n.2 anno 2013
© Illustrazione di Elena Prette
Periodico trimestrale dell’ADSINT - Associazione Donatori di Sangue - Istituto Nazionale dei Tumori - Onlus - Anno XXXVII - n.2/2013 - numero 141 - spedizione in Abb. P. art.2, comma 20/c, legge 662/88
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Direttore Responsabile: Giovanna Ferrante
Vice Direttore: Alfredo Dovera
Redazione: Stefania Bortolotti, Stefano
Cozzaglio, Laura Fugnoli, Roberto Mariani,
Fabrizio Villani
Segreteria di Redazione: Stefano Lanfranchi
Ha collaborato a questo numero:
Tommaso Bicego, Vincenzo Di Mango,
Elena Ghilardi, Caterina Scalise
Foto di: Damiano Basanisi
Direzione, Redazione e Amministrazione:
Via Venezian, 1 - 20133 Milano (MI)
Tel 02 2390 3172 - 02 2390 3173
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Periodico trimestrale dell’ADSINT
Associazione Donatori di Sangue
Istituto Nazionale Tumori - Onlus
Il Globulo è una rivista trimestrale dell’ADSINT
gratuita ai soci. Viene inoltre inviata, sempre
gratuitamente, ai soggetti che effettuano una
donazione non inferiore a € 10,00.
Le donazioni possono essere effettuate a mezzo
assegno o tramite bollettino postale sul conto
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Gli articoli firmati o siglati rispecchiano il pensiero
dell’autore e non impegnano il giornale.
Pubblicazione trimestrale, registrazione presso il
Tribunale di Milano del 20.04.1977 n° 165.
Spedizione in abbonamento postale Art.2,
comma 20, lettera c, Legge 23/12/1996 n° 662
– Milano
Si può donare
Orari e indicazioni per la donazione
dalle ore 7.30 alle ore 12.30
dal lunedì al venerdì
Chi dovesse effettuare gli esami di sangue
annuali o di controllo potrà presentarsi
dalle ore 7.30 alle ore 12.00 a completo
digiuno dalla mezzanotte.
Le donne in età fertile non possono
effettuare esami o donazione in
periodo mestruale. Gli esami strumentali
(Elettrocardiogramma – Rx Torace – Visita
cardiologica) si effettuano la mattina tra
le 8.30 e le 11.00 su appuntamento previa
richiesta da parte del medico del Centro
trasfusionale.
Nei sabati di apertura
dalle ore 7.30 alle ore 12.00
Sabati di apertura
1-15-29 giugno, 13-27 luglio
3-31 agosto, 14-28 settembre
Per informazioni:
ADSINT Associazione Donatori di Sangue
Istituto Nazionale Tumori – ONLUS
Via Venezian, 1 20133 Milano (MI)
Tel. 02 2390 2885 – 02 2390 3172
Fax 02 2390 2969
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Caro Associato,
se ricevi più di un numero del Globulo
per nucleo famigliare puoi distribuire
le copie eccedenti a un vicino o
al medico curante, ci aiuterai a
divulgare il nostro messaggio di
solidarietà.
Inoltre, conserva la ricevuta postale o
bancaria della tua offerta alla nostra
Associazione: potrai dedurla con la
prossima dichiarazione dei redditi in
base all’art. 13 D. Lgs n° 460/97.
L’ADSINT è iscritta all’anagrafe delle
ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative
di Utilità Sociale).
Sommario
• Orari e indicazioni
2
• Editoriale Giovanna Ferrante 3
>> Vita associativa
• 300 donazione di sangue Vincenzo Di Mango • Pensieri su Amsterdam Tommaso Bicego
• E ora scaldate i motori… si parteeeee Caterina Scalise
• Attività del Gruppo di Vaiano Cremasco Elena Ghilardi
• Giornata mondiale del donatore Segreteria ADSINT
• ADSINT News Segreteria ADSINT
• Corso d’inglese Shenker Segreteria ADSINT
4
6
8
10
11
12
15
>> Medicina
• Malattia renale cronica Fabrizio Villani
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IL GLOBULO n.2|2013
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>> Conoscere e sapere
• La casa degli artisti Giovanna Ferrante
• Macbeth Stefano Cozzaglio
• Buca, buca con acqua Alfredo Dovera
• Pane, amore, fantasia Damiano Basanisi
• Mercedes, storia dell’automobile Alfredo Dovera
• Cinema in casa Laura Fugnoli
• Viaggiare Stefania Bortolotti
• In musica Segreteria Adsint
• Tra le quinte Giovanna Ferrante
• Il segnalibro Giovanna Ferrante
• La ricetta Roberto Mariani
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35
redattori
anche voi!
Inviateci i vostri
messaggi, foto
o suggerimenti
sugli articoli
che volete trattare.
Editoriale
Cosa significa essere donatore?
Giovanna Ferrante
Giornalista. Milanesissima,
ha caratterizzato la sua professione
raccontando la città che ama, la sua storia
e i suoi protagonisti con la pubblicazione
di diversi libri e tenendo conferenze su temi
milanesi. Donatrice di sangue presso l’Istituto
dei Tumori è stata Vice Presidente ADSINT.
Attuale Direttore de “il Globulo” vorrebbe
che la testata diventasse un “salotto” per
rinsaldare i vincoli d’amicizia fra tutti i Donatori.
[email protected]
Essere parte attiva nella vita di
ADSINT, consapevole di far parte
di un gruppo numerosissimo di
persone, uomini e donne che negli
anni si sono uniti per dare aiuto
concreto ai pazienti dell’Istituto
Tumori.
E’ scontato che ogni donatore sia
felice di contribuire personalmente
per rendere più efficiente l’attività
clinica e chirurgica rivolta al malato,
sia felice di dare un significativo
contributo per la soluzione di una
malattia.
La volontà di ognuno è
indispensabile per rendere concreta
la possibilità di raggiungere un
grande risultato, attenuando il
timore della mancata risposta alla
necessità impellente dei pazienti.
Ma è necessario anche lo sforzo
comune che sappia contagiare
con entusiasmo, amplificando
l’idea e l’azione per chiamare
altri e motivarli verso l’obiettivo da
raggiungere: un numero sempre
più elevato di donatori di sangue,
anche se già ora molto possiamo
fare perché siamo un esercito di
circa cinquemila persone.
Uno dei temi importanti è l’ingresso
nelle scuole per far capire alle
nuove generazioni come la
donazione di sangue sia un aiuto
concreto per chi si trova nel
bisogno, ma anche un’esperienza
vissuta che diventa sentiero da
percorrere per la crescita personale.
Quante gocce saprò donare, unite
a tutte le altre, aumenteranno
il patrimonio prezioso di gocce
raccolte.
Perché un donatore non guarda
ad un futuro dispersivo, piuttosto
l’obiettivo è quello di un futuro
aggregante e concreto nella
immediata generosa risposta ai
problemi di salute che affliggono
molti.
La nostra missione è tutta qui.
Giovanna Ferrante
La redazione
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Vita associativa
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Medicina
Conoscere e sapere
300 donazioni
di sangue
Testo di: Vincenzo Di Mango
Foto di: Damiano Basanisi
I
l 16 febbraio 1976 un uomo che
conoscevo di vista (ricordo che
si chiamava Giulio) mi chiese
disperato, se il giorno seguente
me la sarei sentita di dare il mio
sangue per sua madre che avrebbe
subito un serio intervento chirurgico
nell’Ospedale di Trani, il mio
paese di origine. Ero stato preso
alla sprovvista da quella richiesta
insolita, non eravamo amici, non ero
coinvolto emotivamente e volevo
decisamente dirgli di NO. Però volevo
farlo in equilibrio con il mio modo di
essere e di pensare. Ero un giovane
uomo di vent’anni, idealista come
4 -5
tanti altri, volevo cambiare il mondo,
partecipavo alle manifestazioni per
la pace ed ero contro qualsiasi tipo
di sofferenza e crudeltà.
In quei pochi istanti non riuscii a
pensare ad una benché minima
ma ragionevole motivazione che
mi facesse cadere in piedi e,
guardandolo negli occhi, gli dissi di
SI. Lui mi sorrise e ringraziandomi con
gratitudine mi diede appuntamento
per il giorno dopo al Centro
Emotrasfusionale dell’Ospedale.
Così il mattino seguente ebbi un
colloquio con un medico che mi
chiese notizie sul mio stato di salute
e sulle malattie che avevo avuto
da bambino. Le mie risposte erano
state evidentemente soddisfacenti
così procedettero con la trasfusione.
In 5 minuti avevo già concluso
la donazione. Giulio mi ringraziò
con gratitudine e addirittura usciti
dall’Ospedale mi offrì del denaro
per sdebitarsi; scuro in viso, gli risposi
di non pensare che il mio sangue
fosse in vendita, e gli chiesi piuttosto
di offrirmi un cappuccino ed un
cornetto al bar. Lui mi chiese scusa
e mi spiegò che un suo parente, per
un’altra sacca di sangue, aveva
voluto essere pagato, da qui la sua
intenzione di darmi del denaro.
In breve si sparse la voce. Nel giro
di un anno e mezzo altre quattro
persone mi chiesero di donare sangue
per i loro parenti ricoverati. A quel
punto decisi di associarmi all’AVIS
di Barletta per darmi una disciplina:
le mie donazione sarebbero state
articolate nei mesi e a disposizione in
modo anonimo per i pazienti che ne
avessero avuto necessità.
Quando poi nel 1978 mi sono
trasferito in Lombardia, ho continuato
a donare il sangue all’AVIS di Milano
finché, assunto nel 1980 all’Istituto dei
Tumori come impiegato, sono venuto
a conoscenza di ADSINT. Durante la
seconda donazione in Istituto mi fu
chiesto se potevo donare granulociti
per mezzo della separazione: ne fui
incuriosito e da allora ho alternato
le mie donazioni tra sangue intero,
piastrine, granulociti e, più di recente,
plasma.
