CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA
IX LEGISLATURA
VI COMMISSIONE
“AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE”
Seduta del 7 marzo 2012
Processo verbale n. 5/2012
Il giorno 7 marzo 2012, alle ore 10:30, è convocata presso la sede del Consiglio regionale, a
norma dell’articolo 31, comma 1, del regolamento generale, la VI Commissione per la
trattazione dell’ordine del giorno allegato.
Presiede la seduta il Presidente Giosuè FROSIO.
Assistono alla seduta la dirigente della Commissione Emanuela PANI e la responsabile della
posizione organizzativa Livia FERRARI con funzione verbalizzante.
Alle ore 11:05 il Presidente FROSIO apre la seduta.
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Argomento n. 1 dell’o.d.g.
Comunicazioni del Presidente.
Il Presidente FROSIO dà lettura delle odierne comunicazioni.
Argomento n. 2 dell’o.d.g.
Approvazione del processo verbale n. 3 del 22 febbraio 2012
Ai sensi degli artt. 33, comma 1, e 61, comma 3, del regolamento generale, si intende approvato
il processo verbale n. 3 del 22 febbraio 2012.
Argomento n. 3 dell’o.d.g.
PDA n. 23 (Revisione al piano cave provinciale di Cremona)
Inizio della trascrizione integrale
Presidente FROSIO
Iniziamo con la PDA numero 23, dopo aver sentito anche oggi in
audizione diversi soggetti.
Mi sento di fare una proposta: ci prendiamo una settimana di tempo
durante la quale ognuno di noi farà le sue considerazioni politiche e
di natura ambientale.
Rimanderei poi alla settimana prossima l’argomento relativo al PDL
cave di Cremona, se siete d’accordo.
Va bene.
Argomento n. 4 dell’o.d.g.
PDL n. 146 (Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione)
Presidente FROSIO
Passiamo all’esame del PDL n. 146 concernente “Misure per la
crescita, lo sviluppo e l’occupazione”, atto di iniziativa del
Presidente della Giunta, assegnazione del 16.02.2012, consultiva.
Relatore la Presidente Peroni.
Segnalo la presenza, per questo PDL della DG Ambiente, del dottor
Fasano, del dottor Savoca – scusatemi poi se sbaglierò – della
dottoressa Fava, della dottoressa Russi, del dottor Bianchi, della
dottoressa Laurelli, della DG Territorio il dottor Turconi, la
dottoressa Cappa e il dottor Asaro.
Prego, Presidente Peroni, a lei la parola.
Consigliera PERONI
Uno schieramento impressionante, mi sento tutelata.
Il PDL 146 – credo che tutti sappiamo di che cosa si tratti – si
compone di sei Titoli. A noi, come Commissione VI interessa, per
quanto di nostra competenza, il Titolo II, che si occupa dello
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sviluppo del territorio, il Titolo III, che prevede interventi in
materia ambientale e il Titolo V, interventi di governo del
sottosuolo, ai fini della diffusione della banda larga e ultralarga.
Posso dire che quanto di nostra competenza è veramente rilevante e
corposo.
Cerco di seguire un percorso ordinato, se avete il testo che la
Segreteria ci ha predisposto (per questo testo ringrazio, perché è
molto utile). Seguo, quindi, l’ordine degli articoli.
Il Titolo II, che prevede misure per lo sviluppo del territorio, ci
interessa esclusivamente per l’articolo 15. Voglio però far presente
a tutti i Colleghi che questo Titolo II interviene su diverse
partite: le bonifiche ambientali, il recupero dei fanghi da
depurazione (articolo 15, quello che tratteremo), la riqualificazione
energetica, la diffusione delle fonti rinnovabili, la valorizzazione
della mobilità elettrica, la prevenzione del rischio idrogeologico,
l’incentivo alla ricostruzione edilizia e l’alienazione di beni
regionali che possano essere indirizzati a questa finalità.
Sia il Titolo II che il Titolo III intervengono su questa materia. In
particolare, per quanto riguarda l’articolo 15, io non so,
Presidente, se questo articolo 15 sia proprio di nostra competenza,
perché tratta dell’utilizzo dei fanghi in agricoltura.
L’articolo 15 si prefigge innanzitutto di ridefinire la norma che
riguarda questa partita del recupero dei fanghi. I nostri funzionari
ci aiuteranno poi da un punto di vista proprio tecnico-procedurale ad
approfondire, se i Colleghi chiederanno ulteriori spiegazioni, anche
la ragione per la quale si arriva a questa ridefinizione. Ricordo che
è stata annullata la delibera del 2009, l’ottava, la 9953, per cui
oggi, a seguito di questo annullamento, le nuove istanze non
potrebbero essere accolte. Noi quindi abbiamo bisogno di intervenire
in questa partita. È una partita che a mio parere riguarda in modo
particolare l’agricoltura, però siccome l’hanno attribuita a noi,
credo che ci dobbiamo esprimere.
Riguardo sempre questo articolo, faccio presente ai Colleghi che la
Confagricoltura ci ha chiesto un richiamo alla normativa europea per
quanto riguarda la partita nitrati. Io riterrei implicito, cioè
scontato questo richiamo, forse anche un poco ridondante, però i
Colleghi sappiano che c’è stata questa richiesta.
Per quanto riguarda il Titolo III, che non si compone di nessun capo,
interviene sulle materie ambientali. Ricordo a tutti che la Regione
Lombardia ha adottato un piano per la Lombardia sostenibile e già in
quel Piano il concetto di sostenibilità non viene visto come un
elemento di criticità e di costo, ma come una opportunità per la
competizione.
Il progetto di legge intende andare su questa strada, quindi favorire
anche gli investimenti che permettano delle innovazioni e che
soprattutto permettano di potenziare l’economia verde. Quali sono i
punti particolarmente importanti? Primo, monitorare e incoraggiare la
produzione di energia da fonti rinnovabili, vedi ad esempio la
geotermia; secondo, dare impulso all’edilizia sostenibile; terzo,
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realizzare
delle
infrastrutturazioni
per
la
distribuzione
dell’energia; quarto, accelerare la bonifica di siti contaminati.
È evidente che tutti questi interventi possono determinare – e noi ce
lo auguriamo – delle ricadute positive anche su tutte quelle realtà
economiche e produttive che lavorano sugli impianti, sui materiali di
costruzione e di ricostruzione. In specifico, presento gli articoli
man mano.
L’articolo 22 interviene sul Programma energetico ambientale della
Regione e prevede che la Regione Lombardia istituisca il Registro
degli impianti fonti rinnovabili. Secondo: prevede che si definiscano
le linee guida per gli scarti da potatura. L’obiettivo è quello di
valorizzare l’utilizzo, anche ai fini energetici, di questi scarti di
potatura che si ricavano dalla manutenzione del verde pubblico.
Inoltre,
per
quanto
riguarda
il
Piano
energetico
ambientale
regionale, si recepiscono gli obiettivi del decreto ministeriale di
cui all’articolo 37, comma 6 del decreto legislativo 28 del marzo
2011, che recepisce una direttiva europea. Secondo: si prevede, e
questo credo sia un impegno notevole, di incrementare la produzione
lombarda, entro il 2020, di almeno il 50 per cento con gli obiettivi
relativi alla copertura da fonti energetiche rinnovabili e alle
energie di origine termica e fotovoltaica. Ripeto: incrementare di
almeno il 50 per cento entro il 2020 è un obiettivo molto ambizioso.
L’articolo 23 prevede di intervenire in materia di efficienza
energetica in campo edilizio. Gli obiettivi sono i seguenti: dare
impulso all’edilizia sostenibile, che avevo già richiamato, favorire
delle ristrutturazioni radicali in questa direzione; permettere anche
una riqualificazione urbana, un sistema di produzione di calore
centralizzato e delle infrastrutture per il risparmio idrico. In
particolare, l’articolo 23, anche qui si pone un obiettivo molto
impegnativo. La direttiva europea 31 del 2010 prevedeva che gli Stati
membri si impegnassero per quanto riguardava i nuovi edifici pubblici
a determinare una energia quasi zero entro il 2012, e per gli edifici
privati entro il 2020. La Regione Lombardia si pone l’obiettivo che
tutti i nuovi edifici, siano essi pubblici o privati, si realizzino
ad energia quasi zero entro il 2015.
L’articolo 24 riguarda le infrastrutture per la distribuzione
dell’energia. È un articolo corposo, che non sto ad illustrare in
modo dettagliato (ne sarebbe molto più veloce la lettura, che la mia
illustrazione). Ricordo però che si inserisce l’articolo 29 bis nella
legge 26 del 2003. Questo articolo 29 bis definisce come deve essere
il Regolamento che la Giunta regionale deve adottare per quanto
riguarda la realizzazione e la gestione sul territorio regionale
delle infrastrutture elettriche che non fanno parte della rete di
trasmissione nazionale.
Dico solo alcuni punti di questo Regolamento che considero
fondamentali: primo, le infrastrutture lineari e puntuali per la
distribuzione di energia elettrica sono considerate di pubblica
utilità. I distributori di energia elettrica sono tenuti a rispettare
una serie di compiti che vengono elencati. Gli elettrodotti di
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distribuzione e di nuova costruzione che sono progettati secondo
delle tecniche, delle procedure innovative previste dal decreto
legislativo del 2011, devono essere di norma in cavo interrato,
devono essere posate in via prioritaria in corrispondenza delle
banchine e dei sedimi stradali in aree pubbliche, di uso pubblico, e
per quanto riguarda – riprenderemo questo punto anche dopo, a
proposito dell’infrastrutturazione informatica – le aree di nuova
espansione edilizia, le arterie stradali di nuova costruzione o che
sono soggette al rifacimento del fondo stradale, ebbene, per queste
opere si considera opera di urbanizzazione primaria la realizzazione
di trincee funzionali, atte ad allocare reti e sottoservizi. Occorre
quindi una infrastrutturazione per le reti ogni volta che si progetta
e si realizza un nuovo intervento di espansione edilizia o stradale.
Sempre con questo articolo 29 bis della 26, si prevede l’istituzione
del Catasto regionale degli elettrodotti: da parte di tutti i
soggetti, anche di quelli che fanno parte della rete nazionale, vi è
l’obbligo di comunicare e di informare, perché possa essere
aggiornato il Catasto. Vi è poi la parte del Regolamento che riguarda
le sanzioni amministrative.
