Rassegna Stampa di
venerdì 14 febbraio 2014
SNALS / CONFSAL
Bresciaoggi
Il Tempo - Cronaca di
Roma
la Stampa - ed. Torino
La Tribuna di Treviso
Lastampa.it
Virgilio.it
La Voce di Rovigo
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14/02/2014
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14/02/2014
14/02/2014
14/02/2014
14/02/2014
PENSIONI: PRATICHE AL PATRONATO E L'INPS? ORA SMISTA TRAFFICO
CINQUANTA SCUOLE SENZA PRESIDE
UNA CLASSE DI PRESIDI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI
I PRESIDI OGGI IN SCIOPERO
UNA CLASSE DI PRESIDI SULLORLO DI UNA CRISI DI NERVI
UNA CLASSE DI PRESIDI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI
IN BREVE - LA CONFSAL UNSA SPEGNE 60 CANDELINE
ARTICOLI PRESI DAL WEB
Scuola, Formazione, Università, Ricerca
il Sole 24 Ore
Corriere della Sera
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Italia Oggi
il Messaggero
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il Gazzettino
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Il Tempo - Cronaca di
Roma
Corriere della Sera
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il Venerdi' (la
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Sette (Corriere della
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Libero Quotidiano
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14/02/2014
PIENO DI ISCRITTI AGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
"RISCHIAMO GROSSO, CI GIOCHIAMO TUTTO" ORA IL SINDACO DEVE
TRATTARE CON GLI ALLEATI
LAZIO, FINANZIABILI I PROGETTI EDUCATIVI NELLE SCUOLE
LAVORO, SCUOLA, VINCOLI EUROPEI SCOSSA ENTRO I PRIMI DUE MESI
SUBITO LA SCOSSA: JOBS ACT E BATTAGLIA SUI VINCOLIUE
"COMPLETO DISACCORDO SU QUESTA INIZIATIVA"
IN MIGLIAIA CONTRO LE SCUOLE SPORCHE
"LA DONAZIONE E' LIBERA E SERVE A COLMARE CARENZE FORMATIVE"
OSSIGENO ALLE PERIFERIE, ARRIVANO 110 MILIONI
14/02/2014
L'UNIVERSITA' ITALIANA SEMPRE PIU' VECCHIA
PER STUDI PIU' RAZIONALI
NON PROFIT SENZA SOLDI? CHIEDI IN UNIVERSITA'
ROMA, DOPO FRATI TOCCA AI FRATINI?
Int. a G.Galli: "L'ACCADEMIA E' TROPPO CHIUSA"
UNA PROTESTA INDIAVOLATA ALL'UNIVERSITA'
14/02/2014
MACCHE' BARONI IN PENSIONE "ANCORA AL LAVORO, MA GRATIS"
14/02/2014
BRAY, MOAVERO, TRIGILIA, CARROZZA: I MINISTRI A NOSTRA INSAPUTA
14/02/2014
14/02/2014
21/02/2014
21/02/2014
14/02/2014
Economia, Lavoro, Previdenza
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14/02/2014
14/02/2014
RIFORME, 478 DECRETI NEL GUADO
PER IL LAVORO AI GIOVANI UNA RISPOSTA CI SAREBBE
MOBILITA' ANCHE PER I DIRIGENTI
L'EUROPA: ORA LA CASSA INTEGRAZIONE PER I DIRIGENTI
Int. a S.Fassina: "E ORA TEMO LA SVOLTA A DESTRA SUL PROGRAMMA"
TASSE ACCORPATE E STOP ALLA BUROCRAZIA COSI' MATTEO VUOLE
SEMPLIFICARE L'ITALIA
SALARI, SERVE UNA SVOLTA COME TRENT'ANNI FA
RENZI NON FRENA ALITALIA-ETIHAD
LAVORO E TAGLI ALLA POLITICA ECCO IL PIANO DEL SINDACO
SQUINZI BENEDICE IL RICAMBIO "LE IMPRESE VOGLIONO RISPOSTE"
DISOCCUPAZIONE GIOVANILE ITALIA AI VERTICI IN EUROPA
CRESCONO I "NEET" GIOVANI NULLAFACENTI
Int. a P.Rinaldi: RINALDI SFIDA I PM: IO CONSIGLIERE STO CON I
PRECARI CONTRO I TEOREMI
IL GOVERNO DELLA DECADENZA DI BERLUSCONI CHE NON HA
VOLUTO CORRERE SULL'ECONOMIA
AL QUIRINALE DOPO LA CONDANNA BERLUSCONI SFIDA NAPOLITANO
GUIDERA' LA DELEGAZIONE FORZISTA
Bresciaoggi
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Data
ORZINUOVI. Dubbi tra i cittadini sugli uffici: domande solo su web, chi non ha il pc deve rivolgersi ai sindacati
Pensioni: pratiche al patronato
ErInps? Ora smista il traffico
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Quotidiano
li sindaco: «Agli sportelli previdenza
c'è sempre coda: quindifimzionano»
Però spesso uno solo dei tre è aperto
per le esigenze dirette del pubblico
Riccardo Caffi
Qual è l'ufficio più adatto per
avviare la pratica della pensione, verificare la propria posizione contributiva, presentare richiesta di disoccupazione? «Lo sportello Inps, in teoria», rispondono molti pensionati e disoccupati di Orzinuovi e dintorni. Ma quando, nella pratica, si recano all'ufficio
orceano della Previdenza Sociale, all'uscita non nascondono il loro disappunto perché
spesso, anche se non sempre,
vengono invitati a rivolgersi al
Patronato, per avere spiegazioni circa i propri «dossier»,
..SE NON MI DÀ RISPOSTE circa
la mia pensione, che cosa fa
l'Inps a Orzinuovi? A cosa serve questo ufficio?» chiedono i
cittadini delusi ai delegati sindacali che smistano le pratiche ai Patronati. La risposta
dei delegati di Cisl, Cgil, Acli è
abbastanza
scoraggiante:
«Unps non fa più niente, nel
senso che gli operatori non
fanno pratiche, perché i dati
relativi agli utenti ormai viaggiano on line».
Però per Vito Caldarese, responsabile della sezione
rm:!i!!! e per Ermanno Entratici, responsabile Patronato alla
Camera del Lavoro orceana, è
giusto che sia cosÌ. «La lamentela c'è, ma non è giustificatapuntualizza Entratici -. Ormai
il cittadino può svolgere da sé
le varie operazioni per via telematica, oppure può passare al
Patronato che lo aiuta gratuitamente, secondo l'accordo nazionale tra questa realtà e
l'Inps - aggiunge Entratici -.
Non tutti usano il computer,
perciò le impiegate inviano coloro che ne sono privi a recarsi
al Patronato. Noi scannerizziamo i documenti e li spediamo
con la posta certificata. All'Inps compete solo la parte finale».
Spiegazione che convince solo a metà gli utenti, che insistono: «Se i nostri dati vengono
trasmessi per via telematica, a
che serve nella pratica l'Inps
di Orzinuovi?». Maleistituzioni suggeriscono di allargare la
riflessione a un ambito più ampio. «Se si pone questa perplessità su Otzinuovi, allora credo
lasi debba porre per altre realtà a livello provinciale e regionale - commenta l'assessore ai
Servizi sociali Michele Scalvenzi -. Diciamo che il Punto
Inps è un supporto che colma
le lacune di molti cosiddetti
"analfabeti informatici". Forse in futuro si dovrà trasfonnare in qualcos'altro, questa opzione ovviamente non laescluderei».
La nascita del Punto Inps è
piuttosto recente: l'ufficio è
stato aperto due anni fa nei locali di palazzo Codagli, a conclusione di un percorso avviato dal Comune sin dalla metà
degli anni '90: è un ufficio particolare che, nell'ambito di
una sperimentazione provinciale, accoglie sotto lo stesso
tetto anche il Centro per l'impiego. «Non è affatto assurdo
che, nel rapporto di partnership sempre più stretto tra
Inps ed Enti di Patronato, per
specifiche situazioni, si sia indicato nel Patronato un inter-
locutore qualificato per l'utenza» ammette il direttore provinciale Antonio Maria Di
Marco Pizzongolo. «il Punto
Inps di Orzinuovi non è un internet point, ma è un ufficio
pubblico fortemente voluto
dal territorio e apprezzato dagli utenti che fruiscono dei servizi resi - spiega Di Marco Pizzongolo-. Thleufficioèaggiuntivo rispetto alle Agenzie di
Manerbio e Chiari e, come tale, non fornisce tutti i servizi
che sono resi da un ufficio
maggiormente strutturato e
dotato di personale come l'Agenzia».
IL PUNTO INPSfornisce dunque
informazioni su problematiche specifiche, rilascial'estratto conto assicurativo, i duplicati dei modelli Cud e ObisM, accredita il servizio militare, inserisce variazioni anagrafiche
e di indirizzo. «Al Punto Inps
c'è sempre coda, ciò significa
che funziona», osserva il sindaco Andrea Ratti, senza tener conto che, dei tre sportelli,
spesso uno solo è aperto al
pubblico.•
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Dei tre sportelli spesso uno soltanto è aperto al pubblico
Ritaglio
SNALS
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n
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1
n
Quotidiano
ILTEIIPO
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Itl']~U
Foglio
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I
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Scuola
50 istituti senza ccguida»
Oggi presidi in sciopero
II1II Sono almeno cinquanta le scuole sottodimensionate del Lazio. Avranno un preside <<in
condominio» con un altro istituto. Intanto i dirigenti scolastici sono sul piede di guerra. Oggi
scioperano contro la decisione del Ministero di
decurtare il loro stipendio di 250 euro mensili
bloccando i contratti regionali di due anni.
Poggi
~
a pagina 22
"::::ià Oggi in sciopero i 700 dirigenti laziali: «Ci vogliono tagliare 250 euro al mese»
Cinquanta scuole senza preside
Con meno di 600 alunni hanno un reggente in «condominio» con altro istituto
• Scuole sotto dimensionate,
si replica. Quest'anno saranno all'incirca una cinquantina
gli istituti del Lazio che dovrebbero ritrovarsi con meno di
600 alunni. E di conseguenza
per effetto della legge sul dimensionamento gli alunni
. chele frequenteranno non potranno avere un dirigente scolastico, un preside, tutto per loro ma «in condominio» con
un'altra scuola. In realtà le
«reggenze», di cui almeno una
quarantina solo nella Capitale, sono ancora sotto osservazione. Parliamo di scuole che
sono sotto di una cinquantina
di alunni. Visto che le iscrizioni onlille alle prime classi Han
sono ancora tenllinare potrebbedarsicheinchiusurariescano a raggiungere le 600 (e oltre) unità: in tal caso arriverà
un preside. Magari nuovo di
zecca direttamente dalla graduatoria dell'ultimo concorso.
Ma questi, in generale, sono
tempi duri, per i presidi di
scuola. La categoria, dopo almeno dieci anni, è tornata sul
piede di guerra. Oggi i 700 dirigen ti scolas tici laziali, insieme
ai colleghi delle altre regioni,
Con uno stipendio __ _
di 2500 euro siamo
i meno pagati dallo Stato_
Ritaglio
SNALS
sono tìMnc;)ero. Cisl Uil e
!BmIJ!
hanno in programma una manifestazione
alle ore 11 davanti al Ministero
dell'Istruzione a Trastevere.
«Già come dirigenti statali noi
del settore cinque abbiamo
sempre avuto un trattamento
speciale, ma adesso ci sentiamo presi in giro» spiega Maria
Rita De Santis responsabile
!BmIJ!rtmml!mLazio. In pratica
«il nostro stipendio si attesta
sui 2500 euro netti mensili continua De Santis - mentre
un dirigente d'altra fascia ad
esempio ministeriale prende
150.000 euro lordi all'armo, circa 7000 al mese. Adesso ci vogliono pure tagliare i contratti
regionali, una voce presente
in busta paga come Ria (indennità di risultato) e che, tra l'altro, è pensionabile». Dunque
cosa succederà al vostro stipendio se si mette in pratica la
sforbiciata? «Una decurtazione di 250 euro al mese, stiamo
parlando di tremila euro all' anno». N eanche un mese fa c'era
stato il tentativo di togliere ai
docenti gli scatti di anzianità
del 2014 portandogli via 150
euro al mese: non ci sono riusciti. Adesso ci provano con
voi? I dirigenti sono diminuiti
di 3.000 unità rispetto al 2008
(meno 31 %) e comunque riescono a gestire lo stesso sistema scolastico, questo taglio di
stipendio non sembra quasi
una pWlizione? «In questa vicenda ci sono delle ragioni che
sfuggono alla nostra comprensione. Secondo me comealsolito si sta applicando la regola
stampa
ad
uso esclusivo
lIlI1l
limI
iBl
I.
Il Ministero bloccherà
i contratti regi.onali ___
del2012e2013
del due pesi e due misure. Per
le ritenute sei dirigente, per un
adeguamento dellaretribuzione che è forse la più bassa di
tutte non lo sei più». Ma perché tagliare proprio il Ria? «Si
tratta di fondi regionali che
vengono calcolati annualmente in base al numero dei dirigenti in servizio in ogni regione Il Ministero ha intenzione
di bloccare i contratti sia del
2012 che deI20l3».
