Associazione Corale Rossini Via Livio Borri 30 41122 Modena www.coralerossini.it E-mail: [email protected] ORARIO di SEGRETERIA Lunedì, giovedì, venerdì mattina dalle 10 alle 12 martedì pomeriggio dalle 15 alle 18 tel. e fax: 059/270649 Trimestrale - Sped. in Abb. Postale - 70% DCB Modena -Tassa riscossa (Taxe perçue) - Anno 22° - N.88 dicembre 2013. Autorizzazione Tribunale di Modena N. 1112 del 12-02-1992 di Modena - Redazione: Corale Rossini - Proprietario Romano Maletti. In caso di mancato recapito rinviare al mittente, che si impegna a pagare le relative tasse, presso il CPO di Modena. Concerto per l’Accademia”Musica in aulis” al Teatro Cristallo di Bolzano CON VERDI E WAGNER Da sx: Lucio Carpani, Barbara Balduzzi, Werner Pichler, Luca Saltini e alle loro spalle la Corale Rossini a ricevere gli applausi. Domenica 13 ottobre, al Teatro Cristallo di Bolzano, concerto speciale della Corale Rossini organizzato dall’Accademia “Musica in aulis”, col sostegno e contributo della Fondazione Cassa di Risparmio, della Città e della Provincia Autonoma di Bolzano. La serata, dedicata a Verdi e Wagner, i massimi rappresentanti della musica operistica italiana e tedesca, dei quali ricorre il bicentenario della nascita, e presentata da Luciano Pagani, nostro basso, è iniziata alle 20,30 con la Messa Solenne o di Gloria di Verdi. La Corale Rossini, diretta dal M° Luca Saltini ed accompagnata dal M° Lucio Carpani, ha saputo ben interpretare l’opera giovanile del Cigno di Busseto, nonostante le difficoltà presentate dall’acustica inadeguata del teatro, peraltro moderno, bello e confortevole. Dopo i nutriti applausi del pubblico, non numeroso, ma attento e partecipe, il presentatore ha convocato sul palco il direttore dell’Accademia “Musica in aulis”, prof. Andrea Bambace, che, nel rivolgere il saluto ai presenti, ha ringraziato la Fondazione Cassa di Risparmio, la Città e la Provincia Autonoma di Bolzano per l’aiuto prezioso, che ha permesso di effettuare questo irrinunciabile appuntamento con la storia dell’opera. Un grazie di cuore anche al soprano Barbara Balduzzi e al tenore Werner Pichler, che hanno accolto l’invito ad assicurare il loro contributo per la riuscita della serata. Il professore, inoltre, ha chiamato sul palco il Comm. Romano Maletti per esprimere la gratitudine per aver portato a Bolza- no la prestigiosa Corale da lui presieduta. Il Comm. Maletti, a sua volta, ha ringraziato il prof. Bambace e il prof. Luigi Costalbano (presidente dell’ Accademia), affermando che la Rossini è onorata di partecipare all’importante evento. Dopo lo scambio di doni (il nostro Presidente ha offerto una copia della recente pubblicazione di Luigi Gariboldi, nostro baritono, su Giuseppe Verdi a Modena), è ripreso il concerto con la seconda parte, riservata alla musica operistica, con l’intervento del tenore Werner Pichler (già con noi lo scorso anno nel concerto al Castelmareccio), che ha ben esordito con “De’ miei bollenti spiriti”, da La Traviata di Verdi, seguito da quello della Rossini in “Treulich geführt”, dal Lohengrin, in cui il nostro Coro si è onorevolmente destreggiato col tedesco, rendendo tutto l’incanto della famosa marcia nuziale di Wagner, grazie all’accurata preparazione del M° Luca Saltini e del M° collaboratore Lucio Carpani. Di nuovo Verdi ne “La vergine degli Angeli”, da La forza del destino, che ha visto il soprano Barbara Balduzzi e la sezione virile del Coro esprimere tutta la dolcezza del brano; e poi Wagner nello stupendo “Coro dei pellegrini”, dal Tannhäuser eseguito efficacemente dalla stessa sezione virile. Brani accolti dal pubblico con calorosi applausi. Notevole successo hanno riscosso anche “Caro nome”, aria dal Rigoletto, modulata con garbo e brio da Barbara Balduzzi, “Ella mi fu rapita … Parmi veder le lagrime”, sempre dal Rigoletto, in cui Werner Pichler ha dato il meglio della sua voce e “Heil! Heil! Der Gnade Wunder Heil”, il grandioso finale del Tannhäuser, che ha impegnato a fondo il Coro, soprattutto nella sezione femminile, in una pregevole esecuzione. Finale tutto verdiano con “Sul fil d’un soffio etesio”, dal Falstaff, eseguito con garbo dal soprano e il “Brindisi”, da La Traviata, in cui i solisti, il Coro e i maestri si sono congedati dal pubblico, generoso di applausi. GRAZIE AMICI Subito dopo le prove, noi della Rossini siamo stati accolti nella sala del Teatro Cristallo per un rinfresco preparato ed offerto dai colleghi del coro“Verdi” di Bolzano-Merano, i quali hanno voluto così contraccambiare l’ospitalità ricevuta nella nostra sede, in occasione della loro magnifica esibizione nell’Auditorium Rossini lo scorso maggio. Panini, pizzette, tartine, dolcetti, torte, frutta, vino, bibite varie e uno strudel gustosissimo; il tutto servito dai colleghi in abbondanza e con squisita cortesia. Abbiamo trascorso due orette insieme in allegria, coronate da un finale a sorpresa: i nostri amici altoatesini hanno voluto cantare con noi “Ghirlandèina”, che avevano imparato perfettamente, pronuncia compresa. Un grande onore per noi e per la nostra città. Così rifocillati e rincuorati, siamo andati ad affrontare il nostro impegno con il morale a mille. Grazie, amici … e amiche, s’intende! MARIA DOLENS Il nome significativo dato alla Campana della Pace che si erge sul colle di Miravalle di Rovereto e che “suona ad ogni tramonto, perché l’uomo, nel ricordo dei caduti di tutte le guerre e di tutte le nazioni del mondo, trova la via della pace”. Noi della Rossini, in occasione della sosta a Rovereto, siamo andati a renderle omaggio. Oltre al colle, costellato dalle bandiere di tutti gli stati dell’orbe terracqueo, abbiamo visitato (fra un panino, una fetta di strudel, un’ombra di prosecco e un caffè) le altre meraviglie di Rovereto, ad esclusione del Castello, ahinoi, chiuso la domenica. Ci ha molto impressionato il Mart, museo d’arte moderna; moderna anche la struttura, dalle innumerevoli ed ampie sale, da una ricchissima collezione di quadri ed opere varie (quasi 3000 oggetti, collocati in 34 sale, per un percorso di 1 km.) sapientemente disposte (al di là del loro valore artistico, spesso discutibile). Ma la vera attrazione era costituita dalla stupenda mostra dedicata ad Antonello da Messina, con la quale il visitatore poteva rifarsi gli occhi e lo spirito. Piazza e via Rosmini, via Bettini, Piazza Battisti, con i loro bei palazzi dalle facciate affrescate, sono state oggetto della nostra curiosità, sovente appagata. Grazie, capo-coro, per questo ulteriore, godibile preludio. PDB 2 SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI DI SCENA GLI ARTISTI PER CASO quello che rimane di una rozza latrina di campagna. Dopo tanta disillusione, Vincenzo riceve poi in dono, dalla Serva, un autentico pezzo, avuto a sua volta dal prof. Picchettoni (Silvano Vaccari) e trovato, fortunosamente, dal cagnolino Tupin, Sabato 26 ottobre, l’Auditorium Rossini ha avuto il piacere di ospitare ancora una volta gli “Artisti per caso”, che si sono esibiti con successo in due atti unici, scritti a due mani da Luisa Cerminara (la regista) e Teresa Fogliani (attrice), due componenti del gruppo stesso: La pasiòun dal sgnôr Vincenzo e Un ragiunêr, ‘na sgnôra, un armàri. Il primo tratta di un signor Vincenzo che ha una passione smodata per l’archeologia, scienza che lo assorbe totalmente, intorno alla quale ruota tutta la vicenda. La scena si apre nel cortile della casa del protagonista. Lo sfondo è costituito da un paesaggio agreste, abilmente dipinto dal gruppo di pittura “Emozioni di colore” dell’associazione “Incontri”, a cui i nostri “artisti” appartengono. Prime ad apparire Dirce (Ester Pinelli) e Argia (Emma Goldoni), amiche del cuore di Delcisa (Rosangela Martinelli), la moglie di Vincenzo, le