La formazione dell’insegnante
Dott.ssa Marina Franceschin
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ACCORDI DI TEAM
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•
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Regole
Incarichi
Ordine della fila
Organizzazione dei banchi
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Sono stati riconosciuti alcuni comportamenti e stili di
insegnamento da condividere per creare un clima sereno che
favorisca il benessere a scuola.
- empatia;
- fermezza;
- coerenza;
- silenzio;
- rispetto dei tempi di attenzione dei bambini, attraverso il
continuo monitoraggio;
- importanza di tenere viva la motivazione;
- importanza di provare rispetto per i bambini e di farsi
rispettare;
- evitare giudizi negativi riferiti ai bambini, ma concentrarsi
unicamente sui comportamenti non adatti;
- garantire sempre la sicurezza fisica dei bambini.
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ALLEANZA PSICOEDUCATIVA CON I GENITORI
colloquio iniziale per ricevere informazioni sull’alunno
coinvolgimento di entrambi i genitori
colloqui individuali solo su appuntamento, con obiettivi chiari
partecipazione alle assemblee di classe
disponibilità a garantire colloqui su richiesta dei genitori
infondere fiducia prima di affrontare eventuali difficoltà scolastiche
controllare le reazioni negative suscitate dall’atteggiamento dei genitori
evitare critiche relative ai sistemi di valori e alle scelte educative
informare sulle scelte educative e didattiche dell’istituzione
scolastica
10.impedire interferenze e invadenze rispetto alla professionalità
11.parlare del bambino non trascurando gli aspetti positivi (abilità e competenze)
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• Talvolta si verificano delle difficoltà nel rapporto tra scuola
e famiglia.
• Tra i fattori determinanti che possono aumentare o
diminuire il conflitto:
1. punti di vista discrepanti sul bambino o sui suoi bisogni
2. conoscenze sul funzionamento scolastico
3. valori
4. comunicazione
5. fiducia
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Strategie per migliorare le abilità di ascolto in classe
• L’applicazione di strategie che sviluppino le abilità di ascolto
comporta molti benefici: rende più agevole e piacevole
l’apprendimento da parte degli alunni, permette loro di vivere delle
esperienze positive, migliora la motivazione e il clima di classe.
• L’ascolto dipende da una buona acuità visiva, ma non solo: esso
richiede la capacità di seguire istruzioni, di collegare i suoni delle
lettere, di elaborare i significati, di immagazzinarli nella memoria a
lungo termine, di agire di conseguenza.
• Studi longitudinali hanno confermato la rilevanza delle abilità di
ascolto ai fini della decodifica e della comprensione del testo.
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• L’ascolto ha un ruolo fondamentale ai fini della lettoscrittura.
• I segnali classici che indicano che un alunno non riesce a
seguire le attività della classe sono:
•
•
•
•
-
scarso contatto oculare
eccessivo movimento di mani e piedi
chiacchierare con i compagni
giocherellare con il materiale scolastico
• oltre all’attenzione, l’ascolto richiede all’alunno di
integrare i contenuti proposti individuando selettivamente i
diversi tipi di informazione, di elaborarli, di ricordarli, di
utilizzarli opportunamente ai fini del compito e infine di
mantenerli.
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• A questo livello, l’ascolto dipende da fattori ambientali, dalle
abilità individuali del singolo e dalla complessità del
compito. Su questo piano, i segnali che indicano difficoltà da
parte dell’alunno sono:
frequenti richieste all’insegnante di ripetere il compito
- nessuna richiesta di ripetere e successiva incapacità di
svolgere il compito
- incapacità di gestire i fattori di distrazione
- compito svolto in maniera errata rispetto alle
indicazioni
-
• Strategie di ascolto nelle attività di letto-scrittura:
• Un buon punto di partenza sono le strategie dirette a mettere
mente e corpo nelle condizioni ottimali e a favorire
l’elaborazione delle informazioni.
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Dammi il 5
organizzatori anticipati
approccio multisensoriale per l’analisi dei suoni
verificare, nel corso di una lezione, quanto tempo è
riservato all’ascolto dell’insegnante
individuare gli ostacoli, anche quelli di ordine fisico, che
possono ostacolare l’ascolto
proporre le strategie attraverso l’insegnamento esplicito
scrivere le strategie su un cartellone
informare i genitori
adattare le strategie a seconda delle necessità
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La motivazione
• La motivazione può essere definita come una
configurazione organizzata che consente di spiegare
l’inizio, la direzione, l’intensità e la persistenza di un
comportamento diretto ad uno scopo
• Un aspetto importante è quello di considerare la
motivazione non solo in relazione al singolo ma in
funzione del materiale proposto e della situazione (De Beni
e Moè, 2000)
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• Per sostenere la motivazione in classe è indispensabile
promuovere al contempo la competenza strategica del
ragazzo, la sua consapevolezza metacognitiva, una
corretta attribuzione del personale coinvolgimento nel
processo di apprendimento e l’immagine che lo studente
ha di sé quale protagonista attivo dei fatti sociali.