L’articolo 25 interviene sul settore minerario. Le competenze sono
passate dallo Stato alla Regione. Manca, in Regione Lombardia, una
programmazione del bisogno di materiale minerario. Si ritiene quindi
di dare certezza agli operatori che lavorano in questo campo,
prevedendo una programmazione regionale decennale che tiene conto del
fabbisogno regionale, nazionale e internazionale e si prevede anche
un Regolamento specifico per questo settore.
Si prevede poi che il programma regionale del settore minerario sia
soggetto a valutazione ambientale strategica e venga approvato dal
Consiglio regionale entro centoventi giorni dalla proposta della
Giunta.
L’articolo 26 ha competenza in materia di oli minerali. La Regione
esercita queste funzioni autorizzative riguardo agli impianti di oli
minerali. Che cosa si prevede? Si prevede di semplificare la
procedura. Al fine di favorire uno snellimento delle attività
amministrative, si prevede che gli impianti di lavorazione e
stoccaggio di oli minerali possano utilizzare la procedura di perizia
giurata redatta da un professionista abilitato che attesta la
conformità degli impianti. Ente competente per la verifica e il
controllo è la Regione, attraverso l’ARPA.
L’articolo 27 interviene, come già avevamo fatto con la 24, sulla
geotermia, e prevede il potenziamento dell’utilizzo delle risorse
geotermiche. Primo punto: la Regione promuove l’utilizzo delle
risorse geotermiche a bassa entalpia e l’adozione di procedure
semplificate per l’installazione e la gestione di sonde geotermiche,
nonché di sistemi geotermici. Secondo punto: si modifica il
Regolamento che è in vigore per introdurre una semplificazione che si
ritiene essere utile al fine di uno sviluppo di questo sfruttamento
di una risorsa. La semplificazione, però, è tale da non generare
preoccupazione per quanto riguarda l’utilizzo di questa risorsa.
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L’articolo 28 interviene sui siti da bonificare, una partita sulla
quale siamo già intervenuti anche nella legislatura precedente.
L’articolo prevede di incentivare la bonifica di questi siti
contaminati, innanzitutto nel rispetto del Codice dell’ambiente che
viene richiamato. Si prevede la possibilità, e il soggetto che
prevede questa possibilità è il Comune, di concedere al proprietario
che non è responsabile della contaminazione del sito, un incremento
del 30 per cento della volumetria ammessa.
Si definisce, poi, la procedura con la quale questo incremento può
essere utilizzato, definendo un tempo entro il quale il proprietario
può utilizzarlo o meno.
L’articolo 29 introduce delle semplificazioni per l’autorizzazione
delle emissioni in atmosfera. Ricordo a tutti i Colleghi che sono
probabilmente oltre 30.000 le attività soggette a questa procedura.
La
Giunta,
quindi,
estende
l’applicazione
di
misure
di
semplificazione dei procedimenti che riguardano le autorizzazioni
alle emissioni in atmosfera, adottando delle autorizzazioni di
carattere generale (chiedo, poi magari, ai funzionari su questa
partita, di esprimere qualche pensiero chiarificatore in più, o
comunque una semplificazione che riguarda le emissioni in atmosfera).
L’articolo 30 prevede la riduzione degli oneri istruttori per i
procedimenti di VIA e di AIA per impianti della Rete SME, per gli
impianti FER, per le imprese EMAS. Si prevede una riduzione del 50
per cento degli oneri per queste realtà che devono sottoporsi a
provvedimenti di VIA o di verifica di assoggettabilità di VIA.
Per quanto riguarda invece i procedimenti finalizzati al rilascio di
autorizzazioni integrate ambientali, la riduzione va da un minimo del
20 ad massimo del 30, questo per incentivare gli studi di VIA e di
VAS.
L’articolo 31 interviene invece sugli impianti a biomassa. Si
equiparano gli impianti a biomassa con gli impianti termici
tradizionali, sia per quanto riguarda le norme per l’istallazione,
che per quanto riguarda la manutenzione. È una norma che certamente
non farà un gran piacere ai cittadini che la dovranno applicare.
Ricordo a tutti, però, che purtroppo questi impianti termici,
alimentati a biomassa, determinano in atmosfera elementi che incidono
in modo significativo sul PM10.
Il Titolo V, che è l’ultimo titolo che ci interessa, interviene sul
governo del sottosuolo, ai fini della diffusione, sul territorio
della
Regione
Lombardia,
della
banda
larga.
Ci
richiamiamo
innanzitutto al Progetto BUL, che poi viene ripreso all’articolo 45.
L’articolo 35 si può dire che è una dichiarazione di finalità. Dice
che la Regione Lombardia intende realizzare la banda larga e
l’ultralarga e determina delle disposizioni perché questo si realizzi
e quindi si attui il Progetto BUL. Intende inoltre offrire la
copertura a tutto il territorio regionale, richiamando in particolare
le zone territorialmente svantaggiate, che se non c’è un intervento
pubblico certamente non sarebbero coperte, e la possibilità di
accesso e di interconnessioni a queste infrastrutture e alle reti da
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parte dei fornitori di servizi, a condizioni oggettive, trasparenti,
eque e proporzionali.
Questa partita viene poi declinata in una serie di articoli.
L’articolo 36 prevede le norme generali per l’utilizzo del
sottosuolo. Intende agevolare quindi la realizzazione di queste
infrastrutture.
L’articolo 37 prevede quali saranno gli strumenti che governeranno
l’utilizzo del sottosuolo. Gli strumenti saranno: il PUGSS (Piano
urbano generale dei servizi del sottosuolo), che c’è già, il
Regolamento che dovrà essere approvato e il Catasto del sottosuolo.
Si prevede inoltre che nei Comuni con una popolazione superiore ai
10.000 abitanti si individui, si istituisca, entro sessanta giorni
dall’entrata in vigore della legge, l’Ufficio unico per gli
interventi del sottosuolo. Si prevede anche che i PUGSS siano
approvati dai Comuni entro la fine di quest’anno.
Dai Comuni dovrà poi essere adottato un Regolamento. L’articolo 40
declina quali saranno i contenuti di questo Regolamento. Non li
richiamo perché sono estremamente analitici; ricordo soltanto che il
Regolamento dovrà anche prevedere dei procedimenti semplificati.
L’articolo 41 declina – l’avevo già richiamato prima – come si deve
attuare il catasto del sottosuolo. Entro sessanta giorni, i Comuni
che hanno l’ufficio unico, utilizzeranno l’Ufficio unico, gli altri
Comuni, quindi quelli che hanno una popolazione inferiore ai 10.000
abitanti utilizzeranno il servizio Settore tecnico e il Catasto dovrà
avere tavole, mappe, planimetrie e altri documenti, anche in formato
elettronico, nonché cartografie georeferenziate dei tracciati, dovrà
avere la mappa dei lavori in corso che si dovranno realizzare e il
quadro degli interventi che si stanno per approvare. È insomma molto
dettagliato.
Si prevede inoltre quali dovranno essere gli obblighi dei soggetti
che interverranno in questo campo, l’obbligo di informazione, perché
il Catasto possa essere aggiornato costantemente.
L’articolo 42 dichiara la messa a disposizione del patrimonio
pubblico, ai fini della realizzazione di queste reti, definisce la
tassa o il canone per l’occupazione degli spazi e delle aree.
L’articolo 43 prevede l’obbligo di posa di condotti verticali e
orizzontali per fibra ottica, in particolare, prevede che: per gli
edifici nuovi, di nuova costruzione, ci siano condotti verticali che
permettano l’istallazione di cavi in fibra ottica. Per le aree di
espansione o le arterie stradali (le avevo già richiamate prima), o
le arterie dove si deve rifare il manto, l’articolo 43 prevede che ci
siano
condotti
tecnologici
multifunzionali;
per
le
nuove
infrastrutture per l’illuminazione prevede che sia obbligo ospitare
apparati per le telecomunicazioni e la sicurezza (vi è poi una parte
che riguarda le procedure semplificate).
Infine, l’articolo 45 ritorna sul Progetto BUL. Anche qui non entro
nel merito, però l’articolo 45 è molto dettagliato e dice su quali
servizi di interesse territoriale i Comuni si devono impegnare alla
digitalizzazione, che sono una serie di servizi territoriali:
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pianificazione del territorio, marketing territoriale, sportello
attività
produttive,
eccetera.
Interessante
è
anche
la
digitalizzazione, quindi la messa in rete anche dei servizi di
interesse sociale, assistenza anziani malati cronici a domicilio,
teleassistenza e telemedicina, videosorveglianza e tele-allarmistica,
e-learning e education.
Sempre per cortesia della nostra Segreteria, sono allegate poi tutte
le leggi sulle quali si interviene.
Presidente FROSIO
Grazie, Presidente Peroni, per la relazione. So che tra l’altro si è
impegnata molto anche in questi giorni per poter approfondire. Io
credo che se abbiamo dalle domande come Consiglieri, se abbiamo delle
proposte, abbiamo lo spazio per farle.
La settimana prossima inizieremo con le audizioni, proprio su
richiesta anche del Consigliere Villani, dell’Assessore all’ambiente,
energia e reti, di ARPA, ANCI, UPL, Cestec, WWF, Vigili del fuoco,
Agenzia delle dogane, Coldiretti, CIA, Confagricoltura, Terna, FIPER,
Consorzio italiano Compostatori, Legambiente Lombardia, WWF, Italia
nostra, Greenpeace.
Io credo che iniziando con le audizioni, magari inizieremo proprio ad
entrare nel merito.
Prego, Consigliere Costanzo.
Consigliere COSTANZO
Grazie, Presidente. La questione è di merito, per capire come
portiamo avanti il lavoro di questo che, almeno nelle premesse, ha
l’ambizione di essere un PDL molto impegnativo, perché parlando di
crescita, sviluppo e occupazione in una situazione di innegabile
difficoltà del Paese, anche la Regione Lombardia ha un grande
obiettivo.