Devo riconoscere che, così facendo,
sono sempre stato sotto controllo
medico e non ho mai avuto episodi
patologici che sfuggissero alle visite
mediche o agli esami di routine,
soprattutto quando ero reduce
da cene abbondanti con amici e
parenti: il mio fegato si ribellava e la
fatidica prova delle transaminasi era
un serio esame da superare quasi
con ansia!
Da quella mia prima donazione
casuale sono trascorsi ben 37
anni e il 6 dicembre 2012 ho
raggiunto il traguardo inaspettato
delle 300 donazioni (65 di sangue
intero, 99 separazioni cellulari, 136
plasmaferesi). In tutti questi anni
ho intrecciato rapporti di sincera
amicizia con gli infermieri, tecnici,
ausiliari e medici del Centro
Emotrasfusionale, primo fra tutti
il caro Dottor Ravagnani, che mi
hanno permesso di mantenere una
qualità alta di rapporto profondo e
sincero nello scambio reciproco.
Nel 2000 ho cambiato Ente e ho
iniziato a lavorare all’INPS ma ho
continuato e continuo ad essere
donatore mantenendo un forte
legame con l’ADSINT. Impegno che
mantengo anche ora che mi sono
trasferito a vivere e lavorare a Carrara,
in cerca di un ambiente più vivibile
con il clima temperato ed il mare.
La donazione di sangue. Ogni volta
è come la prima volta; ogni volta
aumenta la mia consapevolezza
di essere di aiuto ad un ammalato
ricoverato, ad un bambino; ogni
volta cresce la mia coscienza di uomo
che aiuta la collettività in difficoltà.
Non bastano le parole per esprimere
l’importante ruolo del donatore
nella complessità sociale. Questo
sentimento mi rende orgoglioso di
essere un donatore di sangue.
Chiudo questa mia riflessione partita
da lontani ricordi, con un pensiero
a Suor Albertina che tanta parte ha
avuto nella nascita di questa nostra
Associazione.
IL GLOBULO n.2|2013
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
AMSTERDAM
Testo di: Tommaso Bicego
S
on stato a lungo su questa
pagina per decidere cosa
scrivere del soggiorno
dell’ADSINT MENO30 ad Amsterdam.
Ero indeciso fra diversi argomenti,
cercando di mantenermi il più
distaccato possibile dall’evento.
Fare una specie di cronistoria? No,
sarebbe stato inutile e misero, quello
è un lavoro degli storici.
Scrivere di quello che abbiamo
fatto noi? Ma a chi può interessare
un’autocelebrazione? Bocciata.
E allora ho deciso che non scriverò
di nulla che riguardi l’ADSINT o di
Amsterdam stile Wikipedia, ma di
quello che è stato il mio rapporto con
la città, ma non voglio scrivere l’ovvio
che non interessa a nessuno, scriverò
del vero, il mio vero e come tale
voglio che sia letto e preso.
Siamo partiti da Milano Linate, un bel
viaggio veloce durato 3 giorni, ad
Amsterdam il tempo lasciava un po’
a desiderare, nuvoloso con minaccia
di pioggia. Avendo visto le previsioni
comunque ero abbastanza sicuro
che il cielo avrebbe retto fino alla
settimana dopo.
La cosa più bella è la consapevolezza
di essere in un paese nuovo, diverso,
quella città così fredda emanava
odore di avventura.
Cosa abbiamo fatto il primo giorno?
Sì, ci siamo infilati in qualche bar,
d’altronde è la nostra specialità,
quello che mi ha affascinato di più
6 -7
IL GLOBULO
n.2|2013
è che gli olandesi sono dei perfetti
bilingue, parlano il loro nederlandese
di cui non so nulla, ma anche un
perfetto inglese, non troppo “british”,
ma assolutamente comprensibile,
mica quel divario da americano ad
inglese a cui siamo abituati.
Scriverò un po’ sommariamente
quello che abbiamo fatto, abbiamo
visto un’infinità di musei, ma quello
più importante di tutti è l’Hermitage
di Van Gogh.
Sono rimasto colpito dal pittore,
avendo avuto quello che a me
piace considerare un buon liceo
artistico sono molto sensibile all’arte,
per non parlare della psicologia
dell'artista stesso, in Van Gogh poi
così interessante. Non ne parlerò ma
chi vuole andare ad Amsterdam, ve
ne prego, oltre ad andare per i soliti
locali andate a conoscere un mostro
dell’umanità, fatevi questo favore,
crescete, conoscetevi.
Amsterdam ti permette questo, è
bene non sprecarlo.
Quando si parla di Amsterdam
bisogna però avere ben chiaro una
cosa, la città è un mix incredibile
fra una voglia di risorgere costante
e violenta e un desiderio di morte
che mai si spegne, credo che
davvero Anne Frank abbia causato
un terremoto nella cultura cittadina,
influenzandola profondamente.
Perché se è vero che hai musei,
biblioteche, cultura, chiese, persone
LA RIMA DI SIG
Vieni qui da noi
che donar tu puoi,
basta tendere il braccio
che riceverai un abbraccio,
è solo un piccolo buchetto,
ma è grande il suo effetto.
di valore indiscusso e futuro hai
anche prostituzione, alcol, droga,
poveri, criminalità e sporcizia.
Quello che forse è un po’ esotico
da afferrare è che non ci sono due
Amsterdam, come se fossero due
quartieri diversi, condizione che puoi
trovare ad esempio in una città
come Milano. No! Amsterdam è una
sola, con la prostituta che batte la via
dietro alla chiesa.
Come Anne Frank è la bambina che
tutti un po’ conosciamo, sognatrice
e buona, ma irrimediabilmente
schiacciata dalla vita, così
Amsterdam.
Sicuramente una città da visitare, se
misto di alta tecnologia, immagini,
birra a fiumi e giochi interattivi, un
percorso che dura alcune ore in
pancia all’azienda e che sfocia in
una specie di sala aperitivo piena
di monitor. Un bel bar dove si sta
in piedi si chiacchiera, si beve e
si fa amicizia un po’ con tutti. Col
senno di poi potrebbe anche essere
considerato un postaccio insulso visto
che non c’era nulla di particolare
a parte qualche monitor che
proiettava alternati Rio e New York
ma l’atmosfera era buona e si stava
bene.
Il museo del cinema anche lui carino
(siamo rimasti ore a provare quelle
tecnologie di proiezione e cattura
immagini), la casa di Anne Frank
vista dal battellino, la scacchiera
giocabile per strada (a Milano non
sarebbe durata un giorno), Piazza
Dam… Devo dire che è una città
piena di posti notevolissimi e ho avuto
la compagnia ideale per andarci,
se fossi andato con altri credo non
avrei mai visto tutti questi posti e non
ne sarei rimasto così pienamente
soddisfatto, ma l’avere accanto delle
persone, seppur nella loro diversità,
coi loro differenti interessi, così
pienamente mature, non ha fatto
nient’altro che aumentare il valore
delle cose cui sono stato messo di
fronte.
Devo dirlo, avevo più di qualche
remora all’inizio, perché Amsterdam
è una di quelle città dove si pensa al
“liberi tutti”, ma con questo gruppo
non è stato così, non è mai stato
perso il filo conduttore di un viaggio
completo, collettivo ma anche
personale, quando poteva facilmente
degenerare in qualcosa di diverso.
Se volete sapere qualcosa di più
riguardo al lato B di Amsterdam, in
quella zona fra legale e immorale,
non sarò io a confermarvi niente, a
narrare o a raccontare qualcosa.
Perché è giusto così, perché
Amsterdam infine è questo, è una
città cangiante che si mescola con la
persona che la vive e i fatti personali;
quella che si potrebbe vedere come
“l’Amsterdam personale” non si
tocca.
Vuoi partecipare alle nostre iniziative?
Seguici sulla pagina facebook “ADSINT MENO30”!!!
A sinistra il Museo Hermitage e a destra il Gruppo Meno30
Pensieri su
non da viverci, la gente è cordiale
e semplice, è una città giovane
e aperta al mondo e come tale
presenta tutte le contraddizioni di
una generazione che cresce e che è
variegata. Le differenze emergono in
modo a volte brutale e violento ma
sempre con una grande speranza e
vitalità.
Amsterdam è una città
profondamente triste e non si
può non pensare ai canali come
alle lacrime che solcano il suo
viso. Amsterdam però è anche
una città estremamente vera: le
persone sono nude, non mentono,
lo schifo è visibile e non è nascosto
(come, invece, avviene in Italia,
il Paese dell’apparenza), non c’è
presunzione, non c’è arroganza ma
solo una semplicità che affascina.
Che Amsterdam sia aperta non solo
all’Europa ma al mondo lo si capisce
non solo parlando con le persone,
ma entrando nei negozi; è lo stesso
spirito cittadino che si interessa del
resto del mondo, per arricchirsi di
senso e non di immagine.
Parentesi: Van Gogh era ossessionato
dal Giappone come ci ricorda il buon
museo dell’Hermitage.
Un altro bel posto assolutamente
notevole è il museo dell’Heineken: un
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
E ora scaldate
i motori…
si parteeeeee
Testo di: Caterina Scalise
L’
ultimo trimestre passato è stato un po’ troppo
tranquillo per noi motociclisti… acqua...
pioggia… e ancora acqua... MA BASTAA!!
Nelle poche giornate di sole, alcuni hanno fatto qualche
giro giusto per togliere la polvere dalla moto e respirare
“dei profumi che poi un metro dopo non li senti più…”,
lasciando lo smog in città... Un giro tranquillo sul lago
poi in montagna e via a casa.