quali, venendo a far visita nella dimora del ricercatore, si sono vestite da romane con tanto di tunica ed hanno assunto lo pseudonimo di Orazia e Curiazia, seguite subito dopo da Delcisa. Dall’incontro delle tre amiche nasce una fitta discussione sulla “mania” del signor Vincenzo, che poco dopo compare con uno dei suoi preziosi oggetti e si mette a ripulirlo, fra i commenti delle medesime, che tendono a prenderlo in giro. Ogni tanto appare Caròla, la serva (Terry Fabris), che, con le sue pungenti osservazioni, fa accrescere la comicità della situazione. Si aggiungono al gruppo anche Pumpéli (Giuseppe Vanzini) e Fédrigh (Ermanno Appiani), amici ed assistenti di Vincenzo nelle ricerche, e i loro “conversari” vertono sui vari hobbies a cui si dedica la compagnia. Una battuta segue l’altra, accompagnate da fragorose risate e da sonori applausi del pubblico divertito. La scena quindi si sposta sui luoghi delle ricerche di Vincenzo, che si imbatte in un contadino (Sandro Bolondi), il quale, esperto dei luoghi e dotato di buon senso, viene a smontare tutti i castelli archeologici costruiti dalla fantasia del sedicente archeologo: le pietre, attribuite ad avanzi di un edificio romano, non sono che macerie di una casa colonica e il tempietto non è altro che specializzato in trifola. Il tutto si conclude felicemente, con il riscatto della serva Caròla, che trova nel vero archeologo il grande amore, e col ridimensionamento della mania di Vincenzo, il quale ha, però, per sé un pezzo pregiato da collezione. La seconda storia si svolge tutta nella stanza da letto della Signora del 2° piano (Daniela Panzetti), la quale, non riuscendo ad aprire un armadio antico, chiama in aiuto il ragioniere (Nillo Francia), noto per le sue mani d’oro, capaci di risolvere ogni problema. Infatti, con abile mossa, apre subito l’armadio e, nel voler dimostrare la sua abilità da Houdini, si fa rinchiudere dentro al medesimo; ma la Signora Daniela non riesce ad riaprirlo. Allora Daniela chiama in aiuto le amiche del condominio: prima Adele (Rossana Baraldi), poi Amanda (Marta Prampolini) e suo marito (Ermanno Appiani), col viso ancora insaponato, e la “strolaga” (Maria Teresa Appiani), con tanto di sfera di cristallo; ma i loro tentativi risultano vani. Mentre tutti sono sgomenti, perché il ragioniere non dà più segno di vita, passa da lì una bimba (Terry Fabris) che tocca la serratura e l’armadio miracolosamente si apre. I soccorritori estraggono il ragioniere svenuto, lo mettono su una sedia; interviene il dottore del terzo piano (Giuseppe Vanzini) per rianimarlo. Il ragioniere si riprende e, mandando tutti a quel paese, se ne va. La signora Daniela giura che, un’altra volta, chiamerà un fabbro, non un ragioniere, che ha soltanto dimestichezza con i numeri e non con la manualità. Conclusione festosa, con scroscianti ovazioni per gli artisti che sfilano ad uno ad uno sul palcoscenico. Gli ultimi applausi sono per la regista Luisa Cerminara. Complimenti sinceri per gli “artisti” e per le autrici delle divertenti farse. STA Premio grandi della lirica AL BARITONO LEO NUCCI Il pomeriggio musicale “ Sulle ali del canto”, svoltosi all’interno dell’Auditorium Rossini, domenica 10 novembre, ed allestito dal circolo “Mirella Freni” a favore dell’Avis-Aido, ha avuto al proprio centro, in qualità di ospite d’onore, il celebre baritono Leo Nucci, cui è stato assegnato il premio “Grandi della Lirica”. All’evento, che ha visto una massiccia affluenza di pubblico, tale da far registrare il tutto esaurito, hanno partecipato la “Giovane Rossini” e tre giovani artisti lirici, alcuni dei quali presenze note ed apprezzate degli appassionati di bel canto modenesi: il soprano Ramona D’Uva, il mezzosoprano Catia Pizzi, il tenore Thomas Vacchi. Insieme all’evergreen Giorgio Pederzoli, che si è assunto anche il ruolo di presentatore pieno di verve, essi si sono esibiti in arie e duetti operistici, cui ha fatto da colonna portante, al pianoforte, la Mª Claudia Rondelli. A seguito degli interventi dei presidenti della Corale Rossini, Comm. Romano Maletti, e dell’Avis provinciale, Dott. Maurizio Pirazzoli, i quali hanno espresso sentiti ringraziamenti a Leo Nucci (appena giunto da Vienna, accompagnato dalla sua gentile Signora, il soprano Adriana Anelli), agli artisti convenuti ed ai presenti, per la disponibilità e la sensibilità al richiamo di simili iniziative, si è dato avvio allo spettacolo. Incipit all’insegna della musica leggera, affidato alla “Giovane Rossini (in- trodotta dalla coordinatrice, dottoressa Anna Cioni), che ha fatto udire “Bellezze in bicicletta”, “Un bacio a mezzanotte”, “La bella e la bestia” (con concessione di bis): vivaci e ben calibrate le “voci bianche”, guidate ad arte dalla Mª Francesca Nascetti. Il soprano Ramona D’Uva, che all’attività di cantante unisce quella di docente di violino a Stoccarda, si è esibita in “Vissi d’arte”, dalla pucciniana Tosca ed in “Una voce poco fa”, da Il barbiere di Siviglia di Rossini. Pur vantando un’interessante vocalità di soprano lirico, tendente allo “spinto”, l’artista ha fatto percepire talune incertezze a livello d’“appoggio”, in particolare nella chiusa dell’aria di Tosca, mentre la sua Rosina è parsa più sicura, sul versante dell’emissione. Il mezzosoprano Catia Pizzi ha offerto al pubblico una coinvolgente esecuzione della celeberrima “Habanera”: una Carmen tutta giocata sulle sfumature, sull’allusività del fraseggio, nonché sul timbro, ideale per il ruolo, dalle suggestive ombreggiature del registro centrale, e su un rimarchevole “legato”. Assai applaudita anche nell’aria di Fenena, dal Nabucco ed in un’evocativa “Stride la vampa” (di cui ha bissato la seconda strofa), ha poi fatto ascoltare una dolente esecuzione di “Ai nostri monti”, in coppia con il tenore Thomas Vacchi. Assai convincente anche quest’ultimo, sia nel duetto succitato, dove ha replicato con le note di un accorato Manrico all’Azucena della Pizzi, sia nelle canzoni classiche “Non ti scordar di me” e “Granada”. Anche per lui richieste di bis, accolte servendo su un piatto d’argento (tale è lo squillo di Vacchi) “La donna è mobile”: un Duca dall’accento adeguatamente spavaldo, dalla pienezza di ”armonici” e dal suono ben (Continua a pagina 6) 3 SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI TENORE MARCO VOLERI Domenica 29 settembre, all’Auditorium Rossini, grande apertura delle Serate Culturali, stagione 2013-2014, con la presentazione del libro del tenore Marco Voleri, da parte di Daniele Rubboli, seguita da un breve concerto dell’autore e della Corale Rossini. Dopo i saluti del presidente Maletti, Rubboli ha esordito mostrando il volume “Sintomi di felicità” e precisando come il libro sia basato su un fatto grave accaduto al tenore Marco Voleri e che gli ha cambiato profondamente la vita. Una mattina di sette anni fa si è improvvisamente trovato di fronte ad un ospite inaspettato ed inesorabile, una malattia inguaribile. Il giovane era in un momento felice, avviato, da Rubboli stesso, ad una brillante carriera di tenore. Dopo la sentenza dei medici che si trattava della tremenda “sclerosi multipla”, si sarebbe potuto abbattere ed, invece, con grande forza d’animo, ha saputo reagire al destino avverso e a continuare la propria carriera, seppure nei limiti consentiti dalle forze ridotte. L’idea di scrivere il libro non è stata sua, ma dello stesso editore Mondadori, il quale, in occasione di un concerto del tenore, venuto a conoscenza della sua triste vicenda e della sua reazione, lo ha invitato a scrivere la propria esperienza. Il volume, edito dalla “Sperling”, ha avuto successo già dalla prima presentazione, sicché Daniele Rubboli e l’autore hanno ripetuto più volte questa opera di divulgazione di una