.
I presidi cosiddetti reggenti
percepiscono una retribuzione più alta? «È giusto, hanno
un.notevole aumento di responsabilità per il quale hanno un indennità al netto di 350
euro. Alla fine non so neanche
quanto convenga perché illavaro, già oneroso per unascuola, raddoppia». Quante ore lavora di media un preside d'istituto? «Sicuramente più delle
36 ore di contratto. Faccio un
esempio pratico. Sono preside e sono entrata a scuola stamattina alle 8.45. Non ne uscirò prima delle 18. Ci sono degli
appuntamenti in cui siamo insostituibuilì come le riunioni
di bilancio e quelle delle autonomie» Poi ci sono i consigli di
classe? «Quello è illavoro vero,
quello che siamo chiamati a
svolgere e che, mi creda, facciamo volentieri».
del
destinatario,
non
068391
Natalia Poggi
[email protected]!
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LA STAMPA TORINO
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Una classe di presidi
sull'orlo di una crisi di nervi
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Quotidiano
Sciopero e manifestazione a Roma contro tagli di stipendio e burocrazia
arIano di umiliazione e di abbandono i dirigenti
scolastici che oggi
scioperano in tutta Italia. Sciopero «storico»,
il secondo dopo quello del
2008, indetto da Fie Cgil, CisI, ViI e
per motivazioni economiche. Ragioni che
però è impossibile separare
dalle difficoltà in cui versa la
scuola e dalle enormi responsabilità che i presidi si
trovano a fronteggiare: sicurezza, trasparenza, certificazioni e via accumulando.
«l colleghi
sono veramente arrabbiati perché
l'amministrazione sembra
non rendersi
conto di quanto il nostro
ruolo nel tempo sia cambiato, si sia caricato di incombenze», dice
Lorenza Pa-
P
rmmm
triarca, coordinatrice dei
dirigenti Uil. A
fronte di questo sovraccarico, sui presidi incombe la
decurtazione
degli stipendi.
«A tutte le altre categorie
hanno bloccato i salari - dice Enzo Pappalettera, già
segretario regionale Cisl
Scuola, preside all'Istituto
Galilei di Avigliana - ai presidi
invece vogliono ridurre lo stipendio tagliando il fondo nazionale che finanzia due voci
della busta paga e che viene
ripartito tra le regioni». Per
questo, dal Piemonte come da
tutta Italia, i presidi stamane
si ritrovano a Roma, per protestare davanti al ministero.
Nelle stt!sse ore la Fie Cgil incontra il direttore dell'Ufficio
S('olastico del Piemont.e; Giuliana Pupazzoni.
Categoria decimata
«Dal 2008 a oggi la categoria ha
perso il m% delle sue forze, la
retribuzione media dei dirigenti è in costante calo dal 2010.
Eppure in questi anni abbiamo
avuto un insostenibile aumento
di lavoro dovuto al processo di dimensionamento che ha accorpato le scuole», dice Emanuela Zoia, responsabile Fie Cgil. Ancora:
«l dirigenti sono continuamente
gravati di nuovi adempimenti,
caricati di responsabilità penali,
messi in difficoltà da risorse finanziarie insufficienti. E non riescono più ad occuparsi della loro
vera funzione: il diritto all'istruzione degli alunni».
Maria Teresa Furci, preside
della scuola media Antonelli,
sottolinea «la burocratizzazione di qualsiasi evento. Tutto
questo dover scrivere, immettere dati, ruba forze fisiche e
impedisce di essere presenti là
dove bisognerebbe esserci, nei
momenti che toccano la crescita dei nostri alunni. Penso ai casi di dispersione scolastica che
richiedono tempo ed energie».
Una vita a ostacoli
Responsabilità enormi sul fronte
sicurezza, senza risorse da spendere per intervenire. Ma non solo. L'elenco spazia tra mille complicazioni, piccole e grandi. «Per
esempio, dobbiamo chiedere ai
fornitori - dice Lorenza Patriarca
- un certificato di regolarità nel
pagamento delle imposte che va
poi pubblicato in una piattaforma dell'amministrazione. Che però non accetta i
nostri file: biso-
gna nscnvere tutto. Il registro elettronico? Per le
scuole ha significato spese enormi: non abbiamo
nessuno per l'assistenza tecnica.
Teniamo presente, tra l'altro, che rispetto a due
anni fa, del fondo d'istituto è rimasto il 25%, il resto è sfumato».
Far arrivare i presidi in viale Trastevere significa che davvero non
ne possono più. «Oltre alla professione - aggiunge la coordinatrice Uil- andiamo a difendere la
scuola. Tutti gli studi internazionali dicono che per la qualità degli apprendimenti, la qualità del
dirigente è seconda solo alla qualità della classe... ». Sergio Arduino, coordinatore dei dirigenti
scolastici Cisl insiste: «In fatto di
regole e prescrizioni i nostri poveri uffici vengono
trattati alla stregua di colossi come Inail o Inps.
Siamo carichi di
incombenze, ma a
differenza di altri
dirigenti dello
Stato non siamo
messi nelle condizioni di lavorare. Ci sentiamo completamente
abbandonati. Tra noi c'è moltissimo malumore e, a causa di questa vicenda salariale, una sensazione di vera mortificazione».
IL DIRIGENTE
«Agli altri dipendenti
hanno bloccato i salari
a noi vogliono ridw'lo»
IL SINDACALISTA
neoassunti
Centossettanta dei 589
presidi del Piemonte sono
ivincitof'i del éoncorso
di tre anni fa
stampa
del
068391
«Siamo carichi
di incombenze ma
siamo abbandonati»
dirigenti
Tanti sono i dirigenti
scolastici in Piemonte,
300 dei quaU nella sola
provincia di Torino .
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la triBuna
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I presidi oggi in sciopero
Dirigenti scolastici contro i tagli alla scuola e alla busta paga
di della scuola da gestire. Dopo
il danno giunge la beffa: la ventilata riduzione dello stipendio
d'indennità fa seguito infatti alla firma del contratto, con tanto di cifra già pattuita, avvenuta esattamente un anno fa: «Il
contratto nazionale dei presidi, riferito all'anno scolastico
2012-13 è stato firmato nel febbraio del 2013 per circa 15 milioni di euro. Doveva essere registrato, ma a questo punto si
sono accorti che non c'era copertura di fondi. Quindi, essendoci meno soldi, diminuisce
pure l'indennità. Il contratto è
stato bloccato», spiega Claudio
Baccarini, responsabile regionale dirigenti della Cgil scuola.
Di taglio in taglio i presidi si trovano così da quest'anno la busta paga d'indennità "limata"
di una cifra pari a duemila euro. Ma se lo stipendio cala, la
scuola lievita, di alunni. In Veneto il numero delle scuole è
diminuito negli ultimi cinque
anni del 20%, passando da 714
a meno di 600, per effetto dei
trasferimenti delle scuole primarie agli istituti comprensivi.
O per gli accorpamenti tra più
istituti superiori.
Alessandra Vendrame
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Giornata di sciopero dei dirigenti scolastici contro i tagli ai
fondi della scuola, "la dieta"
decisa dal ministero sulle risorse all'istruzione che lascia a
bocca asciutta pure i presidi.
Incrociano così oggi le braccia
anche i dirigenti d'istituto trevigiani, aderenti alle sigle sindacali della scuola Cgil, Cis!,
Uil e~per rivendicare l'annunciata riduzione della cosiddetta "indennità di posizione e
risultato", una retribuzione integrativa allo stipendio, assegnata in base a criteri fissati,
come ad esempio il numero
degli alunni o la quantità di se-
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Una classe di presidi
sull’orlo di una crisi di nervi
Sciopero e manifestazione a Roma contro tagli di stipendio e burocrazia
MARIA TERESA MARTINENGO
Parlano di umiliazione e di abbandono i dirigenti scolastici che oggi scioperano in tutta Italia. Sciopero
«storico», il secondo dopo quello del 2003, indetto da Flc Cgil, Cisl, Uil e Snals per motivazioni
economiche. Ragioni che però è impossibile separare dalle difficoltà in cui versa la scuola e dalle enormi
responsabilità che i presidi si trovano a fronteggiare: sicurezza, trasparenza, certificazioni e via
accumulando.
«I colleghi sono veramente arrabbiati perché l’amministrazione sembra non rendersi conto di quanto il
nostro ruolo nel tempo sia cambiato, si sia caricato di incombenze», dice Lorenza Patriarca, coordinatrice
dei dirigenti Uil. A fronte di questo sovraccarico, sui presidi incombe la decurtazione degli stipendi. «A
tutte le altre categorie hanno bloccato i salari - dice Enzo Pappalettera, già segretario regionale Cisl Scuola,
preside all’Istituto Galilei di Avigliana - ai presidi invece vogliono ridurre lo stipendio tagliando il fondo
nazionale che finanzia due voci della busta paga e che viene ripartito tra le regioni». Per questo, dal
Piemonte come da tutta Italia, i presidi stamane si ritrovano a Roma, per protestare davanti al ministero.
Nelle stesse ore la Flc Cgil incontra il direttore dell’Ufficio Scolastico del Piemonte, Giuliana Pupazzoni.
Categoria decimata
«Dal 2008 a oggi la categoria ha perso il 31% delle sue forze, la retribuzione media dei dirigenti è in
costante calo dal 2010. Eppure in questi anni abbiamo avuto un insostenibile aumento di lavoro dovuto al
processo di dimensionamento che ha accorpato le scuole», dice Emanuela Zoia, responsabile Flc Cgil.
Ancora: «I dirigenti sono continuamente gravati di nuovi adempimenti, caricati di responsabilità penali,
messi in difficoltà da risorse finanziarie insufficienti. E non riescono più ad occuparsi della loro vera
funzione: il diritto all’istruzione degli alunni».
Maria Teresa Furci, preside della scuola media Antonelli, sottolinea «la burocratizzazione di qualsiasi
evento. Tutto questo dover scrivere, immettere dati, ruba forze fisiche e impedisce di essere presenti là
dove bisognerebbe esserci, nei momenti che toccano la crescita dei nostri alunni. Penso ai casi di
dispersione scolastica che richiedono tempo ed energie».
Una vita a ostacoli
Responsabilità enormi sul fronte sicurezza, senza risorse da spendere per intervenire. Ma non solo.
L’elenco spazia tra mille complicazioni, piccole e grandi. «Per esempio, dobbiamo chiedere ai fornitori dice Lorenza Patriarca - un certificato di regolarità nel pagamento delle imposte che va poi pubblicato in
una piattaforma dell’amministrazione. Che però non accetta i nostri file: bisogna riscrivere tutto. Il registro
elettronico? Per le scuole ha significato spese enormi: non abbiamo nessuno per l’assistenza tecnica.
Teniamo presente, tra l’altro, che rispetto a due anni fa, del fondo d’istituto è rimasto il 25%, il resto è
sfumato». Far arrivare i presidi in viale Trastevere significa che davvero non ne possono più. «Oltre alla
professione - aggiunge la coordinatrice Uil - andiamo a difendere la scuola. Tutti gli studi internazionali
dicono che per la qualità degli apprendimenti, la qualità del dirigente è seconda solo alla qualità della
classe...». Sergio Arduino, coordinatore dei dirigenti scolastici Cisl insiste: «In fatto di regole e
prescrizioni i nostri poveri uffici vengono trattati alla stregua di colossi come Inail o Inps. Siamo carichi di
incombenze, ma a differenza di altri dirigenti dello Stato non siamo messi nelle condizioni di lavorare. Ci
sentiamo completamente abbandonati. Tra noi c’è moltissimo malumore e, a causa di questa vicenda
salariale, una sensazione di vera mortificazione».
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1
formair!o,ne, Toccano quota 300mila, il 18% in più dell'anno scorso
Pieno di iscritti agli istituti professionali
ROMA
vuto, essenzialmente, all'incremento di giovani che scelgono gli
istituti professionali (cioè le scuole che in regime di sussidiarietà
possono dare al ragazzo dopo tre
anni una delle 22 qualifiche professionali oggi esistenti nel repertorio nazionale). Nel giro di un anno gli iscritti sono passati da
120mila a 162mila unità.
Meno marcata è invece la crescita degli alunni delle istituzioni formative (vale a dire i centri
accreditati). Qui si passa da
125mila a 128mila iscritti. Il monitoraggio sugli Ifp nell'anno formativo 2012-2013 resto noto ieri
dall'Isfol evidenzia anche come
le scelte dei giovani si siano polarizzate verso la figura dell'operatore della ristorazione (i futuri
camerieri e cuochi), con quasi
Bomila iscritti, e verso la figura
dell'operatore di benessere (in
primis, estetisti), con oltre 32mila iscritti. C'è poi uninteresse crescente per la partecipazione al
quarto armo per l'acquisizione
del diploma professionale (opzione però attivata fmora in 7 regioni). La preferenza degli iscritti per il diploma quadriennale va
a 5 figure che insieme valgono il
5302% delle scelte, e cioè: tecnico
300mila
Studenti
In crescita gli iscritti 2012 ai
percorsi di istruzione e
formazione professionale. In un
anno l'aumento è stato de118%
80mila
Futuri cuochi e camerieri
La prima scelta dei ragazzi è
andata verso la figura di
«operatore della ristorazione»
CI. T.
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C'è un rirmovato interesse
per la cultura tecnico-professionale. Ma anche scelte dei ragazzi, in uscita dalle medie, orientate verso percorsi di qualificazione più brevi e che offrono la possibilità di un ingresso anticipato
al lavoro.