Da questo punto di vista, il rischio della nostra discussione per le
competenze che ha la VI è che andiamo a cavallo con altre
Commissioni. Per esempio, l’aspetto dei fanghi in agricoltura, che
prima citava Peroni è già stato oggetto di emendamenti in Commissione
VIII da parte dell’Assessore, quindi siamo già di fronte ad un testo
diverso da quello che stiamo leggendo adesso. Questo aspetto andrebbe
quindi chiarito, e lo chiedo al Presidente. A noi hanno dato la
scaletta degli articoli di competenza della nostra Commissione; se
però questi articoli di competenza della nostra Commissione vengono
poi stravolti in altre Commissioni, credo che sia difficile lavorare
su un testo definitivo da parte di questa Commissione. Sarebbe
opportuno quindi che il Presidente, da questo punto di vista,
chiarisse nei rapporti con le altre Commissioni, ma soprattutto nei
rapporti con la Presidenza, quanto è di nostra competenza, se no qui
rischiamo veramente di non capire più cosa discutiamo all’interno
delle Commissioni, rischiamo di lavorare su testi anche diversi, e
già oggi sono testi diversi perché sono già stati emendati in altre
Commissioni.
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Se quindi è nostra competenza, la materia la gestiamo noi, se è di
competenza di altre Commissioni se la gestiscono gli altri, però
chiariamola, questa cosa, perché veramente facciamo fatica a portare
avanti un tema così complesso, complicato e anche ambizioso come
quello di questo PDL.
Presidente FROSIO
Consigliere Costanzo, mi sembra di aver colto che si tratta solo
della parte relativa ai fanghi, e per questo avrei pensato di far
venire l’Assessore.
Consigliere COSTANZO
Va bene.
Presidente FROSIO
Cercherei di lavorare in questo modo: farei venire l’Assessore,
organizzandoci poi con delle Commissioni congiunte.
Qui, però, dobbiamo dirci le cose. Noi, come Commissione VI siamo
carichi di PDL, PDA, di lavoro. Io chiedevo, e mi aspettavo che ci
fosse la partecipazione di più Consiglieri, se c’era la possibilità
di fare anche una giornata di lavoro con le audizioni, fuori dal
mercoledì, magari il venerdì. Dato che sappiamo che il lunedì ci sono
le riunioni dei Gruppi e i Gruppi non possono, magari potrebbe essere
una giornata di venerdì, partiamo il mattino alle 9, fino al
pomeriggio, perché i tempi sono stretti, ci parlano del 21. Vorrei
sentire voi su questo. Prego, Costanzo.
Consigliere COSTANZO
Lungi da me non essere disponibile in altri giorni, siamo qua per
lavorare. Però, siccome il nostro giorno canonico è quello del
mercoledì, potremmo impegnare tutto il mercoledì.
Presidente FROSIO
Pomeriggio c’è la Sanità, Costanzo, per questo chiedevo di utilizzare
un altro giorno. So che il lunedì i gruppi dicono no, perché hanno
tutti, anche noi, gli incontri. Io avevo proposto il venerdì, ma è
una proposta, ovviamente; se non ce la facciamo, dovremmo togliere
per almeno due settimane qualche PDL, lo concorderemo poi in
l’Ufficio di Presidenza con il consenso dei Consiglieri. Cosa mi
dicono i Consigliere presenti?
Consigliere CIVATI
Abbiamo solo la preoccupazione
ossessionati da questa cosa.
dell’amianto,
noi,
Presidente FROSIO
Oggi credo che siamo già a buon punto, vero Relatore?
siamo
un
po’
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Consigliere BOTTARI
Siamo a buon punto se il Pd ci risponde
proposta che io feci la volta scorsa.
sull’accettazione
della
Presidente FROSIO
Intanto, auspico che anche gli altri la pensino così. Sposteremo
alcuni provvedimenti, magari dopo facciamo un Ufficio di Presidenza
coi Colleghi Giammario e Bettoni per decidere quali provvedimenti
spostare un po’ più in là del 21, così lavoriamo su questo, visto che
il tema non è leggero ma è di grande interesse, anche perché mi
sembra di capire che quasi un buon 50 per cento tocchi anche questa
Commissione. Visto che anche il Relatore e tutti i Consiglieri
vogliono fare un lavoro interessante, io direi di spostare qualcosa a
dopo il 21.
Prego, Villani e poi Costanzo.
Consigliere VILLANI
In merito alla proposta che era stata avanzata dal Consigliere
Bottari, noi abbiamo già detto che siamo disponibili a ragionare
sull’integrazione dei due progetti di legge per arrivare a uno solo,
ma riteniamo fondamentale che ci sia un passaggio prima con
l’Assessore Colozzi e poi anche con altri Assessori per verificare
soprattutto la questione finanziaria, perché non è indifferente.
Presidente FROSIO
Consigliere Villani, credo che nell’ambito della Commissione che
stiamo facendo, avremo alcuni chiarimenti, se non proprio risposte
definitive che il Relatore darà.
Consigliere VILLANI
In base a quelli decideremo.
Presidente FROSIO
Commissario Costanzo, prego.
Consigliere COSTANZO
Nel merito del provvedimento, siccome abbiamo l’opportunità di avere
i tecnici della Giunta, volevo fare due richieste ai dirigenti su due
articoli in particolare. Uno è sull’articolo 31, sugli impianti a
biomassa legnosa con la modifica della 24 del 2006, perché questo
tema è già stato trattato nel 2010, e poi si era arenato, a fronte
anche di una presa di posizione dalla Commissione che aveva portato a
“cassare” il provvedimento di modifica allora che, da quello che
posso capire, viene in parte ripresentato oggi. L’adeguamento,
invero, di fatto riprende l’impianto che nel 2010 era stato
pianificato, con la necessità di normare le stufe a legna negli
impianti a biomassa legnosa che, senza nasconderci, hanno creato
molti malumori e molte prese di posizione anche all’interno di questa
Commissione. Sarebbe quindi opportuno che i tecnici potessero
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chiarirci bene l’impronta che si vuole dare attraverso questo
provvedimento.
L’altro è il tema dell’articolo 24 relativi ad infrastrutture e
distribuzione di energia (legge 26 del 2003). È innegabile che questo
sia un tema con cui si può incidere sullo sviluppo economico, quindi
anche qui occorre capire meglio come quei provvedimenti possano
incidere anche dal punto di vista del rilancio dello sviluppo
economico. Sarebbe opportuno avere qualche chiarimento e magari
capire se già ci sono delle valutazioni di modifica anche a questo
testo, da parte dei dirigenti.
Presidente FROSIO
Prego, dottor Fasano.
FASANO Mauro
All’articolo 31 “sono equiparati agli impianti termici civili”: la
Consigliera Peroni ha già descritto la situazione un po’ particolare
rispetto alle misurazioni delle centraline sul PM10. Ormai, da un po’
di tempo, le emissioni dovute a combustioni legnose sono rilevanti.
ARPA ormai ci dice che sono praticamente simili a quelle emesse dal
traffico veicolare, quindi sono importanti.
Equiparare gli impianti alimentati a biomassa agli impianti termici
civili significa innanzitutto censirli, perché la verità è che non
sappiamo bene quanti ce ne sono, dove sono e come sono stati
installati.
Oggi una stufa a legna a pellet si può comprare in qualsiasi
supermercato e non è necessaria alcuna competenza specifica. Ognuno
di noi può farlo se la installa in casa e può addirittura – il che
accade molto più frequentemente di quanto si possa immaginare –
collegarla all’impianto termico civile.
È un aiuto economico reale all’economia di montagna, perché la legna
da ardere costa meno, soprattutto in montagna costa quasi nulla. A
Milano costa cara, in montagna costa poco.
Presidente FROSIO
Dottor Fasano, questo lo lasci dire ai montanari: costa quasi 20 euro
al quintale...
FASANO Mauro
A
Milano
costa
a
35-40.
In
ogni
caso
naturalmente
incide
sull’economia domestica questa cosa.
L’articolo 31 dice esattamente quello dice la norma sugli impianti
termici a metano. Vorremmo sapere, desidereremmo sapere dove sono,
vorremmo che fossero installati in maniera corretta, anche questo è
un problema. Spesso i nostri tetti bruciano perché le canne fumarie
non sono manutenute in maniera corretta, e nella progettazione
dell’installazione di un impianto termico a biomassa, si chiede che
vengano prese tutte le cautele necessarie ad evitare questi incidenti
domestici che sono sempre più frequenti. Questo è l’obiettivo.
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Non c’è il divieto, naturalmente, non può essere interpretato come
tale, l’uso di legna di ardere, altrimenti non ci sarebbe il
paragone. Noi diciamo soltanto che devono essere inseriti nel Catasto
degli impianti termici, come tutti gli altri impianti. L’altro non ho
capito qual era.
Presidente FROSIO
Prego, Longoni, Peroni e poi Costanzo.
Consigliere LONGONI
Su questo punto devo concordare con Costanzo: anzitutto dovrei
chiedere al dottor Fasano la motivazione.
Lo Stato deve interessarsi il meno possibile alla vita dei cittadini:
vorrei capire qual è l’interesse della Regione a conoscere quali
siano e ove siano ubicati gli impianti per la produzione di energia
attraverso il pellet e il camino a risparmio energetico, del quale
per esempio io sono in possesso. L’uomo e l’evoluzione dell’uomo si
basano sull’utilizzo della legna come fonte per la produzione di
energia, di calore e per la vita in generale. Quanto al fatto che
ARPA continui a ribadire che il problema del PM10 è dato dai camini,
va bene tutto, però penso che se uno esce in strada a Milano non vede
i camini che bruciano legna tutto il giorno, come ha ribadito lei
sull’utilizzo delle masse legnose, perché a Milano c’è anche un
problema di costi.
Pertanto, in aree montane, come ci è stato riferito anche l’anno
scorso, ma noi non concordiamo nemmeno a livello politico, se si
devono andare a toccare i problemi del PM10 non si toccano i
caminetti, non si tocchi l’utilizzo della legna per riscaldamento
civile perché rientra in un discorso più ampio di risparmio della
CO2. Ci sono alcune direttive europee che prediligono l’utilizzo
della massa legnosa per l’utilizzo di energia per riscaldamento. Non
si capisce perché ogni anno si tenta, in questa Commissione, di
inserire delle limitazioni nell’utilizzo di tutti quei sistemi e
produzione di calore familiare che utilizzano la legna. Io non so
cosa possa volere la Regione Lombardia chiedendomi se io ho il
camino.
