Associazione Corale Rossini
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Lunedì, giovedì, venerdì
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martedì pomeriggio dalle 15 alle 18
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Trimestrale - Sped. in Abb. Postale - 70% DCB Modena -Tassa riscossa (Taxe perçue) - Anno 22° - N.88 dicembre 2013.
Autorizzazione Tribunale di Modena N. 1112 del 12-02-1992 di Modena - Redazione: Corale Rossini - Proprietario Romano Maletti.
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Concerto per l’Accademia”Musica in aulis” al Teatro Cristallo di Bolzano
CON VERDI E WAGNER
Da sx: Lucio Carpani, Barbara Balduzzi, Werner Pichler, Luca Saltini e alle loro
spalle la Corale Rossini a ricevere gli applausi.
Domenica 13 ottobre, al Teatro Cristallo di Bolzano, concerto speciale della
Corale Rossini organizzato dall’Accademia “Musica in aulis”, col sostegno e
contributo della Fondazione Cassa di
Risparmio, della Città e della Provincia
Autonoma di Bolzano. La serata, dedicata a Verdi e Wagner, i massimi rappresentanti della musica operistica
italiana e tedesca, dei quali ricorre il
bicentenario della nascita, e presentata
da Luciano Pagani, nostro basso, è
iniziata alle 20,30 con la Messa Solenne o di Gloria di Verdi. La Corale Rossini, diretta dal M° Luca Saltini ed accompagnata dal M° Lucio Carpani, ha
saputo ben interpretare l’opera giovanile del Cigno di Busseto, nonostante le
difficoltà presentate dall’acustica inadeguata del teatro, peraltro moderno,
bello e confortevole. Dopo i nutriti applausi del pubblico, non numeroso, ma
attento e partecipe, il presentatore ha
convocato sul palco il direttore dell’Accademia “Musica in aulis”, prof. Andrea
Bambace, che, nel rivolgere il saluto ai
presenti, ha ringraziato la Fondazione
Cassa di Risparmio, la Città e la Provincia Autonoma di Bolzano per l’aiuto
prezioso, che ha permesso di effettuare
questo irrinunciabile appuntamento con
la storia dell’opera. Un grazie di cuore
anche al soprano Barbara Balduzzi e al
tenore Werner Pichler, che hanno accolto l’invito ad assicurare il loro contributo per la riuscita della serata. Il professore, inoltre, ha chiamato sul palco il
Comm. Romano Maletti per esprimere
la gratitudine per aver portato a Bolza-
no la prestigiosa Corale da lui presieduta. Il Comm. Maletti, a sua volta, ha
ringraziato il prof. Bambace e il prof.
Luigi Costalbano (presidente dell’ Accademia), affermando che la Rossini è
onorata di partecipare all’importante
evento. Dopo lo scambio di doni (il
nostro Presidente ha offerto una copia
della recente pubblicazione di Luigi
Gariboldi, nostro baritono, su Giuseppe
Verdi a Modena), è ripreso il concerto
con la seconda parte, riservata alla
musica operistica, con l’intervento del
tenore Werner Pichler (già con noi lo
scorso anno nel concerto al Castelmareccio), che ha ben esordito con “De’
miei bollenti spiriti”, da La Traviata di
Verdi, seguito da quello della Rossini in
“Treulich geführt”, dal Lohengrin, in cui
il nostro Coro si è onorevolmente destreggiato col tedesco, rendendo tutto
l’incanto della famosa marcia nuziale di
Wagner, grazie all’accurata preparazione del M° Luca Saltini e del M° collaboratore Lucio Carpani.
Di nuovo Verdi ne “La vergine degli
Angeli”, da La forza del destino, che ha
visto il soprano Barbara Balduzzi e la
sezione virile del Coro esprimere tutta
la dolcezza del brano; e poi Wagner
nello stupendo “Coro dei pellegrini”, dal
Tannhäuser eseguito efficacemente
dalla stessa sezione virile. Brani accolti
dal pubblico con calorosi applausi.
Notevole successo hanno riscosso
anche “Caro nome”, aria dal Rigoletto,
modulata con garbo e brio da Barbara
Balduzzi, “Ella mi fu rapita … Parmi
veder le lagrime”, sempre dal Rigoletto,
in cui Werner Pichler ha dato il meglio
della sua voce e “Heil! Heil! Der Gnade
Wunder Heil”, il grandioso finale del
Tannhäuser, che ha impegnato a fondo
il Coro, soprattutto nella sezione femminile, in una pregevole esecuzione.
Finale tutto verdiano con “Sul fil d’un
soffio etesio”, dal Falstaff, eseguito con
garbo dal soprano e il “Brindisi”, da La
Traviata, in cui i solisti, il Coro e i maestri si sono congedati dal pubblico,
generoso di applausi.
GRAZIE AMICI
Subito dopo le prove, noi della Rossini
siamo stati accolti nella sala del Teatro
Cristallo per un rinfresco preparato ed
offerto dai colleghi del coro“Verdi” di
Bolzano-Merano, i quali hanno voluto
così contraccambiare l’ospitalità ricevuta nella nostra sede, in occasione della
loro magnifica esibizione nell’Auditorium Rossini lo scorso maggio. Panini,
pizzette, tartine, dolcetti, torte, frutta,
vino, bibite varie e uno strudel gustosissimo; il tutto servito dai colleghi in abbondanza e con squisita cortesia. Abbiamo trascorso due orette insieme in
allegria, coronate da un finale a sorpresa: i nostri amici altoatesini hanno voluto cantare con noi “Ghirlandèina”, che
avevano imparato perfettamente, pronuncia compresa. Un grande onore per
noi e per la nostra città. Così rifocillati e
rincuorati, siamo andati ad affrontare il
nostro impegno con il morale a mille.
Grazie, amici … e amiche, s’intende!
MARIA DOLENS
Il nome significativo dato alla Campana della Pace che si erge sul colle di
Miravalle di Rovereto e che “suona ad
ogni tramonto, perché l’uomo, nel
ricordo dei caduti di tutte le guerre e di
tutte le nazioni del mondo, trova la via
della pace”. Noi della Rossini, in occasione della sosta a Rovereto, siamo
andati a renderle omaggio. Oltre al
colle, costellato dalle bandiere di tutti
gli stati dell’orbe terracqueo, abbiamo
visitato (fra un panino, una fetta di
strudel, un’ombra di prosecco e un
caffè) le altre meraviglie di Rovereto,
ad esclusione del Castello, ahinoi,
chiuso la domenica.
Ci ha molto impressionato il Mart,
museo d’arte moderna; moderna anche la struttura, dalle innumerevoli ed
ampie sale, da una ricchissima collezione di quadri ed opere varie (quasi
3000 oggetti, collocati in 34 sale, per
un percorso di 1 km.) sapientemente
disposte (al di là del loro valore artistico, spesso discutibile). Ma la vera
attrazione era costituita dalla stupenda
mostra dedicata ad Antonello da Messina, con la quale il visitatore poteva
rifarsi gli occhi e lo spirito. Piazza e via
Rosmini, via Bettini, Piazza Battisti,
con i loro bei palazzi dalle facciate
affrescate, sono state oggetto della
nostra curiosità, sovente appagata.
Grazie, capo-coro, per questo ulteriore, godibile preludio.
PDB
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SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI
DI SCENA GLI ARTISTI PER CASO
quello che rimane di una rozza latrina
di campagna.
Dopo tanta disillusione, Vincenzo riceve poi in dono, dalla Serva, un autentico pezzo, avuto a sua volta dal prof.
Picchettoni (Silvano Vaccari) e trovato,
fortunosamente, dal cagnolino Tupin,
Sabato 26 ottobre, l’Auditorium Rossini ha avuto il piacere di ospitare ancora
una volta gli “Artisti per caso”, che si
sono esibiti con successo in due atti
unici, scritti a due mani da Luisa Cerminara (la regista) e Teresa Fogliani
(attrice), due componenti del gruppo
stesso: La pasiòun dal sgnôr Vincenzo
e Un ragiunêr, ‘na sgnôra, un armàri.
Il primo tratta di un signor Vincenzo
che ha una passione smodata per l’archeologia, scienza che lo assorbe totalmente, intorno alla quale ruota tutta la
vicenda. La scena si apre nel cortile
della casa del protagonista. Lo sfondo
è costituito da un paesaggio agreste,
abilmente dipinto dal gruppo di pittura
“Emozioni di colore” dell’associazione
“Incontri”, a cui i nostri “artisti” appartengono. Prime ad apparire Dirce
(Ester Pinelli) e Argia (Emma Goldoni),
amiche del cuore di Delcisa (Rosangela
Martinelli), la moglie di Vincenzo, le
quali, venendo a far visita nella dimora
del ricercatore, si sono vestite da romane con tanto di tunica ed hanno assunto lo pseudonimo di Orazia e Curiazia,
seguite subito dopo da Delcisa. Dall’incontro delle tre amiche nasce una fitta
discussione sulla “mania” del signor
Vincenzo, che poco dopo compare con
uno dei suoi preziosi oggetti e si mette
a ripulirlo, fra i commenti delle medesime, che tendono a prenderlo in giro.