E così gli iscritti ai percorsi di
istruzione e formazione professionale (Ifp) nel 2012-2013 segnano una crescita a doppia cifra.
Toccano quota 300mila unità, il
18% in più rispetto all'anno prima.
L'aumento è del 52% nel confront02010-2012. Un trend positivo do-
di cucina, dell'acconciatura, dei
trattamenti estetici, dei servizi
di impresa e di tecnico elettrico,
li 46% degli iscritti agli Ifp ha 14
anni, a testimonianza come questa strada sia una "prima scelta".
Ma rimane alta la quota di coloro
che scelgono gli Ifp dopo precedente insuccessi scolastici, «confermando la vocazione antidispersione della filiera», sottolineaEmmanuele Crispolti, responsabile Isfol del monitor aggio Ifp.
Nonostante la crescita di alunni
(e di interesse) per la fIliera resta
stabile l'impegno fmanziario: per
il2012 è paria poco più di511milioDi li ministero del Lavoro stanzia
ogni anno circa 189 milioni. Il resto viene messo dalle regioni.
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ItaliaOggi
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AIUTI FINO AL 70%
Lazio, finanziabili
i progetti educativi
nelle scuole
Sono ancora due le scadenze valide per
partecipare al bando per la concessione di
contributi economici a sostegno di progetti
da attuare nelle scuole del Lazio. I fondi,
stanziati inizialmente per 2,1 milioni di euro,
previsti dalla deliberazione della giunta
regionale n. 307 del 3/1012013 finanziano
progetti per il potenziamento, la qualificazione e l'innovazione dell'offerta scolastica.
I progetti possono riguardare temi come dispersione scolastica, innovazione, qualificazione e internazionalizzazione dell'offerta
scolastica, inclusione sociale, orientamento
all'imprenditorialità, disabilità, salute, prevenzione, benessere scolastico. Inoltre, possono riguardare orientamento permanente,
alfabetizzazione al linguaggio cinematografico, televisivo, érossmediale, orientamento e consapevolezza di genere, integrazione
e lotta alla discriminazione e al bullismo,
progettisusecondegenerazioni,educazione
ambientale. Gli enti pubblici possono ottenere un contributo fino al 70% della spese
ammissibili &0 ad un importo massimo di 15
mila euro per ciascun progetto. Una recente
determina regionale ha modificato il bando
originario, per cui anche le domande già presentate possono essere riformulate. Thtti gli
interventi dovranno essere realizzati nelle
scuole del Lazio. Le strutture scolastiche in
cui si realizzano i progetti possono essere
scuole primarie, scuole secondarie di primo
grado, scuole secondarie di secondo grado.
Gli interventi possono riguardare sia scuole
pubbliche che paritarie. Gli interventi autorizzati, di norma, non dovranno protrarsi
oltre i dodici mesi dal momento della notifica
dell'approvazione.
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~RiproduzÌDTIR riservata___.
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I
~Il
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Lavoro, scuola, vincoli europei
Scossa entro i primi due mesi
piano del sindaco per Palazzo Chigi: diplomazia diretta
Mario Ajello
così s'intitola. Discorso di giornata in cui è diventato quasi
Matteo Renzi alla Direzione del premier del Pd.
n blitz. Una «Velocità» che partito che dura poco più di dieci
Continua a pago 2
sembra quella del quadro fu- minuti. «Ricordate Breznev? BeAmoruso, Bertoloni Meli,
Cifoni, Pezzini, Posteraro e
turista di Giacomo Balla che ne, io sono l'opposto», ha scherzato il leader democrat nella
Ventura da pago 2 a pago 9
U
Strappo Renzi: via da~lalJalud.e
~La direzione del Pd approva con l36 sì ~Il segretario: «Nessun processo, ma ~Alfano in allarme: se l'asse si sposta
a sinistra non ci stiamo, programma
e 16 contrari un documento che dichiara si cambia. Grazie a Enrico, adesso
decisivo. Vendola chiude, SeI si spacca
2018»
un'altra
squadra
per
arrivare
al
esaurita l'esperienza di questo governo
segue dalla prima pagina
E il tutto in un vorticoso molti.plicarsi di riunioni lampo, conversari speed, incontri come
quello della minoranza del Pd
che spalanca le ipotesi al governo Matteo. E il Rubicone che
andava superato, il Matteo da
Smart car lo ha attraversato
sull'aliscafo. «Gli italiani si sono rotti le scatole della lentocrazia, o facciamo le cose in
fretta e bene oppure ci prendono a fischi».
E dunque ci vuole tanto ad
andare a Palazzo Chigi? Macchè. Basta una manovra lampo.
E si riesce a liquidare un governo amico - «Letta ha fatto quello che poteva» - e entrare nella
stanza dei bottoni che sta per
subire il trasloco del suo predecessore. Corre Matteo, ben sapendo di correre un grande rischio: «Ma il coraggio o si ha o
non si ha e io ce l'ho ma ce lo
dobbiamo avere tutti. L'Italia
non ci sta ad aspettare».
Renzi, citando non a caso il
film «L'attimo fuggente», ha
compiuto una mossa inusuale
per la politica italiana, sottraendo il suo esercito alla «palude»
degli stanchi rituali partitocratici e sdoganando a sinistra il
concetto deU'«impavida ambizione». Dal Colle gli arrivano
notizie rassicuranti. Il non arrivo di Letta alla riunione al NaRitaglio
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zareno viene giudicato dal sindaco-segretario-quasipremier
un buon segno: «Enrico ha deciso di non scatenare una sfida
inutile e dannosa per tutti». La
Provvidenza, cui si è rivolto l'altro giorno, ha spinto Letta a evitare lo scontro e la sua nuova
natura zen lo ha consigliato ad
adottare una strategia meno
belligerante.
IL BLITZ
Il blitzkrieg renziano funziona
così: «Nessun processo al governo, anzi dobbiamo ringraziare Letta perchè ce l'ha messa
tutta. Dobbiamo però, e subito,
uscire dalla palude. Serve una
nuova squadra, ristretta e forte.
Un nuovo inizio, per arrivare fino al 2018». Il documento con
cui viene superata l'esperienza
Letta e deciso il cambio di cavallo è stato approvato al Nazare no con l36 voti favorevoli e 16
contrari. L'intero partito, tranne appunto qualcuno, è stato
renzizzato da Matteo con una
facilità superiore al previsto. E
a molti Renzi è sembrato Craxi.
Per la forza con cui ha sbaragliato i dubbi dei dubbiosi. Ma
fuori dal Pd, mentre il Pd fa fuori Letta, Angelino Alfano mette
avanti i suoi distinguo, gioca di
tattica e pianta paletti. «Se la
nuova maggioranza parlamentare è di sinistra - avverte illeader del Nuovo Centrodestra noi non ci stiamo. Per noi, a
questo punto, è dirimente il
uso esclusivo
del
programma. E' essenziale vedere come sarà e che benefici potrà portare al Paese».
Secondo alcuni democratici
e vendoliani, il governo Renzi
si prospetta più o meno come
una sciagura. «E' una via di
mezzo tra Prima Repubblica e
Shining», attacca quasi solitario Pippo Civati. Il quale la butta anche in poesia, con Dante
nel canto quinto di Paolo e
Francesca: «Il modo ancor
m'offende». Ossia: troppa brutalità contro Letta da parte di
Renzi e troppo trasformismo e
vigliaccheria e paura di offendere il nuovo padrone da parte
di tutti gli altri non renziani ma
renzizzati più o meno obtorto
collo. Così come capita a quelli
di SeI. Vendola dice che Renzi
ha resuscitato il Cavaliere. Tra i
suoi quelli che sanno di poter
avere (forse) futuro e seggio solo portando acqua al nuovo padrone del Pd (e del governo) dicono che il rospo Matteo si può
baciare. Un bacio che in Senato
potrà essere utile al nuovo governo, perchè numericamente
si ha bisogno di tutti.
Dei dubbi che circolano Renzi non si cura. Anche se quelli
di Ncd hanno il loro fondamento serio e nascono da un cruccio: riusciremo a governare insieme al Pd e poi andare alle
elezioni con Berlusconi? In realtà non con Berlusconi loro
vorrebbero andare alle elezioni
ma da soli·come il vero Centrodestra mentre quello del Cava-
destinatario,
non
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Il PERSONAGGIO
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ma ]e sue responsabilità».
Quanto ai rimproveri di quelli
che in queste settimane sottolineano le contraddizioni di Matteo - diceva di non volere mandare a casa Letta ma proprio
questo ha fatto - l'eroe della
giornata se la cava così invocando, senza nominarlo, ]0 spirito di necessità: «Diventare
adulti significa anche smettere
di fare solo le cose che ti piacciono». Poi: «Ci sono momenti
in cui chi ha responsabilità di
guida all'interno di una comunità, di un partito politico, è
chiamato a nascondersi, in altri ad ascoltare, in altri a camminare con il passo dell'ultimo.
In altri siamo chiamati a un duplice impegno: da un lato la
franchezza totale, dall'altro !'indicazione di una proposta». E
noi «di proposte ne abbiamo
tante». Basta concretizzarle subito da Palazzo Chigi - «Nei primi sessanta giorni ci giochiamo tutto» - sennò questa strana
mattanza dentro il Pd a scapito
del premier del Pd non sarà facile da far dimenticare agli elettori del Pd.
Mario Ajello
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liere - da qui al 2018 - potrebbe siglio, ma non la natura del goessersi dissolto tra opposizione verno. Non si può passare da
e inchieste giudiziarie.
un esecutivo di intese con la sinistra ad un governo di siniTWITTER
stra». Così scrivono, in una noMa eccoci alla serata. E il vinci- ta, i Popolari per l'Italia e rUdc.
tore del giorno si festeggia così,
Matte<), ancora una volta,
via Twitter: «Un Paese sempli- non fa una piega. Sia a questi
ce e coraggioso, proviamoci», è sia agli altri rilievi critici che gli
il grido di battaglia di Renzi. Di arrivano. «Qualcuno ha scritto
fatto, la sua arma principale è in queste ore di ambizione smistata la maggioranza bulgara surata di Renzi - dice Matteo alcon cui la Direzione del partito la Direzione - e di ambizione
gli ha dato carta bianca (hanno smisurata del Pd. Vi aspetterevotato contro la sua relazione te che io smentisca. Non lo farò.
solo i civatiani). Gli alleati di lo non lo smentisco: c'è un'amLetta si sono liquefatti e il volto bizione smisurata che ciascuscuro di lettiani come la De Mi- no di noi deve avere che è quelcheli dice tutto a chi lo ha do- la di pensare che l'Italia non
lentemente guardato. Il pre- può continuare a vivere nell'inrriier in pectore mette tutti da- certezza, instabilità, nella paluvanti al bivio: una legislatura de e nel tentennamento». Apcostituente o il ritorno alle ur- plausi.
ne, invocato da 5 Stelle, Lega e,
E ancora lui, che non dice
con molta meno convinzione, mai «ora tocca a me» ma in reda Forza Italia. Ne] movimento altà lo dice continuamente nei
berlusconiano c'è anche chi dieci minuti e passa di discorso
promette collaborazione (San- e in tutti i colloqui che intrattiedro Bondi) e la·fine dell'opposi- ne: «Lo sport preferito degli ulzione «alla Santanchè». Quindi, timi giorni è dire che è tutta colMatteo ha fatto bingo. Per ora. pa del Pd, ma oggi dobbiamo
E i suoi alleati però non brinda- decidere e dalle forze di coalino al suo trionfo. «Il Pd può zione ci si chiede che il Pd assucambiare il presidente del Con-
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Le curiosità
Srns
in diretta
MERAVIGLIOSO
ARRIVA UN MESSAGGIO
DA LA1: "SIAMO
IN PUBBLICITÀ
ASPETTA"
lASCIAMO STARE
Financial Thnes
«Potrebbe pagare cara
la pugnalata a Enrico»
«La pugnalata pubblica che
Renzi ha inflitto a tetta
potrebbe un giorno tornare a
tormen tarlo»
Lo scrive il Financial Times
online
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BISOGNA RISCHIARE
TROVAI NEL BOSCO
DUE STRADE
DI fRONTE AME
ESCELSI
LA MENO BATTUTA
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Subito la scossa: jobs act
Ebattaglia sui vincoli Ve
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~ Il governo
di Matteo: i primi 60 giorni
~ In cima all' agenda scuola e nomine
decisivi, regge il patto con FI sull'Italicum di manager di profilo internazionale
ROMA Matteo Renzi non sta ancora
a Palazzo Chigi, ma sta già preparando la renzizzazione dello stile
(<<Saremo l'esecutivo dell'ambizione smodata»), della politica
neo-decisionale e neo-decisionista (<<Non è vero che nella stanza
dei bottoni non ci sono i bottoni.
