' ^TTTSFPPP: GIOSUÈ rHTAT^ CARDUCCI M'' aHON -l-T2 5'1991 lOOUaHAO ai M CARDUCCI GIOSUÈ E IMPRESSIONI RICORDI DI CHIARINI GIUSEPPE BOLOGNA DITTA NICOLA ZANICHELLI 1901. M*CROFORMtD PRBrRVAnON 3Y SlRVICES 1991 ?MT£.0CT.2..5 FESTEGGIANDOSI UNIVERSITÀ DAGLI STUDENTI IL DELL' DI ANNO QUARANTESIMO DI GIOSUÈ D' CARDUCCI INSEGNAMENTO BOLOGNA AVVERTENZA Gli scritti composti e di in questo volume pubblicati in diversi tempi, nel Levia Gravia, la luce contcviporanca maggio giugno in Enotria Oìnbre intorno discorso dal 1869 il terzo in Barbare. edizione nuova riveduti Lo e col i fu e (fascicoli poi Dai la con poesie riodo pe- nella 1869 del scritti dire di giunta è qui sono tata diven- alle in che un cate pubbli- Gravia Levia ducci Car- 1883), Carducci giunta di ristampato Sommaruga, Inutile due furono titolo, Giosuè poi. Quella scritto, Odi come alle nel Torino (Roma, correzione qualche con di Romano: Figure e volta luglio) e / primo, prima Rivista ed Il anni. trenta in venne raccolti stati conde se- questa ancora corretti. scritto secondo prefazione alla fu composto seconda edizione e pubblicato delle Odi AVVERTENZA. barbare in dubbio si rado, si vede si il oltre vanno scritto polemica il merito merito, agli studi fra erano lo di e rattopparlo Parlando in Francia invano cosi del nel nella mi è di XVI, leggere i e quello a difetti ha liani gì' ita- fa anni seconda parte impossibile prima rifarlo senza impossibile seconda. di metrica le pure mente Natural- sarebbe dissi è blicarlo, ripub- andare ventidue nella colpi parte prima, eh' egualmente tutte anzi rifarei questa mi tentativo sec, mira, mico, ne- colpi non abbandono. per correggerlo e che come modificarlo il richiamato completo ma pianta, sana la non avere è i che suoi metrica, scritto arretrato; purgarlo di in noi ora molto di i simili di sempre, lasciato tutti gran contro paura Oggi sono con difetti non alta troppo mi perché un per ché, per- in e guerra è, specie nella ma ; i mischia, segno. com' cosi in va giusto: prende occasione tutti sé stato volume, questo di in della calor arrivino, la ha Quando nel di lavoro un polemico, scritture. in accoglierlo se essendo parte Zanichelli, 1878). Sono (Bologna^ che classica avevo poesie fatto rato desidefrancesi in AVVERTENZA. antico metro lamento tutti sarebbe non molte nelle di raccolte possedute Della Odi che e tizie, tratte Non mio del ho Novellis scritto,che da in di una di di Lo che avrà scritto e il mio notate pubblicazione. davvero e di la l' argomento trattare Tipaldo del sapranno desiderio con di bravo noscere co- scoli Pa- annunziata lettera, già da tempo conosce dotto del deficienze altre aspetto ma sua potrà romana, raccolta no Mabellin esso vedranno gl'intelligenti prossima lui, che nella italiano maggiori di che delle leggerla potè diede additare di sé; quelle come biografia bisogno riparare scritto zoni Maz- francese Mabellini un tichi an- poi Guido lui a biblioteche. nostre parlò era suo dalla Carlo scrisse Mablin giusto, francesi poeti nemmen quel accessibili versione una se e quel lui di Mablin di proposito barbare) trovò e del Oggi sono di tale su interamente dalle anche memoria a più quelle poesie belle Mablin del Sainte-Beuve. dal citata argomento perché Memoria una e Ili Nessuno poesia con meglio greca tenza compe- artista. quarto è un semplice annunzio e IV AVVERTENZA. delle I ho Terze novembre da barbare, scritto allora, non di le Il Fu strofe ed ultimo anch' pubblicato (fase. io ebbi non biografia, per la soltanto, frugando nella assieme mettere del d' interesse Carducci, per che gli di recente. Antologia di ritratto vendolo Scri- comporre del paressero delle una Volli poeta. nelle e ricordo intorno studiosi due ma più memoria mi bisogno medaglione. qualche qualche impressione il che Termopili. specie pretesa mia il Nuova minuscola, quanto dell' ode una, è un che e parole delle una dicono, come non nella esso le sentito scritto tempi eh' io avessi ora cantore luglio 1899). È 16 letterario, o, catte, del degne quinto che dicendo pezzo altri strofe Rileggendo ho un Carducci, una quel giudizio, correggerle, sono Simonide di Quarto. contenevano di del in si scandalizzò perché, so giudicata degna Scoglio di parte ammiratore grande stato da mi che non se esso, giornalismo politico,che del Niente Antologia. ad ramanzina fascicolo il per Nuova intorno bella una grosso della 1889 osservare fruttò era Odi alla e vita non opere mie mare richiararia lette- privi di lui. AVVERTENZA. gli Anche ho perciò carattere: Iiìiprcssìoiiì Ed all' scritti altri amico mio dei Roma, il a nostri 25 hanno più al dato che altro volume il questo titolo di ricordi. che ora ricordo e V marzo volume portargli anni è vada stampato, con saluto un migliori. 1901. G. Chiarini. esso il dolce I LEVIA GRAVIA (1869) primo L IV'-^l^^^f^i In Romano. si nell'indice, chi dire il come di altro La raccolte lui, amico sono ora " Rime, è si luce proprio amico stesso cui tile Inu- in che dallo edizione, prima pose volta suo un autore Queste altra vennero Exotrio parole: seguenti Romano. Eìiotrio quali nome un le di l' che di libro gravici, note, leggono sia delle alcune sotto delle e un : una Niccolai Pistoia Levia titolo questo con in 1868 anno tipografia Ouarteroni \yiiXS. versi dalla usciva dell' giugno con accenna „. parole, queste di una era volumetto meschina pubblicato apparenza, tipografia Ristori di un di San Miniano poche nel pagine, 1857 in Toscana. da I Chi si lo rammenta libro povero GRAVIA. LEVIA fiorentino ebbe di critica alla dopo nobilissima filosofo,ofì'rendo di del eloquenza il volume leggendo il poeta lui da quel con risposta a libro la chi lo accusò punì d' studi. in luce; Enotrio, erede dico e di Giosuè poetico testamento a Enotrio da e Io successore università dia e avere dimostri chi che e la politica conosce le varie conosce prima esso con per a che pago gli parlo chi tedra cat- una restar onorato e stro mini- un più ministro, riconoscenza, sua gli poesie pubblicate venuto suo, primarie anni tre poeta Enotrio, dee d' samminiatese, il volumetto da delle una degnamente dimenticato oggi in pari giovine al altresì desse oggi quel filosofo,non Ed regno. da risposta, il qualche giornale indecente e che rammenterà tempo, stolta disonesto da patire a quel come strazio dopo questo il libro libro è il Carducci, pubblicato di lui. IL Nella più o meno vita dei poeti distinti due è difficile periodi non diversi. iscorgere Il primo I in forma libro: dunque e' carcere, gente? s' è Ma dalla Libro, e' male le aria è non : colle dai retta ere-' te a d'Orazio? te zonzo: tornatene Gli e Davide, ne a verrà av- casa, santifichi non metti non fai onde, e gli o t' interdissero a ci Satyricoìi, divenuto mistici ci presenta degli epodi; campestri, che dal il " Alfio, 1815 tempo al 59 i[ Signore. Enotrio, avverte d' omelie al tristi e salmisti, pregò dopo e atei : predicatore convertami Petronio, - scapolare, flebili gli Petronio sé età; sermoneg-giare misero;, il buon che lo adulteri me altra voluttà, Venere a Sibilla. d' un' la Scilla: e la con reciti tu amor non già Caribdi Minacciano ti preme poeta a me, la brighe. Vedi? Questo a fra ricetto miche d'andare trio pa- età, in cui 1' arte dar tenui suo del andartene In questa vorrei al contento vuoi tu andrai? Musa indirizza sei non ciclopica, chi sciuto fuggi tu 1' autore gli dice; dove fatta GRAVIA. epistola, che d' Ah LEVIA 1815 scrittore erotiche. di Dopo l'usuraio del d' Orazio faceva compose di del quel è manzetti ro- lui it secondo molti idilli inni I in sacri settenari dire, studi dal suonatore che con pieno giovine le Loiola. I di vene che trio, Dio. di arderti, de' tuoi versi Ma anche qua già stroppiaste cantare in rosseggiate r inno di o filosofi voi Nando o del al S. e il trono di nuova che dipingervi neh' ed Padre, re atto parola ed che oggi oggi fatevi lasciare che, per ieri intonavi Vittorio; data, vuol laba sil- una Lazio che tu o di poeta, al del principe, qua, Eno- Poldino, e lingua nalisti, razio- la caso per nozze plausi liberaloni mostratevi di entrasse eucaristico miele in se di e dice buoni, nache, mo- Basilio pure libro, aliguste; come liberi e le non anche voi, di e filosofia divenuti l' innocente distici di santi di povero e' fidati, nell'aromatico la penna mio un „ de' libidine; un tetra sarebbero o in chiesa unzione gure, fi- toscana aprile 1859; scriveva quali oggi, atei, ma il 27 che an- come sono, società d'organo religione, intingendo del della fa altre vengono figuri,che vero serafica biondo, e " dopo poco Timoteo, già cantava Poi Enotrio^ e oggi giorno „. ideali avanti 7 isciolti: sociali secondo o, GRAVIA. in e poesie delle poco LEVIA singhi lu- qua, nanzi, in- moria me- LEVIA I Crollando fatto buttate via il sul GRAVIA. frigio berretto, rigido modulo che scandolezzati A compiere la figura principale. Il poeta E il poiché la davanti Berni, 1' animo nostra umile se la legga alcuni di la eh' turpitudo pcrsoìio: iios nostra:, qua egli Fucci lologo. fi- non pallidisce im- fa ne Giovenale di ha curiosità, vada ne io e del seg. libro. Se 1' acerbezza di /// C. : di degli veneratore Trebonio rone, Cice- a Ubi si videbor, libcriiis giiaiii ignosces in e alcuno quibiis versicitlis in cjus nella giambica eythyrremonesteros est del e Chi XII: vindicabit jnsta ancora stemperarla quel qiiibusdaijivcrbis manca chiama questi versi, Enotrio, Faiìiil.,lib. libro. povero di all' autore antichi, gli ricorda niur, suo prefetto, ci basta pagina rimproverasse il quelle a non il Enotrie pittura prosa. a di quadro die ctiam cjnsniodi et invchi- iraciiiidice lioiìiines et cives. III. Ingegno \'erte forte, vario, pieghevole, prestamente in sangue ogni cibo che di si con- cui si I nutrisca (e fantasia potente, negli che diresti studi GRAVIA. LEVIA niun ferrea Aggiungete ciò a alla forza sembri spiegare certe che Chi si duole fatti in son perchè il E Nel di séguito confido i di d' primi ed e seguenze incon- molti che altra ogni scritto suoi mostrare versi che ingegno io cassero man- gli il poeta cosa, mi non torto, a al Carducci sarebbe non d' poeta, si duole Se qualità questo poter del lui. assurdo. Carducci, prima ravvicinare e certi uomini vi sarà e incoerenze perchè vizio, egli là dove ciecamente di delle cabile impla- generosa; paiono un alcune docilis- ad ogni ingiustizia, scritti vorrebbe negli odii; e com'egli vorrebbe, tutto a impetuoso, intemperanze certe negli ardente, ad un'idea taluno a amore all'autorità; slanciarsi a splendere facile un all'affetto;avversario e ogni viltà; pronto volontà una Carducci. amori ed ogni prepotenza, ad troppo); Giosuè è negli ragione freno; animo un alla recalcitrante mai gli è pazientissima, ed e irritabile,immoderato gli di sdegnosa quasi istintivo;tale all'arte simo cibo buiscono attriche è è. poeta. proverò a politiciagli ultimi, fra questi e quelli IO I c'è non di acconcia, forse un' mi e che in che incomincia ai farsi a istituzioni Lasciamo una con le stregua ideale quello del ideale deve suo, tale il o trovare deve avere quale del non tale una un molto diversa la uni uomini le e torniamo a altro di noi biamo ab- parole medesime " poeta. forma : determinata Il poeta così) deve critico gnoreggia si- parlare poeta né ed altre (lo chiameremo può blica, repub- Carducci il agli altro versi, di- 1' austriaco, inneggiò o amico sicura, le quali egli giudica fa natura il Carducci giudicare vero. differenza, mentre gli politica,e lirico,egli dice, un che lato cantasse o vincitori; tiepido versatilità una dalla chi, è ducci il Car- e li francese, tosto la Per poesia. Monti, Imperatore sempre alle Il C qualche procede viene paragona ignorare glio vo- mi peso. essenzialissimo loro. r o d' finger differenza dell' animo ha non qui mobilità certa per punto un qualche il paragone e che malignamente, bisogna non di pare Monti, d'ingegno: intanto ma osservazione, pochetto un al Ma l'abisso; mezzo omettere GRAVIA. LEVIA essere a cotesto bene, I nella quale prenda forma di deve r ideale fatta al piede suo le E è il poeta forma è né non il realismo che gridare il Carducci può, vuole, se Si può ma non „. discuterli; altri deve " una come né convenzioni del essere si o finiscono tempo, suo venire, nell'av- spinge rigettarsi nel passato: di anche forme dissentire si ; medievale, Come concetti il nostro giudicato del tempi poi, i quali non il lirico essere a' suoi trovi con critici erano non a' sono ma non " moda in altrimenti scarpa che romanticismo il poeta può lui da risponde: così una soggiunse stesso, quei A „. di il sé per teoriche calzi pastorellerie Savioli, eh' complicazioni suggellare, chi „. codesta muova: le tutte da come si e a modo in zoppica, forma una persona atteggiarsi ideale queir GRAVIA. LEVIA può da nessuna età, palpabili e e ché purteriate ma- questi principii e onestamente giudicare poeta. IV. Come il Savioli alfine, secondo il lavorando Carducci, sopra la forma Ovidio che trovò meglio 12 si il I aftaceva al Orazio. in tutti dai € dei studio la parte gli fu che riesce, a poesie dove credo il dal egli gli forma sua di mio, parer volle non imitare pili il cui segreto ciò dalle più originale d' imitare accada poetica: stesso Tanto proposito da e riali mate- forma quella è coli se- Petrarca certo al tempo e dei Berni: cavò una \'enosino. imita del e vandosi pro- toscane del satira variato più singolare rivelato dov' e la pra so- latini poeti canzone comporsi a della omogenea e così Leopardi; le rime grave lungo pochi non al sentire, lavorando altri negli imitare la di studi Dante cinquecentisti questo ma da ad XIV, e modo suoi pure italiani anche XIII primi Studiò gli GRAVIA. peculiar suo fino nostro LEVIA odi è* oraziane che in E nessuno. Orazio, vero, senza altre spesso averne proponimento. Alcuni darsi nuove più silo pensano studio che se il degli antichi, dottrine letterarie, che in Italia^ egli forse famosi seguendo fra Carducci, i quelle poeti novità avesse il dopo sarebbe moderni. il Carducci Io invece di seguito le 1815 già non avrebbe uno nego s' introdusser dei che potuto LEVIA I 14 qui maggiore serrata alla Fra agio agli arditi trapassi; qui la e varietà varietà coloro chi alla concitazione io che a nell' molti aggiungerei, affetti. del poesie dei uno il pregi quale mirabile una italiano nell' trasportare degli prime autore la strofe meglio rispondono Mamiani, il mio, parer le segnalò ne grandemente a (ed verso, meglio principali fu, lodava e del giudicarono che Carducci, GRAVIA. molte movimenti) della titudine at- frasi lirica d' Orazio. In strofe questa il bove Disciolto esulta e è mirabilmente reso Ludit herboso festus cum E nei versi Qui qui dal II libro muggito: un nell' erboso ancor del piano: solco attrito il villano. canta non mormora il gregge l'aratro su \l dell' ode in pecus pratis bove pagus. coi quali delle santa caste e madre quel d'Orazio? omne campo, otioso vacat 1' ode menti al finisce, medesima ama popol il governo: tuo ti mostra: LEVIA I né te danno a duce del hic • hic te Il d'inferno, possa non pater si corge ac- 1' oraziano? bene potius triumphos, • princeps; atque equitare inultos, Medos Csesar. duce, VII dell'ode principio molto imitava dici sinas latino lirico gran magnos ames neu I5 nostra. il poeta che qui irrompa studioso quale GRAVIA. Non sempre nubi si aquario addensano, II libro del piogge assidue né verna, si versano malinconicamente il sovra rende il pure non Non in L' ode XII e del di Chi rende me toscano la immagine, ma nubidus hispidos agros. II libro, eh' grazia, al e latino: imbres semper manant ecc. il movimento del stesso suono squallente, piano ciel nei un gioiello versi, patrio ? è e de' consorti al viso ganza d' ele- l6 I imita, volta questa e LEVIA GRAVIA. felicemente, per troppo non quella trasposizione sforzata, il: Ouis dis Nell'ode redonavit te patriis italoque II del qiienda IV Orazio di quiritem ccelo? libro il praclia coujiigibuslo- allargato è in grazioso un dretto qua- lirico: Alle fortune nelle e delle regie sogni bella la seguono dai a libertà, il le offese pian distese, e del suoi non gli anelanti signor. Pietose le piangean spose pianti. descrizione, fatta nelle queste, padri consorti '1 fato su dolori memori Dopo al torme dure paure delle dei ulte pugne, barbare le le dissero pie mogli del antichi giovinetto al culto virilmente della verso, Chi fia che tenti quel novel strofe lione? patria e che cato edudella alla richiama lacessat sponsus come regius asperum del ricordarsi non doceri motus gaudet ionicos virgo matura a agminutn leonem. tactu E rudis ne 17 Orazio, d' quel mente Ehu GRAVIA. LEVIA I dell' ode quel punto in cui il nostro stessa poeta esclama: Vile ed fior o de' tuoi Poi in esce Ma e non il annebbiò ne' frementi dei stimolò pudico balli, falli antico! descritti quando, Enotrie sensi giovinetta, il germe chi infame i queste di dei vizi moderni Italiani, parole: tal vasello uscia l'antico Insubre cavalier, quando feroce premea dell' asta infensa e della voce te. Federico, Chiarini. a l8 quasi par di GRAVIA. LEVIA I sentirsi all' orecchio mormorare i versi: his Non infecit Dove da è di V L' ode gustoso. belle del eh' è dedicatum vates ? quid fundens il ed Che prega vate che adorno in al veste nascente non è tutta e il libero vuole, candida, sole? novum opimas Enotrio: il vate, prega patera feracis, segetes Venosino; volto de ecc. naturai avanti cotesto efficace fra una nel I libro. del una come così poscit Apollinem orat è il molto libro, eh' XXXI liquorem? Sardiniae e, donna, rassomiglia volume, Quid 45): luoghi, con vasello anche IV del all' oraziana Così della riesce arditissimo innesto altri d' Orazio (purg. XXV, Dante in come Quel dantesca. dell' educazione parla più qui, punico. l' imitazione immagine vasello si che notare parentibus orta sanguine aequor rinforza il poeta bella Juventus e le cipio prin- I Che LEVIA GRAVIA. suoi agli agi ben rinnovino solchi cento I9 i duri giovenchi? pochi raffronti, eh' Ai difficile sarebbe non versi del di Lucrezio o nei ora di ora Ma fra del pensiero che, modo per poeta la memoria dei r imitazione. U egli balzan del fuori suggello lui, che mistura che immagine questa neir le altre insieme d' elementi e Tibullo libero e molto ha non altrui gli ricorrono improntate Tasso. lavoro franco, fresca sente non che, tre men- fattamente si e il alla mente, adagiano immagini del gilio, Vir- reminiscenze la frase si la frase o del o quegli imita, e dell' autore, fra naturalezza di legge luoghi da dere sorpren- di ora sempre componendo, sta altri,e classiche corre chi se facendo, Petrarca del o venuto l' immagine Catullo, queste a son aggiungerne Carducci Dante mezzo io tanta con le altre frasi si scorge non diversi. V. È è vecchia oramai l'uomo; ma non quella per sentenza questo ha che cessato lo stile d'esser 20 Nello vera. stile r animo tutto 1' arte celebrano gli visioni di dei gli e dell' essere sulla delle dall' inesorabile affetti de' suoi fratelli,allora dà efficacia,che tanta ami chiegga e r ira piangi e al Parini 'l forte e lui. con " il retto ai Ed ogni ragione manca pianga o vent' anni perchè, pur si sulla uccise, odiando di o chiegga il santo e domabile vita tomba tutto o del a gni, ti sde- affetti,o suoi „ gli sventure fremi i Non tocca quali la passione spregio pei vili, — distrutte scorre leggendo tu diano leopar- delle e suo versi; i suoi entro per l' animo Febo a 1' autore poi dolori, de' vizi e beate talora tutto antiche, Quando vero. de' suoi intero favole stra mo- le L' inno tempo. trova che fra è che parole antichità, compianto un dov* si ricordi non suo con morte le vive non del termina Apolline Fra qualche pensiero tanto uomo altresì poesie dell' antica, che arte un nelle eroi -e' è autore dimostrasi quale V imitazione. e il poeta come nostro anche d' introdursi modo pur Il lui. concetto maggiore del poetico di qualche per GRAVIA. LEVIA I ingegno, dolgasi che mancandogli fratello, che Dante impero la da bertà, lia ragione lui in- 22 divenutole fu artista; sono imitazione imita È sicuro E il lettore Siamo in feudo dei annunziano il le fuggevolmente Arde canto l'alta i lati donne in mezzo marchesi una di alla convenire colori; i e dipinge. grazioso di armi tristi sala e donzelle, fiore di beltà una giornate alle a E imbianca il focolare. presso in picchia baleno appese dretto. qua- Mulazzo dell'autunno; il in studia non Malaspina. e XIV, e pittore che, nessuno quelle morire lucide XIII sembri Castello del marchesana; e ballate, che questo grandine, la vetrate due tavolozza innanzi sala una a la toglie sé giornata procellosa, sulle dire obbe- artista,niente al lavoro, chiede non si vede Lunigiana, che ad è valente meglio gli che di le un apparecchiarsi ma vuole ella de' secoli rime nessuno. quadro, suo incominci salvo ma delle la maniera altri come sommesso, e il Carducci storico che di si, ma, cenni. altro prima parti, le Nell'idillio non fedele restarle obbediente sempre che, scambiate a' suoi GRAVIA. vuole sposo, le finora al LEVIA I lei e glie. mura- In un d'ambo d' altere I LEVIA a' prosapie ghibelline; levriera, che allo il capo, le orecchie Di vibrando alle erte Franceschino grifagno del strido paggio non di de' rima Ai preghi delle del amoroso, donne fronti ed che abbronzate liete un stringe vela gentili,e de' dai di quali pendono Del Bene, dicitore in di pietà un' ombra guerrieri. Ed cavaliere mente sola- lui. intuona gran è al né compagno di al un pare Firenze, rime, risponde, com' immaginario mette e che Sennuccio marchese, e all' astore barone; che apuane; l'ale, giovine un bello nell'occhio cui arde né di castello, paggio, essi Sennuccio fuorusciti leggiadro, canto le Bianchi del tutto un personaggi due di tutti. Son i volti un il mente occupato Ma di un cime e padrona. pugno piedi dibatte gioia. pon della in native stende di- e dardeggiarne signore Ha a' baleno di il una guaisce levandosi augello, a delle l'amore lampeggiare rauco piedi, seduto fisso il nobile guarda marchesa gonne baroni, e della de' tuoni verdi Malaspina. maniero, astore 23 1' occhio in i minori su piedi scoppiar rincontro, dritto il capo GRAVIA. un i petti di dolore a usanza, lui, il cando cer- pagno, com- ghibellino, dai 24 LEVIA I occhi grandi nobile GRAVIA. folta celesti, dalla desiderio portamento, capelliera, dal di sospiro e molte donne. giovini VI. La aitante che di morte della fugge trio filosofia tutti vita, forse ammiratore del Ciò la attentamente, fratello del o a pare se di volessi tu che r molto questo della canto da quello il Carducci dall' animo suo. del del e che qual- dei ma, canti i termini e è, secondo Carducci ha Leopardi, e dolore le me, natura che l'ispirazione inspira al poco Leopardi; trovare trae S' morte sia alcuno rassomiglianza. Egli poetico in nell' insieme a sa considerarla a il cui versi cui Enotrio rammenta Enola qualche pensiero è impacciato ingegno diversa C Ed Leopardi, i suoi, Quale vita! questo? rassomigliarla ad lui,saresti ragioni che me che espressione della nullameno, di da' amato petto, canzone leopardiana. punto nel intera gli sta giovine, bello, un noia di memoria. a per più leopardiano grande è di ingegnoso, persona, la argomento suicida, un la in mente solamusa del la grande Recanatese, diverso Leopardi, da i suoi chiede ragione quello la tanto non spiegazione il canto di lui si leva alle dolore d' della più Enotrie, cagione il da queste, e a si che uccise, ripensa beati domanda a nella quello serena il lo di lui, studiasi dovettero condurre filosofia. perché i zato spez- vede compiacesi che delle più desiderare a minuti ove vissero il sieme, ine campagne, fiere mento. proponi- più riposti segreti d' indovinare a ha paterne, suo Il fuori non i del casi esce caso; giorni pace Poi, investigando cuore i ciò per- di Enotrie stanze e umani amere nelle la gli questo; con licità. infe- quanto non prodotto. cercarne particolari. Sedute fratello contrario, sente non che Leopardi dell'essere; atrocissimo un il all' animo, speculazioni lo ha che universale dolore, suo del pensatore considerare al che cuore meditarlo alte del è canti uomo un della mistero dal Nei di muove dell'uno dell' altro. sollievo gran dolore quella del un del il natura Ragionando dolore dal voce mali, senti alla 25 pur ma che più piange cerca e Enotrie: di canzone molto che GRAVIA. LEVIA I i pensieri e darsi del che la 20 I morte, e LEVIA GRAVIA. un amaro pensieri, vestendoli di prova tandoli in faccia società umana. filosofo forme Giacomo ripetere quei a gravi all'empia meditato da diletto e natura severe, il cantato git- all'ingiusta e Leopardi, dopo e e gamente lun- avere conchiude dolore, ma : del fato mortale a bastante me .... E conforto Qui Carducci, tomba del la a eterno; meco far nel medesimo canta e la ragione nostro autore. è del di breve periodo cuore il desiderio levasi saetta vendetta. il XII suo che pensiero Romano, periodo Quell' origine la del dalla tinta sangue secondo sconforto, dei sorrido. uomo, in Enotrio canzone risorgimento tuo dolce reo Carducci nella il mondo e esclamando: 1' alta esclamazione Giosuè del miro più e nel e vibrerò verso questa origine il ciel e sull' erba giacendo, fratello,fieramente del r terra che è immobile filosofo meno Sii In vendetta neghittoso Il mar, Il e del IV carmi, vede cioè tico poe- egli libro. Il poeta ingegno: sente narra sforma tra- dopo rinascersi una nuova un nel luce di poesia Ma eh' ciò in percosse che egli l'infausta sé: a ove cadde quelle anime di lui si notte Egli nel perde Ma dovunque no; in 1' e all' e r è ludibrio e con e faccia in accuse uom viso r inganno sacerdotali ivi gli Cosi egli prorompe. o l'inno della creato, è rio armento mercato, il campo forza d' tiene oscene bende amici Intuona, silenzi il larvato la diritto musa, perdona, fraterno pochi, di o glior mi- accento divin non del ignominia la suona del uom con si allontana. 1' umano dolor di voce di che e cantare; nei come pellegrino di canto dunque, ventù? gio- sua sempre può prendendog ap- caro, l'amico; vale vuoto, dolore il d' intorno cerca per non gioia? sua della mori dileguò gli sorriso? divino tuo Egli tibonda si- corre più compagni lui. Che di vita si care di avea fratello; il la prima: di vita. i dolci sono vi sua turba più quel è non 27 V anima e anelante. il poeta Ah, lo d' amore, e e GRAVIA. LEVIA I incamuffato, nostri, ivi i fratelli. mia, musa E non gì' inni vale novelli. che infine, dif- 28 fidando delle forze sue e mia, Troppo è torniam nell' ombra Giosuè il poeta tempre: sempre. per il compreso ufficio, suo egli adempie: è non più mano, Ro- Enotrio divenuto già è debili disperar già lo Carducci; si a a ha anzi adempirà; lo mestamente: vanto gran il poeta verchio so- dicesti? che Canzon vale: di rimproverandosi e conchiuda ardire, Non GRAVIA. LEVIA I rivoluzione. della VII. Che quale è questa egoisti,che capaci stomachi, i lamenti e della i turba placidi rivoluzione svolge quanto non e la è si rafferma civiltà solamente orecchie magica sonni nel stessa; beati col quale mondo ; parola, Timoleone, gli uomini Bruto, che soddisfatti, La civiltà la però e i udire poltroni? dei e vivande per i vili ambiziosi e modo il zione genera- squisite di questa della suono sterminata hanno fame? i tiranni tremare pieni non al parola, impallidiscono quella d' fa terribile è si antica di lei sono, Saint-Just, Ga- 30 Chi viene? ha siasi il del la Lo atto. modo i spazzino e Se e questo dà ottuso ed le all' uno all' altro ingegno svegliato inerte; rimedio e fa uomo la civile o di e tore, sena- un non parole leggiadre, dalla cietà so- figliuolo dello suo sa, un' impostura sono ingiustizie molte che natura, miseria, ad uscire Il vuole, nella vogliono, scienziato, uno leggiadre stare della che onori. non tutti,danno a procacciarsi vita la libertà, e scherno. uno Lasciamo nella diventare Queste — un alti uffici ed più ministro. danno. di legge sancite, ed sono lavoro, liberi di alla eguaglianza oramai egualmente può un il e condizione quella ottenere borghesia, conoscere obbedirete La — parte qualunque una potete non perciò e ad dire voi popolo: studio tutti a che di altri vorranno? gli dice in GRAVIA. il diritto meglio, vostro che Ma LEVIA I sua e nascere nella triste offre coteste e buste ro- brutte, ingiustiziedel opulenza, i mezzi condizione, avrebbe caso, cento ad opportuni a cento il dovere ingiustizie,e a quello a operoso, le uno membra deboli lasciamo società, che a dà tabili inevi- ed li nega" di care cer- potrebbe al LEVIA I giorno con ad un i beni monte, in umani, come ai pie tiene il plebi che vi voi aggrada; i miei le avete della valletti le plebi han galeotto; borghesia Andate non noi vi avete nella sarete libere ad di Ma Se poi a di al piede dire che libertà formati gleba, lavorare, censo e derò man- Non è stessa tutta e si è la come a spingere re- ascolto che palla del era essa — al contadino: voi se all'occasione, catena lamentarvi, un io né dieno feudalismo. alle quassù, più importa e dice colpa avventura all'operaio di e pure ella muove la Oggi contrari. che tutti le ricchezze, la è della del tempi posti il cammino. no: che schiave sono ai per ciò raffigurarsi ciò; impedirvi ove diceva: borghesia; venite valletti,si plebi, voci. quelle son la Venite. mandare le a quale poltroneria. Vero vostra che non può fondo: siete gambe? civile la potenza, monte giori mag- discorrendo tutti i loro d'esso in stanno dire a del sommo del sue argomento questo cima le stesso si chiama che gli onori; di me Il mondo invece 11 Carducci più gravi. e — 3I diminuirle, vi aggiunge certo un GRAVIA. siete quando voi eguali a col lavoro sufficiente^acquiste- LEVIA I 32 i diritti anche rete a intanto che piene a Finché nostri nel dureranno ingiustizie,finché più una atti vivrà e i beni dureranno se almeno permutazione continua rivoluzione Questa Sono in che accenni (') Oggi, hanno mandare dalla alla schiavitù stato diritti accenni molte ad delle avere Deputati, Camera meglio politici.[Nota i diritti Io gleba? per del loro avere 1882). di nella Enotrio mano. Ro- specialmente politici, anche del aspettasse non virtù che, il censo a e e essi possono abbiano credo Carducci, gli operai politici:ma che esse, vicende. umane egli il censo, con agi' infelici poesie come acquistato della essa, mezzi le vittime; eterna musa prime mostrano senza la è dei vita, la rivoluzione conforto delle tali altret- ed ranno procure- fra loro durerà un fonde pro- stravizi. e non vendicarne per eterne, procacciando anche della ozioso queste uomini non famiglie, nostre giuochi mondo gli combatterle, per in repartizione equa conseguire a la ranno risponde- fatiche il ricco il denaro mani vi lunghe miseria occhi sugli le e dalla salvare bastano politici('). Essi lavoriamo, noi : GRAVIA. i a tadini con- forse di redimerli conti rebbe fatti,sa- rimanere senza interamente {*)E r che anno anche né pisano, pretume un per per la normale inno, dove si con La è I da di svizzeri ritornato Suir bagagli altare Dalle Questa Questa la Sangue Su Chiarini. trovare di del un zappiamo Per maledetta. pianto Brontolando frati Tedeschi; baionetta che e Radeschi di dei terra terra Piero appuntellato picche Converti E San a Cristo i Dio; a Pio; di Volterò. Fra manoscritto Atlante nipoti Viva alunno mano, torna novo cattedra Fan cessione pro- Castelbriante, Bonaparte Alla a cristiano. è Francia tua Carducci, divulgò e piena a il secolo mo', strascicò nostro è ancora, paternostro, buon' alla ossa molle di il zatele battez- strofe: queste santa Tutto Vedi scrisse Pisa, leggono Il e e Era Parigi, quando le pace, del bella di reliquie certe pompa. gran di Acqua dove della Giovanni città scuola della un beato di 1'XI razionalista. farsi pace so non è morte a famosa la scavate in il 1859 aspettò firmata fu Enotrie, raccolta una un giudizio, appartiene di poesia alla libro, Per IV mio che, per componimento 33 aprile 1859 ('),Ma il 27 rivoluzionario farsi GRAVIA. LEVIA I ora, santi zoccolanti. q I 34 ricca signoì'a. Cotesta delle poesie più chiusi in quieto cui al e la la notevoli sola una Sono letto dipinta ispuntare strazio ti d'orrore ti si Il di sola le con righe e i quel dall' acre, quel le lacrime i e in tutto che che splendente di che solca lente tempie le oscure e cave, 1' umida su mal il cinereo piovente crin, lurido saglienti gote, anelito faticoso osseo profonda sangue cui petto ed della la scuote tosse arida, bocca in su i spira altro, stavano tanto madre figliuoli ; esso nell' guardi se intorno sposa, parenti che disegno trapassare affamati. figlioli quel vermiglio nelle i povera tra rappreso fronte il uno una quadretti pupille ignave, il sudor e una occhio secco due sugliocchi; seccano la vista sfinimento, gela; Il giovine cosi pietà. Ma più grande senso In e pare volume. come lacrimosi stan è scena bella mi ode del cornice. di sereno e A. breve semplicissimo. è ne GRAVI LEVIA confin. è un per orribile muore di fere annunziar!, grande la Al ecco: un col della fame contende e viso col Ella cadon Lente il guardo e pia che qui gema? strascica e chiede del pur pan; rabido travaglia dita le con le morte affamati Devoti essi ed colpa uomo, vergin guarda, grame al si vela, la faccia suoi '1 deforme un Ozio dritto d' amare questo stringe invan. cela. morbo che son già. tolsela pudica, cadavere tornando guardo, usata. lo sé figlile vorator e a livida alla doman, bella e braccia, le degli darà è dell' esausta poppa. il si macro, intorno su si niuno e parvol infante vagito A morte quelle paglie, su L' suprema. prepara? un 35 scorte, della la niun e ora passo GRAVIA. LEVIA I di alla fatica piangere, il misero medesimo Carnevale, non genere idillio di ha. di cui poesia fu tiene appar- pubblicata 36 I nel parte una finito e Il poeta contrappone del voci dai palagi e voci dai tuguri e di gente che che dai dell' inverno madre fatica che, di e a la Ciò che la fu del parte poeta, poesia, questa di ma pubblica Voce un' che cose di molto di' sotterra. eleganza il poeta queste ciò narra che che è non più e poesie avere l'onore nel 1863 forma La ed semplice toglie ti anche d eie efficacia colpisce descrive. (ed di le considera sono ode, una fanciulla una pubblicata 1868 dell' come terribile freddo pietà, vende dell' idillio nel di di di templare con- genitrice, dopo cadente all'espressione: qui le figliuolo, e aggiunto gode queste, di morto casa dono rispon- bicchieri, e spettacolo imperversa; a il invano qui gante, fame la Fin zioni portano i e riscaldati lo inverno. Quelle, soffitte. le e miseria cui a danze bene fuori sfamare tentato le nello sale, dalle i vetri che cui a salotti traverso a dalle molle vita effetti della agli fra tripudia suoi la e Enotrie da 1868 terribili il povero affliggono più Sono nel ricco Carducci, del nome intero voluttuose che col 1863 ristampato Romano. feste GRAVIA. LEVIA Io sono risco prefe- Enotrio, 38 LEVIA I Per nel me la 1859 Croce della la e Pieve Bologna altro canzone che Io la Re è si scritte, e farà forse ridere in guardi da l' una allo aprile composta; la perché e copiare e avanti clandestinamente rivoluzione a farla allora toscana, a allora nessun in la non Si che da a certe non ciò un il giunse un pezzo gere leg- pubblicata della pacifica attendeva canzone e' erano, furono lasciata la vide per ponga altre 1' avea egli partito, fu Italia le La naria rivoluzio- pili giorno mentre Se stampare. il la una vera. par già se non praffini; politiciso- Quando era il poeta parecchi, a mi spirito più al Re canzone amici che certi e particolaritàdei componimenti. 27 agli nominate. me cui l'ode versi. poesia la tardi avviso, altro dirò, perché quelle tempo mio a tutti cotesti che la e pei tipografi di non cuore, uscirono tutte al il è più Brindisi Epodi. Anzi, pure al fra Stefano, cosa e mente V Ode cui dirò canzone S. uno da mente il scrisse Emanuele composto Rivoluzione, i due e Vittorio abbia chi che strano a Savoia, di Sicilia niente è non GRAVIA- da sé dispiacque solo, che nobile titi parentu- I avendoli siasmo solo; e si nella sono che il regno invece di Italia qualcuno dei vecchi farsi pregio un versi quei In altro un a uomo cui a possibile caduto, non siasi, rebbero vor- matte come dal espressi della le e santa Carducci il poeta agevole farsi iniziatore vorrebbe lia, d'Ita- particolari della egli, il poeta, ed e guerra, vede non indipendenza condizioni sue lo straniero: contro questa nete suppo- confederazione, condannare Emanuele il propugnatore rendono guerra di poeta ! Vittorio che Ma principi; quanti desiderii esagerazioni parecchi in brava una dal eh' ella qual un rata, mode- fosse non unità, in oggi moderati compiuti. Napoli questa tutti in invocati parte di fusi ai pare avvenimenti maggior che avessimo con oggi perché gli è 39 istante un per anche se GRAVIA. LEVIA con le anela sue role pa- affrettarla. Deh non cresca i regni sotto chi Ecco a il di dal il pensiero giogo dei barbaro donna pensiero primo questo libera d'italica perdio italo della dell' unità preti. soldato é nato! canzone; d' Italia,e e accanto di Roma I 4© Al fra la che di di cui il di 1' opera cotesta della re dagli Il poeta chiedere senza sta non opera, nazione? anche ciò; ed liberare quella provincia di re invoca poeta a s' intende e la canzone. Non che bisogna sono ed il questa e gli poeta corre imperfezioni agli uomini la ogni modo; natura perfetta anche impossibile, la chiede ne l'uomo di ottenerlo fare poesia di dimenticando attuazione: nel è e purissimo umana, studiasi e Quella d' ambiziosi quasi specula egualmente virtù, immorale r e, politica, generose, ideale un appresso, della anime calcolo volte l' utile, cerca di vede la poesia diverse. entusiasmo delle più d'egoisti.Il bene nella cercare essenzialmente cose sentimento stato di questi pensieri, di ragione sua le il levita: re ministero. preparò mano si occupa non lui lunga il suo l'Italia,egli già naturalmente sarà trattar a Roma appiatta compiuto avrà stranieri s' novella cotest'uomo, quando spada, l'are ritorna e Ma della folgorar già GRAVIA. LEVIA sul il vizio bene. migliora e di per sulla cando Cer- gli uo- LEVIA I la mini; politica,cercando Il poeta è non semplicemente nel che GRAVIA. il realista né il 4I reale, li fa pili tristi. repubblicano, né della poeta rivoluzione. futuro, egli guarda la rivoluzione matura, gendosi Spin- avvenimenti agli li mentre e è li predice affretta. Benché un eh' infelice del romana la venti rotti E un' altra in alcun' ha una altra parola liberissimo era nel colpi poesia di francesi che, e a ferino Sol- invitto. seno nella a E l'autore 1859, devota segno in non l' imperatore per dinota come fu né canzone, simpatia ciò, cosi anno tutta quel tempo, accenni queir ossequente il Né convinzioni, in Francia a notate. che repubblica Barberino contro Francesi. dei di venti cosa dare ricor- italiana. fur giovani di dal pontefice, combattevano esempli ad volgano della armi quelle rivoluzione Itali lotta gloriosa il si si trattiene non contro proteggendo per egli ma 1849 Carducci del parole vedete re, la pur le cui di mezza feranimo tutta all' Imperatore lia Itapoleone. Na- I 42 Ma vittoriose le riman né e il di coraggio, suo L' ode chi della se di dal tradizione al contro domandare Dopo allorché il Ciò della voto E son ribaldi. Gail è guito se- parrà non ad vota un chi ma di derne ve- tori propugnasi sviano di colpa essi confortato Enotrie con^ che Re il improvvisamente nazione. stro no- degli uomini, cura fate non il non avvenimenti aver questa se li vede quando poeta, contradicono. guerra, gli naturale, corso si quanto Se idea. cerca poco spada Emanuele, Re. un re, sua rappresenta; non soltanto queir loro lo altro e cura la rivoluzione, al che è Sicilia. in Vittorio canzone adempimento, ne le offre la la rivoluzione, non rivolgimenti politicisi un'idea r o nei che guida e rivoluzione. ciò per uomo dopo all'uomo partito e segue la Sicilia naturale a Un dalla arrestate dalla arresta ventura, e canta, poeta forse si sola. soldato semplice imperiali Villafranca a Non importa? GRAVIA. armi si separano paura Che LEVIA si alla cessa può ben : O a seduti che i negli patti aulici mentite scanni, e la pace? '^ . LEVIA I Perché gli eserciti dovrà la se Mai mai che in le medesime. pili nieri? stra- ardore nella idee con a pace stirpe d' nobilissimo più e Enotrio il te nieghi se che le popoli è a' tuoi ed anche impetuoso fiere grida di e scettrati, te consigli compose. pensiero, dura la guerra, si fanno canzone: il braccio, i del sentimento bellico nella le sempre po' vagamente un come quella condannata sono idee, zione; rivolu- la segue più intenso, Arminio, libertà civili che chi sostanza e di progresso parole. Dopo seguitava Ma è accennata immagini delle città. cento di meglio; le suono le all' ode si fa coli' andare vive Questo armi Qualcuna determina guerra, dagli con prosegue naturale ma il libera guerra, armi; in canzone progresso più di grido serma, ca- : Dalla poeta alla campo suo ancora egli presto si il è Presto il dal cessare non no: 43 tornano egli patria GRAVIA. nel quale mente tacita- delle zioni na- tristissimo di necessità avanzo è I 44 barbarie, r ode. una di di pensiero di in un E nei non della nella pieno a quale rimase sembri gli la ; i loro gione ra- pressori. op- pieno del l' Italia^ forte la morte. tirannide, epiteto ch'egli si parola sua dalla l' ingiurioso volge quasi e cui con affettuoso a glia vo- nominò al Croato fratello. Sicilia Pieve e S. di la in molti di da inedito, ed un cui gravi e è fra un le canto Agli sette anni, popolo allora che avvenimenti, Canto, si l' Italia, Aspromonte. rammentare Enotrio al corsero ad tempo lieti. Basti pure rivoluzione Stefano condizione questa ebbe ed più gl'Italianisoli riscossa spazio trovi grande austriaco avventerà son sere es- gridato: dell'Austria,si volge chiama lungo sempre lurchi e tutto giogo mia popoli oppressi Dall' ode amici giusta nazioni d'ira Italia troppo alla il soldato lo dal impeto nell'ode le può non il poeta, liberare riparare e fra è nel- espresso nazione sola canzone quando tutti i altra guerra; guerra Nella chiama un' e ragione Ma vivamente riappare più Fra aveva GRAVIA. LEVIA che e né Il finora migliori poesie poli- 46 la nobile impedire la noi alla guardando Enotrie, italiani Sicilia la e rivoluzione, Brindisi nel agli Roma. verso vedere fine cuore, d' odio petto e del delle e sdegno. Sorgano di poeta la eromperà quale forme una nova non dove più le predire e lui di cui la tanto straziargli il terribile la tremenda da vimento mo- compiacersi mole occasioni, usate e dal bile; ad sufficiente reputando poetiche menti avveni- V ultimo dove moto role. pa- nell' ode predizione, sua quel accumularvi e esprimere tenterà di Pieve quanto la avverata disgraziata della E sue e presentire parve amici delle Re al volta volentieri profeta degli Canzone nella tato traspor- se alcuna fine al stato era