Retina Suisse Giornale - Journal 2-3/2014 esce tre volte l'anno L'associazione d'aiuto reciproco di persone con retinite pigmentosa (RP), degenerazione maculare, sindrome di Usher e altre malattie degenerative della retina Umschlag-IT.indd 2 3.5.2012 11:54:22 Uhr Impressum Redazione: Christina Fasser, Uta Buhl, Renata Martinoni Retina Suisse, Ausstellungsstrasse 36, 8005 Zurigo Tel. 044 444 10 77, fax 044 444 10 70 [email protected], www.retina.ch Testo italiano: Renata Martinoni Impaginazione e stampa: Roda Fratelli SA, Taverne (TI) Giornale parlato: Centro di produzione Unitas, 6900 Lugano Abbonamento annuo: è compreso nella tassa sociale Il Giornale esce: in italiano, francese e tedesco, in versione scritta e parlata Conto postale 80-1620-2 IBAN CH42 0900 0000 8000 1620 2 Siamo grati per ogni offerta! No. 123-124, giugno 2015 Umschlag-IT.indd 3 3.5.2012 11:54:22 Uhr Giornale 2/3-2014 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 1 Sommario Editoriale (Ch. Fasser) ................................................................ 4 Medicina e ricerca Alcuni interessanti risultati della ricerca presentati al congresso ARVO 2014 (E. A. Richman) ......................... 6 Degenerazione maculare umida: conoscerla per poterla accettare (S. Hüsler/H. Schmid) ...................... 20 Alimentazione sana e attività fisica per la salute degli occhi! (BVA) ................................................................. 27 Percezione dei colori, alterata anche nelle degenerazioni retiniche (BVA) .................................... 30 Evitare assolutamente il contatto con gli occhi! (BVA) ............................................................................33 Vivere con... Il congresso 2014 di Retina International a Parigi (U. Buhl) .....................................................................35 Il congresso 2014 di Retina International a Parigi (D. Brohlburg/M. Georg) .......................................... 38 Ho partecipato al Cityrun di Zurigo (C. Kahraman) ............................................................ 40 Buona riuscita di una giornata per congiunti e pazienti (U. Buhl) ....................................................... 42 Degenerazioni retiniche e licenza di condurre (M.-Th. Faivre/Ch. Fasser) ...........................................46 19 aprile 2014 - un grande giorno per la parità delle persone con handicap (Egalité Handicap) ............... 50 2 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 Le FFS inaugurano la nuova area «Löwenstrasse» nella stazione di Zurigo centrale (H. Kieni) ............ 51 Mezzi ausiliari Televisori accessibili (Ch. Fasser) .............................. 58 Letture consigliate Nuova edizione di «ABC lavoro e handicap» ......... 61 A proposito…. Pensieri e riflessioni (T. Hanke) ................................ 62 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 3 Editoriale Care lettrici, cari lettori, cari membri Forse qualcuno di voi avrà sentito la mancanza del Giornale Retina. Non lo sappiamo, ma vorrei comunque porgere le mie più sentite scuse a quante e quanti l’hanno atteso invano. Facciamo un passo indietro: nella seconda metà del 2014 la nostra associazione ha vissuto cambiamenti su cambiamenti. In novembre Claude Voegeli ci ha comunicato le sue immediate dimissioni da presidente di Retina Suisse per motivi di salute. Proprio in quel momento comitato e direzione si trovavano nel bel mezzo del passaggio delle consegne al nuovo direttore. Senza presidente e con le probabili dimissioni di alcuni membri, urgeva trovare nuove forze per il comitato. Per fortuna al nostro appello hanno risposto numerose persone qualificate e motivate. L’assemblea generale 2015 ha così potuto eleggere una nuova presidente nella persona di Susanne Trudel e due nuovi membri di comitato, Mario Kämpfen e Jean Seiler. Dopo tredici anni in comitato, Myrta Basler-Buser non si è ricandidata e l’AG l’ha eletta membro onorario di Retina Suisse in virtù dei suoi meriti. Ritorneremo sul tema nel prossimo giornale con la presentazione della nuova presidente e dei nuovi membri di comitato nonché con le laudatio per i membri onorari. Nel frattempo abbiamo appreso che Claude Voegeli si sta riprendendo, ne siamo lieti e gli facciamo 4 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 i nostri migliori auguri. Vogliamo però anche cogliere l’occasione per ringraziarlo molto sentitamente. Grazie a suoi vasti saperi e alla sua disponibilità, la collaborazione, seppure brevissima, ha portato buoni frutti. Un grande grazie lo rivolgiamo pure a Brigitte Hübschi, la nostra vicepresidente, che senza esitare si è presa a carico ad interim i compiti e gli oneri della presidenza. Il 1. gennaio Stephan Hüsler è subentrato alla sottoscritta come direttore di Retina Suisse. Lo stesso giorno Mawoussi Léa Mauron ha iniziato la sua attività per Retina Suisse a Losanna. Ora la nostra squadra è di nuovo al completo. La prova che tutto funziona a dovere la forniscono le numerose manifestazioni svolte nei primi mesi dell’anno nella Svizzera tedesca e romanda e naturalmente anche il congresso di Retina Suisse a Friburgo. Io stessa ho lasciato l’attività operativa, tuttavia fino a nuovo avviso continuerò a occuparmi dei gruppi di colloquio AMD e della redazione del Giornale Retina. Inoltre supplirò Stephan Hüsler durante le sue vacanze. Intanto maggio è arrivato, sto scrivendo questo editoriale sulla mia terrazza, un segno inconfondibile che la buona stagione con le sue lunghe serate si è annunciata. Che delizia per le persone che non ci vedono al buio! Auguro a tutte e tutti voi di goderne appieno con i vostri amici e con le persone che vi sono care. Un cordialissimo saluto da Christina Fasser Giornale Retina Suisse 2/3-2014 5 Medicina e ricerca Alcuni interessanti risultati della ricerca presentati al congresso ARVO 2014 Elaine A. Richman Ph.D., Richman Associates, LLC, USA L’incontro annuale dell’Association for Research in Vision and Ophthalmology ARVO (l’Associazione per la ricerca sulla visione e l’oftalmologia) è un unicum nel suo genere e attira migliaia di ricercatori di tutto il mondo. Questi si recano negli Stati Uniti per informarsi sui più recenti sviluppi del settore, si scambiano idee, formano gruppi di collaborazione e allargano le loro conoscenze per metterle a frutto e svilupparle in laboratori e cliniche di tutto il mondo finché al congresso ARVO dell’anno successivo il cerchio si chiuderà. Presentiamo qui di seguito una serie di informazioni, nuovi sviluppi e qualche nuova scoperta - dalle cellule staminali ai farmaci – per lettori interessati. Cellule staminali In laboratorio, culture di cellule retiniche offrono ai ricercatori dei modelli di sistema da utilizzare per lo studio degli effetti di farmaci e di terapie geniche sulle stesse. In laboratorio si può anche produrre un numero sufficiente di nuove cellule per sostituire tessuti retinici danneggiati. Per realizzare questi obiettivi, numerosi gruppi di ricercatori stanno lavorando per capire meglio gli influssi biologici sullo sviluppo delle cellule 6 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 retiniche. In merito, nel quadro di ARVO 2014, diversi ricercatori hanno riferito di essere riusciti a indurre cellule non differenziate (cellule staminali) a esprimere caratteristiche dei fotoricettori e dell’epitelio pigmentato retinico (RPE). Altri ricercatori hanno evidenziato l’influsso dei micro-RNA (RNA=acido ribonucleico) sulla differenziazione di cellule di Müller umane che presentano caratteristiche di cellule staminali in cellule ganglionari retiniche. I micro-RNA sono piccole molecole di acido ribonucleico che regolano l’espressione dei geni. Queste ricerche sono ancora allo stadio iniziale, tuttavia molti dei loro risultati sono essenziali per comprendere meglio il nostro sistema visivo e in ultima analisi porteranno a nuovi trattamenti e cure e a misure per prevenire i disturbi della vista. Fattori di crescita analoghi all’insulina umana (IGF) inducono le cellule a sviluppare caratteristiche dell’occhio Questa metodologia è utilizzata da Carla B. Mellough e dai suoi colleghi dell’università di Newcastle (Regno Unito). Il metodo consiste nell’aggiungere al substrato chimico in cui si coltivano le cellule staminali una proteina chiamata «fattore di crescita somigliante all’insulina umana» (IGF). I ricercatori hanno riferito che così facendo ottenevano più frequentemente strutture oculari rispetto a colture senza aggiunta di IGF. Tra questi nuovi tessuti oculari sono da annoverare cellule con caratteristiche della neuro-retina, dell’epitelio pigmentato retinico, del cristallino e della cornea. Le cellule trattate con il fattore di crescita IGF si organizzano in modo specifico e formano connessioni sinaptiche. Giornale Retina Suisse 2/3-2014 7 Le ricerche di questo gruppo di scienziati contribuiscono a migliorare le nostre conoscenze sui fattori che determinano lo sviluppo e la funzione delle cellule della retina. Su questa base si potrebbe, un giorno, arrivare a produrre grandi quantità di cellule per la ricerca finalizzata alla sostituzione di tessuti retinici malati o danneggiati. Gruppo di ricerca: C Mellough, JF Collin, M Khazim, E Sernagor, et al. Alla ricerca del meccanismo di ripristino delle cellule ganglionari nella retina dei pesci e degli anfibi Altri ricercatori sono andati alla ricerca del meccanismo che in pesci e anfibi dalla retina danneggiata fa sì che cellule umane della glia di Müller con caratteristiche di cellule staminali (hMSCs, dall’inglese human Muller glia with stem cell characteristics) si trasformino in cellule ganglionari retiniche. Questi ricercatori hanno concentrato i loro lavori sul ruolo dei micro-RNA nel silenziare i geni che nelle cellule di Müller potrebbero contribuire allo sviluppo o alla differenziazione delle cellule retiniche. Durante la trasformazione in-vitro delle cellule di Müller in cellule ganglionari retiniche, i ricercatori hanno messo a confronto i micro-RNA in cellule che si sono sviluppate nel senso voluto e in quelle che invece non si sono differenziate. Hanno così potuto constatare che, rispetto alle cellule che non si sono differenziate, in quelle che si erano differenziate 19 micro-RNA erano sovraespressi. Tra i micro-RNA sovraespressi ve n’erano alcuni implicati in importanti vie di 8 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 segnali cellulari NOTCH (la cascata di segnalazione), vie coinvolte nella crescita e nel mantenimento delle cellule nonché nella crescita degli assoni e dei dendriti delle cellule nervose. Queste scoperte potrebbero aprire la porta alla trasformazione di cellule di Müller (hMSC) in cellule ganglionari retiniche umane. Le cellule ganglionari retiniche formano dei prolungamenti di neuroni (assoni) che conducono al cervello i segnali ottici emessi dai fotoricettori della retina. In determinate malattie, p.es. il glaucoma o il diabete, la perdita della vista è dovuta a una perdita di cellule ganglionari retiniche. Gruppo di ricerca: H Jayaram, MF Jones, D Frampton, GA Limb, et al. Nanofogli come sistema di supporto sottoretinico per colture di cellule d’epitelio pigmentato retinico (cellule RPE) La buona qualità delle cellule coltivate in laboratorio dipende dall’efficacia del sistema di supporto che le mantiene in vita durante l’innesto nella retina. All’ARVO 2014, ricercatori dell’università Tohoku e dell’università Waseda (Giappone) hanno