Quando
l’avrà
saputo,
cosa
mi
farà?
Chiederà
una
certificazione energetica per il mio camino? Grazie.
Presidente FROSIO
Grazie, Longoni. Prego, Consigliera Peroni. Poi Costanzo.
Consigliera PERONI
Oltre al censimento, l’equiparazione significa che per l’istallazione
e la manutenzione si devono rispettare le regole di tutti gli altri
impianti. Vorrei che si precisasse cosa significa “ai fini
dell’istallazione, della manutenzione, l’equiparazione”.
Presidente FROSIO
Prima di rispondere,
vediamo
se
la
domanda
di
Costanzo
è
ancora
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pertinente
a questo, così almeno dà una risposta.
Consigliere COSTANZO
Grazie, Presidente.
Siccome non voglio porre discussioni ideologiche, capisco la
necessità anche di normare un settore e di tenere in considerazione,
anche dal punto di vista ambientale, le emissioni in aria di una
tipologia di consumo. I dati ARPA che abbiamo visto – ce li hanno
fatti vedere nel 2010 – sono anche preoccupanti, da questo punto di
vista, non possiamo sottovalutare questa cosa dal punto di vista
ambientale. Io credo che molta responsabilità ce l’abbia, all’interno
di aree urbane e di aree dove non c’era una tradizione di consumo o
di impianti a biomassa legnosa, il diffondersi delle stufe a pellet.
Sarebbe più efficace, forse, che la Regione Lombardia intervenisse
sui
produttori
delle
stufe,
anziché
sui
consumatori
finali
aggiungendo un ulteriore costo attraverso la creazione di stufe a
pellet con dei filtri che dalle valutazioni che abbiamo fatto noi con
alcuni tecnici si possono tranquillamente inserire all’interno degli
impianti a biomassa legnosa per rendere meno importanti le emissioni
in aria.
Il rischio, infatti, è che con questo provvedimento noi andiamo ad
aggravare e a complicare ulteriormente la vita ai cittadini,
soprattutto, come diceva il Consigliere Longoni, laddove l’utilizzo
delle pigne – le chiamo pigne, così facciamo prima –, delle stufe a
legna, è anche una “tradizione”, oltre che un’economia familiare, per
alcuni luoghi.
Credo che intervenire in maniera così corposa – tra l’altro, si
ripropone il provvedimento che nel 2010 questa Commissione ha
ritenuto di stralciare – sia un ulteriore aggravio per i cittadini.
Io credo che invece dobbiamo lavorare a monte su alcuni vincoli e su
alcuni divieti. Si può anche intervenire sui chilowattora di potenza
di alcuni impianti, perché parificare tutto, compresa anche la pigna
della mia nonna a un impianto a biomassa legnosa che deve essere
certificato, che deve avere la garanzia dell’installazione, eccetera,
è eccessivo. Veramente, non andiamo a burocratizzare una situazione
che può essere comunque gestita sempre anche con il buonsenso.
C’è poi un problema di garanzia, di pulizia delle canne fumarie,
della sicurezza. Io non sottovaluto questi temi, non voglio fare
demagogia, però non con un provvedimento così rigido, perché questo
diventa un provvedimento rigido. Sarebbe opportuno quindi anche qui
andare
a
prevedere
delle
modifiche.
Io
riterrei
opportuno
stralciarlo, come abbiamo fatto l’altra volta, però, se proprio
bisogna ragionare, ragioniamo con una logica che non crei ulteriori
aggravi ai cittadini, e soprattutto che non metta in discussione
un’economia familiare in alcuni luoghi, che non è la stufa a pellet
nel condominio di Sesto San Giovanni o di Milano, tanto per capirci,
ma è altre cose.
14
Presidente FROSIO
Grazie, Costanzo. Prego, dottor Fasano.
FASANO Mauro
La considerazione è la stessa, cioè non si vuole limitare. Gli
impianti termici alimentati a biomasse sono inseriti nel catasto
degli impianti termici, quindi l’aggravio di cui si sta parlando è un
aggravio
indiretto,
sicuramente,
rispetto
al
cittadino.
Nel
Regolamento che disciplina gli altri impianti è il manutentore che
inserisce nel Catasto i dati dell’impianto termico, sia di piccola
potenza, come le caldaiette, sia di grande potenza, come centrali un
po’ più grandi. Il cittadino, quindi, allo stesso modo che per una
caldaia alimentata a metano o a gasolio (per quelle poche ancora
esistenti), “subisce” la manutenzione dell’impianto e tutto il resto
lo fa il manutentore, perché viene posto in capo al manutentore o
all’amministratore di condominio, nel caso degli altri impianti,
quindi l’equiparazione vale allo stesso modo. Qui non viene detto che
gli impianti termici alimentati a biomasse sono inseriti nel Catasto,
ma fa il cittadino; gli impianti termici vengono inseriti nel catasto
e funziona esattamente come per gli altri. Verrà un manutentore e
registrerà i fumi di quell’impianto.
Noi pensiamo naturalmente di inserire, se dovessimo scrivere un
Regolamento, la manutenzione nello stesso giorno in cui farà la
manutenzione dell’impianto a gasolio o dell’impianto a metano, per
non subire un aggravio anche economico, e di farlo anche ogni
quattro, cinque anni, mentre per gli altri impianti è previsto per un
anno, perché l’obiettivo vero è quello della registrazione, non di
incidere sull’economia di queste famiglie.
Quanto agli interventi sui produttori, in realtà sono interventi di
tipo tecnico che bisognerebbe notificare alla Commissione Europea,
avendo la percezione che gli impianti che oggi vendono nei nostri
supermercati e che vengono installati hanno un’efficienza energetica
misurata.
L’efficienza energetica non viene dichiarata oggi perché non è
previsto che venga dichiarata l’efficienza energetica di combustione.
Non esiste infatti un regolamento comunitario che lo dichiari, che
obblighi qualsiasi produttore a dichiarare l’efficienza energetica.
Con l’inserimento nel catasto, invece, è possibile misurare, da parte
dei manutentori, l’efficienza energetica di combustione di questi
impianti e quindi immaginare un percorso che è stato avviato con i
produttori, soprattutto italiani. Un altro dei problemi che abbiamo,
infatti,
è
che
siamo
inondati
di
macchine
di
mercati
non
regolamentati come i mercati europei, dove è molto più regolamentata
anche l’efficienza di queste macchine; ma spesso vengono vendute
macchine a basso costo, di mercati non europei, dove invece esistono
un po’ più di regole: la marcatura CE, infatti, ci consente di avere
delle regole un po’ più stringenti rispetto ad altri mercati, non
dico quali, ma è possibile facilmente immaginare di quali mercati sto
parlando.
15
Per quanto riguarda il regolamento CEE, in realtà è in attuazione di
una direttiva comunitaria del 2002, questa norma, che sarà
probabilmente recepita anche a livello nazionale: si tratta della
direttiva 91/2002, Rendimento energetico nell’edilizia, che parla già
di
tutti
i
tipi
di
impianti
non
facendo
distinzione
tra
l’alimentazione e quindi il generatore di calore. Perché non è stata
ancora recepita a livello nazionale? Perché sono in corso i lavori,
al Comitato termotecnico italiano. Una legge esiste già, è il DPR del
1999 che fa riferimento al DPR 26 agosto 1993, il 412 ed è in fase di
riscrittura, si aspettano anche i lavori a livello nazionale.
Per quanto riguarda l’installazione, Consigliera Peroni, ha ragione.
In quel caso, scatterebbero perché sono agganciate le disposizioni
degli impianti termici diversamente alimentati, delle regole per una
corretta installazione di questi impianti, quindi non sarebbe più
lasciata alla libera iniziativa di ognuno di noi come oggi è comprare
una stufa e attaccarla all’impianto termico. Ci dovrebbe essere
invece un installatore che risponde alla lettera c) della legge
36/90, un installatore che è il nostro idraulico, quello che viene in
casa nostra. È un installatore autorizzato, però in Camera di
commercio ci sono tutti gli idraulici specializzati termotecnici, non
è un ingegnere che fa questo lavoro, cioè non è necessario,
quantomeno avere un ingegnere che faccia questo lavoro, ma è
sufficiente essere iscritti alla Camera di commercio come tecnico
installatore. In Lombardia sono a livello molto elevato.
Presidente FROSIO
Grazie, dottor Fasano. Il Vice Presidente aveva chiesto la parola.
Poi Costanzo.
Consigliere GIAMMARIO
Io sono dell’idea che la Regione lavora e ha lavorato molto bene,
facendo approfondimenti che spesso altre Regioni non fanno, però non
dobbiamo diventare masochisti.
Un conto sono gli impianti di tipo industriale con una certa
potenzialità. Io però penso in particolare alle famiglie, che poi
sono la maggior parte. Molto spesso chi ha un camino, ha già magari
un impianto a gas metano. Già per le caldaie a gas metano, i
manutentori che son bravissimi a fare il loro mestiere, ma
chiaramente non fanno beneficenza, ti avvisano annualmente, vengono a
farti la manutenzione. Una volta si faceva molto meno, e quindi ora
ci sta che si faccia di più, con tutti i problemi che sono successi
in passato. Però, per una famiglia, c’è l’aggravio di costi della
manutenzione dalla ditta costruttrice della caldaia che viene a fare
la manutenzione, poi viene la Provincia con il suo bollino a
verificare che tu l’hai fatto e paghi un’altra cosa: non mi sembra il
caso di farci del male, da questo punto di vista.
Dico in tono polemico che in altre Regioni credo siano abbastanza
distratti su questi temi. Noi abbiamo fatto molto sull’ambiente,
dobbiamo continuare a farlo e su questo secondo me c’è un
16
travisamento, dal mio punto di vista.
Se da quello che mi sembra di capire c’è un’ampia convergenza,
possiamo
anche
esprimere
un
parere
con
un’osservazione,
non
vincolante, è vero, da mandare alla IV Commissione. Io la chiamerei
osservazione a forte pregnanza, nel senso che poi in Consiglio, se
c’è questa forte pregnanza, si può tradurre anche in una modifica.
