo Bonavita da Lauro, forse a qualcuno sembrerà bene di averlo letto o sentito, riconoscendo un cognome abbastanza diffuso nel piccolo centro irpino. Fama ben diversa è toccata ad altri conterranei, come Umberto Nobile, cui sono intitolati una piazza e il Museo di Arte Naif. Nulla, invece, che ricordi il Capoccia, né una strada a lui intitolata, né una targa commemorativa : eppure si tratta di uno scultore che ha lasciato tracce della sua arte non solo nel Vallo di Lauro ( più precisamente a Quindici) , ma anche a Nola e Bagnoli Irpino. Ma andiamo per ordine. In occasione della mostra “ Capolavori della Terra di Mezzo dal Medioevo al Barocco”, che si tiene fino al prossimo 30 novembre nelle Sale dell’ex Carcere Borbonico di Avellino, è stata esposta la bella statua di San Biagio, appartenente alla Chiesa di SS. Maria delle Grazie di Quindici, che , insieme al San Sebastiano di Lauro, è l’unica proveniente dal Vallo di Lauro . Il vescovo di Sebaste vi è rappresentato in atto benedicente, con la mitra e il pastorale nella mano sinistra; il corpo è rivestito da un movimentato piviale legato sul petto da una fibbia; un cordoncino stringe in vita la veste su cui ricade la stola. E’ una colossale statua in legno ( l’altezza sfiora i due metri) che troneggia nella quarta cappella destra della Parrocchiale di Quindici. La ieratica fissità del volto e le fitte pieghe della veste appaiono esserne le caratteristiche distintive. Dalla “ Cronistoria” di Isidoro Fusco ( risalente al 1673- 1680) sappiamo che essa fu realizzata da Giacomo Bonavita, scultore di Lauro, negli anni 1641- 1642; il manoscritto ci ha permesso anche di conoscere l’entità del pagamento ( ducati 26.4. 15) e il fatto che la statua fu collocata sull’altare di San Biagio, prendendo il posto di un quadretto del medesimo santo, probabilmente andato in rovina. Sempre da Fusco veniamo a sapere che alla realizzazione dell’o- C “ La Consegna delle chiavi”- Coro della Collegiata di Bagnoli Irpino pera parteciparono altri due artisti: un certo maestro Andrea Palmese d’Ima, per la doratura, e un anonimo maestro napoletano, per “ la pittura e sgraffiatura”. Il Bonavita e Palmese continuarono a lavorare insieme anche qualche anno più tardi , esattamente nel 1648- 1649, alla statua di Sant’Antonio da Padova, intagliata sempre dal Capoccia e dorata dal secondo ( oggi il simulacro ligneo si trova nella terza cappella desta della stessa Chiesa di Quindici). La statua, oltre a essere di più piccole dimensioni ( misura, infatti ,cm 1,55), è certamente meno riuscita della precedente: qui l’intento devozionale prevale sulla resa plastica. Se per il San Biagio erano stati corrisposti al Bonavita 26 ducati, per quest’altra ne ricava solo 15.E’ probabile , del resto, che spetti alla mano del maestro soltanto la fattura del Gesù Bambino. Probabilmente, però, le statue quindicesi non furono le prime realizzate dal Bonavita, attestando, specie il San Biagio,un già elevato livello di resa artistica. Gli esordi devono risalire a qualche decennio prima, intorno agli anni Venti del Seicento, come ci spinge a pensare la testimonianza di Carlo Guadagni in “ Nola Sagra”. Qui si legge , a proposito della Chiesa del Carmine, “ edificata modernamente nel 1622” , che vi erano “ tre cose che simili non si veggono nella stessa Napoli, cioè la porta e il pulpito, tutti di noce d’intaglio peregrino, così minuto e rilevato di statue e fogliame che ognuno che li vede resta stupefatto, e la icona, opra magnifica di Giovanni Battista Verde, il primo scultore de’ nostri tempi, e di Giacomo Capocchia di Lauro, di non inferiore eccellenza” ( opere non più esistenti perché bruciate dai Francesi nel saccheggio del 1799). Ma l’opera certamente più nota del Capoccia è il Coro della Collegiata di Bagnoli Irpino. La sua descrizione occupa uno spazio rilevante ne “ L’arte del legno in Irpinia dal XVI al XVIII secolo” ( 1975) di Alessandra Perriccioli, che lo considerò imprescindibile per lo studio della scultura lignea irpina del Seicento; da ricordare anche la monografia ad essa dedicato da Raffaele Mormone nel 1985. Collocato nel vano retrostante l’altare maggiore, il Coro è formato da diciannove stalli che sono separati tra di loro da braccioli con animali fantastici. Ognuno degli