FARMACO: 10 REGOLE DA RICORDARE
(Fonte: www.federfarma.it)
1.
Nell’usare
il
farmaco
rispetta
la
posologia
(dose,
modalità
e
tempo
di
somministrazione) indicata dal medico
2.
Non assumere più farmaci contemporaneamente senza il consiglio del medico o del
farmacista
3.
Non interrompere arbitrariamente una terapia
4.
Controlla sempre la data di scadenza prima di utilizzare il farmaco
5.
Ricorda che alcuni farmaci (colliri, sciroppi, gocce, spray), una volta aperti, scadono
prima della data indicata sulla confezione
6.
Per ogni ulteriore dubbio chiedi consiglio al medico o al farmacista
7.
Conserva integra la confezione senza gettare l’astuccio contenitore e il foglietto
illustrativo
8.
Riponi i farmaci in luogo fresco e asciutto: non in bagno, non in cucina. In frigo se è
espressamente specificato
9.
Tieni lontano i farmaci dalla portata dei bambini
10.
Non gettare i farmaci nella spazzatura, ma negli appositi contenitori per la raccolta
differenziata collocati all’interno o in prossimità delle farmacie
1
CORRETTO USO DEGLI ANTIBIOTICI
(fonte: www.federfarma.it)
Gli antibiotici sono medicinali molto potenti che agiscono contro le infezioni batteriche
Gli antibiotici devono essere prescritti dal medico
Gli antibiotici non hanno alcun effetto sulle malattie di natura virale, come il raffreddore
e l'influenza. Al contrario, in questi casi, gli antibiotici possono avere un effetto negativo in
quanto affaticano inutilmente il fegato e i reni, che ne curano lo 'smaltimento'
Un uso scorretto o eccessivo di antibiotici rende i batteri resistenti agli antibiotici stessi.
Diventa, quindi, necessario ricorrere ad antibiotici più potenti, più costosi e con maggiori
effetti collaterali
Il ciclo di cura con medicinali antibiotici prescritto dal medico non va interrotto: anche
se i sintomi della malattia sono scomparsi, la cura va portata a termine, rispettando le dosi
e gli orari di somministrazione stabiliti dal medico
La febbre è un sintomo, non una malattia. È una naturale difesa dell'organismo. Prima di
ricorrere agli antibiotici è necessario capire qual è la sua origine
Non bisogna assumere antibiotici utilizzati per una malattia avuta in precedenza. È
necessario sempre consultare il medico
2
DICHIARAZIONE DEI REDDITI
COME DETRARRE DALLE IMPOSTE LE SPESE PER I FARMACI
(fonte: www.federfarma.it)
E' consentito detrarre dalla propria dichiarazione dei redditi un importo pari al 19% delle
somme relative all'acquisto dei medicinali effettuati nell'anno di riferimento, calcolato sulla
parte che eccede l'importo di euro 129,11.
Per esempio, un contribuente che ha speso (per l'acquisto di farmaci e/o per ticket sui
farmaci rimborsabili) 450,00 euro, potrà detrarre dall'imposta complessivamente dovuta
per l'anno in cui ha sostenuto tali spese una somma di euro 60,97; e' questa infatti la cifra
pari al 19% dell'importo di euro 320,89, cioe' della differenza tra euro 450,00 (spese
sostenute) e euro 129,11 (franchigia prevista dalla legge).
Quali documenti bisogna conservare per fruire della detrazione?
Per fruire della detrazione occorre conservare la seguente documentazione fiscale che, se
richiesta in caso di controllo della dichiarazione, va esibita o trasmessa agli uffici finanziari:
TICKET DI FARMACI FORNITI DAL SSN
•
Fotocopia della ricetta del medico di base
•
Scontrino fiscale con l'importo del ticket pagato
FARMACI ACQUISTATI (E' IRRILEVANTE CHE SIANO O NON SIANO CONCEDIBILI DAL SSN)
•
Fotocopia della ricetta medica
•
Scontrino fiscale con l'importo pagato
FARMACI VENDIBILI SENZA OBBLIGO DI RICETTA MEDICA
Nel caso siano stati prescritti da un medico
•
Ricetta medica
•
Scontrino fiscale con l'importo pagato
Nel caso siano stati acquistati senza ricetta
•
Autocertificazione per attestare di aver acquistato farmaci necessari al contribuente
o a familiari a carico. L'autocertificazione deve essere autenticata oppure accompagnata
da una fotocopia del documento di identità di chi la firma)
•
Scontrino fiscale con l'importo pagato
N.B. Una autocertificazione contenente affermazioni false puo' avere risvolti penali
3
ANZIANI E FARMACI
Gli anziani, si sa, sono grandi consumatori di medicinali, perché si trovano spesso a dover
curare più malattie contemporaneamente. Ecco i dieci consigli che il presidente della
Società italiana di gerontologia e geriatria, Roberto Bernabei, rivolge loro per usare i farmaci
con la dovuta accortezza.
(fonte: Corriere della Sera)
Decalogo del paziente attento
1.