presentato una loro metodologia per inserire cellule sostitutive d’epitelio pigmentato retinico (RPE) nello spazio sottoretinico di pazienti con degenerazione maculare correlata all’età. Il sistema consiste in una struttura di nanofogli confezionati dai ricercatori con una sostanza biodegradabile su base di acido lattico (polylactic co-Glycolic Acid – PGLA). Il PGLA serve per coltivarvi le cellule d’epitelio pigmentato retinico (RPE). La loro vitalità viene poi Giornale Retina Suisse 2/3-2014 9 valutata con un’apposita colorazione. I nanofogli di un millimetro di diametro si iniettano con una sonda intravenosa nello spazio sottoretinico di globi oculari prelevati ex-vivo da maiali. Negli esperimenti giapponesi, dopo l’innesto una percentuale significativa di cellule RPE è rimasta in vita. Gruppo di ricerca: H Kaji, T Fujie, N Nagai, T Abe Nanotecnologia e medicina rigenerativa La nanotecnologia è un campo della biotecnologia che modifica, manipolandoli, atomi e molecole. Ciò vale anche per il materiale genetico delle cellule. Per medicina rigenerativa si intende il settore della medicina che tenta di rimpiazzare, correggere o rigenerare cellule umane allo scopo di ripristinare la funzione normale di cellule, di tessuti o d’organi. In oftalmologia, i ricercatori utilizzano la nanotecnologia in diversissimi modi, segnatamente come mezzo per indurre cellule che hanno perso il loro impulso normale a rimettersi al lavoro allo scopo di influenzare favorevolmente un azione terapeutica o di verificare gli effetti di terapie geniche come quelle descritte sopra. Un foto-interuttore all’azobenzene Un altro gruppo di ricercatori riferisce dei successi ottenuti utilizzando un foto-interuttore per attivare delle cellule ganglionari retiniche in retine degradate di topi come pure in un modello di cane affetto da retinite pigmentosa. Il foto-interuttore all’azobenzene è stato impiegato per attivare, su cellule ganglionari della retina, un recettore ionotropico del glutamato che reagi- 10 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 sce alla luce (LiGluR dall’inglese light-gated ionotropic glutamate receptor). Lo scopo era di ripristinarne la fotosensibilità. Nei topi così trattati si è potuta notare una certa reazione nella zona della corteccia cerebrale responsabile della visione e dal comportamento degli animali si ha avuto l’impressione che avessero percepito dei segnali luminosi. Reazioni agli stimoli luminosi si sono constatate anche sulle cellule della retina di cani affetti da RP trattati con un foto-interruttore. Gruppo di ricerca: B Gaub, M Berry, G Aguirre, J Flannery, E Isacof, et al. Con un secondo antiossidante aggiunto alla Nanoceria, nel topo la degenerazione retinica è avanzata più lentamente Malattie neurodegenerative progressive, per esempio la retinite pigmentosa (che porta alla morte dei fotoricettori), sono relazionabili allo stress ossidativo. Recenti ricerche hanno dimostrato che la Nanoceria poteva rallentare la morte dei fotoricettori in topi malati. Le Nanocerie sono nanoparticelle di ossido di cerio, uno «spazzino» catalitico di specie reattive all’ossigeno. L’effetto del trattamento purtroppo è durato solo 2-3 settimane. All’ARVO 2014 è ora stato riferito che, aggiungendo alla Nanoceria un regolatore dello stress RE (GRP78/Bip) si poteva evitare la degenerazione della retina nel modello di topo – questo sia per un effetto sinergetico sia per l’aggiunta stessa. In precedenza era già stato dimostrato che lo stress RE favorisce il progredire della degenerazione della retina dei topi in questione. Giornale Retina Suisse 2/3-2014 11 Le stress RE ha a che fare con il ripiegamento difettoso della proteina nella membrana cellulare chiamata reticolo endoplasmatico (RE). I regolatore dello stress GRP78/Bip sono entrambi antiossidanti ma i loro meccanismi d’azione sono diversi. I ricercatori hanno riferito che i fotoricettori assorbono gli antiossidanti GRP78/Bip (AAV5-hGrp78/Bip) iniettati nello spazio sottoretinico. Utilizzando gli antiossidanti e la Nanoceria in combinazione si ottengono un effetto migliore che utilizzandoli singolarmente. L’attivazione di proteine e geni del sistema visivo e la conservazione di strutture retiniche lo dimostrano e gli scienziati stanno studiando le ragioni di questo effetto. Essi ritengono che la loro ricerca potrebbe dimostrare l’utilità di una combinazione di mezzi terapeutici nelle cure a pazienti con RP o con altre affezioni causate da stress ossidativo. Gruppo di ricerca: X Cail, MS Gorbatyuk, AS Lewin, WW Hauswirth, JF McGinnis, et al. Modifiche genetiche di precursori dei fotoricettori potrebbero servire alla valutazione precoce dell’efficacia In caso di retinite pigmentosa, i primi fotoricettori che muoiono sono i bastoncelli, i coni muoiono in un secondo tempo. I ricercatori vogliono ora coltivare in laboratorio dei bastoncelli sostitutivi partendo da cellule proprie del paziente. Lo scopo è di preservare il funzionamento sia dei bastoncelli sia dei coni. I coni, per rimanere in vita hanno bisogno dell’iinflusso dei bastoncelli. I ricercatori vogliono indurre cellule staminali 12 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 «pluripotenti» (cellule staminali capaci di differenziarsi in vari tipi di cellule) a diventare bastoncelli adatti per essere poi trapiantati nella retina. E è ovvio che occorre anche riparare, nelle cellule del paziente, il difetto genetico che causa la RP. Secondo quanto riferito dai ricercatori all’ARVO 2014 questo è possibile. Scienziati dell’università di Oxford, in Gran Bretagna, stanno sviluppando una terapia genica ex-vivo in sostituzione di cellule in caso di RP. Terapia genica ex-vivo vuol dire che si prelevano le cellule direttamente dal paziente, si trattano in vitro con un gene sano inserito mediante un vettore virale e poi le si rimettono nel corpo del paziente. Nei loro lavori, i ricercatori utilizzano cellule staminali pluripotenti derivate dai bastoncelli di un topo con distrofia ereditaria dei bastoncelli. I ricercatori sono riusciti a introdurre un gene della rodopsina umano nelle cellule di topo coltivate in vitro. Le <hanno poi fatte moltiplicare e in seguito innestate nello spazio sottoretinico di topi adulti affetti da una degenerazione retinica. Questo metodo, sviluppato in Gran Bretagna, dimostra che è possibile eseguire un trattamento di terapia genica ex-vivo sulle cellule staminali pluripotenti del paziente e poi reimpiantarle nel suo occhio. Si tratta di un nuovo importante passo avanti nella terapia genica umana che permette di verificare l’efficacia d’una terapia genica sulle cellule staminali pluripotenti d’un paziente prima di procedere alla terapia o al trapianto di cellule. Gruppo di ricerca: AO Cramer, MS Singh, M McClements, RE MacLaren Giornale Retina Suisse 2/3-2014 13 Coroideremia: alla ricerca di segni di miglioramento dopo la terapia genica La coroideremia (CHM) è una distrofia corioretinica con un’incidenza di circa 1 a 50'000. La causa è una mutazione del gene CHM sul braccio lungo del cromosoma X (Xq21.2). A causa del difetto genetico, una proteina importante per la buona salute dei fotoricettori manca e di conseguenza si ha una perdita progressiva di cellule retiniche e il degrado della vista. All’ARVO 2014, ricercatori hanno descritto le caratteristiche anatomiche della retina di pazienti affetti da coroideremia (p. es. l’autofluorescenza del fondo dell’occhio FAF, lo spessore della retina, delle anomalie strutturali). L’obiettivo dei ricercatori è di utilizzare tali conoscenze per fare un paragone con i pazienti che si sottopongono a una terapia genica per sostituire il gene mancante. I ricercatori pensano che l’autofluorescenza del fondo dell’occhio (FAF) sarà il parametro più utile per prevedere i risultati a lungo termine del trattamento. Gruppo di ricerca: M Moosajee, SC Ramsden, GC Black, AT Moore, A Webster Osservazione: la prima sperimentazione clinica per la coroideremia è diretta dal professor Robert MacLaren del laboratorio d’oftalmologia Nuffield dell’università di Oxford. Nel quadro di questa sperimentazione, una copia normale del gene viene introdotta nelle cellule retiniche mediante iniezione nello spazio sottoretinico. Ciò consentirà alle cellule di ottenere l’informazione per produrre la proteina normale che in caso di coroideremia manca. La sperimentazione ha avuto inizio nel 14 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 2011, i risultati dei primi sei pazienti trattati sono stati pubblicati di recente. In questi sei pazienti, alcuni dei quali con una forma molto avanzata della malattia, sia l’acuità visiva sia la sensibilità delle cellule retiniche sono migliorate. Entrambi i miglioramenti sono segno che c’è stato un effetto positivo sui fotoricettori. Ora sono in corso le ricerche per determinare i dosaggi ottimali per il trattamento. Efficacia terapeutica dell’Unoprostone Isopropile nei pazienti con RP L’Unoprostone Isopropile è attualmente allo studio per verificarne il potenziale effetto terapeutico su pazienti affetti da retinite pigmentosa. Un collirio a base di questo composto, con il nome commerciale Rescula, di solito è usato per trattare l’ipertensione oculare causata dal glaucoma a angolo aperto. Al congresso ARVO 2011, ricercatori giapponesi avevano riferito di un effetto positivo di questo farmaco su pazienti affetti da RP a uno stadio medio o avanzato. I risultati, molto promettenti, provengono da uno studio clinico di fase 2, che doveva verificare l’efficacia e la sicurezza del farmaco in relazione con la dose somministrata. Tra i pazienti RP che avevano ricevuto la dose massima si è constatato un miglioramento della visione centrale e un indebolimento meno marcato che nei pazienti che avevano ricevuto un placebo. Nuovi resoconti avallano questa constatazione: tra i pazienti RP che hanno ricevuto due volte al giorno una dose di 0,12% d’Unoprostone in un occhio l’acuità visiva e il campo visivo sono rimasti stabili tanto nell’occhio trattato quanto in quello non trattato. Inoltre la macula è risultata Giornale Retina Suisse 2/3-2014 15 più sensibile alla luce soprattutto nell’occhio trattato. Per i ricercatori questo miglioramento potrebbe essere dovuto a una migliore irrorazione sanguigna favorita dall’Unoprostone o forse a un effetto neuroprotettivo del farmaco direttamente sulle cellule retiniche. Nel frattempo in Giappone è partita la fase 3 della ricerca. Non sono stati rilevati effetti indesiderati gravi. La conclusione della ricerca è prevista per la fine del 2014. Sperimentazioni su un modelllo animali con RP hanno indicato che l’Unoprostone è in grado di proteggere i fotoricettori dalla morte, da specie reattive dell’ossigeno e dall’apoptosi (la morte geneticamente programmata delle cellule). (J Chakrabarti, J Cuppoletti) I ricercatori stanno ora testando un’alternativa alle gocce negli occhi affinché l’Unoprostone Isopropile possa essere immesso in continuazione nell’occhio passando attraverso la sclera. (N Nagai, H Kaji, AK Nexhad, et al) Altri studi L’Agenzia europea dei farmaci EMA (European Medicines Agency) e la consorella americana FDA (Food and Drug Agency) hanno conferito entrambe il riconoscimento di «farmaco per le malattie rare» (orphan drug) all’Unoprostone Isopropile con l’indicazione «per la retinite pigmentosa». Altri studi sono in corso per appurare se il farmaco abbia anche effetti terapeutici 16 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 