OSIRIDE E ISIDE OPUSCOLO -//'^^ DI CHERONESE PLUTARCO DAL TRADOTTO CON FILOLOGICHE NOTE AL DAL GRECO OSSERVAZIONI ED TESTO SEBASTIANO CAV. REGIO CORKISPONDENTE DEIJ.A R. ATTIVO DE'CULTl COMMISSIONE ISTRUZIONE PUBBLICA 01 CIAMPI POLLONIA DEL IN E REGNO EC. FIRENZE DALLA STAMPERIA 1823. PIATTI ITALIA DELLA ECCELLENZA SUA A IL GIÀMBEELAiro EUS8IS, PI EE E STATO Lettere hanno di pio' e acceso TUTTE órdini ESTEEIy AFFARI DEGLI BG. SG. EG. dell'amore F animo LE ATTUALE delle Belle Arti antiche talmente lo studio DI GONSIGLIEEE SUO esempj domestici che vi recate e l'iMPERATO"X DIPA"TIMENTO NEL chiari 8. I. M. POLLONIA, DI catalieeb' 1 POTOCKI LEONE CONTE DI SIGNOR e delle moderne della E. V. piùdolce diletto la conoscenza dei monumenti dell'antichità, e a dogni maniera noi a paesiche nei r aspetto, e ne sono, inesauribile. Onde ed pervenuti, largamentene offrono dirò miniera cosi,una è che in Voi il soggiorno riconosce plauso il Figlionon degeneredi Padre che tanto si distingue, un come per altre prerogative, così per l'amore degli studj deir Antiquaria, dico S. E. il Sig.Conte e Severino; e rivede con giubiloil congiunto Italia con di sangue dei Giovanni Stanislao e PoTOCKi, dei qualiil primo lasciò di Patria ed alle Lettere Conti se desiderio vivissimo molto suo che sapere, ed anche per queldi l'Edizione di meditare mostrò con Traduzione Manetone. il Conte sua in francese A lui fece bello Stanislao non alla pel più dei Frammenti e di accompagnamento solo per arricchì la nazionale de' quali gliscritti ma letteratura, che mostrò delle Belle Arti per la cognizione la penna antiche e moderne, illustrandole con e promovendolecon d'Opere dei l'acquisto massimamente pilifamosi Artisti, Permettetemi V. questo mio libro di Plutarco Italiani. dunque che offrendo all'È. del italiano volgarizzamento intitolato d'Iside e d'Osiride cole«fl'occasione di fare applausocon la dotta Italiaal della chiarissima nome sapiatanto vostra Pro-* benemerita deglistudjche principalmente riguardanogliItaliani e che in , mi dia l'onore particolare con pubblicatestimonianza e di profondorispetto DELL'ECCELLENZA Firenze i. di confermarmi pieno di stima VOSTRA Agosto iSaS. Devotissimo Servitore Ohhligatissimò SEBASTIANO CIAMPI. D'ISIDE E D'OSIRIDE. ^-*i CAPITOLO AìiG Si mostra f I. OMENTO, che nulla è quanto il conoscere favolee o \* le dottrine delle delle cerimonie fisica teologica^ o domandi isiache tutte hanno ilmezzOyperchè VJhì uomo cose di" delle p la intelligenza spiegazione ifine» La strano air più conveniente ha senno Dei agli ^ o ne sommini^ ragione una morale. bisognadavvero,o Qea, che ogni bene : massimamente poi li d^ottenere la cognizione di loro stessi (^) supplichi " e é messo perè non di avvicinarvisi tanto, quanto ad uòmini di potervi arrivare 3 che dato ad uomo di ricever nulla di dono cose più grande,né a . Dio di far un Ed invero : tutte le altre piùaugusto di quella. chieste dagliuomini, Dio affatto rilascia e concede loro,non d'uso saette, ma (^)3 che veruno argento né per , avendole oro , né connaturali, beato è per eglinon né possente pe^tuoni dogli essen- e per le e prudenza possiede» perchésapienza, n'iàlDE 4 Onde D^OSIRIOS È le altre egregiamehtesopitatutte degliDei da Omero , ly ufi seme Ma Giove cantando dette cose egli , SUuna patriauscirò entrambi priafu ancor piùsaggio, e nato dichiarò il di principato (^) essere della sapienza , altro,cosi anche Giove , come dottrina,e più antico d' ogni della più augusto. E credo che la beatitudine della eterna pria di Dio nel consista \ita prò* mai la abbandonar non tolto il conoscere, cognizionedell'Essere (4) ; e che r intendere,la immortalità non sia vita, e , tempo. ma Perciò a. appetitodi la ricerca del li Dei : vero ed , Divinità massimamente avente è altro che non di dante quelloriguar- l'impararee 1*investigare ; lo che sacre cose stità d'ognica- ministero è più santo ; né d'ognireligioso cui tu servi sapiena questa Dea aggradevole tissima, ed amicissima della sapienza, anche come e , poco di ricevimento per , per lo più di stesso nome , vien dichiarato ; cioè suo ogn'altro Dio, il conoscere , ed il sapere che son proprjdi lei ; imperciocchéTsis é nome greco ( da ne ii^évciij conoscere):a questa Dea nemico è Tifo(^) (cosìdetto da TV(f"os, fumo, gonfiezza) per e e ignoranza disperditore per ingannisuperbo , della unita sacra dottrina,cui la Dea consegna vita di continuo e ed raccoglie, agliiniziati in casta dagliusi venerei , , che insieme divinità (^) per una per astinenze da molti cibi^ reprimonolibidine ed appe- tito dei 5 1. CAPITOLO nere piaceri e gliuomini assuefanno (7) a sostesi protempj i riti austeri e parchi,i quali , nei del per fine il conoscimento poDgon premo Principiosu, conoscibile solo per lo intelletto , che sta invita a cercare presso di sé ; signore,e cui la Dea lei C^), ed con del stesso e se della Dea congiunto. Anche tempio promette apertamente e quasidicesse scortati da il nome la scenza, cono- . masi di ciò che è. Infatti chia- r intendimento Iseion sercj lei è a che ^9)VEs- conosceremo ragione,e nei temp) santamente entreremo. di Prometeo molti che molti che dì Mercurio 5. Or sonovi , ^*^) figliuola ; tenendo questo la dicono e della Provvidenza; per inventore della Sapienza, della Musica. Per queiraltro , della Grammatica e ciò la delle principale Iside , ed anche Muse in Ermipolichiamano Iside Gtttitttsift essendo , , detto,la Sapienza C^O,e la dichiaratrice delle divine a che coloro veracemente dal servire al culto di lei , stimenta Jeraforie , cesta mistica , e custodirne le e propriamente portando , e ^ sacre cose ve- Questi in cerne custodiendo • giustizia con Jerastoli furon chiamati. nella quelli che son , fu come una (^^) la dottrina Dei, ripurgatae netta da ogni le cose oscure tanto e vana curiosità, superstizione, circa la cognie velate, zione quanto'le chiare e lampanti viene degliDei, spieganoe manifestano ; come intorno anche per le rassettare con rimaner fi non alli sacre vesti menta i morti quelle con significato: perché Isìaci vuol dire,la dottrina loro,e questa sola portandoseco, altro , ahdarsene via di qua 5 ma , come , o D^ 6 ISIDE Clea, filosofo non d' E OSIRIDE né il bastone; la barLa fanno, né e si cfaiunxjue porta stole di lino^ che le cose rade ; ma insegnate qaegliveramente di questiDei ed operatein proposito mente poichélegal- Isiaco cosi è non , , , le ha e ricevute,da al vtro. filosofa intorno 4« Per altro ragioneguidatoinvestiga^ é la ignota ai più ragione anche di queste , ovvie e piccole cerimonie 5 perchè, cioè, i sacerdoti si tondano, e portino veste di lino. V^ha chi niente affatto si chi dice gliIsiaci , avendo che , di saperne cura il motivo; v'ha le in venerazione pecore, si astengono dal vestirsi della lana, come di dal cibarne la carne; che si tendono in segno dolore;che adoperanovesti di lino pel colore che il fiore del lino spiccada se, simile al rallegrante nitore dell'etere la ed unica vera dice come puro, toccato di ma quanto or che di ragione tutto Platone, non , il mondo. attornia questo può essere né dell' escremento Peraltro è che : il puro dall'im- del cibo , né al di fuori del corpo , nulla é puro ; V unghie nascono le lane , i cappelli, e , esce peli i : , , del cibo* Sarebbe dunque vegetano dall'escremento ridicolo^che gliIsiaci nelle purificazioni sero deponesi peli tendendosi , il corpo ; radendosi ed al contrario portassero vestimenta Anche e affatto per si mettessero fatte di attorno e pelodeglianimali» Esiodo, quando dice: giulwo banchetto a' Numi innante Nel cinquefoglioW V arido dal uerde Non col ferro lucìcante ; taglierai In tutto CAPITOLO 7 I. brare bisognacredere che vogliainsegnaredoversi celela festa parida taliimmondezze e dal taglio , delle Il lino escrescenze. immortale somministra a chi non se ne un cuopre , in altro cose che de' molte le carni escrescenze, vivande nel qpuanto dicono in tanto nere, e il sale dalle anche V appetito , dice stimolano Aristagora, per dentro muojono condensa, è É anche sto, que- perchèi specialmente a , rimastivi ed bere mangiar di soverchio. Ed invero, credere che vi Te- aborrimento , sale,come di ma 3 e fanno tempo delle purificazioni sali , eccitando il giato, man- maggior parte porcine producenti levano ma gli altri motivi, tra essere solo rifiutano la non legumi,e ad buono terra ragionamento. 5. I Sacerdoti hanno crescenze, della seno vestiario puro e non pesante adattato ad ogni stagione ; ^ insetti (^) , per genera queste nasce produce frutto , dal a impuro li molti insetti presiquando si da ridere. cosa che abbeverano raccontato Api con Ta- allontanandolo affatto equa di un pQzzo particolare, del Nilo , non da quella pura mica perchéla credano imcome cagionedel Cocodrillo, a anzi non v^ha Egiziani;ma pensano alcuni ; del Nilo per gli del Nilo è creduta più veneranda cosa perchè T acqua ingrassantechiunquene bee; onde Api, e né pure nep- eglinostessi vpglionoingrassare perchèleggieri i corpicircondino le anime ed agili senza vitare gra, e premere con la robusta Tessere divino. 6. Del vino , i ministri di , parte mortale quelDio in , primente op- Eliopoli 8 bon D^ dal padróne,e di loro sovrano gocciolonel an di iion lecito beverne come , d'OSIIUDE £ neanche introducono ne pio ISIDE giorno, e tem* veduti (^^^5 glialtrine no, bea- ma poco. Hanno anche molti riti sacri con del astinenza vino, ne' qualifilosofando, imparando,insegnai»do compisconoW le divine cerimonie , leggedelle sacre scritture beono certa misura con , ; e I • Ecateo narra come lo fauna Re, per stesso i , ne doti. sacer- beverne da Sammetico a principiarono vano in poi; prima non ne assaggiavano e neanche facelibazioni di vino per crederlo pia grato agU Dei 3 ma invece di coloro, offerivano il sangue I Re , che avessero cadaveri terra pensana , Per fa di far guerra a' Numi 3 dai la mescolati con e de^€|uali, putrefatti, ardito mai le viti. nascere questa ragione, secondo loro,rubriachezza gliuomini pazzi e , 'mentecatti , perchèli riempie del sangue degliantichi (^4) Eudosso , nel secondo libro del Giro , scrive dirsi tutte queste cose dai . sacerdoti. 7. In quanto ai pescidi mare iha solamente presial il pesce abbia da da tutti da si astengono; tutti*^ dai come gliOssirinchiti , perché, rispettando non ossirinco,hanno dubbio, che Fama lamo diventare preso impuro non apparirecon spontaneo vi s'imbatta a starvi re- mangiano del Fragro , che la messaggieroad il crescimento se quelpesce. Que'di Siene sembra alcuni non tanto pienadel Nilo e venire annunziarne agliEgiziani , desiderato. I Sacerdoti se ne CAPITOLO astengono da schedano I. tatti. Il dì del nove Egizianodinanzi 0 primo alla porta di cia^ mese mangia casa del pesce arrosto, i soli Sacerdoti non ne no, assaggialo bruciano solamente davanti all'uscio 5 e ma ragioni, delle qualila ciò per due ripiglierò poi,come to di si accorda quellache religiosamentefilosofando , , dicono Tifone; l'altra è manifesta, ed sìa cibo necessario non s'accorda Omero né principale e sacra con quan^ d'Osiride e il sce pe^^^) squisito ovvia ; che troppo , mangiarpesciuè a que'delicati de'Feacj né agliItacesi,sebbene ai compagni d'Ulisse in gente isolana;e neppure con che , fa non , lunga navigazione,ed tanto allorché furono non un'estranea ma 8. Egliè sicuro fondamentale,che , come parte, né mento, ele- intiero bosa. mor- riti sacri nulla é di nei maginario irragionevolefavoloso imalcuni;ma come superstizioso, pensano certi,hanno senza necessità. In corrotta, superfluità, che se mare, generato del fuoco (*^^, ilmare il resto, né tutto al mezzo ridotti air ultima conclusione,credono separato da in sia morali cause , , ed utili , altri , sono non qualcheistorica o fisica eleganteragione; sarebbe della cipolla; che Ditti alunno d'Iside cadesse nel fiume, ed atoegasseviper dietro tener delle cipolle, è all'ultimo segno incredibile; raccogliere bensì se ne badano Fabomii Sacerdoti, ma d^ingrosnano, e l'hanno a nojaper la sua proprietà a sare, non e venire esser bene buona «d allegramente^ né soltanto a luna calante , e per pe'sobrj,né per chi vuole stare in festa: non per li primisperchè d'iSIDE IO pe'secondi, perché fa del porco: non lo stimano Somigliantemente fa bere mettendo lacrimare. sete; animale buono generare di D^ OSIRIDE e que^che non sacrificio, per a to credu- essere ed a luna calante; specialmente ne la mangiarne solamente lebbra,e ragioned'ammazzarlo, e di volta TannoC^?) una piena fosse, perchè Tifone, mentre luna a disperdessenon è , per delle da tutti creduta , luna a inseguivauna porca, s'imbattesse nell'arca di in cui giacevail corpo d'Osiride,e fattolo a lo corpi il latte, gettar fuori beono ruvida scabbia. Che i piena légno, pezzi avendola fandonie ; ma dicono che mi* catezza gliantichi ad allontanare il lusso,e la deli- una rassero tante del cibo: da raccontarsi p«r fino che nel tempio a Tebe stesse una colonna in cui scolpite il re Minio, che primo fossero imprecazioni contro il parco, non indusse gliEgiziani a mutare costoso, Infatti di vitto. naìrrasi e Technakte, il semplice padredi Bo^coro (^^) che andato ad oste contro degli Arabi,e tardando l'arrivo dell' equipaggio, se prendesvare; trocon gusto dì quelcibo che potè comunque , ' , che e uno sopra la vita quindiaddormentatosi strapunto, abbracciasse d'allora in poi maledicendo frugale, (*")quella maledizione in o una profondamente Minio; e , che , i Sacerdoti la vata appro- sero scolpis- colonna. scelti o della classe de' sacerdoti, 9. I re erano dei militari: questa pel valore , quella di quella per la sapienza stirpi sempre Lo , scelto ed era tra ed onorate. rispettabili i militari diventava fatto subito cerdote, sa- partecipedella filosofia, d'iSIDF 12 scolando di enimmi ù' OSIRIDE e le dottrine. Infatti dalle sue niente diversifionno ieroglifiche i più de' pit4;9gorici non ntaninsegnamenti ; come; giarein éarros^ui-non sedere sopra lo siajo non ilfuoco attizzare in casa pianiarela palma,-non cosi dette scritture - la con spada.Io sono!aach.e di partire che da que' Apollo unità.yDiana sapienti Minerva settennario , che il re e nei sono C^a) Ed Tempj e colla d'uno scettro;ed alcuni Osiride Moltocchiuto,da invecchia de' carboni con C»4) In Tebe giudicimonche; bassi I militari beo a 11. intorno , per fare del mai nello sterco statue di avea gli Presidente intendere,che la giustizia accolta preghiere( s , materia uno ). scara^- schio. masempre C^^)facendosene l'appallottola e ma di nutrimento dunque udirai alliDei,come ed altre consimili ricordare delle in denti ar- , to quan- parto. Allorché raccontasi turibulo un femmina, non tanto non in improntatonell' anello aveano Genera cuna molto^ e da Iri dedicate delle quelladel e terra insetto , (^) sotto prende regali^ne C^ ) rappresentano chio, pitturad' un'oc- il nome interpetrano Os erano . non alle pitture , cuore occhi sponda, corri- linguaegizianaC^^) (^Z).Il cielo, che non mai essendo lo esprimonoper eterno occhio in un » , invero . signoreOsiride duale primo cubo Giove, alle sculture,ed si per , Nettuno marsi il chia- , egiziane ti glierrori glismembramenC^^) ti debdi quelli bi passioni , , già dette ; cose crederai quelmodo* le favole né avvenuto Ed invero non e niente di quanto né fatto punto apdicono sul serio , CAPIT^OLO Mercurio esigere un vS I. cane 5 bensì ma no accomunaro- Dei Platone,al facondissimo degli la proprietà deiranimale di custodire, e la yegliai*e, dice C»?), come sua la nel distinguere, con filosofia, Tamico Talienazione,Tinimico^ con familiarità, e neppure Sole uscisse il che bambino yi^^ramente persuasi, loto: ; il nascere dipinjgono così ma Taccensione simile dicasi del del sole dall'umido nata del ficare signi- C*) . crudelissimo,e terribilissimo Ocho^ il quale, dopo d*aver de'Persiani il bue anche ammazzò all'ultimo di lui per sono uccisi Api, e Il re molti, fattolo a Gli amici W se lo mangiò in compagniadegli pezzi, Machera nome e tuttavia Egiziani posergli (spada), de' re ha questo nome nel catalogo col quale nott intendono propriamente lui; ma, per figura,la crudeltà e malvagità mento sua rassomiglianoallo stru. , In tal modo di morte. imparate le elea udite ed che pia e e , filosoficamente custodiendo persuasa più accetta vera niente minore a sacre non tu o dottrine da coloro e pratispieganole favole, cando, sempre questiDei a intorno di pertanto avendo le sante cerimonie né far potere offerire, , dell'avere un' scritte precìosa opinione la superstizione loro,fuggirai 3 male deirempietà. l4 d' d' OSIRIDE E ISIDE CAPITOLO IL JIRGOMENTO. della favola éP Iside e Esposizione Favola XJa i. dunqae,nel più ristretto possi-* Lite,e toltoletutto l'inutile, che Rea di il Sole non né partorire è narrata assieme stesse soppiatto accortosene d*Osiride. in mese né in , Saturno: che con V le mandasse , così: dicono di imprecazione anno (^^; veruno che lei j e citore vin- poi innamoratosene Mercurio s'unisse con che giuocandoai calcoli con la luna,rimasto , levasse da ciascun parte;da essersi riuniti di giorno la settuagesima tutte settuagesime quelle * parti, cinquegiorni(^),cui Mercurio aggiunseai trecento deiranno ; ed anche sessanta al dì d' oggi e glifestegglichiamano aggiunti^ gliEgiziani decloro Dei. Dicono che giano per giorninatalizj Osiride : che nel primo nascesse col tempo del , suo una nascimento (^)si combinasse venire al Mondo annunziante voce dell'Universo: che uscita del Osiride è una certa Pamila Tempio di Giove , che udita il padrone di Tehe (4)udisse attingerdell'acqua ad annunziare d'essere , dando an- altra voce, ordinavate di gridandoforte: il Gran Re bene/attore Pamila allevasseOsiride, nato: che perciò datole in braccio da \ \ e che Saturno; fosse istituitain CAPITOLO l5 ÌU dei ^pore di lei la festa de' Pamili^ simile a quella Falloforkche de chiamato nel secondo Oro vecchio ed Apollìnea anche Arveri- giornonascesse nel terzo, Tifone,che alcuni^ da nacque a tempo fuora della solita parte, ma della non maturo, né venne d'un fianco ; nel quarto,Iside, rottura nata in Panichiamata Afrodite (^yenere)y Nefti, gra; nel quinto, Nice da alcuni detta anche di Arveride fanno Saturno,di D'Osiride e {Vittoria). Mercurio d'Iside; padreilSole; , Tifone. Per questo i re nel C^) riputandolo non aggiunti nefasto, , né si Dicono dei prendonocura che con za, udien- danno corpiloro degli terzo fino a notte. Tifone si maritasse Nefti: che Iside innamoratisitra loro si unissero al hujo Osiride, nell'uterodella madre primadi nascere ; alcuni pretendono e che di , questa unione detto dagliEgiziani ride fosse generato Arve- Oro vecchio , dai Greci vasse leApolline(^): che,diventato re d'Egitto Osiride, dalla vita povera e ferina subito gliEgiziani , loro il modo mostrando i prodotti, dando averne (7) li Dei a venerare : di coltivare la terra delle leggi ed , che percorse tutto per insegnando il paese per addomesticarlo , con* adoperando poco le armi, ma piliandosiilpopoloper via d'istruzione mescolata , col canto e , ognialtra sorta con di musicale concen"- lo stesso che i Greci credettero essere to; e perciò Bacco C**): che Tifone, durante l'assenza di Osiride, non fece ma guardinga; e ganno nuovità,perchéIside seppe , unitisi a lui star bene tenta at- in* un macchinogli settantadue compagni e con al ritorno , della reginadi Etiopia, Asone, che l'ajjuto I venne in l6 D^ ISIDE d'oSIKIDK E che Tifone persona. Dicono misi^ra dei corpo di Osiride bella proporzionata, e segretamentepresa 1^ , e preparata una riccamente cassa adorna, la ducesse* intro- nella sala del convito: che, rallegrandosene Tifone promettesmaraviglie, se a colui,che giacendo* scherzando,di regalarla vi disteso dentro,fossevi stato appuntino.Provativisi glialtri ad uno standovi bene ad uno e non le tutti,e facendone , , , Osiride vi si distese. Allora accorsi i congiurati entratovi ed altriinchiodandola gettaron sopra il coperchio, altri colandovi , (^) la andare in dicono del su piombo portarono poi al fiume, per la bocca mare sbocco quello essere to distrut- lasciaronla e Tanaitìca,d'onde è che in odio,ed in abominio agliEgiziani. Questo fatto lo danno per accaduto il del mese Athir^ nel qualeil Sole percorre diciassette. lo in "on scorpione.Tanno Egitto;sebbene già che regnasse Perchè 2. furono ventesimo credano del regno d'Osiride alcuni che vivesse e , queglianni ^) primi ad • sgrazia accorgersidi questa di- i Pa\ii , ed i Satiri abitatori de' di Chemmi , ne la divulgaron (9); nuova torni cone gli che per questo si chiamassero Egiziani pretendono, detti anche a' dì nostri, i timori son panicijcome ti tumuled i commovimenti improvviside^ popolari C"?) Dicono che Iside saputo il caso si tagliasse • un , riccio e , la stola del bruno prendesse la città fin'ad ora chiamata Copto; ( nome lì dove che è condo se- alcuni vuol dire privazione, privarein "perchè che andando per tutto egizianodicesi KéTreiP C*®)): con vagabonda,ed affannata, chiunqueimbattevasi CA SÌ fermasse a parlare;ed della interrogasse!! a vedere i trovatisi appunto quali, la bocca d'allora in mandata l'aveano 7 incontrati de' fanciulli, il fatto , le indicarono di Tifone amici cassa, 1 li. PITOLO in poi gliEgizianicredono gli per cui mare : che i fanciulli avere prendonoaugu* principalmente trastullano e si rio del vaticinio di loro,quando parlanoa caso ne'Tempj.Iside venuta a scuoprire d'amore ebbe commercio che Osiride,senza saperlo virtù divinatoria, e , la sorella , con nella la conferma vedutane fosse se come stata per di Nefti egliavea di Tifone timore stessa , e ghirlandadi meliloto, lasciato appresso cui Nefti,subito del figliuolo , che ella , dopo ricercò il parto, avea esposto C^')j abbandonato dai cani , difficilmente trovatolo,scortata e appena col nome di lo allevò,e se lo fece guardiano suo Anubi, detto poi guardiano degliDei lo , i cani come degliuomini. che rigettata dal 3. Quindi seppe della cassa sulla spiaggia di Biblì aveala il flutto placidamente sono , mare , approdataad cespo di erice , il quale presto alzatosi in grande, e bellissima pianta, la cassa un abbracciò, ricuoprid'ogniintorno, e nascose mirata amgrembo (**) Avvenne che il re la grandezzadi quellapianta e tagliatone d'ogniintorno il grembo, che circondava il non dentro il suo . , , sepolcro, presene il tronco, e lo mise a reggere da il tetto. Ciò risaputosi Iside, come dicono, veduto pel divino spiritodella Bibli,dove, sedutasi e e senza piangente, fama appresso dir verbo la fanno , un fonte andare meschina , ad alcuno a ^ 2 soltanto l8 D^ abbracciasse 101 DE baciasse e d' OSIRIDE E le della regina damigelle , intrecciando loro le chiome, di membra suo ambrosia soave inspirava;laonde divenutane spirando. no damigelle dico- le sue , quellastraniera, che e nel corpo di esse capelli, nei appresso la regina e fu fatta balia del bambinello. familiare, del nome chiamata dicono re regina, Astarte;ma da alcuni Saosine^e da altri Nemanuna^ come Athenaide gliin bocca , alla colonna attenta, ^a na tronco re: che cioè al corpo , e volasse fuoco mettesse in , torno piangendo inla regina, che diventasse immortale: Dea, domandò desse- del bambinello del tetto, sinché impediche tetto , , gridando al vedere bruciare manifestatasi la del bino il bam- che in rondine mutatasi non dire in Atene dito: che, di notte, un alle partimortali stava essersi chiamata Iside per nutrire del capezzolo della mammella invece essa ; (Minen^ia). 