settembre 2010
Fotografo: Damiano Basanisi
Periodico trimestrale dell’ADSINT - Associazione Donatori di Sangue - Istituto Nazionale dei Tumori - Onlus - Anno XXXIV - Settembre 2010 - numero 130 - spedizione in Abb. P. art.2, comma 20/c, legge 662/88
Direttore Responsabile
Giovanna Ferrante
Direzione, Redazione e Amministrazione
Via Venezian, 1 20133 Milano (MI)
Tel 02 2390 3172 - 02 2390 3173
www.adsint.mi.it email: [email protected]
Vice Direttore
Alfredo Dovera
Comitato di Redazione
Flavio Arienti, Damiano Basanisi, Stefania Bortolotti,
Stefano Cozzaglio, Laura Fugnoli, Floriana Guida
Tiratura
8600 copie
Grafica e impaginazione
KEROSENE creative lab
Segreteria di Redazione
Stefano Lanfranchi
Stampa
Tipolitografica CS s.r.l.
Hanno collaborato a questo numero
Giuseppe Manzi e Anna Laura Naborri
Periodico trimestrale dell’ADSINT
Associazione Donatori di Sangue
Istituto Nazionale Tumori - Onlus
Il Globulo è una rivista trimestrale dell’ADSINT gratuita ai soci. Viene inoltre inviata, sempre
gratuitamente, ai soggetti che effettuano una donazione non inferiore a € 10,00.
Le donazioni possono essere effettuate a mezzo assegno o tramite bollettino postale
sul conto corrente n° 11647203
Gli articoli firmati o siglati rispecchiano il pensiero dell’autore e non impegnano il giornale.
Pubblicazione trimestrale, registrazione presso il Tribunale di Milano del 20.04.1977 n° 165.
Spedizione in abbonamento postale Art.2, comma 20, lettera c, Legge 23/12/1996 n° 662 – Milano
Il Globulo settembre 2010
Il Globulo è una rivista trimestrale
dell’ADSINT gratuita ai Soci.
2 -3
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Sommario
Orari e indicazioni
4
Editoriale Giovanna Ferrante
5
Vita associativa
ADSINT news 6
Lettere alla redazione: Donatore per sempre
7
Reportage festa
di Vaiano Cremasco Damiano Basanisi
8
A domanda... risponda Flavio Arienti
12
Medicina
Associazione Garavaglia
Attenzione
Caro Associato,
se volessi ricevere un solo numero de
“il Globulo” per nucleo famigliare danne
comunicazione scritta o telefonica.
Inoltre, conserva la ricevuta postale
o bancaria della tua offerta alla nostra
Associazione: potrai dedurla con la
prossima dichiarazione dei redditi in base
all’art. 13 D. Lgs n° 460/97.
L’ADSINT è iscritta all’anagrafe
delle ONLUS (Organizzazioni Non
Lucrative di Utilità Sociale).
15
Conoscere e sapere
Una vita all’insegna della vera solidarietà:
Mino Damato Fabrizio Villani
16
Bruxelles Stefania Bortolotti
18
Naso all’insù Floriana Guida
20
Collane Anna Laura Naborri
23
La fotografia del mese Damiano Basanisi
24
Un salto sul tetto del Duomo di Milano Alfredo Dovera
26
Eugenio ed Eros Pellini. Scultori Stefano Cozzaglio
28
Out Off Giovanna Ferrante
31
Camera oscura Giovanna Ferrante
32
È complicato: per le signore (e i signori)
che non si arrendono mai Laura Fugnoli
Marcia UISP
34
35
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Editoriale
A
ttualità, solidarietà nel ricordo di un grande giornalista, Vaiano portabandiera di un concetto di donazione amichevole e festosa, le risposte
personalissime che ci fanno conoscere un po’ di più i professionisti a cui
ci affidiamo durante la nostra esperienza di donazione; e ancora, cinema, arte,
teatro, turismo, Milano.
Orari
e indicazioni
Si può donare dalle ore 7.30
alle ore 12.30 dal lunedì al venerdì
Nei sabati di apertura dalle ore 7.30
alle ore 12.00
Sabati di apertura
5 – 19 giugno
3 – 17 – 31 luglio
7 – 28 agosto
11 – 25 settembre
Orari e indicazioni
per la donazione di sangue
Chi dovesse effettuare gli esami
di sangue annuali o di controllo
potrà presentarsi dalle ore 7.30
alle ore 12.00 a completo digiuno
dalla mezzanotte.
Le donne in età fertile non possono
effettuare esami o donazione
in periodo mestruale.
Gli esami strumentali
(Elettrocardiogramma – Rx Torace –
Visita cardiologica) si effettuano
la mattina tra le 8.30 e le 11.00
su appuntamento previa richiesta
da parte del medico del Centro
trasfusionale.
4 -5
Dopo la donazione
Comprimere con un batuffolo di cotone
la zona del prelievo, senza piegare
il braccio, in attesa della fasciatura.
Rimanere sdraiati per qualche minuto.
Rialzarsi senza fretta. Recarsi in mensa per
un piccolo spuntino. In caso di malessere
avvisare il personale sanitario.
Evitare di fumare o bere alcolici per
almeno un’ora dopo la donazione.
Nel corso della giornata astenersi da
attività fisiche intense.
La dieta del donatore
Prima
Si consiglia, a chi dovesse effettuare la
sola donazione di sangue (senza esami)
di consumare una leggera colazione che
potrà comprendere i seguenti alimenti:
te o caffè zuccherati, frutta fresca,
succo di frutta, spremuta d’arancia,
biscotti secchi, fette biscottate, pane,
marmellata, miele. Sono sempre da
ESCLUDERE IL LATTE e i suoi DERIVATI.
Dopo
La donazione di sangue non costituisce
un’eccessiva perdita di energia pertanto
non è necessario sovralimentarsi con cibi
particolarmente sostanziosi e pesanti.
È invece indispensabile reintegrare
i liquidi persi durante la donazione
bevendo molta acqua, o in alternativa
te, spremute etc. evitando possibilmente
l’assunzione di alcolici.
Prenota la tua donazione
Accedendo al sito www.adsint.mi.it
e registrandosi a “EmoWeb”, è possibile
prenotare la donazione, modificare
i dati anagrafici e le modalità di
convocazione.
In alternativa è possibile prenotare
la donazione telefonando ai numeri
02.2390.2885 - 02.2390.3172.
La PRENOTAZIONE DELLA DONAZIONE
DI SANGUE INTERO NON È OBBLIGATORIA,
ma per chi desiderasse programmare la
donazione eliminando gli inevitabili tempi
di attesa, ora è possibile.
La PRENOTAZIONE della donazione
di PLASMA DA AFERESI rimane come
sempre indispensabile, anche essa
gestibile da Internet o semplicemente
per telefono ai numeri sopraindicati.
Per un ulteriore supporto “tecnico”, la
segreteria rimane a disposizione.
Informazioni per l’aspirante donatore
Prima di dedicarsi alla donazione di
sangue è opportuno conoscere i requisiti
fondamentali per essere ammessi:
-avere un’età compresa
tra i 18 e i 60 anni
-peso uguale o superiore a i 50 kg
-buona salute
Presentarsi a completo digiuno dalla
mezzanotte, tra le ore 7.30 e le ore 12.30,
senza appuntamento dal lunedì al
venerdì e nei sabati di apertura entro le
12.00. Verranno effettuati: il primo prelievo
di sangue per gli esami di idoneità ed il
colloquio con il medico previa attenta
lettura delle situazioni di non idoneità
temporanea e definitiva alla donazione.
Se donne presentarsi lontane dal periodo
mestruale (5 giorni prima / dopo).
Portare con sé i propri documenti:
carta d’identità, codice fiscale, tessera
sanitaria (se residenti in Lombardia).
Per informazioni:
ADSINT Associazione Donatori di Sangue
Istituto Nazionale Tumori – ONLUS
Via Venezian, 1 20133 Milano (MI)
Tel. 02 2390 2885 – 02 2390 3172
Fax 02 2390 2969
e-mail [email protected]
Giovanna Ferrante
Giornalista.
Milanesissima,
ha caratterizzato
la sua professione
raccontando la città
che ama, la sua storia
e i suoi protagonisti
con la pubblicazione
di diversi libri e
tenendo conferenze
su temi milanesi.
Donatrice di sangue
presso l’Istituto dei
Tumori è stata Vice
Presidente ADSINT.
Attuale Direttore de
“il Globulo” vorrebbe
che la testata
diventasse un “salotto”
per rinsaldare i vincoli
d’amicizia fra tutti
i Donatori.
Perché questa è la vita, fatta di assaggi di tante pietanze diverse, e così il
nostro Globulo. Accanto alla donazione di sangue, scelta principale condivisa
da tutti noi (e ci auguriamo da molti altri, ogni giorno di più!), tanti argomenti,
tanti contributi da numerosi amici, un modo per continuare a chiacchierare.
Perché le sue pagine rappresentano le nostre voci, percorse dai mirabili
intrecci di qualcosa che ci può incuriosire e magari appassionare.
Ho scritto, più sopra, “un modo per continuare a chiacchierare”.
Avete voglia di farlo anche con un altro mezzo?
Prendete nota della mia e-mail, teniamoci in contatto, coltiviamo questo
dialogo. Vi aspetto.
[email protected]
Giovanna Ferrante
Volete apparire anche voi in copertina?
Contattate la segreteria di redazione al numero
02.2390.2856
Il nostro giornale è proprio bello. Lo
leggo e lo faccio leggere. Mi piace
com’è cambiato e sono molto belle
anche le immagini.
Aspetto il prossimo numero.
Giuseppe
Complimenti
al Globulo!!!
Iniziamo a vedere i primi frutti
Carissimi,
volevo complimentarmi per la nuova
veste del nostro giornale, che mi piace