e perdoneremo ed cagione Anzi poeta? egli parrà lo glie che del più grande: e dell' ira impeto trascendere, GRAVIA. indegnazione viva più ecciterà dall' di LEVIA I fin suna nes- qui, ne nuova. IX. E prova questa nel nuova canto forma, Agli amici egli della ha già fatto Pieve, glie la LEVIA I il mostrerà antico suo il latino che GRAVIA. Latio Archilochi, lo può r Epodo con a animosque maggior ragione Canidia venefica Mentana di secutus verba agentia et res quello jambos ego numeros non Ma sé: Parios estendi Orazio. maestro, di diceva 47 Lycamben, l'italiano; che dire sfrenerà nell' uccisore e citore vin- nel Monti di e Tognetti. Nonostante la secondo dell' arte, la più di nuova Enotrio. Enotrio negli Epodi di Orazio che tutte una le e ha un udito fatto di Victor cosi preso esagerazione quasi e Ho uno nel sembrano strano cora an- è di in vero. primo (per che dizio, giu- questo una sproposito, e' come dire mento accozza- In Hugo. esagerazioni, e piccola parte il lezza bel- vera qualcuno assolutamente grosso Epodi, specialmente e mio, sentita,più originale, fortemente poesia più dalla sembrarono me a essi, con amico dotto un di parve che di straniarsi talvolta minacci poeta alcuni nonostante di sentenza ad che Epodi, ne' due notare mende le è, grande qualche Certo Odoardo in come positò, spro- ne' due Co- 48 I razzini) si GRAVIA. LEVIA che sente il poeta fresco, gli Chatimcnts; di derivati concetto lirico che diresti poeta da passato francese e che qual- e l'afflato nel questo nostro dell' 1' originalità l'ispirazionené né scemano non dal frase qualche ma forse letto, e avea italiano. Piuttosto nella Monti (per Tognetti) e sarcastico in bocca al suo a primo leggere Gesù al tagliere la che questo mette rivolto gli orecchi; testa; dirci Padre Cuore, E il poeta dice: gli io simili tolgono quali due niuno udire te, Piero, bastarono del che nismo il ci- in in che tiene ho non questa in potuto poesia briglia nere tratte- avrei non sorridere. poco egli A A sorriso. Ma co' discorso Epodo lodare saprei non antecessore Sacro un voluto del pontefice. al del secondo prima parte è il mende, alle primo meglio di ha che può degli Epodi; incontrastabilmente quanto fra' nuovi lui tali, ben son pur bellezze sovrane Enotrio cose, se a poeti essere il vato prolirica potenza d' vero Italia, e poeta che na- I del zionale nostro primo Epodo è versi. I per che li ha italiana Corazzini a •dopo Mentana mi delle i felice perfetto,e pare parole madre madri perderono passaggio un tutto delle toccato e Ora delle e che cosa Il matrimonio. in quei novità e ancora. la in nel drammatico, e qualche sono morendo lui promessa aver a con lasciava tutti grandezza per tro con- passati lirico conosceva non degl' Italiani trasfusi movimento di concetti e di Mentana. sembrano inaspettatipassaggi, poesia •che li odii e l' del- parte vendetta grande una quali per ?d' immagini L' ultima Romano poeta, 49 tempo. il Pontificato del GRAVIA. gli sdegni Tutti cuore LEVIA giovine la fanciulla Enotrio, fanciulle figlie gli sposi, esce in questi versi, dove la manifesta semplice 1* arte di un dove cazione collo- grande poeta: Ma io per man vedova, questa vedova: e, torrommi quel prete empio là Da questo Chiarini. me questa madre sposa dove fra sue turbe ladre riposa. n' andrò. punto fino alla la fine l'Epodo cre- va 3 50 LEVIA I di scendo calore GRAVIA. ha ed di luoghi novità e di lezza bel- stupendi. Disse molto cosa e tocca prima le ciò che corde dico avanzare Epodo. Crescean or del che le traea ai Messia del le madri: la tra città morte piangente il figlio e a ciono piac- mi il dice: pie: giorno te. a riv freschi gentil virtù, una giovin la due morente Giordano d' ulivi liete Gesù, popolo un vedovella Cristo Naim e suo in festa fuggir, cenno onesta i baci suoi cennato ac- nella intorno, al tremando alle vide ho come agguagliare all' altro nel tonr piacere il poeta pensa turbe niana, Rossi- di sentimento castagno ascese tremavan e lor madre allor non paiono giaccion tristi,e la e mi del novelli come le altre fanciulletti tre di che Monti, del Io, ragonò pa- tutti i per finisce vivezza per Parlando Oh e chi musica una cuore. mi interamente, forse del non così parte, ad giusta maestrevolmente passa tutte molto e Epodo il secondo che vera partir. e primo- I dai Sorridean i calchi chierico Mi à parte di seppi Satana. mi pare al di par te), viventi, figliancor imbelle e re. ai lettori, le bellezze chi di venisse la lui volta poesia il nendo suppo- versi questi loro rhostrandole mio scritto lo svolgersi luogo Cotesta fuor del che d' opera quale che, studiando suo ingegno, certo per ha fra senza parve com- Enotria di accomodato poesia, un nella nome candidamente trovare come della prima del punto ancora confesso versi il fior. ingiuria questo a parlato per di busto parte. a Arrivato aver ai signor, parenti, vegli fare bisogno avessero onusto affoghi miseri gustare a biondi paterno sanguinoso di parrebbe che de' fosse le scavi : sottil. e pura del tremuli son ricci peccati vite occhi umil quei capi, empio tenere sugli Profeta i lor il sangue delle (e di terra a sotto e bel ravvolgea pugno 5I profondi, entro mano col tu Tu al pargoletti la GRAVIA. cilestri lacrimando ei Ma LEVIA mano, Ronei non l' Inno a grandi pregi, le altre,e non I 52 mi GRAVIA. interamente. appaga Satana del tutte LEVIA che nel le parti a sia quella soltanto mortificante. Satana deir gione ed Satana Satana del da anche è ciò godimenti Satana la forse chi Un delle Satana? è bello orribile e si sferra, mostro corre gli oceani, corre la corusco come terra: fumido e i vulcani, i monti divora E supera, i piani, tismo asce- cipio prin- la ra 1' eterno in universo piante e degl dell' intelletto scienza troppo? il forza, quindi la vita i sapere la misterioso questo e animali; da Non di 1' amore corpo; Satana Da senso. agitarsi cessante da il dell* Enotrio e lezza bel- po' esagerato. un per in veniente, con- compita contrario è bito du- del e e' è materia la essere, vero sia il cetto con- risponda esso non che il giusto, ma del quale dubito e è non idea che nego moralmente della poetica; non svolgimento suo fuori Satana Io e non Udite. la basta. e lione. ribellete Vo- poi sia che fatto uscisse il Gravia Levia troppo pensata essere non abbia mondo È oscurità. una e questo autori, prima poveri appiccassero in quale Non per spesso Fra r essere che han Se di da al questo io gusto d' pochi. Chi del intenderà o l' del- meno Né difetto? un che resterebbe qualche in qual i cosa, delle cantonate consigliereiEnotrio da ammirato non vie forma servito. essere prima sua o pubblico cólto stile vuole alla alle dei però canto più no, ciò, mezzana scrivere i cartelloni domandare per non pregio l' altra. né cosa che almeno un di È poesia sé. e tutti troverà in una il volume latino, in qualche e niente, o se conoscenza una greco poco gustata e ad sia in di innanzi e 1' ha dotta, troppo e censure parte cuno qual- a tempo fortuna poca rebbe Sa- parlare di Comunque gran intesa può e Governo? per che civile molto non sua signore. il credere libro, alle suo della dalle coraggio segno, del ragione la il mancato punizione anche impertinenza una uomo un GRAVIA. Italia in Oggi dispensasi r LEVIA I 54 maniera qualche eleganze, e di diecina commuovere di nare tor- poetare. di tori letle I ufficio alto più frase in d' aristocratico; è vuol parlare dire tutto alla cuore ciò r Enotrio, mi Orazio, Hugo; poeta versi primi ci r tende in- quale molti, può chiarissimo, convenienza, ha le il ma sé, io ci lui. Chi come odi poesie trovo del ora Victor ora forte ad abbia non Nessun Falsissimo. scolpito cosi prime fanno egli Leopardi, Enotrio. forse di taluni eh' cotale, ora mai trovo e il propria. Nelle sua un Monti, impronta sonetti chi si duole diceva vivente di oscurità, che fisonomia il ora non di anche una fine che so il poeta, alla dico al eh' Enotrio riuscire e sentire, di so mente o eleganza. accusa poeta come alla di immagine anche che vuole non e' è Enotrio, Io ma fatti ostacolo un me e che pili schietta Olcre d' al mancare, senza di meglio sente e ogni proporre. vizio o modo è fuggire sarebbe cose comun esprimersi, si deve r autore poesia dal lontana troppo vedere, che erudizione, dee qui a eh' è secondo, che allusione peregrina troppo Ma poeta. l' oscurità, Ogni grandissimo. di del studio grande a 55 preferire questo centinaia, egli deve il GRAVIA. LEVIA ne' suoi paragoni Carducci i agli 56 I di Epodi Enotrie ma ci quasi tempo non Si d'essere Enotrio risentiti, offendere la Epodi, luogo poeti, una e che farà propria forma della Musa; poche volte di si ricredere fisonomia. compete chi sconcio, qualche ciò tutto la e che opinione dice i nostri eh' fieri che può degli poesia macchie fra chi cer- colpi a egli e verchio so- soverchio; reale nella acquisterà gli del da delle gli tempri guardi castità purgata offuscano, il si ma vano deri- intervalli ad impeto qualche fa, la come qualche più recò questo chiarissimo; ardimento, e egli evitare di sempre pure, in brevi. sempre studi eh' lavoro stesso uno che glianza inegua- ineguaglianze tali ciò, mente, certa- Qualche negarsi ma da sempre ad mano sia; senza modificato medesimo. può non componimento la il stile riconoscerà autore, sempre di ci Romano, medesimo il dubbio GRAVIA. LEVIA ora dei la savi migliori non ha I ITALIANI CRITICI E ODI LE BARBARE (1878) PRIME \^ si ON nali dire può italiani davv^ero si sieno Io parlato; ho ne non e gli di voglia qui pili la di c'è e da del religiosi che quaranta Barbarie Opuscoli delle parlare tutti; son opuscolo, un e la ? gior- Odi bare. barn' han aggiungere signor del morali e i in corpo tenuta %y '/'^l'i che Onufrio, signor Veratti. Che e relazione morali le e Odi signor Veratti, voluto vendicare del chiama il ci sia barbare che deve la poeta Carducci; fra gli Opuscoli essere un cesareo perciò vede. uom santissima religione e si non Satana, di ha crocifisso religiosi Forse il pio, dalle ha stemmie be- com'egli le Odi 6o barbare e CRITICI I fra Vita la Chi Santo Zenone guardasse soltanto chi, della che credere almeno, Carducci, al critica Arte sua poi le ha alcuni da ha fatto lette di o cholèra asiatico del cholèra critico, per conferma Tullio " in cholèra bus mor- fa strage anni, tutte fa, le fra tra farci Odi che essere almeno, dolorosa questa liceali. In che si esso belle barbare r intima della su ora le altre legge, le o può in studenti ci pagine natura de' giovani che, scommetterei Io giornale letterario, // Liceo, da quarti quale ma lette? del Mi tre per di questo Critica: e le qualcuno averci qualità preservativo, le pilibelle e critici italiani se alla epidemia. addolorato rimedio della fiorisce; Italia in giovani intelligenze italiane, scriveva, tante come critici^ de' io, guardasse che, particolarmente di CamaldoU di numero giudicherebbe, terribile una Santuario vescovo. la fatto ho come fioritura, la Il al Guida una di potrebbe ma ITALIANI un cose, si vede del è di capace critica; perché si non guarisca, pare. opinione scrive signor a V. sentimento, poli NaDe che sapere sempre un saccordo di- un sem- 62 CRITICI I diavolo vero si uscio, fiero tre e che generale, cotesto della A rivista ed che piacere che E si Odi alle barbare, letterario Tu ti critica di numero dei di è studi critica Che molto ci sia studi vuole semplici; i ma serii e più far per un chi avrebbe a la mostra competenza indel intorno valore di critico e gente ragazzi tua con a credere facile di questo paio di critica? mani, s' infischiano buona che mondo. Due — e gente e e una la veduta sprov- la e s' infischiarono seguitano della che provare da e ragionamenti, cosa io. incredibile nessun ragazzi serii; seguitato la il pensiero scrissero Carducci, da roba de' tuoi han il che meglio scritti ? loro sprovvedutadi pace coloro sforzasti, o non in fatuità la ed affatto del volto di fatto mettesse quale dal far giovato, avrebbe di sani ufficiali ho questo assoluta, maggior soldati deporre non ? a chi potuto se alla potrà cosa turba una alcuni l' al- appena mezzo quattro o abbronzato: e dinanzi perduti come diritti e sfilare sciancati, di nani, in rimangono corpo affacciatosi generale, vegga di gobbi, di ITALIANI la — cose chiave. si fa Come — e fischia. Non — 1824 nel della sera fu È forse il Uno fare dei di questa la platea Barbiera; una più della ed e chiamo la anche è ? Non barbare aprir ? mi la bocca alle è un è è dicato giu- fu poi che vero osservazioni e non signor Carlo Raffaello de' Non di Figuratevi così dire lettura fuori ! è di naturale, un dire cosi nanzi inun quale Odi delle Questo de' suoni dell' anima fa anch'io sono il diritto ; questo si egli o Con più ingenui. sicuro. le bestie dilettanti platea, infantile io i della della mandar diritto fra rimasta impressioni anche hanno anch' Ma — fu critica uno — ho impressione il veramente domandando: lettore la Tannhauser il curiosi ardenti critica, è ingenuità Weber Non sere, queste si modo questo a Freyschiitz duecento tire; sen- piace, non 1861 il a qui: seguitiamo. eh' io di nel sta del Freyschiitz Ma che se giudicato che il Tannhauser hanno Si — applaudisce; vero più rappresentato critica? modo questo Wagner? 63 BARBARE. rappresentazione? prima a del si Parigi a la far a piace, se ODI PRIME LE E di denti risponche diritto degli positi spro- antico, cosi 64 CRITICI I inviolabile, che anche fatto sempre Quando dell' molto di a il mio i sentimenti pensieri far quei che il finisca pensieri arrivo Ciò suoni. voti presto i ad intendere, possibile a è esprimere questa; impressioni, non impossibil cosa Ma che che uno avendone il signor mi suoni conformato mi cosa forse limito a di eh' io cie, spe- esprimere pure Raffaello non duta cre- nessuna E o i suoi avevo non alcuna. Carlo avessi sentimenti una potesse non passi presto, animale nessun ha comprendessi io i suoi finora se racchiusi animale fantasmi. i suoi eh' io essendo, non e quei i fantasmi paziente di fa ; fosse nestre, fi- perciò gli non che mie io come come retta car- lo natura io cervello potrebb' essere alla alle cui sue, esprimersi se abbiam ne sotto sentirlo; ma diversamente^ in di orecchie, potrebb' essere dilettassero; e e godev^amo attaccato di impressioni , altre 1859, animale que' suoni gusto il diritto nego del di pensato uso. paziente in mai altri italiani lo prima le capace provo noi ha ortolano, passando sfoga fatto e largo il tiranno nessun toglierloall'uomo; pienissimo ITALIANI le sue questa Barbiera LE E di delle Veglie domanda in diritto di dire lettura delle questa non E poi ? dietro signor di spicci a sia essa Carlo barbare scriva Trezza. Il „ stima che dell' altro, Chiarini. innocente del nel prof. accanto Lo — dico alcuna. Barbiera dalle tro quat- il sono amici, e parola tica cri- sua suono orecchie critico, là Odi delle amicissimo suo Carducci, non Chi nella il nostre Carducci e la del il la che errore Diritto Trezza che prima — critica. di reciprocamente possono non Ma il della colonne, anzi dunque dileguato checché : metteva Raffaello passare. un " dice ove rimasta qual significatoabbia affatto correggiamo tico cri- anch'io m'è mezzo, e impressione ? Preghiamo si quella ingenua ho — quattro versi sei e tese, cor- impressione rimasta è lettore ardente Non — barbare indovinare del testa il nostro quale VI o ingenua risposta: mi subito mai può la la bellezza fascicolo A te. quale impressione Odi colonne credere, di iscena: meno subito, non del burlarmi con entrava c'impiega colonne Non veneziane. voglia farla a lunghe quattro eh' io fa, ma la solamente non BARBARE. ODI PRIME avere si salvo l' uno conoscono 5 la 66 I neppure, non signor Carlo il si CRITICI ITALIANI mai sono Raffaello prof. Trezza, dell' Epicuro, uno de' più di quasi della orientalisti finissimo, e e che caso abbia il scambiato Critica,del Lucrezio, d' Teza, prof Europa, le letterature tutte C'è critici,col Saggi dotti arguto Barbiera autore dei veduti. tore conoscitore scrit- moderne, vecchio amico ducci Car- del ? IL nei Allorché la suoi fra superbi e faccia slam noi rossa noi che i e Tannhauser; qui e sbracciano, schizzanti della ammazzando vedete l'onore critici sibilanti possedere che dell'arte! sione, occa- sibilando si veggono che una dalle contraffatta,paion guidatori stiamo per di cogli occhi che grossa, la altri si solenne esprime giudizi, dei la turba qualche platea acuti ed pili degli che della critica terribili sempre teatri, per quasi due po' po' tre o paiono tunati for- chiave pili orbite, dire: con vedete, dimostrazione; il i slam Freyschutz, di fatica il riamo du- E Oltre il Veritas Momolo Badate — braccia del Odi col io che pietruzze imbarazzate e ogni prendere quel a modo nolo che una il mia sua lirica sonetto Ve- parole. a mosaico cosi italiano ima una non non sono cordanza scon- popolo, lirica; presso di- un camminano come una nermi tratte- un Ogni cupato oc- Doctor barbarica, la è poche sono il s* è paion briache; decalcomania. avere che suonava barbare musica qua, del in le chiamò posso combaciano; non deve epoca, Odi una una non Veritas siamo quale la sbrigherò barcollanti, che stonatura, ; e sulle cia. brac- nessuno Anche Doctor Le il anche fretta mi del " che il Sior scarne badate perché Onufrio. dell' altro e cosi. una ho signor Il fischio A Capisco ed elle, noi barbarie: il Do- laggiù due Onufrio, morendo, sta ma agitarsi Enrico barbare anche ritano me- speciale italiana gridan una lui. barbarie; ritas signor si di Illustrazione qua, barbare poveretto Odi delle dell' Etna vette Barbiera, menzione una Fanfnlla. Veggo del filmanti di rispetto della 67 BARBARE. Raffaello i critici ammazzatori ctor le ODI Carlo signor questo per fra PRIME LE come si può vettura. conviene 68 al francese, verso piadeo, il saffico il primato qualche i francesi fu esso che il Du Baì'f,il Desportes, felicemente cotesta scrisse meno non si forma di Corneille, si sa che sonetti quando fu non il XVII moda di eccellenti Regnier, il secolo in il secolo di si che sa Francia il cui essa sopra il molto e Ronsard sonetti; quando tutti la era Francia, la Francia quasi due Aubigné, il D' Malherbe; meno due cotesti il sonetto in che il XVII; e di il non nei il solo libri di tre secolo poesia più quando spessissimo che noi poetiche primo trattarono di riuscirono quale in Bellay, forma; nel che sa forme si poesia a validi ; del migliori poeti secoli, il Ronsard, nella Francia, il XVI più poetici della tutti i non assai rere panon contendono fiorirono pili splendidamente secoli antico delle una vorrebbe quando ecco: ne argomenti con che tanto solamente e' è non cosa Ma è sonetto che sa lettore, o ragionamento. francese, che si l' ascle- atti alla lirica italiana. sono vedi, come un che alcaico, il metro cosi non giudizi; c'è dei ITALIANI „ Qui, sa CRITICI I e gli quando ebbe nella altri il non meno poetico,il XVIII; tutti i poeti francesi Carducci, le io 1' ho paragonato le Odi barbare che detto due odi Il Sior e lui ci voleva egli avrà non r avrà. serio quei in cui altro adattare italiana, che Catullo a il ed della alla quantità fuor di ragione. Queste meglio di noi; opera saporitamente sotto e perciò i baffi cose nazionale critica di La alla delle derna mo- aver sillaba italiana; poesia sillabe, il Carducci il Carducci degli metri antichi sillaba latino verso sul dell' abbandono Orazio romani. che valore bada non La schi: fi- non preso poesia nostra fuso con- Carducci aver gli straniere. più greci ben il volere sa la forme perdona essere egli cagione per gli pare, non eh' — fatto, ed è del lasciati vennero guastarono non ha furono passar andava se può non come ragione: Gl'intendimenti che di di il fatto pare; ho fischiare. non dunque il Carducci innesto latina sé; gli se fece po' un oramai ma " metri italici ; che voluto altri: scherzo, uno si chiama da posto dice: chiari: le ha io Leopardi, recanatese Ammettiamo sono è forse pazienza, egli e non un gli con coir questo Moniolo al sono il che greche antiche: per ITALIANI CRITICI I 70" ammiratori si ride delle E Odi LE ODI sì ride barbare, metri PRIME dei BARBARE. nostri 7I si critici, ride che siete dei stessi. „ Ma beir sapete, di ciò colonnino che di non che vedesi fermasi braccia a Italia;ma in grande catasta su di tutti i canti Il Carducci che Raffaello ha mai un ha dell' le tutte suo; e' che si nico sce- penuria di capace carta da tempo di e insegna raddrizzato altro di una cosi una mica trova strade. conto Barbiera invece mette delle non sul voi, di palco e' è non spropositi, non voglia occuparsi altri scrive non spazio breye cosi al piacenza com- giravolte sue mezzo come di labbra le smanacciata, originale un rizzare in il vomito risolino sulle finite aperte la aspettando in saltellare al spropositi con quel con faccia a cessato e un appoggiati vomitano ballerina, quando prima che ammirabile, pubblico voi parlano sanno, giornale un al volgono Momolo, originali che disinvoltura una si D' originale ? tòsta Sior o le il che la gambe meglio al via, sciocchezze poi aggettivo fa buttar a signor buona che Carlo critica ( veramente nessuno buona caso, lui si ce ne perch' egli I alia allude volesse io rispondere credo cosi. eh' e' il qualche vostro debbo non trattati metri nazionale fnron coli' innesto intendiate Romani, de' ^' essi i più Quando non esser e voi mi letto di metrica Catullo Orazio di mi permetto più greci altra che romani, domanda " : la critica Chi pongo supsia poe- italici ? intorno che ed poesia io metri poi soggiungete a da domande: ragionano scrittori galateo contrapporre brevi quelli antichi che una primitiva di due è nostra della che tichi degli an- straniere; permetto ciò autorevoli perdona un' forme parlare voi conoscete avete ma ^' li la che i metri che dell' abbandono affermazione vostra Ma di che qual- ciò del leggi affermate cagione pendo sa- sapere scusatemi, italici,e guastarono che alla voi poco non 1' appunto per dalle ammessa voi di io, questa, Quando letterario. sia cosa a poi pretendiate che ma ; Momolo, presso che crediate il Carducci Sior al cosa Momolo, dite anch' sapere pretensione me vi darsi può cosa, qualche Sior che quel che posto gli risponderebbe Vedete, — ). Ma critica sua ITALIANI CRITICI antica? moderna voluto aver sono ad di gervi rivol- eglino LE E critici XQtesti .perdonano ?alla ODI PRIME moderni letteratura 73 severi, cosi Orazio ed Catullo a BARBARE. le romana che di dato aver liriche sue non più fette? per- „ Voi buon sul dovete alunno di Orazio ai greci; perché altra ebbe non ?vali,i Canti la metrica salii di questi nazionale né Roma prese poi di vide che sa dei parte di latina la molto influenza fu il derivata greca conobbe greci; dalla è sa molto sa bella un mente vera- la dubbio gior mag- buon un la tutta e. sa di greco trattò che che poeta Roma perché né buon un il primo di greca, che sa e perché che Roma quella da e quinta fratelliar- più né poeta quinta ginnasiale è dei Andronico, primo metri è non Grecia: Livio di fescennini] diversa dalla Nevio, romano, alunno Canti mani ro- nendoli pospo- secoli il Canto che canti i metri sono alunno buon un un riderebbe trascurarono, quinta ginnasiale Roma ?Taranto; i è che mi primi cinque poesia più alunno nei che ?ginnasiale sa quali Catullo e Momolo, ginnasiale quinta viso, s' io gli chiedessi che che Sior o sapere, che se trica me- senza Roma avrebbe avuto ebbe; sa a " mente Graecia arte Defluxit numerus il fratelliavvali, ed e non dei li punica ritenersi Orazio parve alunno di un e dei esametri ai versi e del anche Nevio; metro classica origine di un gran Canto det Catiti nini, fescen- le poesie più belle, in per quinta ginnasiale del composte gli danno ad salii Andronico d' virus grave credere molto dell' età artes ille romano Canti saturnio, l' unico et di meno Orazio di Orazio, horridus buon preferisce Livio essa „; che un eh' siale quinta ginna- cepit, et che certo letteratura di saturnius, coraggio di prima debba Sic romanissimi Virgilio, e verso Latio. artisticamente Catullo guerra victorem quel quasi è di ferum pepulere giudica di versi agresti romana giudica i noti Intulit beneficio; perché di alunno capta avrebbe splendida buon un Munditiae r la avuto perché ITALIANI letteratura, una avrebbe non né CRITICI I 74 metri greci; Lucrezio e dell' Odissea poema sulla che della interamente tina la- prima che ammesso Roma di il scesse cono- letteratura, romana, e E LE riportarsianch' non dei greci, la sopra Sior pare decente di metrica, di Catullo cosa com' Volete male? uno Un'altra — volta non che barbare, mano di poesia" arte e greca dimostrato. avete vi vuol vi non v'impacciate non se nasiali, cognizioni gin- che che cose sono d' di voi da consiglio un Orazio, che quello è una parlare a picciol corredo si con — scrittore, e ditemi mettersi d' voli autore- antica. mettetevi di e ed recenti più Momolo, vi quantitativo metrica di coscienza vostra romana, i 75 sistema al esso trattatisti caro ora, BARBARE. vogliono come filologie Ed ODI PRIME, d'Odi riguardano. III. " in avere mentre se — dorico versi sfumature, Odi del i cartocci e' e barbare ombre, ne e palpito sono piena una di crede Bernini; sloga le né di ellenico, la corteccia; lingua poetica non senza che mondo del contemito acanto la Le il artefatto; crede antico un possiede ne tortura ne' suoi e tutto non di alla Carducci // le mette ossa; gemito poesia splendori glie fo- cuno. al- senza che ri- j6 CRITICI I finali di cordano certi poi sovrabbondanza una alla ode di epidermica coturni un metri onde la da stivaletti di ferro dell' avvenire; italiana; Ecco — sono le note „ il gran di fischi concerto con inteso a far i triumviri capo giustizia delle barbare. giustizia fischi del è anche qualche vuol i delle cosellina sostanza, 1' ode buoftina, anzi si del dire da nella riserve intorno che qualcuno lodare: fino forma, e può il trovò schiator fi- i i gegno all' in- trovò là e qua signor comecché bellissima, nell' ode ! Non tutti potente, del poderoso poeta. Fantasia, degnazione che dica feroci, accompagnarono più ampie giusto bellina che più grande, giudicò Che scerne di- iniezione una letteratura segnalati,ha nel- si non sono sono amniazzatrice, anche Ed alla riscono colo- non fronzoli, la musica compiono critica me Ma loro ellenici; fiasco colossale, piramidale. principaliche Odi tanti barbare sono saffici; sgarbo uno sono aggettiviche [fra Odi Le — non d' elettrica; c'è luce a stazione, la fronte di Lidia pili). € drammi ingombrano ma T ITALIANI Onufrio vuota nella qualche strofa Alla il Carducci stazione. esser con- — 78 mondo è mondo un da io qui di metrica parlando versi, di come essersi combinazioni dei tutto come secondo le regole r si era ponderata Il della il sorgere il risultato di e signor dubbio, prima una P. L. che del il nemmeno in nota un alcune di accozzamento e qua che egli in di di mostra non metrica che altro della tina lanelle fatti in sono tutto metrica la presa che del liana, itadi cura chiarare. di- fatta dal critico lascia i suoi giudizi siano impressione non molto ragionata. rima, dice basta sta confusione seguito combinazioni benedetta non autore troveranno, nel di e 1877 anticaglie osservare versi, i quali Questa me critico cotesta barbare Odi del distinte, cose che accorto, delle per due altrettali basterà latina del ed confutazione mi discorso: che antiche, italiani ad giudizi ragionevole spero, mio non innanzi Questi museo „. in riminiscenze popUti, delubri, Addua con e di venire bisogna non ITALIANI CRITICI I e odi versi là '? Panaro lamenta paganesimo Carducci è morto, farlo a {Ideale, Alla fatto qualche contro frase 1' assenza e che tare, risusci- un vittoi-ia) ogni legge un monica, ar- po' vaga: LE E neir ma la cita ode vente il per ode r Adda versi Anche ginnasiali versi di delle Odi lunghe; sue odi dovere nelle di Odi lui, si del coraggio di le e barbare come se preso come fosse barbare la quel " avanti il soffio Fantasia derno mo- Su e nei pure quel degli del che bello rava dichia- riprendere gli studi (come non di versi critico non ve brevi si fosse, avvertire di di nei se quistione cura un stivaletti scritto suo il Carducci se studiare che, potrebbe passare sente lunghe armonizzate e coninio- ). principio il erano italiani; e del 4^0 odi le bellezza, cara che dice nelle più le brevi su lettore vera Novi, e secondo nel già notai, come le De signor Cameroni, ferro, che al peste d' Atene anche mancargli e Primo la difterite il quella loda scolpisce, ma traiti lirici di sulla (dunque, per dice presentano fruttiferaincarnazione, sente biasimi; epidemia difterica, quell'ode signor nn si di che 79 non non affettotutta la per secondo la d' piena che più nota vere, e BARBARE. spesso imagini vive chiama bene che alcune cose loda insieme parola ODI PRIME e che di non avesse sa), dice n' ha non centi ac- il che poco : 8o I il Preludio tutto CRITICI bellezza), chiesa gotica efficace (si brevità), l'ode sua ITALIANI Fantasia i dodici nella: nica d'elle- (sfolgorante versi la mirabile e caratteristico e di descrizione fotografia d' d'una zione sta- una „. Mentre a distesa di mani, l'altra " fischi. tutto è è stato tali la capriccio; un Clitumno della il noi nuovo: epoca è slam il ha grigio ? grigio. Le Odi da quello non ma lui il della patria letteratura,sono sono una donano per- l'ode casillabi ende- da 1' epoca vogliamo del si poi che Il — vuole della Il colore barbare canti sogno, bi- quinari? ragione: poeta. noi e da ; quel e a di sovrano aveva formata è alternati col molto scappate; non democrazia letterario metriche, nuove Ma e ingegno un di batter critico poesia nostra sdruccioli poeta è magnifiche del fonti differisce non di vero^ Carducci Alle : i loro furiosamente. il valore Il Carducci osare qualche con applaudiva dirlo?) applausi fischiava platea pochissimi temperavano metà non certi può della metà disapprovazione (perchè certi alcuni ed segni di buona una stra no- il poeta monumenti grande battaglia LE E vinta. Anzi — vinte. sono se di squisite armonie che negare ce sia ne che molto lui e ; — le gli Odi fondamenta e suo su quella Chiarini. Odi sono il che Odi di tesoro di concerto timani batpressione, im- una anche qualcuno osservazione, ben lore. va- poco di applaudono quelli mi par Il Carducci — barbare è è indegne sono un gran grande prova un di poeta, della Stringi, stringi, le — applaude rito colo- „. ragionamento poggiano Le bellezze ha dicono bare bar- — un buona una è vero tentativo. giusta, e ingegno. cui Le — esprime 11 Carducci — barbare del potenza le ma altri che un sono questo quelli che leggera: gli uni poeta, gran di fra è peregrine critica come differenza e in taglie bat- forma potenza per qualche esso, fischiano di me, da accompagnato La felice e qualcuno secondo ripeto che più. sfumature; e la Carducci Il vede ne tredici e prodigiosa, il merito stupende sono delicatezza Senza barbare concetti arditissimo un barbare e di dei non come poesie, Odi inappuntabile. letterario poeta, tredici Nelle — 8ì BARBARE. ODI sono 1' altezza strana, Odi PRIME e sono la critica queste: che schia fi- impres6 82 CRITICI I ITALIANI sioni, preconcetti, simpatie critica una eretta gli errori le biera, del Doctor dire Clitiimno è come non siffatta se può, frasi le qualunque, studio qualche citare un dizionario, di metrica leggere, del Westphal, Christ, ma e il del è colonne di e letteraria a le ne grandi che trattatello dello di al altra blico pub- se non sce, cono- vuol se di Mueller, Schmidt, metrica a lare par- coraggio del fa vuol compendio, il opere fermazioni af- le Un' logica; un ha sa, Rossbach, piccolo che giornale, enciclopedia; non Odi critica una un di del poeta un presentarsi informazione dirò non di storia una delle ragionamenti. sono di a forma la può fonti lodi, credere o grammatica chiede ne Alle lamente so- mare chia- lodando, può, ; solamente di fatto un più prima alle attaccata Bar- Moiiiolo; Carducci il vituperi o e critica Sior dell' ode che vede ne Carlo signor sdruccioli, che strana, controsensi magnifica scappata, una endecasillabi sono barbare siffatta barbare gli del tuperando, vi- può, i sé a Vcritas, del critica Odi che permessi sciocchezze una le tali fondamenta sopra credere antipatie. Solamente o del latina E dello LE Schuitz libretto PRIME (sono prof. del pagine) intitolato un'altra critica endecasillabi dopo r ultimo sillabe. cose potrà mai 25 La critica piacere vagheggia Barbiera, uno ma del niente mai del grecite a dottor che colla del sione pas- bellissima Carlo signor questo, moìido derà persua- una come piccole questa, verso sproposito ancora non come bocca essi se bocca le forine dica, per possiede non accerta queste ; — Questi dire: sdegna verità una ammiratore che sia di 60 italiani hanno per di più versi insegnerà dica, // Carducci quell'ultimo decima stessa, non ch'ella nn dei prima che sé a Ferro, donna; sono sulla Bernardino di ( non sdruccioli, si accento sia e Il ritmo nessuno, nessuno; pagine) Zanibaldi — 83 BARBARE. qualunque, sono due ODI che ducci il Car- altro ellenico che la corteccia. IV. Ed Parve ora a di critici anche a parliamo qualcuno, rispondere e ai me, un po' più che niente vituperatoridelle Odi seri. portasse im- bar- 84 I bare, non fare altre cento da buono) e pio due Illustraziono anch' sparse altro e del Se fatto, o sdegno Italia avendo si credono del e e' è fatto due cioni pic- Veritas la sione esplo- una e sono critica rente irrive- qualche de' due altro tori scrit- Illustrazione. ragazzi male, licenziati Ugo risposte appropriato) de' del Doctor al Doctor protesta della il pedante, fava, rispose una Coteste contro ed tutto il dottor (risparmiamoci meglio FanfuUa in Bologna cilmente fa- Appendice egli), pigliando vivace prosuntuosa epiteto anche italiana: insieme. una nobile di volte si firmava nella a cennare, ac- naturale articoli quali piccioni) MoììwIo di ai due ma accade spesse articoli Ragione Pagine danno; giovani (com'è operano gente immaginerà anni, che giovine certa non discreto vent' ! che qui maturi. ( ahimè Sior al di di del uomini con della (un nelle i ed degli La giornale Brilli Ma pensano rispose giudizi faccian non il lettore giovine Veritas e sé. all' opposto Un certi ragioni, che che e è ITALIANI già perché non possan per CRITICI un corso senz' che di alla difficile studi aver ssici, cla- professione 86 di fargli capire la quistione che delle cercando e cotesti come di e il Sior quell'orribile Momolo Sior Un intorno il Carducci, diede Le giornale alto di nella sui tanto del Molineri, da lui in rassegna i vari ed esamina di ciascuna il contenuto; esatto del ciò suo che lavoro dice Carducci barbare diretto, un ad parte al ; col passa di esse^ metri sicuro nella che nella prima. circa lungo quale pili il Molineri del scrisse, nel uno e nervi estimatore degno e ad me) tepenultima, an- „. alle (secondo Odi seconda sulla accento intorno poi (se Properzio, articolo uno li come silenzio C. italiane serate tende (s'in- buttandogli e pentametro G. signor parola, dell' lugubre gentile poeta, liani, ita- latini letti tutti peccato il barbaro Diffonde che d' accenti pentametri pel quale in mano Momolo; di tra; c'en- non legge probabilmente Tibullo, di Catullo, aventi parte " con della li come barbare lunghe de' versi l'accento manata una Odi versi, armonizzati anche davanti delle delle e l'armonia noi, legge) ne' versi fargli toccare ) secondo leggiamo ITALIANI brevi di rendono li CRITICI I pili lice fe- seconda i versi Non armo- è E nizzati sulla LE quantità, che ed poesia tedesca; espressa sia, forse la dei e nostri Gli altri versi gli greci de' e quantità latini, cioè i fatti dall' accento, Molineri, lo splendido ci ha S. i Petronio Molineri), sulle Mors e bravi brevi M' è parsa, una la sulle e nonostante e specie stesso tolga lunghe eh' spondei, senza ei li gli metri esa- piazza in pace affermi ducci Car- del Nella odi del speranza esempio il di signor surati mi- essere conto tener scandisca ia propriamente sono accenti, di nient' dico sulla fare; perché ch'egli dattili di armonizzati ( se nonostante degli accenti, tanti che delle pentametri dei accento alla quanto niente imitazione sull' ma signor non i saffici gli antichi, indipendente di e E liana, ita- metrica armonizzati fattore quantità. con lingua solenne ad sono non ducci, Car- del pentametri, la intendevano come nella la lui fermata stesso, sillabe nella da speranza splendido esempio esametri, tedeschi bene cosi la restituita cosi avi. riescono Carducci delle quantità 87 BARBARE. vana lo dal ci venga e è chc; dopo : regole ODI PRIME altro che la verità, di fissazione, questa cosa accenti. strana, del nissima, stra- Mo- 88 I lineri : Guardate — dichiarazione bare e le due bel un lunghe latina. È benedica La al dire e Sior anche dirsi Momolo: tirato il più mucchi queste ci di ciò versi giù francamente melenso sarebbe semplici stato vrebbe do- ma.... il — stato signor Carducci ha che sere es- pure bravo voluto e pentametri prosodia dove troverebbe rettorica naturali lendo vo- quantità, abbia la esametri dice Carducci, il che di metrica prof. Eusebio secondo bisogno loro dovrebb' Certo il e le la mio che di occhi sarebbe quel di liani, ita- gli essa; non me scolaro gli spropositi molto o Possibile comporre anch' stesso?: sé meglio sapere ! bar- esametri con altra, che più naturale, e a sotto sillaba, che lunga è questi richiede la tal la istà; perché spondei, e Odi accenti di metto come e breve, più ragionevole Molineri, vi la tal lunga, è Dio che che Carducci, vostre non ma no, al e distici dattili che versi di brevi, e esser fare, le dire di vero breve, deve fatta,che in odi composti Ma, dice di questi pentametri brave egli armonizzate avete sono ITALIANI qua, voi da sono per voi CRITICI ! — Facendo riflessioni, ricorrere a non all' argo- E delle mento LEr PRIME licenze errori di ODI 89 BARBARE. poetiche dell' prosodia iscusare per i supposti delle autore Odi barbare. Del il contenuto Il molto ragionevole " arditezza era e il esse convenzionale, e meglio veri più e grandi e che non raviglia epigrafe eh' ei non appare Platen di abusato non da veda lui. Ma Carducci die' egli,se vogliasi giustificareun per r opera sua, o se non sono appunto Carducci al mi ; ed fa in con siano io molta^me- suo que' rammarico è ciò la intenzione al : profonda, alcune latinismi chiara dal bene, fare non letteraria L' unico potersi di Foscolo Ugo ed nazionali dice premessa *' forse veste una mi opera la simile di e sumere rias- può sono Foscolo; dissentire posso si „. talvolta aver nel poesia complesso convinzione una canti il Molineri che è non ma nel Sepolcri paganesimo zioni, osserva- della barbare novità, che i buone senso che giudica e ragionato, e Odi dopo comparsa in d' Le esamina delle il avere giudizio, suo cosi. tanta fa Odi, di mostra arte. pare il Molineri delle e dell' dove resto, della volume versi : del tore dell'au- piuttosto un consiglio acerbo chiara, quanto A di valore, eh' elle le mentre le nell'ode Molineri è di fatto quest' altro ingegno e al rovescio signor Rivista molto discorrendo delle considerazioni versi anche assai di del che B., che L. più strano, li ha colto quel nel fatto nel Odi sul al il ficato signi- un giovane precisamente ? 1875 sulle poesie stesso del studio uno Carducci, del (fase. conchiude paganesimo pubblicato avea Preludio barbare, che spiegare che // Preludio molto ciò Come intesi suonano cremonese ben ? le anche leggono intorno Platen chiere chiac- vuote Italia in fantasticando andato chiere chiac- vostre spiegare come no, tenuto con- forme nobili che volta qualche Se questi che un saffica,il mondo altro dire epigrafe. anche più 1' altra: tanto par della parole sono ben serie più sbadatamente! 1877) non Bisogna „. critico le mi via né cosa Carducci costringessero vedrebbe nella 1' una profondi pensieri: se si Il Né — chiare son poco richiedono d' " sulla porsi cattivi, acciabattati,basta versi persone volesse del l'intenzione e " chi a lui aperta, da nuova ITALIANI CRITICI I 9© agosto 20 alcune poeta con sue que- LE E " parole: ste mondo Ora ellenico. di posto i versi, che Eh, voluto empire bastano anche tici;io tento niente i soliti i lor alle versi più che di cosa quelli acciarpatori questo quale forme, etc. „ che ha dice: acciarpatori cache- e perché dire si : credo provino ciancie loro le metter a ben insomma smilzi da versi de' suoi quel a soliti dei meglio gno biso- dà esso (Geschwàtz) nobili suo alcuni Odi sue (Gehalt) da Il nel capisce perché egli pensierucci queste qualche aver rifugiato contenuto il Carducci! dire si chiacchiere corre ad — al 9I rifugiatoper quali significano chiama ci non si è animo, epigrafe importanza poca BARBARE. essendovisi dell' per Platen, ODI il poeta Ed irresistibile abbia PRIME in questi saffici,in questi alcaici, in questi asclepiadei, si vedrà e sime ciancie. franca che Dite che altro sono non piuttosto, vi se preferisco questa superbia ad ipocrita io fantasticando saviamente è. non o una Un' il di Giordani, altra, che altrimenti, m'ha chi non stranamente so perbo su- sana umiltà: superbia? vanis- piace, io però vo' svista — elle il poeta: diceva che eh' e benché^ Superbo si tiene se da è, più chiamare colpito nel- V articolo Un la è l'ide musa desiderio c'è ha Nonostante scritto non il critico un' aspirazione e „; poesie è che bero potreb- tivo, quell'aggetosservazioni, Carducci 11 e' è. non di questo Carducci: del coteste a via che critiche si che e stampò: e Un lo rivelazione. raggiungere Carducci del trema raggiunto non occasione dato cui una di tristezza il male ed male; verso scrisse di in antica. è attagliarsialle un che nel stico di- Petronio S. di verso stanco osservazioni con anche ma bellezza ideale un la speranza gusto della profonda insodisfatta, di perde al quello : la tutta fuggente stanco " soggiunge C 1' ultimo cita Egli : Tale € B. elegia IVe//a piazza della cosi L. signor del ITALIANI CRITICI I "J2 desiderio vano i due strani del di manca ha L. signor un errori B., pregi; concetto bellezza della e assai antica. che ho forse un lascia accennati, po' travedere giusto del tato, affretche carattere 1 94 molle, dolcissimo, r indefinito yerbeer, come virgiliano: o misterioso motivo un il come modulato o ITALIANI CRITICI della musica limpidamente, di Bellini In io di forma salvo posso, nell' eh' egli mi non vi Me- soavemente, giudizio renza diffe- lieve qualche facilmente esprimerlo, consentire ma tro en- di questo „. dell' amico con sentire; con- riesce nelle in principio premette siderazioni con- del scritto. suo Egli è c'è non che dimostrarla le ho di più, partitante un ridire: mi che Non fermerò armonia all'armonia tutta può verso eh' e greco riferirò bene: mi del da soltanto eh' e' recitare in Il verso maniera, egli dice ( se io dirò e latino; nel che forse lui, o l'opinione altri " l' al- pure lo non sua torno in- L'armonia dalla non dal intorno rima, rima italiano, senza che a barbare. Odi delle italiano, egli dice, sciolto accidentale. reca contradette italiano. verso questo su persuadono; dà verso e italiano verso il critico quel ; ragioni sieno su del rima che sostanzialmente intendo del non quasi par stesso dissento nel comprese) giudizio mi le ma necessaria ben della vi conosca è si E il PRIME LE E armonioso numero nella misura sua la 1' armonia accidentale del posa Nemica il contrario: tutti coloro del sulla rima; un' con sonanti gli sarà la undici accenti sciolti essa del riamente po' se- un metrica che ciò meditato della par moderna) le sue tutti i ciascuno, mal collocati; e essenziale più sarà e del o di meno che al posto, ne' ma ditemi belle e vi se quali poi tutti dove ottava; armoniosa — mi Fatemi anche, cotesta Leopardi. non e parole. versi sillabe siano Parini rime accenti ovvia, tanto troppe su con l'armonia se mi cosa tutte rime; di pare, „ perfettamente riposi sugli verso spenderci a talora di credere hanno leggi nare accen- tale, sostanziale, essenziale, fondamen- e ottava che alle nostro vergogno e (e credo Per questo: pace. credo ma ficiale arti- italiano spezzare in di sia verso provarlo. parola, come io credo r armonia del natiiral-mente intorno Quanto bisogna ingannarmi, potrò credono il verso la impropriamente Io ovvio è 95 " poi „. e che BARBARE. ODI Ma temi di- de' versi il verso 96 1' amico, italiano, insiste recitandolo Sicuro, Beethoven, tutt' altro colpa ? del armonia ch'io cosa non che so l'artificiosità parole ad arrivo quanto che che son rare fosse torto il Tribolati parola, perché sostantivo mente propriamente anche del verso tutti e gli di il fine seguente: di un osserverò servazioni. os- occorre italiana si non eccezione le trebbe po- come che osserverò impropriamente formati aggettivo spezzarsi, che tra che avverbi un perciò alcune lingua una l' del- e nella dice, spezzare tire sen- francamente, bisogno e in del possono poesia verso e per il citato quello quel generale: regola una la poi far per tuttavia da chi Che ? dico spezzarsi; possono quindi argomentare se di intendere; farò rispondere: del accidentalità e lo stesso, verso Osserverò rarissimo ma in come verso, non sa parola la — l' arte, non musica della senta, sonata una che talora provi del Anche tare reci- può ci si non uno o del r armonia si armoniosa: che spezzar dall'amico, numero da sonatore di bisogno rima senza male. eseguita sarà è il che modo, in ITALIANI CRITICI I a la nome tanto e' si spezzano il principio ultimo che. E quand' anco di l'indole PRIME dovere solo non solo loro, le italiano verso sciolto proverebbe, anzi, armonia del da potente, che greci eh' io dico dire arsi e non ho Chiarini. ma salda, le delle tesi nei me versi regnavano parole. 