BIBLIOTECA STORICA DEL RISORGIMENTO diretta da VOLUMI i. 2. di A. — La — C. e Garibaldi — Casini. 5-6. T. di pag. Memorie — 230. L. Milano Fiorini Serie): 2. rivoluzionedi Armaroli Sforza. 4. G. ia (componentila Voi. Panizzi. di L. V. e Gli Atti del Congresso Cispadano.VoL di pag. 206. L. 2. Le prime vittime di Francesco Notizie IV, duca di Modena. — Casini. Casini T. PUBBLICATI V. Fiorini. G. Carducci. 3. T. ITALIANO Verri. nelV relazioni aprile 1814, storiche VoL di pag. 200. L. 2. in Toscana nel 1848. Voi. di pag. 72. L. 1. di un vecchio carbonaro (P. Uccellini). ravennano di pag. 300. L. 3. Zanichelli. Lo Statuto di Carlo Alberto. Volume 7. D. 8. P. S. Mancini. Le — L. ritirata di D. A. Far ini al 1828. L. 2. V. Fiorini. VOLUMI 1. — — 1796 12. La Rava. G. Gli — di la e scritti di PUBBLICATI Mazzatinti. Garibaldida sua « Carlo Diario di Memoria L. 1849. storica L. 2. 2,50. Romagna dal sulla » 2. 2. 21. Serie).: della Ministro un nel sul 18 Alberto (della2* — Roma 150. L. pagine fattidel 1$ maggio 1848. L. Cinquegiornatenelle narrazioni austriache. Relazionisui — 9. A. Luzio. R. Belluzzi. io. 11. Voi. — RepubblicaRomana (Giovita Lazzarini). 2. L. Rava. Il maestro — 3. G. Biadego. nel 184S. 4. P. V. Le — Ferrari. di 5-6.E. VOL V. Fontanarosa. Finali. T. Casini. V. Fiorini. F. dal ijjy Torraca. A. D'Ancona. Il secol si Governi — dell'anno - Lettere — 1867 daìVesilio. Voi. e letto Giorna- I (1831-1845). 11(1846-1849). Voi. » e delle Assemblee napoletanodel 1S20. del iS$y. Italia dal ij")6al 18 14. Remarne in Le — dichiarazionidi decadenza del dominio al i8jo. Lettere politiche inedite di F. De Sanctis. di F. Apostoli. Lettere Sirmiensi temporaledei papi — in rinnovai la prima eletti da popoli la Francia lotte e e «lai di che questi primi giorni dell'anno, volta la coscienza unitaria italiani fino allora italiana; edifìcio die nel successivo fra stenti, tempo aneddoti Verona Cairoli. i7 Parlamento — L'assemblea — e pubblicoa PREPARAZIONE: LV G. Ricordi — il sentimento e » — UMI affermatasi Giovanni Terenzio Mamiani — lo. (Domenico Farini,1777-1834).Saggio 2. Villa Glori. di campo Dittatore. un dominazioni austriache — Viterbo. 7. di L. biografico. storico sacrifici il suo pressoché tutte della divisi, fu posta la volger del secolo quasi le nazioni pieno prima ebbe coronamento. d'Europa e Reggio, nell'Emilia, a na/Jone, nostra molte per voto di rappresentanti l'unità pietra all'edifìcio deldai nostri Nello d'oltre stesso mente, padri, lentaperiodo di l'Oceano hanno. DEL STORICA BIBLIOTECA pubblicata da T. Casini e RISORGIMENTO V. Fiorini. TERENZIO - Strìe MAM1ANI DALL'ESILIO LETTERE RACCOLTE E ORDINATE VITERBO ETTORE ROMA società editrice dante alighieri ITALIANO II, N. 6-6 %5è 12.4.50 PROPRIETÀ SOCIETÀ DELLA Gli Società esemplari si di ritengono (998) questo LETTERARIA DANTE EDITRICE volume non ALIGHIERI firmati contraffatti. Roma, Tipografia Enrico Voghera. dal gerente della Dai il quali manoscritti preziosi Municipio il lettere, che di di patrio Pesaro fu Mamiani, civile con Ateneo, Direttori i Terenzio tratto prudenza ricchiva ar- volume questo Biblioteca della dei Storica del « la per ospitalità cortese pubblica meco dedicare primo cosi dell'esilio, della di e di lui, seppe dare il nascita cospicuo quale, serbare alle fede si nella anche costante 1899. che onorande all' del nella Viterbo. lustre il- simo nobilis- dolorosa patria. Settembre alla desiderano tributano esempio Ettore Pesaro, della pesarese. partecipare della centenario filosofo, animo di sorgimento», Ri- preposti provincia, questa cittadinanza e memori quand'erano in alla compilato, fu ricevuta istruzione Intendiamo nel quale di ora zione risurre- mJUmJUi "Ì|Ù4Ì|b4m»4Ì|b4m»4m»m "JR»«A* "jw PREFAZIONE nel Quando e del maggio la venerazione di 1885, Italia, e tutta concittadini, scendeva suoi fra le Mamiani, pubblicazione inedite. per E il vero, discorso bellissimo il 19 Oliveriano, del delle cui in luce Ma non si grande una di lui edite ed Mestica nel nell'Ateneo 1888, la sala dei noscritti ma- cretata già de- Pesarese, ricordava la che per molte col porre dar dovuto ad essa principio l'epistolario. dacché, fu troverà ancora come sarebbe meritevole e la ricorrenza dell' illustre italiano del uomo, d'encomio della la direzione Risorgimento desiderabile, quella stato sarà, io avviso, chi iniziata, non opportuno ch'ebbe del sarebbe opere settembre di disegno inaugurava edizione, affermando ragioni il prof. Giovanni con dei specialmente sepolcro Terenzio vagheggiato completa compianto tributargliin tempo da onoranze s'era remoto, non nel il tra » di primo « Biblioteca siero pen- storica mente degna- commemorare centenario pubblicando il non della le lettere scita na- che vin a periodo pilifortunoso nel egli scrisse Terenzio Mamiani della i benemeriti tra quale vorrà nessuno negare della risurrezione indiscutibilmente diede della vita. E lieve non prima cogli scritti ispirati sempre posto un patria,alla contributo, pensieri e a timenti sen- nobilissimi, dipoi coll'opera intelligentee disinteressata Certo, dello quando il Mestica statista. allora in completa, le lui del anche dalle minute di che inviate, per debbono confronto al il fatto su ogni modo, se consiglio del Mestica, del Mamiani, tutta la lunga, essendo fin Alessandro e gloriosa vita mancati quegli aiuti operosa qui » corrispostoall'esortazione D'Ancona (parlando di al Gioberti. pubblicazione dell'epistolario ch'eglicosi giustamente invocava, in parte, seppe, al fratello Giu- può farsi,seconda non la si che rivolgeva nella quanto loro possibilecongetturare Capponi, oggi del e scicoli fa- differire dalle originali quelledirette al D'Ancona, di è altro, alcuni in valore non sebbene volume, loro quanto se dell'esilio. Per raccolgono del perdono simo mede- ordinare potuto questo si interesse, perché poco Ad si sarebbe periodo lettere nulla dal i possessori più importante, più copiosa, moltissime tratte stimolasse che della restituirli all'autore a quel luogoyoggi mèsse una P istituzione cioè del Mamiani lettere di l'augurio avverato faceva, che sala dei manoscritti delle fosse si sarà, almeno il professore sua « gna Rasse- pubblicavasi all'epoca IX dell'inaugurazione del Mamiani) perché delle del scelta conveniente date scorso valutare anno loro lettere queste noto, apportando Un' innanzi ebbero vive Oltre a alle serviranno lui per tutte (i) Rass. del tenue, lettere,perché queste a che persone delle seggiano quali scar- e della le sicura con di Utt. traccie;il a ricordarle spiegano esse che occasioni ai futuri perché, col V, io, biografi ed esattezza decorosamente ital.,anno tero det- dell'autore, cosicché guida maggior Mamiani, le esilio. comune principaliopere di del almeno molte poi provvedono bibh che trascurabile patria,perdute mentre parlarne alla fama di morando me- posto, non non accennano le circostanze origine cosi di apprezzamenti d'allora cose giova terra questo, chiaramente e scere cono- affatto notizie, essendosene, Mamiani nella opere famoso più ma risorgimento, e dalla loro l'esodo carteggio del come o mancano o dopo nel parte tenario cen- tutta meglio periodo un di notizie alcune indirizzate sono o fra le molte e importanza tutto in conveniente sulle e si celebra di far storia, contributo un spregevole. hanno ; troveranno sugli uomini di che agli Italiani della una s'aggiunge quella del giubileo coli' intendimento in luce e né lettere di lui si facesse Risorgimento nazionale, Italia fin dallo memoria (i). E all'opportunitàdel della nascita del alla monumento e ficacia, ef- vano gio- mostrarne pp. 283-84. il schietto vita, in rilievo la bella, fiera anima dell'esule. solo al considerata eziandio in parte perché, farne di le vicende nelle fuggendo soprattutto la del via Genova e in dal '42 al nuovamente col ritenere distrutte ; da poiché che le chi aveva non solo sue missive e si per dine l'abitu- fascicoli in di gati, lenel cominciare dispersi o nel 1849 il lettera il del ma di poi lacuna fino siano credere quell'anno ripigliassepoi è state a che golare re- quest'anno al principio farle o rire scompa- il Mamiani buona non sottratte di far le minute la scarso spiegarsi se interesse in prosegue gennaio lettere dendo pren- ritorno suo o egli medesimo carteggio '42, può e tale esilio, che non può tissime, mol- sono può dubitarsi, non Roma una '49, la quale pure del di nel del Ma gli toccarono, prima '48; '48 che una sbalzi a del fortunose quell'anno. Quindi procede trovasi in gono, aggiun- ebbe non idea secondo chiama si non perciò quei fogli andarono e smarriti come 1848, essere lettere il Mamiani felice neranda ve- si riferisco al 1 conosciute. foglivolanti, la ebbe come 1842; in 183 quali le lettere minute, fanno e Genova in già anche se le forse scrisse Mamiani dell'esilio decennio dal corre appendice, poche sebbene '49, sua pubblichiamo esilio; alle inutile non primo del che che periodo la dimora potendo del lettere queste della periodo pilitriste maggiormente mettono Pertanto e nel pensiero spendesse so- delle abitudine XI '49. E della possibilitàdi nel parla carte anche il Gaspari, biografo del Mamiani, Zamboni professor Perciò, in di ricordi con avvalorando esilio nel lieve momento la per deve fra le una di altro per la grave potrà le buon del che esule. specialmente numero, indirizzate le quei preziosi documenti, restie ed mostreranno delle cui cialmente spenon breve non dell'intero lario, episto- ritrovarne a le persone non nel un rono cui fu- a perduti avranno possedendoli, o avare dubbio senz'alcun manchino a tempo si Non comunicarli si non e farne copia. trarre E se lettere, e contribuito conducano ne uomo sperabile che, quando all'edizione attendere ricerche è un non deficienza, aver per Ma di carte tale a cosi sventure, periodo. '42, può oftalmia afflisse il povero si che rica ramma- dell' illustre memorabile tacere si sue rire pe- cuni al- contenevano involate la vita per quel prima poco maggiori vennero e storia del e fatte vennero che importanti secondo forse nione opi- sua Farini studi, della cui perdita il Mamiani quasi di il maggior la Carlo Luigi primo carte mare è finora che di (1). nel come trafugamento un erano (1) Gasp molte quali e è lettere per dei Vita di l'argomento T. M., dieci primi indirizzate, dovevano ari, danno gravissimo C. e per essere XII, pp. che cune anni, alle persone importanti, 125-28. XII giudicare dal si deve se illustri di tempo. Basterà del amico con disegno sulla 1* infelice spedizione di qualche porge la lettera Zirardini, da lui Ecco mi municipio; insieme (1) fece del Fu queste : La come per la copia Attilio compianto autografa le che carte acquistava volta V esilio il valore che le dal di T. Il l'egregia dal- patrio le tutte Giuseppe, di proprietà acquistò dagli eredi altri manoscritti e del mezzo per raccolta. al fratello giovinezza lettera presente accrescono prima e Beer. Oliveriana, la pensiero quale del lore va- Giuseppe della minuta tener poi moltissimi pubblicata nell'opuscolo o tentare a a il memoria Mamiani Biblioteca con piano manifesto suo lo danno autografe dirette della Napoli, riassume che contributo a il le fonti della vedova lettere che ingegnere dunque più copioso di fino al 1839; per Pavan amico comune il carteggio in quel decennio gratitudine alla posseduta dovette dalla Corsica, per quella Antonio comm. grande deva questi inten- autobiograficaindirizzata l'operadell'autore esprimo di compenso come torno quel popolo. scarsità questa a che alla volta cuni al- il Mamiani, tutto armata muovere per Murat, 1*insurrezione del cui (i), quel generale Guglielmo Pepe, di preparare Ma lettera la Mazzini in interessanti particolari scrivere già Mamiani ricordare agitatore Giuseppe intimo al personaggi rispostedi delle tenore prof. M.} T. Casini p. 5 3 e seg. XIII del formano lettere di molta con le dell'avvocato Cosi soci ai fu Fattori Pochissime lettere delle stampati; furono due «Strenna Marchigiana» del che sicuri il onorare medesimo, andiamo lettere luce alla grande Resta poi di questo », da volumetto, l'autore del- opere litici», po- e sore profes- videro del caro del già la pianto com- suo amico venerato concittadino. che compilato Giacomo dalle perché cosi avvertire periodo ad contribuito cortesia nell'opuscolo commemorativo nostro venia, Infine, di parecchie D'Ancona, fratello Sansone, del altre Monnier. debitori Alessandro 891, cinque specialmente dagli «Scritti e dal Le editi 1 chiediamo d'aver alcune e dall'operadi del Gaspari, al quale Mamiani, libri da biografici e carteggio», gli spiacerà non Ondedei- carte solamente tre «Ricordi «Vita» in la lettera copiate Gioberti: dalla dal Oliveriana. poi quali dalle tratta mi non di lettura gabinetto Vincenzo dalla che Petrucci, al Mala- al del che e Luigi Ciacchi, mentre depositate nella Fattori 1861 nel provengono pure lettere poche al cardinale Pesaro, in Torino nell'operasua sovente guti, al Parma, quali , possibilerintracciare. Vanzolini le Vanzolini; probabilitàquell'« Epistolari edito famiglia», il Gaspari cita fu prof. Giuliano compianto trovansi con Vanzolini, poiché che non tanta non le lettere classificate nel « talogo Ca- diligenzadal professore ebbero tutte tutte posto in questo rispondevano alla XIV natura al e delle e sullo della «Biblioteca carattere lettere stesso scritte ad sola medesima una che il esprimesse persona talvolta si è creduto argomento quella tre, storica»; inol- gliere sce- pensiero pili compiutamente. Ed il lettore ora si faccia raccolta, questa convenientemente e potrà non la per giudicare nel a apertamente sugli uomini e sulle persone di che troverà mai tale in smentita civile dei coraggio manifestare sui fatti,tanto che strato mo- le ne nioni opi- escono Lucca o specialmente Carlo potenza se non perdute ne ; né intercessione in nel tutte suo fuori usata discorso le facce suo ritorno commemorativo del brillante in non re a nova; Ge- e alla in Roma. l'uomo, senator a Piemonte, onori ministero dal i dopo magnanimo agli tutto fra ; né dimorare poter mezzo periodi del uscir del del fu rimpatrio gioie del governo di ottenne la felice metafora Mariotti le tra per vedrà d'un speranze E di questo né dell'esilio, liberale nei brevi parazione pre- non del Mamiani vita anni primi finalmente né politicicostumi dal Alberto, feconda dei vari momenti nessuno in Toscana Italia,quando di nella le e di cosi indipendenza d'Italia. e onestà dei amarezze disinganni E nel quel periodo memorando tempo e tutti libertà alla le e veridicità può dire sprazzidi fulgidaluce sugli avvenimenti si e a apprezzarla non imparziale giudizi sull'opera altrui, pel plesso com- suo se, perando ado- Filippo in lamento, Par- gli appari- XV la E fedele parola del grande ai affetti ; severa viltà e bassezza; di o interesse della nella che scriveva In il bene di chi forze grandezza tempi in della supremo di cima patria glielo comportarono, e la sdegnosa e signorile e della per pera l'o- civiltà. del pensiero sponde ri- veste sua diletto e nose dan- o indole piacente pur cosi nella ritardavano patria e nobilmente cando provosentiva gloria. scadimento tanto lo confortato ebbe zione nell'esorta- dell'esilio. amarezze civile, sarà parola chi l'amor nel- ambizione, e ma leale meschine per interesse per nostri o tenera veemente e l'espressione nobile, altera, nelle questi e le che dignitosa, elegante, ammirazione e fiera della dell'autore, destando sempre vivace e giustamente intralciavano risurrezione alla calda volgare per il lettore troverà interprete eloquente e quelli parte, sime. puris- e schiettamente ; giovani contro mondano domestici; che quelle certo pensiero, gli suonerà patria; persuasiva, rampogna ire Esule, dell'amicizia ogni contro del e sentimento di splendore, luce, rifulgeranno vivide dell'animo gentile negli nel E pieno in messe saranno e loro nel ranno di e spirito di tutti lui i suoi s'adoperò, a rale mo- per dalla pensieri quanto procacciarne la TERENZIO LETTERE 1 — Mamiani. MAMFANI. DALL'ESILIO W» W» """"""""""" Me fàfà""""fàmfàwèJM tfflÙ OT» Wà 1. li 3 Civitavecchia, Vi scrivo delle volte più lettere mie e di delle cose Gentilomo le dentro il che in per disgrazie. madre benedirmi. me molte mie io la Raccomandate molta cura per dei suoi a l'Italia? rivedrò in ispecie fra le e studi maggiori parte giorni hanno mi altri e che ricevere più poesie mia signor Francia, isbaglio conto né pervenute amerei Per vestire. il in quelle le due che, agio. Se la for- vostro carte madre robe lettera quando sa fra certo per fossero a Datemi mie d'inviarmele chi mare delle poi e diceva vi di porto signora mia che caso le mie da della pregai nel Parigi. per spedizione le ritirerete cartone: le robe perire letterari; per vela almeno una pratica, avremo altra occasione presenta il simile fatto a poi qui quella tempo, gradirò assai, perché queste mie là Di vi Dico ho la riceverle, a Venezia. tuna tardata a Siamo sera di Con più che far di nostre. stata giungendo a Giuseppe). la speranza giunga. salute, vostra essendo / vi aspettiamo conto con domani Civitavecchia; domani (al fratello fratello Caro 1831. agosto alla gnora si- pregatela Salutatemi G-avardini, Salvatori, Cassi, Baldas- i sini, Paoli, gli e sufficientemente darò di d'attorno vivere il solo al per mese procurarmi un sarò rifugiati francese via decorosa. poco niuna privazione delle forze, mie la Y incapacità di in un patria zatevi; tranquilliz- resto sarà, spero, bella! è così cagione mezzo guadagnare patimento o mi e assai ritornare Del Ho tra dubito di contento e salute. qualche dei numero bene sta piena giorno, piuttosto che alcuna maggiore godo il buon scrivere All'ultimo riuscirvi. per possibile tra ma ; di pane al Io innanzi gire per Petrucci comuni. allegro. fondo qualche amici Addio. Il affezionatissimo vostro Terenzio % A Monsieur le Caro Mi dolgo vostri dalla penna Godo intanto da come quale e voi con al saluti Petrucci. marquis amico rispondendo Monsieur compatriota, me: dalla del caso che andasse la faccenda sedendo prefetto del vi non bene. torni del cardinale buon governo commesso del dimenticanza sentirvi dei incaricato l'obblio che spero assaissimo Voi, lo abbiate non proceda non perché ragionevolmente molto Pepoli per Marseille. — a cuore. Vorrei molta parare im- noia, Albani, eccettuò il le 5 di case piglio ve la Scusate briga nulla li 28 Parigi, comandandomi se pur 1831. ottobre Verneuille Rue anziani. utile. vostro a degli eravate rivaletevi e minutamente rammentiate quando comunale: tassa certa una ne avvenuta cosa posso che speranza come da possidenza sua 28 N. affezionatissimo Vostro Mamiani. T. 3. Caro Mi che scriveste del politica relazioni che del dal giorno cosi strane i il più che si desiderio appunto di Non in (1) Pubblicata pag. 62. ed è il dal i Gasp siccome interesse buona o fatto dunque cui acque ad da sta una di mala che Vita di Terenzio subito è inutile sa, reale domina prolungata pace fede sia questo la ciascuno oggi s'affaticano ridere; ha ognuno presumersi principi ari. di qualche farci più un parliamo politico principio quello è Di pace, certe Non paese. vogliamo non Un sopra. può. piccole rilevato avere povero interpretazioni, che nostre le mie moto scandagliare di se questo gabinetti, vuole. nostro intervento non Pinsistervi ora lo sulla alle intorno posto in credo pel speranza più ho lume qualche me impossibile, specialmente tuttavia particolare, da francese servirvi presso buona volevate quantunque e cosa (1). ministero Per Provincie. sia amico che per Mamiani. nel tempo la pace, Cap. IX, 6 V voglia almeno è certo seguito Intanto della vogliono. perduto di anche di loro. Tutto attiva corrispondenza Roma e la Francia potrà risultare, alle vi che scrissi riuscissero Corti loro non se bisognava spedire rispettata alcuna luogo tenesse spedire di in in tutti a una ben a di tal petizione da quanti forma di corrispondenza si o in delle Corti. Avete i nostri di di il comunicare plomatici di- questo, rimaneva la alle indirizzo osservato Voi questi presso che da principali, l'originaleo dei con ricorrere qui autorizzi Petenti che i copia potenze da può, accompagnata nome passi Comuni ottenere Credenziale, sogna Bi- carità. per Credenziale o ne all'energia,ma persona delle persona l'Austria, confidenziale, perciò qualche potendosi municazione co- qualche se impossibile modo per Ho cose. danno. nostro pensavate era lettera Non da quando narra affari,quello prudenza Uniti che ma delle fra a uniti. vani, estere con che la si credere, tutto alle immediata ai nostri tornerà non ho non ove mantenuta ora intorno conservarsi sopratutto Roma è fa io giungere stato qualche ciò mescolare intanto lo (sic) essi che Nota, una in entrare condizione che fatto subito di francese genuina quello non forma alcuna facilmente schiettezza e se il ministro in questi diplomatici con Già ed istante, ed ho speranza ad e sulla Romagna, semplicità con si muoverà non istrutto assai le carte: tutte nuovo passo Immaginerete un intervento sappiate che d'essere presente di conferenza lunga domandava mani tal che a Protocollo. secondo un con imbrogliare motivato poco in Austria, coi una a tentica au- toscritta sot- tera let- entrare tanti rappresen- giornali parlano 7 quasi qualche un sempre potendo disporre non di vedere fuori travisate, utili delle Salutate riflessioni. far di m'impedisce gli altri Parigi, la me grande residenti, altri Voi ho pure ad cada come di ben la sorella. e Odoardo e momento a buone voluto farvi ragioni dei uno Londra; a alcune che e fare la mia io qui persone economica. più diversamente; perché abbia io non sperato che Sapete nominati. pochezza, dall'in tender lontano e osservazione questa nell'animo, essere Parigi per zione l'inten- avete avviata mezzo Rovere. Della scegliere sufficientemente sono povertà vostro Mamiani questo cosa alcuno mia il conte stima incaricati avete di ambito in invece parlava vi che mandare di La tagliate 1831. T. Imparo dispiacere e cugina Il PS. ma Addio. amici. dicembre 3 il nuove fare? Che per con comuni ho cose, meglio. caramente Ricordatemi le smorzate o nostre arbitrio, suo a delle poco e io o nosco co- sopratutto nulla. mai 4. A Laura Massa della ho sempre di poter voi nudrito (1) Questa Parigi nel lettera 1832 per volta di (1). speranza molto io non precede di Everat. presagiva gli Inni incerta de' convenevolmente dedica li torchi Castellani Margherita cugine una rimeritare beneficii; tutta a dilette sue Io e che sacri vostri i danni pubblicati a 8 fortuna della da moltiplicherebbero retribuire del Né mio. cuor obbligo siete; solo riconoscente. e Del affetto ma mi ho beni contro che non alla furia levato, salvo parlare degli labbro al benigna Italiani? piccol dono P in turbine mente Io quel e al poetico un'accoglienza l'amico ventura. cui quali del natura manda ebbi vero per fo vi umile; inopia della vi che molto è dunque Fate viate rile- ora quando e da conceduto armonioso l'animo del- affetto che improvvisa forze le fondo che penna, vvanzi sopra voi come intitolazione mia grande mio voglio desiderabile; cosa io sottratti me del pensieri. L'offerta di d'ogni trovo dalla usciti la sola pure nella segno serenità e quale sterile da dal l'ardenza la veracità questi versi, ozio poter far tralucere vostre e vano generose, e vita. le stretto amorevoli care, modesto un desiderio un sare abbas- mia misura il trovarmi pesa bramerei tutta di mi persone a che guisa e della degna con ormai sarà non opere pertanto in me ogni giorno condizioni le povere all'estremo Il insufficienza la mia crescere contro vostro, ? certo della amico non di dato mi verrà mi riporrà italiana; questo de' nostri dimora meco di decreto distanza io Ma tempo il farvi consonanza di e di il discorso dedicazione dei vostri di senso ancora per della vita terra denza corrispon- gratitudine più forti difetto proveranno luogo, dolce la saranno né proscrizione, oltre il e continuamente di che bene so animi sopraccrescersi per l'aspetto sacro occhi gli sotto se so qual giorno della né rivedervi, non voltare di che d'ogni mai per vicende, mali. fino di qui, questi pensieri io reputo inni con convenevole eziandio la intenzione per la loro 9 Io più recondita. e nebbia ogni fra Dio giusti, assai e le in grandi occhi non né e sconosciute, quasi di more al Dio giudizio dalla lume del auguste che del valore fine nella non di che e la sempre come essere prima chiamati a a Fa- tra conforme incomincia fanno si e lei i stumi co- pano parteci- e dei tempi di e questo quegli Italiani, le rinnovarono e mai viglie mara- gloriosi dalla figliuolid'una senza mente grande evangelica prescriveva legge l'uno amarsi mai giacere ignude in se ma bene riti, le leggi, davvero tutti del conflitto cosa posteri, stri vo- cose, Sentirono ogni a nimi, magna- intendono precipue ; beati dei ricordanza in e che radunansi secolo terzo latino cancellavano patria loro e così pietà pensiero durano i dardia, co- riposta in civile la vita dell'avvenire. speranze la ticano dimen- patria. Invece, le memorie suo secondo nel della La a darsi potesse popolo; un procederono e quelle glorie nazionali, di tutti modo cioè la e d' inette cadde vi ac- scambiano produttiva lei crescono, con che gentili sensi e rettissimo, religione; le o quello e vostro venerande le di prosperità politica,avessero la creare le azioni meritevoli. non pubbliche, che frivole,mentre e vane forte, elevata onde più vogliono consigliatrice la stimate le virtù che pure, nemica rarsi annove- la abbiezione veramente e più universale: che altri da riuscire devoti coloro, con opere pare volontà una fra meno gli tra santità somma dover dei incensi la mansuetudine e né di gli sciolto da siete non gione reli- la cara spirito, puro Voi superstiziosa. a umiltà con avete quelli,i quali opinano cettevoli dei la coltivate come modo che di so l'altro condurre ad come eguali effetto con e telli, fra- savia 11 fra Gradisco pel mio assaissimo lodi Italiani fanno sul Datemi, Ricordatemi intera che egregio profonda che Tutti una doglianza sima. mede- riscrivere, nuove di degli e fate tempo? occasione Bontà mi voi, mio scienza vostro avete di E la lungo conto se moglie vostra si che fede ho cuore. camente. recipro- prova rallegramenti celata da diamcene perché dal tenete raccolta avete i escono amico, perchè e filosofia di corso le vostre di dunque ; amiamoci noi affettuosamente altri al buoni i amici. comuni Voltolini. signor Addio. Parigi, Rue 12 luglio Clichy, 1834. 66. affezionatissimo Vostro T. Ma mi Amico Della ani Rovere. 6. A Monsieur le Carissimo Il « Liceo quindi sapete alla avendo vendibile di intere volumi. salvo giornale che le difficoltà lo Marseille. à amico, finito à spaccio, perché si non i librai quelle di comparire, sa per bene e neanche giornali famosi prarne com- il bureau numero: dove ismerciano non giornali periodici di s' incontrano che spicciolata qualche finito ; è » Petrucci marquis trovarlo numeri le e staccati di- collezioni divisi in 12 Il Manuale « Geografìa di lo » riceverete con questa. Il Regnoll commissione 12 ottobre Egli saluta vi della conto caramente. comandatemi. 1834. Clichy, Rue Voi. e sempre risposto sul avervi da avuta Amatemi Li dice mi 66. Tutto vostro Mamiani T. Rovere. Della 7. 21 sei. Il mio perciò scrivo non modo in oculista della di Mi lozioni di dovuto sospendere il corpo reuma. malato della Teconomia al ferro con che nell'acqua di diligenza Difatti di là ; ferro, queste potendo non rischiavo a zioni fri- medicatura fredda acqua cagione scaldare e qualche Quanto a con di giorai peg- le Soppresse sorta : il mio risolvere il carbonato invece prescrisse fece anni io passato cura. ogni due stra vo- settimane pannolini bagnati insomma locale. caddi i di due o mese il che da dura una Il metodo belladonna, tutto in la pervenuta che d'occhi notabile, lauroceraso, asciuttare mal sovente. mutare a m'è corrente sensibilmente cangia non del ventuno del 66. Clichy, fratello, Carissimo Oggi 1837. marzo Rue ho farmi di pochi e gliar pi- giorni grippe. ho provato generale, mangio gran d'assai giovamento buon per appetito, 13 le racquisto un forze, ecc., riordinamento hanno migliorato almeno luce la dia Salvatori. tone ; di il non posso sappia, e lo non più tanto di questi dee non fu ch'io signori, acciò un mio se- sopprimere a che male pel Bailly che del farvi che voi lavoro: vostro molto di avvisato di del lo il Libri alla copia io ma »; dunque Riparate ». un'altra i gere legmia ciò, Bailly « di di del ed casa io e e » avevo non di tale che provvedano sero giun- indugio inquietezza, perchè e caldamente assai mi ; tale consueto disturbo gran franchi cinquecento tardi giorni più adunque prego tollerare desiderio doveva che il nolo scadeva al ». sapere cagione che senza contento copia mostrò Elogi Elogi rimaner d'una mi degli mi del senza ch'egli prosegua nervoso. all'Arago « ciò nuca presentarle al Vieusseux venti alla stibiato copie spedite fo mal potrei « storditaggine, Vi io di pure riferite questo vostro vostri « che forzato, è già tempo, presentiate occhi i miei vuole cora an- credo, poter passeggiare consenso le ricevuto riescono io funzioni Tutto che tartaro cagionava Ho di mi conseguenza, Dio se dolore. io fui che le frizioni mi e : Ditegli e i sonni delle ottenuto mi In agitati. poco questo avrò solo soldo. un scrivere accidente a Vi quei si non ripeta. Mi è pur carissima, tengo solo di mi la giunta affligge e Farsaglia « voi ringrazio che il mio mal » e Cassi, ch'io del lui d'occhi regalo, del m' e impedisca poterla rileggere. Ho esservi pensato posto a Corfù idoneo: : ma rispondono l'attendere non per mi ora non rincresce, 14 perchè in sono alcuna Vo la ma pensando perfetta difficile tornar Scrivetemi signora ogni dere intrapren- volete per di quel che voi mille in solitudine cosa spesso madre potere quel che a lunga e non d'occupazione. sorte eziandio da stato uno fa mi vivo genere. figliale. d'amor e Alla occhi. buoni avete d'ossequio cose cui Roma, Addio. Terenzio. Il PS. elesse fisici della grand' importanza e dei quattro fare suol non che gli primi gli per ha che autori gli per Salutate considerazione. molta in il che cademia l'Ac- presentato: di commissione una Francia, di oggetti fu Paoli del manoscritto comuni. amici 8. Parigi, Carissimo Io che mi la qual che Neppur mi pel fatto ho ne E s'egli è di ritardo. quest'immenso e né ho vicino fastidi marzo il giorno come più veduto in vi 100 che pagarli, io semestre, per lo dai Virginio, di e assai non marzo di dire cosa so il avvenga prevedo passato. bitare du- pervenuto. primi non e plica, re- il banchiere presso vero Temo sia fa mi e fr. della ricerca stesso vostra angustia, non i giunti l'ordine medesimo 6 riscontro mio sono André-Cottier. corso del tiene mi cosa il inutilmente era vostra recapitata, venne maggio fratello, alla risposi 1837. 26 Io nuovi vi barazzi im- pregava 15 nell'antecedente assai assaissimo sia in Vi che spero Mi è vi sia che pugnanza tentare l'aver seguitato ogni in madre ne In presente, mi ringrazio anche Vi l'effetto comuni la non io ma pure Salvatori. mio peggio, va dalla levatemi fastidiosi ossequio Addio. io per ha mi né della ma nosa pe- 15 vi signora impostare Ve maggio. levato di e pena ripeto Virginia che subito nuove ero dei sospetti. Ma il danaro alla amici. vostra perché mie e che stesso giunse veduto del qui ed amore ai assai darò fin : del re- vivo. filiale quel tempo sciolto molti ho cui ; ricordatemi PS. la di consigli i tutto professori; (deve) soddisfare mi e cosa, della malgrado alcuni qui sollecitamente, in cose ; persiste. Rispondetemi Mille mio scientifico vostro setone, l'effetto fotobia incertezza altro un mese, scritto un hanno vederne la ancora ciò giunto. vi debbo a cora an- quando sconcio mezzo uno applicato sono Starem d'un più domandare per tale a prego potere. spedii, foglio io vi questa con riparare a vostro e che non il né stro. vo- potrò valutare Addio. setone. Tutto vostro Terenzio. 9. Mio Il fin portatore egregio amico, di dall'infanzia; di versi quésta è gentili è mio giovane e, quel compatriota ed amico tore scrit- culto, ingegnoso, che vale di più, è one- 16 ed stissimo titoli ha mio e per amor glienze che ricevono alla al cuore da le chimiche, scoperte tue prometterne altre molto parlerà d'un disegno e suo da pure le paese te Ti che di ufficio di Forlì, così Addio, e contare suo fa fra il più di il 21 Parigi de Rue della tua i Malaguti, sapienti del luglio Clichy, quali non riscono gua- la segui la sua di vergogna chimico un nobìl tua degno di 1838. 66. de Malaguti V établissement Il conoscenza. tuo Mamiani. Monsieur il Matteucci è il conte Il A come Pesaro. europea. Di nutamente mi- vorrei. all'Italia suoi costose. nominato tti degli occhi, come buon cessare mio rarle, prepa- obbligo anco Marze compagno cagione presto mio per degnissima a di assai avrò ne Giovanni è persona corto te ti imparare istruirlo proposito averti non vedrai che Scrivo di egli : macchine ch'io Egli nel facile e da natura vorrebbe e le con famose. e e stesso. me a ora amico giovine puoi, fatto M'avvedo mio sul piaccia dunque di sono pronto certe fabbrica à d'introdurre che gazose di bisogno senza quali metodo un scere cono- fai all'Italia più grandi bevande v'abbia se Desidera insigne che dell'onore te con ac- rispondono e tuo. cotesta questi fargli quelle a i buoni tutti te ragguagliatamente rallegrarsi prego dell'animo innata cortesia ti io Per italiano. tutto Directeur de Sevres. Chimiste riera, car- non brità cele- 17 10. fratello, Caro Ò dirvi a innanzi alla mente all'Arago voi dall' Istituto due è è Brongniart giornale dell'Istituto « donne à minutes du varie, d'un le 23 Pesaro ainsi Le soir. de tremblement pluspart dans des celui-ci,Peau 5 ou prima pieds. della Se » l'eau lettera a la dans qui s'observe, fatta n' avrei puits de instants mandato aveste 55 moment au quelques en ne me les que, abaissement terre heures, dans tandis monte a Il Arago, de à 9 terre, mais un chiosa. à M. souvent c'est cas dei queste poche parole: remarque se quale qualche juin dernier, de da volentieri assai tremblement un niveau cela que sur ò mandata Beaumont, sopra che prima lettre adressée une dótails quelques ressenti 4 dans Mamiani M. il o la la nota udita à fatte ne e che letta ed stata ; il cose questa bene, vi fecero so non di mucchio un avviso fare menzione , nel fogliettodel del suo « Courier compilatore, e »; essendo ciò vi sia di io molto norma intimo per Pav- venire. Fate al sapere d'interrogare d' ufficio che gli è commesso il Biot ed in à tale 2 il Libri — del il suo manderà Mamiani. si rischia PArago la pure consiglia il libro; ma sul ciò addosso, che, perdere nostro amico mancato rendiconto è alle calende cosa di à non signor Biot scioperataggine principio, Però che Paoli come mera malità, for- greche, scrissi il manoscritto. a riscrivere 19 dunque tornato alla è poche mezze d'essere lo quadrimestre giunse a serbo di fare usate e Leggete vi Nel di prevenitelo amicizia. Voi Di li Parigi, del mio ciò e e 5 de Rue di darete signora madre scrivetemi Clichy, al vi e al e vero potualità pun- carità nuove. sue credo che mio il baciate non ora alla sanità. Salvatori, sua Cassi per chia vec- me. Addio. spesso. del agosto foglio alla raccomandatemi e di della pure scriverò scritto amore mi se nacea. pa- franchi approssimarmi Abbracciate bene state alla mia ordinario prossimo voi obbligo avrò questa allegrezza avrà Ringrazio gione guari- mia scrivo vi quanto con la il non sembra la è ma starmi acco- alcune non mi cinquanta sapete serviva. se v'aveva già adunque quelli avere luce sicura per franchi, simile che mi gli Il della d'arnica cinquanta tempo. Vincenzo che avendo L'infusione in di indietro guardando massime alfine applicare posso ma scorso sento tolleranza perfetta. tenere prego né ore, rinato, Per La guarigione. compiuta ancora dove Parigi, a 1838. 66. Il vostro affezionatissimo Tkbenzio. Ho PS. ecco come né temerari letto la bisogna e biografia di scrivere; imprudenti ! Merloni. né timidi Alla amici buon'ora, del vero 20 11. Chiarissimo A lei piacque, « Raccoglitore « Rinnovamento cortesia eh' Ella del in rimango parte cotesta le fo quale la grande che da le Così desiderio perchè e mia, presente che piacesse molta contentezza che il mio inchinata, la ne di dico Pesaro, a la stima il prova gran vi forze; l'avrà appena umanità sua ringrazio anticipatamente amico bligato. ob- io le mie non mio derle. go- le tengo tutte del d'un feste, non segni della qualità egregie tuna, for- certamente amico, riceverà rare ripa- le mani a come fa glio, fo- della me mettere servirla, ò fede le di seppi; A ma non quanto di ò io di e io graziarla rin- il mio per le che di lei, mi Marzetti osservare del squisita mortificato. non meglio lui le con cortesia, a professo che adopperei veduta costi di ricevuto e colpa giungere viene Saprà e mai dolente di ch'io amico intrinseco, signor Giovanni mio e Ferrari nel libro debito parve caldamente abbia non che io me più signor Giuseppe credere il il al mio parole con A lettera pubblicare intorno lodandolo », di anni, articolo un benevolenza. e il due son or » per ma signore, ne e lo certo l'acdono ren- degno. Scrivo quali a corto travagliosa cenzierò si stento da de' cagione a van rimettendo infermità di lei prima senza miei tre poveri della anni averla occhi, gravissima ; pure non esortata mi e i e lipre- 21 gata i suoi continuare a ritrae lume, tanto già nobili studi, l'Italia cui maggiore molto un e da ne aspetta. Di affettuosa di Pieno Parigi, li 15 agosto de Clichy, Rue riconoscenza 66. Servitore obbligatissimo Mamiani Della signor Michele chiarissimo chiaro di- e 1838. del T. Al le offero me Rovere. Parma Milano. — 12. 12 li Parigi de Rue Caro Ricevetti se di fatelo né ; quando per fuori A i mi e 66. con 500 questo e agraria né di che mi voglia che pare ò nezia Ve- ancora la memoria stato l'affogano; faccende Non farò è onde assaissimo, mio. per arriveranno primi ogni modo le vostre garba vostro quello anche vi franchi l'Arago. Egli le insieme Il Libri citerà e Clichy, 1838. ringraziare quei signori conto verso più giorni lettera. di li delPAccademia in dirvi riscuoterli per gli Atti Paoli debito tempo occasione avete del fratello, a modo nuovo ottobre quel in onde fare che siderate de- provincia io della dovreste del non so vostra mandarla la relazione. saluta: nel 4° biografie con volume molta della lode. sua storia 22 Mi cordiale fin che gli sia mi il che lui, di da sia il e cosa rimettergli per ed delle che pure Biot, valeva col talvolta quanto la passo me luogo Sono è un di in gran Della male. E risposta tal l'Istituto le rende commissioni il Paoli alle capitato e altro patente, né che gozio, ne- come tere riscuo- partito. Tutto materia di che voglio e ms. presso a lui se tengano 7 settembre. del carissima sua il porge dunque righe del bisogna qualche del mani finale giunta, di perdere adunque conto nominate; soppressione risparmiare gli occhi, mi Virginia imparo prima quale Virginia all'afflizione Le principio in guadagno. sono la dissi a condizione al tempo Io cosa. Questo alla di la queste due con gli che all'Arago scusatemi interpretazioni: chiedendo volgerò per chiaro effetto ad po' gnificar si- mi una poi penserà volea non messa un a risoluzione l'essere sembra mi ancora ostante è accaduto. si e darò radamente rischio, delle occasione io ma quella non mente a non opere dissi ciò Io dato all'Arago, cioè ripeto che ora parole, se vedendo non tenea termini quali con abbia come delle ms. gli ringraziovi e bene so non e scrivere tornato tempo io senso altra Io usate. espresso scambiare onesto, : era servo. dall'infanzia avete al Paoli Dite Vincenzo che amico pili obbligo carità del nostro cuore molto e molto io il piange ottime incomodo è la il stato belli, sani, graziosi merita che nuove questo dee bene cagionarle della guarigione e suo ? Vorrei sarebbe il male signora Pei Madre che gliuole fi- suoi di il sì, che compenso stare mi di vannino. Gio- danno 23 consolazione. continua guarire credo a di cui fermamente mi nuovo rallegro Io raccomando. l'ammiranda con s'io sto di doverlo rallegrarmi prima senza che Ditele alle de' vostri quale parecchi dei vostri col e vi pe' capelli a praticare ad trascina le amare si fa grandi di giuoco dagli eterni a nobili e che adagi d'ogni cose: Ella le anzi mi sforza principj bene pel tal modo e Ella quali discordano scolpito nel à sta que- si il bene per filosofie le tutte studi la contradire orazioni sue natura, di punto chiuderò non a fatto in e cuore l'intellet nel- Addio. uomo. Terenzio. 13. fratello, Caro Nella del tornata 4 di all'Istituto la le seguenti óté terre maison la des la ville Il Libri fatto de le lungo du frères che M. lettera de puits de Pesaro, 23 rue s'eleva entre assisteva alla del ne vostro 24 Della dont il dejà a mais pas, de tremblement juin Dans 1838. Saint-Rocco, au 4 » et 5 vere Ro- dans niveau preceda de secousse au Giorgi discorso sul scrive ne Mamiani changement le nuit l'eau de lettre immediatement de seconda l'Accademie, à question suivit que aquifère la nappe vostra municato co- : d'une Arago, à M. de parole Il resuite « mese giornale dell'Istituto terremotodiPesaro.il ha Arago questo pieds. seduta scritto centre che dice mi e che la V fu Arago 24 parlò ne Ora e gran lode. Evviva bisogna attendere con insti tuire sopratutto che si a lavoro, è pur d'occhi prende che Del ad di tratta fanno, mi grande delle Grodo buone di Virginiuccia. ricevo riscontro. e che di fa la non sua ch'io posta, qualora si consolazione che di rincresce mi bado vederle da 0 al mio scritto vuol Salvatori, ma vendicarsi ogni a generoso: del modo due sommamente non silenzio mio fategli sapere versi soli sulle maremme scrittimi mano. Che merito Ho d'un quasi morente. vostre, della signora Madre nuove Se gradirei io solo perduto in capo Iddio Sa e la per noi con rado. di troppo franco lettere? vostre è vi salta altro, come qualche spendere Bidone Paoli: e l'à mal molta à abbiamo tempo pera dell'o- d'un e il diavolo di mese un Weltz De Nego, Passando a In italiani. fate che maligno assai Insomma Il Libri è affetto Egli cuore. abito col mio. somiglianza poveri di saluta vi e sua che strumenti dell'elogio stragrande grato modo miglior avete, ripiegando, supplendo, raffazzonando. vi seppe. Giu- caro altro nel quegli con mio qualche esperienze dire voglio può, dunque à cotesto anche veduto tal Crescimbeni Non mi Accademia nostra dei avverrà citato ; è forse mai sono romanzo giunti nuovi, i e lavoro Senigagliese da agraria, un mane? ro- di fisica ? Marsiglia gli Atti il simile quali mi della (presuppongo) d'avermi accennate spediti. Io non rientrare affatto so in d'impararlo grazia : che quello di certo che Santa se è Chiesa, cosa di occorre la e quale fare gradirò non per assai contrad- 25 alle mie dica il carattere né farlo a termini • la i loro e Scrivetemi de' Parigi li 11 de Rue di e il quelli degli vonarola Sa- si e si fatto lascia amici Cassi al addietro coraggiat in- e poiché versione nuova stile in mille in chiavi sante affettuosamente di contemporanei (Addio) studi vostri alcuna maestro sempre seguaci. ad gran ò professava Dante, che Ricordatemi comuni. delle gnità di- simo dispostis- Che meglio. riverenza modi e la mia né italiano, sono buon desidero non e offenda non e di nelFan#no avuto quei convinzioni è si tutti i arringo. volte. del marzo Clichy, 1839. 66. Il vostro affezionatissimo Terenzio. 14. A D'Ancona Sanson (1). Parigi, Mi del ricercate scrivonsi in oggi la materia è vasta domandano per estesa mio e tacendo, più vi imperito, (1) Pubblicata D'Ancona. — come difficile, esporrò Roma, e alla cosi : In tip. Nazionale, per che schivo prima memoria pagg. taluni del 31-37. comm. che quelle che cognizione Tuttavolta inurbano nell'opuscolo tutte una umana. che cose pedagogia. Sapete sulla fondamento dell'indole 1839. agosto alle intorno parere Italia 10 molto brare, sem- non modesto e concetti, Sansone 27 Similmente da io in porsi dove sole le per rozze e cresca più; e fina del sentire diligenti che e ordegni silvestri trove; alle gentili tutte e all'aria comecché E clima la oltremodo, in della ed in pianta al tutti umana di è molto Italia gegno, dell'in- felicità dell'indole e intorno fatiche, là e cure lasciano squisito sere es- nobilissime, se male, cagione principalmente a forma loro giardinieri stare i qualunque gentile e nella nature il fecondarle. e sotto e vedi mille con l'allevarle i terreni le tu : e fini piante educatrici coltivate, riescono pessime riescono discipline sottili e domandando ben quali, se le debbano più ingegnose cosi alle fra noi uso molto che stimo mente profonda- trasmutabile. Queste vede dai e pitagorici,i studiare istituti cui considerare e vremmo do- d'educazione che solerzia più con dagli massime antichi, nostri si (come bene assai intese storie) dai le per etrusci furono verità si fa. non Noi quegli dire fra noteremmo istituti le altre stata essere repressiva : l'altra moderatrice propriamente ambedue porzione una cose, e cosi per insegnativa dominato di ed istitutrice,ma in severità pari energia ;e questo perché la prima l'ardore la intemperanza dovea e una lottare e con gli animi capaci giunge a una e la e l'altra dovea condurre volontà d'ogni delle con abito. cose, esercizi che per pari nale meridiodello gl'ingegni di né privilegiata natura, una indocilità quell'altezzaprodigiosa, alla sommità della facoltà e l'invidia,l'orgoglio con spirito individuale: e avere cui li rende altrimenti is forzo si tinuo con- travagliosi d'ogni 28 Ora, che io presumo antica si quel vigore molto approprino quella e condizioni alle bene severità tuali at- d'Italia. Imperocché, menti agli eccessi, correnti le discipline che acuti, gli studi e credenze, meno sembra parte i caratteri e si mentate, addorriti, immiseed pili frequenti lunghi e la con che si fiamma vinca tusiasmo dell'en- quella voluttuosa fatiche delle l'aria stessa, nonché cui assai giacciono siano e e rimessamente, l'uso le i e persone oggidì impregnata. sembra luoghi, laboriosi delle con di ignavia, neghittosi oggidì sono questa le virtù ove gli sproni più l'efficacia con animi andare possano gli ingegni conviene da però e dall'altra,che, osservi gli e molli, le passioni mitigate intiepiditi e che le se cupidinis Evadenda Pravi elementa sunt et nimis tenerae asperioribus Mentes Formandae studiis. (Horat.). Certo, si vuol non quantunque a dimenticare strette, vigorose ad consentite essere di miglianza la e delle della fini io far debbono credenze comuni, per della e saggezza e credere che in le a cui che la viene gl'Italiani non affetti base, reggono ordinata. imparino e tevole accet- e degli prestano si- a e onorata virtù anno iscorare non e bella, equità, generosi collo convincere cosi che sul in persuadere subordinazione, altissimi son debbono sideri io le de- oltremodo, poste non ragione, infine, invilire: e discipline, padri nostri consistenti e giogo, la ischiacciare dei imitazione tali che come e dei Né mai 29 altrimenti quella nobile, quella e quale la Alpi, avi Dopo copiose per se io torno che trattano la del tutte bene accomodati potenti, pericoli viva quella all'atto Non uniforme la con regole, tornare popoli, ma fatiche infinite forza sonnolenza ogni molestie individuale la presso di e di ora e adeguati di oltre sostenere e ostacolo ritrova come esemplari le a e dinazione, la subor- e gelosie nu- quei precetti di presso altri difficoltà alle generale V incuria la letto intel- delP più avvezzarsi impedimenti propria potenza, Forse pisce conce- conciliare la docilità e tener man- tende. vi degli noi, ove, di giunge e difficoltà, Pindipendenza e dover che speciali a coraggio. sufficienti e provocare Porgoglio ordinarie, bisogna la ad non il todi me- ogni specie ostinatamente spontanea tiche pra- affetti di indomabile, autorità estinguendo fomentare e possono e fare a ed drire Punita, alle e fiamma a per iscorgo non ma qualunque e ottimi compassione, contro voglia zione, educa- gratitudine, gran iscorgo provvedimenti con la sventure, disegno vasto individualità delle di e stampe del? voi pietà religiosa l'animo attraverso per un i presso sulle alla e svegliare a di danni, là dalle rincontrarvi cuore privato, fortificare a il della di di vero tenerezza dettati ai fra formare fomentarvi Pocchio con dir a per formarlo di produsse ne e coordinate, azioni producendo va d'assai sembra documenti di ragionata nostri. questo, mi perfetta unità maggiore Romani obbedienza e maraviglie tante e molto docilità battere com- a corre oc- ove ; dagli accidiosi infortuni, pari cosi sottoporla ove e a la tare dila- razionai- 30 all'altrui mente di prosperità Ma io di o e che io le ed vede sommamente una volontà V grire sé, mai Ora, si in suo il educata a vasti e di insorga probabile; zelo o d'ingegno, per ma pensier ferva e che cose e e questo vanità si per quale il petto e intorno di si ostini più l'adempimento non il magnanimi. corrobori si un stenza persi- con concepimenti e movimento com- spirito. Né di colui noi, quale il grave un dello affetti vivi la volontà di dentro riaffacciando verrà si fra le altre di sciarlo la- non altissimo, facoltà al oggetto apparisca cetto con- profondo, quale e induca e cuore le tutte tempo saldo scopo non poi conviene mento d'uno efficacia,se per Perché ispi- necessità può rampollare non scopo la mente acceso ognun delicatezze e volere un sé tutto simigliante avrà volontà una all'animo, dargli valentia vista in ed nerare inge- a imperocché di a Italia in cioè petti dovere lascivie che pensi di riempia nazione, cospirare nostri fatta dare della torno in- riposare. che salvo nei cose raccolte d'educazione, cosi descrivendo, vo P indole le tutte osservazioni e meno Nondi- lettera. per dovrebbono nelle e che farle a più particolari questa operativa; ingegno, di il tempi abbarbicare e o rebbero richiede- prove molti e di le i documenti e salvezza critiche, debite dire, per dei qualità istituti forte e singolarmente questo gli di innanzi qui notate delle spazio rimarrò non di o mie copiose, lo comporta non tali fornite dilucidazioni che comune gloria. m'accorgo chiare, patenti fine un per per giovanile per l'esperienza quel in più, del accensione o a fine verchia so- allucina- presa delle 31 forze proprie di l'abito per mondo importano, cose della e che mollizie, le vani, nostri il che lo e spirito parte cautela mal uomini, né del mondo, la perché voleri saldi speranze e possedere, e a natura che delle illustratore filosofia educatrice assiduamente sceverandole che membra le e i vizi per e le suoi discorsi il dei e avvezzi ne disagio robusti con a il e cizi eser- silenzio; che il timidezza e per degli brutture il aspetti gran ad discretamente saperlo leggere. di in veri quei lo eterni coscienza ogni consiste, per mio veri gran in e quelle sa umana e quelle della precipua avviso, nel speranze diligenza da tutto di vino è di- spirito del Vangelo l'arte quei dei il germe sé per fecondatore, con il e tempi ora ignorare quali e zionali ra- cazione d'edu- metodo un metodo presta profondi e mille a fantasia della l'apra e sfogli ma gravi convinzioni nostri sfiguri nei o sublimi dei le consigliata chiuda studi troppe celie, i il sonno, ora apparecchiati animi le un faccia non delle la meditazione con cace perspi- all'austerità,a fuggire vuole invigorisca quali gl'istinti generosi quella frivolezze Si i e cazione d'edu- maniere, belle. Si vuole fame, la d'altra libro la virtù arti infinite or dolore, sottili bamboleggiare, giovani. tollerare molto assuefaccia ne mille per le altrettanto a ; cognizioni, metodo un gioventù religione, or delle linguaggio E alimenti adoperando lei,ora la di Tutte uomini. asseriva, adusi trovati con larghezza gagliardo e fino,il quale riprese, di io severo laboriosi,e assai fatiche, le privazioni degli e saputi affrontare rischi le come quanto e dei sufficiente una del notizia virtù sostenere travagli, per e in e tivare col- tive, istinciò 32 che di falso, di violento, di servile v' infra grandi confini i certi si farli e perfetta civile ; del materia, cuore, cosi quei negozi Ma io astratto riconosco nel appunto utilità, né né fin poco di cioè forma particolare nostro cielo ridente questo che e questo artefatti, ci allettano troppo insopportabile quanto distrazioni ai spirito mai, e di quasi frequente di con gradevoli ; poca lo ficiente suf- una una Questo educazione. suolo amenissimo, molti piaceri nostro cosi industria bollor noi e e l'ozio alla voluttà: stesso che conviene malgrado ciba, per e non io ò annunciato gaio, faceto nostro casi, io credo settentrionali, à per abbellisce ci procura di nostro condito e ai Italiani agli difficoltà sorga che in accennare Pure quello ficuo pro- Stato. V esaminato tutti molto assestare peculiare e facile vivere lo ed loro solo un in massima convincimento. qui esposto principio, dello cui saperle dimostrazione in la certe e torna che nuovo dottrine, questa per di di operare esso al bene necessario bene sentimenti desiderio solo cui in dei e al rispetto alla, solo un frangenti, talvolta e dal e necessaria indurranno produrranno quella a compiuta fede, un la denza indipen- la e degli affetti cose a nuoceranno è nendo rima- eziandio ma franchezza non e ispirazione, gli animi comunanza come sola una dovere, reca la naturale che azioni Cosi, uomini. energici, la la uniformità e supremi giace di superstizioso scaldare nulla per imperocché credenze della ed operosi dell'ingegno unità gli potranno individualità, estrema basso, di introdotto anno solamente non di non ci invitano che è cezza; dol- gran conversevole dire, lo e spesa del mento, svagamille sangue ci 83 alle trascina nell' lascivie, la imparare fatica senza una a A i rimedi: ciò dell'animo la che scosse elle di educazione questa maniera e le novità sono i quantunque le somiglianza con la fossero quali le logorare essi quindi il e silenzi e di quelle quel parlare le vie al per tutte bene, e figure dei del 3 — Mamiani. e chiamare delle V abbiano del E poca loro tempo nostri, non in di servitù tanto per- tempi ricomparire degli animi; tempra zione, dell'educa- magistero considerare a più filosofo, troveremo, di per quei prolungati eh' erano la scorgerà per sensi riti, la vaghezza dei si sieno uguagliati. affannose Allora umano credo cessavano non prenderemo prove quei all'ozio, alle libidini, la di di E cuore non i vizi il la mente del dei alla poco vile, cidai la pensassero stimo, le ragioni riposte novizi. ai per con noi sioni pas- fatti,che innanzi. poco sociali e opponevano se delle cancellate neppure bagordo a di fiacchezza dei vita loro inclinati poco quale io che ciò a tenti con- sorte tumulto la scienza per tendenze al e vi minuto per che me il contrario più parte tranquillie più di qui moderne, quelle naturali e a la e grado a riferiti condizioni svagamento porge speciali dell'ordine superati, forse ancora ci due non prepotente pratiche disciplinari della stati allo dal grado a sembra antichi, se vinte e condizioni metodi nostri lezza agevo- ci fa stare lascivia, l'inerzia in certe insorgono avvisare so dalla e arti e mediocrità. non sono virili o io che o praticar le piaceri dell' intelletto,e povera tutto nel e spontaneità stessa date domandi sapienza simboli, dell'insinuare profondo amore a arti soccorso e ed tuale abi- la solennità singolarmente la 35 signóre ad assioma, far altri un sempre la e ogni d'altra parte « si ch'io e della tali sono Sono la seria mi- io poveri i gravi delli profitti buon ogni penso male e studi cicaleggio nuovi cano moltipli- si agli tanti e e scioli; che il polo po- italiano vervi do- sua. d'un m'accenna dell'Alpi L'avvoltoio può vedere i penna rapidità ignorante di assai sua nuoceranno l'opera Marzetti si articolo suo un godo d'Italia. eh' prestare letto ò aiutare all' ritrarrà ne Il Roma cantone pascolo daranno che tempi. probabilmente scritti; sembra me ostante non maravigliosa con a vera, mondo ch'io ad che in ma dei di » apparecchiato giornali al Baldassini Album nell'« nemmanco bene gran che verità una sembra tristizia al Dite fatto col prova »: che è intitolato giornale scritto, questo e dove pubblica? di Addio dosso, Di e se Parigi, Rue vi troppo li 12 de la Scusate cuore. agosto Clichy, pesa dei briga che vi pongo sul gettatela. 