4* Continuano ed Marclandro stato essere della , corpo sentito desiderio di aver Il dal odore quellemarayiglio"o FeFcbè la reginain vedendo tanto e sulle il bambino che allo* graziala colon* facilmente cavatala , fece pezziquel a di erice,e un con poicopertolo gendovi panno, e sparlo consegnò in mano al sopra delPunguento, abitanti di Bibli lo venerano, positato detuttavia gli nel Tempio d^Iside» Aggiungono che poi si , gettassesopra la cassa, urlando tanto forte da esserne di paura il minore del ré: che.del de^ figliuoli maggiore,il qualeavea seco, e della cassa caricato un morto battello,sene Fedro andasse sul lare delF via per acqua ; aurora avendo ma messa il fiume un^aria »'l8IDB 20 C OSTRIDK D Cadavere, levatolo faori,e laceratolo in quattordici : che Iside, saputo-questo , brani, lo disperdesse andasse que^pezzigirandoin barca di le paludi e da ciò esser derivato che i ricercare a papiroper , cocodrilli,sia per timore, sia per rispettodella Dea, non offendano i navigantiin barche papiracee ; e che si mostrino T per Osiride; avendone Egitto molti sepolcridi Iside eretto in cui s^imbattè ; altri non fattene città , immagini tante come ricevesse , stato se in onore ad uno ogni pezzo dicono lo stesso, le donasse fosse il corpo più luoghi, si a ma che ciascheduna vero si , perchè,se perchè mai se aves- Tifone volendo ritrovare il vero prevalso corpo di poterloscuoprire, d* Osiride, disperasse mandosi affer, mostrandosi e L^ unico pezzo in più luoghi. seppellito da Iside fu ^1 mem*- trovato non giarono perchè appena caduto nel fiume ne manil lepi dotto il fragro Tossirinco ^*^) 5 perciò riti. molto più deglialtri pescidagliegizianiabor- bro virile , , , Onde Iside formato quello,il dedicò;ed gliEgiziani per 6. Dicono sacre che in care per fallo a similitudine di a^di nostri Tadoprano funzioni. Osiride seguito comparso , Oro, lo nell'arte di guerra avesse anche le dalF inferno ad un (^7) , e affaticasse ed che esercitasse interrogatolo qualcosa il pendii glirispondesse: più gloriosa? padre e madre che oltraggiati: di nuovo credesse più utile : quale animale interrogandolo ; ilcavallo ; Osiride per chi va ad oste ? e risposto il restasse maravigliato e ricercasse perchè non , leone , ma il cavallo ? (^) ed Oro aver : il soggiunto CAPITOLO leone ai II. bisognod'ajato, il cavallo inseguire i fuggitivi glia e finire la batta(^^) Udite Osiride queste risposte si accorse ma veramente utile a chi ha esser • , che Oro era molto bene istruito. Si dice che tra fossevi anche quelli che inseguitada di che memoria anche a^dl nostri il contrasto di Tamica serpente^ Oro il recise certo un gettandoin , la partitodi Oro Tifone,Tueride al passandomolti mezzo tagliano(/) delle armi , una fu sofferta da tranquillamente non le mani addosso diadema elmo alla madre reale. Dicono di cranio bovino che : che , le Oro ni gior- Tifone, non vìa libero: cosa , il stese quale, strappò di Mercurio Oro, ; in che vincitore affermano Oro, e che Iside,avuto in catene mandasselo ma scioltolo, l'uccidesse, : funicella molti Durato • , accusato il capo le rimise un da Tifone di spuria fu dalli Dei per la protezione Mercurio Tifone in altre : che giudicato legittimo rimase totalmente sconfitto ; ed in fine due battaglie che Iside dopo la morte d' Osiride giaciutasi con di nascita , , , lui (^9), ne e debole non partorìArpocrate, nelle membra maturo inferiori. di tempo , d'i8IDE 22 p^OaiBIDE e III. CAPITOLO 4RGOMENTO. Che debba cosa credersi di Osiride ed Dei. siano Dottrina se Iside questa/at^ola; origineuomini stati hi dei o Genj ea son ^^uesti capidella quasitatti i principali 1. favola , tralasciate le narrate, di Oro come a essere più disgustevoli cose (0 dismembrato Che poi colui decapitata. , il qualetutti e d^ Iside questirac^ intorno alla beata ed incorruttibile spacciati natura (nel cbe principalmenteconsiste l'essenza di Dio) credesse,ed affermasse accaduti davvero, debbasi disprezzare la bocca, come e maledirglisi Eschilo dice, non Clea^ o occorre suggerirtelo, perchédate medesima assai ti sdegnicontro coloro che hanno intorno tanto barbare ed empie opinioni agliDei Per altro tu non ignorineppure che questi conti , • racconti a non delle favole , e ed i novellatori , vane a del capo, fondamento veruno affatto da paragonarsi imaginazioniqualii Poeti niente sono , simile della tela de' tessono, di verità : ma e vandosele ragnoli le, distendono sai bene che senza con* (^) di casi certi e spiegazioni allegorie accaduti ; ed in quella maniera che gliastronomi tengono ed C"*) CAPITOLO insegnano non esser immagine del Sole del vero altre cose che altro Tiride hanno , bene come sotterra con , bani (3) Non • il corpo , e gallerìe fastigj con nascosti ora tenebrosi e , ai sotterranei tesacrar) somiglianti le tombe d^Osial proposito son meno di cui dicesi in tanti Molti affermano Memfi lo pra sointelligenza indicano qae*sacrifizj elevati tempj ora allo scoperto , ed ariose ; , è V immagine nostro caso in tettare archiaspetto lugubre,e tristo,quelle dei ride una fa riflettereV che , celeste,che pel riflèssodella luce variata (^): cosi la favola nel nube una aS III. luoghi sepolto. C4) al Abido è rinomata che paridi sola del vero posseditrìce corpo d^Osii più ricchi e possentiambiscono Egiziani come ride 3 ed d' esser tumulati Osiride la in Abido sepoltura In • imaginedell'anima li assieme avere per Memfi poi é d'Osiride; dove si con Api pretendeda nutrito altrigiacereanche il corpo. Il nome terpretato della città è inda alcuni Porto de* Buoni]da altri, come se volesse dire sepolcrod'Osiride. NelF isoletta appresso FUe^ d' ordinario inaccessibile a tutti , da calarvi mai neppure non uccelli, né accostarvisi pesci , in sacerdoti dato tempo deir vi fanno le cerimonie un , il sepolcro sotto Tombra de , che la Eudosso , non nome che funebri d'una ne piantadi nano coro- meti- tra i molti sorpassa. d'Osiride vantati in sepolcri il vero corpo questa fosse la patriasua. occorre e i grandezzadi qualunqueulivo che Egitto,pretende e sbarcandovi anno parlare; abbastanza stia in Di Busiride, Tafosiride indicandolo d* Osiride).Tralascio (^sepolcro anche il (^^il t"'ISIDE 24 D'OSIRIDE E le deldel lino il versare legno la scheggia funebri libazioni, a cagionedei molti sensi aroani che vi son mescolati. Né solamente di questi ma di tronco 9 , , di quantialtriDei que'sacerdoti che nacquero , i esser mortali corpi dopo la dicono , rimasti morte di Tanime essi la cura; loro, ed averne mata in cielo;quella d'Iside essere chiapoi risplendere dai Greci il Cane^ dagli SothisyquelEgiziani la -appresso Oro, Orlon di di Tifone Arktos e , (^) de' venerati sepoltura per le spese. delU gliEgiziani pagano tutti , anirnsili tranne stabilita, tassa una della Tebaide gliabitanti ( TOrsa) : che credono perchè non runo ve- degliDei esser mortale ed il così detto loro tale Kniphtengono per non mai nato, e per immor, Dio W . Raccontandosi 2. cose, coloro che dei fatti sovrani furono ì , e qualiper molte di tali mostrandosi stimano casi e , dati queste ricor- èssere per e grandidi regie maravigliosi virtù eminente o potenza per della dignità d'essere creduti Dei fregiati , e quindiil rovescio della fortuna: ricorroal comodo delle parole scappatolo ; e quanto vi di spiacevole dalla trasportano accortamente provarono no ha divinità all'umanità, vecphie storie ; come raccontano, braccia corte anche ajutati dagliesempj di curio gliEgiziani i qualidi Mer, che, in y di quanto Tifone , che al corpo , il avesse fòsse di carnato che Oro l'avessebianco biondo,o rossiccio; nero; e tutto mini. questo in quanto all'essere d'uo- All' opposto : intitolano Osiride Canopo nocchiero^e , de, y Osiri- dicono avere lo capitano stesso '^ nome CAPITOLO 25 ni. Sì lui la costellazione chiamato Argo dai Greci,immagine ride,per onore ad sacro dal e di il il Cane, Oro, T altro ad Iside naviglio qnellod'Osi» in astro, muovesi mutato dair Orione che cielo,e in so tano lon- non primo dì questi ddgliEgizianiè oreduto. 3. Ma di pretendere dice più remota, sia non V immobile smuovere come guerra, che questo Io temo Simonide, anche ma a di questiDei;ed di cielo in un «ciogliereogni molte sì grandi,e dì idea solo non culto intimar un chità air anti- nazioni e , nerazioni ge- verso religione far altro che non nomi terra ed , d^'uomini vincolati dalla piuttostoun precipitare di fede e di- e rovesciare infusa in tutti poco meno che dal primo del nascere ; alla turba degliincreduli spalancando(7) le porte, e le cose divine mutando in umane alle imposture di avendo scritto eglistesso ed fin di stati in antico, ed barbaro,né solo Evemero esistiti, né Ed credibile, in- , vederle né e di certa trattato uu bertà li- ampia Messenio, che Evemero Panchea^lettere,che Fanchei dando empietà,trasformando tutti del allora creduti Dei in nomi di capitanidi di re piloti, in e do immaginariateologia, sparse nel Mon- ogni genere parii ; , come non greco pare esistenti in , a lettere d'oro scritti s^é imbattuto veruno ; ma a videle il navigando fino parte alcuna mai ai non della terra, TrifiUi. grandissimesi decantano, di Setra gliAssirii, di Semiramide ; grandissime sostri in Egitto. I Frigjle illustrie memorande invero: azioni / :ìC d'i8ID£ geste chiamano Manin sino a'di nostri,da maniche antichissimo d' OSIRIDE S prode loro^uomo re te, da altrichiamato anche , e un tal poten^ Ciro i Persiani, Masdin. Alessandro i Macedoni condussero trionfanti, poco che ai confini della terra, ma nulla ebbero di meno piùdel nome della fama e alcuni dal fasto fattialteri, di fondazioni di loro , più r valorosi. Che , accettarono e , per i nomi durò di Dei- poco in fiore la taccia di vaniti , e di arroganza , e tempj , di accusa se Platone,e ignoranza dice come giovanileaudacia insieme per infiammati nelP animo re e ria glocon nendo sosteempietà,e d'ingiustizia, y Si^anironpresto carne ed ora a simile di servi Jumo in aria; rivendicabili dal fuggitivi, dai tempj, e daglialtari non padrone,strappati iscrizioni e le le pompose (^) Per questa ragione il vecchio Antigono , altro che conservano tombe . allorché da padredel Poliorcete, un certo Ermo- poesiaintitolato^^ Zio del Sole e Dio, di questa cosa soggiunse: non è in/ormatomeco dotofu in » neppure il mio sguattero ». Anche lo scultore Lisippofece rimproveroal pittoreApelle,che il ritratto d^Alessandro avessegli posto in dipinto , dato Tasta, aveagli di cui ninna età gliavrebbe mai tolta la gloria, di Alessandro. e propria vera per esser V arme 4« Con più savio consiglio adunque operano intorno ad Osiride^ i racconti a Tifone, quelliche mano ilfulmine; eglial contrario , 28 E di D^ISIDK D'OSIRIDE E che d'Achille^ nuovo si scaglia addosso al ne- k"ico: a simll la quarta volta Demone venne. E Giove Giunone: rimproverando Demonia: e qualea Pridmo te enfigli \ gran male , onde a tal segno infurii Senza mai darti posa in sovvertire Le /ortimura della Rocca d' Ilio (^) ? Fero Parla aventi dunque dei dotati. Perlochè destre ed a' demoni impari , né celesti, e nature , Genj; di e Genj utili e cattivo cose augurio, ad altro di che pensa che di tali cose difficili , si diano celestile assegna le opposte* titure festivi, che haiuio bat- grandi invero ed arrivate ad ottenerle non ri esse- e crede convenevoli all'onore né dei de' buoni r aria certe tetre e voci digiuni, pianti, non turpiloquio di Genj come Platone alliDei Zenocrate i giorninefasti y o tà mista, ed inuguale,e di volon- natura una demoni e siano per potenti , ma prendanodiletto, rimangano soddisfatte , e peggio.Esiodo i chiama buoni: Casti delVuom :a Dìspensatori Tal regioonore. E Platone dice che custodi lor i e di ricchezze toccato Genj di essendo questaspeciesono CAPITOLO III, 29 ministri tra gliDei e gliuomini;che le e interpetri preghiereed i voti di questifanno arrivare agliDei, le grazie divine de' beni e diglassù glioracoli e riportanoagliuomini C/) Eraclito afferma i Genj e delitti che pos* pagare anche le pene dei peccati, , . sono Vira Il mare E la onde commessi: aver del Cielo in in della seno del Sole terra quelliprecipita: mar infaticabile il Sole Agli ardori glimanda: Ne* vortici del cielo: Cosi ^gli passa fintanto che , e e di raccontate commesse gliodiano ; non punitie purificati l'ordine che 5. Di queste ed altre le immergeli l'uno all'altro or tutti insieme in tal modo prendono il posto gettali; terra Tifone , è naturale. loro simili sono cose il a germane che qualedopo tante, ed atrocissime azioni rì« ebbe spintodal^ la malvagità, dopo avere sconvolto ogni cosa, riem* pintidi mali e terra e mare, all'ultimo ne pagò la de, e moglie insieme di Osiripena, perché la sorella, dopo avere di smorzate Tifone, non e lasciò,che spente le furie tanti contrasti battimenti da lei sostenuti,ed i suoi e le molte opere dimenticate mescolando e di e sapienza, ma taciute; e con , e com*» lunghierrori , di fortezza fossero cerimonie santissime immagini, segni, imitazioni allora sofferte traversie le rabbie consacrò un delle in documento , pietàinsieme e di conforto agliuomini ed alle ^9) calamità fossero afflitte che da somiglianti rionne, di , Sii t"'ISIDE Iside 'poied D* 1 Osiride dal per le virtù di loro ia Dei d^Ercole e di Bacco venne culto misto un e sotterra. Sarapìdealtro , , ricevono mente conveniente- quellodegliDei in tutto, dissero de'Genj, ma mente principalche sapienti, e Archemaco pontico,il qualecrfde in Canopo sia Sarapide 6. Tolomeo Fiutone,che buoni Insegnano infatti i none che Plutone,Isidenon come Froserpina, ed Eraclide di di Oenj dopo ar- grado di mietaticome davvero potentissimi sono che OSIRIDE Sotere euboico, l'Oracolo che Plutoiie. (**^)levò il colosso via Sinope,senza in stava di altro averlo di prima né Gli parve per fama, né per vista mai conosciuto. di vederlo in sogno, che ordinasseglidi trasportarlo sollecitamente e nome re. e dove agliamici , e fu Sosibio,che Sinopeun colosso tal i quali , , sapendo egli, fosse collocato trovato un assicurò qualeera gran , il narrò viaggiatore d'aver veduto in sognato dal spedilà Sotele stato allora sollecitamente Tolomeo Dionisio Non Alessandria. stando in dubbio sogno di in dopo lungo tempo, ed a stento della Provvidenza grande(né di certo senza la mano via con inganno lo condussero divina) portatolo al re. Arrivato che fu : vedutolo Tinterpetre Timo* , tèo (S) e e Manetone dal Sebennita dragoessere , dedussero il simulacro dal di Fiutone bero cer5 e fosse che veramente non persuasero a Tolomeo r immagine d' altro Dio , che di Sarapide 5 né con questo nome at"rivato in venne mica da Sinope,ma lo prese Alessandria,perchè Fiutone dagliEgiziani è chiamato Anche Sarapide* a detto d'Eraclide CAPITOLO fisico Adis Platone ossia alla medesima strada similmente danno 3 III. Bacco e fanno stesso che quelli opinione, come nelle 1 ed in frenesia ; cke furie il pretendereAdis (tenebrore)esser chiamato il perché stando Y anima in quellorinchiusa corpo , della ragione,qualeubriaca» nell'uso impedita resta è un^ stiracchiata allegoria troppo meglio è ridurre ciò ad Osiride sottile^^^),Per e Bacco poi di e , Sarapide cioè Plutone nome toglidopo la morte quando mutò natura è comunemente di Sarapide questo col nome da tutti, come lo è per quellodi Osiride farne venu'* , , dagliiniziati 7. Né che ne^ sacri dehhesi fanno d' Ercole , rita meno d'essere che Bacco il in Egitto , Taltro ; che i^erso, nome primo sciuto cono- Osiride alle scritture orecchio Osiride da Tifone e pev mister]. dare nascere e ; , frigie Sarapo(*^^ figliuola da Isiaco d' Ercole 3 Filarco disprezzato e , me*** npn scrivendo dell'India due condusse bovi ebbe nome Api,ed Osiride quali Ordinatore dell'Uni'significa Sarapide che secondo alcu-^ derivato da cU'ifBiV uno de' , ni, vuol dire ornare y ordinare* assurdità di Filarco. Per altro Queste tutte son di gran son lunga maggiori quelledi coloro,che insegnano Sarapide Dio; ma (cófQ¥ ) del bue Api essere non cosi un , e aver certe Memjfi dette le porte di Lete , nome aprirsiquando è portato Api ed aspro f sendo fanno strepito grave del bronzo faccia perderela l'ode Ci3; J}\^tollerabili sono , sepolcro porte di bronzo a e di Oocito^ perchè neir rx^ il alla che memoria sepoltura ogni suoa altriche quegli chi pre»* b'tSIDE 32 tendono e detto esser eccitare ffov(r^at 8. I e che veri)! Sarapidedai céve"rjci ed accelerare il movimento piò de' Sacerdoti pretendonoche Sarapissia composta Osiris D^OSIKIOK £ l'Universo. del- la parola delle due voci per V unione Apis ( Osarapis); spiegandoed insegnandoci bisogna credere Api una vivente immagine d'()siride. In dell'anima quanto a se me, pure é d^ avviso non sono Sarapis parolaegiziana, care signifialtro che gaudio ed allegrezza mo ; e lo conferle feste dall'esserchiamate Sdirei dagliegiziani che i Greci dicono Charmosyne (dell'allegrezza). Ed invero Platone anche afferma Adis che o tone, Plu- è Dio cordella giocondità (*4), tese figliuolo coloro che andarono appresso e benignoverso lui. Altre molte ed etimologie di spiegazioni come di nomi di sotterra datore. Ma Amenthin , a venuti della discorrere che questione di uno luogo dopo la que'tanti dalla Grecia in e , che il riceifitore e significhi anticamente portati Egitto,l'esamineremo poi (^) ; per nomi , le anime questo sia anche se come andar credono dove , chiamato morte gliEgiziani: tra corrono ora continuiamo abbiamo fra mano. 9. Dunque Osiride ed Iside dallo stato di Genj buoni si mutarono in Dei , e la potenza di Tifone oscurata ed e ed infranta allevolte inquieta alle volte placano, in pelorosso come bensì, ma hanno , e per palpitante, sacrificj appiacevoliscono con tornano ad umiliarlo ed a penderlo vili- feste gliuoinìni df vituperando da un'altura unasinp, precipitando certe (^) sempre , usanza i Copti , a motivo che di CAPITOLO colore rosso Tifone, era 33 ni. ed pelleasinina. adoperanole avea Qae^di Busiride e di Licopolinon trombe no. dell'asiimitano il raglio perchè nel suono In sostanza hanno l'asino per animale gliEgiziani immondo e demoniaco, o di cattivo augurioper la Tifone. con rassomiglianza , quando nei mesi Paynì e Faoofìpreparano cofacce pe'sacrifizj yi rappresentano sopra Anche le per distintivo un asino i devoti di consigliano e di dar non portare dell'oro addosso, non mangiare agliasini di mostrano Tifone riguardare niaca potenza demo- per nacque è propriadi Plutone di Bacco , Rea, di Venere di Giunone ; La Pitagorici quantesima figuraparicinTifone;che la triangolare sesta di Li stessi . neUa quando insegnano che , nel sacrifizioal Sole legato ^e , , di Marte di Cerere , Vesta, di , di Giove dodici-angolare di Tifone quantesìma-sesta-angolare ; la quadrangolare 3 e la cin- insegna come Eudosso. Gli IO. dì colore nella credenza Egiziani rosso non che Tifone glisacrificano fosse buoi d'altro lore co- nel fame l'esame che scrupolosi il bue avere sol pelo nero bianco un se trovino o lo credono buono pel sacrifizio avendo per non doversi sacrificare quello massima che potrebbe non ; e tanto sono , , , piacereagliDei anime corpi per tenenti per lo contrario , corpi cond'uomini empj e malvagi, in altri , ma , gastigo passate. Ond' è che dopo fatte al capo della vittima ed averlo reciso , di gettavanlo anticamente nel fiume : ora poi usano esecrazioni darlo aglistranieri. Il bue destinato 3 pel sacrifizio d' 34 (come E d' dsUe vittime boUatori è dai ISIDE OSIRIDE segnato con dice Castore (^) ),in cui è inciso ginocchioni, legatedietro mani con le sigillo un un in uomo spalle ed , pugnalealla gola.Credono che air àsino, come dicemmo glianza ne quel frutto della sua rassomi\enga un , con Tifone , di lui petulanza , che meno non per pelcolore 1^ignoranza e della sua Per pelle. avendo grandissimaaverquesta ragionegliEgiziani al sìone re di Persia Ocho , disino ; nome misergli sposto loro uccise sette sia limo cose giornisopra maniera e 99 un , • Que^che dicopo , e dopo di essersi in que« Jeroso^ generato i figliuoli tirano manifestameiite alla favoli^le salvato Judeo asino W la battaglia fuggendoper abbandonato aver ma scrive Dinone Api,come di Tifone dopo aver egliri-^ mangerà il vostro bue asino guest* » scelerato ed impuro come giudaiche. aver D^ 56 te destra il mezzodì , la sinistra Nilo da sinistra,ossia da settentrione a dicesi il , e destra,cioè a giustamente : mare partisinistre nelle nascere scorrendo ora : mezzodì, perdendosiin , Fori en*- il settentrione la Mondo, la faccia del essere OSIRIDE stimano gliEgiziani che Bisognasapere stre. D^ E ISIDE nelle morire e il mare , per questo i sacerdoti detestano didi Tifone il sale;anzi havvi vieto chiamano spuma destre 5 e e di chiamano o , quello 5 massimamente il pesce rono , dell*odio. Ed Minerva da vivere col pesce rappresentano il simbolo del tempio di in vero : nel vestibolo e bambino, un scolpiti chio vec- un pesce , ed in ultimo luogo indicavano che simbolicamente cavallo fluviatile, sparviereun uno , un perchè , questa ragioneabhor- per Sais,erano in onde ricavano e tano salu- né mai , i nocchieri nome per del mare, amici sono mai sale in tavola mettere non , il nascere, cioè il C^) mprire, e Dio odiare l'impudenza ^ rappresentavasi il nascere nel bambino , vecchio il morire, nello Dio, sparviere nel , nel pesce abbiamo giàdetto), (a cagionedel mare, come cavallo fluviatile l'impudenza perché ucciso Yodio nel , dicono il padre, Fare che per forza uniscasi con la madre. lacrima che anche mare queldetto Pitagorico indichi qualchecosa di non di Saturno non , connaturale Ma a noi , trovarsi nel ciò basti intorno a queste comune. mister] e di racconto I più sapienti tra' sacerdoti 2. mare cose puro , e di • estranee ai , chiamano Osiride il , danno ,.nome Nilo, d' Osiride ^ e non Tifone solamente il mare, ma qualunqueprincipioè CAPITOLO potenza nmettante, credendo ed siccità dì sostanza avere 57 IT. di generazione, essere causa seme. Tifone al trario con- nominano di di di e e potenza qualunqueprincìpio calore con tutto quelloche ha forza affatto e di combattere rumìdità ; per questo il colorito del corpo, rosso, non attribuendogli seccare s'incontrano volentieri,né posto dicono ogni umidità mescolandosi , dì color stato essere la terra, con perchè nero, le vesti,anneriscele; e nella con in quelcolore. Osiride all'op» di uomini compagniacon voglionotrovarsi le con vole nu- gioventùfa neri i del corpo; nascendo per e glialtri peli capelli siccità la canizie ed il pallore nei corpi sfioriti. , Così la Primavera è fiorita, feconda ed tunno per VAor amena: d'umidità,è inimico delle pian* morboso. Per la stessa ragione mancanza te, ed aglianimali (perchè nero fu Osiride)anche il bue in nutrito chiamato ad Osiride, e Mnevin^ sacro Eliopoli, secondo alcuni,padredi Api,è di color nero ed ha ì secondi onori dopo il bue Api.Inoltre l'Egitto, , il nero paese di terra nerissima , è da essi , come dell'occhio nominato al chemia, e lo rassomigliano cuore; nelle il cuore infattiè caldo l'Egitto partidel Mondo ed umido, , australi o sinistre e rimane sta come alla sinistra dell'uomo. 3. Anche del Sole fanno il loro perpetuo la volendo significare essi per Tumidità. in Egitto, credono e della Luna di cipioe generazione non giro in cocchio,ma in barca; generazione e nutrizione di D'Omeso che dicono che , ammetta tutte istruito come Talete l'umidità per le cose, e prin* nell'Oceano 58 D^ISIDK Osiride riconoscono , e (^) Di tutto • latta qualeal- la Iside in Teti , nutrisce D'OSIRIDE E , più: ci i Gre- chiamano (3) del seme^ cvvvaixy coito, emissione a(pvffUvV ùtocdairacqua il figliuolo e dal piovereùCMi» tiì^xf^ Bacco è signoredeirumida detto,lim come ride, spesso Ma pronunziaredai sacerdoti chiamando eglicosì questo Dio dalla pioggiae dall'umido (^^. udito , Osiride che sia lo stesso , (4)che anche né diversoNla Osiride. Infatti sembra Ellanico abbm natura Bacco che Usi- babilmente, prochi , sei o Clea, la quale più di te può saperlo, (^)delle Tiadi a Delfo,e dai genitori nei capitanessa zione mister]d'Osiride fosti iniziata?Peraltro se ad istrusciando lale prove deglialtri fa d^ uopo arrecarne altri mai , stare al alia cexùmonia nel dar suo po^tole cose in quanto arcane, che i sacerdoti fanno pubblico in il cadavere ad Api portandone sepoltura in differisce per nulla dal cerimoniale barca,non rito di Bacco. delle pelli Infatti, appendonoattorno caprine, portano tirsi gliinvasati dal furore , bociano , del si scuotono come dell'Orgie di Bacco. Perciò molti de'Greci rappresentano tauriformi i simulacri di Bacco;e le donne di Elìde nelle preghiere lo invitano a venire gliArgiviuno Lo chiamano nel a de'cognomìdi Bacco fuori profondoun loro co' piedi bovini (0 è Appresso bovignena. . con trombe, e dell'acqua capro al così detto gettano Pilaoco W cu^ stode delle porte dell' Ismo ^7) , e ricuopronole secondo che scrisse Socrate Argivo trombe co' tirsi, ne'suoi libriàe'Consacrati. e Anche le feste titanichey niclelie (^)corrispondono ài racconti dell! smem- € A P 1 1* O L O Lrament)^delle risarrezioni 39 lY. d'Osi* rigenerazioni e , ride. d'Osiride 4* In quanto alle sepolture dì Bacco, e abbiam detto,molti gliEgiziani mostrano, come del primo; e del secondo* credono i Del^ sepolcri fiesi d'averne in virtù presso di loro i resti mortali, d'un oracolo ; gliIniziati offrongli sacrifizio C/) un nel arcano tempio d'Apollo quandole , glianoLicnite (sK A Bacco Dio solamente non che provare Tiadi sve* grecicredono i del vino ma , di tutta l'umida natura, basti l'autorità di Pindaro cbe cantò, Apportntordi gran letìziaaccresce Degli alberi la seha (^) Bacco lucido raggiod'Autunno. Per questo ai divoti di Osiride alberi domestici, e estirpare delie fontane Gli l'umida • ; ed d'Osiride emanazione del Nilo, ma l'acqua natura sopprimerel'acqua (^) chiamano Egiziani solamente di è fatto divieto di non generalmentetutta delle proces* al cominciamento di questo Dio precedesempre il vaso dell'acqua (0 Col simbolo d' una fogliadi fico rappresentano il Re e la parte meridionale del sioni,fatte in onore • spieganochela fogliadi e là /etazionedi tutte irrigazione^ Mondo; e fico le cose significala W (9). 5. I celebranti la festa dei Paraili , nella come dicemmo , son quale i falli portatia processione , in simulacro e conducono giro un espongono ha il membro virile triplicato ; lo che che Dio significa d'iSIDE 4o essere siamo come t"^OSIRIDE e e che ogni principio principio neratrice per virtù geche Indi sé. è ciò di che esce moltiplica solitiindicare il moltiplice tre pelnumero volte beato e : tre volte tanti lacci (Oj : o tre , , y paresse j affé di Giove non seppure , che il numero gliantichi adoperassero triplo propriamentee per , Infatti la natura sé stesso. umida essendo comincia- e generazionedi tutte le cose principio che produssei primi tre corpiterra aria, fuoco. Anla ragionedella favola che dice : Tifone aver mento , , , di Osiride nel gettato il membro averlo ritrovato , ma , fattane istituito d' onorarla avere una a processione : portarla il potere prolifico e seminale ad mira fiume, Iside non imagine simile , che insegnare ebbe per prima di Dio e l'umidità materia di questa, si insinuò capacidi generare» Anche natura guerra movesse a Giove 5 che fratello del Sole Giove di Bacco Osiride col nome figliuolo ajutoad assoggettare il nemico. É che la favola di altro racconto un : che Apopi gliEgiziani tra Corre che e negliesseri per mezzo per , questo racconto adottasse per dato per avergli facile il mostrare è connessa con la verità fisica naturale. Gli me Egizianidanno il nodi Giove allo spirito, cui sonocontrarj siccità, hanno qualcalore 3 né questison mica il sole ; ma che lui. L^ umidità dunque, estinguendo parentelacon il soverchio, secco r esalazioni , per le accresce e corrobora qualilo spiritosi nutre e mantiensi. Inoltre è : Tellera , che i Greci dagliEgizianichiamata consacrano chen Osiris a , nome co Bacsi- CAPITOLO. 