1'armonia leggi di meglio le tanto neggiarla. tiran- e appunto accenti che parola sa avveniva l' del- regolatrice conosce e tesi il tempo abbia Martelli, eh' opinione: certo rebbe, prove- Vorreb- del verso dall' ordinato alternare un' armonia tale? acciden- era credo. il Tribolati Jacopo contrario; la sé del tale; acciden- cosa tanto latina, derivante delle è le arsi questo, per Non — Io poveri latino e greco delle i su egli e latini,dove e tiranne onde Tribolati, che greca questo a 1' armonia legge sarebbe verso metrica il alterarne grammaticale, che rima tutto verso contro ma 1' accento la soggettare Il della che me, a pare parole, dalla del speziare, proverebbe non 97 dell' accento pronunzia spostandone ciò b' BARBARE. non natura e ODI cagione per accadesse la LE mi fa la' né tratto ei cita a voglia le parole sostegno meraviglia come di cercare di Pier della egli, sua uomo 7 y 98 d' ingegno cosi che del il nel quando quando Voglio di dire da Bellini, V armonia di versi come anche Conchiudendo, le nuovo e — Ma genere di (debbo dire sicuro : cosa Egli lodi sue Ecco mi poesia l' ho io : barbare Me3'erbeer intcriore non di dere inten- so rima, non accidentale, condo se- poi posseggano rammentino e monia ar- la sica mu- Meyerbeer. che il Tribolati? sillabe; Odi del Tribolati, del e nelle luogo un interiore Bellini menti ele- accenti. mancando del rime; altri delle un' armonia un'armonia del vedeva sente in che, la dottrina delle musica esse. che avere possono Egli chiama e essenziale parole all'amico, prima della cosa corto ac- chiare dormic- l' armoìiia numero due lui. doveva non gli ancora siasi non consonanza il e ci vedeva qualche del nella sta rima licenziarmi come che italiano la non arguto, Martelli scriveva verso che ed povero italiano verso ITALIANI acuto quando e CRITICI I le loda par non tutto detto non di intero va il che molto traverso at- questo a pensier interissimo bare bar- ma poco; vedere gli Odi delle pensa nio; ge- mio? parlando LE E PRIME d'altri; perché d'un dovrei amico?) che invece ODI del che, Carducci, ignoto qualunque, egli o Ma non dico Adolfo di tenero del luì Non nel lodatori e fatto avrebber lo tengano la Musa " ride Momolo, Brilli e dal Ma a rotta mi Eusebio, degli imitatori. barbare poesia quali hanno scritto, pubblicato suo nei nei di Nuova della fin d'ora essi versi loro del ducci Car- gnazzerà sghi- essa collo. hanno il ricordo, si Io ; ed Anche il „ prof paura di si spaventarono sappiano se pare autorevoli 1877 fuggendo, ben se il detto: per scappando Sior quelli che d' agosto dicendo: le più conchiudeva e mi non Odi, lodatori di uno fascicolo Antologia, Odi piacciono. genere delle dei uno degl' imitatori, quella mi non un parlato, lodatori, nuovo non E' fu assennati. se di avrebbe Borgognoni questo genere, in avuto 1' opera ne pilicaldi barbare, ? stesso molto le o parlando Odi fossero riserve, pieni, assoluti, Nemmeno e de' le se dirittura: a anche quanti, senza lo detto avrebbe 99 reticenze usare credo e BARBARE. dal assalito rincantucciava dico peccato però d'aver in che, se fatto lOO I qualche spuntare letteratura, Sior del ingoiarsi Sior sua paura. e più da io e ! ne veda dica le pare che questi risponde: Crede po' un debba metri ne' vecchi — bene possono tazione imi- ho di rallegrarmi questi le luce viste questo sei Odi ben noi quanto fatto af- niente in alla ne gognoni Bor- signor conto uscirono Questo barbare. bravo Borgognoni che bisogno che, po- tiamo dissen- fatto,me dispiace. Mi in buon signor quando senza partecipo non imitazioni il più — A che delle — al mio eh' io poi, del e più scempiata Odi delle critiche che, quelle, come mai la barbare dico e certo le Vcritas digeriscono, Momolo; dico mesi Doctor digerirsi qualunque e si facesse al e il peccato, spuntare Barbiera; critiche purgante, dico fatto Moiiiolo, del della putridi campi soltanto d' averci gì'italiani ingoiano di nei cosa Raffaello Carlo ITALIANI hanno esse piccolo, non CRITICI Ella del In Carducci questi che usati un nuovi. da ? Che — cosa difficile,scrivere più essere italiani nuovi — Borgognoni: caro — — imitatore, tutti fin Ella Anche sia pure qui, mi certo mi o dica: de' più I I02 mestieranti ai e Schlechten — Parnaso di scrivere comodo versi sarà sempre rimati che schon: già è pensò, a' e — un quel pezzo, loro la alcuni che han voglia giovani metteranno via che già studiar a il libro costoro che pili nobili s' è non veri nutrito di molti se si ha non da Se dire. non eh' essi ciò sarà qualche me ? versi studi, che di 1' e appreso dalle Odi L' imitazione delle guadagnato. opere che poeti grande de' versi avranno l' imitazione ingegno di questo: qual' è più culto s' è per di de' impareranno il mondo tanto sia poe- il cascherà sempre pareranno im- nuova non poi dico costoro ha nuovo si teranno get- non studio e' si non cosa Se impareranno scriveranno costoro Borgognoni, caro a pur forti e se sciolta. e e lo poetiche, poeti del far nella cosa e' forme di troni pol- e prima lettura, io c'impareranno dell' arte, ein uomo brav' giovani; qualche Carducci; riposti segreti delle bravi inetti barbare, la dopo son sempre del Odi le rima geniigt strofe per facile senza più Guidi, inventando dei pili Versen gestiimperten Gehalt geringer ITALIANI CRITICI che sono e diocri, me- tutto barbare Sa Ella, fa paura la ne- E gente che studia della gente che per imitare che glie barbare dica? di queir abbiamo di dico e questa mi studiare. maniera di che Vuole gl'imitato de- paura sa d' po' un noi che libertà paura ripeto cademico, ac- altri maledettamente per ogni e gran accademico prendiamo spesso della paura vuole), ho barbare infiltrato ho non bisogna tutta Odi delle I03 come pur istudia; non Odi le lo (studi BARBARE. io dell'arte; perché gazione e ODI PRIME LE liani ita- nell' ossa, di giudizio provazion ri- e accademia. VI. Il Borgognoni fa brevemente, e compiuta, quello classici mei e e la storia poesia sua accennando dei ; scuola; e, Tommaseo, e quali spiega assai alle Odi particolareggiata che Comincia di parla tero precedet- chiaramente metri toccando pel Tolo- Chiabrera esametri del Rispetto alle agli barbare. i Claudio passando altri, arriva scritto suo d' introdurre italiana. Alberti ad del tentativi Carducci, del Battista della prima parte abbastanza pure nella Leon di nella il modo tenuto dal CRITICI I I04 Carducci nella niente ma formazione dice del che avverte medesimo E mi erudito di Carducci giustamente la il Borgognoni è quantitava, " per che nulla o il rifare conclusione coli' ?colla messa epiteto le in e i metri sta predecessori. ce del della non Tassoni, pronuncia quantità, riguarda egli fu noi dette a conchiude premesse ne anche lingua alla classici mai se regole queste del latina;aggiunge, di quanto da non l' opera nostra ordine „ disperata r ha sia gnoni Borgo- metrica, la e del coli' autorità sappiamo lingue antiche; che dire suo quel la la greca come recitazione della poco che osserva il della quistione quel al lettore de' suoi quella a seguaci; Chiabrera. lavoro apprezzare col è dal quale impedisce rispetto confortando lui usati; diverso suoi la Toccando ?e di lui da Carducci del nell' erudito pare i e il metodo lacuna, una metri affatto metodo praticato prima questa che dei il Tolomei quale procederono né ITALIANI " la reputa presa imE altra. la „ bene; in bocca di barbare spiegazione di tanto egli a' suoi stesso aggiunto esso il Carducci bene, che alle epiteto data critici,e sue nella Odi, e Nota, E eh' in egli se somma della lirica della nella trebbesi osservare, nel critica più di delle ben nuova da di la e il ha non liriche nuovi cosi poi cosi tanta poal vero vero gnosa inge- e luce tanta della mica rit- di " che questa di Prescindendo del poi in trova tanta arditi, e spettacoli e, ricchezza „ cosi fantasia metri bellezza, vita, tant' anima, e i una egli descrizione strana era chiama costituire impensate, circonfusi della antiche metrica privi son poetica. nostra di valore sparso Borgognoni possono scorci Borgognoni egualmente mulatti, coni' ei " odi che altro formale dotta, paziente ogni quistione metrica, queste fare antica. però barbare, per la il lingue quistioni della musica trattati, che forse è stessa, metrica rispetto al Tedeschi metri Odi di quello non che oscure Riconosce specie inteso delle che dei della e ciò a pronuncia dopo Nota della Ma Tassoni nostro, sulle il campo IO5 nella aveva ignoranza nostra del BARBARE. fatta italiana. quantità tempo ODI non allargare non dice PRIME dichiarazione colla e LE di ellenica, talune sione pasmosse pensieri e difficile istrumento nanza padrome- I06 trico, da Ed appagato. lunga Il spirito e il rispetto alla è di tutti ha carattere lui, massime ciò per dotti nei addentro di meglio Trezza, alle prevenuto al poeta, " che delle Odi barbare si E sostanza, la concerne è de' un d' metrica, lirico a siano non liani ita- pochi Orazio, 1' orecchio preparato giudizio disciplina,è grande che il e molto la per latino ha sentire e l' del- quelle poesia. usata Il lo metri col armonie altre gustare gli que- cotesta dei segreti molti me, giudicato che in famigliarità sua molta è, secondo perch' egli autorevolissimo; veramente Odi e alla si delle sentito vero forma, critici dei Trezza professor già troppo questa con all' ultimo meglio che di giunto rassegna barbare. preso sor- „ eccomi ora inestimabilmente il lettore rendere e ITALIANI CRITICI 1 che Odi fu barbare, 1' obiezione, di Qualcheduno, classica generò primi che poi una avverte a scrivere fu fatta da egli, potrebbe l' impossibile, che di sé stessa e molti impossibile. cosa sforzò per torno in- già preveduto aveva tentato aver il Carducci de' un il dire la forma proprio, ritmo LE E dopo i ritentarono il principio da quello che in in d' e in in una dei legge possiede e gruppi metrici. la coni' egli inteso I facile nostri almeno della critici si in obiezione canismo mec- Tutto piendosi com- rarsi restau- ciò è fatto; vero, risposta vi egli quale tanta poeta un i ritmi affini. „ dopo, dal ed vi credono e fecero Trezza, esattamente anche nessuno teggia s'at- è latine, che vennero generale cui nella italiane parte che il ritmo per prevenuta ma che movenze più è non vero pur compiutamente in il può non " colle trebbe po- sviluppano la materia critici che così avea suoni era lo non quantità forme nelle di dei formulò è secondo che che „ flessibilitàdi riprodurne la molto la critico, ma corrispondenza Nessuno cui diverso è quelle dipodie con logaidico, in diversamente siccome ciò cosi quali lingua una incarna, le ritmo il risponde antica rono tenta- italiana; che alcaica, trocaiche un che poeti greco-latina strofa una strofa una giambiche può dei la moderna, strofa una lOJ la metrica regge essere s' BARBARE, gruppi metrici; che, regge che euritmico si ODI lunga esperienza una e la PRIME si die per contrappose. di saperne I08 anche troppo, loro, che che e' è che sogno € talora non altri possa invece fuori, altri le si averle Le tazione ten- scritto suU' loro mento argo- che cose cosi nuove, nemmeno dette per di prima che, quand' essi le dimostrate già ha loro pensano trova aveva di trattare. a dalla altri se fatto del presi sembrano zucca che peregrine, cosi sian prima accingono la sicuri tanto vedere scritto eh' e' si dentro sentono a ha ITALIANI pericolo andare cosa hanno si e non di e CRITICI I loro; metton inutili o o assurde. Fatta la vedere il Trezza Carducci, dice dice mirabilmente; €sso classici accordarli seppe che pensiero poetico forme defunte, III odi Sull' ritmo poi eh' Odi è sono e egli il " paiono nel reminiscenze vivente il belle osserva intorno sufficiente fonti del per contenuto risposta di critico, esprimono. al suo Le nuova. e incomparabilmente che i ritmi arte tanta in riusci poeta gotica, soggiunge pensiero del ricostruendo con non tentativo liora, Le del pili che che del stazione, Ruit Alla Adda, che creazione ma chiesa utia Clitumno, del possibilità all' accusa l'unità Ciò „ delle di I CRITICI ITALIANI VII. No, è non dice, la morte paganesimo Lazzaro clic il Panaro, del orinai del antico e anche di ha di pili grande quello un che impedi Chi ben nome più Carducci, del e Natura la chiama si tere scuo- il Cristo se quello Cristo: di pili può Carducci. paganesimo Ella coni' è, non Giosuè chiaìui si paganesimo non pietra sepolcrale, iicìiìììicho la evoca L. il morto; un Io P. signor umana. Come di notte piaceri col le dopo sonno le aveva forze vergini nel ancora e viste provato presso ultim' la del natura nessuna dormente la popolo gran non malattie ma santa mano. ro- giovane, umana delle spossato; al impero l' immortai menti rifare paganesimo dell' tempi sane per il una della abusato cosi il sereno, in che robusto, si addormenta, e che tempo civiltà, addormentossi non e stanche, gagliardo, dalle sano eccessivamente orgie degli Il ellenico ha sfinito vita, cade sua nato giovine un della vegliavano progeni- E trice la egli dormiva, vecchia PRIME piaceri ballano, la alle calma che fa essa chi ragioni del la vita forse quella besi di pene la tomba la divino ed la volta il che a vita Se essere. gli nome si e le uomini di che minciava co- il vine gio- se una fosse non il genere loro co- lare singo- essere immortale, stato fra eterne, cercante vero spirito errando apparenze il e. cilizi, vita, gridante dell' suo ai e umano, che fosse bolica dia- ineffabili eterni nuova una della cessazione non goduti impazzisce di gaudi una una digiuni oltre genere la morte, andata le ella ai Fu fuor era dei calpesta, disprezza vivere dormente sotto vita, del colla sempre orazioni cotesta particelladel che di tormento. un pazzia vera la ad ghignando, serbate godono aspettano di memorie le Mentre simile farneticando terribili,misteriose l'arte. e umana, cui a cuore, stranamente che natura oscenamente sul danza andò BARBARE. ragione pinzochera^ chiede ODI figlia di lui, la la e LE pur inconsci Satana, era sareb- umano spento. Quando lo cominciò strano a farneticare rimettere della della sua umana gione ra- intensità, e I albore un •dell' di civiltà occhi; e, il cumulo benché di ITALIANI nuova anche medio, evo CRITICI il secoli di quegli d'arte brillò occhi delle leggieri sprazzi La sostanza letterario monumento Commedia, andare secolo tica è giovinezza suo meno Che buccia e le del Roma importano Le le più grande la Divina A della lotta La fra che ne an figliabel esso può e co e i oramai Roma italiana, la fu nello spiritonon latina forme? del tempo che durano d' Augusto. importa cattedrali^ i preti, le pratiche religiose e sua meravigliato; lotta poco destarsi, dalla XVI, secolo della esteriore? altre finita. come pagana fini di terribile nemico, come cristiano. balzò, fresco una opere la superficie. tempi, e al mondo allora papale de' nuovi accompagnato mezzo considerarsi Roma ed prime del rore, er- usciva furono spirito paganesimo decimoquinto cristianesimo lo d' e che soltanto medioevale tutto il però lissima, in minciò e luce ma colorirono che gravasse là sulle letterature; nuove gli aperse umane della e qua tenebra superstizione qualche fulgido raggio da la paganesimo le menti sopra tanti diradare a e messe dureranno la E Ma ancora. LE PRIME ciò vuol cristianesimo, del medio del eulta fa degli larga e risposta può, secondo P. sulla c'è morto L., sai tu, mio ? Tu morto Tu se n'è le quali inerte bel di di cadavere; morto sacri del basta il desiderio che me non e scuole sai che bastarono Manzoni: dei Padri riusci Chiaptni. sia ci vuol espresso gli della la Chiesa chi giudicato spre- altro ! dal Chiesa. Vanissimo e di Roma sostituire il gl'Inni Tommaseo cristiana, che e in vita bastò non lui freddo bastano di di membra, terra, non e scrittori dalle richiamare a questo spirito via la è il cristianesimo. è lo volato pezzo Cicerone, Orazio, Virgilio,e Non la e Ella, signor sa me, ingombrano ancora gran opere ma Panzacchi, meglio meglio un dalle due quella risposta chiunque bara; caro lo sai sai da nelle L'antica di più sincero. e Un conclusioni del domanda questa libro 13 quello parte Strauss lo contradire me, spirito nella A ultimo suo alle né lo che ancora piena fede; nuova vivo moderni? del 1 cristianesimo, ch'era uomini prime parti BARBARE. forse dir vero sia evo, ODI non dire ban- pagana, ad essi le desiderio! pur si tanto 8 adoperata era di CRITICI J 114 Roma per antica messale, e sostituirvi mondo ad essa nelle maestri che anzi sapere che cosa ai spiegatori e cacciarli nono amico ! sentiva anche gli di decimoMa vedi, eh' esso preti, la grande attestante immanere perenne un invece po' sopra, un fatto studiato; dall' ambiziosa modo ed di fatto, importuna vedere o di che e tu ci degno procede non erudizione, sentire par facilmente importante molto ti ficelle,se una persuaderai ti un che pagano, convenzione, una essere ticolar scire riu- potuto attesta suo compianto eterno diventato eh' è il di opere gentilesimo del porgersi secolo i vettero, do- uomini. Queir mediti modo questo per stessi delle nel sentirono non spirito dello potenza fra che quel preti medesimo voto cotesto i Tommaseo? Niccolò di voto un intellettuale avrebbe scuole dalle gli sero divenis- e facevano, e del che scuole giovani quei pagani scomunicati; a latino educazione della lingua impedire moderno; senza grande il barbaro gentili entrassero il fondamento del la distruggere riusci non scrittori ITALIANI del dal par- tale o E del tal altro più antiche altri per r r dell' Foscolo, del Carducci, il di a o ho e di in sacri questo del gran ler, Schil- dello Grazie le gotica Avresti tu. fonti dalle quali il sentimento sono il di che di dirmi concerto e di l' del- Goethe, del Manzoni Dante paganesimo moderni piacere gli né s'irraggia lo spirito e Orazio, il Shelley, Chiesa il misticismo quelli altri Fammi pensi degl' Inni essi le né Elegien anche che forse scritto né la e si scalda d' che dello Leopardi, dirmi gnerei vergo- Rómische piuttosto non tutti nominati? paiono le pagano e Virgilio, di Catullo, Heine mi Grieclieiilands un cui cristiano, 1' ascetismo Manzoni; Io molti e Svvinburne, del migliori poesie, tue tu abbia Clitumno sei tu che molto puoi insegnarmi non né del il né radici 1' Adonais né i Goder deriva, il fuoco del te, che a Hòlderlin, coraggio delle ampie, Proserpìne né del ed tu la Primavera né origini e la, ti vo' dir questa, Keats, to II5 credono. Benché del Goethe, forse va' ma, BARBARE. ha non ridere. esametri del ma la lezione far Hymn ODI profonde e Hyperion né poeta, cose; ti farà PRIME avventura di tante LE : sopra che che di cosa cosa musica ti Il6 I che pagana de' opere di fuori suonatori è dei Confessiamolo la godere esplicando in pose per noi diletto e forze e di nostro dire scienza co- la rivendicazione solo r abolizione come di cristianesimo dice — letto, di- e ciò tutto eh' ella i ducci. Car- del e vogliam gloriarcene; delle paganesimo Alberto terra la dello compianti possiamo il sto Que- nostro. essere possiamo e della tutta natura, bene nostro più vivere alla Swinburne, del paganesimo, solo del dell' perché barbare siamo non obbedire pagani: Odi è, chi operosità, e adempiendo vogliono altamente, il certo con- la è vogliamo altrui, il fine Si, noi siamo perché poeti noi noi : pel Schiller, del Leopardi, dirlo de' e : esercitando altro non filosofi vita, vogliamo di grande significato,perché pagani modo questo e siamo bene pel dei numero gran quel francamente ed paiono me umano. genere cristiani, noi ? A nel alto un bocca per moderni E dalle maestoso e che tono, senza del e concorde inavvertita. passa non parla s' alza ITALIANI più grandi poeti nota una CRITICI Mario, sul non cielo, tetraggine inveterata " non vale medioe- malattia di Il8 pire di o non gente di molto facilmente. Il di capire senso e Rizzi ha trovarsi deli' ellenismo Raffaello anela alla qual è Chi e inteso agli occhi i frammenti fra dal cuore colora in dell'animo r ellenismo allegorico, è il ma a prodotto e può di un poeti che quello il sentimento la per mente pure non tre men- corpo; metafisico lavoro interamente letto de' due quelli del tutto ha e alle Grazie visibili ingegnosissimo, essere compiuti, greci. Inni di è cordo, ri- idea, la Grecia, piccola: fantasmi mi artefatto,che passando e Foscolo del sottilissimo significato non ben se 1' ellenismo non Carlo signor veramente dtgV sovrabbondanza è e col Carducci, del poesie eh' ei giudizio bella ogni differenza quale straripa si avviv^a le che sa Carducci del d' capito invidiabile antico un Foscolo, aliti del questa passa è ha gli spiritigrecamente letto Foscolo del nel la tutta poco quale disse, madre ha studiato Il come quello la Carducci, del che fede buona accordo, il Carducci avere, senza di quello anche d' Barbiera. che egli ITALIANI voler buon signor fortuna fa CRITICI I di il cui ed sione rifles- riposto compreso E senza rivive nel le favole e, a se quale non mi hai ne di permetto Foscolo la in Cosi del Grazie dall' autore filosofico stando tutto le opinione io cose, all' ellenismo Carlo signor tutti a gì'intendimenti, intorno un' bai-- splendide sue sistema un chiave. avere quella a nelle rimaneggiate Carducci del e perciò e puoi penetrare non Odi significato: nelle sono dire, rifuse del suo, Nelle pili umana, naturale suo II9 mente. paganesimo, antiche cosi BARBARE. di sforzo la parte accessibile, del forme, ODI PRIME grande un bare LE del affatto traria con- Raffaello Bar- biera. Vili. Ed a' dire dopo ora, fatto aver giudizi altrui, sia qualche cosa di mio tante chiacchiere consentito anche sulla metrica torno ina me Odi delle barbare. Il Trezza Orazio si " : trascuri tutto de' E scriveva nella vergogna che cotanto lirici. „ la Questo introduzione nelle metrica lamento, al scuole dei eh' italiane poeti, egli suo sovra faceva I20 cinque anni or un e dattilo, un vai pentametro, r aiuto delle il Regia passare piliche dal liceo le della le stanno ancora italiana; la quale può affatto abbiam nelle eh' io adattati la latina. italiana dell' abate è Condotta scritto secondo scienza è la i dirsi come ne e monografia trica me- gni s'inse- d' non mento insegnaabbiamo della zione versifica- oltre che principio principii alla quale libri Berengo, 1' organismo non della e non latina. che Il Trattato bella tutto giovani quanto cose sappia, nessun senza nostri metrica gioventù, per qualcuno della alla è questo qualche cosa), scuole; nostre nemmeno, professore leggi fondamentali, il meccanism.o Peggio (e col- assieme del i sapendone significaconoscere e occhi un magari, mettere metrica di esametro, anche distico un per sappiano ch'escono agli noscere co- trocheo, un un parjiassi, che latine che spondeo, uno giambo, un saffico; sapere della possano fra e' è scandere sapere un parole che anapesto, dicendo; quel per giusto oggi; perché men differenza la sarebbe, non sono, giudicare io, posso ITALIANI CRITICI I i lisso, pro- scientifico. resultamenti dello Zani- E baldi LE 11 ritmo composta vi Dio del letteratura di di già di Io giorni una il ho nella di provvedere molto con dal di la trascuranza Germania, che dove la scienza in hanno è della di nata, che non metrica può liana ita- Paglicci egli la per e si questi tali studi ingegno versi stro. no- metrica Anch' Aquila. e difetto al vergognosa, poeti tirar giù francamente In mostra professore Leopoldo davvero uomini altro mincia co- fra quale di nome tornano. dire, antica, e mostrata. di- essere importanza sulla Liceo trica me- lingua piacere dissertazione del trascuranza vediamo qualcun bisogno letto di tale di di bisogno Zambaldi, lamentando noi; ha Italia cronaca tica, an- fatto,come liceale e in pubblicata metrica elementare anche bella gata Spie- sapessero scientificamente e lo sentire sentire studio uno italiana, non Oltre che di sapere ginnasiale corso nostre utilissima. sarebbe razionalmente parte alle vi entrasse! giovani a dovrebber L'importanza è, parmi, non diretto ch'ella insegnanti che tanto BARBARE. italiani; ma versi volesse abili ella ODI intendimento pur da quel nei con scuole: PRIME e abbondano sciuta cre- 122 anche i trattati ce sono ne non in facile molto metrica, r armonia a chi delle brevi, di abbassamenti colla collegato quello in verso, il cui volte Come fra i cadeva il della nano goverè se è cessario ne- utilissimo e Di non della sopra una avvenire tità quano elevamenti arsi e strettamente elementi, tre riposava ritmico) verso lunghe tesi, questi U accento il piedi, la essere l'ultimo. potesse quali che verso, degli propriamente coli' si incontrasse loro arsi quantità. accento sé a studio leggi dei alternare era lo costituivano numero il cioè voce, ritmo, o voce, il erano 1' ordinato e dio stu- poterle gustare. principaliche sillabe, lo lingua. poesie, scriver soltanto latino e della nel cia Fran- in capitolo un che parole vuole elementi greco di delle chi vuole Gli ha intendere a scuole; Inghilterra esplicazione delle come a in tutto; grammatiche buone le per femminili; nazionale metrica le tedesca le scuole del mancano tutte È metrica di fin per della ITALIANI CRITICI I del 1' essenza (elevamento che importava parola; sillaba centata. ac- non quello Bentley, sostengono, tissime mol- anzi che che cuni, al- cioè i E greci PRIME i romani e distinti noi s'intende ma avvenire poteva che che sul re parmi, anche di confutata da anzi del opinione " dee asserisce del cagione leggersi i due Quando dovea altro acuta, accenti [De un verso è di essere eh' tradicendo con- essa testimonianza in quel vohicres di mutato „, la metro, penultima vohicres. cadevano non da suono C comune. in rittura addi- appena dice che sillaba, la parola prendeva favella tire sen- Mueller dalla mune, co- lere preva- questo Bentley, peciides pictaeque per verso far tanto Luciano canto. canto. dico dovea render non parlar impossibile apertissimamente r accento nel del al accenti: Quintiliano, il quale sillaba nare: immagi- poetariaii latiìiorinn,Lipsiae, 1861), metrica Virgilio avvicina rola, pa- ciò effetto ritmico nel della modo ogni essere i due sentire fatica a per si r accento air è ad grammaticale, sensibile facessero 1' accento e non recitazione, che distintamente I23 pronunzia possiamo se doveva, BARBARE. ritmico che cosa ODI nella l' accento e è Nella LE la desima me- necessariamente quello più, sulla che nella aveva medesima pronunziata in parola un modo, in ritmico altro poesia ciò tutto stupendo sé, piegarsi piegava ma liberarsene. a le poco anni dell' L' differenze impero parole nel ritmico sarebbe evitato anche da' è quello che vero trattatisti che essi cioè della verso poeti greci dice di il metrica abbiano in poesia quel e dell' età che dell' e cento ac- talora classica, recenti antica, alcuni ultimi ordinario effetto più poco parola. avvertito dei uno del a nella suono per stato in a negli linguaggio nel prendevano fece prevalere comune dalla togliendo fra si procedere quantità, contrasto ci e sentivasi col 1' accento ganismo or- naturalmente tendeva romano latina propria; comune, di di mente necessaria- compagnia e della accompagnata avvenne parlare accennato delle elle il nella e greca tale Onde che finché che specie doveva indole labe. sil- sue metrico una lingua grado, disagio, a sistema come la senza come tempo, la contro di buon musica; esso cui a delle manifesto resultare era 1' accento che nell' altra o parmi latina e greca una secondo complicato e a modo, nell' cadeva Da lo in altro un ITALIANI CRITICI I 124 W. casi ed se torevoli au- Christ, tentato 126 I nione il che la quantità. lo Zambaldi dalle Odi lirica dei il barbare, greci ben altro sia d' invenzione Niente di certo Il Christ verso. derivazione una di Grecia qualche nel dell' tutte le Ma, dice Lazio. origine, altre fra di al e all' origine eh' e' sia una che di un dotto pro- asiatica, il mile) verosi- più dalla passata risolvere certo al esso eredità pare verrebbe ritmico. tutto popolare questioni poesia che si potesse ne la baldi Zam- irrepugnabilmente gli melodia Se lo sere es- possibile (e ciò perfetta dire, intorno o ha metrica con mentre italica sa la si contenta provato si quale occasione su il saturnio spirito latino, dello su che il latini, scritto altro anche accostano pigliandone Cherubini quantitativa, il si Cherubini, materia. senz' fondamento per articoletto un dei e della mette o prof. G. recentemente, conoscenza esso abbia opinione questa e pubblicato saturnio verso A ITALIANI CRITICI la questione molta luce saturnio verso si riferiscono. Ma, teorico gli ammesso del antichi per verso indubitato sia saturnio grammatici e i che quello lo che schema danno trattatisti, bisogna E riconoscere trattato PRIME LE lo con alterato. E che, specialmente Anche il Bartsch in col l'accento ci fu contrasto, la quantità, metta, dice del poesia ma dice da ad tutta titativa. e cita accenti, ed altro la sistema. più Attribuisce antica però massima di cale, grammati- romani rono cerca- d' accordo quantità; dove ma, Zambaldi, fra la dubbio non che si Secondo poesia anch' benché è il la è quantità non con appunto d tentato Christ, de' romani egli titativa, quan- nell'antica antichissimo rustica, eh' invano vinse poesia seguiva canto re die tanza impor- mettere Lo un De unii gli antichissimi presso il ritmo Catone, egli, ad ridurlo vece, Lazio l' accento; servato il della fuori parola. Vers antichi „ essere verso, della la notaio il saturnio come negare del dell'accento 1' accento. non può sere es- saturnio, riconosce possibile anche si parte dà Gli principio fatto ogni piede poteva verso " nel era 1' accento l'influenza fu quanto esso saturnische nel scrive: quando eh' seconda ( Der quantità altresì esso nella Langzeile), che alla 127 parmi, influenza grande altdeutsche Zambaldi, nemmeno, avesse BARBARE. libertà,che tanta con ODI è poca in quan im 128 " dice nei accentate nel negU ultimi ritmico della fra accordo metri il saffico Nel medesimo pubblicava a Bonn la una Romani e conclusioni Christ, già lo si più delle ragione gli dei cidono coin- parole. in cui greca e romana, di Oscar Christ il usciva Brugmann numeris cum quali, dopo indagini, giunge con innanzi, molto con settario jambico accentus alle l' del- tutti ritmici 1874, in cordano ac- Orazio preferire a a perfettamente messa l'accento alcaico, nell' ultimo accenti verborwn minutissime anche che questa Queiiiadmociiwi Le per principaliaccenti Metrica si accordano del i dissertazione veteres consociai'int. V anno sua titolo: questo da e cogli spesso più è Nota verosimile accenti i due quali specialmente ritmico esametro parola crede e determinare si lasciasse altri piedi dell' due insieme; sillabe le porre „ 1' accento e evidente, trimetri. dei mezzo di 1' accento dove commedia sforzo uno Corssen, luoghi come forte, mostra dal invano negato che si — tino. la- verso della dialogo nel Specialmente egli — nel grammaticale all' accento portanza ITALIANI CRITICI I in la essa genti dilitore, l'au- opinione prima di lui, E dal LE Boeck, che nel pur il per Weil. dal eroico (De del parte Nonostante dopo i nuovi abbia sempre compiute antica ricerche; opinione abbia del del generalmente senza il Chiarini. di versii di esse mile verosi- poco nella dei due ritenere che attribuì Humpreys, la se cale grammatimazione for- sulla lingua latina, influsso o fondatissima influenza tale più accenti ad e come pure 1' accento grande nella stata anche più larghe questione, sia " soggiogante e considerando e una dell' e nuove possiamo gli in materia, questa romani verso Humpre^'S l'unione Brugmann Christ avuto fatte, cercassero verso importante quantitativa; noi r del dei dall' V autore romani tutta bisogno poesia Ritter, dal furono me, pugnata, op- la discordia. che la ed momento venendo ; detto studi risoluta non accentus i prima accenti, nella ricerche secondo conclusione, che seconda dal pubblicate, anno singolare e, questa Ritschl, Corssen, dal lieroico,Lipsiac, iSj4) a I29 dal e Identiche detto verso BARBARE. ODI Hermann Bentley, dall' oltre e PRIME la quale che, importanza, de' modelli greci, g 130 CRITICI I forse avrebbe essa che accentata ITALIANI inchinato alla alla poesia più presto quantitativa „. IX. La metrica è ad base eh' essi, il nel Senza fra bella credo stata quel cosa il pagana, che la la naturale a dominare della che alla suono ruina della metrica lingua latina metrica contribuito di dell' in di nemico io quella accento signore assoluto, cosi gliore. mi- sembra cristianesimo, tendenza prosa, la il mi terribile interiore causa come tre al- estrinseche, principa- chiamerò esse ha accenti, abbiano classica eh' io cause, alla che che, indipendentemente parola comune, che quella ad ogni tità quan- perfetta, e confesso ad negare di verso parlare dell' età romana io ma la ricca più musicali, mantiene ha essa lissima molto l'accento: che fondamento per elementi da quello ha dubbio senza quanto per che quella del quantitativa basterebbe ogni me per ruina sia ticale gramma- come nell' A verso. non il era fatto monia ar- strare mo- turale na- che E a della lato quantità poesia viveva nei Senza di bel un facilmente La la popolari la le doppio altre, io davvero pronunzia arte si lingua poco Se lunga quantità ad di intendo per classica stinta, di- essere delle tempo come scuna cia- di cosi sua esattamente lo dere sca- potesse, la essenzialmente tanto affatto e le aventi, quanto stesso sillaba natura coltura zionale; conven- convenzionale e la fatto nel di e valore. e gua, lin- sulla richiesto quantità, lo tanto lunghe che una per perdesse cotesta come a della e della che di non in fondata quale avessero une il pronunziate dell' sillabe arbitraria stata rola. pa- avrebbero riusciti arbitrario brevi. fosse della cristiani credere a la per mica rit- distruttrice. delle di dalla poesia accento sarebbero loro più due a che dall' non ma cosa legge sillaba presso canti molto anche equivaleva senso regolata ragionevolmente qualche e credo scrittori nell' opera inchino I3I degli classificazione io BARBARE. i sacerdoti ciò fare, brevi, benché avesse ODI unicamente governata avuto PRIME LE cittadini dai sillabe alla dificarsi, mo- si durata, il derassero consitutte CRITICI I 132 Per quali ragioni parmi le opinione la probabile fosse soltanto aiutata dalla la non del vittoria metrica Avvenuta poesia; la le forme finire col leggere secondo non più Mueller delle la la quantità sillabe comuni, naturalmente Anche di questo r origine In molti più usati, il nella dei numero unica il Orazio, di e ritmico, delle si poesia può, stessa lirici,che delle del sillabe ma si non quella, misura numero fatto metri Virgilio assurdissima tutte sopra nevano mante- classica, dovettero prevalse e turalmente na- antica pur 1' accento e andò parola. Quando della quantità, chiama di sulla popolari dotti, che metrica se pronunzia retta i versi l' accento secondo senti della lingua. dotta? poesia stessi gli e canti trasformazione, perdendosi della dei detta la mente grande- e trasformazione cotesta della nella della stessa ritmo quantitativa classica possibile la che espressa, metrica natura molto mostrarsi me resa fu altro fatto, che Di da dell' antica trasformazione nuova ITALIANI il che dottrina venne di- verso sillabe. direi della sono veniva quasi, età vare tro- sica. clas- anche ad avere i ^ 134 siste in CRITICI ciò^ che nella fa l'ufficio ritmico, Errerebbe nostra certo d' un carattere e mutabile la tutte che chi italiane in l' altra brevi, romani, Per tità quan- Ma è ci partire forse labe sil- le tutte 1' una di greci e inesattezza quelle il trascurare sia non una cosi son de' modo non tempo categorie, al lunghe, pensi, ri- si sillabe differenze le fino incerto più che le sia quantità una molto e nella il medesimo grandi che alla ci poco ma cento l'ac- anche non che commetterebbe Aggiungasi che che due latina differenze. piccole la secondo verso, diverso, pretendesse maggiore molto versi esattamente di che quantità. pronunziate: maticale gram- comuni. facilmente s' intende piccole, rispetto credesse latina. della essere per com.e chi molto richieggono nella ne' nostri e l' accento faceva le sillabe e punto un de' che però a ad italiana considerate vengono lingua ITALIANI ha nel e che, parola la la secondo medesima maggiore discorso, specialmente le la o può minore sillabe sillaba zione colloca- diversa ond' nel avere importa-nza essa accentata, è posta, com- pos- E venire sono PRIME LE lentamente a i senso ora versi due Dante, Ahi chi dura che verso cada sillaba del nel de' uno vera e questa regole si grande secondo del ritmici, e di quantità in su primo la quel- e dei sentita sia nella col intima pensiero grandi ciò e Né artisti. si dai ferenze dif- quelle formazione riposa esse lingua. sentirla ritmo segreto possibile; ogni non nella conto dire, lasci e distinguere per sarebbe reale col quella lungo a nel dura su accenti esatto tenerne sentirla, parola benché più no? non mi insista parola principali Assegnare verso, t'apristi? non voce della primo, secondo e la come prima perché terra, dura. terra come passammo sente non sulla nel I35 più ora Leggendo Questo del BARBARE. pronunziate più rapidamente. di ODI non la tanto, per- quantità creda che poeti; anzi unione poetico, della sta il 136 I ITALIANI CRITICI X. Forse, quando principi!, ad sieno le la di meglio, ciò, che di poesie e di Dante, Rime del metrica, fedele, anche Petrarca ebbero l' introdurre Pure nella antichi nella le gentili da Pistoia latini impossibile questo italiana diventò fu le e la consacrato lingua trica, me- poi Commedia Divina la rustica dell' Europa Frescobaldi, di Cino Dino quando degli latino origine plebea. Quando sua gare, inda- giova sorelle sue care appli- qualunque non dal nata occidentale, rimaner alla qui altre le come Ma, latina. lingua nuova ne' suoi era impossibile stato metrica ragioni italiana lingua sarebbe non essa la amò la nuova la trica me- bile. impossi- un nel tentato colo se- XVI. lo come starò non dissi, dal classica del Carducci: non a ripetere Borgognoni, che la dei precedettero piuttosto noterò, fece, che il metodo fatta, storia, già tentativi di trica me- in Italia quello ciò che gognoni il Bor- tenuto dal To- LE E lomei nel la prova di quello nella due di grandi ragioni, dei primi: quella buona gente che di buona metrica poteva sapere antichi non accenti quantità ben la derivante buona cotesta dei comporre trascurando versi l'accento r unico il valore. impossibile, che in quella tanto buona erano gente non derivante dalla solo ma quella grammaticale; la la cioè cosa Ma idea tanto fare e rando trascu- sentivano parrebbe è incapati di di quantità di cui erano convinti gli conseguenza secondo vera. i versi secondo ma armonico fosse non ne se la felicissima ripensarci bene, se poeti, leggevano grammaticale, elemento A idea, italiani ciò, che che quel che ebbero non erano dall'accento gente in non ritmico, accento delle della sta l' armonia verso dall' e che quantità e che e poeti. erano que' tempi, da una grande, sapevano secondo diversa tanto non diverso sta ragione gente, a nel più tentarono più tardi; metodo l'altra latina lui con rifecero la e grammaticali, sentivano loro la I37 affatto è questo riuscita e XVI, che diversità Cotesta quali primi secolo coloro BARBARE. ODI altri i dagli e PRIME vera, nella qualche 138 bello di cosa si come che di e disputando a Roma raccolta una nuova le Regolette della di prosodia con delle leggi della nette di cesura a Non difficile / essere cosi (e il grammaticale, poesia del a pagi- il Pallavicino, dice volessero canto cigno) canoro nuovi canti non pili delle di che immaginare dietro cui aveano volte) gli autori tenuto sero doves- cosa usciti soavi metrica. principii di assurdi avvenne dieci ; le davansi e Tolomei. del è dietro come tità quan- scrittore^ potevano lo soavità nuova [quasi le voci italiana ritiramento specie una la quanti invaghiti,come a della andare del e che, secondo roba servire lingua de 1539) leggevansi determinavasi quale nella sillabe regole et in in pubblicata poesia toscana, nuova la dialoghi, ( Versi Roma, poesia toscana, la nuova distesamente e versi loro di intanto della