GIORNALE / NOTIZIARIO DI TRANINOSTRA
Anno 2 n° 7
Trani, febbraio 2002
Siamo, per fortuna, al secondo anno di pubblicazione del nostro Giornale. E' già
passata molta acqua sotto questi ponti: molto è stato già fatto, ma moltissimo ancora
rimane da fare e da dire. Speriamo che la corrente ci sia propizia e che versi nuovi
apporti fecondi di articoli interessanti e graditi ai nostri attenti Lettori. La Redazione
(presso la Sede Sociale) è sempre in attesa di scritti, suggerimenti, consigli di
TUTTI.
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I fatti di Trani del 1799 noti anche … fuori di Trani
Riportiamo un articolo apparso sul giornale "L'Alfiere" - Pubblicazione Napoletana Tradizionalista
- del giugno 2000 a firma del Direttore Responsabile Silvio Vitale. In tale articolo si passano in
rassegna i fatti del '99 di Trani alla luce delle innovazioni sugli stessi evidenziati dal nostro Socio (e
Presidente Onorario) avv.to Riccardo Jannuzzi. Ci fa piacere che Trani sia conosciuta sotto il
profilo storico anche oltre la ristretta cerchia delle nostre mura. Un plauso sincero all'amico
Jannuzzi !
"Le eroine di Trani"
Niccolò Rodolico, nel suo “Il popolo agli inizi del risorgimento nell’Italia meridionale”, ricorda,
tra i tanti episodi di resistenza all’invasione francese del 1799, la coraggiosa difesa della città di
Trani, che, assalita dalle truppe francesi comandate dal generale Dhuesme e dalla colonna
repubblicana di Ettore Carafa, fu, nei primi giorni di aprile di quell’anno completamente distrutta. Il
Rodolico cita quanto scrisse il cronista dell’epoca Berarducci: “In Trani gli orrori circa le violenze
alle donne del furore dei soldati sono inesprimibili. Si vuole che non ne sia salva quasi alcuna,
neppure le monache. Il saccheggio seguitò per quasi due giorni” ... “I morti in Trani furono circa
1200 e furono tutti bruciati”. Dal cronista ricava inoltre la menzione dell’ “eroismo della giovane
tranese figlia dello zappatore Giuseppe Ciardi”.
Giunge a proposito per saperne di più un libro di Riccardo Jannuzzi intitolato “Duecento anni
dopo. I Francesi a Trani nel 1799”, edito da Traninostra in quella città lo scorso anno.
Il libro contiene l’elenco nominativo dei “massacrati”, compilato per ordine del preside della
regia udienza di Trani nel 1800. Sono 741 persone, marinai, contadini, artigiani, soldati, donne,
vecchi, bambini, fucilati o arsi vivi su ordine del Dhuesme, emanato dopo un consiglio di guerra in
cui Ettore Carafa aveva espresso parere di “morte e incendio per la città, che mostrava impenitente
riluttanza alla diffusione degli ideali rivoluzionari.
Lo Jannuzzi ricorda, tra gli eroi di Trani, l’artigliere Nicola Padula, fucilato, il comandante
Ignazio Picerna, caduto in combattimento, l’avvocato e magistrato Giovanni Jannuzzi, ucciso
dall’archibugiata di un francese mentre cercava di ottenere la cessazione della strage. Significativo
l’inciso in cui dice che “le donne coadiuvarono con intemerata determinazione, gettando sugli
aggressori acqua bollente, tufi ed altri oggetti atti ad offendere’. Tra esse la figlia dello zappatore
Ciardi, citata dal Rodolico? Lo Jannuzzi risponde che si chiamava Maria. E la menziona con altre
due donne. “Di quei tragici momenti, attraverso il succedersi delle generazioni, ci è stato trasmesso
il ricordo di tre donne tranesi, le quali preferirono la morte all’onta dello stupro: Maria Ciardi che,
per sfuggire agli aggressori trovò la morte buttandosi dal terzo piano della casa; Felicia Nigretti che,
inseguita, morì annegata durante la fuga in una barca; Vincenza Fabiano, madre di cinque figli, che,
trovandosi sola e indifesa in casa, udendo i francesi che forzavano la porta, si tolse la vita
precipitandosi nel pozzo”.
Quali considerazioni? Secondo la vulgata risorgimentale quei morti non esistono o non vanno
ricordati perché stavano dalla parte sbagliata. Singolare, peraltro, il fatto che in Trani, ancor oggi,
esistano tre vie intitolate alle tre vittime del furore franco-giacobino. Una volta tanto la
cancellazione dei segni dell’insorgenza napoletana si è fermata di fronte a tre modeste targhe. Sarà
stato per distrazione...
Onore intanto a Trani che non ha dimenticato.
La Redazione
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Mario Pagano: chi era costui ?
Iniziamo con questo illustre giurista cui è intitolata la lunga, centrale e animatissima via della nostra
città una rassegna di toponimi, affinché il relativo ricordo dei suoi meriti non vada perso. Abbiamo
intenzione di proseguire nei prossimi numeri con l'aiuto di tutti i Soci.
1748 Francesco Mario Pagano, primogenito di sei figli, nasce a Brienza, in Lucania, da Tommaso
ed Anna Pastore, l'8 dicembre. La famiglia era distinta ed agiata, ma non nobile.
1758 Come tutti i nati in provincia destinati alla carriera forense, si trasferisce a Napoli presso lo zio
paterno Nicola, sacerdote, che lo seguirà con premure affettuose nel corso della sua formazione
intellettuale e morale.
1768 Consegue la laurea in Giurisprudenza e si mette in evidenza con la pubblicazione del
Politicum universae Romanorum nomothesiae examen, dedicato al Granduca di Toscana Leopoldo,
del Disegno del sistema della scienza degli uffizi (1769), per concorrere alla cattedra di etica nel
Regio Collegio della Nunziatella. Concorso che non vince.
1770 Vince, invece, il pubblico concorso per lettore straordinario di etica nella regia Università,
Poco più che ventenne, entra a far parte del circolo letterario ed artistico del marchese Grimaldi,
spirito colto ed illuminato. Qui conosce ed ammira Gaetano Filangieri. Stringe anche amicizia con
padre Gherardo De Angelis, che era stato amico del Vico, il quale, con ogni probabilità, lo
introduce ad una conoscenza approfondita dell'opera del grande filosofo ed allo studio della
eloquenza, nella quale emergerà autorevolmente.
1775 Non senza riluttanza, ma spinto da motivi di autonomia economica, inizia l'attività forense,
nella quale ben presto acquista fama di avvocato primario, in virtù della sua chiara e convincente
oratoria, oltre che per la passione umanitaria e per la sincera ricerca della giustizia. La frequenza del
foro fa maturare in lui la convinzione della necessità ed urgenza della riforma del processo
criminale e della stessa pratica della giurisprudenza. Di questa sua attività sono testimonianza le
quattro Allegazioni penali pubblicate fra il 1777 ed il 1781. In anno non precisabile, si iscrive alla
Fratellanza massonica di rito inglese. Ha importanti contatti culturali anche con rappresentanti delle
più moderne ed efficienti Logge francesi e tedesche.
1782 Dedica al Filangieri la tragedia Gli Esuli tebani.
1783-85 Escono rispettivamente il primo e il secondo volume dei Saggi politici. Viene sommerso
dalle critiche e dai malevoli giudizi. La sua opera è intesa come attacco sia alla religione, per il suo
materialismo ed immanentismo, sia allo Stato, per gli attacchi all'ordine monarchico-aristocratico e
per l'esaltazione della democrazia. E' costretto a difendersi con una Lettera avverso le imputazioni
fatte a' Saggi politici.
1787 Accolte, invece, con favore in patria e fuori, escono le Considerazioni sul processo
criminale, che contribuiscono notevolmente a porre il nome dell'autore fra i più grandi studiosi di
diritto. Il 17 marzo, viene nominato professore ad interim con soldo corrispondente alla cattedra di
diritto criminale. Gli vengono riconosciute qualità di grande ingegno, versato in tutte le parti della
civile giurisprudenza.
1789 In seguito a regolare concorso, con dispaccio del 17 luglio, viene nominato avvocato dei
poveri presso il Tribunale dell'Ammiragliato e Consolato di mare. Esplica l'incarico con
abnegazione e dignità sostenendo la causa della libertà economica, contro il vigente complicato
sistema di protezione e privilegi. Nel novembre, pubblica il Ragionamento sulla libertà del
commercio del pesce. La sua intensa attività letteraria si esprime in una nuova tragedia: Corradino.
1791-92 Seconda edizione dei Saggi politici che escono in tre volumi, notevolmente modificati.
1793 Aderisce alla "Società patriottica", costituitasi per iniziativa di Carlo Lauber, nella quale
confluiscono adepti delle Logge massoniche e dei Club giacobini.
1794 Assume la difesa dei giovani Vitaliani, Galiani e De Deo, rei di Stato per aver partecipato alla
congiura giacobina. Furono condannati a morte. Il fatto determina in lui il progressivo abbandono
delle attese riformistiche e gli procura sospetti di sovversivismo.
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1795 Per tali motivi e per il fatto che i Saggi divengono sempre più il testo di riferimento della
nuova coscienza politica, sono proibiti dal Governo e messi all'Indice dalla autorità ecclesiastica
con decreto del 26 gennaio.
1796 Lo colpisce direttamente e personalmente la reazione monarchica: viene arrestato, quale
"seduttore e consigliere" dei giacobini, il 26 febbraio e rinchiuso nelle carceri di S. Maria a Pareto e
poi nel Castello di Sant'Elmo. Vi rimarrà per ventinove mesi, poiché tanto durerà l'istruttoria.
1798 Il 25 luglio riacquista la libertà. Ma, privato dell'insegnamento e destituito dalla carica presso
il Tribunale dell'Ammiragliato, è costretto all'esilio. Alla fine dell'estate, si trova nella Roma
repubblicana il cui Governo istituisce per lui la cattedra di diritto pubblico presso il Collegio
romano. Accetta l'insegnamento, ma rifiuta nobilmente e "giacobinamente" l'onorario. Non inizia,
però, l'insegnamento. Il 27 novembre il re di Napoli entra in Roma, ponendo fine alla Repubblica.
Abbandona Roma per Milano. A causa della rigorosa politica di sorveglianza del Governo cisalpino
nei confronti dei forestieri e, forse, per errore, gli viene notificato un decreto di estradizione. Scrive
una "rimostranza" in seguito alla quale il Consiglio dei Juniori propone al Governo di conferirgli la
cittadinanza ed "un impiego degno dei sommi suoi meriti".
1799 Il precipitare degli eventi a Napoli e la proclamazione della Repubblica il 23 gennaio,
consentono il suo ritorno in Patria come membro eletto alla Rappresentanza nazionale, nel Comitato
di legislazione. Lavora intensamente ed autorevolmente alla definizione delle leggi più importanti
del Governo provvisorio e al Progetto di Costituzione della Repubblica. Il 5 giugno, proclamato lo
stato di pericolo della Repubblica, partecipa alla infelice difesa armata. Caduto Castel Sant'Elmo,
viene fatto prigioniero. Aspetta invano il rispetto dei patti della capitolazione che prevedevano la
possibilità dell'esilio in Francia per i prigionieri. Il 26 ottobre la Suprema Giunta di Stato pronuncia
la sentenza di morte contro di lui, Domenico Cirillo, Ignazio Ciaia e Giorgio Pigliacelli. Il
pomeriggio del 29 ottobre, verso le 18,30, viene giustiziato nella Piazza del Mercato di Napoli, per
impiccagione.
Ruggiero Piazzolla
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La foto, che passione!
Siamo a febbraio…ma possiamo dire di essere in inverno? Il nostro clima non sempre rende
veritiera questa evidenza di calendario. Spesso di questi tempi la natura la pensa diversamente,
e ci mostra cieli tersi e mandorli in fiore.
Si sente già aria di primavera, e viene voglia di lasciarsi alle spalle il lungo inverno che
quest’anno è stato particolarmente e insolitamente freddo. Viene voglia, insomma, di fare tutte
quelle cose che si possono fare solo con il favore del tempo…..e con il sole.
Fra queste, anche la fotografia. Alzi la mano chi non possiede una macchina fotografica!
Piccola o grande, vecchia o nuova, compatta o reflex, o magari digitale……scatoletta da portare
distrattamente in tasca quando si va in vacanza, oppure oggetto misterioso dai mille numeretti
incomprensibili……con ancora dentro la pellicola dell’anno scorso…..