un sacco! Sono contenta anche del
gruppo delle “draculine” che conosco
da anni e sono donne meravigliose.
Cosa aggiungere? Vi voglio bene
perché fate il vostro lavoro in maniera
splendida!
La donatrice Nicoletta
Alla redazione del Globulo,
mi piace molto. È questo che volevo
dirvi sulla nuova realizzazione del
periodico che è la voce della nostra
Associazione. A tutti voi buon lavoro,
e avanti così
Maria
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
ADSINT news
Lettera
Donatore
per sempre
La Segreteria ADSINT
A Maggio 2010, per raggiunti limiti di età,
ho fatto la mia ultima donazione ma se
ciò non mi consentirà più di essere un
Donatore effettivo, continuerò ad essere
nel mio cuore, un Donatore per sempre.
1
Benemerenze 2010 da ritirare
Si ricorda a tutti i Donatori che non hanno potuto partecipare all’Assemblea del 23 maggio
scorso o che non hanno ancora ritirato la propria benemerenza, che queste sono disponibili
in Segreteria. Per chi invece avesse ritirato la benemerenza in assemblea è possibile ritirare
la foto della propria premiazione.
ADSINT e UISP di nuovo insieme all’Acquario Civico di Milano
Mercoledì 23 giugno alle ore 18.00 presso l’Acquario Civico Milano si è svolto l’incontro
“Milano in movimento: Città Pubblica, spazi verdi urbani e sportpertutti” promosso dal
Comitato Provinciale UISP di Milano in collaborazione con il Comitato Regionale UISP
Lombardo. Una serata di riflessioni aperta sul ruolo di “Milano - città pubblica”.
L’aria “pulita” e il rispetto dell’ambiente in cui viviamo sono priorità che, insieme alle
opportunità di lavoro e abitative, concorrono alla qualità della vita, di tutti.
ADSINT: estate all’Idroscalo
Nei Mercoledì e Domenica di Luglio, la zona tribune dell’Idroscalo ha ospitato il gazebo
della nostra Associazione, posto per sensibilizzare alla Donazione di Sangue gli spettatori
degli spettacoli estivi proposti dalla Provincia di Milano. Lo slogan: “Non farti succhiare
il sangue dalle zanzare: DONALO!”. Grande affluenza di pubblico e speriamo anche
di futuri Donatori di sangue.
1_ ADSINT e UISP all’acquario civico di Milano.
2_ L’idroscalo di Milano.
6 -7
2
P
ermettetemi di raccontarvi come mi sono avvicinato alla realtà della Donazione. Circa 30
anni orsono, mia moglie subì un intervento chirurgico presso questo Istituto, fu infatti operata
dal Prof. Umberto Veronesi per due grossi adenomi alla tiroide. L’intervento sarebbe dovuto
durare circa 2 ore, ma dopo oltre 4 ore ero ancora senza notizie di mia moglie, quando finalmente
apparve il Prof. Veronesi che mi disse che l’intervento, pur con qualche problematica, era
andato bene e che mia moglie si trovava in camera di rianimazione per delle trasfusioni, al fine di
recuperare le forze ed il sangue perduto durante l’intervento stesso.
La lunga attesa ed i timori avuti mi portarono a pensare che qualcuno aveva dato il proprio
sangue per aiutarla ed io non ero nella condizione di ringraziarlo. Alcuni mesi dopo, mi presentai
presso l’Associazione Donatori certo di essere accettato a braccia aperte, ma
così non fu: mi sottoposero, infatti, ad accurati controlli e colloqui al fine di
determinare la mia idoneità alla donazione, solo successivamente avrei
capito l’importanza di tutte queste attenzioni. Grazie anche all’amichevole
accoglienza e collaborazione di tutto il personale dell’Associazione, iniziai
quindi a donare il mio sangue, con slancio e con tanta riconoscenza verso coloro che
avevano aiutato mia moglie. Queste mie donazioni mi hanno avvicinato ad un mondo
di sofferenze, sino ad allora per me sconosciuto, che coinvolge Uomini, Donne
e anche tanti Bambini e ciò fa sentire questo piccolo mio gesto un vero atto
d’amore. Non mi sento un eroe ma posso affermare che il dono del sangue
mi ha dato tante grandi ed intime soddisfazioni molte delle quali vissute in
particolare in tardo autunno o in inverno, allorché facevo la donazione il
sabato mattina per evitare le lunghe attese che a volte si incontravano
nel corso della settimana. Arrivavo in Associazione molto presto la mattina
e dopo la Donazione, scendevo in mensa per rifocillarmi e dopo un buon caffè
uscivo dall’Istituto per ritrovarmi per strada, nella nebbia solo soletto. Solo, che
sensazione! Solo certo, ma GRANDE.
Voglio concludere questa mia con un ultima considerazione, forse immodesta ma
certamente veritiera: Gesù Cristo ha dato il suo sangue per l’umanità ed i Donatori
di Sangue sono da sempre suoi Discepoli.
Giuseppe Manzi
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Vaiano
foto di Damiano Basanisi
L
a grande festa di Vaiano, dal 10 al 15
giugno, fra cene, musica, balli, lotterie.
Il lavoro di donne e uomini di un paese
intero che si stringono attorno all’ideale
della donazione di sangue in un festoso
abbraccio d’amicizia.
8 -9
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
IL GLOBULO settembre 2010
10 -11
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Nata a
Udine
Gallipoli
Milano
20 luglio 1971
9 giugno 1971
3 novembre
Cancro
Gemelli
Scorpione
Medicina e chirurgia
Maestra di asilo nido
Geometra
Studente
Nessuno
Nessuno
Attuale funzione
Dirigente medico
Infermiera
Segretario ADSINT
Il tratto principale
del suo carattere
Ordinata
Solarità e sincerità
Semplicità
Un bel sorriso spontaneo
Onestà e allegria
Carisma
E in una donna
Anche
Simpatia
Simpatia
Il suo principale difetto
Ansietà
Poca pazienza
Inaffidabilità
Non lo dico... così si avvera
Nessuno, sono già felice così
La guarigione di un’amica
dalla leucemia
Non essere stata di più
all’estero per lavoro
Non poter essere vicina alla mia
famiglia d’origine
Aver mantenuto una promessa a
mio discapito
Quello del mio matrimonio
Quelli della nascita dei miei figli
12/09/2009 al termine del successo
del music festival che ho organizzato
con degli amici
L’ho rimosso
Quello della morte di mio padre
Il giorno del funerale di mio nonno
Letteratura italiana o straniera
Italiano
Storia
Londra
Nessuna preferita
Fra tutte quelle visitate, Siviglia
Rosso
Blu
Rosso
Il fiore preferito
Girasole
Orchidea
Nessuno, non mi piacciono
particolarmente
Animale preferito
Nessuno
Cane
Cammello
Bevanda preferita
Birra
Acqua naturale
Birra
Fiorentina
Pizza
Pasta
Come mi batte forte il cuore
di B. Tobagi
Il codice Da Vinci
La biblioteca dei morti
di Glenn Cooper
I promessi sposi
Mille splendidi soli
I pilastri della terra di K. Follett
Vasco
Renato Zero
Ligabue
Film cult
Boh
A beautiful mind
Radiofreccia
Attore e attrice preferiti
Boh
Nessuno
Johnny Depp,
Giovanna Mezzogiorno
Se dovesse cambiare
qualcosa del suo fisico,
che cosa cambierebbe
L’altezza
Niente
Niente
Che cosa detesta di più
La falsità
La bugia
Perdere tempo
Compleanno
Segno zodiacale
Studi di
C
ari donatori, anche in questo numero
tre persone che senza dubbio avete
avuto modo di incontrare, aprono
una piccola finestra nel loro privato per voi.
A domanda...
risponda
Paola Coluccia
Anche lei è uno dei medici che
i donatori hanno imparato a
conoscere. Per un po’ di tempo non
la vedremo perché il suo “sogno di
felicità” nel frattempo, si è avverato.
Auguri!
Lavori precedenti
La qualità che preferisce
in un uomo
Il suo sogno di felicità
Il suo rimpianto
testo di Flavio Arienti
Flavio Arienti
Dopo la laurea
in Medicina e
Chirurgia ha svolto
in Istituto per circa
10 anni attività di
ricerca nell’ambito
dell’immunoterapia
dei tumori umani.
É specializzato in
Oncologia e dal
1996 lavora presso il
Centro Trasfusionale
dove è responsabile
dell’Area di
Immunoematologia.
12 -13
IL GLOBULO settembre 2010
Come nei numeri precedenti, ho basato
la mia scelta in funzione di mantenere
un rappresentante del ruolo medico,
uni di quello infermieristico e di quello
amministrativo.
Anticipo sin d’ora che non tutte le persone
che operano con e per i donatori si
“lasceranno andare” in queste pagine:
alcune di loro hanno scelto di non rispondere
alle domande proposte per “pudore”, per
timidezza, per riservatezza o altro. A nulla
sono valse le mie povere doti “seduttive”.
Rispettiamo comunque pienamente le scelte
di ciascuno con l’assoluta evidenza che è
il loro lavoro la “carta d’identità” con cui si
possono far conoscere. Da queste pagine a
loro il mio personale grazie, comunque.
Il giorno più felice della sua vita
E il più infelice
Filomena Fedele
Solare e amabile come la terra
di Puglia da cui arriva, ha saputo
trovare un posto speciale nel cuore
di molti donatori che la cercano...