Non dare ascolto all'amico che ha trovato beneficio per il tuo stesso disturbo con un
determinato farmaco, perché forse quel farmaco non va bene per te
2.
Più farmaci assumi, più possono capitare reazioni avverse
3.
Evita di rincorrere la cura del sintomo, ma assicurati che il medico stia curando la
malattia
4.
Sii preciso nell'assunzione dei farmaci, osservando accuratamente la prescrizione
(dosi e orari)
5.
Accontentati dei piccoli miglioramenti che il farmaco ti procura
6.
Non avere fretta di guarire, alcuni farmaci richiedono tempo prima di fare effetto
7.
Assicurati che ci sia un unico medico-regista tra i vari medici che ti curano
8.
Racconta al medico tutto quello che stai prendendo, anche sostanze di erboristeria, o
suggerite da un conoscente
9.
Se 'non ci stai tanto con la testa', fatti accompagnare da qualcuno che comprenda
bene quello che dice il medico
10.
Se capita un sintomo nuovo durante la cura, riferiscilo subito al tuo medico-regista
4
FITOTERAPIA: ISTRUZIONI PER L'USO
(fonte: bollettino dell'Aifa Farmacovigilanza News - n. 12/13 - giugno 2005)
Per fitoterapia si intende quella branca della medicina che consente l'impiego di piante
medicinali e loro derivati a scopo curativo e preventivo. I preparati fitoterapici sono
costituiti da una miscela di sostanze vegetali biologicamente attive. In particolare, tali
prodotti possono presentare una specifica attività farmaco-tossicologica e interagire con i
farmaci di sintesi, alterandone gli effetti previsti. Il fatto che un fitoterapico sia di origine
naturale non lo rende, quindi, esente da pericoli.
Gli effetti collaterali da erbe medicinali possono derivare da:
da
•
cattiva qualità del prodotto utilizzato per la preparazione: contaminazione della
pianta con pesticidi, metalli pesanti, batteri, muffe; sostituzione accidentale o volontaria di
una pianta con una tossica;
•
interazioni farmacologiche: il risultato delle interazioni può essere il potenziamento
dell'azione del farmaco con conseguenti effetti tossici, o una riduzione dell'effetto con la
risultante inefficacia del farmaco stesso;
•
uso scorretto: un uso prolungato o in particolari condizioni fisiologiche (gravidanza,
allattamento, età pediatrica o geriatrica) o patologiche (in atto o pregresse). Gli effetti
collaterali possono essere dovuti anche all'effetto della pianta, nonostante la sua buona
qualità.
Quando si usano fitoterapici, è dunque bene ricordare che:
1.
'Naturale' non è sinonimo di 'innocuo': esistono infatti anche piante tossiche, altre
responsabili di effetti collaterali noti, o con specifiche controindicazioni
2.
Non dovrebbero essere mai utilizzare le erbe raccolte spontaneamente, bensì quelle
garantite dal controllo di un esperto e quindi vendute attraverso i normali canali di vendita
(farmacia)
3.
L'assenza di controllo di qualità può essere causa di contaminazioni (durante la
lavorazione) ed errori nell'identificazione delle specie medicinali
4.
La maggior parte delle preparazioni empiriche e tradizionali a base di erbe è priva di
documentata efficacia, mentre i prodotti erboristici e gli integratori alimentari non hanno il
ruolo di medicinali vegetali
5.
Le erbe medicinali, in quanto contenenti sostanze biologicamente attive, vanno
assunte sotto il controllo del medico o del farmacista
6.
I trattamenti a base di erbe vanno evitati in caso di gravidanza o allattamento, per
mancanza di studi sulla loro innocuità a lungo termine
7.
Neonati, bambini e anziani non dovrebbero usare erbe medicinali senza il controllo
medico
5
8.
L' automedicazione con prodotti a base di erbe dovrebbe essere comunque di breve
durata
9.
Erbe e preparati vegetali possono interagire con molti farmaci
10.
Prima di iniziare un trattamento a base di erbe è necessario che il medico venga
informato riguardo particolari condizioni patologiche, allergie o terapie farmacologiche in
atto
6
FARMACI, ALCOOL E GUIDA
(fonte: www.fcr.re.it)
Farmaci e capacità di guida
I farmaci che maggiormente possono danneggiare la capacità di guida sono quelli che
agiscono, come l'alcool, sul sistema nervoso centrale producendo sedazione.
I "tranquillanti" (es. Tavor, Lexotan, Valium, En, Control, Ansiolin, Xanax, Lorans, ecc.)
vengono impiegati per controllare gli stati di ansia e sono probabilmente responsabili del
maggior numero di incidenti anche per il loro diffuso impiego. Spesso si crede che sia
necessaria un'assunzione prolungata nel tempo per avere effetti apprezzabili sui riflessi,
ma in realtà anche dopo una sola dose questi farmaci sono in grado di pregiudicare in
modo sensibile la capacità di guida per alcune ore. Studi al riguardo dimostrano che chi
assume questi farmaci corre un rischio di incidenti stradali 5 volte superiore a chi non li
assume.