Sennò perché ci andrei?») e del
metodo .di governo. «Farò come
sempre. Alzo H telefono - così ha
detto ieri ai suoi del cerchio magico - e mi organizzo Hviaggio da solo». Il viaggio nelle cancellerie europee è da subito una delle priorità del premier in arrivo. Siccome
«H toro va preso per le corna», come Matteo non fa che ripetere in
queste ore fatali, la battaglia per
superare Hvincolo del 3 percento
nel rapporto deficit-pil- «Solo così
possiamo ridare fiato all'Italia» battendo i pugni sul tavoli di Bruxelles e di Berlino è quella su cui
Renzi è deciso a giocarsi tanto. Sa
che non sarà facHe. Ma sa anche
che su questo «dovremo andare
avanti come tori» - ed è confermato per ora H suo viaggio a Bruxelles per la prossima settimana perché i cittadini si sentono strozzati dal rigorismo «stupido» e l'atteggiamento della GermaQia è
quanto di meno popolare quaggiù. Ecco, un modo con cui H P~­
lazzo (Chigi) prova a entrare lO
sintonia con H Paese (reale). In
questa chiave, ossia nella mediazione con il presidente della Bce,
Mario Draghi, la nomina di Lucrezia Reichiln a ministro dell'Economia va prendendo sempre più piede nel programma di Matteo eri:
sulta preziosa non solo perche
una donna per la prima volta ricopre H dicastero di gran lunga pi~
importante ma anche perche SI
tratta di una donna dotata di grandi relazioni internazionali e forte
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boccata da segretario, da premier
Matteo ha intenzione di percorrerla con la velocità con cui è entrato
nel cortile di Palazzo Chigi a bordo
della Smart. «Con Berh,lsconi ho
un accordo di ferro», assicura H
Renzi a un passo dalla stanza dei
bottoni, «e ce l'ho anche con Verdini. Il problema però è che c'è ancora Alfano nella maggioranza e l'Italicum, se non viene modificato,
è fatto apposta per fare fuori H
Nuovo Centrodestra. Ma Matteo
non si fa tanti problemi: «Alfano?
Sa che il mio è l'ultimo governo
della legislatura. Dopo di me, ci sono le elezioni!».
L'INGLESE
Un chiodo fisso di Matteo è
quello della scuola. Molto blairiano «<Education education education», era H mantra dell'ex premier inglese). La lotta all'abbandono scolastico, al rivalutazione meritocratica e di reddito degli insegnanti, la messa a punto dell'edilizia scolastica sono materie in cima all'agenda di Renzi. n quale H
viaggio nelle scuole italiane, che
stava preparando in veste di segretario del Pd, lo confermerà in qualità di premier. Ora Palazzo Chigi
deve fare una serie di nomine importanti nelle principali aziende
pubbliche. Renzi ha cominciato a
maneggiare i dossier. E ha scelto
la linea, almeno quella di principio che gli piacerebbe riuscire ad
applicare in qualche caso: «Servono manager di grande profilo internazionale. Anche stranieri». E
cita, H segretario next-premier, il
caso inglese: «Sapete che il governatore della Banca d'InghHterra è
un canadese?». Non sarà facHe
spuntarla anche su questo, i boiardi sono sempre boiardi, ma nella
«scossa necessaria» c'è anche questa forte voglia di sprovincializzare. Il che rientra nel programma
più generale che vede, insieme al-
destinatario,
non
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GLI SCENARI
di un rapporto di stima vero con
Draghi. E comunque così ieri mangiando per cena una cosa rapida
«<La velocità» di Giacomo Balla sarebbe il quadro futurista prefetto
che Matteo dovrebbe appendere
nello studio di Palazzo Chigi) il
quasi premier ha ragionato con i
suoi amici più stretti: «I primi due
mesi saranno decisivi. Conteranno la squadra, la stiamo facendo
molto ristretta con 4 o 5 top
player, e i provvedimenti da avviare immediatamente». E ancora. Se
questi primi sessanta giorni saranno scoppiettanti, nel piglio mostrato in Europa e nelle cose da fare subito in Italia e H Jobs act per
Matteo è la priorità delle priorità,
«tutti poi si dimenticheranno - è H
Renzi pensiero - le beghe del Pd e
le parolacce tipo staffetta. E se H
governo funziona, il partito segue».
Uno choc emotivo, ma del genere politicissimo e non emozionale,
è ciò che Letta non aveva - «Dobbiamo essere delle bestie, buone
ma determinate», è Hgrido di battaglia in queste ore del subentrante - e che gli italiani hanno un bisogno forte di provare secondo i nu~­
vi campioni della «smodata ambIzione». A cena l'altra sera al QuirinaIe, con Giorgio Napolitano e la
moglie, è stata soprattutto la signora Clio a fare le domande. E
tutte di tipo contenutistico. «Ma se
lei va a Palazzo Chigi, che cosa
vuole fare? E mi dice anzitutto che
cosa intende fare sul lavoro?».
Renzi ha raccontato il suo Jobs
Act: «Da lì comincerei». E questo
mix tra le proposte di !chino e di
Boeri-Garibaldi, che rappresenta
una discontinuità forte rispetto alla linea Giovannini-Letta (infatti
l'attuale ministro ha detto: «E i soldi per il Jobs act dove li prende
Renzi?»), pare abbia colpito positivamente la coppia presidenziale.
La legge elettorale, con Berlusconi. è l'altra via maestra. Già im-
riproducibile.
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Quotidiano
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Foglio
OLTRETEVERE
Il viaggio negli Stati Uniti, grande classico dei nuovi presidenti
del Consiglio italiani, non rappresenta una difficoltà agli occhi di
Renzi. Con Obama, il suo idolo, e
con il governo di Obama - si veda
l'amicizia tra Matteo e l'ambasciatore americano a Roma, John Phillips - il feeling è naturale. E verrà
bissato il faccia a faccia che Matteo ebbe con Obama alla Casa
Bianca, insieme a una delegazione
di sindaci. Nel cuore dell'amministrazione Usa, Renzi può arrivare
con facilità tramite il segretario di
Stato, John Kerry. Con !'inglese Cameron, basta una telefonata. Con
Merkel è tutto più complicato: ma
la realpolitik della Cancelli era e
quella del sindaco-segretario-presidente italiano avranno modo
per trovare una convivenza. Così
come è ancora da costruire, ma
tra Bergoglio e il cattolicesimo democratico di Matteo il quid è comune, il rapporto con il Vaticano.
Il Papa c'è da meno di un anno, il
segretario di Stato, Parolin, è appena arrivato, e anche Renzi è nuoyo
e nuovista: e ciò li rende simili.
Mentre la vicinanza al cardinale
Scola, a Cl, alle Acli, agli scout e a
tutto il resto della rete politico-ecclesiale è un patrimonio che torna
utile a Renzi anche nella sua postazione di Palazzo Chigi. Dove - e
qui siamo al sindacato - «con me
gli inutili e infiniti tavoli di concertazione sindacale non si vedranno
più». Renzi ne è arciconvinto. Ma
nella sua nuova veste dovrà trovare, e qui sarà l'alchimia del suo
successo, un format che contenga
sia il suo profilo da semplificatore
per eccellenza, allergico a riti barocchi e a indecisionismi vari, sia
la modica quantità di mediazione
senza la quale si rischia troppo.
Mario Ajello
NiDO Bertoloni Meli
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la riforma elettorale e del lavoro, il
rilancio degli investimenti e la ripartenza delle opere pubbliche. Si
può!!' «Se non ci riusciamo noi, la
palude Italia ci inghiotte a tutti»,
osserva Mateo.
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I numeri della maggioranza
-----------------
ALLACAMERA
Misto*'-----------------,
AL SENATO
r----
Ex
Fratelli d'Italia
23
9
Nuovo Centrodestra - - - - - - "
29
,-------lega Nord
20
1455
Nuovi
fuoriusciti M5S
4
5
Nuovo
centrodestra
31
forza Italia
60
Senatori il vita
lega
2 (Piano, Ciampi.---~
15
Sono nel misto)
Per l'ltali!l--.. . ._. ~------,,
20
37
Scelta civica ---.------..,
~--Fi
26
67
Pd
Mov.5
293
Stelle
106
Per ('Italia --------,
Gal
12
11
Scelta civica ---"""
8(più il senatore avita
SeI
Per le autonomie
7
12 (più i senatori avita
Cattaneo eRubbia)
PII - - - - ,
M5S
108
Totale
Totale
MAGGIORANZA
OPPQSIZIONE
MAGGIORANZA
OPPOSIZIONE
391
239
182
138
~.fl!ro
Democratico, 4Maie, 5mi n, Iin!l::~Psi·PIi, 5nessuna componente ..
NUOVO STILE
APALAZZO CHIGI
«FARO COME SEMPRE
ALZO IL TELEFONO
EORGANIZZO
TUTTO DA ME»)
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PRONTO
AL BRACCO DI FERRO
IN EUROPA PER
SUPERARE IL LIMITE
DEl 3% DEL RAPPORTO
TRA DEFICIT EPIL
1C.eJltìme.tri
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Angela Merkel, la cancelliera
tedesca è nel mirino di Renzi
Mario Draghi, presidente
della Banca Centrale Europea
Tony Blair, l'ex premier
inglese è il modello di Renzi
Clio Napolitano, consorte
del Capo dello Stato
Barack Obama ha varato
il Jobs Act americano
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Il segretario di Stato Vaticano
Monsignor Pietro Parolin
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«Completo disaccordo su questa iniziativa»
DAVIDE RE
MIIANO
egione Lombardia guarda
l'evolversi di questa situazione e al momento opportuno valuteremo il da farsi. Comunque non credo chiederanno alle
Regioni, ma si rivolgeranno direttamente alle scuole. Noi staremo attenti». Così l'assessore all'Istruzione, alla
Formazione e al Lavoro di Regione
Lombardia, ValentinaAprea ha chiarito a riguardo di quanto sta accadendo
aRoma.
Ovvero dell'iniziativa intrapresa dall'Unar - organismo del ministero delle Pari Opportunità -, che ha affidato all'Istituto Beck, l'elaborazione di una serie di
opuscoli sull' omofobia, che una volta
pronti saranno distribuiti in tutte le
scuole di ogni ordine e grado.
Sei senatori del Centrodestra (Roberto
Formigoni, Carlo Giovanardi,
Maurizio
Sacconi, Luigi Compagna, Federica Chiavaroli e Laura Bianconi) hanno chiesto il
blocco della distribu-
zione degli opuscoli
presentandoun'interpellanza al presidente
del Consiglio, Enrico
Letta.
Ma in discussione non c'è 'T omofobia",
bensì il volersi sostituire alla famiglia nel
indicare ai figli "la propria identità",
guarda caso diversa da quella naturale.
Gli opuscoli, infatti, professerebbero la
teoria "gender", esprimendo inoltre anche una serie di giudizi inaccettabili sulla «morale cristiana».
«Sono in completo disaccordo con questa iniziativa - dice ancora l'assessore
Aprea -. Non credo ci possano essere
scorciatoie per affermare alcune scelte.
Le campagne di sensibilizzazione non
posso prescindere dal comune sentire».
E in discussione c'è molto di più. «Non
può essere un ministero - spiega ancora la numero della Scuola in Lombardia - , seppur
delle Pari Opportunità' quindi il
governo nazionale, a prendere delle iniziative di
questo genere se
non c'è una richiesta esplicita
da parte dei cittadini' del popolo italiano, che deve
prima di tutto trovare risposte in una
cornice giuridica. Le minoranze non
posso imporre il loro punto di vista».
Secondo l'assessore regionale della
Lombardia i piani di lettura di questa
vicenda sono due. Il primo riguarda la
lotta alla omofobia, cosa che va condannata, «perché la violenza non è accettabile e molti ragazzi vanno tututelati». Un conto invece, è usare la lotta
alla orno fobia per introdurre modelli di
diversi, sfruttando così il fattore educativo che offre la scuola, marginando la
famiglia, a cui in realtà spettano - naturalmente - compiti come quelli legati
all'identità. «Non stiamo parlando dell' orno fobia, ma dell' educazione e di argomenti che riguardano la cornice in
cui si muove la famiglia», dice ancora
l'assessore.
Aprea conferma che comunque la situazione rimane sotto la lente d'ingrandimento di Regione Lombardia e
chiude con una battuta: «Ma c'è una
buona notizia, in pratica è caduto il governo. Speriamo che il prossimo ministro delle Pari opportunità sia più saggio e maggiormente rispettoso del comune sentire del Paese».
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l'assessore all'Istruzione
Valentina Aprea: c'è la
volontà di sostituirsi alla
famiglia nell'indicare ai
ragazzi la propria identità
Inaccettabili i giudizi sulla
morale cristiana
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Palazzo Lombardia
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IL GAZZETTINO
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In migliaia contro le scuole sporche
Domani a Venezia la manifestazwne: un "maxi girotondo" con genitori, sindacati elavoratori
Marco Dori
MESTRE
Il giorno della manifestazione
dei genitori è arrivato. Domani
mattina, l'appuntamento è per
le 10.30 alla stazione Santa Lucia, sono attese migliaia di persone, pronte a protestare contro
le scuole sporche e i tagli alla
pubblica istruzione. A fianco
dei genitori «arrabbiati» sfileranno anche i sindacati e le lavoratrici delle pulizie,
che proprio domani riceveranno il loro primo
stipendio da Manutencoop. Per
molte di loro, la
busta paga varrà
anche il 50% in
meno di quanto preso fino allo
scorso dicembre. Vn grande
fronte comune, al quale potrebbero partecipare anche alcuni
ragazzi delle superiori, unito
per chiedere al Governo nuovi
fondi per la scuola e per salvare
i posti di lavoro e l'anno scolastico in corso.