vicenda che è una lezione di vita e che può fare solo del bene. Durante questi incontri, Daniele e Marco non solo hanno avuto dal pubblico e dalla stampa risposte incoraggianti, ma hanno rinsaldato la loro amicizia, divenuta fraterna. La rievocazione della sua sventura ha indotto Marco Voleri a riflettere su se stesso ed a scoprire forze insospettabili, ma, a dire di Rubboli, la rivelazione più importante è stata quella di scoprirsi scrittore. Quindi Rubboli ha dato la parola all’autore. Questi, semplicemente e sinceramente, ha raccontato che una mattina del 2006 si è svegliato, sentendo un formicolio nella mano sinistra e intorpidimento alla gamba destra. Cosa strana, improvvisa, mai provata. Era un giorno di riposo e voleva andare al mare, che a Livorno è a due passi, ma, prudentemente, ha optato per il pronto soccorso. Dopo i primi accertamenti, pensava di uscire alla svelta dall’ospedale, ma i medici lo hanno trattenuto per fare una serie infinita di esami. Due giorni dopo doveva debuttare i Pagliacci di Leoncavallo nei panni di Arlecchino, ruolo con cui aveva vinto il premio speciale, ma ha dovuto rinunciare. Trascorsi ventidue giorni, ha firmato le carte ed è uscito dall’ospedale per recarsi a Riva del Garda a mantenere i suoi impegni. Agli organizzatori ha raccontato di aver avuto un incidente d’auto. Concluso felicemente quel concerto, ha preso coraggio ed ha continuato nel suo cammino di solista. Percorso difficile, che ha avuto momenti di abbattimento, per le difficoltà imposte dalla malattia, ma se ne è fatta una ragione. Ha reagito prontamente ed ha cercato di adattarsi alla situazione, curandosi e cogliendo dalla vita tutto quello che poteva avere di positivo. Innanzi tutto non ha rinunciato alla carriera, continuandola nei limiti possibili, accettando di fare il comprimario, poiché il ruolo da protagonista in un’opera implicava un dispendio di energie a lui non più concesso. E così ha continuato a lavorare e ad avere le sue soddisfazioni. Infatti ora è impegnato nelle prove del Falstaff, al teatro di Busseto, sotto la direzione di Renato Bruson, che lo ha voluto con sé in tutte le quattro precedenti produzioni della stessa opera. Nel 2014 sarà a Modena nell’opera La rondine di Puccini, una produzione del Teatro di Livorno. Tutto quanto è accaduto a Marco Voleri da quella mattina a tutt’oggi è da lui raccontato in “Sintomi di felicità” e, se volete conoscere a fondo questa straordinaria vicenda umana, potete prenotare il volume presso la nostra Segreteria. La commovente storia di Marco ha colpito profondamente l’uditorio, che ha raccolto totalmente il messaggio: mai arrendersi di fronte ai colpi della sventura; mai rinunciare al diritto alla felicità; la vita è un bene prezioso, che va conquistato e vissuto intensamente, alla faccia del destino avverso. Il concerto che ha fatto seguito è servito a sciogliere la tensione prodotta dalla toccante vicenda. Il tenore, accompagnato al piano dal M° Luca Saltini, si è esibito alternativamente con la Corale Rossini, diretta dal medesimo con il M° Lucio Carpani al piano, in brani di Giuseppe Verdi. Marco Voleri, soprattutto nell’aria “De’ miei bollenti spiriti”, da La traviata, ha posto in luce le sue qualità di artista dalla brillante vocalità, dal fraseggio elegante e dall’appassionata interpretazione. Il coro, soprattutto in “Va’, pensiero”, ha dimostrato di dare ottimi risultati anche in un numero ristretto (solamente 31 elementi). Il merito va, oltre che ai bravi maestri, alle intense emozioni suscitate da quell’esperienza così profonda e che il corista ha liberato nel canto. Alla fine è intervenuto il presidente Maletti a ringraziare i presenti, gli artisti, la coordinatrice Silvana Turrini, il presentatore e, soprattutto, il tenore Marco Voleri, cui ha offerto il nostro gagliardetto ed alcune pubblicazioni. A sua volta, Marco Voleri ha ringraziato la “Rossini” per la cordiale ospitalità. Conclusione festosa del pomeriggio al piano superiore, dove le solite brave votate al volontariato (Luciana Benatti, Luciana Pagani, Elvira, Elisa, Ughetta, Giuliana, Maura, Mariangela, Rosangela e Silvana) hanno imbandito un gustoso rinfresco. Pietro G. Adani OPERA E MANDOLINI Da sx: Cristina Mirò, Francesca Maria Ccucuzza e Andrea Cesare Coronella, accompagnati dall’Ensemble nel brindisi da “La Traviata”. (Foto P. Adani) Sabato 5 ottobre, all’Auditorium Rossini, concerto dell’Accademia Mandolinistica Italiana, organizzato dall’Associazione “Ensemble Mandolinistica Estense” nell’ambito della IVª rassegna “Protagonista il Mandolino”, col patrocinio del Comune di Modena e in collaborazione con l’Istituto Superiore di Studi Musicali “VecchiTonelli” di Modena. Il coordinatore dell’ensemble, Roberto Palumbo, nel salutare i presenti, dopo aver ringraziato la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena per il sostegno nel progetto della rassegna, ha precisato che, in considerazione del fatto che il concerto veniva tenuto nella sede della Corale Rossini, si è scelto un programma operistico, realizzato con il contributo di tre validi solisti. L’ensemble ha dato il “la” al ricco programma con il “Preludio atto I°”, da La Traviata di Verdi: esordio convincente, con i mandolini che sostituivano i violini, riuscendo a conservare la bellezza e la suggestione del brano. Hanno fatto seguito tre brani interpretati dai bravi solisti: “La donna è mobile”, la famosa aria dal Rigoletto di Verdi, in cui il tenore Andrea Cesare Coronella si è ben destreggiato, nonostante le precarie condizioni di salute; l’“Habanera”, da Carmen di Bizet, eseguita dal mezzosoprano Christina Mirò e “Batti, batti, o bel Masetto”, dal Don Giovanni di Mozart, romanza interpretata dal giovanissimo soprano Francesca Maria Cucuzza (che è appena entrata a far parte dei nostri “Serial Singers”). Ai tre artisti e all’orchestra sono state tributate calorose ovazioni. Ancora il tenore in “Una furtiva lagrima”, da L’elisir d’amore” di Donizetti; il mezzosoprano in “Che farò senza Euridice?”, da Orfeo ed Euridice di Gluck e il soprano in “Vedrai carino”, dal Don Giovanni di Mozart: interventi ancora più sicuri degli artisti, rinfrancati dagli applausi, che hanno aumentato l’indice di gradimento. L’ensemble ha poi eseguito le Variazioni di Munire, Rimembranze napoletane di Calace, la Tarantella di Rossini, dimostrando grande coesione, ottime orchestrazioni, sound convincente e guida sicura per i solisti. Solisti che hanno regalato ai fortunati intervenuti altre due romanze ciascuno. Finale a sorpresa con Francesca Maria Cucuzza e Christina Mirò nella deliziosa “Barcarola”, da Les contes d’Hoffmann di Offenbach e tutti e tre nel festoso “Brindisi”, da La Traviata. Splendida serata, chiusa dai ringraziamenti del coordinatore Roberto Palumbo alla corale, ai solisti e al pubblico, così numeroso e generoso d’applausi. (STA) IL SOGNO DI RIGOLETTO È in preparazione il nuovo film “Il sogno di Rigoletto”, a cura del regista modenese Mauro Maletti, su soggetto e sceneggiatura di Daniele Rubboli. Si tratta della storia di un vecchio signore, melomane, dalla voce ancora bella, che avrebbe voluto fare il cantante lirico. Sogno svanito a causa della seconda guerra mondiale e vissuto solo in parte attraverso qualche esibizione per gli amici all’osteria. Girato nella nostra campagna, in alcuni scorci della vecchia Modena e, per la parte scenica, al Teatro della Rocca di Novellara, prendono parte alla fiction anche un gruppo di coristi della “Rossini” e il noto fisarmonicista modenese Silvano Ballerini. Il film, interpretato dal bravo baritono di Bergamo Gabriele Nani, già varie volte in cartellone al nostro Comunale, anche per una prima mondiale, uscirà subito dopo Natale e sarà proiettato in anteprima nella sede della Corale Rossini di Modena. 