1839. 66. affezionatissimo Vostro Terenzio. PS. Leggo della di una Mariuccia? Mattioli che canta: è forse gliuola fi- 86 16. li 28 Parigi, de Rue Caro 0 all'abolizione delle avendo non mi ai le vostre degli imponderabili, in fermo un'opera una vi nuovi concetti molto le forse Ma ponderabili. ogni modo, dei se potersene avere un cenno vi di schiena e dei corpi e lo assai ponderabili io eh' io andrò a e dire meno, al- o a cielo d'esibire io puto re- a quelle più dei i di accostare non peggio. e indicazioni, migliori Leggi sfogliarlaperché fandonie dico di sito propo- degli atomi; sembrano mi con lodare si propone occorrono qui luce, quale sull'etere dottrine alla la utile sarebbe le voglia Sento dell'Avogadro cazioni indi- biografie oltre che mandarle a delle date mi e capo. venirne universale che io penso di convien raccogliere dissertazioni quale di mi circa all'attualità nuova ci lavorate che di teorica che la profitto;ma che più, quella frase e procinto almeno La industrie dettato mio di speranza oltremodo, voi fo ne che principi adeguate. e ristampare consola essere fine questo buona precise voler a e tariffe,m'accorgo piuttosto guardare cose ringrazio per corrente. alle intorno vi voglio condurre franchi dell'anno mandate mi napolitano e 66. Clichy, li 435 settimane, quadrimestre che notizie romane s' io due son dell'ultimo Delle 1839. fratello, riscosso, conto del ottobre e A pensaste numerose, prender lingua vetene scripresso 37 questi sapienti che portavoce che induttive castelli Fanno a è dir vero, soverchia una Io notabile e favella Della mi lo Vi vorrei voglio del garvi pre- linguaggio; Merloni nostro notai quale potete viltà nostra darvi guar- questa dico Pro che il II il costerebbe il più cese fran- tristo un pudor farlo,eccetto per che moderna nostra divenuta teria ma- io stimo soggezione e quello della italiane. giunti dei doppio, che caso e voleste agrario, invece ma codesto di elogio il vostro né peranco regolamenti un del grosso ospedale che prosperi. scrissi ed à mai Dasti lunga ufficiosa e tesissima del con la suo romanzo. spiacerebbe non ricevuta quanto quale poco v' informiate perché riscrivo ora giovane copie generali. pure linguaggio, perché il fascicolo esemplare queste pedantesca per sia vi sono né Lomeni, in forbici. alle Non proprietà iperbole, è senza ragione scampare tutti cosa dalla e vergognoso stampa vedo Dio del desinenze con non frivola segni della che, viso V'av- purché vogliate. purità i tutti D'una trascuratezza che. solito, ma per la di sa di di o leggi fisiche nell'elogio del ò per non della fra abbiate bene assai non di si pescano. che ed comunicatore più astratte Ispagna in e lavorano e che quel sapere d'arco parla e suona Tedeschi i materie che, servirò e risposta una potei ad una il dono accompagnò l'avessero Se perché avrei che lettera sua di feci cor- due mi trattenuta taccia di il se villano e superbo. Mi chiedete sta per della uscire; storia del il ritardo Libri; è il suo proceduto terzo in lume vo- gran 38 parte da d'occhio à tribulato che l'autore qualche tempo. per Mille Addio. Madre. al fiero mal un d'ossequio cose Ricordatemi agli amici Salvatori, al Perfetti, zetti, al Bertuccioli. d'affetto e signora comuni, segnatamente al Cassi Addio alla di Mar- Giovannino a nuovo. Terenzio. 17. A Amèdee Monsieur directeur la de « Eevue Pichot, Britannique (1). » Monsieur, J'ai dans lu, article un et conte signó juge de M. à des conclue Le « signature, à « absent. dis « que « les 26 le (mars) Je verbal Scritti 1853, pagg. de mais M. j'ai Terenzio à du 25, Mamiani. je disposition où dit: leur seul, qui ótait figure ne ma provisoire apposèrent Pepoli Mamiani séance politici di 599-40. ministres de volution re- capitulation Benvenuti, Pepoli seul, quoique de la la de Cardinal Pexception nom autres; les la 1831. en le ra- de le Grouvernement et tous écrivain cet compte entre Provinces-Unies « (1) centrale rendant en où Revue, votre les événemens manière sa de numero Mazzini, par V Italie Mazzini, d'Ancone dernier le est — sache pas parmi le se procès- décrétóe Firenze, bien Le la ca- Monnier, 39 « pitulation, dont « fication où Il et dans a y regarde, la Pesaro seul bien été témoins la une erreur tiens du la ni Ce dit signature majorité roles dans duit fut on décidée ignoro que rectifiée document Votre la de pour tei acte vóritó des M. parie Mazzini, traité un Benvenuti de tulation capi- précisément porter ces sur la à fut prise pa- attention, son demeurée soit pièce authentique par publióe 1831, dont devait plus erreur mandi, de la que il est en ont mains. ses Mais qui qu'un sait constater c'est Mazzini vrai cela que établi avait d'entamer voix, et M. que s'il est de que Cardinal le des ainsi la à procès-verbale au monde le résolution avec adhérer personnes qu'on procés-verbal, la que à rapportés. sont mème il residait ni les toutes tout valeur y n'é- Pepoli et moi, c'est signer, ma róunion, qui M. voulu n'a sóance, d'après l'usage faits me fait. du d'autre qui préfet. par j'ai appose n'a fait de Grouvernement, de rati- rectifier. à qui reconnu chaque et lignea la que joint. » capitulation d'Ancóne, capitulation, Si trouve ministre est n'est se qualitó en 26 nom je membre pas Le ces du traitó son que de Lors tait et le facile dit que à l'unanimi cette par dont erreur du capitulation té. Dans de M. ce ainsi et été inAr- événemens du 26 M. Mazzini a été qu'on le voit la trouverez politesse, Monsieur, cas, Armandi a general les après mois la lui-mème, vous qu'il croire brochure une quelques il est de mars avouée par le copie ci-dessons. votre loyautó bien 40 connue la à font me qui esperer de connaissance a Monsieur Agróez, considóration De le novembre 16 bien porter rectification cette d'importance. Directeur, distinguóe le Paris, abonnós vos bèaucoup moi pour voudrez vous que et de l'assurance de profonde ma ma estime. 1839. Votre devoué tres Terenzio Mamiàni. 18. M. A ancien le sous de PItalie de róléver dites, centrale une membres puisque qui savez que le (1) Op. neuf d'un ce fut procés-verbal cit., pag. 541. dois Je pas délibórans, la dite que le dinal Car- par les complète, il y oppose; moi: Vous rappeler, vous fut ne absolument de avec Tunanimitó à prócisément necessitò d'Ancóne, négociations membres avis la capitulation prise pu- événemens óchappó. a unanimité cette les dans vous Gouvemement. sur que la en fut que fut qui de dans vois me de venez vous que part je d'entrer du Monsieur, Ma erreur Benvenuti un », Poccasion à « : Bologne. de Grénéral, (1) Topuscule ti tre rósolution la le lu avoir guerre provisoire Monsieur Après la de ministre Gouvemement du blier general Abmandi, le c'est résolution eut en et vous pour annonce cela 41 quelle fut prise l'unanimité; de J'ai que, encore donne croire, la véri pour la toute des et votes, à non refusai cela que je quelle fut conclue. pour lors de raison amour je majorité convention toute par que c'est et la signer la à Monsieur General, le té, vous juste trouverez publicité possible à cette lettre. Je suis etc. Mamiani. T. Ministre Ancien du M. A Monsieur Je lettre. votre la amenèrent verbal de la vous-méme séance fai re neuf sur le pour tans suis la tice Veuillez méme Je je motiver, de dont d'un avis l'unanimité, épargner des huit c'était details opi- oublié de et que regarder pas majorité des et diversité n'ai traire con- prendre sans pouvais la qui le procès- signatures, je une bien à en mes manière persuade, sentimens supprimés, de prie vous jamais votre étre se avoir les l'idée avoir de peu de voix assez impor- croir de puisque 541. vois qu'en agissant dissimuler la jus- le Comte, et agréer distingués. etc. cit., pag. je penser. Monsieur Le (1) Op. débats comme se été question les simplement et fond, Au de mais pouvais ne due est temps suis fàché déplait; vous sorte qui les toutes diversité devais auquel je ; mais quelle qu'eùt beaucoup pas maintenant cela que la été avez conseil de il est l'ensemble. pour Je de lecteur, vous du sans écrit. mon diffère ne et dont pendant que, signé purement discussion; dans mention dire revétu unanime, la pendant nions été a comme (1). circostances de juste opposition résolution la des membres avez votre Mamiani d'Ancóne, autres vous de acte Il est des Bologne. de Comte, convention celui a Gouvernement comte parfaitement souviens me dans le le i'Intérieur de General Armandi. en 43 dava molto ; la natura religione per ainbidue, ma perché noi grettamente di presso dei le ignobili e pusillanimi fu morale i costami e sufficienza facilmente Quanto delle ogni è poi alla opere sia cosa in in Giunto mandarmi Roma a tutto del 16 anni, intraprendere quelli che essendo giorno prelato che nostro parente, pregiudizi Costui relegommi rischiai dell'infanzia. a studiar a' chierici. ogni ch'io dalla cosa e nel teologia e io volea non che fu saperne forza fastidi. il pio in tutte né a di svestirmi a siastica, eccle- vedermi custodia un tela tu- e Galeffi cardinale nelle rifar lacciato al- bizzoccherie. di di che in tanto dichiarare là a ciò in nato osti- protestare e prelatura gono s'imponalieno tanto di l'età mandommi le funzioni e fra bimbi nuovo romano mostravami tanto di meglio carriera collegio e pediva im- e ufficioso,quanto e un pensieri, o di nella ecclesiastica inflessibile,e durar deliberò studi alla seminario far Ma vita gli me rimbambire Poi poca dell' umile- e padre affogato prima di mio molto di e dei monachile tanto uomo la e zione parole, l'educa- due desiderio suo prender divano impe- combatteva abilitano sperando volea da quali nel e in compiere a ciò altri ad e fuori, le sia di all'età fatta siflezza mol- fatto m'à amplitudine stringerla a che degli affetti,all'energia e casa, tenea genitori povertà santi Nessuna fortuna; questo della e una e perché miei intensione ; insomma mia de' della meno pietà me. a rigidi all'altezza e anche e insegnano s' poco siffatta ma buoni fede sensi coi conosciuta disagi ai la e e morale genitori virtù ; della ò mai loro di lato miei insegnata delicatezza o dal poi severa né tre di dozio, sacer- anni di 44 quelle zimarre schiericato ebbi fra Ma delle forte vansi egli io lanciavo di l'accostarmi sdegno alla tutto il clero era incominciata mio di i sentimenti dall'altro e di dalle qual so che generoso compendio e mi conceduto avevano alla molta e anni Poi per Puso e quei in paesi quel di ideologia e de' — filosofo ogni per La la sistema libri Luigi — sensualista — ». l'animo nelsoli dogmi ne' colta di Destutt Claudio (de) tolici. cat- La logica sul genio ch'io sempio l'edi feci Tracy (1), de n. due liberale e lettura di istruzione grammatica Saggio affetti tardai disgraziata odierno agio. Tornato piaceri giovani ti, per persona dei Antonio sul suoi di tempo yDestutt. Osservazione de' in maestri dubbiezze esame, tile, gen- leggere mio a credenza ogni impeto più e mezzo (1) Trac « perdere a di lato un attinto i miei molte già audacia da avevo che tra puerizia, lasciatemi pochi poeti con cuor alto, di bello, di di studiare cittaduzza mia altri da' poi licesimo, catto- nel fede io romane e di re avidamente greche storie di cosa facevami ma guerra della i terrori e nel- e parte insegnato dura dall'usci sin pietà non Una versava orazioni in e tro con- assai ignobilità del praticato romano. e opere, mie ed ipocrisia lo vedea quale da la e credente eucaristica, mensa ribrezzo e nelle lacrime giovinetto romana ero di e così curia nevolenza be- cara scandalizza- suoi già Papi: sentimenti abbondanti spesso alla e dei temporale religioso ero frati a' che cia in Fran- una colleghi i ardite parole contro al dominio tutti romano attuale mostravami saro Pe- a seminario il nunzio che e rimandarmi e Nel gli altri Fornari monsignor prete sempre. per maestro a da cotte e 1754. pubblica e il trattato e le opere Scozzese. Elementi — delle del lontà vo- squieu Monte- 45 io divenni fatalista. temeva essere inorridiva tale Ma e Però a che quelli la e la me a alla la per un quella credo i mali sinistri gravi cittaduzza dove che industria più. incontratimi poca licenza pensassi e si solo a a cosa. odiosa da' porli tutti Fuggii da e guadagnarmi me ne la vita uno data perdere dolore e in non un d' altri fascio quella a di la petto di a corsi genitori fuori la infermità miei mandavanmi il è che Certo d'una cavò angoscioso dell'esilio,delle divenutami ottenni e monia santi- e segnò fu de' setta più mi e come più tempi salvassero mi là virtù gran sventura tanto e in sventura La sopporterò assai paiono la stesso, alla corso dell'anima nuova. donna io avea che alla me piantata già apparteneva padre morte di più la libera franchezza l'avrei rischio Cosi anteponendo veder di gran lacrimosa lenta che quello io coi pregiassi, e cosa amava d'Italia molto mia niuna con modo gentili donne. e speranza però buon Vita mia la ; credo mio Una amata mi quale carcerato del anni beri, li- dire meglio a cludeva con- cosa. ogni a davvero belle diceva e qualche e d'andar della che di vent'anni zugo; volta. 24 salute Carbonari di di comune, bella, la che delle fuor voluttà, mia tali paressero o ogni a costringeva piaceri, io ne fossimo come anteponiamo io i dell'amor cioè patria virtù forse e agitata sempre virtù con fino all'età vissi ma operiamo ricordo spirito e quasi la coscienza quietare l'onore e qualche a cor an- mi delitto porsi d'accordo soli ben opinione destinato per l'onore conseguenza per lo dicendo, e ultima e profondissimamente turbavami che affatto materialista mia Firenze dimorare, con la mia spillatico che 46 alle che molto s'affaceva davvero di di no, morta, tu, tu vivi il era udite Ora petto o e mia mi brillò forse che meglio che in l'anima la sempre di mi consolò e non opposto al al mi e massime e di trentanni divino, in a divina assai di e plata contemun'idea come finito obbiettivo specie una verosimile di poi a ricevuto procedere approssimai conversazione più fermezza in la combinazione nella avessene nella ligenza, intel- avremmo allora io mi più soffio foggiaimi detti fortificai, tornai dai e questa universale un irresistibile teismo, defunta; lampo ruminandolo Ma materialismo, d'alquanto Nicoli ni come lenzio si- tristo cara avrebbe l'intelletto gagliardo nel individuale, parvemi impulso vivi, che tu sciogliendosi Insomma poco. se come sei non universale coscienza nostra che del d'infreddatura un universale mente. panteismo era e alla presente, divina ei cevo più giorni gia- un della noi coscienza Dio a come presente, coscienza da quella a nostra morendo quivi dalla Cintia, pensando, mente partecipato sostanza tu me, febbre una cameretta, materiale della da modificazione una tra io segui; piangeva spesso della quando idea, che letto ritenutovi in ; allora quella gentile. di quel il Ma alla distruzione mia o ancora, nome figliuolprimogenito continuamente gridava io il pochino d'Olanda Re già impossibile credere essere; tale al conosceva, dentro straziavami nostro al io tologia», nell' «An- insegnando e più poco a articoli francese Bonaparte Luigi diveniva mi dal che greco bastava e nome scrivendo spille.Campava traducendo dolore al a in e l'agio belun senso bel bello del buon quei timenti sen- più religiosoe cristiano, su. 47 fui Firenze Da militare nell'Accademia più di due mio povero padre m'era solo che più tardi rivoluzione rivoltura politica che come trovolle; laddove nome appunto che dire ed a chi fede credo non nel io e e rispondeva corrivo punto non libri di Machiavello dei diplomatici indusse a far loro il « : comando, solo gloria con gran di de' di chi perché il proclamava sicurezza e Machiavello Principi non ove nuovi non quellodei popoli loro. »: mi si salute io s' immedesima che che ò fede non sovveniva mostra Principi piena Cosi non veduto av- l'utile con alla necessario ogni imparato de' però quel principio, perché proclamato ma terra; avere ò me quanto e in d'uomo aria io per durano e di francesi,del le promesse che tanto sentire certa : nostra espansiva molti, con a fanciullo come da' sùbita facile è non a erano principio, proclamato intervento, ne' ed poi ripetevami, mutazioni paesi più destinato sia il pigliano l'Italia e vero, dipresso un miei libera rigi, Pa- in semplice una a insperata, sarà stocrazia ari- non profonde de' più alta mi e fu e gridando pura, bile, nota- pregiudizi. Un cose e miglia; fa- di piemontese rivoluzioni gioia libera, sarà quella le quasi gioia più certo lasciò prorompeva , L'Italia 1830, La nuova io del violente adducono. seco quella a dalle la ambizioso le del morte quella rivoltura troppo non necessità i suoi e accadde domandano lettere rincrescimento noiosa boria sua dalla altre con e di dimorai ove casa talune grave nome con Torino, a lasciai la con di da e Torino cosi professore a richiamato anni, né anno chiamato in nità, solene alla sentenziava l'altra gina pa- l' interesse sempre con 48 qualche Cospirammo alla e risolversi libera; dar a perché Bologna e la alla io giugneavi ma di Comitato al provincia tenni serrato benché noi In tenni nemmeno Ancona un colleghi i d'intendersela Latere. A perché il Cardinale atto senza credeva si Però accordo e Abbattuto quel fui verso volta di la sera, Corfu. e solo nascente noleggiammo alla quel nuovo il fogli, porta- dell'interno. ben come vigore à non e il e dere ce- sacrificio futuri il nociuto a partito, perché di li per pete sa- Legato decoroso prigione fermamente quindi gessero, eleg- stini de- cadere, cadere. ignobilmente dissentii né pernicioso quale alla d'un mi toccò me che appresso Benvenuti di assai di decisero nostro nessuno della compiuto. mese sicuro era esempio d'Italia, ma né parve me in quindi e A cardinal col a bisogno Ministero miei mano discorso membro oggi, del noi gnole; roma- deputato il parole unite. provincie dicono come dar notabili; un mie di città per spedi giovine assai, delle governo le renze Fi- mene. ognuno forte, fece che e alle quelle a dimostrare per meglio di poi magnoli ro- fatte. mi dei caldo molto badassero Pesaro parea a e cose a congresso po' un governo Ma Pesaro non Bologna notissimo verso mai perta sco- i capi Bologna alla sollevazione a fine accorreva sollevarla i con Modena di insorgere Il prima me intendermela L'accidente fece della mossa mandavano per dire puossi mese, un da a non di sottoscriverlo. io ed governo brigantino Salpammo la dimane quel progetto il ci vedemmo i miei mercantile primo correre di leghi colper aprile sopra 49 due a ed cannoniere di bordo quelli che presso sciocchi molti le e zelanti Tornati dell' scoperto sul 1' « Idillio tardi nelle mesi vi sui nuovo » che legni striaci Au- fummo vascello liano Vita- io scrissi il fo medesimo io era leggieri Colà del però carceri stemmo dirimpetto più per di e mia a e Marsiglia al Lido San eh' io prigione e tutti di Tre e venni preso rante dimo- greca eh' io vedeva molti con sopratutto Severo. ginale. grazioso ed ori- bellissima una segni proscioglierci gioivano, ad gli occhi. con i 38 più e si numerosi assai solo giunse ordine sbardellatamente Mamiani. tempi... furono parlavamei letterine quando menarci ore i politichedi per alla d'ingegno, e di S. Andrea dirowi fervente amore cupa chiuso, son d'alma romanzetto me a ov'io gli accidenti un nella e s'aprano nuove e Quanto denso poi nel forte da comporre — moria me- quale di venne come », fantasia di Passammo 4 il appellazione) dove prigione fiaccato All'alta mezzo Zucchi bordo nell'"er della Non sventura a quei versi: Notte via Sofia Venezia. a ironica Quaggiù di di verso Patriarchi ai con sapere per perdei rescrissi Santa a tutti e vela (trista ed ogni Inno « generale prigioni, prima tenuti un solo e alcuni cosi paura: brigantino riconosciuto e facemmo d' il Ancona, ad travestito noi vari vana acqua da gettatevi ricordati più non in stampa. a con andarono carte di pieni e i frammenti sono mie Ci rendemmo tedesca. confusamente tutte versi fregata una consorti io solo miei avea e somma, Ine di di gli 51 del amicizia libri del libro fatto Ma lingua altra cosa acuto l'ingegno non il sapere miti, alla lingua, La lato giovò ma non in studiavansi dottrina lo dagli anni e linguisti ; del che bene il genere del fosse umano si scaduto amici suoi levato al- vigore raccomandare medesimo dato fred- gli facevano che non teria. pedan- d'invenzione; Monti sembrando imitare Roma in i pedanti ragionava allora salvo tutti costoro che a dalle primitive facoltà creare. Cosi m'avvezzai maginette e d'altro narista semi- senza ma sempre corteo per altri venni senz'ardire e il vecchio dal nulla povero dagli classici sentivami imitare da alla ticali. gramma- a taluni e erano rivolto lettere e Betti nostri affetti contrario del ben l'arte adunque dei di e le era affetti compassionevole una Cassi, Perticari gli quivi mondo, con Perticari poetico. D'ogni rimediò io eleganza discussioni non di potei ne di tutto alle viver dal allora nell'amore per Roma al Biondi, Borghesi, di e che nel perché il meditare erudizione segregato stile inventivo, scarso, perché Dal dello e il gran parte abito certo in cui metodi, e migliore e e mi andata mia questo gusto e al difetto d'ogni frutto Dirowi conoscenza scuole buone chiuso il il buon della di e trovar mondo. cogliere fu nel del e la supplì alquanto Pesaro in d'Italia. parte più sopra) che Perticari trovavo molti niuna il notava (come già mi in compiere potuta vedrete juvenilia. quasi di ciò a far tutte segni versi tolte a troppo cucendo frasi prestanza dai frequenti ed im- classici nelle mie 52 Un vi dipingerà quella trito men alF Nicolò, felicità nell'ode e » faville di novità, morale canzone solo manca paiono » a cui, per a quel che lune ta- già forma una vantare un sembra mi di invenzione più più spontaneità e dirovvi occasione più fermezza, Umana « adombrata v'è anzi politica e proprio, carattere Missolungi « su tiero sen- un canzone sulla quella in » apri poetare. Nella al meglio letteraria. mi precetti i libero più e che raccontarvi di educazione pili che Imperatore « anzi sorta mia fine la natura Alla di voglio picciol caso stile. Di presente di concetto chiesemi mai sua qualche Odiava sorella. si temi a di dettare potuto inno doveva della affatto del fra inusato che fu in ordine della grazia 1/ Inno josa. storico, pure toccato estetica di tal sorta qualche parola di trasfondere nella di maco Calli- d'Inni da e sacri quelli di cui S. Geltrude a inedito mancò. lettera versi di- Della componimento mia stico mi- e di quel giacque ma di dei colori fama tanta anni, perchè quella monacazione intenzione e differentissimo e avrei chella mona- nuova ascetico di vore fa- l'idea genere già a la torno in- tal che occorse anzi secondo noi negargli volli tentare e di versi quello Omerico, un quanto me scrivere cui nome menavano imitazioni primo di larghezza, apparivano il mi cristiano cosi produrre Manzoni scipito, dell'Inno splendidissimi e me il prendere poco fra Geltrude, subbietto in un meno Santa a allora a Un monacazione volgari, ma ruminando e la per io fin da e Omerica. ufficioso e verso scempi seppi non un benevolo nel entrai foggia alla inni scrivere domenicano frate quale a ò dedi- 63 ad catoria Barbier Augusto dell'intenzione a mio, di genere tendenze di lo cercar ameni ampollosa monotonamente e delle e i forza a l'orribile guisa per plici, sem- affettata, falsare di il linguaggio fredde di analisi loro prestando e come subbietti in tetra, passioni sottili moderna, fuggire trattarli nostrali,e e vivo molte contrapposti dell'arte di al combattere strano, l'esagerato isvogliatezza fantastica, tutta gl'Idillj, vennero dei lodevoli lissima, nobi- e civile. di pretesi ò parlato poesia una noto, la virtù per certo non quella cui in dell'esempio è vi come poesia creare religione vi proficua degna fu di e di calda e gì'Inni, Dopo lume morale, parer impregnata distesamente e tunque quan- energia febbrile una e pazzesca. Volli anche e mostrare le sdolcinature e graziosa novità in quei perché, che nella molto mei poesia nelle Nella Eroidi oggi curato assai ogni « corti, dire oso teri carat- con bene e come disattento; morali meno quel che che un onore moderni, da sentimento scrittura prima per in le voluto, quanto ho » concedettero, riporre di in dussi intro- però specie particolare una molta a propri. non adatti molto tre e tichi an- singolare varietà, una o bucolici luogo v'à poesia campestre due segna Similmente forze Gessner, componimenti eccettuatine ciascuno di de' le idee ricantar nemmeno l'arcadico nel- sdrucciolare senza come, mi or genere di si quantunque sembra si vuole alla vrabbondanza so- effondere poetica. « Eroida » si svelano aperte sono le ad intenzioni cosi rarie lette- ogni occhio eziandio quelle della seconda. 54 Nelle lettere voluto nel dunque che Boezio dare sfogo al parte V Italia contemplare e colle confacentesi nostre Del à quel fuor dettarle molto A io far che ò non dalla trarre in fascio nel vena e : alla difficile solo a nel germi è stato giore mag- lasciarsi delle guerra di lettere mettere e noi latina Convien nostri storie vero nella popoli troppo ma e tradizioni e in ogni dunque nostra affetti,nei mente, resti e e in cosa cercare delle meno religione, nella ingenuo cile fa- cosa stemperati dimenticate, meno tempi, nostro di al possibile ai delle lo straniero nell'indole è politica; gente ammiranti dei nostri il carattere a Ciò mezzo per e lui in imprimere viventi tato segui- sempre italiano. superiore. nostro, nelle d' m'à servitù, dimentichi spontanei italiano. a malizia e impotente e e nostri ben sconoscere propria, civile patrii, dai gusti dei vizi i nazionale divenuto cuor picciola mie direi quasi conveniva desiderio e ed divenuto noi e intitolarle, sdegno e farmi a alle bisognava mia contro concetto vita è usi tempi pedanti. sfigurati dalla degli la e muovere poetare di esito attività e poeti forestieri ai nostri e dei e mediocrità il carattere pieni buon corrente coi altro Un lissimo nobi- virtù credito moderno più con servito à coi dar a propensioni ciò ò tentato oggidì mai pensarle, comporlo, dell'uso ingegno che nociuto mio delle contropelo tempi. più che parte sventure. resto scritture di ò dolore umiliata, e esempio un moglie quotidiano mio scaduta Boezio in rappresentare alla scrive ogni nei dizioni, trasformi digua lin- parte 65 Questo ò io studio, e certo debbesi scopo, alla Similmente ò ed di cercato ò non e roso amo- lo raggiunto troppa insufficienza freddezza a lungo con nulla per attribuire intelletto,non mio se fare di procacciato di ignavia dalle trarre del volontà. condizioni , dell'Italia speciali che inchiuso. v'à Ora nire. avvi dolore poetica del primo confessare a versi, colpa ad abile E questi coloro che solo che ? tto delPavve- Quindi quasi io sono miei fosse non suonar nella parlato che lettera io credo dotto con- per undici gli negli orecchi maestri di monia. ar- da che anni io italiane parole buon ed valutati fossero vorrei liminare, pre- aver possibile perfezione va que' buoni che gusto in aveva. delle mie medesimo non salde ò indicherà il sembra non mi ragioni la qualche attuata bontà pregio si e del possa larghezza intenzioni. ancora io questa che concludere posso estetiche imperocché con quelle troppo già detto, intenzioni poetare, Dirò il scrivendo, combattere di sforzi sanno meco porzione mio subbie maggior miei Restringendo se fra e l'ispirazione a' manca qui aggiungo a sento non Italia presente più profondamente speranza stilò,ònne lo sciolto ò del è allo e né se gna vergo- ispirare. Quanto più che non mondo della e la magnifiche e al cosa sentimento il tedio del patimenti animose certe speranze i e poetico fra l'Italia Vive V umiliazione le il moderna son poche parole intorno miei versi nei leggieri. ai difetti e vedrete che che levo ripur 56 M'è a che avviso comprendere bidue il mondo subbietti interiore che brilla forse un che i miei In secondo mancano di luogo, appassionati d'oggidi versi sul la mia « e Cinque greca Virgiliano. Ora, giungere delle mie troppo a del Maggio ». a io simile dall' intendimento ò a me tentato, è stesso Barbier) superbo è ed e questa parte che qui solo ch'io non la emulando dello stil pensare difetto terzo dall'allontanarsi In tre ma ò il mio A quattro o rendermi che aristocratico. l'Ode nel- come pur Un popolo. il e tenue da credere vero, Cori colori i e dice avervi di lode confessovi (come sopratutto nei matto del idee, ostentazione poesia però l'eleganza, dell'arte colpa aggiungo Una gran mio d' pure per squisitezza. a più parte cui Manzoni son non mento. fram- tori più parte degli scrit- mio, semplicità affatto, salvando violenza Dio quelli poesie giace componimenti la di appena e Dicasi cadere tetico pa- scioglie la di manieratissima una la di e può aspirare non davvero moderni. i lato in sentimenti vi e leggiero di quel vigore qual distanza, Ma miei tra' di trovasi varietà, per tissimo cer- d'Italia e versi intensione sono questo miei è maraviglioso tanta am- natura, Or Il sole qualche i la versi intreccia con consista raggi e miei dramma annunciano quella pienezza, da de* cuore di forza. del ma quella divini toccato. catastrofi sue poesia esteriore. più parte poco, versi abuso il mondo nelTuman le continuo de' suoi leggermente o della dell'arte, l'uomo e nella affetto poco illuminare e i gran la eccellenza popolare quasi mio egregio sminuir penso, come fatto mento sentiamico questa quasi 57 oggidì, tutti andare può del di usi ed eleganti della la che volgo la il di né colta far della luogo volgare. famosa canzone ciel terzo d'idee, pellegrini più potersi e v'ha come d'affetti, alti, che quella E vive stimo dotta più intendendo dal capita che cosi testa che Voi « popolo. fini, più plebe, direi, pegno Dante del più fuor poesia civile consorzio poesia, Metto altra lingue sommamente una era le per porzione a darsi non movete né Firenze, di non » d'altra parte mie poesie d'Italia. ultimo Un è il non che forma altri mèta voi a avendolo inteso nuovo ed vera versi; di nale origi- «L'Ausonio » individualità più miei alla questo e ragione gran e carattere ogni Nell'Idillio giunge Foscolo quel ad che certo parecchi nelle riconosco loro profondo novità non io domanda. si più in del la e poesia è che avere individuale non difetto tal quella diceva dire di novità dei il e., stile e golarità sin- «Sepolcri» Boneschi dalla p. mia con propria bocca. Queste pietoso macchie io le figliuolo nel mio non m'accorgo concetto, per conosco sminuendo vo e d'altri nulla. ne* versi senza simiglianti miei ; forse avvedermene e maggiori da 59 volta di tologo che il e nella nella razionalista in e virtù della ragione So che il Massari ogni mia raccomandazione buoni coi di ciò perché l'amo Parigi, 1° al de Rue la e tivi intui- giudici i gerò aggiun- solete come darammi stimo e ; pure voi piacere il Massari salute vostra alla del Clichy, bene fare solazione, con- e degnissimo grandemente. credete ottobre da credo io che ma nel versa soverchia e Italia che amicissimo, vostro cogli amorevoli io astratta, un morale. accolto oltremodo nostra Di è pensato sbizzarrirsi forte senso e perché e Curate la del e il vederlo che afferrar Pon- quelle sempre verità dottrina ogni bisogna ho possa delle speculazione in io Io puro. metafisici dei pratica nella genio, facendo nel l'ingegno poco e darvi per voi e profonda stima per e fettuosa af- 1840. 66. Del dev. vostro Terenzio e obbl. amico Mamiani. 21. Alla Ottavia contessa Illust. Da al signora tempo gran mondo un Masino io segno legano la morte (1) Poesie lei, e di che Terenzio dì riconoscenza Mamiani. Mombello. (1). (Dedica). desiderio evidente e a Contessa nutrivo quell'estimazione di mostrare quell'amore profonda medesima Parigi, di potrà, 1843. che e di mi io penso, 60 trasformare, giustissimo la incertezza troppo o severa, non ma dell'animo il mio. Ora, qualche solo interdetto alcuna mi volta dalla aperta dei è fiore di Io tutela di bene cose Ella piante e far di loro conosce il le colore della modo, quantunque dalla quale sempre lungo luce qualità, il patria che la semenza i fiumi feconda di e di succo, e cotesti pertanto non io cercate di e a l'amor alcuna del la si Babilonia cosa e la terra vi porta dolcezza. d'essere climi sotto la appare sieno assai di il e patrio sole. Per gli spiriti loro, favella, ogni le frutto fragranza poveri Idillj riscalda so corse un che portare non li sgradire non come la cendo pia- non privilegio degli uomini, e che sotto pongo vie, assai affisse al terreno, non cresciuti nel fa trovare e abbiano mani cortesia. battute e l'aria dal- e tra Idillj, ai quali viso, almeno buon suscitatemi lei, la quale a nome suo la prego proprie diverse zone io domestica, pianta alle Ed felicità quanta di timenti sen- innocente, dedicata le vecchie correre Tuttavolta, e al certi veduto e e tative medi- stagione sono benevolenza questi poveri con nuove. di di pertanto consacro sua della d'essere che per cose in carta gentile, affettuosa virtù, in fantasie, io mi campi, nobile, e avendomi mettere amene ai passioni occuparmi temperanza degnissima par di certe e materia una di conceduto soavi medesime infermità molesta una tempo e dalle bisogna casto sempre qui scrittura quanto suo, mosso sempre fin alcuna dedicarle conforme non o desiderio qual posto impedimento di il timore e peculiari sensi ha doveroso e Al estinguere. non ma tal nati e lontani sione, promis- magini, veste, le im- italiana. 61 E io però mi tenendo straniero, sentirebbe potrebbero carneficine, luttuose strozzamenti, beniti, veleni, non praticando non leggendo Benevento né di delle cena nel alla lor purganti di giganti invenzioni Se di questi miei versi dall'estrinseco figurabile ed mediante la che e analisi, imitando uomini per passionati sentimenti. che tutti gran gli animi certo e delle bischeri, né né letti né altre gusto di assai dei metafisico perte co- cotali vena tosto piut- l'intrinsec dal- che cose per linguaggio moderno bollenti e là alcuna riflessione, con degli dei transalpino affetto moti loro misurino loro vuole parlino sottilmente la sintesi vero visibili le dimostrazioni psicologiche compasso in antico, è derivata il filosofi, e investighino astratte con il Ma e tenervi infigurabile,piuttosto intuizione non e qua il fare alla forestiere? muse affetto,ella, secondo avendo fanciulle, per vive, scorre di affamati dei cordi, ri- e noce non belle capelliere di vergini, ignoto e carni ghiribizzi delle e in di al streghe, guardia bricando fab- Mefistofeli, gire uscire san- non appunti incantate la sotto murate di tessute lire i né fantasime, e coi farli sedere per né ceneri, prigione gli angeli sale delle ed roghi secreti farne per i stretta per come supplizi, folletti strade le e vi raccontando pugnali, e taccuino tregenda demoni di anime molto alla e lacrime teschi evocando non fatto, non fra cuno al- selvatica, e descrivendo non sapendo non grado, in maneggiando non cherebbe giudi- li ei Di avvolgendosi non che e sapore. venirgli essi ad dozzinale nessun o poco presentarli certo per produzione una di guardando vo le da gioni ca- interiori, il deviare 62 dei violento Io ho che ciò tra pensato ogni ci quelle che forniscono casa, chi a di meschinità lavoro l'accozzamento fruste Infine l'anno le ò tentato, materia in niuna né pareggiati le lande dei e In negligenze, le d'ogni le cose girano sorta le niun giammai gli volte estraneo, poeta sorpassati, oltramontani al di venti canti sumono pre- d'oggi riboccano in lontane e cento e e ciascuno, le fecondità, un maniere, ed di le ove stranezze, gne maga- sbalordiscono. prossime, l'universo, noi a episodi superfluità,le ripetizioni, le varietà per scrittori, i quali scarabocchiano o serragli i d'elocuzione scorrezioni, i neologismi, mostrare cento forme le e picciolette forze insegnare settimane amfibologie, viete come seguitando. va mie furono d' questo lunghi quindici epopee e più non iperboree, gli le nostri Ma possibile, dell'im- Tartaria, stile,da di nemmanco. due le de' armoniose lingua vivente, Italiani. di seguitare sopratutto anche e Bonzi, quanto di consentito, in che le islandiche ma lunque qua- prestigioso, cercano e cosa; circostanti, e pagode caste, eleganti tutte d'ogni Granata, d'Ispaano, in contrari, l'effettuazione domestiche di alcazari il dere. inten- grettezza vogliono ed mente alta- e questa lo straordinario dei volgari, e cosi dire per poesia loro fa e tito, sen- creato, nuovi compiangono l'estremo bellezze subbietti e del splendono concepimento, d'arte naturale, veduto bellezze la perenne stranieri gli il e à avventura per di Ma Per semplice delle poetici le il l'aspetto quotidiano d'intorno le che me, uomo segnatamente e dall'imperativo categorico. atti propri cono ridi- comparandolo conformi esaurendo concetto e tutte a disformi le cate- 63 d'Aristotile gorie le metafore parte, cozzanti nel tutti e loro allegorie,le ipotiposi, le allegorie e risulta insieme la scottarti che tale di ei se non loro consimili nel decadere pinzi, e ci stimano Per piene e altre col delle a gusto estetiche lei tanto belle, massime stampa cosi e non che della rozza, io se nascosto puta, sa- altri a versi nativo, e coi non mi ad io venga e povera moderna. reame son risa e Ma dere, cre- a le quali, vivo italiane nell'esercizio nel ne d'amore e Solamente inelegante e potessero quelle le scritture pittura, molto classici. miei se zievole, sa- quella le grasse italiano celebrata quanto di m'indurrei non non patria, d'ogni raffinatura le sia e Romana, alcuni dei cotesti proprio e vista esempi risposta oltramontane. chiara noi per nuova troppo ed sentimento la inverso operoso è dire quell'abbondanza muffa ragioni persone lei di come trisa inda loro grandezza in nella egregia signora, ad vanda, vi- una gengiovo, osiamo visti Claudiano ei ci fanno queste tutto indiana, magnificenza, della intisichiti tutte piacere di già furon Seneca, Lucano, pieni l'à che quell'ampollosa affettazione continua qual beffe. fanno provar di che degli ingegni secento di e senapa tafore me- nuove dal alla e se il nostro ne osiamo il e poi e menti ele- fascio a più speciosi, palato. E lingua che e dei cinese di pepe, vertigine Italiani Se dire, alla ; ipotiposi: e garbuglio un d'aromi, le antitesi ogni gli mischiate tanto in- : d' come spesso vanno antitesi e è lecito se che più topiche diluviano anzi queste : con delle generi piovono, tra caos i dicano giu- principj pesa che delle arti offerire d'ogni io una mento orna- delle reputo che lettere e 64 filosofia della la fortuna letterato scerete o governar le trascinar la vita mordere. inferigno da sendo capitati noi chi va sua merce corre dei genio a le per stampate fregi mai dame del donatore suo presente, Di Parigi, e di vuole, non succederà non uscire sima, bianchisdi meandri, gotica, polpastrello profumati schi, rabevenire e simo morbidis- zerbini. signora, piuttosto allo zelo egregia alla o bottega, velina alla o dal e guardare della sa in carta raffaella di Voglia, dunque, non di che vendere composizioni vignette, passatempo mi proprie di l'arte l'insegna tipi sfogliate per graziose sa pane un trombetterò, probabilmente di alla o vere pio- aggiungere anco secolo un tutti; chi le fiorite tutte di e ; di bellissimi con in nelle gemere sovente potrei vivere a vedere di costui Io talun vede altro perversare im- a esiglio : al primo giornalisti, lingue fondo al Ella mancar fabbricarsi di e rimane a nelP ricchezze, all'altro le tal nazioni, oggidì pure sbizzarrirsi; quindi a e prosegua che all'aspetto disadorno cortesia e benevolenza di del lei caldamente raccomando. alli 30 di del marzo 1840. Terenzio Mamiani. 22. C.F. Sapete quanta vostro rompeste fede portava : non il capo ò in a scrivermi voi e quanto dunque un il mi riposo pregio rendiconto che cosi l'amor nelvi mi- 65 ;a esso che col volete Rido cuore. però di quando conclusi quella di pazienza ad sia costi ancora reale per dati m'avea brusco poco tace, né io pregai altra Del ne Virginia di nostra 6 — se : non io solo. Io potreste volte non è un dere provveso F. se Rispondogli la lettera avrei cui bozza i sunto, un alla badate Poisson Io da parte mia. vi tenni discorso centinaio di di questo spesa di Ella posta. quegli rimenti espe- gratevi Rallefuori da interrogato gPinvii. d'epigrafeper non già ò mandato copie al : PArago se consolazione. maggiore sedute giornali? Io adempiuto ve due ma e vi fatto ancor del tempo: un perché : ma parlare perchè à non la morte al avessi madre, avendomene Mamiani. voi per scritto,né volta ne una voi del Mazzoli io farne scrivetegli dunque a che due tempo spedito un ò premura terricciuole qui dentro niente dar quegli Idillj,di e lui ! con la vostra ricapito. L'Arago col Mazzoli voi ebbi separazione differenti. assai includo rimanente, non che prima lo mano ò in vuol poco potrò come mi parlarmi d'amore, quando bisogna dunque si Dio nata impa- quasi al ite che interessata povere a segno as- un io, secondo tanto che scritto parola degli esperimenti sono ed isciupale carta di darle piaccia (senon gelo S. An- in : segni e insacca) avrà nuovo pensaste m'à ora di mie vi F. po' un le se ringrazio 25, beneficio,da altrimenti di ciò che averne vista curare di al mese, scudi il contratto continuo e vero che da perché rilevo e l'entrata anche pensare resto, io vi ripeto di Del cumulo in scudi penerò mostrate, punire e a di di 30 sicuro ringrazio, ne proseguire, centinaia dodici mi ve lasciato avete che e modo ogni imto Vieusseux; Ho la benedetta domandato mandato anima e pre- 67 se, da che accerto libro «Del mano modificando sola nel onde mi m' insegna cosa infino scritti io ben s' io erro mai culto nel del dei della monsignori, cattolica. A confessare con confessare papi loro ed se chiesa i vuole gli la le potuto cattolica, questo col monsignori stoltezze e dei e provocazione del cumulo loro i delitti depravazione di già peccati corte essa funestissimo e : festamente manistra mo- corte ricevere verità aiutare della damente valioccorre colpe, della cecità uomini far credenze pie franchezza e della a oggidì delle gran che odierne sublimi e papi chiunque l'adito sante rosi pau- il procedere ostile tempo pratiche e dei ma al l'altro e perché al progresso, chiunque l'ostinazione la scienza bene, e ed fede della E lor zione genera- Puna certamente le dei tempi reputerà corto e le petti giovanili alla intendete la restaurazione di cuore nostri le e al crescente civile. non libertà chiude si romana è da difendere voler fede di volte chiesa, alla nei la libertà,,sospettosi non de' che largo progredimento abusi notabilmente spirito giudicare agli tendenza qual La lo faccia in scusare pratiche, gli si raccosterà non della di nuocere conosco pera l'o- ora desiderio soverchio un romana. pare a mente intiera- garbeggia mi non le cattolico, quante nemici e me mano a più profonde riforme. e qui a corte a frutto, s' non nuove allacciato della enormità magro principj speculativi, miscredenti ai mio venuto son trattato, ed è vostro e vostri io i miei parete scettici pubblicai quel io rinnovamento», vostra Una quando i gnoranza, vizi, l'i- corte papale; lire demo- avessero avrebbero fatto i sterminato delle la confessare che furono lunga deplorabil una moto della 68 riforma, ostinazione popolo incredulità della che nostre sventure, delle labbri i paiono non sembra del di errori odiato ad un di sfacciatamente piedi in baionette è credere più in d'ogni sorretto tedesche, e giunta, poi l'unità che riformi l'impossibile, e né coi alla la la storia in giorno derlo ve- ed sé sacri, meglio e altra nei stessa di tutto star dalle tura sven- rigenerazione romana, rifaccia nostra di scienza più d'ogni la corte e civile,mischiare mondani e versione. con- propri sudditi, suoi splendore temere, di deriso Russia, puntellato e dagli umiliazioni? progresso interessi e in giorno dai buon e (già papato della e me piangere senza ontose lettere, senza l'indipendenza, cui di medesimo gli Sperare il a cattolici, quel fede voi con scandali di Italiani, vedere i come argomento e arti,spaventarsi dichiararle quale dagli discendere tempo gloria senza su il dell'Austria servo il volta mai a dicessero; ragionare a cose si una noi discredito maggiore non avvezzare traeva potenza) e queste necessità profondamente, gloria le tutte impedire a Forse vorreste o possiamo fremere di cagione è papi che Boccaccio, come dei ferite nostre per Roma, infine Machiavello, gl'Italiani, giudeo eccessi temporale somma del pietra ficcatasi,dice contrario discorso massime E vere per aperto la rimarginare. potessero non la i miserandi licenza; confessare il dominio sua la guerra eccitarono irreligiosi e che meno poco la e giusti desiderii i civiltà della e Italiani noi per stato di filosofi dei ignoranza sua disconoscere progressi della i malvagia tra voler a e la più tardi che e talia? d'I- termini è darsi il genere a a 69 ci porge umano corrotti decrepiti, e E ringiovanirli. in fascio un la la povertà la Resta sola Savonarola italiano pazzo di della libertà. bello e dalla quando dei Meglio vi penso e solenne e papale corte Né quale sia perché pure se le io di a dell'evangelio,mi le funi che e a facevan quelli che, laico sembra cacciando vi o nati furia più i e fautori del ricordarsi piacevi se Ma più modesto parve un altra nobile debito alla voce cosa ncato. del elela per indignazione; nei dall'atrio riposti del adombrasse amministrare io di sensi Cristo, percuotendo bottega, ad durvi inera alta entrare che enormità gli scandali conosco un gioso reli- quanto cristiana? con di dal dell'operare.Trat- rampognare accendersi è lecito alle amici dottore e mio, spirito Bossuet, ùmile più certamente bello del turpitudini sue i e Lamennais mio, senno a questo a Dante, non la modestia o da ed gli l'esempio e parer il Lamennais coraggio reputiate Bernardo, sacro è, l'umiltà 1' inquisizion e dogmi, del contro prendere forse il diadema, al il vecchio caduta Ma inveiva prudente ed indulgenze battuta resta la dicono Francia tienvi tutti via ossequioso sbigottimento. S. la Sarpi; tanto Mi papato. non le agli errori, alle usurpazioni acerbo del stringere vuole egregio, resta, salute, dal e carsi prati- misericordia fasto, e principato? amico di via il il e forza, grazia, può il rosario spada, la rinnovarli la l'opulenza, la e di che penitenza dunque, di scaduti, nata teocratico e e la chiesa cannoni, una croce sia capaci riforma, qual civili corpi viscere cui l'ardire e reggimento un di esempio dalle la virtù l'ingegno, in solo un tempio la le con cose colpa loro co- di celesti 70 e chiesa, invisibil la A voi, sincero tanto chiedere dettate da dalle che licenza del quali Italia la misera Riceverete all'abate Non Rosmini. vi difendo, perché, al presente di fiato di di e medesime dell'ente un quale e » io se Scusate medesime sempre Di per Parigi, tesi che io riconosco D'una po' un lo strerà mo- son cosa voi con istanze che nelle contro Nell'idillio o e corso nella articolo «Il curato la tanto, stampa, d'un di nale gior- Montal- voleva l'uom la molesta più funesta, molesta, ripetendo la porta garbo è gradiscono un stessa rima necessità. lunghissima filastrocca,e abbiatemi vostro il 29 ottobre del 1840. e Terenzio Mille lettere scritto insieme awedere Devotissimo PS. bene mie riprenderò Idillj vi svarione scritto la virtù» gran punti nuovo nelle fatto m'à aveva niun senza alle e, dato grosso la stampa delle molti d'ogni povertà che è cred'io «L'ignoranza ma il su mio Che « tutto molto aver poveri napoletano. ceto stima possibile. miei i correggete del è di parole voi. badate alcun gna biso- una vostre copia ripeto, da delle ingenuamente. critiche Poiché e ed mia errato, avere animo, soddisfatto, teoria vi confesserà e da aspetta questa con e mi queste e e politica. non per uscire vedere vorrei vile vero, profonda ingegno vostro imbrattano più perdono e convinzione una altissima del amico le Dio, della vili interessi coi vilipendono di tempio cose obbligatissimo Mamiani. all'egregio Gastone. amico 71 24. Mio Io potrei significarvi non la vostra di m'abbia lettera quante di nella e scendiamo dalla forse gno con vile non Facciamo parte che e più voi a dirvela desiderio con il (1) V. la del mondo, schietta, nel Roma, progresso Gioberti. che e in la e a altri Le da scusare negli questa 119-123. eccesso. il . da occorre alla e di una religione, la scienza. molto riconoscere Italiani pagno. com- d'Italia più quella par sde" patria italiana, inverso ritornino scienza. Op. cit., pagg. sime mas- dell'azione. altrettanto Roma, me e viamo rimo- gli tra il progresso a noi le muovono strada da mondo vi con po' di libertà, che e opinioni nella forse l'Italia che mie, originate da sincera un e giano pareg- abituali, originate ; le passato pietà pratica l'unità e fermi ricon- nella Rimane quali sogliono scaturire il mondo vi nostre ed accusarlo tuteli Roma Ora, il da mondo e sopravanza alla pietà religiosa, la salute secondo le naturali ciascuno Se dee e ad muovonmi dalle può eccesso mi degli affetti. la conformità profonda e vi speculativa tendenze quanto al pochi parole quanto d'ammirazione e nessuno assolute, impedire vera e si troppo vostre che santità quanto mali istruito credenza dottrina poche con riempiuto m'abbia cose nella bontà (1), amico egregio di liarsi riconci- proteggere la libertà, 72 In tale gioventù libri di stato sarà nostra avversi le tante ha volte bel paese, sola per Ei che e virtù sarebbe non nelle perché leggesi da Giovanni nemiche; leggesi e si mise della sublime : fuori la e Vili ogni : del primazia le arti con nella secoli. Ma della di è da lasciamo noi, la alle maestà più presto quello e che nella peccati, e lo anni splendore la discesa voler mondani dei inutili pensiamo per Roma. Pur del nella primi morazioni ramme- quanto più generali per di di mantenere morale cotesto e che avanti per ritemprarla forza guise più degne pallidivan im- ohimè! coi mezzi col e barbari Ma si quel l'allargamento con oggimai vecchi del cagione raviglie me- II mandò e caldeggiata politica e scienza di a papato poter temporale virtù, cosa le Giulio d'Italia, i pochi pena ap- derare confe- a si videro appena aveva durre in- che energia Venezia, sollecitata, raccomandata, Carlo III d'ogni parte. Giulio medesimo cotesto fraticello, ferocemente state con i barbari vacillavano e l'impresa, Alessandro e morte a tichi an- potè predicando lega lombarda; ferita penti d'aver semplice guelfe, tosto le città insieme ciuto pia- degli un ardore buon con di fosse papi fallita repubbliche altresì del cuore concordia Vicenza, molte pace cordano ri- forestiere. loro che storie Ei temporalmente ai se ventarono di- d'Italia nel baionette la cementare che d'Italia. regna che, bene la vostri giorno lo straniero delle nei cittadino primo beneplacito Italiani, alla dal cittadino tal che che quello leggendo decaduti chiamato di davvero quaPera dire primo troppo bene so oggi medesimo e ricordano grido al bene troppo non per Italiani gli essere io cose zare rial- troppo 73 la legge chi a insino di ai altro nostri (altra prova della primogenita e la metà cui in del sta dei Pirenei, nel d'innalzare in Roma la memoria voluta dal la bolla gli resiste, lo minaccia è Vienna di di innovazioni del a la vecchie quel nulla di Pio dignità e ha della prelati giunta e odierni che il loro potestà corte e viaggio la temerarie in blime su- faccia le ferite ma grande nostra governo tutto la resistenza che imparato, della che canizie alle Bonaparte, nulla qualche vecchio già rialzata chiesa; di della sua corso poco e, per primo è lungo un Certo, non profonde, scordato ai VI, ad II. famoso detto avevano capello questo sopraffazioni Giuseppe settimo uomini troppo di il al l'Europa decimottavo secolo fermare nare eter- si fattamente dell'aspetto di per in tutta Il Pio papa per tardi, Domini, inutilmente ponsi inutilmente onora agli e principi. al riporre lo insulta e soppressa. venerando, corte Coena la per Corsi, prepotentemente Più di sull'ecclesiastica, e secolare ed Francia. XIII in d'interventi pieno di dei obelisco dei terigia al- con pontificiperdono comandasi un sua capo). VII trattati Pisa, rato sepa- suo rifiuta i nunzi cacciata re il Alessandro medesima osservanza la bolla di aver nazione e Mazzarino sui fa Clemente che tentare sua di della di la quell'ora trattato quelle d'Italia papi sedia una non ranee, contempo- quelle della ascendente qualunque dopo, da e dei a seicento se umiliazioni da seicento l'interposizione Poco di grande chiesa del cadere si affaccia non e dell'errore le sorti pace dal può dire, e parallele affatto si Verso lei abbassamenti di serie di storia di è il sono tura, sven- i Borboni s'appropria Roma, con più deriso, 75 talia, la delle ristorazione che desiderio un idee fatto. un affine particolare pratico, scrivere clero del ai e scienze fisiche agli di medesimo tempo accomodati dell'autorità modi acconci più il e dettaste o sulla morale tutto comprendere morale è divenuto nelP venerando e dato alcun pure stringeste Roma suggerire il suggerire natura taccia non delP assai sulla ed famoso il resto quanto so la materia intenzione. più Io grande là sto opera voi della Il Barbieri averne ; 4° vorrei preti dimoranti ed conoscenti divario da fra corre è tale che forse parte mia di benignissimo bontà leggendo e per al frutto per passare Ma presunzione. che produrrebbero almeno può non guarderete vostra altri fare,e qui stesso di con nerazione rige- basti languido con la vi unicamente assai e dei e prediche gioventù. conoscenze o Del primi. il senza molte medesima ai italiana lontano cenno che dezza, gran- di Pensate concetto. pienza; sa- vorrei parola inestimabile fatte cosi 3° corso questa il mio ed prezioso prediche credo civile: più Roma, quali i d'Italia; un rendo sugge- della di splendore altri ad che all' antica successivo risorgimento ancora i metodi e clero ristorarli, fra per ispiraste straniera principii esso dello e delle Germania, in sull'abbassamento del filologia sacra di e i ricondurre a 2° amici storia dottrina poca movimento più e ceste fa- o illustrazione moltiplico altrove, singolarmente al in nuda speculative e profondi studi fannosi al straniera dogma filastrocca scriveste 1° sulla alla volta tosto piut- qualche a mia che vorrei sarà ora questa amici: vostri romano Venendo che paia sterile affatto,io non religiose vi trovo e e della rezza pu- meditando una scienza 7B e forza una Viva sbalordire. da attrattiva voi e Viva V Italia! State Di credetemi sano e Parigi, il 25 del marzo affetto. grande con 1841. dev. Vostro obbl. e amico Mamiani. Terenzio 25. fratello, Caro La le assai per e voi insieme con fatto volta di cosa che noi alla voce le coscienze della per sommo a di è che ; ed di ogni penso e o da uomo più ne se Solo opera sé con il fatto: loro luna ta- che l' infinito. me a contraddire tutti è in congiunge si i popoli che saggio consegnarsi o ai e di sieme intutte della santa voce poi credo io essere chiude senza però vita di universale e posta negare e natura natura patria perpetua presume purgarlo Io possan umane madre nostra da invecchiamo, più picciola e i filosofi Spieghino la rimane mondane volenza bene- le illusioni. con e tissima accet- bene della d' immutabile eterno le sorti sopravanza quale la migliorare a basta le speranze molto Noi dolcezze di piene del provincia. voluto o dite mi date mi le ultime e il bene che codesta a Giuseppe, vanno che ed gratissima riuscita cose cenni pei procurato caro m'è ultima vostra stra no- il filosofo il più sapiente medici e da quindici di. che ringraziarvi. a quest'ora E persona compiacimento il Peltier garbata ricevuto v'abbia davvero il dono risposto ed à con degli Atti. 77 questi poi vi dirò Di un'Accademia per di voluto della veder delle dovecché boschi li e in Ancora relazioni più e dei bustibili, com- per afflitto lunque quavedere corpi accademici, si dovrebbero e tendo in- spesso, frequentissime essere rebbero sa- materia generale m'à altri con agronomici Una importanza suprema dovrebbero con meglio d' industria. specie memorie Istituto. trattata di soggetto talune e onorevoli assai paiono provincia dei coltura la scarsità mi più famoso di degne avrei che mente special- istituire sieme in- esperienze, confronti, statistiche, viaggi e trettali al- studi. Ripeterò è tedio, l'Italia tempo e far dell'animo potendola non provincia dunque convien : la vita tutta per rimarrà e con girare per alla sino Dio tutte le forze tutto la vita in concentrare al quanto sa della mente intellettuale sol un ed sazietà od punto in pochi. Addio Di di Parigi, cuore. li 29 de Rue del marzo Clichy, 1341. 