BIBLIOTECA
STORICA
DEL
RISORGIMENTO
diretta da
VOLUMI
i.
2.
di A.
—
La
—
C.
e
Garibaldi
—
Casini.
5-6. T.
di pag.
Memorie
—
230. L.
Milano
Fiorini
Serie):
2.
rivoluzionedi
Armaroli
Sforza.
4. G.
ia
(componentila
Voi.
Panizzi.
di L.
V.
e
Gli Atti del Congresso Cispadano.VoL
di pag. 206. L. 2.
Le prime vittime di Francesco
Notizie
IV, duca di Modena.
—
Casini.
Casini
T.
PUBBLICATI
V. Fiorini.
G. Carducci.
3. T.
ITALIANO
Verri.
nelV
relazioni
aprile 1814,
storiche
VoL
di pag. 200.
L. 2.
in Toscana
nel 1848. Voi. di pag. 72. L. 1.
di un
vecchio carbonaro
(P. Uccellini).
ravennano
di pag. 300. L. 3.
Zanichelli.
Lo Statuto di Carlo Alberto.
Volume
7. D.
8. P. S. Mancini.
Le
—
L.
ritirata di
D.
A.
Far ini
al 1828.
L.
2.
V.
Fiorini.
VOLUMI
1.
—
—
1796
12.
La
Rava.
G.
Gli
—
di
la
e
scritti di
PUBBLICATI
Mazzatinti.
Garibaldida
sua
«
Carlo
Diario
di
Memoria
L.
1849.
storica
L.
2.
2,50.
Romagna dal
sulla
»
2.
2.
21.
Serie).:
della
Ministro
un
nel
sul 18
Alberto
(della2*
—
Roma
150. L.
pagine
fattidel 1$ maggio 1848. L.
Cinquegiornatenelle narrazioni austriache.
Relazionisui
—
9. A. Luzio.
R. Belluzzi.
io.
11.
Voi.
—
RepubblicaRomana
(Giovita
Lazzarini).
2.
L. Rava.
Il maestro
—
3. G. Biadego.
nel 184S.
4. P. V.
Le
—
Ferrari.
di
5-6.E.
VOL
V.
Fontanarosa.
Finali.
T.
Casini.
V.
Fiorini.
F.
dal ijjy
Torraca.
A.
D'Ancona.
Il secol
si
Governi
—
dell'anno
-
Lettere
—
1867
daìVesilio. Voi.
e
letto
Giorna-
I (1831-1845).
11(1846-1849).
Voi.
»
e
delle
Assemblee
napoletanodel 1S20.
del iS$y.
Italia dal ij")6al 18 14.
Remarne
in
Le
—
dichiarazionidi decadenza del dominio
al i8jo.
Lettere politiche
inedite di F. De
Sanctis.
di F. Apostoli.
Lettere Sirmiensi
temporaledei papi
—
in
rinnovai
la
prima
eletti da
popoli
la Francia
lotte
e
e
«lai di che
questi primi giorni dell'anno,
volta
la coscienza
unitaria
italiani fino allora
italiana; edifìcio die nel successivo
fra stenti,
tempo
aneddoti
Verona
Cairoli.
i7 Parlamento
—
L'assemblea
—
e
pubblicoa
PREPARAZIONE:
LV
G.
Ricordi
—
il sentimento
e
»
—
UMI
affermatasi
Giovanni
Terenzio Mamiani
—
lo.
(Domenico Farini,1777-1834).Saggio
2.
Villa Glori.
di
campo
Dittatore.
un
dominazioni austriache
—
Viterbo.
7.
di
L.
biografico.
storico
sacrifici il suo
pressoché
tutte
della
divisi, fu posta
la
volger del secolo
quasi
le nazioni
pieno
prima
ebbe
coronamento.
d'Europa
e
Reggio, nell'Emilia,
a
na/Jone,
nostra
molte
per
voto
di rappresentanti
l'unità
pietra all'edifìcio deldai
nostri
Nello
d'oltre
stesso
mente,
padri, lentaperiodo di
l'Oceano
hanno.
DEL
STORICA
BIBLIOTECA
pubblicata
da
T.
Casini
e
RISORGIMENTO
V.
Fiorini.
TERENZIO
-
Strìe
MAM1ANI
DALL'ESILIO
LETTERE
RACCOLTE
E
ORDINATE
VITERBO
ETTORE
ROMA
società
editrice
dante
alighieri
ITALIANO
II, N.
6-6
%5è
12.4.50
PROPRIETÀ
SOCIETÀ
DELLA
Gli
Società
esemplari
si
di
ritengono
(998)
questo
LETTERARIA
DANTE
EDITRICE
volume
non
ALIGHIERI
firmati
contraffatti.
Roma,
Tipografia
Enrico
Voghera.
dal
gerente
della
Dai
il
quali
manoscritti
preziosi
Municipio
il
lettere,
che
di
di
patrio
Pesaro
fu
Mamiani,
civile
con
Ateneo,
Direttori
i
Terenzio
tratto
prudenza
ricchiva
ar-
volume
questo
Biblioteca
della
dei
Storica
del
«
la
per
ospitalità
cortese
pubblica
meco
dedicare
primo
cosi
dell'esilio,
della
di
e
di
lui,
seppe
dare
il
nascita
cospicuo
quale,
serbare
alle
fede
si
nella
anche
costante
1899.
che
onorande
all'
del
nella
Viterbo.
lustre
il-
simo
nobilis-
dolorosa
patria.
Settembre
alla
desiderano
tributano
esempio
Ettore
Pesaro,
della
pesarese.
partecipare
della
centenario
filosofo,
animo
di
sorgimento»,
Ri-
preposti
provincia,
questa
cittadinanza
e
memori
quand'erano
in
alla
compilato,
fu
ricevuta
istruzione
Intendiamo
nel
quale
di
ora
zione
risurre-
mJUmJUi "Ì|Ù4Ì|b4m»4Ì|b4m»4m»m
"JR»«A* "jw
PREFAZIONE
nel
Quando
e
del
maggio
la venerazione
di
1885,
Italia, e
tutta
concittadini, scendeva
suoi
fra le
Mamiani,
pubblicazione
inedite.
per
E
il
vero,
discorso
bellissimo
il 19
Oliveriano,
del
delle
cui
in
luce
Ma
non
si
grande
una
di lui edite
ed
Mestica
nel
nell'Ateneo
1888, la sala
dei
noscritti
ma-
cretata
già de-
Pesarese, ricordava
la
che
per
molte
col
porre
dar
dovuto
ad
essa
principio
l'epistolario.
dacché,
fu
troverà
ancora
come
sarebbe
meritevole
e
la ricorrenza
dell' illustre
italiano
del
uomo,
d'encomio
della
la direzione
Risorgimento
desiderabile, quella
stato
sarà, io avviso, chi
iniziata, non
opportuno
ch'ebbe
del
sarebbe
opere
settembre
di
disegno
inaugurava
edizione, affermando
ragioni
il
prof. Giovanni
con
dei
specialmente
sepolcro Terenzio
vagheggiato
completa
compianto
tributargliin tempo
da
onoranze
s'era
remoto,
non
nel
il
tra
»
di
primo
«
Biblioteca
siero
pen-
storica
mente
degna-
commemorare
centenario
pubblicando
il
non
della
le lettere
scita
na-
che
vin
a
periodo pilifortunoso
nel
egli scrisse
Terenzio
Mamiani
della
i benemeriti
tra
quale
vorrà
nessuno
negare
della
risurrezione
indiscutibilmente
diede
della vita. E
lieve
non
prima cogli scritti ispirati
sempre
posto
un
patria,alla
contributo,
pensieri e
a
timenti
sen-
nobilissimi, dipoi coll'opera intelligentee
disinteressata
Certo,
dello
quando
il Mestica
statista.
allora
in
completa,
le
lui
del
anche
dalle minute
di
che
inviate, per
debbono
confronto
al
il
fatto
su
ogni modo,
se
consiglio del Mestica,
del
Mamiani,
tutta
la
lunga,
essendo
fin
Alessandro
e
gloriosa vita
mancati
quegli aiuti
operosa
qui
»
corrispostoall'esortazione
D'Ancona
(parlando
di
al Gioberti.
pubblicazione dell'epistolario
ch'eglicosi giustamente invocava,
in parte,
seppe,
al fratello Giu-
può farsi,seconda
non
la
si
che
rivolgeva nella
quanto
loro
possibilecongetturare
Capponi,
oggi
del
e
scicoli
fa-
differire dalle originali
quelledirette
al
D'Ancona,
di
è
altro,
alcuni
in
valore
non
sebbene
volume,
loro
quanto
se
dell'esilio. Per
raccolgono
del
perdono
simo
mede-
ordinare
potuto
questo
si
interesse, perché poco
Ad
si sarebbe
periodo
lettere
nulla
dal
i possessori
più importante, più copiosa,
moltissime
tratte
stimolasse
che
della
restituirli all'autore
a
quel luogoyoggi
mèsse
una
P istituzione
cioè
del Mamiani
lettere di
l'augurio
avverato
faceva, che
sala dei manoscritti
delle
fosse
si
sarà, almeno
il professore
sua
«
gna
Rasse-
pubblicavasi all'epoca
IX
dell'inaugurazione del
Mamiani) perché delle
del
scelta
conveniente
date
scorso
valutare
anno
loro
lettere
queste
noto,
apportando
Un'
innanzi
ebbero
vive
Oltre
a
alle
serviranno
lui per
tutte
(i)
Rass.
del
tenue,
lettere,perché
queste
a
che
persone
delle
seggiano
quali scar-
e
della
le
sicura
con
di
Utt.
traccie;il
a
ricordarle
spiegano
esse
che
occasioni
ai futuri
perché, col
V,
io,
biografi
ed
esattezza
decorosamente
ital.,anno
tero
det-
dell'autore, cosicché
guida
maggior
Mamiani,
le
esilio.
comune
principaliopere
di
del
almeno
molte
poi provvedono
bibh
che
trascurabile
patria,perdute
mentre
parlarne
alla fama
di
morando
me-
posto,
non
non
accennano
le circostanze
origine
cosi
di apprezzamenti
d'allora
cose
giova
terra
questo,
chiaramente
e
scere
cono-
affatto notizie, essendosene,
Mamiani
nella
opere
famoso
più
ma
risorgimento, e
dalla loro
l'esodo
carteggio del
come
o
mancano
o
dopo
nel
parte
tenario
cen-
tutta
meglio
periodo
un
di notizie
alcune
indirizzate
sono
o
fra le molte
e
importanza
tutto
in
conveniente
sulle
e
si celebra
di far
storia,
contributo
un
spregevole.
hanno
;
troveranno
sugli uomini
di
che
agli Italiani
della
una
s'aggiunge quella del giubileo
coli' intendimento
in luce
e
né
lettere di lui si facesse
Risorgimento nazionale,
Italia fin dallo
memoria
(i). E all'opportunitàdel
della nascita
del
alla
monumento
e
ficacia,
ef-
vano
gio-
mostrarne
pp.
283-84.
il
schietto
vita,
in rilievo
la bella, fiera anima
dell'esule.
solo
al
considerata
eziandio
in parte
perché,
farne
di
le
vicende
nelle
fuggendo
soprattutto
la
del
via
Genova
e
in
dal
'42
al
nuovamente
col
ritenere
distrutte
;
da
poiché
che
le
chi
aveva
non
solo
sue
missive
e
si
per
dine
l'abitu-
fascicoli
in
di
gati,
lenel
cominciare
dispersi
o
nel
1849
il
lettera
il
del
ma
di
poi
lacuna
fino
siano
credere
quell'anno
ripigliassepoi
è
state
a
che
golare
re-
quest'anno
al
principio
farle
o
rire
scompa-
il Mamiani
buona
non
sottratte
di far le minute
la
scarso
spiegarsi se
interesse
in
prosegue
gennaio
lettere
dendo
pren-
ritorno
suo
o
egli medesimo
carteggio
'42,
può
e
tale
esilio, che
non
può
tissime,
mol-
sono
può dubitarsi,
non
Roma
una
'49, la quale pure
del
di
nel
del
Ma
gli toccarono,
prima
'48;
'48
che
una
sbalzi
a
del
fortunose
quell'anno. Quindi
procede
trovasi
in
gono,
aggiun-
ebbe
non
idea
secondo
chiama
si
non
perciò quei fogli andarono
e
smarriti
come
1848,
essere
lettere
il Mamiani
felice
neranda
ve-
si riferisco
al
1
conosciute.
foglivolanti,
la
ebbe
come
1842;
in
183
quali
le lettere
minute,
fanno
e
Genova
in
già
anche
se
le
forse
scrisse
Mamiani
dell'esilio
decennio
dal
corre
appendice, poche
sebbene
'49,
sua
pubblichiamo
esilio; alle
inutile
non
primo
del
che
che
periodo
la dimora
potendo
del
lettere
queste
della
periodo pilitriste
maggiormente
mettono
Pertanto
e
nel
pensiero
spendesse
so-
delle
abitudine
XI
'49. E della possibilitàdi
nel
parla
carte
anche
il
Gaspari,
biografo del Mamiani,
Zamboni
professor
Perciò,
in
di
ricordi
con
avvalorando
esilio
nel
lieve
momento
la
per
deve
fra le
una
di
altro
per
la grave
potrà
le
buon
del
che
esule.
specialmente
numero,
indirizzate
le
quei preziosi documenti,
restie ed
mostreranno
delle
cui
cialmente
spenon
breve
non
dell'intero
lario,
episto-
ritrovarne
a
le persone
non
nel
un
rono
cui fu-
a
perduti
avranno
possedendoli,
o
avare
dubbio
senz'alcun
manchino
a
tempo
si
Non
comunicarli
si
non
e
farne
copia.
trarre
E
se
lettere,
e
contribuito
conducano
ne
uomo
sperabile che, quando
all'edizione
attendere
ricerche
è
un
non
deficienza,
aver
per
Ma
di
carte
tale
a
cosi
sventure,
periodo.
'42, può
oftalmia
afflisse il povero
si
che
rica
ramma-
dell' illustre
memorabile
tacere
si
sue
rire
pe-
cuni
al-
contenevano
involate
la vita
per
quel
prima
poco
maggiori
vennero
e
storia
del
e
fatte
vennero
che
importanti
secondo
forse
nione
opi-
sua
Farini
studi, della cui perdita il Mamiani
quasi di
il maggior
la
Carlo
Luigi
primo
carte
mare
è finora
che
di
(1).
nel
come
trafugamento
un
erano
(1) Gasp
molte
quali e
è
lettere
per
dei
Vita
di
l'argomento
T.
M.,
dieci
primi
indirizzate, dovevano
ari,
danno
gravissimo
C.
e
per
essere
XII,
pp.
che
cune
anni, alle persone
importanti,
125-28.
XII
giudicare dal
si deve
se
illustri
di tempo.
Basterà
del
amico
con
disegno
sulla
1* infelice
spedizione
di
qualche
porge
la lettera
Zirardini,
da
lui
Ecco
mi
municipio;
insieme
(1)
fece
del
Fu
queste
:
La
come
per
la
copia
Attilio
compianto
autografa
le
che
carte
acquistava
volta
V esilio
il
valore
che
le
dal
di
T.
Il
l'egregia
dal-
patrio
le
tutte
Giuseppe,
di proprietà
acquistò
dagli eredi
altri manoscritti
e
del
mezzo
per
raccolta.
al fratello
giovinezza
lettera
presente
accrescono
prima
e
Beer.
Oliveriana,
la
pensiero
quale
del
lore
va-
Giuseppe
della minuta
tener
poi
moltissimi
pubblicata
nell'opuscolo
o
tentare
a
a
il
memoria
Mamiani
Biblioteca
con
piano
manifesto
suo
lo danno
autografe dirette
della
Napoli,
riassume
che
contributo
a
il
le fonti della
vedova
lettere
che
ingegnere
dunque
più copioso
di
fino al 1839; per
Pavan
amico
comune
il
carteggio in quel decennio
gratitudine alla
posseduta
dovette
dalla Corsica,
per
quella
Antonio
comm.
grande
deva
questi inten-
autobiograficaindirizzata
l'operadell'autore
esprimo
di
compenso
come
torno
quel popolo.
scarsità
questa
a
che
alla volta
cuni
al-
il Mamiani,
tutto
armata
muovere
per
Murat,
1*insurrezione
del
cui
(i),
quel
generale Guglielmo Pepe,
di preparare
Ma
lettera
la
Mazzini
in
interessanti
particolari
scrivere
già
Mamiani
ricordare
agitatore Giuseppe
intimo
al
personaggi
rispostedi
delle
tenore
prof.
M.}
T.
Casini
p. 5 3
e
seg.
XIII
del
formano
lettere
di
molta
con
le
dell'avvocato
Cosi
soci
ai
fu
Fattori
Pochissime
lettere
delle
stampati;
furono
due
«Strenna
Marchigiana»
del
che
sicuri
il
onorare
medesimo,
andiamo
lettere
luce
alla
grande
Resta
poi
di questo
»,
da
volumetto,
l'autore
del-
opere
litici»,
po-
e
sore
profes-
videro
del
caro
del
già
la
pianto
com-
suo
amico
venerato
concittadino.
che
compilato
Giacomo
dalle
perché
cosi
avvertire
periodo
ad
contribuito
cortesia
nell'opuscolo commemorativo
nostro
venia,
Infine, di parecchie
D'Ancona,
fratello Sansone,
del
altre
Monnier.
debitori
Alessandro
891, cinque
specialmente dagli «Scritti
e
dal Le
editi
1
chiediamo
d'aver
alcune
e
dall'operadi
del
Gaspari, al quale
Mamiani,
libri
da
biografici
e carteggio»,
gli spiacerà
non
Ondedei-
carte
solamente
tre
«Ricordi
«Vita»
in
la lettera
copiate
Gioberti:
dalla
dal
Oliveriana.
poi
quali
dalle
tratta
mi
non
di lettura
gabinetto
Vincenzo
dalla
che
Petrucci, al Mala-
al
del
che
e
Luigi Ciacchi, mentre
depositate nella
Fattori
1861
nel
provengono
pure
lettere
poche
al cardinale
Pesaro,
in Torino
nell'operasua
sovente
guti, al Parma,
quali
,
possibilerintracciare.
Vanzolini
le
Vanzolini;
probabilitàquell'« Epistolari
edito
famiglia»,
il Gaspari cita
fu
prof. Giuliano
compianto
trovansi
con
Vanzolini,
poiché
che
non
tanta
non
le
lettere
classificate nel
«
talogo
Ca-
diligenzadal professore
ebbero
tutte
tutte
posto
in
questo
rispondevano
alla
XIV
natura
al
e
delle
e
sullo
della «Biblioteca
carattere
lettere
stesso
scritte
ad
sola
medesima
una
che
il
esprimesse
persona
talvolta
si è creduto
argomento
quella
tre,
storica»; inol-
gliere
sce-
pensiero pili
compiutamente.
Ed
il lettore
ora
si faccia
raccolta,
questa
convenientemente
e
potrà
non
la
per
giudicare nel
a
apertamente
sugli uomini
e
sulle persone
di
che
troverà
mai
tale
in
smentita
civile
dei
coraggio
manifestare
sui fatti,tanto
che
strato
mo-
le
ne
nioni
opi-
escono
Lucca
o
specialmente
Carlo
potenza
se
non
perdute
ne
; né
intercessione
in
nel
tutte
suo
fuori
usata
discorso
le facce
suo
ritorno
commemorativo
del brillante
in
non
re
a
nova;
Ge-
e
alla
in Roma.
l'uomo,
senator
a
Piemonte,
onori
ministero
dal
i
dopo
magnanimo
agli
tutto
fra
; né
dimorare
poter
mezzo
periodi del
uscir
del
del
fu
rimpatrio
gioie del
governo
di
ottenne
la felice metafora
Mariotti
le
tra
per
vedrà
d'un
speranze
E
di questo
né
dell'esilio,
liberale
nei brevi
parazione
pre-
non
del Mamiani
vita
anni
primi
finalmente
né
politicicostumi
dal
Alberto,
feconda
dei vari momenti
nessuno
in Toscana
Italia,quando
di
nella
le
e
di cosi
indipendenza d'Italia.
e
onestà
dei
amarezze
disinganni
E
nel
quel periodo
memorando
tempo
e
tutti
libertà
alla
le
e
veridicità
può dire sprazzidi fulgidaluce sugli avvenimenti
si
e
a
apprezzarla
non
imparziale
giudizi sull'opera altrui, pel
plesso
com-
suo
se,
perando
ado-
Filippo
in
lamento,
Par-
gli appari-
XV
la
E
fedele
parola
del
grande
ai
affetti
;
severa
viltà
e
bassezza;
di
o
interesse
della
nella
che
scriveva
In
il bene
di
chi
forze
grandezza
tempi
in
della
supremo
di
cima
patria
glielo comportarono,
e
la
sdegnosa
e
signorile
e
della
per
pera
l'o-
civiltà.
del
pensiero
sponde
ri-
veste
sua
diletto
e
nose
dan-
o
indole
piacente
pur
cosi
nella
ritardavano
patria
e
nobilmente
cando
provosentiva
gloria.
scadimento
tanto
lo
confortato
ebbe
zione
nell'esorta-
dell'esilio.
amarezze
civile, sarà
parola
chi
l'amor
nel-
ambizione,
e
ma
leale
meschine
per
interesse
per
nostri
o
tenera
veemente
e
l'espressione
nobile, altera,
nelle
questi
e
le
che
dignitosa, elegante,
ammirazione
e
fiera
della
dell'autore, destando
sempre
vivace
e
giustamente
intralciavano
risurrezione
alla
calda
volgare
per
il lettore
troverà
interprete
eloquente
e
quelli
parte,
sime.
puris-
e
schiettamente
;
giovani
contro
mondano
domestici;
che
quelle
certo
pensiero, gli suonerà
patria; persuasiva,
rampogna
ire
Esule,
dell'amicizia
ogni
contro
del
e
sentimento
di
splendore,
luce, rifulgeranno vivide
dell'animo
gentile negli
nel
E
pieno
in
messe
saranno
e
loro
nel
ranno
di
e
spirito di
tutti
lui
i suoi
s'adoperò,
a
rale
mo-
per
dalla
pensieri
quanto
procacciarne
la
TERENZIO
LETTERE
1
—
Mamiani.
MAMFANI.
DALL'ESILIO
W»
W»
"""""""""""
Me
fàfà""""fàmfàwèJM
tfflÙ
OT»
Wà
1.
li 3
Civitavecchia,
Vi
scrivo
delle
volte
più
lettere
mie
e
di
delle
cose
Gentilomo
le
dentro
il
che
in
per
disgrazie.
madre
benedirmi.
me
molte
mie
io
la
Raccomandate
molta
cura
per
dei
suoi
a
l'Italia?
rivedrò
in
ispecie
fra
le
e
studi
maggiori
parte
giorni
hanno
mi
altri
e
che
ricevere
più
poesie
mia
signor
Francia,
isbaglio
conto
né
pervenute
amerei
Per
vestire.
il
in
quelle
le due
che,
agio. Se la for-
vostro
carte
madre
robe
lettera
quando
sa
fra
certo
per
fossero
a
Datemi
mie
d'inviarmele
chi
mare
delle
poi
e
diceva
vi
di
porto
signora
mia
che
caso
le mie
da
della
pregai
nel
Parigi.
per
spedizione
le ritirerete
cartone:
le robe
perire
letterari;
per
vela
almeno
una
pratica,
avremo
altra
occasione
presenta
il simile
fatto
a
poi
qui
quella
tempo,
gradirò assai, perché
queste
mie
là
Di
vi
Dico
ho
la
riceverle,
a
Venezia.
tuna
tardata
a
Siamo
sera
di
Con
più
che
far
di
nostre.
stata
giungendo
a
Giuseppe).
la speranza
giunga.
salute,
vostra
essendo
/
vi
aspettiamo
conto
con
domani
Civitavecchia;
domani
(al fratello
fratello
Caro
1831.
agosto
alla
gnora
si-
pregatela
Salutatemi
G-avardini, Salvatori, Cassi, Baldas-
i
sini, Paoli,
gli
e
sufficientemente
darò
di
d'attorno
vivere
il
solo
al
per
mese
procurarmi
un
sarò
rifugiati
francese
via
decorosa.
poco
niuna
privazione
delle
forze,
mie
la
Y incapacità
di
in
un
patria
zatevi;
tranquilliz-
resto
sarà,
spero,
bella!
è così
cagione
mezzo
guadagnare
patimento
o
mi
e
assai
ritornare
Del
Ho
tra
dubito
di
contento
e
salute.
qualche
dei
numero
bene
sta
piena
giorno, piuttosto che
alcuna
maggiore
godo
il buon
scrivere
All'ultimo
riuscirvi.
per
possibile
tra
ma
;
di
pane
al
Io
innanzi
gire
per
Petrucci
comuni.
allegro.
fondo
qualche
amici
Addio.
Il
affezionatissimo
vostro
Terenzio
%
A
Monsieur
le
Caro
Mi
dolgo
vostri
dalla
penna
Godo
intanto
da
come
quale
e
voi
con
al
saluti
Petrucci.
marquis
amico
rispondendo
Monsieur
compatriota,
me:
dalla
del
caso
che
andasse
la
faccenda
sedendo
prefetto
del
vi
non
bene.
torni
del
cardinale
buon
governo
commesso
del
dimenticanza
sentirvi
dei
incaricato
l'obblio
che
spero
assaissimo
Voi,
lo abbiate
non
proceda
non
perché
ragionevolmente
molto
Pepoli
per
Marseille.
—
a
cuore.
Vorrei
molta
parare
im-
noia,
Albani,
eccettuò
il
le
5
di
case
piglio
ve
la
Scusate
briga
nulla
li 28
Parigi,
comandandomi
se
pur
1831.
ottobre
Verneuille
Rue
anziani.
utile.
vostro
a
degli
eravate
rivaletevi
e
minutamente
rammentiate
quando
comunale:
tassa
certa
una
ne
avvenuta
cosa
posso
che
speranza
come
da
possidenza
sua
28
N.
affezionatissimo
Vostro
Mamiani.
T.
3.
Caro
Mi
che
scriveste
del
politica
relazioni
che
del
dal
giorno
cosi
strane
i
il
più
che
si
desiderio
appunto
di
Non
in
(1) Pubblicata
pag.
62.
ed
è
il
dal
i
Gasp
siccome
interesse
buona
o
fatto
dunque
cui
acque
ad
da
sta
una
di
mala
che
Vita
di
Terenzio
subito
è inutile
sa,
reale
domina
prolungata
pace
fede
sia
questo
la
ciascuno
oggi
s'affaticano
ridere;
ha
ognuno
presumersi
principi
ari.
di
qualche
farci
più
un
parliamo
politico
principio
quello
è
Di
pace,
certe
Non
paese.
vogliamo
non
Un
sopra.
può.
piccole
rilevato
avere
povero
interpretazioni,
che
nostre
le mie
moto
scandagliare
di
se
questo
gabinetti,
vuole.
nostro
intervento
non
Pinsistervi
ora
lo
sulla
alle
intorno
posto in
credo
pel
speranza
più
ho
lume
qualche
me
impossibile, specialmente
tuttavia
particolare,
da
francese
servirvi
presso
buona
volevate
quantunque
e
cosa
(1).
ministero
Per
Provincie.
sia
amico
che
per
Mamiani.
nel
tempo
la
pace,
Cap.
IX,
6
V
voglia
almeno
è
certo
seguito
Intanto
della
vogliono.
perduto
di
anche
di
loro. Tutto
attiva
corrispondenza
Roma
e
la Francia
potrà risultare,
alle
vi
che
scrissi
riuscissero
Corti
loro
non
se
bisognava
spedire
rispettata
alcuna
luogo
tenesse
spedire
di
in
in
tutti
a
una
ben
a
di
tal
petizione
da
quanti
forma
di
corrispondenza
si
o
in
delle Corti. Avete
i nostri
di
di
il comunicare
plomatici
di-
questo, rimaneva
la
alle
indirizzo
osservato
Voi
questi
presso
che
da
principali,
l'originaleo
dei
con
ricorrere
qui
autorizzi
Petenti
che
i
copia
potenze
da
può, accompagnata
nome
passi
Comuni
ottenere
Credenziale,
sogna
Bi-
carità.
per
Credenziale
o
ne
all'energia,ma
persona
delle
persona
l'Austria,
confidenziale, perciò
qualche
potendosi
municazione
co-
qualche
se
impossibile
modo
per
Ho
cose.
danno.
nostro
pensavate
era
lettera
Non
da
quando
narra
affari,quello
prudenza
Uniti
che
ma
delle
fra
a
uniti.
vani,
estere
con
che
la
si
credere,
tutto
alle
immediata
ai nostri
tornerà
non
ho
non
ove
mantenuta
ora
intorno
conservarsi
sopratutto
Roma
è
fa
io
giungere
stato
qualche
ciò
mescolare
intanto
lo
(sic)
essi
che
Nota,
una
in
entrare
condizione
che
fatto
subito
di
francese
genuina
quello
non
forma
alcuna
facilmente
schiettezza
e
se
il ministro
in
questi diplomatici
con
Già
ed
istante, ed ho
speranza
ad
e
sulla
Romagna,
semplicità
con
si muoverà
non
istrutto
assai
le carte:
tutte
nuovo
passo
Immaginerete
un
intervento
sappiate che
d'essere
presente
di
conferenza
lunga
domandava
mani
tal
che
a
Protocollo.
secondo
un
con
imbrogliare
motivato
poco
in
Austria,
coi
una
a
tentica
au-
toscritta
sot-
tera
let-
entrare
tanti
rappresen-
giornali parlano
7
quasi
qualche
un
sempre
potendo disporre
non
di
vedere
fuori
travisate,
utili
delle
Salutate
riflessioni.
far
di
m'impedisce
gli
altri
Parigi,
la
me
grande
residenti,
altri
Voi
ho
pure
ad
cada
come
di
ben
la sorella.
e
Odoardo
e
momento
a
buone
voluto
farvi
ragioni
dei
uno
Londra;
a
alcune
che
e
fare
la mia
io
qui
persone
economica.
più
diversamente;
perché
abbia
io
non
sperato
che
Sapete
nominati.
pochezza,
dall'in tender
lontano
e
osservazione
questa
nell'animo,
essere
Parigi
per
zione
l'inten-
avete
avviata
mezzo
Rovere.
Della
scegliere
sufficientemente
sono
povertà
vostro
Mamiani
questo
cosa
alcuno
mia
il conte
stima
incaricati
avete
di
ambito
in
invece
parlava
vi
che
mandare
di
La
tagliate
1831.
T.
Imparo
dispiacere
e
cugina
Il
PS.
ma
Addio.
amici.
dicembre
3
il
nuove
fare?
Che
per
con
comuni
ho
cose,
meglio.
caramente
Ricordatemi
le
smorzate
o
nostre
arbitrio,
suo
a
delle
poco
e
io
o
nosco
co-
sopratutto
nulla.
mai
4.
A
Laura
Massa
della
ho
sempre
di
poter
voi
nudrito
(1) Questa
Parigi
nel
lettera
1832
per
volta
di
(1).
speranza
molto
io
non
precede
di
Everat.
presagiva
gli
Inni
incerta
de'
convenevolmente
dedica
li torchi
Castellani
Margherita
cugine
una
rimeritare
beneficii; tutta
a
dilette
sue
Io
e
che
sacri
vostri
i danni
pubblicati
a
8
fortuna
della
da
moltiplicherebbero
retribuire
del
Né
mio.
cuor
obbligo
siete; solo
riconoscente.
e
Del
affetto
ma
mi
ho
beni
contro
che
non
alla furia
levato, salvo
parlare
degli
labbro
al
benigna
Italiani?
piccol dono
P
in
turbine
mente
Io
quel
e
al
poetico
un'accoglienza
l'amico
ventura.
cui
quali
del
natura
manda
ebbi
vero
per
fo
vi
umile;
inopia
della
vi
che
molto
è
dunque
Fate
viate
rile-
ora
quando
e
da
conceduto
armonioso
l'animo
del-
affetto
che
improvvisa
forze
le
fondo
che
penna,
vvanzi
sopra
voi
come
intitolazione
mia
grande
mio
voglio
desiderabile;
cosa
io sottratti
me
del
pensieri. L'offerta
di
d'ogni
trovo
dalla
usciti
la sola
pure
nella
segno
serenità
e
quale
sterile
da
dal
l'ardenza
la veracità
questi versi,
ozio
poter far tralucere
vostre
e
vano
generose,
e
vita.
le
stretto
amorevoli
care,
modesto
un
desiderio
un
sare
abbas-
mia
misura
il trovarmi
pesa
bramerei
tutta
di
mi
persone
a
che
guisa
e
della
degna
con
ormai
sarà
non
opere
pertanto
in
me
ogni giorno
condizioni
le povere
all'estremo
Il
insufficienza
la mia
crescere
contro
vostro,
?
certo
della
amico
non
di
dato
mi
verrà
mi
riporrà
italiana; questo
de'
nostri
dimora
meco
di
decreto
distanza
io
Ma
tempo
il farvi
consonanza
di
e
di
il discorso
dedicazione
dei
vostri
di
senso
ancora
per
della
vita
terra
denza
corrispon-
gratitudine
più
forti
difetto
proveranno
luogo,
dolce
la
saranno
né
proscrizione,
oltre
il
e
continuamente
di
che
bene
so
animi
sopraccrescersi
per
l'aspetto sacro
occhi
gli
sotto
se
so
qual giorno della
né
rivedervi,
non
voltare
di
che
d'ogni
mai
per
vicende,
mali.
fino
di
qui,
questi
pensieri
io
reputo
inni
con
convenevole
eziandio
la intenzione
per
la
loro
9
Io
più recondita.
e
nebbia
ogni
fra
Dio
giusti,
assai
e
le
in
grandi
occhi
non
né
e
sconosciute,
quasi
di
more
al
Dio
giudizio
dalla
lume
del
auguste
che
del valore
fine nella
non
di
che
e
la
sempre
come
essere
prima
chiamati
a
a
Fa-
tra
conforme
incomincia
fanno
si
e
lei
i
stumi
co-
pano
parteci-
e
dei
tempi
di
e
questo
quegli Italiani,
le
rinnovarono
e
mai
viglie
mara-
gloriosi
dalla
figliuolid'una
senza
mente
grande
evangelica prescriveva
legge
l'uno
amarsi
mai
giacere ignude
in
se
ma
bene
riti, le leggi,
davvero
tutti
del
conflitto
cosa
posteri,
stri
vo-
cose,
Sentirono
ogni
a
nimi,
magna-
intendono
precipue
; beati
dei
ricordanza
in
e
che
radunansi
secolo
terzo
latino
cancellavano
patria
loro
e
così
pietà
pensiero
durano
i
dardia,
co-
riposta
in
civile
la vita
dell'avvenire.
speranze
la
ticano
dimen-
patria. Invece,
le memorie
suo
secondo
nel
della
La
a
darsi
potesse
popolo;
un
procederono
e
quelle
glorie nazionali,
di
tutti
modo
cioè
la
e
d' inette
cadde
vi
ac-
scambiano
produttiva
lei crescono,
con
che
gentili
sensi
e
rettissimo,
religione;
le
o
quello
e
vostro
venerande
le
di
prosperità politica,avessero
la
creare
le azioni
meritevoli.
non
pubbliche,
che
frivole,mentre
e
vane
forte, elevata
onde
più
vogliono
consigliatrice
la stimate
le virtù
che
pure,
nemica
rarsi
annove-
la abbiezione
veramente
e
più universale:
che
altri
da
riuscire
devoti
coloro,
con
opere
pare
volontà
una
fra
meno
gli
tra
santità
somma
dover
dei
incensi
la mansuetudine
e
né
di
gli
sciolto
da
siete
non
gione
reli-
la
cara
spirito,
puro
Voi
superstiziosa.
a
umiltà
con
avete
quelli,i quali opinano
cettevoli
dei
la coltivate
come
modo
che
di
so
l'altro
condurre
ad
come
eguali
effetto
con
e
telli,
fra-
savia
11
fra
Gradisco
pel
mio
assaissimo
lodi
Italiani
fanno
sul
Datemi,
Ricordatemi
intera
che
egregio
profonda
che
Tutti
una
doglianza
sima.
mede-
riscrivere,
nuove
di
degli
e
fate
tempo?
occasione
Bontà
mi
voi, mio
scienza
vostro
avete
di
E
la
lungo
conto
se
moglie
vostra
si
che
fede
ho
cuore.
camente.
recipro-
prova
rallegramenti
celata
da
diamcene
perché
dal
tenete
raccolta
avete
i
escono
amico, perchè
e
filosofia
di
corso
le vostre
di
dunque
; amiamoci
noi
affettuosamente
altri
al
buoni
i
amici.
comuni
Voltolini.
signor
Addio.
Parigi,
Rue
12
luglio
Clichy,
1834.
66.
affezionatissimo
Vostro
T.
Ma
mi
Amico
Della
ani
Rovere.
6.
A
Monsieur
le
Carissimo
Il
«
Liceo
quindi sapete
alla
avendo
vendibile
di
intere
volumi.
salvo
giornale che
le difficoltà
lo
Marseille.
à
amico,
finito
à
spaccio,
perché
si
non
i librai
quelle
di
comparire,
sa
per
bene
e
neanche
giornali
famosi
prarne
com-
il bureau
numero:
dove
ismerciano
non
giornali periodici
di
s' incontrano
che
spicciolata qualche
finito
;
è
»
Petrucci
marquis
trovarlo
numeri
le
e
staccati
di-
collezioni
divisi
in
12
Il
Manuale
«
Geografìa
di
lo
»
riceverete
con
questa.
Il
Regnoll
commissione
12
ottobre
Egli
saluta
vi
della
conto
caramente.
comandatemi.
1834.
Clichy,
Rue
Voi.
e
sempre
risposto sul
avervi
da
avuta
Amatemi
Li
dice
mi
66.
Tutto
vostro
Mamiani
T.
Rovere.
Della
7.
21
sei. Il mio
perciò
scrivo
non
modo
in
oculista
della
di
Mi
lozioni
di
dovuto
sospendere
il corpo
reuma.
malato
della
Teconomia
al
ferro
con
che
nell'acqua
di
diligenza
Difatti
di
là
;
ferro,
queste
potendo
non
rischiavo
a
zioni
fri-
medicatura
fredda
acqua
cagione
scaldare
e
qualche
Quanto
a
con
di
giorai
peg-
le
Soppresse
sorta
:
il mio
risolvere
il carbonato
invece
prescrisse
fece
anni
io
passato
cura.
ogni
due
stra
vo-
settimane
pannolini bagnati
insomma
locale.
caddi
i
di
due
o
mese
il che
da
dura
una
Il
metodo
belladonna,
tutto
in
la
pervenuta
che
d'occhi
notabile,
lauroceraso,
asciuttare
mal
sovente.
mutare
a
m'è
corrente
sensibilmente
cangia
non
del
ventuno
del
66.
Clichy,
fratello,
Carissimo
Oggi
1837.
marzo
Rue
ho
farmi
di
pochi
e
gliar
pi-
giorni
grippe.
ho
provato
generale, mangio
gran
d'assai
giovamento
buon
per
appetito,
13
le
racquisto
un
forze, ecc.,
riordinamento
hanno
migliorato
almeno
luce
la
dia
Salvatori.
tone
;
di
il
non
posso
sappia,
e
lo
non
più
tanto
di
questi
dee
non
fu
ch'io
signori,
acciò
un
mio
se-
sopprimere
a
che
male
pel
Bailly
che
del
farvi
che
voi
lavoro:
vostro
molto
di
avvisato
di
del
lo
il Libri
alla
copia
io
ma
»;
dunque
Riparate
».
un'altra
i
gere
legmia
ciò,
Bailly
«
di
di
del
ed
casa
io
e
e
»
avevo
non
di
tale
che
provvedano
sero
giun-
indugio
inquietezza, perchè
e
caldamente
assai
mi
; tale
consueto
disturbo
gran
franchi
cinquecento
tardi
giorni più
adunque
prego
tollerare
desiderio
doveva
che
il nolo
scadeva
al
».
sapere
cagione
che
senza
contento
copia
mostrò
Elogi
Elogi
rimaner
d'una
mi
degli
mi
del
senza
ch'egli
prosegua
nervoso.
all'Arago
«
ciò
nuca
presentarle
al Vieusseux
venti
alla
stibiato
copie
spedite
fo
mal
potrei
«
storditaggine,
Vi
io
di
pure
riferite
questo
vostro
vostri
«
che
forzato, è già tempo,
presentiate
occhi
i miei
vuole
cora
an-
credo,
poter passeggiare
consenso
le
ricevuto
riescono
io
funzioni
Tutto
che
tartaro
cagionava
Ho
di
mi
conseguenza,
Dio
se
dolore.
io fui
che
le frizioni
mi
e
:
Ditegli
e
i sonni
delle
ottenuto
mi
In
agitati.
poco
questo
avrò
solo
soldo.
un
scrivere
accidente
a
Vi
quei
si
non
ripeta.
Mi
è pur
carissima,
tengo
solo
di
mi
la
giunta
affligge
e
Farsaglia
«
voi
ringrazio
che
il mio
mal
»
e
Cassi, ch'io
del
lui
d'occhi
regalo,
del
m'
e
impedisca
poterla rileggere.
Ho
esservi
pensato
posto
a
Corfù
idoneo:
:
ma
rispondono
l'attendere
non
per
mi
ora
non
rincresce,
14
perchè
in
sono
alcuna
Vo
la
ma
pensando
perfetta
difficile
tornar
Scrivetemi
signora
ogni
dere
intrapren-
volete
per
di
quel
che
voi
mille
in
solitudine
cosa
spesso
madre
potere
quel che
a
lunga
e
non
d'occupazione.
sorte
eziandio
da
stato
uno
fa
mi
vivo
genere.
figliale.
d'amor
e
Alla
occhi.
buoni
avete
d'ossequio
cose
cui
Roma,
Addio.
Terenzio.
Il
PS.
elesse
fisici della
grand' importanza
e
dei
quattro
fare
suol
non
che
gli
primi
gli
per
ha
che
autori
gli
per
Salutate
considerazione.
molta
in
il che
cademia
l'Ac-
presentato:
di
commissione
una
Francia,
di
oggetti
fu
Paoli
del
manoscritto
comuni.
amici
8.
Parigi,
Carissimo
Io
che
mi
la
qual
che
Neppur
mi
pel
fatto
ho
ne
E
s'egli è
di
ritardo.
quest'immenso
e
né
ho
vicino
fastidi
marzo
il
giorno
come
più veduto
in
vi
100
che
pagarli,
io
semestre,
per
lo
dai
Virginio,
di
e
assai
non
marzo
di
dire
cosa
so
il
avvenga
prevedo
passato.
bitare
du-
pervenuto.
primi
non
e
plica,
re-
il banchiere
presso
vero
Temo
sia
fa
mi
e
fr. della
ricerca
stesso
vostra
angustia,
non
i
giunti
l'ordine
medesimo
6
riscontro
mio
sono
André-Cottier.
corso
del
tiene
mi
cosa
il
inutilmente
era
vostra
recapitata,
venne
maggio
fratello,
alla
risposi
1837.
26
Io
nuovi
vi
barazzi
im-
pregava
15
nell'antecedente
assai
assaissimo
sia
in
Vi
che
spero
Mi
è
vi
sia
che
pugnanza
tentare
l'aver
seguitato
ogni
in
madre
ne
In
presente,
mi
ringrazio
anche
Vi
l'effetto
comuni
la
non
io
ma
pure
Salvatori.
mio
peggio,
va
dalla
levatemi
fastidiosi
ossequio
Addio.
io
per
ha
mi
né
della
ma
nosa
pe-
15
vi
signora
impostare
Ve
maggio.
levato
di
e
pena
ripeto
Virginia
che
subito
nuove
ero
dei
sospetti. Ma
il danaro
alla
amici.
vostra
perché
mie
e
che
stesso
giunse
veduto
del
qui
ed
amore
ai
assai
darò
fin
:
del
re-
vivo.
filiale
quel tempo
sciolto molti
ho
cui
; ricordatemi
PS.
la
di
consigli
i
tutto
professori;
(deve) soddisfare
mi
e
cosa,
della
malgrado
alcuni
qui
sollecitamente,
in
cose
;
persiste.
Rispondetemi
Mille
mio
scientifico
vostro
setone,
l'effetto
fotobia
incertezza
altro
un
mese,
scritto
un
hanno
vederne
la
ancora
ciò
giunto.
vi
debbo
a
cora
an-
quando
sconcio
mezzo
uno
applicato
sono
Starem
d'un
più
domandare
per
tale
a
prego
potere.
spedii,
foglio
io vi
questa
con
riparare
a
vostro
e
che
non
il
né
stro.
vo-
potrò valutare
Addio.
setone.
Tutto
vostro
Terenzio.
9.
Mio
Il
fin
portatore
egregio amico,
di
dall'infanzia;
di
versi
quésta
è
gentili
è mio
giovane
e,
quel
compatriota
ed
amico
tore
scrit-
culto, ingegnoso,
che
vale
di
più,
è
one-
16
ed
stissimo
titoli
ha
mio
e
per
amor
glienze
che
ricevono
alla
al
cuore
da
le
chimiche,
scoperte
tue
prometterne
altre
molto
parlerà
d'un
disegno
e
suo
da
pure
le
paese
te
Ti
che
di
ufficio
di
Forlì,
così
Addio,
e
contare
suo
fa
fra
il
più
di
il 21
Parigi
de
Rue
della
tua
i
Malaguti,
sapienti
del
luglio
Clichy,
quali
non
riscono
gua-
la
segui
la
sua
di
vergogna
chimico
un
nobìl
tua
degno
di
1838.
66.
de
Malaguti
V établissement
Il
conoscenza.
tuo
Mamiani.
Monsieur
il
Matteucci
è il conte
Il
A
come
Pesaro.
europea.
Di
nutamente
mi-
vorrei.
all'Italia
suoi
costose.
nominato
tti
degli occhi,
come
buon
cessare
mio
rarle,
prepa-
obbligo
anco
Marze
compagno
cagione
presto
mio
per
degnissima
a
di
assai
avrò
ne
Giovanni
è
persona
corto
te
ti
imparare
istruirlo
proposito
averti
non
vedrai
che
Scrivo
di
egli
:
macchine
ch'io
Egli
nel
facile
e
da
natura
vorrebbe
e
le
con
famose.
e
e
stesso.
me
a
ora
amico
giovine
puoi,
fatto
M'avvedo
mio
sul
piaccia dunque
di
sono
pronto
certe
fabbrica
à d'introdurre
che
gazose
di
bisogno
senza
quali
metodo
un
scere
cono-
fai all'Italia
più grandi
bevande
v'abbia
se
Desidera
insigne
che
dell'onore
te
con
ac-
rispondono
e
tuo.
cotesta
questi
fargli quelle
a
i buoni
tutti
te
ragguagliatamente
rallegrarsi
prego
dell'animo
innata
cortesia
ti
io
Per
italiano.
tutto
Directeur
de
Sevres.
Chimiste
riera,
car-
non
brità
cele-
17
10.
fratello,
Caro
Ò
dirvi
a
innanzi
alla mente
all'Arago
voi
dall' Istituto
due
è
è
Brongniart
giornale dell'Istituto
«
donne
à
minutes
du
varie,
d'un
le 23
Pesaro
ainsi
Le
soir.
de
tremblement
pluspart
dans
des
celui-ci,Peau
5
ou
prima
pieds.
della
Se
»
l'eau
lettera
a
la
dans
qui s'observe,
fatta
n' avrei
puits
de
instants
mandato
aveste
55
moment
au
quelques
en
ne
me
les
que,
abaissement
terre
heures,
dans
tandis
monte
a
Il
Arago,
de
à 9
terre, mais
un
chiosa.
à M.
souvent
c'est
cas
dei
queste poche parole:
remarque
se
quale
qualche
juin dernier,
de
da
volentieri
assai
tremblement
un
niveau
cela
que
sur
ò
mandata
Beaumont,
sopra
che
prima
lettre adressée
une
dótails
quelques
ressenti
4
dans
Mamiani
M.
il
o
la
la nota
udita
à fatte
ne
e
che
letta ed
stata
; il
cose
questa
bene, vi fecero
so
non
di
mucchio
un
avviso
fare
menzione
,
nel
fogliettodel
del
suo
«
Courier
compilatore,
e
»; essendo
ciò
vi
sia
di
io molto
norma
intimo
per
Pav-
venire.
Fate
al
sapere
d'interrogare d' ufficio
che
gli è
commesso
il Biot
ed
in
à tale
2
il Libri
—
del
il
suo
manderà
Mamiani.
si rischia
PArago
la
pure
consiglia il
libro; ma
sul
ciò
addosso, che,
perdere
nostro
amico
mancato
rendiconto
è
alle calende
cosa
di
à
non
signor Biot
scioperataggine
principio,
Però
che
Paoli
come
mera
malità,
for-
greche,
scrissi
il manoscritto.
a
riscrivere
19
dunque
tornato
alla
è
poche
mezze
d'essere
lo
quadrimestre
giunse
a
serbo
di
fare
usate
e
Leggete
vi
Nel
di
prevenitelo
amicizia.
Voi
Di
li
Parigi,
del
mio
ciò
e
e
5
de
Rue
di
darete
signora
madre
scrivetemi
Clichy,
al
vi
e
al
e
vero
potualità
pun-
carità
nuove.
sue
credo
che
mio
il
baciate
non
ora
alla
sanità.
Salvatori,
sua
Cassi
per
chia
vec-
me.
Addio.
spesso.
del
agosto
foglio
alla
raccomandatemi
e
di
della
pure
scriverò
scritto
amore
mi
se
nacea.
pa-
franchi
approssimarmi
Abbracciate
bene
state
alla
mia
ordinario
prossimo
voi
obbligo
avrò
questa
allegrezza
avrà
Ringrazio
gione
guari-
mia
scrivo
vi
quanto
con
la
il
non
sembra
la
è
ma
starmi
acco-
alcune
non
mi
cinquanta
sapete
serviva.
se
v'aveva
già
adunque
quelli
avere
luce
sicura
per
franchi,
simile
che
mi
gli
Il
della
d'arnica
cinquanta
tempo.
Vincenzo
che
avendo
L'infusione
in
di
indietro
guardando
massime
alfine
applicare
posso
ma
scorso
sento
tolleranza
perfetta.
tenere
prego
né
ore,
rinato,
Per
La
guarigione.
compiuta
ancora
dove
Parigi,
a
1838.
66.
Il
vostro
affezionatissimo
Tkbenzio.
Ho
PS.
ecco
come
né
temerari
letto
la
bisogna
e
biografia
di
scrivere;
imprudenti
!
Merloni.
né
timidi
Alla
amici
buon'ora,
del
vero
20
11.
Chiarissimo
A
lei
piacque,
«
Raccoglitore
«
Rinnovamento
cortesia
eh' Ella
del
in
rimango
parte
cotesta
le fo
quale
la
grande
che
da
le
Così
desiderio
perchè
e
mia,
presente
che
piacesse
molta
contentezza
che
il mio
inchinata,
la
ne
di
dico
Pesaro,
a
la
stima
il
prova
gran
vi
forze;
l'avrà
appena
umanità
sua
ringrazio anticipatamente
amico
bligato.
ob-
io
le mie
non
mio
derle.
go-
le tengo
tutte
del
d'un
feste, non
segni della
qualità egregie
tuna,
for-
certamente
amico,
riceverà
rare
ripa-
le mani
a
come
fa
glio,
fo-
della
me
mettere
servirla,
ò fede
le
di
seppi;
A
ma
non
quanto
di
ò
io
di
e
io
graziarla
rin-
il mio
per
le
che
di
lei, mi
Marzetti
osservare
del
squisita
mortificato.
non
meglio
lui
le
con
cortesia,
a
professo
che
adopperei
veduta
costi
di
ricevuto
e
colpa
giungere
viene
Saprà
e
mai
dolente
di
ch'io
amico
intrinseco, signor Giovanni
mio
e
Ferrari
nel
libro
debito
parve
caldamente
abbia
non
che
io
me
più
signor Giuseppe
credere
il
il
al mio
parole
con
A
lettera
pubblicare
intorno
lodandolo
»,
di
anni,
articolo
un
benevolenza.
e
il
due
son
or
»
per
ma
signore,
ne
e
lo
certo
l'acdono
ren-
degno.
Scrivo
quali
a
corto
travagliosa
cenzierò
si
stento
da
de'
cagione
a
van
rimettendo
infermità
di
lei
prima
senza
miei
tre
poveri
della
anni
averla
occhi,
gravissima
; pure
non
esortata
mi
e
i
e
lipre-
21
gata
i suoi
continuare
a
ritrae
lume,
tanto
già
nobili
studi,
l'Italia
cui
maggiore
molto
un
e
da
ne
aspetta.
Di
affettuosa
di
Pieno
Parigi,
li 15
agosto
de
Clichy,
Rue
riconoscenza
66.
Servitore
obbligatissimo
Mamiani
Della
signor Michele
chiarissimo
chiaro
di-
e
1838.
del
T.
Al
le offero
me
Rovere.
Parma
Milano.
—
12.
12
li
Parigi
de
Rue
Caro
Ricevetti
se
di
fatelo
né
;
quando
per
fuori
A
i
mi
e
66.
con
500
questo
e
agraria
né
di
che
mi
voglia
che
pare
ò
nezia
Ve-
ancora
la memoria
stato
l'affogano;
faccende
Non
farò
è
onde
assaissimo,
mio.
per
arriveranno
primi
ogni modo
le vostre
garba
vostro
quello
anche
vi
franchi
l'Arago. Egli
le
insieme
Il Libri
citerà
e
Clichy,
1838.
ringraziare quei signori
conto
verso
più giorni
lettera.
di
li
delPAccademia
in
dirvi
riscuoterli
per
gli Atti
Paoli
debito
tempo
occasione
avete
del
fratello,
a
modo
nuovo
ottobre
quel
in
onde
fare
che
siderate
de-
provincia
io
della
dovreste
del
non
so
vostra
mandarla
la relazione.
saluta:
nel
4°
biografie con
volume
molta
della
lode.
sua
storia
22
Mi
cordiale
fin
che
gli
sia
mi
il
che
lui, di
da
sia
il
e
cosa
rimettergli
per
ed
delle
che
pure
Biot, valeva
col
talvolta
quanto
la passo
me
luogo
Sono
è
un
di
in
gran
Della
male.
E
risposta
tal
l'Istituto
le
rende
commissioni
il Paoli
alle
capitato
e
altro
patente,
né
che
gozio,
ne-
come
tere
riscuo-
partito. Tutto
materia
di
che
voglio
e
ms.
presso
a
lui
se
tengano
7 settembre.
del
carissima
sua
il
porge
dunque
righe
del
bisogna
qualche
del
mani
finale
giunta, di perdere
adunque
conto
nominate;
soppressione
risparmiare gli occhi, mi
Virginia imparo prima
quale
Virginia
all'afflizione
Le
principio
in
guadagno.
sono
la
dissi
a
condizione
al
tempo
Io
cosa.
Questo
alla
di
la
queste due
con
gli
che
all'Arago
scusatemi
interpretazioni:
chiedendo
volgerò
per
chiaro
effetto
ad
po'
gnificar
si-
mi
una
poi
penserà
volea
non
messa
un
a
risoluzione
l'essere
sembra
mi
ancora
ostante
è accaduto.
si
e
darò
radamente
rischio,
delle
occasione
io
ma
quella
non
mente
a
non
opere
dissi
ciò
Io
dato
all'Arago,
cioè
ripeto che
ora
parole,
se
vedendo
non
tenea
termini
quali
con
abbia
come
delle
ms.
gli
ringraziovi
e
bene
so
non
e
scrivere
tornato
tempo
io
senso
altra
Io
usate.
espresso
scambiare
onesto,
: era
servo.
dall'infanzia
avete
al Paoli
Dite
Vincenzo
che
amico
pili
obbligo
carità
del nostro
cuore
molto
e
molto
io
il
piange
ottime
incomodo
è
la
il
stato
belli, sani, graziosi
merita
che
nuove
questo
dee
bene
cagionarle
della
guarigione
e
suo
? Vorrei
sarebbe
il male
signora
Pei
Madre
che
gliuole
fi-
suoi
di
il
sì, che
compenso
stare
mi
di
vannino.
Gio-
danno
23
consolazione.
continua
guarire credo
a
di
cui
fermamente
mi
nuovo
rallegro
Io
raccomando.
l'ammiranda
con
s'io sto
di doverlo
rallegrarmi
prima
senza
che
Ditele
alle
de' vostri
quale
parecchi
dei
vostri
col
e
vi
pe' capelli a praticare
ad
trascina
le
amare
si fa
grandi
di
giuoco
dagli
eterni
a
nobili
e
che
adagi
d'ogni
cose:
Ella
le
anzi
mi
sforza
principj
bene
pel
tal
modo
e
Ella
quali discordano
scolpito nel
à
sta
que-
si
il bene
per
filosofie
le
tutte
studi
la
contradire
orazioni
sue
natura,
di
punto
chiuderò
non
a
fatto
in
e
cuore
l'intellet
nel-
Addio.
uomo.
Terenzio.
13.
fratello,
Caro
Nella
del
tornata
4
di
all'Istituto
la
le
seguenti
óté
terre
maison
la
des
la ville
Il Libri
fatto
de
le
lungo
du
frères
che
M.
lettera
de
puits de Pesaro,
23
rue
s'eleva
entre
assisteva
alla
del
ne
vostro
24
Della
dont
il
dejà
a
mais
pas,
de
tremblement
juin
Dans
1838.
Saint-Rocco,
au
4
»
et 5
vere
Ro-
dans
niveau
preceda
de
secousse
au
Giorgi
discorso
sul
scrive
ne
Mamiani
changement
le
nuit
l'eau
de
lettre
immediatement
de
seconda
l'Accademie,
à
question
suivit
que
aquifère
la nappe
vostra
municato
co-
:
d'une
Arago,
à M.
de
parole
Il resuite
«
mese
giornale dell'Istituto
terremotodiPesaro.il
ha
Arago
questo
pieds.
seduta
scritto
centre
che
dice
mi
e
che
la
V
fu
Arago
24
parlò
ne
Ora
e
gran
lode. Evviva
bisogna
attendere
con
insti tuire
sopratutto
che
si
a
lavoro,
è pur
d'occhi
prende
che
Del
ad
di
tratta
fanno,
mi
grande
delle
Grodo
buone
di
Virginiuccia.
ricevo
riscontro.
e
che
di
fa
la
non
sua
ch'io
posta,
qualora
si
consolazione
che
di
rincresce
mi
bado
vederle
da
0
al mio
scritto
vuol
Salvatori, ma
vendicarsi
ogni
a
generoso:
del
modo
due
sommamente
non
silenzio
mio
fategli sapere
versi
soli
sulle
maremme
scrittimi
mano.
Che
merito
Ho
d'un
quasi morente.
vostre, della signora Madre
nuove
Se
gradirei
io
solo
perduto
in capo
Iddio
Sa
e
la
per
noi
con
rado.
di
troppo
franco
lettere?
vostre
è
vi salta
altro, come
qualche
spendere
Bidone
Paoli:
e
l'à
mal
molta
à
abbiamo
tempo
pera
dell'o-
d'un
e
il diavolo
di
mese
un
Weltz
De
Nego,
Passando
a
In
italiani.
fate
che
maligno
assai
Insomma
Il Libri
è affetto
Egli
cuore.
abito
col mio.
somiglianza
poveri
di
saluta
vi
e
sua
che
strumenti
dell'elogio stragrande
grato
modo
miglior
avete, ripiegando, supplendo, raffazzonando.
vi
seppe.
Giu-
caro
altro
nel
quegli
con
mio
qualche
esperienze
dire
voglio
può,
dunque
à cotesto
anche
veduto
tal Crescimbeni
Non
mi
Accademia
nostra
dei
avverrà
citato
; è forse
mai
sono
romanzo
giunti
nuovi,
i
e
lavoro
Senigagliese
da
agraria,
un
mane?
ro-
di
fisica
?
Marsiglia gli Atti
il simile
quali
mi
della
(presuppongo)
d'avermi
accennate
spediti.
Io
non
rientrare
affatto
so
in
d'impararlo
grazia
:
che
quello
di
certo
che
Santa
se
è
Chiesa,
cosa
di
occorre
la
e
quale
fare
gradirò
non
per
assai
contrad-
25
alle mie
dica
il carattere
né
farlo
a
termini
•
la
i loro
e
Scrivetemi
de'
Parigi
li 11
de
Rue
di
e
il
quelli degli
vonarola
Sa-
si
e
si fatto
lascia
amici
Cassi
al
addietro
coraggiat
in-
e
poiché
versione
nuova
stile
in
mille
in
chiavi
sante
affettuosamente
di
contemporanei
(Addio)
studi
vostri
alcuna
maestro
sempre
seguaci.
ad
gran
ò
professava Dante,
che
Ricordatemi
comuni.
delle
gnità
di-
simo
dispostis-
Che
meglio.
riverenza
modi
e
la mia
né
italiano, sono
buon
desidero
non
e
offenda
non
e
di
nelFan#no
avuto
quei
convinzioni
è
si
tutti
i
arringo.
volte.
del
marzo
Clichy,
1839.
66.
Il vostro
affezionatissimo
Terenzio.
14.
A
D'Ancona
Sanson
(1).
Parigi,
Mi
del
ricercate
scrivonsi
in
oggi
la materia
è vasta
domandano
per
estesa
mio
e
tacendo, più
vi
imperito,
(1) Pubblicata
D'Ancona.
—
come
difficile,
esporrò
Roma,
e
alla
cosi
:
In
tip. Nazionale,
per
che
schivo
prima
memoria
pagg.
taluni
del
31-37.
comm.
che
quelle che
cognizione
Tuttavolta
inurbano
nell'opuscolo
tutte
una
umana.
che
cose
pedagogia. Sapete
sulla
fondamento
dell'indole
1839.
agosto
alle
intorno
parere
Italia
10
molto
brare,
sem-
non
modesto
e
concetti,
Sansone
27
Similmente
da
io
in
porsi
dove
sole
le
per
rozze
e
cresca
più;
e
fina
del
sentire
diligenti che
e
ordegni
silvestri
trove;
alle
gentili
tutte
e
all'aria
comecché
E
clima
la
oltremodo,
in
della
ed
in
pianta
al
tutti
umana
di
è molto
Italia
gegno,
dell'in-
felicità
dell'indole
e
intorno
fatiche, là
e
cure
lasciano
squisito
sere
es-
nobilissime, se male,
cagione principalmente
a
forma
loro
giardinieri stare
i
qualunque
gentile
e
nella
nature
il fecondarle.
e
sotto
e
vedi
mille
con
l'allevarle
i terreni
le
tu
: e
fini
piante
educatrici
coltivate, riescono
pessime
riescono
discipline
sottili
e
domandando
ben
quali, se
le
debbano
più ingegnose
cosi
alle
fra noi
uso
molto
che
stimo
mente
profonda-
trasmutabile.
Queste
vede
dai
e
pitagorici,i
studiare
istituti
cui
considerare
e
vremmo
do-
d'educazione
che
solerzia
più
con
dagli
massime
antichi,
nostri
si
(come
bene
assai
intese
storie) dai
le
per
etrusci
furono
verità
si fa.
non
Noi
quegli
dire
fra
noteremmo
istituti
le altre
stata
essere
repressiva
:
l'altra
moderatrice
propriamente
ambedue
porzione
una
cose,
e
cosi
per
insegnativa
dominato
di
ed
istitutrice,ma
in
severità
pari energia
;e
questo perché la prima
l'ardore
la
intemperanza
dovea
e
una
lottare
e
con
gli animi
capaci
giunge
a
una
e
la
e
l'altra dovea
condurre
volontà
d'ogni
delle
con
abito.
cose,
esercizi
che
per
pari
nale
meridiodello
gl'ingegni
di
né
privilegiata natura,
una
indocilità
quell'altezzaprodigiosa,
alla sommità
della
facoltà
e
l'invidia,l'orgoglio
con
spirito individuale:
e
avere
cui
li rende
altrimenti
is forzo
si
tinuo
con-
travagliosi d'ogni
28
Ora,
che
io presumo
antica
si
quel vigore
molto
approprino
quella
e
condizioni
alle
bene
severità
tuali
at-
d'Italia.
Imperocché,
menti
agli eccessi,
correnti
le
discipline
che
acuti, gli studi
e
credenze,
meno
sembra
parte
i caratteri
e
si
mentate,
addorriti,
immiseed
pili frequenti
lunghi
e
la
con
che
si
fiamma
vinca
tusiasmo
dell'en-
quella voluttuosa
fatiche
delle
l'aria
stessa, nonché
cui
assai
giacciono
siano
e
e
rimessamente,
l'uso
le
i
e
persone
oggidì impregnata.
sembra
luoghi,
laboriosi
delle
con
di
ignavia,
neghittosi
oggidì
sono
questa
le virtù
ove
gli sproni
più
l'efficacia
con
animi
andare
possano
gli ingegni
conviene
da
però
e
dall'altra,che,
osservi
gli
e
molli, le passioni mitigate
intiepiditi e
che
le
se
cupidinis
Evadenda
Pravi
elementa
sunt
et
nimis
tenerae
asperioribus
Mentes
Formandae
studiis.
(Horat.).
Certo,
si vuol
non
quantunque
a
dimenticare
strette, vigorose
ad
consentite
essere
di
miglianza
la
e
delle
della
fini
io
far
debbono
credenze
comuni,
per
della
e
saggezza
e
credere
che
in
le
a
cui
che
la
viene
gl'Italiani
non
affetti
base,
reggono
ordinata.
imparino
e
tevole
accet-
e
degli
prestano
si-
a
e
onorata
virtù
anno
iscorare
non
e
bella,
equità,
generosi
collo
convincere
cosi
che
sul
in
persuadere
subordinazione,
altissimi
son
debbono
sideri
io le de-
oltremodo,
poste
non
ragione,
infine,
invilire:
e
discipline,
padri
nostri
consistenti
e
giogo,
la
ischiacciare
dei
imitazione
tali
che
come
e
dei
Né
mai
29
altrimenti
quella
nobile,
quella
e
quale
la
Alpi,
avi
Dopo
copiose
per
se
io torno
che
trattano
la
del
tutte
bene
accomodati
potenti,
pericoli
viva
quella
all'atto
Non
uniforme
la
con
regole,
tornare
popoli,
ma
fatiche
infinite
forza
sonnolenza
ogni
molestie
individuale
la
presso
di
e
di
ora
e
adeguati
di
oltre
sostenere
e
ostacolo
ritrova
come
esemplari
le
a
e
dinazione,
la subor-
e
gelosie nu-
quei precetti
di
presso
altri
difficoltà
alle
generale
V incuria
la
letto
intel-
delP
più avvezzarsi
impedimenti
propria potenza,
Forse
pisce
conce-
conciliare
la docilità
e
tener
man-
tende.
vi
degli
noi, ove,
di
giunge
e
difficoltà,
Pindipendenza
e
dover
che
speciali a
coraggio.
sufficienti
e
provocare
Porgoglio
ordinarie, bisogna
la
ad
non
il
todi
me-
ogni specie
ostinatamente
spontanea
tiche
pra-
affetti
di
indomabile,
autorità
estinguendo
fomentare
e
possono
e
fare
a
ed
drire
Punita,
alle
e
fiamma
a
per
iscorgo
non
ma
qualunque
e
ottimi
compassione,
contro
voglia
zione,
educa-
gratitudine,
gran
iscorgo provvedimenti
con
la
sventure,
disegno
vasto
individualità
delle
di
e
stampe
del?
voi
pietà religiosa
l'animo
attraverso
per
un
i
presso
sulle
alla
e
svegliare
a
di
danni,
là dalle
rincontrarvi
cuore
privato,
fortificare
a
il
della
di
di
vero
tenerezza
dettati
ai
fra
formare
fomentarvi
Pocchio
con
dir
a
per
formarlo
di
produsse
ne
e
coordinate,
azioni
producendo
va
d'assai
sembra
documenti
di
ragionata
nostri.
questo,
mi
perfetta
unità
maggiore
Romani
obbedienza
e
maraviglie
tante
e
molto
docilità
battere
com-
a
corre
oc-
ove
;
dagli accidiosi
infortuni,
pari
cosi
sottoporla
ove
e
a
la
tare
dila-
razionai-
30
all'altrui
mente
di
prosperità
Ma
io
di
o
e
che
io
le
ed
vede
sommamente
una
volontà
V
grire
sé,
mai
Ora,
si
in
suo
il
educata
a
vasti
e
di
insorga
probabile;
zelo
o
d'ingegno,
per
ma
pensier
ferva
e
che
cose
e
e
questo
vanità
si
per
quale
il
petto
e
intorno
di
si ostini
più
l'adempimento
non
il
magnanimi.
corrobori
si
un
stenza
persi-
con
concepimenti
e
movimento
com-
spirito. Né
di colui
noi,
quale
il
grave
un
dello
affetti vivi
la volontà
di
dentro
riaffacciando
verrà
si
fra le altre
di
sciarlo
la-
non
altissimo,
facoltà
al
oggetto
apparisca
cetto
con-
profondo, quale
e
induca
e
cuore
le
tutte
tempo
saldo
scopo
non
poi
conviene
mento
d'uno
efficacia,se
per
Perché
ispi-
necessità
può rampollare
non
scopo
la mente
acceso
ognun
delicatezze
e
volere
un
sé tutto
simigliante
avrà
volontà
una
all'animo, dargli
valentia
vista
in
ed
nerare
inge-
a
imperocché
di
a
Italia
in
cioè
petti
dovere
lascivie
che
pensi
di
riempia
nazione,
cospirare
nostri
fatta
dare
della
torno
in-
riposare.
che
salvo
nei
cose
raccolte
d'educazione,
cosi
descrivendo,
vo
P indole
le
tutte
osservazioni
e
meno
Nondi-
lettera.
per
dovrebbono
nelle
e
che
farle
a
più particolari
questa
operativa;
ingegno,
di
il
tempi
abbarbicare
e
o
rebbero
richiede-
prove
molti
e
di
le
i documenti
e
salvezza
critiche,
debite
dire,
per
dei
qualità
istituti
forte
e
singolarmente
questo
gli
di
innanzi
qui
notate
delle
spazio
rimarrò
non
di
o
mie
copiose,
lo
comporta
non
tali
fornite
dilucidazioni
che
comune
gloria.
m'accorgo
chiare, patenti
fine
un
per
per
giovanile
per
l'esperienza
quel
in
più,
del
accensione
o
a
fine
verchia
so-
allucina-
presa
delle
31
forze
proprie
di
l'abito
per
mondo
importano,
cose
della
e
che
mollizie,
le
vani,
nostri
il
che
lo
e
spirito
parte
cautela
mal
uomini,
né
del
mondo,
la
perché
voleri
saldi
speranze
e
possedere,
e
a
natura
che
delle
illustratore
filosofia educatrice
assiduamente
sceverandole
che
membra
le
e
i
vizi
per
e
le
suoi
discorsi
il
dei
e
avvezzi
ne
disagio
robusti
con
a
il
e
cizi
eser-
silenzio; che
il
timidezza
e
per
degli
brutture
il
aspetti
gran
ad
discretamente
saperlo leggere.
di
in
veri
quei
lo
eterni
coscienza
ogni
consiste, per
mio
veri
gran
in
e
quelle
sa
umana
e
quelle
della
precipua
avviso,
nel
speranze
diligenza
da
tutto
di
vino
è di-
spirito del Vangelo
l'arte
quei
dei
il germe
sé
per
fecondatore,
con
il
e
tempi
ora
ignorare
quali
e
zionali
ra-
cazione
d'edu-
metodo
un
metodo
presta
profondi
e
mille
a
fantasia
della
l'apra e sfogli
ma
gravi
convinzioni
nostri
sfiguri nei
o
sublimi
dei
le
consigliata
chiuda
studi
troppe celie, i
il sonno,
ora
apparecchiati
animi
le
un
faccia
non
delle
la meditazione
con
cace
perspi-
all'austerità,a fuggire
vuole
invigorisca
quali
gl'istinti generosi
quella
frivolezze
Si
i
e
cazione
d'edu-
maniere,
belle. Si vuole
fame,
la
d'altra
libro
la virtù
arti
infinite
or
dolore,
sottili
bamboleggiare,
giovani.
tollerare
molto
assuefaccia
ne
mille
per
le
altrettanto
a
;
cognizioni,
metodo
un
gioventù
religione, or
delle
linguaggio
E
alimenti
adoperando
lei,ora
la
di
Tutte
uomini.
asseriva,
adusi
trovati
con
larghezza
gagliardo
e
fino,il quale
riprese,
di
io
severo
laboriosi,e
assai
fatiche, le privazioni
degli
e
saputi affrontare
rischi
le
come
quanto
e
dei
sufficiente
una
del
notizia
virtù
sostenere
travagli, per
e
in
e
tivare
col-
tive,
istinciò
32
che
di
falso, di violento,
di
servile
v'
infra
grandi
confini
i certi
si
farli
e
perfetta
civile ;
del
materia,
cuore,
cosi
quei negozi
Ma
io
astratto
riconosco
nel
appunto
utilità, né
né
fin
poco
di
cioè
forma
particolare
nostro
cielo ridente
questo
che
e
questo
artefatti, ci allettano
troppo
insopportabile
quanto
distrazioni
ai
spirito
mai,
e
di
quasi
frequente
di
con
gradevoli ;
poca
lo
ficiente
suf-
una
una
Questo
educazione.
suolo
amenissimo,
molti
piaceri
nostro
cosi
industria
bollor
noi
e
e
l'ozio
alla voluttà:
stesso
che
conviene
malgrado
ciba, per
e
non
io ò annunciato
gaio, faceto
nostro
casi,
io credo
settentrionali, à per
abbellisce
ci procura
di
nostro
condito
e
ai
Italiani
agli
difficoltà
sorga
che
in
accennare
Pure
quello
ficuo
pro-
Stato.