positivi sulla forma secca degenerazione maculare correlata all’età. Effetti collaterali gravi a livello gastro-intestinale: un confronto tra Bevacizumab e Ramibizumab in caso di AMD È noto che la somministrazione sistemica (concernente tutto l’organismo) di Bevacizumab (Avastin) può causare effetti indesiderati al sistema gastro-intestinale. Inoltre pazienti che hanno ricevuto delle iniezioni intraoculari di Bevacizumab o di una sostanza analoga, il Ramibizumab (Lucentis) per trattare la AMD hanno pure lamentato seri disturbi gastro-intestinali. Ricercatori di diversi istituti del Regno Unito si sono raggruppati per fare uno studio sui due farmaci citati reclutando pazienti cui era stato somministrato l’uno o l’altro dei due farmaci e che avevano affermato d’avere avuto disturbi gastro-intestinali. Si è trattato di una ricerca clinica randomizzata. Per studiare i rischi eventuali e la frequenza degli effetti collaterali, i ricercatori hanno analizzato i dati di tutta una serie di ricerche: CATT (Comparison of AMD Treatments Trials : Studi comparati sul trattamento della AMD); IVAN (Inhibition of VEGF in Age-related Choroidal Neovascularisation - Inibizione della molecola-segnale «Fattore di crescita vascolare endoteliale» nel processo di neovascolarizzazione della AMD); lo studio comparato francese GEFAL (Groupe d’Evaluation Français Avastin versus Lucentis); lo studio comparato MANTA nonché quello tedesco ancora in corso chiamato LUCAS (Longitudinal Urban Cohort Ageing Study uno studio longitudinale sulla salute nella vecchiaia). In Giornale Retina Suisse 2/3-2014 17 totale erano 1496 i pazienti che avevano ricevuto Bevacizumab (Avastin) e 1553 quelli che avevano ricevuto Ramibizumab (Lucentis). Dai dati raccolti risulta che 46 pazienti (3,1% che avevano ricevuto Bevacizumab e 24 (1,6%) che avevano ricevuto Ramibizumab hanno sofferto di effetti collaterali a carico del sistema gastrointestinale. La differenza è statisticamente significativa. Il rischio di disturbi gastro-intestinali è due volte maggiore per il Bevacizumab rispetto all’altro farmaco. Gli effetti indesiderati indicati e di varia gravità erano vomito, dolori addominali, costipazione e perforazione intestinale. Autori: L Scott, U Chakravarthy, R Nash, et al. Elevate dosi di acido docosaexaenoico (DHA) come integratore alimentare per pazienti affetti da RP X-cromosomica: una ricerca clinica randomizzata della durata di 4 anni Ricercatori dell’università del Texas (Retina Foundation of the Southwest and University of Texas Southwestern Medical Center) hanno collaborato a uno studio per valutare l’effetto di elevate dosi di acido docosaexaenoico (DHA), un acido grasso della famiglia degli Omega 3, sulla funzione dei coni, sulla visione notturna, sull’acuità visiva (lettura di caratteri di stampa) e sul restringimento del campo visivo di pazienti affetti da RP X-cromosomica. L’acido grasso in questione si trova nel salmone, nei germi di soja e nelle noci. Esso si concentra in modo naturale nei fotoricettori ed è molto importante per il funzionamento normale della retina. In una ricerca clinica della durata di 4 anni, controllata 18 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 e randomizzata, i ricercatori hanno sottoposto i partecipanti a test per appurare se elevate dosi di DHA avrebbero portato a un rallentamento della perdita della vista dei pazienti. All’ARVO 2014, i ricercatori hanno riferito di un effetto molto limitato delle elevate dosi di acido docosaexaenoico somministrate. Per quanto attiene all’attività dei coni, della visione notturna e dell’acuità visiva per la lettura di caratteri a stampa, i ricercatori non hanno potuto constatare differenze significative tra i pazienti che hanno ricevuto il farmaco e quelli cui era stato somministrato un placebo. Il solo vantaggio delle elevate dosi di acido grasso Omega 3 è stato un rallentamento del degrado della visione periferica. Gli effetti indesiderati citati sono stati di breve durata e non ritenuti gravi (p. es. leggeri disturbi gastrici, alterazioni della composizione del sangue, modifiche del tasso di colesterolo e dei lipidi). Gruppo di ricerca: D Hoffman, DK Wheaton, D Birch et al. Giornale Retina Suisse 2/3-2014 19 Degenerazione maculare umida: conoscerla per poterla accettare Stephan Hüsler e prof. Holger Schmid, Scuola universitaria professionale FHNW, Olten 1.Introduzione In Svizzera vivono più di 40‘000 persone affette da una degenerazione maculare correlata all’età (AMD) allo stadio finale (2). Nelle nazioni industrializzate, la AMD è la principale causa di grave handicap visivo sopra i 50 anni e rappresenta il 38 percento delle menomazioni visive gravi (3). La caratteristica della forma secca della AMD è la sua lenta evoluzione. Per contro la forma umida della AMD (il 10-15 percento dei casi) può incedere in modo molto rapido in seguito alla formazione di nuovi vasi sanguigni nella macula. Si tratta di vasi sanguigni che possono perdere sangue e liquidi e questo causa un’improvvisa riduzione della capacità visiva. Comune a entrambe le forme di AMD sono le crescenti difficoltà a svolgere le attività per le quali è necessario saper fissare lo sguardo sulle cose da fare. Dal 2007 sono disponibili trattamenti efficaci per la forma umida della AMD. Si tratta di iniezioni nel corpo vitreo, che in Svizzera sono prestazioni obbligatorie delle casse malattia. Il protocollo di cura prevede la convocazione periodica delle e dei pazienti per i controlli del caso e per le necessarie iniezioni. Questo avviene a scadenza mensile o più dilazionata, sempre secondo necessità. In Svizzera, soltanto le cosiddette cliniche-ABC e le/gli oculisti autorizzati possono dispensare queste terapie. Per le e i pazienti si tratta di terapie impegnative e le inter- 20 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 ruzioni della cura non sono rare. Bisogna pertanto sapere che soltanto una terapia eseguita con assoluta regolarità può prevenire un rapido degrado della capacità visiva. Ricerche internazionali (4,5) hanno individuato le ragioni dell’interruzione della terapia, ragioni che in parte valgono anche per la Svizzera: problemi con l’assicurazione malattie o mancanza di copertura assicurativa, la necessità di farsi accompagnare per fare la terapia, l’eccessiva distanza fino alla clinica, il successo poco percettibile, la mancanza di motivazione, la paura di recidive e del manifestarsi di altre malattie. Tutto ciò ha indotto gli addetti ai lavori a interrogarsi su diversi punti: come vivono la terapia le persone curate? con quali ostacoli di carattere non medico sono confrontate nel corso del processo terapeutico? quali influssi hanno questi ostacoli sulla qualità di vita? si possono fare delle proposte concrete per evitare che le persone interrompano la terapia e per ottenere una migliore qualità di vita durante il processo terapeutico? 2.La ricerca Retina Suisse ha dato incarico alla Scuola universitaria professionale della Svizzera nord-occidentale FHNW di Olten di trovare delle risposte agli interrogativi sopra esposti facendo una ricerca qualitativa con un determinato numero di pazienti in cura presso tre centri oculistici (Inselspital di Berna, Klinik Lindenhof di Berna e Augenklinik Spiez). Alla ricerca, svolta nella primavera del 2012 in forma d’interviste telefoniche, hanno partecipato 28 persone d’età variante tra i 56 e i 94 anni. 21 persone avevano una degenerazione maculare correlata all’età in entrambi gli occhi. Giornale Retina Suisse 2/3-2014 21 Tutte e 28 sono state curate con la sostanza Ranibizumab. Le risposte provengono dalle persone interrogate stesse, nella ricerca non sono confluiti dati clinici. Le interviste comprendevano 30 domande riguardanti il modo di affrontare e gestire la malattia e le sue ripercussioni sulla qualità di vita (6). Agli autori della ricerca interessava innanzitutto conoscere la diagnosi, il modo come essa era stata comunicata, i sentimenti che la notizia aveva suscitato nelle persone e le ripercussioni sulla vita quotidiana nonché sulla situazione abitativa e relazionale. Altre domande riguardavano il vissuto nei momenti di cura in clinica. Gli intervistatori hanno pure voluto approfondire l’atteggiamento delle persone con una AMD nei confronti dell’handicap visivo e le loro conoscenze sulle prestazioni di consulenza disponibili, sui mezzi ausiliari e sulle possibilità di sostegno finanziario. 3.I risultati 3.1 La diagnosi, uno choc Per la metà delle persone intervistate la diagnosi era stata di forma secca della degenerazione maculare correlata all’età. L’altra metà non era stata dall’oculista, ma si era accorta d’avere una AMD (umida) in seguito a un calo improvviso della capacità visiva. Svariate erano le ragioni per cui la terapia non era stata avviata in tempi brevi: la speranza di un rapido miglioramento, altre priorità (vacanze, viaggi), lunghe attese prima d’avere un appuntamento dall’oculista e diagnosi errate. Per quindici delle persone intervistate, il responso dell’oculista è stato uno choc, esse hanno paragonato la diagnosi di AMD a una diagnosi di cancro. Per contro, le persone che consideravano la AMD 22 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 come un «normale acciacco dell’età» oppure che erano impegnate nella cura di un compagno o una compagna con un’altra malattia hanno saputo accettare meglio la diagnosi. Apparentemente il proprio stato di salute non ha grande influsso sul modo di elaborare la diagnosi. Per le persone con un’attività lavorativa la diagnosi di AMD ha invece avuto conseguenze di più vasta portata: la malattia ha costituito una minaccia per i futuri progetti di vita e anche per l’esistenza finanziaria. 3.2 Il calo della capacità visiva si ripercuote sulla qualità di vita Non più poter guidare l’automobile comporta una repentina diminuzione della qualità di vita. La dipendenza da terze persone aumenta. La maggior parte delle persone intervistate fa capo ai famigliari per recarsi a fare i controlli e per la terapia ambulatoriale. Il fatto di non più riconoscere le persone che si incontrano per strada o di non salutarle quando si fanno le compere in un negozio è spesso indicato come causa di situazioni spiacevoli. Il bastone bianco come «mezzo per comunicare a terzi l’handicap visivo» è accettato a malincuore. La lettura si fa difficile e stancante. Solo due delle persone intervistate possiedono un apparecchio di lettura elettronico. Le altre ricorrono a lenti d’ingrandimento e a una migliore illuminazione. Molte delle persone con AMD devono ricorrere all’aiuto di terzi per i compiti amministrativi in quanto numerosi formulari d’uso comune sono poco contrastati (bollettini di pagamento, ordini di pagamento bancari e postali). Giornale Retina Suisse 2/3-2014 23 3.3 Il trattamento nella clinica oculistica o in ambulatorio Per molte delle persone affette da AMD la comunicazione con l’oculista curante è difficile. Spesso, a causa dell’età anche l’udito è carente. E soprattutto se il medico usa termini tecnici, non è garantito che la/il paziente capisca cosa dice. Molte persone non osano chiedere maggiori spiegazioni, soprattutto se in sala d’aspetto c’è molta gente in attesa. Tutte le persone intervistate hanno manifestato l’esigenza di saperne di più sullo stato dei loro occhi. Le persone intervistate si sforzano tutte di avere un atteggiamento positivo nei confronti della terapia. Diverse di esse hanno paura della «puntura» nell’occhio e delle sue eventuali conseguenze. Tre di esse hanno riferito di arrossamenti dell’occhio perché l’ago della siringa aveva toccato un venuzza. Molte osservazioni riguardano il prezzo elevato della cura e alcune persone temono che la cassa malati rifiuti la garanzia d’assunzione dei costi. 