Ogni tanto appare Caròla, la serva
(Terry Fabris), che, con le sue pungenti
osservazioni, fa accrescere la comicità
della situazione. Si aggiungono al gruppo anche Pumpéli (Giuseppe Vanzini) e
Fédrigh (Ermanno Appiani), amici ed
assistenti di Vincenzo nelle ricerche, e i
loro “conversari” vertono sui vari hobbies a cui si dedica la compagnia. Una
battuta segue l’altra, accompagnate da
fragorose risate e da sonori applausi
del pubblico divertito.
La scena quindi si sposta sui luoghi
delle ricerche di Vincenzo, che si imbatte in un contadino (Sandro Bolondi), il
quale, esperto dei luoghi e dotato di
buon senso, viene a smontare tutti i
castelli archeologici costruiti dalla fantasia del sedicente archeologo: le pietre,
attribuite ad avanzi di un edificio romano, non sono che macerie di una casa
colonica e il tempietto non è altro che
specializzato in trifola. Il tutto si conclude felicemente, con il riscatto della
serva Caròla, che trova nel vero archeologo il grande amore, e col ridimensionamento della mania di Vincenzo, il
quale ha, però, per sé un pezzo pregiato da collezione.
La seconda storia si svolge tutta nella
stanza da letto della Signora del 2°
piano (Daniela Panzetti), la quale, non
riuscendo ad aprire un armadio antico,
chiama in aiuto il ragioniere (Nillo Francia), noto per le sue mani d’oro, capaci
di risolvere ogni problema. Infatti, con
abile mossa, apre subito l’armadio e,
nel voler dimostrare la sua abilità da
Houdini, si fa rinchiudere dentro al
medesimo; ma la Signora Daniela non
riesce ad riaprirlo. Allora Daniela chiama in aiuto le amiche del condominio:
prima Adele (Rossana Baraldi), poi
Amanda (Marta Prampolini) e suo marito (Ermanno Appiani), col viso ancora
insaponato, e la “strolaga” (Maria Teresa Appiani), con tanto di sfera di cristallo; ma i loro tentativi risultano vani.
Mentre tutti sono sgomenti, perché il
ragioniere non dà più segno di vita,
passa da lì una bimba (Terry Fabris)
che tocca la serratura e l’armadio miracolosamente si apre.
I soccorritori estraggono il ragioniere
svenuto, lo mettono su una sedia; interviene il dottore del terzo piano (Giuseppe Vanzini) per rianimarlo. Il ragioniere si riprende e, mandando tutti a
quel paese, se ne va. La signora Daniela giura che, un’altra volta, chiamerà
un fabbro, non un ragioniere, che ha
soltanto dimestichezza con i numeri e
non con la manualità.
Conclusione festosa, con scroscianti
ovazioni per gli artisti che sfilano ad
uno ad uno sul palcoscenico. Gli ultimi
applausi sono per la regista Luisa Cerminara. Complimenti sinceri per gli
“artisti” e per le autrici delle divertenti
farse.
STA
Premio grandi della lirica
AL BARITONO LEO NUCCI
Il pomeriggio musicale “ Sulle ali del
canto”, svoltosi all’interno dell’Auditorium Rossini, domenica 10 novembre,
ed allestito dal circolo “Mirella Freni” a
favore dell’Avis-Aido, ha avuto al proprio centro, in qualità di ospite d’onore, il celebre baritono Leo Nucci, cui è
stato assegnato il premio “Grandi
della Lirica”.
All’evento, che ha visto una massiccia affluenza di pubblico, tale da far
registrare il tutto esaurito, hanno partecipato la “Giovane Rossini” e tre
giovani artisti lirici, alcuni dei quali
presenze note ed apprezzate degli
appassionati di bel canto modenesi: il
soprano Ramona D’Uva, il mezzosoprano Catia Pizzi, il tenore Thomas
Vacchi. Insieme all’evergreen Giorgio
Pederzoli, che si è assunto anche il
ruolo di presentatore pieno di verve,
essi si sono esibiti in arie e duetti operistici, cui ha fatto da colonna portante, al pianoforte, la Mª Claudia Rondelli.
A seguito degli interventi dei presidenti della Corale Rossini, Comm.
Romano Maletti, e dell’Avis provinciale, Dott. Maurizio Pirazzoli, i quali
hanno espresso sentiti ringraziamenti
a Leo Nucci (appena giunto da Vienna, accompagnato dalla sua gentile
Signora, il soprano Adriana Anelli),
agli artisti convenuti ed ai presenti, per
la disponibilità e la sensibilità al richiamo di simili iniziative, si è dato avvio
allo spettacolo.
Incipit all’insegna della musica leggera, affidato alla “Giovane Rossini (in-
trodotta dalla coordinatrice, dottoressa
Anna Cioni), che ha
fatto udire “Bellezze in
bicicletta”, “Un bacio a
mezzanotte”, “La bella
e la bestia” (con concessione di bis): vivaci e ben calibrate le
“voci bianche”, guidate ad arte dalla Mª
Francesca Nascetti.
Il soprano Ramona
D’Uva, che all’attività
di cantante unisce quella di docente di
violino a Stoccarda, si è esibita in
“Vissi d’arte”, dalla pucciniana Tosca
ed in “Una voce poco fa”, da Il barbiere di Siviglia di Rossini. Pur vantando
un’interessante vocalità di soprano
lirico, tendente allo “spinto”, l’artista ha
fatto percepire talune incertezze a
livello d’“appoggio”, in particolare nella
chiusa dell’aria di Tosca, mentre la
sua Rosina è parsa più sicura, sul
versante dell’emissione.
Il mezzosoprano Catia Pizzi ha offerto al pubblico una coinvolgente esecuzione della celeberrima “Habanera”:
una Carmen tutta giocata sulle sfumature, sull’allusività del fraseggio, nonché sul timbro, ideale per il ruolo, dalle
suggestive ombreggiature del registro
centrale, e su un rimarchevole “legato”. Assai applaudita anche nell’aria di
Fenena, dal Nabucco ed in un’evocativa “Stride la vampa” (di cui ha bissato
la seconda strofa), ha poi fatto ascoltare una dolente esecuzione di “Ai
nostri monti”, in coppia con il tenore
Thomas Vacchi. Assai convincente
anche quest’ultimo, sia nel duetto
succitato, dove ha replicato con le
note di un accorato Manrico all’Azucena della Pizzi, sia nelle canzoni classiche “Non ti scordar di me” e “Granada”. Anche per lui richieste di bis,
accolte servendo su un piatto d’argento (tale è lo squillo di Vacchi) “La donna è mobile”: un Duca dall’accento
adeguatamente spavaldo, dalla pienezza di ”armonici” e dal suono ben
(Continua a pagina 6)
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SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI
TENORE MARCO VOLERI
Domenica 29 settembre, all’Auditorium
Rossini, grande apertura delle Serate
Culturali, stagione 2013-2014, con la
presentazione del libro del tenore Marco Voleri, da parte di Daniele Rubboli,
seguita da un breve concerto dell’autore
e della Corale Rossini.
Dopo i saluti del presidente Maletti,
Rubboli ha esordito mostrando il volume “Sintomi di felicità” e precisando
come il libro sia basato su un fatto grave accaduto al tenore Marco Voleri e
che gli ha cambiato profondamente la
vita. Una mattina di sette anni fa si è
improvvisamente trovato di fronte ad un
ospite inaspettato ed inesorabile, una
malattia inguaribile. Il giovane era in un
momento felice, avviato, da Rubboli
stesso, ad una brillante carriera di tenore. Dopo la sentenza dei medici che si
trattava della tremenda “sclerosi multipla”, si sarebbe potuto abbattere ed,
invece, con grande forza d’animo, ha
saputo reagire al destino avverso e a
continuare la propria carriera, seppure
nei limiti consentiti dalle forze ridotte.