V
esaminato
tutti
molto
assestare
peculiare
e
facile
vivere
lo
ed
loro
solo
un
in
massima
convincimento.
qui esposto
principio,
dello
cui
saperle
dimostrazione
in
la
certe
e
torna
che
nuovo
dottrine,
questa
per
di
di
operare
esso
al bene
necessario
bene
sentimenti
desiderio
solo
cui
in
dei
e
al
rispetto alla,
solo
un
frangenti,
talvolta
e
dal
e
necessaria
indurranno
produrranno
quella
a
compiuta
fede, un
la
denza
indipen-
la
e
degli affetti
cose
a
nuoceranno
è
nendo
rima-
eziandio
ma
franchezza
non
e
ispirazione,
gli animi
comunanza
come
sola
una
dovere,
reca
la
naturale
che
azioni
Cosi,
uomini.
energici,
la
la uniformità
e
supremi
giace
di
superstizioso
scaldare
nulla
per
imperocché
credenze
della
ed
operosi
dell'ingegno
unità
gli
potranno
individualità,
estrema
basso, di
introdotto
anno
solamente
non
di
non
ci invitano
che
è
cezza;
dol-
gran
conversevole
dire, lo
e
spesa
del
mento,
svagamille
sangue
ci
83
alle
trascina
nell'
lascivie, la
imparare
fatica
senza
una
a
A
i
rimedi:
ciò
dell'animo
la
che
scosse
elle
di educazione
questa
maniera
e
le
novità
sono
i
quantunque
le
somiglianza
con
la
fossero
quali
le
logorare
essi
quindi
il
e
silenzi
e
di
quelle
quel parlare
le
vie
al
per
tutte
bene,
e
figure
dei
del
3
—
Mamiani.
e
chiamare
delle
V
abbiano
del
E
poca
loro
tempo
nostri, non
in
di
servitù
tanto
per-
tempi
ricomparire
degli animi;
tempra
zione,
dell'educa-
magistero
considerare
a
più
filosofo,
troveremo,
di
per
quei prolungati
eh'
erano
la
scorgerà
per
sensi
riti, la vaghezza
dei
si
sieno
uguagliati.
affannose
Allora
umano
credo
cessavano
non
prenderemo
prove
quei
all'ozio, alle libidini,
la
di
di
E
cuore
non
i vizi
il
la mente
del
dei
alla
poco
vile,
cidai
la pensassero
stimo, le ragioni riposte
novizi.
ai
per
con
noi
sioni
pas-
fatti,che
innanzi.
poco
sociali
e
opponevano
se
delle
cancellate
neppure
bagordo
a
di
fiacchezza
dei
vita
loro
inclinati
poco
quale
io
che
ciò
a
tenti
con-
sorte
tumulto
la scienza
per
tendenze
al
e
vi
minuto
per
che
me
il contrario
più parte
tranquillie più
di
qui
moderne,
quelle naturali
e
a
la
e
grado
a
riferiti
condizioni
svagamento
porge
speciali dell'ordine
superati, forse
ancora
ci
due
non
prepotente
pratiche disciplinari della
stati
allo
dal
grado
a
sembra
antichi,
se
vinte
e
condizioni
metodi
nostri
lezza
agevo-
ci fa stare
lascivia, l'inerzia
in certe
insorgono
avvisare
so
dalla
e
arti
e
mediocrità.
non
sono
virili
o
io
che
o
praticar le
piaceri dell' intelletto,e
povera
tutto
nel
e
spontaneità
stessa
date
domandi
sapienza
simboli, dell'insinuare
profondo
amore
a
arti
soccorso
e
ed
tuale
abi-
la solennità
singolarmente
la
35
signóre
ad
assioma,
far
altri
un
sempre
la
e
ogni
d'altra
parte
«
si
ch'io
e
della
tali
sono
Sono
la
seria
mi-
io
poveri
i
gravi
delli
profitti
buon
ogni
penso
male
e
studi
cicaleggio
nuovi
cano
moltipli-
si
agli
tanti
e
e
scioli;
che
il
polo
po-
italiano
vervi
do-
sua.
d'un
m'accenna
dell'Alpi
L'avvoltoio
può
vedere
i
penna
rapidità
ignorante
di
assai
sua
nuoceranno
l'opera
Marzetti
si
articolo
suo
un
godo
d'Italia.
eh'
prestare
letto
ò
aiutare
all'
ritrarrà
ne
Il
Roma
cantone
pascolo
daranno
che
tempi.
probabilmente
scritti;
sembra
me
ostante
non
maravigliosa
con
a
vera,
mondo
ch'io
ad
che
in
ma
dei
di
»
apparecchiato
giornali
al
Baldassini
Album
nell'«
nemmanco
bene
gran
che
verità
una
sembra
tristizia
al
Dite
fatto
col
prova
»:
che
è
intitolato
giornale
scritto,
questo
e
dove
pubblica?
di
Addio
dosso,
Di
e
se
Parigi,
Rue
vi
troppo
li
12
de
la
Scusate
cuore.
agosto
Clichy,
pesa
dei
briga
che
vi
pongo
sul
gettatela.
1839.
66.
affezionatissimo
Vostro
Terenzio.
PS.
Leggo
della
di
una
Mariuccia?
Mattioli
che
canta:
è
forse
gliuola
fi-
86
16.
li 28
Parigi,
de
Rue
Caro
0
all'abolizione
delle
avendo
non
mi
ai
le vostre
degli imponderabili,
in
fermo
un'opera
una
vi
nuovi
concetti
molto
le
forse
Ma
ponderabili.
ogni modo,
dei
se
potersene
avere
un
cenno
vi
di
schiena
e
dei
corpi
e
lo
assai
ponderabili
io
eh' io andrò
a
e
dire
meno,
al-
o
a
cielo
d'esibire
io
puto
re-
a
quelle
più
dei
i
di
accostare
non
peggio.
e
indicazioni,
migliori
Leggi
sfogliarlaperché
fandonie
dico
di
sito
propo-
degli atomi;
sembrano
mi
con
lodare
si propone
occorrono
qui
luce,
quale
sull'etere
dottrine
alla
la
utile
sarebbe
le
voglia
Sento
dell'Avogadro
cazioni
indi-
biografie
oltre
che
mandarle
a
delle
date
mi
e
capo.
venirne
universale
che
io penso
di
convien
raccogliere
dissertazioni
quale
di
mi
circa
all'attualità
nuova
ci lavorate
che
di
teorica
che
la
profitto;ma
che
più, quella frase
e
procinto
almeno
La
industrie
dettato
mio
di
speranza
oltremodo,
voi
fo
ne
che
principi
adeguate.
e
ristampare
consola
essere
fine questo
buona
precise
voler
a
e
tariffe,m'accorgo
piuttosto guardare
cose
ringrazio
per
corrente.
alle
intorno
vi
voglio condurre
franchi
dell'anno
mandate
mi
napolitano
e
66.
Clichy,
li 435
settimane,
quadrimestre
che
notizie
romane
s' io
due
son
dell'ultimo
Delle
1839.
fratello,
riscosso,
conto
del
ottobre
e
A
pensaste
numerose,
prender lingua
vetene
scripresso
37
questi sapienti
che
portavoce
che
induttive
castelli
Fanno
a
è
dir
vero,
soverchia
una
Io
notabile
e
favella
Della
mi
lo
Vi
vorrei
voglio
del
garvi
pre-
linguaggio;
Merloni
nostro
notai
quale potete
viltà
nostra
darvi
guar-
questa
dico
Pro
che
il
II
il
costerebbe
il
più
cese
fran-
tristo
un
pudor
farlo,eccetto
per
che
moderna
nostra
divenuta
teria
ma-
io stimo
soggezione
e
quello della
italiane.
giunti
dei
doppio,
che
caso
e
voleste
agrario,
invece
ma
codesto
di
elogio
il vostro
né
peranco
regolamenti
un
del
grosso
ospedale
che
prosperi.
scrissi
ed
à mai
Dasti
lunga
ufficiosa
e
tesissima
del
con
la
suo
romanzo.
spiacerebbe
non
ricevuta
quanto
quale
poco
v' informiate
perché
riscrivo
ora
giovane
copie
generali.
pure
linguaggio, perché
il fascicolo
esemplare
queste
pedantesca
per
sia
vi
sono
né
Lomeni,
in
forbici.
alle
Non
proprietà
iperbole, è
senza
ragione
scampare
tutti
cosa
dalla
e
vergognoso
stampa
vedo
Dio
del
desinenze
con
non
frivola
segni della
che,
viso
V'av-
purché vogliate.
purità
i
tutti
D'una
trascuratezza
che.
solito, ma
per
la
di
sa
di
di
o
leggi fisiche
nell'elogio del
ò per
non
della
fra
abbiate
bene
assai
non
di
si pescano.
che
ed
comunicatore
più
astratte
Ispagna
in
e
lavorano
e
che
quel
sapere
d'arco
parla
e
suona
Tedeschi
i
materie
che,
servirò
e
risposta
una
potei
ad
una
il dono
accompagnò
l'avessero
Se
perché
avrei
che
lettera
sua
di
feci
cor-
due
mi
trattenuta
taccia
di
il
se
villano
e
superbo.
Mi
chiedete
sta
per
della
uscire;
storia
del
il ritardo
Libri;
è
il
suo
proceduto
terzo
in
lume
vo-
gran
38
parte da
d'occhio
à tribulato
che
l'autore
qualche tempo.
per
Mille
Addio.
Madre.
al
fiero mal
un
d'ossequio
cose
Ricordatemi
agli
amici
Salvatori, al Perfetti,
zetti, al Bertuccioli.
d'affetto
e
signora
comuni, segnatamente
al Cassi
Addio
alla
di
Mar-
Giovannino
a
nuovo.
Terenzio.
17.
A
Amèdee
Monsieur
directeur
la
de
«
Eevue
Pichot,
Britannique
(1).
»
Monsieur,
J'ai
dans
lu,
article
un
et
conte
signó
juge
de
M.
à
des
conclue
Le
«
signature,
à
«
absent.
dis
«
que
«
les
26
le
(mars)
Je
verbal
Scritti
1853, pagg.
de
mais
M.
j'ai
Terenzio
à
du
25,
Mamiani.
je
disposition
où
dit:
leur
seul, qui ótait
figure
ne
ma
provisoire
apposèrent
Pepoli
Mamiani
séance
politici di
599-40.
ministres
de
volution
re-
capitulation
Benvenuti,
Pepoli seul, quoique
de
la
la
de
Cardinal
Pexception
nom
autres;
les
la
1831.
en
le
ra-
de
le Grouvernement
et
tous
écrivain
cet
compte
entre
Provinces-Unies
«
(1)
centrale
rendant
en
où
Revue,
votre
les événemens
manière
sa
de
numero
Mazzini,
par
V Italie
Mazzini,
d'Ancone
dernier
le
est
—
sache
pas
parmi
le
se
procès-
décrétóe
Firenze,
bien
Le
la
ca-
Monnier,
39
«
pitulation,
dont
«
fication
où
Il
et
dans
a
y
regarde,
la
Pesaro
seul
bien
été
témoins
la
une
erreur
tiens
du
la
ni
Ce
dit
signature
majorité
roles
dans
duit
fut
on
décidée
ignoro
que
rectifiée
document
Votre
la
de
pour
tei
acte
vóritó
des
M.
parie
Mazzini,
traité
un
Benvenuti
de
tulation
capi-
précisément
porter
ces
sur
la
à
fut prise
pa-
attention,
son
demeurée
soit
pièce authentique
par
publióe
1831,
dont
devait
plus
erreur
mandi,
de
la
que
il est
en
ont
mains.
ses
Mais
qui
qu'un
sait
constater
c'est
Mazzini
vrai
cela
que
établi
avait
d'entamer
voix, et
M.
que
s'il est
de
que
Cardinal
le
des
ainsi
la
à
procès-verbale
au
monde
le
résolution
avec
adhérer
personnes
qu'on
procés-verbal,
la
que
à
rapportés.
sont
mème
il residait
ni
les
toutes
tout
valeur
y
n'é-
Pepoli
et
moi,
c'est
signer,
ma
róunion,
qui
M.
voulu
n'a
sóance, d'après l'usage
faits
me
fait.
du
d'autre
qui
préfet.
par
j'ai appose
n'a
fait
de
Grouvernement,
de
rati-
rectifier.
à
qui
reconnu
chaque
et
lignea
la
que
joint. »
capitulation d'Ancóne,
capitulation,
Si
trouve
ministre
est
n'est
se
qualitó
en
26
nom
je
membre
pas
Le
ces
du
traitó
son
que
de
Lors
tait
et
le
facile
dit que
à l'unanimi
cette
par
dont
erreur
du
capitulation
té. Dans
de
M.
ce
ainsi
et
été
inAr-
événemens
du
26
M.
Mazzini
a
été
qu'on le
voit
la
trouverez
politesse, Monsieur,
cas,
Armandi
a
general
les
après
mois
la
lui-mème,
vous
qu'il
croire
brochure
une
quelques
il est
de
mars
avouée
par
le
copie ci-dessons.
votre
loyautó
bien
40
connue
la
à
font
me
qui
esperer
de
connaissance
a
Monsieur
Agróez,
considóration
De
le
novembre
16
bien
porter
rectification
cette
d'importance.
Directeur,
distinguóe
le
Paris,
abonnós
vos
bèaucoup
moi
pour
voudrez
vous
que
et
de
l'assurance
de
profonde
ma
ma
estime.
1839.
Votre
devoué
tres
Terenzio
Mamiàni.
18.
M.
A
ancien
le
sous
de
PItalie
de
róléver
dites,
centrale
une
membres
puisque
qui
savez
que
le
(1) Op.
neuf
d'un
ce
fut
procés-verbal
cit., pag.
541.
dois
Je
pas
délibórans,
la
dite
que
le
dinal
Car-
par
les
complète,
il y
oppose;
moi:
Vous
rappeler,
vous
fut
ne
absolument
de
avec
Tunanimitó
à
prócisément
necessitò
d'Ancóne,
négociations
membres
avis
la
capitulation
prise
pu-
événemens
óchappó.
a
unanimité
cette
les
dans
vous
Gouvemement.
sur
que
la
en
fut
que
fut
qui
de
dans
vois
me
de
venez
vous
que
part
je
d'entrer
du
Monsieur,
Ma
erreur
Benvenuti
un
»,
Poccasion
à
«
:
Bologne.
de
Grénéral, (1)
Topuscule
ti tre
rósolution
la
le
lu
avoir
guerre
provisoire
Monsieur
Après
la
de
ministre
Gouvemement
du
blier
general Abmandi,
le
c'est
résolution
eut
en
et
vous
pour
annonce
cela
41
quelle fut prise
l'unanimité;
de
J'ai
que,
encore
donne
croire,
la véri
pour
la
toute
des
et
votes,
à
non
refusai
cela
que
je
quelle
fut
conclue.
pour
lors
de
raison
amour
je
majorité
convention
toute
par
que
c'est
et
la
signer
la
à
Monsieur
General,
le
té, vous
juste
trouverez
publicité possible
à
cette
lettre.
Je
suis
etc.
Mamiani.
T.
Ministre
Ancien
du
M.
A
Monsieur
Je
lettre.
votre
la
amenèrent
verbal
de
la
vous-méme
séance
fai re
neuf
sur
le
pour
tans
suis
la
tice
Veuillez
méme
Je
je
motiver,
de
dont
d'un
avis
l'unanimité,
épargner
des
huit
c'était
details
opi-
oublié
de
et
que
regarder
pas
majorité
des
et
diversité
n'ai
traire
con-
prendre
sans
pouvais
la
qui
le procès-
signatures,
je
une
bien
à
en
mes
manière
persuade,
sentimens
supprimés,
de
prie
vous
jamais
votre
étre
se
avoir
les
l'idée
avoir
de
peu
de
voix
assez
impor-
croir
de
puisque
541.
vois
qu'en
agissant
dissimuler
la jus-
le Comte,
et
agréer
distingués.
etc.
cit., pag.
je
penser.
Monsieur
Le
(1) Op.
débats
comme
se
été
question
les
simplement
et
fond,
Au
de
mais
pouvais
ne
due
est
temps
suis
fàché
déplait;
vous
sorte
qui
les
toutes
diversité
devais
auquel je
; mais
quelle qu'eùt
beaucoup
pas
maintenant
cela
que
la
été
avez
conseil
de
il est
l'ensemble.
pour
Je
de
lecteur,
vous
du
sans
écrit.
mon
diffère
ne
et
dont
pendant
que,
signé purement
discussion;
dans
mention
dire
revétu
unanime,
la
pendant
nions
été
a
comme
(1).
circostances
de
juste
opposition
résolution
la
des
membres
avez
votre
Mamiani
d'Ancóne,
autres
vous
de
acte
Il est
des
Bologne.
de
Comte,
convention
celui
a
Gouvernement
comte
parfaitement
souviens
me
dans
le
le
i'Intérieur
de
General
Armandi.
en
43
dava
molto
;
la natura
religione
per
ainbidue,
ma
perché
noi
grettamente
di
presso
dei
le
ignobili e pusillanimi
fu
morale
i costami
e
sufficienza
facilmente
Quanto
delle
ogni
è
poi alla
opere
sia
cosa
in
in
Giunto
mandarmi
Roma
a
tutto
del
16
anni,
intraprendere quelli che
essendo
giorno prelato
che
nostro
parente,
pregiudizi
Costui
relegommi
rischiai
dell'infanzia.
a
studiar
a' chierici.
ogni
ch'io
dalla
cosa
e
nel
teologia
e
io
volea
non
che
fu
saperne
forza
fastidi.
il
pio
in
tutte
né
a
di
svestirmi
a
siastica,
eccle-
vedermi
custodia
un
tela
tu-
e
Galeffi
cardinale
nelle
rifar
lacciato
al-
bizzoccherie.
di
di
che
in
tanto
dichiarare
là
a
ciò
in
nato
osti-
protestare
e
prelatura
gono
s'imponalieno
tanto
di
l'età
mandommi
le funzioni
e
fra
bimbi
nuovo
romano
mostravami
tanto
di
meglio
carriera
collegio
e
pediva
im-
e
ufficioso,quanto
e
un
pensieri,
o
di
nella
ecclesiastica
inflessibile,e
durar
deliberò
studi
alla
seminario
far
Ma
vita
gli
me
rimbambire
Poi
poca
dell' umile-
e
padre
affogato
prima
di
mio
molto
di
e
dei
monachile
tanto
uomo
la
e
zione
parole, l'educa-
due
desiderio
suo
prender
divano
impe-
combatteva
abilitano
sperando
volea
da
quali
nel
e
in
compiere
a
ciò
altri
ad
e
fuori, le
sia
di
all'età
fatta
siflezza
mol-
fatto
m'à
amplitudine
stringerla
a
che
degli affetti,all'energia
e
casa,
tenea
genitori
povertà
santi
Nessuna
fortuna; questo
della
e
una
e
perché
miei
intensione
; insomma
mia
de'
della
meno
pietà
me.
a
rigidi
all'altezza
e
anche
e
insegnano
s'
poco
siffatta
ma
buoni
fede
sensi
coi
conosciuta
disagi
ai
la
e
e
morale
genitori
virtù
;
della
ò mai
loro
di
lato
miei
insegnata
delicatezza
o
dal
poi
severa
né
tre
di
dozio,
sacer-
anni
di
44
quelle
zimarre
schiericato
ebbi
fra
Ma
delle
forte
vansi
egli
io lanciavo
di
l'accostarmi
sdegno
alla
tutto
il clero
era
incominciata
mio
di
i sentimenti
dall'altro
e
di
dalle
qual
so
che
generoso
compendio
e
mi
conceduto
avevano
alla
molta
e
anni
Poi
per
Puso
e
quei
in
paesi
quel
di
ideologia
e
de'
—
filosofo
ogni
per
La
la
sistema
libri
Luigi
—
sensualista
—
».
l'animo
nelsoli
dogmi
ne'
colta
di Destutt
Claudio
(de)
tolici.
cat-
La
logica
sul
genio
ch'io
sempio
l'edi
feci
Tracy (1),
de
n.
due
liberale
e
lettura
di istruzione
grammatica
Saggio
affetti
tardai
disgraziata
odierno
agio. Tornato
piaceri giovani ti, per
persona
dei
Antonio
sul
suoi
di
tempo
yDestutt.
Osservazione
de'
in
maestri
dubbiezze
esame,
tile,
gen-
leggere
mio
a
credenza
ogni
impeto
più
e
mezzo
(1) Trac
«
perdere
a
di
lato
un
attinto
i miei
molte
già
audacia
da
avevo
che
tra
puerizia,
lasciatemi
pochi poeti
con
cuor
alto, di bello, di
di studiare
cittaduzza
mia
altri
da'
poi
licesimo,
catto-
nel
fede
io
romane
e
di
re
avidamente
greche
storie
di
cosa
facevami
ma
guerra
della
i terrori
e
nel-
e
parte insegnato
dura
dall'usci
sin
pietà
non
Una
versava
orazioni
in
e
tro
con-
assai
ignobilità del
praticato
romano.
e
opere,
mie
ed
ipocrisia
lo vedea
quale
da
la
e
credente
eucaristica,
mensa
ribrezzo
e
nelle
lacrime
giovinetto
romana
ero
di
e
così
curia
nevolenza
be-
cara
scandalizza-
suoi
già
Papi:
sentimenti
abbondanti
spesso
alla
e
dei
temporale
religioso
ero
frati
a'
che
cia
in Fran-
una
colleghi
i
ardite
parole
contro
al dominio
tutti
romano
attuale
mostravami
saro
Pe-
a
seminario
il nunzio
che
e
rimandarmi
e
Nel
gli altri
Fornari
monsignor
prete
sempre.
per
maestro
a
da
cotte
e
1754.
pubblica
e
il trattato
e
le
opere
Scozzese.
Elementi
—
delle
del
lontà
vo-
squieu
Monte-
45
io divenni
fatalista.
temeva
essere
inorridiva
tale
Ma
e
Però
a
che
quelli
la
e
la
me
a
alla
la
per
un
quella
credo
i mali
sinistri
gravi
cittaduzza
dove
che
industria
più.
incontratimi
poca
licenza
pensassi
e
si
solo
a
a
cosa.
odiosa
da'
porli
tutti
Fuggii
da
e
guadagnarmi
me
ne
la vita
uno
data
perdere
dolore
e
in
non
un
d' altri
fascio
quella
a
di
la
petto di
a
corsi
genitori
fuori
la
infermità
miei
mandavanmi
il
è che
Certo
d'una
cavò
angoscioso
dell'esilio,delle
divenutami
ottenni
e
monia
santi-
e
segnò
fu
de'
setta
più
mi
e
come
più tempi
salvassero
mi
là
virtù
gran
sventura
tanto
e
in
sventura
La
sopporterò
assai
paiono
la
stesso,
alla
corso
dell'anima
nuova.
donna
io
avea
che
alla
me
piantata
già apparteneva
padre
morte
di
più
la
libera
franchezza
l'avrei
rischio
Cosi
anteponendo
veder
di
gran
lacrimosa
lenta
che
quello
io
coi
pregiassi,
e
cosa
amava
d'Italia
molto
mia
niuna
con
modo
gentili donne.
e
speranza
però
buon
Vita
mia
la
; credo
mio
Una
amata
mi
quale
carcerato
del
anni
beri,
li-
dire
meglio
a
cludeva
con-
cosa.
ogni
a
davvero
belle
diceva
e
qualche
e
d'andar
della
che
di vent'anni
zugo;
volta.
24
salute
Carbonari
di
di
comune,
bella, la
che
delle
fuor
voluttà,
mia
tali
paressero
o
ogni
a
costringeva
piaceri,
io
ne
fossimo
come
anteponiamo
io
i
dell'amor
cioè
patria
virtù
forse
e
agitata
sempre
virtù
con
fino all'età
vissi
ma
operiamo
ricordo
spirito e quasi
la coscienza
quietare
l'onore
e
qualche
a
cor
an-
mi
delitto
porsi d'accordo
soli
ben
opinione
destinato
per
l'onore
conseguenza
per
lo
dicendo,
e
ultima
e
profondissimamente
turbavami
che
affatto
materialista
mia
Firenze
dimorare,
con
la mia
spillatico
che
46
alle
che
molto
s'affaceva
davvero
di
di
no,
morta,
tu,
tu
vivi
il
era
udite
Ora
petto
o
e
mia
mi
brillò
forse
che
meglio
che
in
l'anima
la
sempre
di
mi
consolò
e
non
opposto
al
al
mi
e
massime
e
di
trentanni
divino,
in
a
divina
assai
di
e
plata
contemun'idea
come
finito
obbiettivo
specie
una
verosimile
di
poi
a
ricevuto
procedere
approssimai
conversazione
più fermezza
in
la combinazione
nella
avessene
nella
ligenza,
intel-
avremmo
allora
io mi
più
soffio
foggiaimi
detti
fortificai,
tornai
dai
e
questa
universale
un
irresistibile
teismo,
defunta;
lampo
ruminandolo
Ma
materialismo,
d'alquanto
Nicoli ni
come
lenzio
si-
tristo
cara
avrebbe
l'intelletto
gagliardo
nel
individuale,
parvemi
impulso
vivi, che
tu
sciogliendosi
Insomma
poco.
se
come
sei
non
universale
coscienza
nostra
che
del
d'infreddatura
un
universale
mente.
panteismo
era
e
alla
presente,
divina
ei
cevo
più giorni gia-
un
della
noi
coscienza
Dio
a
come
presente,
coscienza
da
quella
a
nostra
morendo
quivi dalla
Cintia,
pensando,
mente
partecipato
sostanza
tu
me,
febbre
una
cameretta,
materiale
della
da
modificazione
una
tra
io
segui;
piangeva
spesso
della
quando
idea,
che
letto ritenutovi
in
; allora
quella gentile.
di
quel
il
Ma
alla distruzione
mia
o
ancora,
nome
figliuolprimogenito
continuamente
gridava
io
il pochino
d'Olanda
Re
già
impossibile credere
essere;
tale
al
conosceva,
dentro
straziavami
nostro
al
io
tologia»,
nell' «An-
insegnando
e
più
poco
a
articoli
francese
Bonaparte
Luigi
diveniva
mi
dal
che
greco
bastava
e
nome
scrivendo
spille.Campava
traducendo
dolore
al
a
in
e
l'agio
belun
senso
bel
bello
del
buon
quei
timenti
sen-
più religiosoe cristiano,
su.
47
fui
Firenze
Da
militare
nell'Accademia
più
di
due
mio
povero
padre
m'era
solo
che
più
tardi
rivoluzione
rivoltura
politica che
come
trovolle; laddove
nome
appunto
che
dire
ed
a
chi
fede
credo
non
nel
io
e
e
rispondeva
corrivo
punto
non
libri di Machiavello
dei
diplomatici
indusse
a
far
loro
il
«
:
comando,
solo
gloria
con
gran
di
de'
di
chi
perché
il
proclamava
sicurezza
e
Machiavello
Principi
non
ove
nuovi
non
quellodei popoli
loro.
»:
mi
si
salute
io
s' immedesima
che
che
ò fede
non
sovveniva
mostra
Principi
piena
Cosi
non
veduto
av-
l'utile
con
alla
necessario
ogni
imparato
de'
però
quel principio, perché proclamato
ma
terra;
avere
ò
me
quanto
e
in
d'uomo
aria
io per
durano
e
di
francesi,del
le promesse
che
tanto
sentire
certa
:
nostra
espansiva
molti,
con
a
fanciullo
come
da'
sùbita
facile
è
non
a
erano
principio, proclamato
intervento,
ne'
ed
poi ripetevami,
mutazioni
paesi
più
destinato
sia
il
pigliano
l'Italia
e
vero,
dipresso
un
miei
libera
rigi,
Pa-
in
semplice
una
a
insperata,
sarà
stocrazia
ari-
non
profonde
de'
più alta
mi
e
fu
e
gridando
pura,
bile,
nota-
pregiudizi. Un
cose
e
miglia;
fa-
di
piemontese
rivoluzioni
gioia
libera,
sarà
quella
le
quasi
gioia più
certo
lasciò
prorompeva
,
L'Italia
1830,
La
nuova
io
del
violente
adducono.
seco
quella
a
dalle
la
ambizioso
le
del
morte
quella rivoltura
troppo
non
necessità
i suoi
e
accadde
domandano
lettere
rincrescimento
noiosa
boria
sua
dalla
altre
con
e
di
dimorai
ove
casa
talune
grave
nome
con
Torino,
a
lasciai
la
con
di
da
e
Torino
cosi
professore
a
richiamato
anni,
né
anno
chiamato
in
nità,
solene
alla
sentenziava
l'altra
gina
pa-
l' interesse
sempre
con
48
qualche
Cospirammo
alla
e
risolversi
libera;
dar
a
perché Bologna
e
la
alla
io
giugneavi
ma
di
Comitato
al
provincia
tenni
serrato
benché
noi
In
tenni
nemmeno
Ancona
un
colleghi
i
d'intendersela
Latere.
A
perché
il Cardinale
atto
senza
credeva
si
Però
accordo
e
Abbattuto
quel
fui
verso
volta
di
la sera,
Corfu.
e
solo
nascente
noleggiammo
alla
quel
nuovo
il
fogli,
porta-
dell'interno.
ben
come
vigore
à
non
e
il
e
dere
ce-
sacrificio
futuri
il
nociuto
a
partito,
perché
di
li
per
pete
sa-
Legato
decoroso
prigione
fermamente
quindi
gessero,
eleg-
stini
de-
cadere,
cadere.
ignobilmente
dissentii
né
pernicioso
quale
alla
d'un
mi
toccò
me
che
appresso
Benvenuti
di
assai
di
decisero
nostro
nessuno
della
compiuto.
mese
sicuro
era
esempio
d'Italia,
ma
né
parve
me
in
quindi
e
A
cardinal
col
a
bisogno
Ministero
miei
mano
discorso
membro
oggi, del
noi
gnole;
roma-
deputato
il
parole
unite.
provincie
dicono
come
dar
notabili; un
mie
di
città
per
spedi
giovine assai,
delle
governo
le
renze
Fi-
mene.
ognuno
forte, fece che
e
alle
quelle
a
dimostrare
per
meglio
di
poi
magnoli
ro-
fatte.
mi
dei
caldo
molto
badassero
Pesaro
parea
a
e
cose
a
congresso
po'
un
governo
Ma
Pesaro
non
Bologna
notissimo
verso
mai
perta
sco-
i
capi
Bologna
alla
sollevazione
a
fine
accorreva
sollevarla
i
con
Modena
di
insorgere
Il
prima
me
intendermela
L'accidente
fece
della
mossa
mandavano
per
dire
puossi
mese,
un
da
a
non
di
sottoscriverlo.
io ed
governo
brigantino
Salpammo
la dimane
quel progetto
il
ci vedemmo
i miei
mercantile
primo
correre
di
leghi
colper
aprile
sopra
49
due
a
ed
cannoniere
di
bordo
quelli
che
presso
sciocchi
molti
le
e
zelanti
Tornati
dell'
scoperto
sul
1' « Idillio
tardi
nelle
mesi
vi
sui
nuovo
»
che
legni
striaci
Au-
fummo
vascello
liano
Vita-
io
scrissi
il fo
medesimo
io
era
leggieri
Colà
del
però
carceri
stemmo
dirimpetto
più
per
di
e
mia
a
e
Marsiglia
al Lido
San
eh' io
prigione
e
tutti
di
Tre
e
venni
preso
rante
dimo-
greca
eh' io vedeva
molti
con
sopratutto
Severo.
ginale.
grazioso ed ori-
bellissima
una
segni
proscioglierci
gioivano,
ad
gli occhi.
con
i 38
più
e
si numerosi
assai
solo
giunse ordine
sbardellatamente
Mamiani.
tempi...
furono
parlavamei
letterine
quando
menarci
ore
i
politichedi
per
alla
d'ingegno,
e
di S. Andrea
dirowi
fervente
amore
cupa
chiuso,
son
d'alma
romanzetto
me
a
ov'io
gli accidenti
un
nella
e
s'aprano
nuove
e
Quanto
denso
poi nel forte
da comporre
—
moria
me-
quale
di
venne
come
»,
fantasia
di
Passammo
4
il
appellazione) dove
prigione
fiaccato
All'alta
mezzo
Zucchi
bordo
nell'"er
della
Non
sventura
a
quei versi:
Notte
via
Sofia
Venezia.
a
ironica
Quaggiù
di
di
verso
Patriarchi
ai
con
sapere
per
perdei
rescrissi
Santa
a
tutti
e
vela
(trista ed
ogni
Inno
«
generale
prigioni, prima
tenuti
un
solo
e
alcuni
cosi
paura:
brigantino
riconosciuto
e
facemmo
d'
il
Ancona,
ad
travestito
noi
vari
vana
acqua
da
gettatevi
ricordati
più
non
in
stampa.
a
con
andarono
carte
di
pieni
e
i frammenti
sono
mie
Ci rendemmo
tedesca.
confusamente
tutte
versi
fregata
una
consorti
io
solo
miei
avea
e
somma,
Ine
di
di
gli
51
del
amicizia
libri
del
libro
fatto
Ma
lingua
altra
cosa
acuto
l'ingegno
non
il sapere
miti,
alla
lingua,
La
lato
giovò
ma
non
in
studiavansi
dottrina
lo
dagli
anni
e
linguisti ;
del
che
bene
il genere
del
fosse
umano
si
scaduto
amici
suoi
levato
al-
vigore
raccomandare
medesimo
dato
fred-
gli facevano
che
non
teria.
pedan-
d'invenzione;
Monti
sembrando
imitare
Roma
in
i pedanti
ragionava
allora
salvo
tutti
costoro
che
a
dalle
primitive facoltà
creare.
Cosi
m'avvezzai
maginette
e
d'altro
narista
semi-
senza
ma
sempre
corteo
per
altri venni
senz'ardire
e
il vecchio
dal
nulla
povero
dagli
classici
sentivami
imitare
da
alla
ticali.
gramma-
a
taluni
e
erano
rivolto
lettere
e
Betti
nostri
affetti
contrario
del ben
l'arte
adunque
dei
di
e
le
era
affetti
compassionevole
una
Cassi,
Perticari
gli
quivi
mondo,
con
Perticari
poetico. D'ogni
rimediò
io
eleganza
discussioni
non
di
potei
ne
di
tutto
alle
viver
dal
allora
nell'amore
per
Roma
al
Biondi, Borghesi,
di
e
che
nel
perché
il meditare
erudizione
segregato
stile
inventivo,
scarso,
perché
Dal
dello
e
il gran
parte
abito
certo
in cui
metodi,
e
migliore
e
e
mi
andata
mia
questo
gusto
e
al difetto
d'ogni
frutto
Dirowi
conoscenza
scuole
buone
chiuso
il
il buon
della
di
e
trovar
mondo.
cogliere fu
nel
del
e
la
supplì alquanto
Pesaro
in
d'Italia.
parte
più sopra) che
Perticari
trovavo
molti
niuna
il notava
(come già
mi
in
compiere
potuta
vedrete
juvenilia.
quasi
di
ciò
a
far
tutte
segni
versi
tolte
a
troppo
cucendo
frasi
prestanza
dai
frequenti
ed
im-
classici
nelle
mie
52
Un
vi
dipingerà
quella
trito
men
alF
Nicolò,
felicità
nell'ode
e
»
faville
di
novità,
morale
canzone
solo
manca
paiono
»
a
cui, per
a
quel che
lune
ta-
già
forma
una
vantare
un
sembra
mi
di
invenzione
più
più spontaneità
e
dirovvi
occasione
più fermezza,
Umana
«
adombrata
v'è
anzi
politica
e
proprio,
carattere
Missolungi
«
su
tiero
sen-
un
canzone
sulla
quella
in
»
apri
poetare. Nella
al
meglio
letteraria.
mi
precetti
i
libero
più
e
che
raccontarvi
di educazione
pili che
Imperatore
«
anzi
sorta
mia
fine la natura
Alla
di
voglio
picciol caso
stile.
Di
presente
di
concetto
chiesemi
mai
sua
qualche
Odiava
sorella.
si
temi
a
di
dettare
potuto
inno
doveva
della
affatto
del
fra
inusato
che
fu
in
ordine
della
grazia
1/ Inno
josa.
storico,
pure
toccato
estetica
di
tal
sorta
qualche parola
di trasfondere
nella
di
maco
Calli-
d'Inni
da
e
sacri
quelli
di
cui
S. Geltrude
a
inedito
mancò.
lettera
versi
di-
Della
componimento
mia
stico
mi-
e
di
quel
giacque
ma
di
dei colori
fama
tanta
anni, perchè quella monacazione
intenzione
e
differentissimo
e
avrei
chella
mona-
nuova
ascetico
di
vore
fa-
l'idea
genere
già
a
la
torno
in-
tal
che
occorse
anzi
secondo
noi
negargli
volli tentare
e
di
versi
quello
Omerico,
un
quanto
me
scrivere
cui
nome
menavano
imitazioni
primo
di
larghezza,
apparivano
il
mi
cristiano
cosi
produrre
Manzoni
scipito,
dell'Inno
splendidissimi
e
me
il
prendere
poco
fra
Geltrude,
subbietto
in
un
meno
Santa
a
allora
a
Un
monacazione
volgari, ma
ruminando
e
la
per
io fin da
e
Omerica.
ufficioso
e
verso
scempi
seppi
non
un
benevolo
nel
entrai
foggia
alla
inni
scrivere
domenicano
frate
quale
a
ò
dedi-
63
ad
catoria
Barbier
Augusto
dell'intenzione
a
mio,
di
genere
tendenze
di
lo
cercar
ameni
ampollosa
monotonamente
e
delle
e
i
forza
a
l'orribile
guisa
per
plici,
sem-
affettata,
falsare
di
il linguaggio
fredde
di analisi
loro
prestando
e
come
subbietti
in
tetra,
passioni
sottili
moderna,
fuggire
trattarli
nostrali,e
e
vivo
molte
contrapposti
dell'arte
di
al
combattere
strano, l'esagerato
isvogliatezza fantastica,
tutta
gl'Idillj,
vennero
dei
lodevoli
lissima,
nobi-
e
civile.
di
pretesi
ò parlato
poesia
una
noto,
la virtù
per
certo
non
quella
cui
in
dell'esempio
è
vi
come
poesia
creare
religione
vi
proficua
degna
fu di
e
di
calda
e
gì'Inni,
Dopo
lume
morale,
parer
impregnata
distesamente
e
tunque
quan-
energia febbrile
una
e
pazzesca.
Volli
anche
e
mostrare
le sdolcinature
e
graziosa
novità
in
quei
perché,
che
nella
molto
mei
poesia
nelle
Nella
Eroidi
oggi
curato
assai
ogni
«
corti,
dire
oso
teri
carat-
con
bene
e
come
disattento;
morali
meno
quel
che
che
un
onore
moderni,
da
sentimento
scrittura
prima
per
in
le
voluto, quanto
ho
»
concedettero, riporre
di
in
dussi
intro-
però
specie particolare
una
molta
a
propri.
non
adatti
molto
tre
e
tichi
an-
singolare varietà,
una
o
bucolici
luogo
v'à
poesia
campestre
due
segna
Similmente
forze
Gessner,
componimenti
eccettuatine
ciascuno
di
de'
le idee
ricantar
nemmeno
l'arcadico
nel-
sdrucciolare
senza
come,
mi
or
genere
di
si
quantunque
sembra
si vuole
alla
vrabbondanza
so-
effondere
poetica.
«
Eroida
»
si svelano
aperte
sono
le
ad
intenzioni
cosi
rarie
lette-
ogni occhio
eziandio
quelle della
seconda.
54
Nelle
lettere
voluto
nel
dunque
che
Boezio
dare
sfogo
al
parte
V Italia
contemplare
e
colle
confacentesi
nostre
Del
à
quel
fuor
dettarle
molto
A
io
far
che
ò
non
dalla
trarre
in fascio
nel
vena
e
:
alla
difficile
solo
a
nel
germi
è stato
giore
mag-
lasciarsi
delle
guerra
di
lettere
mettere
e
noi
latina
Convien
nostri
storie
vero
nella
popoli
troppo
ma
e
tradizioni
e
in
ogni
dunque
nostra
affetti,nei
mente,
resti
e
e
in
cosa
cercare
delle
meno
religione, nella
ingenuo
cile
fa-
cosa
stemperati
dimenticate,
meno
tempi,
nostro
di
al possibile
ai
delle
lo straniero
nell'indole
è
politica;
gente
ammiranti
dei
nostri
il carattere
a
Ciò
mezzo
per
e
lui
in
imprimere
viventi
tato
segui-
sempre
italiano.
superiore.
nostro,
nelle
d'
m'à
servitù, dimentichi
spontanei
italiano.
a
malizia
e
impotente
e
e
nostri
ben
sconoscere
propria, civile
patrii,
dai
gusti dei
vizi
i
nazionale
divenuto
cuor
picciola
mie
direi
quasi
conveniva
desiderio
e
ed
divenuto
noi
e
intitolarle,
sdegno
e
farmi
a
alle
bisognava
mia
contro
concetto
vita
è
usi
tempi
pedanti.
sfigurati dalla
degli
la
e
muovere
poetare
di
esito
attività
e
poeti forestieri
ai
nostri
e
dei
e
mediocrità
il carattere
pieni
buon
corrente
coi
altro
Un
lissimo
nobi-
virtù
credito
moderno
più
con
servito
à
coi
dar
a
propensioni
ciò
ò tentato
oggidì
mai
pensarle, comporlo,
dell'uso
ingegno
che
nociuto
mio
delle
contropelo
tempi.
più che
parte
sventure.
resto
scritture
di
ò
dolore
umiliata,
e
esempio
un
moglie
quotidiano
mio
scaduta
Boezio
in
rappresentare
alla
scrive
ogni
nei
dizioni,
trasformi
digua
lin-
parte
65
Questo
ò
io
studio, e
certo
debbesi
scopo,
alla
Similmente
ò
ed
di
cercato
ò
non
e
roso
amo-
lo
raggiunto
troppa insufficienza
freddezza
a
lungo
con
nulla
per
attribuire
intelletto,non
mio
se
fare
di
procacciato
di
ignavia
dalle
trarre
del
volontà.
condizioni
,
dell'Italia
speciali
che
inchiuso.
v'à
Ora
nire.
avvi
dolore
poetica
del
primo
confessare
a
versi, colpa
ad
abile
E
questi
coloro
che
solo
che
?
tto
delPavve-
Quindi
quasi
io
sono
miei
fosse
non
suonar
nella
parlato
che
lettera
io credo
dotto
con-
per
undici
gli
negli
orecchi
maestri
di
monia.
ar-
da
che
anni
io
italiane
parole
buon
ed
valutati
fossero
vorrei
liminare,
pre-
aver
possibile perfezione
va
que' buoni
che
gusto
in
aveva.
delle
mie
medesimo
non
salde
ò
indicherà
il
sembra
non
mi
ragioni
la
qualche
attuata
bontà
pregio
si
e
del
possa
larghezza
intenzioni.
ancora
io
questa
che
concludere
posso
estetiche
imperocché
con
quelle
troppo
già detto,
intenzioni
poetare,
Dirò
il
scrivendo,
combattere
di
sforzi
sanno
meco
porzione
mio
subbie
maggior
miei
Restringendo
se
fra
e
l'ispirazione a'
manca
qui aggiungo
a
sento
non
Italia
presente
più profondamente
speranza
stilò,ònne
lo sciolto
ò
del
è
allo
e
né
se
gna
vergo-
ispirare.
Quanto
più
che
non
mondo
della
e
la
magnifiche
e
al
cosa
sentimento
il tedio
del
patimenti
animose
certe
speranze
i
e
poetico
fra
l'Italia
Vive
V umiliazione
le
il
moderna
son
poche parole
intorno
miei
versi
nei
leggieri.
ai difetti
e
vedrete
che
che
levo
ripur
56
M'è
a
che
avviso
comprendere
bidue
il
mondo
subbietti
interiore
che
brilla
forse
un
che
i
miei
In
secondo
mancano
di
luogo,
appassionati
d'oggidi
versi
sul
la mia
«
e
Cinque
greca
Virgiliano.
Ora,
giungere
delle
mie
troppo
a
del
Maggio
».
a
io
simile
dall' intendimento
ò
a
me
tentato,
è
stesso
Barbier) superbo
è
ed
e
questa
parte
che
qui solo ch'io
non
la
emulando
dello
stil
pensare
difetto
terzo
dall'allontanarsi
In
tre
ma
ò
il
mio
A
quattro
o
rendermi
che
aristocratico.
l'Ode
nel-
come
pur
Un
popolo.
il
e
tenue
da
credere
vero,
Cori
colori
i
e
dice
avervi
di
lode
confessovi
(come
sopratutto
nei
matto
del
idee,
ostentazione
poesia
però l'eleganza,
dell'arte
colpa aggiungo
Una
gran
mio
d'
pure
per
squisitezza.
a
più parte
cui
Manzoni
son
non
mento.
fram-
tori
più parte degli scrit-
mio,
semplicità
affatto, salvando
violenza
Dio
quelli
poesie giace
componimenti
la
di
appena
e
Dicasi
cadere
tetico
pa-
scioglie
la
di
manieratissima
una
la
di
e
può aspirare
non
davvero
moderni.
i
lato
in
sentimenti
vi
e
leggiero
di
quel vigore
qual distanza,
Ma
miei
tra'
di
trovasi
varietà,
per
tissimo
cer-
d'Italia
e
versi
intensione
sono
questo
miei
è
maraviglioso
tanta
am-
natura,
Or
Il sole
qualche
i
la
versi
intreccia
con
consista
raggi
e
miei
dramma
annunciano
quella pienezza,
da
de*
cuore
di
forza.
del
ma
quella
divini
toccato.
catastrofi
sue
poesia
esteriore.
più parte
poco,
versi
abuso
il mondo
nelTuman
le
continuo
de' suoi
leggermente
o
della
dell'arte, l'uomo
e
nella
affetto
poco
illuminare
e
i gran
la eccellenza
popolare
quasi
mio
egregio
sminuir
penso,
come
fatto
mento
sentiamico
questa
quasi
57
oggidì,
tutti
andare
può
del
di
usi
ed
eleganti
della
la
che
volgo
la
il
di
né
colta
far
della
luogo
volgare.
famosa
canzone
ciel
terzo
d'idee,
pellegrini
più
potersi
e
v'ha
come
d'affetti,
alti,
che
quella
E
vive
stimo
dotta
più
intendendo
dal
capita
che
cosi
testa
che
Voi
«
popolo.
fini, più
plebe,
direi,
pegno
Dante
del
più
fuor
poesia
civile
consorzio
poesia,
Metto
altra
lingue
sommamente
una
era
le
per
porzione
a
darsi
non
movete
né
Firenze,
di
non
»
d'altra
parte
mie
poesie
d'Italia.
ultimo
Un
è
il
non
che
forma
altri
mèta
voi
a
avendolo
inteso
nuovo
ed
vera
versi;
di
nale
origi-
«L'Ausonio
»
individualità
più
miei
alla
questo
e
ragione
gran
e
carattere
ogni
Nell'Idillio
giunge
Foscolo
quel
ad
che
certo
parecchi
nelle
riconosco
loro
profondo
novità
non
io
domanda.
si
più
in
del
la
e
poesia
è
che
avere
individuale
non
difetto
tal
quella
diceva
dire
di
novità
dei
il
e.,
stile
e
golarità
sin-
«Sepolcri»
Boneschi
dalla
p.
mia
con
propria
bocca.
Queste
pietoso
macchie
io
le
figliuolo
nel
mio
non
m'accorgo
concetto,
per
conosco
sminuendo
vo
e
d'altri
nulla.
ne*
versi
senza
simiglianti
miei
;
forse
avvedermene
e
maggiori
da
59
volta
di
tologo
che
il
e
nella
nella
razionalista
in
e
virtù
della
ragione
So
che
il Massari
ogni
mia
raccomandazione
buoni
coi
di
ciò
perché
l'amo
Parigi,
1°
al
de
Rue
la
e
tivi
intui-
giudici
i
gerò
aggiun-
solete
come
darammi
stimo
e
; pure
voi
piacere
il Massari
salute
vostra
alla
del
Clichy,
bene
fare
solazione,
con-
e
degnissimo
grandemente.
credete
ottobre
da
credo
io
che
ma
nel
versa
soverchia
e
Italia
che
amicissimo,
vostro
cogli amorevoli
io
astratta,
un
morale.
accolto
oltremodo
nostra
Di
è
pensato
sbizzarrirsi
forte
senso
e
perché
e
Curate
la
del
e
il vederlo
che
afferrar
Pon-
quelle
sempre
verità
dottrina
ogni
bisogna
ho
possa
delle
speculazione
in
io
Io
puro.
metafisici
dei
pratica
nella
genio, facendo
nel
l'ingegno
poco
e
darvi
per
voi
e
profonda
stima
per
e
fettuosa
af-
1840.
66.
Del
dev.
vostro
Terenzio
e
obbl.
amico
Mamiani.
21.
Alla
Ottavia
contessa
Illust.
Da
al
signora
tempo
gran
mondo
un
Masino
io
segno
legano
la morte
(1) Poesie
lei, e
di
che
Terenzio
dì
riconoscenza
Mamiani.
Mombello.
(1). (Dedica).
desiderio
evidente
e
a
Contessa
nutrivo
quell'estimazione
di
mostrare
quell'amore
profonda
medesima
Parigi,
di
potrà,
1843.
che
e
di
mi
io penso,
60
trasformare,
giustissimo
la incertezza
troppo
o
severa,
non
ma
dell'animo
il mio.
Ora,
qualche
solo
interdetto
alcuna
mi
volta
dalla
aperta
dei
è fiore di
Io
tutela
di
bene
cose
Ella
piante
e
far
di
loro
conosce
il
le
colore
della
modo,
quantunque
dalla
quale
sempre
lungo
luce
qualità, il
patria
che
la
semenza
i fiumi
feconda
di
e
di
succo,
e
cotesti
pertanto
non
io
cercate
di
e
a
l'amor
alcuna
del
la
si
Babilonia
cosa
e
la terra
vi
porta
dolcezza.
d'essere
climi
sotto
la
appare
sieno
assai
di
il
e
patrio sole. Per
gli spiriti loro,
favella, ogni
le
frutto
fragranza
poveri Idillj
riscalda
so
corse
un
che
portare
non
li sgradire
non
come
la
cendo
pia-
non
privilegio degli uomini,
e
che
sotto
pongo
vie,
assai
affisse al terreno,
non
cresciuti
nel
fa trovare
e
abbiano
mani
cortesia.
battute
e
l'aria
dal-
e
tra
Idillj, ai quali
viso, almeno
buon
suscitatemi
lei, la quale
a
nome
suo
la prego
proprie
diverse
zone
io
domestica,
pianta
alle
Ed
felicità
quanta
di
timenti
sen-
innocente,
dedicata
le vecchie
correre
Tuttavolta,
e
al
certi
veduto
e
e
tative
medi-
stagione
sono
benevolenza
questi poveri
con
nuove.
di
di
pertanto
consacro
sua
della
d'essere
che
per
cose
in carta
gentile, affettuosa
virtù,
in
fantasie,
io mi
campi,
nobile,
e
avendomi
mettere
amene
ai
passioni
occuparmi
temperanza
degnissima
par
di
certe
e
materia
una
di
conceduto
soavi
medesime
infermità
molesta
una
tempo
e
dalle
bisogna
casto
sempre
qui
scrittura
quanto
suo,
mosso
sempre
fin
alcuna
dedicarle
conforme
non
o
desiderio
qual
posto impedimento
di
il timore
e
peculiari
sensi
ha
doveroso
e
Al
estinguere.
non
ma
tal
nati
e
lontani
sione,
promis-
magini,
veste, le im-
italiana.
61
E
io
però
mi
tenendo
straniero,
sentirebbe
potrebbero
carneficine,
luttuose
strozzamenti,
beniti,
veleni,
non
praticando
non
leggendo
Benevento
né
di
delle
cena
nel
alla
lor
purganti
di
giganti
invenzioni
Se
di
questi
miei
versi
dall'estrinseco
figurabile
ed
mediante
la
che
e
analisi, imitando
uomini
per
passionati
sentimenti.
che
tutti
gran
gli
animi
certo
e
delle
bischeri,
né
né
letti
né
altre
gusto
di
assai
dei
metafisico
perte
co-
cotali
vena
tosto
piut-
l'intrinsec
dal-
che
cose
per
linguaggio
moderno
bollenti
e
là alcuna
riflessione,
con
degli
dei
transalpino
affetto
moti
loro
misurino
loro
vuole
parlino
sottilmente
la
sintesi
vero
visibili
le dimostrazioni
psicologiche
compasso
in
antico, è derivata
il
filosofi,
e investighino
astratte
con
il
Ma
e
tenervi
infigurabile,piuttosto
intuizione
non
e
qua
il fare
alla
forestiere?
muse
affetto,ella, secondo
avendo
fanciulle,
per
vive,
scorre
di
affamati
dei
cordi,
ri-
e
noce
non
belle
capelliere di vergini,
ignoto
e
carni
ghiribizzi delle
e
in
di
al
streghe,
guardia
bricando
fab-
Mefistofeli,
gire
uscire
san-
non
appunti
incantate
la
sotto
murate
di
tessute
lire
i
né
fantasime,
e
coi
farli sedere
per
né
ceneri,
prigione gli angeli
sale
delle
ed
roghi
secreti
farne
per
i
stretta
per
come
supplizi,
folletti
strade
le
e
vi
raccontando
pugnali,
e
taccuino
tregenda
demoni
di
anime
molto
alla
e
lacrime
teschi
evocando
non
fatto,
non
fra
cuno
al-
selvatica, e
descrivendo
non
sapendo
non
grado,
in
maneggiando
non
cherebbe
giudi-
li
ei
Di
avvolgendosi
non
che
e
sapore.
venirgli
essi
ad
dozzinale
nessun
o
poco
presentarli
certo
per
produzione
una
di
guardando
vo
le
da
gioni
ca-
interiori,
il deviare
62
dei
violento
Io
ho
che
ciò
tra
pensato
ogni
ci
quelle che
forniscono
casa,
chi
a
di
meschinità
lavoro
l'accozzamento
fruste
Infine
l'anno
le
ò
tentato,
materia
in
niuna
né
pareggiati
le lande
dei
e
In
negligenze,
le
d'ogni
le
cose
girano
sorta
le
niun
giammai
gli
volte
estraneo,
poeta
sorpassati,
oltramontani
al di
venti
canti
sumono
pre-
d'oggi
riboccano
in
lontane
e
cento
e
e
ciascuno,
le
fecondità,
un
maniere,
ed
di
le
ove
stranezze,
gne
maga-
sbalordiscono.
prossime,
l'universo,
noi
a
episodi
superfluità,le ripetizioni, le
varietà
per
scrittori, i quali
scarabocchiano
o
serragli
i
d'elocuzione
scorrezioni, i neologismi,
mostrare
cento
forme
le
e
picciolette forze
insegnare
settimane
amfibologie,
viete
come
seguitando.
va
mie
furono
d'
questo
lunghi quindici
epopee
e
più
non
iperboree, gli
le
nostri
Ma
possibile,
dell'im-
Tartaria,
stile,da
di
nemmanco.
due
le
de'
armoniose
lingua vivente,
Italiani.
di
seguitare
sopratutto
anche
e
Bonzi,
quanto
di
consentito,
in
che
le islandiche
ma
lunque
qua-
prestigioso,
cercano
e
cosa;
circostanti,
e
pagode
caste, eleganti
tutte
d'ogni
Granata,
d'Ispaano,
in
contrari, l'effettuazione
domestiche
di
alcazari
il
dere.
inten-
grettezza
vogliono
ed
mente
alta-
e
questa
lo straordinario
dei
volgari,
e
cosi dire
per
poesia loro fa
e
tito,
sen-
creato,
nuovi
compiangono
l'estremo
bellezze
subbietti
e
del
splendono
concepimento,
d'arte
naturale,
veduto
bellezze
la perenne
stranieri
gli
il
e
à
avventura
per
di
Ma
Per
semplice
delle
poetici
le
il
l'aspetto quotidiano
d'intorno
le
che
me,
uomo
segnatamente
e
dall'imperativo categorico.
atti
propri
cono
ridi-
comparandolo
conformi
esaurendo
concetto
e
tutte
a
disformi
le cate-
63
d'Aristotile
gorie
le
metafore
parte, cozzanti
nel
tutti
e
loro
allegorie,le ipotiposi,
le
allegorie
e
risulta
insieme
la
scottarti
che
tale
di
ei
se
non
loro
consimili
nel
decadere
pinzi,
e
ci stimano
Per
piene
e
altre
col
delle
a
gusto
estetiche
lei tanto
belle,
massime
stampa
cosi
e
non
che
della
rozza,
io
se
nascosto
puta,
sa-
altri
a
versi
nativo,
e
coi
non
mi
ad
io venga
e
povera
moderna.
reame
son
risa
e
Ma
dere,
cre-
a
le
quali,
vivo
italiane
nell'esercizio
nel
ne
d'amore
e
Solamente
inelegante
e
potessero
quelle
le scritture
pittura,
molto
classici.
miei
se
zievole,
sa-
quella
le grasse
italiano
celebrata
quanto
di
m'indurrei
non
non
patria,
d'ogni raffinatura
le sia
e
Romana,
alcuni
dei
cotesti
proprio
e
vista
esempi
risposta
oltramontane.
chiara
noi
per
nuova
troppo
ed
sentimento
la
inverso
operoso
è
dire
quell'abbondanza
muffa
ragioni
persone
lei di
come
trisa
inda
loro
grandezza
in
nella
egregia signora,
ad
vanda,
vi-
una
gengiovo,
osiamo
visti
Claudiano
ei ci fanno
queste
tutto
indiana,
magnificenza,
della
intisichiti
tutte
piacere
di
già furon
Seneca, Lucano,
pieni
l'à
che
quell'ampollosa
affettazione
continua
qual
beffe.
fanno
provar
di
che
degli ingegni
secento
di
e
senapa
tafore
me-
nuove
dal
alla
e
se
il nostro
ne
osiamo
il
e
poi
e
menti
ele-
fascio
a
più speciosi,
palato. E
lingua
che
e
dei
cinese
di
pepe,
vertigine
Italiani
Se
dire, alla
;
ipotiposi:
e
garbuglio
un
d'aromi,
le antitesi
ogni
gli
mischiate
tanto
in-
:
d'
come
spesso
vanno
antitesi
e
è lecito
se
che
più
topiche
diluviano
anzi
queste
: con
delle
generi
piovono,
tra
caos
i
dicano
giu-
principj
pesa
che
delle
arti
offerire
d'ogni
io
una
mento
orna-
delle
reputo
che
lettere
e
64
filosofia
della
la fortuna
letterato
scerete
o
governar
le
trascinar
la vita
mordere.
inferigno
da
sendo
capitati
noi
chi
va
sua
merce
corre
dei
genio
a
le
per
stampate
fregi
mai
dame
del
donatore
suo
presente,
Di
Parigi,
e
di
vuole,
non
succederà
non
uscire
sima,
bianchisdi
meandri,
gotica,
polpastrello
profumati
schi,
rabevenire
e
simo
morbidis-
zerbini.
signora, piuttosto allo zelo
egregia
alla
o
bottega,
velina
alla
o
dal
e
guardare
della
sa
in carta
raffaella
di
Voglia, dunque,
non
di
che
vendere
composizioni
vignette,
passatempo
mi
proprie
di
l'arte
l'insegna
tipi
sfogliate per
graziose
sa
pane
un
trombetterò,
probabilmente
di
alla
o
vere
pio-
aggiungere
anco
secolo
un
tutti; chi
le
fiorite
tutte
di
e
;
di
bellissimi
con
in
nelle
gemere
sovente
potrei
vivere
a
vedere
di
costui
Io
talun
vede
altro
perversare
im-
a
esiglio : al primo
giornalisti,
lingue
fondo
al
Ella
mancar
fabbricarsi
di
e
rimane
a
nelP
ricchezze, all'altro
le
tal
nazioni,
oggidì
pure
sbizzarrirsi; quindi
a
e
prosegua
che
all'aspetto disadorno
cortesia
e
benevolenza
di
del
lei caldamente
raccomando.
alli 30
di
del
marzo
1840.
Terenzio
Mamiani.
22.
C.F.
Sapete quanta
vostro
rompeste
fede
portava
: non
il capo
ò in
a
scrivermi
voi
e
quanto
dunque
un
il
mi
riposo
pregio
rendiconto
che
cosi
l'amor
nelvi
mi-
65
;a
esso
che
col
volete
Rido
cuore.
però
di
quando
conclusi
quella
di
pazienza
ad
sia
costi
ancora
reale
per
dati
m'avea
brusco
poco
tace,
né
io
pregai
altra
Del
ne
Virginia
di nostra
6
—
se
: non
io
solo. Io
potreste
volte
non
è
un
dere
provveso
F.
se
Rispondogli
la lettera
avrei
cui
bozza
i
sunto,
un
alla
badate
Poisson
Io
da
parte mia.
vi
tenni
discorso
centinaio
di
di
questo
spesa
di
Ella
posta.
quegli
rimenti
espe-
gratevi
Rallefuori
da
interrogato
gPinvii.
d'epigrafeper
non
già
ò mandato
copie
al
:
PArago
se
consolazione.
maggiore
sedute
giornali? Io
adempiuto
ve
due
ma
e
vi
fatto
ancor
del
tempo:
un
perché
: ma
parlare
perchè
à
non
la morte
al
avessi
madre, avendomene
Mamiani.
voi
per
scritto,né
volta
ne
una
voi
del Mazzoli
io farne
scrivetegli dunque
a
che
due
tempo
spedito un
ò
premura
terricciuole
qui dentro
niente
dar
quegli Idillj,di
e
lui !
con
la vostra
ricapito. L'Arago
col Mazzoli
voi
ebbi
separazione
differenti.
assai
includo
rimanente,
non
che
prima
lo
mano
ò in
vuol
poco
potrò
come
mi
parlarmi d'amore, quando
bisogna dunque
si
Dio
nata
impa-
quasi al
ite
che
interessata
povere
a
segno
as-
un
io, secondo
tanto
che
scritto
parola degli esperimenti
sono
ed
isciupale
carta
di darle
piaccia
(senon
gelo
S. An-
in
:
segni
e
insacca) avrà
nuovo
pensaste
m'à
ora
di
mie
vi
F.
po'
un
le
se
ringrazio
25,
beneficio,da
altrimenti
di ciò
che
averne
vista
curare
di
al mese,
scudi
il contratto
continuo
e
vero
che
da
perché rilevo
e
l'entrata
anche
pensare
resto, io vi ripeto di
Del
cumulo
in
scudi
penerò
mostrate,
punire
e
a
di
di 30
sicuro
ringrazio,
ne
proseguire,
centinaia
dodici
mi
ve
lasciato
avete
che
e
modo
ogni
imto
Vieusseux;
Ho
la benedetta
domandato
mandato
anima
e
pre-
67
se, da
che
accerto
libro
«Del
mano
modificando
sola
nel
onde
mi
m'
insegna
cosa
infino
scritti
io ben
s' io
erro
mai
culto
nel
del
dei
della
monsignori,
cattolica.
A
confessare
con
confessare
papi
loro
ed
se
chiesa
i
vuole
gli
la
le
potuto
cattolica, questo
col
monsignori
stoltezze
e
dei
e
provocazione
del
cumulo
loro
i delitti
depravazione
di
già
peccati
corte
essa
funestissimo
e
:
festamente
manistra
mo-
corte
ricevere
verità
aiutare
della
damente
valioccorre
colpe,
della
cecità
uomini
far
credenze
pie
franchezza
e
della
a
oggidì
delle
gran
che
odierne
sublimi
e
papi
chiunque
l'adito
sante
rosi
pau-
il procedere
ostile
tempo
pratiche
e
dei
ma
al
l'altro
e
perché
al progresso,
chiunque
l'ostinazione
la
scienza
bene,
e
ed
fede
della
E
lor
zione
genera-
Puna
certamente
le
dei
tempi
reputerà
corto
e
le
petti giovanili
alla
intendete
la restaurazione
di
cuore
nostri
le
e
al
crescente
civile.
non
libertà
chiude
si
romana
è da
difendere
voler
fede
di
volte
chiesa,
alla
nei
la
libertà,,sospettosi
non
de'
che
largo progredimento
abusi
notabilmente
spirito
giudicare
agli
tendenza
qual
La
lo
faccia
in
scusare
pratiche, gli
si raccosterà
non
della
di
nuocere
conosco
pera
l'o-
ora
desiderio
soverchio
un
romana.
pare
a
mente
intiera-
garbeggia
mi
non
le
cattolico, quante
nemici
e
me
mano
a
più profonde riforme.
e
qui
a
corte
a
frutto, s'
non
nuove
allacciato
della
enormità
magro
principj speculativi,
miscredenti
ai
mio
venuto
son
trattato, ed è
vostro
e
vostri
io
i miei
parete
scettici
pubblicai quel
io
rinnovamento»,
vostra
Una
quando
i
gnoranza,
vizi, l'i-
corte
papale;
lire
demo-
avessero
avrebbero
fatto i
sterminato
delle
la
confessare
che
furono
lunga
deplorabil
una
moto
della
68
riforma,
ostinazione
popolo
incredulità
della
che
nostre
sventure,
delle
labbri
i
paiono
non
sembra
del
di
errori
odiato
ad
un
di
sfacciatamente
piedi
in
baionette
è
credere
più
in
d'ogni
sorretto
tedesche,
e
giunta,
poi
l'unità
che
riformi
l'impossibile,
e
né
coi
alla
la
la storia
in
giorno
derlo
ve-
ed
sé
sacri,
meglio
e
altra
nei
stessa
di
tutto
star
dalle
tura
sven-
rigenerazione
romana,
rifaccia
nostra
di scienza
più d'ogni
la corte
e
civile,mischiare
mondani
e
versione.
con-
propri sudditi,
suoi
splendore
temere,
di
deriso
Russia,
puntellato
e
dagli
umiliazioni?
progresso
interessi
e
in
giorno
dai
buon
e
(già
papato
della
e
me
piangere
senza
ontose
lettere, senza
l'indipendenza,
cui
di
medesimo
gli
Sperare
il
a
cattolici,
quel
fede
voi
con
scandali
di
Italiani,
vedere
i
come
argomento
e
arti,spaventarsi
dichiararle
quale dagli
discendere
tempo
gloria
senza
su
il
dell'Austria
servo
il
volta
mai
a
dicessero;
ragionare
a
cose
si
una
noi
discredito
maggiore
non
avvezzare
traeva
potenza)
e
queste
necessità
profondamente,
gloria
le
tutte
impedire
a
Forse
vorreste
o
possiamo
fremere
di
cagione
è
papi
che
Boccaccio,
come
dei
ferite
nostre
per
Roma,
infine
Machiavello,
gl'Italiani,
giudeo
eccessi
temporale
somma
del
pietra ficcatasi,dice
contrario
discorso
massime
E
vere
per
aperto
la
rimarginare.
potessero
non
la
i miserandi
licenza; confessare
il dominio
sua
la guerra
eccitarono
irreligiosi e
che
meno
poco
la
e
giusti desiderii
i
civiltà
della
e
Italiani
noi
per
stato
di
filosofi
dei
ignoranza
sua
disconoscere
progressi della
i
malvagia
tra
voler
a
e
la
più tardi
che
e
talia?
d'I-
termini
è
darsi
il genere
a
a
69
ci porge
umano
corrotti
decrepiti,
e
E
ringiovanirli.
in
fascio
un
la
la
povertà
la
Resta
sola
Savonarola
italiano
pazzo
di
della
libertà.
bello
e
dalla
quando
dei
Meglio
vi
penso
e
solenne
e
papale
corte
Né
quale
sia
perché
pure
se
le
io
di
a
dell'evangelio,mi
le funi
che
e
a
facevan
quelli che,
laico
sembra
cacciando
vi
o
nati
furia
più
i
e
fautori
del
ricordarsi
piacevi
se
Ma
più
modesto
parve
un
altra
nobile
debito
alla
voce
cosa
ncato.
del elela
per
indignazione;
nei
dall'atrio
riposti
del
adombrasse
amministrare
io
di
sensi
Cristo, percuotendo
bottega,
ad
durvi
inera
alta
entrare
che
enormità
gli scandali
conosco
un
gioso
reli-
quanto
cristiana?
con
di
dal
dell'operare.Trat-
rampognare
accendersi
è lecito
alle
amici
dottore
e
mio,
spirito
Bossuet,
ùmile
più
certamente
bello
del
turpitudini
sue
i
e
Lamennais
mio,
senno
a
questo
a
Dante,
non
la modestia
o
da
ed
gli
l'esempio
e
parer
il Lamennais
coraggio
reputiate
Bernardo,
sacro
è,
l'umiltà
1' inquisizion
e
dogmi,
del
contro
prendere
forse
il diadema,
al
il vecchio
caduta
Ma
inveiva
prudente
ed
indulgenze
battuta
resta
la
dicono
Francia
tienvi
tutti
via
ossequioso
sbigottimento.
S.
la
Sarpi;
tanto
Mi
papato.
non
le
agli errori, alle usurpazioni
acerbo
del
stringere vuole
egregio, resta,
salute,
dal
e
carsi
prati-
misericordia
fasto,
e
principato?
amico
di
via
il
il
e
forza,
grazia, può
il rosario
spada,
la
rinnovarli
la
l'opulenza, la
e
di
che
penitenza
dunque,
di
scaduti,
nata
teocratico
e
e
la chiesa
cannoni,
una
croce
sia
capaci
riforma,
qual
civili
corpi
viscere
cui
l'ardire
e
reggimento
un
di
esempio
dalle
la virtù
l'ingegno,
in
solo
un
tempio
la
le
con
cose
colpa
loro
co-
di
celesti
70
e
chiesa, invisibil
la
A
voi,
sincero
tanto
chiedere
dettate
da
dalle
che
licenza
del
quali
Italia
la misera
Riceverete
all'abate
Non
Rosmini.
vi
difendo, perché,
al
presente
di
fiato
di
di
e
medesime
dell'ente
un
quale
e
»
io
se
Scusate
medesime
sempre
Di
per
Parigi,
tesi
che
io
riconosco
D'una
po'
un
lo
strerà
mo-
son
cosa
voi
con
istanze
che
nelle
contro
Nell'idillio
o
e
corso
nella
articolo
«Il
curato
la
tanto,
stampa,
d'un
di
nale
gior-
Montal-
voleva
l'uom
la
molesta
più funesta,
molesta, ripetendo la
porta
garbo
è
gradiscono
un
stessa
rima
necessità.
lunghissima
filastrocca,e
abbiatemi
vostro
il 29
ottobre
del
1840.
e
Terenzio
Mille
lettere
scritto
insieme
awedere
Devotissimo
PS.
bene
mie
riprenderò
Idillj vi
svarione
scritto
la
virtù»
gran
punti
nuovo
nelle
fatto
m'à
aveva
niun
senza
alle
e,
dato
grosso
la stampa
delle
molti
d'ogni povertà che
è cred'io
«L'ignoranza
ma
il
su
mio
Che
«
tutto
molto
aver
poveri
napoletano.
ceto
stima
possibile.
miei
i
correggete
del
è di
parole
voi.
badate
alcun
gna
biso-
una
vostre
copia
ripeto,
da
delle
ingenuamente.
critiche
Poiché
e
ed
mia
errato,
avere
animo,
soddisfatto,
teoria
vi
confesserà
e
da
aspetta
questa
con
e
mi
queste
e
e
politica.
non
per
uscire
vedere
vorrei
vile
vero,
profonda
ingegno
vostro
imbrattano
più
perdono
e
convinzione
una
altissima
del
amico
le
Dio,
della
vili interessi
coi
vilipendono
di
tempio
cose
obbligatissimo
Mamiani.
all'egregio Gastone.
amico
71
24.
Mio
Io
potrei significarvi
non
la vostra
di
m'abbia
lettera
quante
di
nella
e
scendiamo
dalla
forse
gno
con
vile
non
Facciamo
parte che
e
più
voi
a
dirvela
desiderio
con
il
(1)
V.
la
del
mondo,
schietta,
nel
Roma,
progresso
Gioberti.
che
e
in
la
e
a
altri
Le
da
scusare
negli
questa
119-123.
eccesso.
il
.
da
occorre
alla
e
di
una
religione,
la
scienza.
molto
riconoscere
Italiani
pagno.
com-
d'Italia
più quella
par
sde"
patria italiana,
inverso
ritornino
scienza.
Op. cit., pagg.
sime
mas-
dell'azione.
altrettanto
Roma,
me
e
viamo
rimo-
gli
tra
il progresso
a
noi
le
muovono
strada
da
mondo
vi
con
po' di
libertà,
che
e
opinioni
nella
forse
l'Italia
che
mie, originate da
sincera
un
e
giano
pareg-
abituali, originate
; le
passato
pietà
pratica
l'unità
e
fermi
ricon-
nella
Rimane
quali sogliono
scaturire
il mondo
vi
nostre
ed
accusarlo
tuteli
Roma
Ora,
il
da
mondo
e
sopravanza
alla
pietà religiosa,
la salute
secondo
le
naturali
ciascuno
Se
dee
e
ad
muovonmi
dalle
può
eccesso
mi
degli affetti.
la conformità
profonda
e
vi
speculativa
tendenze
quanto
al
pochi
parole quanto
d'ammirazione
e
nessuno
assolute,
impedire
vera
e
si
troppo
vostre
che
santità
quanto
mali
istruito
credenza
dottrina
poche
con
riempiuto
m'abbia
cose
nella
bontà
(1),
amico
egregio
di
liarsi
riconci-
proteggere
la libertà,
72
In
tale
gioventù
libri
di
stato
sarà
nostra
avversi
le tante
ha
volte
bel paese,
sola
per
Ei
che
e
virtù
sarebbe
non
nelle
perché leggesi
da
Giovanni
nemiche;
leggesi
e
si mise
della
sublime
:
fuori
la
e
Vili
ogni
:
del
primazia
le arti
con
nella
secoli.
Ma
della
di
è da
lasciamo
noi,
la
alle
maestà
più presto
quello
e
che
nella
peccati,
e
lo
anni
splendore
la discesa
voler
mondani
dei
inutili
pensiamo
per
Roma.
Pur
del
nella
primi
morazioni
ramme-
quanto
più generali per
di
di
mantenere
morale
cotesto
e
che
avanti
per
ritemprarla
forza
guise più degne
pallidivan
im-
ohimè!
coi mezzi
col
e
barbari
Ma
si
quel
l'allargamento
con
oggimai
vecchi
del
cagione
raviglie
me-
II
mandò
e
caldeggiata
politica e
scienza
di
a
papato
poter temporale
virtù,
cosa
le
Giulio
d'Italia, i
pochi
pena
ap-
derare
confe-
a
si videro
appena
aveva
durre
in-
che
energia
Venezia,
sollecitata, raccomandata,
Carlo
III
d'ogni parte.