4 SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI Domenica 2 FORLIMPOPOLI E Sinfonia sulla Divina Commedia Da sx: Elio Pandolfi, Claudia Rondelli, Lucio Carpani, Elena Messori, Luca Saltini e Sandra Moretti durante il concerto. Sabato 25 maggio le sezioni femminili e giovanili della nostra corale si sono esibite all'interno dell'iniziativa dedicata alla “Sinfonia sulla Divina Commedia” di Franz Liszt, promossa a favore della ricostruzione del Comune di Mirandola dal maestro Lucio Carpani. Ospitato nell'auditorium della Fondazione Marco Biagi, all'evento è stato riconosciuto il patrocinio del Comune e della Provincia di Modena; alcune scuole superiori del territorio hanno inoltre dato la loro disponibilità, accompagnando i proprio studenti all'anteprima mattutina ad essi dedicata. Il concerto, ripetutosi perciò in due diversi momenti della giornata, è stato accompagnato dai disegni del pittore francese Gustave Dorè (il più illustre tra i pochi temerari a dedicarsi all'illustrazione della Commedia) e dalla narrazione di alcuni canti della stessa opera dantesca. Eccezionale per maestria e intensità espressiva è stato il contributo del grande attore Elio Pandolfi, affiancato dalla voce femminile di Sandra Moretti, con la quale ha incantato il pubblico in un crescendo di episodi di singolare pathos. Dopo qualche rapido ringraziamento in apertura, un'introduzione all'opera di Liszt ha contribuito sin da subito a calare il pubblico nell'ottica del compositore ungherese. Con le penetranti e inquiete note della prima cantica, i maestri Lucio Carpani e Luca Saltini al pianoforte hanno tracciato il percorso del Dante pellegrino in ascesa sino ai piedi del Purgatorio, mentre sullo sfondo si potevano contemplare le illustrazioni, nitidamente colorate per l'occasione, di paesaggi umani e visionari. All'apertura con i versi del III canto, è seguito il V, uno dei più celebri e apprezzati, sia dal giovane pubblico di studenti al mattino che dai più maturi spettatori della sera, per il racconto di Paolo e Francesca. A seconda dell'ambientazione del girone infernale, nella sala buia si sono diffuse le tinte scure e vermiglie dei disegni, enfatizzati dai crescendo tonali. Con la nota cesura "E quindi uscimmo a riveder le stelle", si è poi giunti all'ingresso nel Purgatorio, dove musica e letture sono confluite in una relativa pace. Le più lievi e pacate tonalità della seconda cantica hanno lasciato il posto all'incontro con Beatrice; è stata dunque la volta del Magnificat, in cui è subentrato il coro, allo scopo di meglio rendere l'atmosfera idillica e celestiale descritta dalla Commedia. "Magnificat anima mea Dominum / Magnificat anima mea et exsultavit, exsultavit spiritus", ripetevano i versi dei soprani intrecciati a quelli dei mezzi, mentre la narrazione diventava via via ineffabile e le singole parole sempre più rarefatte, in virtù dell'indicibilità divina. A dirigere il coro, eterogeneo ma compatto in quest'insolita esibizione, c'era la maestra Francesca Nascetti. Conclusa la Sinfonia, i testi si sono tramutati in chiacchiere, e c'è stato ancora spazio per i saluti. Il maestro Pandolfi ha quindi presentato una serie di letture, o piccoli assaggi teatrali, di poesie popolari reinterpretate in chiave ironica, come omaggio alla letteratura italiana. Le alte emozioni e i caratteri aulici della serata si sono così stemperati in una gustosa risata collettiva, che si è protratta fino a tardi. Ancora più lieta, quindi, ci è giunta la buona notizia della somma raccolta, grazie all’evento: ben 10.000 €, che sono stati devoluti alla ricostruzione della biblioteca di Mirandola. Maria. Francesca. Di Feo LA CITTA’ ARTUSIANA Riprendiamo il racconto della nostra felice partecipazione alla XXIV edizione del Premio Internazionale “C. A. Cappelli”, lasciato a metà per insufficienza di spazio, recuperando il nostalgico commento di Daniele Rubboli, l’appassionata testimonianza di Giancarlo Angelucci e la nostra rievocazione della visita a Forlimpopoli. Anche quest’anno il nostro concerto a Rocca S. Casciano ha avuto (grazie ad una brillante idea del capo-coro) un interessante prologo a Forlimpopoli, che ci ha consentito di scoprire le bellezze di una località per molti di noi sconosciuta, come era accaduto lo scorso anno con la Città del Sole. Giunti nel centro della cittadina intorno alle 11, siamo stati condotti immediatamente alla “Casa di Artusi”, dove sorge il ristorante, la cui cucina sforna piatti esclusivamente sulle ricette di Pellegrino Artusi, e dove era fissato il nostro pranzo sociale. Siamo stati accolti come ospiti d’onore, in particolare da Simona e Matteo, due guide esperte, che ci hanno accompagnato nella esplorazione. Simona ci ha parlato della “Casa di Artusi” e di come sia sorta, a cura del Comune locale, a partire dal 1996, quando l’Amministrazione si è resa conto dell’importanza del nome di Pellegrino Artusi e della sua crescente popolarità nel mondo della gastronomia. Allora, nell’edificio del Convento dei Servi, oltre al ristorante, alla biblioteca, alla sala di lettura, a salette di soggiorno, sono stati ricavati altri locali che ospitano una ormai famosa scuola di cucina artusiana, conservando però la Cappella, opportunamente restaurata. Simona ha sottolineato il fatto che il volume La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, pubblicato da Pellegrino Artusi nel 1891, contiene ben 790 ricette tratte dalla tradizione popolare, ciascuna delle quali riporta non solo l’elenco degli ingredienti, ma viene descritta ampiamente, anzi raccontata in modo da assumere una sua particolare personalità; alle ricette il nostro, letterato e filologo, intercala aneddoti, citazioni e osservazioni assai gustose e il tutto scritto in un italiano accurato, ricco, agile, raffinato, tale da costituire un modello linguistico, che ha notevolmente contribuito alla diffusione dell’italiano in tutto il nostro territorio nazionale, anche negli ambienti più umili. Alcune fra le ricette più importanti fanno bella mostra di sé in pannelli di cristallo che ornano elegantemente i vari ambienti. Matteo, poi, in attesa dell’ora canonica dei “ludi gastronomici”, ci ha condotto a visitare la Rocca. Prima siamo entrati nel Teatro Comunale “G. Verdi”, ricavato dal salone d’onore della Rocca del 1361, che già nei primi dell’800, intitolato a Carlo Goldoni, era stato destinato ad uso di Teatro e che a metà di quel secolo fu “teatro” di In alto di fianco al ti un episodio fatale. In una Carpani, Luca Saltin Dodo Frattagli e Carlo serata di gala, con la platea colma di spettatori, la crema della prosperosa cittadina, apparve sulla scena niente meno che il famigerato “Passatore” con tutta la sua banda armata fino ai denti, la quale si diede a far man bassa del danaro dei signori e dei gioielli delle signore. Fra questi malcapitati c’era anche la famiglia Artusi, col giovane Pellegrino. Il padre, ricco commerciante, colpito dall’episodio, decise di lasciare quei luoghi pericolosi e si trasferì con tutta la famiglia a Firenze. E qui Pellegrino ebbe tutto il tempo per “sciacquare i panni in Arno” e produrre questo testo in perfetto ed esemplare idioma italico. E noi, che ritenevamo l’Artusi un fiorentino “doc”! Ma la vera meraviglia ci ha presi quando siamo saliti sugli spalti ed abbiamo fatto il giro della Rocca. Fra un torrione e l’altro, Matteo ci ha raccontato tutta la storia del fortilizio Salvaterra (fatto costruire dal cardinale Albornoz nel 1363, sulle rovine della cattedrale romanica), delle trasformazioni e restauri subiti fino ad assurgere, ai nostri giorni, ad un’autentica e celebrata attrazione turistica. Per meglio far conoscere la cittadina e le sue peculiarità, l’Amministrazione