anche quando non c’è
La materia scolastica preferita
Città preferita
Il colore preferito
Il piatto preferito
Libro letto di recente
che consiglierebbe
Libro preferito
di sempre
Cantante preferito
Stefano Lanfranchi
È ormai da anni segretario
dell’ADSINT che ha frequentato
all’inizio durante il suo servizio civile...
e ha deciso di rimanere!
È davvero sempre presente anche
quando non sembra!
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Le Associazioni
in istituto
Il dono di natura
che vorrebbe avere
La pazienza
La salute
Comandare il tempo
Il regalo più bello
che abbia mai ricevuto
Tanti, nessuno in particolare
Il mio lavoro
Un peluche a forma di cammello,
non per il regalo ma per la persona
e il motivo per cui me l’ha regalato
Si piace interiormente?
Sì, ma posso migliorare
Sì, molto
Sì
E esteriormente?
Sì, ma non posso migliorare
Abbastanza
Sì ma non è una mia priorità
Misura di scarpe?
36
41
43
Numero preferito?
3
5
11-7-3
Pop-rock
Moderna
Rock
Doccia
Doccia, perché ho sempre
poco tempo
Doccia
Quale dei suoi amici
vive più lontano?
Tanti
Chantal che vive a Toronto
La maggior parte vive
in provincia di Bergamo
Cosa cambierebbe
nella sua vita?
Vorrei avere un lavoro più creativo
Niente
Niente, potrebbe essere una scelta
di cui mi pentirei
Proverbio preferito?
Chi la fa l’aspetti
Ride bene chi ride ultimo
Chi lascia la strada vecchia
per la nuova sa quel lascia
ma non sa quel che trova
Di cosa ha paura?
Di tante cose
Della morte
Dei cambiamenti
Oddio, sono di turno alle 7.30
dai donatori!
Devo sbrigarmi a fare tutto
A spegnere la sveglia
La mia Africa
Il gladiatore
Il signore degli anelli,
L’Ultimo Boyscout
Australia
Non ho un posto preferito
Irlanda
Sport preferito?
Nuoto
Atletica leggera
Purtroppo il calcio
Timido o estroverso?
Timida
Timida ed estroversa
Timido
Stile?
Classic
Normale
Nessuno in particolare
Mare
Mare
Mare
Sì...
Sì
Sì, di quella degli altri
23.30
Tardi
Sempre troppo tardi
rispetto a quanto vorrei
No
No
Chi??? Io???
Chiedetelo ai miei colleghi!
Nessuno
Dipende dalla persona: tesorino,
stif, lambruschi, ste
Un ricordo bello e uno brutto
Tanti ricordi belli,
i brutti li rimuovo
Il mio matrimonio,
l’intervento a mia figlia Sofia
10/09/2005 mega concerto di Ligabue,
i racconti di mio nonno
Cosa vuole dire
alle persone che leggeranno
le sue risposte?
Ciao
Siete tutti splendidi
per quello che fate
Grazie
Tipo di musica preferita?
Doccia o bagno?
La prima cosa a cui pensa
quando si sveglia?
Film preferito?
Un posto dove
le piacerebbe andare?
Mare o montagna?
Ha paura della morte?
A che ora va a letto di solito?
Fuma?
Soprannomi?
14 -15
ASSOCIAZIONE BIANCA GARAVAGLIA
ONLUS
L
’Associazione Bianca Garavaglia
Onlus nasce il 13 aprile 1987
e prende il nome da Bianca,
bambina dolcissima, colpita all’età di 5
anni da una rara forma di neoplasia.
L’iniziativa nasce dalla personale
e diretta esperienza dei genitori,
posti a contatto con i problemi e le
necessità di chi opera nel campo
dei tumori infantili; problemi spesso
affrontabili solo con interventi diretti e
immediati di sostegno delle strutture
già esistenti. L’Associazione ha lo scopo
di “promuovere studi scientifici e cure
mediche in materia di tumori dell’età
infantile nonché aiutare e sostenere
direttamente sul piano finanziario ed
operativo iniziative in detto campo”,
si tratta di fornire ad Enti e Istituzioni
che operano nel settore, mezzi ed
aiuti senza passaggi intermedi o
rallentamenti burocratici.
L’Associazione Bianca Garavaglia da
23 anni offre il suo sostegno e raccoglie
fondi e per la Struttura complessa di
Oncologia Pediatrica della Fondazione
IRCCS Istituto Nazionale Tumori di
Milano, uno dei maggiori centri di
ricerca e cura nel campo dei tumori
dell’età infantile.
La realizzazione degli scopi che
l’Associazione si prefigge comporta
il finanziamento di progetti, alcuni
dei quali, come la ricerca di base,
hanno dei tempi molto lunghi, con
impegno di risorse sia umane che
economiche importanti. In questi anni
sono stati finanziati progetti scientifici
indispensabili per potenziare la ricerca
clinica di base, borse di studio per
oncologi che hanno così potuto
operare all’interno dell’ospedale,
operatori e psicologi che hanno rivolto
grande attenzione all’assistenza ai
piccoli malati e alle loro famiglie.
Tra l’Associazione Bianca Garavaglia
e l’Istituto Tumori di Milano ogni tre
anni viene stipulata una convenzione
che regola i reciproci rapporti per
promuovere e facilitare la realizzazione
di progetti e programmi di ricerca.
Con 250 nuovi giovani pazienti accolti
per diagnosi e terapie ogni anno
(dato 2008), oltre 800 ricoveri, 1000
day-hospital e oltre 10000 prestazioni
ambulatoriali la Pediatria dell’Istituto
Nazionale dei Tumori di Milano è una
delle realtà italiane di eccellenza; è
Centro di riferimento per i tumori solidi
dell’età pediatrica; richiama giovani
pazienti da tutta la Penisola (solo il 60%
è lombardo) e talvolta, anche da altri
Paesi; per le attività cliniche si avvale
di un supporto multi-specialistico:
oncologo, radiologo, patologo, chirurgo,
radioterapista, medico nucleare,
endocrinologo, neurologo, psicologo e
biologo lavorano insieme.
1 Ogni anno solo in Italia, circa
1600 bambini fra 0 e 16 anni si
ammalano di tumore, ovvero un
bambino ogni 350.
2 I tumori infantili hanno specificità
proprie, che necessitano di studi
dedicati.
3 La relativa rarità delle neoplasie
infantili rispetto a quelle
dell’adulto rende l’oncologia
pediatrica un mercato poco
interessante per le imprese ed
una priorità meno “conclamata”
per le istituzioni. Questo
limita grandemente le risorse
impegnate nella ricerca.
4 Guarire non vuol dire
semplicemente sconfiggere il
cancro, ma anche assicurare
una buona qualità di vita in un
futuro che, per i bimbi, si presume
ancora lungo. E purtroppo, le
terapie ad oggi disponibili non
sempre lo consentono.
5 La ricerca sui tumori pediatrici ha
consentito significativi progressi
anche nella comprensione delle
patologie dell’età adulta.
6 ... ed infine, non possiamo
dimenticare il grande credito
nei confronti della vita di questi
piccoli pazienti. Tiziano Terzani,
famoso scrittore e giornalista
malato di tumore, parlando
dei bimbi ricoverati nello stesso
ospedale in cui si trovava, dice:
“Io ero fortunato: avevo già
vissuto una vita; loro no”. (Tiziano
Terzani, “Un altro giro di giostra”)
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Q
uesta volta voglio fare una eccezione e me
ne scuso ma sento il dovere di dedicare alcuni
pensieri in ricordo di una persona eccezionale che
ho avuto il piacere di conoscere e con la quale, tramite
il club rotariano cui appartengo, ho avuto rapporti negli
ultimi cinque anni a sostegno della Fondazione da lui voluta
e che ho avuto modo di incontrare in Italia e in Romania
presso il centro pilota da lui fondato per l’accoglienza di
bambini, spesso orfani, affetti da Aids.
Mi riferisco al giornalista Mino Damato scomparso il 16 luglio
scorso. La sua esperienza di vita negli ultimi venti anni è
stata improntata e guidata da un solo principio conduttore
quello della solidarietà e dell’impegno personale.
La scoperta dopo la caduta di Ceausescu della
spaventosa diffusione dell’Aids in Romania spinge Mino
Damato prima a inviare farmaci, denaro, vestiario per i
piccoli ospiti dell’ospedale di malattie infettive di Bucarest
e poi ad entrare personalmente in campo.
Arriva così a far ristrutturare con i fondi da lui raccolti i
Fabrizio Villani
Medico Chirurgo,
specialista in
cardiologia e
pneumologia.
Assistente
universitario presso
la Cattedra di
Farmacologia
dal 1969 al 1975.
Dal 1976 al 2010
ha lavorato
presso l’Istituto
dei Tumori di
Milano ricoprendo
negli ultimi dieci
anni il ruolo di
responsabile
dell’unità
operativa di
Pneumologia e
Fisiopatologia. Ha
fatto parte per 17
anni del Consiglio
dell’ADSINT
ricoprendo le
cariche prima di
Segretario e poi di
Presidente fino
al 1997.
16 -17
Una vita all’insegna
della vera solidarietà:
Mino Damato
testo di Fabrizio Villani
Ho accettato con molto piacere l’invito
del Direttore Giovanna Ferrante a scrivere
articoli di carattere medico sanitario.
padiglioni ospedalieri dedicati a questa patologia presso
l’Ospedale per malattie infettive Victor Babes di Bucarest e
quindi a creare case di accoglienza, di assistenza e cura.
Nascono così Casa Doru (dal bimbo cui aveva promesso
una nuova sistemazione che però mai vide perché