Giulio
medesimo
cotesto
fraticello,
ferocemente
state
con
i barbari
vacillavano
e
l'impresa,
Alessandro
e
morte
a
tichi
an-
potè predicando
lega lombarda;
ferita
penti d'aver
semplice
guelfe, tosto
le città
insieme
ciuto
pia-
degli
un
ardore
buon
con
di
fosse
papi
fallita
repubbliche
altresì
del
cuore
concordia
Vicenza,
molte
pace
cordano
ri-
forestiere.
loro
che
storie
Ei
temporalmente
ai
se
ventarono
di-
d'Italia
nel
baionette
la
cementare
che
d'Italia.
regna
che,
bene
la
vostri
giorno
lo straniero
delle
nei
cittadino
primo
beneplacito
Italiani,
alla
dal
cittadino
tal
che
che
quello
leggendo
decaduti
chiamato
di
davvero
quaPera
dire
primo
troppo
bene
so
oggi medesimo
e
ricordano
grido
al
bene
troppo
non
per
Italiani
gli
essere
io
cose
zare
rial-
troppo
73
la
legge
chi
a
insino
di
ai
altro
nostri
(altra prova
della
primogenita
e
la metà
cui
in
del
sta
dei
Pirenei,
nel
d'innalzare
in
Roma
la memoria
voluta
dal
la bolla
gli resiste,
lo minaccia
è
Vienna
di
di
innovazioni
del
a
la
vecchie
quel
nulla
di
Pio
dignità
e
ha
della
prelati
giunta
e
odierni
che
il loro
potestà
corte
e
viaggio
la
temerarie
in
blime
su-
faccia
le ferite
ma
grande
nostra
governo
tutto
la resistenza
che
imparato,
della
che
canizie
alle
Bonaparte,
nulla
qualche
vecchio
già
rialzata
chiesa;
di
della
sua
corso
poco
e, per
primo
è
lungo
un
Certo,
non
profonde,
scordato
ai
VI,
ad
II.
famoso
detto
avevano
capello
questo
sopraffazioni
Giuseppe
settimo
uomini
troppo
di
il
al
l'Europa
decimottavo
secolo
fermare
nare
eter-
si fattamente
dell'aspetto di
per
in
tutta
Il
Pio
papa
per
tardi,
Domini,
inutilmente
ponsi
inutilmente
onora
agli
e
principi.
al
riporre
lo insulta
e
soppressa.
venerando,
corte
Coena
la
per
Corsi, prepotentemente
Più
di
sull'ecclesiastica, e
secolare
ed
Francia.
XIII
in
d'interventi
pieno
di
dei
obelisco
dei
terigia
al-
con
pontificiperdono
comandasi
un
sua
capo).
VII
trattati
Pisa,
rato
sepa-
suo
rifiuta
i nunzi
cacciata
re
il
Alessandro
medesima
osservanza
la bolla
di
aver
nazione
e
Mazzarino
sui
fa Clemente
che
tentare
sua
di
della
di
la
quell'ora
trattato
quelle d'Italia
papi
sedia
una
non
ranee,
contempo-
quelle della
ascendente
qualunque
dopo,
da
e
dei
a
seicento
se
umiliazioni
da
seicento
l'interposizione
Poco
di
grande
chiesa
del
cadere
si affaccia
non
e
dell'errore
le sorti
pace
dal
può dire, e parallele affatto
si
Verso
lei
abbassamenti
di
serie
di
storia
di
è il
sono
tura,
sven-
i Borboni
s'appropria
Roma,
con
più deriso,
75
talia, la
delle
ristorazione
che
desiderio
un
idee
fatto.
un
affine
particolare pratico,
scrivere
clero
del
ai
e
scienze
fisiche
agli
di
medesimo
tempo
accomodati
dell'autorità
modi
acconci
più
il
e
dettaste
o
sulla
morale
tutto
comprendere
morale
è divenuto
nelP
venerando
e
dato
alcun
pure
stringeste
Roma
suggerire
il
suggerire
natura
taccia
non
delP
assai
sulla
ed
famoso
il
resto
quanto
so
la materia
intenzione.
più
Io
grande
là
sto
opera
voi
della
Il Barbieri
averne
;
4°
vorrei
preti dimoranti
ed
conoscenti
divario
da
fra
corre
è tale
che
forse
parte
mia
di
benignissimo
bontà
leggendo
e
per
al frutto
per
passare
Ma
presunzione.
che
produrrebbero
almeno
può
non
guarderete
vostra
altri
fare,e qui
stesso
di
con
nerazione
rige-
basti
languido
con
la
vi
unicamente
assai
e
dei
e
prediche
gioventù.
conoscenze
o
Del
primi.
il
senza
molte
medesima
ai
italiana
lontano
cenno
che
dezza,
gran-
di
Pensate
concetto.
pienza;
sa-
vorrei
parola
inestimabile
fatte
cosi
3°
corso
questa
il mio
ed
prezioso
prediche
credo
civile:
più
Roma,
quali
i
d'Italia;
un
rendo
sugge-
della
di
splendore
altri
ad
che
all' antica
successivo
risorgimento
ancora
i metodi
e
clero
ristorarli, fra
per
ispiraste
straniera
principii
esso
dello
e
delle
Germania,
in
sull'abbassamento
del
filologia sacra
di
e
i
ricondurre
a
2°
amici
storia
dottrina
poca
movimento
più
e
ceste
fa-
o
illustrazione
moltiplico
altrove, singolarmente
al
in
nuda
speculative
e
profondi
studi
fannosi
al
straniera
dogma
filastrocca
scriveste
1° sulla
alla
volta
tosto
piut-
qualche
a
mia
che
vorrei
sarà
ora
questa
amici:
vostri
romano
Venendo
che
paia sterile affatto,io
non
religiose
vi trovo
e
e
della
rezza
pu-
meditando
una
scienza
7B
e
forza
una
Viva
sbalordire.
da
attrattiva
voi
e
Viva
V Italia!
State
Di
credetemi
sano
e
Parigi,
il 25
del
marzo
affetto.
grande
con
1841.
dev.
Vostro
obbl.
e
amico
Mamiani.
Terenzio
25.
fratello,
Caro
La
le assai
per
e
voi
insieme
con
fatto
volta
di
cosa
che
noi
alla
voce
le coscienze
della
per
sommo
a
di
è
che
; ed
di
ogni
penso
e
o
da
uomo
più
ne
se
Solo
opera
sé
con
il fatto:
loro
luna
ta-
che
l' infinito.
me
a
contraddire
tutti
è
in
congiunge
si
i
popoli
che
saggio
consegnarsi
o
ai
e
di
sieme
intutte
della
santa
voce
poi credo
io
essere
chiude
senza
però
vita
di universale
e
posta
negare
e
natura
natura
patria
perpetua
presume
purgarlo
Io
possan
umane
madre
nostra
da
invecchiamo,
più picciola
e
i filosofi
Spieghino
la
rimane
mondane
volenza
bene-
le illusioni.
con
e
tissima
accet-
bene
della
d' immutabile
eterno
le sorti
sopravanza
quale
la
migliorare
a
basta
le speranze
molto
Noi
dolcezze
di
piene
del
provincia.
voluto
o
dite
mi
date
mi
le ultime
e
il bene
che
codesta
a
Giuseppe,
vanno
che
ed
gratissima
riuscita
cose
cenni
pei
procurato
caro
m'è
ultima
vostra
stra
no-
il filosofo
il
più sapiente
medici
e
da
quindici di.
che
ringraziarvi.
a
quest'ora
E
persona
compiacimento
il Peltier
garbata
ricevuto
v'abbia
davvero
il dono
risposto
ed
à
con
degli Atti.
77
questi poi vi dirò
Di
un'Accademia
per
di
voluto
della
veder
delle
dovecché
boschi
li
e
in
Ancora
relazioni
più
e
dei
bustibili,
com-
per
afflitto
lunque
quavedere
corpi accademici,
si dovrebbero
e
tendo
in-
spesso,
frequentissime
essere
rebbero
sa-
materia
generale
m'à
altri
con
agronomici
Una
importanza
suprema
dovrebbero
con
meglio
d' industria.
specie
memorie
Istituto.
trattata
di
soggetto
talune
e
onorevoli
assai
paiono
provincia
dei
coltura
la scarsità
mi
più famoso
di
degne
avrei
che
mente
special-
istituire
sieme
in-
esperienze, confronti, statistiche, viaggi
e
trettali
al-
studi.
Ripeterò
è
tedio, l'Italia
tempo
e
far
dell'animo
potendola
non
provincia
dunque
convien
:
la vita
tutta
per
rimarrà
e
con
girare per
alla
sino
Dio
tutte
le forze
tutto
la vita
in
concentrare
al
quanto
sa
della
mente
intellettuale
sol
un
ed
sazietà
od
punto
in
pochi.
Addio
Di
di
Parigi,
cuore.
li 29
de
Rue
del
marzo
Clichy,
1341.
66.
Tutto
vostro
Terenzio.
26.
Caro
Non
né
ò
credo
giuntami
ricorso
punto
fratello.
ricevuta
possa
la citazione
luogo
tenerne
giorni addietro,
ai tribunali
civili
e
in
mi
di che
una
cui
mi
lettera
m'annunzia
consiglia
a
parlate
di
di
F
aver
rescindere
78
dal
contratto
0
europea.
stimato
di
vuole.
Delle
il malanno
babbo
del
saltato
gettate
e
cercarne:
di
giorno
fossero
non
Non
mi
testato
concludono
nulla
sovvengono
le
la
mai
di S.
casa
vostro
a
vedete, qui
tocca
proferenze
v'è
non
sa
mi
di
mia
più
e
di
mai
cavilli
i
tutti
polso
maggior
un
necessità
solo
di
e
che
me
e
dell'asse
della
metà!
quiete sull'esito
istante
della
procedere
oltre
fino
lite,non
che
abbiamo
all'estremo.
sono
la
tranno
po-
non
ma
questo
: ma
si
non
dopo
e
d'uomini
della
ragione
e
quali
a
troppo
ne
basta,
provincia;
il parere
probità
gran
Come
e
pur
che
venuto
sov-
comune
della
scana
To:
ripetete che
mi
di
m'avreste
la morte
dopo
strutto
co-
padre
nostro
obbligazione
mangiacarte
di
il
ma
emergenza.
grave
Bottoni
teneste
del
annesso
Voi
la lesione
proposito
parole,
s'appigliano ?
che
piacerebbe
gran
fatte
del
poderetto
di
soggetto
testamento.
provar
sofismi
il
affanno
il
di
mai
se
i beni
ogni
in
ombra
spontanee
del
apertura
potere
nulla
per
e
cosa
servendo
lasciandovi
dimenticato
vi sareste
non
Angelo
vreste
do-
so
modo,
a
che
ma
non
me,
un
questo:
favore
vostro
a
so:
ogni
abbiate
era
non
per
A
vita.
non
indubitatamente
avea
tutte
furono
c'erano
non
troviate,
ne
rubate,
inondo, perchè
contratto.
della
ricordi
state
le
non
custoditele
Trovandole,
dirmi.
un
qualora
e
partii
fogli.Quello
fatto
abbiate
ne
m'è
non
che
lettere
di
pieni
che
testamento
Quando
le vostre
:
quel
mai
e
alcuno.
carte
cartoni
madre
nostra
o
due
in
ad
pochissime
altre
pel
vostre
fama
mia
faccia
e
originale
né
darle
meco
con
mare
rimaste
son
voi
portai
a
lettere
di
la
macchiata
rispondere,
non
copia
cervello
Ancona
per
né
ò
non
in
vedere
non
per
di
dico
legge
per
eh' io dubiti
e
della
79
e
del
spedizione
Della
buona
speriamo
dei
all'aria
saliti
mi
sembrò
in cotesto
clima
aperta
cura
con
Di
il
e
modi
più
e
alF Italia.
in
o
di
se
del
nostro
anni, abbozzai
civile
i miei
il moto
delle
E
generazione
miei
a
amici
Francia.
Dio
di
dove
se
si
e
i convertiti
che
si
sono
costi
tenta
punti:
onde
oramai
non
gli
animi
delle
massime
zelo
:
diverrà
di
armarli
e
perché
eterna
:
coi
Quanta
impazienti.
io
se
ò
gran
la via
tepidi
più
è
con
un
in
la faccia
lunga
di
per
ferrea
po' più
voi!
veranza
perse-
e
con
nessuna,
chiaro
vincere
con-
medesima,
gli svogliati
direte
a
scaldarli
a
sé
a
moltissimi
ma
e
la
grazie
e
sudare
da
nuove
pazienza
vanità,
pronunziato
è
i
chiamata
migliaia
si tenta
una
similmente
popoli
a
in
fuori
di
volgevano
dei
gione
reli-
sano
confes-
i modi
tosto
calamita
della
mandai
forestiera,
e
sette
son
ora
anni
proponevano
non
raggiano
inco-
universale
essere
quattro
son
sorridevano
Oggi
ridevano:
ne
m;
potente,
esule, im-
teorica
una
piute
adem-
lusingare
per
Quando,
religiose
or
indigena
ne
quello
altri
idee
bugiarda
questa
pagine
amici
quando,
opuscoletto
un
poche
sé
a
o
e
povero,
adularlo?
che prò
in
egli è
ma
parere:
a
consolano
mi
modo
onore
dite
mi
dei
solo
fare
le scrivete
me
non
che
cose
compimento
pure
oscuro;
Europa.
belle
tante
via
:
Fautore
Le
infittire
e
ecc.,
e
positi.
spro-
il cambio
e
ecc.
provinciali
angustie
dico
di dilatare
notizie
credibile
quasi in-
e
forse
ma
:
citazioni
eser-
rimento
ripetere l'espe-
carteggio accademico,
dalle
uscire
nelle
sugli alberi
converrebbe
:
fine
senza
importantissimo
libri,dei periodici,delle
di
far boschetto
a
raccomando
mi
nuovo
le relazioni
in
e
congratulo
Quel fatto citato
riuscita.
bachi
mi
vino
e
un
gli
spondo
ri-
po'
80
più definito
italiane
oltrecché
:
chi
al
mondo
lo
desidero
Ma
che
ciò
di vostro
andrò
lui
a
il
più
letture,
in
un
di
in
avrebbe
l'Arago
pace.
ma
mi
Dio
amici
voglia
di
li 4
de
Rue
ma
breve
più
di
il
tutto
e
libro
un
le spese
di
meno
! Al-
corrotti
essere
ai
Ricordatemi
cuore.
Lo
esperienze.
stampando
re-
forse
Mazzoli,
rifaccia
e
faccende,
lo scritto
sue
sto
io
:
divorar
banda
delle
di
il
da
fatto
eh'
tente
pa-
gici
meteorolo-
affogato
è
dargli
Io
la
muni
co-
spesso.
del
maggio
Clichy,
patria
cortese
e
sunto
rischiamo
non
scrivetemi
e
sia
consentimento.
un
avesse
badò.
! Addio
prosperità
umano
da
conto
si
Italiani
noi
Parigi,
cosi
dato
non
Metafisica.
dalla
farne
metterà
Se
quiescat
vi
povera
risultamenti
vostri
di
ovvero
che
e
accetterà
espresso
brighe. Bisogna
attimo,
scrissi,
è
tanto
possibile. L'Arago
succoso
di
di
i
dimenticate
non
nostra
certo
per
suo
voi
le menti
tutte
intelletto,
la
me
L'Arago
avrò
e
V
in
credo.
collega,
Mandandogli
il
lo
ciò.
dà
di
più
non
di
basti
l'amore
ami
ma
confuso
giaceva
1841.
66.
Tutto
vostro
Terenzio.
PS.
Leggo
colà
tedesco
una
inserite
Diritto.»
essendo
ogni
Velo
voi
mia
di
giornale
un
traduzione
v'ànno
del
conoscere
in
per
di
non
due
mie
avviso
vostra
coserella.
Napoli
so
che
dosi
stampan-
qual giureconsulto
sulla
lettere
perchè
bontà
ne
«
facciate
premuroso
sofia
Filodagine
indi
81
27.
fratello,
Caro
che
la lettera
Ecco
Tardi
la mando
ho
non
e
pigrizia la quale essendo
tempo
domanda
concio
la
scudi
che
cento
quadrimestre
delle
non
che
parole
amorose
lodi
che
tempo
non
orgoglio letterario
s'è
poi
è
già
dalla
mia
da
produceva
salute
patria quello
da
tanto
scritto
uno
del
farle
avere,
è
natura
sua
Avrei
gradito
delle
cartoni
6
—
un
ove
mie
velo
libro
che
un
il
più
: «
sotto
cenno
partendo
in
bagia
alil
che
il mio
da
ultimo
plessione,
com-
tomi
vieta-
non
rendere
e
se
alla
son
pur
Dell'Ontologia
fasce credete
lo
e
del
gran
per
mondo.
formato
in-
m'aveste
ancora
e
che
spedirò :
innocente
trovansi
non
Ò pubblicato
rispondendomi
lettere:
di
della
posso
onore.
intitolato
fatemene
li lasciai
Marniani.
di
un'ombra
mandando
se
che
onore
di metafisica
Metodo»;
vel lascino
scarso
tanto
sciocca
:
poco
noje
le
condo
se-
sulla mediocrità
quel
detto
del
svaniti,
straordinaria
attutire
per
di
stesso
di sollevarmi
e
li
debito
troppo
sogni
sé
a
tanto
riconoscenza,
pur
dei
la
sopportino
sono
nessuno
Penso
sotterrata.
so
ammontavano
la speranza
da
Delle
gioventù, quei fumi
la fiacchezza
aggiunta
e
eh' io
dici.
giu-
non
Jconto
per
vi ò viva
avverato
a
Venezia
scrivete
mi
se
tempo
a
andante.
mi
di
talvolta
già
dell'anno
sperticate
Uscito
meritare.
la
miei
amici
di
via
ciò
per
ai
ammogliata
Ricevetti
la
per
scusa
meco
gli
sopporto.
ostensibile
chiedete
mi
due
nei
fretta?
e
se
83
de
l'attention
la
s'est
montré
du
brilla
sulla
»
filanda
amico
fatti
insieme
domandare
per
Quelle
di
Il
so
della
l'
copie del-
vostra
e
«
Memoria
»
ringrazierollo
il vostro
la
scritto
alla
di
e
gesse
giun-
desiderio
con
che
filanda
scienza
da
alcuni
su
non
letterina
intorno
al
sapete.
vapore
a
e
legro
ral-
ne
me
speciale
dei
io ò sempre
liberali
che
cotta
e
adunque
Taffratellino
con
Scrivetemi
un
li
fa
la
le nostre
male
la
non
l'interdetto
cenno.
risparmj)
pensato,
mal
perché
ovvero
un
maraviglie
(eh' io chiamerei
scientifico, ma
congresso
Scrivetemene
delle
finissima
»
conto
rendi-
suo
annunciatomi
voi
giudicio
va
grazia
levato.
che
Courrier
cuore.
per
Godo
«
due
gli altri; lo aspetto
di
Bertoloni
se
sia
perché
pagine
pienissime
sono
il
Possombrone.
all'Arago
poche
meteore
nel
chi
all'Arago
da
con
comme
eu
enorme
di voi
da
so
due
di
ambedue
meteorologici
a
y
dell'Istituto.
sedute
e
so
il
Koquerel
non
vapore
parte. Non
le 17
l'atmosphère
un
à fatte
il mio
Branca
a
Presenterò
vostra
Paris
chaleur
montagne
tranversant
che
delle
del
qu'
de
et
».
jer l'altro
Elogio
«
la
ob-
l'Appenin
tourbillon
sur
des
par
sur
donc
parole
settimanale
Ricevetti
et
horizon
dire
meglio
a
le 18
jour qu'à
le
son
ce
torride,
notre
sur
que
Il semblerait
le mème
Queste
o
plaine
d'air
courant
d'Italie
Pesaro,
en
d'aoùt.
mois
un
de
ville
dans
constate
a
et simultanóes
comparées
servations
il
l'Accademie;
e
di
Cassa
beneficj e
po' più spesso
quello
proveranno
plebi
un
pasta
essere
inverniciata.
curino
risparmio
poco
Che
più
i signori
e
vedranno!
ch'io
non
mancherò
se
84
dalla
io fatto
avendo
la
Dell'Ontologia
Eroico
molto
»
l' invio
del
pazzia (e
ò
di
de
Rue
quadrimestre,
nuovo
che
giurato
il
più
confido
mi
tima)
l'ul-
sarà
opuscolo
grosso
di
e
»
troppo
senza
un
Idilio
«
dovervi
cere
pia-
cuore.
del
agosto
Clichy,
che
e
potete
spese
Metodo
curioso
li 25
Parigi
mie
a
del
e
Addio
assai.
Di
se
pubblicare
di
«
prego,
affrettare
di
disagio,
Vi
mia.
parte
1841.
66.
Affezionatissimo
vostro
Terenzio.
29.
de
Rue
fratello,
Caro
Con
gli
alla
gli
tutti
e
del
però
ne
nulla
da
del
qualche
suo
umanissima
quale
Presentai
in
lettere
fino
un
ò
risposto
con
gli opuscoli
con
io
una
molti
vostri
vate
tro-
frullo,
un
mia
vita
e
ricevuto
qui
manifesto
aggiuntavi
sieno
di
che
selvatico
e
con
che
di riferire
quale
dare
an-
cizia
dell'ami-
nome
valore
ò
il
presso
romanzo
alla
il
essere
rispondere
a
vi assai
prego
già tempo,
nuovo
m'avviene
Non
caso.
e
lasciarsi
particolari della
più sgarbato
mandommi,
facile
le mie
che
molti
me
Sansoncino
per
cosi
insieme
tutte
a
più
adunque
Godo
sangue.
fo
e
gentilissimo Dasti,
passare
Ei
natura
Scusatemi
anno
è
parenti
più negligente
e
altri.
ricordano
ma
e
propria
: non
al
amici
più pigro
voi
66.
Clichy,
questo
voglio
non
non
di
sono.
stampa
lettera
e
vivi
sua
graziamenti
rin-
all'Arago
86
e
la
con
voi
e
per
delle
della
me
vostre
che
vero
dire
può
di
in
un
d'America:
la
che
Circa
di
da
e
qual
Branca
dee
controversie
erudita
bene
tra
da
aspre
di
dirne
non
l'Arago
ad
turbare
in
capo
di
e
norma
cogliere le
casioni
oc-
farlo.
di
del
invenzione
le
parola, perchè
il Libri
e
relazioni,
pregio
dell'
si
d'Europa
per
il
veramente
questione
ò stimato
e
e
pescandovi
e
servirvi
scrivergli
a
per
singolare
una
bande
pur
fare
suol
gli piovono
le
tutte
cosa
valgono
alla
che
opuscoli
temperato
essere
per
voi
per
questo
note, di memorie,
di
mare
ordinario
ogni
di
cortesia, scegliendovi
osservazioni,
ad
che
Abbiate
inverso
usa
ringrazai
onorata
scientifiche.
l'Arago
lo
seppi
menzione
note
parzialissima
che
efficacia
maggior
fatte
sonosi
ambedue
il
intorno
alle
giudicio
mente
talla
e
critica.
Di
e
che
quello
del
scrivete
modello
terreno
popolare
mi
della
e
congratulo
mi
giungere
vi
si vuole
qualche
a
coscienza
la visione
e
della
molto
la
veramente
di
dell'aver
memoria
con
tempi
assumere
le mie
si
del
niun
e
sacra
e
forze.
potrebbe
A
me
tanto
un
gimento
risor-
gli
me
per
sento
dettare
fratello.
io serbo
mio
scrittore
trovare
io
a
maestro
ufficio
un
che
della
sima.
infelicis-
e
celebrato
suo
premio
lontano
non
che
zienza,
pa-
tragrande
compiacimento
pensato
del
quell'insigne amico
ad
il
che
Gordiano
lodativa
un'epigrafe
termine
vuol
ci
patria grandissima
conte
obbligato
Ma
avvedutezza
segreta
nostra
al
Dite
buon
salvo
aspettare
e
l'istruzione
per
fine.
senza
fermezza, operosità
per
cattedra
agrarie
cose
non
poco
nell'animo
mi
dà
raggio
co-
nato
proporzio-
primissimo
lodatore
Ma
per
ne'
stri
no-
quanto
86
si
può
Pietro
conforme.
condegno
e
Giordani
ancor
lodatore
vivo
fatto. Né
cosi
sommo,
è il
ma
amicizia
la
sempre
la
io
che
quest'ufficiopietoso
negato
al
delle
pregio
farlo
0
a
del
fa
mi
mai
non
più
né
tarda
si fanno
chiari
scudi
e
romani
ve
grazio.
rin-
ne
l'Orsini
e
anno
mai
paesi
io
già
1' « Avoltoio
letto. Ora
ò
non
essere
è
faentino
giovine
cotesti
notizia
di
certi
frasi d'alcuna
rado
offro
pensato
mente
singolar-
e
delle
nulla
l'autore
stato
d'anni
paio
un
o
Alpi
»
in
ch'io
e
più falso
è
e
trovato.
à cessato
che
in
comparso
ò veduto
questa
peggio
modo
co-
io mi
1841
Un
che
Marzetti
articolo
Marzetti
certe
100
del
chiudo.
cioè
stranamente
Ma
torna
non
il Paoli
quello
sapere
Giovanni
certo
troppo inferiore
e
dei
se
e
periodico intitolato
un
di
cambiale
sapere
credersi
da
l'avendo
nome.
bazzecola
sognato,
ganza,
ele-
congresso.
Un'altra
Ginnasi
stro
no-
compiere
non
al Giordani
quadrimestre
di
al
suo
la
terzo
curiosità
assistito
d'un
in
e
riscossa
già
conto
Ò
lui
per
di
Gordiano
a
direttamente
lo scrivere
a
Se
lodi.
sue
pellegrina
contento
genterella oscura
per
spesso
la
e
pel
ammiratone
e
tant'uomo,
un
un
è scrittore
nutrito
caldissima
sarà
verso
dell'ingegno
egli
facondia,
dubito
non
in.
grafia
legislatore dell'epi-
il
e
e
ci dà
il Giordani
avendo
vera
scienza,
verde
e
padre
fortuna
la
solamente
volgare. Oltreché,
Giulio
Ora
passi
sfingi.Il
girano
per
di
botto
delle
le
fa pur
mi
capire perché
ed
scrivermi
lettera
dell'ultima
vostre
Ginnasi
Romagne
mi
che
dice
anche
altresì
e
mi
sua
e
riuscite
m'erano
stampe
il
che
mas.
non
a
me
87
Per
attribuiti.
corrivi.
troppo
e
mai
modi
con
mi
usato
di
me
amici
scrivo
tenuto
rispetto
a
rimango
e
altri che
ed
voi
scondo
na-
altrui
cose
villania
e
lo
non
poi questo
sere
es-
non
a
le
tassare
che
abbiate
ne
io
il Marzetti
che
gli
e
; il far
peggio
par
mortificatissimo
conoscono
che
discreti
poco
voi
prego
Quello
ò
non
amici
degli
carità,
mi
di
Addio
capace.
cuore.
Di
il
Parigi
di
primo
novembre
del
1841.
Tbbenzio.
30.
fratello,
Caro
Benché
fatto
abbia
finir
lascerò
non
augurarvi
ogni
in cielo
sta
attender
un
Dio.
di
che
vita
certo, molto
di
qualche
di
la
con
di
servono
nel
cuore
A
mi
che
preme
di
più efficace
ne
stiamo
assai
di
patria.
e
col
più
madre
idea
biamo
dob-
quel
essere,
Mi
la
dervi
ve-
vizio, quando
cari
più
e
sembra
germi
rivol-
stesso
me
rita
fio-
e
perché
parola
mi
mi
torna
viva.
fratello
saperlo.
e
potrà
io ò il
Ma
riflessione
lettera
sopportabile
sia
amici
io
onoratamente
non
ne
poeta,
povera
questa
confortare
e
parola agli
specchi
in
quale
alla
questa predica.
d'ammonire
bisogno
che
fatto
bene
e
il
rimane,
per
nostra
seguire
a
felice;basti
ridere
ò
ci
La
noi
per
prendere coraggio
tanto
salutarvi
ch'io
e
il
dice
come
senza
da
bene
risposta
una
vano,
Panno
pregare
a
di
debitore
siate
mi
Ditemi
F
se
la
con
e
vi
son
lite?
giunte
88
ultime
le mie
TOntologia
vi
il
un
quale
salute
mia
0
io vorrei
colà.
Dio
forse
qui inediti, ma
Ora
cui
darò
questo
qualora
astrattezze
e
discenderò
alle
il mio
Italiani
che
sonomi
ma
metafisica
o
parola magica
convien
a
miei
progetti letterari
ardui
e
a
a
chi
ad
mettere
portano
di
la
pare
ristamcensura;
fino
versi
di
vita
e
e
Scusate
lasciare
e
la
questo
facili
s'io
ma
non
sanità
fatica
prenderò
ri-
degli
disparte;
di
che
che
in
i
buona
lungo parlare
a
la
è
maggioranza,
ciò
scienza
di
impacciarsi
sistema
un
sono
in
le
per
educazione
bisogna
tanto
atto,
po'
prima
per
di
scritto
errare
un
in
filosofia
alla
l'ultimo
sarà
non
o
metafisica
intorno
sull'ottima
quella
non
di
stanco
gonzi,
fede
può dare.
libro
produrre
i
per
quali domandano
e
abbia
che
accorto
giorno
poesie che
molti
aggiungo
oltremodo
pesa
le mie
faravvi
che
sono
lavoro
mi
lo
si propone
pratiche
cose
ogni
le delusioni.
sistema
perché
genere
po' cagionevole
se
tutte
altro
un
speculativa
puramente
La
basteranno.
il mio
intero
di
non
mulinando
vo
quale
affetto.
fa
si
mi
fortuna
vi
al
quel lungo ed assiduo
Genova
i vuoti
».
quelli del
e
un
rimanente
squarci
di
molto
cioè
del-
«
Ausonio
«
congresso
con
quale
la
di
li
riempiere
io per
al
correzione
sa
e
mai
il
e
giovine letterato
un
il
e
tutto
la
compiuta
studi
modo
un
a
le malattie
gli anni,
V
sempre
permettermi
perché
caro,
poesia
vostri
stato
essere
sempre
non
che
studio
più
va
da
e
so
ricordarmi
di
prego
de'
poco
la
e
»
metafisico
cioè
scritto
del metodo
e
Parlatemi
Paoli
lo
stampe,
e
cosi
con
voi
concepire
ne
parlo
dei
dunque?
Rispondete
presto,
che
io
vi
ripeto
per
la
mille-
89
sima
il
e
volta
una
codesti
paesi,
più
farò
che
sulla
ò
che
fatto
li 23
forse
oltre
dirvi
a
di
è
rivedrò
si possa
dere.
cre-
dei
uno
rivedere,
deri
desi-
nate
indovi-
frondeggiano
che
fonte.
alla
va
Addio.
l'uomo.
del
Clichy,
che
di
nuove
non
quello
gli alti pioppi
e
dicembre
de
Rue
il ricevere
e
riposti nell'animo
è
piacere quanto
tanto
lettera
cari
son
ridere
discesa
Parigi
per
mi
Sant'Angelo
Cosi
farmi
cosa
quali probabilissimamente
i
che
ma
Vi
?
voi
con
conversar
mai
niuna
1841
66.
affezionatissimo
Vostro
Terenzio.
P.S.
Ricordatemi
—
Salvatori.
buon
cioli,i
parte
Modi
cordialmente
Salutate
gli altri
e
per
comuni
il buon
augurate
il
me
al
assai
il Bertuc-
Cassi,
amici
e
da
tutti
a
mio
mia
anno.
31.
li
Parigi
de
Rue
Caro
Sono
cento
scudi
Un
da
un
pare,
dato
di
del
marchese
ma
avviso
col
da
fringuello che
Riceventi
Clichy,
fa ebbi
M.
di
cervello
Roma,
si
conosce
e
in
non
del
1842
66.
altra
un
Roma,
bugio.
ma
non
buon
La
vostra
e
li
tempo
ve
giovine,
a
Guiccioli
al
scusa
ne
grazio.
rin-
presentatami
bisognava,
subito
fo
ne
giusto
quadrimestre
corrente
mese
silenzio
lungo
varrebbe.
non
luglio
fratello.
colpevole
perché
di
16
canto,
quel che
me
perché
e
dove
à
ne
è
un
gli
91
32.
Alla
Cristina
principessa
Belgioioso,
Saint-Germain.
a
18421
DalPab.
vi
Stefani
occhi
interdica
mi
fiato. A
d'un
Avendo
fuori
l'opera senza
noi
a
qualche
vita
a
meditare
di
dettata
festa
la
con
mondo
tal
una
?
Forse
cortesemente
V Essai
mi
e
sur
e
più
tutta
d'essere
di
è
per
più
le
e
certissimo
per
attribuiran-
usato
la
quale
altro
astruse
che
di
rispose l'egregio
fare
trattate
raccontate
idee ;
du
Raffaello
dogme
il
stra
vo-
con
con
splende
una
calholique,
Barbiera.
lor
che
questa
scorrevolezza,
una
formation
in
sono
controversie
grazia,
a
sata
pen-
adopera
piacevolezza
e
che
Or
l'abbia
che
tardi
la
tutta
per
metafìsica.
di
padronanza
la
di mandar
cogli amici,
cortesia
Vero
limpidezza,
una
avverrà
provetto
materie
vita,
modestia
sospettando
teologia
fina
larghezza
tanta
(\)
noi
e
conversare
a
più
le
ramente
ve-
rallegrarmi
e
graziosa signora
una
conosca
opera
tutto
egli
scrittore
più del tempo
una
nome,
eglino imparando
e
il
vostra
sapendo
nola
diranno
dire
cosi
aspettare
so
non
alla
piaciuto
molti
(1), e
opera
per
ringraziarvi
per
che
voi.
con
cuore
gran
che
fine
alla
giunto
modo
il dono
indisposizione degli
leggerla
di
ogni
vostra
la continua
che
pesa
l'altro
ier
della
farmi
di
compiaceste
mi
ò ricevuto
per
di-
come
92
siffatta
sin voltura
le
tra
uomini
nota
più
e
di
coloro
poi
intenzioni
degli
scritti.
maniera,
dì
per
Giuliano
azioni
sue
d'animo
grande
m'
è
della
salutarvi
Agnesi.
tal
del
dalla
vostra
più
pura
per
dottrina
degnissima
ho
del
già
vostro
concittadina
le
tra
a
del
larga
prendere
e
rattere
ca-
morale
mostra
amore
e
il
passionate
fate
che
e
opere
misura
giusta
quel che
sufficiente
valor
dettrazioni
le
e
cattolici,
che
almeno
tratteggiate
criterio, di coraggioso
Concludo
cristiana
la innocenza
come
una
dello
sempre
veramente
indicate
gP
Gibbon
imbevuto
cristiana.
volumi
fino
governa
potete quella delle
esempio,
e
scrittori
di
carità
non
tiene
di
soverchie
molti
per
ove
patria.
che
di riconoscere
ingegnate
alle
particolar modo
tolleranza
della
e
penna
v'
tempo
di
illuminato
la
niera
stra-
umiliazione
ssima
in
mero
nu-
salvo
lingua
in
infelice
lodarvi
non
più
toglie dal
vi
dettare
a
bene
lingua oggi
scusa
la nostra
delle
e
pongonsi
gli
di
ragione legittima,
senza
soggiace
la vostra
lodi
questa
cui
spirito
delle
e
fermo
occuparsi
intenzione
nella
quest'amari
posso
La
scrivere
aggiungendo
Non
onde
che
vanità,
propria
tante
sparsa,
di
anche
Per
desiderio) a
questa
con
gire
fug-
di ricondurre
tentare
per
più
a
cogliere fiori
e
vostro
forse
e
determinato
avete
di
modo
sembra
studi
imparato
à
ove
telletto
in-
un
nella
esercitato
e
cattedre
da
sottigliezze scolastiche.
bel
un
(come
cotali
in
delle
scelto
avete
natura
delle
rigidità
spine
sua
è uscita
com'
degli uomini,
compagnia
la
vedesi
di
elegante
scelta
che
letto
un
vero
filosofia
dei
due
ammirazione
ingegno,
di
Gaetana
e
98
il vostro
Possa
donne
italiane,
oscurano
colla
lo
alle
presso
sprone
che
quelle singolarmente
a
presso
ignavia
e
colla
natali
e
delle
dei
splendore
valere
esempio
fiacchezza
dell'animo
ricchezze.
33.
Gando
All'amico
Genova.
a
18429
Gran
cosa
per
d'un
meno
poco
qualche
mese
del
all'ambasciata
Bastiano
s'è fatto
Godo
dell'amicizia
fattevi
che
ed
non
Di
circa
e
cari.
energici
di
potevate
procacciarmi
Ma
entrerà
più
chi
regni del
nei
tutto
non
tutta
quello
ai miei
che
la
non
pazienza
d'im-
Ma
lasciatoci.
il
e
un
tera
let-
la
portava
buon
vostro
dai
miei
foglio,
rancido.
la Franceschi
con
accoglienze
vivi
del
d'amore
querelandomi
introvabile
molto
sarà
dei
trar
en-
poco
qualche sfogo
l'avviso
e
a
sogni.
il Massari
invisibile
nell'anima
de'
Genova
secondo
giungeravvi,
pur
e
poco
di
paura
sospetto
un
senza
a
silenzio
a
nuove
in
à fatto
il sole
scritto
lungo
e
vostra
potendo aspettare
v'aveva
poco
vivere
sentirsi
la lettera
pensieri quello che
Io? non
dover
anche
vostre
senza
un'apprensione
rattiepidito.Ma
se
stare
e
ed
sinistro
nell'animo
lieti
di
me
godo
cordiali
delle
mille
Godo
de' sensi
vostra
a
viaggio,
lettera,
e
alti,
dicovi
parole maggior
chi
bensi
comincia,
solazione.
con-
prosegue
cielo.
mi
manoscritti,
raccontate
io vi
e
mi
ringrazio
proponete
quanto
so
94
meglio
quanto
e
raccolgo
io
del
saldissima
la fortuna
se
e
il
le
tutte
ai
avvezzo
sono
italiano
seconda,
vi
fa
quale
di
e
cose
non
amore
per
voglio
ve
di
dare
e
e
e
me;
mentiate;
tor-
ne
quali
so
allo scrittore
il
amare
nelle
tutto
nuova
preparate
professione
non
da
perché
giuochi
suoi
stanno
amarezze
;
testimonianza
una
tragrande
vostro
non
contrarietà
e
pegno
un
esprimere
posso
non
vero
su
esorbitanze
delle
sette.
Per
è
me
o
mmss.
Genova
a
se
e
medesimo
un
non
o
che
presto
tante
limiti
che
alla
è
Si
soverchio.
e
di
delle
mi
delle
più
dei
grandi
fratello
sicuro
dicovi
nell'animo
interpoli
discorso
dei
e
si
non
diligenza
scelta
i
puntini
ad
dei
affatto
siete
voi
appoggiato
che
è
parte
da
versi
voi.
il
a
cosa
Se
goiar
in sin-
inserire
dovete
Ben
pere
sa-
signore, perché
stesso
me
sul
uno
e
quel poter
appunto
il capo
dizio
in-
inibirli,la
sollecitudine.
mia
per
arbitro
a
e
conci,
rac-
fede.
persistono
dell'amicizia
e
fatto
del
seno
suo
d'amore.
Rispondo
e
la
mie
beni
al
Quanto
la vostra
Se
lascio
cose
sibile
pos-
impossibile. Basta, d'ogni
raccomandate
sono
dormire
è
per
Strenna
sua
che
s'
non
vostra
e
censura
tenuto
MafFei, ringraziatelo
modo,
nella
luce.
derio
desi-
altro
mite
fa, s'interdicevano
versi
alla
al
scrivete
ma
soppressioni.
rimetto
più
v'ò
garante
tempo
dei
ristampa
è
avendo
tolleranza,che riparlarcene
mia
tagli
questo
Milano,
A
volte
i due
stampino
non
a
vengano
revisione
si
la
trovare
della
pongo
Milano,
a
di
se
che
che
questa
con
la
che
sua
voi
al
calda
dovreste
nostro
benevolenza
Crocco,
dolcissimo
m'entra
impallidire
di
tanto
gelosia :
e
95
è
quanto
fare
stesso
me
Riverite
sia
ci
po'
un
male
la
lettera
quel rispetto ed
mandato
à
la
debbonsi
che
amore
d'entrambi.
che
io
certo
e
sua:
a
significategli quanto
e
dell'accidente
dispiaciuto
Iddio
aiutimi
voi;
indegno
meno
il Costa
me
per
di
degno
quanto
caro,
a
custodirei
tanto
a
con
maestro
d'eleganza.
Il Massari
d'affetto
vi
che
amici
salutati
poeta
nazionale
tosto
potrete
non
che
sovente,
pochi versi,
perdonarlo
ma
gli
eccetto
il
bagni.
beato
e
tale
tutti
•
risalutano,
vi
è ai
abbondanza
con
e
non
caramente
Scrivetemi
bastano
scriverà
spesso
fosse
se
me,
ogni giorno;
Addio
carità.
per
con
l'anima.
tutta
34.
Gando
Al
Genova.
a
10
Amico
Ma
vostra
sarebbe
sottintenderli
vero,
può
ai
e
aggiungo,
che
dopo
l'amor
avermi
che
agli
uscire
amore
ultimi
altro
ringraziamenti,
ora
di
comando
spirante
sino
non
caro,
ringraziamenti
foglio tutto
fitto di scrittura
dal
i
sopprimo
vostro
Solo
sempre
al dolce
obbedisco
Ecco
pel
mio
e
sempre
non
per
vostro
1843.
ottobre,
e
scrivervi
bontà
dettati
da
cerimonia,
vi
mine
ter-
ma
proprio
di
piaccia
lità.
cordia-
vera
continuatomi
conosciuto
pieno
nessun
e
però
e
fora
Dall'an-
margini.
vino
dovrei
vi
pur
bito.
su-
costretto
vivo
nel
e
dissimo
cal-
fondo
96
dell'essere, mi
Perchè
difetti
ringrazio
amoroso
dell'animo
del
e
Godo
che
leggere
scrutare
del
Galluppi,
per
introdursi
con
ed
pel
valle
quel
con
Vanni
con
derovvi
(i quali
sento
tondi
che
e
ai
ora
stieno
letteraria.
Massari
non
Le
a
credo
filo
Del
resto
filosofia.
scienza
Co-
Sallustio
»
caldi
mille
S. Concordio
«
»
pur
nella
trovarmi
e
vostre
starmene
stampe
la
se
di
dai
far
di
legge
la
a
man-
sulla
nuova
favorire
e
di Milano
patti chiari
del
cortesia
librai
di
librai
coi
poco)
con
Certo,
vi prego
molto
«
parte
vorrei
non
badate
si stancherà
nuovo
tirocinio,
della
di
Il
L'opera
libro, converrà
altre
assai
patti discreti
Di
mia
e
fidata.
mmss.
lodare
ottimo
legato al collo
libro
occasione
per
Venendo
gli
io
ciò.
Trattato
altro
con
Fucci.
è
dono.
carissimo
restituirlo,perch'
troppo
da
porgerete
di
del Muratori
da
son
«
di
meditare
»
la versione
e
barattare
può
Annali
il
più
; fatelo
Galluppi
segreti della
nei
desiderio
cui
a
ringraziamenti
costa
bello
bel
del
prometteste
da
mente,
a
certo, io
e
procacciate
Mi
rispetti)non
abbiatelo
dovevano
dono
e
il
i
e
amici.
materia
avrete
gran
Raggio
gran
meditare.
di S. Bernardo
»
si
studi
ponderazione
altri
per
Aspetto
degli
che gli «
sillogizzare,
e
(egregio
non
del
mio
amor
fatto
più indulgente
molta
con
ributtarvi
d'avermi
riprendiate gli
modi
miei
discoperti,
voi
a
Dio
l'abito
acquistar
per
Vorgogliosità dei
e
sempre
riconoscenza.
maggior
intiepidirvi fors'anche
che
non
molto
a
V asprezza
tanti
del
muove
voi
e
benignità
fargli sentire
e
prietà
pro-
cavalier
veremo
tro-
me,
dai
che
io
sori.
cen-
me
tenuto.
sapete
l'animo
mio
e
che
sopratutto
97
ò
la
cuore
a
denari
sarò
poesie
mi
perché
per
grave
e
dei
contento
Più
delle
ancora
presto pubblicate le lettere,
che
pesa
dei
dalla
principj
loro
del
quelle
l'Italia,scompagnate
solenne
ai
Mancini
confutazione
dalla
e
difesa
miei.
Ad
degli
uno
che
ormai
più
ma
;»
sorridere
la
non
Ridi
mutarlo.
delle
tua
a
molto
Poiché
molti
e
gli
quel pregio
resto, che
come
Mi
il
mio
di
e
cognata
da
io
non
molte
nella
io
e
vuol
non
cuore
cotali
donne
posso
in
gli
tanto
ò
e
cetto
con-
di
meno
a
non
Ricevendo
nessuna
abbia
loro
in
troverà
a
mia
memoria.
sua
che
dare
sione.
compas-
che
posso
posso
vedervi
ditegli per
avermi
spero
dere
pren-
non
ringraziamenti.
voi,
e
me
di
di
o
riverenza
vivo
star
saluti
la
vissima
soa-
e
di
par
simpatia
coreta
Ana-
«
Povero
sono,
l'egregio Costa
altri
che
di
posta, che
benevolenza,
mandarle
manca
Manfredi
leggendolo.
se
l' affetto
vostra
e
non
dall'
più del
più fine.
bene
Visitando
desidero
Del
aspettato
cominciare
intenderete
so
tutto
gli uni
Volea
invogliato
cotta
una
quanto
voi
rischiato, già vecchio
ò
parte
da
Idillj»
giovinetta inglese bellissima
una
cagione
ch'io
«
la lima.
m'à
la
mi
diligenza; quanto
ogni modo.
a
poco
la
e
veder
preme
non
girino
prestezza
cosa.
la
nostra
Italia!
povera
Addio,
soavissimo.
per
:
Addio
quidquid
di
minuto
hàbes
Scrivete
d'ogni
boni
lungo
e
vostro
malique
die
e
spesso
studio
e
nobis.
nuovo.
Il
tuo
Terenzio.
—
Mamiani.
guagliatemi
raggozio
ne-
99
alle fonti
vuto
invece
se
fosse
mi
o
piaciuta
municipali,
angustie
nel
l'animo, vegliare
di
e
rossore
che
gli amici
dalla
natura.
alcuna
giunto
di
quelle
Piacemi
di
e
della
l'amicizia
arricchirmi
e
opinione dell'essere
encomi
onorevole
Quando
un
mi
e
tornerà
lavoro
del
vi
mio,
critico
piacerà
po'
e
principiate
di
alla
utile
vostro
di
distesai
e
di
e
fanciullo,
in
altro
del
forbitissimo
terno
pa-
virtù.
le
mie
infermità
di cui
altresì
l'ufficio
molto
volete
in
solarmi
con-
falsa
una
che
fine
af-
cessiate
più
utile
consigliero.
vogliate
riscrivermi
bellissimi
vostri
dilettevole.
Colombo
ticato
pra-
mente
infinita-
guardare
affine
di
è
virilità
e
vostro
pigli radice
non
gno,
inge-
frutto.
povero
onorevole
e
alla
esempi
aperte
cara
che
con
e
paterna
mostrarvi
mio
fatto né
à
non
del
bellissimo
del
genio
bisogno
mai
avrà
troppo
senza
il
altri
con
nel
dall'uomo,
ora
e
so
aggrandir
figliuoli
ed
le
le
d'oggi
ai
gioventù
cose
come
esempio
ad
è
sorzio
con-
invigorirsi
sostenere
all'educazione
nel
ingegno
che
virtù
dunque
che
specchio
la
scarsamente
questo
pur
e
la mediocrità
la mia
migliori
più
potrei
Ma
Provvedete
gli
mente,
porgessermi
infine
loro, perché
son
la
comune,
lingua,
il
di
aggrandir
stumi
co-
fatiche,
giovani
al
ostante
non
ai
pure
stemperamento,
comune
dei
cercare
e
retto,
scor-
frasche
con
severità
vincere
sonno
e
l'uso della
con
Università
Italiani
noi
e
incessanti
con
viaggi,
coi
e
dotti,avessi, dico, mostrato
da
si possa
gravità
avessi
se
lascivo
amori
con
la
sempre
degli studi,
dei
dell'ozio
e
baloccarmi
di
frequentare insigni
col
se
voluttà
meditazione,
la
con
della
siete
So
a
che
buon
nel
tarmi
raccon-
studi
che
mirabile
porto. Prose-
e
100
alacremente
guite
della
all'onore
Se
dar
per
molto
dono
amicizia
a
e
prezioso della
di
desiderio
;
pochezza
in
l'avrei
io
fortuna
mia
quistata
dell'ac-
servirvi
potessi
gradevole,
profitto dalla
trar
mio
molto
o
Italia.
io sia lieto
quanto
io
pensando
termine
dell' intera
e
di
testimonio
utile,
raro
Genova
vostra
vostra
o
all'ultimo
sino
cosa
un
per
però ingegnatevi
e
dar
a
al
campo
dimostrarsi
Devotissimo
amico
vostro.
36.
Al
Viani
Modena.
a
novembre
8
So
eh' io dovrei
silenzio
fuor
del
e
la mia
fingerla?
rispondere,
pigrezza
ch'io
colpa
tardo
volte
tante
ci
dalla
cominciare
il
callo
pazienza. Dell'affezione
uguale, caldissima
mio
di farlo
e
o
fare
solete
nobile
e
vivo
tutti
ponete
ad
alcun
ricambio
di
che
mi
non
Rimeritatevi
delle
altre
pregio
d'amore
e
vostre
mi
di
nell'affetto
questa
pre
sem-
al merito
sole
con
concede
la mia
da
si possa.
voi
e
con
E
role,
pa-
bassa
stesso?
cioè
opere
altamente.
mio,
gliar
pi-
mostrate
sempre
belle
debbo
bisogna
dell'animo
stimarvi
quanto
voi
dunque
compiacimento
amarvi
a
ò
non
perché
superiore
tanto
ringraziarvi
altrimenti
fortuna.
nemica
come
vi
di
ò vergogna
e
e
lungo
vera
perdonato
m'avete
poi
fatto
ò
scusa
trascurataggine,
e
del
scusa
se
ma
1848.
col
zare
lo sfor-
quando
sappiate
ch'io
101
che
Ringraziovi
d'Orazio
superba
fortuna.
oggimai
che
e
mi
tromba
i cieli
la
sveglieranno
lei per
io dove
alla
voltandomi
poeta
Tua
virtù
Forse
allora
giacerò
posso
dunque
col
dirle
sicura
di
più
taluni
un
anno
di
miserie
si
discreta
fate
e
per
à
non
ter
met-
a
penso
mie
amici
vi
cagione
dei
revisori
ad
sano
pen-
che
sente
pre-
colà
trovare
uscirà
ne
e
tese
cor-
Al
atto.
sperando
credo
non
covi
di-
poesie,
buoni
venire
potuto
Io
censura.
io
se
paesi quel desiderio
Milano,
a
begli occhi.
delle
miei
cotesti
voltati
son
de'
compiuta
Genova
a
amorevole
e
chiuder
che
un'edizione
che
altre
al
cadde
scocchi
vuoto
a
al domandarmi
fuori
da
Parco
tendi
Quanto
più
io
da
so
:
Indarno
di
non
ma
faccia
con
mento
monu-
interrotto.
e
giorno,
Fortuna
nudo
son
nel
sonno
più ridestarmi;
non
Io
chiusa
scosso
un
alla
testa
peggio?
ferreo
essere
per
parole
dubitate, perché
tiene
e
belle
tener
a
ne
di
mia, il cui
sia
e
non
far
ella
può
la Donna
qual
terrò,
più spogliarmi,
può
non
La
le
con
isgagliardirmi
non
a
esortiate
mi
cosa
buona.
0
scorsa
quale
che
chiedete.
mi
sogliono
non
nella
po'
un
officina
mi
sembra
Di
destrezza
che
levarsi
ed
fretta
in
E
cotali
sorte
di
voi
sapete
dai
oscuri
conclusioni
e
al
molto
artificio
con
non
e
certi
del
di
manca,
pregiudicevoli
di
nemiche
fabbricate
cappelloni.
della
al
non
vi si
certi
per
quinta
Ma
mediocrità.
perché
fatti, poi
salti
pregiudicata
e
scritture
disopra
della
Taparelli
ignorante
meno
d'esperienza
continuo
l'opera
si
bene
parla
ghetti
tra-
giunge
e
a
giove-
102
voli
cappelloni. Quanto
ai
di
è un'ira
rinsanguineranno
ogni
con
che
il
mano,
di
appunto
del
e
dei
voi
morti
l'altro
e
Pab.
sempre
in
parlare
a
vivi.
scrivevami
molto
con
Testa.
amore
Addio,
due
sotto
filtra
s'in-
e
lingua
dei
quelle
dolevasi
qui
scrivo
anima,
gentile
ieri
pori
ed
desiderate
nuove
questo
a
di
buon
e
star
scrivere
con
Salutai
silenzio.
vostro
i
testo
un
a
non
cui
tutti
converrebbe
con
o
più
reggo
per
menerebbe
le
Irene
Donna
si
turate,
poi
parole
le
Ei
meato.
non
e
nuove
lingua
buona
m'entra
che
le orecchie
con
io
caro,
francese
di
poco
un
mio
Amico
maledetto
o
allo stile
e
le vostre
desiderio
vivissimo
con
per
all'edizione
Dio.
Aspetto
gusto.
poi
righe
bella
al
stro
no-
Cagnoli
credo
Non
vi
abbiate
d'indirizzarvi
di
carta:
medesimo
Le
Reggio.
delle
quanto
Romagne
ne
vostra
in
qualcuno
non
di
punto
Voglio
mi
quanto
nei
io
vi
cari
questi
aperta
caschi
pensare
periodici
il
naso
di
vederla
è
indizio
se
e
la
vi
qualesia
foglietti dei giornali
amo
Bella
di
studiata
e
che
a
daste
man-
accette
robusta
e
stampata
chiaro
di
mappa
di
rigi.
Pa-
avviene
di
contrare
rin-
autore
francesi.
e
tempo
Amatemi
credetemi
Devotissimo
un
bilissima
no-
mi
giunsero
privo.
tuccio
can-
codesta
ò in
mi
più
questo
ragionare
e
che
migliari
fa-
estrema
in
letterarie
novelle
ma
italiani
versi
stampati
più
tanto
Canzone,
aver
pensare
ordinariamente
sono
la
per
ai due
tempo
mia
poche parole
fo
lo
e
della
male
a
vostro
amico.
108
87,
Caro
Il
fratello,
raccomandandomi
Salvagnoli
mi
compatriota
parla
graziosa accoglienza
si
vostra
lodava
fa
giorni
pure
fresco
di
giunto
cantante
un
ricevuta,
voi
suo
un
della
parole
riconoscenti
con
da
lettera
per
della
e
cortesia
(discorrendo meco)
Parigi
a
e
per
nome
Corelli.
La
Borgognoni
scene
degli
Italiani
Ma
il fatto
taluni.
la
con
le
stava
francese
so
che
entrando
che
interrogando
e
sul
qualità,
non
Il
cuore.
a
costo
ne
comprendi
Abbiamo
qui
il
:
Damus,
ville, uomo
State
sano
Parigi,
Rue
li 23
de
e
padre
tanto
francese
a
di Humboldt
d'animo
ora
e
lingua
non
più
sulla
très
di
sono
a
fachè,
Milano.
bellissimi
anno
strarle
mo-
iscusarsi
suis
i suoi
animale
di
comperare
per
je
Vespagnol;
e
di
il venditore
Monsieur,
nor
mi-
e
tizia
commenda-
vostra
fondaco
in
provar
strepito
sapea
un
Matteucci,
probo
la
che
nava
proporzio-
ò mancato
non
in
pas
sull'elettricità
di
minor
di
cabale
meglio
simili, questi,
e
capirlo gli disse
maisje
me
a
uffici
parecchi
con
di
e
si
non
molto
teatro
Quanto
soggezione.
mi
le tornerà
e
qualche
in
il salto
queste
su
intrighi
per
che
sta
esordire
potuto
dicono
gamba
forze
sue
à
non
riscosso
ancora
rimenti
espe-
gli
del Blain-
nobilissimo.
credetemi
1842.
novembre
Clichy,
66.
Affezionatissimo
Terenzio.
plausi
ap-
fratello
104
38.
Guglielmo
A
Pure
rischio
che
risolvo
di
a
costi,
mi
tempo
non
giorno
ò vostre
un
poco
Firenze.
a
mia
questa
5
dicembre,
non
vi
mandarvela,
nuove
gli
e
domandano
ne
me
spaccio
Libbi
amico
vostro
per
più
da
gran
comuni
ed
istanza
con
trovi
perché
amici
1848.
io
ogni
che
mi
confidente
e
vento
di-
piccino piccino.
Se
dunque
col
piede
ne
dovrò
farmi
sul
vi
giorno
iscrupolosa
esattezza
combenzati.
A
e
in
del
mano
tutto
cosi
Spero
vi
e
debbano
che
a
mostrò
l'assaggiare
conferire
di
imbarco
a
rale
Gene-
buon
vostro
mi
nobile
la
onore
ha
è sempre
di
istruito
lettera,
vostra
e
gnato
indi-
mai
quale
poi
in-
avevate
il vostro
la
con
e
soddisfazione
pare.
patria
un
ci
quanto
Mignet
con
che
l'aria
che
assai
consegnatagli
quel
ve
aveste
compiamo
e
calunniosa
Il
est
consumatum
si
e
lettera
e
di
piacque
Generale.
il Lebrun
pienissima
madre
Mignet
quella
Mignet
l'ufficio
procedere
delicato
di
dal
insieme
già
vostro
il nostro
e
che
ringrazia.
ne
ve
che
quasi
e
motto
un
del
l'ora
e
partire
bontà
gratissimo
sono
similmente
Fummo
Della
grazie.
il
sapere
Marsiglia
scrivetemi
montatoio,
molte
sul
in
proprio
siete
non
e
poco
assai
e
il
riabbracciar
la vita
aspetto
di
di
vostra
Michelaccio
vedervi
tor-
105
due
con
nare
briosi
del
e
mele
Montepulciano,
che
il
avete
Non
utile
la
gli
quel
la
noja
e
di
spesso
tribuli,
il
da
può,
le
il
perdere
che
disagio.
Ma
tempo
il
gittava
che
pensate
vi
cosa
si
dissonnando
buono
maestro,
che
più
paresse
Vangelo
i
tutto
salutar
Capponi,
il
mento
frusolo
un
di
ricompensa
io
far
da
sui
monto
le
ridere
il
alla
che
la
a
giovarvi
e
servirvi
e
volentieri
line
gal-
maggiore
e
credetemi
quanto
in
in
di
amico.
sufficienza
alcuna
nulPaltra
potervi
Alla
quando
Lenzoni,
ed
Vieus-
Ciampolini.
pochissima
mia
di
che
il
signora
servitore
credete
se
ed
Niccolini
ricordatemi
il
cordialmente
me
per
Torrigiani,
vediate,
valga
fo
vi
terreno
di
e
vi
di
marchesa
Voi
trovi
il
far
di
altresì
sopratutto
e
fra
e
ricordi
costi
del
grande
l'ammirazione
vi
se
sione
profes-
vostra
ditirambo.
suo
presenza
Che
la
e
Mugello.
Pregovi
le
il
dell'aleatico
che
con
ch'io
strada
quale
trampoli
seux,
e
affa
seminatore
il
tutta
Redi
animi.
sulla
seme
si
consigliando,
e
come
non
occhi
gli
con
e
vapore
ricordo
vi
e
vostra
istruendo,
menti
del
dispiaccia
vi
guancia
per
umidetti
ancora
d'astemio
in
rose
cosa,
avrò
cosa
dar
segno
fatelo
sfazione
soddidi
perpetuo
Devotissimo
vostro
amico.
titudine
gra-
107
muovere
da
orma
delle
coloro
cielo
bellissimo
fratelli
minori
le nostre
gioverebbe,
la
moltissime
la
è
cose
fatto
oggi
nostri
patria
si concede
di
la mente
gustare
al
conveniente
ed
a
dettare
vivo
lettere
patrie.
E
fermo
per
bastare
l'andar
alle forestierie
sommi
con
splendente
e
a
di
:
perché
ch'è
tempo
i nomi
ei
non
il
nobile
non
tempo
può
e
pensi
di
gusto delle
venerandi
si
si
peculiare
e
in
formar
in-
digerire
che
intenzione
e
stri
no-
proprio
stomaco
il sentimento
ai
italiano, poi
assaissimo
la
ripetendo
scrittori
suo
poi
l'animo,
latte
quel solo
al
cosi
bevande,
e
puro
fine santo
tal
gridando
e
e
poppe
informar
pertanto
giornale
un
e
e
palato
suo
Godo
assimilare.
tener
vivande
straniere
materne,
cibi
dolce
prima
nelle
innanzi
del
tuali
intellet-
col nutrimento
altri
conviene
giovani
e
giovani
lo stomaco
natura
gustare
civili
i
al fanciullo
come
in
ogni
a
consigli
io
e
lingua loro,
dovere
confini
i
non
pertanto
la
e
un
e
Ma
comune.
dalla
preparato
le arti
che
manca
ingagliarda
e
Conoscere
essi.
oltrepassare
si assoda
ciò
di
tutti
sono
inferiori
fatti
necessità
una
; tanto
non
a
della
a
mai
italiano
gli
molti
a
nostri
colpe, l'ignavia
anno
civiltà, la letteratura,
loro
buon
ci
nostra
loro
il
negarlo
il
e
le
sventure,
lascivia
boriósa
iscienza,
troppo,
pur
ma
in
e
barbari
popoli,
i
liani
Ita-
agli
sorrideva
solamente
non
civiltà
in
pupillo,
di
usciti
che
;
che
tempi
non
dire
ignoranti
domandare
di
nascendo
quali
ai
i
più
son
del
o
voglio
io
grossamente
baldanza
conceduta
era
vivere
Non
straniere.
cose
tutti
si debba
che
questo
con
Né
forestieri.
dai
regalatogli
carniccio
laccetti
dei
bisogno
aver
e
se
poteva
contro
de'
negare
stri
no-
che
108
l'abbassamento
e
incuria
l'idea
animi
di
tal
lo
spirito, la
che
quando
del
i
nazionale
carattere
giovani
offese
dalle
annerite
pitture
che
del
il filo delle
scrittori
fiacche
d'
meschiata
secolo,
rincontrasi
si fattamente
E
dal
se
adattare
di
come
nel
da
fuori
nei
(a
e
E
in
se
è
la
vuoisi
salire
dubio
e
liana,
ita-
civiltà
di
nuovi
da
tempi
maniera.
niuna
della
parte
gran
dernità,
mo-
nell'indole
fare
un
da
o
anelli
senza
ella introdotta
costumi
grandi
di
e
scienza
dei
cere
ta-
continuar
fila
cosa
è venuta
avrà
non
gusto,
ci
noi
di
essi
dei
troncata,
quello
ad
è da
quasi
popoli.
aspetto
un
come
soverchiamente
troppe
ogni
ove
diverso
saperlo
non
a
di
altri
ad
imprestito
al sedicesimo
insino
vano
tro-
la catena
e
rimasta
prodotta
mani
metafora) già
tolti
è
letteratura,
nemmanco
tradizioni
Italia
in
del
visibile
sbiadite
Oltrecché
tempo.
scolpita
poco
e
entro
per
bene
e
menti
italiano,
pensare
nazionale
e
nelle
ricercando
languida
un'immagine
quelle
del
e
van
della
sorti
comune
molto
che
genuina
e
nostre
la sonnolenza
e
sentire
sembianza
delle
continuo
e
illanguidito più
abbiano
negli
la
più
sopra
per
non
e
grande
stra
no-
nostro
non
ma
forestiero?
Non
è
dunque
quello
molto
opera
che
sia
intellettuale
arti.
E
si debba
innanzi
italiana
d'
forme
sono
di
civiltà
comparse,
far
per
ogni
debba
e
degli
a
ciò
tutto
secolo,
che
nelle
su
sue
ragguagliando
stigando
inveil
oggidì
qual
forma
rattere
ca-
venga
con-
letterature, alle
io
esito
buon
meditare
e
e
nostre
con
l'andare
essere
Italiani
alle
peculiarmente
nostre
leggiera
a
tutte
lungo
le
reputo che
sulla
storia
variatissime
diverse
parti
l'una
coll'altra
e
fortune
e
tutte
109
la notizia
con
fuori
cavarne
morale
nostra
altresì
natura
le
e
clima,
Dopo
tale forma
vedere
influenze
di
e
gloria
alla
e
insieme
tutte
debba
assimilando,
civiltà
debba
o
trasforma
la
quale
e
vivere
e
ai
andrebbe
cosi
il
l'operosità,
nostri
cosi
che
cosi
tempi,
detterebbe
Campanella.
le
il
imitare
e
perisce
non
nergia,
l'e-
cavandone
il
squisito
gusto
cosi,
nuti
ve-
potrebbono
il
storie
il
sue
Lasca,
Vedete
di
individuai
suo
medesimi,
noi
novellerebbe
e
cose
indole
rinnovare
quello
a
straniere
il
principalmente
dicendo
l'Ariosto,
Guicciardini,
lei
si
è
natura
moderna
imprimere
da
da
E
parte rifiutare,parte
alla
possa
sua
argute
e
per
le
e
come
grandezza,
insuperabile
e
rilevare
infine
cavando
l'antichità
a
diligenti
del
alla
grandezza.
e
tire
sen-
i frutti
proporzionati
forza
possa
Come
carattere.
si
stati
e
quali le
s'è fatto
quali
nei
e
morali
nei
ingerimento
meditare,
e
del
lascia
si
opere
secoli
oggidì l'italiano,come
assaggiare
ricevere
Tasso
a
nulla
o
nelle
analisi
queste
debb'essere
suolo,
l'investigare
assai
due
al vivo
antica
finalmente
giungerà
ultimi
sono
sua
la
quale
del
poco
minuto
il loro
più
rado
italiano
dove
per
questi
spesso
dell'italiano
difficile
là
e
concetto
lo fanno.
men
straniere
più
ma
stirpe
riconoscerla
intellettuali
parisca
com-
tarla
raffron-
un
immutabili
sostanziale
e
genio
delineato
e
diverrà
ciò
questa
fornirà
Questo
condizioni
della
e
forma
sostanziai
viva, bisogna
e
timo
da ul-
e
quella degli altri popoli più cospicui
con
distinto
ben
della
più spiccata
originali d'Europa.
assai
ed
il concetto
natura
intellettuale; e perché
e
eziandio
ed
dell'umana
preconcetta
cosi
quanta
fando
filosofatica
110
creder
a
di
propongono
la
giovani
ultimi
indagare
nuova
allo
dire
una
di
vena
indicare
fin
ciò
moderni
di
ufficio
chi
da
mischiasse,
si
Né
che
in
nemmeno
menti
avvolgi-
quali altre
da
giudicio,
con
critici.
in Italia
qui
quegli
di
lese,
pa-
risonante.
e
corso,
mostrare
or
gliata
assotti-
sovente
piena
quel
appunto
perturbazioni,
e
troppo
e
cosi
per
nascosta,
or
due
trovati
ai
scorrendo
italiano
talvolta
nella
curiosa
pensieri,
venuta
macchiata,
languida,
e
sia
nostri
dei
molto
ai
si
intelligenza
massime
faccenda
lato
a
genio
or
pura,
or
E
come
forestiero
stile
civile,
è
quali
nei
dei
diffondere
convenga
o
quali
i
dell'italiana
genuina
letteraria
secoli
coloro
nell'intelletto
filosofico
storia
nostra
e
forma
di
spalle
ravvivare
lume
quanto
e
sulle
sia
mio,
chi
alcuno
acque
male,
fatto
abbia
parte, io mi
è
ricordo
minimamente.
Di
due
loro;
la
crescere
possono
lascivi
e
e
bello
italiano
prendere
e
non
cosi
a
fiacchi,indolenti,
dietro
ai
trastulli, conciossiachó
gli
affetti
tutti
io
la
e
severità
taluno
conosco
compiuto
il
delle
cose
vivo
nella
meditabondo.
al loro
ingagliardirsi
mente
correnti
sentimento
sventura,
il pensare
e
la
tento
in-
animi
meditazione,
tanto
persuadere
al?
in
di
ed
il sentire
dover
avvicinarsi
per
di
è
sembra
rilevate
l'alimento
bene,
si
mi
ben
fattezze
dire
critici
prima
giovani che
dei
e
essi
solleciti
essere
la
simigliantemente
cose
intelletto
povertà
L'altra
si
è
e
a
cui
non
carattere
italiane
nel
vivere
eh' io
se
e
grandi
Pamore
e
cosa
che
gentili
i
sieno
del
operoso
mai
si
rivelò
nazionale
quanto
suo
vorrei
giovani
e
il
nella
appartato
presente
italiani
si
Ili
dilungano
lettere
s'imbizzarriscono
deesi
accagionarne
loro
del
Filosofi
stentate,
novità
alcuna
delie
i fatti
non
e
discopre
non
risale
mai
che
i
mai
le
mai
le
di
domandato
pensare
quegli
verso
che
vengano
di
non
Quanto
è
bensi
nell'arte
al
dello
io
gelate
e
e
di
e
non
dopo
voi
e
cerca
rarissimo
ciò
questo
dovunque
li nudrono
gusto
e
gli
grano
ralle-
e
novità,
poca
nostro
sebbene
al
nostro
sapere
tutto,
o
senz'arte
nel
sentimento
troppo
vi
so
fuori
meno
o
si declini
pur
solo
ma
e
con
arte
in Italia
altezza
maggiore
ma
non
pazza
e
e
da
oso
nel
si progredisca
e
gior
mag-
ogni giorno più
della
estetico
consentire
che
avvertire
d'Italia
discorrete
cui
che
voi
a
nella
poco
posso
di
materia
parere
scrivere
non
più
del
un
del
vastità
accade
all'altra
poi
foglio cioè
forma,
né
?
sentire
primo
al
disacconcia
e
non
altezza
gli effetti
libri
que'
ciancio
con
e
eccellenza, propendano
per
e
sole
loro
le fantasie
strana
autori
sicisti?
clas-
Imitazioni
scrivere
questo
italiano
dei
spolpata che
leggi, accenna
di
le lettere
e
lingua
cagioni, ragiona
nauseati
diera
ban-
parte
d'affetto,né
questioni
e
mio, si è
una
frasi dall'altra.
loro
la
tutto
da
restiere
fo-
pedanteria
le scienze
sopra
stre
no-
vanità
Dio
principj. Maraviglierete
ai
giovani
la
paese,
fra
vigor
d'idee,
la
e
barbareggiano
senza
modo
sotto
un'erudizione
d'ogni filosofia,
nude
vesi
fuor
vanno
banda
di povere
magre,
delle
tanto
qual
dalla
che
filologicercatori
voi
In
Italia
in
quanto
che
dissociazione
maggior
dall'amore
la vanità
coloro
classicismo.
e
non
quanto
di
più parte
veduta
studio
e
l'inesperienza
della
dallo
troppo
con
il medesimo
per
dire
tutto
o
scri-
delirante.