66. Tutto vostro Terenzio. 26. Caro Non né ò credo giuntami ricorso punto fratello. ricevuta possa la citazione luogo tenerne giorni addietro, ai tribunali civili e in mi di che una cui mi lettera m'annunzia consiglia a parlate di di F aver rescindere 78 dal contratto 0 europea. stimato di vuole. Delle il malanno babbo del saltato gettate e cercarne: di giorno fossero non Non mi testato concludono nulla sovvengono le la mai di S. casa vostro a vedete, qui tocca proferenze v'è non sa mi di mia più e di mai cavilli i tutti polso maggior un necessità solo di e che me e dell'asse della metà! quiete sull'esito istante della procedere oltre fino lite,non che abbiamo all'estremo. sono la tranno po- non ma questo : ma si non dopo e d'uomini della ragione e quali a troppo ne basta, provincia; il parere probità gran Come e pur che venuto sov- comune della scana To: ripetete che mi di m'avreste la morte dopo strutto co- padre nostro obbligazione mangiacarte di il ma emergenza. grave Bottoni teneste del annesso Voi la lesione proposito parole, s'appigliano ? che piacerebbe gran fatte del poderetto di soggetto testamento. provar sofismi il affanno il di mai se i beni ogni in ombra spontanee del apertura potere nulla per e cosa servendo lasciandovi dimenticato vi sareste non Angelo vreste do- so modo, a che ma non me, un questo: favore vostro a so: ogni abbiate era non per A vita. non indubitatamente avea tutte furono c'erano non troviate, ne rubate, inondo, perchè contratto. della ricordi state le non custoditele Trovandole, dirmi. un qualora e partii fogli.Quello fatto abbiate ne m'è non che lettere di pieni che testamento Quando le vostre : quel mai e alcuno. carte cartoni madre nostra o due in ad pochissime altre pel vostre fama mia faccia e originale né darle meco con mare rimaste son voi portai a lettere di la macchiata rispondere, non copia cervello Ancona per né ò non in vedere non per di dico legge per eh' io dubiti e della 79 e del spedizione Della buona speriamo dei all'aria saliti mi sembrò in cotesto clima aperta cura con Di il e modi più e alF Italia. in o di se del nostro anni, abbozzai civile i miei il moto delle E generazione miei a amici Francia. Dio di dove se si e i convertiti che si sono costi tenta punti: onde oramai non gli animi delle massime zelo : diverrà di armarli e perché eterna : coi Quanta impazienti. io se ò gran la via tepidi più è con un in la faccia lunga di per ferrea po' più voi! veranza perse- e con nessuna, chiaro vincere con- medesima, gli svogliati direte a scaldarli a sé a moltissimi ma e la grazie e sudare da nuove pazienza vanità, pronunziato è i chiamata migliaia si tenta una similmente popoli a in fuori di volgevano dei gione reli- sano confes- i modi tosto calamita della mandai forestiera, e sette son ora anni proponevano non raggiano inco- universale essere quattro son sorridevano Oggi ridevano: ne m; potente, esule, im- teorica una piute adem- lusingare per Quando, religiose or indigena ne quello altri idee bugiarda questa pagine amici quando, opuscoletto un poche sé a o e povero, adularlo? che prò in egli è ma parere: a consolano mi modo onore dite mi dei solo fare le scrivete me non che cose compimento pure oscuro; Europa. belle tante via : Fautore Le infittire e ecc., e positi. spro- il cambio e ecc. provinciali angustie dico di dilatare notizie credibile quasi in- e forse ma : citazioni eser- rimento ripetere l'espe- carteggio accademico, dalle uscire nelle sugli alberi converrebbe : fine senza importantissimo libri,dei periodici,delle di far boschetto a raccomando mi nuovo le relazioni in e congratulo Quel fatto citato riuscita. bachi mi vino e un gli spondo ri- po' 80 più definito italiane oltrecché : chi al mondo lo desidero Ma che ciò di vostro andrò lui a il più letture, in un di in avrebbe l'Arago pace. ma mi Dio amici voglia di li 4 de Rue ma breve più di il tutto e libro un le spese di meno ! Al- corrotti essere ai Ricordatemi cuore. Lo esperienze. stampando re- forse Mazzoli, rifaccia e faccende, lo scritto sue sto io : divorar banda delle di il da fatto eh' tente pa- gici meteorolo- affogato è dargli Io la muni co- spesso. del maggio Clichy, patria cortese e sunto rischiamo non scrivetemi e sia consentimento. un avesse badò. ! Addio prosperità umano da conto si Italiani noi Parigi, cosi dato non Metafisica. dalla farne metterà Se quiescat vi povera risultamenti vostri di ovvero che e accetterà espresso brighe. Bisogna attimo, scrissi, è tanto possibile. L'Arago succoso di di i dimenticate non nostra certo per suo voi le menti tutte intelletto, la me L'Arago avrò e V in credo. collega, Mandandogli il lo ciò. dà di più non di basti l'amore ami ma confuso giaceva 1841. 66. Tutto vostro Terenzio. PS. Leggo colà tedesco una inserite Diritto.» essendo ogni Velo voi mia di giornale un traduzione v'ànno del conoscere in per di non due mie avviso vostra coserella. Napoli so che dosi stampan- qual giureconsulto sulla lettere perchè bontà ne « facciate premuroso sofia Filodagine indi 81 27. fratello, Caro che la lettera Ecco Tardi la mando ho non e pigrizia la quale essendo tempo domanda concio la scudi che cento quadrimestre delle non che parole amorose lodi che tempo non orgoglio letterario s'è poi è già dalla mia da produceva salute patria quello da tanto scritto uno del farle avere, è natura sua Avrei gradito delle cartoni 6 — un ove mie velo libro che un il più : « sotto cenno partendo in bagia alil che il mio da ultimo plessione, com- tomi vieta- non rendere e se alla son pur Dell'Ontologia fasce credete lo e del gran per mondo. formato in- m'aveste ancora e che spedirò : innocente trovansi non Ò pubblicato rispondendomi lettere: di della posso onore. intitolato fatemene li lasciai Marniani. di un'ombra mandando se che onore di metafisica Metodo»; vel lascino scarso tanto sciocca : poco noje le condo se- sulla mediocrità quel detto del svaniti, straordinaria attutire per di stesso di sollevarmi e li debito troppo sogni sé a tanto riconoscenza, pur dei la sopportino sono nessuno Penso sotterrata. so ammontavano la speranza da Delle gioventù, quei fumi la fiacchezza aggiunta e eh' io dici. giu- non Jconto per vi ò viva avverato a Venezia scrivete mi se tempo a andante. mi di talvolta già dell'anno sperticate Uscito meritare. la miei amici di via ciò per ai ammogliata Ricevetti la per scusa meco gli sopporto. ostensibile chiedete mi due nei fretta? e se 83 de l'attention la s'est montré du brilla sulla » filanda amico fatti insieme domandare per Quelle di Il so della l' copie del- vostra e « Memoria » ringrazierollo il vostro la scritto alla di e gesse giun- desiderio con che filanda scienza da alcuni su non letterina intorno al sapete. vapore a e legro ral- ne me speciale dei io ò sempre liberali che cotta e adunque Taffratellino con Scrivetemi un li fa la le nostre male la non l'interdetto cenno. risparmj) pensato, mal perché ovvero un maraviglie (eh' io chiamerei scientifico, ma congresso Scrivetemene delle finissima » conto rendi- suo annunciatomi voi giudicio va grazia levato. che Courrier cuore. per Godo « due gli altri; lo aspetto di Bertoloni se sia perché pagine pienissime sono il Possombrone. all'Arago poche meteore nel chi all'Arago da con comme eu enorme di voi da so due di ambedue meteorologici a y dell'Istituto. sedute e so il Koquerel non vapore parte. Non le 17 l'atmosphère un à fatte il mio Branca a Presenterò vostra Paris chaleur montagne tranversant che delle del qu' de et ». jer l'altro Elogio « la ob- l'Appenin tourbillon sur des par sur donc parole settimanale Ricevetti et horizon dire meglio a le 18 jour qu'à le son ce torride, notre sur que Il semblerait le mème Queste o plaine d'air courant d'Italie Pesaro, en d'aoùt. mois un de ville dans constate a et simultanóes comparées servations il l'Accademie; e di Cassa beneficj e po' più spesso quello proveranno plebi un pasta essere inverniciata. curino risparmio poco Che più i signori e vedranno! ch'io non mancherò se 84 dalla io fatto avendo la Dell'Ontologia Eroico molto » l' invio del pazzia (e ò di de Rue quadrimestre, nuovo che giurato il più confido mi tima) l'ul- sarà opuscolo grosso di e » troppo senza un Idilio « dovervi cere pia- cuore. del agosto Clichy, che e potete spese Metodo curioso li 25 Parigi mie a del e Addio assai. Di se pubblicare di « prego, affrettare di disagio, Vi mia. parte 1841. 66. Affezionatissimo vostro Terenzio. 29. de Rue fratello, Caro Con gli alla gli tutti e del però ne nulla da del qualche suo umanissima quale Presentai in lettere fino un ò risposto con gli opuscoli con io una molti vostri vate tro- frullo, un mia vita e ricevuto qui manifesto aggiuntavi sieno di che selvatico e con che di riferire quale dare an- cizia dell'ami- nome valore ò il presso romanzo alla il essere rispondere a vi assai prego già tempo, nuovo m'avviene Non caso. e lasciarsi particolari della più sgarbato mandommi, facile le mie che molti me Sansoncino per cosi insieme tutte a più adunque Godo sangue. fo e gentilissimo Dasti, passare Ei natura Scusatemi anno è parenti più negligente e altri. ricordano ma e propria : non al amici più pigro voi 66. Clichy, questo voglio non non di sono. stampa lettera e vivi sua graziamenti rin- all'Arago 86 e la con voi e per delle della me vostre che vero dire può di in un d'America: la che Circa di da e qual Branca dee controversie erudita bene tra da aspre di dirne non l'Arago ad turbare in capo di e norma cogliere le casioni oc- farlo. di del invenzione le parola, perchè il Libri e relazioni, pregio dell' si d'Europa per il veramente questione ò stimato e e pescandovi e servirvi scrivergli a per singolare una bande pur fare suol gli piovono le tutte cosa valgono alla che opuscoli temperato essere per voi per questo note, di memorie, di mare ordinario ogni di cortesia, scegliendovi osservazioni, ad che Abbiate inverso usa ringrazai onorata scientifiche. l'Arago lo seppi menzione note parzialissima che efficacia maggior fatte sonosi ambedue il intorno alle giudicio mente talla e critica. Di e che quello del scrivete modello terreno popolare mi della e congratulo mi giungere vi si vuole qualche a coscienza la visione e della molto la veramente di dell'aver memoria con tempi assumere le mie si del niun e sacra e forze. potrebbe A me tanto un gimento risor- gli me per sento dettare fratello. io serbo mio scrittore trovare io a maestro ufficio un che della sima. infelicis- e celebrato suo premio lontano non che zienza, pa- tragrande compiacimento pensato del quell'insigne amico ad il che Gordiano lodativa un'epigrafe termine vuol ci patria grandissima conte obbligato Ma avvedutezza segreta nostra al Dite buon salvo aspettare e l'istruzione per fine. senza fermezza, operosità per cattedra agrarie cose non poco nell'animo mi dà raggio co- nato proporzio- primissimo lodatore Ma per ne' stri no- quanto 86 si può Pietro conforme. condegno e Giordani ancor lodatore vivo fatto. Né cosi sommo, è il ma amicizia la sempre la io che quest'ufficiopietoso negato al delle pregio farlo 0 a del fa mi mai non più né tarda si fanno chiari scudi e romani ve grazio. rin- ne l'Orsini e anno mai paesi io già 1' « Avoltoio letto. Ora ò non essere è faentino giovine cotesti notizia di certi frasi d'alcuna rado offro pensato mente singolar- e delle nulla l'autore stato d'anni paio un o Alpi » in ch'io e più falso è e trovato. à cessato che in comparso ò veduto questa peggio modo co- io mi 1841 Un che Marzetti articolo Marzetti certe 100 del chiudo. cioè stranamente Ma torna non il Paoli quello sapere Giovanni certo troppo inferiore e dei se e periodico intitolato un di cambiale sapere credersi da l'avendo nome. bazzecola sognato, ganza, ele- congresso. Un'altra Ginnasi stro no- compiere non al Giordani quadrimestre di al suo la terzo curiosità assistito d'un in e riscossa già conto Ò lui per di Gordiano a direttamente lo scrivere a Se lodi. sue pellegrina contento genterella oscura per spesso la e pel ammiratone e tant'uomo, un un è scrittore nutrito caldissima sarà verso dell'ingegno egli facondia, dubito non in. grafia legislatore dell'epi- il e e ci dà il Giordani avendo vera scienza, verde e padre fortuna la solamente volgare. Oltreché, Giulio Ora passi sfingi.Il girano per di botto delle le fa pur mi capire perché ed scrivermi lettera dell'ultima vostre Ginnasi Romagne mi che dice anche altresì e mi sua e riuscite m'erano stampe il che mas. non a me 87 Per attribuiti. corrivi. troppo e mai modi con mi usato di me amici scrivo tenuto rispetto a rimango e altri che ed voi scondo na- altrui cose villania e lo non poi questo sere es- non a le tassare che abbiate ne io il Marzetti che gli e ; il far peggio par mortificatissimo conoscono che discreti poco voi prego Quello ò non amici degli carità, mi di Addio capace. cuore. Di il Parigi di primo novembre del 1841. Tbbenzio. 30. fratello, Caro Benché fatto abbia finir lascerò non augurarvi ogni in cielo sta attender un Dio. di che vita certo, molto di qualche di la con di servono nel cuore A mi che preme di più efficace ne stiamo assai di patria. e col più madre idea biamo dob- quel essere, Mi la dervi ve- vizio, quando cari più e sembra germi rivol- stesso me rita fio- e perché parola mi mi torna viva. fratello saperlo. e potrà io ò il Ma riflessione lettera sopportabile sia amici io onoratamente non ne poeta, povera questa confortare e parola agli specchi in quale alla questa predica. d'ammonire bisogno che fatto bene e il rimane, per nostra seguire a felice;basti ridere ò ci La noi per prendere coraggio tanto salutarvi ch'io e il dice come senza da bene risposta una vano, Panno pregare a di debitore siate mi Ditemi F se la con e vi son lite? giunte 88 ultime le mie TOntologia vi il un quale salute mia 0 io vorrei colà. Dio forse qui inediti, ma Ora cui darò questo qualora astrattezze e discenderò alle il mio Italiani che sonomi ma metafisica o parola magica convien a miei progetti letterari ardui e a a chi ad mettere portano di la pare ristamcensura; fino versi di vita e e Scusate lasciare e la questo facili s'io ma non sanità fatica prenderò ri- degli disparte; di che che in i buona lungo parlare a la è maggioranza, ciò scienza di impacciarsi sistema un sono in le per educazione bisogna tanto atto, po' prima per di scritto errare un in filosofia alla l'ultimo sarà non o metafisica intorno sull'ottima quella non di stanco gonzi, fede può dare. libro produrre i per quali domandano e abbia che accorto giorno poesie che molti aggiungo oltremodo pesa le mie faravvi che sono lavoro mi lo si propone pratiche cose ogni le delusioni. sistema perché genere po' cagionevole se tutte altro un speculativa puramente La basteranno. il mio intero di non mulinando vo quale affetto. fa si mi fortuna vi al quel lungo ed assiduo Genova i vuoti ». quelli del e un rimanente squarci di molto cioè del- « Ausonio « congresso con quale la di li riempiere io per al correzione sa e mai il e giovine letterato un il e tutto la compiuta studi modo un a le malattie gli anni, V sempre permettermi perché caro, poesia vostri stato essere sempre non che studio più va da e so ricordarmi di prego de' poco la e » metafisico cioè scritto del metodo e Parlatemi Paoli lo stampe, e cosi con voi concepire ne parlo dei dunque? Rispondete presto, che io vi ripeto per la mille- 89 sima il e volta una codesti paesi, più farò che sulla ò che fatto li 23 forse oltre dirvi a di è rivedrò si possa dere. cre- dei uno rivedere, deri desi- nate indovi- frondeggiano che fonte. alla va Addio. l'uomo. del Clichy, che di nuove non quello gli alti pioppi e dicembre de Rue il ricevere e riposti nell'animo è piacere quanto tanto lettera cari son ridere discesa Parigi per mi Sant'Angelo Cosi farmi cosa quali probabilissimamente i che ma Vi ? voi con conversar mai niuna 1841 66. affezionatissimo Vostro Terenzio. P.S. Ricordatemi — Salvatori. buon cioli,i parte Modi cordialmente Salutate gli altri e per comuni il buon augurate il me al assai il Bertuc- Cassi, amici e da tutti a mio mia anno. 31. li Parigi de Rue Caro Sono cento scudi Un da un pare, dato di del marchese ma avviso col da fringuello che Riceventi Clichy, fa ebbi M. di cervello Roma, si conosce e in non del 1842 66. altra un Roma, bugio. ma non buon La vostra e li tempo ve giovine, a Guiccioli al scusa ne grazio. rin- presentatami bisognava, subito fo ne giusto quadrimestre corrente mese silenzio lungo varrebbe. non luglio fratello. colpevole perché di 16 canto, quel che me perché e dove à ne è un gli 91 32. Alla Cristina principessa Belgioioso, Saint-Germain. a 18421 DalPab. vi Stefani occhi interdica mi fiato. A d'un Avendo fuori l'opera senza noi a qualche vita a meditare di dettata festa la con mondo tal una ? Forse cortesemente V Essai mi e sur e più tutta d'essere di è per più le e certissimo per attribuiran- usato la quale altro astruse che di rispose l'egregio fare trattate raccontate idee ; du Raffaello dogme il stra vo- con con splende una calholique, Barbiera. lor che questa scorrevolezza, una formation in sono controversie grazia, a sata pen- adopera piacevolezza e che Or l'abbia che tardi la tutta per metafìsica. di padronanza la di mandar cogli amici, cortesia Vero limpidezza, una avverrà provetto materie vita, modestia sospettando teologia fina larghezza tanta (\) noi e conversare a più le ramente ve- rallegrarmi e graziosa signora una conosca opera tutto egli scrittore più del tempo una nome, eglino imparando e il vostra sapendo nola diranno dire cosi aspettare so non alla piaciuto molti (1), e opera per ringraziarvi per che voi. con cuore gran che fine alla giunto modo il dono indisposizione degli leggerla di ogni vostra la continua che pesa l'altro ier della farmi di compiaceste mi ò ricevuto per di- come 92 siffatta sin voltura le tra uomini nota più e di coloro poi intenzioni degli scritti. maniera, dì per Giuliano azioni sue d'animo grande m' è della salutarvi Agnesi. tal del dalla vostra più pura per dottrina degnissima ho del già vostro concittadina le tra a del larga prendere e rattere ca- morale mostra amore e il passionate fate che e opere misura giusta quel che sufficiente valor dettrazioni le e cattolici, che almeno tratteggiate criterio, di coraggioso Concludo cristiana la innocenza come una dello sempre veramente indicate gP Gibbon imbevuto cristiana. volumi fino governa potete quella delle esempio, e scrittori di carità non tiene di soverchie molti per ove patria. che di riconoscere ingegnate alle particolar modo tolleranza della e penna v' tempo di illuminato la niera stra- umiliazione ssima in mero nu- salvo lingua in infelice lodarvi non più toglie dal vi dettare a bene lingua oggi scusa la nostra delle e pongonsi gli di ragione legittima, senza soggiace la vostra lodi questa cui spirito delle e fermo occuparsi intenzione nella quest'amari posso La scrivere aggiungendo Non onde che vanità, propria tante sparsa, di anche Per desiderio) a questa con gire fug- di ricondurre tentare per più a cogliere fiori e vostro forse e determinato avete di modo sembra studi imparato à ove telletto in- un nella esercitato e cattedre da sottigliezze scolastiche. bel un (come cotali in delle scelto avete natura delle rigidità spine sua è uscita com' degli uomini, compagnia la vedesi di elegante scelta che letto un vero filosofia dei due ammirazione ingegno, di Gaetana e 98 il vostro Possa donne italiane, oscurano colla lo alle presso sprone che quelle singolarmente a presso ignavia e colla natali e delle dei splendore valere esempio fiacchezza dell'animo ricchezze. 33. Gando All'amico Genova. a 18429 Gran cosa per d'un meno poco qualche mese del all'ambasciata Bastiano s'è fatto Godo dell'amicizia fattevi che ed non Di circa e cari. energici di potevate procacciarmi Ma entrerà più chi regni del nei tutto non tutta quello ai miei che la non pazienza d'im- Ma lasciatoci. il e un tera let- la portava buon vostro dai miei foglio, rancido. la Franceschi con accoglienze vivi del d'amore querelandomi introvabile molto sarà dei trar en- poco qualche sfogo l'avviso e a sogni. il Massari invisibile nell'anima de' Genova secondo giungeravvi, pur e poco di paura sospetto un senza a silenzio a nuove in à fatto il sole scritto lungo e vostra potendo aspettare v'aveva poco vivere sentirsi la lettera pensieri quello che Io? non dover anche vostre senza un'apprensione rattiepidito.Ma se stare e ed sinistro nell'animo lieti di me godo cordiali delle mille Godo de' sensi vostra a viaggio, lettera, e alti, dicovi parole maggior chi bensi comincia, solazione. con- prosegue cielo. mi manoscritti, raccontate io vi e mi ringrazio proponete quanto so 94 meglio quanto e raccolgo io del saldissima la fortuna se e il le tutte ai avvezzo sono italiano seconda, vi fa quale di e cose non amore per voglio ve di dare e e e me; mentiate; tor- ne quali so allo scrittore il amare nelle tutto nuova preparate professione non da perché giuochi suoi stanno amarezze ; testimonianza una tragrande vostro non contrarietà e pegno un esprimere posso non vero su esorbitanze delle sette. Per è me o mmss. Genova a se e medesimo un non o che presto tante limiti che alla è Si soverchio. e di delle mi delle più dei grandi fratello sicuro dicovi nell'animo interpoli discorso dei e si non diligenza scelta i puntini ad dei affatto siete voi appoggiato che è parte da versi voi. il a cosa Se goiar in sin- inserire dovete Ben pere sa- signore, perché stesso me sul uno e quel poter appunto il capo dizio in- inibirli,la sollecitudine. mia per arbitro a e conci, rac- fede. persistono dell'amicizia e fatto del seno suo d'amore. Rispondo e la mie beni al Quanto la vostra Se lascio cose sibile pos- impossibile. Basta, d'ogni raccomandate sono dormire è per Strenna sua che s' non vostra e censura tenuto MafFei, ringraziatelo modo, nella luce. derio desi- altro mite fa, s'interdicevano versi alla al scrivete ma soppressioni. rimetto più v'ò garante tempo dei ristampa è avendo tolleranza,che riparlarcene mia tagli questo Milano, A volte i due stampino non a vengano revisione si la trovare della pongo Milano, a di se che che questa con la che sua voi al calda dovreste nostro benevolenza Crocco, dolcissimo m'entra impallidire di tanto gelosia : e 95 è quanto fare stesso me Riverite sia ci po' un male la lettera quel rispetto ed mandato à la debbonsi che amore d'entrambi. che io certo e sua: a significategli quanto e dell'accidente dispiaciuto Iddio aiutimi voi; indegno meno il Costa me per di degno quanto caro, a custodirei tanto a con maestro d'eleganza. Il Massari d'affetto vi che amici salutati poeta nazionale tosto potrete non che sovente, pochi versi, perdonarlo ma gli eccetto il bagni. beato e tale tutti • risalutano, vi è ai abbondanza con e non caramente Scrivetemi bastano scriverà spesso fosse se me, ogni giorno; Addio carità. per con l'anima. tutta 34. Gando Al Genova. a 10 Amico Ma vostra sarebbe sottintenderli vero, può ai e aggiungo, che dopo l'amor avermi che agli uscire amore ultimi altro ringraziamenti, ora di comando spirante sino non caro, ringraziamenti foglio tutto fitto di scrittura dal i sopprimo vostro Solo sempre al dolce obbedisco Ecco pel mio e sempre non per vostro 1843. ottobre, e scrivervi bontà dettati da cerimonia, vi mine ter- ma proprio di piaccia lità. cordia- vera continuatomi conosciuto pieno nessun e però e fora Dall'an- margini. vino dovrei vi pur bito. su- costretto vivo nel e dissimo cal- fondo 96 dell'essere, mi Perchè difetti ringrazio amoroso dell'animo del e Godo che leggere scrutare del Galluppi, per introdursi con ed pel valle quel con Vanni con derovvi (i quali sento tondi che e ai ora stieno letteraria. Massari non Le a credo filo Del resto filosofia. scienza Co- Sallustio » caldi mille S. Concordio « » pur nella trovarmi e vostre starmene stampe la se di dai far di legge la a man- sulla nuova favorire e di Milano patti chiari del cortesia librai di librai coi poco) con Certo, vi prego molto « parte vorrei non badate si stancherà nuovo tirocinio, della di Il L'opera libro, converrà altre assai patti discreti Di mia e fidata. mmss. lodare ottimo legato al collo libro occasione per Venendo gli io ciò. Trattato altro con Fucci. è dono. carissimo restituirlo,perch' troppo da porgerete di del Muratori da son « di meditare » la versione e barattare può Annali il più ; fatelo Galluppi segreti della nei desiderio cui a ringraziamenti costa bello bel del prometteste da mente, a certo, io e procacciate Mi rispetti)non abbiatelo dovevano dono e il i e amici. materia avrete gran Raggio gran meditare. di S. Bernardo » si studi ponderazione altri per Aspetto degli che gli « sillogizzare, e (egregio non del mio amor fatto più indulgente molta con ributtarvi d'avermi riprendiate gli modi miei discoperti, voi a Dio l'abito acquistar per Vorgogliosità dei e sempre riconoscenza. maggior intiepidirvi fors'anche che non molto a V asprezza tanti del muove voi e benignità fargli sentire e prietà pro- cavalier veremo tro- me, dai che io sori. cen- me tenuto. sapete l'animo mio e che sopratutto 97 ò la cuore a denari sarò poesie mi perché per grave e dei contento Più delle ancora presto pubblicate le lettere, che pesa dei dalla principj loro del quelle l'Italia,scompagnate solenne ai Mancini confutazione dalla e difesa miei. Ad degli uno che ormai più ma ;» sorridere la non Ridi mutarlo. delle tua a molto Poiché molti e gli quel pregio resto, che come Mi il mio di e cognata da io non molte nella io e vuol non cuore cotali donne posso in gli tanto ò e cetto con- di meno a non Ricevendo nessuna abbia loro in troverà a mia memoria. sua che dare sione. compas- che posso posso vedervi ditegli per avermi spero dere pren- non ringraziamenti. voi, e me di di o riverenza vivo star saluti la vissima soa- e di par simpatia coreta Ana- « Povero sono, l'egregio Costa altri che di posta, che benevolenza, mandarle manca Manfredi leggendolo. se l' affetto vostra e non dall' più del più fine. bene Visitando desidero Del aspettato cominciare intenderete so tutto gli uni Volea invogliato cotta una quanto voi rischiato, già vecchio ò parte da Idillj» giovinetta inglese bellissima una cagione ch'io « la lima. m'à la mi diligenza; quanto ogni modo. a poco la e veder preme non girino prestezza cosa. la nostra Italia! povera Addio, soavissimo. per : Addio quidquid di minuto hàbes Scrivete d'ogni boni lungo e vostro malique die e spesso studio e nobis. nuovo. Il tuo Terenzio. — Mamiani. guagliatemi raggozio ne- 99 alle fonti vuto invece se fosse mi o piaciuta municipali, angustie nel l'animo, vegliare di e rossore che gli amici dalla natura. alcuna giunto di quelle Piacemi di e della l'amicizia arricchirmi e opinione dell'essere encomi onorevole Quando un mi e tornerà lavoro del vi mio, critico piacerà po' e principiate di alla utile vostro di distesai e di e fanciullo, in altro del forbitissimo terno pa- virtù. le mie infermità di cui altresì l'ufficio molto volete in solarmi con- falsa una che fine af- cessiate più utile consigliero. vogliate riscrivermi bellissimi vostri dilettevole. Colombo ticato pra- mente infinita- guardare affine di è virilità e vostro pigli radice non gno, inge- frutto. povero onorevole e alla esempi aperte cara che con e paterna mostrarvi mio fatto né à non del bellissimo del genio bisogno mai avrà troppo senza il altri con nel dall'uomo, ora e so aggrandir figliuoli ed le le d'oggi ai gioventù cose come esempio ad è sorzio con- invigorirsi sostenere all'educazione nel ingegno che virtù dunque che specchio la scarsamente questo pur e la mediocrità la mia migliori più potrei Ma Provvedete gli mente, porgessermi infine loro, perché son la comune, lingua, il di aggrandir stumi co- fatiche, giovani al ostante non ai pure stemperamento, comune dei cercare e retto, scor- frasche con severità vincere sonno e l'uso della con Università Italiani noi e incessanti con viaggi, coi e dotti,avessi, dico, mostrato da si possa gravità avessi se lascivo amori con la sempre degli studi, dei dell'ozio e baloccarmi di frequentare insigni col se voluttà meditazione, la con della siete So a che buon nel tarmi raccon- studi che mirabile porto. Prose- e 100 alacremente guite della all'onore Se dar per molto dono amicizia a e prezioso della di desiderio ; pochezza in l'avrei io fortuna mia quistata dell'ac- servirvi potessi gradevole, profitto dalla trar mio molto o Italia. io sia lieto quanto io pensando termine dell' intera e di testimonio utile, raro Genova vostra vostra o all'ultimo sino cosa un per però ingegnatevi e dar a al campo dimostrarsi Devotissimo amico vostro. 36. Al Viani Modena. a novembre 8 So eh' io dovrei silenzio fuor del e la mia fingerla? rispondere, pigrezza ch'io colpa tardo volte tante ci dalla cominciare il callo pazienza. Dell'affezione uguale, caldissima mio di farlo e o fare solete nobile e vivo tutti ponete ad alcun ricambio di che mi non Rimeritatevi delle altre pregio d'amore e vostre mi di nell'affetto questa pre sem- al merito sole con concede la mia da si possa. voi e con E role, pa- bassa stesso? cioè opere altamente. mio, gliar pi- mostrate sempre belle debbo bisogna dell'animo stimarvi quanto voi dunque compiacimento amarvi a ò non perché superiore tanto ringraziarvi altrimenti fortuna. nemica come vi di ò vergogna e e lungo vera perdonato m'avete poi fatto ò scusa trascurataggine, e del scusa se ma 1848. col zare lo sfor- quando sappiate ch'io 101 che Ringraziovi d'Orazio superba fortuna. oggimai che e mi tromba i cieli la sveglieranno lei per io dove alla voltandomi poeta Tua virtù Forse allora giacerò posso dunque col dirle sicura di più taluni un anno di miserie si discreta fate e per à non ter met- a penso mie amici vi cagione dei revisori ad sano pen- che sente pre- colà trovare uscirà ne e tese cor- Al atto. sperando credo non covi di- poesie, buoni venire potuto Io censura. io se paesi quel desiderio Milano, a begli occhi. delle miei cotesti voltati son de' compiuta Genova a amorevole e chiuder che un'edizione che altre al cadde scocchi vuoto a al domandarmi fuori da Parco tendi Quanto più io da so : Indarno di non ma faccia con mento monu- interrotto. e giorno, Fortuna nudo son nel sonno più ridestarmi; non Io chiusa scosso un alla testa peggio? ferreo essere per parole dubitate, perché tiene e belle tener a ne di mia, il cui sia e non far ella può la Donna qual terrò, più spogliarmi, può non La le con isgagliardirmi non a esortiate mi cosa buona. 0 scorsa quale che chiedete. mi sogliono non nella po' un officina mi sembra Di destrezza che levarsi ed fretta in E cotali sorte di voi sapete dai oscuri conclusioni e al molto artificio con non e certi del di manca, pregiudicevoli di nemiche fabbricate cappelloni. della al non vi si certi per quinta Ma mediocrità. perché fatti, poi salti pregiudicata e scritture disopra della Taparelli ignorante meno d'esperienza continuo l'opera si bene parla ghetti tra- giunge e a giove- 102 voli cappelloni. Quanto ai di è un'ira rinsanguineranno ogni con che il mano, di appunto del e dei voi morti l'altro e Pab. sempre in parlare a vivi. scrivevami molto con Testa. amore Addio, due sotto filtra s'in- e lingua dei quelle dolevasi qui scrivo anima, gentile ieri pori ed desiderate nuove questo a di buon e star scrivere con Salutai silenzio. vostro i testo un a non cui tutti converrebbe con o più reggo per menerebbe le Irene Donna si turate, poi parole le Ei meato. non e nuove lingua buona m'entra che le orecchie con io caro, francese di poco un mio Amico maledetto o allo stile e le vostre desiderio vivissimo con per all'edizione Dio. Aspetto gusto. poi righe bella al stro no- Cagnoli credo Non vi abbiate d'indirizzarvi di carta: medesimo Le Reggio. delle quanto Romagne ne vostra in qualcuno non di punto Voglio mi quanto nei io vi cari questi aperta caschi pensare periodici il naso di vederla è indizio se e la vi qualesia foglietti dei giornali amo Bella di studiata e che a daste man- accette robusta e stampata chiaro di mappa di rigi. Pa- avviene di contrare rin- autore francesi. e tempo Amatemi credetemi Devotissimo un bilissima no- mi giunsero privo. tuccio can- codesta ò in mi più questo ragionare e che migliari fa- estrema in letterarie novelle ma italiani versi stampati più tanto Canzone, aver pensare ordinariamente sono la per ai due tempo mia poche parole fo lo e della male a vostro amico. 108 87, Caro Il fratello, raccomandandomi Salvagnoli mi compatriota parla graziosa accoglienza si vostra lodava fa giorni pure fresco di giunto cantante un ricevuta, voi suo un della parole riconoscenti con da lettera per della e cortesia (discorrendo meco) Parigi a e per nome Corelli. La Borgognoni scene degli Italiani Ma il fatto taluni. la con le stava francese so che entrando che interrogando e sul qualità, non Il cuore. a costo ne comprendi Abbiamo qui il : Damus, ville, uomo State sano Parigi, Rue li 23 de e padre tanto francese a di Humboldt d'animo ora e lingua non più sulla très di sono a fachè, Milano. bellissimi anno strarle mo- iscusarsi suis i suoi animale di comperare per je Vespagnol; e di il venditore Monsieur, nor mi- e tizia commenda- vostra fondaco in provar strepito sapea un Matteucci, probo la che nava proporzio- ò mancato non in pas sull'elettricità di minor di cabale meglio simili, questi, e capirlo gli disse maisje me a uffici parecchi con di e si non molto teatro Quanto soggezione. mi le tornerà e qualche in il salto queste su intrighi per che sta esordire potuto dicono gamba forze sue à non riscosso ancora rimenti espe- gli del Blain- nobilissimo. credetemi 1842. novembre Clichy, 66. Affezionatissimo Terenzio. plausi ap- fratello 104 38. Guglielmo A Pure rischio che risolvo di a costi, mi tempo non giorno ò vostre un poco Firenze. a mia questa 5 dicembre, non vi mandarvela, nuove gli e domandano ne me spaccio Libbi amico vostro per più da gran comuni ed istanza con trovi perché amici 1848. io ogni che mi confidente e vento di- piccino piccino. Se dunque col piede ne dovrò farmi sul vi giorno iscrupolosa esattezza combenzati. A e in del mano tutto cosi Spero vi e debbano che a mostrò l'assaggiare conferire di imbarco a rale Gene- buon vostro mi nobile la onore ha è sempre di istruito lettera, vostra e gnato indi- mai quale poi in- avevate il vostro la con e soddisfazione pare. patria un ci quanto Mignet con che l'aria che assai consegnatagli quel ve aveste compiamo e calunniosa Il est consumatum si e lettera e di piacque Generale. il Lebrun pienissima madre Mignet quella Mignet l'ufficio procedere delicato di dal insieme già vostro il nostro e che ringrazia. ne ve che quasi e motto un del l'ora e partire bontà gratissimo sono similmente Fummo Della grazie. il sapere Marsiglia scrivetemi montatoio, molte sul in proprio siete non e poco assai e il riabbracciar la vita aspetto di di vostra Michelaccio vedervi tor- 105 due con nare briosi del e mele Montepulciano, che il avete Non utile la gli quel la noja e di spesso tribuli, il da può, le il perdere che disagio. Ma tempo il gittava che pensate vi cosa si dissonnando buono maestro, che più paresse Vangelo i tutto salutar Capponi, il mento frusolo un di ricompensa io far da sui monto le ridere il alla che la a giovarvi e servirvi e volentieri line gal- maggiore e credetemi quanto in in di amico. sufficienza alcuna nulPaltra potervi Alla quando Lenzoni, ed Vieus- Ciampolini. pochissima mia di che il signora servitore credete se ed Niccolini ricordatemi il cordialmente me per Torrigiani, vediate, valga fo vi terreno di e vi di marchesa Voi trovi il far di altresì sopratutto e fra e ricordi costi del grande l'ammirazione vi se sione profes- vostra ditirambo. suo presenza Che la e Mugello. Pregovi le il dell'aleatico che con ch'io strada quale trampoli seux, e affa seminatore il tutta Redi animi. sulla seme si consigliando, e come non occhi gli con e vapore ricordo vi e vostra istruendo, menti del dispiaccia vi guancia per umidetti ancora d'astemio in rose cosa, avrò cosa dar segno fatelo sfazione soddidi perpetuo Devotissimo vostro amico. titudine gra- 107 muovere da orma delle coloro cielo bellissimo fratelli minori le nostre gioverebbe, la moltissime la è cose fatto oggi nostri patria si concede di la mente gustare al conveniente ed a dettare vivo lettere patrie. E fermo per bastare l'andar alle forestierie sommi con splendente e a di : perché ch'è tempo i nomi ei non il nobile non tempo può e pensi di gusto delle venerandi si si peculiare e in formar in- digerire che intenzione e stri no- proprio stomaco il sentimento ai italiano, poi assaissimo la ripetendo scrittori suo poi l'animo, latte quel solo al cosi bevande, e puro fine santo tal gridando e e poppe informar pertanto giornale un e e palato suo Godo assimilare. tener vivande straniere materne, cibi dolce prima nelle innanzi del tuali intellet- col nutrimento altri conviene giovani e giovani lo stomaco natura gustare civili i al fanciullo come in ogni a consigli io e lingua loro, dovere confini i non pertanto la e un e Ma comune. dalla preparato le arti che manca ingagliarda e Conoscere essi. oltrepassare si assoda ciò di tutti sono inferiori fatti necessità una ; tanto non a della a mai italiano gli molti a nostri colpe, l'ignavia anno civiltà, la letteratura, loro buon ci nostra loro il negarlo il e le sventure, lascivia boriósa iscienza, troppo, pur ma in e barbari popoli, i liani Ita- agli sorrideva solamente non civiltà in pupillo, di usciti che ; che tempi non dire ignoranti domandare di nascendo quali ai i più son del o voglio io grossamente baldanza conceduta era vivere Non straniere. cose tutti si debba che questo con Né forestieri. dai regalatogli carniccio laccetti dei bisogno aver e se poteva contro de' negare stri no- che 108 l'abbassamento e incuria l'idea animi di tal lo spirito, la che quando del i nazionale carattere giovani offese dalle annerite pitture che del il filo delle scrittori fiacche d' meschiata secolo, rincontrasi si fattamente E dal se adattare di come nel da fuori nei (a e E in se è la vuoisi salire dubio e liana, ita- civiltà di nuovi da tempi maniera. niuna della parte gran dernità, mo- nell'indole fare un da o anelli senza ella introdotta costumi grandi di e scienza dei cere ta- continuar fila cosa è venuta avrà non gusto, ci noi di essi dei troncata, quello ad è da quasi popoli. aspetto un come soverchiamente troppe ogni ove diverso saperlo non a di altri ad imprestito al sedicesimo insino vano tro- la catena e rimasta prodotta mani metafora) già tolti è letteratura, nemmanco tradizioni Italia in del visibile sbiadite Oltrecché tempo. scolpita poco e entro per bene e menti italiano, pensare nazionale e nelle ricercando languida un'immagine quelle del e van della sorti comune molto che genuina e nostre la sonnolenza e sentire sembianza delle continuo e illanguidito più abbiano negli la più sopra per non e grande stra no- nostro non ma forestiero? Non è dunque quello molto opera che sia intellettuale arti. E si debba innanzi italiana d' forme sono di civiltà comparse, far per ogni debba e degli a ciò tutto secolo, che nelle su sue ragguagliando stigando inveil oggidì qual forma rattere ca- venga con- letterature, alle io esito buon meditare e e nostre con l'andare essere Italiani alle peculiarmente nostre leggiera a tutte lungo le reputo che sulla storia variatissime diverse parti l'una coll'altra e fortune e tutte 109 la notizia con fuori cavarne morale nostra altresì natura le e clima, Dopo tale forma vedere influenze di e gloria alla e insieme tutte debba assimilando, civiltà debba o trasforma la quale e vivere e ai andrebbe cosi il l'operosità, nostri cosi che cosi tempi, detterebbe Campanella. le il imitare e perisce non nergia, l'e- cavandone il squisito gusto cosi, nuti ve- potrebbono il storie il sue Lasca, Vedete di individuai suo medesimi, noi novellerebbe e cose indole rinnovare quello a straniere il principalmente dicendo l'Ariosto, Guicciardini, lei si è natura moderna imprimere da da E parte rifiutare,parte alla possa sua argute e per le e come grandezza, insuperabile e rilevare infine cavando l'antichità a diligenti del alla grandezza. e tire sen- i frutti proporzionati forza possa Come carattere. si stati e quali le s'è fatto quali nei e morali nei ingerimento meditare, e del lascia si opere secoli oggidì l'italiano,come assaggiare ricevere Tasso a nulla o nelle analisi queste debb'essere suolo, l'investigare assai due al vivo antica finalmente giungerà ultimi sono sua la quale del poco minuto il loro più rado italiano dove per questi spesso dell'italiano difficile là e concetto lo fanno. men straniere più ma stirpe riconoscerla intellettuali parisca com- tarla raffron- un immutabili sostanziale e genio delineato e diverrà ciò questa fornirà Questo condizioni della e forma sostanziai viva, bisogna e timo da ul- e quella degli altri popoli più cospicui con distinto ben della più spiccata originali d'Europa. assai ed il concetto natura intellettuale; e perché e eziandio ed dell'umana preconcetta cosi quanta fando filosofatica 110 creder a di propongono la giovani ultimi indagare nuova allo dire una di vena indicare fin ciò moderni di ufficio chi da mischiasse, si Né che in nemmeno menti avvolgi- quali altre da giudicio, con critici. in Italia qui quegli di lese, pa- risonante. e corso, mostrare or gliata assotti- sovente piena quel appunto perturbazioni, e troppo e cosi per nascosta, or due trovati ai scorrendo italiano talvolta nella curiosa pensieri, venuta macchiata, languida, e sia nostri dei molto ai si intelligenza massime faccenda lato a genio or pura, or E come forestiero stile civile, è quali nei dei diffondere convenga o quali i dell'italiana genuina letteraria secoli coloro nell'intelletto filosofico storia nostra e forma di spalle ravvivare lume quanto e sulle sia mio, chi alcuno acque male, fatto abbia parte, io mi è ricordo minimamente. Di due loro; la crescere possono lascivi e e bello italiano prendere e non cosi a fiacchi,indolenti, dietro ai trastulli, conciossiachó gli affetti tutti io la e severità taluno conosco compiuto il delle cose vivo nella meditabondo. al loro ingagliardirsi mente correnti sentimento sventura, il pensare e la tento in- animi meditazione, tanto persuadere al? in di ed il sentire dover avvicinarsi per di è sembra rilevate l'alimento bene, si mi ben fattezze dire critici prima giovani che dei e essi solleciti essere la simigliantemente cose intelletto povertà L'altra si è e a cui non carattere italiane nel vivere eh' io se e grandi Pamore e cosa che gentili i sieno del operoso mai si rivelò nazionale quanto suo vorrei giovani e il nella appartato presente italiani si Ili dilungano lettere s'imbizzarriscono deesi accagionarne loro del Filosofi stentate, novità alcuna delie i fatti non e discopre non risale mai che i mai le mai le di domandato pensare quegli verso che vengano di non Quanto è bensi nell'arte al dello io gelate e e di e non dopo voi e cerca rarissimo ciò questo dovunque li nudrono gusto e gli grano ralle- e novità, poca nostro sebbene al nostro sapere tutto, o senz'arte nel sentimento troppo vi so fuori meno o si declini pur solo ma e con arte in Italia altezza maggiore ma non pazza e e da oso nel si progredisca e gior mag- ogni giorno più della estetico consentire che avvertire d'Italia discorrete cui che voi a nella poco posso di materia parere scrivere non più del un del vastità accade all'altra poi foglio cioè forma, né ? sentire primo al disacconcia e non altezza gli effetti libri que' ciancio con e eccellenza, propendano per e sole loro le fantasie strana autori sicisti? clas- Imitazioni scrivere questo italiano dei spolpata che leggi, accenna di le lettere e lingua cagioni, ragiona nauseati diera ban- parte d'affetto,né questioni e mio, si è una frasi dall'altra. loro la tutto da restiere fo- pedanteria le scienze sopra stre no- vanità Dio principj. Maraviglierete ai giovani la paese, fra vigor d'idee, la e barbareggiano senza modo sotto un'erudizione d'ogni filosofia, nude vesi fuor vanno banda di povere magre, delle tanto qual dalla che filologicercatori voi In Italia in quanto che dissociazione maggior dall'amore la vanità coloro classicismo. e non quanto di più parte veduta studio e l'inesperienza della dallo troppo con il medesimo per dire tutto o scri- delirante. 