4l IT pretendono piantad' Osiride^ come gnificante , , Aristone, che descrisse la Colonia s'incontrò nella leggereuna a qualesi dice M, lietteradiAlessarco» certa che Bacco ateniese di Giove figlio è (^^) , é chiamato Osiride che dagli non d'Iside^ Egiziani ma Arsa/e che vuol dire fortezza.Anche Er(») nel primo de^ lihri che scrisse su gli Egimea ziani e ", , , y lo mostra Robusto. ) stesso , dicendo Tralascio che Osiride si traduce (^^) ("*)che Mnasea ad Bacco 3 Osiride a Sarapide ; tralascio di Prometeo Anticlide,che dice Iside figlia Epaforiunisce anche Bacco ; imperciocché le hanno proposte somiglianzedi feste , e di sacrifizj in sé fede maggioredella testimonianza tori. degliScritstata essere 6. mogliedi Degliastri,chiamano il Sirio Cane d'Iside, perchéattira V il Leone nano e adoracqua. Rispettano , bocche leonine glisgorghidell' renti acque cor- con (^^)per indicare che il Nilo si Allor che il Sol E mica d'Iside tutta feconda scere il Nilo emanazione come corpo il Leon con e Oro credono e gonfia. si giunge. di Osiride chiamano , cosi la terra; non^ la parte inondata dal Nilo , che la la inzuppa.Da questa unione fanno na* , , ma il la stagione(^fct) e qualesignifica , dell'aere ambiente, che ìtL^temperatura ed alimenta; allevato e lo dicono tutto da serva con- Latona nelle paludivicino a Buto (P) perchéla umida molto bagnataterra grandemente alimenta , e , le D^ 4^ d' r. ISIDE OSIRIDE esalazioni) per le qualisono r arido il e e scemati e di Nefti intendono nome del continente le estremità e Col secco. smorzati a col contatto mare , la Nefti anche Teleute (fine) per questo chiamano la danno per moglie a Tifone;allora poi che il arriva Nilo, gonfiandosi no quel punto a a ultime parti, dan-* quelle di contatto il di nome conginn'* Nefti; congiunzionecomprovata dal subito germogliare delle piante tra le quali è il meliloto^ che la favola dice^colto e poi anche zìone di Osiride con , Osiride presso di Nefti , aver servito Tifone per iscuopHreV adulterio. Isi* lasciato da d' indizio de a Oro, e dunque legittimamente partorì Nefti furtivamente Anubi. Nelle che dinastie Nefti o non per donna dura e , ma la terra simboleggiareessere quando è re senza scrivono Tifone fu quando stette prima con Se la considerano vorranno de' successioni per rile. ste- Dea, sterile e infruttifera umore. sono 7. Le insidie , e la tirannia di Tifone non altro che la siccità prevalente, T dità umie riseccante ed aumentatrice generatrice Tifone che soccorre degliEtiopi che soffiano del Nilo. La sono i venti australi se dalFEtiopia; prendano imperciocché il disopra aglietesii o venti boreali , che nuvole regina la verso e Etiopia, se spingonole impediscanoche le Nilo si rompano , allora, valendo preinfiammasi dominando affatto e , U piogge ingrossanti Tifone spingeal mare, e basso e povero ilNilo che scarsità d^ acqua si tiene in collo Anche ilserramento lezza per deboe rincula. di Osiride nella cassa pa- l/ 44 ISIDE d' OSIRIDE £ Iside ritrovato Avendo ed Osiride, le esalazioni nebbie consolidato per fone bensì superato , ma signora della terra rimase la Dea che opposta all'umido natura 'y soltanto la ma nuvole e ucciso non non e la depresse indeboli ta distrutvolendo , e mancasse, se pet** , Infatti il contrasto. sempre il perfetto mondo : , Ti-^ permiseche la fosse totalmente che si mantenesse sarebbe allevato Oro non perisse affatto il calore. Che tutte la se non da loro assurdamente sono insegnate re rigettabisognerà neppure non queste dottrine, ragionedeir altro della pai'tedi Osiride. Tifone s'impadronisse Ed in verità V scavi delle anche Egittoera fontane , e tutti i avere 5 e pozzi(che son questo negli dei monti seno delle per trovasi Tutte le conchiglie. hanno tanti) acqua cagionedel putridosedimento volta, scolato in que'fondi (^) Ma salsa ed amara, per d'una marino mare miniere, e nel a' dì nostri mente che, cioè-,antica- racconto • tempo dopo fu da Oro superato Tifone cioè cadute propositole pioggie,il Nilo scacciando il mare lette; delle belscuoprìla pianurae la colmò pe'depositi a la qualcosa infatti anche nuova a è dimostrata tempo dal che nostro ; senso veggiamo ilfiume apportando belletta , ed ammontando terra il , a mare poco a poco dà indietro ; perché dall'interramento ritirasi ; ed invero : quel rialzandosi i bassi, l'acqua Faro che Omero navigazioned' un perché sia scorso terra; ma per causa distante dall'Egitto la conobbe giorno,oggi ne innansì del , e dal fa mare parte ; e montato non in fiume,che forma ed alimen- CAPITOLO ta il nuovo è continente, (') frapposto 45 IV. costretto a ritirarsiil mare • alla teologia gli deQaesto sistema corrisponde anch'essi non altro esser Bacco Stoici, insegnando che uno le Erconon generante e nutriente; spirito 9* se una e dividente ; Ammone riempitiva Cerere e Proserpina virtù peneuna ricevente; trante li la diffondentesi terra e per e prodotti per forza una forza di Nettuno lei; si diffonde a il avere fuoco belle non e il Mondo per la Luna esser , che solare y in di luce come mali partideglianiai germoglidelle piantepropizia; e per di scaldare con Sole sortita la proprietà le nuove piante temperato, e di seccare generativa,ed ed ^ credono dair Astronomia: dehbasì ravvisare Osiride il Lunare alcune delle mescolano ragionine Matematiche prese , una , Ma pelmare. queste naturali in Tifone virtii che penetra e venendo a coloro , i quali finalmente dotata umettante , ai e di ridurre affatto inabitabile per cresciute, l'ardore una parte della terra, e vincere spesso Per queste ragionigli anche il poter della Luna. gran chiamano Egiziani potente y Tifone oppressore. Sethy D'Ercole che vuol dire pre- che favoleggiano lui ; ed il simile di stando nel Sole girainsieme Mercurio Luna; perché l'azione nella con alle opere del discorso rassomigliasi e della Luna della za; Sapien- Sole alle percosse fatte dalla forza e dalla robustezza. Gli Stoici il Sole sia pensano che del quella acceso mandino Luna. e nodrito dal dolce che le fontane ed i laghi mare; beveraggio , e molle esalazionealln 46 D^ ISIDE 3 La favola dà per accaduta la morte d'Osiride Athir , giorno in cui é prin^ ai diciasette del mese IO. i Pitagorici visibile il plenilunio : d^onde cipalmente chiamano zione (quasiopposiquesto giorno antifraxì hanno ed serramento con grandeaversione ) , al quadro , il e ha rettangolo lato un più lungo dell'altro (solinu« mettendosi i perimetri all'aree uguali)fram- il numero e glisepara 17, ; diviso in n^ 283 dà la porzione proche Osiride ci partidisuguali dicono • anni la via deirunione serra Alcuni sezquiottava vivesse il sedici,numero diciptto, di cui il parallelogrammo abbiano che meri imperciocchéfra 17, numero altri che tanti ne dei lumi questo il numero (") regnasse della , tendo es- Luna, ed in giornicompiendo essa il suo giro* Inoltre tagliando il legno in tempo della così detta d'Osiride ne fanno un'arca di figuralunata sepoltura per la ragioneche quando la Luna avvicinasi al tanto di numero , Sole , fattasi cornuta , si asconde. Nello smembramento partimirano qualiva nuovo ai calando mese. Il d'Osiride 14 giornidopo il astro quell' giorno in , cui in quattordici nei plenilunio, fino al principiodel fuggiti riapparisce, glisplendori e trapassatoil Sole , è chiamato bene benefattore è Osiride,ed imperfetto^ Imperciocché ilnome lo interpetrano stesso più cose ma significa, specialmentepotenza efficace,e benefica. Cosi l'altro nome che , di questo Dio, Omphitijdice Ermeo tradotto , vuol dire benefico. Gli numero Egizianison anche nella credenza de' lumi di luna abbia una certa che il ragione CAPITOLO alle escrescenze tsorrispondente ] 47 IV, del Nilo. La sima mas- presso Elefantina é di 28 cubiti , quanti sono lumi , ed i giornidella durata di ciaschedun men- suale periodolunare. Chsoina quando sia giusta , è di cbe di macchie sparse del lunio e Luna (') scure • , Iside congiungecon froditica , nuovo vacca le partibianche il pieni* Festeggiano chiamandolo entrata di che è il principio lui. Di , e quié che la Luna la credono prima-* Luna, di si chiamano natura erma- dal Sole ; e che poi ed ingravidata ripiena rigettie semini i principjgenerativiper , credono non imperciocché la corruzione tifonica,ma vinta in catene e messa che dalla poi a risorgere,ed ritorni che è il mondo e un lifica proin calore C*"^ la generazione ) ( significante del Mondo madre Né de d'Osiri- si rassomigliano molte Tayere come nella Luna che Taria ; , lunio. pleni- la virtù d'Osiride nella cos) riponendo dicono di nel quandovibrasi luce Famenoth mese d^ Osiride vera; Api a Memfi, di contorni ferire la a ed giornidella cubiti quattordici va perciòalla figuradella di nei generato Luna, cose i Api l'immagineanimata essere dalla Mendes a , quantisono la mediocre Credono (^^) ed j delle minore è di sei cubiti ; , mezzaluna; 11. La terrestre ,. non a prevaler sempre stata dopo essere potenza generante , far guerra con Oro, libero affatto dal scere, na- dal morire. mancano arcano clissa la Luna sino alcuni che in questa favola ravvisimbolico dell'ecclissilunari. Si ec^ piena, quando il Sole standole in 48 D'rsiDE d'osiridis E faccia,ella immergasinelFombra nella dicono cassa ilSole sparil*e fare Iside ebbe Osiride. Air opposto:-nei (r) la Luna suol nascondere e ma , non affatto Io spenge; uccise Tifone non ma prigioniero Nefti partorito Anubi Da 12. cbe , si non è visibile.Ora : ad ambedue gliemisferi rappresentanocon di notte, di e , ebbe soprannome hanno nome d'essere cioè Dea maturarlo, e di , sé desimo me- e tuttavia i suoi divoti il proferire illecito, ed arcano, il di Anubi (^7) Anticamente i cani furon tenuti per come • in per gliEgiziani ucciso da Cambise grandissimoonore ; ma via Api e gittatine , altro animale vi si accostò verun del ^^^) sia lo stesso parto, in sé stesso, un cane vede terrestre, ed produrredi tutto come lo appresso proprietàd'Ecate la medesima (Saturno).Dal di Crono Anubi; e che Anubi celeste.Pare ad altriche Anubi insieme che Orizonte,comune è chiamato . i Greci: appresso il di sopra, detto Sembra giornoC*) feriore. in- della sotto canino,perchéil cane muso abbia gliEgiziani , • ^ vede; per Iside " quelcerchio come Iside rimane Per Nefti vuol intendersi il di terra come caduto d'ognimese trentesimi della terra^ cane di : d' allora in essere il primo poi , altri animali. Avvi anche di Tifone all'ombra e non a perchè i brani mangiarne ebbe d'avere più il privilegio onore più degli certi, che danno il nome della terra, in cui la Luna si ecclissa. , fuori languidita il- 49 CAPITOLO J MG V. OMENTO. di due Esistenza : buono, e mahagio. Dotprincìpi dà* Maghi de'*Caldei de' Greci e dei trine y ^ ciò relatii^e. a Filosofi JLIa tutta Tespostonon 1. 1*1couchiudere dica bene , la siccità , le tenebre in sé di contiene in che tutti insieme ma non é fuori di che ciascheduno , non Imperciocché il mare, , diano dannoso , e nel segno. (*) il vento non , quelloche tutto ma , proposito non particolare capace non Natura d^ apportare a Tifone. Che ^appartiene guasto e corrompimento, debbonsi non mica corpiinanimati , riporrei principjdi come fecero Democrito sola nella neppure fabbricatrice delt" materia 5 e fosse esso del autore non , un Dio , e come curo Epi- e , sarebbe possibile di tutto di male, qualora atomo del bene, qualora 3 né resistenza s^ impacciasse di nulla Mondo, rallenta , di ed privadi qoalitasuperiorea tutto bruta come resistenza , nei ragione o Provvidenza pretendonogliStoici padronadi tutto 3 sendo che non dì tutto la lira stringe 3 e e : giacchéT Tarco,secondo secondo- Eraclito, Euripide, 4 armonia D^ISIDK 5o si panno Non d'oSTIIIOE £ i beni: da* mali spartir per l\a^cordouniversal,di Hai^i/iun nìescuglio. quelli Ma Dal che deriva ne e teologi vata, da^ legislatori ne' poeti, ne' filosofiderie di sapersene il primo autore , ma ferma, e indelebile credenza, spesso senza solo nei non rj, nei cioè , e nei ragionari, ma discorsi, de' barbari tanto sacrifizj, cbe l'Universo automa, un certe divulgata nei mistede' Greci, stia sospeso in aria non come non ragione,senza nante sola sia la ragionedomi- una stante regolatrice, con quanto pre sem- senza intelligenza, senza cbe e regolatore, e dai queiranticliissiinasentenza al timone, come obbedienti briglie , ma gente diri- e cbe molti beni,e molti mali si confondano insieme;anzi,per dirla in breve,che natura niente di schietto producendo quaggiù,non celi e confonda,ma dirittamente medesimo la deviando,venga vita col Mondo, se di verso terra, e di prodottoin non natura abbia stabilire che in contrarj presidenti, all'opposto quello e vario, luna,irregolare una dato destra in confusione messa capace. senza a tutto, certamente la sotto natura esser esista Che se niente causa; ed il bene al male: causa e distinto pio particolare del male. , potenze , l'una non le mutazioni tutte tamente ad che sandoli liquoriver- l'altravoltata dirigendosi, e di che da due da due contrarie e e solo uno due vasi,a simile del venditor di con e sia fu cer-» bisognerà un un'origine, princi» tanto del bene , quanto d'istdb 52 d'Osiride k tanti altretArimanios deglionesti piaceri ; che doppiando fece ; che Oromazis, radne oppostia quelli r ultimo volte tre sé Sole il doppiodella lontananza deglialtri , poselo,e rinchiuseli questodalla terra, qualia preferenza de' costìtuillo, che osservatore, il Sirio; Dei, , di d' astri il cielo; uno adomò e tutti in dal allontanò si stesso ed custode come altri ventiquattro prodotti un avendo quelli, C^),altrettanti anche manios Ari- i nati da che ovo; dalla parte superioreuscirono qnell'ovo bucato fuori (^), e co' beni ; che si avvicina fame e un quandoArimanios portando tempo fatale, peste fia per necessità da questimali anch'esso così mescolaronsi totalmente ucciso e distrutto ; piana ed uguale,sarà tutta vivere e tati d'un di che tocca facendosi la terra e sola la maniera una reggersicivilmente degliuomini solo linguaggio Teopompo, a ì mali secondo e la dottrina de' maghi, dice ogni tremil'anni ad mil'anni,l'uno sempre *fe disfare uno di ed Dei questidue contrastare, dall'altro ; l'operato ; e per guerreggiare, che in ultimo verrà felici gliuomini saranno senza bisognodi mangiare^ed i corpiloro non getteranno più ombra. Il Dio che questiavvenimenti in quietee si riposerà averà operato resterà per del tempo certamente non lungo,trattandosi d'un meno Dite diven* beati. dominare, ed all'altro d'essere dominato tre , ài , allora , , Dio, ma sufficiente, come per un uomo che dorma. Di questa maniera è la Mitologìa de' maghi. ai Caldei : fanno de' sette pianeti 4. Venendo altrettanti Dei, due ne chiamano benefici,due ma^ CAPITOLO i tre rimanenti,medìi, lefici; de' Greci buona a è nota tntlji a , e che Marte di , Ora vedi i Filosofi che Eraclito chiama dicono nata e crudele litigioso , L'opinione comuni. o attribuiscono la parte , Taltra a Plutone A\ferunco* OlimpiOy Giove Di Venere 53 Yx Armonia quelladolce prolifica. questa dottrina consentono: a tutto e , apertamente la padrona di ^ di questo e ; madre, guerra d^ Omero, gina re- quandoprega che dice,che dncimento tra*mortali pera , dair aversione 3 e , imprecazioneal pro- di tutte le cose; nascendo dal contrasto di e s' avvide di fare non al Sole Numi^ tra' Guerra esse che e non appunto è lecito i prescritti confini oltrepassare senza le lingue(4)della Giustizia difenditrici* provare 5. Empedocle afferma é chiamato e Filotete C^),che e Filia spesso anche Armonìa Sterminatrice il , benefico principio ( amore , zia), amici- i il malefico, rissa, e sanguinosa Lite. I molti Pitagorici poi danno altro di retto : al buono principio nomi air uno , ed all' di unità ^ di termine, destro, d'imparidi quadrato di quieto, ài m^li^agioj di duale,infinito, mobile, splendido; curvo , pari inegualesinistro,tenebroso , stabiliscono delle , , , cose. , essere i della principj Anassagorachiama il ; e sti que- generazione principiobuono 54 m^n^e d' 5 ISIDE D^ E OSIRIDE Aristotele, quellodice Topposto injinìto. , in molti Jorma'y questo,prwazione.Fiatone come se , r volesse sima ; Taltro ed in , dwerso due nel ma figure, ma ; e perciò è non , una, una cose natura terza in età e di , , suo , delle mede^ Leggio chiarò proprjdi- e da un'anima certo non benefica 3 rere pa- in enimmi non chiari mosso sola, meno di Taltra,opposta opposte. Lasciò anche media immobile né irragionevole alcuni , essere lei , ed autrice di il luogoad velato il trattato vocaboli con da più probabilmente a né 5 OQiaipiùavanzato che il Mondo ma e. deglioppostiprincipjchiama uno quandoera occulto tenere luoghi, , per non inanimata, sé medesima , sempre alle due predette attaccata ; per altro desiderante sempre la migliore lei seguitando e a lei affezionata , come sempre , come stimano Tandamento , ma del discorso farà vedere nelF applicare trina dota particolarmente questa filosofiala teologica degliEgiziani. 55 VI. CAPITOLO ARGOMENTO. della Mitologia Egizianaal sistema Applicazione de* due principiBuono eMahagio^ nelFor^ dine naturale o fisico.Spiegazionedei varj y simboli. 1* l^on paò mettersi in dabbio che la generazione Mondo di questo nostro non e composizione sia mista , di contrar) ; fieitta e d^ ugualforza e potere , ma né mica ciascuno il di sopra Vh^ sempre il togliere migliore,quantunque sia impossibile affatto il peggiore 5 trovandosene gran parte nei trastando corpi gran parte neir anima deir Universo , e conil migliore. sempre con , Nell^ anima e signoradi tutti i buoni, è nel nell'acque nei venti , ragione, duce Osiride; nella terra, dunquela mente , e cielo , e la negliastri quanto nazione d'ordinato,di stabile,di sano, è tutto emaed immagine d'Osiride, visìbilenelle sta* gioni, nelle temperature dell'aere,nelle riToIu- v'ba zioni celesti • è Tifone, All'opposto: nell'anima, l'appassionato, il brutale;nel l'agitato, l'irragionevole, corporeo , il frale e morboso il turbolento , per 56 D' temperatura dell*aere, mala cdligini, per del Sole le significano come Ciò D^OSIKtbH È ISIDE scondimenti per nadella Luna y sparizioni per , dichiara benissimo il di Seth col nome quale nato, dominatore.-,e domiTifone,significando chiamano spesse retrocessioni e (*). e le ritirate di Tifone sortite, e , nel posto ritornate primiero. Dicono alcuni che Bebone se come , pel retto cose colo osta'Bebone, significante nomato impedimento , cammino ed al , d'ostacolo il poter frapponesse al procederedelle suo fine tendenti si di Tifone M in tributo del questo gliassegnano, de' compagni uno scrive , che lo stesso di Tifone 3 Manetone Tifone fu anche fosse suo , e per culto,Tasi- deglianimati addomesticati e mansueti il più i due piùferoci,cocodriltra ì salvatici, ignorante; nò , lo,e perciò Tifone Ermipolirappreisentano in cavallo fluviatilecon con qualiparlammo di cavallo fluviatile de' , un. serpente ; sopra uno pel cavallo sopra; in un alle prese sparviere intendono Tifone ; ed il principio, cui avendo la forza, sparviere, è dìviolentemente acquistato, spesso non per lo Tifone (^) malizia turbato turbando e per sua , Di qui è che nel sacrifizio offertogli il settimo giorno strutto del dalla . , Arrwo Tybì giorno chiamato mese d'Iside , sopra le cofacce un é istinella città d'Apollo tuito Fenicia,rappresentano cavallo fluviatilelegato; e che tutti , senza distinzione , del cocodrillo ; per questo in giorno fanno la caccia ed uccisili , dinanzi al a quantine debbano un giare man- determinato possono tempioli gettano; avere, dicono che e A Tifone si sottraesse Di le tutte fanno 5/ YI, O L O P I T mutandosi da Oro in cocodrillo. nose bestie, piante, affezioni malvagiee dan- partied tante opere di Tifone. Osiride airincontrario rappresentano per un occhio e il primo indica scettro; de' quali per uno 2. la Provvidenza ; V altro,il potere. Siccome anche Omero al Principe Giove, e Regnantedell'Universo, dando i nomi d'altissimo altissimo per voler e , di Meditante bra sem- , la potenza di intendere lui , per meditante la prudenzae '1 buon consiglio Lib. 8. Sovente rappresentanoOsiride per 22 ) ( . lo sparviere , V della vista acutezza ed è naturalmente Raccontasi superioreagli altri animale , e nel- nella celerità del volare ; di contento di lui che volando pochissimocibo . gl'insepolti sopra cadaveri getta addosso di loro la terra* Quando cala al fiume (^) per bere tiene le ali ritte;e poiché bebbe , le riabbassa, e salvo sano per segno d' esser scampato dal cocodrillo dritta com' rimane il simulacro membro perchèse ò preso Generalmente d'Osiride in mostrano nutriente. II velo flammeo che Tala , che an- col figura umana la ritto,per ispiegare genitale e , era. ; genitale ricuoprele virtù il Sole,cui tengono pel immagini d'Osiride significa del buon corpo principiocome , dell' Essere che intelligente , meritano a con cose visibile . Laonde che il globo solare assegnano disprezzo quelli al qualenulla di splendidodi saTifone lutifero, , , d'ordinato, non leggee misura, ma , non il corpo si vede conviene . Virtù generante, tutto non moto l'oppostodi queste Infatti la siccità per la qualeTi*- 58 d' ISIDE periremolti fone. fa b' OSIRIDE E ammali e , (4) molte piante , effetto di è da credersi opera del Sole , ma un in terra e per Farla fuori di tem* e à' umori spiriti , non e pò mescolati stagione confusi e , quando il principio disordinato,ed infinito potere estinguele esalazioni. del NegF inni si nasconde del in braccio colui che invocano al Sole ; e nel trentesimo Epi/lsolennizzano il natale degliocchi quandola Luna ed il Sole si trovano nella mese di Oro sacri ad Osiride mente erronea- y linea retta ; sendo che abbiano per occhio solamente la Luna , ma il Sole d^ Oro non medesima e lume ancora. F€U"ofijdopo T nozio equiil natale delle grucce autunnale festeggiano che il Sole ha bisognodi Sole ; significando A' ventidue del mese , del sostegno , e di rinforzo , trovandosi di luce nel calare ed e allontanarsi obbliquosentiero. Inoltre,al solstizio per fanno vacca giraresette volte ; e chiamano di scarso intorno al da lore ca- noi no d'inver- (empio una Sole, ricerca d'Osiride il girodel bisogno la Dea Iside àelV acqua invernale ; fanno sette volte girare la vacca perché sette avendo e mesi impiegail Sole nel dal passaggio solstizio invernale air estivo*. 3. Dicesi che il primo di tutti sia stato Oro d' Iside , a sacrificareal Sole a' quattro del mese come è nel libro intitolato Genealogie di Oro. registrato. Ed infatti tre volte al giorno bruciano profumial di mirra , a mezzo Sole: di ragia, alla levata^ giorno; e del così detto Kifi al éiaschednno la tramontare. spiegheròin La appresso. ragione di Con tutti 6o e d' I5IDE in generare E d' Osiride: ace ansomigli gode impregnatae ripiena emanazioni medesima se e qualiesulta e generante virtù. Imperciocchéla generazione per le di altro , la è che non ria; mate- dell'Ente 5 per lo fuori di luogo nella favola è detto l'anima ed il generato che, non di Osiride essere , modello un straziato in sempre immortale^ma il corpo disfatto da Tifone; Iside ed eterna essere spesso andar improntadell'essere nella e giro a ricercarne bra mem- far intendere ricomporlo;volendosi per le sparse che assoluto è superiore e buono Intelligente corrompimento ed a mutazione ; le imaginipoi l'Essere , a quelloprendeil sensibile ed di certe ragionie forme rimpressione che da che i riceve,come ne sempre quaggiùse , ma nella sigilli il disordine e , il corporeo, e cera, e somiglianze non gono riman- di la confusione impossessano rispingonola ragione combattono, contro dì Oro, che da Iside ne , superna, e fu generato immagine sensibile e materiale del e intellettuale; perciòdicono avere dovuto Mondo difendersi , 1' accusa datagli per Tifone,di che significa nascita adulterina, né puro, non essere il padre suo ( il principio né sincero come nevole ragione ) che per sé stesso è incapacedi commistioed contro colla materia, essere ma impassibile; cagionedella e dimostra Infatti la nascita e , a adulterato. Peraltro per opera dell'adulil Mondo. natura trasformandosi, produsse che prova teramento corporea , le difese di Mercurio,cioè,della ragione vincono , sostanza Oro di Osiride , mentre come d'Apollo per l'unione tuttavia stavano d'Iside in corpo a CAPITOLO 61 VI. che prima d'esser fatto visibile il Rea, significa, da ragioneperfezionata la mateMondo, ed essere ria, convinta da per naturale d'imperfezione sé stessa produsseil primo parto; quindiè che dicono quelloDio al bujo,-essere stato prodottoimperfetto,^ , e lo chiamano Oro dal vecchio non egli es.ser certo ma un propriamenteil Mondo (Oro giovane), embrione, ed un'immagine del Mondo, che nascer dovea. È questi Oro giovane,veramente compiuto e perfetto che non uccise affatto Tifone ma Tattir , , vita,e forza dì lui sottomise. Perciò dicono simulacro di di Oro a Copto tiene in , le vergogne mano una il che che di Mercurio Tifone; e favoleggiano , , lendo Tifone,gliadoperòper corde ; voessi far intendere che ragione, in accordare presii nervi di l'Universo, formò concorde tutto ed da partidiscordanti delle armonico che non abolì la riempì;laonde la potenza consumatrice, ma e , un dosi trovan- inefiScace per sé sola, dando dietro ed avviticchiandosi a particapacidi affezioni qui debole, ed e di cambiamenti,nella é terra tremori; per Taria, di calori e , e cagione di di e scosse stivi, intempespiriti di turbini fulminanti ; infetta anche le acque e si estende e sollevasi fino pestilenze, alla Luna occupandoneed offuscandone spesso lo che credono gliEgiziani, e dicono splendorecome ed 1 venti di , , Tifone occhio talvolta percosse Oro, talvolta glicavò e se lo ingojó; quindirestituillo al Sole voglionfare intendere,colla percossa diminuzione della Luna l'eclissi cui il Sole rimedia , , ; e la mensuale , coir accecamento ; un perchèU Luna (^) , emer* 62 sa d' dairombra mercé ISIDE E d'Osiride terrestre, ritorna subito a splendere, del Sole. 5. La migliore,e piùdivina composta, della mente, é di natura tre della materia,e della parti mesco- i Greci. lanea di queste due, che Mondo appellano Fiatone fu solito chiamare la parte intellettualeIdea, modello, padre;la materia, madre, nutrice,sede, della generazione;ed il composto d^entrambi, cuna prole,generazione.Potrebbesi egiziani paragonassero congetturare che la natura gli dell'Universo a il più bello di tutti, rettangolo questo triangolo del qualeanche Platone nel libro della essersi servito per comporre pare E di altezza come tre, di base come Repubblica la figuranuziale. quattro,di lato ugualea'due lati del rettangolo,come adjacente T altezza al cinque*Debbesi dunque rassomigliare al maschio; la base alla femmina ; il lato adjacente sia osprodottod'entrambi: così,Osiride al principio, Iside all'altezza; prodotto,o al recipiente, o alla base; Oro al mero adjacente. Imperciocchéil nuil ternaiùo é il primo degliimpari»e perfetto; quattro è il quadratodel lato paridel due; il cinque in parte uguale al padre, in parte alla madre, composto allato del tre^e del due; indi é che da Tévte cinqufi^ CAPITOLO ne derivò Thrct quinare(*) . E tutto 63 VI. il contare ; ed è detto cin~ il cinque moltiplicato per yeramente produceil quadrato(venticinque ) numero delle lettere degli Egiziani e deglianni che visse alla chiamarlo Kaimin (^esposto Api C^) Oro soglion sé stesso , . vista)essendo sensibile y chiamano alle volte visibileil Mondo* e La Iside Muthj alle volte Athiri, e (^) col primo Vocabolo Madre Methierysignificando col secondo Casa mondana di Oro, come la chiamò anche Platone sede della generazione e rj* , cettacolo. Il trante La terzo moltitudine j moltitudine insieme composto d^ è nome é che spiegasi d'nn'altra, causa. la materia del Mondo, che sta e col buono parere che ancora la Terra ]1 Caos , puro ed ordinato. Potrà forse , Esiodo , il Tartaro , primidi mettendo , , TAmore altri principjdiversi da ammesso parolasignifi- una , dell'Amore per ^ ed mostrammo come d'una del Tartaro il Caos speciedi sede, e favola di Platone intorno nato sé e , da povera facile a padrebuono pelpossesso , in alla qualchemodo nel Convito la Povertà 5 cioè che si giacquecon figliuoli Amore ).Ingravidatane partorì ( Z'a"ionJanza come dell'Universo. d'aver misto Tifone^ servito aver raccontata alla nascita d'Amore desiderando natura da Socrate Iside^ per per