112
Che
anzi
oramai
un'imagine
vede
si
non
di
cagioni
forma
finezze
sono
tali
cose
in
ripeto che
de'
tempi
all'utile
Molti
fatti possono
forma
esterna
la
stile
vario
sonoro,
delle
le
e
di
le moderne
Fra
spagnuolo,
e
lo
e
dura,
a'
umani,
Con
Greci
e
la combinazione
di
al nostro
ciò
molte
cosi
tal esterna
armonioso,
lo
guisa
cozzamento
ac-
sioni
infles-
vocali, le
se
che
ne
e
l'italiano
cavi
ne
suoni
è cosi
mozzicate
ferini
italiano
d'Europa
sorde
più
sono
cosi
si
aspra
e
suoni
difformità, a
lingue odierne
materiale
musica.
difficili
orecchio
nuto
ve-
rate
Conside-
e
in
dei
parse
sia
riesca
voci
lingue invece,
sarebbero
pure
tutto
delle
della
senso
quanto
delle
e
noi
antica.
inciviliti.
esterna
piacevolissima
le articolazioni
il
omogeneo
consonanti
terminazioni
sorta
una
esce
ed
perciò
non
squisita
e
i Greci
presso
soverchia
all'eccellenza
affatto
scorrevole
e
positivo,
nobili
e
materiali,
tendenza
popoli
i
ferenza
l'indif-
ora
negozi
perfetta
forma
lingue. Vedete
delle
al
e
risalire
presso
prima
soli
in
che
negare
le alte
per
ma
dell' ingegno
vo'
non
dimostrare, quanto
dello
scemando
da
di
grado
in
condizioni
questa
pur
rispetto alla
passeggiere
non
crescente
gran
stile. Le
s'aggiunga
non
spirito
rimossa
nostri
saremmo
più
lo
l'occupare
e
e
certo, io
cagioni
più
ma
che
Per
permanenti
di
molte
e
fuori
una
nostro
per
sostanziali
moderni.
dei
dell'arte
mio
dalle
radice
piglian
a
creder
a
consista
del
squisitezze
e
decadere
tal
che
in
poeti
difficilissimo
riesce
bene
per
latina
e
gli eletti
presso
che
tale
far sentire
parte delle
non
se
prosatori italiani,a
d'Italia
dell'eleganza greca
vera
che
tabili.
impor-
darle,
doman-
reputa
dai
113
più
molto
un
prosodia
artificioso
l'uso
dalla
loro
gradevole
che
potevasi
di
suono
tutto
nulla
ciò
di
perduta
abbiano
esametro,
questa
forma
la
altre
ogni
giorno più sopraffatta da
Italiani
vedete
della
fanno
delle
sue
a
dir
sentire
d'armonia
l'avvolge
Anzi
antiche.
i metri
paiono divenire
capaci
meno
quali
di
quando
S
—
e
molto
Mamiani.
ottonari
in
e
che
all'orecchio
marcati
e
coloro
fra
di
il
rozzi
numero
tro
me-
quasi
i
quali
artificio
moderni
quell'onda
si
piega
orecchi
decasillabo, cioè
di
lor
e
antistrofe
ai nostri
natura
i
e
l'arte,
incipienti del-
e
bisognano
nel
di noi
sia
nelle
e
monotoni
tempi
nell'uso
meandro
strofe
e
viene
il fine
più grati oggi
varietà
trovati
sono
semplici
gli
prevalere
rari
tutto
quasi
nelle
soavemente
dello
magnifico
e
pindarici
che
di
di
dantesca
e
; il solo
dei metri
imagine
cosi
largo
gustare
o
tità
quan-
queste. Presso
divengono
simmetriche
pause
rendesse
che
segno
presso
tedesca
quantità
e
Di
l'ostinazione
e
invece
petrarchesca
a
oggidì
il vario
come
canzone
dimenticato
sulla
rietà
va-
nascere.
della
poesia
di metro
fondate
porre
quanta
armoniosa
sulle
non
una
suoni
e
ai moderni
rimane
arricchita
Klopstok
musica
indovina
gli sforzi
sebbene
e
di
e
poetici dovesse
metri
la dolcezza
e
e
ma
strumenti.
poi
quasi nulla
o
quali l'artificio
è
alcuni
ognuno
vaghezza
di
carte
in
producea
numero
d'inflessioni
sopra
tali elementi
e
i
col
concerto
Da
marcare
tal
un
stener
so-
degli accenti,
e
usciva
composizione
loro
solo
? Non
grazia che
quantità
declamazione
tal
in
della
antiche
la
e
alla
poi
prossimamente
lingue
la varietà
tutta
era
le
con
Quanto
neanche
potrebbero
come
paragone
queste
difetto.
leggier
ritmi
delle
molto
sillabe
e
115
à
continuato
progredire
a
ed
di
proprio
la
lingua volgare
moto
di
procacciato
e
1' influsso
la
la
la
e
volge
particolar
di
sorte
varietà,
nella
copia
modi
dire,
basterà
di
moderni
raffrontare
alla
terale
e
dai
che
che
mi
esterna
Alla
innanzi,
più universale
lenta
estetico.
ma
e
alla
come
frase
lit-
pel-
e
quella
a
fatti
moltissimi
tanto
per-
altri
i
di
par
la
si opera
in
riflessione
ogni
e
stile vada
vedere
trovo
dal
a
la bellezza
tempo
dello
mi
che
prossimi
s'ap-
grazia
questi
lungo
questa
continua
Imperocché,
dall'intuizione
da
poi
cosa
modi)
arguisce chiaramente
si
più appariscente
qual
pensiero
almeno
Da
di
tempi,
di
alla
e
inferiore
sola
come
dei
e
rilievo
noi
tima
quest' ul-
figure
e
dei
scrittura
come
costrutto
vecchi.
porzióne
sembra
e
tropi
molto
nostri
porre
vedrà
senza
o
sono
quali potrei
al
buoni
di
leggiadria
e
più
nessuna
adoperata
più
di
grammaticale
legrinità
quel
scelta
semplice
molto
ai
non
nella
quanto
genere
si
quella
a
leggiadria
dei
antichi
sua
consiste
riconoscere
subito
e
(per rispetto
ma
quale
qualunque
moderna
e
qualche
si badi
ingenua
per
agli
insieme
di
viene
inverso
giorno
ogni giorno
la
le
parte
ogni
nella
e
sottostiamo
antica
d'ogni
eleganza
gusto
un
ammirazione;
proprietà. Infine, qualora
singolare
rito
spi-
artifizio
un
sopratutto
invece
impoverisce
ciò
avea
dallo
può
massima
che
straniero
penetra,
l'analisi
della
degna
si
in
e
Italiani
noi
neolatine
altre
più che
il
un'acutezza
convenienza
ma
e
riprendere
accorgimento,
una
le
tutte
analitiche
di
presso
sintetico, adoperando
antico
un
arbitrio;
fra
le forme
inverso
una
nella
nel
cosa
mondo
cando.
man-
gione
ca-
zione
muta-
sentimento
l'uomo
esterno
va
116
abitua
si
mondo
della
passa
coscienza
il sentimento
Il
intimo.
sguardo
che
ciò
materiale
da
qualità
di
fermo,
Per
i Tedeschi
la
passione
e
fatto
e
Ma
desi
quel
è
natura
uno
eguale
delle
che
loro
la
massime
in
più
corporino
s'in-
e
paja
latato.
di-
plastica
e
mirabilmente
ritratta
da
congiungersi
chi
rebbe
di-
non
la sfera
sue
sua
bellezza
direi
che
sentire
ceneri
dell'arte
metafisica
le letterature
e
un
e
va
e
ve-
scrittori
interiore
troppo
minute
rispondenze
gli
bellezza
dimentica
quel
l'un
ricchezza;
la
d'ambedue
reciproche
concordare
sa
entrando
vicino
l'eccellenza
studio
dopo
che
pare,
delle
rado
coll'altra
smarrisce
che
dove
perché,
esteriore
potesse
che
dell'uomo,
poco
gentilissimo
Il
mi
più
e
a
poco
la
quando
campo
poetica allargata
siffatto
che
contemplare
a
che
più
all'altra
virgiliano,
l'altro, l'una
con
della
primo
conquiste?
pregio
a
di
progresso,
bellezza
Omero
da
al
più
maggiormente
il loro
che
il sentimento
nuove
l'uomo
a
vero
chiamano)
la bellezza
avere
e
la
insuperabilmente
e
di
E
s'aggiunga
alla
se
di
parendo
divenga
sensuale
rituali
spi-
anno
può comparire
modo
vezza
vi-
gran
fenomeni
l'uomo
e
quasi celeste.
di
che
segue
con
nei
progresso,
bellezza
ambedue
(come
natura
in conto
poi potrebbe aversi
enti
nell'appariscenza splendida
e
la
e
ne
sentito
manifesta
e
spirituale e purgata
l'una
loro, cosi
si
nobile
e
vero
all'interiore
superficie degli
prima
qual rivolgimento
un
bellezza
poi
cose,
in
e
sia
esteriore
natura
delle
dalla
e
bello
del
nella
mentale
l'intrinseco
indagare
a
1'occhio
rivolger
a
l'esterna
finissimo
e
l'avvertiva.
domanderebbe
senso
armonie,
squisito
vedesi
sopraffacendo,
settentrionali
signo-
117
reggiano,
di
oltre
ecclissando
e
male
Prenderebbe
il
che
stimasse
vie
ogni
il
cosa
che
o
l'arte
per
del
ancora
più
quello che
sto
è
ancor
vero,
del
questa
cotale
l'uomo
allo
materia
opini
Seguelo
in
bello
Diffatto
d'immagini
le
fenomenico
astrazioni
indovina
tempo
fra
certe
grazia
il reale
segrete
di
e
e
luce
nelle
:
e
chi
e
scambia
con
alla
la
menarlo
la
scienza
poesia.
Milton, quando
inenarrabili
descrive
colloqui
figliuolo; testimonio
e
sé
a
sublimità
la
Klopstok,
rimane
terno,
l'in-
e
luto,
l'asso-
e
delle
di
senze
es-
della
nell' intimo
gli
non
fa
perviene
testimonio
santa;
gloria
col
padre
il lettore
dato;
illusione
quando
della
è
metafìsica
la
immutabile
dell'eterno
quanto
piene
medesimo
triade
le
,
Dante,
della
vestire
per
profondità
l'estetica,e
con
Testimonio
visione
suprema
astrazione
seco
in
fantasmi
relativo
dell'ontologia seguitar
e
di
attinenze
generalità
e
vero
esterno
il
certe
nelle
su?
più
astratte
crede
il mondo
armonie,
vivo
fatto
leggiadri
l'ideale, fra
e
,
psicologia
fra
sente
può,
non
il
spirituali. Seguelo
e
al
interminabile.
e
vien
di
e
Ma
sempre
gli
stratto,
all'a-
sentimento
nobilissima
tempo
sostanziali
essenze
il
qual
il progresso
concreto
spirito, dal
accompagnar
quanto
per
la
noi;
a
dal
contrario,
ascensione
sua
ad
tutto
non
ma
sostanziale, all'inimitabile, all'assoluto.
spiccato
desime
me-
risponda
medesimo.
un
a
conduce
dalla
si
che
le
per
dell'uno
apparisce
non
torna
vero
checché
colui
certo
per
procedano
progresso
è bello
bello
è
ponderare
il bello
e
v'è
dell'altro.
ciò
-vero
Ma
inganno
vero
ogni
e
progresso
Tutto
ben
pregovi
e
notare.
per
Paltra.
cai
e
gli
divino
soverchia
sazio
e
affa-
118
ticatissimo
settentrionali
le
cuore
ragione
la
il Tasso
aveva
bellezza
lei
e
secondo
che
bellezza
metafora
bellezza
Non
che
e
in
le
tutte
alcun
che
d'intrinseco,
al nostro
in
propriamente
essa
ogni
quantunque
dif uori
Ma
il fiore
come
virtù
sua
spiega
concetti
già troppo
i moderni
entrando
psicologica
potendo
rischiano
non
e
il
della
senso
altresì
il sentimento
e
il
vero
bellezza
ascendere
d' infiacchire
estetico
e
e
del
pensare
e
una
frono
si of-
cose
la bellezza
nella
sia
che
pianta
colori
la
estrinseca
le
e
con
al
solo
forme»
di
e
la penna
in questi
che
bellezza
infiacchire
non
di
concluderò
nella
troppo
sanno
il bello
sottili
di
plastica
oltre
più
correre
dire
nondimeno
di
tima
l'in-
già
dall'intimo
riceva
leggiadria
sua
lasciar
senza
il concetto
la
che
che
sembra
e
è
espressione
tutte
colleghi sostanzialmente,
si
esso
pensiero
un'
cosi
la
quella
io oserei
forma
una
può
riore
este-
con
non
ed
alcun
certo
ma
:
si
forma
ai metafisici
v'abbia
cose
sostanziale
forma
lecito
gionando
ra-
pure
;
francamente
la bellezza
e
poter
non
si espresse
sembiante
torni
se
Minturno
e
certa
una
gran
mortali
noi
splendore
suo
un
so
certo
sia
dirsi
Platone
come
il
ma
essere
bene.
in
sempre
felicissima
verità
da
che
molte
e
nel
che
sapere
apparisce, dee
e
cose,
Per
vita.
biare
scam-
impalpabili
e
sentenziare
modo
consistere
delle
sua
nel
ci
miste;
specificata definizione
bene
una
di
di
potersi
non
sostenere
dell'umana
e
poeti
di
spesso
fredde
ma
dei
più parte
teoriche
sottili,
e
la
troppo
molte
poesie
profonde
dell'umano
succede
cui
a
con
analisi
infine
; testimonio
solo
non
astratta
e
soverchiamente
plastica,
sempre
oscurare
riporlo dove
non
ma
paralleli
sieme
in-
tutto
non
è
o
è
119
Ma
visibile.
poco
sembra
avervi
far
può
non
salire
delle
sembianze
esterne
Quanto
al
poi
medesimi
nord
del
sul
che
voluto
e
dei
io
concetti
al
però
si
lo
stile
dei
pensi
e
di
dolce
nel
la
questa
e
vario
frasi
delle
E
quando
intorno
al
s'intenderanno
notabilmente
e
più
più
progredire
al
e
dei
mente
le
e
presso
ai
me
questi
in
subbietto,
che
solo
si
esteriore
nel
prosodia
nella
venustà
dire.
da
da
l'arte
derni
(fatto?)
me
lisi
dell'ana-
lungo
letterature
perché
gonfio.
e
riflessione
delle
Pepite-
nella
il discorso
già
e
sagerazio
l'e-
con
splendere
di
predominio
cagioni
declini
pura
bellezza
suoni
dell'umana
lingue
della
primo
ancora
peregrini
a
declinar
diritta
la
essere
esteriore
modi
si abbia
delle
dal
anno
al
penna
figure grammaticali
dei
e
che
enfatico
la
via
per
libri
letteratura
e
supplirla
fare
nio
ge-
rità
auto-
dell'antitesi
un
gione
ca-
delle
nessuna
o
stesso
a
lontani
e
il
l'amor
fonti
correre
ritorna
nelle
scientifica
costituito
posti
la
recar
lingua
le
noi
siamo
oltramontani
accozzamento
numero,
la
cui
più
poca
l'abuso
e
sottili
quale
dalle
intelletti
è il rimedio
strano
lascerò
troppo
più
sulla
sonosi
e
non
in
e
tropi
immoderato
Ma
di
sapendo più
eleganza
semplice
forse
dove
debba
ne
sugli
scrittori
non
di
prende
cagione
più
recare
se
Europa
in
Ultima
forma
tare
che
antiche
esercita
italiana.
declinare
perdersi
lìngue classiche
del
segregarlo
troppo
credo
signoria
clinando
de-
andar
bello
mi
cose.
rapido
testimoni,
alla
della
voler
del
forma
del
sentimento
almeno
o
partiti:
principalmente
cagione
a
il
siamo
della
l'arte
provato
notabilmente
voler
là onde
torniamo
tempo
nord
del
della
forma
scrittori.
120
40.
Gtàndo
Al
Genova.
a
25
affretto
Mi
del
prova
Grazie
Dio
a
guarigione
Innanzi
ali7 altare
le
avrete
rose
ma
essi
v'introdurranno
che
il
metafisica
à
prete
égli
e
luogo
di
mutato
quanto
Confessori
la
nuovi
nella
e
la
il
ignoranza
e
forti
e
Iddio
italiani
del
che
e
forse
martiri
anno
mi
tanto
che
al
clero.
come
il
nel
cuore
vuole
Dei
con
Dante
giorno
animo,
bassata
abtiene
esprimete
perché
nuovi
Se
quotidiano,
m'esalto,
religione trionferà
alta
scienza, oggidì
nostro
vostro
più
teodicea.
pane
del
beni,
speculativi,
patria, credete
ringrazione
e
studi
bisogno
altri
gli
filosofo
presto
ecclesiastici
la nostra
sacerdoti
avremo
sarà
e
Fra
magnifica
una
efficaci,godo
tanto
studi
agli
buon
nobilissimi
direbbe
spine.
che
voi
che
la
la
e
fuggite
e
sventuratissime
umiliata
sentimenti
parole
è
12.
malattia.
il male
cura
con
degli
e
altresì
picciolo
non
le
necessaria
cagioni
e
non
fatto
sempre
le
Dio,
riposta
sta
venuta
fra
di
teologo
buon
del
dell'infreddarvi.
rallegro
mi
tutto
abbiate
silenzio,
leggiera
abbiatevi
le occasioni
a
entrerete
Ma
ciò
vostro
scrivere
potuto
tempo.
un
a
diligenza
con
avete
dal
poco
1842.
la vostra
recato
di
e
da
pure
voluto
malato
ci
m'à
avrei
cagione
il cadere
fuorché
che
piacere
gran
altra
Ogni
rispondere perché
a
dicembre
che
il secolo
di tutti.
la Chiesa
121
justitia; qui
et
Cristo
moritur,
grande
italiano.
lo
Era
contento:
mutare
molte
converrà
la
v'à
nulla, perché
essendo
quale
sul
stampe
nominati
e
i Tedeschi.
Insomma
all'ultimo:
i vostri
taglio
neppure
Maffei;
aver
Del
Torinese
e
scrivete
ne
versi
voglio
ritocchi
d'una
sillaba
se
resto
non
possa
Ricordatevi
e
non
quel
a
lascin
e
solo
stampati.
sarà
impiastri,
datene
impazienza
sozzo
non
passare
altre
son
fo arbitro
vi
avviso,
condizione
questa
con
luogo,
né
al
naturalmente
dorrò, perché
mi
non
cennate,
ac-
indizio
Lombardia
più
sono
mi
interrotto
per
lo
dove
mai
dar
lega lombarda»
la
io
le sole
che
posto
in
comparse
medesimo
me
e
probabile
soggetto
non
non
è
l'à
per
si danno
farà
versi
chi
all' «Inno
Quanto
leverei
e
censore
sopratutto
spesso
perché
di
del
sarò
converrà
linee
piccole
meglio,
tagli
poi vogliate
rimarrà
ne
senso
sottrazione
il
mestiere.
Qualora
delle
uso
dell'altro
gli
zione
por-
senza
prefazioncella e
intero.
quel
quella
o
secondo
che
prò
cose.
e
il
il lettore
tanto
bestemmierà
può
volete
il
se
che
lettore
ma
solo
far
malconcio,
cosa
dell'uno
in
convien
e
tal
scelta, e
permesse
mie
veritas
di
degne
ammettere
può
della
sit
moritur,
raccolta,
la
censura
frasi
veritate
alle
vengo
se
Oristus
et
queste
sempre
veramente
tutta
avvertire
poesie
e
Ora
la
pari
tutte
parole
che
voi
a
Cum...
justitia
prò
stampare
sola
lascio
ricordarvi
Sant'Anselmo:
di
parole
mio, di
Gando
pregovi,
e
la
d'ogni
scrivetemi
D'ogni
lunque
qua-
necessario
nò
per
vi
:
Dio,
al
prego,
stampa
non
l'abbia.
crediate
riuscire
del
giammai
più
romanzo
che
indulgente
la
censura
della
D'Azeglio.
barda.
Lom-
123
e
dell'intenzione
ringraziatela
Comincio
alle
grato
Addio,
attnate.
0
PS.
in
fredi, »
'43
Ditemi
»
e
fare
è il
del
mandarli
ditelmi
e
Funo
Madre;
sul
va
debbo
se
Milano
a
o
non
»
questo
l'ò
«
Curato
di
che
subito
costi
voi
a
Man-
«
in
già siamo-
è fatto.
nulla
e
rima
Una
«
sappia
ecc.
Idillj:
nuove
è intitolato
ottava
Montalceto.
al
due
che
vermi.
scri-
intenzioni
delle
di
di
aveva
bisogna
e
anche
millione
pronto
in
Genova
donne
un
l'altro
scritto
invecchiare
a
giovani
che
41.
Lambruschini
AlVàbate
Firenze.
a
3
Alla
tardi
tardi
perché
che
tempo
io
le
e
m'abbia
vi
mi
di
di
recato
V.
mondo
come
dentissimo
io sento
com'è,
quali
ma
non
le
con
mette
in molta
non
suoi
parole
ad
di
però
fede
La
si farebbe
mi
e
li
la
amo
mi
consentono
cosi
di
piacere
mente
difficil-
caratteri
grande
poi
il
più
ch'Ella
giovinetta
affettuose
piena
della
sostenere
gran
gegno
l'in-
quanto
apprensione
le condizióni
per
E
virtuosissimo
uomo
meritarla
ancora
risponda
persona,
raccomandandomi
me
Cipriani
signor
solo
in
riporre
S.
vedere
settembre
consegnata.
ed
riverisco
opere
22
venne
saprei esprimere.
vuol
del
pregiatissima
sua
1843.
gennaio
e
e
del
pru-
poiché
non
abbondante
mia
presso
vita
le
quel
124
l'ufficio di
giovinetto
mei
non
le
io
darle
di
spero
m'è
modestia,
per
non
volerla
tra
la
madre
per
virtù
come
ai
raro
da
è
allievo
un
da
prenderne
0
Ma
misera.
troppo
da
figliper
tanti
letto
di
di
dettati
quel
può
provar
Ella
la mia
spendesse
della
un
è rinnegata
ch'Ella
dato
verrà
li due
alta
filosofia
che
e
risiede
di
V.
che
d'ogni
bene.
in
la
scoramento
e
opinione
po' più
propria dignità
di
e
dalla
tutta
parole
stile
Ma
che
e
vorrei
al
parazione
prela
mezzo
dalla
ignobilità.
intorno
che
perché
certo
un
e
non
principio
umiltà
quanta,
all'abuso
pensati
S. Veramente
è
distingue
articoli
evangelica
di
l'umiltà
sempre
suoi
belli, ben
lucentezza
e
scritti
virtù
acconciamente
aprirle
l'Italia
piuttosto da goderne
;
garbo
meglio
morale
dallo
delle
e
mirabile
e
esempio
stra
no-
accettar
ragione
soia
all'umiltà
ed
negli
d'ogni
perfezione
ed
pura
ammira
ognuno
patria
bello
quali
soddisfazione
viva
con
con
la
e
scelta
meraviglia.
assai, pieni
si
S. sarà
V.
nei
periore
su-
sembra
e
ingegno
cosi
tale
un
bontà,
per
fare libera
suo
questa
se
all'orgoglio
intorno
del
giorni,
nostri
Il
cuore.
a
piuttosto
esempio
un
può
infinitamente
vorrà
servirla
e
darà
egli
rara
gloriosa
se
si
me
dell'Italia
e
umiliata,
e
indole
potendo
fortunata
S. Ciò
tizia
commenda-
sta
tenero
Ma
dere
risponV.
da
mi
un'assennatezza
dimenticare.
infelice
sue
di un'
è
di
calda
che
padre;
io possa
quanto
sua
e
pare
Egli
Francia
questa
mi
per
all'età.
la
carissima
giunta
Cipriani
giovine
che
segno
di
amico,
premuroso
di fare
prometto
di
che
tanto
al desiderio
vorrei
nondimeno
e
almeno
consentono
come
consigliere;
chezza,
fiac-
Pure
ad
eh' Ella
sentimento
può farsi (e
s'è
125
fatto
di
spregio
di
nome
sé
virtù
I
Per
delle
dell'entusiasmo
della
propria
forza
morale
che
quello
il
che
tuttavia
di
suo
ciascuno
Ma
forse
e
dirle
con
letta
non
inculcato
mio
una
che
sapendo
sola
dove
suoi
del
suo
V.
scritti,
cercarlo.
l'essere
delche
a
francese).
S.
l'à
da
bottega,
io
l'«
gnato
inse-
già
poiché
che
giornale
plebe
concetto
e
rincrescimento
chiudere
questa
e
dire
oso
(concetto
uomo
desidero
altri
costretto
riga
io
importa
Io
di
senso
straniera
grande.
francesi
lustre
il-
nella
che
nell'alto
d'esser
in
grave
di
al
terra
virtù
risiede
e
mente
questo
fu
Pastori
uomini
in
sta
à)
ne
di
e
della
principale
in
tificazione
san-
medesimo,
quello
più
bello
di
produce
movente
molte
giorno
ogni
una
momento
gran
qui
se
e
attribuito
cosi
un
dell'animo,
vedessi
non
(e
dignità
eccessi
francamente
Io
civili.
avrei
non
esempi
dagli
perfezione
e
lontà.
vo-
tuttogiorno?
predichiamola
una
nostro
di
quanti
cristiana
sociali
mai
al
producono
dire
a
virtù
signore,
e
vando
pro-
forza
sa
non
morale
ascetico
di
chi
virtù
la
è, cioè
andar
umane
prodigiosa
Indie
di
concedere
a
direttamente
domandano
e
salviamo
che
azioni
dello
e
basta
non
contrarie
specie
carità,
quello
alle
sono
Santoni
siffatta
di
che
eroica
proprio
dell'umiltà
concetto
medesimo,
ch'elle
amor
del
troppo)
pur
debbo
quando
non
Educatore
ò
il
più
»
126
42.
Salvagnoli
Al
Firenze.
a
3
Dal
«data
ricevei
Cipriani
anteriore
e
Della
che
Cipriani
vi
d'indole
egregio
fare
e
che
modo
ogni
alle
fede
Se
soverchia
bene
Adunque
pure
si è in
ove
mio
infine
callo
trovare
che
abboccare
basterà
parte
»
di
che
posso
a
e
fratello
ciale
spe-
dire
provata
e
che
ot--
per
costi
qualche
certa
e
poco.
provata
gione
ra-
ripartire
io lasciar
le mie
Firenze
Parigi,
pieghe
e
di
poi
e
il
narmene?
ritor-
qual ragióne poss'io
accettabile?
sorta
vita.
mia
ei si vuol
ò fatte
questo;
mio
vera
per
ragione
una
potrei
e
poter
non
della
doversene
un'occhiata
con
me
vera
cotal
come
buona
egli ?
da
ecc.
male
lasciamo
paja
di
dimorare
E
o
dare
per
scusarmi
senza
«
grave
Con
riponete.
me
esibendosi
bene
Ma
oasa
di
pare
rispondere quanto
ragione
una
giorno.
o
in
frase
pericolo
qualche
di
avanti
provarsi
il permesso
tenere
a
la
produrre
bisogna
li
che
intendo
da
e
sforzerò
mi
mi
caldissime
delle
le condizioni
per
giovine
questo
Lambruschini.
del
e
Buonazia.
perché
tutto
domandate
insufficienza, parte
A
in
debbo
però
voi
quello
tutto
degno
e
vostre
con
dal
di
procurate
cordialmente
ringrazio
raccomandazioni
questo
mi
di vecchia
la vostra
quella consegnatami
a
conoscenza
l'altro
ier
1843.
gennaio
per
di prove
Se
dirò
affari
dovrei
di
gravi
addurne
vermi
dodi
?
127
Scrivetemi
cenno
un
bene; perché
la
mi
cosa
che
speranza
fallita.
veder
nell'altra
un'insigne
penna
di
presso
di
V Italia
che
cioè
del
storia
né
abbagli
questi uffici
tanto
glio
vo-
maggiore
ed
la
è
sola
ansietà
di
quello
vi
scrivevo
aspetta
dalla
con
xvm.
non
vostra
civile
progresso
secolo
nel
noi
di
E
desidero
Ricordatevi
mia,
prendere
infinitamente
che
e
chiaritemi
e
riconoscenza
e
preme
nutro
cose
non
lusinghe.
vane
a
obbligo
avervi
quanto
assai
importa
dietro
correre
queste
su
duto
acca-
State
sano
gennaio
1843.
e
credetemi.
43.
Al
Pbàsoa
Genova.
a
6
lettera
La
da
soave
guasta
tutta
Fate
vostre
capo
all'altro;
un
l'avvenire
se
parole
:
quando
parendomi
una
specie
mi
i due
di
che
operare.
la
l'avrei
Ma
forse
io
e
talune
di
mento.
scora-
sopra
ogni
la
perniciosa
men
m'inganno
da
e
spiacerebbe
estremi
severo
vi s'introduca
stanchezza
diffidenza
la soverchia
più
sembra
modeste
fosse
fra
mi
presunzione, perché, infine, questa
non
che
lodi, io
me
con
perché
di soverchio
che
laddove
fosse
non
delle
d'essere
più indulgente
quasi
cosa,
e
e
gioiello.
nell'animo
Il
gentile
amorosa,
l'abbondanza
pochetto
per
voi
con
è veramente
un
un
per
vostra
e
opera
di
e
sé
glia,
si trava-
conduce
le vostre
al
pa-
128
role
non
che
voi
rara
e
fantasia
affetti
da
so
Colombo,
della
pelago
l'Italia
Se
può
volete
la
costui
perdere
tutto, salvo
esempi
moderni,
da
ammirato
voi
sua
la
né
che
egli
quello
che
è, uno
tempi.
Il
libri
sui
Ora
al
soldati
Grido
tanto
sé
che
e
mio
caro,
suoi
a
e
sempre
me
quanto
lascivo
tenetemi
care.
io fo
che
ozio
di
stesso
della
di
e
quei
come
urlando
la
strozzar
sono
mente
singolar-
con
s'industriano
camerata,
e
fondo
nel
affaticarmi
arditi
la
recarmi
bene
per
di
medesimi
e
spesso
avrò
i
bisogno
il brutto
nuove
sudare
sorridere
vergognarmi,
mezzo
gridare
per
maggior
Scrivetemi
e
animando
voi
a
e
nostri
troppo
vedervi
voglia
Amico
timidi
d'incoraggiar
dentro
che
alla
rispetto
e
dei
io dovrei
che
voi
di
troverei
mezzo
voce
divenire
per
conosce
di
par
guardarmi
le difficoltà.
vincere
mi
infra
dire
e
e
per
gran
predica
e
petto
dell'animo,
vertà,
po-
dirono
impe-
studiare
noi
la
malanni
metafisici
chi
a
A
ragione.
notte
e
indefesso
e
favola
questa
a
di
telletto.
in-
Gioberti
al
gran
altri
alti
più
delP
l'esiglio, né
mille
che
stranieri
vita.
sua
benignamente
barba
dei
non
mondo
potenza
con
né
faticasse
non
sembra
la
sa
non
né
continuo
suo
e
modestia
prigionia,
la
di
tadino
Concit-
il vostro
agli
di
e
caldo
più)
guardate
sommamente
gran
ingegno
abbattere
voi
provate
e
nissimo
stra-
quali difficoltà.
anche
trovate
scienza
di
lasciaste
vi
da
o
sarebbe
d'
importa
profondi,
e
quali spauracchi
di
nel
che
(quello
E
fornito
giovine,
tanto
generosi
io dico.
che
quello
suonano
paura.
.il quale
in
debito
mia
ragguagliato
ò
ne
di
parare
ri-
gioventù»
di
vostre
129
44.
Al
signor Brentazzoli
Bologna.
a
febbraio
13
Grande
del
afflizione
specchiato
di
favori
di
farmi
la
molta
di
riconoscenza
perdita
Patrignani
dicesse
tenga
disgraziato
cose
poterle né saperle
natura
questi
loro
pianga
morte
Pesempio
di
memoria.
9
—
mal
e
al
probi
Mamiani.
è
una
tutte
stessa
santi
e
le virtù
dolore
gnore,
siche
signora
io mi
quanto
fortuna
di
non
consolazione.
non
umana
nostri
il
come
eccedere
vita
e
dalla
partire dei
e
di
graziosissima
mia
cordiali
visto
siero
pen-
avuto
Alla
comune.
alcuna
recare
bisogna
non
più
ancor
Del
lei, egregio
il gran
ospite
à
nep-
disgrazia, avrò
prego
dire
posso
la virtù
vissero
vissuto,
la
e
si
non
della
quella
particolarmente
vorrei
La
famiglia
e
a
fatto
venne
un
di
debitore
era
un
lenza
benevo-
una
gratitudine.
desolata
testimoniare
della
provo
di
particolarmente
istruire
sempre
mi
non
segno
sua
gli
io
io
sentimenti,
stringeva
quanto
mostrargli
che
poi
che
mi
segnalati pei quali
mai
pur
lui
a
morte
perde
Bologna
di
e
della
nuova
i buoni.
costumi
più forte
tanto
la
recata
tra
E
dolcissimo.
amico
à
ottimo
Patrignani,
uomo
m'
1843.
nelle
Paroma
empie
che
di
consentono
cari
ma
se
Patrignani
ha
;
lagrime perché
spandono
soavità
la
colloro
131
Quanto
al merito
ricercate
ne
affermare
di
ei la pensano
presente
quello
fa
or
facevano
si
venti
abbassata
che
infanzia
un'
come
padre
Locke
di
non
questo
e
mai
orma
libro
è
mosse
suo
da
Francia
di
fondamentali
considerata
Ora
scienza.
fuori
della
alle
dottrine
suoi
seguitatori, principalmente
di
stro
vo-
scuola
commento
un
mente
tal-
è
speculativi
vien
e
almeno,
Locke
filosofi
della
sonno
pongano
ap-
differentissimo
ricordarla
un
e
si
che
dei
nell'opinione
sdegnano
quasi
odierni
scuola
La
anni.
perché,
però indubitato
in
o
non
grande,
modo
in
Europa,
in
trent'
o
è
questo
me
schiettamente
i metafisici
se
al vero,
meglio
libro,poiché
molto
riputato
essere
punto
senza
del
dirò
vi
istanza,
con
oggi
potere
sostanziale
di
perpetuo
quel metafisico
dei
e
Condillac
di
di
e
Tracy.
Vivendo
e
egli
operando
di
a
suoi
parte
paiono
veri
Deesi
pel
e
Ritornate
Fabbri
e
e
La
se
mia
marchesa
sempre
a
vi
cordiali
accade
cugina
Lorenzi
memoria.
vivo,
la
di
sano
di
al
mia
Laura, fate
State
tutto
e
ciò
mi
studi
e
tivi.
speculala
per
della
e
plicità
sem-
cuzione
elo-
sua
modesto
di
giovani.
vedere
vi
Con
ragione
saluti
molto
studiare
sensibili, e
costante
dei
veniva
grammatica
analisi
sue
l'ingegno
mille
sulla
libri
di
agio
i fenomeni
gran
delle
desiderio
aiutare
e
con
il mondo
sorti
varie
pochi
con
dottrine.
nuove
concetti
lodarlo
pur
che
ebbe
sopra
suoi
lucentezza
e
le
utili alle
e
quel
lui, non
tempo
dei
provincie
di
avvertimenti
buona
giovare
di
intorno
conoscere
molti
notizia
niuna
quasi
modeste
in
con
Roverella
sorella
loro
ringrazia
e
credetemi.
e
la
ai
ginia
Vir-
altrettanto.
che
l'abbiate
132
46.
li 28
Parigi,
de
Rue
ed
Caro
è facile
non
da
capirsi
il
dal
febbraio, e
20
del
luogo
Mostrategli
27.
A
soddisfatto.
sarà
criticare
in
luogo
attributi
in
luogo
al
gentilissimo
l'umanità
volta
inteso
pagina
quali
al
per
della
me
divini
grazia
taluna
Sinceramente
della
abusi
tener
vita
plativa,
contem-
ranza.
igno-
o
delle
conto
ò
non
malafede
o
Solo
147.
Urtata
e
ne
porre
e
domanderei
ne*
può
88,
pagina
a
sarebbe
chi
di
cura
gina
pa-
che
scioc-
resto, presentando
non
censore,
benignità
e
di
mancate
deferenza
che
mostrarmi.
Della
Lucca
degli
emendazioni
ringraziarlo
vuol
la
interpretazioni? Del
maligne
le mie
voi
credo
censore
tutti
parte
giunterella, e
corrotta.
o
non
negarli
D'altra
e
se
a
a
scogli
due
reggere
cor-
a
censore
divine
discreto
:
dal
cosa
vostra
posto
son
poi lascio
essenze
la
vrei
do-
e
di
come
appena
mi
censurare
illusa
parlare
e
di
letta
segnato
mia
voi
di
e
quella frase
per
la
taccio
subito
libro
66.
farlo
vorrei
mi
0
cuore.
Clichy,
1843.
(1),
quanto
e
dirsi, però
a
tutta
del
ultima
ringrazi
io vi
Quanto
Sansone
egregio
febbraio
gran
non
(1) Cfr.
posso
op.
che
premura
dirvi
oit., pagg.
vi
date
la metà
38-30.
per
di
la faccenda
quello
che
di
sento.
133
è
Quanto
farmi
di
fatelo;
all'orecchio,
dette
far
sopratutto
e
fatti. Perché
totale
del
A
che
io
tarderò
non
venti
di
saprò
appena
All'egregio
lo
che
Ai
cortesie.
Della
e
vivo
in
che
deserto
Scrivo
e
credete
il
dormire
matematico
gli
convien
qui accanto
sempre
alla
grande
Cioè
che
Lucca
e
di
con
come
trei
po-
questa
questi
Vi
mettermi
a
ticolari,
parche
ripeto
in
viaggio,
per
genitori,
più
spesso
li studi
di
gran
delle
sempre
gnori
si-
presente
Per
potete.
vostri.
sue
fratelli,ai
tenetemi
che
tissimi
mol-
di
amore
ai
fetto
af-
grande
con
parla
Gentiluomo,
a
bontà
anche
rifugiati
allegro
ottimi
Ripa,
D'ogni
dove
e
abbiate
Il Libri
vostri
vita.
fare.
stare
a
mutazione
in
ricordatemi
amano.
fate
Tortolini
un
giorni
Laudadio
memoria
non
dai
poterlo
pregatelo
e
regola,
i
pesare
d'essere
cosa.
sostanzialissimi.
sono
pur
d'una
giungerei
d'istruirvi
me
per
alla
e
modo,
ogni
di
e
vostro
di
e
d'una
me
condizioni
fuor
chiaro,
il rischio
per
permesso,
sbarcare?
desiderio
ricordatevi
affatto
passaporto
noia
di
Solo
avendo
non
tratta
all'amor
rimetto
Matteucci.
io,
Si
parole
modo
in
correre
posso
definitiva
e
mi
cosa
non
indietro.
mandato
il buon
tacere
io
delle
dirmelo
convien
cacciate
pro-
le pratiche,
continuare
contentarsi
meglio
vai
che
riconoscenza
maggior
sia bene
credete
se
la contentezza
e
tanto
avere,
Se
voglio:
ne
ve
il bene
maggiore
A
Roma
rità,
ca-
v' à
polso. Poverello,
in
vivere!
al Matteucci
riconoscenza
due
righe. Addio,
affettuosa
Vostro
T.
del
amico
M.
184
47.
All'amico
Gando
Genova.
a
9
Parigi,
Il
Massari
tiene
già
il desiderio
che
forza
riscrivervi
sia
vi
marzo
D'Ancona
che
il
ogni
sieno
già
non
ancora
Firenze
le
pili
copia
segnare
con-
all'amico
i
mio
le
sarebbero
costà
dell'
del
«
o
ogni
ed
in
mondo.
si
non
Inno
a
intanto
»,
né
casioni
oc-
Solo
a
stro
vo-
a
stamperebbero
io
io
nate.
malme-
e
assottiglierò
e
altro, benché
Dio
le
cosa
trinciate
meno
Ma
che
tendo
po-
partire, pubblicare
questi franchi
ancora
vitto
lo
per
di
non
sicuro.
per
faretene
e
stieno
si
poi
scongiurarvi,
mancano
poesie,
ò fede
pure
po' di sospetto
un
Qualora
a
Ò deciso, prima
magre
né
non
quelle che
nel
di
9
capitasse
altro, di spedirli prestissimo,
Getterò
spese
voi.
torno
affatto,o
dà
mi
mani,
vostre
conto
del
foglio
attraverso,
solo
in
talento.
le
e
da
ritenere
potete
mio
partiti
avviso
per
dermi
rispon-
a
che
rimettere
vada
mi
cosa
riceverne
fare
m'è
Firenze.
a
Benché
risposta,
diceva
io vi
condo
se-
io vi
istanza,
il
persona
farli
per
vedo
nuovo
se
esso
fidata
prima
manoscritti
miei
In
perché
non
di
1843.
voi,
per
ma
molta
sapere
per
;
e
con
pervenuto.
alla
mese,
supplicarvi
e
anche
subito,
un
domandassi
la
poesia
m'esprimete
scrissi,oggi fa appunto
quantunque
mia
una
aprile
soglia
ò alcuna
non
dell'altro
farle
a
«
S. Mi-
136
chele
né
»,
S. Sofia
govi
delle
Dato
far
che
che
ciò
mi
ogni
più
se
modo
Con
Costa
per
ordinario
di
gentile
sua
Datemi
piacciano
po'
per
per
amor
dei
e
il
meglio che
posso
intende
che
che
e
della
non
spondo
Ri-
di
fa dono
al
prova
darmi.
di
mi
Del
nuove
e
del
che
studi
vostri
d'ogni
minuto.
le
versi.
cotesti
una
canzone.
nuove
mi
carità,
lettera
mando
cugino
vostro
a
spesa
righe
medesimo
benevolenza
pure
a
rispondetemi.
ringraziarlo
rarissima
bado
due
subito
pre_
mela,
inviar-
per
non
a
polita.
e
partire dal pubblicare
ma
questo
e
sollecito, per
siate
rispondetemi
volete,
esatta
io
Inno
«
vostra
occasione
posta, che
Solo
preme.
bontà
copia
pronta
in
pure
il mio
dipendendo
Ad
alla
una
manchi
vi
gettatela
in
subito
all'
correzioni
Ricorro, adunque,
».
farne
a
moltissime
altra
cosa
Crocco
parlatemi
vostra
voglio
carissimo
Prasca
e
degli
quanto
sapete
che
altri
un
pere
sa-
pur
mi
amano
vostro.
48.
Al
Costa
a
Genova.
1843!
Grli
che
uffici
vi
che
di
bontà
di
preparate
quanto
e
avete
mi
già adempiuti
fare
anno
non
empiuto
gratitudine. Maraviglia
veramente
sincera
e
mi
tanto
non
e
me
per
anno
profonda
che
vigliato
mara-
d'amore
l'anima
è
quelli
la
operi
vostra
di
tali
136
alcun
stringe
il
di
obbligo
fortunato
nome
di
dovrò
dovrò.
Se
l 'accostare
mio
nobile
debbo.
vostro
alla
legittima
del
caldamente
quale
sia
Colpa
alto
e
cognizione
intendimento
State
io
sano
so
dèi
vero
come,
la
desiderata
e
principii
stante
co-
che
tollerare
favore.
farmi
proverò
ne
qualche
dei
mi
gli studi
fine
che
non
proporzionata
credetemi.
la
miei
sento
presunto
compartitoci
e
un
supplico
e
nuove
rasserenarmi
dell'aver
addirizzare
virtuoso
io vi
colare
parti-
poetici.
non
forse
che
all'alterezza
e
dei
per
vostre
e
la larghezza
derogare
saprei
non
parti dell'ingegno
me,
fatto
sul
amor
rincrescimento.
aggiungerete
di
bisogno
ai bei
puro
studi
vostri
saper
vi
se
di
grande
medesimo
riceverò
più,
e
molto
non
che
volta
a
e
sé
punto
dei
quanto
natura,
inflessibile,mai
contentezza
di
di
dal-
soddisfazione
il vostro
e
voi
dignità
prego
La
per
il mio
valgono
non
mutasse
Ogni
fare.
ripromettiamo
ne
ed
altri
volerlo
vi
io
solazione
con-
a
trattò
principj
vostri
e
per
ma
un
ciò
con
animo,
non
anch'io
Altero
dei
vostro
di
ce
temete
voi
oltremodo
superare
a
A
pure
l'obbligo grande
e
se
severità
voi
concepire
cuore
Nondimeno
poco
Ò
fa
ritrosia, mi
pace
ritrovare
sprezzatura,
e
abbondanza
quella
aliena
il voler
e
porta
perpetua.
di
vi
non
tempo
è tale
tutta
e
natura
albagia
non
del
;
cui
a
poco
amico,
spero
vostra
grandi
i
testa
co
che
la
cosi
memoria
Y Italia
riposo che
e
lo
vostro
me
per
da
avrò
ne
riveder
che
e
di
che
cortesia
farle
vogliate
che
ma
cose,
da
mente
amici, perché
assai
troppo
unicamente
può
al
natura.
sando
pen-
di
me
a
e
quel
fallire,la
mai
poco
giato.
scorag-
o
molto
di
137
49.
RONNA.
Al
Io
soglio
non
cogli amici
nemmen
mi
disteso
conviene
e
di
Toscana
le
mie
poesie
parola
e
poesie
il
e
Ora
Baudry,
tanto
se
di venire
io
questa
a
benemerito
non
aiutato
di
voluto
alla
tutte
sentir
chi
a
specie
delle
in
modo
verun
delle
di
col titolo
io
se
povere
mie
sola
ricorso
aver
smacco,
nostre
del
curante
stampa
posso
di
il
sotto
delle composizioni.
posso
spacciarle
era
zicata
lacera, smoz-
poco
la
mi
potuto spuntarla.
fuori
Firenze
non
tagli
quale
s'è
e
riuscire
per
anno
terzo
prepara
vuole
compiuta.
riparare
Che
disegno,
suo
permesse
raccolta
modo
non
un
per
Genova
raccogliere
un'edizione
ch'io
vedendo
di
mandar
a
quasi
libraio
un
e
pena)
aiuto
di
mancante
onore
impedire
mio
po'
un
poi adoperati molti
siansi
consentire
col
Intanto
mio
ne
non
grandissima
e
e
di
ogni
tentato
questa
pazienza. Sappiate
miei
parecchi luoghi (cosa
con
nomò
amici
Ma
voi
con
casa.
dei miei
parlare
santa
pensiero
i censori
io ò voluto
mio
per
anno
Ma
raffazzonati
Né
dato
quantunque
e
indotto
e
di
armarvi
parecchi
sonosi
stamparle.
a
di
che
dunque
parlarne
pnr
pregovi
Di
troppo d'infastidirli.
poveri versi, temendo
volta
1843.
maggio
10
al
non
lettere?
tentassi, nel frangente
in
da
parrebbe
cotesto
signore,
mi
cui
sono,
di
139
volta
questa
di
meco
dare
potervene
per
Comandatemi
alcun
quale sapete
Rivaletevi
importuno.
e
pur
la mia
iscemare
per
il
poetico
quello che
tutto
già
non
ambizioso
in
grazia
servigio,
l'onor
sprona
geloso,
è
quanto
mi
posso
vostro
a
gratitudine
ma
segno.
dunque
credetemi.
e
50.
N.
N.
(1).
1843.
Il
silenzio
nostro
la vostra
alla
oltre
assai
pel
cosi
Mazzetti.
Duolmi
all'anima
nessuna
la
Che
paesi; solo domandasi
e
perseveranza
del
istruzione
simo,
cotesto
fra
ma
povere
sculture
che
coraggio
popolo
noi
ancor
forse
li
è
ciò
civile
pregia
dovunque
il Mancini
P.
taluno
Stanislao
e
*
Ma
di
nei
nostri
ordinari.
La
negozio capitalis-
a
a
cagione
tanto
che
di antiche
rottami
logori
li
zione,
istru-
accorgimento,
che
davantaggio
fango,
e
più
di
s'ella è buona
anche
pazienza,
plebi somigliano
gettate nel
ninno
(1) È
a
nuto
te-
pensieri
d'effetto.
vuoti
forza
à gran
Ed
son
pubblica
disperare oggidì
l'opinione
vi
savi
e
alla
intorno
grazio
rin-
dell'opuscolo
e
belli
i tanto
e
primo.
amorevole,
e
più parte
conviene
cosa
vera.
che
voi
rotto
giornali
insigne prelato
rimangano
e
dei
dono
monsignor
di cotesto
gentile
lungo
troppo
d'averlo
bontà
lettera
ormai
era
e
calpesta. Solo
malconci
il buon
140
statuario
e
fa in
ne
le
cuore
cittadini.
santa
cosi
e
Deh
che
ranza
igno-
d'essere
carità,
per
bellezzza
di tanta
uscissono
il sentimento
Adunque,
cosi
d'opera
la lor
meraviglie.
gran
elle
che
giorno
ricuperassono
e
indovina
guarda più
suo
il
sarebbe
e
li
più
uomini
vi
non
sostanziale;
stancate
hic
àie
opus,
labor.
giornale
Il vostro
è
tanto
carteggio
più vi
farete
pietà
della
città
giornali
i
li fa
; il che
di
notizie,
di
»
vedo
non
farebbe
vi
È
della
il
il
e
vera
ciascuno
sola
di
propria
pensieri,
quisquilie. L'«
rinascere
onore
una
occupati
scienza, gretti
di
e
penisola
i buoni.
taluno
sacco
vero
Firenze
quanto
di
magri
nomi
allargherete
parti della
d' Italia
anzi
napolitani;
bellissimi
Più
verso
provincia propria,
nudi
oh
l'altre
con
meritevoli
vedere
a
di
italiano.
sentimento
vostro
gli studi
e
fiorito
pensato,
grave,
di
pieno
voi
onora
logia
Anto-
in niuna
tentarlo, e già
parte:
siete
in
cammino.
Il vostro
che
subito
io
da
stampe
:
ristampa
Quanto
viene
ora
aggiunte.
farvi
dal
quale
delle
alla
Nota
lettere
mie
«
trascrivere
nell'esemplare
biografo
1'
Nota
l'Idillio
tutte
mandato
vostro
»
mi
Ausonio
la
prego
mutazioni
alla
vostra
è
una
questa
con
e
sul
todo
Medella
una
Rosmini.
che
molte
le
giovo d'altro
ed
»
all'abate
con
amico
consegnargli
sull'Ontologia
«
d'un
cosi
insieme
v'avverto
le
di
Però
riceverete
«
imprimendo
Per
agio
avuto
dell'idillio
una
è scomparso
domandatemi.
copia della
una
»
ò
non
voi
viaggiatore
mia
Cosentino
avvocato
a
mie
Firenze
la si
correzioni
ed
cortesia
di
vostra
che
si
leggono
signora. Nel
perspicacia
vine
gioe
una
141
di
facilità
e
alla
pensando
scienza
a
che
responsive
cui
comune
di
cima
vedo
non
tere
let-
Delle
levarsi.
possa
non
dal
affatto
esce
giovinezza
sua
gloria
di
e
che
concepimento
dirvi?
posso
51.
1843.
Pregiatissimo
dalla
Vedendo
che
di
me
e
servigio,
io
mi
son
che
pensare
molte
io
credo
che
ed
forze.
Io
mi
che
di
La
che
di
debba
dunque
fra
pormi
Parigi.
in
farvi
gli
io
editore
cimento
compia-
provare
le
proprie
della
onorato
per
le
memoria
secondo
aiutare
vete
do-
non
scrittori
e
zione
inten-
tori
coopera-
quella.
attiva
avete
già
in
mi
in
il
civilimento
(1) Sembra
mi
mani,
tra
»,
salute,
poca
molto
assai
tengo
avete
mia
ò
la debba
anche
voi
volete
quale
italiano
buon
ogni
da
usatemi
della
Dell'opera poi
in
sempre
farvi
a
rallegrato,perché
abbia
non
disposto
vi
che
gentilissima
credete
mi
tutto
cortesie
rare
e
lettera
vostra
sovviene
(1),
signore
alla
tolgono
a
chi
italiano
sia
il
(come
ed
carattere
il
dagli
Duprè.
il modo
voglia
scriverlo
compendio
ingegno
impresa
vostra
pronto
offro
il poco
di
e
si
conviene
Etrusci
volta
se
l'articolo
intendo
io
lavori
altri
prender parte
; tutta
dettare
corso
e
speciale
ai di
di
ad
non
«
viltà
Ci-
mostrare
un
di tutto
nostri.
nario)
dizioPin-
142
Desidero
si bel
e
disegno
istima
con
d' Italia
decoro
pel
d'opera
che
vostro
un
all'atto
compiutamente
venga
dico
mi
riconoscenza
e
pel
e
Devotissimo
T.
vostro
Mamiani.
52.
Ricci
Al
Macerata.
a
1843.
I
due
buone
paiono
della
concittadini
tuoi
garbate
e
che
conoscenza
pochi servigi
d'aver
ò
commendatizia.
ò
felice
vivi
tuo
tuo
è
non
terra
ti
rimoverà
in
suo
Certo
biasimo
Dio
vorrei
è
maggiore
se
anche
invece
di
e
ma
onore,
che
tu
alla
di
scaldarti
che
bene
nessun
fede
ò
che
patria
tua
tu
al
egli
dal
e
belle
un
po'
e
di
la,
compagna
opere
e
italiane.
verrà
gentilissima
care
fati-
studi
tuoi
i
emigrazioni
ne
solo
non
il desiderio.
crescerà
ne
sulle
a
loro
parole
questo. E perché l'amor
balocchi,
tua
tua
una
abbisognava
intermettessi
tu
ti
dalle
che
la
te
in
grandissimo
gentilissimo
e
singolarmente
che
e
ringrazio
nondimeno
pregio
perché
dall'amare
prò
quel lavoro
lettera
l'amica
trovato
purissimo
Neanche
quale
ài
Ringraziane
sulla
molto
mi
poco
Veramente
credo
loro, ma
tua
ti
procurata.
compiacimento
con
e
cuore.
manda
far
Dalla
imparato
hai
ne
eh' io metteva
mostrato
laonde
persone,
me
potuto
qui qualche
stati
onorate
148
fatiche,
Sai
vale
ci
del
e
le vie
del
bene
affatto
perché
mai
fecondarlo
alle
sulla
«
tutto
anche
sistema
le
mie
aggiunta
di
tutte
verrò
a
farò
poesie
molti
metafisica
che
di
dieci
anni
alla
tua
Ringrazia
i suoi
ossequiosi
Ecco
cortese
la tua
cortesi
e
»
sposa
saluti
riconoscenti.
ò
»
per
vuotato
il
in
intorno
di
ora
con
Appena
ne
volume
un
titolo
con
danno
ad
infelice
avrà
e
il
giure.
inediti.
meno
a
Raccolta
fino
terminare
a
è il frutto
dottrina.
nuova
mano
del
una
fatta
mai
son
alquante
che
»
e
uscire
componimenti
darò
capo
Metodo
(mi pare)
morale
presto
io
che
colà
Diritto
nuovo
della
non
del
e
che
ristampasi
usciranno
del
Filosofia
un
Parigi
in
Firenze
mandasi
do-
che
d'idee
seme
dell'Ontologia
ed
è losco
scrivere,
sanità
Oltre
lena.
A
chi
e
o
da
nuove
quella
lunga
tutte
viltà.
qualche
origini speculative
Qui
di
di
che
larghe,
per
in
può
della
alli uomini
poche
tornato
aggiunte;
compendio
ò
bisogna.
Trattatello
lettere
miei
non
si
non
Iddio
molto
e
infinge
trovar
a
quanto
parecchie
dinanzi
lavori
atto
piuttosto
chiuse
s'
cose
inorpellameli
permette
o
son
far
altri
molte
le
del
comune
e
volgari.
e
vediamo
me
non
di
studi
non
a
mie
Mai
mente
alli
Quanto
simili
e
oggi
della
e
troppo
sieno
scorge
casalinghe
tu
scusa
italiana.
ne
«
che
f
fa
si
come
mio
la
punto
ignavia
non
al modo
che
all'ozio
inclinato
abbia
ti
faccende
nelle
involto
tutto
che
crederà
si
delle
:
«
di
tazioni
medi-
Dialoghi
sacco
bedire
ob-
per
domanda.
della
e
fa
bontà
ch'ella
di
volermi
accetti
dare
man-
i
miei
144
53.
N.N.
1843.
Dell'amorosa
che
tanto
le
o
più
dir
a
alla
è
meglio
quale
non
odierno,
della
lascio
quello
che
io
domando
non
sospira
la
alla
quiete,
d'affetti
consolazione
dimentico
patria,
che
le sventure
è
grave
silenzio, al
in
novità, né
di
ma
la
amata
è
meno
ranno
sa-
bene
dezze
gran-
; il mio
che
cosa,
cuore
ad
e
quale
triste
ma
gli apparati
alcuna
di
spero
fuori.
più dappresso
tanto
;
e
ritiro
Italia
vedrò
trovare;
arti
amichevoli
che
troppo
per
delle
e
vedere
dolore
son
è
bicocca
intenderò
so
fervente
vita
più facilmente
incontrare
e
che
Io
strepiti, nò
scienze
al
quella
una
civile
mondo
che
trasto.
con-
dire
a
là i volti
lingua.
né
più
delle
straordinari
Ma
i suoni
quello
far
cioè
del
mio
cuor
debbo
Lucca,
e
l'Italia,
del
non
patria:
mia
e
nemmanco
e
mia
della
i suoni
e
amicizia
e
necessità
bito
su-
la pongo
riveder
Metropoli
forestieri
saranno
mi
bontà
me
per
quasi bicocca.
una
con
della
con
la
anzi
fortuna
mia
voglio
non
scrivermi
questo
una
potente
Parigi
cantoncino
non
di
una
so,
città,
immensa
E
consolazione
è gran
Cambio
un
bastare.
ringraziarla
posso
non
dimostrazioni
care
Certo
sua.
sembri
mi
rallegrarsi meco
per
fra
Ietterà
sua
pure
Nep-
le umiliazioni
qual
per
è
l'animo
la
146
lo
che
mio
boria
della
spettacolo quotidiano
grandezza
e
forestiera.
Quando
dei
facoltà
di
costretto
di
ritardare
questo
e
approfitteròdi
mosse
uffici ch'Ella
buoni
di ottenermi
mesi,
sulle
sarò
sto
poesie le quali
costi. Ma
passare
per
la
andata
mia
sinora
se
ne
andate
sono
io
son
pajo
d'un
di
cominciare
per
affine
me
per
d'
cagione principalmente
a
che
fare
vuol
glia
vo-
gran
di
blicazione
pub-
una
tutte
le
mie
sparse
e
mal-
conce.
Delle
di Roma
miei
che
notizie
persona;
città
ei fa
e
Mi
me
duole
copie
bel
un
dal
centro
la
far
altre
in
molto
la
sua
disposto l'ingegno
procinto
Mille
10
—
sta
sole due
che
voglio
:
di
soggetto
sacro.
che
conosce
Ma
vistoso.
compiaccia
solo
tentare
se
di
scosto
di-
più
stampe
bottega fornita
à
intorno
larmente
partico-
Per
munque
altro, co-
non
vi
ella
si
può
volesse
scrivermelo
e
l'obbedirò.
tutto
Curi
di
si
favola
venditore
conto
vie
più l'eterna
migliori
nuove
cosi
ma
vada, ella
cosa
nessun
sopra
tentare
dare
che
ma
d' incisioni
vedrò
non
Sembra
altro
un
presso
Io
rivedermi
forte.
vendute,
sien
signor
Mon-
garbata
e
di
speranza
sogno.
poterle
non
buona
una
sua
del Cardinale.
ne
ancora
alla
rincresce
ne
al ritratto
veramente
quanto
ma
Roma
in
è
amici
agli
circa
grazie particolari.Quel
le rendo
Muzzarelli
favorite
m'à
di
salute
alle
anche
belle
per
opere
serbar
d'arte
fare.
saluti
Mcmiani.
all'egregioConte
e
mi
creda.
vivo
che
è
e
in
147
56.
Al
Del
cavalter
Rosso.
1843.
Il
fa
mi
Sansone
signor
col
Lucca
quella
in
questi
a
uffici
buon
fine.
S.
di
è
di
modo
d'ogni
sufficiente
voler
facoltà
di
servigio
e
Con
V.
di
di
tenermi
lei
bassa
fici
ufdel
abbia
non
gratitudine
e
se
la
pochezza
pediscono
im-
non
in
utile
e
di
mandarmi
co-
istantemente
dei
io
dezza
cal-
alla
e
fortuna
numero
tenutomi
ot-
titolo
alcun
adoprarmi
prego
mi
i suoi
io
fo
ne
ziare
ringra-
cortesi
sincerità
possa
nel
sciti
riu-
tanto
e
più
la mia
le
come
il favore
Benché
la mia
S. io la
di
ed
i
e
alla
ch'io
sapere
veramente
che
rare
dimo-
poter
quanto
attestarle
e
di
suoi
zionati
affe-
devoti.
la dolce
in
lei
inverso
credere
il Principe
presso
segnalata
amicizia.
espressione
mia
e
di
lare
singo-
pertanto
spontanei
io
per
affatto
in
più
né
della
cosi
prezioso
servitù
di
bontà
di
l'affetto
compiutamente
affretto
inverso
i
sieno
amico,
fa
mi
mi
Io
avendo
la prego
anche
cordiali
non
mondo,
licenza
me
per
stati
sono
ottenermi
una
l'obbligo
cresce
adoperata
ed
egregio
e
si è
città
suoi
V.
S.
per
mio
specialissima
cura
V.
quale
di
né
la
sapere
D'Ancona,
persona
di
speranza
me
le
presto
riverirla
e
ziarla
ringra-
ripeto.
Dev.mo
ed
obbl.mo
suo.
148
56.
Betti.
Al
1843.
10
dovrei
prima
per
indugiato
Pavere
profitto,perché
alla
bontà
lavoro
vostro
la
per
che
non
grazia
gentilissima
vi
che
oltremodo.
ringrazio
da
ringaziarvi
vorrebbe
che
voi
presso
il
Principe
che
questi
à
fatto
opuscoli
belli
assai
di
e
darne
la
0
desiderio
che
gran
ma
»
giudicio
o,
tutte
a
me
di
le
per
Libri
al
e
da
lodi
agli
è
Quanto
paiono
importante,
ma
vederne
compiuto
seconda
luce;
dottrina
meglio dire$
gareggiano
la
alla
venga
l'eleganza la
tra
vinca,
che
più
di
serie.
Italia
cui
fare
adempiuto
opera.
Tortolini,
materia
per
converrebbegli
tutta
del
menzione
commette
Buoncompagni
sua
tresì
al-
degli opuscoli
fosse
ufficio
della
matematici
mi
poi
è
materia
Della
dono
del
simile
un
ticolare,
par-
notabile
piaciuto
v'à
sua
rirmi
favo-
stile in
dello
Il Libri
parte
sa
Malaspini
par
capace.
entro
per
mi
e
suo
affatto
sembra
ne
tutto
tanto
del
testo
varietà
e
in
come
ogni modo
sul
genere
di
perdonarmi.
saprà
critico
nel
perfetta
cosa
che
spero
rimettermi
in
e
con
sento
non
vostra, la quale
occasione
ogni
cosi
11
meglio
cortesia
e
ad
dunque
dei-
scuse
lo farei
non
davvero
buone
scuse
vai
Mi
averne.
Ma
rispondervi.
a
nelle
entrare
cosa
e
o
alcuna
si
parte
di
lavoro
mirabile
l'affetto
tali
contemprano
dell'
non
doti
e
so
non
n'esce
«
lustre
Ilin
quale
vince
uno
149
di
splendore
concetti
di
e
stile
rarissimo
ai
tempi
nostri.
Io
di
ò
non
la
conosco
metafisico.
copia
di
alcune
credo
che
sieno
di
libraio
un
poesie
e
darò
mi
di
al
di
insieme
Odescalchi,
Principe
le
quali
non
le
tutte
mie
ordinata
e
con
luce
in
venuta
vostre
nuove
al Professor
e
mi
e
Ricordatemi
ottime.
saperle
Muzzarelli
Monsignor
a
una
capitare.
il
vera
di
metropoli. Ora,
Appena
Masino
contessa
le
completa
inedite.
farvela
allegrezza
e
raccoglie
molte
dalla
dette
qui
cura
Ebbi
cotesta
fa un'edizione
ne
l'aggiunta
in
pervenute
nale
origi-
qualche
stampe
nuove
perché
l'arditezza
e
fra
Avrete
mie
difetto
grande
singolare perspicacia
quel
di
fa
mi
Mastrofini
del
l'opera
ancora
E
parlate.
mi
cui
qui veduta
Folchi,
al Bianchini
credetemi.
57.
21
Caro
lettera
Questa
tante
le andrò
cose
si
ò
se
innanzi
per
come
da
ò da
dirvi
qui
sotto
cit., pagg.
Paria
e
cosi
garbo
senza
a
diverse:
d'articoli
rispondere,
intorno
sospeso
leggerete.
41-43.
Da
buon
e
a
di
tordi.
che
certe
ve
zioni,
transimente,
Prima-
per
vi
ziale,
spe-
però
e
è stato
all'ultima
riscontro
un
lista da
d'una
fa, esempligrazia, dei
lasciarvi
Don
(1) Op.
tutta
tardato
voi
(1)
avrà
infilzando
come
e
Sansone,
1843.
giugno
avere
mandai,
materie,
rettorico, lascio in
150
ultimo
la
luogo
più calzante, che
ragione
è
la
stata
poltroneria.
Del
che
avete
posta
di
ogni
informarmi
a
Lucca,
parola
sua
affezione
tanta
pel
sbarcare
mio
domani
in
mai
a
questo
mezzo
negozio, pel quale
son
di
le mie
tutte
il farei
e
di
posso
Matteucci
à
di gran
cuore,
mani
tra
di
rimanermene
Il
negozio
molte
con
che
sento
e
venuto
tempo.
poesie
da
ogni impaccio
costretto
pur
qualche pochetto
ristampa
Il
spira
non
io veggo
fosse
mi
non
che
mezzo
Cosi
potrei partire
stesso
ancora
di
Livorno.
a
lettera
dovere.
cenda
fac-
della
esito
me,
per
poi l'opera, levando
compiuta
buon
quella vostra
tutta
e
del
fretta
della
riconoscentissimo
sono
potrò sdebitarmene
né
se
io vi
resto
un
la
è
delle
assai
inedite.
che
il G-ando
per
raccogliere e pubblicare
Sapete quello
tentato
e
le dette
mie
bestiali
ma
tali
e
poesie
cosi
che
io
debbo
entrar
nel
copie
mi
letterati.
volume
par
certe
a
ancora
macello.
un
di farla lui
intende
che
revisori,
Ora
trovo
di
suo
a
dello
tanto
larghezze
beatitudini
è
avviata
compir
di
almeno
verrà
Duolmi
assaissimo
e
veramente
bene
ogni
due
cosa
minuta
riempito
da
tardare
e
spersione
diche
conto, salvo
la
di duecento
qual
sono
dizione
con-
vezzo
av-
poco
altri
degli
e
mesi
stretta
componimenti
a
lutari
sa-
una
già la
godo. Ma
ne
stampa
del
io
il contratto
stretto
e
riuscivano
spaccio
mesi,
quattro
e
Italia
stampatore
uno
pubblicarla qui
mallevadore
curato
pro-
in
diveniva
leggerissima,
dunque
sarà
dei
anno
chirurgici
la raccolta
termine
0
per
e
amici
tagli, non
assassini
e
numerosi,
e
i
ma
;
altri
e
pressione
im-
vuoisi
Il
incirca.
e
un
terzo
nuovi.
partire, cosi
pel
151
mio,
compiacimento
i
voi
quali
Ma
siete
tebbe,
che
e
Italia
li
per
il male
che
loro
miei
è
volta
insieme
perché
:
i
alcuno.
torne-
non
Ma
fannarmi
af-
rispondo
girano
e
raccozzarli
dunque
faranno
tristi
men
io
rarla.
spe-
mio
partoriti
son
a
questo
versi.
versi
vai
Meglio
le mondora.
per
sorridere
poveri
fatto, i
ad
pazzia grande
farà
fra
cari
più
forse
occasione
sarebbe
molti
a
amici
secondo
non
e
tale
una
in
che
So
primo,
che
pensate
degli
come
una
spalla
ai
peggiori.
Veniamo
di
milione
un
e,
in
di
De'
davvero,
prendere
obbligo
sei
di
senza
mesi
tali
altro
farne
sciocchezza.
così
all'editor
la
non
lettera
»
mia
entro
facoltà
di
di
da
lui
la
voi
son
già da
sieno
andare
e
dugento
pure
a
si
ai
vincimento
con-
luogo
avrà
questo
franchi
dell'
«
Ontologia
se
esservi
principj
turo
fu-
sarebbe
discorso,
quest'ora
un
dormire
ò fermo
vendere
al trattatello
intorno
carlo
ripubbli-
prima, perché
dotta,
lungo
Debbe
forme
poterlo far
non
La
ché
pur-
al termine
troppo vederle
chiamamolo
suo.
il libro
seconda, perché
soli
per
le
Capirete
edizione;
Rispetto
del Metodo
e
peserebbemi
a
che
quelle lettere,responsive
grave
La
dolente, né
e
secondo
e
meco.
che
altra
talun
guadagno
e
e
e
clausole.
due
tempo.
che
di
lasciarmi
molto
critica
molto
di
oltremodo
giacenti,
anno
produrre
anni,
cacciano
pro-
contentarsi,
iscritto
contrattar
di
vergognoso
convien
di
due
scorso
nuovo
necessità
una
e
per
vi
riconoscenza
mostrarvene
franchi
dichiari
ch'elle
mortificato
ripeto
vi
prima
e
;
infinite
noie
sono
potrò
dugento
dopo
a
ne
il Piatti
di
stampe
delle
scuse
la vita
tutta
basti.
alle altre
ora
piace
tata
capi-
moderatori
152
del
progresso
tura
molto
plico;
serrata
se
affari
degli
il
volesse
di
desiderasse
sul
contrario, la
«
Ontologia
sullo
«
si
Trattatello
che
anni,
di
e
del
e
offerta:
profìtto la
che
Spero
bene
vi
ma
vi
solo
volta;
ò
frasi
obbligo
e
una
di
alla
come
Appena
al
in
cav.
e
il
del
è
mi
non
tese
cor-
a
delle
censura
per
F addietro.
ogni
modo
bono
deb-
sosterrete
il
«
fascia.
sotto
moltissime
ne
della
stampato
cose
la
porrò
voi
copia
cianciato
ringraziare
a
una
d'altre
letterina
;
parole. E
e
franchi
occorreranno,
Intorno
tutte.
già troppo
Inchiudo
mi
ohe
anzi
l'animo
con
appunteranno
inviatemene
dramma
vostro
ringrazio
tori
i let-
vedrete
libro,
dugento
carte, regoliamoci
d' indicarmele
»,
I
vostra.
nulla
il
tutto
con
lettera
avvertite
ne
»"
trattar
con-
la
stampate
se
prefazione, e
più tardi
bontà
essere
noia
di
nuovamente
senza
che
righe
se
mie
nuove
lui
diretta.
ora,
la licenza
in carta
metta
Trattatello
«
assai
del
all'editore
potere io ripubblicarlodopo due
S'intende
la continuazione
bisognano
caso
la lettera
dopo
o
anche
che
poterlo far
non
lega
altro
In
trecento.
prima
»,
modo,
ogni
di
quelle due
materia
via d'un
per
tere
let-
le
ristampare
seco
domanderete
nell'appendice del
in
di
medesimo
tempo
sarebber
e
Metodo
A
».
dà
meco.
al
voi
a
il Piatti
Se
Ripa.
e
», accordatevi
»
mi
mandarne
do-
l'
potrebbe pubblicare nell'appendice del-
Spazio
«
di
al Ministero
indiritto
è
plico
libero
franchi
bazzichi
che
lettera
rimaner
di
centinaretto
forma
sotto
Della
quella
Diritto
«
Il
Laudadio
mai
pur
taluno
o
esteri.
signor
iscrit-
con
giunta, compiacetevi
ancor
il Peruzzi
o
presso
è
trascrivere
mandarvela
per
vi
non
fatta
L'ò
civile.
la
tatello
TratDel
parlerò altra
foglio è pienissimo.
Rosso,
cui mi
particolor modo...
sento
158
B8.
Costa
Al
Genova.
a
27
Io
mi
dei
nuovamente
Ad
la
animo
dottrina
soave
nobili
frequenti
e
riusciti
sono
e
;
professo
vi
delle
e
persona
valga
e
mie
né
dee
a
persone
lega
virtù
d'ogni
diviene
suo
rispetto della
a
il
tutto
con
che
ella ci
carico
io provo
questo
può
non
piene
e
voi, il
siccome
segno
mia
che
mai
quando
ma
cosi
amorevoli,
vene
premurosi
ora
fatto
ben
gratitudine;
che
Mansi
ringraziarvi
tutti
fine.
buon
a
uffici
vostri
il marchese
presso
di
obbligo, egregio amico,
sento
1843.
giugno
Dio
cuore.
voi
d'ogni
veramente
m'aiuti
dar-
a
della
usare
a
quello
tutto
per
e
cosi
riconoscenza
cominciate
facoltà
pesare
che
possono.
Dal
Gando
nostro
di
voglio
di
mia
istia
Lucca
a
costì
lettera
non
partirmene
essere
direttamente
a
e
caramente
al
Mansi.
male
e
per
le
saprete
subito;
ogni modo
ch'io
e
mal
non
pediscono
m'im-
pel Congresso
ma
poter
spero
Inchiudo
abbracciarvi.
Leggetela
che
cagioni
e
;vi
se
faccia
sare
pasuna
pare
che
scrivergli
a
ringraziarlo, compiacetevi
di
gliela
far-
recapitare.
Qualche
«
Colombo
poco
volta
».
discosta?
credetemi.
datemi
Naviga
Cosi
vostre
egli a
buon
penso
e
nuove
vento
desidero.
e
e
del
vede
State
vostro
la terra
sano
e
155
60.
Crocco
Al
Genova.
a
1843.
Sempre
mi
e
v'accorgete
non
le soverchie
elle
come
bontà, l'amorevolezza
mi
però
e
piacciono
Considererò
amorevoli
intorno
in
fondo
vie
che
di
ma
dal
piaga,
fango
della
carezzamenti
altra
Voi
via
siete
conoscete
un
viltà. Ella
e
la fa
il
stato
più fiero
solo
impallidire;
e
vizio,
tanto
di
non
i blandimenti
nulla.
nemico
a
miserie
d'ogni
e
nostra.
e
della
nostro
libertà
solamente
amore
Roma
e
i
que
dun-
seguito
d' Italia
e
ed
il fo per
educato
nazionalità
deesi
Io
che
religione
tori
ret-
la
il
sue
degeneri
e
profonda
è
me
le
sono
la
tanto
delle
millesimo
è il
nome
come
vere
inciprignita
che
che
e
iscuotere
per
i
vostri
d'alcun
Molte
ma
testimonio
verità, della
della
non
m'è
consigli
paiono giuste
Chiesa
più
possono
Dio
voi
papale
corte
e
a
amoroso
iraconde
Italiani
la
non
penso
non
i
me
irriverenti.
inveterato
tanto
malattia
zelo
me
fra
i buoni
oggi
Per
suoi.
quali
vostro,
fiori.
molto
soverchio
tentano
sollevare
e
le
componimento
mio
la
appunto
biglietto
quelle parole
a
per
Voi
dell'animo
un
mille
di
librerò
e
mandarmene.
ritraggano
quanto
dell'acqua
spruzzato
di
il candore
e
tere
let-
vostre
brighe ed occupazioni
comodità
radamente
le
ricevere
contentezza
che
pesa
diano
vi
fa
mi
non
sua
mento
risorgiitaliana
montare
in
156
vedendo
isdegno
di
delle
a
imitazione
Del
danno
mai
badato
sante
cose
del
chiamar
la
di
e
smisurata
alle
che
non
vedeste
so
stata
una
degli
anni
che
penso
Or
questo
ancora
e
i
pure
gusto
Costa,
al
Rocca,
comuni
Ma
l'avrò
e
però
al
amici
tutte
fin
di
tutti
anch'io.
Al
vi
dico
alla
matto
ricordatemi
Al
ms.
troppi
sono
e
sia
non
colpevole
fine
avere
fatto
sotto
i balocchi
e
gli
loro.
scrivo
parola
per
con
lui. Al
innominata
con
mie
menti,
componi-
Gando
bella
cora
an-
però
le
nuovi
alla
disposti
Prasca,
di
Ormai
amano
non
rimetto
verseggiare
è
ora
bambini
Mi
quattro
mio
ritiene
procede.
pur
scioperio
uno
bene
e
ma
Eroidi.
due
tanto
e
mesi.
stampa
aggiungo
migliori.
ordinario
altri
La
se
vanità
questo
agli
vi
tiche
an-
convenienti
mi
cagione
tre
o
po' lenta
un
quelle
con
si fa
le
scambia
e
raggio
co-
gran
il secolo
di
ogni
rimesso
qual
due
un
Idillj cioè
radunati
occhi
Gando
dal
procede
due
la
timidità,
fanciulli.
informazioni.
voi
troppo
figliuole di
e
civili
e
ai
e
Parigi
sue
poesie
più
generose
sapete
in
ò
sono
ormai
la
mollezza,
energia
pauroso,
alle femminette
Già
ci
non
mansuetudine
inclina
tutte
sono
opere
più fiacco, più
virtù
la
io
?
codardia.
grandi
Le
il mondo
deesi
non
mio, la dolcezza,
Amico
la
puzza
la sferza
procedere
possa
loro
nome
e
impugnare
ci baderò.
non
celesti,ma
e
ignavia,
e
ne
cato
mer-
pieno della
temporale,
maestro
me
in
converso
e
carità, l'umiltà, la pazienza,
la
a
e
mondani
divino
che
poi
Dio
del poter
abominazioni
del
di
tempio
interessi
poveri
e
il
grande
ed
fetto.
af-
157
61.