L’idea di scrivere il libro non è stata sua,
ma dello stesso editore Mondadori, il
quale, in occasione di un concerto del
tenore, venuto a conoscenza della sua
triste vicenda e della sua reazione, lo
ha invitato a scrivere la propria esperienza. Il volume, edito dalla “Sperling”,
ha avuto successo già dalla prima presentazione, sicché Daniele Rubboli e
l’autore hanno ripetuto più volte questa
opera di divulgazione di una vicenda
che è una lezione di vita e che può fare
solo del bene. Durante questi incontri,
Daniele e Marco non solo hanno avuto
dal pubblico e dalla stampa risposte
incoraggianti, ma hanno rinsaldato la
loro amicizia, divenuta fraterna. La
rievocazione della sua sventura ha
indotto Marco Voleri a riflettere su se
stesso ed a scoprire forze insospettabili,
ma, a dire di Rubboli, la rivelazione più
importante è stata quella di scoprirsi
scrittore. Quindi Rubboli ha dato la
parola all’autore. Questi, semplicemente e sinceramente, ha raccontato che
una mattina del 2006 si è svegliato,
sentendo un formicolio nella mano sinistra e intorpidimento alla gamba destra.
Cosa strana, improvvisa, mai provata.
Era un giorno di riposo e voleva andare
al mare, che a Livorno è a due passi,
ma, prudentemente, ha optato per il
pronto soccorso.
Dopo i primi accertamenti, pensava di
uscire alla svelta dall’ospedale, ma i
medici lo hanno trattenuto per fare una
serie infinita di esami. Due giorni dopo
doveva debuttare i Pagliacci di Leoncavallo nei panni di Arlecchino, ruolo con
cui aveva vinto il premio speciale, ma
ha dovuto rinunciare. Trascorsi ventidue
giorni, ha firmato le carte ed è uscito
dall’ospedale per recarsi a Riva del
Garda a mantenere i suoi impegni. Agli
organizzatori ha raccontato di aver
avuto un incidente d’auto. Concluso
felicemente quel concerto, ha preso
coraggio ed ha continuato nel suo cammino di solista. Percorso difficile, che ha
avuto momenti di abbattimento, per le
difficoltà imposte dalla malattia, ma se
ne è fatta una ragione. Ha reagito prontamente ed ha cercato di adattarsi alla
situazione, curandosi e cogliendo dalla
vita tutto quello che poteva avere di
positivo. Innanzi tutto non ha rinunciato
alla carriera, continuandola nei limiti
possibili, accettando di fare il comprimario, poiché il ruolo da protagonista in
un’opera implicava un dispendio di
energie a lui non più concesso. E così
ha continuato a lavorare e ad avere le
sue soddisfazioni. Infatti ora è impegnato nelle prove del Falstaff, al teatro di
Busseto, sotto la direzione di Renato
Bruson, che lo ha voluto con sé in tutte
le quattro precedenti produzioni della
stessa opera. Nel 2014 sarà a Modena
nell’opera La rondine di Puccini, una
produzione del Teatro di Livorno.
Tutto quanto è accaduto a Marco Voleri da quella mattina a tutt’oggi è da lui
raccontato in “Sintomi di felicità” e, se
volete conoscere a fondo questa straordinaria vicenda umana, potete prenotare il volume presso la nostra Segreteria.
La commovente storia di Marco ha
colpito profondamente l’uditorio, che ha
raccolto totalmente il messaggio: mai
arrendersi di fronte ai colpi della sventura; mai rinunciare al diritto alla felicità; la
vita è un bene prezioso, che va conquistato e vissuto intensamente, alla faccia
del destino avverso. Il concerto che ha
fatto seguito è servito a sciogliere la
tensione prodotta dalla toccante vicenda. Il tenore, accompagnato al piano dal
M° Luca Saltini, si è esibito alternativamente con la Corale Rossini, diretta dal
medesimo con il M° Lucio Carpani al
piano, in brani di Giuseppe Verdi. Marco Voleri, soprattutto nell’aria “De’ miei
bollenti spiriti”, da La traviata, ha posto
in luce le sue qualità di artista dalla
brillante vocalità, dal fraseggio elegante
e dall’appassionata interpretazione. Il
coro, soprattutto in “Va’, pensiero”, ha
dimostrato di dare ottimi risultati anche
in un numero ristretto (solamente 31
elementi). Il merito va, oltre che ai bravi
maestri, alle intense emozioni suscitate
da quell’esperienza così profonda e che
il corista ha liberato nel canto.
Alla fine è intervenuto il presidente
Maletti a ringraziare i presenti, gli artisti,
la coordinatrice Silvana Turrini, il presentatore e, soprattutto, il tenore Marco
Voleri, cui ha offerto il nostro gagliardetto ed alcune pubblicazioni. A sua
volta, Marco Voleri ha ringraziato la
“Rossini” per la cordiale ospitalità.
Conclusione festosa del pomeriggio al
piano superiore, dove le solite brave
votate al volontariato (Luciana Benatti,
Luciana Pagani, Elvira, Elisa, Ughetta,
Giuliana, Maura, Mariangela, Rosangela e Silvana) hanno imbandito un gustoso rinfresco.
Pietro G. Adani
OPERA E MANDOLINI
Da sx: Cristina Mirò, Francesca Maria Ccucuzza e Andrea Cesare Coronella, accompagnati dall’Ensemble nel brindisi da “La Traviata”.
(Foto P. Adani)
Sabato 5 ottobre, all’Auditorium
Rossini, concerto dell’Accademia
Mandolinistica Italiana, organizzato dall’Associazione “Ensemble
Mandolinistica Estense” nell’ambito della IVª rassegna “Protagonista il Mandolino”, col patrocinio del Comune di Modena e in
collaborazione con l’Istituto Superiore di Studi Musicali “VecchiTonelli” di Modena. Il coordinatore dell’ensemble, Roberto Palumbo, nel salutare i presenti, dopo
aver ringraziato la Fondazione
Cassa di Risparmio di Modena per
il sostegno nel progetto della rassegna, ha precisato che, in considerazione del fatto che il concerto
veniva tenuto nella sede della Corale Rossini, si è scelto un programma operistico, realizzato con
il contributo di tre validi solisti.
L’ensemble ha dato il “la” al ricco
programma con il “Preludio atto
I°”, da La Traviata di Verdi: esordio convincente, con i mandolini
che sostituivano i violini, riuscendo a conservare la bellezza e la
suggestione del brano. Hanno fatto
seguito tre brani interpretati dai
bravi solisti: “La donna è mobile”,
la famosa aria dal Rigoletto di
Verdi, in cui il tenore Andrea Cesare Coronella si è ben destreggiato, nonostante le precarie condizioni di salute; l’“Habanera”, da
Carmen di Bizet, eseguita dal
mezzosoprano Christina Mirò e
“Batti, batti, o bel Masetto”, dal
Don Giovanni di Mozart, romanza
interpretata dal giovanissimo soprano Francesca Maria Cucuzza
(che è appena entrata a far parte
dei nostri “Serial Singers”). Ai tre
artisti e all’orchestra sono state
tributate calorose ovazioni. Ancora il tenore in “Una furtiva lagrima”, da L’elisir d’amore” di Donizetti; il mezzosoprano in “Che
farò senza Euridice?”, da Orfeo ed
Euridice di Gluck e il soprano in
“Vedrai carino”, dal Don Giovanni
di Mozart: interventi ancora più
sicuri degli artisti, rinfrancati dagli
applausi, che hanno aumentato
l’indice di gradimento. L’ensemble ha poi eseguito le Variazioni di
Munire, Rimembranze napoletane
di Calace, la Tarantella di Rossini,
dimostrando grande coesione, ottime orchestrazioni, sound convincente e guida sicura per i solisti.
Solisti che hanno regalato ai fortunati intervenuti altre due romanze ciascuno. Finale a sorpresa con
Francesca Maria Cucuzza e Christina Mirò nella deliziosa “Barcarola”, da Les contes d’Hoffmann di
Offenbach e tutti e tre nel festoso
“Brindisi”, da La Traviata.
Splendida serata, chiusa dai ringraziamenti del coordinatore Roberto Palumbo alla corale, ai solisti e al pubblico, così numeroso e
generoso d’applausi.
(STA)
IL SOGNO DI RIGOLETTO
È in preparazione il nuovo film “Il sogno
di Rigoletto”, a cura del regista modenese Mauro Maletti, su soggetto e sceneggiatura di Daniele Rubboli.
Si tratta della storia di un vecchio signore, melomane, dalla voce ancora bella,
che avrebbe voluto fare il cantante lirico.
Sogno svanito a causa della seconda
guerra mondiale e vissuto solo in parte
attraverso qualche esibizione per gli
amici all’osteria. Girato nella nostra campagna, in alcuni scorci della vecchia
Modena e, per la parte scenica, al Teatro
della Rocca di Novellara, prendono parte
alla fiction anche un gruppo di coristi
della “Rossini” e il noto fisarmonicista
modenese Silvano Ballerini. Il film, interpretato dal bravo baritono di Bergamo
Gabriele Nani, già varie volte in cartellone al nostro Comunale, anche per una
prima mondiale, uscirà subito dopo Natale e sarà proiettato in anteprima nella
sede della Corale Rossini di Modena.