Tali sostanze sono presenti anche in alcune preparazioni (es. Valpinax, Librax, Spasmomen
Somatico, Lexil) destinate al trattamento di disturbi gastro
gastro-intestinali,
intestinali spesso dovuti a pasti
frettolosi. Le persone, nei primi giorni di trattamento, dovrebbero evitare di mettersi al
volante o, se ciò non fosse possibile, usare molta prudenza, cercando di evitare viaggi
prolungati senza soste o in condizioni di traffico difficili.
Anche alcuni medicinali utilizzati per "l'esaurimento nervoso" (antidepressivi, es. Laroxyl,
Anafranil) alle prime somministrazioni possono indurre effetti sedativi e influenzare
negativamente la capacità di guida. C'è comunque da dire, a questo proposito, che nelle
forme più gravi il medico può fare esplicito divieto al paziente di guidare autoveicoli,
perché la malattia stessa lo controindica. Stesso discorso va fatto per i farmaci usati per
curare alcune malattie del sistema nervoso caratterizzate da alterazioni del comportamento
e/o comparsa di allucinazioni (antipsicotici, es. Largactil, Melleril, Haldol, Risperdal,
Zyprexa, Seroquel).
All'inizio del trattamento, i farmaci antiepilettici sono in grado di causare sonnolenza,
sedazione e sensazione di stordimento, compromettendo sia le capacità motorie che
cognitive. I pazienti epilettici non devono guidare se manifestano questi effetti indesiderati.
I medicinali impiegati nel morbo di Parkinson possono provocare sonnolenza e sensazione
di stordimento. Alcuni in particolare (es. Mirapexin, Requip, Parlodel) sono stati associati
alla comparsa di attacchi improvvisi di sonno (sonno irresistibile in cui la persona non è
cosciente del fatto che sta per addormentarsi), che possono risultare deleteri per chi si
trova al volante.
Gli antidolorifici più "potenti" (es. MS Contin, Durogesic) deprimono il sistema nervoso
centrale e possono pregiudicare la capacità di guida. Studi recenti indicano, però, che, una
volta stabilizzata la dose nel corso di terapie prolungate, non influenzano le capacità
psicomotorie dei pazienti.
7
Gli antistaminici di "vecchia generazione" (es. Polaramin, Fienamina) vengono usati nelle
forme allergiche (es. raffreddore da fieno, orticaria, pruriti generalizzati), oppure per
prevenire la nausea o il vomito durante i viaggi in nave o aereo (es. Travelgum, Motozina,
Valontan, Xamamina), ma sono presenti in associazione anche in alcuni sciroppi per la
tosse (es. Vicks Medinait, Benadryl Espettorante) e in certi decongestionanti delle vie
respiratorie (es. Zerinol c.m., Actifed, Neo-Coricidin). Pur con qualche differenza minima tra
prodotto e prodotto possono anch'essi provocare sonnolenza e intontimento. Gli
antistaminici più recenti (es. Zirtec, Telfast, Clarityn) possiedono un'attività sedativa minima
o assente e non influenzano in maniera significativa il grado di vigilanza e la capacità di
guida.
Alcuni farmaci antidolorifici prescritti dal medico (es. Indoxen, Feldene) o acquistabili senza
ricetta medica (es. Neo-Optalidon) contengono principi attivi che in qualche caso possono
causare un appannamento dei riflessi con effetti negativi sulla guida.
I diabetici in trattamento con insulina e/o con ipoglicemizzanti orali, a causa di un uso
scorretto dei farmaci o una variazione brusca della dieta (ad es. salto o ritardo di un pasto!),
corrono il rischio di una diminuzione degli zuccheri nel sangue (crisi ipoglicemica) che può
alterare la lucidità mentale e di conseguenza la loro capacità di guida. Dovrebbero perciò
tenere in macchina bevande dolci, caramelle, biscotti, grissini, crackers o altri alimenti che
in caso di necessità possano essere ingeriti comodamente e risolvere la situazione.
Certi medicinali che servono per controllare la "pressione alta" (antiipertensivi
antiipertensivi),
antiipertensivi all'inizio del
trattamento possono produrre bruschi abbassamenti della pressione con vertigini e senso
di svenimento. Se si devono utilizzare farmaci di questo tipo occorre comportarsi con
particolare attenzione soprattutto nei primi giorni di terapia.
Alcuni antibiotici (fluorochinoloni, es. Ciproxin, Levoxacin) possono causare vertigini,
influendo negativamente sulla guida.
Alcuni colliri utilizzati o a scopo diagnostico (es. atropina, somministrata durante le visite
oculistiche) o curativo (es. pilocarpina, utilizzata nella cura del glaucoma) hanno l'effetto di
dilatare
temporaneamente
la
pupilla
causando
"annebbiamento
della
vista"
e
compromettono la capacità di guida.