prematuramente morto); casa Andreia, dal nome della
bambina che Mino Damato aveva adottato nei primi
anni novanta e che morì di Aids, la Fondazione Bambini
in Emergenza (ente morale riconosciuto nel 1997); una
casa famiglia ottenuta ristrutturando un ospedale
abbandonato; due nuovi centri in questo centro pilota
(chiamati Casa Luna e Casa Sole), un laboratorio
analisi di standard europeo per il monitoraggio della
replicazione virale e quindi per il controllo della
risposta alle terapie antivirali; la collaborazione con la
congregazione della Suore Missionarie Francescane
di Assisi che assumono il compito di seguire educare
e formare i bambini del centro; un nuovo centro
dedicato a Santa Chiara ove vengono alloggiati
i bambini più piccoli appena arrivati; la prima
simbolica Ambasciata dei Bambini che sistema in un
edificio donatogli; una nuova casa accoglienza con
annessi frutteti per i bambini più grandi da avviare
ad un mestiere in agricoltura e all’allevamento degli
animali; il Villaggio Sorriso nato dalla ristrutturazione e
dall’ampliamento di una struttura in decadenza,
Come si vede una serie di grandi traguardi ottenuti con
una forza d’animo fuori dal comune.
Mino Damato era persona apparentemente dolce
ed arrendevole in realtà di una forza d’animo
eccezionale, energico, schietto come il suo
interloquire che ignorava i preamboli.
Era un personaggio straordinario, fuori dal comune
e cioè capace di essere nel contempo sia generale
che progetta, pianifica, guida ma anche di avere la
capacità di essere in prima linea a fianco dei suoi
collaboratori e volontari, tra loro come uno di loro.
Era un autentico interprete della solidarietà: è
questo un concetto spesso invocato, sulla bocca di
molti, forse troppi, più che usato, abusato, al quale
molto spesso si ricorre come viatico per ottenere
approvazione e consenso.
Ma la solidarietà, quella vera , come l’ha definita
Padre Di Liegro “non è un vago sentimento di
compassione, nè si fonda su un sentimento di altruismo
ingenuo, ma nasce dalla analisi della complessità
sociale, dai guasti del sistema sociale disordinato, dal
degrado morale e culturale provocato dalla legge
del più forte, dalla carenza di etica collettiva”. La
solidarietà, come la carità, prima di essere un dovere
è uno stato di fatto, una constatazione, significa sentirsi
legato a qualcuno, condividere la sua sorte, mettersi
nei suoi panni, compatire cioè patire con.
I miei incontri diretti con Mino Damato sono stati
pochi ma ciò che ho captato ed assorbito dalla sua
personalità è rimasto indelebilmente in me.
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Stefania Bortolotti
Giornalista, con una lunga presenza sulle pagine di Selezione
del Reader’s Digest dove ha scritto di salute come argomento
principale. Tema questo che l’ha sempre interessata e
appassionata e che segue tuttora per altre testate. Quando
non scrive e non insegue personaggi da intervistare, si regala
piacevoli soste a Santa Margherita, il mare che ha nel cuore.
La cosmopolita metropoli
belga è tutta da scoprire.
L
a scelta della città, quale sede delle principali istituzioni europee
(l’Unione Europea di cui la città può considerarsi la culla e la Nato che
qui ha il suo quartier generale), vale come un riconoscimento alla sua
particolare natura di punto d’incontro fra diverse culture, accrescendone
il carattere di capitale cosmopolita. Città in continua evoluzione è ricca di
monumenti, musei e teatri, ma anche parchi e giardini che ne fanno una
delle metropoli più verdi d’Europa.
Il complesso urbanistico più omogeneo è la Grand-Place, la piazza principale
(una delle più celebri d’Europa), cuore della città vecchia, “patrimonio
mondiale” dell’UNESCO e protagonista anche di uno spettacolare mercato
dei fiori in tutte le stagioni. Nella Grand-Place, si trova anche la facciata del
quattrocentesco Hotel de Ville (il Municipio), una struttura in stile gotico e una
delle poche sopravvissute al bombardamento del 1695. Si tratta di uno dei gioielli della piazza la cui guglia
pare un elaborato merletto che si arrampica verso il cielo...
Poco distante, il monumento simbolo della città vecchia, quella celebre fontana del puttino che fa la pipì
chiamato Manneken-Pis, che secondo la tradizione ricorda un fanciullo che si era servito del mezzo più
naturale per spegnere la miccia di una bomba. L’Atomium invece è il simbolo della Bruxelles moderna. Fuori
dal centro storico, nell’area del grande Parco di Laeken, svetta questo gigantesco monumento, costruito
nel 1958 per l’Esposizione Universale. Raffigura un atomo ingrandito 165 miliardi di volte. Al suo interno, un
ascensore che in 23 secondi raggiunge la vetta del monumento, alto 102 metri.
Bruxelles
relazione di Stefania Bortolotti
18 -19
Merita una visita anche la casa che l’architetto Victor Horta, uno dei massimi esponenti
ed interprete dell’architettura Art Nouveau, costruì per se stesso, progettando sia
l’esterno che gli arredi.
E poi? È il regno delle nuvole, la capitale belga. Sono bianche quelle che si riflettono
sugli edifici e che arrivano con i venti del Nord. E sono le nuvole “parlanti” delle Bandes
Dessinées, come chiamano i fumetti qui, nel Paese numero uno in Europa per la
creazione di storie a strisce. Ma soprattutto sono le nuvole della pittura di René Magritte.
E, a proposito di dipinti, il Musée Magritte Museum, ne è una importante testimonianza.
(Rue de la Régence, 3 - Orario: da martedì a domenica 10-17; mercoledì 10-20 – Info:
www.musee-magritte-museum.be
Duemilacinquecento metri quadrati. La più grande collezione di opere di René Magritte
al mondo. Una collezione che copre tutti i periodi della vita dell’artista. E, per finire? Il
cioccolato: quello belga è tra il più apprezzato e amato dai gourmet di tutto il mondo
perché si distingue per la nobiltà dei suoi ingredienti, tutti naturali. Il burro di cacao, infatti,
non viene sostituito – come accade in altri Paesi – con grassi vegetali. Leggero come una
nuvola, delicato come una carezza, regala momenti di indimenticabile piacere...
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
1
Floriana Guida
Romana per nascita ma
meritevole dell’Ambrogino
d’oro in qualsiasi edizione
glielo volessero assegnare,
è una sagace bibliofila
che sin dall’infanzia ha
coltivato il teatro tra le
sue priorità. In ordine
di passione la danza, il
melodramma, la prosa,
il varietà. Il teatro delle
marionette le si è dischiuso
dopo il trasferimento a
Milano, dove ha messo su
famiglia, quando ha avuto
modo di frequentare
assiduamente la famiglia
Colla, con la quale
ha diviso molte gioie
e il piacere della loro
compagnia. Anche con la
C maiuscola.
U
si bellici, all’esordio, la Francia
rivoluzionaria se ne avvalse e un corpo
analogo – gli aerostieri - venne creato
dal Presidente americano Lincoln durante la
Guerra di Secessione. Palloni frenati furono
usati in guerra sino all’avvento degli aeroplani.
Il Novecento preferì i dirigibili, peraltro
infiammabilissimi.
Il boom delle mongolfiere come mezzo sportivo,
turistico e pubblicitario è storia recente, risale
agli anni Sessanta dell’altro secolo, grazie agli
statunitensi che usarono i giganti dell’aria
come veicolo promozionale, ben visibile,
non inquinanti (il propano che ne garantisce
il volo è il più pulito tra i combustibili fossili).
In Italia i palloni ad aria calda hanno una
federazione sportiva (la FITA) che le tutela, con
un calendario articolato di gare, tra le quali
l’appassionante “Caccia alla volpe”: la volpe
è una mongolfiera che si alza in volo un quarto
d’ora prima delle altre e atterra in un luogo
segreto dove va a disegnare una X, simbolo del
suo nascondiglio. Gli equipaggi in gara tentano
di centrare la zona X lanciando markers
appositamente ideati; sembra facile, ma in
realtà è un’impresa perché venti e correnti
rischiano di allontanare i palloni dal campo di
gara e farli atterrare necessariamente distanti
dalla “volpe”.
Sei anni fa la Provincia e il Comune di Ferrara
hanno ideato e organizzato il Balloons festival:
un evento che ha saputo introdurre il mondo
degli aerostati all’interno dell’offerta turistica
Naso
all’insù
testo di Floriana Guida
L’aerostato è italiano, si deve a
Padre Francesco Lana che lo ideò
nel Seicento, ma furono i fratelli
Montgolfier a creare il primo pallone
ad aria calda, nel 1783.
20 -21
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
