Primopiano Società C’ERA UNA CASA MOLTO CARINA... Ogni anno avvengono 4 milioni e mezzi di incidenti domestici, che coinvolgono nel 70 per cento dei casi donne e bambini asalinghe disperate o angeli del focolare? Oppure cenerentole delle lavoratrici? Sì, perché chi è occupato tutto il giorno nelle sue quattro mura ha un alto rischio di rimanere vittima di un incidente lieve o grave che provoca disabilità permanenti o addirittura la morte. Le classifiche delle disgrazie sono penose, ma alcune cifre Istat possono fotografare le dimensioni del fenomeno: se ogni anno i decessi sul lavoro si aggirano intorno ai 1.300 e quelli per incidenti stradali sono circa 7mila, gli infortuni domestici balzano a 4 milioni e mezzo, con 3 milioni 800 mila infortunati (dati Ispels), provocando 8.400 vittime e circa 2 milioni di interventi ospedalieri. Si tratta di casalinghe in un caso su 3, stima che sale al 70% se si contano insieme i bambini. E una volta su 3 l’infortunio avviene in cucina, per una caduta apparentemente banale; insidiosi anche elettrodomestici, farmaci e prodotti per l’igiene usati scorrettamente. E durante l’inverno che si sta per concludere è stato stimato un ulteriore aumento del 20% degli incidenti domestici gravi: l’allarme è stato lanciato dall’associazione Federcasalinghe-DonnEuropee. Per la presidente Federica Rossi Gasparrini, non si sono registrati recentemente miglioramenti di rilievo negli standard di sicurezza delle abitazioni, anzi: le case italiane per il 30% non sarebbero a norma, cadenti e mai ristrutturate, oppure rimesse a posto da persone incompetenti che generano altri pericoli all’interno delle mura domestiche. «Vogliamo chiedere al Governo di compiere atti concreti a sostegno della sicurezza delle abitazioni, specie nelle aree più deboli e povere», sostiene la Gasparrini, auspicando risorse: «è necessario sostenere le famiglie deboli, anche con aiuti economici, per rendere le loro case più sicure. L’esecutivo potrebbe contribuire a pagare l’installazione, in ogni casa, di un segnalatore automatico di uscita del gas. Invece si continua 33 di Laura Badaracchi Abitazioni non a norma Primopiano Società 45mila incidenti l’anno a causa dell’impianto elettrico ad assistere a incidenti domestici per il mancato rispetto delle norme di sicurezza nelle abitazioni». Solo alcuni esempi per evidenziare che, nel settore, la vera Cenerentola è proprio la prevenzione. Infatti alla base dell’elevato numero di infortuni sta la mancanza di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione, nonostante siano stati stanziati a questo scopo circa 180 milioni di euro, denuncia la Gasparrini, convinta della necessità di «considerare il parco abitativo quale primaria infrastruttura del Paese». Si è ancora all’abc in questo campo, se in 120milioni di abitazioni manca la manutenzione agli impianti elettrici, ancora non a norma. Nel 48% delle abitazioni, costruite prima del 1990, pari a 10 milioni di unità, non sarebbero state effettuate né la verifica della sicurezza degli impianti elettrici, né la relativa manutenzione, secondo le disposizioni prescritte dalla legge 46/90. Lo rivela lo studio Prosiel 2008, realizzato da Demoskopea, che ha preso in esame gli impianti preesistenti alla data di entrata in vigore della legge 46/90, intervistando un campione rappresentativo del totale delle abitazioni costruite prima del ‘90, pari a circa 19.650.000 unità. Ben il 92% degli italiani crede fermamente che il proprio impianto funzioni a meraviglia. Una falsa percezione, se ogni anno circa 45 mila incidenti domestici, anche mortali, sono causati da problemi all’impianto elettrico, con danni sociali per milioni di euro. «Dall’indagine emerge una situazione piuttosto sconfortante, viste le alte percentuali 34 Primopiano Società di inadeguatezza e insicurezza degli impianti rilevate e i risvolti sul grado di incidenza di infortuni di natura elettrica in ambito domestico», lamenta la presidente di Federcasalinghe. «La mancata protezione dei contatti elettrici diretti e indiretti e delle sovracorrenti comporta, infatti, gravi rischi, che vanno dalla scossa elettrica con rischio di fulminazione diretta delle persone (in particolare i bambini) al ben più grave