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SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI
Domenica 2
FORLIMPOPOLI E
Sinfonia sulla Divina Commedia
Da sx: Elio Pandolfi, Claudia Rondelli, Lucio Carpani, Elena Messori, Luca Saltini
e Sandra Moretti durante il concerto.
Sabato 25 maggio le sezioni femminili
e giovanili della nostra corale si sono
esibite all'interno dell'iniziativa dedicata
alla “Sinfonia sulla Divina Commedia” di
Franz Liszt, promossa a favore della
ricostruzione del Comune di Mirandola
dal maestro Lucio Carpani. Ospitato
nell'auditorium della Fondazione Marco
Biagi, all'evento è stato riconosciuto il
patrocinio del Comune e della Provincia
di Modena; alcune scuole superiori del
territorio hanno inoltre dato la loro disponibilità, accompagnando i proprio
studenti all'anteprima mattutina ad essi
dedicata.
Il concerto, ripetutosi perciò in due
diversi momenti della giornata, è stato
accompagnato dai disegni del pittore
francese Gustave Dorè (il più illustre tra
i pochi temerari a dedicarsi all'illustrazione della Commedia) e dalla narrazione di alcuni canti della stessa opera
dantesca. Eccezionale per maestria e
intensità espressiva è stato il contributo
del grande attore Elio Pandolfi, affiancato dalla voce femminile di Sandra Moretti, con la quale ha incantato il pubblico in un crescendo di episodi di singolare pathos.
Dopo qualche rapido ringraziamento in
apertura, un'introduzione all'opera di
Liszt ha contribuito sin da subito a calare il pubblico nell'ottica del compositore
ungherese. Con le penetranti e inquiete
note della prima cantica, i maestri Lucio
Carpani e Luca Saltini al pianoforte
hanno tracciato il percorso del Dante
pellegrino in ascesa sino ai piedi del
Purgatorio, mentre sullo sfondo si potevano contemplare le illustrazioni, nitidamente colorate per l'occasione, di paesaggi umani e visionari. All'apertura con
i versi del III canto, è seguito il V, uno
dei più celebri e apprezzati, sia dal
giovane pubblico di studenti al mattino
che dai più maturi spettatori della sera,
per il racconto di Paolo e Francesca.
A seconda dell'ambientazione del girone infernale, nella sala buia si sono
diffuse le tinte scure e vermiglie dei
disegni, enfatizzati dai crescendo tonali.
Con la nota cesura "E quindi uscimmo a
riveder le stelle", si è poi giunti all'ingresso nel Purgatorio, dove musica e
letture sono confluite in una relativa
pace. Le più lievi e pacate tonalità della
seconda cantica hanno lasciato il posto
all'incontro con Beatrice; è stata dunque
la volta del Magnificat, in cui è subentrato il coro, allo scopo di meglio rendere l'atmosfera idillica e celestiale descritta dalla Commedia. "Magnificat
anima mea Dominum / Magnificat anima mea et exsultavit, exsultavit spiritus", ripetevano i versi dei soprani intrecciati a quelli dei mezzi, mentre la
narrazione diventava via via ineffabile e
le singole parole sempre più rarefatte,
in virtù dell'indicibilità divina. A dirigere il
coro, eterogeneo ma compatto in quest'insolita esibizione, c'era la maestra
Francesca Nascetti. Conclusa la Sinfonia, i testi si sono tramutati in chiacchiere, e c'è stato ancora spazio per i saluti.
Il maestro Pandolfi ha quindi presentato una serie di letture, o piccoli assaggi
teatrali, di poesie popolari reinterpretate
in chiave ironica, come omaggio alla
letteratura italiana. Le alte emozioni e i
caratteri aulici della serata si sono così
stemperati in una gustosa risata collettiva, che si è protratta fino a tardi. Ancora
più lieta, quindi, ci è giunta la buona
notizia della somma raccolta, grazie
all’evento: ben 10.000 €, che sono stati
devoluti alla ricostruzione della biblioteca di Mirandola.
Maria. Francesca. Di Feo
LA CITTA’ ARTUSIANA
Riprendiamo il racconto della nostra
felice partecipazione alla XXIV edizione
del Premio Internazionale “C. A. Cappelli”, lasciato a metà per insufficienza
di spazio, recuperando il nostalgico
commento di Daniele Rubboli, l’appassionata testimonianza di Giancarlo
Angelucci e la nostra rievocazione della
visita a Forlimpopoli.
Anche quest’anno il nostro concerto a
Rocca S. Casciano ha avuto (grazie ad
una brillante idea del capo-coro) un
interessante prologo a Forlimpopoli, che
ci ha consentito di scoprire le bellezze
di una località per molti di noi sconosciuta, come era accaduto lo scorso
anno con la Città del Sole. Giunti nel
centro della cittadina intorno alle 11,
siamo stati condotti immediatamente
alla “Casa di Artusi”, dove sorge il ristorante, la cui cucina sforna piatti esclusivamente sulle ricette di Pellegrino Artusi, e dove era fissato il nostro pranzo
sociale. Siamo stati accolti come ospiti
d’onore, in particolare da Simona e
Matteo, due guide esperte, che ci hanno accompagnato nella esplorazione.
Simona ci ha parlato della “Casa di
Artusi” e di come sia sorta, a cura del
Comune locale, a partire dal 1996,
quando l’Amministrazione si è resa
conto dell’importanza del nome di Pellegrino Artusi e della sua crescente popolarità nel mondo della gastronomia.
Allora, nell’edificio del Convento dei
Servi, oltre al ristorante, alla biblioteca,
alla sala di lettura, a salette di soggiorno, sono stati ricavati altri locali che
ospitano una ormai famosa scuola di
cucina artusiana, conservando però la
Cappella, opportunamente restaurata.
Simona ha sottolineato il fatto che il
volume La scienza in cucina e l’arte di
mangiar bene, pubblicato da Pellegrino
Artusi nel 1891, contiene ben 790 ricette tratte dalla tradizione popolare, ciascuna delle quali riporta non solo l’elenco degli ingredienti, ma viene descritta
ampiamente, anzi raccontata in modo
da assumere una sua particolare personalità; alle ricette il nostro, letterato e
filologo, intercala aneddoti, citazioni e
osservazioni assai gustose e il tutto
scritto in un italiano accurato, ricco,
agile, raffinato, tale da costituire un
modello linguistico, che ha notevolmente contribuito alla diffusione dell’italiano
in tutto il nostro territorio nazionale,
anche negli ambienti più umili. Alcune
fra le ricette più importanti fanno bella
mostra di sé in pannelli
di cristallo che ornano
elegantemente i vari ambienti.
Matteo, poi, in attesa
dell’ora canonica dei
“ludi gastronomici”, ci ha
condotto a visitare la
Rocca. Prima siamo entrati nel Teatro Comunale “G. Verdi”, ricavato dal
salone d’onore della
Rocca del 1361, che già
nei primi dell’800, intitolato a Carlo Goldoni, era
stato destinato ad uso di
Teatro e che a metà di
quel secolo fu “teatro” di In alto di fianco al ti
un episodio fatale. In una Carpani, Luca Saltin
Dodo Frattagli e Carlo
serata di gala, con la
platea colma di spettatori, la crema della
prosperosa cittadina, apparve sulla scena niente meno che il famigerato “Passatore” con tutta
la sua banda armata fino ai denti, la quale si
diede a far man bassa del danaro dei signori e
dei gioielli delle signore. Fra questi malcapitati
c’era anche la famiglia Artusi, col giovane Pellegrino. Il padre, ricco commerciante, colpito
dall’episodio, decise di lasciare quei luoghi
pericolosi e si trasferì con tutta la famiglia a
Firenze. E qui Pellegrino ebbe tutto il tempo
per “sciacquare i panni in Arno” e produrre
questo testo in perfetto ed esemplare idioma
italico. E noi, che ritenevamo l’Artusi un fiorentino “doc”! Ma la vera meraviglia ci ha presi
quando siamo saliti sugli spalti ed abbiamo
fatto il giro della Rocca. Fra un torrione e l’altro,
Matteo ci ha raccontato tutta la storia del fortilizio Salvaterra (fatto costruire dal cardinale
Albornoz nel 1363, sulle rovine della cattedrale
romanica), delle trasformazioni e restauri subiti
fino ad assurgere, ai nostri giorni, ad un’autentica e celebrata attrazione turistica. Per meglio
far conoscere la cittadina e le sue peculiarità,
l’Amministrazione Comunale, nel 1996, ha
istituito la “Festa Artusiana”, che ha luogo l’ultima settimana di giugno e che nel 2014 è già
fissata dal 21 al 29. Giancarlo, il capo-coro, ha
suggerito alla nostra guida che la Corale Rossini sarebbe disposta a rendere la festa ancora
più solenne con un nostro contributo canoro:
pur di partecipare a questa gustosa Kermesse,
potremmo accontentarci di un biblico piatto di
lenticchie artusiane “Si può fare …” ha risposto
Matteo, il simpatico cicerone. Una mattinata
molto interessante, grazie anche alle splendide
guide.