1_ Lo spettacolo del decollo: assistere al gonfiaggio dei giganti dell’aria,
osservare le manovre dei piloti, sentire il rumore e il calore dei bruciatori
e vedere infine le mongolfiere accendersi e alzarsi in volo è uno
spettacolo indimenticabile. Le mogolfiere prendono lentamente forma
nell’aria quieta del primo mattino o nella luce dorata del tramonto, e
silenziosamente popolano il cielo.
2_ Si chiamano Special Shapes: sono le mongolfiere che, anziché avere la
caratteristica forma “a lampadina”, riproducono forme naturali o artificiali
di qualunque tipo (dinosauri, tigri, pavoni, mele e arance...).Non si tratta di
un’invenzione recente; furono utilizzate in occasione di feste particolari fin
dagli albori del volo aerostatico. Il Ferrara Balloons Festival 2009 ha ospitato
13 forme speciali cha hanno contribuito a colorare il cielo della città .
3_ Si comincia a salire e poi è il vento che indica la strada da seguire per
soddisfare la voglia di emozioni inconsuete.
2
3
22 -23
della città, diventando in breve tempo il più importante
Festival delle mongolfiere in Italia e uno dei più prestigiosi
d’Europa. La strategia perseguita fin dall’inizio è stata
quella di coinvolgere il tessuto imprenditoriale locale,
di attivare importanti partnership con soggetti privati e
allargare la partecipazione a tutte le realtà associative,
culturali e sportive ferraresi. Grazie a queste collaborazioni
il Festival è cresciuto di anno in anno, ha acquisito una
dimensione internazionale e consolidato nel contempo
una forte identificazione locale.
Anno dopo anno all’interno del Parco urbano “G.
Bassani”, gioiello del Rinascimento e Patrimonio
dell’Umanità UNESCO a due passi dal centro storico
di Ferrara, enormi palloni colorati prendono forma, si
confondono tra le nuvole e il cielo di Ferrara si trasforma
in un variopinto caleidoscopio.
Equipaggi di diverse nazionalità si sfidano in avvincenti
competizioni aerostatiche; voli ed esibizioni di
mongolfiere di ogni forma e varietà, spettacoli notturni,
voli vincolati aperti al pubblico, esibizioni di aquiloni, voli
aerei sulla città e sul Delta del Po, possibilità di lanci con
paracadute in tandem regalano a tutti emozioni uniche
e coinvolgenti. Una magia che si ripete e attrae sempre
più visitatori da tutta Europa: i fratelli Montgolfier ne
andrebbero fieri.
BALLONS FESTIVAL
a Ferrara dal 17.09.10 al 26.09.10
Ingresso gratuito.
www.ferrarafestival.it
Collane
Anna Laura
Naborri
è nata Milano
sotto il segno
dell’Ariete.
Laureata in
Filosofia, di
professione
insegnante.
È sposata con
Alfonso Nociti,
attivo consigliere
ADSINT e hanno
una figlia. Anna
ama leggere
e altri suoi
hobby, oltre a
realizzazione
di monili, come
vi ha raccontato,
sono la cucina
e il giardinaggio.
Questa passione
ha avuto inizio
qualche anno fa,
inizialmente come
un’attrazione
verso le collane
che vedevo
esposte nelle
vetrine o negli
stand della Fiera
dell’Artigianato,
però abbastanza
costosa da
mantenere.
Finchè, proprio in occasione di questa fiera, mentre mi aggiravo incuriosita
sono entrata in uno dei tanti spazi espositivi, attratta dagli innumerevoli fili
di file di pietre preziose e semipreziose appesi alle pareti ed ho preso da
un vassoio alcuni pezzi di quarzo rosa dalla forma particolare. Ne ho scelti
alcuni ed ho provato ad accostarli tra loro, finchè il risultato mi è apparso
soddisfacente e una commessa si è complimentata per la composizione
che ne era uscita. Da quel primo tentativo il passo è stato breve ed oggi
ho una bella collezione di collane che mi diverto ad abbinare ai vari capi
d’abbigliamento e che suscita la curiosità di amiche e colleghe, tanto
che a volte mi chiedono di preparare qualcosa di particolare per loro o di
pensare ad un possibile dono (nel periodo natalizio in particolare vengo
sommersa da richieste di bracciali, orecchini, ma quest’anno intendo
proporre anche spilloni da cappotto, vedremo). Ancora oggi è per me
emozionante la ricerca del pezzo particolare, proprio quello che può
dare il tocco speciale ad una collana, oppure capita di essere colpita
da qualcosa di imprevisto, che allora porto a casa e metto da parte,
sicura che prima o poi si presenteranno i compagni adatti da allineare
sul filo. Perché ogni collana deve essere un po’ speciale, avere un suo
carattere, trasmettere una sensazione, provocare un non so che in chi la
guarda ed adattarsi perfettamente a chi la deve indossare. Per questo
cerco di consigliare, mi permetto di chiedere anche di osare qualcosa
di non banale. Personalmente preferisco tra le pietre la corniola per il
suo colore caldo (pare che sia molto indicata per le arieti), l’ametista, il
quarzo ialino (cristallo di rocca), l’acquamarina, il lapislazzulo o, sempre
stando sul blu, la meno pregiata sodalità. Le ultime nate, quest’estate, sono
collane che definirei etnico-chic: pezzi etnici (corno, ottone, madreperle,
vetri, conchiglie fossili dei Naga, con intrusioni di turchese e corallo, ...), ma
rivisti con il nostro gusto. Un aspetto interessante di questa mia passione
è capire la personalità che si ha davanti e cercare di offrire qualcosa di
appropriato, magari creato apposta per lei. Spesso il primo approccio
avviene esaminando insieme le collane, molto semplici, un po’ superate,
che giacciono da anni in un cassetto e decidere di dare loro nuova vita,
con l’aggiunta di qualche pezzo d’argento o argentone, o anche di pietre
diverse. È un bel passatempo girare per mercatini domenicali cercando
pezzi particolari, magari provenienti da altri Paesi, oppure prendere qualche
spunto girando per vetrine! Sono convinta, e ne ho spesso la dimostrazione,
che una bella collana, non per forza costosa, ma adatta all’abito, un paio
di orecchini azzeccato, un bracciale intonato diano un tocco speciale,
capace di mettere in risalto anche un abbigliamento non ricercato...
L’ultima occhiata davanti allo specchio, prima di uscire, ve lo confermerà!
IL GLOBULO settembre 2010
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Conoscere e sapere
Claire d’estate
foto di Damiano Basanisi
24 -25
IL GLOBULO settembre 2010
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Conoscere e sapere
Siete mai saliti, in una giornata
di sole e di cielo sereno, sul
Duomo di Milano?
foto di Damiano Basanisi
È
un’esperienza da provare più volte, da assaporare e rigustare come
una cosa dolce e piacevole che più la si fa e più la si vorrebbe rifare.
Certo, salire su per le scale è faticoso (201 gradini non sono pochi ma
chi vuole può usare, con pochi euro, l’ascensore) ma quando si sbuca sul
tetto del Duomo, tra le guglie che si slanciano verso il cielo, la sensazione di
grandezza e di bellezza del simbolo di Milano ti prende il cuore.
Arrivando sul punto più alto, aperto al pubblico, ci si guarda intorno e si
vede lo spettacolo di una Milano diversa.
Mille tetti, terrazze, cupole e campanili si affacciano alla nostra vista e si
comincia a riconoscere il campanile di S. Ambrogio, quello di S. Maria delle
Grazie e, giù più a sud, quello della basilica di S. Lorenzo. Mi giro a nord e
vedo “el Pirelun” che si slancia verso l’azzurro con sullo sfondo le montagne
delle alpi lombarde. Che spettacolo, ad ogni angolo, ad ogni cunicolo, su
ogni guglia, un mondo di statue, doccioni, rosoni e ghirigori che mi lasciano
a bocca aperta se penso a quando è stato costruito ed a quante mani e
schiene hanno sofferto per creare questo tempio dedicato alla religione
cristiana (dedicato più esattamente a Santa Maria Nascente).
Provate a passeggiare sul tetto del Duomo, guardando il cielo, e non potrete
che sentire un senso di libertà e grandezza che è difficilmente percepibile
nella vita quotidiana. Percorro il tetto col naso al’insù ed ogni guglia mi
sembra una lancia che vola verso l’infinito; mi ritrovo a passare sotto ai
ponticelli che si sviluppano in una sintonia allegorica che fa tutt’uno con
le guglie ed i pinnacoli e mi sembra di camminare in altri secoli, in altri
momenti, in altre realtà.
Poi, quasi senza accorgermi, mi trovo sotto la guglia principale, alzo la testa
e vedo lassù la “Madunina” in tutta la sua imponente bellezza dorata, che
si staglia tra le bianche nuvole e l’azzurro del cielo infinito e mi comincia a
battere forte il cuore!
“
O mia bèla Madunina,
che te brilet de luntan tüta dòra e piscinina,
Ti te dòminet Milan
”
O mia bela Madunina, quanto sei bella, quante cose belle hai visto da
26 -27