Un evento a cui siamo stati invitati e a cui abbiamo
partecipato con molto entusiasmo è il “Bobino Motor
Park”: una grande festa dove si sono riuniti alcuni
Motoclub milanesi. Serata spettacolare: ottima musica,
splendida compagnia ed è stato possibile distribuire i
nostri opuscoli (sia quello di ADSINT che quello di
Adsint-MotoBikers) e conoscere gente nuova
(speriamo di trovare qualche nuovo donatore).
11 maggio:
GIRO IN
FRANCIACORTA
Evento organizzato dalla nostra associazione e che noi
bikers non ci siamo fatti scappare. Per un po’ abbiamo
fatto da corteo al pullman ma poi le moto avevano
bisogno di curve e tornanti e lasciata l’autostrada
abbiamo iniziato un bel giro nelle terre di Franciacorta.
Che profumi, che paesaggi, non si possono descrivere
perché sono un insieme di profumi, colori, ombra e luce.
8 -9
IL GLOBULO
n.2|2013
12 maggio:
SBK
Con Irene (che da aprile è diventata oltre che nostra
testimonial anche donatrice) in mezzo ai paddock a
parlare con i piloti a strappare qualche autografo e
qualche foto …
Adoro il mondo delle due ruote e ciò che ruota attorno.
A giugno organizzeremo una Motogrigliata chi volesse
partecipare scriva a segreteria@adsint-motobikers.
it, agli iscritti al gruppo verrà inviata la mail, ma chi
non è iscritto e desidera partecipare alle nostre uscite
mi scriva, anzi portate con voi un amico che vorrebbe
diventare donatore, così avrà modo di conoscerci e
sono certa che non ci abbandonerà più…
A presto e
buon giro a tutti !
P.S. : scusate se mi permetto di usare
queste poche righe per salutare Maria
Grazia, un’amica che ho avuto la
fortuna di trovare grazie all’Adsint e
che purtroppo a fine aprile ha avuto un
incidente in moto per colpa di pioggia,
asfalto scivoloso e binari del tram.
Carissima riprenditi presto che abbiamo
qualche uscita da fare. Ti abbraccio forte
…. Un bacione grande da tutti noi.
Michel Fabrizio, pilota BMW, fra Angelo, Presidente Adsint Moto Bikers e Martina
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Attività
14 giugno 2013
del Gruppo
Testo di: Elena Ghilardi
di Vaiano Cremasco
Sensibilizzazione alla
donazione di sangue
Studenti a lezione di “vita”
L’attività dei Donatori
di Sangue
Martedi 9 aprile “Studenti a lezione
di vita”, intesa come donazione di
sangue e di organi, alle scuole medie
“Vailati” di Vaiano Cremasco.
Grazie all’organizzazione del
professor Claudio Patrini, responsabile
del plesso scolatisco, e degli altri
insegnanti e alla disponibilità
dell’Associazione Donatori di Sangue
“Fondaz. Dott. Lorenzo Zingo” gli
studenti delle tre classi seconde
hanno incontrato il Dott. Fernando
Ravagnani, primario del Centro
Trasfusionale dell’Istituto Tumori di
Milano e i membri del Consiglio
Direttivo Roberto Mariani e Vandino
Morassi. Tra gli altri ospiti il Presidente
della Fondazione Dr Lorenzo Zingo,
Gianfranco Cazzamali e dell’Aido
Alessandro Mastrobattista. Ne è nata
una doppia conferenza (un’ora circa
per entrambi i gruppi di cui sono
stati suddivisi gli studenti) dedicata
all’importanza della donazione
del sangue e della scelta della
donazione degli organi. In entrambi
i casi, si tratta di decisioni che
favoriscono la vita altrui, dimostrano
altruismo e profondo senso civico.
Concetti che i relatori hanno chiarito
ai giovani studenti con parole
semplici ed efficaci, auspicando
per ognuno di loro un futuro da
donatore. Non è la prima volta che
la scuola media ospita questo tipo di
incontri nell’ambito delle attività di
formazione dei ragazzi.
10 -11
IL GLOBULO
Corsa campestre scuole
medie di Vaiano Cremasco
Sabato 20 e domenica 21 aprile
la Fondaz. Dr.L. Zingo ha aderito
all’iniziativa “Sottocosto” presso il Centro
Commerciale INTERSPAR “La Girandola”
di Bagnolo Cremasco, presenziando
con il gazebo dell’Associazione
Donatori di Sangue dell’Istituto Tumori
di Milano per sensibilizzare gli avventori
sull’importanza della donazione
di sangue.
Un sentito ringraziamento va alla
responsabile del Centro Commerciale
Sig.ra Bonetta Andreina ed al
responsabile del supermercato
Sig. Alessio Passerini.
Giornata Mondiale
del Donatore
Segreteria ADSINT
I
l paese ospitante per la Giornata mondiale del
donatore di sangue 2013 è la Francia.
L’Etablissement Français du Sang (EFS) organizzerà un
evento globale che si terrà a Parigi il 14 giugno 2013.
Per tale occasione è già stata organizzata una goccia
umana da record il 30 Marzo scorso. L’attenzione
per la campagna di quest’anno - il 10 ° anniversario
della Giornata mondiale del donatore di sangue - è
“La donazione di sangue è come un dono che salva
la vita”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità
incoraggia tutti i Paesi a raccontare le storie di persone
le cui vite sono state salvate attraverso la donazione di
sangue, come un modo di motivare i donatori di sangue
regolari per continuare a dare il sangue e le persone
in buona salute che non hanno mai dato il sangue, in
particolare i giovani, per iniziare a farlo.
Anche quest’anno le associazioni di donatori di
sangue di Milano in collaborazione con il Comune
organizzeranno iniziative legate alla “Giornata mondiale
del donatore di sangue” per ricordare anche nella
nostra città la necessità di coinvolgere e avvicinare il
maggior numero di persone possibili per sensibilizzare
sulla donazione di sangue e sottolineare l’importanza di
questo gesto civico.
Le iniziative programmate hanno come obiettivo quello
di fare in modo che il 14 giugno molti cittadini milanesi
abbiano un segno distintivo che ricordi la giornata
e che possano riconoscersi e condividere insieme
l’evento. Per maggiori dettagli sulle iniziative che
verranno avviate per Milano consultate il sito
www.diventadonatoredisangue.it
Sabato 13 aprile, l’Associazione Donatori di Sangue
“Fondaz. Dott. Lorenzo Zingo”, insieme all’Auser
Comunale, l’Arcicoop e La Polisportiva Vaianese,
hanno organizzato una corsa campestre riservata
ai ragazzi delle scuole medie, le cui medaglie sono
state messe a disposizione dei vincitori dalla nostra
Associazione. Ecco un momento della premiazione
da parte del vice presidente Elena Ghilardi.
Sabato 13 aprile è prematuramente scomparso
l’amico e donatore ADSINT Mario Pezzetti, persona
molto conosciuta e stimata da tutto il paese in
quanto dedicava parte del suo tempo come
volontario Auser. Mancherà tanto a tutti quanti,
ma resterà sempre vivo nei nostri ricordi.
“La donazione
di sangue è come
un dono che salva
la vita”
www.donatorivaiano.it
n.2|2013
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
ADSINT News
ADSINT News
Segreteria ADSINT
Un ringraziamento alle scuole!
Il Presidente Rocco Cocchia,
Roberto Mariani, referente per
il progetto Scuole, insieme al
Consiglio Direttivo ADSINT e al Dr.
Fernando Ravagnani, desiderano
ringraziare sentitamente tutti
gli Istituti superiori che hanno
contribuito alla sensibilizzazione
della donazione di sangue fra
gli studenti. Nel corso del 2012 è
stato raggiunto il ragguardevole
numero di 155 studenti nuovi
probabili donatori. Un traguardo
davvero impressionante che
premia l’impegno dei volontari,
la disponibilità dei professori e la
generosità degli stessi studenti.
ADSINT sul WEB!
La nostra associazione, al passo con i tempi, è da
diverso tempo sul web con il suo sito internet. In
questi ultimi mesi, il sito www.adsint.mi.it è in fase di
ristrutturazione e fra pochissimo potrete averne uno
completamente nuovo, ricco di contenuti di facile
consultazione. Non dimentichiamo la presenza di
ADSINT su Facebook con la sua pagina ufficiale che
viene aggiornata periodicamente con le novità e le
iniziative per i donatori.
12 -13
IL GLOBULO
STRA
GLOBULANDIA.
Un’avventura
in rosso
MILANO
2013
Più di 50 persone!! Questa
è stata la partecipazione
di ADSINT alla Stramilano
2013. Nonostante la pioggia
incessante, questo nutrito
gruppo di Donatori e
simpatizzanti ha percorso
imperterrito i 10km del
tracciato sventolando
lo striscione della nostra
Associazione fra le vie
di Milano. Ringraziamo
tutti i partecipanti con un
arrivederci alla prossima
edizione.
FA’ LA COSA GIUSTA
Dal 15 al 17 marzo si è svolta, presso la Fiera MilanoCity “Fa’ la cosa giusta”.
Allo stand ADSINT, i nostri volontari si sono impegnati nella ricerca di nuovi donatori
e a sensibilizzare la donazione di sangue.
È arrivata anche a Milano
“Globulandia - Un’avventura
in rosso” una mostra didatticoscientifica patrocinata dal Ministero
della Salute e dedicata agli
studenti delle scuole medie inferiori
e superiori, nonché al pubblico
generico di ogni età, per avvicinare
i giovani alla cultura della donazione
di sangue, come indicatore di salute
e condivisione della cura.