4.Conclusioni Il riconoscimento precoce della forma umida della AMD accresce le probabilità di successo della terapia e la soddisfazione delle persone curate. Anche il rischio d’interruzione della terapia è minore (perché il successo è più sicuro. N.d.R.). Migliorando l’informazione della popolazione sulle cause e sui sintomi della degenerazione maculare correlata all’età (AMD) si può evitare che le e i pazienti accedano troppo 24 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 tardi alle terapie. Per raggiungere quest’obiettivo sono utili: • opuscoli espliciti e ben comprensibili • informazioni prive di barriere su Internet • conferenze pubbliche (p.es. nelle cliniche oculistiche). Queste e molte altre prestazioni sono proposte dalle associazioni d’aiuto reciproco e dai servizi di consulenza per ciechi e deboli di vista. È tuttavia importante che le oculiste e gli oculisti ne informino le e i pazienti e consegnino loro le documentazioni specifiche esistenti. Dalle interviste è emersa una chiara correlazione tra il grado di soddisfazione delle persone e le informazioni ricevute. Le e i pazienti sono più soddisfatti della terapia quando sono bene informati e sono in chiaro sulla forma umida della degenerazione maculare correlata all’età e sulle cure possibili. Vogliono anche sapere se nel loro caso la terapia ha probabilità di successo. Tutto ciò esige che l’oculista adegui le sue parole alle necessità delle e dei pazienti e metta molta empatia nella relazione. Grazie alle ottime prestazioni dei mezzi di trasporto pubblici, in Svizzera non è troppo difficile recarsi nelle cliniche oculistiche o negli ambulatori specializzati anche quando andarci con l’auto privata di una persona della famiglia non è possibile. Nella cura della AMD umida, spesso l’attenzione delle cliniche si focalizza unicamente sugli occhi. Che per la o il paziente nella sua situazione diventi difficile gestire la vita quotidiana va spesso dimenticato. La perdita d’autonomia Giornale Retina Suisse 2/3-2014 25 ha per effetto un maggiore bisogno di relazioni sociali e interpersonali. Con mezzi ausiliari adeguati si può ritrovare una certa autonomia nella vita quotidiana, ma per questo la/il paziente deve essere indirizzato a un servizio di consulenza competente o a un ottico specializzato in bassa visione. Bibliografia: 1) Hüsler S, Schmid H. Feuchte Makuladegeneration: Verarbeitung und Bewältigung. Eine Studie aus der Svizzera. Klin Monatsbl Augenheilkd 2013; 230: 1251-1256 2) Bauer P, Barthelmes D, Kurz M et al. Auswirkung von Bevölkerungsentwicklung, Rauchen, und Antioxidantien-Therapie auf die zukünftige Entwicklung der altersbedingten Makuladegeneration in der Svizzera. Klin Monatsbl Augenheilkd 2008; 225: 376-379 3) Wahl H-W, Heyl V, Langer N. Seheinschränkung im Alter: Das Beispiel altersabhängige Makuladegeneration. Der Ophtalmologe 2008; 105: 135-243 4) Droege K, Muether PS, Hermann MM et al. Factors Influencing Persistence In Intensive Real Life Ranibizumab Treatment In Exudative Age-related Macular Degeneration. 25th Annual Meeting of the German Retina Society; 2012; Münster 5) Thompson AC, Thompson M, Sanislo SR, et al. Barriers to Eye Care Service Utilization and Potential Strategies to Improve Follow-up in Patients With Glaucoma, AMD, and Diabetic Retinopathy. ARVO Association for Research in Vision and Ophtalmology 2012 6) Wahl H-W, Heyl V, Langer N. Seheinschränkung im Alter: Das Beispiel altersabhängige Makuladegeneration. Der Ophtalmologe 2008; 105: 135-243 26 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 Alimentazione sana e attività fisica per la buona salute degli occhi Ogni giorno una bella passeggiata o un giro in bicicletta, un’alimentazione ricca di vitamine e ogni tanto un bicchiere di vino rosso. A conti fatti, chi vive così fa tutto ciò che fa bene alla salute. E anche gli occhi gliene saranno grati perché uno stile di vita sano potrebbe eventualmente esercitare un influsso positivo anche sulle tipiche malattie degli occhi delle persone anziane. È questo il senso di un recente comunicato stampa dell’Associazione professionale degli oftalmologi tedeschi (BVA - Bundesverband der Augenärzte Deutschlands e.V.). L’utilità di un training di resistenza La dimostrazione che una moderata attività fisica faccia bene alla retina degli occhi l’hanno fornita dei topi. Alcuni medici americani hanno fatto camminare sul tapis roulant ogni giorno per un’ora, a velocità moderata, topi prima sottoposti a luce molto forte che ne ha danneggiato la retina. Un secondo gruppo di topi non ha invece fatto nessun genere di training. Tra i topi «sportivi», la struttura e la funzione della retina sono risultate meglio conservate. I ricercatori ne hanno dedotto che un training di resistenza protegge la retina. «Si può pensare che una regolare pratica sportiva potrebbe eventualmente influire positivamente sulle modifiche dovute all’età che avvengono nella macula e che spesso provocano una diminuzione della capacità Giornale Retina Suisse 2/3-2014 27 visiva», dice il professor Daniel Pauleikhoff dell’Associazione professionale degli oftalmologi tedeschi. Un’alimentazione ricca di vitamine ha effetti protettivi Vitamine e verdure colorate fanno bene alla «macula lutea». Già da tempo si sa che un’alimentazione ricca di vitamine fa bene anche agli occhi. In particolare gli ortaggi di color verde scuro (spinaci, cavolo riccio ecc.) contengono delle sostanze favorevoli per la «macula lutea» perché le conferiscono il suo colore giallino. La macula è il punto della massima acuità visiva. Con il suo millimetro quadrato di superficie rappresenta solo una piccola parte della retina, ma è ricchissima di cellule fotoricettrici. In merito Pauleikhoff afferma: «Se mediante l’alimentazione si assume una quantità sufficiente di sostanze colorate, la retina le immagazzina. Inoltre esse la proteggono efficacemente dai danni da luce, un po’ come un occhiale da sole naturale. Si tratta, in altre parole, di un’ulteriore efficace possibilità per allontanare nel tempo ciò che l’età provoca a livello di retina». Un bicchiere di vino rosso di tanto in tanto «Infine anche uno o due bicchieri di vino rosso la settimana non possono che giovare agli occhi», aggiunge Pauleikhoff. Il vino rosso, ma anche i lamponi, le bacche di gelso, le prugne e le arachidi contengono una molecola chiamata Resveratrolo. Questa sostanza si trova soprattutto nelle bucce dei frutti e sembra che sappia proteggerli da infezioni da batteri o da funghi. Già da alcuni anni al Resveratrolo sono attribuiti effet- 28 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 ti favorevoli per la salute. Sembra, per esempio, che rallenti l’aterosclerosi. Nei topi il Resveratrolo impedisce la formazione di quei vasi sanguigni difettosi che nella retinopatia diabetica e nella forma umida della degenerazione maculare correlata all’età portano a un rapido degrado della capacità visiva. Bando al fumo! Tutti questi riconoscimenti sono il risultato di sperimentazioni su cavie animali e non sono comprovati da grandi studi randomizzati sull’uomo. Tuttavia appaiono parecchio plausibili: chi fa regolare attività fisica e si nutre in modo appropriato fa quanto di meglio possa per i suoi occhi. Per contro, grosse ricerche internazionali hanno confermato che la rinuncia alla sigaretta (e beninteso anche al sigaro e alla pipa) è la misura più efficace per mantenersi in buona salute - e con gli occhi sani - fino in tarda età. «I fumatori hanno infatti un rischio molto maggiore di contrarre una degenerazione maculare correlata all’età. Persino se si smette di fumare dopo che uno dei due occhi è già ammalato, il rischio di un danno all’altro occhio diminuisce in modo significativo», conclude Pauleikhoff. Fonte: Berufsverband der Augenärzte Deutschlands e.V. (BVA), Tersteegenstr. 12, D-40474 Düsseldorf Giornale Retina Suisse 2/3-2014 29 Percezione dei colori, alterata anche nelle degenerazioni retiniche «Il colore nasce negli occhi della persona che guarda» è il titolo di una recente comunicazione dell’Associazione professionale degli oftalmologi tedeschi (BVA - Bundesverband der Augenärzte Deutschlands e.V.). Il documento intende rispondere a un preciso interrogativo che parte da una constatazione: «In fatto di colori una bella giornata d’autunno è un festival di colori – sotto un luminoso cielo azzurro, le foglie secche degli alberi sfavillano nelle diverse tonalità di verde, giallo, rosso e marrone. Ma com’è che l’occhio umano è capace di percepire questa ricchezza di colori e poi, tutte le persone vedono veramente i colori allo stesso modo?». Il meccanismo della percezione dei colori Il vedere è un processo molto complesso e «vedere bene» comprende molti aspetti. Uno di essi è la percezione dei colori. Ciò che percepiamo come «luce» sono raggi elettromagnetici dalle lunghezze d’onda varianti tra 380 e 780 nanometri circa, spiega il professor Hermann Krastel dell’Associazione professionale degli oftalmologi tedeschi. La percezione dei colori s’instaura soltanto quando determinate cellule fotoricettrici dei nostri occhi, i coni, ricevono uno stimolo luminoso. Dunque è grazie ai coni che possiamo godere dello spettacolo dei colori del bosco autunnale. I coni, ma anche i bastoncelli, l’altro tipo di fotoricettori, che invece sono preposti alla vista nella penombra, sono situati nella retina sul fondo dell’occhio. Nella retina si 30 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 trovano tre diversi tipi di coni, ognuno dei quali reagisce a onde di diversa lunghezza - alla luce blu delle onde corte a quella verde delle onde medie e a quella rossa delle onde lunghe. Differenze individuali nella percezione La capacità di distinguere i colori può variare da individuo a individuo. Infatti, non tutte le persone hanno nella loro retina tutti e tre i tipi di coni. Ragioni genetiche sono all’origine delle diverse alterazioni della visione dei colori. Può darsi che uno dei tipi di coni manchi oppure che due di essi siano talmente simili da reagire alle stesse lunghezze d’onda. Un’alterazione particolarmente frequente riguarda la visione dei colori rosso-verde, il cosiddetto daltonismo, un problema che tocca l’8 percento dei maschi e lo 0,4 percento delle femmine. Rarissima è per contro l’incapacità assoluta di distinguere i colori, l’acromatopsia. L’incapacità totale di distinguere i colori si manifesta circa in una su 100’000 persone. D’altra parte ci sono anche persone dotate di una super capacità di vedere i colori: alcuni anni or sono, scienziati britannici hanno scoperto che c’erano donne che non avevano soltanto tre tipi di coni nella loro retina, bensì addirittura quattro. Ciò conferiva loro la capacità di distinguere particolarmente bene un colore dall’altro. Le diverse alterazioni della visione dei colori Nella maggior parte dei casi le alterazioni della visione dei colori sono congenite e a tutt’oggi incurabili. Il professor Krastel ritiene che «nella vita quotidiana, le persone con un difetto della visione dei colori di Giornale Retina Suisse 2/3-2014 31 regola non se ne accorgono perché non hanno mai avuto modo di fare un’altra