ne' suoi ai-te Pallavicino Cosimo da minutamettte questa ! E loro 1' autore Tolomei, sentirli bisogna dell' opera stava tutta che buono, Claudio poesia toscana, fondo ITALIANI compiacciono messer ben CRITICI I fuori Quando che della conto, da avvenne quell'accento nuova gare vol- si cacciasse quasi loro a ebbero piadei che sentiamo noi fortunata combinazione oh la nuova! I lontani dal darne il dover un' da suo, odasi ma : del colpa asclepiadea, un dallo spietato poeta: Et beltade Che posto S' ha L' autore che M. i ogn' nel il altra Antonio primi due asclepiadei, composti amico del essi quasi di mio bel 1' accento, pre sem- liano ita- verso strofe accento donna ben sono prima di erra a misericordia invano questo il nido — in fatto povero vaga rara mezzo veramente po' questa implorando smarrito, Passa buon dove caso fu ha poeta, condo se- quella allora canti liani ita- letti diede, idea, perché una di versi Borgognoni dal recati saggi nuovi dei ascle- loro quando ma, si non soavità senza parola; metri, penta- e ne' latini spesso della l'accento allora esametri 1'armonia armonia, un' che sedi saffici, i i loro giambi, I39 quelle medesime in latino, i loro verso i loro BARBARE. ODI insaputa nel teneva PRIME LE E gratia, sole. Amore de' suoi lumi. Renieri versi cioè da di d' Colle questa uno ci fa strofe spondeo, pere sa- sono un dattilo, una ITALIANI lunga cesura ferecrazio, composto un e altro un di composto buono uno asclepiadea? com' accenti andavano ne che latini e Io e' è, che letto va (nota voce si ferma quali cade non lingua 1' accento accentate: fare una a nostra sentiamo. la anche più sua che egli e la citandola, re- gli sua all'aria? sodia procorgeva s'ac- quindi erano non nella verso ciò la versi né senza comune? noi un che qual- secondo recitarsi semplicemente anche che e sua pur egli come gambe versi senso senza dissi come i suoi la e sarebbe schema suo a italiani,ma né verso il gliconio, recitava, secondo la certo tilo dat- dattili. Meniam s'accorgeva grammaticali, se ci terzo un un metrico dovuto ma egli due e sapeva avrebbe spondeo, il quarto e quali ma : dattili; il uno schema suo alle r altra e strofe il ridire da di spondeo uno intorno cosa due a spondeo; al poeta prosodia, r CRITICI I 140 Chiunque legge italiano, si accorge mente facil- lo lungo e Zambaldi) sopra distinzione le che chi volesse di lunghe la sillabe più rapida scorre onde la quantità lingua sulle labe sulle sil- nella e sua di nostra brevi, I 142 è facile vedere la quantità Ma che di intero, il fatti, spezzando Di cade la settenario un corrispondente sesta, logaidica; tolta ad e nella r anacrusi seconda bisillaba. corrisponde accenti ad tiamo sen- versi sillabe. parti prima ove parte prima, quarta un' antica parte Al centi. ac- noi due due nella sulla cioè due due di in verso accento con di scemato sentiamo noi cesura, alterato l' armonia 1' altro alterata spostati e cosi verso armonia, un' italiani, uno sillabe nel rimane secondo pel quattro anche pure ITALIANI CRITICI tripodia decasillabo, un detto e letto esametro esattamente del questo Carducci, miete Ora piadei bionde le M. di armonia, " ma Passa Et la dobbiam ogn' altra beltàde noi rara, grappoli leggere Ranieri Antonio secondo leggiamo un' vogliamo come i anche spiche, strappa noi quésto dònna, mio Se di bèi sentiamo ci pronunziarli vaga ascle- due i Colle? da quantità, verdi. cosi gràtia sole. „ : li che, (Avverto rara bèlsole).Se cosi, doveva legger io abbia 1' accento li poi solo ci latino Diànam non tènerae diche di r armonia Dei del Renieri tre stesso ogni strofe, 11 quarto, è sembrami il che in r ode e suono, tre invece quale delle l' del- di ci sento che è verso, da settenario evidente me nell' ode quinari caso regolarmente cinque apparire maticale, gram- sono verso di strofe nella un è li non per Il solo suono come formato ma che riuscirono accoppiati. sdruccioli 10 soli ma; pri- Cynthium asclepiadei versi dieci sulla determinato. verso nessun come 1' armonia italiano verso un cosi vìrgines^ quinari sdruccioli, di coppia una a e accenti, Intònsum, pìieri,dìcite corrispondente sole 1' accento sento ad letto bel leggiamo, secondo vaga sillaba, parole 1' autore, non asclepiadeo pronunziare due le che sola una I43 seconda sulla pronunziare in unite BARBARE. bisogna come l' accento con bisogna ODI PRL^IE LE E un ha il sempre settenario. riferita strofi onde è un tonario, ot- componesi sdrucciolo. che di terzo 1' autore Dal che non I 144 tenne fece de' versi diventerebbero Tribolati Il poco che Tolomei r assurdità della ragione quei avere poetico. cìiten stato e bedarf, dico toscana versificatori che, gittato povera parte mi — versi nelle non cosa dei solite loro tante fatto e la gere aggiun- mantengo, Platen, edlere a de' suoi canzoni come altre ehi fu il non Sclilc- — geringer tiefcGc- Form frullare della parrebbe, di lo e strare dimo- a essi geniìgt tornano e loro favilla .d' ingegno del die dei riuscita nessuna contenuto Tolomei del mala Vcrscn il se madrigali, più que' del piacemi dissi, della scìion, Wcihrend danken e Io gestiimperten Gehalt Ma amico sistema bastino da non di essi saggio che riuscita. Tuttavia il e tentativo ragione al ciò per- che e ciascuno a intorno parmi del mala un' altra fondo amici, osservazione. una che in e il mio se detto recato, me versi, son nemmeno de' suoi e da ho grammaticali, non appiccicasse rima. versi che versi bella una accenti degli conto ITALIANI CRITICI pel capo; poesia nuova fosse compagni ne' soliti sonetti di fatto poesie contemporanei. della è, non gior mag- E ODI PRIME LE BARBARE, I45 XI. tentativo Il anche in metrica rispettiil grande nessuna la rozza grande e pleiade, e della dire che Là nascendo allora allora stava evo, altri cogli e l'influsso sotto difatti tato nobili- del medio Ronsard là certi per ancora terminata ; ma, col anche e aveva fatto fu più propizio. letteratura nascendo appunto si possa d' arte opera metrica nuova XVI; fosse terreno classica secolo nel Francia attecchì, benché non la della poeti del rinascimento classico, la poesia. In Italia invano di antico, e leggere aggiunti pubblicate da del parte in fine delle Becq e Mablin mio giudizi Charpentier,1874) Chiarini. del sopra lavoro poesie le scarse metro tale è forza tarmi conten- pochi versi scelte di lui Fouquières de in su M' sui diare stu- desiderato poesie francesi i miei L. ho io però le mica può non Sainte-Beuve. dal questa di fondare Baif E tutte citata per ricco dissertazione una argomento del è non vorrebbe! come dunque chi (Paris, notizie che io 146 I intorno a siffatto metrica antica D' ho di ques ^aise, Paris, 17J1). Ma anche mi certe del che l' del- langne franho che pale princinel medesimo gli altri non vedevano e duto ve- stanza abba- l' errore quel è il Tolomei stesso, conchiusioni a francese tentativo la il poco venire la francese sur affermare di e caddero quale di permette secondo Fouquières Prosodia nella ( Remar abb. poesia nel trovato e Olivet ITALIANI tentativo Sainte-Beuve nel CRITICI del italiani tempo. suo Anche altro che que' nella le di di leggi di per arsi greca sillabe ordine avere le e e sensibile brevi; tesi; latina un da se insieme col tutte soltanto dagli alcuno, potesse come se valore se non fosse fra la e romani certo un certe della loro medesimo cati collo- accenti resultare un quantità potesse ritmico il ritmo disgiunta dell'antica derivato le arsi (pare) secondo alla durata quanto come relazione greci come unite rotto qualunque; sé antichi pronunziate ma voce, senza ritmo degli le e francesi proporzione pronunzia, tono metrica lunghe numero buoni e appunto le tesi; come di dalle poesia dalla se E nella LE poesia altro avuto PRIME greca e ufficio che la durata E famoso dei uno Io vèrs, e i del sia ispecie negli sentiamo versi in francesi volendo tenne le ultimi però leggi del nel di nel sauvcr, de et flàmmè, de due che tesi, la piedi di essi versi dell' in della o parola, di due l'autore, pur all' antica, accenti (come Se esametro. misurati o gendoli leg- pronunzia l' armonia posizione degli francese, metro esa- sconciata, 1' accento secondo questi li pronunziano come orribilmente flevrs. dell' osservare le orner in se dell' armonia e poesie Eccolo: nourrìr accoppiati; perché verso alle 1553. giudicare basterà due Jodelle, che innanzi latino, ciascuno della verso. distico un le arsi comporre conto mente esatta- veiit rimane ne leggiamo misurare pentametro secondo li di niente francesi; mi francese quello chef, éf ombre, et ci avesse stampate arrogherò versi quantità pleiade, mise Cypris coètir mi non due Amour, la ogni piede Magny I47 latina Francia della de PhoebUs, Tòn in poeti d'Olivier di BARBARE. ODI mi secondo par più 148 fu probabile) orecchio guidato che più secondo Ma, stati maniera di alcuni che " à poesie, la sique que „. con liberalmente favori remettre mésure anciennement mains d' Questa icelle,e di Enrico riforma Baif, Joachim et patenti quale la tant les fu nel Carlo da lui ebbe III; finché poi la per langage de Grecs 1570 IX, et quale facon réglement par sociatosi as- de la du àS. Protecteur morto il poetica Thibault l' avancement accademia nome al mondo. principale,quale al sus pate stam- e un'accademia; usitée lettere il à l' al- l'Odissea e Mousset tentata posta a ad misurati Baì'f fossero e musico, travailler frangois, et versi l'Iliade attribuito un Courville, fondò in di questa prefazione una ciò, il merito di generalmente dovea in certo un Jodelle sia con teur da l' del- bero sareb- non gì'inventori veduto aver siasi, di questa esso viene di che prima Aubigné, lui tradotti da esametri Comunque d' Ba'if né dall'abito intenzione. Agrippa antica, afferma in fare vera poesia: egli, salmi voltate ciò a da Jodelle né ITALIANI CRITICI I che premier de la et la mu- Ro- sciuta riconoaccettò Audi- protezione le guerre i e ci- I 150 Che altro CRITICI questi se sono perfettamente Bernard, del rime salvo la versi non eguali di quattro ritmo nel diversa a labe, sil- questi altri disposizione delle ? Rien Oh quelle image Fait Fouquières in nelle però nota una poesie degli il Baì'f che della Watteau! pour all' ode dell'accento altri. Egli accenti: degli distico se il creduto di Jodelle; Baìf, capo della doversi anche la osservare avrebbe fatto Mi nei versi più probabile agl'italianiavvenisse questo; credere conto verso rispetto che ragione, misurati all' antica degli accenti, collocazione che trovasi poetica, avesse scuola nuova non anche questa per legge, una par e trasi riscon- inclino accennai opinione contraria, come che tenuto io de Becq di mostra deliberatamente abbia posizione al Baì'f il del l' armonia ragione per ! paysage che avverte essa hameau. mon Quel In si beau n' est Que r ITALIANI tutti che avrebbero ai francesi che, assuefatti ne servata. os- come cioè a sentire il dall' orecchio sono governati certo che, se fecero ne non quali regole fermassero dire in latina; che e nel Jodelle riferiti. In francese, io ciò lingue si gevano reg- strofa del Baif anche per il ragioni principali e greca conto tenesse chiaro io sere es- che quelle su dalla delle una sognò, bi- dovettero ma non non quantità questa resulta veggo, è che volte parola e modo quantità. antiche foggiarle della accento del delle quantità la le alla foggiate quelli all' accento, esattamente; parte gran onde ogni tutte e 1' accento posso Ad abbadarono obbligo; un condotti legge, poesia. sacrificarono Per dell' anche se la nella secondo inconsciamente osservare effetto per versi comporre quasi ad I5I soltanto verso nel anche fossero quantità BARBARE. ODI del numero degli accenti, la PRIME LE E dal e da stico di- me tentativo cattivo del successo. Ma odano un Sainte-Beuve parla parla dopo tre non secoli dice che di sopra po' di i quel di che esso volere critici tentativo, adattare il come come ne passati quasi erano sdegnosa noncuranza mica, nostri e d' oblio. il verso Égli latino 152 alla mica, che non con si prendere egli critici nostri pontefice massimo dal Non dire: " egli della fa lirica assoluto, ha non si si cosi ciso, re- crede il bene guarda Egli, dopo diato stu- avere osservazioni, esprime delle dubbi, quasi come sicurezza la non e stalla, di una critica posswnus. A r dice envisager egli la — frangaise métrique ainsi qui odora cosi tità quan- ragione; egli non itolo a alla ardisce non pronunziare sentenza. una — di ispirati; egli meditato, dei bada non che è non dogmatico; cosi ancora frase una può vettura; e quale sillabe,è opera fuor dice una ITALIANI la poesia francese, delle de' CRITICI I que en tentative d' peut les rattachent si deux hommes ment. Marmontel idées de souvent cette quantilé, serait règles à ridicule, et pense qu' partie en celles du qui de praticable; des XVIIIe reforme célèbres en établies, versification une sembler Le fait mention. tant, dont notamment les qualifiéela plupart 1' ont ont d' après ont est critiques siècle tout XVI^, e' pour- genre offre nous jugé se différem- prosodie francaise, une la prosodie et, par les appelée études prò- E fondes langue, homme pédique d' s' a esprits bien à fin du Ronsard, XFI^ encyclode tant l' occu- qui On comprénd à de du de l'origine la tels littéraire siècle et déjà de auprès si déraisonnable (Tableau peut temps lit- notre poesie fran"^aise au siècle). critico L' illustre del tentativo attribuisce del Ba'if e il mancato de' suoi loro naturalezza e l'eleganza^ che, dovendo de' versi con per latini,non brevi; seconda, un ricerca, nuova la badano che grande mancò poema simili non a che tutti un consacrasse la que' poveri alle lari sco- comporre lunghe grande a pati occu- curarono volta prima cesso suc- compagni precipue ragioni: prima, ch'essi, della che fut neuves IIP c'est-àdire encore: milieu faveur notre loin en frangais metriques eu été pas poids au composer. a quelque pensée et vers qui n' avoir „. due en l' harmonie plus epoque, aux à térature la I53 sur alle originales songé la a dont son idée qu' une livré est est éminent, exercé est de Turgot vues paient, s' décision comme autres BARÉARE. ODI il sa matière. cette cet PRIME auxquelles la de LE e alle ingegno la nuova maniera avait di peut-etre més à al luogo da les Potirqnoi d^ idées cette — vue, confor- seraient qu' au témérité il s' aurait de matières distinction eu passant. renvoyer à Nous l' opuscule capitale entre ne meme 1' accent de éru- une les combien quelle et prétendre à mieux pouvons lecteurs — apprend, nous part egli d' et délicates, notre les fran"^ais dice déjà, sont de Quelles — vers profondes, agit moria me- l' introdtiction — savions la poesie fran^aise? la qu' ingenieuse, dont en letta à opposent memoire et neuves tanto definire quesiti: dans Ce nous que eh' ebbe i due s' con egli aggiunse peiit-on faire des ne reste trancher eh' la nota ancicns forte il y intendeva intendesse neppure sopra — aussi questions La dice rammarico; un conferma " plein faire s' y citato, dopo me des rhythme rime? ces Io che qui difficultés sans les E Mablin del ce dans un non esprimere vóto. questione, dition écrire egli — décret un parole un — en il Sainte-Beuve la du Ronsard „. queste soni Si contemporains ses resto meno d' peine comme Del " poesia. la pris ITALIANI CRITICI I 154 curieux M. et de Mablin. la quan- E tité y garde du la credo lui fatta portato ho a poesia sistema un lingue fra pris pas sul delle lingue stesse^ e del tener conto e artificioso,di diverso che diversamente considerare molto applicarlo ad noi sentiamo che importanza moderno di dall' la la che di ha recitare cantarli, ha quantità la nel i portato plicato com- tutto tener senza molto possiamo della accento parola esse senza non tmico ri- più lingue, esse rale, natu- e il sistema de' romani di la per elemento l' accento, carattere disgiunta all' antico proprio principale dagli antichi, Il sistema già modificazione, nessuna senza conto greci de' io; l' assurdità, di aventi loro fondato simo mede- quel di dimostrare moderne metrico che quantità e dissi, come perché quantitativo accento cercato e la memoria pensando concludere a concluso applicare leggere ingannarmi impossibilità,anzi, dalla les quoi à est n' avaient potuto non da averlo che abbia non distinzione intero e' et metrique système io Mablin, debba la établie, I55 „. Bench' del BARBARE. ODI solidement est partisans PRIME LE parola e discorso. tuito versi, sostiuna muta- 156 zione radicale quando neir loro nel breve, di H fa la leggono dell' me orecchio nei quantità arsi le e latini versi me che sentire laba sil- prima e sentir a Non breve. pronunziano fesso con- e a la Eneide, se i tono sen- curioso molto pronunziano lunga, che le eh' e' fra ridere il loro verso eh' essi secondo legge Sarei seconda, sentire può illusione. primo catto, la lunga dal come Io, gli spondei, e tenermi so spiegassero sillabe. che gente, i dattili beata delle quantità l'accento, affermare secondo non ITALIANI buona certa esametro che della nella sento latini versi mi CRITICI I chi non tesi. XII. Dopo in Turgot Francia Anche secolo francese, inteso la esattamente possibile né misurata, e altri, ch'io scrivere a 1' abate nel niun D' versi Olivet, scorso in un quantità poeti delle alla del misurati all' antica. scrisse quale della trattato particolar conveniente dei il sappia, si provò modo a e blicò pub- prosodia determinare sillabe,giudicava sua secolo lingua XVI che la né poesia la ten-, 158 di I rifece Virgilio,e quarta hurst, che Arnold, al aggiunta metres riporta literatiire quel nota latino discordanza risulta ne da metri nei essa, Philip Sidney conto e Quei saggi dopo non io rispetto Colle, ridicolo delle E traduzione di attribuisce avere gli delle parole Robinson di Catullo zione prefa- antica scrittori la per nella metrica altri che del naturale originale, parlando, al Stani- ritmico verso. recente degli dello da accento del en- of english notai effetto on di del tempo il cattivo autori Sir cesso suc- tenuto accento. tentativi furono Appendix l'accento suono dei quelli dell' Spenser; l' accento un regina Elisabetta, di dello Renieri del secondo una dell' ad della il di Ellis, autore che dell' esso affatto perde 1' ecloga esametri secondo parole; leggendoli si saffica Maniial suo medesimo leggendoli verso nella alcuni agli asclepiadei italiani cioè ode una altri. ed Tommaso glish in SìieeplieardesCalendar dello Phaier un ITALIANI CRITICI abbandonati ripresi la buona in questo prova, per con credo quasi due tutt' altro coli se- todo, me- io, eh' essi E fatto avean della LE in in del i Tober-na- pubblicato che dice è importante Un di w^er, per la in Orazio, se non suggerito dagli due sono dell' il Fra dei impressione, della traduzione i Lost versi è tales più grandi della e varia com' e degli del Bul- misura, ciascuna; e poeti il poesie T. egli metrica famosi delle Schiller, dell'Heine, possono odi versi glese. in- dagli antichi, fu però all' autore, i rinnovatori inglese di di quattro imitato antichi può bene Miletus of che ma metrica delle bianchi regolari che svolgimento Inghilterra, il Tennyson traduttore dello la e in istrofe che confessa. questo che 1' Ellis 1858, ciò of Clough, questo, nel verso giati, pre- Botine del Di volta posto com- pure esametri. svolgimento anche poemi ma Kingsley. passo verso passo dei uno de voyage prima un nuovo composti legati metro Carlo come im considerarsi epodi in Aniours di notizia famosi, pure e qualche 1' Evangeline, è produsse grande non chiamarsi che sa meno Vuolich I59 ha Longfellow, poemi, Andromeda fu BARBARE. Chi inglese esametri: sono ODI Germania. letteratura più popolari e PRIME stesso antica viventi Swinburne, del Bowring: e Goethe, il Ten- l6o poesie, tre nyson per istrofe alcaiche, il endecasillabi; Schiller tradusse negli forme da che tradurre lodata sua r Arnold che già r citai ve wehell avea imd È toccata antichi me fatto Dorotlica e a l' Ellis tre, quella tutte centissime, re- delle alle traduzioni il dott. Whe- in esametri e bile, proba- alcune accennate, Goethe, Ca3'ley conosco; non che e Eschilo, d' ad quella già prima del e queste toccata Bowring il compi ch'io a da modo possibile,anzi altre siano latini nei e Prometeo accoglienza metri del del Germania, questo intendimento Catullo. di ne r in poeti greci antichi terra Inghil- in in pezzo un nobili metrica, cotesta anche Anacreonte, di accoglienza poesie da traduzione quella che ma gli precipuo questo con di degli originali. Per stessi metri la cioè si fa le inglesi lettori ai distici, in e del metri. incominciato anni alcuni quello a stessi principiiscientifici i e esametri alcuni ed poesie le tutte per in familiari render A s' è dello e egli eh' Bowring tina; la- alla saffica ode in una endecasillabi in una per esametri, in una 1' altra e il Swinburne Goethe ITALIANI CRITICI I la dell' Hermann popolarità LE E PRIME Evangelina della sufficienti Longfellow, del il buon dimostrare a l6l BARBARE. ODI più sono che dei nuovi successo tentativi. Non qual sieno han le della leggi antichi. Ma il che r che fare che r esametro stata maggior letto Fórse, parte degli r Ermanno il Chiarini. medesimo e un in altro di incanto opinione è avere mano alcuni ancora Evangelina bellezza, metro; gusto ove la ma che concederanno potrebbe niente ad 1' se uomini Dorotea chiaro da egli dice, non perduto in composta d' è adattato decidere o revole, auto- ha non trattato modo di tempo il poema metro " guadagnato avrebbe fosse metrica, ed mirabil poesia: il giunto quelle leggi nuova in gli parzialità,dice specialmente, se sia di generi la con maestra, di di osservanza lingua inglese giudice competente, Bulwer, sospetto non e cosa intendevano le come prima per nella quantità non Inghilterra in innanzi osservare opposizioni: utile, che anche messo di l' impossibilità ed bella Ed incontrate? gli oppositori le mancate novità, sia pur la è abbia ne che già han ficilmente dif- che in un altro patriarcale {patriari i l62 I chal chann)] la Dott. Whewehell in nobile altro un of talcs scrittori il in dove quantità il Ellis che ne' suoi ad e anche osservare volle il negli e anch' egli regola generale la fare che moderni Il solo tolsero della zionale, ra- forse damento fon- a parola, e cadere quei luoghi la le le maggior del verso ma vide che quantità al lo stesso: sillabe le sillabe tutte ciò il endecasillabi Cosi l' al- parve Tennyson riuscito era antico, modo stabilito accentate si parte accentate. non Clough: bastasse: alcaici cui lunghe tutte cosi dai prendere, cioè, quantità, brevi non lost 1' arsi. considerare Longfellow, di in tutti cade alla e (The all' arsi, facendo accentata di che „. — 1' accento l' accento contentano accentate, classici? di della Rispetto seguito possibile; tedeschi; latino il fedelmente cosi potuto metri in solo sillaba una fatto di asserire coraggio metodo nuovo sostituire di abbia prefacc). dai l'esempio ha ne spirito dell'originale inglesi il che gusto che avrebbe Mi Ictus: è il avrà lo Qual di uomo traduzione metro conservarsi ITALIANI nessun e letto CRITICI son come lun- E ghe, che e l.E PRIME nell' arsi e metrico questo con Chi il merito di della proporzione del alla e via farsi non questo la essendo alla di senso, sanno che r esametro, perati creduto in Germania; erroneamente i metri da sono e dell' che la meglio è di la osservare osservarla ma tutte quelle aspre in certo quale non breve. come classici, particolarmente oltre forse ralezza natu- Swinburne, sillaba, la una sta, quetrica me- alla allungano si considera accentata Tutti di quantità che suo in bellezza il posizione^ suoni di alla dal evitare il piuttosto Forse legge stretta difficoltà cresciuto nociuto tenuta sua fors' anche non molto talora mezzo ordine combinazioni modo di se nel la meraviglioso o laba sil- posizione, alle pensi disinvoltura. una in quantità in di di realmente fatica^ abbia verso, che domanderà sia aggiungere senza quella si esso quella condusse troverà qualcuno ma una legge Catullo. superare, se anche sistema eh' ei dove cadere sempre difficil di lavoro; dee chiamasi traduzione 163 BARBARE. osservò accentata, linguaggio ODI per un ciò lingua secolo alcuni tedesca axlohan sia 164 I al modo quantitativa S' insegnano, le fare nel verso, nella il cui i un giambo la Anche chi ci o ciò meno guarda a i che è inglese la giambo o sopra tedeschi suo, tutto e' è per latino. In sti que- dall' accento, chi non se che cosa in accento. guarda posizione; perché di trocheo un dall' ci e partito a o greco Chi trattati medesima la quali, tedesca, o gola re- loro. da dei indipendente quantità modo un trocheo determinata alla metrica siano un fra forse la parole, con antica, s' inganna quantità quelli è formati sono quanto delle nomenclatura tedesco o sul- antico accenti impararono di da argomenta inglese la classica metrica unicamente praticata dagl' inglesi, i medesima la trova valore nessun metro sono e delle niente o ritmici, in dagli desca te- quantità o di metrica poco riposa versi quantità; libro un di la latina. della e ha poco versi risulta dissi, apre trattati ritmo medesima come nei quantità tedesca armonia dalla non greca distinguere per Anche lingua loro della 1' antica, ha con accento. ITALIANI vero, questa ma che r è regole sillabe; CRITICI ci e sono più e ciascuno leggi l66 Il concetto che antica è hanno che meno (op. und Dorothea dice poeta trovare mann altro proviamo E grande. quanto meno ( De afferma tanto migliori lingua latina quantità fece versi dall'arte barbari e né colle dita più per la e iato, poeti cogli occhi leggi rozza, pili al e verso tinorum) la- poetartim essere " dei metri la Ennio, il die' la Klopstock quantità misuravano cogli egli, degenere non ma delle e l' esametro che che volgersi a d' Ennio tedesca. sentivano che poesia Klopstock, quanto conoscevano e il nostro molto metrica del della diletto il stato degli antichi; non non r migliore nuovi alle gente metrica e sua esametri atta tazione l'imi- dell' Her- poteva certo re quelli non che latino di è che gli siderano con- fare Non all' esametro possono Il Mueller elegiaco. " : la i consiglia „ al paragone parlando sarebbe leggerla a trica me- che voluto è nazionale? metro basso moderna, cit. ) per della profanazione si Westphal hanno cosi una questa con è della Il prima. gran scrittori alto, ed cosi poco che ITALIANI cotesti che quello un CRITICI I i per greco labe sil- delle più versi Il orecchi „. E Westphal ( Catull' s Gcdiclite ragioni le può, non della citati primi che, essi, pare, nella secolo stesso Quasi la il prova e dietro Klopstock colla due secoli dalle Klopstock trattò ed di Messiade, nel prima / come tentativi di terra. Inghilritentò 1730, a bero eb- quelli fatti in tempo, e intitolato anche ch' An- mento discerni- maggiore con dell' tedesca. lingua nel successo; Stagioni XVI, Francia in Friedrich secolo loro loro dopo, la del effetto stesso distanza colla i ed Italia in migliore pastorale imitato lo Primavera, sua la Gottsched breve a norme Joli. Klaj un e lingua considerarono naturalmente nel alle dott. la metà verso quantitativa; puramente del Gcssner un l' esametro tentarono a tedesca lingua accomodarsi metrica di trovo i la discorre antica. trattato Riickert quali avviso, Catullo suo erldutert) le per suo a metrica Nel come iind al gcschichtlichenZusain- in ilirein iibcrsetzt menhange lungo prefazione nella poi 167 BARBARE. ODI PRIME LE lui tennero nel 1748 il Kleist 1749 parte piaceri di dei un metto poe- campi, inglese Thompson. molto felicemente il la mag- Il l68 1 dei gior parte sconosciute Il Vosz colla colla forma una di gli diede, più r noti in l' ode che dell'ode il Platen che lo studio e avuto sulla moderna delle traduzioni in antico. metro cita metro. sischer Horaz Gli impronta ler, lo Schil- dei una Delle noti poeti l'influenza classici Il di d' Orazio odi sette Uè ber in Deiitschen di metrica traduzioni die e 1' Eichhoff in II. Die mani ro- fatte son questo Nachbildimg — ha numero poeti greci grandissima parte sole eh' io derivazione poesia germanica? {Eichhoff, Dichter un' pura dei tedesche meno non trattatisti importa ch'io l' imitazione infinito,e è una antica? Dorotea i che Che non accenta e eh' io nomini ? è tedesca classica dell' corretta, importa diede e benché legge forma una meno Che Hòlderlin, bellezza Eriìtanno suo belle. d' Omero traduzione gran odi, sue molto pure alla col dicono nazionale. le all' esametro, severa benché metrica son aggiunse il Goethe : antichi: sua contravvenisse tedesco di noi, eccellente più rado lirici fra Luisa sua ITALIANI metri quasi e CRITICI Oden clasdes ). scrittori posson bene trovare E poeti i nuovi usare soltanto i antica ha metrica immortali stock, le traduzioni r Ermanno i nuovi Platen; dei poeti trattatisti,e che in di meno del in daran KlopVosz, Odi le e opere del retta poco alle del parole Ha- più illustri,Roberto esametri sei la Luisa e Goethe, del de' uno scriverà merling, Odi le anni il Re suo di Sion, di l' onore avrà la quando ma, di e ad e battesimo omeriche Dorotea e il Messiade la come l' esametro nazionali; ricevuto consigliare bene stare metri Vosz^ del Klopstock, posson lasciare a 169 BARBARE. del Platen, del Goethe, ODI antichi i metri difettosi del PRIME LE sei edizioni. XIII. Dunque, quando del perdono non Carducci il disperato aver lingua italiana,credendola ciò che fanno i poeti assai felicemente una corbelleria? non fu da de' suoi con dunque lui citato dal la far a grande loro essa con in Klopstock poi disse non „, l' esempio dei inopportunamente, critici han chiedo di questa idonea tedeschi " disse detto? — tedeschi come Parrebbe. cuni al- CRITICI I 170 Ma vedi L' unica fu, non sapienza ragionevole farsi eh' io assicurare il ritas. E Io Sior chi si, che dovrebbe eh' notai di versi di due che nostri di noi suoni, dicasi per il critico certe Vecose che di perché, il al ho tutti che esempio, ritmo detto d' di altri versi versi alcaico il alcuni in decasillabo corrisponde quasi il strofe saffico sempre quei non italiano. verso : suono affatto della il sdrucciolo uno talora nessun so, spes- volte enneasillabo l' alcaico dei delle rendono non poi gli dico neh' più e quella spesso mentre e' imbattiamo troviam e 1' accento l' armonia accoppiati insieme; nell' alcaico e alcaici e misura quinario piano un rispondente Questo dal né Doctor spesso sentiamo novenario, detti varia : sempre accoppiati, dei fatta dal né rendono di versi endecasillabo un fu posso : latini, letti secondo i versi italiani non di fare barbare alcuno non tuto po- saperle! grammaticale, suono Odi da Momolo, vuol avrebbe delle essa critica! certa che fatta sappia, dal di acume metrico lettore né ed obiezione al sistema Barbiera, ITALIANI alcaica, minore, al nostro E endecasillabo cui novenario un con o qualche uno che giambici, degli 1' esametro nario sette- un o con invano con sillabo deca- un bisillaba: cerca Cosi di ottonario di siasi italiani. versi de' si qualche trova suono ed quinario accoppiato un un esametro pur si dell'anacrusi scemato sillaba quarta pur il spesso o I7I corrispondenza: questa senario un sulla quinta; manca molto ci dà o la dopo in saffico BARBARE. ODI accento con pausa una PRIME LE in pure V armonia di siffatti accoppiamenti versi asclepiadei, de' endecasillabi cosi tutti di e di gli altri. il come prof. neir di metrica novità La Eusebio di combinazioni che il avere noi il Carducci di proprio perché nuovo; 1' nonostante gli e per non il Tolomei errore s' erano versi latini in questa che ci e fondamentale mostrata aveano questa nei lui strarono, dimovia per italiani, le barbare versi notisi E riprodotto, poeta sentiamo r accento. sta, Borgognoni il e Bardare Odi delle già ha del chiaramente messi letti prima condo se- novità niente messo i suoi monie ar- compagni, loro la di stema, si- via, lui il Chiabrera il per e primo base e gli esametri affettano di secondo la di nell' ode cogli sulla accenti una quarta e qual caico E verso cogli decima del dell' uno disprezzo mente probabil- e per mente già usati, precisasolo della strofe eh' è alcaica decasillabo un settima la e quarta, accenti ventò in- verso o nona meglio principali sulla i secondari sulla seconda dall'anacrusi monosillaba. e scemato corrisponde decasillabo abbastanza bene all' al- latino. il Carducci? d' inventarne dopo pausa sulla sull'ottava, Vili, odi grammaticale prima, terza, endecasillabo un Il Urbano per 1' antica pigliando che Un il quarto non composti appunto italiani Barbare. Chiabrera, sillaba, ed e Odi le come il letti,sono versi le e certuni dell'accento legge combinazione che degni non parlarne li hanno non cioè moderne lingue altrimenti altro, dell' senti il Tommaseo senti grammaticale: l'accento onde le con classica Chiabrera gl'inglesi;che e imitare metrica a poi i tedeschi possibile Il che quello sentirono era Tommaseo. il e ITALIANI CRITICI I 172 neppur — Il Carducci uno. Tutti non i versi si permise delle Odi 174 ticato della sistema che fra rifare e notevole: i versi latini secondo la di latino; e come il è il il metodo metrica nel ragionevole che non Tommaseo. Può dunque domandarsi seguito il metodo e del del abbia Tommaseo Carducci Egli è latini facile probabilmente e letti i metri invece a del il come verso latini rimane dai fuori tedeschi è molto Chiabrera al del dell'altro? il anzi versi antichi e più e del Carducci, Chiabrera La risposta indovinare. dirà: quasi parantela secondo leggerli del alcuni dagl' inglesi perch' egli tesi, e suono; quello fraleggerà Ora, seguito rifare renza diffe- più conforme, secondo alcun quello e una c'è le e ragione affatto che dubbio lettura per rendono arsi compreso tedeschi e' è grammaticale. alla conforme, non le già metri, che al pazienza moderni antichi differenza secondo modo ha Tommaseo, del l' accento primo solo gli Abbia Egli dai seguito fare potersi barbare. arrivati. il metodo nel dissi Odi delle Chiabrera del che ci siamo inglesi ed ITALIANI obiezione metrico il lettore: di CRITICI ^ l' accento — che Per la e' è fra e i metri spondenza corrii tri me- ita- E metodo il liani, a mie io usatissimi, le avessi quelli che non dirsi, la mio e quei di che sarebbe mi al tutte è, che di altri in adattati Tuttavia, autorità in osservazioni qualcun paiano altro sotto delle in tagli,come al io forma il che cui la di conto sia e che mia rabilmente mitengono. con- poca e alcune se ricerche da me, delicato, dubbi, Carducci, queste di e grave gliore mi- giudizio belli poetica senta cosi quali Italia inutili,vedrà molto io o ragione poi e materia quanto qui, : la altre mente che da trebbe Po- — anche parmi argomento soggiungerò tutti? all' orecchio alla per un differenti in generale quasi se pochi pilicompetenti non sono di E delle avvenuto vengono toro. Se italiani addurre questa ma testa di metri Carducci antica nostra. molto orecchi mostrava 1' armonia versi versi di non vedere; so suol o della ostica non si metrica composte il che mi vera riuscita negli forse ragioni, della formate sono I75 scelto me è tutte BARBARE. all' indole orecchie strofe tutti da conforme più molte ODI lontano più quanto tanto PRIME LE tenere. e' è non 176 Si può nel il maggiore dei che latino nelle dall' armonia Nelle conta. arte e la scienza il Galileo non scoperte, pensando contadini gira! terra avrebbe sa stati Io poi avrebbero Sta buoni sento vedere scriver dovuto quanti a de' suoi a che le lontani pili barbari questo non vede molti, anche fare migliaia riso più vedere a dovuto che di primi) Leopardi, ai Sta avrebbe Ma il cose son po' un palesi il maggiore; nelle numero, critici, occultissime. certi chi latini, molto barbare. anche per molto occulte, dice cose il minor meglio versi Odi quelli delle non r suoi più la metto metto scito riu- la fedeltà quanto li ce versi dei fosse con (e ci tanto anzi i giudicato avrebbe antica italiani studiato scuole, e se Odi sue lingua moderna, una lettori hanno quelli che in che, uno delle tedesco, la metrica possibile parte gran i metri sistema riprodurre a contr' cento comporre seguito avesse ITALIANI scommettere il Carducci e CRITICI I le e sentir però sue migliaia dire che il Foscolo non che grandi Grazie, pensando concittadini a di la non che sarebbero d'intenderle! gli ostacoli immensi da vincere per E LE PRIME accettabili rendere di agli difficoltà dovrebbe affrontare esattamente nella tedeschi, la metrica metodo nel poesia dei baldi: alméno credo anzi Non metri alcuni che Odi che avrebbe gusti non per sono dei metri, e latini tante impor- nella nostra principali dallo sia bello molte la lettori; e poi i uno coi tedeschi, rispondenti cor- e strando mo- dio stu- questo i miei quelli del maggior la sento chiesto cosa, ad attrattive;ma probabilmente Zam- il tentarla. differiscano; benché me e impossibile, uno coi condarie se- tanto che esame e testo co- delle barbare, paragonandoli (il quale m'aveva Chiarini. in e primo non in quistione, non credo utile qui metri in il per sarebbe prenderò delle la accenti degli dei quanto importante è pertanto non per metodo latino, quistione avvertita ciò e col principali arsi che riprodurre più sento per monie ar- poche non volesse d' incerto quanto secondari e altre assuefatti; sono lingua, distinzione la cui antica; verso noi per numero chi I77 italiani grandi definita, delle ancora orecchi nostra e' è BARBARE. quelle da verso altre sento ODI un voce breve tore dell'edi- discorso) la CRITICI I rintronarmi nel finire. Limiterò ad alcuni metri. la dagli possibilità di tedeschi 1' ha suo, che e riusciti sono degli San Petronio, corrispondono letti secondo più cesura cioè cade e hanno piede ha luogo della ha che lo si lo di cesura, di la uno anche un latini feriscono dif- che mai la latino, quella chiamano se esametro che schile, ma- piede; terzo spondeo. maschile, di Mors hanno dattilo; nell' in trocaica, dieresi, ritmico. eroici punto del o nazione combi- ode versi non todo me- piazza nella metrica l'arsi schema cesura di femminile la potrebbe col dell' esametro scrittori schema la ai col la per Nella dodici gì' italiani dopo invece fatti cosi L' unico comune gli che arsi. che è, dei esattamente le ha dei done facen- stesso dell' ode sei e il sistema grammaticale esametri che osserverò secondo eh' e' li dell'accento Due osservazioni il Carducci S* intende ornai tempo mie esametri, farli tutti mostrata alcuni. le dunque Cominciando eh' è gridando: capo di ITALIANI ed se il ma terzo hanno, il detto E chiaro piede italiano s' incontra in però tenere ot- nei versi tedeschi, dei sull'arsi parola una del : di quanto loro, tali arsi di metodo ; suo che perché d' accenti latino, secondo spondei, vedrà subito Meno ritmo dal quand' io leggo i derlin, del Platen, armonie se e ne istintivamente anche Fra nella le appaga, eh' elle nostra Odi dattili di forme triche me- certamente soliti rebbe versi, riuscile Goethe, orecchio mi debbono pure dell' Hòl- gusta di par arsi; sentire quelle come potersi riprodurre lingua. barbare o collocazione, monotono, del il mio e binazioni com- 1' esametro meno secondo distici le varie varietà più fatto esametro il Carducci varia de' nostri il pentametro o metodo combinazioni. quelle forse all' luogo più loro col dato dar grande da facile, e alieno più osservi ha la quanto scaturisca chi esso secondo e ha di numero dare gli cui può che facilmente forse facile di fortemente minor che dere ca- sillaba meno abbiamo obietti forme fanno, l'ultima tanto ma sarebbe non la varietà col si essi monosillabo un noi Né parole. delle o I79 coni' piede terzo potrebbe, accentato BARBARE. facendo, tronca si ODI PRIME LE E quelle che pel metro l8o hanno incontrato che cotesto poesia, rima, di lieto critici,non badò del latino; saffico Chi secondo le e differenza del un' latino armonia ritmo mantiene grave, tante impor- andamento il leggendo antica. Platen quella Einladiing subito Tlicil, vedrà Il .grandissima. molle, cadente, 1' andamento e Carducci all' inglese dopo è metrica del Odi certi pausa ritmo che trocaico-dattilico, verso e del e sura ce- son delie suono risulta della besscre Dcr del odi ch'io me, suono che saffiche le e iiacJi Sorrento regole alle paragoni Swinburne saffico quello miglior della il pausa trovarci ella, secondo verso una gli ammiratori legge che latino, spogliandolo la di nostra altro Gonzaga, all' italiano da al cade mantenere diversissimo la cotesta a più importa m' non quinta sillaba; ma per del fra trovare barbare, quanto fatto sempre dove Il Guerrieri saffico. del di ha ponendo e quinta sillaba, la si pensa nella comune non avvicinarlo della tanto già il Carducci che fiche, le saf- sono facilmente, quando era perfezionarlo e dopo opposizioni meno metro e ITALIANI s' intende il che la CRITICI I e al scendente didà al tedesco prende quasi l82 I tenerla tutta anacrusi nei primi anche coriambo); un due giambici versi il primo vuole ( come nel il altri il Christ, il Trezza); Graeser, è in metri si e quarto allargandosi si il piono, com- verso fra carattere ciò, che gli delle compie ticolare par- i due quali negli primi composti egual modo, il ritmo parti minori, ed che in sta risultano, ciascuno due nei di ritengono come certo, strofe essa vedere allargano nel ci veggono Ritter, il Mueller, il Dillenburger, questo di e che unione 1' altro terzo, tiliche dat- e (!'opinione vogliasi o si versi coloro sapiente logaidici,che e tre di quella una trocaiche dipodie par primi di di probabile meno versi ITALIANI composta con il CRITICI viene ultimi preso ri- due versi. L' alcaica dei uno accorda metri più Carducci quel hanno latina in nella fatto; dico Ma di Roma ritmico, mantenerle potuto carattere fondazione col già come l' accento cui spesso han ingrosso. essendo, imitazione ha il Chiabrera si il e sufficientemente che italiana l' ode composto può, secondo notato, grammaticale sufficientemente, cioè chi fu me, un po' Per ne l' alla perfezionare anche in il pili notevoli, cambiato eh' è de' procedendo, terzo, ed rapido I di mio due italiani sdrucciolo; Chiabrera accoppiati, li cosi e il Carducci: e il e del quarta: ordine e alcaica un lo e del settenario sulla latina il sulla quarta letto invece sdrucciolo tronco sillaba. ad accenti e il rando conside- stessi didue seconda sulla terzo e prima il secondo sarà accento con Il italiano quinario piano sdrucciolo lo due una agli che condo se- 1' altro e come pure considerando logaidico, come da prima sillaba, quarta arsi, l' accento avere in verso più, di a piano primo letti ad ordine questo con sempre sulla primo po' troppo ciascuno rendono podia dattilica, corrispondon sulla il latina, letti corrispondono il secondo deve sillabo deca- quello giudizio, un dell' alcaica versi r accento, quinari; molto un riprendere versi, prosegue per delle è eh' è verso, ode uniforme. primi quinari rispetti una dell' alcaica invece primi due Neil' metro. altri per carattere italiano, e ordine mirabile quell'ultimo