108,50 metri
lassù! Il mondo che cresceva, Milano che cambiava, le persone
che nascevano, crescevano e poi, in silenzio ti raggiungevano
lassù nell’azzurro del cielo. Hai visto la tua bella Milano
svilupparsi, crescere a dismisura e diventare la grande Milano
che ospiterà l’Expo del 2015. Hai visto la tua amata Milano
piangere e soffrire, offesa dai bombardamenti dell’ultima
guerra, con lacerazioni e morti che facevano pensare ad
una Milano distrutta per sempre ed invece la forza, la tenacia
e l’amore dei Milanesi per la loro città hanno fatto sì che
rinascesse più forte e bella di prima. Guardo ancora il cielo
azzurro e la Madunina tüta dòra e piscinina e Le rivolgo una
preghiera,esprimendo un desiderio:
“O mia bela Madunina, quando non potrò più stare qui tra i vivi
sulla terra, fammi stare al tuo fianco, anche solo per un attimo,
ma fammi vedere con i tuoi occhi, qui tra l’azzurro del cielo, la
mia bella Milano che si sveglia al mattino, che corre per tutto il
giorno come un’ape operosa, che si addormenta la sera sotto
una coperta di stelle, fammi vedere ed abbracciare.
altezza della Madonnina dal suolo