La mostra frutto del progetto
organizzato da Centro Nazionale
Sangue (CNS) e Rete città-sane
insieme ai centri donazione delle
città coinvolte, è stata realizzata
con l’apporto creativo di giovani
artisti italiani. Dopo un lungo lavoro
di ricerca e sintesi multidisciplinare,
la mostra si presenta come un
percorso-avventura alla scoperta
del sangue, un fluido storicamente
ricco di mistero e, oggi, un vero
e proprio farmaco salvavita. Gli
aspetti culturali, storici, scientifici
dell’Universo sangue, nella più
generale cornice di riferimento
delle scelte di vita salutari, verranno
proposti con rigore scientifico
e senza tralasciare il fascino e il
divertimento che ogni viaggio
(anche quello all’interno del corpo
umano!) porta con sé.
n.2|2013
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
ADSINT News
ADSINT News
Segreteria ADSINT
13 APRILE: Gita alla Reggia di Venaria Reale
Il metodo Shenker
per i donatori adsint
I
Sabato 13 aprile un pullman colmo di donatori si è recato in
visita alla Reggia di Venaria Reale. Incredibilmente le nuvole,
che hanno imperversato per tutte le settimane precedenti, ci
hanno dato la possibilità di trascorrere una giornata all’insegna del
primo caldo primaverile. La visita alla reggia e ai giardini, incentrata
principalmente sulla storia della Casa Savoia, è stata piacevole e
illuminante: quanto poco sanno gli italiani sulla storia di questa dinastia
che ha imperato per più di quattro secoli in Italia e ha portato alla
sua unità! Abbiamo scoperto, per esempio, che ci sono più statue di
Eugenio di Savoia, noto come Principe Eugenio (grande condottiero e
genio militare al pari di Napoleone) nelle principali città europee che
in Italia. Unica nota stonata, i giardini, che non hanno potuto presentarsi
nel loro splendore visti gli strascichi dell’inverno che sono perdurati fino ai
primi giorni di aprile ritardando la fioritura.
Finalmente il nuovo
Centro Trasfusionale
Dopo un’attesa decennale, possiamo finalmente
dire che il nuovo centro trasfusionale è in fase
di ultimazione. La nuova struttura che ospiterà
i donatori di sangue si troverà al piano
-1, raggiungibile direttamente dall’atrio
dell’Istituto. Sarà decisamente più ampio del
centro attuale: avrà quattro studi medici per
le visite e una sala ristoro, sette poltrone per
le donazioni (sia per il sangue intero, sia per il
separatore cellulare e l’aferesi) e una grande sala
d’attesa con un maxischermo.
Vi aspettiamo prestissimo per l’inaugurazione!
14 -15
IL GLOBULO
26 MAGGIO 2013
ASSEMBLEA ANNUALE
Domenica 26 maggio si è svolta l’Assemblea Annuale
ADSINT durante la quale sono state consegnate le
benemerenze a tutti i donatori che nel corso del 2012
hanno raggiunto il traguardo delle 25, 50, 75, 100, 125,
150, 175, 200, 250 e 300 donazioni. Tutte le relazioni
esposte in sede d’Assemblea e le foto dell’evento
verranno pubblicate in una brochure disponibile
presso la segreteria ADSINT, la sala d’attesa oppure on
line sul nostro sito.
Si ricorda che le foto delle premiazioni degli anni scorsi,
sono disponibili in sala d’attesa.
l Gruppo Shenker è da più di 50
anni il punto di riferimento in Italia
per la formazione linguistica.
L’esclusivo Metodo Shenker® ha
formato generazioni di studenti
ed è garanzia di successo
nell’apprendimento della lingua
inglese, l’unico creato in modo
specifico per gli italiani.
Il Gruppo è composto da 13 società
che si occupano dei vari aspetti
di progettazione, gestione ed
erogazione di formazione linguistica.
La presenza delle numerose sedi
Shenker permette una capillare
copertura del territorio nazionale
e gli oltre 250 dipendenti e i 150
collaboratori sono un’ulteriore
garanzia di attenzione al Cliente.
Il regolamento aziendale prevede
un corpo docente, madrelingua,
rigorosamente selezionato ed
addestrato all’insegnamento del
Metodo Shenker® e di tutti gli altri
programmi didattici in catalogo,
garantendo qualità uniforme per
tutte le sedi.
multimediale e prevede i contenuti
presenti sia nei libri sia nell’mp3
per la parte audio che può essere
anche scaricata direttamente
dal sito www.shenker.com Lo
studio individuale, oltre ad essere
rigidamente inquadrato, viene
anche costantemente monitorato
grazie al sistema di test che mira
a verificare lo studio in occasione
di ogni incontro con l’insegnante.
Inoltre il superamento del test è
essenziale per la prosecuzione del
percorso di studio.
Per i Donatori ADSINT sono previste
varie proposte formative in
convenzione con SHENKER.
Per le modalità di sottoscrizione
chiedete alla segreteria ADSINT
[email protected]
Il principio didattico sul quale
si fonda il Metodo Shenker®
è decisamente semplice,
ma in quanto tale efficace:
apprendimento graduale fondato
sulla ripetizione di contenuti, fino
all’accertamento della loro definitiva
acquisizione.
La parte di auto-apprendimento è
n.2|2013
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Fabrizio Villani
Medico Chirurgo, specialista in cardiologia e
pneumologia. Assistente universitario presso la Cattedra
di Farmacologia dal 1969 al 1975. Dal 1976 al 2010 ha
lavorato presso l’Istituto dei Tumori di Milano ricoprendo
negli ultimi dieci anni il ruolo di responsabile dell’unità
operativa di Pneumologia e Fisiopatologia. Ha fatto parte
per 17 anni del Consiglio dell’ADSINT ricoprendo le cariche
prima di Segretario e poi di Presidente fino al 1997.
Malattia
renale cronica
[email protected]
Testo di: Fabrizio Villani
È
una condizione patologica
caratterizzata da una
progressiva perdita della
funzionalità renale cioè una riduzione
della funzione di filtrazione dei reni.
I reni svolgono alcune funzioni
essenziali e cioè:
1) eliminazione di sostanze tossiche
provenienti dal metabolismo come
urea, creatinina, acido urico;
2) regolazione della quantità
di acqua ed elettroliti (sodio,
cloro, potassio, fosforo, calcio e
magnesio) contenuti nell’organismo
controllandone l’eliminazione in
modo da mantenere costante la
concentrazione;
3) regolazione dell’equilibrio acidobase regolando il pH del sangue;
4) produzione di ormoni quali renina
che concorre alla regolazione della
pressione arteriosa, eritropoietina
che stimola la produzione dei globuli
rossi, attivazione della vitamina D, le
prostaglandine.
Alla base della malattia c’è una
progressiva riduzione del numero
delle unità funzionali operanti la
filtrazione del sangue (nefroni) cui
segue un tentativo di compenso
attraverso un’iperattività delle unità
residue sostenuto dalla angiotensina.
II che aumenta la pressione
idrostatica attraverso la costrizione
della arteriola che reca il sangue al
nefroni con conseguente aumento
della filtrazione glomerulare.
Quando quest’ultima si riduce sotto
16 -17
IL GLOBULO
certi valori si manifestano i primi
segni laboratoristici dell’insufficienza
renale e cioè l’aumento prima
della creatinina e poi dell’urea nel
sangue.
La funzionalità renale viene valutata
mediante la determinazione della
velocità di filtrazione glomerulare
ed in particolare valutando la
clearance della creatinina che
rappresenta la quantità di sangue
che viene, per così dire, ripulita
nell’unità di tempo.
Quest’ultima può essere determinata
direttamente mediante una
formula che richiede di misurare
la concentrazione della creatinina
e la quantità eliminata nelle 24
ore e indirettamente utilizzando
una formula che ne permette
la stima utilizzando tre valori: la
concentrazione della creatinina nel
sangue, il peso corporeo e l’età del
paziente.
La gravità della malattia viene
classificata in cinque stadi
prendendo in considerazione il
danno renale e la riduzione della
funzionalità renale espressa come
clearance della creatinina.
Il danno renale viene diagnosticato
sulla base delle risultanze di
indagini di laboratorio (presenza di
albumina e globuli rossi nelle urine)
e di indagini strumentali (reperti
ecografici o di biopsia renale)
persistenti per almeno tre mesi.
In questo modo è possibile porre
diagnosi di malattia renale
cronica anche in assenza ancora
di alterazioni della filtrazione
glomerulare.
Lo stadio 5 rappresenta quello
dell’insufficienza renale terminale
e richiede l’avvio del paziente a
trattamenti che siano capaci di
sostituire la funzione renale e cioè in
pratica la dialisi o il trapianto di rene.
Qualora fosse necessario stabilire
la funzionalità separata dei due
reni nell’ipotesi, ad esempio, di una
malattia a carico di un solo rene
si deve ricorrere alla scintigrafia
renale funzionale mediante l’uso di
traccianti radioattivi.
La prevalenza di questa patologia
varia in funzione delle varie
aree geografiche risultando più
elevata negli Stati Uniti (13% della
popolazione) e meno in Europa.
Le conseguenze della malattia
renale cronica sono molteplici.
Nelle fasi iniziali si ha spesso aumento
della quantità di urina prodotta
durante la giornata (poliuria) e
stimolo ad urinare durante la notte
(nicturia); nelle fasi più avanzate si
ha ritenzione idrica con comparsa di
edemi specie agli arti inferiori.
Si hanno poi alterazioni elettrolitiche
quali ritenzione di sodio che ha
effetti sull’apparato cardiovascolare
con ipertensione e scompenso
cardiaco e ritenzione di potassio con
conseguente iperpotassiemia che
è una condizione molto pericolosa
che può essere causa di aritmie
cardiache.
La patologia in oggetto è anche
causa di alterazioni dell’equilibrio
acido base (acidosi metabolica)
che si caratterizza per riduzione
dei bicarbonati con conseguente
riduzione del pH ematico.
L’acidosi metabolica viene
diagnosticata mediante ricorso
alla emogasanalisi e può portare a
debolezza muscolare, neuropatie,
disturbi del ritmo cardiaco e della
funzionalità miocardica.