1843
Gando
Rispondo
di
altre
mi
in
ad
ottimo
La
scusa
fa, né
Se
ordinati
a
voi
della
poesie
calda
nostra
vi
delle
e
di
arditi
versi
in
pace
Godo
che
già
se
favorevole
assai
e
ringrazio
che
pensate
di
frasi
se
e
e
anno
in
mala
vista
abbisognate
che
siate
suoi
e
ad
troppo
in
per
affetto.
concetto
già
una
Ma
poco
di
bonaro
car-
italiani
porreb-
assumere
vi
dovino)
(se l'in-
di certi
turberebbevi
preparatorii
ponete
e
ste
que-
editore
singolarmente
prossimo
di
pubblica
puzzate
voi
colti
rac-
vostra,
l'avrò
vostro
liberali
sommamente
veduti
desiderio
e
loro
ai nasi
cui
Non
vi
costoro
prendo
editore
del
care
eretico, il comparire
troppa
li studi
tal
Di
l'animo
più
e
di
non
stampe
cosa
testimonianza
e
con
altre
dell'ultima
nome
amicizia.
migliori
prove
alcune
stracca.
editore
avrei
non
l'aver
alla
per
dirsi,
suol
d'ogni
versi.
ricordo
per
Ma
ms.
parte
come
molte
i miei
assai
piacerebbe
mie
bevi
tutti
si fa
tipografo
modo
Il
stamparlo
a
sempre
rallentare
altro
in
intendo
io ben
il
i lavoranti.
crescere
pazienza, perché
e
che
è
né
smettere
mano
l'edizione
procede
e
si
posi
e
le
tutte
come
cortesia.
compassione,
per
vera
né
vuole
grande
perché
si ferma
poco
di
stato
Ma
piene
vostre
e
mio, parte
ogni
che
amore
subito.
denaro
caro,
lettere
due
a
grande
giunse
subito,
mio
forse
in
questi di.
il sacerdozio
piacciano
disparte
quella
e
morino.
v'inna-
le lettere
la-
168
tine
ricordatevi
e
preti grande
nei
Io
dal
ebbi
dunque
e
rendetelo
tra
di
stratto
giorni fui di-
quei
convennemi
e
Scusatemi
Parigi.
anche
per
il farò.
breve
gentile
molto
risposto
ficio
uf-
tale
Di
caldamente.
assai
dolcissimo
amico,
l'amor
intiepidite mai
non
eh' io
immeritevole
per
civiltà.
incombenze
avergli
non
che
conto
prego
Addio,
vostro
del
lui
e
gita fuor
qualche
con
vi
noje
In
domanda
secolo
il
lettera
una
Berlingeri.
soverchie
far
grande
e
addietro
cugino
da
anche
scienza
tempo
vostro
che
sopratutto
ve
paia. Addio
ne
di
nuovo.
Il vostro
Terenzio.
62.
1843
Egregio
La
del
vostra
3
giugno
meritava
piena
d'amore
risposta, essendo
tante
vostre
premure
debbe
sendo
da
mi
quale cagione
per
credo
Non
mesi.
nulla
innanzi
Pongo
le
qui
ad
del
in
a
che
forse
e
che
sotto
ne
due
amarmi
vostro
questo
non
dicono
righe
e
il buon
sone
San-
al
silenzio
mio,
pur
viaggio
ritardo
è
male
i nostri
al nostro
credete
devotissimo.
Ma
salutarvi
il
mento
impedi-
ogni
parte
E
fa differire
cose
quello
continuate
pregato
me
raccontandomi
e
tornata.
affettuosamente.
assai
me
per
supplito
aver
stato
mia
più pronta
certo
rimuovere
per
ogni noja alla
e
(?)
amico,
alla
e
ringraziarvi
da
saprete
di
possa
che
due
lui
o
tre
guastar
si
vegga
preti.
Regnoli.
viva
Voi
scenza
ricono-
169
63.
G-iobebti
Al
(1).
Brusselle
a
Parigi,
Dee
parervi
cortesia
farlo
voluto
ò
non
mi
somma
esprimere
sincero,
sempre
che
in
giudicio mio,
al
intorno
di ringraziarvi
vero
Ma
io
senza
e
tervi
po-
falso, ma
o
quel
di
intrinseco
merito
bontà
per
dono.
generali
termini
con
il
mandata
avete
1843.
agosto
il mio
dell'opera ultima
tardissimo
e
villano
assai
tratto
un
9
lavoro.
E
ed
perché leggerlo
molti
in
occhi
giorni,
di
e
molte
ultimi
questi
ritardo
né
non
Primamente
che
affetti
proficuità di
rispetto
stile, io
non
da
e
che
dentro
molte
facondia
alla
so
e
delle
concatenamento
loro
astratta
l'opera vostra
(1) Cfr.
V.
e
che
Quanto
vero.
Gioberti,
cit.
si
è
credo
grande
onore
op.
a] la
voi.
II, pagg.
zioni
inten-
santità
tanto
poi alla
voi
341-344.
ed
fine,
; in-
darla
lo-
testura
la
similmente
a
e
dello
continua
possa
e
nobiltà
e
idee, guardandosi
speculativa,
renda
alle
increpazioni
eleganza
credo
non
il
superare
ed
rissimo,
ca-
letterario
caldezza
ed
ammonizioni
mio
presente
rispetto
spirano,
vi
dal
arguire
valore
suo
in
concorse
vostro
dell'opera, all'abbondanza,
degli
degli
principalmente
pel
dirò
spezzoni
a
non
vogliate
pel
stima
poca
scientifico.
cosi
se
faccendole
nojose
gratitudine
poca
né
potuto
cagione
a
e
di,
ò
non
parte
che
alle let-
160
tere
italiane;
voi
col
De
compagnia
la
civile
vojardo
d'
seducente
fiacco
tanto
riusci
saper
dedurre
troppo
Or
è,
deduzione
dei
a
pochissimi.
I
applicare
di
civile
e
aver
e
sofferto
perduto
e
schietta
verità,
mai
Roma
una
manifeste
dei
Venendo
d'Italia
al
e
i
popoli,
nel
ed
ei
midollo
l'intenzione
dai
scuotere
voi
del
dei
inalzarle
Panimo
mi
e
quali
ligioso
re-
pajono
della
realità
voi
loro
veduto
dipinge,
si
brutte
di
civiltà
e
suprema
condizioni
delle
rimedi
al
libro
vostro
principi
bontà
ai
primato
spesso
da
voi
primato
chiarissimamente
ferma
ceduta
con-
predicata.
particolare
vedesi
ingegno
mani
quale da
troppo
vato
rica-
che
nella
rollario
co-
essi
del
vostre
siasi
quella
a
all'ordine
correggerle
nelle
altro
fecondo
da
dinata
or-
e
poi,
nego
non
vedute
da
l'idea
Papato
smentite
pontefici
severa
e
storici
tutta
non
un
e
siensi
invece
ma
che
e
fatti
moderni.
quale
d'
abbondanza
Roma,
dottrine
la
vasto
un
non
felicità
voluto
avete
diritta,
nel
e
sue
principj ontologici,
vostri
una
con
le
nell'opera vostra,
se
di prove,
e
gì'intelletti
appunto
dire,
critica, speciosità
metafìsiche
speculativi
per
Sa-
ghezza
stile, lar-
argomenti
astrazioni
paradosso
e
vero
a
di
primi
ammira
si
luminosa
nelle
dai
nuove
questa
non
e
di
acutezza
e
religiosa,
di
vigore
per
nostri
l'arditissimo
quanto
imagini, potenza
a' di
cosi
supremazia
mirabile
fece
di
coraggio,
proclamata
Maistre,
papi. Ma
dei
si
immenso
con
dell'universale
teorica
come
avete
solo
non
e
loro
pi elati
al
presenti
suggeriti
civile
da
guarda
che
voi
lo dettaste
di
farlo
leggere
viventi
possibile e
tutti
su
chi
per
con
e
lerare
tol-
d'Italia,ma
indurli
a
pensare
di
161
efficacemente
alla
rimedi
suggeriti
i
da
voi
principi
sotferire
almeno
che
assoluto, e
sembrerebbe
mi
della
occhi
gli
blandissime
ed
principi
al clero
italiano
la
opera,
più pia,
del
mondo,
cosi
larga
se
Deh
!
unica
a
lasciarla
si fatta
dal
schiavitù
popoli
i
efficace
governata
passare
farmaco
che
papa,
si
ortodossa
censura
la ristamperanno,
non
basterà.
non
badate
bene,
civili)credete
poter
lega
una
medesima
più
(unica oggi,
davvero
soverchie
Italia
forse
e
ai
proponete
la
onde
;
surrezione
ri-
riforme
stesse
in
e
troppo
pur
loro
e
trovato
essere
della
vostra
mansueta
denti
pru-
compagni
voi
questa
castrandola
non
presso
riuscire
più
avrebbe
non
da
la
le
che
o
intero
aver
parranno
che
pericolose; e pensate
di
che
quasi invisibili
e
modo
desiderosi
medesimi
vostri
dalle
resto, vedrete
Del
Patria.
praticare,
soli, confessovi
in
ciò
in
ciò i
più che
reputaste
i
opinione
gl'Italiani effettivamente
tutti
e
migliori ed
tale
da
dissentirei
li
voi
Per
non
parli e ragioni
ne
i
e
voler
possono
quando
primi,
d* Italia.
quelli soli
sono
se
Che
i
veramente
ch'io
gloria
e
prelati attuali
e
persone.
con
salute
de' nostri
principi
dei
sino
sgomenta
gressi
con-
scientifici?
Poi
farla
federazione
una
l'Austria,
con
signoreggiasse
V Italia.
Ben
silenzio,che
voler
voi
far
cardinali,
mi
—
o
par
leggere
che
Mamiani.
come
di
questo
in
una
quasi
capire
qui
libro
del
sopra,
vostro
potente
petizione
di
del
cioè
fa cadere
intanto
e
tutta
principi
silenzio
l'Austria
del-
Voi
fatto
di
ai
come
esistesse
ragione
citata
il vostro
lei?
non
o
la
proficua
di
senza
virtualmente
è la medesima
proposti
11
o
e
vera
parola
movete
non
non
italiana
e
ai
i rimedi
principio.
163
è
vero
andrò
rilevando
sparse
vostro
lettera,
anche
ed
alcuna
vostra
tali
di
nella
ed
d'
damerini
piaga
della
sapienza,
domandate
molto
faccia, benché
L'Italia
malata
è
specie
nessuna
poter
non
facile
a
di
e
prepararsi
di
9
cuore,
agosto
ed
e
a
una
panacea
bersi,
pur
credetemi
in
da
vigore
il
Terenzio
bene
governanti
al
il
si
bisogno.
spregiare
almeno
si
netta,
troppo
per
riposti
non
perpetuo.
1843.
Amico
prese
ri-
bische,
veri
e
quando
già
e
bisogna
non
più
a
nostra.
insufficiente
e
medicina
nuocere;
Addio
Parigi,
davvero,
e
che
Dio
sione.
persua-
infranciosati
altri
preti
e
scarso
che
patria
prego
nostri
ai
e
ringraziarvi
miseri
all'Italia
e
ricevuto
venga
serenità
sanità,
il
quando
bordelli
da
gere
legrare
ammi-
spesso
parole
i
di
una
non
a
dal
della
e
bastare
eziandio
astenermi
che
largo
soddisfazione
marciosa
vostra
quale
dovere
contro
al mondo
proclamare
senza
non
e
nuove
lo
per
può
non
eloquenti
augurandovi
Finisco
e
assuefatti
Italia, patriotti
veramente
le
non
copiosa
avete
con
so
avete
scagliate
ciò
a
dottrina
non
quelle sdegnose
lungo
ammirarli
lettori
Tuttavolta
di
ed
vostra
dei
mente
ci
cosa
pregi,
della
complesso
lo
che
voi
ultimo,
l'erudizione
e
per
trattato,
Per
bellissime,
sentenze
particolari
rincontrano
questo
onoranda.
e
le
dottrine
varie
si
accetta
sempre
riconoscentissimo
Mamiani.
sappia
sicura,
la
nosco.
co-
164
64.
fratello,
Caro
Le
via
e
nostre
ultime
ciascuno
di
mi
a
e
però
mie
che
mai
mi
non
nulla
«
Mater
e
il
ai
ma
le lettere
particolari
dispiacere
mi
quale
non
ne
«
un
Corografia
ò avuto
e
pesarese
po'
di
di
geologici
m'
sa
mandate
do-
nulla
quale
un
Lucca
cav.
s'è dato
»
che
notizie
anno
e
v' inanimo
nando.
ordi-
state
dello
minute
dato
mento
compiaci-
superbia.
è
terminata
risposto favorevolmente
da
ma
»
faccenda
à
dere
rispon-
righe,
che
del
spetto
ri-
per
di
con
Il Libri
studi
vostri
di Rossini
bocca
assai
La
dico
vi
lenzio
si-
scrivermi
due
il pacco
giunto
la bella
posso
Stabat
di
favoritemi
basteranno
istanza.
dei
Rallegromi
Dalla
il vostro
vi sollecitavo
maggio,
dente
l'antece-
à veduto.
ne
quanto
è
molta
con
e
14
mia
un
anche
impedite. Rispetto
del
vostra
nella
che
aveva
dubio
almeno
volta
ora
vengano
della
dove
nuova
scrivermi
perfine di quest'apprensione
alla
uscirò
che
medesimo
corrente;
posta
a
nel
questa
dubio
subito
per
una
quasi capitata. Ora,
quest'ultima
per
aspettare
subito
dal
pone
incrocicchiate
più ragione; perché
fosse
vi
non
sonosi
potuto
di
levarmi
per
à
con
pregando
v'andava
verso
noi
forse
Io
risposta.
lettere
Del
carico
ad
Rosso
di
bene;
cipe
prin-
petizione
una
che
il
io
non
tutto, insieme
sentatagli
pre-
conosco,
col
Costa
165
di
Genova
A
quest'ora
le
tutte
poesie
della
stampa
amici
Grli amici
a
della
il
quando
un
al
amici
17
Rue
Parigi.
vi
scrivere
al punto.
rigo
appena
e
del
Lucca.
fatto
alle
a
mani
dei
compiuta
Firenze
e
facevano
censura
settembre
ogni
partirò
assai
cosa
vi
al Salvatori.
vi
ai
di scrivere
Mille
Ricordatemi
primi
minuto
per
prego
perverrà.
nezia
Ve-
a
l'ultimo
sarà
Nuovamente
questa
volta
questa
Probabilmente
scriverò
sarò
luglio
de
gozio
ne-
mentre
a
G-enova, a
a
tagli della
e
bene
credetemi
e
nel
verrà
raccolta
una
Questo
l'avrei
mi
nate
ordi-
e
venire
non
non
tentato
quadrimestre
Cassi
buon
di
di
stampa
scioglimento.
uno
Ma
ottobre.
unite
facoltà
più
anno
squarci
in
qui
pagato
volta
appunto
mai
resto, potete
che
di
li
raccolta
Del
la
s'intavolava
stampare
miei
Milano;
fosse
inedite.
e
Mansi.
versi.
poveri
miei
di
tale
occasione
marchese
moltissime
sospenderlo
perché
ogni modo,
non
prima
procuravanmi
potei dunque
Non
se
la
per
di
aggiunta
del
speciale
partito,
sarei
mie
con
i miei
favore
col
e
saluti
ai comuni
sempre
43
Clichy
66.
affezionati
fratello
ssimo
Terenzio.
PS.
S' intende
che
li 500
ò riscosso
scudi
del
drimestre
qua-
corrente.
Caro
V'ò
in
scritto
questo
tanto
mezzo
tempo
fratello.
son
pochi giorni.
il Libri
aspettato
m'à
e
di
Ma
replico, perché
consegnato
cui
più. volte
il pacco
mi
da
avete
166
Contiene
scritto.
fratello
col
stipulato
geologiche
vostre
di
cassa
fate
ricordo
non
vi
Pawenire
mondo,
Gran
lodarvi
e
parole
altro
è il
un'altra
al
conoscano
tali
altre
casse.
possibile tale
e
a
si
poco
aspetto proprio
che
leggere
a
essa
poco
italiano
miglioramenti
e
voi
io
cennate
ac-
assai
delle
qui
noto.
cassa
una
d'ogni
Più
cosa
siete
in
carteggio
sta
il
punto;
che
istituzione
or
è
senso
da
somme
Qui
visitino
sapete
inglesi belge (sic)
casse
che
in
somme
perché
genuino
pei soldati.
di
per
per
lettera
istituzione
divenga
rimangono
e
vostre
grosse
ciò
il
delle
specialmente
delle
onde
delle
studi
uno.
quella che
è
senno
inconveniente
un
non
tali
in
parole
delle
ò inteso
non
trasporto
soddisfatto
direttori
si
o
neggiaste
ma-
delle
risparmio. Già
Rilevo
come
perfezionamento
francesi
m'à
depositi
le
son
franchi.
va
vi
non
miglior
tutt'
torna
di
per
cosa
seconda
cieco
deposito
difficoltà
la
o
il
che
nella
son
ma
Cassa
della
forse
Ma
;
mi
ma
amplissimis.
verbis
sensatissime
5 mila
a
grave.
in
cui
piaga. Se
col
di vedere
par
Francia
in
qui
tali
e
di
pacco,
so,
sulla
istante
biasimarvi
o
rendiconto
limitato
Un
mi
non
faccenda
il fatto
geologiche
Opportune
che
della
nel
sicurtà, ogni
un
penosa
lodo
e
contratto
buona
e
dubitato
quella
memoriette
quel
direttori
Zantedeschi,
unguento
pace
giudizio
il mio
sul
sparge
e
mai
ò
in
del
memoriette
lettera, inchiusa
vostra
avremo
Né
bene.
del
stampe
il parere
sia
ragionato,
par
dei
rendiconto
un
nuovamente
due
Filippo; poi
Le
nella
contratto
si trovano.
chi
Di
e
risparmio.
sul
Nota
una
mare
dirai
tutto
or
coi
capi
di
sona,
per-
prenda
nazionale;
un
infin
isolati,spezzati
e
167
a
disseminati
caso
montano
contrario
supposto
maggiore
che
? dico
Torino
la
di soci ?
viaggi
di
momento
e
cademia
L'ac-
sembrano.
la
società
di
conta
Nel
di
agraria
già undici
tinaia
cen-
legame, unione, associazione, carteggio,
che
sollecita
risposta
nulla.
a
gran
non
con
che
nuova
quello
ecco
di
occhiata
legami
à
agraria
od
poco
divengono
prima
a
a
26
luglio
1843.
Rue
de
Clichy,
66.
vi
nuovo
prego
addio.
e
Parigi
Di
importa.
fratello
Affezionatissimo
Terenzio.
66.
Sansone
A
Firenze.
a
1843
Agosto
molto
Desiderata
Veggo
lettera.
con
di
seccaggini
con
di
senso
vi
cui
pazienza
gran
fa cotesto
alla
circa
signor
senza
Ma
che
bisogna
già separate
non
mie
di
opere.
ciò
e
mi
Il Ricordi
par
voglia impedire
à
troppo
la
mosso
a
male
che
stampa
pubblicarl
ri-
non
licenza
di
colle
parola
altri
collettiva
di
approvazione.
me
voi
disfatto
sod-
Piatti
casa
insieme
ma
stenute
so-
promessa
cioè
ed
a
voi
della
lettere
conceduto
da
ormai
della
consenso
le
avete
contento
mie
il mio
sia
tutte
a
e
nite
infi-
che
sono
amministratore
delle
stampa
gratitudine
caricato
Mi
puntualmente.
che
ò
la vostra
è stata
accettissima
e
?
altre
intorno
possa
delle
stamparle
ri-
mie
a
sua
cose
168
la
quale
noja
mi
circostanza
egregio
dette
lettere.
mia, cioè
dotta
da
Laonde,
mio
di
mi
far
perdere
mio, portandovi
è
troppa
e
nuovo
derisori
e
più
lo
più
di
di
queste
cose
di
ed
buone
la chiamaste
di
discreto
e
siffatti
negozi
al
alla
«
il domandate
nella
»
: ma
lettera
teressa
in-
materia
lettere
del
frono
of-
Diritto
ma
altro.
ismaltire
e
vi
è
fidato
In
e
tutte
si
noscono
co-
possibile.
mi
piaceva che
Trattato
è
le
time
dell'ul-
cenno
un
cate
Cer-
poi
che
persone
«Nota»
«
anzi
tale ufficio vi supplico
datemi
e
della
Discorso
la
cortese
più presto che
ristampa
le spese
corrispondenze.
estese
mento.
paga-
contradditori
per
libraio
conto
a
del
qualunque
pigliate lingue dalle
conclusioni
Quanto
Di
qualche
caldamente
di filosofia
nessuno.
che
mesi,
sei
le mie
e
molti
fanno
le lettere
rifaccia
avrà
noscritte
ma-
tieri
più volen-
vi
prego
non
che
di
mallevadore
sistema
instantemente
stampatore
fornito
e
di persone
dispregiatori
una
li canzoni.
sopporto
quantità
che
a
impossibile
franco, perché
un
lettere
ne
io
è
tutte
zio
ch'io
che
me
termine
siamo,
lo
nell'ultima
quelle
qualche
largo
valetevi
copie
nel
subito
o
insieme
tutte
assai
voi
le
luce
in
Napoli
gli
se
franchi,
possibile
guadagni
da
quasi
subito
terminare
de-
perché giacciono
e
pare
200
darà
responsive
e
cui
in
desto
co-
modo
niun
che
che
è
scrissi
sono
contenti
i
stampare
Non
vi
Sansone,
l'agosto
compreso
che
anno
e
caro
signore
cotesto
volte
un
ogni giorno
pressa
quale
pensata
di
più
il
perché
molto
e
in
oltremodo
cuore
a
presto fuori
critica
non
quel
Ripeto
avere
vengano
di
infra
tempo
Un'altra
questa
e
voglia
non
faccia.
si
assaissimo
signore
il
che
improbabile
è
non
titolo
»
come
più
ampolloso
169
ad
opposto
è
non
libro
un
rata-corrige
«
Discussiones
per
soldo
e
».
Appena
posta
sotto
mezzo
troppo
dove
pensava
dirsi,
fasce
foglio
mese
a
di
amor
per
che
pagasi
un
adagio,
cammina
fosse
di
compiuta
veggo
soverchio
;
contanti,
Dio;
due
più.
non
poesie
parte di miei
in
e
forse
sarà
caso
per
mandatemene
quest'ora
non
della
discussiones
«
sapete
;
delle
me
corrige
uscito
stampa
da
un'er-
89
(pag.
jeri
»,
questo poi
se
apporvi
errore
sol
per
che
fatta
stampa
suol
la
altro
un
due
o
Pur
che
conviene
peripatetices
la
mole;
questo
rilevato
P.)
peripateticae
e
notarvi
e
di
copie
fuori
venuto
ancora
edizione
di tenuissima
però
in
parte,
è
ma
come
costretto
son
a
tacere.
fratello
Mio
malannaccio
a
Della
PS.
Dunque
ecc.
scritta
con
nella
censura
se
gran
entro
io
non
posso
nulla?
dì
e
ò
la
Per
Diritto
avviso
per
cuore.
ma
missione
com-
Mille
ai
genitori,
»
due
o
farovvi
in
questo
quella
me
risposta pronta
tori
modera-
Principj
«
talvolta
e
pochi
l'anticiperanno
carità
sui
à toccato
sul
di
Per
vostro, ai
leggitore.
spogliarmi
partenza
essere;
adempiuta.
per
lettera
Lettere
sollecito
Perché,
che
«
o
datemene
potrò
che
fa le fiche. La
mi
zio
non
del
delle
subito
vi
non
tenetela
prudenza
gran
V intendimento
conto
vedete
settembre;
Ripa.
la
»
s'io
all'ottimo
affettuosi
signori
in
la fortuna
è che
pel Borgia
saluti
Lucca
il mio
sarà
tempo
gran
sarà
nulla?
confidato
stampa
se
nela
tenere
franchi,
il denaro.
della
frangente
somma,
ò
mio
sare
sbor-
occorre
trecento
Pò
tali
amici
immediatamente.
e
categorica. Addio
di
171
68.
Cagnoli
Al
Reggio.
a
1843?
v'ò
volte
Due
perché
so
avermi
ò
la
cortesia
la
scrissi
un
componimento
Strenna
parola.
di
Giacomo
Luigi
più
Viani
mi
regali
ne
e
vostre
avrò
un
mancherò
cui
fu
dei
vi
non
al
quale
un
non
Viani
e
da
ò
più
voi
per
inteso
addietro
bellissimi
per
versi
torno
inche
accertarmi
per
profitto
giunga,
giunte.
nostro
mese
Ora
volete
son
lui
da
vostri
le lettere
e
della
garbatezza
Se
di
comparire
potete
per
mi
spedirveli
ed
al Viani
voi
conservatemi
mi
onorate.
occasione
con
se
da
esente
amore
quella
del
voi
bontà
che
stri
vo-
mi
farmi
cuore
i miei
ne
e
dei
e
farete
mi
se
che
di
sicura
il
spedirvi
ora
ma
parole
contenterete
di
perdute
fiatando
non
Similmente
modo
compiuta
presso
affettuose
tanto
nuove,
di
andate
siano
disamorevole,
delle
qualche
Ricordatemi
di
volta
gratitudine.
un'edizione
e
vi
spiace
scritte.
avere
del
Leopardi.
che
scortese
avete
che
e
Lamberti.
Spiacemi
molto
l'amore
inviando
e
dono
del
scritto
risposta,
domandatomi
seconda
ringraziarvi
il mio
volta
prima
e
ricever
le lettere
Reggiana
La
a
senza
vostra
che
certezza
Vi
una
scritto
ve
scere
cono-
versi,
pubblica
non
qui
ogni taglio.
stima
e
e
lare
partico-
quell'amicizia
172
69.
1843?
Marchese
Signor
Da
lungo tempo
all'egregio
fino
fatto
illustre
i
lettere
tempi
che
ogni
adunque
mi
valgo
volte
le
sopportare
quali
sempre
spero
noja
e
in
;
perché
mi
e
nuovo
questa
dopo
e
che
una
rarsi
assicula pregherei
fargliela recapitare.
se
d' istruirmi
essere
altre
Di
può leggerla
di
nome
lei,signor Marchese,
risponda
mi
darebbe
mi
sospetti.
innocenza
la
Ella
eh'
occorre
che
Ella
mio.
d'un
S., perché
includo
e
gliela
mandar-
di
tranquilli
di
di
l'ò
non
perdute
ite
piena
bontà
perfetta
sua
di
piacere
della
l'amico
per
V.
di
interamente
è
cosa
molto
protezione
sono
sperimentata
della
Non
lui
procedono
non
lettera
la
quello
a
risposta
una
più accidenti
fido
mi
come
(1)
mandare
per
senza
mie
accorgo
altre
e
non
posta
rispettato
le
volte
qui. Ora
la
per
dovea
assai
Mancini
avv.
a
onorandissimo
fosse
non
delle
prospere
sue
nuove
quali
e
pel
io le
desidero.
La
Isabella
contessa
Noi
almeno
qui
abbiamo
la
con
mente,
feste
descrizioni, delle
inopinata
Mi
comandi
profitto
(1) È
e
mi
il marchese
e
goduto,
in
tutto
se
del
che
posso
cogli occhi,
racconti
Castello
della
d' Eu
regina
in
suo
creda.
Malaspina,
parente
del
tura.
villeggia-
sua
non
dei
virtù
graditissima
in
la
prosegue
Mamiani.
e
per
delle
sita
la vi-
terra.
d'Inghil-
servizio
e
173
70.
1843?
signora ed amica,
Egregia
che
Sapendo
al
mia
questa
se
la
tutti
a
sua
dà
che
Egli
m'à
buone
a
e
ò
di
e
che
m'ànno
saggio
il
riescono
impedito
di
e
la
stagione
incomodo
ci vuol
ne
a
ogni
pazienza.
rotto
il
e
fa godere
e
fare
del
Lucca
di
io
moria.
me-
Italia
in
preveduto
del
grande.
gresso
con-
Pure
prima
ò
l'anno
del-
ottobre, quando
pioggie
ma
io pure
cui
pel tempo
in
ultimi
;
leggia
vil-
deliziosa
serbo
potevano
modo
viaggio
Ella
bile
quella graziosa, affa-
costà
le
ed
delle
tempo
eh'
più lunghe
sugli
lontà
vo-
suo.
in
ò rammarico
e
sarà
avrà
si
d'essere
sua
piacevolmente
cui
non
doppio
essere
nuovo
di
scere
cono-
nobili
racconta
italiani
e
che
stampe
scientifico
risoluto
molto
dotti
l'assidua
tempo
mi
aver
fatto
veramente
di
Pe-
dopo
aver
e
dell'animo
e
consegno
sa,
magnifica ospitalità di
gran
Alcune
suoi
ora
Carmigliano
veramente
avuto
convella
speranze
ed
lei
care,
modestia,
informato
pure
parecchi
a
le
e
giungono
nipote Ubaldino
suo
dell'ingegno
nuove
persone
studi
rara
d' istruirsi
alte
li
bene
assai
compiti
da
torna,
ne
d'amici
i saluti
e
gentilissimo
Questi
ruzzi.
nuove
ricevendoli
accetti
più
le
e
non
il freddo
ci
ò
ranno
fa-
colpa
e
174
soddisfazioni
Poche
il
mi
di
voce
della
vivissima
Mi
comandi
esilio
lungo
e
sima
soavis-
attestarle
di
e
diosa
stu-
una
danza
ricor-
una
amorevolezza.
creda.
mi
e
lei
bontà
sua
e
triare
rimpa-
poche
esse
riveder
nel
serbato
aver
mio
riposo
fra
ma
di
quella
il
è
principale
tornerà
pel
prometto
solitudine,
quieta
e
a
fine
cui
mi
71.
Libri.
Al
3
Onorando
Sabato
a
fo
Subito
parte
più
lo
me
me
a
di
Mi
siano
sano
e
di
ed
libertà
Se
passati
allegro.
Addio
a
i
e
tempo
di
cuore.
lo
o
tempo
a
in
tornino
vescicanti
di
piaccia
stile
villa
sfa-
ridanno.su
gesuiti
piglio
dalla
pensiero
le Provinciali
e
libro.
vostro
mi
vito
income
cominciando
del
che
e
spasimi
accennate
malanni
la
che
del
quel che
dirvi
so
il vostro
ringrazierovvi,
leggere,
né
sdegno.
anche
secondo
carissimo
a
lepore
nobile
bene
dono
posto
voi
voce
a
e
del
son
vigore
conditissimo
da
sarò
nuova,
il
se
mattina
iscritto
per
ora
?
amico,
grazioso
tanto
1843
maggio,
:
speranza
credo
di
bene
sogna
bisacco.
che
trovarvi
175
72.
Al
Libri
1843?
chiedo
Vi
due
ma
:
tutti
il
e
le
ecco
indicazioni
far
da
è
al
prof. Strocchi
raccolte
prof.
A
caso.
di
voi
a
Ghe-
Ravenna
quello ammogliato
nome
del
capitale
del
e
veramente
Rasponi,
allegri
tanto
Massei
conte
(Frammento
certo.
troppo tempo,
correre
campagna
Bologna
sono
il marchese
Murat
per
A
del
tre
in
passati
fonte.
Ranuzzi,
conte
rardi
fatto
scioperati. Ora
buona
poi
ò
giorni
quanto
da
d'aver
scusa
la
con
isconosciuto
non
lett.?)
73.
Paoli
Al
Lucca.
a
1843?
Ringrazio
vi
affettuosa
tanto
lettera
mai
quanto
piena
da
un
che
Anche
d'aver
perduta
voi
la
colpa
non
mi
bella
e
forse
costi
è
non
lascia
mia,
mai
si
e
della
per
amore
vostra
di
e
di
amici
fortuna
due
bene
tesia
cor-
assaissimo
occasione
altri
mia
aggiustare
della
duole
piacevole
parecchi
e
moria
me-
j
la
veder
ri-
però
quale
in
uova
piatto.
un
Il D'Ancona
a
si
di
me
a
della
meglio
serbate
mi
all'altro
capo
impareggiabile.
il
so
differire
fine
di
di
questo
vi dirà
tre
mi
mesi
le
e
porrò
ragioni
più
in
che
il mio
m'ànno
ritorno.
viaggio
e
non
costretto
Pare
penso
alla
di
176
trattenermi
tanto
la
verso
molto
una
di
di
denari
da
al vostro
con
rende
gli
istanza
quel
nel
e
non
meco
nendo
suppoil letto
né
ò
di
volta
sperde le
e
a
somma
a
che
alla
luce
mandaste,
son
al
ricorderò
vi
perché egli
Proseguite
carte
importare
possa
qui
lungo
non
conto
venuto
appunto
voi
porrò
faceva
vi
che
il
perciò che
già fosse
Domani
anni.
difficilissima
vi
quanto
e
essendo
che
ripetuto
io
parlato
ò
ne
cosa
resto
so
assaissimo.
stima
ò
ve
perde
quella copia
parleremo
e
e
ne
Tuttavolta
Del
io
caso
è
ma
insigne lavoro
parecchi
Libri
mobili
qui famoso
volentieri
ricuperare
già
è
consegnano.
vostro
vi ò
Biot
il Biot
premura.
qual
di
e
mal
si
del
mani
riaverlo, perché
che
non
più volte
ms.
dispiacere
gran
alle
capitato
solo
io
codesto
lodato,
coi
per
comprarla.
Quanto
sempre
perché
biancheria,
Avrò
presso
voi
le stanze
Lucca
a
più tardi.
da
tanto
ch'egli appigioni
fornito
essere
alloggiare
ventura
Poggio
non
al
novembre
buona
Pio
signor
di
metà
da
via
per
volermi
vi
ama
bene
e
luna
ta-
comandatemi.
74.
Al
Nasi
signor
Parigi.
a
1843?
Della
prima
risposta
con
della
ch'Ella
premura
sua
né
fastidio.
tutto
dal
avuta
l'animo
e
dissipa
avrò
ebbi
alcuna
avvisarmi
di
Lucca
grata memoria
poi
la dubbiezza
non
di
Ministro
Il tenore
cortesia.
Finché
si è data
della
in
cui
della
lo ringrazio
sempre
risposta né
vivo
speranza
con
di
cresce
ac-
molto
riveder
177
l'Italia
che
ad
me
stava
ne
la bontà
forse
che
rimarrà
chiuso.
l'animo
di
Roma
in
suo
me
degli
e
l'altro
io
era
vi
riconosco
anco
atti
giovinetto
comandi
mi
l'uno
uomini
ed
condannarsi
a
se
discepolo
o
valgo
a
ficiente
più suf-
è
l'altro
del-
contro
le
creda
mi
nioni
opi-
maledirsi
d'ambo
e
felice
delle
politicinon
gli
conosco
ri-
affettuoso
la differenza
meramente
l'uscio
molto
un
il
Tornasi
gentile e
tanto
quali
ne*
tempi
che
e
monsignor
ingiustizia eguale
con
Ella
di
giunta
doloroso
sogno
quando
muoverli
e
un
ora
ma
era
torna
cosi
inimicare
per
è stato
amici
mi
stato
ed
dei
progresso
gli
amorevole
risposta
inverso
de' miei
quel piccolo uscio,
pensare
contento,
non
se
sollecitudine
e
aprirmi
Nella
quieto
l'un
parti.
istima
con
profonda
devotissimo
suo
75.
Al
Francolini
Lucca.
a
1843
Ricordevole
di
paura
pregarvi
qualche
con
concittadino,
anche
a
12
—
Mamiani.
ufficio che
tempo
di
e
Poggio
a
garbatezza.
sollecitamente
appunto
amicizia
vostra,
vorrei
che
di
quando
un
ò
non
piste
adem-
Il conte
Paoli, mio
fa, mi
consigliava
d'alloggiare,venendo
Pio
onestà
e
sollecitudine.
nome,
rispondere
per
d'un
scrivendomi
signor
grande
sua
di
vostro
il
presso
bontà
della
%
in
considerazione
Di
più
si od
io sarei
un
mi
Lucca,
della
pregava
no
arrivato
ed
visarlo
av-
costi
179
76.
D'Ancona.
Sanson
A
(1)
31
Parigi,
de
Rue
Caro
vidi
Appena
(e non
ed
della
della
addietro,
partenza,
vistare
il mio
essersi
veramente
cosi
solo
favore
la
e
e
mi
avanzato.
al
Del
cav.
preme
adoperati
fi) Op.
dei
torbidi
cit.
che
per
pagg.
il
delle
venire
sa
Dio
Rosso
gli
Se
istruiteli
amici
miei
ed
ma
del
tristo
quali
sappiano
il
dando
tar-
che
sia
in
viaggio
Matteucci
frangente,
si
tanto
che
voi
a
perché,
ancora
pormi
io
negato
all'ottimo
i
egli
Lucca.
presente
di
scrivete
contentarmi,
43-45.
duro
un
innanzi
pensarlo
quanto,
dine,
or-
circa
Brignole;
consolato,
ben
di
di
di
di
tale
un
volesse
non
lascio
può
ordine
Romagne,
marchese
trovi
tempo
Bisposemi
ricevuto
precedeva
mi
recchi
appa-
segretario
speciale
al Governo
saprà troppo
inverno
mi
data
poesie
avesse,
quel ducato.
per
m'aveva
risposta,
al
se
l'ambasciatore
mi
mie
ultimi
gli
uno
sua
à deciso
tanto
favorevole,
a
la
che
perché
che
fare
all'ambasceria
disturbo
quanto
non
Lucca
la conferma
Difatti
a
lo domandai
passaporto
assai
domandarne
in
da
scoppiare
dubitava
66.
presentatomi
e
Sarda,
perché
lo
mese
Chichy,
delle
stampa
di) posimi
ricevuto
ma
la
compiuta
Legazione
1843.
egregio amico,
molti
son
ottobre
il
mio
sono
ri-
180
da
tardo
al
possibile
favore
il
consolazione
e
pensiero
dover
a
Ma
ad
amico
nel
cui
carico
vi
e
sono,
di
Fo
che
che
mi
molto
di
stampa
ch'ella
pagine, dovendo
Lettere
la
con
Non
amico
risposta
fattevi
ringraziatelo
da
copie
spedire
sotto
troppo,
ei vi cade
bene, che
francate
più
d'un
quel che
si
del
certo
che
soldo
paga
son
pronta
non
sione
occa-
Lettere
sia
l'animo.
peto
Ri-
mi
dite
Non
volta.
foglio
d'un
dell'edizione, parendomi
alle
due
a
le antiche
e
di
prime
il
per
trecento
le
nuove
dell'avvocato
cini.
Man-
Bentivoglio
conte
fermissimo
che
le
dizioni
con-
possibili,e però
discrete
più
ch'io
parte in guisa speciale.
mia
alle
Quanto
pure
le
sono
d'una
minore
particolare,ò
vostro
di
presto fuori quel
più
che
essendo
pertanto,
con
veder
contenere
pur
e
delle
stampa
costo
riuscir
possa
infinite
parole soltanto.
a
ringrazio
ne
coli' intero
non
la
il prezzo
accordare
so
non
rirmi
favo-
ingrato
ma
bella
accennatevi
ragioni
fesso)
(con-
nel
Credete
bene,
porga
assaissimo
preme
le
per
altro
mi
ve
poco
siete, amorevolissimo
le noie
vantaggio.
quest'ora
a
voi
veramente
testificare
inoltrata, e
poco
libro
che
potervelo
conto
non
Dio
prego
di da
avevo
febbre
la
vien
alacrità
d'ogni
e
mi
faccende;
con
ogni
e
fortuna
di
basso
sostenere
ci
sperarsi
instancabile
mio,
l' Italia.
poter farlo.
di
altre
io fo del
conto
gran
di rivedere
non
; ora,
dubitare
veniamo
e
da
cosa
l'animo
e
che
ottenutami
parendomi
Prima,
loro
mostrar
per
io m'affrettava
dipende. Invece,
pili non
me
«
che
Discorso»,
le
fasce, perché
un
a
costi, non
mezzo
inviarle
per
lermi
vo-
io molto
pagherei
foglio,e
fino
non
costerebbero
equivoco, sapendo
sieno
e
dite
a
a
ceverle
riè
tanto
Parigi ;
non
lai
francate
e
plichi. Ier
davami
e
certa
s' intende
che
minuzie
alle
posta
mie
uno
agio,
due
o
esemplari;
giunte,
entrerebbero
scrivete
che
le avrete
tardi
spedisco cinque
Sono
E
musa
del
pieno
il
vedrete
voi
il
del
correre
nario
l'ordi-
Nondimeno,
A
se
ogni modo
Vieusseux,
cui
a
ne
copie.
di
leggere
«
l'Arnaldo
da
dell'eroica
magnifico degno
bera
li-
e
Niccolini.
foglio e però
addio.
Troverete
farsi alla quarta
da
alcune
trascritte
parola che
zio, agli
per
per
Lettera,
ottimi
chiusa
qui
presso
stile, ma
veramente
vostri
amici
in
di
correzioncelle
le ultime
sono
e
però pazientate, pazientate. Ricordatemi
allo
tro
En-
sicuro, appena
fatto.
ei sarà
di
poco
», subbietto
un'aggiunta
dò
non
del
ma
mani
centinaia
ansioso
Brescia
dalle
lire. Ben
18
subito
lazzeretto.
in
mandino,
vi si
più
manderei
ne
dovere,
avvenire.
vostra
s'impedisse
non
ve
di
man-
regalo all'ufficio.
regola
per
com'è
più
a
libro
del
poesie
lor
a
montava
ò fatto
Testa
francata
non
lettere
come
peso,
prete Alfonso
il buon
posta
di
ragion
a
stampa,
sua
di
tali
in
la
l'altro
il diritto
Se
si pagano
poi,
e
a
e
affetto
con
tutti
le sole ;
i comuni
amici
77.
Caro
Dee
Lucca
farvi
o
specie che
Firenze,
giorni. Ma
altro.
fratello,
n'è
Compita
come
cagione
appena
da
Parigi
speravo
di
la
mia
la
stampa
scriva
vi
e
poter fare
trista
di
fortuna
delle
mie
non
da
questi
e
non
poesie.
182
:
che
fu
fretta
alla
metà
ogni
mia
di
f accendo
dubitando
non
di
delle
di
cose
di
ordine
un
passaporto
Pordine
che,
di
avvenimenti
gli
la
mutato
aspetto
quei rifuggiti che
tore
P innanzi
per
quando
che
a
la boria
e
la
gli
meglio
umori
Lucca
bascia
l'am-
senza
avere
nuovi.
cotali
favorevoli
e
le orecchie
che
quel dover
cognizione
ma
ed
è
per
non
ogni
nella
di
e
qualunque
di
becco.
già
perderla affatto
ogni
ben
non
Ogni
mille
à
uomo
io
francese
sono
aver
Infelice, lo
divina
per
è
so,
lingua;
crescere
cosa
ora
tata
meri-
Meglio,
Oltreché
e
Lucca.
a
il vedere
nostra
non
tombolo
che
forse
cotesto.
francese
morirmene
Parigi
scordarla.
ogni altro
posto
sudar
da
e
fieramente.
e
parlare
ò
d'Italia
prosperosa
suoi, il mio
oltremodo,
io dovrò
perchè
me,
vederla
di
dolente
cadere
martella
non
piene
ina
di
aspettando
tratterrebbe
che
mi
troppo
è lo studio
di
grandezza
stufo
forse
le miserie
sollecita
e
di costoro
volte
avendo
ordini
e
ma
mese
tempo,
verranno
vivo
ne
che
quello
appunto
altro, sprona
io
pensare
sia
sterminato
ciò
che
Conosco
Francia.
Ma
d'un
partire
qui
più
mente
vera-
tempo,
cacciar
istruzioni
se
sa
che
cose
buon
di farmi
rimango
Dio
tacervi
so
m'arrabbio
in
io
da
stanziano
il mio
vistare
le
fino di
nuove
zioni
cogni-
lungo
che
rico
ca-
verranno.
Non
o
vi
corta
ordini
nuovi
e
il
pure
precedeva
sua
e
Sarda
risposto
da
Romagna
ricevuto
farvela
A
data
subito,
avevano
di
fu
lor mani
intendeva
non
Mi
parlandosi
e
se
Lucca
città.
nelle
era
disgrazia,
per
da
venuto
quella
per
à
Domandai
Lucca.
gran
all'ambasciata
ambasciata
quale
con
partirmene
per
nulla, andai
la
pel passaporto,
la
all'ordine
misi
ottobre,
la
crudele.
183
Intendo
che
questi
brigate;
ma
tanto
ramo
me
a
;
è
Datemi
al
alla
mia
una
ultimi
sugli
Al
e
v'è
capitata
gli
stro
no-
volte
che
sia
vi
venuta
per-
Lucca
a
in
E
del
Clavan.
se
Non
Desidero
taluna
so
professor
di
tica
l'an-
con
sempre
contentezza.
lettera
una
volta
ancora
se
Libri
fare
gnata
conse-
a
tempo
avviso.
bene
Accogliete
d'ogni
istruitelo
di
mille
me
Credo
amicizia.
avrei
Monsieur
darvene
il
e
quel
ricordatemi
scemata
ne
a
a
Salvatori
mai
scrivessemi
Presentaste
indirizzai
che
suo
altero.
vo
riferite
partenza.
il
settembre.
mio
non
mia
ne
per
Paoli
le
mattia,
sua
geologiche?
Salutatelo
Al
sorridere
studi.
vostri
tavole
risposta
di
caro
fa?
effetto.
intorno
scrivo
le
Lucca
la
quasi
e
de'
e
che
grande
con
ha
questo
nuove
Cassi
faranno
pianti
ognuno
toccato
di
buon
o
fa,
vostre
congresso
miei
e
piena
con
che
notizia
sia
fiducia
per
il
latore
chiedervi.
e
Addio
cuore.
Parigi,
li
Rue
17
del
novembre
de
1843.
66.
Clichy,
Terenzio.
PS.
È
uscita
suir
una
lettera
civile.
da
Vorrei
fratello
a
Firenze
«Ontologia»
intorno
saperne
amoroso.
ai
una
e
sul
principj
il vostro
ristampa
del
«Metodo».
direttori
giudicio
V'à
del
scorso
di-
mio
infine
progresso
schietto
e
non
184
78.
Gioberti
Al
Brusselle.
a
novembre
1843.
pregio
dei vostri
23
Caro
Se
non
prender
bene
so
litanie.
che
al Tarditi
benché
Nel
buona
Del
a
«
che
non
dire
una
opinioni proprie
vederle
sintetica,
perspicuità
nostri.
la vostra
sotto
Ma
in
rara
dirò
che
di
cortesia
più
acconcie
per
benevolenza
di
che
volete
vostra
rara
avermi?
di
tica.
socra-
spesso
quella
come
facondia
forse
cosi
di
una
ai
le occasioni
povere
poco
di
rivabile
inar-
sopranna
le mie
e
con
grandezza
una
industria
altamente
la
condita
maraviglia
unica
tempo,
con
cercar
lodare
vestire
quella
è
quasi perfetta
sillogistico,una
ogni
al mondo
testimoniare
cosi
pure
tanto
trovato
gradevole
penna
vigore
un
ho
poi
incontra
una
risposta
veramente
consonanza
e
l'affetto
del-
nota
quando
ironia
»
dico
vi
La
fossemi
a
Buono
m'
volta
soddisfazione,
d'una
trattato
le mie
recitarvi
parola.
parte
quando
a
vi debbo
all'abbondanza
e
questa
e
che
sola
una
efficacia
e
vorrei, cioè
e
se
lepidezze
consolazione
le
dunque
fine del
grandissima
scienza
finissime
a
in
con
di
verrei
alla
dal
e
ringraziamenti
accompagna
riletta
piena
dei
quando
credete
e
amico,
frequenza
misura
Scusatemi
grazie
ho
dalla
io volessi
doni
onorando
e
cose
meritata
186
Forse
che
poesie
quali
quest'ora vi
a
talune
mandato
v'ho
altrimenti
e
dichiarerò
mi
scritto, appena
a
dilungo
papi
è la
a
dei
partigiani
direi
del
luce
sparger
in
troppo
la mente
studi.
il
quale
meditazioni,
difforme, abortivo
alla
intorno
sentenze
che
io
po'
nobil
quando
quale
La
è
anco
le
e
manchi
non
voi
a
dottrina
vostra
che
dette
cose
a
v'
della
e
le
di
di
sommi
visione
correzioni
non
Voi
vizioso
0
e
delle
dubio
dete
conce-
in
l'abito
mi
e
vostre
Però
capi
fisica
meta-
lunghe
d'alcune
schiarimento
nostri
di
di
fran tenderle.
per
dei
essere.
ho
è riposar
meglio
riuscirà
plicate
im-
e
libro
un
potrà
non
pur
introducete,
principio fondamentale.
mità
subli-
istante
coscienzioso
l'esattezza
manca
non
sente
pre-
e
quiete
parole potrete farlo,perché oggimai
materie
gogne
ver-
sua
controverse
frutto
tal
chieda
ne
e
libero
delle
un
interpretazione
un
ve
cessare
intorno
almeno
temo
e
se
giusta
del
la divinità
passioni;
il frutto
conterrà
però
dei
amici
della
e
troppo
nella
fatico
e
e
Roma
umane
l'animo
e
lavoro
Io
idee
le
con
inganno
oggi
paurosi
se
già
quel fango.
a
mezzo
mi
principale
potesse
di tali
usciamo
di
del
temporale
fa
li
e
abbiezione
Cristianesimo
ch'io
che
a
io scriverò
ricredermi
e
nemici
moderne
e
quasi
Ma
principale
d'Italia; cagion
antiche
che
giuro
nelle
e
contrarie
il dominio
che
despoti,
Risorgimento
io vi
di mie
giorni
cose
dimostrato
supporre
cagione
molte
pentirmi
verrà
volume
un
pochi
di
Ma
opinioni.
vostre
mano
son
leggerete
troppo
pur
in
sta
poche
a
tali
bastano
espressioni la
mai.
ideale
e
di
Malebranche
perfezionamenti
alterano, mi
riprovate
a
sembra,
gran
tabili
no-
il
ragione
187
le
tamente
tutto, la
al
cieche
Per
me
par
quasi troppo
Però
tutto
verità,
ch'io
di
sciogliermi
abbiate
v'ha
tale
evidenza
che
vi
si
son
nulla.
che
mi
x
aggiunga.
nodo
questo
alcun
certo
dal
nulla
un
riflettuto
già
per
perché
è
volte
a
mille
concetto
secreto
indovino.
né
iscopro
non
arguirà
ogni discorso
non
s'elle
succede,
non
balena
questo
e
ciò
mente
compiacetevi
impossibile
tal
Se
conosca.
79.
D'Ancona.
Al
Parigi,
(1)
di
l'ultimo
de
Rue
del
novembre
1843,
66.
Clichy,
Carissimo,
Benché
mi
non
scritto
v'abbia
io
che
rimanga
all'ultima
uffici
nuovi
dei
e
premurosi
consigli
Poesie,
mie
stima
che
seux.
Ma
gli
io
che
ne
ho
girano
di
che
Lucca
aggiunti
troverebbene
(1) Op.
trarrà
d'uno
cit.
un
va
pagg.
altro
scrivendo
45-46.
mani
da
e
anno
E
che
questo
eh' io
sia
del
Vieus-
gli
sarò
e
sembrano
però
venisse
i versi
lazzeretto
non
un
fo
anzi
di ritirarmi
cagione
delle
ed
più,
sono
signori.
dire
se
all'invio
troppo, perché
non
spondere
ri-
fatti m'avete
che
nelle
qualche
da
fatto, converrà
m'ha
Più
turbate
di
ringraziarvi dei
per
Quanto
le sieno
cotesti
ne
12
quasi
e
bene
par
impedirlo
posso
scandalizzato
aver
dei
date.
mi
non
ve
vi
antichi
che
mi
pure
amorevoli
e
quest'ora
a
non
inediti
dirvi,
vostra
pochi dì,
son
il Governo
se
il favor
pretesto,
meno.
probabilmente
e
188
chiamato
Ma
cattedra
alla
io
quanto
di
al buon
grato
son
vostro
singolarmente,
altrettanto
creder
la cosa,
sarebbe
liberale, che
perché
ha
non
morale
filosofia
non
a
novissimo
al
e
ostinato
sono
esempio
loro
desiderio
fatto
Pisa.
in
tanto
e
in
neppure
nessuno,
Toscana.
al titolo
Rispetto
uno
solo
cosi
:
in
Filosofia
alle
accresciute
in
Mamiani.
prefazione
Con
da
un
Ai
mese.
mille
amici
di
le correzioni
e
vostri
a
v' ho
da
nuove
altra
occorre
quello del
parte
cherà
Trin-
vi prego,
mandate,
genitori egregi,
affettuosi
saluti
non
di mente
escan
che
Mancini,
cinque lettere
titolo
tore
Let-
punire,
Stanislao
di
vi
vorrei
ne
mente
singolar-
e
di
aggiungersi
già pubblicato. Non
le addizioni
Diritto
Pasquale
questo
io
semplicemente
diritto
edizione
questa
avviso
o
di
e
»
del
origini del
T. Mamiani
di
apporsi alle Lettere,
tutte, e lo scriverei
alla
Intorno
«
intorno
del
a
capo
da
allo
fa
ora
zio, agli
mia
addio
e
cuore
80.
Al
Busi
General
(Clemente).
.
1843?
Gran
bontà
che
altro
Barbier
suo
alla
che
à
per
e
à
rallegrarsi
meco
che
le
ne
ne
di
leggerla. Io
a
ò
e
del
debbo
alla
avermi;
provato
un
scrivermi
della
testimonianza
voluto
sempre
e
sua
stata
gentilezza
rara
tacerle
la
darmi
gustato
sua
è
mia
non
lettera
tutto
benevolenza
nondimeno
professo particolare
al
piacere che l'animo
attribuir
molto
per
e
vivo
ciò
grande
io
non
so
mento
compiaci-
riconoscenza.
189
81.
Febbucci
Alla
Ginevra.
a
1843?
che
dirle
rispondere
alla
Non
a
so
bontà
lettere
è
volta
questa
vedo
galateo
eh'
lodi
Delle
io mi
la
l'avrei
ai
morrò
versi
farà
Il rimanente
la
poca
molto
di
meno
delle
mi
fortano
con-
ch'io
sperare
è
certo
fosse
se
poi
che
che
vero
l'onore
e
mie
d'aver
poetare.
della
sacro
anime
rivedere
In
è
me
aspetto
puro
Pisa
a
nostra
terra
gentili.
quel
chiamato
essere
a
felicità
V aspetto
di
speranza
vanza
d'osser-
alle
perché
cuore
tempo:
di
fare
vuol
bene
la
inspiratrice perpetua
vinto
simo,
sollecitis-
essere
danno
il
buttato
lei il desiderio
in
racceso
col
mi
toccasse
vere
scri-
a
gratitudine,
ch'Ella
e
tanta
m'à
se
e
qui
impenitente.
supremamente
speso
miei
peccato
di
ringrazio
affatto
e
conveniva
larghissime
poesie
abbia
la lentezza
mi
grandemente
non
pigrizia
debito
per
di
piena
vecchio
mio
fin
tardato
gentilissima
La
un
che
di
e
povere
sua
amorevolezza.
e
dell'aver
in iscusa
e
sofìa
leggere filo-
a
morale.
Il fatto
dal
licenza
in
quel
suo
Romagna
per
sta
che
di
amici
compiaccia
lei consorte
se
e
gli
non
per
il favore
almeno
di
procurata
d'andarmene
Lucca
bastato,
m'avevan
miei
piccolo principato
anno
si
di
Duca
sospendere
Ella
gli
a
ultimi
io
torbidi
di
affatto,
ritirare
impartito.
significareper
quanto
dimorare
mi
me
rallegri
al
simo
degnis-
della
sua
190
nomina
Io
toscana.
gli
tere
del
e
latini
e
il sapore
che
il
affatto
del
vilegio
pri-
scendenti
ai di-
sarebbe
la scienza
il mondo
tutto
Porgano
essere
ismet-
non
a
vergogna
perdere
romano
gioventù
all'Italia
conservarne
lingua
ancora
dei
pregarlo
troppa
popolo
della
dovrebbe
parlato
à
commercio
tellettua
in-
dotti.
comandi
Mi
Che
l'onore.
del
e
alla
verrà
ne
nondimeno
vorrei
studi
e
ed
profittoche
gran
creda.
mi
e
82.
Giordani.
Al
1843?
Chiarissimo
Non
il
io la prego
nessuna
e
di
del
memoria
Chi
cugina.
Certo
mio
può
o
nessuno,
dire
vuol
grata
a
V.
di
da
dalla
Ad
valga.
che
modo
ogni
in
me
le
è
sposta,
ri-
addurre
posso
noscenza
rico-
poca
piaciuto
defunto
Pietro
;
0
il
mia
Giordani?
grande
deve.
che
famiglia
e
a
copia
Novara,
consolazione
Spiacemi
trattasi
subito
cugina
che
di
parenti
un
e
non
cere
vin-
nostri
tempi
a
mandato
mia
a
che
di
la
di
marito
quelliche potrebberlo
scrivere
sapere
non
di cortesia
bellissima
farle
erigersi
del
solamente
S. quanto
e
tarda
epigrafe elegantissima
parente,
vincere
cosi
una
arguire
sua
certo, avrà
son
che
nessuno.
ancora
delPiscrizione
quale,
una
dello
nell'arte
so
non
a
S.
segnalato
favore
onorando
V.
non
scusa
supplico
del
farmi
è eh' io
peggio
dell'indugio
di
la lettera
meritava
e
signore,
e
abbia
sarà
ticato
dimen-
monumento
d'una
la
sem-
191
Con
plice pietra.
di
siede
chi
Piacemi
che
e
Il
da
V
Libri,
in
me
riverentemente
della
non
Solo
i suoi
lo vedo.
Egli
PItalia
imparo
dunque
e
saluti
amarle
qualche
e
da
due
a
; io
ciò
sto
la
ancora
ò
anni
tuto
po-
più
e
dimenticare
trario
con-
per
Non
v' è
egli dimora
fra
confuso
stracciato
in
a
e
assai
non
libertà; io
comprarli
creda
mi
è
non
ambedue.
più
lo Stato
denaro
comandi
di
la
noi, ed oltre
tra
e
impara
polcri?
se-
pure
à sofferto
Francia
da
i
or
salutati
che
petto
di
;
risalutano
Zanolini
anche
poco
maneggia
mancandomi
la
perché
invecchiando
maneggio
e
il Friddani
di
fuori
Rossi
un
ad
appicco
grandi
Mi
e
mal
vita
anche
affettuosamente,
d'un
al
porgere
affatto
Il
memoria.
giorni addietro
ristabilito.
i
nome
lodi
massime
la
mentissero
se
le
e
L'adulazione,
tutta
gna
de-
e
scrittura.
parsimonia
il Ricciardi,
di ciò molto
ringrazia
la
Amari,
suo
ringraziano
nei
verità,
di
genere
di
briga
ottima
pare
vigliacchi, riempie
della
sarebbe
diasi
non
me
tal
trasmodano.
non
questi tempi
che
di
maestro
a
quella sopratutto
in
giuste
in
nell'epigrafe che
nulla
mutar
S.
V.
ciò
tutto
testo
i minimi,
tra
di
lingua,
nuovi.
perpetuo.
83.
Al
Pepoli
a
Londra.
1843?
Mai
non
ò
quanto
il
avuto
maggior
questa
più sgarbato
volta,
uomo
bisogno
che
del
della
davvero
mondo.
io
Mi
genza
indul-
tua
mi
scrivi
nosco
ricouna
192
lettera
carissima
di
e
gentilezza
domanda
che
S'io
fra
mormorare
da
neanche
0
bontà.
né
forte
dubito
che
;
ma
vaglia
è
ora
di
à
non
famiglio:
di
due
volte
Insomma
casa.
signora
questa
contessa,
poterle
mostrare
è
vuol
di
di
tessa
con-
modi
ve-
cameriera,
cantante
in
porre
io
e
ufficio
qualche
con
si
pregio
quanto
né
ora
nella
rimetto
cosa
cencio
un
è)
fanciullone
bel
a
ogni
e
di fatti
compassione
d'aspetto, di pronunzia,
Bevilaqua
nezianissima
cervello
scusarmi
visitata
di
che
guarda
il
particolare
(come
sorridere
:
tantissimo
la
e
sbadataggine
i denti
a
provo
silenzio
in
risponderti sollecitamente.
vederti
tenere
poter
non
tua
di
è
all'altro di affetto
capo
desiderio
tuo
fai di
che
forse
un
rimango
io
ivi mi
ti dicessi
meriterei
e
ed
l'espresso
contro
tempo
da
piena
tua
una
commendatizia.
Non
il Michelet
veggo
francesi
e
le
per
mondo
e
troppo
pensare
infelice
vederli
e
sentirli
ò
dalla
Godo
in
ed
d'animo
che
assai
di
per
turba
anche
te
Quanto
zales
ai
ti avrà
miei
molto
affezionato
e
della
Ciascuno
per
mostri
fa
meglio
torna
d'oro
mi
il
à i suoi
debb'es-
integrità
e
all'Italia.
d'averti
in
meriti.
versi, penso
consegnata
popoli
il Michelet
Ma
: uomo
si ricordi
quell'alto pregio che
mi
posso.
lo capo.
i
al
unica
alla umiliazione
quindi
che
meno
questo
seresceverato
nobiltà
patria;
ciolata
acchioc-
strombazzare
di tutti
ed
ed
francese
sapienza
miseria
lo
e
terati
let-
li fossi
per
raccolta
loro
educatrice
alla
nostra
boria
della
ed
maestra
cosi
dei
nessuno
lumaca
ci sia
viva
La
fanno
che
grilli,io
quale
fo io.
come
continuo
la
dire
posso
che
dubito
:
siepi
e
da
che
a
parte mia
quest'ora
una
il G-on-
copia
della
193
raccolta
che
giù dalla
il mio
ma
dovendo
ti fa traviare
Farina
che
sono
è
Dai
i conti.
Il
molti
loro
dell'esser
il dottore
e
la virilità. In
nei
è
perla
una
paesi nostri
sieno
è
tutti
per
qualche
temporale
vatelli
Lo-
furberia
trarresti
molti
Il
compitissime.
e
lazione,
conso-
dite
progrein
veramente
secoli, può
zare
agoniz-
anni.
rispettose
consorte.
romagnuoli
chiedi
mi
toccano
poi
vissuti
à
noscenza,
rico-
farogli giungere
ma
Lovatelli
Farina
governo
come
ma
;
naturale, moltissima
senso.
come
infinita
codesti
carissime
discorsi
le idee.
Mille
poiché
e
ingegno
sentendo
agonia,
di
Raspolli, il
buon
sentire,
con-
quell'affezioneche
mezzo
per
il
sono
può
non
con
tempo
giovinetto, gli altri
squisito
uno
è buon
;
ti
vero.
persone
è molto
e
somma
arrivati
ti dico
primo
essere
parti,
nuovamente
loro
risponde
dal
saluti
i tuoi
giudicio
cuore
tanto
Il Tassinari
il mio
penna
fa di domandargliela,
no,
sperticate che
lodi
Alle
è tua.
perché
scorse
Se
qui pubblicata.
ò
Amami
salutazioni
sempre
e
alla
tua
degnissima
credimi.
84.
1843?
Caro
Duolmi
voi
all'anima
potuto
buona
speranza
—
il tristo
la
passare
commendatizia
13
Massari,
Mamiani.
che
di
frontiera
presto
il
di
accidente
piemontese,
potrete
qui mandatavi.
non
Dei
in
virtù
caldi
e
aver
ma
ò
della
iterati
195
85.
Al
Melloni
Napoli.
a
1843
La
meritava
debbo
certo
parervi
bontà
Pure
commendatizia
Io
a
mi
italiane
agli
del
»
amici
miei
Voi
cosa.
i
caduti
di
che
dalla
romanzo,
di
popolare
verso
Baudry
di
opera
e
i
«
da
V
à
ricusato
(?)e
del
di
più
à
ne
di
belle
né
a
anni
di
due
il
à
dato
mettere
né
me
della
non
sono
pos-
città
Trouchy;
di
e
stampa
ri-
applauso
confini
prova
ma
classici
Italia
a
servi
es-
soli librai
qualche
in
questi
e
questa
qui
e
tere
let-
sene
trovarlo, devi-
raramente
riscuota
; di
e
tempo
di
se
qualche ristampa
quale
uscire
siderava
de-
e
prova
mezzo
Saggio
pochi
pensieri
ovvero
la
vostra
quasi impossibilità
Parigi
straordinario
farli
che
questo
fatto
memoria.
essi?
io
vostra
parole
vuote
Cimorelli
la
e
in
italiane, il Baudry
cose
pubblicano
qualche
usi
ed
alla
qualche
del
ancora
di
gusti, gli
editori
editore
signor
mancate
rato
ono-
pongo.
veramente
accusare
le
con
adoperato
venne
e
la
inverso
rispondere
mostrare
vi
qualche
un
cercare
io
dunque
son
che
potervi
che
pregio
à consolato
incivile.
volea
io
meglio
assai
grato
poco
affatto
che
m'
risposta prontissima
che
non
pensate
gran
tanto
una
uomo
un
ma
che
lettera
vostra
e' è
non
il
solenne
stampa
il
ms.
196
Arnaldo
dell'*
né
forse
minore
che
sappiate
dal
assaissimo
di
ms.
miei
e
di
prego
non
rimaner
tificatissimo
ò
affetto
mio
Mi
allo
tatto,
visibile
rallegro
atmosfera
bene
che
non
solare
per
né
fate
amate
abbiate
emolumenti
vi
ogni
parlo perché
lei
e
più
e
sa
gittato
la
e
sano
e
dolcezze
e
mor-
volta
prima
loro
in
niera
ma-
il
medesima
credetemi.
nostra
dietro
a
lavoro
che
che
sciate
la-
vi
non
né
parte
le
libertà
infelice
spalle
che
d'Italia
nobiltà
quale
patria
Del
respirate.
codesta
con
intorno
matrimoniali,
solenne
ognuno
la
bel
rallegro
giorno
offrivano.
State
il
testimoniare
potervi
mi
dalle
grave
d'affetto
la
il
qui
a
dolente
soddisfar
dell'ultimo
voi
con
alloppiare
dalla
da
e
amici
servire
fino
potendo
non
ciò
tutto
di
rimango
dico
e
osservanza.
e
spettro
io
non
agli
e
me
a
mancato
comandi,
vostri
poco
è
Ma
Dopo
desiderio
; bensì
sopra
ricevuto
un
che
Un
Parigi.
lettori
penna.
il
peggiorate
trova
non
glio
vo-
voluminoso
poco
buona
davvero
possibilità.
la
e
lasciato
persuaso
raccomandato
modo
avete
scirebbe
riu-
non
ultimo
Da
librarie
perché
di
che
sua
cose
un
e
uscito
manca
vostro
che
che
materia
francese
ms.
vi
le
essere
più compratori,
trova
raccomandato
vostro
volumi.
otto
che
celebre.
opera
dell'opera
di
tempo
grave
né
poi pel
lunghezza
dicendo
Niccolini,
storia,
crescono
della
cagione
del
Brescia»
romanzo,
difficoltà
Le
a
né
era
non
da
e
e
tità
san-
come
gli onori,
gli
stranieri
gli
197
86.
Al
Tamburini
Imola.
a
18431
La
benevolenza
vostra
larga
tanto
molto
dalle
né
tanto
e
strane
d'una
peripezie
da
gnese
le sei
volume
di
Ora
riuscirà
le dette
obbligo grande
ufficio
serbo
ai
tanti
memoria
Quando
al
della
zioni
le
male,
mi
rido
la
di
mie
se
della
tuttavolta
mi
pesa
fiacchezza
e
fortuna
poter
non
chi
e
mobilità
e
dei
di
trete
poè
ciò
darete
istò
non
potrebbe
essere?
invidio
suno.
nes-
mia
a
voglia
nervi
e
,
d'ogni
cosa
convien
vivere
rassegnato
e
stre
vo-
le condì-
e
salute
non
caricato.
in-
le
mi
e
tempi,
miei
quali
riscosso
giungere
studiare
ne
zioso
gra-
li
per
che
farle ; di
lieto,
e
denaro
i
ve
vostro
perdere
quali
un
di spacciare
amici,
voi
E
di 5 franchi.
disagio
farmi
la
non
poesie.
meno
stesso
possono
non
da
dervi
richie-
Castelbolo-
questo
il
;
di
sono
vita
d'animo,
Solo
per
mia
viva
e
di
i vostri
già
Budini
pregovi
consolazione;
grave
occasione
avrete
nuove
senza
usatimi
grata
consegnare
si vende
senza
verrannovi
mie
e
aggiungerò
e
e
e
poco
di
copie fra
sei
dunque
Budini
raccolta
circa
pagine
voi
a
se
così
d'una
copie
430
fratelli
dei
uno
Tra
cortesia.
dere
cre-
lontananza
amicizia
vostra
sono
la posso
dalla
Oso
occorse.
anni
non
né
tempo,
alla
singoiar
consegnati
avrò
dal
né
ricordarmi
cerimonie
eh' io
spontanea
scemata
mostrossi
me
per
più.
sperare
meglio.
State
sano
e
conservatemi
nella
vostra
benevolenza.
il
198
87.
Al
fratello Filippo.
1843*
Voi
tenere
cosi
un
Tutto
il
d'ogni
cosa,
ò
da
mondo
nulla
da
di
quello
mai
Lucca
loro
mi
dei
buoni
Ma
me.
sarà
di
la
se
che
cosa
e
Dio,
non
Io
vi
uomini.
di
povero
miserie
di
poiché
e
potervi
che
ò
scio
lae
pensare
quando
dimostrarvelo,
simile
mio
il
molto
caldo
alla
vostra
della
desiderio
brate
sem-
tare
accer-
la
tuna
for-
subito
e
e
loro
benché
sincero
signora
Fratello
andata
inganni
non
dolcezza
alcuno
conoscere
ricordatemi
e
mia
effetto, gran
avrà
riabbracciare
figli; intanto
vostri
il
forte
potervi
dell'amor
Dite
di
parlano
amici
temo
ma
e
negato
modo
a
talenta
godo
mio
son
molte
pieno
vi
più
fatta
à
il farei.
allegramente
a
Pò
ve'
non
porgessemi
I miei
che
di
se
agli
arbitrio
l'affetto
desiderare
che
in
io
se
innanzi
innanzi
oramai
me
e
piangere
vergognarmi
dunque
credere
da
e
che
d'onore
ricco
sono
mi
voi.
con
oramai
sa
che
cagione
silenzio
lungo
arrossire
là
ignorare
potete
non
e
teli
accerta-
inefficace.
consorte
affezionatissimo
Terenzio.
e
detemi
cre-
199
88.
Al
De
signor
Luca.
1843
di
lettera
La
V.
S.
il dono
giunto carissimo
m'è
all'antica
Dall'elenco
s'è
quale
delle
sostenute
della
né
grandi
e
la
fama,
la
né
rimunerazione
nell'intimo
Sta
perpetuo
tal
e
all'animo
dolcezza
ai Francesi
o
a
dire
loro
almeno
producessimo
la
quelle prendessimo
mala
in
fede,
il
tempo
più parte
dei
e
si
non
Della
stima
maggior
del
;
ma
nostri
sapendo
riparano
a
loro
merito
non
i fatti
la
dietro
V.
S. vuol
posso
se
che
di
la
faticare
proporzionati
gloria degli
fare di
non
di
o
necessità
di
invece
a
con
e
confessare
si trastullano
che
cioè
Sv
d'ignoranza
o
spetto
ri-
tutti
se
opere
ei si conviene
boriosamente
V.
di
e
liani
gl'Ita-
sventure,
muterebbe
innanzi
Per
lodar
a
numerose
convincerli
mettere
grande
tante
e
degno
abbondare
deve
risposta
belle
linguaggio
corto
in
degna
di
loro
forse
rado.
di
contento.
e
restii
troppo
compatirli
facessimo
noi
lieto
sempre
cro,
il luniente
conve-
molto
divina
e
pura
né
cui
dare
il compenso
nostro
Ella
matematici
a
danno
il
zione
ammira-
con
possono
la
già
e
tenerlo
e
dignità
».
e
fatiche
meriti
sono
torno
in-
luce
in
messe
agli studi
giovare
per
e
Italiani
degli
continue
e
onorato
Memoriale
«
rilevo
mandarmi,
patria. Questi
sua
suo
già
sue
opere
dotte
del
geometrica
compiaciuta
quante,
abbia
scienza
poi
singolarmente
m'à
t
me
e
avi.
tanto
ringraziarla
e
200
da
lato
un
arrossire
sforzarmi
divenire
a
fatti miei,
dei
poco
un
di
tanto
innanzi
nel
indegno
meno
dall'altro
cortese
opinione.
Ella
dei
voglia
quindi
affezionati
ed
obbligati
suoi
da
avermi
numero
liberamente
e
mi
mandi.
co-
89.
Al
Ronna.
signor
18431
Egregio
Boneschi
Al
signore
mio
amico
onestissimo
per
che
opinione
di
avete
colpevole,
besi
à
proclive
ai
sarà
voi
buona
mille
volte.
State
casa
sano
quale
sembra
solo
crede
della
aver
che
debPerò
vita.
discorso, sperando
io
io amico
stra
sini-
non
delicatezza
e
nosciuto
co-
la
che
nemmeno
tener
e
ricusate
non
d'ambedue,
stima
giorno
in
me
m'
inframmetta
d'entrambi
in
nulla
e
pettegolezzi.
e
volta
nel
ma
eh'
da
e
il carico
e
commercio
dispiacerà
pertanto
il
mi
nel
anni
infinitamente
cortesia
volervene
a
non
amore
per
alla
disgusto, essendo
questo
Se
me
voi
a
un
i buoni
tra
usare
pregato
che
nulla
per
molti
accidente
ei si
mancato
di
lui
in
non
amico,
pesa
vogliate dargli
reputa
ed
Fora
in
cui
occasione
vostra,
e
il che
credetemi.
l 'ufficio che
io
d' indicarmi
compiacetevi
potrò
per
ò assunto
venire
voi
almeno
visitarvi
dovea
da
aver
fatto
e
una
già
201
90.