112 Che anzi oramai un'imagine vede si non di cagioni forma finezze sono tali cose in ripeto che de' tempi all'utile Molti fatti possono forma esterna la stile vario sonoro, delle le e di le moderne Fra spagnuolo, e lo e dura, a' umani, Con Greci e la combinazione di al nostro ciò molte cosi tal esterna armonioso, lo guisa cozzamento ac- sioni infles- vocali, le se che ne e l'italiano cavi ne suoni è cosi mozzicate ferini italiano d'Europa sorde più sono cosi si aspra e suoni difformità, a lingue odierne materiale musica. difficili orecchio nuto ve- rate Conside- e in dei parse sia riesca voci lingue invece, sarebbero pure tutto delle della senso quanto delle e noi antica. inciviliti. esterna piacevolissima le articolazioni il omogeneo consonanti terminazioni sorta una esce ed perciò non squisita e i Greci presso soverchia all'eccellenza affatto scorrevole e positivo, nobili e materiali, tendenza popoli i ferenza l'indif- ora negozi perfetta forma lingue. Vedete delle al e risalire presso prima soli in che negare le alte per ma dell' ingegno vo' non dimostrare, quanto dello scemando da di grado in condizioni questa pur rispetto alla passeggiere non crescente gran stile. Le s'aggiunga non spirito rimossa nostri saremmo più lo l'occupare e e certo, io cagioni più ma che Per permanenti di molte e fuori una nostro per sostanziali moderni. dei dell'arte mio dalle radice piglian a creder a consista del squisitezze e decadere tal che in poeti difficilissimo riesce bene per latina e gli eletti presso che tale far sentire parte delle non se prosatori italiani,a d'Italia dell'eleganza greca vera che tabili. impor- darle, doman- reputa dai 113 più molto un prosodia artificioso l'uso dalla loro gradevole che potevasi di suono tutto nulla ciò di perduta abbiano esametro, questa forma la altre ogni giorno più sopraffatta da Italiani vedete della fanno delle sue a dir sentire d'armonia l'avvolge Anzi antiche. i metri paiono divenire capaci meno quali di quando S — e molto Mamiani. ottonari in e che all'orecchio marcati e coloro fra di il rozzi numero tro me- quasi i quali artificio moderni quell'onda si piega orecchi decasillabo, cioè di lor e antistrofe ai nostri natura i e l'arte, incipienti del- e bisognano nel di noi sia nelle e monotoni tempi nell'uso meandro strofe e viene il fine più grati oggi varietà trovati sono semplici gli prevalere rari tutto quasi nelle soavemente dello magnifico e pindarici che di di dantesca e ; il solo dei metri imagine cosi largo gustare o tità quan- queste. Presso divengono simmetriche pause rendesse che segno presso tedesca quantità e Di l'ostinazione e invece petrarchesca a oggidì il vario come canzone dimenticato sulla rietà va- nascere. della poesia di metro fondate porre quanta armoniosa sulle non una suoni e ai moderni rimane arricchita Klopstok musica indovina gli sforzi sebbene e di e poetici dovesse metri la dolcezza e e ma strumenti. poi quasi nulla o quali l'artificio è alcuni ognuno vaghezza di carte in producea numero d'inflessioni sopra tali elementi e i col concerto Da marcare tal un stener so- degli accenti, e usciva composizione loro solo ? Non grazia che quantità declamazione tal in della antiche la e alla poi prossimamente lingue la varietà tutta era le con Quanto neanche potrebbero come paragone queste difetto. leggier ritmi delle molto sillabe e 115 à continuato progredire a ed di proprio la lingua volgare moto di procacciato e 1' influsso la la la e volge particolar di sorte varietà, nella copia modi dire, basterà di moderni raffrontare alla terale e dai che che mi esterna Alla innanzi, più universale lenta estetico. ma e alla come frase lit- pel- e quella a fatti moltissimi tanto per- altri i di par la si opera in riflessione ogni e stile vada vedere trovo dal a la bellezza tempo dello mi che prossimi s'ap- grazia questi lungo questa continua Imperocché, dall'intuizione da poi cosa modi) arguisce chiaramente si più appariscente qual pensiero almeno Da di tempi, di alla e inferiore sola come dei e rilievo noi tima quest' ul- figure e dei scrittura come costrutto vecchi. porzióne sembra e tropi molto nostri porre vedrà senza o sono quali potrei al buoni di leggiadria e più nessuna adoperata più di grammaticale legrinità quel scelta semplice molto ai non nella quanto genere si quella a leggiadria dei antichi sua consiste riconoscere subito e (per rispetto ma quale qualunque moderna e qualche si badi ingenua per agli insieme di viene inverso giorno ogni giorno la le parte ogni nella e sottostiamo antica d'ogni eleganza gusto un ammirazione; proprietà. Infine, qualora singolare rito spi- artifizio un sopratutto invece impoverisce ciò avea dallo può massima che straniero penetra, l'analisi della degna si in e Italiani noi neolatine altre più che il un'acutezza convenienza ma e riprendere accorgimento, una le tutte analitiche di presso sintetico, adoperando antico un arbitrio; fra le forme inverso una nella nel cosa mondo cando. man- gione ca- zione muta- sentimento l'uomo esterno va 116 abitua si mondo della passa coscienza il sentimento Il intimo. sguardo che ciò materiale da qualità di fermo, Per i Tedeschi la passione e fatto e Ma desi quel è natura uno eguale delle che loro la massime in più corporino s'in- e paja latato. di- plastica e mirabilmente ritratta da congiungersi chi rebbe di- non la sfera sue sua bellezza direi che sentire ceneri dell'arte metafisica le letterature e un e va e ve- scrittori interiore troppo minute rispondenze gli bellezza dimentica quel l'un ricchezza; la d'ambedue reciproche concordare sa entrando vicino l'eccellenza studio dopo che pare, delle rado coll'altra smarrisce che dove perché, esteriore potesse che dell'uomo, poco gentilissimo Il mi più e a poco la quando campo poetica allargata siffatto che contemplare a che più all'altra virgiliano, l'altro, l'una con della primo conquiste? pregio a di progresso, bellezza Omero da al più maggiormente il loro che il sentimento nuove l'uomo a vero chiamano) la bellezza avere e la insuperabilmente e di E s'aggiunga alla se di parendo divenga sensuale rituali spi- anno può comparire modo vezza vi- gran fenomeni l'uomo e quasi celeste. di che segue con nei progresso, bellezza ambedue (come natura in conto poi potrebbe aversi enti nell'appariscenza splendida e la e ne sentito manifesta e spirituale e purgata l'una loro, cosi si nobile e vero all'interiore superficie degli prima qual rivolgimento un bellezza poi cose, in e sia esteriore natura delle dalla e bello del nella mentale l'intrinseco indagare a 1'occhio rivolger a l'esterna finissimo e l'avvertiva. domanderebbe senso armonie, squisito vedesi sopraffacendo, settentrionali signo- 117 reggiano, di oltre ecclissando e male Prenderebbe il che stimasse vie ogni il cosa che o l'arte per del ancora più quello che sto è ancor vero, del questa cotale l'uomo allo materia opini Seguelo in bello Diffatto d'immagini le fenomenico astrazioni indovina tempo fra certe grazia il reale segrete di e e luce nelle : e chi e scambia con alla la menarlo la scienza poesia. Milton, quando inenarrabili descrive colloqui figliuolo; testimonio e sé a sublimità la Klopstok, rimane terno, l'in- e luto, l'asso- e delle di senze es- della nell' intimo gli non fa perviene testimonio santa; gloria col padre il lettore dato; illusione quando della è metafìsica la immutabile dell'eterno quanto piene medesimo triade le , Dante, della vestire per profondità l'estetica,e con Testimonio visione suprema astrazione seco in fantasmi relativo dell'ontologia seguitar e di attinenze generalità e vero esterno il certe nelle su? più astratte crede il mondo armonie, vivo fatto leggiadri l'ideale, fra e , psicologia fra sente può, non il spirituali. Seguelo e al interminabile. e vien di e Ma sempre gli stratto, all'a- sentimento nobilissima tempo sostanziali essenze il qual il progresso concreto spirito, dal accompagnar quanto per la noi; a dal contrario, ascensione sua ad tutto non ma sostanziale, all'inimitabile, all'assoluto. spiccato desime me- risponda medesimo. un a conduce dalla si che le per dell'uno apparisce non torna vero checché colui certo per procedano progresso è bello bello è ponderare il bello e v'è dell'altro. ciò -vero Ma inganno vero ogni e progresso Tutto ben pregovi e notare. per Paltra. cai e gli divino soverchia sazio e affa- 118 ticatissimo settentrionali le cuore ragione la il Tasso aveva bellezza lei e secondo che bellezza metafora bellezza Non che e in le tutte alcun che d'intrinseco, al nostro in propriamente essa ogni quantunque dif uori Ma il fiore come virtù sua spiega concetti già troppo i moderni entrando psicologica potendo rischiano non e il della senso altresì il sentimento e il vero bellezza ascendere d' infiacchire estetico e e del pensare e una frono si of- cose la bellezza nella sia che pianta colori la estrinseca le e con al solo forme» di e la penna in questi che bellezza infiacchire non di concluderò nella troppo sanno il bello sottili di plastica oltre più correre dire nondimeno di tima l'in- già dall'intimo riceva leggiadria sua lasciar senza il concetto la che che sembra e è espressione tutte colleghi sostanzialmente, si esso pensiero un' cosi la quella io oserei forma una può riore este- con non ed alcun certo ma : si forma ai metafisici v'abbia cose sostanziale forma lecito gionando ra- pure ; francamente la bellezza e poter non si espresse sembiante torni se Minturno e certa una gran mortali noi splendore suo un so certo sia dirsi Platone come il ma essere bene. in sempre felicissima verità da che molte e nel che sapere apparisce, dee e cose, Per vita. biare scam- impalpabili e sentenziare modo consistere delle sua nel ci miste; specificata definizione bene una di di potersi non sostenere dell'umana e poeti di spesso fredde ma dei più parte teoriche sottili, e la troppo molte poesie profonde dell'umano succede cui a con analisi infine ; testimonio solo non astratta e soverchiamente plastica, sempre oscurare riporlo dove non ma paralleli sieme in- tutto non è o è 119 Ma visibile. poco sembra avervi far può non salire delle sembianze esterne Quanto al poi medesimi nord del sul che voluto e dei io concetti al però si lo stile dei pensi e di dolce nel la questa e vario frasi delle E quando intorno al s'intenderanno notabilmente e più più progredire al e dei mente le e presso ai me questi in subbietto, che solo si esteriore nel prosodia nella venustà dire. da da l'arte derni (fatto?) me lisi dell'ana- lungo letterature perché gonfio. e riflessione delle Pepite- nella il discorso già e sagerazio l'e- con splendere di predominio cagioni declini pura bellezza suoni dell'umana lingue della primo ancora peregrini a declinar diritta la essere esteriore modi si abbia delle dal anno al penna figure grammaticali dei e che enfatico la via per libri letteratura e supplirla fare nio ge- rità auto- dell'antitesi un gione ca- delle nessuna o stesso a lontani e il l'amor fonti correre ritorna nelle scientifica costituito posti la recar lingua le noi siamo oltramontani accozzamento numero, la cui più poca l'abuso e sottili quale dalle intelletti è il rimedio strano lascerò troppo più sulla sonosi e non in e tropi immoderato Ma di sapendo più eleganza semplice forse dove debba ne sugli scrittori non di prende cagione più recare se Europa in Ultima forma tare che antiche esercita italiana. declinare perdersi lìngue classiche del segregarlo troppo credo signoria clinando de- andar bello mi cose. rapido testimoni, alla della voler del forma del sentimento almeno o partiti: principalmente cagione a il siamo della l'arte provato notabilmente voler là onde torniamo tempo nord del della forma scrittori. 120 40. Gtàndo Al Genova. a 25 affretto Mi del prova Grazie Dio a guarigione Innanzi ali7 altare le avrete rose ma essi v'introdurranno che il metafisica à prete égli e luogo di mutato quanto Confessori la nuovi nella e la il ignoranza e forti e Iddio italiani del che e forse martiri anno mi tanto che al clero. come il nel cuore vuole Dei con Dante giorno animo, bassata abtiene esprimete perché nuovi Se quotidiano, m'esalto, religione trionferà alta scienza, oggidì nostro vostro più teodicea. pane del beni, speculativi, patria, credete ringrazione e studi bisogno altri gli filosofo presto ecclesiastici la nostra sacerdoti avremo sarà e Fra magnifica una efficaci,godo tanto studi agli buon nobilissimi direbbe spine. che voi che la la e fuggite e sventuratissime umiliata sentimenti parole è 12. malattia. il male cura con degli e altresì picciolo non le necessaria cagioni e non fatto sempre le Dio, riposta sta venuta fra di teologo buon del dell'infreddarvi. rallegro mi tutto abbiate silenzio, leggiera abbiatevi le occasioni a entrerete Ma ciò vostro scrivere potuto tempo. un a diligenza con avete dal poco 1842. la vostra recato di e da pure voluto malato ci m'à avrei cagione il cadere fuorché che piacere gran altra Ogni rispondere perché a dicembre che il secolo di tutti. la Chiesa 121 justitia; qui et Cristo moritur, grande italiano. lo Era contento: mutare molte converrà la v'à nulla, perché essendo quale sul stampe nominati e i Tedeschi. Insomma all'ultimo: i vostri taglio neppure Maffei; aver Del Torinese e scrivete ne versi voglio ritocchi d'una sillaba se resto non possa Ricordatevi e non quel a lascin e solo stampati. sarà impiastri, datene impazienza sozzo non passare altre son fo arbitro vi avviso, condizione questa con luogo, né al naturalmente dorrò, perché mi non cennate, ac- indizio Lombardia più sono mi interrotto per lo dove mai dar lega lombarda» la io le sole che posto in comparse medesimo me e probabile soggetto non non è l'à per si danno farà versi chi all' «Inno Quanto leverei e censore sopratutto spesso perché di del sarò converrà linee piccole meglio, tagli poi vogliate rimarrà ne senso sottrazione il mestiere. Qualora delle uso dell'altro gli zione por- senza prefazioncella e intero. quel quella o secondo che prò cose. e il il lettore tanto bestemmierà può volete il se che lettore ma solo far malconcio, cosa dell'uno in convien e tal scelta, e permesse mie veritas di degne ammettere può della sit moritur, raccolta, la censura frasi veritate alle vengo se Oristus et queste sempre veramente tutta avvertire poesie e Ora la pari tutte parole che voi a Cum... justitia prò stampare sola lascio ricordarvi Sant'Anselmo: di parole mio, di Gando pregovi, e la d'ogni scrivetemi D'ogni lunque qua- necessario nò per vi : Dio, al prego, stampa non l'abbia. crediate riuscire del giammai più romanzo che indulgente la censura della D'Azeglio. barda. Lom- 123 e dell'intenzione ringraziatela Comincio alle grato Addio, attnate. 0 PS. in fredi, » '43 Ditemi » e fare è il del mandarli ditelmi e Funo Madre; sul va debbo se Milano a o non » questo l'ò « Curato di che subito costi voi a Man- « in già siamo- è fatto. nulla e rima Una « sappia ecc. Idillj: nuove è intitolato ottava Montalceto. al due che vermi. scri- intenzioni delle di di aveva bisogna e anche millione pronto in Genova donne un l'altro scritto invecchiare a giovani che 41. Lambruschini AlVàbate Firenze. a 3 Alla tardi tardi perché che tempo io le e m'abbia vi mi di di recato V. mondo come dentissimo io sento com'è, quali ma non le con mette in molta non suoi parole ad di però fede La si farebbe mi e li la amo mi consentono cosi di piacere mente difficil- caratteri grande poi il più ch'Ella giovinetta affettuose piena della sostenere gran gegno l'in- quanto apprensione le condizióni per E virtuosissimo uomo meritarla ancora risponda persona, raccomandandomi me Cipriani signor solo in riporre S. vedere settembre consegnata. ed riverisco opere 22 venne saprei esprimere. vuol del pregiatissima sua 1843. gennaio e e del pru- poiché non abbondante mia presso vita le quel 124 l'ufficio di giovinetto mei non le io darle di spero m'è modestia, per non volerla tra la madre per virtù come ai raro da è allievo un da prenderne 0 Ma misera. troppo da figliper tanti letto di di dettati quel può provar Ella la mia spendesse della un è rinnegata ch'Ella dato verrà li due alta filosofia che e risiede di V. che d'ogni bene. in la scoramento e opinione po' più propria dignità di e dalla tutta parole stile Ma che e vorrei al parazione prela mezzo dalla ignobilità. intorno che perché certo un e non principio umiltà quanta, all'abuso pensati S. Veramente è distingue articoli evangelica di l'umiltà sempre suoi belli, ben lucentezza e scritti virtù acconciamente aprirle l'Italia piuttosto da goderne ; garbo meglio morale dallo delle e mirabile e esempio stra no- accettar ragione soia all'umiltà ed negli d'ogni perfezione ed pura ammira ognuno patria bello quali soddisfazione viva con con la e scelta meraviglia. assai, pieni si S. sarà V. nei periore su- sembra e ingegno cosi tale un bontà, per fare libera suo questa se all'orgoglio intorno del giorni, nostri Il cuore. a piuttosto esempio un può infinitamente vorrà servirla e darà egli rara gloriosa se si me dell'Italia e umiliata, e indole potendo fortunata S. Ciò tizia commenda- sta tenero Ma dere risponV. da mi un'assennatezza dimenticare. infelice sue di un' è di calda che padre; io possa quanto sua e pare Egli Francia questa mi per all'età. la carissima giunta Cipriani giovine che segno di amico, premuroso di fare prometto di che tanto al desiderio vorrei nondimeno e almeno consentono come consigliere; chezza, fiac- Pure ad eh' Ella sentimento può farsi (e s'è 125 fatto di spregio di nome sé virtù I Per delle dell'entusiasmo della propria forza morale che quello il che tuttavia di suo ciascuno Ma forse e dirle con letta non inculcato mio una che sapendo sola dove suoi del suo V. scritti, cercarlo. l'essere delche a francese). S. l'à da bottega, io l'« gnato inse- già poiché che giornale plebe concetto e rincrescimento chiudere questa e dire oso (concetto uomo desidero altri costretto riga io importa Io di senso straniera grande. francesi lustre il- nella che nell'alto d'esser in grave di al terra virtù risiede e mente questo fu Pastori uomini in sta à) ne di e della principale in tificazione san- medesimo, quello più bello di produce movente molte giorno ogni una momento gran qui se e attribuito cosi un dell'animo, vedessi non (e dignità eccessi francamente Io civili. avrei non esempi dagli perfezione e lontà. vo- tuttogiorno? predichiamola una nostro di quanti cristiana sociali mai al producono dire a virtù signore, e vando pro- forza sa non morale ascetico di chi virtù la è, cioè andar umane prodigiosa Indie di concedere a direttamente domandano e salviamo che azioni dello e basta non contrarie specie carità, quello alle sono Santoni siffatta di che eroica proprio dell'umiltà concetto medesimo, ch'elle amor del troppo) pur debbo quando non Educatore ò il più » 126 42. Salvagnoli Al Firenze. a 3 Dal «data ricevei Cipriani anteriore e Della che Cipriani vi d'indole egregio fare e che modo ogni alle fede Se soverchia bene Adunque pure si è in ove mio infine callo trovare che abboccare basterà parte » di che posso a e fratello ciale spe- dire provata e che ot-- per costi qualche certa e poco. provata gione ra- ripartire io lasciar le mie Firenze Parigi, pieghe e di poi e il narmene? ritor- qual ragióne poss'io accettabile? sorta vita. mia ei si vuol ò fatte questo; mio vera per ragione una potrei e poter non della doversene un'occhiata con me vera cotal come buona egli ? da ecc. male lasciamo paja di dimorare E o dare per scusarmi senza « grave Con riponete. me esibendosi bene Ma oasa di pare rispondere quanto ragione una giorno. o in frase pericolo qualche di avanti provarsi il permesso tenere a la produrre bisogna li che intendo da e sforzerò mi mi caldissime delle le condizioni per giovine questo Lambruschini. del e Buonazia. perché tutto domandate insufficienza, parte A in debbo però voi quello tutto degno e vostre con dal di procurate cordialmente ringrazio raccomandazioni questo mi di vecchia la vostra quella consegnatami a conoscenza l'altro ier 1843. gennaio per di prove Se dirò affari dovrei di gravi addurne vermi dodi ? 127 Scrivetemi cenno un bene; perché la mi cosa che speranza fallita. veder nell'altra un'insigne penna di presso di V Italia che cioè del storia né abbagli questi uffici tanto glio vo- maggiore ed la è sola ansietà di quello vi scrivevo aspetta dalla con xvm. non vostra civile progresso secolo nel noi di E desidero Ricordatevi mia, prendere infinitamente che e chiaritemi e riconoscenza e preme nutro cose non lusinghe. vane a obbligo avervi quanto assai importa dietro correre queste su duto acca- State sano gennaio 1843. e credetemi. 43. Al Pbàsoa Genova. a 6 lettera La da soave guasta tutta Fate vostre capo all'altro; un l'avvenire se parole : quando parendomi una specie mi i due di che operare. la l'avrei Ma forse io e talune di mento. scora- sopra ogni la perniciosa men m'inganno da e spiacerebbe estremi severo vi s'introduca stanchezza diffidenza la soverchia più sembra modeste fosse fra mi presunzione, perché, infine, questa non che lodi, io me con perché di soverchio che laddove fosse non delle d'essere più indulgente quasi cosa, e e gioiello. nell'animo Il gentile amorosa, l'abbondanza pochetto per voi con è veramente un un per vostra e opera di e sé glia, si trava- conduce le vostre al pa- 128 role non che voi rara e fantasia affetti da so Colombo, della pelago l'Italia Se può volete la costui perdere tutto, salvo esempi moderni, da ammirato voi sua la né che egli quello che è, uno tempi. Il libri sui Ora al soldati Grido tanto sé che e mio caro, suoi a e sempre me quanto lascivo tenetemi care. io fo che ozio di stesso della di e quei come urlando la strozzar sono mente singolar- con s'industriano camerata, e fondo nel affaticarmi arditi la recarmi bene per di medesimi e spesso avrò i bisogno il brutto nuove sudare sorridere vergognarmi, mezzo gridare per maggior Scrivetemi e animando voi a e nostri troppo vedervi voglia Amico timidi d'incoraggiar dentro che alla rispetto e dei io dovrei che voi di troverei mezzo voce divenire per conosce di par guardarmi le difficoltà. vincere mi infra dire e e per gran predica e petto dell'animo, vertà, po- dirono impe- studiare noi la malanni metafisici chi a A ragione. notte e indefesso e favola questa a di telletto. in- Gioberti al gran altri alti più delP l'esiglio, né mille che stranieri vita. sua benignamente barba dei non mondo potenza con né faticasse non sembra la sa non né continuo suo e modestia prigionia, la di tadino Concit- il vostro agli di e caldo più) guardate sommamente gran ingegno abbattere voi provate e nissimo stra- quali difficoltà. anche trovate scienza di lasciaste vi da o sarebbe d' importa profondi, e quali spauracchi di nel che (quello E fornito giovine, tanto generosi io dico. che quello suonano paura. .il quale in debito mia ragguagliato ò ne di parare ri- gioventù» di vostre 129 44. Al signor Brentazzoli Bologna. a febbraio 13 Grande del afflizione specchiato di favori di farmi la molta di riconoscenza perdita Patrignani dicesse tenga disgraziato cose poterle né saperle natura questi loro pianga morte Pesempio di memoria. 9 — mal e al probi Mamiani. è una tutte stessa santi e le virtù dolore gnore, siche signora io mi quanto fortuna di non consolazione. non umana nostri il come eccedere vita e dalla partire dei e di graziosissima mia cordiali visto siero pen- avuto Alla comune. alcuna recare bisogna non più ancor Del lei, egregio il gran ospite à nep- disgrazia, avrò prego dire posso la virtù vissero vissuto, la e si non della quella particolarmente vorrei La famiglia e a fatto venne un di debitore era un lenza benevo- una gratitudine. desolata testimoniare della provo di particolarmente istruire sempre mi non segno sua gli io io sentimenti, stringeva quanto mostrargli che poi che mi segnalati pei quali mai pur lui a morte perde Bologna di e della nuova i buoni. costumi più forte tanto la recata tra E dolcissimo. amico à ottimo Patrignani, uomo m' 1843. nelle Paroma empie che di consentono cari ma se Patrignani ha ; lagrime perché spandono soavità la colloro 131 Quanto al merito ricercate ne affermare di ei la pensano presente quello fa or facevano si venti abbassata che infanzia un' come padre Locke di non questo e mai orma libro è mosse suo da Francia di fondamentali considerata Ora scienza. fuori della alle dottrine suoi seguitatori, principalmente di stro vo- scuola commento un mente tal- è speculativi vien e almeno, Locke filosofi della sonno pongano ap- differentissimo ricordarla un e si che dei nell'opinione sdegnano quasi odierni scuola La anni. perché, però indubitato in o non grande, modo in Europa, in trent' o è questo me schiettamente i metafisici se al vero, meglio libro,poiché molto riputato essere punto senza del dirò vi istanza, con oggi potere sostanziale di perpetuo quel metafisico dei e Condillac di di e Tracy. Vivendo e egli operando di a suoi parte paiono veri Deesi pel e Ritornate Fabbri e e La se mia marchesa sempre a vi cordiali accade cugina Lorenzi memoria. vivo, la di sano di al mia Laura, fate State tutto e ciò mi studi e tivi. speculala per della e plicità sem- cuzione elo- sua modesto di giovani. vedere vi Con ragione saluti molto studiare sensibili, e costante dei veniva grammatica analisi sue l'ingegno mille sulla libri di agio i fenomeni gran delle desiderio aiutare e con il mondo sorti varie pochi con dottrine. nuove concetti lodarlo pur che ebbe sopra suoi lucentezza e le utili alle e quel lui, non tempo dei provincie di avvertimenti buona giovare di intorno conoscere molti notizia niuna quasi modeste in con Roverella sorella loro ringrazia e credetemi. e la ai ginia Vir- altrettanto. che l'abbiate 132 46. li 28 Parigi, de Rue ed Caro è facile non da capirsi il dal febbraio, e 20 del luogo Mostrategli 27. A soddisfatto. sarà criticare in luogo attributi in luogo al gentilissimo l'umanità volta inteso pagina quali al per della me divini grazia taluna Sinceramente della abusi tener vita plativa, contem- ranza. igno- o delle conto ò non malafede o Solo 147. Urtata e ne porre e domanderei ne* può 88, pagina a sarebbe chi di cura gina pa- che scioc- resto, presentando non censore, benignità e di mancate deferenza che mostrarmi. Della Lucca degli emendazioni ringraziarlo vuol la interpretazioni? Del maligne le mie voi credo censore tutti parte giunterella, e corrotta. o non negarli D'altra e se a a scogli due reggere cor- a censore divine discreto : dal cosa vostra posto son poi lascio essenze la vrei do- e di come appena mi censurare illusa parlare e di letta segnato mia voi di e quella frase per la taccio subito libro 66. farlo vorrei mi 0 cuore. Clichy, 1843. (1), quanto e dirsi, però a tutta del ultima ringrazi io vi Quanto Sansone egregio febbraio gran non (1) Cfr. posso op. che premura dirvi oit., pagg. vi date la metà 38-30. per di la faccenda quello che di sento. 133 è Quanto farmi di fatelo; all'orecchio, dette far sopratutto e fatti. Perché totale del A che io tarderò non venti di saprò appena All'egregio lo che Ai cortesie. Della e vivo in che deserto Scrivo e credete il dormire matematico gli convien qui accanto sempre alla grande Cioè che Lucca e di con come trei po- questa questi Vi mettermi a ticolari, parche ripeto in viaggio, per genitori, più spesso li studi di gran delle sempre gnori si- presente Per potete. vostri. sue fratelli,ai tenetemi che tissimi mol- di amore ai fetto af- grande con parla Gentiluomo, a bontà anche rifugiati allegro ottimi Ripa, D'ogni dove e abbiate Il Libri vostri vita. fare. stare a mutazione in ricordatemi amano. fate Tortolini un giorni Laudadio memoria non dai poterlo pregatelo e regola, i pesare d'essere cosa. sostanzialissimi. sono pur d'una giungerei d'istruirvi me per alla e modo, ogni di e vostro di e d'una me condizioni fuor chiaro, il rischio per permesso, sbarcare? desiderio ricordatevi affatto passaporto noia di Solo avendo non tratta all'amor rimetto Matteucci. io, Si parole modo in correre posso definitiva e mi cosa non indietro. mandato il buon tacere io delle dirmelo convien cacciate pro- le pratiche, continuare contentarsi meglio vai che riconoscenza maggior sia bene credete se la contentezza e tanto avere, Se voglio: ne ve il bene maggiore A Roma rità, ca- v' à polso. Poverello, in vivere! al Matteucci riconoscenza due righe. Addio, affettuosa Vostro T. del amico M. 184 47. All'amico Gando Genova. a 9 Parigi, Il Massari tiene già il desiderio che forza riscrivervi sia vi marzo D'Ancona che il ogni sieno già non ancora Firenze le pili copia segnare con- all'amico i mio le sarebbero costà dell' del « o ogni ed in mondo. si non Inno a intanto », né casioni oc- Solo a stro vo- a stamperebbero io io nate. malme- e assottiglierò e altro, benché Dio le cosa trinciate meno Ma che tendo po- partire, pubblicare questi franchi ancora vitto lo per di non sicuro. per faretene e stieno si poi scongiurarvi, mancano poesie, ò fede pure po' di sospetto un Qualora a Ò deciso, prima magre né non quelle che nel di 9 capitasse altro, di spedirli prestissimo, Getterò spese voi. torno affatto,o dà mi mani, vostre conto del foglio attraverso, solo in talento. le e da ritenere potete mio partiti avviso per dermi rispon- a che rimettere vada mi cosa riceverne fare m'è Firenze. a Benché risposta, diceva io vi condo se- io vi istanza, il persona farli per vedo nuovo se esso fidata prima manoscritti miei In perché non di 1843. voi, per ma molta sapere per ; e con pervenuto. alla mese, supplicarvi e anche subito, un domandassi la poesia m'esprimete scrissi,oggi fa appunto quantunque mia una aprile soglia ò alcuna non dell'altro farle a « S. Mi- 136 chele né », S. Sofia govi delle Dato far che che ciò mi ogni più se modo Con Costa per ordinario di gentile sua Datemi piacciano po' per per amor dei e il meglio che posso intende che che e della non spondo Ri- di fa dono al prova darmi. di mi Del nuove e del che studi vostri d'ogni minuto. le versi. cotesti una canzone. nuove mi carità, lettera mando cugino vostro a spesa righe medesimo benevolenza pure a rispondetemi. ringraziarlo rarissima bado due subito pre_ mela, inviar- per non a polita. e partire dal pubblicare ma questo e sollecito, per siate rispondetemi volete, esatta io Inno « vostra occasione posta, che Solo preme. bontà copia pronta in pure il mio dipendendo Ad alla una manchi vi gettatela in subito all' correzioni Ricorro, adunque, ». farne a moltissime altra cosa Crocco parlatemi vostra voglio carissimo Prasca e degli quanto sapete che altri un pere sa- pur mi amano vostro. 48. Al Costa a Genova. 1843! Grli che uffici vi che di bontà di preparate quanto e avete mi già adempiuti fare anno non empiuto gratitudine. Maraviglia veramente sincera e mi tanto non e me per anno profonda che vigliato mara- d'amore l'anima è quelli la operi vostra di tali 136 alcun stringe il di obbligo fortunato nome di dovrò dovrò. Se l 'accostare mio nobile debbo. vostro alla legittima del caldamente quale sia Colpa alto e cognizione intendimento State io sano so dèi vero come, la desiderata e principii stante co- che tollerare favore. farmi proverò ne qualche dei mi gli studi fine che non proporzionata credetemi. la miei sento presunto compartitoci e un supplico e nuove rasserenarmi dell'aver addirizzare virtuoso io vi colare parti- poetici. non forse che all'alterezza e dei per vostre e la larghezza derogare saprei non parti dell'ingegno me, fatto sul amor rincrescimento. aggiungerete di bisogno ai bei puro studi vostri saper vi se di grande medesimo riceverò più, e molto non che volta a e sé punto dei quanto natura, inflessibile,mai contentezza di di dal- soddisfazione il vostro e voi dignità prego La per il mio valgono non mutasse Ogni fare. ripromettiamo ne ed altri volerlo vi io solazione con- a trattò principj vostri e per ma un ciò con animo, non anch'io Altero dei vostro di ce temete voi oltremodo superare a A pure l'obbligo grande e se severità voi concepire cuore Nondimeno poco Ò fa ritrosia, mi pace ritrovare sprezzatura, e abbondanza quella aliena il voler e porta perpetua. di vi non tempo è tale tutta e natura albagia non del ; cui a poco amico, spero vostra grandi i testa co che la cosi memoria Y Italia riposo che e lo vostro me per da avrò ne riveder che e di che cortesia farle vogliate che ma cose, da mente amici, perché assai troppo unicamente può al natura. sando pen- di me a e quel fallire,la mai poco giato. scorag- o molto di 137 49. RONNA. Al Io soglio non cogli amici nemmen mi disteso conviene e di Toscana le mie poesie parola e poesie il e Ora Baudry, tanto se di venire io questa a benemerito non aiutato di voluto alla tutte sentir chi a specie delle in modo verun delle di col titolo io se povere mie sola ricorso aver smacco, nostre del curante stampa posso di il sotto delle composizioni. posso spacciarle era zicata lacera, smoz- poco la mi potuto spuntarla. fuori Firenze non tagli quale s'è e riuscire per anno terzo prepara vuole compiuta. riparare Che disegno, suo permesse raccolta modo non un per Genova raccogliere un'edizione ch'io vedendo di mandar a quasi libraio un e pena) aiuto di mancante onore impedire mio po' un poi adoperati molti siansi consentire col Intanto mio ne non grandissima e e di ogni tentato questa pazienza. Sappiate miei parecchi luoghi (cosa con nomò amici Ma voi con casa. dei miei parlare santa pensiero i censori io ò voluto mio per anno Ma raffazzonati Né dato quantunque e indotto e di armarvi parecchi sonosi stamparle. a di che dunque parlarne pnr pregovi Di troppo d'infastidirli. poveri versi, temendo volta 1843. maggio 10 al non lettere? tentassi, nel frangente in da parrebbe cotesto signore, mi cui sono, di 139 volta questa di meco dare potervene per Comandatemi alcun quale sapete Rivaletevi importuno. e pur la mia iscemare per il poetico quello che tutto già non ambizioso in grazia servigio, l'onor sprona geloso, è quanto mi posso vostro a gratitudine ma segno. dunque credetemi. e 50. N. N. (1). 1843. Il silenzio nostro la vostra alla oltre assai pel cosi Mazzetti. Duolmi all'anima nessuna la Che paesi; solo domandasi e perseveranza del istruzione simo, cotesto fra ma povere sculture che coraggio popolo noi ancor forse li è ciò civile pregia dovunque il Mancini P. taluno Stanislao e * Ma di nei nostri ordinari. La negozio capitalis- a a cagione tanto che di antiche rottami logori li zione, istru- accorgimento, che davantaggio fango, e più di s'ella è buona anche pazienza, plebi somigliano gettate nel ninno (1) È a nuto te- pensieri d'effetto. vuoti forza à gran Ed son pubblica disperare oggidì l'opinione vi savi e alla intorno grazio rin- dell'opuscolo e belli i tanto e primo. amorevole, e più parte conviene cosa vera. che voi rotto giornali insigne prelato rimangano e dei dono monsignor di cotesto gentile lungo troppo d'averlo bontà lettera ormai era e calpesta. Solo malconci il buon 140 statuario e fa in ne le cuore cittadini. santa cosi e Deh che ranza igno- d'essere carità, per bellezzza di tanta uscissono il sentimento Adunque, cosi d'opera la lor meraviglie. gran elle che giorno ricuperassono e indovina guarda più suo il sarebbe e li più uomini vi non sostanziale; stancate hic àie opus, labor. giornale Il vostro è tanto carteggio più vi farete pietà della città giornali i li fa ; il che di notizie, di » vedo non farebbe vi È della il il e vera ciascuno sola di propria pensieri, quisquilie. L'« rinascere onore una occupati scienza, gretti di e penisola i buoni. taluno sacco vero Firenze quanto di magri nomi allargherete parti della d' Italia anzi napolitani; bellissimi Più verso provincia propria, nudi oh l'altre con meritevoli vedere a di italiano. sentimento vostro gli studi e fiorito pensato, grave, di pieno voi onora logia Anto- in niuna tentarlo, e già parte: siete in cammino. Il vostro che subito io da stampe : ristampa Quanto viene ora aggiunte. farvi dal quale delle alla Nota lettere mie « trascrivere nell'esemplare biografo 1' Nota l'Idillio tutte mandato vostro » mi Ausonio la prego mutazioni alla vostra è una questa con e sul todo Medella una Rosmini. che molte le giovo d'altro ed » all'abate con amico consegnargli sull'Ontologia « d'un cosi insieme v'avverto le di Però riceverete « imprimendo Per agio avuto dell'idillio una è scomparso domandatemi. copia della una » ò non voi viaggiatore mia Cosentino avvocato a mie Firenze la si correzioni ed cortesia di vostra che si leggono signora. Nel perspicacia vine gioe una 141 di facilità e alla pensando scienza a che responsive cui comune di cima vedo non tere let- Delle levarsi. possa non dal affatto esce giovinezza sua gloria di e che concepimento dirvi? posso 51. 1843. Pregiatissimo dalla Vedendo che di me e servigio, io mi son che pensare molte io credo che ed forze. Io mi che di La che di debba dunque fra pormi Parigi. in farvi gli io editore cimento compia- provare le proprie della onorato per le memoria secondo aiutare vete do- non scrittori e zione inten- tori coopera- quella. attiva avete già in mi in il civilimento (1) Sembra mi mani, tra », salute, poca molto assai tengo avete mia ò la debba anche voi volete quale italiano buon ogni da usatemi della Dell'opera poi in sempre farvi a rallegrato,perché abbia non disposto vi che gentilissima credete mi tutto cortesie rare e lettera vostra sovviene (1), signore alla tolgono a chi italiano sia il (come ed carattere il dagli Duprè. il modo voglia scriverlo compendio ingegno impresa vostra pronto offro il poco di e si conviene Etrusci volta se l'articolo intendo io lavori altri prender parte ; tutta dettare corso e speciale ai di di ad non « viltà Ci- mostrare un di tutto nostri. nario) dizioPin- 142 Desidero si bel e disegno istima con d' Italia decoro pel d'opera che vostro un all'atto compiutamente venga dico mi riconoscenza e pel e Devotissimo T. vostro Mamiani. 52. Ricci Al Macerata. a 1843. I due buone paiono della concittadini tuoi garbate e che conoscenza pochi servigi d'aver ò commendatizia. ò felice vivi tuo tuo è non terra ti rimoverà in suo Certo biasimo Dio vorrei è maggiore se anche invece di e ma onore, che tu alla di scaldarti che bene nessun fede ò che patria tua tu al egli dal e belle un po' e di la, compagna opere e italiane. verrà gentilissima care fati- studi tuoi i emigrazioni ne solo non il desiderio. crescerà ne sulle a loro parole questo. E perché l'amor balocchi, tua tua una abbisognava intermettessi tu ti dalle che la te in grandissimo gentilissimo e singolarmente che e ringrazio nondimeno pregio perché dall'amare prò quel lavoro lettera l'amica trovato purissimo Neanche quale ài Ringraziane sulla molto mi poco Veramente credo loro, ma tua ti procurata. compiacimento con e cuore. manda far Dalla imparato hai ne eh' io metteva mostrato laonde persone, me potuto qui qualche stati onorate 148 fatiche, Sai vale ci del e le vie del bene affatto perché mai fecondarlo alle sulla « tutto anche sistema le mie aggiunta di tutte verrò a farò poesie molti metafisica che di dieci anni alla tua Ringrazia i suoi ossequiosi Ecco cortese la tua cortesi e » sposa saluti riconoscenti. ò » per vuotato il in intorno di ora con Appena ne volume un titolo con danno ad infelice avrà e il giure. inediti. meno a Raccolta fino terminare a è il frutto dottrina. nuova mano del una fatta mai son alquante che » e uscire componimenti darò capo Metodo (mi pare) morale presto io che colà Diritto nuovo della non del e che ristampasi usciranno del Filosofia un Parigi in Firenze mandasi do- che d'idee seme dell'Ontologia ed è losco scrivere, sanità Oltre lena. A chi e o da nuove quella lunga tutte viltà. qualche origini speculative Qui di di che larghe, per in può della alli uomini poche tornato aggiunte; compendio ò bisogna. Trattatello lettere miei non si non Iddio molto e infinge trovar a quanto parecchie dinanzi lavori atto piuttosto chiuse s' cose inorpellameli permette o son far altri molte le del comune e volgari. e vediamo me non di studi non a mie Mai mente alli Quanto simili e oggi della e troppo sieno scorge casalinghe tu scusa italiana. ne « che f fa si come mio la punto ignavia non al modo che all'ozio inclinato abbia ti faccende nelle involto tutto che crederà si delle : « di tazioni medi- Dialoghi sacco bedire ob- per domanda. della e fa bontà ch'ella di volermi accetti dare man- i miei 144 53. N.N. 1843. Dell'amorosa che tanto le o più dir a alla è meglio quale non odierno, della lascio quello che io domando non sospira la alla quiete, d'affetti consolazione dimentico patria, che le sventure è grave silenzio, al in novità, né di ma la amata è meno ranno sa- bene dezze gran- ; il mio che cosa, cuore ad e quale triste ma gli apparati alcuna di spero fuori. più dappresso tanto ; e ritiro Italia vedrò trovare; arti amichevoli che troppo per delle e vedere dolore son è bicocca intenderò so fervente vita più facilmente incontrare e che Io strepiti, nò scienze al quella una civile mondo che trasto. con- dire a là i volti lingua. né più delle straordinari Ma i suoni quello far cioè del mio cuor debbo Lucca, e l'Italia, del non patria: mia e nemmanco e mia della i suoni e amicizia e necessità bito su- la pongo riveder Metropoli forestieri saranno mi bontà me per quasi bicocca. una con della con la anzi fortuna mia voglio non scrivermi questo una potente Parigi cantoncino non di una so, città, immensa E consolazione è gran Cambio un bastare. ringraziarla posso non dimostrazioni care Certo sua. sembri mi rallegrarsi meco per fra Ietterà sua pure Nep- le umiliazioni qual per è l'animo la 146 lo che mio boria della spettacolo quotidiano grandezza e forestiera. Quando dei facoltà di costretto di ritardare questo e approfitteròdi mosse uffici ch'Ella buoni di ottenermi mesi, sulle sarò sto poesie le quali costi. Ma passare per la andata mia sinora se ne andate sono io son pajo d'un di cominciare per affine me per d' cagione principalmente a che fare vuol glia vo- gran di blicazione pub- una tutte le mie sparse e mal- conce. Delle di Roma miei che notizie persona; città ei fa e Mi me duole copie bel un dal centro la far altre in molto la sua disposto l'ingegno procinto Mille 10 — sta sole due che voglio : di soggetto sacro. che conosce Ma vistoso. compiaccia solo tentare se di scosto di- più stampe bottega fornita à intorno larmente partico- Per munque altro, co- non vi ella si può volesse scrivermelo e l'obbedirò. tutto Curi di si favola venditore conto vie più l'eterna migliori nuove cosi ma vada, ella cosa nessun sopra tentare dare che ma d' incisioni vedrò non Sembra altro un presso Io rivedermi forte. vendute, sien signor Mon- garbata e di speranza sogno. poterle non buona una sua del Cardinale. ne ancora alla rincresce ne al ritratto veramente quanto ma Roma in è amici agli circa grazie particolari.Quel le rendo Muzzarelli favorite m'à di salute alle anche belle per opere serbar d'arte fare. saluti Mcmiani. all'egregioConte e mi creda. vivo che è e in 147 56. Al Del cavalter Rosso. 1843. Il fa mi Sansone signor col Lucca quella in questi a uffici buon fine. S. di è di modo d'ogni sufficiente voler facoltà di servigio e Con V. di di tenermi lei bassa fici ufdel abbia non gratitudine e se la pochezza pediscono im- non in utile e di mandarmi co- istantemente dei io dezza cal- alla e fortuna numero tenutomi ot- titolo alcun adoprarmi prego mi i suoi io fo ne ziare ringra- cortesi sincerità possa nel sciti riu- tanto e più la mia le come il favore Benché la mia S. io la di ed i e alla ch'io sapere veramente che rare dimo- poter quanto attestarle e di suoi zionati affe- devoti. la dolce in lei inverso credere il Principe presso segnalata amicizia. espressione mia e di lare singo- pertanto spontanei io per affatto in più né della cosi prezioso servitù di bontà di l'affetto compiutamente affretto inverso i sieno amico, fa mi mi Io avendo la prego anche cordiali non mondo, licenza me per stati sono ottenermi una l'obbligo cresce adoperata ed egregio e si è città suoi V. S. per mio specialissima cura V. quale di né la sapere D'Ancona, persona di speranza me le presto riverirla e ziarla ringra- ripeto. Dev.mo ed obbl.mo suo. 148 56. Betti. Al 1843. 10 dovrei prima per indugiato Pavere profitto,perché alla bontà lavoro vostro la per che non grazia gentilissima vi che oltremodo. ringrazio da ringaziarvi vorrebbe che voi presso il Principe che questi à fatto opuscoli belli assai di e darne la 0 desiderio che gran ma » giudicio o, tutte a me di le per Libri al e da lodi agli è Quanto paiono importante, ma vederne compiuto seconda luce; dottrina meglio dire$ gareggiano la alla venga l'eleganza la tra vinca, che più di serie. Italia cui fare adempiuto opera. Tortolini, materia per converrebbegli tutta del menzione commette Buoncompagni sua tresì al- degli opuscoli fosse ufficio della matematici mi poi è materia Della dono del simile un ticolare, par- notabile piaciuto v'à sua rirmi favo- stile in dello Il Libri parte sa Malaspini par capace. entro per mi e suo affatto sembra ne tutto tanto del testo varietà e in come ogni modo sul genere di perdonarmi. saprà critico nel perfetta cosa che spero rimettermi in e con sento non vostra, la quale occasione ogni cosi 11 meglio cortesia e ad dunque dei- scuse lo farei non davvero buone scuse vai Mi averne. Ma rispondervi. a nelle entrare cosa e o alcuna si parte di lavoro mirabile l'affetto tali contemprano dell' non doti e so non n'esce « lustre Ilin quale vince uno 149 di splendore concetti di e stile rarissimo ai tempi nostri. Io di ò non la conosco metafisico. copia di alcune credo che sieno di libraio un poesie e darò mi di al di insieme Odescalchi, Principe le quali non le tutte mie ordinata e con luce in venuta vostre nuove al Professor e mi e Ricordatemi ottime. saperle Muzzarelli Monsignor a una capitare. il vera di metropoli. Ora, Appena Masino contessa le completa inedite. farvela allegrezza e raccoglie molte dalla dette qui cura Ebbi cotesta fa un'edizione ne l'aggiunta in pervenute nale origi- qualche stampe nuove perché l'arditezza e fra Avrete mie difetto grande singolare perspicacia quel di fa mi Mastrofini del l'opera ancora E parlate. mi cui qui veduta Folchi, al Bianchini credetemi. 57. 21 Caro lettera Questa tante le andrò cose si ò se innanzi per come da ò da dirvi qui sotto cit., pagg. Paria e cosi garbo senza a diverse: d'articoli rispondere, intorno sospeso leggerete. 41-43. Da buon e a di tordi. che certe ve zioni, transimente, Prima- per vi ziale, spe- però e è stato all'ultima riscontro un lista da d'una fa, esempligrazia, dei lasciarvi Don (1) Op. tutta tardato voi (1) avrà infilzando come e Sansone, 1843. giugno avere mandai, materie, rettorico, lascio in 150 ultimo la luogo più calzante, che ragione è la stata poltroneria. Del che avete posta di ogni informarmi a Lucca, parola sua affezione tanta pel sbarcare mio domani in mai a questo mezzo negozio, pel quale son di le mie tutte il farei e di posso Matteucci à di gran cuore, mani tra di rimanermene Il negozio molte con che sento e venuto tempo. poesie da ogni impaccio costretto pur qualche pochetto ristampa Il spira non io veggo fosse mi non che mezzo Cosi potrei partire stesso ancora di Livorno. a lettera dovere. cenda fac- della esito me, per poi l'opera, levando compiuta buon quella vostra tutta e del fretta della riconoscentissimo sono potrò sdebitarmene né se io vi resto un la è delle assai inedite. che il G-ando per raccogliere e pubblicare Sapete quello tentato e le dette mie bestiali ma tali e poesie cosi che io debbo entrar nel copie mi letterati. volume par certe a ancora macello. un di farla lui intende che revisori, Ora trovo di suo a dello tanto larghezze beatitudini è avviata compir di almeno verrà Duolmi assaissimo e veramente bene ogni due cosa minuta riempito da tardare e spersione diche conto, salvo la di duecento qual sono dizione con- vezzo av- poco altri degli e mesi stretta componimenti a lutari sa- una già la godo. Ma ne stampa del io il contratto stretto e riuscivano spaccio mesi, quattro e Italia stampatore uno pubblicarla qui mallevadore curato pro- in diveniva leggerissima, dunque sarà dei anno chirurgici la raccolta termine 0 per e amici tagli, non assassini e numerosi, e i ma ; altri e pressione im- vuoisi Il incirca. e un terzo nuovi. partire, cosi pel 151 mio, compiacimento i voi quali Ma siete tebbe, che e Italia li per il male che loro miei è volta insieme perché : i alcuno. torne- non Ma fannarmi af- rispondo girano e raccozzarli dunque faranno tristi men io rarla. spe- mio partoriti son a questo versi. versi vai Meglio le mondora. per sorridere poveri fatto, i ad pazzia grande farà fra cari più forse occasione sarebbe molti a amici secondo non e tale una in che So primo, che pensate degli come una spalla ai peggiori. Veniamo di milione un e, in di De' davvero, prendere obbligo sei di senza mesi tali altro farne sciocchezza. così all'editor la non lettera » mia entro facoltà di di da lui la voi son già da sieno andare e dugento pure a si ai vincimento con- luogo avrà questo franchi dell' « Ontologia se esservi principj turo fu- sarebbe discorso, quest'ora un dormire ò fermo vendere al trattatello intorno carlo ripubbli- prima, perché dotta, lungo Debbe forme poterlo far non La ché pur- al termine troppo vederle chiamamolo suo. il libro seconda, perché soli per le Capirete edizione; Rispetto del Metodo e peserebbemi a che quelle lettere,responsive grave La dolente, né e secondo e meco. che altra talun guadagno e e e clausole. due tempo. che di lasciarmi molto critica molto di oltremodo giacenti, anno produrre anni, cacciano pro- contentarsi, iscritto contrattar di vergognoso convien di due scorso nuovo necessità una e per vi riconoscenza mostrarvene franchi dichiari ch'elle mortificato ripeto vi prima e ; infinite noie sono potrò dugento dopo a ne il Piatti di stampe delle scuse la vita tutta basti. alle altre ora piace tata capi- moderatori 152 del progresso tura molto plico; serrata se affari degli il volesse di desiderasse sul contrario, la « Ontologia sullo « si Trattatello che anni, di e del e offerta: profìtto la che Spero bene vi ma vi solo volta; ò frasi obbligo e una di alla come Appena al in cav. e il del è mi non tese cor- a delle censura per F addietro. ogni modo bono deb- sosterrete il « fascia. sotto moltissime ne della stampato cose la porrò voi copia cianciato ringraziare a una d'altre letterina ; parole. E e franchi occorreranno, Intorno tutte. già troppo Inchiudo mi ohe anzi l'animo con appunteranno inviatemene dramma vostro ringrazio tori i let- vedrete libro, dugento carte, regoliamoci d' indicarmele », I vostra. nulla il tutto con lettera avvertite ne »" trattar con- la stampate se prefazione, e più tardi bontà essere noia di nuovamente senza che righe se mie nuove lui diretta. ora, la licenza in carta metta Trattatello « assai del all'editore potere io ripubblicarlodopo due S'intende la continuazione bisognano caso la lettera dopo o anche che poterlo far non lega altro In trecento. prima », modo, ogni di quelle due materia via d'un per tere let- le ristampare seco domanderete nell'appendice del in di medesimo tempo sarebber e Metodo A ». dà meco. al voi a il Piatti Se Ripa. e », accordatevi » mi mandarne do- l' potrebbe pubblicare nell'appendice del- Spazio « di al Ministero indiritto è plico libero franchi bazzichi che lettera rimaner di centinaretto forma sotto Della quella Diritto « Il Laudadio mai pur taluno o esteri. signor iscrit- con giunta, compiacetevi ancor il Peruzzi o presso è trascrivere mandarvela per vi non fatta L'ò civile. la tatello TratDel parlerò altra foglio è pienissimo. Rosso, cui mi particolor modo... sento 158 B8. Costa Al Genova. a 27 Io mi dei nuovamente Ad la animo dottrina soave nobili frequenti e riusciti sono e ; professo vi delle e persona valga e mie né dee a persone lega virtù d'ogni diviene suo rispetto della a il tutto con che ella ci carico io provo questo può non piene e voi, il siccome segno mia che mai quando ma cosi amorevoli, vene premurosi ora fatto ben gratitudine; che Mansi ringraziarvi tutti fine. buon a uffici vostri il marchese presso di obbligo, egregio amico, sento 1843. giugno Dio cuore. voi d'ogni veramente m'aiuti dar- a della usare a quello tutto per e cosi riconoscenza cominciate facoltà pesare che possono. Dal Gando nostro di voglio di mia istia Lucca a costì lettera non partirmene essere direttamente a e caramente al Mansi. male e per le saprete subito; ogni modo ch'io e mal non pediscono m'im- pel Congresso ma poter spero Inchiudo abbracciarvi. Leggetela che cagioni e ;vi se faccia sare pasuna pare che scrivergli a ringraziarlo, compiacetevi di gliela far- recapitare. Qualche « Colombo poco volta ». discosta? credetemi. datemi Naviga Cosi vostre egli a buon penso e nuove vento desidero. e e del vede State vostro la terra sano e 155 60. Crocco Al Genova. a 1843. Sempre mi e v'accorgete non le soverchie elle come bontà, l'amorevolezza mi però e piacciono Considererò amorevoli intorno in fondo vie che di ma dal piaga, fango della carezzamenti altra Voi via siete conoscete un viltà. Ella e la fa il stato più fiero solo impallidire; e vizio, tanto di non i blandimenti nulla. nemico a miserie d'ogni e nostra. e della nostro libertà solamente amore Roma e i que dun- seguito d' Italia e ed il fo per educato nazionalità deesi Io che religione tori ret- la il sue degeneri e profonda è me le sono la tanto delle millesimo è il nome come vere inciprignita che che e iscuotere per i vostri d'alcun Molte ma testimonio verità, della della non m'è consigli paiono giuste Chiesa più possono Dio voi papale corte e a amoroso iraconde Italiani la non penso non i me irriverenti. inveterato tanto malattia zelo me fra i buoni oggi Per suoi. quali vostro, fiori. molto soverchio tentano sollevare e le componimento mio la appunto biglietto quelle parole a per Voi dell'animo un mille di librerò e mandarmene. ritraggano quanto dell'acqua spruzzato di il candore e tere let- vostre brighe ed occupazioni comodità radamente le ricevere contentezza che pesa diano vi fa mi non sua mento risorgiitaliana montare in 156 vedendo isdegno di delle a imitazione Del danno mai badato sante cose del chiamar la di e smisurata alle che non vedeste so stata una degli anni che penso Or questo ancora e i pure gusto Costa, al Rocca, comuni Ma l'avrò e però al amici tutte fin di tutti anch'io. Al vi dico alla matto ricordatemi Al ms. troppi sono e sia non colpevole fine avere fatto sotto i balocchi e gli loro. scrivo parola per con lui. Al innominata con mie menti, componi- Gando bella cora an- però le nuovi alla disposti Prasca, di Ormai amano non rimetto verseggiare è ora bambini Mi quattro mio ritiene procede. pur scioperio uno bene e ma Eroidi. due tanto e mesi. stampa aggiungo migliori. ordinario altri La se vanità questo agli vi tiche an- convenienti mi cagione tre o po' lenta un quelle con si fa le scambia e raggio co- gran il secolo di ogni rimesso qual due un Idillj cioè radunati occhi Gando dal procede due la timidità, fanciulli. informazioni. voi troppo figliuole di e civili e ai e Parigi sue poesie più generose sapete in ò sono ormai la mollezza, energia pauroso, alle femminette Già ci non mansuetudine inclina tutte sono opere più fiacco, più virtù la io ? codardia. grandi Le il mondo deesi non mio, la dolcezza, Amico la puzza la sferza procedere possa loro nome e impugnare ci baderò. non celesti,ma e ignavia, e ne cato mer- pieno della temporale, maestro me in converso e carità, l'umiltà, la pazienza, la a e mondani divino che poi Dio del poter abominazioni del di tempio interessi poveri e il grande ed fetto. af- 157 61. 