Un’altra conseguenza è l’alterazione
del metabolismo del calcio e del
fosforo e cioè la riduzione della
produzione della vitamina D e
quindi della calcemia plasmatica,
riduzione della eliminazione dei
fosfati con iperfosforemia plasmatica
e stimolazione della produzione di
paratormone ormone che favorisce
il riassorbimento del calcio.
Ne derivano, a lungo andare,
alterazioni della struttura ossea
sotto forma di osteite fibrosa,
osteomalacia, osteosclerosi, malattia
adinamica dell’osso ed osteoporosi.
Nelle fasi più avanzate della malattia
si possono avere deposizione di sali
di calcio nei tessuti molli quali cuore,
polmoni, reni, articolazioni ed arterie:
le calcificazioni in queste ultime
sono difficilmente regredibili.
La riduzione di produzione della
eritropoietina determina con il
tempo anemia normocitica e
normocromica favorita anche da
emolisi cronica causata dall’azione
tossica dei metaboliti uremici.
Tra le varie conseguenze
vanno anche citate alterazioni
neurologiche sotto forma di disturbi
sensoriali, cognitivi e del sonno ma
soprattutto di neuropatie periferiche
sotto forma di nevriti sensitivo
motorie.
Nei soggetti affetti da malattia
renale cronica si osservano anche
alterazioni del metabolismo
glucidico, lipidico e proteico sotto
forma di intolleranza ai carboidrati,
aumento dei trigliceridi, delle VLDL
e riduzione delle HDL e perdita di
massa muscolare in conseguenza di
bilancio azotato negativo.
Le cause di questa patologia sono
molteplici.
Tra queste vanno citate malattie
ereditarie come il rene policistico
caratterizzato dalla formazione di
cisti all’interno del rene, nefropatie
congenite ed ereditarie.
Il diabete mellito può causare danno
renale danneggiando le arteriole
renali (nefropatia diabetica) il cui
segno precoce è la perdita di
albumina con le urine.
La ipertensione arteriosa può
anch’essa causare danno vascolare
e quindi malattia renale cronica.
Tra le cause vanno poi citate la
pielonefrite in particolare quella
cronica e le glomerulonefriti.
Da ultimo va citata tra l’ostruzione
cronica delle vie escretrici renali
che possono essere monolaterale
o bilaterale.
Non bisogna poi dimenticare tra le
cause il danno tossico da farmaci.
La terapia va finalizzata a
correggere le varie alterazioni
connesse alla patologia e cioè
l’anemia, l’ipertensione arteriosa,
le alterazioni elettrolitiche, l’acidosi
metabolica, l’iperlipemia e la
ipertrigliceridemia.
Tra le misure generali vanno
citate anche le misure dietetiche
sotto forma di dieta ipoproteica,
ipofosforica ed iposodica che è
certamente utile a controllare
certe alterazioni metaboliche
legate alla patologia ma non
è però chiaro se sia in grado
effettivamente di rallentare la
progressione della malattia.
n.2|2013
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
ANNO VERDIANO
La casa
artisti
degli
G
Testo di: Giovanna Ferrante
iuseppe Verdi nel 1888
esterna agli amici più intimi e
a Giuseppina Strepponi, che
appoggia con fervore il progetto,
l’idea di voler far costruire a Milano
una Casa di Riposo aperta a coloro
che per professione si siano dedicati
all’Arte Musicale. E cioè compositori
e musicisti, artisti di canto, professori
d’orchestra, coristi.
Dall’idea al progetto.
Acquisto di tremila metri di terreno
fuori Porta Garibaldi.
Preventivi, disegni e prospetti di edifici
approntati su richiesta del Maestro
dall’Arch. Camillo Boito, fratello di
Arrigo.
Una fitta corrispondenza si intreccia
fra il Maestro e l’architetto: Verdi
respinge l’idea dei cameroni come
dormitori, vuole stanze separate,
a uno e a due letti, cosicché una
persona all’occorrenza possa aiutare
l’altra.
La previsione è di un massimo di 100
ospiti in una percentuale di 60 uomini
e 40 donne.
Infine l’appalto dei lavori è firmato
dai F.lli Noseda, imprenditori edili con
sede in via Moscova 70.
E, come da testamento olografo,
Verdi attribuisce alla Casa di Riposo
per Musicisti un capitale in titoli e il
versamento di tutti i diritti d’autore
italiani e stranieri di tutte le sue opere
e composizioni
18 -19
Scriverà Verdi: “Il giorno in cui tutto
sarà finito, sarà il più bel giorno
della mia vita. Gli affari mi sono
insopportabili”
Un obbligo assoluto: la Casa dovrà
essere inaugurata soltanto dopo la
sua morte “per dispensare tutti da
ogni ringraziamento”.
Giuseppe Verdi muore il 27 gennaio
1901 nella sua camera al Grand
Hotel et de Milan. Il 30 gennaio il
feretro viene portato al Cimitero
Monumentale seguito da un infinito
corteo di milanesi.
Il Maestro aveva lasciato scritto:
“Esprimo il vivo desiderio d’essere
sepolto con mia moglie nell’oratorio
della Casa di Riposo per Musicisti da
me fondata”
Trenta giorni più tardi avverrà la
traslazione. Accanto ai sepolcri del
Maestro e di Giuseppina Strepponi,
saranno poi aggiunte le lapidi della
prima moglie Margherita Barezzi e di
Teresa Stolz.
I primi ospiti entrano nella struttura il
10 ottobre 1902.
Nella foto: Piazza Buonarroti con la statua di Giuseppe Verdi e la Casa di Riposo per Musicisti
IL GLOBULO n.2|2013
Medicina
Conoscere e sapere
Macbeth
L
Testo di Giovanna Ferrante
e tavola di Stefano Cozzaglio
ady Macbeth prepara il regicidio,
dopo aver convinto lo sposo
nel cui animo, a seguito delle
profezie delle streghe, si è scatenata
l’ambizione.
Giunge il Re, la morte lo attende.
Macbeth ora è Sovrano, e si macchia
anche dell’uccisione di Banco,
il compagno di tante battaglie,
trucidato in un agguato notturno
perché una delle profezie lo ha
indicato come padre di futuro re.
L’angoscia, le mani grondanti sangue,
Lady Macbeth impazzisce e si uccide.
E mentre Banco in forma di spettro
torna a visitare gli incubi di Macbeth,
la voce roca delle streghe percuote
in ogni istante la memoria del Re
“Macbeth, sarai vinto quando la
foresta di Birnam avanzerà”
L’esercito a lui opposto si avvicina al
castello in armi, dopo aver strappato
dei rami dagli alberi della foresta per
celare la propria avanzata.
Macbeth comprende. La sua fine è
segnata. Vacilla. Colpito a morte, spira.
20 -21
Tragedia dell’ambizione, del sangue,
del rimorso, scritta in cinque atti da
Shakespeare fra il 1505 e il 1506.
L’Opera di Giuseppe Verdi otterrà uno
strepitoso successo al Teatro alla Scala
il 7 dicembre 1952, come scriveranno i
giornali “con una ineguagliabile Maria
Callas nei panni di Lady Macbeth e
il Direttore Victor De Sabata che ha
saputo trarre il massimo dalla partitura
verdiana”.
Stefano Cozzaglio
Nato nel 1954. Architetto.
Appassionato di manifestazioni
di tipo artistico e culturale
e in particolare di storia,
sceneggiatura, fumetto,
fotografia ed incisioni d’arte.
Collabora con “il Globulo”
dal 1995, prima in maniera
saltuaria poi sempre più
continuativa sviluppando articoli
di argomento storico, arte,
evoluzione del costume militare,
sociologia.
[email protected]
IL GLOBULO n.2|2013
Medicina
Conoscere e sapere
Milano, Via Galvani
Buca, buca
con acqua…
E
ra il lontano 1961 ed usciva, nelle
sale cinematografiche, un film
che fece epoca: “IL FEDERALE”,
con un Ugo Tognazzi spettacolare e
con una sapiente regia di Luciano
Salce.
Però allora, nel film, si raccontava
degli anni Trenta e Quaranta
quando le strade erano quelle che
erano e delle buche, o buche con
acqua, si perdeva il conto.
Oggi, invece, nei tempi moderni e
nella nostra amata Milano nulla è
cambiato.
Buche, buche con acqua, sassi,
sassoni, pietre e pietroni abbondano
ma, ovviamente, nelle strade
di qualsiasi genere (principali,
secondarie e terziarie) e dove più
creano disagio e pericolosità.
La mia non è polemica ma soltanto
Milano, Viale Stelvio
22 -23
constatazione di fatti.
Ci si aspetterebbe che i bei vecchi
pietroni delle strade della Milano
ottocentesca venissero usati
per lastricare le vie pedonali del
Centro storico milanese ed, invece,
restano a crescere, come le piante
a primavera, nelle vie ad alta
percorrenza e che poco hanno
a che fare con il centro di Milano
come Corso Genova, Via Lodovico
il Moro, Via Andrea Costa, Viale
Regina Giovanna ecc.ecc..
Nel 2008 leggevo che “Il 31 marzo
2008 si è svolto l’incontro organizzato
dall’Assessorato Mobilità, Trasporti,
Ambiente finalizzato alla istituzione di
un “Tavolo sulla Sicurezza Stradale”
al quale partecipano rappresentanti
delle istituzioni, delle associazioni
dei cittadini, degli utenti della
Milano, Via Vitruvio
Testo di
Alfredo Dovera
Foto di
Damiano Basanisi
strada, delle famiglie. Erano presenti
all’incontro, fra gli altri, l’assessore
Edoardo Croci, il Direttore Generale
Ambiente e Mobilità e il Direttore del
Settore, il consigliere Marco Osnato,
presidente della Commissione
Trasporti di Palazzo Marino, Luigi
Riccardi direttore FIAB ed Eugenio
Galli, presidente Fiab CICLOBBY.