Ma il bello, anzi il buono, è venuto dopo, quando abbiamo raggiunto di nuovo la “meta” e ci
siamo seduti a tavola: antipasto, tre primi, un
secondo, dolce, tutto secondo le ricette del
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SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI
1 luglio in terra di Romagna
E ROCCA SAN CASCIANO
tolo: la Rocca di Forlimpopoli. Qui sopra: Lucio
ni, Simone Mugnaini, Maria Simona Cianchi,
o Maria Cantoni, per gli ultimi applausi.
maestro Artusi, vivificate dal nettare bianco e
rosso (sgorgato dalle generose viti della Romagna “ubertosa”) ed esaltate dalla proverbiale
cortesia romagnola. Sempre che il presidente
Dodo Frattagli ci inviti ancora, quale sarà il
prologo del prossimo anno?
Pietro G. Adani
VIVA MODENA
Il mio papà era romagnolo di Ravenna. La mia
mamma di Modena. Ogni volta che posso lavorare (far musica) in Romagna con artisti modenesi, tocco il cielo con un dito. Così domenica
21 luglio nella splendida piazza Garibaldi di
Rocca San Casciano, sui monti che da Forlì
portano a Firenze. In cartellone la XXIV edizione del Premio Carlo Alberto Cappelli assegnato, su mio suggerimento, a Wagner e Verdi.
Protagonisti della serata gli artisti della Rossini,
accompagnati dal loro splendido presidente
Romano Maletti, diretti dall’ormai caro amico e
prezioso collaboratore di tanti miei spettacoli
Luca Saltini - altro modenese DOC - e con gli
applauditi interventi pianistici dell’ottimo Lucio
Carpàni di Mirandola. Sia Carpàni sia Saltini
hanno poi magistralmente accompagnato al
pianoforte anche le interpretazioni di Maria
Simona Cianchi, soprano di Firenze, di Carlo
Maria Cantoni, baritono nato nel ferrarese e
residente a Como e di Simone Mugnaini, tenore di Viareggio, artisti che hanno acceso la folla
che gremiva la piazza con un repertorio suggestivo, che ha miscelato le drammaturgie di
Wagner e Verdi.
Lo stesso ha fatto la Corale Rossini, che ha
dovuto studiare alcune pagine wagneriane,
realizzate con grande autorità, ma per le quali
temo che, al momento dello studio, mi abbiano
inviato qualche giustificato “canchero”.
Il risultato però è stato quello di un’altra serata
magica, all’insegna della grande musica. Una
musica che la Romagna ha sempre saputo
amare, facendone aperta professione e donando al mondo alcuni dei più grandi interpreti,
come ad esempio il direttore d’orchestra Angelo Mariani di Ravenna, che, per primo, diresse
un’opera di Wagner in Italia: 1871, Lohengrin a
Bologna, rigorosamente in italiano, come lo
stesso Wagner aveva desiderato, ben consapevole che soltanto così le sue opere sarebbero state programmate nei teatri italiani.
Ma ora viviamo il “tempo degli “imbecilli”, che
fanno il tempio della propria ignoranza e vanno
ciarlando di filologia e rigore nelle esecuzioni operistiche in lingua originale. A
Rocca San Casciano, l’appassionato
Cantoni ha intonato “O tu bell’astro”, dal
Tannhäuser , nella storica traduzione
italiana e il pubblico era ben felice.
Se ci fosse spazio, dovrei raccontarvi
come a Rocca San Casciano sanno
coniugare Musica e Gastronomia, anche qui ad altissimi livelli, ricordando il
mio esegeta ideale per i lavori in cucina:
Pellegrino Artusi. Ma questa è una
storia che vi dirò a voce quando ci ritroveremo a Modena … magari proprio
alla Rossini, in una serata gastronomica
che metta a confronto i tortellini di Modena con quelli di Bologna, della Romagna e anche di Parma. Naturalmente
tutti cucinati all’istante. Cose che fanno
bene alla vita.
Daniele Rubboli
E LA ROMAGNA SI E’ SCOPERTA
WAGNERIANA
Questo è il titolo dell’articolo di Gianfranco Angelucci, che ancora fa bella
mostra di sé nella nostra bacheca e che
noi conserveremo fra i ricordi più belli.
Pubblicato il 23 luglio su “La voce di
Romagna”, l’articolo rievoca i momenti
più coinvolgenti e significativi del concerto, sottolineando la bravura dei solisti, del coro, del maestro e del pianista
accompagnatore, nonché la perizia
degli organizzatori: particolare rilievo
viene dato al clou dell’evento, ovvero
alla premiazione, che ha visto illustri
personaggi convocati sul palco. Qui
riportiamo, per motivi di spazio, soltanto
le parole conclusive che ci paiono particolarmente ispirate e che meglio rappresentano la magica atmosfera e il
successo della serata:
“ Il sole e la luna, il conscio e l’inconscio, l’estroversione e la riservatezza”:
solo la musica può riservare tali miracoli, rivelando a sorpresa e senza pudore
due idoli così diversi e complementari,
due talenti così intrecciati e scintillanti.
Quando l’emozione si deposita, viene
affidata la conclusione alla Corale, che
esegue “Suona la tromba”, una composizione di Giuseppe Verdi su testo di
Goffredo Mameli. Dodo Frattagli viene
richiamato sul palco per la consegna
della medaglia inviata dal Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano, ed
egli, con gesto degno di un principe, la
cede alla sua città, all’amata Rocca San
Casciano, affidandola alle mani del sindaco Rosaria Tassinari.
Gran finale della Corale Rossini di
Modena con “Oh Signore dal tetto natio”, da I lombardi.
Si è fatta mezzanotte, ma in Piazza
Garibaldi il pubblico non accenna a
sfollare, si stringe attorno agli artisti,
indugia in osservazioni e commenti,
deliziato dal refolo fresco. L’astro d’argento invade sfacciatamente il cielo,
siamo tutti “stregati dalla luna”, a cominciare dalle rane del torrente che gracchiano incessantemente.
ECHI NOTTURNI DI INCANTI VERDIANI
Questo era il titolo del concerto di sabato 20 luglio, tenuto a Roncole davanti
alla casa natale del grande musicista,
organizzato dal Teatro Verdi di Busseto,
su progetto del Ravenna Festival e con
la regia di Cristina Mazzavillani Muti.
A questo importante evento, nel novero
delle celebrazioni del secondo centenario della nascita del Cigno di Busseto,
sono stati invitati i cori che hanno partecipato ai Concerti di Ravenna e Mirandola due settimane prima, in ringraziamento della loro “preziosa collaborazione”. Anche noi della “Rossini” vi abbiamo preso parte in un congruo gruppo e
abbiamo avuto la fortuna di assistere ad
uno spettacolo di alto valore artistico.
Siamo stati ospitati nell’ala destra dell’anfiteatro metallico montato sulla piazzetta antistante la casa natale. Davanti
agli spalti era sistemata l’orchestra e la
scena era costituita dal cortile della
casetta, al cui centro spiccava il busto
marmoreo di Giuseppe Verdi: le luci e la
sapiente coreografia rendevano l’umile
dimora una reggia da fiaba. L’Orchestra
Giovanile Luigi Cherubini, diretta da
Vincent Longuemare, dà inizio al concerto con la sinfonia dal Nabucco e la
melodia verdiana si diffonde magicamente. Ma la vera magia si sprigiona
quando l’orchestra attacca con le note
che introducono la celeberrima “Patria
oppressa”, il canto accorato dei profughi
scozzesi, dal Macbeth, e tutti si chiedono, “Ma il coro dov’è?”. Al momento
opportuno, ecco aprirsi i portoni che
fiancheggiano l’ingresso della casetta e
uscire il Coro del Teatro Municipale di
Piacenza (preparato dal M° Corrado
Casati) e intonare il dolente compianto
degli esuli scozzesi, con effetto scenico
straordinario ed un suono di grande
impatto, nonostante l’indispensabile
amplificazione, peraltro adeguatamente
gestita.
L’incanto della musica di Verdi, così
ben interpretata, è continuato fino alla
fine, in un crescendo di melodie, di canti
e di emozioni, che è culminato nella
esecuzione di “Va’, pensiero”, a cui
abbiamo partecipato anche noi e a cui
si è unito, successivamente, anche il
pubblico, in un affettuoso omaggio all’immenso Giuseppe Verdi.