per 183 BARBARE. ODI quel italiano stazione, Alla PRIME LE E verso tuito sostisulla l' del- corrisponde quasi 184 ad sempre detto, e con giambico qual il Carducci: da rendere quarto della seguisse ne alla però pone nuovo e parso piace pare a dimetro a con si la quello decasillabo giambico si possano, certi critici e pili adattato, chiudere e non maggior possa fatto nel che strofe dal egli nel sedi. sia poeti, Carducci; non alcaica; Ma mi e scostandosi dal e e suono questo e sistema tutta delle il che ritengo difficilmente,riprodurre quindi riprodurre a il decasillabo ipercataletticoio fedeltà, col (che ne certi a né latino), né checché movimento latino. però medesime e il sillaba quarta sulle Chiabrera nel di meno dell' alcaico che e molto comune, assai paia ne Di italiano, verso in ducci il Car- come tenendosi neppure accenti già d' imitare non la ben dimetro Accennai esso. regola gli sempre Questo e di è non ad dopo pausa del alcaica, e 1' esempio, il è verso tentasse strofe fedele strettamente questo latino. già imitato movimento Chiabrera il verso guarda il fu l' hanno ma ipercatalettico modo ' italiano, come novenario un e lontano ITALIA:^! novenario un Chiabrera me CRITICI I in liano ita- arsi; la strofe LE E PRIME alcaica, con r hanno riprodotta tanta ODI alcuni sopra altri usati identiche e sicuro grande della un trica me- grande sono un della svolgimento nello secondo resta, sapientemente e se che vera un passo, gli e concludere può non fatta tutti su quella imitazione, Ora avanti andare sono passo italiana. metrica che sicuro e si ho barbare; imitazione una verso passo, Odi nelle antica, classica fare potrebbero stanno, odi, più che esse si che queste a Carducci dal osservazioni le il Platen. e metri quanta con il Klopstock, 1' Hòl- tedesco derlin, il Matthisson Osservazioni almeno esatezza in 185 BARBARE. me^ arditamente. XIV. Tutti che que' alla le profundis più coraggiosi reclute r arca carni, all' arte Odi e o e della con laureati barbare la in si cantarono alla a poesia fuori mandarono poetiche santa poeti e delle lettura accapponare De critici consegna una Filistea^ sentirono dirittura il italiana, o pattuglia di rettorica, dell' accademia di difendere e del- l86 rinverniciate V arcadia che moderato di capaci Dal Sior E Moinolo Per cosa rettore di- al d' Doctor che bene bagno. un Veritas sentir dal e delle Avanti spav^entarci. senza dovrebbe che se belle! adunque, le tutte eguali hanno al spiegarsi mai musica schiitz del la modo e nel Wagner, alle tanto certi fischiato la ma non fatti, certi di si leggi scontrano ri- poetico e nel origine, e possono Ha, medesimo. il lettore Weber, regno nel parola che unità le governano avvertito medesima vituperata da del che quella per della manifestazioni; sue generalmente sia quali appunto tanto medesime che ignorare l' armonia quelle in riflettuto oggimai reggono son musica è dal di che sa magari o me terminiamo. verso la chi raccomanderanno vogliamo ne le sentiremo leggi i e' mi ora il Carducci dire! di e poi, sentire a accusare maniconio, un Nessuno so di pensare Barbiera sor nuovo, innovazione, sua trattarmi, d' a l' aria nella possan e ho quasi son ITALIANI CRITICI I cagioni lodata altri? la esempio, per vere da perché sera sicale, mu- della perché certuni, il Frey- prima E PRIME LE rappresentazione nel Parigi a pili di dugento Glie meglio, € da dirò le glie io, scienzato uno {il Freyschtitz) ?dea musiciens, sans italiano La cagione vera espressione sicuro matematica quando ed semplice, quando è il meno e dipende è soltanto il cessi più dove il il più dall' abitudine esso di o voglia ma o essere o il meno forme con- personali. esiste non cessi una criterio con d' essere stabilire lo aggradevole. il più o aggradevole, dell' orecchio seguire frire sof- resistenze semplice, meno che a non tali difficile ugualmente complicato, fin sia rapporto à ziato scien- lo ebbero definire per suono un Vi un ciò, che in sta E invidie con o unie „ comodo, spiegare rancori con è méme c'insegna musicali ed d'oeuvre extrème storia innovazioni cese, fran- senties, ètre La verità, il volere unicamente chef ce imagination. " grandi contrasti; a de il critico attention d' dice: le ardite tutte Senta o francese critico un finesses une presentato rap- quelle cagioni: da peuvent ne vivacité grande line dire Les poi volte? italiano. " il Berlioz: fu 1824, permette, se farò le 187 BARBARE. ODI 1' ammettere 1' ardito nova- I verità In tore. CRITICI certi ITALIANI accordi, che perfettamente ammissibili, tali nei della secoli passati „ rapporti suoi Non del parole anche Berlioz chiaramente il la in quelli che la loro accadde qualche che, pieno del Beethoven, l'ascoltassi con con la di strofette lessi confesso poesia. che E molta del la per vero del Verdi, capii poco Metastasio, prima volta quella mi che aver tito sen- ogni o parve allora volta della musica del sentii sinfonia una niente, per d' canti e del del del non me quanto quando e ottave per tempi prima di sonetti i altri La attenzione; rimpinzata testa contrò in- vinto con- contro in me a orecchie le ne fatto simile. di Rossini, Bellini, del che sono d' le significato schiettamente cosa ancora Io detto suoni Anche impressione. nei molta spieghino opposizioni han abbian legge armonica, dei suoni barbare? di primordi lettore, che amico o Odi delle paiono Milano, 1875). delle accozzo un nei teoria Blaserna del perché tutti esse te, a e metrica che La ci considerati erano specialmente e la musica; con pare non (Blaserna, musica. oggidì gazzo,, ra- Tasso, Minzoni, Leopardi, mi la parve poesia I 190 degli dezza umori i fatica; onde Nella è nelle e la scienze del mondo: barbari lor germani Ma la c'è eccezioni: il di chi e studio e tali in tempo le da della grandi quelle dell' sua de' forma nelle lavoro di essi chi gittato come più semplice moderne e non conveniente se differiscono riflessione. Dice dello molto fatica trovare per il nella al mentre può bene sue il prodotto senza non alla creare possono naturale; esso i questi solamente quali e si fa profonde, poeti primitivi. In queste esce artistica studio, passatempo; un civiltà le giungono intende, le s' E sono Roma. gioie intime, d'arte: opere di non avanzata sovrasta meridionali meditazione. di ingegno forma le nelle l'Italia lo ha, i un'occupazione, ama e fra dell'arte sente e che diventano generale anche della e sopra d' Atene regola studio le nazioni i britanni i maestri volta Grecia quando e l' ingegno, settentrionali. quello la piglia maturità, i freddi nazioni allora e svegliato più progrediscono sono delle l'ingegno, alla che e dello pazienza popoli infanzia maestre ITALIANI più pronto è minore e arti CRITICI un trario con- una lungo Baudelaire: LE E / grandi PRIME moderni poeti incompleti. E ciò per s'intende essere fatta in proposito questo delie popolarità giusta tanto anche ed O forse istinto sona le opere loro L' osservazione dal Molineri Odi barbare circa la impossibile giusta, è che ovvia, tanto altre le è quasi può Leopardi, i e popolari? il popolari Beethoven, e il ma capire. Wagner, dice applicato alla musica arte è per per che, devono conoscerne Ciò della il le " Non pagine capisce è anche si più dica popolo. Nossignori ad educate, un dramma apprezzarne estetiche. „ diose grane Filippi,parlando mi persone grande Il Fidelio le non ventati di- Ginestra La " ha il che musica, ed ed Weber, pubblico assistendo persone Foscolo? „ poesia. fatta storiche il o sono la e aristocratica. diceva sublimi, dei sono, forse o minore Sepolcri le può è Bruto necessariamente è Carducci del poesie diventare, possono del che fatai- e superflua. parere non solo popolari. possono del natiiraUìicntc sono non arte IQI critici, i poeti guidati dal incute del BARBARE. ODI : per in tutte vero che la la sica mu- quelle musica, le gioni ra- " musica La suoi lirico musica è buona, pochi è non della di coro che non via la " dire Odi mica lasciamo che facile poesia Lohengrin a mio e e male compagno si ognuno cotesti quando ma, contraddire e amatori popolare delle di scuola, rileggere, istigato da me, che noi lo forza Odi non gusti, e noi della parlare a ridere. a chi passi per musica Foscolo, da scappa un più gli piace; come del e' è se altrui della pili dall' osteria che si mettono Grazie ci se serva „ forte più a barbare, agli sere l'es- veramente piace Giovinottin „ vogliam La 1876). Schiìbert, delle pisce, ca- dispiacere. tarda notte a canzone Preludio al è chi a dello canto un preferisce la uscenti non danno.... gran può c'è del eccellenza: un sì Se stesso? beceri se suo per non modo pubblico Musicisti; Milano e ritmi c'è sa, annoia, delitto, né un poesia lo ragione Il non suoi e gustarla, quando a {Filippi,Musica E si aristocratica arte in se cosa; quindi se e coi plateali; ampiamente. altra è e' è popolo motivi farglielagustare teatro ITALIANI il per disinvolti, coi di CRITICI I 192 non Un di del s' abbiano antico leggere barbare, ora E le gusta dottrina troppa le del poesie che arrestarsi ogni che sono cosa momento V evandrio credo nel un' Forse gì'italiani poesia sono il e A dal cosi. E hai e sorridere, ricordo Ora Chiarini. con non una bestia me anzi dirò ho liti, mi- va' dicendo? e quel fa che delle trovato la più un Edone. nevoso sapere leggere che po' un le sono cosa di — dell' amico e quando pure, lìiarsi per voglion scappata tradotto mi sul Edone? nevoso tenermi tu che ad verso obbligati a questa — evia scusa, dizionari carme, barbare Preludio, al Torcesi evie che, Odi nei popliti,i i d'essere le leggendo intoppo io vedi, non grosse, pdtasti, difficili lettore cercare per sulla Ma — il povero colle, il saturnio Ecco, piazza, diceva: costringere i insistendo lui, rende mi Carducci, a I93 giorno un che, secondo e' è gusto BARBARE. ODI ammira, le e PRIME LE io gli risposi a un di presso ragazzi insieme, eravamo in iscuola che n' eri che potei non le un ti faccia Odi zio; d' Ora- grande torto miratore. am- il 13 non ^ 194 certe sapere il dolerti occasione Anzi Quello grato. molti altri. dell' di dunque, bella convenienti sulla sieno Ma dimmi da sé che terzo e sai, per r Edoìic io so chi finalmente se sono non imporsi e dottrina! sua gli si senterà pre- sione, espres- un si fa Iddio, che li segnerà del e se per nel e Babieca dovrà saprà e cercare bella! i limiti A te quell'altre parole altro dubbio sarebbe pubblico? chi ciarli cac- tuni! imporE poi, della tabile rispet- danno noia che hai detto: Bacchilide, è Rudello, nel avventura visitatori dei se di prima egli dovrà, peregrini, come ignoranza r evia prima pittoresca una da 1' oroscopo comporre domandarsi carta, po', chi un la con soggetto, suo troppo lungi dire storico, geografico, mitologico, al metterli tirare possibili lettori imagine, accenno un sentito voi, il poeta, del calore alla essergliene pare, tu, io 1' ho offenderla nel se mi secondo de' suoi non una non dici ti porga richiamarle scrivere, dovrebbe a ignoranza il dovere e' che di o ti fa ma Carducci il dovresti, Dunque, di mettersi che impararle di memoria. rammentarle, non o cose, marcio torto ITALIANI CRITICI un dizionario un quarto anche E le parole fammi il finire? Te eletti a e piacere di Io Maestro della finire parole è, e fidasi dal tutti note? bisogno e Prima dal Al — ti dirò che non alla mitologia, che ma l' andare dir per cenni ac- a sogno bi- cercare in stito pre- che cose si comunissime che rispondo, e n' è ce benissimo. vo' colle, il saturnio luoghi io adatti gli per straniere: parole e più diritto. pigliarle magari greco, drebbe an- musica più sono Passi — giova, che ti però di e frasi con più s' ; della geografia, alla che o che gì'ingegni che dicendo: disusate, giova nominare, e esclusi ci han e a latino dire possono e poesia 'ncaricà ne godimento antiche e' che „ sarebbero letterature altra a finire a e te non passo, s' andrebbe s'andrebbe dal storia, questo dove musica che insisti però propri dirmi io: I95 Di più culti,quelli cioè e alla drio BARBARE. verziere! Raffaello, poesia Tu a dirò quel godimento alle ODI altra a e PRIME redwiito avremmo non " LE e di dire che canne, e cose, che, si possono popliti, per l' Edoiie, simili, se esempio, evaii- nomi son s' han nominare Y da ter po- altrimenti, è parola ita- 196 I ha non esprime Ora, alcun non se i lettori se lingua, la loro la storia la col o contraffazione che — - Dunque secondo di per i casi, altre delle storico sono comunissime. idee, e ma hanno parole inutili;e artista di sa parole che meglio chi li giova di usare, che semplicemente Per un l' artista quegli conoscendo usarle, invece particolar anche non è le modo come valore tico, este- vero non pili grande maggior pure pisce? ca- poveri poeti? capisci scrittore, in musicale. compiuto i e Tu valgono non allor lombi: Co- parole più peregrine certe gli questo ma e ciò bisogno col marchese tedesco, di battersi all' ab- artefare — col o c'è loro gridano un Rizzi: hanno la avi, che è in che 1'artista per il poeta, segni ci colpa dicevo certe parole scrivono ma — loro questo — essa letteratura, la lingua parole greca, eh' poco e signor si non ciò tanto dei ma — e circonlocuzione. una sanno frasi certe — d' onde modo storia, la loro Barbiera: antichi, italiani letteratura in sig. altro via per vocabolario, equivalente: altro significare in potrebbe è ITALIANI italianissima, registrata nel liana che CRITICI come e numero segni 198 ho 1 Ma, ad finirla sicuro, sarebbe anche delle essa E anche né de' a pare di dire mani sue solamente veri, artefice ch'ei e di Queste di grazia le scuola, pare anche e le non che rendo che, discor- quel inteso della la materia docilissima abbia risposi al il me oggi più l' Italia. vecchio mio parecchie altre; non lingua sotto ho que' principiimi a che sbagliato avere possa e esigenze dell'arte; che io ultime per ho piegata dire cose rigira, e le dirti di non non sempre poesia sostituirne gira seguiti, arte eh' e' tutte a oramai rettorica. non ministeri; Carducci, siasi ritmo vecchia bene nell'applicazione;che del le colla bisogno principiid' dal che pezzo prime. ho me, intendo i come delle un perché, nuove; sono migliori sono mai da di tempo rettoriche i ITALIANI scritte; perché credo sarebbe e CRITICI delle luto vo- paiono valente — gno compa- quali farò al lettore. XV. Ma ancora il lettore poche deve parole, permettermi in forma di di aggiungere conchiusione. E LE alle molte, forse nuova metrica A di Dio di e Odi facile dai dal della critica della cattolica e seno italiana; io vo' dire della ha sani più con rinnovazione reso Noi, dai ha ed nostra, ci tante altre tratto i barbari pregiudizio versi altre con quelle che Le forme forme si potesse che poesia in linea innanzi di essi padri che della lirica Dante, in gran vano andanoi ce cancellata una si potessero non retta come dell' arte, dentro a alla questa, pei campi scrivere bastarono XVI, Mentre metriche dai consacrate non in passare che 1' opera secolo e discendenti settentrione. ferro, nel letteraria ripigliando nel all' arte anche liberi fuori pregiudizio. rinchiusi, come stavamo chiesa tentata un lasciati del cacciato e di costo più ingegno servigio eravamo cose, discorrendo ne molto rati timo- letteratura Carducci, il abbattuto a della apostolica latina, noi razza romani, pontefici metrica grande un vecchie, militante, e alla scrittori certi cose che criteri intorno barbare. le tutte I99 dette me inorridire scomunicato essere da troppe, fare BARBARE. ODI delle di costo PRIME non nostra senza al di scriver fossero poesia, rime. Petrarca, — al I Tasso, al Poliziano, ITALIANI CRITICI al Foscolo, al Leopardi, perché ai poeti perché oggidì? d' bastarono non Cimarosa rima! licenza E fantesca che r di esame servirono luccicare sotto la se i dal oh di Carducci, scosse cancello un che per le forme del amica fedeltà ed essa delle donne sentendo chiudeva di colla i fu e fedeli, dal verso prete di loro carne. d' aria forte dominii e' è grandi poeti,, consacrata bisogno giorno che sempre avrà non da vede la rima le rimarranno una che quel dei ne se frangia turba, come la non molti di la Ma, Benché Gnoli lo benché e dare vecchia servire? guarda non volerle una come degna piccola gelosia Il Verdi, come fece le bello ! la sindaco; al di a peccati; frangia, non buona poetici; grandi poeti benché riposo, servono cenci sempre cosi di mai detto che ne dice^ e sarà la coscienza e musicali, più è non i loro ornare ha a purissima mostrò o chi metterla o e anche,. Paisiello. del e si domandi Rossini al al anche basteranno non allora concetti i loro esprimere La Ma — Parini, al Metastasio, del sua più mano bera, liil pregiudizio. E Io gittò dentro, ci si due chi sente di moto, si mondo dai di nel la e lo e sa, a umano mirabile plessione com- in tanto impedire a di le per mondo poeti; della metriche? quella legge. senti unità sempre cotesti Ma il che le C se E — ai che e e sian forse sia in ci dica ci si grandi, varie non non periodi; è è allora umano vero vita immortale quale metriche l' ingegno infinitamente fatta la la E importa. letteratura? dappertutto e sforma, tra- imporre e beltà forme durano quanto vita, è non si modifica, si loro Mentre mantengo. forme delle nuove periodi che ma più bisogno proclamare vorrà sommi trovare lo di pe' campi, legge naturale, fatale,per lecito chi si l'immobilità canti una certi ha e muove, tutto bellissime, pure fare discorrendo pregiudizio, moto, poeti gracile sua di lui, di restar pe' boschi. nel nel la giardino, pretenda robusto andare vuole agio, padrone; per in perché è uno passi detto tutto se Chi fuori. suo abbastanza montagne, Ho a n' ha più è BARBARE. usci e giusto che, tanto ODI PRIME terra, a e è non LE stri mo- gettò assog- l' ingegno nella loro complesse, 202 leggi della nella monca precetti natura natura della de' retori, che permetta vero, dentro il lettore eh' io della quistione che ai di suoni negli o che delle e illimitato è suoni. Perché poeta vorrà — il il delle campo forse credere ritmiche sieno e che state che forse credere quelle e sentimenti, menti senti- dei restringere che nella le tutte lingua che furono tutte le binazioni com- nostra fin qui, siano non loro? al Si ritmiche? ritmiche che dei combinazioni da di e illimitato, come è sostenere consacrate sostenere eccitare ed e combinazioni combinazioni buone ghissimo lar- aperto nuovi si vorrà poeti è non combinazioni fantasmi probabili dai trovate altro e rire chia- a di sentimenti delle dunque è nuove nuove numero esempio o vero, musica gradazioni loro all' esprimere dei Il campo — sé. adattato È ai della voce torni fantasmi, nuovi gradazioni e fantasmi? ad valgano ascoltanti maniere di trovare a di metrica. compositori il campo alla molto pare che meglio e, ascolto porse mi imprigionare possono sentiva che musica, la si non parola dell'uomo; stessa Mi ITALIANI CRITICI I Si vorrà idee, tutti E i sentimenti, loro non state e men è non dirò di e in col anni nuovi, e mostrano di aspetti via dalla suoni, quando organiche, come affetti sotto il poeta combinazioni Tutti gli e di mondo, mente medesimi umana i sentimenti e perché sembianze; forme, nuove Perchè cose? e' sorgano i suoni in dovrà forme coteste mente essa organici guaggi, lin- aspetti questi anzi ciar cac- e le come delle nuove a suoni, più rispondenti delle dei prendono cercare di dell' animo e nella non modificarsi col corpo nuove oggi cento, del mutare cose quindi sorgono potrà suoi molte d' degli usi, del tanto mondo, ma scienze, modificarsi fantasmi, si nuovi col se stiche arti- questo al mille, E forme il mondo identico delle dell' uomo, stesso non Ma le e sieno gradazioni che vero infiniti e migliori istituzioni,de' costumi, col nuovi le di progredire delle è fa. varii furono? che quanto 203 infinite tutte duemila, cinquanta dei varie perfettamente è non BARBARE. aspetti poeti vero, ODI i loro espresse dai PRIME LE sue cotesti forme idee, sentimenti? sanno, ed è stato detto e ripetuto fino I 204 alla gli Orazio: poeti greci il e venuti son delle della artefazioìie, Senta quelli che han le per dato la della dalla e poesia di mattino piovoso Van di il lungo incappucciati ombre; com' hanno, freni e un' eco doloroso, fioca tedio che di ; ed vengono i ferrei lugubre fondo a risponde spasimo e lanterna un un in avanti vigili, ferro rendono lungo: di i nero di mazze di ferrata convoglio una tentati rintocco di descrive novembre nero pare. e l'anima non a cato pubbli- il Carducci come Egli strada una vuoi miserabilità di la partenza e la chi possiede a stessi sé a lettore greca. partenza stazione sé il che studiato, ha e il certificato intellettuale),senta contraffa all' Italia (e qui parlo arte da stampe pubblicazione greca. il lettore dell' senso la Rizzi contraffazione,o una poesia po' un è molto signor il e insegnare a Carducci studiato romani, particolarmente e Barbiera signor barbare, del il ha fuora, proprio dopo Odi poesia Carducci il sazietà, che antichi ITALIANI CRITICI i rativi prepa- convoglio un freddo giorno. 206 I il Trezza forma il Lewes da cui per lui il della campo la facoltà egli tolte C fra e noi pensare gli come delle una sue da cosa? arte che gli e pare e ci non meditazioni, offende o ci pur Come Carducci al metrica, ed cui da son Se i li tenga li non e che bertà; li- studiare possa esprimere de' suoi siano altri noi pienissima piace, ed il frutto e pure, vogliamo; scienza ciascuno ceppi paiano adora studi studi e Cristo e ditazioni me- e i l'arte, la scienza, la libertà; adoriamo ci crediamo pare piace davvero. Santi, noi nella chi a — noi e vogliamo come volergli pensieri, il Stazione, scrittori facciano: neir de' e binazioni com- riferite. me comoda che forma Alla boli; voca- delle Negate nuova 1' ode i nostri prò' gli vogliamo e creare le strofe è imagini ciazione asso- dei il campo creazione. scriverà non buona buon di ideale lo stesso delle ganico or- di centro la parte sarebbe sua elemento un costituisce,secondo e al poeta campo è citato, quel si rivela ritmiche limitare /'/ ritmo poetica, limitare voler ITALIANI che stesso, della nota CRITICI morali meno fa onta la per cattolica questo. Né religiosità LE E altrui: PRIME piuttosto, se renderci Santi sentire collo e ai delle scrivere ODI noi BARBARE. la ministri messe, de' in de' brutti remmo crede- partecipassimo, accetti meglio loro 207 tridui, versi. a terra, delle Cristo coli' ai e andare novene, a che ALLE GRAVI LEVIA DAI NUOVE ODI A BARBARE ( 1882) Chiarini. 14 parlerò ne mai un' d' arte opera dare d' estetica ad Io quarta una delle si età, chiamo Tizio a cui due, dica e non che dire par a una delle un' da che piace, possa chi farsi ha pare E quel e degli d' arte, perché chiama soluti as- lissimo bel- un'altra; ad forse quinta. la criteri che tornerà scuole si potrà non perché bello men opera e Ciò sono. terza; una o bella quel Caio, noi a ci non un'età, brutto parrà storico si può non giudizio assoluto, un ad da più io poeta, critico. ^ì D' Carducci del iPARLANDO a piacere che si dice individui. mi piace; Dov' è giudice inappellabile fra torto e brutta. chi ragione? I cri- 212 DAI tici estetici la natura da que' bei secondo suo, l' idea secondo le è non lor altre ogni vede, in ballo nomi quelle nomi individuo, le modo altri bei tutte e GRAVIA tirare potranno quant' e LEVIA piace; belle età, dell' potrà parlando d' arte, indicate le rappresenta che La mai tura, na- vero scuola, arte. non e il ma ogni sente, ha la cose l' impressione che stata il vero, ogni a ne riceve, critica tica este- essere mente pura- oggettiva. Allorché, gli corregge ogni al cosa si dice si le ? a che cosa cose; giudicare artista un tempo cioè medesime nel influenza maggiore e che della quelle opinioni, quel loro le i d' vera: il che conformi un' opera e tutto tempo noi sappiamo ne negarsi contemporanei, perché del dire sieno può non in mette zia, giusti- tutti a è non che ma mutazioni sue Tuttavia gusto rende e il tempo che precedenti, età semplicemente molte tutte delle posto, suo una dovrebbe muta errori si dice zia giusti- a adatti meno sieno arte giudizio medesime medesimo alla quale idee, gusto i tano eserci- idee, le opinioni scuola se e il partengono ap- quelle che 214 DAI indispettitodi Satana, fece sei o GRAVIA sentirsi " Vero troppo Non strofe) mai mi che invocare sempre dell' inno parole: queste LEVIA dalle dell' inno novembre anno del settembre 1865 vero prima volta che Giacomo quando pubblicate Zanella, alcuni erano di un letterata, sentendo Bologna questo lui Giosuè il sole Veramente furono molto un parlare e cosa la per di poesie mediocre roba di gusto ramente ve- che vero molto del tico poe- nel eulta 1867 molto e Carducci a sito propo- Minghetti domandava: ha lutata sa- nel astro dell' onorevole che ma enfaticamente meno non furono vendita; le nuovo osteggiata, ? ? 1868 Ministro candidatura da fu di d'Italia; e della nel Barbèra Italia — in molta nel — di Roma pochi componimenti la comparsa r Eccellenza la data messi fra Firenze a non dal dove virgiliano, cielo e gare. vol- tanto stampato e con fondazione pochi esemplari anche mani 1863, Pistoia a dalla mmdcxviii tirati e' del notte una que cin- (salvo composto „ in giustiziacon severa chitarronata usci poeta di fatto ? ha — ? Chi forse meno torto al Carducci è mato fer- — faceva a non NUOVE ALLE fermato aver lui il fermato avere la soltanto per ODI BARBARE. sole, che dato il sopra fatto e di 5 Eccellenza quella a attenzione sua 21 di nome candidatura una politica. Tutto ciò condizioni che la si letterarie di Il Carducci 1869 Hcu e 70 In che delicate di svago gustare, della dell' dello d' un a forte leggere Consulta Cairoli. e il lusso gente tutto avvezza a ticoli d'ar- composto la e masticare nelle i roba cioccolatini (si capisce) Il agrume. volta Carducci mi scrisse: lo e Opinione, a un le fibre urtato dell' stomaco una era qualità degli permettentisi pranzo, dica aral- Ciò sulle Alla Negli i sonetti cose la dose, Zanella, Aleardi, quella di citava eser- strada. le altre mare, poesia. Nazione virgiliana dello d' ozio la Italiani fine moderati maggiormente leggere in dell' influenza e sua Giovanni avevano degli fra del insistere,rincarando Epodi la per scrisse di morte tempo, delle esse. Nozze le indizio come politica dei seguitò piidor, e del signoreggiante sopra anni unicamente nota crema, ore patriotici dovea pere sa- mene mandando" Eccoti 2l6 DAI Dio, di dell' ira E quell'ira „ mi faceva anch' io nel Lette potermi Ma, più muovere debbo ci dire i pregiudizi rica, fece fui la sotto imparare a modo suo Dante si fosse Io cose. cosa fossero insomma quello che non andare Dante avea ne me avea spiegarmi come uomo quelle tempo, che ricordo che tanto restava fatto scritto, perché mi e brosi, po' sca- un scrivere ma anni media, Com- Divina brav' a più, dopo tre senza un e retto- spiegò passi quelle spiegazioni; che di nei la un abitudini mi certi perché lasciato l'impressione che a che cosa che tutta saltare, e di parve maestro disciplina ricordo non mio memoria come mi vecchie prete, sua li faceva me qualche le Il s' arrivava quando a forse santo e Consulta la e respiro, io scuola. buono un eh' io di di verità, in qualcuna di quelle la colpa po' m'urtava; ribollire liberamente. anch' trovavo perché bisogno avea mare lungo un scuoteva, sentivo che del mi contento, che e Nozze di Dio e cosa cuore, le trassi araldica, poesie qualche a giù sfogo. ammirato restare rispondeva GRAVIA LEVIA questa, era male certe a scrivere cose in ALLE poesia, NUOVE ODI in nemmeno e BARBARE. 217 si non prosa, debbono dire. Una giornale, un preso da cosa il treno, il la di forte fare più e prima, affatto verso la fine dei ad è con della aspettare il va poesia, della figliuolida felice di strofe la spettacolo lei ben che alla strofe un pietà e d' ammirazione: sentimento ad e un di sdegno; dallo seduta spettacolo sulle alla a fin crescendo sempre resta ar- sentimento primo dati s' luogo disprezzo madre morte passaggio prime dove pili sento, lettura dar di sogno bi- sempre e questo misto due dolore quattro di per ripiglia e poco dell' eroico strofa opposto, ho vera; misto mossosi Giovanni Per come dalle bruscamente poi dopo a fin me che qual- aver capita inaspettatamente seconda alla avevo viaggio: poesia poesia settima po' un la per mi e rileggo, e profondo alla poco occhi distinto in il durante delle destarsi sentimento altro leggo Livorno: a Riforma, giornale, gli sotto Cairoli: la leggere apro Firenze da tornavo sera tombe patria, dente se- liberatrice, il lettore condotto diverso, alla lo zione considera- spettacolo 2l8 DAI dei Bonturi moderni mi passaggio pili felice, strofa il neir già poeta le quella un la pò pel Corazzini, e quali dova ve- costrin- della sulle tombe il anche intromessa l' imagine E orgia. stato rammentano ripetere con nell' sarebbe fosse Epodo a accennata si che nuore, sposa che vi non GRAVIA gavazzanti parve se delle gono_^ LEVIA morte, siede la madre: e Suoi liete Le orgia bella; spiacque, e strofa con mio parvemi parere; piazza levo. un della impressione Cosi in di ed avrai Coteste danze vigorosa della seguenti mi chiusa allora: egli ragione poesie disgusto scrissi han molto di quei mi Heine, mi scemò ma da " al Carducci Vedi, dei perdonami, non rispose: : l' del- bellissima. ne mi e parve dall' presa di senso festa l' imagine appresso accoppiaiitisiin piazza, cani r e strofe due nella ma stanze auguri suonano e breve nelle d' avite de' Bonturi. case descrizione le per Ma morte. Rifulgon La stende segni La nera rimanere per il cani lo ora come Tanto sono. sentano certi io godo. ne Prima roli uomini, della nel 1869, noti a dell' signore, che si febbraio 14 II giornale che.... Cai- medesima ) il Swinburne scriveva molto diversa, del sentimento stesso stampato ricembre di- ecumenico, occasione artistica, dall'epodo ispirata dallo fu l'S Bologna il Concilio apriva Nella 1870), di Popolo ('),poesia ìiomo concezione ma e (si il suo quanto Carducci, dallo mossa pensiero. stesso La ristampa Il buon nascendo dell' Inno eroe, il Dio e a Satana Filopanti, nella liberale, glorificazione cotesta suo del la coincidenza Inno gendo leg- pubblicazione dell'epodo pel Satana. a faranno „ (nella Riforma X Inno che certe pore, va- villano del vero, e tanto gl'Italiani: avuto smorfie che.... ZI^ mistico, tanto crudo alle penso BARBARE. hanno po' del un Quando reale! ideale, sfumature tante oh ODI NUOVE ALLE la chiamò (M Soiigs befoic cui mente stava potè mandar non dell' antico più né Simrise, p. 109. suscitò né avversario meno che un spaio. ve- forse giù del un'or- DAI già intellettuale. Carducci; dei fatti i miei; al sue giornali d' giovò quale cominciò cominciò a promisero il bordello spalancò dirmi mi largo cominciò a La fama allora: la folla la largo da qualche gomitata. e indispettita borbottando ruvida stivalino di callo patrizio fare di altro seguitando a lungo che o la sua a ducci: del Car- che qualsi voltava questa di chetta vac- qualche qualche lei via, ma la anche senza gente schiacciava e ne Inno, ammaccava complimenti: borbottare, non una che scarponi borghese; per viso guardare co' suoi e in poesia La a insudiciava pelle lucida, tirava da che maremmana, fangosi sé, per se' indecente, allora e e tutte tu dell' mi l' inferno là, polemica alla tra farsi in sbuffò „ veramente farsi spintone Fatti — fogna poco non clericali mi indignazione. segui nei e anonime la e rono, politici sbofonchia- Troppmann, fino il si occuparono i per — vampata qualche giorno meno camere altro, scrive compassionarono, senz'altro: le ci voleva democratici i filosofi pili o GRAVIA Non tutti per paragonarono lettere " LEVIA dare ba- senza come licato de- chi ha la gente, pur dietro qual- gittarle DAI della maggioranza pure di va: e suoi frontespizio il tutt' al bisognava e Ma il ignoto in principio in paterno fece a divise mise Satana, gli Epodi negli 70^ di non letterato più, e con mezzo d' aiuto vita, il preparare tutte Gravia, il meno volle ristampare toscano allora per vivente. le poesie Prologo, certe X Inno inedita con lume, vo- Levia primo qualche poesia non Nel- stampa. nel lui a libri. Decennali, Levia di il giovato a altri due dei edizione prima lavoro la mano tre e che Barbèra, conclusa in rie. Piccine- difficiledella caso mettere verso. aìiche aveva fu e al colo pic- Romano; di ogni Juvenilia, comprendendo al cosa qualche il Carducci che Gravia, lo più Enotrio offertocol aveva e difficoltà, aprile d' nel Carducci, comune Carducci, grato addimostrarsi di uso colta rac- mettere carattere di dicono, una Giosuè di in più all' bisognoso e stampare bisognava quello tornare maiuscola la r parentesi tra di proprio nome editori gli come Ma fosse moderatissima, Carducci versi. aggiungendovi e che, al propose GRAVIA italiana roba quella dei LEVIA teriore an- della qualche che allusioni 1' editore a un NUOVE ALLE ODI BARBARE, 223 II. L'anno che d'amarezza di n' ebbe ai di primi e virtù a leggere che 1' Alfieri che nella del di ai mori il miglioramento: ricevo quindici descrizione la " E anni a tre e grosso, Ed mi cosi era che buono lo della quattro e con l'amico per 1' età e il bino, bam- suo annunziato non la e grave, e notizia il e violenta, straziante. ed forte giarla. irrag- a già guarito, mesi; pareva vagli tra- e compiacendosi malattia, morte, scriveva dolori M'avea credeva miglia, la fa- forze sue novembre lettera, una mori, e io la in circostanze cominciava di mori animo aveva lunghi maschio. innanzi qualche giorno dai che primi l'unico Dante, che figliuol suo, gloria Gli giovinetto insegnato lui le sole con gioni ca- bliche, pub- d'alto donna Berchet, riposava casa dell' aureola il retto si ora e a le cose gravissime. e madre, aveva difficili Gli la Oltre dalle gli venivano private febbraio rare, Carducci. fu triste al 1870 bello era amoroso, sua Mi mio. un come e mori grande miracolo. pochi. • Come la amava ! E la lo mi le mie tutte anima; ogni il mio tristo essere di pezzo confortata. Mi insieme; io finché più sicuro io e meno mi a mi triste di mancare, certo sostenuto che la vuol come quest'altro derare consi- a lui rasserenata ; nare cammi- strada, Lo me. ei lui volevo Avrebbe, sua e a le reggermi, sor- seguitasse l' indole e ; buono. dovessimo sarebbe. la madre il male e sentivo riposassi, ed libero, forte, modesto prometteva 1' odio da il quella su mano me: e : si levasse avvezzato insegnargli io avvenire di vita: che pareva a mi povero lui le mie tutte Quando mi era aveva testina. la pezzo io nina ma- nell' anima se il cuore, data tutta come e che la buono di trista,e e E il mio posavo bambino, ribellione bambino come cosa O terra. quella quest'altro vita in rimasto su gli picchiando tutto era allargare sentivo Povero quel quando testa, scordavo mi a era innanzi, nell' piede deposto avevo veniva sole il speranze mi che quello tutto o ceva di- cose Satana, o voce, gran intorno avviticchiato gioie sua tavola, la su Salute, — che e mamma, sua diceva tutta con — GRAVIA LEVIA ^^'^ 224 scere cre- sua a un sorelle: mi mio si ALLE NUOVE sarebbe ricordato onorato il mio è stato, C chi se ne di e dei della e ti senti ti se muore un ciò, più che ovvero, il cuore A per sia fatta fibre del il cervello il come si non sale, sale vapore, che cioè maledire; del Signore; cervello: tuo fanno su li presto: al cervello anima, da e quello e pensieri, che uomini che mente, diversa- nell' denso un tutti i pili male, gli fatti strappo uno cosi ha forse avere maniera. certa una la pende filosofia,di- del e faccia, compunto dalla cuore più sciagurati e malvagi, Chiarini. di e la volontà Carducci, ti avvelena il male alla abbassi fatti in rammargina strappo parere imprecare e la con religiosie filosofi, bisogna certi dolori che tuo o il sangue religione essere e chi, d' gnato, rasse- assisti al disonore tu se figliuolo,e dalla dalle la filosofia con simi, gravis- pure li sopporta e monta bisogno dicendo: testa ti non è „ vita, sian veramente, patria, e non ciò a che nulla. vero ragione, una mantenuto quello tutto ora della 225 avrebbe e più è non aiutandosi religione:ma E mali fa BARBARE. me, nome, stato, è ODI tristo ti fa più uomini, non siano, 15 226 DAI che condizione ha Epodi (').Certo venne da ciò eh' forma di essi sono T 1869 dall' Heine, suo studio, Poche il Re nel mi ne Tuie marzo (}) Giambi Sposa ed nella e di e a Goethe, unicamente traducendo Messina, per nel- si arrabbiava bellissimi. i cori versi; le prime, credo, l' In maggio dell' 69. ed. forza gran Schiller, dal Traduceva in Goethe Epodi, nella e qui. Negli notar sciupato tradusse del citassero eser- nell' animo letterale: avesse del condizioni: accennati studiò dallo prosa la date la e dell' ingegno nell'animo da pare Platen. 1869 gli poesie. il Carducci in scriverli contenuto me teva, po- gli naturale quelle dico nelle dal poesie di in altra e composti a il e fatti da Quando 70 il Maffei che in suo traducendo il tedesco, primo influenza fatto e furono prodotto i due anche altro r agosto tempo sé, com'egli solo narra, un una poeta. vita, dico anni egli che credo pure Un impulso dell' animo e del da narrato quali impressioni sotto vita in altro dell' animo. Il Carducci io GRAVIA parsi ti sarebbero non ma LEVIA Zanichelli; Prefazione. Heine, Come il poeta Corazziìii Pel cosi notò cani in neir Corazzini c'è anche spira immagine Cairoli, Pel epodo niente ha Carducci il r occhio avuto forse nella poesia nome, I a non più Dante che meno grandi poeti di a un' epoca al che ebbe sue L' Heine del prosa pagine hanno quella nelle stesso, potuto certe mente ardita- di ha Carducci, V Intermezzo avrebbe cani, Petrarca straniere. male: stesso dei Dante a al egli nella Dico 1'Heine e dice influenza poesia. cui a letterature le per più che qual- a Lo strofi ultime pensava come sempre, scorse che E tedesco. poeta si limita Scalpellando delle che l'influenza mentre la strofe heiniano. c'è, notò; vittorughiano l' afflato nonostante realismo il poesia, di Tognetti e qualche espressione. a dei nell'epodo non poesie posteriori e Bologna, Monti quelle poesie; nelle che l' immagine ch'egli cosa ciò e di Ma Per quello dire, muove dell' Heine non dall'Heine. posso e Cairoli epodo nell' Hugo, tipografi presa qualche cosi se Pei Pel in che dall' epodo e 227^ ciò sé derivato quello piazza Pel da notò avea in Barbier dal BARBARE. ODI NUOVE ALLE dare di quasi è una il suo prosa. sempre 228 un LEVIA DAI fra loro: po' di parentela L' Heine poesia in gli del rispose: " eh' Guarda lo sentono. Byron mandai dell' Heine postuma mi essi stessi fratello eh' io volta una avea chiamava si GRAVIA tradotta egli questi giorni pensato una non sceva, cono- io strana! cosa ducci, il Car- : qualche stesso di cosa simile ,,. III. I stomachi palati e gli si possono poesie un del Carducci riepotuncoli di bollare chiamar di Italiani non poesia certe faceva rimasto cattivo erano quel eh' era Da a di venti e le si dice Ai egli li chiama, infami, quel Dante i Toscani al poeta che la zozza, piliavvezzi Fra cose. colpa gusto. sani Toscana. in azioni zozza non Barbèra quel come certe e dolciumi del specialmente Machiavello, dai nutrimenti a ebbero non il pane e' li edizione d' infamia pane ardimento chi nella successo; gran quel li per adattare gagliardi.Anche guasti a non anni, in sentir poi un parve e' era essere d' avere, poi, gli dire in anche sempre a un 230 DAI lora il poeta Poesie, in come dove da e In Romagna fama del poeta nell' aprile neir edizione Epodi, Del lo ammiratori, molto quando ed barbare. Toscana, ammirati la Odi molti avere GRAVIA Giambi de' delle LEVIA del io Bologna, in Romagna il libro un'altra di Satana del 1871 in Ma né la da una elogi suir teorica morali parte, brevemente ed risoluto Fedele e può a : questa Poesie ben' tra al- di paesi trovai e qualche piccolo letterata. critica gretta l' ammirazione i e suoi i ritati me- influenza formulato avea schina me- e e alcuna semplicemente stesso se artistici che in già trovandomi Carducci; la né Egli poeta. 71, alcuni per altra, esercitavano dall' esprima del non e le ebbero esse anche gente freddezza del arte poeta di casa Romagna apparvero là e in cosa: del poesie sue ad essere grandeggiava giro un compagnia delle borgo feci seguitava i Decennali. accoglienza. Nell'autunno a capisce potessero non Barbèra, Nuove si resto Zanella molti era delle la sua " cosi: Il convincimenti più sincero, più schietto, più il resto non è afifar suo. „ teorica, negli anni 71 e 72 NUOVE ALLE altri compose primi, dei culminante la in va fusione perfetta. Nel è delle dell' arte nutrita cosi in quale in come fatiche il d' e de' nostri grado serene profumo dei sentito nella nezza pie- padrone il libero slancio uno al 1871 ha tale riunite 1873 a dell' dei d' cantar arte passa, campi, la vino tro- queste lità. quaferoce quasi ; dall' idillio e epica non le fantasie con contadini, alla ballata non si amore quiete e che moderni tutte greca è argomenti intonazione, poeti viglioso. mera- ricchezza d' varietà l' al- volo politica,civile, letteraria, fatto, suo vi sentito giustizia di popolo, più sente alto satira una paresse colorito e satirico dal tale satira: col era pensieri suoi, altro cosi Dalla Carducci immagini, di forme, di so di d' splendore e del poesia La si allora prese nella era sciolto aveva che ingegno, si il punto segnano lirico forze, e sua, l' del- essi arrivò 1871 egli sue ìieiniano, Canto Campidoglio) dell' elemento ancora certi di un il poeta cui a terribili ( yl Alcuni triumpìie, A che 33I epodi, più ed belli. più e censori, Io Italia giambi BARBARE. ODI le che sane lirica del DAI 232 medio dall'ode evo; d' infamia le alla natura Al Campidoglio la e indizio della ì tempo i dell' Italia e era splendidamente col fatto la verità Carducci attitudini varie io nella Quando il Carducci gli che Il Carducci tanto e pei tipi del in ciò un che che che Galeati volume r qualche promise ci pensò, autore di mare conferdi ciò fa. anni sammo pas- le poco avea ci l'anno pare. stam- avrebbe sato; pen- appresso rono usci- Poesie, Nuove più pregò da cosa di composto che poetico tipografo Galeati desse in va Romagna in il e cismo, romanti- ingegno tredici gita nostra Imola, il bravo da dell' scritto aveva mano marem- che Classicismo potenza, alle certi Versaglia vera intorno vere Scri- A giambi di era pagani; poesia. Marengo, poesia della schietta e poli, po- triviale, aristofanesca, Canto il bove, dei viltà le e elleniche, l' Idillio di 6"///' Campi sonetto tutto di bollate sono la vedevano plebea, distanza ove viva e le Primavere e e re aristocratiche più poca censori dei sentivano espressione a del turpitudini la forme alle storica, rappresentazione come dalla GRAVIA LEVIA cento dal glienti racco- pagine 1871 in ALLE cioè poi, dei da Gravia dinanzi fama qualcuno al la libro si addormentano colpi di libretto di alla poeta piccozza. s' intende, che senza qualcuno. Quando nemica pretendere può valore segno della e del Alcuni loro la sotto gli i scienza degli Epodi il Canto il la a la (diciamo avvenne, non facesse grandinare si si destano strillare della arrendono, feriti cantino degli assedianti le traglia mi- si non lodi senza del dar dolore. qualche giornale prima gli altri vittoria assediati che ciò e loro un zappatore Poesie parola propria) s'imposero: di conquistarsi buon Nuove certi, che l' indomani e dove un della scrittori, i pubblicazione come Le da none can- carono spalan- e fortunati oscuri, il fortezze Diverso Carducci il le duzioni tra- Levia ai fu resistenza chiamare innanzi sera famosi, sua la alcune Prologo colpi nemico. potrebbe quali fama a' cui cessarono le porte originali, molti il e appendice. Questo rigato 233 piccoli capolavori, poeti tedeschi, in pubblica de' erano BARBARE. componimenti trentasei quali ODI NUOVE stati erano che dell' Italia uscisse che va in pubblicati da il volume; fra Campidoglio/ 234 I^AI • fece, € coni' occupò, ne dire al che quale di di de' vostri che " guardate Campidoglio grido della Italia,prorompente dal Quel gridava che il il profondamente poeta cuore scienza co- petto d' più a gosciato an- alto, buon un confessarlo osasse non uno Satana! in il poter liberali, di va 1' Hillebrand Italiano, ancorché ad Roma: il poeta Se tolica, Cat- di vero di dell' Italia lei. scandalo. 