Macchina fotografica ricevuta in regalo, o comprata anni fa con tanto entusiasmo……e poi
trascurata e dimenticata. Dopo i primi rullini, gli scatti si diradano fino a cessare del tutto…..si
pensa di aver fotografato tutto il fotografabile: bambini, amici, paesaggi, qualcosa in
vacanza….d’altra parte c’è la videocamera, che è più moderna, più interessante…..e forse più
facile da usare……
E poi, tutte queste fotografie……molte venute male, molte osservate distrattamente per pochi
istanti quando ci vengono rese dal laboratorio, qualcuna conservata….qualcuna regalata. Chissà
se qualcuno possiede ancora un album di fotografie, con i ricordi di una vita? Boh…..forse la
maggior parte di noi si ritrova con decine di piccoli albumetti sparsi dappertutto, che spuntano
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fuori dai cassetti più impensati, magari dopo anni. Non parliamo poi dei negativi, che sono da
considerarsi definitivamente scomparsi come se non fossero mai esistiti.
Però…..saremmo bugiardi se dicessimo che il rivedere certe foto non ci provoca emozioni a
volte profonde…..un evento lontano, un bambino adesso cresciuto, uno scorcio di un luogo
lontano che improvvisamente ci torna davanti…..sono questi i momenti che ci fanno apprezzare
le nostre foto, che ce le rendono tanto preziose, anche se un po’ sgualcite o venute male.
E’ questo il modo più semplice e familiare per apprezzare il grande potere evocativo della
fotografia, la sua capacità di far rivivere sensazioni ed emozioni. E questo è tanto più vero se ci
allarghiamo un po’ rispetto allo stretto ambito personale e familiare e pensiamo alla miriade di
immagini fotografiche che ci circondano: da libri, giornali, manifesti, e così via. La cosa diventa
addirittura esorbitante se pensiamo a tutte quelle immagini, realizzate con tecnica di tipo
fotografico, che possono definirsi addirittura onnipresenti: cinema, televisione, videoriprese
amatoriali, foto digitali, Internet, sono tutti figli e nipoti delle fotografia che dopo i tempi della
camera obscura e dell’invenzione di Niépce e Daguerre ha conquistato ogni angolo della nostra
vita fino a ritagliarsi un posto insostituibile nelle nostre case, nel nostro arredo urbano, nei
nostri ricordi e perfino nella nostra coscienza di uomini e donne dell’epoca d’oggi.
Tutti noi, a ben pensare, e tutto il mondo di oggi vive una vita scandita dalle immagini:
pensiamo alle celebri foto dell’uomo sulla Luna, ai reportage fotografici di Robert Capa sulla
guerra, alle foto di uomini e donne celebri che hanno fatto la storia, la moda, il costume;
immagini impresse indelebilmente nella memoria collettiva.
Ma…..e qui casca l’asino: fu vera realtà? Quelle immagini sono vere? Certo che lo sono, vien
fatto di dire; sono fotografie! Devono per forza essere vere! Altrimenti che foto sarebbero? I
quadri di Leonardo o Piero della Francesca non sono veri, sono disegni….ma le foto, quelle
no…..
Ed ecco che cadiamo in contraddizione con quello che abbiamo provato prima: emozioni e
sensazioni. E non riusciamo a superare il grande equivoco della fotografia: la convinzione cioè
che essa sia l’esatta riproduzione della realtà. Niente di più falso! E’ solo un pezzo di carta che
riproduce una visione istantanea di un pezzo di realtà, magari in bianco e nero, mentre la realtà
è ben diversa…..ecco perché la videocamera ci sembra migliore della fotografia, visto che
fornisce immagini colorate e in movimento, dotate pure di sonoro…..
Ma la fotografia non vuole essere una fotocopia. Essa non intende riprodurre la realtà, ma
interpretarla. Essa configura un atto comunicativo dove due soggetti, trasmittente e ricevente,
si scambiano un messaggio; e questo messaggio non può assolutamente prescindere dalle
capacità espressive di chi trasmette, dalle potenzialità e dai limiti del mezzo usato e infine dalle
capacità di decodifica del ricevente. E tutto è influenzato da fattori psicologici, culturali, sociali.
Esistono mille modi di raffigurare qualcosa, anche con la fotografia, e non esisteranno mai due
immagini identiche di un evento. Il fotografo è il vero regista della situazione, colui che
deciderà come riprodurre una certa immagine, avendo a disposizione tantissimi strumenti
espressivi di tipo prettamente fotografico. In questo non è inferiore al pittore con i suoi colori e
pennelli. Ecco perché la fotografia è arte a tutti gli effetti.
La fotografia è dunque una finestra sulla realtà; dalla finestra non vedete tutto, qualcosa può
restare nascosto. Vi piacerebbe affacciarvi consapevolmente alla finestra? Vi piacerebbe aprire
voi stessi una finestra? Diventare fruitori consapevoli delle mille immagini che ci circondano, o
crearne voi stessi? Imparate a fotografare con noi. Vi aspettiamo.
Francesco Paradiso Gruppo Fotografico “Spazio Sud” / Traninostra
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TIEMBE DE SARDEDDE (Poesia in dialetto tranese di Sebastiano Di Marzo)
QUANNE VAINE U MAISE D’APROEILE SINDE CHEDDA ARIETTE CA
PARE N’A BAVETTE, TUTTE LA GENDE ACCHIANE ACCHIANE CHE
LE CRIATURE AMMANE AMMANE PIGGHIENE LA VOEIE DE CHELONNE.
IND’A LA BAIETTE TUTTE LA GENDE ASPETTE , STE’ N’U BELLE MARE
ANDO’ SE RESPECCHIE PURE LA LAMBARE,
STANNE SAUPE A LE SCUOGGH1E E VEDENE U MARE LISCE
CAUME ALL’UOGGHIE, PARE N’A TAVELE E NAN LA SCHEMMAUVE
MANGHE U DIEVELE. PROEIME STAVE U TRABBUCCHE C’A T’ANGHIAVE
L ‘UOCCHIE.
N'U GRUPPE DE MARENARE STE ’ A ARMEGGIE’ VECOEINE A LA VARCHE,
CE PREPARE LE ROEITE, CE PREPARE LE CIEME , CE PREPERE LE
ROEIME, MA LE MARENARE OGNE MOMENDE U MARE TENENE MENDE.
INDA NU MOMENDE VEDENE DA LUNDANE C’A U MARE A CCHEMENZE
A FROEISCE, AMMENENE NU GROEIDE ACCHESSI’ POTENTE,
“ANNA ARREVATE LE SARDEDDE!”
INDA NU LAMBE VOEITE L’ABBRESCIERE, CA SE FERMENE PURE LE
FRASTIERE.
SUBBETE VOEITE LA VARCHETTE CA VE’ A CALE’ LA SCIABBECCHETTE,
LE VOEITE CA S’AFFENNENE MA SEMBE CANDENNE CANDENNE.
QUANNE S’A VVECENENE CHE LA ROEITE, SE VEDENE LE SARDEDDE
LUCCCHENNE LUCCCHENNE CA PARENE TANDE BRELLENDE.
A LA SPIAGGIE VOEITE SUBBETE CA ACCHEMENZE L’ARREMBEGGIE
PE ACCATELLE, CE CHE LA CARTE , CE CHE LA BUSTE,
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NESCEUNE VAULE PERDE CUDDE GUSTE.
A MElE ! A MElE!, GRIDENE LE CRISTIANE, BELLE, BELLE RESPANNE
U MARENARE, CA TENGHE DO MANE.
SE VEDENE LE SARDEDDE DE ZEMBE’ INDA LA ROEITE, E TUTTE QUANDE
LE VOLENE ASSAPRE’, NA CIAMBATE A PEDUNE NAN REMANE SENZE
NESCIOENE.
TE LE DANNE ZEMBENNE ZEMBENNE, CA SE LE MANGENE
SENZ’AFFANNE, TENENE NU GUSTE ACCHESSI' FINE CA SE NE VANNE
LISCE LISCE INDA LE CANAROEINE, E TE FANN E VERVE NU BICCHIERE
DE VINE.
OH SEGNAURE, TE RENGRAZZIE PE LA GRAZZIA CA INGI’A FATTE
DICENE LE MARENARE, DOPPE STA SORTE DE FATECATE
ING l’A FATTE ABBESCUE’ LA SCERNATE.
Tempo di Sardine
Quando arriva il mese di aprile, senti quella arietta che sembra una bavetta, tutte le persone piano
piano, con i bimbi mano a mano, s'incamminano sul lungomare per andare a Colonna.
Nella baia tutta la gente aspetta, c'è un bel mare dove si rispecchia pure la Lampara, stanno sugli
scogli, osservano il mare liscio come 1'olio, sembra una tavola che neanche il diavolo lo smuove.
Prima esisteva il trabucco che ti riempiva la vista.
Un gruppo di marinai è intento ad armeggiare sulla barca, chi prepara le reti chi i cordami e chi i
remi
Ma i marinai, nonostante le faccende, hanno i1 loro sguardo rivolto sempre verso il mare.
All'istante vedono il mare che comincia ad incresparsi, e tutti in coro un grido così potente: “Sono
arrivate le sardine”!
Inizia il frastuono ed anche i forestieri si fermano a guardare.
Immediatamente si vede la barchetta che va a calare le reti li vedi che si affannano ma lo fanno
cantando, cantando.
Quando si avvicinano a riva con le reti, si vedono le sardine luccicanti che sembrano tanti brillanti.
Sulla spiaggia inizia subito l'arrembaggio per comprarle, chi con la carta e chi con la busta nessun
vuole perdere quel gusto.
A me!, a me!, urlano le persone verso i pescatori. Piano !, piano!, risponde il pescatore, ho solo due
mani.
Si vedono le sardine balzare nella rete, e tutti quanti le vogliono assaggiare; un po’ per uno non
rimarrà scontento nessuno.
Te le danno saltellando, e te le mangi senza affanno, hanno un gusto così prelibato che vanno lisce
in gola, e si fanno accompagnare da un bel bicchiere di vino.
Oh Signore ti ringraziamo del dono che ci hai fatto, dicono i pescatori, dopo questa faticata ci hai
fatto guadagnare la giornata
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BREVE STORIA DEL RITRATTO FOTOGRAFICO (I° Parte)
A cura di Riccardo Di Palma
Per quanto possa sembrare strano, gli inizi della storia del ritratto fotografico coincidono con la
nascita della fotografia. Fino allora l’unico strumento possibile per conoscere le proprie Fattezze era
stato lo specchio. Lo specchio magico ora è il Dagherrotipo Per quella doppia e inquietante valenza
di riproduzione fissa del reale E di superficie riflettente.
Con la diffusione pubblica del procedimento dagherrotipo (19/8/1839) Ha inizio la società di massa.
La fotografia diffonde la conoscenza del mondo a chi dal mondo era Escluso per barriere
economiche, ed economia coincide con cultura. Il dagherrotipo produceva un'immagine su lastra di
metallo Fermandola in un esemplare unico: irriproducibile.
Il processo che attualmente utilizziamo, negativo-positivo, è antico quanto la storia della fotografia.
Inventato da un uomo di grande cultura. H. Fox Talbot, al principio non piacque, era un pezzo di
carta, non era magica, soprattutto era diversa dallo specchio magico. Il Calotipo, invenzione di
Talbot era brevettata in tutto il mondo con esclusione della Scozia, che allora rifiutava le leggi
inglesi. E’ proprio in Scozia che viene prodotta la prima serie sistematica del ritratto con finalità di
proto-ricerca antropologica e conservazione mnemonica del costume; David Octavius Hill, noto
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pittore di Edimburgo era stato incaricato di dipingere una enorme tela raffigurante i 457 membri che
fondarono la Chiesa libera di Scozia nel 1843.
In cinque anni in un laboratorio impiantato in un cimitero (gli servivano la luce che solo in esterni si
può avere, e la tranquillità per non disturbare i soggetti durante la lunga esposizione, e nello stesso
tempo, evitare loro di vivere al di fuori di quell’attimo, facendoli crescere insieme e dentro
l’immagine stessa durante la lunga posa) produsse 1500 negativi: ritratti di pescatori, delle loro
famiglie nel porto di New Haven, nobili e ricchi borghesi in abiti
quotidiani o travestiti da poveri e naturalmente anche i 457 fondatori della Chiesa libera di Scozia.
Il processo negativo-positivo stimola nel francese Eugene Disderi un'invenzione sconvolgente: “La
carte de visite”.
La ripresa è di otto immagini simultaneamente. La moda delle cartes de Visites esplose quando nel
1859 Napoleone III, in partenza per l’Italia, fermò le proprie truppe sul Boulevard des Italiens, per
entrare nello studio di Disderi e farsi un ritratto. Un altro francese, Camille De Silvy, introdusse
un’altra novità destinata ad avere molto successo, facendo posare i suoi clienti dinanzi a sfondi di
paesaggi ottimamente dipinti.
