CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA IX LEGISLATURA VI COMMISSIONE “AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE” Seduta del 7 marzo 2012 Processo verbale n. 5/2012 Il giorno 7 marzo 2012, alle ore 10:30, è convocata presso la sede del Consiglio regionale, a norma dell’articolo 31, comma 1, del regolamento generale, la VI Commissione per la trattazione dell’ordine del giorno allegato. Presiede la seduta il Presidente Giosuè FROSIO. Assistono alla seduta la dirigente della Commissione Emanuela PANI e la responsabile della posizione organizzativa Livia FERRARI con funzione verbalizzante. Alle ore 11:05 il Presidente FROSIO apre la seduta. 2 Argomento n. 1 dell’o.d.g. Comunicazioni del Presidente. Il Presidente FROSIO dà lettura delle odierne comunicazioni. Argomento n. 2 dell’o.d.g. Approvazione del processo verbale n. 3 del 22 febbraio 2012 Ai sensi degli artt. 33, comma 1, e 61, comma 3, del regolamento generale, si intende approvato il processo verbale n. 3 del 22 febbraio 2012. Argomento n. 3 dell’o.d.g. PDA n. 23 (Revisione al piano cave provinciale di Cremona) Inizio della trascrizione integrale Presidente FROSIO Iniziamo con la PDA numero 23, dopo aver sentito anche oggi in audizione diversi soggetti. Mi sento di fare una proposta: ci prendiamo una settimana di tempo durante la quale ognuno di noi farà le sue considerazioni politiche e di natura ambientale. Rimanderei poi alla settimana prossima l’argomento relativo al PDL cave di Cremona, se siete d’accordo. Va bene. Argomento n. 4 dell’o.d.g. PDL n. 146 (Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione) Presidente FROSIO Passiamo all’esame del PDL n. 146 concernente “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”, atto di iniziativa del Presidente della Giunta, assegnazione del 16.02.2012, consultiva. Relatore la Presidente Peroni. Segnalo la presenza, per questo PDL della DG Ambiente, del dottor Fasano, del dottor Savoca – scusatemi poi se sbaglierò – della dottoressa Fava, della dottoressa Russi, del dottor Bianchi, della dottoressa Laurelli, della DG Territorio il dottor Turconi, la dottoressa Cappa e il dottor Asaro. Prego, Presidente Peroni, a lei la parola. Consigliera PERONI Uno schieramento impressionante, mi sento tutelata. Il PDL 146 – credo che tutti sappiamo di che cosa si tratti – si compone di sei Titoli. A noi, come Commissione VI interessa, per quanto di nostra competenza, il Titolo II, che si occupa dello 3 sviluppo del territorio, il Titolo III, che prevede interventi in materia ambientale e il Titolo V, interventi di governo del sottosuolo, ai fini della diffusione della banda larga e ultralarga. Posso dire che quanto di nostra competenza è veramente rilevante e corposo. Cerco di seguire un percorso ordinato, se avete il testo che la Segreteria ci ha predisposto (per questo testo ringrazio, perché è molto utile). Seguo, quindi, l’ordine degli articoli. Il Titolo II, che prevede misure per lo sviluppo del territorio, ci interessa esclusivamente per l’articolo 15. Voglio però far presente a tutti i Colleghi che questo Titolo II interviene su diverse partite: le bonifiche ambientali, il recupero dei fanghi da depurazione (articolo 15, quello che tratteremo), la riqualificazione energetica, la diffusione delle fonti rinnovabili, la valorizzazione della mobilità elettrica, la prevenzione del rischio idrogeologico, l’incentivo alla ricostruzione edilizia e l’alienazione di beni regionali che possano essere indirizzati a questa finalità. Sia il Titolo II che il Titolo III intervengono su questa materia. In particolare, per quanto riguarda l’articolo 15, io non so, Presidente, se questo articolo 15 sia proprio di nostra competenza, perché tratta dell’utilizzo dei fanghi in agricoltura. L’articolo 15 si prefigge innanzitutto di ridefinire la norma che riguarda questa partita del recupero dei fanghi. I nostri funzionari ci aiuteranno poi da un punto di vista proprio tecnico-procedurale ad approfondire, se i Colleghi chiederanno ulteriori spiegazioni, anche la ragione per la quale si arriva a questa ridefinizione. Ricordo che è stata annullata la delibera del 2009, l’ottava, la 9953, per cui oggi, a seguito di questo annullamento, le nuove istanze non potrebbero essere accolte. Noi quindi abbiamo bisogno di intervenire in questa partita. È una partita che a mio parere riguarda in modo particolare l’agricoltura, però siccome l’hanno attribuita a noi, credo che ci dobbiamo esprimere. Riguardo sempre questo articolo, faccio presente ai Colleghi che la Confagricoltura ci ha chiesto un richiamo alla normativa europea per quanto riguarda la partita nitrati. Io riterrei implicito, cioè scontato questo richiamo, forse anche un poco ridondante, però i Colleghi sappiano che c’è stata questa richiesta. Per quanto riguarda il Titolo III, che non si compone di nessun capo, interviene sulle materie ambientali. Ricordo a tutti che la Regione Lombardia ha adottato un piano per la Lombardia sostenibile e già in quel Piano il concetto di sostenibilità non viene visto come un elemento di criticità e di costo, ma come una opportunità per la competizione. Il progetto di legge intende andare su questa strada, quindi favorire anche gli investimenti che permettano delle innovazioni e che soprattutto permettano di potenziare l’economia verde. Quali sono i punti particolarmente importanti? Primo, monitorare e incoraggiare la produzione di energia da fonti rinnovabili, vedi ad esempio la geotermia; secondo, dare impulso all’edilizia sostenibile; terzo, 4 realizzare delle infrastrutturazioni per la distribuzione dell’energia; quarto, accelerare la bonifica di siti contaminati. È evidente che tutti questi interventi possono determinare – e noi ce lo auguriamo – delle ricadute positive anche su tutte quelle realtà economiche e produttive che lavorano sugli impianti, sui materiali di costruzione e di ricostruzione. In specifico, presento gli articoli man mano. L’articolo 22 interviene sul Programma energetico ambientale della Regione e prevede che la Regione Lombardia istituisca il Registro degli impianti fonti rinnovabili. Secondo: prevede che si definiscano le linee guida per gli scarti da potatura. L’obiettivo è quello di valorizzare l’utilizzo, anche ai fini energetici, di questi scarti di potatura che si ricavano dalla manutenzione del verde pubblico. Inoltre, per quanto riguarda il Piano energetico ambientale regionale, si recepiscono gli obiettivi del decreto ministeriale di cui all’articolo 37, comma 6 del decreto legislativo 28 del marzo 2011, che recepisce una direttiva europea. Secondo: si prevede, e questo credo sia un impegno notevole, di incrementare la produzione lombarda, entro il 2020, di almeno il 50 per cento con gli obiettivi relativi alla copertura da fonti energetiche rinnovabili e alle energie di origine termica e fotovoltaica. Ripeto: incrementare di almeno il 50 per cento entro il 2020 è un obiettivo molto ambizioso. L’articolo 23 prevede di intervenire in materia di efficienza energetica in campo edilizio. Gli obiettivi sono i seguenti: dare impulso all’edilizia sostenibile, che avevo già richiamato, favorire delle ristrutturazioni radicali in questa direzione; permettere anche una riqualificazione urbana, un sistema di produzione di calore centralizzato e delle infrastrutture per il risparmio idrico. In particolare, l’articolo 23, anche qui si pone un obiettivo molto impegnativo. La direttiva europea 31 del 2010 prevedeva che gli Stati membri si impegnassero per quanto riguardava i nuovi edifici pubblici a determinare una energia quasi zero entro il 2012, e per gli edifici privati entro il 2020. La Regione Lombardia si pone l’obiettivo che tutti i nuovi edifici, siano essi pubblici o privati, si realizzino ad energia quasi zero entro il 2015. L’articolo 24 riguarda le infrastrutture per la distribuzione dell’energia. È un articolo corposo, che non sto ad illustrare in modo dettagliato (ne sarebbe molto più veloce la lettura, che la mia illustrazione). Ricordo però che si inserisce l’articolo 29 bis nella legge 26 del 2003. Questo articolo 29 bis definisce come deve essere il Regolamento che la Giunta regionale deve adottare per quanto riguarda la realizzazione e la gestione sul territorio regionale delle infrastrutture elettriche che non fanno parte della rete di trasmissione nazionale. Dico solo alcuni punti di questo Regolamento che considero fondamentali: primo, le infrastrutture lineari e puntuali per la distribuzione di energia elettrica sono considerate di pubblica utilità. I distributori di energia elettrica sono tenuti a rispettare una serie di compiti che vengono elencati. Gli elettrodotti di 5 distribuzione e di nuova costruzione che sono progettati secondo delle tecniche, delle procedure innovative previste dal decreto legislativo del 2011, devono essere di norma in cavo interrato, devono essere posate in via prioritaria in corrispondenza delle banchine e dei sedimi stradali in aree pubbliche, di uso pubblico, e per quanto riguarda – riprenderemo questo punto anche dopo, a proposito dell’infrastrutturazione informatica – le aree di nuova espansione edilizia, le arterie stradali di nuova costruzione o che sono soggette al rifacimento del fondo stradale, ebbene, per queste opere si considera opera di urbanizzazione primaria la realizzazione di trincee funzionali, atte ad allocare reti e sottoservizi. Occorre quindi una infrastrutturazione per le reti ogni volta che si progetta e si realizza un nuovo intervento di espansione edilizia