esperienza visiva, ma la percezione alterata dei colori e l’incapacità di riconoscerli correttamente limita la scelta della professione». Se una coppia di genitori ha il dubbio che un figlio o una figlia soffra di un’alterata visione dei colori, una visita oculistica potrà fare chiarezza. L’oculista esaminerà allora la capacità di vedere i colori mediante test specifici. Questi test permettono di individuare già in bambini che frequentano la scuola dell’infanzia se la visione dei colori è alterata. «Particolarmente indicati sono test non verbali», è il consiglio del professor Krastel: «Infatti nei bambini la visione dei colori è già del tutto sviluppata prima che essi abbiano imparato a dare un nome ai colori». In molti studi oculistici si possono praticare metodi d’esame adeguati grazie ai quali poter valutare se nel bambino c’è effettivamente una debolezza della visione dei colori e anche la sua entità. Questi esami sono indicati a partire dai tre-quattro anni d’età. Quando i colori «impallidiscono» Svariate affezioni oculari, ma anche l’età molto avanzata, possono comportare delle alterazioni della percezione dei colori. Nella retina umana il numero dei coni è particolarmente elevato nel punto della massima acuità visiva, la macula. La «macula lutea», chiamata così per la sua colorazione, ha un diametro di appena cinque millimetri. Al suo centro si trova una zona di soli 0,3 millimetri di diametro. È là che ha luogo la percezione visiva. In caso di malattie riguardanti la macula, per esempio una degenerazione maculare cor- 32 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 relata all’età, o anche in presenza di un edema maculare dovuto a diabete, anche la percezione dei colori è alterata. Fonte: Berufsverband der Augenärzte Deutschlands e.V. (BVA), Tersteegenstr. 12, D-40474 Düsseldorf Attenzione! Evitare assolutamente il contatto con gli occhi! Gli oculisti lanciano l’allarme: guai a mettere negli occhi un prodotto cosiddetto «miracoloso» Un candeggiante e disinfettante sarebbe una «farmaco miracoloso»? In Internet e in occasione di diversi workshop in Germania si fa propaganda per un prodotto chiamato «Mirakel Mineral Supplement» (MMS) che, tra l’altro, è raccomandato come farmaco per gli occhi. Il professor Norbert Schrage dell’Associazione professionale degli oftalmologi tedeschi (Berufsverband der Augenärzte Deutschlands BVA) lancia un’esplicita allerta: «La soluzione contiene il 28 percento di ipoclorito di sodio. Esso non deve in nessun caso giungere agli occhi. Semmai dovesse entrare in contatto con gli occhi, questi devono essere immediatamente sciacquati con abbondante acqua onde evitare abrasioni e il rischio di perdere la vista». Coloro che propagandano il prodotto ne lodano gli effetti miracolosi. Affermano che sia capace di guarire la malaria, l’autismo, il cancro, la SIDA e persino la demenza. La cosa più importante da sapere Giornale Retina Suisse 2/3-2014 33 è che contiene una sostanza che di solito si trova in prodotti candeggianti e in disinfettanti. Da qualche giorno, nei media abbondano gli annunci di eventivendita del prodotto MMS in tutta la Germania. L’istituto tedesco di controllo dei farmaci (Bundesinstitut für Arzneimittel und Medizinprodukte BfArM) aveva già allertato il pubblico nel maggio del 2014 perché il prodotto non possedeva l’autorizzazione all’uso come farmaco e ne aveva indicato i pericoli. Gravi rischi per gli occhi «Impiegare questo prodotto per gli occhi è una cosa altamente insensata», constata senza mezzi termini il professor Schrage: «La probabilità è elevatissima che già immettendone due gocce negli occhi questi subiscano bruciature». La concentrazione d’ipoclorito di sodio nell’MMS è paragonabile a quella dei prodotti di pulizia che sull’imballaggio portano la chiara indicazione «Evitare assolutamente il contatto con gli occhi. Se il prodotto dovesse entrare in contatto con gli occhi, occorre sciacquarli immediatamente con abbondante acqua». Somministrare l’MMS ai bambini è maltrattamento Il professor Schrage cita un articolo della rivista «Kontraste», secondo il quale l’autorità di protezione dei minori della città tedesca di Monheim sarebbe intervenuta dopo che dei genitori avevano somministrato l’MMS ai loro bambini. Agli oculisti che dovessero trovarsi confrontati con simili casi, il professor Schrage raccomanda «il ricovero immediato dei bam- 34 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 bini presso un ospedale pediatrico e la denuncia del maltrattamento a chi di dovere», conclude l’oftalmologo. Fonte: Berufsverband der Augenärzte Deutschlands e.V. (BVA), Tersteegenstr. 12, D-40474 Düsseldorf Vivere con.... Il congresso 2014 di Retina International a Parigi Uta Buhl, Retina Suisse, 8123 Ebmatingen Forse parlando di Parigi si pensa all’amore o magari alla moda. Entrambi irradiano da Parigi in ogni parte del mondo. Forse si pensa anche a grandi eventi storici o ai monumenti e castelli che vi hanno fatto da cornice. Ma Parigi è anche stato il luogo di grandi avvenimenti politici, che in parte hanno cambiato il corso della storia. Basti pensare alla presa della Bastiglia nel 1789 o al Patto di Versailles firmato nel 1919 dalle nazioni uscite vittoriose dalla prima guerra mondiale. Per non parlare del significato che l’occupazione della capitale francese ha avuto per le truppe tedesche nella seconda guerra mondiale. E per finire, nel 2014 Parigi ha ospitato il congresso mondiale che Retina International tiene ogni due anni. Parigi è stata indubbiamente luogo ideale tanto per gli eminenti conferenzieri giunti da ogni dove quanto per le organizzazioni nazionali affiliate Giornale Retina Suisse 2/3-2014 35 a Retina International e anche per i numerosi pazienti e famigliari intervenuti. Altrettanto indubbio è che il programma del congresso con le sue interessanti conferenze, gli atélier e i momenti conviviali ha fatto da calamita per il pubblico interessato. In un prossimo numero del Giornale Retina ci soffermeremo su alcuni contribuiti scientifici concernenti diverse malattie retiniche. Descrizione della foto: Sul palco, l’ambasciatore taiwanese si rivolge al pubblico facendo parlare due tipici burattini. Lo affiancano Christina Fasser, presidente di Retina International, due rappresentanti dell’associazione Retina di Taiwan e un cane-guida. Legenda: Con un dialogo sulla retina tra due classici burattini taiwanesi, l’ambasciatore ha trasmesso al pubblico l’invito a recarsi a Taiwan nel 2016 per il congresso di Retina International. (Foto: Uta Buhl) 36 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 Già oggi sappiamo che il prossimo congresso di Retina International si terrà nella capitale di Taiwan, Taipei, dal 6 al 10 luglio 2016. Come da tradizione, l’annuncio è stato dato alla chiusura del congresso di Parigi per mezzo di una presentazione dell’associazione Retina di Taiwan. L’ambasciatore taiwanese in Francia ha saputo trascinare il pubblico con un affascinante spettacolo di burattini tipici. A complemento della presentazione, un coro di 50 elementi, tutti affetti da una malattia retinica o studenti di medicina, ha cantato una canzone scritta appositamente da un paziente taiwanese. A conclusione dell’emozionante cerimonia, un lunghissimo ha sottolineato l’interesse per il congresso 2016 di Retina International a Taiwan. Giornale Retina Suisse 2/3-2014 37 Il congresso 2014 di Retina International a Parig Daniela Brohlburg e Markus Georg, delegati di PRO RETINA Deutschland e.V Il 18esimo congresso mondiale di Retina International, tenutosi dal 27 al 29 giugno 2014 a Parigi, ha offerto l’occasione per festeggiare due anniversari. Il primo, i 30 anni di Retina France, il secondo l’identificazione del primo gene responsabile di una retinite pigmentosa (RP). Da allora il numero di geni in questione è salito a oltre 200. Tuttavia si presume che ce ne siano ancora molti da identificare. Di questi riconoscimenti e dei diversi approcci scientifici e terapeutici si è parlato al congresso di Retina International. Nel suo discorso introduttivo, la presidente Christina Fasser, ha messo l’accento sul livello raggiunto dalla ricerca specificando che mai prima erano stati fatti altrettanti studi sulle malattie degenerative della retina. E che per questo bisognava ringraziare la ricerca che nel corso di molti anni vi si era dedicata instancabilmente. La presidente ha pure ringraziato sentitamente la nazione-ospite del precedente congresso tenutosi a Amburgo affermando che PRO RETINA Deutschland aveva organizzato un congresso di grande rilievo nel 2014 e augurandosi che l’incontro di Parigi fosse altrettanto valido. Come tradizione, il congresso è stato preceduto da due giorni di lavori assembleari delie associazioni nazionali affiliate a Retina International. I delegati han- 38 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 no, tra l’altro, stanziato i mezzi finanziari per creare un ufficio direttivo di Retina International in Irlanda e decretato la perdita di determinati diritti dei membri morosi. La sezione Retina Europa, rispettivamente i suoi futuri compiti, hanno pure fatto l’oggetto d’accese discussioni. Il secondo giorno era riservato alla presentazione d’interessanti progetti delle organizzazioni nazionali. Per la Germania ci sono stati gli esposti di Helma Gusseck, Elke Lehning-Fricke e del dott. Rainald von Gizycki. Particolarmente interessante è stata la presentazione della banca-dati «My Retina Tracker» da parte della statunitense Association Fighting Blindness, una banca-dati in cui i pazienti possono registrarsi in vista d’essere reclutati per dei progetti di ricerca. Al momento il portale esiste soltanto in inglese. PRO RETINA Deutschland esaminerà con i suoi comitati scientifici l’opportunità di coinvolgervi anche le e i pazienti tedeschi. Molti degli esposti scientifici non hanno rivelato granché di nuovo che, a breve, potrebbe avere effetti concreti per i pazienti. Positivo è il grande numero di tentativi terapeutici per i diversi quadri clinici. PRO RETINA Deutschland seguirà attentamente queste esperienze e gli sviluppi annunciati alfine di poterne informare a tempo debito i suoi membri. Il 19esimo congresso mondiale si terrà nel 2016 a Taiwan. Per attirare l’attenzione sull’evento, l’ambasciatore di Taiwan in Francia e un coro di 50 persone, giunto appositamente da Taipei, hanno presentato il prossimo Giornale Retina Suisse 2/3-2014 39 Ho partecipato al Cityrun di Zurigo Canger (Can) Kahraman, Zurigo TPer cominciare vorrei presentarmi: ho 34 anni e abito a Zurigo. Di professione sono impiegato di commercio e sono affetto dalla sindrome di Usher che mi è stata diagnosticata nel 2001. Infatti soffro di una lieve debolezza d’udito fin dall’infanzia. Per me la diagnosi è stata un colpo mancino. All’inizio non volevo crederci. L’ho anche rimossa da tutti i miei pensieri continuando a vivere come avevo fatto fino allora. Con il passare del tempo, però, facevo sempre più fatica a vedere. Le difficoltà si instauravano soprattutto la sera. L’oculista mi prescrisse delle pastiglie di vitamina A palmitato, che ho preso per una decina di anni. Se questo farmaco ha avuto un effetto non so giudicarlo. Forse, se non l’avessi preso ci avrei visto ancora meno bene? Anche questo non lo so. Fino a oggi sul lavoro me a cavo assai bene. I colleghi sanno cosa ho, capiscono la mia situazione e mi aiutano. E io gliene sono grato. Vorrei continuare a lavorare finché posso. Senza il