Da questo momento, la storia del ritratto procederà sulla linea di un logico percorso evolutivo, non
più la tecnica protagonista, ma la tecnica al servizio dell’espressione.
Uno dei primi e più grandi ritrattisti è stato senz’altro Nadar che apre uno studio fotografico a Parigi
nel 1853. Diviene l’idolo del bel mondo e non a caso è il primo professionista che possiede la rara
capacità dell’introspezione psicologica: aveva l’ambizione geniale di lasciare i suoi personaggi
liberi di muoversi nello studio affinché recuperassero la naturalezza abituale.
Altra grande fotografa, che volle in qualche modo reagire alla vacuità delle Cartes da Visite, fu
Giulia Margaret Cameron, portò, infatti, nel campo del ritratto una visione più rigorosa inventando
un'inquadratura divenuta dopo un classico: il primo piano. In comune con Nadar aveva la pazienza
di attendere il momento in cui i soggetti dimenticassero la macchina fotografica, per il resto è
esattamente il contrario. Dilettante inizia a fotografare all’età di 48 anni per sfuggire alla noia di una
vita troppo confortevole e priva di eventi, nella tranquilla campagna inglese.
Mentre i ritratti di Nadar sono precisi, puliti nei dettagli, quelli della Cameron sono leggermente
sfumati. I ritratti della Cameron per quell’epoca erano considerati trasgressivi.
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Il Porto di Trani in una foto del 1930 di Giuseppe Piazzolla
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E’ iniziato il Corso di Fotografia
E’ iniziato ufficialmente sabato 16 febbraio il Corso di Fotografia a cura dei Soci del
Gruppo Fotografico “Spazio Sud” di Traninostra. Erano presenti tutti i soci del Gruppo, in quanto
collaboratori del corso stesso.
Dopo il saluto del Presidente, i corsisti presenti hanno assistito alla lezione introduttiva con
proiezione di numerose diapositive. Il Corso proseguirà tutti i sabati alle ore 18 presso la Sede
dell’associazione, in via Imbriani 61, e si articolerà in lezioni teorico-pratiche con proiezione di
diapositive, uscite fotografiche e sedute in camera oscura. A tutti i Corsisti sarà distribuita una
dispensa che li aiuterà a meglio ricordare quanto esposto durante il Corso.
Ricordiamo che si è ancora in tempo a iscriversi al Corso, che si articolerà in una dozzina di
lezioni più le uscite e le sessioni in camera oscura, che saranno effettuate in piccoli gruppi. La quota
di partecipazione è di 16 Euro (a titolo di rimborso spese). Gli interessati potranno prendere visione
del programma dettagliato presso la sede dell’Associazione.
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Gita a Putignano e Conversano
Domenica 10 febbraio in una giornata particolarmente favorevole ci siamo recati numerosissimi a
Putignano ove abbiamo assistito alla sfilata dei carri allegorici. Dallo speaker della manifestazione è
stato annunciato un saluto a noi amici tranesi; la sfilata è stata poi trasmessa attraverso varie reti
private italiane.
Onde evitare la confusione pomeridiana, ci siamo spostati a Conversano, ove ci è stato servito in un
ottimo ristorante un pranzo davvero eccellente, con musica e ballo finale, per chi ha voluto
cimentarsi.
Nella piazza antistante il Castello dei conti Acquaviva di Aragona, ci attendeva una giovane e colta
guida, che ci ha illustrato le origini della città, già fiorente nell'età romana con il nome di NORBA.
Abbiamo quindi visitato la chiesa dedicata ai SS. Cosma e Damiano, edificata nel 1639, ricchissima
di decorazioni in barocco napoletano e ingentilita dalle tele del pittore Paolo Finoglio del XVII sec.
Dopo esserci soffermati all'esterno della chiesa di S. Benedetto, ove la guida ci ha descritto la
potenza feudale delle monache mitrate, che competevano in potere religioso e civile con il vescovo,
abbiamo visitato la cattedrale di fine XI sec. in stile romanico-pugliese.
E' quindi scoccata l'ora del rientro, sollecitata da un incipiente venticello.
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Nuove iscrizioni:
Registriamo l'iscrizione di due nuovi Soci nella nostra Associazione: si tratta dei Sigg. Giovanni
Paradiso, (papà del nostro Socio dr. Francesco) e del Sig. Vito Torelli, presentatoci dalla nostra
Socia Spaccapietra. Auguri vivissimi di benvenuto a questi due nuovi soci da parte di tutti!
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Arrivederci su
www.traniweb.it/traninostra
Hanno collaborato: Mauro d’Amore, Antonio Di Maggio, Riccardo Jannuzzi, Riccardo Di Palma,
Sebastiano Di Marzo, Francesco Paradiso e Ruggiero Piazzolla
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GIORNALE / NOTIZIARIO DI TRANINOSTRA
(in distribuzione solo ai Soci)
Anno 2 n° 9
Trani, maggio 2002
Editoriale: Siamo arrivati al terzo numero di quest’anno, ma come al solito, non possiamo
che lamentare la scarsa collaborazione del nostro staff redazionale. Ribadiamo che sono
Redattori tutti i nostri Soci e Lettori. Speriamo, come al solito, che essi prendano a cuore
le sorti di questo foglio e non si limitino solo a leggere, ma anche e soprattutto a scrivere.
Scrivere di tutto, informando gli altri amici che essi ci sono, che non hanno solo una
tessera associativa, ma che hanno piacere di dialogare con gli altri amici, di far sentire la
loro presenza. E se ciò non può avvenire fisicamente, almeno, lo si veda con un loro
scritto. Grazie! La Redazione
Gli argomenti che tratteremo in questo numero sono:
• La Giornata Europea della Cultura Ebraica in Trani.
• La Mostra Fotografica “Forme e Colori da Torino” che si tiene nella nostra
Associazione dal 18 al 30 Maggio.
• Restyling alla Sede sociale di Traninostra.
• Università della Terza Età a Trani.
• Ricerca di notizie sui tragici fatti del’ 43 a Trani
• Un’ode a S.Nicola Pellegrino in dialetto Tranese.
Restyling alla Sede sociale di Traninostra.
La nostra Sede è diventata più accogliente per i nuovi arredi acquistati e per un
maquillage eseguito ai soffitti.
Si è provveduto, infatti, a coprire le antiestetiche tubazioni che correvano a vista
lungo il soffitto con opportuni cassonetti insonorizzati. Il colpo d’occhio ora è veramente
invitante. Occorre che tutti (ripeto tutti) i Soci vengano a verificare quanto detto innanzi e
vengano a godere della nuova estetica, voluta fortemente da alcuni Soci, frequentatori
assidui, e dal sagace impegno dell’Amico d’Amore che ha curato la perfetta esecuzione
dei lavori stessi.
Per completare l’abbellimento della Sede sono stati acquistati nuovi mobili,
confacenti ad una maggiore fruibilità della Sede stessa, sia per soddisfare più
efficacemente le esigenze culturali (Conferenze, Dibattiti, Mostre); sia per motivi interni
ricreativi.
Non è finito qui. Anche il locale destinato ai servizi è stato oggetto di lavori che ne
hanno cambiato radicalmente l’estetica e la funzionalità. Analogo ringraziamento agli
stessi amici di cui sopra per averlo voluto fortemente e per l’impegno personale speso a
tale realizzazione.
Tale maggiore ‘agibilità’ della Sede ha impegnato molte risorse di Traninostra, ma il
Consiglio Direttivo non le considera Spese, bensì Investimenti, che possano sollecitare
(non lo ripeteremo mai troppo) una frequenza più assidua, continua, impegnativa e,
perché no? allegra, allargata dei Soci, dei parenti dei Soci, degli amici dei Soci, di nuovi
Soci.
Il ‘Bello’ dicono che sia ‘Invitante’: speriamo che ciò non sia solo un luogo comune,
ma che porti al sospirato rientro dei Soci che pagano la quota sociale, ma non
frequentano la nostra Sede.
1
Giornata Europea della Cultura Ebraica a Trani.
Continuando nella tradizione ormai radicata nella Storia, Trani farà da culla (sia pur
per un giorno) alla Giornata Europea della cultura Ebraica il giorno 16 giugno prossimo e
Traninostra è orgogliosa di essere la referente per questo importantissimo evento
culturale. A tal proposito si riporta per intero la lettera della Coordinatrice Europea.
2
Mostra Fotografica
Anche questo mese il Gruppo Fotografico SpazioSud/Traninostra, quale evento
culturale, propone all’attenzione dei Soci, e della cittadinanza tranese una manifestazione
di altissimo valore artistico / figurativo.
Si tratta di una Mostra fotografica composta da 90 stampe a colori e in Bianco e
Nero: intitolata “Forme e Colori da Torino”., che rimarrà esposta dal 18 maggio
(inaugurazione) fino al 30 maggio, con orari di apertura pomeridiani dalle 18,30 alle 20,30
dal lunedì al sabato.
Perché da Torino ? E’ presto detto! : Il prestigioso Circolo Fotografico del DLF
Torinese ha voluto concedere in esposizione la sua migliore produzione artistica a
SpazioSud, quale primo scambio culturale fra il Nord ed il Sud. Speriamo che anche
SpazioSud al più presto possa esportare le ‘visioni’ Tranesi verso lidi settentrionali.
La Mostra gode del patrocinio del Comune di Trani, che l’ha ritenuta degna di far
parte degli eventi che si svolgeranno per tutto il mese di Maggio 2002 e i manifesti già
affissi per la città hanno annunciato questa offerta culturale di Traninostra per la
cittadinanza tutta.
La Mostra, inoltre, ha già ottenuto il patrocinio della Federazione Italiana
Associazioni Fotografiche, sia per i contenuti, sia per il contesto espositivo e ciò risulta
dall’apposita targa concessa all’uopo. Inoltre, tale esposizione si colloca quale tappa
decentrata per i congressisti del 57° Congresso Italiano di Fotografia Artistica che si terrà
a Selva di Fasano dal 23 al 26 Maggio. Sarà un’occasione per tanti (si spera !)
congressisti e artisti che potranno godere delle immagini artistiche su … carta e, di quelle
dal vero, offerte da Trani.
Gli artisti torinesi che espongono sono sette e ci piace ricordarli nominativamente,
perché sono diventati a tutti gli effetti Soci onorari di Traninostra:
1. Bracesco Giorgio 2. Bruno Alfonso 3. Cevnja Giuseppe
4. D’Angelo Domenico
5. Fausone Renato 6. Guidi Renato
7. Martinelli Aldo
Invitiamo, naturalmente, tutti i nostri Soci a visitare tale mostra fotografica a partire
dal giorno 18 maggio, ore 18,30 estendendo ad amici e conoscenti tale invito. Vi
assicuriamo che ne vale la…pena!
Università della 3° Età a Trani
Siamo lieti di offrire uno spazio espositivo ad una associazione culturale che opera sul
nostro territorio.
A giugno si conclude il Quarto Anno Accademico dell’Università della Terza Età – Centro
Studi e Ricerca di Trani, cominciato con l’inaugurazione che si è tenuta il giorno 26 ottobre
2001, presso il Salone dei PP. Barnabiti, in piazza Tiepolo, I a Trani. Sembra appena ieri
l’inizio del primo anno accademico della nostra Associazione Culturale, eppure sono
trascorsi quasi quattro lunghi anni da quel lontano settembre del 1998. Nelle aule della
Scuola Elementare “E. de Amicis” alcuni temerari soci fondatori (Michele Bafunno, Anna
Caressa, Anna Cavaliere, Vincenzo Di Noia. Mara Gisotti. Antonia Laviola. il presidente
Giuseppe Marinaccio, Mauro Antonio Reggio, Andrea Ricciardi. Luigi Vania ed il
sottoscritto, decidono che quello che sembrava un bel sogno poteva diventare una realtà:
ricreare a Trani una istituzione no profit. il cui motto “Cultura, partecipazione, confronto e
ricerca per tutti” la dice lunga su quali siano le mete che si sono fissate. Basarsi sul
3
volontariato di professionisti per costruire un sufficiente numero di corsi poteva sembrare il
primo ostacolo; altra difficoltà poteva essere costituita dall’esiguità degli iscritti.
Sorprendentemente le risposte ci sono state, eccome! Numerosissime le richieste di
condurre corsi e gli iscritti sono passati dal centinaio del primo anno, che è già un buon
numero, a più del doppio negli anni successivi.
Le lezioni sono cominciate il 5 novembre 2001, presso la sede della Scuola Media “G.
Rocca”. Quest’anno i corsi si sono arricchiti di nuove proposte quali Danza folk, Dietetica,
Economia, Storia della Filosofia, Storia della Musica e Storia di Trani, oltre a quelli già
collaudati, in modo da sollecitare la curiosità e la voglia di cimentarsi in altri ambiti. Le
iscrizioni sono state aperte fino al 25 ottobre. presso la Scuola Media “G. Rocca”.