sembra di base 6. Il soggetto ci richiama prendertutte , saggio, di tutti i beni 3 , e per per , cioè della Terra intendiamo, ^ abbia non quelli che questinomi Osiride tutto ma e , di le forme, sufficiente da madre bisogno sempre Poro a tente impo- del d' altrui 64 T^'ISIDE D* OSIRIDE E , queruladoniandatrice. Poro d' apil primo oggetto d^ Amore petito desiderosa,e sempre è altro che non , di contento , di sufficienza , a sé stesso ; me no- bisognosaper sé ed anche quando n'è stata ripiena stessa del bene d^ trambi sempre lo desidera,sempre Io accetta. Figlio enil Mondo (Oro giovane)non é eterno, né della Povertà die alla materia , , , immortale ma , rinascente si studia sempre forza a di cangiamentie giri, di modificazioni ed affezioni di rimaner mai affatto perire. sempre giovane,e non Bisognadunque servirsi dottrine vere levarne ma ; delle favole quelloche cosa per la somiglianzad^ una allora che diciamo materia non le massime secondo , Essere e corporeo per Tolio dell'unguento, statua,perchènon L'anima sono re immaginacerto un te inerqualitadi senza , infatti chiamiamo l'oro materia della (7). affatto prividi qualitadi dell'uomo mente stessa, e d^ un' altra. Perciò debbesi inattivo. Ed sé stesso materia , d^ utile han d' alcuni filosofi, senz'anima , o di come non , a guisadi teria ma- della scienza, e della virtù consegnamo a pulire ordinare alla ragione.Alcuni additano e ben per sède delle idee e per forma delle cose della intellettuali; opinanoaltri che il seme genitale la mente femmina non materia Adottando questa Dea Dio, e ed 3 questa alimento sentenza sia fatta sempre (^),ma , e della credere qual marito lamente so- generazione. dobbiamo che partecipedel Principe unita per l'amore che ilPrimo Dio non stiagli sempre delle virtù di lui toso ma potenza , né principio , sia né dei beni e siale riot* legittimoe giustol'ami V CAPITOLO nella sempre donna abbia marito, essergli sempre creder Dio (9)5 perchè tiecome giostizìa , proba che diciamo 65 VI, con Gonviva e d' una Ini con desiderio unita, cosi questa Dea conviene bramosa del sempre richiedente , sempre ripiena Principe sempre e purissime principali partidi quello. , delle 7* .Dove toccando,ivi getta Tifone, le si poi la Dea sembra partiestreme rattristata piangente, e ed involtare ricercare cioè d'Osiride; reliquie le e gliavanii raccogliendoe ricnopren- do nel da Tifone occupata rotte , dì sé e a suo seno le cose , quindiprodurreda per i nuovi stessa negliAstri stanno mutazione mare , guastate , le T , zioni emana- soggettead cose sede scomposte hanno coiv nel Cielo come ragioni, le forme le e gettar fuori e capo, germogli3 che, del Dio ; sioMlmente per , essere in terra nelle piante, neglianimali ; venute , in (^^), meno lo cono e di belsepoltespesso ricomparis novellamente rilucono per generazioni splendore novelle. Ecco perchéla favola dà Tifone per marito corrotte a Nefti e j e dice che Osiride di lei : per materia , le con , , soppiattpsi giacque della indicare cioè che le partiestreme di Nefti ( fi* qualiintendono col nome in potere biella forza ) sono specialmente rompitrice. ne , la All'opposto infonde in loro distratto ma seme (*') da Tifone nel ; un forza generante suo aeno debole , ne conservatrice languido sempre e 5 eccetto e , cogliendolo quanto Iside,rac- salva , educa Tifone, come generalmenteprevale Platone, ed Aristotele cor- ancora. La 5 e pone com- sano penforza pro- 66 D^ duttrice y quiè la esistenza da lui muove che danno : la verso da ire e dalFesser alla Iside ilnome i ed Jéotrb^^ gente, moventesi o ha preso il movimento , veg^ celerità5 cosi con dalla riunione nome Tuna V altra ; chiamandola za sapien- , Greci noi In questo Isin^ e gliEgizianiEsin. il venne parolegreche indicanti di due parole significato del ne ^ questa Dea anche barbaro è mica dalle due ani* cioè intelligente o Jétav ^ corrente e movimento tutti li Dei a distrug* e esistenza («)• Di non con e contro muove la esterminatrice questo vocabolo, ma come di ÒeoìThei nome comune è OSIRIDE essendo ella sapienza, non prudente ; imperciocché inossa mato d' S conservatrice della Natura e "dilui verso gente ISIDE anche setiso scrive,che i nostri antichi il significato lo esprimevanodicendo hria (^^); del vocabolo uì^ict Platone e così v6t9ir(V e ppóvviffiv usavano , che dell' impeto, della e , nomi e , infondere la Dea e , spintae trasportata mente ogni bene corrono , e ciò vituperavano ritiene dal fare il suo è secondo natura ?/" e deir intendere virtù in coloro che lei ; ed a al contrario che corso so sen- Kivyictf^ ( "f"ofài movimento e in altro non , cercano sti oppo- con vincola impedisce , ed ire in avanti chiamandolo quanto sogno, malvagità, bi, timidità,e molestia, Osiride ebbe il nome ed da/otf/oc Sacro^ insieme uniti;essendo ragionedelle cose una hp)i^ (Santoe e medesima celesti , ed infernali ; antichi dette Sacre j e le altre Sante» 8. Anche t Anubi la questedagli celesti i movimenti significante superni, alle volte è chiamato Ermanubiy nel pri^ 68 d' Tifone, taneo. ; ed Bebone ISIDE D^ OSIRIDE E anche Smi : Seih detto, chiamano fu come e lenza a viocorrispondenti nomi ne ostacolo, opposizioneinversioproibizione, la calamita Di più: chiamano rovesciamento* , , o di Oro 5 il ferro scrive. Or Manetone osso di Tifone osso succede come secondo , ,ch« che il ferro sia ; spesso spesso attirato dalla calamita , e la seguiti al allontani sì spinto contrario: somigliantemente salutevole,huono il del mondo da e , movimento ragioneregolato alle volte , ed attira la forza tifonica inverso rivolge , ammollitane, è piegatane , la durezza ; alle volte riconcentrandosi (^4),Dice inoltre Eudosso , , Iside , gambe le con camminare Ma nato essere se assieme attaccate fattone il , propositodi Giove, le favole degli ni Egizia- in secondo potendo non in solitudine per vergogna. stava ne questa to indietro,e ricade nelF infini- in sé stessa, ritorna che per di sé e taglio separateleprocurò , di poter camminare La spedito. che la intelligenza favola significa la ragionedi e , a Giove Giove r la maniera natura per oscuro 10. essendo sua alla luce per opera del moto. Anche il Sistro indica che tutti gliesseri si , venne cessano agitano, e non in certo modo svegliarsi dair indebolimento: è scacciato , nuoce per , di mezzo e del movimento mai e riscuotersi nuovo ha dal , per sonno e dicono che Tifone dai Sistri rispinto ; volendo e quandodistruzione le neir invisibile e nel" che significare la Natura messo in catene e nima generazione la scioglie e ria, del moto. (*5) Nella parte superiore del Sistro stanno tondeggiante quattro corpiagitali CAPITOLO che iadicare, per a la parte del moado corrompimentosoggetta " globo lunare rappresentano basso , di le tutte muovono ai sotto cose corpi agitatialle volte , , « terra, , del Si- viso umano, gatto con un ed , nel cielo del contenuta " acqua, aria. stro si nascita a fuoco pe^quattro elementi Sulla cima poi della curvatura mutate sono dove , 69 VI. e nel viso un della Iside , alle volte della Nefti per indicare , coi altro essendo le visi , la nascita e la morte ( non mutazioni Luna di a , motivo col gatto , la della indole naturale deglielementi ) ed i moti della incostanza quello nottivago e , , , fatti prolifico ; dicesi in- molto un gattinosolo prima volta partorisce poi due, tre, quattro, cinque,e così facendone dì più, sino a sette in una volta,da sempre uno i giornilunari. in tutti ventotto ; quanti sono partorirne Ma questo sarà piuttosto favola : il vero una si è cbe le pupille degliocchi suoi compariscono più piene e più aperte nel plenilunioe più piccole che la , , , e , lucide meno del gatto luna calante. Con a indicate la sono gìone,che regolanole va né il sole né , , non tutto sia , a per , come non opera in e , tutto ra^^ guenza: conse- bisognadire che Iside né T umidità ^ co il fuoair opposto non Tifone. Ma semplicemente , questecose eccesso Tifone ; il giovevole venerarlo il mare non che quello senz' ordine tutto il cielo ; ed il secco, lunari* Per mutazioni Osiride bene chiamare no uma- e la intelligenza in breve ristringendosi non il viso é senza modo, sia per difetto lo attribuiremo il buono , e ordinato , , e sbaglieremoa rispettarlo d'Iside e (^om,e imagine^im, d'i8id£ 70 d'osìridi: £ mitazione,ragioned'Osiride. Anzi faremo Eudosso rere ? amatòrie e , e non che pensa domanda , Osiride ciò che è bene ; di buono si trova in Natura loro;Tuno Nella 11. e stessa Ce** cose ? (^^)3 im* in comune, , ordinati essere il aumentare quanto di virtuoso e esister tutto so* , e per ra opedelle principi cose; distribuendoli (^7). , concedendo V altra ricevendoli a delle cura Iside e ragionecrediamo stessa la far Bacco non pra tutto e perchènon dei morti presidenza la avere perciocché questiDei per la e , ad Iside sia conceduta ma , Nilo che dubita , tacere i fine guisametteremo a tante , moleste qiò che che applicano sia a quelle tutto opinioni, dicesi di questi Dei alle mutazioni dell'am« biente secondo altre che le qudll' riferiscono alla nascita de' prodotti mente, per via di sedicendo che allora è sepolto e di arazioni; Osiride quando il seme del frutto è ripostoin seno alla terra; che riuscita e riapparisce mincia quando ricoa stagioni sia , germogliareil terreno dicesi d'Iside , che a il solstizio d'inverno che per quesio d'esser gravidasi ; avvedutasi l'amuleto ildì sei del appese verso le mese e Faoqfi^^) ; che imperfetto, partorì Arpocrate di parto immaturo, nel principio cioi della fioritura, della germinazione del suolo; e e e che per questo glioffrono le primiziedelle fave i giornidel puerperio, novelle,e ne festeggiano dopo di primavera. In l'equinozio abbracciano,e similitudini agliocchi,ed li credono probabilicon a cui sono , udir discorsi questi tirandone subito delle quanto hanno avvezzi. li davanti CAPITOLO Né VI, yi questo sari gran male,primieramente, purché mantengano comuni anche a noi questiDei, e glifacciano particolari non e degliEgiziani , non comprendano in questinomi solamente il Nilo e la sola porzionedi terra bagnata da lui;purchédicendo paludi loti,erhe ^^^^,non privinodi questi hanno gran Dei il rimanente degliuomini, che non né Nilo,né Bnto,né Memfi;imperciocché^Iside,e glialtriDei compagnisuoi hanno, è conoscono tutti; da e sebbene molto abbiano imparatoa chiamarne non alcuni airegiziana, buita nondimeno la potenza attri» a dal ciascheduno riconobbero e adorarono fin principio. In secondo luogo, ed è questo badino importanza diligentemente , , non aver , e maggiore temino a trasmutare senz'accorgersene, glieregliDei come ilvino,Vuh:ano il qualedice in o un fanno che quelli il fuoco;e luogoesser di diseio* in in correnti d'acque, spiriti, in in arature, chiamano di mente, se- Bacco Cleante, come derivato il nome di Fersefone dallo spiritocomposto e (Proserpina) nei frutti;e ^ovfuó/uvov) decomposto(;^£]pó/x6yoy, de' mietitori disse un poeta (^) di Quando robusta gioveniày Le membra taglia. Cerere Così per niente diversificano da coloro vele,le ehei gomene, l'ancore credessero lo l'ordito e'I ripieno, piloto; il vaso sitore; del mulso e^ c,hele esser lo stesso, stesso che'l tes* della tisana^ lo s^9*3% D^ 72 che! medico. credenze ISIDE D^ OSIRIDE E pessimeed empie introducono Ma di Dei imponendonomi per natura necessità distruttibili a cose insensìbili9 inanimate, per dair uso, e dal bisogno degliuomini, poter alai essere è ciò che è tali da non immaginate Dei; perchèDio non benz' (^9)anima, e che sta mente, senza e a degliuomini. disposizione i$i Per conseguenza .Esseriche a noi le cose reputiamoDei quegli noi concedono, che ce le né d'altra natura mantengono perpetue, e durevoli; siansi Dei barbari trovano se ne presso altre genti, australi o setteutrionali; Sole,Luna, o greci, e come Cielo,Terra nomi che d'una Mare , appresso dette comuni a diversi tutti , hanno genti diverse: così d'una sola ragione in beli'ordine dispone tutte queste cose , sola Provvidenza, che ad esse presiede e , delle forze subalterne destinate l'Universo,diverse presso sono leggi, e misteriosi,altridi agire sopra diversi,secondo le pubbliche le cerimonie tra i simboli ad del culto , e nominazioni; le de- altri^di sacerdoti, più guidano piùmanifesti servendosi, lo'ntellettoalle cose i non divine; però senza ricolo; pe- imperciocchéaltri di lancio saltando alla altri fuggendo vi restano affogati; superstizione sero s'accornon qualpantano, la stessa superstizione, d' avere incappatonell'opposto precipizio nell' empietà*Laonde bisogna che specialmente in tali cose, presa a guidadalla filosofiala ragione, ciascheduno pia e cautamente pensi intorno alle dottrine,ed alle pratiche do seconreligiose ; affinché, il detto di Teodoro, cioè che porgendoeglii , , CAPITOLO VI, suoi discorsi con con gliavanli la sinistra la 70 destra,alcuni degliuditori pibilmente lauda- quelloche così noi , delle e de^sacrifiz] sinistramente non feste,prendendolo pecchiamo; le leggiordinarono , essendo che da doversi stesse,è quelle tutte a di norma (*®) W. ragione spiegare Difatti : ai diciannove del la festa dì Mercurio ro facile venire in chia- primo do ricorren- mese mangiano del mele è dolce la verità^ ed anche V fichi,ripetendo: che dicono le favole d'Iside, collo,è ìnterpetrato voce debbe credersi molto e meno per al appesa ('^); Arpocrate non vera e bambino imperfetto de qualchelegume, ma bensì presi- un del e scomposto imperfetto questa ragionetiene bolo della taciturnità , primo discorso degliuomini alli Dei, tuttora Nel leto amu- Dio (^^) un ed emendatore intorno essersi dei e dito alla bocca un , ; e sim* del silenzio. e cono di legumidipresentandolo : la lìnguaè fortuna: la linguaè disgrazia d' ogn'altra piantaconsacrano Egitto a preferenza ^**) il ad Arpocrate pesco, perchèil frutto mese Mesori . In , di di quelloè tutto niente è fatto a piùdivino e felicità. Indi è che di la e quanto naturalmente intorno alliDei; oracolo cuore, a lingua; che foglia, avere può Tuomo del discorso niente ha a , maggior chiunquevuol prescriviamodi di massime tratto entrar santamente quello per la l' qui al- pensare , e più fanno cosa da ridere nelle processioni e nelle feste quandocon pubblico non parlarmale ; i ma , bando fatto divieto di non (^^ sparlare parlanomalissimo degliDei (*») . , pensano e O'iSIDS 74 d' OSIRIDE E "Ì à P I T O L VII. O ARGOMENTO. Feste lugubriin Egittoed in delle medesime signijicato dei frutti. Abuso de* nomi Grecia • in i Festa Originee della fattodi fine religio" le se ne rettificano pericoloso; Abuso idee degliEgizianinel culto degli animali. Originedi questo culto;utilità e ne; guanto * simboli del medesimo. \Jr 1. , dovrannosi come se severi,e lugubri, le confondere assurdi le sti triadoperaresacrìficj sta non bene né d'abbandonare delle patrieleggi prescrizioni , , e mescolare con opinioniintorno fanno molte sospettiindecenti ed agliDei nel tempo ebe nelle feste di Osiride usano cose, esempio:in Atene di né e stesso ? In Grecia simili a quelle Ci) gliEgiziani nella festa delle . Per Tesmoforiedi* giunanole donne stando a sedere,per terra C''); i Beo* di Cerere fi portano in giro i Megari, o tempietti Achea festa (dolorosa), in memoria del piantodi Cerere per la discesa della fanciulla (Proserpina) cbe giùneir inferno ; e ricorrente per la sementa si fa intorno al nascere dagliEgizianichiamato dagliAteniesi, e delle Pie jadi Athir (^) , , nel mese Pyanepsioóne dai Beoti Damdtrio (cereale). d' ISIDE ^6 frutti,e ma credendo si , le essere nascite vere diede gliEgiziani, li credevano ì fruttidi 3* La e farne Laonde i o e in peraltro i frutti , ed imparano a intendere le ben alle cose intorno 3 com« degliDei delle guerre civili(^^; avvedersene senza , , soffrono parole , que'Greci a mare chia- , , , i ricciolid'oro ; che e distrutto al tempo in tal maniera ed no contraggo- abbracciano perverse ; inconveniente che gliEgizianiin propositodel deglianimali;^u essere e de' nomi opinioni conseguenze la colomba , , Apollo,perchèavea fu abbruciato Capitolino poco quelli immagini ed j ma IXei ebbero poi la temerità di da LachareCO; che Diofu spogliata nisio tosò culto , si accostumarono dire che Minerva non riprodurne luogo de' giàconsumati. appresero , e non i bronzi , le pitturei marmi , Giove di da' filosofiè detto che ottimamente così 5 va preghiereagli fanno , t*he non onori piangere. a non quellii Numi, de' nuovi in nare per tor- , sostanza ma , (^) maturarsi consumarli a anche sbagliano che avvertirono , non nascere donatori di qualinon fone di Colo- Xenofane , a vero nascere a , se veramente piangerli, di non li credere ; o piangendoli ridicolezza piangendosupplicare nuovo cosa piangono,é autori una tornare poi di e Dei essendo : solo non di di fuse empie conl'assurditàdel falso ragionare , ad altri dopo di lui anche ma , in occhio morti vere e , d^assurde il capo riempirono Ed invero opinioni. Dei OSIRIDE de' proe apparizioni, sparizioni dotti alla necessari vita,non solamente chiamando, dei Dei d' E che pensano animale consacrato bene i Greci a Venere : , CAPITOLO il drago a Mìaerva Diana a , Cane il , dice come VII. 77 ad corvo Apòllo , il cano : Euripide éaraiyamor della luci/era (^) Diana . Al contrario la turba animali sé stessi , ed per tanti Dei , venerando gli degliEgiziani avendone di beffa solamente non cura di come empiono di ridicolo ri- e (minor male di tanta stoltezza), ma s'ingenerauna perversa opinione, la qualei deboli,ed i semplicigetta in una mera ne, superstizioun e nei più forti ed audaci con accoppiasi sare peni riti sacri da ateo , e da brutale. Non dunque fuori sarà propositorintracciare il più verosimile di questo culto. intorno alForigine di 4* Che per timore questianimali Dei in , anche di Tifone si mutassero come nascondersi per gli nei è al di là corpi degliibis,dei cani,deglisparvieri: E favolosa imaginazione. e d'ognipiù mostruosa , non le incredibile si è che meno non quali, mutate per nuova rinascano superstiti, Tra gliuni politica: fare gono generazione,riman- animali. poi in que'soli vogliondarne coloro che dì dover de'moirti, quell'anime una dicono gran che attribuisse ad ognuna, e che ciascuna per gione qualchera- una Osiride all'occasione milizia l'esercito nelle dette dai Greci ^ , diviso tutto . classi , o centurie, mali, insegna,delle figured'ani- figuradiventasse onorata stata per tutti coloro , ai qualiera Pretendono altriche i Re successori di e cra sa- assegnata . Osiride,per 1)'ISIDE 78 atterrire i in battaglia nemici, apparissero coperti dorate. Altri e ed astuti re ferine di maschere airumbilico dal capo D'OSIRIDE E che raccontano ayendo de' ribili più tergliEgiziani nno conosciuti , leggieried per inchi nevoli , mutazioni a e nabile, d'altronde d'una forza invincibile ed infre- nuovità: per la saviezza con molto tate, inargen- moltitudine, quando uniti operassero consiglio comune, e che seminasse loro tra una discordia,introducendovi dissi, raccontano d' infinita eterna causa Infatti: superstizione. che quelle bestie cui agliuni d'una spenel modo cie, di ad altri d'un'altra comandò di rispettare e cizia tra loro in reciprocainimiadorare, si mostravano ed a la versione,e l'une alle altre per de' parte gli onori soffrendone tanto natura tra avvicinavansi gliEgizianisempre da ciascheduna respettivianimali mente ed acerba- , l'insulto: attirati furono, deglianimali loro. Ed in vero i soli Licopoliti mangiano fa il , sostenere a avvedersene, per motivo nostro di divorarsi: cosi occupatia difendere,ed in guerra , , a anche la pecora senza star a , pre sem- tempo perché milmente lupo,che essi tengono per loro Dio. SigliOsirìnchiti, pure a' di nostri, perché i il pesce Ossirinco, essi acchiappando i cani,ed ammazzandoli seli mangiano mangiano Cinopoliti come rinco. loro il pesce Ossiqueste discordie spesso venuti alle armi vìttima Per di ricatto al Dio si maltrattarono gastigati per gravemente lì Romani non a si misero 5. Molti finalmente dicendo di Tifone in corpo a vicenda ; finché essere poi in pace. ma l'anientrata questiammali, potrebbe CAPITOLO parere di 79 la favola che ogni significare bestiale sia rimasta e o VII, del Genio malvagio,per e rispettano cui di Tifone |"otestà in raddolcire placaree queglianimali. venerano gionevole irra- natura Ond'é che se grandissimache apportipestilenze calamità altre o sterminatrici, impensateed siccità soppravvenga subito insolite, nelle tenebre dal i sacerdoti menando via zitti e cheti alcuni de' venerati animali , si rifanno se tinui, e minacciarli, poi il malore conspaventarli; li sacrificano e gliuccidono, come per puni-» malvagio(4) e fanno anche altra bisogno^ grande espiazioneper qualchemassimo che arrivarono persino a bruciare vivi in Illizia sione del genio , , gliuomini netone, contro certa Manarra TìfonianiCO come le ceneri seminarono e dispersero ed in questo facevasi in pubblico, chiamati , poi ne e vento; e data occasione nei rio giornicaniculari ; al contra- de' venerati animali fattioccultamente sacrifici nevano ed in tempinon secondo Toccorrenze, rimama fissi, segreti finché poi al tempo della sepoltura di Api,i Sacerdoti, mettendo fuora anche dell'ossa sa nella stesd'altrianimili,gettavanle pubblicamente i , tomba del Tifone , Api morto di cosi e rintuzzare male; perchè il bue Api con ad Osiride,ma i piùson sacro Se questo è vero, perché intorno ed hanno un credo a culto Mendes , chiamano che consacrati spieghila il Api a Tifone* ragione del tutti convengono, lo Sparl'Ibis, viere universale,come il Cinocefalo a il gusto di lui a far pochialtri animali è certi animali ' , di fare onta credendo , stesso , Capro ^^^C/) . e quelloche io D^ 8o co; dell'utilee del simboliparlare alcuni pochianimali d'uno deMue, partecipando alla al bue uno e dell'altro. In quanto più^deir 6. Rimane i D* OSIRIDE E ISIDE e da , all'ichneumone pecora, no ora che è manifesto li venera-»- cagione dell'utilee del giovamentoche recano; spettate ridi Lemno sono per la stessa ragione da que' a le lodole,che le trovano de'bruci ova e le dai Tessali le cicogne,perchè avendo la rompono; terra datifuora molti serpenti, comparse le cicogne* ucciserli tutti. Veneranoravvisano in il gatto, lo scarabeo,perchè l'aspide, questianimali certe velate immagini della potenza divina, l'acqua. del Sole nelle stille delcome Il gatto, che, al dire del volgoanche d'oggi, concepisce per le orecchie,partorisce per la bocca, è immagine dell'originedel discorso. Del genere no, degliscarabei é voce che non abbia sesso femmini- deponganoil seme nella la qualesvoltolano gendola materia, appallottolata, spinche, tutti maschi ma , come all'incontrano, facciasi dal Sole trario d'occidente membri, ad culto con. astro senza , mai, e muovesi voce, umane ha non e come quelthe commettitura senza rono rassomigliae flessibilità facilità, , il cocodrillo ebbe (^);e neppure probabilmotivo. la divinità , che all'incon* girareil cielo,quandofa levante; l'aspide poi invecchia non di a che sembra come lìngua;infattiDio camminando per una Dicesi fatto per rappresentare il solo deglilanimali non ha via muta bisogno della guidale cose Dicono inoltre che a quegiustizia. sto solo animale,di quelli in acqua, riche stanno secondo CAPITOLO 81 VII. gliocchi una membrana molle e trasparente, da vedere,e non dalla fronte in modo cadentegli esser veduto;cosa che al solo Dio principeaccade. Di più in quelluogo dove il cocodrillo femmina euopre , , si partorisce , del Nilo ; ed avendo a i nell' potendopartorire acqua, perchènon d'allontanarsene,conosce timore della futura V estensione bene il dopo il limite delle inondazioni essere sa parto va le in ova per secco refocillarsial fiume ; , che senza e stodisce cu- Tacquaarrivi sessanta partorisce quanti sono impiega per romperle;ed altrettanti i più longevitra i cocodrilli. Questo giorniche vivono medesimo che escrescenza, ; ne bagnarle anni to tan- , numero serve anche di misura principal agliastrologi. Venendo aglianimali venerati per ambedue le ragioniparlammo di già innanzi del cane. La ibis uccidendo i rettili velenosi, insegnò essa la prima vedendola gliuomini Fuso dei purgantimedicinali, da sé medesima in quella niera mapurgarsie ripulirsi , (S) . Perchè anzi infetta, neppur que'che sono ad vanno riti, beve mai non acqua vi si accosta; mal sana perciòtrai più rigorosiosservatori ed doti sacer- de' sacri attingere Tacqualustrale là dove beb* be la ibis. In quanto al simbolico : dì,e mettendo giùil becco in terzo i pieallargando fa il con quelli, ed inoltre per la varietà e pel triangolo equilatero; mescugliodelle penne la Luna nel bianche tempo che dall'una e e i\ere rappresenta dairaltra parte è gibbosa. y. £ non ha poi da far che gliEgimaraviglia 6 82 Ciani d'iSIDE tali inette amassero i Greci nelle simulacro che ad un D'OSIRIDE similitudini, quandoanche o scnlte immaginidegliDei dipinte adoperaronomolte un e in Creta delle simili: come di Giove orecchie per e padronedi tutto Principe senza ne era re significacon* non cuno. porgere orecchio a dar retta alle ciarle d'alA pie del simulacro di Minerva pose Fidia viene drago,ed a piedi quellodi Venere in Elide nna^ volendo fare intendere col primo simbo* testuggine; lo che le fanciulle abbisognanodi custodia ; col seun "Condo: che alle maritate conviene ed in silenzio.Il tridente di Nettuno regionedopo il Cielo terza donde mare; Nella stessa dissero anche aere è simbolo , i numeri e le casa della occupata dal Am"trite, ed i Tritoni. di simboli-^ ornarono guisai Pitagorici che denominazioni per V e in starsene figuredegliDei ; chiamarono esempio: il triangoloequilatero Minerva^ come Dea nata dalla cima di Giove anche da Tritonia;infatti quel triangolo tirate a dalla perpendicolo cima dei tre , tre detta linee «qgoliè diviso. A Apollo^perchèil nome Apollo(da à^XoiJ^ semplice ) non ammettendo pluralitàal C^); al duale misero dell'unità rassomigliasi semplice l'unità Dissero , contrasto^ nome in , vero al ternario,giustizia'^ ed audacia'^ Tessera audii^cederivando da eccesso; Tei^* ' S4 ebbe »^ T8IDE OSIRIDE che della Sapienza partecipazione una cose goverM Eraclito dice. Per conseguenza: l'Universo,come nelle d' E inanimate si ravvisare può qualchetrac* Dio, nulla più che nei lavori di bronzo o di a sottoposti corrompimento e mutazione, pietra, eia di affatto privati , per natura , del e senso dell'iii4( e telletto. Di positodel sono le tutte le da cose colto dunque che deglianimali , si dicono in prò* queste giàesposte principalmente approvate. me CAPITOLO Vili. ARGOMENTO. Sìmboli delle vesti d'Iside d* Osiride e prò/umazioniusate Egiziani. J-Jevesti d'Iside di vario sono e della giornalmentedagli tre 1. , colore , pe** "Aiè la potenza di lei ha per soggetto la materia ^ la qualein tutto si muta di tutto è capace : della , luce, delle tenebre, del giorno, della notte, del di vita,di morte, di fiioco,dell'acqua, iBento, di fine. Al senz'ombra,senza della luce tutto è cosa principio contrario varietà di affatto pura, e la veste comincia* di Osiride colori;essendo il colore sempliceperchèciò , la causa è prima nulla che è ha di solo per lo 'ntelletto.Per quemisto,comprensibile CAPITOLO di dosso leTaiagliela •to appena C^) tengono chiusa lettnale Delle vesti isiache fanno sensibili essendo avendo la la ripongono,e per fare intendere che lo ^ntel* né veduto, né toccato» essere • può non 85 Vili» j infattile grand'uso air uopo sempre ed , a cose mane ed , spesso in un modo, o nel* r altro mutate, presentano di sé molte facce 3 alPin* contrario, la cognizionedello 'ntellettuale, sem* molti rovesci plice , balenando , lambire a pena santo e Tanima qualfolgorearriva ed , affacciarsi un ap* poco a vederla. Indi é che Platone ed Aristotele chiamano speculatrice questa parte volte della filosofia, que quantunlevatisi per forza della ragione gliuomini al di sopra delle cose miste , e moltiplici, opinative, di lancio a quella vanno causa e prima, semplice , pura , e giuntiappena verità di lei , pervenuta al 2« , , e cera sin- credono la filosofia. pieno intento suo cerimonia quella per cui gliodierni quasicon ribreziio segretamente e con , , , fanno circospezione e nelle iniziazioni come Anche sacerdoti della chiara tocco a signoredei intendere morti , che Osiride é diverso dal Dite non de, presio tone Plu- daf più quelloche sapendosi veramente turba, e spaventail popolo, significa, il sacrosanto Osiride sospettandoche veramente de^ Greci , non , abiti nella terra , e i corpi di sepolti giuntial suo nelle coloro fine W . Ma dalla terra, é puro, da tutto ciò che e di morte. Or sue viscere che son , dove credonp riguardati per Osiride invece lontanissimo incontaminato e mondo capace di corrompimento le anime degliuomini , finché qui può esser d6 in d'isiì"£,e d'Osiride terra corpi , to arrivare possono oscurò un sogno , a passioni ^ nelle e della Diviniti, se partecipano, non d' involte nei sono tanto, quan-^ non per la cognizione la filosofia.Ma poi, toccarne mediante quando scioltedel frale passarono nelF incorporeo invisibile impassibile allora questo Dio si e puro , fa guidae da lui , , donno di loro insaziabilmente rimiranti e in pendenti , certo ed , modo agognanti indicibil bellezza ad una e inesplicabile sempre , di cui Tantica favola dice , che innamoratasi Iside e seguitandolae sempre pie di standole appresso di tutti i beni le , tutte le bellezze,e quaggiùsoggettea nascimento , ed a , , riem-^ cose di^ morte* Questo è il modo di parlare iUpiùconveniente propositodegliDei. 