1' Unità parer un poeta, essa di rodeva voi un disse come dove di anche ricordo, non il Canto Ma po' un usurpatore dice scomunicato, era, ben Governo cosa GRAVIA naturale, era se alla LEVIA sé a o altri „. E per bizze di di ciò, a i nomi pieno, grosso, scherni che cattivo gusto destare al di scopo) erano credere portare piovuti sul di vendicarsi che non gli non Se in capo, le cune al- avea era del incontestato. potendo non poesie, (il poeta il successo grande, gli suo delle personali propri quando menomare o reale i risentimenti giovare potesser pezzo e dovean esse impedire il merito per partito risparmiato che e parso valsero libro, successo qualche pace ebbe dicendo gli il che ALLE in alcune non gli da avevano paolotta; forse era stata con malizia belle; io per me fece vista di i di e scrissero la le lodi fuori di naturale, a non edizione prima esaurita; l'edizione mise subito ed capire, non delle mano delle solo, Poesie a una ma fatta savia cotesti felici: in- che qual- buon senso detto avean giornalisti, ap del nuova più; saranno Carducci vedere per d quelli,che e capito, seguitarono, aver non di nità va- poeta, passato bizza i cui dal a il foglio loro qualche copia cevano La nella della gente Ma, ebbero poesia nel la un e la guà, disse o poeta; una verde eh, : d'altro. del a imparare uomo, capisco; che senso messosi offesa sentire, non ristampavano venderne le non quel veniva pena pover' pezzi grossi dimenticare fatto sileiisio stupida parliamo scusate, tempo, del era genitori improvvidi atrocemente sussurrò o i qualche se e' abortito, piccolo sorridere osò 235 non poeta giornalista perché mestiere, luna BARBARE. Poesie qualche se il ODI Nuove delle comune; fare NUOVE di com' è ammirarono. Nuove fece dal seconda, Poesie anche Barbèra; che usci fu bito su- esaurire il quale nel 74; 236 DAI feee ne nel terza una 78, delle poesie nella nelle ultime l'aggiunta, scritta poeta le ristampò di tre dal nel Adolf dirlo, furono libro, e Karl e i L' contemporanea. nelle Ma Nuove per i francesi degnamente del nella ratura lette- esso dotto non Fino del di signor verità parlò piena competenza, non con la Rcvnc lui; ed troppo levato a deiix parlare iiiondes ne ritratto un diede, rario, lette- somigliante. Chi pili competenza, delle l' del- morte avutele, Etienne, che il romore dcs fondo pro- notevole più la dopo e meno il che, dopo dizi giu- bisogna che, Poesie, tutti si affrettarono informazioni opera Europa s' intende poeta. nuovo chiese in comparso Heine. per il Carducci i Hillebrand,. Hillebrand, letterature, antiche, chiamò poeta del moderne del Poesie innanzi Thaler; di poesie e l'aggiunta con con parlare a altre, Nuove Le Karl l' importanza notare a e dine or- biografia una tedeschi von primi nelle Zanichelli, lo diverso un e due, di scrittori tre Pickler dalle seconda piccoli componimenti, di nelle salvo Borgognoni. 1875 nell'So; quarta una e prima, ripetizioni della tutte GRAVIA LEVIA del anzi tra con Carducci, fu 238 DAI avvedersene senza si trovò e r senza fare una mattina una insieme qualsiasi ci barbare, ingegno suo intenzione nessuna di bagni meditata pre- rivoluzione Il Carducci ti pare di nel- strofe che vorrei poesie, che ho antica: ma bada altre metrica dimmi armonia. E mi Ideale. ode orecchi recitò — Però benissimo. terzo ti pare se riuscirà volgari strofette ostico, come in le vada e prime il passaggio delle tutto ciò dai quale specialmente un al solito alla strofe che poi più strofi è nell' orecchio fare tran e tro; me- senta l' del- versi ostico grave agli delle rata temperiuscirà nell' uso, ancora ha cominciat in- sente due primi tran si Parini; del non al ci si po' che secondo risposi, e probabilmente e che quattro armonia, ho tutto sopra è avvezzi che già pensate, di e po' un vorrei finire; e che d' arte Senti — mento stabili- uno un' alcaica C metastasiane armonia di Sedevamo 1874. parlando disse: queste e delle mi del tenda una Livorno, a poesia. il dal d' agosto all' ombra di al Odi arte. Era la le naturalmente studi, di scrivere a condotto da' suoi GRAVIA LEVIA una grande ALLE Per potenza. vuole bello Qualche e 1' ode serie una classica. E In anche di chiesa una le io nessuna opposizione ; inalberato per sarebbe che credo le strofe non di se quelle che odi settenari cui perché erano gli suono le già e orecchi combinazioni nell'abitudine tasia, Fan- ìiora, forse le altre io credo la son quinari, di pate stam- poesie in rima titolo di che si nessuno dei metri; degli di già erano quei Perché di composte cioè versi Odi incontrato- accorti. tutte italiani e avesse barbarie sarebbero ne intitolate avrebbero non poesia la metrica con Riiit ad a questa con provocante e barbare, credo accennare il poeta se versa mandata avea le altre insieme quell'uggioso senza m' ma seguitare. a composte come saffiche, 1' ultimo senza volere gotica, volume un Adda, odi quell'ode, tutte in V ci mente special- come l'amico egli suoni delicato, imitativa innanzi di dei altresì confortai intenzione iniziare Notai Su- 239- solamente — tempo manoscritta BARBARE. relazioni armonia per ogni strofa; nessuna le non sentirle. a ODI cogliere orecchio un educato di NUOVE versi al abituati; nella orecchi decasillabi, en- strofa italiani; DAI 240 nell' abitudine perché già sostituzione la fine del verso degli dello monotono, strofa producendo già e Odi r di esametro vuol cagion quale sa il titolo la fervida che cosa Più tardi il a Bologna di ai il qualche e dalle l' alcaica, fu, ché per- ci già e inno- cagione modesto, il sotto di certi lettori Forse nella nostra Carducci altra quali, rispetto qualche obiezione; — fu immaginazione principio fare semplice vertita. av- chi intravide! distici; intorno da meno innocente, quale ne cile fa- più cagione poi nella prodotto ( dico indovinarla): a eentissima dirò vera verso versi era scandalo innocente in dell'orecchio rima il pentametro e poco lo tutto furono barbare la della il armonico nell'abitudine mancanza Cosicché dei era rità regola- facendo cesura e' rima saffiche, la periodo un anch'esso italiano, la alla disposizione la e sdrucciolo di e italiani orecchi nelle perché ; d' accentuazione più GRAYIA LEVIA i ed mi alcuni metro, ebbi egli disse, distici,specialmente lingua non tire sen- e poesia al fece riescono. mi cordo: ri- il pentametro, Ma il Carducci impressioni Cosi o egli avea nelle sue tentati affetti odi Giuntini, A Grecia e dei di Chiarini. la e in Levia loro del Klopstock, alla tedesca; ronzargli a e lingua i nuovi meditazione timidezza perché appunto e casi alcuni della Per T., Alla nelle la B. odi Diana Per rivoluzione Gravia, acquistata piena stesse nelle vita, in lui. suscitavano T. O. che metri determinando vennero Pisa, dere persua- alla po' di un Giulio, rafforzatesi T. potè quei oraziane; Juvenilia, A dei B. si con poetici che fantasmi nozze gli metri quel quand'egli tornare mente già odi prime i nuovi Le nella insistenza più con dovettero ciò perché dopo dalla possibile vedeva poesia si seppe non ; fino impossibile essere che ciò italiana Platen, dovesse che della liriche le del Holderlin, dell' barbare idoleggiate perché virilità ammirare nella prime nessuna Odi metriche aveva gioventù; prima sua dei le senza e dissi, le come le forme perché il poeta antica in naturalmente rivoluzione, nacquero alle d' altri. o sue 24I fermarsi da uomo nacquero, di idea è non BARBARE. ODI NUOVE ALLE Primavere le di rezza sicu- elleniche, 16 DAI 242 sentirono, della Quando non scrisse forse non E sé. il 75 tra uno formare un bisogno che chiesa lina parte e le Alle neir vedetta; nel fra il 76 altre, che primo Il con fonti in prima le nel ma loro; credo, poste com- insieme tutte corpo, Neil' roba. il cui del del Clitumno, che un giornale già il San 1877 del 77 nominate tolo til' delIn 1876 la metà aprile primo 1876 del senza nell' agosto del e volume averne pur marzo luglio febbraio la e si, Fantasia, hora, ottobre detto, un poteano antiche, nel gotica, ho diede ad altra 1' ode Riiit dell' ode pubblicò La che ci mescolasse stesso Carducci, il farne si trovò piccolo corpo, barbare. che poi a potersi pensiero gli venne, Rimembranze era anno 1' altro numero, scrisse 1875 che nome 76, quando certo Odi, quello neppure e il e un del al pensava r da Odi le prime anche di prova, divennero e le pensato avea a rima, apparisce come GRAVIA quest' ultima dopo spogliare LEVIA prima fini e bolognese, Petronio^ compose formarono tutte il volume. pubblico ogni questione letterato d' arte, italiano che la era cosi nuovo pubblicazione ad delle ALLE Odi barbare che fece fu dire quelli che in Italia molto cosa ne d' gli potrebbe essere sé e' entrai volta, una battagliero, e dopo disputato poesie, le tutt' altro molta tutti i (^) È risolute che un pur troppo, sollevate ; confusione; anzi e sono trare rien- po' troppo quanto per metrica regna un barbare: scritto intorno forse debbo forse alla o prima non sia che merito che animo si dono cre- pubblico al Odi intorno questioni e per (') si fretta gran le Ma basta. Discorso il mio molto con libro al illuminare polemica un pensano non voglio non resto, esse altri intorno nuova, Io nella qui la molto di ad quelle essa sono in ancora tutt' altro e che cune al- guati dile- pregiudizi. il secondo degli scritti ristampati è del fuori sapere per opportuno stesse. giornali,e' famoso, e d' illuminare nei vien subito pensano: dell' opera spropositi. Fra persone uomo far di demerito poco brave avvenimento un molti appena se 243 specialmente Non dovere BARBARE. gente persone, specie hanno molta scrivono^ curiose. in ODI avvenimento, un a delle nuovo, che NUOVE in questo volume. Io, esempio, per ragionino que' qualche loro fra mostrarsi cui (che la fondamento resti ancora quanto all' e metrica qualche cosa alcaica, cattiva all' nulla, e si potrà bia ab- stes- stesso non e capire, italiana volgare bene finito de- al tametro, pen- definire come con cilmente) fauna poesia una comporre possa non a esametro capisco non si e arrivo di della falsa versi lo a metrica la all' indole ha metrica perché che lo non della conta non seguitano de' nuovi metrica quella me per tuttavia che an- delle intrinsecamente Io quali (io vado convinti struttura fra sono assolutamente sono sia fondamento. alcun sissimo che Carducci del i barbare sia contraria che nostra, Odi delle come e' è e d'ingegno), e italiane),e composte capire a pochi, son profondamente sbagliata, perché non che là, dico sono lingua (e poesie liriche belle più arrivo non alcune belle in più GRAVIA dotto che più le tali uomo riconoscono in LEVIA ^^^ 244 buona. ed non Per me ha tanta chiamo nella parte bella bellezza il una di metro, una poesia che non poesia dove, e' entra solamente per esempio. 246 DAI dizione derivi credo Da — nostri GRAVIA LEVIA almeno Dante creduto le che forme metrica fatto classica nel fatto, aborti; i lettori la io se fare si può se non tentativo X\^I, stra no- della tutamente ripe- e La — e' è non sione concluche bisogno che percorsa, è se si ha la riusci di di via che le tutte da far seconda, seguito. tanto più a la mi vie pare da tanto quanto che poesia da fare io tutto un più più ciò e turali inna- è la può aperta che non non si essi e coloro sarebbero volta, e da poche non perdizione; una e in almeno quella s' ha : in fatto stato seconda; non Ecco o altre fatto stato è noi, condurrebbero e non altra per dire, che a ciò che non ciò tutto erro, prima vennero andare sopra, il la sero lei, doves- secolo e parole equivale buone ?cosi con hanno ripeta. Ecco: che nate i dei avuto tutti dunque..., la sanno, dice, tutti con bisogni; dizio. pregiu- cosi; svoltesi e a' suoi bastare fatto metriche cresciute poesia, si n' abbiamo hanno grandi) da parte Leopardi, al piligrandi poeti ( e veramente io in tativo, ten- riuscito, se non terza; e ci medito non sia NUOVE ALLE che vero, alle vuol e della ragioni riuscito, non dire ci fu sia dire tanto che manifestò da e il sentimento le saprei non che ivi è dire come sulla accennato metrica dal Io dato Gli rini, del (forse, che che del Pieroni, anzi su poiché barbare; (stavo quello novazione rin- della dire per piuta) com- senza l' importanza quale, quand'anche fatto dico esametri Discorso diversamente esagerare la altro avrebbe ma alle convenienza tentata voglio barbara; avesse lettore Carducci. non metrica il mio qui si bisogno il Odi prime fu vuol me quel : forte. si chiude le e farlo di tentativo per rimandare di quali i critici italiani ciò me per bisogno di più e tentativo dire, quanti più quel permesso con il inutilmente, pure contrario Un arte. vuol cosa senti più generale Chiedo dell' e chi 247 perfettamente qualche volte ripetuto, sia natura se che quante parole ciò tutto BARBARE. ODI le Odi barbare abbastanza ha fatto Betteloni, del Mazzoni alcune e forse, qualche ducci, Car- l' arte liana; ita- di cosa odi del ci non del per qualche della del più. Guer- D' Annunzio altro nome mi 248 DAI LEVIA sfugge), bastano, può non esser Carducci nelle Odi si odi: e barbare la a che molti metrica vivere sarebbe nell' credono barbara dir potrebbe s' col finisse anco Vivrebbe delle sepolcrale bel un e nata morta. urna sempre che mostrare me, lui; benché, con non sue quello cioè morirà lui, con secondo vero che affermano, GRAVIA vivere. V. La luglio 1877 seconda nel è quarta libro edizione prima ha fu subito 1878, dimostrato dell' autore, una fiere che una Lo battaglia, barbare, si una una del stante nono- leggono; l'intenzione contro furono non ed spaccio opposizioni, furono, se fatta 1880, Odi le fatta nel fu nel terza che barbare ne quest' anno. dimostrato e Odi esaurita: una in uscita le molte ha delle davv^ero battaglia perduta. dirlo, le opposizioni, lungi Inutile il poeta quando se ce ne (qualche erano fosse volta troppo stato gli dallo spetto, di- facevano stupide), gli bisogno, mentare sgo- bero, avreb- aggiunto ri- ALLE solutezza lo a po' un che distrae io una bella questione un gli a di zucche, mi rallegra, e di strae; di- sta que- utile di gusti; di cerca la utile! a a Essi argomenti vita (quanto cosa ma in positivisti e opinione. loro che provare ed s' è Quando ci voleva terra. è umana bella, chi?): sarà hanno scalmanarsi. bello seppero non per tutto filosofi della sono scalmanarsi ragionamenti zucche malinconie troppe signori i non bello un mi della sciocca. e perdonino materialisti: inclinazione esse sia piace: dalle pesce fuor di com' tura na- lette- superbia campo non umano esempio, inutile vita un di aìiche un la sarà sua. sento in questa strisciare a ini sono che in 1' opera opposizione, superbia: il genere mi e alla piantata per hanno di 249 Io maggioranze disposta che Mi " sé: „ sente me, da BARBARE. proseguire Concediamo d'acqua. Ma disse nelle rarianiente; si nel inclinato mia querce, ODI costanza e 11 Carducci ci sia NUOVE considerato intendere per inventori meglio una di vita bene, quelli che tutti ciò 1' animale contentare di bene futura. che uomo, Oggi, proprio furono avendo da compiuto in che quello furono i altro non scrutare, sé ci può non e di sapere per futura vita l' Inferno fizio; bene- mettono a provare a e' è non quando il e muore Purgatorio dei un' invenzione sono queste), quel altro, si 1' uomo^ che di (e preti per bottega. Come i se gli altri,e, non avessero di i i' essere quale fare di generi salumai, di rendono più stata inventata tanta gente i per i moda, pari di oggi prete! vita tempo di cappelli, droghieri, i del quella al aprir bottega, che, quello tanto di mercanti mestieri tutti uomini voglia avendo potuto scarpe, fossero preti non tutti di che umano. epoche una ragionare quella Paradiso genere certe a contro tori gì' inven- del e del sono a intero, il Paradiso fare non essere, tutto muore che altri che che disgrazia in meditare, a agli e benefattori vogliono ne bestie e, Purgatorio nostra per uomini gli del simo quarantanove- finalmente, che, specialmente è siamo oggi mio credei, tempo più grandi guaio il persuado mi dell'Inferno GRAVIA mesi quattro oggi anno, 11 LEVIA DAI 250 cai, bec- mente, specialCome se futura, nella ha creduto. ALLE la fosse non gli uomini avevano di crederci! i preti, che che gente, che, nel la ha fosse ultima questo Oh beati di gli uomini in mare maledetta paura in di della miserie galleggiante della che vita quella su sereni giosi, reli- aggrappata futura alla venti ideali gli sente! pre- tavola città gran scienza della gono ten- que' poveri tempesta, hanno in sommersi pure della parlano una corpo prima e il una suo d' arrivare collettiva che, e se di nobil ha la scopo 1' umanità bella vita quale, dicono, ci assicurano immortale è e' è sforzo tavola esser nella essere individuo; che ci umano, vive d' alla moderna porto. I filosofi genere i continua aggrappati diavoli e che dell'ignoto! Oggi tutti vita mare confidenti navigavano il della guerra loro, della gente supremo tavola su ancora di alla che prova che serci l'es- se società dell' opera un bisogno Come la una naufragio con del resistere e bisogno grande queir il e scienza non si tiene a BARBARE. luminosa loro, fanno ODI più prova ancora spietata NUOVE cosa vita sua di gione ra- ogni l' individuo, muore cui la del esso è parte, lavorare, e sof- DAI 252 frire,combattere r è uomo la morire vivere in nella che memoria le di Ma vorrei che nei i e si trasformò, cinque ebbe ch'egli che piante mi e belle molteplice signori filosofi Dante che lodi della i di suo lui, nome, fu della quanto e profumo della sentono qual gusto dalla nacquero onde cui cessero di- vive la Divina e quali piuto adem- il desiderio patria; rei vor- le piacere parte una gloria del se nelle che conda cir- i lombrichi, provarono putredine proseguita mi di vedere morte unificazione fiori,nel talità! immor- dell'intero; sua quale maniere Alighieri gode rallegrarono la effetti nobilissima quella parte dopo dicessero dell' anima il secoli vivere loro. a immortalità si atmosfera, benefici quelle particelle dell' atmosfera, quanto marsi, trasfor- ma lombrico, un che gloria, per dell' queste si chiamò della presentemente delle che quanto, e dell' umanità tutte varia questa io se, egli di tante vivere, di la produssero opere Grazie •— per parte una degli uomini, nostre umanità, morire, è fiore, in un dell' scienza, in iu bene non cioè pianta, una la per GRAVIA il per nato virtù; che LEVIA suo corpo, Couiìucdia. ^^^ 254 ti rode, che tu vedrai non potrai più solo esso che la scienza No: il non di prende forma dove qualche I lettori vita e ha mi è e per dove essere di mi il nascere. nera — del idea fredda e sarai quando credere che io colle dalla discorso. Odi penna in mette nissimo be- so inutilità sulla fare sdrucciolata riannodare di s' era, orribile. che ora solazione con- quando che questa chiacchierata che grande qualcosa.... cacceranno niente basta non prima una drai ve- ti addormenterai quel è non non questa, che e di di cosa che La stava niente; ti questa non che ad pregati sono che della è si è sole, che più, ci dà come soffrire terra è morto, mai soffrire, capisco, non niente, che buca stare il la vita? torneremo giorno un che figliuoli, destarti avvelenarti a il tuoi ad torneremo Anche dei non morti, saremo verrà gli amici, con faccia per che più splendere conversare la GRAVIA pensiero cotesto più LEVIA bare, bar- lontariament invo- grande broglio im- Ripigliamolo restammo. Intanto barbare che i critici spropositavano (ci fu perfino chi disse che il sulle poeta Odi le ALLE scritte aveva seguitò a di la della ispirarono bellezza le della le con Io supera. lirica niente morte di o da in barbare, giornali via furono primi di quest' contandoci Platen cui tre e ho di e il in Klopstock; Chiarone. a ed Per in le verissima po- originale, prima opuscoli veniva un dal la la Le ponendo, com- ai volume diciassette, tutto bellissime, e, campo Sirmione. in gli argomenti, ci' estate nel a e traduzioni piccole accennato Sogno Sono cuna qual- e all' ode raccolte poi prime, alta il poeta che gareggiano letteratura, pubblicate anno,. le accanto via la baldi, Gari- poeta, tutte nostra Eugenio gina Re- di Adriano stando se, lirica mettere Napoleone odi nuove di che tra so la troppo pur belle non tutta vera, abbia pili del figlia la Eugenio, (gruppo odi, nuove il poeta Sirmione, Napoleone la Madre nozze 255 pubblico), altre. di morte Bologna, le BARBARE. del delle comporrle Cecioni), di ODI burlarsi per d'Italia, Certosa NUOVE non di tedesco oltre quelle poesia tratti, i distici in All' di metri esa- rora, au- 2^6 DAI LEVIA GRAVI A VI. alla Quanto Odi tutti i metri mistura distici fatti col cioè ritmico, ed Orazio, delle che metro giambo, imitato il in italiano r dei altri r abilità esametro la riuscito. distici ed va, tecnica un non del verso ci Carducci d' uso eie- un di il ed due secondo è composta poesia è bella, cosi Sento di poter non sistema stato ma di metro col era infelicemente; non italiana; e piano come italiano in e ii metro tri- un la unione questo bene pare altrettanto Cioè, In tuzione sosti- epodo di consta con sempre italico; e mi metro dire da Saluto dell' sdrucciolo, sdrucciolo. sempre latino di all' accento acatalettico, imitato settenari, il primo r ode nel esametri colla parola metro nuove saggio tedeschi, del endecasillabo un breve della accento giambico con dei imitazione una più, gli versi, un sistema dell' in queste prime; d' altri senza d' metrica, ricorrono tedesco. tentato prima il pentametro, non è possibile riuscirà, credo, tutta riuscita nella l'abilità a mostrarlo di- poesia di nes- ALLE ODI NUOVE altri. Il Carducci sun distici: più; non in ma il so pensiero, né di suoni primo verso settenario un il perché che pausa verso da parte una che vuole si faccia dal canto unita pronunzi si faccia al retta me, avanti accade? contare Accade Chiarini. il retti. cor- ritmo vuole suo al verbo il la che salgono dopo che anche di in pitidel metro, il povero accoppiati, leggera Ma Il parola essa. che Ora poesia, sapete pentametro tira ritmo non il e parola e il pensiero essa; la di suono dall' altra. di non che il il settenario. perché dopo l' del- suono della fortemente pausa il sente avverte dopo va, ed pensiero, deve fare non e pre sem- città. italiano ci stesso si accenti una molti seconda distinto sente novenario un la ci si bene; bisogna secondo testi co- cinereo, gridi, da salgono non senso di farne potuto cielo pel neve va e cinque tutti metricamente latino, ci si esametro soli primo. la vita 257 il ritmo né sono il fiocca Lenta fatto avrebbe se que' cinque Leggiamo Il ha BARBARE. e siero pen- si non la se pausa si dà secondo che è cosa beli' 17 e 258 LEVIA DAI spacciato; invece non di se fosse non di il li fa del distico terzo un il se anche lo novenario essere stesso un rio novena- un il Carducci. ha lettore, davanti di e quale, talvolta il e trova quinario un potrebbe tronco, come si morto, accoppiati, tronco parla più; ne lui povero composto verso ne GRAVIA Il metro, esa- metro penta- peccato. Ecco il distico: la Da distico prima parte sillaba sulla In giù d' ultimo per mondo un l'aere lontano l'ore dal metricamente è dell' esametro, l' accento cadendo forte, più che di. sbagliata la sulla seconda dovrebbe stare prima. breve, nel cari, in o silenzio I distici Una breve verrò, della due sono in roche piazza sospiri gemon, Nel di torre poesia soli, il delle italiano giù all' ombra e forse riesce il indomito cuore — riposerò. metricamente secondo ragioni, non calmati tu — irreprensibili il quarto. la principale, perché pentametro come Io hngua è tanto di e sillaba, quanto Ma al italiana; quanto se Carducci: fare attenzione cesura intendo le due Nella la pausa parti delle che forse son delle forme quelli, verso un più è il o sognerà bi- verso, comporli, e 1' una è per tra dall'al- composto. coltà diffi- maggiore la la in alcuni schemi; imitano alcune latino esametro prima senario un poesia rinnovata nel verso dell' dove settenario un divide me, comuni alla cesura: migliori, perché esempio, per e parte ; del la seconda novenario. Perché deve i alla specialmente dell'esametro, prevarrà, nell'altro bisogna, quali sta, secondo cesura che forma e che fare. probabilmente tutto sopra sul- di preme prima riescano, che temente for- tedesca. utilissimo nell'uno e la la forma ed della ma si vuole mi sia nostra 1' accento con ricca è la monosillabe pentametro, contentarci dal parole già acquistato credo che parole ne qualunque 259 questa, osservazione un'altra L' esametro, lo di povera accentate, r ultima BARBARE. è, credo, i tedeschi fanno ODI NUOVE ALLE il verso naturalmente, sia anzi ben fatto, chi lo necessariamente, legge esser 200 DAI condotto accenti a dal senso fare la pausa Ora, sulla e della parola è deve seconda il settenario fare la la nel secondo Versi così e nona. maggiore, è cagionata, senso è : dove è da va neir me non la settima la se la pausa. del esametro che nel la sesta ma guida fiocca le neve pel fetto di- anche dal da del è rettivo cor- luogo difetto, il minore, distico cielo il lettore del Carducci citato: Lenta caso dopo e facendo di nario se- poco o del il senso, Questo il e la decima dopo o dubbiezza serve sto, giu- primo difettosi: son primo seconda, il lettore dagli accenti, quando questa novenario un dopo se sulla prima se sulla debba se accentuazione, fatta guisa fatti solo minore all' di : terza e decasillabo, un trove. al- non la verso, sia degli sulla con del verso e seconda 1' accento doventa dopo pausa sillaba, il dubbio resta esperto 1' accento sulla ha ed novenario fatta, va ha parte perché un dove combinandosi che, trisillaba disposizione dalla e il senario e quinta, accade parola GRAVIA il settenario se sesta, come LEVIA cinereo, gridi 202 DAI Cura e mi tu sacra versi grande latina, odi \'olli fortunata buona certa si forse potrà quella battaglia ei barbare il .dalla eh' fossero mandava ammiccavano ora Carducci a ha si ostini cosi a -que'brutti cavar dalla dare, ogni in che cantare aria potente, non metri che scrivere fa delle è rima dalla contrita: poeta più versi poesie regole barbara si Vedi eh? ci vero che il — cosi rimati! cosi Odi gente Peccato — un le e che le buona non divorzio che ode — potè, testa tutte nuova loro, dicendo: fatto con ingegno Ad poesia si non divorzio suo quella a nuova gente volesse glia, batta- no, o fuori, quella fra vengano la rimata. poesia egli mai, che segno veruna della gloriosa e „ non dare intesi non da' lettori congedarmi rima, proprio per piccola, o A fiore un saetta. una " alla antica compagna diletta: dammi e I' odio per queste con padri miei, e rima! o dichiarava: co' i A r amore, per io de' onor lor Ave, Invano GRAVI sei come e LEVIA ; e giungevano sog- che un grande Se belle, chi con sa ALLE che sarebbe cosa antichi amori rimata! di Per Carducci è discorrere un dalla 77, la versi sciolti barbara, di dire che che non (benché ammirano i versi bella terlocuto indire: a poesia Sirmione! e c'è E dubbio, il seguitava si il mio a tore interlocu- osservare cato Pec- — . fatto divorzio tanto poche il periodo prima le Odi sciolti appartengono serie, dal che della barbare, vorzio di- delle rimate. Legnano, odiatori — fatto poesie di rima! aveva della gli dalla non durante Canzone su più non — specialmente scrisse stare tutte: senza rima, che barbare, al non il mio e Stazione, opponevo finalmente pezzo: abbia la con parlare a Eugenio, poeta. gran il Carducci Eppure Alla ode bellissime son che forse è Napoleone lasciava, però 74 dell' ode metteva saltava punto ET Per un mi certo — quella si, Odi agli incontravo m' Carducci, del il Clitumno me Oh, — tornando sonetto, io ci si poesie un Carducci. e terzina, del costoro: delle a io, fare di qualche tempo, poesia, del 263 BARBARE. capace della qualcheduno — ODI — Passato dì NUOVE sciando Laè in poesia son capaci alla poesia 264 DAI rimata), Alla / lasciando Rima, due LEVIA GRAVIA la stare egli in compose Titani, incominciò la Sacra Nuova l'influenza storica in inedita e e d' e scrisse un ottonari intitolata queste minori, di delle poesie, prime non varia fu Umbria, Adda, con di un Bologna, verso od di un ne' quattro Roma, in chiamò Panzacchi, dell' un che quel che la riodo penel Poesie. li il 1877. certo potente e preso ri- d' altre attestano paesaggi viventi, come parola del detto, Nuove delle 1875, dimentico Carducci e bella Carducci, del conto ne barbare, ricca meno ancora molto febbraio è come del romanza morti. Estate, Per (io Odi precedente periodo talora ai (sotto nel tener senza temente recen- Pisa, pare poesie nel mesi cinque produzione poetica dell' le me nanzi in- pezzo una e cominciato qualcuna), composte, I fra il Brindisi come inverno anni a innanzi condotto e poesia cominciò Lucca che l' InUrmczzo, la un spagnuoli) nuovo genere Tutte antologia, finita,e non quel tempo V, ripubblicata romanzi dei rimatissima ode condusse e Enrico di nella citata della felice con pianura paesaggi dipinti emistichio; le gioie ALLE calde e serene, passione e del e ODI NUOVE i tormenti pensiero, compenetrantisi Ruit hora Alla e e vita la e e della il splendidamente Alle della e si caldi del nei tanta Alla Roma, compiono, sdegni con gloria Caracalla, di si Giambi odi progressivo In nell' odi Satana chiesa gotica sentimento Dinanzi nelle Epodi ed nella dell' di ; la di Intermezzo, svolgimento delle della di Nuove gli e vivi epica e trovata accento Legnano; sono dazione fon- suggellano, ancora nota sentimento Canzone terme imprecazioni fiammeggianti e della alle si quali le ed largamente, più una l' alto ; acquetano purezza rovente riabilitazione a più gano, pa- incivili e vittoria, Anniversario poeta, espressione odi rificazio glo- e lo intende pazze dall' limo Clitiimno fonti del patria di nelle odi naturalismo evo, esplicantisipiù serenamente, rei dibrezze eb- nelle nobilmente medio annunziate condanna le con la riabilitazione delle del della quasi e natura secondo condanna tetraggini religiose acuti e serenità la scienza oggi spiega, la con Stazione, della come freddi confondentisi le malinconie con 265 BARBARE. e di rismo l'umo- il naturale Poesie, e cioè 266 di un' opera facoltà Ma chi n' ha il 73, dopo molti, e questi nel le e Carducci tardi lessi della data che con Clitumno, il me da me indurre V ebbe, V ode tutte A il poeta le sia che dovrei Per tutte e renza prefealtri dagli e fossero blicate, pub- minima, pure dell' altre. rileggo quella la se più la Se Sirmionc, di morte rallegrarmi o poleone Na- di quella serie delle preferenza. Dopo Odi io o che scriverne a volte Garibaldi, Eugenio, mia influenza, una stazioìie so prima dal quando poesie, queste a Odi le composte Alla Non le sentirono avesse neir serie. prima pili, quando tutte inedite V ode a sta più pura? Que- e confermai la di piacciono francamente poesie allora; Legnano, manoscritte 76 lessi scritte barbare, specialmente alta espressi altre fino altre la del maggio barbare poesia più io opinione che quelle sione espres- poesie di Odi le me, son cioè paiono a le tutte Canzone la alta più Carducci. del di se eccettuata fra la poetica colpa alcune, che GRAVIA credeva si che della le LEVIA DAI la barbare pubblicazione il Carducci della veramente prima non scrisse NUOVE ALLE molto di del 1878, dallo pubblicato politico,e ripubblicato Processo pel della poesie tre e sole bastano delle sappia Con è se proprio poeta, dell' onestà quali e e pare si dirgli: tu e dovevi devi devi hai troppo cantare comporre essere all'antica prime poesie, volte il e quando lecito di composto in poco 1' amore, un' ode allegro, ma troppo tristo,con i entro quel i conti in che tu un nere ge- ieri non oggi non sonetto, costoro i addosso questo 1' odio, tu saffica,ma quali e gli piace, quest'altro, ma riosa glo- e il poeta, che come fargli forte le si riavvicina. che diritto, diritto e quelle ma che illimitato,di scrivere piace, credono ha di capiscono non : fedele le tutte quelli,i quali campi gli sue cavarne altro più sia poe- Fanfitlla nel mostrare a sempre compagna frutti se giornale altri,la parecchi so naio gen- Intermezzo, qual stampata non rimase egli amore da Fadda Domenica, in più nel dell' in 1877 Zanichelli ricordo mi non dell' amore, del capitolo altro un il Canto nell'ottobre pubblicato e 267 BARBARE. scrisse cominciato e Perugia rimate: poesie pensato ODI non è inu- 268 DAI Se tile discorrere. ciò già capito detto o GRAVIA fosse non che loro, a LEVIA il poeta inutile, avrebbero ha più d' volta una loro. per Vili. andò poeta che 1878 in ultimi Karl da Firenze, eh' barbare, delle non poesie A essi. Si cominciò poesie a la solo nella del da un e leggere, specialmente tendo, in- seria ma zione conversa- momento libreria, prese Carducci esso notizia della in Odi sulle fama, per fatta giorno un nostro, punto lia Ita- Mommsen, novità, ebbe una dal sua Satana discorso il dell' amico Malfatti, lasciato delle nella a trovandosi certo un ospite illustre,andò volumi e in avuto Fino Teodoro 1879 le porta come documentata. r dell' huio allora erano egli ha pubblicato tedesca Nel d'Italia; pili traduttore. un Malfatti, caduto del il d' Carducci del fuori dove avea Schanz. passando notizia più Hillebrand Giulio casa anni fama la anche Germania, versione una Poesie, crescendo altrove questi da Nuove le Dopo alcuni tornò delle con Odi e DAI 270 " complimento rifare mai il saffico Veramente il io ho voi Fero la molti e al vinto che ciò che ci fosse riguarda cosi italiano, irreprensibili, non alla quanto sono, viene scritto era in la in niente bera li- di male, Come uomo non intelligenza i suoi „ versi; prosa. dell' illustre poetiche tedesca, musa giostra gloriosa. metterlo a potrete non spondei, nella non divulgare, per pure, complimento traduzioni sono, belli creduto volendolo le vero. inchinarsi ad ma Tentate : de' suoi superba GRAVIA LEVIA versi l' del- italiani assolutamente metrica, perfetti. Una tradotte in Friedrich una e nel innanzi molto fatta Canzone Anche di Legnano. Paul Heyse, Giusti poesie del voluto portare il e suo delle Lipsia a di e Carducci del Betty Jacopson, molto Hillebrand, dell' poesie altre l' illustre opere contributo dal gusto letteratura; nostra barbare, Odi da ingegno prefazione una poesie pubblicata intelligente della alcune la È 1880. di delle fu tedesco signora molto scelta pili larga e del prende com- varie traduttore e delle Leopardi, all' opera, ha per ha noi ALLE NUOVE ODI BARBARE. italiani lusinghiera,di divulgare poesie dell' amico Verse ha un' poeti appendice italiani. Ci del sono Rimembranze Marengo fra i fra le odi Al hanno barbare. Tre nella edizione di queste nel più recenti l' Idillio remmano, ma- campi santo iiJJ, tre bove, Stazione. traduzioni Altri odi più Nuove pate ristam- sono Nuove esse bare, bar- delle alcune di netti, so- Odi tre e riche, li- 1880, Siti tradotto di dai Alla quali quella recentemente pubblicato di scuola, sabato quali quello le volume Carducci di del la natie lui traduzioni di Germania in L' ultimo nostro. Italicn,da aus 27! dallo fatta Zanichelli. Al di letteratura inglesi e il bel de' arrivano a e vennero a e le scrivere dai in più cercare qua la versi italiani. italiana, preferiscono (e tratta hanno I e poeti memorie di le essi, zioni ispira- si provarono Ma di e tura, lettera- nostra poeti, si nostra scarse. città, le nostri gì'Inglesi, quando della pochi non canti, studiarono tradussero anche notizie tarde 1' arte, d'Italia: più grandi, loro le più molto amano cielo ai Manica della là in rale gene- letteratura ragione) al mo- LEVIA DAI 272 1' antico, ai derno Carducci del del Review gennaio del edizione sulla che serie prima vi detto è Odi della simpatia: nel e tradotte fatto è dello corpo le ultime amore e Tutto ciò Borgognoni del alla e edizione terza dell' opera intelligenza con scritto e mente felice- sono strofe sette terza prefazione dalla 1' apprezzamento Caducei del poetica dell' biografia Ma barbare. barbare. è levato bibliografia aggiunta dalla dell' e fondata nella Canto Odi poeta dalla Poesie, alle sul delle del larga una diligenza con Carducci del Barbèra, del è sul e incompleta, perché ma Poesie sulle solamente quale fatta volume nel Cossa sul del poeta, larga ha scritto la faina Inghilterra. La in quest' anno metà nostro conoscenza; anche lungo un Tuttavia i morti. di la seconda Carducci, notizia vivi arrivata è Edinburgh GRAVIA Canio del amore. Fra le Odi quelle intitolate Mors, tiimno. spiega " in barbare Forse più Alla Nella piazza Stazione, Alle : l' ode alto inglese il critico grado Alla che di sce preferi- San fonti del tronio, Pe- CU- Stazione, egli dice, le altre la potenza NUOVE ALLE d' egli ha descrizione una tutti i con r in del di della pochi, dopo ben compiuta stata L' ode Alla serie prima che cui e un noi classica da produrre realtà nella impresa crediamo la attentamente che voglio: con- con concesso, ma negare tale che poesia, sia impresa Carducci dal „. Stazione in i traduttori è una generale sugli stranieri; a di salda e sarà letta aver disposti a saranno ci difficoltà ; piccola non vivida nello d' autunno, in modo farla lettore, è, mattino classico più poetici.Fare partenza metro un dronanza pa- ferrovia di piovoso un l'assoluta e stazione una d'epiteti; e impressione mente d' 273 materiali particolaridella farla sobrietà de' suoi di albeggiare scuro BARBARE. Carducci del immaginazione eh' ODI han di fatto è in fatti anche hanno dato la della quelle più impressione di una quelle preferenza. IX. Il Carducci in serie periodi meglio di Chiarini. sta ora raccogliendo ordinate svolgimento e e le sue rispondenti manifestazione poesie ai vari del suo i8 LEVIA °^^ 274 ingegno. È questa le tutte mai precedenti, deviare quali studi delle sue gli Epodi quali e la italiana poesia finora volumi: tre di in tempo nel volume, nel fra il 1850 a e finito della primo volume 1880, comprende nel febbraio salvo è abbia innanzi va come le mento fram- un nel periodo raccolte poesie [Juvenilia), pubblicato le poesie il dicembre del e pubblicati essi vita H 1860, quali intimamente sono sua scritte scrivere nel che furono il scrivere classico di cui e il nostri. ciascuno poeta, aiTatto ^dei più definitiva memorie delle di dalle a alcuni altamente tempi a del prefazione una dei edizione questa arrivato quanto più movendo quasi manca sia sono insieme moderno Di dove per svolgersi e egli, barbare, Odi le delle alcune intellettuali modernità, e vedranno essa modificarsi quale Juvenilia, splendidamente via In dover senza passo, la poeta. per facoltà della senso a passo nostro e dei poesie a lerà annul- che quale gli studiosi nella e retrocedere, o dal percorsa definitiva l'edizione seguire potranno GRAYIA 1867, composte Prologo del per ciato comin- 1865, ripreso metterlo in- ALLE nanzi all' edizione comprende quest' volume quarto rima quinto ultimo ed Cosi poetica formazione, negli Quando pienezza r si sue e per : la Che poesia, più antica, più costante, che i fatti daranno e' è dubbio, nuova italiana. a che fatto sono più lità; viri- secondo la naturalmente egli la ancora per passione domanda di nella ancora pura? questa cagione è poeta farà cosa alla creazione. vien forze, bare. bar- 1' opera giovinezza il in un Odi tutta nel Un 1867; le volumi la che civile poesie il insieme preparazione, tre 1867; 1872. le dopo cinque altri al 1' ottobre il e tutte dalla pensa delle domandarsi arte la primo 1880, 1861 1867 composte Carducci del il il : nel d' argomento credo, in 1868 pubblicato raccoglierà avremo nel di darà, politiche non dal poesie tra del pubblicato scritte le tutte 275 Gravia Epodi), ed politico composte e Levia poesie anno, BARBARE. Gravia), ( Giambi terzo di le ODI dei {Levia secondo il NUOVE gloria La sua risposta sarà, per non l' arte ^luwinriB- '^^^ ^^'^^ i-« 1^77 j in vennero ^^ secondo dopo /^"i(.v»«/ ' sei '/'-^i/'tr"^j distanza Le barbare Odi prime E di sei odi prime anni venti, sono Cosicché senza Orazio. da E che leggendo mancherà non quest' Coloro Alla E ci ultimo materia, la che da arrivare vuole se delle sole mistura nessuna chi al le forse volume, traduzioni. delle che odi poste com- pensato? Chi dubitare che può gli vita? barbare stazione, il Clitiunno, le tanta set- verà? ci arri- non l'ispirazione, la prime terze altre numero dire terze. originali) comporre può abbia di stessa le oggi diciassette; seconde, ha alla e delle (parlo il Carducci odi, r ode le 1883; pubblicano si barbare tredici; erano anni, nel Terme ricordano di Ca- 28o r LE acalla deir odi egli arte sua. Ma V tre di del P. di delle state sono dal a volume, suno. nes- Mi- Shelley, Scoglio regina d' migliori fra 1' que cin- il sommo nuovo B. pur Italia, non antiche; le liamo ieri. Par- altra, pubblicata da dovrebbe 1884, quelle toccato composte poiché queste, nersi mante- terze è conceduto non Margherita esse fino odi urna il confronto di me oltre delle A Quarto, temono e alcune Presso ramar-, di Andar difficile Con me, Eii- di morte queste altezza. secondo avea, In crederanno in potuto medesima quella a l'ode Sirmione, e abbia r autore BARBARE. seconde Napoleone genio che delle e ; ODI TERZE notissima essere a tutti. Da di gioventù e e del ogni pagina e di forza, che, pensi quanto consola. La Miramar è momento di mente ancora volume nuovo egli che quella alta commozione ha ha chi spira un'aura ducci il Car- conosca già fatto,meraviglia pensato medesima ed e che scritto in ispirazione un poe- LE tica la tutta fa la Arciduca, trasportò Goethe di Si al tcnt — vitur visita in vide luogo ad tolti caveto mortis caetera O 