Al
BONESOHI.
1843
Dopo
dopo
e
a
le
ambe
che
parte
fatto
il Mamiani
io
da
lui
fatta
di
io
mio
foglio come
imputava
quali, ripeto,
anche
questo
Forse
io
non
le
posso
d' estimatore
avere
uguale
ciarlare
addio.
dovrà
gradito
parole
a
sia
deferenza
distesa
e
che
della
questo
del
Credo
di
l'ufficio
che
e
dal
lui,
Bonna
infine
ma
mio
d'amico
mi
stringe
come
bellissima
e
ad
l'altro.
per
potrete far colazione
nostra
che
morto.
e
ricevere
più
le
Bonna
soddisfatto
strozzato
l'uno
ipocrisia
e
suo.
d' ambedue
per
1' allusione
parole
riferisco
comandarlo,
ragioni
serberete
d'ordine
assai
eh' io
giorno
Voi
credersene
pettegolezzo
il
»
fo sapere
molte
duplicità
delle
imparziale
Scrivetemi
e
alla
al Boneschi.
io vi
avreste
medesimo
lettera
scuola
succeduto
disdico
e
vervi
scri-
a
Avendomi
«
altre
tera.
let-
sua
ed
sia
non
per
testimonio
animo
vostro
anche
stesse
negozio della
il
sopprimo
nella
che
il
ed
mostratemi
me
parole:
ora
il Konna
riferirvi
Batignolles
supponeva
da
che
le
quella
in
a
seguenti
dubitare
dell'educandato
come
le
sua
volte
indotto
lanciata
v'à
m'incarica
Egli dunque
da
ultimo
da
ò
d'un
più
per
ripetere più
e
parti
l'accusa
disdire
discorrere
trito
e
affermare
un
da
cose
caldo
un
?
meco
lingua,
e
203
pel quarto
Va
da
Lucca
e
aspettasi
giunge
non
di
paura
che
mese
e
la
riveder
più
poter
non
gosciosa
un'an-
crescerai
però
nitiva
defi-
risposta
patria
nostra.
Se
il Costa
mi
vostra
cosa
sacerdozio
nuovo
che
mai
l'autorità
dei
l'opinione
e
della
civiltà
predicato
Addio
inculcato
e
di
al
se
cuore
il
dal
d'amarmi
e
della
scienza
del
affetto
Prasca.
credetemi
e
conquista
ri-
clero
Gioberti.
con
al
dore
ar-
presso
civile
primato
nostro
Costa
al
più
antica
la via
ricordatemi
e
Crocco,
per
il
quali
carattere
sacro
riverenza
non
è
questo
e
con
la
e
popoli
;
proseguire
il di lui
potendo
non
i
a
non
a
parlatemi d'ogni
singolarmente
obbliga
vi
e
spesso
studi
degli
e
pregatelo
ancora,
Scrivetemi
abbandonare.
mi
aiutare
può
Voi
in
vostro
Terenzio
e
vanza
osser-
termettet
in-
non
perpetuo.
Mamiani.
92.
D'Ancona.
Al
(1)
li 26
Parigi,
de
Rue
ed
Amatissimo
;
perché
e
forse
ogni
ch'io
vostra
Rassegnatevi
se
potete,
perché
so
più
e
io
converrà
(1) Op.
non
che
cit., pagg.
voi
66.
me
46-47.
dove
la
mia
e
vi
quando
stia
delli 18
carissima
m'affretti
non
lettera
nuova
Clichy,
egregio amico,
alla
tardi
Rispondo
1844.
dèi
di
di
è
un
fastidi
reca
no,
con
cembre
di-
bene,
nuovi.
strapazzatemi,
la
casa
insegniate
più
di
discrezione,
un
rabbuffo.
204
O
dal
ricevuto
«Discorso»,
e
la
venti
fatemele
altre
e,
copie
soldo
foglie;
per
debito.
Altra
Bicordi
conforme
conto
mio,
e
copie
delle
mie
E
a
proposito
copie
dal
per
voi,
darete
in
un'altra
mio
al
Giordani
Pietro
n'ha
perché
a
che
Alla
e
da
0 finalmente
pel
si possa
novità
quasi
non
sempre
io
ed
non
altre
è
se
1' « Arnaldo
per
far
energia
per
una
e
al
darete
bontà,
a
me
rimanenti
fidata
questo
sione
occa-
pito:
reca-
pel
Bartolomei
quella
ò
scusate
più
e
Palli
;
giungere
per
sopravi
con
berete
ser-
signora
n' è
già
al rimanente.
letto
Niccolini
che
e
e
e
pacco
Gando;
volta
darvi,
solo
la
sua
per
le
Rosso
Del
dodici
Le
Angelica
penserà
questa
un
Livorno
a
Giuseppe
avvisata
Per
in
signora
sacerdote
amicizia
farla
quale,
desiderio.
legaste
mandaste
il
Due
mani.
quinta
compiaccia
Parma,
vivo
mostrato
vorrei
si
per
sette
dicias-
cavarne
nostra
; la
Matteucci
mandare
do-
di
Vieusseux.
all'egregio cavaliere
nome
è
vendere
al
vostre
della
un
scrittegli,
lui
per
è in
segno
come
nostro
Vieusseux,
che
pacco
di
siccome
di
no
libro, vogliate
questo
fasce,
spesa
condizioni
poesie spedite
di
sotto
ragione
a
o
alle
due
Compiacetevi
accetta
se
pena
Ap-
Duprat;
posta
della
seccaggine.
gran
al
la
per
rifarò
io vi
parte mia.
stesso
francarle
conviene
sapete,
come
subito
avere
del
copie
lettere, mandatemene
dello
mezzo
venti
da
il Ducei
delle
stampa
per
le
Duprat
ringraziatene
compiuta
pur
libraio
una
credo
da Brescia
meglio,
ma
per
pensieri
la
»,
godo
e ne
tragedia,
Come
e
impareggiabile
che
sioni
commis-
poco!
l'Italia.
dei
né
brighe
moderna
la
copia,
delle
fesserò
con-
dezza,
gran-
sentenze,
felicità
di
letteratura
gnificar
si-
205
europea
di
lavoro
Va
simil
li
per
risposta
silenzio
molta
ma
sto
in
gran
dottrina
lo studiare
è
che
mi
Parlatemi
un
che
un
po'
vaste
alla
la
impedisce
distesa.
adoperare
nuova
perché
mi
nervi
sarà
di
Dialoghi
difficili,
e
e
conviene
de*
poco
si vocifera
La
il titolo
teria
ma-
è tanto
il supremo
fo voti
di
proceda
di
cui
cioè
delle
ogni
col
gli
se
e
ordinando
il
voi
sareste
perché
pari
studi
vostri
starsi
di
parentado
Addio
miei
aprile,
niente
minuzzoli,
a
de'
di
forze.
povere
Io
e
in
licenza
metà
allora
«
lungo
vivere
preso
della
nemmeno
spezzata
più
nuovo
ai miei
lo scrivere
delle
poi
ambizioso
e
che
alla
e
un
cosi
un
;
fammi
e
termine
indisposizione
continua
quello
ò di
intorno
ma
»,
l'altro
paura
Lavoro
concluso.
bene
pel
casa
comparisce
sperar
a
Ier
angustia.
di
niente
e
dà
mi
padrone
innanzi
mettere
aspettasi quella benedetta
che
mesi
Duca,
non
lingua
niima
pregio.
tre
del
dal
mie
in
possa
desiderio
vero
simo
bellis-
un
chiodo
nello.
Pa-
e
ritorni
vi
cosa
è
bene
a
vostro.
cuore.
93.
Al
Cagnoli
a
Reggio.
8
Signore
0
una
che
tentato
copia
invece
naturale.
da
Però
amico
più vie
delle
di
ed
mie
e
egregio,
più
con
poesie,
parervi
scusatemi
1844.
marzo
ma
singoiar
e
tenete
di
persone
mandarvi
inutilmente
vi
cosa
per
e
parrà
fermo
credo
troppo
ch'io
era
206
più voglioso
tanto
fa
onore
Dalla
Ma
ò
vai
squisito
meglio
d'esaminare
agio
accendeva,
la
favilluzza, ma
non
del
mondo
di
son
e
nego
di
fantasia
la
veramente
grosso
curato
la
correzione,
s'ella
s'intedesca
e
Ora
mente
in
più
altro
credito
più
ò
mia
delle
mie
io
giudicio
freddo
sentire
non
e
rare
ammi-
e
debolissimo
mio
cello
naviil fiume
rimontare
e
letteratura
sfoggia
e
e
s'ella
ogni
con
vero
po-
potente poesia.
e
più semplici
lotta
contro
ingegno,
altra
che
o
ingegno
io
vai
mediocre
Adempite
poco
di
questa
per
secolo
del
i
la
si
in
s'ella
forma
à
sforzo
la
titoli
nuovi
ordinarj,
procacciato
io di
l'andazzo
dei
ganza
elee
s' ella
zare
greciz-
latinizzare.
occorreva
altro
scelti
mi
il
tanto
classico,
essere
scritti
ò
sortito
cura
moderna
scorretta, ò
ò
non
corrente
e
pomposi,
e
col
della
voluto
ò
è romantica
e
della
ritroso
a
Gli
ricredere, perché
grande
io ò voluto
abbiano
riputazione
da
e
Del
gusto
variamente
secolo
sia
d'affetto
impetuoso
e
prosaica
vi
bella
che
S'aggiunge
gire
che
di
non
versi.
fatto
spregia
e
voi
anch'io
che
volume.
quel
uomini
come
niuna
parte
provveduti.
l'animo
m'ànno
quelli
popolo
o
poca
di
che
avere
manda.
do-
nessun'altra
poveri
che
parendomi
e
nel
miei
i
mi
quanto
premurosa
sono
me
per
secondo
più tempi
poesie
ne
giudicio finissimo
di
e
vostra
esemplari
più libraj
forse
servirvi
infuori, in
spedire
potuto
Firenze
a
resto
in
Toscana
di
la
compiacimento
e
d'Italia
sollecito
e
ò;
non
molto
fantasia,
e
certo
meglio
a
altro
chi
secondare
tempi
vigóre,
sortito
ha
il
vezzo
tacersi.
voi,
e
la
mio
bassa
egregio
amico,
fortuna
m'ànno
quello
che
interdetto
il
e
207
all'Italia
date
poesia
cioè
scuola
di
quello
italiana
che
io
ò
non
veramente
potuto
allevata
e
saputo,
e
alla
una
grande
Virgilio.
Salutate
il
caramente
me
per
Viani
nostro
e
voi
a
raccomando.
mi
94.
Al
Massari.
i
1844
rendo
Vi
avete
veder
Milano,
ed
voi
Budini
è di
dunque
amici
il
del
sempre
State
saperlo
desideri.
volete
mi
nel
cuore.
sano
e
Amico
viaggio.
come
e
il
non
lasciate
Qui
questi
cose
e
T. M.
di
scordo
credetemi
devotissimo
gli
ed
io
ritorno
vostro
scordate
vi
lano
Mi-
bioso
dub-
mi
le
meni
vi
io
pel
polizia di
Non
voi
Dio
Non
domando
esattezza.
di
taneo
Cat-
il rimanerne
o
desiderare
se
al
la lettera
della
con
sempre
di
trovar
tenere
se
stessa.
cosa
istruitemi
del
vostri
che
la
che
di
favore
altro
nascosto
non
oramai
compimento
bene
Un
propria
conceduto
faccia
che
di
Brignone
il
parlan
comuni
il
che
sarà
nell'ufficio
e
sospeso
dei
me
vi
le altre
più
sappiamo
non
per
tenermi
non
con
o
non
fidata
e
fa danno
tanto
Se
scritterello.
mio
è ita
; mi
o
pregate
diligente
quel
da
paragrafetto
trascritto.
mano
persona
del
grazie
affezionatissimo
a
me
e
condo
se-
e
v'ò
208
95.
Girolamo
All'avvocato
Rota
Ravenna.
a
15
Io
Ella
ci
mostrò
mi
Tra
anni
d'un
da
eh'
costi
ella
aggradire
più
a
S'ella
riesce
al
riscosso
di
di
sorta
che
sei
Budini
E
volgermi
a
però
lei
per
cortesia.
Castelbolognese
d'un
copie
le
molto,
è
non
tempo
magnifiche.
di
vendere
lettori
il
;
potrà
medesimo
quali
è
rerei
desidevendere
varia
e
di
può
chi.
fran-
5
il
consegnare
à
di
far
è
prezzo
che
le
volume
o
loro
materia
spacciarle
a
breve
di
di
La
conto.
quel
di
atto
procurasse
mio
per
che
speranze
parte
pubblicate
me
benevolenza
Budini
un
mia
in
rara
dubito
non
giorni
consegnerà
da
io
singolare
pochi
poesie
di
pieni
tanti
pregarla
Bologna
in
dimorammo
dopo
la
dimenticato
mai
ò
non
1844.
marzo
naro
da-
incombenza
riceverlo.
Mi
pesa
di
volendo
non
avere
che
vogliono
posso
di
tanto
disturbo,
libero
spaccio
sollecitare
a
Se
darle
venir
nulla
la
bontà
avermi
di
comandato
qua
in
in
e
di
mi
son
la
e
mie
pur
e
in
troppo
stretto
co-
sone
per-
istima.
servigio
creda
stampe
delle
cortesia
amore
lei
le
ma
intanto.
sarò
simo
lietis-
209
96.
Al
prof.
Santa
g ata
Bologna,
a
1844?
S'io
ad
scrivessi
forse
di
comparire
favore
un
il male
dov'
anche
è
grandissima
ogni
Fra
di
ed
dei
dove
e
tal
avete
un
il silenzio
rompendo
che
interessato
od
di
due
quasi
si mostra
non
di
notizia
affettuosa
e
che
della
da
pubblicato
me
di
presso
lo
Il
voi
spaccio
denaro
che
ne
per
il
è incaricato
merita
P
importunità
ogni
e
e
prestando
scritti,vecchi
loro
traghetti
del
amici
14
—
i conoscenti
o
da
nuovi,
nel
lo
che
mondo
od
loro.
da
vere
rimo-
di
a
prego
agio
barle
ser-
rarne
procu-
a
vi
ancor
per
di
(a ragione
di
suo
reco,
tal
cosa
Grande
ma
i
miei
li viottoli
ai
è
nieri
dogapoveri
nascituri,
aiuto
5
medesimo
fiducia.
vostra
nati
e
stima
volume
un
vi
con
fratel
ospitalità ed
tapino padre
di
particolare ai
inimicizia
;
da A. Budini
al Budini
dal
e
seccaggine
chiedere
Mamiani.
me
scusate
vostri.
riscosso
avrete
qualunque
introdursi
e
e
copia) consegnerete
e
vien
Parigi,
tempo
con
presso
franchi
quale
e
mandarvi
do-
per
mia
consegnate
in
tese,
scor-
benigna.
Castelbolognese venticinque copie
poesie
merei
te-
lo cercate
professo
vi
poco
di verrannovi
uno
voi
non
me
voi,
a
anni
più singolari. Ma
interpretazione
qualche
fuori
altro,
ogni
e
con-
per
li
migliori
211
La
che
diplomi
desiderare
in
si
ove
di
voler
entrare
che
onorato
A
S.
sta
e
di
che
attuali
Dante
che
di
io
al
Mi
si vede
quella
veneranda
di
abbazia
i mozzi
posteri
che
V.
E.
giornale
un
costi,
io
la
la
me
mi
rario
lettesento
ne
frammento
quale
E.
un'
V.
pieno
e
a
opera
e
presto
volume
le
al
lo
miserie
eretico
come
cose
fortunato
ad
cittadino,
e
cattolica
professò. Queste
d'un
sto
tristizie
condannare
religione
modo
non
onorato
che
essendo,
simo
assais-
cui
darà
mano
le
farò
avere
di
metafisica
di
gratitudine
torno
in-
meditando.
d'osservanza
e
di
encomiare
per
le
per
discepoli
i
coraggioso
e
o
stimerò
la
che
effemeride
infine
e
partecipare
creda
la
e
(massime
rare
ben
pensare
opprime
mi
principalmente
qualche
di
una
professi
Alighieri
replico
e
gentilissimo
quel grande
ci
d'Italia,
chiunque
mosa
fa-
antichità.
pubblicarsi
scrivere
straniero
libreria
ai
classica
impossibile
Benedetto,
vogliano
che
compilatore
per
l' illustrazione
e
godo.
ne
è
me
elette
nella
all' invito
rispetto
né
manchi
non
codesta
tramandavano
della
fanno
essa,
poi, l'eleganza
tempi)
scritta
e
avanzi
guasti
di
tantissimi
impor-
e
in
l'edizione
cosi
dei
stata
E.,
purezza
sono
copiavano
Per
fa
stile
essere
V.
preziosi
La
considerazione
storia
e
più
luce
in
a
i nuovi
e
fiore
bel
un
pare
italiana
che
mondo.
dello
mi
imprendere
Codici
nel
grazia
da
agio
dei
E.
vengono
oltremodo
né
tempo
V.
letteratura
moderna
della
da
dettata
storia
Devotissimo
suo.
212
98.
Gando
Al
Genova,
a
2
Benché
il
nell'ultima
Ghiglione
reggiate
agli
al
ad
e
amici
il
caro
essergli
ed
al
modesto
Datemi
e
e
vostre
scrivete.
uscite
luce
Orsù,
grande
Addio
e
il
Dell'
senso.
mio, fatevi
che
vostro
di
di
le
ed
ò paura
uno
o
è
due
sono
possibile
v' ò
quella
pezzare
racca-
scritto
rimetto.
mi
qualche
regalatemi
vogliate più quel
mi
anni
mie
sconcissimi
cose
a
e
non
dioso,
stu-
studiate
ora
stampa
mie
vivo
riuscir
degno,
lettere
non
altre
Costa,
dovrà
quello che
spesso
a
gentilezza.
di
nell'ultima
minuto
amore
di
errori
con
ma
al
concittadino
di
scrivervi
ri-
Presentatelo
quali
i
aliquando
che
Gando
riga del
nuove
numerosi
per
tutti
fiore
vero
Tandem
in
tanto
assai
e
di
istanza
con
singolarmente
un
perché
pure
amorevole.
a
lui
assai
stimi, piacemi
pregarvi
molto
comuni,
in
conoscere
lo
e
Crocco,
raccomandato
presente,
e
desiderio
nostri
Prasca
lo ami
io
il mio
favorirlo
della
portatore
quanto
v'abbia
mia
aprile, 1844.
fa.
cuore.
99.
Al
fratello
Giuseppe.
7
Chi edovi
vostra
adunate
grandi
scuse
amorosissima
sullo
scrittoio
di
rispondere
dell'
che
ma
ho
tante
pensato
aprile
cosi
1844.
tardi
lettere
di fare
alla
avevo
questo
213
indugio
voi
con
giungendo
allora
occorreva
Delle
lodi
dalla
è
altra
vi
vi
affatto
ringrazio
che
cui
a
non
inganno
d'Italia,
vi
che
pregio
nessuna
m'ànno
alcuna
dettare
giubilerei
ne
alla
crésciuto
avrei
e
d'ogni presunzione.
di
ch'io
giuro
vute
pio-
perché
delusioni
le
e
modo
o
modo
ogni
fa
vi
volta
questa
a
vanità
d'ogni
ingegno
di
vini
Schia-
Lo
vostra,
sono
L'età, le sventure,
avessi
quel po'
che
tenerezza
spogliato
degna
l'altra
domi
aman-
rispondere.
penna,
cosa.
quali,
i
perdonarmi.
consegnò
soverchie
fraterna
Se
mi
altri
con
saprebbono
meno
meno,
che
piuttosto
cosa
solo
per
felicissi
in-
nostra
patria.
Del
le belle
tutte
scienze, già
ed
me
ora
risoluto.
segno
vien
me
da
Volete
ai
lettori
però
mi
diciate
accomodati
al
sulla
più
appuntino
che
sapere
di
certo
io
caso
dello
mi
vuole
di
fornito
vien
eh' io mi
a
dettare
Schelling
farò
v'è
non
per
una
tradotto
e
ignota
positive.
scienze
ed
ciò
su
sulla
forma
il desiderio
vostro
quel
dall'arte
trovi
istruttivi
esponga
scritto
:
Con-
disteso
per
intenzioni
vostre
tutto
pubblico
stimi.
po'
di
simo
lietis-
son
vi
e
un
fatto
convenirgli
occupatissimo
libro
le
v'adoprerò
e
ami
vi
in
io
un
subbietto, perché
lunghezza
sembravi
vi
sembrate
mi
con
innanzi
che
dunque
Apritemi
Il
io
grande ignoranza
la mia
che
mostrare
e
addietro
tempo
prefazione;
una
varie
per
doppio perché
quanto
volete
anche
me
soddisfarvi
quali pensieri
bene
il
voi
con
care
pubbli-
e
dettate
avete
rallegrava
ne
ordine
in
porre
che
cose
rallegro
ne
di
di
disegno
vostro
e
poco
e
ingegno
dalla
appunto
natura.
in
prefazione
in
e
volgare
questi
a
un
dalla
214
marchesa
bellezza
e
che
c'è
non
infine
stato
di
delizie
mie
mi
che
che
e
bello,
dannata
né
il
affatto
«
mi
Eroide
pare
la
reggere
ò
che
vuol
dei
vita
di
Boezio
se
nostri
di
e
far
di
alla
alla
cordiali
saluti
essermi
tanto
moglie
il
pittura
me
del
trui
al-
biasimo
fama
la
quasi
negata
Italiani
vogliono
modo
migliore
e
in
manere.
ri-
di
questi
quella
mia
».
buona
per
e
ismarrirsi
non
fruire
neppur
tempi
via
dovunque
al
mondo
Italiani
procacciato
Eaccomandatemi
porgete
dal
dispensata
:
bene
ne
curando
non
sola
singolarmente
il
badare
brami
sem-
consolazione
sola
praticare
senza
moderni
ai
la
generazione
e
suffragio,
al
Questo
pensieri
miserrima
vero
Ma
gustare
la
non
muovermi.
coniate
per
coraggio,
può
si
mal
sempre
uomini
e
cercare
voi
fiata
si
paure
inanimi.
v'
e
tempo
perdere
comunque
di
buon
di
e
le
son
non
rumori
consoli
vi
agli
non
noi
per
e
da
rimane
vera
io
Lucca
licenza
dagli
Queste
Di
attorno
data
sia
che
dite
Mi
italiani.
scrittori
sono
»
guaste
vergogna.
menticanz
di-
in
Diritto
tanto
ma
ò
ne
andranno
che
ispero
che
Sul
«
promessa
mandare
poi
lettere
la
cavò
ne
di
imperio
certo
un
me
Firenze,
stampa
finché
con
poterla
nuove
a
degli
e
di
verso
comparse
errori
quale
possiede,
ancor
Le
più
la
Morenzi,
al
parziale.
Salvatori
Addio
Cassi,
del
amicizia
e
di
al
cuore.
Modi
215
100.
D'Ancona
Al
Firenze.
a
8
di
avervi
la
quale
Spiacemi
lettera
mia
la
vostra;
silenzio
vami
in
nuove
volete
vi
ben
quanto,
in
credo
che
di
e
dovuto
che
che
se
al
me
la
Mancini,
intorno
e
riuscito
consigliato
ma
più
quanto
all'invio
di
e
il mio
diligente
non
;
di
al
spedir
altre
copie
volontà:
valendovi
stampa
molti
avrebbe
quindi
fede
la
Vieusseux
una
d' istruire
da
ò
premura
subito
pregarlo
sogno
bi-
zioni
dimostra-
e
che
vostra
inleggibile.Il
loro
sono
ms.
fu
non
so
non
Nella
spesso.
graziament
rin-
senza
vincerla
affatto
senso
le
all'animo
la mia
che
in
oscurità
segni
a
che
incolpare
paziente
sarebbe
benissimo
il
collazionato
essere
edizione
à
debba
ne
senza
più
della
e
però quanto
potete aiutarmi
svisano
gratitudine
altri
può molto
comandandomi
errori
credo
vi
voi
e
ad
che
qualche giorno
l'indoviniate
e
vostre
spedite, secondo
di
e
retorica; quanto
nondimeno
gli
vergogna;
delle
moltiplicare
parole
veggiate
la fortuna
me
dovrei
quel
e
affettuosa
m'avete
espressioni
avere
mei
da
vere
rice-
comincia-
godo
sempre
che
Io
avvezzo
Ora
mano
sarebbono
ma
ad
comincio
lettere
di
dell'ordinario
in
fasce.
sotto
e
di
0
continuarmi.
pregai,
male
apprensione.
d'una
innanzi
giorno
dell'amicizia
e
copie delle
due
il
1844.
inutilmente
m'avete
voi
ma
mettere
ottime
parti
po' più lungo
un
a
incomodato
aprile
.vendere
vi
copia
voi
colà
e
216
giù,
io
medesimo
da
cotesti
; intanto
libraj
fo
Del
arbitro
che
assolutissimo
il
se
dei
le
e
altre
si
capo
a
il
più
altro
di
po'
Dio
prego
che
quei signori chiedessero
al
e
francese
governo
il Prefetto
di
pochi giorni,
la
io badi
Il
conte
veduto
venga
che
pregi
detto
m'à
studi
e
Fava
vedermi
gli
a
le
io
in
Del
di
pei
Lucca
che
Piacerebbemi
speciali di
bocca
che
me
ottime;
assai
sono
il governo
sapere
io
stra)
vo-
porto»
Rosso
Delessert,
sua
da
son
minuzzaglie;
saremo
raccomandato
giunjbo
e
meno
voi
a
non
come
le
forze
pr*p«ntatemi.
ò
ancor
Parigi. Qualora
trovarlo
sappia dove
secondo
da
le
annunzi,
riceverebbero
vita
sia
se
o
tura
franca-
null'altro.
vostro
mostrerò
le persone
di
solitaria
e
nemmanco
a
io
perchè
come
(bontà
ma
informazioni
polizia Mon^.ieur
quieta
agli
gettati.
cisione
pre-
trate
incon-
d'
il governo
inverso
sieno
non
con
la
ecco
rimangono
e
altro
avete
Ed
adunque
fatti
à
e
vi
impressione;
po'
fastidi,
e
e
proposito.
l'egregio Cav.
cuore
che
passi
impicci
pazienza
col
Eingrazio
al
qualche
è fatto
grosso
V
che
esiste.
fidati
darmi,
segnerete
intorno
me
il libro
d'
caricarvi
di
spesucce
mestieri
che
sappia
informiate
pagare
darò
vi
per
sarebbe
onde
e
che
zioni
spedi-
scrivete
intende
per
desimo
me-
alla vendita
ne
m'
bisogna
respiro
lista
libri
Infine
nuovi
di
po'
incontrerete
e
me
non
Bentivoglio
cav.
nella
poi
un
Solo
dirsi, un
voi
e
il
e
libraj
i
circa
cosa
lingua
fare
a
colà
sieno
d'ogni
resto
anno
se
sapere
prender
il Piatti
Ricordi,
quali
e
occorre.
non
suol
per
Napoli
solventi.
il
di
pesi
facendolo
briga
questa
vi
non
come
Vieusseux
per
di
alleggerirvi
io
posso
non
mie
dubitate
quanto
io
217
101.
Mancini
Al
Napoli.
a
aprile
15
A
voi
ostante
non
à
non
intrattenuto
Questo
strano
delle
l'edizione
far
da
segno
modo
Mi
libraio
invio
da
fareste
di
di
Etienne
non
vostra
Da
lo
sperimentata
bontà
esservi
pervenute
due
lettere
la
è
svisa
in
più
tandem
cinque
altre
al
scorretta
il
luoghi
senso
raccapezzare.
se
solvente
e
di
dozzene
voi
m'indicaste
a
cui
copie,
possa
il
e
ragionevole
suo
con
sarebbe
di
riuscita
singolare
fidato
ristampate
giunta
temevo
carissima
f rène:
lunghissimo.
debbono
e
spaccio
meno
Ma-
poterlo
parecchie
paia
a
Marchese
favor
un
costi
procuri
Nella
pietà
vi
tornato
signor
con
come
in
parente
nostre
Firenze
a
essersi
Genova,
a
n'è
se
silenzio
della
saporto
pas-
nemmanco
perché
il mio
mio
comuni
aliquando
tempi)
racconto
quest'ora
A
laspina.
ne
del
e
viaggiare
suo
dopo
e
Torino
a
nostri
valendomi
riscrivo
gentilezza
mie;
di
scortese
meno
e
vi
per
vi
Napoli
per
scorso.
del
i visti
e
mesi
permesso
(bizzarrie de'
Parigi.
copie
di
paio
dell'anno
le firme
riveder
potuto
un
Toscana
Ora
decembre
tutte
gli venendo
non
dal
consegnai
vostro
paesano
fin
lettera
una
Egli
e
Massari
Giuseppe
1844.
nominate
egli
il caso?
un
Se
alcun
farsi
quale
me
beneficio.
Monsieur
poi vienvi
219
fecondo
mente
savio
Se'
Mille
gli
ove
ragione
e
intendi
ossequiosi
; in
che
compenso
per
virile
gentile saprebbe
sesso
prima
Ringraziate
mi
conserva:
un
poco
subito
le donne
gli
m'à
farvi
la
ve
lo
gli
il
che
risorgere molto
e
migliore.
Scialoja dell'amore
Se
rete
m'indiche-
delle
la raccolta
altrimenti
tenuto
che
ringraziarlo
a
mandati.
son
è
mente
creduto
detto
tenere
perché dell'impossibile non
che
il nostro
assumano
scriverò
spedirò,
ardire
come
ò sempre
me
che
per
mezzo
poesie,
fra
doni
ultimi
degli
per
nobile
vostra
ogni giorno più
dell'altro
pure
alla
nome
rigenerarsi
più facilmente
e
:
ragiono.
secolo
un
Italia
in
mio
n' escirà
non
non
femmine
fanno
e
ch'io
grandi pel
il coturno
si
più
mai
in
di
; ei s'è chiuso
secco
e
me'
uomini
animo
in
Popilio
rallegramenti
e
calzare
di
dato
di
e
saluti
signora
à
circolo
nel
voglia
abbia
mi
mie
scuserete
verso
nemmanco
amici.
Addio
di
cuore.
102.
(1).
onorandissimo
marchese
Signor
18441
di
Se
valga
mi
ò della
dei
0
(1) È
Malaspina.
di
la
anche
ed
notizia
contrabbando,
il
noja
scusarmi
lasciato
prendere
di
a
dò
cortesia
sua
tempi.
possa
le
nuovo
aperto
:
ma
far
lunga
un
il
certo
viene
recapitare
esperienza
poco
la
da
materia
Parigi
che
necessità
foglio affinch'olla
la
V inchiusa,
non
e
ne
fatto
è af-
la scrivo
220
io, due
che
circostanze
farla
possono
mandare
a
male.
0
veduto,
pittore Fagnani
il bravo
lei
di
delle
buone
sue
Quand'Ella
si
è
conceduto
ma
il
a
per
turbolenze
dubitare
Ella
di
Lucca
un
molto
grati
ralle-
si
le
m'avea
Panno
nel
piccolo Stato,
suo
di
speranza
scorso
fu negato
mi
onde
nega,
mia
vendomi
scri-
Forse
grato.
Romagna
in
mi
confermarmele,
molto
dimorare
quella
comincio
ripatriare
sogno.
comandi
mi
di
tuttora
e
in
sarei
scoppiate
che
si risolva
ne
di
licenza
passaporto
di
compiacesse
il Duca
che
noto
fatto
s'è
siamo
e
nuove.
rigo, le
un
ci
e
Isabella
contessa
ambedue
con
e
discorrere
lungo
un
la
pochi giorni,
son
e
creda
mi
pronto
simo
desiderosis-
e
di servirla.
103.
Al
Fanoli
a
Venezia.
1844?
0
letto
lettera
al
tanto
Egli
pare
abbiate
in
Jesi
il
bellissimo
affettuosa
ed
io
ve
ne
e
gentile
dell'arte.
Ma
siamo
l'articolo, ei
si
deir
eccedenti
d'accordo
conviene
gusto
alle
Rispetto
le trova
uomo
che
con
che
ed
io
per
avremo
e
la
ben
si
discernimento
il Jesi
lodi
aspettare
incisione; però
e
e
gnate.
l'accompa-
assai,
ringraziamo
quelle parole quanto
articolo
vostro
in
ciò
stissimo
modelo
fuori
mettere
innanzi
tempo
tradico.
con-
la
blicazio
pube
co-
221
di
modo
ragionarne
con
Non
lui
il
sentire
Se
le
vi
pregherei
delle
mie
malato
troppe faccende
di
ingegno
e
fanno
festa
dunque
delle
arti
tutti
vi
tiamo
aspet-
amici
vostro
recate
venete,
del
Leopardi,
ma
fani
Ste-
lo
caramente
tevi
Affretta-
arrivo.
frutti
nuovi
sonnacchioso
tempo,
intanto
e
salutano
vi
voi
il
ammiratore
e
prossimo
con
malattia.
nuove,
Il
afflitto
m'à
affatto
sue
virtù.
sue
l'egregio
che
leggiera
osservanza
comuni
del
e
le
di
lodi
rubano
vi
non
delle
e
di
non
scrivermi
gli altri
e
e
poesie, quanto
e
ricordatemegli pieno
suo
nuovo
rallegrato le
m'ànno
fare
vuol
di
voce
desiderio.
gran
tanto
Carrer
a
del
genio
vivo.
pur
104.
Margherita
A
Montani
Castellani.
1844?
Cara
Il
Ghita,
mia
prof.
cortesissimo
costi
o
in
Roma
dettata
pel
fratello
passo
da
pel
e
mio
dato
che
spero
Giuseppe
voi
Carlo.
mi
in
ritorno
in
Inchiudo
in
richiesta
mia
il
Dice
vero
à
con
piaccia.
vi
mesi
accennò
Torino
pitar
reca-
troverawi
se
luogo.
a
farà
vi
bene
Giordani
Conte
povero
elegante semplicità
Mio
so
qual altro
il
che
Chiappa
non
in
o
l'epigrafe
essa
che
mia
questa
Del
presso
Italia
;
so
sono
d'alcun
la
cosa
che
qualsonaggio
permolto
222
aria
in
e
e
siete
io
prof.
vi
carità
non
di
di
i
se
Io
lo studiare.
tutti
di
Addio
Dal
almeno
fino
rallegrò
; basta
rigo
un
dendomi
impe-
poco
un
e
istarei
non
me
per
gliuoli
fi-
i vostri
parete
o
tribulassero
mi
sima
caris-
tenerezza.
mi
volta
nuove.
non
che
il
alcuna
vostre
nervi
siete
salute;
Scrivetemi
cenno
di
che
voi
la
d'amarmi
cessate
nuova
noscenti.
rico-
e
cugina,
grande
con
di
prosperosa
male
buona
ebbi
cordiali
grazie
mia
davvero
dissemi
all'anima.
un
per
Chiappa
e
assai
mia;
amo
Del
la
sempre
G-hita
che
rendo
vi
dell' intenzione
fruttato,ma
à
non
vostra
premura
Voi
che
so
cuore.
105.
Santagata
Al
Bologna.
a
3
Non
bisognavano
perché
voi
che
mi
prova
affetto
che
fondamento
Alcuni
Panno
più
mi
di
i
e
costi
con
cara
e
amici
scorso
potessi andarmene
più
od
ella
vicino
è
impetrato
a
dimorare
la
almeno
dal
me.
ripatriare
potevate
del
lusinghevole
troppo
molto
nuova
assai
nel
tura.
prema-
di Lucca
suo
à
non
premurosi
Duca
a
vivissime
né
Panima,
benevolmente
miei
anche
parole
mio
tutta
Pur
serbate.
verità
del
fate
che
feriscono
con
silenzio,
vostro
rimproveri
e
mostrate
riconoscente
sono
darmi
io
comune
sparsa
nuova
del
scuse
doppio taglio
anno
gioia poi
la
per
è
peccato
stesso
Della
vi
il
tante
1844.
giugno
Ducato,
vano
ave-
che
ma
223
quando
ebbi
io
mi
licenza
risposto
venne
allora
ottenuta
riscritto
dello
stesso
e
voi
Italiani
fermo
sentimento
lontano
il bene
mercede
nel
vi
e
da
male
è cosi
voi
un
ufficio
altrimenti
non
ed
egli
sicurezza
ed
troppo
Addio
son
io vi
di
non
solo
nostri
ai
da
e
altra
sima
mede-
fama
sorridere
far
piacetevi
com-
ad
badando
la
a
curare
dirittamente
veramente
certi
quando
che
che
giunti
mano
i savi
fa,
libri.
vi
non
se
ne
in
cui
Ora
vi
rechi
parli,e
carissimi
pregavo
riprego
della
scusatemi
i vostri
vostre
nuove.
del
disagio;
grave
affettuosamente
di
vi
nell'amicizia
ò presa
digiuni
mandatavi
mia
una
mese
preghiamo
tempo
cuore.
in
buon
voglio
Massari
di
pel
quindi
e
e
non
distribuita
di
medesimo
Al
stesso,
perché
ternate
smaltimento
soverchia
il bene
dovere
di
siete
ambiziosi.
sorella
mia
dello
che
voi
mondo,
disperare gli
Credo
di
voi
letto
di-
ò preso
voi
profittevoli
amico,
voi
operato
altri
disanimarvi
egregio
fatto
degli studj
intendono
del
à
non
avete
e
perché
che
fatiche
le
e
nipoti. Proseguite,
fra
di
mai
mi
avete
gli
purissimo
e
succederà
non
facciano
maraviglia
con
rari
e
che
poi
dare.
ridoman-
aspetti tempi
animi
degli
alla
esito
e
che
piacere
stato
che
ma
pochi
Gran
gna
Roma-
il Duca
ma
fa dire
quello
procurate
grande
quei
Di
città.
cotesta
dare
riscrivere
mi
e
quieti.
i-agguagliandomi
di
porto,
passa-
di
turbolenze
ridomandato,
e
più
e
le
occorreva
l'ordine
rinnovato
migliori
in
che
e
che
il mio
chiesi
e
impedivano
scoppiate
Fu
più
allestito
tutto
vostra.
caratteri
di
non
nerci
te-
224
106.
Al
Viesseux
Firenze
a
.844!
Egregio
Più
mesi
delle
mie
lento
e
difficile
mi
corrente
voi
bontà
con
s'io
ma
franco
che
domando
vi
conto
a
ve
non
vi
so
più
molto
che
intenzione
della
nuove
che
me
confermaste
favoreggiata
in
Lucca
detto
probabilità,
era
per
certezza
avendomi
tutta
di
diviene
La
ora
fatto
e
Non
gradirei
tutto
sopra
Italia.
grazio
rin-
pronta
e
presa
il Duca
vi
favorirmi*
e
ò
fate
e
la
storica
cenno
che
speranza
ajutata
che
un
sillaba
di
l'ufficio
se
scomodo
prova
avete
siate
voi
e
che
di
biblioteca
vostra
nella
dire
per
dovrei
io
richiedercene;
a
una
v'ò
non
tato
conten-
quindi
poco
mai
sempre
scriveste
ne
e
un
sapendo
istessamente
leale
torna
abbia
ne
Mai
importunarvi
voglio
negare;
se
e
si ritrarrà
m'abbiate
e
del
naio
centi-
un
quello che
rara,
a
fine
soldi
mandarmi
più discrezione
riuscito
spedito
e
e
di
poco
non
gentilezza
e
son
non
subito
quando
la
per
oltremodo.
tenuto
che
pililentezza
mettere
di
acconto
sarei
di
favore
chiesto
un
disagio
riuscire
fortuna
Ma
anni.
Raccolta
debbe
ne
gran
radunare
gran
per
vi
spaccio
tre
o
bisogna
vendita
dalla
lo
copie della
parrebbe
due
di
150
che
mi
in
franchi
di
So
e
fosse
non
mandai
vi
poesie.
compiesse
si
a
fa
amico,
mi
vederla
mia
data
an-
una
tana
lon-
dire
d'a-
226
spettar tempi migliori
la mia
che
e
stoica
che
la
ed
io
sofferto
ò
ragione
la vita
da
cadere
Conservatemi
agli
amici
indicibile
con
mio
non
tunque
quan-
chiaro
quello di
sia
sospira
a
quel
desiderio.
benevolenza
la vostra
ricordatemi
e
al
singolarmente
comuni,
colini, ed
l'animo
e
molto
immenso
casione
oc-
Io
straniera
perché
un
questa
a
dolore.
vero
terra
tombolo
Lucca,
a
d' Italia
cantuccio
trovi
che
Parigi
in
vi nascondo
difende
mi
soffro
e
non
bene
sappia
mal
natura
sopportar più
posso
più quieti.Non
e
al Ni-
Capponi,
al Baldassini.
107.
Libri.
Al
8
Caro
Io
non
né
parole
anche
mi
fo
ed
quale
avete
vostra
perduto
piace
Vidoni
di
ad
fra le altre
occhi
che
e
disse
più
—
che
Mamiani.
il
posso
è
la
gentilezza
Il
cardinal
invito
un
improvvisò
a
questo:
segretario stralunò
:
sia in Crusca.
pazienza
non
frasi
rispetto
gran
non
alla
segretario
pacià (sic);
con
quel pacia
impareggiabile
15
a
e
il
tempo
strafalcioni.
luoghi dubiosi.
suo
un
del
i miei
correggere
bellissime
v'aspetto domani
gli
a
la cortesia
ringraziare
coscienza
gran
chiamarli
dettando
pranzo
di
degni dello scudiscio
tutti
son
amico,
ò modo
vostra
Essi
onorando
e
1844.
giugno
vostra
esprimere.
bio
ò dub-
eminenza,
fuor
Ma
e
Io
ve
ne
del
di
son
celia,
nuto
te-
francese
227
ciò
domandare
è da
principalmente
del
biografie; quella
Il
affatto
in
D'altra
parte
canzone
che
si
dei
e
i fatti
e
neo-cattolici.
tollerarsi
l'estensione
riga
farò
e
me
ispazio
c'è
ragioni
che
da
voglio
lo
con
sempre
Accetto
rallegrami
pensando
intra
Addio
cui
di
il
mi
alla
farete
a
poco
starò
queste
a
che
Replico
e
maestro,
se
in
il debbo
volta
questa
gratitudine.
Ma
tempo.
grande
piacere
con
forse
Ma
vivissima
mia
rubovi
e
biografie
suiti
gegione
ra-
d'un
contradire.
discente
dei
questa
per
docilissimamente
come
la
troppo
da
e
volentieri
trascenda
altre
visa
m'av-
solenne
e
altresì
rigore.
gran
vostro
comanda
ciancio
Nelle
opporre
il desiderio
Può
tempi.
non
legge
vero
capo
l'articolo
ordinaria.
in
e
del
cezione.
ec-
porla
e
questi
a
ognuno
fare
severo
il lettore
stancare
perché
possa
bene
corre
e
è
natura
sua
non
tediare
la vita
oggidì
di
soggetto
susseguenti
dover
sembra
mi
papa
le
per
il
grazioso
gentile
compagnia
invito
e
e
sima
dottis-
sedere.
cuore.
108.
Alla
contessa
Masino
Torino.
a
10
Ricevei
a
suo
insieme
fa ricevei
righe
del
tempo
coi
l'altra pur
signor
la
lettera
giornali
cortesissima
Domenico
di
di
Roma,
con
Castorina.
1844.
giugno
lei
gentile
e
fettuosa
af-
giorni
otto
alcune
dentrovi
Ella
e
à
buona
228
di
ragione
trovarmi
io
ma
mi
appena
che
di
di
ella
sgridarmi
dato
avrà
e
lei
amorosa
la
di
fuor
dai
miei
Amo
Il
intendersi
e
qui alato,
scriverò
il
suo
tempo
Ella
al
nome
di
lei
due
ma
un
bisogno
tadi.
parenò
ma
di
lunghi
po'
riale
mate-
d'un
pezzo
ceralacca
con
un
lettere
per
rispettoso
chiusa
potendo
non
che
profonda
stima
dei
esprime
cosa
anime
stile del
il medesimo
Terrò
della
silenzio
bella
goda
per
?
amarsi
per
dà
mi
non
Ella
Dio.
si
e
tato
tormen-
Panni
che
che
scarabocchiata
carta
lettere
cioè
una
stato
mediocremente.
Margherita
le nostre
forse
; anno
e
cugina
è
carteggio
fastidi
che
un
May
molti
mia
ambedue
guardiamo
mesi.
di
la
assai
sercitare
d'e-
materia
sono
sue
nuova
tile
gen-
ammonisce.
e
Lodiamone
sanità.
remora
per
che
in
delle
la propria
provvidenza
lei per
a
di
segno
scusarmi,
che
più
all'italiana,
amore
a
involto
della
ringrazio
me
sopporta
prego
tenor
sufficiente
di
La
e
la
nervi
dal
raccogliere
ora
che
pili del solito
assai
dato
sua.
inciampare,
e
la
e
sprone
role
pa-
grazia
bel
e
cosi
:
sue
ciascuno
seguiamo
soave
avrà
carità
celia, io
Ella,
dell'impigrire
per
e
la
spondere
ri-
a
antico
amorevoli
intero
dirà
pigro
e
malvezzo
tanto
correggermi
e
me
a
mia,
quella
io
ventura,
nel
per
gratitudine,
Signora
pentimento.
dalle
riguadagnata
ò
Bell'atto
ricaduto
son
accorto
sono
io
po' negligente
un
e
signor
Castorina
dargli
prova
a
gli
maggiore
gli professo quanto
quasi parlare
e
entrambi
unire
a
un
medesimo.
mi
perpetuo.
creda
sempre
gratissimo
e
devotissimo
in.
229
109.
*
Castorina.
Al
10
Egregio
molte
Di
«
Epopea
merito
debbo
di
bei
i
volermi
assai
pregiare
V.
a
della
saggi
desideroso
credermi
di
ringraziamenti
gustare
»,
e
signore,
cose
fatto
1844.
giugno
eh'
più
:
vermi
d'a-
grande
sua
sollecito
e
S.
io
non
renderle
a
servigio, potendo.
Mi
duole
che
di
essendo
possibile
Baudry
l'Arnaldo
pentito
e
il
denari
e
Gli
fuori
il
fece
V.
S.
patti
di
è
rimove
di
di
S. s'è
buon
aver
sorta
italiani
dalla
sua
che
che
con
sue
a
n'è
spese
rimasta
massima
di
osa
Il
nuovi.
pubblicare
è
piaciuta
com-
esito, non
nessuna
Vero
quel libraio
V.
cui
versi
scorso
noi
Baudry
rale
gene-
pilie
à
più.
riputazione.
poeti francesi, salvo
è
molto
parla
tristo
far
il testo
impressione
su
poema
di
si
se
farli
possono
che
tre
tradurre
la
duplica
e
la
sua
versione.
e
una
i loro
stampare
fa mandò
anni
di Edward
tuttora
se
Qui-
lamenta.
ne
«Epopea»
Ma
versione
di
quattro
o
vendere
«Napoleone»
negozio
con
tre
chi
a
Il libraio
danaro.
lungo
pubblicare
trovano
non
ventura
gran
sborsar
senza
far
Nicolini.
celebrità,
versi, ed
net
del
ciò
stessi
somma
possa
Fanno
»
ma
di
non
istampare
per
ricusò
ufficio
primo
caricarmi
questi libraj
«
il
la
e
spesa
cosi
cosi
l'
del-
lunga
e
230
difficile
può pagarsi
non
Parigi
a
d'un
meno
duemila
franchi.
Duolmi
sarebbe
ingannarla
ma
sgomenti
negli
dare
poter
non
e
tal
per
Italiani
che
la nostra
a
V.
S.
d'assai.
peggio
abbia
negozio
nei
migliori
speranze,
Ella
lingua, pochissimi
fede
più
sempre
Francesi, pochi
dei
o
niuno
di
alta
a
scrivere
si
non
quali
tendono
in-
la nostra
poesia.
Mi
comandi
creda
mi
e
pieno
sincera
e
stima.
no.
fratello,
Caro
Di
qui
dieci
a
chiedo
vi
e
io dovevo
de
»
copia
salute
mia
articolo
certo
a
tempo.
suo
malferma
applicazione, onde
Ò già riscosso
ve
ne
ringrazio.
pronunziato,
istituzione
L'Antinori
lavori
di
ad
Firenze
siate
per
l'altra
del-
Schelling
la
«
Revue
biografico di
cui
spero
darvi
man-
Aggiugnesi
a
voi
con
e
impresi
per
dal
in
assidua
mio.
quadrimestre
dell'ultimo
educare
6
la
ciò
tutto
d'ogni
e
e
del discorso
plaudente
e
l'
del-
arricchire.
annunziava
ciò
come
per
rilento, malgrado
patrocinati
che
di
libro
popolo spettatore
proficua
prima,
fazione
pre-
in francese
rallegro forte
Mi
del
a
i denari
meteorologici
pensiero
al
la
all'impiccio
intollerante
e
vo
lo far
oltre
ma
scarabocchiare
mano
non
prefazione
lunga
dovuto
Paris
di
scusa
desideravo;
e
ben
pur
giorni porrò
qui all'Arago
l'Italia
tutta
Duca
carteggio
di
con
Toscana.
e
i
ticolarment
par-
Fo
P Antinori.
231
le relazioni
Moltiplicate
modo
molto
Gradirei
mio
già
sono
Non
v'ò
perché
dieci
che
della
Con
anni
ad
le
vent'anni
la
Mille
che
popolo
madre
a
ogni
forse
un
anni
gratias!
che
innanzi
passino
nostra
ranno
sa-
tardo
il moto
ed
tristo
dieci
tutti, Deo
certo
vuole
e
declinazione
annunziano
pur
troppo
pur
pur
la
carissima
ma
speranze,
buono
miei
che
sintomi
e
son
veggono
della
sorti
luglio.
belle
e
cosa
es.:
amici
sicuro
doloroso,
un
per
agli
son
mutate.
difficile
E
tempo.
ciò
d'ogni
il
cagione
a
di
primo
cose
libro
ciavate
m'annun-
assai
medesimo
io
stato
ora
il
del
disagio rispondermi
sia
caro
liete
cuore
sono
un
tutto
scade
scrivere
ò in
ne
Francia;
tutto
è
ciò
sborsato
avete
cortesia
vi
l'avrò
mi
annunciava
io
ogni
in
copie
ne
gran
non
corrente
che
se
e
per
Qualora
potuto
non
profeta
in
come
pagamento
le dodici
mani
vostre
posta
a
da
in
fare.
di
d'un
l' isolamento;
cosa
se
sapere
Budini,
al
prezzo
in
rompete
e
d'Italia.
salute
la
ogni
in
e
sempre
e
carità
per
di
irresistibile
modo
costituirsi
nazione.
Chi
sa,
Giuseppe
la vedremo
noi
contenti?
caro,
e
pure
per
l'ultima
oncia
dimittis
dell'ultimo
di
dei
agli
al
Salvatori.
Cassi
Di
ed
Parigi,
alli
Rue
de
13
che
fiato
di
avessi
amici
comuni,
Addio
io
nei
veggenti
giugno
Clichy,
più che
che
io sento
me
Ricordatemi
sarà
non
barlume
mille
di
dell'alba
troppo
rire
mo-
a
sclamerei
polmoni
il
con
nunc
Giuda.
singolarmente
volte.
1844.
66.
Il vostro
Terenzio.
al
232
111.
Betti
Al
Roma.
a
1844.
Giugno
Ò
letto
dell'
e
riletto
e
della
più
ancor
siasi
tenea
per
e
dignità?
giudicj
un
di
cogli
la
la
scoramento,
degli
burbanza
al
troppo
reco
tra
qualche
Alle
stilla
e
le
vivo
povere
Italia
fiamma
poesie
di
su
villa
sfa-
doppio
la
pura,
vacillare
Vi
luce.
nell'animo
volta
che
fra cui
vivo
e
il
si
sventure,
ogni
di
di
benedetto,
e
sembra
di
vostra
e
di cui
avviso
umiliazioni
sanatrice
profondità
utilità. Siate
entra
gusto
parole
mio
a
stranieri
l'opera
mani
mie
mi
e
sentenze
tanto
con
e
nostra
le
con
quale
d'ogni ragione ?
petti
d'ardore
tristezza
allo
cedere
e
delle
poche
tanta
altri
anni
tuttavia
quando
di
e
di
negli
mentre
in
cresce
riverenza
e
sapere
scrittori
gli
amico,
egregio
infievolirsi
e
di
il volume
bellezza,
quale
proposito
a
poi della
amore
sacro
dirò
più
e
il
subbietto
Che
critico
smisurato
tutto
mio
cosi
gliore
mi-
uso
un
più naturale
un
raccogliete voi
non
meglio
ammirata
io
al mondo
arte
con
monotono.
quanto
e
numero
Quel
di
del
fatto
ornato
e
introdotte
morali
averla
dicendo
e
variato
sé
seconda
parte
saprei lodarcela
non
si sia
dell'erudizione
viva
la
prima.
quando
so
non
e
»
che
efficacia
più
con
Io
Italia
Illustre
«
infinito
gusto
con
in
od
tiplica
mol-
voi
giuro
che
e
per
son
l'orgoglio
mi
dano
ricor-
italiane, io
sempre
ne
mi
derivo
balsamo.
avete
fatto
troppo
buona
233
accoglienza
il
Nondimeno
pubblico.
e
m'à
al vostro
aggradire
degli
compenso
gran
ella
anni
farà
quella che
da
diversa
troppo
e
viva
recato
lazione;
conso-
finissimo
ingegno
perduti
loro
tollerate
delle
e
m'ò
fatiche.
A
simo
Io
poetico.
più
con
dalla
ve
del
oltremodo
tenuto
vi
tesia
cor-
e
difettose
parti più
quanto
proficuis-
bontà
vostra
sarò
ne
misura
gran
le
notare
e
dell'ufficio
mancate
consentito
e
rivedere
stile
mio
mi
non
me
per
di
e
modo
ogni
mostrerete
meno
indulgente.
Se
alcuno
in
a
mio
nome
Polchi
e
vi
non
e
al
di
pregovi
me
di
stancate
lutarlo
sa-
ricordarmi
Odescalchi
Principe
al
al Bianchini.
e
Comandatemi
servigio
di
memoria
Muzzarelli,
Monsignor
Prof.
costi
à
d'ogni
ch'io
cosa
possa
in
vostro
credetemi.
112.
Al
Gioberti
a
Brusselle.
18
Voi
moltiplicare
Il
Massari
della
le prove
m'à
da
risposta che
vostra
Revue
quale
di
Accennasi
de
deux
rispose
all'articolo
Mondes
vivacemente
quel periodico.
bontà
che
parte
fatto
del
che
nella
Perrari
il Gioberti
con
e
di
avermi.
copia
tenere
ticolo
all'ar-
contro
(1).
Giuseppe
puntata
volete
fuori
mandata
avete
insolentissimo
(1)
della
favorirmi
di
occasione
pretermettete
non
1844.
giugno
Ferrari
di
dei
15
una
lettera
scrisse
maggio
alla
nella
1844,
Direzione
al
236
lare
libero
e
gratitudine
minor
continuate
sano,
patria
scaldasse
mi
meno
vi
l'animo
verso
se
amassi
e
la graziosa
benevolenza.
vostra
State
tacerei
schietto;
onorare
a
la nostra,
servire
e
credetemi.
e
Tutto
in
vostro
perpetuo.
llb.
Al
VlANl
Reggio.
a
24
il
Pesavami
fosse
si
il
e
lodi
Delie
dal
affinché
del
figura
dei
dirò
non
i
che
men
nudrito
grandi
seri
vere
di
vi
tanto
di
dei
non
parvi
tutti
discosto
simo
grandis-
usarla
non
e
alla
;
e-
bondanza
dell'ab-
meschina
a
quelle
migliori
di
moderni.
Superare poi
egli
secondo
cosa?
gran
lettura
i secoli
può
da
mai
malgrado
della
e
quella
incoraggiarmi;
poesie ragguagliate
però
anno
prendo
guardate
ma
che
solo
affetto
e
a
prego
amore,
fina latinità
maestri
tami
mostra-
pensare
non
di
tratto
at-
particolare riconoscenza-
facilmente
sommi
m'avete
a
vostre
confortarmi
a
le mie
mediocri
pena
strabocchevoli
fatto
antichi
terz'ordine,
di
1844.
benevolenza
sfavillano
e
vostro
fanno
che
due
mio
basta
vengavi
Le
ma
accetto
non
faceva
ma
lato
sincere
che
porzione
l'altra
dubio,
degno
mi
che
rattiepidita.
dissipato
la dolce
con
addietro
per
silenzio, perché
vostro
si fortemente
giugno
e
continua
contentare
quell'eccellenza?
a
e
voi
dei
uno-
236
Venendo
di
alle
altre
voi
come
pensare
scrivere
la
e
medesimo
ogni
medio
del
muterà,
di
Il
dello
abbiamo
voglia
che
gente
e
alle
ciò
smetto
coltivare
i cavoli
riparare
continuo
siete
Altro
santa,
che
mio
vile
le
gli avanzi
altro
per
io
ai
fesso
con-
di
o
del
damascate
paletot,
dovinare.
in-
so
fracchi
poetica
degli
dite
voi;
allo
di
fatica
tal
in
e
v'à
sia
cui
nuali
ma-
cose
nuta
soste-
ma
è
nobile,
parlare agli
far
importa?
se
a
diligentissimo.
e
concedo,
lode
orto
dire
imbastar-
quello
vocabolarj
che
lingua
resto,
appunto
di
Avrete
che
Del
e
peritissimo
l'intenzione
altri
è
innanzi
qualche
in
vo
scadimento
godo
e
e
che
giuro
infrancesata
e
lattughe.
favella
Viani
poesia,
vi
me
scrivere
allo
della
italianamente.
buoni;
e
domestiche
dal
per
voi, scrivendo
entrato
e
io
lorda,
di
corrente,
di
sia
la
adoperare
modo
non
risuscitati,
ai
mezzo
grazia
redengotte.
Comunque
di
in
io
è serbare
le zimarre
vestire
magnifico cinquecento
di
quei
teranno;
mu-
pur
qual
e
ai
Questo
d'Italia
d'uomini
aria
dici
giu-
seggio
Cicerone.
e
noi
i
un
sopra
degli avi;
tesoro
sperperato
che
fare
possiam
mancano
rassomigliare
bellezza
in
languidisc
s'il-
e
solo
a
le sorti
trovata
moderno.
gustatori ed
i
di
dello
scema
non
Seneca
forma
verrà
meglio che
e
poneano
quando
qual
elocuzione
che
Lucano,
e
speriamo,
ma
più
cominciamo
evo,
eguale Virgilio
italiano
bellezza
perfetti, ma
dell'eleganza,e
monaci
della
dicovi
l'arte
circa
stile
giorno
li scrittori
oramai
dello
foglio
vostro
appunto
per
qualità
Il sentimento
del
parti
fama
da
liani
Ita-
tutti
i
237
Mi
duole
fortuna
all'anima
che
e
sarebbe
peggio
sventure
forza
men
Orfanella
«
Fu
facea
e
voi
a
Lucifero
fatto
d'aver
quell'articolo,piacerebbemi
v'à
ò
o
una
più
mente;
a
per
è mai
due
altre
fra l'altre
dimostrare
ai
difficile.
troppo
gnoli, unendo
i nomi
copia»
letterario
scuola
».
copia
da
là
Scrivo
nella
qui
che
guisa
eh' io
fare
al
sotto
di
dentro
del
non
zoni
Man-
V imitazione
che
giovani
titolato
in-
Napoli
e
sul
inno
un
politano
na-
bizzarro
brutte
non
l'
del-
veruna
assai, perché
poesiole
le
canzonetta
meco
di
chiamo
invo-
sotto
articoletto
un
maestro
venisse
la
nelle
che
noi
giornale
»,
di
parte
Scannabue
«
Se
«
ò
lei
Ma,
mostrare
e
spedirvi
ne
di
moderazione.
combattiamo
e
non
dalla
contro
picchiapetto
posso
dal
stampata
la
d'animo
filosofia
perché
»
giovano
bontà,
d'un
la
Non
insegne.
la
vi
smarrirsi
tuttodì
sue
nulla
o
il sapere,
l'ingegno,
il
poco
tribolatissimo
sentirvi
non
Ca-
nostro
gli
sono
animi.
114.
Al
Cagnoli
a
Reggio.
24
dal
Prima
ò
i vostri
e
ve
Quanto
dall'una
Viani
caratteri.
ne
ebbi
alle
parte
profumate
pensando
saluti
che
dell'amicizia
Godo
ringrazio col
cari
i vostri
giugno
assicurandovi
cuore
lodi
al
che
gran
fate
ai miei
sentimento
1844.
ed
oggi
mi
bate
ser-
del
cambio.
ri-
versi,,
del
giù-
238
dice, dovrei
lieto
tenermene
della
ricordandomi
benigna,
rimango
à
fatto
velo.
appena
un
freschi
più
scalda
di
Giordani
a
di
parrà
che
piace
poesia.
Poi,
chiuso
dico
io
ad
proseguite
i molti
Tra
esca
leggerò
d'
Italia
letterarie
che
il
00,
pagina
a
pagina
cali.
interi
lustro,
e
forse
la
Lamberti
e
e
a
di
linea
00,
chiodo
la
della
le
ballata,
voi
lettere
nostre
di
fatiche.
che
in
ultima
la
sconciano
i due
correggere
00,
la
scordato.
colascione
copia
se
con
amoreggiare
al
ma
cervello,
in
ancora
fregiar
onorate
errori
versi?
appenderò
è
che
novità,
metafisica,
nella
mani
Ro-
quel
ma
Che
f
e
ristampati
;
ne'^suoi
sano
anni
bene
rinomo
affogato
compiacetevi
scrivete
trare
l'en-
e
coronarsi
vedere
Il
trovano
amarmi
belle
più
e
vi
rime,
e
sole
il
notizie
significa
tanto
cetra
al
Consegnerò
segno,
riceverò
son
non
l'uscire
che
paesi.
mi
ne
cinque
A
ne
vostre
nell'esilio
delle
assai
presente
per
PS.
mio
squisitezza
sto
sempre
le
avere
voglio
cetra;
Io
cotesti
può
che
Dio
medesimo.
Leopardi
e
come
Io
le
Italia
fiori
ve
l'amicizia
se
in
pure
scrivete
forza,
io
e
colora.
e
Bingraziovi
mi
amorosa
modo
mandarmi
a
odorati
e
vostra
più
l'altra
dal-
altero;
poco
ogni
ancora
all'animo
e
ad
luce, che
in
sono
gioia
con
;
tardate
Non
vengano
non
de'
ed
un
cortesia
sospeso
assaissimo
tenuto
ed
luogo
linea,
di
in
mia
colta,
rac-
infrascritti
segni,
luogo
:
scrivete
di
celi,
239
115.
D'Ancona
Al
(1).
Firenze
a
24
Non
mi
alle
Mai
mi
non
probabile
par
dolci
giunte
fanno
Sansone
io
ò promesso
a
Similmente
di
Palli
in
seggiola
dodici
cortesia
bontà
e
inaspettata
e
faccenda
delle
pulcino
d'amico
nella
siccome
segno
di
bene
mandar
(1) Op.
se
ne
spiaccia,
di-
vi
fretta
ha
alla
spedite
Genova.
in
sa
fare.
come
so
che
è virtù
diligenza
chi
non
copie
nulla
a
dormano
o
gli
si
gnora
si-
ramente
Ve-
prospera
offre
una
bracciuoli.
a
Niuna
il
quelle
dell'altre,ed
meglio
cara
quel libro, e
la
aspetto,
Non
via.
tere
Let-
«
pigliarne notizia, perché
di
Livorno
le
partite,
tra
ma
leggiere.
pili che
taluno
Italia
in
e
siano
non
caro,
schiare
mi-
copie delle
le venti
qualche magazzino
in
sonni
cora
an-
senza
parranno
mesi
tre
che
o
e
qualche importunità,
forse
passate
sono
perché
e
»
mi
delle
rado
scrivo
se
vorrei, cioè
come
cordiali
parole
confronto
disamore
farlo
posso
non
in
di
accusate
1844.
giugno
«
quanto
Lettere
stoppa,
è
copie
cit
,
pagg.
»,
e
e
di
eh' io mi
ci trovava
veramente
47-49.
un
poteva
libro
della
come
solo
animo
giungere
Tornerebbe
in
cosi
riuscita
scaricato
benevolenza.
quel
è
l'avermi
il vostro,
gentilezza
mi
vostra
Piemonte,
a
tal
assai
perché
240
mi
qualcuno
ivi
li studi
mediocremente
La
che
credevo
Se
del
negativa
Ma
il Duca
Duca
animi
mi
sia
tornato
inquietezza politica
le
ripetano, essendo
ch'egli
la fine del
a
Vi
di
poteste
esatto
ragguaglio.
alli
miei
cavar
mendicare
in
in
col
parte
di
il pane
bocca,
curate
non
Tenetemi
dadio
e
di
la
nanzi
incerto
sia
per
col
cavalier
di
ciò
forza
ripetersi
e
s'io
astretto
verrò
veder
le
a
e
a
donare
abban-
consolerammi
io fatto
ogni sforzo
infelice
nostra
a
darmene
infelicemente
meno
infino
Del
appigliarmi
coscienza
patria
pagare
qui
stampe
vi
non
eziandio
ò cavato
col tonni
quelle ignote
ai
per
quasi
Francesi
dagli Italiani.
presente
dei
e
avere
certo
e
non
Lucca
a
qualche cattedra
una
alla
E
bene, salvo
altro
provveda
ricordarmi
scrittore.
è
m'
italiani,
fedele
rimanermi
come
Ormai
Francia
li studi
Se
sazione
ces-
io
parendomi
intorno
avvenire,
giorni
si
non
fatto,
venire
parlando
se
partito, che
qualche
i sintomi
le stesse.
di
puerile
lume
Bosso
che
aspettare la
autunno,
e
pareva
tempo.
tenutissimo
sarei
lasci
mi
pazzo
distanza
gran
solo
cose*
rivedere
qui veduti
gravi
prossimo
tentativo
a
rità
ve-
lo stato
o
di
sempre
di
dimostrazioni
difficoltà
era
dubioso
sino
pur
intende
poi quel Principe
niun
cagioni
che
a
quale
molto
è
in
delle
la speranza
fa, io porrò giù
d'Italia, perché
che
Italia
in
il cielo
vedo
sino
procrastinare
né
cagionato.
il termine
sapere
e
anno
delle
dolore
tanto
qualche
di
più. che
ora
all'anima,
pesa
m'avrebbe
intende
coltivano
si
speculativi.
uscirne
bisogna
degli
vi
e
ama,
pochi
alla
altri
memoria
amici
dell'egregio
comuni,
e
sempre
Laurive-
e
241
rite
me
per
genitori. Al
i
Del
cav.
caldi
più
affetto
con
particolare gli
Rosso
ottimi
da
rinnovate
ringraziamenti
alla vostra
e
vostri
mia
parte
benevolenza
raccomando
mi
116.
Cagnoli
Al
Reggio.
a
18441
Del
dono
nuovi
versi
che
si
superi
i
più
efficacia
Un'altra
di
e
che
di nozze,
mi
che
più
qualità
è il vedere
Sol
Nelle
pesa
di
mi
feste
cantato
avete
sciogliere
—
poeta
concetti
del
fiorita
eleganza.
molto
nei
Mamiani.
gior
mag-
versi
frivole
casioni
oc-
simiglianti volgarità.
che
Paffetto
nuvolette
torrente
di
vostri
dalle
»
sto
que-
con
splende
dettati
sono
sima
felicis-
Reggiane
Pindemonte,
soddisfa
che
noi
tra
Ricordanze
soavi
e
nell'arte
e
i
dire
so
fini
più
veri
leggere
a
e
ed
molto
molto
i fiori
spesso
spesso
non
il dire
Quasi
16
le
e
dei
vedo
riconoscere
affogato il pensiero
provato
stile
e
posso
sensi
con
e
il vostro
pochi
non
già pubblicati non
«
l'anima
tutta
ò
è stato
dei
varietà
descrivere.
sopra
che
oggi. Non
nella
rediviva
di
ed
rileggere
a
conoscano
del
v'è
e
poche parole perché
con
vi
speciale
gratitudine. Il piacere
di
poesie
vostre
modo
in
ringraziarvi
non
delle
carissimo
ch'alta
vena
preme.
avete
ancora
potendo
243
Non
storia.
sua
abbia
bastato
intendere
so
dar
a
libero
infine,questa disgrazia
dalla
compensata
dà
d'una
di
degna
gentilezza
Io
perduto
le
(Ofr.
lettera
assai
che
mi
rara
della
glio
fo-
nel
pertanto
precedente,
ramente
ve-
e
antichissimo
scriveva
non
ch'Ella
più
asilo
cotesto
romana.
m'è
dimostrazione
bontà
lei
foglio. Ma
mio
smarrimento
suo
d'una
e
di
nome
al
corso
del
nuova
cortesia
il
come
97).
n.
118.
Al
D'Ancona
(1).
Firenze
a
17
Vi
scrissi
il
che
sembra
è che
mandata
Non
perché
non
che
signor
mai
giorno
di
conto
in
di
compiacetevi
coserelle
posta
; il fatto
quale
porvi
al
l'abbonamento
accade
:
vostro
zio
à
giorno. Voi
libri
pagato
fino
di
49-50.
nei
sta
Melchiorri
(1) Op. cit., pagg.
la
dere
cre-
dite
mi
viaggio.
scrivermi
di
cui
vi
mia.
intermesso
per
di
la
fedele
la lettera
1844.
vo'
e
benché
poco
innanzi
darmi
ò rinnovato
giornale
il
ricevuta
dunque
e
Italia
in
andato
mese
mani,
vostre
ora
nell'ultima
pregava
fu
rigo,
un
in
poco
acquietarmi
ancora
e
ò mai
non
avermi
Ad
foglio sia
dappertutto
io
del
il cadere
verso
luglio
a
Commercio
registri
e
fino
a
tutto
settembre
tutto
spedire
«
ad
spiegherete
ambedue
forse
»
di
quel
dicembre
onde
il
non
foglio
l'equivoco
tf
244
ad
modo
ogni
riferire temi
Del
mie
v'à
essersi
non
Lettere
«
libro
al
di
sale
sillogizzare,
né
E
ismaltire
una
catanzia.
Pregate
altro
modo
anche
Altri
loro.
con
di
Dio
non
di
libraio
come
mai.
io
mia
Io
Napoli
l'indugio
Lucca
reputava
prove
ed
e
libraio
è
buono,
che
fra
perché
pili dire
impossibile,
è
si
per
molti
amici
di
e
presente
gradirei
egli è
nome;
fidato
di
rischia
di
copie
solvente;
e
un
mente
Simil-
cortesissimo.
cinquantina
e
vederle
né
stampare
ri-
molto.
non
posso
inutili,
una
Dufrène,
al
ò
mio
me
per
e
ticoli
ar-
spedir più copie
di nuovo,
in
mandare
colà
Di
al Pomba
se
prowedera.
tempo
trovano
sollecito
ne
onesto
occorreva
a
ve
di
adoperare,
ove
e
rino
l'adope-
busca
in
a
po' metafisiche
l'invio
ricco,
Torino
nunciare
an-
obbligo speciale
andare
ò voluto
ad
si
stampe
avrò
col
mer-
libro,
povero
sollecitava
a
»
un
favore.
le
ne
Iddio
rifare
per
il Ricordi
quel
e
né
un
sfortunata
ed
di
non
vi
Lettere
«
faceste
che
mezzi,
adoprerò
le materie
qualche
mia,
mai
quelle
ove
questa
v'è
non
come
posso
tanta
pubblicare
giornali,
Nell'ultima
proprio
non
altro
non
d'industriarci
di
cataloghi
di
per
io
il Vieusseux
loro
anno
perché
se
tore
avven-
il fatto
contro
le orecchie
almeno
parte
nei
Ma
libro, vediamo
il
sopprimere
titolo.
qualche
allettato
non.
spacci qualche
si
non
sempre
viene
chino
e
d'Arcadia.
somaro
pur
che
del
dall'importanza
di cui
mondo,
e
copia delle
una
po' meravigliato, perché
un
trovandosi
esemplare,
da
venduta
ancora
sono
»
pessimo
dolce
preciso quello-
fare.
io debba
che
dirmi
per
cioè
pure
?
quello
che
il rinnovamento
accaduto
e
convien
testé
di
matte
rasse-
io
245
Ciò
gnarsi.
si
affacci
il Duca
e
voi
a
ogni
Mio
tanto
à
al
caro
ed
affetto
e
seco
lamenti
puerili
sono
miserie
mi
e
Addio
mal
intorno
ad
scente
riconove
poco,
che
faceste
un
che
uomo
alle
questi
ma
pubbliche
di
scorso
non
faccenda
ordinaria;
faccia
porre
a
qualunque
in
e
dello
vergogno
di
amico,
più
in
spero
si
traverso.
d'amore
disdetta
una
fine
Ma
e
l'inverno
senza
Rosso.
a
premura
non
che
prima
Del
cav.
egregio
se
sopraggiunge,
non
parta, sarò
ne
andarmi
cosa
può pagarvi
sua
se
e
altro
se
l'istanza
rinnovar
vorrà
•dendo
ostante
non
nostre
penna.
cuore
.
119.