Anche alcuni antispastici usati nelle coliche, in modo particolare quando vengono
somministrati in fiale (es. Buscopan), possono provocare la comparsa di disturbi visivi.
Va infine raccomandata cautela alle persone che si sottopongono a interventi ambulatoriali
in day-hospital (es. endoscopie o altri esami strumentali): in questi casi è consigliabile che
il paziente non guidi per qualche ora dopo l'iniezione del "sedativo" o venga accompagnato
da un familiare.
I nomi delle specialità medicinali citate nella scheda si riferiscono ai farmaci maggiormente
diffusi e noti.
8
Alcool
L'alcool non è un farmaco, ma neppure un semplice componente della dieta: è in grado,
infatti, di deprimere l'attività del sistema nervoso e di conseguenza di influire
negativamente sulla capacità di guida.
Alcuni, soprattutto i giovani, pensano che "se non si beve non ci si diverte", che l'alcool aiuti
a socializzare e, eventualmente associato a qualche "pasticca", a ballare per ore in
discoteca, ma non si rendono conto che, una volta al volante, la miscela produce effetti
devastanti e mette a rischio la loro vita. Altri sono convinti che un buon "amaro" dopo un
pasto abbondante favorisca la digestione commettendo, nel caso debbano mettersi al
volante, due errori: esagerare a tavola e bere alcool prima di guidare.
Attenzione però a non illudersi per l'apparente euforia e il senso di sicurezza che l'alcool
sembra procurarci all'inizio: in realtà, l'alcool diminuisce sempre la prontezza di riflessi e di
conseguenza la capacità di guida.
Compromette, infatti, la capacità di percepire in tempo adeguato le distanze e i tempi di
frenata; la risposta agli ostacoli diventa così insufficiente e pericolosamente tardiva. Non
solo, ma l'alcool finisce col causare spesso sonnolenza con conseguenze facili da
prevedere.
Gli effetti dell'alcool dipendono dalla sua concentrazione nel sangue (alcolemia). La
quantità di alcool che può risultare pericolosa è spesso modesta: bastano 50 mg/dl (pari a
3 bicchieri di vino, a 2 boccali di birra o a un bicchierino di "Martini") per provocare un
appannamento dei riflessi e una minore prontezza nel percepire i segnali esterni.
Se proprio non si può farne a meno, non si deve superare il bicchiere di vino o una birra
piccola a pasto e non si deve mai ricorrere ai superalcolici. Secondo il codice della strada in
vigore, la concentrazione massima accettabile di alcool nel sangue è di 50 mg/dl.
L'alcool da solo è sicuramente la causa principale di molti incidenti stradali, ma può anche
aggravare gli effetti sulla guida di alcuni farmaci. Attenzione quindi a non associare alcool e
medicinali (in primo luogo "tranquillanti"), perché può risultare ancora più pericoloso.
Conclusioni
Alcuni farmaci, soprattutto durante le prime assunzioni, provocano disturbi che possono
alterare lo stato di vigilanza e risultare pericolosi per chi guida. Bisogna inoltre considerare
che gli effetti negativi dei farmaci tendono ad aumentare in frequenza e gravità nei pazienti
più anziani.
Poiché non è possibile stilare un elenco completo di tutti i medicinali "implicati" e prevedere
come ciascuno reagisce al trattamento, la cosa più semplice da fare prima di mettersi al
volante sotto l'effetto di un farmaco è quella di chiedere al medico o al farmacista se può
compromettere la nostra capacità di guida.
9
Se ci viene raccomandata prudenza, questa vale anche se dobbiamo eseguire lavori
pericolosi (ad es. su impalcature, tetti) o utilizzare macchinari che richiedono particolari
attenzioni (es. presse, fresatrici). È importante guidare solo quando ci si sente bene e si è
certi che il farmaco non influisce negativamente sulla prontezza di riflessi, moderando la
velocità e rispettando la distanza di sicurezza dai veicoli che ci precedono.
Infine, attenzione all'alcool: raddoppia il rischio di incidenti stradali.
10
FARMACI E SALUTE
UN’INFORMAZIONE
UN’INFORMAZIONE CORRETTA PER UN USO INTELLIGENTE DEI FARMACI
(fonte: www.fcr.re.it)
Da sempre l'uomo ha cercato nella natura sostanze capaci di guarire le sue malattie.
Dapprima ha imparato ad utilizzare molte piante medicinali che hanno poi fornito alla
moderna medicina farmaci molto importanti per la cura di numerose malattie o per alleviare
il dolore. Successivamente ha imparato a sintetizzare questi ed altri farmaci in laboratorio.
Se oggi la vita media si è allungata lo si deve anche ai progressi derivati dall'uso corretto
dei farmaci.
Oltre che comportare un beneficio (effetto terapeutico), i farmaci possono provocare danni
più o meno gravi a chi ne fa uso (effetti indesiderati). È bene sapere che quando si ingerisce
una semplice compressa si innesca una serie di reazioni che vanno ad interferire con molte
funzioni dell'organismo.