o stradale. Sempre con questo articolo 29 bis della 26, si prevede l’istituzione del Catasto regionale degli elettrodotti: da parte di tutti i soggetti, anche di quelli che fanno parte della rete nazionale, vi è l’obbligo di comunicare e di informare, perché possa essere aggiornato il Catasto. Vi è poi la parte del Regolamento che riguarda le sanzioni amministrative. L’articolo 25 interviene sul settore minerario. Le competenze sono passate dallo Stato alla Regione. Manca, in Regione Lombardia, una programmazione del bisogno di materiale minerario. Si ritiene quindi di dare certezza agli operatori che lavorano in questo campo, prevedendo una programmazione regionale decennale che tiene conto del fabbisogno regionale, nazionale e internazionale e si prevede anche un Regolamento specifico per questo settore. Si prevede poi che il programma regionale del settore minerario sia soggetto a valutazione ambientale strategica e venga approvato dal Consiglio regionale entro centoventi giorni dalla proposta della Giunta. L’articolo 26 ha competenza in materia di oli minerali. La Regione esercita queste funzioni autorizzative riguardo agli impianti di oli minerali. Che cosa si prevede? Si prevede di semplificare la procedura. Al fine di favorire uno snellimento delle attività amministrative, si prevede che gli impianti di lavorazione e stoccaggio di oli minerali possano utilizzare la procedura di perizia giurata redatta da un professionista abilitato che attesta la conformità degli impianti. Ente competente per la verifica e il controllo è la Regione, attraverso l’ARPA. L’articolo 27 interviene, come già avevamo fatto con la 24, sulla geotermia, e prevede il potenziamento dell’utilizzo delle risorse geotermiche. Primo punto: la Regione promuove l’utilizzo delle risorse geotermiche a bassa entalpia e l’adozione di procedure semplificate per l’installazione e la gestione di sonde geotermiche, nonché di sistemi geotermici. Secondo punto: si modifica il Regolamento che è in vigore per introdurre una semplificazione che si ritiene essere utile al fine di uno sviluppo di questo sfruttamento di una risorsa. La semplificazione, però, è tale da non generare preoccupazione per quanto riguarda l’utilizzo di questa risorsa. 6 L’articolo 28 interviene sui siti da bonificare, una partita sulla quale siamo già intervenuti anche nella legislatura precedente. L’articolo prevede di incentivare la bonifica di questi siti contaminati, innanzitutto nel rispetto del Codice dell’ambiente che viene richiamato. Si prevede la possibilità, e il soggetto che prevede questa possibilità è il Comune, di concedere al proprietario che non è responsabile della contaminazione del sito, un incremento del 30 per cento della volumetria ammessa. Si definisce, poi, la procedura con la quale questo incremento può essere utilizzato, definendo un tempo entro il quale il proprietario può utilizzarlo o meno. L’articolo 29 introduce delle semplificazioni per l’autorizzazione delle emissioni in atmosfera. Ricordo a tutti i Colleghi che sono probabilmente oltre 30.000 le attività soggette a questa procedura. La Giunta, quindi, estende l’applicazione di misure di semplificazione dei procedimenti che riguardano le autorizzazioni alle emissioni in atmosfera, adottando delle autorizzazioni di carattere generale (chiedo, poi magari, ai funzionari su questa partita, di esprimere qualche pensiero chiarificatore in più, o comunque una semplificazione che riguarda le emissioni in atmosfera). L’articolo 30 prevede la riduzione degli oneri istruttori per i procedimenti di VIA e di AIA per impianti della Rete SME, per gli impianti FER, per le imprese EMAS. Si prevede una riduzione del 50 per cento degli oneri per queste realtà che devono sottoporsi a provvedimenti di VIA o di verifica di assoggettabilità di VIA. Per quanto riguarda invece i procedimenti finalizzati al rilascio di autorizzazioni integrate ambientali, la riduzione va da un minimo del 20 ad massimo del 30, questo per incentivare gli studi di VIA e di VAS. L’articolo 31 interviene invece sugli impianti a biomassa. Si equiparano gli impianti a biomassa con gli impianti termici tradizionali, sia per quanto riguarda le norme per l’istallazione, che per quanto riguarda la manutenzione. È una norma che certamente non farà un gran piacere ai cittadini che la dovranno applicare. Ricordo a tutti, però, che purtroppo questi impianti termici, alimentati a biomassa, determinano in atmosfera elementi che incidono in modo significativo sul PM10. Il Titolo V, che è l’ultimo titolo che ci interessa, interviene sul governo del sottosuolo, ai fini della diffusione, sul territorio della Regione Lombardia, della banda larga. Ci richiamiamo innanzitutto al Progetto BUL, che poi viene ripreso all’articolo 45. L’articolo 35 si può dire che è una dichiarazione di finalità. Dice che la Regione Lombardia intende realizzare la banda larga e l’ultralarga e determina delle disposizioni perché questo si realizzi e quindi si attui il Progetto BUL. Intende inoltre offrire la copertura a tutto il territorio regionale, richiamando in particolare le zone territorialmente svantaggiate, che se non c’è un intervento pubblico certamente non sarebbero coperte, e la possibilità di accesso e di interconnessioni a queste infrastrutture e alle reti da 7 parte dei fornitori di servizi, a condizioni oggettive, trasparenti, eque e proporzionali. Questa partita viene poi declinata in una serie di articoli. L’articolo 36 prevede le norme generali per l’utilizzo del sottosuolo. Intende agevolare quindi la realizzazione di queste infrastrutture. L’articolo 37 prevede quali saranno gli strumenti che governeranno l’utilizzo del sottosuolo. Gli strumenti saranno: il PUGSS (Piano urbano generale dei servizi del sottosuolo), che c’è già, il Regolamento che dovrà essere approvato e il Catasto del sottosuolo. Si prevede inoltre che nei Comuni con una popolazione superiore ai 10.000 abitanti si individui, si istituisca, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, l’Ufficio unico per gli interventi del sottosuolo. Si prevede anche che i PUGSS siano approvati dai Comuni entro la fine di quest’anno. Dai Comuni dovrà poi essere adottato un Regolamento. L’articolo 40 declina quali saranno i contenuti di questo Regolamento. Non li richiamo perché sono estremamente analitici; ricordo soltanto che il Regolamento dovrà anche prevedere dei procedimenti semplificati. L’articolo 41 declina – l’avevo già richiamato prima – come si deve attuare il catasto del sottosuolo. Entro sessanta giorni, i Comuni che hanno l’ufficio unico, utilizzeranno l’Ufficio unico, gli altri Comuni, quindi quelli che hanno una popolazione inferiore ai 10.000 abitanti utilizzeranno il servizio Settore tecnico e il Catasto dovrà avere tavole, mappe, planimetrie e altri documenti, anche in formato elettronico, nonché cartografie georeferenziate dei tracciati, dovrà avere la mappa dei lavori in corso che si dovranno realizzare e il quadro degli interventi che si stanno per approvare. È insomma molto dettagliato. Si prevede inoltre quali dovranno essere gli obblighi dei soggetti che interverranno in questo campo, l’obbligo di informazione, perché il Catasto possa essere aggiornato costantemente. L’articolo 42 dichiara la messa a disposizione del patrimonio pubblico, ai fini della realizzazione di queste reti, definisce la tassa o il canone per l’occupazione degli spazi e delle aree. L’articolo 43 prevede l’obbligo di posa di condotti verticali e orizzontali per fibra ottica, in particolare, prevede che: per gli edifici nuovi, di nuova costruzione, ci siano condotti verticali che permettano l’istallazione di cavi in fibra ottica. Per le aree di espansione o le arterie stradali (le avevo già richiamate prima), o le arterie dove si deve rifare il manto, l’articolo 43 prevede che ci siano condotti tecnologici multifunzionali; per le nuove infrastrutture per l’illuminazione prevede che sia obbligo ospitare apparati per le telecomunicazioni e la sicurezza (vi è poi una parte che riguarda le procedure semplificate). Infine, l’articolo 45 ritorna sul Progetto BUL. Anche qui non entro nel merito, però l’articolo 45 è molto dettagliato e dice su quali servizi di interesse territoriale i Comuni si devono impegnare alla digitalizzazione, che sono una serie di servizi territoriali: 8 pianificazione del territorio, marketing territoriale, sportello attività produttive, eccetera. Interessante è anche la digitalizzazione, quindi la messa in rete anche dei servizi di interesse sociale, assistenza anziani malati cronici a domicilio, teleassistenza e telemedicina, videosorveglianza e tele-allarmistica, e-learning e education. Sempre per cortesia della nostra Segreteria, sono allegate poi tutte le leggi sulle quali si interviene. Presidente FROSIO Grazie, Presidente Peroni, per la relazione. So che tra l’altro si è impegnata molto anche in questi giorni per poter approfondire. Io credo che se abbiamo dalle domande come Consiglieri, se abbiamo delle proposte, abbiamo lo spazio per farle. La settimana prossima inizieremo con le audizioni, proprio su richiesta anche del Consigliere Villani, dell’Assessore all’ambiente, energia e reti, di ARPA, ANCI, UPL, Cestec, WWF, Vigili del fuoco, Agenzia delle dogane, Coldiretti, CIA, Confagricoltura, Terna, FIPER, Consorzio italiano Compostatori, Legambiente Lombardia, WWF, Italia nostra, Greenpeace. Io credo che iniziando con le audizioni, magari inizieremo proprio ad entrare nel merito. Prego, Consigliere Costanzo. Consigliere