Comunale, nel 1996, ha istituito la “Festa Artusiana”, che ha luogo l’ultima settimana di giugno e che nel 2014 è già fissata dal 21 al 29. Giancarlo, il capo-coro, ha suggerito alla nostra guida che la Corale Rossini sarebbe disposta a rendere la festa ancora più solenne con un nostro contributo canoro: pur di partecipare a questa gustosa Kermesse, potremmo accontentarci di un biblico piatto di lenticchie artusiane “Si può fare …” ha risposto Matteo, il simpatico cicerone. Una mattinata molto interessante, grazie anche alle splendide guide. Ma il bello, anzi il buono, è venuto dopo, quando abbiamo raggiunto di nuovo la “meta” e ci siamo seduti a tavola: antipasto, tre primi, un secondo, dolce, tutto secondo le ricette del 5 SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI 1 luglio in terra di Romagna E ROCCA SAN CASCIANO tolo: la Rocca di Forlimpopoli. Qui sopra: Lucio ni, Simone Mugnaini, Maria Simona Cianchi, o Maria Cantoni, per gli ultimi applausi. maestro Artusi, vivificate dal nettare bianco e rosso (sgorgato dalle generose viti della Romagna “ubertosa”) ed esaltate dalla proverbiale cortesia romagnola. Sempre che il presidente Dodo Frattagli ci inviti ancora, quale sarà il prologo del prossimo anno? Pietro G. Adani VIVA MODENA Il mio papà era romagnolo di Ravenna. La mia mamma di Modena. Ogni volta che posso lavorare (far musica) in Romagna con artisti modenesi, tocco il cielo con un dito. Così domenica 21 luglio nella splendida piazza Garibaldi di Rocca San Casciano, sui monti che da Forlì portano a Firenze. In cartellone la XXIV edizione del Premio Carlo Alberto Cappelli assegnato, su mio suggerimento, a Wagner e Verdi. Protagonisti della serata gli artisti della Rossini, accompagnati dal loro splendido presidente Romano Maletti, diretti dall’ormai caro amico e prezioso collaboratore di tanti miei spettacoli Luca Saltini - altro modenese DOC - e con gli applauditi interventi pianistici dell’ottimo Lucio Carpàni di Mirandola. Sia Carpàni sia Saltini hanno poi magistralmente accompagnato al pianoforte anche le interpretazioni di Maria Simona Cianchi, soprano di Firenze, di Carlo Maria Cantoni, baritono nato nel ferrarese e residente a Como e di Simone Mugnaini, tenore di Viareggio, artisti che hanno acceso la folla che gremiva la piazza con un repertorio suggestivo, che ha miscelato le drammaturgie di Wagner e Verdi. Lo stesso ha fatto la Corale Rossini, che ha dovuto studiare alcune pagine wagneriane, realizzate con grande autorità, ma per le quali temo che, al momento dello studio, mi abbiano inviato qualche giustificato “canchero”. Il risultato però è stato quello di un’altra serata magica, all’insegna della grande musica. Una musica che la Romagna ha sempre saputo amare, facendone aperta professione e donando al mondo alcuni dei più grandi interpreti, come ad esempio il direttore d’orchestra Angelo Mariani di Ravenna, che, per primo, diresse un’opera di Wagner in Italia: 1871, Lohengrin a Bologna, rigorosamente in italiano, come lo stesso Wagner aveva desiderato, ben consapevole che soltanto così le sue opere sarebbero state programmate nei teatri italiani. Ma ora viviamo il “tempo degli “imbecilli”, che fanno il tempio della propria ignoranza e vanno ciarlando di filologia e rigore nelle esecuzioni operistiche in lingua originale. A Rocca San Casciano, l’appassionato Cantoni ha intonato “O tu bell’astro”, dal Tannhäuser , nella storica traduzione italiana e il pubblico era ben felice. Se ci fosse spazio, dovrei raccontarvi come a Rocca San Casciano sanno coniugare Musica e Gastronomia, anche qui ad altissimi livelli, ricordando il mio esegeta ideale per i lavori in cucina: Pellegrino Artusi. Ma questa è una storia che vi dirò a voce quando ci ritroveremo a Modena … magari proprio alla Rossini, in una serata gastronomica che metta a confronto i tortellini di Modena con quelli di Bologna, della Romagna e anche di Parma. Naturalmente tutti cucinati all’istante. Cose che fanno bene alla vita. Daniele Rubboli E LA ROMAGNA SI E’ SCOPERTA WAGNERIANA Questo è il titolo dell’articolo di Gianfranco Angelucci, che ancora fa bella mostra di sé nella nostra bacheca e che noi conserveremo fra i ricordi più belli. Pubblicato il 23 luglio su “La voce di Romagna”, l’articolo rievoca i momenti più coinvolgenti e significativi del concerto, sottolineando la bravura dei solisti, del coro, del maestro e del pianista accompagnatore, nonché la perizia degli organizzatori: particolare rilievo viene dato al clou dell’evento, ovvero alla premiazione, che ha visto illustri personaggi convocati sul palco. Qui riportiamo, per motivi di spazio, soltanto le parole conclusive che ci paiono particolarmente ispirate e che meglio rappresentano la magica atmosfera e il successo della serata: “ Il sole e la luna, il conscio e l’inconscio, l’estroversione e la riservatezza”: solo la musica può riservare tali miracoli, rivelando a sorpresa e senza pudore due idoli così diversi e complementari, due talenti così intrecciati e scintillanti. Quando l’emozione si deposita, viene affidata la conclusione alla Corale, che esegue “Suona la tromba”, una composizione di Giuseppe Verdi su testo di Goffredo Mameli. Dodo Frattagli viene richiamato sul palco per la consegna della medaglia inviata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ed egli, con gesto degno di un principe, la cede alla sua città, all’amata Rocca San Casciano, affidandola alle mani del sindaco Rosaria Tassinari. Gran finale della Corale Rossini di Modena con “Oh Signore dal tetto natio”, da I lombardi. Si è fatta mezzanotte, ma in Piazza Garibaldi il pubblico non accenna a sfollare, si stringe attorno agli artisti, indugia in osservazioni e commenti, deliziato dal refolo fresco. L’astro d’argento invade sfacciatamente il cielo, siamo tutti “stregati dalla luna”, a cominciare dalle rane del torrente che gracchiano incessantemente. ECHI NOTTURNI DI INCANTI VERDIANI Questo era il titolo del concerto di sabato 20 luglio, tenuto a Roncole davanti alla casa natale del grande musicista, organizzato dal Teatro Verdi di Busseto, su progetto del Ravenna Festival e con la regia di Cristina Mazzavillani Muti. A questo importante evento, nel novero delle celebrazioni del secondo centenario della nascita del Cigno di Busseto, sono stati invitati i cori che hanno partecipato ai Concerti di Ravenna e Mirandola due settimane prima, in ringraziamento della loro “preziosa collaborazione”. Anche noi della “Rossini” vi abbiamo preso parte in un congruo gruppo e abbiamo avuto la fortuna di assistere ad uno spettacolo di alto valore artistico. Siamo stati ospitati nell’ala destra dell’anfiteatro metallico montato sulla piazzetta antistante la casa natale. Davanti agli spalti era sistemata l’orchestra e la scena era costituita dal cortile della casetta, al cui centro spiccava il busto marmoreo di Giuseppe Verdi: le luci e la sapiente coreografia rendevano l’umile dimora una reggia da fiaba. L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, diretta da Vincent Longuemare, dà inizio al concerto con la sinfonia dal Nabucco e la melodia verdiana si diffonde magicamente. Ma la vera magia si sprigiona quando l’orchestra attacca con le note che introducono la celeberrima “Patria oppressa”, il canto accorato dei profughi scozzesi, dal Macbeth, e tutti si chiedono, “Ma il coro dov’è?”