1' ode, Attediate Fosche per con lo velo sul zione edi- aidica fra le altre fortuna tonat via : la- vcncna ì^i- — tue ciel di Venaron poeta prime bianche torri pioverne sinistri le quella dopo egli pensò, queste le a a eruid. subito che Miramare, ten-is e del sedeva nubile facesse subito scrisse Si • — e lo incise nella sala vide sul) dulci inollis astra che Dai de uii latina; queste impressione dice rassomigliasse tavolino ; per di studio Massimiliano sul Saepc — castello, stanza i ritratti di ove anni partito che guisa il coiiiraìniniragliaNovara sentenze iuvat quale nella casti gì lane ingenio, lo Entrò aperta più Non Quale della il niergi caveto era Messico, vide di alcuni Massimiliano della fortuna Trieste care evo- Napoleonidi. vedere romanze maggiore gite costiiiita presso studiare; dei Messico, del cabina storia a strofe poche volle, credo, 1' infelice impero dell' sue Carducci il d' onde r delle una di giro tragica 28I BARBARE. ODI breve nel seppe In TERZE augelli nubi. strofe. e 282 TERZE LE O Miramare, dal Grige Con ODI i tuoi contro graniti salendo pelago torvo rimbrotto un BARBARE. d'anime crucciose Battono Meste 1' ombra ne Stanno guardando Muggia Pirano e I' onde. de le le città ed il tutte Collere t'affacci Onde le basfi'on questo a La il cielo tona a ferrugigna Trieste in d' di e prime chiamò quello la e ammirati, riproduzioni dell'Adda pianura riprodotta il capo colori niente con la detrarre Mario a ciò di ammirati, paesaggi, della " e' è suoni, di Io 1' Adda, vero altri Di sco cono- la vidi sensi, di di degli aggettivi che che nelle natura. scrisse: Leggendo verità magia i miracolose lombarda. sua il nembo. tra barbare Alberto nella baleni giustamente e odi seconde lungo coronata Leva Furono d'Adria, Absburgo. Nabresina costa, fondo scogli viste Rocca E mare. mugghianti di due le a Parenzo, e del spinge mare golfi turrite, Egida Gemme E a' nubi Senza „. in questi giudizi, io TERZE dirò ciie intero tutto del di LE il Carducci i vero, in egli che quel sua paesaggi paesaggi in genere, della di fantasia. La mente d'ideale: nella loro appunto fa vedere nostri so esso in Io non se nelle ad esso del essi me Carducci ma è noti; il che noi il castello di quello luoghi^ ci quelli luoghi^ appaiono di prima: e ci che poeta coi la pregnata im- tutta quei avvenimenti da con e descrive egli i descrive sentimento ammiriamo noi a accordo; d' suo noi a diversi conosco strofe realmente; il poeta, il del occhi soli vedevamo. non è più quelli ciò per Egli siamo quando realtà di questo e dagli altri;li vede, avvenimenti persone, poesia Carducci vero. diversamente nella riproduzioni del poesia vede, mette quelle che del ci persone, esprimono non dei li come li vede essi me trasformazioni paesaggi 283 BARBARE. ispecie. Più paesaggi paiono per carattere ; dei Miramar ODI e col ho so che a - — riferite vedo poeta animata Arciduca. che gemere In questo lo lo vedo tutta sul senso Miramar la e vedo quale natura destino non quale lo vide intorno dell' infelice specialmente è 284 LE che vero cioè i Era ODI essi : loro BARBARE. Carducci del paesaggi animati infuse TERZE sono animati sono dell' anima il poeta. altra ben' la Massimiliano quando scena parti. Deh sorridea tutto come Mattin d' la con lui volto dal La maschia De la usciva bella A de Altra su le Istoriate Di ermi sale in oceani con trionfi Dante sapienza. '1 su costruito di superbo e le animose L'attrae con accesa speme incise e e Ei e cede, tavole vista lascia ! vano gli sposi. in : aperto sire vano sfinge una mobile Del al Goethe Parlano Da mare. rapisce Aura Lascian l'occhio pe' felici giorni amore gli ! l'impero: cerulo donna castello d' Nido donna, navigare Iva Addio, il biondo placida raggiava possa sua dolce quel aprile, quando Imperatore, A viventi, su a l'onde: mezzo romanziere. il libro che 286 LE io Non di io voleva, BARBARE. avoli arsi o io ODI gì' infami Marcenti Te TERZE la a grand' te^ rinato colgo alma sotto Ti inferia, mando il Absburgo d' del padiglion o ; Guatimozino di Regnante tabe regal furore; Fiore E di tuoi forte, o puro, sole bello o Massimiliano. Quest'ode^ le cui paiono virtù per che lavorate di par Eugenio di naturale tragedia di stare tenerezza e dolcezze nella ed fra suo e la tempera, cosi composizione, ambedue egualmente leggera nel ode 1' altra alla nell' altra come mi nell'una come coniugale: dell'amor nità solen- genere, e ma tore au- piuttosto stupenda l' una ravigliosa me- dell' la terribile alla è * Qualche mente fa contrapposto materna ?del fatto dalla Nel greca. C freschezza tutta accanto Napoleone. d'una espansione analogia d'argomento; certa sono sbocciate dall'arte, ha una degna strofe per una la terribilità le intravedute le due metro, odi sissime; diver- originali. * reminiscenza d' altre poesie LE Carducci del d' regina belle del opera di volume, mi arte il provenzale il qui Da se r curiosità origine Quando dell' erano, liuto, un dal e antica poesia, dice pare: e pili come perfetta d' razione ispi- l' e ne un coro l' una del gli altro poeta alla altri di forme esse poesia conferenza. quale sala co- Carducci al gentile fu ove è non strumenti tenuta cali, musi- comincia il poeta, spirito commuove seno circonda di Regina. conscio di Regina nella egli alla Sabauda, concavo la esso chiese Nella la essa X\'I, d' uso ode, la fra Chilesotti gentile curiosità e ad maggio Oscar e anch' Regina. andati, sono, liuto la Donna sale corde, la gentile risposta liuti di il le tra passato XV assisteva quale conferenza tocca nel secoli del della due mi professore italiana: e la non Margherita messa dirittura a Carducci, l' arte stesso, A ho tale perché del dei dice nascere tuttavia assistito avere musica ebbe, nell' ode pare conferenza sulla 287 BARBARE. d' esecuzione. Dopo una ODI invece è Italia,che e la TERZE la aeree, l'italica forme, Musa 1' agili dei tempi le forme della Margherita. la nobile Io Can- 288 TERZE LE levai zone; Petrarca, Cielo in porterò e A — Una r Fosca Piace, E la cui Le da Che E i canto più di tristezza: io reco a te, la o A rivola me le vergini. al vento. l'aquila al Tevere severa tricolore. la sono Pastorella: ma la è tripudii: oggi campagne Regina, cavalli. ridono bandiera l' iride ne e dalle de' anche non sono. la terza, danze 1' aere non folgori stringe Dritta io, dice ! désti Superga — davanti teme Sirventese criniera solcano impeto r a Savoia Tutta La la cielo, quaggiù in Avanti, Ed e 1' elmo da e , insegne morte muse a' venti rompono flutto Al A le cadon applaude d'acciaio nembi del e cantico nel — Dante laudi. tue scudo, lo e lampi ferrei Se piace fugge se le balzando asta di sospiri loro terra seconda Con i a la me BARBARE. ODI il riso terra ferve ove de' non piena il lavoro pargoli, le la- LE crime delle vecchi, dal delle ti salutano liuto volano metri Cime r bianca i tonanti Dora La E ode, pensata la due sua con esse costruzione mi le avi Italia, la bianca croce. fu, a come l' ode appare Courmayeur, vive si po' faticosa altre Chilesotti il quando e palpita le tre compie, mi piace finire; poiché desiderasse Chiarini. 1' argento ferrati con e paesaggio un le immenso in Roma quali io Roma, o raggiano cercando spada voi, a precipita strofe, composta con Chi valle di salendo canto tra varchi dei virginee da conferenza, il cui di la le cerula e le che intorno lira difi'usa vostri sceser Con e a de letizia Circolo, Per alla sole al più La fece cantando Alpi i cenni madre. il poeta, Orazio; d' dove Qui L' figliuole,e pia io le consegno sui canto e 289 BARBARE. forme, conchiude vago Signora, ODI spose che Queste TERZE e da a in ste que- mayeur Couresse che : guono, se- paiono difficile. imagini, altri concetti, 19 190 LE altre armonie, pagina del Ecco di da voltare due torri; un fra torre contrasto, ciascuna, brevi Le Garisenda, la e versi meglio, che intitolata specie una con ha BARBARE. qualche libro. Asinelli quattro ODI non r ode dialogo, TERZE nelle un strofe, il poeta storia degli Asinelli, diritta,svelta, ridente canta la libera canta dei barbari, vittoria, lo la rossa le d' Italia. la le fronte chinantesi dure le ruine sopra lotte fraterne, che le vid' io Dante E Vidi Ila conchiude come su su levar noi lui passar Premergli tutti la passano fantasmi i secoli le e fronte a guardarci, nuvole, fantasmi d' Italia. La sole, fuga ed a gendo sor- lunghe furie serenamente: giovine dirò tombe, civili. \J Asine puto sa- davanti e le su di suonanti Garisenda, La al la carrocci imperatore croce su popolo; dei trombe svevo piegò geme del ha italiana. torre gloria gli de- adombrare, di pezzo sei quali tócchi potenti e animare Sono la breve intorno TERZE LE La Garìsciida L' In un Carlo strofe vittoria di sono Teodorico su Eccidio Diritte la bella Carmi intonando Sporgea quadro la storico di il concetto sul ponte dell' che di uomo sta vivente, la amale donne odinici al vescovo supplice in questa essa è filosofico, è il ciolezza con plebe croce è rona, Ve- i carri raccolta l' italica di r erulo Verona, ; vecchio quadro le bionde e Entro Intorno il settimo. Odoacre. su passavan ruinassi descrivendo, gran un io che storicamente che misera. me il Castel tra Ma oh Clemente su ode, Davanti altra ed volle non e 1 1' imperatore con impalmati; quinto comincia due venir Dio giudicio 29 rammarico: un il papa l'altro a suo Su Un' con vidimi Sotto BARBARE. ODI fronte davanti poesia e della concetto cessorio; ac- un interamente alla al a' Goti. pic- Dritto natura. castello, linconicamente ma- il poeta LE 292 il verde sente eterna sua tu canti e che oggi cosi Vittorio le su di torri il la cosi, o Odoacre; vinse piangono abbrunate cantavi tu pensa: Teodorico quando cantando sotto scorrere canzone; bandiere di Adige Adige, verde BARBARE. ODI TERZE Verona le funerale giorno Emanuele. io, bel Anch' Nel picciol E il al Ma la mia Ne gli strofe anni Di Su le Di Zeno rovine al Ancor Mirabile, r euritmia delle nella prima nella seconda nella terza, nel il le altre in cose, di canto ai dell'Adige riferita,il questa strofe tre dell'Adige canto ho colubro, deserto parti ; tre, il che il l'infinito. de insonni fra basilica sibili sole canterai I tedi turriti,quando la de Adige, o macerie sparse colli questi trema. e torbida poeta, le secoli, sorge vanirà tra ancor che eterno : i cantico balzando pensiero strofe la il mio e raccoglie verso cuore Segue Tu fiume, canto; canto ode ciascuna è : tempi antichi; ai tempi nostri; del poeta. LE 294 Ma di saprei non grande Quarto. E — ai di e Garibaldi. avrebbero i d' splende lui di luogo; effluvii l'astro Par che Venere. di da questo poeta. di picciol legno Secreto Leni a su 1' E — colloqui d' i zefiri, la di lauro, movere amore sua donna e scrizione de- sassi, dietro Davanti presso il poeta: pacifico debba uom la con mormorii. e nido di nobili striscia boschi Augusto rrsorgimento comincia breve una toccato d' entusiasmo e nostro Quarto di Emanuele tanto era degno un d' luna, larga, nitida, candida; la In gli fosse patrio fatti del in spirano e' suo avrebbe Scoglio Vittorio cantati quale frondeggiano sera Se — amor grandi Scoglio del corride no? I' ode amò pure Roma, sua scrivere avrebbe trovato L' ode la che tempi nostri, egli, invece tanto che poetico, Orazio, se Neil' animo sentimenti, BARBARE. amore perché Mecenate, e nella dire sincero e vivere sulla ODI egualmente potuto di TERZE lei LE Fisa TERZE BARBARE. ODI 1' astro guatando Italia,Italia, donna De' vati mari. Il la Alta r Stié puncio, A su Ed Per te Basta. Le due letto le ultime le ha che veramente a strofe due degne di della la che gissero; morte ai fratelli. sono seguono splendide; sono delle fermarsi traboccare. degne preda pelago, scritte, fermarsi vuol destino. givano, Italia, al bisogna fermarsi, che 1' ombra, ne mendicando belle, s' è venivano del che cielo, Al Roma bilanciando, Cheti occulti te avvoltosi di omero vindici pirati a leonino oscuri, Drappelli Come cercandoti mosse dieci, poi dileguavano, a I mille secoli, donna. spada Garibaldi. cinque i dolorosa. collo Al Venere. martiri fido il tuo Quindi di de vedova Inclita Pe' de' e 295 a cinque a ma che benedire spedizione Garibaldi, veramente quando ho la rite, rifemano V entusiasmo contenere Queste vigliosamente mera- strofe due dei sono mille, veramente eroiche; sono 29$ di LE strofe quelle è nome di lui nella versi, essi lui di Da — Desenzano Valtellina del Convivale, — odi, che le con d' altezza di senza con forse in forse nella dalle prime le prime parte e le in bottiglia una Colli — altre di Le è venuto cenno per rietà va- metro, per di forma, odi bare, bar- superano metrica, che poi scani to- tredici fatto ho seconde le superano. esecuzione odi dria Alessan- splendore e Canto Roma insieme, tutte intonazione, concepimenti gareggiano e d' argomenti, nome — — A — quali E il volume. compongono otto — Rocchi) delle sette quelli Egle — i titoli delle sono anni il Courmayeur — il mille d' autunno Regaldi ) 1/4S un vivere mettere Vere Gino (A a che Saluto — Giuseppe (A di Cerilo qui di Simonide. di Primo — di far a quello a — Se far a Carducci basterebbero 1' opera tutta bastano eternità. (f iìivcrìio marzo quando del accanto Sole BARBARE. dispersa, rimanessero non ODI che, andata poeta di TERZE ducci il Carsempre LE TERZE Certe perfezionando. delle prime in queste La forma salde il terze versi forme della campo combinazioni di Courmayeur nuovo, Tropp' altro potuto e grido: salterà La su secondo fare chiuderò poesia anche sia tentando poesia, in dire; un non propriamente allargato nuove lui ma riuscito. a io Se spero cantarmi fatto af- metro un il E umore. più alcuni. annunzio. ripetendo lare rego- leggi perfettamente da che più qui modificandone me sarebbe rarissime. o ha metro barbare, da poeta bella e è contenuta sia versi, una voluto strofe metriche, è ci Io permette, il odi quasi, trovano cioè ed di seconde delle e stretta, rigorose; e si 297 incertezze e delle non dei BARBARE. libertà anche e più e ODI ho non l'amico vecchio mio che il non trario. con- CARDUCCI GIOSUÈ (1899) GIOSUÈ 302 Nel Carducci il 1856 CARDUCCI. O di E di E agli peregrina cuor vesti di e avi ed e vizi, o la a di Sgombra Putrida la te giaci dal posa e i vanti di favella in odio patria, morbo tuo L' oblio Rompa ch'avverso è i e perenne d' oltre su le Con E de gli calpestin le parecchie parentela tiche del del poeta versi, al sacre mende con nei e alcuni Leopardi, facevano 1' onte e giova ; monte nova; le ne noi a d' oltre e Ossa Questi ed tombe sante figliinsanguinate, ne' spade mondo. gravi pesi mare avi matta fato, Barbarie Frughin sfatta; al il fondo in o superbia Favola poi presumi che or terra; sacra la a' Numi rubella? Stirpe Oh, e gl'Italianicosi: apostrofava E anni, ventun aveva date vanto di Dante. quali oggi sentire a me grande po' un luoghi e facile è delle ai di scoprire enfasi canzoni pochi di patrio- altri impressione; e ma amici nes- GIOSUÈ di suno noi avrebbe allora preludere potessero CARDUCCI. al 303 che sognato dell' Italia canto versi quei che in va Campidoglio. Gli stati avvenimenti per i d' amor un degli stranieri. nel che pratico corso C il cuore passaggio d'Italia; delle Venezia degli della letteratura. il Leopardi scritti baldi e il nostro Dante, erano i nostri nel grande patria futura, avesse dell' antica letto "e ammirato il romanzo Petrarca, le da loro virtù le pendenza la indi- orecchi di vaghe 1' Alfieri, il Padri. di droni squa- piazza rifugiava si il riscossa, una cosi tane, lon- e nella Foscolo, Nei loro invocavamo nome forte altre e la gloriosa che i vizi. Avevamo senza ragazzi, e giovani Brescia, lastre di Santi un' Italia memoria degli sulle patriotismo il di suono allora, apparivano d' odio per negli le speranze ma adoravamo, ammirare, quei erano quindici patria e nella il poi e i e vivo Milano di '49 e combattere ufficiali austriaci come che di rimasto c'era Roma; Signoria: allora tredici di a battaglie di e 1848 rimasto era volontari andavano rombo anni noi, ragazzi fra anni, e degli e seguitavamo opere del ad Man- GIOSUÈ 304 l'autore zoili,ma troppo prete; lo e della le con estendeva lingua della patria: nostri barbaro romantici agli uno fra ci che faceva amava di gli e romantici; da una amore sciatto non il manticismo ro- irriverenti ahi! che a servitù semplicità sé, che leggeva che nell' condannavamo scrittori (oggi parte si L'amore siccome pareano come amore noi E cosi tasi forestiera, manifesta- classici, noi tutti e Italiano. giudizi per noi per il romanticismo tutto i e stranieri letterature. teorica una con e classici libertà quanto gli per loro buon scrittori nostri il tiranno esclusivo, e cosi era scriveva un noi cioni, che nostro come della eccezioni l' odio alle chi essere C'era noi, nato si compenetrava era priori che anche della fra del rassegnazione-, per debite patriotismo nostro poteva era straniero, nemico illuminato, poco calendario s' intende. individui, ai il prete e patria; Il nel era non religione, troppa troppa cuore: CARDUCCI. non morto), vamo chiamaci cevano. pia- il Nen- tori più degli scrit- gli stranieri, più preferiva tellettua in- i drammi dei dello CARDUCCI. GIOSUÈ del Goethe ammirava lo Shakespeare Lamartine e Schiller e Leopardi, al spifferava i ci suoi gusti, apriti cielo: finivano non ogni giorno; e se ciascuno nella effetti parte una Da tali dispute cioni, mori e d' breve e amore nella a Povero Mi par di Chiarini, nel 1856 un bretto li- più intransigente lui, Carducci primo a alla anni Gargani, ancora, il lo malattia cosi Nen- il come scuola più e di nostra ret- pagnia: com- 1862, in Faenza, nel idealismo, scrisse vederlo la disertare ventotto fiera al Nen- tipo piliopposto anche del fu il e l' dal- gli eccessi origine il stato compagno torica; produssero ma Torquato Gargani, quello de'nostri Era intollerante. d' ebbe il classicista cioni, cioè spute, di- dall' altra. e letterariamente era opinione; sua feroci e i vano l'amicizia, lascia- più tardi,temperando scritto da eh' Quando ricominciavano mai, che turbavano non del e ci manifestava e lunghe erano il Dante, Foscolo del giudizi suoi egli i loro pari di pari al ch'era, s' intende, manzoniano. e che d' Alfieri; che tragedie alle l'Hugo 305 Carducci, assiste buono camminante e che mente. fraterna- cosi per bravo! le vie 20 3o6 GIOSUÈ col di Firenze suo figura etrusca ma pancia, senza e Il della noi: e approvata Porta Ci nei i su pietà, senza era del opera xax' poeti odier- screzione di- senza e la intendevamo come Gargani, vamo n'era- ma responsabili tutti, perché che fosse non ritrovi nostri Gallo San vero Po- noi rivedremo romantica quasi pagina era angoli, di fuoco letteratura egualmente e' ad tutta Diceria satira una terra Vol- di urna occhi una „. libretto, intitolato era lìissiììii, di due con Gargani! buon un' la persona con e da via " Carducci, il „, scappata Chiusi, di o dice pareva levriere inquieto cane e grosso " guinzaglio; in CARDUCCI. Firenze: a discussa stata al non parterre fuori tutti, escluso il Nencioni. era noi con si trattò di invitarlo a a uno anni di erano Pisa a ispirito; in interamente, approvò non allora Carducci, Il difenderla. nozze, quei la letizia fu scuola letta se, e tutto Invitarlo diciamo dolci alla più grande noi quando battagliare era a che Diceria, la con meglio, simposii normale, a in della un simposio, quei nostra dolci gio- CARDUCCI. GIOSUÈ idee Quante vinezza. dalle e anime talora di in nostre aspirazioni quei differenza Quale veglie sonimarughiane negli bizantiìia il gli La a E pedanti : dovea che credevamo. amici anche più non Spettatore, il Passatempo, Avvisatore, r la V Eco Lente, per conto di povero suo, scherni anche Su i due il dei Buongusto, le luì sue accordo un di contumelie diceria: che Eritrea, che prime qualche questo andavano di sfida fare, di aveva armi frizzo fra nel contro di la i gene, Dio- Scaramuccia, ciascuno mirabile, Martini, allora chio muc- un la sopra del testa ora 15 natore goveranni e giornalismo, gittò il gli altri). Di per fece Firenze, Lantcrìia lo e Tutti teatri, rovesciarono, con e la Gargani. (Ferdinando dell' faceva versi di- come in segno giornali letterari, teatrali, umoristici, lo Cronaca della 1' '80! e lanciata stata era degli scandalo, '70 le e effetti ! Dicerìa spese fra Roma a uffici pieni ritrovi quei su romorosi, e fra i bicchieri fra tusiasmi, en- salivano giocondi tumultuosi, conversari vino! nobili quanti generose, ardite quante 307 Gargani e la quei giornali maggiore erano lo 3o8 CARDUCCI. GIOSUÈ che Spettatore, periodico Celestino da retto Bianchi, settimanale fabbricato quasi Fanfani che alcuni ed saputo avea austriache l' impiego Passatempo dolce a ad d'altra ; noi il ma natura: grammatica; molto nostro a Dio contenti mocratico de- ci piacendo, quando, grazioso della buoni in Noi lingua e e sopra allora, eravamo fino conserveremo schieratici non lingua anche, idealisti. invito italiani buona e l'occhio fatto amore bisognava e lo scrivere fiorentino; avea essere galantuomini. conservati, ultimo, Governo anzi noi, scrivere secondo ci siamo staurazione re- baionette programma qualche e per secondo essere suo Diceria, la bastava, tutto, dalle dal toscano, di alcuni collaborare era la sotto conservare nel anzi uscisse che quel da suoi, accoliti ottenuto avea corretto, prima dell' interno, e Guerrazzi. del Il chio, Vec- in Palazzo appuntellata granducale caricature, con istruzione della naletto gior- Passatempo, clandestinamente Fanfani Pietro il e dì- serio, essere umoristico, fra i Ministeri da voleva e l' al- Fummo perciò in di bat- linea 3 GIOSUÈ IO sonetto un Croce, Ai grandi finiva cosi: : che CARDUCCI. In Qui Ai solo, quali in e io che due mal vive obliqua eterno. dei quattro Juvenilia, dei materia tutti, ma da ed netti, so- sore esten- quali era tutti sopra lui. Naturalmente caricatura del pedanti, e la berneschi. cattivo Gargani, ci Ad la un soggetto, amici a fece la che fatto avea poi di del maggior buon parte lava stimo- e che dei di sorta umore Carducci, la amici degli gratificarcid' ogni metteva satirica vena scrisse tempo Passatempo, il seguitò vituperi. Ciò ^gli po' antiqua; posso, nei discorsi, la un le a autore ristampati raccolta stata non vive, or nostra 1' etade de Carducci, sono dei da il era fremo, Santa sepolti in avelli patria ch'altro Dispregiatori Positivo la e imprecando, Genti questi v-an, siedo iialiani in suoi quel sonetti giornalista teatrale, ignorante che pedanti, volle dar il Carducci la baia anche consigliava: e lui CARDUCCI. GIOSUÈ esci Quand' alla Prima Che Air editore fronte la gente perché Gli A Per far Se fussin uscite queste ai dietro scudi che dicea suon di vuoi il voler fischi ci cessero fa- dare buggerio, soldi loderesti noi significavamo Dio. di grandi scoppi con di rispondeva: che pedanti pisciare. a Firenze, da scappare a persone. crocione, un Passatempo, monelli le con mettiti ci venga non del dei pagare ragionar a 3II la nostra provazione ap- risa. IL Torniamo in eh' fosse anni La dice altro ebbe niente altro della conoscono che fino che gì'insegnò maremma viveva tando raccon- come venisse av- manzoniano, padre maestro famiglia Carducci paese tutti di egli^ nato manzoniano, non quale che prosa una Il Carducci, addietro. po' un al il che non quattordici padre suo, il latino. allora toscana, in dove un esso colo picil GIOSUÈ 312 padre medico era di pieno già r età d' d' e il Carducci villaggio, e un nato era sofferto La fra male la guerra, e trovarne un' padre Giosuè, messo a e madre, eh' 1831 carbonaro. quindi più al suo attivi. Andata reazione, ad perde la di aspettare in uggia a mai del leggere per capirne il Manzoni, era dei ai Se e aveva il castigo perché) a zoni; il Man- sentimenti marito, gli tre riuscito il cattolicismo più conseguente rivoluzionari maggiore dagli Scolopi. dandogli del il era studio potè cattolica fargli prendere la fatti del altra. manzoniano, Morale e Firenze in spirito.Egli come trovò la venuta lo pei accesi più e (e il figliuolo non la lo le che sfera quell'atmo- rompere avea a medico desiderio prigionia 1848 si ridusse Firenze fu figliuoli, e del i liberali condotta A ed prima credo, di rinfrescargli a relegazioni rivoluzione posto e a nel- sentiva, con venissero franco, e della monotona combattere, per si padre aspettava procelle politiche stagnante gì'impeti e esistenza quella libero conservando ingegno, 1' ardore matura in Uomo condotto. cuore gioventù, disagio CARDUCCI. berali lifatto CARDUCCI. GIOSUÈ 1' Alfieri leggere ed Con Berchet. del ed nel avendo del imparare le memoria a questi insegnamenti l' indole sangue si padre, il essere ed il poesie esempi, irrequieta che capisce dovette non 313 gliera batta- a docile più ducci Car- giovane alunno degli Scolopi. Ma fra qualcuno quei il naturale sua amato di che vecchia lezione. tradurre; e speditamente, tutta la Coi suo verso con certa che, rettorica e lo invitò grande lo stava badare senza gli maestro, a una Persio un nota; peritarsi, senza notare e, nonostante una il e scontrosità, fu subito di saputolo, egli, ed subito interesse, Accortosene l' ingegno cui a il Nencioni senza grande fosse; e raccontò scuola stampa, con libro Mi alla portò leggendo alla selvatichezza n'era ce rispetto, fece si condiscepoli; stimato. e volta dai e ed comandavano Carducci Il subito) tollerante, carattere affetto. maestri dai (diciamolo abbastanza e anche Padri chiese leggere lesse e e dusse tra- ammirazione di scuola. compagni ; li era buono, aiutava, faceva se loro lo pigliavano pel la lezione ; ma GIOSUÈ 314 guai CARDUCCI, lo contrariavano se lasciato voleva essere tale, di capelli detto: se effetto ad lui in passione, allora, quanto libro di un in pazzie. so se sali ginocchioni che s' non il finito ancora uscio, questo leggermi il finché oggi Gargani e che il nella stanza mattina in lo volle dipoi, trovò, il mano dovè, e lume, vo- li ritto su all' amico piacque Nencioni? poesie il libro, con non dare donategli, o La Perché — le prenderlo, a vestire, Sepolcri. aneddoto, baciarlo. a era forte faceva con giunto e declamando; ammirare dei poesia di leggeva casa presentandole andò Gargani a libri L'acquisto lo comperate scale, inginocchiasse che r le madre, sua quando desiderato tornò mise più tanto ; — felice, pei amore difficile il soddisfarla. che non pennecchio renderlo mantenne; giorno Foscolo, era si e lungamente Il L' libro. gli aveva fiammifero, volea un importunava lui il un Chi un più del dov' acceso la minaccia. regalargli dovea ti brucio quando giorno componimento: no, quegli insiste,e lui, Un pace! ricciuti,lo e il Chetati, — in rossi perché gli facesse Io infastidivano o ho la raccontato più qui sono — So bene a GIOSUÈ che, capire per provati. Ma io anni sia voglio non 315 entusiasmi, certi il nostra CARDUCCI. di torto fare bisogna più vecchia di noi 1853, finiti gli studi, eh' che la tutta a credere averli essa ventù gioventi a abbiamo i passato sessanta. Nel di filosofia, il Carducci normale superiore andare per San trasferito Firenze Celle, poi € Pian Castagnaio il colèra. Giosuè, suoi Fu eh' fin gli letterari quello la oltre alla sul spetta di ai nostri di padre, s' era monte. a scoppiò desolazione. mise da che durò malati. l' epidemia, diede si A che me lavori de' suoi de' i parte settembre: studii a Amiata, settembre, dei 4 il 1855 una e domandandogli ai di monte del il tempo cura Ginnasio famiglia, prima agosto metà 1856 S.'' Maria a scuola condotto, vacanze, tutto per rispondeva che 1856 in là scritto avevc» la spavento corpo e medico con neh' uno era libri, e anima del nel vano dice- nel usci fi-attempo Castagnaio la metà verso A Pian a Nel di suo dove rettorica al tedesco. all' ufficio tornato di si alla entrò Pisa, di maestro Miniato da di allora che quali " Per tu mi 3l6 GlOSrE scrivi CARDUCCI. parole gentili,da occupato malati colèra di paese. In poiché tutti si che per ricusarono, io, mio volontaria casi. Dietro la bene di qual di gratuita direzione sanitario una è dovere parte la vita e' come più degna r altra. bisogno ci nostro E e cosi era Municipio altri più vita meditativa farò di in lo dalle infelicissimo. „ la per a lanza vigi- soccorso etc. condizioni la attiva, che sia non in avendo punto da Leopardi, gran circostanza richieda, vietata di all' uomo ogni meditativa mento regola- un inumazione nostro naturale della me cittadino, misi buon il sione Commis- una esterna, e primi creduto ha Commissioni nettezza senesi ne' incaricando altre di questo giovani nostra tre ai inettitudine per compilazione insegna pubblico alla studio di e bandonati; ab- assistessero, due e disinfettazione è quale, il cosa commestibili, come io, o l' opera per agi'indigenti, E animo assistenza, della e su' noi di che fratello prestammo in pur persone poco li ho nell' assistere sono abondano di o settimane come mancanza fare due io perché del che il dato l' attiva paese 3l8 della seconda, senza e latina, sulla letteratura imparare tura vulcaniche come della filosofia de' bei tempi di sistema e sentire guai, guai Della avviso un nate son far sentire nella filosofia divine, del de' però che della collegiale,avvezzo declinare che cause metodo a morale razionale a giurare non avrai sulle del la con per colui rarono ispie che verbi, non normale e tempi letteratura confronto del bello, razionale sanno infiammate divina delle per scuola lettera lo genealogia Atene, il giorn la l'italiana, nulla, nulla, nulla: con e molti genealogia degli Eacidi poesia, cotesta menti teste opere la cotesta d' sulla degli aoristi; sentirai la di tempi: studi il greco calorose, epica fosse i Per che e gli scrittori di date funzione se coteste latina uomini l'enfasi con verbi, greca, due sulla declamata ma che fritte tutti quale perderai dissertazioni che di critica, cose tutti anni tre altro avrai greca sentirai de' i tuoi correranno da arcadi gli di mai ragionamento; tutti da rettorica, senza di gli accademici, tutti da cosi un' ombra senza bagliore un rifritte di CARDUCCI. GIOSUÈ non co- per pensare: che ti a pensai parlo; ti ripetitore parole del GIOSUÈ il maestro, quale traduzione una male delle stelle i allora arti dalla la convenzionale, la lingua pardi, in fa paura a degli ingegni blicani cento che che bisogna zione, e imprima italiano carattere guai, guai, Questo pisana eccessivo Carducci di feroce nel oppressori chi studi studi gli guai nella a giudizio anni (nello castratori vero scrittori Cinque nostro studi nel!' scuola co repub secolo lingua la na animo, il normale, costui! „ sulla scolare a normale scuola fa, giusto colorito, mostra scolare il gergo del del E puro. e da suggello, come quarantatre adulterano rettorico, filosofico cotesta volte tre e {giovani come nazionalissimi studiando alle la letteratura imparerai tremendi pensatori e leverà normale vili giovanili: Trecento, del dir Dante, Machiavelli, Leo questi lingua bisogna testa te toscana: scrissero viso a Bandita da grammatico, cui in l'ammazzerai, scuola lingua ti e galera già saprai ora laidamente greche in visto comincierà freddamente metteranno fin mai ti greco, tu e 319 aver lettere e italiana: usciti senza dal Goti; ti CARDUCCI. nudo c'era nel un già fondo, lato l'uomo del e GIOSUÈ 320 il poeta): medesimo frammento altro un al anno lato, lettera di medesimo altro un CARDUCCI. amico quel servirà delinearne a di strandone mo- la meglio figura. gli Per normale esami letteratura italiana Della poesia e cavalleresca dava ne Ieri ebbi r esito 1' esame, fu ne pena in capelli bianchi e degli attentissimo e e in la voce. e rimasto con che lo il Provveditore non al D.'''^Carducci, la finivo con mio sul era il giorno all' amico: lezioncetta, chiarissimi dei chiarissimi il contro un'ora fu mie del e (e chi tutto mi dovevo disse citazioni dispiacere, a moria. me- mento, ragionada disse pili:Debbo tamento por- ch'era fatte il mio in costume col padroneggiai Vi finire potei perché vedendo io per blico. pub- gradevolissimo. dei e ancora, dalle spaventato Non toga, silenzioso e la 1' uditorio oscurissimi parlare mezz'ora): feci che in scelto, eh' lettera per scuola lezione trovadorica; più ebbi cominciai, la lui meglio me per della lezioni due da o o allievi fece notizia cosi A erba, fare il Carducci di " gli luglio 2 tema poi laurea allora doveano Il di di ultimo, annunziare che il tempo GIOSUÈ dalla assegnatogli d' quarti E ora. legge far feci fui in rimase dei intorno. Poi il dagli amici, padre il né il vapore: Porsena, a le vecchie lucerne sepolcreti di po' i lumi spegnere cantavo e Ceri. i tazze E la gente Chiarini. i Eroe a di e simili ridevano lontano era i quali davano an- fuori portavano un gaz Tarconte, dell' epopea, entrava gotti compagni passava Turno, e liera, capel- i lumi mezzo gaz, po' declamavo, un glauca sepolcrali di Tarquinia personificato,il quale le a simposio: improvvisa riconoscere e simi, chiaris- accompagnato dalla Camilla menti, abbraccia- si raccolsero epopea di dalla agilità nel non mi io l'uditorio gran una etrusco vergine dei un v'entravano e la in allora E mia e due quale pezzo. lung' Arno, volea non E mirallegro, gli declamava Dio col della finire a Arno quale un da scorso della sala la sera, io d' chiarissimi andò quale salto anche le persone tutte e già campanellino. tutto i 32I di è un vennero i baci sul terra meravigliato salti. Poi dopo il sonò birichinescamente cattedra CARDUCCI. dei e eh' io vaso nell' Ussero un etrusco e cava spac- buggeratelle derne. mo- tremendamente, intimorita: e tutto 21 e GIOSUÈ 322 Io questo in bianca cravatta il facevo abito e nero, i solinoni e grandissima con bianchi fuori,secondo Tasso del costume CARDUCCI. „. Presa la laurea, il Carducci parte a Firenze pedanti, parte a Santa vacanze occupato eh' lavorare a compagnia Maria Giunta studiò, specialmente in campagna, l'ode Riprese suo. nel 1853, r e ed alcuni rimpastò giorni contento capitolo Guicciardini la de Congiura fatti e parole; Georgiche, mise insieme da di " e e la poi e e lesse da di studiato diverrei stile. in per volte libri e il 256 Seguitare questi giorni erudito „. di primo Orazio; memoria " volte tre tutti estratti rilesse dalla tembre set- sima, bellis- quattro Machiavelli, prese e il capitolo, tre per Fedro; appunti fra sprofondò seconda, filippica tutto lingua ho come scriveva, baroni, studiò delle del uno e ciata comin- avea stagione lieto, si e negli studi; tutto attentissimamente, del la e conto per fini; e la famiglia, lavorò anche essendo ottobre, egli e amici derrata, ma Agli italiani, che la in alla fuori ; venir delle degli Monte a la per sul appunto era in i mesi passò e servazioni os- diare stu- a mi „, GIOSUÈ Neil' fine Ottobre del I ammalò lo mese primi giorni, col prima cominciare nel malattia. fondo suo; studi del al ma trasparisse; anzi basta falsi. siano " si non vita ricordo. gli di „; mori giovinezza, tragico caso e me ne Invece, lui Una gli feri la che del disse onde pover' mi disse, 1' florido la lora, al- " avrà che ragioni, uomo, renità, se- menti presenti- ora anno vita, presso ap- salute di figliuolo.Dante; talmente ciò disse certi le in fìgliuol mi cosa Giosuè sua perfetta con come al avrebbe gli sfuggiva tragicamente, il secondo davano an- che vedeva „, corta la l' ingegno sopra orgoglioso di seggiare pas- allora l' ufficio Miniato, mostrare a a passeggiando, sentiva, indifferenza. uscii casa, scolastico S. parlava guarito. figliuolo, sopra parola una quasi che si avevo conobbi anno di sulla come ancora lui, sopra andava cuore in quando e era sul di padre, non che nuovo non trovare, discorsi, ginnasio Il a egli cadere a gli febbri; suo, I nostri spesso avuto restando 323 di Maria, padre volta. e andai Santa a promesso, CARDUCCI. che e e quel dieci CARDUCCI. GIOSUÈ 324 mesi dopo anche morto era lui: e avea non cora an- cinquant'anni. III. Chi ha non Carducci del risorse Io Juvenilia? insistenze quale r di faceva il anno Sonetti, alle i pagare r con oste debiti, col e delle ginnasio, col eh' in poesie, 1' unico con egli " caffettiere. Ma quel- un lumetto vo- venticinque in isciolti intendimento l' amico e niato, Mile come, frammenti tre e dire per né sue e San a comprendeva Muse, di pubblicasse comune, che anno del collega Canti dodici un andasse; saggio Rime, Canto un di vita opere Tedesco al bisogno appena suo primo di di un Miniato dunque ne delle battaglie)gli scritti e San stesse se IV volume ho perché e di non il Carducci come nel ( Confessioni Le intitolati letto avevano i debiti scrive „, il Carducci, tanto a che pagarli. di " anzi dovettero E le Rime Francesco che estinguere, dilagarono intervenire rimasero Silvio i babbi esposte Orlandini, e le ai ai „; mamme timenti compa- disprezzi 326 GIOSUÈ compatiscono, e pigliarci il Per ragazzi. tu maledetto dire mia, gl'italianimi di gli amici se diciate si converte quando e Mi a sia farò cui Apollo •e sarò non moia del per vero bruciare sia cosi! gliono vo- e se come mio librettuccio sopra chi idee, sue fra è il libretto alla Apollo intorno di rogo tutti i miei Omero: siano me legna libri. e, sempre: leggere a No, filosofia: vostra farò mi belle di filosofia. buona in e giovane un faccia un trecentomila di vi presenterà alla morire, che le per belve che Muse sottostaranno Febo O in nelle vo' credere " non gli bestioni, io sputerò e ci volgo profano, gridava il per Carducci Giosuè speranze, male, faccie Or d' entusiamo plaudenti: perché suo fai „. disprezzo capi, tu Orgoglio! curarsi volte, pieno Altre da piglino a scappellotti; fiaterò. volessero altre studi. mi e io né sta; gì'Italiani e deridano milioni, Presunzione intero, male, altri cotesti a secolo dici che la faccia sdegno! un a tu mi in dirlo e pensi male, ben CARDUCCI. preti. di pino Si, si, viva lungioprante, Patareo, Delio, Cinzio; dice di no „. Passata una parte dell' autunno del 1857 in I CARDUCCI. GIOSUÈ famiglia a Santa a stabilirsi la Maria pubblicazione il sopra suo concittadina. critica ridere a poesia Ma indi a improvvisa morte pochi il dal padre male che e tornò affranto dal Era sepolcro. Carducci, nel la rovina sostegno e unico: r antica piliche alla sufficienti della lotta Ripensando Carducci vivessi, di promessa una ei farla fondamente prodove già tócco condurlo famiglia : si non al il pure gli smarrì: neva rima- giovine donna potesse sciogliere Ragioni sua. agguerrire animo un tendeva... at- queste forte vita. trent' anni scriveva: mi da fu casa, e a della fratello,ai quali un eh' attendeva a appresso della e Ne caso grande, la madre restavano duro venne notizia Dante. subito 1' anno dolore la giorni, gione ca- nella esercitarsi Firenze, a della marcie dunque ad fratello del dovea mele forte più mancava e arrivato colpito; trovò gli amici cogli satirica. coglierlo, Non di andò che, per tempo scrosciava Rime, il diluvio capo nel proprio delle il Carducci Monte, a Firenze a 327 troverei " Se dopo dovessi imbrogliato: a quel tempo dire delle oggi il come volte, pare, 328 GIOSUÈ d' più non anche di CAItDUCCI. volta una nulla E ciò due anni che vita non orecchi il e cuore speranza della facendo bastare abitò 1858 in ad e la sé con un in che gli ultimissimo a dare volumetti versi della ed altro conversare, discutere politica.Per del paginette ciascuno quale di avrebbe potuto prefazione, egli gro ma- biliata mo- raccolse poche stanze il tutto per di gli e a vere scriUnico amici a letteratura,di volumetti sbrigarsi scriveva suo il Barbèra sua. con quei il camera diamante, d' arte, di Italia, e Nel passava sera dare lavoro. soddisfazione la gli Borgognissanti: preparare per trovarsi a via anni de' suoi moglie, biblioteca divagamento, d' una biblioteche a due 1859, quando in della parean dal tempo prese lezioni, che e veniva piano nelle e suoi nel Romana; famiglia e casa tempo dei via bisogni qualche per quei lui; per meglio liberazione ai che vero porgendo le voci tutte a In il lavorando, prossima guadagno che materiali. studiando, anche de'migliori volta una i beni sono visse egli anche età, si vive certe è furono 1858-59 prova ed vero; „. quei forse, a uno del bèra, Bar- con due studio GIOSUÈ Storico e meditato il libro non quanto lo urgesse gli de' titolo volume delle letteratura Nel la aprendo quando e da i al guardavamo del d' Italia Vittorio Emanuele le inaugurando la oh ci sarà! vedevamo guerra critica della la ci ogni altri nel Il giorno, Cosi che i su col secondo nella nostra giorni: ogni liana itatina, mat- domandavamo se e coli' Austria; e Ma le per parole contrade pronunziate di Parlamento Carducci, cominciò nel quando legislatura,tutti nuova pre sem- indipendenza Piemonte. nel egli storica. guerra famose per l' Alfieri, gli e e stesso. su 1859 echeggiarono borghi la sé iniziarono tutti gli occhi, scoppierebbe gennaio che di allora raccolti questione il discorso era guadagnare, cosa della il metodo più. Ma doveva sono e opere, 1858 di Giusti sul saggi di Tassoni, sul Medici, perdita, giacché niente prima ricerche commercialmente pura scrittore scritti Primi di una bisogno per gli Lorenzo il pazienti e che pagato era di sua contentare nacquero lui per r opera ciò lavoro; rappresentava tutti 329 critico, frutto di lunghe di con CARDUCCI. col subito Torino, si disse: quale a ci seri- la vere canzone recitando guerra; il quali fuggi; Granduca, Modena di e mirabile di concordia eccitato; parevano i destini d' versi. che era la ancora Non E non otto Poi venne franca. A chi, meno fiducia colpa dieci o lo a vivea r attitudine di à se il meno della quel fatti quei tore scrit- di poetici; lo cercare gli mancavano terribile Carducci, non di divenire sgomento ma compiersi a argomenti di lui Napoleone, imprevisto, che andava anni il come di che Pa- vivamente ambizione di di popolare, era prossimi cerca l' del- la rivoluzione la memoria fatti era poeta. avuto in dei poesia slancio, giovanile era Montebello, Carducci, consegnava andasse scrittore. il la figliuolo, il sentimento oramai ne toscani, al Martino, di e Italia;e sentimento, nei Bologna: ce allora corona di San di lava par- e i moderati la vittorie le vennero ne Scoppiò benemerito non cedesse volevano iestro, di Magenta, di strofa. più che e gli amici, con qualche pili onesto e Emanuele, entusiasmo veniva Italia Vittorio a di pieno i CARDUCCI. GIOSUÈ 330 non veramente Villa- di mai avea disinganno giunse doloroso. Toscana tunatamente Fore del- GIOSUÈ r Emilia rialzò gli animi; Vittorio Po, Croce Savoia di che vitato in- avea scagliare il serto a 1 33 il poeta, e Emanuele la cantò CARDUCCI. oltre V Annessione e , procedere cioè il suoi destini; di Garibaldi dei € mi di delle mi in Firenze; e coi quali qualche tempo a farci a fino Liceo; maggio ed io e ogni da sentire aprile egli altri gli strofa e' avere di speranza; Emanuele frenetici del casa amici la del tore dot- pemmo interrom- lettura dell' ode il Carducci era nuto ve- Pistoia. lo toscano 1860 era vi memoria gridi in dopo, a scoperto avea insegnare mandato lettere volentieri, andato cominciato avea di i rammento liberale dall' nella Vittorio di rivoluzione, che Il Governo là mi Billi, la e il libro 1' entusiamo oggi all' entrata mio Sicilia rivivere versi quei formano opere fosse e quasi dei spedizione quarant' anni sento come Luigi la gioia, di trepidazione, rammento Carducci compimento Annessione, oggi dopo Juvenilia, io quei giorni al Sicilia. in edizione neir V dopo e Rileggendo che dell' Italia le sue in sé e nel nel gliando lezioni, meraviuna grande fa- GIOSUÈ 332 parola, qualità cilità di il ma dove CARDUCCI. suo i codici e sospirava dov' gliabechiana, dov'erano di libri vecchi da faceva r agosto visitare pochi lettera del d' Regno nuovo squisitamente gentile gli d' italiano nella Università di Ma- gli sotto in cerca nel- già e alla tornare IMamiani, il di ogni giorno per tiche an- della e centesimi; pratiche prediletta, quando istruzione edizioni i barroccini Uffizi, eh' egli soleva sedere; pos- Firenze^ a le erano Riccardiana della di credeva r.on cuore gli amici, erano che città ministro della Italia, con una offri la cattedra Bologna. IV. Sin da s' è come sentiva in il Carducci quando visto che sé i suoi ben r ardore detto a sfare con portando nelle amici lo come nell'esercizio dell' anima gli e doveva eh' biblioteche egli a non fare sentiva, era suoi buono cosi tutto esso gli Pisa, ficio l'uf- essere di Talora sua. mente severa- di professori altro dell'insegnante: l'adempì, giudicava scappava se non lunghi colloqui GIOSUÈ 334 cando quasi talora gli togliesse quel dall' attrito e ritrovi nella Tutto meditazione, andava canto un sciolti i su le future fare L' Prometeo. immaginava, satirico per poi finire la Arcadia intenzione società coni' è storici, // campo costituita di la E poi per poesia. serie Gli Alla ora; una poi e una di un serie universale, disegno La lonia, Po- epodo di canti contro serie Aix quali politici, Slavi, e tersi met- de' canti libertà poi e dei le tutte il Di sava pen- voleva allargando Vercelli versi italiana filosofici,uno nuova; più larga 1861 in raccogliesse guerra, secolare carme U che di anno del già composte cose poemi poesie liriche. Alla il con dei scrivere a il fatto canto 5?