4,16 metri
altezza della Madonnina

56,50 metri
altezza della facciata al centro

45 metri
altezza della navata maggiore

158 metri
lunghezza esterna

148 metri
lunghezza interna

67,90 metri
larghezza della facciata principale

57,60 metri
larghezza interna delle 5 navate

93 metri
larghezza esterna al transetto

66 metri
larghezza esterna ai fianchi
Alfredo Dovera
Milanese per nascita e
per convinzione. Svolge
la libera professione
di Commercialista, è
Revisore Contabile e
Perito del Tribunale di
Milano. Appassionato
di Formula Uno, di
automobilismo e di
motociclismo, ama il
mare ed il navigare.
Un salto sul tetto
del Duomo di Milano

11.700 m2
superficie interna

52
colonne interne

135
guglie

3400
statue, di cui 2300 all’esterno
(senza contare le mezze figure
negli sguanci delle finestre, i 96
giganti sui doccioni e gli altorilievi)

24 metri
altezza delle colonne interne

3,4 metri
diametro della colonne interne
testo di Alfredo Dovera
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Stefano Cozzaglio
Nato nel 1954. Architetto. Appassionato di manifestazioni
di tipo artistico e culturale e in particolare di storia,
sceneggiatura, fumetto, fotografia ed incisioni d’arte.
Collabora con “il Globulo” dal 1995, prima in maniera saltuaria
poi sempre più continuativa sviluppando articoli di argomento
storico, arte, evoluzione del costume militare, sociologia.
Eugenio ed Eros Pellini
Scultori
testo di Stefano Cozzaglio
foto di Damiano Basanisi
Raramente capita di potere visitare degli studi di scultori sia perchè queste tecniche
sono molto complesse sia perché spesso, una volta mancato l’artista, la parte più
industriale dell’atelier viene disfatta anche in ragione del grande spazio che richiede.
A
Milano, in via Siracusa n. 6 esiste ancora lo Studio Pellini che
è stato utilizzato sia da Eugenio Pellini che da suo figlio Eros,
ed è tuttora arredato come negli anni della loro attività
artistica. Io l’ho visitato. E mi piace raccontare la loro storia .
Eugenio Pellini
Nato a Marchirolo, in provincia di Varese, il 17 novembre 1864 da
Andrea e Carolina Pellini, nel 1878 si trasferisce a Milano presso il
fratello Oreste e inizia l’apprendistato nella bottega del marmista
Biganzoli, dove lavora il marmo e la pietra. Partecipa al clima
attivo della scapigliatura e fa sue le idee socialiste, sperimentando
personalmente fatica, miseria e difficoltà di lavoro e di vita. Nel 1884,
anno in cui realizza Lo spazzacamino, è allievo di Ambrogio Borghi
a Brera nel corso di scultura. Nel 1891 gli viene assegnato il premio
triennale Oggioni che prevede la specializzazione all’Accademia di
Roma. Inizia, allora, un lungo viaggio attraverso l’Italia, cui fa seguito
un soggiorno a Parigi. A questi anni risale l’incontro con l’opera di
Medardo Rosso e Auguste Rodin, che risulterà fondamentale per lo
sviluppo del suo linguaggio. Sono gli anni del Fanciullo di Nazaret,
1891, opera di rara potenza espressiva che, nell’arco di due anni,
verrà esposta anche a Chicago e premiata. Gli anni del Cesto
d’uva, 1893, di Pagine d’album, 1894, e delle prime importanti
commissioni monumentali: L’angelo del dolore per la tomba
Macario, 1894, il Cristo nel Getsemani per la tomba Lardera, 1895,
e la tomba Merli Maggi, 1910. Nel 1897 l’assegnazione del premio
Tantardini per la scultura Madre lo consacra artisticamente in
maniera definitiva. Quest’opera sarà premiata anche all’Esposizione
Universale di Parigi del 1900, a Barcellona nel 1907, ed esposta
a Firenze nel 1911. Pellini vive in prima persona la repressione
antisocialista di Bava Beccaris ed è costretto a lasciare Milano per
due anni, rifugiandosi a Parigi e, poi, a Varese, pur continuando
28 -29
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Fra le quinte
a lavorare. A causa delle sue scelte politiche, nei concorsi
pubblici viene sempre osteggiato, in particolar modo da Bistolfi,
come nel caso di quello per il Monumento ai Mille allo Scoglio
di Quarto di Genova, a Giuseppe Verdi a Milano, 1911, e quelli
per le porte laterali del Duomo di Milano. Di contro ha un forte
riconoscimento da parte di committenti privati, che vedono
in lui una delle personalità artistiche più rappresentative della
Milano dei primi del Novecento. Dal 1905 espone a tutte le
Biennali veneziane, alla Secessione Romana del 1914 e del 1915,
alla Triennale di Brera. All’estero è presente a Buenos Aires, nel
1910, e a San Francisco nel 1915. Dal 1900 inizia ad insegnare alla
Scuola degli Artefici del Castello Sforzesco a Milano. Nel 1903
incontra Dina Magnani, che diventerà sua moglie; due anni
dopo nasce Nives, più volte ritratta nelle opere di questi anni,
in particolare nell’Idolo; nel 1909 nasce Eros e nel 1911 Silvana.
Eugenio Pellini muore a Milano il 28 maggio 1934.
Eros Pellini
Nato a Milano nel 1909 da Eugenio e Dina Magnani, Eros Pellini
incontra l’arte in età giovanissima, a volte facendo da modello
al padre con le sorelline Nives e Silvana, altre volte aiutandolo
nella lavorazione del marmo.
La notevole differenza di età e la lunga malattia del padre
non gli consentono di vivere una giovinezza spensierata.
Lavora come incisore e incassatore di pietre e frequenta
la scuola serale di Brera. Nel 1930 si iscrive all’Accademia,
dove ha per maestro lo scultore Adolfo Wildt e per compagni
Fontana, Broggini, Melotti e Rosa Cerri, che sposerà nel 1936.
L’incontro con Wildt sarà importantissimo per la sua formazione
artistica, al punto che dalla morte del maestro, nel marzo 1931,
non frequenterà più le aule dell’Accademia per diventare
autodidatta. Nel 1939 inizia, per il santuario di Santa Rita a
Cascia, le sculture che lo vedranno impegnato per oltre
dieci anni: i rilievi in travertino della facciata, la Via Crucis, il
bassorilievo dell’Ultima cena. Ma è a Milano, dove ha sempre
abitato, nello studio grande e luminoso di suo padre, che
realizza la Ragazza velata, del 1947, il Ritratto della moglie la
Ragazza pavese, del 1948. Nella stessa città è chiamato ad
esporre alle Biennali, le mostre sindacali, le mostre d’Arte Sacra
all’Angelicum. Nel dopoguerra è presente anche alla Biennale
di Venezia, alla Quadriennale di Roma, alla mostra del bronzetto
a Padova, al premio Internazionale del bronzetto a Campione
d’Italia, alla Biennale d’Arte Sacra di Novara.
Gli giungono importanti commissioni di arte sacra e
monumentale: nel 1953 la fontana delle Quattro Stagioni in
30 -31
L’Out Off nasce nel 1976 nella
storica cantina di viale Montesanto.
testo di Giovanna Ferrante
L
piazza Giulio Cesare a Milano, le Opere di misericordia spirituale
per la Cappella Alemagna al Cimitero Monumentale, le
formelle con le Storie della vita di Gesù per il Vaticano nel 1958,
le sculture per la chiesa di San Gaetano a Milano nel 1959, per
la chiesa del Seminario di Como nel 1960, per il Municipio di
Campione nel 1971, il bronzo degli Innamorati per il Muretto
di Alassio nel 1978, i bassorilievi per San Francesco di Sales a
Milano nel 1979. A queste commissioni affianca una produzione
di sculture di atelier: le Ragazze, le Ballerine, le Pattinatrici, gli
Acrobati, i Personaggi, la Famiglia dell’architetto.
Eros Pellini è anche chiamato a ad assumere incarichi di
responsabilità e, per l’obiettività dei suoi giudizi, a far parte di
numerose giurie: commissario all’Angelicum, consigliere alla
Società di Belle Arti e Permanente di Milano, commissario
alla X Triennale. Gran parte della sua vita è dedicata
all’insegnamento: dal 1942 è alla Scuola d’Arte del Castello di
Milano, passerà poi a Brera alla Scuola degli Artefici, al Liceo
Artistico e, nel 1970-71 all’Accademia. Nel 1973 inizia il suo lungo
rapporto con Nanda e Orlando Consonni della Galleria Ponte
Rosso di Milano, dove partecipa a molte collettive e dove gli
verranno dedicate molte esposizioni personali. Nel 1991 Silvano
Colombo organizza la mostra “Di padre in figlio. Eugenio ed Eros
Pellini”. Eros Pellini muore a Milano l’8 ottobre 1993.
Ringraziamenti
Signora Matelda Pellini, Via privata Siracusa, 6 - Milano (Italia)
[email protected]
La Fondazione della Biblioteca di via Senato per le visite
organizzate presso lo Studio Pellini. La Dottoressa Eleonora Marta
Andina per la sua tesi sull’argomento [email protected].
La Ponte Rosso sita a Milano in via Brera n. 2 per i cataloghi
pubblicati sull’argomento. Il signor Damiano Basanisi per le
immagini che accompagnano l’articolo.
’Out Off - fondato nel 1976 nella storica
cantina di viale Montesanto a Milano - da
subito si propone come una realtà teatrale
attenta a quanto avviene di nuovo sulle
scene, nella drammaturgia, nella danza, nella
musica, nelle arti visive. Nel 2007 il Teatro ha
ricevuto dal Comune di Milano l’ Ambrogino
d’oro per la sua attività trentennale e dal 2008
è stato riconosciuto dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali “Teatro Stabile di Innovazione”.
“Out Off, (fuori, anzi, più fuori) significava
per noi allora, e continua a voler dire
ancora di più oggi, stare in disparte,
evitare di inseguire il facile consenso, stare
esclusivamente dalla parte degli artisti per
conoscere, capire e interpretare meglio il
presente”. Così il fondatore e direttore artistico
Mino Bertoldo, definisce il significato di quella
doppia negazione (Out Off) e di quel simbolo,
la X, divenuti per tutti un segno emblematico
del nuovo teatro. Dopo la chiusura nel 1979
della sede di via Montesanto, l’Out Off
attraversa un periodo “nomade” alla continua
ricerca di spazi per proporre la propria attività.
Questo limite diventa un terreno di lavoro e