COSTANZO Grazie, Presidente. La questione è di merito, per capire come portiamo avanti il lavoro di questo che, almeno nelle premesse, ha l’ambizione di essere un PDL molto impegnativo, perché parlando di crescita, sviluppo e occupazione in una situazione di innegabile difficoltà del Paese, anche la Regione Lombardia ha un grande obiettivo. Da questo punto di vista, il rischio della nostra discussione per le competenze che ha la VI è che andiamo a cavallo con altre Commissioni. Per esempio, l’aspetto dei fanghi in agricoltura, che prima citava Peroni è già stato oggetto di emendamenti in Commissione VIII da parte dell’Assessore, quindi siamo già di fronte ad un testo diverso da quello che stiamo leggendo adesso. Questo aspetto andrebbe quindi chiarito, e lo chiedo al Presidente. A noi hanno dato la scaletta degli articoli di competenza della nostra Commissione; se però questi articoli di competenza della nostra Commissione vengono poi stravolti in altre Commissioni, credo che sia difficile lavorare su un testo definitivo da parte di questa Commissione. Sarebbe opportuno quindi che il Presidente, da questo punto di vista, chiarisse nei rapporti con le altre Commissioni, ma soprattutto nei rapporti con la Presidenza, quanto è di nostra competenza, se no qui rischiamo veramente di non capire più cosa discutiamo all’interno delle Commissioni, rischiamo di lavorare su testi anche diversi, e già oggi sono testi diversi perché sono già stati emendati in altre Commissioni. 9 Se quindi è nostra competenza, la materia la gestiamo noi, se è di competenza di altre Commissioni se la gestiscono gli altri, però chiariamola, questa cosa, perché veramente facciamo fatica a portare avanti un tema così complesso, complicato e anche ambizioso come quello di questo PDL. Presidente FROSIO Consigliere Costanzo, mi sembra di aver colto che si tratta solo della parte relativa ai fanghi, e per questo avrei pensato di far venire l’Assessore. Consigliere COSTANZO Va bene. Presidente FROSIO Cercherei di lavorare in questo modo: farei venire l’Assessore, organizzandoci poi con delle Commissioni congiunte. Qui, però, dobbiamo dirci le cose. Noi, come Commissione VI siamo carichi di PDL, PDA, di lavoro. Io chiedevo, e mi aspettavo che ci fosse la partecipazione di più Consiglieri, se c’era la possibilità di fare anche una giornata di lavoro con le audizioni, fuori dal mercoledì, magari il venerdì. Dato che sappiamo che il lunedì ci sono le riunioni dei Gruppi e i Gruppi non possono, magari potrebbe essere una giornata di venerdì, partiamo il mattino alle 9, fino al pomeriggio, perché i tempi sono stretti, ci parlano del 21. Vorrei sentire voi su questo. Prego, Costanzo. Consigliere COSTANZO Lungi da me non essere disponibile in altri giorni, siamo qua per lavorare. Però, siccome il nostro giorno canonico è quello del mercoledì, potremmo impegnare tutto il mercoledì. Presidente FROSIO Pomeriggio c’è la Sanità, Costanzo, per questo chiedevo di utilizzare un altro giorno. So che il lunedì i gruppi dicono no, perché hanno tutti, anche noi, gli incontri. Io avevo proposto il venerdì, ma è una proposta, ovviamente; se non ce la facciamo, dovremmo togliere per almeno due settimane qualche PDL, lo concorderemo poi in l’Ufficio di Presidenza con il consenso dei Consiglieri. Cosa mi dicono i Consigliere presenti? Consigliere CIVATI Abbiamo solo la preoccupazione ossessionati da questa cosa. dell’amianto, noi, Presidente FROSIO Oggi credo che siamo già a buon punto, vero Relatore? siamo un po’ 10 Consigliere BOTTARI Siamo a buon punto se il Pd ci risponde proposta che io feci la volta scorsa. sull’accettazione della Presidente FROSIO Intanto, auspico che anche gli altri la pensino così. Sposteremo alcuni provvedimenti, magari dopo facciamo un Ufficio di Presidenza coi Colleghi Giammario e Bettoni per decidere quali provvedimenti spostare un po’ più in là del 21, così lavoriamo su questo, visto che il tema non è leggero ma è di grande interesse, anche perché mi sembra di capire che quasi un buon 50 per cento tocchi anche questa Commissione. Visto che anche il Relatore e tutti i Consiglieri vogliono fare un lavoro interessante, io direi di spostare qualcosa a dopo il 21. Prego, Villani e poi Costanzo. Consigliere VILLANI In merito alla proposta che era stata avanzata dal Consigliere Bottari, noi abbiamo già detto che siamo disponibili a ragionare sull’integrazione dei due progetti di legge per arrivare a uno solo, ma riteniamo fondamentale che ci sia un passaggio prima con l’Assessore Colozzi e poi anche con altri Assessori per verificare soprattutto la questione finanziaria, perché non è indifferente. Presidente FROSIO Consigliere Villani, credo che nell’ambito della Commissione che stiamo facendo, avremo alcuni chiarimenti, se non proprio risposte definitive che il Relatore darà. Consigliere VILLANI In base a quelli decideremo. Presidente FROSIO Commissario Costanzo, prego. Consigliere COSTANZO Nel merito del provvedimento, siccome abbiamo l’opportunità di avere i tecnici della Giunta, volevo fare due richieste ai dirigenti su due articoli in particolare. Uno è sull’articolo 31, sugli impianti a biomassa legnosa con la modifica della 24 del 2006, perché questo tema è già stato trattato nel 2010, e poi si era arenato, a fronte anche di una presa di posizione dalla Commissione che aveva portato a “cassare” il provvedimento di modifica allora che, da quello che posso capire, viene in parte ripresentato oggi. L’adeguamento, invero, di fatto riprende l’impianto che nel 2010 era stato pianificato, con la necessità di normare le stufe a legna negli impianti a biomassa legnosa che, senza nasconderci, hanno creato molti malumori e molte prese di posizione anche all’interno di questa Commissione. Sarebbe quindi opportuno che i tecnici potessero 11 chiarirci bene l’impronta che si vuole dare attraverso questo provvedimento. L’altro è il tema dell’articolo 24 relativi ad infrastrutture e distribuzione di energia (legge 26 del 2003). È innegabile che questo sia un tema con cui si può incidere sullo sviluppo economico, quindi anche qui occorre capire meglio come quei provvedimenti possano incidere anche dal punto di vista del rilancio dello sviluppo economico. Sarebbe opportuno avere qualche chiarimento e magari capire se già ci sono delle valutazioni di modifica anche a questo testo, da parte dei dirigenti. Presidente FROSIO Prego, dottor Fasano. FASANO Mauro All’articolo 31 “sono equiparati agli impianti termici civili”: la Consigliera Peroni ha già descritto la situazione un po’ particolare rispetto alle misurazioni delle centraline sul PM10. Ormai, da un po’ di tempo, le emissioni dovute a combustioni legnose sono rilevanti. ARPA ormai ci dice che sono praticamente simili a quelle emesse dal traffico veicolare, quindi sono importanti. Equiparare gli impianti alimentati a biomassa agli impianti termici civili significa innanzitutto censirli, perché la verità è che non sappiamo bene quanti ce ne sono, dove sono e come sono stati installati. Oggi una stufa a legna a pellet si può comprare in qualsiasi supermercato e non è necessaria alcuna competenza specifica. Ognuno di noi può farlo se la installa in casa e può addirittura – il che accade molto più frequentemente di quanto si possa immaginare – collegarla all’impianto termico civile. È un aiuto economico reale all’economia di montagna, perché la legna da ardere costa meno, soprattutto in montagna costa quasi nulla. A Milano costa cara, in montagna costa poco. Presidente FROSIO Dottor Fasano, questo lo lasci dire ai montanari: costa quasi 20 euro al quintale... FASANO Mauro A Milano costa a 35-40. In ogni caso naturalmente incide sull’economia domestica questa cosa. L’articolo 31 dice esattamente quello dice la norma sugli impianti termici a metano. Vorremmo sapere, desidereremmo sapere dove sono, vorremmo che fossero installati in maniera corretta, anche questo è un problema. Spesso i nostri tetti bruciano perché le canne fumarie non sono manutenute in maniera corretta, e nella progettazione dell’installazione di un impianto termico a biomassa, si chiede che vengano prese tutte le cautele necessarie ad evitare questi incidenti domestici che sono sempre più frequenti. Questo è l’obiettivo. 