I farmaci vanno quindi usati con saggezza, in modo da sfruttarne gli effetti positivi e ridurre
al minimo i rischi, evitando sprechi economici per il singolo e per la collettività. Questo
opuscolo cerca di chiarire alcuni concetti che ognuno potrà approfondire maggiormente
con il proprio medico o farmacista.
Cosa ci si può aspettare dai farmaci?
I farmaci possono servire per prevenire alcune malattie.
malattie L'esempio più noto è quello dei
vaccini: essi sono in grado di evitare la comparsa di malattie altamente contagiose e
pericolose per la vita (es. poliomielite, difterite, epatite B). Questa protezione risulta tanto
efficace che molte vaccinazioni sono obbligatorie per legge.
I farmaci
farmaci possono curare le infezioni causate da organismi microscopici (es. batteri)
penetrati nell'organismo. Gli antibiotici, per esempio, vanno a colpire in modo selettivo
questi invasori consentendo all'organismo di riacquistare la salute.
Altre volte i farmaci
farmaci sostituiscono sostanze carenti e indispensabili per la sopravvivenza. La
mancata produzione di insulina da parte del pancreas provoca il diabete. I diabetici devono
perciò somministrarsi ogni giorno insulina sottoforma di preparazione farmaceutica per
condurre una vita normale.
Molti altri farmaci, infine, anche se meno importanti, debbono essere considerati preziosi
per la salute dell'uomo, perché consentono di alleviare sintomi fastidiosi come mal di testa,
nausea, febbre o di tenere sotto controllo pericolose malattie come l'ipertensione
(pressione alta).
11
Cosa i farmaci non possono fare?
Non possono sostituirsi a corrette abitudini di vita
I farmaci possono essere essenziali per il recupero della salute, o utili per ridurre un
malessere, ma non è detto che lo siano sempre. Esistono condizioni nelle quali essi non
possono sostituirsi a corrette abitudini alimentare e di vita.
Non ha senso ricorrere ad un farmaco contro la tosse quando in realtà si continua a fumare.
Non è neppure corretto impiegare farmaci per "regolarizzare" l'intestino quando si
mantiene una alimentazione povera di scorie e di liquidi o si conduce una vita sedentaria.
Un eccesso di colesterolo nel sangue trova in molti casi una soluzione a tavola e
nell'esercizio fisico: una dieta povera di grassi animali e ricca di frutta e verdura può evitare
il ricorso ai farmaci. Una dieta adeguata risulta anche la scelta più corretta per dimagrire.
I farmaci non possono combattere l'invecchiamento,
l'invecchiamento né migliorare la capacità di memoria e
la cura di sé dell'anziano.
Per quanto possibile è bene preoccuparsi per tempo di mantenere vive e stimolare le
capacità del cervello con attività, letture, interessi che lo mantengano in piena efficienza.
I farmaci non migliorano neppure la memoria dei giovani. Non aumentano la capacità di
apprendimento né il rendimento scolastico di alunni svogliati. Più che ricorrere ad un
farmaco "scacciapensieri" è necessario in realtà sforzarsi di capirne le ragioni, a volte molto
"naturali" o legate ad una particolare fase della crescita.
Il buon senso e la comprensione sono spesso le armi che consentono di affrontare molti
degli apparenti problemi di salute e le difficoltà che si incontrano.
Questo è il motivo per il quale non bisogna assolutamente forzare i medici a prescrivere
farmaci: una visita medica può anche concludersi senza una ricetta. Il valore di un medico
non lo si giudica dal numero di farmaci che prescrive.
Farmaci e farmacista
Il farmacista rappresenta un'altra qualificata fonte di informazione
informazione sui farmaci.
Al momento della dispensazione è opportuno rivolgergli le seguenti domande:
(ndr.: vedi anche La Carta del Farmaco)
•
Ci sono farmaci di libera vendita, alimenti o bevande che devo evitare mentre prendo
questo farmaco?
•
Questo farmaco può ridurre la mia capacità di guidare l'auto o di svolgere lavori che
richiedono equilibrio e prontezza di riflessi?
•
Come e dove devo conservarlo?
•
Se avrò bisogno di proseguire la cura è necessario avere la ricetta per riacquistare il
farmaco?
•
Cosa devo fare del farmaco rimasto inutilizzato?
12
Il farmacista è anche il principale interlocutore per tutta una serie di malesseri per i quali in
genere non ci si rivolge al medico come, ad esempio, mal di denti, mal di testa, stitichezza,
bruciore di stomaco, tosse. I farmaci impiegati in questi casi non sono farmaci privi di rischi
solo perché sono acquistabili senza ricetta medica: richiedono anch'essi particolari
attenzioni e precauzioni nella scelta e nell'uso.
È consigliabile perciò affidarsi a chi ne sa di più evitando di volersi curare da soli,
soli dietro
consiglio di amici o parenti, o, peggio, su pressione della pubblicità. Un disturbo anche
banale può nascondere una malattia più seria e ciò che è servito ad una persona non è
detto che vada bene per un'altra.