stalli è retto da gambe a volute e presenta, nella fascia mediana, una scena del Nuovo Testamento a bassorilievo e, nelle venti paraste che dividono gli schienali, altrettante scene dell’Antico Testamento ad altorilievo o, per meglio dire, a tutto tondo. Una scelta decorativa felice e innovativa , influenzata dallo stile barocco di uno dei più grandi artisti dell’epoca, lo scultore Cosimo Fanzago, attivo in quegli anni a Napoli . Dell’opera, eseguita tra il 1652 e il 1656, si conosce il nome degli autori grazie al Libro dei Conti, oggi purtroppo perduto, della Chiesa dell’Assunta, noto attraverso gli stralci trascritti nel 1925 da Alfonso Sanduzzi in “ Memorie storiche di Bagnoli Irpino dall’origine fino alla metà del secolo XIX”. Qui il Bonavita è indicato come “ maestro scultore” e “ uomo valentissimo nella sua professione”; vengono, poi, genericamente menzionate anche altre sue opere a “ Bagnoli, Nola, Tiano ed altri luoghi”.Apprendiamo , inoltre, dalla stessa fonte che il Bonavita trovò la morte nella terribile epidemia di pestilenza del 1656. Da un altro studioso, il De Rogatis, veniamo a conoscenza che precedentemente all’opera del Bonavita esisteva un altro coro ligneo, andato distrutto in un incendio che scoppiò nella notte del 13 febbraio 1651. Fu così che si decise di rifarlo , affidandone i lavori, in un primo momento, ad un artigiano bagnolese, un certo Scipione Infante, che , insieme a un collaboratore, il conterraneo Giovandomenico Vecchia, fu inviato in Puglia, ad Andria, per trarre ispirazione da un altro coro, oggi non più esistente, che aveva ivi realizzato. Quando i due Bagnolesi declinarono l’invito a passare alla fase esecutiva, evidentemente a causa della loro insicurezza, il Capitolo della Collegiata , su suggerimento dell’indoratore napoletano Aniello De Martino, si rivolse a Giacomo Bonavita da Lauro di Nola. Tra i committenti e l’esecutore non tutto filò liscio se è vero, come risulta dai documenti, che il Capoccia,dopo aver realizzato come campione uno stallo, che ebbe il gradimento del Capitolo, per dare una prova della sua abilità, all’improvviso, andò via da Bagnoli, forse per un mancato accordo sul compenso . Certo è che nel luglio del 1652 fu richiamato per eseguire l’opera, mentre all’Infante e al Vecchia venivano affidate solo le parti secondarie del coro ( il montaggio degli stalli e le parti di collegamento).Il più consistente intervento si ebbe nel 16531654, quando si provvide all’impostazione generale dell’opera che non fu mai portata a termine a causa della morte sia del Bonavita ( il 27 ottobre 1656) sia dei suoi due collaboratori, a distanza di pochi giorni. Tipico dell’arte del Capoccia è la disposizione di più figure in uno spazio ristretto in cui l’attenzione non è alla resa dello spazio, ma alla caratte- rizzazione espressionistica dei personaggi. Ne sia un esempio il pannello raffigurante “ La resurrezione di Lazzaro”. Qui, la tomba e il coperchio sono rappresentati in modo bidimensionale, mentre di Lazzaro è messo in forte rilievo il corpo smagrito a causa della permanenza nell’avello. Sulla destra, inoltre, si nota un personaggio che porta le mani al naso per non sentire il lezzo del cadavere. Tutto è chiaramente finalizzato a rendere quanto più credibile la scena. Il fatto che l’opera non venisse mai completata da altri dimostra non solo che non fu facile rimpiazzare i tre artisti, visto l’alto numero dei morti provocato dalla peste, ma anche che , nonostante l’incompletezza delle rifiniture, si ritenne opportuno farla rimanere così come era . Il catalogo delle opere del maestro laurese si è recentemente arricchito grazie ad un’interessante scoperta fatta nel 2007, in occasione del restauro della statua lignea di San Felice vescovo,custodita nel Duomo di Nola. In una cavità presente sul retro della mitra del santo è stato, infatti, ritrovato un pezzo di legno recante l’iscrizione che segue: “ Nel anno di Monsignor Langellotti Io Iacovo Bonavita scoltore ho fatta questa statua di San felice di lavori l’anno del signore 1645. Ricordatevi del anima mia” ( sugli altri lati del legnetto erano incisi i nomi di alcuni restauratori settecenteschi della statua). Con il San Biagio di Quindici, il San Felice presenta molte affinità: l’impostazione