• Le più recenti teorie sulla motivazione assegnano
un’importanza cruciale a ciò che le persone pensano di se
stesse e della loro capacità di apprendere, attribuendo al
concetto di sé un ruolo centrale per la motivazione, la
personalità e lo sviluppo.
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• Il concetto di sé può essere inteso come il modo in cui l’individuo si
vede e si percepisce, entro un’entità complessa, costituita da varie
aree di interesse: intellettuale, estetica, morale, sociale.
• Il modo in cui interpretiamo l’immagine di noi stessi deriva
dall’interazione dinamica fra il nostro e l’altrui giudizio di valore
sulle personali capacità, caratteristiche e abilità. Tale giudizio di
valore, su cui si fonda l’autostima, influenza fortemente la
motivazione ad apprendere.
• A sua volta, l’autostima è collegata al concetto di autocontrollo.
• Quindi, la complessa relazione fra:
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autostima
autocontrollo
senso di autoefficacia
motivazione
– permette di predire e spiegare i differenti modi di affrontare compiti
sfidanti, richieste di apprendimento e scelte comportamentali.
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• Chi ha un buon concetto di sé, e quindi una buona
autostima, è in genere più motivato e possiede
approcci più positivi alle diverse situazioni, rispetto
a chi ha un concetto di sé più debole.
• Inoltre, chi è incerto circa la definizione di se stesso
o chi teme che gli altri lo vedano diversamente da
come lui si rappresenta tende a mettere in atto
strategie difensive di autosabotaggio, cioè cautele
preventive per giustificare eventuali fallimenti.
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• Il concetto di autostima, fortemente correlato alle
componenti motivazionali, va differenziato dal “concetto di
sé” inteso come costellazioni di elementi a cui una persona
fa riferimento per descrivere se stessa. Può essere descritta
come il rapporto fra il “Sé reale” e il “sé ideale”.
• Entro un’ottica evolutiva, l’autostima positiva è basata su 4
fattori:
–
–
–
–
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il tipo di rapporto dei bambini con i loro genitori
l’autocontrollo rispetto a sentimenti negativi
l’abilità di autoaccettazione
la condotta interpersonale
• L’autostima non è qualcosa che si possiede in termini
assoluti ma è un modo di sperimentare se stessi quando si
utilizzano al meglio le risorse personali.
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LA PROMOZIONE DELLA MOTIVAZIONE IN CLASSE
• La stimolazione della motivazione ad apprendere nel contesto scolastico è un
punto cruciale rispetto alle tematiche dell’apprendimento.
• Lodi e critiche costituiscono spesso un’importante fonte di motivazione, in
particolare per attività verso le quali non c’è un’adeguata motivazione intrinseca.
• Una lode, per essere efficace, deve avere caratteristiche di specificità, credibilità
rispetto al livello di prestazione e contingenza.
• Inoltre, gli apprezzamenti verbali non dovrebbero stimolare la competizione, ma
fare riferimento a standard esterni e premiare l’impegno, più che le abilità.
• Dweck propone una distinzione in 3 categorie:
– 1.
– 2.
– 3.
lodi orientate al Sé
lodi orientate al risultato
lodi orientate alle strategie
• Le lodi orientate al Sé tendono a demotivare, le lodi orientate al risultato sono
neutre, le lodi orientate alle strategie sono massimamente motivanti in quanto
costituiscono un apprezzamento di quanto fatto e sostengono il desiderio di fare
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ancora di più in futuro, ricercando nuove strategie.
• Cosa motiva gli studenti?
- L’insegnante dovrebbe considerare diverse
dimensioni:
- gli obiettivi di apprendimento
- le caratteristiche personali dello studente
- le caratteristiche dell’insegnante
- la natura del compito
- la natura del materiale di apprendimento
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• in relazione agli obiettivi, è preferibile prevedere
degli obiettivi concreti, specifici e a breve termine,
accompagnati dalla disponibilità di feedback positivi
durante l’esecuzione del compito.
• Elemento cruciale è quello di proporre compiti
sfidanti a un livello ottimale, capaci cioè di stimolare
nel ragazzo la voglia di cimentarsi in un compito non
banale che permetta di valorizzare le sue competenze
strategiche e le sue potenzialità di miglioramento,
evitando di attribuire il successo a doti innate e
sostenendo la centralità dell’impegno personale in
caso sia di successo che di fallimento.