Nonostante il clima di forte
malcontento, gli organizzatori
hanno comunque scelto di manifestare con garbo e fantasia,
anche per la presenza di famiglie e bambini. Il simbolo della
protesta saranno i palloncini
«tristi», ma gli organizzatori
puntano anche a creare una
mega catena umana, una sorta
di grande girotondo che dalla
Stazione passerà per piazzale
Roma e terminerà al ponte
degli Scalzi. Davanti alla stazione ci sarà un presidio, con le
famiglie pronte ad offrire la
merenda ai passanti. Pronti anche numerosi striscioni da
esporre sul Canal Grande.
Domani si vedrà anche quali
e quanti saranno i parlamentari
veneti che avranno risposto
«presente» all'appello dei genitori, che in una lettera avevano
chiesto ai deputati di partecipare alla manifestazione, con proposte e idee per superare il
problema delle scuole sporche.
I sindacati continuano intanto
la pressione istituzionale. Dopo
il nuovo incontro interlocutorio
di ieri alla direzione regionale
del ministero del Lavoro, durante il quale Manutencoop ha
detto che sono ancora una de cina gli istituti che non hanno
richiesto gli atti aggiuntivi,
Cgil, Cisl e Vil hanno deciso di
inviare una lettera al presidente del Consiglio Regionale, Clo-
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dovaldo Ruffato, e ai capigruppo in Consiglio, per chiedere un
incontro nel quale affrontare il
tema del nuovo appalto di pulizia nelle scuole veneziane. L'intento, neppure tanto velato, è di
chiedere alla Regione di ripetere quanto fatto nel 2009, quando
il Consiglio decise di stanziare
800mila euro in favore delle
scuole. Questa volta, però, servirebbero molti più soldi, ma i
sindacati contano comunque in
un intervento della Regione,
anche per mettere ulteriore
pressione a Roma.
Intanto il consigliere comunale Beppe Caccia della lista "In
Comune" ha chiesto al sindaco
Giorgio Orsoni di dare seguito a
quanto votato dal Consiglio la
scorsa settimana proponendo
che l'amministrazione venezianasi schieri a fianco dei genitori delle scuole mettendo a disposizione le competenze dell'Avvocatura Civica per individuare
quale sia la forma più efficace
di azione legale nella situazione
che si è creata, magari con un
sostegno anche economico. Caccia chiede anche che si verifichi
la possibilità che il. Comune
stesso si costituisca in giudizio
"ad adiuvandum" del ric:orso
che sarà presentato dai genitori.
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-.
SANTA lUCIA
CASO MAROTECO"
Pronta una lettera
..élllélR~giq~g
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fondi aggiuntivi.
068391
Palloncini "tristi"
. . . . . . . . . . . . . ~. . ~QPr~?iQjq
tra la Stazione
e piazzale Roma
e
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Quotidiano
IL GAZZETTINO
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X
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t.:i~;irg!
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G!'}!',trfi ;;~} ~l \.i~!;;'
CACCIA
«Anche il Comune ricorra al Tar»
Il consigliere beppe Caccia chiede che si verifichi
la possibilità che il Comune stesso si costituisca
in giudizio "ad adiuvandum" del ricorso che sarà
presentato dai genitori.
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_IL&~~':!li
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SEllE
Foglio
pih decorosID>. Fondamentale, anche per
lui, 1'0pPOltunità eli rimanere in contatto
coi giovani e la scoperta, un po' sbigottita
che, dopo la pensione i docenti scompaiono persino dai portali intemet: «Una cosa
bizzarra», osserva, «da un giomo all'altro,
dopo anni di impegno, non ci sei pih». Da
Trento, gli fa eco Aldo Fontana, fisico sperimentale e pensionato "giovane", essendo
del 1947, uno dei sette docenti a riposo che,
in quell'ateneo, hanno deciso di restare: «La
ricerca è un piacere intellettuale, non è una
catena di montaggio o fare sempre un po'
le stesse cose». li rapporto con studenti e
dottoraneli è il centro della questione anche
nel suo caso: «Solo che non faccio pih gli
esperimenti», aggiunge, «adesso li fanno
loro e io li seguo».
Per discutere COI1l i giovillni. E del fascino
della relazione docente-eliscente parla anche Enzo Boschi, il famoso sismologo, nato
ad Arezzo 72 anni fa. Anche lui è rimasto in
cattedra, a Bologna, a insegnare Vulcanologia nella laurea magistrale di fisica, «per
il piacere eli eliscutere coi ragazzi». Nel suo
corso, gli studenti sono pure aumentati, lui
prntecipa ai progetti di ricerca ed è convinto
che l'età pensionabile dovrebbe scendere ai
65 anni «per dare più spazio ai giovatù», ricordando che in Giappone è a 60.
Per un altro di questi volontari eli alto profilo, Paolo Matthiae, archeologo della Sapienza eli Roma, oggi 74enne, famoso in tutto il
mondo per i suoi scavi a Ebla, in Siria, il siRitaglio
stema precedente, col passaggio "fuori ruolo" negli ultilIÙ tre anni «permetteva un'apprezzabìle gradualità», che è venuta meno
oggi. <<Nel mio elipartimento», esemplifica,
«stueliosi come Andrea Carandini, Mario
Liverani, Fausto Zeyj spariscono eli colpo,
non si vedono più nemmeno fra loro: è evidente che c'è una perdita secca. Sono moeli.
bruschi», conclude, «che non giovano». Restare, come ha deciso di fare lui, pone però
Wl problema di convivenza con gli altri: c'è
il risclùo che i maestri che rimangono in elipartimento finiscano per inlpedire ai nuovi
di essere liberi. Ultimamente eli fare appieno la loro carTiera. «Ci vogliono metoeli eliversi e innovativi», confenna Matthiae, «per
non turbar'e psicologicamente ì successori.
Bisogna fiancheggiarli, con prudenza e cautela, e assicurando in un modo eliscreto la
continuità».
A Siena, Romano Dallai, entomologo, classe
1938, si sarebbe accontentato «di un ufficetto qualwlque», racconta, «e di un posto in
laboratOlio». Sono stati loro, ì colleghi, a in··
sistere che rimanesse nel suo ufficio. «Sa»,
continua, «ho fatto tanti anni il preside: credo sia una forma eli riconoscenza». Dallai,
in pensione dal 2010, stuelia degli insetti di
tutto il mondo e passa al dipartimento eli
BiOlogia evolutiva le sue giornate, «a volte anche qualche mattina della domenica
perché Inia moglie, vedendomi Ìn uggia
mentre riassetta casa, me lo dice», confessa
sonidendo. Ma eli amatoriale c'è solo la passione, «la stessa da 50 anni a questa parte»,
anzi dal punto eli yjsta della ricerca le soddisfazioni maggiori sono aITÌvate «a riposo».
«il prestigioso e ultra.selettivo Ioumal oJ
entomolog)/, mi ha chiesto recentemente eli
pubblicare unlIÙo stuelio», racconta soddisfatto.
Antonino Pullia, 78 anni, in pensione da tre,
fisico sperimentale all'Università Bicocca eli
lV1ilarlO, fra qualche mese si sposterà nei laboratori del Gran Sasso per frn:e i suoi esperimenti. Solo due anni fa è stato insignito
del prelIÙo Enrico Fermi. Per lui, che ha stueliato i neutrini anche col Cem di Ginevra,
la quiescenza ha portato una sfida nuova:
«Guido un gmppo eli ricerca dell'IsUtuto nazionale eli fisica nuc!eare-Infn sulla materia
oscura», racconta, (,per me è una seconda
giovinezzID>. Aveva fatto una scelta opposta
Miklos Boskoyjtz, uno (lei massimi esperti
di stOlia dell'arte r1nascimentale, ordinar'io
a Firenze, scomparso a fine 2011. Andato in
pensione, deelicava due pomeriggi a settimana alla piccola biblìoteca di facoltà, in
via della Pergola: indossata lilla gabbanella,
passava ore a riorelinare i l11armali di FedeIico Zeri, di Carlo Ragghianti, eli Mina Gregoli e, inevitabilmente, suoi.
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LA PROPOSTi:\.
Un buon modello?
Collège de Flwu.:c
tudiosi di talento, internazionalmente stimati, personalità vivaci e
ancora dinamiche: è ragionevole spegnere di colpo le loro ricerche e grandi
capacità divulgative con la pensione?
Non sarebbe il caso di creare ambiti in
cui docenti di livello, seppure a riposo,
potessero continuare a far ricerca e a
diffondere la cultura scientifica? «Ipo··
tesi ragionevole», risponde l'archeologo Paolo Matthiae, purché «non sia un
"vegliardeto", e magari confederando
tre quattro atenei di città vicine». Luoghi deputati all'alta divulgazione, ma
anche alla cura dei dottorandi migliori.
Per Matthiae il modello è il Collège de
France a Parigi: 54 professori di varie
discipline: gran parte dello sci bile,
dall'etnologia alla chimica.
<,Sarebbe la terza missione dell'uni·
versità di cui si parla poco: la
divulgazione nel territorio», concorda
il sociologo Paolo Trivellato, «che
è sempre stata vista con un certo
sussiego da tutti. All'estero invece si
legittima spesso anche nel supporto
all'industria». Per l'antichista Eva
Cantarella sarebbe «una grande
idea», in un Paese, come il nostro, in
cui l'esistenza di un'età legale per il
ritiro «che fa sì che restino inattive
o sottoimpegnate persone ancora
perfettamente in grado di svolgere i
loro compiti e che vorrebbero farlo».
A Padova, spiega Saveria Chemotti,
c'è qualcosa già qualcosa di simile con
la Schola del Bo, dal nome dell'antico
palazzo che ospita il rettorato. (,C'è
stato un ciclo di lezioni di alto livello
tenute al Teatro Zante, a due passi
dall'ateneo. in accordo col municipio.
Un modo per rinsaldare il rapporto
con la città». Stefano Zamagni la
definisce «idea tutt'altro che balzana».
Secondo l'economista potrebbe
«rivitalizzare le tante accademie
che nell'ultimo secolo sono morte o
ridotte a riunioni gerontocrati che».
Insomma un ateneo speciale eppure
autentico, non un'università dell'età
libera a rovescio.
S
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eli non aver nostalgia», racconta, «ed è stato
decisivo il poter mantenere il rapporto con
gli studenti e non disperdere lill patrimonio
che è dell'università». Nell'ateneo che fu di
Galileo hanno dato a queste figure un ruolo
preciso: docente senÌor. Sono un bel numero, 95, di. cui una settantina «cessati dal
ruolo», secondo l'arida espressione burocratica, negli ultimi tre armi. Bei nomi: dal
filosofo Umberto Curi a Giovanni Costa, che
si elivide fra le lezioni eli Strategie eli impresa, la presidenza della Cassa di risparmio
del Veneto e la vicepresidenza del consiglio
eli gestione dì Intesa Sarlpaolo. Un record,
quello padovano, ma non sono pochi neppure i 27 docenti dell'Università eli Torino,
fra cui il noto avvocato penali sta Carlo Federico Grosso.
C'è chl l'ha fatto «per piacere», come ammette Robelto Genesio, fiorentino, classe
1940, docente di Automatica a Ingeb'lleria.
«Qualcuno dice per narcisismo», ci scherza
su, «ma, lasciando, mi pareva che IIri mancassero le braccia e le gambe. E poi, c'era da
dare una mano al nùo gruppo eli ricerca».
Lui continua a insegnare, far ricerca, senza
l'assillo di molti adempimenti accademici:
<<Mantengo il cervello in attività e nù pare
un elissolvimento più lento, una marùera
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Da Letl:ere
dasslche
a Vulcl'.llnologia
Eva Cantarella,
fino al 2010 è
stata professore
ordinario di
Istituzioni di
diritto romano
e di diritto greco
antico all'Università
statale di Milano. A
destra, il fisico Enzo
Bosclli, già direttore
dell'Istituto
nazionale di
geofisica e
vulcanologia. Sotto,
il filosofo Umberto
Curi, docente a
Padova. Nomi di
peso in università
dopo la pensione.
Lo chiamano "volontarlato accademico"
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Sopra, Giovanni Costa, docente di Strategie di impresa a Padova, presidente della Cassa di risparmio del
Veneto e e vicepresidente del Cdg di Intesa Sanpaoh In alto a destra, Stefano Zamagni, professore di
economia politica a Bologna; sotto, Vera Negri, storica dell'economia all'ateneo felsineo.