Presidente FROSIO
Grazie, Vice Presidente Giammario.
Costanzo, poi Longoni e Bossetti.
Consigliere COSTANZO
Presidente, il dottor Fasano mi ha confermato che la volontà della
Giunta è quella di ripetere il provvedimento che è già stato oggetto
di discussione in questa Commissione e che ha visto questa
Commissione esprimersi con un giudizio negativo nei confronti.
Io credo che sia opportuno che questa Commissione riconfermi il
proprio parere rispetto a quel provvedimento e sarebbe opportuno
stralciare dal provvedimento in esame oggi questo articolato, perché
non è che noi ogni anno in questa Commissione possiamo rivederci
ripresentati testi che abbiamo già cassato. La filosofia l’ho capita
bene: io capisco la necessità, come ho detto, non voglio far
demagogia, ma credo che dagli interventi anche di altri consiglieri
si è capito come questa Commissione non intende ulteriormente
appesantire, gravare sui cittadini questa richiesta che la Giunta fa
attraverso questo articolato, quindi sarebbe opportuno, secondo me,
che questo articolo vada stralciato dal provvedimento oggetto oggi
della discussione.
Presidente FROSIO
Grazie, Consigliere Costanzo. Prego, Consigliere Longoni.
Consigliere LONGONI
Giustamente, per quanto riguarda gli impianti che utilizzano metano,
la certificazione energetica e la sicurezza dell’impianto va anche a
tutela della salute del cittadino. Sappiamo benissimo che il
monossido di carbonio, e insomma i vari monossidi hanno portato e
portano purtroppo, ancora tutt’oggi, a morti, all’interno delle
abitazioni. Per quanto riguarda il camino, grazie a Dio, già
dall’antichità, quando c’è troppo fumo normalmente è abitudine aprire
le finestre e far aerare la stanza.
Pertanto, inserire una certificazione, fare comparire alcuni impianti
in un catasto, secondo me costituisce la premessa per poter arrivare,
poi, l’anno che sarà, ad inserire l’obbligo, per coloro che sono
possessori di impianti, della certificazione della pulizia. Io penso
che la cosa più semplice, per quanto riguarda questo segmento di
mercato
e
del
relativo
riscaldamento
possa
essere
quello
semplicemente della comunicazione. Io mi ricordo dei bellissimi
opuscoli, quando ero Assessore in Provincia, che abbiamo inviato a
17
tutti i cittadini della Provincia per la certificazione degli
impianti a metano e a gas che spiegavano quali potevano essere le
conseguenze, anche del malfunzionamento, per la salute dei cittadini.
Penso che eventualmente degli opuscoli che vadano a spiegare come
deve essere fatta la pulizia delle canne fumarie, penso sia più che
sufficiente. Io non sono un montagnino come il valligiano, Sondrio e
Bergamo, però anche noi in provincia di Varese abbiamo qualche valle,
e
utilizziamo la legna da tantissimi anni, quale forma proprio di
riscaldamento delle nostre abitazioni. Veramente già l’anno scorso,
quando si ipotizzò questa limitazione dell’utilizzo dei camini,
quando andai in paese, a Ispra, il paesano, il boscaiolo e gli altri
mi chiesero “ma cosa state facendo?”
Lascerei all’Unione Europea di fare tantissime altre cose che sono
lungimiranti e intelligenti non so per chi, ma la Regione Lombardia,
veramente, stia dalla parte dei cittadini. Mi sembra che la
semplificazione che con questa norma dovrebbe portare la Regione
Lombardia - mi sembra che il Presidente Formigoni lo abbia ribadito sia stare vicino alla gente, aiutare i nostri cittadini e cercare di
rilanciare l’economia della nostra Regione.
Ormai se vince la totalità della Commissione, perché il Gruppo
consiliare della Lega Nord è contrarissimo a riporre il problema
sugli impianti delle abitazioni che utilizzano il legno per la
produzione del calore.
Presidente, come tutti i Gruppi, la invitiamo a farsi promotore dello
stralcio.
Presidente FROSIO
Consigliere Bossetti, prego.
Consigliere BOSSETTI
Solo una cosa. Non vorrei che in Italia, come succede per il canone
RAI, prima si incentivano le cose e poi si applicano delle tasse. Non
vorrei che anche con questo fare un censimento delle stufe e dei
camini alla fine ci troviamo qualche tassa da pagare, perché
diventerebbe un lusso avere il camino. Quindi, mi sembrerebbe una
follia.
Visto che l’anno scorso ero il Relatore proprio su questa legge ed
era stata stralciata, si chiede ancora di stralciarla. Se proprio si
insiste su qualcosa, come diceva prima il Vice Presidente, si
potrebbe vedere di applicarla solo a oltre certe migliaia di calorie
di utilizzo delle stufe, in particolare, perché calcolare in un
camino migliaia di calorie mi sembra folle. Grazie.
Presidente FROSIO
Grazie, Consigliere Bossetti. Cercheremo di presentare, con il
Relatore, anche noi delle osservazioni. Per quanto consultiva, come
diceva il Vice Presidente Giammario, cercheremo di imprimere questo
in Consiglio. Ci sono altre domande?
Commissario Costanzo, prego.
18
Consigliere COSTANZO
Chiedevo ai Dirigenti se possono chiarire meglio quali sono gli
impatti, anche di natura economica e di sviluppo, che l’articolo 24
sulle infrastrutture e distribuzione di energia elettrica porta con
la modifica della legge numero 26 del 2003 e se sono già in atto
testi alternativi a questo che è stato consegnato alla Commissione.
Presidente FROSIO
Consigliere Villani, ha una domanda da fare? Prego.
Consigliere VILLANI
Volevo dire che oggi si è già avviata una discussione, Presidente,
che consideriamo positiva, anche di merito. Riteniamo che ci sia
bisogno
di
ulteriori
approfondimenti,
proprio
nello
spirito
costruttivo e di condivisione di cui abbiamo parlato all’inizio.
Riteniamo, però, che si dovrebbe procedere alla votazione nelle
prossime sedute per proseguire la discussione, in quanto abbiamo
alcune valutazioni ulteriori da proporre dopo la presentazione.
Presidente FROSIO
Lei parla di procedere a votazione già nelle prossime sedute? Va
bene. Prego, dottor Fasano.
FASANO Mauro
Articolo 24. Qual è l’impatto? L’intento è quello di disciplinare e
semplificare le autorizzazioni delle infrastrutture lineari per la
distribuzione di energia elettrica. Hanno un impatto sia rispetto
alle nuove costruzioni sia a quelle esistenti e si possono riassumere
in due categorie di impatti. Il primo impatto è quello relativo alle
smart grid; volendo, è tutto connesso anche alla parte descritta
sulla banda ultra larga e sulle reti intelligenti. Ci sono già delle
ottime sperimentazioni nazionali. La progettazione di queste nuove
reti
la
Giunta
regionale
vorrebbe
fosse
coerente
con
la
sperimentazione in atto in Italia. A Genova e a Bari ENEL ha
sperimentato delle reti intelligenti. Peraltro, siamo tra i più bravi
in Europa a livello di smart grid, quindi è uno stimolo a progettarlo
in questo modo.
Il secondo impatto è un impatto derivante dagli obblighi del decreto
legislativo numero 28 e soprattutto dagli obblighi derivanti dal
cosiddetto Burden Sharing, cioè l’assegnazione delle quote di fonte
energetica rinnovabile sui consumi finali lordi di energia. Non è
esplicito, ma è implicito. L’attribuzione della quota risale a
quattro giorni fa. Siamo in attesa della pubblicazione del decreto,
però è stato licenziato. Quindi, abbiamo la quota lombarda, questa
benedetta percentuale che al 2020 sarà dell’11,3 per cento, con un
punto di partenza del 4,9.
Una delle modalità per aumentare il numeratore di quella frazione,
cioè fonte energetica rinnovabile su consumi finali lordi di energia,
19
è anche quella dell’importazione di energia verde. Quindi, questa
proposta va anche in questa direzione. Che significa? Significa che è
possibile attribuire alla Lombardia una parte di questa energia
proveniente da Paesi confinanti. Pensiamo alla Svizzera e pensiamo
all’idroelettrico che può essere trasportato facilmente attraverso
una merchant line, quindi una linea privata, direttamente in Italia.
Quell’energia che potremmo, riusciremmo a portare in Lombardia ci
viene attribuita come quota di rinnovabile. Perché? Perché la
importiamo - e lo fa un soggetto privato, naturalmente - direttamente
da un Paese confinante. Noi abbiamo la fortuna di avere Paesi
confinanti con tanta energia verde, quindi va in questa direzione.
Questo è un impatto importantissimo sulla quota del Protocollo di
Kyoto che ci spetta, a partire dalla settimana scorsa.
Per quanto riguarda la seconda domanda, posso soltanto riferire che
nell’altra Commissione c’è un testo alternativo.
Presidente FROSIO
Chiedo scusa. Commissario Costanzo, però noi dobbiamo ragionare che
siamo in consultiva e gli interventi che fanno gli Assessori in ogni
ambito ci portano ad avere questo. Credo che nella fase conclusiva
possiamo, poi, assemblare tutte queste cose. Capisco anche il nostro
Gruppo... Il mio Gruppo, che fa parte di questo, mi ha detto che ci
sono delle modifiche, però noi non possiamo stare con le mani in mano
aspettando le modifiche. Noi andiamo avanti sul nostro percorso e poi
vedremo, al momento opportuno, di assemblare il tutto e fare le
nostre proposte.
Le audizioni arrivano proprio con quello spirito. Dopo le audizioni
faremo una Commissione congiunta, noi e la IV, e via. Credo che
l’obiettivo finale, poi, sia l’audizione congiunta tra gli Assessori.
Se i testi che girano non sono definitivi, noi elaboriamo per quanto
di competenza e per quanto, poi, noi pensiamo di dare dei
suggerimenti, come nel caso degli impianti legati alle biomasse
legnose. Prego, Relatore.