surriscaldamento delle condutture elettriche con il conseguente pericolo d’innesco e propagazione degli incendi». Secondo la Gasparrini, si sta attuando «uno stillicidio non più tollerabile, perché le leggi ci sono ma non vengono applicate». Un gruppo di donne e uomini della Federcasalinghe di Trieste Attivo sul fronte della prevenzione anche il Moica, Movimento italiano casalinghe, fondato nel 1982 e presieduto da Tina Leonzi: «Un impegno ininterrotto, il nostro, dedicato a un problema pressoché ignorato di cui abbiamo evidenziato la gravità». Negli incidenti domestici, evidenzia, «è coinvolto circa il 4,5% della popolazione, in gran parte bambini e anziani. Per sensibilizzare sui rischi di infortuni in casa, l’associazione –che conta 110 gruppi e 17 Comitati regionali spalmati su tutto il territorio nazionale– ha realizzato diverse pubblicazioni: dal vademecum “La casa degli errori” all’opuscolo “Per una vita sicura in casa”. «Il coronamento di anni di impegno è stata la promulgazione della legge 493/99 ‘Norme per la prevenzione e la copertura degli infortuni domestici’, che prevede l’assicurazione obbligatoria 35 Informare: la base della prevenzione Primopiano Società Assicurarsi contro gli infortuni in casa? Si può per le casalinghe: il Moica si batte ora per il suo miglioramento», riferisce la presidente, ricordando che anche lo Statuto del movimento ribadisce l’importanza dell’assistenza socio-sanitaria delle casalinghe in termini di prevenzione. La legge 493, datata 3 dicembre 1999, ha istituito una polizza contro gli infortuni domestici che riconosce e valorizza chiunque, donna o uomo, impieghi le proprie energie in maniera abituale, esclusiva e gratuita, nell’ambito casalingo. La normativa è stata poi integrata e modificata dal decreto ministeriale 31 gennaio 2006 e dalla legge 296 del 27 dicembre 2006 (art. 1 comma 1257). Anche quest’anno si è svolta la campagna dell’Inail che promuove questo tipo di assicurazione, obbligatoria per chi ha tra i 18 e i 65 anni e svolge in via non occasionale, gratuitamente e senza vincolo di subordinazione, un lavoro finalizzato alle cure della propria famiglia e dell’ambiente in cui abita. Dalla polizza sono esclusi coloro che svolgono un’altra attività che comporti l’iscrizione a forme obbligatorie di previdenza sociale. «A te che per fare la pausa caffè devi farlo tu, il caffè» è lo slogan scelto per l’iniziativa di sensibilizzazione. Per ulteriori informazioni: ● numero verde 803.164; www.inail.it; DonnEuropee Federcasalinghe, tel. 06/68805944; ● Movimento italiano casalinghe (Moica), tel. 06/51606044; ● Sindacato casalinghe lavoratrici europee (Scale) Ugl, tel. 06/32482242. ● 36 Primopiano Società I più esposti? Anziani e bambini Secondo le stime sul biennio 2005-2006, fornite dal Sistema informativo nazionale sugli infortuni in ambienti di civile abitazione, in Italia ogni anno gli incidenti domestici mandano al pronto soccorso 1 milione e 728 mila persone, 130 mila sono i ricoverati e 7 mila i decessi. Siniaca ha avviato un sistema di sorveglianza degli incidenti domestici basato sugli arrivi in pronto soccorso ospedaliero in un campione di 30 centri distribuiti sul territorio nazionale: 55 mila i casi osservati. Gli incidenti più frequenti sono causati da caduta (40%), ferite da taglio o punta (15%), urti o schiacciamenti (12%). Oltre il 70% dei ricoverati per incidente domestico è caduto e, tra questi, il 75% supera i 65 anni e il 56% è costituito da donne. Purtroppo in età prescolare il soffocamento e l’annegamento costituiscono la prima causa di mortalità domestica nei bambini, provocandone la metà delle morti. Quindi i dati attestano che bambini e anziani sono le fasce di popolazione più esposte agli infortuni domestici. Tra 1 e 4 anni di età, il rischio di finire in pronto soccorso è 3,7 volte maggiore che tra i 15-19 anni mentre, rispetto alla stessa classe di età, per gli ultraottantenni è di 3,2 volte maggiore. Ecco le tipologie di lesioni diagnosticabili in pronto soccorso: traumi superficiali (59,2%); fratture e schiacciamenti (12,6%); lussazioni e distorsioni degli arti (8,1%); trauma cranico (3,5%); lesioni da corpo estraneo (3,3%); traumi interni e frattura del tronco (3,3%); ustioni (2,1%). 37