lavoro non saprei che fare tutto il santo giorno. Nella vita ho bisogno di routine e di equilibrio. Come carattere sono rimasto uguale a prima: cortese, allegro e capace di divertire gli altri. Da circa 4 anni faccio regolarmente jogging. Per me è molto importante essere in forma e fare vita sana. L’essere in movimento mi rende felice. E posso affer- 40 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 mare che quando corro ci vedo più chiaramente. Penso che ciò abbia a che fare con la circolazione del sangue che è più attiva sia nel corpo sia negli occhi. Non so se si tratta di una cosa provata scientificamente. In tutti i casi ne traggo un aiuto e credo fermamente che rallenti il decorso della mia malattia. Ma ora vengo al Cityrun del 6 aprile. Già da tempo volevo partecipare a una maratona o a una corsa in città, un cosiddetto Cityrun. Finalmente quest’anno ci sono riuscito. Alla partenza ero un po’ nervoso. Non sapevo se la vista mi avrebbe fatto qualche scherzetto. Insomma alla partenza c’erano pur sempre 9‘000 uomini e donne. E si stava un po’ strettini. Per fortuna tutto si è svolto al meglio e io mi sentivo a mio agio. Con mia sorpresa ho persino battuto il mio record personale, facendo i 10 chilometri in 45 minuti e 36 secondi. Nella mia categoria, la M30 (30-39 anni), sono arrivato 169esimo su 500. Nella classifica generale uomini sono arrivato al 451esimo posto su circa 1300 partecipanti. In conclusione devo affermare che è stata un’esperienza fantastica. Forse questa mia avventura può incoraggiare qualcun altro a partecipare. Probabilmente non sono stato il primo ipovedente a partecipare a una maratona o un Cityrun. Mi piacerebbe scambiare le idee in merito con altri partecipanti. Giornale Retina Suisse 2/3-2014 41 Buona riuscita di una giornata per congiunti e pazienti Uta Buhl, Retina Suisse, 8123 Ebmatingen A fine settembre si è tenuta a Olten una riuscita giornata per congiunti e pazienti organizzata da Retina Suisse. Essendo presenti congiunti e persone con una degenerazione retinica, i lavori erano incentrati sulla comune quotidianità dei due gruppi di persone. A introdurre la giornata ci ha pensato con la consueta verve il professor Heinrich Gerding, oculista e chirurgo a capo della Clinica Pallas di Olten. Da oltre 30 anni Gerding, un noto specialista della retina, si occupa di diverse forme di degenerazione retinica. Temi centrali del suo intervento erano i riconoscimenti sulle cause e anche le – seppure ancora agli stadi iniziali – promettenti metodologie di cura delle degenerazioni retiniche. Nel corso degli anni la ricerca genetica ha fatto enormi progressi e nel frattempo si sa esattamente quale molecola è responsabile delle degenerazioni retiniche. Questi riconoscimenti sono essenziali in quanto combinando i saperi alle terapie si può contribuire a rallentare il decorso della malattia, se non già oggi perlomeno in futuro. La predisposizione genetica svolge un ruolo centrale nelle malattie retiniche. In fatto di prevenzione finora non esistono che poche direttive potenzialmente atte a migliorare la vista, a parte, forse, la rinuncia al fumo che può avere un influsso negativo sul decorso della degenerazione maculare correlata all’età. 42 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 La lettura è un processo particolare, l’adulto non legge lettera per lettera (come i bambini alle prime armi) ma per «pacchetti di lettere». Questi sono ben radicati nella mente e ci accompagnano nella vita quotidiana ogni volta che leggiamo. Proprio nel caso di un handicap visivo questo meccanismo può giocare brutti scherzi, cioè portare a interpretazioni errate di un testo in cui «qua o là tra ci sono dei vuoti», cioè delle lettere che l’occhio non sa più percepire. Nella seconda parte della giornata Susanne Trefzer dell’UCBC di Lenzburg ha dato alle e ai partecipanti una serie di utili consigli per migliorare con un training mirato le loro prestazioni di lettura. A dipendenza del tipo di affezione visiva, basta per es. modificare la posizione della testa per cambiare l’angolo di visione e quindi riuscire a leggere meglio. Trefzer ha colto l’occasione per sottolineare che gli specialisti del ramo (gli specialisti low vision. N.d.red.) da qualche tempo stanno studiando nuove strategie per migliorare le prestazioni visive. Occorre per es. chiarire se magari è il colore delle lenti degli occhiali a svolgere un ruolo centrale. Si tratta però sempre di questioni individuali da chiarire ognuna con la singola persona. Una cosa però è certa, lenti di colore arancio sono apprezzate, da un lato perché hanno effetto tranquillizzante e dall’altro perché filtrano la luce blu dello spettro dei colori. E da non dimenticare: altri mezzi ausiliari ottici, semplici ma molto efficaci, si trovano presso l’UCBC a Lenzburg. La parola magica è «tolleranza» La quotidianità con una malattia degenerativa della retina non è sempre facile, né per la persona affetta né per chi le è vicino. Entrambe le parti devono armarsi Giornale Retina Suisse 2/3-2014 43 > di pazienza. La persona affetta pensa spesso che i suoi desideri siano da esaudire immediatamente. La persona che riceve l’incarico, invece, essendo magari occupata in tutt’altre faccende pensa di dare una mano più tardi. Una simile situazione può generare frustrazione a entrambe le persone coinvolte e a volte anche gravi dissidi. Questo è stato uno degli esempi sulla convivenza quotidiana, di cui si è parlato nel workshop pomeridiano. Accanto alla comprensione dei congiunti sulla situazione psicologica della persona affetta e su tutte le limitazioni che un handicap visivo o addirittura la cecità comportano, ha fatto il giro anche la parola «ammirazione». La buona capacità d’orientamento, l’uso provetto del bastone bianco, la capacità di richiamare alla mente immagini una volta viste sono tutte cose che stupiscono e la persona vedente si chiede come sia possibile. A volte, però, i congiunti devono anche vedersela con rabbia e disperazione, momenti in cui però si instaura rapidamente comprensione e anche pena. Per la questione della colpa non c’è risposta, eppure di tanto in tanto emergono sensi di colpa a cui non si può dare una spiegazione razionale. Perciò è importante conservare la massima autonomia possibile e riuscire a avere più comprensione per la situazione dei famigliari. Ciò richiede in primo luogo di essere onesti gli uni verso gli altri e saper ammettere che nella vita quotidiana molte cose non sono più fattibili. Detto in altre parole: bisogna saper dire come stanno le cose. La perdita dell’autostima e la rassegnazione possono portare 44 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 al fallimento di relazioni in precedenza buone. Perciò anche le persone con handicap devono prestare attenzione alle strategie del compagno o della compagna o dei famigliari. Conclusioni In chiusura di giornata, Christina Fasser ha chiesto alle/ ai presenti quali insegnamenti «portavano a casa». Il tenore generale era che tutte e tutti si erano chinati con grande impegno sulle tematiche, interiorizzandole. Infatti, solo attraverso la comprensione reciproca della situazione e la sua accettazione si potrà un giorno riuscire a convivere con l’handicap visivo – seppure a volte meglio e a volte meno bene. L’importante è però che ognuna delle parti dia un suo contributo. Come auspicato, nel corso della giornata siamo riusciti a approfondire alcuni importanti approcci e alcune utili regole di comportamento per la comune vita quotidiana. E, poiché eravamo in pochi, abbiamo potuto parlare anche di problemi personali e persino molto individuali. L’interesse per una giornata uguale o simile è grande e la maggior parte dei partecipanti ha espresso l’auspicio che Retina Suisse possa offrire simili occasioni di scambio d’idee e esperienze anche in futuro. Giornale Retina Suisse 2/3-2014 45 Legenda e descrizione della foto: La «foto di famiglia» ritrae partecipanti e esperti intervenuti all’incontro tenutosi nell’autunno 2014 presso l’Hotel (Foto: Uta Buhl) Arte di Olten. Degenerazioni retiniche e licenza di condurre Marie-Thérèse Faivre, Service du Jura de la FSA, Rue Molière 13, 2800 Delémont Christina Fasser, Retina Suisse, 8753 Mollis Dopo la diagnosi di degenerazione retinica si pone rapidamente l’interrogativo se si possa ancora guidare l’automobile. La legge vigente definisce in modo chiaro le regole e evidenzia che per guidare un veicolo 46 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 le esigenze poste alla capacità visiva, e in particolare al campo visivo, sono elevate. Il legislatore distingue esattamente tra licenza di condurre per il trasporto professionale di persone o di merci su camion e l’uso di un veicolo a scopo privato. I requisiti per la licenza di conducente professionale sono parecchio superiori a quelli per la guida di un veicolo privato. I valori-limite elencati qui di seguito si riferiscono all’uso privato di un veicolo a motore e non alla capacità di guida per scopi professionali. Essi valgono per tutti i generi di veicolo che abbisognano di una «patente» di guida. Spesso la rinuncia alla guida dell’automobile è la prima limitazione con cui una persona con una degenerazione retinica si trova confrontata. La difficoltà sta nel percepire da sé se la vista non basta più per guidare. «Ciò che non si vede non c’è» è la percezione soggettiva. Di conseguenza ogni situazione critica che una persona è riuscita a gestire è la prova evidente che sa controllare il veicolo mentre ogni situazione critica di cui non si è resa conto, semplicemente non è esistita. Quanto bene una persona con un campo visivo ristretto riesca a controllare il veicolo e la strada, lo può valutare solo il passeggero che le siede al fianco. Perciò diversi Istituti di medicina legale e gli uffici della circolazione di alcuni cantoni offrono alle persone con capacità visiva limitata ma con buona esperienza di guida la possibilità di far valutare l’attitudine a guidare un veicolo. Se il candidato/la candidata supera l’«esame», riceverà la patente per un ulteriore anno e la copertura assicurativa sarà garantita. Se l’oculista ha comunicato a un o a una paziente che non può più Giornale Retina Suisse 2/3-2014 47 guidare l’automobile, ma la persona si mette comunque al volante, non godrà più della copertura assicurativa e sarà de facto «fuorilegge». In caso d’incidente verrà a trovarsi in situazione di non idoneità alla guida analogamente a chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’influsso di farmaci o droghe. I medici avevano già da sempre la facoltà di annunciare agli uffici competenti una persona non più idonea alla guida per ragioni di salute. Dal 2013 il campo di competenza è stato esteso, ora molta altra gente può comunicare agli uffici competenti che una persona non è idonea alla guida. L’ufficio AI può informare la sezione cantonale della circolazione se esistono dei dubbi sull’idoneità a guidare un veicolo di una persona di cui possiede i dati. La creazione delle nuove autorità regionali di protezione dei minori e degli adulti hanno pure portato importanti modifiche in tal senso. L’articolo 443 del Codice civile svizzero permette a chiunque di avvisare un servizio competente di una situazione di pericolo. Lo stesso articolo di legge ordina alle persone che sottostanno al segreto professionale di avvisare chi di dovere, per es. l’ufficio AI che possiede i dati sulla capacità visiva di una persona