La costituzione del Tavolo,
insistentemente richiesta per anni
da Fiab CICLOBBY - da ultimo con
una lettera del febbraio scorso cui
hanno manifestato adesione anche
i rappresentanti di: Associazione
italiana familiari e vittime della
strada, Associazione Paraplegici
Lombardia, Associazione Utenti
Trasporto Pubblico / Assoutenti,
CamminaMilano, Fraternità della
strada, Genitori Antismog Milano,
LEDHA - Lega per i diritti delle
persone con disabilità, Legambiente
Lombardia, Unione Italiana Ciechi di
Milano – rappresenta una autentica
novità in materia a livello comunale
in Italia.Il Tavolo si istituisce come
“sede permanente di confronto,
discussione e proposta sui problemi
legati alla sicurezza stradale”
e costituisce a nostro parere
una fondamentale premessa
per affrontare in un’ottica
partecipata, finalmente non più
solo emergenziale, la promozione
di una cultura della sicurezza
stradale, con l’apporto dei
cittadini e il coinvolgimento dei
centri di competenze espressi dalla
società civile.”
Mi domando a cosa sia arrivato
questo tavolo di lavoro,
considerato che dal 2008 ad oggi
non noto alcun cambiamenti
in meglio ma, piuttosto, un
peggioramento perdurante della
cattiva situazione stradale.
Credo che, con un po’ di buon
senso e con meno parole, si possano
ovviare a molti degli inconvenienti
relativi alla cattiva manutenzione
delle nostre strade. Io dico basta alle
continue false promesse. Ridateci
una Milano percorribile normalmente
con le auto e non con i SUV perché
per evitare le buche, buche con
acqua e pietroni che fuoriescono
dal selciato tra poco ci vorranno i
trattori e non più solo i SUV.
Milano, Piazza Udine
IL GLOBULO n.2|2013
Medicina
Conoscere e sapere
Foto d'autore
pane
amore
fantasia
Foto di: Damiano Basanisi
Foto di Damiano Basanisi
Damiano Basanisi
Fotografo. Giornalista RCS dal 1971.
Collabora con ADSINT dal 2002
immortalando momenti importanti
della vita dell'Associazione.
Inoltre con le sue foto contribuisce
ad arricchire gli articoli de "il Globulo".
[email protected]
24 -25
IL GLOBULO n.2|2013
Medicina
Conoscere e sapere
Testo di
Alfredo Dovera
Foto di
Damiano Basanisi
Mercedes
storia dell’automobile!
S
toccarda è una città
moderna, senza particolare
eleganza e note di stile che la
contraddistinguono da molte altre
città europee, ma nel suo cuore
batte principalmente la linfa e
l’energia dei motori tedeschi.
Infatti a Stoccarda vi sono due delle
principali fabbriche europee di
autovetture tedesche: la Mercedes e
la Porsche.
Della Porsche parlerò più
approfonditamente in altro
momento, ora voglio dedicarmi
alla Mercedes nelle cui vene scorre
una linfa di idee, ricerca e voglia di
quattro ruote sin dalla metà del 1800.
Gottlieb Daimler, inventore tedesco
del motore a scoppio, e Karl Benz,
26 -27
inventore della prima automobile,
danno forma a questa grande
idea che dà inizio all’evoluzione dei
mezzi di trasporto che, sino a quel
momento, erano mossi da animali.
L’idea è grande e grande è lo
sviluppo che, pur con alti e bassi,
raggiunge livelli originariamente
impensabili.
Lo sviluppo della prima moto, la
prima carrozza a motore, la prima
autovettura, il primo bus ecc. ecc..
Un sovrapporsi e concatenarsi di
eventi che hanno portato i nomi di
Daimler, Benz, Maybach e Mercedes
ad essere conosciuti in tutto il mondo
sino ai giorni nostri.
Una delle tante curiosità è il nome
Mercedes che nasce da un fatto di
per sé strano, infatti Mercedes non
è il nome di un ingegnere o di un
inventore ma quello della figlia di
un personaggio dell’epoca.
Tale Emil Jellinek, console generale
austro-ungarico a Nizza (Francia)
ed abile uomo d’affari molto
appassionato di automobili e corse
automobilistiche, nel 1897 acquistò
un esemplare di Daimler
Riemenwage, autovettura
prodotta appunto da Daimler.
Con l’acquisto di questa autovettura
Jellinek cominciò ad allacciare
rapporti con la Casa Madre
produttrice, sino a diventarne clientecommerciante e ben presto i vertici
Daimler si accorsero delle notevoli
capacità commerciali di Jellinek
mantenendo rapporti sempre più
stretti ed intensi. Entro il 1900, anno
in cui morì Gottlieb Daimler, Jelliker
aveva già acquistato 34 autovetture,
che per quei tempi erano un numero
veramente importante.
Jellinek fu il primo a suggerire alla
Daimler anche la possibilità di
costruire autovetture su misura per
le sue necessità sportive. Fu infatti
il primo a suggerire alla Daimler
la costruzione di una vettura dal
baricentro basso, le carreggiate
larghe ed il motore con distribuzione
ad asse a camme esterno.
Per correre con le autovetture
Daimler, infatti, Jelliken usava sempre
uno pseudonimo, identificato nel
semplice nome di battesimo della
figlia prediletta, Mercedes.
Quando egli ordinò la produzione
Alfredo Dovera
Milanese per nascita
e per convinzione.
Svolge la libera
professione di
Commercialista, è
Revisore Contabile
e Perito del
Tribunale di Milano.
Appassionato di
Formula Uno, di
automobilismoe di
motociclismo, ama il
mare ed il navigare.
alfredodovera@
ilglobulo.it
di ben 36 esemplari di nuove
autovetture da competizione, impose
anche di battezzare i propulsori con
il nome Mercedes. Alla luce degli
ottimi risultati conseguiti in gara
dalle autovetture equipaggiate
con i motori Daimler-Mercedes e
della notevole popolarità da essi
conseguita, la Daimler Motoren
Gesellschaft decise così di fare del
nome Mercedes un vero
e proprio marchio.
Da allora in poi il marchio Mercedes
si è sviluppato, ingrandito, rafforzato
e nonostante due guerre, molteplici
difficoltà ed infiniti sforzi è arrivato
sino ai giorni nostri con un bagaglio
immenso di storia, tecnologia,
umanità e capacità di innovazione.
Per poter comprendere tutta la storia
e la vita di tante persone che hanno
fatto grande il marchio Mercedes vi
è una possibilità aperta a tutti.
A Stoccarda il Museo Mercedes,
inaugurato nel 2006, è un esempio
di come si possa divulgare
conoscenza, storia, arte e tecnologia
nel miglior modo.
Sorto proprio di fronte ai cancelli
dello storico stabilimento Mercedes,
IL GLOBULO n.2|2013
Medicina
Conoscere e sapere
Cinema in casa
Vita di Pi
testo di Laura Fugnoli
Un po’ Esopo e un po’ Kipling
N
il Museo è un’opera d’arte sia nella
sua struttura che per le modalità
di esposizione dei suoi contenuti.
Visitarlo interamente potendo
apprezzare tutto quanto ha da
trasmettere è molto semplice
perché le tecnologie utilizzate sono
tali da eliminare qualsiasi barriera
architettonica e linguistica.
Si cammina per corridoi, si visitano
sale, si guardano filmati, il tutto
nella più completa autonomia e
tranquillità, ascoltando le spiegazioni
di ogni singolo centimetro del museo
da piccole apparecchiature che,
tenute con sé come un semplice
telefonino con gli auricolari, ti danno
le spiegazioni e l’indicazione di ogni
28 -29
cosa che stai vedendo.
Per chi è appassionato di auto
andare a Stoccarda a visitare
il Museo Mercedes è una gioia
che con molta difficoltà può
essere spiegata e trasmessa con
le semplici parole.
Centinaia di automezzi (auto,
camion, bus, carrozze, ecc.) di
ogni epoca, raccolti e tenuti
in modo sublime, raccontano
la storia di una delle cose più
utilizzate dall’essere umano,
l’automobile.
on fatevi ingannare, Vita di
Pi non è un film d’avventura,
o almeno non solo. Certo,
ci sono una nave che affonda in
mezzo all’Oceano e un ragazzino
indiano sopravvissuto che se la
cava per 227 giorni su una zattera
da condividere con una tigre del
Bengala poco mansueta; dunque
gli ingredienti sono quelli dei libri di
Kipling o Conrad e gli accuratissimi
effetti speciali sono quelli dei film
d’avventura che tanto piacciono ai
ragazzi. Ma Vita di Pi (disponibile in
DVD e Bluray) si rivela subito un bel
mix, che accontenta palati cinefili
ben più selettivi.
Intanto il regista è Ang Lee, il
taiwanese-americano più premiato
del cineglobo, capace di firmare
indifferentemente lo struggente
Brokeback Mountain o Hulk: un
eclettico, maniacale nella scelta
delle immagini, sempre splendide.
E poi Vita di Pi, che è tratto da un
romanzo best seller di Yann Martel
uscito qualche anno fa, è una storia
surreale garbata, intensa e ironica,
così sapientemente raccontata
da conquistare 4 premi Oscar. Pi
è il diminutivo di Piscine, e già un
personaggio a cui come nome di
battesimo tocca Piscine ha già una
bella partenza. Pi vive felicemente
a Delhi con la sua famiglia, mamma
biologa, padre proprietario di uno
zoo; una famiglia atea, quella di Pi,
che invece, come tutti i ragazzini
bastian contrario, si appassiona a
tutte le religioni e si considera ebreo,
buddista, musulmano e cattolico in
un colpo solo.
Esilaranti nel film, come nel libro, le
sue congetture sulla bontà della
religione, anzi di tutte le religioni,
che in fondo, dice Pi, non si affidano
altro che a Dio. Tutto sta a trovarlo,
quel Dio, a farlo sbucare dagli
eventi della vita. E quale miglior
occasione di un naufragio dove tutti
muoiono tranne te (e una tigre)?