3. Or rere se come promisi debbasi ancbe discorde' giornalieri : in primo luogoriflet* suffumigi in , , tasi, cbe quellagente fa grandissimo caso delle e istituzioni di sanità ; e che nei sacrificj pratiche, nelle purificazioni nelle pratichedella vita eb^ e bero principalmente in mira la salute niente meno , , , della rare religione ; che con malsani puro Perchè e col e non credettero star bene ado*- corpiFEssere morbosi per tura na- macchia, ed affatto impolhito. di cui sempre ci serviamo, dunquel'aere, , senza qualesempre siamo a contatto, non mantiene stato , e la tempera stessa , sempre il medesimo la notte si addensa,gravitasul corpo, e Taniroa ma costringead facendosi come una speciedi mestizia e d' affanno caliginosoe pesante : perciòappena , , levati del Letto bruciano della ragia, correg- CAPITOLO 87 Vili. gcndo e purgando Taere per la secrezioQe, e lo illanguidito spirito congenitoal corpo riscuotono ; avendo in sé l'odore della ragiaqualche cosa ed atto fare a sentendo grave che impressione.Di nuovo il Sole attira dalla terra mescolandola esalazione, di forte, meszodì, a moltissima e Taere,bruciano con della mirra ; ed infatti il calore scioglie e dissipa gli addensamenti torbidi e morbosi dell'aere ambiente; i medici perciò anche nei casi di si pestilenza Vedono fare gran fuochi per Topinioneche ilfuoco anche meglio bruciando Taria; e Tassottiglia assottigli odorose come legnija cipresso ginepro e , , , pino W che per Di . Acrone fu lodatissimo al non contengono perchè essendo e in raccontasi Aristotele afferma degliunguenti de' fiori , di odoroso meno che le dei prati salubre; e frigido, densabile, con- , che il cervello di natura e di col te** appoco appoco lo ammolliscono di loro. Quel che d" la morbidezza con di qualcheconferma una Atene tempo pochi.Anche soavi esalazioni pore, in della gran pestilenza ordinato di far fuoco vicino ai malati ; e avere giovò a non medico , chiamata egiziano questa ragione è Tesser la mirra Bai , che tradotto significa del delirioW principalmentedispersione , . lamento 4. La composizionedel Kifiè fatta col mescodi sedici specied'ingredienti, cioè, di mele, vino,uva passa, cipero, ragia,mirra, aloe,sedi giunco odoroso C^), ed inoltre, selo,rompisassi, le di bitume, d'ulva , romice , gineprod' ambedue finalmente grandee piccolo; specie: f di calamo. Si mescola tutto non a di cardamomo, cs^so^ ma i prQ^ 88 d' famìeri ISIDE D^OSmiDE E nel fare il mescuglio leggonodelle scritture Sebbene (sedici) quel numero per essere ed il solo paridi tali numeri, quadratodi quadrato, sembrar pose con perimetrougualealla superficie sa gna bisoconvenientemente adoperato,nondimeno sacre. dire cbe poco vi sto vi abbia che molte delle concorrano fare,ma cbe mescolate^ perchè cose essendo piene di virtù aromatica ed utile esalazione, spirito, per soave di lei mollemente Taria,e dairalito calmante, e le moleste cui mutata ventilato il corpo pra tem- del giorno, bisognodella ubriachezza,quasifossero lacci, rallenta , e discioglie ; la sognatricedeir animo e tese e e agitata, immaginatrice, é guisa di specchio, pulisce a rende cantare, cure facoltà più netta; niente meno adoperatodai pitagorici prima e tramandano addormentasi,prende una placidezza con senza piutto^ del toccare del sonno, di lira per in** sedare la parte dell'anima dalle passioni brutale;sendo che spesso gliodori, è illanguidito ridestano;ma vero, il anche al contrario senso spessa diffondendo stupidiscono, per in tutto il corpo le esalazioni. Perché la sottigliezza, alcuni medici lo dicono che vapore del nutrimento intorno agliintestini certo anche il ventre per la fa loro gli Egiziani ragioneche, purgativodelle interiora,ed W ; ma anche senza un molliente am- mieramente questo: pri- ragia opera del Sole, come pure essendo lacrii^espremute deglialberi è la la mirra stuzzicandoli la bevanda con beuto, lo credono e il sonno, del Kifi servonsi solletico: così mescolato , quando il leggermenteserpeggiando nasca CAPITOLO 89 vni. del nella composizione pe'raggidi lui;dipoi: delle entrano notte y diurna è specie,che maggiormentegodono di freddi all'ombra vegetantiper delli spiriti come alla guazza , Kifi una , air umido ; e perchèla luce semplice( donde Pindaro dice del ed al contraTetere vuoto), rio, traverso e Sole vedersi a è l'aria notturna un misto ed un composto di semi in un luci,e di molte potenze , come za sennon soggetto solo da ogni stellapiovuti , perciò molte la ragiae ragione, e prodottedal Sole poi,miste e di la mirra , • di bruciano varie qualità far della xiotte« ^^) come , sono cose semplici , giorno; le altre abl^ruciatesul II dottrina ed alle rado delle incontriamo derano di cure questiEditori^ non di le qualidesi^ difficoltà , maggiore schiarimento ebbero. Io quelloche , pretendod'avere non da che essi emendato non quatto lasciarono imperfetto que'valente uomini; ma se avrò aggiuntoqualchecosa non sarà totalmente inutile Vopera mia a tale scopo. Oltre quelloche la critica mi ha suggerito ho profittato , di due codici Laurenziani pluteo80; Valtro quali sebbene non y dal 21 molto segnato N. 5 uno pi.detto^tra antichi ^ ciò i lezioni alcune non corrette Greci; i nonostante qualche ajuto^e fanno somministrano emendare N. : strada finora ad pure nep- Wittetibach, il quale citando alle volte confusamente il Codice fiorentinomostra notizia diligente ne avuto in luoghiimportanti.Molti poco , sono e non d'aver* ne fa i Codici uso Lau- renziani contenenti in que» opere di Plutarco; ma soli trovasi quellaintorno ad Iside e ad sti due è il Codice contenente Singolarissimo di Focione" Vite degliUomini illustri cioè, Osiride. XI y Catone , ) Dione 9 Bruto, Emilio, Timoleonte , Ser- Marcello, Tito,Pelopida, torìo, Eumene, Filopemene, Alessandro,Cesare; sembra scritto intornò Appartenne già alla dopo Vera volgare. celebre Biblioteca della Badia Fiesolana; quindi fugato passò in quelladella Badia Fiorentina; e tradei Mo^ alV occasione della soppressione nasterjfu non ha molto ricuperato e dalla al mille , , Sovrana MunificenzacoUoeato Leurensiana. nella Biblioteca tn Alla traduzione Nel note dei libri di numero gran filologiche» viaggiin aggiungo alcune Egitto, e d* illustratori antichi e moderni delle cose una gine farraegizianeavrei potuto ammassare di annotazioni da fare sparireil testo, come una barchetta in alV Oceano mezzo : rando conside- ma chiunquene sia desideroso può con stretto rimaggiore utilità leggere que'libri mi sono a Catalogo de' libri di presentare un che , alle Antichità maggiore importanza concernenti egiziane,scritti in lingualatina ed italiana , cese fran- inglese* Aggiungo pure applicato Calendarj Calendario un Isiaco i con quest'Opuscolo e confrontato al qual effetto mi sono e volgare; romano da un Emerologiocontenuto nel Codice tra a , N. 26 plut.27 quale si trovano della I Canoni 1. , y Biblioteca oltre a i Greci Laurenziana, nel questo Emerologio di Tolomeo manuali servito con la esposizione di Teoné. 2. ed Fasti consolari di "Roma I fino a Modesto Arenteo,che furono dopo il Consolato Augusto II , età in cui vivea 3. tempo di Probo e ziano cZiGra- fino all'anno 5y2 ; Teone, Romani e del CatalogodegliImperatori del loro impero fino a heone filosofoche , y cominciò a regnare nelV 886 y di cui per altro non sono\ segnatigli anni dell'impero; indizio che quando scrivea V Autore era anco per Dopo morto queste ; e cose y Imperadore non quell' visse ne fino oZ 911. seguitanel Codice il ìt Catalogocol suddetto tìtolotìéiJt,€po?"6y(OV Uìjvcav TÌXe"aVfdella hoù(p6fiOùv de' Consoli y scritto stessa che mano i Fasti i^ariato ora elegantementeè ^ informa della sua quadrata e con tutti i contrassegni antichità cioh del secolo IX. Io non lo produco nel Codice darò ne sta come ma precis€unente estratto un seguitandoil metodo tenuto dal celc" con cvmAtOj oro con ora di y lettere y , , Lami, che il primo ne die contezza di Firenze dell'anno 1748 nette Novelle Letterarie N. I, e N. 17. Egli stimò di far cosa grata agli tre Gioi'anni pubblicarloperchè sconosciuto allo Scaligero al Petavio alPUsserìo^al Bevereggio, Prideaux, al Pottero,ed aglialtri Cronologi a escluso ilF. Odoardo stati ^no a queltempo non Corsini che di poco avea la Dissero pubblicato taxione XIV sopra i mesi degliantichi. di riprodurlo Ho creduto a proposito perchè accade di molte cose pubblicate nei se mai come Eruditi col , ^ , - ^ , , Giornali,fosse rimasto dimenticato, possa la memoria varsene tanto confusaper a rat^i^i^ della cronologia gioi'amento la incertezza del e nome della corrispondenzade' mesi. Due vantaggidunque da procedono questo Emerologioai letterati: uno^ di sapere il nome dei mesi di alcuni popoli che si sapevano^ non te tutti, o di saperli quando di cerail che in parte ; l'altro, gentinon si sapevano , sapere a qualimesi qualerelazione tavole dei aveane romani tra giornidi ciascun quelle gentisono poste sotto e corrispondevano le loro;imperciocché di qualunquedi mese , a ciascun nome , coi y de' mesi s^amde I0 Un e co' termini principjj sultare differenze ; le guatiperò4Ì potranno meglio connel Codice; poichéil pubblicare tutte le tavole stanno^ sarebbe come troppo laboriosa cosa lontana dal mio pres0nte scopo. Ma ritornando al soggetto ; fautore di questo libro sembra tessersi proposto di wler mostrare ed anche la connessione del culto egizianoed in del Politeismo con , la scienza delle cose generale naturali^ le racchiuse in semplici qualiin principio allego-' rie per renderle sensibilial i^olgoy e per fate a lui V Autore adorare e rispettare eonseroatore e delf ordine naturale deviando poi ed alterandosi y y in processo di tempo j si trasformarono in mestruo^ si racconti,da' qualiera più difficile risalire alla fosse f uscire del labirinto Arianna; filoche nella Mitologia prima origineche y ilfilodi senza non e gliiniziatinei pretendevanodi avere i Filosojl, Con questo mezzo sacri mister). volatisirendere ragionedelle favole^e delle cerimonie del culto dlside bue d' e Api deglialtri animali e da ciò che tutto ; dell'aversione da lui apparteneita: riducen^ a' due principj: del Dio benefico^ Osiri- Tifone^e do Osiride,del NUoy del Cocodrilloydel a del malejtcoyTifone;ossia de', al all' altro dissolvente ed principio gener pe'quali tutto Verdine naturale è mantenuto^ Questo sistema che l'autore prende a sviluppare nella spiegazione rante, del culto d'Iside era y il solo che potesse appagare ne compiangevanole sapienti i qualiperaltro Infattianche nel secondo libro de conseguenze. i , VI di Cicerone: Deorum natura gate le simboliche liteismo si dice ed yidetis ^ : dopo esposte dottrine allegoriche ut igitttr ne rebus, atque utiliter inventis,tracta spie* e del pò*- physicis a sit ad ratio commentitios, et fictos Deos? quae res genuìtfalsas opiuiones, erroresque turboleutos^et superstitiones aniles ; pene et formae tates,et vestitus ornatusque noti conjugia tereaet , Ceres genera cujnscumquerei, Cultus idquecasti ssimus que ta et voce solum, verum a sanctissimus semper pura, veneremur etiam et Deorum autem atque ut eos pietatis, mente Deos nuncupaverit, quos colere debemus. per-* ; terras per Neptunus,alii per alia sint,quoque eos jntelligi, quiqualescumque consuetudo tra-^ ìmbecillitatisbumanae...sed per maria , ae» prae^ , naturam per : Deus spretis ac repudiatis bis fabulis tinens snnt et cognationes, omniaque et ducta ad sìmìlitudinem tamen Deorum, nobis enim poterunt nomine et venerar! est optimus, plenissimus* integraincorrupenim non philosophi majores nostri superstitionem e religion separaverunt '^ . Allorquando la stiana cri- dottrina intimò dicando il vero ed guerra al Politeismo pre^ li unico Dio ; si accrebbero del Paganesimi} sfòrzidei filosofi per difenderne la religione; allora furono scrittilibri nei quali ^ prendevansi spiegarecome a delle cose ridussero stesse un dottrine delVantichità vedemmo nelle simboli favole pia ridicole e si sistema fisicoragionato quelle naturali ad e allegorie le , le qualidai piùsagmitologiche^ gi erano derise e condannate^ come riferite parole di Cicerone. vn dunque intorno ad. Iside Il libro sembra stato essere sia da Plutarco altri , con a il nome. quellidel con specialmente degli Oracoli e contro li che persuaderci^è innegabile dei tratti di somiglianza ; dello stile, delle dottrine W: dubbio veramente se anche turco autore deglialtri , bastasse , vi si ravvisino questipiù rà qualcunonasce- credersi se che di Plu^ debbano buirsi attri- delle Vite Parallele, Per limitandomi e non mento Manca- ogniquestionein proposito tralasciando , almeno Stoici e a ma possano quelli;o al Plutarco altro questa mira con qualcunaltro che ne pren-il confronto di questo Opuscolo Se e ad Osiride sia da , desse composto e al tiamo libro,del qualetrat- co io sospetto che non sia del vecchio PlutarPerchè ci vedo grande impegno di vendicare , 1 . ilPoliteismo ed quelle accuse dalle una accuse d' empietà e tacita retorsione coatro il Cristianesimo di di alcune 'y come perstizione, su- di al IIL n. i, dove si inveisce contro chi crede Capitolo doL pretesi ai patimentiche si dicevano sofferti dubitare che ivi da critico poco Dei; potrebbesi istruito della Dottrina alla Passione anche J« Capitolo Cristiana 8. dicesi:v n. si di Gesù Egliè lusione facesse alCristo. Al sicuro che nei riti (i) In quellodel Mancamento degliOracoli 9" Hanno gliEgizianinelle loro favole che Bea si legge: partorisse de' cinque cinqueGgliuolìalludendo così alla generazione , Mondi espone da una sola materia ». a quanto corrisponde d'Osiride. La dottrina de' Gen se ne j che ivi sì dice in questo d'Iside % è di sacri nulla fondamentale che sia irraglone-^ voley favoloso^ immaginario superstizioso^ come , certi hanno alcuni;ma pensano altri non sono utiliy che stimano essere Al III. Capitolo di della casi e ^ regi e soi^raniyi quali potenza furono fregiati per virtiieminente^ o per d' essère creduti della dignità modo scoloro 2. n. fatti ricordati dei .... maravigliosie grandi quindiil rovescio ed qualche isterica o fisica senza eleganteragione^. morali cause Deij fortuna; scappatolo delle parole, protrarono e ricorrono quanto e al co^ di vi ha dalla divinità spiaceifole trasportano accortamente anche dagliesempjdi vecchie alla umanità, àjutati istorie Or ec. » che qui si potrebbesospettarsi non alla Dottrina alludere ? uomo-Dio buoni e Anche de'cristìanidi Gesù malvagi non Demónj? Or, se cristiana fiorìtra secondo de' Genj alla degliAngiolie ciò potesse parere tutto V età del Plutarco che Cristo parrebbe contrapposto Dottrina medesima vi si dice quanto volesse ilfine del secolo della le, verosimi- delle Vile autore primo ed Chiesa,non il dei Parallele^ del principio farebbe supporre zelo per combattere il Cristianesimo , del si sviluppò ne'filosofi come gentili tempo po^ sembra essteriore;molto più che Plutarco non in lui tanto sersi molto trovandosi credere,che imbarazzato appena ne della nuova qualche lieve fosse poco o religione; argomento assai istruito. È da vero luoghicitati ed altrove non si fa cenno di alcuno^in cui V autore apertamente apparisca che nei , col vicenda a distruggerli necessità dal dirò e ^ crebbe fare scempio deglianimali^ non noi alcu- cosa lore, co- vivacità non voce, ^ non aspetto fiorito di persuasione ài suave ri- tanto a anche rimuove non Plutarco^ wnon con la parti o abitudine fecero questa abitudine ma alVaìimento necessari nay i suoi si agliuorrtini il nutrir- necessario sguardare come che in degenerata poi di carni; ^ puritàdel vivere,non eccellenza delTapprenderedegliinfelici animali anzi per piccola del Sole di carne priviamo un^ anima particella della vita destinata nel primo della luce, del corso deiranima, non , lor nascimento: essere voci di essi stimiamo le tremanti così e significato , senza preghiere, sono pur di ciascuno di loro e giustificazioni supplicazioni, ( Plut. del mangiar carne trad. dell'Adriani, ) condonando Ma alV abitudine il dissi alla necessità come pur di sovente d' innocenti incrudelire^come d'ogni contro mo, anche genere adoperatinel nutrimento^ e non al maltalento abbandonati , ed di e impunemente straziarli*^ V uccisione vederne mento delle le quasiancora le ancor pubblicamostra a y a pie alla mai o donabile per- veggiaanimali ^ di lasciarli libidine di costretti essere lo scannamento^ a lo scortica- in pubblicospettacolo più popolosecontrade e in lo squarto e sarà mangiar c€fnefnon ^^ mezzo di fioritecittà;sicché belanti,o mugghiantigolesquarciate, viscere palpitanti ; e va si appendano tanf oltre la barbara dh questa carneficina che , di nobili palazziscannarvi tu differenza in- vedi so spesi mansueti XI e con agnelli, si le abitazioni de' cittadini alternar- gliscannatoi ed i macelli con appese membra di caldo sangue j4 questipubblici scanr grondanti. namentiy come a lieto spettacolo, fermandosispesso imbelle la gioi^entu, d'un' s'imbeve crescente zioni: ferocia,impara quellecrudeli frasinelle alter cauti voglio vedere il fegato, ti voglio scanDare, ti vogliotirar fuori V anima impara a non l'effusionedel sangue al veder orrore senz' avvedersene avere 5 e , così si rende piùagevolea trasportare agliuomini V indifferenza per lamente sol'uccisione;assuefacendo non daglianimali la strage e per gliocchi a non alla commuoversi a putridosangue Or che diremmo ci le orecchie quelle delle miserabili voci di vittime,eà^ilnaso del ma carneficina, se non nelle offendersi piùdel fetore prossimelatrine versato. usciti dalle in un trovassin^ ridenti contrade nostre tratto , non avvezzi a simili orrendi spettacolia vederli in un paese straniero? grideremmo certamente: bari luogo di bar! luogod'ogni d'umanità privo! All'opposto senso , che diranno pia umano, che gliStranieri se, avvezzi a ma siste- tali spettacoli presso vedano pretende (e te, gendiritto in molti senza non conti)al magisterodella cultura e mento dello incivili- ? Questa crudeltà questo sempre non può aperto certamente quod crudele contro , utile : teatro i mansueti della loro strage, giovare al est enim animali, costume hominum : Nihii naturae , xn scrìsse Cicerone (*) , sequidebemns quam , maxime Per questa ragioneanche nelle uccisioni deglianimati sanzionate dalla Religione cradelita^ inimica dal costume, o , • Vaversione dimostrare lo si trascurò non contro di dagliantichi che n* erano quelli La prima volta che in Atene regnando Eretteo^fu immolato il bove a Giove il sacerdote Poliéo dopo di averlo ucciso gettò strumento* , , via la bipennee fuggi Fu la bipenneraccolta e di uccisione accusa e portata in giudiziocon quindiassoluta; ogn'anno si rinnuavava questa cerimonia pubblicatestimonianza per dare una , y dell' aborrimento dallo spargere il sangue. Il simile facevasi d' altre uccisioni di animali ( F', Paus. delle ),e persinodopo V uccisione di bestie ferocierano cerimonie prescritte lib, 1. cap. 20. purgazione. più? que*feroci Ronuini, che in mezzo alla strage d'uomini di fiere pascolavano e gli occhjalla vista dei sanguinar]combattimenti da Che loro chiamati Giuochi i Gladiatori ed che , detestavano ciò nondimeno i strumenti ; principali anche le civili ed ecclesiastiche leggiriguardando dendo agi'impieghicivili ed escluper incapaci , n' erano , dal la clero i persuasionedi anche macellari, assai doversi detestare (1) De la crudeltà deglianimali^se non per compassione almeno, per non farne tornare quelli, verso di mostrarono OfficiisLib. III. , 46. XIII te conseguenze delta scapito a ciò basti W proposito le Costitttxìonidi Clem. V. (i) V. cilio generaledi Vienna honestate . questo su Clericorum, con (*) il costume inferocirne Ma società umana , e tra nel pubblicate Con* prima De. Vita et ha Govenwf non Inglese esse dal Anche . la fu fatta un' ordinanza per reprimereil maltrattare straziar glianimali utili e domestici. molto e eccellente Libro (a) Un fino §io filosofico questo argomento è il Sag» su i barbari trattamenti qual punto a citati eser- sopra gli animali interessino la morale pubblicae converrebbe fare delle leggia loro riguardo Di J. L. , se » Grandchamp ec. tradotto in , Gualberto Uccelli ad Ma ec. gliani dice il citato , i filosofi contro glianimali soffrilenon cazion e , e Firenze di tutto onta un . dal Prof. Gio. 181 5. 8.* quelloche può Autore : » scriversie con si- Si solleverebbero invano tale abuso contro un linguaToscana di potere dell'uomo sopra il pericoloso il che fargli errore , delitto contro l'umanità generalee particolaresenza , ; senza una delle istruzioni educrate consa- che sviluppino, solidino nutriscano, e conquest'oggetto» che vi si unisca l'appogquesto sentimento, senza gio d'una saggialegislazione tutti i loro sforzi saranno a vani ed inutili». pag. 114. CiOOQIC Digitizedf5y CATALOGO DE* SCRITTORI PRINCIPALI C0NSI7LTA"SI POSSONO CHE EGIZIANE. ANTICHITÀ ALLE INTORNO Compendium rerum memorabilìttn^ Oxonii arabice. iBoo. 4* Aegypti ABULPHEDAE ( Hismael ) DescriptioAegjpti arabice xxBDOLLaTIPHI , , , , et latine. Latine vertit et notas J. D. Michelis. adjecit 4. Goethìngae 1766. AHMED fabeti degli antichi AlSpiegazione 4* Londra 1 8o6, geroglifici. i costumi su degliEgiziani,sulla ( Bin Abubeker e caratteri Osservazioni ANTEX, inondazione BAMSDEUR , 2 del Nilo e , i di lui effetti.4* Londra Viaggi in Egitto Soria , , voi. 8. Londra BAUNIER ) Lettres Cipro i8o4« Grecia ec. , iBtio, h M. , Q. sur des l'origine anciens Dieux d'Egypte ^ui explique ce qui a donne lieu fables dcs Dieux de lantiquile'. Paris 1712. aux la. Dell'Architettura BELGRADO, Egiziana,Dissertazione. Parma, 1786.in 4ou Rois , BELZONI , nelle storico BERTHIER delle scoperte e piramidi,tempj, e sepolcri d'Egittoe atlante. Londra con en Racconto Relation , Egypte et en scavi fatti Nubia. 4- i8ao. des campagues du in-fol. Pari» Syrie. general Bonaparte 1806. XVI Essai BERTUCH» tres sur BRETON , les sur nouveUes let? ou hierogljphes 4-Weimar 1804. jet. Viaggiin Egittoe nella Siria. 6 cet su voL 18. Parigi i8i3. (B*),Ricerche sopra la scoltura presso gliEgi* Venezia 1792ziani. 8: config. BROWN, Viaggineir Affrica,Egittoeé. 4.Londra 1799. BRUCE Voyagesaux surces du Nil,en Nubie et en AbjsBROCCHI , sinie. 2. voi. Londres CAILLAUD % Voyage , 1790. daus la Thel"aide et dans le désert. voi. fol. Paris 1820. ( Joan. ) CASALIIS De , ritibus veterum 4. Aegyptiorum. Uannov. 1681. 8. Aegyptiorum sapientia Simbolica CAUSSIN, Parisiis i633. CAYLDS Recueil d'Antiquites EgyptiennesEtrusques Grecqueset Romaines. Paris,1761.voi. 7 in-4. d'Ombos. CHABROL, Bescription CHAMPOL FIGEAC Annales des Lagidcs. CHAULNES(Duc de), Mèmoire sur la veritable entrée , , , . du egjptienqui se trouve h quatre lieues du Caire auprèsde Sanarco, et qui a e'te' consacra par la la superstition à desanimaux adorés pensepulture dant leur vie. 4-Paris 1783. monument CHISHULL, Asiaticae,Christianam aeram Antiquitates antecedentes descriptae. Londini, 1728.in-fol. BENON Voyage dans Phaut et bas Egypte pendantle du general de lexpédition cours 2 voi. fol. Bonaparte. , Paris. 1802. DESCRIPTION et ou (deTEgypte), des recherches de Texpédition — 9 voi. fol. avec Le mèmc qui ont recueil des observatìons éte'faitesen Egypté pendant i8o9i-i3-i8. l'armee franjaise. Paris 84o planches. ouvrage 2.me édition.Paris i8ai m foL XVIII d'observationsetdeménioiressurrEgy- Recueil JOMARD, pte ancìea et moderne. Paris i8ai. ÌQ*4. aegyptìacì nuper inter Isei Romani fol.Roraae efibssi interpretatio hieroglyphica. Obelisci KIRKERI, raderà , 1666. — — restituta 4 Lingua aegyptiaca Obeliscus i643. Romae i65o. fol. Romae ec. Pamphilius Spliinxraysagoge fol. Amstelod. 