Consigliera PERONI
Ascoltando il percorso che lei stava cercando di tracciare, mi veniva
solo un dubbio sulla scadenza dei tempi che ci è stata data. Se
vogliamo fare il lavoro che, giustamente, lei ha ipotizzato la vedo
molto dura rispettarli. Forse sarebbe il caso di cominciare a dire
alla Commissione, con cui dobbiamo interloquire per licenziare il
nostro parere, che mettere in conto lo slittamento di una settimana
potrebbe essere saggio e che non è un modo per dilazionare troppo il
lavoro e di gestirlo.
Presidente, lei si trova a fare i conti con i Consiglieri che sono
anche in altre Commissioni, con la non possibilità di fare le
audizioni tutte in una stessa giornata.
Presidente FROSIO
Pensavo di aspettare la settimana prossima e, dopo l’audizione della
20
settimana prossima, chiedere di portarsi più in là con i tempi, oltre
il 21, perché io sono convinto che questo problema arriverà anche in
IV. A me sembrava di non fare sempre i primi della Lombardia. Noi
facciamo i primi come Commissione, ma non è proprio così.
Va bene, cercheremo di capire. La settimana prossima, quando avremo
queste audizioni con i soggetti che ha proposto anche il Collega
Villani, chiederemo la possibilità di spostare più in là nel tempo.
D’accordo? Prego, Commissario Costanzo.
Consigliere COSTANZO
Approfitto sempre della gentilezza del Dirigente, dottor Fasano,
perché mi fa piacere - era una notizia che non mi era pervenuta - che
finalmente sono state fissate le quote alle Regioni. Sennò, fare
pianificazione e programmazione su fonti di energie rinnovabili senza
una quota di attribuzione diventava veramente difficile, ed è un tema
che ci deve vedere fortemente impegnati, anche quello della green
economy e di questa opportunità che noi dobbiamo portare avanti nelle
fonti di energia rinnovabili.
Una domanda, e qui ammetto la non conoscenza del tema: quella soglia
di partenza del 4,9, a cui lei faceva riferimento, tiene già in
considerazione la percentuale di energia rinnovabile in Regione
Lombardia o è aggiuntiva a quella già prodotta?
FASANO Mauro
Provo ad essere molto sintetico e a spiegare. Il 4,9 è una fotografia
di dati esistenti relativi ai confini lombardi: ogni Regione, nella
famosa Tabella A del Burden Sharing, ha un suo punto di partenza, che
è superiore a zero, ed è una foto dell’esistente, però con dati
ufficiali.
Le faccio un esempio, per ritornare alle biomasse di prima: quante
biomasse, che sono energia verde, vengono utilizzate in Regione
Lombardia? L’unico dato certificato che abbiamo è il censimento - che
ha ENEA, che ha il Ministero - delle nostre abitazioni del 2001. Lì è
stato calcolato quanti camini o quante stufe ci sono in Lombardia:
moltiplicato per un numero standard, un “k” standard di quanti se ne
utilizzano, ci hanno dato un numero, che è la biomassa utilizzata. Ed
è tutto così, cioè il trasporto dell’energia o la quota di biodiesel
nel trasporto lombardo è una foto di dati certificati. Quindi, si
parte da un dato uguale ovunque come fonte.
Queste sono le fonti che abbiamo consegnato a Bruxelles, che lo Stato
membro ha consegnato a Bruxelles e che sono state vistate da
Bruxelles come dato certificato. La Valle d’Aosta parte dal 53 per
cento, consuma pochissimo e ha un sacco di idroelettrico: viene
certificato quello idroelettrico, quindi parte dal 53 per cento. La
Lombardia, che ha dieci milioni di abitanti che ogni mattina
accendono la luce, e il denominatore sale tantissimo, per quelle
fonti rinnovabili - abbiamo avuto grandi incrementi sul fotovoltaico
non ancora tutti calcolati - la fotografia dell’anno scorso è quella.
4,9 è il punto di partenza. L’Italia deve raggiungere il 17 per
21
cento. Perché la Lombardia non ha il 17 per cento, ma ha l’11,3?
Perché si fa il calcolo dello scenario sul potenziale. Noi abbiamo
una energia che non possiamo utilizzare, che è l’eolico, altrimenti
non parleremmo di PM10, quindi ci viene scalata quella quota
potenzialmente raggiungibile.
Presidente FROSIO
Anche le altre Regioni, mi scusi, sono certificate?
FASANO Mauro
I dati sono nazionali, quindi ogni Regione è stata certificata.
Presidente FROSIO
Riusciamo ad avere anche questi dati come...
FASANO Mauro
Sono pubblicati.
Presidente FROSIO
Come livello provinciale?
FASANO Mauro
No. È stato fatto a livello regionale. Poi, Regione Lombardia ha dei
dati anche a livello...
Presidente FROSIO
Le faccio questa domanda perché so che ci sono Province molto
differenti e oggi queste Province, magari, sono promotrici anche del
bloccare un po’ le FER, le energie rinnovabili, che trovano la mia
contrarietà, soprattutto nell’idroelettrico.
Consigliere COSTANZO
Solo una richiesta urgente, se è possibile, al dottor Fasano.
Siccome, come Gruppo del PD, noi facciamo un convegno proprio su
questi temi sabato, è possibile che lei ci trasmetta i dati ufficiali
di Regione Lombardia? È comunque un dato che serve a tutti, credo, da
questo punto di vista. Poi, posso fare una battuta? Giustamente, si
dice che la Valle d’Aosta parte dal 50 per cento. Se dovessi stare
alla mia Provincia, credo che andremmo all’80, perché noi forniamo il
50 per cento dell’apporto energetico a Regione Lombardia e il 13 per
cento a livello nazionale.
Presidente FROSIO
Proseguiremo con questi lavori. Oggi, poi, con l’Ufficio di
Presidenza definirò quali sono i provvedimenti che sposteremo un po’
più in là per poter lavorare su questo provvedimento, in modo
particolare.
Ringrazio i Commissari, che prego di rimanere per proseguire i
lavori.
22
Argomento n. 4 dell’o.d.g.
DOC n. 4 (Programma di lavoro della Commissione Europea
- anno 2012)
Presidente FROSIO
Passiamo al DOC N. 4: “Programma di lavoro della Commissione Europea
Anno 2012”, atto di iniziativa delle Commissioni.
Prego, Consigliere Longoni.
Consigliere LONGONI
Grazie, Presidente. Logicamente, rispetto al programma di lavoro
della Commissione Europea anno 2010, il mio intervento andrà
principalmente a significare quelle che sono le iniziative legate
alla competenza della nostra Commissione.
Una premessa, però, è doverosa. Visto che il Presidente del Gruppo
dei deputati europei della Lega Nord, cioè il Gruppo Europa della
Libertà e della Democrazia, Nigel Farage, ha più volte sollecitato la
Commissione Europea come soggetto non eletto dal popolo, con un
Presidente non eletto dal popolo, a fare scelte anche su quanto
concerne l’economia dei singoli Stati, lasciando un’autonomia
maggiore rispetto a quella che è l’indicazione dell’Unione Europea di
fissare paletti molto rigidi per quanto riguarda il bilancio di
pareggio, giustamente, che sulla carta tutti condividono, cioè quella
di creare un bilancio in pareggio degli Stati membri dell’Unione
Europea.
Per quanto riguarda tutta la parte relativa alle misure, le così
definite “Six pack”, che dovranno rilanciare, oltre alla governance
economica, l’economia dell’Unione Europea, un altro passaggio che
esula dalle competenze della Commissione, però è doveroso, è quello
che, secondo me, la riforma del settore finanziario, che dovrà essere
affrontata nel 2012... Un consiglio, proprio da piccolo Consigliere
regionale di una Regione quale la Lombardia: inviterei i nostri
rappresentanti a prendere spunto da quello che è successo in Islanda
sul rapporto che ha avuto lo Stato islandese con quelle banche
finanziare e quant’altro che hanno fatto fallire l’Islanda e che, a
differenza di quello che succede nel nostro Paese, cioè che vengono
portate al Governo, sono state mandate in galera.
Fatte queste premesse politiche doverose, per quanto riguarda le
iniziative europee, si parte con l’iniziativa Cielo Unico Europeo,
che potrebbe portare all’eliminazione delle inefficienze che costano
oltre 3,8 miliardi di euro all’anno, attenuando le emissioni di CO2 e
aumentando anche la sicurezza, e ridurre anche i ritardi subiti dai
passeggeri.
Va, altresì, ricordato che il completamento del mercato interno
dell’energia entro il 2014 sbloccherà un’altra leva fondamentale
della crescita economica. Le nuove proposte sulla liberalizzazione
del trasporto ferroviario contribuiranno, inoltre, a modernizzare e a
decarbonizzare il trasporto europeo mediante un incremento della
concorrenza e offriranno ai passeggeri nuovi servizi più innovativi
23
orientati al cliente. Visti i notevoli investimenti necessari per
modernizzare i nostri temi energetici (si parla di mille miliardi di
euro per il periodo 2011/2020), il settore dell’energia è un’altra
leva fondamentale per la crescita economica.
A tal proposito, la Commissione Europea adotterà una serie di
iniziative a riguardo. L’agenda digitale è di fondamentale importanza
per consentire all’economia europea di sfruttare le opportunità di
promozione della crescita offerta dalla tecnologia moderna e da
internet. La diffusione dei servizi elettronici è fondamentale e l’ecommerce sarà promosso attivamente.
La fiducia dei consumatori è indispensabile per rilanciare la domanda
e la crescita. L’agenda europea globale per i consumatori costituirà
una solida base d’azione. Le proposte di revisione delle norme sulla
sicurezza generale dei prodotti delineeranno un approccio chiaro e
coerente e riuniranno i diversi regimi di vigilanza in una strategia
unica per il mercato europeo.
È bene ricordare che una ripresa sostenibile presuppone che la
crescita e gli investimenti siano convogliati verso i settori più
dinamici per il futuro. La strategia della Commissione nei confronti
di un’economia efficiente nell’impiego delle risorse e a basse
emissioni di carbonio, che sarà integrata nella politica economica e
nell’analisi
annuale
della
crescita,
ha
dimostrato
come
sia
necessario orientare adeguatamente la crescita intelligente per
trasformare la sfida di un’Europa sostenibile in un vantaggio
competitivo.