25
Caro
La
la
fratello,
prefazioncella è
l'ultima
ma
posta
tornate
in
a
volere
E
nell'ufficio
voi
dissigillarlo, e
però
in
se
medesimo
che
insistete
avviso
leggano
Dio
che
a
poi
vostro
spedisca
più
che
sa
che
la
per
corrono,
dosi
vedendinario,
dell'or-
grande
tirsi
insospet-
il resto.
s'adoperi quella via,
cotesti
viso.
av-
minuscoli
badate
; pure
tempi
la
dite:
Sansone
caratteri
piego
un
ai
io
un
;
per
mi
con
subito
che
netto
di mandarvela
sospeso
con
finissima
potrebbero,
e
anche
messa
dunque
trascrivere
carta
costi
e
l'intenderete
ve
avere,
farolla
e
tien
Mandatemi
Se
assai
scritta
significavate da prima, perché
come
D'Ancona.
posta,
mi
vostra
farmela
per
1844.
luglio
impiegati,
quelle carte,
se
datene
poco
renderannole
portando
im-
246
voluto,
Avrei
intatte.
poi
dedicare
lo scritterello
intimità
d'amicizia
perché
due
abbandonare
professo
vostre
di
alla
spiacere
che
uso
ma
vi
molto
è cosa,
da
;
a
co
ma
e
figure grammaticali
Amatemi
e
non
inutili
che
possa
pretina
testa
ò
fatto
reticenze
per
non
simili
e
rettoriche!
credetemi
e
modo
pure
scialacquo d'elissi, di
due
in
offriranno
mio,
parer
cancellare,
venuto
desiderare
ogni
a
;
parte,
son
se
ma
titolato
ò in-
e
accennati
dicevate
toscana;
censura
troverebbe
certo
che
confido
Non
saranno.
non
Ivi
m'avete
di
dunque
quale, d'altra
fraintesi
novità
ne
me
al
questi
Cesare
a
riconoscenza.
che
ogni facoltà
si odiano
come
tala
in
vivo
tormene
gettato
Libri,
averli
non
quell'aspetto
non
al
io
ma
gradiva,
pure
Costretto
sonmi
pensieri
i
credo
e
e
ignoto
debita
e
vera
esponendo
da
si combattono.
scritto
voi
a
Arago,
Libri
Pompeo,
lo
so
col
fieramente
e
ad
esservi
può
non
come
sempre
affezionatissimo
Fratello
Terenzio.
PS.
Al
Salvatori
buono
mio
e
molti
saluti
da
sempre
cordiali
ricordato
me
al Cassi
e
grande
con
amore.
120.
Alla
Masino.
contessa
28
Non
dello
scorso
la
ricevetti
appena
fui
mese
trovai
che
a
nulla
sua
vedere
sapeva
agosto
delli
commissione
il Pastori
egli della
1844.
e
con
28
raviglia
ma-
biografia
247
a
ciò
se
perché
sempre
lei
al
voglia
di
scusa
incisione
del
prelato
abbia
e
procurare
si
aspettato
a
proposito
e
non
ritratto.
nulla
dica
Mi
altra
quale
o
servirla
nota
quell'egregio
se
aspettarsi
fare
debba
io
cosa
tal
in
qui
alla
debba
se
o
e
tima
legit-
mia
intorno
dunque
avviso
mutato
la
accettar
fatto
aver
io
chiarirmene
compiaccia
stesso
tempo
per
al
intorno
d'altro
nell'aspettazione medesima,
onde
più tempo
ancora
né
abbiamo
lettere
siamo
a
Grazola
monsignor
tempo
giungevano
dirigo
onde
di
Lungo
attinente.
vedere
mi
né
Pacca
cardinal
del
negozio.
121.
Alla
medesima.
30
Francesco
Pastori
un'affezione
pure
intestinale
buon
à
desiderio
Gazola
Intendo:
la
«
del
francese
contratto
il
suol
dirsi
è
grado
Pacca
la
quattro
anni
fondaco.
Vero
sua
ne
non
è che
à
più
egli
ad
va
a
Il
notizia
e
faccia
di per
Pastori
arbitrio
busca
Eoma
suo
in
e
far
mandare
nulla, perché
in
signor
mon-
vuoisi
se
conviene
d'intraprendere
letto;
il modo.
po' meglio
tutto,
prenda
proposta.
in
l'egregio
e
in italiano
»
editore
quello
rado
di
contemporaneamente
innanzi
ma
alcun
onde
ms.
in
cardinal
con
un
di
non
lei
stampare
ammalato
tempo
servir
sapesse
di
Parigi:
a
più
giace
e
di
quando
trattasi
Vita
il
è
1844.
agosto
né
da
qui
come
sé
non
tre
torchi
di sottoscrizioni
o
né
248
l'edizione
per
ciò,
tutto
ma
dita
e
d'un
messale
noi,
costosissimo,
e
sulla
sta
molto
somiglia
troppo
pur
fra
detto
sia
magnifico
castello
un
a
delle
punta
in
Ispagna.
Se
ogni
spese
onde
farla
dunque,
gli
quell'esimio
dell'onore
parte
alcun
Si
fa
di
compiaccia
di
ringraziarlo
mi
rebbe
importe-
da
assai
volermi
ciò
tutto
mia
adoperare
in
servigio.
suo
Egli potrà
direttamente
scrivere
al
intorno
indirizzo:
questo
di
e
che
che
quello
d'informare
signora,
sue
a
l'estensione
poi pubblicare.
e
prelato
compiere
sapere
riferisca
si
tradurre
egregia
intende
almeno
occorre
cosa,
dell'opera
a
Grazola
monsignor
poi
libro
suo
Bue
ticolare
par-
lettera
sulla
porrà
e
Juillet
29
du
minuto
ogni
Madame
chess
Lescaut.
Infine,
quale
incontro
il
eh'
io
del
cardinal
assai,
pare
:
la
Pacca
sa,
la
clero
lo
è
impossibile
che
non
un
di
mia
libro
sé
tanto
signora,
faccenda
nulla.
a
non
a
cosa
sopra
pubblicare
suoni
il
Parigi
del
è
le
conosce
a
schietto
il
come
e
nota;
spese
dirò
cosi
Parigi
vi
mente
probabil-
ogni
nome
alto
come
celebra
lo
modo
sia
librajo
del
tradurre
il
mi
quale
e
del
pregevole.
è
pessimamente
come
ritratto
un
io
più
giorno
me
assuma
Ella
non
forse
ma
qual
affatto
ogni
conoscere
avere
pubblicato,
qui
meraviglio
dovrebbe
non
scritto
innanzi
potrebbe
spaccio
e
suo
mi
desidera
Monsignore
se
e
indovinello
però
non
in
oso
duta
proce-
tere
promet-
qualunque
cosa.
249
122.
18441
Signore, (?)
La
me
delle
e
fosse
le
che
a
affatto
che
mi
Insegnare
diente
di
i
troppi
scolari:
ad
averne
Io
non
italiana
rimane
ai nostri
accattar
la vita
ad
se
fuori
desiderio
suo
grado
Ma
altro
ogni
al
in
appartata
e
di
autorità
e
giungono
ma
ciò
per
ci è
che
stimo
due
molti
sognosi
bi-
sono
degli
tre
o
anni
ne
se
maniera
saranno
qui
numero
domani
e
spe-
appunto
maggior
niuna
in
solo
quando
quale oggi
adunque
posso
:
il
genere
parecchi aspettare
il
uno,
è in
molto
in
e
ò veduto
desiderio
suo
scrive.
nascosta
certo
e
riporre
manca.
maestri
e
mi
soddisfare
per
conoscenze
lingua
che
che
rivolto
sarebbesi
di
voluto
à
che
più
bisognando
me,
numero
gran
vita
Ella
meno,
che
la
che
cortesissime
parole
noto
fede
della
ringrazio
va.
al
giovare
nel
mio
caso
medesimo.
Mi
amore
rallegro
dei
d'Italia
belli
suoi
e
la
per
prego
indefessamente.
continuarli
a
studi
123.
Alla
marchesa
Torrigiani.
4
Venendo
e
con
gli amici,
l'animo
cotesta
il Libri
a
me
gli
cara
a
par
sono
riabbracciare
quasi
di
d'accosto
Firenze.
settembre
costi
1844.
sua
accompagnarlo,
e
insieme
con
madre
e
certo
lui
visito
ri-
•251
124.
Alessandro
Ad
Pobbio.
settembre
4
Egregio
I
pessimi
signore,
che
tempi
rispondere
non
la
per
avendo
mi
perdonerete
Vi
dal
garba
tissimo
affettuosa
della
io
della
che
che
sperava
famigliarità.
le
poesie
Tengo
molt'anni
in
quel
e
i sentimenti
che
concerto
civili
diffìcile
Sebbene
la
e
l'innocenza
dovrà
adempiere
questo
vostre
e
posta
State
sano
come
a
prove
e
che
la
sembrami
in
sventura
di
si
trionfare.
voto
per
al
credetemi.
siansi
ed
vostre
rermi
pa-
vedute
ed
religione,
da
quale
al
popolo;
la filosofia
bello
e
proficuo
parte.
gran
a
di
cessa
prego
più presto
conforto
troppo
stile
adulazione,
tanto
Io
delle
patria
perseveri
non
lo
è la vostra
nostra
fanno
nuovo
famiglia qui
vostra
alla
vi
dono
maschia
Poesia
qua.
memoria
dell'antica
meco
il
quel
li convenevoli
usar
forbite
spero
di
che
vero
per
senz'ombra
propriamente
e
quanto
voluto
e
della
è
carissimo
belle
più
privata,
ancora
po'
un
avreste
quali dirò,
delle
bisogna
va
nissima
uma-
Sauli.
procuratami
Ben
di
mesi.
tanti
più
e
lettera
vostra
di
vostra
Antonio
occasione
serbate.
mi
lettera
conoscenza
giovane
consigliato
marchese
avuta
il silenzio
ringrazio
alla
posta
d'ora
prima
m'ànno
corrono
consegnatami
Né
1844.
tribolar
dire
e
la
che
presto
Dio
che
voglia
cosi
per
lazioni
conso-
della
terribili.
voi
virtù
tita
sbigot-
252
125.
Egregia
TORRIGIANI.
marchesa
signora
7
A
lei
può
non
madama
di
desiderando
come
compiuto
della
niuno
co
testa
è
signora
;
alla
porta
del
loro
ed
e
nella
lingua
egregie
di
alla
Stia
sana
e
già
mi
suoi
particolare
le
da
di
anni
in
di
creda
animo
e
bontà
e
di
grado
di
qualità.
dama
Ma-
a
letterato
di
quanto
sono
tutte
le
mai
mando
racco-
lei.
suo
glia,
va-
persone
costantemente
Amico
renze
Fi-
patria.
sua
versata
però
della
svernare
Iscozia
Tutte
nostra.
chesa,
mar-
cenza
compia-
una
in
intrinseche
tre
signora
mediatore
entrambe
signorina
letteratura
e
lei
a
figliomaggiore,
gentilezza
e
de'
quantunque
Trolopp
l'estate
suo
mente
meritevoli
e
facendomi
gentilissima
una
di
altissimo
cuore
l'amore
procurare
per
poi
L'accompagnano
poi che
semplicità
e
e
ponendole
usa
passar
modello
un
aggiungo
il
madama
a
amarsi
Trolopp
e
che
e
conoscenza
stimarsi
credo
durevole
e
costi
venga
e
glio
vo-
gloria letteraria
sanno
cari
più
io
Io
patria infelice.
nostra
pari
viva
la
e
nell'amicizia
numerosi
men
pregio
Io
à, la modestia
titoli
tali
Per
garbatezza
tutti
non
che
la
opere
lettera
mia
Trolopp
italiana.
il
la costanza
modi,
che
cortesia
nascosto
affettuoso
ed
madama
fatta
sia
conosca
a
che
assai
le
inglese.
questa
con
1844.
né
nome
scrittrice
presentargliela
pertanto
e
celebre
Trolopp,
il
ignoto
essere
settembre
devotissimo.
268
126.
Caro
Da
parecchi giorni
lettera
gli
e
chiara
del
Libri
fa
Giorni
dalle
data
nella
cui
poesie.
e
vai
e
meglio
di
tenerezza
parente
invecchj
Convien
della
la
;
di
e
di
vecchia
molto
bata
gar-
delle
di
mie
io la
quando
e
serbarmi
in
tal
quale
sguardo
dire
sarà
abbia
e
tutti
Sovvienvi
di
e
prese
quel
povero
la
perché
affogati nella
buona
col
diavolo
C.
furioso
mattina
il bernoccolo
vediamo
agli occhi;
alle
che
e
era
in
nostra
pregiudizi.
prominenza,
gran
veduti
di
molto
benché
perpetuo,
Montani
razza
una
quella
a
fasciata
una
insino
Grhita, se
in
cara
mente
nella
che
li abbiam
più parte
la fede
la
la
legasse
mi
me
a
abbia
e
bacchettoneria
per
e
o
Conomo,
Conomo
per
non
e
religione
resto,
serbarla
copia
rivederla
il medesimo
quasi
maggior
cara
lunga
una
volto
voi
allora.
parve
Direi
cioè
le sorelle
non
sieme
in-
con
consultar
Mengaldo
Cate
la
e
D'Ancona.
non
riceveranno
pensiero quella grazia
mi
al
mezzo
era
di
fittato
pro-
madre
Ancona
fare,
a
cavaliere
suo
ciò
sua
D'
è detto
vostra
per
Bellissima
conobbi
al
dunque
del
mani
parlate,
mi
rivedere
a
n'abbia
una
in minuta
per
quale
se
ebbi
persona
per
colà
va
Scrivetene
spedirvela.
copiata
Ò
Firenze.
consegneralla
quello
sapere
prefazione
via
che
mia
una
la
è in
Egli
amici.
per
fratello,
della
per
del
gente,
la
chiesa
lussuria.
libertà
e
la
sera
e
254
in
bordello?
di
Voltaire?
Vi
per
tediare
non
cosi
son
quegli
persiste
del
qui
che
ò
me,
che
se
la
io
me
stanno
Potrei
pudore
e
di
desiderio
giovine
e
fama
ed
è cessata
divenuta
che
più
vano
ò
oggi
troppo
quello
questi dotti
la
spesso
turai
na-
contro
quando
femmina,
la
il
se
lottava
zero
io
cattedra,
guadagnata,
nello
proprio
ad
come
una
mio
una
sussidj
con
e
giornali. Ma
ben
non
i
avendo
orgoglio dell'animo
io
Atene,
affatto
adulare
e
di
ad
cessare
sperare
d'attorno
d'articoli
busca
in
sempre
Ed
Oltreché
notabilmente,
cagionevole.
poco
primavera
andrò
massime
fo
intanarmi
a
e
ne
per
Parigi,
darmi
tien
veniente
ogni modo.
scemati
tra
già conceduta.
Parigi
»
Lo
cose.
diLucca
lasciar
a
a
mie
rivolgendomi
il Duca
negare,
si vive
assai
andare
né
delle
m'aveva
a
son
qualora sapessi
lotta
che
a
parli
Mattieu
Compero
«
vi
che
G-overno
non
salute
ero
voi
uscirne
già
e
ognuno
il
né
romitaggio,
perché voglio
e
non
intestato
alcun
di
io
la licenza
del
Diego
pensieri. Sapete
sospesa
in
che
dolete
lieti
D.
vero
ogni
ora,
brità
cele-
umana
preda
de'
sal-
bimbanchi.
Atene
Ad
darò
letteratura,
quello
che
Grecia
è
siete
non
siete
di
Là
nieri.
mi
qualche
manca
afflitto
e
umiliato
diavolo
:
insomma
vivere
per
sorella
nostra
di
francese, di filosofia,
di
ed
ora
spaventato
della
boria
questi signori, più assai
potrò
che
di
lezioni
parlare
procaccerò
italiano
d'imparare
e
stento.
senza
colà
dal
se
da
a
La
parte
una
dispotismo,
pure
nep-
alterigia importabile
e
fortunati
i suoni
non
supplirò
e
mi
di
che
quella
parranno
grandi.
lingua
etra-,
255
alli
Quanto
lentissimi
ferma
studi
Pure
di
innanzi
dottrina
che
»
di montare
Non
saranno
tutto
di
e
raccomando
Paria
distrarsi,
Addio
rimedj.
Parigi
di
vostre
il
giunto
rito
pru-
quercie.
che
voglio
mentano
tor-
Il moto,
il
il vitto
scarica,
giovano
strare
pro-
nervose
pure
disprezzate.
scarso,
mia
lasciarvi
non
mente
nuova
la
che
nuove
vi di
la
di
le alte
con
li
tutt'altri
sopra
cuore.
li 10
settembre
de
Clichy,
Rue
le è
gara
son
mutata,
troppo
non
ma
che
più
che
poco
con
Dialoghi
«
le affezioni
perché
meno,
poi
di
migliori
animo
i
a
digiuno
la
andarmene
quel meglio
crescere
a
di
sano,
compiuti
da
troppo
pur
altrimenti
aver
e
vanno
voglio
non
tenete
mi
sentir
io
à trovato
zucca
povera
che
concedendo
mi
non
salute.
più,
miei, dirò
del
1844.
66.
affezionatissimo
Il vostro
Terenzio.
127.
Al
professor
Melloni
Napoli.
a
1844?
Cari
dono
di
fatto
ò
voi
a
e
me
pregiati
parecchie
che
di
piacere
e
di
che
di
balzano
specula
nuova
piene
persone
di
fatica.
loro
confidata
ne
per
siccome
Vicenza
Sento
il
e
opuscoli. Io
è parso
ma
e
caratteri
vostri
degne
riverenza:
perdere tempo
la
due
alcune
quel? ingegno
farvi
i vostri
giunsero
copie
ad
presente
d'amore
mi
non
con
alle
riti
me-
gran
vostre
266
altresì
il
orinai
tocca
cure
di
che
sapere
ad
avviarsi
bene
dei
vostri
esempi
fortuna
la
se
Mai
è
allo
succeduto
Ma
io col
fuori
vivere
s'allarga
non
gli studi
metodi
nel
e
ò
divengono
la
modi
io
ed
cimentato
mi
preparava
ricordarlo
a
Qualora
io
possa
liberamente
spendetemi
che
ò di
pregò
alla
alcuna
in
Libri
mi
caldamente
assai
e
quando
in
una
mille
che
l'altro
ier
di
amicizia.
vostra
capitale
da
sapendo
adoperarmi
cosa
fate
tiplicano,
si molè
e
i
essi
per
laborioso
Il
scrivervi
e
ed
scienza
che
il tirocinio
vasto,
esercitato.
la
gli esempi
comuni,
parte abbreviato, dall'altra
al Volta.
che
ordinati
s'illumina,
critica
il Volta
giardino,
veramente
bene
sono
dinario
straor-
cosi
imparato
fruttifica
non
nome.
ingegno
fanno
non
d'Italia
pubblici
buoni
deserto
darvi
fon-
poter
succedete
voi
e
Napoli,
vostro
inventiva:
Spalanzani
palme
queste
qualche
forza
di
profittando
da
del
degna
costi
[Felice
modo
in
all'Italia
mirabile
e
voi
fisici
di
è mancato
non
sperimentali
insegnamenti.
ajuterà
consola
mi
comincia
giovine
studi
ed
scuola
una
qualche
negli
E
compimento.
suo
del
voi
per
siderio
de-
gran
servirvi.
128.
Al
prof.
Capocci
a
Napoli.
13
la colta
Da
vostra
ebbi
per
con
la
compitissima
e
lunga
ricordo
l'anima.
di
e
signora Farina
affettuosa
nostra
settembre
lettera
amicizia
e
ve
che
ne
1844.
cognata
mi
veste
scri-
ringrazio
257
In
questo
ed
Cassino
Monte
di
perfino
una
Nessun
maggiore
segno
benevolenza
fiducia
e
prudenza
e
persuadervi
Dei
voluto
la pace,
patria
primi
è
il
ingegno
afferrarlo
più
ò
di
voi
di
e
ma
il
mi
dite
tutto
quanto
io
della
che
il
avrei
avete
di
a
l'oblio.
e
ed
con
trarre
dal
il frutto
che
La
promesso.
che
tempo,
innata
la concordia
vita
scienza
e
vi
prego
Pubblicate
mai.
il volume
mondo
la
che
Spero
giungeranno
debito
tenacemente
il
vegga
afflizioni
tenerezza
gran
miserie
sollecitamente
adunque
e
cose
largamente
delle
porto
le
moltissime, perché
state
fiori anno
vero
perdono,
questo
bellissimo
i
la bontà
poche
comune
da
ricevere
manifestamente
il
studi
fossero
che
vostro
delle
zioni
Osserva-
«
Piazzi
è
non
già
trasmigrato.
Comandatemi,
in
spondo
ri-
se
che
prima
consiglio degli amici,
in voi
vostri
morto
iscusato
più dolorose.
e
tutto
sopra
ò conosciuta
»
pitate
ca-
monaco
un
l'aprirmi
quanto
il
propria,
le necessità
ad
ad
per
potevo
più recondite
cuore
la
m'avrete
mal
sono
io mandava
all'occasione
e
mi
gli uffici postali.
schivare
che
che
però
;
tardissimo
del
lettere
parecchie
mezzo
caro
amico,
e
credetemi
tutto
vostro
perpetuo.
129.
Al
Bisazza
Messina.
a
1844!
La
e
troppo
forse
anno
breve
17
—
certa
ancora
impedito
Mamiani.
dimora
di
sua
conoscerlo
che
fece
qui
prudenza
di persona
il
Dal
eccessiva
come
Bono
mi
molto
269
130.
Guaooi
Alla
Napoli
a
18441
Chiarissima
0
aspettata
Signora,
accóncia
alla cortesissima
al
me
Grallotti
mani
sima.
Io
le porgo
vuol
serbare
che
a
lodi
nelle
di
ma
giunge
a
e
severe
badi
e
e
non
il
uomini
gli
e
riceve
dell'animo
Se
vede
lasci
genio
alcuna
avermi
sempre
volta
ed
nel
la
ma
poesia
l'ideale
Ella
costà
ella
ma
i
dei
caste
tita
sor-
tempi,
né
le
e
divina
cosa
dal
ma
vi
non
i sudori
è
si
cipiasi
prin-
l'à
cui
profondo
dell'umanità.
Capecelatro
si
da
che
buono
né
non
massime
le lettere
per
fuori
questo
esule
ancora
valgono
Irene
numero
del
al
le Muse
tacere
troppo
già da
amico.
e
riporre
in
magnanima
Pur
contempla
che
vivo,
bello
viviamo
non
tributate
eleganza,
greca
ingegni,
impulso
ove
del
l'impresa
cui
me
povero
e
fastidire
a
d'Italia.
tra
servitore
ed
di
me
Italia.. Forse
e
nudrite
de* nobili
veglie
in
vuol
fatto
per
la memoria
che
parecchi
a
e
sventuratis-
per
da
lontana
eco
curare
non
da
affatto
pubblicando
vien
So
bellissimi
anni, digiuno
tre
fine
pel pregio
e
per
tardi
ringraziamenti
me
un'
consegnava
lui
interamente
canti
neppure
di
dere
rispon-
per
molto
giustamente
à
non
quei
della
vivi
di
Ella
giunsemi
cagione
poetico.
Ella
mezzo
che
pia che
valore
suo
occasione
lettera che
e
altre
fidata
e
degni
suoi
me
le
comandarmi
devotissimi.
cordi
ri-
260
131.
Gioberti
Al
Brusseelle.
a
ottobre
4
lettera
cosi
scritta.
Ma
m'è
di
quel
valeva
Non
cara
se
mi
pure
sarà
l'eleganza
dello
vostre
maravigliassero
non
simigliante
dizione
attillata
che
una
Queste
cose
di
invece
mia
E
saria
a
scrivere, l'arte greca
che
sembra
mi
Italia,
e
discendenti
almeno
di
pagine.
da
e
latina
il
tutto
da
Teocrito
questo
e
di
piedi
E
volume
perché
amichevoli
lato
e
l'arte
mondo,
troppo
e
nelle
studiate
vi
sbandita
piate
sapintero
memoria
che
ganza.
dell'eledello
antica
oggimai
si
a
quel
rifugiasse
ci dimostrassimo
Virgilio.
e
rando
misu-
e
mette.
un
a
che
bene
del
andare
per
rispetto dell'elocuzione
gran
opere
la vostra
che
di
che
di
innanzi
per
per
delle
cambio
orma
recarvi
e
viva, caldissima
punta
lodi
cosa
più ragione
divario
dettare
nelle
amore
qualche
i lettori
voi
voluto
abbondar
pure
a
dozzina
ò
in
avete
d'encomiarmi
quel
in
ogni
costa
parziali, desidero
critiche,
di
mi
dall'ingegno
assai
con
proprio
men
me
a
la
e
compassando
che
far
franca, spontanea,
cammina
e
se
poi
questo
con
vena
vostro
mai
stile,come
procede
di
tutta
e
del
a
d'una
pregio
quale
consentito
finite
non
il
di lode
inanima
m'
e
Voi
salute.
e
dimostrazione
preziosa
e
dono
povero
d'affetto
piena
ogni
meglio,
dalla
mio
1844.
in
i
261
alle differenze
Quanto
di
punizione
intorno
e
di filosofìa morale,
molto
mai
gravi,
la
il
riuscir
liazione,
conci-
a
guardiamo
cioè
di
bedue
am-
dire
a
altezza
sistemi
cipio
prin-
possono
cui
con
somma
dai
altro
luogo
medesimo,
dalla
affatto
non
daranno
rispetto
entrambi
disparte
in
che
stimo
al diritto
intorno
me
e
qualunque
a
sempre
è
scienza
guardiamo
e
e
il
perchè
voi
tra
la
che
ontologica
Eudemonia.
132.
Santagata
Al
Bologna,
a
11
Gran
d'amicizia
segno
l'uffizio molto
il
Ma
mesi.
bene
gli
d'importunare
or
l'incarico
di
alcuna
vendere
piena
vostre
faccenda
ve
meco
a
copia,
sicurtà.
Se
avrò
e
la
molte
salutano
vi
loro
nella
luogo
di
vostra
il
vostre
e
sità
neces-
allora
lui
vi
di
il prezzò
occasione
degna
e
ed
tutti
Spero
darmi
man-
d'ogni
d'essere
il Massari
vogliono
me
però
comuni
Canuti
da
ed
premure
a
fidata
sia
memoria.
in
pone
riscosso;
amici
grazie
vuol
mi
scrissi
consegnare
quale
povere
libri à pure
dei
alle
degli
e
mi
vi
danaro
Egli,
pregarvene.
caramente
Io
potete per
nuove
bolognese
he
leggerle
riuscito
sia
mie
qualcuno
ove
amici.
il
già molti
sono
girare le
portatore
ricevere
quando
prego,
con
il
ripeto che
vi
di
desiderare
può
e
1844.
rifiutando
non
pregai
far
poter
non
vi
cui
luoghi appunto
nei
stampe
di
noioso
dato
m'avete
ottobre
puta
sa-
si unisce
il
Zanolini
il
serbarsi
che
per
me
262
colà
avrete
pure
nome
entro
sgombra
e
dell'amicizia
State
sano
altra
d'ogni
e
colletta
una
troppo
non
fuorché
merce
del
che
affettuosissima
gusta
an-
vi
mio
porto.
credetemi.
e
133.
D'Ancona
Al
Firenze.
a
1844!
rispondendo
Volevo
teucci
il
e
volte
sono
anno
risposto
di
dove,
sovviene
di
presso
Venendo
fogli
a
un
nulla
non
prendeva
qualche
cose
o
per
ne
d'una
e
errore,
dir
a
o,
dir
alle noie
di
le
perch'egli,
il Mancini
e
al
da
Dufréne.
già fatta
che
avvisa
più esatto,
dunque
non
spedite
napolitana
mi
i
tra
domandare
copie giunte
il Mancini
ricapito
torni.
meglio
di
nulla
ristampa
Convien
mese.
ch'ei
e
la vostra
al Dufréne
scrive
delle
il
veramente
e
giorni;
tra
serbare
do, pregovi
me
impedirla,
potuto
tanto
dice
mi
parlò
vi
a
al Pomba
lettere
mi
scientifico, or
meglio
abbia
quante
nominato
anno
insino
vi
Mat-
lui, sempre
sanno
congresso
Vieusseux
Vieusseux,
Napoli
me
non
lo
ò stimato
che
il
se
copie delle
Chi
i
di
s'aspetta
locanda
alle nostre
seccaggini
nuovo
il
e
e
Ma
vostra.
nuove
v'è
non
assistenti
lettera
e
ch'ei
Londra
membri
mi
chiedere
a
poi quei della
perché
suo
stato
alla
dato
ricapito
del
l'arrivo
annunziarvi
à
egli
tardarla
di
profittare di questo
lasso.
Del
brava
Pomba
persona
vi scrissi
e
con
me
che mi
perché
premeva
cortesissimo
e
amorevole
è molto
più
263
che
molto;
gli esemplari
à
Mio
Nicolò
tutto
qual
Il
della
novembre
si
il dovere
Ma
se
le
cose
solo
al
Rosso
bisognerebbe
di
nuovo
modo;
ogni
dico
se
non
deciso
d'Italia
sorella
insulta
alle
ed
me
e
andare
la
cui
onde
rimango
genza
dili-
certo
a
mai
ora-
Parigi.
aggiustare
contentissimo;
po' sul
risoluto
di
nicchio
un
vivere
a
gli
vostra
di
un
qui
trovo
riscosso
ner
terrò
son
Al
ringrazio.
ò
contare
ch'io
fatto.
sarà
tanta
fatto
ne
corsi
oc-
prolunghi
svernare
venga
poter
vi
e
ò
onorato,
vi
quest'anno
primavera,
per
perché
é
Del
cav.
di
e
approssima
anche
signor
trimestre
si
già
ò
sommamente
premura
che
speditami
franchi
20
solo
pel
che
avverto
di
del
signor Nicolò,
cambialetta
vostro
e
ed
vi
proposito
debitor
solo
pel
dosso
ad-
degli equivoci
riscrivete
se
non
mettervi
all'associazione
rinnovata
e
se
nonnulla.
un
di
ricordandomi
l'ò
e
marzo
in
finirò
quando
quest'anno;
franchi
daremo
Quanto
addietro
di
lettera, ma
per
mano,
Melchiorri,
ultimo
a
in
basto?
in
80
avvisato
amico,
egregio
il
a
l'ò
già
e
in
sicuro,
uscirne
stabile
Grecia
che
incipiente prosperità
non
miserie.
nostre
134.
Matteuooi.
Al
18441
Ier
fui
sera
Secondo
che
non
da
due
altre
come
a
solo
di
di voi
sapere
eravate
per
volte
all'albergo
qualche
tornato
l'Italia. Tal
di
nuova
cosa
e
Londra
di
mi
seppe
Giusero
dis-
ma
m'increbbe
partito
ri-
264
molto
del
mia
Se
i
Regnoli
alla
e
Voi
la
Italia,
di
inchiuderla
in
partita.
sedati
i nervi
rallegrerò
ne
segnarvi.
con-
farmel
sapere
caldo
con
di
e
gran
ve
ne
affetto
al
gentile signora.
sua
vi
e
quale
gloria
si
non
l'ardore
prego,
crescete
può
alla
che
dei
nostra
oggimai
salvo
degli stranieri,
spregio
che
v'ànno
me
la lettera
per
debito
dond'è
Ricordatemi
studi
bellissimi
rimedio
quasi
ismettete,
non
e
aveva
agio potrete
tenutissimo.
sarò
io
sanità
vostro
a
se
e
che
le distrazioni
e
buona
in
cuore
rimandarla
viaggi
rimesso
rivedervi
ò altro
non
e
non
D'Ancona
nostro
Ora
questa
di
pel dispiacere
e
vostri
povera
salvare
dallo
la virtù
della
con
mente.
Addio.
135.
Al
Oggioni
Cavaliere
Milano.
a
A
Debbe
subito
por
mano
non
è
in
che
à volto
Schelling.
fuori
perché qui ogni
la
cosa
e
a
in
sua
si fa
nn
da
messa
con
S.
francese
lingua
giorno
per
molta
tutto
lettera
a
prega
traduzione
sua
1844.
una
avendo
dato
agli
il lavoro
la versione
Finora
da
V.
quella dama
scrittore
uno
pubblicata, ma
vederla
cui
stampare
a
speculativi
dello
giunta
esser
Florenzi
imparato
me
studi
quest'ora
Marchesa
della
da
a
novembre
del
desimo
me-
cese
fran-
all'altro
in
siamo
pos-
vendita,
sollecitudine
e
265
si
alle
manda
la
che
Marchesa
dell'anteriorità
da
Io
traduttori.
S.
V.
subito
da
A
me
non
preme
cancellate
righe
ferma
ò
dato
luogo.
le
di
benché
mai,
conosca
di
severità
avevo
signor
Cavaliere,
pubblicare
cosi
mutato
come
debbo
Le
che
si
cancellato
fatto
di
revisori.
che
ma
dibile
incredella
dunque,
Veda,
bero
lascereb-
censori
emendato
ringraziamenti
trascrivere
conservarlo
maraviglia
italiane;
derò
cre-
ma
segue...
di
dai
io noi
la
dirò
non
per
questa
proprio
signori
ché
per-
non
di
silenzio,
opinione.
passo
particolari
data
è
quel
se
che
e
fatto
revisioni
cotesti
se
io
anno
quali
le armi
fare
differente
lombarda
ed
parlo
ai
Reno;
per
talune
per
quelle poche
gliene
i dubbi
si debba
virtuosissima
opera
dal
là
di
premure
salvare
impugnò
non
tradotto
versione
solo
e
dissipare
Il Fichte
pregio
difficoltà
detta
di
revisori
di
il
aver
le
rebbe
dor-
mi
grato.
cosa
gran
i Francesi
cacciare
che
la
sarò
ne
dai
fede
di
ogni
luce
in
messa
parte
accusarla
rimuovere
a
Assai
perdesse
adunque
spero
mia
mondo.
Morenzi
potesse
riusciranno
veder
pure
si
e
del
parti
quattro
e
m'à
intero
le
il
fortuna
Per
fo
ne
di
Cavaliere,
del
la
cura
paragrafetto
importa
non
parola
cagionato
per
soltanto
vederlo
gran
la
per
ferito
dalla
censura.
M'avvedo,
signor
che
fo della
sua
per
un
di
rivalersi
poco
meco
alla
rarissima
cortesia
di
emenda
in
libera
ogni
e
mi
troppo
e
pregarla
cosa
creda.
che
io
solo
uso
mi
e
abuso
rimane
instantemente
posso;
però
a
mi
mandi
co-
267
volumi
che
non
ragione piena
sé
in
dire
il vostro
fare
solo
daravvi
di
quel
alcune
molte
per
che
mi
parti
analisi
pesa
tante
che
le
e
infeconde
di
e
io
stema
siche
acute
e
vedere
poco
avvolgersi
creatore
che
oggimai
tazioni.
confu-
si sottili
e
non
conosco
forse
vi
vono
mo-
chie-
però
e
mi
non
gravi ragioni
e
franchezza
mia
un
si varie
molte
quali
della
scusa
solo
potentissimo
penso
ciò
e
per
e
tutto
con
degne
Ma
dovi
rimarrà
astrattezze
sembrano
a
d'ognuno
onorata
ingegno
quelle
tempo
metodicamente.
assai
Voglio
quattro. Il
elaborate
bene
condotte
per
presso
memoria
una
à
con
soverchia
ed
inopportuna.
State
sano
e
Dio
prego
gloria d'Italia
anni
per
studi
speculativi.
e
a
serbarvi
lunghissimi
incremento
grande
dellì
137.
Al
Cagnoli
a
Reggio.
13
Tante
gentilezze
vostre
e
del
dicembre
Viani
1844.
meritavano
.
che
io
scuserete
ma
si
ringraziassi almeno
ne
ve
fa
delle
o
fistole
Sopra
di
che
cuore
bene
il
compatirete
tutto
noi
mio
che
il
venduto
d'altri
non
italiani
ghiaccio
Il
o
della
quadro
e
me
pur
ne
mia
malanni
pigrizia
come
vecchi
nabili.
insa-
troppo
innestiamo
assai
coli' ardore
provare
al
oltremodo.
fetto.
dell'af-
buon
(certo bellissimo)
duole
e
freddezza
argomentate
pigrizia
dovea
silenzio
suo
ne
la
più prontamente,
non
Se
celli
Torriè
cora
an-
avessi
268
fa
anni
quattro
Parigi,
a
tutto
il
decimo
donsi
o
poi
un
le
perché
dorata
belle
e
dire)
non
se
qvanti
questa
risposta
vera
Quanto
che
mi
io
me
senza
al
è
che
spesa,
del
sicuro.
ciò,
tutto
il
trettali
al-
e
(si
qui
Torricelli
parigini
terroghi
inavrà
e
il
e
capo
l'occasione
da
Per
ispedirglielo
se
di
quello
premura.
per
viaggiatore
salutatelo
farò
quadro,
diligenza
dare
Con
si
spesso
altra.
non
nessun
carta
musei
il
vuole
con
dove
so
Che
uno.
statue
di
signori
gran
tasticherie
fan-
rate
deside-
e
e
quadrerie,
rimandargli
ordinato
verrà
non
e
le
frivoli
poco
le
e
cercate
costano
viaggiatori
Ven-
moda
ornamenti
vede
ne
cavarne
a
antiche,
son
antichi
degli
di
cose
marmo,
desi
Ven-
intrinseco.
niuno
che
di
pompe
può
da
dirlo
spe-
Parigi
contento
classiche
pitture
vernici
Gallerie
mutano.
le
vogliono
si
A
valore
matto
prezzo
ma
stai
del
magnificenze
simili
:
quando
di
intenzione
sua
distolto.
avrei
più
poco
;
e
lo
ne
subito,
e
la
indovinata
rebbe
cariche-
ne
riferire
mia
parte
effemeride
che
al
ricelli
Tor-
fa-
molto
fettuosamente.
Mai
trova,
voi
come
della
bontà
Addio
Viani
nessun
fate
ne
letta
ò
non
la
giornale
e
l'ingegno
e
utilità
vi
saluto
suo
italiano,
mi
raro
ma
sono
qui
le
si
non
lodi
che
caparra
dell'impresa.
carissimo,
e
sua
pongo
di
cuore.
qui
sotto
due
righe
pel
269
138.
13
Amicissimo
Quel
di
ben
un
due
mi
lodi
Le
giunse
che
poi
per
al
culto
degna
ritrovare
di
dei
poco
un
una
poesia
nazionale
e
plico
re-
liani
gli Ita-
veramente
Dante
erculee
vi
e
voltar
e
ed
sostegni
dissi
Vi
me.
gusto
di
catoria
dedi-
e
di
pronipoti
e
tutto
sopra
vento
poppa.
Il
sentimento
dal
cosa
e
dico
sufficiente
dico
Intanto
luogo
e
le arti
lo
di
splendore
affatto; né
basso.
Ciò
nondimeno
ma
non
a
noi
vigore
farlo
per
presso
declinano
eleganza
risorgerà
finché
sforziamoci
bellezza,
barbaro,
manca
più
noi
se
lito
raggenti-
ancor
in
della
per
avesse
nemmeno
più
che
maggioreggi
sarebbe
che
sopraffatto in ogni
confessare
d'ispirazione
Europa,
in
è
qualora
questo
confessare
non
primo
squisitezza
secondo,
il
latino
convien
e
il
quanto
nobiltà
e
greco
nordico,
sentiamo
in
à
non
di
nella
modo.
il buon
forze
Virgilio bisognano
in
se
dei
tato.
aspet-
non
fa
mi
niun
in
nipoti
Idillio
mio
quanto
cognato
migliori
l'occasione
con
il
caro
letteratura
nostra
che
tanto
accettare
infinitamente
aiuti
ristampare
vostro
posso
non
Povera
di
parentado
assortito
amori
1844.
Viani,
pensiero
vostro
dicembre
è
e
ghezza
lar-
prevalere
di
noi.
in
ormai
l'Italia
di
vien
con-
scriver
ogni
montato
tra-
starà
bene
270
e
rendere
di
è
spenta
fatto
venne
non
in
vita;
li loda
umana
loro
i nomi
ma
Causa
Victrix
di
placuit
diis
secolo
d'argento
risanarla
sed
tenerla
e
la civiltà
e
sforzo
quella
tina
la-
lingua
immortali
sono
ringrazia
e
di
troppo
pur
del
scrittori
cogli
e
La
dell'antichità.
immagine
generoso.
Catoni.
vieta
139.
Al
fratello
vobis
Nuntio
più possibile
avrà
e
inetti
dar
a
che
di
S.
per
anni
tal fatto
giorno
e
delle
che
volta
questa
dentro
il
ò per
mi
anni
neppure
la cosa,
realità
dei
benché
si
tanti
e
cotal
che
facsimile
confesso
e
i riscontri
novità
un
le conseguenze
il gran
italiana.
poco
che
di
lo scritto.
passeggiate
dove
sulla
molti
escogitare
vostre
tra
e
tanti
sono
da
menti
lasciole
par
speculativi, balzani,
di
vera
non
Prussia
sappiamo
si vedranno
generazioni
senza
e
a
E
ci
fatto,noi
del
del
sicuro
quando
sono
di
la
io penso
credere
Solo
gabbi
e
se
l'alba
sepolcro
giungerò
ag-
rare
spe-
quale
che
lenzio
si-
ancor
dobbiamo
vedrà
nel
nel
stesso
igieniche.
desiderio
nostri
il conforto
quasi giorno
voi
consolatissima,
pieno meriggio,
risurrezione
la
cioè
davvero,
vecchiezza
una
vedrà
tedeschi,
Tommaso,
Di
che
diventato
parecchi
Ormai
largo rappresentativo;
veggiamo
io medesimo
Pesaro.
a
magnum.
dubitare
di
cervelli
di
tratti
gaudium
governo
un
Giuseppe
non
della
sime
moltisdiscese
immaginare
271
migliore avvenire,
un
non
qual
però
posso
in
il buon
parte
in
l'avviso
quando
e
mi
aprirete
il
saprò
franco
delle
mi
scriveste
il mio
perché
farne
dà
nel
la
la
sua
prefazione.
che
versione
dello
averla
parere.
dottor
del
Tessere
che
dire
Morenzi
di
è
di
infine
dir
alla
meno
al-
grano
si
non
di materia.
stampata
Schelling
e
gione
ra-
certi
medicina
in
sul
Inchiudo
Prini
A
quei millesimi
se
salute
di
nell'omeopatia,
cosa
precetto parvità
Fate
schietto
vostro
e
converrà
sesto
Seri verni
Milano
male
Mi
scelto.
nuove
fede
porre
è massima
far
non
possono
come
di
Salvatori
uso,
concetto
confermerete.
le
me
spero
medicina
in
di
e
son
come
avete
migliori
minando
ru-
desiderare
il vostro,
che
particolare
tema
d'andar
e
schietto
e
po' meglio
un
rallegro soprammodo
che
morale
non
ma
tovi
mostra-
o
dite
Mi
mio.
scritto
uno
darò
Lo
mio.
soddisfatto
d'avervi
animo
mente
cola
bazze-
una
prefazioncella ;
è la mia
godere
non
fatti per
m'avete
elogi
troppo
pur
né
Iddio
tanto
vorrei.
rendergli grazie quanto
Profumatissimi
adorare
so
in
la mia
con
mio
il
scritto
questa
terina
let-
una
Del
Venturina
signora
a
Vecchio.
di
Compiacetevi
qualche
risposta,
di
mancato
Io
non
quello
nuovo
so
vi
ambidue
nostra
bene
qual
e
e
vi
il Prini
che
e
mi
non
madre,
e
qualche
desiderate
da
prego
riempia
vogliamo
e
onde
recapito
veggasi
creda
una
avergli
quest'ufficio.
auguro
anno
darle
una
una
cosa
già qualche
con
Dio;
e
che
lunga
sola,
segno
leggiero squillo
più ardore,
vi
vita.
giunga
Ma
la
resurrezione
si
comincia
di tromba
ma
col
forse
di
a
derne
ve-
angelica
272
fa
si
(chi il
sentire
L'anno
germanici.
Addio
i Modi
sarà
salutatemi
e
sopratutto
Addio
di
mai
pensava
credetelo.
buono,
cordialmente
il buon
e
fiumi
freddi
?) sui
gli
Cassi
amici
il mio
e
comuni,
Salvatori.
nuovo.
dicembre
22
Parigi,
de
Rue
1844
Clichy,
66.
aff.1110
fratello
Il vostro
Terenzio.
140.
Ricciardi
Al
Parigi.
a
1844
Non
poesia
Vi
posso,
né
che
à
e
vi
converranno
cose
in
a
del
vi
nel
di
affetti
e
mi
meno
fretta ;
perché
purezza
cadrebbero
magnanimi
alla
in
generale
di
nostra
sopra
e
di
pieno
di
voi
cui
stima.
dà
è opera
amate
molto
però
e
dello
sentenza
»,
da
ma
un
eh' io notassi
non
parte
parlerà
si
profondamente
e
lingua
intenzione
arde
esso
forma,
Ma
una
gusto.
Credetemi
che
riconoscere
pia
Epicedio
«
più
quanto
modo
vario
vostro
piacciono.
determinata
meno
del
merito
Vorreste, quanto
che
In
della
bile
no-
pagna.
l'accom-
che
dell'altra
e
lodare
so
far versi.
tutti
all'altro
sentiti.
dell'una
abbastanza
la vostra
consegnata
gentilissima
lettera
ringrazio
mosso
fu
mi
ieri
la
e
giudicherà
capo
di
prima
1
il
le
da
le
farsi
la proprietà
zioni
osserva-
stile
assai
mero
buon
278
141.
Betti
Al
Roma.
a
li 3 del
De
Monsieur
E
Francia.
che
chiamarlo,
non
Anacreonte
e
Ma
nelle
la
più riposta sapienza
modi
tanto
in
rara
; insomma
ringraziato da
E
buona
gli
Mandatemi
di
18
—
per
nondimeno
d'ogni
che
voi
egli
delle
ed
Mamiani.
in
cosi
a
di
scepolo
di-
vero
antiche.
ammirare
di che
aspetto
voglio avervi
e
la
suo,
vanitoso
fatto
avervelo
avete
non
semplicità
e
che
accoglienza
e
dei
mediante
com-
di venir
di
conoscere
grande
d'ogni ufficio
bligo
ob-
chevole
ami-
userete.
qualche
me
è
favole
conoscere
è tale
io
un
poesia splendidissima
secolo
questo
ganza
l'ele-
robusti
e
la Prade
modestia
la
costumi,
e
egregia dell'animo
si è la bontà
dei
persona.
potete
e
grecizzare
già pubblicate. Quello
notizia
severità
voi
cose
di
veste
e
classico
felicità
rara
suo
Il De
Teocrito.
di
scrittori.
spiriti più larghi
Platone
rime
sue
il
specie
una
la venustà
con
ma
;
di
viventi
gusto
latini
e
di
queste
forse
di
del
greci
raccomando
e
poeti
parte
gran
Chenier
avea
e
nuova
dei
addietro
cinquantanni
primi
la purezza,
Andrea
tentava
in
nuovo
inarrivabile
i
presento
avviene
qui
di
dell'ammirare
vi
tra
lui si deve
a
risurrezione
Lo
che
siede
mia
questa
con
la Prade
1845.
ogni
cosa
volta
a
cui
di
son
vostre
nuove
e
letevi
va-
sufficiente. Addio.
275
143
D'Ancona
Al
Firenze.
a
2»
Non
le
scandalizzate
vi
cagioni
sono
che
continua
e
lato
ne
protesto
Non
avendo
ve
di
Lucca
le
risposte
vedere
alla
capo
mi
cosa
d'entrar
di
Io
vi
Della
e
quiete
par
che
per
la
che
do
la
le prove
Che
sua
si
porta
bontà
insigni
affezione
e
che
me
fa il Matteucci
bemi
forte
tanto
belli
di
la
quale
che
studi
ne
? Mi
peggior
la
finestra!
tempo
e
dal
questa
partito
Cesare
cugini
quali
ed
voi
che
fa dolce
si
io
volete
di saper
preme
comincia
tanto
e
racconto
avermi
e
lo stato
di
date.
gì'impedisse
e
nulla
di
a
coi
commemorazione
mure
pre-
tutti
usciti
vostri
Vecchi
nuove
quali domandano
i
per
dei
nuove
le
lo strano
trovano
entrar
Vittorina
gran
salute
Ma
coloro
che
sia
e
negozio
correre
grilli sono
i
e
al
fruttato
lasciar
impaziente.
osano
e
frequente
loro
dura
ottime
Bipa
di
tere»
Let-
grandissimo
che
anno
non
«
cura
sfortuna; dal
intorno
necessità
state
gioventù
taluni
di
Rosso
Del
e
mie
danza
fi-
e
riconoscenza.
altro
scritto
saranno
la
se
intero
caldissima
nuovo
voi
cav.
l'è mia
la
noto
e
spaccio delle
rimane
inferisco
ne
del
di
lo
per
il merito
vostro
silenzio, che
mio
Veggo
corrisponde,
non
1845.
stesse, pigrizia cioè
bontà.
vostra
adoperate
l'esito
se
le
sempre
nella
piena
del
troppo
del
a
o
onorevoli
intristire
almeno
alla
e
dorreb-
rallentasse
patria
nostra.
i
276
Non
so
marchesa
Qualora
dello
vi
La
che
lega
fra
che
vivo
asino
al
di
senno
questo
l'arte
dicono
far
di
di
laccio
Miche-
meglio
«
mi
io
un
tando
adat-
vo
; benché
savio
un
spacciasse
sue
»
lo
chelaccio
Mi-
giambo
che
vera
morto
gran
di
vita
il
nei
Michelaccio,
con
tanto
e
dire
a
davvero
la
sentenze
dottor
un
insegnasse
non
famosa
tanto
pensate
vale
vuol
perché
bellissime
l'altre
quella
pur
E
poltrone.
un
fo
s'io
Cesare
insieme
che
dentro
la fortuna
se
Schelling
prefazione.
modo,
dar
Cesare
un
mia
la
liberamente.
d'un
voglio
di
quel
e
sempre
guardate
mi
con
eroe
va
come
;
dite
sinceramente
appena
sto
e
libro
lunga
mani
che
versione
una
d'un
una
tra
mio
ammalo
libri
fatto
con
venga
salute
mia
capitata
à
Milano
a
scritto
ch'io
sia
Morenzi
pubblicata
me
costi
se
poi egli
scioperato
e
di
non
annoiarsi.
Scrivetemi
de' vostri
presto
parlatemi
e
un
disteso
po'
per
35
del
studi.
144.
Pepoli
Al
Vi
ma
scrivo
dee
la
dar
per
fatta
temperare
vostra
piange
carissima
e
da
un
la
dama
à
la
giusto dolore
è
il
vi
per
pure
un
suo
cagiona.
solo
e
cordoglio vedere
conosciuto
ve
che
con
un
al
prendo
che
insieme
1845.
consolarvi,
che
grandissima
piange
quale
di
parte
gran
voi
poco
Bologna
chiunque
al
Londra.
presunzione
della
segno
perdita
la
con
infortunio
vostro
La
non
a
poco
ne
tutta
voi
e
la
quella
privilegio raro
277
il
e
volto
suo
ed
vista
appena
si facea
modi
i suoi
e
udita
subito
amare
labilmente
incancel-
impressa
rimaneva
e
nell'animo.
Io
Carlino
so.
non
accade
a
la vita
mi
sembra
immortale
io
credo
quasi
lo
un
la loro
partita
la sorella
direte
le
sia
Io
duro
stato
gran
vi
più
cura
sorella
fra
manifeste
le
e
noi
o
che
come
che
risplenderà
il
beatitudini
presenti perché
angustie
desolazione
si allontana
d'un
di
probabilmente
e
lassù
nelle
bene
sui
in
le
ma
desimo
me-
non
compagnato
ac-
tenerissima
di
quella
la
è
patria
tempo,
desidera
giorno
nostri
di veder
del
paure
gione
ra-
vostra
nostra
non
e
Carlino
parlare
della
giorno
che
che
benedetta
avvenire
tra
non
voi
per
e
ora
sciandol
la-
datevi
ricor-
dunque,
gode
tanto
ma
pensare
senso
: e
sola
abbandonato,
e
l'anima
le sorti
a
e
è morta
questo
ma
Facciamo
tacere
ed
volta
affezione
porta
stesso.
nelle
nella
noi
vi
può,
sicure
rimaniamo
da
sé
l'altre
e
gode
almeno
di
pensiamo
e
solo
terra
chi
sé
per
cuore
visse
me
che
le è stato
conforto
da
si
mio, quanto
amava
dietro
ad-
mondo
comportare,
a
vita
sospirare
una
dire
voglio
vi
più sulla
lascia
vi
stringere
e
non
non
dovuto
più
de' buoni
questo
ci
che
fior di
a
pace
sospirato
pur
amarissimo
e
ch'Ella
e
à
rivedere
braccia.
sue
:
la
di
e
per
del
mezzo
e
averlo
non
che
ascetici
carissima
vostra
da
fortunata
potermi
in
scolpito
;
nell'altra
quello
cogli
e
anni
dire
a
infelice
o
laonde
il bene
veramente
senza
vuota
invidiare
tanto
Ma
o
degli
cioè
me,
la fede
poeti
sento
piangendo
poco
a
cresce
Dio;
coi
ripeteva
labbra, oggi
mi
di
piena
e
che
veramente
tale, più
la riconosco
l'andar
con
se
medesimo
quel
voi
mio,
e
e
dubio,
tissimo
che
non
sepolcri.
278
145.
Canuti
Al
Parigi.
a
1845!
Mi
rincresce
non
mi
quest'oggi
alle
di
pregovi
ch'io
voi
il
e
lungo
avete
State
uso
e
il
accidente
un
di
voi
da
venire
il convegno.
e
spero
consigliarlo
a
dei
che
tutto
sopra
voi
Perciò
Falconi
signor
difetto, rimanendo
ma
non
giornali
notizia.
piena
credetemi.
e
sano
secondo
presso
gran
Leopardi,
da
possibilità
quattro
scusarmi
farò
non
tolta
sia
preveduto
che
poco
146.
Caro
fratello,
Dall'acchiuso
foglio
l'ufficio
distintamente
altro
farlo, a
possa
mia
darvi
parte
grande
stima
questo
buon
giusta
e
Io
e
mi
non
securo
dicono
general
che
domando
preghiera
testa
co
vecchio
che
delle
à
del
matrimonio
l'umore
che
tanto
voi
a
e
a
Spiacemi
confido
mi
serbate
del
sofferto
per
chi
per
nella
certo
la
a
più
cause.
poi rallegrarmi
so
ma
intenderete
Basi
vostra.
noja;
nell'amicizia
e
nobile
del
dello
animo
con
prossimo
sposo
della
promesso
affatto
quieto
Sofia,perché
pendere
un
279
po'
bisbetico
nel
e
;
né
i trentanni
bene
speriamone
gì'Italiani
davvero
modestia
e
vostre
s'io
istudio
non
libri
nei
il capo,
e
Le
a
vo
meditare
e
lo
mie
tutti
è veneranda
la bontà
sono
sto
ma
si
mi
ne
e
come
sdegna, gli
modo:
(de'
papa
un
dentro
dar
voglio
se
manco
d'un
sempre
scrivere, subito
e
stomaco
tempo
gran
zonzo,
s'intende)
antichi
tempi
schiare
ri-
senza
meco
carissima
e
da
che
nuove,
desiderio.
ò vivo
ne
padre
qui
tutti
a
lezza,
bel-
Nondimanco
fanno
perché
di
e
vergine,
sati
pas-
figliuola.
della
Datemi
del
canizie
sanità
di martire.
voto
concordemente,
la
di
corona
questo
e
di
fiorente
quella
guadagnare
meglio, già
conveniva
molto
della
contentarsi
di
lei
a
fa
mi
occhi
male
mi
tri-
bulano.
che
mi
di
quei signori
e
è di
Intanto
amico
qui partito
perché
vedere;
a
in
come
altro, mi
Solo
mia
della
un
superba
si
di
vorrei
che
nulla
Parigi,
pare
importabil
filosofia
non
ogni
cosa,
né
il
non
dolore.
giunge
a
la
punto
solitario
d'Italia, perché
in
auguro
Ma
e
e
istruirmi
mi
dispera.
il mio
ed
.
tere
let-
Grecia,
in
andata
mia
si spera
cosa
caccerà
canto
mi
di
ma
di
uomo
scrivermi
tosto
gioventù
d'ogni
grembo
di
lui
garbo
poco
ministro
cenza
li-
dalla
anno
Cefaleno
un
di
capace
assai
con
Metaxà,
all'opportunità
Staremo
fosse
del
cosa
il terzo
Ma
Lucca.
a
scrivono
corre
eremitica
quiete
mancare
ritoltami
poi
da
promessa
intorno
non
già
parente
e
mi
non
e
speranza,
datami
tengo
là
nella
e
potermi
non
pareva
ridarmi
d' Italia
nell'aria
Speravo
Atene.
bene,
cosi
vecchiand
in-
povertà,
me
Vedete
cresce.
rin-
ne
nido
ultimo
morire
se
in
che
suo
la
spogliarmi d'ogni
280
illusione
il
e
più lungo
presto
rispondermi
Al
e
l'ultima
del
dicembre.
30
al
Salvatori,
comuni
amici
Cassi,
vi
mille
sempre
a
di
certo
mandai
vi
data,
sotto
signori Modi
ai
moviate
quiete fatemi
mia
che
porgete
perche
mio
per
ricevuta
credo,
Ò
il vorrei.
nemmanco
.
dell'uso
scritto
aver
che
è
peggio
e
agli
altri
in
sona
per-
saluti
mia.
di
Addio
Di
cuore.
di
l'ultimo
Parigi
de
Rue
di
del
marzo
1845.
66.
Clichy,
fratello
Affezionatissimo
Terenzio.
147.
Navarro.
Al
4
Il
lavorare
voi
di
e
giovane
della
onesto
e
da
procede
non
dove
per
fine di
modo
di
di scriverne
pregarvi
e
a
à
ò promesso
cosa
far
conti
obbedendo
Insomma
ciò
e
ad
è
laborioso
assai
vizi.
italiani
agli operai
non
gli
Regina
denaro
Orleans
Io
vivere.
di
po'
un
1845.
d'aiutarlo
potete.
quanto
e
d'
la
supplicato
Nova
avvisarvi
per
à
spera
alla
tornare
poter
È
Livorno
che
soccorso
un
a
di
Pieri
aprile
con
alcuna
degno
A
per
di
e
molto
qui
a
leggere,
molto
insinuazione
di
ve
lo
sua
tempo
ricompensa
ch'io
la
vertà
posegnato
invere
scrie
scarsa
setta
litica.
po-
raccomandi,
e
281
però
il io volentieri
la
gratitudine pel
mia
fare
di
conceduto
non
vi
di
infinite
addosso
ed
stimi
in
sono
ami
suo
sano
poco
A
prò.
molto
tutti
raccomandati
tant'affetto
che
che
pensate
da
quant'
sarà
piovere
lecitator
i solche
gente
io. E
però,
scegliere nel fascio
di
vi
debbono
voi
noje, ma
con
righe protestandovi
o
queste
potete, compiacetevi
State
due
queste
con
di
e
se
tentarmi.
con-
credetemi
e
148.
D'Ancona
Al
(1).
Firenze
a
Amico
Ero
nuove,
in sul
e
egregio,
mi
data
il ventuno
sentirvi
egli prosiegua
Io
eccezione.
meditativa;
Duca,
né
o
mi
tenuto
cit.
pagg.
v'à
sospeso
50-52.
due
Matteucci
rissima
ca-
suoi
lui
ogni volta
di
Lucca,
dee
e
le migliori
e
bellissimi
ne'
grande
con
duole
mi
che
un
anni
come
studi:
modo.
oltre-
manifestamente
fare
di
macchinatore
ragion sufficiente
dimostrazione
sembra
(1) Op.
ciò
vostra
assai
piacciono
del
caso
quieto
uomo
vedo
mi
creduto
son
oltre
a
dite
mi
fine, il mio
non
della
vostre
marzo.
scrivete
alacrità
che
ma
e
mi
e
ricordatemi
Quello
in
di
bene,
con
scrivendogli,
Ma
son
che
sapendo più
non
rallegrato assai
però
nuove
affetto.
di scrivervi
punto
di
Godo
1845.
aprile
28
vita
mena
grazioso
per
spirazioni,
co-
solitaria
rescritto
del
l'averi
annullarlo; quel-
(e già
sufficientissima
corre
di
il
terzo)
prudenza
288
sostiene
riesce
vero
forma
e
una
dello
un'altra
100
Yieusdi
presente
Del
cav.
al
copie
di farvene
pel
della
risguardo
in
mando
saggio
la
Rosso,
tre,
terza
Matteucci.
pel
Per
ultimo
il
mia
ha
1815
vi
signor Poggi,
1831
di
Del
pubblicare
imparare
della
Addio
Ripa.
dal
istenderla
una
simile
soli
Italiani
di
miserie
storia
siamo
pos-
leggere
e
zioni
umilia-
e
patria.
mai
di
e
di
ricordarmi
allo
gratitudine
genitori
signori
ultime
nuti
Ca-
immaginasse
cuore
a
sona
per-
d'Italia
per
Noi
tenere
le
intralasciate
di
manca
lucro
d'errore.
nostra
e
Storia
«
in
l'avvocato
qualcuno
se
buon
con
minuto
per
gli
tempo
dobbiamo
anche
e
una
resto,
cavatelo
Parigi,
Non
il
ma
»,
salutare
e
dirgli che
e
abbozzata
vorrebbe.
costi
di riverire
prego
veramente
al
come
in
solo
commissione
voi,
per
Ne
stile.
il
pensieri; quindi
proporzionato
e
gli dò
e
seux,
di
novità
gran
zio
vostro, ai
servanza
os-
vostri
l'egregia famiglia
tutta
a
di
pieno
Della
cuore.
149.
Al
signor
Luigi
Rocca
a
Torino.
1
Onor
grande
e
singolare
poveri Idillj come
i miei
nuovo
cortesia
e
e
il vero,
proficuo
benevolenza
rimarrà
m'avete
di
poesia.
avete
sempre
fatto
nominando
imitabile
esempio
E
se
che
d'un
eccesso
per
amplificato
certo
1845.
maggio
da/
e
forse
miei
nere
gedi
sato
falversi
284
è
quali
mancassero
o
fatica, essendo
da
Di
questi
ò voluto
parlarvi
ed
io mi
di
voi.
lodevole
cosi
severi;
e
modato
fatto
s'è
anche
Milanesi
po'
un
Oltre
di ciò
italiane, secondo
le
legge
piange
che
e
e
son
Io
le
cura
lor
con
voi
con
e
coi
in
che
che
sortito
e
;
ignoranza,
e
in
lui
dorme
va
bene
mirabile
delicato
loro
ma
:
diffondendosi
ma
come
difetti
perchè
il
intorpidito
sa
tale
un
è
com'
d'avere
perfino quella
una
di
uso
l' Italia
per
di
presso
sentire
e
e
golarmente
sin-
del
noi
e
di
à
vivissimo
alloppiato
mente
curiosità
ture
scrit-
l'andar
con
popolo
e
manacco
dell'al-
dell'intenzione
e
procederà
pieghevolezza
neppur
colleghi
Da
proseguire.
Toscana
in
assai
di
siete
popolari
tempo
che
an-
le scritture
gloria,
dei
vostri
popolare già pubblicato
ferma
nei
saccenti,
si fa
filiale
amore
am-
e
lode
vien
de' nostri
pregio
desti
mo-
e
disprezza
egli non
vezzo
costumi
sobrio
ne
bra
sem-
molti.
rallegro
mi
del
e
s'attrista
pur
il
mi
Lombardi
al Calvi
più, quindi
maggiore.
quale
pei
nei
raro
può
presentato
il vivere
veramente
e
si
inverso
luogo d'avermi
come
a
essendo
cosa
il
la
con
neppure
e
riconoscenza
l5 ingegno
per
e
quanto
Calvi
pur
perfette
diligenza
debiti
giovine Cottardo
il
se
tutte
prima
per
di
vero
secondo
in
ringrazio
lettera
debito
in
doti
giovine
dei
l'esonerarsi
sento
la
molto
ancor
cammino.
dovere
Altre
con
studioso
primo
Vi
voi
voi
i
la disinvoltura
per
apparissero
dello
mezzo
per
vi
acquistate
verranno
e
paragone.
non
i vostri
comporre
la moralità
alcun
temono
farvi
a
l'affetto,
per
per
non
vi
felice
occasione
nata
un
l'
dal-
cuore
conoscere
285
che
è naturale
coloro
i
istintiva
e
in
ogni
quali riusciranno,
quelle pietre,
Salutate
me
per
ringraziatelo
da
scrittemi
lui
nella
Comandatemi
in
il
delle
cose
che
Brignone
tanto
in
e
diali
cor-
mi
comune
mese.
che
tutto
abilità
con
grande
lettera
dunque
faville.
prime
modo
già fa qualche
mandaste
le
affetto
con
particolar
in
percuotendo
fuori
trarne
a
Beati
uomo.
credetemi.
e
posso
150.
Canuti.
Al
22
Il
giovine Calvi
del
Se
gradite
l'andar
o
Bichelieu
parte
ch'ella
voi
Hotel
Scrivetemi
da
che
carteggio
d'Italia.
scelta
desidera
Addio
di
che
debba
di
parlar
non
interamente
rimanga
per
ch'io
me
la
in
sta
nell'albergo
o
egli
dirgli
tal
tra
noi
signora Duquesne
vi
voi.
prego
nessuno
a
soli
(Hue
da
solo
cosa
larvi
par-
vostra
suo
venga
e
e
le notizie
per
credo,
vederlo
voi
con
tenere
come
d'Orleans)
di
Riverite
ciò,
a
quello
sua
abboccarsi
vorrebbe
1845.
maggio
e
tre.
e
le
sue
gnorine.
si-
cuore.
IBI.
Al
Calvi.
28
Canuti
L'avvocato
e
in
quale
cessevi
ora
meglio
vi
gradite
andar
fa domandare
che
voi
sia
a
da
voi;
maggio
in
e
visitarlo, vi
1845.
qual giorno
quando
pia-
avvisa
che
286
egli
è in
poi
vostro
dubio
aver
ed
Canuti
e
ogni giorno dall'una
casa
ci
io
oggetto,
io
e
da
avvezzi
al
gliate
vo-
segreto. Il
lungo
lui
da
tengo
ne
Non
due.
intorno
nessuno
siamo
alle
pel
tempo
parola
espressa
speciale.
State
sano
credetemi.
e
152.
Gioberti
Al
Brusseìle.
a
30
Caro
So
in
che
Doppj
professo.
il fino
che
spesso
che
s' io
e
soli è
in
farà
mene
mandar-
fra
i vostri
oggimai
poi dove
più
da
parte
dissolato
sommo
in
nei
e
de'
o
ammuffati
i
voi
nostri
dottrina
giovani
i
tempi.
che
alla
e
in
rità
auto-
quali
nei
più provetti
pregiudizi
dovranno
miei
io l'autore.
cinquantanni
eloquenti
nostri
che
quale più
crescerete
supplizi di
e
il
esserne
pare
dai
di
oratoria
ed
della
perché
sperare,
giudicate
splendide
italiana
Italia
liberalismo
dell'arte
mi
titudine
gra-
pensieri ed affetti
pienezza
quasi
doppia
parole significarvi
a
libro
vostro
ai
e
soddisfazione
compiuta
presso
amore
maggior
alla
dettato
bene
la
e
potrei
non
conforme
bado
del
Io
fo
vi
adunque
leggere questo
è tanto
non
facondia
Gran
gusto
il
m' à recato
penna
sono
»
voluto
avete
privilegiarmi
cosi
e
ringraziamenti
vi
le
dono
in
Prolegomeni
«
medesimi.
amici
il
dei
; nondimeno
arbitrio
una
dal
amico,
pochissime copie
vostro
la
onorando
e
1845
maggio
Cosenza
o
sono
tarlati
fa. Le
toccano
rassegnarsi
sieno
gine
pa-
uscite
fra
da
287
Mandovi
due
mio,
amor
e
che
vino
da
tre
e
al
ed
insalatuzze
che
ma
;
i barilozzi
e
odorose
erbucce
anche
salute
quei frati
a
io
posso
quel
sate
pen-
ch'io
bene
grano
per
se
la mia
fa
mi
poco
?
Invece
rallegro
mi
la fatica
che
di
che
quello
somiglio
sacca
mazzo
leggerete
Veggo
severità.
la
la mia
e
poco
che
direte
mi
magrissimi
loro
quattrini
stentare
e
ttezza
certe
con
dà
testa
agio
ricambiare
usano
di
vostro
doni
miei
questi
con
a
ischio
con
scritterelli
miei
logora
e
vi
Riceverete
dalle
presente
garbata
e
lo raccomando
ottime
nuove
comporre
e
vi
non
di
del
mani
fra
e
cuore
e
i
giovine Calvi,
giornalisti
avrete
di
caro
una
noscerlo
co-
praticarlo.
e
State
meditare
voi
stanca.
persona
Ve
perla.
la
di
sentire
del tanto
non
studiosa
di
sano
e
abbiatemi
sempre.
1B3.
Al
Caktù.
di
L'ultimo
Due
di
primo
il
piaceri
gran
secondo
Calvi,
della
di
Mi
ma
buon
rallegro
pur
mi
in
degno
Poco
confido
signor
o
nulla
d'avergli
lato
ogni
per
il
memoria,
questo
persona
e
lettera;
vostra
sempre
giovine
commendatizia.
vostra
mio
sono
di
conoscere
garbatissimo
giovargli,
del
eh' io vi
vedere
la
dati
m'à
1845.
maggio
ò
dato
potuto
segno
volere.
di
impresa
sapervi
della
«
quasi
Storia
a
termine
Universale
della
».
gantesc
gi-
Uscito
288
che
col
riposo
voler
di
cui
e
e
anche
ed
dettato
so
Vi
patria
ringrazio
moderazione
il poco
di muoversi
alle
intorno
fanciulli
forse
ma
nostre
il
voi
che
replico
a' di
liano
ita-
fama,
avete
nostri
che
uso,
io
non
più
recare
Bruno
Con
alle
e
mi
muove
filosofi. Ma
dite
impe-
popolo
un
di
pettegole;
e
vane
veder
le
battagliano
cose,
parere
a
abituale
vivissime:
grandi
quel
a
deplorate
ragione
femminucce
di
alla
e
nostri
fanno
ci
date
avete
natura
per
piccole
dolore
altro
qualunque
vi
dei
intorno
e
pensiero
a
parole.
sono
stizziti
»
di
lodi
tenzonare
italiane
italiana
di storia
più libertà
Giordano
mie
discreto
passioni
delle
sopra
delle
di
riuscirà
che
possa
supplico
comune.
assai
scritterello
mio
e
voi
altri. Io
che
l'animo
e
A
divulgarlo
degli
prego
discorso.
con
d'affetti
nessuno
profitto alla
fatto
per
maggiori
io vi
Compendio
scrivere
ardore
più
«
abbiam
poterlo
certo
aiuti
quel
a
la mente
ristorata
e
distrazioni,
volte
più
con
le
mano
por
per
affatto
sarete
ne
troppo
male
le
cose.
State
sano
e
credetemi.
154.
14
A
I miei
poveri
facendomi
che
simi
il
Caterina
versi
rivedere
cuore
occhi
non
mi
Conomo
m'
anno
i vostri
s'
fece
ingannò
scorgere
a
1845.
Venezia.
fruttato
caratteri.
quando
giugno
ne'
un'anima
un
gran
Ora
vostri
bene,
conosco
bellis*
altrettanto
28"
bella:
viva
dubitato
aver
non
bene
d'ogni
creduto
non
pensieri
e
nei
Per
ordinario
fortuna,d'avermi
di
cuore
cui
della
poco
fatemi
è
degli
onesti
male
che
e
dei
di
consorti
contenta
viva
ò
e
mi
dolcezza
durevole
un
libri,
sui
(se non
manca
contentezza
compagna
quali
i
fermativa
L'af-
dolermi
a
faticare
non
per
desiderio.
di
coraggiosi
la
vostra
conceduto
di
lascia
e
dirlo) quella
fruiscono
e
mi
non
è
fuorché
me,
tollerabilmente
a
che
temperati
a
della
vivete
se
sapere
riempirebbemi
salute
orgoglio
miei
almeno
uomini
Quanto
la passo
me
i
è
mi
riconoscenza.
eterna
vostra
consolazione.
e
e
nei
sempre
persona
io
vero
po-
costante
e
giuro che
cara
a
sapendomi
fermo
e
Vi
vostra
cosa
agli
di
ringrazio
dalla
felice,in quel grado
e
e
maltrattato
dobbiamo
prima
vi
anni
e,
rispettabile famiglia
prigionia
tanti
mio,
sentimenti.
della
sovvenuto
dopo
Ancora
cose.
memoria
questa
dell'animo
povero
e
bontà
serbate
mi
di
mutar
tanto
di
prova
che
affettuosa
e
.dopo
è gran
certo
e
al
resistono
continua
della
buona
coscienza.
In
secondo
che
istanza
con
voi
cosi
stato
puro
che
gran
effigieda
la vostra
che
in
e
Il
dà
mi
spero
gioia mi
e
supplico
avrete
affetto
mio
coraggio
che
non
sarà
di
a
vorrete
dirizzarvi
inspingerla.
re-
contemplare
destinato
sembra
vi
(appena
ritratto.
nobile
e
grazia
mandarmi
il vostro
domanda
tale
Oh
chiedo
vogliate
occasione)
acconcia
per
vi
luogo
dovervi
non
più rivedere!
io
E
più
certo
caro,
Italia
19
—
la
né
mia
il mio
perduta!
Mamiani.
solitudine
esilio
Forse
una
a
voi
avrà
non
più
fa
dolce
un
compagno
memoria
meraviglia
l'
del-
sentirmi
291
dell'esattezza
sempre
che
rida
io
è
e
quel
denari
stesso
il viso.
Ma
cavato
130
quadri
ch'erano
della
di
il ticchio
la
e
di
proposito
il De
mente
non
dimentico
in
casa
e
sua
suoi
quei
di
cerati
del
nostro
perpetua
le
parenti
e
del
Troppi
elogi
più presto
le
giudizio
;
ma
del
godo
assai
0
sostanza.
alemanni,
alla
voci
prima
il sentimento
virtù
una
ci rimane
per
e
del
cosi
nobile
di
che
li credo
ritemprare
quindi incapaci
forza
i
panteisti
dal
e
noi
a
Italiani
sola
dissoluti
libertà
e
radosso,
pa-
modo
oltre-
infiacchisce
animi
di
il loro
facilità
con
incrollabile,
gli
buon
volentieri
affascinati
panteismo
;
del
quelle
con
dovere
ascoltando
spaziare
cogliere
e
animo.
prefazione,
vedervi
e
usatemi
Benaglia,
sangue
severa
ch'io
sapesse
memoria
come
e
il
e
vendogli)
(scri-
in
combattuto
poi perché
salutaste
a
tenermi
a
mia
perché
tornami
gentilezze cordiali
cav.
metafisici
concetti
e
fate
lo
affetto
pregatelo
ancora
Roma,
a
me
di
elegante d'ingegno
e
succo
vorrei
e
abbondanza
punto
nei
vano
la-
è l'aver
afflizione
venduti
quadri
Angelis
con
puro
ambedue
e
da
e
il
appunto
sventuratissimo
postema
voi
prestare
maraviglioso
moneta
lissimo
bel-
mamma.