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L'impegno continua
Da sinistra, Saveria
Chemotti, docente
di letteratura italiana
a Padova; Paolo
Matthiae, archeologo
e storico dell'alte;
Antonino Pullia, nsico
e vincitore del premio
Enrico Fermi; Carlo
Federico Grosso,
docente di diritto penale
e famoso awocato,
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Quotidiano
I desaparecidos dell'esecutivo
BraYr MoaverorTrigiliarCarrozza:
i ministri anostra insaputa
liani, non sufficiente per una indagine fermato in quel ruolo dal vicepresidente
::: PAOLO EMILIO RUSSO
statistica. Era riuscito giusto qualche gior - piddino. Non propriamente amante delle
_-.:R..:..:::.O:..:..::..MA-'---___________ no fa a portare in Consiglio dei ministri il telecamere, è letteralmente scomP?Is~
documento «Ricerca e Innovazione nelle dai radar. Ha diramato trenta comunIcati
pm mmlstn. Avranno qualche gIorno per immediato alle attività innovative, sbloc- terzI nfenbill a «mcontrI bIlaterali» con alfare gli scatoloni, portare via tutto, can~el- cato alcuni finanziamenti (già stanziati) tri capi di Stato. Nei mesi scorsi l'ex funlare email arretrate e passare ad altrI la per L'Aquila e messo a punto una bozza di zionario dell'Unione europa avrebbe ~_
poltrona. Matteo RenzI ha r.ott~ato an-accordo per l'uso dei fondi strutturali eu - che incrinato il rapporto col senatore a VIz~t~rn.Po una n~ova ~atego~a dI ~erso~e, ropei, che, però, chiuderà qualcun altro. ta.
. .
... .
clOe l membn dell esecutivo dI EmIco
Stessa sorte è toccata a Massimo Bray. Un altro rmmstro che non e maI nusClLetta. Avevano giurato davanti al capo Storico all'istituto dell'Enciclopedia Ita _ to a raggiungere - almeno grazie alla nodello Stato giusto dieci mesi fa, il 28 aprile liana direttore della rivista del think tank tori età - le classifiche di gradimento e fi2013, chiamati in fretta e furia dall~ allora dale~iano Italianieuropei, aveva conqui _ ducia è nientemeno quello dell'Istruziovice segretario del Pd, assumendosI la re- stato nientemeno che il ministero dei Be- ne e dell'Università. Maria Chiara Carsponsabilità del potere esecutivo. Qual- ni Culturali e del Turismo due settori de- rozza aveva un curriculum lunghissimo e
'importantissimo, è stata rettore della
cuno di loro, come, per esempio, Emico
Giovannini, lo ha fatto lasciando un posto cisivi per il nostro Paese. È riuscito a tirarsi Normale di Pisa. Tutti si aspettavano
non proprio di second'ordine, come la addosso le ire del sindaco di Napoli Luigi moltissimo da lei, ma è finita sulle prime
presidenza dell'Istat. Molti di loro da que- De Magistris (<<Sul San Carlo ha scassato pagine dei giornali soltanto per avere
sto pomeriggio saranno in carica solo tutto», disse), dei dirigenti di Pompei e, chiesto indietro dei soldi agli insegnanti
«per il disbrigo degli affari correnti» e, do- addirittura, di Gino Paoli (in qualità di italiani (già sottopagati), firmando il
po il passaggio di consegne coniloro suc- presidente Siae), ma sul web (e nella sto- prowedimento «senza accorgersene» e
cessori, dovranno cercarsi un altro lavoro ria) restano soltanto le condoglianze per scaricando la responsabilità sul collega
e vedranno spegnersi i riflettori.
un po' di artisti scomparsi e i suoi com-all'Economia, Fabrizio Saccomanni. Per
Dieci mesi non sono molti, ma sono menti al crollo delle presenze turistiche non parlare di alcune sue dichiarazioni
bastati, per esempio, a Silvio Berlusconi nel nostro Paese. Difficilmente gli italiani critiche _e non motivate da dati scientifici
per scendere in campo e diventare pre- ne sentiranno la mancanza.
_contro le università telematiche italiane,
mier, a Matteo Renzi per correre alle pri - Il ministro del Lavoro e Politiche socia - che le hanno immediatamente rinfacciamarie e, probabilmente, entrare a Palazzo li, Enrico Giovannini, voleva essere un to di avere a sua volta conquistato la doChigi. Nello stesso lasso di tempo, invece, "colpaccio" di Emico Letta, e, per ricopri - cenza attraverso un concorso di una uniquasi metà dei ministri uscenti non sono re quell'incarico, aveva lasciato la poltro- versità telematica. Questi autogol le sono
nemmeno riusciti a toccare palla, andare na non proprio scomoda di presidente costati ripetute richieste di dimissioni. Ha
oltre qualche dichiarazione sui giornali e dell'Istat. Viste le deleghe, succedendo annunciato otto mesi fa che il «2014 sarà
una intervista qua e là. Metti Carlo Trigi.- all' esperienza non proprio felice di Elsa l'anno dei ricercatori italiani», ma, nel
lia, ministro per la Coesione Territoriale. Fornero, avrebbe certamente potuto la-frattempo, i ricercatori continuano ad esAveva un curriculum di tutto rispetto e fu sciare il segno. E invece è riuscito appena sere pochi, precari e sottopagati. Anche se
voluto - da Massimo D'Alema - alla guida a risolvere la questione degli esodati e a le cose dovessero mettersi meglio nei
di un dicastero che avrebbe potuto essere bocciare senzaleggerlo - cosa che gli è co- prossimi mesi, certamente non sarà lei a
decisivo. Sociologo di fam~, aveva d.e~i: stata il posto - il job act del leader Pd, fi - potersi rallegrare dalla poltrona del minicato molta parte della sua VIta ad «attIVIta nendo travolto dalle dimissioni del presi - stero di viale Trastevere.
di studio e ricerca ai temi dello sviluppo dente dell'Tnps, Antonio Mastrapasqua.
territoriale e dell'innovazione in Italia e in Lascia sul sito del suo ministero un grafiEuropa», come si legge nella sua biogra - co che rappresenta la curva dell' occupafia. Professore ordinario di Sociologia zione in Italia e che non è proprio un rieconomica dell'Università degli Studi di sultato di cui andare fieri.
Firenze, ha insegnato anche ad Harvard,
Un altro che è stato - per la seconda volche fosse al governo non se n'è mai accor - ta consecutiva - ministro della Repubblito nessuno. Tanto che gli istituti di son - ca, ma nessuno se ne è accorto, è Enw
daggi - tutti - non mai sono riusciti ava - Moavero Milanesi. Era il braccio destro di
lutare il livello di fiducia che i cittadini Mario Monti che l'aveva promosso titolaav~v~o. in .lui perché rientra nell':lenco re della delicata delega degli Affari eurodel rmmstn che «non hann~ dati suffi - pei _anche per via dei suoi ottimi rapporti
cienti per essere rappresentati». Tradotto con Bruxelles dove aveva lavorato e codal linguaggio scienti~co: ~on? cono~~iu - nosciuto il su~ "padrino" - ed è stato conti da una percentuale mfimteslmale di lta Ritaglio
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Il.~II ?~ qt? a qualche ora non. saranno imprese» che prevede misure di sostegno st~~a ~al~'~ns:diame~t~ in poi; per due
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la Repubblica
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Tasse accorpate estop alla burocrazia
cosìMatteo vuole semplificare l'Italia
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Nelprogramma il taglio alle indennità dei consiglieri regionali
servizi e forniture, sul modello r~b~e, se~o~do i ~~coli de~ t~c- collaboratori Renzi ha spiegato
giàadottatopersanitàetraspor- mCi renztam, addmttura Vlcma che molte di queste multe sono
ROMA - Velocità e semplicità. to locale. Una decisione che, nei ai 4.000 miliardi di euro, circa il legateatardiveomancaterispodoppio del de bito pubblico.
ste inviate aBruxelles alle richieEccole le parole chiave del proRenzi
punta
molto,
e
lo
ha
ste di accertamento sui dati. Un
gramma di governo che Renzi
spiegato nel tour delle primarie, altro spreco che va eliminato,
sta preparando in queste ore. Il Tnli progetti il
arazionalizzarel'impiegodeifi- insomma. Così come saranno
"sindaco d'Italia" sogna un pae- trasferin1.emo ai
nanziamenti
europei, che nei ridotti gli enti di consulenza delse in cui ciascun cittadino rice- Co:rm.'U.IÙ deDe ex
prossimi sette anni porteranno le istituzioni, come ad esempio
verà a casa un modulo comin Italia 58 miliardi di fondi Fesr il Cnel. Ridimensionati bruscaprensibile da compilare per pa- casenne: ~
gare tutte le sue tasse in una vol- trasfonnate in case acuisiaggiungon055miliardidi mente anche i costi della politifondi interni per lo sviluppo. Nel ca. Le indennità dei consiglieri
ta sola, senza complicazioni né
pacchetto precedente ben 32 regionali non potranno più sutrappole lessicali. L'inefficienza
della macchina burocratica è il piani di Renzi, dovrebbe porta-miliardi erano stati "persi" da al- perare quelle del sindaco del cacune regioni per mancanza di poluogodellaregioneeicontrtprimo vero ostacolo da abbatte- re a risparmi notevolissimi.
Unadelleprioritàrestaillavoprogetti.
A Bruxelles durante il butiaigruppipoliticisubiranno
re. Basta con le lentezze, i rinvii,
i doc~enti che prendono pol- ro. Oltre alla lotta al precariato semestre europeo Renzi conta uno stop.
vere sulle scrivanie per anni. La contenuta nel jobs act, Renzi di risolvere altre due questioni Altra priorità, le infrastruttupensa a un taglio dell'Irap per le che gli stanno a cuore. La ridefi - re. Il premier è rimasto a bocca
pubblica amministraZione sarà
travolta dal ciclone Renzi, so- imprese che le aiuti a far entrare nizione del limite del 3 per cen- aperta quando Erasmo D'Angegiovani al primo impiego.Risol- to imposto all'Italia dal patto di lis, uno dei pochi trai suoi uomiprattutto nelle sue alte sfere. I dirigenti statali saranno valutati in verebbealmenoinpartel'emer- stabilità e la gigantesca mole di ni fidati operativi nel governo
genza abitativa !'idea di sbloc- sanzioni che il paese è costretto Letta,gliharaccontatochecisobase agli obiettivi raggiunti, i
contratti dei nuovi assunti non ~are. ~i u:nmobi~ ~ello St~to a pagare per le infrazioni alle no ~ mlllarQ~ e ?~U mlllom Ol';lCsaranno più a tempo indetermi- TI?-utillZZatl nelle Citta, a comm- procedure in tema di pagamen- catl .dal~a pignZla b~rocratl(?a
nato, ogni giorno sarà un esame, ciaredallecaserme, chedovreb- ti ritardati ai fornitori privati da destmati alle opere di messa m
vietato perdere tempo. Tutte le bero essere trasferiti ai Comuni parte della pubblica ammini- sicure~za per il dissesto idrospese saranno controllate, com- eri.strutturatiperfarnec~seouf- strazione,sicurezzadeitraspor- geolo~i~o e b~n 1.1~0 ~?TItieri
prese quelle delle Regioni, e ver- fiCl. Il calcolo del costo di questa ti, sovraffollamento delle carce- pubbliCi fermi. «Mal plU», ha
giurato Renzi. Ora questa è la
ranno definiti costistandard per partita rimasta ferma finora sa- ri e altri settori pubblici. Ai suoi sua
scommessa.