I soprani Rosa Feola e Anna Kasyan,
unitamente al mezzosoprano Isabel de
Paoli, hanno dato vita alle eroine del
melodramma verdiano, proponendo arie
celebri davanti al busto del loro creatore, in una serie di scene veramente
suggestive. Così pure il tenore Antonio
Corianò, il baritono Francesco Landolfi
e il basso Andrei Zemskov hanno stupendamente interpretato celebri romanze, che hanno risvegliato in noi cari
ricordi ed hanno contribuito al successo
della serata. Il pubblico, formato da
intenditori e da melomani incalliti, non
ha lesinato gli applausi più scroscianti,
riconoscendo la qualità dello spettacolo
allestito da una organizzazione impeccabile, in testa alla quale era Cristina
Mazzavillani Muti. Al termine del concerto siamo andati da lei per porgerle i
complimenti e per ringraziarla dell’invito,
ma è stata lei a ringraziarci per il nostro
“prezioso contributo alla riuscita dei
concerti di Ravenna e di Mirandola”,
aggiungendo allo stile e al gusto artistico personali, dimostrati nella conduzione dello spettacolo, la proverbiale cortesia tutta romagnola. Grazie di cuore.
Pietro G. Adani
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SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI
Un anno con i Serial Singers
Massimo Carpegna ha presentato il suo
quarto libro pubblicato e secondo romanzo giallo: Là cadrà in volo, edito da
Firenze Libri. Il gruppo gospel ha accolto il pubblico con l’esecuzione di alcuni
brani di repertorio e la presentazione è
stata affidata ad Alessandra Selmi, nota
conduttrice di programmi televisivi, oltre
che stimato avvocato. Ma gli impegni
dei Serial Singers con scadenza settimanale non hanno avuto sosta e sono
proseguiti con l’inaugurazione della
stagione concertistica 2013/2014 del
Centro Culturale Alberione, diretta da
uno dei più stimati docenti di pianoforte
I Serial Singers sono uno dei cori della
nostra associazione. Parlare di loro non
è un’impresa semplice, tanto sono dinamici e propositivi. Un dato significativo
che aiuta a comprendere il grande lavoro che stanno svolgendo negli ultimi
anni, sotto la direzione del M° Massimo
Carpegna, supportato dal M° Roberto
Penta al pianoforte, è il numero dei loro
componenti, che sono passati, nell’arco
di neanche due anni, da una ventina di
elementi a quarantacinque!
Ma tentiamo lo stesso di raccontarvi chi
sono e cosa fanno i Serial, descrivendo
brevemente il loro 2013, tra musica,
conferenze e amicizia. Un inizio d’anno
originale, con la conferenza sul tema
della respirazione diaframmatica profonda e il Pilates (articolo dedicato sul nostro giornalino n. 85). Il secondo appuntamento culturale dell’anno, proposto
dai Serial, è stata un’interessante conferenza sul cinema, “Con l’occhio del
regista”, tenuta dal M° Carpegna. Il 24
marzo, dopo il grande successo registrato in dicembre, in occasione di “A
gh’è Barbi show in diretta”, seguitissimo
programma di TRC, i Serial Singers
sono stati nuovamente invitati sul piccolo schermo, ospiti di Telereggio, nel
programma “Domenica con Noi”, diretto
da Gian Matteo Sidoli. Aprile si è rivelato un mese molto intenso: dopo aver
partecipato, il 13 aprile, al concerto di
Primavera della Rossini in San Bartolomeo, il 21 aprile il gruppo ha vissuto
un’emozionante trasferta a Castelfranco
Veneto, per partecipare alle selezioni
del Torneo Internazionale di Musica,
che sono state brillantemente superate… nonostante il lauto pranzo conviviale gustato appena prima della prova! Il
28 aprile il coro ha accompagnato con
alcuni brani spiritual e gospel la festa
delle Associazioni Centenarie Modenesi, che si è tenuta presso la Fiera di
Modena. Il 18 maggio eccoli a Nessun
Dorma, con tre concerti ambientati nel
suggestivo Museo Lapidario Romano al
Palazzo dei Musei di Modena, dove
hanno riscosso un grande successo di
pubblico e l’apprezzamento degli organizzatori. Anche giugno è stato un mese
denso di attività! Il 2 giugno tutte le tre
corali in piazza Roma per la festa della
Repubblica. L’8 giugno i Serial hanno
partecipato all’annuale appuntamento
della nostra associazione, “7 note sotto
le stelle”, esibendosi nel concerto, ma
anche in veste di abili camerieri! Il 14
giugno il coro è stato invitato dal Comune di San Possidonio ad aprire la rassegna di concerti estivi: uno spettacolo in
piazza, nel cuore di un paese ancora
visibilmente ferito dai danni del terremoto, ma che ha saputo accogliere con
calore ed allegria i nostri ragazzi. La
stagione concertistica si è conclusa il 15
giugno con una grandiosa Performance
in sede, alla quale ha collaborato la
Roveri Jazz Band di Bologna, storico
gruppo strumentale diretto da Massimo
Sgargi. In quell’occasione il pubblico ha
potuto ascoltare i singoli repertori e
anche un assaggio del Concerto Sacro
di Duke Ellington, eseguito dalle due
formazioni unite, oltre al mitico One
love, one heart di Bob Marley.
Archiviate le vacanze estive, il 12 ottobre i Serial hanno organizzato un’interessante conferenza sulla Turandot di
Giacomo Puccini, nella quale il relatore
Massimo Carpegna, direttore del gruppo, ha illustrato alcune interessanti peculiarità dell’opera, aiutandosi anche
con la proiezione di alcuni spezzoni tratti
dallo sceneggiato Puccini di Alessandro
Bolchi, recentemente restaurato dalla
RAI. Il tutto è apparso godibilissimo e
punteggiato da aneddoti e notizie, frutto
di un’accurata ricerca ed esposti con
chiarezza e capacità di racconto. Questa capacità oratoria non ha stupito più
di tanto coloro che seguono i Serial
Singers ed il loro direttore, poiché nella
settimana successiva, il 20 ottobre,
del “Vecchi - Tonelli”: la professoressa
Enza Iori. I Serial Singers hanno proposto Freedom, un viaggio nella musica
spiritual e nel gospel fin dalle sue origini.
Lo spettacolo, accompagnato al pianoforte dal bravissimo Roberto Penta,
porta la firma di Enrico Solmi, regista e
basso del gruppo.
Il 5 novembre il coro è stato invitato
dall’emittente locale TV QUI, tramite la
partecipazione del M° Carpegna, per
presentare e promuovere l’attività sua e
di tutta l’Associazione. L’interesse che
ha prodotto la trasmissione ha suggerito
alla conduttrice di Pomeriggio Qui, Maria Cristina Martinelli, d’invitare nuovamente il gruppo a dicembre, per un’esecuzione dal vivo e in studio. Intanto i
Serial Singers si sono immersi nella
preparazione del loro CD, che sarà
pronto per il 21 dicembre e del tradizionale Concerto degli Auguri della nostra
associazione. La raccolta presenterà
alcuni brani registrati durante i loro concerti ed alcune esecuzioni in prima nazionale, come il “white gospel” irlandese
In Christ alone che, proprio al teatro
Luciano Pavarotti, vestirà i panni della
grande orchestra. Ma, prima dell’ultimo
prestigioso appuntamento del 2013, i
Serial Singers parteciperanno il 29 novembre alla serata di chiusura della
Ventiquattresima Rassegna Nazionale
di gruppi musicali, promossa dalla Polisportiva Modena Est. Che dire su questo gruppo? Seguirlo in tutte le sue
attività è veramente un’impresa difficile!
Francesca Soffici
(Continua da pagina 2) LEO NUCCI
proiettato.
Giorgio Pederzoli ha intonato, con il
“pastoso” colore e lo slancio che gli si
conoscono, la “Mattinata”di Leoncavallo e “Parlami d’amore, Mariù”.
Al termine, tutti i partecipanti hanno
concluso sulle note del “Brindisi”, da
La traviata, bissato a furor di popolo.
Accolto da scroscianti applausi nel
salire sul palco, Leo Nucci ha voluto
generosamente donare a tutti gli appassionati venuti a festeggiarlo il tesoro del proprio lungo magistero artistico
ed umano.
Dopo aver ricevuto il premio assegnatogli, un bassorilievo scolpito dal
M° Tommaso Bonantini, egli si è rivolto ai presenti con accenti privi d’affettazione, di quell’aura di divismo che
sovente accompagna nomi celebri: a
dimostrare che un’arte che voglia
definirsi autentica non può che apparentarsi alla modestia e alla semplicità
di tratto. In un climax ascendente, il
grande baritono ha dato voce ed anima alla paternità lacerata ed oppressa
di Rigoletto (“Cortigiani”), all’ansia di
vendetta, esacerbata dal tradimento
degli affetti più cari, di Renato (“Eri
tu”), all’amara, disincantata meditazione di Gérard (”Nemico della patria”).