12 Non c’è il divieto, naturalmente, non può essere interpretato come tale, l’uso di legna di ardere, altrimenti non ci sarebbe il paragone. Noi diciamo soltanto che devono essere inseriti nel Catasto degli impianti termici, come tutti gli altri impianti. L’altro non ho capito qual era. Presidente FROSIO Prego, Longoni, Peroni e poi Costanzo. Consigliere LONGONI Su questo punto devo concordare con Costanzo: anzitutto dovrei chiedere al dottor Fasano la motivazione. Lo Stato deve interessarsi il meno possibile alla vita dei cittadini: vorrei capire qual è l’interesse della Regione a conoscere quali siano e ove siano ubicati gli impianti per la produzione di energia attraverso il pellet e il camino a risparmio energetico, del quale per esempio io sono in possesso. L’uomo e l’evoluzione dell’uomo si basano sull’utilizzo della legna come fonte per la produzione di energia, di calore e per la vita in generale. Quanto al fatto che ARPA continui a ribadire che il problema del PM10 è dato dai camini, va bene tutto, però penso che se uno esce in strada a Milano non vede i camini che bruciano legna tutto il giorno, come ha ribadito lei sull’utilizzo delle masse legnose, perché a Milano c’è anche un problema di costi. Pertanto, in aree montane, come ci è stato riferito anche l’anno scorso, ma noi non concordiamo nemmeno a livello politico, se si devono andare a toccare i problemi del PM10 non si toccano i caminetti, non si tocchi l’utilizzo della legna per riscaldamento civile perché rientra in un discorso più ampio di risparmio della CO2. Ci sono alcune direttive europee che prediligono l’utilizzo della massa legnosa per l’utilizzo di energia per riscaldamento. Non si capisce perché ogni anno si tenta, in questa Commissione, di inserire delle limitazioni nell’utilizzo di tutti quei sistemi e produzione di calore familiare che utilizzano la legna. Io non so cosa possa volere la Regione Lombardia chiedendomi se io ho il camino. Quando l’avrà saputo, cosa mi farà? Chiederà una certificazione energetica per il mio camino? Grazie. Presidente FROSIO Grazie, Longoni. Prego, Consigliera Peroni. Poi Costanzo. Consigliera PERONI Oltre al censimento, l’equiparazione significa che per l’istallazione e la manutenzione si devono rispettare le regole di tutti gli altri impianti. Vorrei che si precisasse cosa significa “ai fini dell’istallazione, della manutenzione, l’equiparazione”. Presidente FROSIO Prima di rispondere, vediamo se la domanda di Costanzo è ancora 13 pertinente a questo, così almeno dà una risposta. Consigliere COSTANZO Grazie, Presidente. Siccome non voglio porre discussioni ideologiche, capisco la necessità anche di normare un settore e di tenere in considerazione, anche dal punto di vista ambientale, le emissioni in aria di una tipologia di consumo. I dati ARPA che abbiamo visto – ce li hanno fatti vedere nel 2010 – sono anche preoccupanti, da questo punto di vista, non possiamo sottovalutare questa cosa dal punto di vista ambientale. Io credo che molta responsabilità ce l’abbia, all’interno di aree urbane e di aree dove non c’era una tradizione di consumo o di impianti a biomassa legnosa, il diffondersi delle stufe a pellet. Sarebbe più efficace, forse, che la Regione Lombardia intervenisse sui produttori delle stufe, anziché sui consumatori finali aggiungendo un ulteriore costo attraverso la creazione di stufe a pellet con dei filtri che dalle valutazioni che abbiamo fatto noi con alcuni tecnici si possono tranquillamente inserire all’interno degli impianti a biomassa legnosa per rendere meno importanti le emissioni in aria. Il rischio, infatti, è che con questo provvedimento noi andiamo ad aggravare e a complicare ulteriormente la vita ai cittadini, soprattutto, come diceva il Consigliere Longoni, laddove l’utilizzo delle pigne – le chiamo pigne, così facciamo prima –, delle stufe a legna, è anche una “tradizione”, oltre che un’economia familiare, per alcuni luoghi. Credo che intervenire in maniera così corposa – tra l’altro, si ripropone il provvedimento che nel 2010 questa Commissione ha ritenuto di stralciare – sia un ulteriore aggravio per i cittadini. Io credo che invece dobbiamo lavorare a monte su alcuni vincoli e su alcuni divieti. Si può anche intervenire sui chilowattora di potenza di alcuni impianti, perché parificare tutto, compresa anche la pigna della mia nonna a un impianto a biomassa legnosa che deve essere certificato, che deve avere la garanzia dell’installazione, eccetera, è eccessivo. Veramente, non andiamo a burocratizzare una situazione che può essere comunque gestita sempre anche con il buonsenso. C’è poi un problema di garanzia, di pulizia delle canne fumarie, della sicurezza. Io non sottovaluto questi temi, non voglio fare demagogia, però non con un provvedimento così rigido, perché questo diventa un provvedimento rigido. Sarebbe opportuno quindi anche qui andare a prevedere delle modifiche. Io riterrei opportuno stralciarlo, come abbiamo fatto l’altra volta, però, se proprio bisogna ragionare, ragioniamo con una logica che non crei ulteriori aggravi ai cittadini, e soprattutto che non metta in discussione un’economia familiare in alcuni luoghi, che non è la stufa a pellet nel condominio di Sesto San Giovanni o di Milano, tanto per capirci, ma è altre cose. 14 Presidente FROSIO Grazie, Costanzo. Prego, dottor Fasano. FASANO Mauro La considerazione è la stessa, cioè non si vuole limitare. Gli impianti termici alimentati a biomasse sono inseriti nel catasto degli impianti termici, quindi l’aggravio di cui si sta parlando è un aggravio indiretto, sicuramente, rispetto al cittadino. Nel Regolamento che disciplina gli altri impianti è il manutentore che inserisce nel Catasto i dati dell’impianto termico, sia di piccola potenza, come le caldaiette, sia di grande potenza, come centrali un po’ più grandi. Il cittadino, quindi, allo stesso modo che per una caldaia alimentata a metano o a gasolio (per quelle poche ancora esistenti), “subisce” la manutenzione dell’impianto e tutto il resto lo fa il manutentore, perché viene posto in capo al manutentore o all’amministratore di condominio, nel caso degli altri impianti, quindi l’equiparazione vale allo stesso modo. Qui non viene detto che gli impianti termici alimentati a biomasse sono inseriti nel Catasto, ma fa il cittadino; gli impianti termici vengono inseriti nel catasto e funziona esattamente come per gli altri. Verrà un manutentore e registrerà i fumi di quell’impianto. Noi pensiamo naturalmente di inserire, se dovessimo scrivere un Regolamento, la manutenzione nello stesso giorno in cui farà la manutenzione dell’impianto a gasolio o dell’impianto a metano, per non subire un aggravio anche economico, e di farlo anche ogni quattro, cinque anni, mentre per gli altri impianti è previsto per un anno, perché l’obiettivo vero è quello della registrazione, non di incidere sull’economia di queste famiglie. Quanto agli interventi sui produttori, in realtà sono interventi di tipo tecnico che bisognerebbe notificare alla Commissione Europea, avendo la percezione che gli impianti che oggi vendono nei nostri supermercati e che vengono installati hanno un’efficienza energetica misurata. L’efficienza energetica non viene dichiarata oggi perché non è previsto che venga dichiarata l’efficienza energetica di combustione. Non esiste infatti un regolamento comunitario che lo dichiari, che obblighi qualsiasi produttore a dichiarare l’efficienza energetica. Con l’inserimento nel catasto, invece, è possibile misurare, da parte dei manutentori, l’efficienza energetica di combustione di questi impianti e quindi immaginare un percorso che è stato avviato con i produttori, soprattutto italiani. Un altro dei problemi che abbiamo, infatti, è che siamo inondati di macchine di mercati non regolamentati come i mercati europei, dove è molto più regolamentata anche l’efficienza di queste macchine; ma spesso vengono vendute macchine a basso costo, di mercati non europei, dove invece esistono un po’ più di regole: la marcatura CE, infatti, ci consente di avere delle regole un po’ più stringenti rispetto ad altri mercati, non dico quali, ma è possibile facilmente immaginare di quali mercati sto parlando. 15 Per quanto riguarda il regolamento CEE, in realtà è in attuazione di una direttiva comunitaria del 2002, questa norma, che sarà probabilmente recepita anche a livello nazionale: si tratta della direttiva 91/2002, Rendimento energetico nell’edilizia, che parla già di tutti i tipi di impianti non facendo distinzione tra l’alimentazione e quindi il generatore di calore. Perché non è stata ancora recepita a livello nazionale? Perché sono in corso i lavori, al Comitato termotecnico italiano. Una legge esiste già, è il DPR del 1999 che fa riferimento al DPR 26 agosto 1993, il 412 ed è in fase di riscrittura, si aspettano anche i lavori a livello nazionale. Per quanto riguarda l’installazione, Consigliera Peroni, ha ragione. In quel caso, scatterebbero perché sono agganciate le disposizioni degli impianti termici diversamente alimentati, delle regole per una corretta installazione di questi impianti, quindi non sarebbe più lasciata alla libera iniziativa di ognuno di noi come oggi è comprare una stufa e attaccarla all’impianto termico. Ci dovrebbe essere invece un installatore che risponde alla lettera c) della legge 36/90, un installatore che è il nostro idraulico, quello che viene in casa nostra. È un installatore autorizzato, però in Camera di commercio ci sono tutti gli idraulici specializzati termotecnici, non è un ingegnere che fa questo lavoro, cioè non è necessario, quantomeno avere un ingegnere che faccia questo lavoro, ma è sufficiente essere iscritti alla Camera di commercio come tecnico installatore. In Lombardia sono a livello molto elevato. Presidente FROSIO Grazie, dottor Fasano. Il Vice Presidente aveva chiesto la parola. Poi Costanzo. Consigliere GIAMMARIO Io sono dell’idea che la Regione lavora e ha lavorato molto bene, facendo approfondimenti che spesso altre Regioni non fanno, però non dobbiamo diventare masochisti. Un conto sono gli impianti di tipo industriale con una certa potenzialità. Io però penso in particolare alle famiglie, che poi sono la maggior parte. Molto spesso chi ha un camino, ha già magari un impianto a gas metano. Già per le caldaie a gas metano, i manutentori che son bravissimi a fare il loro mestiere, ma chiaramente non fanno beneficenza, ti avvisano annualmente, vengono a farti la manutenzione. Una volta si faceva molto meno, e quindi ora ci sta che si faccia di più, con tutti i problemi che sono successi in passato. Però, per una famiglia, c’è l’aggravio di costi della manutenzione dalla ditta costruttrice della caldaia che viene a fare la manutenzione, poi viene la Provincia con il suo bollino a verificare che tu l’hai fatto e paghi un’altra