invalida. Dal 2013 la «Legge federale sull'assicurazione per l'invalidità» prevede che l’AI informi il competente servizio cantonale della circolazione allorquando sussistono dei dubbi se un assicurato sia o non sia idoneo alla guida e questo tanto per motivi fisici che mentali. Lo stesso ufficio AI è però tenuto a informarne l’assicurato. I requisiti per ottenere la «patente» sono: 48 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 • un’acuità visiva di almeno 0,6 con correzione in un occhio se la capacità visiva dell’altro occhio è di almeno 0,1; • un campo visivo di almeno 140 gradi orizzontali; • niente immagini doppie; • un’acuità visiva di almeno 0,8 e nessuna limitazione del campo visivo se la persona ci vede solo da un occhio; È probabile che dal 1.1.2016 saranno introdotte norme più severe e, in particolare, una più precisa definizione del campo visivo. La revisione della legge è in corso. Un handicap visivo può portare a problemi nel traffico stradale. Una bassa acuità visiva, un campo visivo ristretto o entrambe le cose assieme possono essere fonte di pericolo per sé stessi e per gli altri utenti della strada già al primo crocicchio che si incontra. Anche se il conducente si limita a brevi percorsi, che per di più conosce a menadito, nessuno può garantirli che non capiterà nulla. Nel traffico i rischi sono aumentati tanto quanto è aumentato il numero di veicoli in circolazione. Un colloquio con il proprio o la propria oculista può essere utile vedere se si ottempera sempre ancora alle disposizioni di legge per la guida di un veicolo o se a causa della malattia degli occhi potrebbero invece insorgere pericoli per sé stessi e per gli altri utenti della strada. Giornale Retina Suisse 2/3-2014 49 19 aprile 2014 - un grande giorno per la parità di diritti delle persone con handicap A Nuova York, il 19 aprile 2014 la Svizzera ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CDPD). Trenta giorni più tardi essa è entrata in vigore nel nostro Paese. La CDPD è l’espressione di un movimento mondiale per la promozione dell’inclusione delle persone in situazione di handicap. Ora anche la Svizzera deve parteciparvi pienamente. A tutt’oggi, la CDPD è stata ratificata da 143 nazioni e dall’Unione Europea. Il 13 dicembre 2013, l’Assemblea federale aveva approvato l’adesione della Svizzera alla CDPD mentre il 9 aprile 2014 il Consiglio federale aveva firmato l’atto d’adesione. Il consigliere nazionale Christian Lohr e il presidente del Consiglio per la parità Égalité Handicap, Pierre Margot-Cattin, l’avevano poi portata di persona a Nuova York. E il 19 aprile 2014 seguì la ratifica presso la sede delle Nazioni Unite. Assieme alla Legge federale sull’eliminazione di svantaggi nei confronti dei disabili (LDis), la Convenzione contribuirà a rafforzare e a concretizzare l’attuale diritto svizzero in materia di parità di diritti delle persone con handicap. La CDPD contribuirà in particolare a eliminare le numerose barriere negli ambiti del lavoro e dello spazio pubblico, che sempre ancora sono d’ostacolo per una vita autonoma delle persone con handicap. Le persone con handicap e le loro organizzazioni si erano impegnate fortemente per la ratifica della Con- 50 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 venzione. Ora si rallegrano per avere raggiunto un importante traguardo e sono pronte a impegnarsi a fondo per la sua attuazione in tutti gli ambiti della vita. Egalité Handicap, il centro specializzato delle organizzazioni private d’aiuto alle persone con handicap, sta valutando le misure sono necessarie affinché la Svizzera adempia tutti i requisiti della Convenzione. Per maggiori informazioni: Caroline Hess-Klein, dott. iur., direttrice Égalité Handicap, 076 379 94 72 ; www.egalitehandicap.ch. Le FFS inaugurano la nuova area «Löwenstrasse» nella stazione di Zurigo centrale Hilda Kieni, Retina Suisse, 8953 Dietikon; [email protected] I precedenti La stampa ha riferito per anni dei lavori per la nuova linea diametrale che passa sotto la stazione centrale di Zurigo (Zurigo HB) senza che i treni debbano invertire tornare indietro per continuare il viaggio. La nuova «stazione» si trova un piano sotto lo ShopVille, comprende 4 fermate lunghe 400 metri e dopo la sua inaugurazione nel giugno 2014 sostituisce il settore dei binari 51/52 e 53/54. Il maxi-progetto «Löwenstrasse» ha Giornale Retina Suisse 2/3-2014 51 visto all’opera circa 1000 collaboratrici e collaboratori - una maxi-sfida per gli addetti alla costruzione di gallerie, stazioni, ponti, correzioni fluviali e quant’altro. Riuscire a rispondere a tutte le esigenze di tutti i rami dell’edilizia e della tecnica e anche consegnare l’opera terminata nei tempi previsti senza sforare i costi preventivati di ca. 2 miliardi di franchi è stata operazione a dir poco titanica. Ed è riuscita. Nella primavera del 2014 le persone cieche e ipovedenti hanno avuto occasione di visitare il manufatto con l’obiettivo di familiarizzarsi con le novità e sapervisi ritrovare senza problemi quando, dopo l’inaugurazione nel giugno 2014, avrebbero preso il treno nella «stazione Löwenstrasse». Che cosa si deve assolutamente sapere La stazione principale di Zurigo (Zurigo HB) si estende su 3 livelli: 1. La nota stazione di testa (capolinea) con i binari dal numero 3 al 18 e la grande hall con il punto d’incontro principale. Un secondo punto d’incontro c’è ora anche nel sottopassaggio Sihlquai all’altezza del binario 18, dotato anche di sedili e ideale per darsi appuntamento all’arrivo o alla partenza. Là c’è anche una nuova colonna-info, che si può utilizzare per orientarsi nella e attorno alla stazione (dove sono i tram, bus, biglietterie, negozi ecc.). In testa ai binari della grande hall e nel sottopassaggio «Sihlquai», all’altezza dei binari 4/5 e 8/9 si può accedere alla nuova «stazione Löwenstrasse» mediante ascensore. 2. Dal livello «vecchio ShopVille», passando attraverso 52 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 un lungo tratto nuovo si raggiunge il pure nuovo sottopassaggio Gessnerallee e la hall Löwenstrasse con i sui molti negozi. Da lì si possono prendere le scale per scendere nella stazione Löwenstrasse (all’altezza dei binari 4/5 e 8/9). Ma si può anche risalire alla parte vecchia della stazione dove partono i treni diretti o andare verso la «stazione Museumsstrasse» dove partono i treni suburbani (SBahn). Tuttavia solo con scale o scale mobili e niente ascensori. 3. Il livello più basso è quello dei quattro nuovi binari 31/32 e 33/34 cioè la nuova area d’arrivo e partenza «Löwenstrasse». Attualmente vi circolano solo treni suburbani, ma da dicembre 2015 servirà la linea diametrale dove passano i treni che vengono da Berna e vanno nella Svizzera orientale e viceversa. Da non dimenticare sono anche i nuovi WC nel sottopassaggio Sihlquai nei pressi dei binari 8/9 (si pagano Fr. 1.50, ma si può accedervi anche con l’Eurokey). Ciechi e ipovedenti visitano la stazione Come persona con visione tubolare riferisco volentieri delle impressioni che ho avuto e di quanto ho notato nel corso della visita guidata. Il nostro gruppo si era dato appuntamento al punto d’incontro della hall principale. Le nostre guide ci hanno proposto un approccio interessante e molto concreto. Tenendo la mano sinistra tesa con il palmo verso l’alto abbiamo immaginato che: • la radice della mano è il nostro punto di partenza, la hall principale Giornale Retina Suisse 2/3-2014 53 • dalla parte del mignolo c’è il Museo nazionale («Landesmuseum» che si trova di là dalla strada a nord della stazione) • dalla parte del pollice c’è la Bahnhofstrasse e un piano più sotto il «vecchio ShopVille» • all’articolazione dell’indice c’è il prolungamento del ShopVille, da dove partono le scale e le scale mobili verso il sottopassaggio Gessnerallee. I quattro (sotto)passaggi trasversali Riprendiamo l’esempio della mano sinistra tesa con il palmo verso l’alto. 1. All’altezza del pollice, dal ShopVille un sottopassaggio congiunge la Bahnhofstrasse con la hall Landesmuseum (ora per terra ci sono anche le linee-guida). 2. Il sottopassaggio Löwenstrasse porta alla nuova hall Löwenstrasse (senza linee-guida). 3. All’altezza delle articolazioni delle dita si trova il nuovo passaggio Gessnerallee (con linee-guida) 4. Alla punta delle dita si trova il già noto sottopassaggio Sihlquai con il nuovo piccolo punto d’incontro nella hall Sihlquai (pensare alla punta del mignolo) Come arrivare ai treni che si fermano nella «stazione Löwenstrasse» • Dalla hall principale due ascensori portano alla stazione Löwenstrasse (cioè dal livello 00 al livello 02, il sottopassaggio Löwenstrasse, e poi al livello 04 dove ci sono i binari della stazione Löwenstrasse. I 3 livelli sono collegati tra di loro dagli ascensori. • Anche nel sottopassaggio Sihlquai ci sono due ascen- 54 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 • • • • • • sori per arrivare ai binari della stazione Löwenstrasse. Dal sottopassaggio Gessnerallee scale e scale mobili portano a loro volta alla stazione Löwenstrasse (ma senza ascensori). Attenzione: la nuova stazione Löwenstrasse è lunga 400 metri. Fuori dalle ore di punta i treni sono più corti e si fermano nel settore B. A proposito delle scale mobili c’è qualcosa da ritenere: nella hall principale (dalla parte del pollice se pensiamo all’esempio di prima) ci sono p.es. tre scale mobili. Da lontano – con un residuo visivo – si possono vedere i loro lumi rossi e verdi. La scala a sinistra scende, quella tutta a destra sale e quella in mezzo è a direzione variabile, cioè sale o scende a seconda della frequenza di passeggeri. Il sistema dei lumi rossi e verdi si trova dappertutto, ma attenzione, la scala mobile si mette in moto soltanto quando qualcuno ci mette sopra i piedi, altrimenti è ferma! Sui corrimano delle scale che portano ai due piani inferiori ci sono indicazioni tattili. Le scritte non sono molto contrastate (perlomeno dal punto di vista delle persone ipovedenti). Se dalla hall principale si scende di un piano, a sinistra si trovano tre tabelloni elettronici all’altezza degli occhi: il primo per i treni diretti, il secondo per le corrispondenze con i treni suburbani (S-Bahn), e il terzo per gli arrivi. SE da qui risaliamo in direzione Bahnhofstrasse (prendendo una corta scala o l’ascensore) arriviamo alla fontana del «vecchio ShopVille». Da lì ci sono scale, scale mobili e anche due ascensori per raggiungere la Bahnhofstrasse. I pulsanti degli ascensori Giornale Retina Suisse 2/3-2014 55 sono grandi e pratici, ma non vedendoci bene mi manca un po’ il contrasto). • Ma torniamo (siamo dalle parti del dito medio) nella nuova bella hall Löwenstrasse. Anche là c’è un tabellone elettronico a livello di occhi e ci sono le scale/ scale mobili per salire verso binari 5/6 e 8/9. • Perfette e ben contrastate sono le marcature per terra e sulle scale. I pavimenti sono chiari e le marcature bianche delle scale e le linee-guida poggiano su lastre di pietra nera oppure hanno righe nere accessorie. Pianta della stazione Chi volesse approfondire la situazione trova ulteriori informazioni su Wikipedia all’indirizzo http:// de.wikipedia.org/wiki/Passagen_im_Z%C3%BCrcher_ Hauptbahnhof. L’entrata in esercizio Fino all’entrata in vigore del nuovo orario nel dicembre 2015, nella stazione Löwenstrasse circolano solo treni delle linee suburbane (S-Bahn). Dal dicembre 2015 vi passeranno anche i treni Intercity che da Ginevra/ Losanna vanno a San Gallo e fino al Lago Bodanico. In via di principio bisogna sempre controllare su quale dei due lati di una pensilina i treni circolano e considerare che possono viaggiare nelle due direzioni. Come nel settore dei binari 41/42 e 43/44 della stazione Museumsstrasse, purtroppo devo sempre domandare a qualcuno da quale parte arriva il mio treno perché non riesco a leggere il tabellone elettronico. 