È questo il motivo che spinge il farmacista a rifiutare certi farmaci senza ricetta o ad
indirizzare dal medico per un approfondimento. In questi casi è bene non insistere perché il
farmacista sta compiendo il suo dovere: evitare cioè un uso incontrollato dei farmaci a tutto
vantaggio della nostra salute.
Gli effetti indesiderati dei farmaci
Cosa sono e come devono essere sopportati
Gli effetti indesiderati sono disturbi più o meno fastidiosi che i farmaci possono produrre
insieme alla loro azione curativa. Talvolta questi effetti indesiderati non possono essere
separati dal beneficio e devono essere sopportati, purché ovviamente non siano gravi.
Quando si assume un tranquillante per ridurre l'ansia, ci si deve aspettare che il farmaco
provochi sonnolenza. Così come è normale che un antispastico, oltre ad eliminare il mal di
pancia, causi secchezza della bocca e che un antiinfiammatorio (antireumatico) tolga il
dolore e l'infiammazione, ma al tempo stesso dia qualche disturbo di stomaco. Nonostante
la ricerca si sforzi di rendere i farmaci sempre più selettivi, questo tipo di effetti collaterali è
ancora molto frequente. Si tratta in genere di malesseri modesti e passeggeri che però
possono manifestarsi in modo grave in gruppi di pazienti predisposti. È per questa ragione
che gli antiinfiammatori come l'aspirina e il cortisone vengono sconsigliati a chi soffre, o ha
sofferto, di ulcera gastrica o duodenale.
Altre volte questi disturbi sono un segnale di allarme che il farmaco sta producendo effetti
dannosi.
Agire di propria iniziativa sospendendo il farmaco può però essere sbagliato. A volte è più
pericoloso interrompere il trattamento che tollerarne i fastidi (es. farmaci per la pressione
alta).
Da qui la necessità di chiedere sempre al medico tutte le informazioni sui farmaci prescritti
che possono essere utili in circostanze simili.
Lo spreco dei farmaci
Come ridurlo
(ndr: vedi anche comunicato stampa Federfarma del 7 febbraio 2007)
In questi ultimi anni si è parlato molto di farmaci, sottolineandone soprattutto l'uso ritenuto
eccessivo e, di conseguenza, la spesa sempre crescente per il Servizio Sanitario. Gettare via
un farmaco inutilizzato è cosa comune: ogni anno quintali di confezioni di farmaci scaduti
13
vengono distrutti negli inceneritori. Le cause sono certo molteplici, e le autorità sanitarie e i
medici potrebbero far molto per risolvere questo problema.
Tuttavia ognuno può contribuire a ridurre tale spreco di risorse.
•
La prima regola è quella di non spingere il medico a prescrivere farmaci, ricordando
che i farmaci non possono sostituirsi a corrette abitudini alimentari e di vita. Prevenire è
meglio che curare.
•
La seconda è quella di portare al medico una lista dei farmaci che si hanno in casa
affinché egli possa valutare la possibilità di utilizzarne qualcuno già disponibile.
•
In questo modo si eviterà di sovraffollare inutilmente l'armadietto dei medicinali
riducendo il rischio di fare confusione o di usare farmaci scaduti.
Cosa tenere nell'armadietto
nell'armadietto
Il minimo indispensabile
La data di scadenza riportata sulla confezione è garanzia di sicurezza solo quando il
medicinale è integro e conservato correttamente.
Ci sono farmaci facilmente deteriorabili che, una volta aperti, devono essere eliminati prima
della loro scadenza naturale.
I colliri, ad esempio, vanno usati al massimo per 15 giorni perché perdono in breve tempo
la sterilità che è un loro requisito indispensabile.
Oltre ai medicinali utilizzati da qualche componente della famiglia, può essere
essere opportuno
avere a disposizione alcuni prodotti quali:
•
Un farmaco contro il dolore e la febbre (per adulti e per bambini)
•
Un antiacido
•
Una crema antiallergica a base di idrocortisone
•
Un disinfettante a base di cloro o di iodio
•
Materiale di medicazione vario (cotone, compresse di garza, cerotti, bende)
•
Una borsa per il ghiaccio o una confezione monouso di ghiaccio istantaneo
•
Un termometro
•
Alcune siringhe sterili monouso
•
Un laccio emostatico
14
CARTA DEL FARMACO
LE DIECI
DIECI REGOLE DA RICORDARE
(fonte: www.cartadelfarmaco.it)
Il Farmaco:
I - è un bene esistenziale,
esistenziale concepito e prodotto per tutelare la vita e la salute delle persone
e per consentire loro di vivere più a lungo e con la migliore qualità di vita possibile
II - deve possedere, per essere utile, tre necessari requisiti:
sicurezza (tutti i farmaci possiedono una potenziale tossicità e va dunque salvaguardato il
rapporto più favorevole tra i benefici attesi e il rischio di effetti avversi) efficacia (deve cioè
poter modificare il decorso di una malattia o curarne i sintomi o prevenirli) qualità (le
specialità medicinali posseggono contenuti e caratteristiche certificati e garantiti in ogni
fare di vita del prodotto, dalla produzione alla distribuzione) a questi tre requisiti deve
necessariamente accompagnarsi la condizione dell'impiego
impiego corretto e appropriato:
appropriato il
farmaco si usa infatti solo in caso di necessità, alle giuste dosi e per il periodo necessario)
III - possiede inevitabili e forti profili di criticità:
criticità tutti i farmaci, compresi quelli da
automedicazione acquistabili senza ricetta, esercitano un'attività terapeutica, hanno
controin-dicazioni e possono causare effetti collaterali anche gravi. Se assunti insieme ad
altri farmaci o ad altre sostanze, come ad esempio l'alcool, moltissimi farmaci possono
inoltre dare luogo a interazioni pericolose, procurando gravi danni alla salute
IV - è un prodotto ad altissima specificità composto da due parti inscindibili: quella
sostanziale, rappresentata dal principio attivo in esso contenuto; quella formale, altrettanto
necessaria, costituita dal complesso di informazioni, indicazioni, avvertenze e consigli per
l'impiego forniti dalle aziende che lo producono, dalle autorità sanitarie che lo autorizzano,
dai medici che lo prescrivono e dai farmacisti che lo dispensano.