cosa: non mi sembra il caso di farci del male, da questo punto di vista. Dico in tono polemico che in altre Regioni credo siano abbastanza distratti su questi temi. Noi abbiamo fatto molto sull’ambiente, dobbiamo continuare a farlo e su questo secondo me c’è un 16 travisamento, dal mio punto di vista. Se da quello che mi sembra di capire c’è un’ampia convergenza, possiamo anche esprimere un parere con un’osservazione, non vincolante, è vero, da mandare alla IV Commissione. Io la chiamerei osservazione a forte pregnanza, nel senso che poi in Consiglio, se c’è questa forte pregnanza, si può tradurre anche in una modifica. Presidente FROSIO Grazie, Vice Presidente Giammario. Costanzo, poi Longoni e Bossetti. Consigliere COSTANZO Presidente, il dottor Fasano mi ha confermato che la volontà della Giunta è quella di ripetere il provvedimento che è già stato oggetto di discussione in questa Commissione e che ha visto questa Commissione esprimersi con un giudizio negativo nei confronti. Io credo che sia opportuno che questa Commissione riconfermi il proprio parere rispetto a quel provvedimento e sarebbe opportuno stralciare dal provvedimento in esame oggi questo articolato, perché non è che noi ogni anno in questa Commissione possiamo rivederci ripresentati testi che abbiamo già cassato. La filosofia l’ho capita bene: io capisco la necessità, come ho detto, non voglio far demagogia, ma credo che dagli interventi anche di altri consiglieri si è capito come questa Commissione non intende ulteriormente appesantire, gravare sui cittadini questa richiesta che la Giunta fa attraverso questo articolato, quindi sarebbe opportuno, secondo me, che questo articolo vada stralciato dal provvedimento oggetto oggi della discussione. Presidente FROSIO Grazie, Consigliere Costanzo. Prego, Consigliere Longoni. Consigliere LONGONI Giustamente, per quanto riguarda gli impianti che utilizzano metano, la certificazione energetica e la sicurezza dell’impianto va anche a tutela della salute del cittadino. Sappiamo benissimo che il monossido di carbonio, e insomma i vari monossidi hanno portato e portano purtroppo, ancora tutt’oggi, a morti, all’interno delle abitazioni. Per quanto riguarda il camino, grazie a Dio, già dall’antichità, quando c’è troppo fumo normalmente è abitudine aprire le finestre e far aerare la stanza. Pertanto, inserire una certificazione, fare comparire alcuni impianti in un catasto, secondo me costituisce la premessa per poter arrivare, poi, l’anno che sarà, ad inserire l’obbligo, per coloro che sono possessori di impianti, della certificazione della pulizia. Io penso che la cosa più semplice, per quanto riguarda questo segmento di mercato e del relativo riscaldamento possa essere quello semplicemente della comunicazione. Io mi ricordo dei bellissimi opuscoli, quando ero Assessore in Provincia, che abbiamo inviato a 17 tutti i cittadini della Provincia per la certificazione degli impianti a metano e a gas che spiegavano quali potevano essere le conseguenze, anche del malfunzionamento, per la salute dei cittadini. Penso che eventualmente degli opuscoli che vadano a spiegare come deve essere fatta la pulizia delle canne fumarie, penso sia più che sufficiente. Io non sono un montagnino come il valligiano, Sondrio e Bergamo, però anche noi in provincia di Varese abbiamo qualche valle, e utilizziamo la legna da tantissimi anni, quale forma proprio di riscaldamento delle nostre abitazioni. Veramente già l’anno scorso, quando si ipotizzò questa limitazione dell’utilizzo dei camini, quando andai in paese, a Ispra, il paesano, il boscaiolo e gli altri mi chiesero “ma cosa state facendo?” Lascerei all’Unione Europea di fare tantissime altre cose che sono lungimiranti e intelligenti non so per chi, ma la Regione Lombardia, veramente, stia dalla parte dei cittadini. Mi sembra che la semplificazione che con questa norma dovrebbe portare la Regione Lombardia - mi sembra che il Presidente Formigoni lo abbia ribadito sia stare vicino alla gente, aiutare i nostri cittadini e cercare di rilanciare l’economia della nostra Regione. Ormai se vince la totalità della Commissione, perché il Gruppo consiliare della Lega Nord è contrarissimo a riporre il problema sugli impianti delle abitazioni che utilizzano il legno per la produzione del calore. Presidente, come tutti i Gruppi, la invitiamo a farsi promotore dello stralcio. Presidente FROSIO Consigliere Bossetti, prego. Consigliere BOSSETTI Solo una cosa. Non vorrei che in Italia, come succede per il canone RAI, prima si incentivano le cose e poi si applicano delle tasse. Non vorrei che anche con questo fare un censimento delle stufe e dei camini alla fine ci troviamo qualche tassa da pagare, perché diventerebbe un lusso avere il camino. Quindi, mi sembrerebbe una follia. Visto che l’anno scorso ero il Relatore proprio su questa legge ed era stata stralciata, si chiede ancora di stralciarla. Se proprio si insiste su qualcosa, come diceva prima il Vice Presidente, si potrebbe vedere di applicarla solo a oltre certe migliaia di calorie di utilizzo delle stufe, in particolare, perché calcolare in un camino migliaia di calorie mi sembra folle. Grazie. Presidente FROSIO Grazie, Consigliere Bossetti. Cercheremo di presentare, con il Relatore, anche noi delle osservazioni. Per quanto consultiva, come diceva il Vice Presidente Giammario, cercheremo di imprimere questo in Consiglio. Ci sono altre domande? Commissario Costanzo, prego. 18 Consigliere COSTANZO Chiedevo ai Dirigenti se possono chiarire meglio quali sono gli impatti, anche di natura economica e di sviluppo, che l’articolo 24 sulle infrastrutture e distribuzione di energia elettrica porta con la modifica della legge numero 26 del 2003 e se sono già in atto testi alternativi a questo che è stato consegnato alla Commissione. Presidente FROSIO Consigliere Villani, ha una domanda da fare? Prego. Consigliere VILLANI Volevo dire che oggi si è già avviata una discussione, Presidente, che consideriamo positiva, anche di merito. Riteniamo che ci sia bisogno di ulteriori approfondimenti, proprio nello spirito costruttivo e di condivisione di cui abbiamo parlato all’inizio. Riteniamo, però, che si dovrebbe procedere alla votazione nelle prossime sedute per proseguire la discussione, in quanto abbiamo alcune valutazioni ulteriori da proporre dopo la presentazione. Presidente FROSIO Lei parla di procedere a votazione già nelle prossime sedute? Va bene. Prego, dottor Fasano. FASANO Mauro Articolo 24. Qual è l’impatto? L’intento è quello di disciplinare e semplificare le autorizzazioni delle infrastrutture lineari per la distribuzione di energia elettrica. Hanno un impatto sia rispetto alle nuove costruzioni sia a quelle esistenti e si possono riassumere in due categorie di impatti. Il primo impatto è quello relativo alle smart grid; volendo, è tutto connesso anche alla parte descritta sulla banda ultra larga e sulle reti intelligenti. Ci sono già delle ottime sperimentazioni nazionali. La progettazione di queste nuove reti la Giunta regionale vorrebbe fosse coerente con la sperimentazione in atto in Italia. A Genova e a Bari ENEL ha sperimentato delle reti intelligenti. Peraltro, siamo tra i più bravi in Europa a livello di smart grid, quindi è uno stimolo a progettarlo in questo modo. Il secondo impatto è un impatto derivante dagli obblighi del decreto legislativo numero 28 e soprattutto dagli obblighi derivanti dal cosiddetto Burden Sharing, cioè l’assegnazione delle quote di fonte energetica rinnovabile sui consumi finali lordi di energia. Non è esplicito, ma è implicito. L’attribuzione della quota risale a quattro giorni fa. Siamo in attesa della pubblicazione del decreto, però è stato licenziato. Quindi, abbiamo la quota lombarda, questa benedetta percentuale che al 2020 sarà dell’11,3 per cento, con un punto di partenza del 4,9. Una delle modalità per aumentare il numeratore di quella frazione, cioè fonte energetica rinnovabile su consumi finali lordi di energia, 19 è anche quella dell’importazione di energia verde. Quindi, questa proposta va anche in questa direzione. Che significa? Significa che è possibile attribuire alla Lombardia una parte di questa energia proveniente da Paesi confinanti. Pensiamo alla Svizzera e pensiamo all’idroelettrico che può essere trasportato facilmente attraverso una merchant line, quindi una linea privata, direttamente in Italia. Quell’energia che potremmo, riusciremmo a portare in Lombardia ci viene attribuita come quota di rinnovabile. Perché? Perché la importiamo - e lo fa un soggetto privato, naturalmente - direttamente da un Paese confinante. Noi abbiamo la fortuna di avere Paesi confinanti con tanta energia verde, quindi va in questa direzione. Questo è un impatto importantissimo sulla quota del Protocollo di Kyoto che ci spetta, a partire dalla settimana scorsa. Per quanto riguarda la seconda domanda, posso soltanto riferire che nell’altra Commissione c’è un testo alternativo. Presidente FROSIO Chiedo scusa. Commissario Costanzo, però noi dobbiamo ragionare che siamo in consultiva e gli interventi che fanno gli Assessori in ogni ambito ci portano ad avere questo. Credo che nella fase conclusiva possiamo, poi, assemblare tutte queste cose. Capisco anche il nostro Gruppo... Il mio Gruppo, che fa parte di questo, mi ha detto che ci sono delle modifiche, però noi non possiamo stare con le mani in mano aspettando le modifiche. Noi andiamo avanti sul nostro percorso e poi vedremo, al momento opportuno, di assemblare il tutto e fare le nostre proposte. Le