A
de'
viva
fatto
avvera
l'altra
più bello, anzi
scudi
padre
povero
lava
mano
mi
volete
non
Di
di
vostra, ed
casa
una
voi
riderò.
non
che
quello
casa
economico
trovato
alla
che
proverbio
di
piacervi
per
Di
premura.
all'azienda
intorno
scrivete
e
via
sogna
biche
ed
d'ogni
femminiti
in-
dezza
gran-
umana.
dite
Ben
un
che
sistema
nel
paragrafo
intero
di
XIV
scienza
ò
voluto
nare
accen-
speculativa
ed
è
292
che
quello propriamente
di
dottrina
nuova
fa riuscir
mai
fine.
a
qual forma
alle
titolo
alla
pervenuto
son
mi
del
metà
vostro
Pure
si è il
che
che
concedono
i nervi
Andate
fiori;ogni
sola
cosa
sazia
non
al
Salvatori,
fate
sitivi.
po-
salvando
di
Spiacemi
tuttavia
e
vi
non
ai libri.
del
Pergami
col
mille
coltivate
e
tedio,
recar
la
tura
na-
ci sorride.
al Paoli
Cassi,
».
avessi
se
e
so.
eternamente
e
amichevole
ricordo
ne
tribulano
finisce
umana
un
negli studi
non
villetta
alla
spesso
me
agitando
l'animo
in
Timeo
nuovo
erudizione
che
vi
d'applicar
Il
Ora
tratto
beato
e
viemmi
appunto
conoscere
di dar-
d'avviso.
quale
«
grosse
ed
sapere
uno
mortalità
dell'Im-
ovvero
serva
la
intitolato
dirle
quello
imparare
Al
dal
scampi
vi
Cosmologia
dialogo superbamente
Dio
ciò
e
meno
al-
conosca
incombenza
me
di
mandato
ò
ne
mi
sperare
a
si
Pagano
à da
copie volete
quante
ò pena
loro,
Mario
«
Il Yieusseux
».
vene
dar
loghi
Dia-
«
cagionevole
Intanto, perché
voglio
col
stampe
che
nei
spiego
e
la salute
Ma
»
il dettarli
lungo
sì
giungerne
espongo
o
chi
a
saluti
di
tiene
me
sempre
molto
e
cordiali.
Inchiudo
in
Sulla
nomo.
ella;
Lorenzo
è presso
Venezia
voi
ogni
modo
se
sotto
Ponete
bianco
il
mente
del
di
che
Venezia
il
e
da
nome
e
non
vada
io
farete
mi
lettera
di
Come
San
vere
scri-
temi
Aiuta-
smarrito,
che
avvisata
ridete
a
convengasi
Lorenzo,
lei indicato
non
bella
recapito qual
San
sigillare la
di
margine
farla
però
a
foglio
vi riesce
il
alla
quel Borgoloco
se
Borgoloco
per
fate
e
so
non
ma
risposta
è scritto
sopraccarta
l'à dato
:
la mia
questa
in
queste
le
e
ò
a
sposto
ri-
favore.
giù
nel
minuzie
293
perchè
à
confesso
vi
che
della
il letterino
ringiovinito, rinfrescando
Conomo
mille
rinverdendo
e
mi
care
memorie.
Di
li 14
Parigi
del
giugno
de
Rue
1845
Clichy,
66.
affezionatissimo
Il vostro
fratello
Terenzio.
156.
Al
Cagnoli
Reggio.
a
19
0
di
molti
e
che
bellissima
onde
di
prova
d'amore
tepidezza
L'Ode
sembrami
di
molto
spazio
in
ogni
audacia
più forti
di
Fantoni,
Lungo
scemano
fu
di
ma
discorso
non
certo
Parini.
né
da
Solo
ogni giorno più l'amore
mia
me
enor-
risiede
solo
giustizia,
ché
per-
incuria
né
da
di
voi.
indietro
lascia
alcaico
si trova
non
gran
concittadino;
impeto
fare
e
tuose
affet-
Darete
inverso
vostro
la senti
l'obbediva
dovrei
buona
l'ode
parole
reità
davvero
il Paradisi
del
la
mosso
oraziana
un
le
bitore
de-
son
per
questa
a
riverenza
pensiero quale
versi
io vi
mesi
per
se
di
quasi
non
e
parte
sua
parte
atto
silenzio
il mio
e
perdonare
a
d'altra
farete
più
accompagnarla.
piacque
e
da
mandaste
gentilezza
nell'animo
che
singolari ringraziamenti
mi
vi
pigrizia;
il
dire
a
vergogna
1845.
giugno
e
una
nemmanco
à
poi
certa
nei
qualche volta
lo stile.
a
indicar
e
le
ragioni che
l'estimazione
della
294
moltitudine
è frutto
romanzi
lettori
il
che
ci
vien
Mi
fino
l'edizione
che
ò
ne
d'un
prefazione
mia
Ora
Pagano
in
la
quanto
stampato
di
altri
dottrina
forma,
alla
ò
voluto
alla
è
impossibile
che
Mille
cordiali
può
se
saluti
ad
ed
innanzi
e
a
almeno
credermi
che
nenti
compoe
dettati
Platone.
Della
questa
troppo
al
Mario
«
saggio
un
tollerata;
sia, sentendo
teneri
una
dell'indole
intera,
di
essere
e
è
dialoghi
maniera
ancora
amarmi
»
mandare
vedere
aggiuntavi
intitolato
filosofica
mia
versione
una
moderna.
dialogo
venti
rori
er-
finire
sul
discorro
tedesca
un
e
continuate
dove
dell'immortalità
luce
forma
lunga
filosofia
ovvero
mando
qual
ò
poi
Schelling
»;
di
sconcia
fuori
mandossi
carono
pubbli-
del Diritto
Milano
A
timo
ul-
l'ontologia
Del-
«
si
scorso
e
e
;
dell'esilio.
intitolato
brutta
vergogna.
assai
della
peculiare
o
Poco,
nervi,
guai
Filosofia
sulla
Federico
di
dei
altri
l'anno
e
»
scorso
dialogo
cui
desiderio
del
libro
mio
talmente
vera
dell'anno
pure
in
scrivendo.
grande
agli
un
Lettere
«
riusci
io
dei
quarti
dell'eleganza
rispetto
fiacchezza
Metodo
mie
certe
suoi
coloro
tutti
vada
io
a
ristampò
del
e
ma
che
sopraggiunto
si
coi
mente
quotidiana-
tre
il sentimento
nulla
della
Firenze
A
impepato
e
sto
que-
quale
pascola
prosa
pur
spento.
quasi
malanno
che
la
Francia,
in
e
quello
cagione
a
bello
fu
e
soltanto
particolarmente
del
o
poco
di
poemi
e
chiedete
assai
Dirò
garofanato
d'Italia
è nato
ciò
poesia.
cibo
gusto
non
la
co' suoi
e
di
per
nostro
sempre.
mostra
che
del
lodata
classico.
Viani.
Voi
295
157.
Falconi.
Al
20
Pregiatissimo
lei
Ringrazio
delli
miei
italiano
e
professarmi
di
piace
lei
luogo
italiani, io
governi
della
parte
dirò
acconcia
in
la bontà
quei versi
Al
di
Signor
voler
italiana
Mi
son
sarei
utilità
e
stentati
Luigi
ed
comandi
che
anche
se
dei
mia
per
valgo
e
mi
parte
atti
versi
dei
del
sembrano
mi
religione, perchè
basta
non
assai.
[la di
lei
Idilljnella
suoi
quanto
qualche
ai
concetto
scriverò
giornale
o
assumere
di
del
il
degli
non
slombati
Rocca
far menzione
»
e
fare
Rispetto
discorrere
per
voglion
tanto
ad
pronto
loro
qualora
moderata
apertamente
occasione
poesia
che
compilazione.
sua
Fornaciari
ripeto
critica
una
che
caso
che
stima
si trasformasse
impreso
a
della
del
e
le
Io
scritti.
da
desse
signore,
il Vieusseux
e
1845.
giugno
la
ne
«
cortesia
Gazzetta
ringrazio.
creda.
158.
Al
Vieusseux.
1845!
Mi
à
signor
d'essere
molto
Basevi
amico
gradito
conoscere
giovine gentilissimo
vostro.
di
e
questo
persona
degno
in
tutto
e
296
ringrazio pertanto della
Vi
me
per
fatto
il
scuse
che
siete
non
modo
andare.
il
ridere
da
della
la via
De
Prade
del
solita
dall'amico
mio
vorrei
distribuire
cosi
D'Ancona,
rimanere
delle
altre
È
vi
mie
volumi
cui
a
troppo
pur
a
che
alto
in
nel
»
ramente
libe-
porgerà
conio
teria
ma-
la
e
da
e
gatezza
pur-
del
E
al Ricordi
Venderete
conveniente,
fo dare
quale
le
da
voi, cento
per
il Molini.
parrà
al
del
quella
per
D'Ancona.
cento
:
ma
Molini
libricciolo
mio
e
copie
gnarsi
conse-
cinquanta
l'opuscolo al
fatto
avete
come
cose.
saggio
un
che
qual-
fanciullesco
Renouard
cinquanta
presso
che
prezzo
con
girando
cioè
nuovo
Sansone
avviso
da
uomo
italiana
copie d'un
trecento
corrispondente
al
Ad
lingua.
spedito
per
stile di
suo
tante
po' più
un
fosse
non
e
accadere
è concetto
utile, se
memoria
procurare
debbe
vivere,
Italia
tutta
alcun
Ovvi
farla
si vuol
nel
vita
Gazzetta
«
d'aver
bisognavano
la speranza
La
gnaste
conse-
padre
al Falconi.
d'Italia
il bene
può
recare
la
gli
della
Non
data
spewa
far salire
per
non
à
che
suo
prova
conserva.
di
che
non
che
voi
volta
che
mi
fatiche
assidue
datomi
e
la commendatizia
per
qual
ringrazierò
come
simigliante
benevolenza
lettera
che
mando
lavoro
da
ed
oncia
fuori
molto
tempo
goccia
a
d'un'opera
per
la
e
che
due
in
procede
cagionevole
mia
salute.
Vi
ringrazio
in
stampare
mie
della
margine
opericciuole. Ora
prego
notate:
di
annunziare
«
Poesie
speciale
delle vostre
se
usatami
di
lettere
il titolo
delle
quella lista
non
di
cortesia
T. M.
che
più
per
la
sarà
le
prima
rifatta
stampe
volta
vi
qui
unite.
297
1843
Parigi,
Mario
«
—
»
Pagano
che
copie
vi
di
prego
Lettere
«
—
altre
delle
ardere
del
Diritto
dell'Immortalità
ovvero
rimangono
fare
Flosofia
sulla
tutto
Le
—
coserelle
mie
d'errori
piene
come
».
»
vi
più
e
vendibili.
non
In
ultimo
Giuseppe
vi
me
qualunque
che
Son
asterrei
ne
dalla
Grecia
in
nulla
che
altri
ne
me
Trancia.
in
persona
comuni
il
amici
sarà
di
se
vuole
amicizia,
potrò
non
e
andata
mia
le
lasciar
Capponi,
e
modo
fortuna
Della
ma
noie
un
vostra
scuso.
mia
quante
»
la mia
piuttosto voglio
in
mio
conoscessi
affermare,
posso
al fratei
caricarvi
alla
ricorso
sempre
necessità
Riverite
gli
di
dove
certo
avere
Pagano
vergognoso
per
l'Italia
Grecia
Mario
«
d'alleggerirvene. Ma
io abbia
vinto
del
copie
tante
chiedervi.
per
di far
compiacerete
veder
riin
ossa
il Niccolini
e
credetemi.
e
159.
Al
Marzetti
Pesaro,
a
2
il silenzio
Dopo
ricevere
riferito
grazia
che
parole
d'animo
giornale
amorevoli
ne
ch'io
mi
rimango
effetto
La
fa
molto
di
né
lettera
prova
contento.
so
non
che
vostra
aveva
vostra
quale
né
scritto
nuovi
ticolo
ar-
sato
pen-
piena
avete
Nei
simo
caris-
mi
dalla
poco
ò mai
non
veduto.
nemmanco
e
per
Qualcuno
non
1845.
è stato
mi
anno
lettera.
scaduto
era
benevolenza
e
di
e
qualche
vostra
una
io
di
luglio
di
mutato
versi
299
dizio
del
ritratto
loro
cose
mi
Il
Spagna.
far
secondo
dei
panegirico
importanza.
io
credo
assai
di
paese
studi
Troverete
tanto
la
temo
mi
è che
di
Vi
e
compassione,
buona
e
eh' io
non
tanto
ripeto che
vi
qualora
bisognosi
al loro
e
più
e
e
ibile.
Addio.
con
loro
tale
figliuolipoverissimi
dall'aver
ricorso
amicizia-
vostra
quello che leggerete
figliuoli
ai
concedeva
il governo
d'aver
compiuta
sante.
alzano
che
le
espressione
il mio
sue
confermare
che
perdonatemi
quei fanciulli
il negar
s
di
far
il sussidio
nudi
parole,
i suoi
vera
di
riuscisse
delle
Scusatemi
me
è
cosa
mile
si-
le
vere
affettuosa
e
altra
con
è cosi
astenermi
potuto
ogni
e
indiscreto,
supplicante
padre, potrestevi compiacere
un'opera
a
lei
virtuosa
ò
tanto
sono
per
mandarvela,
a
comparirvi
della
caso
all'indulgente
nuovo
ma
il
vivesse
supplica
infastidito
v'ò
lente
va-
un
non
una
molto
di
quale
il
farne
nore
mi-
gretti.
e
esitato
molto
Gatti,
se
e
dedicato
à
da
questa
0
Ma
nel
quest'ora
vergogno
tempo
Rivas,
infelici
l'Italia
tutto
panno
a
con
seccaggine.
di
v'è
troppo
Regina.
e
poco
degno
che
annessa
S. Maestà
perché
Concludo
il sarebbe
critico, e
in
del
recchie
Pa-
mente
singolar-
tra
come
drammi
il
Schlegel,
sono
ingegnosi
articolo
giovine,
dello
e
nuove
assai
fortune.
loro
libri
ai
giungono
confronti
certi
a
attribuite
care
cer-
significazione e
la
delle
e
di
facilità
e
uso
popoli
carattere
sono
parecchie
la
dei
letterature
nelle
ma
nell'autore
manifestano
e
e
vostro
ne
ò
mani
tenere
di
volto
ufficio
e
bisognof
gran
di
a
voi
sguardo
è affatto
ed
che
impos-
300
161.
1845?
Signore,
La
di
scrittami
vostra
mi
ingiurie
e
Parme.
Non
già
d'un
calunnie
in che
bassa,
un
e
vilissimo
termine
di
voi
vi
leggi
gli
e
Voi
mi
dal
ritrattate
pienamente
imputazioni
suo
a
le
e
in
se
foglio
riconoscete
la sfida
datemi,
cietà
so-
rincontro
questo
non
e
secondo
corso
della
un'anima
voi
ricevere
e
cosi
calunniatore;
un
ventiquattr'ore
il
chiamato
avete
e
ingiurie
legittimi
usi
dei-
cimento
domandano
ipocrita. Io chiamo
un
mentitore
le
falsissime
le
parossismo
delle
caso
basse
e
domandarvi
a
col
perché
ma
dal
costretto
faccia
ch'io
sciocche
uscito
soddisfazione
viviamo.
vile
un
non
dunque
pazzo,
mia
dignità
di
piena
siete
non
sono
compiuta
pronta
la
ieri
che
prova
l'altro. Io
ieri
(?)
avrà
diatamente
imme-
dell'onore.
regole
162.
18451
Al
Non
molto
pregarvi
fra
domani
la
quale
molta
le
visita
viene
le undici
dopo
con
a
tre
che
GlANNONE.
istanza
o
vi
conoscervi
le
a
quattro
farà
di
da
stato
sono
voler
essere
onde
in
e
a
per
in
possiate
il Libri
persona
voi
casa
vere
rice-
quell'ora il
comunicarvi
301
modo
il
Ponor
che
mio
di
avendo
vi
in
favore.
io
perché
e
poi
Se
ciò
prego
nere
rimamene
dar-
compiacetevi
sia
in
un
per
affatto
impossibile
appuntata,
avviso
pronto
silenzio
scrivo
vi
casa
tal
fosse
vi
all'ora
casa
in
di
salvare
a
pubblicato.
trovato
accidente
qualche
nel
spengere
a
essere
caldamente
nuovo
far
e
ad
troppo
general Pepe
dal
e
l'altrui
e
noceva
Non
lui
da
tenuto
tempo
a
non
il Libri.
muovere
163.
Al
Libri.
1845?
Caro
e
onorando
Il Giannonesi
e
Egli
Quanto
coda
d'un
de'
si
abita
mi
perché
dei
e
e
ad
una
all'ora
aspettarvi
gnata.
asse-
25.
del'Ecluse,
BatignolleSyl"xie
dovervi
brutto
del ricevere
onorato
starà
aux
pesa
scusa
grandi
non
domani
di
parole
in
molto
tiene
visita
vostra
amico,
fastidioso
di
accidente.
siccome
si
i vostri
brutta
Non
ringraziamenti
piccioli benefizi
replicati
noja,
questa
recare
di
e
può
entro
dine,
gratitu-
cianciare,
si sentono
ma
esprimono.
164.
1845?
Al
Il
«
manifesto
Gazzetta
aveva
signor Falconi
da
italiana
letti in
questi
a
Parigi.
lei
pubblicato
»
uno
e
ultimi
o
due
giorni
jer
l'altro
articoli
mi
che
provano
nella
io vi
senza
302
dubitazione
la
appunto
Io
che
non
il
io desiderava
che
mancherò
pertanto
alla
all'
abilità
efficacia
ed
di
acque
sarò
Po
mi
Canteretz
e
lunga
Io
Pò
e
per
le
per
fine
d'agosto
molto
a
dar
e
nale
gior-
luce
in
venire
più
il
mezzo
ma
di
segni
singolari ringraziamenti
à fatto
prova
questo
in
più
le debbo
ne
me
in
proseguire
di
poi
che
dono
pel
che
non
vita.
che
Spiacemi
della
prima
perché
prosperare
vegga
la poca
conosca
partir domani
a
dì
promessa
penna.
forza
non
caldissimi
lei
mia
calcata.
mia
io
via
Parigi.
in
voti
di
si
malferma
tornato
fosse
impresa, quantunque
della
quella
in
entra
quale
coadiuvare
la salute
giornale
suo
fin
dal
quasi
speciale
di
suo
rire
compa-
cortesia.
165.
All'avvocato
Mancini
a
Napoli.
24
farà
Vi
della
Pepe
e
cosi
Io
largamente
vi
fatta
vostre
ottime
divenire
il
Voi
dovreste
del
suo
natura
stato
amico
cui
bocca
quelle della
la
e
e
un
a
presto
onorato.
le
saputo
consorte
vostra
che
pare
perpetuo.
po' più
maturare
elettissimo, dacché
poter
ò
gravidanza
sua
abituale
da
lieto
sono
dalla
egregio,
felice
cosi
speciale dell'accoglienza
concederle
ingegno
tanto
e
ostante
suo
agio,
modo
1845.
restano
generale D. Flo-
cordiale
concedutami
nuove
non
l'illustre
amicizia
Valin
Monsieur
buone,
pur
cui
in
ringrazio
a
mia
questa
tener
luglio
dare
il
riposo
e
sciarle
la-
qualche parto
ella
alla
è fornita
di
patria due
303
di
sorte
figliuolanza. Riveritela
bella
ricordatemele
Che
protetto ?
voi
dei
nuovo
Vorrei
la
se
Quando
chiedo
ò tante
pubblicarsi.
il
di
Il Valin
m'à
come
nella
nome
dell'Editore
riferito
all'amicizia
State
sano
buone.
di
Appena
che
sato
svi-
quasi
e
lora
Qua-
fiorentina.
affretterò
mi
il
perché
molto
io
quel libro.
dell'avvocato
nuove
se
è dettata
vostra
stampa
cioè
reimpressione
sconcio
raccomandargli
e
pur
godo saperle
e
cosi
si.
viva,
l'edizione
sopravvegliare
scrivergli
del
loro
della
?
popolare
ancor
amicizia
ricompaia
errori
è
rati,
miglio-
lettere
di far
caso
cortesissima
non
sappia
il
popolo
bile
nota-
metodi
comuni
in mente
davvero
di
scritto
stesso
loja
per
il
progresso
nei
ristamparle
e
giornale
e
rispondere
nostri
avevate
quella
dagli
di
?
istruzione
sentirvi
che
prove
io
qualche
dottrina,
quelle
voglia
venga
a
nostro
di
notizia
ordine
in
della
recherà
mi
l'addizione
e
Avvi
del
e
dotta
Napoli
mio
nome
riconoscente.
nobilissimi
pubbliche scuole, nella
gioia
dire
servitore
fa la
giornalisti ?
nelle
a
che
e
diffondersi
nel
Gran
studi
de' vostri
nuove
da
volta
qualche
in
Scia-
il vediate
temi
ricorda-
sua.
credetemi.
e
166.
Al
Navarro
a
Parigi.
24
Tardi
ma
mio
assai
sappiate
a
questi
vi
che
di
restituisco
le
l'articolo
seccaggini
proprio
a
guisa
anno
di
del
luglio 1845.
sig. Gatti;
piovuto
grandine,
sul
e
capo
la vita
304
solito
mia,
per
nero
accidente
cosi
turbata
è
quel temporale
Se
la
che
non
io mi
corse
Signor
teretz
andare
e
che
s'ànno
differenti
fare
e
è
ecc.
lumacone
un
per
Pirenei
Dijon
a
mercè,
noiuzze
veramente
nei
si, io parto poi
buona
fuori
starò
e
accidente
permanenza
da
viaggio
un
mia
questo
A
vita.
vi
non
Canè
pure
voi
lasciate
mio, fatemene
desiderio
il gran
v'à
parti
montuose
l'ufficio
giovarvi
della
e
di
bagni
un
auguro
al
vincere
svogliato.
quelle
in
i
per
mese,
che
e
domani
buon
un
stragrande
dello
Se
e
Dio
Polo.
Marco
male
le molte
viaggio,
sono
Ma, la
un
fumo.
in
restano
Bordeaux
a
ito
da
è stata
monotona,
e
sconvolta.
e
già
mi
vigilia d'un
qual
quieta
che
cenno
un
ò di
in
cosa
cui
e
rete
conosce-
State
servirvi.
possa
sano.
167.
POERIO.
Al
1845?
Dalle
del
mani
general Pepe
la
riceverete
quella
a
serbarmi
di
a
voi
sima
i voti
che
vostro
e
alle
gran
ed
se
m'abbia
gioia durevole
e
beni
facea
io
per
alcuni
anime
che
amicizia
cara
intera
da
vostro
avverate
e
altri
nóme
vivisi
la speranza
pel
gentili di ogni parte d'Italia,Fra
di
e
{ratei
tanto
suona
partoriti da quell'attopubblico
cordarmi
ri-
Lascio
anni.
gemendo
siderio)
de-
protestate
consolazione
trepidando
il cui
voi
lunghi
recato
vedere
era
quale godo di
colla
presente
fedele
pensare
(come
cetto
ac-
i
giustizia
305
voglio
io
vostra
di
la
annoverare
lavorare
e
si che
sudare
intorno
a
niuno
nella
e
quasi
e
latina
che
di voi
più
(né
affatto
al
forse
filosofico che
la maturezza
conduce
Non
badate
poesia loro
freddi
volgari
delle
fantasia
né
e
il buon
gusto
di
nudrite
quelli
pur
la
sua
G-uido
che
intendendo
convien
dire
ponea
le zucche
i
pozzi più
20
—
delle
e
corrotta
in-
passionate,
e
elette
anime
pei pochi
Dante
istruzione
e
ingegni
la docile
semplici
Mamiani.
ciel
che
sono
dettava
movete
gli
gustati
altri
che
dalla
in
loro
ne
bocca
con
certa
danno.
voglia;
li
somigliavano
plebe
sul battisterio
che
loro
perch'io
prega
e
e
non
il terzo
mi
canti
intesi
lavava
ora
né
a
e
:
donna
sua
bene
il curato
piacere
titudini.
mol-
delle
conveniente
Scrivete
sapere
ne' romanzi
oramai
fine cultura
e
:
tali due
se
erano
si
cui
Cavalcanti
la
che
al
del
e
greca
largo
concepire
vive
non
suoi
siede
pos-
l'eleganza
civiltà
tutta
; cibo
studi.
ottimi
canzone
Voi
e
è
nazioni
la
e
dolci
e
all'indifferenza
quali
nei
e
interdetto
patria nostra
al
e
lissima
nobi-
voi) l'arte preziosa
della
foglietti dei giornali
ne'
nuovi
associare
profondo
sentire
La
non
quanto
di
perduta
seco.
le venga
mente,
frutti. Ricordatevi
alla
restituita
quiete
il sale
acqua
di
fiorentina
San
della
vi
Giovanni
sapienza
miracolosa
e
che
307
da
saperle
lieta
in
come
non
alcuno
che
vedete
grati
di
e
quanto
molto
vivere
patria,
nostra
d'ogni
memoria
altro
male
del
gran
agli ingrati
e
di
mi
riuscirebbe
mi
scemate
senza
continuare.
sempre
dell' affetto
prof. Capocci, parlategli
gradito
cevere
ri-
lettera.
sua
donna
Lucia,
amorevolezza
non
del
le voci
la
badando
vostra, poco
ascoltando
sono
ai
desiderando
e
il
lui
per
solo
della
dolce
voi
fatto
mai
una
e
potete
non
infelicità
con
avete
pentirvene
Voi,
voi
potete affliggervi troppo
continuo
bene
mio
alla
mezzo
avendo
Se
perché
ai
miei
torti
che
animo
vostro
bontà
gran
e
sempre
generose.
Credetemi
amico
vostro.
169.
Falconi
Al
Parigi.
a
11
Canteretz,
Benché
debba
cui
scriva
arrossire
e
dritto
buon
mia
senza
lettera
ben
e
per
qual
era
tenere
la
mia;
e
la penna
fa
in
messa
io
molte
andare
il
quale
più
in
era
in
una
mano,
sa
altre
di
lettera
più
tela,
cau-
sima
privatis-
ancora
se
gioni
ra-
scrivere
senno,
guai davvero
in
avere
per
saputa
ò
Canteretz.
l'uomo
non
pubblica,
mentre
infinitamente
che
studio
più
di
(lasciando
riguardi), che
usa
mandai
di
nessuna
lei
con
mia
senza
le
acque
conosce
pel pubblico
usa
e
cosa
facendosi
dolermi
di
che
le
privato
pentirmi
permissione
partire
Ella
in
nondimeno
la
istampa
sul
non
io
1845.
agosto
dovesse
a
que
chiuntemer
308
di
sempre
o
veder
manda
Ella
è
si
della
suoi
ai
e
promuovere
della
più
a
entrare
ad
qualora
sapessi
membri
attuali
loro
con
decoro
e
queste
cieca,
trattandosi
di
e
di
testimonio
sano
più
la
e
mi
all'
prendere
io
gravi
e
gradito
le
ai
minato
deter-
e
da
norme
impresa
si
impensata
politico
solenni
mediocre
non
certo
proposta
non
giornale
a
delle
detta
infine
Perché
un
Né
esaminato
e
mura
pre-
domi
sollecitan-
molto
principii
i
acquistare
spera
nell'andamento
Stia
insieme
sua
l'incombenza
e
per
presa
dell'im-
della
consiglio.
di
italiani
farmi
d'essere
avessi
d' unici
sorte
servire
vuole
l'onore
frutto.
con
degni
intende
del
altresì
ringrazio
sopravvegliare
per
scrive
regolamenti
l'andamento
del
innanzi
e
La
che
membro
accettare
seguitarsi
»
dell'onore
e
alcuni
vvegliare
sopra
i
avvisarmi
e
da
Gazzetta.
«
che
ogni parola
comunicarmi
comandita
in
costituitosi
consiglio
luce
conoscenti.
compiaciuta
società
esiterei
in
posta
con
possono
e
che
alla
dee
opinioni
e
importanza
italiane.
cose
creda.
170.
Alla
principessa
Belgioioso.
14
E
molto
vero
Leopardi
e
insieme,
io
menzione
che
col Massari
dissi
loro
ier
settembre
l'altro,conversando
venutimi
che
a
visitare
ella
quando
particolare del Comitato
e
per
1845.
io
col
ambedue
mi
sua
facesse
cortesia
309
invitasse
e
le
avrei
prima
per
il
parla
tutto
Leopardi
il
quanto
maggior
bontà
incontro
da
grazioso
le debbo
d'ogni
l'altro
che
quello
Massari.
Gli
mi
sono
stato
due
il
gli
e
gravi
onde
al
quasi
e
Mettere
è
amici
eh' io
d'Italia
miei
tendo
at-
parte
non
nita
fi-
averla
dovrei
fanno
ne
me
cui
a
da
questa
tempo
troppo
quali
laboriose
assai
e
ad
occuparmi
l'opera metafisica
e
proposito.
perché
posso,
parecchi
nervi,
poco
modo
aloun
in
cose
giornale
di
ora
bia
ab-
studi.
di
sarebbono
al
ridurre
a
di
col
e
non
da
pure
debolezza
gran
potrei dunque
non
tempo
un
una
io
quantunque
e
breve
in
Leopardi
col
malattia,
seria
costretto
i miei
Io
che
sanno
tentarmi.
con-
animo
lei
a
strare
mo-
di
il mio
ripetere
discorso
ebbi
alcuna
tribola
anni
nulla
di
né
premurosa
intero
aprire
equivoco
amici
addosso
e
con
venire
esso
obbiezioni,
mie
che
certo
in
poteva
sincera
più
adunque
iscanso
per
alle
lato
questo
si
di
distendesi
quale
foglio. Né
suo
gentilezza
e
intenzione
Io
alla
intorno
e
io
entrarvi,
la difficoltà
indicato
cosa
ad
molto
sollecitasse
mi
m'
giusto
rimprovero.
Badar
perché,
tireimi
divenuto
istretto
stato
che
frutto
resto
è
della
borra
Rimango
di
che
ricusare
è
ciò
tutto
sua
che
ed
e
penna
vi
di
direttore, sen-
condurla
di
possibile
vorrei
nemmanco
»
Comitato
del
obbligo
Ella
a
sa
quel
propria
per
comparisce
gliore
mi-
di
buono
quella degli amici;
il
tollerabile.
non
dolente
un
Gazzetta
«
membro
in
esperienza
è
alla
poco
assai
carico
della
tanto
necessità
onorato
e
in
sempre
cui
sono
avrò
310
riconoscenza
lei
a
di
comuni
amici
agli
e
avermelo
offerto.
le
accettando
che
Spero
nella
mie
benevolenza
sua
Ella
scuse
tenermi
man-
credermi
e
devotissimo
Suo
vorrà
ossequiosissimo.
e
171.
Giuseppe
A
Zirardini.
settembre
18
Non
ò
delle
che
d'istruirmi,
mancato
fare
conveniva
ogni
et
ponts
darvene
nel
già
sono
è
di
conferite
prima
al
che
a
questo
La
avviso.
collegio
preghiera
da
e
Louis
le
lui.
Per
lato
e
passi
disgrazia
solo
mi
Quanto
le
grand,
che
pover'
dei
glio,
me-
d' italiano
abolita.
Martelli
quel
e
cattedra
chiusa
potuto
Boneschi
succedere
per
chaussées
il
aveva
inutile
torna
cosa
di
che
scuole
ò
quanto
1845.
ne
uomo
auoc
alle
poche
fece
mane
ri-
zioni
le-
rimaste
domanda
e
chiudesse
gli
occhi.
ambedue
Condogliamoci
stentare
State
e
sano
priva
me
e
amate
del
della
piacere
il vostro
sorte
di
la
utilmente
amico
quale
voi
servirvi.
devotissimo.
fa
311
172.
Alla
Belgioioso.
principessa
settembre
20
Io
non
quale
so
questo
di
so
nella
Pà
laddove
del
(io non
essi
A
contrario.
molti
gridare
«Gazzetta».
alle
o
e
è che
da
in Italia
Milano,
per
esso
Noi
nome.
strette
far
di
siam
che
procedere
le
sola
dunque
parlavo
bene
e
addossarselo
di
tempo
perché)
tenevansi
fra
coloro
cosa
pur
il
e
corredata
sempre
nell'ultima
quanto
quindi
fatto
giunta
da
un
in
quelle
mia
il
e
à
forse
ci si conviene
bel
terribili
cioè
giornale
per
da
ancora
qualche
che
e
noscere
co-
né
Toscana,
è
la
e
pensiero,
giornale
provincia
quella
notare,
gran
da
sentir
pochissimo
da
in
decorosamente
tutto
il
pettegolezzi,
badano
me
certi
giorno
cheai
grave
che
giornale
(io credo)
principj suoi, né
i
riga
una
bene
ogni
pardi
Leo-
risoluto
me
del
forte
le
essi
(e il
sia
vedere
per
sigliati
scon-
se
direzione
mesi
niun'altrà
da
né
mette
due
che
ma
lo scrivere
della
più
una
però
e
»
beffeggiamenti
qui v'ha
ma
punto
rallentare
a
aggiunge
sto
me
quale (le confesso)
questa
si
censurare
ai
e
so
ciò
Io per
critiche
nulla,
parte
a
Massari,
ho
gli
pensando
vo
espresso)
quasi
entrare
non
io
sul
e
o
avere
possono
non
Italiana
Gazzetta
«
io
desistere
a
paiono raffreddati
me
Leopardi
che
certissimo
sollecitati
e
a
sul
parole
le mie
avuto
ascendente
strano
1845.
lungo
metter
per
viene
con-
tervallo
inda
312
ogni
parte
da
mane
a
studi
gli
ciò;
faccenda
sera.
Corniole
edificio
potevo
la
recar
o
a
il far
imprese
spartita
Il
male
la
la
bel
coraggio
italiano
e
tanto
in
ma
mili
siche
peggio
al risulta-
obbligazione
è
non
tutta
pesa
noi
su
giornale
misere
troppo
e
e
Gazzetta
l'opera
via
ridar
possa
a'
vi
e
di
venir
nostri
santa
e
e
pieno
di
stima
e
di
un
le
Ella
nazionale
e
e
avrà
di
sime,
mas-
alla
compiuta
veramente
attuata
riconoscenza.
la
e
durevole
Italiani.
creda
dare
condotta
pensata
zione
reda-
comparse
migliore
facendo
proficua
della
dimenticanza
sono
di
vita
Ciò
Italiana».
più
che
ufficio
allora
in
porre
scrittore
unico
quotidiana
uniformità
e
tal
per
far
narsi
osti-
aspettazione
ed
converrebbe
scritture
connessione
bella
e
è
crescenti
uno
solo
questo
cui
a
da
ognora
invitare
certa
fatica
la
cominciamento
nuovo
le
lei
in
all'impresa
a
di
e
prendere
poiché
e
devozione
per
lei
mestieri
risoluzione,
fama
con
fa
che
consiglierei
fra
qui
del
Mi
pera
dell'o-
che
sa
bada
briccioli
per
avviato
metà
molto
pubblico
combattere
a
bella
spartire
che
è
morale
e
tanta
e
la
io
di
venire
poca
ella
né
eseguir
ben
alla
Ed
cosa
il
vigorosa
e
difficoltà,
«
mezza
di
e
supplire
posso.
è cresciuto
finale
di
;
e
nobilmente
a
pietra
non
salute
la
individuo.
d'ogni
si
fondamento
frazioni
per
né
occuparsi
concedono
buon
complessivo
mento
mi
conciossiacchó
l'astenersi,
una
mia
sola
questa
scriveva,
non
di
meno
poco
in
e
attuali
miei
un
a
altra
da
noi
313
173.
D'Ancona
Al
(1).
Firenze
a
ottobre
2
Caro
Ò
dovrebbero
alla
in
Nella
rimango
e
che
d'affetto
a
in
ogni
mio
sulle
certe
le ultime
cit.
pag.
Ditemi
i
52.
e
pete
sa-
mesi,
e
e
del
avuto
fargli
di
pregovi
Vienna,
con
à
promessa
penetrato
ma
alle
fa
mi
sue
mure,
pre-
la mia
e
diplomatiche
che
dL
ingiuria.
o
meglio
mi
gano
spie-
nò.
del
e
e
due
sua
tempi
martella
mene
Matteucci,
a
fategli rallegramenti
chiare
se
la
risponda
non
vostre
Ben
Eosso
cerimonia,
pecuniarj
torpedini.
(1) Op.
voi,
a
per
mi
cosa
nuove
per
risposto
malora,
in
quasi
Del
cav.
ed
raccomandatemi
nome
io
d'Italia.
un
al Duca
troppo l'ostinazione
sempre
ita
accagionare
negoziati
Scrivetemi
fosse
nella
dite
silenzio.
mio
l'esito
Se
Ò poi imparato
certi
aver
posta
il
lui
parlo
non
che
non
Parigi
raccomandare
sincero.
che
di
che
debbonsene
sdetta,
della
del
ragione
gratissimo
sentire
mia
fuor
sollecitudine
ricordare
di
contesser
tre
non
penultima.
sospetto
dà
vi
e
quello
con
alcuna
stato
sono
questo
vostre,
Perugia,
e
che
vivo
che
di
ultima
vorrei
sempre
e
dal
recatami
Non
due
riscontrare
per
vostra
amico,
egregio
occhi
gli
sotto
lettera
ed
1845.
debbo
e
ingegnose
credere
cui
in
esperienze
nulla
o
poco
315
Se
dopo
del
mediocrità
versi
riscuotere
potuto
che
libelli
fata
e
nel
colga
tu
gli sfortunati
vendere
e
Quando
cose
animo
il tuo
che
ed
miseria
e
Mille
a'
studi
delli
e
mai
siasi
colla
rispetto
difficilmente
e
parlami
tempo
umiliazione
solo
habent
come
i
sua
poveri
muovere
more
ru-
mercanzia.
sua
moglie
tua
bero
avreb-
plauso, può darsi
di
trombare
sa
forse
e
nerale
ge-
i miei
moderno
prova
visita
non
ti avanzerà
di
e
chi
e
alla
mezzo
gli ultimi
questo
e
in
po' più
la fama
che
e
fra
un
vero
che
italiano
poetare
affatto
istanno
non
dire
vuoi
tu
questo
alla
saluti
ossequiosi
possiamo
mente
e
cutere
in-
orgogliosi.
signora
tua
gegno
l'in-
rimane
fortunati
ospiti
nella
che
ci
tue
credo
non
Pensa
solo
della
dignità
delle
poco
quali
dai
separato.
nostra
nostri
un
e
credimi
sempre.
175.
Libri.
Al
22
L'uomo
che
buono
un
chi
si
fedele
e
presenterà
servitore
Vedete
anni.
avrei
ne
vi
gran
e
fosse
se
ò
è
1845.
biglietto è
da
cognizione
il
mai
perché
piacere
questo
con
ne
ottobre
vostro
Io
caso.
buona
una
reo
pa-
natura
d'uomo.
La
la
bella
raccolta
Ella
mi
in
a
fare.
prussiana
delle
scrive
poesie
si raccomanda
vostra
mi
memoria.
in
che
popolari
visceribus
0
che
a
giorni riceverò
italiane;
perché
mestieracci
intanto
io
la
mi
tocca
metta
ri-
316
Qualche
giornale parla
di
testé
quei poveriro magnoli
Non
credo
ogni
vera
aiutarli
e
in
di
tutto
Credetemi
maltrattamenti
ma
cosa,
la loro
mitigare
usati
sbarcati
a
in
modo
ogni
Marsiglia.
farete
sorte
verso
in-
se
tete
pogna
de-
opera
voi.
di
cuore
in
vostro
perpetuo.
176.
Calvi
Al
Milano.
a
18451
Voi
sapete
alle
la vostra
quanto
mani
il
poi quell'occasione
di
giunse
bene
parso
di
Vi
parola.
usata
a
voleste
scrivervi
rinnovare
ringrazio
soddisfare
a
prendere
l'espressione dell'obbligo
del
al volume
arrivare
di vedere
Il
se
;
la
né
che
m'à
della
e
lità
puntuadi cui
di
vi
prego
«Rivista
bertà
li-
più
incumbenze
Europea»
dono
gli professo pel
avrebbe
istruirlo
caro
delle
politecnico
spiace
censura
vi
che
né
un
poco
mai
Pò
duto
ve-
la curiosità
l'articolo
possedendone
non
mio
e
alcuna
manoscritta.
ringrazia
dei
saluti
approfittaste d'ogni
nostre
non
si per
maltrattasse
memoria
stampata
Canuti
del
mi
e
averne
per
copia
cosi
avere
carico
della
Perduta
periodico.
suo
Quanto
si
tre
o
bagni
privata,
l'animo
con
le due
direttore
cotesto
ed
nirmi
ve-
a
io a'
Uosa.
via
per
un'altra
gentilezza
per
Gabriele
signor
aspettarne
à tardato
dell'essere
cagione
per
qui
quando
lettera
faccende.
mandatigli
occasione
e
per
317
trascorsa
più fasi.
per
ed
pregio
articoli
nei
speranze
principi
e
costi
viene
diversa
ancora
di
d'ogni
che
molto
sano
e
Fa
la
al
altri
mi
parola
vostra
meco
State
piega
offerte
Delle
cipessa
prin-
vi scrive
agli ultimi
di
tollera
si
principessa
che
quel
di
se
se
forme
ri-
tiero
sen-
presente
parte
ne
l'assenza
giornale,
ponea
pacifiche. La
e
fuori
messa
di
casi
predicava
e
legali
vie
per
già
simo
nullis-
della
tuttora
e
è
di
e
mano
italiani
probabile
par
parecchi
vivere
attuali
Intanto
mi
e
in
venne
Toscana
in
nemmanco
lettura.
inetta
innanzi
ma
Rimini
di
sollevazione
fu
scriveva
vi
chiedete
mi
principj moderatissimi,
rigenerazione
e
sua
;
annunziava
Romagna
la
che
fondo
di
cui
Prima
utilità; poi
Belgioioso
gli
di
Italiana»
«Gazzetta
La
darà
sua
fiato
avrà
pure
e
mesi.
fate
dell'amorevolezza
e
gratissimo
sono
liberamente
in
e
ogni
grande
prego
che
cosa
lervi
riva-
a
posso.
credetemi.
177.
Al
Niccolini
Firenze.
a
novembre
5
Come
io
perciò
mutano,
e
a
della
qualità
di
il conte
vostra
lui
gli
uomini
ancora
pari
fiducia
molti
Enrico
cortese
a
rispetto
anni
e
Martini
di
che
singolarissima
già
sono
presentarvi
le
prendo
io
benevolenza
Firenze
degno
che
certo
son
ne
vostri
non
quella
mi
tilezza
gen-
mostraste
approfitto
amicissimo
accoglienza.
dell'
1845.
ingegno
Oso
e
per
mio
dire
e
che
dell'animo
318
da
tali
sono
non
ufficio
semplice
d'introduttore
conoscerà
subito
belle
da
cose
Quanto
che
voi
userete
al
pari
e
da
e
rendere
potergli
del
vostra
grandi
e
sperare.
grata
più
di
gli
tutti
gli
io
che
io
oltremodo
altri
la
e
favori
timi
largi-
obbligato quanto
sono
credo
non
amorevolezza
ogni
e
tornerà
tanto
v' à
giovane
urbanità
e
che
mio
perspicacia
mi
essere
possa
lato
la
e
cotesto
addietro, perché
per
si
in
ogni
me,
gli
pregierò
mai
che
chiedere
a
dal
bisogno
aver
la vita
tutta
per
gli rimanga
non
di
tavia
tut-
debitore.
Io
del
vostro
«
Arnaldo
V Italia
ed
dignità
di
correttrice
qualunque
sua
al
e
ne'
tempo,
dirò
vi
suo
nostri
voi
la
carattere
dei
tutta
che
ricondotta
educatrice
e
suffragio
è testimonia
Solo
avete
celebrità
e
il mio
prima
seconda
l' Earopa.
all'antica
la
per
dramma
bellezza
gran
della
e
anche
quel magnifico
in
che
»
pochissimo
conta
della
parlerò
vi
non
con
poesia
sacro
e
popoli, cosa
nuovissima
lenne
so-
rara
quasi
e
miracolosa.
State
sano
e
pieno d'orgoglio
credetemi
e
di
tudine.
grati-
178.
Al
Capponi
marchese
a
Firenze.
novembre
5
per
I saluti
che
mezzo
di
presentarle
son
legato
V.
alcuni
per
di
S. s'è
amici
lettera
amore
degnata
e
il
di
mandarmi
comuni
cav.
Enrico
più
danno
mi
Martini
gratitudine.
1845.
Io
non
volte
animo
al
a
quale
dubito
319
dirle
che
la cui
e
cui
Quanto
io
lo ami
verso
di
lui. D'altra
amico
di
conosceree
di
è cosi
può
non
che
tenuto
naturale
scusarlo
non
di farmi
prendo
in
adoprera
di
mio
questo
principe de'
tiluomini
gen-
legittimo ch'Ella
e
e
Di
scente
ricono-
e
che
in lei il
riverire
che
gli professo.
parte il desiderio
fiorentini
l'arbitrio
che
ufficio
ed
gentilezza
mirabili.
significarle in
voglio esserle
come
generosi
frutti
sperare
saprei quasi
non
S.
d'ogni
medesima
gli affetti più
tutti
l'obbligo grande
e
V.
qui pensi
di
questo giovine
conoscere
si possono
mente
me
a
di
caro
sfavilla
anima
dalla
grado
molto
avrà
condonare
non
introduttore
me
a
suo
presso
lei.
Mi
comandi
creda
mi
e
pieno
di
stima
di
e
renza.
rive-
179.
Al
VlEUSSEUX
a
Firenze
novembre
11
Egregio
da'
Tornato
soffrissero
bagni,
mia
una
a
ringrazio
che
Il denaro
ancora
Veggo
vi
poi che
si poco
che
sole
buon
un
lettera
e
tardato
ò
con
date
l'animo
per
me
ne
che
non
fa, trovai
mese
perché
parlava
non
e
indugio
Vi
è
amico,
vostra
garbatissima
1845.
fino
di
veniva
ad
della
ispacciare
oggi
premura
le mie
verrebbe, diffalcate
porta
ventiquattro
il
pregio
copie
si
in
che
cose
di
son
la
qui
a
sposta
rinon
vervi.
riscrie
lecitudine
sol-
stampe.
le spese,
spedirlo.
vendute
320
delle
andare
che
vi vorrà
lato
un
Ma
mi
dandosi
poesia
almanco
Se
di
fratello
con
fasi è
talché
di
e
forse
sollevazione
:
e
subito
senza
i
ad
veduto
ai
giovani
Un
e
a
chi
dettarlo,
i difetti
del
à voluto
prese
un
a
e
sesso
essere
il
primo
e
non
tentò
con-
lodava
preti. Scoppiò
perfino
che
gentile e
l'esporli
nel-
altro
un
infiammare,
andare
cioè
tile,
inu-
stemmiava
be-
il tentativo
sapersi contenere, la
dirigerlo
ingegno
ed
articolo
né solo scusò
a
legittimare
ed
altra
Questi zig-zag del foglio si spiegano
a
per
si dicevano
Vi
principj dunque
altri
trario
con-
imprudente
ma
assennati.
il papa
lasciossi
ma
senza
caso
inetto
immaginata
s'incominciò
»
mio
».
avete
cose.
Gioberti
Bimini
Gazzetta
mesi
e
ciò
in
Italiana
principj
i maturi
dal
i sollevati
la
pochi
di
mano
libro, e
quel foglio ; prima
contro
«
di
le medesime
la teocrazia
in
potete.
non
dispiacque
disdicevano
mio
puzza
dozzina
una
tenutissimo;
che
nei
abbastanza
e
quel
Gazzetta
moderato
poi
di
«
corso
sentir
migliori.
assai
me
simile
un
più profittevoli,
e
pervenire
sarei
sapere
Nell'intervallo
quante
farne
vi
alla
vengo
di
volume.
che
più
da
quante
e
questi giorni
a
e
copie
poca,
gradirei
Ora
di
dodici
un
o
spesa
poeti
modo
aveste
vuol
quelle
duole
mi
sostenuta
più gravi
possiede
ottimi
Ciò
quel benedetto
non
questo
smaltire
a
il riflettere
studi
a
eh' Ella
ovvero
di
l'Italia
che
o
prova
ò
pena
dall'altro
consola
mi
fatto
quanta
A
anni.
basterà.
non
far le spese
per
due
decennio
un
forse
e
pensando
privazioni
di
ancora
rimangono
di
termine
in
poesie
mie
e
in
à le doti
quale
assoluto
per
tutti
parte
gran
e
dotta.
con-
più
eccesso
sando
pen-
anche
molto
di
manipolatore
nità
va-
di
321
che
gli
e
braccio
l'unghia del
il
anzi
barbareggiare
i
empie
vani
perché
grado
a
e
fossero
altri
quella pasta
dello
continuo
delle
appendici
come
io sia
altrimenti
la
e
credo
e
di
ciò
a
che
rete
intendemio
contro
quell'operala quale
a
alto
e
suo
borra
che
costretto
riuscire
poteva
Aggiungete
stile
stato
prender parte
non
dito.
suo
il
unicamente
dotta
con-
nuovo
fìtto
pro-
all'Italia.
di
Compiacetevi
Capponi
ricordarmi
al
ed
la benevolenza
mai
Niccolini.
vostra
e
al
ossequio
con
Voi
mi
non
chese
mar-
scemate
credetemi.
180.
Alfonso
Ad
Testa
Piacenza.
a
19
Quando
«
mandaste
mi
Ontologia
Parigi,
a
salute
di
cagione
per
Gioberti
del
»
la vostra
trovando
ove
letto
piacere grandissimo
l'abbondanza,
ed
mistico
la
il
Ma
prodigio.
realità
e
ad
modo
suo
errare
che
dunque
modestia
0
si
e
serbano
—
Mamiani,
e
Pò
l'occasione
le
scambiar
tezza,
l'acutiene
ipotesi
nelle
astrattezze.
voi
fatta
di
sua
le vostre
dalla
la
e
con
in
porre
lievo
ri-
metafisica,
parole quanto
cortesia
dignità
che
del
involuto
fine
mai
continuo
è
con
Gioberti
quest'ultima
filosofare
renei
Pinato
tor-
son
Nel
pericolose della
scompagnano
ammirato
pure
21
avete
più profittodaranno
non
mese
ammirato.
a
senza
queste tendenze
tanto
un
vostro
di
la mente
avvezza
Buon'opera
e
da
lo scritto
la facilità
l'
al-
nei
parti d'ingegno straordinarie, come
alcune
sono
bagni
a'
ero
solo
ed
1845.
operetta intorno
io
e
novembre
della
spesso
e
dalla
scienza.
cogliete
di
323
181.
Babgnani.
Al
dicembre
1°
l'altro
Ieri
ebbi
gentilissima
una
la mattina
di
mercoledì
e
perché
di
visitarmi
e
parlammo
il
discorreva
vostra-
dopo
vi
1845.
data
con
compiaceste
di cui
dell'oggetto preciso
che
foglio pensai
non
fargli
occorresse
risposta.
Ora
di
scrivo
vi
francesi
italiani
e
qualche
soccorso
Ogni
valore
e
dieci
lista
sia
vostra
però
mi
copiosa
di
che
nomi
della
vi
degli
mandare
a
basta
licenza
lista
muovono
io
norma
testé
ed
vati.
arriil
à
suo
inscritto
sono
per
preme
si è che
la
segnatamente
italiani
e
mi
importunità.
credetemi
e
sano
nella
offerta
Quello
scuserete
si
darmi
è di
rifuggiti romagnoli
picciolissima
franchi.
ed
nome
quali
i
ai
per
soli
State
degnissimo
il vostro
porre
favore,
un
per
di
pieno
profonda
stima.
182.
A
Prospero
Viani
a
Reggio.
20
Carissimo
Voi
dovete
Pepoli,
il
21*
—
tenere
quale
più
Mamiani.
Viani
mi
che
a
1845.
mio,
quest'ora
fa
scrisse, or
desideroso
dicembre
e
una
lettera
di
Carlo
qualche giorno,
pronto
a
servirvi.
strandosi
mo-
Solo
324
prendere
volea
fra
le
molto
non
dico
il
dà
ribaldo
molti
di
dell'
e
al termine
di
lavori
alla
italiane, non
dritta
essa
forse
Ma
queste
che
nostra
grande
Molte
e
magnifica
e
vo'
più
e
sperare
e
di
Libri
che
assai
forza
siate
voli
più profittetune
alle for-
miseria
e
che
il Libri
salvarla.
fa
mi
la
era
tare
no-
lingua
risorse
l'Ariosto.
con
contro
pensate
mi
cuor
che
nersi
rima-
tombolerà
a
il
di
domestiche.
e
ma
sia
corte-
via
(sic) e poi
e
con
questo
cotale
caduta
male
gine
Ori-
«
gentilezza
varranno
marcia
a
F
ogni
e
oggi
dette
dal
citato
altri
cose
Machiavello
col
verrebbero
mi
esempio
farlo
di
è
più
cose
cotesto
basso
ancor
non
secolo
quindicesimo
nel
qualche
lato
forte
temo
malinconie
son
il Popoli
dal
mina
tanta
ma
quello;
Leopardi
Grodo
delle
sudori
i nostri
e
pure
da
quale partecipando
in
può
di
del
aperta
imprendersi
piedi,
in
siasi
la
qualche
ma
fiore di
entrambi.
lingua,
gli
ogni ufficio
due
possono
nostra
citate
dizionario
quel
fra
e
il
solo
all'opera
veramente,
di amarvi
conoscervi
Pochi
è
fra voi
che
piacemi
voi
avrete
Pepoli
Leopardi
Insomma,
amico
il
perché
e
che
»
glio
me-
non
statogli fatto
pregio
annotazioni.
carissimo
mio
di
cercar
possiede perché
ancor
furto
un
fogli
Epistola
ed
varianti
che
di
notizia
del
intorno
inglesi
di
insieme
mettere
possiede
molto
non
affine
tempo,
e
ancor
di letterati
per
mi
carte
sue
che
giudicio
di
po'
un
la mia
a
manca
paura
vanissima.
Quanto
alla
di quello che
altre
mi
sui
volte
va
io studi
che
da
contrastando
libri
e
che
notizia
da
due
molti
o
vi
componga
e
la
sollecitamente
tre
che
mesi
avrei
in
chiedete
rispondo
poi
come
cagionevole
la salute
anni
voglia
mi
di
sono
facchinare
in
guisa
325
dai
tributato
fatica.
Pure
nella
dieci
utili
se
dell'opera,
forma
alla
Mario
«
Versi
mesi.
a
ragione)
gran
In
di
cotal
ben
anni
poesie
giudicio
del
pubblico
vi
sono
perché
Un
v'è
non
in
di
saggio
spetto
ri-
ma
fa
or
mi
titolato
in-
molti
nelle
zioni
astra-
pare
(credo
liani.
Ita-
gV
presso
25
condi,
fe-
se
no,
il Vieusseux
più
frutto
dialogo
un
luce
in
à
dute
ven-
copie. Contro
appellazione.
sincero
vostro
sarò
e
in
grazia
non
Pamor
continuatemi
il
o
affogato
compiuti
mie
quale
pubblico.
incontrar
non
quelle
Voi
per
due
il
sono
anche
ed
perduti
dato
»
fo, perché
sillogismi
nei
e
Pagano
non
se
leggerlo
potete
di
stampa
generale disegno,
al
quanto
non
;
giudicare
dovrà
la
raccoglierò
ove
alcuna
qualche foglio e
scrivo
meditazione
di
anni
ad
regge
comincerà
metafisica
di
volumi
mi
non
oncia
a
primavera
prossima
due
di
oncia
a
la testa
che
nervi
e
abbiatemi
affeziona-
amico
perpetuo
tissimo.
183.
Carlo
A
Pepoli
a
Londra.
dicembre
22
Carlino
Ai
il tuo
dall'ultima
forte
del
dolce
provarsi
e
a
che
rimbrotto.
amoroso
scusarla
signora, riverendola
mia
la coscienza
silenzio,avanti
mio
abituale
sbadataggine
che
caro.
conosciuto
rimordeva
1845.
incurabile
e
e
solo
prima
ti prego
di ricevere
pure
Ma
meglio
dire
affettuosamente
mi
della
è
mia
tacere
alla
tua
in
mia
326
persona,
in
che
O
del
farà
lieto
ad
di
con
ò
letta
e
e
dee
ella
considerata
da
altri
un
Io
lettori.
La
del
in
lingue,
e
sissimo
cotesti
il
ragionevole
adoperarti
a
o
molto
ms.?
o
ma
guisa
per
che
e
devole
gra-
qualunque
ed
anzi
piano
ed
pensieri
e
segnamenti
in-
Disegno
storia.
tali
nità
l'ame-
libro
memorie
sue
francese
in
e
comprare
tu
sia
ciò, io
corte-
presso
veruna
a
in
glese:
in-
le traduzioni
eziandio
Ora, puoi tu,
Qualora
poco
zione
atten-
con
il modo
della
a
che
scrittura
a
quel
a
italiano,
in
lare
par-
tragiche peripezie,
cioè, in
fine di indurli
suo
di
ammanite.
aiutarlo
amico,
librai
e
in
fatti,la singolarità
pubblicare
italiano
belle
sono
e
colte
rac-
posso
istruttiva
molti
gravità
di
vita
affettazione
dei
è
adunque
pure
danno
il testo
che
non
è
in
ma
esposti
la
e
romanzo
di
racconto,
insieme
cose
come
varia,
frequenza
la
general Pepe
tre
lettere
sua
fatica
accerto
niuna
del
sonovi
degli aneddoti,
del
cere
pia-
gran
all'altro
ti
Italiani
noi
a
cui
queste
lo
general Pepe
sua
capo
politici,la copia
tutte
tografi
au-
cortesia
molte
della
tale
importante,
semplicità
in
agli
avrò
di
il
piena
particolare.
solo
la estrema
naturale
di
Io
assai
riuscire
di
sorta
tua
ne
Memorie
le
cognizione
non
che
altro, sappi
volumi.
cura
io
giovine fornito
pubblicar
due
in
la
per
disgraziato.
assai
procinto
vivi
sono
intorno
che
ed
della
riferitogli cosa
e
Penso
rare
misu-
moti
quelli
e
indicando
venuto
è buon
Venendo
radi
e
soddisfattissimo
e
dai
cuore
al Viani
Leopardi.
perché
al solito
pigri
son
sei
del
moti
scritto
mi
quanto
voglia giudicare, né
non
i
questi
frequenti.
cosa
carità
italiani
noi
penna,
e
che
per
un
di
prezzo
grado
ti prego
di
con
327
istanza
molto
sarà
che
decoro
Sta
dalla
che
alla
sano
caro
grande
si
e
tuo
pel
fitto
pro-
pubblicità dell'opera
maggiore
patria
l'amore
per
onorato
e
l'ufficio
che
si
me
a
quest'uomo
a
derivare
può
anche
accetto
porto
e
fare, assicurandoti
volerlo
a
nostra.
credimi.
e
184.
Crocco
Al
Genova.
a
che
Confesso
e
che
ponete
mia
tanti
di
bontà
per
mi
e
in
mesi
vedere
ed
io
due
di
amate
davvero
altre
che
o
le
risposta;
una
e
direi
quasi
?
perché
amore,
o
il
tocca
molto
amichevoli
avreste
dita
vi
si
sul
puntiglio
di
primo
se
rimaner
egli fra
badasi
ma
cizia
nell'ami-
pregio
mandarmi
per
righe
nuove
dignitate
chi
a
che
credo
non
caldo
rispondessi
io
di
io
stato
sono
non
tantissimo
vostra
aspettazione
se
affezionate
scrivere
a
l'obbligo
correva
me
a
l'ultimo
1845.
dicembre
26
persone
scrivere?
più presto
di
perduto
sarebbero
seccate
vendo
mo-
la penna.
Vedete
che
con
dolci
ai vostri
partito
che
non
bajava
le
mi
avevo
dentro
celie,
tanta
son
vi
soavità
petulanza
inaudita
modesti
e
lamenti?
gittato, quando
di
scusa
nell'anima
dico
e
che
sorta
come
i vostri
spirano
una
io
mi
E
ben
la
coscienza
un
cosi
questo
mi
ab-
Ma, lasciando
cane.
lagni
contro
in-
conosciuto
ò ben
e
a
fo
sono
viva
conditi
benevolenza
di
328
che
mi
mio
e
mio
silenzio
non
vogliate
pongono
in
farmi
recidivo
di
ed
stampano
intitolato
forse
sta
tutto
so
volere
di
siamo
e'
e
viene
tale
impaccia
come
voi
e
non
nero
e
odo
sentire
non
di
quel
saggio
mei
concede
non
della
forse
un
che
da
io
fondo
di
un
come
un
can
dell'opera
fini ria
materia
cui
ma
po' d'eleganza
sono
della
e
uno
forma
sforzo
d'ora
da
pagliaio
pica,
Filip-
questa
con
ed
villano
salute;
malandata
ferma
ci
quarto
gentilezza vostra
in
Italiani
pulcini. Insomma,
scritterello, il quale
la
lana
in
tanto
difficoltà,
noi
ma
colto
son
sapeste
altre
ben
avete
non
sico?
Per-
scusarvi, perché
bioccolo
per
Firenze
golfo
se
ai
Pere
si
anno
un
del
ma
di
e
il mio
grazia,
formica;
un
la finissima
povero
per
capo
scrivono
quasi
farebbe
mi
ragione.
da
nel
vi
come
mostrandomene
»
posso
arrabbiato
sono
vi dirò
non
a
che
venuti
egregio amico,
assai
io
questi intoppi
a
o
si
tutti
accennate
le censure,
ma
nonpertanto
e
il fermo
che
dogane,
le
Ma
Mi
più libraj. Di
Calcutta
di
vicin
il
necessità
e
che
cose
di
mente
prospera-
sarebbe,
Pagano,
E
il visitarne
e
non
quel dialogo
da
Firenze
in
Mario
«
Ora
desiderio.
vende
penisola
delle
sin
abito
che
purché
concittadini
ai vostri
poche leghe distante.
a
dialogo
la
conosciuti,
men
ignari affatto
veggo,
gran
per
tornato
e
ed
voi
a
male
foglio godo
vostro
andato
e
Cosi
continuo
viaggiare
luoghi
del
del
dimenticanza.
e
gl'Italiani diventasse
tutti
a
salute
in
Napoli,
da
tepidezza
peccata
rimanente
qualunque
pensate
particolari
ai
il
amare
gusto. Del
per
arguirne
bene
sentirvi
i
scortese
venire
per
di
tentazione
ingrato
d'avergola
fuori
mandato
ò
occupato
dico
in
di
da
per
cui
quanto
saggio
vedrete
rimettere
in
329
Parte
uso
d'ogni
poiché
E
fate
premura,
che
ò
alla
in capo
il
di
Plorenzi
Cosi
i
grandi
mediocri
i
schiz,
di
e
stringere
le
sano
s'ei
l'amore
del
di
forte
è
sime.
onorevolis-
grande
l'animo
alle
la
e
urbane;
e
prime
Terenzio
di
Varrone
tanti
libri
mandatemi
sarà
mi
punture
bene
coloro
che
quanti
volumi
si
gli
è
dirà
spesso
di
si
di
lui
il
possono
vostre
l'indole
per
Del
l'amore
insieme
volumi.
forse
tempo
come
di
leggere.
lettere.
e
egli
resto
sopra
bastato
appena
sazione
conver-
che
che
disparatissimi.
fatta
dotta
congiungere
può
detta
zione
consola-
grande
della
in
stanza
sua
ambedue
prova
e
tal
farà
spesso
amicizia
sono
prosperoso
continua
Addio,
punto
che
ragionevoli
certo
godere
daremo
opinioni
e
il
E
sua.
per
tiene
ne
scorra
di-
chezza
fran-
gran
parole
anno
chiedete,
mi
anni;
profitto
d'Italia
che
molti
per
e
vi
io
traduttrice
piccioli
tolata
inti-
veleno.
an
Parigi
i
se
me
critiche
ed
invece
Gioberti
Il
di
anno
Schelling
con
non
alla
scrittori
delle
di
e
zione
prefa-
d'un
più
moderna
detto
piacere
quantunque
Schelling
à
s'adontano
che
scrivendo
e
già
operetta
tone.
Pla-
lunga
una
è
tedesca
lo
giudicio,
leggere
sappiate
e
»
filosofia
marchesa
non
d'una
divino
prendete
Milano
a
versione
soddisfatto
mal
di
e
del
dialoghi
coserella
avere
«Bruno;
di
dei
mia
stampata
della
e
bellezza
la
e
è
E
di
vere
scri-
331
186.
1845?
Caro
fratello,
lettera
All'amorosa
pronta;
in
s'è convertita
del
visita
Conte
Ai
me.
per
in
Parigi
di
fare;
ma
è
buona
ordinando
Sebbene
in
parte delle
e
esempio
chi
semplicità
cotal
il
lavoro
di
il bello
è
disconverrebbesi
fango vilissimo
io
forma
aver
cura
veste
d'
del
moderno
voglio parervi
quella
con
dello
del
l'oro
parlare
piuttosto
in
troppo
e
Pittagora
italiano.
troppo
poi
stile, perché
buono,
di
per
la stessa
Pregovi
mai
mosa,
fa-
scuola
quella
arcaico.
naturale
involgere
serbata
in entrambi
quanto
qualche
l'originalità
loro
vede
date
an-
Pittagora.
di
nome
più
che
certamente
di
morali
carattere
la
è
far tregua,
anche
oltremodo
mi
lagnarvi
a
di
aurei
o
voi,
a
potere
sotto
d'oro
vero
accettate
o
utilissimo
versi
dubia
la
proponeansi
dorrebbe
ne
van
d'Esiodo
versi
e
che
massime
paragona
dei
sui
versi
ne'
autenticità,
gran
sia
Pittagorico
me
il lavoro
mente
i libri
di tutti
filosofo
e
affatto
v'impedissero
se
E
pace.
giungendo
abbiate
dite
cui
la
deste
gli
venendo
sempre
con
nervose,
che
lettere
Ora,
né
ricevuto
che
cose
le
che
sapere
ò
mi
intarlate;
ossa
spessissimo
delle
villania.
scrivere
la lettera
accade
metà
le
non
consegnare
di
mai
non
né
gran
affezioni
delle
Bielinski
non
ma
molto
spiace
Mai
risposta più
dello
ò tutte
ne
e
viaggiatori
fare
pigrizia
pazienza.
di scordare
richieste
la
natura
abbiate
dunque,
dovea
vostra
che
sapete
ma
(fine)
E
sincero
nel
ché
perche
332
ritenuto
mai
buona
menar
scrivere
sortito
ma
per
che
giungere
ed
accennate;
capitassevi
il Vieusseux
dette
le
di
qualche
sia
parlarle
mio
di cui
che
che
e
lora
qua-
il caso,
sia
senz'altro
le
serpeggiando
altri
per
da
Una
sola
non
potere
metafisica
da
primavera
:
mi
cosa
grava
insistere
ed
anzi
banda.
su
e
tormenta
quella
incomincierassi
per
volte,
a
mia
spesso
Dio
a
mesi
in
zione
quell'affevada
ne
ora
filtri
s' in-
molestato
son
di
scica
ve-
dell'uretra.
spasmodico
doverla
Pure
due
fastidiosissima
e
restringimento
un
di
segnatamente
e
onde,
estrema
vivo
che
pare
dato
ricor-
cui
in
gli occhi,
organi
orinarie
vie
e
vostro
fosse
le
è da
salute
mia
soffrivano
cui
un'intolleranza
e
La
senza
alcun
vorrei
l'aspettazione
notabilmente,
di
nervosa
ad
commettere
scriverle
e
quando
e
ed
davvero
benedetta
è
verrò
a
e
il
opera
interrompere
stampare,
è
alla
mandai
che
risposta
ed
desiderio
mio
un
pervenuta;
no
di
o
lettera.
peggiorata
nelle
o
nome
sua
la
se
possiate
grave
il
metter
alcun
copie
consegnargli
potete, di
se
certo
per
Conomo
amico
da
di
posito
pro-
copie.
disturbo
qua
fidata
ne
ve
in
similmente
voi
a
mura
pre-
trovare
le 14
spesa
persona
ordine
à
sapere
bella
dico
ora,
una
Contentatemi,
di
senza
scritto
a
in
Della
poesie
già
sollecitandolo
Vieusseux
farvi
di
0
male
allignan
le mie
l'animo.
con
avendo
attitudine,
la vostra.
come
lo
trascurare
rara
che
ispacciare
per
davvero
al
modo
date
vi
ringrazio
mi
d'Italiano
bell'anima
una
saputo
impotenza,
una
pigrizia
e
di
e
e
avervi
non
cosa
finissimo
incuria
certa
di
ignoranza
per
gusto
un
sola
questa
ciò, non
e
voi
io vi dirò
dissimulato,
e
capo
e
e
a
dopo fatta
333
e
stampata,
; io della
posta
sua
di
par
calcetti
m'à
il lasci
dei
e
volumi.
l'altro, di
non
perché
nel
mi
io
a
molto
voti
né
vacca
Voi
mi
se
tissi mi
gli
temere
della
esecranda
la
quantunque
e
vino
trapassati;
ned
io.
al
amate,
la
il
Porgete
scrivetemi
propri ;
io
sica
metafi-
ciò
e
si
costretto
steriose.
mi-
tesimo.
bat-
senza
in
ventre
al
Cassi,
ed
di
guri
au-
Paoli.
mortificando
spesso
un
far
chiama
saluti
me
al
meno
nondi-
l'auguro
ve
nati
per
liana;
ita-
tenebre
in
siam
non
di potere
sia
che
Salvatori,
mio
miei
pretto
ed
nuovo
vincere
quando
in
stampa
censura
rivoltarli
darà
che
occhi
ortodossa,
quando
a
la
l'uno
;
materia
molto
l'anno
modesti,
esempio
vostro
segnala
tuna
for-
perché
lascerò
io mi
d'un
Martini
per
sotto
dei
cordiali
che
capite
la botte
voi
Il conte
occorrente
a
la
gentile violenza
il danaro
di
che
conto
malanni
tanti
l'opera
S'approssima
po' migliore
risolino.
una
pensieri
Ora,
più
bel
la sdentata
e
poco
fra
meco
sentiva
i
mozzare
secca
Ma
insieme
tutto
ora
vantaggi
imprimere
e
un
Ben
due
trarrò
ne
fatto
anticipare
due
fo
vita
adopera
la
pure
vecchi.
pur
Crema
di
vengasene
al
trascuraggine.
mia
Addio.
Il vostro
affezionatissimo
fratello
Terenzio.
PS.
Per
uno
qualche
le
dei
miei
particolare
biografie francesi
ne
dialoghi
della
tacciono.
accade
mi
di
vita
Vo
di
pere
sa-
Spedalieri, e
pensando
che
334
italiana
quella
in
di
parlarsi
segnalato
se
ne
di
sunto
un
favor
pertanto
quello
che
là
legge.
Desidero
che
trascrivermi
debba
Tipaldo
fareste
Mi
Spedalieri.
a
dal
pubblicata
sopra
nacque,
il
poi
Genovesi.
ElNE
tutto
fece
dove
i
PRIMO
studi,
suoi
la
Scusate
DEL
preciso
conoscer
noja.
VOLUME.
e
se
l'anno
in
mai
nobbe
co-
INDICE
DELLE
CONTENUTE
LETTERE
NEL
1831.
lett.
Anonimo,
Mamiani
3.
n.
Giuseppe,
Petrucci
march.
1.
Pietro,
2.
1832.
Della
Massa
L.
Castellani
e
M.,
1854.
Petrucci
P.,
5,
6.
1837.
Mamiani
Giuseppe,
7,
8.
1838.
Malaguti
Faustino,
Mamiani
Giuseppe,
Parma
Michele,
11.
9.
io,
12.
4.
VOLUME
PRIMO
336
1839.
Pietro
Armandi
D'Ancona
Sansone,
Mamiani
14.
Giuseppe,
Pichot
Amédée,
Zirardini
18.
Damiani,
16.
15,
13,
17.
Giuseppe,
19
1840.
Gioberti Vincenzo,
Mamiani
20,
Giuseppe,
Masino
di
23.
22.
Ottavia,
Mombello
21.
1841.
Gioberti
V.,
Mamiani
24
Giuseppe,
26,
25,
27,
28, 29,
1842.
Belgioioso Cristina,
Brignone
Costa
Gando
Libri
B
39.
,
Lorenzo,
35.
Giuseppe,
Guglielmo,
Mamiani
Viani
E.
32.
33,
34,
40.
38.
Giuseppe,
31,
37.
Prospero, 36.
1843.
Anonimi,
Betti
50,
51,
53,
Salvatore, 56.
Boneschi,
90.
54,
62, 69,
70.
30.
387
Brentazzoli,
44.
80.
Clemente,
Busi
Cagnoli Agostino, 68.
48, 58.
Lorenzo,
Costa
Crocco
Antonio,
46,
S
D'Ancona
60.
De
88.
Sebastiano,
Luca
Del
66, 76, 79.
J7,
,
Rosso,
55.
Duprè, 67.
Caterina,
Ferrucci
Francolini,
75.
Giuseppe,
Gando
Giordani
61,
47,
82.
Pietro,
Raffaello, 41.
Lambruschini
Guglielmo,
71,
72.
Mamiani
Filippo, 87.
Mamiani
Giuseppe,
Mansi
91.
63, 78.
Vincenzo,
Gioberti
Libri
81.
Ascanio,
64, 65, 77.
59.
Massari
Giuseppe, 84.
Melloni
Macedonio,
Nasi,
74.
Paoli
Domenico,
85.
73.
Pepoli Carlo, 83.
Poggi
Pietro,
Stefano,
Prasca
Ricci
45.
Matteo,
43.
52.
49,
89.
Salvagnoli Vincenzo,
42.
Antonio,
Ronna
Giovanni?,
Tamburini
86.
1844.
Anonimi,
Betti
Bisazza
102,
S.,
122.
in.
Felice,
129.
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