56 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 Esigenze individuali Siamo tutti concordi nell’affermare che per le nostre esigenze individuali dobbiamo ricorrere alle istruzioni di un insegnante di orientamento e mobilità e fare il corrispondente allenamento. Tuttavia non è in quest’articolo che si possono esporre tutte le varianti d’istruzione possibili. Conclusioni Mi fa molto piacere che Zurigo possieda una stazione centrale vasta, luminosa e moderna, che può senz’altro competere con grandi stazioni all’estero. Tanto di cappello per chi ha pensato e lavorato con grande impegno. Noi svizzeri possiamo andare fieri di questa realizzazione. Che qua e là bisognerà ancora migliorare qualcosa è normale. Auguro a chi mi legge di riuscire a districarsi bene nella grande stazione centrale di Zurigo e di fare buon viaggio. Giornale Retina Suisse 2/3-2014 57 Mezzi ausiliari Televisori accessibili Christina Fasser, Retina Suisse, 8753 Mollis; [email protected] Anche le persone cieche guardano la tele... pardon, la ascoltano. Un tempo questo era facile, in Svizzera c’erano tre canali, uno tedesco, uno francese e uno italiano e bastava tenere a mente la relativa posizione del pulsante. Oggi l’offerta di apparecchi è immensa, i televisori hanno comandi via menu e per le persone cieche o deboli di vista non è più così facile districarsi. Da tempo cullavo il desiderio di possedere un televisore «capace di parlare con me», ora grazie alla Panasonic sto facendo un grande passo avanti verso la realizzazione del mio desiderio. Tutta una serie di apparecchi disponibili in commercio hanno una sintesi vocale, che, se attivata permette di cercare in modo mirato un canale o un’emittente. Per fare un test degli apparecchi, il fabbricante ha invito alcune persone cieche e deboli di vista. Non voglio fare a meno di riferirvi le loro principali osservazioni. Punti favorevoli • Persone cieche e deboli di vista possono comandare bene le funzioni di base dei modelli presentati. • Grazie alla buona qualità dell’immagine e alla facilità di comando, i modelli esaminati sono adatti per 58 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 • • • • persone deboli di vista con diminuita capacità di lettura e per persone anziane che non hanno familiarità con il computer. Le funzioni di base come pure la guida elettronica sono accessibili con la sintesi vocale. Gli ordini dati a voce sono di qualità molto migliore che in precedenza. Il telecomando per la sintesi vocale è facile da usare e di dimensioni ottimali. Il televisore capisce quanto gli si dice, anche se tutt’attorno ci sono forti rumori. Punti negativi • Il modo d’uso esiste solo su carta. Manca un formato accessibile (elettronico). • Ordini a voce e sintesi vocale sono disponibili soltanto via cavo. Non sono invece possibili tramite operatori di telecomunicazione per TV Internet come Swisscom TV. • Il menu principale non è supportato dalla sintesi vocale. Tutti i sottomenu, anche se a volte sostenuti dalla sintesi vocale, non sono accessibili. • La sintesi vocale legge tutto il contenuto, non è possibile saltare a piacimento all’interno di un pacchetto di dati. • Videotext e Teletext non sono accessibili. • I tasti-colore sono annunciati ma il significato dei colori non è spiegato. • Né tramite la sintesi vocale né con la tastiera si riesce a accedere integralmente a Internet. Nonostante i punti negativi menzionati, che andreb Giornale Retina Suisse 2/3-2014 59 bero corretti, la ditta Panasonic ha fatto un grande passo in termini di accessibilità. Ma la cosa più bella è il prezzo te. Infatti il televisore più a buon mercato, a colori e con sintesi vocale, costa solo 600.– franchi. Una lista dei televisori accessibili è disponibile presso Retina Suisse o presso il servizio mezzi ausiliari dell’UCBC a Lenzburg (SZB Hilfsmittel, Tel. 062 888 28 70; [email protected]). 60 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 Letture consigliate Nuova edizione del manuale «ABC Lavoro e handicap» in lingua tedesca Anche se i contenuti del manuale erano in larga misura ancora validi, negli scorsi anni diverse cose sono comunque cambiate. Per questo motivo l’editore ha deciso di pubblicare una nuova edizione completamente rivista e in linea con le nuove contingenze. Con l’introduzione della 5. e della 6. revisione AI, la complessa tematica è più attuale che mai. Sul tema dell’integrazione delle persone con handicap nel mondo del lavoro esistono opuscoli, fogli informativi, statistiche, leggi, ricerche e quant’altro. Eppure il tema non è trattato in modo completo e esaustivo. Ora, con la nuova edizione del manuale, queste lacune sono colmate. Per la nuova edizione sono stati fatti i seguenti adeguamenti: • la revisione 6A della LAVS • esperienze concrete con la 5. revisione AI • modelli d’integrazione e portali d’informazione • adeguamenti e aggiunte nella parte indirizzi Per informazioni e ordinazioni: IVB Geschäftsstelle, Schlossgasse 11, 4102 Binningen Tel: 061 426 98 00, Fax: 061 42698 05 [email protected]; www.ivb.ch Giornale Retina Suisse 2/3-2014 61 A proposito…. Pensieri e riflessioni Dr. med. Tobias Hanke, Retina Suisse, 3013 Berna Lo scorso inverno (2013-2014. N.d.r.), l’ho trascorso in Nuova Zelanda. In quella parte del mondo, l’oceano infonde forza e fiducia alle persone. Per darvene un’idea ho portato con me la pagaia del mio kayak, che ora poso qui davanti a me sul leggio. Più tardi ci servirà ancora. Ho vissuto tutta la giovinezza pervaso da un senso d’invincibilità. Non ero uno studente diligente. Invece dei testi di medicina, i miei colleghi e io leggevamo Hemingway, storie di pugili e di toreri, cose che simboleggiavano la «lotta quotidiana». Inoltre possedevo un ricco corredo di doti: talento, forza e salute. E ero persuaso che mai nulla sarebbe cambiato. Pensare in questo modo non è stato molto saggio. Dal mio punto di vista odierno, direi che consideravo la vita con molta presunzione. Poco dopo aver compiuto trent’anni la mia vista cominciò a peggiorare. Una degenerazione maculare ereditaria si stava manifestando. All’inizio la malattia incedeva in modo appena percettibile. A un certo punto, però, non potei più negarla né a me stesso né a chi mi stava attorno. Un avversario vile e sornione. Nel bel mezzo della vita, inaspettatamente, senza che fossi preparato. Un colpo 62 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 indolore, ma che ti colpisce come una frustata. L’inevitabilità della sconfitta cui non riesci a sfuggire. Senza possibilità alcuna di difendersi. Oggi sappiamo che simili esperienze d’incapacità di difendersi e sentirsi alla mercé di qualcosa d’ingestibile, sommate all’insicurezza sul futuro, possono scatenare uno stress cronico. E sappiamo pure che molti pazienti con degenerazioni retiniche sviluppano sintomi depressivi già negli stadi iniziali della malattia. Ammettere la mia debolezza non mi è stato facile. Trasformarmi da «vincitore» in una persona con handicap è stato un lungo percorso. Ho dovuto imparare a chiedere d’essere aiutato. Il desiderio di aiutare è insito nell’essere umano, ma tocca a noi che ne abbiamo bisogno, saper chiedere. Tutti voi conoscete la legge della giungla, la legge del più forte, quella dell’«homo lupus homini». Ma proprio perché siamo esseri umani esiste anche «un diritto dei più deboli». Un piccolo aneddoto: settimana scorsa mi sono recato in Germania e a Erfurt dovevo cambiare treno. Io vengo da quelle parti, dunque quella stazione avrei dovuto conoscerla, solo che recentemente era stata ristrutturata. Non avevo che cinque minuti per cambiare treno. A chi avrei potuto chiedere la direzione da prendere? La controllora non sapeva darmi informazioni. Per fortuna ho visto una donna con il bastone bianco. Certo, quella doveva saperlo! Infatti, la signora conosceva la stazione come le proprie tasche. Mi diede gentilmente una precisissima spiegazione della Giornale Retina Suisse 2/3-2014 63 via da seguire. Prima di quel giorno non mi era mai successo di cambiare treno tanto velocemente. Ecco un bell’esempio dell’aiuto che i ciechi possono dare a dei semi-ciechi. I colleghi mi chiedono spesso come faccio a esercitare la professione di medico. La risposta non è semplice. Noi continuiamo a vivere in un mondo che non è più veramente a misura delle nostre possibilità. Facciamo cose che in realtà non sappiamo più fare, cose che abbiamo riimparato a fare in altro modo. Tuttavia riusciamo sempre ancora a gestire la nostra vita e forse siamo addirittura più forti di prima. Come ho detto in entrata, io pratico il kayak di mare. Amo moltissimo dirigermi al largo con il mio natante. Fuori, lontano dalla riva, la libertà è come è sempre stata, indescrivibilmente bella. Niente ufficio buio, niente testi costellati di lettere mancanti, niente volti dai lineamenti sfumati. Ci sono giorni in cui le forze della natura, i cavalloni, l’alta e bassa marea ti obbligano a rimanere a terra. Sono quelli i momenti in cui bisogna ripensare i propri piani e a volte adattarli alla nuova realtà. Prima o poi, però, il mare ritorna più calmo e puoi nuovamente salpare verso il mare aperto. E allora ti porti al largo... L’amico con cui pratico il kayak (ci conosciamo ormai da oltre 20 anni) una volta mi disse «so benissimo che sei il tipo che un certo giorno riprende in mano la pagaia e vai al contrattacco...» Infatti sto afferrando la mia pagaia. Sono qui davanti a voi come medico e 64 Giornale Retina Suisse 2/3-2014 come paziente. Ho alle spalle lo stesso percorso che molti di voi hanno fatto. Il primo round l’abbiamo perso, l’avversario era la malattia, un nemico vile e sornione che mai usciva allo scoperto. Ma adesso «contrattacchiamo» sostenendoci a vicenda per difenderci dalle ingiustizie sociali. Si tratta di trovare delle risposte a tutta una serie d’interrogativi scientifici. Si tratta di trovare nuove terapie, anche se forse solo le generazioni future potranno trarne profitto. Per questo siamo uniti sotto l’egida di Retina Suisse. Per questo oggi siamo qui in assemblea. Per questo vogliamo lottare uniti! (Allocuzione di chiusura tenuta all’AG 2014 di Retina Suisse a Friburgo) Giornale Retina Suisse 2/3-2014 65 Retina Suisse L'associazione d'aiuto reciproco di persone con retinite pigmentosa (RP), degenerazione maculare, sindrome di Usher e altre malattie degenerative della retina Ausstellungsstrasse 36, CH-8005 Zurigo Tel. 044 444 10 77, Fax 044 444 10 70 [email protected], www.retina.ch Conto postale 80-1620-2 IBAN CH42 0900 0000 8000 1620 2 La nostra partner nel mondo svizzero dell’handicap visivo Dove trovarci? Retina Suisse – Servizio di consulenza di Zurigo Ausstellungsstrasse 36, CH-8005 Zurigo Tel. 044 444 10 77, Fax 044 444 10 70 [email protected] Retina Suisse – Servizio di consulenza di Losanna p/a Hôpital ophtalmique Jules-Gonin Av. de France 15, case postale 133 CH-1007 Losanna Tél. 021 626 86 52, [email protected] Nella Svizzera italiana e nelle zone molto discoste, se richiesto, le consulenze sono proposte sul posto. Umschlag-IT.indd 1 3.5.2012 11:54:22 Uhr