frontale della figura, la fissità dello sguardo, la pieghettatura della veste e del piviale e il particolare del ciuffo di capelli che fuoriescono dalla mitra, appoggiandosi sulla fronte. La notorietà del Bonavita doveva, perciò, essere già diffusa quando ricevette l’incarico di Bagnoli. La sua arte fu troncata dalla peste del 1656, ma continuata dai suoi discendenti, in primis il figlio Antonio, autore di un busto reliquiario di San Lauro , datato al 1677- 1678, tuttora conservato nella Chiesa di Quindici, seppure privo delle quattordici statuette che lo incorniciavano, ma anche da Giovanni Bonavita, forse fratello o figlio di Antonio, autore del San Giovanni da Capestrano nella Chiesa del Convento francescano di San Giovanni del Palco a Taurano ( l’opera è firmata e datata). Un personaggio importante,dunque, il Capoccia, al quale è giusto restituire la fama che merita. CORRI R 13 VIVIRPINIA Lunedì 22 ottobre 2012 Anniversari della musica con il trio “A’Rebours” AVELLINO- Torna in scena il Festival Internazionale “Gli Anniversari della Musica”, organizzato dall’Associazione Igor Stravinsky. In programma oggi il Trio formato da Vito Lobefaro e Paola Sorrentino (pianoforte a 4 mani) e Dante Spada (Percussioni). Lo spettacolo- concerto, interamente dedicato alla musica del francese Eric Satie, si avvarrà anche di videoproiezioni. Il Trio A’Rebours (Controcorrente) prende il nome dal titolo del Romanzo di Huysmans, scritto nel 1884 e considerato il manifesto del Decadentismo. A’Rebours è la voglia di indagare terreni inesplorati come le avanguardie musicali dei primi anni del Novecento, potenziando la timbrica e gli effetti coloristici di strumenti apparentemente incompatibili come il pianoforte e le percussioni. Ricerca e antiricerca, sofisticato e bizzarro: esecuzioni estremamente ligie ai canoni esecutivi della prassi classica convivono accanto ad un apparente e momentaneo sprofondamento nel triviale, quasi un voler sdrammatizzare. L’indagine sul suono a sfociare in una fusione e contaminazione, non stridente, di generi che coesistono senza traumi. Il concerto, con ingresso libero, si terrà alle ore 20.00 presso la Sala Convegni della Banca della Campania, in Collina Liguorini ad Avellino. In giro per Montoro tra immagini e colori MONTORO INFERIORE- Undici pannelli posizionati sulle pareti esterne della scuola che ripercorrono in chiave illustrativa, con disegni e colori, le bellezze ed i luoghi del territorio, prestando particolare attenzione all’immaginario dei cittadini più piccoli. E’ questo il senso dell’iniziativa in programma oggi a Montro Inferiore dal titolo presso il plesso scolastico. La giornata, realizzata nell’ambito delle progettazioni PSR 313, è stata organizzata in collaborazione con il Circolo Didattico di Montoro Inferiore, il Circolo di Legambiente Soli Offerens e l’Associazione AMT - Arte, Musei e Terriorio - di Solofra. Il percorso denominato “In giro per Montoro - percorso di immagini e colori” ha come soggetto principale i luoghi e le particolarità del territorio. Durante la mattinata il Sindaco Salvatore Antonio Carratù consegnerà a tutti gli alunni delle primarie il quaderno “Scopri Montoro Inferiore con Tory!” realizzato dall’Agenzia Ediguida. L’opuscolo, destinato ad illustrare le bellezze del posto ai piccoli concittadini, rientra tra i prodotti del progetto “I percorsi di Montoro Inferiore, turismo e cultura nei borghi campani”. È proprio dalle giovani generazioni - commenta il Sindaco Salvatore Antonio Carratù - che è necessario diffondere la conoscenza del proprio territorio, affinché lo sentano parte della propria cultura locale. Un patrimonio riconosciuto è un patrimonio che viene tutelato dagli stessi cittadini e i bambini sono i futuri componenti della nostra comunità. L’APPUNTAMENTO “Vallesaccarda gastronomica naturalmente Irpinia” Il ciclista Pozzovivo ospite della kermesse: è già boom di visitatori Anteprima della sagra di Bagnoli tra tartufo e sport BAGNOLI IRPINO- Il tartufo di Bagnoli Irpino conquista Domenico Pozzovivo. Questa volta è stato l’oro nero a sedurre il famoso ciclista lucano, vincitore dell’ottava tappa del Giro d’Italia 2012, ospite ieri dell’anteprima della mostra mercato del tartufo nero e dei prodotti tipici e 35esima sagra