Questa strategia, integrata in Europa 2020, fornirà solide basi per i
settori di fondamentale importanza per l’ambiente e l’economia
nell’UE. Le proposte presentate nel 2012 sulla garanzia dell’accesso
all’acqua potabile in quantità sufficiente costituiranno un esempio
significativo di promozione dell’uso efficiente delle risorse nei
diversi settori strategici: la Commissione adotterà, inoltre, un
piano di tutela delle risorse idriche per far sì che la politica
pubblica si prefigga come obiettivo prioritario di ovviare fin d’ora
alle pressioni sulle risorse idriche.
La sostenibilità è un elemento centrale anche della politica
energetica come concepita dalla Commissione. A titolo di esempio, una
rapida
adozione
e
attuazione
della
Direttiva
sull’efficienza
energetica può comportare vantaggi significativi per le famiglie con
la possibile creazione di due milioni di posti di lavoro e
contribuire ad affrontare il problema del cambiamento climatico.
Una proposta volta a rafforzare il quadro sulla sicurezza nucleare
terrà conto degli insegnamenti tratti dalle prove di stress delle
centrali nucleari presenti oggi nell’Unione Europea, dei progressi
tecnici e degli sviluppi normativi internazionali. La Commissione,
inoltre,
definirà
una
strategia
per
accelerare
lo
sviluppo
dell’energia rinnovabile nel mercato interno dell’Unione Europea e
nei Paesi vicini del Mediterraneo meridionale.
Un importante segnale in tale contesto potrebbe venire dai processi
verso l’adozione della normativa proposta per facilitare gli
24
investimenti
nelle
infrastrutture
energetiche
necessarie,
onde
accelerare l’integrazione delle fonti di energia rinnovabili.
Nel 2012 la Commissione continuerà ad adoperarsi per contribuire a
uno sforzo reale e globale di riduzione delle emissioni di gas serra
e continuerà a gestire la transizione verso il sistema riveduto di
scambio di quote di emissioni, introdurrà anche nuove misure e
attuerà quelle esistenti per contribuire alla realizzazione degli
obiettivi in materia di clima ed energia.
In generale, il riesame della normativa sulle autovetture e sui
furgoni incentiverà l’innovazione e garantirà la certezza normativa
per i costruttori. Un altro obiettivo prioritario sarà porre fine
alla dipendenza dei trasporti dal petrolio stimolando lo sviluppo di
infrastrutture nell’Unione Europea per i carburanti alternativi.
Altre priorità del 2012, oltre al sostegno ai paesi del Mediterraneo
orientale in fase di democratizzazione, saranno la roadmap del
partenariato orientale decisa al vertice di Varsavia e la stabilità
del Medio Oriente e del Caucaso.
In conclusione, l’anno prossimo la Commissione Europea intende fare
quanto in suo potere per sormontare la crisi economica che
attualmente ha ripercussioni pesanti sui cittadini europei. Le misure
adottate
dimostrano
il
carattere
prioritario
conferito
dalla
Commissione alla promozione della crescita e dell’occupazione. Questa
priorità assoluta si riflette, altresì, nel suo programma di lavoro
per il 2012, che è incentrato anche sugli obiettivi a lungo termine.
È assolutamente necessario agire a breve termine gettando al tempo
stesso le basi per una crescita e un’occupazione sostenibili a lungo
termine. In questo modo l’Unione Europea potrà uscire dalla crisi più
forte e maggiormente in grado di far fronte alle esigenze della
concorrenza mondiale, di sfruttare le fonti di crescita per il futuro
e di instaurare un’economia sociale di mercato funzionante.
La Commissione Europea chiude il programma di lavoro 2012 con
l’auspicio di vedere esplicitata la volontà politica necessaria ad
allontanare lo spettro della recessione per realizzare al meglio
l’obiettivo del rinnovamento europeo.
Presidente FROSIO
Grazie, Relatore Longoni. Penso che la settimana prossima possiamo
aggiornare questo provvedimento. Va bene.
Argomento n. 6 dell’o.d.g.
PDL n. 56 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29
settembre 2003, n. 17 “Norme per il risanamento dell’ambiente,
bonifica e smaltimento dell’amianto”)
Presidente FROSIO
Proseguiamo con gli altri provvedimenti. Abbiamo il PDL numero 56:
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 settembre 2003, n.
17 ‘Norme per il risanamento dell’ambiente, bonifica e smaltimento
25
dell’amianto’”.
Il referente è il Commissario Bottari. Prego.
Consigliere BOTTARI
Grazie. Siamo rimasti ad una versione che era uscita dalla
Commissione con alcune correzioni ed emendamenti che recepivano dei
contenuti dell’altro PDL numero 115. Poi abbiamo ricevuto una
versione, riveduta e corretta con il drafting legislativo, che credo
sia stata distribuita. Comunque, ci sono alcune correzioni nei vari
articoli. La modifica più importante riguardava un accorpamento
nell’articolo 2 dei commi 4 e 5: diventava un unico comma aggregato.
L’aggregazione dei commi 4 e 5 porterebbe ad un unico comma, che così
recita (nella sostanza è invariato): “per accedere a sorveglianza
sanitaria di cui al comma precedente il soggetto [...] si rivolge
alla ASL di appartenenza oppure esprime, nella presentazione di
richieste di riconoscimento di benefici previdenziali o assicurativi
presso INAIL, il consenso informato al trattamento dei dati
personali, affinché il suo nominativo sia segnalato alla ASL”.
Poi, vi sono altre correzioni minori che trovate nel testo, che
dovrebbe essere, a questo punto, distribuito.
Rimanevamo, come d’accordo, in attesa di puntuali emendamenti che
aveva annunciato il Gruppo del PD, soprattutto per quanto concerne
l’aspetto
della
criticità,
almeno
così
risulta
dal
verbale
precedente: “Noi presenteremo degli emendamenti puntuali” aveva detto
il Consigliere Villani, che però io non ho visto, a meno che si
riservasse di presentarli dopo l’intervento degli Assessori. Ieri
abbiamo incontrato in Consiglio l’Assessore Colozzi, il quale ci ha
detto che ci avrebbe inviato una norma finanziaria, che però al
momento non è ancora pervenuta. Doveva arrivare stamattina, ma non
c’è. Quindi, non posso aggiungere altro, se non che ci aveva promesso
che ce l’avrebbe inviata.
Poi ci aveva anche suggerito di effettuare alcune operazioni di
sostegno al PDL, che peraltro è condiviso, non è che stiano remando
contro. È assolutamente condiviso, però in questo momento non abbiamo
ulteriori informazioni.
Presidente FROSIO
Mi sembra chiaro il passaggio
questione sanitaria c’è già.
che
la
competenza
alle
ASL
nella
Consigliere BOTTARI
Sì. Ovviamente, per tutta la parte sanitaria ci diceva anche che, per
quanto riguarda la copertura, è già inclusa nell’Assessorato
competente. Quindi, la parte scoperta sarebbe quella del sostegno
agli interventi - giustamente, come ricordava il Presidente - di
sostituzione di coperture di eternit o comunque contenenti amianto
con coperture dotate di pannelli solari e fotovoltaici, che sono
nell’articolo 1, al comma h), come avevamo emendato. Quella sarebbe
la parte ulteriore da sostenere extra a quanto sarebbe già incluso in
26
generale, in
sanitario.
linea
di
principio,
negli
interventi
di
carattere
Presidente FROSIO
Commissario Villani, prego.
Consigliere VILLANI
Grazie, Presidente. Noi pensiamo che sia fondamentale avere queste
indicazioni
di
carattere
finanziario
e
naturalmente
abbiamo
subordinato gli emendamenti che dobbiamo presentare a questo: o
all’audizione con l’Assessore Colozzi oppure a qualcosa comunque di
scritto, di certificato che faccia capire quali sono le disponibilità
finanziarie di cui possiamo far conto.
Per procedere nel modo più rapido possibile, potremmo anche decidere
di trovarci, una volta acquisiti questi dati, in Commissione
ristretta, valutare tutte le questioni all’interno della Commissione
ristretta, tornare qui, possibilmente con un testo condiviso, se
riusciamo ad arrivare a questo risultato, votarlo e poi portarlo in
Consiglio regionale.
Presidente FROSIO
Prego, Relatore.
Consigliere BOTTARI
Per quanto mi concerne, sono perfettamente d’accordo. Ribadisco che
ieri abbiamo parlato in maniera informale con l’Assessore, il quale
ci aveva garantito che ci avrebbe inviato la norma. Nulla osta, dal
mio punto di vista, convocare il gruppo ristretto a fine seduta nella
settimana successiva, quindi cercare di completare il testo.
Se voi avete la bontà di analizzare l’ultima versione che è stata
soggetta a drafting, quella dovrebbe essere più o meno - salvo
ulteriori emendamenti che vogliate proporre - quella definitiva.
Presidente FROSIO
Condivido anch’io questa volontà di convocare, poi, il gruppo
ristretto, ricordando però che sono veramente giornate pesanti e
lunghe. Io parto, comunque, alle ore 9.30, così da avere più spazi.
Infatti, oggi tra l’Ufficio di Presidenza, dove non saprei quali sono
i provvedimenti, da spostare, per dare spazi, al 21. Penso che
l’unica richiesta da fare immediatamente, è quella di chiedere
proprio al Presidente Sala uno spostamento immediato.
Per la giornata in più nessuno qua mi ha detto sì, le ore sono
ventiquattro, nessuno vuole spostare provvedimenti, perché ho capito
che questo dell’amianto, il provvedimento ristretto, comunque
dobbiamo farlo ancora la settimana prossima.
Consigliere VILLANI
Presidente, sulla giornata in più, concordandola, siamo disponibili a
ragionare.
27
Presidente FROSIO
Non vada a toccare le altre Commissioni, perché lei sarà impegnato
anche in altre. Io ho detto il lunedì e il venerdì: credo che
Commissioni non ve ne siano. Venerdì quattro su cinque mi hanno detto
che non ci sono...
Consigliere BOTTARI
Io, per esempio, ho la disponibilità del 16, ma il Consigliere
Longoni il 16 è impegnato. Lunedì ho alcuni impegni già fissati.
Presidente FROSIO
Vedremo di fare qualche miracolo. Va bene. In attesa che l’Assessore
Colozzi ci mandi questi documenti... Così, mercoledì prossimo, alla
fine dei provvedimenti, facciamo la riunione del Comitato ristretto,
vediamo se abbiamo questi documenti in più e portiamo avanti anche il
provvedimento, ovviamente, dell’amianto.