V - è un prodotto destinato a una terapia o a finalità preventive e come tale non si consuma
ma si impiega. Proprio per questo, l'erogazione dei farmaci è sottoposta a regole rigide, nel
superiore interesse della tutela della salute
VI - è un bene di salute e non una merce qualsiasi, e come tale non può essere oggetto di
sollecitazioni a un maggiore consumo, né trasparenti né occulte: assumere maggiori
quantità di farmaci o usarli quando non servono può causare gravi danni alla salute
VII - se usato impropriamente, in assenza di vere malattie o, come spesso accade, per
soddisfare spinte psicologiche che andrebbero affrontate in modo diverso, può essere
causa di malattie
VIII - ha la naturale sede di erogazione
erogazione nella farmacia, presidio di salute aperto a tutti,
sottoposto al controllo delle autorità sanitarie e affidato alla responsabilità di un
professionista, il farmacista. Ciò per garantire ai cittadini la necessaria sicurezza
nell'accesso alle medicine, all'interno di un rapporto fiduciario che si sostanzia nella
consulenza e assistenza farmacologica, ovvero l'insieme di consigli e avvertenze per
conservare e usare bene i farmaci, anche i più noti e comuni, riducendo i rischi connessi al
loro impiego
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IX - insieme a un connaturato e non quantificabile valore etico, sanitario e sociale, ha un
costo economico,
economico sostenuto dal SSN o direttamente dal cittadino. Usare male i farmaci o
sprecarli, dunque, al di là delle possibili conseguenze sulla salute, significa sottrarre risorse
che potrebbero essere impiegate per una sanità migliore. Per contro, il farmaco usato con la
necessaria appropriatezza è anche un investimento che produce enormi risparmi,
eliminando o mantenendo sotto controllo patologia che, altrimenti, potrebbero richiedere
ricoveri ospedalieri o altri e più costosi trattamenti e interventi terapeutici.
X - non ha mai lo scopo di sostituirsi a corrette abitudini di vita:
vita non ha senso ricorrere a
un farmaco se poi si adottano comportamenti sbagliati, regimi alimentari scorretti o si
trascura l'attività fisica. È sbagliato pensare che esiste sempre un farmaco adatto a risolvere
i nostri problemi; bisogna invece sforzarsi di capire qual è il modo per conservarsi in buona
salute e quali possono essere le cause dei nostri malesseri, con l'aiuto del medico e del
farmacista
In farmacia:
Cinque domande da rivolgere sempre al tuo farmacista per usare al meglio i farmaci
A quasi tutti capita, prima o poi, di dover prendere una compressa, magari per combattere
un sintomo che può apparire banale. Non facciamolo a cuor leggero:
leggero il farmaco non è mai
un prodotto neutro ed è bene assumerlo con prudenza:
prudenza un semplice antistaminico preso
per combattere i fastidiosi sintomi di un'allergia, ad esempio, può provocare stati di
pesante sonnolenza che, se dovessimo metterci in viaggio guidando una macchina, ci
esporrebbero a gravi rischi. Bisogna stare attenti soprattutto quando si segue già una
terapia con altri farmaci, come spesso accade agli anziani e ai malati cronici: le medicine,
come le persone, possono anche non andare d'accordo tra loro e le conseguenze di
un'eventuale interazione possono talvolta essere gravi o fatali.
Ecco perché, quando ci rechiamo in farmacia, dobbiamo sempre preoccuparci di rivolgere
qualche semplice ma importante domanda al nostro farmacista: lui sarà lieto di rispondere,
perché questo è il senso della sua professione, e noi potremo assumere più tranquillamente
il nostro farmaco, impiegandolo al meglio e senza rischi. E, magari, risparmiando anche
qualcosa.