• Arti applicate
• Attività motoria
• Ballo di gruppo
• Bridge
• Coro
• Danza foIk
• Dietetica
• Diritto
• Economia
• Fotografia
• Geografia
• Geografia astronomica
• Giardinaggio e laboratorio verde
• Informatica
• Letteratura
• Lingua francese (tre livelli)
-
—
• Lingua inglese (tre livelli)
• Lingua italiana
• Lingua spagnola (due livelli)
• Lingua tedesca
• Pittura
• Psicologia
• Religioni a confronto
• Storia contemporanea
• Storia dell’arte e archeologia
• Storia dell’arte moderna e contemporanea
• Storia della filosofia
• Storia della musica
• Storia di Trani
• Teatro
Elisabetta Carrera
Maria Grazia Petrarota Riccardo Liso
Scuola di Ballo “Lady Maddalena”
MicheleMinutilli
Giuliana Confaloni Dorita Menga
Maria Grazia Petrarota
Francesco Coliugno
Elisabetta Fioretti
Elisabetta Fioretti
Erasmo Dattoli
Luisa Sorella
Vincenzo D’Alessandro
Antonia Laviola
Fulvio Gentile
Andrea Ricciardi
Franca Antifora Vincenzo di Noia
Cristina Manzi
Paola Gasparrone Raffaella Magliocca
Carmela Balzano
Mario Cassanelli
Paola Gasparrone
Elvira Iacobellis
Liliana Laghezza
Francesca Carrera
Raimonda Paduano
Stefania Vania
Maria Ada Saracino
Matteo Scaringi
Vincenzo Cannone
Felice Spaccucci
Marco Pilone.
—-
—
-
-
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Come si può notare ciascun iscritto ha potuto soddisfare i propri gusti, passando da attività
alquanto teoriche ad altre essenzialmente operative ma tutte trattate con un forte aggancio
alla realtà quotidiana.
I corsi si svolgono dal lunedì al venerdì, dalle 16,00 alle 20,00, per un impegno
settimanale di 38 ore. Bisogna sottolineare che non si tratta di sterile ricreazione, bensì di
utile attività di formazione, anche perché l’iscrizione & aperta a tutti coloro che abbiano
compiuto i 30 anni, senza altre preclusioni. Alle lezioni si affiancano, aperti come di
consueto anche ai non iscritti all’Associazione, seminari su temi scientifici, storici, religiosi,
filosofici, di attualità, viaggi d’istruzione, momenti conviviali e concerti.
Siamo nel nuovo millennio e le cronache terribili dei mesi trascorsi sembrano averci
scaraventato in un buio evo di incredulità e sgomento, dove il lutto e la paura forse hanno
preso il sopravvento su ogni altro sentimento, evocando facilmente spettri che molti di noi
hanno incontrato soltanto nei libri o nei racconti dei nonni.
Certo, bisogna guardare avanti e non stare al gioco di chi mira a farci chiudere nel nostro
guscio e a sospettare anche del nostro vicino. Nel suo piccolo l’Università della Terza Età
di Trani desidera ardentemente contribuire a seminare la cultura, la conoscenza, la
partecipazione, la tolleranza e la pace, contro qualsiasi forma di conflitto.
L’Associazione si fa promotrice anche di questa ricerca e della valorizzazione della
preziosa cultura che è conservata negli scrigni segreti di chi ha vissuto prima di noi e vuole
trasmettercela senza nulla chiedere in cambio, se non la memoria. Quante pietre preziose
e perle sono riposte in quei forzieri che sono i nostri padri e i nostri nonni! Basta saper
guardare. E questo sguardo e questa ricerca ci arricchiscono perché è indispensabile la
continuità per l’evoluzione e per il progresso di una famiglia, di una città, di una nazione e
di tutta l’Umanità.
Firmato: Prof. ing. Gaetano Ermito Vice Presidente dell’Università della Terza Età Centro
Studi e Ricerca in Trani
a cura di Erasmo Dattoli
I tragici fatti del ’43 a Trani.
Tutti (o quasi) siamo a conoscenza dei tragici fatti che videro Trani teatro, suo malgrado,
delle rappresaglie tedesche culminate con la minaccia di fucilazione in Piazza Bisceglie di
50 ostaggi rastrellati in seguito all’uccisione di cinque soldati tedeschi. Sappiamo anche
che l’allora Podestà (Sindaco) Pappolla e il Vescovo Petronelli offrirono i loro petti alla
fucilazione al posto degli innocenti 50 tranesi. Tale gesto eroico dei due primi cittadini
tranesi li scampò dalla triste sorte. Non è rimasta traccia né nella storia, né nella cronaca,
però, del nome dell’Ufficiale tedesco che, colpito da tale offerta nobile ed eroica di
scambio, decise di tenere salvi i rastrellati tranesi. Insomma, questo combattente tedesco,
salvando i tranesi fu costretto a … suicidarsi al loro posto per tenere fede al codice (non
nobile e non certo eroico) di guerra. Si suicidò con la sua pistola d’ordinanza e fu sepolto
senza onori a Barletta. Nessuna lapide ricorda alle giovani generazioni il suo nome e il suo
esempio.
Traninostra vuole conoscere in qualunque modo il nome di questo Soldato che offrì la sua
vita per Trani. Abbiamo attivato già delle ricerche presso il Cimitero di Montecassino, dove
(pare) che la sua salma fu traslata nella ritirata delle armate tedesche, ma finora gli indizi
in nostro possesso sono lacunosi e non hanno portato a risultati concreti. Abbiamo
costituito un comitato di ricerca che possa proseguire nelle indagini designandone a capo
il nostro Socio e Amico Sebastiano Di Marzo. Tutti i lettori, tranesi e non, ci aiutino a
completare sia pur mestamente la lista degli innocenti.
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Resoconto della Gita in Toscana.
Mattinata piovigginosa, partenza da Piazza Dante alle ore 0,30.Breve sosta lungo il
percorso con arrivo a Chianciano Terme alle ore 8,30 de 25 Aprile. Appena il tempo di
sistemare i bagagli, di darsi una rinfrescata e…via per l’escursione al Monte Amiata, su cui
campeggia l’Abbazia di S. Salvatore. L’Amiata si trova nella Toscana meridionale, lungo la
direttrice Roma – Firenze, ai confini tra le province di Siena e Grosseto., facile da
raggiungere sia da Sud, sia da Nord, attraverso l’Autostrada A1 e le statali Aurelia e
Cassia. Il Monte Amiata, unico vulcano della Toscana, mostra il suo profilo inconfondibile
anche a chi lo osserva da lontano. La giornata splendida e serena ha permesso a noi
gitanti di stringere amicizie nuove e sincere, permettendoci così di sciogliere il ghiaccio e
affrontare scherzando e ridendo la ripida salita verso l’Abbadia S. Salvatore, uno dei centri
turistici più noti. Qui la natura vi formò una valletta di circa otto stadi limitata da alte rupi.
Gli antichi vi costruirono un borgo ben difeso. Essa fu fondata intorno al 750 dal nobile
Longobardo ERFO, ricordato da un affresco. La navata dell’Abbazia è ancora quella
consacrata nel 1035 dall’Abate WINIZO alla presenza del Patriarca di Aquileia e di altri 17
tra cardinali e vescovi. Ornano le sue severe forme romaniche un grande crocifisso del XII
Sec., appena restaurato, e un affresco (IL MARTIRIO DI S. BARTOLOMEO) dipinto nel
1694 da Francesco MASH. Altri affreschi del Masini ornano la Cappella.
Così, giorno dopo giorno, intervallati da ottimi pranzi, canti di gruppo, giochi di
aggregazione, cene, escursioni, lunghe passeggiate e acquisti abbiamo visitato
Montepulciano, famosa per i suoi vini e le sue bellezze artistiche, Pienza, Chiusi e Siena,
Radicofani (Chiesa di S. Pietro del XIII Sec.)e la sua incantevole piazza. Abbiamo potuto
ammirare la Chiesa di S. Agata, il centro storico con piazzetta e viuzze medioevali, Villa
Medicea (Antica Reggia del 1500), Bosco Isabella ed il Castello del IX Sec. – attribuibile ai
Carolingi. Nel 978 i Monaci dell’Abbadia S.S. lo acquistarono rimanendone in possesso
sino al 1153, quando la Fortezza fu riscattata dallo stato Pontificio e il Papa Anglosassone
Adriano IX, essendo il castello stesso situato in posizione strategica, ne potenziò le
fortificazioni per arrestare l’avanzata di Federico Barbarossa. Nei secoli a seguire il
Castello rimase di proprietà dello Stato Pontificio e della Repubblica di Siena. Nel 1297 il
celebre bandito – gentiluomo “GHINO DI TACCO” si impadronisce del Castello e vi dimora
per tre anni, divenendo un Robin Hood di casa nostra. Le sue imprese sono ricordate da
Dante Alighieri nella Divina Commedia e da Boccaccio nel Decamerone. Nel 1300, la
Fortezza torna sotto lo Stato Pontificio ed oggetto di continui tentativi di conquista da parte
dei Senesi che, finalmente, se ne impadronirono nel 1411 ristrutturando e fortificando
l’imponente punto strategico. Tale Castello nel 1735 fu abbandonato in rovina. Grazie ad
un cospicuo finanziamento F.I.O., il Castello di Radicofani è tornato al suo antico
splendore. Abbiamo poi effettuato una visita alla bella Arezzo e al Crocifisso - restaurato –
del Cimabue (incantevole visione). Ultimo giorno: dopo il pranzo , cordiali saluti
all’albergatore (persona squisita e generosa) e tappa ad Orvieto con visita alla Cattedrale
e al famoso Pozzo di S. Patrizio. Facciamo i complimenti più sentiti all’amico Nicola De
Filippo e a Mauro d’Amore che hanno permesso l’ottima realizzazione del viaggio e della
gita. Finalmente torniamo a casa stanchi, ma ricchi di nuove emozioni e conoscenze.
Francesco Leo
OMEGGIO A SANT’ NECAULE PELLEGREINE
QUANNE DALLA GRECIE TUE VENIESTE, CARE SANDE NICOLIEDD, PROIEME DE
PIGGHIE’ LA STRADE DU PONENIEDDE, NANZE ALLA CATEDRALE TE FERMIESTE.
SCIEVE SCHELZE E SBANDATE C’ASSEMEGGHIEVE A N’U DISPERATE, E,
SECCOME N’AN SAPIEVE A DO’ SCIOIE, INDE N’A STADDE TE FERMIESTE A
DERMOIE.
6
CARE SANDE NICOLIEDD PELLEGRINE, SI’ TENUTE L’UOCCHIE FOINE QUANNE
ASSENNIESTE DO GALLOFOIENE!
TUE N’AN CAPIESTE N’U PAIESE, TUE CAPIESTE U PARAVOIESE!.
TUE SCIEVE SCALZE E DESCIUNE E N’AN TE DAVE ADENZE NESCIUNE,
SCIEVE DICENNE “KIRIE ELEISON, KIRIE ELEISON”, TE PEGGHIEVENE CH’PAZZE,
MA N’AN TA TREVATE ME’ IN IMBARAZZE, PECCHE’ TE PERTAME SEMBE IN
BRAZZE, TANTE CA T’AME FATTE PATRUNE DU PAISE.
PAUE, OGNE IANNE, U DEU DE SCIUGNE, QUANNE VIENI DA CHELONNE, TE
FACIOIEME N’A FESTE GRANE GRANNE CH’ LE BOMBE E CH’ LE BANNE, CH’E
TUTTE CHIDDE LEUCE E LUMINARIE S’AVA APIERTE U SIPARIE, E U PAIESE
S’ENGHIE DE FRASTIERE CH’ TUE VU BAINE ASSE’, IAIE ANDOICHE CHESSA
DEVOZIOUNE DE PERTARTE IN PRICISSIAUNE CH’ MANSEGNAURE E LE
FRATIELLE CH’ TUTTA TRANE.
COMME U CARABINIERE CA FACE N’A’ RATTE DE BECCHIERE SE
CONGEDAISCE E SE REMANE DO’.
CUDDE DE LA FENANZE, DOPPE C’A’ SA V’ANGIUTE LA PANZE SE
CONGEDAISCE E SE REMANE DO’, CUDDE DELL’ESERCEITE , SEMBE
ALL’ERTE, SE CONGEDAISCE E SE REMANE PEURE IDDE DO, PECCHE’ LA
VERITE’ VE LA DOICHE IAIE, TRANE IAE BEDDE, TRANE IAE BEDDE ASSE’,
TRANE IAE N’U’ PAIESE ALLERGHE CAURE.