audizioni arrivano proprio con quello spirito. Dopo le audizioni faremo una Commissione congiunta, noi e la IV, e via. Credo che l’obiettivo finale, poi, sia l’audizione congiunta tra gli Assessori. Se i testi che girano non sono definitivi, noi elaboriamo per quanto di competenza e per quanto, poi, noi pensiamo di dare dei suggerimenti, come nel caso degli impianti legati alle biomasse legnose. Prego, Relatore. Consigliera PERONI Ascoltando il percorso che lei stava cercando di tracciare, mi veniva solo un dubbio sulla scadenza dei tempi che ci è stata data. Se vogliamo fare il lavoro che, giustamente, lei ha ipotizzato la vedo molto dura rispettarli. Forse sarebbe il caso di cominciare a dire alla Commissione, con cui dobbiamo interloquire per licenziare il nostro parere, che mettere in conto lo slittamento di una settimana potrebbe essere saggio e che non è un modo per dilazionare troppo il lavoro e di gestirlo. Presidente, lei si trova a fare i conti con i Consiglieri che sono anche in altre Commissioni, con la non possibilità di fare le audizioni tutte in una stessa giornata. Presidente FROSIO Pensavo di aspettare la settimana prossima e, dopo l’audizione della 20 settimana prossima, chiedere di portarsi più in là con i tempi, oltre il 21, perché io sono convinto che questo problema arriverà anche in IV. A me sembrava di non fare sempre i primi della Lombardia. Noi facciamo i primi come Commissione, ma non è proprio così. Va bene, cercheremo di capire. La settimana prossima, quando avremo queste audizioni con i soggetti che ha proposto anche il Collega Villani, chiederemo la possibilità di spostare più in là nel tempo. D’accordo? Prego, Commissario Costanzo. Consigliere COSTANZO Approfitto sempre della gentilezza del Dirigente, dottor Fasano, perché mi fa piacere - era una notizia che non mi era pervenuta - che finalmente sono state fissate le quote alle Regioni. Sennò, fare pianificazione e programmazione su fonti di energie rinnovabili senza una quota di attribuzione diventava veramente difficile, ed è un tema che ci deve vedere fortemente impegnati, anche quello della green economy e di questa opportunità che noi dobbiamo portare avanti nelle fonti di energia rinnovabili. Una domanda, e qui ammetto la non conoscenza del tema: quella soglia di partenza del 4,9, a cui lei faceva riferimento, tiene già in considerazione la percentuale di energia rinnovabile in Regione Lombardia o è aggiuntiva a quella già prodotta? FASANO Mauro Provo ad essere molto sintetico e a spiegare. Il 4,9 è una fotografia di dati esistenti relativi ai confini lombardi: ogni Regione, nella famosa Tabella A del Burden Sharing, ha un suo punto di partenza, che è superiore a zero, ed è una foto dell’esistente, però con dati ufficiali. Le faccio un esempio, per ritornare alle biomasse di prima: quante biomasse, che sono energia verde, vengono utilizzate in Regione Lombardia? L’unico dato certificato che abbiamo è il censimento - che ha ENEA, che ha il Ministero - delle nostre abitazioni del 2001. Lì è stato calcolato quanti camini o quante stufe ci sono in Lombardia: moltiplicato per un numero standard, un “k” standard di quanti se ne utilizzano, ci hanno dato un numero, che è la biomassa utilizzata. Ed è tutto così, cioè il trasporto dell’energia o la quota di biodiesel nel trasporto lombardo è una foto di dati certificati. Quindi, si parte da un dato uguale ovunque come fonte. Queste sono le fonti che abbiamo consegnato a Bruxelles, che lo Stato membro ha consegnato a Bruxelles e che sono state vistate da Bruxelles come dato certificato. La Valle d’Aosta parte dal 53 per cento, consuma pochissimo e ha un sacco di idroelettrico: viene certificato quello idroelettrico, quindi parte dal 53 per cento. La Lombardia, che ha dieci milioni di abitanti che ogni mattina accendono la luce, e il denominatore sale tantissimo, per quelle fonti rinnovabili - abbiamo avuto grandi incrementi sul fotovoltaico non ancora tutti calcolati - la fotografia dell’anno scorso è quella. 4,9 è il punto di partenza. L’Italia deve raggiungere il 17 per 21 cento. Perché la Lombardia non ha il 17 per cento, ma ha l’11,3? Perché si fa il calcolo dello scenario sul potenziale. Noi abbiamo una energia che non possiamo utilizzare, che è l’eolico, altrimenti non parleremmo di PM10, quindi ci viene scalata quella quota potenzialmente raggiungibile. Presidente FROSIO Anche le altre Regioni, mi scusi, sono certificate? FASANO Mauro I dati sono nazionali, quindi ogni Regione è stata certificata. Presidente FROSIO Riusciamo ad avere anche questi dati come... FASANO Mauro Sono pubblicati. Presidente FROSIO Come livello provinciale? FASANO Mauro No. È stato fatto a livello regionale. Poi, Regione Lombardia ha dei dati anche a livello... Presidente FROSIO Le faccio questa domanda perché so che ci sono Province molto differenti e oggi queste Province, magari, sono promotrici anche del bloccare un po’ le FER, le energie rinnovabili, che trovano la mia contrarietà, soprattutto nell’idroelettrico. Consigliere COSTANZO Solo una richiesta urgente, se è possibile, al dottor Fasano. Siccome, come Gruppo del PD, noi facciamo un convegno proprio su questi temi sabato, è possibile che lei ci trasmetta i dati ufficiali di Regione Lombardia? È comunque un dato che serve a tutti, credo, da questo punto di vista. Poi, posso fare una battuta? Giustamente, si dice che la Valle d’Aosta parte dal 50 per cento. Se dovessi stare alla mia Provincia, credo che andremmo all’80, perché noi forniamo il 50 per cento dell’apporto energetico a Regione Lombardia e il 13 per cento a livello nazionale. Presidente FROSIO Proseguiremo con questi lavori. Oggi, poi, con l’Ufficio di Presidenza definirò quali sono i provvedimenti che sposteremo un po’ più in là per poter lavorare su questo provvedimento, in modo particolare. Ringrazio i Commissari, che prego di rimanere per proseguire i lavori. 22 Argomento n. 4 dell’o.d.g. DOC n. 4 (Programma di lavoro della Commissione Europea - anno 2012) Presidente FROSIO Passiamo al DOC N. 4: “Programma di lavoro della Commissione Europea Anno 2012”, atto di iniziativa delle Commissioni. Prego, Consigliere Longoni. Consigliere LONGONI Grazie, Presidente. Logicamente, rispetto al programma di lavoro della Commissione Europea anno 2010, il mio intervento andrà principalmente a significare quelle che sono le iniziative legate alla competenza della nostra Commissione. Una premessa, però, è doverosa. Visto che il Presidente del Gruppo dei deputati europei della Lega Nord, cioè il Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia, Nigel Farage, ha più volte sollecitato la Commissione Europea come soggetto non eletto dal popolo, con un Presidente non eletto dal popolo, a fare scelte anche su quanto concerne l’economia dei singoli Stati, lasciando un’autonomia maggiore rispetto a quella che è l’indicazione dell’Unione Europea di fissare paletti molto rigidi per quanto riguarda il bilancio di pareggio, giustamente, che sulla carta tutti condividono, cioè quella di creare un bilancio in pareggio degli Stati membri dell’Unione Europea. Per quanto riguarda tutta la parte relativa alle misure, le così definite “Six pack”, che dovranno rilanciare, oltre alla governance economica, l’economia dell’Unione Europea, un altro passaggio che esula dalle competenze della Commissione, però è doveroso, è quello che, secondo me, la riforma del settore finanziario, che dovrà essere affrontata nel 2012... Un consiglio, proprio da piccolo Consigliere regionale di una Regione quale la Lombardia: inviterei i nostri rappresentanti a prendere spunto da quello che è successo in Islanda sul rapporto che ha avuto lo Stato islandese con quelle banche finanziare e quant’altro che hanno fatto fallire l’Islanda e che, a differenza di quello che succede nel nostro Paese, cioè che vengono portate al Governo, sono state mandate in galera. Fatte queste premesse politiche doverose, per quanto riguarda le iniziative europee, si parte con l’iniziativa Cielo Unico Europeo, che potrebbe portare all’eliminazione delle inefficienze che costano oltre 3,8 miliardi di euro all’anno, attenuando le emissioni di CO2 e aumentando anche la sicurezza, e ridurre anche i ritardi subiti dai passeggeri. Va, altresì, ricordato che il completamento del mercato interno dell’energia entro il 2014 sbloccherà un’altra leva fondamentale della crescita economica. Le nuove proposte sulla liberalizzazione del trasporto ferroviario contribuiranno, inoltre, a modernizzare e a decarbonizzare il trasporto europeo mediante un incremento della concorrenza e offriranno ai passeggeri nuovi servizi più innovativi 23 orientati al cliente. Visti i notevoli investimenti necessari per modernizzare i nostri temi energetici (si parla di mille miliardi di euro per il periodo 2011/2020), il settore dell’energia è un’altra leva fondamentale per la crescita economica. A tal proposito, la Commissione Europea adotterà una serie di iniziative a riguardo. L’agenda digitale è di fondamentale importanza per consentire all’economia europea di sfruttare le opportunità di promozione della crescita offerta dalla tecnologia moderna e da internet. La diffusione dei servizi elettronici è fondamentale e l’ecommerce sarà promosso attivamente. La fiducia dei consumatori è indispensabile per rilanciare la domanda e la crescita. L’agenda europea globale per i consumatori costituirà una solida base d’azione. Le proposte di revisione delle norme sulla sicurezza generale dei prodotti delineeranno un approccio chiaro e