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SlMONAPOU
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1
SALARI, SEIlVE UNJ\ SVOLTA
COME 1 REN1 'ANNI FA
l
l
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embra passato un secolo. La chiamavano la spirale prezzi-salari, una corsa sfrenata per il potere d'acquisto,
fermata con un atto di imperio trent'anni fa. Allora c'era la scala mobile,
ora parliamo di cuneo fiscale e welfare aziendale. Fu lo storico accordo di San Valentino
del 14 febbraio 1984, tra il presidente del Consiglio Bettino Craxi e Cisl e UiI, contraria la
Cgil, a sterilizzare la scala mobile. L'inflazione
galoppava a due cifre, al 17%, e la gara perpetua con le buste paga creava effetti devastanti
e incontrollabili. Solo nove anni prima nel 1975
era stato firmato l'accordo sul punto unico di
contingenza tra Luciano Lama, Bruno Storti e
Lido Vanni con Gianni Agnelli, allora presidente
della Confindustria, mentre Guido Carli governava la Banca d'Italia. Il successivo accordo di
San Valentino decretò invece la fine della concezione del salario come variabile indipendente,
faro economico e ideologico di un sindacato redistributivo. Otto anni dopo arrivò l'abolizione
dell'indicizzazione dei salari (1992) decretata
dal governo Amato, benedetta da nuove relazioni industriali e dall'accentramento della contrattazione. Il rapporto prezzi-salari è sempre
stato la spina nel fianco di economisti e governanti. La moderazione salariale avviata 'con il
patto del 1993 e durata lungo questi ultimi vent'anni ha compresso i salari. Oggi purtroppo a
tenere a bada l'inflazione è la recessione, un'ipoteca che non crea benefici e deprime l'eco no~ia, ma resta intatto l'obiettivo della salvaguardIa del potere d'acquisto di salari e stipendi, la
cui immobilità deprime a sua volta i consumi in
una spirale perversa. Il tema non è per nie~te
accademico e, anche se l'agenda oggi è sommersa dai rivolgimenti politici e istituzionali, dovrà
tornare presto alla ribalta e fare da baricentro
insieme a occupazione, lavoro e crescita. Se c'è
un freno all'economia, tutti concordano la colpa
è del cuneo fiscale, che disincentiva le 'imprese
dall'assumere. Anche gli incentivi temporanei
non allettano più, se poi !'impresa deve pagarne
il prezzo pieno. In Italia siamo riusciti a realizzare un doppio record unico al mondo: quello di
avere gli stipendi netti più bassi d'Europa e il
costo del lavoro più alto dei paesi Ocse. Una tassazione al 54% sulle retribuzioni e sul lavoro immobilizza la domanda delle aziende e la creazione di posti di lavoro. Occorre un intervento
strutturale per dare ossigeno a lavoratori e imprese. Quando poi si riavvierà la ripresa, dovrà
tornare al centro dell'attenzione l'adeguatezza
degli strumenti per la copertura dei redditi da
lavoro: l'inflazione programmata su indici Ipca,
esclusi i prodotti energetici, non basta più e non
soddisfa imprese e lavoratori. L'anniversario
dell'accordo di trent'anni fa può servire così non
da detonatore per la nascita di una nuova scala
mobile ma per introdurre innovazioni nelle retribuzioni: non solo nei meccanismi di comprensione e gestione delle buste paga, che chiedono semplificazione e trasparenza, ma anche
nel rapporto tra stipendi fissi e stipendi di risultato; senza un ancoraggio alla produttività e ai
profitti le retribuzioni diventano appiattimento
e zavorra. Un'altra strada per dare valore ai salari è quella del rapporto tra parte monetaria e
parte in natura: qui il welfare aziendale dovrà
t~ovare ll1!a nuova stagione di sviluppo, dai buom spesa al benefit previdenziali. Infine, l'agenda
rimetterà all'ordine del giorno la questione degli ammortizzatori sociali e le paghe di chi perde il lavoro, in vista di quel reddito minimo universale, che molti paesi hanno e che noi ci ostiniamo a ignorare.
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rUnità
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Foglio
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Lavoro e tagli alla politica
Ecco il piano del sindaco
n piano straordinario sul lavoro. un colpo d'accetta sui costi
della politica, a cominciare dall'eliminazione degli enti
inutili, diritti civili e la battaglia contro il tetto del 3% una squadra nuova
e con nomi di spicco, a cominciare da
Andrea Guerra di Luxottica. La pattuglia ministeriale avrà poche conferme rispetto all'attuale e sarà parecchio rosa. Tante donne in giunta e in
segreteria è un tratto distintivo del
Renzi sindaco e poi segretario del
Pd.
Dunque, nel bosco ingarbugliato
della situazione politica nostrana,
Renzi ha scelto (memore dell' Attimo
Fuggente) la strada più rischiosa. Almeno per se stesso e di conseguenza
anche per il Pd. Anche perché pare
deciso ad imboccarla a velocità parecchio sostenuta. L'ambizione del
resto è «smisurata», come ammette
lui stesso. Scommettere tutto il patrimonio accumulato nelle due battaglie delle primarie (quella persa contro Bersani e l'ultima vincente) su
l'attuale tavolo della politica italiana
non è una giocata facile. Per questo
«smisurata» dovrà essere, awerte il
segretario, anche l'ambizione del Pd.
Anche perché il banco è quello deciso dal voto dello scorso febbraio e
quello è il Parlamento con cui Renzi
si dovrà confrontare. Anche per questo il documento della direzione fa
esplicito riferimento alla «attuale
coalizione di governo» come se non
ci fosse l'intenzione né di modificarla
né di allargarla. In realtà vanno avanti i contatti con Sei (tre senatori vendoliani potrebbero votare la fiducia)
e con i grillini da cui si starebbero
staccandosi verso Renzi una decina
di parlamentari. E pure la Lega Nord
pare intenzionata a dare una fiducia
in bianco per far partire il Renzi L
Il rischio comunque resta alto. «È
talmente alto che io onestamente
l'ho sconsigliato» ammette Davide
Faraone. È vero che l'altra strada,
quella delle elezioni, pur più attraente, di fatto non c'era. Votare senza
una legge elettorale che garantisce
U
VLADIMIRO FRULLETTI
[email protected]
un chiaro vincitore avrebbe riprodotto
il pantano. Ma è anche vero che pur obbligata, la via del governo di legislatura
fino al 2018, è si più lunga, ma anche
più impegnativa: la promessa di cambiare in profondità l'Italia va mantenuta. Nel progetto Renzi owiamente resta l'impianto delle riforme costituzionali: dal Titolo V alla trasformazione
del Senato in Camera delle Autonomie.
E resta anche l'Italicum che però, Renzi, già ieri in direzione ha iniziato a legare (come chiede la minoranza) al superamento del bicameralismo. Ma a queste si affiancheranno nuove «regole del
gioco» sia sul lavoro che sulla de-burocratizzazione della pubblica amministrazione.
L'impresa è complessa sia perché i
rapporti di forza, appunto, non sono
frutto di una vittoria elettorale. Sia perché in quel popolo che con quasi 2 milioni l'hanno fatto trionfare alle primarie
di un mese e mezzo fa (sembra passato
parecchio tempo in più) affiora un mi-
sto di paura e delusione. E Renzi lo sa.
Per questo una volta salito a Palazzo
Chigi non potrà che mandare messaggi
forti. «Fra l'opinione pubblica avrà da
recuperare un oggettivo danno di immagine - spiegano i renziani - e quindi
dovrà far capire da subito che è lì per
fare sul serio». Quindi anche le prime
risposte che fornirà da premier dovranno essere parecchio convincenti. «Se il
governo funziona la gente farà il tifo
per noi e il modo in cui è nato passerà in
secondo piano. Tutto dipenderà dalla
qualità delle riforme e dai tempi rapidi
nell'attuarle» ragiona Faraone. Renzi
su questo fornisce scarne indicazioni.
Non parla molto in direzione. Poco meno di 25 minuti. Incassato l'ampio sì di
tutto o quasi il Pd evita anche laconsueta replica. Non c'è l'atteso Ok CarraI.
Anche perché Letta resta a Palazzo Ch igi per consentire, dice, la discussione
più franca possibile. E poi il finale è
scontato. Già si guarda a domani. Oggi
Letta si dimette e poi toccherà a Renzi.
Ma non sarà un passaggio di testimone.
Renzi promette cambio di ritmo e di
percorso. <<Vi chiedo a tutti insieme di
uscire dalla palude», l'appello del segretario al partito. Un «cambiamento radicale» come chiede l'Italia a cui, dice, solo il Pd può rispondere. Tanto che il programma ("Impegno Italia") elaborato
dal premier (oramai uscente) viene assunto come «contributo». Nel programma Renzi ci saranno lo ius soli per i figli
degli stranieri e la regolamentazione
delle unioni civili, ma i primi messaggi
all'opinione pubblica arriveranno dalle
misure per la crescita (incentivi e disboscamento della burocrazia), l'occupazione (il famoso jobs-act) e sulla scuola
dove come prima mossa cercherà i soldi per realizzare un piano straordinario
per la messa in sicurezza degli edifici
scolastici. Sui tagli ai costi della politica. Renzi comincerà da casa sua, a Palazzo Chigi dove s'attendono una profonda spending rewiev. I suoi collaboratori danno per scontati come primi atti
i tagli degli enti inutili (ad esempio il
Cnel), la riduzione delle indennità ai
consiglieri regionali e l'azzeramento
dei contributi ai gruppi. Da qui comincerà a realizzare quel «paese semplice
e coraggioso» che s'auspica via twitter.
068391
Subito una profonda
spending review
a Palazzo Chigi
e la fine del Cnel
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Squinzi benedice il ricambio
«Le imprese vogliono risposte»
• Parti sociali pronte
alla svolta, ma senza
elezioni Imprese:
oggi flash mob davanti
a Montecitorio
BIANCA DI GIOVANNI
ROMA
IL MALESSERE
Il presidente degli industriali esprime il
disagio acuto dei suoi associati che ieri si
è manifestato drammaticamente nel suicidio di un imprenditore del padovano.
Le imprese sono fiaccate da 5 lunghi anni di crisi, con la perdita di 9 punti di Pii
(162 miliardi) anche le zone più produttive del Paese. Il quotidiano dell'associazione annotava ieri un dato da brividi: in
15 anni soli il Pii pro capite italiano è calato (-3%): persino Portogallo e Grecia
hanno fatto meglio nello stesso periodo.
Ieri gli imprenditori piemontesi hanno
annunciato una manifestazione davanti
a Montecitorio (oggi alle 11), che prevede unflash mob ideato per attirare l'attenzione del mondo politico, sentito oggi come assente e lontano. Il loro motto è
pungente: «Amo !'Italia, ma ora basta».
Le aziende annunciano da Torino una
«marcia digitale dei 40mila». Citazione
storica che rinvia a un episodio chiave
della vita delle rappresentanze sociali,
che per la verità scrisse uno dei capitoli
più neri nella storia delle relazioni sindacali. Stavolta però l'interlocutore non è
il sindacato, ma i partiti politici. Squinzi
ha «battezzato» il movimento piemontese ieri presenziando una riunione straordinaria di 600 delegati nel capoluogo
piemontese. Un fatto importante per
l'associazione degli industriale, che tor-
Le aziende piemontesi
sul piede di guerra
rievocano perfino
la «nlarcia dei 4Omila»
na a mostrarsi compatta nel sostenere le
sue richieste. «Il Piemonte aveva votato
per Bombassei al momento della scelta
del nuovo presidente - spiega una voce
vicina all'Unione industriale di Torino Ma Squinzi è riuscito a ricucire un'unità
interna, grazie alle sue doti di uomo
pragmatico. Ha subito varato una riforma profonda dell'associazione, che oggi
è più snella e meno costosa. Ecco perché
non possiamo accettare lezioni dalla politica che non sa tagliare la spesa improduttiva».
Il pregio di Squinzi è stato quello di
unire gli imprenditori e di cercare con
ostinazione anche l'intesa con i sindacati. Con lui al vertice della Confindustria
una marcia dei 40mila vecchio stile sarebbe impensabile. Il primo documento
unitario per chiedere interventi tangibili nella legge di Stabilità, a partire dal
taglio del cuneo fiscale, è partito proprio
dalle stanze di Viale dell'Astronomia.
Oggi si fanno i conti con le ripetute delusioni ingoiate anche con l'esecutivo Letta. Ieri Squinzi ha parlato di «cultura anti-industriale, che ormai da qualche decennio è diventa prevalente nel nostro
Paese». Non è un problema di questo o
quel governo: c'è bisogno di un cambio
radicale. Una posizione parallela a quella di Camusso, che appena 48 ore fa dichiarava: «Dal punto di vista delle politiche non vedo differenza tra l'ultima stagione del Governo Berlusconi, quello
Monti e Letta. Ci vogliono proposte in
discontinuità con le ultime politiche economiche». Più felpato l'atteggiamento
di Raffaele Bonanni, che non ha mai
avanzato critiche nei confronti dell'attuale premier. Il leader Cisl parla di
«classe dirigente imbelle e litigiosa» e di
un'emergenza economica e sociale che
richiede invece «unità d'intenti». Duro
Luigi Angeletti: <<Serve un leader che dica con chiarezza cosa vuoi fare e che lo
faccia in poco tempo».
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Sia chiaro: per loro non è una questione
di nomi. Parlano di svolta, di scossa, di
discontinuità, ma non certo nell'organigramma di governo. Chiedono azioni,
misure concrete. Su questo sindacati e
Confindustria suonano la stessa musica
ormai da parecchio tempo. Ad aprire le
danze sono stati gli imprenditori, con
una raffica di giudizi scarni ma efficaci
da parte di Giorgio Squinzi, il quale ieri
ha messo la pietra tombale sull'esperienza dell'attuale esecutivo. «Da Letta c'è
stata una buona analisi dei problemi,
ma non sono arrivate le risposte che ci
aspettavamo», ha sentenziato. Né illeader di Viale dell' Astronomia, né le segreterie sindacali, si espongono esplicitamente sulle futuribili «alchimie» politiche: tutti aspettano di vedere l'evoluzione tecnica di questa ennesima crisi politica. Sicuramente però nessuno nei piani
alti delle associazioni dei lavoratori e delle imprese punta sulle urne.
Resta il fatto che la «questione sociale», quella della disoccupazione che colpisce quasi un giovane su due, quella delle tasse che spingono le aziende a delocalizzare, quella dei redditi impoveriti, dei
consumi stagnanti, della domanda interna ai minimi storici è entrata anche nella direzione del Pd, nel discorso del segretario, nella mozione votata «<un programma aperto e negli interventi di altri
big, a partire da Piero Fassino e Debora
Serracchiani. Due nomi che richiamano
due storie industriali allarmanti per il sistemaPaese: la Fiat che espatria in Olanda, la Electrolux che minaccia di trasferire la produzione in Polonia.