Traduzione in Italiano:
Omaggio al Nostro Patrono S. Nicola Pellegrino.
Quando dalla vicina Grecia giungesti a Trani, caro S. Nicolino, prima di inoltrarti nella
strada del Poniniello (Attuale Via La Giudea), vicino alla Cattedrale ti fermasti.
Eri scalzo, lacero e sbandato; somigliavi ad un disperato!
E, siccome non sapevi dove andare, in una stalla (Via Prologo) ti fermasti a dormire.
Caro S. Nicola Pellegrino, hai avuto un buon intuito, quando scendesti dal delfino che ti
portò in questa città.
Tu non scegliesti a caso un paese, ma trovasti il Paradiso!
Scalzo e digiuno, nessuno ti dava retta, perché ripetevi “Kirie Eleison, Kirie Eleison”; ti
prendevano per pazzo, ma con noi non ti sei trovato mai in imbarazzo, perché ti portiamo
sempre in braccio, tant’è vero che ti abbiamo eletto patrono della nostra città.
E poi, ogni anno, quando arriva il due giugno, quando arrivi da Colonna ti facciamo una
festa grande grande con le bombe e le bande, con tutte quelle luci e luminarie si inizia la
festa.
E’ antica questa devozione di portarti n processione, con monsignore e i confratelli in fila,
e tutta Trani si riempie di forestieri che vuoi molto bene.
Il Carabiniere, dopo anni di servizio, si congeda e rimane qui; quello della Finanza si
congeda e rimane qui; quello dell’esercito sempre all’erta finisce la sua ferma e rimane qui
anche lui.
Perché ? Il perché ve lo dico io! Trani è bella, è bella assai! Trani è un paese che rallegra i
cuori!
Sebastiano Di Marzo
Arrivederci su
www.traniweb.it/traninostra questo è il link, cui collegarsi per vedere tutto, ma
proprio tutto ciò che pulsa all’interno della nostra Associazione
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Ruggiero Piazzolla, Mauro d’Amore,
Francesco Leo, Sebastiano Di Marzo, Erasmo Dattoli
7
GIORNALE / NOTIZIARIO DI TRANINOSTRA
(in distribuzione solo ai Soci)
Anno 2 n° 10
Trani, novembre 2002
Editoriale: Eccoci al quarto numero del 2002. Dopo il nostro ultimo appello a scriverci,
contattarci, farci sentire membri di un’ Associazione Culturale, che esprime il suo desiderio
di cultura, comunque comunicato, non siamo stati (ahimè !) subissati di scritti, di
telefonate o altro. Tutto è silenzio!!! Diventa flebile anche la nostra voce: ascoltiamo ormai
solo la nostra ! Pazienza !
La Redazione
Gli argomenti che tratteremo in questo numero sono:
1. Inaugurazione della Biblioteca “A.Carella” e sua inserzione su Internet.
2. Serata con le stelle.
3. La XII Mostra d’Arte dell’Antiquariato al Monastero.
4. La Gita a Matera e Miglionico
5. Zorbanella : un’eroina tranese.
6. Traninostra e Intercultura
7. Corso all’ utilizzo del Computer.
8. 2° Corso di Fotografia
9. Mostra di Pittura
1. Inaugurazione della Biblioteca “A. Carella” e sua inserzione su
Internet.
Il 6 luglio scorso è stata inaugurata presso la nostra Sede Sociale la Biblioteca “A.
Carella”
Con grande sforzo, impegno e passione la nostra Associazione ha quest’anno
realizzato un’iniziativa unica e, pensiamo, notevole sotto il profilo culturale costituendo la
Biblioteca “Aurelio Carella”.
Perché essa s’intitola “Aurelio Carella” ? E’ presto detto ! Uno dei nostri Soci
Fondatori, appunto il compianto Prof. Aurelio Carella, nella sua lunga vita di artista e di
curatore del ‘Bello’ aveva raccolto tanti libri sulle tradizioni popolari di Trani, della Puglia e
di altre Regioni Italiane.
I suoi eredi hanno pensato di onorare la Sua memoria facendo dono alla nostra
Associazione di tale raccolta unica nel suo genere per completezza e approfondimenti dei
temi cari a Lui e alla cittadinanza tutta.
Siamo fieri di avere avuto un tale dono e abbiamo pensato di raccogliere, ordinare e
rendere disponibili per tutti gli studiosi ( o semplici curiosi) questo inestimabile patrimonio.
Il Prof. Aurelio Carella vive ancora tra noi con la Sua Biblioteca.
Abbiamo catalogato più di mille titoli, con i più moderni sistemi informatici, affinché i
singoli libri possano essere ricercati per Autore, Titolo, Editore, Anno o Luogo di
pubblicazione, per Categoria.
Tali libri sono disponibili presso la nostra Associazione per tutti coloro che per
studio o per svago vogliano consultarli.
Ma la nostra Biblioteca non limita la sua presenza fisica nei locali dell’Associazione
di Traninostra: essa è presente e visibile in tutto il Mondo! Siamo veramente grati al Sito
Internet di Traniweb.it che ospita tale nostra raccolta in modo che i suoi titoli siano visibili
sulla grande Rete ‘virtuale’ , così che chiunque da Buenos Aires alla Cina, dal Polo Nord o
dal Polo Sud possa accedere a tale nostro scrigno e vedere i tesori ivi conservati.
1
L’indirizzo
completo per accedere alla nostra Biblioteca su Internet é
traniweb.it/traninostra.
Insomma l’amico, artista, collezionista Aurelio Carella ha finalmente un Salone
permanente dove espone queste ‘sue’ mille opere, sempre aperto e, speriamo, sempre
frequentato.
Mi piace ricordare che la parola Biblioteca oltre che ‘Raccolta di Libri’ può
significare anche ‘Scrigno che contiene Libri’. Invitiamo tutti quindi ad affondare a piene
mani in questo scrigno per poter partecipare a questa ricchezza.
Adesso qualche notizia più approfondita sui contenuti del nostro ‘Scrigno’.
L’ottanta per cento dei nostri Libri ha per
oggetto:
1. Poesie Dialettali (266 titoli).
2. Poesie
(110 titoli).
3. Folklore e Storie di realtà Locali (72 titoli).
4. Dizionari e Grammatiche dialettali (52 titoli).
5. Trani e la sua Storia (49 titoli).
6. Guide Storico / Turistiche (40 titoli).
7. Proverbi (39 titoli).
8. Poemi in Versi Dialettali (32 titoli).
9. Poesie Regionali (31 titoli).
10. Usi e Tradizioni Popolari (29 titoli).
11. Detti proverbiali regionali (25 titoli).
12. Teatro Dialettale (24 titoli).
13. Usi e tradizioni Regionali (20 titoli).
14. Opere su Padre Pio (19 titoli).
15. Opere su S. Nicola Pellegrino (3 titoli).
16. Storia dei Santuari (3 titoli).
17. Miti e Leggende Popolari (3 titoli).
18. Canti Popolari Italiani (1 titolo).
Il rimanente venti per cento della nostra
Biblioteca ha il seguente contenuto:
1. Saggistica (35 titoli).
2. Varie
(33 titoli).
3. Religione (17 titoli).
4. Storia (16 titoli).
5. Enciclopedie d’Arte (10 titoli).
6. Letteratura (10 titoli).
7. Narrativa (10 titoli).
8. Storia dell’Arte (7 titoli).
9. Barzellette / Umorismo (6 titoli).
10. Fotografia (5 titoli).
11. Riproduzioni d’Arte (5 titoli).
12. Almanacchi (4 titoli).
13. Romanzi (4 titoli).
14. Artigianato (3 titoli).
15. Enciclopedie (2 titoli).
16. Fiabe e Novelle (2 titoli).
17. Manualistica (2 titoli).
18.Manoscritti (1 titolo).
19. Teatro Classico (1 titolo).
Aurelio
Carella
Aurelio
Carella
Attraverso la nostra (la vostra) Biblioteca si può dire che Aurelio Carella “non omnis
moriar”: non è morto, ma vive ancora tra noi, offrendosi come faceva in vita con
schiettezza e comunicativa.
Dr. Ruggiero Piazzolla
2
2. Serata con le stelle.
Il 14 settembre dovevamo… vedere le stelle.
Ovvero era fissato un incontro presso Castel del Monte, dove fra una mangiata e una
chiacchierata un noto cultore di Astronomia, il Prof. Vincenzo D’Alessandro, ci avrebbe
illustrato gli astri presenti nel cielo con telescopi e altri strumenti. Ma per sopravvenuta
impossibilità del Docente a partecipare all’iniziativa non è stato possibile essere insieme
sotto le stelle. Si cercherà altra data, si spererà nel cielo (terso) e nella partecipazione dei
Soci di Traninostra!
3. XII° Mostra d’Arte dell’Antiquariato al Monastero di Colonna
Normalmente la nostra Mostra annuale di Antiquariato si è sempre svolta a fine Aprile,
primi di Maggio in concomitanza della festa della Croce di Colonna. Ma quest’anno
un’altra organizzazione, non certo su base volontaristica, come Traninostra, ha
organizzato qualcosa di simile , ma di ampio respiro per i capitali, i mezzi e le persone
impiegate, presso il Castello Svevo. Dunque, calendario saltato! Non poteva Traninostra, a
pochi giorni di chiusura da quell’altra, proporre e organizzare per la scadenza solita la sua
Mostra. Quindi con gran rammarico, ma con altrettanta tenacia, ha solo spostato la data.
Essa si è svolta infatti dal 21 al 25 settembre u.s. con una buona affluenza di pubblico
interessato ai 20 espositori presenti nelle Sale del Monastero di Colonna. Purtroppo il
tempo (meteorologico) non è stato molto clemente, per cui ci sarebbero stati più visitatori
se pioggia o vento non avessero avversato la nostra manifestazione. I risultati, comunque,
in termini relativi e assoluti di ritorno finanziario dalla manifestazione stessa sono stati più
che lusinghieri ! Evidentemente l’Euro porta bene! Molti espositori, specie quelli che
provenivano da fuori Trani (anche da parecchio lontano) si sono dichiarati entusiasti dello
svolgimento della nostra XII
Edizione, ne hanno richiesto immediatamente la
prenotazione per l’anno venturo. Alcuni espositori hanno, addirittura, richiesto a
Traninostra di organizzare tale manifestazione d’arte su base mensile, o almeno
bimestrale, per lo splendido scenario del Monastero e per l’inappuntabile organizzazione
che li ha sorretti. La Stampa è stata unanime nell’elogiare la perfetta riuscita della nostra
manifestazione: sintetizzabile nel concetto “Piccolo, ma decoroso”, “Pochi, ma buoni”, e
poi, lo ripeto, gli stessi Espositori si sono già prenotati per il 2003. Le televisioni locali
hanno fatto eco con inserti e spot sulla nostra manifestazione. Inoltre, ultimo, ma non per
questo meno importante, la mostra stessa era pubblicizzata in tutto il mondo tramite
Internet, sulla nostra pagina dedicata a Traninostra.
Traninostra ha provveduto a rinnovare l’opuscolo che viene dato in omaggio ai visitatori
della Mostra stessa. Tradizionalmente in tale pubblicazione veniva sintetizzata una storia
di Trani e del suo operoso Artigianato. Quest’anno, invece, si è voluto entrare nel merito di
alcuni aspetti culturali della storia di Trani, forse meno noti, ma proprio per questo da
invogliare a scoprire e ad approfondire. Alcuni di tali argomenti (riccamente illustrati) sono
le ricerche sulle antiche testimonianze umane a Capo Colonna; l’Alto MedioEvo a Trani; i
Graffiti del Vi Secolo in Trani e dintorni; tutto sull’Arcivescovo Giovanni del 1053 in Trani; il
Fortino, S. Antuono e il Faro rivisitati in un analisi di metodologia costruttiva e di
funzionalità; i legami fra Dalmazia e Trani; un ritorno sulla questione ‘Teatro Comunale’ ed
altri argomenti. La veste grafica e tipografica di tale brochure è del tutto nuova e
accattivante. Ricordiamo che una copia è a disposizione di quei Soci che non l’avessero
potuta ritirare in occasione della Mostra dell’Antiquariato.
Insomma, mi sembra che di meglio e di più non si potesse fare. E tanto non certo in
tono autoelogiativo, ma piuttosto per evidenziare il singolare rapporto fra le energie
profuse da pochissimi e i tantissimi risultati ottenuti !
Testo e Foto di Ruggiero Piazzolla
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4. La Gita a Matera e Miglionico.
APPUNTI DI VIAGGIO . . . . .
Talvolta basta lo squillo del telefono o la proposta allettante di un amico sincero a
scuoterti dall’ottuso torpore della routine quotidiana e farti ricordare che esisti, e puoi
ancora riservarti una piccola pausa di libertà e di sereno relax.