la mancanza di un luogo scenico deputato
finisce per rientrare nelle poetiche dei lavori
stessi caratterizzando il periodo 1980 - 1986
come una vera e propria drammaturgia degli
spazi. Emblematico è lo spettacolo “Tartarughe
dal becco d’ascia” di Antonio Syxty realizzato
all’interno di una cella frigorifera con il
pubblico avvolto in coperte per resistere al
freddo autentico, elemento fondamentale
della rappresentazione. Nel maggio 1987 viene
aperta la nuova sede di via Dupré, un vecchio
capannone ristrutturato a sala teatrale con
una capienza di 100 posti. Con la sede di via
Duprè l’Out Off diventa a tutti gli effetti un
Teatro con una programmazione continuativa
di prosa, mantenendo però l’identità originaria
di progetto aperto. e diventa la casa di
decine di gruppi e artisti che presentano le
loro realizzazioni e vi trovano una sponda
produttiva. Il nuovo Out Off è stato inaugurato
il 2 novembre del 2004 con uno spettacolo
evento per Milano: “The Crying body”. La
nuova sede è in via Mac Mahon, nei locali
dell’ex cinema Eolo di proprietà comunale. Il
Teatro dispone di una sala a scena integrata
(senza palcoscenico rialzato) con 200 posti.
Uno spazio neutro, grigio, senza quinte, senza
sipario. Rigoroso ed essenziale dove non c’è
separazione tra platea e spazio scenico che
come in un teatro greco aspetta solo di essere
riempito dall’azione degli attori.
Per pranzare, per cenare, per bere un aperitivo, per ascoltare un monologo, per
assistere ad una lettura scenica, per conversare, per stare in compagnia dilatando le
ore della notte in un piacevolissimo dopo-teatro. Tutto questo succede a “Le Quinte”,
ristorante, enoteca e molto altro, posto proprio nel foyet del Teatro Out Off, luogo dentro
un altro luogo come in una scatola magica. Appena entrati chiedere di Francesco, il
proprietario, l’uomo dalle mille sorprese.
La Gilda di Mac Mahon di
Giovanni Testori.
Lorenzo Loris
Ad incarnare il progetto
artistico del teatro Out
Off è il regista stabile
Lorenzo Loris. uno tra
i registi più apprezzati
della sua generazione,
che ha lavorato
molto all’estero, con
esperienze di regia
anche in Russia. “Il
Corso di formazione
alla Scuola del Piccolo
Teatro, il mio maestro
Carlo Cecchi, assistente
di Eduardo De Filippo, i
testi di Pinter come - La
Serra -, il linguaggio del
‘900, lo studio e l’analisi
della parola, tutto
questo è alla base del
mio lavoro.
L’arte scenica non
va cercata lontano,
anzi spesso l’assoluto
viene indicato dalla
semplicità dei mezzi. La
suggestione scaturisce
dall’essenzialità.
Ricordiamoci che,
come diceva Eduardo,
il teatro non deve fare
altro che riprodurre
la vita. A questo
imperativo, alla vita
di periferia, mi sono
attenuto ad esempio
affrontando la messa
in scena de “La Gilda
del Mac Mahon” di
Giovanni Testori. La
parola scritta diventa
azione sul palcoscenico
perché è il testo che
suggerisce la strada da
intraprendere”.
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Il segnalibro
Camera oscura
testo di Giovanna Ferrante
Lui è Charles
Dodgson,
terzogenito e primo
figlio maschio degli
undici figli di un
curato del Nord
dell’Inghilterra.
D
iventerà famosissimo e assai ricco
con il nome d’arte di Lewis Carroll,
l’autore di “Alice nel Paese delle
meraviglie”. “Camera oscura”, libro
estremamente documentato e corredato
di fotografie, lo si deve alla penna e alle
ricerche della sua autrice, non a caso
avvocato che ha fondato a Londra lo
Studio Hornby e Levy, specializzato in diritto
di famiglia e dei minori.
Già, perché su Lewis Carroll, anche
pioniere della fotografia, c’è molto
da indagare e sono ancora irrisolte le
Camera oscura
accuse per la sua passione di ritrarre le
bambine, figlie di amici di famiglia, non
molto vestite e spesso addirittura nude. Il
suo soggetto preferito sarà Alice Liddell,
bambinetta di sette anni, per la quale
coltiverà una infatuazione e alla quale nel
1863 farà dono del manoscritto di “Alice
nel Paese delle meraviglie”. Poi questo
rapporto verrà bruscamente interrotto
dalla famiglia Liddell. Ma in generale le
bambine venivano incoraggiate e perfino
spinte dai genitori a frequentare il famoso
scrittore; tutte le famiglie aristocratiche si
sentivano onorate di ricevere la richiesta
d’amicizia di Carroll e il permesso di ritrarre
le proprie figlie spogliate, vista la sua
fama internazionale e il fatto che venisse
addirittura ricevuto a Corte. Anche se
lo stesso, con dubbio gusto pretendeva
che le piccole, rigorosamente una per
volta, prima delle pose si recassero da lui
per alcuni tete-a-tete “Le mie amichette
sono contente qui da me, nel mio
appartamento”.
Il dilemma dei posteri riguarda la sua
insaziabile ricerca di bambine amiche
carine. Esteta? Artista? Pedofilo?
Alice nel Paese delle meraviglie
“
Ruth si spogliava nello studio mentre lui miscelava le sostanze chimiche.
La fotografava in varie pose, sempre sdraiata. Lei se stendeva sul divano
e aspettava. La toccava con dita leggere come piume rapido e preciso.
Quando era soddisfatto della posa, andava sotto il telo nero. Poi si
riavvicinava a lei mettendo il dito sulle labbra per intimarle di non
rompere la magia del silenzio.
”
32 -33
CAMERA OSCURA
Simonetta Agnello
Hornby
Skira Editore
Pag. 102
“
Alice cominciava a sentirsi assai stanca di sedere sul poggetto accanto a sua sorella, senza far
niente;aveva una o due volte data una occhiata al libro che la sorella stava leggendo, ma non
v’erano né dialoghi né figure - e a che serve un libro pensò Alice – senza dialoghi né figure?
E si domandava alla meglio (perché la canicola l’aveva mezza assonnata e istupidita) se per
il piacere di fare una ghirlanda di margherite mettesse conto di levarsi e raccogliere i fiori,
quand’ecco un coniglio bianco dagli occhi rosei passarle accanto, quasi sfiorandola...
Sopra: alcune immagini
tratte dal film “Alice in
Wonderland” di Tim Burton.
”
IL GLOBULO settembre 2010
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
Cinema in casa
N
ancy Meyers, la regista, ci avvisa
subito: amarsi a sessant’anni non
è per niente semplice, tanto più
se si vive una storia d’amore triangolare,
o addirittura a quattro. Ma una ventata
di speranza per tutte le signore over 50
questo film appena uscito anche in DVD
la dà. Ragazze attempate non farcitevi di
botox e vedrete che con un po’ di verve
sarete affascinanti, soprattutto quando non
andate appositamente a caccia, perché
è proprio quando avete messo i remi in
barca che la vita vi dà il meglio.
Nel film È complicato la sessantenne è
Jane (Meryl Streep), che incontra il suo
ex marito imbolsito Jake (Alec Baldwin) e
come a volte accade, soprattutto nei film,
se ne rinnamora, anche se lui nel frattempo
si è risposato con la giovane stangona
Agnes. Complici parecchie bottiglie di
vino, i due si ritrovano tra le lenzuola come
due giovinetti. Inizia così una complicata
relazione extraconiugale tra gli ex coniugi.
È proprio il fatto di essere ex che li rende
disinvolti e per nulla imbarazzati. Già che
la vita amorosa di Jane ha un sussulto di
ritrovato vigore, tanto vale esprimerlo fino
in fondo: così il fascino maturo della vispa
signora accalappia anche l’architetto
e anche molto. Soprattutto Meryl Streep
sghignazza per almeno due terzi del film,
con quella ridarola autoironica irresistibile:
gran battute su lifting e improbabili cure
contro la fertilità. Gli ambienti, così come
nell’altro film della Meyers Tutto può
succedere con Diane Keaton e Jack
Nicholson, sono sempre meravigliosi:
chiunque vorrebbe vivere nelle case
di queste signore ricche, con giardini
curatissimi e vista sull’oceano. È un film
dove si parla anche molto di cibo: Jane è
una cuoca eccezionale (sarà per questo
che attira i suoi uomini?) e le specialità
francesi le vengono sempre divinamente.
Ha una pasticceria e dei croissants al
cioccolato che riempiono lo schermo
sembra anche di percepirne il profumo.
Se Steve Martin appare nel film un po’
defilato e Baldwin fa da spalla, è perché
l’esplosiva e incontenibile Meryl Streep li
sovrasta di un palmo, come se dal ruolo
effervescente in Mamma mia, l’attrice
non ne sia mai più uscita. «Le attrici
coetanee di Meryl sono tutte troppo
disperate o troppo liftate per reggere la
fiaccola della speranza - ha spiegato la
regista - lei è una donna vera in cui tutte
possono rispecchiarsi». Meryl, sei tutte noi!
Laura Fugnoli,
Giornalista de “La
Repubblica”, ama
la montagna e gli
sport avventurosi.
Quando la fatica
ha il sopravvento
Laura si immobilizza
a casa davanti
a un bel film. In
salotto ha uno
schermo gigante
e un impianto
home theater,
indispensabile
per fare il cinema
“vero” a casa.
È Complicato
testo di Laura Fugnoli
Adam che ristruttura casa (Steve Martin).
Insomma Nancy Meyers ci descrive la
femminilità crepuscolare così piacevole
che vien voglia di invecchiare anzitempo.
Che la regista ci descriva la vita vera
o che sia puro sogno è difficile dirlo; di
solito ci si ritrova piene di rughe, zeppe
di nipoti e zero uomini, ma almeno nella
finzione ci godiamo questa favola. Si ride
34 -35
IL GLOBULO settembre 2010
per le signore (e i signori)
che non si arrendono mai.
Vita associativa
Medicina
Conoscere e sapere
ti hanno smarrito la valigia?
sei tornato a lavorare?
ora ti chiediamo anche il sangue!
Fossero questi i veri problemi.
Oggi c’è invece un’emergenza
su cui non si può ironizzare:
è l’emergenza sangue!
Passa in Adsint. E dona.
Il modo migliore per ripartire
nella vita di tutti i giorni
è aiutare quella degli altri.
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2010_03_settembre