. Al momento opportuno, ecco aprirsi i portoni che fiancheggiano l’ingresso della casetta e uscire il Coro del Teatro Municipale di Piacenza (preparato dal M° Corrado Casati) e intonare il dolente compianto degli esuli scozzesi, con effetto scenico straordinario ed un suono di grande impatto, nonostante l’indispensabile amplificazione, peraltro adeguatamente gestita. L’incanto della musica di Verdi, così ben interpretata, è continuato fino alla fine, in un crescendo di melodie, di canti e di emozioni, che è culminato nella esecuzione di “Va’, pensiero”, a cui abbiamo partecipato anche noi e a cui si è unito, successivamente, anche il pubblico, in un affettuoso omaggio all’immenso Giuseppe Verdi. I soprani Rosa Feola e Anna Kasyan, unitamente al mezzosoprano Isabel de Paoli, hanno dato vita alle eroine del melodramma verdiano, proponendo arie celebri davanti al busto del loro creatore, in una serie di scene veramente suggestive. Così pure il tenore Antonio Corianò, il baritono Francesco Landolfi e il basso Andrei Zemskov hanno stupendamente interpretato celebri romanze, che hanno risvegliato in noi cari ricordi ed hanno contribuito al successo della serata. Il pubblico, formato da intenditori e da melomani incalliti, non ha lesinato gli applausi più scroscianti, riconoscendo la qualità dello spettacolo allestito da una organizzazione impeccabile, in testa alla quale era Cristina Mazzavillani Muti. Al termine del concerto siamo andati da lei per porgerle i complimenti e per ringraziarla dell’invito, ma è stata lei a ringraziarci per il nostro “prezioso contributo alla riuscita dei concerti di Ravenna e di Mirandola”, aggiungendo allo stile e al gusto artistico personali, dimostrati nella conduzione dello spettacolo, la proverbiale cortesia tutta romagnola. Grazie di cuore. Pietro G. Adani 6 SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI Un anno con i Serial Singers Massimo Carpegna ha presentato il suo quarto libro pubblicato e secondo romanzo giallo: Là cadrà in volo, edito da Firenze Libri. Il gruppo gospel ha accolto il pubblico con l’esecuzione di alcuni brani di repertorio e la presentazione è stata affidata ad Alessandra Selmi, nota conduttrice di programmi televisivi, oltre che stimato avvocato. Ma gli impegni dei Serial Singers con scadenza settimanale non hanno avuto sosta e sono proseguiti con l’inaugurazione della stagione concertistica 2013/2014 del Centro Culturale Alberione, diretta da uno dei più stimati docenti di pianoforte I Serial Singers sono uno dei cori della nostra associazione. Parlare di loro non è un’impresa semplice, tanto sono dinamici e propositivi. Un dato significativo che aiuta a comprendere il grande lavoro che stanno svolgendo negli ultimi anni, sotto la direzione del M° Massimo Carpegna, supportato dal M° Roberto Penta al pianoforte, è il numero dei loro componenti, che sono passati, nell’arco di neanche due anni, da una ventina di elementi a quarantacinque! Ma tentiamo lo stesso di raccontarvi chi sono e cosa fanno i Serial, descrivendo brevemente il loro 2013, tra musica, conferenze e amicizia. Un inizio d’anno originale, con la conferenza sul tema della respirazione diaframmatica profonda e il Pilates (articolo dedicato sul nostro giornalino n. 85). Il secondo appuntamento culturale dell’anno, proposto dai Serial, è stata un’interessante conferenza sul cinema, “Con l’occhio del regista”, tenuta dal M° Carpegna. Il 24 marzo, dopo il grande successo registrato in dicembre, in occasione di “A gh’è Barbi show in diretta”, seguitissimo programma di TRC, i Serial Singers sono stati nuovamente invitati sul piccolo schermo, ospiti di Telereggio, nel programma “Domenica con Noi”, diretto da Gian Matteo Sidoli. Aprile si è rivelato un mese molto intenso: dopo aver partecipato, il 13 aprile, al concerto di Primavera della Rossini in San Bartolomeo, il 21 aprile il gruppo ha vissuto un’emozionante trasferta a Castelfranco Veneto, per partecipare alle selezioni del Torneo Internazionale di Musica, che sono state brillantemente superate… nonostante il lauto pranzo conviviale gustato appena prima della prova! Il 28 aprile il coro ha accompagnato con alcuni brani spiritual e gospel la festa delle Associazioni Centenarie Modenesi, che si è tenuta presso la Fiera di Modena. Il 18 maggio eccoli a Nessun Dorma, con tre concerti ambientati nel suggestivo Museo Lapidario Romano al Palazzo dei Musei di Modena, dove hanno riscosso un grande successo di pubblico e l’apprezzamento degli organizzatori. Anche giugno è stato un mese denso di attività! Il 2 giugno tutte le tre corali in piazza Roma per la festa della Repubblica. L’8 giugno i Serial hanno partecipato all’annuale appuntamento della nostra associazione, “7 note sotto le stelle”, esibendosi nel concerto, ma anche in veste di abili camerieri! Il 14 giugno il coro è stato invitato dal Comune di San Possidonio ad aprire la rassegna di concerti estivi: uno spettacolo in piazza, nel cuore di un paese ancora visibilmente ferito dai danni del terremoto, ma che ha saputo accogliere con calore ed allegria i nostri ragazzi. La stagione concertistica si è conclusa il 15 giugno con una grandiosa Performance in sede, alla quale ha collaborato la Roveri Jazz Band di Bologna, storico gruppo strumentale diretto da Massimo Sgargi. In quell’occasione il pubblico ha potuto ascoltare i singoli repertori e anche un assaggio del Concerto Sacro di Duke Ellington, eseguito dalle due formazioni unite, oltre al mitico One love, one heart di Bob Marley. Archiviate le vacanze estive, il 12 ottobre i Serial hanno organizzato un’interessante conferenza sulla Turandot di Giacomo Puccini, nella quale il relatore Massimo Carpegna, direttore del gruppo, ha illustrato alcune interessanti peculiarità dell’opera, aiutandosi anche con la proiezione di alcuni spezzoni tratti dallo sceneggiato Puccini di Alessandro Bolchi, recentemente restaurato dalla RAI. Il tutto è apparso godibilissimo e punteggiato da aneddoti e notizie, frutto di un’accurata ricerca ed esposti con chiarezza e capacità di racconto. Questa capacità oratoria non ha stupito più di tanto coloro che seguono i Serial Singers ed il loro direttore, poiché nella settimana successiva, il 20 ottobre, del “Vecchi - Tonelli”: la professoressa Enza Iori. I Serial Singers hanno proposto Freedom, un viaggio nella musica spiritual e nel gospel fin dalle sue origini. Lo spettacolo, accompagnato al pianoforte dal bravissimo Roberto Penta, porta la firma di Enrico Solmi, regista e basso del gruppo. Il 5 novembre il coro è stato invitato dall’emittente locale TV QUI, tramite la partecipazione del M° Carpegna, per presentare e promuovere l’attività sua e di tutta l’Associazione. L’interesse che ha prodotto la trasmissione ha suggerito alla conduttrice di Pomeriggio Qui, Maria Cristina Martinelli, d’invitare nuovamente il gruppo a dicembre, per un’esecuzione dal vivo e in studio. Intanto i Serial Singers si sono immersi nella preparazione del loro CD, che sarà pronto per il 21 dicembre e del tradizionale Concerto degli Auguri della nostra associazione. La raccolta presenterà alcuni brani registrati durante i loro concerti ed alcune esecuzioni in prima nazionale, come il “white gospel” irlandese In Christ alone che, proprio al teatro Luciano Pavarotti, vestirà i panni della grande orchestra. Ma, prima dell’ultimo prestigioso appuntamento del 2013, i Serial Singers parteciperanno il 29 novembre alla serata di chiusura della Ventiquattresima Rassegna Nazionale di gruppi musicali, promossa dalla Polisportiva Modena Est. Che dire su questo gruppo? Seguirlo in tutte le sue attività è veramente un’impresa difficile! Francesca Soffici (Continua da pagina 2) LEO NUCCI proiettato. Giorgio Pederzoli ha intonato, con il “pastoso” colore e lo slancio che gli si conoscono, la “Mattinata”di Leoncavallo e “Parlami d’amore, Mariù”. Al termine, tutti i partecipanti hanno concluso sulle note del “Brindisi”, da La traviata, bissato a furor di popolo. Accolto da scroscianti applausi nel salire sul palco, Leo Nucci ha voluto generosamente donare a tutti gli appassionati venuti a festeggiarlo il tesoro del