Ed eccoci qui, tutti insieme, seduti comodamente nel pullman a pregustare il percorso
naturalistico-culturale organizzato dal nostro caro Tonino Di Maggio per l’Associazione
TRANINOSTRA da sempre attenta ai bisogni culturali dei soci tutti.
E mentre ci lasciamo cullare dal dondolio delle ruote ed accarezzare dolcemente dai
raggi impudichi del sole autunnale, la voce squillante della guida ci avverte che siamo
ormai in prossimità di Matera, una località austera e magica, pronta a sfogliare con noi le
pagine della sua storia passata.
Apprendiamo, quindi, con un certo stupore, che questo centro esisteva fin dagli albori
della civiltà mediterranea e perciò era stato prescelto, come insediamento ideale dalle
popolazioni del neolitico, per le caratteristiche climatiche e geomorfologiche del territorio.
Mi distraggo un po’; la giornata è stupenda e, naturalmente, nel programma è previsto
un doveroso sopralluogo archeologico tra i ruderi del villaggio preistorico, con annesso
complesso tombale di grande interesse.
Come tanti attempati boy-scouts siamo pronti a lanciarci alla scoperta di siti
sconosciuti, celati da millenni nelle viscere della terra, e non ci preoccupa la lunga
passeggiata tra rovi e sassi, invasi dalla sfacciata gramigna.
Di sicuro la nuova esperienza non tradisce le aspettative, ma tornando indietro, non
immaginiamo che quello scrigno serbi per noi un’altra piacevole sorpresa: le chiese
rupestri.
Scendiamo in religioso silenzio in una di esse, mentre il nostro sguardo ci precede in
una struttura basilicale a tre navate ricavate in un anfratto e costruita dalle mani sapienti
dei monaci basiliani e dal secolare lavorio dell’acqua sulla roccia calcarea.
Sembra quasi di sentire in quelle grotte umide e buie, violentate dall’incuria del tempo
e dalle mani impietose dei visitatori, il salmodiare sommesso dei frati che si confonde col
belato degli armenti, ospiti graditi di quel magico presepe.
Usciti all’aperto ci troviamo, come per incanto, di fronte i Sassi della città, in tutta la loro
bellezza e ci rendiamo conto come siano stati, a buon diritto, inseriti dall’ Unesco nel
patrimonio dell’Umanità. E ci accorgiamo, purtroppo, come spesso le cose, gli oggetti e le
persone recuperino, solo nel tempo, un valore diverso, forse . . . . quando è troppo tardi
. . .
Ma, lasciamo dietro di noi questi tristi pensieri ed entriamo nella Matera di oggi, che
decidiamo di scoprire, in piena libertà.
Da cultrice della memoria storica scelgo di visitare il museo che ospita la mostra dei
reperti archeologici relativi alle consuetudini delle popolazioni indigene, in fatto di culinaria
e di alimentazione.
Con gli occhi ancora pieni di immagini antiche e di sapori mediterranei avvertiamo
anche noi un certo languorino e ci dirigiamo verso Miglionico, un centro posto in cima ad
un’altura da dove occhieggiano le torri del Castello del Malconsiglio che rievoca in noi
intrighi e fantasmi del passato, ma che, ”fortunatamente”, è chiuso per lavori di restauro.
Per istinto ci avventuriamo nei vicoli silenziosi del centro storico e raggiungiamo la
“locanda”, dove ci attende la degustazione di “prelibatezze” locali in un clima di calda e
generosa ospitalità.
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Un brindisi cordiale, un saluto agli ospiti, una capatina alla chiesa matrice, e torniamo
nuovamente a respirare l’aria frizzantina di questi luoghi, che ci sono ormai familiari.
Ormai le tenebre della sera avvolgono quelle case quasi addormentate nell’oblio del
passato, mentre il pullman si avvia lentamente lungo i tornanti della via maestra dove
vorremmo incontrare i carretti dei contadini di leviana memoria. Ma forse anche qui è
giunto, da tempo, l’eco della tecnologia che tutto spazza e cancella, anche le memorie
della nostra dorata infanzia . . . .
Ultima tappa del viaggio, Altamura, la leonessa di Puglia, con il suo museo
archeologico, i vasi, le foto, i corredi funerari. E, per finire, la scoperta dell’uomo di
Altamura, ritratto dagli speleologi a testa in giù, quasi bloccato nelle rocce su cui i giochi
bizzarri del calcare contribuiscono e creargli intorno un’aria di ancestrale magia. Addio,
uomo di Altamura, resta pure lì, a custodia perenne di quest’angolo del nostro Sud, terra di
fede e di malia, dolce e crudele ad un tempo che accoglie nel suo grembo generoso
chiunque si affida a lei con animo “bambino”.
prof. Angela di Gravina
UNA GITA IN BASILICATA
Sono passate due settimane dalla gita in pullman organizzata da TRANINOSTRA in
Basilicata e solo oggi l’amico presidente Tonino Di Maggio mi chiede una breve relazione
da pubblicare sul Notiziario della Associazione.
Non mi sembra tempestiva questa richiesta fatta oggi per telefono e pertanto rifiuto:
ormai l’esperienza è stata già accantonata e penso di non avere niente da dire. Ma subito
dopo si affollano nella memoria i ricordi dei vari episodi di una bella giornata passata in
buona compagnia e scrivo anche per un senso di gratitudine per l’opportunità offerta
all’amico non socio.
Se il buon giorno si riconosce dal mattino, come recita il noto adagio, domenica 27
ottobre è iniziata bene e continuata meglio.
Fatto il pieno di cinquanta persone, ci portiamo velocemente a Matera. Il gruppo è
misto: professionisti, impiegati, pensionati, singoli e coppie, un folto gruppo di giovani
d’ambo i sessi, ben rappresentata la media età e gli anziani. Età, sesso, cultura diversi ma
uguale volontà di trascorrere in armonia una giornata diversa, soddisfare curiosità,
sperimentare i sapori di un’altra cucina.
In viaggio c’è chi legge le ultime notizie sul terrorismo a Mosca, chi parla con gli amici
ritrovati, chi sonnecchia malgrado la fine dell’ora legale che oggi ha consentito un’ora di
sonno in più.
Tempestive le informazioni programmatiche del presidente che stimolano le aspettative
di tutti. Il diligente tesoriere con stile e rapidità raccoglie le quote dovute.
“Matera, 399 metri sul mare, si è sviluppata sui fianchi di una gravina che scende dal
monte Igino verso il fiume Bradano” così come recita l’enciclopedia UTET. Attraversiamo
la città che ha meno di 60.000 abitanti, un grandissimo numero di palazzi nuovi, edifici
pubblici in stile moderno con cemento armato a vista, un monumento in bronzo a De
Gasperi, benefattore insigne, una grande piazza con la stazione ferroviaria sotterranea al
centro.
Arriviamo al Castello Tramontano, chiuso per restauro, perché il masso argilloso su cui
è costruito scivola a valle. La guida dott. Porzia è nata a Trani, qui opera, ha comunicativa
ed è esauriente.
Visitiamo insieme una delle tantissime chiese rupestri. E’ ancora possibile ammirare,
dopo i guasti provocati dal tempo e dai vandali, quel che resta delle pitture murali e la
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caratteristica architettura, scavata nella pietra, creata in negativo ossia con l’asportazione
del materiale tufaceo e non costruita in positivo con l’apporto di pietra e malta dall’esterno.
La giornata è luminosa e tersa, si vedono in lontananza i monti del Pollino. Incrociamo
qualche pullman di turisti italiani e stranieri.
In mezzo ai campi, in posizione sopraelevata, visitiamo i resti di abitazioni di epoche
remotissime: si parla di insediamenti umani di 240.000 anni fa.
Ora il gruppo si divide in tre sottogruppi per soddisfare diverse esigenze: la visita del
duomo, la visita del museo archeologico, o di parte del Sasso Caveoso. Il Duomo
romanico pugliese del XIII secolo ha conservato nell’interno le varie sovrastrutture e i
materiali aggiunti nel corso dei secoli: testimonianze storiche successive di stili diversi.
Il museo Ridola, visitato nel 1926 da sua maestà il Re, come ricorda una lapide, è
intitolato a colui che raccolse in una vita lunghissima un ingente patrimonio archeologico,
ora integrato da ritrovamenti recenti. Le abitazioni dei Sassi affollate fino al dopoguerra da
oltre 15.000 persone, ‘vergogna nazionale’ secondo Togliatti, dopo l’abbandono forzoso
degli anni ’50, vedono un ritorno abitativo parziale dopo opportuno restauro.
Ci ritroviamo in piazzetta Pascoli, nei pressi della scuola dove insegnò il Poeta, il
seminario che sorge qui ha una facciata ricca di motivi architettonici di pregio. Dalla
balconata si gode una vista unica ed emozionante: il panorama dell’antico abitato in basso
fino agli insediamenti preistorici delle colline circostanti.
E’ l’ora del pranzo. Per questo proseguiamo per 26 Km. fino a Miglionico, un antico
comune di 4.000 anime, posto sulla sommità di un colle, tra i fiumi Bradano e Basento, a
ridosso del castello trecentesco dei Sanseverino.
‘Il momento conviviale’ si prolunga per circa tre ore. La conversazione è animata
mentre si apprezza la buona qualità e l’abbondanza dei piatti tipici: affettati, funghi,
strascinati, vari tipi di carni, eccellenti interiora di agnello, dolci e vino locali.
La programmata visita al castello è impossibile per i soliti motivi di restauro in corso.
Tonino ottiene, in alternativa, dal parroco di poter visitare con guida la chiesa matrice S.
Maria Maggiore dedicata all’Assunta. Spesso, dove meno te lo aspetti, c’è qualcosa di
bello da scoprire: ammiriamo tele, sculture e un notevole polittico del cinquecento di Cima
da Conegliano, restaurato e protetto da cristalli.
All’uscita dal paese ci accompagna un festoso suono di campane. Notiamo poca gente
che staziona nei tre bar quasi contigui della piazza.
Sulla via del ritorno c’è ancora tempo per visitare il moderno museo nazionale di
Altamura, non grande ma ricco di reperti antichi.
Ormai appare evidente la stanchezza. Sul monitor del pullman stimola ancora qualche
interesse il film ‘Così è la vita’ con i comici Aldo, Giovanni e Giacomo. Ma la curiosità di
sapere come va a finire la storia non è soddisfatta . . . siamo già arrivati a Trani . . .
Frettolosi saluti . . . alla prossima . . .
dott. Giuseppe Di Monaco
5. ZORBANELLA: UN’EROINA TRANESE
Anno 1042 a Trani.
La crisi del dominio bizantino era già evidente, tanto che le sollevazioni popolari erano
ormai quasi generali in tutta la regione, mentre i Normanni si andavano sempre più
affermando nelle loro continue conquiste.
Spesso nascevano delle contese sociali, anche violenti, particolarmente là dove la vita
locale era più intensa. Non mancavano lotte civili tra le varie fazioni, alcune favorevoli ai
conquistatori normanni per farseli amici, altre rimaste legate al governo imperiale bizantino
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che andava abbandonando il campo. Ma dei problemi locali si disinteressavano sia gli uni
che gli altri, per cui fu necessario costituire, dove era possibile, delle milizie locali, per
difendere i propri interessi e quelli della città. Così avvenne a Trani.
In tale contesto storico si inserisce un episodio degno di nota che possiamo qui
ricordare. Trani nel 1042 fu cinta d’assedio da Argiro, figlio di Melo, che in quel momento
era a capo della parte normanna. Nell’opposta guarnigione bizantina si insinuò tra la
schiera dei combattenti una giovane donna, di nome Zorbanella, la quale volle giustificare
la sua presenza femminile nella battaglia, con una presunta malattia del padre Alfano, che
ella intendeva sostituire. Nel furore della lotta si lanciò perdutamente tra i nemici,
riuscendo a salvare il centurione Sasso rimasto ferito, rimanendo ferita a sua volta. Sta di
fatto che ella, con il suo fulgido esempio, riuscì ad infondere una forte carica di coraggio a
tutti i combattenti in difesa di Trani. Si disse poi, commenta Amorese nel suo volume
“Uomini d’arme Donne d’amore”, che fra i due fosse nato un tenero amore. Nella
toponomastica di Trani è intitolata una via al centurione Sasso, mentre sarebbe stato più
interessante intitolare una via all’eroina Zorbanella.
Per la storia, Argiro dopo l’assalto a Trani passò con disinvoltura nell’opposto
schieramento, allorché salì al trono imperiale il nuovo basileus Costantino IX Monomaco.