Dispiegando un ventaglio espressivo
di rara intensità, di totale immedesimazione, la voce di Leo Nucci, fresca,
intatta, davvero senza età, ha suscitato nell’uditorio un’emozione indicibile:
miracolo di una parabola artistica
spesa al servizio della musica, nel
rispetto degli autori e del pubblico.
Miracolo che non può stupire chi,
come la sottoscritta (e tutti coloro che
hanno apprezzato Nucci da sempre),
ascoltandolo sulle tavole del nostro
“Comunale” in anni lontani (1976 e
1977, nei ruoli di Scarpia e del Conte
di Luna), aveva avvertito, all’orecchio
e al cuore, quell’avvisaglia che all’appassionato rivela di trovarsi di fronte
ad un itinerario in crescendo, ad una
stella non destinata a confondersi tra
le migliaia che costellano l’infinitudine
dello spazio, ma a brillare sulle altre di
luce propria e vivissima.
Franca Vittoria Verardi
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SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI
UN BARITONO SICILIANO COMBATTEVA
L'AUSTRIA E TRADUCEVA WAGNER
Inutile far battaglie intellettuali. La
mania per una falsa estetica e l'esaltazione filologica hanno fatto smarrire
alla maggior parte del pubblico italiano
quel buon rapporto con il teatro di
Wagner che dal 1871 (prima bolognese del Lohengrin) aveva vivacizzato la
nostra cultura musicale fino agli Anni
Cinquanta.
Qualche imbecille, “come Verdi e
Wagner” lo avrebbero definito, ha
deciso che non si dovessero cantare
le opere straniere se non nella lingua
originale, remando contro ogni realtà
storica.
Verdi era ben felice di scrivere opere
in francese e poi farle tradurre in italiano (vedi Trovatore ecc..) e Wagner si
preoccupava moltissimo affinché i
suoi libretti fossero tradotti in francese
per poter far eseguire le sue opere a
Parigi e nel resto della Francia. Come
Mozart, ancora vivente, applaudì alla
traduzione de Il Flauto Magico, che
altrimenti non sarebbe mai uscito da
Vienna.
E fu un giorno di grande festa, per
Richard Wagner, quando seppe che
un baritono siciliano assai colto, musicista, librettista, maestro di canto,
avrebbe tradotto in italiano il Lohengrin per l'Editore Lucca, che avrebbe
messo in scena l'opera a Bologna nel
novembre 1871, con la direzione del
M° Angelo Mariani di Ravenna.
Salvatore de Castrone della Rajata, in
arte Salvatore Marchesi, era l'artista di
turno: nato a Palermo il 15 gennaio
1822 e morto a Parigi il 20 febbraio
1908.
Uno dei pochissimi cantanti provenienti da famiglia aristocratica, Mar-
chesi aveva idee irredentiste e abbandonò la carriera militare, fece pernacchie all'esercito delle Due Sicilie e si
dedicò alla musica e al canto. Giunto
a Milano per studiare con il grande
pianista e didatta Francesco Lamperti,
nel 1848 salì sulle barricate per sparare contro gli austriaci durante le storiche 5 Giornate, dopo di che fuggì a
New York, dove debuttò nell'Ernani di
Verdi come Don Carlo. Tornato in
Europa, si stabilì a Londra, come tanti
patrioti italiani, e lì conobbe il mitico
Manuel Garcia, presso il quale studiava anche il mezzosoprano Mathilde
Graumann (1821-1913), di Francoforte, che nel 1852 diventerà sua moglie,
restando alle scene come Mathilde
Marchesi. Entrambi si affermeranno
prima nei teatri europei, poi come
maestri di canto tra i più prestigiosi del
loro tempo, insegnando privatamente
a Parigi e a Colonia, poi al conservatorio di Vienna e dal 1881 nuovamente a Parigi, dove fondarono l'Ecole
Marchesi.
Per la gioia del pubblico italiano, il
baritono Salvatore Marchesi, dopo il
Lohengrin, tradusse Tannhäuser e
L'Olandese Volante, permettendo al
pubblico italiano di appropriarsi del
teatro di Wagner.
Come traduttore di versioni ritmiche,
Marchesi firmò anche l'edizione italiana delle Vispe Comari di Windsor di
Otto Nicolai e l'Abu Hassan di Carl
Maria von Weber.
Bei tempi, quelli nei quali si cantava
Wagner in italiano. Tutti lo capivano.
Qualcuno addirittura lo amava.
Daniele Rubboli
www.coralerossini.it
Visitate il nuovo sito della nostra associazione! Oltre al calendario completo dei nostri concerti e iniziative culturali troverete una presentazione e informazioni sulla Corale Rossini, la
Giovane Rossini e i Serial Singers. Seguiteci anche su:
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AUDIZIONI
I Maestri sono a vostra disposizione, ma previo appuntamento.
All’uopo, mettetevi in contatto
con la Segreteria.
(Tel. 059/270649), o via mail:
[email protected]
RICORDO DI GINO BECHI
Nel riordinare le centinaia di foto che
testimoniano il nostro passato, ho
rinvenuto alcune testimonianze che
collegano il grande baritono fiorentino
Gino Bechi con la Rossini. La prima è
una maxi-foto in bianco e nero di cm.
21x29 che celebra un favoloso concerto avvenuto il 24 aprile 1943 nel
nostro (allora Municipale) maggior
teatro cittadino.
La Rossini, allora forzatamente inquadrata nelle attività dopolavoristiche
dell’imperante ventennio, aveva assunto nel logo il sottotitolo di
“Dopolavoro Corale” ed era diretta dal
maestro modenese (nonché valente
violinista) Domenico Prato. Il concerto,
organizzato dalla nostra corale, affiancata da un’ orchestra di professionisti
del sindacato modenese, ebbe la
direzione del M° Rainaldo Zamboni e
contemplava un cast composto, oltre
che da Gino Bechi, dal soprano Gina
Bernelli, dal tenore Franco Bonacini e,
naturalmente, dall’allora coro maschile
della Rossini.
Franco Bonacini era uscito dalle fila
del nostro coro e, dopo aver studiato
con i maestri Luigi Bertazzoni (ex
valente baritono) e Angelo Zerbini
Marenzi (padre del maestro Paolo,
che avemmo come direttore del coro
dal 1967 al 1973), aveva debuttato
venticinquenne al Teatro Storchi, nel
1939, nella pucciniana Tosca, indossando i panni di Mario Cavaradossi.
Intraprese poi una splendida carriera
in diversi teatri italiani, anche a fianco
di Gino Bechi in una edizione de Il
barbiere di Siviglia e concluse la sua
breve carriera nell’anno 1948, sempre
con il “Barbiere”.
Torniamo ora al ricordo del baritono
Bechi; oltre ai successi conseguiti su
tutti i palcoscenici nazionali e internazionali, questa grande voce si diede
anche al cinema, interpretando una
quindicina di film a sfondo musicale.
Nel 1943 ottenne uno strepitoso successo nel film “Fuga a due voci”, in cui
lanciò due canzoni divenute subito
famosissime: La strada nel bosco e
Soli, soli nella notte. Di bella presenza
e dotato di una voce brunita; musicale
e fornito di mezzi come ne nascono
pochi, nella vita sapeva usare la stes-
sa signorile cortesia adoperata in
scena. Bechi calcò diverse volte il
palcoscenico del nostro teatro comunale in Rigoletto, Il barbiere di Siviglia,Otello e Tosca.
Con lui, la “troika”, che in quel tempo
dirigeva la Rossini, aveva instaurato
una splendida e sincera amicizia, che
venne consacrata appunto con il concerto cui fa riferimento la foto che ha
dato lo spunto per il presente articolo.
Non si hanno notizie del concerto, ma
si ritiene che il successo sia stato
strepitoso per aver incantato i modenesi con i cavalli di battaglia del suo
repertorio, con romanze di Rossini,
Leoncavallo e Verdi.
Degna cornice al concerto la Rossini,
che esegui’:”Zefiro torna” di Luca Marenzio e “Maggio” di Mattioli, oltre a un
“Inno del dopolavoro” di cui si sono
perse le tracce. Una ulteriore testimonianza dell’amicizia, che questo grande baritono nutriva per la Rossini, è
documentata da un ingiallito opuscolo
a più pagine riguardante una rappresentazione del “Barbiere di Siviglia”
avvenuta nel nostro Teatro Comunale
il 26 aprile 1948. Organizzata dalla
nostra corale, Bechi intervenne a titolo
completamente gratuito e l’incasso del
botteghino fu devoluto a totale beneficio di Enti Cittadini. Il cast era diretto
dal M° Ino Savini e comprendeva tra
gli interpreti il tenore Pietro Medici di
Sassuolo e, naturalmente, 40 coristi
della Rossini che, diretti dal M° Domenico Prato, nell’intervallo tra il I e il II
atto, eseguirono anche tre brani per
soli uomini: “Cantata eroica” di Jacchia, “A Frescobaldi” di Veneziani e
“Voci della natura” di Dubois.