coerente e riuniranno i diversi regimi di vigilanza in una strategia unica per il mercato europeo. È bene ricordare che una ripresa sostenibile presuppone che la crescita e gli investimenti siano convogliati verso i settori più dinamici per il futuro. La strategia della Commissione nei confronti di un’economia efficiente nell’impiego delle risorse e a basse emissioni di carbonio, che sarà integrata nella politica economica e nell’analisi annuale della crescita, ha dimostrato come sia necessario orientare adeguatamente la crescita intelligente per trasformare la sfida di un’Europa sostenibile in un vantaggio competitivo. Questa strategia, integrata in Europa 2020, fornirà solide basi per i settori di fondamentale importanza per l’ambiente e l’economia nell’UE. Le proposte presentate nel 2012 sulla garanzia dell’accesso all’acqua potabile in quantità sufficiente costituiranno un esempio significativo di promozione dell’uso efficiente delle risorse nei diversi settori strategici: la Commissione adotterà, inoltre, un piano di tutela delle risorse idriche per far sì che la politica pubblica si prefigga come obiettivo prioritario di ovviare fin d’ora alle pressioni sulle risorse idriche. La sostenibilità è un elemento centrale anche della politica energetica come concepita dalla Commissione. A titolo di esempio, una rapida adozione e attuazione della Direttiva sull’efficienza energetica può comportare vantaggi significativi per le famiglie con la possibile creazione di due milioni di posti di lavoro e contribuire ad affrontare il problema del cambiamento climatico. Una proposta volta a rafforzare il quadro sulla sicurezza nucleare terrà conto degli insegnamenti tratti dalle prove di stress delle centrali nucleari presenti oggi nell’Unione Europea, dei progressi tecnici e degli sviluppi normativi internazionali. La Commissione, inoltre, definirà una strategia per accelerare lo sviluppo dell’energia rinnovabile nel mercato interno dell’Unione Europea e nei Paesi vicini del Mediterraneo meridionale. Un importante segnale in tale contesto potrebbe venire dai processi verso l’adozione della normativa proposta per facilitare gli 24 investimenti nelle infrastrutture energetiche necessarie, onde accelerare l’integrazione delle fonti di energia rinnovabili. Nel 2012 la Commissione continuerà ad adoperarsi per contribuire a uno sforzo reale e globale di riduzione delle emissioni di gas serra e continuerà a gestire la transizione verso il sistema riveduto di scambio di quote di emissioni, introdurrà anche nuove misure e attuerà quelle esistenti per contribuire alla realizzazione degli obiettivi in materia di clima ed energia. In generale, il riesame della normativa sulle autovetture e sui furgoni incentiverà l’innovazione e garantirà la certezza normativa per i costruttori. Un altro obiettivo prioritario sarà porre fine alla dipendenza dei trasporti dal petrolio stimolando lo sviluppo di infrastrutture nell’Unione Europea per i carburanti alternativi. Altre priorità del 2012, oltre al sostegno ai paesi del Mediterraneo orientale in fase di democratizzazione, saranno la roadmap del partenariato orientale decisa al vertice di Varsavia e la stabilità del Medio Oriente e del Caucaso. In conclusione, l’anno prossimo la Commissione Europea intende fare quanto in suo potere per sormontare la crisi economica che attualmente ha ripercussioni pesanti sui cittadini europei. Le misure adottate dimostrano il carattere prioritario conferito dalla Commissione alla promozione della crescita e dell’occupazione. Questa priorità assoluta si riflette, altresì, nel suo programma di lavoro per il 2012, che è incentrato anche sugli obiettivi a lungo termine. È assolutamente necessario agire a breve termine gettando al tempo stesso le basi per una crescita e un’occupazione sostenibili a lungo termine. In questo modo l’Unione Europea potrà uscire dalla crisi più forte e maggiormente in grado di far fronte alle esigenze della concorrenza mondiale, di sfruttare le fonti di crescita per il futuro e di instaurare un’economia sociale di mercato funzionante. La Commissione Europea chiude il programma di lavoro 2012 con l’auspicio di vedere esplicitata la volontà politica necessaria ad allontanare lo spettro della recessione per realizzare al meglio l’obiettivo del rinnovamento europeo. Presidente FROSIO Grazie, Relatore Longoni. Penso che la settimana prossima possiamo aggiornare questo provvedimento. Va bene. Argomento n. 6 dell’o.d.g. PDL n. 56 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 settembre 2003, n. 17 “Norme per il risanamento dell’ambiente, bonifica e smaltimento dell’amianto”) Presidente FROSIO Proseguiamo con gli altri provvedimenti. Abbiamo il PDL numero 56: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 settembre 2003, n. 17 ‘Norme per il risanamento dell’ambiente, bonifica e smaltimento 25 dell’amianto’”. Il referente è il Commissario Bottari. Prego. Consigliere BOTTARI Grazie. Siamo rimasti ad una versione che era uscita dalla Commissione con alcune correzioni ed emendamenti che recepivano dei contenuti dell’altro PDL numero 115. Poi abbiamo ricevuto una versione, riveduta e corretta con il drafting legislativo, che credo sia stata distribuita. Comunque, ci sono alcune correzioni nei vari articoli. La modifica più importante riguardava un accorpamento nell’articolo 2 dei commi 4 e 5: diventava un unico comma aggregato. L’aggregazione dei commi 4 e 5 porterebbe ad un unico comma, che così recita (nella sostanza è invariato): “per accedere a sorveglianza sanitaria di cui al comma precedente il soggetto [...] si rivolge alla ASL di appartenenza oppure esprime, nella presentazione di richieste di riconoscimento di benefici previdenziali o assicurativi presso INAIL, il consenso informato al trattamento dei dati personali, affinché il suo nominativo sia segnalato alla ASL”. Poi, vi sono altre correzioni minori che trovate nel testo, che dovrebbe essere, a questo punto, distribuito. Rimanevamo, come d’accordo, in attesa di puntuali emendamenti che aveva annunciato il Gruppo del PD, soprattutto per quanto concerne l’aspetto della criticità, almeno così risulta dal verbale precedente: “Noi presenteremo degli emendamenti puntuali” aveva detto il Consigliere Villani, che però io non ho visto, a meno che si riservasse di presentarli dopo l’intervento degli Assessori. Ieri abbiamo incontrato in Consiglio l’Assessore Colozzi, il quale ci ha detto che ci avrebbe inviato una norma finanziaria, che però al momento non è ancora pervenuta. Doveva arrivare stamattina, ma non c’è. Quindi, non posso aggiungere altro, se non che ci aveva promesso che ce l’avrebbe inviata. Poi ci aveva anche suggerito di effettuare alcune operazioni di sostegno al PDL, che peraltro è condiviso, non è che stiano remando contro. È assolutamente condiviso, però in questo momento non abbiamo ulteriori informazioni. Presidente FROSIO Mi sembra chiaro il passaggio questione sanitaria c’è già. che la competenza alle ASL nella Consigliere BOTTARI Sì. Ovviamente, per tutta la parte sanitaria ci diceva anche che, per quanto riguarda la copertura, è già inclusa nell’Assessorato competente. Quindi, la parte scoperta sarebbe quella del sostegno agli interventi - giustamente, come ricordava il Presidente - di sostituzione di coperture di eternit o comunque contenenti amianto con coperture dotate di pannelli solari e fotovoltaici, che sono nell’articolo 1, al comma h), come avevamo emendato. Quella sarebbe la parte ulteriore da sostenere extra a quanto sarebbe già incluso in 26 generale, in sanitario. linea di principio, negli interventi di carattere Presidente FROSIO Commissario Villani, prego. Consigliere VILLANI Grazie, Presidente. Noi pensiamo che sia fondamentale avere queste indicazioni di carattere finanziario e naturalmente abbiamo subordinato gli emendamenti che dobbiamo presentare a questo: o all’audizione con l’Assessore Colozzi oppure a qualcosa comunque di scritto, di certificato che faccia capire quali sono le disponibilità finanziarie di cui possiamo far conto. Per procedere nel modo più rapido possibile, potremmo anche decidere di trovarci, una volta acquisiti questi dati, in Commissione ristretta, valutare tutte le questioni all’interno della Commissione ristretta, tornare qui, possibilmente con un testo condiviso, se riusciamo ad arrivare a questo risultato, votarlo e poi portarlo in Consiglio regionale. Presidente FROSIO Prego, Relatore. Consigliere BOTTARI Per quanto mi concerne, sono perfettamente d’accordo. Ribadisco che ieri abbiamo parlato in maniera informale con l’Assessore, il quale ci aveva garantito che ci avrebbe inviato la norma. Nulla osta, dal mio punto di vista, convocare il gruppo ristretto a fine seduta nella settimana successiva, quindi cercare di completare il testo. Se voi avete la bontà di analizzare l’ultima versione che è stata soggetta a drafting, quella dovrebbe essere più o meno - salvo ulteriori emendamenti che vogliate proporre - quella definitiva. Presidente FROSIO Condivido anch’io questa volontà di convocare, poi, il gruppo ristretto, ricordando però che sono veramente giornate pesanti e lunghe. Io parto, comunque, alle ore 9.30, così da avere più spazi. Infatti, oggi tra l’Ufficio di Presidenza, dove non saprei quali sono i provvedimenti, da spostare, per dare spazi, al 21. Penso che l’unica richiesta da fare immediatamente, è quella di chiedere proprio al Presidente Sala uno spostamento immediato. Per la giornata in più nessuno qua mi ha detto sì, le ore sono ventiquattro, nessuno vuole spostare provvedimenti, perché ho capito che questo dell’amianto, il provvedimento ristretto, comunque dobbiamo farlo ancora la settimana prossima. Consigliere VILLANI Presidente, sulla giornata in più, concordandola, siamo disponibili a ragionare. 