Ma venne nuovamente sconfitto e l’imperatore, non ritenendo più possibile una soluzione
militare della questione meridionale, rinunciò in pratica ai nostri territori, in favore dei
conquistatori normanni. Dico in pratica perché Trani, sia pur nominalmente, rimase
ancora sotto il dominio bizantino, tanto che le carte burocratiche continuarono ad essere
intestate al basileus, anche dopo la conquista definitiva di Roberto il Guiscardo del 1073.
Dal 1042 al 1073 Trani godette una piena libertà, non essendo in concreto soggetta né
ai bizantini né ai normanni, e poté darsi un proprio governo con magistrati cittadini, i quali
provvidero alla pace ed alla prosperità della industre popolazione. Pur mantenendosi
ancora, apparentemente, sotto la supremazia nominale dell’Impero di Costantinopoli, che
doveva essere garanzia della sua libertà, si organizzò quasi come una repubblica
autonoma, e comunque adottò opportune norme, che meglio rispondessero alla nuova
situazione politica che si era venuta a creare.
Le sue navi intensificarono i traffici con i paesi del Levante, si moltiplicarono le
industrie, crebbe la prosperità pubblica ed il benessere privato, aumentarono le iniziative
economiche e civili.
Il governo della città venne affidato ai nobili ed alle personalità emergenti, con la
condiscendenza sia dei bizantini che dei normanni con a capo Pietro, e sicuramente con il
benestare, diretto o implicito, del vescovo. Ricordiamo che in quel periodo gli arcivescovi
di Trani erano stati Giovanni (dal 1053 al 1059 ed oltre), e Bisanzio venuto a Trani proprio
nel 1063, entrambe figure di altissimo livello e di gran prestigio, che hanno agito in modo
determinante nella storia di Trani.
Ecco perché, quando nel 1063 i magistrati locali promulgarono gli STATUTI
MARITTIMI, il primo codice marittimo del Mediterraneo, omisero nell’intestazione di
indicare il nome del regnante dell’epoca, perché non era possibile indicare il nome di un
sovrano che non c’era, ma intestarono gli “Ordinamenta” Al nome de lo omnipotente Dio.
Tonino Di Maggio
6. Traninostra e Intercultura.
Forse pochi tranesi conoscono Intercultura. Perché ne parliamo qui in un Notiziario di
Traninostra? Perché Intercultura è ospitata da Traninostra come Sede operativa, e perché
Traninostra ne condivide gli alti ideali che muovono le azioni di codesta associazione.
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Intercultura è, infatti un’associazione senza fini di lucro che favorisce lo scambio culturale,
a livello internazionale con un gemellaggio di giovani che dall’Estero vengono a studiare in
Italia, e, reciprocamente, di giovani italiani che vanno a studiare all’Estero. E’ Presidente
della Sezione Tranese di Intercultura il Prof. Erasmo Dattoli, nostro Socio, noto anche per
la sua partecipazione alle attività di Traninostra. Egli, nella recente Festa dell’amicizia,
tenutasi presso i locali della nostra/loro Associazione ha dato il benvenuto a 12 ragazzi
esteri che in Trani e dintorni verranno a trascorrere un periodo di studio ospitati da famiglie
locali. Egli ha tenuto a ribadire che il futuro della Società ( e quindi osiamo parafrasare noi
anche di Trani) passa attraverso i giovani, attraverso una loro cultura globale. Anche
Traninostra, al pari di Intercultura condivide pienamente tali ideali. I ragazzi di tutti i
Continenti ricorderanno Trani, così che il seme della nostra tradizione sarà presente fino
nei loro remoti Paesi, quando ne ritorneranno. L’amico Erasmo Dattoli ha profuso tante
energie perché Trani accogliesse degnamente questi nuovi figli, e noi, come Soci di
Traninostra, siamo insieme a lui perché la ‘Tranesità’ sia diffusa in un modo così globale.
7. Corso all’utilizzo del Computer
E’ partito il 9 novembre u.s. il Corso di Base all’utilizzo del Computer tenuto da un Docente
qualificato presso i locali della nostra Associazione. Esso è articolato in due moduli
preliminari ed un terzo (più avanzato) da tenere eventualmente in seguito.
Il primo modulo della durata di 10 ore tratterà delle caratteristiche del Computer; del
Sistema Operativo Windows; della Gestione delle Risorse; degli strumenti operativi.
Il Secondo Modulo di 16 ore tratterà di una Breve Storia di Internet; dei concetti base di
una Rete fra Computer; della Navigazione su Internet; dell’utilizzo del browser Internet
Explorer; della ricerca delle notizie su Internet; Utilizzo dei vari Servizi su Internet; della
Posta Elettronica; tutto sui Messaggi Elettronici.
Il terzo Modulo riguarderà l’Office Automation: ovvero l’Elaborazione Testi con Microsoft
Word; la gestione dei Fogli Elettronici con Microsoft Excel; la Creazione di Presentazioni
Multimediali con Microsoft Power Point.
La quota di partecipazione è di € 5 per il primo Modulo, mentre è di € 8 per il secondo. Gli
incontri sono bisettimanali, a carattere teorico, con distribuzione di dispense per le
esercitazioni sul Computer di casa e avranno la durata due ore ciascuna.
8. Corso di Fotografia
Partirà a fine di Novembre il secondo Corso di Fotografia che gli amici di Ex SpazioSud
terranno presso la nostra Sede. I lusinghieri risultati ottenuti in quello precedente che ha
visto la partecipazione di circa venti giovani ha dettato la riedizione anche quest’anno di
tale Corso teorico/pratico di Fotografia. Una annotazione di carattere puramente
amministrativo ci dice che per gli amici docenti esso sarà il ventesimo nella loro
pluridecennale storia.
Lo stesso sarà articolato in 12 incontri settimanali di due ore circa, da tenere, salvo accordi
diversi fra discenti e docenti al sabato alle 18.
Il costo previsto è di € 30 per ogni Allievo che riceverà una dispensa su cui ripassare
meglio le nozioni apprese. Sarà tenuto da nostri Soci, esperti in Fotografia e riguarderà
Composizione, Estetica Fotografica, Sviluppo e Stampa Fotografica, Tecniche antiche e
moderne fino alla ripresa Digitale. Il tutto corroborato da esempi pratici nelle varie fasi di
spiegazione e apprendimento.
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Chi non ha mai fotografato, imparerà i primi rudimenti; chi sa già tenere una macchina
fotografica in mano, migliorerà tantissimo per i contenuti.
Le iscrizioni sono aperte a tutti. Si può contattare il nostro solito num. 0883-589683;
oppure Francesco Paradiso al n. di tel. 0883/481035, indirizzo web :
[email protected], oppure Marisa Nugnes al n. tel. 0883/491937
9. Mostra di Pittura
E’ da parecchio tempo ormai che Traninostra non ospita fra le sue iniziative mostre di
Pittura (forse due o tre anni). Cercheremo di colmare questa lacuna allestendo per Natale
prossimo una Mostra degna della nostra migliore tradizione artistica.
Un gruppo affermato di pittori da Andria (KCA = Kantiere Culturale Artistico) con il nostro
patrocinio, nei locali dei Barnabiti nel periodo a cavallo di Natale prossimo allestirà detta
esposizione.
Parteciperanno una trentina di Artisti/Autori con un centinaio di opere.
Sarà presente altresì, pur non facendo parte di tale Gruppo Andriese il nostro Socio
Aniello Palmieri
Trani 15 novembre 2002
Hanno collaborato a questo numero: Angela di Gravina, Mauro d’Amore,
Antonio Di Maggio, Giuseppe Di Monaco, Ruggiero Piazzolla.
Nostalgia di vecchie figure scomparse: l’ombrellaio, il cocchiere
(Foto Ruggiero Piazzolla)
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GIORNALE / NOTIZIARIO DI TRANINOSTRA
(in distribuzione solo ai Soci)
Anno 2 n° 11
Trani, dicembre 2002
Editoriale: Siamo arrivati al quinto numero del 2002: quello natalizio. Il periodo di bontà ci
esime da pensieri cattivi. Siamo tutti buoni! Specie in queste feste! Non ci lamenteremo
dei silenzi ‘assordanti’ che ci circondano, diremo che tutto va bene. Grazie! Buone
Festività a tutti.
La Redazione
Gli argomenti che tratteremo in questo numero sono:
1. Episodio inedito della nostra Storia del 1799.
2. Corso di Informatica.
3. La Navigazione Mediterranea Medievale.
1. Nell’angolo della Storia.
Per gli appassionati della Storia, in particolare di quella di Trani, riteniamo possa
interessare la conoscenza della sorte toccata, dopo i tragici fatti del 1799, al giovane
luogotenente Francese, “Excelmans” che con audace colpo di mano, con una
rocambolesca scalata al Fortino, alla testa di un drappello di ‘cacciatori’ prese alle
spalle i difensori e determinò la caduta di Trani favorendo l’ingresso in città delle truppe
di Broussier, che erano state fermate sotto le mura, dalla strenua e valorosa difesa dei
Tranesi.
Alcuni commentatori disattesero, a torto, la veridicità dell’episodio e l’esistenza del
protagonista, ritenuto frutto delle fantasie, nonostante l’avvenimento sia stato
documentalmente registrato nelle cronache di guerra dell’Esercito Francese e riportate
dal Dumas nella “Storia dei Borbone di Napoli”.
Il giovane Ufficiale, percorrendo una brillante carriera, raggiunge i più alti gradi nella
gerarchia dell’ “Armé” napoleonica e partecipò alle battaglie di Marengo, Austerlitz e
Wagram.
Guido Gerosa, prestigioso storico di Napoleone, nel secondo Volume della sua
omonima Opera, a pag. 346, riferendosi agli eventi della clamorosa vittoria del grande
condottiero sugli Austriaci ad Ulm (ottobre 1805), testualmente scrive: “….Napoleone
fa cavaliere della legione d’onore, il Capo Squadrone (dei Dragoni) “Excelmans” che ha
avuto nell’azione due cavalli uccisi sotto di sé……”
Tanto potrebbe essere sufficiente a ristabilire la verità sull’esistenza del
personaggio e la sua capacità nell’affrontare le difficili imprese come quella compiuta,
purtroppo in danno di Trani nel 1799
Riccardo Jannuzzi
2. Corso all’utilizzo del Computer
Avevamo già annunciato la partenza del Corso teorico e pratico all’uso del Computer
presso la nostra Associazione. Dal 9 novembre si è snodato il percorso culturale di ultima
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generazione per Traninostra. Tutti parlano del Computer, pochi lo sanno usare
proficuamente. Questo simbolo del progresso (o, per alcuni, solo un ingombrante e
costoso cassone), non fa più paura ai Soci di Traninostra che in gran numero si sono
iscritti: Soci e figli di Soci. Le lezioni sono state corredate da dispense per far ripassare i
concetti appresi direttamente a casa dei singoli partecipanti. Nonostante la nostra
Associazione non sia ancora, per il momento, dotata di computer dell’ultima generazione,
il Docente (l’Ing. Francesco Vino) ha provveduto a portare in Sede il proprio Computer
portatile che, collegato al Video Proiettore, mostrava a tutti i presenti i contenuti della
lezione. Le lezioni sono state animate dalle domande di tutti gli “alunni” che facevano
tesoro dei concetti ‘proiettati’ sulla parete confermando così di avere appreso le nozioni
loro offerte. La seconda parte del Corso, dedicata a Internet, si è calata ancora di più nello
specifico di questo affascinante mondo e modo di comunicare. Il mondo di Internet è
quello dell’immediato, del tempo reale, dell’informazione libera senza frontiere di lingua o
credo religioso. Insomma, Traninostra è fiera di aver fatto toccare con mano ai propri Soci
i piaceri del “NUOVO” e ciò anche e soprattutto grazie alle fatiche del Docente che ha
profuso gratuitamente il suo tempo e il suo sapere per condividerlo con Traninostra. Un
grazie sentito all’Ing. Vino, con la speranza che presto abbia voglia di completare questo
percorso culturale con un corso specifico all’uso intensivo del Computer per l’Office
Automation, ovvero per la Video Scrittura, I Fogli Elettronici, i Database e le Presentazioni
Multimediali. Traninostra spera di poter in seguito offrire questa enorme opportunità a
quanti ne vorranno approfittare.
Ruggiero Piazzolla
LA NAVIGAZIONE MEDITERRANEA MEDIEVALE
Nessuno sa come sia cominciata esattamente la storia della navigazione perché le
sue origini si perdono negli albori della vita dell’uomo.
Ciò che invece è sicuro è che fin dall’antichità l’uomo ha cercato di attraversare i
mari o perlomeno di spingersi il più lontano possibile a bordo di mezzi più o meno
improvvisati.