Nel 1958 Gino Bechi venne a Modena per partecipare, in S. Barnaba, alle
esequie dell’amico e nostro direttore
artistico Bonfiglio Pradelli. Nella circostanza esegui’ (con le lacrime agli
occhi) l’aria di chiesa Pietà Signor, di
Alessandro Stradella. Alla cerimonia
era presente anche il soprano Lina
Pagliughi, cui non fu consentito di
cantare per l’assurda (allora vigente)
disposizione ecclesiastica che proibiva il canto solistico delle donne. L’ultimo contatto di Gino Bechi con la Rossini risale sempre al 1958; ho rinvenuto un suo personale biglietto da visita
con i ringraziamenti per gli auguri
ricevuti dalla corale in occasione delle
festività di fine anno.
Ormai in pensione, per la sua passione per il modellismo era diventato
presidente nazionale dei ferromodellisti italiani, avendo costruito in una
intera stanza della propria abitazione
una grande e complessa ferrovia in
miniatura.
Si è spento nella sua Firenze nel
1993, all’età di ottanta anni. Gli anziani della Rossini (pochissimi ormai) lo
ricordano con orgoglio, per avere
avuto in lui un grande e sincero amico
della corale.
Luciano Pagani
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SOCIETÀ CORALE GIOACCHINO ROSSINI
Sabato 21 dicembre, ore 21
Teatro Comunale “Luciano Pavarotti”
CORALE ROSSINI E FILARMONICA NOVESE
CONCERTO DI NATALE 2013
Offerto alla clientela e alla cittadinanza dal
Banco S. Geminiano e S. Prospero - Banca Aletti
Programma
Prima parte
Serial Singers Gospel Choir
Direttore, Massimo Carpegna
In Christ alone di Keith Getty (solista, Caterina Barbieri)
You raise me up di Rolf Lovland (solista, Federica Grazia)
(Arrangiamento e orchestrazione di Massimo Carpegna)
In dreams di howard Shore (solista, Francesca Cucuzza)
Coro voci bianche „La Giovane Rossini“
Direttore: Francesca Nascetti
Joy to the world di L. Mason
Trisch trasch polka di J. Strauss
I will sing di J. Rutter
„La Giovane Rossini“-„Serial Singers“-„Corale Rossini“
Direttore: Luca Saltini
Nella foto il corpo bandistico “Filarmonica Novese” che abbiamo conosciuto ed
ammirato in occasione del “Concerto per le Centenarie terremotate”, svoltosi il 27
ottobre 2012, al Forum Monzani. Domenica 22 dicembre, alle 17, nella nuova
palestra comunale di Novi di Modena, la Corale Rossini avrà di nuovo l’onore e il
piacere di cantare con la “Filarmonica Novese” nel Concerto di Natale organizzato dalla stessa banda. In programma musiche di Verdi, Wagner, Morricone, Mancini e J. Williams. Si alterneranno alla direzione Stefano Bergamini, Nedo Lodi e
Luca Saltini. Presenterà Anna Rosa Ansaloni.
LA GIOVANE ROSSINI: CALENDARIO DELLE LEZIONI
Canto degli italiani di Novaro/Mameli
Suona la tromba di Verdi/Mameli
Martedì 17 settembre, “La Giovane Rossini” ha iniziato la sua attività, ma sei sempre in tempo ad iscriverti. Per informazioni ed iscrizioni telefona alla Segreteria
(059/270649) o, meglio ancora, mettiti in contatto con la coordinatrice, Anna Cioni,
(cell. 346/1892280); e-mail: [email protected]).
Direttore: Massimo Carpegna
Orario delle lezioni
Nearer my God to thee di Lowell Mason (solista F. Cucuzza)
Adiemus di Karl Jenkins
Seconda parte
“Sinfonia” da Nabucco di Verdi
“Gli arredi festivi...Sperate o figli” da Nabucco di Verdi
“Treulich geführt” da Lohengrin di Wagner
“Plaude all’arrivo” da La battaglia di Legnano di Verdi
“Intermezzo” da Cavalleria Rusticana di Mascagni
“Alla gioia...tace il vento” da I due Foscari di Verdi
“Ella giammai m’amò” da Don Carlo di Verdi
“Nella guerra”, tarantella da La forza del destino di Verdi
“Coro dei pellegrini” da Tannhäuser di Wagner
“Heil, heil” finale da Tannhäuser di Wagner
Esecutori
Orchestra G. Verdi di Parma
Corale G. Rossini di Modena
Ospite d’onore
Enrico Giuseppe Iori, basso
Maestro concertatore e Direttore
Luca Saltini
Presenta: Daniele Rubboli
Maestri collaboratori:
Lucio Carpani, Stefano Colò, Roberto Penta
Il Banco S. Geminiano e S. Prospero – Banca Aletti
e la Corale RossiniAugurano a tutti Buone Feste
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Concerto degli Auguri
Il Concerto di Natale avrà un interessante prologo nel nostro Auditorium,
domenica 8 dicembre, ore 16,30, con il Concerto degli Auguri per soci e
simpatizzanti, della Corale Rossini e della Giovane Rossini (diretta da Francesca Nascetti). Dirige il M° Luca Saltini, al piano il M° Lucio Carpani.
- Sezione “Angioletti” (4-7 anni) - novità di quest’anno
Inizio corso: martedì 5 novembre 2013 dalle ore 17,00 alle 18,00
Prova: martedì dalle 17,00 alle 18,00
- Sezione “Voci Bianche” (7-13 anni)
Inizio corso martedì 17 settembre 2013 dalle ore 18,00 alle 19,00
Prova “giovanissimi” (7-10 anni): martedì dalle ore 17,00 alle 18,00
“giovani” (11-13 anni): martedì dalle 18,00 alle 19,00
Prova d’insieme: giovedì dalle 18.00 alle 19,00
- Sezione “Adolescenti” (14-19 anni)
Inizio corso: martedì 17 settembre 2013 dalle 19,00 alle 20,30
Prova di sezione: martedì dalle 19,00 alle 20,30
Prova d’insieme: giovedì dalle 18,00 alle 19,30 (solo prima dei concerti).
Serate Culturali: Auditorium Rossini
- Domenica 8 dicembre, ore 16,30: “Concerto degli Auguri” per soci e simpatizzanti.
- Sabato 18 gennaio 2014, ore 16,00: “Musica dialettale per tutti i gusti” Canta Tino.
- Sabato 15 febbraio, programma da definire.
- Domenica 2 marzo, ore 16,00: concerto di musica vocale da camera. Esecutori:
Francesca Nascetti (soprano), Carlida Steffan (presentatrice), Roberto Penta (al piano).
- Domenica 13 aprile, ore 16,00: VIII Festival di musica leggera - Concorso per voci nuove.
- Sabato 3 maggio, programma da definire
Corale Rossini in Concerto
- Domenica 8 dicembre, ore 16,30: Auditorium Rossini, “Concerto degli Auguri”.
- Sabato 21 dicembre, ore 21;00: Teatro Comunale “L. Pavarotti” (vedi locandina).
:- Domenica 22 dicembre, ore 17,00 Novi (Mo), conc.to con la Banda “Filarmonica Novese”.
- Domenica, 19 gennaio 2014, ore 10,30: Chiesa di S. Domenico: commemorazione
defunti della Corale Rossini e della Società del Sandrone.
Giovane Rossini in Concerto
- Domenica 8 dicembre, ore 16,30: Auditorium Rossini, “Concerto degli Auguri”.
- Sabato 21 dicembre ore 21,00: Teatro Comunale “L. Pavarotti, Concerto di Natale”.
Serial Singers in concerto
- Domenica 1 dicembre, ore: Palazzo Ducale, Concerto per la “Inaugurazione Mostra
Presepi”.
- Domenica 8 dicembre, ore 15,00: S. Possidonio, Concerto in Piazza.
- Sabato 21 dicembre, ore 21,00: Teatro Comunale “L. Pavarotti”, Concerto di Natale.
Direttore Responsabile: Giovanni De Carlo - Redattori: Pietro Adani (Capo redattore), Paolo Del Vecchio, Luciano Pagani, Silvana Turrini, Franca V. Verardi - Collaboratori: Maria Fabbi Fotocompositore: Gianni Giovanoli - Stampa: Tipografia SIGEM - Modena - Redazione: Corale Rossini via Livio Borri 30, 41122 Modena, Tel. 059 - 270649 - Proprietà: Associazione Corale Rossini in nome di Romano Maletti - Autorizzazione del tribunale di Modena N. 1112 del 12-02-1992 - Chiuso in tipografia il 28 – novembre-2013.
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