Lo zoo di Pi affonda insieme a tutta
la famiglia che lo sta trasportando
in Canada, il sogno della famiglia
di Pi di iniziare una vita più ricca
in un paese occidentale finisce
sott’acqua. Ma Pi si salva e qualcosa
vorrà pur dire, sembra dire il ragazzo.
Avrebbe preferito sopravvivere
in compagnia di un babbuino o
di una gazzella, ma il destino, o
Dio, gli appioppa un felino non
proprio domestico. Sappiamo già
all’inizio che la vicenda si conclude
bene, visto che è raccontata in
flashback dallo stesso Pi diventato
adulto. Ma è la surreale simbiosi tra
uomo e felino a catturarci, a metà
strada tra razionalità scientifica e
trascendenza. La parabola filosofica,
che richiama tanto le favole di
Esopo, è raccontata con magia,
a cui lo spettatore vuole credere
a tutti i costi, anche quando alla
fine lo stesso Pi ci spiazza mettendo
in dubbio il suo stesso racconto.
Crediamo a ciò a cui vogliamo
credere, forse, ma è bello così.
Sarà il misticismo ironico divertente,
sarà che l’esordiente attore, il
giovane Suraj Sharma, ci fa subito
simpatia, di fatto il film è piaciuto al
mondo, finendo campione di incassi
(con cui si è ripagato i 70 milioni di
dollari spesi per la realizzazione).
Da segnalare un cameo di Gerard
Depardieu, che fa il cuoco sulla
nave che poi verrà sconvolta dalla
tempesta: un personaggio orrido,
imbolsito, sporco, disgustoso e
maleducato; l’apoteosi del senza Dio.
Laura Fugnoli
Giornalista de “La
Repubblica”, ama la
montagna e gli sport
avventurosi. Quando la
fatica ha il sopravvento
Laura si immobilizza a
casa davanti a un bel
film. In salotto ha uno
schermo gigante e un
impianto home theater,
indispensabile per fare il
cinema “vero” a casa.
[email protected]
IL GLOBULO n.2|2013
Medicina
Conoscere e sapere
Viaggiare
Testo di: Stefania Bortolotti
Una
favola moderna
C’
è un castello con il Principe e
la sua famiglia.
Il Principe Hans-Adam
II del Liechtenstein, il cui casato è
annoverato tra le famiglie nobiliari più
antiche d’Europa.
Appollaiato in modo pittoresco sulle
alture boscose sopra Vaduz c’è lo
Schloss Vaduz, il fotogenico Castello.
Restaurato nel secolo scorso è di
proprietà dei Principi che vi risiedono
dal 1938.
Ci sono le case medievali e le
“banche paradiso”. Il Liechtenstein
infatti è un Paese che ha basato sul
sistema bancario le proprie fortune (15
le Banche che vi operano) e detiene il
PIL pro capite più alto del mondo.
Ma il Liechtenstein, micro Paese
lungo 25 km. e largo 12, ha anche
montagne, piste da sci e bellissimi
sentieri immersi nel verde.
La sua ridotta superficie ne fa il quarto
Stato più piccolo d’Europa dopo la
Repubblica di San Marino, il Principato
di Monaco e la Città del Vaticano.
Il Liechtenstein si trova nell’Europa
centrale tra la Svizzera e l’Austria
ed è quindi senza sbocco sul mare.
30 -31
Conosciuto per essere un paradiso
fiscale, questo Paese è in realtà una
piacevole, ma poco conosciuta meta
di vacanza, sia in estate che in inverno.
Racchiude paesaggi montani davvero
spettacolari come Malbun, villaggi
pittoreschi e foreste lussureggianti. I
monti del Liechtenstein sono splendidi
in quanto attraversati da 400 chilometri
di sentieri, una bella sorpresa per chi
ama la montagna d’estate e per chi
ancora non conosce questa realtà.
Ma non è tutto. Questo piccolo Paese
ha anche una cultura effervescente:
concerti, spettacoli teatrali, festival
musicali di spicco, danza, insieme a
musei, gallerie, atelier di cinematografia,
costituiscono un’importante attrattiva
per gli amanti della cultura e dell’arte.
Senza dimenticare una buonissima
enogastronomia (il caldo vento fohn fa
maturare eccellenti uve da vino).
Tutto il Liechtenstein è un affascinante
“mix” di modernità e tradizione, a
cominciare proprio dalla sua capitale
Vaduz. Nel suo centro, circondato
da monti alberati e dominato dal
fiabesco castello, dimora dei principi
regnanti, convivono case medievali
e il sorprendente cubo di basalto
nero lucido del Museo dell’Arte o
Liechtenstein Kunstmuseum, l’emblema
architettonico del Paese. Si tratta di un
museo nazionale d'arte moderna dove si
tengono mostre di artisti contemporanei;
ideato dagli architetti svizzeri Morger,
Degelo e Kerez è stato inaugurato nel
2000. La facciata è stata realizzata con
materiali quali il cemento tinto di nero,
il basalto e ciottoli di fiume colorati.
Grazie alla particolare lavorazione, le
superfici generano un vivace gioco di
riflessi e di luce.
Agli appassionati della filatelia
piacerà il Museo dei Francobolli o
Briefmarkenmuseum, dove sono
esposti francobolli rari del Liechtenstein,
documenti storici e oggetti che
ricordano la storia della Posta. Va anche
ricordato che il Liechtenstein ha creato
una zecca che produce francobolli
per collezionisti. Completano questa
“città-giocattolo” varie biblioteche,
una cattedrale e una stazione termale
Stefania Bortolotti
con locali alla moda, alcuni dei
Giornalista, con una
quali risalenti al periodo della “Belle
lunga presenza sulle
pagine di Selezione del
Epoque”.
Reader’s Digest dove
Da Triesenberg (su un’altura
ha scritto di salute come
argomento principale.
soleggiata sul Reno), una strada di
Tema questo che l’ha
frontiera sale attraversando un lungo
sempre interessata e
appassionata e che
tunnel sotto una montagna, fino a Steg
segue tuttora per
e prosegue per Malbun, silenzioso
altre testate. Quando
non scrive e non
villaggio a 1600 metri di altezza.
insegue personaggi da
D’estate ci sono moltissime possibilità
intervistare, si regala
piacevoli soste a Santa
di escursioni a piedi. Un “universo” di
Margherita, il mare che
bellezza attraversato da una rete di
ha nel cuore.
ben 400 km di percorsi escursionistici
stefaniabortolotti
@tiscalinet.it
ben marcati che viaggia
attraverso l’Oberland, l’Unterland
e la zona alpina offrendo piacevoli
passeggiate e anche impegnativi
tour in montagna.
In alto a sinistra:
La fatica è ripagata da superbi
castello di Valduz;
panorami a 360°, dal Lago di
in basso:
Costanza, al Reno e ai monti.
Kunstmuseum
INFO: www.liechtenstein-marketing.li | [email protected] - Numero Verde: 00800 100 200 30
inmusica
LISA BATIASHVILI | Brahms Clara Schumann
Conc. vl./3 Romanze op.22 - Batiashvili/Ott/Thielemann/ Staatskapelle
Dresden - 2013 Deutsche Grammophon - Interpreti: Lisa Batiashvili • Alice
Sara Ott • Staatskapelle Dresden • Christian Thielemann
A
ccompagnata
da Christian
Thielemann alla
guida della Staaskapelle
Dresden, Lisa Batiashvili
trova il perfetto equilibrio
per esprimere tutta la
sua intensità espressiva
e pianoforte di Clara
Schumann, gemme di
splendida fattura ed
eleganza finemente
cesellate dalla violinista
estone accompagnata
da un altro giovane
talento.
nel meraviglioso
Concerto per violino
di Brahms, autore a
lei particolarmente
congeniale.
Il programma è
completato dalle
Romanze per violino
Alcune interessanti proposte per i concerti dell’estate 2013 in italia
B
URT BACHARACH sarà al
Festival di Mezza estate
di Cremona Giovedì
20 Giugno (€46-€69) e al
Pala De Andrè di Ravenna
Sabato 22 Giugno (€21-€66):
due date in Italia per un mito
della musica mondiale.
FABRI FIBRA inizierà il suo
“Guerra e Pace Tour” che,
fino ad Agosto, lo porterà
in città come Reggio Emilia
(8 giugno al Fuori Orario);
Brescia (13 Luglio in Piazza
della Loggia) e Cagliari (3
agosto all’Arena Sant’Elia).
Tutto esaurito ormai per
i tour di due grandi del
pop italiano: ZUCCHERO
e JOVANOTTI: la “Sesiòn
Cubana” di Zucchero, è
pronta a replicare il successo
ottenuto a Maggio all’Arena
di Verona per le date di
Giugno a Genova (il 10 al
105 Stadium), a Milano (il 24
al Mediolanum Forum), a
Torino (il 25 al Pala Olimpico)
e a Padova (il 28 al Pala
Fabris). Il cantante romano
aprirà il “Backup Tour” allo
Stadio del Conero di Ancona
il 7 giugno per poi proseguire
negli stadi di Bari, Bologna,
Milano (19 giugno), Firenze,
Roma (28 giugno), Salerno,
Palermo, Pescara, Padova e
Torino.
Nella splendida cornice
dell’Arena di Verona si
esibirà il 25 giugno PAUL
MCCARTNEY. L’ex Beatles
realizza finalmente il suo
desiderio di suonare
all’Arena, una struttura che
lo affascina per la sua storia
ma anche per la scenografia
e la perfetta acustica che la
contraddistinguono.
Il Castello di Vigevano è
pronto a tremare il 25 giugno
per l’arrivo dei MOTORHEAD
che ripercorreranno le tappe
fondamentali della loro
carriera che li ha consacrati
a mostri sacri dell’heavy
metal internazionale.