La superficie terrestre è coperta per circa quattro quinti dalle acque che
rappresentano un patrimonio immenso, parzialmente ancora da esplorare; quindi la nave
e la navigazione erano per l’uomo antico e anche per quello moderno, non solo un mezzo
di supremazia sull’ambiente, ma soprattutto un veicolo di esplorazione e scoperta.
Fin dall’epoca preistorica, una volta avviate le esplorazioni e fatte le prime
scoperte, la nave divenne anche uno strumento per aprire nuove vie commerciali e
trasportare merci.
Dagli albori in poi, man mano che la navigazione diventava più affidabile e
cresceva il numero di imbarcazioni e di persone che navigavano, si creò un mondo del
tutto peculiare, un universo a parte che è tuttora quello della navigazione e della marina.
La nave, per esempio, ha un linguaggio proprio, particolare; e questo accade per
uno scopo ben preciso che è quello di evitare assolutamente errori e incertezze,
confusione e ambiguità.
La nave rappresenta inoltre una espressione della tecnologia e del progresso
umano, fin dalle prime, rudimentali imbarcazioni.
La progettazione e la costruzione, fino a pochi secoli fa, erano affidate alla
conoscenza e all’esperienza di mastri carpentieri, ed erano quindi l’espressione diretta di
una lunga e antica tradizione artigiana.
Poi, senza interruzione, la tenace opera dell’uomo anche nel campo navale fu volta
a migliorare una delle più straordinarie invenzioni.
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Le prime imbarcazioni sicuramente avevano dei mezzi propulsivi rudimentali;
all’inizio le prime imbarcazioni navigavano a remi oppure semplicemente spinte dal vento.
Le imbarcazioni costruite in tempi preistorici, erano infatti semplicemente spinte dal
vento; e anche quando la barca era dotata di una vela rudimentale, gli antichi naviganti di
fatto erano in un certo modo costretti a scegliere le loro rotte anche in base ai venti
dominanti nelle regioni.
In particolare, per quanto riguarda il mare Adriatico, questa circostanza
probabilmente ha giocato un ruolo fondamentale negli scambi commerciali perché il vento
prevalente, cioè il maestrale, ha favorito gli scambi commerciali, ad esempio tra Venezia
e Trani.
Comunque, successivamente l’uomo pensò di sfruttare adeguatamente la forza del
vento per spingere le barche anche in direzioni diverse da quella del vento.
Si pensò quindi di aumentare la superficie esposta al vento imbrigliandolo con delle
grandi superfici di captazione che erano le vele.
Le prime vele furono probabilmente quelle quadre, le quali erano però concepite
per captare il vento solo da un lato e quindi permettevano solo di navigare in direzione del
vento.
Successivamente vi fu l’invenzione della vela latina (triangolare) che permise di
prendere il vento sulle due facce, a seconda dell’orientamento della stessa.
Le vele latine triangolari, a dispetto del nome, in realtà furono diffuse dalle
imbarcazioni degli arabi che erano ottimi navigatori e portatori di cultura e scienze.
Man mano, con il progredire delle conoscenze, vi furono sempre maggiori sviluppi
della scienza velica, gli alberi vennero disposti in maniera più idonea, le vele vennero
costruite con materiali più adatti a resistere alla spinta del vento e soprattutto vennero
manovrate da cavi che permettevano di navigare in maniera da muoversi anche in
direzioni molto diverse da quella del vento, fino alla navigazione di bolina (cioè quasi
controvento).
Anche la strumentazione di bordo ebbe notevoli progressi. Fu proprio nel medioevo
che queste conoscenze cominciarono a svilupparsi.
In seguito, lentamente e con la progressiva esperienza, la vela raggiunse la
maturità, ma questo avvenne solo svariati secoli più tardi.
Le notizie storiche sui primordi della navigazione sono poche e frammentarie.
Fra le barche più antiche sono da annoverare quelle egiziane, costruite con fasci di
papiro legati fra loro a forma di falce; la prua e la poppa erano mantenute in tensione da
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un cavo che conferiva la forma particolare all’imbarcazione. Essendo la navigazione ai
primordi, il timone era semplicemente costituito da una pagaia.
Dopo le barche costituite da fasci di papiro, intorno al 2800 a.C. furono costruite le
prime navi egizie di legno leggero, che però non avevano né la chiglia né le costole come
invece accadde alle imbarcazioni realizzate successivamente.
Le conoscenze e le abitudini marinare egizie furono trasmesse ai fenici, i quali
indubbiamente furono (tra i più) grandi navigatori, anche grazie alla loro perfezionata arte
di costruzione delle navi.
Le loro navi si spingevano molto lontano dai porti, e questo portò a pensare di poter
raggiungere località molto distanti, con l’intento di scambiare le merci.
Fu proprio grazie alla marina mercantile fenicia, infatti, che i commerci si
svilupparono moltissimo (siamo circa all’età del bronzo).
I fenici costruirono per primi le navi con chiglia e costole, una tecnica costruttiva
innovativa ed efficace che sarebbe durata ancora molti secoli.
Le navi fenicie erano costruite in legno di cedro del libano, ed avevano una forma
all’incirca tondeggiante.
Dopo le navi fenicie, quelle che dominarono a lungo il mediterraneo furono le
greche (basti pensare ad Ulisse, ad Enea, ecc.).
Queste navi erano molto perfezionate, al punto che si spinsero fino alle “Colonne
d’Ercole” cioè fino a quello che attualmente si chiama lo stretto di Gibilterra.
Le navi greche avevano uno scafo molto lungo e robusto; ciò era dovuto al fatto
che l’attacco alle navi nemiche avveniva col rostro, cioè con una sporgenza anteriore dello
scafo che produceva nelle altre navi delle grosse falle provocandone l’affondamento. Esse
per navigare erano dotate di grande vela quadrata.
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Le biremi (navi con due ordini di remi) furono le prime navi da guerra greche,
particolarmente leggere e veloci.
Poi si arrivò alle triremi (navi con tre ordini di remi) che avevano la possibilità di
imprimere una forza maggiore all’impatto con le navi nemiche.
I Romani inizialmente navigavano con navi mercantili dette onerarie (da onus, peso
o carico); esse erano tondeggianti e venivano spinte da una vela quadra. Lo scafo delle
navi onerarie era in legno di pino e in legno di abete.
La marina militare romana nacque dopo la marina mercantile, per fronteggiare i
Cartaginesi nel III secolo a. C. (261 a.C.). Le navi maggiormente utilizzate dai Romani
erano le triremi che erano dotate di un albero con vela quadra. Il timone era
semplicemente costituito da due lunghi remi posizionati a poppa della nave.
In queste navi da guerra i combattenti erano sistemati a prora, al centro c’erano i
marinai e i rematori, e a poppa vi erano il capitano, gli ufficiali e i timonieri che
governavano la nave. L’equipaggio era costituito da circa 250 uomini e la velocità
massima raggiungeva i 5 nodi.
Con il passare dei secoli la marina mercantile e militare Romana divenne tanto
potente da definire il mar Mediterraneo mare “nostrum”.
I popoli nordici furono ottimi costruttori di navi e usarono la tecnica del fasciame
sovrapposto per eliminare il problema delle giunzioni. Dal punto di vista della propulsione
però essi adottarono tardi la vela preferendo all’inizio l’uso dei remi.
Essi erano abilissimi navigatori e si spinsero a grandi distanze dalle loro terre di origine sia
con le navi da guerra che con le navi mercantili. La loro più grande nave da guerra fu il
drakkar, dotata di una grande vela quadra; essa era ad un ordine remi.
Si arriva così, dopo l’impero Romano, al Medio Evo, periodo nel quale furono
promulgati gli Statuti Marittimi1.
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Ricordiamo che nel medioevo Trani vantava marinai intrepidi che veleggiavano nelle varie direzioni del
Mediterraneo; il suo porto era centro di traffici intensissimi specialmente con l’opposta sponda adriatica,
con l’Oriente bizantino e con gli arabi, con i quali venivano scambiati i prodotti del suolo dell’entroterra con
tessuti orientali, seta, spezie ed altro.
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La maggioranza degli uomini moderni è abituata a considerare l’alto medioevo ed in
particolare i secoli dal V al IX secolo, come una età non vivibile, sicuramente la meno
vivibile dell’era cristiana. Sui territori dell’antico Impero Romano dell’Occidente, dopo la
sua scomparsa "ufficiale" nel 476 pare di veder calare improvvisa una tetra cappa di
sventure e calamità. L’economia vede costretti i suoi molteplici livelli e inserite le sue
complesse articolazioni in un contesto rigidamente catalogato come "naturale".
Data la frequenza delle guerre e delle invasioni, le località costiere come quelle
delle zone interne assunsero ben presto i connotati del castrum, ovvero del borgo
fortificato.
Enorme importanza assunsero le vie di comunicazione: Taranto, porto frequentato
da secoli, e sede di industrie collegate alla porpora, era unita al Lazio dalla via Appia, che
toccava Capua, Venosa, Gravina, Matera, Oria e Brindisi. Anche la via Traiana
attraversava la Puglia, che congiungeva Benevento a Brindisi passando per Canosa,
Ruvo, Bitonto.
L’economia agraria languiva mentre maggior dinamismo conservarono le attività
mercantili, sorrette da una più ampia circolazione delle monete d’oro e da un loro più
stabile valore di scambio.
La posizione geografica della Puglia, e gli avvenimenti politici che la interessano
nei secoli dell’alto Medioevo, ne hanno privilegiato il rapporto con il mondo mediterraneo
ed orientale.
Anche nell’età della più estesa penetrazione longobarda, il contatto con i ricchi
mercanti orientali rimase costantemente assicurato dal porto di Otranto, che dunque che
ben si meritò la qualifica di città adatta ai commerci (apta mercimoniis).
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A partire dagli ultimi anni del secolo IX, pur essendo una zona periferica dell’Impero
Bizantino, la Puglia riuscì a porsi come ponte tra Occidente ed Oriente.
Così, l’inserimento in un circuito commerciale di più vasto respiro, e il contatto con
l’Oriente impedirono che l’economia pugliese scivolasse verso una produzione di beni
destinati al solo consumo interno.
Le città costiere dunque effettuavano il commercio dei prodotti dell’entroterra.
In particolare, Trani e Barletta commerciavano cereali del Tavoliere e dai porti
partivano i carichi, Brindisi commerciava il frumento di Terra d’Otranto.
Fiorente e fruttuoso si dimostrò anche il commercio degli schiavi, incrementato
dall’occupazione saracena di Bari e Taranto.
Dopo l'anno Mille, anche grazie ai progressi della navigazione, in Europa vi fu una
forte ripresa economica. Molti furono i fattori che contribuirono a questo nuovo sviluppo e
tra essi è da annoverare la pace e la stabilità politica che regnavano in molte regioni
europee.
Questa pace proveniva in buona parte dal mare; infatti furono meno frequenti e
infine cessarono gli assalti dei pirati saraceni: la navigazione nel Mediterraneo divenne un
po' più sicura.
Questo insieme di circostanze favorevoli contribuì anche alla crescita della
popolazione.
Tornando alla navigazione nel Medio Evo, le attrezzature di bordo divennero man
mano più complesse. L’albero di mezzana era attrezzato con vele quadre e fu introdotto
l’albero di prua per avere più superficie di vele esposte al vento.
Tra le navi medioevali sono da annoverare innanzitutto la cocca e la galea. La
galea era una nave a remi o vele triangolari (latine). La cocca fu prima nave mercantile e a
vela (questa nave era costruita come le navi dei nordici con fasciame sovrapposto). La
cocca veneziana fu la
nave mercantile della Serenissima che giocò un ruolo
fondamentale nella storia commerciale della repubblica veneta.
Tutt’oggi navigano in Adriatico imbarcazioni che richiamano quelle medievali come
ad esempio il trabaccolo, piccolo bastimento mercantile da carico in uso in questo mare.
L'origine del Trabaccolo si fa risalire infatti alle navi latine o medioevali di cui in
parte si notano le forme arrotondate e piene, con una prora e una poppa rigonfie con l'asta
di prora ricurva verso l'interno.
Il fatto che l’uomo ancora oggi si avventura sul mare a bordo di navi tradizionali,
oltre che di gioielli tecnologici che poco hanno a che spartire con le rudimentali
imbarcazioni medievali , è emblematico di come sul mare sia rimasto lo spirito di
avventura e di conquista, e il richiamo del grande amico-nemico mare è ancora fortissimo
e irrinunciabile.
Giuseppe Di Maggio
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Trani 22 dicembre 2002
Hanno collaborato a questo numero: Mauro d’Amore, Giuseppe Di
Maggio, Riccardo Jannuzzi, Ruggiero Piazzolla.
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GIORNALE / NOTIZIARIO DI TRANINOSTRA "Le eroine di Trani"