1676. Oedipus Aegypt.fol. Romae i654t LANGLOIS ( P. ) Hiscours des hieroglyphes egyptiens4* — — " Amsterdam i^55. Narrative of a Journeyin Egypt and the Country LEGH, beyond the Cataracts. London. 1816. in-4LE MASCRIER de TEgypte con(M. l'Abbé)Description , plusieurs remarques tenant ancienne cieDs, moderne et les moeurs, sur les mémoires LENOIR de M. la (Alexandre) veritable — Essai« pays les Franche geographie les sur compose 4*Paris 1^4^ ] " Massonerie rendue des Planches. Paris avec an- monumens coutumesetc. Maillet. sur sur la sur h sa i8i4" 1809. Hieroglyphes.Paris 8. 4-in LETRONNE, ce les etc. origine Nouveaux voi. de curieuses Recherches pour servir à l'HistoIrede pte pendant la domioation des Grecs et l'Egy- des Romains. Paris 1823. 8. LUCAS du la (Paul),Troisieme voyage faiten 1714 P^r ordre rois Louis XIV dans la Turquie,l'Asie, la Sorie la Palestine, haute et basse des remarques tres-curieuses comparees à ce ditles Ancienssur le labyrinthede 1 Egypte,un nombre 'faitla d'autresmonumens et decouyerte, dernes des res 3. voi. un de Egyptiens 12. Rouen 1719. qu'ont grand dont l'antiquité des parallele avec , Egypte,où l'on trouvera les ancien nes coutumes orné de il a mo- figu- XIX MANGLES, Viaggi2 MÀREGHAL ' 1810. voi. 8. Londra (Silvestre), Voyagesde Pylhtgorccn Egy- pte, dans la Chald^e'ec. 6. voi. 8. Paris 1799. MEMOIRES ( sur l'Egjpte ) pendantles campagnes generalBuonaparte. 4- voi. da 8. Paris 1800. Aegyptiaques oa Ricucii de quelques monaAegyptiensinedits. Paris» 1816. ìn-4* 2 voi. gravésen aoo planches, (egyptiens) MILLIN , , mens MONUMENS in-fol. Romae MONUMENTI 1791. custoditi ( egiziani) in-fol.Londra britannico nel Museo i8o5. de Graphide), oùil (fils l'Egypte du Nil,et autres merveilles pyramides, MURTADl selon les observations bes, traduction tire de la et tratte des de celle les traditions des de M. Pierre Vallier du bibliotheque est sur vìnce, proAra- manuscril un cardinal Mazarin. 1 a* Paris 1666. NAPIONE dell'Architettura (Galeani), Monumenti an. lica.Lettere. Pisa 1820. voi. 3. ÌQ-8. 4* Parisiis Symbolicaaegyptiorumsapientia. NICOLAI 9 1681. Viaggi,voi. 2. fol.Londra NORDEN, 1762. les obsur L'Egypteancienne, de l'histoired'Egypte2. voi. les plusimporlans jeis Paris 1762. 12. fraPAHLIN (le Comte de).De l'étude des hieroglyphes D'ORIGNY (tVancisci)Collectanea de annis voi. 5. PARENTII DE Mémoires , gmeus rum ou Paris 1812. 12. ec. 8. Parisiis PAUH^,Recberches et sur PERIZOMI ràm aegyptiano- , 1671.1616. sur philosopbiques Egyptiens les Chinois 2. voi. 12. Amsterdam 1773. originumet templo(Jacobi)Aegypliacarum les , vetuslissimorum in qua investigatio, Marshami XX illaUs5erii, faaditas evertitur; tnm Capelli chronologia et confatantur. Pezronii aliorumqae examinanlur 3 voi. 8. Lugd. Batro. 1711. Relazione dellecose notaMARTIRE PIETRO (milanese), bili delle na scrittain lingualatidell'Egitto, provincie trad. da Carlo Passi. 8. Venezia 1 564* PlGNOatl (Laurentii)Characteres Aegjptii voi. 4- Fran- e , cofurti*x6o8. Isiaca 4* Amstelodami — Mensa — Vetustissinue tabuiae 1664. de sacris hìerogljpliicae aeneae Aegyptiorumliteris4* Venetiis 1600. POCOCKE, Viaggiin oriente ec. fol.Londra 17^2. e gi Pari- 377». POCOCKE et Milles JEREM. Graecarnm Latinaram et antiquarum Inscriptionum liber etc. Londini 1752. in-fol. QUATREMERE TEgypte a. sur — Recherches voi 8. Paris 181 o. sur historiques 8. Paris d'Egypte REMOND et geographiques historiques ,.Mémoires la langueet i8o8. Descrizione (Gabbrielle) , ed la literatùre con inferiore, periore sudell'Egitto esatta osservazioni di costumi di successi cos^ antichicome moderni , DEL Memoires ROSSO, on London Babylon. Ricerche , 1818. ìn-8- Annales de , cosas mas principales que desde il principio del mondo. DE SACY Notice (Silvestre), han Egiptoen succedès 4"Madrid 1678. de Thistoire d'Abdollatiphe. 8.Parisi8o3. SAVARY, Lettres sur i68o. sull'architetturaegiziana S.Firenze 1787, SALIS ( Gelif ) bistoriador turco. si trata de las tizie no- ìrad. dal francesedal sig. AngioloRiccardo Cosi. 4* Roma RICH, e 4 voi. a l'Egjpte. Paris 1799. XXI SCHMIDT , Dlssertatìo de sacerdotibus et saciifioiìs Aegj- ptiorum.8. Tubingae1668. ab Adamo SINCELLl ) Cronograpbia ( Georgii 3 ad Diocle* tianiim fol.Parisiis i652. SONNlNI Voyage daos , la baule et basse Egjpte.3. voi. 8. Paris 1799. STI^OTH 8. Gotbae Àegyptìaca. , THORNHILL ed Relazione dell'Egittosuperiore , 8. Londra VALERIANI 1703. 1 riore. infe- 663. ( Pierii) » Hierogljpbicasive , de sacris Ae- gyptiorum literis.foL Lugd^ 1626. de regypte. Etat pre'sent VANSLET, (Hieronymi)Fiorentini Ab AegyptoDoab^xordio mundi de anno ctoris Theologi primitivo VECCHIETTI ad Julianum annnm accomodato, et de sacrorum tem* Augustae Vind. 1621, alto Egitto)illustrato dietro ralione libriocto. porum VIAGGIO (delbasso tracce e ai ed disegnidel sìg.Denon. Tofani 1 808. voi. 2 in Firenze con foglio Greca. Iconograpbia ( Hermannì ),Aegyptiacasive alle seppe presso Giu- %ure. VISCONTI, de Aegyptiacorum Hebraicis collatione.4* Amstel.1696. sacrorum cum Versuch der alten Aegypter. ueber die religìon VOGEL Nùrimberg 1793.in-4. VOLNEY. Voyagesen Syrieet en Egypte.Paris 1798. ViTSII , , — Le mème 2 WARBURTON 2 voi. 8. Paris 1799. Essai sur les bieroglypbes des Egyptiens. , voi. 17. Paris 1744* des Egyptiens, CbalV^TESHERHOVIUS.Hieroglypbes dées. WHITE , 4* Amstel. 1735. Aegyptiacaossia Osservazioni , ticbità V^LSON • 8. Oxford egiziane. sopra alcune an- 1801. ( W. ) Travels in Egypt.London i8a3. in 8. XXII WILSON , dai Istoriad'Egitto tempi i pia antichi di quel paese fino all'anno 1801. 3 voi. 8. Londra i8o5. obeliscorum^ Romae De origine et usa ZOEGA, 1796. in fol. (i) (1) In questo Catalogo non nel trascrìvere bibliografica è sempre la esattezza mantenuta ,J1 , perchènon h stato possibiledi vedere tuSi da altri Cataloghi. i libri descritti o di averne contezza diligente né per Terudizione completa Kon dovendo servire pel commercio , de' rolumi numero i le date frontcspizj , il formato ec. , ma bibliografica, per sola notizia la mancanza sono di annunziate una con letteraria non sarà di molto danno Anche alcune opere inglesi maggiordiligenza. i frentespizj liano. in tradotti francete o in ita- t l II CALENDARIO ISIACO. .»« XXIV CALENDARIO aW Opuscolod'Iside Applicato e d'Osiride^ HEMEROLOGIUM SIVERSARVM GENTIVM. x^vn Initiunu Tyriorumm Arabum^ Initium. Àudidaeas XVI. Peritias XVII. Dystras XV. lai. Mart. XI. lai. Aprii. Xanthicus Artemisius Daesius XI. lai. Jan. kal. Febr. lai. Mail. Panemuà XII. lai. lun* XII. lai. lui. Lous XIII. lai. Aug. Gorpiaeua XIV. lai. Sept. Hyperberetaeus XIV. Dius XV. XV. Ap'ellaeu9 lai. Oct. lai. Nor. lai. Dee. )cxviii XXìX Initiunu Lyciorum Dius Kal. lan. Apelkeas Kal. Febr. Audneus KaL Mart. Peritius Kal. Aprii. Dystrus KaL MaiL Xanthicus Kal. lun. Artemisias Kal. lui. Daesius KaL Panemus KaL Sept. liOUS KaL Oct. Govptaeus KaL Nov- Hyperberetaett« KaL Dee. Asine. Aug. Initium. XXX Craetae. InUium, Cypriorum Initium. JuUas IX. Kal. lan. Caesarìu^ IX. Kal. Febr. Sebastus IX. Kal. Mart. Antocrator X^ Kal. Demarcbua IX. Kal. MaiL Kal. lun* Aprii., PaDsthycàtus IX. Archierius Hestieus IX.. Kal. lui. Lous X. Aphrodiaiua Apollo IX. Aimias IX. Kal. Dee. IX. Kal. Kal. Kal. Aug» Sept. Oct, IX. Kal. Nov. XXX) Èpkesu Bithynotum. hiitium. Initium. xkxn XXXIV ed è forse Àdr astia da un al^ro monumento l'està confermato credere debbesi Grecia lo stesso , e che poi in dai Monumenti in bronzo romano . La Etruschi o pitturadel vaso (TEtrusco nome e fu Ungarese, regioMuseo riceve IL Tav, /. di Plutarco l'opinione simbolo passasse d'Egitto in Ta%"\ fT. Serie V, Il bronzo Cav. Inghirami nel che Secondo questo Roma. » Giustizia. P. Tav, Dicea^ la suprema gli ordini da Anche la Giustizia esecatrice , greco è presa del eh. Sig. si conserva romano illustrato da due dotti Antiquar]che indotti dalla falsa lezione della epigrafe» la qualedovea leggersi Aequiias/vas^tt ÒX E^ueias vi , ^ ravvisarono la Dea jade Monumento Equejade,V. antico Milano Ungheréseec. il librointitolato m del Museo di bronzo 1819"s, ed Ei/ue- nazionale il fascicolo III. della e notizie di scienze^lettere Opuscoli, ed arti ec. del an. iS^o pubblicatadal Cav. Francesco Inghirami, dove si parla della mia lettera al medesimo nella quale io mostro che debbe leggersi Aequitascon le osservazioni in couferma del predetto sìg.Cavaliere. dalla collezione disegnato (il)T. II J. n. a. Anello egiziano del Sig.Nizzoli, Cancelliere del Consolato austriaco ha la 6gurad'uno scarabeo. I moderni in Egitto 5 la pietra nuova colUzione di , naturalistihanno scarabei non (i)È riconosciuto esser abbia il sesso falso che la specie degli femminile. questa dottrina.V. nelle Contradìzioni degli Stoici il cap. VII. Forse si volle indicare per quell'emblema il del anche levare Sole. nota (k) Ocho l'anno vigesimodel suo due ;inui in Egitto. V. Manetone CAPITOLO (a) A Bacco fu sacra dominò regno persiano in Sincello, IL la musica ed in onore di lui si fa delle gare musicali. Ebbe il cognome di Melpome* cevano la fu stessa cui no Musagete chiamato ragioneper per Paus. lib.L cap. 2. lib IJ.cap. 33. Oltre alle ras*. Apollo. XXXV O"iride tra somiglianze lib.XXXV. Paus. ogn'annoad anche se ne scrive Dall'essere Bacco navigandiyurinandique. deil'umida Osiride, Dio grand'usodei A. celebravano, cap. 7, che gliErmionesi di Bacco, olirei giuochidi musica, onore certamina come , Racco indicate dal N e Natura, s'intende il vasi nel culto di Bacco, trovino sì gran un le libazioni profondevano e , in offertai vasi,per perchèl'umidità numero; quindivi e perchènei sepolcri cioè perchè vi si si la sciavano come augurareil rinnovellamento della vita, la efà della causa come riprodtizione » cesi di- di Osiride. in proposito (h) Nei delle Dinastie di Manetonc frammenti da Sincello nella regnano sempre quinta successione vatici conser- dopo Saturno volta per s'intende di mesi ed anni lunari. Secondo il Osiride ed Iside 35 anni. Avvertasi che una qualunqueconto se ne faccia ecco la prima e più antica dinastia Egiziana. Vulcano regnòanni 724 e mezzo, e giorniquattfo^ 1. di Vulcano an. 86. 11 Sole figlio 2. 3. Agatodemonean. 56 e mezzo, giorni10. suddetto Manetone, 4. Saturno 5. 4o. e an. Osiride e Tifone an. , mezzo. 35. Iside an. 6. 7. 8* Oro 9. Marte semideo an. ;io. Anubi semideo an. 99. semideo 11. Ercole semideo 13. Apollosemideo iS. Ammone i4 Titoe an. (e) Pausania timor »ea panico a3. an. an. semideo semideo i5. S080 semideo i6. Giove SfcS. an. an. an. 17. i5. 35. an. So^- 27. 4o, 20. lib.X. cap. aS dà un'altra ragionedel nocte panicusillisincessitterror. Qaibua XXXVI eìiiinDuHa immiui subest eam trepidatfonìs causa autamant nella rappresentata in bronzo figuraun noRifrié n. oso (d) DagliEgizianipresero quell' statuetta Panos Genio in di mostrare atto La gliEpicurei. Ta\^. IJL un n. i. teschio di che , morto , probabilmenteall'intento in questo luogoindicato. la primavolta nelle mie Feriae f^ar* Fu da me pubblicata servì sa^denses del 1818, e loWijkierudito Lo stesso si conserva dal sig.Stanislao Wiesie* a Varsavia. antiquario costume, la morte fine opposto, cioè, di rammentarsi troppo attaccarsi alla vita,passò ma per con non i Cristiani nelfapratica delle ceneri il primo di sima quarela formula memento homo es con quia pulvis , et in tra pulverem reverteris In , dall'artistaBiduino, e un scolpito nel Camposanto pisarÉo dei più an* per essere uno del sarcofago conservato secolo XI, è questa iscrizione, curiosa anche della lìnguaitaliana ticfaimonumenti * VAI HORE TV SICCOME : SE PVIA DELL'ANIMA PREGADO FVl; SICVT EGO SVM. EGO MIA TV \ : DEI ESSERE. vai per via pregando deir anima io sono tu dei essere. sei»io fui:s\ come Cioè tu ora )" mia: i\ come fu l'uso di conBurre alla guerra leoni, sbaraorsi ed altri animali feroci per intimorire e gliare tigri , fece Pirro con i nemici, come gli più modernamente (e^ Antichissimo elefanti. A ciò si riferisce la favola vittorioso dall'Indie con come anche la intendere della pelledi sua fa tornare Bacco Leoni ec. Tigri,Pantere, Leopardi, tigreche porta in dosso;volendosi forza feroci dell'esercitonemico (/) che e bravura in uccidere glianimali cohtro. mandatigli antichi e negli Spessoil Serpentenelle favole è jùtrodottò per guidareo per V. Paus. lib.Vili; cap. 8. Orazio colti rac- impedireil cammino* Ode a3.1ib. Ul. Carm. XXXTII CAPITOLO in. chiamati gli Cos\ erano (a) 11 testo ha Matematici, ne' e e le persone di astrologi, tempi più bassi tuttii filosofi lettere. (èf)Arcus luti in speéies segmentisolaris vel caelestisest naris edita in nube et cava et perpetua, quam specolointuemur, imagine relata in laris ambitus* (e) La lu- , humida ve- speciemcircuì Arist. de mando. Cneph secondo Eusebio (Praep, rd tt^utov Sv ^uótoltov, primo lib.I.) significava Ei^ang, Cniph voce , o divinissimo. Il Vossio essere ( de IdoL la deriva ) braico dall'e- ala^ e crede che ilDio Cneph Cenepht che significa fosse così chiamato per cagionedel simbolo che lo rappresentava, metà serpente e metà uccello. (d) Se potesse combinarsi coli'età di Plutarco a ninno più converrebbero queste espressioni quanto ad Eliogaba* lo il quale,scrive Lampridio ubi : primum ingressutest , urbem Heliogabalumin Palatino monte juxta aedes impe» ratorias consecravit^eiquetemplumfecit.,., et id agens ne Deus nisi Heliogabaluscoler etur. Dicebat guis Romae et s et Samaritanorum religione praeterea Judaeorum Christlanam devoiionem illuc trannferendamut omnium ^ Cullurarum (e) Nella e versione dal Wittenbach che senso un (/) et lasciatii versi^ sono e non si rende generico. Animas daemones tenerct, Sacerdotium Heliogabati dal Reisk del Xylandroriprodotta secretum igituret Lares sive Qenios nomine angelosappellante et nuntios Oic cete" differentes , animadvertens idemque tute subjectum esse voca-grasfissimumonus deposueris, superslitionem quam Ut enim bonos Genios^malosque vulgus appellata, et mas. rum unum ^ angelqrum qtJioquealios vaticinio^et praedicatione dignostquosdamvelali legalof animas ilidem bonas et malas^ sic XXXV in fiominttm ad Deuntf Deique rursum ianctos qnidem tu exhibitores non judicans^ profanos ycn's. Buie exisiimans sane : emisi t in ^ sacro- propUr hanc Hit adstU auctor excandtscentiae tram eos ipsejudica* p^rperam senlèntiae hymnorum meae pulaturdicens hominè$ functionem; alios rursum ipsam, innocentcmquemunerìs eorum ad suan pravos» (Filonede Mando). per Della natura angelicaV. Nazianz. in Orat. d^ 5. Joan. nuncios Baptistae, (g)Di questo Timoteo Timotheum V. Tacito Istoria lib.V. 83. dove atheniensem ut anlistitem e Caeremoniarum Eumolpidarum genere Eleusi excitaverant. quem dell'origine d' alcu^ cap. VI n. 8. si fa menzione nulla dettadi è da vocaboli f orse ni ma Àmentliin; questo , (K) Al può dedursi Xylandro. che passo al (i)Si certo o tuttavia anche mantiene nel come parv» volgo d* Italia utt del volgocontro gliuomini pregiudizio di pelorosso biondo, (k) Di Castore rodio, detto il i. philos. Scr. Hist. (/) Di Dinone ad sia mancante, l'opuscolo I. 8. LaerL e e v. Cronografo, lons. de i5. della Arduino soa Storia CataL persianav. Menagio , degliAut. Plin, CAPITOLO IV. tarco (a) Ne di questo ne d'altri riti ricordati qui da Plual N. A. perchè fa parolaPausania. Non sono sfuggiti facevano al suo intento , cioè di Osiride rassomigliare a Bacco. (A)Nel Jsiìì^ quae nello testo è omnia stesso Tì0\ìi : mater T»j3^i)v'l«v leivroL^ (J(ri^mf-ivìfv Teihjrn la Terra detta anche Tf/Sf^i era enutriat, ^ chiamandola nutrix. senso (e) Del piedebovino Omero Bacco, V. nelle stioni Quedove: aur Eleorum mu- attribuito grecheProblema XXXVI, nell'Iliade^lìn^, a Dfgitizedby XXXfX lieresBaechum in ip$a$accedati ad haec forma ) est veni » heros Bacche Gratiis , ad sancium quia bovigenam nonnulli cum bubulo aui bubulopede ut digne taure bis aecinunt: ac plum ckum? horiantur Carmine sacro (Jijrmm ad maritimum tem* templum pede bubulo. et cognominant iaurum An Bac» Sicut magno? boopinpoeta bugajum qui se gloriose dicunt prò dixit magnis praeditamoculis, et bovis innoxiut potiusquia pes jactarets aut damnosa^ sic Deum ut lenis hortantur xiuSy aut quiamulti hunc Deum est, cornua veniate aUfue inno* aratri et sationis invento^ putant? fuisse rem perchè,vedi Paus. lib.I» cap. ( vedi Ossenfazioni Pilaoro rammentato, di di Corinto fosse padronedell' istmo Nettuno Che (d) i. al Testo ) da Pausania dell'istmo dalla te dice che all'ingresso parCenchri eravi un simulacro in bronco di Net^ a mare e Sole. Delle Nictelieparlanotutti gliantichi,ed (Georg. IV. Virgilio da Pilaoro, onore erano del dette iv vmx^ì tìKìIv ; perchècelebra vansi di notte, così è non ma i'uchiamato Nettuno questo probabilmente Titaniche celebrate in erano (e)Le Feste inno, t di Pilaoco^ o U cognome e perciò è Bacco, chiamato Sai.) v. nocturnus. nel questo sacrifizio Pausania, ma bensì rammenta (/) Di tace e ad Apollodalle Tyadi Tempio d' Apolloin Delfo il culto prestato a Bacco sulle vette del Parnaso lib.X^ cap. Su* (g) L' epitetodi bambini tace intorno a in ; Bacco Bacco di dalle calle del venne qiiesto cognome di Bacco da quanto scrive nel lib. XIV. cap. ^4 bambino salvato dall'acque , dove fu gettato ma cestella , una a Xiicva.Anche chiamate Pausania lAcnite e da Ino allevato , può dednrsi che da prendesse (K) mare In una occasione quelsoprannome. quest' della Messenia si mostrava Ciparisso fontana perchèscaturitaper d'acquadolce chiamata un colpodel tirso di Bacco. cap. 3d d presso al Dionisiaca ^ Paus. lib.IV, XL ceriadoperavanonelle monie bacchiche i vasi ; e se ne faceva tant'uso nelle sepol*. di Bacco. iniziatinei mister] ture, specialmente «^gl' venzione attribuita l'in(k) Il fico era sacro a Bacco essendogli di coltivarlo, dagliabitanti di Nasso. specialmente la (i)Ecco ragióneper Teofrasto chiama abunda^tem. se il fico egiziano multo, lacte TroXi/oTorov, così descrive il ficoindiano: Plinio serens sentper adeo in terram vmsii$ , cui sì ramis diffunditur ut curvantur^ , »ipsa imi quorum spatioinfigantur annuo ». sibi progeniemfaciant circa parentem orbem.*,. multila» superioresejug rami in excelsu emieant sjrlvosa novamque dine, vasto corpore^ ut lx passus pleriqueorbem bina stadia operiant,Foliorum vero matris colligantfumbra multitudo peltaeeffigiem amazonicae habet^ major alia : trium cubitorum, folium alas avium ifnitatur longitudine Pare che per la smisurata grandezza latitudine duum » , . del specialmente fico indiano , si riguardasse come re delle prese per simbolo della danza della fecondità prodottadall'abbon- piante;e perciòle fogliefuron reale,ed dignità anche dell'umido; Come meridionale del Mondo, umidi e di pioggie. In un apportatori nella collezione del fuori due escono l'altro che la versa suo dell' acqua luogo ( vedi stendendo ad basso rilievo vedesi , dei una le mani. ambe riparacon visarsi il Genio sig.Nizzoli braccia, uno Osiride che donft a la parte si indicò per esse perchèdal mezzodì spiranoi venti anche IV.).Nella Sembra doversi intendere megliodiremo parte opposta può ravcome malvagioossia Tifone, che le mani verso quale qualiporge dei frutti, figurasupplichevole i fruttiec l'acqua, T. egiziano albero dal un Osiride vorrebbe di sopra un' ara dal impedirlo beneficare. (/) Questa frase propriadel greco ha esempj anche nel latino : ter amplum Gerjronem (Ovid. Metamorf. lib. Vili. VkISi). Gergo ter felixsiec, (Virg.Acn. lib. V. v. 981 alle volle sta per saepe, V. Forcell. Tp/cotty^^v leggesiin ne si mantieantico epigramma per infedelissimo, uso Qiicst' nei della lingua francese. superlativi XLII illaiex dei Latini aqua^fonsscaiurieni. Come Buio dità) (l'umi- allevò Oro, cioè l'aere temperato d'umido e di calore: dell'umida nacosì Latona partorì tura; Apollo;Dio partecipante dalFesalazioni dell'acqua condo seprodotto il Sole come , ghi l'erba Loto che fa nei luo- la stoica filosofia. Anche umidi, il Sole da cui nella e riconoscere e Aifrtp Latona, analogìatra le voci lutus dei Latini (9) Nel Calendario e , loto Adref^ Nhro^i degliItaliani. di Tolomeo egiziano si segna il ^lÀf'rossia Novembre al i5 del mese dell'inverno in principio anche dice il N. A. come 7 dello stesso mese Osiride.In questo mese, ossia , secondo Plutarco,verso Egitto; ai morì 1 meo affattogliEtesii;nel Calendario di Tolo- la fine, mancano è notata bre uscire del Sole nata per indicare V accensione si dice al N. i u del cap I. può condurre bambino dell'umido,come a si faceva egiziana mitologia la loro cessazione al 3 del ) lo che debbe intendersi non mese Toth (Seitem-* della totalemancanza , ma poi alla fine di Novembre affatto.Vedi il Calendario Isiaco qui aggiunto. cessano È (r) osservabile che in tutto quest'opuscolonon si fa dal N. A. della popolare parola opinioneche, secondo Pau- che cominciano a scemare, finché sania, attribuiva ilcrescimento del Nilo allelacrime sparse d'Osiride: »j4egjrptios dies da Iside per la morte Isidifeslos agitarequa anni parte lageri ab ea Osirin Acuni, Ac per illos dies Nilum Quo fiiut inco* lari^n turba dictitetaugeri Nilum atque implerilatequc Isidislacrjrmis »lib. X. cap. Sa. eo irrigari ex arsus (syQuestaragionenon soddisfai; è ben più credibileil la causa dalli strati di terra, e dalle pietre contenenti ripeterne sane excrescere. incipere , delle materie saline, attraverso di cui si filtral'acqua del marina che si insinua. Nilo;ovvero dall'acqua grafi; Geoanche i moderni (1)Di questo fatto convengono Erodoto è stato ilprimo a rilevareun fenomeno così I versi d'Omero (OdisseaLib. 1V« importante(in Euterpe). y« sono 354» t fieg.) così tradottidal Salvini; XLIII • • rtvanti delP Ondoso V ) tanto appcllan Nave in vento de' moderni mare Egitto( Faro lungi quanto cava ^ giornofa un Stridulo Alcani antisola h nel Ora • favorevole cui in poppa, sospiri le Savaiy ( Lettres come PEftipie sur Tom. I. pag. della distanza di.)li intendono in generale dalla costa di Egitto alla Volney li applicano ; altri con distanza del Faro dalla foce del Nilo che dagli antichissimi fa chiamato Egitto. Questo passo del N. A. si riferiscealla deir costa Egitto; e si vede che cosi allora intendevasì. V. Articolo I. della Spiegazionedel Viaggionel Basitoe ai disegnidel sig. nell'alto Egittodietro alle tracce e Denon, 1808. Firenze («) V. (v) JaUonski fica numero animale al (x) (5)Cap. TI. il detto alla Nota che di ^S anni;numero periododel Sole in linguaegiziana signi" a questo sacro fissata misura tichi daglian- o della Luna e Nelle Pitture d'una del Jpi vita accordata misura. La o era osserva sig.Nizzoli si vede cassa da il Bue zione nella colle- mummia Api sparso di macchie ^ nere. Vuoisi dire che nel novilunio debbono accadere l'ec(jr) elissiSolari,quando la latitudine lunare non esser luogo. sempre hanno (z) Molte credute lo permette» ma azioni dei cani nella oscurità, che dal volgoeffettidella vista»sono posson invece da attribuirsi all'odorato. VL CAPITOLO (a)V. Tav. IV. di stendere le nani Quella figurasopra contro ilda me un altare in atto creduto simbolo di Osi« XLIV ride,come Bebooe, mente asino a con (A)del dissiftllanota o Tifone . cap. V, è molto probabile Sopra l'altaresembra esservi un i coltellisacrificatorj in segno del sacrifizio fatto quelDio. del Mancamento (h)La stessa cosa dicesi nell'Opuscolo degliOracoli Gap. IV. (e) Vedi il detto alla Nota (v)del Gap. IV. nel vocabolo Muth ravviseranno (d) Gli etimologisti del latina tnater^ madre, l'analogia » del tedesco muther^ e madre. (e) V. le Aggiuntee (J')V. correzioni in fine. le Aggiuntee corr. in fine. (g)Questo passo può far credere che l'A.alluda,all'uso di grecizzare introdotto in Roma anche Giovenale come , coloro che non credevano di parer uè eruditi,né motteggia le donne; balbettavano in greco, e persino se non galanti, al punto che anche i pappagalli s'ammaestravano a dir X^P^ ed altre parole abusò ne se greche.Nei tempi posteriori Non in poesia. può negarsiche molte voci specialmente grechesiano diffuse in altre lingueper la ragioneaddotta dal N. A. Ma se si parlidei tempi più antichi sarà questionabile se sieno molte voci che si trovano d'origine greca, o presso altripopoli, da quelli piuttosto passate in Grecia. (fi)Per intendere questo passo bisognasapere Ifreco Kuu)V canis deriva dal verbo (i) Aveano le donne il costume Ku(«" sum di che in praegnans» prenderl'amuleto Era di [tietra d'esser gravide. appena che si accorgevano seleniteo lunare con altrisimboli p,er allontanare le mal\" ec. V. Dioscorìde lib. V. cap. i5i. (k)Nel librettode Homero si attribuisce ad verso, ma ed in vece di esso questo ' vi si legge)9(i}Xoto|ul£ug'( xci)Xoro|ui£uo'" diversità dere or',op'. Queste potrebberofar cre, quellibrettonon appartenessea Plutarco ; sebbene manchino differenze anche neglialtri Opuscoli, maggiori ohe generalmente lo che sonogli attribuiti; può creche non invece di ietsi derivato alcnne volte dai di rado dallo e non copisti , stesso Plotarco è stato come , mostrato il passo di Cicerone Traduttore ai lettori. (0 V. var]eruditi. da del riferito nella Lettera amuleto (m) Ph3'lactìrion, qua«iche venisse da pbonalithis ( ^wvi}olXìi^ì Di queste stravaganti vera. ) vox ^ abusarono etimologie spesso (n) Nihil In sacris fuisseconstat quam ut ominis verba , gliantichi. cautum majori religione veterum ab ii$ longe abessent nempe quaecumque animum stitutum. Bine illa et solemnis nota lu» revocare , mderentur mali quid vel sinistrum portendere aut alioquinad nisi forteid peculiaresacri ctuosum omnia in* illius sivefesti seu iupr^fi^ùv, cb^nf^fotc , linguis /avere indicta in iis a praecone formula.V. Span* iieinioObs^ in hjrmnum in Cerer. v. i3. CAPITOLO VIL (a) Vedi.SpanhemioL (ìi)Nel Athir mese e. anche celebravano k gliEgiziani festa dei quattro dolori d' Iside. (e) Di Lachare tiranno d'Atene. V. il N. A. De numinis vindicta : e altrove $ Paus. lib. I. cap. $era 26-29.Dei d'Eliano I. ao-29. di Dionisio tiranno, V* Interp. sacrileg) (d) Il Campidogliobruciò Panno di Cristo 70 per le fazioni di Vitellioe di Vespasiano. ( V. Tacito Istorie lib. III. 71.)Seppurequi non vuoisi intendere dell'altro incendio più antico avvenuto che manchi l'anno di Boma nel testo la voce TpWToy^ Il Reiske sospetta cioi v€pirèv wp^TOV 67 1 . ìjui^vXwv 7róX€|uioy. dei Non è questo il luogoda diffondersinel parlare (e) antichità. umani in uso sacrifìz] appresso varjpopolidell' In quanto agliEgiziani ed a lui molti l'ba negato Erodoto , prestaron fede. Plutarco sull'autorità di Manetone sto luogo non lascia dubbio che inijneEl*Kabè^ I llizia) oggi i[n