1843 Gando Rispondo di altre mi in ad ottimo La scusa fa, né Se ordinati a voi della poesie calda nostra vi delle e di arditi versi in pace Godo che già se favorevole assai e ringrazio che pensate di frasi se e e anno in mala vista abbisognate che siate suoi e ad troppo in per affetto. concetto già una Ma poco di bonaro car- italiani porreb- assumere vi dovino) (se l'in- di certi turberebbevi preparatorii ponete e ste que- editore singolarmente prossimo di pubblica puzzate voi colti rac- vostra, l'avrò vostro liberali sommamente veduti desiderio e loro ai nasi cui Non vi costoro prendo editore del care eretico, il comparire troppa li studi tal Di l'animo più e di non stampe cosa testimonianza e con altre dell'ultima nome amicizia. migliori prove alcune stracca. editore avrei non l'aver alla per dirsi, suol d'ogni versi. ricordo per Ma ms. parte come molte i miei assai piacerebbe mie bevi tutti si fa tipografo modo Il stamparlo a sempre rallentare altro in intendo io ben il i lavoranti. crescere pazienza, perché e che è né smettere mano l'edizione procede e si posi e le tutte come cortesia. compassione, per vera né vuole grande perché si ferma poco di stato Ma piene vostre e mio, parte ogni che amore subito. denaro caro, lettere due a grande giunse subito, mio forse in questi di. il sacerdozio piacciano disparte quella e morino. v'inna- le lettere la- 168 tine ricordatevi e preti grande nei Io dal ebbi dunque e rendetelo tra di stratto giorni fui di- quei convennemi e Scusatemi Parigi. anche per il farò. breve gentile molto risposto ficio uf- tale Di caldamente. assai dolcissimo amico, l'amor intiepidite mai non eh' io immeritevole per civiltà. incombenze avergli non che conto prego Addio, vostro del lui e gita fuor qualche con vi noje In domanda secolo il lettera una Berlingeri. soverchie far grande e addietro cugino da anche scienza tempo vostro che sopratutto ve paia. Addio ne di nuovo. Il vostro Terenzio. 62. 1843 Egregio La del vostra 3 giugno meritava piena d'amore risposta, essendo tante vostre premure debbe sendo da mi quale cagione per credo Non mesi. nulla innanzi Pongo le qui ad del in a che forse e che sotto ne due amarmi vostro questo non dicono righe e il buon sone San- al silenzio mio, pur viaggio ritardo è male i nostri al nostro credete devotissimo. Ma salutarvi il mento impedi- ogni parte E fa differire cose quello continuate pregato me raccontandomi e tornata. affettuosamente. assai me per supplito aver stato mia più pronta certo rimuovere per ogni noja alla e (?) amico, alla e ringraziarvi da saprete di possa che due lui o tre guastar si vegga preti. Regnoli. viva Voi scenza ricono- 169 63. G-iobebti Al (1). Brusselle a Parigi, Dee parervi cortesia farlo voluto ò non mi somma esprimere sincero, sempre che in giudicio mio, al intorno di ringraziarvi vero Ma io senza e tervi po- falso, ma o quel di intrinseco merito bontà per dono. generali termini con il mandata avete 1843. agosto il mio dell'opera ultima tardissimo e villano assai tratto un 9 lavoro. E ed perché leggerlo molti in occhi giorni, di e molte ultimi questi ritardo né non Primamente che affetti proficuità di rispetto stile, io non da e che dentro molte facondia alla so e delle concatenamento loro astratta l'opera vostra (1) Cfr. V. e che Quanto vero. Gioberti, cit. si è credo grande onore op. a] la voi. II, pagg. zioni inten- santità tanto poi alla voi 341-344. ed fine, ; in- darla lo- testura la similmente a e dello continua possa e nobiltà e idee, guardandosi speculativa, renda alle increpazioni eleganza credo non il superare ed rissimo, ca- letterario caldezza ed ammonizioni mio presente rispetto spirano, vi dal arguire valore suo in concorse vostro dell'opera, all'abbondanza, degli degli principalmente pel dirò spezzoni a non vogliate pel stima poca scientifico. cosi se faccendole nojose gratitudine poca né potuto cagione a e di, ò non parte che alle let- 160 tere italiane; voi col De compagnia la civile vojardo d' seducente fiacco tanto riusci saper dedurre troppo Or è, deduzione dei a pochissimi. I applicare di civile e aver e sofferto perduto e schietta verità, mai Roma una manifeste dei Venendo d'Italia al e i popoli, nel ed ei midollo l'intenzione dai scuotere voi del dei inalzarle Panimo mi e quali ligioso re- pajono della realità voi loro veduto dipinge, si brutte di civiltà e suprema condizioni delle rimedi al libro vostro principi bontà ai primato spesso da voi primato chiarissimamente ferma ceduta con- predicata. particolare vedesi ingegno mani quale da troppo vato rica- che nella rollario co- essi del vostre siasi quella a all'ordine correggerle nelle altro fecondo da dinata or- e poi, nego non vedute da l'idea Papato smentite pontefici severa e storici tutta non un e siensi invece ma che e fatti moderni. quale d' abbondanza Roma, dottrine la vasto un non felicità voluto avete diritta, nel e sue principj ontologici, vostri una con le nell'opera vostra, se di prove, e gì'intelletti appunto dire, critica, speciosità metafìsiche speculativi per Sa- ghezza stile, lar- argomenti astrazioni paradosso e vero a di primi ammira si luminosa nelle dai nuove questa non e di acutezza e religiosa, di vigore per nostri l'arditissimo quanto imagini, potenza a' di cosi supremazia mirabile fece di coraggio, proclamata Maistre, papi. Ma dei si immenso con dell'universale teorica come avete solo non e loro pi elati al presenti suggeriti civile da guarda che voi lo dettaste di farlo leggere viventi possibile e tutti su chi per con e lerare tol- d'Italia,ma indurli a pensare di 161 efficacemente alla rimedi suggeriti i da voi principi sotferire almeno che assoluto, e sembrerebbe mi della occhi gli blandissime ed principi al clero italiano la opera, più pia, del mondo, cosi larga se Deh ! unica a lasciarla si fatta dal schiavitù popoli i efficace governata passare farmaco che papa, si ortodossa censura la ristamperanno, non basterà. non badate bene, civili)credete poter lega una medesima più (unica oggi, davvero soverchie Italia forse e ai proponete la onde ; surrezione ri- riforme stesse in e troppo pur loro e trovato essere della vostra mansueta denti pru- compagni voi questa castrandola non presso riuscire più avrebbe non da la le che o intero aver parranno che pericolose; e pensate di che quasi invisibili e modo desiderosi medesimi vostri dalle resto, vedrete Del Patria. praticare, soli, confessovi in ciò in ciò i più che reputaste i opinione gl'Italiani effettivamente tutti e migliori ed tale da dissentirei li voi Per non parli e ragioni ne i e voler possono quando primi, d* Italia. quelli soli sono se Che i veramente ch'io gloria e prelati attuali e persone. con salute de' nostri principi dei sino sgomenta gressi con- scientifici? Poi farla federazione una l'Austria, con signoreggiasse V Italia. Ben silenzio,che voler voi far cardinali, mi — o par leggere che Mamiani. come di questo in una quasi capire qui libro del sopra, vostro potente petizione di del cioè fa cadere intanto e tutta principi silenzio l'Austria del- Voi fatto di ai come esistesse ragione citata il vostro lei? non o la proficua di senza virtualmente è la medesima proposti 11 o e vera parola movete non non italiana e ai i rimedi principio. 163 è vero andrò rilevando sparse vostro lettera, anche ed alcuna vostra tali di nella ed d' damerini piaga della sapienza, domandate molto faccia, benché L'Italia malata è specie nessuna poter non facile a di e prepararsi di 9 cuore, agosto ed e a una panacea bersi, pur credetemi in da vigore il Terenzio bene governanti al il si bisogno. spregiare almeno si netta, troppo per riposti non perpetuo. 1843. Amico prese ri- bische, veri e quando già e bisogna non più a nostra. insufficiente e medicina nuocere; Addio Parigi, davvero, e che Dio sione. persua- infranciosati altri preti e scarso che patria prego nostri ai e ringraziarvi miseri all'Italia e ricevuto venga serenità sanità, il quando bordelli da gere legrare ammi- spesso parole i di una non a dal della e bastare eziandio astenermi che largo soddisfazione marciosa vostra quale dovere contro al mondo proclamare senza non e nuove lo per può non eloquenti augurandovi Finisco e assuefatti Italia, patriotti veramente le non copiosa avete con so avete scagliate ciò a dottrina non quelle sdegnose lungo ammirarli lettori Tuttavolta di ed vostra dei mente ci cosa pregi, della complesso lo che voi ultimo, l'erudizione e per trattato, Per bellissime, sentenze particolari rincontrano questo onoranda. e le dottrine varie si accetta sempre riconoscentissimo Mamiani. sappia sicura, la nosco. co- 164 64. fratello, Caro Le via e nostre ultime ciascuno di mi a e però mie che mai mi non nulla « Mater e il ai ma le lettere particolari dispiacere mi quale non ne « un Corografia ò avuto e pesarese po' di di geologici m' sa mandate do- nulla quale un Lucca cav. s'è dato » che notizie anno e v' inanimo nando. ordi- state dello minute dato mento compiaci- superbia. è terminata risposto favorevolmente da ma » faccenda à dere rispon- righe, che del spetto ri- per di con Il Libri studi vostri di Rossini bocca assai La dico vi lenzio si- scrivermi due il pacco giunto la bella posso Stabat di favoritemi basteranno istanza. dei Rallegromi Dalla il vostro vi sollecitavo maggio, dente l'antece- à veduto. ne quanto è molta con e 14 mia un anche impedite. Rispetto del vostra nella che aveva dubio almeno volta ora vengano della dove nuova scrivermi perfine di quest'apprensione alla uscirò che medesimo corrente; posta a nel questa dubio subito per una quasi capitata. Ora, quest'ultima per aspettare subito dal pone incrocicchiate più ragione; perché fosse vi non sonosi potuto di levarmi per à con pregando v'andava verso noi forse Io risposta. lettere Del carico ad Rosso di bene; cipe prin- petizione una che il io non tutto, insieme sentatagli pre- conosco, col Costa 165 di Genova A quest'ora le tutte poesie della stampa amici Grli amici a della il quando un al amici 17 Rue Parigi. vi scrivere al punto. rigo appena e del Lucca. fatto alle a mani dei compiuta Firenze e facevano censura settembre ogni partirò assai cosa vi al Salvatori. vi ai di scrivere Mille Ricordatemi primi minuto per prego perverrà. nezia Ve- a l'ultimo sarà Nuovamente questa volta questa Probabilmente scriverò sarò luglio de gozio ne- mentre a G-enova, a a tagli della e bene credetemi e nel verrà raccolta una Questo l'avrei mi nate ordi- e venire non non tentato quadrimestre Cassi buon di di stampa scioglimento. uno Ma ottobre. unite facoltà più anno squarci in qui pagato volta appunto mai resto, potete che di li raccolta Del la s'intavolava stampare miei Milano; fosse inedite. e Mansi. versi. poveri miei di tale occasione marchese moltissime sospenderlo perché ogni modo, non prima procuravanmi potei dunque Non se la per di aggiunta del speciale partito, sarei mie con i miei favore col e saluti ai comuni sempre 43 Clichy 66. affezionati fratello ssimo Terenzio. PS. S' intende che li 500 ò riscosso scudi del drimestre qua- corrente. Caro V'ò in scritto questo tanto mezzo tempo fratello. son pochi giorni. il Libri aspettato m'à e di Ma replico, perché consegnato cui più. volte il pacco mi da avete 166 Contiene scritto. fratello col stipulato geologiche vostre di cassa fate ricordo non vi Pawenire mondo, Gran lodarvi e parole altro è il un'altra al conoscano tali altre casse. possibile tale e a si poco aspetto proprio che leggere a essa poco italiano miglioramenti e voi io cennate ac- assai delle qui noto. cassa una d'ogni Più cosa siete in carteggio sta il punto; che istituzione or è senso da somme Qui visitino sapete inglesi belge (sic) casse che in somme perché genuino pei soldati. di per per lettera istituzione divenga rimangono e vostre grosse ciò il delle specialmente delle onde delle studi uno. quella che è senno inconveniente un non tali in parole delle ò inteso non trasporto soddisfatto direttori si o neggiaste ma- delle risparmio. Già Rilevo come perfezionamento francesi m'à depositi le son franchi. va vi non miglior tutt' torna di per cosa seconda cieco deposito difficoltà la o il che nella son ma Cassa della forse Ma ; mi ma amplissimis. verbis sensatissime 5 mila a grave. in cui piaga. Se col di vedere par Francia in qui tali e di pacco, so, sulla istante biasimarvi o rendiconto limitato Un mi non faccenda il fatto geologiche Opportune che della nel sicurtà, ogni un penosa lodo e contratto buona e dubitato quella memoriette quel direttori Zantedeschi, unguento pace giudizio il mio sul sparge e mai ò in del memoriette lettera, inchiusa vostra avremo Né bene. del stampe il parere sia ragionato, par dei rendiconto un nuovamente due Filippo; poi Le nella contratto si trovano. chi Di e risparmio. sul Nota una mare dirai tutto or coi capi di sona, per- prenda nazionale; un infin isolati,spezzati e 167 a disseminati caso montano contrario supposto maggiore che ? dico Torino la di soci ? viaggi di momento e cademia L'ac- sembrano. la società di conta Nel di agraria già undici tinaia cen- legame, unione, associazione, carteggio, che sollecita risposta nulla. a gran non con che nuova quello ecco di occhiata legami à agraria od poco divengono prima a a 26 luglio 1843. Rue de Clichy, 66. vi nuovo prego addio. e Parigi Di importa. fratello Affezionatissimo Terenzio. 66. Sansone A Firenze. a 1843 Agosto molto Desiderata Veggo lettera. con di seccaggini con di senso vi cui pazienza gran fa cotesto alla circa signor senza Ma che bisogna già separate non mie di opere. ciò e mi Il Ricordi par voglia impedire à troppo la mosso a male che stampa pubblicarl ri- non licenza di colle parola altri collettiva di approvazione. me voi disfatto sod- Piatti casa insieme ma stenute so- promessa cioè ed a voi della lettere conceduto da ormai della consenso le avete contento mie il mio sia tutte a e nite infi- che sono amministratore delle stampa gratitudine caricato Mi puntualmente. che ò la vostra è stata accettissima e ? altre intorno possa delle stamparle ri- mie a sua cose 168 la quale noja mi circostanza egregio dette lettere. mia, cioè dotta da Laonde, mio di mi far perdere mio, portandovi è troppa e nuovo derisori e più lo più di di queste cose di ed buone la chiamaste di discreto e siffatti negozi al alla « il domandate nella » : ma lettera teressa in- materia lettere del frono of- Diritto ma altro. ismaltire e vi è fidato In e tutte si noscono co- possibile. mi piaceva che Trattato è le time dell'ul- cenno un cate Cer- poi che persone «Nota» « anzi tale ufficio vi supplico datemi e della Discorso la cortese più presto che ristampa le spese corrispondenze. estese mento. paga- contradditori per libraio conto a del qualunque pigliate lingue dalle conclusioni Quanto Di qualche caldamente di filosofia nessuno. che mesi, sei le mie e molti fanno le lettere rifaccia avrà noscritte ma- tieri più volen- vi prego non che di mallevadore sistema instantemente stampatore fornito e di persone dispregiatori una li canzoni. sopporto quantità che a impossibile franco, perché un lettere ne io è tutte zio ch'io che me termine siamo, lo nell'ultima quelle qualche largo valetevi copie nel subito o insieme tutte assai voi le luce in Napoli gli se franchi, possibile guadagni da quasi subito terminare de- perché giacciono e pare 200 darà responsive e cui in desto co- modo niun che che è scrissi sono contenti i stampare Non vi Sansone, l'agosto compreso che anno e caro signore cotesto volte un ogni giorno pressa quale pensata di più il perché molto e in oltremodo cuore a presto fuori critica non quel Ripeto avere vengano di infra tempo Un'altra questa e voglia non faccia. si assaissimo signore il che improbabile è non titolo » come più ampolloso 169 ad opposto è non libro un rata-corrige « Discussiones per soldo e ». Appena posta sotto mezzo troppo dove pensava dirsi, fasce foglio mese a di amor per che pagasi un adagio, cammina fosse di compiuta veggo soverchio ; contanti, Dio; due più. non poesie parte di miei in e forse sarà caso per mandatemene quest'ora non della discussiones « sapete ; delle me corrige uscito stampa da un'er- 89 (pag. jeri », questo poi se apporvi errore sol per che fatta stampa suol la altro un due o Pur che conviene peripatetices la mole; questo rilevato P.) peripateticae e notarvi e di copie fuori venuto ancora edizione di tenuissima però in parte, è ma come costretto son a tacere. fratello Mio malannaccio a Della PS. Dunque ecc. scritta con nella censura se gran entro io non posso nulla? dì e ò la Per Diritto avviso per cuore. ma missione com- Mille ai genitori, » due o farovvi in questo quella me risposta pronta tori modera- Principj « talvolta e pochi l'anticiperanno carità sui à toccato sul di Per vostro, ai leggitore. spogliarmi partenza essere; adempiuta. per lettera Lettere sollecito Perché, che « o datemene potrò che fa le fiche. La mi zio non del delle subito vi non tenetela prudenza gran V intendimento conto vedete settembre; Ripa. la » s'io all'ottimo affettuosi signori in la fortuna è che pel Borgia saluti Lucca il mio sarà tempo gran sarà nulla? confidato stampa se nela tenere franchi, il denaro. della frangente somma, ò mio sare sbor- occorre trecento Pò tali amici immediatamente. e categorica. Addio di 171 68. Cagnoli Al Reggio. a 1843? v'ò volte Due perché so avermi ò la cortesia la scrissi un componimento Strenna parola. di Giacomo Luigi più Viani mi regali ne e vostre avrò un mancherò cui fu dei vi non al quale un non Viani e da ò più voi per inteso addietro bellissimi per versi torno inche accertarmi per profitto giunga, giunte. nostro mese Ora volete son lui da vostri le lettere e della garbatezza Se di comparire potete per mi spedirveli ed al Viani voi conservatemi mi onorate. occasione con se da esente amore quella del voi bontà che stri vo- mi farmi cuore i miei ne e dei e farete mi se che di sicura il spedirvi ora ma parole contenterete di perdute fiatando non Similmente modo compiuta presso affettuose tanto nuove, di andate siano disamorevole, delle qualche Ricordatemi di volta gratitudine. un'edizione e vi spiace scritte. avere del Leopardi. che scortese avete che e Lamberti. Spiacemi molto l'amore inviando e dono del scritto risposta, domandatomi seconda ringraziarvi il mio volta prima e ricever le lettere Reggiana La a senza vostra che certezza Vi una scritto ve scere cono- versi, pubblica non qui ogni taglio. stima e e lare partico- quell'amicizia 172 69. 1843? Marchese Signor Da lungo tempo all'egregio fino fatto illustre i lettere tempi che ogni adunque mi valgo volte le sopportare quali sempre spero noja e in ; perché mi e nuovo questa dopo e che una rarsi assicula pregherei fargliela recapitare. se d' istruirmi essere altre Di può leggerla di nome lei,signor Marchese, risponda mi darebbe mi sospetti. innocenza la Ella eh' occorre che Ella mio. d'un S., perché includo e gliela mandar- di tranquilli di di l'ò non perdute ite piena bontà perfetta sua di piacere della l'amico per V. di interamente è cosa molto protezione sono sperimentata della Non lui procedono non lettera la quello a risposta una più accidenti fido mi come (1) mandare per senza mie accorgo altre e non posta rispettato le volte qui. Ora la per dovea assai Mancini avv. a onorandissimo fosse non delle prospere sue nuove quali e pel io le desidero. La Isabella contessa Noi almeno qui abbiamo la con mente, feste descrizioni, delle inopinata Mi comandi profitto (1) È e mi il marchese e goduto, in tutto se del che posso cogli occhi, racconti Castello della d' Eu regina in suo creda. Malaspina, parente del tura. villeggia- sua non dei virtù graditissima in la prosegue Mamiani. e per delle sita la vi- terra. d'Inghil- servizio e 173 70. 1843? signora ed amica, Egregia che Sapendo al mia questa se la tutti a sua dà che Egli m'à buone a e ò di e che m'ànno saggio il riescono impedito di e la stagione incomodo ci vuol ne a ogni pazienza. rotto il e fa godere e fare del Lucca di io moria. me- Italia in preveduto del grande. gresso con- Pure prima ò l'anno del- ottobre, quando pioggie ma io pure cui pel tempo in ultimi ; leggia vil- deliziosa serbo potevano modo viaggio Ella bile quella graziosa, affa- costà le ed delle tempo eh' più lunghe sugli lontà vo- suo. in ò rammarico e sarà avrà si d'essere sua piacevolmente cui non doppio essere nuovo di scere cono- nobili racconta italiani e che stampe scientifico risoluto molto dotti l'assidua tempo mi aver fatto veramente di Pe- dopo aver e dell'animo e consegno sa, magnifica ospitalità di gran Alcune suoi ora Carmigliano veramente avuto convella speranze ed lei care, modestia, informato pure parecchi a le e giungono nipote Ubaldino suo dell'ingegno nuove persone studi rara d' istruirsi alte li bene assai compiti da torna, ne d'amici i saluti e gentilissimo Questi ruzzi. nuove ricevendoli accetti più le e non il freddo ci ò ranno fa- colpa e 174 soddisfazioni Poche il mi di voce della vivissima Mi comandi esilio lungo e sima soavis- attestarle di e diosa stu- una danza ricor- una amorevolezza. creda. mi e lei bontà sua e triare rimpa- poche esse riveder nel serbato aver mio riposo fra ma di quella il è principale tornerà pel prometto solitudine, quieta e a fine cui mi 71. Libri. Al 3 Onorando Sabato a fo Subito parte più lo me me a di Mi siano sano e di ed libertà Se passati allegro. Addio a i e tempo di cuore. lo o tempo a in tornino vescicanti di piaccia stile villa sfa- ridanno.su gesuiti piglio dalla pensiero le Provinciali e libro. vostro mi vito income cominciando del che e spasimi accennate malanni la che del quel che dirvi so il vostro ringrazierovvi, leggere, né sdegno. anche secondo carissimo a lepore nobile bene dono posto voi voce a e del son vigore conditissimo da sarò nuova, il se mattina iscritto per ora ? amico, grazioso tanto 1843 maggio, : speranza credo di bene sogna bisacco. che trovarvi 175 72. Al Libri 1843? chiedo Vi due ma : tutti il e le ecco indicazioni far da è al prof. Strocchi raccolte prof. A caso. di voi a Ghe- Ravenna quello ammogliato nome del capitale del e veramente Rasponi, allegri tanto Massei conte (Frammento certo. troppo tempo, correre campagna Bologna sono il marchese Murat per A del tre in passati fonte. Ranuzzi, conte rardi fatto scioperati. Ora buona poi ò giorni quanto da d'aver scusa la con isconosciuto non lett.?) 73. Paoli Al Lucca. a 1843? Ringrazio vi affettuosa tanto lettera mai quanto piena da un che Anche d'aver perduta voi la colpa non mi bella e forse costi è non lascia mia, mai si e della per amore vostra di e di amici fortuna due bene tesia cor- assaissimo occasione altri mia aggiustare della duole piacevole parecchi e moria me- j la veder ri- però quale in uova piatto. un Il D'Ancona a si di me a della meglio serbate mi all'altro capo impareggiabile. il so differire fine di di questo vi dirà tre mi mesi le e porrò ragioni più in che il mio m'ànno ritorno. viaggio e non costretto Pare penso alla di 176 trattenermi tanto la verso molto una di di denari da al vostro con rende gli istanza quel nel e non meco nendo suppoil letto né ò di volta sperde le e a somma a che alla luce mandaste, son al ricorderò vi perché egli Proseguite carte importare possa qui lungo non conto venuto appunto voi porrò faceva vi che il perciò che già fosse Domani anni. difficilissima vi quanto e essendo che ripetuto io parlato ò ne cosa resto so assaissimo. stima ò ve perde quella copia parleremo e e ne Tuttavolta Del io caso è ma insigne lavoro parecchi Libri mobili qui famoso volentieri ricuperare già è consegnano. vostro vi ò Biot il Biot premura. qual di e mal si del mani riaverlo, perché che non più volte ms. dispiacere gran alle capitato solo io codesto lodato, coi per comprarla. Quanto sempre perché biancheria, Avrò presso voi le stanze Lucca a più tardi. da tanto ch'egli appigioni fornito essere alloggiare ventura Poggio non al novembre buona Pio signor di metà da via per volermi vi ama bene e luna ta- comandatemi. 74. Al Nasi signor Parigi. a 1843? Della prima risposta con della ch'Ella premura sua né fastidio. tutto dal avuta l'animo e dissipa avrò ebbi alcuna avvisarmi di Lucca grata memoria poi la dubbiezza non di Ministro Il tenore cortesia. Finché si è data della in cui della lo ringrazio sempre risposta né vivo speranza con di cresce ac- molto riveder 177 l'Italia che ad me stava ne la bontà forse che rimarrà chiuso. l'animo di Roma in suo me degli e l'altro io era vi riconosco anco atti giovinetto comandi mi l'uno uomini ed condannarsi a se discepolo o valgo a ficiente più suf- è l'altro del- contro le creda mi nioni opi- maledirsi d'ambo e felice delle politicinon gli conosco ri- affettuoso la differenza meramente l'uscio molto un il Tornasi gentile e tanto quali ne* tempi che e monsignor ingiustizia eguale con Ella di giunta doloroso sogno quando muoverli e un ora ma era torna cosi inimicare per è stato amici mi stato ed dei progresso gli amorevole risposta inverso de' miei quel piccolo uscio, pensare contento, non se sollecitudine e aprirmi Nella quieto l'un parti. istima con profonda devotissimo suo 75. Al Francolini Lucca. a 1843 Ricordevole di paura pregarvi qualche con concittadino, anche a 12 — Mamiani. ufficio che tempo di e Poggio a garbatezza. sollecitamente appunto amicizia vostra, vorrei che di quando un ò non piste adem- Il conte Paoli, mio fa, mi consigliava d'alloggiare,venendo Pio onestà e sollecitudine. nome, rispondere per d'un scrivendomi signor grande sua di vostro il presso bontà della % in considerazione Di più si od io sarei un mi Lucca, della pregava no arrivato ed visarlo av- costi 179 76. D'Ancona. Sanson A (1) 31 Parigi, de Rue Caro vidi Appena (e non ed della della addietro, partenza, vistare il mio essersi veramente cosi solo favore la e e mi avanzato. al Del cav. preme adoperati fi) Op. dei torbidi cit. che per pagg. il delle venire sa Dio Rosso gli Se istruiteli amici miei ed ma del tristo quali sappiano il dando tar- che sia in viaggio Matteucci frangente, si tanto che voi a perché, ancora pormi io negato all'ottimo i egli Lucca. presente di scrivete contentarmi, 43-45. duro un innanzi pensarlo quanto, dine, or- circa Brignole; consolato, ben di di di di tale un volesse non lascio può ordine Romagne, marchese trovi tempo Bisposemi ricevuto precedeva mi recchi appa- segretario speciale al Governo saprà troppo inverno mi data poesie avesse, quel ducato. per m'aveva risposta, al se l'ambasciatore mi mie ultimi gli uno sua à deciso tanto favorevole, a la che perché che fare all'ambasceria disturbo quanto non Lucca la conferma Difatti a lo domandai passaporto assai domandarne in da scoppiare dubitava 66. presentatomi e Sarda, perché lo mese Chichy, delle stampa di) posimi ricevuto ma la compiuta Legazione 1843. egregio amico, molti son ottobre il mio sono ri- 180 da tardo al possibile favore il consolazione e pensiero dover a Ma ad amico nel cui carico vi e sono, di Fo che che mi molto di stampa ch'ella pagine, dovendo Lettere la con Non amico risposta fattevi ringraziatelo da copie spedire sotto troppo, ei vi cade bene, che francate più d'un quel che si del certo che soldo paga son pronta non sione occa- Lettere sia l'animo. peto Ri- mi dite Non volta. foglio d'un dell'edizione, parendomi alle due a le antiche e di prime il per trecento le nuove dell'avvocato cini. Man- Bentivoglio conte fermissimo che le dizioni con- possibili,e però discrete più ch'io parte in guisa speciale. mia alle Quanto pure le sono d'una minore particolare,ò vostro di presto fuori quel più che essendo pertanto, con veder contenere pur e delle stampa costo riuscir possa infinite parole soltanto. a ringrazio ne coli' intero non la il prezzo accordare so non rirmi favo- ingrato ma bella accennatevi ragioni fesso) (con- nel Credete bene, porga assaissimo preme le per altro mi ve poco siete, amorevolissimo le noie vantaggio. quest'ora a voi veramente testificare inoltrata, e poco libro che potervelo conto non Dio prego di da avevo febbre la vien alacrità d'ogni e mi faccende; con ogni e fortuna di basso sostenere ci sperarsi instancabile mio, l' Italia. poter farlo. di altre io fo del conto gran di rivedere non ; ora, dubitare veniamo e da cosa l'animo e che ottenutami parendomi Prima, loro mostrar per io m'affrettava dipende. Invece, pili non me « che Discorso», le fasce, perché un a costi, non mezzo inviarle per lermi vo- io molto pagherei foglio,e fino non costerebbero equivoco, sapendo sieno e dite a a ceverle riè tanto Parigi ; non lai francate e plichi. Ier davami e certa s' intende che minuzie alle posta mie uno agio, due o esemplari; giunte, entrerebbero scrivete che le avrete tardi spedisco cinque Sono E musa del pieno il vedrete voi il del correre nario l'ordi- Nondimeno, A se ogni modo Vieusseux, cui a ne copie. di leggere « l'Arnaldo da dell'eroica magnifico degno bera li- e Niccolini. foglio e però addio. Troverete farsi alla quarta da alcune trascritte parola che zio, agli per per Lettera, ottimi chiusa qui presso stile, ma veramente vostri amici in di correzioncelle le ultime sono e però pazientate, pazientate. Ricordatemi allo tro En- sicuro, appena fatto. ei sarà di poco », subbietto un'aggiunta dò non del ma mani centinaia ansioso Brescia dalle lire. Ben 18 subito lazzeretto. in mandino, vi si più manderei ne dovere, avvenire. vostra s'impedisse non ve di man- regalo all'ufficio. regola per com'è più a libro del poesie lor a montava ò fatto Testa francata non lettere come peso, prete Alfonso il buon posta di ragion a stampa, sua di tali in la l'altro il diritto Se si pagano poi, e a e affetto con tutti le sole ; i comuni amici 77. Caro Dee Lucca farvi o specie che Firenze, giorni. Ma altro. fratello, n'è Compita come cagione appena da Parigi speravo di la mia la stampa scriva vi e poter fare trista di fortuna delle mie non da questi e non poesie. 182 : che fu fretta alla metà ogni mia di f accendo dubitando non di delle di cose di ordine un passaporto Pordine che, di avvenimenti gli la mutato aspetto quei rifuggiti che tore P innanzi per quando che a la boria e la gli meglio umori Lucca bascia l'am- senza avere nuovi. cotali favorevoli e le orecchie che quel dover cognizione ma ed è per non ogni nella di e qualunque di becco. già perderla affatto ogni ben non Ogni mille à uomo io francese sono aver Infelice, lo divina per è so, lingua; crescere cosa ora tata meri- Meglio, Oltreché e Lucca. a il vedere nostra non tombolo che forse cotesto. francese morirmene Parigi scordarla. ogni altro posto sudar da e fieramente. e parlare ò d'Italia prosperosa suoi, il mio oltremodo, io dovrò perchè me, vederla di dolente cadere martella non piene ina di aspettando tratterrebbe che mi troppo è lo studio di grandezza stufo forse le miserie sollecita e di costoro volte avendo ordini e ma mese tempo, verranno vivo ne che quello appunto altro, sprona io pensare sia sterminato ciò che Conosco Francia. Ma d'un partire qui più mente vera- tempo, cacciar istruzioni se sa che cose buon di farmi rimango Dio tacervi so m'arrabbio in io da stanziano il mio vistare le fino di nuove zioni cogni- lungo che rico ca- verranno. Non o vi corta ordini nuovi e il pure precedeva sua e Sarda risposto da Romagna ricevuto farvela A data subito, avevano di fu lor mani intendeva non Mi parlandosi e se Lucca città. nelle era disgrazia, per da venuto quella per à Domandai Lucca. gran all'ambasciata ambasciata quale con partirmene per nulla, andai la pel passaporto, la all'ordine misi ottobre, la crudele. 183 Intendo che questi brigate; ma tanto ramo me a ; è Datemi al alla mia una ultimi sugli Al e v'è capitata gli stro no- volte che sia vi venuta per- Lucca a in E del Clavan. se Non Desidero taluna so professor di tica l'an- con sempre contentezza. lettera una volta ancora se Libri fare gnata conse- a tempo avviso. bene Accogliete d'ogni istruitelo di mille me Credo amicizia. avrei Monsieur darvene il e quel ricordatemi scemata ne a a Salvatori mai scrivessemi Presentaste indirizzai che suo altero. vo riferite partenza. il settembre. mio non mia ne per Paoli le mattia, sua geologiche? Salutatelo Al sorridere studi. vostri tavole risposta di caro fa? effetto. intorno scrivo le Lucca la quasi e de' e che grande con ha questo nuove Cassi faranno pianti ognuno toccato di buon o fa, vostre congresso miei e piena con che notizia sia fiducia per il latore chiedervi. e Addio cuore. Parigi, li Rue 17 del novembre de 1843. 66. Clichy, Terenzio. PS. È uscita suir una lettera civile. da Vorrei fratello a Firenze «Ontologia» intorno saperne amoroso. ai una e sul principj il vostro ristampa del «Metodo». direttori giudicio V'à del scorso di- mio infine progresso schietto e non 184 78. Gioberti Al Brusselle. a novembre 1843. pregio dei vostri 23 Caro Se non prender bene so litanie. che al Tarditi benché Nel buona Del a « che non dire una opinioni proprie vederle sintetica, perspicuità nostri. la vostra sotto Ma in rara dirò che di cortesia più acconcie per benevolenza di che volete vostra rara avermi? di tica. socra- spesso quella come facondia forse cosi di una ai le occasioni povere poco di rivabile inar- sopranna le mie e con grandezza una industria altamente la condita maraviglia unica tempo, con cercar lodare vestire quella è quasi perfetta sillogistico,una ogni al mondo testimoniare cosi pure tanto trovato gradevole penna vigore un ho poi incontra una risposta veramente consonanza e l'affetto del- nota quando ironia » dico vi La fossemi a Buono m' volta soddisfazione, d'una trattato le mie recitarvi parola. parte quando a vi debbo all'abbondanza e questa e che sola una efficacia e vorrei, cioè e se lepidezze consolazione le dunque fine del grandissima scienza finissime a in con di verrei alla dal e ringraziamenti accompagna riletta piena dei quando credete e amico, frequenza misura Scusatemi grazie ho dalla io volessi doni onorando e cose meritata 186 Forse che poesie quali quest'ora vi a talune mandato v'ho altrimenti e dichiarerò mi scritto, appena a dilungo papi è la a dei partigiani direi del luce sparger in troppo la mente studi. il quale meditazioni, difforme, abortivo alla intorno sentenze che io po' nobil quando quale La è anco le e manchi non voi a dottrina vostra che dette cose a v' della e le di di sommi visione correzioni non Voi vizioso 0 e delle dubio dete conce- in l'abito mi e vostre Però capi fisica meta- lunghe d'alcune schiarimento nostri di di fran tenderle. per dei essere. ho è riposar meglio riuscirà plicate im- e libro un potrà non pur introducete, principio fondamentale. mità subli- istante coscienzioso l'esattezza manca non sente pre- e quiete parole potrete farlo,perché oggimai materie gogne ver- sua controverse frutto tal chieda ne e libero delle un interpretazione un ve cessare intorno almeno temo e se giusta del la divinità passioni; il frutto conterrà però dei amici della e troppo nella fatico e e Roma umane l'animo e lavoro Io idee le con inganno oggi paurosi se già quel fango. a mezzo mi principale potesse di tali usciamo di del temporale fa li e abbiezione Cristianesimo ch'io che a io scriverò ricredermi e nemici moderne e quasi Ma principale d'Italia; cagion antiche che giuro nelle e contrarie il dominio che despoti, Risorgimento io vi di mie giorni cose dimostrato supporre cagione molte pentirmi verrà volume un pochi di Ma opinioni. vostre mano son leggerete troppo pur in sta poche a tali bastano espressioni la mai. ideale e di Malebranche perfezionamenti alterano, mi riprovate a sembra, gran tabili no- il ragione 187 le tamente tutto, la al cieche Per me par quasi troppo Però tutto verità, ch'io di sciogliermi abbiate v'ha tale evidenza che vi si son nulla. che mi x aggiunga. nodo questo alcun certo dal nulla un riflettuto già per perché è volte a mille concetto secreto indovino. né iscopro non arguirà ogni discorso non s'elle succede, non balena questo e ciò mente compiacetevi impossibile tal Se conosca. 79. D'Ancona. Al Parigi, (1) di l'ultimo de Rue del novembre 1843, 66. Clichy, Carissimo, Benché mi non scritto v'abbia io che rimanga all'ultima uffici nuovi dei e premurosi consigli Poesie, mie stima che seux. Ma gli io che ne ho girano di che Lucca aggiunti troverebbene (1) Op. trarrà d'uno cit. un va pagg. altro scrivendo 45-46. mani da e anno E che questo eh' io sia del Vieus- gli sarò e sembrano però venisse i versi lazzeretto non un fo anzi di ritirarmi cagione delle ed più, sono signori. dire se all'invio troppo, perché non spondere ri- fatti m'avete che nelle qualche da fatto, converrà m'ha Più turbate di ringraziarvi dei per Quanto le sieno cotesti ne 12 quasi e bene par impedirlo posso scandalizzato aver dei date. mi non ve vi antichi che mi pure amorevoli e quest'ora a non inediti dirvi, vostra pochi dì, son il Governo se il favor pretesto, meno. probabilmente e 188 chiamato Ma cattedra alla io quanto di al buon grato son vostro singolarmente, altrettanto creder la cosa, sarebbe liberale, che perché ha non morale filosofia non a novissimo al e ostinato sono esempio loro desiderio fatto Pisa. in tanto e in neppure nessuno, Toscana. al titolo Rispetto uno solo cosi : in Filosofia alle accresciute in Mamiani. prefazione Con da un Ai mese. mille amici di le correzioni e vostri a v' ho da nuove altra occorre quello del parte cherà Trin- vi prego, mandate, genitori egregi, affettuosi saluti non di mente escan che Mancini, cinque lettere titolo tore Let- punire, Stanislao di vi vorrei ne mente singolar- e di aggiungersi già pubblicato. Non le addizioni Diritto Pasquale questo io semplicemente diritto edizione questa avviso o di e » del origini del T. Mamiani di apporsi alle Lettere, tutte, e lo scriverei alla Intorno « intorno del a capo da allo fa ora zio, agli mia addio e cuore 80. Al Busi General (Clemente). . 1843? Gran bontà che altro Barbier suo alla che à per e à rallegrarsi meco che le ne ne di leggerla. Io a ò e del debbo alla avermi; provato un scrivermi della testimonianza voluto sempre e sua stata gentilezza rara tacerle la darmi gustato sua è mia non lettera tutto benevolenza nondimeno professo particolare al piacere che l'animo attribuir molto per e vivo ciò grande io non so mento compiaci- riconoscenza. 189 81. Febbucci Alla Ginevra. a 1843? che dirle rispondere alla Non a so bontà lettere è volta questa vedo galateo eh' lodi Delle io mi la l'avrei ai morrò versi farà Il rimanente la poca molto di meno delle mi fortano con- ch'io sperare è certo fosse se poi che che vero l'onore e mie d'aver poetare. della sacro anime rivedere In è me aspetto puro Pisa a nostra terra gentili. quel chiamato essere a felicità V aspetto di speranza vanza d'osser- alle perché cuore tempo: di fare vuol bene la inspiratrice perpetua vinto simo, sollecitis- essere danno il buttato lei il desiderio in racceso col mi toccasse vere scri- a gratitudine, ch'Ella e tanta m'à se e qui impenitente. supremamente speso miei peccato di ringrazio affatto e conveniva larghissime poesie abbia la lentezza mi grandemente non pigrizia debito per di piena vecchio mio fin tardato gentilissima La un che di e povere sua amorevolezza. e dell'aver in iscusa e sofìa leggere filo- a morale. Il fatto dal licenza in quel suo Romagna per sta che di amici compiaccia lei consorte se e gli non per il favore almeno di procurata d'andarmene Lucca bastato, m'avevan miei piccolo principato anno si di Duca sospendere Ella gli a ultimi io torbidi di affatto, ritirare impartito. significareper quanto dimorare mi me rallegri al simo degnis- della sua 190 nomina Io toscana. gli tere del e latini e il sapore che il affatto del vilegio pri- scendenti ai di- sarebbe la scienza il mondo tutto Porgano essere ismet- non a vergogna perdere romano gioventù all'Italia conservarne lingua ancora dei pregarlo troppa popolo della dovrebbe parlato à commercio tellettua in- dotti. comandi Mi Che l'onore. del e alla verrà ne nondimeno vorrei studi e ed profittoche gran creda. mi e 82. Giordani. Al 1843? Chiarissimo Non il io la prego nessuna e di del memoria Chi cugina. Certo mio può o nessuno, dire vuol grata a V. di da dalla Ad valga. che modo ogni in me le è sposta, ri- addurre posso noscenza rico- poca piaciuto defunto Pietro ; 0 il mia Giordani? grande deve. che famiglia e a copia Novara, consolazione Spiacemi trattasi subito cugina che di parenti un e non cere vin- nostri tempi a mandato mia a che di la di marito quelliche potrebberlo scrivere sapere non di cortesia bellissima farle erigersi del solamente S. quanto e tarda epigrafe elegantissima parente, vincere cosi una arguire sua certo, avrà son che nessuno. ancora delPiscrizione quale, una dello nell'arte so non a S. segnalato favore onorando V. non scusa supplico del farmi è eh' io peggio dell'indugio di la lettera meritava e signore, e abbia sarà ticato dimen- monumento d'una la sem- 191 Con plice pietra. di siede chi Piacemi che e Il da V Libri, in me riverentemente della non Solo i suoi lo vedo. Egli PItalia imparo dunque e saluti amarle qualche e da due a ; io ciò sto la ancora ò anni tuto po- più e dimenticare trario con- per Non v' è egli dimora fra confuso stracciato in a e assai non libertà; io comprarli creda mi è non ambedue. più lo Stato denaro comandi di la noi, ed oltre tra e impara polcri? se- pure à sofferto Francia da i or salutati che petto di ; risalutano Zanolini anche poco maneggia mancandomi la perché invecchiando maneggio e il Friddani di fuori Rossi un ad appicco grandi Mi e mal vita anche affettuosamente, d'un al porgere affatto Il memoria. giorni addietro ristabilito. i nome lodi massime la mentissero se le e L'adulazione, tutta gna de- e scrittura. parsimonia il Ricciardi, di ciò molto ringrazia la Amari, suo ringraziano nei verità, di genere di briga ottima pare vigliacchi, riempie della sarebbe diasi non me tal trasmodano. non questi tempi che di maestro a quella sopratutto in giuste in nell'epigrafe che nulla mutar S. V. ciò tutto testo i minimi, tra di lingua, nuovi. perpetuo. 83. Al Pepoli a Londra. 1843? Mai non ò quanto il avuto maggior questa più sgarbato volta, uomo bisogno che del della davvero mondo. io Mi genza indul- tua mi scrivi nosco ricouna 192 lettera carissima di e gentilezza domanda che S'io fra mormorare da neanche 0 bontà. né forte dubito che ; ma vaglia è ora di à non famiglio: di due volte Insomma casa. signora questa contessa, poterle mostrare è vuol di di tessa con- modi ve- cameriera, cantante in porre io e ufficio qualche con si pregio quanto né ora nella rimetto cosa cencio un è) fanciullone bel a ogni e di fatti compassione d'aspetto, di pronunzia, Bevilaqua nezianissima cervello scusarmi visitata di che guarda il particolare (come sorridere : tantissimo la e sbadataggine i denti a provo silenzio in risponderti sollecitamente. vederti tenere poter non tua di è all'altro di affetto capo desiderio tuo fai di che forse un rimango io ivi mi ti dicessi meriterei e ed l'espresso contro tempo da piena tua una commendatizia. Non il Michelet veggo francesi e le per mondo e troppo pensare infelice vederli e sentirli ò dalla Godo in ed d'animo che assai di per turba anche te Quanto zales ai ti avrà miei molto affezionato e della Ciascuno per mostri fa meglio torna d'oro mi il à i suoi debb'es- integrità e all'Italia. d'averti in meriti. versi, penso consegnata popoli il Michelet Ma : uomo si ricordi quell'alto pregio che mi posso. lo capo. i al unica alla umiliazione quindi che meno questo seresceverato nobiltà patria; ciolata acchioc- strombazzare di tutti ed ed francese sapienza miseria lo e terati let- li fossi per raccolta loro educatrice alla nostra boria della ed maestra cosi dei nessuno lumaca ci sia viva La fanno che grilli,io quale fo io. come continuo la dire posso che dubito : siepi e da che a parte mia quest'ora una il G-on- copia della 193 raccolta che giù dalla il mio ma dovendo ti fa traviare Farina che sono è Dai i conti. Il molti loro dell'esser il dottore e la virilità. In nei è perla una paesi nostri sieno è tutti per qualche temporale vatelli Lo- furberia trarresti molti Il compitissime. e lazione, conso- dite progrein veramente secoli, può zare agoniz- anni. rispettose consorte. romagnuoli chiedi mi toccano poi vissuti à noscenza, rico- farogli giungere ma Lovatelli Farina governo come ma ; naturale, moltissima senso. come infinita codesti carissime discorsi le idee. Mille poiché e ingegno sentendo agonia, di Raspolli, il buon sentire, con- quell'affezioneche mezzo per il sono può non con tempo giovinetto, gli altri squisito uno è buon ; ti vero. persone è molto e somma arrivati ti dico primo essere parti, nuovamente loro risponde dal saluti i tuoi giudicio cuore tanto Il Tassinari il mio penna fa di domandargliela, no, sperticate che lodi Alle è tua. perché scorse Se qui pubblicata. ò Amami salutazioni sempre e alla tua degnissima credimi. 84. 1843? Caro Duolmi voi all'anima potuto buona speranza — il tristo la passare commendatizia 13 Massari, Mamiani. che di frontiera presto il di accidente piemontese, potrete qui mandatavi. non Dei in virtù caldi e aver ma ò della iterati 195 85. Al Melloni Napoli. a 1843 La meritava debbo certo parervi bontà Pure commendatizia Io a mi italiane agli del » amici miei Voi cosa. i caduti di che dalla romanzo, di popolare verso Baudry di opera e i « da V à ricusato (?)e del di più à ne di belle né a anni di due il à dato mettere né me della non sono pos- città Trouchy; di e stampa ri- applauso confini prova ma classici Italia a servi es- soli librai qualche in questi e questa qui e tere let- sene trovarlo, devi- raramente riscuota ; di e tempo di se qualche ristampa quale uscire siderava de- e prova mezzo Saggio pochi pensieri ovvero la vostra quasi impossibilità Parigi straordinario farli che questo fatto memoria. essi? io vostra parole vuote Cimorelli la e in italiane, il Baudry cose pubblicano qualche usi ed alla qualche del ancora di gusti, gli editori editore signor mancate rato ono- pongo. veramente accusare le con adoperato venne e la inverso rispondere mostrare vi qualche un cercare io dunque son che potervi che pregio à consolato incivile. volea io meglio assai grato poco affatto che m' risposta prontissima che non pensate gran tanto una uomo un ma che lettera vostra e' è non il solenne stampa il ms. 196 Arnaldo dell'* né forse minore che sappiate dal assaissimo di ms. miei e di prego non rimaner tificatissimo ò affetto mio Mi allo tatto, visibile rallegro atmosfera bene che non solare per né fate amate abbiate emolumenti vi ogni parlo perché lei e più e sa gittato la e sano e dolcezze e mor- volta prima loro in niera ma- il medesima credetemi. nostra dietro a lavoro che che sciate la- vi non né parte le libertà infelice spalle che d'Italia nobiltà quale patria Del respirate. codesta con intorno matrimoniali, solenne ognuno la bel rallegro giorno offrivano. State il testimoniare potervi mi dalle grave d'affetto la il qui a dolente soddisfar dell'ultimo voi con alloppiare dalla da e amici servire fino potendo non ciò tutto di rimango dico e osservanza. e spettro io non agli e me a mancato comandi, vostri poco è Ma Dopo desiderio ; bensì sopra ricevuto un che Un Parigi. lettori penna. il peggiorate trova non glio vo- voluminoso poco buona davvero possibilità. la e lasciato persuaso raccomandato modo avete scirebbe riu- non ultimo Da librarie perché di che sua cose un e uscito manca vostro che che materia francese ms. vi le essere più compratori, trova raccomandato vostro volumi. otto che celebre. opera dell'opera di tempo grave né poi pel lunghezza dicendo Niccolini, storia, crescono della cagione del Brescia» romanzo, difficoltà Le a né era non da e e tità san- come gli onori, gli stranieri gli 197 86. Al Tamburini Imola. a 18431 La benevolenza vostra larga tanto molto dalle né tanto e strane d'una peripezie da gnese le sei volume di Ora riuscirà le dette obbligo grande ufficio serbo ai tanti memoria Quando al della zioni le male, mi rido la di mie se della tuttavolta mi pesa fiacchezza e fortuna poter non chi e mobilità e dei di trete poè ciò darete istò non potrebbe essere? invidio suno. nes- mia a voglia nervi e , d'ogni cosa convien vivere rassegnato e stre vo- le condì- e salute non caricato. in- le mi e tempi, miei quali riscosso giungere studiare ne zioso gra- li per che farle ; di lieto, e denaro i ve vostro perdere quali un di spacciare amici, voi E di 5 franchi. disagio farmi la non poesie. meno stesso possono non da dervi richie- Castelbolo- questo il ; di sono vita d'animo, Solo per mia viva e di i vostri già Budini pregovi consolazione; grave occasione avrete nuove senza usatimi grata consegnare si vende senza verrannovi mie e aggiungerò e e e poco di copie fra sei dunque Budini raccolta circa pagine voi a se così d'una copie 430 fratelli dei uno Tra cortesia. dere cre- lontananza amicizia vostra sono la posso dalla Oso occorse. anni non né tempo, alla singoiar consegnati avrò dal né ricordarmi cerimonie eh' io spontanea scemata mostrossi me per più. sperare meglio. State sano e conservatemi nella vostra benevolenza. il 198 87. Al fratello Filippo. 