Argomento n. 7 dell’o.d.g.
PDL n. 115 (Modifiche alla legge regionale 29 settembre 2003,
n. 17 ‘Norme per il risanamento dell’ambiente bonifica e
smaltimento dell’amianto’ e attuazione del PRAL)
Presidente FROSIO
Lo stesso discorso credo che valga per il PDL numero 115. Relatore,
prego.
Consigliere BOTTARI
Sì, esatto. A questo
gentlemen’s agreement
interessanti del PDL
numero 56, rimandiamo
vediamo se riusciamo a
alla costruzione di un
Argomento n. 8 dell’o.d.g.
punto, avendo non dico un accordo, ma il
“provvisorio” di estrapolare i contenuti più
numero 115 e traslarli all’interno del PDL
la decisione al Comitato ristretto. Mercoledì
chiuderlo, perché penso che siamo molto vicini
documento che sia condiviso.
Considerazioni in merito all’ordinanza del TAR Lombardia –
Milano, Sezione IV, numero 227/2012, del 14 febbraio 2012,
relativa alla DCR IX/279 dell’8 novembre 2011 in tema di
aggiornamento delle tariffe dei diritti di escavazione
Presidente FROSIO
Ho sentito l’Assessore Raimondi, che si scusa per non aver potuto
dare la disponibilità oggi, ma che per la settimana prossima dà la
sua disponibilità ad intervenire sul PDL numero 156 e in quel momento
interverrà anche su quali sono le relative idee della Giunta su
questo provvedimento.
28
Prego, Commissario Longoni.
Consigliere LONGONI
Penso che il Collega Costanzo concorderà. Come è stato fatto per il
PDL sull’amianto, in sede riservata, pertanto non aperta al pubblico,
si potrebbe incominciare a delineare una posizione della Commissione
per quanto riguarda il PDA sulle tariffe di escavazione?
Presidente FROSIO
Io preferirei aspettare la relazione dell’Assessore, per due motivi.
Non abbiamo i tempi per lavorare in queste condizioni. Con tutta
questa
carne
al
fuoco,
Commissario
Longoni,
io
non
riesco
sinceramente a pensare quando lo possiamo fare. Perché, poi, fare
ancora dei Comitati ristretti dove mi ritrovo da solo, come è
accaduto già una volta, no. Prego, Commissario Costanzo.
Consigliere COSTANZO
Questa questione dell’adeguamento delle tariffe di escavazione
rischia di essere un po’ come il Duomo di Milano: non riusciamo a
concretizzare... Capisco, adesso, le difficoltà di fronte a una
sentenza del TAR che aggravano ulteriormente la nostra capacità di
mettere a punto una posizione, però, proprio per provare a seguire il
ragionamento del Consigliere Longoni, proverei magari a ripartire,
con tutte le cautele, le prudenze, non voglio forzare la mano nella
discussione, però ripartire - dicevo - da quell’accordo che avevamo
raggiunto tra tutti i Gruppi, magari anche limandolo e discutendo.
C’era
già
un’impostazione
di
questa
Commissione
su
quel
provvedimento. Credo che vada, forse, ritenuta in considerazione.
Magari se avessimo portato quello in votazione in Consiglio non
saremmo andati così di fronte a una bocciatura di quel provvedimento
attraverso l’impugnativa del TAR.
Però sottolineo una cosa perché rimanga a verbale. Noi siamo in un
momento di difficoltà economica del Paese, anche di Regione
Lombardia, e stiamo chiedendo molti sacrifici ai cittadini. Credo che
sia corretto chiedere sacrifici non solo ai cittadini. Quel
provvedimento non era un provvedimento vessatorio nei confronti di
nessuno, ma teneva in considerazione delle esigenze che avevamo fatto
e avevamo valutato in questa Commissione. Credo che quelle esigenze,
proprio di fronte alla situazione congiunturale e alla situazione di
difficoltà, vadano riproposte. Sennò, noi veramente rischiamo di
essere forti con i deboli e deboli con i forti.
Credo che, invece, questo tema noi dobbiamo riprenderlo in mano con
quella cautela che diceva il Presidente; ascoltiamo prima l’Assessore
quale valutazione ha fatto la Giunta attorno a questo provvedimento,
però dopo, come Commissione, diamo un’impronta, diamo un segno che su
questo provvedimento vogliamo andare avanti.
Quando io racconto questa cosa fuori da quest’aula non riesco nemmeno
a farmi capire di come mai non riusciamo ad adeguare delle tariffe.
Quindi, credo che sia opportuno che, anche di fronte a quelli che ci
29
guardano all’esterno, riusciamo ad arrivare alla fine e alla parola
conclusiva di questo provvedimento.
Presidente FROSIO
Quello che ho proposto mi sembra sia l’attesa, ma questo non preclude
che i Gruppi politici possano iniziare a fare delle loro proposte
che, poi, porteremo all’interno della Commissione.
Va bene. Grazie e buona giornata.
Dichiaro chiusa la seduta.
(La seduta termina alle ore 12.40)
A questo punto della seduta, non essendovi altri argomenti da trattare, il Presidente FROSIO
ringrazia tutti gli intervenuti e chiude i lavori alle ore 12.40.
Hanno partecipato alla seduta:
- i seguenti Consiglieri componenti della Commissione:
Presidente
Vice Presidente
Consigliere Segretario
Giosuè FROSIO
Angelo GIAMMARIO
Valerio BETTONI
Cesare BOSSETTI
Claudio BOTTARI
Arianna CAVICCHIOLI
Giuseppe CIVATI
Angelo COSTANZO
Gianbattista FERRARI
Giangiacomo LONGONI
Margherita PERONI
Gabriele SOLA
Giuseppe VILLANI
Lega Lombarda – Lega Nord – Padania
PDL – Il Popolo della Libertà
U.D.C.
Lega Lombarda – Lega Nord – Padania
Lega Lombarda – Lega Nord – Padania
Partito Democratico della Lombardia
Partito Democratico della Lombardia
Partito Democratico della Lombardia
Partito Democratico della Lombardia
Lega Lombarda – Lega Nord – Padania
PDL – Il Popolo della Libertà
Italia dei Valori
Partito Democratico della Lombardia
5
15
2
5
5
4
4
4
5
5
14
1
4
Hanno inoltre partecipato ai lavori della Commissione:
- il Dirigente dell’Unità organizzativa Energia e reti tecnologiche della D.G. Ambiente, energia e
reti, Mauro FASANO;
- il Dirigente della Struttura Ricerca energetica e attività minerarie della D.G. Ambiente, energia e
reti, Domenico SAVOCA;
- la Responsabile del Supporto giuridico ed istituzionale della D.G. Ambiente, energia e reti,
Emma LAURELLI;
- la Responsabile della U.O. Sviluppo delle telecomunicazioni della D.G. Ambiente, energia e reti,
Francesca FAVA;
- il Responsabile Bilancio e Controllo di gestione della D.G. Territorio e Urbanistica, Filippo
ASARO
- Professional in tema di Rifiuti, autorizzazioni ambientali e pianificazione territoriale. Raccordi
istituzionali e semplificazione della D.G. Territorio e Urbanistica, Maurizio TURCONI;
- la Responsabile dell’U.O. Progetti sperimentali ed innovativi in materia di rifiuti della D.G.
Territorio e Urbanistica, Silvia CAPPA;
- Il funzionario del Servizio legislativo e assistenza del Consiglio, Dr. Mario DI STEFANO.
30
Risultano assenti alla seduta i seguenti Consiglieri componenti della Commissione:
Giulio CAVALLI
Sinistra Ecologia Libertà
Elisabetta FATUZZO
Partito Pensionati
Francesco PATITUCCI
Italia dei Valori
Gianmarco QUADRINI
U.D.C.
Il Presidente
(Giosuè FROSIO)
Il Consigliere Segretario
(Valerio BETTONI)
La Responsabile della posizione organizzativa
(Livia FERRARI)
Allegato: ordine del giorno della seduta.
VI Commissione
AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE
MERCOLEDI’
07/03/2012
Ore: 9.30
Ore: 10.30
Audizione in merito alla Pda n. 23 “Revisione al piano cave provinciale di
Cremona” con:
- Provincia di Cremona;
- Comuni di Soncino, Ticengo, Romanengo e Casaletto di Sopra;
- Fornaci Laterizi Danesi Spa.
Seduta di Commissione
O.D.G. DELLA SEDUTA DI MERCOLEDI’ 07/03/2012
TRATTAZIONE
RELATORE
1
Comunicazioni del Presidente
2
Approvazione del processo verbale n. 3 del 22 febbraio 2012
3
PDA N. 23
Revisione al piano cave provinciale di Cremona
Atto di iniziativa del Presidente della Giunta
Assegnazione: 22-11-2011
REFERENTE
FROSIO G.
4
PDL N. 146
Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione
Atto di iniziativa del Presidente della Giunta
Assegnazione: 16-02-2012
CONSULTIVA
PERONI M.
5
DOC N. 4
Programma di lavoro della Commissione Europea Anno 2012
Atto di iniziativa delle Commissioni
Assegnazione: 20-01-2012
CONSULTIVA
LONGONI G.
6
PDL N. 56
Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 settembre 2003, n. 17 "Norme per
il risanamento dell’ambiente, bonifica e smaltimento dell’amianto"
Atto di iniziativa Consiliare
Assegnazione: 27-10-2010
REFERENTE
BOTTARI C.
7
PDL N. 115
Modifiche alla legge regionale 29 settembre 2003, n. 17 "Norme per il risanamento
dell’ambiente bonifica e smaltimento dell’amianto" e attuazione del PRAL
Atto di iniziativa Consiliare
Assegnazione: 02-08-2011
REFERENTE
BOTTARI C.
8
Considerazioni in merito all’ordinanza del TAR Lombardia – Milano, Sezione IV,
numero 227/2012, del 14 febbraio 2012, relativa alla DCR IX/279 dell’8 novembre
2011 in tema di aggiornamento delle tariffe dei diritti di escavazione
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v05_07 marzo - Consiglio Regionale della Regione Lombardia