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Disoccupazione
giovanile: l'Italia
in cima all'Europa
MATTEUCCI A PAG. 15
Disoccupazione giovanile
Italia ai vertici in Europa
«continuano a essere orientati al ribasso»
LAURA MATTEUCCI
MILANO
Ripresa economica ancora con il fiato
corto in Europa, mentre i rischi per le
prospettive di crescita «continuano a
essere orientati al ribasso». Il bollettino mensile della Banca centrale europea sottolinea come pesino le incertezze dei mercati mondiali, in particolare
dei Paesi emergenti, ed anche domanda interna e un export che potrebbero
deludere le attese. Ma, soprattutto, la
Bce lancia l'allarme sulla disoccupazione giovanile, il cui tasso resta altissimo
soprattutto in Italia, Grecia e Spagna.
L'Italia detiene pure il triste primato di
essere il Paese dell'eurozona con il
maggior numero di giovani Neet (persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni
che non sono né occupate, né impegnate in attività di studio o formazione):
dal 2007 al 2012 i Neet italiani sono
passati da circa il 16% a oltre il 21% del
totale, con un incremento percentuale
inferiore solo a quelli di Grecia, Spagna e Irlanda (che sono oltretutto sotto
il 20%).
ALTROVE GLI OCCUPATI CRESCONO
Per il tasso di disoccupazione generale, le previsioni per quest'anno restano
invariate al 12,1%, riviste al rialzo per
l'anno prossimo (all'1l,7%), con un piccolissimo ridimensionamento per il
2016. In questi numeri aggregati del
mercato del lavoro, si nasconde il dramma della disoccupazione giovanile.
«Dall'awio della crisi finanziaria - scrive l'Eurotower - il tasso di disoccupazione giovanile, definito come il rapRitaglio
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porto tra il numero dei giovani 15-24enni disoccupati, e la forza lavoro nella
stessa fascia anagrafica, ha registrato
un aumento considerevole nell'area euro, dal 15% circa nel 2007 al 24% nel
2013». In Italia il tasso è al 40%, peggio
di noi solo Spagna e Grecia.
«L'evoluzione del tasso di disoccupazione giovanile cela notevoli differenze
fra Paesi», ricorda il bollettino, e «mentre in Austria e a Malta l'incremento è
TI Paese ha un rapporto
debitojPil tra i più elevati
deH'eurozona, le imprese
sono poco indebitate
ad
uso esclusivo
del
stato moderato e in Germania si è persino registrato un calo, il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato in maniera particolarmente marcata nei Paesi soggetti a tensioni di mercato, portandosi nel 2013 su valori compresi fra
il 50% e il 60% in Grecia e in Spagna e
raggiungendo livelli prossimi al 40% in
Italia, Portogallo e Cipro e al 30% in
Irlanda».
L'analisi della Bce si sofferma poi
sull'evoluzione del debito delle imprese. Se !'Italia presenta uno dei rapporti
debito/Pii più elevati (intorno al 133%,
peggio sta solo la Grecia), al contrario
le imprese, pur dipendenti dal credito
bancario, presentano un rapporto tra i
più bassi dell'Unione. Nel quadro disegnato dal bollettino, confermato poi
un livello di inflazione basso nell'area
euro (1,1% nel 2014 e all'l,4% per il
2015), mentre si ribadisce che i tassi di
interesse «resteranno ai livelli attuali o
più bassi per un prolungato periodo di
tempo» e si chiede ai governi di «non
vanificare gli sforzi di risanamento».
Gli indicatori economici dell' eurozona, sostiene la Bce, «suggeriscono, nel
complesso, il protrarsi della moderata
ripresa nell'ultimo trimestre del
2013». Ma con rischi che «continuano a
essere orientati al ribasso. Ci si attende
un lento recupero del prodotto
nell'area dell'euro, in particolare si dovrebbe concretizzare un certo miglioramento della domanda interna, sostenuto dall'orientamento accomodante
della politica monetaria, da condizioni
di finanziamento più favorevoli e dai
progressi compiuti sul fronte del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali». Inoltre, chiude !'Istituto di Francoforte, «i redditi reali beneficiano della minore inflazione relativa
alla componente energetica», e «l'attività economica dovrebbe altresì trarre
vantaggio da un graduale rafforzamento della domanda di esportazioni
dell'area».
destinatario,
non
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• Primato europeo per i Neet, i giovani che non
lavorano né studiano. Bee: ripresa ancora debole
mentre i rischi per le prospettive di crescita
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TERMINI IMERESE DOPO LA CHIUSURA DELLA FIAT
Dipendenti in Cig
Lavoratori dell'indotto
fino al 30 giugno 2014
(molti in Cig)
1.200
su 1.600
fine2011
Data di chiusura
dell'impianto
effettuata dalla Fiat
o
14
Proposte
di riconversione
Progetti attuati
di riconversione
giunte al Governo
Termini Campofelice
Im~rese di Roccella
,.
•
-Lascari
Sciara.
-Gratteri ·Pollina
Aliminusa.
Montemaggiore Belsito •
Petralia Sottana
I
\
Castell2lha •
• Petralia Soprana
Sicula!
.
\:
\
Tutta la città in piazza per salvare il lavoro
Rinviato il tavolo al ministero dello Svilupo
e parroci che, qualche giorno fa, con
una lettera ai fedeli, hanno chiamato a
raccolta la comunità. «Vi chiediamohanno scritto i sacerdoti con in testa
l'arciprete della città, Francesco
Anfuso - di partecipare e far
partecipare le persone che
incontrerete, certi che il Signore non
delude le speranze del popolo che lo
invoca con fiducia». AI passaggio dei
manifestanti i commercianti, in segno
di solidarietà, hanno abbassato le
saracinesche. In piazza anche il
sindaco di Palermo Leoluca Orlando,
come presidente dell'Anci Sicilia.
068391
Termini Imerese si è fermata ieri per la
protesta organizzata da Fiom, Fim e
Uilm per sollecitare una risposta alla
vertenza dell'ex stabilimento Fiat e
dell'indotto. Circa 5000 persone
hanno partecipato alla
manifestazione, ma il tavolo prebisto
per oggi al ministero dello Sviluppo è
stato rinviato a data da destinarsi.
A 1.200 operai a giugno scadrà la Cig,
in più sono senza futuro 174 già
licenziati da Lear corporation e
Clerprem. Il corteo è sfilato da piazza
Stazione fino al Duomo con lavoratori,
cittadini, piccoli imprenditori, studenti
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1--'
ILI L
Quotidiano
Crescono i ccNeet"
Giovani nullafacenti
Dossier Bee: non studiano e non lavorano
In Italia sono più del 21%. Hanno 15-24 anni
Laura Della Pasqua
[email protected]
1& Non hanno un lavoro e
nemlnenolocercano,nonstudiano e non seguono corsi di
formazione. Eppure sono giovanissimi con un' età compresa trai 15 e i24 anni, una fascia
anagrafica in cui si dovrebbero gettare le basi delfuturo professionale. È il nuovo aspetto,
forse più drammatico, deJla disoccupazione in Italia. Gli anglosassonihanno coniato il termine «Neet» per indicare questa marea montante di delusi
precoci, di inattiVi, che nel giro
di pochi anni, dal 2007 al 20 12
sono passati da circa il 16% a
oltre il 2 l % deltotale. Una percentuale inferiore solo a Grecia e Irlanda.
Il quadro emerge dal Bollettino mensile della Bce che insiste sull'alto tasso di disoccupazione giovanile in Italia, GreciaeSpagna.Eilmiglioramento non è dietro l'angolo. La ri! nHII!I. .
presa «moderata» così come si
è manifestata nell'ultimo trimestre del 2013, continuerà a
lungo e con il «rischio di volgere al ribasso». Le previsioni indicano un «lento recupero del
prodotto nell'area dell'euro,
in particolare, si dovrebbe concretizzare un certo miglioramento della domanda interna, sostenuto dall'orientamento accomodante della politica monetaria, da condizioni di fInanziamento più favorevoli e dai progressi compiuti
sul fronte del risanamento dei
conti pubblici e delle riforme
strutturalÌ». La Bce conferma
un livello di inflazione basso
nell'area euro (l,l % ne12014 e
all'I,4% per il 2015) ribadisce
che i tassi di interesse «reste"
ranno ai livelli attuali o più bassi per un prolungato periodo
di tempo».
L'Eurotower chiede quindi
ai governi di <<Hon vanificare
gli sforzi di risanamento» e di
proseguire in «modo risoluto»
le riforme dei mercati dei beni
e servizi e del lavoro. Queste
contribuiranno a migliorare il
potenziale
di
crescita
dell'area dell'euro. Iredditireali beneficiano della «minore
inflazione relativa alla componente energetica», e l'attività
economica dovrebbe trarre
vantaggio da un graduale rafforzamento della domanda di
esportazioni dell'area».
Allo stesso tempo però «seppure in fase di stabilizzazione,
la disoccupazione resta elevata nell'area dell' euro e i necessari aggiustamenti di bilancio
nei settori pubblico e privato
continueranno a pesare sulritmo della ripresa». Sono i giovani' secondo la Bce, i più colpiti
dalle ricadute occupazionali
della crisi, in detenninati casi
a causa di «norme restrittive in
materia di tutela del posto di
lavoro, che avrebbero favorito
l'emergere di un mercato del
lavoro duale caratterizzato da
divari fra quanti detengono un
contratto a tempo indeterminato e chi, specie tra i giovani,
ha un contratto a termine». Il
bollettino sottolinea che nel
2007 il 50% dei giovarli occupati nell'area dell'euro aveva un
contratto a termine.
La disoccupazione giovanile è a macchia di leopardo
nell'Eurozona. Anzi si può dire che c'è un'Europa a due velocità. Mentre in Austria e a
Maltal'aumentoèstatomoderato e in Germania si è persino
registrato un calo, il tasso di disoccupazione giovanile è aumen tato in maniera particolarmente marcata nei Paesi soggetti a tensioni di mercato, portandosinel 2013 su valori compresi fra il 50% e il 60% in Grecia e in Spagna e raggiungendo livelli prossimi al40% in Ita1ia' Portogallo e Cipro e al 30%
in Irlanda. La Bce però fa anche notare che anche prima
della crisi questi Paesi avevano tassi di disoccupazione elevati.
( J
L. r.pr.~____ _
Moderata e con rischi
Pesano le manovre .. - - .
--~_.~_.~---
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Classifica
L'ltaliaèal
terzo posto in
Europa dopo
Grecia e
Irlanda per
maggior
numero di
senza lavoro
sui conti pubblici.... _ _ _
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Quotidiano
IL~MA.TTINO
Gerardo Ausiello
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1
«Ci sono 7,5 milioni a disposizione
della Campania, che però la Regione
non vuole. lo dico: partiamo da questi
soldi per creare nuovi percorsi
occupazionali».
Altre risorse da aggiungere allungo
elenco di sprechi?
«Iniziamo a recuperarli, sono fondi
che spettano al nostro territorio. Poi
toccherà alla politica trovare le
soluzioni visto che i Bros sono stati
creati e utilizzati proprio dalla politica
e in particolare da un fronte bipartisan
composto da Regione, Provincia,
Comune e Governo».
i Bros, basta con i teore« I mio stoe con
le manipolazioni dei magi-
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Rinaldi sfida i pm:
io consigliere
sto con i precari
contro i teoremi
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strati». Pietro Rinaldi, awocato e consigliere comunale di Federazione delle
sinistre, è un po' come l'ultimo giapponese sull'isola che, a guerra finita, non
voleva arrendersi: nel giorno in cui i
corsisti Bros vengono accusati di associazione a delinquere, se la prende con
la Procura.
La politica ha mollato i Bros. È
rimasto solo lei a difenderli.
«lo ho presentato un ordine del
giorno, che spero venga presto
discusso in aula, in cui chiedo alle
forze politiche di affrontare il
problema. Del resto due settimane fa il
Consiglio ha approvato all'unanimità
una mozione che va proprio in questa
direzione. Non si può fingere che la
questione non esista, come fa
l'assessore regionale Severino N appi».
Le sembra giusto che si chieda un
lavoro utilizzando la violenza?
«I diritti a lavorare e a vivere sono
sanciti dalle leggi, sulla base delle
quali la piazza fa le sue rivendicazioni.
Per questo è inaccettabile che la difesa
di un diritto venga dipinta come
un' estorsione».
Non mi dirà ora che sono pure eroi.
«Parliamo di gente esasperata, che
attende uno sbocco lavorativo da 17
anni. Ma non si possono confondere
legittime rivendicazioni con i metodi
camorristici. È assurdo, insomma,
ipotizzare regie occulte. E poi non
capisco: quando gli operai licenziati
scendono in piazza si parla di
vertenza, se lo fanno i Bros è
associazione a delinquere. Tanto vale
bruciarli vivi in piazza del Plebiscito».
Allora per lei i magistrati hanno
preso un abbaglio?
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«Credo che in questa circostanza la
magistratura sia un po' incline a fare il
lavoro sporco della politica. L'ho detto
pubblicamente e lo ripeto. Quando fui
eletto, mi capitò di incontrare una
delegazione dei Bros. Dopo poco
venni chiamato dai pm: volevano
conoscere i contenuti del colloquio.
Ma in che Paese viviamo?».
L'ordine del giorno non può bastare.
In concreto, cosa fare?
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14 febbraio - SNALS Lombardia