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• Rispetto alle caratteristiche personali dello studente,
l’insegnante dovrebbe far maturare nel proprio allievo
un forte senso di responsabilità e di controllo per i
propri risultati: sentire di avere una buona capacità di
organizzazione e disporre di strategie efficaci e di
buone conoscenze permette di affrontare le richieste di
apprendimento con convinzione ed entusiasmo.
• Infine, il fondamentale compito dell’insegnante è
quello di riuscire a valorizzare e a sostenere
continuamente il ruolo dell’impegno e la qualità del
processo d’apprendimento, trattando i suoi studenti
come persone attive, capaci e responsabili.
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Riuscire a creare un clima di classe cooperativo, piuttosto che competitivo, è
una conditio sine qua non per la valorizzazione degli interessi e delle
curiosità del singolo.
La competizione genera infatti tipicamente obiettivi di prestazione e, di
fronte al fallimento, favorisce uno stile attributivo legato alla mancanza
di capacità.
Secondo McCombs e Pope è utile:
- aiutare gli alunni a valorizzare se stessi e il proprio processo di
apprendimento;
- rendere gli studenti consapevoli del proprio funzionamento
psicologico e farli riflettere sulla natura del loro senso di
autoefficacia, creando e orientando i pensieri funzionali
all’automotivazione;
- creare situazioni educative in cui gli alunni possano dimostrare la
loro naturale tendenza a imparare autonomamente;
- incoraggiare l’assunzione di rischi in ambito scolastico;
- creare un clima positivo di sostegno personale e sociale in cui
tutti gli alunni sono individualmente e sinceramente stimolati e
apprezzati.
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APPRENDIMENTO COOPERATIVO
• Il modello che va sotto il nome di “cooperative learning” prevede che
l’attività in classe venga organizzata secondo 5 principali criteri:
1. interdipendenza positiva: occorre creare delle condizioni che rendano gli
studenti consapevoli del fatto che il rapporto di collaborazione che li
unisce nel gruppo di cui fanno parte è tale per cui non può esistere
successo individuale senza un successo collettivo;
2. responsabilità individuale: è necessario attribuire ad ogni studente la
responsabilità di una parte del lavoro complessivo del gruppo, da cui
dipendone il lavoro dei compagni e il raggiungimento dell’obiettivo da
parte del gruppo stesso;
3. interazione costruttiva diretta: gli studenti sono chiamati a promuovere
reciprocamente il loro apprendimento scambiandosi aiuto e
incoraggiamento e ad assicurarsi che tutti i compagni del gruppo siano
in grado di svolgere e svolgano correttamente il compito;
4. uso di abilità sociali: per lavorare insieme agli altri ogni studente deve
possedere abilità sociali come guidare il gruppo, prendere decisioni
insieme, favorire la partecipazione…
5. valutazione del gruppo
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L’INSEGNAMENTO INTERDISCIPLINARE
•
Le unità interdisciplinari forniscono uno strumento didattico efficace per tutti gli
alunni, facilmente adattabile alle caratteristiche e ai bisogni educativi di
ciascuno. Inoltre, rappresentano una modalità per conoscere il territorio. Ultimo,
ma non meno importante, sono divertenti e motivanti.
•
La progettazione di un’unità interdisciplinare inizia individuando un argomento
generale, dopodiché si collegano ad esso gli obiettivi previsti dal curricolo.
L’argomento generale, nelle sue articolazioni, diventa una cornice mentale nella
quale gli alunni possono integrare i nuovi apprendimenti.
Le unità interdisciplinari implicano un lavoro collaborativo di progettazione e
coinvolgono attivamente gli studenti preparandoli alla complessità delle
situazioni che incontreranno nel proseguimento degli studi.
•
•
L’insegnamento interdisciplinare permette a docenti e alunni di lavorare su
diverse aree curricolari e può essere utilizzato efficacemente nelle classi
eterogenee. Un problema comune agli alunni è il rischio di apprendere in modo
parcellizzato e di non riuscire a generalizzare le acquisizioni.
•
L’insegnamento interdisciplinare si focalizza sugli apprendimenti significativi e
trasversali e aiutano gli studenti a collegare le nozioni apprese.
La realizzazione di unità interdisciplinari richiede una collaborazione sistematica
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fra i diversi insegnanti.
•
COME UTILIZZARE I RACCONTI A SCUOLA?
• PRIMI ANNI DELLA PRIMARIA
• I racconti possono essere letti a voce alta dall’insegnante, fermandosi per
condividere emozioni, sensazioni, osservazioni e commenti.