proprio lungo magistero artistico ed umano. Dopo aver ricevuto il premio assegnatogli, un bassorilievo scolpito dal M° Tommaso Bonantini, egli si è rivolto ai presenti con accenti privi d’affettazione, di quell’aura di divismo che sovente accompagna nomi celebri: a dimostrare che un’arte che voglia definirsi autentica non può che apparentarsi alla modestia e alla semplicità di tratto. In un climax ascendente, il grande baritono ha dato voce ed anima alla paternità lacerata ed oppressa di Rigoletto (“Cortigiani”), all’ansia di vendetta, esacerbata dal tradimento degli affetti più cari, di Renato (“Eri tu”), all’amara, disincantata meditazione di Gérard (”Nemico della patria”). Dispiegando un ventaglio espressivo di rara intensità, di totale immedesimazione, la voce di Leo Nucci, fresca, intatta, davvero senza età, ha suscitato nell’uditorio un’emozione indicibile: miracolo di una parabola artistica spesa al servizio della musica, nel rispetto degli autori e del pubblico. Miracolo che non può stupire chi, come la sottoscritta (e tutti coloro che hanno apprezzato Nucci da sempre), ascoltandolo sulle tavole del nostro “Comunale” in anni lontani (1976 e 1977, nei ruoli di Scarpia e del Conte di Luna), aveva avvertito, all’orecchio e al cuore, quell’avvisaglia che all’appassionato rivela di trovarsi di fronte ad un itinerario in crescendo, ad una stella non destinata a confondersi tra le migliaia che costellano l’infinitudine dello spazio, ma a brillare sulle altre di luce propria e vivissima. Franca Vittoria Verardi 7 SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI UN BARITONO SICILIANO COMBATTEVA L'AUSTRIA E TRADUCEVA WAGNER Inutile far battaglie intellettuali. La mania per una falsa estetica e l'esaltazione filologica hanno fatto smarrire alla maggior parte del pubblico italiano quel buon rapporto con il teatro di Wagner che dal 1871 (prima bolognese del Lohengrin) aveva vivacizzato la nostra cultura musicale fino agli Anni Cinquanta. Qualche imbecille, “come Verdi e Wagner” lo avrebbero definito, ha deciso che non si dovessero cantare le opere straniere se non nella lingua originale, remando contro ogni realtà storica. Verdi era ben felice di scrivere opere in francese e poi farle tradurre in italiano (vedi Trovatore ecc..) e Wagner si preoccupava moltissimo affinché i suoi libretti fossero tradotti in francese per poter far eseguire le sue opere a Parigi e nel resto della Francia. Come Mozart, ancora vivente, applaudì alla traduzione de Il Flauto Magico, che altrimenti non sarebbe mai uscito da Vienna. E fu un giorno di grande festa, per Richard Wagner, quando seppe che un baritono siciliano assai colto, musicista, librettista, maestro di canto, avrebbe tradotto in italiano il Lohengrin per l'Editore Lucca, che avrebbe messo in scena l'opera a Bologna nel novembre 1871, con la direzione del M° Angelo Mariani di Ravenna. Salvatore de Castrone della Rajata, in arte Salvatore Marchesi, era l'artista di turno: nato a Palermo il 15 gennaio 1822 e morto a Parigi il 20 febbraio 1908. Uno dei pochissimi cantanti provenienti da famiglia aristocratica, Mar- chesi aveva idee irredentiste e abbandonò la carriera militare, fece pernacchie all'esercito delle Due Sicilie e si dedicò alla musica e al canto. Giunto a Milano per studiare con il grande pianista e didatta Francesco Lamperti, nel 1848 salì sulle barricate per sparare contro gli austriaci durante le storiche 5 Giornate, dopo di che fuggì a New York, dove debuttò nell'Ernani di Verdi come Don Carlo. Tornato in Europa, si stabilì a Londra, come tanti patrioti italiani, e lì conobbe il mitico Manuel Garcia, presso il quale studiava anche il mezzosoprano Mathilde Graumann (1821-1913), di Francoforte, che nel 1852 diventerà sua moglie, restando alle scene come Mathilde Marchesi. Entrambi si affermeranno prima nei teatri europei, poi come maestri di canto tra i più prestigiosi del loro tempo, insegnando privatamente a Parigi e a Colonia, poi al conservatorio di Vienna e dal 1881 nuovamente a Parigi, dove fondarono l'Ecole Marchesi. Per la gioia del pubblico italiano, il baritono Salvatore Marchesi, dopo il Lohengrin, tradusse Tannhäuser e L'Olandese Volante, permettendo al pubblico italiano di appropriarsi del teatro di Wagner. Come traduttore di versioni ritmiche, Marchesi firmò anche l'edizione italiana delle Vispe Comari di Windsor di Otto Nicolai e l'Abu Hassan di Carl Maria von Weber. Bei tempi, quelli nei quali si cantava Wagner in italiano. Tutti lo capivano. Qualcuno addirittura lo amava. Daniele Rubboli www.coralerossini.it Visitate il nuovo sito della nostra associazione! Oltre al calendario completo dei nostri concerti e iniziative culturali troverete una presentazione e informazioni sulla Corale Rossini, la Giovane Rossini e i Serial Singers. Seguiteci anche su: facebook/coralerossini AUDIZIONI I Maestri sono a vostra disposizione, ma previo appuntamento. All’uopo, mettetevi in contatto con la Segreteria. (Tel. 059/270649), o via mail: [email protected] RICORDO DI GINO BECHI Nel riordinare le centinaia di foto che testimoniano il nostro passato, ho rinvenuto alcune testimonianze che collegano il grande baritono fiorentino Gino Bechi con la Rossini. La prima è una maxi-foto in bianco e nero di cm. 21x29 che celebra un favoloso concerto avvenuto il 24 aprile 1943 nel nostro (allora Municipale) maggior teatro cittadino. La Rossini, allora forzatamente inquadrata nelle attività dopolavoristiche dell’imperante ventennio, aveva assunto nel logo il sottotitolo di “Dopolavoro Corale” ed era diretta dal maestro modenese (nonché valente violinista) Domenico Prato. Il concerto, organizzato dalla nostra corale, affiancata da un’ orchestra di professionisti del sindacato modenese, ebbe la direzione del M° Rainaldo Zamboni e contemplava un cast composto, oltre che da Gino Bechi, dal soprano Gina Bernelli, dal tenore Franco Bonacini e, naturalmente, dall’allora coro maschile della Rossini. Franco Bonacini era uscito dalle fila del nostro coro e, dopo aver studiato con i maestri Luigi Bertazzoni (ex valente baritono) e Angelo Zerbini Marenzi (padre del maestro Paolo, che avemmo come direttore del coro dal 1967 al 1973), aveva debuttato venticinquenne al Teatro Storchi, nel 1939, nella pucciniana Tosca, indossando i panni di Mario Cavaradossi. Intraprese poi una splendida carriera in diversi teatri italiani, anche a fianco di Gino Bechi in una edizione de Il barbiere di Siviglia e concluse la sua breve carriera nell’anno 1948, sempre con il “Barbiere”. Torniamo ora al ricordo del baritono Bechi; oltre ai successi conseguiti su tutti i palcoscenici nazionali e internazionali, questa grande voce si diede anche al cinema, interpretando una quindicina di film a sfondo musicale. Nel 1943 ottenne uno strepitoso successo nel film “Fuga a due voci”, in cui lanciò due canzoni divenute subito famosissime: La strada nel bosco e Soli, soli nella notte. Di bella presenza e dotato di una voce brunita; musicale e fornito di mezzi come ne nascono pochi, nella vita sapeva usare la stes- sa signorile cortesia adoperata in scena. Bechi calcò diverse volte il palcoscenico del nostro teatro comunale in Rigoletto, Il barbiere di Siviglia,Otello e Tosca. Con lui, la “troika”, che in quel tempo dirigeva la Rossini, aveva instaurato una splendida e sincera amicizia, che venne consacrata appunto con il concerto cui fa riferimento la foto che ha dato lo spunto per il presente articolo. Non si hanno notizie del concerto, ma si ritiene che il successo sia stato strepitoso per aver incantato i modenesi con i cavalli di battaglia del suo repertorio, con romanze di Rossini, Leoncavallo e Verdi. Degna cornice al concerto la Rossini, che esegui’:”Zefiro torna” di Luca Marenzio e “Maggio” di