della castagna, di scena nella suggestiva Piazza di Capua del paese altirpino. «Sono rimasto – dichiara Pozzovivo – molto colpito dall’ospitalità degli abitanti di Bagnoli e dalle ricchezze paesaggistiche e gastronomiche di cui si fregia questo territorio». «Il tartufo e l’Altopiano del Laceno – conclude l’atleta – rappresentano un prezioso gioiello che va sempre più valorizzato. Farò di tutto, grazie anche alla mia notorietà sportiva, per far conoscere ancor meglio i punti di forza di Bagnoli Irpino». Intanto, successo di pubblico per l’antipasto enogastronomico bagnolese (apripista del festival del gusto in programma il prossimo week end) che sta crescendo di anno in anno. Una cornice di pubblico “incantata” dai gusti e dai sapori offerti dal qualitativo connubio vino-gastronomia. Ma non solo. L’iniziativa ha avuto una marcata impronta ecofriendly. Identità che nasce sul terreno della virtuosa collaborazione fra l’Amministrazione comunale, realtà dall’importante patrimonio paesaggistico, e l’associazione provinciale “Amici della Terra”. Club che si occupa di politica ambientale e rientran- te in "Friends of the Earth International" tra i network ambientalisti più diffusi al mondo. Nel ricco programma dell’anteprima bagnolese, organizzata dal Comune del paese altirpino in partnership con il Consorzio Turistico Bagnoli-Laceno, la Pro Loco Bagnoli-Laceno e con la partecipazione di Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori), riflettori puntati in direzione naturalistica. Di scena “Acqua Sonante”: azione di sensibilizzazione e promozione connessa al progetto “Tra i Sic i corridoi fluviali irpini”. Un programma territoriale, targato Amici della Terra, che guarda ad uno sviluppo locale sostenibile in grado di far leva sul vettore ambiente dei corridoi ecologici, composti dalle aste fluviali, per rilanciare l’economia rurale. Visite guidate, focus group, laboratori didattici, proiezione di documentari, musica e performance teatrali, gli eventi di animazione che hanno caratterizzato “Acqua Sonante” nell’anteprima della kermesse bagnolese, riscuotendo una grande attenzione. Ed ora scatta il countdown per la mostra mercato del tartufo nero e dei prodotti tipici e 35esima sagra della castagna di Bagnoli Irpino in programma dal 26 al 28 ottobre ed organizzata dalla Pro Loco Bagnoli-Laceno con il patrocinio del Comune di Bagnoli ed in collaborazione con il Consorzio Turistico Bagnoli-Laceno. Lo scorso anno, registrate più di 200mila persone rispetto alle 150mila del 2011. Una cornice di pubblico non solo campana ma anche extraregionale ed internazionale, importante fattore di incoming turistico. «Quest’anno – afferma il presidente della Pro Loco Francesco Pennetti in attesa della sagra della prossima settimana– punteremo maggiormente sulla qualità dei centodiciannove stand presenti nella manifestazione. Ai visitatori proporremo pietanze frutto della nostra più antica tradizione culinaria, cucinate dalle sapienti mani delle massaie del posto». SUCCESSO PER LA KERMESSE PRESENTATA DA BARBARA CHIAPPINI ED ENZO COSTANZA “Stelle dell’Universo” sul palco di Pietradefusi PIETRADEFUSI- Straordinario successo per Stelle dell'Universo Italy a Pietradefusi. Un pubblico numeroso ed interessato ha gremito una delle sale più grandi ed eleganti del Park Hotel L'Incanto che si è confermata cornice perfetta per un galà di tale portata. Bella più che mai, simpatica e assolutamente a proprio agio sul palco come sulla passerella la madrina dell'evento, Barbara Chiappini, che ha presentato la serata insieme al comico Enzo Costanza. Prima in un abito nero particolarmente sensuale e poi, a conclusione delle sfilate di moda, la showgirl ha sfilato con un abito da sposa a sirena della collezione dell'Atelier Silvana Bruno che ancora una volta faceva risaltare la sua prorom- pente femminilità. La Chiappini è stata particolarmente brava ad interagire con gli ospiti e a dare giusto valore ai marchi artigiani presenti con le loro creazioni. Grande merito per la riuscita della serata allo showman Enzo Costanza: battuta sempre pronta ed ironia travolgente, toccando il picco di gradimento e divertimento del pubblico con le esilaranti imitazioni di Renato Zero e Adriano Celentano. Protagonista della serata è stata la