• E’importante che i momenti di lettura siano periodici nel tempo e non
sporadici, in modo che i bambini acquisiscano familiarità con le letture.
• E’ utile utilizzare le storie anche come sfondo integratore per molteplici
percorsi educativo-didattici.
• E’ importante che l’insegnante abbia una buona conoscenza della
letteratura per l’infanzia, per poter utilizzare libri o episodi in momenti
particolari e/o per affrontare situazioni problematiche (l’amicizia, le
incomprensioni, le regole, le separazioni, i lutti…) in modo non troppo
diretto.
• Se possibile, allestire una biblioteca di classe alla quale i bambini
attingano liberamente senza la necessità di effettuare verifiche o di
effettuare le letture con limiti stabiliti dall’insegnante
• Per motivare alla lettura, si rendono utili attività di animazione.
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• ULTIMI ANNI DELLA PRIMARIA
• E’ possibile utilizzare stralci dei capitoli per riflettere in
modo analitico su aspetti della narrazione e dei personaggi.
• Le descrizioni delle situazioni e del carattere dei
personaggi, letti e confrontati in modo condiviso, mediante
l’utilizzo di schede o percorsi guidati, permette di
affrontare temi importanti: la giustizia, l’indipendenza,
l’umorismo, l’autostima, il rispetto per la natura e
l’ambiente.
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ADATTAMENTO DEL TESTO ALLE DIFFICOLTA’
DEGLI ALUNNI: ALCUNE INDICAZIONI PRATICHE
1. Evitare la lettura (può essere utile quando lo studente può raggiungere gli
obiettivi della lezione leggendogli il testo ad alta voce. Si può applicare
quando l’obiettivo è la comprensione).
2. Ridurre la lettura (può essere utile per studenti lenti o che hanno difficoltà a
comprendere i vocaboli o i concetti espressi
3. supportare la lettura . Esempi di supporto alla lettura sono le aggiunte di
parole chiave, indizi, sottolineature e domande che aiutino lo studente a
concentrarsi sulle informazioni più importanti.
4. organizzare la lettura attraverso gli organizzatori anticipati (organizzatore
ad albero, schema di confronto)
5. guidare la lettura attraverso presentazioni, sintesi, organizzatori anticipati
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ADATTAMENTI CORRELATI
• Consegne
- suddividere le consegne in parti più piccole
- suddividere le consegne con scadenze più ravvicinate
- proporre modalità alternative di presentazione (orali,
multimediali…)
- utilizzare attività in gruppi cooperativi
• Verifiche
- ridurre le richieste della prova in proporzione alla riduzione del testo
- adattare la somministrazione della prova, fornendo informazioni
aggiuntive
- dare più tempo per lo svolgimento del compito
- modificare la modalità di svolgimento del test, proponendo ad esempio
domande a risposta chiusa anziché aperta.
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• LEGGE 28 MARZO 2003, N. 53
• Norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni
• Legge di riforma del sistema scolastico
• Art. 1: al fine di favorire la crescita e la valorizzazione della persona
umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e
dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel
quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il
principio di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi
sanciti dalla Costituzione, il Governo è delegato ad adottare, entro 24
mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nel rispetto
delle competenze costituzionali delle regioni e di comuni e province, in
relazione alle competenze conferite ai diversi soggetti istituzionali, e
dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, uno o più decreti legislativi
per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli
essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione
professionale
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• DECRETO LEGISLATIVO 19 febbraio 2004, n. 59
• Definizione delle norme generali relative alla scuola dell’infanzia e al
primo ciclo dell’istruzione, a norma dell’articolo 1 della legge 28 marzo
2003, n. 53.
•
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•
Capo III
Scuola Primaria
Art. 5: Finalità:
La scuola primaria, accogliendo e valorizzando le diversità individuali,
ivi comprese quelle derivanti dalle disabilità, promuove, nel rispetto
delle diversità individuali, lo sviluppo della personalità, ed ha il fine di
far acquisire e sviluppare le conoscenze e le abilità di base, ivi
comprese quelle relative all’alfabetizzazione informatica, fino alle
prime sistemazioni logico-critiche, di far apprendere i mezzi espressivi,
la lingua italiana e l’alfabetizzazione della lingua inglese, di porre le
basi per l’utilizzazione di metodologie scientifiche nello studio del
mondo naturale, dei suoi fenomeni e delle sue leggi, di valorizzare le
capacità relazionali e di orientamento nello spazio e nel tempo, di
educare ai principi fondamentali della convivenza civile.
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2972_0 - Scuola di Specializzazione all`Insegnamento Secondario