^ periodo giovanile. del poesie poesie giugno canzone delle studio che marsigliese una libretto un nello diceva, plebe, un cede pro- dispute mulinando Nel la battaglie, una scelta ristretto ciò che dalle e timore, su martiri, d'una e conoscenze all' idea. che quel vigore e amichevoli. meditava tre delle rispondesse non ciò calore al neppure dolevasi, parendogli scriverle, per senza andando non nessuno, caffè; di che nei CARDUCCI, la d' idilli (rotta dei GIOSUÈ La Cimbri)^ i e catastrofe di Giano sarebbe stata che mai cotesto i loro d' altro, feste alle l'Italia e cori Voci ballo, il Re. Poi Laterano, già nelle poi facile etc. ad non queste ne scorgere canzone in prefetto, del cantando risposte certe d' oltre Mincio, Pontelandolfo, da tuto Sta- dello sempre Voci che poesie, salvo e, fece morte intuonano feste canto zionali, na- etc. „. in e alcune il di Pietro esse egli mente sua buite distri- dramma, né quasi o allora di nella istrofe, niente, poesie posteriori. Per la ogni Voci parti in etc, come composte loro stesso guardie officiale pranzo di tutte erano al com- interlocutori da delle ma che giornalisti,che da la „. " vestiti cui morte, sé a ecloga: a occasione misteriosi, da Di né in coHplets o di segretari, in galantuomini Titiro, Melibeo, Coridtjne, da mente altri;final- la impone gani pa- dini, Pala- i e Bella, non essere ultimi ed i2go, " storia doveva L'epodo Gli Magno della de' re nella Carlo del Maggio dramma, 335 Alarico, primi cristiani, un paian di sepoltura il calcn r esilio CARDUCCI. allora per niente: il compose Thouar^ è ma germe di invece cominciò 336 GIOSUÈ in quella seguitare concetto romano, chiesa cattolica r ode Ne' chiara arte_, benché che sente berarsi nario, la scrisse e Nelle poche pensate del spinge in li a rivoluzio prosegue si non classico, si lo ingegno e poeta: puramente la monarchia poiché Roma), 1862. politica della stacca paurosa rivoluzione, egli comincia staccarsi a monarchia. dalla Il Sicilia Sbarcato dopo 16 mesi presentava a a l'ii e Garibaldi Vittorio Provincie napoletane 1860, dopo il Emanuele i entrato più poco di ribaldina ga- profetico. parte maggio Palermo, Napoli, a in stato era Marsala giorni a l' impresa quale accompagnò col canto in tre in osare; dalla mente dell' natura di tendenza la del la caduta molte egli rimanga ed e nelle più imcomnomi grandi con del giorni e fatte, appare coi il trionfo e rimase (che terminando primi fatte, poesie Niccolini del morte doveva piuta, e CARDUCCI. 8 di novembre plebisciti delle e siciliane, e si apriva si ritirava a Caprera. Il 18 Parlamento febbraio 1861 italiano, il 14 marzo a Torino il primo \'ittorio Ema- CARDUCCI. GIOSUÈ miele proclamato era capitale del nuovo L' Italia Ma liberazione male, della Provincie; licenziando tenersi e i suoi volontari, aveva di ha capisce r La politica sue, dimostrazioni Viva il papa ricasoliana! ChIARINI. ah primi " non brutta re. nobili. del Ah plebaglia che del esigenze, virtuosa Perciò alla sobbillate mesi poteva opera sue Carducci di tasse diven- patria una toscane, nei le più del loro desiderare fosse ha di molto indignazione Garibaldi Parlamento Roma o nobili due detto non e le Ricasoli di poteva ideale bene o Roma. del voto Venezia il culto grande il Chi italiano? anche delle che di nella battaglie. Chi le future per fatto? acquisto valore ma e pronti un r Venezia desiderare non L'Italia, senza e della Garibaldi sacrifizio col fatta. era diplomatici dei di quella e meridionale! fatta, ma era Roma unificazione incompiuta e male, o l' opera fra settentrionale, parte affermava bene o differenza faticosa nella pochi giorni regno. dunque, quale Italia,e del Parlamento voto un appresso d' Re 337 1862 si notizia dal al vergognosa stero Mini- grido Italia rinfantocciata di- 22 338 Viva plomaticamente! papa non è più e de' re. Ma — Roma? è anzi delle nepoti il papa, E osceno. Le rivoluzione - — del Roma Pur troppo del Carducci „. E limiti r indignazione quando italiani ferirono nell' agosto ad arrestarono e lo fecero Oh dell' al Portate, mio a italici, venti saluto. te, magnanimo la ! A sacri tua lauri selve d'Aspromonte. a te, Ribelle e precursore 11 culto a te fronte crebbero Evviva Con povero muto primier Ribelle Le del career o Evviva Più Aspromonte eroe, te magnanimo dei d' Italia ! posteri. è si non quell'anno di il figli assassino che va a con no. prigioniero. Ferito II non de' si andrà che tu ti prete, bocca grande credi A baie. son in Viva — come papa, grido vittime '62! nel come Cotesto detestabile. cattolico la CARDUCCI. GIOSUÈ cuore. ebbe i più soldati Garibaldi, lo CARDUCCI. GIOSUÈ Quest' ode importante è 339 politicamente politicamente perché inizio della separazione monarchica maggioranza perché, che Satana, di innanzi molto Il amici, Enuinnele, Senza di e Mario, se nel il 1863), il Bertani, loro avevano, e né non popolo, acquistavano di ebbero forza e dagli il errori impresa. Ma né Crispi, né gran valore degli dei vile, ci- il rinunziarono mai, e Vittorio e fatta. repubblica, loro, dall' autorità professavano, la gli altri,non idee 1' opinione la guerra né di cooperatori Italia avuto Mazzini, la fu contro si sarebbe non passo compiuta iniziato aveva un scrittore. suoi al motto forse né è Napoletano, i tra a distanza dello arte del 1' Inno breve a proprie, più avremmo alle e fede l' Italia bontà le de' lui dalla e Garibaldi, sue quale stesso, né idee mantenuto col di Sicilia consigli forse questo non nell' le ciò Garibaldi per notevole della i e ed ottobre merito contro avere, dietro e maggior liberazione Carnevale col tennero (febbraio tempo di primo mente degli Italiani; letteraria- insieme le il segna pensiero del rariamente; lette- e le quali seguito dalla uomini trinseca inche governanti. Il GIOSUÈ 340 inclinato Carducci, si ascrisse al quale natura Guardando dall' alto del contrasto con Neil' un progresso gli parve che è vero dal modo e che che se nel Mentre seguiva e di a fosse col e nel che prima e i suoi studi esclusivamente fece una lasciò la cura gli era ciò si presentò, meno più semplice. gli lezioni. era sione. espres- disse talvolta e e anche che pensiero le 1863 e' ma nella senza che poesie, quasi Carnevale d'impaccio; parve, preparare si occupò nel più spontaneo meditava Dante; in era quelle poesie egli si modo lui a era anni eh' concepire; pensiero, eletto, anche vòlti di in suo dire politicie ciò peggioramento un espressione gli voleva tutto parevagli rispondere medesimo l' autore senti nel trasportare della che Aspromonte, Dopo ci fosse Il dinanzi esso. ode Satana, per patria grande, una queir ideale, stigmatizzò a fu ne pensiero, di ciò e gli avvenimenti suo l' ideale brillava libera, virtuosa, celebrò nel all'opposizione, sua il poeta. uomini gli di partito repubblicano, decennio un e al CARDUCCI. avvenimenti erano Nei sopra primi del ventina tre Petrarca di le- GIOSUÈ 342 a fronte; CARDUCCI. anche lesse molto francesi, lesse ed A chi ammira della in legge, che padronanza umile più E al di E' nell'alta maestri di stile l'Italia di Livio: animo vasto sereno per e un tranquillo, sime, di parmi e affoltarsi di ha E Che Di pochi: leva la cosi grandi sua vari, effetto con pace un per cielo tranquillo sotto amenis- verdissime selvose vedere grande dal accorga. pensieri e t gnifico ma- di cosi gran alti quando chezza ric- colori di ne come sublimi questo " cotesto te tu con mare in più fa il medesimo ad anche quando facesse tutti i tuoni che d' isole seminato in per andare immenso lontano. ne sollevato rasentando stile ficacia 1' ef- nessuno modi, eloquenza! lui. E' mi oltre di descrive! voce ninno di senza grande forse oggi spregiare. ti passa come e dispiacerà e non lingua, più alto, narra! come di superba scrittore! freschezza la Bartoli, che spropositata d' altri. quale impressione affettano tutti e Clidtiments gli e Carducci sentire del lui la prosa Hugo varietà, del prosa inutile sarà non la stranieri, specialmente Misérables, Victor di poesie altre ì di il effetto gliere, sco- turbine tutto di GIOSUÈ scrittore antico, sieno trattate In mezzo del italiane di le vacanze, passarvi a Rossa, dove Satana, d' amici e ai a Monte inno Io sarà ma giorni dopo " mi Inutile (') Il Leopardi Bartoli è spetta alla il Dante lingua che io nei scrive della è tutto prosa a segni risalti e II pranzo a Torino; notizia E " 215: stile „ dissima gran- cinque tendo; avver- giudizio. tuo rilievi. l' del- scandaloso^. l' inno, suo Porta l'Inno „ al duzione, intro- un volta. Pensieri, IV, italiana. del avessi non difatti mandava in dava quest'altra per primi testa brindisi un a di allora Se Firenze casa poi di poesie della dalla mi " parole: fretta,ti copierei dai una era il Carducci queste con Satana; in giorno Sinario. d' ottobre IO il lesse a fino alloggiava, gli balzò che delle capitolo notte, siero pen- nell' ottobre Andato 1' ultimo una (') tormentoso 1' edizione attendeva correggere quando al politiciavea Poliziano. Angelo leggere „ e termine a fa non de' Gesuiti! imprese avvenimenti lui da cose che uomo siffatti studi condotto 1863 mese le le risibili, quando Tremendo a degli 343 fa sebbene vili,sciocche, ammirazione con a lo me abominabili. sono CARDUCCI. II P. in ciò Dan. che^ GIOSUÈ 344 molte strofe nelle quali molta con pel tirate il è Bisogna forma. CARDUCCI. alla giù su Nonostante attenzione. la non poesia, mi movimento pel e ma questa su finire; per dilavato, concetto tornarci concetto meglio che pare lirico io e possa contentarmene. „ V. Quanto più politiche, per male, Benché esse. venuto, il primo specie romagnola ad e il maestro Uno consigliere dei appena al primi e fare a vita affollarsi ad poeta e ad al E di ritirata,era la alle noscenza, co- gioventù sue lezioni E il poeta affezionarsi che sue seguaci maestro. Bologna, a dessero proce- qualche facendo colleghi. i ai stringeva anno, cominciava romagnola elesse fra cominciava affezionarsi e si e cende fac- le delle più s' infervorava seguitasse dopo che Governo, del opera tanto repubblicane idee Carducci al pareva nel alla 1866 ventù giolo comunale. che arrivato prese a a Bologna benvolere fu ducci il Car- 1' archeologo GIOSUÈ Francesco CARDUCCI. decano Rocchi, amico Vincenzo di Monti: d' amicizia Pietro Ellero compare del al Più lesse quale impose i nomi tardi, fra 1867 particolare in il diede suoi un del del del voce giovine tragicigreci, Il Teza il fu 1867, Bruto, Augusto. il Carducci ebbe 1873, coi del giugno Dante, pagnia com- professori versità dell' Uni- Ceneri, Costanzo Piazza, ai scritti città, L' amico Pais, La e i in repubblicani, Giuseppe di Quirico Filopanti, e di dimestichezza voce nel nato tudine consue- Teza, Panzacchi. bambino suo ebbero quelli anni Enrico ed ed Borghesi anche in logia, filo- di Facoltà lui Emilio con quale del della Bartolomeo di già discepolo 345 Giani, giornali popolo, avvocato democratici diretto popolo il e Pietro della Francesco da diretto Popolo Bordoni grande lasciato nell' animo da ammiratore poeta. Aspromonte una col disgusto avea grande Papa che un amarezza, grande i dolorosi trasformarono in partito monarchico e i tentativi disgusto; feroce ducci Card' contro costituzionale cordi ac- amarezza accaduti avvenimenti odio del e poi di- il dominante moderato. 346 GIOSUÈ La convenzione CARDUCCI. del settembre trasferimento molti a diceva il della Carducci, capitale rinunzia tacita una 1864 vuol il guente conse- Firenze a " Roma. a essere il e vero par- Questo, della principio fine „. Spuntò r alleanza al fine sarebbe i Prussiani Lissa, e non a ad loro e E alle quanti allora? Allora, incertezze nel dipoi anno all'Italia il le 20 alle e Pio teste di settembre ad grazie del gettò, Monti del come e 1870 un abbaiare ma il desiderio virile: impresa del paure di e come naturale a noi Custoza fremevano dignità la novembre IX Invece,, fremevano; sentivano — di Era che Sadowa, a qualche con i mazziniani avemmo, L' Venezia. ranza spee nuova. buono cane rialzarci garibaldini e con un davano raccattare, a 1866: affermerebbe, disfatte poi la mordere, di si trionfavano ci chinammo gittato tozzo la guerra un' età le vergognose avemmo — l' Italia del primavera e cominciare per mentre nella la Prussia con che i barlume un patria. della III Napoleone Governo 1867, Mentana. sfida, in Tognetti. E s' andò liano, ita- a faccia mente finalRoma. GIOSUÈ Ma ci volle e r Italia che Oh la Francia del ancora l'entrata fosse si fossero disfatta del e a Sédan buono risolvesse Roma! a Francesi i bello officiale 347 che S'aspettò lontani, che ben " come? CARDUCCI. prima muoversi. a " il Carducci. scrive ; Il „ Governo fosse d' Italia scala la a braccia di via trionfale a al nistra, si- e fare posso a spinto i nobili cosi certo fune ci hanno mi meno: come destra a Non — Non dietro la con croce mercé fare posso non calci delle gridando e la per ginocchioni, santa, collo, facendo meno, sali cuori „. d' Italia compisse si sognavano 1' opera del nostro risorgimento. Sotto le 1870. periodo più i più 1867 direttivo bolognese Gli ultimi ed firmato con Carducci decennio nel anni quattro e poste com- furono furono il anche Carducci. egli fatto avea di un' avea nell'Agro e fatti furono quel decennio; triste di tristi al Nel questi poesie politiche del al dinanzi di impressione r alcuni di parte de' alla nel romano; suoi tato Comi- democratica Associazione cooperato un spedizione 1868 coUeghi avea un ribaldina ga- scritto indirizzo 348 GIOSUÈ Mazzini; a fra e Napoli, poi di Non dove più che sul Petrarca, Erotici volume un ufficiali dell' tre del lo Era in di quell'orto l' albero raccolte nel secondo il libro parte da Come sono il si chiude dal libro definitiva, diversa e commento 1860, fini due Barbèra, pubblicò Enotrie di gravia dolse lezione storia di avere un cui a le orto, di averci i suoi ruzzare e bambini. stendeva la pargoletta Dante. suo poesie politiche Le un del faceva di vederci il si XVIII; secolo studio, mano dal non esercito; leggeva Giovenale Georgiche ; compiacevasi sopra ad il ministro diamante Pistoia, 1868); Romano; a fino poesie {Levia di versità alla Uni- che lavorare a biblioteca i Lirici e gli capitò sospcrisiouc. cominciato della anni sospensione seguitò tanto; due trasferimento un una della revocare: Gli quei trasferimento, il accettò volumetti in ciò per collo, prima e capo CARDUCCI. 1861 dei al Levia dai Levia coli' Inno 1867 gravia zione (edi- del 1868); gravia a ora sono Satana, che fa sé. pensiero passaggio politico, quei naturale dalle componimenti poesie patriotiche GIOSUÈ 350 i Giambi r amore ed di ma di patria un' altra L' del che facessero punto di III, in l' ispiratore di di somiglianza che Aspromonte e situazione del sentimento liberamente. e e 1' originalità,come non un contro l' oppressore del Data calore Papa, questa era del turale na- porre com- espressione una sapeva era vedeva nel pensiero Egli e' sentimenti, francese, al E lui a l'odio Mentana. spontanea poeta che il protettore italiano,se i suoi nell' animo patria. di poeta e uomini Carducci il Hugo. del petto poeti, repubbliche, s' oftriva immagine della i due cui il poeta gli diminuiva fra contatto di due entrare strazio Victor intera gli contro conosco ne dicembre 2 tutta trapassata parca Napoleone del lento vio- trabocchi di il agitava traditori ai cioè quella: 1' uomo italiano poeta al da un'altra 1' odio immaginati) ducci, Car- il conosco gli Clidtiiiients contro era non quale o come indignazione complici, un' veri, (o sola, francese dalla sentire può allora senti io più; perché feroce e lo come poesie si che mostrano patria non raccolta della epodi CARDUCCI. la quale rispondesse la lasciasse suo, bene ciò che basta a non darla il CARDLXCI. GIOSUÈ niente prendere non due primi Per Monti Giuseppe nel ambedue qualche di qualche Carducci al altro più insigni tutta il Mamiani che col primo un del musa non e avrebbe di stile scapigliato allora gli meno violenta diede di Victor eh' la dei imo giungendo sog- vallo liiugliissimointer- che che certe „; e alla a rispose: di alcuni il fare che vera Orazio cose notò sentiva disse ciato comin- avea presso Hugo; Ma giusta; " era meglio ragione. la bile epodo parola decimono, di violenta meno il Carducci qualcosa e rabilia; mi- poesia moderna, la trovò dette dissero effeminata poesia contemporanea; nuovo, secolo le la ardente, moderatamente, primo lasciava epodo genere il della niomiinenti dietro a voluta chiamò si di vero, li lodò avrebbe che di italiana; parvero scapigliati ne moderato Il Panzacchi bile. lirica nuovo, Gli stesso. qualche qualche di cosa veramente erano nella nuovo e Taglietti,composti ed 1868, parvero cosa bile possi- è Corazzini Edoardo Gaetano e 1 mediocri. Per epodi, ciò che nessuno, agli ingegni soltanto I da 35 gonfio il Carducci quelli che fetti di- volevano GIOSUÈ 352 Or dite Sotto E e Giovenal a Dea, la Muti in quando Su da che tempo avventa i suoi voi di latte. Cosi fu intraveduto, avea eh' alle più affatto nell' ode era poesie ai primi sempre veramente il poeta del i In dagli ultimi. dalla preoccupazione che la a immagine; deve mente che si della altro che giunta rag- liberatosi si I gnato inse- chiederla ch'essa a deve concetto, sforzo bandona ab- grandi hanno espressione lo dirsi forma, ispirazione. col della avvicinano poeta, bisogna insieme crescendo può il meglio, lo studio essere che ed Giambi va studiarli, gli espressione agli altri; diciamo dalla questi alla classici,seguitando che quali perfezione, Aspromonte nei è progresso successivi, alla Per giovanili, interamente non Paradiso, e prima. epodi rispetto all' ode, e Dante folgori cafP nel riso ansante; dal giù e in spasmo suo. rispetto non lo dibatte l'esametro il Mamiani Il progresso dai egli si gliconio seguitò peggio ciò che eh' r Inferno Addolciteli E CARDUCCI. con non per sé, turire sca- la può rico- GIOSUÈ determinare e noscere concetto CARDUCCI. la e determinarli immagine, anche sono essi parti di in e nei tutto di che piena maturità dell' padronanza dell' la 1' autore a arte fre più largamente, nei Giambi Ed, oltre in quei volta dal ed che medesimi insieme Galeati epodi ai secondi il titolo di siche, clas- qualche con piena ed rime nelle Epodi dello gravia, stampate e intera Levia affermata negli Epodi, anni, sotto dei intera. la 1873 Nuove si composte per nel la cominciato avea sebbene libro incertezza, nel secondo raggiunto reminiscenze le tutti quasi personalità poesie giovanili,che dimostrarsi era La sua. le sono possedeva e ce semplicità, e ormai ingegno, e sono efficace aveva balenava, scrittore,che nelle di esempio mostrano la maggiore semplicità questa ultimi parole il con primi Epodi, due più belle; gli un nelle esattamente semplicità. Esempi ne 353 prima in Imola poesie. VI. Due un anni volume Chiarini. innanzi di Poesie il Barbèra di Giosuè avea pubblicato Carducci, dove 23 354 GIOSUÈ pur Asprouioìitc, erano tutti quasi la gli Epodi Romagna, che lui di Toscana?) nuda trovati per verità? volo a vero Nuove ce lo non discussione, della critica quel volumetto prodotto chi cuor di r Italia versi la stati voglia: dura al dia-, loro,"si può l'andarci toccava e vince è. tanto che le „, e furono le nonostante poco più meglio di questa in di pagine seconda di metà e^ amenità risultò cento fatto discusse; molte moderata-manzoniana, di specie' inorpellare,la in avea si affermarono dalla quanto " ài erano non ma la seccava volentieri anzi ne che almeno mandavano: proverbio poesie versi ivi più intelligenti" moderato, mandato importuno, lui, pare, il o che d'Italia spiattellarein I — nascondere, il poeta lui, e cruda. Avrebbero — giurare, sentirsi può dell' autore, è allora era quel e ai l' ingegno non si erano, rimanente antipatica; gli era (e chi verità nel e Eccettuata simpatia Anche riconoscevano pur moderati in della il volume Satana libro. primo inosservato. quasi poesia del nutrendosi il poeta, godeva Carnevale, il quelle poesie dove dire, cresciute passò CARDUCCI. lirica che teneva con- avea di secolo^ GIOSUÈ A poesie: Le dell' Italia che di campi bove elleniche Non di vigore tanto espressioni, e di parla soltanto faceva componimenti Nuove Alle (1877, 1882, 1889), poi raccolte libri^ nel Non prime a poco luogo e di quei che brevi pensare. in periodi tre che barbare, e colori, poesia ciascuno volume, un di di e furono in ordinate due 1893. è inutili non in Odi argomenti, immagini certa successero, le d' colo pic- cosi vaghezza di sentire poesie in d' e agli orecchi, veramente veduta delicatezza differenza a potenza una varietà ricchezza tanta altrettanti fantasia mai tanta tanta E, suoni. s'era pagine e di e ni- Vcrsaglia, erano rivelavano sentimento meravigliose. spazio che mare gli alberi. Il Colloqui con Marengo, agilità di Idillio romanticismo, e piccoli capolavori ed hciìiiaiio,Cauto un Campidoglio, in va Primavere le e 355; ce/ii censori, A Classicismo mano, Su' CAKDL'CCI. il di caso discussioni opposizioni a alla poco di che una dovettero, generale qui accennare alle lunghe suscitarono, critica vergognando, ammirazione. Pareva alle né ignorante, le quali il cedere che e con 356 GIOSUÈ Nuove le che sua, parola; che di nuove delle Clitmnno, avrebbe le Dinanzi in più Morte di le un'epopea tutta della terze, di strofe P. forma. nelle B. poesia Shelley, il Dopo come nella che le di prosa, disegnato sobrietà Alle la o odi opere sono Car di del una con di lorito, co- fonti del acalla, chi cora an- la ti fa dimenticare sai non del delle Scoglio 1870 di seconde se (sono disegno quali più si svolge perfetta semplicità barbare Miramar, sono e pieno nelle quale girar seconde quali quadro levarsi eccoti tragica) Alle le potesse grandiosità nel dopo di terme Napoleone, e Ma forte e capaci ancora stazione, Ed la terribile quattordici un il poeta alto? precedenti, ammirare linee che è 1' ultima mostrarono erano pensiero, alle Eugenio lui quali Alla odi creduto tutte di barbare concezioni. di semplicità dopo di detto avesse Odi prime vita, di sentimento, grande musa mirabili ciascuna prime, sua il sommo toccato avesse poetiche più e la le e facoltà le il poeta poesie dell' arte CARDUCCI. le seguono Presso V urna Quarto. Carducci, cosi ascensione, di della ?358 GIOSUÈ lui. Perciò fu gì'impostori. il hanno di è come Se r altrui buonafede Perché sa, non dei dottrina che sarà non lettori, vende che gli editori, ragioni esterne letterario giano arti- cerca d' nare ingan- lavoro un fatto. stupide E si giusto Sono gingilleria ideale; ma un italiane; che lavoro: sia non idee sia e missionario, giocattolo, o letteratura civile lo un il diavolo e la ciò ranza ignoe una sdegnava pretendessero del " suU' per il lavoro diceva, „, solite nesto diso- un'abilità sua meno onestamente dito. cre- insegnare che,' fidando onesti, pagare ogni egualmente per anche scadente, perde e come un gli appartengono? non altro, come pretende scrittore uno la scrivere. o un tenuto che professore un che con disonesto uomo per come artigiano un con perfettamente legnaiuolo, un e scrittore,diceva, conoscere lavoratore un muratore, tenuto Io e quale vogliono parlare qualunque. è ciarlatani coi insegnante dovere Il letterato un inesorabile L' della materia CARDUCCI. " le il lavoro rio lettera- contemplazione, visione, scrittore prete, che civiltà non un si un operaio, tribuno, porti o 1' arcadia, italiana „. un la GIOSUÈ Con di che idee queste mai saperne voleva considerò abbastanza in sempre il Giambi ed studi substrato. sociale che AI A contrario. scrivere di sul genere in td erudizione che un del io qua oggi, la ratura lette- prima senza Ciò giorni quei Bologna, senza specie in nel poesie il era non d' argomento " fatto aveva a Faenza, preparazione quelli anni non aveva anche mi sento perché due sulla punto ap- discorsi, pena scritta ; mai Da critica che Non vero, lo 1865 fossile un biblioteca. e esserne che sono l' altro nessuna litici, po- scuola la respiro più „. in avvenimenti per me dei tempo Carnevale, rispondeva: non da arnese nel doveano altre letteraria: d'altro morte, studia che dagli d' erudizione pezzo a che Anche cattedra il lavoro rallentato un uno la egli alle grave, dovere. eh' epodi, distratto consigliavo capace aftar credere potrebbe avesse più prepararsi preparato. Qualcuno gli anni il un suo sale italiana, non essersi lui pareva gli argomenti iscuola: primo quasi cinquant' dopo gli non sopra per come 359 il capo, per trattare fu lezioni CARDUCCI. e di ché per- intrala- 360 GIOSUÈ sciato le CARDUCCI. letture, che moderne, faceva avere per intellettuale Dal al i suoi 1870, di Dante mole tini nel studi lo materiali che nuova, scriveva edizione alcuni del Ma occupò d' più al dal 1860; " chiamò. del 1868, e che ogni altro, mise i su fu lavoro da il ad commento ad una diamante quelli lo anni del il commento scriveva una pubblicò e trarca, Pe- attendeva tedesco, com'egli mi fronti raf- lavorò ; e XIV, in e codici, ballo e insieme^ riscontri già accennai, come vedrai Università, biblioteca della Vieni " Vita a secolo „, del della e il lavoro quale, edizione carnascialeschi volumetti nuovi Barbèra. fino Caccie delle parò pre- di canzoni e Canti di Dante; lezioni; lavoro su il Boccaccio; all' stampe Cantilene raccolta una lo antiche di le studi di rime commentando e bero creb- Seguitò gli nuova paziente e sulle raccolta una per vimento mo- Poliziano, d'erudizione le su commento lungo con scritto andava il lavori e Petrarca, aggiungendovi 1865 del del pubblicazione d' intensità. e sul e la cose politico. e 1864, dopo fermo concetto un di ordinatissime, stesso nell'agosto balena, che al GIOSUÈ fine m' ingoierà Ne Severino pubblicò „. Vigo, nel Ferrari, lo 1876: pubblicato quest' anno, e in piuto com- collaborazione biblioteca nella ha un scolastica Sansoni. del Primo frutto furono, editi della oltre i volta primo della brillanti studi sui videro fra Dello gli scritti giudizi gli lui Bozzetti scrittori prosatore sul secondo al letterari luce svolgimento tore all'au- centenario Manzoni, del altro, Muratori, Critica e e nel d' tacer rica sto- vive più apparvero per la per di critica Altre critici,ove, intorno tisti trecen- assegnarono italiana. di la discorsi nazionale, che posto grandi lezioni, gli Studi quali letteratura dei certi le cinque qualità volume suoi nei letteratura il erano dei Vigo, dal prima su vivo tutto saggio pei tipi del con 361 CARDUCCI. ed arte. VII. Fino dagli Italia fatto " che va proposito Ora „, ultimi in di diceva, " del 187 1, dopo Campidoglio, non scriver voglio da il Canto il Carducci pili Giambi vero l' del- farla avea ed epodi. finita con 362 GIOSUÈ poesia, cotestà voglio più non air tornare morale se ed quattro delle quali A 1879. Però che il poeta era fatto, e naliiram mezzo al tumulto quieto e non due dell' di via ultima nel delle mostrarono amore il proposito mantenere barbare netti, so- Fadda, processo che lo si mantenne i capisce, pubblici, expellas fiirca, gli e al e calme È a quando eh' vero chiudersi sperduto era egli in un alle di Egli re- usque della vita onde del sopra di talvolta in sapeva combattente. rimanersi che mare infuriano esse di fantasticava convento, negli Apennini; fantasie. destino rumore Dite tamen battagliero, poteva nato tranquillo? mettano i venti. suo esterne genere, contribuirono, Carducci, Il cnrret. andare quel è stessa studi. Ma si ciò sé elleniche, alcune Odi le esterne; oltre vita, gli avvenimenti della stessi del Cauto sulla A cagioni di poesie il di per ancora, Primavere e casi scrisse proposito rime realmente. Le „. altre Nuove che pura, altra egli le cagioni vengono arte d'ogni mancarono, CARDUCCI. o ma e in erano sentiva un stello ca- e che manevano riil GIOSUÈ E su Il gladiator tirreno, '1 ginocchio, io, Poggiato, E nel La riarso frese' Morirò Cessando di battagliare a nel scriveva 363 CARDUCCI. fra come le chiome seno sentendo. aura combattendo. battagliare " la con giaiiibi,cominciò coi Risolleviamoci prosa. " luglio 1874, nella questi a anni coi i della meschini grandi eh' è una cosa coi e Non qualche divina? diamoci confon- alto ammiri e dal 1868 è tua Goethe di Fino riamo ado- e di cosa stimi Dorotca e rimanga tristi: amiamo Aproposito: l' Erinauìio bastanza che inclinante. i buoni: e nell'uomo. pur vita arte, sola divina bella, alta, nobile, consolatrice cosa mi „, Sai ? preso ri- avea „. di gran lena lo studio tedesca, cominciato 1862; e poesia del si sentiva dello Schiller al culto é studiò investito gli altri in pieno po' un vivamente eh' ebbe Goethe, della e del dell'arte anche ma nel grande nel anche prosatori tedeschi; lui da un ratura lette- specialmente influenza pura; e stracca dalla Goethe, poca e alla attratto non poeti lingua raggio chiamarlo ri- lesse e fu del- 364 GIOSUÈ r umorismo alle heiniano. malinconie combatteva le critiche giudizi Manzoni sul ad Odi barbare, e non grande aveva greti se- fantasmi, vita, nei quali meditazione la di la malfattore farne parole da veleno della Ma bontà del e è de' arma r animale le della anzi quali gentilezza vestito tristo per piantare, la grandi compiaceva. più calunnia, dietro via gliendolo disto- alti misteri politico,che il via poeta, manca, scrupoli senza il letterato non violente^ 1' animale Dopo si italiana polemiche davvero degli mente sua letturatura che i venti spirito alle accuse contemplazione serena dalla lo ira, certi Ca al Nuove alle Tibullo, le su agitare dalla letterati. nel Satana, a opinioni politiche, furono si levarono un battaglie all' limo prime La le tratto Intcriuezzo, e nell' italiana, che prosa in tratto bizze sue grandi sue poesie, alle sue di attendeva mentre lui. per Le le e della campo Perciò, barbare, sfogava Odi sue CARDUCCI. non dei bonda, abtano can- nostri io definisco da tuomo, galandi accozzatore intinta dell' schiena politico,capace di nel versario. av- questo 366 CARDUCCI. GIOSUÈ l'arte, per batte per la verità, per Seconda, perché,anche la calma quasi sempre ha la forza sé per dove è più violento,serba dell' uomo superiore,che sembra e moralità. la aver sé per Terza, perché ti fa l'effetto di alle prese furiosi li di contro prende a lui, ed al poi una con uno di prosa, le si lascia figuratoe magari Nel che prender la un desta fare essere tore genialescrit- e malizie dell' arte, poco interesse,e dal mano le come se del volta tal- linguaggio tinte,riesce l'attenzione tavia tut- lettore,e. lo annoia. non la celebrità poesie,le ad a dice, sia pel modo vivo 1874.dopo cominciarono e pirolette, lontano forte le sempre ma affatica, dalle Nuove un tutte sa cose carica tener lo che le per dice, eccita a due capriolesulla polvere.Quarta, quinta,sesta, perch'egliè che, sia loro due li sinistra_, mano biscottino li scaraventa filza di gran far porsi scom- gentilmentecon uno a pubblico,fa un atleta un egli senza dita,li colloca sul palmo della mostra gione. ra- nanerottoli,i qualisi precipitano dei con la sue venuta lezioni all'autore all'Università più largamente frequen- GIOSUÈ più che tanto tate, Il vasta. 367 CARDUCCI. dovette essergli assegnata degli numero scolari veri il Carducci al Del sul Foscolo, Nel commosse quarto considerava di secolo quell'Ateneo; del regno a ciato prose: una rinnovarvi italiana; di aveva egli di aveva valorosa nel mondo i e dopo ciò ed gloria suoi sua. tesca, dan- di egli uomo, Per alle giovani della oltre in scuole sori profes- letteratura Zanichelli dello di si lezione mandato volumi poteva turalmente na- erano Bologna fatto turba officine quelle a 1' illustre l' insegnamento dalle Monti^ Tutta aveva là sul la cattedra perdere come tura lettera- ammirate. e Carducci. al un cominciò alternavano Roma a ebbe alla Parini, provenzale, e timore per oramai sul corsi gurazione inau- il discorsa quell'anno si istituita offerta fu lesse suoi spessa Per Italia, eh' più frequentate fu 1887 e che nei Manzoni antica letteratura da e che umore. in lezioni Le le un letterario pililarga parte moderna. di cattivo quell'anno entusiastico; fare sul di corso riìiìiovauicido successo a di ralmente natu- era ingrossato dai dilettanti,ciò metteva l'aula poesie abbandonare lan-. e di la 368 GIOSUÈ città che lo fatto ciò che poi tenere In comunali di le trent' lo maruga, del Dante ac d all' Uni Zanichelli storici; II. opere questi Primi tennero Confessioni e di numero daco sin- da edizioni che nel fecero il delle corso Calcati, il Somstesso minciò co- 1889, pei tipi Zanichelli, nel tre elezion Consiglio, altri,1' autore ed sue nelle maggior autore nostro quell'anno scJieriìie. A volume, dall' l' anno funzionante come anni, il Barbèra, delle la raccolta e del il ripetute e pubblicare a in varie poesie e venire su Carducci adunanze prime circa fuori al egli presiede Dopo che risolutamente Bologna stesso anno dava le prose conferenza e Roma. queir voti, ed disse di consenti una di versità titubante stava rono uni- il Carducci, e Bologna, a dantesca, soltanto e a ragioni cattedra la Gettare pericolo; aveva si provincia e affezionato altre per no, il lo che onorato, e Municipio era? veramente era anche di nutrito aveva scongiurare a eh' CARDUCCI. complete. volumi; I. Discorsi saggi; III. dietro; nel battaglie; Ne dal mandò rari lette- Bozzetti 1890 1891 e il IV al '94 GIOSUÈ nel il 1898, raccolta, per Alla Òdi le ritmi, non a le barbare, all'Italia che di Juvenilia rime l'autore nuove, discorsi. e mancano cora an- poesie e formare (').Auguriamo volumi condurre presto possa Rime da prosa, cinque o neri Ce- finalmente Z^/Z^rrtr/y ultime scritti l' importante termine VI e compiuta, di quattro meno epodi VII), e Studi, saggi essere parecchi e ed X, voi. V poesie, Studi di (VIII) volume un e (voi. di Giambi IX gravia, Icvia minori volumi faville,due e e di scritti volumi due 369 CARDUCCI. pubblicazione. VIII. Con augurio questo il poeta, il dai miei cortesi che qualche maligno ce r può ne amico, per (•) Due sono ulani, critico, cavarsi che r editore Chiarini. già sotto possa d' in pace congedarmi mi punge; fra i lettori sospettare: impaccio, i torchi, di mandar e dubbio un (anche pubblicazione, spera lasciare professore, lettori;ma essere) d'imminente il io dovrei e un un ha volume volume fuori entro cortesi — saltato Gua', a di Studi pie pari- di scritti 1' anno. 24 nori, mi- 370 GIOSUÈ pari il passo al passo L' scabroso. Giambi dei autore nel 1868 1878 r ode del regno, Alcuni pagine spiegare la quelle sentivo, le detta date sue fasi,e con non del si 1860 neppure 1' ha gli si scrisse „, tore sena- ministro essere il vero, Anzi vita nel meraviglia Solamente dalle vita in divenuto che il parenti ap- dello le tutte in contemporanei, il democratico 1867 di attentamente avvenimenti che spiegazioni nemmeno della e io poeta: offesi politiche molte politiche bisogno. sentirsi considerata scritto del seguito quella meraviglia fosse dichiarava di altre lui stesso. dir ha 1876 poesie bisogno contradizioni chi candidato hanno sue gli spiritigretti possono scrittore: il evoluzione il da a professore Italia, è oggi domani ammiratori sentito quelle il Già. — cosi nel d' regina illustrare mai ho dopo dunque repubblicano potrebbe e de' suoi per che sono Alla epodi, mazziniano, Lugo io : monarchia. della non di " elettori al suoi ed per deputazione nel Soffermiamoci — scabroso. sospeso alla CARDUCCI. zione relacome monarchico repubblicano, repubblicano del GIOSUÈ 1876 Carducci, Il poeta, del motto suo neir e virtù cioè le le azioni un e ogni tutto ogni volgarità: quanto più un gli altri,potè debolezza sentimento non umano mento senti- le aristocrazie l' del- bellezza, tutte verso istintivo odio feroce di la la in falsità e fu animo gli mutato. dettò il stizia, ingiu- volgarità di Un tutte falsità, di ogni in talvolta, effetto di ogni di poste pure alto. Se errare, di della istintiva oppressione, sono nel belle, grandi, forti, generose, rivoltano, siano lo et cese fran- per tutte egualmente contrarie, di vulgus democratico attrazione un' abborrimento le loro parola. rivoluzione virtù,dell' eroismo, della dell' arte, cose alto della superiore, l'aristocrazia veramente uomo sopra repubblicane della moderna, è profamim egli ha principii, per ingegno, e Odi è cuore narchia. mo- bile mira- e erudito, più senso delle età d' alla forte una e antico, ammiratore tempo dell' nel Ammiratore arceo. 1878 riavvicinarsi pensatore poeta 37I essendo pure di tempra tutto il dopo paresse Il CARDUCCI. sopra alto, anzi uomo come momentanea alto Carnevale, e fiero la Con- GIOSUÈ 372 araldica sulta Vcrsaglia; e gentile,egualmente d' Italia regina che fece gli cosi, mutazioni Il a che il Mazzini della mondo il lasciati si era, : il e monarchia; onde Bologna del popolo La ed egli cercò Era morto Crispi erano poesia e era trovò fino per le la dal diventati il a della scena Mario, il riempire i repubblica L' entusiasmo nel al Carducci persuaso rosi valoe dalla tombe. accolti le e l'eroismo Italia successe stati erano italiano delle e assottigliarsi, Cattaneo, il nessuno loro. aveva mare chia- potere, scomparvero Garibaldi, da a s' ha al ad in il Cairoli e certi sparire, quella pleiade di ahimè, rifugiatanelle popolare a cominciò repubblicana. Saffi, il Bertani; vuoti a poco in conseguenza Sinistra rappresentavano ministri del a zini Maz- lui. di della dell'idea poesia 1872 fuori democratiche, poco amarla non fu monarchia, alla r avvento riforme fece stessa nel repubblicana e Alla ragione riavvicinarsi,se suo avvenute Dopo poi l'idea La alto 1' ode gì'ispirò il Piemonte. e amare seguaci. loro sentimento un umano, Garibaldi, gli nel e CARDUCCI. allora ragioni la i Reali 1878 che l'ideale monarchia; di ciò nella GIOSUÈ 374 dall' poeta un spensa CARDUCCI. signora perché cotesta che 1' ode è vero pur che la nella mente vero che le per ragioni dette suscitò ed è quando poeta, di più sopra, esteriore, cominciò in sé un poeta stessa, più e pur rispondenza cor- a non stringersi re- parve fuori. Chiedere come ad dagli importa è parte nobili ed Vittorio o che lo o la rivoluzione di Monti Aspromonte; e o più è Mazzini; di la Sicilia; o Tognetti, condanni o Ciò da Croce che que qualunsempre canti o di maledica glorifichiil il fosco il d'ogni sensibile poeta, o torno in- quando Carducci, del lasci svolgono assurdo, del poesia la Emanuele si l' ispirazione, siano investa alti. E si non dell' ambiente. i sentimenti che politicasia rigido che avvenimenti le mutazioni tutte a in Euclide, perché poeta appunto altro che lui, è semplicemente a poeta di teorema un modificare di del ma tasmi i fan- donna repubblicano; mondo tutta Regina; fedelmente regal repubblicana nel di della una verso la è rispecchia poeta l' idea trovò, non signora visione del cortese essere voia Sa1' assassino vinto figlio d'Or- CARDUCCI. GIOSUÈ tensia, è ad dà solleva essa fiducia la del il Carducci Io un è avendo occhi gli superficie nei di ciò a giornali, vedere a quali opere r Italia ? non Ma e' è più dunque nessuno la sogno bi- ribolle chi orec- alla italiana;a seguire Parlamento, nel nei sono chi si fermi di domandarsi: in la e ammirate, ragioni, mancano l' audacia, clubs, nel primeggiano, vi vi non fatto verrebbe ha gli e eleganti, Anzi, modo patria, non agita essa persone sgomento. apparenza, dunque di certo mia rola,. pa- senza ogni porgere vita quali pregiate, lodate; di si società nelle e nostra questa quali mezzi, gravi, che che peggiore. intorno manifestazioni teatro; con altra gli della vera un'Arcadia, avuto volgersi a alto ad alla poesia starsi acco- detto poesia credo; non un ho più darsi L' ritempra, questo senso possa già averne Certo, varie se siffatta di e nel Alberto; patriotica. spirito, Io Per morale: auguro quale, le so non di Carlo e lo bene. poeta contenuto non morale altamente sempre l'anima Dio a scorga o 375 Italia alla e prima — che Ma ami sfacciataggine, 376 GIOSUÈ la ciarlataneria, le sole virtù la soltanto strati di il popolo bene, sano, e il crede in male. dobbiamo si agita schiuma; umili più come che che che e la viltà sono ribolle società che di come alla la c'è lavora e là dal in della disperare sotto e della arte, falsità, la Italiani? non no; ciò, intrigo, degli Ebbene, patria: l' CARDUCCI. superficie schiuma ancora ama bene, tutto, negli avanzo un e crede; cosi non è e' ama in tica, poli- è altro INDICE Avvertenza I Levia Pag. r Giavia i „ I critici italiani le e prime Odi barbare 57 .... Levia Dai alle Gravia Odi Nuove „ barbale 209 ... Odi Tircc Le „ barbare 277 „ Carducci Giosuè 299 • „ A pag. 51, 83, V. I, V. I correggi: Sorridean e queir dai ottimo „ i-|2, „ V. 16 Antonio Renieri cilestri occhi fondi pro- FINITO IL NELLA TIPOGRAFIA DÌ DI XXX STAMPARE MARZO DELLA IN JIDCCCCI DITTA BOLOGNA NICOLA ZANICHELLI