Un’ultima proposta.
L’abbiamo messa in
evidenza nello scorso
numero de “Il Globulo”:
LINDSEY STIRLING sarà
a Milano il 4 giugno ai
Magazzini Generali.
IL GLOBULO n.2|2013
Medicina
Conoscere e sapere
Tra le quinte
150° anniversario
testo di Giovanna Ferrante
Amore e gelosia
della nascita
di Gabriele d’Annunzio
Ora non c’è altro modo che questo:
ucciderti e morire in un tuo bacio
Una vita fra amori e battaglie
Il tango. Che è danza, che è rituale
misterioso e seduttivo, dimensione
emotiva carica di erotismo, vortice di
cupa passione.
Il tango. Che trascina entro il proprio
ritmo i protagonisti della tragedia del
Moro.
Nell’anno verdiano Otello
Desdemona Jago Cassio rivivono a
teatro il proprio dramma scandito
dalle note del tango.
Massimo Navone, regista, ha distillato
il respiro di questo classico eterno,
lo ha affidato ad un gruppo di
P
rendendo spunto dalla biografia del Vate,
nato a Pescara nel 1863, scritta da Giordano
Bruno Guerri, storico prestigioso e presidente del
Vittoriale, Francesco Sala ed Edoardo Sylos Labini –
rispettivamente regista e interprete – hanno scritto una
pièce assolutamente innovativa sulla vita dell’artista,
uno dei maggiori poeti e personaggi della cultura del
‘900 e una delle personalità più controverse della scena
culturale italiana, che ha saputo imporre le proprie idee
e i propri sogni in un susseguirsi di avventure politiche
e mondane, di amori, di passioni, di infedeltà, di
clamorose provocazioni poetiche.
Poeta, guerriero, politico, seduttore, nella
consacrazione del binomio arte-vita.
La scena dello spettacolo, a Milano ospitato dal Teatro
Manzoni e poi in tournee in tutta Italia, riproduce un
salotto del Vittoriale, fra damaschi e cuscini e lampade
velate, una casa teatro della mente dove accanto a
D’Annunzio si avvicendano le sue donne, la moglie, le
amanti, la più celebre di tutte, Eleonora Duse. Mentre
sul fondale del palcoscenico una grande cornice
racchiude un DJ del tutto fisicamente simile al Vate;
è lui a scandire la colonna sonora dello spettacolo,
musica wagneriana tanto cara al Poeta.
Nel foyer del Teatro una piccola ma curiosa ed
interessante mostra di alcuni degli oggetti personali
che riempivano i suoi armadi: scarpe, accappatoi,
vestaglie, la camicia e la cravatta (due oggetti
d’abbigliamento di culto, visto che ne possedeva della
prima 300 e della seconda 200!), abiti completi da
giorno e da sera, bauli, cappelliere, le boccette con le
sue fragranze preferite.
Gabriele d’Annunzio: le sue opere letterarie immortali,
le sue imprese, il complesso monumentale della villamausoleo il Vittoriale: come amava ripetere “Fare della
propria vita come si fa un’opera d’arte”.
32 -33
Un uomo da palcoscenico:
D
iplomato alla Civica Scuola
d’Arte Drammatica del Piccolo
Teatro.
La recitazione, a cui si aggiungerà la
regia, è la sua passione assoluta a cui
si dedica
attraversando il mosaico formato
dalla diversità delle voci che lo
compongono, fra
Pirandello e Ibsen, Dostoevskij e Pinter,
Shakespeare, Cechov, Beckett.
Notevoli gli effetti suscitati dal suo
incarnare una melanconia intima con
la quale lavora di cesello.
I gesti che accompagnano le parole,
il passo cadenzato, la riflessione che
sembra avvolgere ogni battuta,
trasmettono una stupefacente
essenzialità che rappresenta il
recupero del mito del teatro fra
dimensione classica e simbolica.
giovani attori e ha dato vita ad una
realizzazione drammaturgicamente
singolare e molto interessante.
I personaggi vivono la loro ossessione
avvolti da una scena attraversata dai
movimenti lenti dei tangueros.
“Mentre lo spettatore assiste alla
macchinazione, il ritmo del tango
prosegue implacabile – dice il
regista – scandisce con il suo ritmo
i movimenti della trama, crea una
scenografia umana che amplifica gli
scarti emotivi”
Roberto Trifirò
Significative le più recenti
interpretazioni e regie. Fra
desolazione e determinazione di
fronte alla ragnatela di onestà
fasulla della società ipocrita ne Il
piacere dell’onestà di Pirandello
al Teatro Sala Fontana; oppure la
lucida follia e l’eloquente silenzio
del Costruttore Solness di Ibsen,
dramma di coscienza ed emblema
forte dell’etica del dovere, al
Filodrammatici.
Trasformatore quindi dell’incanto
dell’universo letterario nella
visionarietà del palcoscenico.
Il suo prossimo appuntamento con
le scene sarà dall' 11 al 22 giugno al
Teatro Sala Fontana con
Memorie del sottosuolo di Dostoevskij,
di cui è interprete oltre ad aver curato
drammaturgia e regia.
IL GLOBULO n.2|2013
Medicina
Conoscere e sapere
Segnalibro
testo di Giovanna Ferrante
PICCOLO DIZIONARIO DELLE ITALIANE
Autore: Emanuela Bruni | Editore: Mursia | Pagg: 233
L’
orgoglio femminile
non si accontenta dell’8
marzo. Tantomeno delle
mimose.
Le donne sono fattive e
concrete, appassionate, mosse
da slanci ideali.
Non c’è ambito o settore
della storia nazionale che non
riconosca l’impegno femminile.
Questo libro è un’inedita
storia culturale e sociale
rigorosamente in rosa,
IL PADRE DOV’ERA | Autore: Giancarlo Ricci
Editore: Sugarcoedizioni | Pagg: 198
N
Il declino del padre.
Il trionfo di un
“godimento smarrito”.
Il vento dell’indignazione
tiene gonfie come vele le
parole di questo libro.
L’indignazione è una
grande risorsa, fa pensare
molto, spinge a scrutare i
più sottili legami fra cose
disparate.
34 -35
IL GLOBULO n.2|2013
“Così – dice l’autore –
quando nel mio lavoro di
psicanalista è capitato che
incominciassi ad ascoltare
diversi pazienti con
tematiche sull’omosessualità
o sull’identità di genere,
qualcosa non tornava…
Le parole di questi pazienti,
così complesse, dense di
alterità…”.
attraverso ritratti di personalità
femminili. Indagate da
Emanuela Bruni, prima donna a
guidare l’Ufficio del cerimoniale
di Stato.
C’è la C di casalinga, la I di
impiegata, la M di maestra, la V
di viaggiatrice.
Buon viaggio quindi alla
scoperta del ruolo, dei diritti e
dei doveri attraverso la storia
delle donne nel nostro Paese.
Insalata d’orzo
con moscardini,
gamberi e rucola
L’
orzo è uno dei cereali più antichi al mondo;
conosciuto nell’Egitto dei Faraoni, in Grecia
e a Roma; dove Ippocrate, il padre della
medicina, lo consigliava per ogni genere di malattia,
data la sua digeribilità, le proprietà nutrizionali
e la buona quantità di energia che sa donare.
L’insalata d’orzo con moscardini, gamberi e rucola
è un ottimo piatto freddo, un’alternativa alla classica
insalata di riso o pasta.
La Ricetta
Roberto Mariani
Nato a Milano.
Donatore dal
1968, ha dovuto
recentemente
interrompere la sua
attiva partecipazione
al dono del
sangue. Però non
si è interrotto il
suo impegno nel
Consiglio ADSINT, nel
quale ha appena
iniziato il suo quarto
mandato. Dal 2010 è
attivissimo nell’ambito
scolastico, organizza
incontri e dibattiti
per sollecitare alla
donazione i più
giovani.
Categoria: insalata
Ingredienti:
•Orzo: precotto 280 gr
• Moscardini: 200 gr •
Gamberi: 200 gr (anche
surgelati) • Rucola: 60
gr • Pomodoro: 2 ramati
sodi e maturi • Olio: 5
cucchiai extra vergine
d’oliva • Aglio: 1 spicchio • Sale:
q.b. • Pepe: q.b.
Preparazione:
1.Pulite per prima cosa i moscardini e
sciacquateli sotto l’acqua corrente;
pulite anche i gamberi: eliminate
la testa e la coda, sgusciateli e con
uno stuzzicadenti o con una pinzetta
eliminate il filo nero intestinale.
2.Mettete in una padella lo spicchio
d’aglio tritato finemente e fatelo
soffriggere, facendo attenzione
a non farlo diventare dorato,
insieme a 3 cucchiai di olio extra
vergine d’oliva, unite quindi i
moscardini, salate, pepate e fate
cuocere a fuoco medio e con
coperchio per 30 minuti.
3.Mentre cuoce il pesce lavate i
pomodori ramati, divideteli a metà
quindi ogni metà ancora in due,
eliminate i semini interni e tagliate
ogni spicchio di pomodori a
piccoli cubetti, lavate e asciugate
anche la rucola e tagliatela
piuttosto finemente.
4.In una padella portate a bollore
abbondante acqua salata e
fatevi lessare l’orzo per 12 minuti,
o comunque come indicato sulla
confezione.
5.Quando i moscardini saranno
teneri unite i cubetti di pomodoro,
i gamberi e lasciate insaporire
per 5 minuti, assaggiate e in caso
aggiustate di sale e pepe.
6.Scolate l’orzo e trasferitelo in una
ciotola piuttosto capiente, unite
il sugo di pesce, la rucola, unite il
rimanente olio d’oliva, mescolate
bene, lasciate raffreddare a
temperatura ambiente, quindi
riponete in frigorifero per almeno
un’ora prima di servire.
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