1843* Voi tenere cosi un Tutto il d'ogni cosa, ò da mondo nulla da di quello mai Lucca loro mi dei buoni Ma me. sarà di la se che cosa e Dio, non Io vi uomini. di povero miserie di poiché e potervi che ò scio lae pensare quando dimostrarvelo, simile mio il molto caldo alla vostra della desiderio brate sem- tare accer- la tuna for- subito e e loro benché sincero signora Fratello andata inganni non dolcezza alcuno conoscere ricordatemi e mia effetto, gran avrà riabbracciare figli; intanto vostri il forte potervi dell'amor Dite di parlano amici temo ma e negato modo a talenta godo mio son molte pieno vi più fatta à il farei. allegramente a Pò ve' non porgessemi I miei che di se agli arbitrio l'affetto desiderare che in io se innanzi innanzi oramai me e piangere vergognarmi dunque credere da e che d'onore ricco sono mi voi. con oramai sa che cagione silenzio lungo arrossire là ignorare potete non e teli accerta- inefficace. consorte affezionatissimo Terenzio. e detemi cre- 199 88. Al De signor Luca. 1843 di lettera La V. S. il dono giunto carissimo m'è all'antica Dall'elenco s'è quale delle sostenute della né grandi e la fama, la né rimunerazione nell'intimo Sta perpetuo tal e all'animo dolcezza ai Francesi o a dire loro almeno producessimo la quelle prendessimo mala in fede, il tempo più parte dei e si non Della stima maggior del ; ma nostri sapendo riparano a loro merito non i fatti la dietro V. S. vuol posso se che di la faticare proporzionati gloria degli fare di non di o necessità di invece a con e confessare si trastullano che cioè Sv d'ignoranza o spetto ri- tutti se opere ei si conviene boriosamente V. di e liani gl'Ita- sventure, muterebbe innanzi Per lodar a numerose convincerli mettere grande tante e degno abbondare deve risposta belle linguaggio corto in degna di loro forse rado. di contento. e restii troppo compatirli facessimo noi lieto sempre cro, il luniente conve- molto divina e pura né cui dare il compenso nostro Ella matematici a danno il zione ammira- con possono la già e tenerlo e dignità ». e fatiche meriti sono torno in- luce in messe agli studi giovare per e Italiani degli continue e onorato Memoriale « rilevo mandarmi, patria. Questi sua suo già sue opere dotte del geometrica compiaciuta quante, abbia scienza poi singolarmente m'à t me e avi. tanto ringraziarla e 200 da lato un arrossire sforzarmi divenire a fatti miei, dei poco un di tanto innanzi nel indegno meno dall'altro cortese opinione. Ella dei voglia quindi affezionati ed obbligati suoi da avermi numero liberamente e mi mandi. co- 89. Al Ronna. signor 18431 Egregio Boneschi Al signore mio amico onestissimo per che opinione di avete colpevole, besi à proclive ai sarà voi buona mille volte. State casa sano quale sembra solo crede della aver che debPerò vita. discorso, sperando io io amico stra sini- non delicatezza e nosciuto co- la che nemmeno tener e ricusate non d'ambedue, stima giorno in me m' inframmetta d'entrambi in nulla e pettegolezzi. e volta nel ma eh' da e il carico e commercio dispiacerà pertanto il mi nel anni infinitamente cortesia volervene a non amore per alla disgusto, essendo questo Se me voi a un i buoni tra usare pregato che nulla per molti accidente ei si mancato di lui in non amico, pesa vogliate dargli reputa ed Fora in cui occasione vostra, e il che credetemi. l 'ufficio che io d' indicarmi compiacetevi potrò per ò assunto venire voi almeno visitarvi dovea da aver fatto e una già 201 90. Al BONESOHI. 1843 Dopo dopo e a le ambe che parte fatto il Mamiani io da lui fatta di io mio foglio come imputava quali, ripeto, anche questo Forse io non le posso d' estimatore avere uguale ciarlare addio. dovrà gradito parole a sia deferenza distesa e che della questo del Credo di l'ufficio che e dal lui, Bonna infine ma mio d'amico mi stringe come bellissima e ad l'altro. per potrete far colazione nostra che morto. e ricevere più le Bonna soddisfatto strozzato l'uno ipocrisia e suo. d' ambedue per 1' allusione parole riferisco comandarlo, ragioni serberete d'ordine assai eh' io giorno Voi credersene pettegolezzo il » fo sapere molte duplicità delle imparziale Scrivetemi e alla al Boneschi. io vi avreste medesimo lettera scuola succeduto disdico e vervi scri- a Avendomi « altre tera. let- sua ed sia non per testimonio animo vostro anche stesse negozio della il sopprimo nella che il ed mostratemi me parole: ora il Konna riferirvi Batignolles supponeva da che le quella in a seguenti dubitare dell'educandato come le sua volte indotto lanciata v'à m'incarica Egli dunque da ultimo da ò d'un più per ripetere più e parti l'accusa disdire discorrere trito e affermare un da cose caldo un ? meco lingua, e 203 pel quarto Va da Lucca e aspettasi giunge non di paura che mese e la riveder più poter non gosciosa un'an- crescerai però nitiva defi- risposta patria nostra. Se il Costa mi vostra cosa sacerdozio nuovo che mai l'autorità dei l'opinione e della civiltà predicato Addio inculcato e di al se cuore il dal d'amarmi e della scienza del affetto Prasca. credetemi e conquista ri- clero Gioberti. con al dore ar- presso civile primato nostro Costa al più antica la via ricordatemi e Crocco, per il quali carattere sacro riverenza non è questo e con la e popoli ; proseguire il di lui potendo non i a non a parlatemi d'ogni singolarmente obbliga vi e spesso studi degli e pregatelo ancora, Scrivetemi abbandonare. mi aiutare può Voi in vostro Terenzio e vanza osser- termettet in- non perpetuo. Mamiani. 92. D'Ancona. Al (1) li 26 Parigi, de Rue ed Amatissimo ; perché e forse ogni ch'io vostra Rassegnatevi se potete, perché so più e io converrà (1) Op. non che cit., pagg. voi 66. me 46-47. dove la mia e vi quando stia delli 18 carissima m'affretti non lettera nuova Clichy, egregio amico, alla tardi Rispondo 1844. dèi di di è un fastidi reca no, con cembre di- bene, nuovi. strapazzatemi, la casa insegniate più di discrezione, un rabbuffo. 204 O dal ricevuto «Discorso», e la venti fatemele altre e, copie soldo foglie; per debito. Altra Bicordi conforme conto mio, e copie delle mie E a proposito copie dal per voi, darete in un'altra mio al Giordani Pietro n'ha perché a che Alla e da 0 finalmente pel si possa novità quasi non sempre io ed non altre è se 1' « Arnaldo per far energia per una e al darete bontà, a me rimanenti fidata questo sione occa- pito: reca- pel Bartolomei quella ò scusate più e Palli ; giungere per sopravi con berete ser- signora n' è già al rimanente. letto Niccolini che e e e pacco Gando; volta darvi, solo la sua per le Rosso Del dodici Le Angelica penserà questa un Livorno a Giuseppe avvisata Per in signora sacerdote amicizia farla quale, desiderio. legaste mandaste il Due mani. quinta compiaccia Parma, vivo mostrato vorrei si per sette dicias- cavarne nostra ; la Matteucci mandare do- di Vieusseux. all'egregio cavaliere nome è vendere al vostre della un scrittegli, lui per è in segno come nostro Vieusseux, che pacco di siccome di no libro, vogliate questo fasce, spesa condizioni poesie spedite di sotto ragione a o alle due Compiacetevi accetta se pena Ap- Duprat; posta della seccaggine. gran al la per rifarò io vi parte mia. stesso francarle conviene sapete, come subito avere del copie lettere, mandatemene dello mezzo venti da il Ducei delle stampa per le Duprat ringraziatene compiuta pur libraio una credo da Brescia meglio, ma per pensieri la », godo e ne tragedia, Come e impareggiabile che sioni commis- poco! l'Italia. dei né brighe moderna la copia, delle fesserò con- dezza, gran- sentenze, felicità di letteratura gnificar si- 205 europea di lavoro Va simil li per risposta silenzio molta ma sto in gran dottrina lo studiare è che mi Parlatemi un che un po' vaste alla la impedisce distesa. adoperare nuova perché mi nervi sarà di Dialoghi difficili, e e conviene de* poco si vocifera La il titolo teria ma- è tanto il supremo fo voti di proceda di cui cioè delle ogni col gli se e ordinando il voi sareste perché pari studi vostri starsi di parentado Addio miei aprile, niente minuzzoli, a de' di forze. povere Io e in licenza metà allora « lungo vivere preso della nemmeno spezzata più nuovo ai miei lo scrivere delle poi ambizioso e che alla e un cosi un ; fammi e termine indisposizione continua quello ò di intorno ma », l'altro paura Lavoro concluso. bene pel casa comparisce sperar a Ier angustia. di niente e dà mi padrone innanzi mettere aspettasi quella benedetta che mesi Duca, non lingua niima pregio. tre del dal mie in possa desiderio vero simo bellis- un chiodo nello. Pa- e ritorni vi cosa è bene a vostro. cuore. 93. Al Cagnoli a Reggio. 8 Signore 0 una che tentato copia invece naturale. da Però amico più vie delle di ed mie e egregio, più con poesie, parervi scusatemi 1844. marzo ma singoiar e tenete di persone mandarvi inutilmente vi cosa per e parrà fermo credo troppo ch'io era 206 più voglioso tanto fa onore Dalla Ma ò vai squisito meglio d'esaminare agio accendeva, la favilluzza, ma non del mondo di son e nego di fantasia la veramente grosso curato la correzione, s'ella s'intedesca e Ora mente in più altro credito più ò mia delle mie io giudicio freddo sentire non e rare ammi- e debolissimo mio cello naviil fiume rimontare e letteratura sfoggia e e s'ella ogni con vero po- potente poesia. e più semplici lotta contro ingegno, altra che o ingegno io vai mediocre Adempite poco di questa per secolo del i la si in s'ella forma à sforzo la titoli nuovi ordinarj, procacciato io di l'andazzo dei ganza elee s' ella zare greciz- latinizzare. occorreva altro scelti mi il tanto classico, essere scritti ò sortito cura moderna scorretta, ò ò non corrente e pomposi, e col della voluto ò è romantica e della ritroso a Gli ricredere, perché grande io ò voluto abbiano riputazione da e Del gusto variamente secolo sia d'affetto impetuoso e prosaica vi bella che S'aggiunge gire che di non versi. fatto spregia e voi anch'io che volume. quel uomini come niuna parte provveduti. l'animo m'ànno quelli popolo o poca di che avere manda. do- nessun'altra poveri che parendomi e nel miei i mi quanto premurosa sono me per secondo più tempi poesie ne giudicio finissimo di e vostra esemplari più libraj forse servirvi infuori, in spedire potuto Firenze a resto in Toscana di la compiacimento e d'Italia sollecito e ò; non molto fantasia, e certo meglio a altro chi secondare tempi vigóre, sortito ha il vezzo tacersi. voi, e la mio bassa egregio amico, fortuna m'ànno quello che interdetto il e 207 all'Italia date poesia cioè scuola di quello italiana che io ò non veramente potuto allevata e saputo, e alla una grande Virgilio. Salutate il caramente me per Viani nostro e voi a raccomando. mi 94. Al Massari. i 1844 rendo Vi avete veder Milano, ed voi Budini è di dunque amici il del sempre State saperlo desideri. volete mi nel cuore. sano e Amico viaggio. come e il non lasciate Qui questi cose e T. M. di scordo credetemi devotissimo gli ed io ritorno vostro scordate vi lano Mi- bioso dub- mi le meni vi io pel polizia di Non voi Dio Non domando esattezza. di taneo Cat- il rimanerne o desiderare se al la lettera della con sempre di trovar tenere se stessa. cosa istruitemi del vostri che la che di favore altro nascosto non oramai compimento bene Un propria conceduto faccia che di Brignone il parlan comuni il che sarà nell'ufficio e sospeso dei me vi le altre più sappiamo non per tenermi non con o non fidata e fa danno tanto Se scritterello. mio è ita ; mi o pregate diligente quel da paragrafetto trascritto. mano persona del grazie affezionatissimo a me e condo se- e v'ò 208 95. Girolamo All'avvocato Rota Ravenna. a 15 Io Ella ci mostrò mi Tra anni d'un da eh' costi ella aggradire più a S'ella riesce al riscosso di di sorta che sei Budini E volgermi a però lei per cortesia. Castelbolognese d'un copie le molto, è non tempo magnifiche. di vendere lettori il ; potrà medesimo quali è rerei desidevendere varia e di può chi. fran- 5 il consegnare à di far è prezzo che le volume o loro materia spacciarle a breve di di La conto. quel di atto procurasse mio per che speranze parte pubblicate me benevolenza Budini un mia in rara dubito non giorni consegnerà da io singolare pochi poesie di pieni tanti pregarla Bologna in dimorammo dopo la dimenticato mai ò non 1844. marzo naro da- incombenza riceverlo. Mi pesa di volendo non avere che vogliono posso di tanto disturbo, libero spaccio sollecitare a Se darle venir nulla la bontà avermi di comandato qua in in e di mi son la e mie pur e in troppo stretto co- sone per- istima. servigio creda stampe delle cortesia amore lei le ma intanto. sarò simo lietis- 209 96. Al prof. Santa g ata Bologna, a 1844? S'io ad scrivessi forse di comparire favore un il male dov' anche è grandissima ogni Fra di ed dei dove e tal avete un il silenzio rompendo che interessato od di due quasi si mostra non di notizia affettuosa e che della da pubblicato me di presso lo Il voi spaccio denaro che ne per il è incaricato merita P importunità ogni e e prestando scritti,vecchi loro traghetti del amici 14 — i conoscenti o da nuovi, nel lo che mondo od loro. da vere rimo- di a prego agio barle ser- rarne procu- a vi ancor per di (a ragione di suo reco, tal cosa Grande ma i miei li viottoli ai è nieri dogapoveri nascituri, aiuto 5 medesimo fiducia. vostra nati e stima volume un vi con fratel ospitalità ed tapino padre di particolare ai inimicizia ; da A. Budini al Budini dal e seccaggine chiedere Mamiani. me scusate vostri. riscosso avrete qualunque introdursi e e copia) consegnerete e vien Parigi, tempo con presso franchi quale e mandarvi do- per mia consegnate in tese, scor- benigna. Castelbolognese venticinque copie poesie merei te- lo cercate professo vi poco di verrannovi uno voi non me voi, a anni più singolari. Ma interpretazione qualche fuori altro, ogni e con- per li migliori 211 La che diplomi desiderare in si ove di voler entrare che onorato A S. sta e di che attuali Dante che di io al Mi si vede quella veneranda di abbazia i mozzi posteri che V. E. giornale un costi, io la la me mi rario lettesento ne frammento quale E. un' V. pieno e a opera e presto volume le al lo miserie eretico come cose fortunato ad cittadino, e cattolica professò. Queste d'un sto tristizie condannare religione modo non onorato che essendo, simo assais- cui darà mano le farò avere di metafisica di gratitudine torno in- meditando. d'osservanza e di encomiare per le per discepoli i coraggioso e o stimerò la che effemeride infine e partecipare creda la e (massime rare ben pensare opprime mi principalmente qualche di una professi Alighieri replico e gentilissimo quel grande ci d'Italia, chiunque mosa fa- antichità. pubblicarsi scrivere straniero libreria ai classica impossibile Benedetto, vogliano che compilatore per l' illustrazione e godo. ne è me elette nella all' invito rispetto né manchi non codesta tramandavano della fanno essa, poi, l'eleganza tempi) scritta e avanzi guasti di tantissimi impor- e in l'edizione cosi dei stata E., purezza sono copiavano Per fa stile essere V. preziosi La considerazione storia e più luce in a i nuovi e fiore bel un pare italiana che mondo. dello mi imprendere Codici nel grazia da agio dei E. vengono oltremodo né tempo V. letteratura moderna della da dettata storia Devotissimo suo. 212 98. Gando Al Genova, a 2 Benché il nell'ultima Ghiglione reggiate agli al ad e amici il caro essergli ed al modesto Datemi e e vostre scrivete. uscite luce Orsù, grande Addio e il Dell' senso. mio, fatevi che vostro di di le ed ò paura uno o è due sono possibile v' ò quella pezzare racca- scritto rimetto. mi qualche regalatemi vogliate più quel mi anni mie sconcissimi cose a e non dioso, stu- studiate ora stampa mie vivo riuscir degno, lettere non altre Costa, dovrà quello che spesso a gentilezza. di nell'ultima minuto amore di errori con ma al concittadino di scrivervi ri- Presentatelo quali i aliquando che Gando riga del nuove numerosi per tutti fiore vero Tandem in tanto assai e di istanza con singolarmente un perché pure amorevole. a lui assai stimi, piacemi pregarvi molto comuni, in conoscere lo e Crocco, raccomandato presente, e desiderio nostri Prasca lo ami io il mio favorirlo della portatore quanto v'abbia mia aprile, 1844. fa. cuore. 99. Al fratello Giuseppe. 7 Chi edovi vostra adunate grandi scuse amorosissima sullo scrittoio di rispondere dell' che ma ho tante pensato aprile cosi 1844. tardi lettere di fare alla avevo questo 213 indugio voi con giungendo allora occorreva Delle lodi dalla è altra vi vi affatto ringrazio che cui a non inganno d'Italia, vi che pregio nessuna m'ànno alcuna dettare giubilerei ne alla crésciuto avrei e d'ogni presunzione. di ch'io giuro vute pio- perché delusioni le e modo o modo ogni fa vi volta questa a vanità d'ogni ingegno di vini Schia- Lo vostra, sono L'età, le sventure, avessi quel po' che tenerezza spogliato degna l'altra domi aman- rispondere. penna, cosa. quali, i perdonarmi. consegnò soverchie fraterna Se mi altri con saprebbono meno meno, che piuttosto cosa solo per felicissi in- nostra patria. Del le belle tutte scienze, già ed me ora risoluto. segno vien me da Volete ai lettori però mi diciate accomodati al sulla più appuntino che sapere di certo io caso dello mi vuole di fornito vien eh' io mi a dettare Schelling farò v'è non per una tradotto e ignota positive. scienze ed ciò su sulla forma il desiderio vostro quel dall'arte trovi istruttivi esponga scritto : Con- disteso per intenzioni vostre tutto pubblico stimi. po' di simo lietis- son vi e un fatto convenirgli occupatissimo libro le v'adoprerò e ami vi in io un subbietto, perché lunghezza sembravi vi sembrate mi con innanzi che dunque Apritemi Il io grande ignoranza la mia che mostrare e addietro tempo prefazione; una varie per doppio perché quanto volete anche me soddisfarvi quali pensieri bene il voi con care pubbli- e dettate avete rallegrava ne ordine in porre che cose rallegro ne di di disegno vostro e poco e ingegno dalla appunto natura. in prefazione in e volgare questi a un dalla 214 marchesa bellezza e che c'è non infine stato di delizie mie mi che che e bello, dannata né il affatto « mi Eroide pare la reggere ò che vuol dei vita di Boezio se nostri di e far di alla alla cordiali saluti essermi tanto moglie il pittura me del trui al- biasimo fama la quasi negata Italiani vogliono modo migliore e in manere. ri- di questi quella mia ». buona per e ismarrirsi non fruire neppur tempi via dovunque al mondo Italiani procacciato Eaccomandatemi porgete dal dispensata : bene ne curando non sola singolarmente il badare brami sem- consolazione sola praticare senza moderni ai la generazione e suffragio, al Questo pensieri miserrima vero Ma gustare la non muovermi. coniate per coraggio, può si mal sempre uomini e cercare voi fiata si paure inanimi. v' e tempo perdere comunque di buon di e le son non rumori consoli vi agli non noi per e da rimane vera io Lucca licenza dagli Queste Di attorno data sia che dite Mi italiani. scrittori sono » guaste vergogna. menticanz di- in Diritto tanto ma ò ne andranno che ispero che Sul « promessa mandare poi lettere la cavò ne di imperio certo un me Firenze, stampa finché con poterla nuove a degli e di verso comparse errori quale possiede, ancor Le più la Morenzi, al parziale. Salvatori Addio Cassi, del amicizia e di al cuore. Modi 215 100. D'Ancona Al Firenze. a 8 di avervi la quale Spiacemi lettera mia la vostra; silenzio vami in nuove volete vi ben quanto, in credo che di e dovuto che che se al me la Mancini, intorno e riuscito consigliato ma più quanto all'invio di e il mio diligente non ; di al spedir altre copie volontà: valendovi stampa molti avrebbe quindi fede la Vieusseux una d' istruire da ò premura subito pregarlo sogno bi- zioni dimostra- e che vostra inleggibile.Il loro sono ms. fu non so non Nella spesso. graziament rin- senza vincerla affatto senso le all'animo la mia che in oscurità segni a che incolpare paziente sarebbe benissimo il collazionato essere edizione à debba ne senza più della e però quanto potete aiutarmi svisano gratitudine altri può molto comandandomi errori credo vi voi e ad che qualche giorno l'indoviniate e vostre spedite, secondo di e retorica; quanto nondimeno gli vergogna; delle moltiplicare parole veggiate la fortuna me dovrei quel e affettuosa m'avete espressioni avere mei da vere rice- comincia- godo sempre che Io avvezzo Ora mano sarebbono ma ad comincio lettere di dell'ordinario in fasce. sotto e di 0 continuarmi. pregai, male apprensione. d'una innanzi giorno dell'amicizia e copie delle due il 1844. inutilmente m'avete voi ma mettere ottime parti po' più lungo un a incomodato aprile .vendere vi copia voi colà e 216 giù, io medesimo da cotesti ; intanto libraj fo Del arbitro che assolutissimo il se dei le e altre si capo a il più altro di po' Dio prego che quei signori chiedessero al e francese governo il Prefetto di pochi giorni, la io badi Il conte veduto venga che pregi detto m'à studi e Fava vedermi gli a le io in Del di pei Lucca che Piacerebbemi speciali di bocca che me ottime; assai sono il governo sapere io stra) vo- porto» Rosso Delessert, sua da son minuzzaglie; saremo raccomandato giunjbo e meno voi a non come le forze pr*p«ntatemi. ò ancor Parigi. Qualora trovarlo sappia dove secondo da le annunzi, riceverebbero vita sia se o tura franca- null'altro. vostro mostrerò le persone di solitaria e nemmanco a io perchè come (bontà ma informazioni polizia Mon^.ieur quieta agli gettati. cisione pre- trate incon- d' il governo inverso sieno non con la ecco rimangono e altro avete Ed adunque fatti à e vi impressione; po' fastidi, e e proposito. l'egregio Cav. cuore che passi impicci pazienza col Eingrazio al qualche è fatto grosso V che esiste. fidati darmi, segnerete intorno me il libro d' caricarvi di spesucce mestieri che sappia informiate pagare darò vi per sarebbe onde e che zioni spedi- scrivete intende per desimo me- alla vendita ne m' bisogna respiro lista libri Infine nuovi di po' incontrerete e me non Bentivoglio cav. nella poi un Solo dirsi, un voi e il e libraj i circa cosa lingua fare a colà sieno d'ogni resto anno se sapere prender il Piatti Ricordi, quali e occorre. non suol per Napoli solventi. il di pesi facendolo briga questa vi non come Vieusseux per di alleggerirvi io posso non mie dubitate quanto io 217 101. Mancini Al Napoli. a aprile 15 A voi ostante non à non intrattenuto Questo strano delle l'edizione far da segno modo Mi libraio invio da fareste di di Etienne non vostra Da lo sperimentata bontà esservi pervenute due lettere la è svisa in più tandem cinque altre al scorretta il luoghi senso raccapezzare. se solvente e di dozzene voi m'indicaste a cui copie, possa il e ragionevole suo con sarebbe di riuscita singolare fidato ristampate giunta temevo carissima f rène: lunghissimo. debbono e spaccio meno Ma- poterlo parecchie paia a Marchese favor un costi procuri Nella pietà vi tornato signor con come in parente nostre Firenze a essersi Genova, a n'è se silenzio della saporto pas- nemmanco perché il mio mio comuni aliquando tempi) racconto quest'ora A laspina. ne del e viaggiare suo dopo e Torino a nostri valendomi riscrivo gentilezza mie; di scortese meno e vi per vi Napoli per scorso. del i visti e mesi permesso (bizzarrie de' Parigi. copie di paio dell'anno le firme riveder potuto un Toscana Ora decembre tutte gli venendo non dal consegnai vostro paesano fin lettera una Egli e Massari Giuseppe 1844. nominate egli il caso? un Se alcun farsi quale me beneficio. Monsieur poi vienvi 219 fecondo mente savio Se' Mille gli ove ragione e intendi ossequiosi ; in che compenso per virile gentile saprebbe sesso prima Ringraziate mi conserva: un poco subito le donne gli m'à farvi la ve lo gli il che risorgere molto e migliore. Scialoja dell'amore Se rete m'indiche- delle la raccolta altrimenti tenuto che ringraziarlo a mandati. son è mente creduto detto tenere perché dell'impossibile non che il nostro assumano scriverò spedirò, ardire come ò sempre me che per mezzo poesie, fra doni ultimi degli per nobile vostra ogni giorno più dell'altro pure alla nome rigenerarsi più facilmente e : ragiono. secolo un Italia in mio n' escirà non non femmine fanno e ch'io grandi pel il coturno si più mai in di ; ei s'è chiuso secco e me' uomini animo in Popilio rallegramenti e calzare di dato di e saluti signora à circolo nel voglia abbia mi mie scuserete verso nemmanco amici. Addio di cuore. 102. (1). onorandissimo marchese Signor 18441 di Se valga mi ò della dei 0 (1) È Malaspina. di la anche ed notizia contrabbando, il noja scusarmi lasciato prendere di a dò cortesia sua tempi. possa le nuovo aperto : ma far lunga un il certo viene recapitare esperienza poco la da materia Parigi che necessità foglio affinch'olla la V inchiusa, non e ne fatto è af- la scrivo 220 io, due che circostanze farla possono mandare a male. 0 veduto, pittore Fagnani il bravo lei di delle buone sue Quand'Ella si è conceduto ma il a per turbolenze dubitare Ella di Lucca un molto grati ralle- si le m'avea Panno nel piccolo Stato, suo di speranza scorso fu negato mi onde nega, mia vendomi scri- Forse grato. Romagna in mi confermarmele, molto dimorare quella comincio ripatriare sogno. comandi mi di tuttora e in sarei scoppiate che si risolva ne di licenza passaporto di compiacesse il Duca che noto fatto s'è siamo e nuove. rigo, le un ci e Isabella contessa ambedue con e discorrere lungo un la pochi giorni, son e creda mi pronto simo desiderosis- e di servirla. 103. Al Fanoli a Venezia. 1844? 0 letto lettera al tanto Egli pare abbiate in Jesi il bellissimo affettuosa ed io ve ne e gentile dell'arte. Ma siamo l'articolo, ei si deir eccedenti d'accordo conviene gusto alle Rispetto le trova uomo che con che ed io per avremo e la ben si discernimento il Jesi lodi aspettare incisione; però e e gnate. l'accompa- assai, ringraziamo quelle parole quanto articolo vostro in ciò stissimo modelo fuori mettere innanzi tempo tradico. con- la blicazio pube co- 221 di modo ragionarne con Non lui il sentire Se le vi pregherei delle mie malato troppe faccende di ingegno e fanno festa dunque delle arti tutti vi tiamo aspet- amici vostro recate venete, del Leopardi, ma fani Ste- lo caramente tevi Affretta- arrivo. frutti nuovi sonnacchioso tempo, intanto e salutano vi voi il ammiratore e prossimo con malattia. nuove, Il afflitto m'à affatto sue virtù. sue l'egregio che leggiera osservanza comuni del e le di lodi rubano vi non delle e di non scrivermi gli altri e e poesie, quanto e ricordatemegli pieno suo nuovo rallegrato le m'ànno fare vuol di voce desiderio. gran tanto Carrer a del genio vivo. pur 104. Margherita A Montani Castellani. 1844? Cara Il Ghita, mia prof. cortesissimo costi o in Roma dettata pel fratello passo da pel e mio dato che spero Giuseppe voi Carlo. mi in ritorno in Inchiudo in richiesta mia il Dice vero à con piaccia. vi mesi accennò Torino pitar reca- troverawi se luogo. a farà vi bene Giordani Conte povero elegante semplicità Mio so qual altro il che Chiappa non in o l'epigrafe essa che mia questa Del presso Italia ; so sono d'alcun la cosa che qualsonaggio permolto 222 aria in e e siete io prof. vi carità non di di i se Io lo studiare. tutti di Addio Dal almeno fino rallegrò ; basta rigo un dendomi impe- poco un e istarei non me per gliuoli fi- i vostri parete o tribulassero mi sima caris- tenerezza. mi volta nuove. non che il alcuna vostre nervi siete salute; Scrivetemi cenno di che voi la d'amarmi cessate nuova noscenti. rico- e cugina, grande con di prosperosa male buona ebbi cordiali grazie mia davvero dissemi all'anima. un per Chiappa e assai mia; amo Del la sempre G-hita che rendo vi dell' intenzione fruttato,ma à non vostra premura Voi che so cuore. 105. Santagata Al Bologna. a 3 Non bisognavano perché voi che mi prova affetto che fondamento Alcuni Panno più mi di i e costi con cara e amici scorso potessi andarmene più od ella vicino è impetrato a dimorare la almeno dal me. ripatriare potevate del lusinghevole troppo molto nuova assai nel tura. prema- di Lucca suo à non premurosi Duca a vivissime né Panima, benevolmente miei anche parole mio tutta Pur serbate. verità del fate che feriscono con silenzio, vostro rimproveri e mostrate riconoscente sono darmi io comune sparsa nuova del scuse doppio taglio anno gioia poi la per è peccato stesso Della vi il tante 1844. giugno Ducato, vano ave- che ma 223 quando ebbi io mi licenza risposto venne allora ottenuta riscritto dello stesso e voi Italiani fermo sentimento lontano il bene mercede nel vi e da male è cosi voi un ufficio altrimenti non ed egli sicurezza ed troppo Addio son io vi di non solo nostri ai da e altra sima mede- fama sorridere far piacetevi com- ad badando la a curare dirittamente veramente certi quando che che giunti mano i savi fa, libri. vi non se ne in cui Ora vi rechi parli,e carissimi pregavo riprego della scusatemi i vostri vostre nuove. del disagio; grave affettuosamente di vi nell'amicizia ò presa digiuni mandatavi mia una mese preghiamo tempo cuore. in buon voglio Massari di pel quindi e e non distribuita di medesimo Al stesso, perché ternate smaltimento soverchia il bene dovere di siete ambiziosi. sorella mia dello che voi mondo, disperare gli Credo di voi letto di- ò preso voi profittevoli amico, voi operato altri disanimarvi egregio fatto degli studj intendono del à non avete e perché che fatiche le e nipoti. Proseguite, fra di mai mi avete gli purissimo e succederà non facciano maraviglia con rari e che poi dare. ridoman- aspetti tempi animi degli alla esito e che piacere stato che ma pochi Gran gna Roma- il Duca ma fa dire quello procurate grande quei Di città. cotesta dare riscrivere mi e quieti. i-agguagliandomi di porto, passa- di turbolenze ridomandato, e più e le occorreva l'ordine rinnovato migliori in che e che il mio chiesi e impedivano scoppiate Fu più allestito tutto vostra. caratteri di non nerci te- 224 106. Al Viesseux Firenze a .844! Egregio Più mesi delle mie lento e difficile mi corrente voi bontà con s'io ma franco che domando vi conto a ve non vi so più molto che intenzione della nuove che me confermaste favoreggiata in Lucca detto probabilità, era per certezza avendomi tutta di diviene La ora fatto e Non gradirei tutto sopra Italia. grazio rin- pronta e presa il Duca vi favorirmi* e ò fate e la storica cenno che speranza ajutata che un sillaba di l'ufficio se scomodo prova avete siate voi e che di biblioteca vostra nella dire per dovrei io richiedercene; a una v'ò non tato conten- quindi poco mai sempre scriveste ne e un sapendo istessamente leale torna abbia ne Mai importunarvi voglio negare; se e si ritrarrà m'abbiate e del naio centi- un quello che rara, a fine soldi mandarmi più discrezione riuscito spedito e e di poco non gentilezza e son non subito quando la per oltremodo. tenuto che pililentezza mettere di acconto sarei di favore chiesto un disagio riuscire fortuna Ma anni. Raccolta debbe ne gran radunare gran per vi spaccio tre o bisogna vendita dalla lo copie della parrebbe due di 150 che mi in franchi di So e fosse non mandai vi poesie. compiesse si a fa amico, mi vederla mia data an- una tana lon- dire d'a- 226 spettar tempi migliori la mia che e stoica che la ed io sofferto ò ragione la vita da cadere Conservatemi agli amici indicibile con mio non tunque quan- chiaro quello di sia sospira a quel desiderio. benevolenza la vostra ricordatemi e al singolarmente comuni, colini, ed l'animo e molto immenso casione oc- Io straniera perché un questa a dolore. vero terra tombolo Lucca, a d' Italia cantuccio trovi che Parigi in vi nascondo difende mi soffro e non bene sappia mal natura sopportar più posso più quieti.Non e al Ni- Capponi, al Baldassini. 107. Libri. Al 8 Caro Io non né parole anche mi fo ed quale avete vostra perduto piace Vidoni di ad fra le altre occhi che e disse più — che Mamiani. il posso è la gentilezza Il cardinal invito un improvvisò a questo: segretario stralunò : sia in Crusca. pazienza non frasi rispetto gran non alla segretario pacià (sic); con quel pacia impareggiabile 15 a e il tempo strafalcioni. luoghi dubiosi. suo un del i miei correggere bellissime v'aspetto domani gli a la cortesia ringraziare coscienza gran chiamarli dettando pranzo di degni dello scudiscio tutti son amico, ò modo vostra Essi onorando e 1844. giugno vostra esprimere. bio ò dub- eminenza, fuor Ma e Io ve ne del di son celia, nuto te- francese 227 ciò domandare è da principalmente del biografie; quella Il affatto in D'altra parte canzone che si dei e i fatti e neo-cattolici. tollerarsi l'estensione riga farò e me ispazio c'è ragioni che da voglio lo con sempre Accetto rallegrami pensando intra Addio cui di il mi alla farete a poco starò queste a che Replico e maestro, se in il debbo volta questa gratitudine. Ma tempo. grande piacere con forse Ma vivissima mia rubovi e biografie suiti gegione ra- d'un contradire. discente dei questa per docilissimamente come la troppo da e volentieri trascenda altre visa m'av- solenne e altresì rigore. gran vostro comanda ciancio Nelle opporre il desiderio Può tempi. non legge vero capo l'articolo ordinaria. in e del cezione. ec- porla e questi a ognuno fare severo il lettore stancare perché possa bene corre e è natura sua non tediare la vita oggidì di soggetto susseguenti dover sembra mi papa le per il grazioso gentile compagnia invito e e sima dottis- sedere. cuore. 108. Alla contessa Masino Torino. a 10 Ricevei a suo insieme fa ricevei righe del tempo coi l'altra pur signor la lettera giornali cortesissima Domenico di di Roma, con Castorina. 1844. giugno lei gentile e fettuosa af- giorni otto alcune dentrovi Ella e à buona 228 di ragione trovarmi io ma mi appena che di di ella sgridarmi dato avrà e lei amorosa la di fuor dai miei Amo Il intendersi e qui alato, scriverò il suo tempo Ella al nome di lei due ma un bisogno tadi. parenò ma di lunghi po' riale mate- d'un pezzo ceralacca con un lettere per rispettoso chiusa potendo non che profonda stima dei esprime cosa anime stile del il medesimo Terrò della silenzio bella goda per ? amarsi per dà mi non Ella Dio. si e tato tormen- Panni che che scarabocchiata carta lettere cioè una stato mediocremente. Margherita le nostre forse ; anno e cugina è carteggio fastidi che un May molti mia ambedue guardiamo mesi. di la assai sercitare d'e- materia sono sue nuova tile gen- ammonisce. e Lodiamone sanità. remora per che in delle la propria provvidenza lei per a di segno scusarmi, che più all'italiana, amore a involto della ringrazio me sopporta prego tenor sufficiente di La e la nervi dal raccogliere ora che pili del solito assai dato sua. inciampare, e la e sprone role pa- grazia bel e cosi : sue ciascuno seguiamo soave avrà carità celia, io Ella, dell'impigrire per e la spondere ri- a antico amorevoli intero dirà pigro e malvezzo tanto correggermi e me a mia, quella io ventura, nel per gratitudine, Signora pentimento. dalle riguadagnata ò Bell'atto ricaduto son accorto sono io po' negligente un e signor Castorina dargli prova a gli maggiore gli professo quanto quasi parlare e entrambi unire a un medesimo. mi perpetuo. creda sempre gratissimo e devotissimo in. 229 109. * Castorina. Al 10 Egregio molte Di « Epopea merito debbo di bei i volermi assai pregiare V. a della saggi desideroso credermi di ringraziamenti gustare », e signore, cose fatto 1844. giugno eh' più : vermi d'a- grande sua sollecito e S. io non renderle a servigio, potendo. Mi duole che di essendo possibile Baudry l'Arnaldo pentito e il denari e Gli fuori il fece V. S. patti di è rimove di di S. s'è buon aver sorta italiani dalla sua che che con sue a n'è spese rimasta massima di osa Il nuovi. pubblicare è piaciuta com- esito, non nessuna Vero quel libraio V. cui versi scorso noi Baudry rale gene- pilie à più. riputazione. poeti francesi, salvo è molto parla tristo far il testo impressione su poema di si se farli possono che tre tradurre la duplica e la sua versione. e una i loro stampare fa mandò anni di Edward tuttora se Qui- lamenta. ne «Epopea» Ma versione di quattro o vendere «Napoleone» negozio con tre chi a Il libraio danaro. lungo pubblicare trovano non ventura gran sborsar senza far Nicolini. celebrità, versi, ed net del ciò stessi somma possa Fanno » ma di non istampare per ricusò ufficio primo caricarmi questi libraj « il la e spesa cosi cosi l' del- lunga e 230 difficile può pagarsi non Parigi a d'un meno duemila franchi. Duolmi sarebbe ingannarla ma sgomenti negli dare poter non e tal per Italiani che la nostra a V. S. d'assai. peggio abbia negozio nei migliori speranze, Ella lingua, pochissimi fede più sempre Francesi, pochi dei o niuno di alta a scrivere si non quali tendono in- la nostra poesia. Mi comandi creda mi e pieno sincera e stima. no. fratello, Caro Di qui dieci a chiedo vi e io dovevo de » copia salute mia articolo certo a tempo. suo malferma applicazione, onde Ò già riscosso ve ne ringrazio. pronunziato, istituzione L'Antinori lavori di ad Firenze siate per l'altra del- Schelling la « Revue biografico di cui spero darvi man- Aggiugnesi a voi con e impresi per dal in assidua mio. quadrimestre dell'ultimo educare 6 la ciò tutto d'ogni e e del discorso plaudente e l' del- arricchire. annunziava ciò come per rilento, malgrado patrocinati che di libro popolo spettatore proficua prima, fazione pre- in francese rallegro forte Mi del a i denari meteorologici pensiero al la all'impiccio intollerante e vo lo far oltre ma scarabocchiare mano non prefazione lunga dovuto Paris di scusa desideravo; e ben pur giorni porrò qui all'Arago l'Italia tutta Duca carteggio di con Toscana. e i ticolarment par- Fo P Antinori. 231 le relazioni Moltiplicate modo molto Gradirei mio già sono Non v'ò perché dieci che della Con anni ad le vent'anni la Mille che popolo madre a ogni forse un anni gratias! che innanzi passino nostra ranno sa- tardo il moto ed tristo dieci tutti, Deo certo vuole e declinazione annunziano pur troppo pur pur la carissima ma speranze, buono miei che sintomi e son veggono della sorti luglio. belle e cosa es.: amici sicuro doloroso, un per agli son mutate. difficile E tempo. ciò d'ogni il cagione a di primo cose libro ciavate m'annun- assai medesimo io stato ora il del disagio rispondermi sia caro liete cuore sono un tutto scade scrivere ò in ne Francia; tutto è ciò sborsato avete cortesia vi l'avrò mi annunciava io ogni in copie ne gran non corrente che se e per Qualora potuto non profeta in come pagamento le dodici mani vostre posta a da in fare. di d'un l' isolamento; cosa se sapere Budini, al prezzo in rompete e d'Italia. salute la ogni in e sempre e carità per di irresistibile modo costituirsi nazione. Chi sa, Giuseppe la vedremo noi contenti? caro, e pure per l'ultima oncia dimittis dell'ultimo di dei agli al Salvatori. Cassi Di ed Parigi, alli Rue de 13 che fiato di avessi amici comuni, Addio io nei veggenti giugno Clichy, più che che io sento me Ricordatemi sarà non barlume mille di dell'alba troppo rire mo- a sclamerei polmoni il con nunc Giuda. singolarmente volte. 1844. 66. Il vostro Terenzio. al 232 111. Betti Al Roma. a 1844. Giugno Ò letto dell' e riletto e della più ancor siasi tenea per e dignità? giudicj un di cogli la la scoramento, degli burbanza al troppo reco tra qualche Alle stilla e le vivo povere Italia fiamma poesie di su villa sfa- doppio la pura, vacillare Vi luce. nell'animo volta che fra cui vivo e il si sventure, ogni di di benedetto, e sembra di vostra e di cui avviso umiliazioni sanatrice profondità utilità. Siate entra gusto parole mio a stranieri l'opera mani mie mi e sentenze tanto con e nostra le con quale d'ogni ragione ? petti d'ardore tristezza allo cedere e delle poche tanta altri anni tuttavia quando di e di negli mentre in cresce riverenza e sapere scrittori gli amico, egregio infievolirsi e di il volume bellezza, quale proposito a poi della amore sacro dirò più e il subbietto Che critico smisurato tutto mio cosi gliore mi- uso un più naturale un raccogliete voi non meglio ammirata io al mondo arte con monotono. quanto e numero Quel di del fatto ornato e introdotte morali averla dicendo e variato sé seconda parte saprei lodarcela non si sia dell'erudizione viva la prima. quando so non e » che efficacia più con Io Italia Illustre « infinito gusto con in od tiplica mol- voi giuro che e per son l'orgoglio mi dano ricor- italiane, io sempre ne mi derivo balsamo. avete fatto troppo buona 233 accoglienza il Nondimeno pubblico. e m'à al vostro aggradire degli compenso gran ella anni farà quella che da diversa troppo e viva recato lazione; conso- finissimo ingegno perduti loro tollerate delle e m'ò fatiche. A simo Io poetico. più con dalla ve del oltremodo tenuto vi tesia cor- e difettose parti più quanto proficuis- bontà vostra sarò ne misura gran le notare e dell'ufficio mancate consentito e rivedere stile mio mi non me per di e modo ogni mostrerete meno indulgente. Se alcuno in a mio nome Polchi e vi non e al di pregovi me di stancate lutarlo sa- ricordarmi Odescalchi Principe al al Bianchini. e Comandatemi servigio di memoria Muzzarelli, Monsignor Prof. costi à d'ogni ch'io cosa possa in vostro credetemi. 112. Al Gioberti a Brusselle. 18 Voi moltiplicare Il Massari della le prove m'à da risposta che vostra Revue quale di Accennasi de deux rispose all'articolo Mondes vivacemente quel periodico. bontà che parte fatto del che nella Perrari il Gioberti con e di avermi. copia tenere ticolo all'ar- contro (1). Giuseppe puntata volete fuori mandata avete insolentissimo (1) della favorirmi di occasione pretermettete non 1844. giugno Ferrari di dei 15 una lettera scrisse maggio alla nella 1844, Direzione al 236 lare libero e gratitudine minor continuate sano, patria scaldasse mi meno vi l'animo verso se amassi e la graziosa benevolenza. vostra State tacerei schietto; onorare a la nostra, servire e credetemi. e Tutto in vostro perpetuo. llb. Al VlANl Reggio. a 24 il Pesavami fosse si il e lodi Delie dal affinché del figura dei dirò non i che men nudrito grandi seri vere di vi tanto di dei non parvi tutti discosto simo grandis- usarla non e alla ; e- bondanza dell'ab- meschina a quelle migliori di moderni. Superare poi egli secondo cosa? gran lettura i secoli può da mai malgrado della e quella incoraggiarmi; poesie ragguagliate però anno prendo guardate ma che solo affetto e a prego amore, fina latinità maestri tami mostra- pensare non di tratto at- particolare riconoscenza- facilmente sommi m'avete a vostre confortarmi a le mie mediocri pena strabocchevoli fatto antichi terz'ordine, di 1844. benevolenza sfavillano e vostro fanno che due mio basta vengavi Le ma accetto non faceva ma lato sincere che porzione l'altra dubio, degno mi che rattiepidita. dissipato la dolce con addietro per silenzio, perché vostro si fortemente giugno e continua contentare quell'eccellenza? a e voi dei uno- 236 Venendo di alle altre voi come pensare scrivere la e medesimo ogni medio del muterà, di Il dello abbiamo voglia che gente e alle ciò smetto coltivare i cavoli riparare continuo siete Altro santa, che mio vile le gli avanzi altro per io ai fesso con- di o del damascate paletot, dovinare. in- so fracchi poetica degli dite voi; allo di fatica tal in e v'à sia cui nuali ma- cose nuta soste- ma è nobile, parlare agli far importa? se a diligentissimo. e concedo, lode orto dire imbastar- quello vocabolarj che lingua resto, appunto di Avrete che Del e peritissimo l'intenzione altri è innanzi qualche in vo scadimento godo e e che giuro infrancesata e lattughe. favella Viani poesia, vi me scrivere allo della italianamente. buoni; e domestiche dal per voi, scrivendo entrato e io lorda, di corrente, di sia la adoperare modo non risuscitati, ai mezzo grazia redengotte. Comunque di in io è serbare le zimarre vestire magnifico cinquecento di quei teranno; mu- pur qual e ai Questo d'Italia d'uomini aria dici giu- seggio Cicerone. e noi i un sopra degli avi; tesoro sperperato che fare possiam mancano rassomigliare bellezza in languidisc s'il- e solo a le sorti trovata moderno. gustatori ed i di dello scema non Seneca forma verrà meglio che e poneano quando qual elocuzione che Lucano, e speriamo, ma più cominciamo evo, eguale Virgilio italiano bellezza perfetti, ma dell'eleganza,e monaci della dicovi l'arte circa stile giorno li scrittori oramai dello foglio vostro appunto per qualità Il sentimento del parti fama da liani Ita- tutti i 237 Mi duole fortuna all'anima che e sarebbe peggio sventure forza men Orfanella « Fu facea e voi a Lucifero fatto d'aver quell'articolo,piacerebbemi v'à ò o una più mente; a per è mai due altre fra l'altre dimostrare ai difficile. troppo gnoli, unendo i nomi copia» letterario scuola ». copia da là Scrivo nella qui che guisa eh' io fare al sotto di dentro del non zoni Man- V imitazione che giovani titolato in- Napoli e sul inno un politano na- bizzarro brutte non l' del- veruna assai, perché poesiole le canzonetta meco di chiamo invo- sotto articoletto un maestro venisse la nelle che noi giornale », di parte Scannabue « Se « ò lei Ma, mostrare e spedirvi ne di moderazione. combattiamo e non dalla contro picchiapetto posso dal stampata la d'animo filosofia perché » giovano bontà, d'un la Non insegne. la vi smarrirsi tuttodì sue nulla o il sapere, l'ingegno, il poco tribolatissimo sentirvi non Ca- nostro gli sono animi. 114. Al Cagnoli a Reggio. 24 dal Prima ò i vostri e ve Quanto dall'una Viani caratteri. ne ebbi alle parte profumate pensando saluti che dell'amicizia Godo ringrazio col cari i vostri giugno assicurandovi cuore lodi al che gran fate ai miei sentimento 1844. ed oggi mi bate ser- del cambio. ri- versi,, del giù- 238 dice, dovrei lieto tenermene della ricordandomi benigna, rimango à fatto velo. appena un freschi più scalda di Giordani a di parrà che piace poesia. Poi, chiuso dico io ad proseguite i molti Tra esca leggerò d' Italia letterarie che il 00, pagina a pagina cali. interi lustro, e forse la Lamberti e e a di linea 00, chiodo la della le ballata, voi lettere nostre di fatiche. che in ultima la sconciano i due correggere 00, la scordato. colascione copia se con amoreggiare al ma cervello, in ancora fregiar onorate errori versi? appenderò è che novità, metafisica, nella mani Ro- quel ma Che f e ristampati ; ne'^suoi sano anni bene rinomo affogato compiacetevi scrivete trare l'en- e coronarsi vedere Il trovano amarmi belle più e vi rime, e sole il notizie significa tanto cetra al Consegnerò segno, riceverò son non l'uscire che paesi. mi ne cinque A ne vostre nell'esilio delle assai presente per PS. mio squisitezza sto sempre le avere voglio cetra; Io cotesti può che Dio medesimo. Leopardi e come Io le Italia fiori ve l'amicizia se in pure scrivete forza, io e colora. e Bingraziovi mi amorosa modo mandarmi a odorati e vostra più l'altra dal- altero; poco ogni ancora all'animo e ad luce, che in sono gioia con ; tardate Non vengano non de' ed un cortesia sospeso assaissimo tenuto ed luogo linea, di in mia colta, rac- infrascritti segni, luogo : scrivete di celi, 239 115. D'Ancona Al (1). Firenze a 24 Non mi alle Mai mi non probabile par dolci giunte fanno Sansone io ò promesso a Similmente di Palli in seggiola dodici cortesia bontà e inaspettata e faccenda delle pulcino d'amico nella siccome segno di bene mandar (1) Op. se ne spiaccia, di- vi fretta ha alla spedite Genova. in sa fare. come so che è virtù diligenza chi non copie nulla a dormano o gli si gnora si- ramente Ve- prospera offre una bracciuoli. a Niuna il quelle dell'altre,ed meglio cara quel libro, e la aspetto, Non via. tere Let- « pigliarne notizia, perché di Livorno le partite, tra ma leggiere. pili che taluno Italia in e siano non caro, schiare mi- copie delle le venti qualche magazzino in sonni cora an- senza parranno mesi tre che o e qualche importunità, forse passate sono perché e » mi delle rado scrivo se vorrei, cioè come cordiali parole confronto disamore farlo posso non in di accusate 1844. giugno « quanto Lettere stoppa, è copie cit , pagg. », e e di eh' io mi ci trovava veramente 47-49. un poteva libro della come solo animo giungere Tornerebbe in cosi riuscita scaricato benevolenza. quel è l'avermi il vostro, gentilezza mi vostra Piemonte, a tal assai perché 240 mi qualcuno ivi li studi mediocremente La che credevo Se del negativa Ma il Duca Duca animi mi sia tornato inquietezza politica le ripetano, essendo ch'egli la fine del a Vi di poteste esatto ragguaglio. alli miei cavar mendicare in in col parte di il pane bocca, curate non Tenetemi dadio e di la nanzi incerto sia per col cavalier di ciò forza ripetersi e s'io astretto verrò veder le a e a donare abban- consolerammi io fatto ogni sforzo infelice nostra a darmene infelicemente meno infino Del appigliarmi coscienza patria pagare qui stampe vi non eziandio ò cavato col tonni quelle ignote ai per quasi Francesi dagli Italiani. presente dei e avere certo e non Lucca a qualche cattedra una alla E bene, salvo altro provveda ricordarmi scrittore. è m' italiani, fedele rimanermi come Ormai Francia li studi Se sazione ces- io parendomi intorno avvenire, giorni si non fatto, venire parlando se partito, che qualche i sintomi le stesse. di puerile lume Bosso che aspettare la autunno, e pareva tempo. tenutissimo sarei lasci mi pazzo distanza gran solo cose* rivedere qui veduti gravi prossimo tentativo a rità ve- lo stato o di sempre di dimostrazioni difficoltà era dubioso sino pur intende poi quel Principe niun cagioni che a quale molto è in delle la speranza fa, io porrò giù d'Italia, perché che Italia in il cielo vedo sino procrastinare né cagionato. il termine sapere e anno delle dolore tanto qualche di più. che ora all'anima, pesa m'avrebbe intende coltivano si speculativi. uscirne bisogna degli vi e ama, pochi alla altri memoria amici dell'egregio comuni, e sempre Laurive- e 241 rite me per genitori. Al i Del cav. caldi più affetto con particolare gli Rosso ottimi da rinnovate ringraziamenti alla vostra e vostri mia parte benevolenza raccomando mi 116. Cagnoli Al Reggio. a 18441 Del dono nuovi versi che si superi i più efficacia Un'altra di e che di nozze, mi che più qualità è il vedere Sol Nelle pesa di mi feste cantato avete sciogliere — poeta concetti del fiorita eleganza. molto nei Mamiani. gior mag- versi frivole casioni oc- simiglianti volgarità. che Paffetto nuvolette torrente di vostri dalle » sto que- con splende dettati sono sima felicis- Reggiane Pindemonte, soddisfa che noi tra Ricordanze soavi e nell'arte e i dire so fini più veri leggere a e ed molto molto i fiori spesso spesso non il dire Quasi 16 le e dei vedo riconoscere affogato il pensiero provato stile e posso sensi con e il vostro pochi non già pubblicati non « l'anima tutta ò è stato dei varietà descrivere. sopra che oggi. Non nella rediviva di ed rileggere a conoscano del v'è e poche parole perché con vi speciale gratitudine. Il piacere di poesie vostre modo in ringraziarvi non delle carissimo ch'alta vena preme. avete ancora potendo 243 Non storia. sua abbia bastato intendere so dar a libero infine,questa disgrazia dalla compensata dà d'una di degna gentilezza Io perduto le (Ofr. lettera assai che mi rara della glio fo- nel pertanto precedente, ramente ve- e antichissimo scriveva non ch'Ella più asilo cotesto romana. m'è dimostrazione bontà lei foglio. Ma mio smarrimento suo d'una e di nome al corso del nuova cortesia il come 97). n. 118. Al D'Ancona (1). Firenze a 17 Vi scrissi il che sembra è che mandata Non perché non che signor mai giorno di conto in di compiacetevi coserelle posta ; il fatto quale porvi al l'abbonamento accade : vostro zio à giorno. Voi libri pagato fino di 49-50. nei sta Melchiorri (1) Op. cit., pagg. la dere cre- dite mi viaggio. scrivermi di cui vi mia. intermesso per di la fedele la lettera 1844. vo' e benché poco innanzi darmi ò rinnovato giornale il ricevuta dunque e Italia in andato mese mani, vostre ora nell'ultima pregava fu rigo, un in poco acquietarmi ancora e ò mai non avermi Ad foglio sia dappertutto io del il cadere verso luglio a Commercio registri e fino a tutto settembre tutto spedire « ad spiegherete ambedue forse » di quel dicembre onde il non foglio l'equivoco tf 244 ad modo ogni riferire temi Del mie v'à essersi non Lettere « libro al di sale sillogizzare, né E ismaltire una catanzia. Pregate altro modo anche Altri loro. con di Dio non di libraio come mai. io mia Io Napoli l'indugio Lucca reputava prove ed e libraio è buono, che fra perché pili dire impossibile, è si per molti amici di e presente gradirei egli è nome; fidato di rischia di copie solvente; e un mente Simil- cortesissimo. cinquantina e vederle né stampare ri- molto. non posso inutili, una Dufrène, al ò mio me per e ticoli ar- spedir più copie di nuovo, in mandare colà Di al Pomba se prowedera. tempo trovano sollecito ne onesto occorreva a ve di adoperare, ove e rino l'adope- busca in a po' metafisiche l'invio ricco, Torino nunciare an- obbligo speciale andare ò voluto ad si stampe avrò col mer- libro, povero sollecitava a » un favore. le ne Iddio rifare per il Ricordi quel e né un sfortunata ed di non vi Lettere « faceste che mezzi, adoprerò le materie qualche mia, mai quelle ove questa v'è non come posso tanta pubblicare giornali, Nell'ultima proprio non altro non d'industriarci di cataloghi di per io il Vieusseux loro anno perché se tore avven- il fatto contro le orecchie almeno parte nei Ma libro, vediamo il sopprimere titolo. qualche allettato non. spacci qualche si non sempre viene chino e d'Arcadia. somaro pur che del dall'importanza di cui mondo, e copia delle una po' meravigliato, perché un trovandosi esemplare, da venduta ancora sono » pessimo dolce preciso quello- fare. io debba che dirmi per cioè pure ? quello che il rinnovamento accaduto e convien testé di matte rasse- io 245 Ciò gnarsi. si affacci il Duca e voi a ogni Mio tanto à al caro ed affetto e seco lamenti puerili sono miserie mi e Addio mal intorno ad scente riconove poco, che faceste un che uomo alle questi ma pubbliche di scorso non faccenda ordinaria; faccia porre a qualunque in e dello vergogno di amico, più in spero si traverso. d'amore disdetta una fine Ma e l'inverno senza Rosso. a premura non che prima Del cav. egregio se sopraggiunge, non parta, sarò ne andarmi cosa può pagarvi sua se e altro se l'istanza rinnovar vorrà •dendo ostante non nostre penna. cuore . 