moda. Tutte belle e professionali le modelle, ma anche i piccoli modelli saliti sulla passerella, nella loro dolcezza, si sono dimo- PER LE VOSTRE E-MAIL strati sicuri di sé. Sei i momenti moda partendo proprio dalla collezione per i bambini di Tonina di Montemiletto, poi la moda casual e giovane di Sottotono di Dentecane, ed ancora gli abiti da sera avvolgenti dell'Atelier Aury di Avellino, l'intimo comodo e sexy allo stesso tempo di Tonina, gli abiti da gran galà tempestati di pietre dell'Atelier Silvana Bruno, per concludere con il top degli abiti di Alta Moda sposa e sposo sempre dell'atelier di Atripalda, assolutamente da favola. Ogni outfit è stato elegantemente corredato dalle calzature di Tafuri di Passo di Mirabella Eclano e dai gioielli Ikebana di Paternopoli. Pubblico delle grandi occasioni in sala, con la presenza anche di ospiti illustri, come il Console Svizzero, diversi sindaci tra i quali, ovviamente, Giulio Belmonte, primo cittadino di Pietradefusi che ha elogiato l'iniziativa per l'apporto alla promozione dell'imprenditoria e dell'artigianato di qualità e ha ringraziato Walter Tordiglione per l'intraprendenza e l'ottima organizzazione; medesimo con- [email protected] FAX VALLESACCARDA- Anche quest'anno, dopo il successo della prima edizione si rinnova l'appuntamento con l'evento, organizzato dal Comune di Vallesaccarda, volto ad incrementare il turismo nella zona della Baronia e della Valle dell'Ufita valorizzando le risorse naturali e culturali che caratterizzano tali zone, partendo dalle eccellenze della produzione eco-gastronomica, quale tipicità, ricchezza e valore consolidato e riconosciuto non solo a livello locale. Il progetto denominato "Vallesacarda eco-gastronomica, naturalmente Irpinia" è stato programmato per il 3 e 4 novembre prossimi. Si parte dall’Istituto Alberghiero De Gruttola con l’inaugurazione della seconda rassegna d’arte culinaria dell’Appennino Meridionale e a seguire la conferenza di presentazione e il convegno “Eco-gastronomia per la valorizzazione del turismo rurale delle aree interne”. In serata presso la Casa della Cultura “Martin Luther King” La cucina dell’Appennino Meridionale, territorio, prodotti, ristorazione tipica: laboratorio scuola/teatro con cena/degustazione a cura degli chef: Mirko Balzano (Villa Assunta – Mirabella Eclano), Pompeo Limongiello – L’Incanto – Sant’Andrea di Conza, Daniele Luongo – La Locanda della Luna – San Giorgio del Sannio con la collaborazione dei ristoranti Oasisi e Minicuccio di Vallesaccarda. La rassegna proseguirà domenica 4 novembre con il Mercato contadino a cura delle aziende produttrici locali allestito in Piazza Michele Addesa e con la scuola di cucina e gioco didattico per i più piccoli “Scopri Vallesaccarda con le ricette tipiche di Pina” e “A Vallesaccarda vinci la Natura”. Laboratori sensoriali: riconoscere il mondo che ci circonda usando gli altri sensi. Sabato 3 e domenica 4, previa prenotazione, è possibile pranzare, a tariffa convenzionata, presso i ristoranti locali “Minicuccio” e “Oasis – Sapori Antichi” con menù degustazione il cui tema portante sarà il territorio, ed in particolare ricette legate alle erbe spontanee, alle verdure e all’aglio di Vallesaccarda, con lo storico rapporto tra coltivazioni tipiche e popolazione nel tempo. cetto è stato espresso da Antonio Cipriano, Presidente di Casartigiani. Ma Belmonte ha esteso i ringraziamenti anche al regista Pino Tordiglione, presente i sala, per aver consentito la conoscenza oltre i confini locali di una figura quale quella della Beata Teresa Manganiello, che ebbe i natali proprio a Pietradefusi, e di conseguenza di “portare l'Irpinia nel mondo” attraverso il suo film trasmesso anche dalle reti Rai. “Abbiamo dimostrato che siamo capaci di produrre santità” - ha affermato Pino Tordiglione, che ha raccontato anche della sua ultima fatica, un documentario sul Viaggio elettorale di Francesco De Sanctis nel 1875. Per entrambi i lavori fondamentale è stata la consulenza storica del “professorefilosofo” Fausto Baldassare, anche egli ospite delle serata. Momenti di commozione, poi, quando il patron Walter Tordiglione ha voluto dedicare la serata a Raffaele Di Matteo, stimato sindaco e vicesindaco di Guardia scomparso qualche mese fa. 0825-792440