XLTI nella situata da Tolomeo -vivi i sero detti uomini cosi s'immolavano Eliopoli in barbarie tolta via dal di Amasi re ordinando ruderi parte dell' ovest il giorno; che si sostituis* tre di figure trovati quadro collocato dalla moli del gran tempio di d'illizia. Un delle una sopra slesi sulla nuda rappresenta quattro uomini dietro al dorso, e strette boccone, con le mani legate piedi,ed assiso ?sonaggio delle divinità,ha i loro con da colonna nel a altro maniera ed , medesima rilieviin atto di per- lancia tutti e quattro si vede rappresentatosu una tempio infelice , un un terra verso dei distintivisoliti decorato cui lancia il cranio, mentre una un e con trapassati Entrando corpi. d' una sacrificatorerivolto ad un maestà, con cera A queste testimo* Philè i reni co' loro che avverte i monumenti corrispondono di Manetone negliscairidei Mane* , grandezzaparia quelladegliuomini. nianze cioè che stesso uomini persinotre ad ardere sull'altareinvece di uomini sero Lo da Porfirio ci in altro passo conservatoci tone si abbruciasi Tifoniani,coloro in sacrifizio a Tifone. pelorosso, di erano Tebana, prefeitara sacrificatoretrapassa un il corpo di lui è straziato gliesecutori soho vestiti nella che i sacerdoti,i quali nel"assi veggonsi A Tebe inoltrefra le sacrificareagliDei ambedue . sculture della bella porta presso cui termina il viale, che da Karnak conduce a Luxor, si vede un sacerdote in atto di sacrificare, tenente nella destra speciedi clava nanzi prigioniero prostratoin- mano una che è per cadere sulla testa di un ad Iside e Osiride , e l'abito di costui lo fanno ravvisare per di uno combattimento, che vedesi quei che e furon vinti in serpente mitrato. Anche facciatache guarda l'Est immolate ture i , e molte davanti Iside altre , che umani sacrifizi , nel quel si veggono e ed un altro davanti ad tempio di Tentira, sulla quattro vittime ne uma- Osiride. Or tutte queste scul- potrebberorammentarsi appresso ce rappresentato nella parete del prossimogran palazzoesposta a tramontana; si vede immolato quadrocon simile prigioniero un la barba , provano gliegizianiOrapollopretende . XLvn che si comiociassero non del culto di Autore nostro Ma duzione questi sacrifizj prìma della introche afferma anche il come Serapide , incominciò , della Tebaide i monumenti di Tolomeo nel regno molto son Solere. anteriori. Ja« la religione pretendedi discolpare egizianaeoa attribuire quell'atrocità ai re pastori, che ve l'introdussero blonski contro il fosse stato de' sacerdoti, ma consenso i ministri del culto vero, d' un che la memoria accanto re a umanità, o tal costume dovuto avesser finitaquella dinastia, non za, quellememorie slaz, suW avrebbero non obbedire iscolpi* forzatidalla poten* mancato Vedasi Memoria itiilizial!. ili. p. sugli Avanzi ciò i fattipiò contrar)all' avrebbono obbrobriose. se permesso si perpetuassecon monuménti più venerati se avverta che non di togliere di M. iSj delle Co- memorie Egitto. (/) Vuole Erodoto che Mendes nell'antico idioma Egiziano S / à irco: YjxXìItoli re ^fdiyo^» un significasse t^ Flav JUTvurifsìMivSyiivocatur et autem ptiaceMendes hircus et Pan aegjr^ Suida Etjrmol.Magno^ {Euterpep. M endes^.Questa parolanon si trova nei libri parola l'irco,che viene sempre indicato con Cofti per esprìmere lai. e alla la voce Bareith. Jablonski ne conchìude che Erodoto si è all'irco il nome ziano egiingannatoattribuendo impropriamente del Dio di cui quest' animale era il simbolo ( Panth. to Aegypt,lib.II. Gap.6. V. viaggionel basso Egittoillustradietro alle tracce e ai del Sig.Denoti. disegni Firenze presso Gius. Tofani 1808.) {g) Il Reisk crede che si debba intende/e del Sole. - nuper^ idest paucis ante saeculis, ingeniis reperto sunti vomitione canes , purga^ Cs) Quid medicorum tu autem ea quae alvos ibet Aegjptiaecurante Cicer.de nat. Deor. lib.IL 126. (A) Qui ce. si tira l'etimologia di Apolloda dxvXS;templi* La letrarii era relativo ai il giuramentode' Pitagorici quattro elementi;o secondo la mente» il silenzio, allri la verità. il profondo, significava XLYIII Vili. CAPITOLO i morti nelfe (ci)Ecco t"erchi gliEgiziani seppellivano della terra come si vede specialmente a Tebe. profondila d'onde (li)Grand' uso fecero gliantichi dei suffumigi; Jlammii adolere penates di Virgilio. dura nei paesidi clima freddo^special* Questo costume l'inverno ; ed è da notarsi che nelle boscaglie mente sono moltissimi alberi resinosi, si dicono grassi de'quali o come , dicata per bruciare nelle stufe.La ragioneda Plutarco inabitatori fino dall*età più a quegli potèconsigliare servono di remote abper bruciarli. V. Fabricio. T. XIII. pag. 3a. tale e propagare piantare Del medico Acrone d' alberi specie al BaXavo^ l'origine de' Greci che in generalesignifica ghianda e frutto con che di quelli alberi e più specialmente dura degli scorza di cui aromatica e odorosa contengono qualcheproprietà i frutti mescolati con altre sostanze a manipolare servono (e) La bai voce » sembra dato aver , , , , i balsami gliunguentiodorosi;perciòchiamarono i Greci balarUnum oleum BoiXchftvoY "iXouov, e jULUpoSciXawov, (xupf^l'f* x")v/SotXavov, e ficL^dytvov yj^h^,myrrhinum unguentum^ e , unctio mjrrrhina.Se questa come d'origine egiziana, il cato Egitto signifidi ghianda,o frutto glandulare, di soma stanza piuttosto odorosa chiamando gliEgiziani la mirra che cosi odoroso non produce frutto glàndularema versa umore di bai a quaincisa ; e poi si applicò il nome specialmente lunque frutto glàndulare mescolato odoroso in particolare la mirra. Per altro il significato radicale con o egiziano sembra da Plutarco supporsi voce , e ebbe in non , , , , , , lo credo bai , non greco che si fosse in originedella voce diverso da quellodel verbo /SotXXu} fferio ed appunto gli , Egizianichiamarono » Incidilur nere humor e radice albicans la mirra bai usque et , dall'incidere ad ramos^ manatgue tabescens^ qui in minutas o ferire: ex vul* glebas , NOTE LA PER INTELLIGENZA DEL TESTO GRECO \ Richiamate dai Numeri arabici» CAPITOLO I. (i) xloipitairSiv sKeiwv) eKeivvi^ ^ redit enim lezione; ed infatti non sione necessario farinata- sembra Ciampi. veruna. (2) Tk lascia Tantica Il Wittenbach Reisk. eTi^fiflv. ad xXXoL lùv ykp) rìi [ùv yxf £XX». Reish oUsla àiS^Qiffiv videntur seiuum KeKTiJii,évo^) oiabsurdum J'^^o^O'/v, ùvk gignere; legiautem Tk "Ma k€ì» KBKTVJiJt^éyog. iih ykf**. Xylandcr. ) Locus mutilus, ita supplendus e iresti" y^^f^fievoq — . • • *- giis scripturaeyet Eustratio in Ethic» Aristot. Ti à'AAfls [ùv ykp ivjpùowotc 98, 6, iv ìéovTcttìli^oo^iVy ^e Ma ppov^ceon^[leQ QeU vov oUelci KeKriiiiiÌ¥OQ Kcà j^péfievo^. ra^i^ùDciVy ravra Latine reddidimus\reliqua quidem quae precantur homines Deus iis dat mentem vero ac pruden-^ Uh. VI pag, ^- , tiam cum , iis possidenseas^ communicat^ tamquam atque usurpans. del Xilandro far tanta mutazione dà un Wittenbach. La conTeniente senso nel testo* domesticas C. rezione corsenza Llt Kcà copixi)sic distinguo (3)'llyeijiovictv Itì^i^iiviì ur* STte^vniviq et lego:^ysfMOvixv^ xa) coploLt Tfic^.Reish Marklandus. Non kcù ffo(pif, ut ÌTie^vuLif Rectius — Witt. v^yeiiovloLv Koà "ro(pixg: della è7nc^tilj(,ìjg^ presidenza, principato vedo necessità di far mntazione dottrina della e : sapienza.C Reish rie rSov ytvofjiévù^v. (4) Tà ytvófievoL) non potuitrecte dici hoc loco. Puto Piùytvéfieva. tarchum gata scripsisse Xylander e vulytvoocKoiJi^evci. item veram non sentenconfecit prohabilemy — tiam. Witt. etiam eo dimittit sed tempus. perderemai Ma : cioé^Dio non anche come Deus , , Se irnmortalitatem debbasi la non vitam esse j rebbe TerleggereyiV(aCKÌ)ievoL la beatitudine cognizionedelle sembrami non ewistimo , dirsi che a : beaoccupavit, esse .quodcognitiones vipraeterita alioquicognitione et intelligentia sublatis rerum traduce cosi vitae^quam aeternae titatem in non n Xilandro — di Dio cose che é il non conosce. da rifintarsila lezione del testo, lasciai*mai la analogaal pili deiresserci cognizione tore. ragionamentodeir Au- C. (5) TloXiiiio^ Tj}J-^w)addendum monuit Reish. Witt. — Sembra «v, ut recte doversi piuttosto sottintendere il precedente èt^) ; onde invece di To- Koà irXTIjVT€TV(pO?iélMlO^ ^€" tòVKoà èi'àyVoixVy Tifi rvf ^€"e^).k. r. A. C. p^ivog'j può leggersiToXéfitog (6) "€fcja€(iù^ ) ^(à ^eiioffeoùg per sanctificatio-In minime Reish. sincerum. nem. Jetéccù)^ Witt. Votb. promptu est conficere^^im oo'iws — — un lendo aggiangerequalchecola parmi opportuno (7)KoAow«^$ 'É^'^ovtrijc) prìuset habet codex Venetus^ Unde diserte cpn^equens et retate erat alterum Witt. ipsìcorrigeremusèjt^ovifcttg» (8)Kcà nv6vTa) viderl queat redundare; sed marito respicitad uxeris cum conjunctionem ut • Beisk. F'oce ens (9) 'n« elcSfLevov) legi tlcofievoi. utendumfuitnisiobscuritati debui caliginemad-^ dere Xjlander. "Èlcofiiviav ipsequoque conje" — • Bentleium^ Baxterum^MarJflan- c^ram antequam idem dum ac si Subauditur intelligerem. cognituriessemus dubitavi cti sensiste • , sis Baxterum. res Markl. BentL correxerunt non EiVojx^ya^y et viri do* postulat quibusaddere pos- Reisk, recipere quod et ^[iSfìi — Witt. aut cum (ih) aut "v delendum ég mutandum, aut deincepslegendum vofii^oiisy» "v rh [ùv.Ita omnes Reisk. Bai. libri exceptis Zp rhv /x^Vt et Xyl. qui habent Adsentiqr (amen Meziriaco scribenti rov fùv sine "v.Max atkte ^Ef Witt. adjecitèv Squirius. fi,oiiTÓXti legendum naXovcty oi^ (11) KxXovCi co^pixv) (10) Cìv rb — • Iffitt. ffo"()ictv. Post alir deest aliquid. (12) Ti [ùv (léXcùvcù) si deleatur Zraaf quot versus^ in roùroi^ %7ctvv^jxoi constabit. Xyl. irtfic^éXXovrH versus fùvrkfLékotr Reisk. va. ÒToìfjXovvru ) NuUus dubito rectum idest TfoivikùUvre^^ eos vidisse^quivToS^ij?iOvvr€g, Reisk.-^ ost«n4eul«t. Tpo(paivovT$gemendaigerunty ffav — — I ÒTO^ìjXoSvre; léguntMez. Item paulo ante Mez, et si Reisk, : vedo che at non, niente Xilandrx), La Reishius. TBfi^iXXovrs^ fùvrk [léXcLva Koà ad vToSìjXovvru Mark. BentL opus correctione Non referas.Witt. magnopere Xoyov — dove manchi correzione defetto il accenna irtfi^kXXovreQ i. perchè proposito, del Reisk fùvrk fiéXcLmnon mi pare a Ka) TepiqéXXovrec si riferisce benissimo al precedente èv r^ v|/y;C}5 èv 2. (pépovreg KÌc;if.perwiTTef chè le dottrine intorno al N. l'une IX, e le alli Dei^ più erano Taltre doveansi simboliche; e oscure ed conoscere dicesi anche come or insegnaredagli propositoè la correzipoe no in yTo^AoCvrf^, VTO^yiXouvroL perchètroppo lontaaccordarlo il Witè Aòyov, col qualevorrebbe tenbach ; ed appunto dal custodire nella propria ad altri, rbv ispbv mente Xiyov doveàno spiegarlo che neppure vie) più ovsapevano la ragione delle cose dicesi poco dopo al n. IV. C come rectum wlvBiv). (i3) 'iic ov Tfo^nKov i^iJiépag et^Sguirii esse conjecturanìhil opus esse ^f/^éfCùQ sequentiaeoincunt; et de solis sacerdottbus ser^ istruiti in Divinità. A , . monemhìc necesse non praemissa;quapropter monstrant esse est sacerdotum nomen hìc iterum in^ obscuritaHabet aliqfiid 'HiJLéfctg. Malim ^ixéfotg tis;unde Squiriuscorrigebat ìepBv(ri. mino delere aut reponere post Kvpim vidente Doaut diei^f forte etiam majus latet vìtium. Will. cuccar/. Reisk. — "* Non nemmeno far mutazione par necessario v^ è oscuriti. Parlandosi del Sole è chiaro che debbe dirsi di veruna, e tempio del giorno , essendo «llora veduti dal il Soie vi è. Da non che di Sole;al contrario farvi le giorno a notte Sole ultimam verisimiliter. Witt. Niente — Hoitìv. TJ^Afyóvo)!'. in mutai vocem che C* funzioni. sacre getturare con- si entrasse non Markl. (i4)"Ex^pova^xoi^i Tpoy6vo)v) Squirius Utrumque do quan- questo luogo si può tempj del nei della debbe tarsi. mu- generale di Tfóyovotqui sta in senso 8/ àvu)Tépù" majores^praedecessores gliantichi e furono noi morti, che in generale diremmo come del Éìrì maggiori nostri antichi nella gran famiglia La vóce , , , Mondo, C. Salmasius (i5) Uepispyov)f. TeptcTTov^ct^Tov. prò ovS^ emendai stare. pispyov Witt. ov^ì ^AAà, Reisk. — admisso, poteritttb- quo Bentl. inutili pene Tutte quod oiTepiepyov: : bo: pro- la lezione è ottima né squisitoopìparus.V. TSpiepyov i Lexìco- , "rafi. Kx) videtur vSctrog excidìs- (16) ^E"cTvph) Post se: Che ex igniet il mare fosse Reisk. ; onde far cambiamento. Se vedrà la — ìVitt.^-^ 'éx^vAop fuoco per questa parte fu creduto non poi in questo luogo Tvpògper voce Forte produzionedel una dagliantichi escludere , aqua. che no; sostituirvi occorre debbasi si ?"6(pi"Aoy, perchè Tessere appunto excrementum 7r€pÌTT(»)ixot ignisfacevalo odiare come tutte le altre cose exriguardate qualiTepirTÓ[JiCtTOù fuori della classe degli e perciò restava crementa'j facilmente elementi. del a 2. Sostituendo perchè si avea dir altro che i. non %K(pvXov per estraneo^ si rende e non quanto subito dopo dicesi , gione ra- si viene essere il / LVI ^AAo/ov mare extraneum TBflrroiiL» excremen^ C. tum. 3v)forte "Tct^rov erfiq 3v ut Squi(17)*'A7rcù^ rius corrigit. recte Proxime KxretrJeiovTe^ mutandum in Koà s^Jiovreg judicatBentleius. Witt. scribitur et ipsi aliis Bóicj(^u'fig (18)BctK^ófSù)^) Plutarcho in vita Demelrii. Xylanderet Reisk. i ^xKX,6p€oùg 'ìéjQfOLrig ) Te^mKTtg.God. A. £• Venet. ^oKj^^óped)^ sumpsimus ex f^enet. et P. prò vulgato Witt. fixKj^^ópeù)^. si bene habet, idem signi(19)'IBiTOUve^"yTdsv^ nostro — ficaty atque hoc, aut aut tamen consentientibus. Maltem cvvct^ive^ccvrcov^ èTsvsvchrùùV. Reish bisogno di tutto questo aprireuà dizionario* C» • Sta beuis"imo Jsh (20) ^èòvT^ TCtVTÌ) ov ria Non ; txvt) e ut v'è basta conji-* ciunt Senti. Markl. Squir.Witt. : alias (21) YioyH"pkii ^»l"r)) Lego (pour\ ciderit auctoris f^enet. item nomen . Correctores inter* sic Xyl.Reisk. (pflwi BentL Baxst. E. MarkL Squir.Xyl. Witt. kcù ^pùùiJLévoie i^pvfiévoi^y (22) To7c ìt) lepS"v ^ VÌISia ityvTTca Nam illud y$XiKoà ypcù^oiJLéifOfC» VÌI IspUviS^pviMévoig^ lectionis. Reisk* KCÙ S^poofiévoig est indicatio pravae Aid. Bas. 'Et) tSìv iepwv) tSìv revocavimus ex Xjl. Witt. 9 Koà f. 'EtÌ tSjv h ypot,pofiévo$g) — La correzione non del Reisk. del rwv, e del resto che si Taluta dal Wittenbak mi sembra opportuna. lo traduco Ji^pùfisv» statue ed sculture altrilavori di Toce che comprende pietrachiamati ì^pvjMTGk tvnr Kot)eTÓcvw Kcip^laaf Apollo^Vjut/arifp/ov KXtóiMèvov Oro incensam acerram et supra cor^ dovrebbesi dare emen- ovrero JvfjucùTtjpia s(ry(afaqÙTOKeiiiévìjg Il cielo che non invecchia mai, essendo VTOKOUOfMévfji. cosi , — lo eterno esprimono per , carboni causa cuore dei con d^un turribulo ardenti; Il simbolo sotto nel un la cuore vita^nei carboni accesi sotto, la della vita, cioè il calore. perenne dicava in- C. S^ rbv yèvov«e ^(pXifoToiov^tv) (25) TÌKTkiCi . verba sunt vitiata. Sic quoque lib. 3. praep. Eusebium evang. Haec Porphyrius ^e KOAf^"fki apud tSìv XV VT"f')(/»)v àyvoisii^av àlMxJit^ lùv fihXvj(^^eiiii h ecép^vicav ìfi'^vw$ Iikóvoli^Afe klyÙTTioi Jeiùov. ròv Jopòv yàp t"c appi^v, kuX i(pt€)g yfiv.Kacvjapog , kcù Tepio^ov ù"^ìi/iiog To"r)v^ ^fiéTot(pctvép€i ovpavbv^ poùv Hòé^BruiceXvividKViv.Xylander. virorum conjecturis cum locum , erat quae *TQiov(riìr. Reisk. : ròv TUraa — SAifvabest ^ovlec) doctorum — nostra yévovstc KÓTpov , Congruit ad hunc Viv ecotipo- Si ròv in Aid. Bas. yóyov...ircifotffKévoi Xyl.edit, At forte Ergo loco\ethìc et in codicibus positura. iT^ctipoToioV' corrigo:rUrwt èì rhv yóvovètqyAiff ijv où rpopìig ctv ilytvéffscoc X^P^^TCtpMKSvccjttSAAov non suo fTitt. ^ovle^. — Laureuziano La n. voce li. legge QÒ TpQ(pii^ jxaAAoy t/AfJvmanca Plut. 80 ce pure nel Codii Greci che tra X^P^^TCtpcLffKe* i) y6vé"r6c»}g é nel Codice Laurenz. n, 5. Plut. 8o. ma vac^ovre^'y Farmi del Reisk. come la correzione preferibile più vicina al contesto ; e sembrami Tfo(pìig vÀfiVyKu) yevèaswq x^P^^^* meglio leggere ^^^ koù Tpo(pìig , LIX Convenendo t. yevé^Cùìg j(^. a rpop^^la matèria,IÌÀhjpì a il laogo,jQupUv»E poi falso yevé"eoog abbia il sesso non gliantichi. femminino che lo beo scara- credevano come C. scribe TciJvi\LU.Ta. Xylan.-^ (a6) MaJìfitCLTOù) Salmasius quoque TCt^tì/iurct Reisk*— correxerat. IlufjfVifiMTCù recepìcum Squirio prò villosa omnium - Ubrorum lectione fVitU fiOL^jiiJMrci. vocabuli hoc Monstrum (27) K^yv^xtioutr/y) veri retinet^ quod est stigiatamen haud locus Platonis est prope irpocoiKeiovo'iv. secundi de Rep.Xylander cvvotKeiovciv cxvj rum miglioredi tutto CAPITOLO è IL moLUT" iiifire (1) Mjjrg jxijvi, astu tis inter ludendum in ncque ncque in erant, inciderit: menses , ut Luna persoluextra anno puerperium Rheae annum qui vicisse Luna cum con/ecerit,quos adderet, ita dilatum rexelv)Mercu- quibus a portiones, quinque dies ordinem eos usum dierum certas rio Squi- èKoivù^ leggere (FweKoivoo^'Ptv communemfecerunt. C. Forse — ovvero rium dubie Jinem libri — Witt, ve^ in qui erat 36o dierum^ extra annum nullibi ulli Solis elu- itaqueexecrationem écrit, Xylan. vellem cvve^^élv (2)*Hjxipa« Th^B cvveXjtìv) contrahere. Xylander. concinnare,in summam dubium Squirii Xylandrinae emendationi certis— simae enim oppositum nullius ponderis est est auctor, in quo wveÀslv sensu ; nuìlus contrahendi Reisk. 10012 occurrat. der. Witt. Non — credo il verbo necessaria assolutamente che propositoanla riunione di ispiegare cvvekjelv per frazioni in cinque giorni , a cioè ) Salmasius (3) Tcù^Jéyri omnibus ex C. dies quinquecoivisse. partibus iUis Xylan'^ ffVveXélvut del testo y anzi trovo la mutazione tante Malim — correxerai quoque In omnibus ReUk, libris ante Stephar* rey^^évTi editisyscriptisque Hum legiturTci')(^JévTt prò reContro questa affermazione fTitt. cto re')(jjévTi. nei codici Laurenziani N. 5 e 21, si leggeTS^JévTi — — Pluteo òo. C. olòtS)) Haec (4) *Ey;^fi^/)if(rayToc ctùr^ puto infoemininum avrijmutande^ si quidem Paymila mulier fuit v^feuoiJi,hvi Xylander. Legendum re Jj^fevifisyov^fla^itante ipsa^et nexuloci^ post duo — . etiam Squirium monente par* HLpagf 202. , e Wittenbach e tra Witt* ^^ho glialtri i Laurenziani pare una Pamila a donna minazione che del un nome i uomo. più per Non codici, luoghi , dove donna* una ragioneal Reisk* Osiride^appena da Saturno Aeg. v^'pevofJLévfiv ; è Pamila dia I uomo» in ambi che tutto il contesto Infatti l'essere dato ciò per danno aòrij, facendo il Reisk emenda me y Panth. Jablonschi Sqnirio, prendonoPamila poi che leggonoavTcp vero A Jablonskio nato allevarlo , » in brac* mostra dirò nulla della convenevole a donna più ter-r che né che trattandosi d'un bambino UaixiXvi'y di poco» Jfé^otéj nutrivisse nato più s'addice femmina, come poco dopo si dice d'Iside al N.XV. Anche l'attinger acqua era uficio femminile. a*d uomo ^ a LXI Il Xilandro pelerete traduce exaudivisse vocem acqua udisse e te. » aquam Io tradurrei " aquam i^ocem , tempioJovis peteret , e tempio Joi^is audwìsse\ andando a prender : cum piuttosto exeuntem e ncum una uscita del yoce tempio di GioTe, ex. roC iefov roG éiifixi^ vfpevoiJiévijv^ ÌkovT»* posta una virgoladopo vS^fBvoùìh^ Pcàvìiv cioè ....h , (5)F. Legendum r^v r^v aut mutanI Cod. Laur, rjjvrpirviv delendum Aut STcty. Reisk. dum in avr^v. ìVitt. r"v — — rSfV BTOty. Non il KCti rjjjvTljXTnfif rfirtiVy perchéil Reisk so vuol aggiungervi quinto.C. ^é (pMt (6)'^Evtof . . . lAAifvwv ) Pùto vTh hanc antecedentihus* Witt.-^ glossam ortam ex In molti altriluogbis'incontrano di queste osseryaaioni della differenza dei nomi e degliEgiziani esse de' Greci ed che i Greci e se tutte si avessero nel Autore. a te introdotprendereper glosse bisognerebbetroppo testo avvertenze. dove poco do^o si nota credettero Osiride lo stesso di Bacco; altro,come Niente si oppone a spesso far crederle dello simili stesso C. iiì"^wr»rifiM legendum (7)àet^ctvr» Ttfi"v) MarkL cum doceo Witt. — Il verbo hinvi^a in senso di ed in questo luogoparmi a proposito; zione. racon perchèil culto degliDei si mostra non è raro , il verbo ^tKVV(aconviene a chi primo* Inoltre, e mostra istituisce, osservò anche il una cosa, come Reisk. C. (8) Suvivra^.,. ^g/)jxo5 [loXi^hv %obT»yjèxiié- txri kAtot fiiXi^ioì^ Jepii'bv legendum cuvcafiSrac vcov) - fTitu j^^safjtiévovQ. qui locus est (9) Xévviv A^ywv) forte^éiifJLtv Xóyovetiam Salmasiuscorrexe^ AegyptiCelebris', ut dedit Squi^ in XéftiJLiV Prius mutandum rat* rius monuitque.L. Holstenius ad Steph.Byz, Reisk ) Posterius Xiyovprò et pag. 355. (adde habent Stephano anteriores, omnes XóyoùV quipri" - — , niàsy errore (10) La j credo y è anche kqTTBìv voce Plutarco sarebbe d^ Stando greca* a orìgineegiziana.C. restituo (11) ''E.K^è'ivcii) venerim ff^itt. Àóyojv. invexit Reisk. Jfielvov. cura conjectura, ex inf- ròv fii^iX^rivov... l^oOffav — retinuì ÒK^tlvoit yuf fùfiùc ex XyL et IhOcoL ròv fiev Xàrivov*..sk^vov vulgato, Squir.prò yà^eùùhc* /riti. aut (12)Yì.óXtov) suspectum: sententia KÓpiioVy kX"^ov aut Xo^iJLflv, Forte dedit aut Jlagitat. KÓiiv^v auctor TQxj^ masius Tov. KXà$ovg.Sai" r. tr. oÙk òp. TSfiéj^^ovrctg quoque correxerat. KÓpi/^oì^ Kqpii^GV.fVitt* che può stare benissimo MarkL — formato o seno al piede del Reisk. Ognun Quella pianta Erice e testo con- nati intomo la ricuoprivano Stipa arborea. C. che é la vede dal kqXtov, eioè ilgrembo dalla selvetta dei rami tronco, K^A- — cassa. Aldo est ex eK^pé^xvTo^ (i3) ''EKTpé^xvTo^) rectius. Asparta prò Astarta vitiose ; quod ex Eu" in libris sebioy Suida, et aliis. Ne qUisvocem Regum sacris depravatamputet; est enim Astarta Non placetvulgata,ncque P^enus, Xylander. Forte dedit auctor aut Stephanina. in^pé^avro^, — *IiXlIl Reisk. iKfi^ctvTo^. E. Fior. A. XyL Non ìVitt* — sic Aid. tìc^fé^avro^: — Pas. Perperam Steph. ^xrpivf/avroc. vedo biasimeTole questa lesione; che il fiume mutò voltò il o tanto potendosiintendere comodo vento e precedente placido per la Dea, in nel senso di mutare altro aspro e nojoso; rpéTOù un La preposizione è ovvio sk non gli fa cambiare ^ V significatoma accresce , la correzione vento , pelriflesso che al fare del fresco intorno ai fiumi d'acquae pento di terra non • rigetto non adottata anche avendola di piuttosto aria Per altro • nella traduzione giornosuol Ho anche alzarsi tradotto perchè trattasi d' un vento de Munr ; dicendo Aristotele, , ^ì iv ivé^ iéftTvéovTct TvevfioùTci%oLkovfiev èKTVoàc. Il fiovq, uvf»i h TÌt^il;vypov (pepofiévag in questo caso indica ventò usato verbo SKTpépca do^ TCù dal fiume. nato C» Tf6Tov)authpro"g,autTpó(i4) 'fl« sYpviTXt ; postea quod seguitar repov prò rpoTOV legendum ìiocXeKTov nostrum ec. ac pluraalia i^itio suo con^ jecturamsuperante Xjlander—«^n^tf aut post ètpij' rxi videtur Tporepov^ aut h rolc oivooexcidisse. Reisk. . Legendum sint. Nam aut éedentibus etiam Sv prò i^ ; si corrupta locus de judicantMez. Bisognaprima fanciullo;e pare di non sunt quidem cetera aut excidit in obitu et pueruliin Sqùir.Witt. tutto altri vedere essere sana mari. chi fu stato ante- che Sic questo glio il fi- maggiore del Re, cui poco avanti dicesi condlottovia da Iside pelfiume. Fu questiprobabile quelDitti alunna d'Iside clie dicevano esser affogatonel fiume. (cap«I. n. Vili.) Né debbe f^r ostacolo che là dicasi' caduto nel fiume e qui del nel mare^ potendosiprendereFimboccatura Milo in mare istesso. C, pel mare Acute (i5)'OioiJt*évfi$) et, ut puto^ vere^ Mar^ mente , i klandus fFitt. Ho adottato corrigitiiVdojjt^évovs. nella tniduzione questa congettura. C. ivrov róvre A57r/^"yrby (16) Kai yeùffctff^xi t^ y la traduzione del pàyfov mi rhv ò^pvyj(,ov) Xylaudroè:gustatumque a Lepidoto (sive squameo) phagro et Oxyryncho piscibus. (Cioè,ne rhv j mangiarono tutti un poco ) prae. aliis quos piscia no Aegyptiu Generalmente aborrivai pesci, ma questipiù deglialtri per avere man» giatodi quella parte del Corpo d'Osiride. C. hxTOvtìvP. Bas. XyL Mez* (17) àioLTOfiéveiv) bus execrantur lectio codicis A. Squir.Varia Witt. w$ (18) E/VéTvovvrbv ^O^ov, nuà K»TXvx^Si"roùirbv il cavallo tre nel confusione \^.fuga M.a sbaraglio} testo. essere si può dirfugge, men*- che effetto dello accaduto come più utile del il Beisk come se, stando alla correzione Oro del Reisk potè dire leone il cavallo ? Mi , con sia di dare la mia congettura sul testo sola dalla voi-" allontanarmi che in una parola dunquepermesso senza Ed invero piuttostoun il leone finisce la guerra verità Bovjjéta^j Credette il nemico sbaragliare è jxiv «^^A//aop TÓXefiov ) Forsan Reisk. KCtrctXct^tìv. ptùyovrot esser Aéwv LXVI quante congetture sauris non er«no non potè in alcan modo luoghisotterranei servandovisi luce per esser l"ricavano in luogo elevato lib. VI. cap. X.) Io credo che non ^ìiKÒgè • veduti;e perciòsi fab- (Paus. far occorra generalmente luogodi di animali,e anche prendesi p. i55. Tebani veruna cap. 20 19. mutazione stazione d' uomini, per V. luogo d^uso religioso. Amm. piùbelli,avea- èoiKÓru (TVIKoicleggendo Jììficùioig quellavoce in stare, perchèquesti ed oscuri. Anzi con- ed arredi sacri i statue bisognodi no fatte dai critici. The- state sono e tempio,sepolcro, Esichio , Jlhunch. ad i sotterranei erano fffiKoi Dunque Jvi^ctìoi che servivano di sepolcri de' Re e , per altre cerimonie stati recentemente sacre. Questisotterranei sono gantissime ele- e pubblicati con scoperti, stampe dal dotto viaggiatoreitaliano Sig.Belsoni nella sua opera intitolata Voyages en T. I. p. 368. e seguenti. C. Egypte et en Nubie K^ff^ut (4) lloXXotj(Q\j ^O^ifiS^oc) rcipov ì'^oog àfivSov H MéfA- wc — turbatus. Primo Locus delenda a. e. Florent* (piVjauctoritate quatuor Codicum Patata. Tum reliquaita constituenda;ToKXayfirì òvop^à^ev^on rov K^Jat Xeyofji^évov (rci[iaTog, rh iXyiTivòv àg [lévfjv Xéyov^iVy 'éj^owctv. TroXiy^vìjv yaf est ToXi^vij Taphosiris:de qua item proxioiS^ ìS'm r"pov^0(rip;So$. legendumépi^evevov^iv Haec me In questa correzione veder njominata la città , fFìtt* può fare difficoltàdi non e — cola città. Che debba intendersi solo dirsi una pic^ non Taphosiris sicuro,perchèFautore l'avrebbe nominata in è quel LXVII mentre ÌUògo;^ le tra qualinomina avrebbe non fa che citare le rarìe non fatto , opinioni» Taphosiris^ lo che poi anche se inteso di lei nel avesse precedente. Neppureconsento affatto le di paroleche che debhansì il ff^itt.esclude luogo levare sull'autorità re giacché è piùfacile accordaque'quattro codici; che sieno inventate se state tralasciate non erano nel è fn altri,che originale ; hensl testo come poteron ess"érlasciate, Laurenzianò essendo avvenuto nel codice quel passo assai lacero,perchè oltre all'omissione di quelleparole leggesiTvivre yccp è^etrlpov ovofjLX^SffJott ToXljQfViv Onde tSùv Xeyoù^iv ù)g fLÓvviv àXt^rivSìV la %')(pvcoLV.queldel omissione prova piuttostola imperfezione dove si vede 21. tutto codice