27 Presidente FROSIO Non vada a toccare le altre Commissioni, perché lei sarà impegnato anche in altre. Io ho detto il lunedì e il venerdì: credo che Commissioni non ve ne siano. Venerdì quattro su cinque mi hanno detto che non ci sono... Consigliere BOTTARI Io, per esempio, ho la disponibilità del 16, ma il Consigliere Longoni il 16 è impegnato. Lunedì ho alcuni impegni già fissati. Presidente FROSIO Vedremo di fare qualche miracolo. Va bene. In attesa che l’Assessore Colozzi ci mandi questi documenti... Così, mercoledì prossimo, alla fine dei provvedimenti, facciamo la riunione del Comitato ristretto, vediamo se abbiamo questi documenti in più e portiamo avanti anche il provvedimento, ovviamente, dell’amianto. Argomento n. 7 dell’o.d.g. PDL n. 115 (Modifiche alla legge regionale 29 settembre 2003, n. 17 ‘Norme per il risanamento dell’ambiente bonifica e smaltimento dell’amianto’ e attuazione del PRAL) Presidente FROSIO Lo stesso discorso credo che valga per il PDL numero 115. Relatore, prego. Consigliere BOTTARI Sì, esatto. A questo gentlemen’s agreement interessanti del PDL numero 56, rimandiamo vediamo se riusciamo a alla costruzione di un Argomento n. 8 dell’o.d.g. punto, avendo non dico un accordo, ma il “provvisorio” di estrapolare i contenuti più numero 115 e traslarli all’interno del PDL la decisione al Comitato ristretto. Mercoledì chiuderlo, perché penso che siamo molto vicini documento che sia condiviso. Considerazioni in merito all’ordinanza del TAR Lombardia – Milano, Sezione IV, numero 227/2012, del 14 febbraio 2012, relativa alla DCR IX/279 dell’8 novembre 2011 in tema di aggiornamento delle tariffe dei diritti di escavazione Presidente FROSIO Ho sentito l’Assessore Raimondi, che si scusa per non aver potuto dare la disponibilità oggi, ma che per la settimana prossima dà la sua disponibilità ad intervenire sul PDL numero 156 e in quel momento interverrà anche su quali sono le relative idee della Giunta su questo provvedimento. 28 Prego, Commissario Longoni. Consigliere LONGONI Penso che il Collega Costanzo concorderà. Come è stato fatto per il PDL sull’amianto, in sede riservata, pertanto non aperta al pubblico, si potrebbe incominciare a delineare una posizione della Commissione per quanto riguarda il PDA sulle tariffe di escavazione? Presidente FROSIO Io preferirei aspettare la relazione dell’Assessore, per due motivi. Non abbiamo i tempi per lavorare in queste condizioni. Con tutta questa carne al fuoco, Commissario Longoni, io non riesco sinceramente a pensare quando lo possiamo fare. Perché, poi, fare ancora dei Comitati ristretti dove mi ritrovo da solo, come è accaduto già una volta, no. Prego, Commissario Costanzo. Consigliere COSTANZO Questa questione dell’adeguamento delle tariffe di escavazione rischia di essere un po’ come il Duomo di Milano: non riusciamo a concretizzare... Capisco, adesso, le difficoltà di fronte a una sentenza del TAR che aggravano ulteriormente la nostra capacità di mettere a punto una posizione, però, proprio per provare a seguire il ragionamento del Consigliere Longoni, proverei magari a ripartire, con tutte le cautele, le prudenze, non voglio forzare la mano nella discussione, però ripartire - dicevo - da quell’accordo che avevamo raggiunto tra tutti i Gruppi, magari anche limandolo e discutendo. C’era già un’impostazione di questa Commissione su quel provvedimento. Credo che vada, forse, ritenuta in considerazione. Magari se avessimo portato quello in votazione in Consiglio non saremmo andati così di fronte a una bocciatura di quel provvedimento attraverso l’impugnativa del TAR. Però sottolineo una cosa perché rimanga a verbale. Noi siamo in un momento di difficoltà economica del Paese, anche di Regione Lombardia, e stiamo chiedendo molti sacrifici ai cittadini. Credo che sia corretto chiedere sacrifici non solo ai cittadini. Quel provvedimento non era un provvedimento vessatorio nei confronti di nessuno, ma teneva in considerazione delle esigenze che avevamo fatto e avevamo valutato in questa Commissione. Credo che quelle esigenze, proprio di fronte alla situazione congiunturale e alla situazione di difficoltà, vadano riproposte. Sennò, noi veramente rischiamo di essere forti con i deboli e deboli con i forti. Credo che, invece, questo tema noi dobbiamo riprenderlo in mano con quella cautela che diceva il Presidente; ascoltiamo prima l’Assessore quale valutazione ha fatto la Giunta attorno a questo provvedimento, però dopo, come Commissione, diamo un’impronta, diamo un segno che su questo provvedimento vogliamo andare avanti. Quando io racconto questa cosa fuori da quest’aula non riesco nemmeno a farmi capire di come mai non riusciamo ad adeguare delle tariffe. Quindi, credo che sia opportuno che, anche di fronte a quelli che ci 29 guardano all’esterno, riusciamo ad arrivare alla fine e alla parola conclusiva di questo provvedimento. Presidente FROSIO Quello che ho proposto mi sembra sia l’attesa, ma questo non preclude che i Gruppi politici possano iniziare a fare delle loro proposte che, poi, porteremo all’interno della Commissione. Va bene. Grazie e buona giornata. Dichiaro chiusa la seduta. (La seduta termina alle ore 12.40) A questo punto della seduta, non essendovi altri argomenti da trattare, il Presidente FROSIO ringrazia tutti gli intervenuti e chiude i lavori alle ore 12.40. Hanno partecipato alla seduta: - i seguenti Consiglieri componenti della Commissione: Presidente Vice Presidente Consigliere Segretario Giosuè FROSIO Angelo GIAMMARIO Valerio BETTONI Cesare BOSSETTI Claudio BOTTARI Arianna CAVICCHIOLI Giuseppe CIVATI Angelo COSTANZO Gianbattista FERRARI Giangiacomo LONGONI Margherita PERONI Gabriele SOLA Giuseppe VILLANI Lega Lombarda – Lega Nord – Padania PDL – Il Popolo della Libertà U.D.C. Lega Lombarda – Lega Nord – Padania Lega Lombarda – Lega Nord – Padania Partito Democratico della Lombardia Partito Democratico della Lombardia Partito Democratico della Lombardia Partito Democratico della Lombardia Lega Lombarda – Lega Nord – Padania PDL – Il Popolo della Libertà Italia dei Valori Partito Democratico della Lombardia 5 15 2 5 5 4 4 4 5 5 14 1 4 Hanno inoltre partecipato ai lavori della Commissione: - il Dirigente dell’Unità organizzativa Energia e reti tecnologiche della D.G. Ambiente, energia e reti, Mauro FASANO; - il Dirigente della Struttura Ricerca energetica e attività minerarie della D.G. Ambiente, energia e reti, Domenico SAVOCA; - la Responsabile del Supporto giuridico ed istituzionale della D.G. Ambiente, energia e reti, Emma LAURELLI; - la Responsabile della U.O. Sviluppo delle telecomunicazioni della D.G. Ambiente, energia e reti, Francesca FAVA; - il Responsabile Bilancio e Controllo di gestione della D.G. Territorio e Urbanistica, Filippo ASARO - Professional in tema di Rifiuti, autorizzazioni ambientali e pianificazione territoriale. Raccordi istituzionali e semplificazione della D.G. Territorio e Urbanistica, Maurizio TURCONI; - la Responsabile dell’U.O. Progetti sperimentali ed innovativi in materia di rifiuti della D.G. Territorio e Urbanistica, Silvia CAPPA; - Il funzionario del Servizio legislativo e assistenza del Consiglio, Dr. Mario DI STEFANO. 30 Risultano assenti alla seduta i seguenti Consiglieri componenti della Commissione: Giulio CAVALLI Sinistra Ecologia Libertà Elisabetta FATUZZO Partito Pensionati Francesco PATITUCCI Italia dei Valori Gianmarco QUADRINI U.D.C. Il Presidente (Giosuè FROSIO) Il Consigliere Segretario (Valerio BETTONI) La Responsabile della posizione organizzativa (Livia FERRARI) Allegato: ordine del giorno della seduta. VI Commissione AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE MERCOLEDI’ 07/03/2012 Ore: 9.30 Ore: 10.30 Audizione in merito alla Pda n. 23 “Revisione al piano cave provinciale di Cremona” con: - Provincia di Cremona; - Comuni di Soncino, Ticengo, Romanengo e Casaletto di Sopra; - Fornaci Laterizi Danesi Spa. Seduta di Commissione O.D.G. DELLA SEDUTA DI MERCOLEDI’ 07/03/2012 TRATTAZIONE RELATORE 1 Comunicazioni del Presidente 2 Approvazione del processo verbale n. 3 del 22 febbraio 2012 3 PDA N. 23 Revisione al piano cave provinciale di Cremona Atto di iniziativa del Presidente della Giunta Assegnazione: 22-11-2011 REFERENTE FROSIO G. 4 PDL N. 146 Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione Atto di iniziativa del Presidente della Giunta Assegnazione: 16-02-2012 CONSULTIVA PERONI M. 5 DOC N. 4 Programma di lavoro della Commissione Europea Anno 2012 Atto di iniziativa delle Commissioni Assegnazione: 20-01-2012 CONSULTIVA LONGONI G. 6 PDL N. 56 Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 settembre 2003, n. 17 "Norme per il risanamento dell’ambiente, bonifica e smaltimento dell’amianto" Atto di iniziativa Consiliare Assegnazione: 27-10-2010 REFERENTE BOTTARI C. 7 PDL N. 115 Modifiche alla legge regionale 29 settembre 2003, n. 17 "Norme per il risanamento dell’ambiente bonifica e smaltimento dell’amianto" e attuazione del PRAL Atto di iniziativa Consiliare Assegnazione: 02-08-2011 REFERENTE BOTTARI C. 8 Considerazioni in merito all’ordinanza del TAR Lombardia – Milano, Sezione IV, numero 227/2012, del 14 febbraio 2012, relativa alla DCR IX/279 dell’8 novembre 2011 in tema di aggiornamento delle tariffe dei diritti di escavazione