119. 25 Caro La la fratello, prefazioncella è l'ultima ma posta tornate in a volere E nell'ufficio voi dissigillarlo, e però in se medesimo che insistete avviso leggano Dio che a poi vostro spedisca più che sa che la per corrono, dosi vedendinario, dell'or- grande tirsi insospet- il resto. s'adoperi quella via, cotesti viso. av- minuscoli badate ; pure tempi la dite: Sansone caratteri piego un ai io un ; per mi con subito che netto di mandarvela sospeso con finissima potrebbero, e anche messa dunque trascrivere carta costi e l'intenderete ve avere, farolla e tien Mandatemi Se assai scritta significavate da prima, perché come D'Ancona. posta, mi vostra farmela per 1844. luglio impiegati, quelle carte, se datene poco renderannole portando im- 246 voluto, Avrei intatte. poi dedicare lo scritterello intimità d'amicizia perché due abbandonare professo vostre di alla spiacere che uso ma vi molto è cosa, da ; a co ma e figure grammaticali Amatemi e non inutili che possa pretina testa ò fatto reticenze per non simili e rettoriche! credetemi e modo pure scialacquo d'elissi, di due in offriranno mio, parer cancellare, venuto desiderare ogni a ; parte, son se ma titolato ò in- e accennati dicevate toscana; censura troverebbe certo che confido Non saranno. non Ivi m'avete di dunque quale, d'altra fraintesi novità ne me al questi Cesare a riconoscenza. che ogni facoltà si odiano come tala in vivo tormene gettato Libri, averli non quell'aspetto non al io ma gradiva, pure Costretto sonmi pensieri i credo e e ignoto debita e vera esponendo da si combattono. scritto voi a Arago, Libri Pompeo, lo so col fieramente e ad esservi può non come sempre affezionatissimo Fratello Terenzio. PS. Al Salvatori buono mio e molti saluti da sempre cordiali ricordato me al Cassi e grande con amore. 120. Alla Masino. contessa 28 Non dello scorso la ricevetti appena fui mese trovai che a nulla sua vedere sapeva agosto delli commissione il Pastori egli della 1844. e con 28 raviglia ma- biografia 247 a ciò se perché sempre lei al voglia di scusa incisione del prelato abbia e procurare si aspettato a proposito e non ritratto. nulla dica Mi altra quale o servirla nota quell'egregio se aspettarsi fare debba io cosa tal in qui alla debba se o e tima legit- mia intorno dunque avviso mutato la accettar fatto aver io chiarirmene compiaccia stesso tempo per al intorno d'altro nell'aspettazione medesima, onde più tempo ancora né abbiamo lettere siamo a Grazola monsignor tempo giungevano dirigo onde di Lungo attinente. vedere mi né Pacca cardinal del negozio. 121. Alla medesima. 30 Francesco Pastori un'affezione pure intestinale buon à desiderio Gazola Intendo: la « del francese contratto il suol dirsi è grado Pacca la quattro anni fondaco. Vero sua ne non è che à più egli ad va a Il notizia e faccia di per Pastori arbitrio busca Eoma suo in e far mandare nulla, perché in signor mon- vuoisi se conviene d'intraprendere letto; il modo. po' meglio tutto, prenda proposta. in l'egregio e in italiano » editore quello rado di contemporaneamente innanzi ma alcun onde ms. in cardinal con un di non lei stampare ammalato tempo servir sapesse di Parigi: a più giace e di quando trattasi Vita il è 1844. agosto né da qui come sé non tre torchi di sottoscrizioni o né 248 l'edizione per ciò, tutto ma dita e d'un messale noi, costosissimo, e sulla sta molto somiglia troppo pur fra detto sia magnifico castello un a delle punta in Ispagna. Se ogni spese onde farla dunque, gli quell'esimio dell'onore parte alcun Si fa di compiaccia di ringraziarlo mi rebbe importe- da assai volermi ciò tutto mia adoperare in servigio. suo Egli potrà direttamente scrivere al intorno indirizzo: questo di e che che quello d'informare signora, sue a l'estensione poi pubblicare. e prelato compiere sapere riferisca si tradurre egregia intende almeno occorre cosa, dell'opera a Grazola monsignor poi libro suo Bue ticolare par- lettera sulla porrà e Juillet 29 du minuto ogni Madame chess Lescaut. Infine, quale incontro il eh' io del cardinal assai, pare : la Pacca sa, la clero lo è impossibile che non un di mia libro sé tanto signora, faccenda nulla. a non a cosa sopra pubblicare suoni il Parigi del è le conosce a schietto il come e nota; spese dirò cosi Parigi vi mente probabil- ogni nome alto come celebra lo modo sia librajo del tradurre il mi quale e del pregevole. è pessimamente come ritratto un io più giorno me assuma Ella non forse ma qual affatto ogni conoscere avere pubblicato, qui meraviglio dovrebbe non scritto innanzi potrebbe spaccio e suo mi desidera Monsignore se e indovinello però non in oso duta proce- tere promet- qualunque cosa. 249 122. 18441 Signore, (?) La me delle e fosse le che a affatto che mi Insegnare diente di i troppi scolari: ad averne Io non italiana rimane ai nostri accattar la vita ad se fuori desiderio suo grado Ma altro ogni al in appartata e di autorità e giungono ma ciò per ci è che stimo due molti sognosi bi- sono degli tre o anni ne se maniera saranno qui numero domani e spe- appunto maggior niuna in solo quando quale oggi adunque posso : il genere parecchi aspettare il uno, è in molto in e ò veduto desiderio suo scrive. nascosta certo e riporre manca. maestri e mi soddisfare per conoscenze lingua che che rivolto sarebbesi di voluto à che più bisognando me, numero gran vita Ella meno, che la che cortesissime parole noto fede della ringrazio va. al giovare nel mio caso medesimo. Mi amore rallegro dei d'Italia belli suoi e la per prego indefessamente. continuarli a studi 123. Alla marchesa Torrigiani. 4 Venendo e con gli amici, l'animo cotesta il Libri a me gli cara a par sono riabbracciare quasi di d'accosto Firenze. settembre costi 1844. sua accompagnarlo, e insieme con madre e certo lui visito ri- •251 124. Alessandro Ad Pobbio. settembre 4 Egregio I pessimi signore, che tempi rispondere non la per avendo mi perdonerete Vi dal garba tissimo affettuosa della io della che che sperava famigliarità. le poesie Tengo molt'anni in quel e i sentimenti che concerto civili diffìcile Sebbene la e l'innocenza dovrà adempiere questo vostre e posta State sano come a prove e che la sembrami in sventura di si trionfare. voto per al credetemi. siansi ed vostre rermi pa- vedute ed religione, da quale al popolo; la filosofia bello e proficuo parte. gran a di cessa prego più presto conforto troppo stile adulazione, tanto Io delle patria perseveri non lo è la vostra nostra fanno nuovo famiglia qui vostra alla vi dono maschia Poesia qua. memoria dell'antica meco il quel li convenevoli usar forbite spero di che vero per senz'ombra propriamente e quanto voluto e della è carissimo belle più privata, ancora po' un avreste quali dirò, delle bisogna va nissima uma- Sauli. procuratami Ben di mesi. tanti più e lettera vostra di vostra Antonio occasione serbate. mi lettera conoscenza giovane consigliato marchese avuta il silenzio ringrazio alla posta d'ora prima m'ànno corrono consegnatami Né 1844. tribolar dire e la che presto Dio che voglia cosi per lazioni conso- della terribili. voi virtù tita sbigot- 252 125. Egregia TORRIGIANI. marchesa signora 7 A lei può non madama di desiderando come compiuto della niuno co testa è signora ; alla porta del loro ed e nella lingua egregie di alla Stia sana e già mi suoi particolare le da di anni in di creda animo e bontà e di grado di qualità. dama Ma- a letterato di quanto sono tutte le mai mando racco- lei. suo glia, va- persone costantemente Amico renze Fi- patria. sua versata però della svernare Iscozia Tutte nostra. chesa, mar- cenza compia- una in intrinseche tre signora mediatore entrambe signorina letteratura e lei a figliomaggiore, gentilezza e de' quantunque Trolopp l'estate suo mente meritevoli e facendomi gentilissima una di altissimo cuore l'amore procurare per poi L'accompagnano poi che semplicità e e ponendole usa passar modello un aggiungo il madama a amarsi Trolopp e che e conoscenza stimarsi credo durevole e costi venga e glio vo- gloria letteraria sanno cari più io Io patria infelice. nostra pari viva la e nell'amicizia numerosi men pregio Io à, la modestia titoli tali Per garbatezza tutti non che la opere lettera mia Trolopp italiana. il la costanza modi, che cortesia nascosto affettuoso ed madama fatta sia conosca a che assai le inglese. questa con 1844. né nome scrittrice presentargliela pertanto e celebre Trolopp, il ignoto essere settembre devotissimo. 268 126. Caro Da parecchi giorni lettera gli e chiara del Libri fa Giorni dalle data nella cui poesie. e vai e meglio di tenerezza parente invecchj Convien della la ; di e di vecchia molto bata gar- delle di mie io la quando e serbarmi in tal quale sguardo dire sarà abbia e tutti Sovvienvi di e prese quel povero la perché affogati nella buona col diavolo C. furioso mattina il bernoccolo vediamo agli occhi; alle che e era in nostra pregiudizi. prominenza, gran veduti di molto benché perpetuo, Montani razza una quella a fasciata una insino Grhita, se in cara mente nella che li abbiam più parte la fede la la legasse mi me a abbia e bacchettoneria per e o Conomo, Conomo per non e religione resto, serbarla copia rivederla il medesimo quasi maggior cara lunga una volto voi allora. parve Direi cioè le sorelle non sieme in- con consultar Mengaldo Cate la e D'Ancona. non riceveranno pensiero quella grazia mi al mezzo era di fittato pro- madre Ancona fare, a cavaliere suo ciò sua D' è detto vostra per Bellissima conobbi al dunque del mani parlate, mi rivedere a n'abbia una in minuta per quale se ebbi persona per colà va Scrivetene spedirvela. copiata Ò Firenze. consegneralla quello sapere prefazione via che mia una la è in Egli amici. per fratello, della per del gente, la chiesa lussuria. libertà e la sera e 254 in bordello? di Voltaire? Vi per tediare non cosi son quegli persiste del qui che ò me, che se la io me stanno Potrei pudore e di desiderio giovine e fama ed è cessata divenuta che più vano ò oggi troppo quello questi dotti la spesso turai na- contro quando femmina, la il se lottava zero io cattedra, guadagnata, nello proprio ad come una mio una sussidj con e giornali. Ma ben non i avendo orgoglio dell'animo io Atene, affatto adulare e di ad cessare sperare d'attorno d'articoli busca in sempre Ed Oltreché notabilmente, cagionevole. poco primavera andrò massime fo intanarmi a e ne per Parigi, darmi tien veniente ogni modo. scemati tra già conceduta. Parigi » Lo cose. diLucca lasciar a a mie rivolgendomi il Duca negare, si vive assai andare né delle m'aveva a son qualora sapessi lotta che a parli Mattieu Compero « vi che G-overno non salute ero voi uscirne già e ognuno il né romitaggio, perché voglio e non intestato alcun di io la licenza del Diego pensieri. Sapete sospesa in che dolete lieti D. vero ogni ora, brità cele- umana preda de' sal- bimbanchi. Atene Ad darò letteratura, quello che Grecia è siete non siete di Là nieri. mi qualche manca afflitto e umiliato diavolo : insomma vivere per sorella nostra di francese, di filosofia, di ed ora spaventato della boria questi signori, più assai potrò che di lezioni parlare procaccerò italiano d'imparare e stento. senza colà dal se da a La parte una dispotismo, pure nep- alterigia importabile e fortunati i suoni non supplirò e mi di che quella parranno grandi. lingua etra-, 255 alli Quanto lentissimi ferma studi Pure di innanzi dottrina che » di montare Non saranno tutto di e raccomando Paria distrarsi, Addio rimedj. Parigi di vostre il giunto rito pru- quercie. che voglio mentano tor- Il moto, il il vitto scarica, giovano strare pro- nervose pure disprezzate. scarso, mia lasciarvi non mente nuova la che nuove vi di la di le alte con li tutt'altri sopra cuore. li 10 settembre de Clichy, Rue le è gara son mutata, troppo non ma che più che poco con Dialoghi « le affezioni perché meno, poi di migliori animo i a digiuno la andarmene quel meglio crescere a di sano, compiuti da troppo pur altrimenti aver e vanno voglio non tenete mi sentir io à trovato zucca povera che concedendo mi non salute. più, miei, dirò del 1844. 66. affezionatissimo Il vostro Terenzio. 127. Al professor Melloni Napoli. a 1844? Cari dono di fatto ò voi a e me pregiati parecchie che di piacere e di che di balzano specula nuova piene persone di fatica. loro confidata ne per siccome Vicenza Sento il e opuscoli. Io è parso ma e caratteri vostri degne riverenza: perdere tempo la due alcune quel? ingegno farvi i vostri giunsero copie ad presente d'amore mi non con alle riti me- gran vostre 266 altresì il orinai tocca cure di che sapere ad avviarsi bene dei vostri esempi fortuna la se Mai è allo succeduto Ma io col fuori vivere s'allarga non gli studi metodi nel e ò divengono la modi io ed cimentato mi preparava ricordarlo a Qualora io possa liberamente spendetemi che ò di pregò alla alcuna in Libri mi caldamente assai e quando in una mille che l'altro ier di amicizia. vostra capitale da sapendo adoperarmi cosa fate tiplicano, si molè e i essi per laborioso Il scrivervi e ed scienza che il tirocinio vasto, esercitato. la gli esempi comuni, parte abbreviato, dall'altra al Volta. che ordinati s'illumina, critica il Volta giardino, veramente bene sono dinario straor- cosi imparato fruttifica non nome. ingegno fanno non d'Italia pubblici buoni deserto darvi fon- poter succedete voi e Napoli, vostro inventiva: Spalanzani palme queste qualche forza di profittando da del degna costi [Felice modo in all'Italia mirabile e voi fisici di è mancato non sperimentali insegnamenti. ajuterà consola mi comincia giovine studi ed scuola una qualche negli E compimento. suo del voi per siderio de- gran servirvi. 128. Al prof. Capocci a Napoli. 13 la colta Da vostra ebbi per con la compitissima e lunga ricordo l'anima. di e signora Farina affettuosa nostra settembre lettera amicizia e ve che ne 1844. cognata mi veste scri- ringrazio 257 In questo ed Cassino Monte di perfino una Nessun maggiore segno benevolenza fiducia e prudenza e persuadervi Dei voluto la pace, patria primi è il ingegno afferrarlo più ò di voi di e ma il mi dite tutto quanto io della che il avrei avete di a l'oblio. e ed con trarre dal il frutto che La promesso. che tempo, innata la concordia vita scienza e vi prego Pubblicate mai. il volume mondo la che Spero giungeranno debito tenacemente il vegga afflizioni tenerezza gran miserie sollecitamente adunque e cose largamente delle porto le moltissime, perché state fiori anno vero perdono, questo bellissimo i la bontà poche comune da ricevere manifestamente il studi fossero che vostro delle zioni Osserva- « Piazzi è non già trasmigrato. Comandatemi, in spondo ri- se che prima consiglio degli amici, in voi vostri morto iscusato più dolorose. e tutto sopra ò conosciuta » pitate ca- monaco un l'aprirmi quanto il propria, le necessità ad ad per potevo più recondite cuore la m'avrete mal sono io mandava all'occasione e mi gli uffici postali. schivare che che però ; tardissimo del lettere parecchie mezzo caro amico, e credetemi tutto vostro perpetuo. 129. Al Bisazza Messina. a 1844! La e troppo forse anno breve 17 — certa ancora impedito Mamiani. dimora di sua conoscerlo che fece qui prudenza di persona il Dal eccessiva come Bono mi molto 269 130. Guaooi Alla Napoli a 18441 Chiarissima 0 aspettata Signora, accóncia alla cortesissima al me Grallotti mani sima. Io le porgo vuol serbare che a lodi nelle di ma giunge a e severe badi e e non il uomini gli e riceve dell'animo Se vede lasci genio alcuna avermi sempre volta ed nel la ma poesia l'ideale Ella costà ella ma i dei caste tita sor- tempi, né le e divina cosa dal ma vi non i sudori è si cipiasi prin- l'à cui profondo dell'umanità. Capecelatro si da che buono né non massime le lettere per fuori questo esule ancora valgono Irene numero del al le Muse tacere troppo già da amico. e riporre in magnanima Pur contempla che vivo, bello viviamo non tributate eleganza, greca ingegni, impulso ove del l'impresa cui me povero e fastidire a d'Italia. tra servitore ed di me Italia.. Forse e nudrite de* nobili veglie in vuol fatto per la memoria che parecchi a e sventuratis- per da lontana eco curare non da affatto pubblicando vien So bellissimi anni, digiuno tre fine pel pregio e per tardi ringraziamenti me un' consegnava lui interamente canti neppure di dere rispon- per molto giustamente à non quei della vivi di Ella giunsemi cagione poetico. Ella mezzo che pia che valore suo occasione lettera che e altre fidata e degni suoi me le comandarmi devotissimi. cordi ri- 260 131. Gioberti Al Brusseelle. a ottobre 4 lettera cosi scritta. Ma m'è di quel valeva Non cara se mi pure sarà l'eleganza dello vostre maravigliassero non simigliante dizione attillata che una Queste cose di invece mia E saria a scrivere, l'arte greca che sembra mi Italia, e discendenti almeno di pagine. da e latina il tutto da Teocrito questo e di piedi E volume perché amichevoli lato e l'arte mondo, troppo e nelle studiate vi sbandita piate sapintero memoria che ganza. dell'eledello antica oggimai si a quel rifugiasse ci dimostrassimo Virgilio. e rando misu- e mette. un a che bene del andare per rispetto dell'elocuzione gran opere la vostra che di che di innanzi per per delle cambio orma recarvi e viva, caldissima punta lodi cosa più ragione divario dettare nelle amore qualche i lettori voi voluto abbondar pure a dozzina ò in avete d'encomiarmi quel in ogni costa parziali, desidero critiche, di mi dall'ingegno assai con proprio men me a la e compassando che far franca, spontanea, cammina e se poi questo con vena vostro mai stile,come procede di tutta e del a d'una pregio quale consentito finite non il di lode inanima m' e Voi salute. e dimostrazione preziosa e dono povero d'affetto piena ogni meglio, dalla mio 1844. in i 261 alle differenze Quanto di punizione intorno e di filosofìa morale, molto mai gravi, la il riuscir liazione, conci- a guardiamo cioè di bedue am- dire a altezza sistemi cipio prin- possono cui con somma dai altro luogo medesimo, dalla affatto non daranno rispetto entrambi disparte in che stimo al diritto intorno me e qualunque a sempre è scienza guardiamo e e il perchè voi tra la che ontologica Eudemonia. 132. Santagata Al Bologna, a 11 Gran d'amicizia segno l'uffizio molto il Ma mesi. bene gli d'importunare or l'incarico di alcuna vendere piena vostre faccenda ve meco a copia, sicurtà. Se avrò e la molte salutano vi loro nella luogo di vostra il vostre e sità neces- allora lui vi di il prezzò occasione degna e ed tutti Spero darmi man- d'ogni d'essere il Massari vogliono me però comuni Canuti da ed premure a fidata sia memoria. in pone riscosso; amici grazie vuol mi scrissi consegnare quale povere libri à pure dei alle degli e mi vi danaro Egli, pregarvene. caramente Io potete per nuove bolognese he leggerle riuscito sia mie qualcuno ove amici. il già molti sono girare le portatore ricevere quando prego, con il ripeto che vi di desiderare può e 1844. rifiutando non pregai far poter non vi cui luoghi appunto nei stampe di noioso dato m'avete ottobre puta sa- si unisce il Zanolini il serbarsi che per me 262 colà avrete pure nome entro sgombra e dell'amicizia State sano altra d'ogni e colletta una troppo non fuorché merce del che affettuosissima gusta an- vi mio porto. credetemi. e 133. D'Ancona Al Firenze. a 1844! rispondendo Volevo teucci il e volte sono anno risposto di dove, sovviene di presso Venendo fogli a un nulla non prendeva qualche cose o per ne d'una e errore, dir a o, dir alle noie di le perch'egli, il Mancini e al da Dufréne. già fatta che avvisa più esatto, dunque non spedite napolitana mi i tra domandare copie giunte il Mancini ricapito torni. meglio di nulla ristampa Convien mese. ch'ei e la vostra al Dufréne scrive delle il veramente e giorni; tra serbare do, pregovi me impedirla, potuto tanto dice mi parlò vi a al Pomba lettere mi scientifico, or meglio abbia quante nominato anno insino vi Mat- lui, sempre sanno congresso Vieusseux Vieusseux, Napoli me non lo ò stimato che il se copie delle Chi i di s'aspetta locanda alle nostre seccaggini nuovo il e e Ma vostra. nuove v'è non assistenti lettera e ch'ei Londra membri mi chiedere a poi quei della perché suo stato alla dato ricapito del l'arrivo annunziarvi à egli tardarla di profittare di questo lasso. Del brava Pomba persona vi scrissi e con me che mi perché premeva cortesissimo e amorevole è molto più 263 che molto; gli esemplari à Mio Nicolò tutto qual Il della novembre si il dovere Ma se le cose solo al Rosso bisognerebbe di nuovo modo; ogni dico se non deciso d'Italia sorella insulta alle ed me e andare la cui onde rimango genza dili- certo a mai ora- Parigi. aggiustare contentissimo; po' sul risoluto di nicchio un vivere a gli vostra di un qui trovo riscosso ner terrò son Al ringrazio. ò contare ch'io fatto. sarà tanta fatto ne corsi oc- prolunghi svernare venga poter vi e ò onorato, vi quest'anno primavera, per perché é Del cav. di e approssima anche signor trimestre si già ò sommamente premura che speditami franchi 20 solo pel che avverto di del signor Nicolò, cambialetta vostro e ed vi proposito debitor solo pel dosso ad- degli equivoci riscrivete se non mettervi all'associazione rinnovata e se nonnulla. un di ricordandomi l'ò e marzo in finirò quando quest'anno; franchi daremo Quanto addietro di lettera, ma per mano, Melchiorri, ultimo a in basto? in 80 avvisato amico, egregio il a l'ò già e in sicuro, uscirne stabile Grecia che incipiente prosperità non miserie. nostre 134. Matteuooi. Al 18441 Ier fui sera Secondo che non da due altre come a solo di di voi sapere eravate per volte all'albergo qualche tornato l'Italia. Tal di nuova cosa e Londra di mi seppe Giusero dis- ma m'increbbe partito ri- 264 molto del mia Se i Regnoli alla e Voi la Italia, di inchiuderla in partita. sedati i nervi rallegrerò ne segnarvi. con- farmel sapere caldo con di e gran ve ne affetto al gentile signora. sua vi e quale gloria si non l'ardore prego, crescete può alla che dei nostra oggimai salvo degli stranieri, spregio che v'ànno me la lettera per debito dond'è Ricordatemi studi bellissimi rimedio quasi ismettete, non e aveva agio potrete tenutissimo. sarò io sanità vostro a se e che le distrazioni e buona in cuore rimandarla viaggi rimesso rivedervi ò altro non e non D'Ancona nostro Ora questa di pel dispiacere e vostri povera salvare dallo la virtù della con mente. Addio. 135. Al Oggioni Cavaliere Milano. a A Debbe subito por mano non è in che à volto Schelling. fuori perché qui ogni la cosa e a in sua si fa nn da messa con S. francese lingua giorno per molta tutto lettera a prega traduzione sua 1844. una avendo dato agli il lavoro la versione Finora da V. quella dama scrittore uno pubblicata, ma vederla cui stampare a speculativi dello giunta esser Florenzi imparato me studi quest'ora Marchesa della da a novembre del desimo me- cese fran- all'altro in siamo pos- vendita, sollecitudine e 265 si alle manda la che Marchesa dell'anteriorità da Io traduttori. S. V. subito da A me non preme cancellate righe ferma ò dato luogo. le di benché mai, conosca di severità avevo signor Cavaliere, pubblicare cosi mutato come debbo Le che si cancellato fatto di revisori. che ma dibile incredella dunque, Veda, bero lascereb- censori emendato ringraziamenti trascrivere conservarlo maraviglia italiane; derò cre- ma segue... di dai io noi la dirò non per questa proprio signori ché per- non di silenzio, opinione. passo particolari data è quel se che e fatto revisioni cotesti se io anno quali le armi fare differente lombarda ed parlo ai Reno; per talune per quelle poche gliene i dubbi si debba virtuosissima opera dal là di premure salvare impugnò non tradotto versione solo e dissipare Il Fichte pregio difficoltà detta di revisori di il aver le rebbe dor- mi grato. cosa gran i Francesi cacciare che la sarò ne dai fede di ogni luce in messa parte accusarla rimuovere a Assai perdesse adunque spero mia mondo. Morenzi potesse riusciranno veder pure si e del parti quattro e m'à intero le il fortuna Per fo ne di Cavaliere, del la cura paragrafetto importa non parola cagionato per soltanto vederlo gran la per ferito dalla censura. M'avvedo, signor che fo della sua per un di rivalersi poco meco alla rarissima cortesia di emenda in libera ogni e mi troppo e pregarla cosa creda. che io solo uso mi e abuso rimane instantemente posso; però a mi mandi co- 267 volumi che non ragione piena sé in dire il vostro fare solo daravvi di quel alcune molte per che mi parti analisi pesa tante che le e infeconde di e io stema siche acute e vedere poco avvolgersi creatore che oggimai tazioni. confu- si sottili e non conosco forse vi vono mo- chie- però e mi non gravi ragioni e franchezza mia un si varie molte quali della scusa solo potentissimo penso ciò e per e tutto con degne Ma dovi rimarrà astrattezze sembrano a d'ognuno onorata ingegno quelle tempo metodicamente. assai Voglio quattro. Il elaborate bene condotte per presso memoria una à con soverchia ed inopportuna. State sano e Dio prego gloria d'Italia anni per studi speculativi. e a serbarvi lunghissimi incremento grande dellì 137. Al Cagnoli a Reggio. 13 Tante gentilezze vostre e del dicembre Viani 1844. meritavano . che io scuserete ma si ringraziassi almeno ne ve fa delle o fistole Sopra di che cuore bene il compatirete tutto noi mio che il venduto d'altri non italiani ghiaccio Il o della quadro e me pur ne mia malanni pigrizia come vecchi nabili. insa- troppo innestiamo assai coli' ardore provare al oltremodo. fetto. dell'af- buon (certo bellissimo) duole e freddezza argomentate pigrizia dovea silenzio suo ne la più prontamente, non Se celli Torriè cora an- avessi 268 fa anni quattro Parigi, a tutto il decimo donsi o poi un le perché dorata belle e dire) non se qvanti questa risposta vera Quanto che mi io me senza al è che spesa, del sicuro. ciò, tutto il trettali al- e (si qui Torricelli parigini terroghi inavrà e il e capo l'occasione da Per ispedirglielo se di quello premura. per viaggiatore salutatelo farò quadro, diligenza dare Con si spesso altra. non nessun carta musei il vuole con dove so Che uno. statue di signori gran tasticherie fan- rate deside- e e quadrerie, rimandargli ordinato verrà non e le frivoli poco le e cercate costano viaggiatori Ven- moda ornamenti vede ne cavarne a antiche, son antichi degli di cose marmo, desi Ven- intrinseco. niuno che di pompe può da dirlo spe- Parigi contento classiche pitture vernici Gallerie mutano. le vogliono si A valore matto prezzo ma stai del magnificenze simili : quando di intenzione sua distolto. avrei più poco ; e lo ne subito, e la indovinata rebbe cariche- ne riferire mia parte effemeride che al ricelli Tor- fa- molto fettuosamente. Mai trova, voi come della bontà Addio Viani nessun fate ne letta ò non la giornale e l'ingegno e utilità vi saluto suo italiano, mi raro ma sono qui le si non lodi che caparra dell'impresa. carissimo, e sua pongo di cuore. qui sotto due righe pel 269 138. 13 Amicissimo Quel di ben un due mi lodi Le giunse che poi per al culto degna ritrovare di dei poco un una poesia nazionale e plico re- liani gli Ita- veramente Dante erculee vi e voltar e ed sostegni dissi Vi me. gusto di catoria dedi- e di pronipoti e tutto sopra vento poppa. Il sentimento dal cosa e dico sufficiente dico Intanto luogo e le arti lo di splendore affatto; né basso. Ciò nondimeno ma non a noi vigore farlo per presso declinano eleganza risorgerà finché sforziamoci bellezza, barbaro, manca più noi se lito raggenti- ancor in della per avesse nemmeno più che maggioreggi sarebbe che sopraffatto in ogni confessare d'ispirazione Europa, in è qualora questo confessare non primo squisitezza secondo, il latino convien e il quanto nobiltà e greco nordico, sentiamo in à non di nella modo. il buon forze Virgilio bisognano in se dei tato. aspet- non fa mi niun in nipoti Idillio mio quanto cognato migliori l'occasione con il caro letteratura nostra che tanto accettare infinitamente aiuti ristampare vostro posso non Povera di parentado assortito amori 1844. Viani, pensiero vostro dicembre è e ghezza lar- prevalere di noi. in ormai l'Italia di vien con- scriver ogni montato tra- starà bene 270 e rendere di è spenta fatto venne non in vita; li loda umana loro i nomi ma Causa Victrix di placuit diis secolo d'argento risanarla sed tenerla e la civiltà e sforzo quella tina la- lingua immortali sono ringrazia e di troppo pur del scrittori cogli e La dell'antichità. immagine generoso. Catoni. vieta 139. Al fratello vobis Nuntio più possibile avrà e inetti dar a che di S. per anni tal fatto giorno e delle che volta questa dentro il ò per mi anni neppure la cosa, realità dei benché si tanti e cotal che facsimile confesso e i riscontri novità un le conseguenze il gran italiana. poco che di lo scritto. passeggiate dove sulla molti escogitare vostre tra e tanti sono da menti lasciole par speculativi, balzani, di vera non Prussia sappiamo si vedranno generazioni senza e a E ci fatto,noi del del sicuro quando sono di la io penso credere Solo gabbi e se l'alba sepolcro giungerò ag- rare spe- quale che lenzio si- ancor dobbiamo vedrà nel nel stesso igieniche. desiderio nostri il conforto quasi giorno voi consolatissima, pieno meriggio, risurrezione la cioè davvero, vecchiezza una vedrà tedeschi, Tommaso, Di che diventato parecchi Ormai largo rappresentativo; veggiamo io medesimo Pesaro. a magnum. dubitare di cervelli di tratti gaudium governo un Giuseppe non della sime moltisdiscese immaginare 271 migliore avvenire, un non qual però posso in il buon parte in l'avviso quando e mi aprirete il saprò franco delle mi scriveste il mio perché farne dà nel la la sua prefazione. che versione dello averla parere. dottor del Tessere che dire Morenzi di è di infine dir alla meno al- grano si non di materia. stampata Schelling e gione ra- certi medicina in sul Inchiudo Prini A quei millesimi se salute di nell'omeopatia, cosa precetto parvità Fate schietto vostro e converrà sesto Seri verni Milano male Mi scelto. nuove fede porre è massima far non possono come di Salvatori uso, concetto confermerete. le me spero medicina in di e son come avete migliori minando ru- desiderare il vostro, che particolare tema d'andar e schietto e po' meglio un rallegro soprammodo che morale non ma tovi mostra- o dite Mi mio. scritto uno darò Lo mio. soddisfatto d'avervi animo mente cola bazze- una prefazioncella ; è la mia godere non fatti per m'avete elogi troppo pur né Iddio tanto vorrei. rendergli grazie quanto Profumatissimi adorare so in la mia con mio il scritto questa terina let- una Del Venturina signora a Vecchio. di Compiacetevi qualche risposta, di mancato Io non quello nuovo so vi ambidue nostra bene qual e e vi il Prini che e mi non madre, e qualche desiderate da prego riempia vogliamo e onde recapito veggasi creda una avergli quest'ufficio. auguro anno darle una una cosa già qualche con Dio; e che lunga sola, segno leggiero squillo più ardore, vi vita. giunga Ma la resurrezione si comincia di tromba ma col forse di a derne ve- angelica 272 fa si (chi il sentire L'anno germanici. Addio i Modi sarà salutatemi e sopratutto Addio di mai pensava credetelo. buono, cordialmente il buon e fiumi freddi ?) sui gli Cassi amici il mio e comuni, Salvatori. nuovo. dicembre 22 Parigi, de Rue 1844 Clichy, 66. aff.1110 fratello Il vostro Terenzio. 140. Ricciardi Al Parigi. a 1844 Non poesia Vi posso, né che à e vi converranno cose in a del vi nel di affetti e mi meno fretta ; perché purezza cadrebbero magnanimi alla in generale di nostra sopra e di pieno di voi cui stima. dà è opera amate molto però e dello sentenza », da ma un eh' io notassi non parte parlerà si profondamente e lingua intenzione arde esso forma, Ma una gusto. Credetemi che riconoscere pia Epicedio « più quanto modo vario vostro piacciono. determinata meno del merito Vorreste, quanto che In della bile no- pagna. l'accom- che dell'altra e lodare so far versi. tutti all'altro sentiti. dell'una abbastanza la vostra consegnata gentilissima lettera ringrazio mosso fu mi ieri la e giudicherà capo di prima 1 il le da le farsi la proprietà zioni osserva- stile assai mero buon 278 141. Betti Al Roma. a li 3 del De Monsieur E Francia. che chiamarlo, non Anacreonte e Ma nelle la più riposta sapienza modi tanto in rara ; insomma ringraziato da E buona gli Mandatemi di 18 — per nondimeno d'ogni che voi egli delle ed Mamiani. in cosi a di scepolo di- vero antiche. ammirare di che aspetto voglio avervi e la suo, vanitoso fatto avervelo avete non semplicità e che accoglienza e dei mediante com- di venir di conoscere grande d'ogni ufficio bligo ob- chevole ami- userete. qualche me è favole conoscere è tale io un poesia splendidissima secolo questo ganza l'ele- robusti e la Prade modestia la costumi, e egregia dell'animo si è la bontà dei persona. potete e grecizzare già pubblicate. Quello notizia severità voi cose di veste e classico felicità rara suo Il De Teocrito. di scrittori. spiriti più larghi Platone rime sue il specie una la venustà con ma ; di viventi gusto latini e di queste forse di del greci raccomando e poeti parte gran Chenier avea e nuova dei addietro cinquantanni primi la purezza, Andrea tentava in nuovo inarrivabile i presento avviene qui di dell'ammirare vi tra lui si deve a risurrezione Lo che siede mia questa con la Prade 1845. ogni cosa volta a cui di son vostre nuove e letevi va- sufficiente. Addio. 275 143 D'Ancona Al Firenze. a 2» Non le scandalizzate vi cagioni sono che continua e lato ne protesto Non avendo ve di Lucca le risposte vedere alla capo mi cosa d'entrar di Io vi Della e quiete par che per la che do la le prove Che sua si porta bontà insigni affezione e che me fa il Matteucci bemi forte tanto belli di la quale che studi ne ? Mi peggior la finestra! tempo e dal questa partito Cesare cugini quali ed voi che fa dolce si io volete di saper preme comincia tanto e racconto avermi e lo stato di date. gì'impedisse e nulla di a coi commemorazione mure pre- tutti usciti vostri Vecchi nuove quali domandano i per dei nuove le lo strano trovano entrar Vittorina gran salute Ma coloro che sia e negozio correre grilli sono i e al fruttato lasciar impaziente. osano e frequente loro dura ottime Bipa di tere» Let- grandissimo che anno non « cura sfortuna; dal intorno necessità state gioventù taluni di Rosso Del e mie danza fi- e riconoscenza. altro scritto saranno la se intero caldissima nuovo voi cav. l'è mia la noto e spaccio delle rimane inferisco ne del di lo per il merito vostro silenzio, che mio Veggo corrisponde, non 1845. stesse, pigrizia cioè bontà. vostra adoperate l'esito se le sempre nella piena del troppo del a o onorevoli intristire almeno alla e dorreb- rallentasse patria nostra. i 276 Non so marchesa Qualora dello vi La che lega fra che vivo asino al di senno questo l'arte dicono far di di laccio Miche- meglio « mi io un tando adat- vo ; benché savio un spacciasse sue » lo chelaccio Mi- giambo che vera morto gran di vita il nei Michelaccio, con tanto e dire a davvero la sentenze dottor un insegnasse non famosa tanto pensate vale vuol perché bellissime l'altre quella pur E poltrone. un fo s'io Cesare insieme che dentro la fortuna se Schelling prefazione. modo, dar Cesare un mia la liberamente. d'un voglio di quel e sempre guardate mi con eroe va come ; dite sinceramente appena sto e libro lunga mani che versione una d'un una tra mio ammalo libri fatto con venga salute mia capitata à Milano a scritto ch'io sia Morenzi pubblicata me costi se poi egli scioperato e di non annoiarsi. Scrivetemi de' vostri presto parlatemi e un disteso po' per 35 del studi. 144. Pepoli Al Vi ma scrivo dee la dar per fatta temperare vostra piange carissima e da un la dama à la giusto dolore è il vi per pure un suo cagiona. solo e cordoglio vedere conosciuto ve che con un al prendo che insieme 1845. consolarvi, che grandissima piange quale di parte gran voi poco Bologna chiunque al Londra. presunzione della segno perdita la con infortunio vostro La non a poco ne tutta voi e la quella privilegio raro 277 il e volto suo ed vista appena si facea modi i suoi e udita subito amare labilmente incancel- impressa rimaneva e nell'animo. Io Carlino so. non accade a la vita mi sembra immortale io credo quasi lo un la loro partita la sorella direte le sia Io duro stato gran vi più cura sorella fra manifeste le e noi o che come che risplenderà il beatitudini presenti perché angustie desolazione si allontana d'un di probabilmente e lassù nelle bene sui in le ma desimo me- non compagnato ac- tenerissima di quella la è patria tempo, desidera giorno nostri di veder del paure gione ra- vostra nostra non e Carlino parlare della giorno che che benedetta avvenire tra non voi per e ora sciandol la- datevi ricor- dunque, gode tanto ma pensare senso : e sola abbandonato, e l'anima le sorti a e è morta questo ma Facciamo tacere ed volta affezione porta stesso. nelle nella noi vi può, sicure rimaniamo da sé l'altre e gode almeno di pensiamo e solo terra chi sé per cuore visse me che le è stato conforto da si mio, quanto amava dietro ad- mondo comportare, a vita sospirare una dire voglio vi più sulla lascia vi stringere e non non dovuto più de' buoni questo ci che fior di a pace sospirato pur amarissimo e ch'Ella e à rivedere braccia. sue : la di e per del mezzo e averlo non che ascetici carissima vostra da fortunata potermi in scolpito ; nell'altra quello cogli e anni dire a infelice o laonde il bene veramente senza vuota invidiare tanto Ma o degli cioè me, la fede poeti sento piangendo poco a cresce Dio; coi ripeteva labbra, oggi mi di piena e che veramente tale, più la riconosco l'andar con se medesimo quel voi mio, e e dubio, tissimo che non sepolcri. 278 145. Canuti Al Parigi. a 1845! Mi rincresce non mi quest'oggi alle di pregovi ch'io voi il e lungo avete State uso e il accidente un di voi da venire il convegno. e spero consigliarlo a dei che tutto sopra voi Perciò Falconi signor difetto, rimanendo ma non giornali notizia. piena credetemi. e sano secondo presso gran Leopardi, da possibilità quattro scusarmi farò non tolta sia preveduto che poco 146. Caro fratello, Dall'acchiuso foglio l'ufficio distintamente altro farlo, a possa mia darvi parte grande stima questo buon giusta e Io e mi non securo dicono general che domando preghiera testa co vecchio che delle à del matrimonio l'umore che tanto voi a e a Spiacemi confido mi serbate del sofferto per chi per nella certo la a più cause. poi rallegrarmi so ma intenderete Basi vostra. noja; nell'amicizia e nobile del dello animo con prossimo sposo della promesso affatto quieto Sofia,perché pendere un 279 po' bisbetico nel e ; né i trentanni bene speriamone gì'Italiani davvero modestia e vostre s'io istudio non libri nei il capo, e Le a vo meditare e lo mie tutti è veneranda la bontà sono sto ma si mi ne e come sdegna, gli modo: (de' papa un dentro dar voglio se manco d'un sempre scrivere, subito e stomaco tempo gran zonzo, s'intende) antichi tempi schiare ri- senza meco carissima e da che nuove, desiderio. ò vivo ne padre qui tutti a lezza, bel- Nondimanco fanno perché di e vergine, sati pas- figliuola. della Datemi del canizie sanità di martire. voto concordemente, la di corona questo e di fiorente quella guadagnare meglio, già conveniva molto della contentarsi di lei a fa mi occhi male mi tri- bulano. che mi di quei signori e è di Intanto amico qui partito perché vedere; a in come altro, mi Solo mia della un superba si di vorrei che nulla Parigi, pare importabil filosofia non ogni cosa, né il non dolore. giunge a la punto solitario d'Italia, perché in auguro Ma e e istruirmi mi dispera. il mio ed . tere let- Grecia, in andata mia si spera cosa caccerà canto mi di ma di uomo scrivermi tosto gioventù d'ogni grembo di lui garbo poco ministro cenza li- dalla anno Cefaleno un di capace assai con Metaxà, all'opportunità Staremo fosse del cosa il terzo Ma Lucca. a scrivono corre eremitica quiete mancare ritoltami poi da promessa intorno non già parente e mi non e speranza, datami tengo là nella e potermi non pareva ridarmi d' Italia nell'aria Speravo Atene. bene, cosi vecchiand in- povertà, me Vedete cresce. rin- ne nido ultimo morire se in che suo la spogliarmi d'ogni 280 illusione il e più lungo presto rispondermi Al e l'ultima del dicembre. 30 al Salvatori, comuni amici Cassi, vi mille sempre a di certo mandai vi data, sotto signori Modi ai moviate quiete fatemi mia che porgete perche mio per ricevuta credo, Ò il vorrei. nemmanco . dell'uso scritto aver che è peggio e agli altri in sona per- saluti mia. di Addio Di cuore. di l'ultimo Parigi de Rue di del marzo 1845. 66. Clichy, fratello Affezionatissimo Terenzio. 147. Navarro. Al 4 Il lavorare voi di e giovane della onesto e da procede non dove per fine di modo di di scriverne pregarvi e a à ò promesso cosa far conti obbedendo Insomma ciò e ad è laborioso assai vizi. italiani agli operai non gli Regina denaro Orleans Io vivere. di po' un 1845. d'aiutarlo potete. quanto e d' la supplicato Nova avvisarvi per à spera alla tornare poter È Livorno che soccorso un a di Pieri aprile con alcuna degno A per di e molto qui a leggere, molto insinuazione di ve lo sua tempo ricompensa ch'io la vertà posegnato invere scrie scarsa setta litica. po- raccomandi, e 281 però il io volentieri la gratitudine pel mia fare di conceduto non vi di infinite addosso ed stimi in sono ami suo sano poco A prò. molto tutti raccomandati tant'affetto che che pensate da quant' sarà piovere lecitator i solche gente io. E però, scegliere nel fascio di vi debbono voi noje, ma con righe protestandovi o queste potete, compiacetevi State due queste con di e se tentarmi. con- credetemi e 148. D'Ancona Al (1). Firenze a Amico Ero nuove, in sul e egregio, mi data il ventuno sentirvi egli prosiegua Io eccezione. meditativa; Duca, né o mi tenuto cit. pagg. v'à sospeso 50-52. due Matteucci rissima ca- suoi lui ogni volta di Lucca, dee e le migliori e bellissimi ne' grande con duole mi che un anni come studi: modo. oltre- manifestamente fare di macchinatore ragion sufficiente dimostrazione sembra (1) Op. ciò vostra assai piacciono del caso quieto uomo vedo mi creduto son oltre a dite mi fine, il mio non della vostre marzo. scrivete alacrità che ma e mi e ricordatemi Quello in di bene, con scrivendogli, Ma son che sapendo più non rallegrato assai però nuove affetto. di scrivervi punto di Godo 1845. aprile 28 vita mena grazioso per spirazioni, co- solitaria rescritto del l'averi annullarlo; quel- (e già sufficientissima corre di il terzo) prudenza 288 sostiene riesce vero forma e una dello un'altra 100 Yieusdi presente Del cav. al copie di farvene pel della risguardo in mando saggio la Rosso, tre, terza Matteucci. pel Per ultimo il mia ha 1815 vi signor Poggi, 1831 di Del pubblicare imparare della Addio Ripa. dal istenderla una simile soli Italiani di miserie storia siamo pos- leggere e zioni umilia- e patria. mai di e di ricordarmi allo gratitudine genitori signori ultime nuti Ca- immaginasse cuore a sona per- d'Italia per Noi tenere le intralasciate di manca lucro d'errore. nostra e Storia « in l'avvocato qualcuno se buon con minuto per gli tempo dobbiamo anche e una resto, cavatelo Parigi, Non il ma », salutare e dirgli che e abbozzata vorrebbe. costi di riverire prego veramente al come in solo commissione voi, per Ne stile. il pensieri; quindi proporzionato e gli dò e seux, di novità gran zio vostro, ai servanza os- vostri l'egregia famiglia tutta a di pieno Della cuore. 149. Al signor Luigi Rocca a Torino. 1 Onor grande e singolare poveri Idillj come i miei nuovo cortesia e e il vero, proficuo benevolenza rimarrà m'avete di poesia. avete sempre fatto nominando imitabile esempio E se che d'un eccesso per amplificato certo 1845. maggio da/ e forse miei nere gedi sato falversi 284 è quali mancassero o fatica, essendo da Di questi ò voluto parlarvi ed io mi di voi. lodevole cosi severi; e modato fatto s'è anche Milanesi po' un Oltre di ciò italiane, secondo le legge piange che e e son Io le cura lor con voi con e coi in che che sortito e ; ignoranza, e in lui dorme va bene mirabile delicato loro ma : diffondendosi ma come difetti perchè il intorpidito sa tale un è com' d'avere perfino quella una di uso l' Italia per di presso sentire e e golarmente sin- del noi e di à vivissimo alloppiato mente curiosità ture scrit- l'andar con popolo e manacco dell'al- dell'intenzione e procederà pieghevolezza neppur colleghi Da proseguire. Toscana in assai di siete popolari tempo che an- le scritture gloria, dei vostri popolare già pubblicato ferma nei saccenti, si fa filiale amore am- e lode vien de' nostri pregio desti mo- e disprezza egli non vezzo costumi sobrio ne bra sem- molti. rallegro mi del e s'attrista pur il mi Lombardi al Calvi più, quindi maggiore. quale pei nei raro può presentato il vivere veramente e si inverso luogo d'avermi come a essendo cosa il la con neppure e riconoscenza l5 ingegno per e quanto Calvi pur perfette diligenza debiti giovine Cottardo il se tutte prima per di vero secondo in ringrazio lettera debito in doti giovine dei l'esonerarsi sento la molto ancor cammino. dovere Altre con studioso primo Vi voi voi i la disinvoltura per apparissero dello mezzo per vi acquistate verranno e paragone. non i vostri comporre la moralità alcun temono farvi a l'affetto, per per non vi felice occasione nata un l' dal- cuore conoscere 285 che è naturale coloro i istintiva e in ogni quali riusciranno, quelle pietre, Salutate me per ringraziatelo da scrittemi lui nella Comandatemi in il delle cose che Brignone tanto in e diali cor- mi comune mese. che tutto abilità con grande lettera dunque faville. prime modo già fa qualche mandaste le affetto con particolar in percuotendo fuori trarne a Beati uomo. credetemi. e posso 150. Canuti. Al 22 Il giovine Calvi del Se gradite l'andar o Bichelieu parte ch'ella voi Hotel Scrivetemi da che carteggio d'Italia. scelta desidera Addio di che debba di parlar non interamente rimanga per ch'io me la in sta nell'albergo o egli dirgli tal tra noi signora Duquesne vi voi. prego nessuno a soli (Hue da solo cosa larvi par- vostra suo venga e e le notizie per credo, vederlo voi con tenere come d'Orleans) di Riverite ciò, a quello sua abboccarsi vorrebbe 1845. maggio e tre. e le sue gnorine. si- cuore. IBI. Al Calvi. 28 Canuti L'avvocato e in quale cessevi ora meglio vi gradite andar fa domandare che voi sia a da voi; maggio in e visitarlo, vi 1845. qual giorno quando pia- avvisa che 286 egli è in poi vostro dubio aver ed Canuti e ogni giorno dall'una casa ci io oggetto, io e da avvezzi al gliate vo- segreto. Il lungo lui da tengo ne Non due. intorno nessuno siamo alle pel tempo parola espressa speciale. State sano credetemi. e 152. Gioberti Al Brusseìle. a 30 Caro So in che Doppj professo. il fino che spesso che s' io e soli è in farà mene mandar- fra i vostri oggimai poi dove più da parte dissolato sommo in nei e de' o ammuffati i voi nostri dottrina giovani i tempi. che alla e in rità auto- quali nei più provetti pregiudizi dovranno miei io l'autore. cinquantanni eloquenti nostri che quale più crescerete supplizi di e il esserne pare dai di oratoria ed della perché sperare, giudicate splendide italiana Italia liberalismo dell'arte mi titudine gra- pensieri ed affetti pienezza quasi doppia parole significarvi a libro vostro ai e soddisfazione compiuta presso amore maggior alla dettato bene la e potrei non conforme bado del Io fo vi adunque leggere questo è tanto non facondia Gran gusto il m' à recato penna sono » voluto avete privilegiarmi cosi e ringraziamenti vi le dono in Prolegomeni « medesimi. amici il dei ; nondimeno arbitrio una dal amico, pochissime copie vostro la onorando e 1845 maggio Cosenza o sono tarlati fa. Le toccano rassegnarsi sieno gine pa- uscite fra da 287 Mandovi due mio, amor e che vino da tre e al ed insalatuzze che ma ; i barilozzi e odorose erbucce anche salute quei frati a io posso quel sate pen- ch'io bene grano per se la mia fa mi poco ? Invece rallegro mi la fatica che di che quello somiglio sacca mazzo leggerete Veggo severità. la la mia e poco che direte mi magrissimi loro quattrini stentare e ttezza certe con dà testa agio ricambiare usano di vostro doni miei questi con a ischio con scritterelli miei logora e vi Riceverete dalle presente garbata e lo raccomando ottime nuove comporre e vi non di del mani fra e cuore e i giovine Calvi, giornalisti avrete di caro una noscerlo co- praticarlo. e State meditare voi stanca. persona Ve perla. la di sentire del tanto non studiosa di sano e abbiatemi sempre. 1B3. Al Caktù. di L'ultimo Due di primo il piaceri gran secondo Calvi, della di Mi ma buon rallegro pur mi in degno Poco confido signor o nulla d'avergli lato ogni per il memoria, questo persona e lettera; vostra sempre giovine commendatizia. vostra mio sono di conoscere garbatissimo giovargli, del eh' io vi vedere la dati m'à 1845. maggio ò dato potuto segno volere. di impresa sapervi della « quasi Storia a termine Universale della ». gantesc gi- Uscito 288 che col riposo voler di cui e e anche ed dettato so Vi patria ringrazio moderazione il poco di muoversi alle intorno fanciulli forse ma nostre il voi che replico a' di liano ita- fama, avete nostri che uso, io non più recare Bruno Con alle e mi muove filosofi. Ma dite impe- popolo un di pettegole; e vane veder le battagliano cose, parere a abituale vivissime: grandi quel a deplorate ragione femminucce di alla e nostri fanno ci date avete natura per piccole dolore altro qualunque vi dei intorno e pensiero a parole. sono stizziti » di lodi tenzonare italiane italiana di storia più libertà Giordano mie discreto passioni delle sopra delle di riuscirà che possa supplico comune. assai scritterello mio e voi altri. Io che l'animo e A divulgarlo degli prego discorso. con d'affetti nessuno profitto alla fatto per maggiori io vi Compendio scrivere ardore più « abbiam poterlo certo aiuti quel a la mente ristorata e distrazioni, volte più con le mano por per affatto sarete ne troppo male le cose. State sano e credetemi. 154. 