assai guasto in questo cosi luogo.Io leggerei yovciv éc A. V. la mia versione. "7. T. K. [JLÓvi^u TJSfv$^ TfU TrvXcùig Vfc^iTccvtv uXXct)^ KCtprsptìv) ciXXojg : recepì rijfy Tpò^ OiXcùtgmjffi^x K^Tnipeiv verissimas lectiones ex Bas. et XyL KCùTctipetv a Xylandro.Witt. (5) AlvSf ìi)legendum ed Siè,Saepissimeperhaec verba. Marklandus mutantur quidem o%v" — . èì Witt. — Forse non per , stando cuìfSfalle volte per di senso cioè un ricuso pure certo senso per logo, ana- recuso, TetpxiroCfLCtt sarebbe' affatto fuori questo luogonon : • si scambiano sempre negligenzade' copisti ma renuo'y ed in • ec. (6) Tpct(pìc^ ) mailem rupò^isic quoque conje" cerat aia Salmasius. Reisk. — Vulgo rpo"pki. Tx(pxiSalmasius ^ vitiose ypa^oti Reisk. Jablonskius LXVIII — ferisco morte • Tebani che mortali li Dei credevano non dovessero non Aoch* io pre» Aegyp.P. i. pag. 48. W^^/. rot^k^ Infatti tì si parladi Panth. di turba ed i pare che ai funerali* C. concorrere (7) Semb|*a che , , la populusavesse Afwc voce popolo basso diverso Afa?; chiamati gliÀtei Aifjxo^e pereiò oL^sog un senso di dal ^ , dal Markland. è^avJpdcTÌ^ov* ''E^CD^Jfoiì'Tri^ovTt) Benth Mox recte. Txc Ivqilolt» legendum cum Baxter. Sguir. Tum avoLyeypotfifiévxv prò ivuye^ Salm. Squir. Reisk, Wessenlingio ex ypx[À0fjLévoig N. A. ad S. D. t. p. 364- Witt. (8) O^oyyoi^ poyoù.sic Eusebius. Witt* Reisk. Salmas. MarkL Witt. (9) *OjX^ciJfi) Q^jAitìV «—Anche est Laar. ilCodice (10)^Ay^Xe)legendum vide tur ovaf eJSe:quae acutissima Witt. una Squiriiconjectura. — Hìc haud batur dubie Soterem Colossum, et integerversus quo indicaquietem imaginatum fuisse deest per admonitum :— e ut Alexandriam eum vulgataàvflXs Io Squirio con ovoLf elèe bisognerebbe neir uno neir altro caso in luogo di oBÙrhv.Io leggo xvtqv etc. Xyl. deferret o N. 5. leggeugualmente. C. la Leggendo con , fcosl : ivéiXe tÒv ó l^ocrìip IItoX6[jìx1oc h l.tmTìj rov ovS'sèùjpCtKC»)^ BTiffrciiievo^ ologr^v [loppìiv^ KeXevovra rìjiv r^ Miiitrai ^férepov C. ofoctì^vfj^opy(i^yaùrov €U 'AXe^acv^puav. ^v rijiv ow jfv. Reisk. /uto^(p^y; (pìivTÌivfJLoppìiv oòk IlXovTovoi ìnóXoffCov^ , — — , ff^£ff*—-Non è necessaria comodamente tendendosi questa mutazione, sottin- il verbo. C. ku) hoifixFùi legendum aiSit^ (11) tìpctKXeirov) hXiX hréta fiotmvróLi kcù stvTO^ più tenebroso passo è del lume fFitt. Questo Xfifaivov^i. di Platone Xylandro né le bastante. Io Tho inteso istesso, né la duzione tra- dei critici danno nO"te tradì»- dalla mia come Plutone infnriaya per mezzo delle apparisce. Eumenidi;e Bacco per 1« Menadi nelFOrgiaec. et Squv(12) XctfOTlùq) praeter Marklandum rium prò Charoponis nomine Sarapin supposuit Semelerus hujuslibelli germanicus interpres; zione y hunc sic constituendum unde locum yerut I,aipxTfg fMBv riigtov existimoi Xé^ yoLTfb^Iccùixc UpoucXéov^ yevic^m J^ui Tv(pùiv. KiàKov è^ tov tìpuKXéov^ Reisk. tentatur , Varie — a viris doctis: codices in vulgataconsentiunt. Equidem in re dubia legam iv oh Xéyerou àvràq fùv (scilicet rijc ìloùpcùirovs Osiris) ultimum hoc ^vya* ^HpciKXéov^ yBvéfF^cti ^vyoLrp)^^^ Nella versio^ Witt. rpòcpraebetcodex venetus. — ne mi son tenuto alla correzione del Witt. C ÌTt^ (13) HcLVrh iiXfOVVTO^ ^[mScq ^UÀKdfJLCtTO^ Àa[jifiacv€ffjcti.y perperam ditam vectam a librario , notat et e hanc margine Squirius.Saltem lectionem ut in contextum ultimum ad^ in** verbum in iTiXuvJave^^ou. ff^itt. Xyl. mutetur dictum voluit quasi Plato K'^ìjv (14) Aì^oO;) ouèihiv a verecundiUf et par^ quasiverecundaretur ceret ad se venissent;frigidaquìdem illis^qui auctoris inge* etymologiaet futilisy digna tamen nioycujuspluratalia commenta prostanty et quam^ vis fortasse in eius editis non legaturypoteH in perditis olim extitisse. Reisk. Nec hot tamen vih probo. Ex loco Platonis nec SquiriiTrei^ovg cum — in seri* Cratylo apparet tale quid Pbitarckum ciòrSiyywd'fwc» psisse: ràv A"^y S« cunov roU TCtf' nione y^TfoaViyvi ^fov.Witt. -^lo non approvo né T opi- del Reisk , né la congettura del Witt. fa chiaramente di vedere II testo con- mologia che si vuol tirare l'eti- ^^Viq Plutone^ dalla non voce àìSvi^ un'altra,che indichi di cùihv^leggerei e perciò invece gaudio piacere-^ àoeoQy mutata uS^ù)^, ovvero per miglior comodo la comune, secondo da ma y della etimologìa,la rbv ii^ogin et, come gliÀttici Onde leggocosì: Kcùì Si^viv^ viovyk. r. A. C. w$ ci^oiq •He volte facevano yotp riA^rwv i^ di lettera . IV. CAPITOLO ^txNeiMv f. STI rov (i) "p^vogSTÌ Kfévov) ÙTÒ ToO Kfovov. Reisk. CTùDiiévov hoyéf^v)Locus mutilus (2} Koù XToyivófievoi ita supplendus: Kcà aToytvóiJLBvot ^eb;[itc^ imit)"v yivófLevov^ ròv àwayièeiciv.:.hiXoi yccf ^pé(pog ìé 0 yépuiVy in ita patet ratio omissionis VÓfiivov postremis:prioraeadem ratione Squir.ex Clem. Alex, Strom. diserte est VI. p, 670. in Veneto S^eò yépoùu lacuna et in E. ^5b.... yépxvinterjecta ^ duorum N. 5. versuum. Witt. — Il Codice Laurenziano S"ìò yépctìV C. leggeàToyivifiivoi (3) Upójeffiv) TpUciv.Witt. Per — la continuare vece ragioneetimologicaparmi che dehba leggersiindi ffvyQV(FÌxv congiungimento piuttostoffvvvemissionem ed i^vcisLV 4riaVy quasicompluviuniy y humoris. C. IXXI (4)"Bj^^sv)ìoiKBvcum Phoenis. fTalcken. ad Euripid. Witt. (5) ^a'€ù)cacù rijcévpé(T€ocg ) legendum vcekìQ zcà rvii ùypctciug Markl. Witt. cum varie (6) *KfXiK""uiiévH(roLv ) corruptam vocem Mezir. àfXJ'^yàv fùv ovacùv. Salmasius corrigunt. [ùvoùtrm. Witu àpj(^tép€ioiy (7) Tc3 TuAao;^fi)) Pylaochusest Neptunusqui Questo pylasisihmi Corinthiaci tenet. Aeisk. — di Bacco non è rammentato cognome cfa'io sappia. Fausanìa dice bensi che dell'istmo di Corinto di Nettuno il simulacro era non custode delle porte Nettuno tum — con Bacco. in bronzo a e fu Ceneri bilmente proba- ma TìvX"oyjng, lìvXoLODfbi intendessero di associare C. S'èvéjMoy) forsitanyójMoy (8) Aév^pjìv prontenetplenaesuntarbores. Reisk. quo gravidae^ Il Wittenbach lascia la lezione SévSpoùV voiùv\in da mare sembra e gliArgivi dell'istmo; cerimonia quella con parte di altri, all'ingresso , chiamato che dalla da alberi la selva , di è usato come tAì}^o$, e perciò traduco: degli vofMÒg, senso Esiodo,'EtÌwv Io leggo volgata. cioè la moltitudine. C. kcù kìvvìciq ) vonciùg^ yévvvicig. (9) YloritriMÒg in Reish Prius non mutem mutem, posterius kCvì^iv cum Xyl. et Mez, Witt. h | ù^ìhg viji'Sog) Tepteréffev (10) UsptTécreie ad Eurip. ùiòg. Valckenarius "èf"l^fSog hopslTCùfy — Phaenissas p. 25i. Reisk. Witt. Nel — testo dopo èv T6j «Ale seguentiparole: sono *Apcci(pìig dal Viltenbach le qualidal Reisk ypàjJLjJiiCtTi (pct la voce , , / LXXII ed altrisì credono nella mia traduzione. Lo io le ho escluse anche rio vorrebbe glossa passatanel testò; ed una Sqoi- Ma leggereìs!(rtfi^^ ^Ap(rci(("ìiQ Egiz.difende la lezione antica. di invece Jablonski nel Pani, Ciampi. (li) ìAv"cAv)MvctffèoBV.ff^alckenarius L e. Reisk. Witt. Sguirius, Xeov(12) Kcà rh Xéovra niiSocij^^(àaiLCùai ^lVfeìISelXo^)A questo luogo critici , col Xilandro traducono e niente : i osservano leonem et ve^ leoninis januastempiorum rìctibusque A me non disfa sodornante quiaNilus exundat etc. Januas tQv UfSovJvpdoi^UTCù temploruminé le bocche di leone vedo qualerelazione abbiano le porte dei tempj cosi genericamentenomina* con nerantury — ti. Infatti Io stesso Plutarco nei simposiaciscrive Xeovreldov eì^ixa ( lib. 4- ) KpijVMSì KUTÌc j^oLtTiiuToùV in NelXo^ eTccyei véov vS(iop....^?iiov rbv Kpovvohg XéovroLTdpoSévQVTog,. Fontes ninos vam latices emittunt aquam •... anche ed ai canali che bagni, dei Da essi vediamo come ne fonti gettavano acqua, presero Tuso nei monumenti in lateribus a no* Egi- tutti li scoli^ dei tetti, dei (Cupero Arpocrate p. 49*) i Greci nelle e Vitruvio prescrisse cùrqnam adducat percurrente. Gli le teste di leone ec. per rictus leo-- quod Nilus eo Sole leonem ^sianimisero autem sunt : » ed i Romani ; come medagliegreche,e in simis aedium supra capitaleonina , quae columna^ sculpendaita posila uti contra vero cetera singulasea primum sint designata} sunt , " txxiv CAPITOLO V. memìnl in sUperioribus non (i) Ou^^ uv6[iov) quidquam de i^entQ praecessisse, quo significatum ji* fueritTyphonem,quibusdam noxias ventorum Reisk. Doveasi rammentare gnificareé quelloche — fu detto de' venti meridionali, (2) Oi ^ Reisk'-^Gosì ÒTh roti C. 01 ^ Afeffictviov) il coci.Laurenz leggeanche maxime ut (3) Tuì/ùùjìy) ad comminisci coloret et ponat : tamen yuvoo^ìv ostendet. Ego vox ivxfiéiJLiKTai oscitante librario puto que vocum orbi/ aliquiddeesse ah yoLvw^^v ver^ alicujus vocem conflatamex ali- cum scriberem-r jactura et particula o^BVy x. r. A. Xyh-^L OV^e.... yoLv. o^evOLvoLfi. t. aut Tupsi^éfuov k. héXB'^OLV^ Forte quo , rb wbv rbidbv 25. C. n. ^iquid bifine cujusprincipiumperiit Jcrtasse quot tov aliquis evpecrtXoyufV valeat extremum ÌtÒ — forte corrigendum exciderunt: quaedam A. Reish rh iov. "0^5V,quale, hérptjffxv Xylander conjecit. Witt. Il codice — N. Laurenziano ma ycùi/uì^ev'y poi si uVùoJeve che poi un presenta scritto vi , facendo aggiunse il y del y, radendo grave dovette materiale . Io l'accento acuto in fine della correttore dunque e vede a che preteso prima vista prima era correttore spiritodalla testa sulF^, e trasportandolo ne parola; questa correzio- .fatti^da esser }a le:FÌonevera lo 21 non da e intelligente rente per seguitarela lezione corrivendico àvoojev ; sembrandomi cosi traduco : avendo bucato queh LXXV t dalla parte Superiore UOVO uscirono fuori ec. Sarò desiderato dunqueio ilfortunato 6vp€^tX6yog dal Xylandro?C, ut Bentleius (4) MépoTi)legendum ^eixBpdiriP ostendit Epist.ad Mill. p. 76. Witt. ^ : ^EjXTfJbiftAiJ^ (5) Io /leggerei ILolX^iC^oli . ., "'' P I T G A L O . . VI. O KxXovcty ) Prior (1) ^EtUXvitov.... iudicent docti. Nam germana . et vox sit an àjf)vox est legendum sit.Est prò qua forte ijfiaig adscititium et quae praeter naturam stÌkXi^Iov va pra- tamen ad- sciscit sibi corpus morbis non raro ansam praebent. Quidsiutet-alìbihiriw^fov legidebeat? Xjl. 'ETixXìjrov rectum — tum est esse si id quod exposiest^ significat reprekensioni « . • Potest hic àpcùViff/Mo) prò devastatione,destructione^ Tv(("(i^€s accipiatur^ prò corruptionererum et et evertentibus^ sternentibus, cellis omnia audiatur et punctum eia), commate rb constructio sit roO ffoiiLCtriMv yofti àvTb rb a". Reisk. — cum ^pictiQ Bentl. cum "pS"vo^ MarkL mutavimus ita mutetur^ ut lTÌ)cA"jroy..t.)car"^- S rbv Tv"p(ivcù KctXov"rt scil. ììvo[lu uti etiamXyland.prò oU scripseMarkl. cum Legendum hTÌKì^poy vel èTfXsTTtKÒv cujusultimas pròsub- , Salmasius l,flj. rat sanus versus àoùfioLi^ prò uìTvPorro ipmwiJi*o) et Squir. à(pyiviffp*Qi 19 'Vv"pSive^ prò vulgato cum voces Mez. Tum in Tv"pS"v€g ìèf auctoritate Codicum Tvpivog unam A, E. Venet, LXXV^ Denique in ai.Wìtt. mutandunt olu Io — preferisco col Xilandro, come ÌTÌKtilfou più conforme a voffi-^ S^eQche gliè unito : frale e morboso Invece di • col Reisk e col del Salmasio e di àùùfldi^ ou^pioLig lo stesso che ^itt. leggo iepiottg significando iepict nubcy caligineturbamento del cielo sereno. òfii^Xvi Il Codice Laurenz. N. 5. leggeac^pixtg, come ì^TvpCiveg propone il Xilandro. Invece di à(poLVifffji,QÌ , , y , del testo, vorrebbe ritenere spiegareil Reisk,adotto col Witt. àpyivtctcìJLOì tite Tv^oivo^.Le sordi Oro, e le sue ritirate contro e furie di Tifone e come e C. Koà àpv^vtd^iioi. SK^fQfioà sono ivt"TCùt ) (2) OvK oÙk àvieroLi , aut aut legendum Reish Tccverctt. ov Kivelrxi ifelè^ctvic^xrctf ff^itt. rett dissolutus — . non est , Io MarkL cum — Forte uù leggoqvk àveU è disfatto. C. non tSÌ)VTOTCtiAoiv) priusmutan(3)"0]Xjxafl"/...JTÌ dum in cùfLOttri cum XyL; posteriusin siri rbv Infatti vi si parladel Nilo. C. fFitt. TOTcti^òv C. (4) oh py^pBi)« (pjeipei. ^^ ff^itt.et olii. S'è (5) DAjfpw/v ) Tiipaxnv (6) Vacat. TOioTì/iTQgi ita legendum mo(7) *OfA0"pTijT05) nuit Xylander,et post eum omnes fere adnota — - Witt. tores. f. ^TTeuctPnovffcty: Locus^ vTSvavrictv) (8)Oò'X^ hic est sanusj viri est — uxorem epciv Quid Witt. vis mihi An esse. — nihil assutum : uxoris me aliunde sembra invectum maritum. Tojelv persuadeatur quam vTUvtìcctVy quae A et non hoc / Reisk. sanum remittat amorem? che vi si debba della parlare LXXVII di lei} dell'affettodel Dìo verso corrispondenza perchè diversamente questo periodosarebbe una deir ripetizione antecedente : onde leggo cosi cùutòv Sì àXXk k. r. A. C. è^ vTrevxvrtovc^oLi sapitjudice ) Monachum (9) ^E*' èiKctiotrùvin Marklando. i^ Corrigo yvv»(Kb4^ ^^^V ^^^^^^ sed prout maritus legitimus versione reddidi et itemdicitur uxorem qìvU amare jusfus qua cum , * 99 , probam que mulierem y. la mia versione degentem, viro dicimus » . Witt. , condotta della dichiarasi poi , da sentire in ci trova il mio questa moglieverso odorato voce il Markland. -— questo luogo*In quanto di tutto nella giustizia cioè parolaèv hKOtfOtrùvfi buona che suo trahi ejus desiderio tamen alla cum non il puzzo C. nella del marito, come è tanto squisito di monachismo Si mutanda est vulgata (10) àiotXsyùfieva) Baxteri Sed hctXvóiLBvct.hdXeyofievx probarem potest non solum defendi ^ sed etiam prò ele^ segantiahaberi; quae decerpuntur, deleguntur^ Pos* orsimquaeque diversis in locis deponuntur. set cet PiaReisk. cogitari. quoque de hotipefóiievot Baxteri SiOtXvófAevct prde caeteris conjecturis — . Mox in "^ToXXcùKigj Siecrotffihii. Io leggoha.XeirQii.eya. C. Witt* deleam j^. immo : nimi'àTOÀXÙiievov (11) *AtpAAujx^wj malim Modo: — rum sperma .• ita Bentleius. Witt. kcùàovcìv. ^Alyórltot jxivi5jx^$,*Id""v (12) 'Ifl-zv hiXovif roOc torijvòffictv 1^nxarojv (pijtf') ?^(OVQ^l(FÌa"v kolXqvvto^' ) In vocabulo^lct4 exarando OvTùJ ìé aliam Graecos y aliam Aegyptios rationem LXXVIII fuisse secutos^ hoc e loco colligitùf; non diversitas. Reisk. pateti quae iìlafuerit tamen nica Plato- —- vìtiosa haec cohaeret; dieta — Il testo Io , sta come é da non , fa non 9 e greca, fùv mitl^^ h IlÀarcav pyi"r) vocabolo il greco vuol come è di confermar é eìHyoti y conoscere, e nome Secondo moto. significante nel Cratilo. della Dea cioè, che il deriva .da lui ciò "I(r/c, ma , mostra anche T che oùffix, ed wclcù; ire , o eivui nome essere latino per comodo et greco , ed cui di Platone , babilmente pro- isiaco lo ècicùj che stesso , 'éffti Uvui anche , condo se- paroletradotte in il greco : Quemadsa (iqici); quo versamur le ecco non in hoc vocabulo ^ di ovffine il nome elMvaiconoscere di chi solo non tutte voci derivate dal verbo Platone;di modum d'origine da Uvcùif gliantichi Greci d'ojcri^ ; onde conclude Plutarco suo egiziano E"r/5; pronunziavanoèffia invece dalF antico il " Tautorità appoggiarecon il qualedice nel Cratilo venne vazione, osser- Iciv KdXoOciv. Ovro 'E(rtv$'AlyÙTTto( assunto KCùKdg lóv. potersiben intendere. corrèggo in questa maniera:. L^ oggetto di Plutarco òs'icc et nessuna di citare Platone si contenta e ecìct, olim , Il Wittenbach Xylander. hjXoOvroc^ prò kxkÌcùrb "chvi(ng oc ìe^igesse et legè ^ijXovv cohaereat ut ìffixvKuXovvrctinon nam : Cratyloovvicidicitur in Certe 6unt in alti oùcicùV. sunt Etenim ovffictVf qui icioLVy {Verisimile est usitatum fuisse apud Majores noDecebat ècicK nomen enim stros quemadmo- quod nos • dum fity ante omnes . • , Deos idest Vestae^ 'E^iijCj MjXXÌX illoSfqui omnium sacrificare èqiuv appellaiferunt qui essentiam sententia existimaverunt Heracliti idest fluereet fuhil consistere. ìévctij igituret principem prìmariamquevim emnes Causam - wixv ifero . /orlasse de res oùcixv idest rerum , uJovpidest id quod im^ pellityundepraeclarequidem ipsum illud ù^lxv veluti impeUentem causam fuisse nominatum V. Platone in Cratylo. In conseguenza ^éaq aia che ipsarum rerum rb esse . , derivi da eìvcùt essere^ ed hanno \ La -predetti . da HevoLi ire^sono o il significato istesso analogo ai verhi del Reisk ^Aovv adottata correzione r^v 0(riav^. richieda di Platone leggesi testo invece di dal Witt. parmÌ4 che rb oòciav iviXovv. Oggi nel forse i^ioù', ma Toci greche, laverà lezione dovrebbe essere èaix* Ciampi. Tuv cum aut Toh^ To) delendum Aut Tcc/ids oel rSov KXTÌCyaut roh^ 'TU?iX(ohg permutandum , statuisse veuofitKévxé cum . Reisk. rSiv — kcùtx in rò kclkòv ex mutem certe KUTOi Plat. %jo. nisi ipsaiferba, Io non vedo necesWitt. sario subjiciente. rem — nulla di quanto il Reisk ed il Wittenbach ; secondo e correggo Natura. rb ìMLTCt rì^vpùcOy propongono quanto è G. Hvofiali) Xyl. nomen (i3) ^A^ìfv"g excidìsse putans locum tavit. Atqui non opus proprium in s^ersiane asteriscis fuit Plutarcho nomen no- serte di- ponere. Nijf^(Niith)iroluisse vi4eturJablonskio Panth. Aeg. P. 1. p. 76.Witt. àvAxP^i^cb) (i4) lAoLXoLKÌTBfQV. Lcgendum eh éuvl^v. Nqn mutem IJLxXct)iojTépotv...ffvv»y(^J^0'» . . . LXXX malim at ÌT€tficiv iìi/tnitatem, 0';(^Aifp/^p', prò Ìto^ fUty.Wìtt. fFitL et aia critici. (i5)"O^C^) «vf/W .^vàiievov) (16) Ói rhv NtìXov prìus Mez. Markh mutatin ovleNéiXov, probabiliter; posterius . . Wìtt. ^iXuaviJLevoy ; scilicetEudoxum, acute. (17) Atafiépovccty ) in promptu est correctio latuit. Witt. ^^OLvéfLWxv qude Squirium Hic locum vix habet.Cor(18) M^ feoTOiictv) Toàv. Postea vidi Reisk. probabi-rexeram \Lyi^\ liter conjecisse Judicent /xij^Aì^tOTriuv. periti in non utrum aptiusad hunc sit locum. Witt.— Il Xilandi^o Deorum affectionem. ^eoToiidv Locus ita e (19) Où yhf ovv ...svoiikcùfAev) oùSi u^vj^^ov rejingatur:oò yàp uvovv conjectura Sh (sciL oùS^e Ìtò loùloiv ò JebgvTo^eiptoy àyJpdÓTToi^ tradusse • fFitt. ^eòghofii^diiev. ToùloùVdebba renderlo . — Non so perché ad kitrb sottintendersi KOtpTuv , e noii piuttosto col Xilandro ex inde , quapropter etc. Ciampi. praebuitexem(20) Etì rbv Aoyov «vo/^yiov piar Turnebij quo cum consentit varia lectio Marg. veneti codicis. Meziriacus •TS"y XóyuìViìtovqéoy. vulgoTsp) r. in haud A. inepteTe fi Witt. ivvc^éov "éhv. Witt. (21) eeSàvireXii) (22) Tjj"B" ) ra "e" sdì. Arpocraticorrigit CuperusArpocr.p. 21. Witt. vel invitis omnibus Eu^if/^ut (23) "Evc^fifiXi) Witt* libris recepimus. LXXXII intendendo KiVoCCiV^ yciX"fTioL grossi paniche si offerivano a Cerere in tempo di quella festa chia-^ Cereris festum a magnis pani" mata fieycikàfrioL^y bus qui tum apponiconsueverant appellatum aperte tradii Athenaeus Delio ) .et ex y B. p. 265. In eo 109 solet Eustachius luctus memoriam àj^aicCy ptout Dea pag. ea dicitur Sema e ad cujusalioquinDeae ì oh JiUainsqualoriset eadem ( lib. III. ut , dei Hiad. amissatn nuncupata apud Aristo- pkanem (Achar.p. 4o8j et Nicandr. Ther. p. 35 1) et panis quMag^ magnus quidam inde à^ctivijg, dictusyqui in ejusdem Deae fesw MeycùXacfrtx indey ut Semo e Delio notai Athenaeus Uh. II« appellato,adhibebatur quqd ifiderat MeursiuSi sed apud Boeotos etiam celebraretur; quod postremum e Plutarcho observo^ prout iU p. 109 lius ea " de re stam qui hactenus emendari* debet omnino refi locus • . » in mendo Boeoti Achaiae cubai, Ce^ mole' eam Megalartiaagitantfestivitatem Ceres ob Proserpinae vocant; quod nimirum , sed ubi In/eros in dolore esset nullo sensu hactenus leMéyafx prò MeyuXccprici Cereris festum, gebatur,qua voce illud 'Aj(CHCìq et quidem a magnispanibusqui tum apponiconad descensum 9" in aliter nempe ac appellatum ; haud festo Pentecostes, seu Jept^iiov Tvpov messis triticeae oblatos panes, dequibusLevit. XXXIII. 17, latos vegrandes,ei quidem longos 7 palmas, monneavtem pandectis quatuor. Ex Hebraeorum inde festum illud Mey'xXccpuu runt jam alii;ac vpcat ad Josephum lib. III. cap. X. Eduardus Bersueverunt , LXXXIII nardus ; hìc mìttam ut quos panes propositionis fuissedocent doctores TalmudicL nta\oresadhuc V. Cereris , Spanh.ad Hymnum Non dottissimo della , luogo Topinionedel riguardiper la parte grossipani Ma può supporsiche Spanhemio , festa dei questa festa di fuor è certamente 12. v. si se . non fosse esclusiva dei Delii o , dei In questo al culto di Cerere Beoti ; ma comune luogo Plutarco vuol portare un esempio particolare modo io credo che leggendo ai Beoti. In qualunque • MeyxXafTioù j ìiivoSd in anche mutare dei Festa propria della pani groj^fbisognerehhe , T espressione essendo S/yovci^ delle feste celebrazione D'altronde reXerviVy 'Eoprìiv. da sapendosi . àyeiif Pausania non chiamati jMéyotpOù tempj di Cerere erano potràdirsi uti nullo sensu ixéyctpct prò \ieyoiXÀpTic" che i , hactenus muove Ma legebatur. dice lo acconsentire non a quelloche più di tutto mi che allo Spanh/è quello festa cioè quella de' pani grossi (Jt^eyctXccpTtotj Plutarco del stesso dì nome che non ma f^sta del dolore, STTCL^^ìi era chiamata ^ , deir afflizioneprovata da Cerere 5 or se voluto avesse de* pani ma avrebbe detto che e non diversa , e che che fosse dolorosa. In Ì7roi')(rvi in pel ratto intendere glia della fi- della Festa 5 quellaspiegazione dai grossi pani^ prendeanome festa fosse una fiByaX"pTiX n'avrebbe perciòsembra ossia in memoria data propriadei Beoti la chiamata questa festa dunqueportavano rori di Cerere per indicare gliergiro d^i tempietti' ed i Anche di lei fattiper viaggi il titolo di Cerere ritrovare Panachea, la figliuola, cl^eavea U LXXXIV parlaFausania eretta in Egìodi Acaja, riferirla aU'Àcaja,potrebbeintendersi di cui statua di invece di Cerere addoloratissima. (2) Il testo è confuso alquanto Dalla mia traduzione a C. in come si vedrà questo luogo* siami sembrato propositodi intenderlo. C* in questo luogo non (3) Ayd^fJLCt, . " simulacrunt e lasciò dello statua y e propose sbaglio, tisycitando Il Reisk il Wittenbach. correre dersi inten- tradusse il Xyl. come ^ debbe di tradurlo si accorse deliciuTn Eca- voce questo senso di quella II.lib, IV. v. l44« ©^ altri; né per provare luogo di Omero Gli Dei può contrastarglisi. un si dilettavano ( secondo delle cose a loro consacrate, e mitologicbe) degliornamenti fatti a' tempj,"AyaA^a propriamente le idee poi fu così detto degliDei si collocava è ornamentum che per pj ornamento statue, simulacri come chi la di teto ec. Luna Si possedeva. Lucifera alla Dea è cielo;ciò nondimeno in a d^Ecate,che appartiene me cosa, che osservi convenga tutto ciò nei tem- ed inoltre fu adattato , significare qualunquebella a da ; ed sebbene come amata Tepi- Diana accoppiatocol lei come Dea e no* infer-' naie. C. Tov TOO^ (4) *n« àé TIVÙ MKCKTfÙVOVTCl ToC S^ctifjuovog It\ [ji.e'yic^osQ ciXX(*3^ ViKujupfjt^òv ) Cod, fiéyobv Laur. 21 Lucinae, legge ... toutou* S'otifiovog Witt. e glialtri. — — 'iS'iJvotg) EìXfjJvict^ Il Codice Laurenz. S5 MauÀXoùg KetrsTiixTpwctv, lìKxjxpfxbv • KuXovvreg hépviKe vé^oov rvpovlovg ^, T. 21, A. Cn , kcù tìjv réppc^^ 1.XXXV ^ vel (5) Avrh i Amg) aliud ejus Numinìs Excidhtse videtur 6 nomen. Miv^uq Ofiovscy dice Wesselingioad Diod. I Codici ovTo^ N. danno, ajato Il Lanr. non • ^ìi X. yìcf A. Ma r. scorrezione una sic.I. questo sembra in vece vel ò , 84* 5. essere di ovTùù^j o TUf o di — - legge tosto piutoi;ra)# ^ìjyxf h h MévS^n Tf"yovKOrleggerei ovtoj koviTi. V. le Note filologiche al Gap. VII. (/) C. Io (6)Ylei^OVCX ) TfOpMBi 1^SiT^ùToloiSfMovac^oc àTXorviTirijc}LO¥"hu corrigeTÀìjJiig ÌTo(pa"r6t fèf VII. Wittenbach. Vedi la Nota (h) del Capit. sjmt)corrige: yeyo(7) Teyov6T"»}V....KftìTloy hi rov t"vtcù KOfffiovih t^v ^v')(Ì\v VQTQiv. ug opymov Tog Jeov voimÌ^hv ^f*oi^vx^^ i^Sa«$ à^ioCfjLfiSiv élmi. M^ àmifffiTov 4^/C^^" Kf^rTov aì^Avofihov Venetus praebuit Bentleius j^SAoi^. Jannot^ à^tovv. et varia lectio Cod. A. a\(/u;^oy Witt. ljx4/u;^ou. Io leggerei in quanto alla prima parte : yeyovérùùp hi rov Tccvla KoCfioCvhg opyhwv j^«e réjQfcùs JeoQ. • — , CAPITOLO yiIL uvoLtIù^ "TOL^TctClcùàva?,a^6vleg (1)"0^51/ ^etg)Il Xilandro T intende dei simulacri dlside e . d' Osiride traducendo semel tantum videri tangiquenon utuntur. : promuntury . simulacra Itaque Osiridis deinde . reponuntur^ possint:Isiacis saepe ut numero Così lasciarono anche ilHeisk. ed il Witt. Io r intendo delle vesti, delle É 4i5Corso. noto che alle statue qualiè continuato d' Iside e il d'Osiride LXXXVI poaeyansile ne vesti nella seguita parladi rivoltare ««ere . La clie àvdTlv^eiQ rote similitadìne mostra potersisvolgereo spiegaree da materia Iteneche vi si si fa delle vesti. C. come Altri invece 4i ^;(;oTvo$ giunco , leggonoc^vo^ lentisco. Witt. Ausus vS)^tvTvovTCLi. hoc loco mendosissimi mum issi- ver recipere vulgati ig $^e1est sum Ste- . phanicorrectio prò lectione vetere S'tìig guae est in Aid. Bas. XyL E. Ven* Fior, ets qua in promPorro TpocyjvSf^ XbÌoì^. Mez. verum ptu est colligere MarkL BentL Pro xjtvovtoh Mez. )^Kp"ffiv corrigitvTTvoSre npounv. Witt. addendum (2) Ko/A^^$ ficiXoLìLTiKhv habent Xioùg Unde — scolo hk^v. Tale rì/iv c^XijVìity ) ro P) non %y.Pro Kot- libri A. E. Venet. Aid. Bas. j(^pìi Reisk. T^y etiam Il Xilandro finisca XyL Witt. ^uidrequiritur. céfiugMez. ed il Reisk qui , e che Reisk. credono che TOpu- perciòsìa mancante, V. ciò che osservicialla Nota {h) del FiNE^ éiXviv. rìjv Cap.Ili, I N D isi Iside Lettera D ^Osiride e del Catalogo Antichità Calendario • . Traduttore de* possono ICE • ai lettori Scrittori principali consultarsi i • che alle intorno egiziane xv Jsiaco xxiii diversarum Hemerologium gentium Note filologiche richiamate nel testo dalle lettere delV Alfabeto . • del testo Greco Note per V intelligenza arabici. richiamate dai Numeri Tai^ole 3 Pag. . xxvi • xxuii. • 4« spettanti a questa Opuscolo. xi ERRATA. Corrtiiom. Errori» Pag. 32. Sg. — — gualdrappa 9. qoaldrappa 4»^^^ che ne deriva dal che ne viene — 5o. — — Si.-:- ^. Aromanios Arimanios 56. 18. Ermipoli Ermopoli 70. 5. de' morti ? VI 4*rebus atque utili-rebus bene atque utiliter *— — — »— — — accresca accresce 11. 43. — ffiujrfou ffafactìflt 1. — de' morti , ter id. — — txx.— -r- 1 7. li, idque ideraque cCSny ÌShv . furono postele Va^, 6S. l*erisbaglio Note invece filologiche dei onde è queste Note metter bisognato le materie del , qui per non delle al testoj dere confon- l'ordinedei numeri testo. (e) In questo luogoil filandro hanno inteso il testo , , etvcu' rèSi k. t. X. Ma io non ad Osiride , còme ha veduto tutto il contesto del Wittenbach. in si prenda senso il Beisk credendo che la riferiread Osiride. 11 Wittenbach rè delle Note numeri mutare potendosi non chiamate parladi ed altri non ofiHVuìvsi debba KotdoXv Si cosi: voce muta riferisco voce quella il Wittenbach anche Tifone , Mi sembra star ne tutto 'ajULf/vwv perchè la mutazione seguito bene se , non d^sivwv di melior^praestantior migliore;ma come /bri*or, '^foX^P^rapo^ \xsiàxìTÒvdebbe tradursi spesso si non ad trova eum^ ma di^ usato; ed allora C. cantra eum. (/) Il Wittenbach [0 leggoT« TÒ xp(.Hov« emenda tóSvKOLrd leggenda xotrà riìvpyfftvjò ^/ultxj-oS/^ov. C --A