•
Come, quando e per quanto tempo devo prendere questa medicina?
•
Questo farmaco può dare luogo a interazioni pericolose se assunto con altri farmaci
o con particolari alimenti?
•
Questo farmaco ha effetti collaterali conosciuti? E quali?
•
Come devo conservare questo farmaco? Per quanto tempo è utilizzabile, una volta
aperta la confezione?
•
Ci sono equivalenti generici che corrispondono a questa specialità
specialità medicinale?
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FARMACI NELLA SPAZZATURA?
NO, GRAZIE. IL CONTROLLO DEGLI ARMADIETTI SI FA IN FARMACIA
(fonte: comunicato stampa Federfarma del 7 febbraio 2007)
Le farmacie Federfarma condividono le preoccupazioni espresse da FederAnziani a
seguito dei risultati di uno studio condotto da FederAnziani stessa, dal quale è
risultato che nelle case degli italiani giacciono tantissime confezioni di farmaci,
spesso scadute.
Il fatto che i cittadini conservino a casa tanti farmaci, scaduti o privi della
confezione originaria, e finiscano poi per gettarli nella spazzatura crea, infatti,
danni non solo all’economia dello Stato e delle famiglie e ai conti pubblici, ma
anche alla salute.
I farmaci scaduti o conservati male perdono la loro efficacia e non sono in grado di
risolvere i problemi di salute per i quali vengono assunti. Il farmaco privo della
confezione originaria e, quindi, delle informazioni necessarie per il suo corretto uso
può essere utilizzato nel modo o per lo scopo sbagliato e provocare danni alla
salute. I farmaci gettati nella spazzatura di casa, anziché negli appositi contenitori
in farmacia, possono creare problemi di inquinamento delle falde acquifere e
tornare nelle case degli italiani sotto forma di residui contenuti nei cibi (soprattutto
carne e pesce): i cittadini assumono così, senza saperlo, sostanze chimiche.
Più sono i farmaci conservati a casa, più alto, inoltre, è il rischio che soprattutto i
bambini possano ingerirli accidentalmente: l’intossicazione involontaria da farmaci
è una delle principali cause di ricovero o ricorso ai centri antiveleni.
Federfarma condivide la proposta del Presidente di Farmindustria di istituire un
tavolo per definire confezioni di medicinali più adeguate alla durata delle terapie
(grandi per le terapie croniche, piccole per testare l’efficacia delle cure su
determinati pazienti cronici o per disturbi acuti di breve durata) ed è pronta a dare
il proprio contributo tecnico a questa discussione.
Le farmacie, infine, invitano i cittadini, soprattutto gli anziani, a portare
periodicamente in farmacia i medicinali che conservano nel proprio armadietto.
Potranno così avere una verifica professionale della validità e della scadenza e
ottenere tutte le informazioni necessarie per il corretto utilizzo di farmaci rimasti
privi della confezione originaria.
Portando in farmacia i farmaci da controllare sarà più facile anche smaltire in modo
corretto le confezioni scadute e gettarle negli appositi contenitori per la raccolta
differenziata di medicinali collocati presso le farmacie stesse, evitando i gravi rischi
di inquinamento.
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FARMACI GENERICI
Cosa sono i medicinali generici?
I medicinali generici sono farmaci non protetti da brevetto - il diritto dí esclusiva
dell'Azienda - che ne aveva curato la ricerca e lo sviluppo. Sono medicinali di
comprovata qualità ed efficacia terapeutica e consolidati dal lungo periodo di
impiego; hanno le medesime caratteristiche del farmaco da cui derivano, lo stesso
principio attivo e la stessa composizione.
E' vero che i medicinali sono gratuiti?
Sì, lo Stato rimborsa solo la quota corrispondente al prezzo più basso dei prodotti
generici in commercio; al contrario chi non vorrà rinunciare al prodotto di "marca"
dovrà pagare la differenza.
Se sono uguali al farmaco da cui derivano, perché
perché esiste questa differenza di
prezzo?
Poiché le Aziende che producono medicinali generici non devono recuperare gli
investimenti di ricerca e sviluppo, a suo tempo sostenuti dall'Azienda depositaria
del brevetto ormai scaduto.
Ma se costano meno la qualità
qualità è la stessa?
Certamente, la qualità dei medicinali generici è uguale a quella degli altri farmaci in
quanto sottoposti agli stessi processi produttivi ed agli stessi controlli sotto
autorizzazione e tutela del Ministero della Salute.
Dalla somministrazione
somministrazione del farmaco che ho sempre preso, con un medicinale
generico, avrò gli stessi giovamenti?
Sì, perché la terapia non è stata cambiata, è stato prescritto un prodotto uguale al
precedente che, anziché essere identificato con un marchio (nome di fantasia), viene
denominato in base alla sostanza responsabile dell'attività terapeutica (principio
attivo) ed al nome dell'Azienda che lo commercializza.
Dove posso trovare i medicinali generici?
I medicinali generici sono regolarmente reperibili in tutte le farmacie.
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n.1 - Nuoro