Mattioli, oltre a un “Inno del dopolavoro” di cui si sono perse le tracce. Una ulteriore testimonianza dell’amicizia, che questo grande baritono nutriva per la Rossini, è documentata da un ingiallito opuscolo a più pagine riguardante una rappresentazione del “Barbiere di Siviglia” avvenuta nel nostro Teatro Comunale il 26 aprile 1948. Organizzata dalla nostra corale, Bechi intervenne a titolo completamente gratuito e l’incasso del botteghino fu devoluto a totale beneficio di Enti Cittadini. Il cast era diretto dal M° Ino Savini e comprendeva tra gli interpreti il tenore Pietro Medici di Sassuolo e, naturalmente, 40 coristi della Rossini che, diretti dal M° Domenico Prato, nell’intervallo tra il I e il II atto, eseguirono anche tre brani per soli uomini: “Cantata eroica” di Jacchia, “A Frescobaldi” di Veneziani e “Voci della natura” di Dubois. Nel 1958 Gino Bechi venne a Modena per partecipare, in S. Barnaba, alle esequie dell’amico e nostro direttore artistico Bonfiglio Pradelli. Nella circostanza esegui’ (con le lacrime agli occhi) l’aria di chiesa Pietà Signor, di Alessandro Stradella. Alla cerimonia era presente anche il soprano Lina Pagliughi, cui non fu consentito di cantare per l’assurda (allora vigente) disposizione ecclesiastica che proibiva il canto solistico delle donne. L’ultimo contatto di Gino Bechi con la Rossini risale sempre al 1958; ho rinvenuto un suo personale biglietto da visita con i ringraziamenti per gli auguri ricevuti dalla corale in occasione delle festività di fine anno. Ormai in pensione, per la sua passione per il modellismo era diventato presidente nazionale dei ferromodellisti italiani, avendo costruito in una intera stanza della propria abitazione una grande e complessa ferrovia in miniatura. Si è spento nella sua Firenze nel 1993, all’età di ottanta anni. Gli anziani della Rossini (pochissimi ormai) lo ricordano con orgoglio, per avere avuto in lui un grande e sincero amico della corale. Luciano Pagani 8 SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI Sabato 21 dicembre, ore 21 Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” CORALE ROSSINI E FILARMONICA NOVESE CONCERTO DI NATALE 2013 Offerto alla clientela e alla cittadinanza dal Banco S. Geminiano e S. Prospero - Banca Aletti Programma Prima parte Serial Singers Gospel Choir Direttore, Massimo Carpegna In Christ alone di Keith Getty (solista, Caterina Barbieri) You raise me up di Rolf Lovland (solista, Federica Grazia) (Arrangiamento e orchestrazione di Massimo Carpegna) In dreams di howard Shore (solista, Francesca Cucuzza) Coro voci bianche „La Giovane Rossini“ Direttore: Francesca Nascetti Joy to the world di L. Mason Trisch trasch polka di J. Strauss I will sing di J. Rutter „La Giovane Rossini“-„Serial Singers“-„Corale Rossini“ Direttore: Luca Saltini Nella foto il corpo bandistico “Filarmonica Novese” che abbiamo conosciuto ed ammirato in occasione del “Concerto per le Centenarie terremotate”, svoltosi il 27 ottobre 2012, al Forum Monzani. Domenica 22 dicembre, alle 17, nella nuova palestra comunale di Novi di Modena, la Corale Rossini avrà di nuovo l’onore e il piacere di cantare con la “Filarmonica Novese” nel Concerto di Natale organizzato dalla stessa banda. In programma musiche di Verdi, Wagner, Morricone, Mancini e J. Williams. Si alterneranno alla direzione Stefano Bergamini, Nedo Lodi e Luca Saltini. Presenterà Anna Rosa Ansaloni. LA GIOVANE ROSSINI: CALENDARIO DELLE LEZIONI Canto degli italiani di Novaro/Mameli Suona la tromba di Verdi/Mameli Martedì 17 settembre, “La Giovane Rossini” ha iniziato la sua attività, ma sei sempre in tempo ad iscriverti. Per informazioni ed iscrizioni telefona alla Segreteria (059/270649) o, meglio ancora, mettiti in contatto con la coordinatrice, Anna Cioni, (cell. 346/1892280); e-mail: [email protected]). Direttore: Massimo Carpegna Orario delle lezioni Nearer my God to thee di Lowell Mason (solista F. Cucuzza) Adiemus di Karl Jenkins Seconda parte “Sinfonia” da Nabucco di Verdi “Gli arredi festivi...Sperate o figli” da Nabucco di Verdi “Treulich geführt” da Lohengrin di Wagner “Plaude all’arrivo” da La battaglia di Legnano di Verdi “Intermezzo” da Cavalleria Rusticana di Mascagni “Alla gioia...tace il vento” da I due Foscari di Verdi “Ella giammai m’amò” da Don Carlo di Verdi “Nella guerra”, tarantella da La forza del destino di Verdi “Coro dei pellegrini” da Tannhäuser di Wagner “Heil, heil” finale da Tannhäuser di Wagner Esecutori Orchestra G. Verdi di Parma Corale G. Rossini di Modena Ospite d’onore Enrico Giuseppe Iori, basso Maestro concertatore e Direttore Luca Saltini Presenta: Daniele Rubboli Maestri collaboratori: Lucio Carpani, Stefano Colò, Roberto Penta Il Banco S. Geminiano e S. Prospero – Banca Aletti e la Corale RossiniAugurano a tutti Buone Feste ——————————————— Concerto degli Auguri Il Concerto di Natale avrà un interessante prologo nel nostro Auditorium, domenica 8 dicembre, ore 16,30, con il Concerto degli Auguri per soci e simpatizzanti, della Corale Rossini e della Giovane Rossini (diretta da Francesca Nascetti). Dirige il M° Luca Saltini, al piano il M° Lucio Carpani. - Sezione “Angioletti” (4-7 anni) - novità di quest’anno Inizio corso: martedì 5 novembre 2013 dalle ore 17,00 alle 18,00 Prova: martedì dalle 17,00 alle 18,00 - Sezione “Voci Bianche” (7-13 anni) Inizio corso martedì 17 settembre 2013 dalle ore 18,00 alle 19,00 Prova “giovanissimi” (7-10 anni): martedì dalle ore 17,00 alle 18,00 “giovani” (11-13 anni): martedì dalle 18,00 alle 19,00 Prova d’insieme: giovedì dalle 18.00 alle 19,00 - Sezione “Adolescenti” (14-19 anni) Inizio corso: martedì 17 settembre 2013 dalle 19,00 alle 20,30 Prova di sezione: martedì dalle 19,00 alle 20,30 Prova d’insieme: giovedì dalle 18,00 alle 19,30 (solo prima dei concerti). Serate Culturali: Auditorium Rossini - Domenica 8 dicembre, ore 16,30: “Concerto degli Auguri” per soci e simpatizzanti. - Sabato 18 gennaio 2014, ore 16,00: “Musica dialettale per tutti i gusti” Canta Tino. - Sabato 15 febbraio, programma da definire. - Domenica 2 marzo, ore 16,00: concerto di musica vocale da camera. Esecutori: Francesca Nascetti (soprano), Carlida Steffan (presentatrice), Roberto Penta (al piano). - Domenica 13 aprile, ore 16,00: VIII Festival di musica leggera - Concorso per voci nuove. - Sabato 3 maggio, programma da definire Corale Rossini in Concerto - Domenica 8 dicembre, ore 16,30: Auditorium Rossini, “Concerto degli Auguri”. - Sabato 21 dicembre, ore 21;00: Teatro Comunale “L. Pavarotti” (vedi locandina). :- Domenica 22 dicembre, ore 17,00 Novi (Mo), conc.to con la Banda “Filarmonica Novese”. - Domenica, 19 gennaio 2014, ore 10,30: Chiesa di S. Domenico: commemorazione defunti della Corale Rossini e della Società del Sandrone. Giovane Rossini in Concerto - Domenica 8 dicembre, ore 16,30: Auditorium Rossini, “Concerto degli Auguri”. - Sabato 21 dicembre ore 21,00: Teatro Comunale “L. Pavarotti, Concerto di Natale”. Serial Singers in concerto - Domenica 1 dicembre, ore: Palazzo Ducale, Concerto per la “Inaugurazione Mostra Presepi”. - Domenica 8 dicembre, ore 15,00: S. Possidonio, Concerto in Piazza. - Sabato 21 dicembre, ore 21,00: Teatro Comunale “L. Pavarotti”, Concerto di Natale. Direttore Responsabile: Giovanni De Carlo - Redattori: Pietro Adani (Capo redattore), Paolo Del Vecchio, Luciano Pagani, Silvana Turrini, Franca V. Verardi - Collaboratori: Maria Fabbi Fotocompositore: Gianni Giovanoli - Stampa: Tipografia SIGEM - Modena - Redazione: Corale Rossini via Livio Borri 30, 41122 Modena, Tel. 059 - 270649 - Proprietà: Associazione Corale Rossini in nome di Romano Maletti - Autorizzazione del tribunale di Modena N. 1112 del 12-02-1992 - Chiuso in tipografia il 28 – novembre-2013.