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RENDICONTI
DELLE
SEDUTE
E BREVI
COMUNICAZIONI
radicale che mi permise una pulizia, un lavoro a fondo : mi premeva salvare i
ceppi per continuare cogli stessi la raccolta dei granuli per averne in quantità
omogenea da permettere delle analisi chimiche sicure.
Non v'è ragione di supporre che durante la precedente estate, in cui i nettari
per la loro poco appariscente secrezione non presentaronsi degni di nota, non
abbiano secreto attivamente. La rugiada, la pioggia e l'innaffiamento a spruzzo
spesso praticato per mantenere freschezza, asportando bene spesso a secrezione
la fecero apparire scarsa, anche nelle cime senza fiori, dove, come è notato
sotto, pare possa considerarsi più abbondante.
Il non aver ottenuto fiori dalle piante tenute a i 8 ° - 2 0 ° mentre si hanno a
Courmayeur a temperatura più bassa assai, mentre la luce è stata sufficiente
alla produzione di così notevole quantità di zuccheri, certamente prodotti dalla
stessa foglia dei nettari, perchè queste piante non hanno riserve se non di
acqua, e ciascuna foglia vive per così dire a se, alla giornata, fa sorgere la
domanda : a determinare la fioritura è necessaria più che la temperatura e la
ipernutrizione una certa qualità di radiazioni che mancano nella luce invernale
del piano e si trovano invece nella luce alpina? Sono i raggi ultravioletti? Se
mi sarà possibile cercherò di sperimentarlo.
L'ipotesi poi che mi pare sia consentito formulare, dato che la copiosa secrezione di nettare si ha di inverno quando non c'è la fioritura e la fruttificazione,
è che questi nettari piuttosto che servire ai rapporti biologici delle formiche ecc.
sopra detti servano come una specie di valvola di sicurezza che espelle il di
più di sostanze idrocarbonate che la clorofilla produce e che nuocerebbe ai tessuti, mentre non vengono adoperate nelle nuove costruzioni del fiore e del
frutto ? Perchè non potrebbero avere per le sostanze idrocarbonate una funzione
paragonabile agli stomi acquiferi per le soluzioni minerali della corrente ascendente ?
Ho fissato il materiale occorrente per studiare anatomicamente questi nettari
specie in rapporto coi fasci vascolari e colla formazione dell'amido, ma l'esame
al riguardo non ho ancora potuto farlo.
Solo questo esperimento ho potuto iniziare appena è cominciata la fioritura
In alcuni rami non solo ho lasciato che questa avvenisse, ma ho cercato colla
impollinazione artificiale di far fruttificare al massimo tutti i fiori col massimo
numero di semi ! in altri rami invece ho metodicamente soppressi i bottoni fiorali
appena apparsi. Mi è parso che difatti la fioritura e la fruttificazione rendessero minori sensibilmente le gocciole nei rami a fioritura. Ma non oso ancora
concludere assertoriamente, perchè ho avuto il danno dei parassiti sopra detti,
ai quali si aggiunsero anche le mosche a succhiare direttamente il nettare. Ripeterò su più vasta scala e con avvedute precauzioni le prove al riguardo.
E solo con una certa titubanza e con severità di autocontrollo che in questo
forse ancora più che in altri studi voglio procedere, perchè mi sovvengo di una
sentenza apposta da GIUSEPPE GIBELLI S U uno opuscolo di FAUSTO MORINI
del 1886: «Contributo alla anatomia dei nettari extranuziali ». E c c o l a : « Verba
inulta et inutilia. Qnod plus interest, .sive ad quid nectaria extranuptialia inserviuntj -piane deesl ». Non vorrei meritare siffatta censura del chiaro Maestro.
OSSERVAZIONI SULLA VARIETÀ ALBIFLORA DI CENTRANTHUS
RUBER D . C . , riferisce il Prof. Carlo Cappelletti, il quale riallacciandosi ad una sua precedente comunicazione (CAPPELLETTI C , Stilla presenza in Piemonte del Cen-
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