14 A I miei poveri facendomi che simi il Caterina versi rivedere cuore occhi non mi Conomo m' anno i vostri s' fece ingannò scorgere a 1845. Venezia. fruttato caratteri. quando giugno ne' un'anima un gran Ora vostri bene, conosco bellis* altrettanto 28" bella: viva dubitato aver non bene d'ogni creduto non pensieri e nei Per ordinario fortuna,d'avermi di cuore cui della poco fatemi è degli onesti male che e dei di consorti contenta viva ò e mi dolcezza durevole un libri, sui (se non manca contentezza compagna quali i fermativa L'af- dolermi a faticare non per desiderio. di coraggiosi la vostra conceduto di lascia e dirlo) quella fruiscono e mi non è fuorché me, tollerabilmente a che temperati a della vivete se sapere riempirebbemi salute orgoglio miei almeno uomini Quanto la passo me i è mi riconoscenza. eterna vostra consolazione. e e nei sempre persona io vero po- costante e giuro che cara a sapendomi fermo e Vi vostra cosa agli di ringrazio dalla felice,in quel grado e e maltrattato dobbiamo prima vi anni e, rispettabile famiglia prigionia tanti mio, sentimenti. della sovvenuto dopo Ancora cose. memoria questa dell'animo povero e bontà serbate mi di mutar tanto di prova che affettuosa e .dopo è gran certo e al resistono continua della buona coscienza. In secondo che istanza con voi cosi stato puro che gran effigieda la vostra che in e Il dà mi spero gioia mi e supplico avrete affetto mio coraggio che non sarà di a vorrete dirizzarvi inspingerla. re- contemplare destinato sembra vi (appena ritratto. nobile e grazia mandarmi il vostro domanda tale Oh chiedo vogliate occasione) acconcia per vi luogo dovervi non più rivedere! io E più certo caro, Italia 19 — la né mia il mio perduta! Mamiani. solitudine esilio Forse una a voi avrà non più fa dolce un compagno memoria meraviglia l' del- sentirmi 291 dell'esattezza sempre che rida io è e quel denari stesso il viso. Ma cavato 130 quadri ch'erano della di il ticchio la e di proposito il De mente non dimentico in casa e sua suoi quei di cerati del nostro perpetua le parenti e del Troppi elogi più presto le giudizio ; ma del godo assai 0 sostanza. alemanni, alla voci prima il sentimento virtù una ci rimane per e del cosi nobile di che li credo ritemprare quindi incapaci forza i panteisti dal e noi a Italiani sola dissoluti libertà e radosso, pa- modo oltre- infiacchisce animi di il loro facilità con incrollabile, gli buon volentieri affascinati panteismo ; del quelle con dovere ascoltando spaziare cogliere e animo. prefazione, vedervi e usatemi Benaglia, sangue severa ch'io sapesse memoria come e il e vendogli) (scri- in combattuto poi perché salutaste a tenermi a mia perché tornami gentilezze cordiali cav. metafisici concetti e fate lo affetto pregatelo ancora Roma, a me di elegante d'ingegno e succo vorrei e abbondanza punto nei vano la- è l'aver afflizione venduti quadri Angelis con puro ambedue e da e il appunto sventuratissimo postema voi prestare maraviglioso moneta lissimo bel- mamma. A de' viva fatto avvera l'altra più bello, anzi scudi padre povero lava mano mi volete non Di di vostra, ed casa una voi riderò. non che quello casa economico trovato alla che proverbio di piacervi per Di premura. all'azienda intorno scrivete e via sogna biche ed d'ogni femminiti in- dezza gran- umana. dite Ben un che sistema nel paragrafo intero di XIV scienza ò voluto nare accen- speculativa ed è 292 che quello propriamente di dottrina nuova fa riuscir mai fine. a qual forma alle titolo alla pervenuto son mi del metà vostro Pure si è il che che concedono i nervi Andate fiori;ogni sola cosa sazia non al Salvatori, fate sitivi. po- salvando di Spiacemi tuttavia e vi non ai libri. del Pergami col mille coltivate e tedio, recar la tura na- ci sorride. al Paoli Cassi, ». avessi se e so. eternamente e amichevole ricordo ne tribulano finisce umana un negli studi non villetta alla spesso me agitando l'animo in Timeo nuovo erudizione che vi d'applicar Il Ora tratto beato e viemmi appunto conoscere di dar- d'avviso. quale « grosse ed sapere uno mortalità dell'Im- ovvero serva la intitolato dirle quello imparare Al dal scampi vi Cosmologia dialogo superbamente Dio ciò e meno al- conosca incombenza me di mandato ò ne mi sperare a si Pagano à da copie volete quante ò pena loro, Mario « Il Yieusseux ». vene dar loghi Dia- « cagionevole Intanto, perché voglio col stampe che nei spiego e la salute Ma » il dettarli lungo sì giungerne espongo o chi a saluti di tiene me sempre molto e cordiali. Inchiudo in Sulla nomo. ella; Lorenzo è presso Venezia voi ogni modo se sotto Ponete bianco il mente del di che Venezia il e da nome e non vada io farete mi lettera di Come San vere scri- temi Aiuta- smarrito, che avvisata ridete a convengasi Lorenzo, lei indicato non bella recapito qual San sigillare la di margine farla però a foglio vi riesce il alla quel Borgoloco se Borgoloco per fate e so non ma risposta è scritto sopraccarta l'à dato : la mia questa in queste le e ò a sposto ri- favore. giù nel minuzie 293 perchè à confesso vi che della il letterino ringiovinito, rinfrescando Conomo mille rinverdendo e mi care memorie. Di li 14 Parigi del giugno de Rue 1845 Clichy, 66. affezionatissimo Il vostro fratello Terenzio. 156. Al Cagnoli Reggio. a 19 0 di molti e che bellissima onde di prova d'amore tepidezza L'Ode sembrami di molto spazio in ogni audacia più forti di Fantoni, Lungo scemano fu di ma discorso non certo Parini. né da Solo ogni giorno più l'amore mia me enor- risiede solo giustizia, ché per- incuria né da di voi. indietro lascia alcaico si trova non gran concittadino; impeto fare e tuose affet- Darete inverso vostro la senti l'obbediva dovrei buona l'ode parole reità davvero il Paradisi del la mosso oraziana un le bitore de- son per questa a riverenza pensiero quale versi io vi mesi per se di quasi non e parte sua parte atto silenzio il mio e perdonare a d'altra farete più accompagnarla. piacque e da mandaste gentilezza nell'animo che singolari ringraziamenti mi vi pigrizia; il dire a vergogna 1845. giugno e una nemmanco à poi certa nei qualche volta lo stile. a indicar e le ragioni che l'estimazione della 294 moltitudine è frutto romanzi lettori il che ci vien Mi fino l'edizione che ò ne d'un prefazione mia Ora Pagano in la quanto stampato di altri dottrina forma, alla ò voluto alla è impossibile che Mille cordiali può se saluti ad ed innanzi e a almeno credermi che nenti compoe dettati Platone. Della questa troppo al Mario « saggio un tollerata; sia, sentendo teneri una dell'indole intera, di essere e è dialoghi maniera ancora amarmi » mandare vedere aggiuntavi intitolato filosofica mia versione una moderna. dialogo venti rori er- finire sul discorro tedesca un e continuate dove dell'immortalità luce forma lunga filosofia ovvero mando qual ò poi Schelling »; di sconcia fuori mandossi carono pubbli- del Diritto Milano A timo ul- l'ontologia Del- « si scorso e e ; dell'esilio. intitolato brutta vergogna. assai della peculiare o Poco, nervi, guai Filosofia sulla Federico di dei altri l'anno e » scorso dialogo cui desiderio del libro mio talmente vera dell'anno pure in scrivendo. grande agli un Lettere « riusci io dei quarti dell'eleganza rispetto fiacchezza Metodo mie certe suoi coloro tutti vada io a ristampò del e ma che sopraggiunto si coi mente quotidiana- tre il sentimento nulla della Firenze A impepato e sto que- quale pascola prosa pur spento. quasi malanno che la Francia, in e quello cagione a bello fu e soltanto particolarmente del o poco di poemi e chiedete assai Dirò garofanato d'Italia è nato ciò poesia. cibo gusto non la co' suoi e di per nostro sempre. mostra che del lodata classico. Viani. Voi 295 157. Falconi. Al 20 Pregiatissimo lei Ringrazio delli miei italiano e professarmi di piace lei luogo italiani, io governi della parte dirò acconcia in la bontà quei versi Al di Signor voler italiana Mi son sarei utilità e stentati Luigi ed comandi che anche se dei mia per valgo e mi parte atti versi dei del sembrano mi religione, perchè basta non assai. [la di lei Idilljnella suoi quanto qualche ai concetto scriverò giornale o assumere di del il degli non slombati Rocca far menzione » e fare Rispetto discorrere per voglion tanto ad pronto loro qualora moderata apertamente occasione poesia che compilazione. sua Fornaciari ripeto critica una che caso che stima si trasformasse impreso a della del e le Io scritti. da desse signore, il Vieusseux e 1845. giugno la ne « cortesia Gazzetta ringrazio. creda. 158. Al Vieusseux. 1845! Mi à signor d'essere molto Basevi amico gradito conoscere giovine gentilissimo vostro. di e questo persona degno in tutto e 296 ringrazio pertanto della Vi me per fatto il scuse che siete non modo andare. il ridere da della la via De Prade del solita dall'amico mio vorrei distribuire cosi D'Ancona, rimanere delle altre È vi mie volumi cui a troppo pur a che alto in nel » ramente libe- porgerà conio teria ma- la e da e gatezza pur- del E al Ricordi Venderete conveniente, fo dare quale le da voi, cento per il Molini. parrà al del quella per D'Ancona. cento : ma Molini libricciolo mio e copie gnarsi conse- cinquanta l'opuscolo al fatto avete come cose. saggio un che qual- fanciullesco Renouard cinquanta presso che prezzo con girando cioè nuovo Sansone avviso da uomo italiana copie d'un trecento corrispondente al Ad lingua. spedito per stile di suo tante po' più un fosse non e accadere è concetto utile, se memoria procurare debbe vivere, Italia tutta alcun Ovvi farla si vuol nel vita Gazzetta « d'aver bisognavano la speranza La gnaste conse- padre al Falconi. d'Italia il bene può recare la gli della Non data spewa far salire per non à che suo prova conserva. di che non che voi volta che mi fatiche assidue datomi e la commendatizia per qual ringrazierò come simigliante benevolenza lettera che mando lavoro da ed oncia fuori molto tempo goccia a d'un'opera per la e che due in procede cagionevole mia salute. Vi ringrazio in stampare mie della margine opericciuole. Ora prego notate: di annunziare « Poesie speciale delle vostre se usatami di lettere il titolo delle quella lista non di cortesia T. M. che più per la sarà le prima rifatta stampe volta vi qui unite. 297 1843 Parigi, Mario « — » Pagano che copie vi di prego Lettere « — altre delle ardere del Diritto dell'Immortalità ovvero rimangono fare Flosofia sulla tutto Le — coserelle mie d'errori piene come ». » vi più e vendibili. non In ultimo Giuseppe vi me qualunque che Son asterrei ne dalla Grecia in nulla che altri ne me Trancia. in persona comuni il amici sarà di se vuole amicizia, potrò non e andata mia le lasciar Capponi, e modo fortuna Della ma noie un vostra scuso. mia quante » la mia piuttosto voglio in mio conoscessi affermare, posso al fratei caricarvi alla ricorso sempre necessità Riverite gli di dove certo avere Pagano vergognoso per l'Italia Grecia Mario « d'alleggerirvene. Ma io abbia vinto del copie tante chiedervi. per di far compiacerete veder riin ossa il Niccolini e credetemi. e 159. Al Marzetti Pesaro, a 2 il silenzio Dopo ricevere riferito grazia che parole d'animo giornale amorevoli ne ch'io mi rimango effetto La fa molto di né lettera prova contento. so non che vostra aveva vostra quale né scritto nuovi ticolo ar- sato pen- piena avete Nei simo caris- mi dalla poco ò mai non veduto. nemmanco e per Qualcuno non 1845. è stato mi anno lettera. scaduto era benevolenza e di e qualche vostra una io di luglio di mutato versi 299 dizio del ritratto loro cose mi Il Spagna. far secondo dei panegirico importanza. io credo assai di paese studi Troverete tanto la temo mi è che di Vi e compassione, buona e eh' io non tanto ripeto che vi qualora bisognosi al loro e più e e ibile. Addio. con loro tale figliuolipoverissimi dall'aver ricorso amicizia- vostra quello che leggerete figliuoli ai concedeva il governo d'aver compiuta sante. alzano che le espressione il mio sue confermare che perdonatemi quei fanciulli il negar s di far il sussidio nudi parole, i suoi vera di riuscisse delle Scusatemi me è cosa mile si- le vere affettuosa e altra con è cosi astenermi potuto ogni e indiscreto, supplicante padre, potrestevi compiacere un'opera a lei virtuosa ò tanto sono per mandarvela, a comparirvi della caso all'indulgente nuovo ma il vivesse supplica infastidito v'ò lente va- un non una molto di quale il farne nore mi- gretti. e esitato molto Gatti, se e dedicato à da questa 0 Ma nel quest'ora vergogno tempo Rivas, infelici l'Italia tutto panno a con seccaggine. di v'è troppo Regina. e poco degno che annessa S. Maestà perché Concludo il sarebbe critico, e in del recchie Pa- mente singolar- tra come drammi il Schlegel, sono ingegnosi articolo giovine, dello e nuove assai fortune. loro libri ai giungono confronti certi a attribuite care cer- significazione e la delle e di facilità e uso popoli carattere sono parecchie la dei letterature nelle ma nell'autore manifestano e e vostro ne ò mani tenere di volto ufficio e bisognof gran di a voi sguardo è affatto ed che impos- 300 161. 1845? Signore, La di scrittami vostra mi ingiurie e Parme. Non già d'un calunnie in che bassa, un e vilissimo termine di voi vi leggi gli e Voi mi dal ritrattate pienamente imputazioni suo a le e in se foglio riconoscete la sfida datemi, cietà so- rincontro questo non e secondo corso della un'anima voi ricevere e cosi calunniatore; un ventiquattr'ore il chiamato avete e ingiurie legittimi usi dei- cimento domandano ipocrita. Io chiamo un mentitore le falsissime le parossismo delle caso basse e domandarvi a col perché ma dal costretto faccia ch'io sciocche uscito soddisfazione viviamo. vile un non dunque pazzo, mia dignità di piena siete non sono compiuta pronta la ieri che prova l'altro. Io ieri (?) avrà diatamente imme- dell'onore. regole 162. 18451 Al Non molto pregarvi fra domani la quale molta le visita viene le undici dopo con a tre che GlANNONE. istanza o vi conoscervi le a quattro farà di da stato sono voler essere onde in e a per in possiate il Libri persona voi casa vere rice- quell'ora il comunicarvi 301 modo il Ponor che mio di avendo vi in favore. io perché e poi Se ciò prego nere rimamene dar- compiacetevi sia in un per affatto impossibile appuntata, avviso pronto silenzio scrivo vi casa tal fosse vi all'ora casa in di salvare a pubblicato. trovato accidente qualche nel spengere a essere caldamente nuovo far e ad troppo general Pepe dal e l'altrui e noceva Non lui da tenuto tempo a non il Libri. muovere 163. Al Libri. 1845? Caro e onorando Il Giannonesi e Egli Quanto coda d'un de' si abita mi perché dei e e ad una all'ora aspettarvi gnata. asse- 25. del'Ecluse, BatignolleSyl"xie dovervi brutto del ricevere onorato starà aux pesa scusa grandi non domani di parole in molto tiene visita vostra amico, fastidioso di accidente. siccome si i vostri brutta Non ringraziamenti piccioli benefizi replicati noja, questa recare di e può entro dine, gratitu- cianciare, si sentono ma esprimono. 164. 1845? Al Il « manifesto Gazzetta aveva signor Falconi da italiana letti in questi a Parigi. lei pubblicato » uno e ultimi o due giorni jer l'altro articoli mi che provano nella io vi senza 302 dubitazione la appunto Io che non il io desiderava che mancherò pertanto alla all' abilità efficacia ed di acque sarò Po mi Canteretz e lunga Io Pò e per le per fine d'agosto molto a dar e nale gior- luce in venire più il mezzo ma di segni singolari ringraziamenti à fatto prova questo in più le debbo ne me in proseguire di poi che dono pel che non vita. che Spiacemi della prima perché prosperare vegga la poca conosca partir domani a dì promessa penna. forza non caldissimi lei mia calcata. mia io via Parigi. in voti di si malferma tornato fosse impresa, quantunque della quella in entra quale coadiuvare la salute giornale suo fin dal quasi speciale di suo rire compa- cortesia. 165. All'avvocato Mancini a Napoli. 24 farà Vi della Pepe e cosi Io largamente vi fatta vostre ottime divenire il Voi dovreste del suo natura stato amico cui bocca quelle della la e e un a presto onorato. le saputo consorte vostra che pare perpetuo. po' più maturare elettissimo, dacché poter ò gravidanza sua abituale da lieto sono dalla egregio, felice cosi speciale dell'accoglienza concederle ingegno tanto e ostante suo agio, modo 1845. restano generale D. Flo- cordiale concedutami nuove non l'illustre amicizia Valin Monsieur buone, pur cui in ringrazio a mia questa tener luglio dare il riposo e sciarle la- qualche parto ella alla è fornita di patria due 303 di sorte figliuolanza. Riveritela bella ricordatemele Che protetto ? voi dei nuovo Vorrei la se Quando chiedo ò tante pubblicarsi. il di Il Valin m'à come nella nome dell'Editore riferito all'amicizia State sano buone. di Appena che sato svi- quasi e lora Qua- fiorentina. affretterò mi il perché molto io quel libro. dell'avvocato nuove se è dettata vostra stampa cioè reimpressione sconcio raccomandargli e pur godo saperle e cosi si. viva, l'edizione sopravvegliare scrivergli del loro della ? popolare ancor amicizia ricompaia errori è rati, miglio- lettere di far caso cortesissima non sappia il popolo bile nota- metodi comuni in mente davvero di scritto stesso loja per il progresso nei ristamparle e giornale e rispondere nostri avevate quella dagli di ? istruzione sentirvi che prove io qualche dottrina, quelle voglia venga a nostro di notizia ordine in della recherà mi l'addizione e Avvi del e dotta Napoli mio nome riconoscente. nobilissimi pubbliche scuole, nella gioia dire servitore fa la giornalisti ? nelle a che e diffondersi nel Gran studi de' vostri nuove da volta qualche in Scia- il vediate temi ricorda- sua. credetemi. e 166. Al Navarro a Parigi. 24 Tardi ma mio assai sappiate a questi vi che di restituisco le l'articolo seccaggini proprio a guisa anno di del luglio 1845. sig. Gatti; piovuto grandine, sul e capo la vita 304 solito mia, per nero accidente cosi turbata è quel temporale Se la che non io mi corse Signor teretz andare e che s'ànno differenti fare e è ecc. lumacone un per Pirenei Dijon a mercè, noiuzze veramente nei si, io parto poi buona fuori starò e accidente permanenza da viaggio un mia questo A vita. vi non Canè pure voi lasciate mio, fatemene desiderio il gran v'à parti montuose l'ufficio giovarvi della e di bagni un auguro al vincere svogliato. quelle in i per mese, che e domani buon un stragrande dello Se e Dio Polo. Marco male le molte viaggio, sono Ma, la un fumo. in restano Bordeaux a ito da è stata monotona, e sconvolta. e già mi vigilia d'un qual quieta che cenno un ò di in cosa cui e rete conosce- State servirvi. possa sano. 167. POERIO. Al 1845? Dalle del mani general Pepe la riceverete quella a serbarmi di a voi sima i voti che vostro e alle gran ed se m'abbia gioia durevole e beni facea io per alcuni anime che amicizia cara intera da vostro avverate e altri nóme vivisi la speranza pel gentili di ogni parte d'Italia,Fra di e {ratei tanto suona partoriti da quell'attopubblico cordarmi ri- Lascio anni. gemendo siderio) de- protestate consolazione trepidando il cui voi lunghi recato vedere era quale godo di colla presente fedele pensare (come cetto ac- i giustizia 305 voglio io vostra di la annoverare lavorare e si che sudare intorno a niuno nella e quasi e latina che di voi più (né affatto al forse filosofico che la maturezza conduce Non badate poesia loro freddi volgari delle fantasia né e il buon gusto di nudrite quelli pur la sua G-uido che intendendo convien dire ponea le zucche i pozzi più 20 — delle e corrotta in- passionate, e elette anime pei pochi Dante istruzione e ingegni la docile semplici Mamiani. ciel che sono dettava movete gli gustati altri che dalla in loro ne bocca con certa danno. voglia; li somigliavano plebe sul battisterio che loro perch'io prega e e non il terzo mi canti intesi lavava ora né a e : donna sua bene il curato piacere titudini. mol- delle conveniente Scrivete sapere ne' romanzi oramai fine cultura e : tali due se erano si cui Cavalcanti la che al del e greca largo concepire vive non suoi siede pos- l'eleganza civiltà tutta ; cibo studi. ottimi canzone Voi e è nazioni la e dolci e all'indifferenza quali nei e interdetto patria nostra al e lissima nobi- voi) l'arte preziosa della foglietti dei giornali ne' nuovi associare profondo sentire La non quanto di perduta seco. le venga mente, frutti. Ricordatevi alla restituita quiete il sale acqua di fiorentina San della vi Giovanni sapienza miracolosa e che 307 da saperle lieta in come non alcuno che vedete grati di e quanto molto vivere patria, nostra d'ogni memoria altro male del gran agli ingrati e di mi riuscirebbe mi scemate senza continuare. sempre dell' affetto prof. Capocci, parlategli gradito cevere ri- lettera. sua donna Lucia, amorevolezza non del le voci la badando vostra, poco ascoltando sono ai desiderando e il lui per solo della dolce voi fatto mai una e potete non infelicità con avete pentirvene Voi, voi potete affliggervi troppo continuo bene mio alla mezzo avendo Se perché ai miei torti che animo vostro bontà gran e sempre generose. Credetemi amico vostro. 169. Falconi Al Parigi. a 11 Canteretz, Benché debba cui scriva arrossire e dritto buon mia senza lettera ben e per qual era tenere la mia; e la penna fa in messa io molte andare il quale più in era in una mano, sa altre di lettera più tela, cau- sima privatis- ancora se gioni ra- scrivere senno, guai davvero in avere per saputa ò Canteretz. l'uomo non pubblica, mentre infinitamente che studio più di (lasciando riguardi), che usa mandai di nessuna lei con mia senza le acque conosce pel pubblico usa e cosa facendosi dolermi di che le privato pentirmi permissione partire Ella in nondimeno la istampa sul non io 1845. agosto dovesse a que chiuntemer 308 di sempre o veder manda Ella è si della suoi ai e promuovere della più a entrare ad qualora sapessi membri attuali loro con decoro e queste cieca, trattandosi di e di testimonio sano più la e mi all' prendere io gravi e gradito le ai minato deter- e da norme impresa si impensata politico solenni mediocre non certo proposta non giornale a delle detta infine Perché un Né esaminato e mura pre- domi sollecitan- molto principii i acquistare spera nell'andamento Stia insieme sua l'incombenza e per presa dell'im- della consiglio. di italiani farmi d'essere avessi d' unici sorte servire vuole l'onore frutto. con degni intende del altresì ringrazio sopravvegliare per scrive regolamenti l'andamento del innanzi e La che membro accettare seguitarsi » dell'onore e alcuni vvegliare sopra i avvisarmi e da Gazzetta. « che ogni parola comunicarmi comandita in costituitosi consiglio luce conoscenti. compiaciuta società esiterei in posta con possono e che alla dee opinioni e importanza italiane. cose creda. 170. Alla principessa Belgioioso. 14 E molto vero Leopardi e insieme, io menzione che col Massari dissi loro ier settembre l'altro,conversando venutimi che a visitare ella quando particolare del Comitato e per 1845. io col ambedue mi sua facesse cortesia 309 invitasse e le avrei prima per il parla tutto Leopardi il quanto maggior bontà incontro da grazioso le debbo d'ogni l'altro che quello Massari. Gli mi sono stato due il gli e gravi onde al quasi e Mettere è amici eh' io d'Italia miei tendo at- parte non nita fi- averla dovrei fanno ne me cui a da questa tempo troppo quali laboriose assai e ad occuparmi l'opera metafisica e proposito. perché posso, parecchi nervi, poco modo aloun in cose giornale di ora bia ab- studi. di sarebbono al ridurre a di col e non da pure debolezza gran potrei dunque non tempo un una io quantunque e breve in Leopardi col malattia, seria costretto i miei Io che sanno tentarmi. con- animo lei a strare mo- di il mio ripetere discorso ebbi alcuna tribola anni nulla di né premurosa intero aprire equivoco amici addosso e con venire esso obbiezioni, mie che certo in poteva sincera più adunque iscanso per alle lato questo si di distendesi quale foglio. Né suo gentilezza e intenzione Io alla intorno e io entrarvi, la difficoltà indicato cosa ad molto sollecitasse mi m' giusto rimprovero. Badar perché, tireimi divenuto istretto stato che frutto resto è della borra Rimango di che ricusare è ciò tutto sua che ed e penna vi di direttore, sen- condurla di possibile vorrei nemmanco » Comitato del obbligo Ella a sa quel propria per comparisce gliore mi- di buono quella degli amici; il tollerabile. non dolente un Gazzetta « membro in esperienza è alla poco assai carico della tanto necessità onorato e in sempre cui sono avrò 310 riconoscenza lei a di comuni amici agli e avermelo offerto. le accettando che Spero nella mie benevolenza sua Ella scuse tenermi man- credermi e devotissimo Suo vorrà ossequiosissimo. e 171. Giuseppe A Zirardini. settembre 18 Non ò delle che d'istruirmi, mancato fare conveniva ogni et ponts darvene nel già sono è di conferite prima al che a questo La avviso. collegio preghiera da e Louis le lui. Per lato e passi disgrazia solo mi Quanto le grand, che pover' dei glio, me- d' italiano abolita. Martelli quel e cattedra chiusa potuto Boneschi succedere per chaussées il aveva inutile torna cosa di che scuole ò quanto 1845. ne uomo auoc alle poche fece mane ri- zioni le- rimaste domanda e chiudesse gli occhi. ambedue Condogliamoci stentare State e sano priva me e amate del della piacere il vostro sorte di la utilmente amico quale voi servirvi. devotissimo. fa 311 172. Alla Belgioioso. principessa settembre 20 Io non quale so questo di so nella Pà laddove del (io non essi A contrario. molti gridare «Gazzetta». alle o e è che da in Italia Milano, per esso Noi nome. strette far di siam che procedere le sola dunque parlavo bene e addossarselo di tempo perché) tenevansi fra coloro cosa pur il e corredata sempre nell'ultima quanto quindi fatto giunta da un in quelle mia il e à forse ci si conviene bel terribili cioè giornale per da ancora qualche che e noscere co- né Toscana, è la e pensiero, giornale provincia quella notare, gran da sentir pochissimo da in decorosamente tutto il pettegolezzi, badano me certi giorno cheai grave che giornale (io credo) principj suoi, né i riga una bene ogni pardi Leo- risoluto me del forte le essi (e il sia vedere per sigliati scon- se direzione mesi niun'altrà da né mette due che ma lo scrivere della più una però e » beffeggiamenti qui v'ha ma punto rallentare a aggiunge sto me quale (le confesso) questa si censurare ai e so ciò Io per critiche nulla, parte a Massari, ho gli pensando vo espresso) quasi entrare non io sul e o avere possono non Italiana Gazzetta « io desistere a paiono raffreddati me Leopardi che certissimo sollecitati e a sul parole le mie avuto ascendente strano 1845. lungo metter per viene con- tervallo inda 312 ogni parte da mane a studi gli ciò; faccenda sera. Corniole edificio potevo la recar o a il far imprese spartita Il male la la bel coraggio italiano e tanto in ma mili siche peggio al risulta- obbligazione è non tutta pesa noi su giornale misere troppo e e Gazzetta l'opera via ridar possa a' vi e di venir nostri santa e e pieno di stima e di un le Ella nazionale e e avrà di sime, mas- alla compiuta veramente attuata riconoscenza. la e durevole Italiani. creda dare condotta pensata zione reda- comparse migliore facendo proficua della dimenticanza sono di vita Ciò Italiana». più che ufficio allora in porre scrittore unico quotidiana uniformità e tal per far narsi osti- aspettazione ed converrebbe scritture connessione bella e è crescenti uno solo questo cui a da ognora invitare certa fatica la cominciamento nuovo le lei in all'impresa a di e prendere poiché e devozione per lei mestieri risoluzione, fama con fa che consiglierei fra qui del Mi pera dell'o- che sa bada briccioli per avviato metà molto pubblico combattere a bella spartire che è morale e tanta e la io di venire poca ella né eseguir ben alla Ed cosa il vigorosa e difficoltà, « mezza di e supplire posso. è cresciuto finale di ; e nobilmente a pietra non salute la individuo. d'ogni si fondamento frazioni per né occuparsi concedono buon complessivo mento mi conciossiacchó l'astenersi, una mia sola questa scriveva, non di meno poco in e attuali miei un a altra da noi 313 173. D'Ancona Al (1). Firenze a ottobre 2 Caro Ò dovrebbero alla in Nella rimango e che d'affetto a in ogni mio sulle certe le ultime cit. pag. Ditemi i 52. e pete sa- mesi, e e del avuto fargli di pregovi Vienna, con à promessa penetrato ma alle fa mi sue mure, pre- la mia e diplomatiche che dL ingiuria. o meglio mi gano spie- nò. del e e due sua tempi martella mene Matteucci, a fategli rallegramenti chiare se la risponda non vostre Ben Eosso cerimonia, pecuniarj torpedini. (1) Op. voi, a per mi cosa nuove per risposto malora, in quasi Del cav. ed raccomandatemi nome io d'Italia. un al Duca troppo l'ostinazione sempre ita accagionare negoziati Scrivetemi fosse nella dite silenzio. mio l'esito Se Ò poi imparato certi aver posta il lui parlo non che non Parigi raccomandare sincero. che di che debbonsene sdetta, della del ragione gratissimo sentire mia fuor sollecitudine ricordare di contesser tre non penultima. sospetto dà vi e quello con alcuna stato sono questo vostre, Perugia, e che vivo che di ultima vorrei sempre e dal recatami Non due riscontrare per vostra amico, egregio occhi gli sotto lettera ed 1845. debbo e ingegnose credere cui in esperienze nulla o poco 315 Se dopo del mediocrità versi riscuotere potuto che libelli fata e nel colga tu gli sfortunati vendere e Quando cose animo il tuo che ed miseria e Mille a' studi delli e mai siasi colla rispetto difficilmente e parlami tempo umiliazione solo habent come i sua poveri muovere more ru- mercanzia. sua moglie tua bero avreb- plauso, può darsi di trombare sa forse e nerale ge- i miei moderno prova visita non ti avanzerà di e chi e alla mezzo gli ultimi questo e in po' più la fama che e fra un vero che italiano poetare affatto istanno non dire vuoi tu questo alla saluti ossequiosi possiamo mente e cutere in- orgogliosi. signora tua gegno l'in- rimane fortunati ospiti nella che ci tue credo non Pensa solo della dignità delle poco quali dai separato. nostra nostri un e credimi sempre. 175. Libri. Al 22 L'uomo che buono un chi si fedele e presenterà servitore Vedete anni. avrei ne vi gran e fosse se ò è 1845. biglietto è da cognizione il mai perché piacere questo con ne ottobre vostro Io caso. buona una reo pa- natura d'uomo. La la bella raccolta Ella mi in a fare. prussiana delle scrive poesie si raccomanda vostra mi memoria. in che popolari visceribus 0 che a giorni riceverò italiane; perché mestieracci intanto io la mi tocca metta ri- 316 Qualche giornale parla di testé quei poveriro magnoli Non credo ogni vera aiutarli e in di tutto Credetemi maltrattamenti ma cosa, la loro mitigare usati sbarcati a in modo ogni Marsiglia. farete sorte verso in- se tete pogna de- opera voi. di cuore in vostro perpetuo. 176. Calvi Al Milano. a 18451 Voi sapete alle la vostra quanto mani il poi quell'occasione di giunse bene parso di Vi parola. usata a voleste scrivervi rinnovare ringrazio soddisfare a prendere l'espressione dell'obbligo del al volume arrivare di vedere Il se ; la né che m'à della e lità puntuadi cui di vi prego «Rivista bertà li- più incumbenze Europea» dono gli professo pel avrebbe istruirlo caro delle politecnico spiace censura vi che né un poco mai Pò duto ve- la curiosità l'articolo possedendone non mio e alcuna manoscritta. ringrazia dei saluti approfittaste d'ogni nostre non si per maltrattasse memoria stampata Canuti del mi e averne per copia cosi avere carico della Perduta periodico. suo Quanto si tre o bagni privata, l'animo con le due direttore cotesto ed nirmi ve- a io a' Uosa. via per un'altra gentilezza per Gabriele signor aspettarne à tardato dell'essere cagione per qui quando lettera faccende. mandatigli occasione e per 317 trascorsa più fasi. per ed pregio articoli nei speranze principi e costi viene diversa ancora di d'ogni che molto sano e Fa la al altri mi parola vostra meco State piega offerte Delle cipessa prin- vi scrive agli ultimi di tollera si principessa che quel di se se forme ri- tiero sen- presente parte ne l'assenza giornale, ponea pacifiche. La e fuori messa di casi predicava e legali vie per già simo nullis- della tuttora e è di e mano italiani probabile par parecchi vivere attuali Intanto mi e in venne Toscana in nemmanco lettura. inetta innanzi ma Rimini di sollevazione fu scriveva vi chiedete mi principj moderatissimi, rigenerazione e sua ; annunziava Romagna la che fondo di cui Prima utilità; poi Belgioioso gli di Italiana» «Gazzetta La darà sua fiato avrà pure e mesi. fate dell'amorevolezza e gratissimo sono liberamente in e ogni grande prego che cosa lervi riva- a posso. credetemi. 177. Al Niccolini Firenze. a novembre 5 Come io perciò mutano, e a della qualità di il conte vostra lui gli uomini ancora pari fiducia molti Enrico cortese a rispetto anni e Martini di che singolarissima già sono presentarvi le prendo io benevolenza Firenze degno che certo son ne vostri non quella mi tilezza gen- mostraste approfitto amicissimo accoglienza. dell' 1845. ingegno Oso e per mio dire e che dell'animo 318 da tali sono non ufficio semplice d'introduttore conoscerà subito belle da cose Quanto che voi userete al pari e da e rendere potergli del vostra grandi e sperare. grata più di gli tutti gli io che io oltremodo altri la e favori timi largi- obbligato quanto sono credo non amorevolezza ogni e tornerà tanto v' à giovane urbanità e che mio perspicacia mi essere possa lato la e cotesto addietro, perché per si in ogni me, gli pregierò mai che chiedere a dal bisogno aver la vita tutta per gli rimanga non di tavia tut- debitore. Io del vostro « Arnaldo V Italia ed dignità di correttrice qualunque sua al e ne' tempo, dirò vi suo nostri voi la carattere dei tutta che ricondotta educatrice e suffragio è testimonia Solo avete celebrità e il mio prima seconda l' Earopa. all'antica la per dramma bellezza gran della e anche quel magnifico in che » pochissimo conta della parlerò vi non con poesia sacro e popoli, cosa nuovissima lenne so- rara quasi e miracolosa. State sano e pieno d'orgoglio credetemi e di tudine. grati- 178. Al Capponi marchese a Firenze. novembre 5 per I saluti che mezzo di presentarle son legato V. alcuni per di S. s'è amici lettera amore degnata e il di mandarmi comuni cav. Enrico più danno mi Martini gratitudine. 1845. Io non volte animo al a quale dubito 319 dirle che la cui e cui Quanto io lo ami verso di lui. D'altra amico di conosceree di è cosi può non che tenuto naturale scusarlo non di farmi prendo in adoprera di mio questo principe de' tiluomini gen- legittimo ch'Ella e e Di scente ricono- e che in lei il riverire che gli professo. parte il desiderio fiorentini l'arbitrio che ufficio ed gentilezza mirabili. significarle in voglio esserle come generosi frutti sperare saprei quasi non S. d'ogni medesima gli affetti più tutti l'obbligo grande e V. qui pensi di questo giovine conoscere si possono mente me a di caro sfavilla anima dalla grado molto avrà condonare non introduttore me a suo presso lei. Mi comandi creda mi e pieno di stima di e renza. rive- 179. Al VlEUSSEUX a Firenze novembre 11 Egregio da' Tornato soffrissero bagni, mia una a ringrazio che Il denaro ancora Veggo vi poi che si poco che sole buon un lettera e tardato ò con date l'animo per me ne che non fa, trovai mese perché parlava non e indugio Vi è amico, vostra garbatissima 1845. fino di veniva ad della ispacciare oggi premura le mie verrebbe, diffalcate porta ventiquattro il pregio copie si in che cose di son la qui a sposta rinon vervi. riscrie lecitudine sol- stampe. le spese, spedirlo. vendute 320 delle andare che vi vorrà lato un Ma mi dandosi poesia almanco Se di fratello con fasi è talché di e forse sollevazione : e subito senza i ad veduto ai giovani Un e a chi dettarlo, i difetti del à voluto prese un a e sesso essere il primo e non tentò con- lodava preti. Scoppiò perfino che gentile e l'esporli nel- altro un infiammare, andare cioè tile, inu- stemmiava be- il tentativo sapersi contenere, la dirigerlo ingegno ed articolo né solo scusò a legittimare ed altra Questi zig-zag del foglio si spiegano a per si dicevano Vi principj dunque altri trario con- imprudente ma assennati. il papa lasciossi ma senza caso inetto immaginata s'incominciò » mio ». avete cose. Gioberti Bimini Gazzetta mesi e ciò in Italiana principj i maturi dal i sollevati la pochi di mano libro, e quel foglio ; prima contro « di le medesime la teocrazia in potete. non dispiacque disdicevano mio puzza dozzina una tenutissimo; che nei abbastanza e quel Gazzetta moderato poi di « corso sentir migliori. assai me simile un più profittevoli, e pervenire sarei sapere Nell'intervallo quante farne vi alla vengo di volume. che più da quante e questi giorni a e copie poca, gradirei Ora di dodici un o spesa poeti modo aveste vuol quelle duole mi sostenuta più gravi possiede ottimi Ciò quel benedetto non questo smaltire a il riflettere studi a eh' Ella ovvero di l'Italia che o prova ò pena dall'altro consola mi fatto quanta A anni. basterà. non far le spese per due decennio un forse e pensando privazioni di ancora rimangono di termine in poesie mie e in à le doti quale assoluto per tutti parte gran e dotta. con- più eccesso sando pen- anche molto di manipolatore nità va- di 321 che gli e braccio l'unghia del il anzi barbareggiare i empie vani perché grado a e fossero altri quella pasta dello continuo delle appendici come io sia altrimenti la e credo e di ciò a che rete intendemio contro quell'operala quale a alto e suo borra che costretto riuscire poteva Aggiungete stile stato prender parte non dito. suo il unicamente dotta con- nuovo fìtto pro- all'Italia. di Compiacetevi Capponi ricordarmi al ed la benevolenza mai Niccolini. vostra e al ossequio con Voi mi non chese mar- scemate credetemi. 180. Alfonso Ad Testa Piacenza. a 19 Quando « mandaste mi Ontologia Parigi, a salute di cagione per Gioberti del » la vostra trovando ove letto piacere grandissimo l'abbondanza, ed mistico la il Ma prodigio. realità e ad modo suo errare che dunque modestia 0 si e serbano — Mamiani, e Pò l'occasione le scambiar tezza, l'acutiene ipotesi nelle astrattezze. voi fatta di sua le vostre dalla la e con in porre lievo ri- metafisica, parole quanto cortesia dignità che del involuto fine mai continuo è con Gioberti quest'ultima filosofare renei Pinato tor- son Nel pericolose della scompagnano ammirato pure 21 avete più profittodaranno non mese ammirato. a senza queste tendenze tanto un vostro di la mente avvezza Buon'opera e da lo scritto la facilità l' al- nei parti d'ingegno straordinarie, come alcune sono bagni a' ero solo ed 1845. operetta intorno io e novembre della spesso e dalla scienza. cogliete di 323 181. Babgnani. Al dicembre 1° l'altro Ieri ebbi gentilissima una la mattina di mercoledì e perché di visitarmi e parlammo il discorreva vostra- dopo vi 1845. data con compiaceste di cui dell'oggetto preciso che foglio pensai non fargli occorresse risposta. Ora di scrivo vi francesi italiani e qualche soccorso Ogni valore e dieci lista sia vostra però mi copiosa di che nomi della vi degli mandare a basta licenza lista muovono io norma testé ed vati. arriil à suo inscritto sono per preme si è che la segnatamente italiani e mi importunità. credetemi e sano nella offerta Quello scuserete si darmi è di rifuggiti romagnoli picciolissima franchi. ed nome quali i ai per soli State degnissimo il vostro porre favore, un per di pieno profonda stima. 182. A Prospero Viani a Reggio. 20 Carissimo Voi dovete Pepoli, il 21* — tenere quale più Mamiani. Viani mi che a 1845. mio, quest'ora fa scrisse, or desideroso dicembre e una lettera di Carlo qualche giorno, pronto a servirvi. strandosi mo- Solo 324 prendere volea fra le molto non dico il dà ribaldo molti di dell' e al termine di lavori alla italiane, non dritta essa forse Ma queste che nostra grande Molte e magnifica e vo' più e sperare e di Libri che assai forza siate voli più profittetune alle for- miseria e che il Libri salvarla. fa mi la era tare no- lingua risorse l'Ariosto. con contro pensate mi cuor che nersi rima- tombolerà a il di domestiche. e ma sia corte- via (sic) e poi e con questo cotale caduta male gine Ori- « gentilezza varranno marcia a F ogni e oggi dette dal citato altri cose Machiavello col verrebbero mi esempio farlo di è più cose cotesto basso ancor non secolo quindicesimo nel qualche lato forte temo malinconie son il Popoli dal mina tanta ma quello; Leopardi Grodo delle sudori i nostri e pure da quale partecipando in può di del aperta imprendersi piedi, in siasi la qualche ma fiore di entrambi. lingua, gli ogni ufficio due possono nostra citate dizionario quel fra e il solo all'opera veramente, di amarvi conoscervi Pochi è fra voi che piacemi voi avrete Pepoli Leopardi Insomma, amico il perché e che » glio me- non statogli fatto pregio annotazioni. carissimo mio di cercar possiede perché ancor furto un fogli Epistola ed varianti che di notizia del intorno inglesi di insieme mettere possiede molto non affine tempo, e ancor di letterati per mi carte sue che giudicio di po' un la mia a manca paura vanissima. Quanto alla di quello che altre mi sui volte va io studi che da contrastando libri e che notizia da due molti o vi componga e la sollecitamente tre che mesi avrei in chiedete rispondo poi come cagionevole la salute anni voglia mi di sono facchinare in guisa 325 dai tributato fatica. Pure nella dieci utili se dell'opera, forma alla Mario « Versi mesi. a ragione) gran In di cotal ben anni poesie giudicio del pubblico vi sono perché Un v'è non in di saggio spetto ri- ma fa or mi titolato in- molti nelle zioni astra- pare (credo liani. Ita- gV presso 25 condi, fe- se no, il Vieusseux più frutto dialogo un luce in à dute ven- copie. Contro appellazione. sincero vostro sarò e in grazia non Pamor continuatemi il o affogato compiuti mie quale pubblico. incontrar non quelle Voi per due il sono anche ed perduti dato » fo, perché sillogismi nei e Pagano non se leggerlo potete di stampa generale disegno, al quanto non ; giudicare dovrà la raccoglierò ove alcuna qualche foglio e scrivo meditazione di anni ad regge comincerà metafisica di volumi mi non oncia a primavera prossima due di oncia a la testa che nervi e abbiatemi affeziona- amico perpetuo tissimo. 183. Carlo A Pepoli a Londra. dicembre 22 Carlino Ai il tuo dall'ultima forte del dolce provarsi e a che rimbrotto. amoroso scusarla signora, riverendola mia la coscienza silenzio,avanti mio abituale sbadataggine che caro. conosciuto rimordeva 1845. incurabile e e solo prima ti prego di ricevere pure Ma meglio dire affettuosamente mi della è mia tacere alla tua in mia 326 persona, in che O del farà lieto ad di con ò letta e e dee ella considerata da altri un Io lettori. La del in lingue, e sissimo cotesti il ragionevole adoperarti a o molto ms.? o ma guisa per che e devole gra- qualunque ed anzi piano ed pensieri e segnamenti in- Disegno storia. tali nità l'ame- libro memorie sue francese in e comprare tu sia ciò, io corte- presso veruna a in glese: in- le traduzioni eziandio Ora, puoi tu, Qualora poco zione atten- con il modo della a che scrittura a quel a italiano, in lare par- tragiche peripezie, cioè, in fine di indurli suo di ammanite. aiutarlo amico, librai e in fatti,la singolarità pubblicare italiano belle sono e colte rac- posso istruttiva molti gravità di vita affettazione dei è adunque pure danno il testo che non è in ma esposti la e romanzo di racconto, insieme cose come varia, frequenza la general Pepe tre lettere sua fatica accerto niuna del sonovi degli aneddoti, del cere pia- gran all'altro ti Italiani noi a cui queste lo general Pepe sua capo politici,la copia tutte tografi au- cortesia molte della tale importante, semplicità in agli avrò di il piena particolare. solo la estrema naturale di Io assai riuscire di sorta tua ne Memorie le cognizione non che altro, sappi volumi. cura io giovine fornito pubblicar due in la per disgraziato. assai procinto vivi sono intorno che ed della riferitogli cosa e Penso rare misu- moti quelli e indicando venuto è buon Venendo radi e soddisfattissimo e dai cuore al Viani Leopardi. perché al solito pigri son sei del moti scritto mi quanto voglia giudicare, né non i questi frequenti. cosa carità italiani noi penna, e che per un di prezzo grado ti prego di con 327 istanza molto sarà che decoro Sta dalla che alla sano caro grande si e tuo pel fitto pro- pubblicità dell'opera maggiore patria l'amore per onorato e l'ufficio che si me a quest'uomo a derivare può anche accetto porto e fare, assicurandoti volerlo a nostra. credimi. e 184. Crocco Al Genova. a che Confesso e che ponete mia tanti di bontà per mi e in mesi vedere ed io due di amate davvero altre che o le risposta; una e direi quasi ? perché amore, o il tocca molto amichevoli avreste dita vi si sul puntiglio di primo se rimaner egli fra badasi ma cizia nell'ami- pregio mandarmi per righe nuove dignitate chi a che credo non caldo rispondessi io di io stato sono non tantissimo vostra aspettazione se affezionate scrivere a l'obbligo correva me a l'ultimo 1845. dicembre 26 persone scrivere? più presto di perduto sarebbero seccate vendo mo- la penna. Vedete che con dolci ai vostri partito che non bajava le mi avevo dentro celie, tanta son vi soavità petulanza inaudita modesti e lamenti? gittato, quando di scusa nell'anima dico e che sorta come i vostri spirano una io mi E ben la coscienza un cosi questo mi ab- Ma, lasciando cane. lagni contro in- conosciuto ò ben e a fo sono viva conditi benevolenza di 328 che mi mio e mio silenzio non vogliate pongono in farmi recidivo di ed stampano intitolato forse sta tutto so volere di siamo e' e viene tale impaccia come voi e non nero e odo sentire non di quel saggio mei concede non della forse un che da io fondo di un come un can dell'opera fini ria materia cui ma po' d'eleganza sono della e uno forma sforzo d'ora da pagliaio pica, Filip- questa con ed villano salute; malandata ferma ci quarto gentilezza vostra in Italiani pulcini. Insomma, scritterello, il quale la lana in tanto difficoltà, noi ma colto son sapeste altre ben avete non sico? Per- scusarvi, perché bioccolo per Firenze golfo se ai Pere si anno un del ma di e il mio grazia, formica; un la finissima povero per capo scrivono quasi farebbe mi ragione. da nel vi come mostrandomene » posso arrabbiato sono vi dirò non a che venuti egregio amico, assai io questi intoppi a o si tutti accennate le censure, ma nonpertanto e il fermo che dogane, le Ma Mi più libraj. Di Calcutta di vicin il necessità e che cose di mente prospera- sarebbe, Pagano, E il visitarne e non quel dialogo da Firenze in Mario « Ora desiderio. vende penisola delle sin abito che purché concittadini ai vostri poche leghe distante. a dialogo la conosciuti, men ignari affatto veggo, gran per tornato e ed voi a male foglio godo vostro andato e Cosi continuo viaggiare luoghi del del dimenticanza. e gl'Italiani diventasse tutti a salute in Napoli, da tepidezza peccata rimanente qualunque pensate particolari ai il amare gusto. Del per arguirne bene sentirvi i scortese venire per di tentazione ingrato d'avergola fuori mandato ò occupato dico in di da per cui quanto saggio vedrete rimettere in 329 Parte uso d'ogni poiché E fate premura, che ò alla in capo il di Plorenzi Cosi i grandi mediocri i schiz, di e stringere le sano s'ei l'amore del di forte è sime. onorevolis- grande l'animo alle la e urbane; e prime Terenzio di Varrone tanti libri mandatemi sarà mi punture bene coloro che quanti volumi si gli è dirà spesso di si di lui il possono vostre l'indole per Del l'amore insieme volumi. forse tempo come di leggere. lettere. e egli resto sopra bastato appena sazione conver- che che disparatissimi. fatta dotta congiungere può detta zione consola- grande della in stanza sua ambedue prova e tal farà spesso amicizia sono prosperoso continua Addio, punto che ragionevoli certo godere daremo opinioni e il E sua. per tiene ne scorra di- chezza fran- gran parole anno chiedete, mi anni; profitto d'Italia che molti per e vi io traduttrice piccioli tolata inti- veleno. an Parigi i se me critiche ed invece Gioberti Il di anno Schelling con non alla scrittori delle di e zione prefa- d'un più moderna detto piacere quantunque Schelling à s'adontano che scrivendo e già operetta tone. Pla- lunga una è tedesca lo giudicio, leggere sappiate e » filosofia marchesa non d'una divino prendete Milano a versione soddisfatto mal di e del dialoghi coserella avere «Bruno; di dei mia stampata della e bellezza la e è E di vere scri- 331 186. 1845? Caro fratello, lettera All'amorosa pronta; in s'è convertita del visita Conte Ai me. per in Parigi di fare; ma è buona ordinando Sebbene in parte delle e esempio chi semplicità cotal il lavoro di il bello è disconverrebbesi fango vilissimo io forma aver cura veste d' del moderno voglio parervi quella con dello del l'oro parlare piuttosto in troppo e Pittagora italiano. troppo poi stile, perché buono, di per la stessa Pregovi mai mosa, fa- scuola quella arcaico. naturale involgere serbata in entrambi quanto qualche l'originalità loro vede date an- Pittagora. di nome più che certamente di morali carattere la è far tregua, anche oltremodo mi lagnarvi a di aurei o voi, a potere sotto d'oro vero accettate o utilissimo versi dubia la proponeansi dorrebbe ne van d'Esiodo versi e che massime paragona dei sui versi ne' autenticità, gran sia Pittagorico me il lavoro mente i libri di tutti filosofo e affatto v'impedissero se E pace. giungendo abbiate dite cui la deste gli venendo sempre con nervose, che lettere Ora, né ricevuto che cose le che sapere ò mi intarlate; ossa spessissimo delle villania. scrivere la lettera accade metà le non consegnare di mai non né gran affezioni delle Bielinski non ma molto spiace Mai risposta più dello ò tutte ne e viaggiatori fare pigrizia pazienza. di scordare richieste la natura abbiate dunque, dovea vostra che sapete ma (fine) E sincero nel ché perche 332 ritenuto mai buona menar scrivere sortito ma per che giungere ed accennate; capitassevi il Vieusseux dette le di qualche sia parlarle mio di cui che che e lora qua- il caso, sia senz'altro le serpeggiando altri per da Una sola non potere metafisica da primavera : mi cosa grava insistere ed anzi banda. su e tormenta quella incomincierassi per volte, a mia spesso Dio a mesi in zione quell'affevada ne ora filtri s' in- molestato son di scica ve- dell'uretra. spasmodico doverla Pure due fastidiosissima e restringimento un di segnatamente e onde, estrema vivo che pare dato ricor- cui in gli occhi, organi orinarie vie e vostro fosse le è da salute mia soffrivano cui un'intolleranza e La senza alcun vorrei l'aspettazione notabilmente, di nervosa ad commettere scriverle e quando e ed davvero benedetta è verrò a e il opera interrompere stampare, è alla mandai che risposta ed desiderio mio un pervenuta; no di o lettera. peggiorata nelle o nome sua la se possiate grave il metter alcun copie consegnargli potete, di se certo per Conomo amico da di posito pro- copie. disturbo qua fidata ne ve in similmente voi a mura pre- trovare le 14 spesa persona ordine à sapere bella dico ora, una Contentatemi, di senza scritto a in Della poesie già sollecitandolo Vieusseux farvi di 0 male allignan le mie l'animo. con avendo attitudine, la vostra. come lo trascurare rara che ispacciare per davvero al modo date vi ringrazio mi d'Italiano bell'anima una saputo impotenza, una pigrizia e di e e avervi non cosa finissimo incuria certa di ignoranza per gusto un sola questa ciò, non e voi io vi dirò dissimulato, e capo e e a dopo fatta 333 e stampata, ; io della posta sua di par calcetti m'à il lasci dei e volumi. l'altro, di non perché nel mi io a molto voti né vacca Voi mi se tissi mi gli temere della esecranda la quantunque e vino trapassati; ned io. al amate, la il Porgete scrivetemi propri ; io sica metafi- ciò e si costretto steriose. mi- tesimo. bat- senza in ventre al Cassi, ed di guri au- Paoli. mortificando spesso un far chiama saluti me al meno nondi- l'auguro ve nati per liana; ita- tenebre in siam non di potere sia che Salvatori, mio miei pretto ed nuovo vincere quando in stampa censura rivoltarli darà che occhi ortodossa, quando a la l'uno ; materia molto l'anno modesti, esempio vostro segnala tuna for- perché lascerò io mi d'un Martini per sotto dei cordiali che capite la botte voi Il conte occorrente a la gentile violenza il danaro di che conto malanni tanti l'opera S'approssima po' migliore risolino. una pensieri Ora, più bel la sdentata e poco fra meco sentiva i mozzare secca Ma insieme tutto ora vantaggi imprimere e un Ben due trarrò ne fatto anticipare due fo vita adopera la pure vecchi. pur Crema di vengasene al trascuraggine. mia Addio. Il vostro affezionatissimo fratello Terenzio. PS. Per uno qualche le dei miei particolare biografie francesi ne dialoghi della tacciono. accade mi di vita Vo di pere sa- Spedalieri, e pensando che 334 italiana quella in di parlarsi segnalato se ne di sunto un favor pertanto quello che là legge. Desidero che trascrivermi debba Tipaldo fareste Mi Spedalieri. a dal pubblicata sopra nacque, il poi Genovesi. ElNE tutto fece dove i PRIMO studi, suoi la Scusate DEL preciso conoscer noja. VOLUME. e se l'anno in mai nobbe co- INDICE DELLE CONTENUTE LETTERE NEL 1831. lett. Anonimo, Mamiani 3. n. Giuseppe, Petrucci march. 1. Pietro, 2. 1832. Della Massa L. Castellani e M., 1854. Petrucci P., 5, 6. 1837. Mamiani Giuseppe, 7, 8. 1838. Malaguti Faustino, Mamiani Giuseppe, Parma Michele, 11. 9. io, 12. 4. VOLUME PRIMO 336 1839. Pietro Armandi D'Ancona Sansone, Mamiani 14. Giuseppe, Pichot Amédée, Zirardini 18. Damiani, 16. 15, 13, 17. Giuseppe, 19 1840. Gioberti Vincenzo, Mamiani 20, Giuseppe, Masino di 23. 22. Ottavia, Mombello 21. 1841. Gioberti V., Mamiani 24 Giuseppe, 26, 25, 27, 28, 29, 1842. Belgioioso Cristina, Brignone Costa Gando Libri B 39. , Lorenzo, 35. Giuseppe, Guglielmo, Mamiani Viani E. 32. 33, 34, 40. 38. Giuseppe, 31, 37. Prospero, 36. 1843. Anonimi, Betti 50, 51, 53, Salvatore, 56. Boneschi, 90. 54, 62, 69, 70. 30. 387 Brentazzoli, 44. 80. Clemente, Busi Cagnoli Agostino, 68. 48, 58. Lorenzo, Costa Crocco Antonio, 46, S D'Ancona 60. De 88. Sebastiano, Luca Del 66, 76, 79. J7, , Rosso, 55. Duprè, 67. Caterina, Ferrucci Francolini, 75. Giuseppe, Gando Giordani 61, 47, 82. Pietro, Raffaello, 41. Lambruschini Guglielmo, 71, 72. Mamiani Filippo, 87. Mamiani Giuseppe, Mansi 91. 63, 78. Vincenzo, Gioberti Libri 81. Ascanio, 64, 65, 77. 59. Massari Giuseppe, 84. Melloni Macedonio, Nasi, 74. Paoli Domenico, 85. 73. Pepoli Carlo, 83. Poggi Pietro, Stefano, Prasca Ricci 45. Matteo, 43. 52. 49, 89. Salvagnoli Vincenzo, 42. Antonio, Ronna Giovanni?, Tamburini 86. 1844. Anonimi, Betti Bisazza 102, S., 122. in. Felice, 129.